il menante nr. 9 - ottobre 2011

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PARADISI PARADISI FISCALI FISCALI ANNO VIII, NUMERO 9 OTTOBRE 2011 € 1,00

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Il numero di ottobre del mensile che racconti di fatti, politica e costume della città di Fasano (Brindisi)

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PARADISIPARADISIPARADISI FISCALIFISCALIFISCALI

ANNO VIII, NUMERO 9OTTOBRE 2011

€ 1,00

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Grande fermento per le Prima-rie del Centrosinistra che si terranno il prossimo 20 novem-bre a Fasano. I cinque candidati, Luana Amati, Loredana Legrot-taglie, Vito Loparco, Pino Saba-telli e Sante Nardelli hanno raccolto le centocinquanta firme previste dal regolamento delle Primarie a tempo di record. Un migliaio di cittadini si è recato ai tavoli della raccolta firme convincendo anche i più scettici della bontà del percorso individuato e della voglia, fin troppo palpabile, di partecipa-zione dei cittadini nella scelta del futuro sindaco. Il segnale che si può cogliere da una parte-cipazione così sentita è che qualcosa in Città sta cambian-do. La spinta dal basso che il percorso delle Primarie impone, sta svegliando una comunità troppo spesso assopita su logiche confezionate da una classe politica maneggiona. L'idea di poter scegliere e di partecipare attivamente crea un filo di comunicazione che comincia a diventare sostanza. Il dibattito è aperto, dai bisogni quotidiani alle grandi scelte che modificano - da un decennio in maniera negativa - le aspettati-ve di crescita e persino di vita di una comunità come quella di Fasano; il dibattito vero è l'elemento di novità, i cittadini vogliono partecipare al la costruzione di una città nuova. Sta cambiando anche il linguag-gio; il politichese, spesso sinoni-mo del non dire e del non fare, cede il passo alla chiarezza e alla

convinzione che è finita l'era dei vuoti annunci. Impegnarsi per decidere e applicarsi sulla Politi-ca del fare è l'unico vero obietti-vo. Finita l'era dei venditori di fumo, anche se qualche resi-stenza alberga ancora a Palazzo di Città, si pensa ad approfondi-re realmente i problemi che assillano le famiglie e si costrui-scono le condizioni per risolver-li. La polita degli sprechi, solo per fare un esempio, praticata nella gestione delle risorse pubbliche, tocca le tasche di tutti i fasanesi. Negli ultimi dieci anni - questo si rileva in tutti i dibattiti già in corso - è stato utilizzato un modello di gestio-ne che ha impoverito la città. Bisogna, pertanto, porre in essere una serie di iniziative per rimuovere le macerie prodotte e ricostruire un pulito, traspa-rente e produttivo modo di occuparsi delle pubbliche risor-se. Appare scontato che non si possono più sprecare danari per tenere incollate alle poltrone certe figurine. A scorrere l'elenco di alcuni atti prodotti dall'attuale amministrazione viene la pelle d'oca: c'è chi si inventa lussuosi buffet e chi partecipa a manifestazioni a tromba. Il fine è sempre lo stesso: portare i danari di tutti nelle tasche di qualcuno. Di questi giorni la spartizione di laute cifre di danaro, diconsi contributi, ad associazioni o presunte tali con criteri facil-mente interpretabili. Di questi giorni è anche la vicenda delle nomine irregolari dei rilevatori

per il censimento, individuati per chiamata diretta in barba ad un bando pubblico cui, con grandissima fatica e dopo l'ennesima polemica, è seguita l'approvazione di una graduato-ria ufficiale. Nel dibattito in corso ovviamente, seppur gravi, questi episodi appaiono minuzie se confrontate con le fallimentari scelte di questi ultimi anni; tra i più drammatici, si ricordano l'affare Monteco e quello ex Tricom, ma non man-cano all'appello l'appalto milio-nario dell'estensione della rete metanifera e la svendita del Consorzio Agroalimentare. È ovvio che il dibattito deve andare oltre l'analisi del passa-to. Una regola di buon senso dice che è possibile imparare dagli errori del passato; perciò l'analisi si rivela quanto mai necessaria e utile per salvare il salvabile, anche se non è suffi-ciente per dar vita a un netto

cambiamento di rotta. La pro-posta, il progetto del Centrosi-nistra fasanese, che i candidati alle primarie, sottoscrivendo la carta dei valori, hanno condivi-so appare nel dibattito in corso un primo importante tassello per la costruzione di una larga alleanza di idee che aprono alla speranza di una Fasano nuova. Il punto di partenza imprescindi-bile, che è allo stesso tempo il punto di arrivo, è il presidio dell'etica e della moralità in politica, così profondamente depresse negli ultimi anni. Un governo, nazionale o locale che sia, dimentico, anzi spesso volontariamente avverso al rispetto del prossimo, ovvero-sia del pubblico, produce rovine e induce i cittadini al disamore verso il compito primario di ciascuno, partecipare attiva-mente alla vita politica ed ammi-nistrativa della Città.

Aldo Carbonaro

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LE PRIME PROPOSTE DEI CANDIDATI SINDACI ALLE PRIMARIE

ottobre 2011

Il centrosinistra fasanese ha promosso per il prossimo 20 novembre le Elezioni Primarie per la scelta del candidato Sin-daco della coalizione alle ele-zioni amministrative della pros-sima primavera. Cinque sono le personalità che hanno presen-tato la propria proposta di can-didatura, suffragata da una rac-colta di sottoscrizioni che per ciascuno è stata una fonte di entusiasmo. Mille persone, poco più o poco meno, hanno partecipato a questa prima tappa per le Elezioni Primarie. Dimostrazione, per quanti ancora non siano convinti, che il percorso delle primarie, in quanto percorso partecipati-vo, rafforza non solo la figura del futuro candidato Sindaco, ma l'intera coalizione. È ora aperta la campagna elettorale. All'atto della presentazione della candidatura, Luana Ama-ti, Loredana Legrottaglie, Vito Loparco, Sante Nardelli e Pino Sabatelli hanno sottoscritto il Regolamento delle Elezioni Primarie ed in particolare la Carta dei Valori. In quest'ultimo documento si leggono i principi ispiratori della coalizione ma anche alcu-ni punti di programma fonda-mentali per il rilancio della cit-tà. Alcune delle proposte: raf-forzamento dei servizi sociali, introduzione di forme parteci-pative nell'azione amministra-tiva, rilancio del turismo (si legge di una città che può diventare la “città delle contra-de”, date le sue numerose fra-zioni) e di uno sviluppo econo-mico “sostenibile”, un'econo-mia cioè che non sacrifichi il territorio sull'altare degli inte-ressi privati, ma che faccia del territorio e delle risorse ambientali il suo miglior volano per un futuro economico flori-do. Tenendo conto di queste linee di programma e sapendo ragionevolmente che un pro-gramma più puntuale sarà meglio determinato dal candi-dato Sindaco del Centrosini-stra, abbiamo voluto chiedere

ai cinque candidati alle Elezioni Primarie quale prima azione amministrativa ritengono necessaria per la Città e dun-que, proiettandoci già oltre, quale atto o atti si proporrà di sostenere in caso di vittoria alle elezioni amministrative della primavera 2012. Luana Amati. È azzardato indi-

care l'atto amministrativo che realmente sia possibile porre in essere non conoscendo a fondo la situazione finanziaria del Comune che notoriamente non è florida ma che può esse-re conosciuta solo entrando nella macchina amministrati-va. Fasano ha bisogno di esse-re vissuta. Innanzitutto dai pro-pri cittadini. I fasanesi devono star bene nella propria città. Fondamentale ritengo dunque un Piano di arredo urbanistico e assetto e gestione del territo-rio. La città deve essere vivibi-le. È una casa comune e come ogni casa ha bisogno di essere pulita, ordinata e di acquistare bellezza e armonia estetica. Solo così la casa diventa ospita-le. Solo così dunque si può anche investire su un turismo che porti i suoi benefici econo-mici al centro e alle frazioni della città. Se non si parte però dall'arredo urbano e da un piano di gestione del territorio, tutto, a partire dalla vivibilità della città, diventa difficile da realizzare. Loredana Legrottaglie. Fasa-no ha bisogno di voltare pagi-na. Se dovessi essere eletta Sindaco punterei tutto su tre direttrici: trasparenza, riduzio-ne dei costi della politica e svi-luppo ecosostenibile. Sicura-mente come primo atto legi-slativo realizzerei un Albo pub-

blico per avvocati, ingegneri e geometri che intendano colla-borare con il Comune di Fasa-no. La buona politica oggi è quella che riesce ad essere tra-sparente e generosa.Nell'amministrazione che ho in mente non ci potranno più essere percorsi preferenziali o nomine ad personam, chi vorrà collaborare con il Comune dovrà essere svincolato da logi-che clientelari e scelto per meri-to e competenza. Piccoli gesti ma dallo straordinario valore politico.

Vito Loparco. “Molti sono i pro-blemi da risolvere, al di sopra di tutte vi è la questione del lavo-ro, in particolare per i giovani, che dovrà essere affrontata con vigore, attraverso la messa in campo di iniziative qualifica-te, utili e produttive in grado di cambiare passo. Bisogna porre l'attenzione su temi letteral-mente abbandonati in dieci anni di inadeguata amministra-zione. Dai servizi alla persona alle politiche dello sviluppo; dalla tutela dell'ambiente alla creazione di un modello Città-nuova. Insomma i primi atti da fare sono impegnativi ma sem-plici nello stesso tempo; per dirlo nella maniera più com-

prensibile possibile, bisogna cambiare, partendo dalla strut-tura, il modo di lavorare e di utilizzare le risorse disponibili. Troppi soldi sprecati in malo modo. Tutto ciò premesso è necessario che tutti gli atti amministrativi mirino a miglio-rare la qualità della vita dei cit-tadini. La prima cosa che inten-do fare se divento Sindaco è la realizzazione di una farmacia comunale, con la partecipazio-ne anche dei privati, nel territo-rio di Pezze di Greco. Si cree-rebbero entrate per le casse comunali, nuovi posti di lavoro e sicuramente un servizio importante per l'intera colletti-vità. L'altra priorità è il centro storico di Fasano, bisogna intervenire riqualificandolo con un intervento forte per farlo diventare un'area di pre-gio”.

Sante Nardelli. Qualunque azione amministrativa presup-pone l'utilizzo di risorse econo-miche ed umane; dunque è impossibile ipotizzare qualsiasi intervento prima di aver fatto la ricognizione dello stato delle une e delle altre. Tanto più che dopo dieci anni di governo del centrodestra ho l'impressione che il futuro sindaco troverà una situazione estremamente critica su entrambi i fronti. Di conseguenza nel rispondere al quesito escludo a priori ogni iniziativa o provvedimento che comporti impegni di spesa. Non sarebbe serio avanzare proposte senza averne verifi-cato prima la fattibilità sotto il profilo finanziario ed ammini-strativo. Un intervento a costo

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Pino Sabatelli. L'emergenza amministrativa e politica di Fasano è assai vasta e intricata. C'è un immediato bisogno di mettere in rete e coordinare tutta una serie di attività con-crete necessarie a far risorgere Fasano dalla decadenza eco-nomica e sociale nel quale è precipitata negli ultimi anni. I numeri della disoccupazione e delle famiglie ben oltre la soglia della povertà parlano chiaro. Basta recarsi ai Servizi Sociali o alla Caritas per render-

sene conto.L'attuale amministrazione di centrodestra ha dimostrato di non essere in grado, di non avere competenze e visione necessarie ad elaborare pro-grammi e progetti per rilancia-re l'economia locale. Tanto meno è stata capace di inter-cettare le numerose risorse economiche e finanziarie messe a disposizione finanche dalla comunità europea. L'assenza pressoché totale di risorse dello Stato verso i comu-ni, impone, ad amministratori degni del loro ruolo, di colmare il vuoto attraverso Regione e CE che dispongono in questo senso. Ecco, questo sarà il nostro primo impegno. Dare risposte immediate alle vere esigenze del paese utilizzando tutti gli strumenti finanziari e ammini-strativi a disposizione. Lo spre-co di risorse non utilizzate per mera negligenza non ha giusti-ficazione alcuna se non il vole-re deliberatamente lasciare il paese in balia delle onde. A chi farà mai comodo una situazio-ne del genere? Varrebbe la pena di darsi una risposta. Ci auguriamo che la cittadinanza una buona volta alzi la testa con uno scatto di dignità.

Oggetto: Problematiche assistenziali relative al piano di rientro ospedaliero.

Da più parti emerge la consapevolezza che il piano di rientro sanitario sta comportando sul territorio problematiche relative alla sua applicazione.Ai tagli previsti e in parte realizzati, non appaiono corrispondere scelte volte alla razionalizzazione dell'offerta assistenziale che spesso risulta mortificata.La chiusura di alcuni reparti che dovrebbe comportare maggiore disponibilità di personale della dirigenza medica e non solo, di fatto, non ha migliorato finora l'assistenza nei reparti rimasti attivi. In alcuni casi addirittura si assiste ad una riduzione del livello assistenziale, causa la riduzione di personale.Pur comprendendo le difficoltà relative al momento particolare e senza voler per questo esprimere facili giudizi, ritengo condivisibili le preoccupazioni degli utenti e delle diverse categorie di operatori sanitari che chiedono di uscire dalla provvisorietà.Pertanto, appaiono necessari adeguati interventi atti a verificare in tutti gli stabilimenti ospedalieri la reale situazione e le prospettive sul piano assistenziale ed organizzativo.Ciò potrà aiutare ad evitare gravi incongruenze e scelte opportunistiche, frutto di libere iniziative che, seppure compiute nel passato, non sono più tollerabili per il futuro.Certo della sensibilità che ci accomuna, chiedo un Vostro autorevole intervento presso le autorità preposte, al fine di contribuire alla tutela dei bisogni e delle attese della gente.

Giuseppe Pace(Consigliere Provinciale UDC)

INTERPELLANZA

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ODORE DI ELEZIONI

A Palazzo di Città si sente oramai l'odore di elezioni amministrati-ve e campagna elettorale. Toni duri e accesi, e persino baruffe in Giunta, si odono e si vedono nelle stanze comunali. Il consiglio comunale non è da meno. L'ultima seduta, svoltasi tra il 6 e il 10 ottobre, ha visto sul tavolo della discussione temi importanti e persino nuove, o presunte nuove, posizioni politiche. Innan-zitutto l'astensione dell'Udc sulla salvaguardia degli equilibri di bilancio. Un'azione che ha determinato la dura reazione de Sindaco Di Bari e, sembra, l'uscita dalla maggioranza del partito di Casini. C'è però da precisare che l'Udc mantiene ancora due assessori (uno, l'as ses sore Cisternino, di recentissima nomi-na, benché per ora sospeso dal partito) in Giunta e che dunque di vera e propria uscita dalla mag-gioranza non può discutersi fino a quando il partito di centro sarà così rappresentato nell'ammini-strazione Di Bari. Si può però parlare, guardando ai numeri del

consiglio comunale, di una mag-gioranza ridotta all'osso. Due interrogazioni del Partito Demo-cratico hanno creato ulteriori polemiche. Il Partito Democrati-co ha infatti chiesto delucidazio-ni in merito all'eventualità della apertura di un mini-casinò presso il Palazzo dei Congressi sulla Selva di Fasano, così come paventato dalla stampa e mai discusso in consiglio comunale. Non è infatti mai stata data comunicazione né all'assise consiliare né alla commissione consiliare competente “sulla documentazione che assegne-rebbe alla società Gamenet spa la gestione dell'attività per un numero imprecisato di anni”, si legge nell'interrogazione. La notizia dell'apertura del casinò ha determinato infatti reazioni a catena negli ambienti non solo politici ma anche ecclesiastici e scolastici, scuotendo gli animi di numerose personalità. Il Sindaco Di Bari non ha soddisfatto la richiesta operata dal partito di opposizione, limitandosi a soste-

nere l'iniziativa in virtù di una supposta crescita economica futura grazie ad una simile attivi-tà e precisando che fino ad ora la sua persona si è semplicemente impegnata a fare entrare il Comu-ne di Fasano nell'ANIT, l'associa-zione nazionale incremento turistico che unisce i comuni che aspirano a divenire sede di casinò. Ingresso avvenuto, da quanto si legge sul sito dell'Anit. Restano però perplessità: l'ingresso in un'associazione con un fine così specifico (unire i comuni-casinò) doveva in qual-che modo essere reso noto al consiglio comunale. Ma l'omertà amministrativa sembra oramai cosa comune tra i banchi della giunta comunale. Infatti, anche sulla vicenda del Ccaaf, il Consor-zio Centro Agro Alimentare recentemente passato in gestio-ne ad una società, il Partito Democratico ha messo in luce alcune problematiche attinenti al passaggio di gestione avvenuto e dunque alla mancata traspa-renza degli atti posti in essere. Si legge nell'interrogazione: “noti-zie di stampa riportano le dimis-sioni del Consiglio di Amministra-zione e del Presidente del Con-sorzio Centro Agro Alimentare Fasano senza alcuna motivazio-ne; dopo l'oscuro passaggio di proprietà e di gestione del mer-cato ortofrutticolo dal Ccaaf alla società Com s.r.l., nessuna infor-mazione è stata data ai Consiglie-

ri circa l'ottemperanza all'atto d'indirizzo approvato dal Consi-glio Comunale, relativamente alla tutela dei livelli occupazionali e al rispetto delle clausole econo-miche ed immobiliari in esso previste; persiste un atteggia-mento omissivo da parte del Presidente del Ccaaf e del Sinda-co, che ancora oggi non mettono a disposizione dei Consiglieri Comunali gli atti relativi al pas-saggio di proprietà e di gestione del mercato ortofrutticolo; il conto consultivo 2010, chiuso con un disavanzo di oltre 220mi-la euro, è stato depositato con enorme ritardo e non chiarisce la situazione patrimoniale e finan-ziaria risultante dopo il passag-gio di gestione, in quanto non è accompagnato da alcuna relazio-ne sui costi finali per la comunità fasanese, sulle pendenze e sul futuro del Ccaaf, semmai ci sarà; circolano voci di cartelle esatto-riali pervenute al Ccaaf per sva-riate decine di migliaia di euro comportanti ipoteche sul patri-monio immobiliare ancora di proprietà dello stesso consor-zio”. Si chiede in conclusione che il Presidente del Consiglio di Amministrazione e il Presidente del Collegio dei Revisori dei Conti relazionino su tali questioni in un' apposita seduta consiliare. Si attende dunque un nuovo consi-glio comunale.

Francesca Radesco

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CONFERENZA STAMPA AL CENTRO ORTOFRUTTICOLO MEDITERRANEO

ottobre 2011

Un incontro con la stampa e gli addetti ai lavori per far luce sul COM, il Consorzio Ortofrutticolo Mediterraneo. Che succede al “mercato” a Fasano? Vito Seme-raro, presidente del COM, ha sfoderato la sua vis polemica in una conferenza stampa attac-cando tutti coloro che hanno scritto sul e di mercato senza cognizione di causa. Non rispar-mia cifre, frecciate, ne ha per tutti. Ma pesano anche parole non dette che aleggiano nella sala della conferenza, le troppe omissioni.Le cifre del mercato. Il 30 giugno scorso, data in cui è stato siglato davanti ad un notaio l'atto d'acquisto del mercato che passava così dall'istituto Lea-sing Spa al COM, è stata versata la somma di 2 milioni e 350mila euro (più oneri). il COM diventa-va proprietario delle parti comu-ni mentre i grossisti diventavano proprietari degli stand. Gli stan-disti hanno dovuto sborsare migliaia di euro in più a testa

rispetto al piano originario e si è dovuti ricorrere ad un indebitamento b a n c a r i o p e r 900mila euro. Su questa operazione forse si è avvantag-g i a t o q u a l c h e standista, almeno quelli che erano fittuari. Otto stan-disti si son visti abbonare parte dei soldi dati in fitto p e r l ' a c q u i s t o

dell'attività, come se dopo anni di affitto acquistassi una casa scalcolando le quote pagate per il fitto. Le critiche e le frecciate. A tutti coloro che hanno scritto dell'operazione e non l'hanno considerata geniale. A tutti coloro che in questi anni hanno contribuito al crollo del CCAAF (il vecchio soggetto giuridico che gestiva il mercato di proprie-tà per il 96% del Comune). Ai politici non presenti e al sindaca-to, la Uil, che non ha collaborato nella gestione delle unità lavora-tive dipendenti del vecchio proprietario del mercato. Dell'assenza dei consiglieri comunali si è lamentato anche Gianleo Moncalvo, capogruppo fasanese del Pdl. E in mancanza di voci contrarie, se non quelle di qualche pungente giornalista, Semeraro si è sbizzarrito: “La nostra, invece, è stata un norma-le operazione commerciale” afferma. Il mercato era in crisi e vi era la possibilità che chiudesse battenti.

Il Comune proclama di essere vincitore, di aver risolto una situazione fortemente debitoria senza tirar fuori un euro. Ha ragione, non avrebbe mai avuto la possibilità di coprire le perdi-te, quasi tre milioni, se non con i soldi della collettività. Ma la legge non consentiva questo. La politica è la vera sconfitta, nes-suno ha il coraggio di dirlo. Lo sussurra Semeraro. Il 96% del mercato, il 96% dei debiti, bilanci negativi e al limite della denun-cia per gli euro spesi per consu-lenze ridicole, spese assurde, regali agli operatori, cattiva gestione. Negli ultimi anni chi era al potere al Comune? La gente dimentica e allora chi ha fatto in modo che da un bene pubblico sparissero così tanti soldi? Di sicuro gli standisti avrebbero potuto vigilare o alzare la voce. Ma ogni volta le urla venivano affievolite dagli amici politici. Questa è una colpa di chi doveva proteggere il pro-prio lavoro. Anni di errori e di bilanci ancora poco chiari. Per-ché Semeraro non mette a disposizione i dati delle consu-lenze e degli sprechi, di quanto la politica sembra aver regalato sottraendo dalle casse di tutti? Del resto, ha potuto verificare, osservare, nella fase di passag-gio di proprietà. Gli standisti non potevano perdere l'attività, non si potevano mandare a casa più di cento lavoratori. Qui entra in gioco Giuseppe Carparelli, dot-tore commercialista e dipenden-te comunale, che inventa, con una magia, la risoluzione del

problema. Semeraro non ha il coraggio di dire che si è trattato di scippo, non attribuibile al COM, ma a chi tra i politici ha gestito in maniera fallimentare il Consorzio Agroalimentare. Alla città bisognerebbe mostrare i conti di questo affare disastro-so. Il COM ha fatto il suo dovere d'impresa. Acquistare un bene posto in malo modo sul merca-to. Peccato che si scrive di un bene pubblico che tale avrebbe dovuto rimanere.Che cosa è possibile vendere ancora? Questa è la domanda che balenava nella mente di chi era presente alla conferenza. Si privatizza tutto dopo aver male gestito e si passa spesso alla storia come benefattori.E nei terreni limitrofi al Centro Agroalimentare, che succederà? Invece delle aziende di conser-vazione e trasformazione dei prodotti agricoli sorgerà qual-che industria non compatibile con le altre attività? Forse si sta esagerando, forse rimarranno terreni incolti, ma in tanti già pensano a come far soldi da quei terreni. Al COM, comunque, tutto questo non importa. E in silenzio, combattendo con tutti i problemi comuni a chi fa impre-sa, va avanti. Spese da tagliare, debiti da ripianare. Una vittoria di Pirro, un regalo, uno scippo, chiamatela come volete. Non è giusto però cancellare il passa-to. Ora occorre trovare i nomi e i cognomi di chi ha sbagliato, di chi ha cancellato persino l’idea di consorzio.

Gianluca Monopoli

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FASANO - BHOPAL: ZERO A UNO

ottobre 2011

Si potrebbe dire che era una notte buia e tempestosa, invece era una serata tranquilla. La maggior parte delle famiglie si apprestava a festeggiare l'ono-mastico di un Francesco obbliga-torio come membro apparte-nente di qualsiasi casata, quasi come per contratto, pare che in Italia si debba venerare il patro-no appioppando questo nome a un figliolo di turno. Parliamo per la fattispecie del quattro otto-bre, Francesco d'Assisi è rinoma-to come persona bizzarra, si narra che conoscesse molte lingue onomatopeiche e che amasse parlare con i lupi, gli uccellini e facesse uso sicuro e immediato di grammelot, quan-do per la strada incontrava il giullare Dario Fo. Giustamente, la gente del posto lo prendeva per pazzo. Fu un folle perché vedeva cose strane, tipo realtà offuscate e ottimati sempre più compromessi nel regime, ma sempre risultati come grandi portatori di purezza e di verità dogmatiche dal sapore ecclesia-stico. È appunto il giorno dedica-to al santo che molta gente, seguendo la sua dottrina, inizia anche lei a vedere cose strane e inspiegabili. Anch'io ho un paio di Francesco nella mia famiglia, per questo motivo mi sono fatta prendere da uno stato di estasi, mentre preparavo una ciambella per i miei parenti, ho visto una grande nebbia che mi avvolge-va. Spaventata e basita, sono corsa ad accertarmi della cottu-ra del dolce, ma nel forno tutto procedeva alla perfezione secondo i riti canonici. Acuii i sensi, così l'olfatto mi fece notare che il fumo aveva l'odore acre e nauseabondo tipico di quando s'incendia della plastica. Controllo la lista degli ingredien-ti sul ricettario che avevo consul-tato e seguito alla lettera, ma niente: non erano presenti né plastica né scarpe da ginnastica scalzate da un calciatore, dopo una partita con annessi tempi supplementari. Ormai questa nube, mentre ero distratta nel recepirne l'origine, si era estesa a macchia d'olio, forse non proviene da casa mia, forse non

sono stata io a combinare que-sto disastro ambientale, salgo sul terrazzo di casa e come un nocchiero, frugo l'orizzonte per trovare un rivolo di spiegazione. “Terra!”, “Eureka!”, così scruto una cordigliera fumosa che proveniva dalle campagne site a nord di Fasano, ma la fonte mefitica, avrebbe potuto avere anche origine da Monopoli sud. Era tutto molto fumoso e il vento di maestrale spingeva questo cumulo ovattato verso la collina. Riscendo a rotta di collo le scale, accedo a Internet per leggere su qualche giornale telematico locale, cosa fosse accaduto, ma quel giorno si parlava solo e lungamente di politica partitica, la cosa mi permette ampliamente il tempo di sfornare la ciambella. Provo a chiedere sul più popolare social network se qualcuno dei miei amici avesse delle utili informa-zioni a riguardo, invece constato solamente che la crisi mistica

che fa vedere le cose strane è diventata collettiva. Ora non mi sento sola, afferro coraggiosa-mente la cornetta del telefono e tra un tossire e l'altro, compon-go il numero dei vigili urbani. Più o meno è andata così: “Pronto, sono una cittadina, vorrei fare una segnalazione, nella zona di Fasano nord, c'è molto fumo e tanta puzza”- “Sì, lo sappiamo signora abbiamo già avuto diverse segnalazioni”- “E si sa cosa è successo?”- “Abbiamo mandato già una pattuglia, ma il problema è fuori dalla zona di nostra competenza, bisogne-rebbe avvisare i vigili di Monopo-li”- “E perché non lo fate? Qui il fumo mi è entrato anche in casa.” – “E lo so, signora, ma che ci possiamo fare noi, se altrove bruciano di tutto e di più? Lo può fare lei.” – “Ma ho solo l'elenco telefonico della provincia di Brindisi, voi il numero dovreste averlo”- “Certo signora, ora glielo passo e gli dica pure che ve

lo abbiamo dato noi e nel caso ci faccia sapere.” Non nego di essere rimasta un po' perplessa, provo a chiamare quel numero che il piantone mi aveva dettato, ma era di un fax. Non so più che fare, mi arrendo per quel giorno, che fortunatamente il maestrale aveva giovato. Durante i giorni successivi, chiedo un po' in giro, a una serie di monopolitani, di contadini, a un amico che a sua volta ha chiesto ai vigili del fuoco di Putignano, ma nessuno forni-sce informazioni a riguardo. Alcuni hanno dato per probabile che possa essere l'eliminazione autogestita di rifiuti particolari, come le vaschette di polistirolo che servono per il trasporto dei germogli da piantare negli orti. Data la vistosità del caso, appu-rata da molti, è una cosa che escludo a priori anche solo come un'ipotesi. Se cliccate su un motore di ricerca scrivendo “nube tossica a Fasano”, vedre-te che questa storia ha dei prece-denti, le immagini le potete trovare anche su You Tube. E' logico che in seguito a questo evento i dubbi siano forti, nell'ottobre del 2007 la fabbrica di Monopoli Plastic Puglia subì un incendio e l'allarme per la nube farcita di diossina, inte-ressò soprattutto i cittadini fasanesi, dato il vento di mae-strale. Riscontro un po' di analo-gie rispetto a ciò che è successo il giorno di San Francesco cor-rente anno: la zona di provenien-za, il mese e il vento. Natural-mente queste sono solo delle supposizioni, certo è che perfino nel lontano 1984 quando s'incendiò una fabbrica di pesti-cidi nella città indiana di Bhopal, pur non avendo gli strumenti di comunicazione che abbiamo oggi, la notizia del disastro ambientale fece il giro del mondo in pochi secondi. Non voglio mettere a paragone l'entità dei danni di entrambi i casi, ma porre l'accento che la volontà di ricerca di verità a Fasano rasenta lo zero. Forse perché i cittadini stessi sono abituati ormai a turarsi il naso troppo spesso.

Angela Rubino

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IL CONVEGNO DI RIGENERAZIONE URBANA

LA PANACEA DI TUTTI I MALI

ottobre 2011

I convegni di rigenerazione urbana sembrano divenir la panacea di tutti i mali per il Comune. A volte, lo sono soprattutto per chi li organiz-za, ma di questo abbiamo già scritto. Martedì 18 e mercoledì 19 ottobre se ne sono tenuti due presso il Laboratorio Urbano: si è discusso di centro storico e di zona 167. Due incontri aperti ai cittadini per discutere dell'ovvio e per proporre l'inutile. Gli incontri voluti dall'amministrazione comunale di Fasano nell'ambi-to della cosiddetta piattafor-ma di progetti definita Piru (Programmi integrati di rige-nerazione urbana) sono stati aperti alla cittadinanza e velocemente liquidati con un arrivederci e grazie dal Sinda-co. Ma davvero un politico non conosce i problemi del centro storico dopo che i

cittadini hanno denunciato, proposto e discusso in questi anni? Ma davvero un politico non ha mai ascoltato le urla dei residenti stanchi di sop-portare fiere e mercati, incivil-tà e sporcizie? Dove erano parte dei tecnici e dei politici che in pompa magna erano stati annunciati? E poi, come mai questi convegni a fine mandato della “squadra Di Bari”? Puzza di presa in giro, di soldi destinati alla “Ecosfera”, la società di Roma, supporto tecnico per la redazione del Piru. Tanto di cappello ai tecni-ci della società capitolina, ma davvero questo convegno non serviva. Tanti i lavori prodotti da giornali e residenti in questi anni, tante le denun-ce effettuate per stati di degrado, tante le soluzioni prospettate dai residenti e non, tante le notizie chiare già

in mano ai tecnici comunali e ai politici. C’è un Comune virtuo-so, c’è un Comune che in un anno può risolvere problemi incancreniti da decenni? Pro-paganda becera, degna della Vecchia Repubblica, rivolta a gente con l'anello al naso. Un assessore che si vergogna e perde il filo del discorso nella presentazione “scolastica” del progetto. Un dirigente comunale che sa già cosa serve a Fasano, ma è costretto ad ascoltare e a sorridere ad ogni ovvietà ascoltata. Un Sindaco che arriva a fine con-vegno e liquida i partecipanti, contento di aver finito il com-pitino velocemente. Ma siamo a Fasano e forse ci piace esse-

re presi in giro. Che almeno, la prossima volta, non ci prenda-no in giro donando i nostri denari.Scusate, non ho ancora scritto di quel che si è discusso nei vari tavoli moderati dai cittadi-ni stessi. Si è discusso della rabbia. Di quello che già tutti i residenti sanno e vorrebbero. Manca solo Babbo Natale che dovrebbe risolvere i problemi e rigenerare in meglio Fasano prima delle elezioni 2012. Nel frattempo la rabbia continua a montare e i residenti delle zone interessate dal Conve-gno potrebbero “indignarsi” ancor di più.

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6 SETTEMBRE 2011, OGGI SCIOPERO

ottobre 2011

L’opinioneL’opinioneLA PROFEZIA DI VOSTRADAMUS

Correva l'anno del Signore 2011, ma il centrosinistra stava fermo fermo ed il polverone che si alzava con le primarie e le candidature più o meno autorizzate e/o discutibili non era quello prodotto da un focoso cavallo lanciato al galoppo su una strada di cam-pagna, ma era quello misera-mente procurato da un ciuchi-no che si rotolava per terra perché non ne voleva sapere di muoversi. Forse perché non sapeva da che parte andare.Intanto nel regno di Berlusco-ni tutti i dottori che si erano alternati al capezzale del sovrano avevano sentenziato che tutto andava bene, ma non perché lo credevano veramente, ma perché il sovrano, per quanto in fin di vita, glielo aveva fatto crede-re, e forse ci credeva pure lui davvero.A n c h e i g r a n d i m e d i c i dell'altra sponda si erano pronunciati, ma in un impeto di moralità controeutanasisti-ca non solo non riuscivano a far niente per salvare ciò che per la verità era già di suo insalvabile, ma continuavano a pompare ossigeno nelle macchine, mi auguro forse sperando in una poco proba-bile esplosione.Fatto sta che il codazzo dei medici della sua coalizione era stato concorde nel consigliare il riposo a letto all'illustre malato e quello non si era lasciato pregare: il moribondo continuava imperterrito ad agonizzare nel suo letto, ma il letto era grande e qualche volta qualche gentile signori-na gli faceva compagnia ren-dendo la sua giacenza più piacevole ed il letto più utile. E tutti gli altri a guardare. Non dico manco ad aspettare perché non sapevano nean-che loro che cosa dovevano aspettare. Forse tutti temeva-

no che scomparso il padrone, sarebbe toccato loro in eredi-tà, un regno che non avrebbe-ro mai saputo comandare. Semplicemente non ne erano capaci.A Fasano succede qualcosa del genere. Il Sindaco è meno agonizzante di Berlusconi ma non va a puttane anche se proprio a Fasano pare che qualcuno gliele potrebbe procurare se è vero che le ha procurate a ben più alti livelli. I dottori che lo hanno in cura pare che non capiscano una mazza di medicina per cui il Sindaco preferisce curarsi da solo mentre i luminari di sini-stra continuano a flagellarsi in nome di una beata e masochi-stica incapacità di trovare una persona che si faccia massa-crare prima da tutti quelli di sinistra e poi, forse, dagli avversari politici di destra. E sì che ne hanno avuto di tempo per individuare qualcuno che si proponesse come seria e soprattutto unica alternativa a Di Bari. Eppure pare che soltanto adesso, e nel caos più totale, si siano ricordati che tra qualche mese si vota per l'elezione del Sindaco. E la persona unica che avrebbero dovuto individuare fin dal giorno dopo l'elezione del vecchio Sindaco adesso sono diventate non si sa quante, e queste benedette primarie che ora si fanno e adesso non si fanno... e che cazzo le fac-ciamo a fare se le dobbiamo fare il giorno prima della vota-zione per il Sindaco...Non ci capisco più niente. Anzi, una cosa la capisco: abbiamo quello che ci meritia-mo!E la profezia di Vostradamus qual è? Aspettando l'elezione del nuovo Sindaco, sarà dav-vero un nuovo Sindaco?

Nicola Fiume

Riceviamo e pubblichiamo

Apprendiamo dagli organi di stampa che i rappresentanti della compagine locale di FLI, De Luca ed Angelini si siano sentiti sedotti ed infine abbandonati dopo il cordiale incontro avuto tempo addietro per intavolare una trattativa mirata a formare una coalizione di centro destra per le prossime ammi-nistrative comunali. Sebbene faccia piacere che i rappresen-tanti si siano sentiti sedotti, lo stesso non si può dire che sia avvenuto da questa parte in quanto tema dell'incontro erano i programmi e gli argomenti che urge affrontare in tema di amministrazione e governance, ed invece inesorabilmente la discussione ha preso la noiosa ed ormai cassata piega del tema “candidato Sindaco”.E' stato questo infatti il tema caldo, o meglio ribollito, che gli esponenti del terzo polo ci hanno paventato, palesando il malcontento nei confronti del candidato attuale, il sindaco uscente Lello Di Bari e di tutta la sua amministrazione. Con grande senso di “strategia” e “raffinatezza” politica poi gli amici, verso cui si ribadisce non si ha alcuna preclusione, ci hanno propinato il nome del vice Sindaco Antonio Scianaro, lui sì, esonerato dall'etichetta di “cattivo amministratore”, ed addirittura portatore di consensi e catalizzatore di liste civi-che. Questo ci fa enorme piacere perchè Antonio Scianaro è uomo di punta del Partito ed ha più volte manifestato di fron-te ai vertici del PDL la sua volontà di essere parte integrante della squadra che si presenterà a queste elezioni in appoggio e sostegno dell'attuale Sindaco con cui ha un rapporto di massima stima e fiducia. Per questo il coordinamento si è trovato spiazzato e deluso, perché essendo stata chiusa la questione candidato con il placet di tutti gli esponenti del centro destra, sia al livello locale che provinciale, non si capi-sce come possa un partito appena nato proporre un candida-to Sindaco alternativo, addirittura non tra le sue fila ma tra quelle dell'attuale gruppo di governo. E' allo stesso tempo vero che nonostante l'accordo generale sul nome di Lello Di Bari, se ancora ci sono esponenti che hanno velleità di eventuali candidature ed hanno al loro segui-to l'appoggio necessario, che lo dicano apertamente e soprat-tutto si facciano avanti, anche perché nessuno vieta che si possa intraprendere il percorso delle primarie interne al centrodestra, non come teatrino più volte visto a Fasano, ma come serio strumento democratico di scelta del candidato, semmai questo non dovesse essere “espressione naturale” di una maggioranza.Per concludere, fermo restando la volontà di allargare la coalizione con coloro i quali intendano partecipare sul serio alla costruzione di una nuova compagine di governo, invitia-mo nuovamente FlI ed API a discutere di contenuti, come loro stessi auspicavano, perché ad oggi il discorso candidato Sindaco, almeno per il PDL, è assodato e chiuso, ed approfit-tiamo per ricordare, ove ve ne fosse bisogno, che l'organo direttivo del PDL è l'unico legittimato ad avviare, intraprende-re ed eventualmente ratificare trattative con gli organi politici locali i quali, quindi, non devono farsi ammaliare o addirittura sedurre così facilmente dal primo che capita.

Il coordinamento

SEZIONE CITTADINAIL POPOLO DELLA LIBERTÀ

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PARADISI FISCALIPer ogni monetina che salta nella cassetta, un'anima balza in paradiso (fiscale). Lutero s'incazzò, e quel che successe s'è visto. Cosa succede invece se nel mirino di un attacco mediatico, dove le fonti sono piuttosto discutibili, finisce un rappresentante della Chiesa? È successo a Fasano: un sacerdote ha subìto un controllo fiscale perché i suoi introiti dichiarati al fisco apparivano incongruenti col tenore di vita (auto sportiva, villa in collina e colf regolarmente assunta). Il controllo ha evidenziato la regolarità della posizione contributiva del religioso, ma la vicenda è salita ugualmente agli onori delle cronache sui giornali cartacei, telematici e sul televideo. Logicamente le opinioni si schierano su due fronti diversi: c'è chi istintivamente attacca, non sempre scevro da anticlericalismi, e chi in buona fede difende, un po' per conformismo, un po' per abitudine. Ma la questione fa pensare, al di là delle accuse infondate e delle solo apparenti frodi fiscali. C'è un fondo di ignoranza in merito alla situazione economica dei servi del Signore, dovuta al fatto che, ultimamente, si punta il dito più facilmente verso la politica. Infatti, non è chiaro il perché un prete prenda uno stipendio, visto che la Cei dovrebbe solo compensare, fino a una certa soglia, i sacerdoti che godono di altre fonti di sostentamento. Lo scoop è stato quindi smentito: e chi se lo aspettava che la perpetua (assunta con regolare contratto) avrebbe attirato i controlli dell'Agenzia delle Entrate? Ma tutto è regolare. Il prete ha dimostrato di non aver evaso nulla, anche perché i soldi dei matrimoni e dei funerali non vanno in tasca al prete ma alla parrocchia, e quindi? Tuttavia, ben pochi sanno che lo stipendio del prete è fatto da:- Una cifra pro-capite, calcolata sul numero degli abitanti della parrocchia (si preleva dalle offerte generiche che vengono fatte: questua, benedizioni pasquali, ecc.);- Un'integrazione (per arrivare al migliaio di euro circa dello stipendio-tipo) dall'Istituto Centrale Sostentamento Clero, che gestisce i beni ex-beneficiali;- Le offerte delle messe "fatte dire" (non la questua, per intenderci).Ma quindi a fronte delle entrate provenienti da buste per funerali e matrimoni, vengono emesse ricevute? Da queste va trattenuta solo l'offerta per la messa, che viene stabilita dalla diocesi (la cosiddetta “sinodale”), il resto va alla parrocchia (di fatto non esiste più il cosiddetto "diritto di stola"). Ma una volta che le donazioni sono parte del patrimonio complessivo del sacerdote, continua a valere la regola che non devono essere computati nella dichiarazione fiscale? E perché poi pagare per sposarsi, questo non l'ho mai capito! In Germania la celebrazione religiosa del matrimonio per esempio è gratuita (è un diritto che deriva dall'aver pagato la Kirchensteuer, una ritenuta in busta paga in favore della propria chiesa). Pensateci

un po'. Se un prete qualsiasi si può permettere questo, figuriamoci vescovi, cardinali e Vaticano. Sembra che l'unica struttura obbligatoria nelle parrocchie sia il Comitato Parrocchiale per gli Affari Economici, che garantisce l'efficienza, la professionalità e la pubblicità degli interventi (lavori, appalti e pagamenti), che controlla e approva il bilancio delle offerte. Ma ritorniamo al nodo della vicenda, che nonostante si sia rivelata un buco nell'acqua, ci fa riflettere. Essa ha indignato tanti cristiani della città, e la solidarietà si manifesta anche su internet, dove gira una lettera sottoscritta da amici del parroco. Eppure non si riesce a capire perché tanta gente non riesca ad indignarsi di fronte ad un ricercatore che guadagna meno di un prete, come non si capisce perché proprio chi invita a vivere con umiltà e a disprezzare la superbia non sappia rinunciare ad un'automobile di lusso.E' sufficiente, per un prete, non aver violato la legge per sentirsi nel giusto?

Glamodrama

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Fasanesi in Africa, una storia dal CongoROCCO MASELLA E I VOLONTARI DELL'ASSOCIAZIONE I SORRISI DEL MONDO

Agosto in Congo per Rocco Masella e i suoi amici, per regalare sorrisi, vita e un futu-ro a tante comunità africane. L'associazione “I Sorrisi del Mondo”, di base a Martina, ha consegnato 5 borse di studio da 700 dollari ciascuna in due università di Mbuji-May. Il sostegno a chi eccelle e mette a disposizione competenze e cultura. L'associazione ha anche incontrato i bambini adottati a distanza e ha conse-gnato dei contributi alle fami-glie. Il tour è proseguito per 5 orfanotrofi, visitati per valuta-

re eventuali nuovi progetti. Ma in Congo l'associazione ha anche costituito una scuola a Miabi. Quale miglior occasio-ne per verificare i lavori della scuola, incontrare gli inse-gnanti e tutti i lavoratori, custodi e personale di servi-zio?“Il progetto della scuola è nato solo 3 anni fa”, afferma Rocco. “Abbiamo acquistato un terre-no e abbiamo tracciato le basi per la scuola. Nel villaggio è l'unica struttura in muratura, il tutto ci rende orgogliosi. Ci sono ancora lavori da ultimare,

ma quest'anno 300 bambini hanno potuto frequentare le lezioni”.Di sicuro questo è stato reso possibile grazie a quanti hanno creduto nell'associa-zione e hanno sostenuto con il proprio contributo.Ma l'associazione ha scelto anche di adottare a distanza bambini, sostenendone gli studi.“Abbiamo incontrato bambini da abbinare a nuove adozioni a distanza. Siamo stati accolti dai canti dei bambini che ci han fatto festa. Alcune maman

preparavano il fùfù per il pran-zo, una specie di polenta. E lì abbiamo anche analizzato l'area da acquistare per la costruzione dell'allevamento polli. Vorremmo regalare un'attività economica a queste popolazioni, regalargli la possi-bilità di costruirsi un futuro”.L'orfanotrofio, che si chiama Mwene-Ditu, si trova nel centro-sud della R.D. del Congo, nella regione del Kasai Orientale, a circa 130 km (che in Africa corrispondono ad oltre 4 ore di macchina) da Mbuji-Mayi, il capoluogo della Regione. Miabi è vicino a Mbuji-Mayi ma per colpa delle strade inesistenti, per rag-giungere questo villaggio si impiegano almeno 2 ore. “In un paese dove malaria, febbre gialla, tifo, HIV e malnutrizione sono all'ordine del giorno, il creare cultura e speranza di vita non può che renderci orgogliosi”conclude Rocco.Per noi de il Menante è un piacere scrivere di vero volon-tariato, della voglia dei concit-tadini di aiutare popolazioni e bambini con un futuro altri-menti cupo. E Rocco ci dà appuntamento il 30 ottobre presso l'Oratorio del Fanciul-lo. Alle 17 e 30 l'associazione incontrerà i fasanesi e chi vorrà potrà condividere i sogni de “I Sorrisi del Mon-do”.

G. M.

Via Roma, 115FASANO (BR)

Tel./Fax 080.442.71.63Cell. 334.590.05.23

[email protected]

nella foto Rocco Masella

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pag. 14 ottobre 2011

GLI INDIGNADOS, OLÈ!

esaurisse solo in terre oltre i Pirenei, gli stessi monti con i quali la signorina Maccabei fece la gnorri di gnomo davanti a un professore canterino. Le proteste indignate iniziarono nel maggio del 2011, chissà poi perché il maggio ispira così. Anche il maggio del sessantot-to, ma in questo caso in Fran-cia, fu fucina di rivolta che poi si espanse oltre i propri confini geografici. Oggi la protesta si è allargata in vari paesi dell’Unio-ne Europea e alcuni asiatici, principalmente quelli con un debito pubblico più elevato. Dopo la Spagna è toccata alla Grecia la bagarre di piazza. Cortei pacifici, in seguito si sono trasformati in sommosse vere e proprie, condite di lacrimogeni e lacrime nei portafogli di una popolazione che si è vista depredare le voci della propria busta paga. In Italia, nel frattempo, si diceva che tutto andasse bene. Mada-ma Dorè, Berlusconi e Tremon-ti garantivano la posizione

La pronuncia esatta del termi-ne indignados è quella d'indi-ghnados, della “gn di gnomo” che ci dicevano alle elementari, ora fatene momentaneamente tabula rasa. La parola ha origini spagnole, essendo nata in seguito a proteste di piazza sorte nella penisola iberica, provocate da una spinta esa-sperata, ma pacifica, di gente che ormai ridotta in mutande, gridava contro lo Stato per aver ceduto a ricatti subdoli da parte di speculatori di Borsa. Gli indignados, si può certo affer-mare che siano i pionieri di una scoperta simile a quella dell'acqua calda, cioè la fine del sistema economico basato sui principi del Capitalismo. Faccia-mocene una ragione, ora è morto il Capitalismo, dopo il crollo del muro di Berlino era morto il Comunismo, Cristo è morto da secoli e anch'io oggi non mi sento tanto bene al pari di Woody Allen. Questo movi-mento di protesta, sarebbe stato troppo facile che si

forte delle banche nostrane poiché queste hanno sempre avuto l'eleganza d'investire in azioni sicure dalla scure della crisi. Ma, come in tutte le previsioni meteorologiche, anche in Italia sono piovute rane e visti ingoiati rospi vispi. Roma: sulla scia di quella americana, la protesta degli indignados invade i selciati fatti di sampietrini già tremuli. L'aria è pesante e si odora già qual-che sentore il giorno prima. Insomma, quella che doveva essere una manifestazione pacifica, si è tradotta in una serie di scontri con annessi coprifuochi, con la comparsa dei Black Bloc. Chi sono questi blocchi neri? Già la loro presen-tazione classificata premette un marketing del nome che esercita un fascino all'interno di associazioni, spesso descritti dalla polizia come ospiti nelle sedi di centri sociali. Sono essenzialmente gruppi dove convivono anarchici, no-global e anticapitalisti. La loro strate-gia è quella del caos, per poter poi redarguire l'ordine preco-stituito che non è stato in grado di sopprimere il disordi-ne da essi stessi creato. Il giorno dopo gli scontri capitoli-ni, oltre ad esserci un futurista nubifragio che spazzò gli ultimi sampietrini lungo le strade, ci furono anche una dozzina di arresti. I catturati, sono risulta-ti i cosiddetti “ragazzi di buona famiglia”. I genitori stessi dei protagonisti di numerosi atti vandalici durante il corteo, hanno dichiarato che i loro figli si sono fatti prendere dal virus dell'emulazione e dell'adesio-ne nel branco. In parte ci credo. Ha fatto il giro di tutte le reti televisive italiane e non, l'immagine di un ragazzo a torso nudo e tatuato, ma con il volto coperto, mentre lanciava un estintore. Lo chiamano “er pelliccia”, di certo non era una pelliccia di volpe, è stato imme-diatamente identificato appun-to dal suo marchio sul torace.

Alcuni giornali l'hanno definito un ragazzo per bene, che gioca a tennis, come se questo sport, per quanto nobile sia, possa scagionare l'uomo da atti inconsulti operati altrove. Un ragazzo che ama i video giochi, i film horror e pulp. Eccovi il personaggio adatto per far discutere i salotti televisivi, dove criminologi prendono il gettone di presenza. È sconta-to che dopo determinate azioni vandaliche l'amministrazione cittadina abbia alzato la guar-dia, arrivando perfino a proibi-re i cortei. Peccato che da lì a poco la FIOM ne avesse già uno in calendario e che lo abbia dovuto tramutare in un sempli-ce sit in. L'onorevole Di Pietro, così come Maroni, prima che questi cretini di nero vestiti e confusi nella folla, bruciassero auto e depredassero super-mercati, già aveva fatto trape-lare, con frasi concise, che ci sarebbe potuto scappare il morto. La premeditazione delle parole ha ottenuto l'occasione di dire che il morto non era scappato, ma c'era mancato poco, quindi propor-re leggi oppressive. Ho sentito dire di rispolveri della legge Reale, che già fu fallimentare ai tempi del terrorismo, mentre le regge reali ora sono ridotte a ministeri verdi e fasulli. Ultimo evento che non poteva manca-re, per aiutare a far sì che tutto ciò prendesse forme simili a quelle di un teatrino, è la pre-senza, nel corteo romano, di Pannella. Non so di preciso cosa abbia detto, ma ho visto molta gente serena, con bam-bini in braccio, cappellini di carta e striscioni colorati, che lo spintonava, gli gridava di andarsene, che era un vendu-to, qualcuno ha provato a sputargli in faccia. Per caso, avrà detto per l'ennesima volta che lui è stato l'artefice del referendum sull'aborto e sul divorzio?

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pag. 15ottobre 2011

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CENSIMENTO DA CENSURAREProvo a pensare censimento e immediatamente la memoria risale a quel censimento di venti secoli fa, che costrinse Giuseppe il falegname a met-tersi in viaggio con la moglie gravida per andare a risponde-re alla richiesta di registrazione voluta dall'imperatore roma-no. Su come siano andate le cose da quel momento in poi, ci sono svariate versioni. Le più accreditate, ma non le uniche, sono quelle dei vangeli ufficia-li, poi ci sono i vangeli apocrifi, fino ad arrivare agli studi più recenti degli storici. Nessuna di queste fonti ci spiega una questione fondamentale: come furono selezionati i rilevatori del censimento? Ci fu una selezione per titoli? Si chiamarono dei raccomandati? Furono favoriti i figli dei pro-consoli e degli impiegati della prefettura di Galilea? Passano un po' più di 2000 anni, ti sposti di un po' meno di 2000 chilometri, e ti ritrovi sempre con gli stessi interro-gativi. Il censimento 2011, infatti, parte anche a Fasano, come nel resto d'Italia. Anche a Fasano bisogna decidere come scegliere i rilevatori. Primo quesito: devono essere interni (impiegati comunali) o esterni? Si sceglie di dare precedenza agli interni e, se non bastassero, passare in seconda battuta a selezionare degli esterni. Allo scopo viene bandito, senza troppo clamo-re, un avviso pubblico di sele-zione.Prima banale osservazione che viene in mente a qualsiasi comune cittadino: come mai al Comune di Fasano, dove pare ci sia poco personale e non se ne può assumere altro, si riesce a utilizzare gli impiegati in attività extra, ovvero pagata a parte? Non è che poi saranno costretti a lasciare da parte l'attività ordinaria? E non è che poi bisognerà elaborare qual-che progetto straordinario (ripagato a parte) per smaltire

gli arretrati accumulati duran-te il rilevamento del censimen-to? Comunque sia, un certo numero di impiegati comunali sarà utilizzato nel censimento, ma bisognerà ricorrere anche ad alcuni esterni.Ai comuni cittadini, se li si lascia pensare, viene in mente anche altro e cioè che, stranamente, tra gli esterni prescelti compa-iano puntualmente figli di amministratori pubblici e parenti di impiegati comunali. Forse che i parenti dei politici e degli apparatnik, non hanno diritto di lavorare anch'essi? Certo che sì. Ciò che stupisce è che, giusto in certi ambienti, si annidino così alte percentuali di prescelti. Fatto sta che un gruppo di persone inizia a lavorare per il censimento.Ma quando la cosa, invece di essere pensata da un comune cittadino, viene pensata da chi conosce più da vicino la mac-china burocratica, ecco che il meccanismo viene svelato. Nel nostro caso ci ha pensato Rossella De Carolis, compo-nente della Commissione Pari Opportunità del Comune di Fasano, che proprio da questa Commissione si è dimessa, in polemica con i criteri di selezio-ne dei rilevatori esterni. Criteri che, a suo parere, e non solo suo, non sarebbero rispettosi dei criteri di pari opportunità. Un passaggio interessante della dichiarazione della Dottoressa De Carolis è il seguente: “Le pari opportuni-

tà non costituiscono una battaglia di genere ma devono garantire la parità di accesso ad ogni posizione e ruolo. L'ennesima lesione di questi principi, che appartengono al mio patrimonio di valori, non può passare sotto i miei occhi senza prendere delle posizioni formali”. Detto questo, coe-rentemente, si è dimessa. Ma che hanno combinato al Comu-ne di Fasano per far irrigidire a tal punto la componente della Commissione? Roba da nulla: le domande di ammissione alla selezione che sono state presentate al Comune nei termini (due ottobre, per giunta domenica), avrebbero dovuto generare una gradua-toria e la stipula del contratto per i meglio piazzati. Invece pare che i primi aspiranti abbiano preso servizio, convo-cati dal dirigente Fernando

Virgilio, prima ancora che la graduatoria fosse redatta. Non solo, tra i prescelti (con criteri misteriosi almeno quanto quelli del censimento di 2000 anni fa), comparivano diplomati ed esclusi dei laurea-ti, mentre la laurea era annove-rata nel bando quale titolo preferenziale. Da qui la prote-sta e le dimissioni di Rossella De Carolis che hanno ottenuto lo scopo sperato: i prescelti si sono visti revocare l'incarico, la graduatoria è stata pubblica-ta e chi era stato ingiustamen-te escluso è rientrato nel ruolo che gli spettava. Tutto è bene quel che finisce bene, dunque: il grossolano errore è stato rimediato. Sembra strano, però, che un dirigente di lungo corso incorra in errori mador-nali come questi. Ci viene da chiedere al Sindaco di questa città se gli sembri tutto norma-le, se non sia il caso di capire se il Dirigente abbia sbagliato di suo o su indicazione politica. Lo vorremmo proprio sapere. Per intanto, rivolgiamo una parola di conforto ai giovani prima selezionati e poi scarica-ti: consolatevi, ai tempi del censimento di 2000 anni fa, ci furono dei figli (in quel caso primogeniti) che ebbero una sorte ben peggiore della vostra.

Francesco Vergine

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DUE CHIACCHIERE DOPO IL FILMRicevo un invito dal Cinemastroianni, per assistere a una rassegna cinematografica intitolata “Cortometraggi che passione”, l'ingresso è gratuito, le serate sono molteplici e si dilatano fino a fine novembre. Dati i risaputi costi esorbitanti di un biglietto per vedere un film sul grande schermo, già per una sola serata, ho rilevato delle differenze all'interno della cinematografia, che ho voluto approfondire con l'attrice Elena Giove e il produttore Francesco Losavio.La signora Giove, oltre che fare teatro, ha lavorato al fianco di noti nomi, tra i quali Diego Abatantuono, Silvio Orlando, Lina Wertmul-ler, Toni Servillo e altri. Oggi a Fasano, la troviamo attiva presso il Laboratorio Urbano nel realizzare un corso di recitazione: “L'arte dell'attore”. Ha avuto esperienza nel mondo dei cortometraggi insieme al regista concittadino Achille Cofano all'interno del Festival dei Cortometraggi.Il signor Losavio, dopo una laurea in Storia e critica del Cinema presso “La Sapienza” di Roma, un diploma al corso di regia di Renzo Rossellini e un master in Sceneggiatura americana, nel 2001 fonda a Martina Franca, la casa di produzione FUNZIONI. Questa si propone come obiettivo quello di raccontare il nostro territorio e le sue ricchezze culturali. Nel 2005 produce il documentario “La rivoluzione gentile”, che racconta con gli occhi di alcuni militanti di sinistra fasanesi, la campagna che ha portato la vittoria alle Regio-nali di Nichi Vendola.

I cortometraggi sono, per luogo comune, riservati a un mercato di nicchia, cosa porta un produttore a investire su tale prodotto e a un'attrice a cimentarsi in questa impresa? C'è il sospetto che si possa trattare del passatempo di giovani agiati.Elena: Preciso che il cortometraggio non è assolutamente solo un vezzo per figli di papà, o solo l'inizio per fare il grande salto nel cinema. Il corto ha rivoluzionato il concetto di cinema, di quello costoso, esclusiva di alcune fasce intellettuali. Grazie alla facilità e all'economicità di girare e montare in digitale, ha dato spazio a fasce giovanili meno abbienti, agli studenti, agli operatori che

lavorano nel sociale. Attraverso questo mezzo i giovani hanno potuto gridare la voglia di cambiare, di lottare, mettendo a nudo realtà quotidiane a noi poco conosciute e poco considerate. Francesco: Più che di “mercato di nicchia” dovremmo parlare di “circuito di nicchia” per i cortometraggi, prevalentemente festi-val e la rete. Di fatto i corti non hanno nessun valore in un'economia di mercato. Sono rarissimi i casi in cui un cortome-traggio porta un ritorno economico per chi ha investito soldi nel produrlo. Di conseguenza, sono pochissime le case di produzione cinematografiche che investono nei “short movie” e, quando lo fanno, la maggior parte delle volte, è solo perché hanno ricevuto un finanziamento pubblico. Per cui il 90% dei lavori prodotti sono, a ben guardare, “autoproduzioni”, spesso è il regista stesso che cerca e trova i fondi per realizzare la sua idea. Ed è qui il punto interessante, questa ricerca nasce da un bisogno di “fare cinema” e non di “fare soldi”: da un lato rende il cortometraggio qualcosa di più sincero e puro, da un punto di vista artistico, dall'altro porta a sperimentare strategie produttive assolutamente originali e fantasiose. Dietro il mondo del cortometraggio si nasconde una dimensione “artigianale” del fare cinema, sincera, appassionata e innovativa, mettendo in crisi qualsiasi logica imprenditoriale legata al profitto, involontariamente sono una critica anticapitali-sta verso tutto il sistema Industriale Cinema. Parlare di “passa-tempo per agiati” pone male la questione e fa torto a me stesso che sono figlio di operai e che ogni tanto provo a produrre qualco-sa. Non credo sia necessariamente legato alla propria condizione economica, credo sia più una questione di preparazione culturale. Certo avere papà che sgancia 2000 euro per girare il corto al proprio bambino aiuta e chi proviene da determinati contesti è avvantaggiato. Ma chi ama il cinema riesce a produrre la propria idea anche partendo da zero. Bisogna però conoscere, avere una solida preparazione culturale, girare un corto è un'operazione più complessa di quello che possa sembrare. Un tempo, forse, l'accessibilità a questa preparazione era strettamente legata alla propria condizione economica, oggi è un problema superabile, la

rete ha reso questa “distinzione” molto più sfumata.C'è realmente un mercato in questo territorio? Dopo

una serie di film ambientati in Puglia, pare che il nostro paesaggio meriti che si usi come

scenografia ma, basta?Elena: In genere si parte da autoproduzio-ni, quindi low budget, dove il divertimen-to per gli attori, per i tecnici e per il regista è assicurato. In seguito, se il regista tiene

duro ed è bravo può arrivare (Vedi Pippo Mezzapesa) a fare film per Procacci e la

Fandango. Oppure arenarsi, come purtroppo succede nella maggior parte delle volte, in battaglie quotidia-ne per finanziamenti che non arrive-ranno mai da istituzioni completa-mente distratte fra beghe clientelari e affaristiche. Di vero e proprio merca-to del cortometraggio, penso che si possa parlare ben poco, anche se la forza che arriva da alcuni festival, la spinta propositiva che hanno dei registi, nel vedersi in parte considera-

ti, non fa altro che nutrire di speranza il

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futuro del cinema italiano, oggi scarsissimo di mezzi e d'idee. Idee che molto spesso vengono sopperite in molti film, dalle belle, ma ormai svalutate immagini della Puglia, del suo mare, dei centri storici conditi di una snaturata pizzica salentina messa alla rinfusa qua e là. Si vedono attori baresi che interpretano personaggi salentini con un accento “meraviglioso”, o attori salentini che parlano foggiano, o ancora tarantini che tentano di parlare bare-se!Francesco: È improprio parlare di “mercato”, esiste in Puglia una Film Commission molto attiva che mette a disposizione di produ-zioni cinematografiche una serie di servizi, oltre che fondi, legati alla promozione dell'immagine del nostro territorio. Nella mag-gior parte dei casi è vero, la Puglia è “raccontata” più come cartoli-na che come realtà viva, ma questo non deve essere visto necessa-riamente come qualcosa di negativo. Di fatto le continue produ-zioni in Puglia stanno creando diverse professionalità legate al mondo del cinema che non devono più “emigrare” per trovare lavoro, ma che vivono e operano nella propria terra. Tra queste ci sono già i primi “sintomi” di giovani narratori di storie pugliesi che si sono formati a margine di questa vitalità produttiva. Sono curioso, per fare un esempio, di vedere il primo lungometraggio di Pippo Mezzapesa, “Il paese delle spose infelici”, scritto da puglie-si, diretto da un pugliese e girato interamente nella nostra terra, in concorso al prossimo Festival di Roma.Si sa che il cortometraggio è un trampolino di lancio. Poi, chi

riesce, fa il grande salto. E' vero che poi si vive una sorta di nostal-gia per il periodo iniziale, ma nessuno torna indietro?Elena: I cortometraggi, secondo me, non avranno vita facile nelle sale cinematografiche, ma sono una fucina d'idee, di denuncie sociali, di recupero delle tradizioni ormai perdute, dove spesso i temi ecologici, i temi che trattano il mondo del lavoro, sull'emigrazione, sono trattati in maniera molto più approfondita e più intelligente rispetto ai grandi film. Non c'è nostalgia su cose differenti.Francesco: Nessuno torna indietro, è vero. E questo perché il lungometraggio è legato più a un discorso industriale del fare cinema e quindi a logiche di profitto che, nei casi di grande succes-so, possono portare a ingenti guadagni per chi produce. Allora perché tornare a fare lavori che non fruttano nessun ritorno economico? Del resto produrre un lungometraggio comporta l'investimento di cifre considerevoli rispetto ad un cortometrag-gio, rendendo quasi impossibile l'autoproduzione. La nostalgia di cui parli, non so quanti produttori-registi riguardi, ma immagino che sia dovuta proprio a quella sensazione di libertà, di purezza che l'esperienza di fare un cortometraggio comporta. Una pro-spettiva che io auspico e che a breve, secondo me, sarà percorribi-le sarà quella di un ripensamento del fare cinema con soluzioni di produzione culturale differente.

Angela Rubino

TANTI AUGURI DI BUON COMPLEANNOnoccaro, hanno organizzato la festa. Il Presidente si è mostrato molto commosso nell'ascoltare le dediche che i presenti gli hanno rivolto. Toccanti le parole che Maria Teresa Lorusso, in rappre-sentanza dei genitori, ha pronunciato: “La musica arricchisce l'animo e Lei, Donnaloia, arricchisce i nostri cuori con la saggezza, la sua umiltà e l'altruismo.” Ugualmente emozionanti le parole dell'allieva Marisa Cassone che, in nome degli allievi, ha così concluso la sua dedica: “Hai vissuto con noi la nostra infanzia, la nostra adolescenza e noi con te diventiamo anche adulti. Sei il padre di questa grande famiglia, l'unico che

riesce a metterci in riga e in ordine con uno sguardo, l'unico Presi-dente che questa Associazione avrebbe mai potuto desiderare”. Queste parole, incise su pergamena, sono parole d'oro che lasciano traccia di una vita laboriosa e ricca di belle soddisfazioni. La festa è proseguita in allegria con intermezzi di musica leggera e classica, la preferita dal Presidente. Molta tenerezza hanno suscitato gli allievi più piccoli alle prime esibizioni. La festa si è conclusa con un ricco buffet e la classica torta. A ricordo della bella serata, il Presidente ha declamato ai presenti una sua poe-sia, “La vita (a novant'anni).”

G.D.

Lo scorso 26 settembre, l'Associazione musicale “Santa Cecilia” ha festeggiato i novant'anni del Presidente Cosimo Donnaloia. È stata una grande dimostrazione di stima e di affetto nei confron-ti del longevo padre dell'Associazione che, da oltre vent'anni, presta la propria opera con passione ed altruismo. Si è trattato di una festa a sorpresa che ha regalato non poche emozioni al Pre-sidente, frastornato da tante persone e soprattutto da tanta manifestazione di affetto. Ripresosi dallo stupore, il Presidente ha ringraziato tutti i presenti, ed in particolare i collaboratori che, insieme ad Anna Rosato, Angela Colucci e Giovanni Gian-

Novant’anni in mezzo agli allievi della banda “S.Cecilia”Novant’anni in mezzo agli allievi della banda “S.Cecilia”

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IL RITORNELLO DELLA CRISI ECONOMICA

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“Come va lo spread oggi?”, si può sentire oramai chie-dere anche la mattina al bar. È quasi il ritornello della crisi economica. A sentire le discussioni televisive e giornalistiche, tutti diventa-no esperti di economia senza sapere però molto spesso il significato di tanti termini un po' inglesi, un po' italiani. Dallo spread si passa alle analisi delle agen-zie di rating per finire alle azioni messe appunto nella manovra finanziaria e alle p o s i z i o n i a s s u n t e nell'Ecofin. Una marea di paroloni, insomma, trascina

anche l'uomo della strada in discussioni che, senza la conoscenza tecnica delle parole dell'economia, non hanno né capo né coda. Nessuno si preoccupa di informare gli uomini della strada delle parole della crisi, immergendo la realtà ed il linguaggio forse volutamente in una grande confusione linguistica. Da uomini della strada, proviamo a dare un senso a tante parole, sperando di aiutare il lettore a seguire meglio la nuova lingua del tempo di crisi. Spread. È la differenza tra il rendimento del titolo di un paese in stato di crisi e quello di un paese che viene considerato non a rischio di insolvenza. È dunque lo strumento per capire la reale situazione di default, di crisi economica di un paese, il mezzo per misurare la salute finanziaria dello stato. Più aumenta il differen-ziale di rendimento tra i due titoli più aumenta sui mercati il costo di finanziarsi, e dunque di rimediare alla crisi economica, per il paese a rischio. I titoli di Stato considerati a prova di rischio sono comunemente considerati quelli tedeschi. Obbligazione (bond). È il titolo rappresentativo di un credito. Viene emesso da una società, da un ente pubblico o da altre orga-nizzazioni.Bund. Sono i buoni del tesoro poliennali tedeschi. Considerati a prova di rischio, vengono usati come termine di paragone per i titoli di stato degli altri paesi.Btp. Buoni del tesoro poliennali. Sono i titoli di Stato pluriennali italiani con la cui emissione lo Stato italiano si finanzia. Se il loro rendimento è basso, il costo del debito pubblico (e la possibilità dunque che lo stesso venga pagato) per l'Italia diventa più caro.Default. Il termine inglese proviene dall'ambito commerciale e significa fallimento. È la situazione per la quale una società non riesce a pagare i suoi debiti. Applicato alla situazione di uno Stato, significa che lo Stato è in crisi finanziaria, non riesce a liquidare i propri debiti pubblici e dovrà tagliare spese o prendere altre misure anticrisi. Rating. È un punteggio, espresso in lettere (dalla AAA/Aaa alla C) ed elaborato da agenzie indipendenti e private (es. Standard & Poor's, Fitch), che rappresenta la capacità di un ente privato o pubblico, come uno Stato, di pagare i propri debiti e far fronte ai propri impegni. Il punteggio così elaborato influisce notevolmen-te sulle decisioni degli investitori.Deficit. Il termine deriva dal verbo latino deficere che significa mancare. Indica di quanto, in un determinato periodo di tempo, le spese di un governo o di una società eccedono le entrate, cristal-

lizzando la situazione debitoria. Pil (Prodotto Interno Lordo). È il valore dei beni e dei servizi, destinati al consumo finale, prodotti sia dal settore privato che da quello pubblico di un Paese in un certo periodo di tempo, solita-mente un anno. È “interno” perché tiene conto di tutti i beni e servizi prodotti all'interno di un paese indipendentemente dalla nazionalità degli individui o delle imprese che li producono. È “lordo” perché dal conto vengono esclusi i costi di produzione del bene o servizio pluriennale, ossia gli ammortamenti. È la misura dunque di ricchezza di un paese. Rapporto deficit/pil. È la misura fondamentale per regolare i conti pubblici di uno stato. È dato dal rapporto tra il deficit (ossia la differenza tra le entrate pubbliche e le spese pubbliche) e il Pil. Più è alto questo rapporto, più è alta la situazione debitoria dello stato rispetto alla situazione attiva, ossia alla produzione di beni e servizi sul territorio. L'obiettivo in questi casi è raggiungere il pareggio di bilancio attraverso più manovre finanziarie.Pareggio di bilancio. È il rapporto tra deficit e pil pari a zero. Signi-fica che il Paese non ha più debito, che il debito è stato ripagato. La riduzione del rapporto deficit/Pil è considerato l'unico modo per ridurre il debito pubblico.Manovra finanziaria. O legge finanziaria o legge di bilancio. È il provvedimento legislativo con cui ogni anno il Governo comunica al Parlamento le entrate e le uscite attuali dello Stato, cristallizza e regola la situazione economica del paese in un anno solare. Non si possono introdurre con la legge finanziaria nuove spese senza la necessaria copertura finanziaria ma si possono determinare innovazione normative quanto alle regolamentazione delle entra-te e delle uscite, fissando però il tetto massimo di indebitamento dello Stato. Crisi di liquidità. Situazione nella quale una banca, un paese, un privato, non può far fronte alle richieste di restituzione di un debi-to. Ecofin. È l'organismo dell'Unione Europea costituito dai ministri dell'economia e delle finanze di ciascun paese appartenente all'Ue. È preposto al coordinamento delle politiche economiche dei paesi dell'Ue, al monitoraggio delle politiche di bilancio e delle finanze pubbliche dei Paesi membri; sovrintende a tutti gli aspetti giuridici e internazionale dell'euro (aspetti giuridici, pratici e internazionali), coordina le relazioni economiche dell'UE con i paesi terzi.Eurozona. È l'insieme dei paesi membri dell'Unione Europea che adottano l'euro come moneta ufficiale.

Francesca Radesco

CRISIECONOMICA

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Non è un caso che il Pd abbia perso le elezioni regiona-li in Molise per una manciata di voti a causa del movi-mento di Beppe Grillo. L'alleanza con l'Udc suscita delle perplessità perché rappresenta un'ideologia diversa da quella del centro sinistra. È vero che l'Udc rappresenta in questo momento l'ago della bilancia della politica italiana. Avrei però bisogno che qualcu-no mi spiegasse in quale luogo questa alleanza sia efficace. Non certo a Fasano. Che affinità può esserci fra un partito conservatore ed il centro sinistra? Cari compagni del Pd, non sottovalutate il soggetto politico che Sel rappresenta e che molto può offrire a questa Città.

Pino Carrone

CHI HA PERSO IN MOLISE

FURTO IN UNA SCUOLARubano in una scuola, forzano un posto di blocco ma vengono inseguiti e arrestati. Protagonisti tre giovani di Martina - due 20enni e un 25enne -, finiti in manette la notte tra il 16 e il 17 otto-bre. I presunti malviventi si sarebbero introdotti nell'istituto alberghiero e avrebbero rubato computer portatili e proiettori, oltre a saccheggiare i distributori automatici presenti all'interno della struttura. A bloccarli, al termine di un inseguimento durato alcuni minuti, sono stati i carabinieri. Ora i tre dovranno risponde-re di furto aggravato in concorso.

Valerio Fiume

TRAFFICO DI SIGARETTEC'è anche un fasanese tra i destinatari delle nove ordinanze di custodia cautelare emesse nelle scorse settimane dalla Dia nei confronti di una presunta banda di trafficanti di sigarette. Si tratta di un 49enne originario di Monopoli. Le indagini, nate in seguito al sequestro di diverse tonnellate di “bionde” avvenuto a marzo nel porto di Bari, hanno permesso di accertare che il fumo fuorilegge partiva dalla Grecia e, attraverso il capoluogo pugliese, arrivava in Italia. Il compito del 49enne fasanese era quello di fornire i camion per il trasporto delle sigarette verso i Paesi del Nord Europa, Inghilterra compresa.

V. F.

TABACCHERIA PRESA D’ASSALTOLadri in azione, nelle scorse settimane, in una tabaccheria di Speziale. Durante la notte, ignoti sono penetrati all'interno del locale e nel giro di pochi minuti sono riusciti a portare via un notevole quantitativo di sigarette. Il bottino si aggirerebbe infatti intorno ai 10mila euro. In base agli elementi raccolti, gli inquirenti ritengono possa trattarsi della cosiddetta “banda della bmw”, che da tempo imperversa nel fasanese.

V. F.

DEL LOTTONumero del mese 5.

Possibile ambo 5 e 20.

Possibile terno 5 - 20 - 22.

Ovviamente sulla ruota di Bari.

Buona fortuna.

ANGOLO

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DAL PALAZZO DI CITTÀ LA RACCONTANO COSÌ:

CENSIMENTO DELLA POPOLAZIONE 2011; ISTITUITO IL CENTRO COMUNALE DI RACCOLTA NELLA SALA-CONFERENZE DELLA BIBLIOTECA COMUNALE CHE SARÀ APERTO DAL 10 OTTOBRE AL 30 DICEMBRE PROSSIMO. ISTITUITA ANCHE UN'APPOSITA LINEA TELEFONICA PER INFORMAZIONI. BANDO In occasione del 15° censimento generale della popolazione e delle abitazioni, il Comune di Fasano ha predisposto un Centro di raccolta nella sala-conferenze della Biblioteca comunale (in via del Balì, nei pressi di piazza Ciaia) al quale i fasanesi potranno rivolgersi, a partire dal 10 ottobre e fino al 30 dicembre, per consegnare il questionario ricevuto dall'Istat, ovviamente dopo averlo compilato in tutte le sue parti, oppure per richiedere assistenza nella stessa compilazione del questionario. Il Centro di raccolta rimarrà aperto, dal 10 ottobre al 20 novembre, nei seguenti giorni ed orari: lunedì, martedì, mercoledì e venerdì dalle ore 15.30 alle 19.30; mentre il martedì, giovedì e sabato, dalle ore 9 alle 12.30. Invece, dal 21 novembre (giorno ultimo per la consegna dei questionari da parte dei cittadini, salvo casi eccezionali) al 30 dicembre, il Centro di raccolta rimarrà aperto il lunedì-martedì-mercoledì-venerdì dalle ore 15.30 alle 19.30. Inoltre, l'Amministrazione guidata dal sindaco Di Bari ha voluto istituire una linea telefonica apposita (080.4394158) alla quale potranno rivolgersi i cittadini per richiedere informazioni sulla compilazione del questionario oppure richiedere un appuntamento con i rilevatori per essere supportati nella compilazione dello stesso questionario. Inoltre, il Comune ha emesso un Bando per selezionare i rilevatori esterni (che dovranno coadiuvare quelli interni, ossia i dipendenti comunali affidatari del servizio di censimento), le cui domande potranno essere inoltrate entro e non oltre il 2 ottobre prossimo: info sul sito internet istituzionale www.comune.fasano.br.it

Nonostante lo sforzo organizzativo che il Comune sembra avere posto in campo per consentire un ordinato svolgimento delle operazioni di censimento, non è mancata, neppure questa volta, la polemica per l'irrituale nomina dei rilevatori esterni. Infatti, al bando predisposto dal Comune per la scelta, non è seguita alcuna graduatoria. Ma ciò non ha impedito ad alcuni giovani – pare selezionati sulla base di altri discutibili criteri – di cominciare a lavorare, tra l'altro senza aver sottoscritto alcun contratto di lavoro. Poi, la brusca retromarcia e il tentativo di allinearsi ai dettami della legge, con l'approvazione di una determinazione dirigenziale intervenuta a mo' di toppa su un vistoso strappo. Il dato più sconfortante, al di là dei modi disinvolti di gestione della cosa pubblica, è che il Comune, da garante della legalità, si trasforma in datore di lavoro illegale verso i ragazzi dapprima scelti allegramente e che non verranno retribuiti per le attività svolte. Sarebbe comunque ora di accertare le responsabilità concrete, invece di ricorrere a miserevoli rappezzi.

IL SINDACO CONVOCA I SINDACATI SULLA QUESTIONE DEL PRESIDIO OSPEDALIERO DI FASANO, A SEGUITO D E I D I S A G I C H E S I R E G I S T R E R E B B E R O NELL'OSPEDALE SEGNALATI DALLA FIALS NEI GIORNI SCORSI.Il sindaco di Fasano, Lello Di Bari, con una lettera, ha invitato i rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl, Uil, Confsal, Ugl, per una riunione a Palazzo di Città, fissata per martedì 18 ottobre alle ore 9.30 nella Sala di rappresentanza. Tema dell'incontro i disagi che si stanno vivendo nel presidio ospedaliero di Fasano, segnalati dalla Fials nei giorni scorsi. La missiva, per conoscenza, è stata inviata anche al commissario straordinario dell'Asl brindisina, Paola Ciannamea, al direttore sanitario del presidio ospedaliero Ostuni-

Fasano, Cataldo Saracino, e a tutto il personale dell'ospedale di Fasano. Scrive il sindaco Di Bari nella lettera di convocazione dell'incontro: “Con nota (…) pervenuta a questo Comune in data 11 ottobre u.s., la segreteria provinciale della Fials di Brindisi ha evidenziato con dovizia di particolari la situazione del presidio Ospedaliero di Fasano con i disagi che ne derivano. Al fine di chiarire le questioni dibattute per trovare eventuali soluzioni condivise, le SS.LL. sono pregate di intervenire ad una riunione fissata per il giorno di martedì 18 ottobre. Considerata – chiosa il sindaco – la delicatezza dell'argomento si prega di non mancare”. Il primo cittadino intende «ascoltare le istanze e valutarne le esigenze – afferma Di Bari -. Data l'importanza della questione, che investe tutti i cittadini, ho ritenuto di convocare la riunione come vero e proprio momento di ascolto, per capire quali mosse eventualmente intraprendere nel concreto».

Ci si chiede il perché, se la questione investe tutti i cittadini, il Sindaco con una missiva dai toni accorati e preoccupati, chiami all'ascolto solo il sindacato. Del resto, i paventati disagi rimangono comunque affidati all'arcano… esattamente come le presunte soluzioni rimesse ad un laconico avverbio, “eventualmente”.

IL COMUNE ACQUISTA 20 ABBONAMENTI PER IL TRASPORTO PUBBLICO NEL TERRITORIO FASANESE E LI DESTINA AGLI IMMIGRATI NORDAFRICANI OSPITI NEL LOCALE CENTRO DI PRIMA ACCOGLIENZA “MADRE TERESA”.Il Comune di Fasano (attraverso l'assessorato ai Servizi sociali) ha deciso di elargire un contributo per l'acquisto di venti abbonamenti per il trasporto pubblico della linea “Sita” (l'impresa che gestisce il trasporto pubblico locale) allo scopo di destinarli agli immigrati nordafricani alloggiati nel centro di prima accoglienza “Madre Teresa” di Fasano. «E' un'iniziativa che si colloca in tutto il discorso della solidarietà e del sostegno a chi, per svariate ma gravi ragioni, ha dovuto lasciare la propria terra, e i propri affetti familiari, per raggiungere l'Italia – afferma il sindaco Lello Di Bari -, e si può immaginare quale sia il disagio in cui questi nostri amici africani vivano, non fosse altro che per aver lasciato tutto alle proprie spalle in cerca di un futuro migliore qui da noi. I nordafricani che sono ospitati nel locale centro di prima accoglienza sono seguiti amorevolmente da diversi volontari – sottolinea il sindaco – e sappiamo che sono stati responsabilizzati, nel senso che, seguendo un programma di turnazione, si occupano essi stessi del centro, come se vivessero in un vero e proprio contesto familiare. A questo punto, abbiamo pensato di poter dare loro l'opportunità di spostarsi liberamente nel nostro territorio comunale – precisa il primo cittadino - da Fasano verso le nostre frazioni, con il mezzo pubblico, ossia con i pullman che già operano nell'ambito delle corse, in partenza ed in arrivo, da Fasano centro». Gli abbonamenti verranno distribuiti nella prossima settimana e riguarderanno le corse previste nei mesi di novembre e dicembre: «Avevamo sperimentato l'iniziativa nello scorso mese di agosto – sottolinea Martino Rubino, assessore ai Servizi sociali – ed il risultato della sperimentazione c'è sembrato davvero soddisfacente. Pertanto, abbiamo pensato di acquistare gli abbonamenti del trasporto pubblico per i mesi di novembre e dicembre, al fine di favorire le migliori condizioni possibili di benessere psicosociale degli immigrati nordafricani ospitati qui a Fasano, anche in considerazione – puntualizza Rubino – dell'avvicendarsi delle prossime festività natalizie che prevedono tante iniziative d'interesse in tutto il territorio comunale, alle quali potranno

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DAL PALAZZO DI CITTÀ LA RACCONTANO COSÌ:

partecipare, con maggiore facilità, gli immigrati del centro “Madre Teresa”».

È una delle rare volte in cui il pubblico fa il pubblico e ci piacerebbe davvero tanto commentare più spesso notizie di questo tenore. Sindaco e Assessore ai servizi sociali ben farebbero a dimostrare con maggiore frequenza solidarietà verso le fasce deboli della società, soprattutto in questo grave periodo di crisi economica. Occorrerebbero misure concrete soprattutto verso coloro che, da un giorno all'altro, vengono privati del posto di lavoro, cioè dell'unica fonte di sostentamento per se stessi e per le famiglie. I soliti discorsi della politica, per i quali le risorse economiche sarebbero insufficienti a causa dei tagli imposti dalle manovre dello Stato, dovrebbero lasciare il posto ad atteggiamenti un po' più costruttivi. Per esempio, le risorse del Piano di Zona, messe a disposizione dei Comuni, potrebbero essere utilmente investite in questo tipo di interventi. Ma da Palazzo di Città è chiaro, ormai da anni, che sull'argomento è preferibile nicchiare. L'atteso Consiglio comunale monotematico sull'argomento “Piano di Zona” potrebbe forse contribuire a fare chiarezza su gestioni poco chiare e spesso di dubbia utilità per la collettività.

DA OGGI LANCIATO SUL WEB IL SITO DEI LAVORI PUBBLICI DEL COMUNE DI FASANO: “UNO STRUMENTO DI INFORMAZIONE E DI TRASPARENZA DELL'ATTIVITÀ DEL SETTORE, DESTINATO AI CITTADINI CHE POTRANNO ANCHE RICHIEDERE INFORMAZIONI IN MATERIA”, AFFERMA DONATO AMMIRABILE, CONSIGLIERE COMUNALE DELEGATO AI LAVORI PUBBLICI. Oggi è stato lanciato on-line il sito dei Lavori pubblici del Comune di Fasano. «E' un'idea che ho proposto all'Amministrazione comunale e che subito è stata recepita – afferma Donato Ammirabile, consigliere comunale delegato dal sindaco ai Lavori pubblici -. Il sito internet, gestito dal Comune e con un logo ben preciso che lo identifica, è dedicato specificatamente alle opere pubbliche e nasce dall'intenzione di voler essere uno strumento offerto ai cittadini fasanesi ma, ovviamente, consultabile da chiunque – spiega Ammirabile – di informazione sull'attività dell'Amministrazione comunale in materia di Lavori pubblici. I navigatori potranno così conoscere le scelte amministrative che riguardano la gestione e la manutenzione del patrimonio infrastrutturale del Comune di Fasano, nonché la programmazione e la realizzazione di lavori di pubblica utilità; dunque – sottolinea Ammirabile – conosceranno in tempo reale lo stato di attuazione dei lavori o dell'iter procedurale delle opere pubbliche che l'Amministrazione comunale sta realizzando nel concreto o intende realizzare». Il sito lavoripubblici.comune.fasano.br.it è stato concepito in modo che «possa essere fruito agevolmente da tutti – spiega il sindaco Lello Di Bari – anche da chi non ha molta dimestichezza con internet e vuole, comunque, essere aggiornato sulle notizie relative al settore delle opere pubbliche. Ovviamente, abbiamo anche pensato ad uno strumento che potesse interagire con i cittadini ed è per questo che un indirizzo di posta elettronica specifico potrà essere utilizzato per inviare richieste d'informazione sulle materie di cui si occupa il settore ma, anche – puntualizza il sindaco Di Bari – per avanzare proposte relative ai al settore».L'homepage è stata strutturata in modo «semplice – afferma il consigliere Ammirabile – in maniera da consentire al cittadino di cliccare sull'argomento di cui ha necessità di essere informato. Così che potrà, innanzitutto, sapere quali sono i servizi che ineriscono il settore (lavori pubblici, protezione civile e trasporti pubblici,

manutenzione, ambiente e patrimonio). Sulla sinistra della pagina iniziale – spiega Ammirabile – si trova il banner dei lavori in corso: su ogni realizzazione che abbiamo in corso, il cittadino potrà comprenderne lo stato di avanzamento; mentre, sul lato destro, il navigatore ha di fronte il segmento delle “informazioni utili” ed anche un box dedicato all'indice di gradimento del sito da parte del cittadino: i navigatori – precisa Ammirabile – potranno esprimere il loro giudizio».

Subito dopo il lancio da parte del Comune, ci siamo cimentati anche noi. Il sito appare un tantino scarno e privo delle informazioni realmente necessarie. Si ha l'impressione che, al di là della dimestichezza che i navigatori possano avere con Internet, sia per il momento un contenitore vuoto e anche scarsamente frequentato, visto che, durante la nostra visita, eravamo gli unici on line. Si ha l'impressione che le notizie e le informazioni contenute siano, o meglio, dovrebbero essere già accedibili attraverso il sito istituzionale del Comune di Fasano che, invece, a distanza di parecchi mesi, conferma un carattere piuttosto arcano e ostico, nel senso che le notizie sono realmente di difficile reperibilità. Sarebbe comunque interessante sapere, visto che il sito è di proprietà comunale, come precisa il Consigliere delegato, da chi sia stato realizzato, con quali modalità il realizzatore è stato scelto e soprattutto quanto è costato.

DA DOMENICA 23 OTTOBRE VERRÀ ISTITUITA UNA ZONA A TRAFFICO LIMITATA (ZTL) DENOMINATA PIAZZA CIAIA. L'INTERO PERIMETRO DELLA PIAZZA VERRÀ INTERDETTO AL PUBBLICO OGNI DOMENICA E NEI FESTIVI, IN FASCE ORARIE PRESTABILITE. Da domenica 23 ottobre verrà istituita la Zona a traffico limitato (Ztl) denominata “Piazza Ciaia” e riguarderà il perimetro della piazza principale di Fasano, quella sulla quale affaccia il Palazzo municipale. Lo ha stabilito l'Amministrazione comunale che ha dato compito, al comandante di Polizia municipale Antonio Orefice di predisporre un'apposita ordinanza firmata proprio oggi. Il divieto di transito riguarderà le domeniche ed i giorni festivi, dalle ore 10 alle 13 e dalle 16 alle 21. Ma sarà vietata anche la sosta per tutte le categorie di veicoli lungo le vie e gli slarghi che insistono nell'area dell'abitato di Fasano centro, ricadente nelle seguenti intersezioni: Via Carlo Alberto/via Murri; Corso Garibaldi/via San Nicola; Corso Vittorio Emanuele/via Bovio. Il transito sarà consentito (in questi festivi) soltanto ai residenti, alle auto dei disabili o che trasportano un disabile, ai veicoli di soccorso e di polizia in servizio, ai velocipedi ed ai veicoli ad emissione zero.

Sembrerebbe una bella notizia soprattutto per chi abita nel centro storico e almeno la domenica vorrebbe provare a godere delle bellezze della Città; solo che, come al solito, si rileva una certa imprecisione visto che la zona a traffico limitato in Piazza Ciaia esiste già e pure da parecchio. È stata una creazione dell'amministrazione per consentire la sosta di certi autoveicoli ed in particolar modo della vettura del Sindaco che, al di là dell'atteggiamento da amicone, non disdegna mai di sottolineare la distanza siderale tra la sua persona, o meglio, il suo ruolo e la platea dei cittadini. Le zone a traffico limitato sono destinate alla collettività, ma pare che questo concetto sia ancora ben lontano dalle teste degli amministratori. Ci si domanda inoltre che tipo di controlli saranno effettuati a salvaguardia della ztl, visto che l'accesso dovrebbe essere consentito, oltre che a particolari categorie, ai residenti, i quali, non sembra che siano stati dotati di alcun contrassegno. Misteri!

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TUTTO COMINCIO' CON UNA MELA «In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo spirito di Dio aleggia-va sulle acque. Dio disse: "Sia la luce!". E la luce fu.Dio vide che la luce era cosa buona e Dio separò la luce dalle tenebre. Dio chiamò la luce gior-no, mentre chiamò le tenebre notte. E fu sera e fu mattina: gior-no primo». Dio si impegnò alacre-mente per altri cinque giorni (il settimo giustamente si riposò); creò il cielo, poi la terra che pro-duceva germogli ,il sole e la luna , gli esseri viventi che vivono nelle acque e gli uccelli alati, poi gli animali selvatici, il bestiame e i rettili. Infine, creò l'uomo a sua i m m a g i n e e s o m i g l i a n z a , maschio e femmina li creò per dominare sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente che striscia sulla terra e per essere fecondi e molti-plicarsi. Furono tutte cose buone e giuste, pur se la donna così fu chiamata perché plasmata da una costola dell'uomo (la lingua ebraica rende con estrema effica-

cia la derivazione maschile). Ma queste sono vicende che atten-gono più alle pari opportunità che alla storia che si vuole raccon-tare. L'uomo e la donna vivevano nudi e non provavano vergogna. Le tristi vicissitudini che tutta l'umanità ha dovuto patire a causa della donna sono note ai più (anche questo discorso attie-ne alle pari opportunità). Il fatto è che la bella Eva non era la diretta destinataria del divieto (imparti-to appunto ad Adamo) di non mangiare, pena la morte, il frutto dell'albero della conoscenza del bene e del male. Eva, che proba-bilmente era convinta che il suo status giuridico di costola dell'uomo la tenesse immune da ogni forma di responsabilità (compresa quella penale) cedet-te alle lusinghe del malefico ser-pente e addentò la mela. Non essendo un'egoista, ne offrì anche al suo Adamo che non disdegnò, dimentico dell'ordine divino. Si accorsero di essere nudi e per la vergogna intrecciarono foglie di fico per coprire le parti intime. Dio se ne accorse e li

castigò, condannando la donna ad essere dominata dall'uomo (non dovette poi essere una gran fatica, visto che Eva era già in piena crisi esistenziale e si inter-rogava sul perché Dio l'avesse creata da una costola di Adamo e non avesse usato altro materiale disponibile) e a partorire con dolore (questa sì che era una gran fatica) e l'uomo a ricavare con sudore e sempre con fatica i frutti dal la terra. Cacciati dall'Eden, cominciarono il pro-prio percorso di vita maledicendo in cuor loro quella vipera di ser-pente che li aveva tratti in ingan-no. Tutto per aver trasgredito, tutto per colpa di una mela, il frutto dell'albero della conoscen-za del bene e del male. Dio non voleva che l'uomo potesse mai pensare di rappresentare la misu-ra dell'universo. Qualche migliaio di anni dopo, l'innocente figurina di una mela morsicata divenne il simbolo di una delle più prospere industrie americane. Il suo fonda-tore, Steve Jobs, ha riscattato secoli di pessimismo oscurantista a danno di uno dei più prelibati frutti in circolazione. Non dispor-re oggi di uno di quegli oggetti con la mela morsicata è quasi indice di minus valenza in una società afflitta dal bisogno di vivere e comunicare efficace-mente e velocemente . Potrebbe dirsi che Steve Jobs ha mangiato il frutto dell'albero della cono-scenza del bene e del male e ha creato un business con tanti zeri. Business edulcorato dal dichiara-to amore per la semplicità, per la necessaria (obbligatoria) inte-grazione delle componenti infor-matiche, per il gusto e per l'eleganza. Ed effettivamente, anche solo a osservarlo da lonta-no, l'hi phone è oggetto aggrazia-to per la forma, per la discrezio-ne, per la distinguibilità dai milio-ni di telefonini dell'orbe terrac-queo. Guai però a definirlo sem-plicemente un cellulare; guai a dimenticare le applicazioni che lo arricchiscono all'interno e che lo rendono oggetto del desiderio. Le stesse considerazioni valgono e si ripetono per ogni prodotto su cui è impressa la mela morsicata (e che non sia una contraffazio-ne). Chi ha posseduto appunto uno di questi oggetti contraffatti

sta ancora espiando il peccato mortale e aspetta ardentemente di scontare la pena per dotarsi di un “apple” originale. Steve Jobs ha morso la mela ;forse neppure immaginava di infrangere un divieto divino (del resto era di fede dichiaratamente buddhi-sta); ha dischiuso nuovi scenari all'umanità ed è stato anche puni-to severamente, lasciando quella stessa umanità incredula e avvili-ta alla notizia della sua morte in giovane età. Non sbaglia certa-mente chi lo definisce novello Leonardo da Vinci. Chissà di quan-te opportunità è rimasto privo il mondo a causa della sua morte precoce. Pochi però conoscono un particolare della sua vita, che, raccontato con le parole del pro-tagonista, può trasmettere una po'di sano ottimismo a chi attra-versa un brutto periodo. << Ave-vamo appena fatto uscire la nostra migliore creazione – il Macintosh – un anno prima, e a v e v o a p p e n a c o m p i u t o trent'anni… quando venni licen-ziato. Come può una persona essere licenziata da una società che ha fondato?... Non potevo accorgermene allora, ma venne fuori che essere licenziato da Apple era la cosa migliore che mi sarebbe potuto capitare. La pesantezza del successo fu sosti-tuita dalla soavità di essere di nuovo un iniziatore, mi rese libe-ro di entrare in uno dei periodi più creativi della mia vita>>. Steve Jobs alludeva a posteriori a suc-cessi lavorativi e familiari, le com-ponenti essenziali della vita di ogni individuo. Conquistò tutto ciò mordendo una mela ed infran-gendo non tanto regole divine, ma “comandamenti” umani tesi a limitare alcuni per consentirne la prevaricazione da parte di altri. Aveva fame ed era folle ed ha invitato il resto del mondo a fare altrettanto. È riuscito a dimostra-re che, anche quando tutto sem-bra perduto, esiste sempre una maniera per ritrovare la strada. E non se ne abbia a male Dio, buono per definizione, se per fare questo, occorre mangiare il frutto dell'albero della conoscen-za del bene e del male per supera-re misure spesso arbitrariamente imposte.

Aurora Nardelli

ottobre 2011

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PARI OPPORTUNITA' E DISPARATI OPPORTUNISMIErano i primi anni '80 del seco-lo scorso. Il panino costava 500 lire e a tanto ammontava la disponibilità economica affida-taci dai genitori per soddisfare le esigenze mattutine, di più non si poteva pretendere. Menando a mare la bottega sotto casa e facendo il giro dal forno, con 300 lire si prendeva un pezzo di focaccia e si faceva la cresta di ben 200 lire. Il saba-to sera, se il nonno aveva sgan-ciato il corrispettivo del bigliet-to del cinema, si poteva andare a vedere Edvige Fenech che si faceva la doccia mentre Alvaro Vitali spiava dal buco della serratura. In caso contrario, si poteva comunque utilizzare il gruzzoletto di spiccioli accu-mulato in settimana grazie al fornaio, per andare al bar a godere dell'unico svago che offriva la città: qualche partita al flipper mentre, intorno, i vecchi giocavano a carte e scolavano birra, rigorosamen-te Dreghèr. Quel sabato io e il mio compa-gno di classe Nonnino, chiama-to così perché a 15 anni aveva già i primi capelli bianchi, ave-vamo almeno 1000 lire ciascu-no, in monete da 100: unico quantitativo accettato dal Sistema Internazionale di Unità di Misura per la partita a

flipper o a Space Invaders. La sfida al meglio delle 10 partite, a metà gara, era ancora in equilibrio, quando un ragaz-zotto con la giacca di pelle di renna si avvicina e, con l'arroganza tipica della razza padrona, ci fa: “Ne avete anco-ra per molto?”. Lo guardiamo incuriositi e gli chiediamo il perché della domanda. Ci risponde stizzito di sbrigarci perché vuole giocare lui. Non-

nino lo fissa negli occhi e gli chiede: “E tu chi sei?”. Il ren-naddobbato, ignorando di avere a che fare con due soste-nitori dell'opposizione, ebbe l'ardire di presentarsi con tanto di titolo nobiliare: “Sono il nipote dell'Assessore al com-mercio”. Dopo dieci secondi, la giacca di pelle di renna era sul marciapiede con dentro il suo spocchioso proprietario che ancora minacciava che avreb-

be riferito il tutto al blasonato nonno. “Fai venire anche lui, così le prendete insieme” fu l'unica frase di cui fu degnato. E tornammo al flipper.Dieci anni dopo, in quel bar, non ci si poteva più entrare senza mimetizzarsi in tute di acetato e ornandosi di crocifis-si d'oro massiccio da almeno mezzo chilo, poggiati sul petto villoso, ostentato tenendo la cerniera della tuta abbassata a

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livello dell'ombelico. Chissà se il flipper c'era ancora? E comunque io non avevo più la testa a quegli svaghi. Nonnino tornava stanco dalla fabbrica. La Fenech ormai ci aveva tradi-ti con Luca Cordero di Monte-zemolo.A distanza di trent'anni, torno in quel bar. L'angolo dove un tempo c'era il flipper, adesso è occupato dai videopoker in cui muratori e pensionate buttano i mensili che incasseranno nel 2012. Devo pagare il bollo dell'auto, ormai nei bar ci puoi fare di tutto, tranne che gioca-re a flipper. Una voce dietro di me mi sfotte: “Com'è che si paga ancora il bollo? Berlusco-ni non aveva detto che l'avrebbe levato?” - “U mazz da mamm” rispondo, riconoscen-do la voce del mio amico Non-nino, ormai completamente canuto. Ci fermiamo a bere una Dreghèr, sicuramente avanza-ta dagli anni '80, per quanto è sgasata. Si aggiungono al nostro tavolo, nell'ordine: Milone, diplomato elettrotec-nico per cambiare vita e adesso dirigente dell'azienda agricola ereditata dal padre; Pappoc-

cio, perito agrario che, dopo aver fatto fallire l'azienda agricola del padre, è riuscito a farsi assumere al Comune grazie alla raccomandazione di uno zio prete; Bracciodiferro, insegnante tecnico pratico all'alberghiero, un tempo eccellente sommelier e ormai alcolista conclamato da quan-do, due anni fa, fu lasciato dalla moglie, fuggita con tutti i suoi risparmi con un assicuratore milanese. Da allora Bracciodi-ferro odia tutti i settentrionali e una volta mandò in ospedale un calabrese con la camicia verde avendolo scambiato per un leghista. Milone ci informa che vuole trasformare la masseria pater-na in un resort a 5 stelle e pro-mette di invitarci all'inaugura-zione che avverrà alla fine dell'anno prossimo, così gli ha promesso l'assessore a cui ha chiesto la raccomandazione per accelerare i lavori. Preso dall'enfasi e dimenticando le sventure dell'amico, chiede a Pappoccio se ha saputo che il nuovo assessore all'agricol-tura ha annunciato lo sblocco dei fondi per le calamità del 2005 e 2006. Pappoccio, scon-solato, gli risponde: “Mi fa piacere per te, dopo solo sei anni riuscirai a recuperare un sesto dei danni subiti. Certo che questo assessore, appena arrivato, si è trovato già a distri-buire un milione di euro. Se sia bravo non lo so, ma il culo non gli manca”.Bracciodiferro, ormai alla terza Dreghèr, tira fuori il suo livore misogino e chiede a Pappoc-cio: “Voi al Comune avete finito di buttare soldi alle chiacchie-re? Mo pure i convegni delle Pari Opportunità vi inventate. Le femmine a casa devono stare e se non si stanno: mazza-te!”. Il resto della compagnia non comprende e chiede spie-gazioni. È Pappoccio che prova a spiegare: “Sarà che Braccio-diferro ce l'ha col convegno del Comune di giugno scorso, che parlava di pari opportunità e di occupazione femminile. Scià che era una cosa buona”.

Siamo tutti convinti che sia una cosa buona. Tranne l'amico birromane che, tra un rutto e l'altro, tira fuori dalla tasca un documento preso chissà dove e inizia a gridare, mettendoci in forte imbarazzo: “Cinquemila euro avete speso per quel convegno, e a chi li avete dati? Al marito della presidente della commissione pari opportunità. E vi pare giusto?”. A quel punto ci rivolgiamo tutti verso l'amico dipendente comunale. Pappoccio sembra quasi avere paura degli sguardi minacciosi, poi si rende conto che lui non c'entra niente e spiega con calma: “Oh, guardate che è tutto in regola. È vero che l'evento è stato organizzato dall'azienda di cui è Ammini-stratore Unico il marito della consigliera e che sono stati spesi 5000 euro, ma è tutto perfettamente legittimo. E poi le pari opportunità sono importanti”.Bracciodiferro, ormai palese-

mente sbronzo, inizia a piange-re e, tra una lacrima e l'altra, lo sentiamo biascicare: “Altro che pari opportunità. Io che la moglie non ce l'ho più, ma tengo il mutuo della casa da pagare e le rate della macchi-na, che opportunità mi date di guadagnare cinquemila euro pure a me?”.Per fortuna, Milone ha una macchina enorme e con quella accompagniamo a casa Brac-ciodiferro. Si è calmato, adesso non piange più. Ha la faccia di un bambino e mentre lo met-tiamo a letto ripete intronato “Io non ce l'ho la pari opportu-nità”. Al momento dei saluti, Nonni-no mi dice con aria complice: “Se devi scrivere questa storia sul Menante, cambia i nomi”. Ci salutiamo. Ho fatto appena tre passi che lo sento richia-marmi: “Aurelià, però la cosa dei 5000 euro pagati dal Comu-ne al marito della consigliera scrivila, che è curiosa assai”.

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Anno VIII - n. 9Chiuso il 25 ottobre 2011

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I dubbi dubbi del Prof. Nicola Fiume

Quando Alfano l'altro giorno in televisione ha detto che in un paese democratico un parlamento eletto dal popolo resta in cari-ca fino alla fine del suo mandato ha detto una cosa giusta. Detto questo, siccome ritengo che l'Italia non sia più un paese democra-tico forse è il caso che il Governo vada a casa.

Lo sciopero dei trasporti del 13 e 14 ottobre paralizza la Grecia. Resta il lecito dubbio se tale paralisi sia stata determinata effetti-vamente dalla volontà di scioperare o dal fatto che non ci sono manco i soldi per poter comprare benzina e gasolio.

Il telegiornale di oggi 15 ottobre 2011 mi dice che per partecipare ai prossimi concorsi pubblici i concorrenti dovranno versare una quota tra i dieci e i quindici euro. A fronte di una partecipazione di migliaia di persone per l'assegnazione di uno o due posti ai vincito-ri di concorso ecco una soluzione rapida, efficace e vergognosa per il reperimento dei fondi con cui si pagherà lo stipendio a chi sarà stato assunto.

I due poliziotti del blindato assaltato dai black bloc a Roma duran-te la manifestazione di sabato 15 ottobre riferiscono di aver temu-to seriamente per le loro vite: “Quei ragazzi incappucciati ci grida-vano contro e colpivano il nostro automezzo con mazze, spran-ghe di ferro e sassi, sembravano indemoniati. Abbiamo pensato che non ne saremmo venuti fuori vivi. Poi, in fondo al tunnel, abbiamo visto la luce: quei disgraziati avevano incendiato l'autoblindo!”

Crollano tutti i mercati e la Borsa sprofonda. Al cambio di oggi un euro è valutato mezza banana e tre quarti di patata.

Ennesimo atto di bontà di sapete tutti chi è. Dopo aver aiutato disinteressatamente Tarantini in un momento di difficoltà essen-do stato peraltro probabilmente ricambiato con un ricatto, di fron-te alla crisi della Grecia Berlusconi ha detto: “La Gre-cia? Me la compro io!”

E' da un po' di tempo che sono oppresso da uno stato di malessere che mi sta distruggendo la vita. Questo stato mi incute timore ed insicurezza, incertezza e disagio, paura del domani. Questo stato sta rovinando me e tutti quelli che mi stanno attorno, che non sono pochi. Il mio stato di malessere si chiama Italia e attorno a me stanno non meno di cinquanta milioni di persone.

COSE CHE SUCCEDONO

la vignetta è di Cosimo Rosati

Lettere al Professore

Caro Gennaro, operaio ILVA,stai tranquillo. Quando, come riportato a pag.8 della Gazzetta del Mezzogiorno di sabato 24 settembre l'FMI ha detto: “E' necessario eliminare gli ostacoli alla crescita” non voleva dire che bisogna eliminare gli operai.

Caro Luigi,ho sentito anch'io della proposta in Inghilterra di pagare le spese del funerale a chi donerà gli organi, ma non credo che ti pagheranno il funerale solo perché hai regalato l'organo che tuo figlio suonava quando era ragazzo nel complessino del quartiere. Meno che meno il funerale lo pagheranno anche a tua moglie solo perché ti ha consigliato di fare spazio nello scantinato.

Cara Assuntina,come darti torto? E' vero che i tempi sono cambiati ma come fa Gianfranco Fini a presentare Elisabetta Tulliani come la persona attualmente più importante della sua vita? Temo che lo stato civile del popolo di destra sia inevitabilmente costretto a fare i conti con la modernità, per cui o ci si sposa e si resta fedeli a vita nel sacro vincolo del matrimonio, o si rimane vedovi per la prematura scomparsa del coniuge. Come terza ipotesi percorribile si può scegliere di rimanere single a vita. Ma la separazione non può essere contemplata, altrimenti si rischia di intraprendere una nuova relazione con un'altra persona che almeno fino a quando non sarà stato concesso il divorzio per poter convolare a nuove nozze, inesorabilmente sarà un compagno o una compagna. Che per uno di destra è tutto dire.

Caro Samuele,quando ho detto che il grado di benessere di un popolo si misura dallo spessore della scorza di un'anguria dopo che se ne è tagliata una fetta, non c'era bisogno di dire che questa teoria non può valere né per l'Islanda né per l'Uganda: in Islanda l'anguria non sanno manco cos'è ed in Uganda tra scorza e polpa d'anguria probabilmente non c'è molta differenza.

Teledò (la tv che non fa per voi)

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SEDUTI SU UNA PANCHINA

Magari assaporando gli ultimi raggi di sole prima dell'arrivo dell'inverno, mentre intorno le chiome degli alberi vengono dolcemente scosse dal vento, la mente può librarsi libera e non più oppressa dalla quotidianità, magari concentrarsi su un romanzo o sulla musica preferi-ta. Se la panchina è fatta di materiale riciclato, il rilassamen-to è raddoppiato, perché riusci-re a coniugare la cura del corpo e d e l l o s p i r i t o c o n q u e l l a dell'ambiente dà un appaga-mento totale. A trovarla una panchina. Eccola lì! È più tentatri-ce delle sirene di Ulisse ed è pure griffata, “dono del Comune di Fasano e della Monteco”. Per chi non ne fosse a conoscenza, la Monteco è la ditta che si occupa della raccolta e dello smaltimen-to dei rifiuti solidi urbani nel Comune di Fasano. È una ditta generosa, il dato è innegabile. Regala addirittura le panchine e se si va indietro con la memoria, è possibile pure ricordare un altro regalo - dalle sembianze di “pacco” – che a fine 2007 e con il contributo sostanzioso del Comune – è stato confezionato alla Città, otto milioni di euro di debiti per presunte prestazioni eseguite e mai pagate. La città si è ritrovata senza colpa a pagare l'addizionale Irpef che, da essere misura di carattere strettamen-te temporaneo a sentire l'Asses-sore alle finanze, è diventata permanente e Fasano si è sco-perta un po' meno virtuosa e

certamente non più pulita. Questo è il passato. Nel 2010 a Palazzo di Città si decide che è ora di cominciare a parlare seriamente di raccolta differen-ziata e prende il via dal mese di febbraio una campagna promo-zionale di rilevanti dimensioni. A partire dal mese di luglio, dappri-ma le frazioni e di seguito una piccola porzione della città si sono dovute cimentare con la raccolta porta a porta. Il costo dell'operazione – anche se dal Palazzo si preferisce mantenere un indecoroso silenzio sull'argo-mento – è di settecentomila euro, che si aggiungono alle ingenti somme che il Comune già corrisponde alla Monteco (oltre alle migliaia di euro sborsati periodicamente per prestazioni non previste nel contratto). Tra mille difficoltà – guarda caso tutte a carico dei cittadini – il servizio parte. A Palazzo di Città si preferisce tacere delle miriade di discariche abusive che la necessità o l'imperizia dei citta-dini hanno contribuito a creare, dell'irrazionalità di un calendario di raccolta confezionato da qualche marziano . La macchina

della raccolta differenziata è comunque partita e deve pure produrre frutti immediati e sostanziosi. E che frutti! A novembre 2010, a pochissimi mesi dall'avvio della raccolta porta a porta, il Sindaco convoca una conferenza stampa per donare, insieme alla Monteco, due panchine ad un'associazio-ne locale. L'occasione è davvero troppo ghiotta per rinunciare a sfornare e distribuire cifre a dimostrazione dei risultati raggiunti. Ed infatti il Sindaco così dichiara “…La raccolta differenziata produce, da un lato, risparmi (derivati dal minor conferimento dei rifiuti in disca-rica) e, dall'altro, ricchezza, giacché il rifiuto può essere riciclato dando vita a nuovi oggetti. Siamo felici dei dati relativi alla raccolta differenzia-ta nelle frazioni fasanesi, pari al 63%.” Alla cerimonia è presente anche il defenestrato assessore Pagliara che – stonando rispetto al clima festaiolo e alle soddisfa-

centi cifre – sottolinea “il malco-stume regnante e le cattive abitudini che portano la gente ad abbandonare i rifiuti, anche pericolosi, nelle campagne”. Tutto sembra filare per il meglio: se la percentuale si assesta già sul 63% (di cosa non è purtroppo dato sapere), figurarsi cosa succederà quando il servizio sarà esteso a tutto il territorio comunale. 200% almeno. Invece, qualcosa sembra non andare per il verso giusto. Non sarà che le panchine hanno portato iella? A distanza di un anno tutto sem-bra precipitare; anche perché nel frattempo l'Assessore Pagliara è stato estromesso e f o r s e i l s o s t i t u t o n o n è all'altezza. La Giunta si riunisce e tutta preoccupata si accorge che le cose non vanno affatto bene. La Regione ha fatto sape-re che la raccolta differenziata in Puglia raggiunge solo la percen-tuale del 18% ed è molto lontana dagli obiettivi stabiliti dalla legge. La situazione di Fasano? Soddisfacente, a parere della Giunta; il cittadino dovrebbe crogiolarsi al ricordo della per-centuale del 63% di un anno fa e invece è costretto a leggere “nel corrente anno 2011 i risultati conseguiti, in termini di percen-tuale di raccolta differenziata sono passati da una media annua del 17,90% per il 2010 ad una media del 25,51% al 31 agosto 2011”. Quasi quaranta punti percentuali di differenza e la Giunta, invece di preoccuparsi di conoscere i motivi di tanta difformità, di appurare se il fallimento è stato provocato dal gestore del servizio o dall'insuf-ficienza dei controlli, decide di estendere il servizio di raccolta differenziata a tutta la città e … dulcis in fundo afferma che questa operazione non avrà alcun costo. Difficile a credersi. Non è che è giunta l'ora che Sindaco e Assessori comincino ad accomodarsi in panchina? Magari proprio su una di quelle che fu donata lo scorso anno? Basterebbe togliere la griffe e imprimerci un numero… al Sindaco la scelta: 63 oppure 25,51.

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di Angela Rubino

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La corazzata Basket Fasano

LA MATRICOLA TERRIBILE

ottobre 2011

Ci voleva un allenatore giovane e preparato, mai polemico e “ani-male” da allenamento per guidare questo Fasano. Dopo una pro-mozione raggiunta in maniera rocambolesca, nonostante si fosse nettamente i più forti di categoria, il Basket Fasano cambia regi-me. Taglio alle spese, nuovo allenatore, il monopolitano Max Cazzorla, nuova politica societaria. Si riparte dal vertice con un allenatore più qualificato e con tanta voglia di far bene, un vero signore del parquet. Un lusso, il vero asso della manica di questa nuova squadra. Si passa poi per le giovanili, rinnovate nella guida affidata a tecnici qualificati. Si finisce con il minibasket, dove si potenzia l'attività nelle scuole. Una società che ricomincia a inve-stire nel settore giovanile: dopo anni in cui la “cantera” perdeva annualmente numeri importanti, si è cambiata marcia. Il cambio di passo già produce i primi frutti soprattutto per la prima squadra che, nata per salvarsi, lotta per le prime posizioni. In casa è duro per chiunque esser corsari. Fuori casa si va a caccia di vittorie importanti, come quella di Castellaneta. Tanti i giovani fasanesi parte integrante del progetto: Domenico Rosato, Vito Musa, Cosimo Liaci, Alex Cofano, Claudio Di Bari, Tommaso Stomeo. L'ala protettiva di capitan Gianlori Sibilio e i nuovi acquisti come Carlos Sordi, argentino esperto di queste categorie e Angelo De Leonardis, fuoriclasse per una C regionale. La conferma dell'under brindisino Masi del play Gentile e le due ciliegine, i giovani ma espertissimi monopolitani Piero Damasco e Tommaso Manchisi. Giusto mix per un coach abituato a lavorar su un basket nuovo e spumeggiante, per un coach abituato a sfruttare al massimo ogni pedina. Un anno di transizione, una squadra forse non completa, ma pronta a perseguire l'obiettivo della metà classifica. Se poi arrivano i play off per la promozione tanto di guadagnato. Ci vorrà qualche annetto per godersi i risultati ma la scommessa per ora sembra essere vincente.

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Un buon avvio, quello della Junior. La squadra è ossuta e determinata, e se per ora i risultati delle prime tre giornate lasciano comunque ben sperare, nonostante la sconfitta a Bressanone, il buon nome della nostra città continua a brillare sul palcoscenico nazionale. E partiamo di qui. Marco Pignatelli è stato l'unico fasanese a vestire la maglia degli azzurrini di Chionchio. In programma per ora vi sono tre amichevoli, rispettivamente con Sanfiorese (A2M), Cellini

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Padova (A2M) e Pallamano Oderzo (A1M). Ancora: per la nazionale senior e il doppio appuntamento contro la Svizzera del 2 e 6 novembre valevole per le qualificazioni dei mondiali 2013 il ct

Chionchio ha convocato il nostro portierone Paolo Sirsi, autore nelle ultime gare di prestazioni notevoli in campo. Gran belle soddisfazioni. Per il resto, dopo le prime tre giornate si contano una vittoria, una sconfitta e una gara sospesa su cui presto si esprimerà il giudice sportivo.Nella prima giornata, contro il Teramo, la Junior l'ha spuntata dopo un match sofferto (29-28), equilibrato e combattuto. A risolvere la partita per i fasanesi ci ha pensato il solito Pippo Kokuca, autore di un ottima gara e autentico trascinatore. Da registrare l'assenza di Flavio Messina, che senza dubbio ha influito nelle meccaniche di gioco, contro degli avversari sempre in grado di riportarsi sulle tracce dei nostri e di tenersi a galla. Contro il Bressanone, in trasferta, è arrivata la prima sconfitta. Ancora una volta, nonostante degli ottimi breaks positivi che hanno condotto la Junior in vantaggio diverse volte durante il match, il ritorno degli avversari non è stato domato e sul finale sono stati proprio i padroni di casa a imporsi per 25 a 23 contro un Fasano parecchio sprecone per la verità e vittima di un black-out fatale. E' più appropriato, tuttavia, parlare di black-out considerando il terzo turno, disputato a Noci: dopo i primi combattuti sette minuti, con una buona Junior e un mostruoso Sirsi, si sono spente le luci del palasport nocese e l'impianto è rimasto al buio. Trascorsi i sessanta minuti, la gara è stata sospesa, e ora sarà il giudice a decidere se assegnare la vittoria a tavolino alla Junior o se ripetere l'incontro.

Fabio Cofano

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Soluzione (8)

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CRUCIPUZZLEARTISTONIAVUTOBATTIBECCOBAULICANDIDATURECARTELLECASOCENTROSINISTRACOALIZIONECOESICOMUNALICREAREDECISIELETTORIELEZIONIELIMINAREESILIOESITOFASIFIRMEFOGLIGENTEGNOCCAGOLPEINTESE

LISTALODARELOPARCO VITOLOREDANA LEGROTTAGLIELUANA AMATIMAGARIMAGGIORANZAMALEMETENOMINOTAINUMERIOCCASIONEODIERNEORAPARTECIPAREPIDDINIPINO SABATELLIPOPOLARIPROVARACCOLTOREMORERIPESCAGGIORITMO

REBUS: Risolvono i dubbi amletici del centrosinistra: (8)

CRUCIPUZZLE: - SERGIO PAGLIARAREBUS: – Pagliara

ROTOLISANTE NARDELLISCHEDESCRUTATORESECOLISEGNOSINDACOSOCIALISTASONDARESOSSTARESTRANITEATRINOTINTATORVETROMBATUREUOMOURGEURNEVENDOLAVESPAIVOTIZAVORRAZOCCOLO

ottobre 2011

ORIZZONTALE 1. Strumento democratico con il quale il centrosinistra individuerà il candidato sindaco per le prossime comunali. - 7. Il partito di centro nel quale ha militato Sante Nardelli. - 9. Marca di orologi. - 10. Comunità degli stati indipendenti. - 11. La Ravera di “Porci con le ali”. - 12.

Istituto per la Ricostruzione Industriale. - 14. L'articolo dello zio. - 15. Ravenna. - 16. I pagani ne hanno tanti. - 17. La congiunzione dell'indeciso 18. Le zuppe senza inizio. - 20. Metà denaro. - 21. La TV di Stato. - 22. L'inizio delle inserzioni sui giornali. - 23. Il ten tanto amato dai bambini. - 24. Marley re del reggae. - 25. Diminutivo di numero. - 27. Il sindacato dei cattolici. - 29. Forma eufonica della preposizione a. - 31. Angoli minori di un angolo retto. - 33. Le sono state tagliate i peli. - 34. 60 minuti. - 35. Marca automobilistica americana. - 36. Eric Cornell. - 38. 101 romano. - 39. Sclerosi Laterale Amiotrofica. - 40. Metà Iran. - 42. Nazione africana confinante con la Libia. - 44. Oro inglese. - 45. Loredana candidata alle primarie del centrosinistra fasanese.

VERTICALE 1. Partito Democratico. - 2. L'imposta comunale sugli immobili. - 3. La moglie del padre. - 4. Il continente più popolato. - 5. Radio Immune Assay. - 6. Prima persona singolare. - 7. Usanze, abitudini. - 8. Giorno. - 10. Croce Rossa Italiana. - 11. Il dottore di Pezze candidato alle primarie del centrosinistra. - 12. Il centro di Siena. - 13. Marina che canta la primavera. - 14. La Amati che si presenterà alle primarie del centrosinistra. - 16. Robert grande attore americano. - 17. Il "cavallo" di Sel per le primarie del centrosinistra. - 19. Palermo. - 20. Mezza decina. - 21. L'inizio di Roma. - 24. Basic Life Support Defibrillation. - 26. Assistenti tecnici e ausiliari. - 28. Il nome di Fiorello. - 30. Un periodo di dieci anni. - 32. Ufficio per le relazioni con il pubblico. - 35. La fabbrica degli Agnelli. - 37. L'olio inglese. - 38. Comitato Olimpico Internazionale. - 39. È levante ed è una nota. - 41. Regna. - 42. Cromo. - 43. Donald Tusk. - 44. Oggi in SMS.

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