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Incontri n° 364 2016 1 Anno 44 N° 363 - Settembre - Ottobre - 2015 - Bs. 150.00 - Estero $ 10.00 Instituto Postal Telegrafico de Venezuela - Porte Pagado - Permiso N° 57 de fecha13 - 11 81 - Revista Incontri - Apdo. Postal 88827 - Caracas 1062 - Venezuela

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Incontri n° 364 2016 1

Anno 44 N° 363 - Settembre - Ottobre - 2015 - Bs. 150.00 - Estero $ 10.00Institu

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2 Incontri n° 364 2016

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Incontri n° 364 2016 3

EDITORIAL

Come si fa ad augurare un Santo Natale ai terremotati, ai profu-

ghi, a coloro che una casa non hanno più o ai migranti che sono lontani dal loro focolare? Mi viene spontaneo pen-sare a una poesia di Trilussa il sommo poeta popolare romano. Nel dialogo fra il taglialegna e l’albero che sta per essere tagliato riscopro il valore del sacro che in tante situazioni sembra perduto. L’al-bero dice: “Ma perché mi strappi dalla terra e mi massacri come quel faggio che è appena stato tagliato per essere trasformato in una scrivania?”

La tua sorte, gli risponde il tagliale-gna, sarà migliore. Un abile intagliatore ti trasformerà nella statua di un santo che andrà pure in processione e farai tanti miracoli quanti te ne pare.”

Sembra di udire le tante fantasio-se e subdole motivazioni che la cattiva politica e il potere usano per giustificare il massacro e la loro flessibile interpre-tazione dei diritti umani e dei popoli. Tutto a fin di bene? L’albero replica: “Ti ringrazio tanto, ma il carico di olive che ho addosso non ti pare un miracolo più grosso di tutti quelli che farei da santo? Tu stai sciupando troppe cose belle in nome della Fede. Ti inginocchi se vedi che un pupazzo muove gli occhi e non ti curi di guardar le stelle.” Mentre gli di-ceva queste parole sintravvide una luce, all’improvviso un raggio d’oro, e Dio, dal Paradiso, benediceva l’albero col sole.

Ecco come riscoprire la santità delle cose. Il Servo di Dio Don Tonino Bello*,

che aveva commentato questa stessa poesia, diceva che noi siamo grandi con-sumatori di sacro, ma scarsi protagonisti di santità. Gesù Cristo vi dia tanta voglia di vivere! Questo era il suo augurio e in-tendeva dire che il Signore ci dia tanta voglia di scoprire la santità delle cose, la santità del mare, la bellezza della terra, dei giardini, dei prati, delle pareti della scuola.

Certo è più difficile scoprire la san-tità di un mare che inghiotte persone innocenti, di una terra deserta seminata di mine e di cadaveri, delle pareti di una scuola crollata. E’ difficile e doloroso. Ci vuole la Fede dei martiri e degli eroi e il coraggio di testimoniare la verità. Trilus-sa ci insegna ad essere semplici, auten-tici, per vivere in un mondo in cui forse bastano le olive illuminate da un raggio di sole per essere felici, saggi e capaci di vedere la santità delle cose che la natu-ra ci insegna ad amare per non scompa-rire.

Nelle feste decembrine vada il no-stro ricordo alle persone care che ci hanno lasciato. Con l’esempio e i fatti anche da queste pagine di Incontri, con raggi di vera santità ci hanno insegnato ad aver fiducia nel nostro futuro. Santi, qui ed ora, fra noi, poco vistosi eppur ci sono, sono persone provvidenziali an-cor più di questi tempi. Una preghiera con tanti auguri e la poesia di Trilussa nei suoi originali accenti. Buon Natale.

La Redazione

La santità delle cosein un mondo in guerra!

Incontri n° 364 2016 3

L’Omo e l’Arbero*

Mentre segava un Arbero d’Olivoun Tajalegna intese ‘sto discorso:

Un giorno, forse, proverai er rimorsode trattamme così, senza motivo.

Perché me levi da la terra mia?Ciavressi, gnente, er barbero coraggiode famme massacrà come quer faggio

che venne trasformato in scrivania?

Invece - j’arispose er Tajalegna -un celebre scurtore de cartello,

che lavora de sgurbia e de scarpello,te prepara una fine assai più degna.

Fra poco verrai messo su l’artare,te porteranno in giro in processione,insomma sarai santo e a l’occasione

farai quanti miracoli te pare.

L’Arbero disse: - Te ringrazzio tanto:ma er carico d’olive che ciò addossonun te pare un miracolo più grossode tutti quelli che farei da santo?

Tu stai sciupanno troppe cose bellein nome de la Fede! T’inginocchi

se vedi che un pupazzo move l’occhie nun te curi de guardà le stelle!

Appena j’ebbe dette ‘ste paroles’intravidde una luce a l’improviso:un raggio d’oro: Iddio dar Paradiso

benediceva l’Arbero cór Sole.

*Don Tonino, vescovo di Molfetta, sognatore di Dio, deceduto nel 1993 in odore di Santità. E’ già avviata la causa di beatificazione per questo santo dei nostri tempi che soleva dire: “Non abbiate paura! Se la paura bussa alla tua porta, manda ad aprire la tua fede, la tua speranza, la tua carità, ti accorgerai che fuo-ri non c’è nessuno. Allora coraggio carissimi fratelli!.”

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4 Incontri n° 364 20164 Incontri n° 364 2016

Elisa Maria Soressi, collabora-trice di Incontri ha dato alla

luce due gemelli Massimo e Letizia e così nonno Franco, altro nostro collaboratore, ha tre nipotini con Gabriele. Elisa e il marito Alexan-der risiedono per il momento a Piacenza all’ombra dell’Angil del Dom. (L’angelo dorato sulla guglia della Catte-drale).

Massimo e Letizia stanno bene, crescono a vista d’occhio e di bilan-cia, hanno rivelato doti canore che allietano le ore piccole dei vicini. Sono diventati subito popolari e l’intero edifi-cio suggerisce di mettere musica clas-sica per cambiare gli orari da discote-ca che i gemelli sembrano preferire.

I nonni hanno promesso che fa-ranno ascoltare musica d’organo barocca ai nipoti-ni per farli cantare

nelle ore mattutine. Auguri e saluti a tutti gli amici.

Massimo e Letizia:due culle per allietare con buone

notizie le pagine sociali di Incontri

VITA CITTADINA

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Incontri n° 364 2016 5

El Colegio Juan XXIII, nueva-mente se complace en gra-

duar a 66 nuevos bachilleres en la Promoción XXXVII Año 2016. En esta oportunidad el acto solemne se cele-bró en el Auditórium del Colegio San José de Tarbés, el Paraíso.

La presentación ceremonial es-tuvo a cargo de la Prof. Milagro Re-yes quien lleva la voz de cantante al anunciar la entrada de las autorida-des del plantel, acompañados de la marcha Nº 1 bajo la dirección del maestro Jean Carlos Núñez.

Después de escuchar las glorio-sas notas del Himno Nacional toma la palabra la Dra. Zulay De León Di-rectora del Plantel y seguidamente se procedió a la entrega de títulos, diplomas y medallas a los nuevos ba-

chilleres por parte del Directivo del plantel.

Se hizo entrega de la distinción Honor al Mérito a los alumnos Bra-cho Oskarlhyn D y Vergara Veronica A, a cargo del Prof. Nicola Di Mattia y la Prof. Zulay De León. Después de este importante reconocimiento, se hizo escuchar el discurso del gra-duando por medio de la bachiller Bracho Oskarlhyn quien obtuvo el mejor nivel de rendimiento acadé-mico.

Finalmente el toque musical lo da la banda de la Institución Juan XXIII con Viva Venezuela y Alma Llanera Himno Popular de nuestra amada patria. Así termina un año de éxito y mucho esfuerzo, donde 66 nuevos bachilleres egresados de esta pres-

tigiosa institución salen rumbo a la formación universitaria.

Acto de GradoU.E. Colegio JUAN XXIII

VITA CITTADINA

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Rif

: J-

07504220-4

993.08.79 / 28.31 / Fax: 993.91.31

EDITORIALLa Santitá delle cose............ 3

RELIGIONEViaggio di Papa Francesco in Svezia... 26 -27

I NOSTRI SANTUARI

Santuario Di San Giovanni Bosco 28 - 29

VITA CITTADINAMassimo e Letizia 4

Dario Fo: il giullare...... 14

Il Wi-fi superpotente........... 16

La Festa dei nonni e ( dei nipoti ) 8

Referendum 12 - 13

PROTAGONISTI

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N° 364 - Novembre - Dicembre 2016

Anno 44 N° 363 - Settembre - Ottobre - 2015 - Bs. 150.00 - Estero $ 10.00Institut

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Rivista multiculturale di attualitá italiana inVenezuela, iscrita alla Federazione UnitariaStampa Italiana all´Estero e alla FederazioneStampa Scalabriniana

Addio Silvio Cazzaniga 20

Mons. Baltazar Porras 22

Settimana della Lingua Italiana 24

Acto de Grado U.E. Colegio JUAN XXII 5

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EDITORIALSono finite le vacanze , si torna a scuola 3

RELIGIONE

Sono finite le vacanze , si torna a scuola 3

I NOSTRI SANTUARI

Sono finite le vacanze , si torna a scuola 3

VITA CITTADINASono finite le vacanze , si torna a scuola 3

Sono finite le vacanze , si torna a scuola 3

Sono finite le vacanze , si torna a scuola 3

PROTAGONISTISono finite le vacanze , si torna a scuola 3

PROTAGONISTI

Abbonamento Annuo

per il 2016:

Ordinario Bs.21.500,00 Sostenitore Bs.30.000,00Estero US$.60,00Una copia Bs.3.500,00

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N° 364 - Novembre - Dicembre 2016

Rivista multiculturale di attualitá italiana inVenezuela, iscrita alla Federazione UnitariaStampa Italiana all´Estero e alla FederazioneStampa Scalabriniana

TEMPO LIBERO

SPORT I 40 anni di Francesco Totti 42

Ecco il Giro d’ Italia N° 100 44

ARTE Luca Signorelli 48

CUCINA Arrosto al latte 50

Caponata 52

Pandoro farcito 54

RASSEGNE E TENDENZE

La Villa Monzeglio 36

P. Arturo Sosa 30

Il miracolo Di Norcia 38

VENEZUELA OGGI

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8 Incontri n° 364 2016

VITA CITTADINA

Manifestazioni ed eventi in tutta Italia, oggi, in occasione della

Festa dei Nonni, una giornata dedicata alla valorizzazione dei rapporti familia-ri. A Roma, al Parco Tutti Insieme in via Tenuta della Mistica, andrà in scena la prima edizione delle “Nonniadi”, “una giornata di condivisione e di sana com-petizione per nonni e nipoti che saran-no coinvolti in attività di calcio balilla, freccette, tiro con l’arco, bocce, carte, shuttlecock e badminton. Alle ore 15 è previsto l’arrivo della fiaccola, acce-sa da Papa Francesco durante l’ultima udienza generale, simbolo dell’amore delle famiglie di Roma e del mondo in-tero. L’iniziativa è promossa dall’Unio-ne Sportiva Acli Roma, le Acli di Roma e provincia, e la Fap (Federazione An-ziani e Pensionati) Acli Roma, in colla-borazione con la Nazionale Cantanti e si inserisce nell’ambito della II edizio-ne della “Ottobrata Solidale”, ideata e promossa dal Sistema Acli Roma.

A Roma, inoltre, saranno allestiti dalle 10 alle 19 gli stand di Fondazione Senior Italia FederAnziani alla fine di

Via del Corso , di fronte alla Chiesa di Santa Maria dei Miracoli (lato via di Ri-petta) e in Piazza San Giovanni Bosco.

12 milioni di nonni in ItaliaI nonni d’Italia sono infatti ol-

tre 12 milioni, età media 54,8 anni. Stando a un recente studio, il 26% si occupa dei nipotini mentre i genito-ri lavorano, la più alta percentuale in Europa, e tra il 2004 e il 2010 la quota di over 60 che aiuta econo-micamente figli e nipoti è salita dal 32% al 48%. La festa, nata nel 1978 negli Stati Uniti, è stata riconosciuta in Italia come ricorrenza civile nel 2005.

La data del 2 ottobre coincide con il giorno in cui la chiesa Cattolica ce-lebra gli angeli custodi.

Eventi in tutta Italia per la festa dei nonni

La manifestazione “Mille piaz-ze Festa dei Nonni” li festeggia in

Eventi in tutta Italiaper la festa dei nonni (e dei nipoti)

molte città italiane e in oltre 500 centri anziani. Momento conclu-sivo dell’iniziativa sarà l’incontro con Papa Francesco nell’Aula Paolo VI in Vaticano, il 15 ottobre, dove saranno presenti circa 7mila nonni italiani. Non mancherà nemmeno Lino Banfi che, con il personaggio di ‘nonno Libero’ in un Medico in famiglia, è il nonno italiano per ec-cellenza.

A Milano è stato lanciato una sondaggio dalla Regione per sce-gliere e votare la nonna e il nonno di Lombardia. Il personaggio che otterrà più voti sarà ospite d’ono-re domenica al Belvedere “Enzo Jannacci” di Palazzo Pirelli, dove è stata organizzata una festa per tutta la giornata. A Palermo la festa si terrà oggi nella struttura equestre di viale Diana, nel Parco della Favorita. Una giornata all’a-ria aperta dove si alterneranno esibizioni cinofile e laboratori cre-ativi con la possibilità di andare a cavallo.

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Incontri n° 364 2016 99 Incontri nº 344 20138 Incontri nº 344 2013

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9 Incontri nº 343 2013

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10 Incontri n° 364 2016

VITA CITTADINA

Con la Navidad llegan los regalos, los menús más elabora-dos y por supuesto la decoración más especial del año.

Si te has propuesto sorprender a tus comensales, te vamos a dar unas cuantas ideas de decoración navideña. ¡Conviértete en una anfitriona diez esta Navidad y sorprende a toda la familia inspirándote en nuestras propuestas!

Ideas para decorarla mesa en Navidad

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Incontri n° 364 2016 11Rif: 00061064-4

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12 Incontri n° 364 2016

dicembre 2001 n. 459 e dal Decre-to del Presidente della Repubblica 2 aprile 2003 n. 104. In particolare:a) gli Uffici consolari inviano per

posta a ciascun elettore un plico contenente:- il certificato elettorale (cioè il

documento che certifica il di-ritto di voto);

- la scheda elettorale;- una busta piccola (di norma

di colore bianco);- una busta di formato più

grande, preaffrancata, recan-te l’indirizzo del competente Ufficio consolare;

- il presente foglio informativo.b) l’elettore esprime il proprio voto

tracciando un segno (ad es. una croce o una barra) sul rettangolo della scheda che contiene le pa-role SI o NO utilizzando ESCLUSI-VAMENTE una penna biro di colo-re blu o nero;

c) la scheda va inserita nella busta piccola che deve essere accurata-mente chiusa e contenere esclu-sivamente la scheda elettorale;

d) nella busta più grande già affran-cata (riportante l’indirizzo dell’Uf-ficio consolare competente), l’e-lettore inserisce il tagliando elet-torale (dopo averlo staccato dal certificato elettorale seguendo l’apposita linea tratteggiata) e la busta piccola chiusa, contenente la scheda votata;

e) la busta già affrancata così con-fezionata deve essere spedita per posta immediatamente, per

posta tramite DOMESA, in modo che arrivi all’Ufficio consolare en-tro – e non oltre – le ore 16:00 (ora locale) del 1° dicembre 2016;

f) le schede pervenute successiva-mente al suddetto termine non potranno essere scrutinate e sa-ranno incenerite.

A T T E N Z I O N E

SULLE SCHEDE, SULLA BUSTA PICCOLA E SUL TAGLIANDO ELETTORALE NON DEVE APPA-RIRE ALCUN SEGNO DI RICONO-SCIMENTO.

SULLA BUSTA GIà AFFRANCATA NON DEVE ESSERE SCRITTO IL MITTENTE.

LA BUSTA PICCOLA E LE SCHEDE DEVONO ESSERE INTEGRE.

IL VOTO È PERSONALE, LIBERO E SEGRETO. E’ FATTO DIVIETO DI VOTARE PIÙ VOLTE. CHI VIOLA LE DISPOSIZIONI IN MATERIA SARA’ PUNITO A NORMA DI LEGGE.

Per cosa si vota?Quesito referendario: “Approva-

te il testo della legge costituzionale concernente ‘disposizioni per il supe-ramento del bicameralismo parita-rio, la riduzione del numero dei par-lamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del titolo V della parte II della Costi-tuzione’, approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 88 del 15 aprile 2016?”.

Votando SÌ, l’elettore esprime la volontà di APPROVARE la riforma co-stituzionale votata dal Parlamento.

Votando NO, l’elettore esprime la volontà di NON APPROVARE la riforma costituzionale votata dal Parlamento.

Chi vota all’estero?Votano all’estero per corrispon-

denza:gli elettori iscritti all’AIRE residen-

ti nei Paesi nei quali le condizioni locali consentono il voto per cor-rispondenza;

gli elettori temporaneamente all’estero per motivi di lavoro, studio o cure mediche che ab-biano presentato l’opzione per il voto all’estero entro il 2 novem-bre 2016, e i loro familiari convi-venti, qualora non iscritti all’AIRE.

Come si vota?Si vota per corrispondenza, con

le modalità indicate dalla Legge 27

REFERENDUM POPOLARE CONFERMATIVO4 DICEMBRE 2016

VOTO ALL’ESTERO PER CORRISPONDENZAISTRUZIONI PER GLI ELETTORI

VITA CITTADINA

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Incontri n° 364 2016 13

¿Para qué se vota?La pregunta: “¿Aprueban ustedes

el texto de la ley constitucional so-bre “medidas para la superación del bicameralismo paritario, la reduc-ción del número de los miembros del parlamento, contención de los gastos de funcionamiento de la insti-tuciones, supresión del CNEL y revi-sión del título V de la parte II de la Constitución, aprobado y publicado en la Gaceta Oficial n. 88 del 15 de abril de 2016?”

Votando SÌ, el elector expresa la voluntad de APROBAR la reforma constitucional votada por el Parla-mento.

Votando NO, el elector expresa la voluntad de NO APROBAR la re-forma constitucional votada por el Parlamento.

¿Quiénes votan en el exterior?Votan en el exterior por correo:

• los electores inscrito en el AIRE residenciado en Países en los cuales las condiciones permitan el voto por correo.

• los electores temporalmente en el exterior por razones de tra-bajo, estudio o cuidado médico que hayan presentado la opción de voto en el exterior antes del 2 de noviembre 2016, y sus familia-res, en caso de que no estén in-scrito en el AIRE.

¿Cómo se vota?Se vota por correo según la mo-

dalidad indicada en la Ley 27 diciem-bre 2001 n. 459 y por el Decreto de la Presidencia de la República 2 de abril de 2003 n. 104. En particular:a) Los Consulados Generales envían

por correo a cada elector el ma-terial electoral que contiene:- el certificado electoral (es de-

cir el documento que certifica el derecho al voto);

- la boleta electoral;- un sobre pequeño (normal-

mente de color blanco);- un sobre más grande,

pre-franqueado, con la direc-ción del Consulado General de Caracas;

- la presente hoja informativa.b) el elector expresa su voto mar-

cando (por ejemplo con una cruz o una línea) el rectángulo de la boleta que contiene las palabras SI o NO utilizando EXCLUSIVA-MENTE un bolígrafo de color azul o negro;

c) hay que insertarla boleta electoral en ele sobre pequeño que debe estar cuidadosamente cerrado y contener exclusivamente la bole-ta electoral;

d) en el sobre más grande pre-fran-queada (con la dirección del Con-sulado General de Italia en Cara-cas), el elector inserta el cupón electoral (después de haberlo desprendido del certificado elec-toral) y el sobre pequeño cerra-do, que contiene la boleta con el voto.

e) el sobre pre-franqueado debe

ser enviado por correo inmedia-tamente, a través de DOMESA, para que llegue al Consulado Ge-neral a más tardar a las 4.00 pm (hora de Venezuela) del 1 de di-ciembre 2016;

f) las boletas recibidas posterior-mente a ese límite no serán con-tabilizadas y serán quemadas.

A T E N C I Ó N

EN LA BOLETA ELECTORALE, SO-BRE PEQUEÑO Y CUPÓN, NO DEBE APARECER NINGÚN SIGNO DISTINTIVO

EN EL SOBRE PRE-FRANQUEADO NO HAY QUE ESCRIBIR EL MITEN-TE.

EL SOBRE PEQUEÑO Y LAS BOLE-TAS DEBEN ESTAR ÍNTEGROS.

EL VOTO ES PERSONAL, LIBRE Y SECRETO. ESTÁ PROHIBIDO VO-TAR VARIAS VECES, QUIEN NO CUMPLE LAS DISPOSICIONES SERÁ PUNIDO SEGÚN LA LEY.

REFERENDUM POPULAR CONFIRMATIVO4 DICEMBRE 2016

VOTO EN EL EXTRIOR POR CORREOINSTRUCCIONES PARA LOS ELECTORES

VITA CITTADINA

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14 Incontri n° 364 2016

PROTAGONISTI

case del popolo e carceri.Quando si appassionava a una

storia e a un personaggio per prima cosa conduceva un’inchiesta appro-fondita, per imparare lui stesso in modo da poter trasmettere agli altri.

La sua figura si distingue in ques-to, Dario Fo non ha mai avuto bisog-no dell’etichetta di “intellettuale”,

perché l’idea di cultura per la quale si è battuto non è né accademica né elitaria. I suoi lavori nascono dalla cultura popolare per essere restituiti al popolo.

Il suo modo di concepire la na-rrazione non era mai limitato, ma si allargava a tutte le forme artistiche cui amava attingere. Nel momento in cui scriveva una storia all’istante la vedeva, vedeva i personaggi, i vol-ti, le scene, e li raffigurava sulla tela, per poi portarli sul palco, trascinan-do il suo pubblico in una straordina-ria scatola magica.

I funerali del Maestro Dario Fo si sono svolti il giorno sabato 15 ot-tobre 2016 in Piazza Duomo alle ore 12.00.

Tutta la Compagnia Teatrale e la famiglia ringraziano per l’affetto rice-vuto in questi giorni.

Dario Fo: il giullare del teatro italiano

Il Maestro Dario Fo si è spen-to oggi 13 ottobre 2016 pres-

so l’Ospedale Luigi Sacco di Milano, dove era ricoverato da qualche gior-no a causa dell’aggravarsi delle sue condizioni di salute.

Il nostro Paese e il mondo in-tero perdono oggi un artista che per tutta la vita si è battuto contro l’affermazione secondo cui “la cul-tura dominante è quella della classe dominante”. Attraverso la sua intera opera Dario Fo ha lavorato affinché le classi sociali che da secoli erano state costrette nell’ignoranza prendessero coscienza del fatto che è il popolo a essere depositario delle radici della propria cultura.

Per questo suo impegno nel 1997 gli è stato conferito il Premio Nobel per la Letteratura “perché, se-guendo la tradizione dei giullari me-dioevali, dileggia il potere restituen-do la dignità agli oppressi”.

Insieme all’adorata compag-na Franca Rame ebbe il coraggio di allontanarsi dai circuiti teatrali uffi-ciali, che lui amava definire “teatro borghese”, per portare i loro spet-tacoli in luoghi non convenzionali come fabbriche occupate, piazze,

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Incontri n° 364 2016 15

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16 Incontri n° 364 2016

PROTAGONISTI

Quando, più di dieci anni fa, Cosimo Malesci, toscano di

Portoferraio, si laureò in Ingegneria oceanografica al Mit di Boston, sog-nava di costruire droni sottomarini capaci di mimetizzarsi tra i pesci. Ma la vita, si sa, spesso ha progetti diver-si. Soprattutto se cerchi di cavalcare tecnologie in rapida evoluzione. E così Cosimo, insieme al fratello Umberto, anche lui ingegnere laureato al Mit (Massachusetts institute of technolo-gy) ma in Informatica, e Andrea Orioli, altro informatico uscito dal Politecni-co di Milano, si ritrovò a sviluppare una tecnologia wi-fi innovativa per la videosorveglianza che è alla base del

successo di Fluidmesh: una delle po-che startup italiane che sono riuscite a diventare una presenza industriale stabile tanto in Europa quanto negli Stati Uniti. Un esempio «virtuoso» di italiani che hanno sfondato all’este-ro ma senza «fuga dei cervelli», visto che quello di Fluidmesh resta nella Penisola dove viene svolto gran par-te del lavoro informatico, a partire da quello sugli algoritmi. Ma lo sviluppo di quest’azienda che oggi offre una tecnologia molto avanzata di tras-missione dati e immagini da mezzi in movimento veloce adottata perfino da Cisco Systems che, nei «pacchetti» che offre ai clienti, l’ha preferita alla

La tecnologia permette di trasmettere dati dai treni ad alta velocità e raggiunge anche le viscere della terra. È stata ideata dalla star-tup di tre giovani italiani Fluidmesh, una delle poche diventata una presenza in-dustriale stabile, in Europa e negli Stati Uniti

Il wi-fi superpotente (e italiano)

che conquista le aziende americane

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Incontri n° 364 2016 17 Incontri n° 363 2016 17

Alambres y Pletinas Esmaltadas Para uso en bobinado de motores eléctricos, transformadores y balastos. Aislamiento en poliuretano 155ºC, poliesteramide 180ºC, poliesteramide + poliamida 200ºC, en capa sencilla o doble. Tipo: SPUN, HPE y HPEA.

Cables para Bajo Voltaje, Potencia Multiconductores y uso Exterior Para instalaciones industriales, alumbrados y distribución. Resistentes a las intemperies y esfuerzos mecánicos, se instalan en bandejas, ductos o canalizaciones. Conductor de cobre (opción aluminio), aislamiento termoplástico o termoestable, chaqueta exterior de PVC o PE. Voltaje operación 600V a 2000V. Temperatura de trabajo 75ºC a 90ºC. Tipo: TTU, XTU, USE, URD y CP.

Cables Portátiles Flexibles, Automotriz y uso Industrial Por su flexibilidad se utilizan para conectar equipos móviles, soportan las vibraciones y movimientos continuos. Voltaje de operación 300V y 600V. Rango temperatura de trabajo 60ºC a 105ºC, conductor de cobre flexible, aislamiento PVC flexible, Semigoma y EPR. Tipo: ST, INSTAL, SPT, MAQ y SML.

Cables para la Construcción Para uso en instalaciones comerciales, industriales y residenciales. Conductor de cobre (opción aluminio), aislamiento termoplástico o termoestable. Voltaje operación 600V, temperatura 75º a 90ºC. Tipos: THW, THHW, THHN/ THWN-2, XHHW y RHW.

Tuberías de Cobre Tuberías para agua K, aire acondicionado ACR, Tipo SPS, SBP, aceite y gasolina y de uso general.

Conductores Desnudos y Barras de Cobre Para líneas aéreas y puesta a tierra. Las barras son para la fabricación de tableros eléctricos.

Cables para Media y Alta Tensión hasta 138KV Uso en subestaciones y distribución subterránea. Conductor de cobre (opción aluminio) hasta 2000kcmil, aislamiento XLPE curado en seco (DRY CURE), y EPR (hasta 46kV) triple extrusión, chaqueta PVC, PEBD, PEAD. Tipo: MV y AV.

Cables Armados y Submarinos Cables de potencia mono o multipolares, de bajo, medio y alto voltaje con armaduras metálicas de alta protección mecánica. Los de tipo submarino están especialmente diseñados para ser impermeables y operar sumergidos en aguas marinas.

Cables de Instrumentación, Control y Señalización Para monitorear y controlar tableros eléctricos y cuadros de mando. Cables multiconductores flexibles de baja potencia agrupados también en pares y triadas, con o sin pantallas individuales y totales, tejidos o tipo foil. Aislamiento PVC, PE, PVC/Ny y EPR. Chaquetas PVC y PE. Temperaturas trabajo 60ºC, 75ºC y 105ºC.

Av. Valencia, Qta. Elecon. Urb. Las Palmas – Caracas 1050 – Venezuela Tlfs: (0212) 793.64.20 – 782.47.69 Rif.J-00052124-9

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18 Incontri n° 364 2016

PROTAGONISTI

propria, è una storia soprattutto a stelle e strisce. Perché è negli Usa che l’azienda ha ottenuto i primi con tratti im-portanti e ha trovato i capitali necessari per crescere (i prin-cipali azionisti adesso sono due fondi di private equity di Chicago), ma soprattutto perché — cosa che capita solo in America — il suo successo è nato da un fallimento.«Avevamo partecipato col nostro progetto alla gara tecno-logica annuale indetta dal Mit, la nostra università», rac-conta Cosimo che oggi si occupa del marketing in tutto il mondo e delle vendite ai clienti americani, mentre il frate-llo Umberto è ad di Fluidmesh in Italia. «Fu un disastro: non riuscimmo a passare nemmeno la prima fase eliminatoria: la nostra idea parve campata in aria, impraticabile». Ma i due Malesci, Orioli e un quarto socio poi uscito di scena, decisero di andare comunque avanti da soli e trovarono po-tenziali clienti molto interessati alle loro idee. «Cominciam-

mo quasi per gioco — ricorda Cosimo — con le telecamere per il campus del Mit, poi un amico ci dette un piccolo con-tratto per il sistema di sorveglianza di un magazzino». Quin-di il salto di qualità quando l’impresa riuscì a sviluppare un sistema in grado di trasmettere immagini stabili da mezzi in movimento anche ad alta velocità. Oggi, ad esempio, tutti i 36 traghetti della New York Waterways sono collegati alla terraferma attraverso sistemi Fluidmesh. In Italia il contrat-to più importante siglato dalla società è stato quello per lo scalo marittimo di Porto Marghera, mentre la tecnologia di trasmissione da mezzi in movimento è all’esame di un paio di operatori europei che gestiscono treni ad alta velocità. E il sistema Fluidmesh è attualmente in sperimentazione su un treno-laboratorio in Italia: un Frecciarossa che ne valuta le capacità lungo la linea Milano-Torino.

di Massimo Gaggi

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Incontri n° 364 2016 19

PROTAGONISTI

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20 Incontri n° 364 2016

PROTAGONISTI

Lo scultore Silvio Gazzaniga nel 1971 mentre lavora sul nuovo

trofeo della Coppa del Mondo FIFA.“Ho creato la forma liberamen-

te. Il trofeo rappresenta due gioca-tori che alzano le braccia verso l'alto nella gioia della vittoria. Racchiude in sé il dinamismo, la forza e la velo-cità dell'azione, lo sforzo sportivo e l'emozione, l'esaltazione di trovarsi in cima al mondo. L'atleta è il prota-gonista assoluto dell'opera e sorre-gge il mondo nella felicità e nell'en-tusiasmo della vittoria. Chi vince una competizione così dura e prestigiosa assume nel momento della vittoria la dimensione di un gigante e il suo pre-mio, la Coppa, deve esprimere tutto questo”.

“Con i due atleti che alzano le braccia, ho voluto significare il mo-mento di gioia e di esaltazione della vittoria. La sfera che li sovrasta, mo-dellata a rilievo con l'immagine fe-dele dei continenti, ricorda il mondo e, al contempo, il pallone mentre le linee tra le due figure umane quasi speculari, nella loro contrapposizio-ne, esprimono un movimento dina-

mico tipico dello sport. La materia grezza tra le due facce contrapposte del trofeo esprime il vigore, l'energia e la rudezza del gioco del calcio e de-ll'intenso impegno sportivo”.

“Dalla base si raccoglie e pren-de slancio un movimento elicoidale di linee che si elevano e si dilatano sino a raggiungere il mondo. Dalla compatta massa scultorea, dalle no-tevoli tensioni dinamiche, emergono

i profili e le figure di due atleti nel momento esaltante della vittoria”.

"Se mai lo dovessi rifare, non modificherei affatto il mio progetto di allora. Il fatto che il trofeo resiste nel gradimento alle mode successi-ve, testimonia che mi sono ispirato a principi estetici e simbolici ormai divenuti universalmente compresi”.

Wikipedia

Addio Silvio Gazzaniga, lo scultore che creò Coppa del Mondo

Lo scultore Silvio Gazzaniga nel 1971 mentre lavora sul nuovo trofeo della Coppa del Mondo FIFA

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Incontri n° 364 2016 21

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22 Incontri n° 364 2016

Una vocedi periferia,

mite nel tono,ma tenorile nei

contenutie messaggi

cristiani

PROTAGONISTI

L’Arcivescovo di Mérida, Sua Ecc. Mons. Baltazar Enrique Porras Cardozo, è uno dei 17 nuovi Cardinali annunciati da

Papa Francesco il 9 ottobre.Come commentava “Union Radio” “questa nomina dimostra

la preoccupazione di Papa Francesco per il nostro continente e per il nostro paese, e anche la volontà di cooperare per superare questa grave crisi che viviamo, è un riconoscimento della nostra Chiesa e dell’intera società venezuelana”.

L’Arcivescovo Mons.Porras ha sottolineato che il lavoro per la verità e per la ricerca della convivenza dovrebbe essere perma-nente: “Il Papa ci sta dando un esempio con i suoi gesti ed atteggia-menti, i suoi viaggi sono stati quasi sempre nelle aree emarginate del mondo, per attirare l’attenzione, e per essere consapevoli che i problemi non si risolvono con la violenza, ma ci sono altri modi, che possono essere anche difficili, ma il primo è il rispetto della pluralità e la complementarità che abbiamo gli uni con gli altri”. Ha poi concluso: “Vi ricordo che non è un premio personale, è per far vedere a tutti la necessità di lavorare per la comprensione fra tutti i venezuelani, superando tutti i tipi di violenza: è l’unica via che ci permetterà un futuro di pace e armonia tra tutti i venezue-lani”.

In varie occasioni amici della Rivista Incontri hanno visitato la diocesi di Merida con la sua sede vescovile all’insegna della sem-plicità e aperta ai giovani, la sua università vivace. In questi anni bi-sogna riconoscere che sia la Chiesa, Conferenza Episcopale, che il Governo pur con visioni spesso contrarie hanno gestito momenti difficili.

Ne va dato atto al Governatore di quello Stato, con un passato militare, politico convinto, ma certamente conscio del ruolo delle

famiglie e dei giovani nel futuro della società venezuelana. Il dialo-go con la Chiesa quando c’è stato ha avuto anche rotture di diffice intesa, non hanno giovato la difficile situazione di confine e della guerriglia colombiana. Ora che, purtroppo inesorabilmente, o si dialoga o si va al disastro, l’esperienza di “Chiesa e Stato” in Me-rida dovrebbe essere un legato per le intese future. L’aria andina potrebbe ossigenare molte conversazioni surriscaldate di Caracas.

Mons.Baltazar Porras dice che la porpora cardinalizia conferi-taglia da Papa Francesco è un riconoscimento della nostra Chiesa locale (quella venezuelana) e dell’intera società venezuelana e ci piacerebbe aggiungere anche un riconoscimento per l’entusiamo dei giovani che desiderano impegnarsi per un nuovo paese.

Un altro aspetto della comunità cristiana della Chiesa locale di Merida, oltre a un senso di speranza indossolubile legato alla natura, è di una profonda pietà religiosa che si avverte nel culto alla Madonna e ai Santi, non solo nelle feste patronali, ma nella vita quotidiana segnata dalla preghiera.

Quanto all’aspetto della preparazione religiosa e culturale, tut-ti conosciamo la traiettoria di Mons. Baltazar Porras la cui mitezza d’approccio non rallenta la sua precisa visione dei problemi, sia sotto l’aspetto ecclesiale che di civica convivenza, ciò che rende immediata la sua presenza per difendere il più debole e dar voce cristiana e cittadina a coloro a cui viene ingiustramente tolta.

Auguri Monsignore e continui ad essere per noi la Provviden-za, la voce dello Spirito che da senso al pane quotidiano quando viene a mancare e bisogna pur continuare il cammino verso la ter-ra promessa per noi e i nostri amici, che al di là delle convinzioni ci osiamo proclamarci gente di fede.

Mons. Baltazar Enrique Porras Cardozo

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Incontri n° 364 2016 23

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24 Incontri n° 364 2016

Como todos los años, desde que se llevó a cabo su pri-mera edición en el 2001, todos los meses de octubre

se celebra la semana de la lengua italiana en el mundo y en esta la XVI edición, está dedicada a la creatividad italiana y a sus marcas, particularmente a los sectores de la moda, de los trajes y del diseño.

Nuestras actividades iniciaron el martes 18 de octubre con la inauguración de la galería de pequeño formato donde parti-ciparon: Ana M. Rincones, Alexis Barrios, Bárbara Colmenares, Carolina Ruiz, Freddy Contreras, Ignacio Zambrano, Juan Andara, Luis León, Luis Trujillo, Marcos Briceño, Pablo Gómez, Rizzeira Herrera, Sabrina Ballette, Yrene Briceño.

Seguidamente participamos en una magistral conferencia dictada por Carolyn Aldana hablando de los aportes de las mar-cas italianas a la moda, todo un lujo tener a la fundadora en Venezuela del proyecto 365 que está revolucionando el diseño en el país (http://acn.com.ve/carolyn-aldana-la-moda-venezue-

XVI SEMANA DE LA LENGUA ITALIANA

EN EL MUNDO

El italiano y la creatividad:trajes, moda y diseño

la-esta-panales/).Seguimos el jueves con cine italiano, y muchos estuvimos

compartiendo en Caracas con el Vice Ministro de Asuntos Exte-riores Italiano Mario Giro quién llegaba al país después de ha-ber participado en el II Congreso de los Estados Generales de la Lengua Italiana, realizado en la ciudad de Florencia del 17 al 18 de octubre. La visita del viceministro coincidió con la del presi-dente de los diputados italianos electos en el exterior On. Fabio Porta con quienes pudimos compartir múltiples impresiones y conversaciones. Ese mismo día, pero un poco más temprano, en el marco de la inauguración del V Festival de Cultura Italo Ve-nezolana Tradicionando 2016 fuimos oradores de orden en el lanzamiento oficial del nuevo portal de la revista Incontri (www.revistaincontri.com.ve) así como escuchamos las palabras del profesor Marco Diamanti de la exposición de Caravaggio a Giotto

El Viernes nos deleitamos con la conferencia de Gerardo Rasetta, reconocido sastre de la ciudad de Maracay, quién via-

jo a lo largo y ancho del mundo representando la firma italiana Brioni con sede en la región de Abruzzo cuna de la sas-trería italiana y una de las marcas más afamadas mundialmente.

El sábado, Giuseppe De Luca, junto a Yelitza Gomez y Evelyn Ranau-ro-Borges homenajearon los 50 años de la coloca-ción de la primera piedra de la Casa de Italia de Ma-racay como ejemplo de la creatividad de nuestros emigrantes que llegaron a la ciudad a partir de la

PROTAGONISTI

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Incontri n° 364 2016 25

década de los 60, cerrando la noche con un extraordinario concierto a manos de los tenores que conforman el grupo VIVACE, talento aragüeño para el mundo!

El Domingo acompañamos a la Coral Luciano Pava-rotti de la Casa de Italia de Maracay que participó en el V Tradicionando, y donde el cierre estuvo marcado por los re-conocimientos hechos a Marcella Mosca por todos sus años de trayectoria cultural en el Centro Italo Venezolano y que con sus 97 años sigue activa impulsando no solo el Comité de Ecología del Italo sino que sigue luchando para que el Centro tenga un verdadero teatro; fue todo un honor para Mariano Palazzo compartir tarima con tan importante personalidad. Mariano recibió una hermosa obra de arte en vitrofusión: “El imponente Ávila” de la artista María de Bartolo (quién esta-

ba presente) como reconocimiento a su labor cultu-ral al frente de FAIV y ser men-tor y fundador del Festival de cultura Italo Ve-nezolana cuyas tres primeras ediciones (2009, 2011 y 2013) se llevaron a cabo en Maracay, sien-do la cuarta la realizada en el 2015 en Barqui-simeto.

Emotivo cierre ma-gistralmente concluido con la espectacular pre-sentación del grupo Ar-lecchino y donde estaban presentes los altos direc-tivos de la Federación de Asociaciones Italo vene-zolanas FAIV: su presiden-te Carlos Villino (Caracas), el tesorero Miguel Tortola (Maracay) y el director principal Reinaldo Alcalá (Puerto Ordaz), los repre-sentantes del COMITES: Mirna Casinelli y Pietro Caschetta, así como los medios de comunicación: La Voce d’Italia.

PROTAGONISTI

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26 Incontri n° 364 2016

Perché il Papa va in Svezia?

La visita di Francesco nel Pae-se scandinavo sarà molto breve, un giorno e mezzo appena. Toccherà due località, peraltro molto vicine l’una all’altra, cioè Lund e Malmö. A Lund in particolare il Papa parteci-perà a una commemorazione "ecu-menica" congiunta per l’avvio delle celebrazioni per il 500° anniversario, che cadrà nel 2017, della Riforma di Lutero. La principale ragione del suo viaggio è proprio questa.

Perché la data del 31 ottobre?

Il 31 ottobre è un giorno che simbolicamente ogni anno richiama la nascita della Riforma, l’avvio dello strappo di Lutero. Si ricorda infatti il 31 ottobre 1517 quando il monaco agostiniano affisse le famose 95 Tesi sul portale della chiesa del castello di Wittenberg, in Germania. In real-tà non è certo che i fatti siano andati esattamente così. Molti storici riten-gono infatti che Lutero abbia man-dato le sue Tesi al vescovo locale e

che la sua pubblicazione fosse stata pensata per avviare una discussione.

Cosa voleva Lutero?

Alla base della sua decisione c’era la critica verso una Curia Roma-na ritenuta corrotta e troppo legata ai beni materiali. L’occasione dello strappo, il "casus belli" si potrebbe dire, fu il cosiddetto "commercio"

delle indulgenze. Ai fedeli veniva infatti assicurato che, grazie a una donazione in denaro o in un’ope-ra religiosa, si potesse ottenere la remissione parziale o totale delle "pene temporali" per i peccati «già rimessi quanto alla colpa», vale a dire confessati. Lutero vedeva in questo un mercanteggiamento della grazia di Dio, la diffusione dell’idea che fosse possibile "comprarsi la sal-

vezza", e per dir di più a buon mercato.

La Riforma è nata in Ger-mania, perché il Papa va a Lund?

Perché la Federazione luterana mondiale, che riunisce la maggior par-te delle Chiese luterane, quelle che si ispirano di-rettamente a Lutero, fu fondata settant’anni fa proprio a Lund. La "scel-ta svedese" vuol essere anche il segno, il riconos-cimento che la ricerca di

VIAGGIO APOSTOLICO DELSANTO PADRE FRANCESCO IN SVEZIA

IN OCCASIONE DELLA COMMEMORAZIONE COMUNELUTERANO-CATTOLICA DELLA RIFORMA

Martin Lutero

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Incontri n° 364 2016 27

unità tra le diverse confessioni cris-tiane non è legata solo a un passato da riconciliare ma guarda avanti. La scelta di Lund dimostra che la Chiesa luterana non esiste solo in Germania ma è una realtà globale.

Il Papa in Svezia vedrà anche i cat-tolici?

Certamente, e non potrebbe es-sere altrimenti. L’attenzione alla pic-cola comunità cattolica locale sarà un elemento costante della visita in terra scandinava. In particolare, Francesco, che è il secondo Papa a vi-sitare la Svezia dopo Giovanni Paolo II nel 1989, il 1° novembre celebrerà la Messa nello Swedbank Stadion di Malmö.

La scelta del Papa di andare in Svezia è un evento isolato?

Molti, luterani e non solo, hanno visto nella decisione di Francesco un gesto profetico. Tuttavia pur essen-do estremamente coraggioso e signi-ficativo, questo viaggio non sarebbe stato possibile, senza un lungo cam-

mino di riavvicinamento tra cattolici e luterani. Un itinerario di riconcilia-zione che ha avuto il suo momento centrale nella firma, era il 1999, della Dichiarazione comune sulla dottrina della giustificazione. È datato invece 2013 il documento, anche questo preparato insieme, “Dal conflitto alla comunione”. Durante la celebrazio-ne ecumenica svedese inoltre, i par-tecipanti seguiranno la “Common prayer” (“Preghiera comune”), una guida liturgica cattolico-luterana di recente pubblicazione.

Il viaggio del Papa è definito ecume-nico. Cosa significa?

Con il termine ecumenismo, da cui “ecumenico”, si intenda la ricer-ca di unità tra chi, pur professando la comune fede in Cristo, appartiene a confessioni e Chiese differenti. Di-versità che in alcuni casi significano posizioni dottrinali anche molto dis-tanti tra loro. Comunemente si data l’avvio dell’impegno ecumenico, e fu in ambito protestante, all’inizio del XX secolo, nel 1910. La Chiesa cat-tolica ha fatto il suo ingresso ufficia-le nel movimento ecumenico con il Concilio Vaticano II. In particolare il decreto sull’ecumenismo, l’Unitatis redintegratio, è del 1964.

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Incontri n° 364 2016 29 Incontri n° 364 2016 29

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30 Incontri n° 364 2016

I rappresentanti dei Gesuiti di tutto il mondo si sono riuniti per eleggere il loro Superiore. Padre Arturo Sosa, sacerdote venezuelano è il nuovo

Papa Nero così come si dice del Superiore dei Gesuiti anche se a lui non piace il detto.

Faccio un passo indietro. Se a cavallo degli anni novanta, un amico mi avesse detto che il sacerdote che sedeva accanto a me sarebbe diventato il Papa Nero gli avrei risposto che la Fede muove le montagne, ma che la mia non muoveva neanche un vaso di fiori nel caso di questo gesuita spontaneo e magnetico. E quella sarebbe stata la mia risposta proprio perché riconoscevo doti non comuni al Padre Sosa, troppo intellettuale, troppo brillante, troppo informale, troppo venezuelano, troppo diretto. Riconoscevo che la rivista Sic del Centro Gumilla diretto dai Gesuiti era un faro illuminante che nemmeno altre nazioni anche in Europa potevano permettersi. Fin dagli anni ottanta mi chiedevo, vivendo in Venezuela, quali movimenti si sarebbero generati nella contrapposizione tra clero locale e congregazioni presenti sul territorio proprio perché nel loro seno cominciavano ad emergere figure di primissimo piano e con solide traiettorie intellettuali e spesso romane.

Era evidente che una società così strutturata per certi versi molto diver-sa da quelle di paesi latino americani anche confinanti, avrebbe richiesto a breve cambiamenti importanti sotto l’aspetto sociale, culturale e religioso. L’aspetto politico era per certi versi il più prevedibile con la sua l’alternanza storica di due partiti importanti. Da entrambi i lati le mosse della partita e le variabili erano dettate più dalle quotazioni del petrolio che dalle pressioni sociali o intellettuali. Alla stessa greppia i muggiti o i ruggiti si acquetavano all’ora dei pasti. Questa democrazia che, come diceva Padre Ugalde, gesui-ta rettore per anni dell’Università Andrés Bello, era seguita ad una dittatura illuminata (quella di Pérez Jiménez) che faceva tutto per il popolo, ma senza il popolo, dopo molti anni mostrava qualche ruga. Se ne celebrava la lunga durata ma se ne constatava la poca intensità. Con una visione quasi profetiva la Rivista Sic e per lei gli articoli di Padre Sosa richiamavano all’attenzione una maggiore coscienza sociale. Gli articoli erano ben documentati ed as-solutamente imparziali. Ciò non significa che fossero insensibili a quello che accadeva tutt’intorno. A cominciare dai venti o dalle brezze della Teologia della liberazione fino ai ponderosi studi delle conferenze episcopali latino americane, con indicazioni e studi che in numero di pagine superavano di gran lunga i documenti vaticani.

Da musicista, perché quello in fondo io sono, devo ammettere che si intonarono nuove melodie sia nel repertorio liturgico che sociale. Cambiò lo stile del comporre, lo stile del cantare e lo stile de ballare. Dai balli in giro tondo si cominciò a pensare alle marce che meglio aderivano al desiderio di avanzare. Non era ancora molto chiara la meta, ma molto appagante l’idea

di camminare insieme. I circoli di partito e di privilegio cominciarono ad avvertire la disgrega-zione verso un incolon-namento che niente di buono lasciava presa-gire. Persino in ambito militare si cominciò a capire che la caserma non aveva circoli intrecciati come quelli olimpionici, tutti eguali, ma que la catena aveva degli anelli deboli che andavano rinforzati.

Il Padre Sosa è stato in quegli anni testimone e interprete intellettuale assoluto dei cambiamenti. Ha allertato, ha previsto, ha raccomandato e devo dire che i suoi articoli sembravano una cronaca ante litteram di ciò che sa-rebbe successo a breve, addirittura a distanza di settimane. Non un errore d’analisi e non una sbavatura. Sembrava che tutto fosse terribilmente scritto in una bibbia profetica.

Ricordo i suoi interventi. Se non fosse stato chiaro che era un uomo di fede anche se vestiva un giubbino scanzonato, si sarebbe pensato subito a un giovane che aveva la voglia e taglia di politico di grande avvenire. Devo am-mettere che i suoi articoli e interventi mi facevano andare spesso alle letture giovanili del cristianesimo felice delle missioni del Paraguay del Muratori. Quanto talento anche allora e pensavo allo Zipoli grande musicista spentosi giovane sulle belle pagine di musica scritte per le reducciones. Il Padre Sosa aveva un fascino particolare sui giovani che pendevano dalle sue labbra. Nei momenti drammatici della Repubblica appariva come d’incanto per salvare situazioni tragiche, lo si vedeva furtico negli studi televisivi per anticipare mosse deliranti di personaggi che poi abbiamo avuto modo di conoscere in profondità nella loro meschinità.

Rieditare oggi i suoi articoli tutti insieme e poterli leggeri in due o tre notti si avrebbe l’impessione che tutto quello che è successo di inspiega-bile a questo meraviglioso paese che è il Venezuela prenderebbe di colpo significato potrebbe essere tutto scritto in una grande partitura con un suo senso e una sua motivazione e della quale non abbiamo inteso i tempi e le danze, i passaggi perché si è sviluppata in un tempo troppo lungo e solo pochi privilegiati hanno avuto a disposizione il tempo per sentira tutta intera e di continuo.

Servirebbe a poco, ora, darne una versine semplificata, una specie di suite abbreviata di una lunga opera tragica il cui ultimo atto, di cui siamo spettatori inermi e distrutti, lascia prevedere un finale tragico.

Un improbabile Papa Nero,ma c’è ed è venezuelano

Il Padre Arturo Sosa e la Fede nell’improbabile

VENEZUELA OGGI

Padre Arturo Sosa

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32 Incontri n° 364 2016

E’ oggi, quando sembra che in Venezuela e in altre parti si stia recitando l’ultimo atto dell’Ope-ra “Terra e Venezuela amata” che entra in scena il Papa Nero per il mondo, un nuovo cardinale per il Venezuela e tanti comprimari, alcuni di rilievo.

Padre Arturo Sosa diventa superiore della sua Congregazione dopo un conclave gesuitico che ha avuto come leit motiv le parole di un predicatore, non gesuita, che ha richiamato i gesuiti alla loro grande esperienza missiona-ria per rendere possibile il miracolo della Fede nell’improbabile. Come dire che non rimane più nemmeno il tempo per fare le analisi precise, le ricette traumaturgiche e i piani illuminati per affrontare il futuro o per essere otti-misti su bilanci truccati. Abbiamo a disposizione solo lo Spirito, vento che incendia e la misericordia. Una musica nuova intona il dialogo che può essere fatto anche da lunghi silenzi che lasciano spazio solo ai gesti di vero affetto e che rivelano il volto di Cristo nelle persone sofferenti e abbandonate.

C’è chi è rimasto turbato - nel suo modo di pensare intellettualmente cristiano di ieri l’altro- dalle pieghe che prende oggi il Papa gesuita che si è voluto chiamare Francesco, non per far dispetto alla sua congregazione, ma per scrivere, come qualcuno ha detto, con la scelta quel nome la sua pri-ma enciclica di sapore francescano. Qual-che amico venezuelano si domanda come il Padre Sosa intonerà le litanie con il suo passato di teologia della liberazione. Che programma avrà e che potrà anche fare per il suo paese d’origine, ora che le sue predi-zioni si sono avverate nel modo più tragico.

Alla luce dei giorni nostri servirebbe andare a rileggere gli articoli del Padre Sosa e constatare che, leggendo tra le ri-ghe scopriremmo che si sono avverati certi suoi desideri di partecipazione e coscienza civica e di nuova Chiesa in apertura. Scopri-remmo una Chiesa venezuelana più viva-ce nello spirito e compromessa con il suo popolo di fedeli sofferenti in comunità di preghiera quando anni fa lessi su Civiltà Ca-ttolica la cronistoria del golpe che cambiò il Venezuela proprio raccontata dal Padre Sosa, ricordo che conservai quel numero perché mi suggeriva molte doman-de senza darmi tutte le risposte.

Ora che anch’io come tanti sono esiliato non per motivi politici, ma per-ché i tempi cambiano, leggo volentieri gli articoli antichi di SIC per trovare al-cune risposte. Mi verrebbe da dire come in un romanzo triestino che tutte le teorie economiche sono buone, dopo che l’affare è concluso. Molta polvere infatti è scesa sugli scaffali della mia biblioteca e non è alzando polvere che lo spirito inala nuova aria nei polmoni della fede. Questi trent’anni di storia sono stati una grande lezione per trovare in umiltà risposte importanti per la mia vita e la visione si innalza se si riesce a farsi piccoli.

E’ tempo di dialogo e siamo anche un po’ in ritardo proprio perché si è ancora troppo alti. E’ molto difficile coniugare il nome di Dio nelle tante lingue che il mondo inventa ogni giorno se non si parte dal basso. I Gesuiti lo sanno bene a cominciare da San Francesco Saverio, l’indiano di Goa e da Padre Matteo Ricci che si fece mandarino e il cui ritratto dopo secoli è oggi accanto ai grandi della Cina. Il Padre Sosa ha messo l’accento sul contribu-

to di riconciliazione che i figli di Sant’Ignazio di Loyola possono offrire

in tante aree ferite del mondo: «Riconcilia-zione tra tutti in diversi modi! In tutte le regioni del mondo si sente questa spaccatura, questa ferita profonda che ci divide e si sente anche di fronte a situazioni gravi. Allora questa è una grande chiamata alla riconciliazione, è una grandissima sfida per noi che, come Compagnia di Gesù, questi pochis-simi uomini, possiamo contribuire almeno con un piccolo sforzo alla riconci-liazione tra gli esseri umani che allo stesso tempo è riconciliazione con Dio e con il Creato».

«Come governerò, vi chiederete», ha detto ancora rivolgendosi ai gior-nalisti. «Non è ancora stato deciso nulla, non può esserlo. Il lavoro comincia oggi, le tappe deliberative verranno stabilite nel futuro prossimo, così come l’équipe di governo, gli assistenti. Una cosa è certa: non si mette in discus-sione il senso della nostra missione, il servizio della fede e la promozione della giustizia, tenendo conto della diversità culturale e dell’importanza del dialogo». Confermate anche - ha aggiunto il preposito generale - alcune prio-rità stabilite dalla precedente Congregazione generale (la 35esima svoltasi nel 2008), ovvero il dialogo interreligioso, la questione dei rifugiati, i flussi

migratori, le situazioni di crisi e di povertà con-seguenza delle mutate situazioni sociali.”

Auguri Padre Sosa. Anch’io ho nostalgia di quella repubblica felice del Paraguay dove gli in-digeni suonavano la musica di Zipoli, costruivano strumenti musicali e coltivavano la terra come in Lombardia. Per il Venezuela è un onore l’elezione di Padre Sosa alla guida della Congregazione che ha fatto voto di fedeltà al Papa. Credo che sia un segno visibile che lo Spirito Santo non va in va-canza. Il popolo eletto, anche nella lunga traver-sata nel deserto, ha i suoi profeti che lo guidano verso la terra promessa.

Per il Venezuela e la nostra comunità ita-lovenezuelana sono motivo di gioia e di festa lei, Padre Sosa il Papa Nero e il nuovo cardinale Mons. Baltazar Enrique Porras. Con la profon-da convinzione che sui percorsi più accidentati il Signore ci accompagna con i fratelli nella fede

e persino persone illuminate di altre convinzioni, tutti capaci di gesti indi-menticabili. Sarebbe molto riduttivo leggere questi ultimi trent’anni di storia venezuelana senza far memoria delle tante pagine di affetto, generosità ed eroismo del popolo venezuelano e anche italovenezuelano. Era evitabile? Non lo sappiamo. Ci unisce ora una grande Fede nell’improbabile, con scena-ri che sembrano di sconforto per altri ma non lo sono per noi che all’impro-babile uniamo la speranza cristiana che non ci lascia mai soli e ci fa pellegrini privilegiati, accompagnati dai santi dei nostri giorni, imprevedibili, poco visi-bili, ma robusti e riconoscibili perché hanno il volto del Cristo, il Gesù risorto.

Una nuova speranza e una nuova fraternità ecclesiale farà sì che tante sofferenze della comunità venezuelana non siano passate invano e siano cieli nuovi e terra nuova per rifiorire insieme dopo il lungo inverno. Per la sua nuova mission una preghiera e gli auguri della Rivista Incontri ricordando (come volevasi dimostrare) che il Venezuela pietra oggi scartata dai “costru-ttori”, è diventata per la Chiesa testata d’angolo.

Franco Soressi

VENEZUELA OGGI

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Incontri n° 364 2016 33 Incontri n° 362 2016 33

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34 Incontri n° 364 2016

Me gusta leer las ciudades como espacios de repre-

sentación en los que se escriben y reescriben historias. Narrativas de concreto, vidrio, cemento y creati-vidad en proceso de transformación continua que revelan las obras in-conclusas de los hombres y el tiempo que las han escrito. Así se acumulan fragmentos incompletos y momen-tos de vida y pensamiento que nos dejan monumentos y edificaciones que subsisten como centinelas silen-tes de hazañas, nacimientos, errores y muertes. Además, forman parte de la escenografía del theatrum mundi, que en sus diversos matices, encuen-tran a la tragedia con la alegría y la cotidianidad con lo efímero del tiem-po. La modernidad arquitectónica en Caracas se instaló a mediados del si-glo pasado. El boom petrolero propi-ció una modernización que irrumpió en nuestro valle con estructuras y edificios diseñados para impactar la

mirada convirtiendo a Caracas en un laboratorio de ideas y formas.

La Villa Monzeglio, conocida hoy día como la Quinta Olary, es uno de los testimonios de la arquitectura formalista caraqueña del siglo XX.

La Villa Monzeglio: el futuro vintage de la arquitectura en Caracas

Emplazada sobre una parcela de pendientes abruptas de 1625 me-tros cuadrados, la Villa Monzeglio se asoma hacia el valle de Caracas desafiando no sólo al valle, sino a la vista y al poder de la tierra. Con-

Villa Monzeglio anno 1952

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36 Incontri n° 364 2016

Villa Monzeglio anno 1952 En construcción

struida en 1953, la villa presenta dos volúmenes: uno anclado a la colina, el cual contenía los dormitorios, las áreas de servicio y circulación, mien-tras que el segundo es una estructu-ra volada que albergaba las áreas de-stinadas a la recreación, cuyo salón principal ostentaba un cerramiento semicircular para disfrutar de una vi-sta del valle de 180 grados.

La casa es una obra del arquitec-to italiano Antonio Montini (1918-2005) para el señor Orestes Monze-glio. Su arquitecto, conocido como Nigra Montini contribuyó de mane-ra decisiva a definir con elegancia y majestuosidad el Modernismo ar-quitectónico que se instalaba en la capital.

La construcción desafía las pen-

dientes sobre las cuales clava sus bases a través de estructuras que lo-gran sostener en el espacio, pesos y volúmenes que a la vista resultan li-geros, casi etéreos. La reja de la villa sobre la Calle Suapure de Colinas de Bello Monte estaba decorada con arabescos de hierro. Las escaleras principales llevaban hasta el piano nobile, mostrando los entrepisos de la casa como los de un palacio del fu-turo en los cuales los escalones pare-cieran no tener fin. En la escalera se aprecia un vitral que atraviesa todos los descansos exaltando la sensación de verticalidad que la villa tiene. El balcón principal recoge toda la ten-sión dinámica del espacio, lo cual, termina convirtiendo a ese balcón en el protagonista de la construcción.

La Quinta Olary, pese a la fuerza de las lamentables modificaciones realizadas a la estructura original de la casa, las cuales le restan elegancia a sus líneas, se asoma ante el Warai-ra Repano retando a las guacamayas y gavilanes que pasean por Caracas, como si estuviera avisándoles que los alcanzará cuando ella lo desea, aunque las moles gemelas construi-das a su lado las escondan.

Forma parte del patrimonio ar-quitectónico de nuestra ciudad, como otras edificaciones de la ciu-dad, es un testigo mudo de la violen-cia, los cambios y el caos que impe-ran en la capital de Venezuela.

Grazia Musumeci-E

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38 Incontri n° 364 2016

Cittadine e borghi rasi al suolo e un numero sempre più cres-

cente di vittime. Questo il triste epilo-go provocato dalle scosse di terremo-to nel reatino. Amatrice, Accumoli, Arquata e Pescara del Tronto sono le zone che hanno subito maggiori dan-ni e gravi perdite umane. Ma a 17 km dall’epicentro, un’altra città ha subito la forza del sisma, senza gravi conse-guenze. Si tratta di Norcia, in Umbria, cittadina nella quale si sono verifica-ti danni di lieve entità a persone ed edifici. Tutto merito della messa in sicurezza delle abitazioni avvenuta in

Terremoto: il miracolo di Norcia, città salvata dalla distruzione

seguito al terremoto che ha colpito l’Umbria e le Marche nel 1997.

Norcia come modello di buona ri-costruzione per tutte le zone appen-niniche ad elevato rischio terremoto: tutte le case infatti, sono antisismi-che e ciò determina una resistenza positiva alle scosse. Nella cittadina umbra si sono verificati alcuni crolli presso le frazioni e la basilica men-tre gli ospedali svolgono le loro atti-vità a pieno ritmo, pronti a prestare soccorso ai meno fortunati. Già ma come prevenire? Il nostro paese ha a sua disposizione esperti e strumenti

che determinano la sismicità dei suoli e che possono dun-que aiutare a trova-re soluzioni per gli interventi antisis-mici come proget-ti di costruzione e restauro degli edi-fici. Considerando la giovane “età” in

termini geologici del nostro stivale, il rischio di un nuovo terremoto è sempre dietro l’angolo. L’esperienza di Norcia insegna: l’importanza della prevenzione è il cambiamento de-terminante per la salvaguardia di cit-tà e borghi, ma soprattutto per scon-giurare tante vite umane spezzate.

La lezione di Norcia: insieme si può

Piangiamo la Basilica di San Be-nedetto. Piangiamo la Concattedrale di Santa Maria Argentea. Piangiamo la romanica chiesa di San Salvatore. Piangiamo chiese e chiesette, piccoli tesori di arte, storia e religiosità. Ma non piangiamo i morti. Il più forte te-rremoto d’Italia per potenza sprigio-nata da quello dell’Irpinia del 1980, non ha provocato morti. Ventisei anni fa la scossa di 6.8 gradi della scala Ri-chter si portò via la vita di 2.914 per-sone. Quella di Amatrice del 24 agos-

Norcia, secondo gli esperti, è l’esempio di come si dovrebbe agire per prevenire i danni del terremoto

Norcia prima e dopo il terremoto

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40 Incontri n° 364 2016

to scorso, 6.0 gradi, altre 298. Dopo poco più di due mesi, a poche decine di chilometri, lungo lo stesso sistema di faglie, le scossa di 6.5 gradi ha provocato solo pochi feriti. Saremo ripetitivi ma questa è la conferma della frase che abbiamo scritto, purtroppo, tante, troppe, volte: «Non è il terremoto che uccide, ma la casa che cade addosso».

Qui, a Norcia le case si sono lesionate, molti muri sono venuti giù, ma le case non sono cadute addosso. Qui, come ci aveva detto fin da agosto un esperto dell’Ingv e come ci ha ripetuto ieri un tecnico dell’edilizia, la ricostruzione e la messa in sicurezza dopo il terremoto del 1997 «hanno funzionato». Dunque si può riuscire a non trasformare un disastro in una carneficina, danni anche gravi in lutti. Non solo nel citatissimo Giappone o in Cile, ma anche nei pic-coli paesi dell’Appennino, cuore della storia, dell’econo-mia, della cultura, delle tradizioni del Paese. Quante vol-te abbiamo sentito dire che “non è possibile”, che “costa troppo”, che “non funziona”, che “non vale la pena”. Tutti alibi per non fare. O per fare altro.

Invece serve la vera grande opera, fatta di tante pic-cole opere. Proprio come diligentemente hanno fatto a Norcia e in altri paesi umbro- marchigiani quasi venti anni fa. E con successo. Si può fare, davvero. E allora si deve fare, davvero. Subito. Un grande cantiere naziona-le, ben progettato e finanziato. Senza lesinare col por-tafoglio. Non deve lesinare il governo non lo deve fare l’Europa. Ma un tale cantiere ha bisogno di una vera unità d’intenti e di lingua, tecnica e politica. La solida-rietà ‘emergenziale’ già c’è. Ancora una volta l’abbiamo vista all’opera. Quel mare multicolore di divise del Sis-tema nazionale di protezione civile, fatto di volontari e uomini delle Forze dell’ordine, dei Vigili del fuoco, delle Forze armate. Un sistema che in questi mesi di ripetute e gravi scosse ha dato ancora una volta prova di umani-tà e efficienza. Cuore in mano e professionalità. Bravi. Qui non ci batte nessuno.

Ma ora serve il passo in più. Bene. Solo tutti insieme si

può affrontare un dramma che è appe-na cominciato e che coinvolge proba-bilmente più di 100mila persone. Solo tutti insieme si può salvare, far risorge-re case e vita nei paesi così duramente colpiti e affermare un ‘modello’ di tute-la dei nostri patrimoni umani, culturali e storici. Solo tutti insieme si può final-mente mettere in campo e realizzare un vero e concreto piano per la messa in sicurezza del Paese. Solo tutti insie-

me si può, se servirà, alzare la voce coi burocrati Ue per ottenere quello che è giusto e sacrosanto. Non si tratta di avviarsi verso uno sterile unanimismo all’acqua di rose. Non di annullare le differenze, che ci sono ed è giusto ci siano. Significa sporcarsi le mani insieme, per nostri con-cittadini meno fortunati e perché – per quanto è in nostro potere – non ce ne siano più. Norcia ci ha dimostrato che si può fare, Norcia può indirizzare ancora meglio. Ora et labora, insegnava san Benedetto. Si può pregare anche da soli, ma il lavoro è incontro e condivisione. E serve lavoro comune, adesso.Insieme si puó.

A.M.M.

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Incontri n° 364 2016 41

Incontri n° 363 2016 41

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42 Incontri n° 364 2016

Il compleanno di un grande campione non poteva essere

festeggiato senza una festa memo-rabile. Stiamo parlando di Francesco Totti, storico capitano della Roma e fuoriclasse indiscusso del calcio ita-liano. Oltre 300 invitati per la serata attesa come l’evento della Capitale.

Prima la cena con le famiglie Totti e Blasi, poi il party vero e pro-prio, cominciato intorno alle 22, con 20 coristi e i dj Coccoluto e Frankie Hi Nrg per far divertire i moltissimi ospiti Vip arrivati al castello di Tor di Crescenza.

Non poteva mancare Luciano Spalletti, nonostante le dichiarazioni polemiche rilasciate da Ilary Blasi alla Gazzetta dello Sport. L’allenatore de-lla Roma si è presentato con il figlio dopo aver annullato le tensioni con i suoi regali, uno a Francesco e uno alla moglie del capitano giallorosso.

Francesco Totti, 40 anni da leggenda

Presente anche Giovanni Mala-gò, presidente del Coni, Carlo Ver-done, Fiorello, Claudio Baglioni, Luca Cordero di Montezemolo, l’intera squadra e tanti ex compagni, come Cassetti, Perrotta e Candela, Marco Borriello, Max Biaggi e Teo Mam-muccari. Totti ha anche invitato tutti i dipendenti storici di Trigoria e Bruno Conti.

“Er Pupone” ha rilasciato anche un’intervista durante la quale ha par-lato degli inizi della sua strepitosa ca-rriera:

“Ho sempre provato a compor-tarmi da professionista, non ho vizi, mi impegno in allenamento tutti i giorni per migliorare. Ma quando hai 16 anni è diverso: in quella fase pensavo soprattutto a divertirmi in campo. Questo posso consigliare ai giovani che cominciano oggi: diverti-tevi. Tra l’altro per me questo aspetto

non è cambiato: mi diverto ancora…”.Il capitano giallorosso ha dimos-

trato di essere un campione anche fuori dal campo. Non ha voluto rega-li, ma donazioni in beneficienza e per questo è stato messo a disposizione un Iban per fare le offerte. Questo gesto ha suscitato i complimenti di Mister Spalletti:

“Lui fa dei numeri impossibili e ha creato questa nuova strada per chiunque faccia sport. Mi sono arri-vati tantissimi messaggi per lui, mol-ti da bambini, io so quanta gente gli vuole bene”.

Anche i social network si sono scatenati per rendergli omaggio, con un video che ripercorre la sua carrie-ra tutta dedicata alla Roma, con una selezione dei suoi quaranta gol più belli, uno per ogni anno di vita del Pupone.

Barbara Roviello Ghiringhelli

TEMPO LIBERO Sport

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44 Incontri n° 364 2016

Milano, 25 ott. - Cent'anni e non sentirli per il Giro d'Ita-

lia. Il 5 maggio la partenza dalla Sar-degna con rientro sulla terraferma dopo due tappe in Sicilia. Il 28 l'arri-vo finale a Milano per la 76/a volta.Prima le due isole con la prima sca-lata sull'Etna, il 9 maggio, e poi un viaggio attraverso lo Stivale. Omag-gio a tanti campioni (Bartali, Coppi, Pantani per citarne alcuni) durante la corsa rosa. In programma sei tappe per velocisti, otto di media difficol-tà, cinque di alta difficoltà e due a cronometro (67,2 chilometri totali) compresa quella che chiuderà il Giro, dall'Autodromo di Monza al Duomo di Milano. Lo Stelvio sarà la Cima Coppi.

Oggi la presentazione al Palazzo del Ghiaccio, in via Piranesi. In pla-tea, tra gli altri, tanti vincitori del Giro, oltre al presidente dell'Uci, Brian Cookson. Ad aprire la presen-tazione il saluto di Urbano Cairo, presidente e ad di Rcs.

Dalla Sardegna a Milano attraver-so città, luoghi e persone che hanno fatto la storia dell'Italia e della corsa

rosa. Il Giro d'Italia edizione 100 - organizzato da Rcs Spor-t/'La Gazzetta dello Sport' - ha anche un'anima solidale con iniziative a favore delle popo-lazioni colpite dal terremoto del 24 agosto scorso. 'Amore infinito' è il nuovo claim che guiderà tutte le iniziative di comunicazione del Giro.

IL PERCORSO

Si parte il 5 maggio dalla Sardeg-na con tre tappe in linea adatte alle ruote veloci del gruppo e ai velocisti. È la terza volta dopo quelle del 1991 e del 2007. Trasferimento in Sicilia con il primo giorno di riposo, lune-dì 8 maggio. Martedì 9 ecco il primo arrivo in salita sull'Etna, con parten-za da Cefalù. Mercoledì altra tappa adatta ai velocisti con traguardo a

Messina, città natale di Vincenzo Nibali, con il via da Pedara alle falde dell'Etna. Tre tappe tra Calabria e Pu-glia. Si comincia con la Reggio Cala-bria - Terme Luigiane per proseguire con la Castrovillari - Alberobello (la cittadina dei trulli. E ancora: ripar-tenza da Molfetta e arrivo a Peschici attraverso la strada panoramica del Gargano. La Montenero di Bisacche- Blockhaus (secondo arrivo in salita della corsa) chiude il secondo fine settimana del Giro.

LA PRIMA CRONO E LE MONTAGNE

La prima tappa a tempo indivi-duale, tra i vigneti del Sagrantino, da Foligno a Montefalco di 39,2 km, è in programma martedì 16 maggio, preceduto da un giorno di riposo a Foligno, con iniziative ed eventi a fa-vore delle zone colpite dal terremo-

Luigi Ganna:vincitore del 1° giro d´Italia 1909

Vincenzo Nibali: vincitore del 99° giro d´Italia 2016

Ecco il Giro d'Italia n° 100 Da Alghero a Milano

TEMPO LIBERO Sport

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TEMPO LIBERO Sport

to del 24 agosto scorso. Tappa molto insidiosa attraverso l’Appennino tos-co-emiliano mercoledì 17, in ricordo di un’icona del ciclismo come Gino Bartali. La tappa al via da Firenze con il km 0 a Ponte a Ema, dove il grande campione è nato, proprio davanti al museo a lui dedicato, con direzione Bagno di Romagna. La Forlì-Reggio Emilia del giorno successivo evoca due ricordi, uno sportivo e l’altro storico. Poi ripartenza da Reggio Emilia per dirigersi in Piemonte con un arrivo e una partenza dedicate al campionissimo, Fausto Coppi, vinci-tore di cinque Giri. Il traguardo della 13/a tappa a Tortona, dove Coppi è morto il 2 gennaio 1960. L’indomani partenza da Castellania, città natale dell’Airone. Si potrebbe chiamarla tappa Coppi-Pantani la 14/a da Cas-tellania al Santuario di Oropa. Poi l’arrivo della 15/a tappa a Bergamo, la città natale di Felice Gimondi (vin-

citore di tre Giri).

LA SETTIMANA TOP

Poi l’ultima settimana da far ve-nire le vertigini. Mortirolo, Passo dello Stelvio dal versante classico (Cima Coppi del Giro 2017 con i suoi 2.758 metri) e Umbrail Pass (2.502 m) - versante svizzero dello Stelvio - prima della picchiata finale su Bor-mio, antipasto del ‘tappone’ ad alta quota. La Tirano-Canazei del 24 ma-ggio, 17/a tappa, sarà terreno ferti-le per fughe da lontano con Aprica, Tonale e Giovo prima del traguardo. E, ancora, il tappone dolomitico da Moena ad Ortisei con quattro passi (Pordoi, Valparola, Gardena e Pinei).

Mentre la San Candido-Piancava-llo del 26 maggio proporrà il quar-to arrivo in salita della corsa rosa e prevede il Monte Croce Comelico e

il Passo di Selva Chianzutan, prima dell’arrivo in quota. Quindi, la Porde-none - Altopiano di Asiago sarà una tappa nella prima parte pianeggian-te ma con un finale tutto in salita. Il Monte Grappa (che verrà scalato dal versante Nord dopo tantissimi anni) porterà all’arrivo di Asiago, salendo dalla Valstagna.

IL GRAN FINALE

La cronometro finale di 28 chilo-metri, con partenza dall’Autodromo Nazionale di Monza e arrivo posto davanti al Duomo di Milano, potre-bbe rimescolare le carte ma cer-tamente incoronerà il vincitore di questa storica edizione. E sono cen-to quest’anno. Lo ‘Squalo’ Vincenzo Nibali cederà lo scettro o si confer-merà?

Gazetta dello Sport

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Incontri n° 364 2016 47

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48 Incontri n° 364 2016

Luca Signorelli, alias Luca d'Egidio di Ventura o Luca da

Cortona, pittore naturalista rinas-cimentale, nasce a Cortona fra il 1445 ed il 1450 (anche se il Vasari scrive 1441), in Italia, nella Repub-blica di Firenze.

La sua formazione artistica è influenzata dagli artisti fiorentini dell'epoca, specialmente da Piero della Francesca, di cui fu allievo.

Il suo stile pittorico si stacca presto dalle figure statiche appre-se dal suo maestro e si applica alla miglior raffigurazione del corpo

umano in azione, un interesse che sembra avere acquistato dall'ami-co pittore e scultore Antonio del Pollaiuolo (1486-1531).

Gli affreschi nella Sagrestia de-lla Basilica della Santa Casa, Lore-to, eseguiti verso la fine del 1470, sono tra le prime importanti opere di Luca Signorelli e che gli hanno subito dato una grande fama.

Secondo il Vasari Signorelli si comportava più come un nobile che come un pittore, vestiva e si comportava con gusto, copriva varie cariche negli uffici comunali

a Cortona ed fu fra i per-sonaggi importanti che formarono una commis-sione per giudicare i pro-getti per la facciata del Duomo di Firenze.

Intorno al 1480 il pit-tore andò a Roma, dove ha affrescato nella Ca-ppella Sistina l'episodio del Testamento e mor-te di Mosè dove illus-tra drammaticamente l'azione e rappresenta realisticamente il grande sforzo muscolare del so-ggetto.

Gli affreschi raffigu-

Ritratto

TEMPO LIBERO Arte

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Incontri n° 364 2016 49

ranti il Giudizio Universale nella Cappella di S. Brizio del Duomo di Orvieto sono il suo capolavoro; chia-mato ad Orvieto nel 1499 per completare le decora-zioni della volta iniziata da Beato Angelico e Benozzo Gozzoli, Signorelli dipinge le pareti con una vivida narrazione, che comprende la predicazione dell'An-ticristo, la Fine del mondo, Il Giudizio Universale e la Resurrezione dei morti.

Eliminando i dettagli ambientali per concentrare l'attenzione sul nudo delle numerose figure che do-minano le composizioni il pittore ha dipinto i dannati

e gli eletti con i loro muscoli scolpiti, con chiara ispirazio-ne a Michelangelo.

Il groviglio dei dannati immaginato dal Signorelli, gran-de disegnatore, esibisce valori di una drammaticità già cinquecentesca.

Nonostante i molti lavori ese-guiti in seguito, Signorelli non

è più riuscito ad eguagliare la potenza espressiva del

suo Giudizio Universale di Orvieto che resta con La Flagellazione (1475), conservata a Milano ne-lla Pinacoteca di Brera e il «San Giorgio» custodi-to a Londra, le sue opere migliori.

Il tempo della sua età più matura, viene dedica-to alla creazione di pale d'altare, utilizzando la semplice simmetria bila-terale, comune alle Pale d'altare del Perugino; lo

stile dei due pittori alla fine è così simile che alcune opere, precedentemente attribuite al Signorelli, furo-no in seguito riconosciute come opera del Perugino.

Luca Signorelli muore dopo alcuni anni di malattia a Cortona il 16 ottobre 1523.

TEMPO LIBEROArte

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50 Incontri n° 364 2016

TEMPO LIBERO Cucina

PREPARAZIONEPer preparare l’arrosto di

vitello al forno con pata-te, iniziate accendendo il forno a 180 gradi. Prendete il pezzo di carne scelto per fare l’arrosto, quindi lega-telo; infilate sotto alla legatura delle foglie di salvia e due rametti di rosmarino, quindi massaggiate tutta la sua superficie con del sale fino da cucina in modo che scioglien-dosi penetri nella carne, quindi pe-patelo; ponete l’arrosto legato in un tegame contenente dell’olio di oliva (e un pezzetto di burro se vi piace) e rosolatelo su tutti i suoi lati.

Nel frattempo, sbucciate le pata-te, e tagliatele a tocchetti (affinchè si cuociano tagliate le patate a pezzi non troppo grandi); ponete l’arrosto rosolato al centro di una teglia ca-piente (in modo che anche le patate, una volta poste al suo interno non si sovrappongano) irroratelo con il fon-do di rosolatura, e unite le patate a pezzetti che cospargerete con sale, pepe, gli spicchi d’aglio, un trito di aghi di rosmarino e foglie di salvia.

Cospargete l’arrosto con il vino bianco e bagnate il tutto con un po’ di brodo e con dell’olio extravergine di oliva. Infornate in forno già caldo a 180°.

Trascorsi i primi 30 minuti di cot-tura, estraete la teglia con l’arrosto, munendovi di appositi guanti da for-no, irrorate con del brodo se necessa-rio e muovete le patate, quindi me-ttete di nuovo la teglia in forno per continuare la cottura. Continuate a cuocere l’arrosto per altri 30 minuti, trascorsi i quali le patate saranno pronte mentre dovrete verificare la cottura dell’arrosto pungendolo con uno spillone: se fuoriuscirà un liqui-do traslucido l’arrosto è cotto, men-tre se il liquido sarà rosato, significa che ancora è crudo, quindi dovrete

continuare la cottura per qualche al-tro minuto.

Quando l’arrosto sarà cotto, speg-nete il forno ed estraete la carne; av-volgetela in un foglio d’alluminio per tenerla in caldo. Estraete le patate dalla teglia e prelevate il liquido di cottura che sarà rimasto nella teglia, filtratelo e fatelo addensare in una padella antiaderente aggiungendo della farina, infine aggiustate la salsa di sale e di pepe.

A questo punto togliete la carne dall’alluminio: potete scegliere di tagliare l’arrosto in tavola davanti ai commensali, oppure di farlo prima e comporre già i piatti da servire, ac-compagnando la carne con le patate al forno e il sugo ottenuto.

di Cucina italiana

Arrostoal latte

INGREDIENTI:Sottofesa di vitello 1 kg

Patate 1,5 kgVino bianco 1/2 bicchiere

Aglio 3 spicchiSalvia 12 foglie

Olio extravergine d’olivaq.b.Brodo di carne q.b.

Sale fino q.b.Pepe nero q.b.

Rosmarino rametto qualche

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52 Incontri n° 364 2016

TEMPO LIBERO Cucina

di asciugarle con della carta da cucina. Ora, in una padella antiaderente, aggiungete l’olio e fate friggere i vostri cu-betti di melanzana fino a farli dorare. Aggiungete i gambi di sedano, il composto con i pomodori e amalgamate il tu-tto. Cospargete, ora, con lo zucchero e l’aceto, cuocendo ancora a fuoco moderato, finché l’aceto non sarà comple-tamente evaporato. Una volta ultimata la cottura, dispo-nete la vostra caponata sul pane cospargendo il tutto con delle scaglie di ricotta salata.

Giallo Zafferano

CaponataIngredienti:

Ricotta salata 60 gMelanzane grande 1

Aceto di vino bianco 2 cucchiaiZucchero 2 cucchiaiCapperi sott’olio 8 g

Pinoli 20 gPomodori 2

Olio extravergine d’olivaq.b.Cipolle 1

Olive verdi denociollate 80 gSale grosso q.b.Sedano 1 costa

PreparazioneLavate e tagliate le melanzane a cubetti piccoli e dis-

poneteli in un colapasta spolverizzandole con del sale grosso. Lasciate riposare così per circa un’ora, affinché perdano l’acqua di vegetazione. Intanto tagliate i gambi di sedano a listarelle sottili e sbollentateli in acqua sala-ta, poi scolateli, asciugateli e fateli soffriggere nell’olio a fuoco dolce. Affettate la cipolla e tagliate i pomodori a cubetti.

In una tegame, fate soffriggere la cipolla nell’olio con e quando sarà appassita, unite i capperi, i pinoli, e le olive, facendo rosolare il tutto per 10 minuti. A questo punto aggiungete i pomodori e fate cuocere a fuoco vivace per 20 minuti. Scolate e sciacquate le melanzane avendo cura

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TEMPO LIBERO Cucina

PreparaciónEs preferible utili-

zar las hierbas frescas, si esto no fuera posi-

ble recurra a las secas.

1. Limpiar las hierbas frescas. Si provienen de

una maceta será suficiente con pasarles un papel de celulosa o trapo. Si las ha cogido del campo y tuvieran mucha arena, páselas por un poco de agua, pero tendrá que esperar a que estén perfec-tamente secas.

2. Triture las hierbas y colóquelas en un recipiente de cristal limpio y añada un poco de sal a medida que las va colocando. Algunas de recetas llevan pimienta blan-ca en grano. Esta se añade sin machacar.

3. Se añade el aceite de oliva virgen extra (usted deci-

Recetas para aromatizar con hierbas su propio aceite de oliva

Cuando juntamos los aromas y sabores de las hierbas aromáticas con el del aceite de oliva virgen extra estamos creandoun nuevo aderezo que encierra la esencia del Mediterráneo. Sus ensaladas, carnes o pescados tendrán un toque muy especial.

Es muy fácil con nuestras recetas. Imprescindible utilizar aceite de oliva virgen extra

Proporciones de hierbas aromáticas

ACEITE A LA ALBAHACA

Para preparar una botella de 1/2 litro:

25 gr de albahaca fresca y una cucharadita de sal

ACEITE A LOS QUATRO AROMAS

Para preparar una botella de 1/2 litro:

l 10 gr de romero seco o una rami-ta fresca

l 10 gr de tomillo seco o una rami-ta fresca

l 10 gr de orégano seco o una ra-mita fresca

l 10 gr de albahaca seca o una ra- mita fresca

l 1 cucharadita y media de sal

de la variedad que más le guste) procurando que el aceite las cu-bra. Debe estar unos 2-3 cm por encima. Se tapa herméticamente y se deja macerar unos 20 días en un lugar con poca luz y fresco. Nunca en la nevera.

4. Cuando se utilicen se pueden co-lar o no. Queda muy decorativo colocar una ramita de la hierba que se ha utilizado en su prepa-ración cuando se vayan a utilizar. Sin embargo, la maceración es preferible hacerla con las hierbas machacadas o trituradas.

María Val, Sabormediterraneo.com

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TEMPO LIBERO Cucina

Pandoro farcitoINGREDIENTI

1 pandoro3 uova

500 gr di mascarpone150 gr di zucchero

il succo di mezza aranciala buccia grattugiata di una arancia

codette e palline colorate di zuccherozucchero a velo

PREPARAZIONETirate fuori il mascarpone dal frigo almeno una mezz’ora prima

di utilizzarlo, così come per le uova, utilizzatele a temperatura am-biente.

Montate le uova con lo zucchero fino ad ottenere una crema chiara e spumosa. Aggiungete il mascarpone e amalgamatelo per bene. Quindi unite il succo e la buccia d’arancia grattugiata.

Mettete a riposare la crema la mascarpone in frigorifero.Prendete il pandoro e tagliatelo in senso orizzontale ad ottenere

circa 7/8 dischi di uguale altezza.Prendete il disco ottenuto con la base e spennellatelo con ab-

bondante crema di mascarpone all’arancia.Ricomponete il pandoro prendendo il disco successivo e ponen-

dolo sopra il precedente in maniera sfalzata a formare una stella.

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PREPARACIÓN

Ponemos agua abundante en una olla o cacerola profunda, le añadimos sal y cocemos en ella el

atún durante unos 15 minutos o hasta que se pueda se-parar la carne de la espina. Sacamos el atún del agua, lo escurrimos bien y le quitamos la piel y las espinas. Lo troceamos en lomitos o como nos guste, teniendo en cuenta la forma en la que vamos a presentarlo a la mesa, y lo vamos metiendo en los tarros, procurando que que-den libres los menores espacios posibles. Una vez intro-ducido el atún, ponemos unos 5 ó 6 granos de pimienta negra, que es conservante, en cada tarro y rellenamos con aceite dejando el último centímetro del tarro libre.

Cerramos los tarros y los colocamos en una olla con agua fría, separados con trapos viejos para que no se casquen. Ponemos la olla al fuego y a partir de cuándo hierve, la dejamos cocer durante unos 40 o 50 minutos.

TEMPO LIBERO Cucina

ATUN EN ACEITE

CONSERVAS AL BAÑO MARÍA u Lavar bien los tarros. Llenarlos dejando 2 centímetros

libres.u Rellenar los huecos con almíbar, aceite o lo que co-

rresponda según la conserva, dejando libre un centí-metro.

u Expulsar las burbujas que queden, pinchando o apre-tando con una espátula o tenedor.

u Tapar y apretar bien las tapas y cocer al baño maría durante 1/2 hora ó 45 minutos; dejar enfriar.

u Limpiar, marcar y almacenar en lugar oscuro, fresco y ventilado.

Fuente: Internet

INGREDIENTESAtún en rodajas gruesas (de

unos 7 u 8 centímetros) Agua Aceite

Pimienta en grano Sal

Tarros esterilizados herméticos

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