l'india e la crisi economica

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In piena crisi mondiale, ecco come un simpatico tassista indiano sfrutta doppiamente il proprio taxi. Durante il turno viene usato per il trasporto persone, nelle ore di pausa è un ottimo e comodo punto di riposo per gli animali del posto. L'India e la crisi economica Quanto è grave la crisi in India? Quali settori colpisce? Perchè un tasso di crescita del 5% (nel 2009) sarebbe gravemente insufficiente? Quali misure ha adottato il governo per combattere la crisi? Quali sono le prospettive per il 2009 e il 2010? Breve rassegna stampa

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Page 1: L'INDIA E LA CRISI ECONOMICA

In piena crisi mondiale, ecco come un simpatico tassista indiano sfrutta doppiamente il proprio taxi. Durante il turno viene usato per il trasporto persone, nelle ore di pausa è un ottimo e comodo punto di riposo per gli animali del posto.

L'India e la crisi economica

Quanto è grave la crisi in India?

Quali settori colpisce?

Perchè un tasso di crescita del 5% (nel 2009) sarebbe gravemente insufficiente?

Quali misure ha adottato il governo per combattere la crisi?

Quali sono le prospettive per il 2009 e il 2010?

Breve rassegna stampa

Page 2: L'INDIA E LA CRISI ECONOMICA

La crisi economica mondiale sarebbe già costata alle sole imprese esportatrici indiane tra 700mila e 1 milione di posti di lavoro. La stima fatta a gennaio, dal segretario al Commercio G.K. Pillai.

Le perdite di posti di lavoro – spiega Pillai – sono massicce e i settori più colpiti sono quelli a maggiore intensità di manodopera: la lavorazione delle pietre preziose, la gioielleria, l'abbigliamento, il tessile e l'artigianato.

Lo scorso dicembre le esportazioni indiane si sono contratte per il terzo mese consecutivo facendo segnare un calo dell'1,6% a 11,2 miliardi di dollari. A novembre, rispetto allo stesso mese del 2007, il calo era stato del 9,9% (11,5 miliardi) e a ottobre del 21,1% (12,8 miliardi). Il bilancio dei primi tre trimestri dell'anno fiscale (che in India inizia ad aprile e finisce a marzo) è comunque positivo con un incremento del 15% anno su anno a 130 miliardi.

Fonte: Il Sole24ore 29/01/2009

Quanto è grave la crisi in India?

Page 3: L'INDIA E LA CRISI ECONOMICA

Il deficit di bilancio è in forte crescita- esso dovrebbe aver raggiunto nell’anno fiscale appena concluso l’11,4% del pil- Vi è inoltre, un forte aumento del livello di indebitamento, sia attraverso un deciso taglio dei tassi di interesse da parte della Banca Centrale. Intanto, il livello dell’inflazione, che nell’agosto del 2008 aveva raggiunto il 13%, si sta ora avvicinando allo zero..

Fonte: www.sbilanciamoci.info, articolo di Vincenzo Comito, attualmente consulente aziendale e docente di finanza aziendale presso l'Università di Urbino (01/05/2009)

Idilliaca immagine dell'India tratta da una gudia turistica occidentale

Quanto è grave la crisi in India?

Da integrare con theconomist

Page 4: L'INDIA E LA CRISI ECONOMICA

“Nessuna crescita per l’export tessile indano. Migliaia di licenziamenti e un futuro incerto” www.INDIKA.it, 23 marzo 2009

MUMBAI, 19 marzo 2009. Brutte notizie in vista per l’industria tessile indiana. Tra 12 giorni si chiuderà l’anno fiscale 2009, ma la bilancia delle esportazioni sembra destinata a chiudersi in pareggio o addirittura in negativo, sottolineando come in India la crisi economica sia stata sottovalutata un pò troppo. Nel caso del tessile, considerato uno dei comparti trainanti a Delhi, Mumbai, Chennai e dintorni, il flop è imputato dalle autorità governative alla significativa svalutazione della rupia avvenuta negli ultimi 6 mesi.

Quali sono i settori più colpiti dalla crisi?Il Tessile

Tessitori indiani, immagine tratta da www.indika.it

Sebbene il governo cerchi di puntare al ‘pareggio’, la realtà dei fatti è diversa, così come dimostrato dal livello di occupazione nell’industria tessile, che nel trimestre ottobre-dicembre 2008 ha lasciato a terra circa 300-400 mila lavoratori, anche se le cifre potrebbero essere ben superiori a causa della sistematica e diffusa pratica del lavoro nero. Un duro colpo per il comparto che meglio di tutti rappresenta la tradizione industriale indiana, in grado di dare un impiego a 33 milioni di persone.

Page 5: L'INDIA E LA CRISI ECONOMICA

“Precipita in India l’industria del taglio dei diamanti. Centinaia di migliaia di disoccupati per il calo delle esportazioni in Europa e Usa”Da www.indika.it, 11 marzo 2009

Quali sono i settori più colpiti dalla crisi?L'industria dei diamanti

“La gente ha lavorato duro per costruire questo business negli ultimi 30-40 anni, ma il crollo del mercato ha esposto tutti a rischi che stanno diffondendo sfiducia”, ha commentato a Reuters Anoop Mehta, presidente della Borsa Bharat Diamond di Mumbai. Secondo Anoop, le cause del tracollo vanno individuate anche nelle oscillazioni della rupia, reduce di una perdita del 19% sul dollaro nel 2008, cui va tolto un nuovo 5% nei primi mesi del 2009.

Fino ad un anno fa o poco più, nella zona di Surat erano impiegati 800.000 lavoratori, per turni di 10-12 ore in migliaia di fabbriche e laboratori

7 diamandi su 10 sono tagliati e trattati in India

Page 6: L'INDIA E LA CRISI ECONOMICA

La crisi globale ha investito anche il settore dei preziosi, con un drastico calo del giro d’affari. Gli effetti più evidenti giungono dalla città indiana di Surat, considerata la Mecca del taglio dei diamanti, dove centinaia di laboratori hanno chiuso o stanno riducendo drasticamente il personale. Andando ad indagare sull’origine del problema, emerge la forte dipendenza delle economie asiatiche dai mercati occidentali, soprattutto nei comparti legati al settore lusso come quello dei preziosi.

La crisi economica in atto in America ed Europa si è tradotta in un drastico calo degli acquisti, da cui l’abbattimento della richiesta di pietre preziose e dei servizi collegati. Solo a novembre, il settore del taglio dei diamanti in India ha lasciato a terra 100.000 lavoratori, vittime delle riduzioni di personale.

L'industria dei diamantiQuali sono i settori più colpiti dalla crisi?

“Precipita in India l’industria del taglio dei diamanti. Centinaia di migliaia di disoccupati per il calo delle esportazioni in Europa e Usa”Da www.indika.it, 11 marzo 2009

Page 7: L'INDIA E LA CRISI ECONOMICA

Il settore del mercato dei diamanti non è tuttavia il solo a soffrire. Stando ai dati emersi da una recente inchiesta del Ministero del Lavoro, tantissime piccole e medie imprese sarebbero in grave pericolo, a prescindere dal settore.

Solo nel trimestre ottobre dicembre 2008, hanno perso il lavoro mezzo milione di indiani, e ora si teme per una ricaduta peggiore entro primavera, con altri 10 milioni di tagli al personale. Se realmente i timori dovessero essere confermati, si tratterebbe di una delle più gravi mattanze dei posti di lavoro della storia dell’India.

Del resto, i lavoratori indiani, motore pulsante della crescita economica del paese, dispongono di scarsa sicurezza e diritti sul lavoro, in gran parte precario o legato a regole troppo ‘flessibili’, non hanno assicurazioni, ne pensioni, ne tesserini di riconoscimento o altro. Per questo possono essere scaricati di punto in bianco.

Altri settori

Quali sono i settori più colpiti dalla crisi?

Contadina indiana, immagine da www.indika.it

“Precipita in India l’industria del taglio dei diamanti. Centinaia di migliaia di disoccupati per il calo delle esportazioni in Europa e Usa”Da www.indika.it, 11 marzo 2009

Page 8: L'INDIA E LA CRISI ECONOMICA

Lo scorso dicembre il governo indiano ha annunciato, nel primo dei suoi due pacchetti di sostegno all'economia, una serie di misure per complessivi 317 milioni di euro mirate espressamente alle imprese esportatrici come l'estensione da 6 a 9 mesi dei crediti agevolati pre-spedizioni. Ulteriori interventi di stimolo sono però considerati improbabili per via del forte deficit fiscale accumulato nel corso dell'ultimo anno.

(Il Sole24ore 29/01/2009)

Quali misure ha adottato il governo per combattere la crisi?

Vedi theconomist

Page 9: L'INDIA E LA CRISI ECONOMICA

Le previsioni più attendibili stimano la crescita per l’intero anno fiscale 2008-2009 tra il 6% e il 6,5-6,7%, risultato comunque ancora interessante.

Le previsioni per il 2009-2010 sono molto incerte: alcune fonti prevedono un aumento del pil del 2,6%, mentre il Fondo Monetario parla di un 5,3% e la Banca Centrale di un 6%. Il governo, ma anche molti ambienti privati, sfoggiano comunque un rilevante ottimismo sulla capacità del paese a far fronte alle difficoltà.

Certamente l’economia indiana ha resistito alla crisi, almeno per alcuni momenti, anche forse meglio di quella della stessa Cina, ma una crescita che si fermasse soltanto al 5% sarebbe, per un paese che deve far fronte all’arrivo sul mercato del lavoro ogni anno di alcune decine di milioni di giovani, molti di più che nella stessa Cina, largamente insufficiente.

Fonte: www.sbilanciamoci.info, articolo di Vincenzo Comito, attualmente consulente aziendale e docente di finanza aziendale presso l'Università di Urbino (01/05/2009)

Emanuele Confortin, vive da nove anni in India, ha scritto per: Il Gazzettino, CorriereAsia, Psychomedia, area7, L'Arena, Eastonline, gli articoli sono tratti da INDIKA, sito di informazione culturale, politica, economica sul subcontinente indiano.

Quali sono le prospettive per il 2009 e il 2010?

Page 10: L'INDIA E LA CRISI ECONOMICA

Nano, l’auto più economica del mondo alla conquista dell’India. Per Tata Motors potrebbe essere l’inizio della ripresaScritto da Emanuele Confortin in Emanuele Confortin, India 23 marzo 2009

Quella che un anno fa era vista in Tata come una sorta di consacrazione universale, per aver creato l’auto più economica al mondo, si è ora trasformata in una sorta di ancora di salvezza per il colosso indiano, impegnato ad uscire dal baratro in cui è precipitato in meno di 12 mesi. Sebbene poche settimane fa Tata Motors abbia acquisito da Ford Motor Co i brand Jaguar e Land Rover per 2.3 miliardi di dollari, il gruppo guidato dall’imperatore dell’automobile Ratan Tata ha comunque segnato per la prima volta un calo delle vendite dopo 7 anni di crescita. Ciò ha provocato un terremoto in borsa, dove le azioni Tata hanno perso il 75% del loro valore, con un netto ridimensionamento della valutazione della solidità finanziaria.

A questo punto, la distribuzione in India della Nano va letta in una chiave diversa, da inserire nel contesto generale di crisi che non ha risparmiato nemmeno India e Cina. “Negli ultimi 12 mesi, Tata è stata colpita da una tempesta perfetta - ha commentato Ashvin Chotai, managing director della società di consulenza londinese Intelligence Automotive Asia -. All’epoca (un anno fa ndr) non era pensabile che la Tata potesse avere difficoltà finanziarie. Ma le sue risorse sono state erose per interventi su diversi fronti”.Secondo gli analisti, Nano rappresenta comunque un imperativo in questo momento storico, e considerando il prezzo del carburante e l’inaccessibilità di molti beni di consumo, l’auto più economica al mondo potrebbe competere addirittura con altre mini-auto ben più famose nel mondo, quali Beetle, Mini e l’italiana 500. “La Nano creerà un nuovo segmento, che annullerà il divario tra il mercato delle moto e delle auto economiche”, ha commentato Mohit Arora, direttore del JD Power Asia-Pacific di Singapore.

Per ora Tata resta in attesa, sperando che Nano si trasformi realmente in un fenomeno di costume (simile a quanto accaduto in Italia con 500), così come previsto da Hormazd Sorabjee, editore di una iportante rivista automobilistica indiana: “potrebbe essere considerato ‘cool’ andare in giro con una Nano”. Buoni segnali in merito giungono anche da Facebook, dove si sono create intere ’comunity’ di appassionati per l’auto anti-crisi, non solo in India ma anche in Danimarca, Cile, Sudafrica, Argentina, Italia, Francia e Stati Uniti. Non a caso, il sito della Tata ha proiettato il numero degli accessi oltre quota 40 milioni.