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AMBIENTE, MERCATO E TECNOLOGIE PER IL RIUTILIZZOANNO 6 - N. 24 - FEBBRAIO 2009
IL RIGENERATORE ITALIANORI
La crisi
non ci tocca
RIFIUTI E AMBIENTE: Nuove norme in materia di rifiutiSOSTENIBILITA’: Ecofont, Il fotovoltaico termicoMERCATO E SOCIETA’: Canon e la procreazione, Rigenerato VS NuovoMONDO RAEE: Il puntoASSORITECH: La crisi economicaTECNICHE: HP LJ P 2035/2055 www.ilrigeneratoreitaliano.eu
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RIIL RIGENERATORE ITALIANO
AMBIENTE, MERCATO E TECNOLOGIE PER IL RIUTILIZZOANNO 6 - N. 24 - FEBBRAIO 2009
Direttore Responsabile:
Lorenzo Pezzato
Grafica ed Impaginazione:
Andrea [email protected]
Hanno collaborato a questo numero:
F. Pastore, B. Busetto, M. Torello, M. Pasquariello,M. Bettiol, L. Palmisano, L. Petrone, S. Ratti,F. Zanet, M. Vegetti, A. Grande.
Diffusione in abbonamento annuale ad Euro 95,00 da versare con bonifico a:
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Editoriale
RIFIUTI E AMBIENTENuove norme in materia di rifiutiReMediaDue gradiElettrodomestici verdiObama e i biocarburantiEnergetichaLe misure antitraffico di RomaEmissioni dalle stampantiDirettiva 2006/95Quanto costa un inceneritore?
PRODOTTI E PROGETTI SOSTENIBILIStrategia rifiuti zeroEcofontLa scienza della sostenibilitàFotovoltaico sul tetto della MichelinEcopolisDatacenter ed energia solareGli Usa primi nell’eolicoBoom della spesa bioIl fotovoltaico termicoIl sacchetto che ama la natura
MERCATO E SOCIETA’Zink, quando l’inchiostro non serve piùCuriositàOEM, aumentano i prezziLa crisiIl senso di essere artigiani nel nuovo millennioRigenerato VS NuovoI 25 anni del MacCanon e la procreazioneLexmark e Dell rafforzano la partnershipWireless a 60 GHz
BREVETTI E COPYRIGHTCreative CommonsCompatibili Epson, la storia
MONDO RAEERAEE, il punto
ASSORITECHLa crisi economicaComunicato Assoritech
TECNICHELexmark C540nHP LJ P 2035/2055News dal mondo delle stampanti
IL SINDACO RISPONDEMontalcino (SI), Maurizio BuffiPress relaease OasisInternet e dintorniVoci dal forumLa striscia
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www.ilrigeneratoreitaliano.euIscrizione Tribunale di Torino n° 12 del 27-02-2007
in questo numero...
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Il tempo passa davvero in fretta, e sono già trascorsi due anni dal primo numero di RI uscito sotto la mia direzione.L’inizio non è stato facile, avendo da subito preso la decisione redazionale di dare nuo-
va veste, nuovo orientamento e nuovo respiro ad un prodotto che era nato in modo scompo-sto e doveva ancora trovare la propria connota-zione ed il proprio posizionamento.Abbiamo lavorato duramente senza risparmiar-ci, tutti, avendo sempre bene in mente l’obiet-tivo di costante miglioramento che ci eravamo prefissati, i risultati non si sono fatti attendere e si sono manifestati con l’aumento della foliazio-ne, con un rinnovato interesse degli inserzioni-sti, con nuove rubriche pensate per fornire una informazione più ampia sul mondo della so-stenibilità e del riutilizzo dei rifiuti, uscendo dal recinto ristretto delle cartucce rigenerate per abbracciare tematiche allargate, intervistando i soggetti rappresentativi di questo nuovo mon-do dell’“ecologia” in senso lato che tante spe-ranze –anche economiche- ha messo in moto.Oggi la nuova sfida si chiama web 2.0, e RI ha aperto un grande cantiere che per il momen-to non è ancora visibile dall’esterno, ma che a breve porterà la rivista ad assumere una nuova forma nella rete, più interattiva, più ricca, con una frequenza di aggiornamento che alla rivista stampata non può essere connaturabile. Presto i rigeneratori italiani avranno a disposizione uno strumento in più, estremamente efficace per diffondere informazioni sulla rigenerazio-ne con i mezzi che nel nostro tempo più sono adatti a questo scopo.Ma perché questa premessa?Semplicemente perché questo è l’ultimo nu-mero di RI che mi vedrà come Direttore, anche se lascio davvero a malincuore nonostante una nuova avventura mi aspetti. Lascio a malincuo-re perché questi anni passati con la redazione e l’editore mi hanno soddisfatto moltissimo, ho
avuto modo di collaborare con persone pre-parate, competenti, volenterose, creative, con persone che hanno sempre buttato il cuore ol-tre l’ostacolo pensando al futuro del settore e di questa rivista, e che sono certo continueranno a farlo. Con queste persone sono fiorite amicizie che mi hanno appagato a livello umano, anche se –come è giusto che sia- non sono mancate le opinioni diverse, così come non sono manca-ti i confronti e gli scontri, sempre e comunque costruttivi. Ora si apre un nuovo ciclo, le strade si dividono ma gli affetti, le amicizie e le espe-rienze rimangono.Questa è la prima novità del 2009.La seconda è che da questo numero avremo tra i nostri collaboratori stabili Simona Ratti, che curerà un sua rubrica sui rifiuti di apparecchia-ture elettriche ed elettroniche che aiutandoci ad addentrarci professionalmente anche in questo argomento, sempre più vicino alla quo-tidianità dei rigeneratori.La terza novità è che, come avrete visto anche nel calendario distribuito con lo scorso numero, quest’anno il Workshop di RI si terrà a Napoli, per essere più vicini ai moltissimi rigeneratori del Sud d’Italia. A breve sarà pronto il program-ma e daremo comunicazione della location. Che dire ancora, sicuramente augurare ai colle-ghi e al nuovo Direttore Riccardo Bonardi molti altri anni di soddisfacente lavoro, e ringraziare i lettori per l’attenzione che ci hanno dedicato fin qui. Da parte mia garantisco che non man-cherò di seguire l’evoluzione di questo proget-to, e magari avrò l’occasione di intervenire con qualche contributo.
In bocca al lupo, di cuore.
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Nuove norme in materia di rifiuti
di F. Pastore
È stata pubblicata sulla Gazzetta Uffi-ciale dell’Unione Europea del 22 No-vembre 2008 la nuova Direttiva Co-munitaria 2008/98/CE sui rifiuti. Dal 12 dicembre 2010 sostituirà l’attuale
Direttiva 2006/12/CE, la Direttiva 75/439/CEE e la Direttiva 91/689/CEE sui rifiuti pericolosi.La nuova Direttiva ridefinisce i confini tra “rifiu-
ti”, “sottoprodotti” e “materie prime secondarie”, introduce nuove definizioni di “riciclaggio” e “re-cupero”.Vediamo alcuni passaggi significativi, riman-dando ad ulteriore approfondimento nei pros-simi numeri
(1) La direttiva 2006/12/CE del Parlamento Eu-ropeo e del Consiglio, del 5 aprile 2006, relativa ai rifiuti (4), stabilisce il quadro normativo per il trattamento dei rifiuti nella Comunità. La di-rettiva definisce alcuni concetti basilari, come le nozioni di rifiuto, recupero e smaltimento, estabilisce gli obblighi essenziali per la gestione dei rifiuti, in particolare un obbligo di autoriz-zazione e di registrazione per un ente o un’im-presa che effettua le operazioni di gestione dei rifiuti e un obbligo per gli Stati membri di ela-borare piani per la gestione dei rifiuti. Stabilisce inoltre principi fondamentali come l’obbligo di trattare i rifiuti in modo da evitare impatti ne-gativi sull’ambiente e sulla salute umana, un
incentivo ad applicare la gerarchia dei rifiuti e, secondo il principio «chi inquina paga», il re-quisito che i costi dello smaltimento dei rifiuti siano sostenuti dal detentore dei rifiuti, dai de-tentori precedenti o dai produttori del prodot-to causa dei rifiuti.
(2) La decisione n. 1600/2002/CE del Parlamen-to europeo e del Consiglio, del 22 luglio 2002, che istituisce il Sesto programma comunitario di azione in materia di ambiente (5), sollecita l’estensione o la revisione della normativa sui rifiuti, in particolare al fine di chiarire la distin-zione tra ciò che è rifiuto e ciò che non lo è, e lo sviluppo di misure in materia di prevenzione e gestione dei rifiuti, compresa la fissazione di obiettivi.
(3) Nella comunicazione del 27 maggio 2003 intitolata «Verso una strategia tematica di pre-venzione e riciclo dei rifiuti» la Commissione sottolineava la necessità di riesaminare le defi-nizioni esistenti di «recupero» e «smaltimento», di introdurre una definizione di «riciclaggio» di applicazione generale e di avviare un dibattito sulla definizione di «rifiuto».
(4) Nella risoluzione del 20 aprile 2004 sulla suc-citata comunicazione
(6), il Parlamento Europeo invitava la Commis-sione a considerare la possibilità di estendere l’ambito di applicazione della direttiva 96/61/CE del Consiglio, del 24 settembre 1996, sulla prevenzione e la riduzione integrate dell’inqui-namento (7), all’intero settore dei rifiuti.Il Parlamento chiedeva inoltre alla Commissio-ne di stabilire una chiara distinzione tra recupe-ro e smaltimento e di precisare la distinzione tra ciò che è rifiuto e ciò che non lo è.
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(8) È pertanto necessario procedere a una re-visione delladirettiva 2006/12/CE per precisare alcuni concetti basilaricome le definizioni di ri-fiuto, recupero e smaltimento, per rafforzare le misure da adottare per la prevenzione dei rifiu-ti, per introdurre un approccio che tenga contodell’intero ciclo di vita dei prodotti e dei ma-teriali, non soltanto della fase in cui diventano rifiuti, e per concentrare l’at-tenzione sulla riduzione degli impatti ambientali connessi alla produzione e alla gestio-ne dei rifiuti, rafforzando in tal modo il valore economico di questi ultimi.Inoltre, si dovrebbe favorire il recupero dei rifiuti e l’utilizza-zione dei materiali di recupero per preservare le risorse natu-rali. Per esigenze di chiarezza e leggibilità, la direttiva 2006/12/CE dovrebbe essere abrogata e sostituita da una nuova di-rettiva.
(22) Non dovrebbe esserci confusione tra i vari aspetti della definizione di rifiuti e dovrebbero essere applicate procedure appropriate, se del caso, ai sottoprodotti che non sono rifiuti, da un lato, e ai rifiuti che cessano di essere tali, dall’al-tro. Per precisare taluni aspetti della definizione di rifiuti, la presente direttiva dovrebbe chiarire:quando sostanze od oggetti derivanti da un processo di produzione che non ha come obiettivo primario la loro produzione sono sot-toprodotti e non rifiuti. La decisione che una sostanza non è un rifiuto può essere presa solo sulla base di un approccio coordinato, da ag-giornare regolarmente, e ove ciò sia coerente con la protezione dell’ambiente e della salute umana.Se l’utilizzo di un sottoprodotto è consentito in base ad un’autorizzazione ambientale o a norme generali di protezione dell’ambiente, ciò può essere usato dagli Stati membri quale strumento per decidere che non dovrebbero prodursi impatti complessivi negativi sull’am-biente o sulla salute umana; un oggetto o una sostanza dovrebbero essere considerati sotto-
prodotti solo quando si verificano determina-te condizioni. Poiché i sottoprodotti rientrano nella categoria dei prodotti, le esportazioni di sottoprodotti dovrebbero conformarsi ai requi-siti della legislazione comunitaria pertinente; e quando taluni rifiuti cessano di essere tali, sta-bilendo criteri volti a definire quando un rifiuto cessa di essere tale che assicurano un livello elevato di protezione dell’ambiente e un van-
taggio economico e ambientale; eventuali categorie di rifiuti per le quali dovrebbero essere elabora-ti criteri e specifiche volti a defi-nire «quando un rifiuto cessa di essere tale» sono, fra l’altro, i rifiuti da costruzione e da demolizione, alcune ceneri e scorie, i rottami ferrosi, gli aggregati, i pneumati-ci, i rifiuti tessili, i composti, i rifiuti di carta e di vetro. Per la cessa-zione della qualifica di rifiuto,
l’operazione di recupero può consistere sem-plicemente nel controllare i rifiuti per verificare se soddisfano i criteri volti a definire quando un rifiuto cessa di essere tale.
(28) La presente direttiva dovrebbe aiutare l’Unione europea ad avvicinarsi a una «società del riciclaggio», cercando di evitare la produzio-ne di rifiuti e di utilizzare i rifiuti come risorse. In particolare, il Sesto programma comunitariodi azione in materia di ambiente sollecita mi-sure volte a garantire la separazione alla fonte, la raccolta e il riciclaggio dei flussi di rifiuti prio-ritari. In linea con tale obiettivo e quale mezzo per agevolarne o migliorarne il potenziale di recupero, i rifiuti dovrebbero essere raccolti se-paratamente nella misura in cui ciò sia pratica-bile da un punto di vista tecnico, ambientale ed economico, prima di essere sottoposti a opera-zioni di recupero che diano il miglior risultato ambientale complessivo. Gli Stati membri do-vrebbero incoraggiare la separazione dei com-posti pericolosi dai flussi di rifiuti se necessario per conseguire una gestione compatibile con l’ambiente.
Rifiuti e Ambiente
Articolo 4Gerarchia dei rifiuti
1. La seguente gerarchia dei rifiuti si applica quale ordine di priorità della normativa e della politica in materia di prevenzione e gestione dei rifiuti:a) prevenzione;b) preparazione per il riutilizzo;c) riciclaggio;d) recupero di altro tipo, per esempio il recupero di energia;e) smaltimento.
Articolo 6Cessazione della q a di rifiuto
1. Taluni rifiuti specifici cessano di essere tali ai sensi dell’articolo 3, punto 1, quando siano sot-toposti a un’operazione di recupero, incluso il ri-
ciclaggio, e soddisfino criteri specifici da elabo-rare conformemente alle seguenti condizioni:
a) la sostanza o l’oggetto è comunemente utilizzata/o per scopi specifici; esiste un merca-to o una domanda per tale sostanza od ogget-to;
c) la sostanza o l’oggetto soddisfa i requisiti tec-nici per gli scopi specifici e rispetta la normativa e gli standard esistenti applicabili ai prodotti; e
d) l’utilizzo della sostanza o dell’oggetto non porterà a impatti complessivi negativi sull’am-biente o sulla salute umana.I criteri includono, se necessario, valori limite per le sostanze inquinanti e tengono conto di tutti i possibili effetti negativisull’ambiente della sostanza o dell’oggetto.
Rifiuti e Ambiente
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Sono stati gestiti da ReMedia che pun-ta al raddoppio nel 2009. Il 2008 è stato l’anno di avvio delle attività di gestione dei Rifiuti di apparecchia-ture elettriche ed elettroniche. Una
tipologia di rifiuti che cresce del 5% all’anno 13.000 missioni di ritiro effettuate, per il riciclo di 21.376 tonnellate di Raee derivanti dai nu-clei domestici pari ad oltre un terzo dei rifiuti elettronici gestiti in Italia dai sistemi collettivi e corrispondenti a circa 3,5 milioni di apparec-chiature elettroniche a fine vita: elettrodome-stici, televisori, cellulari, computer, macchine fo-tografiche, climatizzatori, solo per citare alcuni oggetti nel multiforme e variegato mondo dei rifiuti elettrici ed elettronici.
35 milioni i cittadini serviti grazie ad una strut-tura capillare, operativa presso l’85% dei centri di raccolta iscritti al Centro di Coordinamento Raee, ossia in oltre 2.580 piazzole ecologiche in tutta Italia.
I risultati sono, inoltre, avvalorati dall’avvio delle attività di riciclo dei Raee Professionali (derivan-ti dalle aziende o enti pubblici), settore in cui ReMedia ha gestito nel 2008 circa 1.000 tonnel-
late di rifiuti elettronici.
Questi i dati del 1° anno di attività sul campo di ReMedia, il principale consorzio multi-settore in Italia, nato nel 2005 quale emanazione delle imprese al fine di assicurare la gestione eco-sostenibile della apparecchiature elettriche ed elettroniche a fine vita. Le oltre 1.000 aziende che oggi costituiscono ReMedia rappresen-tano un giro d’affari di oltre 16 miliardi (il 40% del fatturato complessivo dei principali settori coinvolti).
Tra i soci di ReMedia vi sono aziende come Ap-ple, Artsana, Darty, Daikin, Elsag Datamat, Ex-pert, Hitachi, Iper, Jvc, Motorola, Mitsubishi, Pa-nasonic, Philips, Pioneer, Samsung, Sharp, Sky, Siemens, Telecom Italia, Vodafone.
«I produttori impegnati in ReMedia sono orgo-gliosi dei traguardi raggiunti dal consorzio nel primo anno di operatività ed intendono assicu-rare un forte impegno per l’ambiente anche per il futuro - sottolinea Roberto Lisot, Presidente ReMedia. - In particolare ReMedia prevede per il 2009 di gestire 44.000 tonnellate di rifiuti elet-tronici, il doppio rispetto al risultato del 2008».
Fonte Hill&Knowlton Gaia
ReMedia: nel 2008 recuperate oltre 22.000 tonnellate di Raee