la settimana n. 9 del 2 marzo 2014

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Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 [email protected] Notiziario locale Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983 2 marzo 2014 i fronte al “diventerete testimoni” i cristiani di oggi, per quanto di- visi, non possono concedersi l’atteggiamento disperato, ma in fon- do comodo, dello strapparsi le vesti; come se le loro fratture rendesse- ro impossibile ogni testimonianza. Perché le divisioni comprometto- no la testimonianza ma non fino a spegnerla. Anzi, proprio la missio- ne proposta nel “diventerete testimoni”, dovrebbe richiamare i cristia- ni divisi a riscoprire quanti contenuti di valida testimonianza essi an- cora conservano. Sono valori che il mondo attende sempre e che essi possono offrire tuttora, perché in fondo è stata l’avventura di tanti profeti offrire paro- le di Dio con labbra pure; è avventura dell’amore di Dio consumarsi sino ad essere offerto in vasi così poveri. (gennaio 1986 - lettera Testimoni nonostante le divisioni) D Le nuove proposte di Pharus Viaggi per la prossima estate Il pellegrinaggio diocesano da Papa Francesco Sabato 10 maggio Le destinazioni del cuore DI MARTINA BONGINI iascuno di noi nella sua vita ha provato almeno una volta il desiderio di andare verso qualcosa che gli era caro. Un luogo dove c’era qualcuno di importante, dove era successo qualcosa di bello per la propria vita. Muoversi verso un luogo dove si è lasciato o verso il quale si è gettato il cuore. Questo credo sia successo a tutti e questo è la radice del pellegrinaggio” Queste parole, scovate nel sito della Via Francigena, secondo chi vi scrive, sono il pensiero, la risposta essenziale alla domanda: che cos’è il pellegrinaggio? Spesso chi parte, non è consapevole fino in fondo di ciò che troverà al suo arrivo, alla meta; anzi, la maggior parte delle volte torna a casa con qualcosa in più, di inatteso, di speciale. Certo, il bello del pellegrinaggio è il cammino, magari lungo e faticoso che si fa per giungere a destinazione ma oggi, purtroppo, non è più come una volta e ognuno di noi deve fare i conti con il tempo, con le ferie e tutta la molteplicità degli impegni che coronano le nostre giornate. Per questo la via più semplice è quella di affidarsi alle agenzie di viaggio, che pensano e preparano itinerari per tutti i gusti e cercano sempre particolari "novità" da proporre. Da alcuni anni la Pharus Viaggi, l’agenzia della Diocesi, mette a disposizione un ventaglio di opportunità piuttosto ampio che spazia dai classici viaggi in Terra Santa, Lourdes e Fatima sempre in cima alle richieste dei clienti, fino alle mete meno battute ma egualmente interessanti come la Polonia o i Santuari come Cascia, San Giovanni Rotondo, Loreto, gli eremi francescani della Valle Santa, Pompei e molti altri. Il nostro territorio è una miniera di possibili pellegrinaggi sulle orme di Santi, Beati molti ancora non "battuti" dalle agenzie di pellegrinaggio. Un esempio, come ci indica Ottavia Margotta, direttrice dell’Ufficio Pellegrinaggi della Diocesi, è il Santuario di Paray Le Monial, richiesto ultimamente, dove alla fine del XVII secolo, Cristo appare più volte ad una giovane suora del Monastero della Visitazione, Margherita Maria Alacoque, rivelando che il suo Cuore è colmo di "amore appassionato per tutti gli uomini "; Margherita si assunse la missione di diffondere il messaggio a tutte le anime del mondo. Il più delle volte le mete vengono proposte direttamente dall’agenzia, ci spiega Ottavia, altre volte invece i viaggi nascono dall’idea dei parroci (magari su spinta di alcuni parrocchiani) o dal Vescovo, altri ancora da associazioni , gruppi e movimenti: il compito della Pharus è quello di trasformare queste richieste in realtà, magari con un occhio di riguardo al portafoglio! Non è detto però che per fare un pellegrinaggio sia necessario partire per giorni e giorni, è possibile infatti partecipare anche un solo giorno, vivendo intensamente un’esperienza indimenticabile; a tal proposito, visto il successo riscontrato lo scorso anno, in occasione della Visita Ad Limina da Papa Francesco, la Diocesi ha organizzato per Sabato 10 maggio un pellegrinaggio diocesano a Roma in occasione del 450° anniversario della proclamazione della beata Vergine di Montenero a patrona principale di Livorno, durante la festa delle scuole con il Santo Padre. Un’occasione da non perdere, per chi si fosse persa quella dello scorso anno, un sabato di primavera speciale per incontrare il Papa. Le proposte ci sono, i posti pure…non rimane che prenotare e partire! QUESTE LE PRINCIPALI METE IN PROGRAMMA: Polonia 6-10 Maggio Roma 10 Maggio Fatima 11-15 Giugno Fatima con il Vescovo 9-16 Lu- glio Terra Santa con il Vescovo 19- 26 agosto Terra Santa con don Valerio Barbieri 24-31 agosto Lourdes 2-5 settembre Assisi e dintorni con don Lu- ciano Musi a settembre C « empre più notizie che mettono in luce privilegi, favori e furberie che premiano persone che godo- no di diritti non dovuti. Diritti spesso concessi sen- za ponderati e assidui controlli che causano ferite indelebili nel nostro sistema sociale. "Guai agli spensierati...a quelli che si considerano sicuri...ces- serà l’orgia dei buontemponi" (Amos). Il valore del- la giustizia é forse quello più complesso e difficile da perseguire. Senza giustizia il mondo e le nostre comunità saranno permanentemente divise tra il bene e il male. Con il rischio di un male che invece di attenuarsi domina sul bene. E anche il progresso più nobile e più generoso non sarà sufficiente ad ar- ginare quella eccessiva ricchezza concentrata e accu- mulata nelle mani dei pochi che sviluppa ingiusti- zia. Speriamo, con le parole del poeta Turoldo, che tu "uomo di Dio, tu sempre più raro, almeno tu queste cose denuncia, e fuggi e rompi le nere allean- ze, anche da solo resisti e combatti". Uomo di Dio "tendi alla giustizia"! S “non è né spento né lontano, ma vicino a noi, felice e trasformato, senza aver perduto la bontà e la delicatezza del suo Santo cuore.” (S. Agostino) L’ufficio catechistico diocesano si unisce al dolore della famiglia e della parrocchia San Luca evangelista per la perdita della catechista Dina Bertelli, che è tornata alla casa del Padre mercoledì 19 febbraio. Una preghiera per la sua anima, per i suoi familiari, per la sua aiuto catechista e i ragazzi del 6° anno di catechesi, che Dina ha amato con tutto il cuore. Il valore della giustizia LUTTO IL GRANELLO di senape di mons. Alberto Ablondi LINEA di Pensiero di Luca Lischi Gli itinerari 2014

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Settimanale della Diocesi di Livorno

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Page 1: La Settimana n. 9 del 2 marzo 2014

Via del Seminario, 6157122 Livornotel. e fax0586/[email protected]

Notiziario locale Direttore responsabileAndrea Fagioli

Coordinatore diocesanoNicola Sangiacomo

Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

2 marzo 2014

i fronte al “diventerete testimoni” i cristiani di oggi, per quanto di-visi, non possono concedersi l’atteggiamento disperato, ma in fon-

do comodo, dello strapparsi le vesti; come se le loro fratture rendesse-ro impossibile ogni testimonianza. Perché le divisioni comprometto-no la testimonianza ma non fino a spegnerla. Anzi, proprio la missio-ne proposta nel “diventerete testimoni”, dovrebbe richiamare i cristia-ni divisi a riscoprire quanti contenuti di valida testimonianza essi an-cora conservano.Sono valori che il mondo attende sempre e che essi possono offriretuttora, perché in fondo è stata l’avventura di tanti profeti offrire paro-le di Dio con labbra pure; è avventura dell’amore di Dio consumarsisino ad essere offerto in vasi così poveri.

(gennaio 1986 - lettera Testimoni nonostante le divisioni)

D

Le nuove proposte di PharusViaggi per la prossima estate

Il pellegrinaggio diocesano da Papa Francesco Sabato 10 maggio

Le destinazioni del cuore

DI MARTINA BONGINI

iascuno di noi nellasua vita ha provatoalmeno una volta ildesiderio di andare

verso qualcosa che gli era caro. Unluogo dove c’era qualcuno diimportante, dove era successoqualcosa di bello per la propriavita. Muoversi verso un luogo dovesi è lasciato o verso il quale si ègettato il cuore. Questo credo siasuccesso a tutti e questo è la radicedel pellegrinaggio”

Queste parole, scovate nel sitodella Via Francigena, secondochi vi scrive, sono il pensiero, larisposta essenziale alladomanda: che cos’è ilpellegrinaggio?Spesso chi parte, non èconsapevole fino in fondo diciò che troverà al suo arrivo,alla meta; anzi, la maggiorparte delle volte torna a casacon qualcosa in più, di inatteso,di speciale.Certo, il bello delpellegrinaggio è il cammino,magari lungo e faticoso che sifa per giungere a destinazionema oggi, purtroppo, non è piùcome una volta e ognuno dinoi deve fare i conti con iltempo, con le ferie e tutta lamolteplicità degli impegni checoronano le nostre giornate.Per questo la via più semplice èquella di affidarsi alle agenziedi viaggio, che pensano epreparano itinerari per tutti igusti e cercano sempreparticolari "novità" daproporre.Da alcuni anni la Pharus Viaggi,l’agenzia della Diocesi, mette adisposizione un ventaglio diopportunità piuttosto ampioche spazia dai classici viaggi inTerra Santa, Lourdes e Fatimasempre in cima alle richieste

dei clienti, fino alle mete menobattute ma egualmenteinteressanti come la Polonia o iSantuari come Cascia, SanGiovanni Rotondo, Loreto, glieremi francescani della ValleSanta, Pompei e molti altri.Il nostro territorio è unaminiera di possibilipellegrinaggi sulle orme diSanti, Beati molti ancora non"battuti" dalle agenzie dipellegrinaggio.Un esempio, come ci indicaOttavia Margotta, direttricedell’Ufficio Pellegrinaggi dellaDiocesi, è il Santuario di ParayLe Monial, richiestoultimamente, dove alla fine delXVII secolo, Cristo appare piùvolte ad una giovane suora delMonastero della Visitazione,Margherita Maria Alacoque,rivelando che il suo Cuore ècolmo di "amore appassionatoper tutti gli uomini ";Margherita si assunse lamissione di diffondere ilmessaggio a tutte le anime delmondo. Il più delle volte le metevengono proposte direttamentedall’agenzia, ci spiega Ottavia,altre volte invece i viagginascono dall’idea dei parroci(magari su spinta di alcuniparrocchiani) o dal Vescovo,altri ancora da associazioni ,gruppi e movimenti: il compitodella Pharus è quello ditrasformare queste richieste inrealtà, magari con un occhio diriguardo al portafoglio!Non è detto però che per fareun pellegrinaggio sia necessariopartire per giorni e giorni, èpossibile infatti partecipareanche un solo giorno, vivendointensamente un’esperienzaindimenticabile; a talproposito, visto il successoriscontrato lo scorso anno, inoccasione della Visita Ad

Limina da Papa Francesco, laDiocesi ha organizzato perSabato 10 maggio unpellegrinaggio diocesano aRoma in occasione del 450°anniversario dellaproclamazione della beataVergine di Montenero a patronaprincipale di Livorno, durantela festa delle scuole con il SantoPadre.Un’occasione da non perdere,per chi si fosse persa quelladello scorso anno, un sabato diprimavera speciale perincontrare il Papa.Le proposte ci sono, i posti

pure…non rimane cheprenotare e partire!

QUESTE LE PRINCIPALI METE IN PROGRAMMA:Polonia 6-10 MaggioRoma 10 MaggioFatima 11-15 GiugnoFatima con il Vescovo 9-16 Lu-glioTerra Santa con il Vescovo 19-26 agostoTerra Santa con don ValerioBarbieri 24-31 agostoLourdes 2-5 settembreAssisi e dintorni con don Lu-ciano Musi a settembre

C«empre più notizie che mettono in luce privilegi,favori e furberie che premiano persone che godo-

no di diritti non dovuti. Diritti spesso concessi sen-za ponderati e assidui controlli che causano feriteindelebili nel nostro sistema sociale. "Guai aglispensierati...a quelli che si considerano sicuri...ces-serà l’orgia dei buontemponi" (Amos). Il valore del-la giustizia é forse quello più complesso e difficileda perseguire. Senza giustizia il mondo e le nostrecomunità saranno permanentemente divise tra ilbene e il male. Con il rischio di un male che invecedi attenuarsi domina sul bene. E anche il progressopiù nobile e più generoso non sarà sufficiente ad ar-ginare quella eccessiva ricchezza concentrata e accu-mulata nelle mani dei pochi che sviluppa ingiusti-zia. Speriamo, con le parole del poeta Turoldo, chetu "uomo di Dio, tu sempre più raro, almeno tuqueste cose denuncia, e fuggi e rompi le nere allean-ze, anche da solo resisti e combatti". Uomo di Dio"tendi alla giustizia"!

S

“non è né spento né lontano, ma vicino a noi, felice etrasformato, senza aver perduto la bontà e ladelicatezza del suo Santo cuore.” (S. Agostino)

L’ufficiocatechisticodiocesano siunisce aldolore dellafamiglia edellaparrocchia SanLucaevangelista perla perdita dellacatechistaDina Bertelli,che è tornataalla casa delPadremercoledì 19febbraio. Unapreghiera perla sua anima, per i suoi familiari, per la sua aiutocatechista e i ragazzi del 6° anno di catechesi,che Dina ha amato con tutto il cuore.

Il valore della giustizia

LUTTO

IL GRANELLOdi senape

di mons. Alberto Ablondi

LINEAdi Pensiero

di Luca Lischi

Gli itinerari2014

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI2 marzo 2014II

Un’iniziativa BENEFICA

Di corsa... per i bambini

Giampaolo Cateni ci racconta come la sua passione per la corsa sia d’aiuto per gli altri

DI GIULIA SARTI

uesta storiaintreccia tanticammini,tante strade.Livorno,

Betlemme, Milano.Tanti chilometri che ledividono, ma chesaranno magicamenteunite da qualcuno. No,non di corsa da unacittà all’altra comeFilippide perannunciare la vittoriasui persiani ad Atenenella battaglia diMaratona, macorrendo, quello sì.Una maratona,appunto.Gian Paolo Cateni, exprofessore dimatematica, dellaparrocchia Santi Pietroe Paolo, i suoi 66 annise li porta più che bene,forse proprio per quelloche fa. «Sono sempreandato in bicicletta, poidopo i 40 anni, senzamotivi particolari, hoiniziato a correre e nonho più smesso».Sembra una frase diForrest Gump!Secondo lui, è proprionon essersi“consumato” ingioventù che gli hapermesso di partecipareper due volte allamaratona di Roma ediventare campioneitaliano 2013 nella 50km, categoria MM65.«Mi alleno 3-4 voltealla settimana per untotale di circa 50chilometri, che ,quando si avvicinano legare diventano 70-80».

QDa quando PadreGabriele Bezzi èdiventato parroco dellasua parrocchia, hatrovato qualcuno checondivide la suapassione. «Ciconoscevamo di vista,avevamo corso insiemealla “Corsa degliauguri”, e siamo entratisubito in sintonia». Ilpasso sembrava esserelo stesso per costruireinsieme qualcosa cheunisse sport esolidarietà. È così che ènata l’idea di“Run4life”: una corsaper aiutare il CaritasBaby hospital diBetlemme. «Il prossimo6 aprile a Milano sivolgerà la XIV MilanoCity Marathon. Avremodovuto correre insieme,ma purtroppo PadreGabriele non riuscirà arimettersidall’infortunio al piedeche ha avuto, quindisarò da solo». Ma dasoli, dice Gian Paolo, losi è in ogni maratona.«Arrivi a un punto incui pensi che lastanchezza avrà lameglio e non potraicontare su nient’altroche su te stesso. Sonoquelli i momenti in cui

mi è capitato didialogare con i mieicari che non ci sonopiù. Questa volta peròsarà diverso: finora hosempre corso per mestesso, l’idea di correreper aiutare qualcunomi dà uno stimolonuovo».Ognuno dei 42chilometri dellamaratona chepercorrerà, sarà unpezzetto per dotarel’ospedale pediatrico didue nuoveapparecchiature. «PadreGabriele conoscequesta realtà da tantianni, ha corso lamaratona di New Yorkper trovare fondi dadestinar loro, questavolta toccherà a me.Abbiamo contattatosuor Donatella,chiedendo di cosaavessero avuto bisognoin questo momento».Dopo aver scorso trepagine di materiale, lascelta è caduta su unabilancia digitale perneonati e una pompa-siringa in grado disostituire la normaleflebo, rendendo menodannoso il trasportodei piccoli pazienti.Costo totale intorno ai

2000 Euro. «Ognichilometro avrà unvalore di 50 Euro chechiunque, anche ingruppo, potràsottoscrivere percontribuire. Abbiamogià coperto 32chilometri del percorso,ne mancano ancorauna decina». Parlare di trasporto dipazienti a Betlemmenon è banale. «Nonsolo quel muro prevedeil controllo di ogniambulanza e spesso lospostamento su un’altradel paziente a bordo,ma può capitare che ilcheck point sia chiuso ein quel caso non c’èniente da fare se nontornare indietro». L’ospedale è nato nel1952, voluto dallaCaritas Svizzera eTedesca su idea di PadreErnst Schnydrig. «E’sovvenzionatodall’Associazione AiutoBambini Betlemme chein Italia è stata portatadal vescovo di Veronaqualche anno fa».Quasi il 90% delle loroentrate, si legge sul sito,viene da donazioni,una cifra davvero altache ha permesso lacostruzione di unospedale di ottimolivello, la cui quasitotalità di operatori èlocale. «La cosa checolpisce è la banalità,pensando al nostroPaese, delle malattieche vengono curate. Alprimo posto nellarelazione 2012 ci sono icasi di bronchiteacuta».

Da lunedì Gian Paoloinizierà l’allenamentoper Milano, PadreGabriele lo seguirà inbicicletta. «Abbiamouna mezza idea diandare a Betlemme ilprossimo ottobre perl’inaugurazione di unanuova ala». Da un’ideadi Gabriele infatti, si stalavorando per costruireuna ludoteca per ibambini curati, ognianno quasi 30.000.Per gli “sportivi delladomenica” è statopensato un altroappuntamento: quellodel 29marzo.«L’abbiamochiamata“Corsa/camminatadella solidarietà”.Partiremo dal gazebotutti insieme e poi cidivideremo in duegruppi». Per chi vorràgodersi il lungomarecamminando, l’arrivo èdi fronte all’ippodromoe ritorno, per i corridoriinvece, il giro di boasaranno i Tre ponti. Inquesta occasione a GianPaolo sarà consegnatoun simbolo che loaccompagnerà nellacorsa di Milano perrendere visibile quelloper cui starà correndo.“Quando a causa deglianni non potrai correre,cammina veloce.Quando non potraicamminare veloce,cammina. Quando nonpotrai camminare, usail bastone. Però, nontrattenerti mai”.Qualcosa da fare per glialtri c’è sempre. Paroladi Madre Teresa.

icordare Olimpia è un grande pri-vilegio, l’ho conosciuta tramite

una carissima amica nel 1980, ambe-due si consultavano a vicenda percercare di aiutare tutti coloro che sitrovavano in difficoltà economiche,in poco tempo però le persone au-mentavano ed ebbe l’esigenza di ap-poggiarsi da qualche parte, per breviperiodi fu accolta in diverse parroc-chie della Diocesi, ma quel gruppocreava confusione e i parroci la pre-gavano di allontanarsi. Non perden-dosi d’animo ella si rivolse a Mons.Ablondi, il quale la indirizzò nellaparrocchia di S. Ferdinando, poichéin quel periodo vi era un gruppo digiovani, che secondo il Vescovo l’a-vrebbero aiutata a portare avantiquel difficile compito, ma non fu co-sì, quei giovani non ne vollero sape-re. Però trovò tutta la disponibilità el’accoglienza possibile nel carismaTrinitario di Padre Lorenzo Morettiparroco dal 1982 al 2013, che nonsolo l’ha aiutata e incoraggiata, maha voluto intestare il gruppo al fon-datore S. Giovanni de Matha. In quelperiodo vi erano iscritte circa due-cento famiglie, le quali affluivano datutte le parti della città. Olimpia aveva delle capacità carita-tevoli talmente edificanti che si pote-vano paragonare a quelle di MadreTeresa di Calcutta, tutte le personeche si avvicinavano a lei non trovava-no solo sostentamento economico emorale, ma sentivano parlare di unDio che donava amore, gioia, perdo-no e soprattutto una grande pace percoloro che avrebbero messo in prati-ca il Suo Vangelo. Il suo grande desi-derio era quello di diffondere la pa-rola rivelatrice, infatti prima di con-segnare il desiderato pacco, li porta-va in chiesa e leggeva il Vangelo dellaDomenica, commentandolo con lo-ro, poi pregava insieme e dopo davaun pacco viveri uguale a tutti e aquelle famiglie che avevano grossiproblemi pagava affitto, bollette, ecc. Una volta l’anno saliva con il gruppoal Santuario di Montenero a ringra-ziare la Madonna delle Grazie, pertutti i benefici che gli concedeva suoFiglio Gesù, finiva il pomeriggio of-frendo un rinfresco nella sala delPellegrino. Poi ogni anno organizza-va un pranzo in parrocchia, invitan-do sempre il Vescovo. Il tutto si concretizzava attraversol’aiuto economico di molte personeche Olimpia conosceva e del suo sti-pendio, che molte volte non arrivavaalla fine del mese. Il suo grande di-spiacere fu quando dovette lasciare ilgruppo alla parrocchia, di fatto aven-do collaborato io con lei da anni, in-sieme con il parroco decise di affida-re a me il gruppo, purché continuas-si ad adottare sempre il solito siste-ma d’incontro. Il lavoro che Olimpia ha svolto intutti quegli anni, ha dato dei fruttiincredibili, poiché si è avverato quel-lo che lei desiderava, che queste per-sone non vengono solo per prendereil pacco, ma hanno il desiderio diascoltare la parola di Dio e pregareinsieme. Il suo giorno iniziava con la santacomunione ascoltando la Messa,quella linfa che le dava forza e laportava ad essere luce per illuminareil cammino di tante persone che lafrequentavano. Fin da giovane si eraconsacrata nel terzo ordine france-scano, facendo voto di castità, po-vertà e obbedienza. Quell’affida-mento continuo al Signore, l’ha por-tata ad uno spessore spirituale moltoalto, infatti quando passava vicinoad una chiesa non poteva fare a me-no di entrare per una preghiera o perun segno di croce. Credo che il Si-gnore l’abbia voluta premiare nelgiorno della sua dipartita, poiché l’ha portata in cielo avvolta nel man-to della sua mamma, nel giorno del-la Madonna di Lourdes. Olimpianon è morta ha detto Padre Damiolinella sua omelia, ma è partita per unposto bellissimo dove tutti siamo in-vitati ad andare, affidiamoci a lei e incomunione a tutti i santi del Paradi-so ci sostenga nel difficile camminocaritatevole.

Osvalda Lattici,Collaboratrice Caritas

R

UN CARISMASPECIALE

L’associazione “Aiuto bambini di Betlemme”“Aiuto Bambini Betlemme” è un’organizza-zione umanitaria internazionale di ispirazio-ne cristiana che, per la propria attività di aiu-to alle popolazioni in difficoltà della TerraSanta, ha come fondamento il Vangelo. Inter-veniamo a favore di bambini e madri garan-tendo loro un sostegno destinato a durare neltempo e attento a tutte le dimensioni dellapersona.Nel nostro lavoro teniamo presente la realtàpolitica della Terra Santa moltiplicando i no-stri sforzi per la giustizia sociale e per la pace.Il nostro principale impegno è quello di co-struire ponti di solidarietà e di comprensionereciproca tra palestinesi ed ebrei. Aiuto Bam-bini Betlemme si riconosce negli obiettivi vo-luti e vissuti da padre Ernst Schnydrig, fonda-tore del Caritas Baby Hospital. "Noi ci sia-mo" - è il motto che ci caratterizza, la nostra

carta di identità. Infatti siamo presenti, conattività sociali e di utilità comune e diamo uncontributo alla comprensione e alla pace tra ipopoli e tra le varie religioni e confessionipresenti nella Terra Santa.Aiuto Bambini Betlemme è l’ente che finan-zia il Caritas Baby Hospital di Betlemme, ilprogetto su cui concentra la sua attenzione.L’Associazione partecipa inoltre alla realizza-zione di progetti per bambini malati e social-mente svantaggiati, per le madri e le loro fa-miglie nella Terra Santa.Intratteniamo stretti rapporti con istituzioniche perseguono obiettivi simili ai nostri.L’Associazione è organizzata secondo il dirit-to svizzero ed è una persona giuridica auto-noma.(Dal sito dell’Associazione http://www.aiuto-bambini-betlemme.it)

DATE E NUMERI QUESTE LE DATE DEI PROSSIMIEVENTI N PROGRAMMA15 marzo Presentazione allastampa della maglia29 marzo Corsa/camminata del-la Solidarietà6 aprile 14ma Milano City Ma-rathon10 aprile Pasqua dello sportivoalla parrocchia Santi Pietro ePaolo

COME FARE A DONARE?.Per chi volesse dare un contribu-to può rivolgersi a Gian Paolo in-viando una email a [email protected] .Per un bonifico o un bollettinola causale è PROGETTO RUN4LI-FE, intestato a ASSOCIAZIONE AIU-TO BAMBINI BETLEMME ON-LUSIT32H0200859822000040434541

Come nasce e di che cosa si occupa

Ricordando ancoraOlimpia Sgherri

«Arrivi a un punto in cui pensi che lastanchezza avrà la meglio e non potraicontare su nient’altro che su te stesso.(...)Questa volta però sarà diverso: finora ho sempre corso per me stesso, l’idea di correre per aiutare qualcuno mi dà uno stimolo nuovo»

Page 3: La Settimana n. 9 del 2 marzo 2014

LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI2 marzo 2014 III

UNA PROPOSTA PER LIVORNOJobson group e le riparazioni navali

n minimo di 2 navi almese in riparazionenel comparto deibacini di carenaggio

di Livorno per l’equivalente di40 milioni di Euro di ricadutaannuale sulla città, con oltre250 operatori impegnati e unindotto di altre 100 persone. Questo non è un sogno, ma laproposta di Jobson GroupLivorno. Azienda capogruppodi un’Associazione di 25aziende strettamente livornesispecializzate tutte nel settoredelle riparazioni navali. Ilgruppo livornese alle spallepuò vantare la Jobson Italia,player internazionale delleriparazioni navali, che operacon basi tecniche aperte aTangeri, Singapore e Cipro.Il bacino di carenaggio inmuratura livornese è il piùgrande del Mediterraneo e ilsecondo in tutta Europa, natoper l’ex Cantiere luigi Orlando,ancora oggi può ospitare tuttele navi che circolano nel nostromare. Massimo Netti, techinicalmanager dell’impresa, espertointernazionale del settore conmolti anni passati all’estero èdeterminato nel riportare illavoro a Livorno per leriparazioni: «Il bacinolivornese potrebberappresentare un ottimo sitoper le riparazioni di navi dinuova generazione da crociere,passeggeri e mercantili. LaJobson Italia, che lavora con gliarmatori di tutto il mondo, suLivorno indirizzerà tutte quelleunità navali per le riparazionidi alta tecnologia, non invasiveal sistema nautico già presente.Le condizioni in cui versa ilbacino non sono dellemigliori, ma Jobson Italiaassieme alla Jobson GroupLivorno sarebbero disposte ariattivarlo inautofinanziamento perchépossa essere utilizzato per lacittà».Finora il grande bacino dicarenaggio in muratura èrimasto inutilizzato all’internodei cantieri Azimuth, ma laproprietà del sito èdell’Autorità Portuale inun’area demaniale. «Lasciarloinutilizzato – continua Netti –è uno spreco. Fortunatamentel’Autorità Portuale di Livornoha previsto nel PianoOperativo Triennale 2013-2015di rimetterlo a reddito e diemanare un bando di garaperché venga assegnato per leriparazioni».Il sito dispone anche di unbacino galleggiante didimensioni ridotte capace diospitare navi di piccoledimensioni, fino a 190 mt.

UNetti afferma che «di questipiccoli bacini il Mediterraneone offre molti creando unaconcorrenza enormeriducendo drasticamente iguadagni delle aziende che vioperano. Mentre il Bacino inmuratura di Livorno unico nelMediterraneo per dimensioni èricercato dagli stessi armatori».Molti comparti portuali vivonooggi un momento di forte crisie non sembrano esserciprospettive di cambiamento abreve scadenza, quindi laproposta Jobson di rilanciarele riparazioni navali a Livornopotrebbe essereun’opportunità da cogliere alvolo.«La Jobson – sottolineaMassimo Netti – è un’impresache lavora con sistemi di altatecnologia. Dimentichiamocigli operai del cantiere chebattevano tutto il giorno sullelamiere delle navi: leriparazioni oggi in Europasono eseguite con sistemiinnovativi e riguardanomaggiormente un refittingnavale: si agisce sulla

componentistica meccanica,elettrica, di automazione, disoftware e di arredo. Questelavorazioni potrebbero essereil futuro dei nostri giovanilivornesi, penso a corsi per lescuole come il Nautico oppurea Master universitari per

ingegneria, ecc. creando cosìnuove figure di professionalità,assolutamente richieste dalnostro mercato».Una proposta con ricadute a360 gradi dunque, che aspettasolo di essere colta.

c.d.

La Jobson Group Livorno, azienda capogruppo di un’associazione di 25 aziende strettamentelivornesi specializzate tutte nel settore delleriparazioni navali si propone come partner per la gestione del bacino di carenaggio nell’excantiere. Una proposta che porterebbe numerosericadute economiche su tutto il territorio

on l’assessore Massimo Gulì -hadetto il direttore del Circolo cultu-

rale e dirigente del periodico “Il Cen-tro” Enrico Dello Sbarba- si completala rosa degli assessori del Comune diLivorno che si sono impegnati con de-terminazione nei vari settori di lorocompetenza per il bene della città, e gliincontri che abbiamo voluto organiz-zare hanno consentito un rapporto di-retto tra loro e i cittadini.Franco Spugnesi, a nome del Centro,nel presentare il relatore ha ricordatoche l’Ambiente è un settore che ha rive-stito sempre una particolare sensibilitàa livello cittadino, Gulì infatti è asses-sore all’Ambiente, alla Protezione Civi-le, all’Associazionismo e al Volontaria-to. Per farsi conoscere meglio l’assesso-re ha reso noto di essere sposato, diavere un figlio di 16 anni, di essere undipendente dell’Agenzia delle entrate edi avere due passioni: il calcio e la poli-tica. Prima di essere nominato assesso-re aveva fatto parte del Consorzio dibonifica delle colline livornesi e avevamaturato una notevole esperienza co-me presidente di Circoscrizione.Il relatore ha specificato di aver iniziatocome assessore un percorso virtuosoper la “raccolta differenziata” che si èconcretizzata ultimamente con la rac-colta “porta a porta” nel rione della Ve-nezia, per questo ha dovuto partecipa-re ad assemblee di quartiere particolar-mente tumultuose, ma man mano chesi procedeva l’adesione dei cittadini èstata sempre più consistente, infatti dauna raccolta del 26% si è passati al90%. Questo risultato -ha aggiunto- cifa ben sperare di poter portare in altriquartieri questo tipo di esperienza, in-fatti ci proponiamo di interessare circa22 mila abitanti. La “rete ambiente”dovrebbe prevedere una gestione pub-blico-privato, mentre alla Regione“chiedo e sollecito” di far decollare unaindustria del riciclo per poter trasfor-mare direttamente i rifiuti.Una seconda operazione da farsi è ilRegolamento delle attività rumorose, ènecessaria la valutazione di impattoacustico per alcune attività perché cisembra opportuno tutelare il diritto al-la quiete e al riposo delle persone. Sa-rebbe anche utile far ricorso al privatoper ridurre il consumo di energia ri-guardo agli immobili pubblici, al finedi ridurre l’inquinamento e riqualifica-re gli stessi immobili. Sul tema dellaProtezione Civile, Gulì ha ricordato diaver ricevuto l’assessorato nel momen-to in cui si era verificata la tragedia delbambino morto a Salviano, della scos-sa di terremoto e della rottura dellacondotta dell’acqua potabile, un batte-simo di fuoco dunque: “che mi ha fattoentrare nel vivo della materia”. Sonostate così organizzate delle “Aree di ri-trovo” per gli eventi calamitosi (24 aLivorno 1 in Gorgona) dove sono stateposte “colonnine di servizio” in gradodi erogare acqua, gas, energia elettrica,queste Aree dovranno essere pubbliciz-zate meglio tramite l’emittente televisi-va, i quotidiani locali e con lettera di-rettamente ai cittadini, affinché tutti nesiano messi a conoscenza.Per quanto riguarda il Canile Munici-pale posto al Vallin Buio, la strutturamodulare non è stata ancora completa-ta, attualmente ci sono solo 48 box,ma la deroga al Patto di stabilità ha li-berato una serie di risorse per cui entrola fine di febbraio il canile potrà esserecompletato e prima del 9 aprile sarà in-detto un Bando per reperire il soggettogestore. E’ in atto anche la revisione delRegolamento per la tutela e la prote-zione degli animali.Per quanto riguarda la problematicadel Decentramento -ha terminato l’as-sessore- bisogna stabilire in che nume-ro saranno le nuove Circoscrizioni, semantenere le 5 attuali o meno, e qualifunzioni dovranno espletare tenendoconto che con l’ultima Legge approvatanon ci sarà più l’elezione diretta, cosìcome sono stati soppressi gli emolu-menti. Tramite l’Associazionismo biso-gnerà perciò trovare nuove forme dipartecipazione sul territorio affinché ilrapporto tra Amministrazione e citta-dini sia sempre più concreto ed effi-ciente, includendo anche la Consultadegli stranieri.

Gianni Giovangiacomo

C

L’assessore Massimo Gulìracconta il suo operato

Ambiente,protezione civilee volontariato

...e gioia sia!artedì 4 marzoinvaderanno la cittàcolorandola di festa edallegria; sono i bambini

di alcune Scuole Cattoliche diLivorno (Beata Rosa Venerini,Fondazione Sacro Cuore, Lido Rossi,Maria Ausiliatrice, Sacro Cuore,Santa Margherita, Santo Spirito) chesfileranno per le strade del centroper mostrare a tutti la bellezza dellagioia che nasce dallo stare insieme.L’iniziativa, promossa dalle ScuoleCattoliche protagoniste con ilsostegno dell’Ufficio Scuola dellaDiocesi di Livorno, si pone comeobiettivo non solo quello di farvivere agli alunni un momento difesta all’insegna del sanodivertimento, ma anche quello direstituire alla città il senso di unapresenza, quella delle ScuoleCattoliche, che affonda le proprieradici nel tempo, ma che ha parole,pensieri, messaggi sempre nuovi dalanciare.Il tema «E gioia sia!» intendesottolineare che la gioia, così comela si vive all’interno delle ScuoleCattoliche, ha motivazioni profondee questa «uscita pubblica», proprionel cuore della città, ne vuole essereuna testimonianza. I valori cristiani,se vissuti con coerenza, sfocianonecessariamente nella gioia. E’ perquesto che le Scuole, che sarannoprotagoniste della sfilata del 4

Mmarzo, hanno scelto di scendere instrada proprio durante il carnevale,per diventare, appunto, testimonidella gioia, quella con la «G»maiuscola!Saranno più di 1500 bambini,accompagnati da insegnati,genitori, educatori, che, mascheratida clown, attraverseranno la città il4 marzo a partire dalle ore 09.30seguendo il seguente itinerario:Corso Mazzini, Piazza Attias,ViaRicasoli, Piazza Cavour,Via Cairoli,Piazza Grande,Via Grande, Piazzadella Repubblica. Al termine dellasfilata, in una Piazza dellaRepubblica che diventerà un tripudiodi colori, sarà rivolto ai bambini ilsaluto del Vescovo Simone, o di unsuo delegato, e sarà offerta a tutti latestimonianza del Clown Pompelmo,alias don Luciano Cantini, Parroco eResponsabile Nazionale per i fierantie circensi. Si confida anche nelsaluto di un rappresentantedell’Amministrazione Comunale.E’ questa iniziativa il frutto concretodel cammino di condivisione ecollaborazione che le ScuoleCattoliche cittadine hanno intrapresoda tempo; in un momento storico incui tutto sembra in bilico, precario,difficile, queste Scuole intendonoriproporre alla città la loroscommessa sull’educazione dellagioventù e lo fanno proponendosicon un volto unitario nella

condivisione di valori fondamentaliche ancora oggi, più che mai, forse,hanno tanto da dire a ciascun uomo;scuole che, come anche questadimostrazione prova, mirano allacrescita integrale dei propri alunni,promuovendo anche occasioni difesta e gioia oltre che di studio eriflessione.Un ringraziamento doveroso aquanti hanno dato vita a questainiziativa ed in particolareall’Amministrazione Comunale, checon efficacia ha accompagnato gliorganizzatori nell’ottenimento deipermessi necessari, la PoliziaMunicipale, la Questura, laMisericordia di Antignano, l’AAMPS,l’Ufficio Scuola della Diocesi equanti, con entusiasmo, si sonoprodigati per la messa in atto diquesta esperienza.

M.P.

IL 4 MARZO SFILATA DI CARNEVALE DELLE SCUOLE CATTOLICHE

Il bacino di carenaggio:milioni dipossibilità...in Euro!

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI2 marzo 2014IV

VENERDÌ 28 FEBBRAIONella mattina, udienze laici in vescova-do17.30 presso il nuovo centro Caritas"Sorgenti di Carità"(Via Donnini), in-contro dal titolo "Capitani coraggiosi:Nuove strade per il lavoro a Livorno" acura del Progetto culturale, Interverran-no rappresentanti di: Confesercenti,CNA, Confartigianato, Confcommer-cio, Confindustriali, Lega Consumato-ri, Jobson group (vedi locandina inpag)21.15 in vescovado, consulta aggrega-zioni laicali

SABATO 1 MARZO16.00 il Vescovo riceve i bambini capita-ni delle squadre di calcio che partecipa-no al torneo organizzato dal CSI, Ju-nior Tim Cup "Il calcio negli oratori"18.00 S. Messa e cresime alla parrocchiadel Sacro Cuore (Salesiani)10.30 S. Messa e cresime alla parrocchiadi San Pio X

MARTEDÌ 4 MARZONella mattina, udienze clero in vesco-vado10.45 il Vescovo saluta in piazza dellaRepubblica la sfilata di carnevale dellescuole cattoliche (vedi pag. III)21.00 in occasione della visita pastoraleal VI vicariato, incontro con i genitoridei ragazzi del catechismo della parroc-chia di S. Ranieri a Guasticce

MERCOLEDÌ 5 MARZO10.00 in cattedrale S. Messa e imposi-zione delle Sacre Ceneri21.00 processione e S. Messa con impo-sizione delle Sacre Ceneri alla chiesa diS. Croce a Rosignano Solvay

GIOVEDÌ 6 MARZO10.00 collegio dei consultori in vescova-do11.00 consiglio episcopale in vescovado21.00 in occasione della visita pastoraleal VI vicariato, incontro con il consigliopastorale parrocchiale della parrocchiadi S. Martino a Parrana

VENERDÌ 7 MARZONella mattina, udienze laici in vescova-do18.30 incontro con i cresimandi, geni-tori, catechisti e parroci al circolo dellaParrocchia della Santissima Trinità

DOMENICA 9 MARZO10.30 S. Messa e presentazione della do-manda alla cresima alla parrocchia di S.Giovanni Bosco a Coteto16.00 ritiro di Quaresima per gli opera-tori pastorali e incontro con i catechistidel VI vicariato alla chiesa di S. Ranieria Guasticce

Agenda del VESCOVO

centro italiano FEMMINILE Il Cif di Livorno in Udienza da PapaFrancesco nella Sala Clementina

«Una presenza femminile piùcapillare ed incisiva nella Chiesa»

aggregazione laicale delCif i Livorno, guidata

dalla responsabile KatiaOrlandi è stata ricevuta in

udienza da Papa Francesco.L’occasione era dovuta al fattoche tutti i gruppi del Cif italianosi sono ritrovati per il XXIXCongresso Nazionale elettivo aRoma con presenti quattrocentodelegate. Fondato sul mandatoperenne dell’agire cristiano, da70 anni il Cif è l’erede di unpatrimonio fatto di un impegnoconcreto di partecipazione,collaborazione con leistituzioni, «ieri per costruirel’Italia, oggi per rigenerare la vitaculturale, sociale e politicadell’Italia», come hasottolineato la PresidenteNazionale Maria Pia Savatteri.Il Papa nell’udienza nella SalaClementina ha ricordato comele attività delle donne in questiultimi anni hanno trovatonuovi spazi di responsabilità sianell’ambito civile e delleprofessioni che nell’ambitoecclesiale. Inoltre, accanto adaltre trasformazioni culturali esociali, anche l’identità e il ruolo

della donna, nella famiglia,nella società e nella Chiesahanno conosciuto mutamentinotevoli, e in genere lapartecipazione e leresponsabilità delle donne èandata crescendo e in

particolare, il Magistero dellaChiesa ha avuto un’attenzionecostante verso il mondofemminile. Ne sono testimonila Lettera Apostolica Mulierisdignitatem ( 1988) e ilmessaggio per la Giornatamondiale della Pace del 1995 Ladonna educatrice di pace e piùdi recente l’esortazioneapostolica Evangelii gaudium.Papa Francesco ha anchericordato l’indispensabileapporto della donna nellasocietà in special modo con lasua sensibilità e intuizione versol’altro, il debole e l’indifeso: «misono rallegrato nel vedere moltedonne condividere alcuneresponsabilità pastorali con isacerdotinell’accompagnamento dipersone, famiglie, gruppi, comenella riflessione teologica; ed hoauspicato che si allarghino glispazi per una presenzafemminile, più capillare edincisiva nella Chiesa». PapaFrancesco ha anche postol’accento sul ruoloimprescindibile della donnanell’ambito familiare: lafamiglia «chiesa domestica» ha

bisogno di lei per la salute eprosperità anche della Chiesa edella società stessa. Pertanto lapresenza della donnanell’ambito domestico si rivelaquanto mai necessaria per latrasmissione alle generazionifuture di solidi principi morali eper la trasmissione della fede.Ma perché essa possa crescerenella presenza efficace in tantiambiti della sfera pubblica, e altempo stesso mantenere unapresenza e un’attenzionepreferenziale e del tutto specialenella e per la famiglia, c’èbisogno del discernimento cheoltre alla riflessione sulla realtàdella donna nella società«presuppone la preghieraassidua e perseverante».Il Cif di Livorno e quelloNazionale esprimono la propriagratitudine e riconoscenza alPapa per le parole di stima e diincoraggiamento e si sentonomaggiormente sollecitate «adessere presenti e ad operareperché il genio femminile ènecessario nei luoghi in cui siprendono le decisioniimportanti».

Mo.C.

’L

BREVI DALLA DIOCESISerra ClubLUNEDÌ 10 MARZO ALLE 18,00Presso la sala "Alberto Ablondi" della Parrocchia della SS. An-nunziata dei Greci, via Olanda 44, Don Raffaello Schiavone,docente di teologia morale all’ Istituto Superiore di Scienza reli-giose di Pisa, terrà una conferenza sul tema: "I divorziati bussanoalle porte della Chiesa".L’ incontro, aperto a tutta la città, è organizzato dal Serra Clubpresieduto da Paolo Lugetti.

Libri da LEGGEREdi Mo.C.

Amirante C. - E gioia sia. Il segreto per la feli-cità.- Ed. Piemme, pp.179,euro 15,00

Quando si cade nell’abisso della depressioneè possibile risorgere a vita a nuova e credereancora nel futuro? Chiara Amirante, da ventianni in prima linea con la comunità "NuoviOrizzonti" per aiutare giovani e persone chevivono disagi di ogni genere, ci risponde inmodo affermativo. Essa infatti nella lottaquotidiana a sostegno di chi soffre, ha incon-trato ragazzi sbandati, alcolisti, barboni, di-soccupati, manager affermati ma infelici, etante persone impaurite e sole, che patisconoil peso di una società disumanizzata che hasmarrito la preziosità delle relazioni autenti-che. Molti di loro sono riusciti a cambiare vi-ta e a rinascere. In questo dialogo diretto e in-terlocutorio con il lettore, ricco di condivisio-ni personali, Chiara invita ad intraprendereun percorso di crescita interiore per vincere leproprie paure, le assuefazioni a droghe e so-stanze, le tante forme di nociva dipendenzaaltrui, le sfide quotidiane che impone la crisieconomica e culturale del nostro paese e del-l’intero Occidente. Chiara ci dice che in cia-scuno di noi c’è un potenziale inespresso e lafelicità dipende da come decidiamo di utiliz-zarlo per non fuggire di fronte a tutto ciò chedi doloroso e meraviglioso la vita ci regala.

Diocesiinforma

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI2 marzo 2014 V

LA PAURA DEL “PER SEMPRE”

antità, in tanti oggi pensanoche promettersi fedeltà pertutta la vita sia un’impresatroppo difficile; molti

sentono che la sfida di vivereinsieme per sempre è bella,affascinante, ma troppo esigente,quasi impossibile. Lechiederemmo la sua parola perilluminarci su questo.Ringrazio per la testimonianza e perla domanda.Vi spiego: loro mi hannoinviato le domande in anticipo… Sicapisce… E così io ho potutoriflettere e pensare una risposta unpo’ più solida.E’ importante chiedersi se è possibileamarsi “per sempre”. Questa è unadomanda che dobbiamo fare: èpossibile amarsi “per sempre”? Oggitante persone hanno paura di farescelte definitive. Un ragazzo diceva alsuo vescovo: “Io voglio diventaresacerdote, ma soltanto per diecianni”. Aveva paura di una sceltadefinitiva. Ma è una paura generale,propria della nostra cultura. Farescelte per tutta la vita, sembraimpossibile. Oggi tutto cambiarapidamente, niente dura a lungo…E questa mentalità porta tanti che sipreparano al matrimonio a dire:“stiamo insieme finché dura l’amore”,e poi? Tanti saluti e ci vediamo… Efinisce così il matrimonio. Ma cosaintendiamo per “amore”? Solo unsentimento, uno stato psicofisico?Certo, se è questo, non si puòcostruirci sopra qualcosa di solido. Mase invece l’amore è una relazione,allora è una realtà che cresce, epossiamo anche dire a modo diesempio che si costruisce come unacasa. E la casa si costruisce assieme,non da soli! Costruire qui significafavorire e aiutare la crescita. Carifidanzati, voi vi state preparando acrescere insieme, a costruire questacasa, per vivere insieme per sempre.Non volete fondarla sulla sabbia deisentimenti che vanno e vengono, masulla roccia dell’amore vero, l’amoreche viene da Dio. La famiglia nasceda questo progetto d’amore che vuolecrescere come si costruisce una casache sia luogo di affetto, di aiuto, disperanza, di sostegno. Come l’amoredi Dio è stabile e per sempre, cosìanche l’amore che fonda la famigliavogliamo che sia stabile e persempre. Per favore, non dobbiamolasciarci vincere dalla “cultura delprovvisorio”! Questa cultura che oggici invade tutti, questa cultura delprovvisorio. Questo non va!Dunque come si cura questa pauradel “per sempre”? Si cura giorno pergiorno affidandosi al Signore Gesù inuna vita che diventa un camminospirituale quotidiano, fatto di passi -passi piccoli, passi di crescita comune- fatto di impegno a diventare donnee uomini maturi nella fede. Perché,cari fidanzati, il “per sempre”non èsolo una questione di durata! Unmatrimonio non è riuscito solo sedura, ma è importante la sua qualità.Stare insieme e sapersi amare persempre è la sfida degli sposi cristiani.Mi viene in mente il miracolo dellamoltiplicazione dei pani: anche pervoi, il Signore può moltiplicare ilvostro amore e donarvelo fresco ebuono ogni giorno. Ne ha una riservainfinita! Lui vi dona l’amore che sta afondamento della vostra unione eogni giorno lo rinnova, lo rafforza. Elo rende ancora più grande quando lafamiglia cresce con i figli. In questocammino è importante, è necessariala preghiera, sempre. Lui per lei, leiper lui e tutti e due insieme. Chiedetea Gesù di moltiplicare il vostro amore.Nella preghiera del Padre Nostro noidiciamo: “Dacci oggi il nostro panequotidiano”. Gli sposi possonoimparare a pregare anche così:“Signore, dacci oggi il nostro amorequotidiano”, perché l’amore

S

quotidiano degli sposi è il pane, ilvero pane dell’anima, quello che lisostiene per andare avanti. E lapreghiera: possiamo fare la prova persapere se sappiamo dirla? “Signoredacci oggi il nostro amorequotidiano”.Tutti insieme! [fidanzati:“Signore dacci oggi il nostro amorequotidiano”]. Un’altra volta![fidanzati: “Signore dacci oggi ilnostro amore quotidiano”]. Questa èla preghiera dei fidanzati e deglisposi. Insegnaci ad amarci, a volercibene! Più vi affiderete a Lui, più ilvostro amore sarà “per sempre”,capace di rinnovarsi, e vincerà ognidifficoltà. Questo ho pensato chevolevo dirvi, rispondendo alla vostradomanda. Grazie!

VIVERE INSIEME: LO “STILE”DELLA VITA MATRIMONIALE

Santità, vivere insieme tutti igiorni è bello, dà gioia, sostiene.Ma è una sfida da affrontare.Crediamo che bisogna impararead amarsi. C’è uno “stile” dellavita di coppia, una spiritualità delquotidiano che vogliamoapprendere. Può aiutarci inquesto, Padre Santo?Vivere insieme è un’arte, un camminopaziente, bello e affascinante. Nonfinisce quando vi siete conquistati l’unl’altro… Anzi, è proprio allora cheinizia! Questo cammino di ogni giornoha delle regole che si possonoriassumere in queste tre parole che tuhai detto, parole che ho ripetuto tantevolte alle famiglie: permesso - ossia‘posso’, tu hai detto – grazie, e scusa.“Posso-Permesso?”. E’ la richiestagentile di poter entrare nella vita diqualcun altro con rispetto eattenzione. Bisogna imparare achiedere: posso fare questo? Ti piaceche facciamo così? Che prendiamoquesta iniziativa, che educhiamo così ifigli? Vuoi che questa sera usciamo?...Insomma, chiedere permesso significasaper entrare con cortesia nella vitadegli altri. Ma sentite bene questo:saper entrare con cortesia nella vitadegli altri. E non è facile, non è facile.A volte invece si usano maniere unpo’ pesanti, come certi scarponi damontagna! L’amore vero non siimpone con durezza e aggressività.Nei Fioretti di san Francesco si trovaquesta espressione: «Sappi che lacortesia è una delle proprietà di Dio… e la cortesia è sorella della carità,la quale spegne l’odio e conserval’amore» (Cap. 37). Sì, la cortesiaconserva l’amore. E oggi nelle nostrefamiglie, nel nostro mondo, spessoviolento e arrogante, c’è bisogno dimolta più cortesia. E questo puòincominciare a casa.“Grazie”. Sembra facile pronunciarequesta parola, ma sappiamo che nonè così… Però è importante! Lainsegniamo ai bambini, ma poi ladimentichiamo! La gratitudine è unsentimento importante! Un’anziana,

una volta, mi diceva a Buenos Aires:“la gratitudine è un fiore che cresce interra nobile”. E’ necessaria la nobiltàdell’anima perché cresca questo fiore.Ricordate il Vangelo di Luca? Gesùguarisce dieci malati di lebbra e poisolo uno torna indietro a dire grazie aGesù. E il Signore dice: e gli altri novedove sono? Questo vale anche pernoi: sappiamo ringraziare? Nellavostra relazione, e domani nella vitamatrimoniale, è importante tenereviva la coscienza che l’altra persona èun dono di Dio, e ai doni di Dio si dicegrazie! E in questo atteggiamentointeriore dirsi grazie a vicenda, perogni cosa. Non è una parola gentileda usare con gli estranei, per essereeducati. Bisogna sapersi dire grazie,per andare avanti bene insieme nellavita matrimoniale.La terza: “Scusa”. Nella vita facciamotanti errori, tanti sbagli. Li facciamotutti. Ma forse qui c’è qualcuno chenon mai ha fatto uno sbaglio? Alzi lamano se c’è qualcuno, lì: una personache mai ha fatto uno sbaglio? Tutti nefacciamo! Tutti! Forse non c’è giornoin cui non facciamo qualche sbaglio.La Bibbia dice che il più giusto peccasette volte al giorno. E così noifacciamo sbagli… Ecco allora lanecessità di usare questa sempliceparola: “scusa”. In genere ciascuno dinoi è pronto ad accusare l’altro e agiustificare se stesso. Questo èincominciato dal nostro padre Adamo,quando Dio gli chiede: “Adamo, tu haimangiato di quel frutto?”.“Io? No! E’quella che me lo ha dato!”. Accusarel’altro per non dire “scusa”,“perdono”. E’ una storia vecchia! E’un istinto che sta all’origine di tantidisastri. Impariamo a riconoscere inostri errori e a chiedere scusa.“Scusa se oggi ho alzato la voce”;“scusa se sono passato senzasalutare”; “scusa se ho fatto tardi”,“sequesta settimana sono stato cosìsilenzioso”,“se ho parlato tropposenza ascoltare mai”; “scusa mi sonodimenticato”; “scusa ero arrabbiato eme la sono presa con te”… Tanti“scusa”al giorno noi possiamo dire.Anche così cresce una famigliacristiana. Sappiamo tutti che nonesiste la famiglia perfetta, e neppureil marito perfetto, o la moglieperfetta. Non parliamo della suoceraperfetta…. Esistiamo noi, peccatori.Gesù, che ci conosce bene, ci insegnaun segreto: non finire mai unagiornata senza chiedersi perdono,senza che la pace torni nella nostracasa, nella nostra famiglia. E’ abitualelitigare tra gli sposi, ma sempre c’èqualcosa, avevamo litigato… Forse visiete arrabbiati, forse è volato unpiatto, ma per favore ricordatequesto: mai finire la giornata senzafare la pace! Mai, mai, mai! Questo èun segreto, un segreto per conservarel’amore e per fare la pace. Non ènecessario fare un bel discorso…Talvolta un gesto così e… è fatta lapace. Mai finire… perché se tu finisci

la giornata senza fare la pace, quelloche hai dentro, il giorno dopo è freddoe duro ed è più difficile fare la pace.Ricordate bene: mai finire la giornatasenza fare la pace! Se impariamo achiederci scusa e a perdonarci avicenda, il matrimonio durerà, andràavanti. Quando vengono nelleudienze o a Messa qui a Santa Martagli anziani sposi, che fanno il 50.mo,io faccio la domanda: “Chi hasopportato chi?”E’ bello questo! Tuttisi guardano, mi guardano, e midicono: “Tutt’e due!”. E questo èbello! Questa è una bellatestimonianza!

LO STILE DELLA CELEBRAZIONE DEL MATRIMONIO

Santità, in questi mesi stiamofacendo tanti preparativi per lenostre nozze. Può darci qualcheconsiglio per celebrare bene ilnostro matrimonio?Fate in modo che sia una vera festa -perché il matrimonio è una festa -una festa cristiana, non una festamondana! Il motivo più profondodella gioia di quel giorno ce lo indicail Vangelo di Giovanni: ricordate ilmiracolo delle nozze di Cana? A uncerto punto il vino viene a mancare ela festa sembra rovinata. Immaginatedi finire la festa bevendo tè! No, nonva! Senza vino non c’è festa! Susuggerimento di Maria, in quelmomento Gesù si rivela per la primavolta e dà un segno: trasformal’acqua in vino e, così facendo, salvala festa di nozze. Quanto accaduto aCana duemila anni fa, capita in realtàin ogni festa nuziale: ciò che renderàpieno e profondamente vero il vostromatrimonio sarà la presenza delSignore che si rivela e dona la suagrazia. È la sua presenza che offre il“vino buono”, è Lui il segreto dellagioia piena, quella che scalda il cuoreveramente. E’ la presenza di Gesù inquella festa. Che sia una belle festa,ma con Gesù! Non con lo spirito delmondo, no! Questo si sente, quando ilSignore è lì.Al tempo stesso, però, è bene che ilvostro matrimonio sia sobrio e facciarisaltare ciò che è veramenteimportante. Alcuni sono piùpreoccupati dei segni esteriori, delbanchetto, delle fotografie, dei vestitie dei fiori... Sono cose importanti inuna festa, ma solo se sono capaci diindicare il vero motivo della vostragioia: la benedizione del Signore sulvostro amore. Fate in modo che, comeil vino di Cana, i segni esteriori dellavostra festa rivelino la presenza delSignore e ricordino a voi e a tuttil’origine e il motivo della vostra gioia.Ma c’è qualcosa che tu hai detto eche voglio prendere al volo, perchénon voglio lasciarla passare. Ilmatrimonio è anche un lavoro di tuttii giorni, potrei dire un lavoroartigianale, un lavoro di oreficeria,perché il marito ha il compito di farepiù donna la moglie e la moglie ha ilcompito di fare più uomo il marito.Crescere anche in umanità, comeuomo e come donna. E questo si fatra voi. Questo si chiama crescereinsieme. Questo non viene dall’aria! IlSignore lo benedice, ma viene dallavostre mani, dai vostri atteggiamenti,dal modo di vivere, dal modo diamarvi. Farci crescere! Sempre fare inmodo che l’altro cresca. Lavorare perquesto. E così, non so, penso a te cheun giorno andrai per la strada del tuopaese e la gente dirà: “Ma guardaquella che bella donna, che forte!…”.“Col marito che ha, si capisce!”. Eanche a te: “Guarda quello,com’è!…”.“Con la moglie che ha, sicapisce!”. E’ questo, arrivare a questo:farci crescere insieme, l’uno l’altro. E ifigli avranno questa eredità di averavuto un papà e una mamma chesono cresciuti insieme, facendosi -l’un l’altro - più uomo e più donna!

Non abbiate pauradel «per sempre»

UN SAN VALENTINO CON IL SANTO PADRE.........

Il discorso di Papa Francesco ai fidanzati che si preparano al Matrimonio

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI2 marzo 2014VI

Le conferenze DEL SERRA CLUB

Sant’Agostino da riscoprireL’intervento del Vicario Generale don Ivano Costa

ella sala Fagioli del Vescovado,presenti molte autorità militari ecittadine, tra cui il Presidentedella Provincia Giorgio Kutufà,

don Ivano Costa, Vicario Generale dellaDiocesi ha tenuto una brillante edinteressante conferenza, su una figura trale più autorevoli e conosciute dei Padridella Chiesa dei primi secoli: Agostino diIppona.Vuoi per la vastità delle opere che hascritto, vuoi per le tematiche teologicheaffrontate, dovute alle grandi eresie del Vsecolo in cui ha vissuto, viene spessomolto ricordato e poco studiato, tranneche tra i teologi, naturalmente. Don Ivanoha presentato un tema molto bello qualel’amore nei Sermoni di S. Agostinousando un linguaggio semplice che hafatto riscoprire come a distanza di benquindici secoli siaveramente un autoreassai profondo e chemerita di esserenuovamenteriscoperto.Il Vicario ha esorditodall’affermazioneche gran parte dellariflessione diAgostino sulla caritàsi basasull’interpretazionedel passo diGiovanni: "Dio èamore"(1Gv 4,8).Sorge però la domanda: se Dio èinvisibile, come è possibile affermare cheDio è amore? Così si esprime Agostino:"Quale volto ha l’amore? Quale forma,quale statura, quali piedi, quali mani?Nessuno lo può dire. Esso tuttavia ha deipiedi che conducono alla Chiesa; ha lemani che donano ai poveri; ha gli occhicon i quali si scopre chi è che ha bisogno;ha orecchie a proposito delle quali ilSignore dice: Chi ha orecchie perintendere, intenda". Quindi è attraversol’amore che Dio si rende visibile Ma è

anche vero cheGiovanni affermache "l’amoreproviene daDio"(1Gv4,7).Come siconcilia ciò conl’affermazione cheDio è amore?

Agostino risponde che "l’amore è Dio eproviene da Dio perché è lo SpiritoSanto". L’amore poi è una esperienzacontinua di crescita spirituale, per la qualenoi riceviamo sempre piùabbondantemente il dono dello Spirito.Questi ci libera dai desideri puramentecarnali e spirituali che con ingenuità eignoranza noi identifichiamo con il nostrobene e la nostra felicità. Lo Spirito Santo ciapre invece ad un amore spirituale che è ilnostro vero bene e rende presente Dio innoi. Dio infatti già dimora in noi perché

Egli ci ha amato per primo e noi possiamoamare perché già amati da Lui, anchequando eravamo peccatori.L’amore di Dio quindi, solo se lovogliamo, è subito disponibile per noi. Inquesto modo Agostino potrà affermare :"Avoi vien fatto l’elogio della carità; e se essavi piace: abbiatela, possedetela; non ènecessario che facciate un furto aqualcuno, e non è necessario che pensiatedi comprarla. Essa è gratuita. Tenetela,abbracciatela: niente è più dolce di essa”. Ilprezzo per acquistare la carità sarà soloquello di aprire tutto il nostro cuore a Dioe attraverso le opere di bene lo rendiamovisibile e presente tra noi. Questo dono ègratuito e pertanto, quanto più lofacciamo crescere in noi, tanto piùdiventiamo capaci d’amore e dunque trovail senso più pieno, la famosa espressionedi Agostino: “Ama e fai quello che vuoi”.

Monica Cuzzocrea

N

ella giornata dellaCandelora, che perl’Arciconfranternitadella Purificazione è

giornata di grande festa, sonostate restituite alla lorobellezza originaria, ecollocate nell’atrio dellaChiesa dell’Annunziata, exdei Greci che era statadanneggiata dalla secondaGuerra Mondiale, le statuedell’Innocenza e dellaMansuetudine.Queste statue fin dallacostruzione della Chiesa cherisale al 1705, erano collocatesulla lunetta della facciata

N

della Chiesa, ma dopo ildanno bellico subito eranostate lasciate abbandonatenel cimitero dellaPurificazione. Il Magistratodell’Arciconfraternita, PaoloLugetti, dopo aver sostenuto

e sollecitato gli interventi peril recupero e laristrutturazione esterna dellaChiesa, terminata nel 2011 edopo aver fatto collocaresulla facciata delle copiedelle statue di resina e

marmo, che le rende piùleggere, si è adoperato conl’accordo dellaSovraintendenza delle Bellearti, affinché, quellebellissime statueabbandonate per anni,potessero, dopo un adeguatorestauro tornare ad essereammirate. Il costo delrestauro si aggira suiventimila euro, ed è statosostenuto completamentedall’Arciconfraternita.Naturalmente la collocazioneoriginaria non poteva piùessere presa inconsiderazione perchéessendo di marmo, la lunettaper il minore spaziod’appoggio, non potevasostenerle in sicurezza.Pertanto la soluzione è stataquella di sistemarlenell’atrio, ai lati dell’ingressodella Chiesa. S. E. MonsignorSimone Giusti, durante lacerimonia della Candelora,ha benedetto le statue checon la loro maestosità egrazia, aiutano il fedele e ilvisitatore a raccogliersi inmeditazione e preghiera.

Mo.C.

L’innocenzae la mansuetudine

ei personaggi, più una voce fuoricampo, interagiscono tra loro su un

palcoscenico dalla atmosfera algida,arredato da una sola panchina e duebidoni chimici, usando le consuetedinamiche di una commedia non la-sciando intuire chi sono in realtà. So-no degli embrioni congelati che at-tendono una fantomatica liberazionee nel corso della commedia farannodi tutto per ottenerla, ciascuno a suomodo.Con questa piece teatrale scritta dalnoto giornalista di Avvenire MimmoMuolo e interpretata magistralmenteda un gruppo di attori pugliesi chehanno al loro attivo numerose com-medie rappresentate nei teatri di tuttaItalia con la regia di Gianfranco Mi-gliorelli è stato affrontato il delicatis-simo tema della fecondazione assisti-ta che da oggetto di scontro di opi-nioni è diventato invece materia diconfronto e riflessione al di là di ogniideologia. Infatti il giornalista Muolodurante il dibattito con il folto pub-blico presente in sala, tra cui moltegiovani coppie, alla fine della rappre-sentazione, ha motivato la scelta dellinguaggio dell’arte per poter parlarea tutti. Da una parte è stato voluta-mente scelto il linguaggio dell’uomodella strada, facendo leva sui toni del-l’ironia e del serrato confronto dialet-tico, con momenti anche drammatici,ma comunque più vicini alla comme-dia brillante che alla tragedia. Dall’al-tra, la finzione scenica, ha invertito ilpunto di osservazione, attribuendopensieri, sentimenti e volontà a que-sti “embrioni congelati”.Pertanto non ci troviamo ad idealiz-zare il bene da una parte e il male dal-l’altro, perché i personaggi che vengo-no rappresentati non sono altro chela riproposizione di archetipi umanie così pure il tema della difesa dellavita in ogni situazione è parte inte-grante del bene comune e dietro laquestione della fecondazione assisti-ta c’è la grande piaga di un gran girodi denaro.E’ stato questo un esperimento moltofelice e positivo voluto dal Movimen-to per la Vita e sostenuto dalle Aggre-gazioni Laicali della Diocesi di Livor-no cui dare seguito se, come ha dettoil vescovo Giusti congratulandosi congli attori e Muolo, vogliamo che laChiesa torni a parlare a tutti e a farsicapire con quel linguaggio universale,quale quello dell’arte in tutte le sueespressioni che durante i secoli ha la-sciato tracce indelebili e ha cammina-to a fianco dell’uomo non per indot-trinarlo ma per renderlo più uomoperché creato ad immagine e somi-glianza di Dio.

Monica Cuzzocrea

S

Bene comune:un impegno in difesa della vita

Restituite nella loro bellezza

le statuedell’Arciconfraternita

della Purificazioneadesso nell’atrio

della chiesa di via della Madonna

La commedia teatralepromossa dalleAggregazioni Laicali

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI2 marzo 2014 VII

MA

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Nell

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di

■ L’APPROFONDIMENTO STORICO a cura di don Luca Bernardo Giustarini

Josè Maria Escrivà ospite al SantuarioIl santo

fondatoredell’Opus Deicelebrò Messa a Montenero

osemaría Escrivà erasecondogenito di seifigli. Il padre José,mercante di tessuti, ela madre Dolores,

casalinga, impartironouna vivida educazionecristiana ai loro figli. Laloro vita fu costellata dauna serie di disgrazie: adue anni Josemaría fusul punto di morire acausa di un’infezione edal 1910 in avanti tredelle sue sorellemorirono una dopol’altra. Nel 1915 lafamiglia si trasferì perseguire l’attivitàlavorativa del padre Josénella cittadina diLogroño ma il padreperse poi il lavoro edopo poco si ammalògravemente. Fu qui cheJosemaría ebbe i primirichiami vocazionali.Fra i 15 e i 16 anniJosemaría decise di farsisacerdote. «Aconvincermi fu un

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dettaglioapparentementeinsignificante: ungiorno d’inverno del1918 mi cadde losguardo sulle orme chedue piedi scalzi avevanolasciato nella neve.Capii che erano leimpronte di uno deifrati carmelitani dapoco giunti in città».Nel 1918 iniziò gli studiecclesiastici nelSeminario di Logroño, edal 1920 li proseguì nelSeminario SanFrancesco da Paola, aSaragozza, dove dal1922 svolse mansioni

di «Superiore».Nel 1923 iniziò gli studidi legge nell’Universitàdi Saragozza, con ilpermesso dell’autoritàecclesiastica, senza checiò ostacolasse gli studiteologici. Ricevette ildiaconato il 20dicembre 1924, e fuordinato sacerdote il 28marzo 1925. Il 2ottobre 1928 Escriváfondò l’Opus Dei. Il 14febbraio 1930 iniziòl’apostolato dell’OpusDei con le donne. Siapriva così quella chealcuni vedono comeuna «nuova via» per la

Chiesa cattolica,finalizzata apromuovere, frapersone di ogni cetosociale, la ricerca dellasantità e l’eserciziodell’apostolatoattraverso la«santificazione» dellavoro. Il 14 febbraio1943 fondò la Societàsacerdotale della SantaCroce,inseparabilmente unitaall’Opus Dei, che, oltrea permetterel’ordinazionesacerdotale di membrilaici dell’Opus Dei e laloro incardinazione al

servizio dell’Opera,avrebbe più tardiconsentito pure aisacerdoti incardinatinelle diocesi dicondividere laspiritualità e l’asceticadell’Opus Dei, cercandola santità nell’eserciziodei doveri ministeriali,pur restando alleesclusive dipendenzedel rispettivo ordinariodiocesano Nel 1946 sitrasferì a Roma, doverimase fino alla morte.Da Roma stimolò eguidò la diffusionedell’Opus Dei in tutto ilmondo, prodigandosiper dare agli uomini ealle donne dell’Operauna solida formazionedottrinale, ascetica eapostolica. Alla mortedi Escrivá l’Opus Deicontava più di 60.000membri, di 80nazionalità. JosemaríaEscrivá morì il 26giugno 1975.GiovanniPaolo II, che haproceduto allacanonizzazione il 6ottobre 2002.Il 15 settembre 1955 ilfondatore dell’OpusDei ha celebrato laSanta Messa all’Altaredella Madonna diMontenero.

LA SECONDA TRASLAZIONE DELLA MADONNA DI MONTENERO IN CITTÀ

Avvenne dal 7al 9 aprile 1646l 5 aprile 1642, giorno di Pasqua,nell’ora della predica, alla quale eraintervenuto pure il Granduca Ferdinando II, un forte terremoto, senza

però gravi danni, fu udito a Livorno; ed è il primo di cui si troviparticolare menzione. Quattro anni dopo, il 5 aprile 1646, non solonello stesso giorno del precedente, ma anche nella stessa ora di vespro,preceduto da un cupo rombo, venne uno dei più terribili e violentiterremoti, da avere ognuno, da principio, la sensazione che Livorno fossedel tutto sprofondata. Una torre dell’antico porto pisano, presso ilMarzocco, troncata a metà, ogni edificio lesionato. Per i primi restauri cifu bisogno di centinaia di catene di ferro. Nello stesso momento si ebbeanche uno spaventoso maremoto. Allora i Livornesi uscirono per lestrade invocando la loro Patrona.Il 7 aprile 1646 i Padri Gesuati portarono nella Collegiata (attualeDuomo) l’immagine della Madonna di Montenero. Fu in questaoccasione che si fece il voto di offrire il Sabato in Albis 6 libre di cera e laSocietà degli operai livornesi eresse a proprie spese degli altari in marmonel Santuario.

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La storia del campaniledel Santuario di Montenero

25 SANTI E 12 BEATINELLE FONDAMENTA

l campanile di Montenero fu costruito verso la metà delsec. XVII, era tozzo e basso con due campanucce diappena 588 libre. I Vallombrosani decisero dicompletare il campanile con l’innalzamento delle

attuali quattro arcate e con la cupola. L’economo delmonastero don Ilario Moldetti raccolse i fondi necessari edal 5 giugno al 31 ottobre 1820 si innalzò il campanilecon la cupola- il 15 giugno 1893 essendo statadanneggiata la cupola da un fulmine si ridusse lasommità a terrazza.In ciascuno dei quattro piloni, sui quali poggiano learmature delle campane, furono messe, in tubi di piombosigillati, le reliquie dei seguenti Santi: S.Benedetto,S.Giovanni Gualberto, i 10 Beati di Vallombrosa, S.PietroIgneo, S.Atto, S.Bernardo degli Uberti, S.Mauro, S.Placido,S.Torello, Beato Benedetto da Cerreto e Beato Leone Abate,S.Scolastica, S.Elisabetta, S.Geltrude, S.Umiltà, S.Verdiana,gli Apostoli S.Bartolomeo, S.Filippo, S.Giacomo,S.Simone, S.Tommaso; S.Giovanni Battista e S.LorenzoMartire, i SS.Sette Fondatori, S.Francesco d’Assisi,S.Domenico, S.Caterina de Ricci, S.Giulia, S.Vigilia.Terminato il campanile vennero commissionate le trenuove grandi campane a Sante Gualandi da Prato il qualeil 16 gennaio 1821 fuse le campane che consegnò il 31dello stesso mese.Il 5 febbraio le campane vennero consacrate dal PadreAbate Goretti con grande concorso di popolo e il giornodopo vennero collocate nel campanile. Il primo doppiovenne suonato dai monaci e poi dai monteneresi che lesuonarono ininterrottamente fino alle ore 20,30.L’anno dopo vennero fuse, sempre dal Gualandi, altre trecampane di cui una fu messa nel Camposanto diMontenero. E così Montenero ebbe il suo concerto di 5campane.

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI2 marzo 2014VIII