numero 19 le conseguenze della crisi

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Tra i tanti disastri provocati dall’attuale crisi economica, si registra anche qualche aspetto positivo, se tale risulta chiarire e capire le reali posizioni delle forze politiche in campo ed i re- lativi celati e reconditi retrosce- na. E’ saltato l’atavico e latente equivoco della connivenza all’interno della destra tra le due anime completamente diverse ed antagoniste fra loro, quella sociale, votata a realizzare e sostenere le istanze socia- li e quella economica da sempre al servizio dei ban- chieri. I consensi alla “destra” sono sempre arrivati dalla con- divisione dei programmi economici e sociali, regolar- mente poi stravolti e disattesi dai più facoltosi ed arro- ganti soggetti di partito, proprio perché legati e forag- giati dai signori banchieri e finanzieri e quindi al loro servizio. In questa crisi, prima economica e poi politi- ca, alla fazione della “destra economica” è stato affi- dato il lavoro sporco di far saltare la maggioranza al governo Berlusconi, ritenuto non abbastanza allineato sugli interessi dei banchieri, nonostante il pacchetto delle 6 leggi approvate in loro favore. È saltato anche il coperchio all’interno del pentolone della sinistra, ra- gion per cui sono emersi chiaramente i due tronconi che da sempre hanno albergato nel poco monolitico blocco della sinistra: quello secondo l’impostazione ufficiale a difesa del lavoro e dei lavoratori e quello da sempre allineato, con azioni più coperte e riservate, sulle posizioni dei così detti poteri forti, (Passera - De Benedetti) contro i quali si è sempre scagliata la pro- pria base. L’accurata azione di lavaggio del cervello praticata all’interno dello schieramento di sinistra per fuorviare l’individuazione dei reali responsabili è giunta a tal punto che ancora oggi i vecchi e convinti compagni, con in testa l’imposto fantasma del capitali- smo, faticano ad identificare nei banchieri i veri artefi- ci dei disastri economici e socia- li che vengono calati sul territo- rio con il convinto sostegno del PD. Questa crisi ha fatto anche emergere linadeguatezza dell’azione politica svolta dalla “Lega” a difesa delle partite IVA tutt’ora strangolate e mas- sacrate del sistema bancario e monetario a dimostrazione che gli aspetti economici e monetari devono essere decisamente af- frontati e risolti e non solo sommessamente sussurrati. Altrettanto evidente la fretta dimostrata dai banchieri ad imprimere una accelerata alla realizzazione dei loro disegni che secondo loro procedevano troppo a rilento. Emersa anche la diffidenza dei banchieri verso i politi- ci che pur servili ed obbedienti cominciavano a dare segni di nervosismo per la perdita di popolarità che an- davano collezionando nell’imporre al proprio elettora- to le misure volute dalla cricca dei banchieri europei. Deve essersi trattato di un vero caso d’emergenza per costringere i banchieri a uscire allo scoperto per assu- mere in prima persona responsabilità di governo, dopo aver costretto i propri camerieri, sia di destra che di si- nistra accasati nel Parlamento, a sostenere apertamente il governo Monti. E’ caduto anche il tabù del perenne ed inconciliabile dissidio tra destra e sinistra. Le due compagini, obbedienti e con grande disinvoltura si sono unite diligentemente a sostegno del governo dei banchieri. Da tutto ciò deriva che quelli che creano discriminazioni all’interno delle forze d’opposizione al governo Monti finiscono per impedire azioni congiun- te ed organizzate con gli apporti sinergici dei rispet- tivi saperi ed esperienze, finiscono per portare acqua al governo dei banchieri alla stessa stregua degli agenti depistatori assoldati Stampato i proprio La Scintilla Periodico del “PNFF” Direttore Politico: Piero Puschiavo la posta elettronica va inviata a: [email protected] tel.339.4599717 NUMERO 19 - 28 GENNAIO 2012 La Scintilla LA BANDA DEGLI ONESTI

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Numero 19 Le conseguenze della crisi

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Tra i tanti disastri provocati

dall’attuale crisi economica, si

registra anche qualche aspetto

positivo, se tale risulta chiarire e

capire le reali posizioni delle

forze politiche in campo ed i re-

lativi celati e reconditi retrosce-

na. E’ saltato l’atavico e latente

equivoco della connivenza

all’interno della destra tra le due

anime completamente diverse

ed antagoniste fra loro, quella

sociale, votata a realizzare e sostenere le istanze socia-

li e quella economica da sempre al servizio dei ban-

chieri.

I consensi alla “destra” sono sempre arrivati dalla con-

divisione dei programmi economici e sociali, regolar-

mente poi stravolti e disattesi dai più facoltosi ed arro-

ganti soggetti di partito, proprio perché legati e forag-

giati dai signori banchieri e finanzieri e quindi al loro

servizio. In questa crisi, prima economica e poi politi-

ca, alla fazione della “destra economica” è stato affi-

dato il lavoro sporco di far saltare la maggioranza al

governo Berlusconi, ritenuto non abbastanza allineato

sugli interessi dei banchieri, nonostante il pacchetto

delle 6 leggi approvate in loro favore. È saltato anche

il coperchio all’interno del pentolone della sinistra, ra-

gion per cui sono emersi chiaramente i due tronconi

che da sempre hanno albergato nel poco monolitico

blocco della sinistra: quello secondo l’impostazione

ufficiale a difesa del lavoro e dei lavoratori e quello da

sempre allineato, con azioni più coperte e riservate,

sulle posizioni dei così detti poteri forti, (Passera - De

Benedetti) contro i quali si è sempre scagliata la pro-

pria base. L’accurata azione di lavaggio del cervello

praticata all’interno dello schieramento di sinistra per

fuorviare l’individuazione dei reali responsabili è

giunta a tal punto che ancora oggi i vecchi e convinti

compagni, con in testa l’imposto fantasma del capitali-

smo, faticano ad identificare nei banchieri i veri artefi-

ci dei disastri economici e socia-

li che vengono calati sul territo-

rio con il convinto sostegno del

PD. Questa crisi ha fatto anche

emergere l’inadeguatezza

dell’azione politica svolta dalla

“Lega” a difesa delle partite

IVA tutt’ora strangolate e mas-

sacrate del sistema bancario e

monetario a dimostrazione che

gli aspetti economici e monetari

devono essere decisamente af-

frontati e risolti e non solo sommessamente sussurrati.

Altrettanto evidente la fretta dimostrata dai banchieri

ad imprimere una accelerata alla realizzazione dei loro

disegni che secondo loro procedevano troppo a rilento.

Emersa anche la diffidenza dei banchieri verso i politi-

ci che pur servili ed obbedienti cominciavano a dare

segni di nervosismo per la perdita di popolarità che an-

davano collezionando nell’imporre al proprio elettora-

to le misure volute dalla cricca dei banchieri europei.

Deve essersi trattato di un vero caso d’emergenza per

costringere i banchieri a uscire allo scoperto per assu-

mere in prima persona responsabilità di governo, dopo

aver costretto i propri camerieri, sia di destra che di si-

nistra accasati nel Parlamento, a sostenere apertamente

il governo Monti. E’ caduto anche il tabù del perenne

ed inconciliabile dissidio tra destra e sinistra. Le due

compagini, obbedienti e con grande disinvoltura si

sono unite diligentemente a sostegno del governo dei

banchieri. Da tutto ciò deriva che quelli che creano

discriminazioni all’interno delle forze d’opposizione al

governo Monti finiscono per impedire azioni congiun-

te ed organizzate con gli

apporti sinergici dei rispet-

tivi saperi ed esperienze,

finiscono per portare acqua

al governo dei banchieri

alla stessa stregua degli

agenti depistatori assoldati

Stampato i proprio

La Scintilla Periodico del “PNFF”

Direttore Politico: Piero Puschiavo

la posta elettronica va inviata a:

[email protected] tel.339.4599717

NUMERO 19 - 28 GENNAIO 2012

La Scintilla

LA BANDA DEGLI ONESTI

dal “sistema” per svolgere l’antica quanto subdola azio-

ne del “divide et impera”. Chiariti sommariamente que-

sti essenziali aspetti occorre seriamente individuare

l’appropriata strategia, alla quale tutti attenersi, per usci-

re dalle grinfie dei banchieri. La loro azione di strango-

lamento dello Stato e del mercato avviene mediante il

brandeggio del debito pubblico, che loro stessi incre-

mentano, mediante l’emissione e la gestione monetaria,

sottratte nel tempo, allo Stato con il giochino delle tre

carte. Bisogna smettere di formare nuovo debito e ridi-

sporre delle risorse necessarie per il rilancio

dell’economia e della occupazione. Ciò si realizza per-

fettamente ed esclusivamente con il ritorno dello Stato

ad emettere la propria moneta, in nome e per conto dei

cittadini, ivi compreso il controllo e la relativa gestione,

nell’interesse di tutta la comunità nazionale, e non per le

tasche dei banchieri, come solo lo Stato con i suoi organi

politici è in grado ad adempiere. La nostra invidiabile e

positiva esperienza nei cento anni di attività svolta in

questo senso, dal 1874 al 1975, certificano e dimostra-

no l’indispensabilità a procedere rapidamente in questa

direzione, pena il dover sopportare, con tutte le nefande

conseguenze, la lunga e mortificante agonia che si con-

cluderà solamente quando sarà completamente smantel-

lato tutto il nostro sistema produttivo. La medesima tera-

pia, in condizioni economiche analoga alla nostra, nel

1933 in America fu raccomandata da Irving Fisher di

Yale al Governo degli Stati Uniti. Il grande economista,

della famosa scuola di Chicago, affermò che per fare u-

scire gli Stati Uniti dalla grande depressione che ancora

perdurava, a seguito della crisi del 1929, doveva essere

restituito alla Stato, come descritto nel suo libro: «100%

Money», il monopolio esclusivo dell’emissione moneta-

ria. Questa sua convinzione fu rafforzata nell’aver con-

statato che mentre quasi tutti gli altri Paesi erano in crisi,

travolti dalla grande depressione, l’Italia era uno dei

pochi con l’economia in espansione, grazie alla propria

emissione monetaria che le permetteva di poter disporre

delle relative risorse per realizzare i propri scopi istitu-

zionali senza indebitarsi nel confronto dei banchieri. Si

addiviene alla stessa conclusione anche facendo altro

percorso conoscitivo. Se si esamina attentamente i bilan-

ci della BCE e della Banca d’Italia, entrambe private si

riscontra:. nel bilancio al 31/12/2010 della BCE, tra le

passività, si legge: Banconote in circolazione

= € 67.176.191.390 (senza stabilire chi sia il creditore,

essendo impossibile poiché inesistente) Premesso che

nella suddivisione degli utili tra BCE ed ex Banche

Centrali dei vari stati il rapporto tra loro concordato è

rispettivamente 8 % alla prima e 92 %, alle seconde, in

questo caso la Banca d’Italia nel proprio bilancio del

31/12/2009 tra le passività compare la voce “banconote

in circolazione = € 132.840.084.030, anche in questo ca-

so senza poter specificare il creditore poiché inesistente.

Dal silenzio omertoso che si ottiene alla semplice

domanda : chi è il beneficiario di queste due voci di de-

bito, che per il sistema monetario diventano utili occulti,

ai quali bisogna aggiungere gli oltre 100 miliardi di inte-

ressi sul debito pubblico, si può comprendere senza

equivoci che le metastasi e gli intrecci sviluppatesi

all’interno del sistema bancario-monetario, rendono que-

sti organismi ormai irrecuperabili per svolgere la corretta

funzione di monetizzare il mercato finalizzata allo svi-

luppo ed al benessere dei cittadini. Inutile perdita di tem-

po e di energie quindi rincorrere la nazionalizzazione

della Banca d’Italia e cercare di raddrizzare la funzione

della BCE. Le cifre in ballo, sottratte indifferentemente

da tutte le tasche dei cittadini a beneficio dei banchieri

sono così rilevanti da rendere del tutto ridicole quelle

che il governo Monti intende recuperare strizzando pro-

fessionisti, tassisti, e farmacisti. Queste considerazioni e

questi argomenti ritenuti sino a qualche tempo astrusi, di

scarso interesse e di non facile comprensione, stanno di-

ventando sempre più comprensibili, e lo saranno sempre

più man mano che la gente comincerà a rendersi conto di

dover pagare l’affitto di casa sua ai banchieri, lo Stato in

questo caso fa’ solo l’esattore, spece se sommate alle

rate del mutuo ancora in corso. Il tutto ovviamente a

maggior gloria e per assicurare e migliorare gli incassi ai

signori banchieri. O la politica si sveglia e recupera la

sua funzione o le singole “autority” nominate appropria-

tamente dai banchieri, la renderanno inutile e superflua;

ivi compreso la fastidiosa presenza dei politici per non

rischiare che potrebbero anche riscoprire il proprio

ruolo a difesa della gente e dell’intero mercato.

Mai come oggi:

O CON I CITTADINI O CON I BANCHIERI!