il risorgimento italiano, 1831- 1848

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Pensieri e azioni del Risorgimento italiano/1 1830 - 1849

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The Italian "Risorgimento" made several different states an united nation during the period 1830 - 1860. This is a brief history of thoughts which inspire the most important actions of this historical process (first part, 1830 - 1849)

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Page 1: Il Risorgimento italiano, 1831- 1848

Pensieri e azionidel Risorgimento italiano/1

1830 - 1849

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Bibliografia

• Alberto Mario Banti,

Il Risorgimento italiano,Roma – Bari, Laterza, 2004

• Giovanni Sabbatucci – Vittorio Vidotto,Storia contemporanea. “L’Ottocento”,

Roma – Bari, Laterza, 2002/2009

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Il pensiero democratico - repubblicano

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Gli inizi di Giuseppe Mazzini

• Dopo l’esito negativo dei moti del 1820-31, la Carboneria entrò in una una crisi profonda e emersero tutti i difetti delle iniziative rivoluzionarie guidate dalle società segrete.

• In questa fase l’ideale dell’unità italiana come obiettivo da ottenere attraverso una vera lotta di popolo si diffuse tra gli attivisti italiani di orientamento democratico.

• Tra di essi emerse con forza la figura di Giuseppe Mazzini (Genova, 1805)

Mazzini all’epocadell’arresto

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L’esilio in Francia

• Mazzini era stato carbonaro, e per questo esiliato dalle autorità sabaude a Marsiglia, in Francia.

• Nella città francese egli maturò il suo ideale politico a contatto con altri esuli italiani democratici, come Filippo Buonarroti, e con le idee più avanzate della cultura politica francese.

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• Mazzini aveva un’idea sostanzialmente religiosa dell’azione politica.

• Dio era un essere non trascendente, ma uno spirito insito nella storia, e si identificava con l’umanità

• La fede nella libertà e nel progresso dell’umanità era per lui una fede religiosa.

• Gli individui e le nazioni avevano diritti da conquistare e doveri da rispettare

• I popoli avevano una missione da compiere, ed erano strumento di un progetto divino: lo slogan mazziniano più noto era infatti Dio e popolo.

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I principi ispiratori del pensiero di Mazzini

• Mazzini riteneva che fosse indispensabile l’unione tra gli individui per realizzare il bene di tutti.

• Al di sopra dell’individuo c’era la famiglia, al di sopra della famiglia si poneva la nazione, al di sopra della nazione esisteva l’umanità intera.

• il bene comune sarebbe derivato da una associazione degli individui tra loro →nazione) e delle nazioni tra loro →umanità

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La nazione e l’Italia

• La nazione era un’unità culturale e spirituale,in primo luogo, e di conseguenza, etnica e territoriale.

• L’Italia unita come nazione doveva guidare le nazioni oppresse

• abbattere i pilastri dell’Antico Regime: Impero Asburgo e Stato pontificio

• promuovere un moto di liberazione universale

• La prima Roma (degli imperatori) aveva unificato l’Europa – la seconda Roma (dei papi) aveva assoggettato l’Europa a un’unica autorità religiosa – la terza Roma avrebbe promosso un’unità morale e sociale di tutti i popoli della terra.

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Il programma politico di Mazzini

Il programma politico di Mazzini era chiaro:

• l’Italia doveva rendersi indipendente, unitaria e repubblicana.

• L’insurrezione di popolo, di tutto il popolo senza distinzione di classi, era l’unica via attraverso la quale l’Italia poteva diventare unita e indipendente.

• Nessuno spazio per idee come la lotta di classe, in quanto esse tendevano a dividere l’unità spirituale del popolo,base indispensabile dell’azione insurrezionale.

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La fondazione della “Giovine Italia”

• Un’organizzazione che chiarisse ai suoi affiliati gli obiettivi da ottenere e propagandasse chiaramente i suoi principi era lo strumento per realizzare l’insurrezione popolare.

• Questa organizzazione doveva così svolgere un’opera di educazione politica dei suoi iscritti e del popolo in generale.

• Su questi presupposti nacque la

Giovine Italia

in Francia nel 1831

Fondazione della“Giovine Italia”,Marsiglia, giugno 1831

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Le parole d’ordine della “Giovine Italia”

26 GIUGNO 1831 - MARSIGLIA -

Mazzini nello Statuto e nell’Istruzione generale per gli affratellati del 1832 stabilisce che i colori della società sono “il bianco, il rosso, il verde” e propone delle scritte: “libertà, uguaglianza, umanità” per un lato, e per l’altro “unità e indipendenza”. Altre sezioni, come quella la cui bandiera è conservata a Genova, usano “unione, forza e libertà!”. Il movimento aveva anche un periodico.

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Pensiero e azione

Nella stessa “Istruzione generale” si legge:

• chiunque voglia «chiamare il popolo alle armi deve potergli dire il perché»

• Ogni iniziativa insurrezionale doveva coinvolgere il popolo

• Ogni insurrezione doveva fondarsi su forze italiane.

• Mazzini riteneva che pensiero e azione fossero inscindibili.

• Nessuna azione rivoluzionaria aveva senso se alla base non ci fosse stata una fede a ispirarla

• nessuna teoria rivoluzionaria era valida se non trasformandosi in azione concreta e costante.

• la cospirazione e l’insurrezione, finalizzate a obiettivi giusti, erano comunque valide in sé come testimonianza e esempio, anche se non avevano effettive possibilità di successo.

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Prime iniziative e prime sconfitte (1833-1834)

• Le prime iniziative della Giovine Italia si conclusero tuttavia malamente.

• Nel 1833 il movimento di Mazzini organizzò nel Regno di Sardegna una cospirazione contro il re Carlo Alberto. Essa fu scoperta e la rete dei mazziniani nel regno fu smantellata.

• Una seconda azione che doveva culminare con l’uccisione di Carlo Alberto, e condotta contemporaneamente in Savoia e a Genova, ebbe di nuovo esito negativo. In essa fu coinvolto il marinaio di Nizza Giuseppe Garibaldi, che condannato a morte, riuscì a fuggire in Sudamerica: 1834

Primo incontro tra Giuseppe Mazzinie Giuseppe GaribaldiSecondo alcuni calcoli, gli affiliati alla “Giovine Italia” nel 1833 erano circa 50.000

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Fine e rinascita della “Giovine Italia” (1840)

• I fallimenti delle prime iniziative causarono una grave crisi nella “Giovine Italia” e determinarono contro Mazzini accuse di leggerezza e corresponsabilità nella morte di molti giovani patrioti

• Mazzini, espulso da Francia e Svizzera, si rifugiò in Gran Bretagna (1837) , e affrontò una profonda crisi di coscienza: la tempesta del dubbio

• Dopo aver fondato nel 1834 la “Giovine Europa”, ricostituì la “Giovine Italia” nel 1839 e ricostruì i legami con gruppi clandestini che operavano in Italia

Mazzini all’epocadel primo esiliobritannico

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Insurrezioni fallite in Emilia-Romagna e Calabria

• L’idea dell’azione insurrezionale di popolo continuava a mantenersi viva in Italia

• Due tentativi falliti furono organizzati da patrioti emiliani e romagnoli nelle Legazioni Pontificie (1843/1845)

• Nel giugno/luglio del 1844, i fratelli Attilio e Emilio Bandiera, veneziani ufficiali della marina austriaca, organizzarono una spedizione in Calabria con venti compagni.

• Volevano suscitare una ribellione dei contadini contro i Borbone, ma trovarono solo indifferenza, e furono arrestati e fucilati (in otto compresi i Bandiera)

Attilio e Emilio Bandiera

La fucilazione dei BandieraMazzini disapprovò il progetto di spedizione in Calabria dei due fratelli

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L’emergere del moderatismo

• Durante gli anni ‘40,mentre in alcuni stati italiani era in atto un certo risveglio economico, il dibattito politico si fece più intenso.

• Cominciarono a affermarsi le posizioni dei moderati, che rifiutavano sia il legittimismo conservatore della Restaurazione, sia il radicalismo repubblicano di Mazzini.

• I moderati ritenevano che il problema italiano si potesse risolvere con un’azione graduale e evitando l’uso della forza, che suscitava la reazione violenta dell’autorità costituita.

• Intendevano conciliare la causa liberale e patriottica con la religione cattolica – principale fattore unitario della nazione italiana – e il magistero della Chiesa

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Il pensiero moderato e il pensiero federalista

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La corrente moderata

• I principali esponenti dei moderati erano don Antonio Rosmini, Alessandro Manzoni, il gruppo riunito intorno alla rivista fiorentina “Antologia”: G.P.Viesseux, Bettino Ricasoli, Raffaello Lambruschini.

RosminiManzoni

ViesseuxRicasolo

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Il neoguelfismo

• Si affermò una corrente di pensiero chiamata

neoguelfismo

che rivalutava il ruolo della Chiesa e del papato nella storia della nazione italiana e le vedeva come difensori delle “libertà d’Italia”

L’opera principale a cui faceva riferimento questa corrente

“Del primato morale e civile degli italiani”

fu scritta dell’abate torinese V. Gioberti, ex membro della “Giovine Italia”, e fu pubblicata a Bruxelles nel 1843.

Vincenzo Gioberti

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il “primato morale” dell’Italia – nazione cattolica

• Secondo Gioberti la fede cristiana e la guida del Papa avrebbe dato alla comunità italiana la sua identità fondamentale

• Il fatto di essere una comunità cattolica e di ospitare la sede della cattolicità dava al popolo italiano un “primato morale” sugli altri popoli.

• La nazione italiana, oppressa dai barbari«contiene in sé medesima, sovrattutto per via della religione, tutte le condizioni richieste al suo nazionale e politico risorgimento».

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Una guida monarchica e aristocratica

• Gioberti afferma che il popolo italiano non può agire politicamente perché non è ancora unito.

• Per raggiungere questa unità d’azione esso deve avere una guida «monarchica e aristocratica», che esprime i due elementi fondamentali del genio italico,

• uno naturale,antico,dorico,etrusco, latino, romano;

• l’altro sovrannaturale, moderno cristiano, cattolico e guelfo.

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Una federazione guidata dal papa

• Gioberti sosteneva che politicamente l’Italia potesse costituirsi come una federazione degli stati esistenti, che sarebbe stata guidata dal papa, in quanto egli era superiore eticamente a ogni altro sovrano per il magistero del ruolo che esercitava.

• Questa federazione doveva essere costruita con il consenso dei principi esistenti,

• doveva essere sostenuta dall’opinione pubblica, e

• sarebbe stata “protetta” religiosamente dal papae militarmente dal Regno di Sardegna.

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“Le speranze d’Italia” e l’inorientamento dell’Austria

• Punti deboli del discorso politico di Giobertierano le idee reazionarie del papa di allora, Gregorio XVI, e la mancata indicazione del ruolo dell’Austria in questa ipotetica federazione.

• Il conte piemontese Cesare Balbo segnalò questi errori nel suo libro Delle speranze d’Italia (1844), nel quale proponeva la teoria dell’inorientamento dell’Austria: gli Asburgo approfitterebbero della dissoluzione dell’impero ottomano e conquisterebbero i Balcani, concedendo l’indipendenza al Lombardo – Veneto

• Il Piemonte avrebbe dovuto portare avanti l’iniziativa diplomatica per realizzare questa indipendenza, mentre i sovrani degli altri stati avrebbero potuto concedere riforme

CesareBalbo

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La proposta federalistica di Carlo Cattaneo

• Una corrente di pensiero federalistica, democratica e repubblicana si diffuse in Lombardia

• Il suo maggiore esponente era Carlo Cattaneo, che aveva fondato il periodico il Politecnico (1839)

• Cattaneo rifiutava sia la visione mistica di Mazzini, sia la prospettiva di assorbimento della Lombardia da parte del Piemonte, assolutista e clericale.

• Condivideva con i moderati l’idea di una politica di riforme e sviluppo economico dei singoli stati

• Egli però aveva l’obiettivo finale di fondare in Italia una confederazione repubblicana sul modello degli Usa e della Svizzera.

• Tale confederazione doveva lasciare ampie autonomie locali e contribuire a creare gli Stati Uniti d’Europa.

Carlo Cattaneo

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“Viva Pio IX”

• Nel giugno del 1846 diventa papa Giovanni Mastai Ferretti, col nome di Pio IX

• Egli subito concesse l’amnistia ai detenuti politici e agli esiliati, e fu subito considerato “il papa liberale”.

• Nel 1847 Pio IX convocò una “Consulta di stato” come rappresentanza delle province dello Stato Pontificio, e attenuò la censura sulla stampa

• L’entusiasmo e il sostegno per il papa crebbero in tutta Italia e suscitarono la reazione dell’Austria.

Giovanni MastaiFerretti,papa Pio IX

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Prova di forza dell’Austria (1847)

• Nel luglio 1847, Metternich, e il suo generale, feldmaresciallo Radetzky decidono di dare una dimostrazione di forza con un dispiegamento fortissimo di truppe dentro la città di Ferrara (città papale) per intimidire il papa.

• Carlo Alberto, e altri sovrani italiani, reagiscono duramente e si configura un’unione doganale tra Toscana, regno di Sardegna e Stato pontificio.

Il FeldmaresscialloRadetzky

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Succede un 48

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Il 1848, anno delle rivoluzioni europee

• Il 1848 fu un anno molto importante in cui l’Europa fu attraversata da numerosi moti rivoluzionari di grande ampiezza e intensità.

• I moti si estesero in quasi tutti gli stati e i territori europei, dall’Italia alla Francia, dall’impero Asburgo alla Confederazione germanica.

• Le uniche due potenze europee che non furono coinvolte dall’ondata rivoluzionaria furono Russia e Gran Bretagna (in cui però si rivoltò l’Irlanda).

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Il 1848 in Europa

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Dalla Sicilia all’Italia

• In Italia le rivoluzioni del 1848 cominciarono in Sicilia, dove il 12 gennaio si sollevò la città di Palermo, che rivendicava l’autonomia dell’isola dal Regno borbonico.

• Il re Ferdinando II concesse inaspettatamente una Costituzione del regno delle Due Sicilie.

• Tale concessione non placò il moto siciliano e provocò in tutta Italia agitazioni per ottenere la costituzione .

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Lo Statuto albertino

• Pressati dall’opinione pubblica dei loro stati, anche Carlo Alberto di Savoia, Leopoldo II di Toscana e

Pio IX decisero di concedere costituzioni ai rispettivi sudditi.

• La costituzione di Carlo Alberto, lo Statuto, prevedeva

– una Camera dei deputati, eletta su base censitaria ristretta)

– un Senato di nomina regia

– una stretta dipendenza del governo dal sovrano

Struttura dello Statuto emanato da Carlo Alberto

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La Repubblica veneta di Daniele Manin

• A Venezia, controllata dagli austriaci, una grande manifestazione popolare costrinse il governatore a liberare i prigionieri politici, tra cui Daniele Manin (17 marzo 1848)

• Alcuni giorni dopo una rivolta degli operai dell’Arsenale, sostenuta da ufficiali e marinai della marina asburgica, riuscì a avere la meglio sui soldati austriaci.

• Il 23 marzo si costituì un governo provvisorio guidato da Manin, che proclamò la costituzione della Repubblica veneta.

Daniele Manin proclamala Repubblica Veneta inPiazza S. Marco a Venezia

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Le «cinque giornate» di Milano

• A Milano la tensione antiaustriaca che montava da settimane portò all’insurrezione del 18 marzo, in cui il palazzo del governo fu assaltato.

• L’insurrezione durò dal 18 al 22 marzo 1848 , che costituiscono le

“cinque giornate di Milano”.

Per la prima volta borghesi e popolani lottarono insieme innalzando barricate in tutta la città contro il contingente austriaco guidato da Radetzky.

Operai e artigiani ebbero un ruolo decisivo nel sostenere il peso degli scontri, che portarono alla morte di quattrocento persone

B.Verazzi,“Combattimento a

Palazzo Litta” (1848)

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Il governo provvisorio e il progetto di unione con il Piemonte

• Un “consiglio di guerra” composto prevalentemente da democratici e guidato da Carlo Cattaneo si pose alla guida dell’azione.

• Il 22 marzo fu formato un governo provvisorio, nel quale entrarono anche aristocratici moderati, tra cui il conte Casati. Il governo cominciò a progettare un’unione con il Piemonte, il che portò Cattaneo a abbandonarlo

• Radetzky, temendo un intervento del Piemonte, ritirò le truppe da Milano e decise di spostarle le truppe ai confini tra Veneto e Lombardia, nel cosiddetto quadrilatero formato da quattro fortezze: Verona, Legnago, Mantova e Peschiera

• Il 23 marzo il Piemonte dichiarò guerra all’Austria.

Cattaneo formalizza il rifiuto dell’armistizio proposto dalgovernatore austriaco di Milano

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L’intervento di Carlo Alberto a Milano

Carlo Alberto dichiarò guerra all’Austria per tre motivi

• La pressione di liberali e democratici che pensavano di poter liberare l’Italia dagli Asburgo, che stavano subendo contemporaneamente analoghi rivolgimenti in Ungheria, Boemia e nella stessa Vienna

• L’aspirazione della monarchia sabauda a allargare il proprio dominio verso la Lombardia, ricca e evoluta

• il timore che il Lombardo – Veneto diventasse un centro di azione repubblicana (governo provvisorio a Milano unito alla Repubblica Veneta)

Carlo Alberto diSavoia – Carignano,re di Sardegna

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Carlo Alberto a Milano e guerra contro gli Asburgo

• il 26 marzo 1848 le truppe sabaude entrarono a Milano tra l’entusiasmo della popolazione cittadina. Lo stesso Mazzini giunge a Milano e appoggia Carlo Alberto in nome dell’indipendenza italiana, mentre Carlo Cattaneo rompe definitivamente con il governo lombardo.

• Si apre anche la guerra tra Asburgo e Savoia, al cui esercito si aggregarono anche corpi misti (militari e volontari) provenienti da Toscana, Stato pontificio e Regno delle Due Sicilie, giunti con l’autorizzazione dei rispettivi sovrani(Leopoldo II, Pio IX, Ferdinando II)

Medaglietta che raffigurai due “eroi” dei liberalimoderati, Carlo Albertoe Pio IX, i cui volti pendonoda un cordone tricolore

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Tramontano gli entusiasmi

• Gli entusiasmi iniziali si spengono però nei mesi successivi.

• Pio IX decise di ritirare le sue truppe dalla guerra contro l’Austria, in quanto era una potenza cattolica, seguito poi dal Granduca di Toscana e da Ferdinando II

• Le operazioni di guerra furono condotte piuttosto fiaccamente da Carlo Alberto, il cui unico obiettivo vero era annettersi il Lombardo –Veneto.

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I plebisciti di annessione al Piemonte

• I piemontesi erano soprattutto decisi a portare avanti l’annessione dei territori lombardo - veneti, che avvenne attraverso plebisciti

• Alla fine di luglio 1848 si formò il primo governo “italiano” che comprendeva ministri di tutti i territori appena annessi

• La decisione di procedere all’annessione mentre la guerra contro gli Asburgo era ancora aperta e incerta rese contribuì a indebolire l’iniziativa di Carlo Alberto, contestata da democratici e repubblicani

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La I guerra di indipendenza/fase 1

• Le operazioni di guerra procedettero a fasi alterne.

• Tra aprile e maggio 1848 l’esercito misto guidato dai piemontesi vinse a Goito, Monzambano, Valeggio e Pastrengo, nella zona del mantovano alcune battaglie non decisive

• La resistenza strenua dei giovani universitari toscani a Curtatone e Montanara permise ai piemontesi di conquistare la fortezza di Peschiera, una delle quattro del quadrilatero.

• A quei successi seguirono settimane di stallo, durante le quali gli austriaci fecero affluire uomini e mezzi in quantità per riprendere le ostilità

• Carlo Alberto voleva combattere la “sua guerra”, senza lasciare spazio ai democratici

La battaglia di Curtatone ebbe comeprincipali protagonisti i volontari toscaniguidati da Giuseppe Montanelli.Anche Garibaldi rientrò dal Sudamerica e si mise a disposizionedel governo provvisorio lombardo

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La I guerra di indipendenza/2: la sconfitta di Custoza

• Il 22 luglio iniziò la controffensiva austriaca.

• Le incertezze del comando sabaudo favorirono vittoria degli austriaci a Custoza, vicino a Verona, il 25 luglio 1848, nell’unica grande battaglia campale del conflitto sabaudo -asburgico

• Carlo Alberto in un primo tempo si ritirò a Milano e decise di non difendere la città.

• Rientrò in Piemonte e il 9 agosto il generale sabaudo Salasco firmò l’armistizio con l’esercito asburghese.

La sconfitta piemontese a Custiza

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La rivoluzione nella Roma papalina

• La situazione dell’Italia nella seconda metà del 1848 era ancora in divenire.

• Venezia, la Toscana, la Sicilia erano ancora governate dagli insorti, mentre il Lombardo – Veneto era stato recuperato dagli Asburgo e il Regno di Sardegna era rientrato nei suoi confini.

• A Roma le pressioni dei democratici, delusi dopo il ritiro di Pio IX dall’azione antiasburgica, convinsero il papa a attuare una politica decisamente più moderata e meno aperta alle istanze liberali.

• Egli nominò primo ministro Pellegrino Rossi, un liberale moderato.

• Rossi fu però assassinato in un attentato organizzato da alcuni democratici radicali.

• Pio IX, intimorito da questo atto, abbandonò Roma e si rifugiò a Gaeta.

• La vacanza del potere favorì la presa del potere da parte dei democratici

Pellegrino Rossi,primo ministro dello Stato pontificio, fu assassinato nel novembre 1848

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Nascita della «Repubblica Romana»

• All’inizio del 1849 in tutto lo Stato pontificio fu eletta a suffragio universale un’Assemblea costituente, a maggioranza democratica, con il compito di dare a quei territori una nuova costituzione (fra gli eletti anche Mazzini e Garibaldi)

• Il 9 febbraio l’Assemblea dichiarò decaduto il papa dal suo potere temporale; annunciò che lo Stato avrebbe assunto il “nome glorioso di repubblica romana”; avrebbe adottato come forma di governo la “democrazia pura”; avrebbe stabilito con il resto d’Italia “le relazioni che esige la nazionalità comune”.

• Il progetto più ampio dei costituenti romani era di realizzare la “Costituente italiana”, per realizzare l’unità nazionale su basi democratiche (e non monarchiche e dinastiche)

Proclamazione dellaRepubblica romana il

9 febbraio 1849

Bandiera della Repubblica romana

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Il centro dell’azione democratica italiana

• La Repubblica romana divenne il centro dell’azione democratica, in cui giunsero i principali esuli e cospiratori italiani.

• A Roma si trovarono contemporaneamente: Mazzini, Garibaldi, Saffi, Mameli, Pisacane,

Cernuschi e Manara (protagonisti delle “cinque giornate”)

Mazzini

GaribaldiCarlo Pisacane

Goffredo Mameli

Enrico Cernuschi

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Le riforme della Repubblica romana

• La Repubblica romana cercò di realizzare un progetto di laicizzazione dello Stato e di rinnovamento politico e sociale.

• Abolì i tribunali ecclesiastici

• Confiscò i beni del clero

• Avviò un progetto di riforma agraria che prevedeva di affittare alle famiglie più povere una parte dei fondi confiscati (riforma unica nel suo genere durante le rivoluzioni ottocentesche italiane)

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La “battaglia della Bicocca” e l’abdicazione di Carlo Alberto

• Nel marzo di quell’anno Carlo Alberto tentò un’ultima sortita contro gli austriaci, ma di nuovo il suo esercito, pur superiore in uomini, fu sconfitto,questa volta a Novara, “battaglia della Bicocca”.In seguito a questa sconfitta Carlo Alberto decise di abdicare in favore del figlio Vittorio Emanuele II

La “battaglia della Bicocca” (23 marzo 1849)

Vittorio Emanuele II,Re di Savoia dal 1849

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La reazione contro la Repubblica romana

• Pio IX da Gaeta chiese aiuto alle potenze cattoliche perché lo aiutassero a riprendere i suoi territori.

• Asburgo,Spagna, Regno di Napoli, e la nuova Repubblica francese presieduta da Luigi Napoleone Bonaparte, risposero alla richiesta.

• I francesi mandarono a Roma un corpo di spedizione molto nutrito di 35.000 uomini

• Nel giugno 1849 i francesi attaccarono la città

Pio IX al tempo dell’esilioa Gaeta

Luigi Napoleone, nipote diNapoleone Bonaparte e presidente

della Repubblica francese

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La resa della Repubblica romana

• I repubblicani guidati da un “triumvirato” composto da Armellini, Mazzini e Saffi, resistettero ai francesi per più di un mese.

• Questa difesa a oltranza, a cui partecipò attivamente Garibaldi, fu una testimonianza politica e ideale di grande significato, anche se destinata a concludersi con la resa.

• I democratici riuscirono approvare la Costituzione prima di arrendersi: essa diventò un documento – simbolo della politica democratica, e un modello alternativo rispetto agli Statuti monarchici di ispirazione moderata.

• La resa della repubblica avvenne all’inizio di luglio del 1849.

Mazzini, Saffi e Armelliniin una famosa immaginedei “triumviri” che guidarono la Repubblicaromana