perugia, 25 ottobre 2004 forum regionale sulle politiche comunitarie il sistema degli aiuti...
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Perugia, 25 ottobre 2004
FORUM REGIONALE SULLE POLITICHE COMUNITARIE
“Il sistema degli aiuti all’interno della strategia di competitività e
innovazione nella fase 2007-2013”
FORUM REGIONALE SULLE POLITICHE COMUNITARIE
“Il sistema degli aiuti all’interno della strategia di competitività e
innovazione nella fase 2007-2013”
Claudio ContessaClaudio Contessa
Presidenza del Consiglio dei MinistriPresidenza del Consiglio dei MinistriDipartimento per le politiche comunitarieDipartimento per le politiche comunitarie
Ufficio per la Concorrenza e le Politiche di CoesioneUfficio per la Concorrenza e le Politiche di Coesione
Claudio ContessaClaudio Contessa
Presidenza del Consiglio dei MinistriPresidenza del Consiglio dei MinistriDipartimento per le politiche comunitarieDipartimento per le politiche comunitarie
Ufficio per la Concorrenza e le Politiche di CoesioneUfficio per la Concorrenza e le Politiche di Coesione
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SCHEMA DI SINTESI DELL’INTERVENTO:SCHEMA DI SINTESI DELL’INTERVENTO:
I – Linee di tendenza di alcuni recenti Consigli UE in I – Linee di tendenza di alcuni recenti Consigli UE in tema di aiuti di Statotema di aiuti di Stato
II – Principali risultati dell’Italia in tema di riduzione e II – Principali risultati dell’Italia in tema di riduzione e reindirizzamento degli aiutireindirizzamento degli aiuti
III – Linee di convergenza fra Commissione e Stati III – Linee di convergenza fra Commissione e Stati membri in tema di scelte di policy sugli aiuti di Statomembri in tema di scelte di policy sugli aiuti di Stato
IV – La proposta della Commissione di modifica degli IV – La proposta della Commissione di modifica degli orientamenti 1998 sugli aiuti a finalità regionaleorientamenti 1998 sugli aiuti a finalità regionale
V – La posizione italiana sul documento di consultazione: V – La posizione italiana sul documento di consultazione: sintesi e linee guidasintesi e linee guida
SCHEMA DI SINTESI DELL’INTERVENTO:SCHEMA DI SINTESI DELL’INTERVENTO:
I – Linee di tendenza di alcuni recenti Consigli UE in I – Linee di tendenza di alcuni recenti Consigli UE in tema di aiuti di Statotema di aiuti di Stato
II – Principali risultati dell’Italia in tema di riduzione e II – Principali risultati dell’Italia in tema di riduzione e reindirizzamento degli aiutireindirizzamento degli aiuti
III – Linee di convergenza fra Commissione e Stati III – Linee di convergenza fra Commissione e Stati membri in tema di scelte di policy sugli aiuti di Statomembri in tema di scelte di policy sugli aiuti di Stato
IV – La proposta della Commissione di modifica degli IV – La proposta della Commissione di modifica degli orientamenti 1998 sugli aiuti a finalità regionaleorientamenti 1998 sugli aiuti a finalità regionale
V – La posizione italiana sul documento di consultazione: V – La posizione italiana sul documento di consultazione: sintesi e linee guidasintesi e linee guida
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LINEE DI TENDENZA LINEE DI TENDENZA DI ALCUNI RECENTI DI ALCUNI RECENTI CONSIGLI EUROPEI CONSIGLI EUROPEI
CON IMPATTI SIGNIFICATIVI CON IMPATTI SIGNIFICATIVI SULLE POLITICHE DI INCENTIVAZIONESULLE POLITICHE DI INCENTIVAZIONE
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LINEE DI TENDENZA LINEE DI TENDENZA DI ALCUNI RECENTI DI ALCUNI RECENTI CONSIGLI EUROPEI CONSIGLI EUROPEI
CON IMPATTI SIGNIFICATIVI CON IMPATTI SIGNIFICATIVI SULLE POLITICHE DI INCENTIVAZIONESULLE POLITICHE DI INCENTIVAZIONE
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- CONSIGLIO UE DI LISBONA (marzo 2000)
Finalità di fare dell’Europa l’economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo
- CONSIGLIO UE DI GOTEBÖRG (giugno 2001)
Finalità di internalizzare la sostenibilità degli obiettivi comunitari, anche in tema di politiche di coesione
(segue)
- CONSIGLIO UE DI LISBONA (marzo 2000)
Finalità di fare dell’Europa l’economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo
- CONSIGLIO UE DI GOTEBÖRG (giugno 2001)
Finalità di internalizzare la sostenibilità degli obiettivi comunitari, anche in tema di politiche di coesione
(segue)
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- CONSIGLIO UE DI STOCOLMA (marzo 2001)
Finalità di procedere ad una riduzione complessiva del volume degli aiuti a livello UE “tenendo conto dell’esigenza di convogliare gli aiuti verso obiettivi orizzontali di interesse comune, inclusi gli obiettivi di coesione”
- CONSIGLIO UE DI BARCELLONA (marzo 2002)
Finalità di ricorrere allo strumento degli aiuti di Stato solo in caso di carenze del mercato.
- CONSIGLIO UE DI STOCOLMA (marzo 2001)
Finalità di procedere ad una riduzione complessiva del volume degli aiuti a livello UE “tenendo conto dell’esigenza di convogliare gli aiuti verso obiettivi orizzontali di interesse comune, inclusi gli obiettivi di coesione”
- CONSIGLIO UE DI BARCELLONA (marzo 2002)
Finalità di ricorrere allo strumento degli aiuti di Stato solo in caso di carenze del mercato.
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PRINCIPALI RISULTATI PRINCIPALI RISULTATI CONSEGUITI DALL’ITALIA CONSEGUITI DALL’ITALIA IN TEMA DI RIDUZIONE IN TEMA DI RIDUZIONE E REINDIRIZZAMENTO E REINDIRIZZAMENTO DEGLI AIUTI DI STATODEGLI AIUTI DI STATO
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PRINCIPALI RISULTATI PRINCIPALI RISULTATI CONSEGUITI DALL’ITALIA CONSEGUITI DALL’ITALIA IN TEMA DI RIDUZIONE IN TEMA DI RIDUZIONE E REINDIRIZZAMENTO E REINDIRIZZAMENTO DEGLI AIUTI DI STATODEGLI AIUTI DI STATO
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Secondo lo scoreboard comunitario in materia di aiuti di Stato (spring ‘04), il livello degli aiuti di Stato in Italia (in% del PIL) è stato inferiore a quello dei principali partners UE
Secondo lo scoreboard comunitario in materia di aiuti di Stato (spring ‘04), il livello degli aiuti di Stato in Italia (in% del PIL) è stato inferiore a quello dei principali partners UE
RISULTATI CONSEGUITI DALL’ITALIA IN MATERIA DI RIDUZIONE DEL VOLUME DEGLI AIUTI (1/3)
RISULTATI CONSEGUITI DALL’ITALIA IN MATERIA DI RIDUZIONE DEL VOLUME DEGLI AIUTI (1/3)
0,380,42
0,56
0,39
0
0,1
0,2
0,3
0,4
0,5
0,6
Italia Francia Germania UE
Ammontare degli aiuti (in percentuale del PIL)
0,380,42
0,56
0,39
0
0,1
0,2
0,3
0,4
0,5
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Italia Francia Germania UE
Ammontare degli aiuti (in percentuale del PIL)
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Secondo il medesimo scoreboard, il livello italiano degli aiuti pro capite è stato inferiore alla media UE ed ai valori dei principali partners UE
Secondo il medesimo scoreboard, il livello italiano degli aiuti pro capite è stato inferiore alla media UE ed ai valori dei principali partners UE
RISULTATI CONSEGUITI DALL’ITALIA IN MATERIA DI RIDUZIONE DEL VOLUME DEGLI AIUTI (2/3)
RISULTATI CONSEGUITI DALL’ITALIA IN MATERIA DI RIDUZIONE DEL VOLUME DEGLI AIUTI (2/3)
89108
147
94
0
50
100
150
Italia Francia Germania UE
Ammontare degli aiuti (€ pro capite)
89108
147
94
0
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Italia Francia Germania UE
Ammontare degli aiuti (€ pro capite)
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Secondo lo ‘scoreboard’, infine, la quasi totalità degli aiuti erogati dall’Italia nel periodo in considera-zione è stato indirizzato verso obiettivi di carattere orizzontale
Secondo lo ‘scoreboard’, infine, la quasi totalità degli aiuti erogati dall’Italia nel periodo in considera-zione è stato indirizzato verso obiettivi di carattere orizzontale
RISULTATI CONSEGUITI DALL’ITALIA IN MATERIA DI REINDIRIZZAMENTO DEGLI AIUTI (3/3)
RISULTATI CONSEGUITI DALL’ITALIA IN MATERIA DI REINDIRIZZAMENTO DEGLI AIUTI (3/3)
96
6066
73
0
20
40
60
80
100
Italia Francia Germania UE
Aiuti di Stato per obiettivi orizzontali (in % del totale)
96
6066
73
0
20
40
60
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Italia Francia Germania UE
Aiuti di Stato per obiettivi orizzontali (in % del totale)
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LINEE DI CONVERGENZA FRA STATI MEMBRI
E COMMISSIONE EUROPEA IN MATERIA DI REVISIONE
DELLE GRANDI SCELTE DI ‘POLICY’ EUROPEE IN TEMA DI AIUTI DI STATO
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LINEE DI CONVERGENZA FRA STATI MEMBRI
E COMMISSIONE EUROPEA IN MATERIA DI REVISIONE
DELLE GRANDI SCELTE DI ‘POLICY’ EUROPEE IN TEMA DI AIUTI DI STATO
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A) Gli aiuti all’investimento iniziale e alla creazione di posti di lavoro connessi all’investimento sono davvero il modo ottimale per promuovere la coesione? (la risposta diverge a seconda degli svantaggi di contesto)
B) La generale riduzione dei massimali di intensità degli aiuti (specie con riferimento alle grandi imprese) rischia davvero di ridurre il livello complessivo della loro efficacia?
A) Gli aiuti all’investimento iniziale e alla creazione di posti di lavoro connessi all’investimento sono davvero il modo ottimale per promuovere la coesione? (la risposta diverge a seconda degli svantaggi di contesto)
B) La generale riduzione dei massimali di intensità degli aiuti (specie con riferimento alle grandi imprese) rischia davvero di ridurre il livello complessivo della loro efficacia?
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LA PROPOSTA LA PROPOSTA DELLA COMMISSIONE EUROPEA DELLA COMMISSIONE EUROPEA
DI MODIFICA DEGLI ORIENTAMENTI IN DI MODIFICA DEGLI ORIENTAMENTI IN MATERIA DI AIUTI MATERIA DI AIUTI
A FINALITA’ REGIONALE A FINALITA’ REGIONALE DEL 30 APRILE 2004:DEL 30 APRILE 2004:
LINEE DI FONDO DELLA PROPOSTALINEE DI FONDO DELLA PROPOSTA
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LA PROPOSTA LA PROPOSTA DELLA COMMISSIONE EUROPEA DELLA COMMISSIONE EUROPEA
DI MODIFICA DEGLI ORIENTAMENTI IN DI MODIFICA DEGLI ORIENTAMENTI IN MATERIA DI AIUTI MATERIA DI AIUTI
A FINALITA’ REGIONALE A FINALITA’ REGIONALE DEL 30 APRILE 2004:DEL 30 APRILE 2004:
LINEE DI FONDO DELLA PROPOSTALINEE DI FONDO DELLA PROPOSTA
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A) Per quanto concerne la deroga ex art. 87.III.a) del Trattato, mantenimento del valore soglia del 75% del PIL medio UE (PpA) su regioni di livello NUTS II, con articolazione su tre categorie (<50% PIL UE; <60% PIL UE; <75% PIL UE).
Intensità di aiuto:- Grandi imprese: 50%, 40%, 30% ESL- Medie imprese: +10% ESL- Piccole imprese: + 20% ESL
A) Per quanto concerne la deroga ex art. 87.III.a) del Trattato, mantenimento del valore soglia del 75% del PIL medio UE (PpA) su regioni di livello NUTS II, con articolazione su tre categorie (<50% PIL UE; <60% PIL UE; <75% PIL UE).
Intensità di aiuto:- Grandi imprese: 50%, 40%, 30% ESL- Medie imprese: +10% ESL- Piccole imprese: + 20% ESL
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B) Per quanto concerne le regioni c.d. in “effetto statistico”, inserimento in un regime speciale ex art. 87.III.c) articolato su due periodi:
- in una prima fase, mantenimento del massimale proprio delle aree ex 87.III.a) con PIL <75% media UE (pari al 30% ESL)
- a regime, passaggio ad un massimale pari al 20% ESL.
B) Per quanto concerne le regioni c.d. in “effetto statistico”, inserimento in un regime speciale ex art. 87.III.c) articolato su due periodi:
- in una prima fase, mantenimento del massimale proprio delle aree ex 87.III.a) con PIL <75% media UE (pari al 30% ESL)
- a regime, passaggio ad un massimale pari al 20% ESL.
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C) Per quanto concerne le regioni c.d. in “crescita economica”, inserimento in un regime speciale ex art. 87.III.c)
Intensità di aiuto:- Grandi imprese: 20% ESL- Medie imprese: +10% ESL- Piccole imprese: + 20% ESL
C) Per quanto concerne le regioni c.d. in “crescita economica”, inserimento in un regime speciale ex art. 87.III.c)
Intensità di aiuto:- Grandi imprese: 20% ESL- Medie imprese: +10% ESL- Piccole imprese: + 20% ESL
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LE NUOVE INTENSITA’ DI AIUTO PROPOSTE DALLA CE (IN ESL)
LE NUOVE INTENSITA’ DI AIUTO PROPOSTE DALLA CE (IN ESL)
Grandi imprese Medie imprese Piccole imprese
Aree 87.III.a)<50% PIL UE 50% 50+10% 50+20%
Aree 87.III.a)<60% PIL UE 40% 40+10% 40+20%
Aree 87.III.a)<75% PIL UE 30% 30+10% 30+20%
Aree in “effetto statistico” 30% => 20% 40% => 30% 50% => 40%
Aree in “crescita economica” 20% 30% 40%
Aree non assistite0 10% 20%
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D) Superamento del sistema delle “carte” nazionali con riferimento agli altri obiettivi rientranti nelle definizioni ex art. 87.III.c): passaggio ad un approccio tematico che, a fronte di problemi specifici di natura geografica, demografica o socio-economica, faccia maggiormente leva sugli strumenti di carattere “orizzontale”. Il ruolo dei progetti ASLE e ELS.
D) Superamento del sistema delle “carte” nazionali con riferimento agli altri obiettivi rientranti nelle definizioni ex art. 87.III.c): passaggio ad un approccio tematico che, a fronte di problemi specifici di natura geografica, demografica o socio-economica, faccia maggiormente leva sugli strumenti di carattere “orizzontale”. Il ruolo dei progetti ASLE e ELS.
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E) Internalizzazione della disciplina multisettoriale (1998, 2002) nell’ambito dei nuovi “Orientamenti”: la filosofia del décalage.
F) Il passaggio dall’ESN all’ESL (motivi: a) omogeneizzazione con altre discipline, b) facilità di calcolo, c) trasparenza).
E) Internalizzazione della disciplina multisettoriale (1998, 2002) nell’ambito dei nuovi “Orientamenti”: la filosofia del décalage.
F) Il passaggio dall’ESN all’ESL (motivi: a) omogeneizzazione con altre discipline, b) facilità di calcolo, c) trasparenza).
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G) Coerenza con il nuovo approccio in materia di fondi strutturali (terza relazione sulla politica di coesione). In particolare: in coerenza con l’obiettivo “competitività regionale e dell’occupazione”, il superamento della logica geografica e l’adozione dell’“approccio tematico” consentirà di agire in armonia con gli orientamenti orizzontali (regolamenti di esenzione, etc.).
G) Coerenza con il nuovo approccio in materia di fondi strutturali (terza relazione sulla politica di coesione). In particolare: in coerenza con l’obiettivo “competitività regionale e dell’occupazione”, il superamento della logica geografica e l’adozione dell’“approccio tematico” consentirà di agire in armonia con gli orientamenti orizzontali (regolamenti di esenzione, etc.).
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LA POSIZIONE ITALIANA SUL LA POSIZIONE ITALIANA SUL DOCUMENTO DI CONSULTAZIONE DOCUMENTO DI CONSULTAZIONE
DELLA COMMISSIONE EUROPEA DEL DELLA COMMISSIONE EUROPEA DEL 30 APRILE 2004:30 APRILE 2004:
SINTESI E LINEE GUIDASINTESI E LINEE GUIDA
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LA POSIZIONE ITALIANA SUL LA POSIZIONE ITALIANA SUL DOCUMENTO DI CONSULTAZIONE DOCUMENTO DI CONSULTAZIONE
DELLA COMMISSIONE EUROPEA DEL DELLA COMMISSIONE EUROPEA DEL 30 APRILE 2004:30 APRILE 2004:
SINTESI E LINEE GUIDASINTESI E LINEE GUIDA
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INDIRIZZI DI FONDO (1/2):
1) Necessità di contenere il livello dei massimali di aiuto (contenimento della c.d. “competizione distruttiva” fra Stati)
2) Esclusione della c.d. “zonizzazione”, coerentemente con la nuova impostazione della politica di coesione per le aree fuori dall’obiettivo 1, accrescendo contestualmente al 20% e al 10% l’intensità di aiuto per le PMI
INDIRIZZI DI FONDO (1/2):
1) Necessità di contenere il livello dei massimali di aiuto (contenimento della c.d. “competizione distruttiva” fra Stati)
2) Esclusione della c.d. “zonizzazione”, coerentemente con la nuova impostazione della politica di coesione per le aree fuori dall’obiettivo 1, accrescendo contestualmente al 20% e al 10% l’intensità di aiuto per le PMI
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INDIRIZZI DI FONDO (2/2):
3) Necessità di apportare alcune importanti modifiche nei valori delle intensità massime di aiuto (ancora: contenimento della c.d. “competizione distruttiva”)
4) Necessità di focalizzare le intensità massime degli aiuti non solo al fine della creazione di investimenti in capitale fisso, ma anche al fine di sollecitare interventi innovativi, con carattere di ‘orizzontalità’, idonei a stimolare l’aumento di produttività del sistema economico (incentivi alla ricerca, al capitale umano e a finalità ambientale)
INDIRIZZI DI FONDO (2/2):
3) Necessità di apportare alcune importanti modifiche nei valori delle intensità massime di aiuto (ancora: contenimento della c.d. “competizione distruttiva”)
4) Necessità di focalizzare le intensità massime degli aiuti non solo al fine della creazione di investimenti in capitale fisso, ma anche al fine di sollecitare interventi innovativi, con carattere di ‘orizzontalità’, idonei a stimolare l’aumento di produttività del sistema economico (incentivi alla ricerca, al capitale umano e a finalità ambientale)
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PREDISPOSIZIONE DELLA PROPOSTA ITALIANA: L’ATTIVITA’ DI DIALOGO ISTITUZIONALE E DI
COORDINAMENTO
- 16 GIUGNO 2004: riunione di coordinamento presso la PCM – DPUE
- 22 GIUGNO 2004: seminario tematico con le
amministrazioni regionali - 1 LUGLIO 2004: inoltro delle osservazioni
dell’Italia alla CE
PREDISPOSIZIONE DELLA PROPOSTA ITALIANA: L’ATTIVITA’ DI DIALOGO ISTITUZIONALE E DI
COORDINAMENTO
- 16 GIUGNO 2004: riunione di coordinamento presso la PCM – DPUE
- 22 GIUGNO 2004: seminario tematico con le
amministrazioni regionali - 1 LUGLIO 2004: inoltro delle osservazioni
dell’Italia alla CE
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PROPOSTE DI MODIFICA (1/7):
Omogeneizzazione dei massimali di intensità in ESN e non in ESL
Ratio della proposta:
Valutare l’impatto degli incentivi secondo un criterio pragmatico ed effettivo, che tenga conto del costo del capitale al netto della tassazione e non risulti condizionato dalle peculiarita delle singole politiche fiscali
PROPOSTE DI MODIFICA (1/7):
Omogeneizzazione dei massimali di intensità in ESN e non in ESL
Ratio della proposta:
Valutare l’impatto degli incentivi secondo un criterio pragmatico ed effettivo, che tenga conto del costo del capitale al netto della tassazione e non risulti condizionato dalle peculiarita delle singole politiche fiscali
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PROPOSTE DI MODIFICA (2/7):
Contenere dal 20% al 10% il differenziale tra i massimali di aiuto da applicare alle
diverse classi di regioni in ritardo di sviluppo
Ratio della proposta:
Eliminare il rischio che le scelte allocative degli imprenditori UE siano dettate non da valutazioni basate sul raffronto di produttività, ma su una concorrenza artificiale e distruttiva indotta dagli incentivi
PROPOSTE DI MODIFICA (2/7):
Contenere dal 20% al 10% il differenziale tra i massimali di aiuto da applicare alle
diverse classi di regioni in ritardo di sviluppo
Ratio della proposta:
Eliminare il rischio che le scelte allocative degli imprenditori UE siano dettate non da valutazioni basate sul raffronto di produttività, ma su una concorrenza artificiale e distruttiva indotta dagli incentivi
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PROPOSTE DI MODIFICA (3/7):
Comprimere il massimale degli aiuti a finalità regionale e prevedere una
maggiorazione territoriale aggiuntiva per le PMI
Ratio della proposta:
Attenuare le distorsioni indotte da livelli troppo elevati di aiuti e riconoscere un vantaggio supplementare per le PMI, specie nelle aree in ‘phasing out’ per il c.d. “effetto statistico”
PROPOSTE DI MODIFICA (3/7):
Comprimere il massimale degli aiuti a finalità regionale e prevedere una
maggiorazione territoriale aggiuntiva per le PMI
Ratio della proposta:
Attenuare le distorsioni indotte da livelli troppo elevati di aiuti e riconoscere un vantaggio supplementare per le PMI, specie nelle aree in ‘phasing out’ per il c.d. “effetto statistico”
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PROPOSTE DI MODIFICA (4/7):
Premiare gli investimenti integrati con azioni orizzontali (ricerca, innovazione, ambiente, capitale umano) attraverso un “premio di
integrazione”
Ratio della proposta:
Armonizzare la futura disciplina degli aiuti a finalità regionale con le linee di tendenza dei più recenti Consigli UE, puntando all’accrescimento dei servizi, della produttività e della qualità complessiva della concorrenza fra aree
PROPOSTE DI MODIFICA (4/7):
Premiare gli investimenti integrati con azioni orizzontali (ricerca, innovazione, ambiente, capitale umano) attraverso un “premio di
integrazione”
Ratio della proposta:
Armonizzare la futura disciplina degli aiuti a finalità regionale con le linee di tendenza dei più recenti Consigli UE, puntando all’accrescimento dei servizi, della produttività e della qualità complessiva della concorrenza fra aree
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LE NUOVE INTENSITA’ DI AIUTO PROPOSTE DALL’ITALIA (IN ESN)LE NUOVE INTENSITA’ DI AIUTO PROPOSTE DALL’ITALIA (IN ESN)
Grandi imprese Medie imprese Piccole imprese
Aree 87.III.a)<50% PIL UE 25 - 35%* 50 - 60%* 60 – 70%*
Aree 87.III.a)<60% PIL UE 20 - 30%* 45 – 55%* 55 - 65%*
Aree 87.III.a)<75% PIL UE 15 - 25%* 40 – 50%* 50 – 60%*
Aree in “effetto statistico” 10 - 20%* 25 - 35%* 35 – 45%*
Aree in “crescita economica” 5 - 15%* 15 - 25%* 25 - 35%*
Aree non assistite0 10% 20%
* = N.B.: LA MAGGIORAZIONE DEL 10% RAPPRESENTA IL C.D. “PREMIO DI INTEGRAZIONE” PER AZIONI ORIZZONTALI
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PROPOSTE DI MODIFICA (5/7):
Tutelare le regioni transfrontaliere
Ratio della proposta:
Impedire che vi siano regioni NUTS III fra loro confinanti che presentino differenziali in termini di massimale di aiuto maggiori di 20 punti %. La soluzione perequativa verrebbe differenziata a seconda che l’area più ricca sia o meno assistita.
PROPOSTE DI MODIFICA (5/7):
Tutelare le regioni transfrontaliere
Ratio della proposta:
Impedire che vi siano regioni NUTS III fra loro confinanti che presentino differenziali in termini di massimale di aiuto maggiori di 20 punti %. La soluzione perequativa verrebbe differenziata a seconda che l’area più ricca sia o meno assistita.
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PROPOSTE DI MODIFICA (6/7):
Compensare gli svantaggi fisici dell’insularità
Ratio della proposta:
Ammettere che le regioni insulari NUTS II che sono in procinto di uscire dalle aree 87.III.a) ottengano una maggiorazione dei massimali ESL:
- tanto per gli aiuti a finalità regionale, - tanto per gli interventi “orizzontali”.
PROPOSTE DI MODIFICA (6/7):
Compensare gli svantaggi fisici dell’insularità
Ratio della proposta:
Ammettere che le regioni insulari NUTS II che sono in procinto di uscire dalle aree 87.III.a) ottengano una maggiorazione dei massimali ESL:
- tanto per gli aiuti a finalità regionale, - tanto per gli interventi “orizzontali”.
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PROPOSTE DI MODIFICA (7/7):
Proposte puntuali in tema di costi ammissibili
Ratio della proposta:
Perfezionare l’attuale disciplina in tema di costi ammissibili nel caso di:
- Terreni- Investimenti immateriali- Studi e ricerche- Ammodernamento di impianti.
PROPOSTE DI MODIFICA (7/7):
Proposte puntuali in tema di costi ammissibili
Ratio della proposta:
Perfezionare l’attuale disciplina in tema di costi ammissibili nel caso di:
- Terreni- Investimenti immateriali- Studi e ricerche- Ammodernamento di impianti.