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IL RISVEGLIO INIZIATICO LUGLIO–AGOSTO 2016

Antico e Primitivo Rito Orientale di Misraim e Memphis

IL RISVEGLIO INIZIATICO AnnoXXVIII–N.07-08 Luglio–Agosto2016

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IL RISVEGLIO INIZIATICO LUGLIO–AGOSTO 2016 2

SOMMARIO

L'ANKH–ILS∴G∴H∴G∴S∴G∴M∴ ................................................................3L'INIZIATO–Panagiotis................................................................................................7SOLSTIZIOD'ESTATE–Oriana ................................................................................. 12 SIMBOLOGIA DELL'ACQUA – Francesco........................................................... 16 IL VERO INTELLETTO – Franco ........................................................................... 18

RedazioneDirettoreresponsabile:MarcoVannuccini


L'ANKH

'Ankh, altrimenti detta Chiavedel Nilo, Croce ansata, Chiavedella Vita, Trono di Osiride, I-

side GrandeMadre... resta, con ogniprobabilità e considerate le sue infi-nitepossibilità interpretative, ilsim-bolo piùmisterioso dell'Antico Egit-to.Essocompareunpo'ovunquenel-la sacre rappresentazioni geroglifi-checosìcome,diriflesso,nell'ambitodel quotidiano. Amuleto in grado diproteggere, di guarire... comunquesemprelegatoinpositivoalconcettodivita,saluteeprosperità!Nell'IniziazioneRegaleeSacerdotaledei Faraoni l'Ankh era un segno dipotere,quelpotereche l'Iniziato,at-traverso un viaggio costellato di pe-ricoloseefaticoseprove,dopoesser-si calatonelle visceredella terra trale landedesolatedellanotteeaverecombattuto e vinto i propri nemiciinteriori, dopo avere superato le ac-quedeldiveniree il fuocodellepro-prie umane e viscerali passioni, ap-prodandovittoriosoallaLuceeall'a-ria pura, poteva infine vantare di a-vere conseguito! Un potere su Séstesso,equivalenteaunanuovacon-sapevolezzadellapropriaoriginedi-vina, unita all'acquisizione di un ul-teriore e impegnativo compito: con-servaree trasmettereaiqualificatieai degni questo dono,metodo e sin-tesimirabilediungradualepercorsodi reintegrazione nella sfera del sa-cro.L'Ankhèaltresì ilsegnodellarealiz-zazione spirituale, della vita eterna,

dell'immortalità;essoèstrumentoesimbolo del risveglio iniziatico perdefinizione.Nonacaso,indiversiri-tuali d'Iniziazione ai Misteri, vieneavvicinatoallabocca(altrevolteallafronte, in prossimità del terzo oc-chio) nell'atto di risvegliare, calami-tandole, energie profonde e trasmu-tatorie.ÈlaVitacherichiamalaVita!Èl'uomochecomprendeinSéstessolanaturadivinaelanaturaumana,lapietra, lapianta, l'animalee l'angelo,èpresadicoscienzadelTuttonell'U-noedell'UnonelTutto!L'Ankhè il fruttodella ri-unionedelmaschio e della femmina. QuandoDio, all'atto della Creazione, creòl'Androgino, fuse in questo esseredue elementi complementari ed e-quilibrati e lo pose nel centro di E-den. Esso viveva per inerzia senzachiedersioporsitroppedomandesi-noaquando,pernecessitàevolutiva

L


eriproduttivaocomunquepervole-re di Dio (Mistero inviolabile di undisegnochenonpossiamo,nellafaseumana, comprendere appieno) fuprecipitato,comeilmitobiblicoc'in-segna,neipianiinferiorideldiveniree della materia. QUESTA CADUTAALLUDE CHIARAMENTE AD UNA“MORTE”.L'unitàsiscisse,l'androgi-no si divise in maschio e femmina,ma solo grazie a questo evento, ap-parentemente negativo, si risvegliònell'uomo un nuovo potere, quelloevolutivo della riproduzione, in gra-do di generare il “tre” quale fruttodel “due”.Ermeticamentepotremmoridefinire questa fase come la divi-sionedell'uno indue e la ricongiun-zionedeiduechegeneranoiltre.Lasciando perdere, per il momento,le carenze chemotivarono la cadutaadamitica, risulta invece importantesottolinearecomelacosiddettamor-te in fasediscendente(lacaduta)al-trononsia,tradizionalmenteparlan-do, che una perdita di memoria, unoblio quasi totale di ciò che “erava-mo” prima di “cadere” mentre, perconverso, la morte iniziatica, richie-staall'uomoprecipitatoalloscopodiriconquistare la luce, ha l'assolutanecessitàdiripartirepropriodall'in-tuizione di quell'Ankh celato nellelatebreenelleprofonditàdiSéstes-so–eccoperchéabbiamousatol'av-verbio“quasi”.L'Ankh è il pomo delle esperidi, ilfrutto della Conoscenza riconquista-ta con l'amore, la dedizione e l'azio-ne,ilsacrificioelapreghiera,lafede,lasperanzaelacarità!

Nelle sue geometrie piane si riscon-trano tre elementi fondamentali:un'astaverticaleeun'astaorizzonta-lelequali,incontrandosiinunpuntodetto d'intersezione, danno vita aun'ellitticadiformaovaleggiantechesirichiudeinséstessa(inimmagineci appare una specie di cerchio im-perfettocheriposasudiunacroceaformaditau).Ilfallomaschile(Phal-lus) supera il diaframma (Imene)penetrando nell'utero materno, de-positandoviilsemedestinatoadunanuova vita. Osiride, Iside ed Horus,nelMisterodell'UnoeTrino.

Riflettendo sui molteplici significatidell'Ankh potremmo anche immagi-nare che lungo l'asta verticale, vistain questo caso come colonna verte-braledelDioOsiride,sielevi, richia-


matadall'alto, la forza-energia indif-ferenziata“kundalini”,inunavisioneanalogaaquelladelcobraegizioche,daunaposizionedormienteorizzon-tale, si alza progressivamente e ver-ticalmentesinoaraggiungerelazonadel “terzo occhio”, richiamando allanostra intelligenza l'illuminazionespiritualeeilrisvegliodellaCoscien-zaSuperioreimpersonaleedivina.

Laformaovalestarebbecosìasigni-ficare il “pneuma”, il “soffio”vitaleevitalizzante,quel“quid”chepermetteall'iniziato di staccarsi definitiva-mente dallamateria e dalla sua vin-colanteLeggediGravitàchelorendeprigioniero dei piani inferiori. IlKnephalatoracchiudenteuncerchiocon all'interno l'Ankh è il corona-mentodi questoprocessodi ritorno

al “Cielo”, alle divine “Regioni Supe-riori”delloSpirito,dallequali siamoprecipitatiper averpeccato inorgo-glio e presunzione dimenticando idettamidelPadreterno.In conclusione possiamo affermareche l'Ankh,ChiavedellaVita, emble-ma isiaco per eccellenza, ha in sé ilpotere della Resurrezione. Iside, neltoccare qualcuno o qualcosa con laChiavedellaVita(chepoiè,insensolato, anche simbolo del fallo tradi-zionale) li rigenerava. È il segno delpoteredeipiccoliedeigrandimiste-ri.Èl'insegnadellaJerofaniaedico-lorochesenefannocarico.

IlS∴G∴H∴G∴ S∴G∴M∴

·


L'INIZIATO

nche se è stato ripetuto più vol-te, dobbiamo di volta in volta ricordare alcune cose che, co-

me Iniziati, siamo tenuti a rispettare. Dobbiamo prima di tutto chiarire che, come Massoni, non dobbiamo servire nulla come risultato della disciplina o come senso del dovere. Il senso del do-vere è infatti qualcosa di sacro, che na-sce da criteri che hanno come base l'al-truismo e la generosità e caratterizzano un “uomo” responsabile. Nell'Iniziazione, tuttavia, ciò non è suf-ficiente. Non solo non è sufficiente, ma se si partecipa unicamente per senso del dovere, allora la nostra partecipa-zione è sostanzialmente scaduta, ma in particolar modo è finita anche nel no-stro mondo interiore. Il compito è una funzione esterna, che riguarda il nostro atteggiamento e le nostre relazioni con il resto del mondo o con alcune istitu-zioni. La Massoneria non va vissuta e ricercata per senso del dovere, ma solo perché stimolati da un impulso interio-re necessario a placare i tormenti e i dubbi dell'anima sulle proprie origini. L'iniziazione richiede che sia l'Iniziato stesso, a causa di una carenza o man-canza di illuminazione, a ricercarla at-traverso un contatto, nella speranza di una integrazione totalizzante con l'“Eggregore” di una “razza”, o meglio di una “stirpe” spirituale originaria e comune. Qualunque tipo di disciplina deve esse-re il risultato della fede in ciò che fac-ciamo e della consapevolezza e adesio-

ne ai valori dell'Iniziazione, che alla fine portano, in via naturale e per logi-ca conseguenza, ad un comportamento disciplinato. La funzione essenziale dell'Iniziato è il sacrificio. L'Iniziato, a partire dal mo-mento della sua domanda di ammissio-ne ad un Organismo Tradizionale, dal momento cioè che, come profano, ha fatto domanda per entrare in una Log-gia massonica, ha in sostanza accettato il fatto che sta cercando qualcosa che lo aiuti a liberarsi del vecchio Ego per ab-bracciare un nuovo Sé. Il solo fatto di avere “bussato” alla porta del Tempio significa che egli ha già sentito questo bisogno dettato dalla mancanza del nuovo Sé, e percepisce tutta la necessi-tà e il “desiderio” di raggiungerlo e ri-conquistarlo. Ciò vuol dire che sente interiormente la mancanza dell'Iniziazione, spesso sen-za neanche sapere esattamente quel che gli manca. Egli sente di non riuscire più ad adattarsi ai valori quotidiani che regolavano la vita intorno a lui. Vuole

A


diventare un uomo nuovo, ma non sa come. È consapevole di trovarsi in una prigione, ma non sa come trovare la chiave per uscirne. Bussa alla porta del Tempio perché qualcosa gli fa sospetta-re che qui possa finalmente trovarla. Una volta iniziato, il contatto con il Ri-to ed i simboli lo accompagneranno in una situazione che prima non conosce-va. Viene suscitata e risvegliata la sua memoria primordiale, la quale inizia a riconoscere il mondo attraverso la sua partecipazione ad un viaggio che, da ignoto, comincia a rivelarsi gradual-mente ai suoi occhi spirituali, illumi-nandolo interiormente sino a rivelargli il suo mistero più grande: la scintilla divina inestinguibile che cerca così di ripristinare e riaffermare.

La cerimonia d'Iniziazione rappresenta il collegamento attivo e reale con i va-lori archetipici, ma questi stessi valori

archetipici, per attivarsi ed operare all'interno dell'Iniziato, richiedono un forte impegno e una decisa azione in-dividuale e personale: questa azione comporta sempre e ovunque il SACRI-FICIO. Ricordiamo che l'Iniziazione richiede tre condizioni: 1) Trasmissione dell'Iniziazione da un

iniziatore che l'aveva precedente-mente ricevuta attraverso l'unzione, seguendo un percorso che risale alla fonte dell'Iniziazione stessa.

2) Rito applicabile attraverso un Ritua-le invariato nel corso degli anni, poiché altrimenti la trasmissione ne risulterebbe alterata irrimediabil-mente.

3) L'Iniziato che accetta, abbraccia e ricerca l'Iniziazione e la coltiva im-mediatamente dopo averla ricevuta.

Se questi tre elementi sono presenti ciò significa che il meccanismo iniziatico è stato messo in moto correttamente. A-prendo una breve parentesi, dobbiamo dire che nessuna di queste tre condi-zioni si può realizzare con mezzi ester-ni. Nessuna di queste può essere messa sotto il microscopio e non sarà mai possibile estrarne una prova nemmeno con i mezzi più moderni del nostro tempo. Tutto ciò esiste solo in modo intuitivo. Il nostro mondo interiore ri-conoscerà a modo suo questi elementi. Ci darà i suoi segni propri. Ci parlerà nella sua propria lingua. Questo lin-guaggio, che non si può trasferire a nessuno, si trova alla base del segreto Massonico. Quando l'Iniziato riesce a riconoscere i segnali all'interno di Sé stesso, allora inizierà lentamente a ri-


conoscere in Sé anche il grande cam-biamento. Cambiamento che avverrà gradualmente. Nell'iniziazione ai Misteri Eleusini era-no inclusi gli "Eventi", le " Indicazio-ni" e i "Dettami".

In altre parole si usava lo stesso meto-do che si segue oggi in tutte le Orga-nizzazioni Iniziatiche. Gli Eventi erano in corrispondenza con i movimenti e-seguiti durante un Rituale Massonico, le Indicazioni sono il corrispettivo dei simboli esposti durante il Rituale Mas-sonico, mentre i Dettami corrispondono ai dialoghi che si sentono durante il no-stro Rito Massonico. Ci sono state tre categorie di simboli:

! simboli visivi o 'Yantra' ! simboli auditivi o 'Mantra'

! simboli motori o 'Mudra'. Esattamente la stessa procedura è se-guita da secoli in tutti i processi inizia-tici. Tutte e tre le categorie di simboli combinate insieme sono solo una mera interpretazione che ci aiuta a comuni-care con quella situazione da cui l'Uo-mo è decaduto. Dall'Epoca d'oro piena di spiritualità, all'odierna Età del ferro in decadenza completa, attraverso i pe-riodi intermedi d'argento e di bronzo. Durante l'epoca aurea l'Iniziazione era sconosciuta. L'essere umano era inizia-to dalla sua sola creazione. La deca-denza della sua spiritualità ha portato alla sua rovina. Alcuni Iniziati Inviati e alcune persone illuminate, hanno gra-dualmente creato i Misteri ai quali l'uomo si è avvicinato attraverso il pro-cesso iniziatico, per ritrovare quella si-tuazione persa di completa spiritualità. Quella situazione in cui il sistema della giustizia non esisteva ancora, perché non vi era ancora l'esistenza dell'ingiu-sto, dove l'uomo poteva comunicare con le piante e con gli animali, dal momento che la separazione di Babele non aveva ancora avuto luogo. Oggi l'uomo si trova in uno stato in cui la scintilla divina della "sua immagine e somiglianza" contiene intrinsecamen-te una spinta, ma la sua luce non è suf-ficiente per svegliarlo da quello stato in cui si trova. L'Iniziazione, quella auten-tica e genuina, viene a dargli l'opportu-nità di parlare con la fonte primaria, e di sentire l'essenza propria della "sua immagine e somiglianza".


Le religioni sono ben presto diventate uno strumento del potere politico, quando non sono diventate direttamen-te una forma di potere politico in sé. Hanno gradualmente nascosto la parte interna ed esoterica dei loro insegna-menti trasferendoli spesso ad Organi-smi iniziatici per sottrarli alla volgariz-zazione e alla profanazione. La parte meramente esteriore del culto è rimasta per l'educazione morale della gran massa dei fedeli, propedeutica per i pochi che, di tanto in tanto, sentono la necessità di elevarsi ai misteri maggio-ri. Un Iniziato deve conoscere molte cose, ma soprattutto deve saper riconoscere ciò che è giusto da ciò che non lo è, cioè ciò che è tradizionale da ciò che è anti-tradizionale. E con il termine "tra-dizione" non si intende lo studio del passato bensì l'accettazione totale e in-condizionata di quella scintilla divina che risiede dentro di noi e che deve es-sere risvegliata. L'iniziazione è una strada lunga, stan-cante e laboriosa, e non si può seguirla senza continui sacrifici ed una costante battaglia contro l'Ego e la nostra perso-nalità storica. L'Iniziato deve rinunciare alle soddisfazioni profane delle sue a-zioni, poiché queste portano ad una diminuzione delle vibrazioni. Qualsiasi soddisfazione riguardo a qualsiasi scel-ta è una questione solo interiore. Perciò è stato detto che paga il prezzo dell'iso-lamento. Tutti intorno a noi sono in ri-cerca continua per avere conferme, ri-conoscimenti e una sorta di applausi invisibili. Ricordiamoci dell'iniziato

Kazantzakis il quale scrisse nel suo li-bro “l'Asceta”: "Non cerco nulla".

Anche all'interno della Loggia molte volte, qualcuno può sentire il bisogno di dire qualcosa per averne conferma. L'anti-iniziazione è sempre in agguato. Ogni dialogo con vibrazioni profane annulla la sacralità delle opere. La Loggia non è un luogo dove dialogare. Il dialogo è necessario per risolvere va-rie questioni o per lo scambio di opi-nioni e di punti di vista, ma la Loggia è un luogo in cui si ricerca la comunica-zione con l'epoca d'oro. Le opinioni e le questioni private devono trovare al-trove il loro posto.


Il contatto di poche ore con questa si-tuazione, la partecipazione ai Sacri La-vori di Loggia a lungo termine portano in noi alcuni importanti cambiamenti. Gradualmente ci sentiamo “trasmutare” senza rendercene conto, tornata dopo tornata perché ad ogni appuntamento noi bruciamo un po' del nostro karma accumulato precedentemente. Così ar-riva gradualmente la liberazione. Que-sto è il significato essenziale, reale e profondo della parola LIBERTÁ della famosa trilogia: Libertà quale libera-zione dai condizionamenti umani e dal-le catene materiali dei bisogni e delle necessità del piano fisico! L'iniziato è in "missione" per orientare il suo ambiente al rispetto della Tradi-zione e per colpire tutte le opzioni che nascono dalla contro-iniziazione e di-rette a colpirlo. Non solo durante quell'ora di riunione, ma soprattutto du-rante il resto della giornata. Questo ap-proccio allo status primordiale legato alla età dell'oro non deve essere inter-pretato come un desiderio di potere personale o di potenza individuale, ma come uno stato di coscienza necessario per accedere al mondo dei Grandi Mi-steri. L'Iniziato non è alla ricerca di gradi. Il grado verrà da sé, come ulteriore passo dopo quelli già intrapresi durante l'ac-quisizione dei gradi precedenti. Il gra-do è un "cambiamento dello stato di coscienza". L'acquisizione di un grado senza reale valore di consapevolezza e di conoscenza ha delle pesanti riper-cussioni e conseguenze karmiche.

La Massoneria autentica, quella che si richiama ai sacri valori ed ai principii della Tradizione, che ci ricorda in via preliminare l'esistenza di un Ente Su-premo quale imprescindibile fonda-mento e base di tutti i suoi Lavori Ri-tuali pena la loro nullità, non è un cam-po nel quale potere introdurre proposte riguardanti le problematiche quotidia-ne, né il terreno delle contraddizioni e degli scontri d'opinione. Non è neppure la soluzione ai problemi di progresso o di benessere economico o sociale. Essa assicura ai suoi membri, attraverso il Rito iniziatico, una nuova nascita, na-scita frutto di una precedente morte de-finita mistica. La morte della nostra vecchia personalità che è stata creata nel Gabinetto delle Riflessioni durante la stesura del nostro testamento spiritu-ale.

Panagiotis


SOLSTIZIO D'ESTATE

appiamo tutti le nozioni scola-stiche del solstizio, sappiamochecadeil21giugno,sappiamo

che il sole entranel segno zodiacaledel cancro, sappiamo che la parolasolstizio significa “sostare-arresto”perchéilsolenelsuomotoapparen-teinquestogiorno,quandola luceèal massimo della sua estensionetemporale, pare fermarsi quandoraggiungeilpuntopiùasettentrionenelcielo,perpoi iniziare ilsuocam-minodiscendenteedarrivareal sol-stizio d'inverno, quando la luce è alminimodella sua estensione tempo-rale.Sappiamo che al solstizio d'estate sicelebra San Giovanni Battista e aquellod'invernoSanGiovanniEvan-gelista. Sappiamo che San GiovanniBattista è detto che piange, mentrel'Evangelista è detto che ride. Sicu-ramentenonèperchéalBattistahantagliato la testa,ma perché simboli-camenteèlegatoalcamminodelsolechealsolstiziod'estateharaggiuntolasuamassimaaltezzaeaquelpuntononpuòfaraltrochedecrescere,di-scendere e quindi piangere, mentreal solstizio d'inverno, avendo rag-giuntoilsuopuntominimo,nonpuòcherisalireequindigioire,ridere.L'elemento dominante del Cancro èl'acqua, il pianeta governatore è laLuna,ilsecondopianetaèVenere.Il segno del Cancro in base alla di-stribuzione dei segni zodiacali se-condo i 4 trigoni corrisponde al“fondo delle acque”, all'ambienteembriogenico, prototipo formale di

ciò che si deve sviluppare nel corsodella manifestazione. Il segno delCancrononacasoèildomiciliodellaluna che con la sua relazione con leacquerappresenta ilprincipiopassi-vo dellamanifestazione. La sfera lu-nare è “il mondo della formazione”punto di partenza dell'esistenza in-dividuale.Ilsuosimboloastrologicoèungermedoppio, posto in posizioni inversel'una dall'altra. Questi due terminicomplementarinonsonoaltrocheloyineloyangdellatradizioneorienta-le, il principio femminile emaschiledellamanifestazione.Sono molti gli aspetti interpretativilegati a questo argomento, potrem-mo parlare di Giano bifronte, delleportesolstiziali,delsimbolismodellacaverna, della luna, del geroglificodel cancro, della carta dei tarocchidellaLunadoveiltuttoèbenrappre-sentatoevasolamentecompreso,maquesta volta vorrei darvi una inter-pretazione inconsueta, un'interpre-tazione“femminile”, iniziaticaeritu-aledellamanifestazioneciclica.

S


Occorre solo, per l'interpretazionechestoperdarvi,averepresentebe-ne il significato dei solstizi e degliequinozilegatialcamminoiniziatico:l'annomassonicoiniziaconl'equino-zio d'autunno, momento della semi-na, delle proposizioni, della discesadentro lanostra interiorità,perpas-sare successivamente al solstiziod'inverno ove, arrivati al punto piùbasso,nonpossiamofaraltrocheri-salire in direzione della tappa suc-cessiva, l'equinozio di primavera,stagione della rinascita, del rinno-vamento, del risveglio, associata aconcetti come fertilità, resurrezione,inizio per arrivare infine al solstiziod'estatequandolaluceèalsuomas-simosplendore.Quidiamovita,con-sistenza, e mettiamo in pratica ciòche abbiamo precedentemente ap-preso.

Invirtùdi ciòche troviamosulla ta-vola smeraldina “ciò che è in alto ècomeciòcheè inbasso”,quindima-crocosmo e microcosmo, il ciclo e-ternodellavita,nascitae rinascitae

proviamo a relazionare queste in-formazioni con il piano materiale,conlanostrapartespiritualeeconilrito.Prendiamoadesempionoistessi,pervenireallalucecivogliononoveme-si,mainrealtàneservono12:1. nella gestazione i primi tremesisonoquelli legati al concepimen-to,sonoimesipiùcriticièunini-zioeoccorrechesiaunbuonini-zio. Occorre volontà, bisognaprendere consapevolezza chestiamo cambiando, che una voltaintrapresa una scelta questa vaportataavanti, va curata, amata,accettata;

2. nel cammino iniziatico è rappre-sentato dall'equinozio d'autunnomomento della semina, delleproposizioni,delladiscesadentrolanostra interiorità,momentodiriflessione,momentodiporsidel-ledomande;

3. nel nostro rituale è il momentoquandoleTreLuci, laVenerabileMaestra Agente e le due SibillecostituisconoilSacroTriangoloacoperturadeisacrilavorienonacasosichiedealleSibillediaccer-tarsicheipresentisianoprontiapartecipareaiSacrilavori.

! Nella gestazione nei secondi tremesiilbambinononpuòfaraltrochenutrirsi con ciò chegli vieneinviato, elaborarlo e usarlo percrescere e formarsi, prendereconsapevolezza della sua evolu-zioneedellasuaformazione;

! nelcamminoiniziaticoè ilsolsti-zio d'inverno quando arrivati al


puntopiùbassodellanostrainte-rioritànonpossiamofaraltrocherisalire, quando presa coscienzadichisiamo,dicosavogliamoedidove vogliamo andare facciamola nostra scelta, applichiamo ciòcheabbiamoappreso,meditiamosu ciò che abbiamo trovato den-trodinoi,masoprattuttotrasmu-tiamoinostridifettiinvirtùele-vighiamolanostrapietra;

! nel nostro rituale è il momentodel Rito sull'Ara, accensione delsettenario, apertura del libro sa-croeposizionamentodellasqua-dra e del compasso, quando conl'InvocazionericeviamolaPoten-za supremaegli chiediamodi il-luminarci,didissipare le tenebreaffinché, sempre più degni, noipossiamo celebrare l'universalearmonia...

1. i successivi tre mesi sono quellichecompletanolacrescitaepor-terannoallanascita.Ciòcheèav-venutoneimesiprecedentivienesmussato, messo a punto, ci siprepara all'uscita dalle tenebre,all'uscitadalleacqueeavederelaluce;

2. nel cammino iniziatico è l'equi-nozio di primavera, la stagionedellarinascita,delrinnovamento,del risveglio e dell'inizio. Si co-minciaavedere,a sentire,aper-cepire che qualcosa, dentro noistessi, ci ha fortificato. Quei tar-letti,queiseminimessidentrodinoi all'equinozio d'autunno, dap-prima custoditi si sono trasfor-matiinqualcosadipiùgrande,di

vivo, un quid inesprimibile chevivevasepoltodentrodinoiechepiano piano ci nutre dall'internoe ci permette di desiderare dipervenire alla Verità, superandole imperfezioni che troviamo eche riconosciamo nella nostrapietragrezzaechedobbiamoret-tificareetrasmutare;

3. nel rituale è lo svolgimento deilavori,èilmomentodell'istruzio-ne, della preparazione e anchedell'opportunità che ci viene of-ferta dalla Potenza Suprema tra-mitelaVMAdiinculcareneipre-senti il desiderio di prendere laparola,diagire,dimeditare.

! arriviamoaiprimitremesidivi-ta, quando venuti alla luce si di-pende ancora totalmente dallamadre, dalla nostra matrice,quando si devono iniziare a pro-vare sentimenti di indipendenza,


quando si prende coscienza chesiamonoistessi;

! nelcamminoiniziaticoèilsolsti-zio d'estate, quando appunto laluce è al suomassimo splendoree diamo vita, diamo consistenza,mettiamo in pratica ciò che ab-biamo appreso, ciò che abbiamomeditato, elaborato e che dob-biamo trasmutare. Alla luce ri-flessa della luna che ci permettedi vedere le cose sotto un altropuntodivista,sottoun'altraluceper l'appunto, quello interiore.Perchépropriocomedicevoall'i-nizio la sfera lunare è “ilmondodella formazione”, punto di par-tenzadell'esistenzaindividuale.

! Nel rituale è il rito dello spegni-mento del settenario sull'ara.Quandolalucepercepitadaisen-si fisicidecrescedobbiamoaverelavolontàdivedereinteriormen-te la luce della verità a cui ten-diamoconisensispirituali,man-tenendosempreaccesi,dentrodinoi,queldesiderioequellavolon-tà di ritrovare la scintilla divinariflessodelSupremoArteficeDeiMondi, e di porre tutte le nostrepietrealpostogiustoper larico-struzionedelnostrotempio.

Ame per prima e ad ognuno di voilascioilricordodiquestoviaggionel-lamanifestazioneciclicadell'esisten-za,evilascioconl'interpretazionediJodorowsky sulla Luna se potesseparlare:«Non semino, indico soltanto. Chi ri-cevelamialucesaquellocheè,nientedipiù.E'piùchesufficiente.Perdiven-

tare ricezione totale, ho dovuto rifiu-tare di dare. Nella notte qualunqueformavieneannichilitadallamialuce,acominciaredalcuore.Almiochiaro-re, l'angeloèangelo, labelvaèbelva,ilpazzoèpazzo,ilsantoèsanto.Sonolo specchio universale, chiunque puòvedersiinme».

Oriana

Â


SIMBOLOGIA DELL'ACQUA

'acqua è uno dei quattro ele-menti che esistono in natura(aria, fuoco, acqua, terra) ai

quali tutti i popoli hanno conferitoun carattere speciale, giungendo aconsiderarlicomeprincipiidituttelecoseedequilibriodituttalavitater-rena.Comeelemento liquido, instabile, ri-cettivoedissolvente, l'acqua circola,bagnaefeconda.Elemento dall'orizzonte semantico esimbolico assai complesso, diffusomanonunivoco, inalcunimitisias-sociaallacreazionedelmondo,inal-trièelementodidissoluzione.Futa-lorausataperesorcizzare ledivinitàctonie,distinguendol'acquapiovana,collegataalledivinitàcelesti,daquel-ladellesorgenti,connessaalledivini-tàsotteranee.Numerosifuronoicul-ti, ledivinitàed iritiassociatiall'ac-qua ed alle sorgenti in età pre-cristiana.Bagnipurificatoriprecede-vanoiMisterieleusiniedaltreprati-che rituali dell'antica Grecia. Il cri-stianesimoripresegranparteditalesimbolismoattraversoilbattesimoelagraziadiDio.L'acquaèsimbolodell'energiapurifi-catriceegeneratrice,fisica,spiritualee intellettuale, nell'Islam, nell'indui-smo e nel buddismo, così come nelcristianesimo. A questo contesto ri-salgono anche le interpretazionidell'acquacomefontedigiovinezzaedi rigenerazione: le acque sotterra-neesiriunivanonelloStige,fiumedaipoteririgeneratoripereccellenza.

InAsia, sonomolto ricchi gli aspettisimbolici attribuiti aquestoelemen-to. InCinaviene considerata la resi-denza specifica del drago, origine divitaedelementodirigenerazionedelcorpoedellospirito.Inaltrezonedelsud-estasiaticoèsimbolodifertilità,purezza, saggezza, grazia e virtù. IVeda, libri sacri dell'Induismo, attri-buiscono all'acqua una purezza pri-mordiale e la considerano così ma-terna da attribuirle vastissimi signi-ficati cosmologici. Nella tradizionegiudaico-cristiana l'acqua simbolizzal'origine della creazione.Nel Coranoviene citata l'acqua benedetta checade dal cielo, quale segno divino;anchelavitavieneparagonataall'ac-quaportatadalvento. Inquestama-niera, è presente come simbolo dicandore nell'atto della purificazioneche tutti i credenti devono attuareprimadellapreghiera.Ancheneipo-poli del continente americano l'ac-qua è oggetto di grande culto, comedimostra la concezione azteca delparagonarlaalsangueumano,neces-

L


sario nei sacrifici per la ciclica rige-nerazione del Sole. I popoli europeihannomantenutosempreunacorre-lazionetraacquaefuoco,traumidoesecco, considerando allegoricamenteladualitàsimbolicaTerra-Cielo.Lamitologiagrecanelcorsodeiseco-li modificò in parte il sistema delledivinità principali, considerate "mi-nori",delleacque,quali leninfeeglidei-fiumi.

Nell'interpretazione di Esiodo, nellaTeogonia,all'acquastagnante,oforseanche lacustre, è associato il princi-pio femminile,mentre all'acquama-rina od oceanica, spumeggiante, ilprincipiomaschile.Sipuòinvecedireche sia universalmente diffuso ilsimbolismo dell'acqua collegato allafeconditàedallavita.Lapsicoanalisiha visto nell'acqua prevalentementeun simbolo della femminilità e delleforze dell'inconscio. Ancora oggi, sianelle liturgie di alcune religioni cheinambitomassonico, l'acquaèusata

qualesimbolopurificatore.Insintesi,tre sono i temi simbolici fondamen-taliconnessiall'acqua:1) sorgentedivita2) mezzodipurificazione3) elementodirigenerazione

Questi tre temi sono concepiti sindall'antichità nelle combinazioniimmaginarie più varie e allo stessotempo più coerenti. Le acque, comemassaindifferenziata,rappresentanol'infinitavarietàdelpossibile, conte-nente tutto ciò che è virtuale, infor-male, il nucleo germinale delle cose,ognipremessadellosviluppo,maan-che la minaccia del riassorbimento.Immergersi nelle acque per riemer-gere senza dissolversi in esse, salvida una morte simbolica, significatornareallafonteoriginaria,ricorre-reall'immensodepositodipotenzia-ledacuiestrarrenuoveforze.Questaattività rappresenta la fase di pas-saggiotralaregressioneeladisinte-grazione che sta alla base della faseprogressivadi reintegrazioneerige-nerazione(bagno–battesimo).IlRig-Vedaesaltaleacquecheappor-tanovita,forzaepurezza,siasulpia-nospirituale,siasulpianocorporeo.

Francesco


IL VERO INTELLETTO

'intelletto è sicuramente es-senziale per assimilare e valu-tare la conoscenza acquisita al

fine di saper muoversi nel miglioredei modi nella vita; fino a un certopunto l'intelletto è necessario ancheper la ricerca spirituale. Arriva unmomentoperò incuibisognamette-re questo intelletto da parte, perchériguardoallospiritociòcheèneces-sariononèilsempliceintelletto,mauna qualità molto più ardua e inte-rioredaconquistare,questaqualitàèl'intuito. L'intuito innato che per lamaggiorpartedellepersoneormaièdimenticato, o meglio, soffocato dalcaosmaterialista.A differenza dell'intelletto nudo ecrudo, la facoltà intuitivanonè sog-getta a concettualizzazioni di alcuntipo, essa è libera enon condiziona-bile damentalizzazioni inutili per lacrescitaelapenetrazionenell'essere.Perarrivareadessereconsapevolidiquesta condizione interiore, si deveprima mettere da parte la mente el'ego, dominarlo e saper cambiarestato. Una volta compiuto questo esolo se si sarà compiuto in noi losforzo in armonia totale, allora ci sirenderàcontodiessere inunaposi-zione di passività, di ricettività, dibeatitudine.Non ci sarà più l'intossicazionedell'intellettoadistrarciesaremoar-rivatiallamaestria.Lamassoneria,il“nostro” Rito, se compiuto in armo-nia,creapianopianounapredisposi-zione al cambiamento e all'acquisi-zionedell'intuitoperduto; laqualità

cherendeunicigliuominidi“deside-rio”. Sin dall'apprendistato si è sot-topostiadunlavorointeriore;anchese non ci si accorge di nulla, in noiqualcosa si smuove, si pensa con lamenteesidannoperscontaterispo-ste o riflessioni, si è in silenzio e sivorrebbeparlareeognicosasembrascaturiredaunanostrapreparazioneintellettuale. Quando viene data laparolacisirendecontodiquantosiasignificativoilcontributodatoe,vol-tapervolta, col tempoesoprattuttolafrequenza,ilnostrostatodiconsa-pevolezzacipredisponeaesserepiùintuitivi,piùcoscienti,piùverieme-no intellettuali. Questo non significache gli argomenti trattati siano su-perficiali,anziesattamenteilcontra-rio,cisilasciaguidaredall'intuitori-trovato grazie alla volontà di risco-prirel'ioinun'otticanonpiùmentalemacompletamentelibera;ifratelli,ilsimbolismo, il cerimonialee infine ilrito, sono aspetti totali della realtàinteriore.Nonsipuòspiegareapa-role quello che è indescrivibile, sa-rebbe come voler descrivere il divi-

L


no,ognunoloviveelosenteamodosuo.Lamassoneriaèliberadidarespaziointerpretativo al simbolismo e que-sta qualità è importante perché la-sciachelafacoltàintuitivasirisvegliin noi, l'iniziazione sarà così reale enon resterà virtuale, ogni giorno ilseme dell'Iniziazione deve fiorire etrovare spazio nell'essere. La Tradi-zione è inscritta nella nostra naturaoriginale e non è soggetta a condi-zionamenti culturali o geografici,emerge in noi nel cuore del silenziocomeunapuraenergiacreatricecheoccorrerà impararea conoscerenon

conlamentemacolcuorestesso;sa-rà così possibile contribuire alla co-struzione del tempio nel modo per-fetto.Imaestrichecihannoprecedu-to,ifratellichecihannodatotuttoilloroamore sono innoi e, attraversoquestoamore,noi abbiamo lapossi-bilitàdiessereverietestimoniarelaverità che piano piano riscopriamoneilavoridiloggia.

Franco

IL RISVEGLIO INIZIATICO LUGLIO–AGOSTO 2016

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