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IL RISVEGLIO INIZIATICO FEBBRAIO 2020

Antico e Primitivo Rito Orientale di Misraim e Memphis

IL RISVEGLIO INIZIATICO AnnoXXXII–N.02 Febbraio2020

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IL RISVEGLIO INIZIATICO FEBBRAIO 2020 2

SOMMARIO TEMPI OSCURI

ILS∴G∴H∴G∴S∴G∴M∴..................................................................3 L'ALBERO DELLA CONOSCENZA DEL BENE E DEL MALE

Panagiotis..........................................................................................7 NON È BELLO CIO' CHE È BELLO È BELLO CIO' CHE PIACE

Fulvio................................................................................................10 MITI, LEGGENDE, ALLEGORIE

Franco...............................................................................................14 IL RITUALE NELLA LIBERA MASSONERIA

Antonio.............................................................................................18

RedazioneDirettoreresponsabile:MarcoVannuccini


TEMPI OSCURI

nanticoadagiocosìrecita:«ildiavolo fa le pentolema si di-mentica di fare i coperchi!»

Nientedipiùvero.Il male profondo di questi tempi, aragionedefinitioscuriecalamitosi,èrappresentato dalla volontà di po-tenza, nonchédallemolteplici varia-bilichescaturisconodalleacquecon-taminate di una pseudo sapienzaversateeofferte,adabundantiam,adignarieingenuidiscepoliattraversoimodernivettorimediatici.Ancorasononitideechiare,nellano-stra memoria, le parole del GrandeFratello Sebastiano Caracciolo allor-quando, all'alba del nuovo verbo diinternet,ciammonivasull'usoditaletecnologia inrelazioneallapossibili-tàdidispensareiniziazionisulweb!La minaccia era quella che sarebberitornatopersonalmenteafareicon-ti col sottoscritto! Naturalmente, èbene sottolinearlo, ci siamo sempreattenuti alle sue direttive, e congrandeorgoglio!Lavolontàdipotenza,dicevamo,tro-vaoggispondainunnuovopreziosoepericolosoalleato.Lacontroinizia-zione non si avvale più unicamentedellamenzogna e del camuffamentovecchiamanierama recluta sulwebschiere di creduloni e ingenui follo-wers–unveropopolodiconsenzien-ti col pollice alzato dei "like" che ri-cordanomoltodavicinolemasseri-voluzionarie assetate di sangue al-lorquando accompagnavano, ebbredisanguecomefurieederinni, icon

dannatiamortealpatiboloperesse-reghigliottinati–pronteasostenerelemenzogneelefalsitàaprescinderedatutto!Unaltroalleatoancoravie-neinsoccorsodellacontroiniziazio-neesichiamanegromanzia!Legionidi spiritisti e di "spiritati" hanno in-vasoiquartierinobilidellaCittàSan-ta, con le loro fole, con le loro falseasserzioni e con le loro sporchemenzogne,utilizzando ilmetodopiùinfameevigliaccoditutti:mettereinbocca ai morti, a coloro che non cisonopiùechenonpossonopiùcon-traddirli, parole mai proferite népensate, raggiungendo di fatto ilpunto più basso e inqualificabile

U

Figura1–MonkeyKingJulinGodwar–FenghuaZhong


dell'umano comportamento. A con-frontodi questi barbari gli archetipidel Male conosciuti nel corso dellanostra vita iniziatica, come Seth eGiuda,divengonoarchetipidelBene,tanto che se potessero esprimersicondannerebbero anch'essi la spre-giudicatezza di quanti operanonell'ombraaffamatidipotereegloriaprofani,dispostiatuttopurdirubareunpocodiquellagrandezzaumanaespiritualechemaisaràlaloro!IMaestri Passati delNostroVenera-bile Rito ci hanno insegnato che gliuomini di questa epoca non posseg-gono più gli attributi spirituali ade-guatiasuperareleterribiliproveallequali erano, al contrario, sottopostianticamente nel corso delle Inizia-zioni,pertantoèconsigliabile,per lalorosalutepsichica,evitarepericolo-si incontri con le entità dei pianiastrali.IlnostroMetodocipermettesempre,se scrupolosamente osservato dall'i-

nizio alla fine del suo percorso, dinoncaderenelletrappoledissemina-te in qua e in là dagli agenti dellacontroiniziazione.Essosiavvaledel-lo strumento più potente che possaessere messo nelle nostre mani: laSquadra!Simbolodiprotezionedalleforzedell'ombraedell'oscurità,bus-solacheciindicaadognilatitudineelongitudinelozenitqualepuntod'ar-rivo del nostro cammino, immagineperfettadiquell'umiltàcheciricordala nostra condizionedi uomini com-postidispiritoedimateria,essanonci tradirà mai quando saremo difrontealdubbio,albivio,incertisulladecisionedaprendere...Leprovechecivengonoincontroso-nostimoliperlanostracrescitainte-riore. Evitarle, rinviarle, affrontarlecon incertezza e paura sono altret-tanti errori, nodi gordiani che ci co-stano un accumulo di karma e chenelcorsodellegenerazioni(incarna-zioni) saremo inevitabilmente co-stretti, prima o poi, ad affrontare erisolvere. La Tradizione ci insegna,quale prima regola, che dobbiamoesseresemprenoistessi!Travestirsiper ingannare il prossimo significasoprattuttononavercompresocheilvero tradimento è verso noi stessi!Farcrederediessereciòchenonsiè,illudere coloro che a noi si affidano,millantando,inventandoereiterandoimpunemente storie inverosimilifrutto di fantasie malate, significacondannarsi a cadere sempre più inbasso, nell'abiezione più totale. So-prattutto, questo modo di agire cispingeall'ateismoealrigettodelSu-premoArteficeDeiMondi: non averFigura 2 – Alessandro taglia il nodo di Gordio

(dettaglio)–FedeleFischetti


rispettodeimorti,piùesattamentedicoloro che riposano sulla riva oppo-stadelfiume,sullaspondainvisibile,sullacimaGrandePiramideEterna,èforsel'oltraggiopiùgrandeeignobileche gli uomini, e a maggior ragionecolorochesiritengonod'essere"ini-ziati",possanocommettere!QuestotemafuaffrontatodalGrandeFratelloOttavioUldericoZasioilqua-le, da vero e autentico Rosacroce,avevaintuitounaveritàtrascendenteedicaratteresuperiore:«èormaiac-quisitoche lapresentecrisidell'uma-nitàdipendedaebbrezzedeterminateda iniziazioni incomplete! Si è allon-tanatoilcalicedell'amaritudine,dellanecessità:sièvolutoviveresenzamo-rireesenzaresuscitare».Paroletremende,carichediunagra-vità e di una responsabilità che, seben comprese, farebbero tremare ipolsialpiùincallitobugiardoeall'in-temerato provocatore! Eppure, all'a-pice del degrado, nel punto più lon-tano della periferia della manifesta-zione,nelgrigiolimbodovelaluceeil calore faticano a penetrare, esisteancoraunasperanza: l'uomo, stancodi vivere nell'inganno e nella abie-zione,all'ombradisestesso,puòde-cidere di cambiare rotta pentendosidel proprio comportamento ingan-nevole e accettando di rettificarsi,purificarsi, ricominciando a lottareper il Bene, per la Giustizia e per laVerità!Esìcomecoluicheèciecode liocchisensibilivasempresecondochelialtrigiudicando lomalee lobene,cosìco-lui che è cieco del lume della discre-

zione sempre va nel suo giudicio se-condo il grido, o diritto o falso; ondequalunque ora lo guidatore è cieco,convienecheessoequello,anchecie-co,ch'aluis'appoggia,venganoamalfine.Peròèscrittoche«'lciecoalcie-cofaràguida,ecosìcadrannoam-beduenelafossa»1.Nelpensareoggi,coninfinitatristez-zanell'animoenel cuore, a tutti co-loro che approfittarono della bontàdel Grande Fratello Sebastiano Ca-raccioloechemangiarono,dormiro-no ed ottennero ospitalità nella suacasa... e ad altri ancora che, subitodopo la suamorte, senzaaverlomaivistoeneppureconosciuto,sibagna-ronolaboccae le labbracolsuono-me senza rispetto alcuno della suaonorabilità di Uomo e di Iniziato econaltrettantainfinitavergognamil-lantarono incontri farseschi e maiavvenuti, inventandosi cose ch'Eglimai disse né pensò, insieme a tantealtre amenità di vario genere, mirendocontodella forzadelmaligno!Enellostessotempodellasuadebo-lezza: il tempo degli uomini talvoltanon è sufficiente a fare chiarezza egiustiziadelle loronefandezze,ma ilTempo che la Giustizia Divina si ri-serva è fatale e inesorabile per tuttiquantiesemprebussa,prestoo tar-di,allanostraporta!Diononpagailsabatomaladomeni-caèsemprepuntualissimo!

IlS∴G∴H∴G∴S∴G∴M∴

1Dante–Convivio–Cap.11,4


Figura3–Justice–EddieCalz


L'ALBERO DELLA CONOSCENZA DEL BENE E DEL MALE

econdo la narrazione biblica il Creatore mise l'uomo e la donna nel giardino dell'Eden con i due

alberi il sesto giorno. L'albero della vita e l'albero della conoscenza del bene e del male. L'albero della vita rappresenta l'unità, la situazione in cui nulla è polarizzato. È l'albero che ha dato loro la vita con le sue influenze stellari. Questo non è, ovviamente, un albero come lo cono-sciamo. È un'area di coscienza in cui non esiste il bene o il male. Un'area che è al di sopra del bene e del male. Bene e male, come concetti, si riferiscono al declino dello stato della materia. Si tratta di dividere l'unità in due. I due pilastri, sia buoni che cattivi, sono nell'ovest del nostro tempio, da dove si entra ad un certo punto per raggiungere la terza colonna, ad est. L'albero della conoscenza del bene e del male, che nella nostra loggia si tro-va davanti all'altare, durante il lavoro del Rito Femminile, rappresenta tutte le forze che i proto-creati (gli esseri ap-pena creati) non sapevano ancora come usare. Questi due alberi rappresentano quindi stati di coscienza, non sono solo delle piante. Il creatore proibì ai protoplasti di mangiare il frutto della conoscenza del bene e del male. L'intera narrativa è simbolica, e siamo chiamati a decodifi-carne il senso. Questo divieto non ha nulla a che fare con alcun capriccio. Se il consumo del frutto dell'albero del bene e del male fosse stato una materia oscura, quale funzione avrebbe quell'albero in Paradiso?

Questo divieto riguarda la non penetra-zione dei protoplasti nella regione di polarizzazione. Il bene e il male sono il risultato della polarizzazione. La forma eterea dei protoplasti non poteva resi-stere alla polarizzazione del bene e del male. Questo è quello che è successo. Poi c'è stata la cosiddetta "CADUTA". Da allora in poi hanno ottenuto dei corpi materiali, ed è per questo che si dice che fossero nudi. Cioè, hanno ac-quisito corpi materiali, nudi dalla spiri-tualità che è caduta. La luce che li cir-condava era persa. Era avvenuta la morte dello stato superiore di coscienza con cui erano stati creati. Ora l'arcange-lo Michele sta con la spada fiammeg-giante davanti alla porta del Paradiso.

S

Figura4–TreeofKnowledge–GlenTarnowski


I protoplasti furono cacciati dal paradi-so terrestre. Ma di quale terra si parla nella Genesi? Non certo della terra che conosciamo. Questa è la terra come è uscita dalle mani del Creatore. L'eterica e non la densa come la conosciamo og-gi. Gli esseri primordiali, come esseri eterei, vivevano nel doppio etere della terra. Furono cacciati per vivere nella forma materiale della terra, poiché an-ch'essi caddero nella materia, acqui-sendo corpi materiali. Quindi il paradiso in cui il Creatore ha posto i Creati esiste ancora. È la situa-zione ideale in cui si trova l'albero della vita. È a questa situazione che siamo chiamati ad avvicinarci, attraverso il nostro coordinamento con le vibrazioni del nostro Rito, e con la illuminazione personale e individuale della nostra pietra grezza. I protoplasti, quel primo uomo androgino, ricevettero il libero arbitrio, ebbero il potere della scelta, come anche il dilemma della decisione. Dio separò l'uomo Androgino in due esseri, l'uomo e la donna, Adamo ed Eva, dando le caratteristiche maschili ad uno e le caratteristiche femminili all'altra. L'unità non era più la stessa, ognuna delle due parti sentiva la man-canza di ciò che era l'altra, causando una reciproca mancanza e attrazione. I due esseri, tuttavia, derivati dalla stessa materia prima della Creazione, sono diversi ma complementari tra lo-ro. Sono due aspetti diversi (maschio e femmina) ma sono comunque fratello e sorella di una medesima cosa. L'uno, l'uomo, dotato di caratteristiche maschili di attività, stabilità, atarassia ecc. è il detentore dell'energia/azione; mentre l'altro, la donna, dotata delle ca-ratteristiche femminili del sacrificio,

della misericordia, dell'intuizione, è co-lei che detiene la dedizione. Eva, (come ci dice Sebastiano Carac-ciolo nel suo libro "INIZIAZIONE FEMIMNILE"), la parte femminile del-la creazione, guidata dalla vanità e dall'orgoglio, guidata dalla forza ser-pentina, mangiò il frutto, ma non ac-cadde nulla… E nulla sarebbe potuto accadere ad Eva, giacché non possiede la proprietà dell'energia/azione, la qua-le è una caratteristica maschile. Eva ha commesso un reato, si è sosti-tuita ad Adamo, che era il proprietario dell'energia/azione e decisione, e lo ha fatto motivata dal Serpente. Dopo aver mangiato il frutto e aver scoperto che non era successo nulla, Eva ha invitato Adamo a mangiare a sua volta. Adamo, che era stato in Androginia per molto tempo, anche dopo la separazione, fu persuaso da Eva e mangiò a sua volta il

Figura5–MikaelArchangel–SuemiJun


frutto. Il mito ci mostra che sia Eva che Adamo erano inadeguati nell'esercizio del loro diritto di scelta, come del libe-ro arbitrio che avevano ricevuto. Eva per amor di vanità e d'orgoglio, Adamo per ignoranza e speculazione. I primogeniti torneranno nel Giardino dell'Eden solo quando l'Arcangelo Mi-chele solleverà la sua spada fiammeg-giante. Vale a dire che l'uomo sarà in grado di riutilizzare i frutti di questo albero solo quando sarà pronto. Quindi, lo scopo dell'Iniziazione che dall'anti-chità, attraverso i Misteri sino ai nostri giorni attraverso le Iniziazioni, sta cer-cando di provocare nell'individuo una metamorfosi, una transustanziazione che lo renderà consapevole della divi-nità dentro di lui. Deve rendere la per-sona un nuovo essere umano ed essere il punto di partenza per la sua vera libe-

razione dalle limitazioni umane e per il risveglio della coscienza divina. E come ci dice Sebastiano Caracciolo nel suo libro "INIZIAZIONE FEM-MINILE", con la caduta dal paradiso allo stato terrestre, Adamo ed Eva mi-schiarono i loro preziosi attributi con il corpo fisico. Ciò si traduce nella con-taminazione della composizione uma-na, tra i resti e i desideri del mondo di-vino e il mondo materiale seducente e fuorviante. La missione dell'uomo e della donna sulla terra è quella di conquistare la Conoscenza attraverso una vita di spine e di ostacoli, il cui superamento porterà ad una radura che ridurrà sempre di più il coinvolgimento del campo terreno, per glorificare una scelta sempre più stabile nel regno divino.

Panagiotis

·

Figura 6 –KnockingOnHeaven'sDoor – LoukiaFytrou


NON È BELLO CIO' CHE È BELLO È BELLO CIO' CHE PIACE

indabambinoquesta frasemièrisuonatanellamente:"nonèbellociòcheèbellomaèbello

ciò che piace". Quante persone mel'hannorifilatacomefosseunaveritàassoluta, come un catechismo da ri-spettareeunesorcismoperchi,con-vintodelleproprie ideestrampalate,bislacche e negativamente emotive,voleva far passare per bello, per ar-moniosoeperestetico, siamaterial-mente che intellettivamente, ciò cheera ed è veramentebrutto, antieste-ticoedosceno.Chiaramente, da bambino, tutto ciòcheèparolaepensierovieneassimi-lato dal cervello come una spugna,questaèlabellezzadellateneraetà…mal'altrabellezzaèanchequelladelpassare del tempo dove lentamente,crescendogiornopergiorno,lamen-te apre i suoi cassetti reconditi, fa-cendouscire le frasi, leparole, le si-tuazioni, i momenti particolari perpoterliconfrontare,elaborareecapi-re,potendocosì avereuna chiavedigiudizioperlacomprensionediquel-lo che noi chiamiamo "vita", e diquello che noi chiamiamo "la nostraessenza".Quando iniziava loscontroconqualcuno chemi voleva farpas-sare per bello ciò che per me erabrutto–potevaessereun'operad'ar-te,unacostruzione,unamusicaoan-cheuntipodipensiero–lamiamen-tecorrevasubitoacercarequelleco-gnizioni per me importanti le quali,cercandodicomprendereilpuntodivista del "rivale", mi permettessero

anchediconfrontarequellocheerailmiopensiero.Moltevolterestavoin-terdetto su quello che veniva fuori.Misembravastranoche l'altrapartenonriuscisseavedereilbuonsenso,la proporzione, gli accostamenti dicoloreoisuonimelodiosiedarmoni-ci,mi sembravastranochecerteco-se, che perme erano tanto naturali,entrasseroincontrastoconl'altro.Ionon amo l'Opera, ma la potenza dicerte musiche operistiche non puòche essere ammirata! Anche se l'O-pera non è parte della mia indolesento comunque la potenza dellamusicachesisprigiona,levocichesialternanoincontrocantoeinsciogli-lingua, come ad esempio ne "Il bar-bierediSiviglia"nonsipuònonam-mirare una simile creazione artisti-ca…enonsipuònonaccorgersidellabellezza di certe costruzioni comechiese,castelli,palazzi, leproporzio-nichesisprigionanodaquestiedificicosì imponenti,cosìalteri, cosìemo-zionantio,ancora,nonsipuònonac-

F

Figura7–TheDebate–GaryJosephJoquico


corgersi dei colori che pitturano ilcielo al tramonto o i colori dellamontagna in autunnoo addirittura icolori e la forma che può avere uncertotipodicaseggiatoproporziona-to ed armonioso, si, armonioso, èquestalaparolagiustaperidentifica-relabellezza,èquestalaparoladellaproporzione e dell'estetica, è questalaparoladellavibrazione:"armonia"!Peròmi rendo conto che, permolti,tutto questo non esiste, concentratisu se stessi ti ripetono: "non èbellociòcheèbellomaèbellociòchepia-ce".Iltempomiaiutòascoprireilperchédiquestocontrastochevivevo;eranotantelepersoneconlequalimicon-frontavo e che ripetutamente nontrovavo un accordo poi, fortunata-mente,con ilpassaredeglianni, conlo studio ingeneraleepiù specifica-mente lo studio esoterico, mi in-camminai verso una comprensionedellamiainterioritàedellaaltruiin-teriorità, trovando le risposte checercavoechenonriuscivoadarmi.La scoperta del "Segmento Aureo",altrimenti detta proporzione aurea,mi diede quella illuminazione sulleproporzioniestetichecheavevoden-tro ma non capivo. Con questo seg-mento sono state erette chiese ca-stelli,fortificazioni,lepiùbellecatte-dralidelmondoesistonoperchéesi-ste il segmento aureo ed esso è unaderivazionedello"SpiritoDivino",(laparte minore sta in rapporto allamaggiore come la maggiore sta altutto). Presi atto che esisteva real-menteunconcettoesteticodarispet-tareechenoneraunqualchecosadi

inventato o di emotivo ma era pro-priopragmaticoenellostessotempospirituale.Avevoragione,nonsitrat-tavasolodiunfattoredidiscussione:il librodelBoucher,sullasimbologiamassonica,mi apriva lamente e l'a-nima, anche la stella Massonica (ilPentalfa) veniva creata con la pro-porzioneaurea.Nei miei viaggi ritrovai il segmentoaureo posto sulle pareti di castelli echiese, addirittura sul Duomo diClermont-Ferrand, in Francia, il seg-mento aureo è sul lato destro dellachiesa con inscritte le proporzioniperquellarealizzazione,bellodave-dersiedacomprenderee intanto…inumeri iniziavano a fare capolinonellamiamente…Altrascopertasensazionalenel libro"Inumerisacrinella tradizionepita-goricamassonica",quiscopriiiltetraaccordodiFilolao.Prendendo come riferimento la Te-traktisPitagorica che simboleggia loSpiritoAltissimoeponendoinessaivari puntini che inquadrano il prin-

Figura8–Goldenratio–RafaelaAraujo


cipio, la dualità, la trinità ed il qua-ternario, (dove troviamo in addizio-neilnumero10)dandounriferimen-to numerico ad ogni piano formatonel triangolo avremo le seguentiproporzioni, uno sta ad un mezzocome due terzi sta a tre quarti, te-nendounacordaadunadeterminatalunghezzaedividendoaltreduenelleproporzioni che scaturiscono si rie-sceadavereletrenotedo-fa-solco-nosciute come tetra accordodi Filo-laoe,successivamente,conunaseriediproporzioniediincognitesiottie-ne tutta la scalamusicaledelle settenote. Sbalorditivo!Ancheper lamu-sica,erailPrincipiochelacreava.Lenoteseguivanounascalanumeri-ca e, come spiega anche la fisicaodierna,una scalavibrazionale,pro-prioquellapartedivibrazionecheilnostro senso, l'udito, poteva sentire,dalnumeroedallavibrazionescatu-riva la musica chiamata in seguitoscala armonica, non poteva esserechearmonica,l'armoniaavvolgevalascalamusicale!E i colori? Credo che la vibrazionesonoraelavibrazionevisivasianolastessacosa,ognunapercepitadalno-stro senso preposto. Lo studio dellascala cromatica, la fotografiapubbli-citariaelastampalitograficamidie-derotuttequellecognizionipercapi-reilcoloreingenerale,conisuoico-lori primari e complementari (con-trari), avendo anch'essi una propriavibrazione: quelle vibrazioni, acco-state proporzionalmente e armonio-samente tra di loro, danno l'esteticadelcolore.

Mi rendevo conto che il PrincipioCreatoreportava edava armonia adogni cosa, ad ogni pensiero, ad ogniesteticaeadognicolorazione,maal-loraseviviseguendoilprincipiotut-to deve essere espresso in "è bellociò che è bello", non si può sbaglia-re…manonècosì.L'astrologiamifececapirechelamia"Venere"inBilancia,pianetadell'arteedell'amore,mipermettevadivede-reedicomprenderel'armoniainge-neraleeperquestoilmiosensoeste-tico, il mio senso musicale, il miosenso del colore e del pensiero, miindirizzavano in quella direzione, ladirezione della ricerca e della sco-perta dell'armonia e dell'amore ver-soilcreato.Mirendevocontodiessereunfortu-nato. Il percorso della mia vita eradiversodalpercorsodimolteperso-ne, per questo non riuscivano a ve-dere che "è bello ciò che è bello", avedere ciò cheèarmonico, a sentireciò che deriva dal principio e nelprincipio che riesci a penetrare; eroarrivatoacapirechesevaiversol'Al-tissimo"èbellociòcheèbello"men-tre,alcontrario,sevivinellaprofani-tà, nellamaterialità e nell'egoismo…"nonèbellociòcheèbellomaèbellociòchepiace".

Fulvio


Figura9–Ma'at–Enamorte


MITI, LEGGENDE, ALLEGORIE ILLINGUAGGIOSIMBOLICOCOMEGUIDA

a Tradizione ci insegna che laconoscenza di noi stessi portaall'armonica comprensione

delleleggiedegliequilibridelcreatodicuifacciamoparte,questepassanodal microcosmo al macrocosmo vi-cendevolmente attraverso radici dicauseedeffetti, laconoscenzadinoistessi ci porta a scoprire la luce delS£A£D£M£ in noi. Diversi sono imodi di approccio ed il linguaggiomiticononèesclusodaquestoepuòesseredigrandeaiutoalricercatore.Ciòcheèinaltoèsimileaciòcheèinbasso e viceversa viene detto nellaTavoladiSmeraldoeinmododiver-so più criptico nella Tavola di Rubi-no. Ritenendo di fondamentale im-portanza tale messaggio si possonotrarre delle considerazioni riguardoall'approccio con il quale l'uomo siaccingeacomprenderefigurearche-tipiche prima… mitologiche poi ri-portate attraverso il trascorrere deltempovistoinmanieraciclica.Questicontestiportanoinnuceaspettisim-bolicichepartecipanoadunaveraepropriaevoluzionecomprendenteuninizio,unosvolgimento,unafineeunnuovo inizio. Ogni narrazione puòessere interpretata sotto diversiaspettiesvelatasottoaltrettanti.Noimassoni,uominidesiderosidilu-ce(conoscenza),dobbiamosaperco-gliere le parti fondamentali di miti,leggende e allegorie, metabolizzarlecon intelletto ed intuizione, comesuggeritodurantel'Iniziazioneinse-

condo grado, ricercando quindi at-traversoilconfrontoconnoistessiecon i fratelli gli insegnamenti colmidiutiliparadossiinessecontenuti.Illinguaggiomitologicoèunlinguaggiopregnodi stimoli, allo stesso tempo,esaminando personaggi come Osiri-de,sivedrannoinluivariesfaccetta-ture che spaziano dal bello, forte esolare, all'ingenuo debole e visce-ralmente legato alla terra. Eracle,nellesuedodicifatiche,uccideidra-ghie lebelve liberando ilmondodatuttociòcheèibridoemostruosomapoi, con la sua pelle di leone sullespalle, si fa belva egli stesso e conselvaggiofuroredistruggeognicosa,

L

Figura10–Zeus–NicoleCardiff


uomini e città, persino la sua stessafamiglia abbattuta senza pietà in uneccesso di follia. Vedremo ancoraZeus trasformarsi in ciò che vuolepurdiconquistareunadonna.Questiaspettipotrebberorappresen-tare le voglie istintivediunappaga-mentoterreno,sfaccettatureestremedi grandissima similarità con le no-stre inclinazioni, con la nostra vita.Dunque si vedrà spesso l'eroe com-piereattisovrannaturalicosìcomesivedràlostessoeroecompiereattidi-sgustosi e vergognosi. La stratifica-zionedelcaratteredell'eroeportainsenocaratteridualisticisovrumanieumani. Nel Nostro Venerabile Ritoabbiamo Osiride in qualità di mito

(Uomo-Dio) e Hiram in qualità diMaestro:entrambiavrebberopotutofaresceltediverse,maallafinefannociò che fanno! Non ci sono compro-messi né finali alternativi, essi nonhanno spazio poiché guardando glielementi dell'evoluzione interna ditaliavvenimenti,essidebbonoporta-re in ordine graduale determinatimessaggieognunadelleparticolaritàesposte è fonte di introspezionesvincolata dall'esclusivo carattereletterario.Ulissesifaràlegarealpalodellanavementreattraversailmare,mentre le sirene cercheranno di in-cantarlo attraendolo a loro: qui ve-dremo l'aspetto dell'iniziato che inqualitàdieroepercorreconsapevole

Figura11–OdysseusAndTheSirens–AlexanderBruckmann


laviadetta"sopraleacque",eaven-do acquisito la padronanza delleproprie emozioni può finalmenteviaggiareverso ilcentrodisestessocheècentrodelmondo.L'avventuratrova analogia col grado di Compa-gno, ove questi deve conquistare leproprie passioni attraverso una co-noscenza perfezionata per poter di-venire pietra cubica. Resistere alleforze telluriche, brillanti esterior-mente ma oscure interiormente, è

resistere alle tentazioni. Vedere chequesti eroi a voltenon sanno rinun-ciare ai piacerimomentanei pone lanostraimmersionenelraccontovivodi quella utilità necessaria a capirecomepoilostessoeroe,perdutoasestesso, sia capacedi ridestarsiversoun'avventuracheloporteràallalibe-razione dalle bassezze, uscendo vit-toriosodalleguerre,poichéhavintose stesso "solvendo" e mettendo inazione l'alchemico"coagula".Nullaèinutile nel viaggio dell'eroe, ciò checambia è la nostra ottica interpreta-tiva che deve divenire acuta e sbri-gliata dai meccanismi abitudinari.Vedremocosì lamitologiadiunrac-conto destreggiarsi attraverso iltempo unendo l'interpretazione leg-gendaria comequelladelGraalo al-legoricacomefiltrodidiversamoda-litànarrativa,mamantenendopuroeintegro il messaggio di fondamento.Sapendocogliere ilverosenso tra lemille sfaccettature, si chiarificherànettamente il messaggio dell'essere"iniziatico"daquellodell'avere"pro-fano". L'eroe sbaglia, l'eroe tradisce,cade, ma infine l'eroe sacrificandositrionfa e sabrandire lapropria spa-da, strumento e simbolo anch'essodellatriplicemanifestazione.Perpo-ter realizzare questo occorre che ilricercatore riesca a rettificare lapropria mentalità razionalistica inmentalità tradizionale, vivendo la"Tradizione"contenentemiti,simbo-li, allegorie per cercare di compren-dere gli archetipi che in essa sonooccultati.

Franco

Figura12–HolyGrail(dettaglio)–ShariLandau


Figura13–Hygeia–GabriellaNoar


IL RITUALE NELLA LIBERA MASSONERIA

STRUMENTODIRIVOLUZIONEINTERIORE,DIINSEGNAMENTOEDITRASFORMAZIONE.

«Nasrudin era solito ogni giorno at-traversarelafrontieraconilsuoasinochetrasportavacarichidicestepienedi paglia. Nasrudin spontaneamenteaveva confessato di essere un traffi-cante sicché quando tornava a casa,ogni sera, leguardiedi frontieracer-cavano congrandeattenzione ed im-pegno.Lo spogliavano, setacciavano la pa-glia, lagettavano inacqua,avolte labruciavano. Nel frattempo Nasrudindiventavasemprepiùricco.Dilìaqualchetemposiritiròeandòavivereinunaltropaese;tuttaviaannipiùtardiaccaddecheunadelleguar-diedifrontieraloincontrò."Puoi raccontarmi ora, Nasrudin,"disselaguardiadifrontiera,"chedia-volo stavi contrabbando in quel tem-po in cui non riuscimmo mai a co-glierti in fallo?" "Asini", disse Nasru-din.»1

a Libera Muratorìa è una fra-ternitàfondatasuiritualiesul-la istruzione in cui le allegorie

edisimbolicostituisconoilsottofon-doel'elementoportantedellainterastruttura,queste sono le ragioni checaratterizzano la sua peculiarità. Ilrituale, inoltre, rappresenta il sigillo

1Dal “Il profumo del deserto - Ispirazionidalla sapienza Sufi” – ed. A. Harvey & E.Hanut,1999,pub.QuestBooks

inquanto ispira,educae lega icom-ponentinellafratellanza.Attraverso la teoria antropologica(vienequiconsideratalavisionedel-la cultura come espressione dei si-stemi di conoscenza, sulla base deiquali ciascun soggetto struttura leproprie idee) sarà comprensibile loscopodelritualeedinquestoambitoperché venga considerato come lachiave e l'elemento centrale nellaMassoneria.Alcuni studiosi vedono il rituale co-me la risultante delle tensioni deri-vantidaduecomponenti:

LFigura14–Masonicsymbolism–Anonimo


- la performance che deve bilan-ciare le suemodalità esecutive, lacui efficacia è fondamentale ed ilcontesto, vale a dire il momentosacroincuisisviluppalascena.In-fattiassistereadunarappresenta-zione teatrale priva di insegna-menti è semplicemente assistereadunintrattenimentoserale.D'al-tra parte, un rituale destinato apromuovere un determinatomes-saggio o uno stato d'animo in as-senzadiunapartecipedisponibili-tàversolascenaelasacrarappre-sentazione perderà presto la at-tenzionedeipresenti.

- la proiezione etica verso cui siproietta proponendosi quale vei-colo efficace a produrremodifica-zioni. Ancora una volta riscon-triamo che tutto il rituale si poneinequilibrio tranoistessi, ciòchesiamo ed il messaggio teso al no-

stro miglioramento provenientedalritualestesso.

Questa teoria, sebbene sviluppata edestinataadinterpretarelareligione,è applicabile alla Massoneria inquantoutilizza i simboliqualiazioniripetitive, la separazione di spazio etempo per trasmettere stati emotivieinsegnamenti.Igradimassonicidivengono,poi,unapiacevole tensione tra il rituale, lateatralità e la proiezione etica nelcontesto liberomuratorio. In questodivenirel'allegoriadelsignificatona-scosto all'interno di questo metodoformalizzatodi trasmissioneèdesti-nataadesserecomunicatainunam-biente altamente coinvolgente e as-sorbente.Indossareabitiinsolitiedesserepri-vato di tutto ciò che potrebbe colle-gare il soggetto al mondo esternoporta il neofita/recipiendario ad en-trare in una nuova dimensione al difuorideltempoedellospazio.Tutta-via il recipiendario, che diverrà poiFratello, non può essere condotto alsublime grado di Maestro Muratoreconsecchiesordiinsegnamenti;ver-ràsostenutoconuncaleidoscopiodisensazioniesimbolichestudieràconinteressedurantetuttalasuacarrie-ramassonica.LastessacerimoniadiIniziazioneèunequilibriotraquelloche il candidato deve fare per sestesso,iviinclusolesueprimeparolepronunciate almomentodell'ingres-sodellaLoggia,eilsuoobbligosiadinascondere che di studiare gli inse-gnamenti che riceverà all'interno diquestosimbolicoTempio.

Figura15–Iniziazionemassonica–USA1870


L'esperienza massonica porta aprendere in considerazione treaspettidel ritualeedellasua intera-zione con i Fratelli: il Rituale comeelemento di rivoluzione interiore, ilRituale come insegnamento ed ilRi-tualecometrasformazione.IL RITUALE COME ELEMENTO DI RIVOLU-ZIONEINTERIOREIl Rituale ci allontana dalla società,anche se soloperpocheore.Esso cipermette,perundeterminatoperio-do, di superare una sottile forma dialienazione sociale, indossando deiguantibianchi,ecioffrel'opportuni-tà di parlare con persone di grandeequilibrio senza la preoccupazioneche le nostre parole possono esseretravisate. Le nostre riunioni masso-niche ci permettono di argomentareedibatteresuinsegnamentiditempiremotidepositidiunapprendimentomistico e patrimonio sacro, che ab-biamo l'obbligo di consegnare alleprossime generazioni. Questo statodiesistenzaoltrelasogliadellareal-tà del quotidiano è stata descrittacome"liminalità",chederivadallati-no "limen", soglia. Arnold Van Gen-nephadefinitoquestacondizionediliminalità o di soglia quale riti "pre-liminali" o riti di separazione, e"post-liminali" o riti di reinserimen-to. Infatti dopo essere stati separatidallarealtàconvenzionaleattraversol'oscurità, la chiusura e l'abbiglia-mentoandrogino, icandidatio"per-sonesoglia"siaffidanoaspecificiritiliminalichesisvolgonoaldifuorideltempoedellospazio,primadiesserereintegrati dai riti post-liminali e di

prendereilloropostonellacomunitàliberomuratoria. VanGennepha in-dicato il rituale liminale come "con-nesso allamorte, all'essere nel grem-bomaterno, alla invisibilità, al buio...aun'eclissidisoleodellaluna."IMassoni si riconoscono inmoltediquesteallusioni. "Cosìilrituale,edinparticolare il ritualemassonico, è unprocesso che separa l'uomo dalla so-cietà normale e lo pone nella condi-zione di analizzare la società con glistrumenti simbolici che gli sono statidati con la proiezione di inserirsi inessa proficuamente con l'intento dimodificarla inmeglio". I Rituali sonoin contraddizione con la società e altempostessosonounapartediessa;inostriritualicidannolaforzadivi-vere,agireelavorareall'internodel-la società, ma ci da la capacità diadempiereallamissionedicambiarla

Figura16–ThresholdIII–JakeBaddeley


perfezionandola. Questo rafforza-mentoacquisitoattraversoilproces-so liminaledel rito interiorizzaque-sto orientamento in misura moltopiù grande di quanto potrebbe unariunione d'affari forse perché acqui-sendo spiritualmente quei simbolidiventiamo noi stessi quei simboli,emblemidi ciò che l'uomopuòotte-nerecon ilgiustopensieroagendoeparlandocongiudizioeraziocinio.RITUALECOMEINSEGNAMENTOI nostri rituali sono pieni di inse-gnamenti simbolici che consentonolatrasmissionedeldepositodicono-scenzechedevonoesseretramanda-te, integre, inalterate nel tempo, in

maniera tale che, laddoveuna gene-razioneriusciràadentrarenelsigni-ficatoprofondoci saràsemprequal-cunocapacedidiscernere lasaggez-zainteriorechesièintesotrasferire.DiffidiamodelCustodeIgnorantedelLavoro Massonico che decide di"modernizzare", "abbreviare", o"modificare" il rituale: commette unreato capitale agli occhi dei MaestriPassati che hannomesso questo sa-crodepositodiconoscenzenellacuradellaScuoladeiNostriMisteri.Ariguardosiriportaunaneddotodiun vecchio che si presenta ad ungrande Re portando dodici libri.Quando il Re chiede cosa ha in queilibri il vecchio risponde: "Sire, con-tengono tutta lasapienzadelgenereumano". "Per quanto li venderesti ame?" Chiede il Re. "Per la metà deltuoregno",risponde ilvecchio. IlRedicechequestoèunprezzoridicolo.Il vecchiochiedequindiunbraciere.Incuriosito il Re ordina ad un servodiportareunbraciereacceso.Ilvec-chioponesolennementeseidei librinelbracieree li brucia, con ildisap-punto e l'orroredelRe. Subitodopoil vecchio chiede al Re se volessecomprare irestantisei libri. IlRenechiedeilprezzo."Lametàdeltuore-gno", gli risponde il vecchio. Il Rescuotelatesta,ilvecchioriponealtritre libri nel braciere che brucianodissolvendosi in polvere. A questopunto il Re acquista prontamente irimanentitreperlametàdelsuore-gno.Non lasciamo che il nostro grandepatrimonio venga sprecato in modoanalogo, perché se una generazioneFigura17–Hyerophante –MazzodiPaoloPug-

gioni


distruggealcunideigrandisimboliinnomedel 'progresso' o della 'conve-nienza',laprossimagenerazionenonpotràrivolgersiaimortiperchieder-neilsignificato.Vièunasecondara-gioneper cui comunichiamo inostriinsegnamenti attraverso l'uso disimboli:mentre le allegorie e le pa-rabole raccontano una storia è soloattraverso l'usodei simboli chepos-siamoveramentediventareunaFra-tellanzaUniversale.La lingua ci di-vide,mailritualeciavvicina.RoyRappaportha scritto: "Ledistin-zioni operatedal linguaggio taglianoa pezzi il mondo: in categorie, classicreandoopposizioniecontrasti.Ènel-la natura del linguaggio che bisognacercare tutte le differenze e trasfor-marleindistinzionidacuiacquisirelebasiper iconfinie lebarriere". E an-cora: "È... nella natura del (rituale),unireoriunire,gliaspettipsichici,so-ciali, gli ordininaturali e cosmici cheil linguaggio e le esigenze della vitaseparano".Unritualepuòagirecomeunmantra o un esercizio dimedita-zione ed in quanto sistemadi valorinon è da praticarlo una volta e di-menticarlo; è da ascoltare più e piùvolteaffinché imessaggie le sfuma-turedidiversanatura inessoconte-nutivenganopercepitiecompresi.Questamodalitàdiapprendimentosischiude come una rosa che rivela lasua bellezza interiore all'occhio eall'orecchio proiettati alla ricerca edalmiglioramentointeriore.Purtroppo questo valore perde ognisignificato quando il Fratello dotatodi modesta sensibilità "non vede lanecessaria corrispondenza tra ciò a

cuiaspiraelarealtàdellacomunità...nelmondo".La religione fa la stessadenuncia.Nonhaalcunsensorecarsiapregareperpoi tornarenellaquo-tidianità continuando con lo stessocomportamento negativo. Agire inmaniera conformealdettatodeino-striritualiciguidaversounanatura-lemodalitàdi comportamentoetico:la carità, il giusto pensiero, il giustocomportamentoelacorrettacondot-ta. Anche se questi non sono gliaspetti primari della Massoneria edeisuoiriti,essisonounsegnovisi-bile e confermano che il rituale haraggiuntoilsuccessonelcomunicaree quindi trasferire i propri insegna-mentichenonsonocadutisuunter-reno arido e per niente fertile, masonostatiinteriorizzatiesonodiven-tatiunaparte inconsciadel compor-tamentoquotidianodiogniFratello.Questo è ciò che il momento di ap-prendimento realizza: la trasforma-zione, la liminalizzazione di se stes-so.RITUALECOMETRANSFORMAZIONEIl Rituale può trasformarci in duemodi:- internamentequandoimpariamo

apensareeapercepirelecoseinmodonuovo

- all'esterno nel percepire noistessi quale parte di una nuovacomunità.

Questa trasformazione avviene a li-velli interiori e non vi è nulla chepossa descrivere l'emozione e lagioia di realizzare il legame tra ilsimbolo e il mondo esterno qualemomento efficiente in cui si prende


coscienza che i mondi interni edesternisi riunisconorealizzandoan-cora una volta l'assioma ermetico"Comesopra,cosìsotto".Uno strumento di certezza per spe-rimentare a livello pratico ciò che èstato affermato è quella che vienechiamata visualizzazione creativache rappresenta uno dei mezzi peraprirelamenteacriticaalpoteredeisimboli che ci propongono i nostrirituali.Quando prendiamo parte ad unaTornata massonica trascorriamoqualcheistanteprimachelaCerimo-nia di apertura e con essa il ritualeabbiainiziosedutitranquillamentealproprio posto, preferibilmente congliocchichiusi,eimmaginiamodies-sere trasportati indietro nel tempostoricoacuiilritualefariferimento.

CONCLUSIONELaLoggia è un luogo che trasferisceimportanti e sottili messaggi sullanatura del nostro rapporto con ilGrandeArchitetto, tranoi e la terra.Come in tutte le scuole misterichequestelezioninonvengonoriversateaipiedidell'Apprendista,masi rive-lano nel tempo al vero ricercatoreattraverso le allegorie ed il simboli-smodeirituali.Infinesonocertocheèstatorealizza-to il significato della parabola Suficoncuièstatoiniziatoquestolavoro,la paglia che prendeva la attenzionedelleguardiedifrontierainmodoin-cisivo sono gli attributi secondaridellaMassoneriavaleadireilfasto,igradi, lecariche,mentresepoltosot-to tuttaquestaattivitàsuperficialeèripostoilmondoverodellaricchezzadellospirito.Gli asini, sotto il naso delle guardie,chenon sono riusciteadapprezzareillorovalore,rappresentanoilritua-le.

AntonioBibliografiaIRitidiPassaggio–VanGennep,Ar-nold,1908,1960.Rituale e religione nel fare dell'uma-nità. –Rappaport, R.A. (1999) – Ed.UniversitàdiCambridge.

Figura 18 –TimeTravelPainting –Michael Sis-manidis

IL RISVEGLIO INIZIATICO FEBBRAIO 2020

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il risveglio iniziatico - misraimmemphis.org · 2020. 2. 17. · il risveglio iniziatico febbraio...

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