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TEORIA E TECNICHE DEI NUOVI MEDIA LAVORO DI GRUPPO: IL NUOVO ESECUTIVO MONTI Alcaro Andrea

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TEORIA E TECNICHE DEI NUOVI MEDIA

LAVORO DI GRUPPO:

IL NUOVO ESECUTIVO MONTI

Alcaro Andrea

Portigliotti Francesco

Rezzonico Stefania

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INDICE:

LA NOTIZIA: il nuovo esecutivo monti (Wikipedia)

ITALIA: partititi, media tradizionali, new media

ESTERO: Europa, America

EXTRA: statistiche, sondaggi, satira

PREMESSE:La notizia che abbiamo scelto di affrontare richiederebbe un’analisi importante e approfondita, data l’enorme quantità di materiale reperibile su questo argomento. Per non rischiare di cadere nel banale, e per non produrre un lavoro troppo complesso e di difficile lettura (dato anche i dettagli tecnici del caso), abbiamo preferito occuparci in modo completo solo delle testate giornalistiche più importanti sia a livello nazionale che internazionale.

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LA NOTIZIA

Governo MontiDa Wikipedia, l'enciclopedia libera.

A nostro parere sembra che Wikipedia fosse la fonte più neutra per comunicare la notizia. Riporta dati oggettivi, è essenziale, chiara , non tratta con toni particolari la notizia. Queste peculiarità forse sono uno dei tanti motivi per cui la ricerca di informazioni su Wikipedia è al giorno d’oggi così popolare.

Governo Monti

Presidentedel Consiglio

Mario Monti(Indipendente)

Coalizione Indipendente(fiducia votata da PdL, PD, UDC, IdV, FLI, ApI, Radicali Italiani, MpA, Fareitalia, PID, Forza del Sud, Noi Sud, PLI, SVP, PRI, Liberal Democratici, Io Sud, AdC, PSI, UV, Aut.

Lib. Dém., MAIE)

Giuramento 16 novembre 2011

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Il Governo Monti è il sessantunesimo governo della Repubblica italiana, il secondo della XVI Legislatura. Il governo è stato nominato dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano il 16 novembre 2011 in seguito alle dimissioni di Silvio Berlusconi del 12 novembre.

Monti è considerato da alcuni osservatori un "tecnico", non avendo egli mai fatto parte del parlamento italiano prima del 9 novembre 2011, quando è stato nominato senatore a vita dallo stesso Napolitano. Secondo altri osservatori le prestigiose esperienze acquisite prima nella Commissione Santer, nel ruolo di Commissario europeo per il Mercato Interno ed i Servizi (1995-1999) e poi nella Commissione Prodi, come Commissario europeo per la concorrenza (1999-2004), lo rendono un politico a tutti gli effetti.

Tuttavia il Governo Monti viene giudicato un governo tecnico d'emergenza dalla stampa internazionale. Il nuovo Presidente del Consiglio, durante il primo discorso al Senato, ha definito il suo un "governo di impegno nazionale".

Il Governo ha ottenuto la fiducia al Senato il 17 novembre 2011 con 281 sì, 25 no e nessun astenuto e alla Camera il 18 novembre 2011 con 556 sì, 61 no e nessun astenuto.

Composizione

Il Governo Monti con Giorgio Napolitano il giorno del giuramento.

La composizione del Consiglio dei Ministri è stata comunicata da Mario Monti il 16 novembre 2011, contestualmente allo scioglimento della riserva dell'incarico affidatogli dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano il 13 novembre 2011.

Esso consta di 13 ministeri. I ministri sono diciassette, di cui 6 senza portafoglio, dal momento che Monti ha assunto anche l'incarico di Ministro dell'Economia e delle Finanze e che altri ministri detengono più ministeri[16]. In particolare, quattordici sono uomini e tre sono donne (queste ultime alla guida di dicasteri chiave: Interno, Giustizia e Lavoro). Nove ministri provengono dal Nord Italia (sei dalla Lombardia, uno dalla Liguria, uno dal Piemonte e uno dall'Emilia-Romagna), cinque dal Centro (di cui quattro da Roma) e tre dal Sud Italia. L'età media del governo è poco superiore ai 63 anni.

Nella compagine governativa sono presenti sette professori universitari, cinque dottori generici, un avvocato, un magistrato, un professore-avvocato, un banchiere (Corrado Passera), due giuristi, un prefetto (Anna Maria Cancellieri), un ambasciatore e un ammiraglio (Giampaolo Di Paola), ma nessun politico di professione.

Al momento della nomina Di Paola era presidente del Comitato militare della NATO, carica dalla quale si è dimesso il 18 novembre 2011. In precedenza, Di Paola era stato Capo di stato maggiore della difesa (2004-2008). Di Paola è l'unico caso nella storia della Repubblica di un militare ancora in servizio a diventare ministro ed è il secondo militare ad aver ricevuto

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l'incarico di guidare il ministero della Difesa (la prima volta fu nel 1995, quando il generale Domenico Corcione entrò a far parte del Governo Dini).

Per la prima volta nella storia della Repubblica una donna (Paola Severino) presiede il ministero della Giustizia, mentre prima d'ora gli incarichi di Ministro degli Interni e di Ministro del Lavoro erano già stati ricoperti da donne (rispettivamente Rosa Russo Iervolino nel 1998-1999 e Tina Anselmi nel 1976-1978).

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ITALIA

LE VOCI DEI PARTITIIl nuovo Governo Tecnico come è stato preso da

alcune dei volti politici italiani.

Ci è sembrato utile riportare in linea generale il punto di vista dei partiti e dei loro principali esponenti. In modo da avere una più chiara visione d’insieme.

“Monti ministro dell’economia? Monti chi???”

ROBERTO CALDEROLI (LEGA NORD)

http://www.youtube.com/watch?v=NfZMcEoZF98&feature=related

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“Governo dell’Emergenza, senza questa emergenza non avremmo mai abdicato in favore di un governo tecnico”

IGNAZIO LA RUSSA (PDL)

http://www.youtube.com/watch?v=ENcwFHKGUKA

“Necessario un intervento così, ci sarà il nostro sostegno reale a questo governo e a questa manovra… ma certe cose le avremmo anche noi fatte se ci fosse stata la possibilità di farle”

SILVIO BERLUSCONI (PDL)

http://www.youtube.com/watch?v=rAGhozJ8J7E

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''Governo Monti, anche questo è 'ad personam' per Berlusconi''

ANTONIO DI PIETRO (ITALIA DEI VALORI)

http://video.repubblica.it/dossier/decreto-salva-italia/governo-monti-anche-questo-e-ad-personam-per-berlusconi/83054/81444&ref=search

"Una bella squadra, piena di competenze vere e con un tratto di semplicità e di sobrietà che, secondo me, rasserena un po' l'aria. C'è un clima positivo intorno a questo governo, adesso le scelte non sono semplici però la partenza mi sembra davvero buona"

PIER LUIGI BERSANI (PD)

http://www.youtube.com/watch?v=i5S4qa0BKGA

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ITALIA

MEDIA TRADIZIONALI Vengono qui sotto riportati i contenuti dei principali giornali italiani, abbiamo selezionato quotidiani il meno schierati possibile (era scontato il punto di vista di testate di parte, oltre al fatto che abbiamo presentato precedentemente il punto di vista dei partiti) in alcuni casi abbiamo annesso l’area commenti, vero spazio virtuale di discussione.

16 NOVEMBRE 2011

Corriere della seraEcco la squadra di Mario MontiNessun politico, sette prof e tre donnePaola Severino, la prima volta di una donna alla Giustizia. Passera super-ministro. Età media 63 anni

Monti con la lista dei ministri (Ansa)

MILANO - Diciassette ministeri, in barba alla scaramanzia. L'ultimo governo Berlusconi ne aveva 23. Si comincia con un taglio di 6 ministeri. Dodici sono con portafoglio (tra questi l'Economia, del quale Monti ha l'interim) e cinque senza portafoglio. Tre donne in dicasteri cruciali (Giustizia, Lavoro e Interno), con Berlusconi erano sei. E poi sette professori, cinque «dottori» generici, un avvocato e un professore-avvocato. Spiccano anche un banchiere (allo Sviluppo), un ambasciatore (agli Esteri), un ammiraglio (alla Difesa), un prefetto ((all'Interno) e un giurista esperto di sanità. Nessun politico.

La squadra di Monti                

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ETÀ E GEOGRAFIA - Fatti due conti è il governo della terza età. Un esecutivo dove, se volessero, 8 ministri avrebbero i requisiti anagrafici per chiedere subito la pensione di vecchiaia. Altri quattro potrebbero ricevere la pensione di anzianità. Il più anziano è Piero Giarda: 75 anni a dicembre. Il più giovane è il 56enne professor Renato Balduzzi (Salute). L'età media del governo di Mario Monti è di 63 anni, con solo 6 ministri su 17 sotto i 60 anni. L'esecutivo di Silvio Berlusconi, al momento del giuramento, aveva un'età media di 52 anni. Nove ministri del Nord e tre del Sud (tra questi il sottosegretario alla presidenza della Repubblica Catricalà), sei sono della Lombardia (ironia della sorte senza il sostegno della Lega), tre i romani. Poi c'è un ligure, un piemontese e un bolognese.

LE NOVITÀ - Questa la squadra del professor Mario Monti che s'inventa il ministro per la cooperazione internazionale e l'integrazione. E poi accorpa lo Sviluppo e le Infrastrutture in un super-ministero (prima c'erano Romani e Matteoli) affidato a Corrado Passera e Lavoro con Pari opportunità (in cui c'erano Sacconi e Carfagna) ora dato al solo Fornero). Scompaiono i ministri per l'Attuazione del programma di Governo (Rotondi), Pubblica amministrazione (Brunetta), Gioventù (Meloni) e i due cari alla Lega: Riforme per il federalismo (Bossi) e Semplificazione normativa (Calderoli). Con il professore torna un ministro allo sport (con il turismo) affidato a Gnudi. Non c'è più neppure il ministro per la Famiglia.

GIUSTIZIA - Le tre donne appena nominate ministro vanno a ricoprire dei ruoli di «grande rilievo» all'interno del nuovo esecutivo. Tra queste, Paola Severino nuovo ministro della Giustizia. Per la prima volta nella storia della Repubblica una donna Guardasigilli. Napoletana, avvocato penalista e consulente di società, banche e associazioni di categoria, è stata membro di commissioni ministeriali per la riforma della legislazione penale e processuale, ed è vice Rettore della Luiss. Il nuovo Ministro ha lavorato nello staff di Giovanni Maria Flick, ministro della Giustizia nel governo Prodi. Nel 2009 ha ricevuto il Premio Marisa Bellisario dedicato al tema delle «Donne per una giustizia giusta».

COMMENTI RIGUARDANTI LA NOTIZIA: Nessun tecnico di area scientifica 16.11|19:26 Lettore_733951Eppure gli scienziati hanno capito e dimostrato da secoli quello che molti economisti ancora stentano a credere; lo sviluppo e le risorse, economiche e non, sono limitate, e il denaro, come l'energia, non si crea ma si trasforma solamente. Invece gli economisti ci parlano ancora di consumi e di PIL, laddove uno scienziato ragionerebbe in termini di efficienza e qualità.

In bocca al lupo, Monti! 16.11|19:23 ValentinaZNon capisco il motivo di questo confronto continuo tra il governo di Monti e quello di Berlusconi. Soprattutto, non capisco le caratteristiche che confrontate. Hanno tutti un'età da pensionati? Bene, danno il buon esempio, hanno esperienza e competenza. Preferivate delle 30enni dalla carriera a dir poco ridicola?? Nel governo Berlusconi le donne erano 6, in quello

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di Monti "solo" 3. Sono donna, ma preferisco queste 3 donne con le palle che 6 sciacquette con foto "sexy" a giro per internet! E concordo con ilfattorino, basta con questi "super" ovunque! L'articolo mi sembra davvero fuorviante. Date maggiore attenzione alla qualità, alle competenze delle persone, informate i vostri lettori su chi sono certe persone e quanto sono capaci di guidare il paese! Leggendo i curricula su vari siti mi sembrano tutte ottime persone, "tecnici", non politici, è vero, ma proprio per questo più competenti. Un grosso in bocca al lupo al nuovo governo, ha tutta la mia fiducia.

Il Cuore del Problema 16.11|19:20 Carlson sul tettoDal 1999 non esiste più la riserva bancaria essendo questa fissata dal 2% allo 0%, Quindi le Banche prestano denaro, che non hanno, chiedendone gli interessi. L'evasione fiscale è uno spauracchio rispetto a chi crea moneta con un click! Signoraggio Informatevi!

l'untore che diventa dottore 16.11|19:19 luigi62Buonasera. Le anime belle e un poco contorte continuino pure a pensare che la colpa di tutto era di quel gran "escorista" del Berlusconi (posso permettermi di apostrofarlo cosi' perche' non piu' PdC). Purtroppo non e' cosi' : la colpa di tutto questo, ovvero della crisi globale e' delle banche che hanno fatto, in questi anni delle cose indicibili (altro che bunga bunga). E poi che facciamo, mandiamo un ex bachiere della goldman a BCE e facciamo superministro un banchier. Adesso manca il ritorno di Profumo e siamo al completo. Non dura minga.

Situazione di emergenza 16.11|19:19 egocentricoper cercare di salvare il salvabile, se mai sarà possibile (e io non ci credo), si forma un governo di tecnici, un governo non eletto e chiamato, a sproposito, del Presidente. Ma è il parlamento che approva le leggi e il nostro parlamento è pieno zeppo di parolai, inquisiti, condannati, ipocriti e anche molto disonesti. Monti e la sua squadra ci proveranno, ma ci avevano già provato, Ciampi, Maccanico a mettere in piedi governi tecnici, che hanno sempre traballato e ricevuto le bordate delle camere, a seconda del' argomento, sia da destra che sinistra. Oggi che i provvedimenti devono essere più incisivi e rapidi, e vanno aggredite in primis le spese pazze della politica e di tutti i suoi orti e orticelli, credete che i parlamentari fetenti che ci ritroviamo lo permetteranno ? Era meglio che Monti non si consultasse con nessuno e presentasse la lista senza riserve. In parlamento si sarebbe visto subito chi ha intenzione di impallinare il suo governo e i cittadini ne potevano tratto le conclusioni, e votare con senno al momento delle prossime elezioni. Sono storie già scritte.

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16 NOVEMBRE 2011

La Repubblica

Monti e i ministri giurano al Quirinale

Ora il primo esame in Parlamento

Entra in carica il governo di transizione. I dicasteri sono sedici, più l'interim dell'Economia. Riserbo del neopremier sul programma: "Lo presento al Senato, senza i politici sarà più facile". Soddisfazione di Napolitano che ringrazia Berlusconi e Letta e dice: "Presto avremo segnali positivi anche dall'Ue"

Giorgio Napolitano con Mario Monti (ansa)

ROMA - Il governo Monti è realtà. Con il giuramento al Quirinale da parte dei 16 ministri  1(che salgono a 17 se si conta anche l'interim all'economia del premier), il nuovo esecutivo, in attesa di ottenere la fiducia dalle Camere, è nella pienezza delle sue funzioni. Si è già riunito il primo consiglio dei ministri, dopo il passaggio di consegne a palazzo Chigi con Silvio Berlusconi, mentre il primo voto di fiducia avverrà in Senato .

"Sono soddisfatto" è stato il commento del presidente della Repubblica, che ha colto l'occasione anche per rivolgere un "cordiale saluto e ringraziamento al presidente e ai membri del governo uscente, soprattutto a quelli con i quali più intense sono state le occasioni di scambio e di incontro in ragione delle loro funzioni". "Uno speciale  ringraziamento", ha poi aggiunto Napolitano, va all'ex sottosgretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta. Il capo dello Stato si à mostrato quindi ottimista sul fatto che la svolta possa dare ossigeno alla difficile situazione economico-finanziaria del paese. "Abbiamo già avuto molti segnali positivi di attenzione e di fiducia", ha sottolineato. "Credo che prestissimo - ha proseguito - ci saranno conferme di questa positiva predisposizione delle istituzione europee nei nostri confronti".

La giornata era iniziata in realtà con qualche apprensione. Mentre il valore della Borsa e quello dello spread correvano in direzione opposta e sbagliata 3, con Piazza Affari in calo e gli interessi dei Bpt decennali nuovamente sopra quota 7%, il Professore rimaneva per quasi due ore chiuso a colloquio con Giorgio Napolitano. Una lunghezza che ha fatto temere qualcosa fosse andato storto. In realtà, come ha spiegato poi Monti, il confronto con il capo dello Stato si è protratto più del previsto per la difficoltà di mettere a punto la complessa architettetura del governo, composto da 12 ministri con il portafoglio (Monti compreso, all'Economia) e altri cinque senza.

Una lista, quella comunicata dal premier incaricato, che con l'eccezione della Lega è stata

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apprezzata da quasi tutte le forze politiche 4: poche sorprese e l'approvazione generale per il ruolo di rilievo riservato alle donne. In organico nessun politico, ma questo, ha rivendicato Monti rettificando quanto sostenuto sino ad oggi, sarà un ulteriore elemento di forza. "Sono arrivato alla conclusione - ha spiegato - che la non presenza di politici nel governo lo agevolerà", togliendo un "motivo di imbarazzo". "La blindatura di questo governo - ha detto ancora - dipende dalla capacità di agire e di spiegare il significato della propria azione: è questa la blindatura che cercherò con i miei ministri". E in serata è arrivato un messaggio anche da Berlusconi: "Con Monti siamo in buone mani", ha detto durante l'ufficio di presidenza del Pdl.

LA SCHEDA: GLI UOMINI DI MONTI

Sul programma da parte del presidente del Consiglio incaricato per il momento nessuna anticipazione, ma solo una riflessione più generale. "L'affidamento ad una sola persona del ministero dello Sviluppo economico e delle Infrastrutture - dice a proposito della nomina di Corrado Passera 6 - corrisponde ad una logica che desidero molto sottolineare dell'azione di governo: mettere al centro le iniziative coordinate per la crescita economica e lo sviluppo". "Spero che governando bene - prosegue - potremo dare un contributo al rasserenamento e alla coesione delle forze politiche". Inutile quindi insistere, come fanno ovviamente i giornalisti presenti all'incontro, sulle singole misure che saranno inserite nel programma. "Lo presenteremo alle due Camere, da domani al Senato", si schermisce il presidente del Consiglio, che non rinuncia all'ironia davanti al pressing di una giornalista sul tema della patrimoniale: "Se vuole può chiederlo...", replica sorridendo.

Infine, l'ex commissario europeo ha voluto ringraziare sia le forze politiche e sociali "per la collaborazione avuta in occasione delle consultazioni" che il suo predecessore Silvio Berlusconi, al quale ha rivolto un "cordiale saluto" nonché "rispetto e attenzione per l'opera da lui compiuta". Prima di congedarsi dai giornalisti, Monti ha voluto inoltre dedicare a Giorgio Napolitano un "sentito ringraziamento" per "l'onore" concessogli chiamandolo a ricoprire l'incarico.

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16 NOVEMBRE 2011

La Stampa IL VIA LIBERA AL NUOVO ESECUTIVO

Per Monti un governo senza politici:"Forti anche così, ora avanti di corsa"Passera super-ministro, tre le donne

Mario Monti all'uscita di palazzo Montecitorio

Il premier affida all'ex banchiereSviluppo economico, Trasporti e Infrastrutture. Terzi va agli Esteri.E alla Giustizia arriva la Severino.Bagno di folla: "Adesso ci penso io".Domani primo esame in Parlamento

ROMAUn governo di professori, di rettori, di funzionari, di banchieri. Di poche donne (solo tre, anche se in ruoli di primo piano), di capelli grigi (63 anni l’età media). E con nessun politico al suo interno. Mario Monti scioglie la riserva e annuncia la composizione della sua squadra.

Il professore invia due messaggi: uno ai mercati sulla «serietà» e «qualità» della sua squadra; l’altro ai partiti. Monti assicura che la solidità del suo esecutivo non è messa in discussione dall’assenza di politici, ma anzi è rafforzata proprio perchè non ci sarà «l’imbarazzo» della loro presenza.

Dopo aver letto la composizione dell’Esecutivo (che lo vede con l’interim all’Economia), il Professore ci tiene a ribadire che la stella polare del suo governo sarà accompagnare al rigore la crescita. «L’affidamento ad una sola persona del ministero dello Sviluppo economico e delle Infrastrutture - dice a proposito della nomina di Corrado Passera - corrisponde ad una logica che desidero molto sottolineare dell’azione di governo: mettere al centro le iniziative coordinate per la crescita economica e lo sviluppo». Ci tiene poi a sottolineare la presenza femminile nel governo, ma soprattutto la rilevanza dei dicasteri affidati a donne: Interno, Giustizia, Lavora e Politiche sociali con delega per le Pari opportunità.

L’ex commissario sa che gli ostacoli maggiori li incontrerà in Parlamento. E con la politica sfodera le sue migliori doti diplomatiche. Prima ringrazia le forze politiche e sociali «per la collaborazione avuta in occasione delle consultazioni». Poi, con garbo non scontato, il suo predecessore Silvio Berlusconi al quale rivolge un «cordiale saluto», con «rispetto e attenzione all’opera da lui compiuta». Inevitabile, poi, un «sentito ringraziamento» al capo dello Stato,

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Giorgio Napolitano, per «l’onore» che gli ha fatto chiamandolo a questo incarico e per il «sostegno» che gli ha dato. Poi, tornando al nodo dei rapporti con la politica, spiega: «Spero che governando bene potremo dare un contributo al rasserenamento e alla coesione delle forze politiche». Nella sua squadra non ci saranno quelle figure di ’areà, come Gianni Letta e Giuliano Amato, da lui stesso auspicate. Ma il Professore, davanti ai veti incrociati che hanno impedito il loro ingresso, fa buon viso a cattivo gioco: «Sono arrivato alla conclusione che la non presenza di politici nel governo lo agevolerà», togliendo un «motivo di imbarazzo».

L'ESECUTIVO "BLINDATO"Una presenza, quella di politici, che Monti sembra escludere anche per il futuro: non ci saranno «passaggi in corsa, perchè di corsa si tratterà», chiarisce. Ma l’Esecutivo non ne sarà indebolito: «La blindatura di questo governo dipende dalla capacità di agire e di spiegare il significato della propria azione: è questa la blindatura che cercherò con i miei ministri». Monti nega infine che il lungo colloquio con Napolitano sia stato reso necessario dal tentativo di inserire qualche nome all’ultimo minuto, mentre mantiene un riserbo assoluto sulle prime mosse del governo. «Presenteremo il programma di governo alle due Camere, da domani al Senato», si schermisce il presidente del Consiglio, che non rinuncia all’ironia davanti all’insistenza di una giornalista che gli chiede della patrimoniale:«Se vuole può chiederlo...», replica sorridendo. Lo sguardo del professore, infine, cade sull’altra sua grande preoccupazione: i mercati. «Abbiamo operato in tempi brevi, con serietà e molta attenzione alla qualità delle scelte - scandisce - e tutto questo confido si tradurrà anche in un rasserenamento» della situazione italiana sui mercati.

Il BAGNO DI FOLLA: "CI PENSO IO"Monti, un po' a sorpresa, si concede anche il suo primo vero bagno di folla appena dopo aver sciolto la riserva. Il professore ammettere di non essere affatto abituato a questo genere di accoglienza, ma non si lascia spiazzare dal calore e dall’entusiasmo delle persone che si accalcano per vederlo e stringergli la mano. Mantiene il suo garbo e, rassicurante, a una signora che lo incita, «adesso ci pensi lei», risponde, sorridente «certo che devo pensarci io, sono qui per questo». Alla Camera Monti era andato a incontrare Gianfranco Fini, dopo aver già salutato Renato Schifani al Senato, appena sceso dal Quirinale. Dopo il giuramento Monti si presenta ai flash schierati a Palazzo Chigi per immortalare la tradizionale consegna della "campanella" da parte del premier uscente. Molto a suo agio, Berlusconi fa per l’ultima volta gli onori di casa, larghi sorrisi, una stretta di mano e un «in bocca al lupo» al professore. Poi la sera il passaggio delle consegne al ministerso dell’Economia con Giulio Tremonti. E infine ancora a lavoro a palazzo Giustiniani per limare il discorso con cui domani chiederà la fiducia al Parlamento.

LA SQUADRA DI MONTIIl governo Monti, oltre ad aver tagliato il numero dei ministri (ora sono 16, Berlusconi ne aveva 23) e a essere nato a tempo di record (67 ore dal conferimento del’incarico), si distingue dai precedenti per avere un profilo al cento per cento tecnico. A palazzo Chigi arrivano gli specialisti, reclutati nelle aule universitarie e negli uffici dei ministeri, non in ragione della loro casacca politica ma unicamente per la loro competenza. Un militare va alla Difesa, un ex prefetto all’Interno, un ambasciatore agli Esteri, senza parlare dell’economista Monti che prende l’interim dell’Economia: è questa l’impronta che il nuovo presidente del consiglio ha voluto dare alla sua squadra, nella quale, dopo il tira e molla su Letta e Amato, alla fine non è entrato nemmeno un rappresentante dei partiti. Dei sedici ministri che il premier porta con sè a Roma, soltanto uno, Piero Giarda, ha avuto in passato un’esperienza governativa (negli anni ’90 è stato sottosegretario dei governi di centrosinistra); gli altri sono

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tutti debuttanti. L’unico parlamentare è proprio Monti, senatore a vita da appena una settimana.

LA CARICA DEI PROFESSORINel nuovo governo, la categoria più rappresentata è quella dei professori: sono ben otto, quasi la metà del totale, gli esponenti dell’esecutivo pescati nelle aule universitarie degli atenei più prestigiosi. La Bocconi ha «prestato» il suo presidente Monti, la Cattolica di Milano il rettore Ornaghi, ora ministro dei Beni Culturali la Luiss il vicerettore Paola Severino (Giustizia), il Politecnico di Torino l’ex rettore Profumo (Istruzione). Ma dall’università vengono anche il ministro della Salute Renato Balduzzi, il responsabile dei Rapporti con il Parlamento Piero Giarda, il ministro della Cooperazione Andrea Riccardi , il ministro del Lavoro Elsa Fornero. Con tutta evidenza Monti ha scelto ministri che non avessero bisogno di familiarizzarsi con la materia. E così sono arrivati i superesperti: l’ammiraglio Giampaolo Di Paola alla Difesa , l’ambasciatore Giulio Terzi agli Esteri , l’ex prefetto Anna Maria Cancellieri all’Interno, il giudice della corte di giustizia Ue (e braccio destro di Monti a Bruxelles) Enzo Moavero agli Affari Europei. Stessa logica dietro la nomina dei funzionari ministeriali che si ritroveranno a guidare i dicasteri dove fino a ieri hanno lavorato come dirigenti: Mario Catania all’Agricoltura, Corrado Clini all’ Ambiente; mentre Fabrizio Barca, dirigente del ministero dell’Economia, dovrà traslocare da via Venti Settembre alla sede del ministero della Coesione Territoriale.

SOLO TRE DONNE, MA IN RUOLI CHIAVEAltri due ministri sono manager bancari: Corrado Passera (che va allo Sviluppo e alle Infrastrutture e che si candida al ruolo di superministro del nuovo governo) è presidente di Intesa San Paolo, Piero Gnudi (Turismo e Sport), ex presidente dell’Iri e dell’Enel, è nel consiglio di amministrazione di Unicredit; vicina al mondo del credito anche Elsa Fornero, vicepresidente della compagnia San Paolo. Insomma, tutti esperti e tecnici di primissimo piano. Il nuovo premier ha invece deluso le aspettative di chi si aspettava un governo dove donne e giovani fosse maggiormente rappresentati. Le donne entrate in squadra sono solo tre (con Berlusconi erano sei), ma le posizioni occupate sono di primissimo piano: Anna Maria Cancellieri all’Interno, Elsa Fornero al Lavoro (sarà lei ad occuparsi del delicato dossier della riforma delle pensioni) e Paola Severino, alla Giustizia, prima donna guardasigilli nella storia dell’Italia repubblicana. Per privilegiare il requisito dell’esperienza, Monti si è però ritrovato con un governo nettamente più «vecchio» del precedente. L’età media dei ministri è passata dai 52 del governo Berlusconi ai 63 di oggi; e ora la «mascotte del gruppo è il cinquantaseienne Balduzzi, un compassato professore universitario di Voghera. Se si guarda invece alla ’geografia» del nuovo governo, si scopre che sono di più i ministri settentrionali: nove vengono dal nord (tra questi, naturalmente, il varesino Monti), otto da Roma in giù. Ma più a Sud di Napoli (che ha due ministri) non si va.

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New Media

Riportiamo in questa sede notizie giunte dal mondo internet.

Ci concentreremo su articoli interessanti, relativi commenti, spazi di discussione…

L’impressione è che il materiale sul web sia molto più vario… ci sono punti di vista interessanti, riflessioni sensate, ma data la democracità del mezzo prendono la parola anche persone che dicono cose apparentemente prive di dimostrazioni sensate, false e ben poco ragionevoli.

Morto un governo se ne fa un altro. Silvio Berlusconi cede il passo a Mario Monti, gli schieramenti di partito cedono il passo a un governo tecnico trasversale. Il nuovo premier non ha avuto neanche il tempo di dire “beo” che già il popolo italiano si è diviso in due (come è sua tristissima usanza fare). E così il nuovo governo sembra ora un demone cornuto sputafuoco ora una suprema entità ordinatrice con delega divina a strappare l’Italia dalle fiamme ed effonderle una nuova vita. Noi ci crediamo paladini del dialogo e vogliamo fare un esperimento: mettere nello stesso articolo due punti di vista diversi sul nuovo governo, con la speranza di stimolare un dibattito che possa essere costruttivo. Perciò invito calorosamente tutti i lettori volenterosi a dire la propria sulla questione. Con spirito dialogico che cerchi di unire anziché dividere.

Un grazie ad Andrea Zangari e Alessandro Zanoni che si sono prestati a questo confronto, senza tuttavia fare sconti nel dire la loro. Gli articoli sono in rigoroso ordine alfabetico per

cognome.

Pietro Casadio

 

DAL GOVERNO DI MEDIASET A QUELLO DELLE BANCHE

La caduta del peggior governo degli ultimi 150 anni è certo un evento degno di giubilo: pure non dobbiamo ritenerci rassicurati. Non ci galvanizzino la novità dei nomi ascesi al soglio

ministeriale: ricordiamoci che siamo il paese del tutto deva cambiare perché tutto resti com'è. Basti pensare all'inglorioso sommovimento, incubato da anni e ormai nella culla del

cosiddetto Terzo Polo, di convergenza tra ex-democristiani: bisbigli d'oltre-Tevere e placet ciellini (vedasi il parterre dell'ultimo meeting di Comunione e Liberazione, folto degli attuali ministri) per rifondare la balena bianca divorata da corruzione e legami oscuri con le mafie, guarda caso l'asse portante di quella classe politica incompetente che negli '80 ha creato il mostruoso debito pubblico che oggi ci pone alla mercé degli speculatori. La stampa plaude

quasi unanime al nuovo esecutivo, che ha un indice di gradimento alto e soprattutto trasversale: piace all'onorevole Berlusconi (il che è già sufficiente a metterci in guardia), piace

all'ex opposizione, che si arroga inspiegabilmente il merito della crisi di governo, piace alle banche, all'Europa e al Vaticano. Sono tutti i poteri forti del paese. Ma possono quelle stesse

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entità che hanno espresso una casta politica più volte fallimentare ergersi a patrocinatori di figure realmente interessate ad un cambiamento?

Colpisce l'ipnotico martellio mediatico sulla provenienza culturalmente elitaria dei membri dell'esecutivo: ripetere sino allo spasmo che questi tecnici sono stati sottratti al mondo

accademico serve ad avviluppare il piano criminale dell'alta finanza in una coltre di formule e teoremi, una guaina professorale infarcita di linguaggio esoterico che dissuada le masse dal

provare a capire perché le scorribande di Wall Street affossino il nostro debito pubblico. Assopito l'interesse della popolazione il nuovo governo potrà provvedere all'innalzamento dell'età pensionabile, all'abolizione delle pensioni di anzianità, alla reintroduzione dell'ICI

sulla prima casa, alla tassa patrimoniale: queste le misure paventate per vie più o meno ufficiali, senza che si faccia riferimento a, per esempio, un necessario piano di rinsanguamento

degli ammortizzatori sociali: cioè a dire che in ogni caso la crisi provocata da pochi la pagheremo tutti.

Il vero cambiamento non potrà avvenire se non con la nascita di partiti e movimenti che riconoscano l'insostenibilità di questo sistema economico globale, l'insensatezza di un metro di valore che demanda agli speculatori di tutto il mondo la ricchezza del nostro Paese. Ma chi

ha diretto fino a ieri un'università che annovera nel C.d.A. tutta l'alta finanza del paese non può essere imbevuto di questa nuova, salvifica cultura. Non possiamo accettare neppure per un minuto il governo delle banche, né seguitare a venerare il dio spread, vocabolo venuto in uso da pochi anni e usato come arma di colonizzazione delle economie maggiori sulla nostra, vessata da anni di incompetenza direzionale: rigettiamo i partiti e il sistema che li sostiene,

guardando ai movimenti internazionali di ribellione.

Andrea Zangari

 

PREVALE LA FIDUCIA

Guardo la foto del nuovo governo: sono pochi, composti, un po’ imbarazzati, sconosciuti, abbastanza grandicelli, prevalentemente maschi... e penso: finalmente delle persone normali!

Finalmente un governo, dei ministri, un premier, che possiamo conoscere leggendone i meriti nei curricula e non dalle playlists zeppe di gaffes su Youtube. Finalmente persone che non

hanno paura di mostrare le rughe, i capelli bianchi, le macchie sulla pelle. Finalmente persone che pensano prima di parlare, che tentennano, che fanno pause, che non hanno preparato il solito slogan buono ovunque e in tutte le stagioni. Finalmente donne (poche ma in ministeri chiave) di cui nessuno dovrà domandarsi come abbiano fatto ad essere scelte per una così

grande responsabilità. Finalmente un governo pulito. Con l'aggettivo che assume un significato ancor più profondo per l'assenza di politici. Mi domando: di cosa parla chi grida che questo governo rappresenta il fallimento della politica, la morte della democrazia, come se la

colpa di questo fallimento fosse imputabile a Monti? Semmai Mario Monti è il curatore fallimentare di una politica che ha cominciato a dilapidare il proprio patrimonio in tempi

ormai lontani senza mai svoltare per evitare il default. Con l'implosione del circo berlusconiano e conseguente default politico, c'era (e c'è ancora) da evitare un default molto

più pericoloso. Ci si poteva davvero augurare che il timone fosse preso da un governo di centrosinistra, dopo tre mesi di campagna elettorale dove il cavaliere disarcionato avrebbe

moltiplicato vittimismo, urla, minacce e fango? Il governo sarebbe nato con i problemi strutturali di ogni governo di centrosinistra (un programma frutto di una mediazione già

pronta a saltare, incapacità comunicativa, invidie malcelate) con l'aggiunta di una situazione economica disastrosa, di cui certamente non avrebbe detenuto le maggiori responsabilità

(quanta nostalgia di Prodi e Padoa-Schioppa!) ma che sarebbe stato incapace di risolvere (e

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qualora ce l'avesse fatta, a causa dell'impopolarità delle scelte che inevitabilmente avrebbe dovuto prendere, si sarebbe auto-confinato all'opposizione per un decennio – non per niente Berlusconi voleva le elezioni). Insomma in questo momento è di persone prestate a un ruolo nel quale non ambiscono a restare di cui abbiamo bisogno, persone che non si preoccupino

della prossima scadenza elettorale, persone non di parte che abbiano davvero il coraggio (le capacità sono indiscusse) di applicare il programma che il presidente Monti ha sintetizzato in tre punti: rigore di bilancio, crescita, equità. Certo, il modo nel quale questi obiettivi saranno

perseguiti non sarà indifferente, né lo sarà il fatto che debbano essere portati avanti parallelamente, e non uno dopo l'altro. Anch'io aspetto il governo Monti alla prova dei fatti,

anch'io ho perplessità su alcune scelte (come il superministero affidato a Passera o la sottosegreteria della Presidenza del Consiglio al lettiano Catricalà), ma vince la fiducia in un

uomo che parla con la sua storia: altro che “poteri forti”, chiedete a Microsoft.

Di Veronica Branchi

Non tutti sono entusiasti del nuovo governo

Mario Monti e le polemiche sul social network

e sui blog sono all’ordine del giorno. Cos’è che

non convince gli Italiani?

Per prima cosa, molti di essi, rimproverano a

Mario Monti di avere uno stipendio mensile

molto alto: come capo di governo 12.000 €,

come senatore a vita 25.000 €, pensione

35.000 €, per un totale di ben 72.000 euro.

Questo dettaglio fa pensare alla “fetta

scontenta” degli Italiani che Mario Monti faccia

parte della Casta né più né meno di molti altri politici del nostro Paese. Molti inoltre ricordano

eventi compromettenti accaduti in passato riguardanti il nuovo presidente del consiglio: nel

1999 fu costretto a dare le dimissioni da commissario europeo per accertata responsabilità

collegiale dei commissari in vari casi di frode, cattiva gestione e nepotismo.

Sempre nel 1999, da commissario europeo, Mario Monti perseguì il gruppo Coca Cola per

abuso di posizione – accusò il colosso statunitense di offrire agevolazioni sleali ai rivenditori

del prodotto come ad esempio rimborsi promozionali garantiti a chi faceva scorta di prodotti

Coca Cola – l’inchiesta durò cinque anni, finché nel 2004, per evitare un contenzioso, fu

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stabilito un accordo in base al quale il gruppo Coca Cola rinunciò ad alcuni comportamenti

censurati dal commissario Ue. La vicenda terminò nel 2006 quando a sorpresa Mario Monti fu

assunto dalla Coca Cola come membro dell’International Advisory Board, ruolo che tutt’oggi

ricopre.

Fra il 1989 e il 1992 fu il principale collaboratore di Paolo Cirino Pomicino quando all’epoca

era ministro del Bilancio del governo di Giulio Andreotti. Mario Monti era in tre commissioni

di rilievo: quella sul debito pubblico, quella sulla spesa pubblica e nel comitato scientifico

della programmazione economica. Sul lavoro svolto per la riduzione del debito pubblico e

della spesa pubblica, sono state fatte due ricerche, una della Banca d’Italia e l’altra della

Ragioneria generale dello Stato. Secondo la prima il debito pubblico al momento

dell’inserimento di Cirino Pomicino e di Mario Monti al ministero del Bilancio ammontava a

553 miliardi, 140 milioni e 900 mila euro attualizzati ad oggi. Quando i due hanno terminato il

lavoro nel giugno 1992, il debito pubblico italiano era salito alla cifra di 799 miliardi, 500

milioni e 700 mila euro. In poche parole il debito è aumentato di 246 miliardi, 359 milioni e

800 mila euro per una crescita in termini percentuali del 44, 53 % in tre anni. Per quanto

riguarda la spesa pubblica italiana, al momento dell’inserimento Pomicino & Monti la spesa

pubblica italiana ammontava a 254 miliardi, 418 milioni e 970 mila euro. Al termine del loro

mandato la spesa pubblica era di 371 miliardi, 209 milioni e 895 mila euro. In tre anni dunque

la spesa pubblica è aumentata di 116 miliardi, 790 milioni e 925 mila euro. In termini

percentuali l’aumento è stato del 45,90%. C’è da dire quindi che in passato i tentativi del

professor Monti di risanare il debito e la spesa pubblici, sono stati del tutto fallimentari. La

speranza è che durante il resto degli anni che Mario Monti ha passato in Europa, abbia

imparato qualche formula più efficace.

Per quanto riguarda i legami di Mario Monti con il Gruppo Bilderberg, Trilateral Commission e

Goldman Sachs che non ha convinto la “fetta scontenta degli Italiani”, è apparsa da un paio di

giorni su alcuni giornali la notizia che Mario Monti lascia tutti gli incarichi professionali di cui

si occupava prima di diventare presidente del Consiglio, compresi naturalmente i tre sopra

citati. Il Gruppo Bilderberg non va a genio a molte persone, ma vediamo cos’è: si tratta di un

incontro annuale cui prendono parte personalità influenti in campo economico, politico e

bancario. Questo incontro avviene in posti di lusso in varie parti del mondo. I nomi dei

partecipanti sono generalmente resi pubblici, ma tutto ciò che è detto resta praticamente

segreto. Proprio per questo motivo il Gruppo Bilderberg è oggetto di critiche. Le sorti

politiche, economiche e finanziarie sia dell’Europa sia dell’America e le azioni da

intraprendere con il resto del mondo, sono decise in quella riunione, ma sarebbe più giusto

che politici e capi di stato rendessero sempre conto di tutte le riunioni che fanno ai propri

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cittadini, consentendo ai media di seguire l’evento. La Goldman Sachs è la più potente banca

d’affari americana, che condiziona mercati e governi, infatti persino Barack  Obama confermò

l’enorme potere della banca d’affari. La Trilateral Commission è formata da tre organi di

controllo interdipendenti – Europeo, Nord Americano e Asiatico – che hanno l’obbiettivo di

promuovere la pace e la collaborazione tra di loro. In realtà questo compito è già affidato ad

altre organizzazioni mondiali per cui questa Trilaterale non è poi così utile, se non per i

finanzieri, gli imprenditori e i banchieri che ne fanno parte e che possono cambiare a loro

piacimento l’intero mercato finanziario.

Tornando a Monti, i provvedimenti della sua linea politica, com’era prevedibile, consistono in

tagli, dimissioni, licenziamenti e aumento di tasse. In una conferenza che ha avuto luogo ad

Ascoli Piceno lo scorso 18 Novembre, il prof. Paolo Savona – ex ministro e presidente del

Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi – ha dichiarato “hanno il dovere di avere un Piano

A e un Piano B”. Il Piano A dice quanto ci costa rimanere in Europa e il Piano B quanto ci costa

uscire, ad esempio come si stabilirà il tasso di cambio. Savona ha spiegato poi, in tono

polemico, che si siamo accorti troppo tardi di avere un debito denominato in una valuta

“estera”, poiché l’euro non è controllato dal governo.

CommentiRoby

Visto che prima non è che stavamo benissimo, x 17 anni, abbiamo mandato giù di tutto, provare cosa ci costa, aspetterei a seppellirlo.

Alfredo Dal Caldo

Ci costerà rimanere nella melma senza che questa si abbassi neanche di un millesimo di millimetro....SVEGLIA!!!

Giampiero Pendenza · Rome, Italy

Andreotti una volta disse che:il governo nuovo che subentra è sempre peggio di quello vecchio ......è vero!!!!!!!!

Daniel Domi

Vuoi vedere che questo governo presieduto da un titolare di pensione privilegiata e privilegi senatoriali, senza nemmeno la scusa di essere stato eletto, riuscirà a spacciare per grande riforma ciò che qualunque cialtrone da bar sarebbe in grado di fare ? ovvero, aumentare le entrate tassando, o meglio estorcendo di più, i sudditi coglioni ? ora dovremo. . . ritornare a pagare l'Affitto allo Stato dopo aver pagato tanti interessi alla Banca; non lo trovo giusto ! ! !

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Gianna Beccio

non avra' la bacchetta ,spriamo sia meno sporco e disonesto dei governi precedenti.

Achille Lucariello

MONTI RAPPPRESENTA IL PEGGIO DEL PASSATO, DEL PRESENTE E FUTURO, COME TUTTA LA FECCIA POLITICA CON LA DIFFERENZA, DI AVER FATTO E CONTINUA A FARE I CAZZI SUOI CON DISCREZIONE SENZA PROTAGONISMI!!!

Andrea Faré · Reclined" presso Tech Rain

Degli italiani, o le tue Veronica? Rimproverare a lui di avere lo stipendio alto più di quanto non lo si faccia agli altri non ha senso e quindi non si può essere più scontenti di lui aprioristicamente, più di quanto non lo si sia di tutta la classe politica. Su Coca Cola se ricopre un ruolo istituzionale probabilmente si dimetterà (lo ha fatto per La Bocconi..). Essere collaboratori di Cirino Pomicino, non obbliga Cirino Pomicino ad ascoltarti, bisognerebbe avere le prove del fatto che ciò sia avvenuto. I proceedings della trilaterale sono pubblici, quindi la stralcerei, sul gruppo Builderberg non vi sono più prove di quante ve ne siano contro qualunque cena d'affari, cui per motivi di privacy nessuno di noi può assistere. Insomma perdonami Veronica, se volevi scrivere qualcosa per catalizzare i malumori ci sei riuscita, se volevi scrivere qualcosa per spiegarli o giustificarli mi sa di no. Ciò detto resto anch'io sul chi va la in attesa di vedere cosa farà, ma forse ci si dovrebbe attenere un po' di più ai canoni del pensiero critico.

Alfredo Dal Caldo

...continua pure ad aspettare (e sognare), ma quando ti sveglierai sarà troppo tardi, anche per i tuoi figli!!!

Andrea Faré · Reclined" presso Tech Rain

... Spero proprio di no, ma per coerenza se l'alternativa è giudicare qualunque novità aprioristicamente in modo negativo, sarebbe logico che io ti consigliassi il suicidio immediato. A meno che tu non ritenga plausibile che possa esistere una persona al contempo autorevole e sconosciuta, da nominare immediatamente presidente del consiglio. Purtroppo l'autorevolezza in campo economico si misura con una qualche forma di azione o partecipazione alla vita dell'economia stessa, se poi ogni forma di partecipazione è tacciabile di automaticamente di essere una potenziale sede di complotto, non andiamo lontani.

Alfredo Dal Caldo

Andrea Faré infatti non credo che andremo tanto lontani...Sai, fai bene a pensare POSITIVO, aiuta a vivere sereni. Io non lo sono, forse ho qualche problema o forse ho passato troppe ore sui libri, internet e altre fonti d'informazione/cultura che danno ragione a ogni mio presentimento. Forse la tua rassegnazione/speranza è alimentata dal fatto che sia io che te siamo così piccoli davanti a certe cose che è meglio lasciar perdere...

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Il “non detto” del governo Monti7 dicembre 2011

Non finiremo mai di esser grati al presidente della repubblica per aver saputo indicare una rotta al paese che andava alla deriva. Ha trovato il nocchiero, il nocchiero ha cominciato a navigare. Dietro di lui il mare già in tempesta; davanti la linea dell’orizzonte è nascosta da una nebbia molto fitta e insidiosa.

Mario Monti ieri sera nel salotto dove Libertà e Giustizia e dodicimila cittadini gli avevano chiesto di non andare, ha parlato di continuità e discontinuità. Continuità:  con gli impegni già presi da Berlusconi, e discontinuità nel senso di maggiore equità nella realizzazione degli impegni.

Ecco, la cosa che più ci inquieta in queste ore sono proprio dovute alla conclamata continuità.

Quali sono le cose non dette? C’è un non detto negli accordi che ha portato Monti a Palazzo Chigi? E quale è il peso di questo non detto?

E poi: era possibile fare senza questo non detto?

Le domande sono tanto più inquietanti in quanto il professore continua a non esprimersi su due punti chiave  che riguardano il risparmio e la maggior equità, appunto.

L’asta per le frequenze televisive, i beni commerciali della Chiesa.

Naturalmente su questi due punti scomodissimi l’intervistatore di Porta a Porta non risulta che abbia fatto domande.

E allora?

E poi: perché “Il Sole 24 Ore” riferisce il sospetto che esista un patto Monti-Berlusconi concentrato su Corrado Passera quale futuro leader di un polo cattolico moderato e che proprio questo accordo consenta al Cavaliere di vivere in una calma apparente questa fase del suo impegno politico?

Insomma, “salvare” l’Italia vuol dire anche questo: tirarla fuori una volta per tutte dalle piaghe della corruzione, dei macro conflitti di interesse, del potere Occulto che in questi anni hanno lavorato contro il nostro Paese .

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Dal professor Monti e dal suo governo di gente per bene ci aspettiamo questo. Perché è da lì, da quell’area grigia che sono cominciati e sono cresciuti i nostri guai.

E per favore, professore, rispetti il dissenso.

20 interventi a “Il “non detto” del governo Monti”

1. alessandro scrive:

10 dicembre 2011 alle 13:06

Altro che SuperMario, abbiamo SuperCiuk! Evviva la patrimoniale all’italiana!Il nostro SuperCiuk continua a depredare i poveri per dare ai ricchi.L’ esempio più illuminante, anche se non il più tragico, è la patrimoniale dello 0,15% sui depositi bancari con limite a 1200 euro: un insperato regalo per i milionari, che si trovano a pagare un’inezia percentuale: infatti chi possiede meno di 800000 euro, paga la patrimoniale per intero (0,15%), mentre chi possiede più di 800000 euro la paga sempre più ridotta in percentuale, per esempio coloro che possiedono 8 milioni o 80 milioni di euro, pagando sempre 1200 euro, sono tassati dello 0,015% e 0,0015% rispettivamente, praticamente niente.Chissà la tristezza dei vari Montezemolo e Della Valle che imploravano di essere tassati, ma non sono stati accontentati. Credete che protesteranno patriotticamente sui loro giornali?Certo, ci volevano i professoroni della Bocconi per mettere tutti d’accordo su questa ignobile manovra! Non sarebbe riuscito a nessun altro tartassare i soliti lavoratori, pensionati e pensionandi, esentando non solo gli evasori, come al solito, ma anche i più abbienti che volevano partecipare ai sacrifici, e ricevere il plauso di tutti come salvatori della Patria.Cavolo, questi sì che hanno studiato! Non sono mica sprovveduti come nel resto d’Europa, dove fanno pagare la patrimoniale solo a chi possiede più di 1,5 milioni di euro, esentandone i meno abbienti. Loro mica hanno SuperCiuk, i SuperCiuchi li lasciano a noi.

2. Roberto Vai scrive:

9 dicembre 2011 alle 19:10

Ho la percezione che la realtà sia ben più triste di quanto ipotizzato nell’articolo. Perché se è probabile che vi siano accordi sottobanco, mi pare del tutto evidente come i nuovi governanti non brillino per la loro capacità. Convinti della propria competenza, non si rendono neppure conto di quanto siano invece insipienti. Blaterano di equità e giustizia, ma, avulsi dalla realtà, riescono a seguire soltanto delle astratte teorie economiche.E’ triste osservare come all’insipienza indecente, che ci ha a lungo governato, debba succedere, senza lodi né infamia, la semplice insipienza. Quasi che le brillanti menti del passato siano destinate a rimanere solo un ricordo.

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3. marco48. scrive:

9 dicembre 2011 alle 18:48

vorrei ricredermi ma il prof. monti e il suo governo sarà una grande delusione, premesso che era partito da una condizione che qualsiasi italiano sarebbe riuscito a far meglio della compagine precedente e questo è i l vantaggio che non ha saputo sfruttare, ridurre le spese di armamenti inutili, recuperare l’ici dagli immobili della chiesa, fare il contratto con la svizzera per tassare i patrimoni italiani da lei tenuti, far pagare le frequenze televisive, sono queste scelte che avrebbero dato discontinuità dal pattume precedente, altro che il teatrino da vespa.ma forse ci siamo illusi di abitare in un paese normaleps: e che passera avesse bisogno di romani è proprio una vergogna

4. palinuro scrive:

9 dicembre 2011 alle 18:46

Come al solito, tutti a rifarsi una verginità.Ma dov’era Sandra Bonsanti quando i soci, manco tanto occulti, del piduista legittimavano lo stesso in Giunta per le elezioni nel 1994 e nel 1996 in barba alla legge 361/57 o quando si guardavano bene dal legiferare sul conflitto d’interessi, ma anzi stringevano accordi con il caimano (che lo stesso regolarmente non rispettava, come ebbe a pietire – come amante abbandonata – Violante stesso in parlamento)?E dov’era L&G quando scribacchini del livello di alcuni di quelli che compaiono sul colophon del sito di L&G criminalizzavano il dissenso, accusando di bieco qualunquismo chi legittimamente denunciava il vergognoso comportamento dei cari compagni (pardon, non s’usa più!)? E senza nemmeno la dignità e la fantasia, ancorché negativa, di uno stalinista di razza.

5. Michele Cristella scrive:

9 dicembre 2011 alle 18:44

Cuore ingannevole o leggi non (ancora) scritte? E don Abbondio

Cara Sandra, perfetto e angoscioso il dubbio sul ” non detto” di Monti.Offro due versioni del “non detto”:1) Il silenzio non richiesto rivela un cuore ingannevole (prov. cinese);2) Esistono anche le leggi non scritte, i nomoi agraphata (Sofocle, Antigone).La speranza si volge a Sofocle: le leggi non scritte, quelle degli dei, della giustizia, saranno scritte;la ragione vede la realtà nel monito del proverbio cinese: un uomo pubblico che tace qualcosa inganna su tutto i destinatari del suo dire.

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Infine in Italia abbiamo un personaggio cui forse Monti e alcuni dei suoi assomigliano: colui che diceva che il coraggio chi non ce l’ha non se lo può dare (don Abbondio).

6. angius scrive:

9 dicembre 2011 alle 16:25

Mi sembra che ci sia un evidente ossimoro nell’articolo della Bonsanti: Se trattasi di gente per bene come mai ci troviamo ancora una volta nel porto delle nebbie degli accordi sottobanco? Mi si risponderà, per realismo!! vivaddio, mica siamo degli utopisti? Però per realismo si muore. Tuttavia da questo governo per il momento sono venute solo fredde e calcolate iniquità ( vedi pensionati a 500 € costretti ad aprire cc bancari, mancata ici alla Ecclesia, dichiarata difficoltà a tassare i capitali illegalmente esportatie rientrati gratis o quasi, perplessità sui posti barca che rovinano il turismo-!!!!- ect…) e calde lacrime di coccodrill..a.

7. Consapevole scrive:

8 dicembre 2011 alle 18:06

Concordo pienamente con quanto ha scritto Sandra Bonsanti il 7 dicembre eda parte mia aggiungo solo che se quanto chiediamo come cittadini nonsarà fatto ne dedurrò amaramente che questa Italia non è più un postoper gli onesti.

8. roby scrive:

8 dicembre 2011 alle 17:34

scrive:

8 dicembre 2011 alle 17:19

AVETE VISTO IERI SERA SU LA7 LA COMPRAVENDITA DEI VOTI TRA IL PDL E QUELL’ALTRA CONGREGA DI DELINQUENTI CHE NOI PAGHIAMO IN PARLAMENTO???? E’ UNA VERGOGNA E CREA DISGUSTO IN ITALIA E ANCHE ALL’ESTERO .Chi potra’piu’ avere fiducia negli italiani?? . Non è più tollerabile tenere ancora in carico sulle nostre spalle corrotti(razzi,Scilipoti ecc…) e corruttori (mille nani)mentre noi dobbiamo cominciare a fare la fame. NAPOLITANO ,CHE DOVREBBE ESSERE SUPERPARTES conosce le scorciatoie e chi ha fatto queste legge SALVADELINQUENTI per buttare fuori a calci e in galera questi delinquenti e farli andare direttamente in galera, ma invece non vuole complicazioni e la fa mettere nel c…lo ancora al popolo. SE NON SI MUOVE ADESSO LA MIA FIDUCIA VERSO LO STATO VA SOTTO LE SCARPE PERCHE’ ALLE VOTAZIONI NON VADO PIU’PERCHE’ NON CI CREDO PIU’.E’ QUESTO IL RISULTATO VOLUTO DA CALDEROLI E DALLA LEGACON TUTTE LE LEGGI CHE DVOLEVA ABOLIRE PER DISTRUGGERE L’ UNITA’ D’ITALIA?E’ QUESTA LA GIUSTIZIA?? La Magistratura dovrà fare indagini e intervenire perchè questi fanno più danni dei camorristi: MINANO LO STATO. La magistratura dovrebbe

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fare verifiche perchè dall’elezione di Razzi a console in Svizzera potrebbe esserci traffico di denaro visto che quello Stato è la banca dei ladri. Bisogna che LIBERTA’ E GIUSTIZIA ORGANIZZI QUALCOSA PER CAMBIARE LE COSE E SE NO : SI CAMBIA TUTTO PER NON CAMBIARE NIENTE. E INVECE ,A PARTIRE DAL CAPO DELLO STATO A FINIRE A SCILIPOTI, A PARTIRE DA D’ALEMA ,PRODI, CRAXI,AMATO ECC.. A FINIRE A BERLUSCONI HANNO FATTO TUTTI LEGGI AD PERSONAM , UTILIZZANDO A PROPRIA DIFESA LA COSTITUZIONE. BISOGNERA’ CAMBIARLI TUTTI. QUI’ SI FA L’ITALIA O SI MUORE.BASTA LADRONERIE DA QUESTI POLITICI L.A.D.R.I.

9. luca rugi scrive:

8 dicembre 2011 alle 15:51

Non condivido quasi nulla di quanto detto e comunque i contenuti delle politiche di Monti sono coerenti sia con il Parlamento che ha approvato le molteplici nefandezze contro cui L&G ha svolto con nettezza tutte le sue grandi battaglie che con le idee e gli interessi che lo stesso Monti e tutta la compagnia di presunte persone per bene rappresentano.Francamente del fatto che Monti vada da Vespa non mi importa nulla come credo che non interessi a nessuno o quasi.Ma ve lo chiedete che cosa possono rappresentare per un operaio di 50 anni con 1200-1300 euro al mese con oltre 30 anni di lavoro sulle spalle, dieci anni di lavoro in più e la certezza di una pensione ridotta?Ed in quelle famiglie dove i giovani non trovano lavoro e spesso la pensione è l’unico reddito certo?e il fatto che il carico fiscale è tutto sul lavoro dipendente compreso quello indiretto (iva) ?e che non è stato assunto un straccio di provvedimento sul lavoro precario?e che le spese militari sono intoccabili mentre quelle per il trasporto pubblico (pendolari)sono considerate uno spreco?Non mi dite che questo non è e non potrà essere il nostro governo, non ero certo io a festeggiare e ad entusiasmarsi pochi giorni fa.

10. silvia scrive:

8 dicembre 2011 alle 15:33

Si chiama “patto tra le generazioni”: ridurre sul lastrico le famiglie con redditi medio-bassi, in modo che in tempi brevi sia messo a repentaglio anche il diritto allo studio dei giovani più poveri, ma assicurando così ai discendenti di chi possiede enormi ricchezze e dei grandi evasori un futuro sereno in cui poter continuare la speculazione finanziaria, l’acquisto a prezzi stracciati dei nostri beni, la distruzione del territorio.Facciamo attenzione: è un patto molto pericoloso.

11. luciano33 scrive:

8 dicembre 2011 alle 12:15

Il sig Roberto Simone a nome e per conto dei poveri 60 milioni di italiani , scrive di questa stagione durata venti anni ( nefandezze ed ancor più ).E’ il suo pensiero e va benone , possiamo tutti ragionare e fare considerazioni , vorrei puntualizzare e cambia un pochetto la storia …che il ventennio è di 17 anni ma con ben

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SETTE di governi centro sinistra ( Prodi1, D’Alema , Amato e Prodi 2 ) e se questi bravissimi non hanno cambiato molto o nulla è pure colpa di B ?Sentir dire che il conflitto di interessi resiste, beh allora nei 17 anni perchè non si è fatto nulla ? Altro esempio poco luminoso del centrosinistra…se è vero che la legge elettorale è da cambiare perchè da quando è nata 2005 NON è stata cambiata, meglio NON esiste un progetto del PD e altri ?Che non sappiano o non vogliano fare ? Sarebbe poco incoraggiante perchè personalmente chiedo alternanza , ma se non ho competitori credibili ahimè !!!! Saluti L33

12. raffaella scrive:

8 dicembre 2011 alle 11:48

Si continua erroneamente a parlare dei beni della Chiesa ( cattolica di Roma ) ; anche la Camusso con molta superficialità non ha detto , ,meglio non lo sapeva , che si tratta di agevolazioni che valgono per tutte le confessioni religiose che hanno accordi con l’Italia ( dai Valdesi e decine di altre chiese ).Il problema è quindi quello delle Chiese e non solo della Chiesa cattolica.Mi chiedo comunque se i governi Amato, Prodi e Berlusconi NON hanno modificato questa esagerata agevolazione : è proprio così o come scrive l’Avvenire ben diversa è la realtà?Poi sull’8per mille non indicato che viene spalmato su tutte le Chiese ( certo la maggior parte va alla Chiesa Cattolica ) è un’altro discorso.Ed altro discorso è pure quello che persino la chiesa ortodossa greca ha capito, cioè < periodo di crisi della nazione , richiesta sacrifici , beh facciamoci vedere anche noi ! Questa parte non è stata fatta , ed è la meno nobile per me almeno. RR

13. Giorgio Pedrazzoli scrive:

7 dicembre 2011 alle 23:19

Cari amici, mi spiace constatare come L&G non si ponga il problema dei molti lavoratori dipendenti che vedono allontanarsi sempre di più il traguardo desiderato di una equa pensione. E’ evidente che il peso di questa manovra dovrà essere sopportato dai cinquantenni. Non è accettabile che non vengano tolti tutti i privilegi alle ns. classi dirigenti e politiche, che loro stesse si sono ritagliati negli anni, e che dobbiamo continuare a sopportare. A questo punto auspico un azzeramento completo della ns. classe pseudopolitica e che sia mandata veramente in pensione con la minima retribuzione. Che si inauguri la III Repubblica e che i nuovi rappresentanti democraticamente eletti ritornino ad essere al servizio del cittadino e non del loro egocentrismo: altrimenti meglio non votare e fare una vera rivoluzione.

14. giuseppe persiani scrive:

7 dicembre 2011 alle 22:16

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Gentili amici di L&G, volutamente NON ho firmato il vostro appello, pur essendo socio da lungo tempo ed avendo condiviso (purtroppo solo online) le vostre battaglie. In questa fase estremamente delicata penso che ben altro sia il compito di L&G che stare a fare le pulci al governo Monti su elementi forse di valore simbolico ma non sostanziale. Continuare la battaglia per la legge elettorale, quale importantissimo esempio.Quando L&G e Repubblica chiedono al governo Monti impegni per le frequenze e per la tassazione dei beni della Chiesa dimenticano che il Parlamento attuale è lo stesso che ha sostenuto Berlusconi completamente in tutti questi lunghi anni. Chi dovrebbe approvare tali norme? Ho ascoltato con fastidio il commento di Francesco Merlo (giornalista che altrimenti apprezzo) alla performance di Monti a Porta a porta. Come al solito la sinistra si impegna nelle battaglie del giorno e dimentica di fare strategie di ampio valore democratico e capaci di trasformare la realtà. Io non ho dimenticato e non dimenticherò mai le inqualificabili e snobbistiche parole dell’allora presidente della Camera ai tempi del governo Prodi sul “grande poeta morente”. Dubito che Bertinotti si sia reso conto del grande danno che la sua miopia ha arrecato al paese. Concludendo. Io sono con L&G nella lotta per ricreare le condizioni di una società democratica, dove la sinistra finalmente possa conquistare una maggioranza che permetta politiche democratiche e di rinnovamento. Se invece L&G si limiterà a sterili iniziative `mi sentirò costretto a non rinnovare la mia tessera per l’anno a venire. Cordialmente Peppe Persiani

15. Paolo Barbieri scrive:

7 dicembre 2011 alle 15:47

Presidente Bonsanti,

perchè il prof. Monti e il suo governo possano liberarsi dal ricatto parlamentare, è necessario che la Società Civile scenda in campo nelle piazze reali e virtuali, consapevole della Sovranità che la Costituzione assegna e riconsce al Popolo al suo articolo 1, per far conoscere DIRETTAMENTE, SENZA INTERMEDIAZIONI PARLAMENTARI non più rappresentative della volontà della cittadinanza, al Primo Ministro le proprie necessità e desideri, il proprio concetto di EQUITA’, affinchè quell’illustre professore, possa perseguirle in piena autonomia e libertà con il sostegno assoluto del Popolo.

Tra i Soci Fondatori e Onorari di LeG ci sono le personalità in grado di sintetizzare i provvedimenti più ingiusti della manovra e articolarli convenientemente e su quelli (ICI della chiesa, capitali scudati, frequenze televisive, ecc.) organizzare il pronunciamento popolare.

Perchè limitarsi alla denuncia quando c’è in giro un ‘attesa spasmodica di azioni conseguenti?

Presidente, mio Presidente, colga l’attimo!

16. FABIO MARIANELLI scrive:

7 dicembre 2011 alle 15:37

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dopo essersi presentato come il governo del rigore e dell’equità, i nostri professori non hanno trovato di meglio da fare che prendere i soldi a chi vive con uno stipendio o una pensione da 1000 euro. adesso dicono che, a parità di saldi, sono disposti ad accettare proposte migliorative!? troppo tardi, la fiducia che avevo in loro non esiste più. perchè per una volta non hanno cominciato la manovra rivolgendosi ai ricchi, ad esempio aumentando l’aliquota irpef a chi guadagna più di 70/80 mila euro, oppure tagliando drasticamente le pensioni d’oro da 30 mila euro al mese? la risposta è sempre la stessa: tassando i ricchi non si reperiscono risorse sufficienti! vero, però magari si riduce il sacrificio di tutti gli altri, e soprattutto lo si rende accettabile.fino ai primi anni 90 esisteva un’aliquiota IVA del 38% sui beni di lusso, ma la comunità europea ci ha imposto di dimezzarla al 19%. sì sì, la stessa Europa che adesso ci impone di aumentare le aliquote IVA su tutti gli altri beni, complimenti!. forse è meglio aderire all’unione africana?

saluti

17. Giorgio Nigro scrive:

7 dicembre 2011 alle 14:42

Il commento di Bonsanti mi pare eccessivamente tenero e totalmente fuori luogo e fuori tema.Trovo quanto meno inopportune le “dietrologie” sul “non detto” riguardo a una manovra che, forse, riuscirà a calmierare le reazioni a breve dei mercati finanziari, ma che è molto probabile produca un ulteriore effetto depressivo sull’economia reale, con l’aggravante di una non trascurabile spinta all’inflazione (giusto per non farci mancare nulla). In conclusione, si tratta di una manovra che non sta in piedi, proprio sul quel piano “tecnico” su cui si fonda l’usurpata fama di Monti e dei ministri che lo circondano (il loro prestigio “scientifico” è molto meno unanime di quanto non venga sbandierato su grandissima parte della stampa italiana).Per non parlare poi di due dei tre obiettivi sui quali Monti ha chiesto la fiducia: equità e sviluppo.Nessuno di questi due obiettivi è stato neanche parzialmente realizzato nella sua manovra: per esempio, trovo accettabile il passaggio al contributivo (anche se è solo nominale e non “vero”, ma il discorso sarebbe qui troppo lungo), ma il mancato recupero dell’inflazione per pensioni da 1.000 euro lordi al mese è intollerabile, soprattutto a fronte della “non presa in considerazione”(dichiarata dal governo) di misure come le frequenze televisive che farebbero entrare qualche miliardo nelle casse dello stato (evito qualsiasi commento sulla Fornero per non diventare scurrile, ma invece di piangere avrebbe potuto dimettersi per manifestare il suo disaccordo: le lacrime del carnefice sono indecenti).Cara Bonsanti, io non ho bisogno di chiedere al boia che mi sta impiccando se ha fatto qualche accordo sottobanco, nè mi interessa conoscere le sue intenzioni, mi è sufficiente classificarlo come boia per ribellarmi a lui.

18. Alida Pellegri scrive:

7 dicembre 2011 alle 13:45

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Scusate, ma vogliamo proprio essere sempre così costantemente ingenui? Anche senza “Il Sole 24 Ore” si poteva intuire il ‘sospetto’!

Salvare l’Italia è estremamente importante ma questo probabilmente significa anche calpestarne la dignità definitivamente, e personalmente penso che questo sia già accaduto da molto tempo e con la complicità degli italiani tutti.

19. salvo scrive:

7 dicembre 2011 alle 13:40

Ed al “non detto” sulle frequenze pubbliche riguardante la televisione,si collega,com’è noto,quel deficit di moralità pubblica che distingue la cattolicissima borghesia italiana che naviga socialmente tra peccato e perdono,qual è la cancrena del conflitto dei propri interessi personali con gli interessi della collettività,perciò dello Stato,specialmente nel settore condizionante la vita democratica della nazione,da parte di chi possiede concessioni oltremisura di etere pubblico ottenute lecitamente e/o illecitamente e può nel nostro Paese autocandidarsi a rappresentarlo politicamente ed a legiferare su di esso: il settore cioè fondamentale per la vita democratica della società umana,quello dell’informazione, della formazione e dell’orientamento politico degli elettori.Re Giorgio che ne dice ?.

20. Roberto Simone scrive:

7 dicembre 2011 alle 13:07

Il “non detto” di quella “conclamata continuità” è implicito nella formazione del parlamento, lo stesso che ha permesso ad una macchietta boccaccesca e alla sua coorte di miracoli e miracolati di ridicolizzare negli ultimi tre anni l’Italia portandola ad un passo dal default. Lo stesso che ha sancito con un voto che Ruby Rubacuori è la nipote di Mubarak.Monti aveva (ha) davanti due possibili strade per garantirsi la sopravvivenza: sfidare i partiti-contenitore pd-pdl (magari puntando su una loro tutt’altro che impossibile implosione), appellarsi direttamente al paese forte della fiducia che i mercati e le istituzioni internazionali gli hanno concesso e inchiodare ogni singolo parlamentare alle sue responsabilità; oppure può scendere a patti con i “leader” (si fa per dire) di quei partiti.Tutto – dalla scelta dei ministri alle misure del suo decreto ai discorsi tenuti nelle aule parlamentari nei quali non ho sentito neppure l’ombra di una critica verso il suo predecessore, anzi… – lascia intendere che abbia scelto la seconda strada.Sui contenuti delle misure, personalmente non ho mai avuto particolari illusioni: quale sia la visione montiana dell’economia emerge abbastanza chiaramente dal ringraziamento a “Berlusconi per aver avviato, con la sua discesa in campo nel 1994, la rivoluzione liberale”, o dagli elogi della riforma Gelmini e dell’azione di Marchionne che – a suo dire – modernizzano il paese, o dal giudizio sulla Grecia “maggiore successo dell’euro”.Ma al di là dei meriti o demeriti del Prof. Monti, al di là del suo indiscusso prestigio personale e delle sue idee che possono piacere o meno è irrealistico pensare che possa

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essere un governo di 18 persone a chiudere una stagione indecorosa lunga vent’anni i cui principali artefici – mi spiace dirlo – sono stati 60 milioni di italiani.

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ESTERO

Presentiamo ora un excursus della notizia da fonti estere. Analizzeremo il punto di vista delle principali testate straniere sia americane sia europee.

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Questo articolo, come la maggior parte di quelli rintracciati per effettuare questa ricerca a livello estero riguardano le versioni quasi esclusivamente on-line dei più importanti quotidiani.

New York Times: “Facing crisis, Technocrats take charge in Italy” ovvero “di fronte alla crisi, i tecnocrati si fanno carico dell’Italia”.

La parola “tecnocrati” viene messa bene in evidenza nel titolo principale, per sottolineare che questo nuovo governo, non eletto, è composto non dai soliti politici capaci ed esperti bensì da professori universitari che di politica si sono occupati ben poco nella loro vita; quasi a voler giustificare un fallimento preannunciato e già scontato.

Usano le parole “take charge” cioè “farsi carico” per indicare la grave crisi in cui è immersa l’Italia, da cui non è facile uscire; le pesanti responsabilità attribuite a queste persone e soprattutto le forti aspettative che si hanno nei loro confronti.

La foto è grande e ben visibile, in contrapposizione al carattere piccolo e quasi illeggibile dell’articolo vero e proprio.

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Contrariamente al testo analizzato precedentemente e composto con determinate caratteristiche appositamente per comparire nella home page del sito e per attirare l’attenzione dei lettori, quest’articolo viene messo in secondo piano e completamente privato della connotazione iconografica. Il testo è fitto, ed è composto da numerose proposizioni che segnano l’inizio di un nuovo periodo con punto e a capo.

“L’economista Mario Monti ha formato un nuovo governo italiano, scegliendo di mettere al suo fianco dei tecnocrati, fondamentali per promulgare riforme che possono salvare l’Italia dal disastro finanziario”. Questa è la frase che maggiormente viene riportata dai giornali di tutto il mondo in questi giorni.

“Mr. Monti, 68 anni, un economista rispettato, che ha promesso di essere una mano ferma in un momento di turbolenza dei mercati, ha detto di aspettarsi di andare avanti, non appena si è assicurato la maggioranza parlamentare per il nuovo governo. Assemblare una maggioranza di solito richiede giorni o settimane di colloqui, ma l'Italia non ha il lusso del tempo. [….]

La crisi costretto alle dimissioni del primo ministro Silvio Berlusconi, trasformando cambiamento più complesso politico in Italia in quasi due decenni in uno dei suoi passaggi più urgenti. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che come il capo dello Stato deve approvare la formazione di un nuovo governo, ha tenuto un discorso duro,volto a rassicurare gli investitori circa l'impegno in Italia verso l'euro e di allarmare la classe politica della nazione circa la posta in gioco. Egli ha invitato i legislatori a formare un'ampia coalizione a sostegno del Sig. Monti, che sarebbe in grado di far passare misure economiche urgenti. Resoconti provenienti dai media sostengono che il signor Monti inizialmente ha cercato di includere le figure più importanti nel suo gabinetto, nel tentativo di condividere il costo del programma politico del governo, tra cui impopolari misure di austerità. Ma mentre la maggior parte dei partiti maggiori erano pronti a sostenere il suo governo, pochi erano disposti a farne parte. Il nuovo governo è composto principalmente da esperti tecnici piuttosto che politici”.

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New York Times: "Con Monti la stella Italia può risorgere in Ue"

''Con il nuovo primo ministro la stella italiana puo' risorgere nell'Unione Europea''. E' il titolo con cui il New York Times, nella sezione business, apre a tutta pagina, sull'esordio di Mario Monti a Bruxelles, in qualita' di premier.

''Dopo anni in cui e' stata tollerata la leadership di un brillante populista coinvolto dagli

scandali come era Silvio Berlusconi, ieri il presidente Barroso – scrive il giornale newyorchese

– non ha nascosto la sua calda accoglienza al cerebrale, europeista professore che oggi guida il

governo italiano''. Dopo aver citato le espressioni di affetto del presidente della Commissione

Europea per Mario Monti, il New York Times prevede che gli stessi sentimenti emergeranno

anche nel vertice di oggi a Strasburgo, quando Monti s' incontrera' con Angela Merkel e

Nichoals Sarkozy.

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Nonostante abbiamo cambiato continente, dall’America siamo passati all’Inghilterra il risultato è molto simile.

“L’Italia svela un governo di tecnocrati” sostiene il titolo. Attraverso questa frase si cerca di attirare l’attenzione del lettore su due punti molto importanti che creano novità in ambito politico:

Con il termine “svela” si cerca di ricordare continuamente che non è un governo regolare, scelto ed eletto dal popolo. Si tratta invece di autorità provvisorie (scelte in tutta fretta per sostituire l’ex premier Silvio Berlusconi) il cui compito principale è quello di condurre il paese fuori dalla crisi.

Anche qui viene messo in evidenza il fatto che non si tratta di un governo composto da persone che esercitano il ruolo politico a livello professionale ma sono piuttosto un gruppo di tecnici che vengono selezionati in base alla loro esperienza e alle loro conoscenze di materie tecnico- scientifiche (scienziati, ingegneri, economisti, giuristi, medici, sociologi…). È quindi il “governo dei tecnici”.

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In questa pagina del quotidiano on line l’articolo occupa una posizione di “privilegio”. Viene inserito volutamente nella parte superiore della pagina davanti a tutti gli altri articoli per catturare l’attenzione del lettore. Per questione di spazio nelle versioni on line dei giornali vengono proposti nella home page solo il titolo principale e alcuni sottotitoli (nei quali giocano un ruolo fondamentale le espressioni e in particolar modo le parole usate); per accedere al contenuto dell’articolo è necessario effettuare un click sul titolo dell’articolo in modo da aprire una pagina correlata.

In questo caso, l’immagine rappresentante il presidente degli Stati Uniti è molto grande se paragonata alla totalità dell’articolo.

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“Il premier italiano si è dimesso, Mario Monti inizia a parlare delle riforme del nuovo governo”. In questo titolo vengono riportati a fatti accaduti in modo completamente oggettivo, senza nessun accenno (come è spesso invece abbiamo visto negli altri articoli) alle cause che hanno spinto Silvio Berlusconi a dare le dimissioni o alla composizione del nuovo governo.

Per quanto riguarda l’ambito iconografico, la foto occupa gran parte dello spazio della home. la notizia è stata messa in prima pagina e le è stato dedicata maggior importanza rispetto alle altre.

-ROMA - Con i minuti contati per salvare l'Italia dal baratro di una vera e propria crisi del debito, la nazione ha permesso ad un uomo dalla mentalità economista di prendere le redini del potere dopo le dimissioni del suo playboy da molto tempo il primo ministro, Silvio Berlusconi. Mario Monti, a 68 anni, ex rettore dell'Università europea e membro della Commissione, è stato nominato primo ministro.

"L'Italia può superare questa crisi insieme", Monti ha detto dal Palazzo del Quirinale di Roma, aggiungendo che avrebbe urgente cercare di formare un nuovo governo. "Lo dobbiamo ai nostri figli, perché possano avere un futuro di dignità e di speranza".Per ora, almeno, la sfida di cercare di salvare l'Italia era nelle mani di Monti, un tecnocrate che per molti aspetti è l'anti-Berlusconi.

Le dimissioni di Berlusconi sono giunte dopo che esso stesso ha negato l’esistenza di una crisi, perdendo la fiducia degli investitori, degli altri leader europei e dei suoi alleati politici. Al contrario, Monti, che è stato soprannominato "Super Mario" per la sua abilità come commissario europeo, è molto rispettato in Europa. Egli inoltre è visto come una figura credibile che ha parlato ampiamente della necessità per l'Italia di introdurre una maggiore concorrenza e prendere altre misure importanti per innescare un'economia che ha avuto una crescita negativa per anni.-

L’articolo sottolinea in modo molto esplicito la differenza tra l’ex premier Silvio Berlusconi e il nuovo presidente del consiglio Mario Monti. A differenza di altri quotidiani analizzati

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precedentemente il Washington Post non rimane indifferente alla questione riportandola in modo oggettivo, ma si schiera dalla parte della nuova Italia, sperando che il cambiamento possa risollevare le sorti di questo paese. La differenza tra i due personaggi che hanno fatto e che faranno la storia della nazione è evidente: Berlusconi viene definito “playboy” con disprezzo per sottolineare le questioni di carattere personale al quale si è dedicato nell’ultimo periodo, mentre Mario Monti viene da subito definito “super Mario” quando ancora non ci è possibile sapere se il suo operato e le sue misure anti-crisi saranno realmente efficaci.

“Un governo italiano forte come quello di Mario Monti si è visto raramente. Il nuovo presidente del consiglio dei ministri ha l’appoggio di oltre 500 dei 630 deputati, e sembra molto deciso a fare pesare questa sua forza. Ha già annunciato che non intende presiedere un “governo a tempo”, bensì restare in carica fino alla primavera del 2013, cioè fino alla fine naturale della legislatura.

Intanto tra i berlusconiani c’è aria di battaglia: dicono che possono sempre staccare la spina al nuovo governo e che a Monti si richiede solo di superare l’emergenza, nient’altro. Un governo di tecnocrati senza politici, un parlamento quasi senza opposizione: siamo lontani mille miglia dalla normalità democratica, normalità a cui l’Italia deve tornare non appena superata la fase acuta della crisi. Se questo non avviene sarà stato prematuro festeggiare l’uscita di scena del governo Berlusconi.”

In Germania l’aria di cambiamento viene valutata positivamente. Nel nuovo presidente del consiglio vengono riposte fiducia e speranza di un miglioramento. Viene inoltre elogiato per il carattere fermo e deciso oltre al fatto che è riuscito a guadagnarsi l’appoggio di moltissime persone in poco tempo. Anche in questo caso viene proposta la contrapposizione con la fazione avversaria cioè quella a cui apparteneva Silvio Berlusconi. Viene sottolineata la presenza di un governo composto da tecnocrati e non da politici.

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Der Spiegel presenta un'infografica dei miliardi di obbligazioni italiane che ha comprato la Bce da maggio di quest'anno

“Monti superministro de economia en un Gobierno sin politicos” cioè “Monti superministro dell’economia in un governo senza politici” recita il titolo del giornale spagnolo on line El mundo.

La pagina on line presentata dal giornale spagnolo El Mundo dedica al caso Monti un articolo nella home page del sito. Il titolo è grande e ben visibile rispetto al resto dell’articolo. La fotografia esposta è di grandezza media.

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La versione del Financial Times intitola “via libera alle misure di austerità italiane”. “Tagli e

tasse crescono di 20 miliardi”, si spiega subito dopo.

“Dal momento in cui gli hanno chiesto di formare un nuovo governo Mario Monti sapeva che avrebbe camminato sul filo del rasoio. Da una parte dovrà far approvare provvedimenti economici impopolari, dall’altra dovrà assicurarsi l’appoggio sia dei parlamentari sia dei cittadini. Nel suo primo discorso in parlamento l’ex commissario europeo ha dimostrato di essere all’altezza del suo compito. Sul fronte economico la sua strategia di per ridurre il deficit, ridimensionare il debito e incentivare la crescita è quella giusta e deve essere incoraggiata. Dopo avere delineato il suo programma ora Monti deve poterlo realizzare. Questa è la cosa che preoccupa di più i mercati. Essendo un tecnocrate non eletto potrebbe avere difficoltà a conquistare la fiducia del parlamento e dell’opinione pubblica.

I primi giorni sono stati rassicuranti. Il discorso inaugurale del nuovo presidente del consiglio è stato umile. Non ha usato toni aggressivi. Ha ringraziato il suo predecessore per avere facilitato il passaggio di consegne. Dato che il partito di Berlusconi è ancora il più forte in parlamento, avere il suo sostegno è fondamentale. Ma ottenere l’appoggio del parlamento è solo metà del compito di Monti. L’altra metà consiste nel conquistare il cuore e la mente degli elettori: riguardo a questo ha detto chiaramente che ridurrà i costi della politica. Questo sarà molto apprezzato dal popolo, stanco degli eccessivi privilegi dei politici. Ha fatto anche

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appello ai giovani e alle donne, che sono in gran parte esclusi dal mercato del lavoro. L’abile politica del rischio calcolato di Monti potrebbe dare all’Italia un’altra possibilità.”

Da New York a Londra, oggi la stampa anglosassone oggi non ci risparmia nulla. Critico e caustico arriva anche il commento del Financial Times sull'Italia e sul «battesimo di fuoco del premier Mario Monti: mentre tutti aspettano di sapere dove cadrà la scure di bilancio, non c'è ancora chiarezza sulle misure di emergenza pianificate».

Le manovre di bilancio di Monti «sono avvolte nella nebbia» e «gli italiani che hanno riposto fiducia in lui stanno diventando un pò nervosi», scrive il quotidiano economico britannico, citando il comunicato ufficiale del Consiglio dei ministri che «ha fatto poco per aumentare la fiducia».

Il Financial Times è il primo giornale tra tutti quelli analizzati fino ad ora ad avere qualche dubbio sull’effettiva capacità di Monti di riportare il Paese fuori dalla crisi. L’articolo sostiene che il nuovo Presidente del Consiglio non abbia le idee chiare su come risolvere questa situazione oltre al fatto che non è adeguatamente preparato per farsi carico una responsabilità così importante. Le manovre proposte sono caotiche e “avvolte nella nebbia”.

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Il Times propone alcuni articoli che denigrano l’ex presidente del consiglio Silvio Berlusconi.

Ù

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L'ex commissario europeo Mario Monti, è stato nominato capo del governo italiano dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, Domenica 13 novembre, succedendo ufficialmente a Silvio Berlusconi. Si deve ora formare il suo nuovo governo. Secondo la Costituzione, la nomina deve essere approvata entro dieci giorni da entrambi i rami del Parlamento. La nomina del Sig. Monti, che è stato nominato senatore a vita durante la settimana, non era più in dubbio. Ci sono voluti una maratona di consultazioni per tutta la giornata Domenica per formalizzare la candidatura. Mario Monti, che dovrebbe iniziare immediatamente le consultazioni per formare il suo governo, ha detto dopo la sua nomina l’Italia può superare" la crisi del debito attraverso "sforzo collettivo". Ha anche detto che il paese, uno dei membri fondatori dell'Unione europea, sarebbe "un elemento di forza non di debolezza." L'obiettivo del nuovo governo sarà "migliorare la situazione finanziaria e riprendere il percorso di crescita in un contesto di maggiore attenzione alla giustizia sociale". L'Unione europea ha accolto con favore l'arrivo di Mr. Monti, a capo del governo italiano, aggiungendo che continuerà a monitorare le riforme.

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All'età di 68 anni, lombardo, un ex studente alla Yale University, l'economista premio Nobel James Tobin, Mario Monti è l'inizio della crisi politica come la soluzione ideale per rassicurare i mercati e di intraprendere le riforme necessarie per capo di un governo di "ampio consenso".

Mario Monti aveva già ricevuto l'appoggio della maggior parte delle formazioni politiche transalpine per formare un governo di unità, tra cui il centro e di sinistra, nonostante l'aumento del ritiro annunciato. Ha anche ricevuto il sostegno dal suo predecessore, con il quale ha pranzato per due ore il Sabato. Domenica, Silvio Berlusconi si è detto pronto a fare il suo dovere e per sostenere un governo "tecnico", pur affermando che "raddoppiare il suo impegno al Parlamento e alle istituzioni di rinnovare l'Italia. Sto andando non tanto non mi hanno rinnovato l'architettura dello Stato.

EXTRA:

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statistiche, sondaggi d’opinione, satiraE per concludere abbiamo fatto qualche aggiunta curiosa…

STATISTICHE

Governo Monti, il più vecchio d’Europa

Il governo del Professor Monti vanta un'età media di 64 anni, la più alta non solo tra i 27 paesi dell'Unione Europea, ma anche tra i 58 esecutivi che hanno guidato l'Italia dal 1948 ad oggi.

Ha un’età media elevata e al suo interno lavorano pochissime donne: così è l’esecutivo guidato da Mario Monti fotografato da Openpolis ne I tecno-professori: Rapporto sulla composizione del Governo Monti per età e genere. Un Governo nato da una crisi, destinato ad affrontare con rapidità ed efficacia la crisi economico-finanziaria e che per molti rappresenta non solo una misura di emergenza per rispondere alle difficoltà che il nostro paese sta attraversando, ma anche un’occasione per riabilitare l’immagine dell’Italia.

Un Premier e dei Ministri che vantano curricula di tutto rispetto e a cui non manca, certamente, l’esperienza che conferisce autorevolezza e grandi capacità; sarà forse un bisogno di sicurezza, tra mercati traballanti e rischio default annunciato quotidianamente, che spinge gli italiani a cercare conforto nelle «canute tempie» di professori competenti? L’unica cosa certa è che il Governo Monti, con un’età media di 64 anni, si colloca in controtendenza non solo rispetto ai 27 paesi che costituiscono l’Unione Europea, ma anche nei confronti della nostra stessa storia repubblicana che dal 1948 ad oggi ha avuto 1452 ministri, la cui età media è stata 55 anni.

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Certamente, il grafico lo dimostra, sono gli esecutivi tecnici e di transizione ad essere particolarmente «anziani» come accadde con Pella nel 1953 (58 anni) e Dini nel 1995 (62 anni) e come testimonia la Grecia, al secondo posto dopo il nostro paese, nel grafico dell’età media dei 27 governi europei. Attualmente, il nostro paese vanta non solo l’età media maggiore, ma anche il Premier con l’età più alta, 68 anni, a fronte di governanti più giovani in Germania (Merkel, 57 anni), Francia (Sarkozy, 56 anni) e Regno Unito (Cameron, 45 anni) e di ben 11 primi ministri europei quarantenni.

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SONDAGGI DI OPINIONE

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SATIRA ITALIANA ED ESTERA

DER SPIEGEL

GIORNALE LIBANESE “THE DAILY STAR”

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GLOBAL TIMES

LE MONDE

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