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PIANO DI ZONA DELL’ULSS N°2 DI FELTRE 2011-2015 Documento di ripianificazione anno 2013 Approvato dall'Esecutivo della Conferenza dei Sindaci determina n°38 del 22 aprile 2013 Recepito con delibera del Direttore Generale n°332 del 06 giugno 2013

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PIANO DI ZONA DELL’ULSS N°2 DI FELTRE

2011-2015

Documento di ripianificazione anno 2013

Approvato dall'Esecutivo della Conferenza dei Sindaci determina n°38 del 22 aprile 2013 Recepito con delibera del Direttore Generale n°332 del 06 giugno 2013

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INDICE

PREMESSA Pag. 3

NUOVI ORIENTAMENTI DI PIANIFICAZIONE Pag. 4

SEZ. 1 LA RIPROGRAMMAZIONE 2013 Pag. 6

UNO SGUARDO D’INSIEME Pag. 7

SEZ. 2 IL QUADRO DELLE RISORSE ECONOMICHE Pag. 8

SEZ. 3 LA RIPIANIFICAZIONE PER SINGOLA AREA DI INTERVENTO Pag. 10

1 Famiglia, infanzia, adolescenza, minori in condizione di disagio e giovani Pag. 10

2 Persone anziane Pag. 12

3 Disabilità Pag. 14

4 Dipendenze Pag. 17

5 Salute Mentale Pag. 18

6 Marginalità e inclusione sociale Pag. 19

7 Immigrazione Pag. 20

8 L’integrazione tra le aree di intervento Pag. 21

SEZ. 4 ALLEGATI: SCHEDE PROGETTUALI Pag. 22

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PREMESSA

Le linee guida regionali sui Piani di zona, approvate con DGR 157/10, hanno dato avvio ad una nuova visione programmatoria che mira ad integrare la programmazione di lungo periodo con quella di breve periodo. Se da un lato, infatti, è stato allungato il ciclo di vita del Piano di Zona a cinque anni, dall'altro si prevede maggiore dinamicità su base annuale attraverso momenti di monitoraggio e di ripianificazione degli interventi. In particolare, è previsto l’aggiornamento annuale delle azioni di intervento e dell'allocazione delle risorse economiche che ne sostengono l'attivazione, il mantenimento, il potenziamento o la riconversione. Con nota prot. n. 546095 del 23 novembre 2011 la Direzione Regionale Servizi Sociali ha richiesto ai territori di aggiornare la programmazione annuale del Piano, definendo le previsioni per l'anno 2012. Le stesse indicazioni operative sono confermate quale punto di riferimento per lo sviluppo del documento di ripianificazione anno 2013 (comunicazione del Dirigente Regionale del 22/11/12). Il presente documento è il frutto del percorso di confronto attuato nel territorio dell'Ulss n°2 di Feltre da parte di tutti i soggetti della comunità locale che a vario titolo sono intervenuti nella programmazione, nel finanziamento e nella realizzazione degli interventi pianificati. Le scelte strategiche operate in sede di programmazione quinquennale, l'individuazione dei bisogni, le priorità assegnate e le politiche proposte hanno trovato piena conferma per tutte le aree tematiche di intervento anche in sede di ripianificazione per il 2013. Il confronto a respiro annuale, tuttavia, ha consentito di calibrare meglio le azioni previste (anche alla luce dell'andamento dell'anno 2012) e di dedicare maggiore attenzione a nuove progettualità emerse in itinere. Il risultato è un documento programmatorio che, pur confermando pienamente la pianificazione quinquennale, ne affina alcuni dettagli ed aggiunge alcune sfumature che rendono il quadro degli interventi territoriali maggiormente attuale.

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NUOVI ORIENTAMENTI DI PIANIFICAZIONE Inserimento di unità di offerta e insiemi complessi di prestazioni territoriali a valenza sanitaria A seguito dell’approvazione della L.R. 23/12 “Norme in materia di programmazione socio-sanitaria e approvazione del piano socio-sanitario regionale 2012-2016” in cui viene delineato il quadro dell’assistenza territoriale, è apparso opportuno operare alcune modifiche strategiche nella definizione della pianificazione territoriale.

E’ risultato cioè importante ampliare il raggio d’azione del Piano di Zona andando ad

includervi quelle unità di offerta che seppur territoriali, essendo a completa valenza sanitaria, non sono state finora considerate all’interno di questo strumento di pianificazione tra cui:

- l’hospice - il servizio di cure palliative territoriale - l’ospedale di comunità attualmente in fase sperimentale

L’idea, infatti, è che se il Piano di Zona si configura come strumento dei servizi alla persona

debba pian piano andare ad inglobare nella pianificazione anche gli altri servizi territoriali (oltre a quelli sociali e a valenza socio-sanitaria presenti) ovverosia quelli sanitari. Sviluppo del sistema informativo territoriale

Il Piano Socio-Sanitario Regionale prevede tra gli indirizzi della programmazione regionale la messa in atto di azioni migliorative degli attuali flussi informativi e, più in particolare, l’implementazione del sistema informativo integrato tra sociale e sanitario. L’adozione di un sistema informativo di tal tipo consente di innalzare la qualità dei livelli di assistenza, facilitando l’integrazione tra i professionisti e tra le strutture socio-sanitarie. La continuità dell’assistenza viene così sostenuta dallo scambio di informazioni su supporto elettronico e viene ad aumentare la partecipazione e la consapevolezza dei cittadini verso il proprio processo di diagnosi e cura.

In tale direzione (mettere in rete il sistema sotto il profilo tecnologico potenziando le strumentazioni informatiche e telematiche) muove la scelta di evolvere, di adeguare e di aggiornare il sistema informativo territoriale SISTE, implementandolo e plasmandolo sulla necessità di rispondere in modo efficace ed efficiente al debito informativo regionale ma, soprattutto, di rendere la gestione dell’operatività nel territorio sempre più all’avanguardia e sempre più prossima e al servizio del cittadino.

Ciò significa offrire a chi opera nei servizi territoriali uno strumento agevole, veloce e soprattutto di supporto all’assistenza che racchiuda le principali informazioni sull’utente che derivano dalla pluralità dei servizi che l’hanno o l’hanno avuto in carico consentendo un’azione non basata sull’emergenzialità, ma su una visione a tuttotondo delle necessità del cittadino.

L’orientamento progettuale è quello di investire per migliorare il sistema informativo territoriale acquisendo ulteriori moduli del sistema già in uso (SISTE) e procedendo alla strutturazione di un collegamento con il sistema informativo ospedaliero già in essere, al fine di garantire un costante scambio di informazioni in tempo reale, anche in riferimento ai ricoveri.

Lo sviluppo del SISTE ha, infine, lo scopo di garantire un’integrazione sempre più

centralizzata di tutti i dati delle attività territoriali al fine di alimentare un’unica base dati dalla cui analisi possono discendere studi di miglioramento dei servizi ai cittadini, anche grazie al maggior utilizzo del datawarehouse aziendale.

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L’obiettivo primario del rafforzamento del SISTE resta la possibilità di garantire al cittadino un’offerta di servizi territoriali qualitativamente molto più rilevante, consentendo agli operatori di avere a portata di mano tutte le informazioni diagnostiche e di cura necessarie ad attivare e a condurre i piani di intervento, siano essi rivolti a cittadini presso privato domicilio, siano essi rivolti a persone inserite stabilmente in strutture extraospedaliere.

Il monitoraggio costante del piano di intervento personalizzato consente di ottimizzare le risorse per un’assistenza di maggiore qualità.

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Sezione 1 LA RIPROGRAMMAZIONE 2013

Il processo di ripianificazione anno 2013 è stato avviato attraverso la convocazione dei tavoli di lavoro permanenti relativi a ciascuna area di bisogno così come definite in sede di pianificazione quinquennale (Famiglia, infanzia, adolescenza, minori in condizioni di disagio e giovani; Persone Anziane; Disabilità; Dipendenze; Salute mentale; Marginalità ed inclusione sociale; Immigrazione).

Gli incontri sono stati partecipati e i soggetti coinvolti si sono attivati in modo concertato, attraverso una forma assolutamente naturale ormai propria del patrimonio di co-progettazione e di collaborazione che contraddistingue la natura programmatoria del territorio feltrino.

Nelle varie riunioni sono state presentate le indicazioni operative per la definizione del presente documento ed è stata delineata dai coordinatori la situazione dell’area in termini di corrispondenza tra bisogni e sistema socio-assistenziale di risposta, evidenziando eventuali criticità e prospettando nuovi orientamenti progettuali. Particolare attenzione, vista la contrazione delle risorse determinata dalla complessa situazione socio-economica che si sta attraversando, è stata dedicata ad evidenziare bandi e finanziamenti a cui poter aderire per incrementare e sviluppare le attività gestite dai singoli soggetti aderenti al Piano o da una pluralità di soggetti (nel caso, per esempio del tavolo di lavoro Marginalità ed Inclusione Sociale, la progettazione è stata pensata e condivisa da tutti i componenti del tavolo stesso presentando un unico progetto per tutto il territorio dell’Ulss n°2 di Feltre).

Il processo di confronto è stato accompagnato dalla contestuale richiesta rivolta a ciascun soggetto aderente al Piano di definire la previsione per l’anno 2013 delle risorse e dei finanziamenti disponibili, il loro impiego e il numero di utenti che si ritiene verrà coinvolto nelle azioni.

Successivamente, si è provveduto ad inserire i dati nell'apposito applicativo web sui piani di zona nel sito istituzionale della Regione del Veneto, distinguendo, per quel che riguarda le risorse economiche, tra finanziamenti per la gestione corrente e finanziamenti in conto capitale.

Si è proceduto, infine, a raccogliere nuove proposte progettuali, a valutarne la coerenza

con il Piano e all’effettivo inserimento nel documento programmatorio (schede progettuali in allegato), con la validazione dell’Esecutivo della Conferenza dei Sindaci ed il recepimento da parte dell’Azienda Ulss.

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UNO SGUARDO D’INSIEME

Prima di affrontare l’analisi della singola area di bisogno, è opportuno soffermarsi brevemente su alcuni elementi che caratterizzano l’andamento delle attività e il territorio stesso.

Si può osservare, infatti, come nel corso della strutturazione del documento di ripianificazione dell’anno 2012 sia emerso una sorta di arresto di inserimento di azioni innovative da parte del terzo settore ed un forte contenimento della spesa rispetto a quanto programmato. Al contrario, l’ente pubblico (comuni in primis) ha proceduto ad attivare quanto definito in sede programmatoria e anche ad inserire nuove attività.

L’analisi dell’andamento del Piano nel 2013, invece, evidenzia come a subire un forte arresto siano proprio le azioni promosse per lo più dagli enti pubblici che interrompono o contraggono fortemente una serie di attività consolidate, che vanno a posizionarsi per lo più nell’ambito del settore “Interventi di socializzazione, prevenzione, in-formazione” (per esempio, centri estivi, laboratori, progetti giovani, feste per anziani), mentre vanno ad aumentare le attività ed il valore delle azioni di supporto economico (in particolare, area minori – giovani - famiglia e marginalità ed inclusione sociale).

Molti i comuni che evidenziano come alcune frange di attività siano state portate avanti solo

grazie all’incrementata collaborazione con il volontariato che va a sopperire, almeno in parte, alla contrazione economica. Il terzo settore, tuttavia, seppur apprezzando il maggior spazio e la proliferazione di accordi che vanno ad intrecciare pubblico e privato sociale a favore dei cittadini, sottolinea la necessità di non cadere nella sostituzione l’uno dell’altro: il volontariato può integrare ciò che il comune fa, ma non può e non deve sostituirlo.

Questa situazione è sintomatica della continua ricerca da parte dell’ente pubblico di strategie che consentano di mantenere quanto più possibile invariata l’offerta ai cittadini a fronte di una progressiva contrazione dei finanziamenti.

Più in generale, trasversalmente alle varie aree di bisogno, emerge in modo forte e

drammatico l’aumento di situazioni di marginalità estrema che si evidenziano in alcuni comportamenti finora mai emersi nel territorio feltrino o, comunque, mai rilevati con così alta frequenza:

- la ricerca di cibo nei cassonetti, in particolare adiacenti ai supermercati o a seguito dei mercati settimanali, da parte della fascia più anziana della popolazione;

- il rifiuto di seguire corsi di formazione o di riqualificazione professionale da parte di chi è stato espulso dal mercato del lavoro, perché ormai privo di reddito da così tanto tempo da non riuscire più a soddisfare neppure i bisogni primari;

- lo sfratto esecutivo o il pignoramento della casa di famiglie con figli minori (con conseguenze rilevanti anche per le procedure di tutela di questi ultimi);

- la ricerca di casa o di alloggi di emergenza da parte di capi-famiglia neo-divorziati; - la morosità nel pagamento delle utenze o l’incapacità di far fronte ai costi del

riallaccio delle stesse; - l’aumento di richieste di pacchi alimentari, vestiari, farmaci; - l’aumento di richieste per il sostegno economico per il rientro nel paese d’origine

degli immigrati. Si segnala, inoltre, la diminuzione della presenza dell’immigrazione femminile dall’Est

Europa principalmente legata all’assistenza familiare di tipo privato, le forti difficoltà economiche di alcuni servizi per la prima infanzia (micronido, centro per la famiglia), il rientro al paese di origine di moglie e figli di immigrati (che erano stati agevolati dalle norme che prevedevano il ricongiungimento familiare).

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Sezione 2 IL QUADRO DELLE RISORSE ECONOMICHE

Previsione delle risorse suddivise per area e per tipologia di intervento

Interventi di accesso,

consulenza e presa in carico

Interventi domiciliari/te

rritoriali

Interventi semi-

residenziali

Interventi residenziali

Sostegno economico

Interventi di socializzazion

e, prevenzione,

in-formazione

TOTALE

Famiglia, infanzia,

adolescenza, minori, giovani

1.683.678 21.514 1.790.542 98.600 742.087 250.100 4.586.521

Persone anziane

358.000 3.644.031 741.807 35.853.246 1.060.000 167.625 41.824.709

Disabilità 50.000 564.270 1.946.441 1.251.700 1.243.004 40.718 5.096.133

Dipendenze 592863 0 0 573.100 0 9.700 1.175.663

Salute mentale

453.122 0 54.871 5.838.319 0 49.750 6.396.062

Marginalità sociale

0 20.073 0 99.678 119.838 0 239.589

Immigrazione 0 27.700 0 0 0 25.094 52.794

Trasversale 596.130 0 0 2.400 0 0 598.530

TOTALE 3.733.793 4.277.588 4.533.661 43.717.043 3.164.929 542.987 59.970.001

Previsione 2012 3.793.467 4.986.529 4.465.409 41.053.620 2.687.136 637.615 57.623.776

Pre-Consuntivo

2012 3.717.857 4.221.707 4.449710 42.887.003 3.235.662 654.216 59.166.155

Tabella 1 Previsione 2013 per area e tipologia di servizio. Confronto con dati di previsione anno 2012 e PRE consuntivo 2012.

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Previsione delle risorse suddivise per area e per fonte di finanziamento

Regione Comune Fondi statali

vincolati e UE Utenza

Altri enti pubblici

Enti privati TOTALE

Famiglia, infanzia, adolescenza, minori, giovani

2.201.815 1.162.190 72.292 1.089.008 36.341 24.875 4.586.521

Persone anziane 19.443.614 671.347 0 20.938.471 79.075 692.202 41.824.709

Disabilità 3.285.088 817.890 0 631.800 292.318 69.037 5.096.133

Dipendenze 1.172.863 1.000 0 1.800 0 0 1.175.663

Salute mentale 6.330.462 7.650 0 37.700 250 20.000 6.396.062

Marginalità sociale 0 137.011 0 0 0 102.578 239.589

Immigrazione 29.400 22.624 0 0 0 770 52.794

Trasversale 518.130 70.400 0 0 0 10.000 598.530

TOTALE 32.981.372 2.890.112 72.292 22.698.779 407.984 919.462 59.970.001

Previsione 2012 31.282.672 3.656.455 36.907 21.271.054 456.412 769.577 57.473.077

Pre-Consuntivo 2012 32.543.046 3.079.006 80.496 22.229.923 415.909 817.775 59.166.155

Tabella 2 Previsione 2013 per area e fonte di finanziamento. Confronto con dati di previsione anno 2012 e PRE consuntivo 2012.

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Sezione 3 LA RI-PIANIFICAZIONE PER SINGOLA AREA DI INTERVENTO

1 AREA FAMIGLIA, INFANZIA, ADOLESCENZA, MINORI IN CONDIZIONE DI DISAGIO, GIOVANI

Gli orientamenti strategici tracciati nella programmazione quinquennale e confermati anche in sede di ri-pianificazione 2012, trovano pieno riscontro nelle iniziative di mantenimento, potenziamento, innovazione attivate nel 2013.

Il tavolo di lavoro “Area famiglia, infanzia, adolescenza, minori in condizioni di bisogno e giovani” si è confrontato principalmente su:

- le attività della U.O. Consultorio Familiare – Tutela Minori che, anche grazie al finanziamento della riorganizzazione del Consultorio Familiare (DGR 1974/11) e ai fondi di provenienza regionale legati al GAL PreAlpi e Dolomiti ed integrati dal Consorzio BIM Piave, hanno riguardato e potenziato le attività di prevenzione per l’intero ciclo di vita (dalla prima infanzia con il coinvolgimento diretto dei servizi alla prima infanzia sino alla menopausa) del singolo, della coppia e della famiglia. In particolare, molto spazio è stato dedicato alle attività di prevenzione per gli adolescenti-giovani e molto per il potenziamento dell’affido e dell’educativa a domicilio anche per ridurre o comunque contenere il ricorso all’istituzionalizzazione. Il coinvolgimento diretto del territorio nell’operatività quotidiana è stato uno degli obiettivi che l’U.O. ha voluto perseguire;

- i comuni soffrono particolarmente della contrazione dei fondi disponibili tanto da aver dovuto necessariamente ridurre le linee di finanziamento in quest’ambito e da aver continuato la promozione di interventi soprattutto di sostegno alla famiglia (sia nel senso economico, sia nel senso di attività estive o in orario extrascolastico) solo grazie a rinnovati accordi con le reti solidaristiche locali che sempre più accompagnano l’intervento pubblico di offerta al cittadino. La ricerca di maggiore collaborazione con il terzo settore diventa sempre più una necessità;

- alcune associazioni locali che operano prevalentemente con i minori e la famiglia hanno rallentato la propria attività al fine di ripensare strategicamente gli obiettivi da conseguire stante le mutate condizioni socio-economiche. In questo senso, anche molti comuni si stanno ponendo dei necessari interrogativi laddove emerge che le attività in cui è prevista una seppur minima quota di partecipazione economica dell’utenza non vengono attivate per mancanza di adesioni. Nell’ambito dei centri estivi, per esempio, alcune realtà stanno valutando di ridurre l’offerta di laboratori proposti al fine di contenere le spese e di riuscire a proporre il servizio senza quota di iscrizione;

- le famiglie appaiono sempre più in difficoltà dal punto di vista economico e vanno ad aumentare sempre più le situazioni di estrema precarietà, soprattutto laddove i nuclei con figli minori vengono sottoposti a sfratto esecutivo.

La nuova offerta prevista per l’anno 2013 è così declinata: Proposte dell’Azienda Ulss n°2 di Feltre, U.O. Consultorio Familiare – Tutela Minori: - potenziamento di attività di prevenzione promosse dalla U.O. Consultorio Familiare –

Tutela Minori (DGR 2666/12) in particolare rivolte ai giovani e a sostegno della genitorialità;

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- ampliamento dei percorsi di educativa a domicilio (DGR 2957/12) attraverso il progetto “I bambini stanno bene a casa, sosteniamoli con le educative domiciliari”;

- nel corso dell’anno 2013 il Servizio Età Evolutiva provvederà ad ottemperare a quanto richiesto dalla DGR 2959/12 e svilupperà un piano per l’applicazione delle Linee Guida per i Disturbi dello Spettro Autistico. Si sottolinea, tuttavia, che è già attiva un’equipe multidisciplinare che si occupa di minori con disturbi dello spettro autistico.

Proposte dell’Ufficio Territoriale Scolastico: - formazione rivolta a docenti e a studenti progetto dal titolo “Lo sviluppo delle

competenze sociali per una didattica efficace” finalizzata allo sviluppo delle capacità di ascolto nei docenti e delle competenze sociali e civiche negli alunni”;

- realizzazione e sperimentazione schede segnalazione DSA al fine di facilitare accordi interistituzionali e favorire le buone prassi per la prevenzione del disagio in studenti con problemi di DSA (in applicazione delle DGR 2416/08 e DGR 3898/08)

- avvio di uno “Sportello Ascolto” con finalità di prevenzione e di contrasto del disagio. Proposte dal terzo settore: - formazione rivolta agli insegnanti promossa dall’Associazione DAFNE – Associazione a

tutela dei diritti dei bambini, progetto dal titolo “Educare alle relazioni (in-formazione su violenze a danno dei minori)” in collaborazione con l’UST.

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2 AREA PERSONE ANZIANE Gli orientamenti strategici tracciati nella programmazione quinquennale e confermati anche in sede di ri-pianificazione 2012, trovano pieno riscontro nelle iniziative di mantenimento, potenziamento, innovazione attivate nel 2013.

Il tavolo di lavoro “Area persone anziane” si è confrontato principalmente sui contenuti della DGR 2961/12 che richiede una forte azione di implementazione del set di informazioni e di dati relativi alla residenzialità extraospedaliera per adempiere al flusso informativo regionale.

Si procederà, dunque, nel corso dell’anno a rinnovare e a potenziare il sistema informativo territoriale già in uso (SISTE), orientandolo al ripiano del debito informativo e all’arricchimento della base dati descrittiva delle attività delle varie UdO e ICP territoriali.

La nuova offerta prevista per l’anno in corso è determinata dall’attivazione del nuovo Centro di Servizi per Persone Anziane sito presso il Comune di Sovramonte che svilupperà nelle seguenti Unità di Offerta: una casa per persone anziane autosufficienti per 20 posti letto, un nucleo per persone anziane non autosufficienti per 10 posti letto e due servizi semi-residenziali rivolti ad anziani autosufficienti e ad anziani non autosufficienti per 30 persone complessive. Si evidenzia, inoltre, la volontà del Centro di Servizi per Persone Anziane San Giuseppe di Quero di non procedere all’ampliamento dello stabile ricavando nuovi 10 posti per persone non autosufficienti, così come era stato invece indicato nella programmazione determinata dalla DGR 502/11.

Queste scelte progettuali cambiano la programmazione territoriale in merito allo sviluppo dell’offerta per anziani che viene così rideterminata:

COMUNE STRUTTURA

RESIDENZIALE PER ANZIANI

POSTI PROGRAMMAZIONE AUTOSUFFICIENTI

TRASFORMAZIONE DI POSTI DA

AUTOSUFFICIENTE A NON AUTOSUFFICIENTE

POSTI PROGRAMMAZIONE NON AUTOSUFFICIENTI:

nuovi posti

Alano di Piave S. Antonio Abate 16 1 0 0

Arsiè C.A.S.A. S. Giuseppe 0 0 0

Cesiomaggiore Don G. Rostirolla 0 0 0

Feltre A. Brandalise 0 0 0

Fonzaso S. Antonio 0 0 0

Lamon2 Casa Charitas 0 6 0

Lentiai R. E. Mione 0 11 0

Mel 0 4 8

Pedavena Casa Padre Kolbe 0 0 0

Quero S. Giuseppe 0 16 0

S. Giustina 0 6 21

Sedico 0 0 10

Seren del Grappa Soteria 0 0 0

Trichiana Madonna della Salute 0 7 0

Sovramonte 20 0 10

TOTALE 36 50 49

Tabella 3 Programmazione posti letto centri di servizio per persone anziane anno 2013

1 Comunità Alloggio. 2 Nella programmazione proposta dal Centro di Servizi casa Charitas di Lamon è presente anche il passaggio di 12 posti letto destinati al primo livello assistenziale ad un nucleo di maggiore intensità di cura.

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In riferimento alla programmazione dei Centri di Servizio sopra riportata, è opportuno richiamare l’attenzione sui seguenti elementi:

- il numero di impegnative per anziani non autosufficienti assegnato all’Azienda Ulss n°2 di Feltre è complessivamente pari a 671;

- il numero di impegnative di 2° livello assegnate dalla Regione del Veneto è 24; - la maggiore accreditabilità (+25%) assegnata con DGR 502/11 è già stata

suddivisa per singoli centri di servizio come da prospetto qui sotto riportato: Tabella 4 Programmazione maggiore accreditabilità anno 2011

- sono attualmente presenti 17 posti autorizzati aggiuntivi rispetto alla massima possibilità di accreditamento attualmente determinata dalla Regione del Veneto;

- i nuovi posti per persone anziane non autosufficienti per cui si deve ancora intraprendere la procedura per l’autorizzazione e l’accreditamento, così come i passaggi da posti letto destinati a persone autosufficienti a persone non autosufficienti riassunti in tab. 3, risultano oltre la maggiore accreditabilità già assegnata e non destinatari di ulteriori impegnative di residenzialità, che risultano già inferiori al numero di posti accreditabili.

Si evidenzia, infine, la proposta progettuale promossa dal comune di Alano di Piave per un potenziamento dell’attività domiciliare a sostegno delle persone affette da alzheimer. Tale progettualità viene inserita nel Piano di Zona, ma tutti gli interventi dovranno essere armoniosamente coordinati e svolti in pieno accordo con gli altri servizi territoriali che operano nell’ambito della domiciliarità, a partire dall’individuazione dell’utenza (in primis Servizio Sociale Età Adulta e Anziana e Servizio di Assistenza Domiciliare Infermieristico).

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3 AREA DISABILITA’ Gli orientamenti strategici tracciati nella programmazione quinquennale e confermati anche in sede di ri-pianificazione 2012, trovano pieno riscontro nelle iniziative di mantenimento, potenziamento, innovazione attivate nel 2013.

Il tavolo di lavoro “Area disabilità” si è confrontato principalmente sulla fragilità del sistema di sostegno al disabile ed alla sua famiglia dalla nascita all’età anziana. Si evidenzia, infatti, come momento critico di una persona disabile il completamento del ciclo di studi che non sempre coincide con l’inizio del percorso di inserimento lavorativo e una seppur minima autonomia anche nel percorso di socializzazione e di vita abitativa. Le associazioni sottolineano come le famiglie si sentano abbandonate a loro stesse nella costruzione di un progetto di vita adulta del congiunto, nonostante l’offerta di attività semi-residenziali presenti nel territorio ed il sostegno del SIL.

L’attenzione è stata di nuovo posta, inoltre, sull’importanza di ripensare le attività diurne ponendo attenzione ad un possibile collegamento con il mondo del lavoro, ovverosia permane l’idea di ricercare fondi per la realizzazione di una sorta di centro di lavoro, un contesto alternativo per percorsi di inserimento al lavoro dedicati a soggetti disabili non collocabili che necessitano di tempi, di spazi, di metodologie e di risorse che l’ambiente ordinario di lavoro non consentono, nel quale proporre un’offerta di intervento con caratteristiche intermedie tra la riabilitazione socio-educativa tipica dei centri diurni e l'inserimento lavorativo a finalità produttive.

La nuova offerta prevista per l’anno 2013 è rappresentata dalle seguenti proposte: 1) l’Associazione Italiana Persone Down prevede l’attivazione delle seguenti linee

progettuali: - progetto “Orientabile” che propone interventi di formazione, informazione e

sensibilizzazione di aziende, volontari e persone con sindrome di Down per l’inserimento lavorativo delle persone con disabilità;

- progetto “Fuori menù” per l’integrazione sociale e professionale delle persone adulte con sindrome di Down attraverso la conoscenza e l’utilizzo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione;

- progetto “Artegiocando” per l’integrazione e l’inclusione sociale e scolastica delle persone con sindrome di Down prevalentemente di minore età.

2) Si è proceduto al rinnovo dell’Accordo di Programma tra la Provincia di Belluno, la

Conferenza dei Sindaci dell’Ulss n°1 e dell’Ulss n°2, l’Azienda Ulss n°1 e l’Azienda Ulss n°2 per la gestione ed il coordinamento di un servizio integrato denominato Ufficio Informazioni e Consulenza su Accessibilità ed Ausili (U.I.C.A.A.) comprensivo dell'Ausilioteca del Territorio. 3) la cooperativa Portaperta propone, in linea con gli orientamenti programmatici dettati dal Piano di Zona 2011-2015,

- l’ampliamento del centro diurno La Birola per un massimo di 27 posti; - la realizzazione di una comunità alloggio per disabili per 16 posti complessivi.

Per completezza si riporta di seguito un prospetto riepilogativo della programmazione

residenziale e semi-residenziale dell’Area Disabilità, ricordando che gli inserimenti nelle nuove Unità di Offerta proposte dal territorio avverranno compatibilmente con le risorse trasferite dalla Regione per la residenzialità e la semi-residenzialità delle persone disabili.

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STRUTTURE RESIDENZIALI ENTE GESTORE POSTI POSTI PROGRAMMATI

RSA per persone disabili gravi gravissimi - BL

Azienda Ulss n°1 (convenzione Ulss n°2 per 10 posti)

10 0

Comunità alloggio “Il Sorriso” - Feltre Cooperativa Portaperta

20 0

Comunità alloggio “Associazione Soteria” – Seren del Grappa

Associazione Soteria 7 + 5

(2014)

Comunità alloggio - Feltre Cooperativa Portaperta

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TOTALE 37 21

STRUTTURE SEMI-RESIDENZIALI ENTE GESTORE POSTI POSTI PROGRAMMATI

Centro diurno “Via Medaglie D’Oro” - Feltre

Azienda Ulss n°2 16 0

Centro diurno “Le Casette” - Feltre

Azienda Ulss n°2 12 0

Centro diurno “La Birola” – Feltre

Cooperativa Portaperta 20 + 7

Centro diurno “Noialtri” - Mel

Cooperativa Portaperta 17 0

TOTALE 65 7

E’ utile ricordare, a chiusura dell’analisi di quest’area, che l’Azienda Ulss n°2 di Feltre ha avviato (DDG 125/13) il Centro di integrazione scolastica ad elevata intensità assistenziale finalizzato all’assistenza diurna dei minori gravemente disabili in obbligo scolastico, progetto sperimentale autorizzato dalla Regione del Veneto con comunicazione prot. n°572991 del 07 dicembre 2011. Tale servizio è così organizzato:

- il Centro di integrazione scolastica ad elevata intensità assistenziale ha preso avvio nel mese di ottobre 2012 garantendo apertura dal lunedì al venerdì per tutto l’anno compresi mesi estivi;

- è situato a Feltre presso la scuola primaria Vittorino da Feltre; - la responsabilità della sperimentazione è ricondotta al Servizio per l’Età Evolutiva che

segue l’utenza attraverso consulenze (progetti speciali della struttura distrettuale) che coinvolgono il responsabile del servizio, gli psicologi e gli assistenti sociali;

- il personale dipendente impiegato è rappresentato da 2 operatori socio-sanitari cat. BS;

- la gestione dell’assistenza scolastica è affidata a 2 insegnanti specializzati (dipendenti dal circolo didattico di Feltre) e ad una cooperativa (selezionata attraverso procedura di appalto) che mette a disposizione 40 ore settimanali svolte da operatori socio-sanitari nel corso dell’anno scolastico e 70 ore settimanali nei mesi estivi (in cui non sono presenti gli insegnanti) per un totale stimato di 2.800 ore annue;

- è prevista la consulenza del fisiatra e del fisioterapista; - viene fornito il servizio mensa ed il servizio di trasporto; - l’accesso avviene attraverso l’Unità Valutativa Multidimensionale Distrettuale; - sono attualmente seguiti 8 utenti di età compresa tra i 6 e i 18 anni; - è necessario acquisire test di valutazione psicologica mirati alla patologia di handicap

grave-gravissimo presente nei bambini frequentanti il Centro, anche al fine di sostenere con precisione diagnostica la necessità di inserimento dell’utenza in questo contesto sperimentale.

L’Azienda Ulss n°2 di Feltre, si è da sempre distinta per una particolare sensibilità verso gli

interventi di integrazione scolastica dei minori con disabilità, attuando, attraverso il Servizio per

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l’Età Evolutiva, numerosi percorsi di assistenza scolastica, costruendo e sperimentando buone prassi. L’esperienza maturata, ha portato a dedicare maggiore attenzione operativa ai minori affetti da elevato grado di disabilità, valutando percorsi sperimentali in risposta a bisogni che vanno a coniugare un alto livello di assistenza sanitaria con gli interventi a carattere socio-educativo, tanto da formulare una specifica programmazione a sostegno di tale fascia di utenza.

Il progetto sperimentale dovrà necessariamente concludersi con una riflessione sull’importanza di istituire una nuova unità di offerta che consenta di attuare percorsi didattici, socio-educativi e assistenziali che rispondano ai diversi bisogni dei minori con handicap grave e gravissimo, in un contesto organizzativo adeguato, che garantisca la loro effettiva integrazione nel mondo scolastico.

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4 AREA DIPENDENZE Gli orientamenti strategici tracciati nella programmazione quinquennale e confermati anche in sede di ri-pianificazione 2012, trovano pieno riscontro nelle iniziative di mantenimento, potenziamento, innovazione attivate nel 2013.

Il tavolo di lavoro “Area dipendenze” si è confrontato principalmente sull’approccio ai giovani con problemi legati all’uso e all’abuso di sostanze stupefacenti e dei percorsi loro dedicati a partire dall’adesione del SerD al progetto Early Detection (test rapido utilizzo di droghe e consulenza psico-educativa a genitori e figli) e all’attività del Centro per le Dipendenze Giovanili denominato Danza del Tempo.

Nello stesso ambito, i rappresentati dei due ACAT hanno espresso le proprie perplessità in merito alla frequentazione dei club da parte dei giovani: emerge, infatti, drammaticamente la lontananza del metodo applicato rispetto alle caratteristiche dei giovani consumatori di alcol che li frequenta solo per questioni legate alla sospensione della patente, ma anche il fatto che chi frequenta i club conta oramai una certa età anche in termini di anni di astinenza (dai 10 anni in su) e, quindi, sono sempre più distanti dalle giovani generazioni e dalle loro necessità.

Le Comunità Terapeutiche hanno evidenziato, in linea con i colleghi, la sempre più bassa età delle persone inviate in comunità (21-25 anni), tanto da dover ripensare ad approcci terapeutici differenti separando i giovani, che presentano anche maggiori probabilità di successo della terapia, dai cronici (40-55 anni) per cui gli interventi sono di tipo più routinario e non sempre di massima efficacia. Ci si è soffermati, infine, sul decreto Balduzzi che amplia l’utenza del SerD anche a persone con dipendenza da gioco (gambling), pur non apportando maggiori risorse.

La nuova offerta prevista per l’anno in corso è rappresentata dalla Comunità Terapeutica Dumia che procede all’autorizzazione per 28 posti, 10 in più rispetto ai 18 attuali.

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5 AREA SALUTE MENTALE Gli orientamenti strategici tracciati nella programmazione quinquennale e confermati anche in sede di ri-pianificazione 2012, trovano pieno riscontro nelle iniziative di mantenimento, potenziamento, innovazione attivate nel 2013.

Il tavolo di lavoro “Area salute mentale” si è confrontato sull’offerta residenziale che risente di due fenomeni nuovi: l’uno legato alla giovane età degli utenti (21-38 anni) che pone la necessità di rivedere quantomeno le attività diurne, l’altro legato alla richiesta di inserimento in struttura di persone che non hanno un conclamato disturbo psichico, ma che vengono comunque indirizzate al DSM (senza casa, senza rete parentale, senza lavoro).

Le due RSA e la Comunità Alloggio Estensiva risultano molto ai margini della vita sociale comunitaria, la proposta della cooperativa KCS (che attualmente ne segue la gestione) è di procedere all’attivazione di una serie di iniziative (convegni, feste) che colleghino le strutture alla comunità, anche in funzione della riduzione dello stigma.

Il privato sociale risulta essere molto attivo nell’ambito dell’integrazione sociale sia attraverso il centro ‘Il Muretto’, sia attraverso manifestazioni sportive e vari eventi culturali.

Positivo l’avvio del tavolo del Dipartimento della Salute Mentale. Nel corso dell’anno 2013 si procederà alla verifica e all’eventuale riorganizzazione delle Unità di Offerta che compongono il Dipartimento di Salute Mentale, anche in osservanza del Progetto Obiettivo Salute Mentale.

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6 AREA MARGINALITÀ E INCLUSIONE SOCIALE Gli orientamenti strategici tracciati nella programmazione quinquennale e confermati anche in sede di ri-pianificazione 2012, trovano pieno riscontro nelle iniziative di mantenimento, potenziamento, innovazione attivate nel 2013.

Il tavolo di lavoro “Area marginalità e inclusione sociale” si è confrontato principalmente su: - problema della mancanza di casa (sfratti esecutivi e pignoramenti dalle banche). La

Caritas evidenzia la necessità di riaprire il centro di prima emergenza soprattutto per numerose richiesta da persone separate e senza lavoro. Emerge anche la richiesta di pernottamento per una o due notti da parte di persone con problemi di dipendenza da sostanze e con forti problemi personali. Il centro di prima accoglienza è attualmente strutturato solo per accogliere utenza maschile, ma si sta pensando alla ristrutturazione e all’eventuale opportunità di creare anche una sezione femminile;

- aumentano i disoccupati da lungo tempo e privi oramai anche di ammortizzatori sociali che rifiutano corsi per la riqualificazione personale perché hanno estremo bisogno di soldi per mantenere la famiglia o semplicemente se stessi;

- aumentano gli italiani che chiedono i pacchi alimentari, che per l’aumento dell’utenza sono oramai quasi insufficienti;

- aumenta la richiesta di aiuto ai comuni per pagare le utenze e il riallaccio delle stesse (mora e costo di riallaccio).

La nuova offerta prevista è così declinata: - progetto “Partire dai margini per risalire” promosso dal comune di Feltre come

capofila per l’intero territorio Ulss n°2 (18 comuni, Caritas, parrocchie, terzo settore, Ulss n°2, Provincia) per richiedere contributo a Cariverona per costituire un fondo per le emergenze, uno per le emergenze abitative e uno per l’inserimento lavorativo;

- progetto ‘Microcredito’ promosso dal Ce.I.S. di Belluno finalizzato all’erogazione di piccoli prestiti e alla consulenza al singolo o alla famiglia in difficoltà per pianificare la soluzione di situazioni debitorie pregresse;

- progetto “Alloggio protetto / Pronto soccorso sociale” promosso dalla cooperativa Dumia per l’attivazione di una struttura con posti residenziali, semiresidenziali e di pronto soccorso sociale. Si specifica che eventuali inserimenti e relativi costi saranno contrattualizzati direttamente dalla cooperativa Dumia con l’ente che ha in carico l’utente e ne richiede l’inserimento.

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7 AREA IMMIGRAZIONE Gli orientamenti strategici tracciati nella programmazione quinquennale e confermati anche in sede di ri-pianificazione 2012, trovano pieno riscontro nelle iniziative di mantenimento, potenziamento, innovazione attivate nel 2013.

Il tavolo di lavoro “Area immigrazione” si è confrontato principalmente sulla forte contrazione del fondo regionale che annualmente sostiene le attività di integrazione sociale e scolastica degli immigrati ridotto da € 20.344 a € 8.339, su come riuscire a portare avanti le varie azioni pur con la contrazione delle risorse e su come ottimizzare le attività dei vari soggetti che operano a livello provinciale.

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8 INTEGRAZIONE TRA LE AREE DI INTERVENTO Gli orientamenti strategici tracciati nella programmazione quinquennale e confermati anche in sede di ri-pianificazione 2012, trovano pieno riscontro nelle iniziative di mantenimento, potenziamento, innovazione attivate nel 2013.

La nuova offerta prevista per l’anno in corso è così declinata: Azienda Ulss n°2 di Feltre: - progetto ‘Misure per la riduzione delle disuguaglianze in salute’ che attraverso

l’attività informativa dello sportello integrato intende far propri gli orientamenti programmatici del progetto trasnazionale RE-THI (Regions tackling health inequalities) garantendo l’accesso all’informazione relativa ai servizi sanitari e sociali, ospedalieri e territoriali alle fasce deboli della popolazione.

Centro di Servizi per persone anziane San Antonio Abate di Alano di Piave: - proposta per l’adeguamento dell’Ospedale di Comunità agli standard regionali

declinati dalla DGR 2718/12 e per l’ampliamento dagli attuali 15 posti letto sperimentali a quelli previsti dai requisiti regionali summenzionati.

In riferimento a quest’ultima proposta progettuale, si sottolinea che in sede di programmazione territoriale specificatamente riferita alle Unità di Offerta extraospedaliere sanitarie (che comprendono Ospedale di Comunità e Unità Riabilitativa Territoriale), l’Azienda Ulss n°2 di Feltre provvederà a determinare:

- il numero di strutture per tipologia da attivare; - l’allocazione dei posti letto complessivamente destinati al Feltrino; - la collocazione delle varie Unità di Offerta sanitarie, orientandola al raggiungimento

di un equilibrio territoriale. Tale pianificazione verrà sviluppata una volta note le risorse a tal fine erogate dalla Regione

del Veneto e compatibilmente con le stesse.

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Sezione 4 ALLEGATI