la settimana n. 34 del 8 settembre 2013

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laSettimana SETTIMANALE DI INFORMAZIONE DELLA DIOCESI DI ADRIA-ROVIGO Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1 NE/RO Anno CXIII - N. 34 - Una copia 1,10 - Domenica 8 settembre 2013 - (Esce il giovedì) Corsi di Laurea A. A. 2013 - 2014 l’università completa il tuo curriculum Corsi di Laurea A. A. 2013 - 2014 l’università completa il tuo curriculum Forniture per pesche di beneficenza A Fontaniva da molti anni, l’azienda F.lli Fabian, con la nuova sede appositamente ideata, ha saputo evolvere la propria organizzazione per soddisfare al meglio la clientela operante nel mondo delle festività e delle manifestazioni che valorizzano il territorio e le tradizioni. Con una vastissima gamma di prodotti, prezzi imbattibili e un eccellente servizio pre e post vendita. Il personale dinamico e qualificato, saprà interpretare ogni richiesta con professionalità e spirito di innovazione. F.lli Fabian s.a.s. Via della Meccanica 3 - 35014 Fontaniva (PD) - Tel. 049.5940533 - Fax 049.5940994 - E-mail: [email protected] - [email protected] Borca di Cadore Il Vescovo con i sacerdoti alla seconda settimana residenziale del clero Testimonianze nell’Anno della Fede Intervista a mons. Gaetano Bonicelli pag. 13 Maria Bolognesi Beata Servizi alle pag. 9 - 10 - 11 - 12 La comunità diocesana - vescovo sacerdoti e fedeli - esultano nella gratitudine per questo dono straordinario

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Page 1: La Settimana n. 34 del 8 settembre 2013

la SettimanaSETTIMANALE DI INFORMAZIONE DELLA DIOCESI DI ADRIA-ROVIGO

Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1 NE/RO Anno CXIII - N. 34 - Una copia € 1,10 - Domenica 8 settembre 2013 - (Esce il giovedì)

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ideata, ha saputo evolvere la propria organizzazione per soddisfare al meglio la

clientela operante nel mondo delle festività e delle manifestazioni che valorizzano il

territorio e le tradizioni. Con una vastissima gamma di prodotti, prezzi imbattibili e

un eccellente servizio pre e post vendita. Il personale dinamico e qualificato, saprà

interpretare ogni richiesta con professionalità e spirito di innovazione.

F.lli Fabian s.a.s.Via della Meccanica 3 - 35014 Fontaniva (PD) - Tel. 049.5940533 - Fax 049.5940994 - E-mail: [email protected] - [email protected]

Borca di Cadore

Il Vescovo con i sacerdoti alla seconda settimana residenziale del clero

Testimonianzenell’Annodella Fede

Intervistaa mons. Gaetano Bonicelli

pag. 13

Maria Bolognesi Beata

Servizi alle pag. 9 - 10 - 11 - 12

La comunità diocesana - vescovo sacerdoti e fedeli -

esultano nella gratitudineper questo dono

straordinario

Page 2: La Settimana n. 34 del 8 settembre 2013

Una festa di tutti quella dell’8 settembre, che invita alla preghiera per adorare Dio nei suoi arcani disegni e che ci accosta alla realizzazio-ne della redenzione, facendo-ci stupire con la nascita della “Donna” che ne sarebbe dive-nuta la Mamma del Signore!

La vicinanza del Santuario di Nostra Signora del Pilastrello, dalle mie par-ti, ha congiunto tutti i motivi teologici ed antropologici con la festa.

Il nascere è di per se festa. Il card. Tonini tante volte ci ha ricordato che la Mamma gli diceva: “quando sei nato , tuo padre ed io abbiamo fatto festa, perché da Dio ti abbia-mo avuto in dono”!

E in questa scia compren-diamo la festa dell’umanità cristiana per questa nascita.

I motivi più profondi ve-nivano riscoperti da ognuno nel proprio animo, perché questa nascita è aurora di speranza per la salvezza che il Figlio di Maria avrebbe tolto la maledizione, donato ogni

benedizione e donato la vita eterna all’intera Umanità.

Mi ha sempre sorpreso

come nei nostri paesi si face-va precedere al pellegrinag-gio al Santuario di Lendinara, le celebrazioni e le preghiere in parrocchia!

Quasi da tutti si interrom-peva il lavoro per darsi poi la possibilità a raggiungere il Santuario, compiere le pro-prie devozione, spendere il resto della giornata in sereni-tà festaiola.

Comitive intere facevano del recarsi al Santuario un pellegrinaggio a piedi, re-citando preghiere e poi nel ritorno crescere nel clima di

amicizia.Al Santuario, e nelle co-

munità, la grande affluenza di fedeli e di devoti era occasione per rinnovare, approfonden-do la catechesi sulla divina Maternità di Maria e rinnova-re la nostra fede sul disegno salvifico del Padre e, farlo di-venire vita buona di Vangelo.

Fede e vita in un intreccio che rendeva l’esistenza uma-na serena ,lieta, operosa ed impegnata, perché a tutti non mancassero la ragioni per fe-steggiare e vivere.

Insomma non una festa fatta sulla tradizione, ma sul-le ragioni teologiche che ci coinvolgevano nel disegno e nel piano di Salvezza di Dio e che rendevano salvati, che gioivano del dono ricevuto.

Anche a mensa, pur nel “desco poveretto, si espri-mevano i motivi grandi della festa.

La nascita di Colei che Dio aveva scelto a Madre del Cristo, non poteva che esse-re motivo di serenità e gioia, ma pure di fede per poter con ragione elevare la preghiera riconoscente per quella mi-sericordia che ci donava per mezzo di Maria.

La Liturgia del Vespero canta: “La tua nascita o Maria è annuncio di gioiosa spe-ranza, perché è l’aurora del sorgere del sole di Giustizia Gesù Dio nostro, che ci toglie la maledizione e ci dona la benedizione e ci dona la vita senza fine”.

Gianni Azzi

2 la Settimana domenica 2 settembre 2013comunità

La Parola... famiglia, giovani e poveriSiccome mol-

ta gente andava con lui, Gesù si voltò e disse: «Se uno viene a me e non odia suo pa-dre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorel-le e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Chi non porta la propria croce e non viene dietro di me, non può essere mio discepolo. Chi di voi, volendo costruire una torre, non si siede prima a calcolarne la spesa, se ha i mezzi per portarla a compimento? Per evitare che, se getta le fondamenta e non può finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro. Così chiunque di voi non rinunzia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo.

Una pagina a dir poco sconvolgente. Rovescia il buon senso ancor prima che i comandamenti (l’odio anziché l’onore per i familiari); le priorità della saggezza e delle risorse umane (costruire, calcolare, compie-re, finire, esaminare, spesa, mezzi, lavoro) vengono smentite con una rinunzia totale.

Si apre alle forze giovani e coraggiose un cammino vocazionale libero da ogni vincolo che non sia Gesù (“se uno viene a me”), per una sequela di servizio eroico (“portare la propria croce”), umile (“dietro di me per essere mio discepolo”) e povero (“rinunzia a tutti i propri averi”).

Non è cosa da poco diventare discepoli del Signore. Occorre ponderatezza, deter-minazione, coerenza. E’ una sequela che domanda distacco da tutto, nel senso che solo Cristo è l’assoluto. Ogni altro legame, per doveroso che rimanga, va considerato e vissuto in lui.

Va premessa una esegesi perché il testo è fuori di ogni immediata comprensione. Due condizioni per essere discepoli. a) “Odiare” quelli di casa propria è attestato

solo in Luca, amante delle formulazioni ra-dicali. Per sé è un ebraismo che esprime il contrario di “amare”. La versione più cor-retta è: “chi non mi preferisce a..., non mi ama più di...”. Le due formulazioni, casa e vita, illustrano la priorità della sequela alla quale non vanno posti valori alternativi; b) “Portare la croce e seguirlo”. I due detti sono collegati da Luca: all’indomani della Pasqua, seguire lui significa seguirlo nella morte e nella risurrezione. Una dinamica di fede sempre da scoprire. “Portare la croce” non è infatti rassegnazione, ma cre-ativa realizzazione della propria persona alla sequela che introduce alla vita nuova:

al festino mes-sianico, dove si entra per la “porta stretta”.

O g n u n o possiede espe-rienze che lo hanno fatto ri-flettere e lo ac-

costano a questa logica evangelica. L’unico necessario: una sacca povera, capace di contenere quanto è essenziale per vivere, un tozzo di pane e parole che restano nel tempo. Queste le cose che appartengo-no all’uomo libero, allenato a inseguire la scoperta di sé e ad accogliere la ricerca dell’altro. Può essere l’esperienza bella e gioiosa di giovani che vivono un campo estivo sotto la tenda, un pellegrinaggio o qualche giorno di turismo a una stella. Gli spazi entro i quali ci si muove nel quotidia-no scorrere dei giorni, dopo una breve so-spensione, dopo un frattempo di distacco, dopo una temporanea assenza, appaiono diversi e nuovamente attraenti. Il tempo scelto per prendere momentaneo distacco dall’ordinario e da tutti quegli spazi zep-pi di affetti, di riferimenti, di memorie, di legami, di simboli, di nostalgie, di oggetti, di frequentazioni, diventa finalmente op-portunità per ridare giusto valore, signi-ficato e peso a ciascuna cosa e a ciascuna abitudine.

Svuotando la sacca che ci si era porta-ti appresso, nel timore di non avere quelle cose che si ritenevano essenziali per soprav-vivere al distacco e alla lontananza, la si ri-trova carica, spesso eccessivamente colma, di cose e legami superflui, non essenziali.

Sono poche le cose che servono dav-vero a chi parte. L’uomo è essenzialmente un viandante “costretto” a misurarsi con la verità di sé. Se poi nel cammino si incontra con Cristo è costretto a misurarsi con lui, la Via, la Verità e la Vita.

Don Dante

XXIII Domenica del Tempo Ordinario - C

DiscepoloLuca 14, 25-33

Una del-le Proposizioni del Sinodo dei Vescovi sulla nuova evangeliz-zazioni riguarda la famiglia (n. 48) su un orizzonte vasto, ma il tema della vita è domi-nante: “Istituita dal sacramento del matrimonio, la famiglia cristia-na, come Chiesa domestica, è il luogo specifico e il primo sog-getto nella trasmissione della vita e dell’amore, nella trasmis-sione della fede e della forma-zione della persona umana secondo i valori del Vangelo... E’ necessario educare le perso-ne a vivere la sessualità umana in modo rispettoso dell’antro-pologia cristiana, sia prima del matrimonio sia nel matrimo-nio”. Lapidaria la posizione dei vescovi: “Non si esce da questa fase critica generando meno figli o peggio ancora soffocando la vita con l’aborto, bensì facendo forza sulla veri-tà della persona umana, sulla logica della gratuità e sul dono grande e unico del trasmettere la vita, proprio in una situazio-ne di crisi”.

Nel messaggio per la 46ª Giornata mondiale della pace, Benedetto XVI si è chiesto come si può pensare di realizzare la pace, lo sviluppo integrale dei popoli o la stessa salvaguardia dell’ambiente “senza che sia tutelato il diritto alla vita dei più deboli, a cominciare dai nascituri? Nemmeno è giusto codificare in maniera subdola falsi diritti o arbitrii che, ba-sati su una visione riduttiva e relativistica dell’essere umano e sull’abile utilizzo di espres-sioni ambigue, volte a favori-re un preteso diritto all’aborto e all’eutanasia, minacciano il diritto fondamentale alla vita”. Di qui, il diritto all’uso dell’obiezione di coscienza nei confronti di leggi e misure governative che attentano alla dignità umana, come l’aborto e l’eutanasia.

Nel 2011 gli aborti sono sta-ti 109.538 (meno 5,6% rispetto al 2010): 73.812 gli aborti di italiane, 7.240 gli aborti chimici con la RU486 (il 6% del totale). Il Movimento per la vita conte-sta questi ultimi dati. Se ogni anno vengono vendute circa 380 mila scatole di pillole del giorno dopo, sarebbero alme-no 60-70 mila le interruzioni di gravidanza che sfuggono alle statistiche ufficiali. Gli aborti clandestini sono stimati in 15 mila, con modelli matematici non verificabili.

Il numero complessivo di aborti, pari a oltre 9.000 al mese, è paragonabile alla po-polazione di una città come il nucleo urbano di Bologna. Il “tasso di abortività” (numero

di aborti per mille donne in età fe-conda tra i 15 e i 49 anni), è pari al 7,8 per mille, con un decremento del 5,3% rispetto al 2010.

Un aborto su tre è di una immi-grata. E’ in crescita la quota di aborti di non italiane, che raggiunge nel

2011 il 34,2% del totale.Le ragioni sono la condizio-

ne più svantaggiata, l’assenza di una rete familiare di soste-gno, delega dei maschi all’au-todeterminazione femminile, la cultura del paese di origine, la mancata valorizzazione dei servizi primari di prevenzione, scarsa attenzione per la colla-borazione col privato sociale, insufficiente attivazione delle reti di sostegno per la materni-tà, carente informazione sul di-ritto a partorire in anonimato, poco investimento sull’educa-zione della sessualità e dell’af-fettività, non promozione del-la procreazione responsabile, incentivo diseducativo della legge (ciò che è permesso è moralmente lecito), privilegio della tecnica sulla formazione della coscienza.

Stabile, nel tempo, il dato sul secondo aborto: 27,2%. E’ più basso tra le italiane (21,6%) rispetto alle straniere (38%). Dal 5 giugno 1978 ad oggi in Italia gli aborti sono stati 5.329.703: una quantità che non può far piacere nemmeno all’abortista più convinto. I volontari degli oltre 300 Centri di aiuto alla vita nel 2010-2011 hanno ac-compagnato la nascita di oltre 20 mila bambini, assistendo cir-ca 28 mila gestanti ed entrando in contatto con oltre 40 mila donne.

Sono due gli interventi più urgenti: la riforma dell’art. 1 del Codice Civile, stabilendo con chiarezza che i consultori familiari non sono una tappa nel percorso già deciso di inter-ruzione della gravidanza, ma un centro di assistenza alla vita per le donne e di sostegno alla maternità.. La legge dunque viene male interpretata se ha ridotto i consultori a strutture obbligate a rilasciare il docu-mento autorizzativo all’aborto. Chi intende abortire dovrebbe rivolgersi al medico dell’ospe-dale dopo un’autocertificazio-ne attestante che si è rivolta ad un consultorio, passaggio obbligatorio che restituisca ad ogni donna anche il diritto di non abortire mediante l’acco-glienza, l’ascolto, l’informazio-ne, l’aiuto a rimuovere le cause che hanno portato al tragico bivio. Il consultorio potrebbe essere un utile strumento di prevenzione post-concezionale oltre che pre-concezionale.

d. Dante Bellinati

Anno della Fede

Evangelizzarela vita

Anno della Fede

6

Per la nostra Diocesi e per i nostri preti:la testimonianza evangelica della Beata Maria Bolognesici sostenga tutti a vivere l’Anno della fedecome occasione di impegno personaleper essere umili, semplici, sobri, miti, poveri, preghiamo.

14 SETTEMBRE - ESALTAZIONE DELLA SANTA CROCE

Per i vescovi e i presbiteri,associati al sacerdozio ministeriale di Cristo,perché in questo Anno della fedeattingano dalla Croce energie nuoveper l’annuncio del Vangelo, preghiamo.

8 settembre 2013

Nomine tra il CleroAvendo Don Vincenzo Cerutti, per motivi di salute,

rinunciato alla parrocchia di Granzette per dedicarsi uni-camente alla parrocchia di Boara Polesine, Mons. Vescovo ha chiamato a succedergli LOVATO Don ANDREA, che assumerà così l’incarico di Arciprete di Concadirame e Parroco di Granzette, lasciando il servizio di Segretario del Vescovo.

Domenica 8 settembre: Ore 10.30 - Artegna (Udine): celebra la S. Messa per il 50° anniver-sario dell’Ordinazione presbiterale, nel paese in cui ha svolto il suo ministero nei primi 11 anni di sacerdozio.Martedì 10 settembre: Ore 10.00 - Adria, Centro Giovanile della Cattedrale: incontra i sacerdoti del Vicariato di Adria-Ariano.Mercoledì 11 settembre: Ore 10.00 - Rovigo,

Centro Giovanile “Don Bosco”: incontra i sacerdoti del Vicariato Urbano di Rovigo. Ore 17.00 - Villadose, Casa Canonica: incontra i sacerdoti del Vicariato di Villadose.Giovedì 12 settembre: Ore 10.00 - Lendinara, Convento dei PP. Cappuccini: incontra i i sacerdoti del Vicariato di Lendinara-S. Bellino. Ore 18.00 - Runzi: celebra la S. Messa nella festa del Ss. Nome di Maria.Venerdì 13 settembre: Ore 10.00 - Badia Polesine, Casa Canonica: incontra i sacerdoti del Vicariato di Badia-Trecenta.Sabato 14 settembre: Ore 9.00 - Rovigo, Vescovado: riceve in udienza.Domenica 15 settembre: Ore 10.30 - Rovigo, Centro Mariano: presiede la celebrazione della S. Messa nella festa della B.V. Addolorata.

Attività del Vescovo

8 settembre 2013

La Natività di Maria

Page 3: La Settimana n. 34 del 8 settembre 2013

3la Settimanadomenica 8 settembre 2013 diocesi

Intervista a Mons. Soravito

«Popolo di Dio in missione»Il programma pastorale diocesano per l’anno 2013-2014

“Popolo di Dio in missione”. E’ questo il tema che anima il cammino pastorale della no-stra Chiesa di Adria-Rovigo nel terzo anno post–sinodale 2013-2014, iniziato in questo mese di settembre 2013. Il Si-nodo diocesano si è concluso il 16 ottobre 2011. Attraverso questo evento straordinario la comunità diocesana si è impegnata nella formazione delle famiglie, nell’ educazio-ne dei giovani e nella solida-rietà verso i poveri.

In questi tre anni, che han-no fatto seguito al Sinodo dio-cesano, la comunità cristiana che vive in Adria-Rovigo, se-guendo il cammino indicato dalla Chiesa Italiana, ha cer-cato di guidare i cristiani a vi-vere “la vita buona del Vange-lo”, fissando l’attenzione sui tre “soggetti” fondamentali sopra ricordati: le famiglie, i giovani ed i poveri.

Nel secondo anno post-si-nodale (2012-2013) il cammi-no pastorale è stato arricchito dalle proposte dell’Anno della Fede, che ci ha invitati a risco-prire i contenuti fondamen-tali della fede cristiana, per riscoprire “la gioia di essere amati da Dio” e per ritrovare “l’entusiasmo di comunicare la fede”.

Giunti al terzo anno post-sinodale il Vescovo mons. Lucio Soravito de Franceschi, rivolge alla nostra Chiesa diocesana l’invito a prosegui-re il cammino per un autenti-co rinnovamento della fede e contemporaneamente ci invi-ta ad annunciare la fede con gioia, con fierezza, con entu-siasmo, soprattutto alle persone non credenti, non prati-canti, lontane dalla fede. Ed è proprio con questo cammi-no che la Chiesa di Adria-Rovigo divie-ne “popolo di Dio in Missione”.

Abbiamo rivol-to alcune domande al Vescovo Lucio, affinché ci illustri quelli che saranno i momenti più si-gnificativi di questa nuova esperienza pastorale.

D - Eccellenza, brevemente può spiegarci quello che sarà il Pro-getto pastora-le che ha come tema: “Popolo di Dio in missio-ne”?R - Possiamo

dire che già duran-te i lavori delle due settimane di aggior-namento dei sacer-doti, tenute a Borca di Cadore, si sono poste le basi di que-sto progetto. Si è vo-luto porre al centro della riflessione la missionarietà della Chiesa, cioè la con-sapevolezza che noi siamo “cristiani per il mondo”, siamo per natura “annunciatori dell’amore di Dio”: ce lo ha ricordato anche il Papa Benedetto XVI nella Let-tera Apostolica “Porta Fidei”, con cui ha indetto l’Anno della Fede. Un tema questo che mira ad educare i cristiani a risco-prire la gioia di essere amati

da Dio e a ritrovare l’entusia-smo di comunicare la fede.

D - Possiamo dire che già lo scorso anno la Chiesa diocesana ha vissuto un tempo importante?R - Certamente; lo scor-

so anno la nostra Chiesa si è soffermata sulla riflessione ri-guardante i nuclei fondamen-tali del Credo, e cioè: “Credo in Dio che è Padre”; “Credo in Gesù Cristo morto e risorto per noi”; “Credo nello Spirito Santo che è Signore e dà la vita”.

In questo anno deside-riamo aiutare i cristiani del-la nostra Chiesa diocesana a ritrovare l’ entusiasmo di comunicare il dono della fede e questo non solo con il buon esempio, pur sempre neces-sario, fondamentale, ma an-che attraverso la nostra capa-cità di dire “in chi crediamo” e “perché crediamo”. Stimolati da questo compito, che si fonda sul battesimo, abbiamo volu-to dedicare questo anno ed il prossimo anno a vivere que-sto impegno missionario, a metterci in stato di missione, per diventare concretamente “popolo di Dio in missione”.

D - Cosa comporta tutto questo?R - Significa rinnovare la

nostra fede, per essere anche noi in grado di annunciarla con fierezza, con gioia, con coraggio e con sincerità.

D - Questo invito a chi è rivolto, in modo partico-lare?

R - Questo invito è rivol-to a tutti i cristiani credenti e praticanti: tutti sono chiamati a rendersi coscienti della loro identità missionaria e questo in forza del battesimo, che tutti abbiamo ricevuto, per

essere “profeti” (annunciato-ri), “sacerdoti” (che vivono la vita come dono) e “re” (che collaborano per costruire un mondo più giusto e più so-lidale). Perciò ogni cristiano deve essere in grado di offrire alle persone che incontra sul cammino della vita l’annun-

cio dell’amore di Cristo Ri-sorto. Rendiamoci conto che non è possibile essere dei cri-stiani muti, privati e invisibi-li. Essere “cristiani” vuol dire essere “unti”, cioè consacrati, destinati a un compito di in-

teresse pubblico: rinnovare la società, renderla più giusta, più fraterna, più solidale. Es-sere cristiani significa essere “annunciatori” dell’amore di Dio là dove viviamo la nostra quotidianità.

D - Come maturare questa consapevolezza? Come ri-conoscere che annunciare il Vangelo è una responsa-bilità che riguarda tutti i credenti in Gesù Cristo?R - Per far maturare in tutti

i cristiani questa responsabi-lità nei confronti dell’annun-cio del Vangelo, è necessario aiutarli a riflettere, in questo anno pastorale 2013-2014, sulla “missione” che siamo chiamati a svolgere, in forza del battesimo e della cresima che abbiamo ricevuto.

Allora diventa indispen-sabile la riflessione sulle sche-de che sono state elaborate e stampate, a questo scopo, su un Quaderno che si intitola: “Popolo di Dio in missione”. In queste schede si propongono alcune tracce di riflessione, che riguarda appunto il no-stro impegno missionario, il nostro compito di annunciare l’amore di Dio.

D - Allora da dove ripar-tire?R - E’ necessario rinnova-

re l’entusiasmo dell’esperien-za cristiana; è necessario met-tersi in religioso ascolto della Parola di Dio, riscoprire la gioia di essere amati da Dio, impegnarsi a vivere secondo il Vangelo di Gesù, annun-ciarlo a tutte le persone che incontriamo: in una parola: metterci “in missione”.

D - Eccellenza, può spie-gare meglio questa parola “missione”, così antica e sempre nuova?R - Non si tratta di fare una

“missione al popolo”, dove la gente rimane passiva, capace solo di ascoltare; occorre met-tere “il popolo in missione”, for-mare una comunità cristiana che evangelizza. Non si tratta di chiamare missionari che

vengono da altre realtà, ma di promuovere un’esperienza di missione che vede coinvolti attivamente tutti i fedeli cri-stiani e praticanti.

Si tratta di promuove-re una autentica pastorale missionaria che permane nel tempo, dando valore a quanto già esiste di bello, di buono, di giusto nelle nostre comunità.

Si tratta di dare un impul-so nuovo alla evangelizza-zione dei non praticanti e dei non credenti. Si tratta di dare vita ad una straordinaria evangelizzazione del nostro Polesine, che veda la parteci-pazione attiva di tutti i fedeli praticanti.

D - L’annuncio consiste nel narrare l’amore di Dio verso ognuno di noi?R - Certamente: è dire

ad ogni fratello che Dio ama ognuno di noi personalmen-te, che Cristo è morto per ognuno di noi, per la nostra salvezza; è dire che lui è “la Via, la Verità, la Vita”.

D - Questa esperienza pa-storale di missione richie-de la presenza di persone formate, in grado di svol-gere bene questo sevizio?R - Questa “missione”

chiede a tutti fedeli creden-ti e praticanti di riscoprire il messaggio cristiano, di ap-profondirlo e di annunciare la propria esperienza di fede, di essere “annunciatori di gioia e di speranza”. E’ importante

che i cristiani diventino de-gli “evangelizzatori”, persone credenti disponibili a condi-videre la propria esperienza di fede con credenti e non credenti.

D - I cristiani come devo-no portare il messaggio della “missione”?R - E’ necessario che le

persone credenti e pratican-ti mettano innanzitutto al primo posto le persone che incontrano; e poi occorre che siano disponibili all’incon-tro, al confronto e al dialo-go con tutti, credenti e non credenti, anche con i fratelli e le sorelle che provengono da paesi diversi dal nostro. Poi è necessario che condivi-dano i loro problemi, le loro attese, le loro speranze e co-munichino come la fede cri-stiana li aiuta ad affrontarli.

E a questo punto è im-portante che essi annuncino chi è Colui che li sostiene e li guida nel cammino della vita: GESU’ CRISTO. E’ im-portante che manifestino la loro fede convinta e gioiosa IN Cristo.

La missione diocesana ci chiama a “passare” di casa in casa, da famiglia in famiglia, da persona a persona, per far giungere a tutti, ma proprio a tutti, il grande dono della fede nel nostro Signore Gesù, che vive in mezzo a noi e che dà un senso pieno e un futu-ro gioioso anche alla nostra vita.

a cura di Settimio Rigolin

Conferenza Episcopale Triveneto

Nominato Mons. ParolinSegretario di Statodi Papa Francesco

Gli auguri di “fecondità ecclesiale” e l’”affetto collegiale” del Patriarca Moraglia

e dei Vescovi del NordestIl Presidente

della Conferenza Episcopale del Triveneto e Pa-triarca di Venezia mons. Francesco Moraglia ha in-viato il seguente telegramma di felicitazioni al vicentino mons. Pietro Parolin, appena nomina-to nuovo Segre-tario di Stato da Papa Francesco: “A nome del-la Conferenza Episcopale del Triveneto, della Chiesa veneziana e di tutte le Chiese del Triveneto formulo a Vostra Eccellenza il più cordiale augurio per la fecondità ecclesiale dell’alto ministero a cui L’ha chiamata la fiducia del Santo Padre. Assieme alla preghiera assicuro i senti-menti dell’affetto collegiale dei Vescovi della Sua regione d’origine”.

Radio Kolbe91.2 e 94.5

Page 4: La Settimana n. 34 del 8 settembre 2013

4 la Settimana domenica 8 settembre 2013polesine

Direttore responsabileBRUNO CAPPATO

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amminisTrazione e pubbliCiTà: via Sichirollo, 74, 45100 Rovigo; conto cor-rente postale n.6253430 - tel. 0425.34534 - Tariffe: Pubblicità com-merciale a modulo (mm. 43,5x40) BN E 14; Colori E 28; Economici E 0,16aparola.Finanziari,legali,sentenze,ecceteraE 0,31 per mm. per col. Anniversari: E 0,31 per mm. per col. Manchettes in prima pagina E 50 cadauna; in ultima pagina E 35 cadauna. speDizione: Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale-D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB Rovigo. La Testata La Settimana fruisce dei contributi statali diretti di cui alla Legge 7 agosto 1990, n. 250.

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UnIoneSTAMPAPERIoDICAITALIANA

FedeRazIoneITalIanaSETTIMANALI CATToLICI

Da qualche tempo la Regione Veneto è impegnata nell’esame delle schede ospe-daliere al fine pervenire ad un piano sociosanitario innovati-vo rispetto a quello in vigore. Per questo la Sanità Regionale sta vivendo un momento cri-tico importante nel quale sono concentrate le maggiori atten-zioni volte a migliorare le pre-stazioni ed i servizi al cittadino. In questo quadro s’inserisce la visita compiuta la settimana scorsa dal Presidente della V^ Commissione Regionale dott. Leonardo Padrin alla struttura ospedaliera di Adria. Ringraziando per l’accoglien-za riservatagli, l’esponente regionale ha ribadito l’impor-tanza del rapporto diretto con le realtà operanti nel territorio entrando subito, com’è suo co-stume, nel concreto.

Portare la Sanità vicina alla gente è in sostanza la filoso-fia del Piano Sociosanitario in esame alla Commissione da lui presieduta, ha spiegato. Le schede in approvazione, ha proseguito, dovranno preve-dere cure migliori con risposte adeguate alle singole necessità del paziente che a volte neces-sita di un servizio di assistenza diverso da quello ospedaliero. Le schede in approvazione da-ranno poi ampio spazio alla mobilità dei pazienti per cui, rompendo lo schema rigido fin qui proposto, sarà resa più facile l’accessibilità a strutture

ospedaliere diverse da quelle di appartenenza. Nel contem-po, a fronte di una maggiore autonomia nella gestione con-ferita alla figura del Direttore Generale, il sistema sarà in gra-do di reagire da solo per frena-re e risolvere sul nascere certe situazioni di degrado. Infine Padrin, che in precedenza ave-va incontrato i Primari operan-ti nella struttura ospedaliera

adriese, ha manifestato la sua viva soddisfazione per l’orga-nizzazione interna esprimendo un giudizio positivo sui servizi prestati sul territorio. Ad ac-cogliere il Presidente della V^ Commissione, con il Direttore Generale dott. Pietro Girardi affiancato dai suoi massimi collaboratori, sono intervenuti l’Assessore Regionale Maria Luisa Coppola, la Presidente della Conferenza dei Sindaci prof. Marina Bovolenta, il Sindaco di Adria Barbuiani, gli onorevoli Munerato e Crivellari ed il Consigliere Regionale Graziano Azzalin. L’impressione ricavata dall’in-contro è stata soddisfacente, ha dichiarato la Presidente della Conferenza dei Sindaci prof. Bovolenta nel corso di un breve intervento. Per que-sto, ha concluso, auspichiamo che “gli appunti di viaggio” che il Presidente Padrin sta raccogliendo nell’ambito del lavoro preliminare per il Piano sociosanitario regionale, “ser-vano per ottimizzare la sanità locale” nel territorio del Delta polesano.

Aldo Rondina

“Hanno conservato i va-lori agricoli, il senso etico e la coscienza di appartenere ad una comunità. Oggi si rendono interpreti delle esigenze della collettività del proprio territo-rio, mettendo a disposizione la loro terra”. E’ il commento del presidente della Coldiretti Rovigo, Mauro Giuriolo, inter-venuto domenica scorsa alla festa del campo volo Stella a Fiesso.

La pista per velivoli ul-traleggeri, realizzata dai fra-telli Alessandro e Claudio Mantovani sul terreno agricolo di famiglia, da quest’anno (dal 18 marzo, per la precisione) è stata promossa ad aviosuper-ficie, ossia è stata autorizzata dall’Enac (Ente nazionale per l’aviazione civile) al decollo e atterraggio degli aerei di avia-zione generale, cioè superiori ai due posti.

Ma la festa aveva un ulte-riore motivo, a sfondo tutto sociale, perché l’aviosuperficie Stella, già convenzionata col Reparto volo emergenze della Protezione civile del Veneto, sarà presto a servizio del ter-ritorio comunale. “Il Comune di Fiesso sta per stipulare una convenzione col Reparto volo della Protezione civile - ha annunciato il sindaco fiessese Luigia Modonesi, intervenuta alla festa - con la quale il nostro territorio avrà a disposizione l’aviosuperficie Stella per il supporto nei casi di emergen-za. E’ nostro intento estendere questa innovativa convenzione a tutti i comuni del territorio, con l’unico scopo di tutelare la

nostra gente ed il Polesine”.Il presidente del Reparto

volo emergenze regionale Davide Burei, ha spiegato l’attività innovativa che la Protezione civile sta svilup-pando attraverso la trasmissio-ne d’immagini aeree in tempo reale alla sala operativa, anche attraverso l’impiego dei droni (velivoli senza pilota).

A ricordo della giornata il sindaco ha omaggiato i fratelli Mantovani ed il cofondatore del progetto, Paolo Zambonin, con una targa ed una piccola ef-figie della Madonna di Loreto,

patrona degli aviatori. La bene-dizione di mons. Claudio Gatti, vicario generale della diocesi di Adria-Rovigo, ha suggellato l’impegno.

Per i numerosi partecipanti e le autorità, un pranzo all’han-gar a bordo pista, e poi le esi-bizioni di volo della Protezione civile e delle moto e tante foto ricordo.

Nelle foto, (sotto) il sinda-co Luigia Modonesi consegna la targa a Claudio Mantovani, Paolo Zambonin ed Alessandro Mantovani.

Il Centro Prelievi del Presidio Ospedaliero di Rovigo, sotto la responsabilità del Dipartimento di Patologia clinica, ha un elevato accesso d’utenza che nell’anno 2012 è stata superiore alle 86.000 ac-

cettazioni.Nel novembre 2012, è sta-

to inaugurato nella sua nuova sede posta al 1° piano, corpo A, offrendo all’utenza una ambiente rinnovato, più con-fortevole e con una moderna

gestione dei flussi di lavoro, in un servizio che quotidia-namente vede soddisfare la richiesta di circa 350 persone dal lunedì al venerdì.

Le prestazioni erogabili sabato ed i prefestivi sono in-vece, da diversi anni, disponi-bili solamente previa prenota-zione al CUP (fatta eccezione per i pazienti in terapia orale coagulante e per le richieste urgenti).

Al fine di ridurre i tem-pi di attesa per i prelievi su prenotazione e per andare incontro alla crescente richie-sta dell’utenza dell’ULSS 18, il Dipartimento di Patologia Clinica in accordo con la Direzione Generale, ha messo a disposizione risorse aggiun-tive per incrementare il nu-mero di posti su prenotazio-ne da 22 a 50 per il sabato e i prefestivi con un nuovo orario di accesso dalle 7.00 alle 8.30, confermando l’accesso libero per pazienti in TAO e con ri-chieste urgenti.

Tale incremento della re-cettività sarà attuato dal 14 settembre 2013.

Da settembre 2013, i citta-dini polesani possono porta-re i farmaci inutilizzati, se in buono stato di conservazione, presso le farmacie presen-ti nel territorio dell’Azienda ULSS 18: questi, previa verifi-ca e certificazione da parte dei Farmacisti, verranno ridistri-buiti a chi ne ha bisogno.

L’Azienda ULSS 18, i rap-presentanti delle farmacie pubbliche e private ed eco-ambiente hanno recentemente siglato un protocollo operativo che permetterà di recuperare con semplicità ed efficacia far-maci ancora utilizzabili.

Si tratta del primo progetto sperimentale in Italia a valenza sanitaria, sociale, ed economi-ca, importante anche dal punto di vista ecologico/ambientale. Grazie alle famiglie, ai giovani, agli anziani, che aderiranno al progetto, consegnando le me-dicine che non usano, farmaci ancora in validità, potranno essere utilizzati da chi ne ha necessità.

I cittadini sono pertanto in-vitati a raccogliere medicinali, che tengono in casa ancora in buono stato di conservazio-ne ma inutilizzati, e portarli presso la farmacia di fiducia, I Farmacisti si occuperanno

della validazione e, successi-vamente, l’Azienda Ulss ridi-stribuirà le medicine a coloro che ne hanno bisogno.

In questi giorni materiale informativo (locandine e bro-chure) verrà consegnato pres-so: comuni, ambulatori medi-ci, farmacie e punti sanità del territorio aziendale.

Per richiamare ulterior-mente l’attenzione della citta-dinanza sul progetto, l’Azien-da Ulss ha acquistato spazi

pubblicitari su Radio Birikina e Delta Radio per un totale di dieci spot giornalieri su ogni emittente, per presentare l’ini-ziativa su tutto il territorio rodigino, basso padovano e veronese.

L’iniziativa è promossa da: Azienda ULSS 18, Associazione Titolari di Farmacie, A.S.M (farmacie comunali), Ordine dei Farmacisti, Eco-Ambiente, Conferenza dei Sindaci del Medio Alto Polesine.

Rovigo - Palazzo Nodari

Il Comune invita i giovani laureati a presentare le proprie tesi

Gli elaborati verranno illustrati con un incontro ad hoc nell’ambito dell’Ottobre rodiginoVisto il successo dello scorso anno, il Comune di Rovigo

nell’ambito della programmazione dell’Ottobre rodigino, invita i giovani laureati che desiderassero far conoscere la propria tesi di laurea, a farla avere presso gli uffici dell’assessorato alla Cultura in piazza Garibaldi, 31, entro il 10 settembre.

L’amministrazione sarà ben lieta di presentare gli elaborati pervenuti, organizzando un incontro che verrà inserito nel calendario delle manifestazioni dell’Ottobre rodigino.

Gli uffici dell’assessorato alla Cultura sono disponibili dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 12 e anche nei pomeriggi di martedì e giovedì dalle 15.30 alle 17.30.

Farmaci che non usi? Non buttarli!La tua farmacia di fiducia li recupera.

da settembre 2013Viene promossa nell’alto e nel medio Polesine la raccolta dei farmaci inutilizzati.

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aidike

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E’ la prima esperienza in Italia

Farmaci che non usi? Non buttarli!La tua farmacia di fiducia li recupera

Adria

Visita all’Ulss 19Incontro con il Presidente della va Commissione Padrin

Fiesso Umbertiano

Aviosuperficie Stella: festa per tuttiUn gesto di solidarietà sociale per i fratelli Mantovani

Rovigo - Azienda Ulss 18

Dal 14 settembre aumentala disponibilità del centro prelieviDa 22 a 50 il numero di posti a disposizione per sabato e prefestivi

Page 5: La Settimana n. 34 del 8 settembre 2013

5la Settimanadomenica 8 settembre 2013 polesine

Rovigo S. Maria delle Rose

Don Mario Ferrari festeggia i 30 anni di sacerdozioSabato 14 e domenica 15 settembre

L’11 giugno 1983 S.E. mons. Sartori ordi-nava prete don Mario Ferrari!

La comunità creden-te di S. Maria delle Rose ha celebrato con Don Mario, nella preghiera, il giubileo d’argento. Ora alcuni collaboratori del Parroco hanno pen-sato di festeggiare il suo 30° di sacerdozio, a sette anni dal suo ingresso in S. Maria delle Rose nel quartiere Commenda Est di Rovigo.

La Messa del trentesimo

Domenica prossima 15 settembre, nell’ampia sala che funge da chiesa, alle 10.30 il coro dei giovani animerà l’abituale Eucaristia della domenica, che è anche la più frequentata dal popolo di Dio. Lo annunciano i nume-rose manifesti che presentano il programma della giornata. Dopo la celebrazione il circo-lo parrocchiale Rodon, come è nella sua abitudine offrirà, un momento di convivialità, aperto a tutti.

I doniGli organizzatori hanno

scelto di fare comunitaria-mente alcuni doni e per que-

sto gli offriranno una “casula” preziosa ed un concerto voca-le strumentale.

La CasulaLa veste liturgica ha il

nome che significa “piccola casa” e con essa vi è l’auspicio che nella comune casa di pre-ghiera, Don Mario possa rac-cogliere i 6.800 fedeli di Santa Maria delle Rose, per presie-dere la comune preghiera, nutrirli del pane eucaristico, dare loro le verità di quella fede che Gesù ha portato per la salvezza di tutti.

Infine gli organiz-zatori auspicano anche che tutti i parrocchiani possano sentire il sacer-dote oltre che un prete secondo il cuore di Dio, anche come padre com-prensivo e misericor-dioso.

Il ConcertoAlle ore 21.00 di

sabato 14, sempre in chiesa, vi sarà il concer-to vocale strumentale: “In concerto con Aoidè Ensemble”. Eseguiranno pezzi Eleonora Ranzato, mezzosoprano, Mario Scalabrin, tenore e Monica De Biasi al pianoforte. A presen-tare i numerosi pezzi

in programma sarà Raffaella Marzari Capostagno.

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Raccano

Don Graziano prete da 40 anniSabato 7 settembre

Quarant’anni fa nella solennità della Natività di Maria, cui è dedicata la chiesa, S.E. mons. Giovanni Mocellini, a Raccano or-dinava presbitero don Graziano Secchiero, figlio di Vittorino e di Rizzato Dina. Don Graziano era nato il 18 luglio 1946 e ve-niva battezzato nell’antica pieve di San Bartolomeo Apostolo in Frassinelle.

Il cammino di formazione

La famiglia, la parroc-chia, il seminario diocesa-no sono state le istituzioni che lo hanno formato. In famiglia, con il latte, ha succhiato la fede e la vita di fede, in parrocchia ri-istituita il 7 ottobre 1954 da S.E. mons. G.M. Mazzocco e riconosciuta civilmente il 3 ottobre 1956, sbocciò la sua vocazione al sacerdo-zio ed entrava in Seminario, si impegnava nella animazione del Gruppo dei giovani, dei chieri-chetti e nella ricerca storico archeologica, par-tecipando pure ai convegni “Ravennatensia” e individuando tracce dell’antica “Letiza” ne-gli edifici di una delle fattorie del paese. Nel Seminario diocesano fu docile ed esemplare nel seguire esempi e insegnamenti dei docenti e de-gli educatori.

L’ordinazioneL’8 settembre 1973 ancora una volta la co-

munità, non ancora ventenne, vedeva un suo figlio diventare sacerdote dopo don Michele e don Giancarlo. Fu festa per l’intera comunità credente. Don Graziano era ben voluto ed ama-to non solo dai giovani ma da tantissimi. Il par-roco don Benedetto animò la festa e i sacerdoti offrirono al novello prete il calice e la patena.

I servizi pastoraliDon Luigi Berengan che fu il primo parroco

della ri-costituita parrocchia, lo volle suo cap-pellano a Villanova del Ghebbo, ove non gli fu difficile proseguire il lavoro tra i giovani. Dopo il triennio a Villanova vi fu ancora un trien-nio, a Bergantino con Don Giorgio Pasqualini ed il 1 gennaio 1979 approdava come parroco a Cambio di Villadose. Qui si adoperava per abbellire la chiesa, sistemando il presbiterio, costruendo il porticato arricchendo la chiesa di nuove suppellettili e vesti liturgiche. I sei anni di Cambio volarono in un baleno e il 1 gennaio 1985 fu trasferito a Borsea. Qui arricchì i portali di formelle artistiche e preziose e la facciata del-la chiesa di una suggestiva scultura.

Nei nove anni a Borsea ebbe anche l’occa-sione di vedere tra i suoi figli un grande testi-mone della fede, padre Giuliati, che gli permise di approfondire il discorso sulla testimonianza. Curò in modo particolare la pastorale della

famiglia. Altro impegno pastorale parallelo, svolto con particolare impegno, è stato l’insegnamento della Religione nella scuola di Stato.

Arciprete di CrespinoDal 1 ottobre 1994 è

arciprete di Crespino e il 1 gennaio diveniva pure Vicario Foraneo, per alcu-ni quinquenni. Il venten-nio di Crespino lo trova impegnato ai nuovi mu-tamenti: assume la guida prima, nel 2008 di Selva e San Cassiano e nel 2009 anche quelle di Villanova Marchesana e Canalnovo. Crespino ha pure una Casa di Ricovero oltre la Materna paritaria che ha rinnovato e fatta crescere con il “Nido”, ma si è an-che impegnato per la Sala della Comunità, le aule della Catechesi, il Centro

Sociale.La sua particolare attenzione è stata per la

monumentale chiesa arcipretale di cui ha ripor-tato agli originali splendori, il coro, la sacrestia e il suo altare, la sistemazione del presbiterio se-condo le norme della Sacrosanctum Concilium. Particolare attenzione ha avuto per la Cappella della B.V. del Rosario che ha fornito di vetrate istoriate antiche.

Ciò che lo caratterizza è la sua grande ge-nerosità, che non si manifesta solo negli aiuti materiali, come ad esempio, la signorile siste-mazione ad abitazione delle Suore, nella già casa canonica di San Cassiano, ma soprattutto nell’instancabile partecipazione ed animazione della vita della comunità.

Del Presbiterio diocesano è assiduo parteci-pante agli incontri ed agli impegni. Con i con-fratelli della Vicaria è presente agli incontri del lunedì.

Guardando a volo d’uccello questi otto lu-stri della sua vita sacerdotale, nasce spontanea la riconoscenza al Signore per averlo preparato e averlo fatto presbitero in questa nostra Chiesa. Ha conservato l’impegno e l’entusiasmo degli anni giovanili, rendendoli più efficaci per la sa-pienza del cuore maturati nel tempo.

La Messa giubilareSabato 7 c.m. alle 18.30 nell’antica pieve

“de Racan” dedicata alla Natività di Maria, avrà la gioia di celebrare “Il divin sacrificio” per il Babbo Vittorino, per la Mamma Dina, per i Nonni e gli zii circondato dai tanti amici dell’ormai minuscola comunità parrocchiale. Solennizzerà la Messa anche il nuovo organo che Don Graziano ha voluto fornire all’antica “pieve” a segnare i 40 anni di sacerdozio e la sua riconoscenza al Signore datore di ogni bene.

d.g.

Poco più di un mese fa, in viaggio in auto da Mauthausen verso Praga, abbiamo deciso di fare tappa a Policany, piccolo paese di campagna a circa una sessantina di chilometri dal-la capitale ceca, per visitare il monastero trappista dedicato a Nostra Signora della Moldava, il fiume che attraversa questa terra. Qui è superiora l’adriese madre Lucia Tartara, che ab-biamo così potuto conoscere di persona dopo qualche contatto via mail. Di lei ci avevano par-lato con stima e affetto nostra zia e due amiche, tutte sue coe-tanee ed ex compagne di classe alle medie e al liceo. Su di lei e sulla recente fondazione del monastero, iniziato a costruire nel 2007, avevamo anche letto qualche anno fa un articolo-intervista apparso su Avvenire, nel quale si faceva riferimento alla richiesta del cardinale Vlk, allora arcivescovo di Praga, di una fondazione trappista in Boemia.

Nel giro di soli sei anni, in questo angolo di Europa ex comunista, è sorto così un mo-nastero di clausura che attual-

mente ospita una ventina di suore: cinque italiane, un’un-gherese, le rimanenti ceche. Pregano e cantano in ceco, ci ha spiegato suor Lucia, tutta-via nei momenti di confronto e dialogo ognuna si esprime nella propria lingua. Durante la giornata, oltre alla preghiera, ci si dedica alla cura dell’orto e alla produzione di icone e dol-ci. Inoltre l’ampia e accogliente foresteria è a disposizione di gruppi, sacerdoti e religiosi per momenti di ritiro ed esercizi spirituali.

È lontana da Adria e dal Polesine ormai da molti anni suor Lucia, da quando, dopo la laurea in Lettere, ha fat-

to ingresso nel monastero di Vitorchiano. Tuttavia mantiene un legame profondissimo con la sua città e con la sua terra, nella quale non solo è cresciu-ta ed ha ancora tanti amici, ma soprattutto è nata e maturata la sua vocazione. Ci ha chiesto a questo proposito un favore: fare una visita per lei all’amata chiesa di santa Maria Assunta della Tomba per pregare da-vanti al Crocifisso lì conser-vato e nella cappellina della Dormitio Virginis. L’abbiamo accontentata appena rientrate in Italia. Non è stata per noi una richiesta faticosa… è stato un onore!

Cristiana e Damiana

La scuola di evangelizzazione Sant’Andrea e quella dei Messaggeri di Speranza organiz-zano per il prossimo settembre un corso di nuova evangelizzazione.

E’ un’occasione per lasciarci evangelizzare dalla Parola per poi trasmetterla con gioia ed entusiasmo nelle nostre comunità. Più che un corso è un percorso in cui si fa esperienza della Grazia, come dice papa Francesco, “che non si compera e non si vende” ma si deve conoscere e gustare per avere una nuova vita.

Predicatori- Equipe nord Italia della Scuola di Evange-

lizzazione S. Andrea; - Equipe di Rovigo Mes-saggeri di Speranza.

Luogo del corsoCentro Parrocchiale, Piazza Chiesa 1 - Vil-

lamarzana (RO)Programma indicativo del corso

Venerdì 27 settembre: ore 20.30 arrivi e re-gistrazioni; ore 21.00 inizio dell’esperienza; ore 23.00 fine attività.

Sabato 28 settembre: ore 8.45-19.00 attività.Domenica 29 settembre: ore 8.45-18.00 atti-

vità e conclusione con santa Messa.Obiettivo del corso

Sperimentare la salvezza di Dio attraverso un incontro personale con Gesù risorto ed una effusione dello Spirito Santo, che ci faccia na-scere di nuovo per essere autentici e coraggiosi testimoni del vangelo e capaci di annunciarlo con gioia ed entusiasmo.

Non si tratta tanto di un corso, ma di un laboratorio il cui scopo è che i partecipanti si lascino plasmare dalla Parola e si lascino ama-re dal Signore in modo che a loro volta possa-no evangelizzare con passione a partire dalle proprie comunità di appartenenza.

Info e iscrizionidon Lorenzo M. Realdon 3476604090; Mar-

cella 3492677314; Raffaello [email protected]

DestinatariTutti coloro che desiderano fare un’espe-

rienza profonda dell’Amore di Dio.Quota di PartecipazioneLa quota per l’esperienza è di € 10.00 da

versarsi con l’iscrizione. Questa quota non sarà restituibile. I pranzi saranno a sacco con-dividendo ciò che ciascuno porterà, in clima fraterno.

IscrizioneTramite compilazione del modulo al sito:

www.messaggeridisperanza.org oppure con-segnando il modulo allegato al depliant, debi-tamente compilato, a un membro dell’équipe o

telefonando ai numeri indicati in alto. L’ iscri-zione è obbligatoria ed è da effettuarsi entro il 20 settembre. NB I posti sono limitati.

Cosa portarsiTanta voglia di incontrarsi col Signore e la

Bibbia.Come parteciparePerché il corso abbia la sua efficacia, si ri-

chiede la partecipazione completa a tutto il percorso.

Sei mete del corsoI. Accettare l’amore appassionato di DioII. Riconoscere Gesù come Salvatore personaleIII. Aprire il proprio cuore per poter avere un incontro personale con LUIIV. Rinunciare formalmente al peccatoV. Proclamare Gesù SignoreVI. L’effusione dello Spirito

Messaggeri di Speranza

Popolo di Dio in missione:per una nuova evangelizzazione

Per evangelizzatori, per animatori dei centri di ascolto, per catechisti e operatori pastorali

Praga

Visita al monastero trappistaDedicato a Nostra Signora della Moldava

sostieniediffondi

Page 6: La Settimana n. 34 del 8 settembre 2013

6 la Settimana domenica 8 settembre 2013polesineSan Pietro Polesine

La 158a festa del votoRaccano

Nuovo OrganoBenedetto ed inaugurato domenica scorsaNell’agosto 1855, quando la

repressione asburgica dei moti risorgimentali insieme a fame e malattie la faceva da padro-na, per il gran caldo scoppiò improvviso e letale il colera, che fece assai vittime. Nessuna terapia funzionava e la gente, come sempre nella storia delle pandemie, si rifugiò nella de-vozione salvifica. Ci si appellò alla Madonna, stante la forza ancestrale del culto mariano qui, tanto che il morbo sparve. Da allora la gente fece voto di organizzare annualmente una processione in ricordo dell’in-tercessione della madre di Gesù e la tradizione, sempre sentita, è arrivata sino a noi.

Il consiglio pastorale ha fat-to le cose in grande per la 158a Festa del voto tenutasi lo scor-so week end, il clou lunedì sera 12 agosto: messa alle 19; affol-lata processione per le vie della frazione castelnovese con la statua della Madonna; cena co-munitaria in sala parrocchiale. Erano presenti il sindaco Mas-simo Biancardi, il vice France-sco Masini e la presidente della Provincia Tiziana Virgili.

Ha presieduto la solenne commemorazione il vescovo Mario Sivieri, coadiuvato da don Alex Miglioli (parroco di San Pietro Polesine e Caste-lnovo Bariano), don Stefano Marcomini (parroco di Ca-stelmassa, Ceneselli e Calto), don Michele Samiolo (vicario parrocchiale dell’unità pasto-rale di Castelmassa, Ceneselli, Calto, San Pietro Polesine e Castelnovo Bariano), don Ma-rio Sidor, don Diego Pisani, il diacono don Stefano Certossi. Ha suonato l’organo il maestro Alessio Verzola ed ha collabo-rato la locale Confraternita del Santissimo Sacramento.

Il vescovo Mario Rino Si-vieri torna al paese natale ogni anno per il Voto ed è figura popolarissima da queste parti. Dopo un trentennio come sa-

cerdote missionario in Brasile, nel 1995 è stato nominato ve-scovo della diocesi di Proprià nello stato brasiliano di Sergipe

(Nordeste) e la parrocchia sam-pietrese gli ha sempre mandato aiuti per le pressanti esigenze di quelle terre.

Dopo tre secoli – dal 1734 – torna a suonare nella antica pieve del-la Natività di Maria di Raccano, quel prezioso strumento che è l’orga-no!

E’ opera della dit-ta Loncke & Zonen di Esen, realizzato nel 1965 per l’Organista della Cattedrale di Gand e direttore del Conser-vatorio di quella Città. Uno strumento di va-lore storico e di ottima qualità quello installato a Raccano.

L’opera sembra fat-ta per l’acustica della chiesa di Raccano che permette un’ottima dif-fusione dei suoni.

Ora la comunità di Raccano ha lo strumen-to per sostenerla nel canto ed innalzare al Signore la sua lode.

“L’organo favorisce la partecipazione dei fedeli, so-stenendo con il suo suono il canto dell’assemblea, accom-pagna il coro, e nei momen-ti in cui suona da solo, è in grado - scrive il Concilio - di elevare potentemente gli ani-mi a Dio e alle cose celesti”. Della bellezza dei suoni di questo strumento, domenica 1 settembre ne ha dato un saggio il m° Carlo Barbierato in un signorile e d apprezzato

concerto di musiche religiose e sacre del 19° secolo.

Il saluto del ParrocoLa serata è iniziata con

il saluto ai tanti che erano in chiesa, del Parroco don Um-berto Rizzi, che ha sottolineato il gesto generoso di don Gra-ziano Secchiero per ricordare con il 40° di sacerdozio, Mam-ma Dina e Babbo Vittorino e dare testimonianza d’amore al paese, che lo ha visto crescere e diventare sacerdote.

La benedizioneSubito dopo, seguendo i

testi del “Benediziona-le”, don Graziano Sec-chiero ha benedetto lo strumento: “… siamo riuniti per la benedizio-ne del nuovo organo, che renderà più lieta e solenne la celebrazione della divina liturgia.

Anche l’arte musi-cale a servizio del culto tende allo scopo prima-rio di dar gloria a Dio e di santificare gli uomini … canteremo bene se vi-vremo bene nella chiave della divina volontà e nell’armonia della cari-tà fraterna”.

Il m° BarbieratoIl m° Barbierato ha

presentato i pezzi che poi sono stati eseguiti e che ha scelto per fare gustare le tante possibi-lità dello strumento, dei

suoni, ora forti e solenni, ora lievi e dolci.

Insomma un concerto per sentire e apprezzare tutte le sfumature dei suoni di cui è capace lo strumento.

I presentiNella chiesa prepara a fe-

sta e piena di luce, si è potuto gustare come sia stata felice la scelta e l’acquisto dello stru-mento. Erano presenti pure alcuni dei nove parroci che hanno guidato la chiesa dalla riapertura (1954) al presente!

d.G.

Bottrighe

Gianni Sparapan Bontempone onorarioMa anche a Grazia Carlini, da tempo impegnata con l’associazione.

Raccolti 822 euro per le malattie geneticheIl professor Gianni Spara-

pan è stato nominato “Bon-tempone Onorario”. L’onori-ficenza è stata attribuita all’il-lustre ospite d’onore nel corso di una conviviale organizzata dal gruppo folkloristico “Bon-temponi & Simpatica Compa-gnia” di Bottrighe.

La nomina a Sparapan giunge a seguito del suo “Continuo impegno culturale in Polesine e per l’amicizia e la reciproca stima che da sempre lo lega al sodalizio folkloristi-co del Delta”.

Già insegnante di letterat-tura e storia in istituti supe-riori, conferenziere, scrittore, poeta, storico, collaboratore di riviste e giornali, ha pubblica-to una trentina di opere in lin-gua veneta e italiana, oltre che testi per prose e commedie.

Durante la serata è stato assai festeggiato dal gruppo e dai tanti amici invitati, dove è intervenuto recitando al-cuni dei suoi spassosi scritti, ricevendo quindi la spilla di “Bontempone Onorario” da Gianni Spadon, presidente dei “Bontemponi”, oltre al li-bro su Bottrighe “Il valore di una presenza”.

Nella stessa occasione, anche Grazia Carlini, moglie del chitarrista e vice presi-dente Sergio Salmi, ha otte-nuto la medesima nomina onoraria per il “Suo costante impegno nell’aiutare l’asso-

ciazione nelle varie iniziati-ve”. La piacevolissima serata, alternata da alcuni canti del gruppo, è stata l’occasione anche per raccogliere libere offerte dai presenti, per un to-tale di 822 euro, che andran-no interamente devolute alle malattie genetiche e tumorali

dell’infanzia nel corso della prossima edizione di “Serata d’Onore”.

Roberto Marangoni

Nelle foto: La consegna dell’onorificenza di “Bon-tempone Onorario” a Gianni Sparapan e Grazia Carlini.

Fanno riflettere le paro-le di Papa Francesco dette all’Angelus di domenica 1 settembre. Il suo tono molto accorato ed ansioso fa pen-sare che la situazione è seria; la minaccia di mettere in di-scussione la pace nel mondo è il sintomo più infausto che si profila all’orizzonte in que-ste ultime ore.

Guerra chiama guerra, violenza chiama violenza, parole gravi e pesanti come pietre proferite dal papa, che non avremmo mai voluto sentire e .per questo invita anche i sacerdoti a promuo-vere iniziative ed incontri, veglie di preghiera per invo-care la pace nel mondo.

Per combattere tutto que-sto, l’unica arma che noi cri-stiani abbiamo è la preghiera, quindi accogliamo l’invito del Santo Padre di pregare tutti uniti e digiunare sabato 7 settembre, vigilia della na-scita di Maria, ed invocare il suo aiuto e la sua forza, met-tere le nostre intenzioni nel-le mani della nostra Madre Celeste, perché interceda per noi.

Seguendo l’invito del Santo Padre, Mons. Giro-lamo Toffanin, invita tutti i fedeli venerdì 13 settembre (vigilia dell’esaltazione del-la croce di Gesù, ritrovata il 14 settembre del 320 da Sant’Elena, madre dell’impe-ratore Costantino) numerosi e carichi di fede al cenacolo mariano (inizio ore 20), per ritrovarci tutti uniti a prega-re per scongiurare la grande minaccia che incombe sul mondo; accogliendo l’ultimo messaggio della Madonna a Medjugorie: pregate, prega-te, pregate, e vi prometto che le vostre suppliche giunge-ranno alte e forti nel cielo a riscaldare il cuore del Nostro Signore Gesù.

Reciteremo tutti uniti il

santo rosario, formando una catena tanto grande attorno alla statua della Madonna, così da far tornare il sorri-so sul suo volto, ed ancora ascoltiamo il suo invito a pre-gare, perché solo la preghiera è così forte da arrivare al cie-

lo e salvare il mondo. Ricor-diamo infine che, poiché nel prossimo mese di ottobre il giorno 13 sarà di domenica, il cenacolo mensile inizierà alle ore 15, anziché alle ore 20, sempre alla Rotonda di Rovigo.

Tempio della Rotonda

Uniti per pregareVenerdì 13 settembre alle ore 20

Teen STAR di Rovigo

Corso per adolescentiNel mese di settembre

La proposta sarà rivolta ai genitori degli adolescenti in due incontri pubblici:

- il 13 settembre, venerdì, alle ore 21.00, presso il Teatro della Parrocchia di Pezzoli;

- il 27 settembre, venerdì, alle ore 21.00, presso i locali della Par-rocchia di Borsea.

Nel corso di questi incontri i tutor forniranno tutte le informazioni sull'iniziativa.

Sono invitati i soli genitori, che preghiamo anche di fare passa-parola verso parenti ed amici.

Per i ragazzi che desiderano avere notizie sarà successi-vamente programmato un ulteriore incontro.

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7la Settimanadomenica 8 settembre 2013 polesine

Notizie dalla Scuola di Teologia

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DIOCESI DI ADRIA - ROVIGO

FEDERAZIONE SCUOLEDI FORMAZIONE TEOLOGICADEL TRIVENETO

FACOLTÀ TEOLOGICADEL TRIVENETO

UFFICIO SCUOLADIOCESANO

Organizzazione

Direttore

Sede delle lezioni

Orari delle lezioni

Iscrizioni

Informazioni

CON IL PATROCINIO DELLA

ASSOCIATA ALLA:

LA STRUTTURA

IL PERCORSO TEOLOGICOIN EVIDENZA: IV ANNO PERMANENTE

Il Corso di studi è triennale

I corsi sono normalmente quadrimestrali e si chiudono con esami regolari.È richiesta la frequenza alle lezioni (80%).Sono ammessi anche uditori a singoli corsi.Al termine del percorso viene rilasciato un Diploma di Formazione Teologica. È titolo di particolare idoneità per chi svolge il servizio di operatore pastorale

La SCUOLA DIOCESANA DI FORMAZIONE TEOLOGICA è un’esperienza partita nel 1974: è stata importante riferimento per centinaia di laici e di religiosi.Oggi, nell’ambito della Pastorale Diocesana, intende indirizzarsi soprattutto alla formazione di tutti quei cristiani impegnati attivamente nelle parocchie, nei gruppi e nelle associazioni.

L’ UOMO di oggi continua a ricercare un senso per la sua vita; l’incontro con altre culture e religioni lo fa riflettere; si pone domande radicali su Dio, sulla vita, mondo (I anno).

DIO Padre continua anche oggi ad incontrare l’uomo attraverso la persona del Figlio. La Rivelazione è il grande orizzonte di speranza che CRISTO continua a mostrare ai credenti (II anno):

LaLa CHIESA, comunità dei discepoli di Cristo animata dal suo SPIRITO, genera l’uomo alla fede e mostra al mondo il volto del RISORTO (III anno).

Gli OBIETTIVI della Scuola: educare al pensare cristiano favorire una pastorale di comunione rendere competente chi svolge un servizio pastorale incarnare la fede nella cultura del nostro tempo

La scelta dei CONTENUTI tiene conto: delle domande che il contesto sociale e culturale pone all’uomo di oggi e alla comunità cristiana del cammino della Chiesa Diocesana della riflessione teologica attuale

Le LEZIONI, formate da 4 unità orarie settimanali di 45’ ciascuna, inizieranno il 4 di Ottobre 2013 e termineranno il 6 di Giugno 2014.Il calendario completo con i giorni di iscrizione sarà consegnato all’iscrizione.

Rivolto a quanti hanno completato il triennio e a laici formati.

a)

b)

un triennio di base (con 18 corsi, 6 ogni anno, 120 ore di lezioni annuali)dei percorsi di approfondimento contemporanei al II e III anno, costituiti da 2 seminari/laboratori per anno (4 in tutto).

La Giuria del Concorso di Composizione di Musica Liturgica intitolato al M° Mons. Lu-igi Pieressa, per oltre quarant’anni organista e maestro di cappella della Cattedrale di Adria, ha concluso venerdì 30 agosto scorso i propri lavori, decidendo, all’unanimità, di assegnare il primo premio assoluto ad un giovane com-positore spagnolo, Francisco José Carbonell Matarredona, ventottenne, di Valencia, per la sua elaborazione per coro a 4 voci miste e orga-no di un testo tratto da una preghiera di Papa Giovanni Paolo II, “Ave Maria, Donna della Fede”.

La Giuria, composta dai Maestri Renzo Banzato, Tiziano Bedetti, Bepi De Marzi, Da-vid Macculi e Graziano Nicolasi, è pervenuta a questa decisone dopo aver esaminato i lavori di ben 25 compositori, provenienti da molte re-gioni d’Italia (Piemonte, Lombardia, Trentino, Veneto, Emilia Romagna, Umbria, Lazio, Pu-glia, Campania, Calabria e Sicilia) e dall’este-

ro (Germania, Francia e, appunto, Spagna). La composizione vincitrice verrà eseguita, in prima assoluta, dal Coro Polifonico della Cat-tedrale di Adria, organizzatore del Concorso, in occasione della XXI edizione dell’Incon-tro Corale Mariano che si terrà nella Chiesa Cattedrale di Adria nella serata del 4 ottobre prossimo, nel quadro delle celebrazioni indette per le Feste Quinquennali della Madonna del Rosario; nella circostanza avrà luogo anche la cerimonia di premiazione.

Al vincitore, diplomato in pianoforte, or-gano e composizione, verrà assegnato il trofeo “Concorso di Composizione Luigi Pieressa” e il premio di € 500,00.

Nella foto: I componenti la Giuria, mae-stri (da sinistra a destra) Nicolasi, Banzato, Bedetti, Macculi e De Marzi, con la Direttrice del Coro della Cattedrale, prof.ssa Antonella Cassetta

Il nuo-vo anno scolastico è alle porte e anche nella nostra Scuo-la Diocesana di Formazio-ne Teologi-ca, fervono i preparativi per acco-gliere, nella maniera mi-gliore possi-bile, quanti frequente-ranno i no-stri corsi.

In modo molto sinte-tico vi illu-streremo le proposte che andranno ad ag-giungersi al consueto e consi-stente percorso di formazione.

Si partirà il 22 settembre con la FESTA PARROCCHIA-LE DELLA SDFT che si svolge-rà nella parrocchia di S. Biagio di Canale, il cui parroco è don Emanuele Sieve.

La proposta del IV anno di formazione permanente, che quest’anno avrà per titolo “ la Parola: luce sul mio cammino”, offrirà ai partecipanti l’oppor-tunità di approfondire e spe-rimentare nuove modalità di relazione con la Parola di Dio.

A marzo, la nostra Scuola ospiterà l’edizione 2014 del Fo-rum della Scuole Diocesane di Formazione Teologica del Tri-veneto. Nel corso dell’evento sarà sviluppato il tema “I mass media nella missione della Chiesa”.

In Aprile, nel corso del tradizionale POMERIGGIO DI STUDIO, rifletteremo sul tema: “Dalla Scuola diocesana all’insegnamento accademico: valore della teologia per la vita del laico cristiano”, con il pre-zioso contributo della prof.ssa Assunta Steccanella.

In mag-gio, fra Luca Trivellato ac-compagne-rà i nostri studenti in pellegrinag-gio in Terra Santa.

Ricordia-mo che sono aperte le iscrizioni al nuovo anno scolastico e che si posso-no effettuare di persona presso la Segreter ia d e l l ’ U f f i -cio Scuola Diocesano

(c/o Centro Don Bosco Viale Marconi 5) dal 2 settembre al 4 ottobre, con il seguente orario: lunedì-venerdì, dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 16.30 alle 18.30. Sa-bato dalle 10.00 alle 12.00.

Potrete avere maggiori in-formazioni telefonando al nu-mero 346.3395166, contattando l’Ufficio Scuola Diocesano tel. 0425411568, mandando una e-mail a: [email protected]; visitando il nostro sito: www.teologiarovigo.it.

Inoltre, in tutte le parroc-chie della Diocesi, troverete materiale informativo.

Festa parrocchiale della SDFT

Regione Veneto

Stato di crisiTrombe d’aria e maltempodi metà agosto in Veneto

Sulla scorta delle rilevazioni e del-le ricognizioni dei danni che gli enti locali interessati hanno nel frattempo comunicato alla Regione, il Presidente del Veneto Luca Zaia ha firmato nei giorni scorsi la dichiarazione di “Stato di Crisi” per gli effetti degli eccezionali eventi atmosferici verificatisi il 13 e 14 agosto scorso in alcuni Comuni delle Province di Rovigo, Verona e Padova. Il provvedimento è finalizzato a fron-teggiare l’emergenza conseguente ai nubifragi di quei giorni, accompagnati da grandine e da fortissime raffiche di vento con velocità anche superiori ai 100 km orari. I territorio colpiti sono localizzati nei Comuni di Badia Pole-sine, Bagnolo di Po, Canaro, Canda, Castelguglielmo, Fiesso Umbertiano, Fratta Polesine, Frassinelle Polesine, Giacciano con Baruchella, Pincara, San Bellino e Trecenta (per la provincia di Rovigo), Castagnaro, Cerea, Legnago e Salizzole (per la provincia di Verona) e Masi (per la provincia di Padova). I Comuni hanno fatto pervenire all’Uni-tà di Progetto Protezione Civile della Regione segnalazioni dalle quali emer-gono danni ingenti soprattutto alle strutture sia del settore agricolo sia di quello industriale, oltre che a soggetti privati. Il Decreto consente di affron-tare con mezzi e risorse adeguate le si-tuazioni di rischio causate dagli eventi calamitosi. Eventuali Comuni danneg-giati dalle avversità possono chiedere integrazione dell’estensione geografica dell’evento entro 30 giorni dalla pub-blicazione del Decreto del Presidente Zaia nel Bollettino Ufficiale della Re-gione. Qualora gli Enti e le Strutture competenti formulassero specifiche richieste, l’Unità di Progetto Protezio-ne Civile è autorizzata a ricorrere alle risorse del “Fondo regionale di Prote-zione civile” per le spese di attivazione del Volontariato; per consentire inter-venti di carattere urgente necessari a garantire la pubblica incolumità e le operazioni di soccorso e assistenza alla popolazione; ad acquisire con proce-dure d’urgenza eventuali attrezzature e mezzi necessari per fronteggiare si-tuazioni di emergenza.

Adria

Primo Concorso di Composizionedi Musica Liturgica “Luigi Pieressa”

Assegnato il premio ad un giovane compositore spagnolo

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polesine

Polesine - CiclovieDa tempo si parla di piste ciclabili, di ciclovie anche da noi!

Pian piano i percorsi tracciati vanno realizzandosi. Da Rovigo è possibile raggiungere ed il Po e l’Adige e non solo. Vi sono pure altri tracciati realizzati e sono quasi sempre itinerari che costeggiano fiumi, canali, che attraversano paesi e paesini, lo-calità caratteristiche e monumenti, e immergono nella nostra bella campagna.

Sono strade che accorciano i rapporti. Spesso si immettono con quanto hanno realizzato le provincie limitrofi e che fanno entrare nei circuite delle regioni a noi vicine. A Milano in que-ste settimane, è stato illustrato il progetto europeo di questa viabilità. Una volta ancora possiamo provare la gioia di non esser secondi e di essere gente che intende non solo salvaguar-dare il creato, ma pure … goderlo!Adria Cattedrale - “Genitori ancora”

“Speranza per la vita” è il tema che riassume l’incontro per ricordare i 106 giovani scomparsi. L’amore non viene mai meno, e l’hanno mostrato i tanti che hanno partecipato all’Eu-caristia nella Cattedrale, per riaffermare il per sempre della vita. Nel partecipare alla mini partita di calcio, per esprimere il desiderio di gioia e nell’accendere il falò il cui fuoco rendeva bene il grande desiderio di continuare. L’amore per chi è chia-mato a percorrere il cammino del dolore, conferma la volontà di essere genitori ancora e per sempre!Rovigo S. Maria delle RoseSi chiude il GREST 2013

Due settimane, dieci giorni reali di GREST, si concludo-no venerdì 6 settembre, con una serata assieme ai genitori ed amici, nello spazio del pre-fabbricato. Questa iniziativa è re-alizzata da sempre per rimettere assieme i giovanissimi che si sono naturalmente dispersi tra mare, montagna, campagna e continenti vari per trascorrere l’estate. Riprendere con dieci giornate gioiose e riscoprire uno dei compiti della parrocchia, fare gioiosa la comunità. Giochi, gare, canti e preghiere han-no cadenzato gli incontri. Generosi e numerosi gli animatori che hanno continuato l’opera dei tanti che li hanno preceduti. E’ stato piacevole avere come spazio fruibile il “Parco Carlo Cibotto”.Rovigo Piazza GaribaldiUn cantiere ... quasi infinito!

A Padova dicono sei lungo come la “fabbrica di S. Giustina”. A me viene alla mente ogni volta che passo per piazza Garibaldi a Rovigo, un tempo spazio in cui sorgeva la chiesa di S. Giustina. Sono mesi che il cantiere è aperto a sin-ghiozzo: ora si lavora ora si sospendono i lavori. Si riprende e ancora si fa pausa e così via! Eppure piazza Garibaldi è uno spazio ben trafficato, Questo stato arreca disagio a tanti. O si vuole non esser da meno di Padova e avere anche a Rovigo un cantiere … quasi eterno?Rovigo Commenda EST8° festa di quartiere

Anche la festa di quartiere vuole esser l’occasione per ri-annodare le fila e ritrovarsi dopo il periodo estivo! Dal 5 all’8 settembre viene celebrata l’8° festa del Quartiere Commenda Est. Gare, incontri, mercatino, pesca di beneficenza, lotteria, stand con i piatti tipici del Quartiere sono quanto ognuno può gustare. Il tutto è possibile per la collaborazione del Circolo Rodon, del Gruppo Giovani Famiglie, di quello del Gruppo delle Signore della pesca. La festa trova la sua sede naturale negli spazi della Parrocchia di S. Maria delle Rose.Piano - Fra Santacaterina

Da quando è venuto a mancare don Primo Zamberlan, a celebrare la domenica e le altre feste, era fra Santacaterina, dell’Ordine dei Frati Minori della Comunità di Taglio di Po. Il Frate era uno di casa per tutti, la sua presenza era rassicurante e le sue celebrazioni momenti forti di fede. Più delle omelie erano vere lezioni di vita cristiana, la sua preghiera e la cele-brazione della Messa. Mai stanco, sempre disponibile aveva per tutti una parola di conforto ed un sorriso. “Grazie Padre”!Polesine - Riaprono le scuole

Ultimi giorni di vacanze questi, segnati pure dagli esami di riparazione e dal crescere del ritorno dei giovani che si godono strade e piazze della città, prima dell’avvio della scuola. Dai “Nidi” agli istituti della scuola superiore, è tutto un mondo che si fa centro della vita. Testi nuovi, nuovi abbonamenti dei bus e dei treni, nuovi insegnanti e nuovo … impegno. Si parte per acquisire nuove conoscenze, fare nuove esperienze, crescere per poter entrare preparati agli impegni che il vivere compor-ta. Lavoro duro per insegnanti e docenti, impegno grande per tutte le fasce di quanti frequentano la scuola. Che sia per tutti una conquista gioiosa e grande, per poter mettere a servizio di tutti i doni che Dio ha posto in ciascuno. E’ “salvaguardare il creato” la formazione e l’educazione dei giovani.Rovigo Concattedrale - Per la pace

La comunità credente del Duomo di Rovigo, ha immedia-tamente risposto all’appello di Papa Francesco per la “pace”. Lo ha fatto esortando a seguire l’invito del Papa a fare il “di-giuno per la pace” ed invitando, sabato sera, alla preghiera adorante che si concluderà alla mezzanotte.

la Settimana domenica 8 settembre 2013

8

Comune di Rovigo - Servizio Pari Opportunità

“Pronto Donna”N. verde 800.391.609

e-mail: [email protected]

“Servizio di ascolto telefonico del Comune di Rovigo ri-volto alle donne, italiane e straniere, che desiderano ascol-to informazioni e aiuto”. Cerchi aiuto? Need help? Besoin d’aide? Cerchi informazioni? Need information? Cherchez informations? Siamo reperibili… il martedì, mercoledì, ve-nerdì dalle ore 13.30 alle 15.30.

Ha suscita profondo cor-doglio a Bottrighe la scom-parsa, causa un male incu-rabile, di Benito Cominato, regista, speker e animatore di innumerevoli eventi.

Era nativo del paese po-lesano, ultimo di tredici fra-telli, tra questi Loris, noto fisarmonicista e tra i fonda-tori del gruppo folkloristico “Bontemponi & Simpatica Compagnia”, ed era emigrato nemmeno vent’enne, trasfe-rendosi a Susa in Piemonte, avviando una rinomata salu-meria.

La sua passione per lo spettacolo lo vide protagoni-sta negli anni ’50 e ’60 quale organizzatore di eventi in quella città, collaborando con le varie amministrazioni

comunali e la pro loco riu-scendo a portare numerosi personaggi della canzone e della televisione, tra questi Pippo Baudo. Suo ”Papo” un personaggio da lui creato, una sorta di cantastorie per i bambini e che secondo il suo desiderio, recentemente confidato alla nipote Paola, avrebbe voluto rispolverare per portare a Bottrighe, pae-se che amava tantissimo, sul quale aveva anche prodot-to un video, tredici anni fa, “Bottrighe 2000”.

Dopo il pensionamento

si era trasferito con la mo-glie a Imola per avvicinarsi ai figli e da qualche anno a Massalombarda. Aveva anche il desiderio di comprarsi una casa a Bottrighe, dove spesso tornava per salutare parenti e amici o per presenziare ad alcune manifestazioni.

Tante anche le riprese agli spettacoli dei suoi ami-ci Bontemponi. Non aveva mai smesso di dedicarsi agli eventi, anche di solidarietà, collaborando in svariate ini-ziative anche in Romagna.

Roberto Marangoni

Luigi Piombo è un pen-sionato rodigino - quartiere Commenda Est - con il gu-sto della fotografia e nel suo tempo libero - è più volte nonno - va per il Delta, per paesi e per chiese a scattare foto che fermino momenti particolari del paesaggio, della natura o dell’arte. Piombo che sta visitando a tappeto ogni angolo del-la Città, a san Francesco ha trovato “pane per i suoi … scatti!” Qualche giorno fa mi ha fatto pervenire una bel-la foto della “Pietà” di Tullio Lombardo. Qualche tempo fa mi aveva fatto pervenire la foto dell’affresco del Capitello - Rovigo, sullo stesso tema.

Di San Francesco - Rovigo mi ha mandato la bella foto del-

la Pietà di Tullio Lombardo (* seconda metà del 1400 - +1532) opera eseguita su ordinazione di M. Casalini.

Di quest’opera, Luigi Piombo scrive: “l’Artista rap-presenta una donna sulla cin-quantina, seduta, che ha sulle

ginocchia il figlio nella rigidità della morte. Gesù è raffigura-to morto, esanime, con gambe e braccia cadute giù. La mano sinistra della Madonna aperta esprime desolazione, anche il mantello che copre la testa è cadente come tutti i panneggi.

Tutti i particolari del-la scultura sono molto curati ed espressivi. I volti, l’espressione della Madonna, i suoi occhi, la fronte corrugata, il panneggio, sono di una esecuzione accuratissi-ma e perfetta. Il marmo bianco, non lucidato, ma satinato rende la com-posizione più naturale e raffinata senza lucentez-ze e riflessi che potreb-bero distrarre … “

Nelle foto: a sinistra la Pietà di Michelangelo, Basilica di San Pietro in Vaticano; a destra la Pietà di Tullio Lombardo, Chiesa dei Santi Francesco e Giustina di Rovigo.

Bottrighe

E’ scomparso Benito Cominato

Rovigo

“La Pietà” di Tullio Lombardo

A Rosolina Mare, nella prestigiosa sede del Palazzo dei Congressi, ha avuto luo-go l’esposizione delle opere artistiche create dai 16 parte-cipanti alla Seconda Edizione del premio “L’Arte di vive-re”; il progetto è dedicato a Pietro Iacono di Padova, mancato all’affetto dei suoi cari nel 2008 a soli 31 anni, proprio mentre era in vacan-za a Rosolina Mare.

Pietro, a compensazione di una difficoltà personale di comunicare con le parole, aveva sviluppato una gran-de capacità di esprimersi con modalità artistiche di vario genere, che spaziavano dalla pirografia alla polimatericità ed ampiamente documentate nella mostra di Rosolina.

Il Premio “L’arte di vive-re” si è articolato in due fasi principali, di cui la prima in data 22 giugno, con un’estem-poranea di pittura, scultura e discipline plastiche, con 16 partecipanti, svoltasi all’inter-no del Palazzo dei Congressi, di cui l’Amministrazione Comunale di Rosolina ha dato la più ampia disponibi-lità, con una collaborazione e con un supporto logistico ve-ramente encomiabili.

Dopo la valuta-zione di una compe-tente commissione, tutte le opere sono state esposte e si è svolta la cerimonia di apertura della mostra con l’asse-gnazione degli atte-stati di partecipazio-ne e dei vincitori dei 3 premi previsti dal Bando. Il Presidente della Giuria e Maria Rosa Mazzea, mam-ma di Pietro Iacono, nel loro discorso di premiazione hanno precisato che tutti i partecipanti avreb-bero meritato un premio e che per-tanto è stato difficile scegliere.

I premi sono stati asse-gnati a:

Primo Premio a Barbara Favero di Padova, per l’ec-cezionale interpretazione del paesaggio;

Secondo Premio a Marco Rizzo di Rovigo, per la preci-sione e la tecnica;

Terzo Premio a Giorgia Busato di Castelfranco, per la cura del particolare.

Hanno inoltre partecipato

alla cerimonia di premiazione il Vice Sindaco di Rosolina, l’Assessore all’Istruzione, il parroco Don Alberto e tante persone che hanno condiviso lo spirito del premio.

L’ideatrice del premio Maria Rosa Mazzea, ha vo-luto rimarcare gli obiettivi generali della manifestazio-ne, volti a veicolare un mes-saggio positivo della persona con disabilità, come portatore

di abilità speciali e competen-ze artistiche; ha poi sottoline-ato la necessità di integrare le persone con disabilità nei contesti normali della frui-zione artistica, potenziando e valorizzando le loro abilità, spesso eccezionali.

La mostra, meritevole di essere visitata per il suo elevato valore sociale e non-dimeno artistico, è rimasta aperta fino al 15 agosto.

Rosolina Mare - Palazzo dei Congressi

“L’arte di vivere”Un premio veramente speciale, dedicato a Pietro Iacono di Padova

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Su Telechiara direttadalle ore 10.25

9la Settimanadomenica 8 settembre 2013 attualità

DIOCESI DI ADRIA-ROVIGO

Sabato 7 Settembre 2013 ore 10.30Rovigo - Piazza XX Settembre

celebrazione eucariSticae beatificazionepresiedute dal Signor Cardinale Angelo AmAtoPrefetto della Congregazione delle Cause dei Santi

BEATIFICAzIonEdella�ServadiDio

mArIABolognESI

AVVISo SACRo

INFO: [email protected]

Cell. 328.7584950

Settimana sociale

Nella famiglia lo spazio delle “cose nuove”A Torino per vivere insieme un’iniziativa culturale ed ecclesiale di alto profilo” su un tema centrale per la vista delle persone e per il bene comune del Paese

Le Settimane Sociali “intendono essere un’ini-ziativa culturale ed ecclesiale di alto profilo, capa-ce di affrontare e se possibile anticipare gli inter-rogativi e le sfide talvolta radicali poste dall’evo-luzione della società”. Queste finalità appaiono più che mai attuali dal tema scelto per la 47ª Set-timana Sociale dei Cattolici Italiani, che si terrà a Torino nei giorni 12-15 settembre di quest’anno: “La famiglia, speranza e futuro per la società ita-liana”. Si tratta di un tema centrale per la vita delle persone e per il bene comune del Paese. Esso era già presente nell’agenda proposta alla Settimana Sociale di Reggio Calabria del 2010, la cui attua-lità è dimostrata dal dibattito proseguito in que-sti anni ai vari livelli istituzionali del Paese, oltre che dallo sviluppo stesso degli avvenimenti. Tra i punti all’ordine del giorno dell’agenda (intra-prendere, educare, includere, slegare la mobilità sociale, completare la transizione istituzionale), la famiglia appariva trasversalmente come soggetto di futuro, capace di sciogliere i nodi che impedi-scono al nostro Paese di crescere. Proprio lì na-sceva l’esigenza di mettere a tema la famiglia in modo diretto e centrale, in concreta continuità con le riflessioni già svolte, nel desiderio di declinare il bene comune sui problemi particolarmente ur-genti per la comunità nazionale.

Nella prospettiva della ricerca continua del bene comune, la famiglia appare quanto mai im-portante, perché tocca i nodi antropologici essen-ziali per l’integrità e il futuro della persona umana; costituisce un pilastro fondamentale per costruire una società civile davvero libera, nella quale trovi-no spazio innanzitutto la libertà religiosa e quella educativa; è dunque condizione fondamentale per una società dove i diritti di tutti e di ciascuno siano realmente rispettati. Il tema della famiglia - e il ruolo che essa ha svolto e continua a svolgere nel cuore della nostra società - chiama in causa anche diversi aspetti economici e sollecita ad affrontarli nella prospettiva del primato della persona.

Oltre che per queste ragioni, la famiglia emer-ge come un soggetto portante anche nell’assun-

zione del compito indicato dagli Orientamenti pastorali decennali su “Educare alla vita buona del Vangelo”: “Nell’orizzonte della comunità cri-stiana, la famiglia resta la prima e indispensabile comunità educante. Per i genitori, l’educazione è un dovere essenziale, perché connesso alla tra-smissione della vita; originale e primario rispetto al compito educativo di altri soggetti; insostitui-bile e inalienabile, nel senso che non può essere delegato né surrogato”.

Tenendo presenti questi aspetti, a Torino si parlerà di famiglia nella prospettiva propria delle Settimane Sociali, che oggi significa, ad esempio: ascoltare la fatica e la speranza che salgono dal vissuto di tante famiglie; riconoscere la famiglia come luogo naturale e insostituibile di generazio-ne e di rigenerazione della persona, della società e del suo sviluppo non solo materiale e civile, ma anche morale e spirituale; essere concretamente vicini ed essere percepiti come vicini dalle fami-glie - genitori e figli - che soffrono per i motivi più diversi; valorizzare l’indicazione presente nella nostra Costituzione che definisce la famiglia come istituzione fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna; riconoscere e tutelare sempre e in primo luogo i diritti dei figli; mettere in eviden-za il legame che unisce il “favor familiae” con il bene comune e lo sviluppo del Paese, al di là di pregiudizi e ideologie, per cogliere le tante ragio-ni condivisibili da molti, oltre gli schieramenti e le differenti posizioni culturali e religiose.

L’intento della Settimana Sociale è di favorire un approccio critico e al tempo stesso propositivo a un tema così vasto e impegnativo; di suscitare un dibattito e offrire chiavi di lettura in modo che tutti, credenti e non credenti, stimolati da queste sollecitazioni, si impegnino in un discernimento veramente corale a difesa e per la promozione della famiglia, determinati a far scaturire “cose nuove”, frutto di positivo cambiamento e spinta per politiche organiche e coerenti.

+ Mariano CrociataSegretario Generale Cei

Francesco e la crisi siriana

Il costo della pace non è mai la guerraFerma condanna della violenza e dell’uso delle armi chimiche, ma un forte appello alla

ripresa del dialogo e del negoziato. Poi l’invito a tutti, credenti e non credenti, a costruire, a partire da piazza San Pietro la sera del 7 settembre, una catena umana per la pace

Anche la pace ha un costo. Ma ce n’è uno sempre inaccettabile e si chiama guerra. “Mai più la guerra” ha ripetuto ieri Papa Francesco, sulle orme di due grandi pontefici, Giovanni XXIII e Paolo VI che le guerre le videro da vicino. Senza dimenticare, poi, la denuncia di Benedetto XV della “inutile strage”. Dinanzi al rischio mortale che corre il mondo moderno, cioè di veder scivo-lare la polveriera mediorientale nel vortice di un conflitto difficilmente contenibile in quell’area, ecco Papa France-sco scegliere, senza incertezza, la strada dell’appello alle coscienze di chi può fermare la corsa verso le armi.

Anche la pace ha un costo. Ma ce n’è uno sem-pre inaccettabile e si chiama guerra. “Mai più la guerra” ha ripetuto ieri Papa Francesco, sulle orme di due grandi pontefici, Giovanni XXIII e Paolo VI che le guerre le videro da vicino. Due uomini di Chiesa che, testimoni privilegiati del “secolo bre-ve”, subirono gli orrori della Prima e della Secon-da guerra mondiale. I due primi conflitti moderni e globali che hanno preceduto la pace nel mondo, pagata col prezzo altissimo di decine di milioni di morti. Caduti sui campi di battaglia, ma anche sotto il fungo atomico di Hiroshima e Nagasaki. Per non parlare dello scandalo disumano della Shoah. E come dimenticare, poi, la guerra come “inutile strage” di Benedetto XV dinanzi al Primo conflitto mondiale? Tutto questo ci fa dire che c’è una solida coerenza e continuità, nel pontificato di Francesco, nella difesa strenua della pace.

L’intervento intenso e tempestivo di Papa Francesco rivela la solida consapevolezza della gravità della crisi siriana come crisi globale. La prima guerra globale – Dio non voglia – del nuo-vo Millennio. Un rischio di guerra che merita le parole severissime del Papa, forse le più taglienti di questo pontificato: “C’è un giudizio di Dio e anche della storia sulle nostre azioni a cui non si può sfuggire. Non è mai l’uso della violenza che porta alla pace. Guerra chiama guerra, violenza chiama violenza”. E qui torna la valutazione sul costo della pace. Quel costo che certamente il dit-tatore di Damasco, espressione della minoranza sciita siriana, non intende assolutamente pagare perché si vedrebbe sfuggire un regno non dinasti-co, ereditato da un padre violento e sanguinario. Quel costo che i ribelli, musulmani sunniti come la maggioranza dei siriani, non intendono assoluta-mente versare dopo essersi illusi di poter chiudere

i conti, presto e facilmente, con il regime satrapico di Bashar al-Assad. Quel costo che i Grandi del mondo, come le potenze dell’area, non intendo-no accettare perché negoziare la pace è difficile. E perché le contrapposizioni, come ricorda a tutti il Papa, sono cieche. Incapaci innanzitutto di vede-re le sofferenze dei popoli e di percepire sino in fondo l’orrore per l’uso delle armi chimiche. Un salto inaccettabile e orrorifico del conflitto. Di-nanzi a questo rischio mortale che corre il mondo moderno, cioè di veder scivolare la polveriera me-diorientale nel vortice di un conflitto difficilmen-te contenibile in quell’area, ecco Papa Francesco scegliere, senza incertezza, la strada dell’appello alle coscienze di chi può fermare la corsa verso le armi. E poi la sua decisione di parlare a tutti di pace, perché la pace è di tutti. È un bene incom-mensurabile per tutti e per i poveri in particolare. Dei cattolici come degli altri cristiani, ma anche di tutti gli uomini che credono. Così come dei non credenti. A tutti chiede di costruire, a partire da piazza San Pietro la sera del 7 settembre, una ca-tena umana perché chi deve decidere sappia da che parte stanno i popoli. E soprattutto chiede ai credenti un atto antico, quello del digiuno che affina la sensibilità, acutizza la consapevolezza, rende più carnale la partecipazione. Ci fa essere, soprattutto noi occidentali più sazi, per un giorno più vicini a quanti manca tutto. A cominciare da quella pace nella quale noi ci siamo adagiati da quasi settant’anni, ma che in un attimo potremmo perdere a causa di una guerra nel cuore del Me-diterraneo. Il Papa ci ricorda che quanto accade in Siria è anche affar nostro. E nessuno pensi, con superficialità, che il Papa non conosca bene il peso delle responsabilità e delle colpe che gravano su-gli uni e sugli altri protagonisti della crisi siriana. Ma il Papa, uomo di pace, non può stare che dalla parte della pace. Ad ogni costo e con la sola arma di cui dispone: la preghiera. Perché questo è quel-lo che tocca al Papa e ai credenti. Lui ha la forza per chiedere “alle parti in conflitto di ascoltare la voce della propria coscienza, di non chiudersi nei propri interessi, ma di guardare all’altro come a un fratello e intraprendere con coraggio e con de-cisione la via dell’incontro e del negoziato”. Incon-trarsi, dialogare e negoziare è ancora possibile.

Domenico Delle Foglie

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10 la Settimana domenica 8 settembre 2013speciale

Sentimenti di gioia, di rin-graziamento, di preghiera e di riconoscenza verso il Santo Padre Francesco, e verso tutta la Chiesa per la beatificazio-ne di Maria Bolognesi, una umile e povera donna silen-ziosa e di carità del Polesine, all’incirca con queste parole il Vescovo di Adria-Rovigo, mons. Lucio Soravito de Franceschi ha presentato alla stampa la figura della Beata Maria Bolognesi, nel corso della conferenza stampa che ha avuto luogo presso la Sala Convegni in Vescovado a Ro-vigo, sabato 31 agosto 2013.

Accanto al Vescovo don Diego Pisani, responsabile dell’organizzazione della ce-rimonia di beatificazione, il maestro Giorgio Mazzucato, direttore del gruppo “Cora-li riunite” che animeranno i vari momenti dell’eucarestia, Ludovica Mazzuccato, re-sponsabile del Centro studi “Maria Bolognesi”, delegata del postulatore padre Talmel-li della causa di canonizza-zione, mons. Bruno Cappa-to, responsabile dell’Ufficio

Stampa diocesano e del Setti-manale diocesano La Settima-na, Oscar Tosini, già sindaco di Bosaro (Rovigo) paese na-tale della beata, collaboratore del Centro Maria Bolognesi. Erano inoltre presenti tra gli altri: il Vicario Generale del-la Diocesi di Adria-Rovigo, mons. Claudio Gatti e il par-roco di Bosaro don Camillo Magarotto.

Tra i giornalisti erano presenti tutte le testate della

carta stampata e televisive presenti nel territorio.

Don Diego, ha illustrato ai giornalisti e cineoperatori tutte le varie fasi della liturgia di beatificazione, osservando che la Beatificazione di Maria Bolognesi è stato e rimarrà un grande evento storico per la Chiesa che vive in Adria-Rovigo e per tutto il territorio polesano.

Don Diego ha poi sottoli-neato che è da circa tre mesi

che la Diocesi ha dato avvio alla organizzazione della ce-rimonia, facendo osservare ai giornalisti che la cerimonia di beatificazione è una semplice celebrazione eucaristica, ma nello stesso tempo ricca di se-gni e di momenti forti, quali ad esempio lo scoprimento dell’immagine della nuova beata, la deposizione sull’al-tare delle reliquie della Beata e l’iscrizione di Maria Bolo-gnesi al registro dei beati.

Il Vescovo a sua volta si è soffermato sugli aspetti spi-rituali, teologici, catechetici racchiusi nella beatificazio-ne di una persona, e in que-sto caso di Maria Bolognesi. (L’intervento integrale del Ve-scovo lo trovate nel servizio sot-to riportato).

Il Vescovo Lucio ha ricor-dato ai giornalisti l’episodio riconosciuto miracoloso av-venuto per intercessione di Maria Bolognesi. Ha parlato

del giovane Marco Ferrari, 23enne padovano attualmen-te alunno del Seminario di Vicenza, testimone vivente dell’intercessione di Maria Bolognesi. “Ferrari, nel 1994, sono parole del Vescovo, era un bambino gravemente malato al punto da essere considera-to clinicamente morto. La sua mamma venne da Padova a Ro-vigo per poter pregare sulla tom-ba di Maria Bolognesi, a seguito di quella accorata preghiera il cuore del suo bambino ha ripre-so a battere. Il caso, miracoloso per chi crede, inspiegabile per i medici, è stato riconosciuto come miracolo dalla Commissio-ne che valuta questi fatti quando si tratta di riconoscere un fatto miracoloso e per poter poi prose-guire nel cammino di un proces-so di beatificazione. Si tratta di una Commissione molto severa, ha spiegato il Vescovo, com-posta da medici credenti e non credenti”.

Da cinque anni le spoglie della beata sono conservate nella chiesa parrocchiale di Bosaro.

Settimio Rigolin

Rovigo - Curia Vescovile sabato 31 agosto 2013

per la beatificazione l’invitoe’ rivolto alla comunita’ e al territorio

Mons. Vescovo ha presentato alla stampa la figura di Maria Bolognesi

Sabato 7 settembre 2013, ore 10.30, si svolgerà a Rovigo, in Piazza XX Settembre, da-vanti alla Chiesa della Roton-da, la beatificazione di Maria Bolognesi.

Finora la nostra diocesi ha potuto venerare solo una Santa polesana: Maria Chiara Nanet-ti, nata a S. Maria Maddalena nel 1872 e tra-sferita con la sua famiglia a soli tre anni nella vicina provincia di Ferrara, prima a Medelana (1875) e poi a Francolino (1881). Entrata a 20 anni nell’Istituto delle Francescane Missionarie di Maria, dopo alcuni anni trascorsi prima in Francia e poi in Belgio, nel 1899 venne inviata come missionaria in Cina, dove fu martirizzata il 9 luglio 1900.

Tra una settimana abbiamo la gioia di festeggiare, come “beata”, un’altra polesana: Maria Bolognesi, nata a Bosaro il 21 ottobre 1924, vis-suta prima a Crespino, poi a San Cassiano e poi a Rovi-go, deceduta il 30 gennaio 1980, dopo aver testimonia-to in modo eroico le virtù cristiane della fede e della comunione piena con Dio e dell’amore verso i poveri ed i malati.

L’imminente beatificazione di Maria Bolognesi è un evento straordinario per la nostra diocesi di Adria-Rovigo e per me è un moti-vo di grande gioia, perché mi fa scoprire ed accogliere un esempio straordinario di vita cristiana, vissuta con semplicità, con umiltà, con fede e con carità verso i più bisognosi.

Maria Bolognesi era figlia di una ragazza madre di Bosaro, Giuseppina Samiolo, che nel 1930 si sposò con un uomo di Crespino, Giu-seppe Bolognesi. Anche Maria andò ad abita-re a Crespino con la mamma e fin da piccola dovette accudire ai suoi fratellini più piccoli e lavorare nei campi.

Nel 1946 si trasferì a San Cassiano, presso la famiglia Piva, e qui avviò una sorta di asilo nido e di scuola materna per una trentina di bimbi che avevano bisogno di assistenza. Nel 1953, a causa della sua precaria situazione di salute, si trasferì a Rovigo, dove fu accolta per alcuni anni dalla famiglia Guerrato e dove si dedicò all’assistenza dei malati (in casa e in ospedale), all’aiuto degli orfani, alla raccolta di generi alimentari per le famiglie povere.

Nel 1955, in seguito alla morte improvvisa di Wanda Guerrato, fu accolta a Rovigo dalla famiglia dei Mantovani (dove incontrò Zoe, che visse con Maria fino nel 1980 e che vive tutt’ora nella casa di Via Tasso). Con l’aiuto di altre persone, continuò il suo servizio ai poveri; ammassò per loro gli indumenti più disparati;

si dedicò con generosità anche al clero anzia-no o malato o bisognoso di assistenza. Per le persone che la Provvidenza le mise accanto nei modi più impensati, Maria fu sorella e madre affettuosa.

Da dove proveniva questo amore solidale e questo servizio verso i poveri e i malati? Dall’ amore che la legava al Cristo sofferente: la visio-ne del Volto Sofferente di Cristo si tradusse nel riconoscimento immediato della presenza del Cristo nei mille volti della sofferenza umana, che Maria cercò di servire con amore e dedizio-ne totale, fino all’ultimo giorno della sua vita.

Il 30 gennaio 1980, Maria fu colpita da un secondo e grave infarto e il suo cuore si fermò.

La causa della sua beatificazio-ne dal 1989 al 2011 fu curata dal

postulatore P. Tito Sartori dei Servi di Maria. Nel gennaio 2012, avendo P. Sartori com-piuto gli 80 anni, la causa di beatificazione fu affidata a P. Raffaele Talmelli, che ha delineato in modo oggettivo e molto bello la vita di Maria

Bolognesi nel volume: “Il pro-fumo dell’unguento. Ricordo di

Maria Bolognesi”. In quest’opera egli ha presen-

tato, tra l’altro, i tratti più significativi della spiritualità di Maria Bolognesi, che

sono stati riconosciuti come i motivi principali della sua beatificazione e che meritano essere oggetto di meditazione di tutti i fedeli.

1) Maria Bolognesi ha vissuto il suo rappor-to con Dio con un amore appassionato e pie-no di fiducia, che l’ha portata a una comunione profonda con Lui e a un amore sempre più in-tenso verso i poveri ed i malati. Essa guardava gli eventi quotidiani con gli occhi della fede e vi percepiva la presenza del Signore. Maria sem-brava toccare con mano il messaggio di Gesù: «Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28,20). Anche le rivelazioni private di cui fu graziata tendevano sempre a mettere nel massimo risalto l’importanza dell’«oggi», da vivere in piena comunione con Dio.

2) Maria era convinta che il rapporto con Dio si esprime attraverso il rapporto personale e profondo con la Chiesa, che è “Corpo misti-co” di Cristo. Maria si trovò a vivere il rapporto con la Chiesa nel difficile periodo che seguì alla chiusura del Concilio Vaticano II, carico di con-trasti a tutti i livelli. Capiva però che un vero rinnovamento esigeva un profondo rapporto personale con Cristo e una piena ubbidienza alla Chiesa. Con molta semplicità invitava ad

«amare la Chiesa Madre e Maestra» e diceva esplicitamente: «Con la Chiesa Maestra si può anche discutere, ma non si può mai smettere di amare la Chiesa come Madre». E ancora: «Non ha Dio per Padre, chi non ha la Chiesa per Ma-dre».

3) Maria Bolognesi ha manifestato un amo-re profondo verso le persone povere e malate, dedicando tutte le sue energie agli ultimi e of-frendo al Signore la sua vita, segnata pesante-mente da varie malattie. Ha saputo scorgere il volto del Redentore nei tanti fratelli sofferenti che ha assistito. Ha vissuto un autentico aposto-lato della sofferenza, in piena comunione con il Cristo sofferente.

Il Diario di Maria ci fa scorrere innanzi le immagini di orfani, di bimbi segnati nel corpo o nella mente, di padri senza lavoro, di mam-me ricoverate in sanatorio, di ammalati giova-ni e vecchi senza più speranza di guarigione, di moribondi bisognosi di una mano amica pronta a chiudere i loro occhi e di una parola di speranza nella misericordia del Signore; di sposi tormentati dal dubbio di una separazio-ne o di una maternità da accettare; di giovani incompresi, bisognosi di una collaborazione concreta per trovare lavoro. E poi la lunga, in-terminabile fila di tanti poveri, ai quali Maria portò il suo aiuto nella massima riservatezza e con tanta discrezione.

Essa ha dimostrato un amore grande anche verso i sacerdoti, dando un aiuto concreto ai sacerdoti poveri, anziani, ammalati, al punto da offrire al Signore tutta la sua vita e i suoi dolori per la santificazione del clero. Ha inco-raggiato i sacerdoti a vivere con intensità il loro rapporto con Dio, vera sorgente di ogni bene.

4) La sofferenza segnò indubbiamente tutta l’esistenza di Maria Bolognesi, ma non intaccò la fede e la forza morale di questa creatura che, come ebbe a dire il vescovo Giovanni Mocelli-ni, nel giorno delle esequie, è diventata un ful-gido esempio di “donna silenziosa della carità”.

Maria, infatti, si è abbandonata fiduciosa-mente a Dio soprattutto nella sua infermità

fisica, accettando la sofferenza pazientemente e perfino gioio-samente, vivendola in un’otti-ca di generosa associazione alla Passione di Cristo.

Maria sostenne tutti of-frendo a Dio la sua incessante preghiera e le sue sofferenze. Alla visione di Gesù sofferen-te reagì con l’accettazione paziente delle sue tante malattie e con l’assistenza ai malati fino a fare sue le loro pene, a cominciare dai suoi fa-miliari, fino ad arrivare a persone anche molto lontane che raggiungeva con ogni mezzo pos-sibile. «Avrei dato il mio cuore per sollevarli; il loro dolore è anche mio; vorrei che tutte quelle sofferenze fossero mie».

Sono convinto che l’esempio di amore verso i poveri ed i malati che ci ha dato Ma-ria Bolognesi, e l’accettazione della sofferenza, sostenuta dalla sua fede ardente, sia più che mai prezioso e urgente in questo nostro tempo, segnato da tante crisi: crisi economica, crisi la-vorativa, crisi familiari, crisi della vita…

Oggi non ci sono solo i poveri “tradiziona-li”, quelli che una volta andavano a cercare l’ elemosina. Oggi un sesto delle famiglie non ha il sufficiente per vivere. Nei nostri paesi sta aumentando il numero delle persone anziane e sole. Sta crescendo il numero di coppie che si separano, con conseguenze pesanti nei figli. Sta aumentando a dismisura il numero dei di-soccupati e dei giovani senza lavoro. Sta dila-tandosi il numero dei disperati e di coloro che arrivano a togliersi la vita!

In questa situazione è più urgente che mai far crescere la solidarietà, soccorrere i poveri e salvare il “bene comune”. E’ più urgente che mai imparare da Maria Bolognesi a tenere salda la fede nelle difficoltà (lei è vissuta per molti anni, da giovane, in estrema povertà) e a “tradurla” nella carità evangelica, nell’amore gratuito e generoso verso tutti, a partire dai più bisognosi.

Prego il Signore perché la beatificazione di Maria Bolognesi ci aiuti tutti a rinnovare la no-stra fede e a crescere nella carità.

Rovigo, 31 agosto 2013+ Lucio Soravito, vescovo

Maria Bolognesi:donna silenziosa di carita’

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11la Settimanadomenica 8 settembre 2013 speciale

ITINERARIO DAL PARCHEGGIO IN SEMINARIO

ALLA CHIESA DELLA ROTONDA

USCENDO DAL CANCELLO DEL SEMINARIO DIOCESANO IN VIA SICHIROLLO, SI PERCORRE A PIEDI VIA SICHIROLLO CONTROMANO, QUINDI SI PROSEGUE PER VIA SPERONI. NON APPENA OLTREPASSATA PORTA AUGUSTINA SI GIRA A DESTRA RISALENDO VIA PIGHIN.SI ATTRAVERSA CORSO DEL POPOLO E CI SI PORTA IN PIAZZA MERLIN; SI GIRA A SINISTRA PER VIA X LUGLIO. SI GIUNGE IN PIAZZA GARIBALDI E SI GIRA A DESTRA VERSO LA CHIESA DI SAN FRANCESCO, DAVANTI ALLA QUALE SI GIRA A SINISTRA E SI PERCORRE TUTTA LA VIA IV NOVEMBRE AL TERMINE DELLA QUALE SI GIUNGE IN ROTONDA

La disposizione in Piazza XX settembre

DIOCESI DI ADRIA-ROVIGO

Sabato 7 Settembre 2013 ore 10.30Rovigo - Piazza XX Settembre

celebrazione eucariSticae beatificazionepresiedute dal Signor Cardinale Angelo AmAtoPrefetto della Congregazione delle Cause dei Santi

BEATIFICAzIonEdella�ServadiDio

mArIABolognESI

AVVISo SACRo

INFO: [email protected]

Cell. 328.7584950

Avviso alle Religiose e ai Religiosi➤ I presbiteri concelebranti potranno accedere a La Rotonda dalle ore 9.00 per indossare le ve-

sti sacre, sono pregati di arrivare non oltre le 9.45; porteranno con sé camice e stola bianca.

➤ I diaconi che hanno dato disponibilità per il servizio liturgico (portando con se camice e stola bianca) vorranno trovarsi in Rotonda entro le ore 9.30; i seminaristi (in veste e cotta o in alba) arriveranno in Rotonda entro le ore 8.30.

➤ L’accesso per i presbiteri, i diaconi e i seminaristi è previsto da via IV novembre.

Si ringraziano tutti gli interessati per la cordiale collabora-zione.

Avviso a tutti i fedeli➤ L'accesso per tutti i fedeli sarà da via Silvestri; l'ingresso

in Piazza XX settembre sarà possibile dalle ore 8.00; gli Scuot e i Volontari faranno accedere ai vari settori per i posti a sedere le persone provviste di PASS; chi non ha il pass potrà comunque partecipare nei settori riservati ai posti in piedi.

➤ I disabili, accompagnati dai volontari dell'UNITALSI, potran-no accedere ai posti loro riservati da vicolo Longhena o da via Verdi.

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12 la Settimana domenica 8 settembre 2013speciale

“Maria Bolognesi una donna, una polesana, una beata”, questo il tema dell’in-contro sulla figura della beata Maria Bolognesi, che ha avu-to luogo martedì 3 settembre 2013 a Rovigo presso la Sala degli Arazzi dell’Accademia dei Concordi.

Al tavolo dei relatori: il prof. Pierluigi Bagatin, direttore della Biblioteca di Lendinara, storico e scrittore di storia locale, Giuseppe Manzato, docente di Sociologia generale e del-la religione presso la Facoltà Teologica del Triveneto di Padova e Università Ca’ Foscari di Venezia, Ludovica Mazzuccato, segretaria del Centro Studi “Maria Bolognesi” di Rovigo.

Della Beata Maria Bolognesi, illetterata, donna umilissima, povera, con-siderata talvolta anche pazza, se ne è parlato nel luogo da secoli più im-portante e più rappresen-tativo per la cultura, la storia e l’arte, per Rovigo e il territorio, l’Accade-mia dei Concordi.

Giuseppe Manzato ha presentato con molta chiarezza la realtà odier-na, soffermandosi su quella che è oggi l’idea di uomo, di persona presenti nella società, un uomo sempre più ri-piegato su se stesso, un uomo che di poter fare senza Dio, di essere lui il padrone di padrone di tutto, della sua vita e del proprio destino. Ben di-

verso era il modo di pensare e di intendere la vita di Maria Bolognesi che sempre ha sa-puto affidarsi al Signore.

Il prof. Pierluigi Bagatin ha delineato il lungo percor-so della santità nel Polesine e nella storia millenaria del-la Diocesi di Adria-Rovigo, ha ricordato figure di santi quali san Beda, san Teobaldo, san Bellino, la Serva di Dio suor Baseggio, le fondatrici della Congregazione Serve di Maria Riparatrici, suor Andreoli e suor Inglese, per arrivare a parlare della Beata Maria Bolognesi. Il profes-sore si è soffermato a deli-neare la realtà del Polesine, della sua gente minata dalla miseria, dalla povertà, è in questo contesto, ha spiegato Bagatin che si trova a vivere anche Maria Bolognesi, nella

sua famiglia non vede altro che miseria, povertà e discor-die. Maria è una donna forte, animata da una fede profon-da, una donna, ha spiegato il relatore, che amava i poveri, gli umili, i miseri, gli amma-lati, i bambini, i sacerdoti, per tutte queste persone la nuova Beata a speso la sua vita nella certezza che nei poveri, negli ultimi, nei bambini è sem-pre presente Gesù. È lui che tende la sua mano e ti chiede l’aiuto.

Ludovica Mazzuccato ha sottolineato l’aspetto della femminilità di Maria Bolognesi, la sua delicatez-za verso i bisognosi, osser-vando che l’umile donna del Polesine, oggi riconosciuta Beata dalla Chiesa Beata è la pietra di inciampo, di scanda-lo come ci insegna il Vangelo,

questa umilissima donna che ha sofferto nel suo corpo e nello spirito, oggi è posta a noi come esem-pio da imitare, da segui-re, da pregare affinchè possa lei ora intercedere presso il Signore per noi, per la nostra vita, per i nostri cari, per la nostra fede, per la nostra pace, interiore e sociale.

La Beata Maria Bolognesi, ha concluso la Mazzuccato, ha sa-puto veramente vivere ogni giorno le virtù del Vangelo nel silenzio del-la quotidianità, facendo ogni giorno del bene ai fratelli.

Servizi a cura di Settimio Rigolin

Rovigo - Accademia dei Concordi

Una donna, una polesana, una beataIncontro con Giuseppe Manzato, Pierluigi Bagatin e Ludovica Mazzuccato

Rovigo - Chiesa dei SS. Francesco e Giustina

“Maria ha saputo assumersile sue responsabilita’

di fronte a dio e agli uomini”Venerdì 30 agosto veglia di preghiera con P. Talmelli

Una Veglia di preghiera e di incontro sulla figura della nuova Beata e in pre-parazione alla cerimonia di Beatificazione si è svolta ve-nerdì 30 ago-sto 2013 pres-so la chiesa di san Francesco in Rovigo. A p r e s i e d e r e l’incontro il Vescovo Lucio mentre a gui-dare i diversi momenti di riflessione e di preghiera è intervenuto il postulatore della Causa di Beatificazione di Maria Bolognesi, padre Raffaele Talmelli.

Dalle sue riflessioni è emerso che Maria Bolognesi è stata, ed è oggi, una figura luminosa per tutti i polesani,

una donna del Polesine, sem-plice, umile, povera, animata da un amore straordinario verso Gesù e verso i fratelli, e oggi la Chiesa pone Maria come esempio da seguire e da imitare, allo sguardo di tutti, credenti e non credenti.

Maria, ha osservato il

Postulatore, è una vera cristia-na, quotidiana-mente fedele alla Chiesa di Cristo e obbe-diente agli in-segnamenti del suo Magistero.

M a r i a Bolognesi, ha concluso pa-dre Talmelli, era sempre preoccupata di fare del bene al prossimo, a tutti, e così, ha osserva-to più volte il P o s t u l a t o re ,

Maria si è chinata sui poveri, sugli ultimi, sui malati, sul-le famiglie, sui bambini, ha preso su di sé le povertà e le sofferenze dei fratelli. Maria, ha concluso padre Raffaele, ha saputo sempre assumersi le sue responsabilità di fronte a Dio e agli uomini. Giuseppe Manzato Pierluigi Bagatin Ludovica Mazzuccato

1. Annuncio della beatificazione di Maria bolo-gnesi : 3 maggio 2013

Venerdì 3 maggio 2013 il Vescovo Lucio ha dato l’annuncio ufficiale della imminente beati-ficazione di Maria Bolognesi. Infatti nel giorno precedente, giovedì 2 maggio, il papa Francesco aveva autorizzato il Card. Angelo Amato, Pre-fetto della Congregazione delle Cause dei Santi a promulgare i decreti riguardanti il miracolo, attribuito all’intercessione della venerabile Ser-va di Dio Maria Bolognesi, e a presiedere il Rito della sua beatificazione. D’intesa con il Card. Angelo Amato, il Vescovo Lucio ha fissato la data della beatificazione di Maria Bolognesi a Rovigo, P.zza XX Settembre, per sabato 7 settem-bre 2013.2. Preparazione dei fedeli alla beatificazione di Maria Bolognesi

Il Vescovo Lucio, con la lettera del 7 luglio 2013, ha invitato i Sacerdoti, gli Istituti di Vita Consacrata e le Aggregazioni laicali della Chiesa di Adria-Rovigo a prepararsi alla beatificazio-ne di Maria Bolognesi, meditando i tratti più significativi della sua vita, mediante incontri di riflessione e veglie di preghiera. Con una lettera analoga, del 15 agosto, il Vescovo ha invitato i sacerdoti ed i fedeli a prepararsi, a iscriversi e a partecipare al Rito di beatificazione.3. Lettera apostolica del papa Francesco, che autorizza la beatificazione di Maria Bolognesi

Il papa Francesco, con la Lettera Apostolica del 24 agosto 2013, ha decretato che la venerabile Maria Bolognesi sia proclamata “beata” e che si celebri la sua “memoria” ogni anno il 30 gennaio, giorno in cui essa è tornata alla Casa del Padre.4. Preparazione immediata della beatificazione di Maria Bolognesi: 30 agosto-6 settembre

Per la preparazione immediata dei fedeli alla beatificazione di Maria Bolognesi sono stati fis-sati tre incontri diocesani:• Venerdì 30 agosto 2013: Veglia di preghiera in

S. Francesco a Rovigo, presieduta dal Vesco-

vo Lucio e animata dal Postulatore P. Raffa-ele Talmelli.

• Martedì 3 settembre 2013: Incontro di appro-fondimento in preparazione alla beatifica-zione, nell’Accademia dei Concordi, P.zza Vittorio Emanuele, Rovigo, con tre relatori: Giuseppe Manzato, Pier Luigi Bagatin, Lu-dovica Mazzuccato.

• Venerdì 6 settembre 2013: Veglia di preghiera in S. Francesco, presieduta dal Vescovo Lu-cio.

5. Celebrazione del Rito di beatificazione di Maria Bolognesi: 7 settembre 2013, ore 10.30

Il Rito di beatificazione di Maria Bolognesi e la celebrazione della S. Messa si svolgono sa-bato 7 settembre 2013, ore 10.30, a Rovigo, nella Piazza XX Settembre, davanti alla chiesa della Rotonda. Dietro il palco con l’altare si collocano i cantori. Ai fianchi del palco sono previsti 180 posti per i sacerdoti ed i seminaristi. Davanti al palco ci sono: a sinistra i posti per le Autorità ci-vili e militari e a destra i posti per i familiari di Maria Bolognesi e i soci del Centro Maria Bolo-gnesi. Seguono i posti per il pubblico.

Sono previsti in totale circa 1.400 posti a se-dere e 1.400 posti in piedi. Altri fedeli si mettono nel cortile adiacente alla chiesa di S. Francesco. Altri fedeli assistono alla beatificazione davanti a un maxi-schermo, collocato dentro la chiesa di S. Francesco.

Dopo l’inizio della S. Messa e l’atto peniten-ziale, il Vescovo chiede al Card. Amato di pro-cedere alla beatificazione di Maria Bolognesi. Il postulatore P. Raffaele Talmelli legge il pro-filo biografico della Serva di Dio. Al termine, il Card. Amato legge la Lettera Apostolica con cui il Papa ha iscritto Maria Bolognesi nell’Albo dei Beati. Segue la celebrazione della S. Messa.

Alla fine della S. Messa il Vescovo Lucio rin-grazia il Card. Amato per la beatificazione di Maria Bolognesi, la cui festa sarà celebrata nella diocesi di Adria-Rovigo ogni anno il 30 gennaio.

Sabato 7 settembre

Preparazione e svolgimentodel Rito di Beatificazione

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L’Anno della Fede che si sta avviando alla sua conclusione, offre ancora moltissime opportunità di preghiera, di incontro, di riflessione. Il Settimanale diocesano di settimana in settimana attraverso inter-viste e testimonianze vuole raggiungere i suoi lettori of-frendo spunti di riflessione e di confronto.

In questa nostra inter-vista parliamo della fede con l’Arcivescovo emeri-to di Siena mons. Gaetano Bonicelli, figura nota della Chiesa Italiana dove ha ri-coperto diversi e importanti incarichi, testimone di una fede profonda, appresa in famiglia, e poi maturata accanto a grandi figure per santità di vita e per cultura quali ad esempio il Beato Giovanni Paolo II.

Incontriamo mons. Bonicelli al Santuario del-la Madonna del Pilastrello di Lendinara dove è stato invitato presiedere la ce-lebrazione eucaristica per l’apertura delle celebrazioni promossa per l’antica festa della Madonna, la Natività di Maria.

D - Eccellenza, stiamo celebrando l’Anno del-la Fede, dono di Papa Benedetto XVI, una esperienza importante che si sta avviando alla conclusione. Riguardo a questo lei quale pensie-ro può offrirci?R - L’Anno della Fede

è stata ed è, una provvi-denziale iniziativa di Papa Benedetto, a prima vista for-se si può dire che noi siamo già cristiani, che andiamo in chiesa, che sappiamo molte cose della fede, ma forse sia-mo in errore, perché avere fede non significa solo dire mi fido di Dio, perché oggi le voci che ci giungono sono molto più insistenti in altre direzioni.

D - E’ questo un riferi-mento ai giovani?

R - Certamente c’è il pe-ricolo, specie per le giovani generazioni che la fede sia considerata una opzione an-che possibile, ma che ormai non ha più nessuna influen-za sulla vita, ed è proprio questa la grande sfida per noi cristiani, pensare che la fede sia soltanto una eva-sione personale, sentimen-tale, in grado di soddisfare ciò che non riusciamo a rag-giungere immediatamente, questo atteggiamento ci fa comprendere che noi del-la fede abbiamo compreso molto poco, soprattutto in questo momento in cui la fede non è che vada contro il progresso sociale, tutt’al-tro, è proprio la fede in Dio che ci obbliga ad immerger-ci nelle vicende della nostra esistenza, personale, fami-gliare, sociale.

Dobbiamo allora recupe-rare il senso della fede, che è il fidarsi di Dio, è abbando-narsi nelle sue mani, e com-prendere che la sua grazia ci stimola e ci costringe a

compiere scelte che ren-dono migliore la nostra vita e quella del nostro prossimo.

D - Pensando alle tan-te famiglie che oggi vivono momenti dif-ficili, ai tanti giovani angosciati e delusi della vita quanto la fede potrebbe essere di aiuto per queste realtà?R - Dobbiamo dire

che sempre la fede è stato un problema perché chiama in causa la nostra responsa-bilità, la nostra conversione radicale verso Dio, e questo in particolare oggi a causa delle tante insidie e tenta-zioni che minacciano la no-stra vita, e rendono sempre più difficile e problematico chinare il capo.

Se saremo capaci di giungere a questo allora vuol dire aver recuperato la libertà radicale nel nostro cuore, nel nostro agire, nella nostra libertà interiore.

Bisogna far comprendere ai giovani e ai meno giova-ni, che il fidarci di Dio non vuol dire perdere la propria autonomia, ma vuol dire fondarla su quelle basi so-lide che provengono dalla grazia di Dio e dall’impe-gno nel quale noi possiamo spenderci ogni giorno.

D - Eccellenza, cosa vuol dire credere, ho fede?R - Credere vuol dire af-

fidarsi, diciamo che il sen-so del credere è presente in tutti, fin da bambini, si crede alla mamma, al papà, ma quando diciamo fede in Dio ciò significa che a tutto questo che c’è di umano e di valido, bisogna saper ag-giungere che la fede è accet-tare Dio, ed è quella la base di ogni rilevanza a carattere umano.

D - Credere o non cre-dere, dove sta la diffe-renza?R - Mi guarderei bene dal

dire quelli non hanno fede, non credono, perché sostan-zialmente poco o tanto tutti nel loro cuore nutrono quel-la fiammella che è la fede.

E’ certo che coloro che apertamente non hanno la fede si ritrovano sicuramen-te svantaggiati, fatta questa considerazione dobbiamo aggiungere che ogni cri-stiano è chiamato a vivere la fede sia livello persona-le, ma pure deve aiutare i fratelli con la parola e la te-stimonianza a desiderare il dono grande della fede.

Noi cristiano dobbiamo essere più testimoni autenti-ci credibili della nostra fede. Dobbiamo ritornare alla es-senzialità del Vangelo, allo-ra ritroveremo la forza per dire io credo e perciò rendo testimonianza.

D - Stiamo vivendo un tempo di crisi e per quanto riguarda il lavo-ro, l’economia ecco in tutto ciò quanto la fede può essere necessaria?R - La fede mi dice che

Dio non può permettere questa gravissima situazio-ne senza poi trarne un van-taggio spirituale più pro-fondo dei nostri desideri.

La fede deve allora so-stenerci nelle nostre diffi-coltà e affidarci al Signore, che sempre dispone per il nostro bene.

Non dimentichiamo che i tempi di Dio sono molto diversi dai nostri progetti.

D - In questi giorni il mondo vive la paura della guerra, dei conflit-ti proprio la nella terra dove ha avuto inizio la storia della salvezza, la fede cristiana. Riguardo a questo cosa ci può dire?R - La fede per sua natu-

ra è tale da poter intervenire e sostenere ogni sforzo per raggiungere la vera giusti-zia, e questo a livello perso-nale, familiare, internazio-nale.

Dobbiamo ritrovare il senso vivo della fede, poter avere la gioia di saper cam-minare sulle strade di Dio, e nella logica della fede saper intervenire efficacemente nelle piccole e grandi vicen-de della vita.

Noi cristiani in forza del-la nostra fede dobbiamo es-sere dei costruttori di pace.

D - Eccellenza, lei ha avuto la gioia di poter condividere una bella amicizia con il Beato Giovanni Paolo II. Riguardo a questa gran-de figura di santo cosa ci può dire?

R - Ecco un uomo che viveva la sua vita ricca di fede, nelle situazioni più difficili amava ripetere che solo la fede può otte-nere ciò che umanamen-te non è possibile.

Lui aveva veramen-te una fede profonda, limpida, forte, decisa, la fede per Giovanni Paolo

II era la capacità di vedere le cose, la vita come la vede Dio, con gli occhi di Dio, ed è questa la fede vera. Poter vivere la fede in questa di-

mensione, incisiva, come lo era per Giovanni Paolo II, vuol dire aver raggiunto i livelli più alti e poter gode-re di una profonda serenità interiore.

D - Eccellenza, un suo pensiero anche riguar-do alla figura di Papa Francesco?R - Ecco una delle grandi

sorprese della fede, nessu-no pensava Papa Francesco, non tanto alla sua perso-na quanto al suo stile, è il Signore che sa fare cose stu-pende.

Papa Francesco è una grande persona che nella semplicità dei suoi gesti e delle sue parole dimostra agli uomini come la fede davvero sia qualcosa di autenticamente valido per tutti.

D - Eccellenza, lei ha celebrato l’eucaristia nel santuario della Madonna del Pilastrello di Lendinara, un luogo molto caro alla devozio-ne di numerosi fedeli. Ecco pensando alla fede quanto sono importanti questi luoghi di pre-ghiera?R - I santuari sono luo-

ghi preziosi, di fede, di pre-ghiera, di incontro, anche se talvolta sembrano emergere solo alcuni aspetti popolari, ma non è così, perché se la gente sempre più numerosa cerca questi è perché desi-dera qualche cosa che al-trove non trova ecco allora che in questi luoghi diventa importante la nostra testi-monianza di fede.

Settimio Rigolin

13la Settimanadomenica 8 settembre 2013 anno della fede

Testimonianze nell’Anno della Fede

Unitalsi - Sottosezione di Rovigo

Pellegrinaggi Da Settembre a Novembre 2013Tema Pastorale: Il pellegrinaggio nell’anno

della fede “Verso Dio” Gesù con Mariap 22/28 Settembre: Pellegrinaggio Nazionale a Lourdes.p 6 Ottobre (domenica): Visita alla Basilica di Sant’Antonio a

Padova e ai luoghi del Santo a Camposanpiero (PD).p 14/25 Ottobre: Fatima - Santiago di Compostela -

Pellegrinaggio Triveneto in Pullman (visita a Nimes - Barcellona - Saragozza - Salamanca - Fatima - Santiago di Compostela - Santander - Nourdes – Nimes).

p 17/23 Ottobre: Fatima - Santiago di Compostela (con ae-reo di linea).

p 19/26 Novembre: Pellegrinaggio in Terra Santa (in aereo - 120 posti).

Per informazioni e adesioni (almeno 30/40 giorni prima della partenza, presso la segrete-ria dell’Unitalsi - Sottosezione di Rovigo, C/o Centro Don Bosco, Viale G. Marconi, 5 - Rovigo Tel. 0425/412191 - aper-to al Martedì dalle ore 10 alle ore 12 e al Giovedì dalle ore 16 alle ore 18; o al cell. 3394273795.

«è il Signore che sa fare cose stupende»Intervista a mons. Gaetano Bonicelli, Arcivescovo emerito di Siena

Servizio Pellegrinaggio Diocesi Adria-Rovigo

Natale a BetlemmeDal 23 al 27 dicembre 2013

Il Servizio Pellegrinaggi della Diocesi di Adria-Rovigo pro-pone di vivere a Betlemme il Natale 2013. Per poter parteci-pare alla Messa di Mezzanotte nella Basilica della Natività è necessario confermare la propria adesione (allegando la fotocopia del passaporto) on un anticipo di tre mesi (entro il 20 settembre 2013). Nei giorni di permanenza è in program-ma, a cura dell’Agenzia organizzatrice I.O.T. d Gorizia, la visita ai più significativi luoghi della Terrasanta.Per informazioni rivolgersi a don Guido Borin (Rovigo, Corso del Popolo 252 – tel. 0425 25839).

Page 14: La Settimana n. 34 del 8 settembre 2013

Dal 18 luglio al 3 agosto 2013 siamo stati in Brasile con un duplice intento: conosce-re da vicino la missione della Famiglia Missionaria della Redenzione a Salvador e a Condeúba nello Stato di Bahia e vivere la Giornata Mondiale della Gioventù a Rio de Janei-ro, nei due giorni centrali della veglia e della Messa di invio a Copacabana.

Nel periodo in cui siamo stati in Bahia abbiamo visitato la città di Salvador de Bahia, la Diocesi di Caetité e la parroc-chia di Livramento in una dio-cesi vicina, per un totale di cir-ca 3000 Km su strada! In quei giorni abbiamo inoltre parteci-pato alla festa del Centenario della Diocesi di Caetité, i cui fedeli hanno risposto numero-si. Il 2013 è un anno particola-re perché coincide anche con i 40 anni della presenza della Diocesi di Adria-Rovigo nella Bahia e con i 25 anni della mis-sione della FMdR in Brasile.

Sintetizziamo la nostra esperienza ricorrendo ad un’immagine, quella della mano, aperta, tesa, accoglien-te, e delle sue 5 dita, laboriose, comunicative, tattili, emble-maticamente espressa da uno dei simboli del Brasile: il Cri-sto Redentore: «le sue [mani] e braccia aperte sono il segno dell’accoglienza che il Signore riserverà a tutti coloro che ver-ranno a Lui e il suo cuore raffi-gura l’immenso amore che Egli ha per ciascuno e per ciascuna di voi» (Messaggio di Benedet-to XVI per la GMG 2013).

Mano che raccoglie: 5 bel-lezze

le distese naturali del Sertão, regione semi-arida che ab-braccia molti stati del nord est brasiliano, caratterizzata da clima secco e cespugli bassi e contorti;

il Prodec, Progetto di svilup-po del bambino, esperienza di doposcuola gestita dalla Fami-glia Missionaria con ragazzi

che vivono in condizioni di disagio sociale o familiare, che oggi arriva ad aiutare circa tre-cento bambini, in un luogo che li accoglie e orienta;

le Comunità di base anima-te da laici che si ritrovano alla domenica, nonostante vi sia spesso l’impossibilità di cele-brare l’Eucarestia, per ascoltare e meditare la Parola e per far festa insieme con canti, balli e pranzo condiviso;

la forza del cambiamento nei giovani e il coraggio di rea-lizzarlo: «Siate protagonisti. Giocate in attacco! Calciate in avanti, costruite un mondo migliore, un mondo di fratel-li, un mondo di giustizia, di amore, di pace, di fraternità,

di solidarietà. Giocate in attac-co sempre!», ha esortato Papa Francesco a Copacabana;

la preghiera e l’adorazione, come quelle vissute nella ve-glia notturna, come già ci ave-va ricordato Benedetto XVI nel Messaggio per la GMG: «L’evangelizzazione autentica nasce sempre dalla preghiera ed è sostenuta da essa: dobbia-mo prima parlare con Dio per poter parlare di Dio».

Mano che batte il cinque: 5 cose simpatiche

il concetto di “distanza” bra-siliano che rende tutti i luoghi “a due passi” sebbene siano spesso a diverse ore di viaggio e collegati da strade polverose, lunghe e piene di buche;

i quebra molla (dossi molto prominenti), numerosi e di va-rie dimensioni, mettono a dura prova non solo le sospensio-ni, ma anche la cappotta delle auto a causa delle capocciate dei passeggeri poco attenti;

il riso con fagioli: onnipre-sente durante i pasti e servito perfino durante la merenda pomeridiana, con grande, e per noi sorprendente, soddi-sfazione dei bambini;

il folklore delle processioni: moltitudini di persone colorate in movimento fra rumorosissi-mi carri pieni di altoparlanti, che sembrano ricordare a volte più i nostri stadi;

il più grande “flash mob do mundo”, ballo realizzato Do-menica 28 luglio prima della Messa da tutti i giovani presen-ti per rendere omaggio a Papa Francesco e alla Chiesa intera e per dimostrare che i giovani, insieme, riescono a parlare al mondo: forse non tutti danza-vano a tempo ma l’obbiettivo è stato raggiunto!

Mano che stringe un’altra: 5 impegni

dare valore della Parola, che proclamata e meditata, spin-

ge all’azione: «Anche io oggi rubo la parola a Madre Teresa e ti dico: iniziamo? Da dove? Da te e da me! Ognuno, ancora una volta in silenzio, si chie-da: se devo iniziare da me, da dove inizio? Ciascuno apra il suo cuore perché Gesù gli dica da dove iniziare» (discorso di Papa Francesco durante la ve-glia);

riempire di entusiasmo le cele-brazioni, con canti, danze e pie-na partecipazione: « l’annuncio del Vangelo non può che esse-re la conseguenza della gioia di avere incontrato Cristo e di aver trovato in Lui la roccia su cui costruire la propria esisten-za» (Messaggio di Benedetto XVI per la GMG);

donare ospitalità e tempo, nel-la disponibilità e nell’ascolto dell’altro: «Impegnandovi a servire gli altri e ad annunciare loro il Vangelo, la vostra vita, spesso frammentata tra diver-se attività, troverà la sua unità nel Signore, costruirete anche voi stessi, crescerete e mature-rete in umanità» (Messaggio di Benedetto XVI per la GMG);

apprezzare la semplicità di vita, riscoprendo la forza che viene dallo stare insieme, dallo stare uniti in Cristo: «Gesù non ha detto: “Va’”, ma “Anda-te”: siamo inviati insieme […] Quando affrontiamo insieme le sfide, allora siamo forti, sco-priamo risorse che non sape-vamo di avere. Gesù non ha chiamato gli Apostoli perché vivessero isolati, li ha chiama-ti per formare un gruppo, una comunità» (Omelia di Papa Francesco durante la Messa);

vivere la missionarietà, che ben si rispecchia nel tema della GMG “Andate e fate discepoli tutti i popoli” (Mt 28:19) e nel carisma proprio dei “Giovani per la Missione”: «I «popoli» ai quali siamo inviati non sono soltanto gli altri Paesi del mon-do, ma anche i diversi ambiti di vita: le famiglie, i quartieri, gli ambienti di studio o di lavo-ro, i gruppi di amici e i luoghi del tempo libero. L’annuncio gioioso del Vangelo è destina-to a tutti gli ambiti della nostra vita, senza alcun limite» (Mes-saggio di Benedetto XVI per la GMG).

Concludiamo con un gesto di saluto e approvazione tipico dei ragazzi brasiliani, la mano con il pollice in alto, con cui sembrano quasi incoraggiarsi l’un con l’altro: punta verso Dio e tutto andrà per il verso giusto! Ci congediamo allora a nostra volta con saluto carico di speranza: «Non facciamoci ru-bare la speranza, non permet-tiamo che sia vanificata con so-luzioni e proposte immediate che ci bloccano nel cammino, che “frammentano” il tempo, trasformandolo in spazio. Il tempo è sempre superiore allo spazio. Lo spazio cristallizza i processi, il tempo proietta in-vece verso il futuro e spinge a camminare con speranza» ( Papa Francesco, Lumen Fidei, p. 107).

Elettra e DanieleGiovani per la Missione

Famiglia Missionariadella Redenzione

14 la Settimana domenica 8 settembre 2013missioni

I nostri missionari ci scrivono da...

Brasile

Rafforzati i vincolitra le nostre Diocesi

La coincidenza tra le date della Giornata Mondiale della Gio-ventù, conclusasi da poco tempo a Rio de Janeiro, e del Centena-rio della nostra diocesi sorella di Caetité, ha fatto vivere a noi, qui, momenti meravigliosi di incontro e di scambio, di nuove espe-rienze e di amicizia.

Se poi aggiungiamo i festeggiamenti per i 25 anni di presenza, sempre in questa stessa diocesi, delle Missionarie della Redenzio-ne, il momento festivo che abbiamo vissuto si fa ancora più ampio e piacevole.

Lascio a un prossimo resoconto delle Missionarie tutto ciò che concerne l’aver festeggiato, con la presenza del vescovo burunde-se, mons. Bonaventura, il loro giubileo d’argento brasiliano e mi soffermo sul tema iniziale.

Anche se io non ho vissuto tutte le tappe del servizio missio-nario della diocesi di Adria-Rovigo, oserei dire che non si è mai vista una presenza, in contemporanea, così ricca di laici.

Ben cinque quelli giunti con don Giuseppe Mazzocco, parro-co di Adria-Carbonara, altri cinque quelli giunti con don Fabio Finotello, parroco di Adria-San Vigilio e coordinatore diocesano della Pastorale Giovanile e altri due arrivati su invito del parroco di Caculé, padre Gilvan. In tutto quattordici persone. Avrebbero dovuto essere quindici se un problema repentino di salute non avesse bloccato in Italia don Vincenzo Cerutti. Se potessi rias-sumere i momenti vissuti in un’unica breve riflessione direi che sono pronti i momenti per una presenza diversa della nostra dio-cesi in terra brasiliana.

Non ci sono piatti pronti da offrire e nemmeno ricette già scrit-te ma un mondo nuovo da scoprire.

In realtà, come sa bene che ci accompagna fin dall’inizio, lo schema di presenza fu quello tradizionale.

L’aiuto offerto sul modello FIDEI DONUM, felice intuizione di Papa Pio XII, l’ha fatto da padrone in questi primi quaranta anni. Sacerdoti inviati, pur da una diocesi non ricchissima di clero, a sopperire una grave situazione pastorale in questo angolo, quasi sconosciuto, del Nordest brasiliano.

Quando giunsi a Caculé, quasi 33 anni fa, questa diocesi con-tava solo 19 sacerdoti per offrire un accompagnamento spirituale a ben mezzo milione di persone.

Quello che era percepito come urgente era soddisfare un dirit-to giusto e necessario: l’Eucarestia celebrata, vissuta e condivisa.

La Santa Messa, definita dal Concilio Vaticano II, chiusosi po-chi anni prima, fonte e culmine della vita cristiana.

E accanto all’Eucaristia la condivisione del pane materiale, in un momento economico ben più favorevole di questo per tut-ta l’Europa. Era privilegiato il dare. Dare con urgenza, dare con amore, dare con fiducia.

Oggi, dopo quaranta anni di presenza, il verbo che si fa strada con forza è il ricevere. E le quattordici persone che contemporane-amente hanno vissuto anche se pochi giorni con noi, hanno senti-to forte questa esigenza.

Cosa e come possiamo ricevere da una chiesa ancora giovane?Si è offerta a un giovane sacerdote di qui la possibilità di ap-

profondire gli studi teologici, abitando in una parrocchia dove aiutare nei fine settimana e nei momenti forti dell’anno liturgico. E’ un’idea interessante.

Offrire stages in Polesine ad alunni della Scuola Famiglia Agricola di Caculé? Perché no?

Stringere nuovi legami con l’aiuto della rete Internet?Continuare con visite mirate alla diocesi di Caetité anche se il

servizio missionario dei sacerdoti dovesse essere sospeso?Dall’aiuto allo scambio. Un nuovo slogan. Un nuovo percor-

so. Tutto da inventare ma niente di impossibile. Anzitutto occorre crederci. In seguito verrà l’umiltà di tentare.

Don Gabriele

Brasile 2013

Esperienza ... a portata di mano!

Lasciarci evangelizzare per evangelizzare

L’Anno Pastorale della “il Popolo di Dio in missione” pro-mosso dal Vescovo Lucio, coinvolge la Famiglia Missionaria del-la Redenzione (FMdR) nel progettare le proprie iniziative per un servizio efficace dentro la Pastorale Ordinaria e l’ambiente sociale in collaborazione con Parrocchie, Gruppi e Scuole di ogni ordine e grado.

In sintonia con il nostro Carisma che ci chiede di:- Contemplare il mistero che si attua nella passione, morte e

risurrezione di Cristo Redentore- Vivere con FEDE la quotidianità scoprendo nei fratelli il

volto dell’amabilissimo Redentore che si dona per l’umanità- Annunciare con responsabilità il Vangelo della redenzione

per far nascere nei cuori la nostalgia del Padre Misericordioso;la FMdR intende offrire proposte e percorsi di animazione-

formazione, di evangelizzazione, di interscambio di culture e di educazione alla solidarietà, privilegiando ragazzi, giovani e famiglie.

Quattro sabati di EVANGELIZZAZIONE, per rimotivare gli appartenenti alla FMdR e aiutare altri, che lo desiderano, a diventare evangelizzatori rispondendo: perché evangelizzare; dove evangelizzare; chi evangelizzare; come evangelizzare (me-todologia).

Presso Casa “Regina delle Missioni” Via A. Mario, 36 Rovi-go dalle 17,30 alle 19,30 poi per coloro che desiderano condivi-diamo insieme la cena.

Invitiamo catechisti, operatori pastorali, fedeli.EVANGELIZZARE IL QUOTIDIANO

PER RINNOVARE LA VITAOBIETTIVO: Riflessione su come rinnovare il nostro essere

evangelizzatori.METODO: Approfondimento con un relatore per sabato e

testimonianze di fede vissuta – dal problema alla speranza - In ogni serata risonanza con lavori di gruppo coinvolgendo i par-tecipanti.

1) Sabato 28 settembre 2013: FAMIGLIA: la fedeltà nella fra-gilità, S. E. Mons. Lucio Soravito De Franceschi

Seguiranno altri quattro incontri:2) Sabato 19 ottobre 2013: SCUOLA: in tempo di pensiero

liquido come educare e formare ai valori veri? 3) Sabato 16 novembre 2013: PARROCCHIA: casa per pochi

o per tutti?4) Sabato 14 dicembre 2013: TERRITORIO: solidarietà nelle

relazioni dentro l’ambiente e con il mondo.

Page 15: La Settimana n. 34 del 8 settembre 2013

domenica 8 settembre 2013 la Settimana

15radio kolbe

Rovigo e Provincia 91.200 mhz

Rovigo città 94.500 mhz

Speciale di “Sulle Ali di Maria Bolognesi” in vista del 7 settembre

Dietro le quinte della grande Festa per la Beatificazione Intervista a Don Diego Pisani che ha curato la preparazione della Celebrazione Liturgica

In vista del Grande even-to in programma sabato prossimo, 7 settembre, in cui sarà Beatificata la Serva di Dio Maria Bolognesi, Radio Kolbe propone una puntata speciale della rubrica “Sulle ali di Maria Bolognesi”. Nel corso della puntata Ludovica Mazzucato intervista don Diego Pisani, liturgista, che ha curato la celebrazione eu-caristica che si terrà in piazza XX settembre.

«Dopo un iter di beatifica-zione durato solo 20 anni, la Diocesi di Adria-Rovigo avrà la prima Beata laica della sua storia – ha detto Ludovica – infatti il 2 maggio 2013 Papa Francesco ha autorizzato la Contrazione per la Causa dei Santi a promulgare il decreto di Beatificazione per Maria Bolognesi». Il comitato pre-sieduto dal Vescovo Soravito si è rimboccato così le mani-che e in pochi mesi ha messo in modo la macchina orga-nizzativa.

«Maria Bolognesi è un se-gno per la nostra diocesi – ha detto don Diego Pisani – e ci ricorda che, come diceva an-che Madre Teresa di Calcutta, la Santità non è un lusso per pochi ma una possibilità, una vocazione che è realiz-zabile da ciascuno nel quo-tidiano, sapendo comunque che le proprie forze non sono sufficienti ma ci vuole qual-cosa di fondamentale che è la Grazia di Dio». Come ha poi

ricordato don Diego: «La ce-lebrazione sarà preceduta da due Veglie di Preghiera, una in programma il 30 agosto e l’altra il 6 settembre e poi da un incontro il 3 settembre nell’accademia dei concordi. Inoltre in tante parrocchie si sono organizzati momenti di preghiera, proprio per pre-pararsi nel migliore di modi a questo appuntamento.

Ci sono tante persone che hanno lavorato anche gra-tuitamente, in questi giorni, per preparare nel migliore dei modi anche dal punto di vista logistico per garantire il sereno e solenne svolgimen-to della Messa. La liturgia di Beatificazione deve essere bella e partecipata. In questi ultimi giorni occorrerà tanta buona volontà per predispor-re l’arredo completo, quindi

il palco, l’impianto audio, le luci, le sedie, l’altare, l’araz-zo con Maria Bolognesi che sarà svelato durante la mes-sa, per il coordinamento dei vari ministeri liturgici. Poi anche garantire una siste-mazione per le tante persone che vorranno essere presenti, con tanta attenzione per co-loro che sono fisicamente più svantaggiati». Don Diego ha precisato che non si tratta di una cerimonia: «Come ho imparato dal mio insegnante don Diego Monzeglio le ce-rimonie le fa il comune, noi facciamo delle celebrazioni. Le liturgie di beatificazio-ne fino a qualche anno fa si svolgevano alla presenza del Papa, era lui stesso che a Roma proclamava i Beati. Dal 2005, Benedetto XVI ha stabilito che le beatificazio-

ni avvengano nella diocesi. La Beatificazione si terrà in piazza XX settembre 1870 che come sappiamo non è una data felicissima per la Chiesa.

Ci vollero molti anni af-finché i rapporti tra Stato e Chiesa potessero normaliz-zarsi ed è significativo che un evento ecclesiastico di così grande portata avvenga in una piazza che porta quel-la data, si tratta quindi di una riconciliazione anche per la nostra Rovigo tra mondo lai-co e la chiesa. Il cuore di tut-to l’evento è la celebrazione durante la quale il Cardinale Angelo Amato, su richiesta del Vescovo diocesano darà lettura della lettera apostolica di Papa Francesco. Poi ci sarà lo svelamento dell’arazzo raffigurante la nuova Beata.

A seguito di questo momen-to Marco Ferrari, guarito per intercessione di Maria Bolognesi, che allora era un bambino e oggi è un giovane seminarista, porterà all’altare le reliquie che saranno poste a lato dell’altare e verranno incensate dal Cardinale».

Roberto Giannese

Ponte Radio - Intervista a Beppe D’Alba

A difesa della CostituzioneLe iniziative del Comitato Polesano

Le nostre rubricheLUNEDI

10.00 “Maria Maestra di Speranza” a cura del Centro Mariano; 11.00 “Insieme per pregare” a cura dell’Apo-stolato della Preghiera con Anna Cecchetto; 11.40 “Con gli ultimi” a cura di Giovanni Dainese; 17.05 “Librando, libri in volo” con Dante Cerati; 18.20 “Ponte Radio”, a cura di Roberto Giannese; 21.30 “Radio Volontariato” a cura del Centro Servizi di Volontariato di Rovigo, con Francesco Casoni.

MARTEDI 10.00 ”Missione

è…” a cura del Centro Missionario Diocesano, con Riccardo Rizzatello; 11.00 “ArabRovigo” rubrica inter-culturale a cura dell’asso-ciazione Casa Marocco, in studio Dounia e Valentina; 18.20 “Sulle ali di Maria Bolognesi”, a cura del Centro Maria Bolognesi; 21.30 “Ponte Radio” ;

MERCOLEDI10.00 “Madre Elisa” a

cura del Centro Mariano; 11.00 “Sulle ali di Maria

Bolognesi”; 17.05 “Insieme per pregare” a cura dell’Aposto-lato della Preghiera con Anna Cecchetto; 18.00 “Con gli ulti-mi”; 21.30 ”Missione è…”;

GIOVEDI 10.00 “Voce Francescana” a

cura del Ordine Francescano Secolare del Polesine; 11.00 “Librando, libri in volo” con Dante Cerati; 17.05 “Sulle aldi di Maria Bolognesi” 18.20 “Radio Volontariato” a cura del CSV di Rovigo; 21.30 “ArabRovigo” rubrica interculturale a cura dell’as-sociazione Casa Marocco

VENERDI 10.00 “Maria Maestra

di Speranza”” a cura del Centro Mariano; 11.00 “Radio Volontariato” ; 17.05 “ArabRovigo” a cura dell’As-sociazione Casa Marocco; 18.20 “Ponte Radio”, 21.30 “Per un pugno di film”;

SABATO 10.00 “Voce Francescana”

11.00 “Tra le braccia di Maria Bolognesi”; 17.05 “Insieme per pregare”; 18.20 “Missione è…” 18.35 “Buona Domenica” riflessioni e com-menti per la domenica a cura di Don Bruno; 21.30 “Per un pugno di film” ;

DOMENICA 10.00 “Insieme per prega-

re”; 11.00 “Voce Francescana”; 16.30 “Buona Domenica”; 17.00 “Per un pugno di film”; 22.00 “Sulle ali di Maria Bolognesi”, a cura del Centro Studi Maria Bolognesi.

DAL LUNEDI AL VENERDI 9.30 e 20.45 “Dall’alba

al tramonto”, a cura di don Bruno Cappato;

8.30, 12.10, 20.00, 23.00 “La radio informa”,

19.00 Santa Messa in di-retta dal Duomo di Rovigo. 17.40 e 23.15 “Lettura del giornale” a cura di Don Bruno. 11.50 e 20.15 “Rassegna stampa ecclesiale” a cura di Enzo Costa.

22.00 Preghiera della sera.

Sulle Ali di Maria Bolognesi con ospite Diego Pisani andrà in onda Martedì alle 18.20, Mercoledì alle 11.00, giovedì alle 17.05 e Domenica alle 22.00. Sempre sui 91.200 e 94.500 mhz. Sarà poi inserita sul blog.

Quando?

Anche Rovigo si è attivata per la difesa ed il rispetto dalla nostra Costituzione.

Abbiamo avuto modo di illustrare ai nostri ra-dioascolatori le modalità per sostenere e per ade-rire al Comitato polesano per la difesa della costi-tuzione, costituitosi il 2 giugno di quest’anno e che ha raggiunto fino ad ora oltre 60 adesioni. Un comitato nato in sintonia con altri comitati che a livello nazionale si sono attivati per la stessa fina-lità.

A parlarci di questa ini-ziativa è stato uno dei com-ponenti dello stesso comita-to, ovvero Beppe D’Alba che è stato ospite nei nostri studi nella rubrica Ponte Radio.

«Già da molti anni, ci sia-mo attivati per fare conoscere la Costituzione Italiana - ha detto D’Alba - nelle scuole grazie all’Associazione “Viva la Costituzione”, presieduto da Rosanna Cavazzini, ora abbiamo deciso di interve-nire a difesa della nostra co-stituzione, perchè si mira a cambiarla con delle modalità che non rispettano la mede-sima Carta Costituzionale.

In particolare ci stiamo attivando per difendere la

Carta costituzionale dagli attacchi che in questo ultimo periodo ha subito in maniera particolare l’articolo 138 che è importantissimo in quanto ne salvaguarda la stessa in-tegrità.

Invece la Costituzione può essere aggiornata ma non demolita».

Il Comitato sarà presen-te in questi giorni in diversi punti della città per racco-gliere le adesioni, a partire da venerdì 6 settembre dalle ore 17.30 alle ore 19.30, in piazza Vittorio Emanuele II e poi sa-bato 7 settembre dalle 10.00 alle 12.00 nei pressi del mer-cato della Commenda e nello stesso giorno sarà presente dalle 17.30 alle 19.30 in piaz-

za Vittorio Emanuele. E poi il giorno 1 otto-

bre dalle 10 alle 12.00 an-cora in Piazza Vittorio.

Il comitato ha poi in programma di partecipa-re alla manifestazione na-zionale per la difesa della Costituzione, che avrà luogo a Roma il prossimo 5 ottobre.

Beppe D’Alba ha letto alcuni articoli importanti della Costituzione ed ha anche letto un pensiero di Pietro Calamandrei, uno dei padri della Costituzione, tratto dal libro di Domenico Gallo

intitolato “Da sudditi a cit-tadini”. Chi volesse parte-cipare alla manifestazione in programma il 5 ottobre a Roma può ricevere informa-zioni presso la sede dell’Arci di Rovigo in Viale Trieste.

r. g.

L’ultimo paro de oreLa commedia fa il bis

Visto il successo avuto dalla commedia “L’ultimo paro de Ore”, commedia brillante in dialetto Veneto, scritta da Severino Zennaro, che abbiamo già trasmes-so martedì e mercoledì scorso, la riproporremo anche la prossima settimana. Gli interpreti della comme-dia sono: Emanuela Fogato (Agnese, la sposa), Renzo Chiarato, (Giulio, lo sposo), Enzo Mancini (Orazio, il testimone), Lucia Osti (Anna, Fidanzata di Orazio), Elena Rainero (la cameriera Silvia) e Guido Moreni (Direttore dell’Albergo). La voce fuori campo è quella di Fabio Marangoni. La vicenda è quella di Agnese e Giulio per i quali è finalmente giunto il grande giorno del matrimonio … o almeno così dovrebbe esserenelle loro intenzioni....

Quando?

Quando?La puntata di Ponte

Radio con ospite Beppe d’Alba andrà in onda ve-nerdì 6 alle ore 18.20, mar-tedì 10 alle 22.30 e venerdì 13 settembre alle 18.20.

La commedia andrà in onda mar-tedì 10 settembre (1ª parte) e merco-ledì 11 settembre (2ª parte) alle ore 21.15. Sarà poi messa sul blog della radio http://radiokolberovigo.blog-spot.it

Page 16: La Settimana n. 34 del 8 settembre 2013

16 la Settimana domenica 8 settembre 2013rubricheOrari Sante MesseAdria

Adria-Cattedrale: Festive 7.30 - 9.15 - 10.30 - 12.00 - 19.00; Feria-li: 7.30 - 8.30 - 19.00; Prefestiva 19.00.Casa di Riposo: 17.00.Divin Lavoratore: Festive: 9.30 - 11.30 - 18.00; Feriale 18.00; Pre-festiva 18.00.Tomba: Festive: 8.00 - 9.30 - 11.30 - 19.00; Feriale: 8.00 - 18.30; Prefe-stiva: 19.00.S. Vigilio: Festive: 8.00 - 10.00; Prefestive: 18.30.

Rovigo

Duomo Concattedrale: Festive: 7,00- 8.30 - 10.00 - 11.30 - 19.00 - Feriali: 7.00 - 8.00 - 10.00 - 19.00SS. Francesco e Giustina: Festi-ve: 10.00 - Per i cattolici anglofoni 11.00 (Chiesa del Cristo) - 11.30 - 18.30 - Feriali: 18.30 (Chiesa del Cristo, tranne al sabato)Rovigo Commenda: Festive: 8.00 - 10.00 - 11.30 - 19.00 - Feriali: 7.00 - 19.00Maria SS.ma Madre di Dio (del-

le Rose): Festive: 8.30 - 10.30 - 12.00 - 19.00 - Feriali: 8.30 - 19.00S. Bartolomeo Apostolo: Festi-ve: 8.00 - 10.00 (Iras - infermeria ore 10.00) - 12.00 - 19.00 - Feriali: 8.30 - 19.00 (Iras - Casa soggiorno sabato ore 16.45)S. Pio X: Festive: 8.30 - 10 - 11.30 - 17. Prefestiva: 17 - Feriali: 8.30 (al mercoledì alle 18).S. Antonio: Festive: 10.00 in Casa Serena - 11.00 - 18.30 - Prefestiva: 18.30 - Feriale 18.30. Tempio “La Rotonda”: Festiva: 10.30 - Feriale: 9.00Centro Mariano: Festiva: 10.00 - Feriale: 7.30S. Domenico: Festive: 9.00 - 11.00 - 18.00 - Feriali: 8.00 - 18.30 Cappuccini: Domenicale e festi-vo: ore 7.30 - 9.00 - 11.00 - 17.00 Prefestiva: ore 17.00 - Feriale: ore 9.00 - 17.00.S. Rita: Festiva: 10.00 - Feriale: 18.00 (solo al Sabato)Carmelo della Trasfigurazione: Festiva: 8.00 - Feriale: 7.30.Ancelle della SS.ma Trinità: Fe-stiva 8.30 - Feriale: 7.30.

Due Sposi Santi:Lucchese e Bonadonna da PoggibonsiVita dei due primi Terziari Francescanie il loro messaggio agli uomini di oggi

L u c -chese e Bo-n a d o n n a , dopo aver i n d o s s a t o l’abito dei Fratelli e Sorelle della Penitenza, vissero del vero spi-rito di san Francesco, passando il loro tempo libero in preghie-ra, preferibilmen-te nella chiesa dei frati, e dedicandosi all’amore del pros-simo.

Riservando po-chissimo spazio per sé, fecero del resto della loro bella casa un rifugio dei malati poveri che serviva-no con le loro mani. Lucchese visitava anche l’ospedale, aiutando nei servizi più ributtanti.

L’amore del prossimo lo spinse da Poggibonsi in Maremma, dove la fame e la malaria infierivano, per aiu-tare con cibo e me-dicine. Quelli che lo desideravano si riu-nivano con Lucche-se e Bonadonna per imparare la Regola e la vita dell’Ordine della Penitenza.

Vendettero anche la proprietà di Gaggiano e Borgo Mar-turi a beneficio dei poveri, tenendo per sé solo un campicel-lo. Lucchese questuava per i suoi poveri in campagna, con i vestiti rattoppati e a piedi scalzi, mentre Bona seguitava a curare i malati.

Come marito e moglie realizzarono un’unione di spiriti raramente goduta sulla terra. Spesero una vita di privazioni, fatiche, penitenze fino all’età di settant’anni quando Bona-donna si spense serenamente, seguita subito dopo anche dal marito Lucchese. Era il 28 aprile 1250.

Le loro spoglie sono custodite in una cappella della Chie-sa di san Francesco, - ora nota come Basilica di san Lucchese, - la quale, pur gravemente bombardata durante la seconda Guerra Mondiale, il corpo del beato Lucchese non soffrì al-cun danno.

Dopo la morte furono i primi dell’Ordine Francescano se-colare ad essere invocati come santi.

I miracoli operati per l’intercessione di questi due terziari non solo negli anni immediatamente dopo la morte, ma du-rante i secoli, sono stati numerosi e di vario genere.

La preghiera delle mamme per i loro figli riceve speciale ascolto.

La vita di Lucchese e Bona, sebbene separate dalla nostra da tanti secoli, ha un significato molto reale per noi; essi ci trasmettono un duplice messaggio.

Primo, ci mostrano con la loro vita vissuta nel mondo che si può osservare il Grande Comandamento: “Amerai il Si-gnore tuo Dio con tutto il cuore…e il tuo prossimo come te stesso”, fuori delle mura del convento.

Essi erano essenzialmente apostoli laici e vissero piena-mente la vita cristiana. Secondo, hanno dimostrato che il ma-rito e la moglie possono formare un insieme inestimabile nel servizio di Dio.

La Chiesa ha costantemente predicato la santità del vin-colo matrimoniale; eppure sino a tempi recenti il ricco campo dell’attività apostolica è stato lascito largamente incolto.

In ogni parte del mondo la famiglia e il vincolo matri-moniale, persino la nascita e la sopravvivenza dei figli, sono insidiate.

C’è bisogno oggi, più che mai, di esempi di santi sposi cristiani e fortunatamente, alla luce degli insegnamenti del Concilio Vaticano II, si sta sviluppando in molte coppie di sposi la vocazione missionaria di laici all’apostolato per una nuova evangelizzazione.

Chiediamo, dunque, noi laici francescani l’intercessione dei santi sposi Lucchese e Bonadonna al fine di dare un con-tributo di carità nella diffusione del Regno di Dio su questa nostra società inquieta. (fine)

Da Nicola Benson “Due sposi santi: Lucchese e Bonadonna”.Francesca Magon

- CHE COS’È IL CENTRO DI AIUTO ALLA VITA?E’ un servizio di volontariato a disposizione della donna che si trova in difficoltà a causa di una maternità difficile.- CHI PUÒ RIVOLGERSI AL CENTRO AIUTO ALLA VITA?Ogni donna in una situazione difficile per la sua maternità: la ragazza non sposata che attende un figlio; la donna già madre che aspetta un altro bambino e ha bisogno di aiuto; ogni

donna che ha paura di un figlio, che non riesce ad accettarlo che lo sente come un problema- CHI C’È AL CENTRO AIUTO ALLA VITA? Una donna che ti capisce, e ti offre la sua amicizia. Volontari qualificati per darti un aiuto, un consiglio, ospitalità, informazioni sui tuoi diritti e sui diritti del bambino. Se ne hai bisogno puoi trovare aiuti domestici di emergenza e famiglie amiche da cui avere ospitalità.

ROVIGO• -VicoloCAMPANA,1TEL.042527779Orari:LunedìeMartedì16-18;Mercoledì10-12;Venerdì10-12

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S.O.S.VITANUMEROVERDE800.813000

Le difficoltà della vita non si risolvono eliminando la vita

ma superando le difficoltà

Il mese giusto perché presenta l’equinozio consegnando l’estate all’autunno ma è anche il mese del giudizio perché sancisce il verdetto sulla bontà dell’annata nei campi per tutte le colture a semina primaverile che costituiscono, nei nostri areali, oltre i due terzi dell’intero patrimo-nio seminativo e su quelle arboree ed arbustive fra le quali la vite. Ed è l’ampelidea che fa associare all’im-maginario collettivo il nono mese a quello della vendemmia, l’opera-zione che evoca la festa dei colori, sapori e profumi come nessuna al-tra coltivazione sa dare. Nei vigneti specializzati l’operazione è sempre più meccanizzata, ma non ne viene scalfita la sua valenza culturale, un patrimonio che infonde gioia e serenità nello spirito di chi ha la fortuna di chiamarsi “gente dei campi”.

Secondo dati Coldiretti (sostanzial-mente il linea con le stime delle altre organizzazioni professionali - Confa-gricoltura e CIA) il vigneto-Italia con i suoi oltre 650.000 ettari censiti e 250.000 aziende viticole, da lavoro nell’intera

filiera a 1,2 milioni di persone e colloca il Belpaese al secondo posto al mondo tallonando la Francia con i suoi previsti 46 milioni ettolitri di vino a fronte dei nostri 42. La filiera-vite vale nove mi-liardi di fatturato metà dei quali otte-nuti dall’esportazione delle nostre spe-cialità. Questo asse è costituito dal 40 per cento della produzione ottenuta dai 331 vini DOC (denominazione di origi-ne controllata) e dai 59 vini a DOCG (denominazione di origine controllata

garantita); il 30 per cento dai 118 vini IGT (Indicazione geografica tipica) e il restante 30 per cento comprende i vini da tavola. L’intera produzione è composta dal 50 per cento di vini rossi e l’atra metà dai bianchi con le inevitabili oscillazioni annuali attor-no a questi valori.

La maturazione delle uve quest’anno segna un ritardo, rispetto a calendario proprio, valutato fra i dieci e i quindici giorni, come rispo-sta alle condizioni meteo che hanno accompagnato le fasi fenologiche dallo scoppio delle gemme, condi-zioni del tutto particolari con piog-

ge e temperature inferiori alla norma fino a fine giugno e oltre. Gli addetti, però,sono ottimisti per la qualità. Vini ottimi, dunque, ci attendiamo anche dalle nostre plaghe. Per la verità – non me ne vogliano gli esperti- mi pare di ricordare che le previsioni produttive relative alla qualità di ogni annata siano sempre state buone quando non eccel-lenti. Non potrebbe essere altrimenti.

Alla prossima.Orazio Cappellari

Radio Kolbe 91.2 e 94.5

In campagna

Settembre il mese del giudizio

Rovigo - Accademia dei Concordi

Rovigo, per un giorno, capitale italiana degli agronomi e forestali

Convegno nazionale

Taunotizie

angolo francescanoa cura dell’Ordine Francescano Secolare del Polesine

Salone dell’Accademia dei Concordi affollato e diretta streaming in tutta Italia per il convegno, organizzato a Rovi-go dal locale Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali e dalla Federazione Regionale di settore in collaborazione con il Consiglio dell’ Ordine Nazio-nale (C.O.N.A.F.), per illustrare le novità derivanti dall’obbligo assicurativo, scattato il 14 Ago-sto scorso, contro i danni pro-vocati ai clienti (enti locali, ope-ratori del settore ambientale, agricoltori, ecc.) nell’esercizio dell’attività professionale.

A presentare i nuovi adem-pimenti è stato il Presidente C.O.N.A.F., Andrea Sisti, che ha evidenziato anche un’anomalia normativa: il professionista è obbligato ad assicurarsi, ma la compagnia non ha il dovere di farlo. Per questo, è stata stipula-ta una convenzione a livello na-zionale, che prevede 13 attività professionali, il cui premio (con-tributo) è tarato “ad personam” sul fatturato e sulla rischiosità del tipo di attività svolta.

“Un esempio d’attualità – ha sottolineato Gianluca Carra-ro, Presidente della Federazio-ne Regionale degli Ordini dei Dottori Agronomi e Forestali del Veneto - sono i cambiamen-ti climatici che, evidentemente, aumentano le possibilità di er-rore per chi opera nel settore agricolo.”

Se stipulata entro il prossi-mo 10 Settembre, la polizza col-lettiva aggiudicata a gara per 2 anni dal C.O.N.A.F. alla Com-pagnia AIG Europe Limited (Rappresentanza Generale per l’Italia), avrà valenza retroatti-va dal 14 Agosto, data di avvio del nuovo obbligo, che vede i Dottori Agronomi e Forestali, primi a percorrere una strada innovativa nell’interesse della categoria.

“La nuova incombenza, a tutela del cittadino-cliente – ha concluso Andrea Sisti - è una prima, evidente conseguenza della riforma degli Ordini pro-fessionali, le cui tangibili poten-zialità si potranno pienamente valutare nel prossimo futuro.”

Farmacie di turnoFarmacie di Turno notturno e diurno a Rovigo

nella settimana dall’8 al 14 settembre 2013

Domenica 8 - Sant’Ilario, Viale Gramsci, 34 Rovigo.Lunedì 9 - dr. Dian, Corso del Popolo, 284 Rovigo.Martedì 10 - S. Pio X Via Amendola,15 Rovigo.Mercoledì 11 - Tre Mori, Via Zanella, 14 Rovigo; Comunale n. 2 San Apollinare.Giovedì 12 - Comunale n. 1 Via Badaloni, 47 Rovigo; “La Feni-ce”, Via Meucci, 2/4 Boara Pisani.Venerdì 13 - Centrale, P.zza V. Emanuele II, 17 Rovigo; dr. Lo Cur-zio, Sarzano.Sabato 14 - Rhodigium S.A.S, Via Umberto I, 44 Rovigo; Comu-nale n. 4 Boara Polesine; pomeriggio: S. Pio X Via Amendola,15 Rovigo.

Page 17: La Settimana n. 34 del 8 settembre 2013

17la Settimanadomenica 8 settembre 2013 chiesa

Mi trovavo in ferie per cui sono stata facilitata nel segui-re i tempi più importanti del-le XXVIII Giornate Mondiali della Gioventù e di assistere, in diretta, agli incontri ina-spettati e allo stile inconsue-to, che abbiamo imparato a chiamare “rivoluzionario”, di Papa Francesco.

Dalla prima immagine di Papa Francesco, che saliva la scaletta dell’aereo con il suo bagaglio a mano (quell’im-magine della borsa nera che ha fatto il giro del mondo), è stato chiaro che:

- le GMG sarebbero passa-te attraverso i “giovani”, de-finiti discepoli e missionari, ma per raggiungere tutta la Chiesa e tutto il Mondo;

- tutti gli eventi straordi-nari, di cui siamo stati spet-tatori increduli, avrebbero assunto lo stile della “norma-lità” come Papa Francesco ha affermato più volte, alle insistenze dei giornalisti, di-cendo che tutto ciò che stava accadendo era “normale” per i “credenti credibili”;

- il suo stile di vita del primo istante dopo la sua ele-zione, proprio lì in America Latina, la terra delle mille contraddizioni e degli “ulti-missimi”, sarebbe esploso in una manifesta rivoluzione pacifica e pacata, perché es-sere rivoluzionari è andare controcorrente, come il papa ha ripetuto più volte in questi giorni.

È un’utopia, quella a cui abbiamo assistito in que-sti giorni? Una memoria e un passato che, proiettati nell’utopia del futuro, si in-contrano nel presente?

Certo è che, dentro le molteplici pieghe della chie-sa stessa, molti intenderanno le parole di Papa Francesco come rivoluzionarie e porta-trici di quel “cambiamento” e delle “riforme”così desiderati in questo contesto dei gravi mali che, da troppo tempo, affliggono la chiesa; ma per altri forse, reticenti al cambia-mento, queste stesse parole potrebbero essere lette sem-plicemente come conferme della posizione di sempre della chiesa ribadite, in al-tro modo, anche dagli ultimi Papi. Forse tutti restiamo in attesa, ora, di atti effettivi di governo che traducano in re-altà il potere dei segni, i gesti semplicissimi ma potentissi-mi di questo Papa.

Passare in rassegna tutti i suoi discorsi, per mettere in evidenza la moltitudine di problemi che sono stati sfiorati o sollecitati o messi in primo piano, sarà compito delle diocesi e delle parroc-chie (magari inserendoli nel progetto decennale della Cei “Educare alla vita buona del Vangelo!) e, quindi, di ogni cristiano e di ogni “uomo di buona volontà”.

Vorrei limitarmi a coglie-re, qua e là, alcuni passi signifi-cativi per tracciare un itinera-rio, sicuramente incompleto, ma indicativo sulla portata innovativa delle parole e dei gesti di papa Francesco.

Il senso della sua venu-ta in terra brasiliana nella Cerimonia di benvenuto:

” …desidero proseguire nella missione pastorale pro-pria del Vescovo di Roma di confermare i miei fratelli nel-la fede in Cristo, di incorag-giarli nel testimoniare le ra-gioni della speranza che sca-turiscono da Lui e di animarli ad offrire tutte le inesauribili ricchezze del suo amore…..”

Questo tema è ripreso con forza in un dialogo serrato con

i Vescovi (Incontro con i Vescovi re-sponsabili del Consiglio Episcopale Latino-Americano C.E.L.A.M.: “I Vescovi devono es-sere Pastori, vicini alla gente, padri e fratelli, con molta mansuetudine; pa-zienti e misericor-diosi. Uomini che amano la povertà, tanto la povertà in-teriore, come libertà davanti al Signore, quanto la povertà esteriore come sem-plicità e austerità di vita. Uomini che non abbiano la ‘psi-cologia da principi’. Uomini che non siano ambiziosi e che siano sposi di una Chiesa senza stare in attesa di un’al-tra. E il posto del Vescovo per stare col suo popolo è triplice: o davanti per indicare il cammino, o nel mezzo per mantenerlo unito e neutralizzare gli sbandamenti, o dietro per evitare che nessu-no rimanga indietro, ma anche, e fondamentalmente, perché il gregge stesso ha il proprio fiuto per trovare nuove strade….”

p Ai giovani (S. Messa Basilica del Santuario di N.S. di Aparecida; Festa di accoglienza dei giova-ni; Incontro con i giovani argentini)“Incoraggiamo la genero-

sità che caratterizza i giovani, accompagnamoli nel diventa-re protagonisti della costru-zione di un mondo migliore: sono un motore potente per la Chiesa e per la società. Non hanno bisogno solo di cose, han-no bisogno soprattutto che siano loro proposti quei valori immate-riali che sono il cuore spirituale di un popolo, la memoria di un popolo”. Durante la Festa di accoglienza dei giovani, Papa Francesco mette in circolazio-ne uno slogan:” Bota fé - met-ti fede” e spiega: ”Metti fede: che cosa significa? Quando si prepara un buon piatto e vedi che manca il sale, allora tu ‘metti’ il sale; manca l’olio, al-lora tu ‘metti’ l’olio... Mettere, cioè collocare, versare. Così è anche nella nostra vita cari giovani: se vogliamo che essa abbia veramente senso e pie-nezza, come voi stessi deside-rate e meritate, dico a ciascu-no e a ciascuna di voi: ‘metti fede e la vita avrà un sapore nuovo, la vita avrà una bus-sola che indica la direzione; ‘metti speranza’ e ogni tuo giorno sarà illuminato e il tuo orizzonte non sarà più oscu-ro, ma luminoso; ‘metti amo-re e la tua esistenza sarà come una casa costruita sulla roccia, il tuo cammino sarà gioioso, perché incontrerai tanti amici che camminano con te…”

E non esita, nell’incontro con i giovani argentini, ad invitarli a tracciare un nuovo cammino nella chiesa:” Però io voglio che vi facciate sen-tire nelle diocesi, voglio che si esca fuori, voglio che la Chiesa esca per le strade, voglio che ci difendiamo da tutto ciò che è mondanità, immobilismo, da ciò che è comodità, da ciò che è clericalismo, da tutto quel-lo che è l’essere chiusi in noi stessi. Le parrocchie, le scuo-le, le istituzioni sono fatte per uscire fuori….se non lo fanno, diventano una ONG e la Chiesa non può essere una ONG. Che mi perdonino i ve-scovi ed i sacerdoti, se alcuni dopo vi creeranno confusio-ne. È il consiglio. Grazie per ciò che potrete fare.”

pAlla semplice gente del popolo (Visita alla co-munità di Varginha; Visita all’Ospedale di S. Francesco) “Avrei voluto bussare a

ogni porta, dire ‘buongior-no’, chiedere un bicchiere di acqua fresca, prendere un ‘cafezinho’- non un bicchiere di grappa! - parlare come ad amici di casa, ascoltare il cuo-re di ciascuno, dei genitori, dei figli, dei nonni...

Lo dico perché quando siamo generosi nell’accoglie-re una persona e condividia-mo qualcosa con lei - un po’ di cibo, un posto nella nostra casa, il nostro tempo - non solo non rimaniamo più poveri, ma ci arricchiamo. So bene che quando qualcuno che ha bi-sogno di mangiare bussa alla vostra porta, voi trovate sem-pre un modo di condividere il cibo; come dice il prover-bio, si può sempre ‘aggiun-gere più acqua ai fagioli’! Si può aggiungere più acqua ai fagioli? “

E all’Ospedale di S. Francesco, nella dipendenza dalla droga include tutte le altre “dipendenze” renden-doci responsabili socialmente di questi mali: ”Non lasciatevi rubare la speranza. Ma vor-rei anche dire non rubiamo la speranza, anzi diventiamo portatori di speranza” …

pAgli scarti della società e la cultura della solidarie-tà (Incontro con i giovani argentini; Via Crucis con i giovani;S. Messa con i Vescovi della GMG)“Non è, non è la cultura

dell’egoismo, dell’individua-lismo, che spesso regola la nostra società, quella che co-struisce e porta ad un mondo più abitabile; non è questa, ma la cultura della solidarie-tà; la cultura della solidarietà è vedere nell’altro non un concor-rente o un numero, ma un fra-tello. E tutti noi siamo fratelli!” …

“Guardate, io penso che, in questo momento, questa civiltà mondiale sia andata oltre i limiti, sia andata oltre i limiti perché ha creato un tale culto del dio denaro, che sia-mo in presenza di una filoso-fia e di una prassi di esclusione dei due poli della vita che sono le promesse dei popoli. Esclusione degli anziani, ovviamente. Uno potrebbe pensare che ci sia una specie di eutanasia nascosta, cioè non ci si pren-de cura degli anziani; ma c’è anche un’eutanasia culturale, perché non li si lascia parlare, non li si lascia agire. E l’esclu-sione dei giovani.

La percentuale che abbia-mo di giovani senza lavoro, senza impiego, è molto alta e abbiamo una generazione

che non ha esperienza della dignità guadagnata con il la-voro.

Questa civiltà, cioè, ci ha portato a escludere i due vertici che sono il nostro fu-turo. Allora i giovani devono emergere, devono farsi va-lere; i giovani devono uscire per lottare per i valori, lottare per questi valori; e gli anzia-ni devono aprire la bocca, gli anziani devono aprire la boc-ca e insegnarci! Trasmetteteci la saggezza dei popoli!”…

“… in molti ambienti, e in generale in questo uma-nesimo economicista che ci è stato imposto nel mondo, si è fatta strada una cultura dell’esclusione, una “cultura dello scarto” Non c’è posto né per l’anziano né per il fi-glio non voluto; non c’è tem-po per fermarsi con quel po-vero nella strada.

A volte sembra che per alcuni, i rapporti umani siano regolati da due ‘dog-mi’moderni: efficienza e pragmatismo. Cari Vescovi, Sacerdoti, Religiosi e anche voi Seminaristi che vi prepa-rate al ministero, abbiate il coraggio di andare controcor-rente a questa cultura”.

pSul tema della formazio-ne alla fede (S. Messa con i Vescovi della GMG)“Non risparmiamo le no-

stre forze nella formazione dei giovani! San Paolo usa un’espressione, che ha fat-to diventare realtà nella sua vita, rivolgendosi ai suoi cri-stiani: «Figli miei, che io di nuovo partorisco nel dolore finché Cristo non sia formato in voi» (Gal 4, 19). Anche noi facciamola diventare realtà nel nostro ministero! Aiutare i nostri giovani a riscoprire il coraggio e la gioia della fede, la gioia di essere amati per-sonalmente da Dio, questo è molto difficile, ma quando un giovane lo comprende, quando un giovane lo sente con l’unzione che gli dona lo Spirito Santo, questo ‘esse-re amato personalmente da Dio’ lo accompagna poi per tutta la vita; riscoprire la gio-ia, che Dio ha dato suo Figlio Gesù per la nostra salvezza. Educarli, nella missione, ad uscire, ad andare, ad essere ‘callejeros de la fè [girovaghi della fede] …”

pAlle classi dirigenti del paese (Incontro con la classe dirigente del Brasile)“Quanti, in una Nazione,

hanno un ruolo di respon-sabilità, sono chiamati ad affrontare il futuro ‘con lo sguardo calmo di chi sa ve-dere la verità’, come diceva il pensatore brasiliano Alceu Amoroso Lima. Un proces-

so che fa crescere l’umanizzazione in-tegrale e la cultura dell’incontro e della relazione; questo è il modo cristia-no di promuovere il bene comune, la gioia di vivere. E qui convergono fede e ragione, la dimen-sione religiosa con i diversi aspetti del-la cultura umana: arte, scienza, lavo-ro, letteratura… Il cristianesimo uni-sce trascendenza e incarnazione….

Un secondo ele-mento che vorrei toccare è la respon-sabilità sociale. Questa richiede un certo tipo di

paradigma culturale e, con-seguentemente, di politica. Siamo responsabili della for-mazione di nuove generazio-ni, di aiutare ad essere capaci nell’economia e nella politica, e ferme sui valori etici. Il fu-turo esige oggi l’opera di ri-abilitare la politica, che è una delle forme più alte della ca-rità. Il futuro esige anche una visione umanista dell’econo-mia e una politica che rea-lizzi sempre più e meglio la partecipazione della gente, eviti gli élitarismi e sradichi la povertà” ...

pPer i lontani dalla chiesa (Incontro con l’episcopa-to Brasiliano)“Rileggiamo in questa

luce, ancora una volta, l’epi-sodio di Emmaus (cfr Lc 24, 13-15). I due discepoli scap-pano da Gerusalemme. Si al-lontano dalla ‘nudità’ di Dio. Sono scandalizzati dal falli-mento del Messia nel quale avevano sperato e che ora ap-pare irrimediabilmente scon-fitto, umiliato, anche dopo il terzo giorno (vv. 17-21).

Il mistero difficile della gente che lascia la Chiesa; di persone che, dopo essersi lasciate illudere da altre pro-poste, ritengono che ormai la Chiesa - la loro Gerusalemme - non possa offrire più qual-cosa di significativo e im-portante. E allora vanno per la strada da soli, con la loro delusione. Forse la Chiesa è apparsa troppo debole, forse troppo lontana dai loro biso-gni, forse troppo povera per rispondere alle loro inquietu-dini, forse troppo fredda nei loro confronti, forse troppo autoreferenziale, forse pri-gioniera dei propri rigidi lin-guaggi, forse il mondo sem-bra aver reso la Chiesa un re-litto del passato, insufficiente per le nuove domande; forse la Chiesa aveva risposte per l’infanzia dell’uomo ma non per la sua età adulta. Il fatto è che oggi ci sono molti che sono come i due discepoli di Emmaus; non solo coloro che cercano risposte nei nuovi e diffusi gruppi religiosi, ma anche coloro che sembrano ormai senza Dio sia nella teoria che nella pratica. Di fronte a questa situazione che cosa fare? Serve una Chiesa che non abbia paura di entrare nel-la loro notte. Serve una Chiesa capace di incontrarli nella loro strada. Serve una Chiesa in grado di inserirsi nella loro conversazione. Serve una Chiesa che sappia dialogare con quei discepoli, i quali, scappando da Gerusalemme, vagano senza meta, da soli, con il proprio di-sincanto, con la delusione di un Cristianesimo ritenuto ormai terreno sterile, infecondo, inca-pace di generare senso.”

pPer un rinnovamento della Chiesa e i fede-li laici (Incontro con i Vescovi responsabili del Consiglio Episcopale L a t i n o - A m e r i c a n o C.E.L.A.M.)“Il ‘cambiamento delle strut-

ture (da caduche a nuove) non è frutto di uno studio sull’or-ganizzazione dell’impianto funzionale ecclesiastico, da cui risulterebbe una riorga-nizzazione statica, bensì è conseguenza della dinamica della missione. Ciò che fa ca-dere le strutture caduche, ciò che porta a cambiare i cuori dei cristiani, è precisamente la missionarietà … occorre generare la coscienza di una Chiesa che si organizza per servire tutti i battezzati e gli uomini di buona volontà. Il discepolo di Cristo non è una persona isolata in una spiri-tualità intimista, ma una per-sona in comunità per darsi agli altri. Ciò implica pertan-to appartenenza ecclesiale …

… In questo senso, è ne-cessario che, come Pastori, ci poniamo interrogativi che fanno riferimento alle Chiese che presidiamo. Queste do-mande servono da guida per esaminare lo stato delle Diocesi nell’assunzione dello spirito di Aparecida e sono domande che conviene ci po-niamo frequentemente come esame di coscienza.

- Facciamo in modo che il nostro lavoro e quello dei nostri Presbiteri sia più pa-storale che amministrativo? Chi è il principale beneficia-rio del lavoro ecclesiale, la Chiesa come organizzazione o il Popolo di Dio nella sua totalità?

- Superiamo la tentazione di prestare attenzione in ma-niera reattiva ai complessi problemi che sorgono? ...

- Nella pratica, rendiamo partecipi della Missione i fe-deli laici? …

- È un criterio abituale il discernimento pastora-le, servendoci dei Consigli Diocesani? Tali Consigli, e quelli parrocchiali di Pastorale e degli Affari Economici, sono spazi reali per la parte-cipazione laicale nella consul-tazione, organizzazione e piani-ficazione pastorale?...

- Noi Pastori, Vescovi e Presbiteri, abbiamo consape-volezza e convinzione della missione dei fedeli e diamo loro la libertà perché vadano discernendo, conformemente al loro cammino di discepo-li, la missione che il Signore affida loro? Li appoggiamo e accompagniamo, superando qualsiasi tentazione di mani-polazione o indebita sottomissio-ne?”...

Devo però confessare che dentro la ricchezza di conte-nuti, verità e sollecitazioni di queste giornate, una delle perle evangeliche più prezio-se, che resterà nella “prassi più innovativa” di questo papato, è la frase che Papa Bergoglio, nel viaggio di ri-torno, rilasciò alle domande dei giornalisti:” Chi sono io per giudicare?” Aveva detto in precedenza: “per restare...occorre uscire”: cioè, uscire dalle proprie logiche mon-dane, dalla miopia degli effi-cientismi, dalle chiusure del clericalismo, dalle spiritualità intimistiche, dai comporta-menti di autoreferenzialita’, dai preconcetti consolidati, dalle gabbie di sicurezza, per vivere in tensione verso le periferie dell’umano e della storia.

Giovanna Pastore Università Cattolica-Roma

Riflessioni sulle GMG a Rio de Janeiro

“Per restare… occorre uscire!” In ascolto di Papa Francesco

Page 18: La Settimana n. 34 del 8 settembre 2013

18 la Settimana domenica 8 settembre 2013caritas

Guerre e vittime civiliLe guerre civili sono per la maggior parte lotte intestine per il controllo del governo o del territorio. A questo spesso si intrecciano enormi interessi economici di cui beneficiano da una parte governi confinanti o invasori, dall'altra diverse compagnie multinazionali che, approfittando dei vuoti di potere legislativo e di governo, utilizzano tangenti e corruzione per sfruttare ingenti risorse a poco prezzo.Nel 2011 sono state rivelate 20 guerre in riferimento a 14 paesi (Sudan Nigeria, Pakistan, Yemen, Afghanistan...). Questa è solo la punta dell'iceberg in quanto nello stesso anno il totale di tutte le situazioni di guerra e di conflitto armato ammontano a 388. Un dato allarmante consiste nel fatto che il numero degli scontri continua ad aumentare e il 2011 è l'anno con il numero più elevato di guerre mai registrato dalla fine del secondo conflitto mondiale. Ricordiamo inoltre i “nuovi conflitti” inquadrabili all'interno del più vasto contesto della cosiddetta “primavera araba”: le popolazioni di molti paesi della sponda Sud del Mediterraneo indignati dalla corruzione hanno sottolineato la mancanza di legittimità dei governi e attraverso delle rivolte li hanno rovesciati avviando un radicale rivolgimento politico. La Tunisia e l'Egitto sono nel pieno di una transizione democratica; in Libia si è compiuto il drammatico abbattimento del regime di Gheddafi e si è avviata una fase nuova; in Siria è in atto un sanguinoso conflitto che, secondo dati aggiornati a novembre 2012, conta 37.000 vittime e 408.000 rifugiati accolti nei paesi confinanti. Dati oggi moltiplicati in maniera spaventosa.Tra i danni che vengono messi sul conto della guerra non ci sono solo i numeri dei morti e dei rifugiati ma anche i danni ambientali, economici e sociali che spesso contribuiscono a mantenere interi continenti in condizioni di sottosviluppo. La guerra moderna non fa distinzione, la morte omologa civili e militari e talvolta i cosiddetti effetti collaterali dei vari conflitti sono di gran lunga più micidiali di quelli diretti. Dramma nel dramma è il diffuso utilizzo in questi conflitti di bambini-soldato, minorenni strappati alle famiglie per essere addestrati all'uso delle armi, in modo da ingrossare le file dei miliziani delle opposte fazioni.

Guerre e vittime civiliLe guerre civili sono per la maggior parte lotte intestine per il controllo del governo o del territorio. A questo spesso si intrecciano enormi interessi economici di cui beneficiano da una parte governi confinanti o invasori, dall'altra diverse compagnie multinazionali che, approfittando dei vuoti di potere legislativo e di governo, utilizzano tangenti e corruzione per sfruttare ingenti risorse a poco prezzo.Nel 2011 sono state rivelate 20 guerre in riferimento a 14 paesi (Sudan Nigeria, Pakistan, Yemen, Afghanistan...). Questa è solo la punta dell'iceberg in quanto nello stesso anno il totale di tutte le situazioni di guerra e di conflitto armato ammontano a 388. Un dato allarmante consiste nel fatto che il numero degli scontri continua ad aumentare e il 2011 è l'anno con il numero più elevato di guerre mai registrato dalla fine del secondo conflitto mondiale. Ricordiamo inoltre i “nuovi conflitti” inquadrabili all'interno del più vasto contesto della cosiddetta “primavera araba”: le popolazioni di molti paesi della sponda Sud del Mediterraneo indignati dalla corruzione hanno sottolineato la mancanza di legittimità dei governi e attraverso delle rivolte li hanno rovesciati avviando un radicale rivolgimento politico. La Tunisia e l'Egitto sono nel pieno di una transizione democratica; in Libia si è compiuto il drammatico abbattimento del regime di Gheddafi e si è avviata una fase nuova; in Siria è in atto un sanguinoso conflitto che, secondo dati aggiornati a novembre 2012, conta 37.000 vittime e 408.000 rifugiati accolti nei paesi confinanti. Dati oggi moltiplicati in maniera spaventosa.Tra i danni che vengono messi sul conto della guerra non ci sono solo i numeri dei morti e dei rifugiati ma anche i danni ambientali, economici e sociali che spesso contribuiscono a mantenere interi continenti in condizioni di sottosviluppo. La guerra moderna non fa distinzione, la morte omologa civili e militari e talvolta i cosiddetti effetti collaterali dei vari conflitti sono di gran lunga più micidiali di quelli diretti. Dramma nel dramma è il diffuso utilizzo in questi conflitti di bambini-soldato, minorenni strappati alle famiglie per essere addestrati all'uso delle armi, in modo da ingrossare le file dei miliziani delle opposte fazioni.

Guerre e vittime civiliLe guerre civili sono per la maggior parte lotte intestine per il controllo del governo o del territorio. A questo spesso si intrecciano enormi interessi economici di cui beneficiano da una parte governi confinanti o invasori, dall'altra diverse compagnie multinazionali che, approfittando dei vuoti di potere legislativo e di governo, utilizzano tangenti e corruzione per sfruttare ingenti risorse a poco prezzo.Nel 2011 sono state rivelate 20 guerre in riferimento a 14 paesi (Sudan Nigeria, Pakistan, Yemen, Afghanistan...). Questa è solo la punta dell'iceberg in quanto nello stesso anno il totale di tutte le situazioni di guerra e di conflitto armato ammontano a 388. Un dato allarmante consiste nel fatto che il numero degli scontri continua ad aumentare e il 2011 è l'anno con il numero più elevato di guerre mai registrato dalla fine del secondo conflitto mondiale. Ricordiamo inoltre i “nuovi conflitti” inquadrabili all'interno del più vasto contesto della cosiddetta “primavera araba”: le popolazioni di molti paesi della sponda Sud del Mediterraneo indignati dalla corruzione hanno sottolineato la mancanza di legittimità dei governi e attraverso delle rivolte li hanno rovesciati avviando un radicale rivolgimento politico. La Tunisia e l'Egitto sono nel pieno di una transizione democratica; in Libia si è compiuto il drammatico abbattimento del regime di Gheddafi e si è avviata una fase nuova; in Siria è in atto un sanguinoso conflitto che, secondo dati aggiornati a novembre 2012, conta 37.000 vittime e 408.000 rifugiati accolti nei paesi confinanti. Dati oggi moltiplicati in maniera spaventosa.Tra i danni che vengono messi sul conto della guerra non ci sono solo i numeri dei morti e dei rifugiati ma anche i danni ambientali, economici e sociali che spesso contribuiscono a mantenere interi continenti in condizioni di sottosviluppo. La guerra moderna non fa distinzione, la morte omologa civili e militari e talvolta i cosiddetti effetti collaterali dei vari conflitti sono di gran lunga più micidiali di quelli diretti. Dramma nel dramma è il diffuso utilizzo in questi conflitti di bambini-soldato, minorenni strappati alle famiglie per essere addestrati all'uso delle armi, in modo da ingrossare le file dei miliziani delle opposte fazioni.

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PRIMO PIANO - Si conclude la missione in Giordania e in Terra Santa di Caritas Italiana.

Siria: non globalizziamo la violenzaSi è conclusa la missione di Caritas Italiana - guidata dal Direttore, don Francesco Soddu - in visita dal 24 al 30 agosto come segno di vicinanza e di incoraggiamento a tutte le Caritas del Medioriente, a partire da quelle della Giordania e di Gerusalemme. Dopo l'incontro con il vescovo latino di Amman, S.E. mons. Maroun Lahham, la delegazione ha visitato anche alcune comunità che accolgono i rifugiati siriani in Giordania.E' tornata a levarsi alta la voce di papa Francesco contro ogni forma di violenza nell' Angelus del 1° settembre 2013 : «Guerra chiama guerra, violenza chiama violenza». Ed ha poi aggiunto: «Per questo, fratelli e sorelle, ho deciso di indire per tutta la Chiesa, il 7 settembre prossimo, vigilia della ricorrenza della Natività di Maria, Regina della Pace, una giornata di digiuno e di preghiera per la pace in Siria, in Medio Oriente, e nel mondo intero, e anche invito ad unirsi a questa iniziativa, nel modo che riterranno più opportuno, i f ra te l l i c r i s t iani non cat to l ic i , g l i appartenenti alle altre Religioni e gli uomini di buona volontà».«La Caritas accoglie prontamente l'invito del Papa al digiuno e alla preghiera» afferma don Francesco Soddu, che aggiunge: «La certezza che anche noi riportiamo dal nostro viaggio è che l’uso delle armi in Siria ha e avrà come risultato niente altro che una “spirale” della violenza e un aggravarsi della già drammatica condizione in cui vivono centinaia di migliaia di persone. Ogni ulteriore militarizzazione del conflitto non farà altro che rendere ancor più insostenibile questa situazione». «Ma insieme a questo abbiamo potuto toccare con mano il bel lavoro che s t a f a c e n d o C a r i t a s G i o r d a n i a nell'accoglienza dei fratelli siriani», racconta ancora. «Attraverso l'azione di aiuto che svolge la Chiesa locale - prosegue poi - si capisce il significato profondo della carità, e di come questo tocchi l'azione pastorale prima ancora che quella sociale» (vedi l'intervista a don Soddu del 30/08/2013 su TV2000)Tuttavia la situazione rimane drammatica. «La Caritas Giordania ha notizia di decine di migliaia di profughi siriani che, dopo i drammatici bombardamenti dei giorni

scorsi, in queste ore sono ammassati alle frontiere con il Paese», dice don Soddu. «Inoltre più dell '80% dei r i fugiat i attualmente presenti in Giordania sono donne e bambini, mentre gli uomini sono rimasti in Siria. Questo porta a una condizione ancora peggiore proprio per i ragazzi, che nella stragrande maggioranza dei casi non posso andare a scuola, ma sono costretti a lavorare o ad elemosinare per mantenere la famiglia».La missione di Caritas Italiana aveva anche l'obiettivo di fare il punto con i partner locali dei progetti sostenuti in questi mesi da Caritas italiana e discutere le modalità delle future collaborazioni. Si sono svolti inoltre incontri con le autorità delle Chiese cristiane locali, per approfondire la s i t u a z i o n e d e l l e c o m p l e s s a c r i s i mediorientale, aggravata dalla situazione in Egitto. «Caritas Italiana - ha dichiarato don Soddu - ha proposto di rilanciare dei veri e propri gemellaggi con le parrocchie della Terra Santa, al fine di rafforzare il contributo

e la presenza delle comun i t à c r i s t i ane locali, il cui ruolo può diventare determinante anche come elemento di pacificazione».Gli episodi sempre più gravi avvenuti in Siria e in Egitto in questi giorni ci ricordano come nel M e d i o O r i e n t e i n fiamme non accennano a d iminui re tu t t i i focolai di tensione. Il solo conflitto siriano, negli ultimi due anni, ha provocato almeno 100.000 vittime (fonte HCR). Il numero degli sfollati interni è valutato a 4.500.000 persone, ment re que l lo de i

rifugiati nei paesi limitrofi (Libano, Giordania, Turchia, I raq, Egi t to) è variamente valutato: in totale circa due milioni sono registrati ufficialmente presso i centri di raccolta dell’HCR, ma moltissimi sono quelli che hanno scelto di non registrarsi. E se il dato ufficiale dei rifugiati siriani registrati in Libano risulta di circa 700.000 a luglio 2013, fonti locali Caritas ipotizzano una cifra ben più alta, intorno ad 1.300.000 presenze.«La povertà – ricorda ancora don Francesco Soddu -, l’insufficienza dell’assistenza sanitaria, l’impossibilità di andare a scuola per centinaia di migliaia di bambini e giovani, gli inevitabili traumi psicologici e le violenze (i rifugiati sono in grande maggioranza donne e bambini) dipingono un quadro così drammatico e precario di cui spesso non ci si rende conto. Proprio in questi giorni poi assistiamo a una crescente militarizzazione e all’uso di armi letali, che colpiscono popolazioni civili innocenti». «Interventi massicci e urgenti da parte della solidarietà internazionale sono necessari, ma resta priorità ineludibile quella di deporre le armi», conclude il Direttore di Caritas Italiana.E facendo seguito anche ai molteplici appelli di Papa Francesco, Caritas Italiana ha sostenuto fin dai primi momenti della crisi le Caritas della Siria e dei paesi limitrofi. In coordinamento con la rete internazionale Caritas, sono stati messi a disposizione finora 550.000 euro alle Caritas di Siria, Giordania, Libano e Turchia per interventi di assistenza di base (viveri, vestiario, medicine). La sola Caritas Siria, che riesce ancora ad operare in sei regioni del paese, assiste migliaia di sfollati indipendentemente dal loro credo religioso, grazie alla collaborazione di molti volontari e di tutta le strutture della Chiesa attive nel paese.

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Diario• 10 settembre, Rovigo, Caritas diocesana, riunione di

programmazione per il nuovo anno di “Vivere in Italia”.

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19la Settimanadomenica 8 settembre 2013 varie

Riflessioni

Cartoline di viaggio Donato Sinigaglia

dei colori di Giulio RomanoStoria, arte, cultu-

ra, architettura e luo-ghi magici che suscita-no emozioni e stupore. Mantova è tutto que-sto e altro ancora.

E’ una città (con Sabbioneta è iscritta nella lista del Patrimo-nio Mondiale Unesco) che sa dare molto ad un turista attento e de-sideroso di scoprirne i segreti, che sa cogliere il suo profilo irreale, sospeso tra cielo ed ac-qua, che ha emoziona-to poeti e musicisti di ogni epoca da Virgilio a Dante, da Shakespeare a Verdi e D’Annunzio, fino al grande Giulio Romano al cui nome è legato Palazzo Te.

Il gioiello architettonico, edificato e decorato tra il 1525 ed il 1535, concepito come luogo per i piaceri e l’ozio di Federico II Gonzaga, è ritor-nato all’originaria bellezza.

Le raffinate e preziose de-corazioni, le pitture murali, gli stucchi, i soffitti dipinti e dorati che fanno di Palazzo Te il luogo di fasto per eccel-lenza, appaiono risvegliati da una luce nuova, quella dell’ impianto Led (i Guzzini) che per la prima volta rivela la cangiante tavolozza di Giulio Romano.

Un genio della pittura e dei colori, tanto che Giorgio Vasari ha scritto: “Veggon-si i miracoli ne’ colori da lui operati, la vaghezza de i qua-li spira una grazia ferma di bontà e carca di sapienza ne’ suoi scuri e lumi che talora alienati e vivi si mostrano”.

Pitture di grande effetto che colpiscono non solo per i temi trattati e narrati, ma anche per la forza espressiva delle forme e dei colori utiliz-zati da Giulio Romano, allie-vo prediletto di Raffaello.

Grazie al nuovo sistema di illuminazione gli scorci vertiginosi che costituiscono uno dei segni distintivi della superba volta della Camera di Amore e Psiche, giocati con gli effetti di controluce ed i colori crepuscolari (tra l’azzurro cupo ed il blu) degli stupendi notturni si mostrano ora al turista in tutta la loro brillantezza ed intensità cro-matica. Anche la scenografia tridimensionale delle mae-stose raffigurazioni pittori-che della Camera dei Giganti, ideata da Giulio Romano per “ingannare quanto più potes-se gli uomini che dovevano vederla”, secondo l’interpre-tazione di Vasari, trova ora

una nuova intensità di visio-ne trasmettendo al visitatore la percezione dell’incombere della catastrofe totale che tra-volge le gigantesche figure e le architetture.

Effetti cromatici nuovi anche nella Sala Cavalli e nella Camera del Sole e della Luna.

L’uso studiato della nuo-va tecnologia dell’illumina-zione consente di cogliere in ogni sala di Palazzo Te, i particolari dei dettagli, le mi-nime sfumature di colore che aiutano a capire e compren-dere la grandezza del genio di Giulio Romano.

La messa a punto del nuovo impianto (102 nuove lampade) ha richiesto un la-voro lungo e complesso che è iniziato due anni fa sotto la giuda dell’architetto Roberto Soggia con l’obiettivo di tro-vare soluzioni illuminotec-niche capaci di valorizzare il giusto rapporto tra l’opera e la luce. La nuova tecnologia Led non si limita ad offrire solo benefici in termini ar-tistici ma guarda anche al basso consumo e quindi al risparmio energetico.

Palazzo Te non è l’uni-co capolavoro per scoprire la vita, i segreti, gli amori dei Gonzaga. Seguendo il “Percorso del Principe”, che attraversa idealmente le tre cerchie murarie, oggi perdu-te, che segnano lo sviluppo urbano partendo dall’area più antica di fondazione etrusco-romana fino ad arri-vare al polo rinascimentale, si percorre un itinerario ricco di fascino che conduce a Pa-lazzo Ducale con la meravi-glia della Camera degli Sposi, attualmente non aperta per i danni del terremoto del mag-gio scorso.

Le visite dovrebbero ri-prendere a settembre. In Piazza Sordello che compren-de la parte più antica della

fondazione della città, oltre alla reggia gonzaghesca c’è anche la cattedrale di San Pietro (Duomo), di impronta tardo gotica ma ricostruito all’interno da Sergio Romano nel 1545, il Palazzo Vescovile (XIII secolo), Palazzo Casti-glioni e torre della Gabbia del Trecento.

Pochi minuti a piedi e si arriva in piazza Broletto do-minata dall’imponente Palaz-zo del Podestà del 1227 sulla cui facciata è collocata la sta-tua duecentesca raffigurante Virgilio in cattedra e si trova la targa commemorativa che identifica la città di Mantova patrimonio Unesco.

Superato palazzo Podestà ecco l’animata piazza delle Erbe dove si affaccia il Palaz-zo della Ragione , tempora-neamente in ristrutturazione a seguito del terremoto, e la Torre dell’Orologio, la roma-nica chiesa di San Lorenzo, la più antica della città e la Casa del Mercante, caratterizzata da elementi decorativo in cot-to di stile gotico che richiama le dimore veneziane.

Le bifore danno su piaz-za Mantegna dominata dalla maestosa basilica di Sant’An-drea che custodisce i Sacri Vasi contenenti secondo la tradizione il Sangue di Cristo: vengono esposti ogni anno solo il Venerdì Santo.

Procedendo lungo l’asse che porta a Palazzo Te ecco Casa Viani la cui facciata è arricchita da affreschi attri-buiti alla scuola di Andrea Mantegna. Giunti in via Prin-cipe Amedeo con una piccola deviazione si può ammirare, solo dall’esterno, la casa di Giulio Romano.

A seguire, imboccata via Acerbi s’incontra la Casa del Mantegna, costruzione singolare: il cortile presenta un’architettura quadrata che contiene perfettamente un cerchio. Poco più avanti c’è il Tempio di San Sebastiano (1460) opera di Leon Battista Alberti.

Un itinerario che consen-te di capire il pensiero urba-nistico del Rinascimento che nei Gonzaga, signori di Man-tova e Sabbioneta ha trovato i massimi artefici.

Se da una parte Sabbione-ta è città fondazione, ovve-ro l’idea che diventa forma, dall’altra, Mantova è la città che si evolve. L’impianto ur-bano, infatti si trasforma per aderire al nuovo disegno che ha lo scopo di celebrare e tra-mandare la grandezza della potente signora dei Gonzaga.

Info: [email protected]

Villaggio del Pino a Melia di Scilla (Reggio Calabria)

“L’Economia Civileal servizio della comunità”Campo Nazionale del Movimento Lavoratori di Azione Cattolica

(MLAC) presente anche una delegazione del Movimento diocesanoSi è svol-

to dal 20 al 25 Agosto, presso il Villaggio del Pino a Melia di Scilla (Reg-gio Calabria), il Campo Na-zionale del M o v i m e n t o Lavoratori di Azione Cattoli-ca (MLAC) cui ha preso parte anche una de-legazione del M o v i m e n t o diocesano. Gli oltre cento par-tecipanti, pro-venienti da tut-ta Italia, aiutati dagli interventi dei numerosi relatori, si sono confrontati con il tema “L’Eco-nomia Civile al servizio della comunità”.

Nella loro introduzione storico-sociale, gli economisti Luigino Bruni e Rosa Alba-nesi, hanno ben evidenziato la matrice culturale catto-lico-latina dell’ Economia Civile, nata in Italia in seno all’Umanesimo civile tra il Quattrocento ed il Cinque-cento, e quella protestante-calvinista dell’Economia Po-litica. Quest’ultima si fonda su due capisaldi: il principio dello scambio di equivalenti, il cui fine è l’efficienza, e il prin-cipio di redistribuzione, il cui obiettivo è l’ equità. L’Econo-mia Civile, a questi, aggiunge il principio della reciprocità che costituisce la traduzione pra-tica della fraternità.

Entrambi gli studiosi hanno poi affermato che nel corso degli anni si è passati dal riconoscere l’economia come una scienza sociale, al tentativo di renderla una scienza esatta teorizzando la neutralità della stessa scienza economica dal punto di vista

etico-morale. Il Campo si pro-poneva di ma-turare i principi dell’Economia Civile in concre-to, sviluppando l’idea che un al-tro sistema eco-nomico è possi-bile. In questa

prospettiva si sono allora inserite le interessanti testi-monianze di Gaetano Giunta (Seg. Gen. Fondazione di Co-munità Messina), Gianni Vo-tano (Microdanisma-finanza etica e solidale), Simona Spa-gna (Banca Etica Calabria) e don Pino Demasi (Vicario Gen. Diocesi Oppido-Palmi) i quali hanno dimostrato con-

cretamente che accanto ad un economia rivelatasi incivile è possibile realizzare espe-rienze di economia davvero civile. La “cinque giorni” ca-labrese del Movimento Lavo-ratori, che ha avuto un altro momento significativo nella giornata di spiritualità gui-data da don Emilio Centomo (Assistente Naz. Adulti di AC), ha ospitato la brillante testimonianza di S.E. Mons. Domenico Sigalini (Assisten-te Gen. di AC) e si è conclusa con la messa presieduta da S.E. Mons. Vittorio Mondello, Arcivescovo di Reggio Cala-bria- Bova.

Andrea PadoanSegretario diocesano

MLAC

Sono tanti gli spunti di riflessione che questo primo Campo nazionale Mlac mi ha regalato; innanzitutto ho ca-pito come l’economia non sia solo una questione di numeri per gli “addetti ai lavori” ma si tratti di una scienza sociale a cui ognuno di noi contribu-isce ogni giorno.

Le scelte che operiamo nella quotidianità della fami-glia, negli ambienti di lavoro, possono fare la differenza; ecco che la raccolta differen-ziata dei rifiuti, un’attenzio-ne al risparmio energetico, acquisti ponderati alla sta-gionalità e alla provenienza dei prodotti, possono essere davvero piccoli passi verso un’economia civile.

I nostri consumi così non si limitano a soddisfare un bi-sogno ma diventano una vera e propria pratica di virtù.

Oggi invece l’economia spinge a farci credere che ci soddisfa la possibilità di po-ter acquistare tutto, con qual-siasi agevolazione, in qual-siasi giorno della settimana; il consumo ti rende protago-nista attivo nella società, è questo il grande inganno.

La vera felicità sta in un sistema economico attento alle difficoltà e ai bisogni reali

della società. Il nostro tempo libero ci gratifica e ci fa cre-scere come uomini e donne se impegnato nella relazione con gli altri; è fondamentale il riposo settimanale che per-metta alla famiglia di ritro-varsi, di santificare la festa, di vivere nella società.

Se entriamo in quest’otti-ca tutto prende una luce di-versa, anche il nostro modo di vivere la dimensione del lavoro può diventare non più sola prestazione retribuita ma dono di sé, dare quoti-dianamente alle nostre azioni un valore aggiunto che è il talento in ognuno di noi…an-che questo rende l’economia più civile.

Non si tratta di sogni, gli stessi relatori tra gli altri il prof. Luigino Bruni e la dott.

ssa Rosa Albanesi, ci hanno confermato quanto queste idee oggi più che mai siano riprese in considerazione da un’ economia tradizionale che tenta di uscire dalla cri-si. Molto è ancora da fare per questo è importante conosce-re, parlare, stare a contatto con gli altri.

Sono certa che, rientrati a casa, tanti di noi alla do-manda: “Come hai trascor-so le vacanze estive?” si saranno messi a parlare di economia civile incuriosen-do così il collega di lavoro o ricordando alla mamma di evitare di fare la spesa alla domenica.

Mi sento di ringraziare tutti coloro che hanno orga-nizzato questa settimana di campo, in particolar modo per la squisita disponibilità ed accoglienza gli amici cala-bresi.

Un grazie speciale ai tanti amici da tutta Italia presenti: conoscervi, confrontarci in-sieme, mi ha arricchita tan-tissimo e sento nuovo slancio per le attività Mlac di questo nuovo anno ormai alle porte.

Buon cammino a tutti!Paola Callegari

Movimento Lavoratori Azione Cattolica Diocesi Adria-Rovigo

Palazzo Te a Mantova

Sala dei Giganti a Palazzo Te

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