il menante - n. 11 dicembre 2010

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I documenti sul gotha dell’apparato politico economico di Fasano sottratti all’intelligence americana e finiti nelle mani di Wikileaks I documenti sul gotha dell’apparato politico economico di Fasano sottratti all’intelligence americana e finiti nelle mani di Wikileaks Buon Natale e Buon Natale e Felice Anno nuovo Felice Anno nuovo Aureliano Buendia Aureliano Buendia ANNO VII, NUMERO 11 DICEMBRE 2010 € 1,00

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Mensile di cronaca, politica, cultura e satira di Fasano e dintorni.

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I documenti sul gotha dell’apparato politico economico di Fasano sottratti all’intelligenceamericana e finiti nelle mani di Wikileaks

I documenti sul gotha dell’apparato politico economico di Fasano sottratti all’intelligenceamericana e finiti nelle mani di Wikileaks

Buon Natale eBuon Natale eFelice Anno nuovoFelice Anno nuovo

Aureliano BuendiaAureliano Buendia

ANNO VII, NUMERO 11DICEMBRE 2010

€ 1,00

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Buon Natale eBuon Natale eFelice Anno nuovoFelice Anno nuovo

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A tirar troppo la corda, finisce che alla fine si spezza. La saggez-za dei proverbi ben descrive lo stallo dell'attuale momento politico a livello nazionale e loca-le. Le due aule del Parlamento sono da troppo tempo affaccen-date su questioni sempre più lontane dai problemi dei cittadi-ni; anzi, da quando il Presidente del Consiglio ha deciso che è più opportuno (data la mancanza dei numeri sufficienti per appro-vare i provvedimenti) chiudere addirittura le Camere, l'Italia ha dovuto privarsi pure di una com-ponente fondamentale del suo essere democratica. Lo spettro della crisi ha assunto una consi-stenza ben maggiore di una sem-plice ombra. La difficoltà di supe-rare la prima settimana ha preso il sopravvento rispetto a quella di arrivare alla quarta; gli Italiani, si sa, hanno la capacità innata di non darsi mai per vinti e stringo-no la cinghia il più possibile pur di garantirsi la sopravvivenza. Le recenti discussioni sulla nascita

del terzo polo, se per un verso ratificano la fine del berlusconi-smo, dall'altro rendono chiara la lontananza di certa politica dai problemi reali. E' evidente infatti che eventuali strategie politiche non possono interessare a chi è costretto a confrontarsi con le bollette e I balzelli dai costi sem-pre più elevati e a chi è forzato a scegliere tra beni di eguale necessità non per propria volon-tà, ma solo per l'inettitudine dei cosiddetti governanti. Da sfondo a questa situazione incresciosa, ma amaramente vera, le vicende della Grecia prima e dell'Irlanda poi. Se l'Italia ancora si salva, è merito degli Italiani e non certa-mente dei rappresentanti politi-ci, compresi quelli locali. L'aria che si respira a Palazzo di Città non è dissimile da quella di Roma; gruppi, anzi gruppuscoli, immeritatamente accomodati sulle poltrone di chi dovrebbe decidere, curano solo i propri interessi. La Città è ferma e non presta più orecchio alle dichiara-

GARANTIRSI LA SOPRAVVIVENZAzioni del Sindaco che si compiace in ogni occasione; a non accor-gersene è solo lui, il Primo Citta-dino. È felice perché in Consiglio è stato approvato l'assestamen-to di bilancio e finge di ignorare che si tratta solo di uno sposta-mento di somme di denaro per garantirsi la sopravvivenza fino al 31 di dicembre. Sarà contento in verità solo perché è riuscito a coalizzare intorno a sé i consiglie-ri rinomatamente malpancisti . È orgoglioso di avere approvato il progetto preliminare per l'ampliamento del cimitero di Fasano centro e finge di non ricordare anni di inerzia e di non-curante comportamento verso i cittadini che hanno impegnato i propri danari per un pezzo di terra al cimitero. Il Sindaco sem-bra vivere in una dimensione parallela, mentre la Città avreb-be bisogno di ben altro, soprat-tutto di serie politiche, a partire da quelle per l'occupazione. Passano i mesi e poi gli anni, e la Città sembra sempre più in uno stato di abbandono. Tutto si muove con disarmante lentezza. Anche le forze politiche di oppo-

sizione sembrano andate in letargo. Chi dovrebbe costruire l'alternativa, oramai, da mesi occupa il tempo ad interrogasi sul se, sul come, sul quando sfo-derare l'ennesima prova di atteggiamento democratico per la scelta del futuro candidato sindaco. Gli altri? Ognuno per la sua strada; il Senatore fasanese preannuncia la volontà di non partecipare al le primarie, l'Assessore regionale trascorre il tempo in una dimensione altra e distante dai problemi che conti-nuano ad attanagliare la città e i cittadini si esercitano, a mo' di slogan, a dichiarare che “tanto sono tutti uguali”. E se uno di questi giorni, come per incanto, ma in realtà sospinto da una vera necessità, si ergesse una figura capace e distante dalle logiche degli interessi dei pochi e dalle filosofie sterili, pronto ad instil-lare i semi di una nuova rinascita, utile agli interessi della collettivi-tà? Non sarebbe anche questo il segno che se Fasano si salva è grazie ai Fasanesi?

Aldo Carbonaro

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FASANO ALLO SFASCIOCome dividersi le ultime briciole

Come può un Comune dividersi le ultime briciole di dignità, spartirsi la possibilità di assumere nuovi precari con i nostri soldi, aumen-tare ancora la Tarsu pur sbandie-rando una raccolta differenziata record? Vivete a Fasano e lo scoprirete. La nostra ricerca di verità da gaglioffi sull'appalto semafori&parcometri continua a offrirci delle domande. Perché questo appalto? A chi giova? La risposta è semplice: la possibile spartizione per i politici dell'as-sunzione di sette precari più uno, un fuoriuscito dalla decadente Tricom. Un'amica mi chiedeva di mettere la faccia dell'assessore e dell'assunto amico per ogni colonnina, come il gioco delle coppie per affinità. È troppo, io avrei preferito poter scrivere di politici privi della capacità di considerare le casse comunali come il portafoglio di famiglia. Quando vedrete i sette poveri precari andare a depositare le multe sui parabrezza delle vostre auto in divieto di sosta potreste farlo voi questo gioco e prender-vela con i mentori politici degli stessi. E i vigili che finalmente multavano gli automobilisti birichini e disattenti nel parcheg-gio li degraderemo ai meno nobili lavori di ufficio? E lasciare a casa l'ideatore dell'appalto per poter consentire un equilibrio politico nelle assunzioni, non vi sa di beffa? Chi dovrebbe in realtà assumere gli ausiliari non ha avuto la possibilità di assumere neanche la cognata, beffa delle beffe. Ma il ridicolo lo si sfiora quando a sicurezza di un cantie-re, durante il montaggio di un semaforo intell igente, più intelligente di me, vi erano due vigili urbani. Dico ridicolo per non adirarmi. I vigili a fare sicurezza a lavori di privati? Che bella Fasano … e non vorrei spaventare i sette più uno assunti ma la stessa ditta, a Gioia del Colle, sta avendo un po' di problemi nel pagamento degli stipendi. Non vorremmo quindi ripetere la triste storia della Tricom. Ma la domanda che realmente ci rimbomba in mente è sempre la stessa: a che servono questi semafori e questi parco-

metri? Meglio una bella e meno pericolosa rotonda e vigili ligi al dovere. Che un privato metta le mani nelle mie tasche comminan-do multe non mi va, soprattutto se i suoi emolumenti siano legati alla quantità delle multe elevate. E perché non si è detto a tutti coloro in cerca di lavoro, che hanno presentato i curricula a Vigeura e Save, che senza un “amico” non avrebbero avuto possibilità di assunzione?Scriviamo della Monteco? Vi racconto una storia che inizia in questo modo. “Modalità di recupero della frazione organica: separare accuratamente i rifiuti organici da tutti gli altri. Metterli in un apposito sacchetto biode-gradabile. Non inserire nel sacchetto cibi caldi per non danneggiarlo. Chiudere il sac-chetto e conferirlo nell'apposito contenitore. Perché è necessario recuperare la frazione organica? Ridurre i quantitativi di Ru da smaltire in discarica. Prevenire la produzione di inquinanti atmo-sferici che si genererebbero dalla combustione degli scarti.”Il nostro Comune ancora conferi-sce in discarica gli stessi rifiuti che conferiva prima di questa campagna. Si pagano fior di quattrini per questa campagna e non si riduce nulla. Anche perchè spesso si continua a consigliare l'utilizzo di qualsiasi sacchetto per il famoso bidoncino marro-ne. Ma una busta non biodegra-dabile rende inutilizzabile il recupero dell'umido. Non dimi-nuiscono i conferimenti in discarica, aumentano i costi per il Comune (e le nostre tasse), non vi è una giusta informazione. Perché questa ditta continua a prestare un servizio inadeguato, perché i politici non vogliono che si critichi l'operato della stessa? Puzza di marcio, come puzzano i bidoni marroni prima di essere svuotati invano, visto il conferi-mento del loro contenuto in discarica per via dei sacchetti non degradabili usati come conteni-tori. E noi paghiamo. E chi deve pagare, per il malversato?

Gianluca Monopoli

Il Medioevo non suscita, per memoria scolastica, particolari entusiasmi: chiusura, prepo-tenze, castelli lugubri, sovrani despoti, vassalli, valvassori e valvassini tutti pronti a leccare il deretano del signore in cambio di protezione. Ma per diventare vassallo o qualcosa di simile, il percorso non era semplice, occorreva fare un

contratto privato: il vassallo doveva dichiararsi "homo"dell'altro, cioè suddito durante la cerimonia dell'"omaggio", per ricevere, in cambio della propria fedeltà e del servizio, protezione dal signore. La cerimonia dell' investitura era una particolare forma di omaggio e si articolava in tre fasi: la prova, l'omaggio e il bacio. Il re appoggiava la spada sulla spalla del vassallo e gli assestava un colpo forte sulla spalla per assicurarsi delle sue capacità acqui-site durante l'addestramento militare. Se la prova veniva supera-ta, il re prendeva le mani del vassallo,che affidava la propria vita nelle sue mani. Con il bacio, infine, il re prometteva al vassallo di proteggerlo nel corso di tutta la sua esistenza. Anno 2010, Comu-ne di Fasano, la storia si ripete e non è certo un gran belvedere. Voci diffuse e persistenti su fantomatiche assunzioni di ausiliari del traffico, solita spartizione di nomi fra sindaco, assessori e consiglieri, la conferma di un modo di amministrare lontano anni luce dall'interesse pubblico. Voci confermate interamente e addirittura cristallizzate in una delibera di giunta che - se mai la cosa potesse rappresentare un pregio - squarcia il velo e mostra di che pasta sono realmente fatti il Sindaco e i suoi scudieri. Politi-che occupazionali? Macchè! Bieche raccomandazioni? Il Sindaco è capace anche di andare oltre una prassi antica ed odiosa, quella che si condensa in “sono amico di… e ho diritto a…”. Gli ausiliari del traffico, ultima fantasia comunale per fare cassa, fanno ufficialmente parte dell'offerta di una gara aggiudicata qualche settimana fa all'Associazione di imprese Vigeura s.r.l. e SAVE s.r.l. “per la concessione del servizio dei parcheggi a pagamento”. La legge prevede che gli ausiliari, che non sono obbligatori, coadiu-vano la Polizia municipale nel contrasto a particolari violazioni del Codice della strada, sosta vietata o circolazione irregolare e devono, sempre per legge, possedere dei requisiti (rientrare in certi limiti di età, avere l'idoneità fisica, non avere precedenti penali). L'Amministrazione Di Bari ne ha inventato un altro, “aver superato con esito favorevole la prova di idoneità a seguito della partecipazione all'apposito corso di preparazione, la cui durata è stata di venti ore e della cui effettuazione si è occupato il Coman-do di polizia Municipale”. Come dire: i giochi sono stati fatti, gli ausiliari sono stati già arruolati, senza che uno straccio di avviso pubblico sia stato esposto per consentire alle migliaia di giovani disoccupati fasanesi almeno di partecipare a quel corso e di sperare in un'occupazione. Il velo è stato squarciato con il parere favorevole del Comandante della Polizia Municipale, anch'egli investito come nel Medioevo dallo stesso Sindaco. Gli ausiliari del traffico, soldatini di una politica che tanto ricorda le assunzioni “parentopoli” della Tricom, contribuiranno a fare cassa con sistemi che travisano le norme e le rendono irrazionali. E' incredi-bile che nel 2010 il Sindaco, agghindato come un sovrano e con in testa una bella corona, stia in attesa dell'omaggio dei nuovi vassalli già “provati” dal Comandante e sia pronto ad offrire loro un bacio accompagnato – è verosimile - da un santino elettorale.

COME UN’INVESTITURA MEDIEVALE

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E' un sabato mattina, una giornata piuttosto fredda con temperature davvero inusuali per Fasano; traffico di veicoli e di persone indaffarate. Il giorno che precede la festa è, come nelle migliori aspettative, preceduto dal deside-rarlo di apprestare tutto nella migliore maniera. Compreso il fatto di avviare la raccolta diffe-renziata. In via Paisiello è allestito un gazebo in cui è possibile ritirare il kit, secchiello marrone e brochu-re informative. Fatto sta che, sabato 27 novembre, le tende bianche erano abbassate e di volenterosi addetti alla distribu-zione, neppure l'ombra.Un'elegante signora, occupatissi-ma ma non per questo disposta a rinunciare ad essere civile, è costretta a desistere dall'impresa. La raccolta differenziata dovrà aspettare. Lunedì 30 novembre il clima è un po' più mite e le tende sono state sollevate; passando vicino al gazebo, si intravedono le sagome dei secchi e le ombre di laboriose ragazze intente ad

aspettare i cittadini. La signora del sabato precedente si appresta al compimento del suo dovere, non prima però di avere ottenuto spiegazioni esaustive sugli accadi-menti di sabato. Alcuni ritengono che i diritti dei cittadini possano essere cestinati se vengono ammantati di un velo di perversa curiosità. Grande errore, alla luce dei principi di democrazia che dovrebbero guidare la vita di uno Stato. Le spiegazioni arrivano, ma hanno il sapore dello sfottò. “Sabato era freddo e il direttore ci ha dato il permesso di chiudere. Se voleva il secchio, poteva andare al Comune”; così periscono i servizi pubblici, per inattitudine al lavoro del personale dipendente e per incapacità gestionale del direttore della ditta del pattume. Forse una scusa un po' più plausibile avreb-be rasserenato il cittadino; magari una malattia improvvisa, l'esauri-mento della scorta dei secchi, una tormenta di neve, ma non un po'di f r e d d o e c e r t a m e n t e n o n l'autorizzazione del direttore. La

polemica si dice che non appaghi e che quasi mai produca risultati migliorativi per chi la fa. “Come si mette il rifiuto nel contenitore marrone? Ho sentito dire che non si possono utilizzare le buste da riuso perché non riciclabili. Potrebbe per cortesia fornirmi delle buste adatte all'uso?” : il cittadino si comporta da cittadino, ottenendo in cambio la seguente risposta: “Usi pure le buste della spesa, signora. Non ci sono pro-blemi. Nel servizio non è compre-so che la Monteco dia le buste”. Ciò lascia presumere che migliaia di buste di plastica contenenti l'umido organico vengano aperte prima che il loro contenuto arrivi alla ditta incaricata, oppure dopo (forse per questo il servizio è così oneroso). L'ipotesi è talmente inverosimile da non meritare commento. Ormai lo sconforto ha preso il sopravvento sul cittadino riscopertosi nuovamente suddito di una dittatura spietata e irrazio-nale. Lo sconforto, però, non equivale a resa incondizionata:

“Siccome ho due abitazioni per le quali verso regolarmente la tassa per la spazzatura, potrei avere un altro secchio da portare alla Sel-va?”, incalza il cittadino. La rispo-sta, alquanto destabilizzante, non tarda ad arrivare: “No, signora, tanto alla Selva la differenziata non parte”. Altrettanto pronta la replica, “Ma come? Se io comincio a fare la raccolta differenziata a Fasano e perciò mi dimostro persona civile, quando vado a villeggiare alla Selva devo disabi-tuarmi a essere civile?”Il penoso dialogo ha termine così, con un altrettanto deplorevole silenzio. Restano solo l'amaro in bocca e un secchio fra le mani, a testimonianza che la buona volon-tà a volte non basta e che l'augurio del Comune, espresso per bocca della ditta del pattume, “Buona differenziata” bene esprime l'ulteriore esborso di denaro pubblico, quasi settecentomila euro, cui l'Amministrazione ha sottoposto i cittadini civili, ovvero-sia quelli residenti nelle fantomati-che zone A e B in cui Fasano è stata arbitrariamente suddivisa.

Er Puzzone

A VOLTE NON BASTA SOLO LA BUONA VOLONTA’

Buon Natale eBuon Natale eFelice Anno nuovoFelice Anno nuovo

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GLI ULTRAS E LA LAVAGNALa lavagna multimediale dedicata a Nicola “Step” Marsiglia donata alla Giacinto Bianco

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E' passato più di un anno, era la notte del 23 novembre 2009. La nostra cittadina si macchiava dell'ennesimo infame furto in una scuola. Ignoti trafugavano dalla Giacinto Bianco alcuni computer, soldi e sradicavano dal muro di una classe un proiettore parte integrante di una lavagna interat-tiva multimediale. Ordinaria amministrazione in una città senza dignità in cui si ruba anche nelle scuole, già impoverite da un governo che continua a tagliare fondi per la cultura. La lavagna, ottenuta dalla scuola tramite un Piano di Funzione, consente al gruppo classe di fare attività in un modo nuovo. Nuovi i canali di apprendimento attraverso filma-ti o dati che arrivano direttamen-te da internet. Permette ai diver-samente abili il “fare didattico”, rende la lezione più interessante a chi ha problemi di attenzione, consente una scoperta del sapere per tutti, differenziando l'attività per i vari alunni. Il dirigente scola-stico, la professoressa Di Bari, e la professoressa Vinci, referente del progetto che ha portato nella scuola tre lavagne L.I.M. , non nascondono lo sdegno per il furto subito. Le lavagne, inserite nelle classi che ospitano alunni diversa-mente abili, hanno consentito il brillante conseguimento della licenza nel passato anno scolasti-co ad un ragazzo con seri proble-mi di apprendimento. Ma le lava-gne sono strumento importante per avvicinare al sapere anche bambini sempre meno attenti nelle ore di lezione. La scuola non ha le capacità economiche per acquisire nuove lavagne (a stento vengono pagate le supplenze…).

Ce ne vorrebbe una per classe o, almeno, bisognerebbe coprire le classi con disabili. Come fare?Al di là, in latino Ultra. Ci ha pensa-to un gruppo di ragazzi che ha fatto un gesto al di là delle aspet-tative, al di là del motivo che li unisce. Un gruppo che si chiama Fasano Ultras, un gruppo di una ventina di ragazzi. Molti storcerebbero il naso pen-sando agli Ultras. Ma l'essere Ultras non solo è caratterizzato da un forte senso di appartenen-za al proprio gruppo e dall'impe-gno quotidiano nel sostenere la propria squadra. Va al di là. Il grup-po Fasano Ultras è un gruppo di amici e amiche, uniti dal ricordo di un amico che non c'è più, un ragazzo assassinato da un auto-mobilista. Step, Nicola Marsiglia, è il collante di questo gruppo di amici. A Nicola va l'ultimo coro. A Nicola va il ricordo. A Nicola si deve dedicare qualcosa che rimanga nel tempo. Mai visto un gruppo di amici così unito, con regole non scritte, fuori dal greg-ge. Codici di comportamento condivisi, a volte al di là dei com-portamenti, nel bene e nel male. Una legione romana, sempre pronta a far quadrato. Nicola, con i suoi amici, voleva aiutare chi aveva avuto meno fortuna dalla vita. La Fontanella era spesso l'idea per un aiuto, un regalo. Eppure i soldi, nelle tasche dei ragazzi, erano sempre pochi … e spesso non si concludeva niente. Come ricordare Nicola, il fratello, con un atto “alla Nicola”? L'idea balena nella mente di un ragazzo del gruppo. La mamma aveva parlato a casa della lavagna ruba-ta, quella lavagna che aveva con-sentito a un ragazzo con proble-mi di apprendimento di consegui-re la licenzia media. Ma la lavagna costa, 2000 euro e oltre. E oltre si andrà, al di là delle proprie possi-bilità, da soli, all'interno del qua-drato, con Nicola sempre presen-te nei cori e nei cuori. Un memo-rial, aiutati dai fratelli di Cava dei Tirreni, Manfredonia, Cosenza, Novoli e Campobasso. Tante partitelle e cene sociali. Quei quattrini uscivano dalle tasche dei ragazzi e hanno fatto monte, consentendo l'acquisto della

lavagna che porterà indelebile il nome di Step. Si è andati al di là, come dovremmo andare al di la delle nostre convinzioni sugli ultras. La professoressa Di Bari è stata colpita da questo atteggia-mento, come non darle ragione. E la consegna della lavagna sarà un modo per far conoscere agli alun-ni Nicola, con le sue passioni e i

suoi valori. La memoria, il ricordo. Nessun politico, solo i ragazzi, la scuola e la famiglia per la conse-gna. Fasano Ultras non voleva che la storia fosse pubblicizzata, ma questi sono i gesti che andreb-bero sempre raccontati in una Fasano parca di buone azioni.

G. M.

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A DIFESA DELLA VITA

AnticoVia S. Francesco, 29 Fasano (Br) - Tel. 080 4392575

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Ha festeggiato trent’anni la sezione di Fasano, presieduta da Rocco Marzolla, del “Movi-mento per la vita” lo scorso 14 novembre. L'associazione nasce per difendere la dignità dell'uomo ed in particolare del bambino concepito e non ancora nato. Negli anni infatti l'associazione ha portato avanti numerosi progetti per assistere le donne in procinto di abortire. Tra questi, il Centro di aiuto alla vita e il “Progetto Gemma”, una specie di adozio-ne a distanza che consente di aiutare un bambino nel grem-bo di neo mamme che vertono in gravi situazioni economiche attraverso l'offerta di 160 euro mensili per un periodo di tempo di d ic iotto mesi . L'associazione fasanese ha voluto festeggiare i suoi anni di attività organizzando una tavola rotonda dal tema “Regione e volontariato: quale tutela per la maternità”. Ospiti

della serata, il Presidente nazionale del “Movimento per la vita” l'on. Carlo Casini, l'Assessore Regionale alle Opere Pubbliche Fabiano Amati e il Sindaco di Fasano Pasquale Di Bari. Per l'occa-sione tre studenti pugliesi hanno ricevuto un attestato di merito perché vincitori del concorso europeo organizzato dal “Movimento per la Vita”. Gli studenti hanno realizzato un elaborato sul tema della dignità umana: componimenti, quadri o poesie. Tre sono stati i vincitori pugliesi premiati dall'associazione fasanese. Più di duecento sono, dai dati del “Movimento per la vita”, i bambini nati a Fasano grazie all'impegno dell'associazione dopo che le madri avevano già ricevuto il certificato di aborto. Difendere la vita è un gesto di coraggio. Ma sorgono nume-rose riflessioni. Non è mai facile per una donna vivere e sceglie-

re nella solitudine. Il primo grande gesto d'amore che si può compiere è quello di comprendere con delicatezza una scelta. È necessario che tutti i livelli amministrativi si impegnino per sostenere una scelta di vita se questa dipende da contingenze economiche o sociali. Ma il compito a cui una

collettività è chiamata è quello di comprendere l'altro nelle sue debolezze. Non esistono verità assolute. Soprattutto quando un essere umano vive per la sua condizione d'essere drammi interiori. È un compito più difficile, ma non meno nobile.

F. R.

Buon Natale eBuon Natale eFelice Anno nuovoFelice Anno nuovo

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UN’ARIA NUOVA

dicembre 2010

In Italia comincia a respirarsi aria di ribellione popolare. È il profumo di una lotta di libertà e futuro. È un urlo coraggioso che nasce talvolta dal la disperazione dell'esistenza, talaltra dal fuoco della passio-ne civile. Giovani studenti arrabbiati per un diritto allo studio squarciato nel ventre de l l 'un ivers i tà pubbl ica , precari della scuola feriti nel loro diritto al lavoro e ricercato-ri che, imbracciando le armi di una cultura conquistata in anni di studio, fanno della loro lotta una pagina per il futuro di tutti. Non si assisteva ad una simile rivoluzione da anni, nella penisola oramai diventata famosa per il suo leader carismatico o, meglio, per le tante barzellette istituzionali del suo leader carismatico più che per i suoi monumenti d'arte. La cultura, dalle univer-sità ai monumenti, si sbriciola sotto l'ala di uomini al potere che nulla sanno del peso della cultura. Tremonti, ministro italiano dell'Economia, non smentisce che con la cultura non si mangia. Si dimentica che i musei, i siti archeologici, la scuola, l'università creano occupazione. E soprattutto ignora che la cultura riempie le menti e fortifica gli animi. Lo dimostrano i giovani volti che tenacemente resistono nella battagl ia del progresso. Condurre una battaglia è sintomo di grande tensione

ideale. Investire nella cultura non è semplicemente un atto di nobiltà intellettuale e ammini-strativa. Investire nella cultura significa condurre la strada del nuovo e del progresso, signifi-ca cambiare il mondo. Ma c'è chi preferisce che il mondo resti come sia: le disfunzioni di un sistema favoriscono i giochi di potere e le compravendite, le stesse cui il nostro paese nella più alta assise democrati-ca ha assistito inerte in questi ultimi giorni. Dall'alto della cultura ministe-riale, si urla che i rivoluzionari

favoriscono i baronati delle università. Scopo infatti della osannata riforma, che riforma non è, sarebbe l'incidenza sulle grandi eredità accademiche. Manca nelle più alte rappresen-tanze l'abitudine a leggere le carte. Oltre a tagliare i fondi per l'università, la riforma Gelmini - Tremonti elimina la figura del ricercatore a tempo indetermi-nato. I giovani cultori di tante d i s c i p l i n e a c c a d e m i c h e potranno lavorare con un contratto a tempo determina-to della durata di tre anni rinnovabile una sola volta. Cosa accadrà a quel giovane cultore una volta concluso il periodo di contratto, non è dato sapersi. Cosa accadrà alla sua profes-sionalità e ad un lavoro di conoscenza utile per una collettività non è affare dei ministri Gelmini – Tremonti. Eppure i ricercatori italiani spendono intere vite per ambiziosi progetti nel Nord Europa o negli Stati Uniti. Quegli stessi progetti che poi vengono sbandierati come modelli da imitare. Se avessimo più aderenza alla realtà e più

desiderio di progresso, l'Italia potrebbe essere un modello da imitare. Ma i cervelli in fuga sono una disfunzione del sistema. Il contratto a tempo determinato è una disfunzione nel sistema universitario. Basterà contattare il politico di turno del proprio paese natio per restare in Italia, magari anche solo con un contratto a tempo determinato. Il progres-so, la dignità del lavoro, il diritto al lavoro, la cultura sono i quattro denari per comprare un po' dell'altro. C'è chi ha deciso di combattere le disfunzioni e di non cedere alle compravendite di uomini. Sono quei giovani volti dalla forte tempra. Sono quelle giovani braccia che, occupando i grandi monumenti italiani, sfilando in strada, urlando alle sedi istituzionali, difendono l'Italia che si sbriciola. Toccherà a quelle stesse braccia un giorno raccogliere le briciole. Ma non sarà un peso. Sarà f inalmente i l tempo per ricostruire.

Francesca Radesco

Buon Natale eBuon Natale eFelice Anno nuovoFelice Anno nuovo

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UNA IKEA DI UNIVERSITÀ

dicembre 2010

Che fareste se vi facessero notare la stretta somiglianza tra il catalogo dell'Ikea ed un serio documento di Guida di orienta-mento e programmi dei corsi 2001-2002 della facoltà di Scienze del la formazione dell'università di Torino (ma potrebbe valere per molti altri anni di molte altre facoltà di molte altre università italiane)? Prendereste il vostro interlocu-tore per un pazzo, per un burlone o per uno specialista delle acrobazie verbali - diciamo, per esempio, un serioso filosofo del linguaggio. Maurizio Ferraris è uno dei più apprezzati filosofi italiani in campo internazionale, professore ordinario di Filosofia teoretica presso l'università di Torino con studi nel campo della filosofia del linguaggio e della scrittura. Probabilmente, come tutti i filosofi, è un po' pazzo ed un po' ironico. Ma il paragone da lui proposto nel lontano 2001 si è rivelato straordinariamente premonitore. In un fortunato pamphlet dal titolo “Una ikea di università” denunciava lo scempio che si stava compiendo nei confronti dell'università italiana, vittima di un micidiale cocktail ideologico in cui si

dosavano abilmente eccessi di aziendalismo ed eccessi di postmodernismo. A rileggerlo a distanza di anni (ma è stato ripubblicato con un'integrazio-ne nel 2008), non si capisce mai dove finisca la parodia e cominci la realtà. E, da perfetto filosofo, Ferraris ne è ben consapevole. “Come nei romanzi di Thomas Mann, spesso le cose gravi si annunciano attraverso la farsa, e in effetti farsesca è stata in moltissimi aspetti la riforma dell'università – e la sua attua-zione – anche se il risultato non è stato per niente comico”, scriveva Ferraris riferendosi alla riforma dei governi di centrosi-nistra di Prodi e D'Alema, e poi prevedendo lo scempio dei g o v e r n i b e r l u s c o n i a n i i n perfetto “spirito bipartisan”, in ultimo quello con ministero dell'Università affidato alla Gelmini. Poi riconosce: “Tra la prima e la seconda parte di questo libro, tra il 2001 e il 2008, non sarà difficile riconoscere un cambio di umore. Oggi c'è poco da ridere, l'università è in crisi e sotto attacco”. In realtà Ferraris si riferiva principalmente alle cosiddette facoltà umanistiche, quelle cioè che si propongono lo studio delle scienze dello spirito e delle scienze sociali, ma il tono del discorso, a proposito della frantumazione della formazio-ne in vista di una informazione grossolana e mirata all'utilizzo immediato delle competenze, si adatta bene a tutti gli ambiti del sapere. Vengono enucleati nel pamphlet tutte le criticità che stanno distruggendo un sistema di formazione apprezzato nel mondo, sviluppati in modo colto e provocatorio: l'ossessione cieca per il lavoro ed il diretto collegamento con l'industria, la trasformazione dello studente in cliente (“ha sempre ragione lui”), il trattamento di corsi ed esami come se fossero merce da catalogare, l'interpretazione opportunistica e scorretta delle teorie filosofiche à la page come ermeneutica, soggettivismo e relativismo per scardinare i d e o l o g i c a m e n t e g l i a s s i

tradizionali della trasmissione della cultura. Ma anche, più prosaicamente, le piaghe interne: dalla proliferazione di corsi inutili all'eccesso di cattedre, passando per i modi per vincere un concorso, inevitabilmente basati sulla simpatia personale, per chia-marla così, tra candidato e commissari. Ferraris ha anche il merito di mettere a fuoco la radice della crisi: la volontà di realizzare un accesso allargato, una democratizzazione dell'uni-versità, abbassando program-maticamente il livello dell'istru-zione. Che è come abbassare l'asticella invece di insegnare al saltatore la corretta tecnica di salto, o anche “aumentare la democrazia in una reggia accrescendo il numero dei camerier i” . Tutto questo avviene sulla scia del riferimen-to a sproposito al modello

americano, dove indubbi centri di eccellenza convivono con università farsesche e scuole primarie e secondarie di livello bassissimo, e sulla scia di una subcultura anti intellettualistica basata sull'antropologia, che le tv commerciali incarnano alla perfezione ma che ha trovato insospettabili fautori dappertut-to, per cui il mercato e l'industria possono rispondere anche a problemi di natura squisitamen-te culturale. La cosa straordina-ria è la sconvolgente attualità di parole scritte tra i dieci ed i due anni fa, persino nei personaggi citati. Ma in Italia nulla cambia, anzi la ripetizione è una delle situazioni tipiche della nostra scena pubblica. Così come è tipica del comico, di cui è meccanismo privilegiato - e ben lo sanno studiosi, autori ed attori comici. In fondo, scom-parsa la cultura, che differenza ci sarà tra farsa e tragedia? Tra ikea ed università?

Giuseppe Cofano

RedazioneVia F.lli Rosselli, 51 - Fasano

tel./fax [email protected]

mensile

Direttore responsabileAldo Carbonaro

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iscritto col n. 3/04nel Registro della Stampa

presso il Tribunaledi Brindisi

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Anno VII - n. 11Chiuso il 12 dicembre 2010

Grafica: [email protected]: Martano Editrice srl - Lecce

Via S. Francesco, 9 - 72015 Fasano (Br) nei pressi del Torrione

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Page 10: IL MENANTE - N. 11 DICEMBRE 2010

pag. 10

UNIVERSITARI SUL PIEDE DI GUERRA, MA LA GELMINI NON C'ENTRA

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CAMPAGNA AUTOCERTIFICAZIONE IMPIANTI TERMICI - Biennio 2010-2011

La Città di Fasano ha dato avvio alla campagna di autocertificazione degli impianti termici di potenza inferiore a 35kW. Organismo affidatario del servizio è la Itagas Ambiente Srl. L'autocertificazione deve essere effettuata inviando alla Itagas Ambiente S.r.l., la copia del Rapporto di controllo tecnico ricevuto dal manutentore unitamente alla ricevuta di versamento della tariffa di autocertificazione, pari a 19,00 euro. Il versamento si effettua sul c/c POSTALE n° 5822586 (IBAN: IT45 07601 15900-000005822586) intestato a “ Comune di Fasano – Servizio Impianti termici ” La Causale da indicare è: “Autocertificazione impianto termico – Biennio 2010-2011” con indicazione del responsabile dell'impianto. Il termine di scadenza per l'AUTOCERTIFICAZIONE e per la consegna della documentazione alla Itagas Ambiente S.r.l. è fissato al:

31 DICEMBRE 2010

Gli impianti termici di potenza inferiore a 35 kW non autocertificati (caldaiette domestiche) e gli impianti di potenza superiore o uguale a 35 kW ( centrali termica ) saranno soggetti ad ispezione con onere a carico del responsabile dell'impianto termico. Per informazioni rivolgersi alla Itagas Ambiente Srl ai recapiti sopra indicati.

CITTA' DI FASANO

dicembre 2010

Nel mese scorso l'assessore regionale ai trasporti Guglielmo Minervini ha effettuato un con-trollo a sorpresa con tanto di ispettori al seguito, percorrendo la tratta ferroviaria che da Fasano porta a Bari di prima mattina. Si è trattato di verificare la situazione e lo stato di una delle tratte più affollate della giornata, frequen-tata in massa da studenti che ogni giorno si recano all'Università. Le lamentele, da molto tempo a questa parte, sono tante. Vagoni super-affollati, e tra l'altro nean-che in buono stato. L'assessore ha riscontrato, neanche a dirlo, che tutto ciò di cui si son lamentati gli studenti in particolar modo negli ultimi mesi, corrisponde a verità. Ironia della sorte, è proprio delle ultime settimane la novità appor-tata da Trenitalia alle tariffe: in linea generale si tratta di un vasto aumento dei prezzi che tra l'altro va a colpire principalmente gli studenti e i pendolari del lavoro. Vediamo di quanto. Il costo di un biglietto di corsa semplice com-preso nella fascia da 16 a 20 km è rimasto invariato a 1,30 euro, mentre l'abbonamento mensile è passato da 33,30 a 37,80 euro e quello settimanale da 9,45 a 10,80 euro, con un incremento del 13,5%

e del 14,3%. Ancora più importan-te, un biglietto di corsa semplice compreso nella fascia da 51 a 60 km è arrivato a costare 3,90 euro dai 3,60 precedenti, con un aumento dell' 8,4%. Proprio quest' ultimo dato è quello che più interessa i giovani fasanesi che ogni giorno si recano a Bari per frequentare l'Università. Dalla situazione presentata ben si evince che l'aumento delle tariffe va a colpire soprattutto le fasce chilometriche più utilizzate e frequentate, e che nella stragran-de maggioranza dei casi interessa-no i giovani universitari. Un incre-mento dei prezzi notevole, che ha destato forti proteste da parte del mondo studentesco, soprattutto se si considera che nulla si è fatto per migliorare la qualità della tratta che molto spesso lascia decisamente a desiderare. I vagoni sono colmi, nonostante il numero sia pari a quanto prefissa-to, e già su questo si potrebbe intervenire. Molti treni, nonostan-te le sostituzioni degli ultimi mesi con convogli nuovi, non sono in buono stato, fatiscenti e a volte non igienicamente adeguati. Tra l'altro, alcune tratte sono state del tutto cancellate dal piano orario. D'estate, nelle ore più

calde della giornate, si utilizzano treni nelle tratte del primo pome-riggio sprovvisti d'aria condizio-nata. Un problema che con l'avvento della stagione fredda può sembrare per ora secondario, ma che invece non va assoluta-mente sottovalutato consideran-do la tempistica di un'eventuale intervento di sistemazione, e le solite lungaggini burocratiche. La situazione è tale che alcuni stu-denti preferiscono porre fine alla vita da pendolari per prendere in affitto camere d'appartamento nel capoluogo con tutto ciò che di negativo, talvolta, questa scelta comporta sul piano economico

per le famiglie e sul piano della legalità. Sarebbe ora di prendere davvero a cuore la questione. Su questa scia l'Adoc, l'associazione dei consumatori pugliesi, ha sollevato la protesta in maniera vibrante e si spera davvero che la classe politica intervenga nella maniera più consona e solerte possibile. Ora che tanto si sente parlare di tagli all'Università, all'istruzione, di disagi arrecati ai giovani studenti, si deve comincia-re anche dal rendere meno trau-matico il semplice utilizzo di mezzi pubblici.

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ATTENTI AL LUPO

dicembre 2010

Fin dove può giungere la necrofilia dei talk show televisivi? Fino a che livello di morbosità è lecito far giungere gli pseudo dibattiti diret-ti da insetti scatofagi? Alla fin fine: che ruolo deve avere l'informa-zione quando si imbatte in storie di delitti, scomparse, tragedie per-sonali e familiari?Ritenere di poter rispondere a que-sti quesiti in maniera esaustiva sarebbe da presuntuosi, rinuncia-re a porsi queste domande sareb-be da vili. Anche chi evita i pro-grammi di disinformazione di massa del primo pomeriggio, alla fine incappa, volente o nolente, in un notiziario in cui si parla di quel pozzo di Avetrana, di quella pale-stra di Brembate di Sopra e poi Cogne, Erba, Garlasco, come Fasa-no tanti anni prima… una lunga sfilza di anonimi e insignificanti paesi, assurti alla gloria dei roto-calchi televisivi, e di quelli patinati, grazie a un delitto, una strage, la sparizione di qualcuno. Materia di cui infarcire i palinsesti televisivi, su cui chiamare a litigare in diretta nazionale, possibilmente intorno a un plastico della “casa dell'orro-re”, la consueta compagnia di giro: lo psicologo di grido, la sou-brette raccomandata, lo scrittore che deve presentare il suo ultimo libro, un prete miope, qualche poli-tico presenzialista, possibilmente Vittorio Sgarbi che insulti lo scrit-tore o la soubrette (se poi la sou-brette ha scritto un libro, è il massi-mo del trash). Quindi anche noi, che per conto nostro, anche per rispetto del dolore delle famiglie, saremmo alieni alla trattazione di certi temi, non possiamo fare a meno di venire a conoscenza di particolari inquietanti. Leggiamo da un televideo nazionale che spunta un nuovo testimone che ha visto Sarah Scazzi alle 13,45 del 26

agosto. Ciò dovrebbe indurre a variare l'ora presunta del delitto. A me viene spontaneo chiedermi: perché dal 26 agosto, questo testi-mone spunta fuori il 2 dicembre? Poi approfondendo un po' sul web si evince che il cosiddetto nuovo testimone era stato già ascoltato dagli inquirenti e giudicato inat-tendibile. A che serve il signor nuovo testimone? A far avanzare le indagini o a far crescere l'audience di Chi l'ha visto? Rispon-detemi tra qualche minuto, dopo la pubblicità.Dopo Sarah, tocca a Yara. Tutti auspicano che sia ancora viva ma in realtà si cerca già un cadavere. Si cerca un colpevole e bisogna tro-varlo a tutti i costi. Anche a costo di sbattere in prima pagina un mostro inesistente. Anche a costo di fermare un traghetto di linea sulla tratta Genova-Tangeri per bloccare un muratore marocchino ventitreenne che non c'entra nien-te ma intanto si fa alcuni giorni di carcere. Come in passato era capi-tato al barista congolese accusato dell'omicidio di Meredith Kercher e che centinaia di persone aveva-no visto altrove nel momento del delitto. Questa volta, avendo come palcoscenico una terra leghista, la demenza è esplosa immediatamente, con scritte che invitavano a cacciare i marocchini, vai a capire se nel senso di mandar-li via o di usarli come preda in bat-tute di caccia. Quando il marocchi-no è stato rilasciato, nessuno ha scritto sui muri una parola di scu-se. In epoca medievale, spesso si individuava nel perfido ebreo il col-pevole di qualsiasi malefatta. Era l'unico straniero che avessero a disposizione. Ai giorni nostri c'è solo l'imbarazzo della scelta, tra marocchini, romeni, albanesi, slavi (so tutt na razz), ma l'atteggia-

mento di par-tenza è lo s t e s s o : c i serve un col-pevole e lo v o g l i a m o esterno. Lo v o g l i a m o e s t e r n o a l nostro grup-po, al nostro c l a n , a l t r i-m e n t i d o-vremmo am-mettere il fal-l i m e n t o d i

una soc ietà che si riempie la bocca della parola famiglia e nella quale i propri membri uccidono figlie e madri, nipoti e mogli, cugine e sorelle.Quasi sempre donne del la famiglia.Dovremmo am-met tere che siamo distratti e che i drammi avvengono sotto i nostri occhi e che nessuno di noi è in grado di cogliere i segni premo-nitori, anche quelli più evidenti, che ci potrebbero mettere in guar-dia: disagio sociale ed economico, disturbi mentali sottovalutati, vio-lenze domestiche confinate nello spazio privato. Se ce ne accorges-simo potremmo mettere in atto delle contromisure: servizi sociali e sanitari, politiche di inclusione

sociale, un diverso modo di conce-pire le città. Ma è troppo complica-to, è più semplice trovare uno stra-niero e dare la colpa a lui. Peccato che non risolva un accidente, ma ormai siamo abituati a questa trama da quando ci raccontavano la storia dell'uomo nero oltre la porta. Storia sempre buona per impedire alle menti semplici di sco-prire cosa c'è veramente dietro.

Francesco Vergine

Avetrana - il pozzo in cui è stato trovato il cadavere di Sara Scazzi

Avetrana - il pozzo in cui è stato trovato il cadavere di Sara Scazzi

Brembate di Sopra - la palestra frequentata da Yara GambirasioBrembate di Sopra - la palestra frequentata da Yara Gambirasio

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Page 12: IL MENANTE - N. 11 DICEMBRE 2010

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ENTRE LOBOS

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dicembre 2010

Una storia affascinante, in un mondo che offre spesso solo squarci di desolazione e di disgusto, sarà nei giorni di Natale nelle sale cinematografiche italiane insieme al solito imman-cabile cinepattone campione di incassi. “Entre Lobos” (Tra i lupi) del regista spagnolo Gerardo Olivares, racconta la storia vera di un bambino adottato da un branco di lupi con cui ha convissu-to per dodici anni, dall'infanzia fino alla prima giovinezza. È la storia di Marcos Rodriguez Pantoja, figlio di un boscaiolo; trascorse i primi sette anni tra stenti e privazioni; la famiglia infatti era molto povera. Rimasto ben presto orfano di madre, il padre decise di risposarsi. Il padre andava per i boschi tutto il giorno, mentre la matrigna restava con i figli e maltrattava soprattutto il più piccolo della famiglia, Marcos appunto. Finché un giorno riuscì a convincere il padre a venderlo. Lo acquistò un pastore, che però morì ben presto. Il bambino rimase solo al mondo, circondato da boschi, montagne e fiumi. Correva l'anno 1953. Nei boschi

della Sierra Morena, Marcos incontrò i lupi. Finalmente una vera famiglia e al contempo una famiglia vera. Dalle parole del protagoni-sta della storia: «Morto l'uomo che mi aveva comprato mi sono rifugiato nei boschi, non mi avvicinai mai a

un essere umano, perché temevo che mi riportassero a casa dalla mia matrigna. Il primo contatto con i lupi avvenne di sera. Stavo in una grotta piena di lupetti, a cui rubai un pezzo di carne per la fame. Tornò la mamma lupa, mi vide, si accorse dai resti vicino a me, capì che avevo tolto il cibo ai cuccioli e mi spinse con una zampata contro la roccia. Poi mi guardò negli occhi e mi avvicinò della carne che aveva appena cacciato. Diventai parte della famiglia». Marcos dimenticò la lingua degli esseri umani, imparò ad ululare e a comunicare con i segnali dei lupi, si abituò a camminare carponi, a cibarsi come loro e a ricoprirsi con le pelli degli animali cacciati. Nel 1965 Marcos venne ritrovato dalla Guardia Civile, «Un giorno mi circondò la Guardia Civile a cavallo. Avevo i capelli lunghi fino alla cintura, scurissimo di pelle per il sole e la sporcizia, vestito di pelli e con i piedi ricoperti di pelle ruvida e calli, non avevo mai portato scarpe. Cercai di scappa-re ma mi catturarono, mi portaro-no da un prete che mi spedì a

Madrid da suore che mi bloccaro-no la schiena tra due assi per riabituarmi a camminare dritto». Il bambino-lupo rientrò con grandi difficoltà in quel mondo che non lo aveva mai benvoluto e non ha mai dimenticato le sue “origini”. Confessa: “Ancora oggi sentire l'ululato dei lupi mi fa bollire il sangue nelle vene”. Facile chiedersi chi siano i veri animali in una storia che contiene, oltre che sentimenti di tenerezza e di compassione, un retrogusto amaro. Altrettanto facile la risposta: gli animali, le bestie, sono coloro che si ergono a esseri civili e pretendono che si debba stare eretti e compiti, articolare i suoni in una certa maniera piuttosto che in un'altra. Anche quando, in verità, si avrebbe solo voglia di emettere grida gutturali. Bestie per ben due volte: la prima per aver venduto e mercificato un essere indifeso, la seconda per aver preteso di “civilizzare” chi, per sua fortuna, era riuscito a dimenticare un mondo “incivile”. Come può essere la vita con un branco di lupi? A dispetto di ciò che comunemente si pensa, l'immagine romantica del lupo solitario è solo letteraria; I lupi vivono in branco e in branco cacciano, allevano la prole e

difendono il territorio, in maniera integrata e coordinata.Mantenersi all'interno di questa struttura organizzata è vitale per ogni componente; infatt i , l'animale emarginato dal gruppo, o riesce a crearne uno nuovo, oppure è fatalmente destinato ad una triste fine. Il branco è formato da un numero variabile di individui: dai quattro, otto elementi che costituiscono il nucleo familiare, la coppia e i figli di uno o più anni, può arrivare a contarne più di venti. Ogni branco ha necessità di disporre di un numero adeguato di componenti per la buona riuscita della caccia e per la quantità di cibo che normalmente riesce a procurarsi. Come può essere la vita con gli esseri umani? Le risposte in questo caso son molteplici e variegate, dipendono come dire dal contesto e sarebbe riduttivo fare esercizio di commiserazione pensando alle brutture dei cosiddetti esseri umani. Certo un monito può essere di aiuto nella circostanza concreta: prendete spunto e traete insegnamenti dalla bontà dei lupi; per loro non vale “se pecora ti fai, lupo ti mangia”. Marcos ne è la prova vivente.

Aurora Nardelli

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pag. 13dicembre 2010

INTERVISTA GAIA, NUMERO 3

BUCA ANDANTE, MA NON TROPPONei numeri precedenti de il Menante ho intrapreso, grazie alla dispo-nibilità di persone attente alla problematica sulle diversità sessuali, sui loro valori e le malaugurate discriminazioni nei confronti della sfera omosessuale, un discorso che, a mio parere, meritava più appuntamenti. Anche per via delle numerose sfaccettature con cui la questione si presenta. Nella prima intervista ho incontrato un adole-scente alle prese con i suoi sacrosanti dubbi personali e con i rapporti sociali e familiari. Insomma: una realtà complicata, tutta ancora in divenire. Nella seconda intervista ho avuto l'occasione di allacciare un rapporto amichevole e confidenziale con una donna energica e vitale. La signora, dopo aver preso coscienza del suo lesbicismo, oltre ad aver fatto coming out, ora s'interessa affinché altri possano varcare il ponte senza forzature né timori. Si chiama Carla ed è attivista di un'associazione che punta alla sensibilizzazione. Cerca di fare in modo che, a forza di discutere sempre della stessa tematica, ci si abitui a comprendere nella quotidianità anche il tema della differenza di orientamento sessuale. Voglio essere sintetica ora, quasi telegrafi-ca. Presa dall'entusiasmo, condizionata da casi felici anche se il primo leggermente controverso, con i quali ho avuto la fortuna di avere a che fare, cercavo un iter in crescendo, che rendesse nello specifico, un'ottimistica linea verso la libertà, non tanto di pensiero quanto di essere. Essere uomini e donne che mirano alla libertà completa. Chiacchierando con un amico, esponente politico siciliano, da tempi remoti all'opposizione, accenno il mio percorso di ricerca e lui, tra una celia e un lazzo, si offre umanamente disponibile per farsi da tramite e permettermi un contatto con una coppia di omosessuali sposati in Spagna, trasferitisi in seguito in Italia. Loro sono una splendida coppia di parrucchieri, per varie vicissitudini si ritrovano in un paese dell'entroterra della Trinacria a svolgere una vita quanto più possibile tranquilla. Lavoro onesto, chiesa no, casa discreta. Ottengo i loro recapiti, telefono loro e, dopo una serie di convenevoli e presentazio-ni all'insegna del “tu”, instauro un dialogo che sfiora l'intimo. “Ange-la, siamo contentissimi che qualcuno, che non faccia parte della cerchia dei diversamente sessuali, ci dia l'occasione di farci sentire, noi urliamo sempre, ma una voce fuori campo farebbe più effetto”. Sono felice non per l'eventuale riuscita giornalistica, ma perché mi rendo conto che fino allora ero stata pessimista. C'è gente in giro che ha voglia di cambiare il mondo permeato dai pregiudizi. Chiudo la telefonata con abbracci e baci virtuali, poi aspetto loro nuove. Tarda-no. Dopo un mese di attesa, convinta che si tratti del solito disguido tecnico “Ma chiamo io o chiami tu?”, spezzo il silenzio facendomi avanti, senza aspettarmi le sorprese che poi mi giungono come una doccia fredda in pieno inverno. Telefono direttamente al loro numero di cellulare, giusto per non ridurre il rapporto amichevole costruito in precedenza, in un'atmosfera fredda e distaccata che le e-mail, e il tempo cibernetico strafottente, coltivano come status quo. Rispon-dere è cortesia, chiudere una telefonata in faccia è cafonaggine, fortunatamente ancora questa regola permane anche se sempre in maniera più fievole. Li richiamo. “Ciao, sono sempre io”. Avrei voluto aggiungere una domanda che in sintesi mi delucidasse se loro fossero stati ancora loro. Due uomini ricchi di quel fervido entusiasmo palesa-tomi di primo acchito. Poi ho evitato, per non dare fiato a polemiche inutili e non dover ricevere di risposta frasi intrise di diplomazia ipocri-ta. Fortunatamente il ghiaccio si scioglie subito. “Angela, noi avrem-mo voluto fare l'intervista, ma tu non puoi capire. Per questo abbiamo sperato che ti fossi dimenticata di noi”. “Non voglio farvi delle forza-ture, vi capisco”. Il tono oltre il filo della cornetta inizia a essere conci-tato: “E' facile dire, ti capisco. Certe cose bisogna viverle per com-prenderle realmente”. “Scusa, mi correggo, sto cercando di capirle attraverso voi, se me ne date l'occasione”. “No, non capiresti comun-que. Che ne sai tu, di due persone che, anche senza fare niente, offen-dono pure la cultura predominante del masculo siciliano?”.

“Ho capito, non v'intervisto, ma se avete dei problemi, potreste far valere i vostri diritti”. “No, i diritti e i doveri sono solo parole. Noi abitiamo in un paese piccolo e dobbiamo pur vivere e lavorare, per portarci il pane a casa”. “Mi volete dire che dietro ci sta una mentalità di stampo mafioso, che cerca di omologare una società per meglio gestirla?”. “No, tu lo stai dicendo, comunque da quando noi ci siamo dichiarati una coppia felicemente omosessuale e fedele, i clienti del negozio temono perfino quando usiamo rasoi o forbici: questi sono i semplici attrezzi del nostro mestiere, eppure vengono visti con paura. Come potremmo fare un'acconciatura senza gli strumenti necessa-ri?”. “Capisco, è una grande tristezza per me”. “No, tu non puoi capire quando ti arrivano le rate da pagare e poi pensi di andare via, ma dove? Ci siamo sposati a Barcellona, forse la città più é grande e più difende, o meglio ci da per scontati o ci nasconde”. “Ma perché annullarvi? Eppure un mese fa eravate così combattivi, che è successo nel frat-tempo?”. “No, non è successo niente, proprio niente è solo che non abbiamo più tempo per queste cose. Domani andremo a Roma per una manifestazione, ma approfitteremo per cercare un nuovo allog-gio: abbiamo da fare”. “Allora non avrete tempo per farvi intervistare, è questo il motivo principale?”. “No, non è solo per questo, vogliamo essere sinceri con te. I motivi sono tanti, ma il principale è quello che proprio non vogliamo più.”. “Non volete perché avete paura?”. “No, non abbiamo paura, siamo solo stanchi di remare controcorrente, ci volete silenziosi e finti? Eccoci, ma lasciateci vivere la nostra vita senza minacce vigliacche o ostruzionismi di alcun genere”. “Mi dispiace, non voglio insistere”. “No, Angela. Questo tuo sistema con noi non funziona”. “Comunque prima vi eravate dimostrati entusiasti, insom-ma, vorrei capire cosa sia successo durante”. “Non è successo niente, vogliamo solo vivere in pace”. La telefonata finisce e a me tornano in mente i loro numerosi “no” a ogni inizio frase, che sembravano tanto dei “sì”.

Angela Rubino

Page 14: IL MENANTE - N. 11 DICEMBRE 2010

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pag. 14 dicembre 2010

D O C U M E N T I

INTERROGAZIONE DEL CONSIGLIERE COMUNALE FRANCESCO LATERRENIA DEL 18/11/2010Premessoa) che con determinazione dirigenziale n. 1980 del 13.09.2010 si è provvedu-to a approvare i verbali di gara, relativi all'affidamento del servizio assisten-za scolastica specialistica per i minori diversamente abili frequentanti le scuole dell'infanzia, primarie e secondarie di primo grado del comune di Fasano, nonché ad affidare, in via provvisoria, in attesa di espletare i controlli di legge, il servizio di che trattasi alla costituenda A.T.I. ADAM, - Società Cooperativa Sociale, con sede in Laterza (TA), alla via C. Colombo n. 27 e Solidarietà e Lavoro Società Cooperativa Sociale con sede in Adelfia (BA) alla Via Sottotenente Sinisi n. 10.b) con successiva determinazione dirigenziale n. 2008 del 15.09.2010 si è provveduto ad “affidare temporaneamente” lo stesso servizio, già oggetto di aggiudicazione provvisoria, alla cooperativa sociale Eureka di Fasano, per il periodo: settembre – dicembre 2010;chiede - di conoscere le ragioni che hanno indotto il Comune di Fasano ad aggiudi-care a due ditte in associazione temporanea di imprese e ad “affidare temporaneamente”, a distanza di soli due giorni, il medesimo servizio ad altro soggetto;- di sapere, altresì, se si è provveduto all' aggiudicazione definitiva ed alla stipula del contratto secondo i risultati della gara di appalto ed, in mancan-za, di spiegare al consiglio comunale le motivazioni giuridiche per l'eventuale sospensione di fatto una gara già regolarmente espletata;Con richiesta di risposta scritta riferita all'aula nella prossima seduta del Consiglio comunale.

Francesco Laterrenia

INTERROGAZIONE DEI CONSIGLIERI COMUNALI RENATO DEMOLA E FRANCESCO LATERRENIA DEL 18/11/2010Premessoche abbiamo appreso dalla stampa delle dimissioni del presidente e del consiglio di amministrazione del Consorzio Centro Agro Alimentare;che tuttora si rincorrono voci confuse e contraddittorie sulle ipotesi di salvataggio finanziario del C.C.A.A.;che l'atto di indirizzo approvato dalla maggioranza di centrodestra in consiglio comunale stenta a diventare un vero piano industriale per lo sviluppo delle attività del Mercato Ortofrutticolo all'Ingrosso capace di risolvere, una volta per tutte, le pendenze con la società INTESA LEASING SPA e dare una prospettiva di sviluppo al Mercato Ortofrutticolo all'Ingrosso;chiedono - una relazione dettagliata sulla effettiva situazione finanziaria del C.C.A.A. e sulle proposte di risoluzione dei problemi di sviluppo e di “governance”. Con richiesta di risposta scritta riferita all'aula nella prossima seduta del Consiglio comunale.

Francesco LaterreniaRenato Demola

Premessoa) che con delibera di Giunta Municipale n° 204 del 06/11/2008 sono state approvate le tariffe biennali per il “servizio di censimento, catasto, e controllo delle sorgenti di emissione di calore di energia termica” fissando a €. 19,00 la tariffa principale per gli impianti fino a 35 Kw;b) che a seguito di gara è stato affidato il servizio alla ditta ITAGAS Ambiente srl la cui offerta per la tariffa principale fino a 35 Kw è pari a € 15,50;c) che solo dal mese di novembre è in iniziata una campagna informativa per far conoscere a tutte le famiglie interessate e agli operatori del settore gli adempimenti e le modalità previste dal servizio; d) che è stata fissata per il 31 dicembre 2010 la scadenza per la presentazio-ne dell'autodenuncia e per il versamento del contributo di € 19,00 per il biennio 2010/2011;consideratoche il servizio interessa più di quindicimila impianti ed è molto improbabile

NTERROGAZIONE DEL CONSIGLIERE COMUNALE FRANCESCO LATERRENIA DEL 9/12/2010

che gli operatori del settore possano in appena due mesi completare il proprio lavoro di assistenza e predisporre le autocertificazioni in tempo utile per non far incorrere migliaia di famiglie nelle sanzioni previste dalla legge;che l'attività vera e propria di verifica potrà avere inizio solo dopo aver ultimato il censimento degli impianti sottoposti a verifica e, quindi, non prima del primo trimestre del 2011 ; chiede1-di prorogare al 31 marzo 2011 il termine ultimo per la presentazione dell'autocertificazione;2-di deliberare una riduzione della tariffa principale fino a 35 Kw portandola da € 19,00 a € 15,50 come da contratto con la ITAGAS srl;3-di stabilire la validità dell'autocertificazione e del relativo versamento per il biennio 2011/2012 invece del 2010/2011;4-di sperimentare procedure amministrative, come quelle in uso in altri comuni viciniori (bollini prepagati), alternative al versamento su c.c.p. al fine di evitare ai nostri cittadini costi aggiuntivi e lunghe file di attesa agli sportelli postali.Con richiesta di risposta scritta riferita all'aula nella prossima seduta del Consiglio comunale.

Francesco Laterrenia

UDC DEL 3/12/2010Egregio Signor Sindaco, ritengo doveroso e quanto mai opportuno da parte mia richiedere un approfondimento circa l'autorizzazione all'installazione di un impianto di serre fotovoltaiche in agro di Montalbano.Il suddetto impianto è attualmente in via di realizzazione ed è situato in zona abitata – di fronte al centro urbano – lungo la strada provinciale nei pressi della Casa Cantoniera, area già avente destinazione di importante punto di accoglienza del Parco delle Dune Costiere.Sin dall'avvio dei lavori per la realizzazione di tale opera, molti cittadini -per

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D O C U M E N T I

quanto mi risulta - le hanno manifestato, anche attraverso alcuni consiglie-ri comunali oltre che utilizzando i vari organi di informazione, le loro preoccupazioni circa la possibilità che tale iniziativa imprenditoriale possa incidere negativamente sull'aspetto paesaggistico del territorio, che invece richiede attenzione da parte di tutti noi.E' necessario rilevare che il terreno interessato (fino a qualche tempo fa considerato a rischio idrogeologico) potrebbe essere ora utilmente impiegato per arricchire le potenzialità ricettive del territorio adesso che, per esso, grazie al Parco delle Dune Costiere, si aprono nuove prospettive di crescita.Infatti, la particolare posizione strategica, in un'area ad elevato interesse naturalistico, archeologico e paesaggistico, deve puntare sull'ambiente come valida risorsa per un sano sviluppo socio-economico aderente alla sua vocazione agro-turistica.Pertanto, ritengo che le istituzioni e le imprese possano e debbano orientare la loro attenzione verso un territorio, come quello in questione, che piuttosto - contemperando l'interesse privato con quello pubblico - va aiutato a crescere, svilupparsi ed abbellirsi, impedendo la deturpazione, prima che sia troppo tardi!Confido, dunque, nella sensibilità istituzionale, che per tutti noi rappresen-ta un preciso dovere, e Le chiedo un intervento urgente al fine di evitare ogni scempio (che non sarebbe perdonabile) ed individuare le soluzioni migliori rispettose delle aspettative di tutti.In attesa di un cortese e sollecito riscontro, La saluto cordialmente.

Dott. Giuseppe PACE

SINISTRA ECOLOGIA E LIBERTA' DEL 10/12/2010 Il circolo fasanese di Sinistra Ecologia Libertà solidarizza con gli studenti delle scuole medie superiori cittadine che da ieri occupano i rispettivi istituti. Studenti, insegnanti, genitori, tutti gli iscritti a SEL, sono vicini a quanti, in questi giorni, stanno impegnando il proprio tempo e le proprie energie per difendere il diritto al futuro delle giovani generazioni. Facciamo nostra l'indignazione dei ragazzi che assistono ai tagli alla scuola pubblica e ai regali del Governo Berlusconi alle scuole private, convinti come siamo che il faro dell'agire pubblico sia da ritrovare negli articoli 33 e 34 della Costituzione Repubblicana. Per questo ringraziamo i giovani che, diventando protagonisti della vita pubblica nazionale, stanno difendendo la carta costituzionale. Il Governo Berlusconi combatte la cultura e reprime gli studenti. È giusto ribellarsi, in maniera pacifica e non violenta, a chi vorrebbe la scuola pubblica impoverita di risorse e del suo potenziale educativo e formativo. È giusto che gli studenti esercitino il loro naturale e democratico diritto al sapere affinché diventino cittadini coscienti della propria dignità e del proprio posto nella società.

Comunicato stampa a cura del Circolo Sinistra Ecologia Libertà di Fasano

SINISTRA ECOLOGIA E LIBERTA' DELL'11/12/2010 Lo scorso mese di luglio il circolo di Sinistra Ecologia Libertà organizzò una manifestazione-dibattito, “Il corpo delle donne”, per continuare a parlare

di Palmina Martinelli, la quattordicenne che nel novembre 1981 venne trovata agonizzante a casa sua e che morì, dopo atroci sofferenze, ma riuscì a dire che qualcuno l'aveva cosparsa di alcol e acceso un fiammifero per darle fuoco poiché rifiutava di prostituirsi. Qualche anno dopo la giustizia assolverà i principali sospettati, anch'essi molto giovani, poco più che ventenni. Ma, i dubbi e una verità mai veramente scoperta ancora oggi sussistono, tanto che recentemente anche la RAI ha riaperto il caso nel corso della trasmissione “Chi l'ha visto?”.Tra le conclusioni del dibattito organizzato da SEL vi fu anche la proposta di intestare un luogo pubblico (una via, una piazza, un giardino) a Palmina, proprio per evitare che Fasano rimuovesse quella tragedia che, in ogni caso, coinvolse l'intera cittadina. “Con questa iniziativa intendiamo così sollecitare una costante riflessione non solo sulla vicenda in sé” dichiara Carmen Cofano, recentemente eletta Coordinatrice del Circolo SEL di Fasano “ma anche sulla condizione femminile della donna oggi e al Sud”. La Cofano si riferisce ad una petizione popolare, realizzata dal Circolo SEL, la cui raccolta firme comincerà domenica 12 dicembre, di mattina, in piazza Ciaia. Sul documento da sottoscrivere si legge: “Ritenendo che la città non debba perdere la memoria degli eventi tragici di quei giorni e debba invece trarne stimoli per costruire una società rispettosa ed accogliente nei confronti delle donne e dei giovani; con la presente chiedono che venga intestato alla concittadina Palmina Martinelli il piazzale attualmente utilizzato per il mercato ortofrutticolo del sabato mattina, compreso tra via Giardinelli, viale Romita e via Nenni. Si propone di conferire al luogo la denominazione Piazza Palmina Martinelli, ragazza fasanese (1967-1981)”.La prima firmataria di questa petizione è l'Onorevole Alba Sasso, attual-mente Assessore alla Pubblica Istruzione della Regione Puglia la quale dichiara: “La storia di Palmina riguarda, ancor più di quanto si possa pensare, la condizione femminile e giovanile al Sud, ancora oggi è impor-tante ricordare. Spero che le istituzioni locali siano sensibili e accolgano favorevolmente la giusta richiesta dei cittadini fasanesi”.

Comunicato stampa a cura del Circolo Sinistra Ecologia Libertà di Fasano

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Alcuni amici mi hanno sollecitato la necessità di asfaltare Via Venafra, che è piena di buche. Esattamente come tante altre strade del territorio comunale, compresa Scanzossa. Aver ricoperto le numerose buche con un po' di catrame non è servito a nulla: dopo le piogge le buche sono tornate più grandi e vistose di prima. Tutte le strade hanno bisogno di urgenti interventi di riparazione. Per questa ragione, invito i cittadini a fare tutte le segnalazioni necessarie, affinché si possa rimediare immediatamente ed evitare inutili sprechi di risorse pubbliche.

Pino Carrone

LE STRADE HANNO BISOGNO DI ESSERE ASFALTATE.

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pag. 16 dicembre 2010

DAL PALAZZO DI CITTÀ LA RACCONTANO COSÌ:

CONFERENZA STAMPA PER LA CONSEGNA DI DUE PANCHINE IN MATERIALE RICICLATO ALL'ASSOCIAZIONE “PRO SELVA” DA PARTE DELL'AMMINISTRAZIONE COMUNALE E DELLA “MONTECO”. L'Amministrazione comunale assieme alla “Monteco” (società salentina che gestisce il servizio di raccolta dei rifiuti nel Fasanese) consegnerà all'associazione “Pro Selva” due panchine realizzate in materiale riciclato, come riconoscimento del lavoro svolto dal sodalizio sul progetto estivo (anno 2010) relativo alla raccolta differenziata e che ha ottenuto un brillante successo, incrementando la percentuale di raccolta differenziata nella località di villeggiatura e turistica della Selva di Fasano. «Abbiamo voluto questa conferenza per far comprendere ai cittadini l'importanza di effettuare la raccolta differenziata – spiega il sindaco – e, quindi, per dimostrare che i rifiuti differenziati si riciclano per dar vita a nuovi oggetti, com'è nel caso delle due panchine che consegneremo alla “Pro Selva”, realizzate in materiale riciclato. Il messaggio che daremo giovedì è proprio quello - precisa Di Bari – che la raccolta differenziata produce, da un lato, risparmi (derivati dal minor conferimento dei rifiuti in discarica) e, dall'altro, ricchezza, giacché il rifiuto può essere riciclato dando vita a nuovi oggetti».

In fatto di commenti sulla raccolta differenziata, quale intesa dal Comune di Fasano, potrebbero davvero scorrere fiumi di parole. Meglio evitare e soffermarsi sul valore del “nobile” dono dell'Amministrazione comunale e della Monteco all'Associazione silvana. A noi risulta invece, come testimoniato anche dalle parole degli addetti alla distribuzione dei kit, che alla Selva non è prevista la raccolta differenziata. Speriamo che non sia vero e speriamo soprattutto che il Sindaco sia in grado di dimostrare con fatti concreti l'effettivo risparmio sulla spesa sopportata per il conferimento dei rifiuti in discarica. Ad oggi, carte alla mano, è possibile affermare esattamente il contrario.

CENTO CITTADINI SARANNO SELEZIONATI, TRA COLORO CHE PRESENTERANNO LA DOMANDA, PER OTTENERE L'INSTALLAZIONE SUL TERRAZZO DELLA PROPRIA ABITAZIONE DI UN IMPIANTO FOTOVOLTAICO CON SOLI MILLE EURO DI CONTRIBUTO A FRONTE DI CIRCA 12MILA EURO DI RISPARMI IN BOLLETTA, IN 20 ANNI DI DURATA DELL'IMPIANTO (24 NOVEMBRE)«Abbiamo accolto la proposta della “Puglimpianti” di patrocinare il progetto come Comune di Fasano; si tratta di un patrocinio gratuito ma simbolico dell'interesse che l'iniziativa ha suscitato nell'Amministrazione comunale, proprio per i contorni di vantaggio economico, ossia di risparmio nella bolletta di energia elettrica, che deriveranno a quei cittadini che vorranno aderire al progetto. Va detto che l'iniziativa interesserà, dopo una selezione delle domande effettuata dalla stessa società proponente, cento cittadini di Fasano e frazioni, suddivisi fra privati proprietari di abitazioni e di esercizi commerciali. Questi cittadini selezionati, a fronte di un contributo totale da versare, fra istruttoria e diritti per il disbrigo delle pratiche, di circa mille euro, risparmieranno

12mila euro all'incirca in bolletta alla fine dei 20 anni di durata previsti dal progetto. Dunque, se da un lato la convenienza economica per i cittadini è garantita dall'altro, si tratta di perseguire una sorta di risparmio energetico e in più di puntare sulle fonti rinnovabili, come l'installazione di pannelli solari, che rappresentano la cosiddetta energia pulita, non inquinante. Peraltro il progetto si connota positivamente per il bassissimo, anzi, direi meglio nullo, impatto ambientale, giacché gli impianti fotovoltaici, per i cento cittadini selezionati, verranno installati sui tetti delle abitazioni o degli esercizi commerciali di cui sono proprietari».

Come per la raccolta differenziata, i cui oneri, economici e non graveranno solo sui cittadini, anche la proposta di installare impianti fotovoltaici sui tetti delle abitazioni riceve solo un contributo simbolico da parte dell'amministrazione, patrocinio come Comune di Fasano. A dirla tutta, effettivamente sarebbe stato impossibile patrocinarla come comune di Caltanissetta. Alla prova dei fatti, il Sindaco è imbattibile a fare proclami, ma avrebbe potuto manifestare un interesse un po' più sostanziale, ade esempio appostando una cifra in bliancio a favore di quelle famiglie, che in attesa di risparmiare 12.000 euro sulle bollette dell'energia elettrica, dovranno sborsare ben 1000 euro per il disbrigo di pratiche burocratiche. Quasi quasi ha ragione Brunetta!

IL SINDACO DI BARI HA INVIATO AI SINDACI DEI 19 COMUNI BRINDISINI, “RITENENDO DI FARE COSA UTILE E GRADITA”, LE DUE SENTENZE DEL GIUDICE DI PACE DI FASANO CON LE QUALI È STATA ESCLUSA LA RESPONSABILITÀ DEI COMUNI PER DANNI ARRECATI AI CITTADINI DA CANI RANDAGI. «Ho ritenuto di fare cosa utile e gradita ai miei colleghi sindaci – afferma Di Bari – inviando loro le copie dei due pronunciamenti del dott. Giovanni Quaranta, giudice di pace di Fasano, in merito a due distinti episodi verificatisi nel nostro territorio ed aventi ad oggetto la richiesta di risarcimento danni al Comune per danni, appunto, arrecati ai cittadini, dai cani randagi. Il fenomeno del randagismo, ormai tristemente comune a tutte le realtà territoriali – sottolinea il sindaco – e di episodi ad esso correlati, sta spingendo i cittadini a ricorrere al giudice di pace per richiedere risarcimenti anche ai Comuni che, quindi, vengono ingiustamente evocati in questo tipo di cause. A Fasano è accaduto ciò ed in entrambe le occasioni il giudice di pace ha respinto la richiesta di risarcimento danni a carico del Comune».

A parte che il fenomeno del randagismo non è affatto comune a tutte le realtà territoriali, ma solo a quelle che non applicano correttamente la legge e soprattutto che non gestiscono efficacemente il servizio di accalappiacani (salve esilaranti scenette estive che hanno visto impegnato addirittura il Comandante della Polizia municipale per la cattura di un cane), il Sindaco si diletta nella pratica epistolare. La competenza in tema di risarcimento dei danni provocati dai cani randagi non è del Comune, bensì della ASL. Le casse dell'Erario sono salve questa volta, quasi a dimostrazione che in altre

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dicembre 2010

numerose circostanze il giudice ha riconosciuto la responsabilità del Comune. A voler però cercare il pelo nel'uovo, una sentenza della Corte di Cassazione ha riconosciuto la responsabilità sia dell'ASL che del Comune, cui spetta il compito di indirizzo nell'ambito della programmazione generale e la verifica generale delle attività della Asl , proprio attraverso la figura del Sindaco. Meno male che a Fasano il Sindaco è pure medico ospedaliero. Stando così le cose, il randagismo dovrebbe essere praticamente estinto.

APPROVATO IL PROGETTO PRELIMINARE DI AMPLIAMENTO DEL CIMITERO DI FASANO: COSTO COMPLESSIVO DEI LAVORI 1.900.000 EURO ”Siamo riusciti a sbloccare una vicenda che si era, di fatto, incancrenita – afferma il sindaco Lello Di Bari. Lo dico con orgoglio, perché tutto il discorso sull'esigenza di ampliamento del cimitero cittadino è partito ben undici anni fa e, da allora, non si era mai concretizzato o, meglio, tutti i tentativi fatti per dare avvio all'intera operazione, compreso l'ultimo del 2007, sono andati male. Oggi, finalmente, con la mia giunta siamo riusciti a sbloccare l'annosa vicenda approvando il progetto preliminare relativo al 1° stralcio dei lavori». I fondi che saranno utilizzati si riferiscono ai 900mila euro già nelle casse comunali e rivenienti dai canoni versati negli scorsi anni dai cittadini per l'acquisizione delle concessioni sulle aree cimiteriali ed al milione di euro del mutuo della Cassa Depositi e Prestiti ottenuto dal Comune nel 2007 per la realizzazione del progetto di costruzione delle abitazioni in affitto (nell'ambito del programma sperimentale di edilizia residenziale) che, allo stato, per una serie di disposizioni normative nazionali che ne impedivano l'esecuzione, è stato sospeso. «I tecnici comunali stanno lavorando di gran lena per redigere il progetto definitivo dell'ampliamento del cimitero, sempre relativamente al 1° stralcio – spiega il sindaco Di Bari – perché proprio col definitivo si potrà chiedere alla Cassa Depositi e Prestiti il cambio di destinazione dei fondi, dal programma sperimentale delle abitazioni in affitto che non possiamo più realizzare, all'ampliamento del cimitero fasanese. E' una procedura di prassi – afferma Di Bari – poiché tutte le volte che abbiamo chiesto il cambio documentato di destinazione dei fondi da un intervento ad un altro ci è stato sempre concesso. In questo caso, peraltro – puntualizza il sindaco – il progetto per il quale chiediamo la variazione di destinazione ha un interesse generale di grande importanza, stante il blocco della vicenda che vogliamo risolvere, e che risolveremo, da ben undici anni, com'è l'ampliamento del cimitero”.

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Tanto tuonò che piovve! E se per il progetto preliminare a Palazzo di Città si romba in questa maniera, figuriamoci cosa accadrà quando, dopo il progetto definitivo, dopo quello esecutivo, dopo l'indizione della gara, dopo lo svolgimento e l'aggiudicazione della stessa, verrà posta la prima pietra al cimitero di Fasano. Se la memoria non ci inganna, ed effettivamente non lo fa, l'orgoglio del Sindaco dovrebbe essere messo da parte per far posto al ricordo dell'arroganza del suo predecessore, tale Vito Ammirabile, che anni or sono (circa otto) prometteva, dietro pagamento di cospicue rate, i tanto attesi posti al cimitero. Il tempo è trascorso, il dott. Di Bari, Assessore della giunta Ammirabile, è diventato Sindaco e si fa vanto di aver fatto il primo passo; i soldi utilizzati ovviamente, sono quelli già sborsati dai cittadini tempo addietro,insieme quelli concessi in prestito dalla Cassa Depositi e Prestiti per un progetto di cui, a suo tempo, si fece un gran parlare. E che, stando alle parole del Sindaco è culminato nell'ennesima bolla di sapone dell'Amministrazione che, in fatto di sociale, si dimostra sempre un po' dura d'orecchi. Un dubbio però ci assale: non è che la grande euforia del Sindaco alla fine farà risuscitare pure i morti? A che servirà a questo punto l'ampliamento del cimitero?

“NOTTE BIANCA” IL 18 DICEMBRE. GASTRONOMIA, ANIMAZIONE, CONCERTI DAL VIVO, ARTISTI DI STRADA, GIOCHI PER BAMBINI, NEGOZI APERTI NO STOP, NELL'INTERO PERIMETRO DEL CENTRO STORICO E DEI CORSI PRINCIPALI DI FASANO. Sabato 18 dicembre a Fasano, a partire dalle ore 20 e fino a notte fonda, si terrà la “Notte Bianca”, kermesse di musica, cabaret, arte, degustazioni e gastronomia, animazione, artisti di strada, giochi per bambini, concerti dal vivo, clowneria, shopping no-stop (negozi aperti fino alla notte). L'iniziativa è organizzata col patrocinio del Comune di Fasano ed interesserà viuzze ed angoli del centro storico, oltre che corsi ed arterie principali di Fasano. Contemporaneamente, in ogni punto individuato della città si snoderà il programma delle manifestazioni.

E se è vero che le buone pratiche meritano di essere ripetute, speriamo almeno che l'edizione 2010 non somigli per nulla a quella dell'anno passato… un autentico flop.

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pag. 18 dicembre 2010

NUOVO PRESIDENTE DEL CIRCOLO DELLA STAMPAToccherà a Zino Mastro, direttore del mensile Osservatorio prendere le redini del locale circolo della stampa “Secondo Adamo Nardelli”. Il passaggio di consegne si è svolto il 5 novembre scorso, nel corso del dibattito dal tema “La cultura della legalità”. Zino Mastro, giornalista pubblicista dal 1985, succede a Franco Lisi che ha presieduto il Circolo negli ultimi due anni.

PRIMA CANDELINA PER IL TOTEMCome dire, un anno e non lo dimostra. Fu presentato lo scorso inverno come un regalo alla città, tenuto al riparo dalle intemperie in una struttura di legno giallo con tanto di fiocco rosso. E quando il mistero fu svelato, in molti pensarono che quel minuto schermo che dovrebbe diffondere informazioni ma è prevalentemente uno strumento pubblicitario, avrebbe dovuto essere restituito al mittente con lo stesso imballaggio. Invece, il Comune di Fasano regala alla ben nota società “Comunicando” addirittura un comunicato stampa promettendo tante novità, ma in realtà offrendo nuovamente e tristemente il volto di colui che si intrallazzava piacevolmente col finto russo in attesa di escogitare l'ennesimo business dai risvolti privati e personalissimi.

ALLA CONQUISTA DI MONOPOLICome gli antichi guerrieri in battaglia, la Fondazione “San Domenico” amplia le proprie iniziative cimentandosi nel terreno delle cosiddette “buone pratiche”: il recupero ed il restauro della Cripta dello Spirito Santo di proprietà del Comune di Monopoli. Il progetto è costato 180.000 euro ed è stato finanziato per metà appunto dalla rinomata fondazione. Dopo il restauro, ovviamente, si è apprestata una cerimonia per il conferimento del premio giornalistico “Civiltà rupestre” andato alla giornalista Sabrina Turco del Tg 1 per il servizio sugli insediamenti rupestri di Fasano e Monopoli, andato in onda nella trasmissione “Uno Mattina” del 14 ottobre. Immancabili i ringraziamenti alla signora Marisa Lisi, Presidente della Fondazione.

NASCE L'ASSOCIAZIONE PER LE VITTIME SULLA STRADASi è costituita a Fasano lo scorso 14 novembre l'associazione A.G.U.V.S. “Flavio Arconzo”, l'Associazione Gruppi uniti Tutela e Giustizia per le Vittime della Strada. Scopo dell'associazione è quello di organizzare eventi e manifestazioni per sensibilizzare istituzioni e società alla proble-matica della sicurezza sulla strada. Crescono infatti ogni anno le vittime della strada, talvolta a causa di una scarsa educazione alla strada talaltra per ragioni infrastrutturali. Al dramma delle famiglie si aggiunge la realtà dei crimini commessi sulla strada che il più delle volte non vengono sanzionati in maniera esemplare. L'intento dell'associazione è dunque supportare moralmente e legalmen-te i familiari delle vittime sulla strada e condurre una battaglia di sensibiliz-zazione all'educazione stradale. L'associazione fasanese, intitolata ad una giovane vittima della strada fasanese, è presieduta da Katia Schiavone. Il consiglio direttivo è composto da Paola Schiavone, vicepresidente vicario, Vito Arconzo, segretario, ed i consiglieri Arianna Furio, Patrizia Tarì e Myriam Arconzo.

SEQUESTRATI DALLA GF 1200 PRODOTTI I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Brindisi hanno sequestrato mille e duecento prodotti (giocattoli, occhiali, prodotti elettrici) che presentavano un marchio “CE” non conforme a quello previsto dalla normativa. Il sequestro arriva dopo una serie di controlli effettuati dalla Guardia di Finanza volti ad individuare prodotti potenzialmente pericolosi per l'incolumità pubblica. Nel caso di specie, i prodotti erano privi del certificato di garanzia, delle indicazioni ed avvertenze d'uso necessari per un corretto impiego degli stessi.

INCONTRO A.V.A.: BANDI E AREE MERCATALIL'A.V.A., Associazione Venditori Ambulanti, ha chiesto lo scorso 2 dicembre un incontro con l'Amministrazione comunale di Fasano. Scopo: illustrare le novità riguardanti il commercio ambulante per l'anno 2011. All'incontro, aperto al pubblico, hanno partecipato il Sindaco di Fasano Pasquale Di Bari, l'Assessore alle attività Produttive Sergio Pagliara, il rappresentante della Confartigianto Giovanni Trisciuzzi, il Comandante della Polizia Municipale Antonio Orefice e l'ingegnere comunale Rosa Belfiore. Durante l'incontro è stata illustrata la situazione dei mercati ambulanti nelle frazioni marine di Savelletri e Torre Canne. Sono in corso lavori di arredo urbano nelle frazioni e, per questo, i mercati saranno sposati in aree realizzate ad hoc. Inoltre, sono stati anche illustrate le modalità e le scadenze per partecipare ai bandi di assegnazione dei posteggi liberi nei mercati, così come comunicato dalla Regione Puglia.

FINANZIAMENTI PER LA PESCA AL VIAIn mancanza degli opportuni finanziamenti di parte comunale, il Sindaco ha organizzato lo scorso 9 dicembre un incontro pubblico per la presenta-zione delle linee guida del programma operativo Fep per l'accesso a finanziamenti europei nell'ambito della pesca e dell'ecoturismo. Attraverso la convenzione con altri enti, il Comune di Fasano proverà a inserirsi in una serie di interventi da realizzare con i finanziamenti europei. Il Sindaco annuncia a breve la pubblicazione di un bando per consentire l'accesso a tali forme di sovvenzione.

AGRICOLTURA: OK ALLA FISCALIZZAZIONE CONTRIBUTI INPSDallo scorso luglio il comparto agricolo pugliese, unito nelle tre confedera-zioni Cia – Confagricoltura - Copagri, ha portato avanti tenacemente la mobilitazione degli agricoltori sul versante della stabilizzazione della fiscalizzazione relativa ai contributi Inps. Dopo anni di costante richiamo al problemi degli oneri contributivi in agricoltura, gli agricoltori hanno raggiunto il risultato auspicato. Si tratta di una questione centrale per l'attuale crisi in cui versa il comparto agricolo. Sono molto più alti della media europea i costi contributivi in Italia. “La stabilizzazione della fiscalizzazione dei contributi – dichiara Antonio Barile, Presidente Cia Puglia - eviterà che gli stessi si raddoppino, scongiu-rando ulteriori cali nelle giornate di manodopera impiegate e permetten-do agli agricoltori di poter produrre in competitività e con un po' più di tranquillità”. Le aziende potranno dunque finalmente programmare la propria attività con la certezza della diminuzione di uno dei costi di produzione maggiori. Si spera ora che il risultato così voluto dal comparto agricolo risollevi l'agricoltura pugliese dallo stato di crisi.

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pag. 19dicembre 2010

EDUCARE ALLA STRADAL'Istituto d'Istruzione Secondaria superiore “L. da Vinci”, col patrocinio del Comune di Fasano, ha organizzato lo scorso 12 dicembre una manife-stazione sul tema della sicurezza stradale. La manifestazione rientra nel progetto “Penso, guardo e mi muovo in strada” avviato dall'istituto nel settembre scorso. Hanno partecipato all'evento anche l'associazione “Vivi la strada” con una mostra fotografi-ca riguardante gravi incidenti stradali, il “L. da Vinci” e la scuola “G. Pascoli” con propri lavori multimediali, la Croce Rossa Italia – sezione di Fasano – che ha simulato interventi di soccorso in caso di gravi incidenti stradali e la Polizia di Stato con il “pullman Azzurro”, una postazione attrezzata per la simulazione e rilevazione di incidenti. L'Istituto “L. da Vinci” ha realizzato inoltre un percorso stradale raso-terra con apposita segnaletica che è stato attraversato dai bambini delle scuole d'infanzia con i tricicli e dagli alunni delle scuole primarie con le biciclette.

PRESEPE VIVENTE NEL CENTRO STORICONelle serate di martedì 28, mercoledì 29 dicembre e lunedì 3 gennaio si terrà la manifestazione “Presepe vivente nel centro storico - percorso biblico dalla Creazione alla Redenzione” organizzata dall'associazione ANSPI Teatro “Don Nicola Carbonara” della parrocchia S. Antonio Abate di Fasano (BR), in collaborazione con l'associazione per il centro antico “U'mbracchie”. Il gruppo ANSPI-Teatro, guidato dal diacono Fiorenzo Marsella, vanta una ventennale attività di teatro sacro ed in particolare per la manifestazione “Via crucis animata per le strade” che da diversi anni si svolge nel periodo quaresimale. L'ingresso al presepe vivente avverrà dalle 20 alle 22 presso l'arco di accesso al centro storico ubicato in via Carlo Alberto (nei pressi della centrale Piazza Ciaia) e si snoderà lungo le antiche viuzze accompagnando i visitatori, suddivisi in gruppi, lungo un percorso che avrà inizio con tre scene dell'antico testamento e che proseguirà con la scena dell'annunciazione fino a culminare con la Natività. Lungo il tragitto sarà possibile ammirare gli antichi mestieri caratteristici, mentre all'uscita del percorso in Piazza Mercato Vecchio (alle spalle della chiesa del Purgatorio) sarà allestito un momento di festa con le tradizionali pettole e le danze del gruppo “Impronte di Puglia”. L'ingresso al presepe vivente è gratuito, le eventuali offerte raccolte saranno in parte destinate alla costruzione della nuova chiesa di San Francesco d'Assisi.

VEICOLO COMMERCIALE DISTRUTTO DALLE FIAMMEPoteva avere conseguenze peggiori l'incendio scoppiato il 29 novembre scorso su un camion che trasportava detersivi lungo la provinciale 9, quella che collega la statale 16 a Cisternino. Il mezzo - un Eurocargo Iveco - stava per immettersi sulla statale quando ha preso fuoco. Per fortuna il conducente - un 51enne di Modugno - è riuscito a mettersi in salvo prima che le fiamme raggiungessero la cabina. Nonostante il tempestivo intervento dei pompieri, il camion è andato completamente distrutto.

Valerio FiumeINCIDENTE MORTALESulle nostre strade si torna a morire. Vittima lo scorso 22 novembre di un terribile incidente lungo la provinciale per Cisternino all'altezza di Pezze di Greco un 37enne del posto, Diego Mizzi. L'uomo, a bordo della sua Seat Alhambra, proveniva da via Costa ed era diretto a Fasano. Secondo la ricostruzione fornita dalla Polizia municipale, si sarebbe immesso sull'arteria mentre in quel momento sopraggiungeva un camion - un Fiat Iveco - guidato da un 28enne anche lui di Fasano. L'impatto è stato tremendo. Il corpo di Mizzi è schizzato fuori dall'abitacolo ed è finito sull'asfalto a diversi metri di distanza. Trasportato al reparto di rianimazione dell'ospedale “Perrino” di Brindisi, è morto il giorno dopo per le gravi ferite riportate. Il conducente del camion è rimasto invece illeso. La forte pioggia e la scarsa visibilità tra le cause dell'incidente.

V.F.FURTO ALL’EUROSPINNel carrello della spesa avevano caricato solo un fardello di acqua. Il resto lo avevano nascosto nelle borse. Pensavano di farla franca ma sono state scoperte e arrestate. Due sorelle baresi di 35 e 30 anni, lo scorso 26 novembre, sono finite nei guai con l'accusa di aver rubato alcuni generi alimentari nell'ipermercato “Eurospin” di Fasano. Ad accorgersi di quanto stava accadendo è stata la titolare. Le due donne hanno cercato di fuggire ma sono state bloccate da un vigile urbano che in quel momento si trovava

all'interno del locale. L'arrivo dei carabinieri ha poi consentito il recupero della refurtiva.

V.F.SCOPERTA DAI VIGILI UNA DISCARICA ABUSIVAUna discarica abusiva nel cuore di Lama d'Antico. È quanto i vigili urbani hanno scoperto lo scorso 2 dicembre. Sparse sul terreno di uno dei maggiori insediamenti rupestri della Puglia c'erano tonnellate di tufi, mattoni e altro materiale di risulta dell'edilizia.

V.F.

Studio d’Arte FantasiaStudio d’Arte Fantasia

Gli obiettivi della pittura

di Camilla Pistoia sono

emozionare l 'os ser-

vatore attraverso forme e

colori e insegnare cos'è

l'arte e come si può

esprimere. L’artista scopre sin da piccola la predisposizione e l'amore

per il disegno, il talento e la tecnica l'accompagnano nel suo percorso

di crescita. Nel 2003 frequenta una scuola di decorazione presso "Pa-

lazzo Marini" a Lecce, dove con ottimi risultati consegue la qualifica di

decoratrice. Nei 5 anni successivi, continua il suo percorso di crescita

professionale presso l’Accademi di Belle Arti di Firenze presso cui

termina con successo diversi percorsi formativi. L'artista è presente in

diverse esposizioni e mostre sia a livello locale che internazionale. Si

segnalano la Mostra dell'Artigianato fasanese e la Fiera Internaziona-

le dell'Arte contemporanea di Novegro (Mi). L'amore per le origini la

riporta a Fasano dove decide di fare dell'arte il suo mestiere, aprendo

uno studio d'arte a pochi passi dal centro di Fasano. Uno studio che

tratta l'arte della pittura a 360 gradi, in cui l'artista organizza corsi di

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Nasce a Fasano una associazione sportivo turistica per gli sport estremi. Una novità nel Sud Italia, una associazione che unisce la pratica di sport estremi con il turismo. Rafting, parapendio biposto, arrampicata, kite surf, ultraleggero, mountain bike, tutto da praticare in loco o durante i viaggi organizzati per i soci dall'associazione stessa. La nuova idea è proprio questa, offrire ai soci la possibilità di praticare questi sport in massima sicurezza con tecnici competenti. E offrire ai soci la possibilità di praticare questi sport in scenari mozzafiato, organizzando viaggi. Tutti gli sport che gli altri non fanno, tutti gli sport che vorremmo praticare ma che, per paura, per mancanza di tecnici competenti, non ci azzardiamo neanche a provare. Oltre ciò che già c'è a Fasano, oltre i limiti, oltre. Se siete interessati, se vi stuzzica l'idea di praticare uno sport estremo in massima sicurezza, potete chiedere informazioni a Rocco Masella, cell. 331 7878552 - [email protected], uno dei fondatori dell'associazione e tra i primi praticanti di arrampicata e parapendio a Fasano. Buona pratica a tutti, sempre in massima sicurezza.

G.M.

OL3, L'ASSOCIAZIONE DEGLI SPORT ESTREMI

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pag. 20 dicembre 2010

LA PETTOLA, QUESTA SCONOSCIUTALungo le strade di chianche fasanesi a partire dal giorno dell'Immacolata, fino ad arrivare a quello dell'Epifania che ogni festa si porta via, si sente un puzzo di fritto che descrivervi non saprei. Le palle unte sugli alberi di Natale, esposte in pompa magna dietro le finestre dei salotti delle case, si affacciano cercando un'improbabile fuga dai trigliceridi in evidente e minacciosa avanzata oltre le trincee delle cucine. Ma non c'è scampo neanche fuori dalle mura domesti-che. I burattini al chiaro di luna sotto l'arco del Balì condannano Pulcinella dalla brace alla padella, un bambino osserva una pettola abbandonata su di un bancone dove i bianchi sinali opulenti delle donne si appoggiano offrendo piatti di plastica fumanti. “Bimbo, cosa guardi?” Lui timidamente indica quell'ennesima palla unta: “Non mi piacciono le polpette di carne dei pulcini”, poi scappa compassionevolmente piangendo, mimetizzandosi tra i mercatini allestiti dagli ambulanti. Avendo raggiunto uno stato confusionale accettabile, non so se prima soccorrere la pettola in situazione disagiata o il fanciullo atterrito, abbandono momentaneamente la leccornia per dirigermi verso le bancarelle. Tra ninnoli e fronzoli luccicanti, abiti rossi e Babbi Natali romeni, perdo di vista l'infante, ma in compenso ritrovo lei: la pettola sedotta e abbandonata, tra la vendita dei prodotti tipici dolciari. Lei, imperterrita, continua a rotolare tra una sagra e l'altra con la speranza d'essere colta come un fiore tra le mani di una sposa novella. Il vinello ha un certo effetto dopo l'abuso, giustificato dal freddo e dalle caldarroste. Sono ancora le sei di sera e già emetto un rutto immane, bruciando, senza cattiveria alcuna, quasi tutte le formiche che passeggiano per via Forcella. Le formiche reduci si salvano fingendosi stercorari, trascinando pettole riversate al suolo dal vento inconsueto. Un'esalazione corporea di fritto misto di patate e farina, man mano sento lievitare dentro di me come un magma salato e dolce allo stesso tempo. Una signora con sguardo candido, dopo aver carpito la ricetta da me ingerita poc'anzi, grazie alla personale prestazione sonora, mi redarguisce con commiserazione, dicendo che se nella massa gli avessi messo la patata zuccherina, la pietanza

sarebbe stata più buona e maggior-mente digeribile. A un tratto attorno a me, si crea un'assemblea improvvisata, con titolo: “Le pettole, queste sconosciute”. Ma come? La patata deve essere col selenio, non con lo zuccherino, quello si dà ai cavalli dopo che vincono le corse. Che dici? Il selenio è una cosa brutta, mio marito si vedeva i film la notte di nascosto. Io nell'impasto ci metto un po' d'olio. Hai provato con la margarina? La margherina si dice, 'gnorant! Che sono queste cose strane? Ci vogliono solo patate, farina, sale, lievito e acqua. Vedi che se prendi l'acqua di Cristo, risparmi col sale. I murt di p'ducchj! Di soppiatto lentamente mi dileguo dalla disputa, anzi cerco addirittura rifugio nelle frazioni della città, col timore che mi facciano ruttare di nuovo per ottenere elementi chiave sul del i tto. Espatr io nell'hinterland, sicuramente lì ci sarà meno colesterolo da friggere, poiché la popolazione risulta più esigua per epidemia da cime di rape soffocate. Arrivo a Montalbano, un cartello mi indica che c'è una festa in piazza della Libertà. Sgomito, buttando a terra qualche maldestro danzatore di balli di gruppo e leggo: “Pettolata d i N a t a l e ” . S g o m e n t a osservo lei, è sempre lei: la pettola disagiata, se non fosse per il suo colorito sempre più funereo, potrei pensare che sia una sfera magica col dono dell'ubiquità. Vorrei raccoglierla come una reliquia, salvarla dalle intemperie e farla mia nella teca dello stomaco, ma proprio quando le mie dita la stavano per sfiorare, un uomo mi allontana rimbrottan-do che il mio fare precedente aveva creato un caos ritmico durante il ballo di gruppo e che tutti ora stavano muovendosi a cavoli loro. Gli faccio notare gentilmente, come la musica sia cambiata. Lui con aria burbera e tono deciso, mi invita ad allontanarmi per sempre dalle frazioni e, possibil-mente, anche di evitare di mangiare le cime di rapa soffocate. Più che un invito mi sembra una proposta alla quale non si può r inunciare, così abbandono quella misera pallina infreddolita, senza neanche la compagnia del bue e dell'asinello. Le

pettole la notte si vendicano nei corpi, di giorno la loro acrimonia si riversa perfino sui cappotti. Il pesante vestiario riesce a liberarsi del tanfo di fritto solo col divenire della tiepida primavera, quando ormai il suo destino è segnato da una lavanderia a secco. Il giorno seguente si accende la stella sulla grotta sita su monte Rivolta, ottimo faro per profughi provenienti dall'est e per contrabbandieri la cui patria è il mondo intero. Una stella enorme che allontana gli storni dagli ulivi, già odorosi di fritto di pettole offerte ai pellegrini della grotta allestita a presepe. Mi faccio fagocitare dall'antro con il deside-rio della scoperta e della meraviglia, invece mi ritrovo a entrare in una specie di casa degli spiriti di un Luna Park: manichini, lupi imbalsamati, per giunta incastonati tra vasellame di terracotta in stile pseudanticoca-serecciopostdatato e pagliericcio stantio dal colore che ricorda il fritto di paranza. La vedo è lei, la pettola raminga, avrà sicuramente cercato un posto dove scaldarsi per potersi riproporre tra le sue simili

appena estratte dalla frizzola. “A dì d'Ammaculat a preim frizzulat, a dì da Candelaur l'ultma frizzaul”, ne avremo per molto e Natale deve ancora arrivare. Tiro un sospiro di sollievo, non dal fritto ma dal contenuto del crogiolo. I panzerotti annunciano Babbo Natale che arriva dal mare impugnando un fon elettrico per asciugare il vello delle sue povere renne. Impietosita per tale crudeltà nei confronti dei poveri quadrupedi mangiatori di licheni, allontano la mia vista dirigendomi in collina, a Cocolicchio la stessa sera c'è “Aspettando il Natale”, mi rincuora sapere che, se lo devo ancora aspettare, tutto quello che stava succedendo sulla marina era un grande bluff. Come un segugio dal fiuto ormai intasato di fuliggine grassa, non riesco più a individuare la scia pettolica, ma la vista mi annuncia che, anche nei sotto canali, il rito gastronomico si reiterava. Lei, sempre lei: la disagiata, errante e abbandonata, rotolava lungo il pendio collinare immaginando di essere una bicicletta a cuscinetto. Vorrei r a g g i u n g e r l a , a b b r a c c i a r l a , consolarla. Poi mi sono detta: se lo facessi, finirebbe il Natale.

A. R.

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Ormai si è sparsa la voce; il Sindaco ha la borsa di Mary Poppins e alla bisogna ne tira fuori di tutto tra gli sguardi impietriti ed esterrefatti degli spettatori. E siccome gli piacciono i bambini, non è escluso che uno di questi giorni, dopo l'ennesima boiata partorita sul Palazzo a danno dei cittadini, esordisca in un comunicato stampa, più o meno così: “Basta un poco di zucchero e la pillola va giù”. Per ora, ha tirato fuor un avviso pubblico per scovare sei rilevatori per il censimento dell'agricoltura. Siccome i numeri sono anch'essi magici, come la borsa di Mary Poppins, per il sesto censimento ha pensato di trovare sei rilevato-ri. Apriti cielo! Non sia mai far qualcosa di utile per la città che qualche testata rompiscatole inneschi una polemica.Governare una città non è da tutti, pare che ci vogliano degli attributi grossi (anche quelli si trovano nella borsa di Mary Poppins) e il miglior attributo per un uomo, sindaco compre-so, sta nel comprendere le difficoltà e porvi rimedio. Se infatti al Comune si sono resi conto che il personale dipen-dente non bastava per rilevare le aziende agricole, che male

c'era a individuare esperti esterni? Nulla, basta solo rendersi conto che, finché è p o s s i b i l e r a g g i u n g e r e i l risultato, è sempre opportuno modificare il percorso. No, stavolta la polemica contro il Sindaco è davvero gratuita. E' vero anche che il bando per l'individuazione dei rilevatori esterni ha avuto una pubblica-zione stretta stretta, dal 30 novembre al 6 dicembre, è vero anche che, a differenza di altri bandi pubblici, è scritto che “ Non farà fede il timbro dell'ufficio postale accettante nel caso di spedizione tramite servizio postale”, ma: prima di tutto non l'ha scritto il Sindaco il bando e poi il responsabile del censimento deve avere le sue ragioni, motivate sicuramente dal'urgenza. Passi anche che alla domanda non si richiede di allegare il documento di riconoscimento (necessario quando l'istanza non è sotto-scritta dinanzi all'impiegato incaricato), ma sicuramente si è trattato di una svista e poi a Fasano ci si conosce tutti ed è inutile fossilizzarsi su simili formalismi. Fasano avrà i suoi rilevatori esterni, ma non è detto che questa occasione di lavoro darà fiato a una città endemicamente afflitta dalla

DALLA BORSA DI MARY POPPINS

crisi occupazionale. Basta quindi con le polemiche e gli ostruzionismi e basta anche a dare contro ai dipendenti comunali, tacciati ingiustamen-te di incompetenza e di lassi-

smo. L'ufficio di censimento comunale è formato da personale esperto e professio-nalmente preparato. Se fossi un dipendente comunale, non esiterei a querelare chi fa uso di luoghi comuni per screditare la categoria e le persone. Se un giorno diventassi dipendente comunale, magari proprio di Fasano, chiederei al Sindaco una polizza assicurativa contro tutti gli atti di sciacallaggio compiuti gratuitamente e maldestramente solo per sporcare di inchiostro la carta. Per ora, esercito la libera professione, ma un giorno chissà … se dalla borsa di Mary P o p p i n s v e n i s s e f u o r i un'occasione di lavoro alle dipendenze del mitico comune di Fasano… sarei disposto anche a portargliela quella borsa al Sindaco per affrancar-lo dalle tante fatiche che lo assillano.

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WIKI D'INDIACe l'abbiamo fatta. Ormai Assange è stato preso. L'ideatore del sito Wikileaks, quello che ha rivelato al mondo i segreti dei potenti della terra, è stato messo in condizioni di non nuocere grazie ad un'accusa di violenza sessuale che a molti appare poco fondata. Anche perché, per la legge svedese, è violenza sessuale perfino essersi rifiutato di indos-sare il preservativo (questa è l'accusa, non stupro). Ma se i potenti della terra possono stare tranquilli, i potenti fasanesi avranno presto notti insonni. Un attimo prima dell'arresto di Assange, noi de il Menante siamo entrati in possesso della parte dei documenti sottratti all'intelligence americana, e finiti in mano a Wikileaks, che riguardava-no il gotha dell'apparato politico economico di Fasano. Questi i princi-pali elementi raccolti che rendiamo pubblici su questo numero. Altre rivelazioni sul prossimo numero, se non ci arrestano prima o se non ci offrono una cifra allettante.

Un paese inetto e incapace. In questa maniera brutale è definita Fasa-no dai diplomatici americani in un rapporto riservato, inviato alla Casa Bianca, dall'ambasciatore americano in Italia. Un giudizio impietoso ma forse dovuto a informazioni imprecise. A pagina 2 del rapporto leggiamo, infatti, delle righe che ci fanno temere che gli americani abbiano fatto un po' di confusione: “Questo paese non è in grado di esprimere una classe politica decente e ha bisogno di importare i politi-ci da altre città. Figuratevi che il Sindaco è di Bari e un assessore è addi-rittura napoletano”.

In mano ai fascisti. “Il potere economico a Fasano è ancora saldamente in mano al vecchio podestà dell'era fascista: Melpignano. Lo stesso amministrò dispoticamente il potere durante il regime e oggi riceve favori dai politici dei diversi schieramenti, giungendo al punto di riusci-re a creare un campo da golf su un sito archeologico, con tanto di per-messi e autorizzazioni.” Con queste righe leggibili a pagina 4 del rapporto, l'ambasciatore americano dimostra nuovamente di avere informazioni incomplete: il Melpignano citato non è l'ex podestà ai tempi del

fascio, bensì suo nipote.

Sulle tracce della Gazprom. Degli affari tra Putin e Berlusconi (Silvio, tessera P2 n° 1816) si sapeva quasi tutto. Quello che invece non si sape-va, era l'esistenza di un mediatore a Fasano. Nel dossier americano, a pagina 5, egli compare col nome in codice “Compagno L”. Due i fasane-si che potrebbero rispondere al profilo del mediatore tra Berlusconi e Putin per le vicende legate al gas siberiano. Il più sospettato è Checco Laterrenia, già militante del Partito Comunista, uomo chiave del gas a Fasano e soprattutto capace di vantare conoscenze russe fin dai tempi dell'Unione Sovietica. Pare, addirittura, che lo stesso abbia in comune con l'amico Vladìmir l'appartenenza al vecchio servizio segreto: il fami-gerato KGB. Il secondo sospetto riguarda Luigi (Gino) Bianco che, da uomo organico all'apparato dei berluscloni fasanesi, ma con un passa-to nella sinistra, è una specie di Gianni Letta in sedicesimo. Ma l'accusa sembra inconsistente. Pare, infatti, che l'interessato, dopo la figura rimediata con un certo Sergej Kniazev in occasione della vicenda Italian Job, abbia giurato sulla testa di suo figlio che non avrebbe mai più avuto a che fare con un russo.

Sulle tracce di Gheddafi. Nessun dubbio invece su chi sia l'intermediario tra il nostro primo ministro e il premier libico Gheddafi. Leggiamo a pagina 7 del fascicolo relativo alla nostra città che: “Appare evidente che a Fasano ci sia una spia libica. Da come parla e dal nome che porta, non c'è dubbio che l'assessore Anglani sia un agente segreto libico (nome in codice Alì Bebè). Abilissimo nel mascherare la sua iden-tità (impreca e conduce una vita che contraddice i principi islamici), dopo aver promesso di far diventare Savelletri “la piccola Capri”, gra-zie alla pacchianeria del suo arredo urbano la sta facendo diventare “una piccola Bengasi”.

Nicola Latorre. Nel rapporto americano non c'è traccia del Senatore. Tanto meno ve n'è a Fasano.

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I dubbi dubbi del Prof. Nicola FiumeLA GRANDE TROIA

(seconda parte)Dunque, dove eravamo rimasti? Agamennone era svenuto a causa dell'esuberanza di Ulisse che aveva dato sfogo a tutta la sua magnificenza intellettiva. Quando si riprese tutti i greci gli stavano attorno per cui il loro re solennemente disse: 'toglietevi di dosso perché non riesco manco a respirare!', poi una volta ricompostosi chiamò Ulisse che non era ancora tornato dalla maga Circe. Fidan-do nelle note doti maratonistiche di Filippide, gli disse: 'passando da Maratona, fai una deviazione e vai a dire a quel depravato di Ulisse di tornare subito!' Filippide fu più veloce della luce per cui ad occhi chiusi si involò proprio quando iniziava la stagione della caccia. Scansando schioppettate e imprecazioni di chi, vedendolo volare, terrorizzato urlava 'ma che cazzo di uccello è mai questo?' Filippide portò a termine la missione dicendo ad Ulisse che i persia-ni erano stati sconfitti ed agli spartani che dovevano smetterla di scoparsi la maga Circe e dovevano andare di corsa a Troia.Fatto sta che Ulisse, forse perché prima o poi ti stanchi pure di trombare con la maga Circe, a Troia ci stava già andando anche se si andava tirando dietro una mandria di porci. Quando vide i porci e si ricordò che stava a Troia, Agamennone pensò subito che il peggio doveva ancora arrivare, per cui disse ad Ulisse di costruire un cavallo di legno nel più breve tempo possibile e di metterlo sotto le mura della città, magari con i soldati che salivano nel caval-lo in silenzio senza che qualcuno gridava sotto le mura di Troia 'C'E' ANCORA POSTOOOO!'.Ulisse obbedì e dall'alto della sua intelligenza e furbizia il cavallo a dondolo fu pronto in un quarto d'ora. Ulisse si giustificò dicendo che nel cavallo a dondolo i soldati non si sarebbero annoiati e che i troiani lo avrebbero potuto tirare nella città più facilmente.Sul fatto che i soldati nel cavallo non si sarebbero annoiati non c'era il minimo dubbio. Ulisse aveva visto giusto ed i soldati vomi-tarono pure l'anima specialmente quando i troiani cominciarono a tirare il cavallo per portarlo in città. Immaginate la scena, con questo cavallo che una volta tocca quasi con il muso per terra e subito dopo con la coda. Ed immaginate come se la stavano spas-sando i soldati che stavano dentro. Ma i troiani, oramai senza una guida sicura quale era Ettore, che tra l'altro era l'unico a cui era stato montato un tom tom nella macchina, anche se il meccanico aveva insistito per montarlo nel portabagagli perché là non si vedeva ed i ladri non glielo avrebbero ruba-to, sbagliarono città ed il caval-lo finì in piazza del Campido-glio a Roma tra lo stupore di Alemanno, a quel tempo sindaco della città, e di Marco Aurelio che pensò: “se il caval-lo è arrivato adesso, io dove sono stato seduto tutto que-sto tempo?”Intanto nella città, di Troia non di Roma, Cassandra stava terrorizzando i suoi concitta-dini con le sue nefaste profe-zie. Aveva visto, lontano lon-tano, in una città lontana

lontana, un cavallo, segno di sventura (soprattutto per chi ci stava dentro). Poi miracolosamente e faticosamente era riuscita a stabi-lire che questa città era Roma (ed aveva sudato le fatidiche sette camicie, che manco le teneva sette camicie e se ne era fatte pre-stare un paio, e si lamentava che una volta bastava vedere le tar-ghe delle macchine per capire dove cavolo ti trovavi), e poi tra le nebbie del futuro, del passato, del condizionale e dell'imperfetto era riuscita a leggere S.P.Q.R., che non era una targa, era l'anatema di Bossi. E poi, frugando ancora tra le nebbie, aveva visto un uomo, basso, che voleva far credere che era alto, e che diceva 'è tutto mio!' (e mi ricordava qualcun altro), e aveva cerca-to i comunisti, ma non li aveva trovati perché non esistono più (li vede soltanto lui). E l'uomo basso voleva finire i suoi giorni facen-do politica attiva e dopo, voleva fare pure il papa, e s'era pure scelto il nome, Silvio I. E non so che altro stava vedendo questa disgraziata quando i troiani, stufi e preoccupati ancora quel 'è tutto mio!' potesse estendersi anche alla loro città, ingaggiarono un mastodontico serpente marino, che però non si chiamava Marino ma Tonino, che se la mangiò (Cassandra, non la città).Messa a tacere Cassandra (e mo' so' cazzi tuoi, mastodontico serpente marino di nome Tonino, perché in realtà Cassandra con-tinuò per anni e anni a profetizzare, e la poteva sentire soltanto il mastodontico serpente marino di nome Tonino), i troiani fecero una grande festa, ed avendo sentito parlare di porci, non solo quelli di Bossi ma pure quelli di Ulisse, pensarono bene che un bell'arrosto non guastava ed aprirono le porte della città ed invita-rono i greci. La città fu immediatamente conquistata, anche per-ché Elena era sulla spiaggia in topless e tutto l'esercito troiano l'aveva seguita perché qualcuno ancora non aveva approfittato della sua disponibilità e bisognava accertarsi di chi fosse. Nel dub-bio Elena aveva deciso di ripassare in rassegna tutti.Fu una grande festa, per i greci che finalmente occuparono questa benedetta città, per Agamennone che quando decideva una cosa quella doveva essere, per i troiani che si erano finalmente sbaraz-zati di Cassandra, per la stessa Cassandra che ora poteva profetiz-zare liberamente senza che nessuno le mettesse un bavaglio, non ne parliamo di Elena e dell'esercito troiano quanto furono conten-ti. Lo stesso serpente marino, alla fine pure lui fu contento, alme-no adesso aveva qualcuno che gli parlava. Tutti furono contenti.

Tutti tranne uno. Achille. Achille che per la vergogna si auto-esiliò e di lui si persero per sempre le tracce.

Si è sempre parlato del

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Buon Natale eBuon Natale eFelice Anno nuovoFelice Anno nuovo

pag. 25dicembre 2010

I dubbi dubbi del Prof. Nicola Fiumetallone di Achille e ci hanno voluto far credere che il tallone di Achille fosse davvero un tallone. Non è così. Non so quanti di voi lo chiamano tallone, ma il problema di Achille stava un ottanta centi-metri più in alto. Non vi posso dire di più. Eccheccazz … la Grande Troia, tutto era grande nella Grande Troia, ad Achille era grande solo la A iniziale!

p.s.Per completezza di informazione è bene informare che il tom tom montato nel portabagagli della macchina di Ettore è ancora lì ed è nuovissimo. Per la verità Ettore qualche volta aveva provato ad usarlo, ma aveva trovato particolarmente scomodo scendere ogni volta dalla macchina, aprire e chiudere il portabagagli, girare a destra, poi riaprire il portabagagli, richiuderlo, riaprirlo, girare a sinistra… Aveva deciso che era meglio lasciar perdere. Se qual-cuno è interessato all'acquisto si rivolga a Cassandra, sua sorella. Se riuscite a farla stare zitta un momento forse vi ascolterà.

Allegato n.1Si trascrive qui di seguito il testo della e.mail inviata dall'autore al sig.Omero.OmerochiocciolavirgiliononlitigatepuntononsopensogreciaCaro Omero, che cacchio mi hai fatto venire a fare a Troia se la storia la conoscevi già? Volevi qualcuno che vedesse, giacchè tu sei cecato, e ti raccontasse, o volevi essere tu a raccontare a me questa storia?

Canzone dei mariti che non è che le proprie mogli le amano poi così tanto

C'ho in mente un progetto che vorrei realizzare:

vedere mia moglie lentamente affogare.

E per quanto il buon cuore ogni tanto mi tenti,

vorrei che schiattasse e morisse di stenti.

Vorrei che restasse attaccata alla spina

dell'attrezzo infernale che di sera e mattina

mi martella il cervello di incessante rumore

… cazzo aspiri di nuovo … non so' manco due ore!

E ogni giorno che esco questo auspicio le mollo:

che si spezzi cadendo tutte le ossa del collo,

o che in auto a un incrocio non si fermi col rosso

e l'investa un rimorchio spiaccicandosi addosso.

O che vada a Parigi, ma l'aereo le esploda,

e si salvino tutti, tranne lei: stava in coda;

o cadendo dal cielo un frammento di stelle

la riduca per sempre su una sedia a rotelle.

E pensandola adesso, con carenza di affetto,

non sarebbe poi male un pugnale nel petto,

o il veleno per topi le contorca le 'ntrame',

bello pure sarebbe se morisse di fame.

Poi rifletto pensoso, ed un dubbio m'assale:

devo pure pagare per il suo funerale!?

impianti elettrici ed elettronicicivili e industriali

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PENTAIMPIANTIdi Vito Pentassuglia

Buon Natale eBuon Natale eFelice Anno nuovoFelice Anno nuovo

la vignetta è di Cosimo Rosati

Page 26: IL MENANTE - N. 11 DICEMBRE 2010

pag. 26 dicembre 2010

CIACK SI CADEE' sera, in televisione Fabio Fazio annuncia in diretta la morte di Mario Monicelli. Un uomo anziano che, tramite le sue rughe decrepite, annuncia un decesso scontato. Un ospedale unto di etere sparge nell'aria messaggi saturi di poteri farmacologici e accanimenti terapeutici, concentrati in fiale vitree colme di elisir di Dulcamara. Non mi avrete, non mi avrete mai. Da una finestra un volo nero di pipistrello si trasforma in un breve viaggio in caduta di un acerbo pettirosso. Nel rione Monti, il barocco romano ascolta la melodia di una banda improvvisata che sferza sulle schiene dei tagliatori di testa della cultura. Lo scudiscio, con note stonate, rammenta ironia perduta per sempre, rammendan-do una canzone inneggiante un saluto a una bella dall'aria triste. Un nugolo di parole trapela dal colore purpureo di una bandiera desueta. Il suicidio: una parola scomoda, spesso omessa grazie all'uso di metonimie dal sapore diplomatico. L'insano gesto, la pazzia estrema, la morte senza il consenso divino, la fuga dal destino, la fine ingloriosa o codarda o immorale. Questa serie di sinonimi e sillogismi conferisce, in maniera ampollosa, l'indicibile. Non è forse anche questa una sorta di fuga? Non è forse “perché della fatal quiete, tu sei l'imago a me sì cara vieni o sera”? Foscolo sguardo e fiero senza croce, un semplice uomo decide il tempo del suo imbrunire, così senza retorica, ma con una plateale condanna nei confronti di chi vive uccidendo racconti, ammaz-zando morale inconsueta, decimando usi e costumi da sostenere e trasmettere con estrema dovizia. Dopo lo sbigottimento, la sera cede il passo la notte, una matassa d'immagini accompagna il sudore e le lenzuola. Donde si guada per lo Paraviso? Lo estre-mo periglio non puote giammai intralciarmi. Son Branca, meglio noto come Branca lo Leon da Norcia. Bone le salamelle! Deh, mi meraviglia tu non lo sappia ancora, amico mio bisogna andare sempre dritto ad Antani, come se fosse antani, ma con lo scappel-lamento a destra. Ciak si gira oltre i confini gelatinosi di una pellicola. Chi sei tu? Sembri il ritratto di mio padre, tra le rughe s'intravede un sorriso torvo e incessante come un fermo immagi-ne. Silenzio e non tradirmi son sempre io: Mattia Pascal, mi celo grazie alla dissolvenza, ma ora cavalco una sella adagiata su un malconcio Ronzinante itterico, riesumato per l'ennesimo roman-zo popolare. A Viareggio il carnevale impazza nell'inverno freddo, i guanti bucati di un bambino lasciano intravedere le unghie sporche della polvere di un piccolo palcoscenico, forse più piccolo della borghesia. Tra i lazzi e gli scherni, le maschere inermi accalappiano la vita, ladre di cartapesta in guardia e leste alla fuga dalle lacrime di Anna Magnani. Un cappello a bombetta cela la mascella volitiva e una smorfia napoletana. Poco distante un pugile stonato trasteverino, desolato per esser rimasto solo si allontana nella notte mesta di una periferia desolante. Il bianco e il nero, la vita e la morte: una grande guerra. Un conflitto inevita-bilmente perso negli occhi languidi di una ragazza con la pistola puntata. Una ragazza? Forse non era una femmina, al limite speriamo che lo sia. Una ragazza si addobba di vesti differenti per ogni epoca storica e regge il suo ruolo da timida coprotagonista essenziale. Una servetta, con discreta civetteria corrompe il palazzo di un marchese parlante come il grillo di Collodi. Una donna senza età, dai capelli dai colori cangianti. La staffetta in bicicletta offre al pubblico le cosce turgide di dive. Le gambe delle miss in passerella segnano l'entrata maestosa dell'agognata pace. Il benessere necessario trasforma in avide le famiglie, che nutrono in corpo serpenti, come un incubo generato da Edipo aggravato dal sarcasmo. Vicino al Colosseo studenti si ribellano,

forbici tagliano fogli di storia, nastri bri l lanti come luci alla ribalta, musiche tarpate dalle proteste di Icaro e voglia di rimanere poeti innamorati della b e l l e z z a , s a n t i meno pazient i e navigatori del web. Voi non mi avrete, ma non mi avrà neanche la dama scura impugnante la scure. Mio cavalier cortese, si pugna. Un santone in cenci dal l 'ar ia invasata urla oltre la collina: “Chi si monda, monda il mondo!”. Ciak tutto gira, le vertigini alleate del tempo senza orizzonte, accolgono nel vuoto un corpo profondo.

Giullaremissiva

AppuntiAlla fiera dell'est, per due soldi, un topolino mio padre comprò

Convocata per domani alle ore 13, a Montecitorio, da Domenico Scilipoti (Idv), Massimo Calearo Ciman e Bruno Cesario, ex Api, iscritti ora al Gruppo misto, una conferenza stampa ad hoc per fornire ''importanti comunicazioni'' e illustrare la loro posizione in vista del voto sulle mozioni di sfiducia, previsto per martedì 14 dicembre. L'incontro con i giornalisti potrebbe servire ad annunciare l'uscita di Scilipoti dall'Idv e il suo ingresso nel Misto, con il conseguente 'no' congiunto alla sfiducia.

8/12/2010 ag. ASCA

''Da domani non sarò più solo''. Massimo Calearo, ex deputato dell'Api oggi al gruppo misto, non dice altro quando gli chiedono le ragioni della conferenza stampa convocata per domani con Bruno Cesario e l'esponente dell'Idv, Domenico Scilipoti. Calearo non si sbilancia, ma a quanto si apprende Scilipoti dovrebbe lasciare il partito di Antonio Di Pietro per unirsi ai due colleghi e 'fare gruppo'. I tre parlamentari, infatti, annunceranno che non vogliono fare più i ''cani sciolti'' e si metteranno insieme, ma non puntano alle poltrone, perché sono uomini e persone prestate alla politica e non professionisti della politica''.

8/12/2010 ag. Adnkronos

Governo: Scilipoti vota sfiducia,Cesario fiducia,Calearo astenuto"Io mi asterrò, Scilipoti si esprimerà per la sfiducia al governo e Cesario voterà la fiducia". A fare il punto della situazione è il parlamentare del Pd Massimo Calearo durante una conferenza stampa alla Camera insieme agli altri due parlamentari al centro delle polemiche in questi giorni per la presunta 'compravendita' da parte del Pdl.

9/12/2010 l'Unità

Consulenze da 100mila euro il premio ai voltagabbana.Una "squadra" punta gli acquisti, Verdini tratta le condizioni. La ragnatela del Cavaliere sui deputati tentati con i contratti di consulenza. Controlli mirati sulla situazione patrimoniale delle "prede". Alla fine summit col premier.

9/12/2010 La Repubblica

Page 27: IL MENANTE - N. 11 DICEMBRE 2010

pag. 27

AMATI

ARSORATORIA

BACI

CALLO

CITTADINA

CRITICA

DEMOCRATICO

DONNA

DUBBI

FASANO

FINOCCHIARO

FRANCESCA

GIOVANE

GIURISPRUDENZANEL PD RICORDA UN FAMOSO GENERALE

di Angela Rubino

ORIZZONTALI1 Vuole diventare segretario cittadino del Pd - 6 Principio di Locorotondo - 9 Lo diventa chiunque sotto elezioni - 10 Quello dei prezzi sta distruggendo i fasanesi - 11 Erano Rossi quelle di Vicenza - 12 Quello calmo era un bel film con Nanni Moretti - 14 Ambito Territoriale Ottimale - 15 La si sbroglia per venirne a capo - 17 Mezza “zita” - 18 Lo vuole diventare Carlo D'Inghilterra - 19 Sono attesi quelli degli esami - 20 Albus, personaggio della saga di Harry Potter - 22 Il Comandante dei Vigili Urbani - 24 Palermo - 26 Bar storico della Selva - 27 Sarkozy li ha cacciati dalla Francia - 28 Anno Domini – 29 Republique Libre du Design - 30 Li sollevano nella palestra Underground i muscolosi fasanesi - 31 Prima lo erano i domini dei Re - 33 La usano i bambini per stabilire ruoli o parti nei giochi - 34 Con questo attrezzo, nerboruti atleti saltano più di sei metri - 35 Settimana francese - 36 Banca Commerciale Italiana - 37 La Marina cantante - 38 Esplosivo - 39 Farina da dolci – 40 Si utilizzano nella pesca - 41 Veste da francescani

VERTICALI 1 Ex-giovane che avanza nel partito del Pd - 2 Leader del Pd cittadino… che dovrebbe esser più presente nella nostra cittadina - 3 Stoffa…estiva - 4 Gusto da succo di frutta - 5 Le prime di Zorro – 6 Un cane da televisione… - 7 L'oppure inglese - 8 il Consorzio esperto in imballaggi – 10 Negli Stati Uniti ci sono la west e la east… - 12 Cagliari - 13 Quello di Bari è occupato dagli universitari - 15 Comune siciliano in provincia di Siracusa colpito dal terremoto del 1990 - 16 Secondo tempo - 18 Quella della Gelmini è pluricriticata - 20 Mezza seppia - 21 The European Center for Leadership Development - 23 La vera e giovane segretaria del Pd fasanese - 24 Non consegnano mai la posta all'utente giusto! - 25 L'asbesto, che continua a far morire tanti pugliesi di mesotelioma - 27 Polverini, governatrice del Lazio - 28 Fa paura all'occidentale… - 30 L'inizio del pomeriggio - 32 Associazione Temporanea d'Imprese - 33 Conferenza Episcopale Italiana - 35 La sufficienza - 37 Roma

SOLUZIONE GIOCHI DELLO SCORSO NUMERO

CRUCIPUZZLE:MONTECO

dicembre 2010

V O T O R A I H C C O N I F

I T A M A I R A T E R G E S

B A R S O R A T O R I A A R

A A A A C A L L O N A S A F

C C C R I T I C A D S E O A

I I S O T I I B B U D Z C I

T T E T A S E E O O P I C Z

T I C I R R I L N E S O H I

A L N T C E O N T A L N I T

D O A R O V A E I E V E A S

I P R A M I K N V S C O L U

N O F P E N S A T R I C I I

A Z N E D U R P S I R U I G

GIUSTIZIA

OCCHIALI

OZPETEK

PANE

PARTITO

PENSATRICI

POLITICA

SASSUOLO

SEGRETARIA

SEZIONE

SINISTRA

UNIVERSITARIA

VELOCI

VOTO

CRUCIPUZZLE

CRUCIFASANESE

Page 28: IL MENANTE - N. 11 DICEMBRE 2010

pag. 28

LA BANDA GIOVANILE

dicembre 2010

Il 22 novembre scorso, ricorrenza di Santa Ceci-

lia, l'omonima associazione fasanese ha festeg-

giato la Santa Patrona. L'appuntamento, alle ore

18.00, nella Chiesa di S. Antonio Abate per la

Santa Messa ha visto la partecipazione di nume-

roso pubblico, allietato dalla banda giovanile

della S. Cecilia che, con la sua esibizione, ha

creato un'intensa atmosfera. Dopo la Santa

messa la manifestazione è proseguita nella sede

sociale di Corso Perrini. Il programma, consolida-

to negli anni, è stato rispettato in pieno.

Tra i presenti, il Presidente onorario

dell'associazione, la notaressa Michelina

Pezzolla, che ha colmato un vuoto avverti-

to nella precedente edizione della manife-

stazione, l'immancabile Assessore alla

Pubblica Itruzione, dottt. Antonio Sciana-

ro, il Sindaco Lello Di Bari intervenuto in

ritardo, l'Avvocato Luana Amati, presiden-

te dell'Associazione “l'umbracchie”

intervenuta anche in rappresentanza del

fratello Fabiano, Assessore regionale ai

Lavori Pubblici, impegnato in altre sedi.

L'Assessore comunale Bebè Anglani,pur

assente, ha comunque espresso la propria

vicinanza all'associazione. In sala era

presente anche una rappresentanza delle

Crocerossine in divisa, intervenute per

gentile interessamento della locale Sezio-

ne, dott. Vincenzo Sportelli. La manifesta-

zione ha preso avvio con l'esecuzione da

parte della dell'inno nazionale. Dopo

questo doveroso rito, il Presidente Cosi-

mo Donnaloia ha dato il benvenuto a tutti

i partecipanti all'evento dedicato alla

Patrona S. Cecilia. Il Presidente ha manife-

stato una grande gioia di fronte a tanta

partecipazione ed ha messo in evidenza

anche le personali difficoltà, legate

all'età, per l'organizzazione del consueto

appuntamento autunnale dell'Associazio-

ne, tutte superate grazie allo sprone della

Capo Banda e alla volontà della Santa

Patrona. L'Assoociazione Santa cecilia,

come emerso dalle parole del suo inossi-

dabile presidente, è nata il 18 febbraio del

1991, quando il notaio Michelina Pezzolla

siglò l'atto costitutivo. Da quel momento,

la dottoressa Pezzolla ha sempre avuto un

legame speciale con l'Associazione, fatto

di affetto e di generosità. E l'associazione

le ha espresso la dovuta riconoscenza

attribuendole , nella ricorrenza del decen-

nale della fondazione dell'associazione, la

carica di Presidente onorario. Nel corso

del suo intervento, il Presidente Donnalo-

ia ha ricordato il fine dell'Associazione,

divulgare la musica fra i più giovani. La

banda costituisce il collante per cementi-

ficare un rapporto che li accomuna social-

mente e culturalmente. A vent'anni dalla

sua nascita, la banda ha conservato

sempre il suo attributo principale, quello

di essere “giovanile”, cioè di non invec-

chiare mai. Con una punta di ironia e di

sagacia, il Presidente Donnaloia ha fatto

presente che se la banda non invecchia

mai, per lui, che ha raggiunto la novantesi-

ma primavera, non vale la stessa regola; infatti, il

tempo è malvagio e con arte magica è in grado di

modificare i connotati; il tempo purtroppo

trascorre e non torna mai indietro. Rimanendo in

argomento, il Presidente ha declamato i versi in

dialetto della pluripremiata poetessa Elena

Anglani Sansonetti, “A 'nteise tu sunè a granca-

sce? Sunè pu timpe ca uarde i passe, passene

l'anne, passene i dì, i vu o na vu a veit i accussì”.

Comunque, ha affermato in conclusione, la vita è

Manifestazione e discorsi in sala

Manifestazione e discorsi in sala

Intermezzo musicaledegli allievi

Intermezzo musicaledegli allievi

Page 29: IL MENANTE - N. 11 DICEMBRE 2010

pag. 29dicembre 2010

bella a tutte le età; i momenti di gioia, di felicità, di festa non conoscono

età, perché i sentimenti non invecchiano, rimangono sempre giovani.

Bisogna saper vivere la vita, senza che la noia abbia mai il sopravvento. La

vita attiva allunga la vita e produce tante belle soddisfazioni; questo è il

consiglio che il Presidente Donnaloia ha fornito all'uditorio. Un po' come

dire che non si vive di solo pane, si vive anche e soprattutto di soddisfa-

zioni, come quella di avere fra i relatori il Professor Antonio Carbonara,

esimio dirigente scolastico e Presidente dell'università del Tempo Libero.

La serata è proseguita con un tema di spessore e di attualità, “La musica a

scuola con la riforma Gelmini”, sul quale il Professor Carbonara , anche in

virtù della cospicua esperienza, ha tracciato un interessante profilo

sull'insegnamento e la formazione degli studenti. Il liceo classico, “Serio”

per antonomasia, ha consentito agli studenti di proseguire i propri studi

in ogni ambito, conseguendo sempre ottimi risultati. Dopo gli anni della

cosiddetta contestazione, sono stati diversi i tentativi di avviare una

riforma della scuola; in non poche occasioni, i promotori erano animati

più dal desiderio di attribuire il proprio nome alla presunta riforma che a

dare vita a un sistema che perseguisse la migliore preparazione degli

studenti per il mondo del lavoro; i risultati sono stati in più di

un'occasione, molto deludenti e sono sfociati in una scuola in perenne

decadenza. Dalla riforma gentile, di lontana memoria, si è approdati alla

riforma Gelmini. Gli obiettivi, nonostante gli anni, sono rimasti invariati:

migliorare la preparazione degli studenti. Fornirne un giudizio sarebbe

prematuro, ma la speranza rimane. Così si è conclusa la relazione del

Professor Antonio Carbonara. Dopo le parole, la musica, l'intermezzo

musicale che le Maestre Anna Rosato e Angela Colucci hanno accurata-

mente preparato. La più piccola allieva trombettista, Magda Mileti, si

esibisce con due classici motivi natalizi, “Adeste Fideles” e “Bianco

Natale”. A seguire, il duetto delle gemelle Anna e Grazia Pugliese con

“Una lettera a Pinocchio”. Michele Ambriola, Nicola Blonda,Leo Bentivo-

glio ed Eligio Colucci , componenti del quartetto sax, hanno eseguito in

apertura un motivo popolare inglese e concluso con la classica canzone

napoletana “o sole mio”. L'intermezzo musicale è stato chiuso dal bel

canto di Ettore Colucci, che ha eseguito due motivi, “Come ogni ora” e

“Fa che non sia mai”. Scroscianti applausi hanno premiato tutti i protago-

nisti, Maestre comprese. La serata è continuata con la premiazione dei

più meritevoli nella scuola pubblica statale. Le gemelle Anna e Grazia

Pugliese, Luigi Rubino e Mattia Arconzo per la scuola primaria; Maria

Bentivoglio e Davide Lisi per la scuola secondaria di primo grado. Sono

seguiti due brevi interventi dell'Assessore comunale alla pubblica istru-

zione e del Sindaco.

La rinomata targa dell'Associazione Santa Cecilia è stata consegnata dal

Presidente al Professor Antonio Carbonara, distintosi per la sua relazio-

ne tematica. La Capo Banda Anna Rosato ha consegnato un omaggio

floreale al Presidente onorario, dott.ssa Michelina Pezzolla. In chiusura,

l'immancabile benedizione di Don Carmelo Carparelli e il rinfresco

all'insegna dell'augurio di rivedersi tutti quanti il prossimo anno.

a. c.

DEL LOTTONumero del mese 50.

Possibile ambo 50 e 18.

Possibile terno 50 - 18 - 23.

Ovviamente sulla ruota di Bari.

Buona fortuna.

ANGOLO

Premiazionidegli allievi meritevoli

Premiazionidegli allievi meritevoli

Page 30: IL MENANTE - N. 11 DICEMBRE 2010

pag. 30 dicembre 2010

Anche quest'anno la Junior Fasano si è affacciata timidamen-te sul palcoscenico europeo. Timidamente ma non troppo, visto che quest'anno, per la prima volta, la squadra fasanese ha vinto di 5 gol una gara (quella casalin-ga), contro i lussemburghesi del Bascharage. Niente da fare al ritorno: perso di 9 e fuori dalla competizione continentale. Eppure la crescita c'è ed è evidente. Anche nelle adiacenze del campo di g ioco. Oltre all'abituale ospitalità pugliese, la società ha messo a punto la macchina organizzativa al punto da allestire, a fine gara, una vera e propria conferenza stampa ad uso dei cronisti locali. L'ha fatto perché lo impongono le regole della federazione europea? Certamente si, ma era evidente che ci fosse anche la soddisfazione di portare a compimento un lavoro fatto bene, da professioni-sti, da società matura. Certo non era tutto perfetto: ad esempio hanno fatto entrare anche me! Io non ammetterei mai uno come me ad una conferenza stampa. Pensate che ho perfino potuto r ivolgere domande all'allenatore della squadra ospite. Per la cronaca, l'allenatore ospite ha fatto i complimenti al pubblico e alla squadra locale sorvolando sulla mia richiesta di opinione sulla struttura. Poi è capitata l'occasio-ne di intervistare il capitano della Junior: Paolo Sirsi. Sto ragazzone ha fatto un partitone straordina-rio, parando anche le mosche. Devo ammettere che, avanzando l'età, inizio ad essere invidioso dei giovani belli e atletici. Ho fatto la prova a metterlo in difficoltà, credetemi la mia è stata cattiveria

pura nei suoi confronti. Avendo notato la presenza del sindaco Di Bari alla partita, ho sparato una domanda demenziale: “Al 14° del primo tempo eravamo sotto di 5 gol, a quel punto c'è stata la svolta della partita, il Sindaco è andato via, che ne pensi?”. Al nostro portierone è bastata qualche frazione di secondo per trovare le parole giuste: “Noi possiamo solo ringraziare il Sindaco per essere stato vicino alla squadra, speria-mo ci siano altre occasioni”. A quel punto, messa da parte la goliardia, dovuta all'euforia del risultato, ho potuto rendermi conto del livello di maturità raggiunto da questa squadra e dal suo capitano innanzitutto. Anziché cadere nella provocazione, mi ha dato una lezione di stile e diplomazia e non perché non fosse capace di ironia (in altre occasioni ha dimostrato di avere spirito da vendere) ma perché in certe occasioni ci si comporta da professionisti e i nostri ragazzi, pur essendo tutti dilettanti dal punto di vista regolamentare, possiedono ormai la mentalità giusta per il professio-nismo. Poi, come capita sempre, si può vincere e perdere, lo stesso Paolo Sirsi, nella gara di ritorno in Lussemburgo, ha preso un'esclu-sione di due minuti che secondo alcuni è stata fatale. Sarà, ma come dice il grande Paolo Conte: è un mondo adulto, si sbaglia da professionisti. L'impegno di questi ragazzi, da trent'anni a questa parte, può essere da esempio per i nostri giovani concittadini e questo è il miglior risultato ottenuto dalla Junior, poi v iene la v i ttor ia contro i l Bascharage.

F.V.

Da brutto anatroccolo a cigno. È un ottimo momento di forma per la Npf, rivelazione dello scorso anno sportivo fasanese per la promozione in B2 ottenuta con una formula casereccia, ragazzi locali e tanto sudore. L'inizio di stagione in B2 è stato difficile, con una serie di sconfitte pesanti e senza possibilità di recriminazioni. Ci sono voluti tre incontri per il primo punto, una sconfitta in casa per 2-3 contro il Casarano. Da lì filotto di quattro vittorie consecutive che hanno riportato la squadra di Giuseppe Murri a centro classifica. È proprio l'allenatore fasanese, deus ex machina anche fuori dal campo e tra i promotori del ritorno della pallavolo maschile a Fasano dopo qualche anno di vuoto, a spiegare come sia stato possibile trasformare il brutto anatroccolo in cigno. A lui l'idea di un cambiamento radicale non piace: «Non parlerei di trasformazione, nel senso che non abbiamo cambiato assolutamente nulla, né a livello di uomini (tranne l'arrivo recente del centrale Lele Marciante, ma ha ancora bisogno di un mesetto per raggiungere la forma migliore) né a livello di metodologie di allenamento. Semplicemente all'inizio abbiamo pagato lo scotto tecnico di non conoscerci bene. È servito del tempo per assemblare i nuovi arrivati con i reduci dello scorso anno. Inoltre il calendario ad inizio stagione era veramente impossibile, abbiamo affrontato le prime della classe, anche se il mio grosso rammarico è la sconfitta casalinga contro il Casarano in un match non impossibile. Il primo mese ci è servito anche per recuperare alla causa qualche giocatore non in perfetta forma, che ora sta rendendo al meglio». Sta di fatto che nelle ultime due gare contro Martina e Castellana si è ammirata un gioco sciolto e fluido, finalizzato dalla mano pesante di Corrado Mancini. «Siamo migliorati – conferma Murri - anche perché lui è salito in cattedra, iniziando a realizzare punti su punti». Una colonna da più di 20 punti fissi a partita e scelta obbligata sulle palle cruciali, ma Murri nega che la Npf sia Mancini dipendente in attacco. «È ovvio che, essendo l'opposto, sia lui il nostro principale terminale offensivo. È così in tutte le squadre di pallavolo, ma anche i nostri laterali danno un bel contributo, soprattutto Spinelli che ha spiccate attitudini offensive, mentre Schena ha la funzione di dare solidità alla ricezione». Due rinforzi pesanti invece a muro: all'arrivo di Lele Marciante, centrale di grande esperienza, si aggiungerà il probabile ritorno di Giuseppe D'Amico a fine dicembre. Le note negative arrivano dall'infortunio in allenamento del palleggiatore Mino Balestra, fattosi male alla caviglia. Un problema non da poco, perché l'alzatore arrivato quest'anno unisce alle ottime doti in regia anche una statura non comune nel ruolo, tanto da dare un ottimo contributo pure a muro: lui ed i due Mancini, l'opposto Corrado ed il libero Giuseppe con i suoi strepitosi recuperi, sono le individualità migliori della squadra. Mentre il nostro giornale va in stampa si saprà qualcosa di più sulla durata del suo stop. Murri non si pone obiettivi, anche se a guardare l'organico ed il lotto delle rivali un pensierino alla zona play-off, con un po' di fortuna, si può fare: «Non mi pongo mai obiettivi agonistici, mi piace vivere alla giornata, ogni gara ha una storia a sé. Cerchiamo di dare il massimo in campo e poi andrà bene tutto quel che verrà». Anche perché la battaglia è fuori dal campo: «Il nostro problema è la sopravvivenza economica, abbiamo pochi fondi per far quadrare tutto. La nostra vera battaglia è fuori dal campo». Anche in campo, per la verità, c'è qualche battaglia diversa da quella strettamente agonistica, relativa all'inadeguatezza della struttura. Contro il Martina, gara casalinga, la superficie umida della tensostruttura, dove la Npf si allena e gioca, ha impedito lo svolgimento della partita, che è stata effettuata a Castellana. Murri però non è d'accordo, almeno sul singolo episodio. «Ho giocato tanti anni a Fasano, è successo a volte che la superficie di gioco si inumidisse a fine partita, ma mai che il campo fosse impraticabile sin dall'inizio. È stato un evento climatico eccezionale, anche a Squinzano hanno sospeso la partita ed in tutta la Puglia hanno avuto difficoltà a giocare». A dicembre la Npf è attesa da una gara interna contro l'Oria (mentre il Menante è in stampa) e dalla trasferta sul campo della prima della classe Ugento. Si torna in campo dopo le vacanze natalizie, su cui Murri conta per assemblare al meglio la squadra e recuperare tutti i pezzi. E poi via al girone di ritorno, sperando in un finale in crescendo come lo scorso anno. Magari, ma questo lo diciamo noi, togliendosi pure qualche soddisfazione pesante in casa. Sempre vivendo giornata per giornata.

Giuseppe Cofano

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dicembre 2010

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Page 32: IL MENANTE - N. 11 DICEMBRE 2010

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dicembre 2010

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