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Periodico del comune di Personico La Finestra • Giugno 2012 • n. 22 Una scuola dal buon sapore 18 Infoclic.ch: il calendario degli eventi 15 Il cielo sopra la Val d’Ambra 10 Nuova legislatura 2012 - 2016 4

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Periodico del comune di Personico, numero 22, giugno 2012

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Periodico del comune di Personico

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Una scuola dal buon sapore18 Infoclic.ch: il calendario degli eventi15Il cielo sopra la Val d’Ambra10Nuova legislatura 2012 - 20164

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in breve

La saletta al primo piano è stata recentemente arredata con un mo-derno impianto audio/video con televisione a schermo piatto, diago-nale 140 cm, full HD ed un impianto audio 5.1 bose.L’impianto permette l’accesso alla rete internet ed alla Bluewin TV.Ricordiamo che la sala è a disposizione per eventi privati al costo di CHF. 20.- a giornata.

Arredo Casa con Torchio

Nel corso del mese di aprile si è proceduto ad una ulteriore tappa di risanamento delle strade RT comunali in zona Arnadro, visto l’ottimo risultato della prima fase dello scorso anno.I lavori sono stati eseguiti con un procedimento innovativo e macchi-nari di ultima generazione: il vecchio manto è stato spaccato ed il ma-teriale presente frantumato e successivamente profilato e compattato.

Risanamento strade RT

Nelle scorse settimane è stato attribuito il mandato di completamento (lotto 3) della misurazione ufficiale allo Studio Andreotti & Partners SA di Minusio; i primi due lotti erano stati rilevati negli anni sessanta.Nei prossimi 3-4 anni verranno quindi intavolate a registro fondiario definitivo le particelle dell’attuale registro provvisorio ed in particolare verrà rilevata la zona delle cave.

Completamento della misurazione ufficiale del Comune

Informiamo la Cittadinanza che in autunno è prevista la posa della nu-merazione civica degli edifici e la nomenclatura delle strade comunali, riservato l’avallo del relativo credito necessario da parte del Legislativo.Oggigiorno, l’attribuzione degli indirizzi degli edifici riveste infatti un ruolo preponderante, sia nell’amministrazione pubblica che nella sfera privata, ad esempio per localizzare rapidamente un certo edificio da parte di soccorritori, pompieri, polizia oppure per la distribuzione della posta o per assistere i sistemi di navigazione satellitare e le persone attive in una certa zona. Una chiara assegnazione degli indirizzi degli edifici garantisce quindi che ogni stabile, in cui vivono o lavorano delle persone, possieda una propria denominazione del tutto inconfondibile.Tale adeguamento si rende necessario a seguito della precisa e vin-colante volontà della Confederazione di mettere a disposizione tut-ti gli assi stradali e gli edifici dell’intera Svizzera, che ha fissato tale obiettivo nell’ambito della “Strategia della misurazione ufficiale per gli anni 2004-2007 e seguenti”, approvata il 12 agosto 2003 dal Capo del Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport.

Nomenclatura delle strade e numerazione civica degli edifici

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editoriale

“Il cambiamento, con tutti i rischi che comporta, è la legge dell’esisten-za”. Prima o poi tutti citano Kennedy. Noi abbiamo atteso la 22esima Finestra per farlo. Non per questo ci sentiamo più o meno bravi di altri, né tanto meno lo siamo perché invece di John F. Kennedy abbiamo ci-tato il fratello Robert. Semplicemente siamo convinti che si tratti della citazione giusta al momento giusto.

Intanto perché qualcosa nel nostro Comune è effettivamente cambia-to dopo le elezioni dello scorso aprile: forze nuove in Consiglio comu-nale hanno affiancato i veterani del Legislativo nella gestione del vil-laggio e anche il Municipio è uscito dalla tornata elettorale rinnovato per un quinto.

Di conseguenza anche la nostra redazione ha subito qualche ritocco qua e là, con in particolare due partenze. Vorremmo quindi ringraziare Giuseppe Bontà e Massimina Pesenti per il loro preziosissimo contribu-to che spesso si è declinato in nuove idee e interessantissimi articoli. Ovviamente a loro riserviamo già sin d’ora un posto tra i collaboratori.

Ma in paese non cambiano solo politici e redattori. Intanto cambiano i tempi; ed è una cosa buona, dal momento che senza cambiamenti la memoria non potrebbe riscoprire con curiosità e piacere cosa accade-va, per esempio, settant’anni fa nella scuola di Personico. E nemmeno si potrebbe capire con stupore perché il 25 aprile era il giorno più atteso dagli allievi delle elementari d’allora. Ce lo racconta Massimina Pesen-ti, che non solo è riuscita nell’impresa di dare un nome a tutti i volti della foto di classe pubblicata nell’edizione numero 20, ma ha pure raccolto le testimonianze dei diretti interessati. Se, poi, i tempi non mu-tassero, gli allievi d’oggi non avrebbero potuto scoprire e narrarci come veniva estratto il granito duecento anni fa e come viene lavorato oggi.

In questo numero sbirceremo il frenetico lavoro che si è venuto a cre-are nel laboratorio delle Scuole dell’infanzia, dove i giovanissimi sono impegnati a seguire le orme dello gnomo Giuliano: una scampagnata tra foglie e legno, prima di tuffarsi nel cielo stellato con il contributo di Luca Berti; un primo articolo di una serie che vuole condurre chi legge per mano alla scoperta del cielo visibile sopra la Val d’Ambra. Un cielo che sembra immobile, ma che in realtà cambia ogni giorno. Forse an-che perché il cambiamento “è la legge dell’esistenza”.

La redazione

sommario

4 Comune: nuova LegisLatura 2012-2016

6 Fra i banChi: ... di gnomi, aLberi e musiCa

8 suLLa via deLLa pietra appunti di ieri e di oggi!

10 astronomia: iL CieLo sopra La vaL d’ambra

15 La gioventù CoinvoLta: inContri Con i giovani

16 pro personiCo - patriziato: trüsp

17 usp: un saLuto daL presidente

18 neL Cassetto dei riCordi: FotograFia deL 1939

ImpressumTiraTura 260 esemplari

La redazione

Luca BertiLuca BontàAmbrogio BontadelliCristina Ceresa Simona Pesenti

CoLLaboraTori

Kuti CrivelliRoberta GuidottiVeronica Sciaranetti

STampa

Dazzi SA tipografia6747 Chironicowww.dazzi.ch

indirizzi per La ConSegna deL maTeriaLe da pubbLiCare

Comune di Personico6744 Personicoe-mail: [email protected]: 091 873 20 60 Fax: 091 873 20 79

FoTo CoperTina

Cristina Ceresa

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comune

nuova legIslatura 2012-2016a cura del municipio

L’entrata in materia di questo primo contributo del Munici-pio ci sembra doveroso dedicarlo alle recenti votazioni per il rinnovo dei poteri comunali.Per l’Esecutivo, al di là della riuscita di Giuseppe Citino nella conquista di una delle cinque sedie disponibili, non credia-mo vi siano mutamenti tali da mettere in discussione priori-tà ed obiettivi, chiari ormai da tempo.Le priorità e gli obiettivi della passata Legislatura sono e rimangono tali anche per quella entrante; si fondano infatti su solide basi consensuali, ma soprattutto sono dettati da una progettualità che vuole rimanere al passo coi tempi, a salvaguardia del tenore di vita della nostra Comunità.Come vedremo più avanti, evidentemente, ne aggiungere-mo altri che scaturiranno dai Vostri preziosi suggerimenti e valutazioni.Per quanto concerne il rinnovo del Legislativo, organo de-cisionale che determina la realizzazione di opere e proget-ti proposti dal Municipio, oltre ad assicurarne il controllo, constatiamo con piacere un rinnovo generazionale, con la numerosa presenza di giovani in rappresentanza di tutti i Gruppi politici presenti. Evento quest’ultimo di non trascu-rabile rilevanza per il futuro amministrativo della Comunità a dimostrazione, tra l’altro, che le giovani generazioni sono disposte ad assumersi la loro parte di responsabilità.A nome del Municipio, certi anche di interpretare il comu-ne pensiero di tutte le cittadine ed i cittadini di Personico, esprimiamo un sentito grazie a questi giovani consiglieri comunali, unitamente all’augurio di poter contribuire nel migliore dei modi e con molte soddisfazioni alla crescita del Comune.Le sfide che ci attendono in entrambi i consessi sono molte e complesse ma, con l’apporto che ognuno di noi può ga-rantire alla causa comune, verranno affrontate e superate con slancio ed unanimità di intenti.Certo, in un momento reso difficile anche dalle ristrettezze economiche che caratterizzano la vita di molte Comunità un po’ in tutta Europa, fare in modo che i problemi veri da risolvere siano quelli che toccano tutti è sempre più difficile.Non più facile è far comprendere a certuni che il loro non può e non deve diventare per forza il problema di tutti.Le priorità di intervento, tanto nel campo della gestione di infrastrutture esistenti, quanto per assicurarne il giusto svi-luppo, non sono sempre facilitate da scelte evidenti e prive di ostacoli nel loro iter procedurale.Spesso infatti la condivisione degli intenti o delle idee deve essere ricercata nel dialogo costruttivo, frutto di qualche aperta riflessione, ma a volte anche di qualche compro-messo.Con l’obiettivo di definire al meglio alcune di queste prio-

rità politiche ed operative, volte appunto ad abbracciare il bene comune, magari a scapito di altre per l’interesse di pochi, l’Amministrazione comunale vi farà pervenire nel corso dell’estate un articolato questionario.Dovere di questa Comunità, senza distinzione di età, sesso o nazionalità, dovrebbe essere quello di riempirlo coscien-ziosamente, in forma del tutto anonima, ritornandolo alla nostra Cancelleria comunale che ne elaborerà i dati con-tenuti.Nella prossima edizione provvederemo alla pubblicazione di quanto scaturito da parte della popolazione e, laddove possibile, accompagnato da un approfondimento, oltre ad eventuali argomentazioni relative ai temi sollevati.Vi ringraziamo già sin d’ora per la vostra preziosa collabo-razione.

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Consiglio Comunale

Il Consiglio Comunale per la legislatura 2012-2016, risulta così composto:

Partito Liberale Radicale, 11 consiglieri• Bontà Augusto• Bontà Pamela• Calabresi Daniele• Chioni Gianluca• Cislini Ferrari Michela• Ferrari Sarah• Pesenti Simona• Pesenti Terenzio• Sciaranetti Karin• Sciaranetti Lauro• Sciaranetti Marco

Lista delle Siniste, 5 consiglieri• Guzzi Riccarda• Pesenti Luisa• Pesenti Massimina• Posavec Boris• Rezzin Marina

Partito Popolare Democratico , 4 consiglieri• Ferri Omar• Imelli Giuseppe• Imelli Rosselli Simona• Pesenti Renzo

Commissione della Gestione• Chioni Gianluca• Sciaranetti Lauro• Sciaranetti Karin• Rezzin Marina• Pesenti Renzo

Commissione edilizia e opere pubblicheFerrari SarahPesenti TerenzioSciaranetti MarcoPosavec BorisFerri Omar

Commissione delle petizioniCalabresi DanieleCislini Ferrari MichelaPesenti SimonaPesenti LuisaImelli Rosselli Simona

Delegati in enti e consorzi

Consorzio Casa Leventinese per anziani Santa Croce Delegato: Bontadelli RinoSostituto: Pesenti Renzo

Tre Valli Soccorso Delegato: Citino GiuseppeSubentrante: Bontadelli Rino

Redazione la Finesta2 rappresentanti: Pesenti Simona, vacante

Leventina TurismoDelegato: Citino GiuseppeSubentrante: Bontadelli Rino

Consorzio arginature e premunizioni valangarie Bassa Leventina Delegati: Bontà Luca, Citino GiuseppeSupplenti: Bontadelli Ambrogio, Cristina Emilio

Ente Regionale di sviluppo Bellinzonese e ValliDelegato: Cristina Emilio

muniCipioAttribuzione Dicasteri legislatura 2012-2016

Bontadelli Ambrogio, SindacoAmministrazione generaleFinanze e ImpostePresidente Azienda Acqua Potabile

Cristina Emilio, Vice SindacoProtezione Ambiente e TerritorioEdilizia Pubblica e PrivataDicastero Giovani

Bontadelli RinoPrevidenza socialeEducazione

Dicastero Giovani

Bontà LucaAzienda acqua potabileTraffico, Manutenzione esternaInserviente comunale

Citino GiuseppeSicurezza pubblicaSalute pubblicaCultura e tempo libero

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di lisa marchetti

...DI gnomI, alBerI e musICafra i banchi

gnomo giuLiano

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Che cosa avranno di così speciale gli alberi? Non si muo-vono, non parlano, non hanno mai bisogno di niente. A volte ci dimentichiamo perfino della loro esistenza. Ma per fortuna c’è sempre qualcuno che si occupa di questi grandi e maestosi oppure piccoli e preziosi alberi.Noi bambini della Scuola dell’Infanzia in questi mesi ab-biamo avuto la fortuna di conoscere uno di questi spe-ciali aiutanti. Ora lo faremo conoscere anche a voi rac-contandovi che cosa abbiamo scoperto durante questi mesi.Ecco a voi lo gnomo Giuliano!È alto poco più di una mela, ha un cappello a forma di pigna marrone, porta una camicia, pantaloni, calze cal-

de e scarpe comode ma resistenti. Si nutre mangiando funghi, uova di gal-lina e uova di formica, more, lampo-ni e altre bacche che trova nei bo-schi, pane, marmellata ed è molto goloso delle torte. La sua bevanda preferita è il thé, nei vari gusti.La sua casa è stata costruita ai piedi di un grande castagno ma ogni gnomo utilizza ben 3 alberi, collegati tra di loro da tunnel, per avere abbastan-za spazio per tutte le uscite segrete e le trappole per le puzzole (animali parti-colarmente golosi delle scorte di cibo degli gno-mi e quindi devono te-nerle lontane dalla loro casa). Per uno gnomo costruire la propria casa è un lavoro molto lungo e faticoso visto soprattutto la loro statura. Riescono però a far fronte a questa difficoltà utilizzando la loro agili-tà e la particolare forza che li caratterizza (abilità che allenano fin da piccoli insieme alla corsa e al fischiare, abilità in cui eccellono). I materiali che utilizzano nella costruzione delle loro abitazioni sono principalmente il legno e i sassi, aggiungendo poi foglie e fieno per cerca-re di riscaldarla.Lo gnomo Giuliano, come pure tutti gli altri gnomi, du-rante il giorno dorme e si riposa, mentre la notte svolge i suoi lavori. Essendo stato nominato dal villaggio “guar-diano degli alberi”, principalmente si occupa di strofina-re loro il tronco, accarezzare le foglie, dare da bere nei periodi di siccità e sistemare i rami che, oramai vecchi, seccano. Quando gli alberi non hanno più bisogno di lui si diverte a studiare nuove piante e fiori per poter far guarire chi è ammalato, aiuta gli animali in difficoltà so-prattutto durante l’inverno, oppure si reca nel suo labo-ratorio e comincia a lavorare il legno.Quando abbiamo scoperto quest’ultima passione dello Gnomo ci siamo chiesti: perché non facciamo anche noi un laboratorio come quello degli gnomi veri?Abbiamo quindi deciso di trasformare la nostra scuola dell’infanzia creando un laboratorio come quello dei nostri amici gnomi. All’interno di questo spazio abbia-mo messo tutto quanto caratterizza un albero (cortec-ce, rami, foglie, pezzi di tronco che abbiamo raccolto durante le nostre uscite) e gli strumenti per poter fare nuove scoperte (lenti di ingrandimento, metri per misu-re, fogli, matite e colori per rendere tangibili le nostre

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gnomo giuLiano

scoperte). Abbiamo quindi potuto osservare, toccare, annusare, sentire anche quei piccoli particolari che solitamente ci sfuggono.Dopo un primo momento di libere scoperte volevamo pure sbizzarrirci nel costruire, quin-di abbiamo aggiunto pezzetti di legno di varie forme, colla, forbici, cartoncini… Assemblando i vari pezzi prima bidimensionalmente (sul piano orizzontale incollando il legno su cartoncini e fogli) poi tridimensionalmente (costruendo ver-ticalmente) abbiamo trasformato semplici pez-zetti di legno in nuove forme con un significato ben preciso.Alcuni di noi si sono poi dilettati nel disegnare dei pro-getti di possibili costruzioni utilizzando il materiale le-gno. I piccoli progettisti hanno misurato, disegnato, di-scusso, cancellato, rivisto il progetto di partenza…come dei veri professionisti!Man mano che il tempo passava il nostro laboratorio de-dicato al legno si è trasformato in un angolo della musi-ca. Questa trasformazione è avvenuta in modo naturale seguendo i nostri interessi e desideri, alimentati da una costante ricerca di informazione sulle passioni e interessi dei nostri piccoli amici gnomi. Nel nostro spazio dedicato alla musica abbiamo quindi aggiunto degli strumenti: una pianola, dei campanellini, un metallofono, uno xilofono creato insieme ai bambini con delle bottiglie di vetro e l’acqua e un leggio.Inizialmente abbiamo esplorato liberamente gli stru-menti creando spontaneamente dei ritmi a volte voluti, a volte più casuali. Fin dall’inizio la possibilità di suonare liberamente in questo angolo musicale è stata davvero molto apprezzata e per alcuni di noi è diventato un ap-puntamento giornaliero fisso.Successivamente, stimolati e incuriositi anche dagli in-contri settimanali con la docente di educazione musica-le Luisella Barberis, abbiamo cominciato a riprodurre dei ritmi ben precisi, grazie a delle semplici frasi cantate che rispettavano la sequenza crescente e decrescente delle sette note musicali. Siamo quindi riusciti ad unire la mu-sica alle parole creando delle brevi frasi cantate.In queste nostre evoluzioni è stato molto importante il lavoro di ascolto che abbiamo dovuto mettere in atto per permetterci di rendere voluto e concreto quanto pri-ma era giustamente solo spontaneo e casuale (ascolto di noi stessi, ma soprattutto degli altri). Inoltre per ren-dere più facile il passaggio alla riproduzione di sequenze musicali ci siamo basati sui colori caratteristici dei nostri campanellini, cercando di ritrovarli nei differenti stru-menti (accorgendoci che a colore uguale corrispondeva la stessa nota, anche se lo strumento era diverso). Que-

sto ci ha permesso di suonare la stessa canzoncina con strumenti differenti.Utilizzando i “colori delle note” siamo riusciti poi a scri-vere noi stessi delle sequenze di colori-note da poi ripro-durre insieme agli altri compagni.Se continuiamo così presto potremo invitarvi alla prima del concerto degli amici dello Gnomo Giuliano!Le nostre scoperte non sono sicuramente finite qui, ora-mai conosciamo molto bene lo gnomo e sappiamo che le sorprese sono sempre dietro l’angolo.

viLLaggio Creato dai bambini

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sulla vIa Della pIetra... appuntI DI IerI e DI oggI!la penta di personico

appunTi Di ieRi...

All’inizio dell’800 la gente cominciò a sfruttare i blocchi di granito franati dalla montagna per ricavarne sassi la-vorati da utilizzare nelle costruzioni. Alcuni avvenimenti accelerarono poi l’apertura delle nostre cave: la costru-zione della ferrovia del San Gottardo e la costruzione dei ponti sul fiume Ticino. In questo modo l’industria del granito poté svilupparsi dando lavoro a numerosi ope-rai... ma quante fatiche nelle cave di granito quando non c’erano ancora le macchine!Ecco i protagonisti che abbiamo conosciuto in alcuni te-sti.Il lavoro dei minatori iniziava il mattino presto, all’alba. Battevano con la mazza i lunghi scalpelli per fare i fori dove mettere la polvere nera per la mina: a ogni colpo il lungo scalpello veniva girato per far uscire la polvere di granito. I colpi di mazza si udivano perfino in paese...Il giorno in cui veniva fatta brillare la mina, le sentinelle emettevano tre suoni di tromba nei passaggi obbligati e poi lo sparo: booom! Un sordo boato, una nube di polve-re, di terra e la caduta dei massi di granito...

A questo punto, il manovale tuttofare trasportava i sassi a spalla, dopo essere stati fissati su robuste stanghe di frassino con apposite catene, oppure spingeva la car-riola colma di scaglie o ancora liberava il piazzale dai detriti... vita durissima la sua!I tagliatori si occupavano di preparare i sassi grezzi da passare allo scalpellino: i sassi venivano appoggiati su cavalletti in modo che lui potesse lavorare stando dirit-to. Lo scalpellino, ritenuto il numero uno della cava, allo-ra utilizzava pochi arnesi: la mazza e il bozzetto per dare una prima rozza forma al lavoro, poi un buon mazzuolo da 500g, il giandino, lo scalpello, la punta e da ultimo la bocciarda. La sua manualità, la sua pazienza e la sua esperienza erano fondamentali!Accanto a ogni cava sorgeva una fucina nella quale il fabbro risistemava continuamente gli attrezzi di lavoro che gli scalpellini gli portavano a fine giornata. Questo era il lavoro in una cava di granito di tanti anni fa...

Venerdì 27 aprile 2012 la nostra classe, con gli immancabili compagni di Chironico, si è recata in Riviera: il mattino a Lodrino presso la cava Giannini Graniti SA e il pomeriggio tra le viuzze del borgo di Biasca. Di seguito condividiamo con voi le riflessioni raccolte sul granito di ieri e di oggi... Se avete delle domande o semplicemente delle curiosità scriveteci ([email protected]) e noi vi risponderemo volentieri.Buona lettura!

Questi siamo noi Con gLi aLLievi di ChironiCo. vogLiamo ringraziare di Cuore FLavio giannini, proprietario deLLa Cava, per averCi dediCato due ore deL suo tempo (gratis), per averCi Fatto toCCare Con mano iL granito, per Le sue spiegazioni e per i regaLi Che Ci ha Fatto. grazie miLLe!

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e Di oggi...

ora Le maCChine robot riesCono a produrre sCritte “grani-tiChe” Con una preCisione di 0,5 mm ma anChe opere d’arte Come La Coppa dei mondiaLi deL sud aFriCa Che vedete in Foto; La sCuLtura dev’essere ComunQue riFinita a mano daL-Lo sCaLpeLLino. (pietro)

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Questa maCChina serve dare una Forma CubiCa aL granito: sono i dardi, Che vengono utiLizzati neLLe veCChie strade, Come QueLLi Che abbiamo visto Lungo La tremoLa. tanti hanno provato a usare iL mazzotto, ma non tutti sono ri-usCiti neLL’impresa. (anja)

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La Fiamma Fa bruCiare iL Quarzo presente neL granito e Crea Le sue Famose venature grigio sCuro: è un Lavoro di preCisione perChé aLtrimenti si rovina iL sasso ed è tutto da buttare. noi abbiamo toCCato iL granito boCCiardato anCora CaLdo! (Kevin)

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Questo maCChinario Costa 500 miLa FranChi e permette di perForare iL granito aLLa veLoCità di 2 metri aL minuto, poi nei buChi verrà messa La dinamite e Fatta espLodere. avviCi-narsi aLLa parete deLLa Cava è impressionante! (naeLe)

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Questa è una Fresa, viene spruzzata deLL’aCQua per Fare in modo Che non si surrisCaLdi. La ruota ha un diametro di tre metri e Le punte sono riCoperte di diamanti Che devono essere sostituiti ogni mese; tagLia 0.8 mm a ogni passaggio.(niCoLa)

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per poter estrarre iL granito oCCorre tagLiarLo sia in ver-tiCaLe Che in orizzontaLe. per LavorarLo Lo si può tagLiare Con un FiLo Che Contiene pezzi di diamante. anChe Qui serve L’aCQua per non bruCiare iL FiLo. (Loris)

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Qui vediamo un sasso Che viene battuto a mano... prima hanno Fatto i buChi Con un trapano Che aspira La poLvere di grani-to, poi hanno inserito Le punte e piCChiato Con iL mazzotto. in seguito verrà utiLizzata La “Livéra” per separare i pezzi, proprio Come si FaCeva una voLta. (anniKa)

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reportage - astronomia

Il CIelo sopra la val D’amBrapRonTi a imbaRCaRvi in viaggio asTRonomiCo in più punTaTe TRa le sTelle visibili Da peRsoniCo? si CominCia Con veneRe la sTella polaRe, maRTe e l’oRsa maggioRe.di luca berti

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Per fare astronomia non servono telescopi. Seriamente, non sto scherzando. Il primo strumento è gratuito e alla portata di tutti. È l’occhio, lo stesso occhio che ha guidato per secoli le osservazioni degli astronomi di mezzo mondo, dai greci agli arabi, passando per i cinesi e gli indiani. È ad occhio nudo che gli studiosi ellenici hanno tracciato le costellazioni, popolando il cielo dei propri miti. Sem-pre ad occhio nudo si sono accorti che tra gli astri fis-si ve ne erano anche alcuni “erranti”: i pianeti. I grandi astronomi arabi del IX e X secolo dopo Cristo avevano solo i loro occhi a guidarli quando hanno letteralmente nominato la volta celeste, facendo sì che ancora oggi, sotto le cupole degli osservatori, si usino nomi del tutto simili a quelli che risuonavano mille anni fa a Baghdad, Damasco e in riva al lago d’Aral. Certo, settecento anni più tardi l’invenzione del cannoc-chiale avrebbe permesso di fare passi da gigante nello studio dei corpi celesti. E non c’è dubbio che un pianeta, una galassia, di un ammasso stellare, visti all’oculare di un moderno telescopio tolgono il fiato. Il punto però non è questo. Intanto alcuni dei fenomeni più spettacolari devono necessariamente essere osservati a occhio nudo (provate a fare diversamente la notte di Sal Lorenzo e non vedrete granché), ma, soprattutto, per approfittare della magia di un cielo stellato non c’è bisogno di spen-dere soldi. Non all’inizio, almeno; basta qualche picco-la conoscenza e qualcuno che vi indichi cosa guardare. Magari raccontandovi una storia o due nel frattempo. Stasera – una qualsiasi sera tra fine aprile e inizio mag-gio – vado in Val d’Ambra per dare un’occhiata al firma-mento. Se vi va, seguitemi. Prima in queste poche righe, poi ripercorrendo il viaggio.

TANTo pER oRiENTARSiQuando arrivo all’imbocco della valle sono le 21 e il cie-lo inizia a imbrunire. Mi siedo sulla panchina di legno

che sovrasta l’ultima curva che piega verso la diga. Dietro di me la piaz-

zola da dove di

giorno decollano e atterrano gli elicotteri. La bassa Valle sotto di me scorre da nord-ovest a sud est, il che significa che il nord è dritto davanti a me, proprio sopra l’antenna del Matro. L’est, di conseguenza, è verso il Pizzo Magno, l’ovest esattamente dall’altra parte, verso sinistra. Va da sé che il sud è dietro. Fatta conoscenza con la disposizio-ne dei punti cardinali, posso iniziare la serata.

VENEREA ovest, se non è già sparita dietro la montagna (verso metà maggio), una lucina inizia a vincere il bagliore resi-duo del cielo diurno. È Venere, secondo pianeta in ordi-ne di distanza dal Sole (la Terra è il terzo). Il suo bagliore regna incontrastato nel firmamento ancora inondato di luce residua; con la sua luminosità che tocca le -4,5 magnitudini (più è piccolo il numero, più è luminoso l’og-getto), è l’astro più brillante in cielo dopo Sole (−26,8) e Luna (piena: -12,74). Avendo un telescopio ne vedrem-mo il disco planetario per metà illuminato e per metà in ombra, un po’ come se stessimo guardando la nostra Luna da molto lontano. In modo del tutto simile al nostro satellite, anche Venere ha delle vere e proprie fasi che si manifestano ai nostri occhi semplicemente perché la Terra ruota su un’orbita più esterna, più distante dal Sole. Se i ruoli fossero invertiti, cioè fossimo noi a trovarci tra il Sole e Venere, allora sarebbero i venusiani ad ammira-re le fasi del nostro pianeta mentre noi vedremmo loro come vediamo, ad esempio, Marte, ovvero quasi sempre con il disco interamente illuminato.Per dirla altrimenti: le fasi sono solo visibili a due con-dizioni: la prima è che il pianeta orbiti più vicino al Sole rispetto all’osservatore e la seconda a che sia il Sole al centro del sistema solare e non la Terra. Una constata-zione che servì all’inizio del XVII secolo a Galileo Galilei, primo osservatore delle fasi di Venere, per sostenere la teoria dell’eliocentrismo da opporre a quella geocentri-ca di Aristotele e Tolomeo. Oggi però niente strumen-ti. Bisognerà che mi limiti a contemplare lo spettacolo, per poi magari scoprirmi a pensare, non senza una certa emozione, che la Terra e tutti i suoi abitanti brillano con la stessa intensità nel cielo venusiamo. Già, il cielo venusiamo: uno strato denso di nubi di acido solforico. Roba da rendere superfluo qualsiasi alter ego

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alieno di Binagi, dal momento che lassù fare le previ-sioni è quasi scontato: copertura nuvolosa perenne con occasionali rovesci di acido. L’atmosfera venusiana è la più densa del sistema solare: in superficie la pressione è 92 volte quella terrestre; altro che anticiclone della Az-zorre: sarebbe abbassata per stritolare qualsiasi incauto astronauta. L’ambiente inospitale è completato dal fat-to che l’aria è quasi interamente composta di anidride carbonica e raggiunge una temperatura media di 474 gradi centigradi. Un vero inferno dovuto sia alla mag-giore vicinanza al Sole, ma soprattutto all’effetto serra creato dal CO2. Non è un bel posto dove vivere. Stranamente, aggiun-gerei, dal momento che sulla carta è il pianeta più simile alla Terra che esiste là fuori. Gli esperti di planetologia ritengono addirittura che Venere e il nostro pianeta ab-biano avuto un’infanzia simile. Come da noi, anche lassù in tempi remoti vi sarebbe stata dell’acqua. Acqua che, però, sarebbe evaporata a causa delle altissime tempe-rature. Il vapore non avrebbe resistito granché nell’at-mosfera inospitale del pianeta, finendo per scindersi in ossigeno e idrogeno. Quest’ultimo sarebbe stato poi lentamente trascinato nello spazio interplanetario dal vento solare, che avrebbe consegnato così di fatto alle stelle metà dei componenti che una volta formavano gli oceani del neonato pianeta.Do un’ultima occhiata al puntino luminoso. Ora tocca i bordi della montagna. Nei prossimi giorni continuerà a scendere, sparendo dal cielo serale entro fine maggio. Ricomparirà in quello di metà giugno, all’alba e ad est. Entro inizio agosto brillerà appena sopra il Pizzo Magno. Torneremo a vederlo la sera solo nel luglio del 2013, po-chi minuti dopo il tramonto. Non lo vedremo mai inve-ce in piena notte. Il perché è presto spiegato: si tratta di un pianeta interno, con un’orbita che quindi rimane per lo più vicino al Sole. Per parte del tempo, rispetto al nostro punto di vista, Venere si trova troppo vicina alla nostra stella e la sua luminosità viene offuscata. Lo vediamo però quando si “allontana” abbastanza da poter brillare nel cielo serale o mattutino. Per questo è noto anche come la stella del mattino

o la stella della sera.

LA STELLA poLARENel frattempo il cielo si è fatto ora più scuro. Torno a guardare in avanti. A circa due spanne dall’orizzonte (una spanna sopra la cresta delle montagne), c’è il faro guida di ogni peregrinazione tra gli astri della volta ce-leste: la stella Polare. La si riconosce perché da lei parte, verso destra, un semiarco formato da altre tre stelle che punta verso l’alto. L’ultima di queste fa anche da vertice per il rombo che chiude la figura dell’Orsa Minore, la co-stellazione di cui fa parte. Attenzione però: se cercate la Stella Polare non cercate nulla di straordinario, altrimenti non la troverete. Non aspettatevi insomma che si distingua dalle altre, perché non lo farà: non è neppure la più luminosa. La caratteri-stica che la rende così speciale non c’entra niente con la sua apparenza, ma piuttosto è legata al fatto che l’asse di rotazione terrestre punta in pieno verso quella dire-zione. Per questo Polaris (questo il suo nome) sembra essere il perno attorno a cui ruota tutto il resto del cielo. Una particolarità che, in ogni caso, non è eterna. Già, perché l’asse del nostro pianeta, un po’ come accade alle trottole a fine corsa, si sposta e cambia possizione se-guendo un percorso circolare che si chiude ogni 26 mila anni. Il fenomeno è detto “precessione degli equinozi”. Se oggi a indicare il nord è Polaris (distante 433 anni luce e composta da tre stelle, di cui la principale è quaranta volte più grande del Sole), 14 mila anni fa era Vega (la quinta stella più

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luminosa del firmamento, distante 25 anni luce e due volte più grande del Sole) il perno del cielo paleolitico. Tra 26 mila anni toccherà di nuovo a Polaris, ma prima sarà il turno, fra duemila anni, di Alrai (costellazione di Cefeo), Alderamin (pure in Cefeo, fra 5’500 anni) e Rukh (Cigno, 9’000 anni).

QuALChE ALTRA iNDiCAzioNERivolgendo lo sguardo a sud-ovest sopra la conca della Val d’Ambra, si può notare un puntino luminoso chiara-

mente colorato di rosso. È Marte, il quarto pianeta del nostro sistema solare. Ne parleremo. A piombo sopra le nostre teste c’è poi un’altra figura cele-ste che, ancora più dell’Orsa Minore, permette di orientasti in cielo. Il suo disegno può essere usato per ritrovare diversi oggetti nella volta celeste. È l’Orsa Maggiore. La si può riconoscere perché con-giungendo le stelle si può tracciare la sagoma di un carretto del tutto simile - ma di dimensioni maggiori - rispetto a quello che contiene la stella Polare. Il manico è formato da tre stelle. Guardate la secon-da. Se accanto a lei vedete un’altra stellina, compli-menti: avete una buona vista. Vi presento Mizar (la

stella più luminosa) e Alcor, chiamate anche il Cavallo e il Cavaliere seguendo un’antica tradizione persiana. Si tratta di una stella doppia, dal momento che i due astri si influenzano a vicenda. La possibilità di vederle entram-be ad occhio nudo è data solo a chi ha buona vista. Per gli altri, come me, serve un binocolo. Ma lo spettacolo è assicurato. Con un buon telescopio si potrebbero addi-rittura vedere le stelle compagne di Alcor e Mizar.Sono le 24. Tempo di rientrare, in attesa di una prossima serata sotto le stelle della Val d’Ambra.

iL CiELo FiNo A SETTEmBRENell’attesa della prossima puntata, ecco alcune indicazioni per altre uscite da qui a settembre.Venere durante il mese di giugno sparisce dal cielo serale. Riapparirà ad est il mattino a metà giugno. Splenderà sopra il Pizzo Magno durante le ore precedenti l’alba ad agosto. Il 6 giugno transiterà davanti al Sole, nell’ultimo passaggio del secolo. L’evento, già oltre la metà, sarà visibile dopo l’alba.Nella stessa direzione, a luglio, riappare sopra i monti anche Giove, che continuerà a salire alto in cielo durante l’autunno.Saturno, visibile a mezzanotte verso sud a inizio maggio, sarà visibile sino a inizio agosto.marte, visibile nella prima parte della sera, si abbasserà sem-pre più sull’orizzonte per sparire dietro l’orizzonte verso fine settembre.Il 15 luglio, tra le 3:34 e le 4:14 la Luna passerà davanti a Giove, occultandolo. I due astri si troveranno però bassi sull’o-

rizzonte ad est e se quindi vorrete assistere allo spettacolo vi conviene trasferirvi in un luogo con buona visibiltà a levante.La notte tra il 12 e il 13 agosto è prevista la massima atti-vità delle Perseidi, le stelle cadenti di San Lorenzo. Lo sciame meteorico risulta comunque intenso almeno una settimana prima e una settimana dopo il picco.

ALCuNi CoNSiGLi pER oSSERVARE 9 Per riuscire a scorgere più stelle possibili l’occhio ha biso-

gno di abituarsi al buio. Se non si vuole ricominciare ogni volta da capo, meglio evitare di accedere luci o torce nelle vicinanze. Se si rende necessaria dell’illuminazione, utiliz-zate luce di colore rosso: disturba meno l’occhio.

9 Meglio osservare quando non c’è la Luna: la sua luce in-nonda il cielo e rende meno visibili le stelle più deboli.

9 Trovate un posto lontano dalle luci dei lampioni. 9 Anche nelle sere d’estate fa freddo: portate di che coprirvi.

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Il progetto Infoclic.ch continua a sollevare l’interesse dei nostri ragazzi.Gli incontri fino ad ora messi in agenda hanno sempre visto la partecipazione di un folto gruppo di giovani, ai quali era stato chiesto di esprimere le loro proposte per un progetto da realizzare durante quest’anno.Fra le molte idee emerse hanno scelto quella di portare avanti l’organizzazione di alcuni eventi a loro dedicati.Per fare ciò si sono divisi in gruppi, ognuno dei quali aveva il compito di individuare un tema e organizzarne l’evento.

Il risultato che ne è scaturito, con il calendario scelto è il seguente:

oltre alla festa a tema “anni 80”, che si è svolta lo scorso 18 maggio 2012, segnaliamo le seguenti manifestazioni:

• 2 giugno 2012: festa di fine anno scolastico al campo di calcio, aperta a tutta la popolazione. Verranno organizzate sfide a gruppi, postazioni sportive (maxitramp, scalata e tiro con l’arco) ed al termine un aperitivo con presentazione del proget-to Infoclic.ch

• 1° settembre 2012: pomeriggio sportivo al campo di calcio, con al termine una grigliata

• 13 ottobre 2012: serata “cinema”, alla casa con tor-chio

• 2 novembre 2012: serata “cinema” bis, alla casa con torchio.

I dettagli degli eventi, verranno comunicati di volta in volta.

InContrI Con I gIovanIla gioventù coinvolta

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inContro deL 29.01.2012æ

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l’anno 2011 Della propersonICoL’anno 2011 della Pro Personico si è chiuso con un bilan-cio tutto sommato positivo: le attività organizzate han-no ricalcato gli appuntamenti che ormai sono entrati a far parte della tradizione. Due le note dolenti: l’annul-lamento con breve preavviso delle due manifestazioni previste per il mese di luglio, ovvero la festa dell’Alpe a Trüsp e la festa di San Nazei, a causa della meteorologia incerta. La cancellazione delle date ha influito negativa-mente sui conti dell’associazione che si sono chiusi con una perdita di 1’740 franchi. La situazione patrimoniale resta comunque solida e, a fine dello scorso anno, rag-giungeva quota 16’963 franchi.

Ricco il calendario degli appuntamenti del 2012 annun-ciato durante l’assemblea dei soci lo scorso 29 marzo. Agli appuntamenti consueti, come la festa di San Nazei, il 28 luglio ai grotti, e la partecipazione alla Sagra della Madonna della cintura, il 9 settembre, in collaborazio-ne con il Patriziato si aggiungerà pure la Festa dell’Alpe, nella speranza che la meteorologia sia più clemente. Il luogo prescelto è sempre l’alpe di Trüsp, ma a differenza dello scorso anno si è optato per un’unica data il 7 luglio. Alle attività classiche si aggiungono i contributi finanzia-ri destinati alla settimana bianca e a quella verde degli allievi delle scuole comunali.

trüsp

pro personico - patriziato

peR aRRivaRe a TRüsp Ci sono DiveRse possibiliTà. le più DiReTTe sono :

1° percorsoDai piazzali/posteggi della diga si prende la mulattie-ra sul lato sinistro della Val d’Ambra. Arrivati al monte “Ramlit”, circa 100 m oltre le cascine parte sulla destra il sentiero che porta a “Cavalum”. Sopra le cascine di “Ca-valum” riparte il sentiero verso la Val Marcri.Dopo una camminata di ca. 30 minuti si arriva al bivio di “Tei” (segnalato); a sinistra si prende il sentiero per “Trüsp”. Da dietro la cascina diroccata, leggermente sul-la sinistra riparte il sentiero, che salendo in modo ripido, arriva a “I’Eira”; poi passando dal “Becc da la gora” si prosegue svoltando a sinistra verso ”l’Er dal Zélar”, (ra-dura dove atterrerà l’elicottero) dal quale con un percor-so pianeggiante si raggiunge dopo ca. 200 m le cascine

di “Trüsp”. Questo 1° percorso, con una percorrenza di ca. 3 h 30’ / 4 h e un dislivello di ca. 1100 m, è quello meno impegnativo e che presenta i minori pericoli.

2° percorsoFino a “Ramlit” il percorso è uguale a quello precedente.Da “Ramlit” si procede sulla mulattiera oltrepassando “Stavel” fino al “Mont di Feman”, da dove sul lato destro della mulattiera parte il sentiero che porta alle scalinate di “Scireisa”. Eventualmente, più facile da trovare, si può proseguire sulla mulattiera fino a “Monastei”, da dove dietro la cascina dei Signori Pusterla parte l’altro sentie-ro che raggiunge le scalinate di “Scireisa”. Continuando, su un percorso che può provocare qualche problema per chi soffre di vertigini, si raggiunge il monte “Scireisa di sotto”, poi dopo ca. 45’ il monte “Scireisa di sopra”. Svoltando a destra, dopo le ultime cascine, si passa so-

pra la roccia e si riprende l’ultimo tratto di sentiero che porta a “Trüsp”. Questo percorso, leggermente più breve come tempo di percorrenza, risulta essere più impegna-tivo, sia per la ripidezza della salita che per i “vuoti” pre-senti nelle scalinate di “Scireisa”.

per iscrizioni alla Festa dell’Alpe:Richiedere via mail a: [email protected] l’apposito formulario.

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us personico

Due aquIstI per I senIorI

Cari amici,innanzitutto, come mio solito, vi porgo i miei saluti per-sonali, tenedovi informati sulla situazione USP Seniori.Dopo due mesi di preparazione in palestra a Biasca, l’U-nione Sportiva Personico da marzo è ritornata a giocare

sul suo campo, rinforzando anche la squadra con due nuovi splendidi acquisti, Luca Di Stasio e Ivan Sambol.

Naturalmente l’obiettivo del 2012 è una buona posizio-ne in classifica!

RiSuLTATi E CALENDARio 2011 - 2012

02.09.2011 AC Lema - US Personcio 1-309.09.2011 US Personico - FC Claro 0-223.09.2011 FC Melide - US Personico 1-030.09.2011 US Personico - FC Lodrino 3-307.10.2011 AS Pollegio - US Personico 0-714.10.2011 US Personico - La Turrita 2-321.10.2011 AS Villa - US Personico 5-428.10.2011 US Personico - FC Bodio 1-111.11.2011 US Personico - FC Moderna 4-2

Campionato andata 2011

23.03.2012 FC Claro - US Personico 2-230.03.2012 US Personico - FC Melide 2-304.04.2012 US Personico - AC Lema 3-320.04.2012 FC Lodrino - US Personico 2-327.04.2012 US Personico - AS Pollegio 6-204.05.2012 La Turrita - US Personico 1-1

Campionato di ritorno 2012

prossimo icontro:01.06.2012 FC Moderna - US Personico

per ulteriori informazioni:http://www.football.ch/ftc/it/verein.aspx?v=682

Campionato andata 2011

Campionato di ritorno 2012

di armando cremini

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una sCuola Dal Buon sapore

nel cassetto dei ricordi

su “la FinesTRa“ numeRo 20, è sTaTa pubbliCaTa una veCChia FoTogRaFia, DaTaTa 1939, Con la RiChiesTa ai leTToRi Di inviaRe RiCoRDi e CommenTi RiguaRDanTi la sCuola Di alloRa.di massimina pesenti

davanti, da sinistra: adriana emma?, giordano Lompa, germana rataggi, irmes bariFFi, nives CisLini, miriam rodoni, anita vetti, agostino (pin) Cremini, bruno Cremini, neLLa de vito, eveLina Cais, rina Forni, armando Cremini.dietro, da sinistra : deLio sCiaranetti, andrea moroni o giuseppe bontà, eLsa (nene) zanotta, Cesarina beFFa, eLda berto-Lini, aLma Lurati, CarLa Lompa, mirta peLLanda, dirCe bontà, aLiCe dazzi, grazieLLa rodoni, eLsi Lompa.

è stato possibiLe identiFiCare tutti gLi sCoLari ritratti grazie a: CarLa, FLavio, dirCe, giuseppe, irmes, nives, eveLina, neLLa, mirta, anita e pierino.

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Ho avuto il piacere di raccogliere le testimonianze, come ad esempio quella di Elvezia Belli che ringrazia la redazione per la pubblicazione della fotografia, che le ha suscitato molte emozioni, riconoscendo tra gli allievi la sua cara sorella Graziella, purtroppo scomparsa.

Grazie di cuore a Carla e Flavio Lompa, a Dirce e Giu-seppe Bontà che mi hanno permesso di scoprire e rac-contare quanto segue.Sapete qual’era il giorno più bello dell’anno scolastico (e non ditemi il primo giorno di vacanza…)?I maschi avevano settimanalmente mezza giornata in più di vacanza rispetto alle ragazze, come mai?Penna e calamaio, sì certo, ma quale pennino? C’era pennino e pennino!Sono riuscita ad incuriosirvi un pò? Eccovi allora quello che ho scoperto.La pentaclasse contava ben 35 allievi e tutti si recavano a scuola generalmente con le zoccole. Flavio ha ancora ben impresso nella mente la lunga fila di zoccole “po-steggiate“ nel corridoio. - In aula si entrava “in cauzéta“- ci racconta Carla - calze lavorate a maglia con lana di pecora.La scuola, attualmente ristrutturata dal Patriziato in casa di appartamenti, non era servita di acqua e per ne-cessità bisognava recarsi alla fontana, che è ancora lì, a due passi dalla chiesa. Giuseppe spiega che la scuola era riscaldata da una stufa (“Poal“) e che il legname era fornito da Martino Bontà, che aveva un piccolo labora-torio di falegname proprio nella cantina della scuola. Gli allievi si fermavano spesso a curiosare e i più grandi aiu-tavano il maestro a trasportare la legna in aula. Il materiale scolastico comprendeva quaderni, mati-ta, penna e pennini … ed ecco un’informazione sui tipi di pennini: i principianti scrivevano usando un pennino, piuttosto largo, contrassegnato con una rosa. Supera-ta la fase delle macchie e degli scarabocchi, quando la mano diventava più leggera e più precisa, si poteva passare al pennino con i tre buchi, più sottile dell’altro e quindi più difficile da usare. Gli allievi di oggi si fanno conquistare e acquistare astucci colorati, con immagini dei loro eroi preferiti, astucci con più scompartimenti e un sacco di accessori, nella maggior parte dei casi “made in Cina“. Flavio mi racconta che il suo primo astuccio, au-

tentico “made in Personico“, era stato ricavato dal papà Pietro Belli da un pezzo di legno, lavorato “col cavadüi“, attrezzo usato per costruire le zoccole. L’astuccio di le-gno era provvisto di uno sportello scorrevole, da aprire e chiudere per sistemare matite e penna. Per Carla invece era una scatoletta vuota di datteri, con fondo in legno, a fungere da astuccio.Abbigliamento: - Quello che c’era … - spiega Carla, ma grembiuli neri per le bambine e per tutti una berretti-na, azzurra per i maschietti e per le bimbe rosa, come il nome di chi le realizzava all’uncinetto: Rosa Bachi. A proposito di differenze tra maschi e femmine: i ragazzi avevano un pomeriggio di libero in più, quando le bam-bine seguivano le lezioni di lavoro femminile, ma non si contestava la discriminazione, il movimento femminista non aveva ancora preso piede e il voto alle donne era ancora lontano. Giuseppe però fa notare che non sempre i maschi il gio-vedì pomeriggio avevano vacanza; se il tempo meteoro-logico e i lavori agricoli lo permettevano, si recavano in fondo alla campagna con il docente, per praticare un’at-tività sportiva, “a giüghèè al fotbàll“ per esempio. Anche le lezioni di ginnastica si tenevano all’aperto, in fondo alla campagna, Carla precisa: - “In Arnòn, foo pai sciarèsc“ - e consistevano in generale in giochi di inseguimento attorno ad un vecchio larice.E adesso insomma, veniamo al famoso giorno più bello dell’anno scolastico:Carla e Flavio mi dicono che era il 25 aprile, giorno di San Marco, onomastico del maestro Marco Cislini. Gli allievi offrivano al loro docente mazzi di fiori raccolti nelle vigne. Dirce racconta: - Mi ricordo anche di molte serenelle donate al mio papà (il maestro). I fiori erano veramen-te tanti e lui ne portava una parte a casa, che in quella ricorrenza risultava particolarmente fiorita -. L’omaggio floreale faceva un gran piacere al maestro e il giorno se-guente la moglie Emma regalava a tutti gli allievi una “veneziana“.Tra le testimonianze che ho ricevuto non ci sono stati accenni a insuccessi scolastici, delusioni, castighi, mi è arrivato un ricordo positivo di quella classe del 1939, un buon sapore, come quello della “veneziana“ della mo-glie del maestro.

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Io nodi Kuti

Il protago-nista di que-sto libro è F r a n c e s c o , un trenten-ne milanese che non se la passa proprio male: ricco, bello, profon-do, una lau-rea in filoso-fia, un fratello

ancora più ricco che praticamente lavora per lui, tutte le donne che vuole. Eppure Francesco soffre moltissimo, non trova il suo sé, il suo spazio, la luce nella sua vita.

A narrare la storia anche Flavio, suo fratello, un super manager che vive di apparenza, va a mangiare nei risto-ranti di lusso, viaggia in tutto il mondo di continuo, ha una moglie bellissima, due figli adorabili, una villa alle porte di Milano e due cani da guardia, che vanno tanto di moda. E poi Laura, la moglie di Flavio, una donna che di arie se ne da tante, che ha un bel negozio di abiti costosi in centro, che sa tutti gli affari di tutti e attaccatissima al prestigio sociale. Francesco, lo sbandato di turno, viene costretto da Laura a partecipare a numerose cene in quattro, perché Laura è convinta che la sua situazione

sentimentale in crisi dipenda dal fatto che Flavio si deb-ba occupare di suo fratello come di un altro bambino. Francesco accetta, per l’ultima volta, una cena mostran-dosi comunque come è fino in fondo: menefreghista, ri-belle, sfaticato, sfrontato, intelligentemente fuori luogo. Elisa, la donna che gli farà impazzire il cuore, è esatta-mente come lui, ma recita una parte, dato il suo lavoro al Giornale. I due si mettono insieme, ma la storia non sarà semplice come sembra, dato che Elisa è anche l’amante di Flavio, e Laura la ex di Francesco...Le vicende si svolgono velocemente, quasi inaspettate fino a metà romanzo, fino a quando Francesco non avrà più scampo: prima o poi dovrà affrontare la sua insod-disfazione e cercare di risolverla dentro se stesso. E qui arriva il vero protagonista del libro: il viaggio. Un viaggio da Milano a New York e poi da New York a Milano, ma ancora in Somalia e in Etiopia, un giro intorno al mondo per ritrovare se stesso, e poi il ritrovamento della bellez-za dell’interiorità che soltanto alcune situazioni possono far affiorare.

Un romanzo comunque tragico e fatalista, in cui il desti-no gioca un ruolo primario: la fine di un ciclo, la scoperta del perché della propria incessante sofferente esistenza, la consapevolezza di poterne fare arma di vittoria e poi la fine. Perché è questo il destino di chi non si ama, di chi non trova pace, di chi, sfidando di continuo il tempo, può ritrovare soltanto nuova “vita”.

Titolo: Io noAutore:Lorenzo LicalziEditore:Rizzolipubblicazione:2007

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