il domenicale di casoria

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Il Domenicale di Casoria

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Domenica 7 aprile 2013

Periodico settimanale a diffusione gratuitaAnno III n. 13 - 7 aprile 2013

Autorizzazione del Tribunale di Napolin. Reg. 4925 del 28/09/2011

Direttore responsabile:Pasquale D’Anna

[email protected]

Caporedattore: Gilda Longhi

[email protected]

Redazione:Via G. Marconi,

80026 Casoria (NA)[email protected]

Stampa:

Via dell’Indipendenza, 3780021 Afragola (NA)

[email protected]

Edito da:Associazione Culturale Kasauri

Casoria (NA)

Progetto Grafico e Impaginazione:Marco Capparone

Questo numero è stato chiuso in redazioneGiovedi 4 aprile 2013

Rosaria Ascolese

Tommaso Arcella

Gianni Bianco

Marco Capparone

Vittoria Caso

Valerio Cresci

Emiliana Cresci

Gennaro Crispino

Gea D’Anna

Massimo D’Auria jr

Michele Della Gala

Ciro Esposito

Angelo Ferro

Maria Gentile

Pasquale Lucchese

Pietro Simonetti

Marzia Luciano

Pellegrino Mazzone

Carmine Mondola

Raffaele Nocera

Pina Paone

Francesco Pagliuca

Eduardo Paola

Amalia Vettoliere

Maria Ranieri

Mario Romano

Vincenzo Russo

Pina Savorra

Luca Tramici

Umberto Simonetti

Ernesto Valiante

Giovanni Manfredi

pag. 2Vignetta di Carmine Mondola pag. 3Editoriale di Gilda Longhi pag. 4 Eventi di Michele Della Gala pag. 5 Eventi di Michele Della Gala pag. 6 Ambiente di Mario Romano pag. 7 Ambiente di Mario Romano pag. 8 Territorio di Vincenzo Russo pag. 9 Territorio di Massimo D’Auria pag. 11 Politica di Gianni Bianco pag. 12 Attualità di Luca Tramici pag. 13 Musica di Maria Gentile pag. 14 Napoli di Pietro Simonetti pag. 16 Rubrica di Valerio Cresci pag. 17 Il Napoli di Pasquale Lucchese pag. 18 Attualità di Domenico Marolda pag. 19 Eventi di Emiliana Cresci pag. 21 Tendenze di Tommaso Arcella pag. 22 Rubrica di Pina Savorra pag. 23 Teatro di Eduardo Paola

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Il graffio di Ciemme LA REDAZIONE

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Circa quindici giorni fa è iniziata ufficial-mente la primavera. Ma dei cambiamenti e delle novità che questo periodo dovrebbe portare, beh….neanche l’ombra. E se qual-che novità si è avuta, nelle ultime settimane, non è di certo positiva. Napolitano ha scelto i “Dieci saggi”, che si occuperanno di que-stioni economico-sociali e di tipo istituzio-nale e tenteranno di favorire gli accordi per la formazione del nuovo governo. Non han-no ancora iniziato il loro lavoro i saggi, ma a difenderli sembra essere rimasto soltanto il Colle. Tanto che lo stesso Quirinale ha do-vuto puntualizzare come si tratti di un’ “ini-ziativa ricognitiva” e come avrà un tempo limitato. E intanto continua lo stallo politico e bisognerà attendere ancora due settima-ne per il primo giro di voti, fissato per il 18 Aprile prossimo. Una soluzione che serve a “prendere tempo”, in una realtà che, purtrop-po, tempo da perdere proprio non ne ha. Giu-sto qualche giorno fa, per restare nella realtà più vicina a noi, sul nostro sito web abbiamo pubblicato un articolo che esprime dei dati che definire allarmanti è veramente poco: sono oltre 200mila i cittadini napoletani che non hanno i soldi per pagare le bollette e che negli ultimi mesi hanno chiedo di dilazionare i pagamenti per energia elettrica, acqua e gas.

E questo, ovviamente, perché hanno perso il lavoro, sono precari o mal retribuiti. E, para-dosso dei paradossi, la gente si indebita non più per i grandi acquisti, ma sempre più spes-so per mangiare. E a Napoli ritorna la tradi-zione della pizza “oggi ad otto”: mangi oggi e paghi tra una settimana. Ammesso che tu sia in grado di saldare il tuo debito, ovviamente. E se non ci riesci? Fai come quell’uomo che qualche sera fa si è presentato armato di pi-stola fuori una pizzeria a Via Manzoni ed ha rubato 4 pizze dalle mani di un malcapitato , rimasto senza cena. Della serie: cosa si fa per campare! Poco meno di 20 euro il bottino, e poi il colpo di grazia, la cosa più triste di tutta la vicenda. Una frase che sa di sferzata quasi mortale: “Stasera i miei figli devono man-giare”. Parole che si commentano da sole e che di certo non hanno bisogno di ulteriori spiegazioni. Ma non finisce qui: a Casoria nei giorni scorsi è scattata l’ira e la protesta dei cittadini per un manifesto pubblicitario di una nota azienda locale, che sembrerebbe (il condizionale è d’obbligo!) rappresentare la scena di un omicidio con tanto di cadavere. E subito tutti i benpensanti si sono mostrati sdegnati e hanno preteso il ritiro dei manife-sti, scomodando addirittura il Ministro For-nero. Osservazioni e indignazioni giustissi-

me, per carità, ma…c’è decisamente altro a cui pensare. Diciamoci la verità. E intanto la politica locale sembra languire nel torpore primaverile, è tutto molto silente, per la se-rie: “vogliamoci bene…o almeno facciamo finta, cosi stiamo un po’ in pace”. Le vacanze pasquali sembrano essere servite a placare gli animi anche dei più iracondi. Ma quanto durerà? Stentiamo a credere che la questio-ne PalaCasoria si risolva, con buona pace di tutti, in tempi brevi, che il Pd non farà più guerra a Carfora e i suoi, che l’opposizione troverà coesione al suo interno. Ma possia-mo sempre sbagliarci…! La città di Casoria (a differenza della politica!) si è unita in una grande manifestazione di piazza qualche ve-nerdi fa, in onore delle vittime della camorra e della criminalità organizzata: grande par-tecipazione soprattutto da parte dei familia-ri delle vittime e della gente comune, che esprime quotidianamente la propria voglia di “primavera”. Vogliamo essere speranzosi e pensare in positivo: le telecamere mobili installate in vari punti “ a rischio” della città serviranno a farci sentire più tranquilli. E più tutelati soprattutto, da chi, giocoforza, ha tra le mani la nostra sicurezza. Ed è forse que-sto ciò di cui abbiamo bisogno…o no?Buona domenica a tutti!

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EL PAIS, principale quotidiano spagnolo, da pochi giorni gli ha dedicato un’intera pagina e lo ha definito: ‘’Un incontro elegante e sensua-le tra la tradizione napoletana, la canzone ita-liana e la musica popolare brasiliana ’’.

TELERAMA, noto settimanale fran-cese, ha così recensito l’ultimo album, Respiro: ‘’ Infinitamente elegante e raffinato. Joe Barbieri è un poeta ‘’.

QUE TAL PARIS, mensile francese, lo definisce : ‘’Un rimedio al grigiore dell’inverno ben più efficace di vita-mina C e Ginseng , un rimedio parte-nopeo delicato e raffinato ‘’.

LATINA, importante magazine musi-cale di livello internazionale, dedica una intervista a Joe Barbieri in occa-sione della sua tournèe in Giappone (sei concerti sold-out al Cotton Club di Tokyo): l’ultimo italiano recensito è stato due anni prima un certo Claudio Baglio-ni. Le classifiche di Stati Uniti, Canada, Ger-mania, Regno Unito e tanti altri paesi toccati dalla sua magia, raccontano di un successo e di una crescita esponenziale inarrestabile: ecco, siamo non più in presenza del cantauto-re di nicchia, destinato ad allietare i club, pur sempre nobili e rispettabili, da venti sedie e dieci tavolini, ma di un artista a tutto tondo, che il mondo ci invidia e di cui la sua Napoli è fiera ed orgogliosa.

Noi de “IL DOMENICALE DI CASORIA” ci vantiamo di averlo seguito in questa sua crescita e l’abbiamo incontrato poco prima del concerto del 28 marzo al Teatro Trianon di Napoli, dove ci ha raccontato in maniera amichevole dei suoi progetti passati ma an-che futuri.

Per ogni tuo concerto nella nostra regione, ti abbiamo dedicato uno spazio più da ap-passionati della bella musica che da critici musicali:

Leggere gli articoli di un appassionato, piut-tosto che di un critico musicale, per certi versi vale doppio, perché il critico utilizza sempre il filtro della competenza e dell’espe-

rienza. L’innamorato guarda con gli occhi della passione e con la sincerità dell’amore per la bellezza.

Il concerto del 28 marzo al Trianon è stato un mezzo per testimoniare l’amore per la tua città, con la lodevole iniziativa di dona-re parte del ricavato alla ricostruzione di Città della Scienza:

È il mio piccolo contributo che si mette accanto a quello che ciascuno di noi dona alla nostra terra, ed in questa occasione è stato ancor più importante la presenza di Fabrizio Bosso, che oltre ad essere un gran-dissimo virtuoso della tromba, è un artista sensibile. In un momento come questo in cui l’orrore e la violenza ci vengono imposti, uno dei modi per ripartire è la ricerca della bel-lezza in questa città. E Fabrizio è un vero e proprio generatore di bellezza. Ed insieme ai miei compagni di viaggio, abbiamo regalato una testimonianza che fa il giusto contraltare a tutto ciò che di negativo siamo costretti a subire.

‘Respiro’ è il terzo album e segna la defi-nitiva consacrazione nazionale ma soprat-tutto internazionale, dopo l’exploit delle ventimila copie di Maison Maravilha: un

anno di concerti. Traccia-mone un bilancio:

Faccio fatica a definire il concetto di popolarità, so-prattutto in tempi come que-sti dove la frammentazione della fruizione della musica è forte, in cui le persone han-no la possibilità di fare delle scelte con mezzi a disposizio-ne notevoli rispetto a prima. Mi sono sempre considerato fortunato perché da subito si è creato un rapporto con chi ha incrociato la mia musica, un legame molto appassio-nato e reciproco. E’ vero, nell’ultimo anno con ‘Re-

spiro’ ci è capitato spesso di suonare in posti pieni, di viaggiare molto e di riscuotere suc-cesso e consensi. Ma in realtà non è questo il luogo verso cui punto la prua della nave: in effetti, alle porte c’è un disco nuovo, dedicato al venticinquennale della scomparsa di Chet Baker. Un lavoro non premeditato ma matu-rato dopo i miei tre album, un esperimento ed un approccio con la lingua inglese cantata ma anche con la scrittura, visto che è pre-sente un inedito e che dà il titolo al progetto. Ecco, dopo aver scritto in spagnolo, porto-ghese e francese mi sembra il momento di ci-mentarmi nella lingua inglese, e lo faccio per l’occasione senza aver programmato nessun tipo di progetto opportunistico, con la stessa naturalezza dei miei primi album.

Nella tua produzione figura una sola can-zone in dialetto napoletano, “ ‘E vase an-nure”, strutturata come piace a te, quasi immaginandola come un dialogo tra i versi di Sergio Bruni e la musica di Joao Gilber-to, in questo continuo intreccio tra il calore

E V E N T I

Michele Della [email protected]

JOE BARBIERI, UN NAPOLETANO DI ‘RESPIRO’ INTERNAZIONALE

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Domenica 7 aprile 2013

dei versi partenopei e quello della musica brasiliana. Perché ‘solo’ questo inedito?

E’ stato un esperimento por-tato avanti con tatto e con il rispetto che nutro per una immensa tradizione poetica e musicale; rimango tutta-via convinto che siano vette inarrivabili, da cui mi sono sempre tenuto lontano e che sarebbe un peccato mortale intaccare con un qualsiasi, squallido tentativo di scim-miottamento. Poi, chissà, la musica è bella proprio per-ché all’improvviso ti impone i propri guizzi e le proprie necessità ed un giorno lonta-no mi piacerebbe dedicare un tributo ad alcune canzoni na-poletane che mi sono entrate particolarmente nel cuore.

E con Respiro è arrivata anche la consa-crazione a livello di case discografiche e di promozione oltreoceano:

Abbiamo stretto un accordo con la blasonata

casa discografica Le Chant du Monde/Har-monia Mundi, che in passato ha decretato il riconoscimento internazionale di alcuni tra

i nostri migliori artisti come Paolo Conte o Gianmaria Testa. E verrà prodotto anche il prossimo disco “Chet Lives!” in tutto il mon-do ma in particolare in America, un album che condivido con due grandi musicisti, il be-

neventano Luca Aquino ed il napoletano An-tonio Fresa. Un trio di campani, quindi, che si affaccia alla ribalta americana, dove- cosa

strana- questo disco risulta essere l’unico tributo alla grande produzione musicale di Chat Baker.

E allora, nel rimgraziare Joe, unitamente al suo staff, e ad Antonio Meola,suo prezioso ed infaticabile addetto stam-pa, per l’infinita disponibili-tà, ricordiamo che l’appun-tamento nei negozi è fissato per il 14 maggio e due giorni dopo, il 16 maggio, alla Casa del Jazz di Roma per la prima data del tour, che si snoderà in tutta Europa prima di ap-prodare negli Stati Uniti ad autunno inoltrato.

Chiudiamo con una frase della recensione di Nadia Khouri-Dagher per la prestigiosa Ba-belmed Music: ‘’ SE VOI, COME ME, NON CONOSCEVATE JOE BARBIERI, L’ADO-RERETE!‘’

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Domenica 7 aprile 2013

Chi è Luigi Costanzo?

Sono un medico di famiglia di Frattamaggiore che assiste circa 1550 persone, quasi un piccolo paesino. Il mio lavoro in trincea e di sentinella, questo è il ruolo di un medico di famiglia, avviene nella cosiddetta terra dei veleni. Faccio parte dell’ISDE, l’Organizzazione internazionale dei Medici per l’Ambiente.

Che cos’è la “terra dei veleni”?

La terra dei veleni, o dei fuochi, è un vasto territorio che comprende il nord della provincia di Napoli e buona parte del casertano, dove da anni vengono sversati, intombati e incendiati illegalmente migliaia di tonnellate sia di rifiuti tossici industriali provenienti dal nord sia di prodotti di scarto di fabbriche e laboratori locali legati all’economia sommersa. Questo grazie all’intreccio criminale di istituzioni assenti, di imprenditori corrotti, della malavita organizzata e anche all’apatia e all’omertà di noi tutti. La terra dei fuochi è il capitolo finale di Gomorra, pubblicato nel 2006.

Quanto ha influito il libro di Saviano sulla sensibilizzazione e sulla presa di coscienza intorno alla vastità e alla gravità del problema? Ti chiedo questo per capire come sia stato possibile un silenzio così lungo e profondo.

La denuncia di Saviano nel libro Gomorra è stata importante. Tra l’altro, grazie alla risposta data ad una lettera che gli ho inviato nel luglio 2012, ha dato risalto nazionale alle nostre proteste sul sito dell’Espresso. Credo però che il grido di allarme lanciato nel luglio scorso da Padre Maurizio Patriciello a Caivano, raccolto e supportato costantemente dal giornale l’Avvenire, quando eravamo nel

pieno dell’emergenza dei roghi tossici, sia stato fondamentale per scuotere le nostre coscienze. Da quell’esperienza, comitati, associazioni, singoli cittadini, che vanno dal giuglianese al casertano, si sono uniti nella comune battaglia costituendo il Coordinamento Comitati Fuochi (CCF), che ha messo in campo in pochi mesi iniziative importanti come la denuncia-querela, con 35.000 firme a supporto, contro le istituzioni regionali, provinciali e comunali e il Denunce-Day per segnalare l’esistenza di discariche e altre forme di illegalità, diventando in poco tempo un punto di riferimento del territorio. La grande partecipazione popolare ha reso il movimento un interlocutore credibile davanti alle istituzioni, tant’è che il CCF è stato ricevuto anche dal Ministro Cancellieri e dal Ministro Balduzzi ai quali è stato letteralmente spiegato il dramma che stavamo vivendo.

Tu parli di trincea e sentinelle, in particolare hai testimoniato la tua esperienza diretta, evidenziando come negli ultimi anni sia crescente e inarrestabile l’aumento di tumori, patologie respiratorie e casi di malformazioni fetali. Ora io ti chiedo di ricordarci quali siano, soprattutto se esistano studi scientifici e dati che stabiliscano con apprezzabile affidabilità l’alto grado di correlazione tra lo specifico inquinamento locale e le conseguenze negative sulla salute dei cittadini che hai registrato.

Come ti dicevo, non sono un ricercatore né un epidemiologo né un oncologo, sono un semplice medico di famiglia che vuole delle risposte per il bene dei propri assistiti. Noi siamo definiti medici-sentinelle, perché siamo i primi a rilevare tutto ciò che accade di anomalo alla salute delle persone nel territorio in cui operiamo. Nel mio lavoro ho riscontrato tra i miei assistiti un aumento

dei tumori (mammella, retto e linfomi), di malattie respiratorie, di allergie, di malattie della tiroide, anche in adolescenti, di malformazioni fetali, di infertilità. Addirittura ho tre giovani donne che hanno dovuto abortire per gravi malformazioni e due assistite con il tumore alla mammella under 30, soglia di età non coperta dallo screening gratuito, che è previsto a partire dai 45 anni. Queste evidenze sul campo hanno trovato conferma in alcuni dati raccolti nel mio distretto: negli ultimi 5 anni (nel distretto 41: Frattamaggiore, Frattaminore, S.Antimo, Grumo Nevano, Casandrino) i codici di esenzione ticket richiesti per le neoplasie sono triplicati! Ora, in base a questi dati ed in relazione alla drammatica notizia apparsa recentemente, riguardante il sequestro di un’area di ben 20mila metri quadrati tra le campagne di Caivano, per la presenza di inquinanti altamente tossici e nocivi per la salute, mi chiedo come medico di famiglia: quale prevenzione, in tutta scienza e coscienza, devo consigliare ai miei assistiti? Posso ancora dire che per prevenire il cancro è importante “mangiare frutta e verdura”? Non ci aveva detto il ministro Balduzzi che la causa dell’aumento dei tumori nei nostri territori sarebbe dovuta alla scarsa prevenzione che facciamo, agli stili di vita e alle diete ricche di grassi e povere di frutta e verdura? Noi siamo ciò che mangiamo, beviamo e respiriamo, e allora, in una terra dove l’aria, l’acqua, il cibo non danno garanzie di sicurezza e dove gli screening escludono le fasce giovanili: quale prevenzione devo suggerire ai miei assistiti? Chi deve dare queste risposte? Per quanto riguarda gli studi partiamo da due dati certi: 1) in Campania e in particolare nelle zone a nord di Napoli e del casertano si muore di più per cancro. Questo è dimostrato non solo da molti studi osservazionali (vedi quelli del Prof. Antonio

AMBIENTE

TERRA DEI VELENI: TRIPLICATI I TUMORI!Mario [email protected]

L’allarme di un medico di famiglia.

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Domenica 7 aprile 2013

Giordano, dell’epidemiologo Montella e dallo studio Sentieri), ma dalla stessa Commissione Parlamentare di inchiesta sul ciclo illegale dei rifiuti, che ha letteralmente scritto nel rapporto finale: “…che da qui a 50 anni si prevedono scenari incalcolabili, pari alla peste del 600”. 2) Un altro dato è che i PCB e le diossine sono stati classificati dalla IARC come cancerogeni di classe I…e di queste sostanze le nostre terre sono piene. I PCB sono inoltre correlati alla diminuzione del numero di spermatozoi nel maschio e all’endometriosi nelle donne. Recentemente a Brescia sono stati analizzati i terreni, l’acqua, gli alimenti, il sangue di circa 1200 bresciani per cercare la spiegazione ad un aumento esponenziale dei tumori avuti in quelle zone e per correlarlo eventualmente allo sversamento di rifiuti industriali. Del fatto se n’è occupato la trasmissione della Rai Presa diretta di Riccardo Iacona del 31 marzo scorso. Ora, perché questo non lo si fa anche nei nostri territori, dove ci sono milioni di persone a rischio? Abbiamo dovuto aspettare 10 anni per vedere finalmente effettuare una prima analisi su alcuni campi di cavolfiori, come quelli recentemente sequestrati a Caivano, ricchi di sostanze cancerogene. Capirai quindi che non c’è la volontà di effettuare uno studio serio sul problema degli inquinanti ambientali... Sono certo che dimostrerebbe nel sangue dei campani una concentrazione di diossine e PCB più alta che nel resto d’Italia. Ecco: il problema del nesso è cercarlo!…ma questo sembra costare solo in Campania

Se è vero quel che dici, allora il problema è anche di ordine economico. C’è il rischio che il settore agro-alimentare, che vanta punte di eccellenza come quella della mozzarella di bufala, sia definitivamente compromesso. Alcuni propongono la riconversione agricola verso una produzione non alimentare. Tu pensi che siamo a questo

livello di gravità o c’è ancora spazio per bonifiche di ripristino? Da medico ti senti di consigliare ancora il consumo alimentare della nostra produzione agricola? C’è una profilassi che si può seguire?

Credo onestamente che la pratica virtuosa del consumo dei prodotti alimentari a chilometro zero in alcune zone della nostra Campania non sia praticabile. Il problema delle bonifiche è cercare di fare in modo che i soldi non vadano nelle stesse mani di chi ha inquinato per anni. Il rischio è molto alto. Il CCF ha diverse proposte: dichiarare, per esempio, No-Food determinate aree inquinate, trasformandole in

zone dove si coltivano canapa, fiori ed altre piante detossificanti del terreno. In questo modo, oltre a bonificare naturalmente la terra, si potrebbe creare un indotto con numerosi posti di lavoro. Si sta lavorando al cosiddetto bollino verde per gli imprenditori, le aziende, i commercianti, che rispettano in tutta la filiera del prodotto determinati criteri ambientali e di

legalità: dall’approvvigionamento della materia prima, alla vendita del prodotto, allo scarto. Pensiamo ad un grande GAS (Gruppo di acquisto solidale) in cui il consumatore sceglierà e premierà nei suoi acquisti solo chi rispetta questi criteri, in modo da isolare questi criminali, colpendo la loro tasca con piccoli gesti quotidiani. Cominciamo a renderci conto che per ogni paio di scarpe, o borsa, o indumento che compriamo in nero, c’è una quota di scarto, di colle, vernici, che deve essere smaltita illegalmente....e che costituisce buona parte dei rifiuti che

vengono incendiati e che inquinano la nostra terra. Per quanto riguarda la prevenzione e l’alimentazione, consiglio di organizzarsi in piccoli gruppi di acquisto solidale per verificare la provenienza del cibo. Non tutta la Campania è inquinata! Ma bisogna avere il coraggio di dire la verità e fare delle scelte importanti. Non tutte le aree, secondo me, possono essere bonificate, vista la notevole gravità dell’inquinamento, ma sono possibili comunque delle soluzioni che passano però inevitabilmente dal fermare ora, in questo momento, lo scempio degli sversamenti illegali. Solo così, forse, i nostri nipoti potranno ritornare ad avere una terra “felix”.

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Domenica 7 aprile 2013

L’Assessorato alle Politiche sociali e Pubblica Istruzione unitamente

all’Assessorato all’Ambiente, qualche giorno fa, ha promosso, anche nella nostra città, la giornata Mondiale dell’Acqua. L’iniziativa rivolta ai bambini delle scuole del territorio si è conclusa con l’inaugurazione della casa dell’acqua. In apparenza Casoria sembrerebbe una città modello, nella quale ci si interessa dei piccoli cittadini con progetti specifici ad ottenere una crescita del senso civico e ambientale, in realtà il problema della carenza idrica riguarda alcune zone del territorio che lamentano da quasi un anno la discontinua fornitura del servizio, tra queste c’è il Parco dei Pini ad Arpino, via Pio XII, via G.Vico e altre. Per il Parco dei Pini la società Ottogas è intervenuta affermando che nella zona esiste un problema di altissima morosità e c’è pericolo per l’incolumità degli operatori della società, ma per le altre zone cittadine mancano risposte e i pochi interventi realizzati risultano del tutto inadeguati. La signora Anna residente in via G.Vico ha scritto alla nostra redazione: “Da oltre un anno, subiamo la discontinua fornitura del servizio idrico. Tale disservizio, che si reitera per diversi giorni al mese e per prolungati lassi di tempo, arreca ovviamente notevole

disagio agli abitanti della zona. La carenza idrica, infatti, da un lato, provoca la lesione del bene salute, con la compromissione delle necessità di igiene della persona, e,

dall’altro lato, comporta l’aggravio delle spese per sopperire alle interruzioni della fornitura. Vane sono risultate le numerose segnalazioni inviate al Comune di Casoria che alla società che gestisce il servizio. Gli interventi finora posti in essere vengono svolti in maniera assolutamente non programmata, senza che del loro inizio e della loro durata sia dato alcun avviso alla cittadinanza, di

modo che a disagio si aggiunge disagio. Noi stessi ci stiamo attivando con una petizione per chiedere a questa amministrazione di intervenire subito. Gli stessi consiglieri

Mileto, Lanzano che hanno preso voti nella nostra zona sono scomparsi, chi ci deve tutelare?”. La stessa problematica è stata registrata dagli abitanti di Via Pio XII, che qualche mese fa, soprattutto nelle ore serali, hanno dovuto subire ritardi nell’erogazione dell’acqua. Ultimamente, nella zona, la situazione sembra essersi normalizzata anche perché molti palazzi per evitare sorprese si sono adoperati con serbatoi condominiali. Una delle iniziative della Giornata Mondiale dell’acqua è anche quella di ridurre lo spreco di questa importante risorsa, le amministrazioni sono chiamate anche a cercare di rimodernare il sistema idrico cittadino per evitare le perdite d’acqua dovute a tubature obsolete e inadeguate

che spesso comportano incontrollate infiltrazioni d’acqua, una delle principali cause dei crolli degli edifici. Speriamo che leggendo quest’articolo, il responsabile del settore, possa prendere provvedimenti urgenti e promuovere un intervento immediato dell’Ottogas (società che gestisce l’acquedotto), per mettere la parola fine a questi gravi disagi. Buona Domenica.

Manca l’acqua. Nessuno interviene.

T E R R I T O R I O

Vincenzo [email protected]

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Domenica 7 aprile 2013

Giovedì 28 marzo nella sala consiliare del comune di Casoria si è tenuta una

conferenza stampa su “La videosorveglianza Fastweb per il comune di Casoria”, sono intervenuti il sindaco Carfora, gli assessori Tignola e Casillo, il presidente di Casoria Ambiente, Girardi, e il direttore comm. Fastweb centro sud, Maraniello.Nell’incontro moderato da Ferdinando Troise si è parlato dell’attivazione della videosorveglianza in alcune zone di Casoria, provvedimento atto a contrastare gli sversamenti abusivi di rifiuti, un problema che persiste nonostante Casoria oramai raggiunga, a detta dell’amministrazione, quote di differenziata superiori al 60%. Si tratta della realizzazione di una piattaforma integrata su rete IP a banda ultralarga, con una centrale operativa collegata in fibra ottica e hyperlan wireless alla rete di Fastweb.Quattro videocamere sono state già installate e sono collegate alla centrale operativa, due in via Marco Rocco, una in via Nazionale delle Puglie e una in via Castagna, tuttavia il numero è destinato ad aumentare, infatti, verranno posizionate in altri punti nevralgici come via Boccaccio e via Cantariello. Il costo dell’operazione si aggira intorno ai sessantamila euro e secondo l’amministrazione e Fastweb può essere un

ottimo deterrente per un problema ambientale che non deve essere preso sottogamba.Durante la conferenza è stato chiesto anche se in futuro la piattaforma sarà collegata a

quella precedente che risale ai primi anni 2000, ma che nel tempo è stato accantonata, a questa domanda ha risposto l’assessore Tignola specificando le finalità diverse dei due sistemi, perché come già scritto l’attuale è specificatamente adibita alla questione ambientale, ma tuttavia non ha escluso che ci si possa ragionare su, rimarcando anche che l’attuale sistema a differenza del precedente è composto di telecamere mobili che quindi una volta esaurita

la propria funzione in una determinata zona possono essere usate anche altrove.Durante la conferenza è stato anche specificato che i ricavi della differenziata si attestano

intorno ai seicentomila euro (tale denaro ha contribuito all’abbassamento della tarsu) e che nel mese d’aprile con la nuova distribuzione dei sacchetti, la tracciabilità di quest’ultimi attraverso un codice identificativo raggiungerà il 100%, non riguardando più quindi solo una quota parziale (pari ad un terzo).È stato posto anche l’accento sul fatto che proprio la videosorveglianza può essere un primo passo di un percorso atto a trovare una la soluzione per sversamento abusivo dei rifiuti, perché la volontà dell’amministrazione e di Casoria Ambiente è quella di non limitarsi alla pulizia delle zone nevralgiche che diviene sempre più costosa e

complessa, ma di puntare ovviamente alla soluzione del problema, proprio a questo proposito il sindaco Carfora ha rimarcato la necessità di una seria educazione ambientale che possa combattere l’inciviltà.Insomma non ci resta che aspettare e vedere se il sistema di videosorveglianza darà i suoi frutti, in modo che i tanti cittadini che fanno la raccolta differenziata con abnegazione non siano mortificati da loro concittadini (o vicini) incivili.

T E R R I T O R I O

Videosorveglianza in cittàMassimo D’auria [email protected]

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Domenica 7 aprile 2013

Il semestre bianco rappresenta un periodo di normalità per il Presidente della

Repubblica Italiana in carica. Tra un’incontro formale e l’altro attende l’arrivo al Colle del suo successore. Il settennato di Giorgio Napolitano non è stato facile diciamocelo francamente. Iniziato durante l’ultimo governo Prodi, proseguito poi con i cinque anni di Berlusconi, per arrivare a nominare lo scorso anno il Prof. Monti quale salvatore della patria. Tenere le redini di questi rampanti puledri, quasi tutti sopra l’età pensionabile, che da un ventennio cavalcano la scena politica italiana, è stata un’impresa da non poco. Il duello infinito tra Prodi e Berlusconi ha stimolato i loro paladini: Scalfaro, Ciampi, Amato, D’Alema, Veltroni, Rutelli, Bossi, Di Pietro, Bertinotti, Boselli, Pecoraro Scanio, Mastella, Casini, Fini, Maroni, Diliberto, Storace e altri. Sono costoro i protagonisti della seconda Repubblica, che avevano l’onere di farci dimenticare le malefatte della Prima Repubblica, l’onore di seppellire il ricordo del C.A.F., acronimo infelice del trio Craxi, Andreotti, Forlani. Sono in molti a credere che la cura sia stata peggiore della malattia. Al tramonto della Seconda Repubblica, abbiamo addirittura assistito alla rielezione di Razzi e Scilipoti. Ricade sulla coscienza del Cavaliere questa scelta che abbassa a livelli di guardia la soglia minima di dignità della politica italiana. Se Sparta piange, però Atene non ride. Il grande sconfitto oggi è sicuramente Pierluigi Bersani che continua nell’ostinata ricerca di vedere realizzato il suo progetto di guidare un Governo, con il M5s prima, con chissà chi e che cosa dopo. Grillo & Co. ha,

con una videoconferenza in streaming a bassa risoluzione, dato un’umiliazione al segretario del Partito Democratico, accompagnato per l’occasione da un imbarazzato e sgomento Enrico Letta, davvero pesante. Il risultato dell’incontro, un “NO”, scandito in tutte

le salse dal Capogruppo al Senato cinque stelle Crimi ha aperto orizzonti comunicativi indescrivibili, in una scena da neorealismo post-conflitto. Passata l’ipotesi “Bersani”, cosa restava da fare al Presidente Napolitano per ravvivare un po’ la platea? Due le strade. La prima possibilità: “Dimissioni anticipate del Presidente della Repubblica”, elezione del nuovo Presidente, elezioni politiche anticipate, giugno 2013 per l’esattezza, ma con un candelotto di dinamite in mano ai protagonisti di tutti gli schieramenti il famigerato “Porcellum”, di cui dicono tutti peste e corna, ma tutti sono felici di utilizzare. La seconda possibilità: “Prendere spunto dalle imitazioni di Crozza e inventarsi, con una fantasia magistrale, ispirato forse alle letture serali di Agatha Christie la nomina di dieci Saggi”. I nomi, a nominarli, scusate il gioco di parole, offendono l’intelligenza di

un’intera popolazione. Parliamo dei diretti o indiretti protagonisti, collaboratori, manager, politici, tecnici, consulenti, professori, tutti con le mani in pasta nelle scelte di destra, centro e sinistra dei Governi che si sono alternati alla guida della nazione negli ultimi

anni. La domanda sorge spontanea: “Era proprio necessaria una comitiva così folta”? Davvero stento a credere che questa melina, proposta dal Presidente Napolitano, sia davvero la ricetta migliore. Bastava dire: “Cari cittadini, con grande e vibrata soddisfazione vi regalo l’ultimo atto di uno show che da un mese a questa parte oltre a bloccare le Istituzioni democratiche, ci sta facendo scompisciare dalle risate”. Forse che la nomina di dieci “Paggi”, sarebbe stata più opportuna vista l’aria di tristezza che

accompagna gli ultimi giorni di Napolitano al Colle? Chissà. Comunque a confortare le perplessità di un’intera nazione arrivano le opinioni di autorevoli rappresentanti politici e della carta stampata di tutto il pianeta che ha definito l’idea dei “Saggi”, davvero “Bizzarra”. In quale altro paese del mondo succede tutto ciò? La tragedia è che, mentre i parlamentari sono intenti a Roma nel trovare equlibrismi, altri due imprenditori si tolgono la vita, un quarto della popolazione vive dentro o ai confini della povertà e soprattutto un giovane su tre in Italia non ha un lavoro che al Sud significa due giovani su tre. Fortunatamente per noi queste notizie i nostri parlamentari le ottengono in tempo reale dagli smartphone o dai tablet. La cosa ci rende più sicuri, soprattutto perché possiamo dire con una certa nota di sicurezza: “ Siamo in buone mani, in mani sagge”.

SAGGI O PAGGIGianni [email protected]

POLITICA

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Primo Luglio, è la data in cui assisteremo al funerale della mozzarella di bufala

campana d’origine protetta, un colpo al cuore all’economia del Mezzogiorno, lanciato dall’invidia, e dalla superbia di leghisti, che non aspettano altro che infliggere la stoccata finale al Sud; dopo i saccheggi e i furti avvenuti già 152 anni fa.La norma, in riferimento al DDL 205/2008 è stata approvata e inserita nel gazzettino ufficiale il 21 Marzo, e sancisce che la produzione della mozzarella dop deve avvenire soltanto in uno stabilimento dedicato, vietando così la contemporanea realizzazione di qualsiasi altro prodotto, compresa la ricotta, notoriamente ricavata proprio dalla lavorazione della mozzarella. La norma, in un periodo di crisi economica, obbligherebbe i produttori che vorranno continuare a produrre la mozzarella con il marchio dop ad investimenti per diversi milioni di euro per la realizzazione degli stabilimenti separati. Mancando questi ultimi, i produttori sarebbero quindi costretti a non utilizzare per altri prodotti, come appunto la ricotta e i formaggi, il latte

in eccesso che non è impiegato per la ‘dop’. Un provvedimento assurdo, che colpirebbe un intero settore, che rappresenta un introito importante, e dà lavoro a migliaia di dipendenti del Centro-Sud.

Un cavillo, un vizio burocratico voluto dall’allora Ministro alle Politiche Agricole,

il leghista Luca Zaia; Era il 2008, e “l’oro bianco” era coinvolto nello scandalo diossina, il ministro attaccò a fondo il latticino campano, e in un DDL inserì anche questa norma, con il fine di consentire la produzione anche al

nord, poiché la Lega era alle prese con le quote latte, in cui non rientrava la bufala. Il Ministro ha fatto i propri interessi, salvaguardando, come pronuncia il loro motto, “Prima il Nord”, grazie anche alla complicità di tanti deputati meridionali che han recitato alla grande, la parte del “Non vedo, non parlo e non sento”.Un silenzio bucato solamente dai tanti cittadini, riuniti attraverso il web tramite gruppi e petizioni per salvare la mozzarella dal declino imminente.Tanti commenti sono arrivati anche da esperti del settore, come Antonio Lucisano, Direttore del Consorzio Mozzarella D.O.P, che definisce la norma, incomprensibile e anticostituzionale, un decreto in grado di togliere brevetti e privilegi europei ad un marchio ormai noto in tutto il mondo.

costringendo i tanti imprenditori a vedersi svanire milioni, sogni, e anche la dignità.

A T T U A L I T A’

Mozzarella D.O.P. : la fine è vicina?

 

                                         

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Domenica 7 aprile 2013

Una nuova opportunità si profila per i talenti emergenti, si tratta di “Singer Inside”, un progetto rivolto a tutti coloro che possiedono un particolare talento per la musica ed il canto. Il direttore artistico è il maestro Vincenzo Sorrentino, casoriano, musicista, compositore e già

direttore del Musicasoria Fe-stival. Ad Ottobre tutto questo si concretizzerà in un pro-gramma televisivo, che andrà in onda su Rai news per un anno intero con una striscia settimanale di circa 20 minu-ti, mentre i serali partiranno a febbraio.L’Accademia non pone limiti di età, vi possono

partecipare tutti scegliendo tra varie categorie e corsi accademici, quali Canto Moderno, Canto Lirico, Canto Jazz. Il vincitore avrà la possibilità di emergere, realizzando un album in collaborazione con Universal Mu-sic Publishing Group con realizzazione di Videoclip, Promozione Radio, Web, Tv e Stampa. La novità di questo format, consiste nel fatto che oltre ad i corsi, saranno organizzati dei Contest con cadenza mensile, che permetteranno all’aspirante artista di esibirsi, e di ricevere una valuta-zione da parte di una giuria. Ma non solo, alla fine di tutte le esibizioni, si potrà anche avere la possibilità di votare il proprio artista preferito on-line sul sito: www.singer-inside.it; le performances, infatti, saranno caricate attraverso dei video che potranno essere visualizzati da tutti co-loro che vogliono esprimere il proprio voto. A differenza di altri format televisivi dello stesso tipo, il fattore “reality” sicuramente giocherà un suo ruolo ma non sarà il lato predominante, lasciando più spazio alla formazione didattica e alla crescita artistica. Proprio perché si tratta di un iniziativa con partnership Rai, il programma avrà a sua disposizione tutti i migliori Tg Rai nazionali, in particolare tra questi il Tg2 dove an-drà in onda un servizio esclusivo del programma. La visibilità è dunque assicurata. Come segnalatoci dal maestro Sorrentino, ricordiamo a tutti coloro che volessero partecipare che il 25 aprile avranno inizio i casting presso i “Pini Parco Commerciale di Casoria” e ce ne saranno di diversi distribuiti in tutta Italia. La settimana prossima inoltre, lo stesso maestro sarà ospite ad Uno mattina su Rai1 e avremo l’occasione di avere una sua presentazione del programma in questione. Il direttore artistico ci ricorda anche che il prossimo 13 aprile ci saranno le selezioni gratuite del Musicasoria Festival 4°edizione presso la biblioteca del Comune di Casoria, ovviamente tutto gratuito. Partecipare è semplice, basta iscri-versi gratuitamente al sito www.musicasoria.it; il collegamento tra i due eventi è d’obbligo visto che il vincitore del festival entrerà di diritto a “Singer Inside” senza alcun provino.

M U S I C A

Nuovo spazio per la musica, nasce Singer Inside.Maria [email protected]

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Piccola, ma gradita novità. Per la prima volta un bus turistico di linea attraverserà

le vie del centro storico di Napoli. Mercoledì 27 marzo, infatti, in piazza del Gesù Nuovo, è stato inaugurato un nuovo servizio della City Sightseeing Napoli: la linea “Centro Antico-Duomo”. I nuovi bus rossi scoperti monopia-no, costruiti ad hoc per rispettare la confor-mazione urbanistica della zona, nascono con la precisa intenzione di valorizzare una delle zone più affascinanti della città partenopea; essi avranno partenza e rientro in piazza del Gesù, e saranno affiancati da altri bus, gli “Shuttle Porto-Piazza del Gesù nuovo”, che permetteranno ai turisti in arrivo alla stazio-ne marittima di raggiungere agevolmente il centro storico. L’iniziativa è sicuramente da apprezzare, ma lo sarebbe ancora di più se un servizio analogo, oltre che ai turisti, fosse of-ferto anche alla cittadinanza intera. Sono anni ormai, infatti, che la linea ordinaria che colle-gava i quartieri di San Lorenzo e San Giuseppe (unendo così l’asse di Via Foria con quello di Corso Umberto) è stata soppressa. Forse qual-cuno se lo ricorda ancora; stiamo parlando del piccolo autobus urbano della linea E1 dell’Anm, che, oltre a permettere ai numerosi studenti e funzionari universitari che affollano quotidiana-mente la zona di raggiungere le varie facoltà, e ai residenti – in particolare ad anziani, semi infermi e mutilati - di pervenire comodamente alle proprie abitazioni, era un’ottima soluzione

per arrivare al policlinico di via del Sole, soprat-tutto per quei pazienti più bisognosi di un tale servizio (in particolare quelli ortopedici) e per i familiari degli stessi. La navetta E1 – che toc-cava, tra le altre, la ripida via Mez-zocannone - fu soppressa durante l’era Iervolino, ma il disservizio si è amplificato ancora di più da quando la giunta De Ma-gistris ha deciso di precludere al traffico la zona in questione durante le ore diurne, at-traverso l’instal-lazione della ztl. Ovviamente ci sarebbe la possi-bilità di richiedere appositi permessi per poter transita-re ugualmente, ma non è affatto sem-plice poterli otte-nere. Come è noto, il mese appena trascorso è stato per Napoli uno dei più neri sul piano traspor-ti, con le varie società adibite alla mobilità che

vantano crediti per milioni di euro nei confronti del Comune e che per questo motivo si sono vi-ste frequentemente costrette a parcheggiare le macchine, a secco di carburante, all’interno dei

depositi, generando una situazione al li-mite della gestibilità. Appare molto impro-babile, quindi, che nel breve dalle aule di palazzo san Giacomo qualcuno si attivi per far ripristinare linee di trasporto, che in passato furono sop-presse proprio per far fronte agli atavi-ci buchi di bilancio delle casse comunali partenopee. Ciò che è sicuro, invece, è l’au-mento dei prezzi per l’acquisto dei titoli di viaggio. Dal 1° aprile, infatti, sono arrivati i rincari per i ticket di Unico Campania. Insomma, aspettare sotto una pensilina per ore intere costerà (ovviamente per chi il

biglietto, nonostante tutto, lo continua a timbra-re) ancora di più.Buon viaggio a tutti!

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Domenica 7 aprile 2013

La serie B come tutti i campionati è ormai agli sgoccioli ma anche quest’anno lo

spettacolo non è mancato, anzi. Dall’inizio del campionato domina la vetta il diverten-te Sassuolo che ad otto giornate dal termine ha sulle inseguitrici Verona e Livorno ben 9 punti di vantaggio; un margine consistente per gli uomini di Eusebio Di Francesco che nonostante il periodo non brillante, a meno di una clamorosa debacle, potrà finalmente portarli in Serie A. Nelle ulti-me giornate Verona e Livorno dovranno cercare di ottenere il maggior numero di punti ed incrementare il loro vantaggio sulla quarta, l’Empoli, che attualmen-te dista ben otto lunghezze. Infatti se la terza riuscirà alla fine del campionato ad avere un vantaggio di dieci punti sul-la quarta potrà ottenere direttamente la promozione in serie A senza disputare i play off i quali anche se affascinanti e di-vertenti non sempre premiano le squadre maggiormente costanti nei risultati. In coda il Grosseto è ormai con più di un piede in Lega Pro e si giocheranno la salvezza di qui alla fine un gruppetto di 6-7 squadre. La serie B grazie alla presidenza Abodi riscuo-te sempre maggior successo anche dal punto di vista mediatico ed a partire dal prossimo anno sono previste ulteriori modifiche volte a tutelare e migliorare la situazione economica dei club della serie B ed anche a favorire l’in-

serimento dei calciatori under 21. Infatti nel campionato 2013/2014 tutte le squadre che parteciperanno al campionato di serie B, do-vranno vedersela con un tetto individuale dei salari di 150mila euro lordi per la quota fissa e altri 150mila euro lordi per la quota varia-bile. Queste norme naturalmente non hanno

effetto retroattivo e riguarderanno solamente i nuovi contratti e permetteranno alle squadre di serie B di risparmiare circa il 25% delle loro spese, visto che attualmente nel cam-pionato in corso ben un quarto dei contratti in essere superano il salary cap. Le società che non rispetteranno la nuova regola votata all’unanimità dall’Assemblea di B subiranno una decurtazione delle risorse derivanti dalla

mutualità, in misura equivalente rispetto allo sforamento. L’ammontare di queste “multe”, per il 50% sarà distribuito tra le società in regola, mentre il restante 50% sarà destinato allo sviluppo dei vivai e delle infrastrutture. Inoltre sono state previste delle modifiche graduali delle rose dei club: nel 2013/2014

ogni squadra potrà avere rose formate al massimo da 22 giocatori sopra i 21 anni mentre dal campionato 2014-2015 le rose saranno al massimo di 20 gioca-tori over 21e quantità illimitata di under 21. “Queste nuove regole ci consenti-ranno di fare ulteriori passi avanti nella direzione della tutela del patrimonio fi-nanziario delle nostre società”, ha com-mentato il presidente della Lega di Se-rie B Andrea Abodi, ribadendo anche la necessità che il torneo cadetto torni a 20 squadre “Ognuno dovrebbe assumersi le proprie responsabilità, ma purtroppo non riusciamo mai a riunirci ad un tavolo e a parlarne con le altre leghe per discuter-

ne”. Abodi aggiunge: “Il tetto salariale ed un numero più basso di tesseramenti ci aiuterà a raggiungere l’obiettivo di migliorare sempre più la serie cadetta, unitamente ad altri prov-vedimenti, tra cui la riforma dei campionati “. Da appasionato di calcio mi complimento con il presidente Abodi, sperando possa otte-nere la sua personale promozione in serie A al posto del “politico” Beretta.

Valerio [email protected] Focus B

A Spasso nel calcioR U B R I C A

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Ci voleva: vittoria al cardiopalma, emozionante, da Napoli ‘primo’

Mazzarri. Alzi la mano chi non ha pensato a Napoli-Lazio, di due stagioni fa! Alzi la mano (i più attempati!) chi non ha rivissuto un altro ‘storico’ 3-5, in terra sabauda, contro l’altra squadra di Turin. Correva l’anno 1988-89, era il Napoli di Maradona, di Careca, il Napoli dei nostri due scudetti. Questo è il Napoli di Matador, di Marek, il Napoli che non cucirà, per quest’anno, il tricolore al petto, ma che merita sostegno e plauso, intervellati da qualche giusta critica! Un Napoli a cui continua a mancare quel pizzico di vari ingredienti, per diventare definitivamente una vera ‘grande’, per emulare (tenute conto le diverse contestualizzazioni ‘storiche’) a tutti gli effetti ‘quel’ Napoli. Vittoria meritatissima: nel bene, le 5 reti, e nel male, un rigore sbagliato e due gol regalati, ha fatto tutto il nostro Napoli. Per larghi tratti abbiamo espresso un calcio semplice e di buona levatura, ma ci manca la gestione del match. Siamo una squadra perennemente sull’orlo del baratro, basta una distrazione e veniamo puniti. Gli episodi ci sono costantemente contrari, ma le ultime due vittorie dimostrano che finalmente siamo più forti anche dei nostri stessi errori, e della sfortuna. Subire il 3-2 a 15 minuti

dal termine, dopo una partita ampiamente dominata, avrebbe difatti potuto tagliarci le gambe; un mese fa da Torino saremmo tornati a mani vuote. Per nostra fortuna, qualcosa nello spirito della squadra è mutato. La

costanza non è, propriamente, un dono che ci appartiene, e nella stessa stagione, alterniamo fasi entusiasmanti e fasi di flessione. Porre rimedio a queste carenze, principalmente di natura ‘mentale’, insieme ad un adeguato rafforzamento della rosa, deve essere l’obiettivo per le prossime stagioni. Prima di congedarci, un breve ‘passaggio

individuale’ sul match del sabato pre-pasquale, durante il quale nel fatidico uovo, simbolo della festa cristiana, la sorpresa si chiama Dzemaili. L’ho criticato spesso. Reputo lo svizzero un giocatore che può ‘stare’ in una

rosa da squadra di vertice, ma a ‘debita distanza’ dalla ‘titolarità’. Ha un gran tiro, e stasera ha sfruttato alla grande questa sua caratteristica, tirando fuori dal cilindro 3 reti di straordinaria fattura. Grazie Blerim per avermi ‘smentito’. Un elogio lo merita anche Cavani, autore della doppietta che ha indirizzato il match, definitivamente, sui binari giusti! L’uruguaiano rispetto allo svizzero è abituato ad essere protagonista, ma diventarlo partendo dalla panchina, è una novità finanche per il nostro Matador! Il viaggio per le qualificazioni mondiali, non ha minimamente scalfito la rabbia agonistica senza eguali, che questo indio sudamericano sa trasformare in giocate straordinarie, e che lo

porta a travolgere avversari, compagni di squadra, regalando al suo popolo, momenti di piacevole isterismo collettivo! Della parentesi ‘piemuntes’ occorre conservare la cattiveria, e la medesima voglia di vincere per le prossime 8 partite: c’è una meravigliosa e meritatissima seconda piazza da difendere. anche perché … tutto il resto è noia...

Pasquale [email protected]

IL NAPOLI

Mata..Tor e Dzemaili sbancano la Turin granata…

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I tempi moderni sono caratterizzati dalla crisi economica e di valori che affliggono la

nostra società; ma altri mali ben più temibili si nascondono dietro l’angolo.Sentiamo parlare molto più spesso della piaga del cancro che negli ultimi anni ha visto aumentare in maniera esponenziale il numero di persone colpite e che rappresenta una delle principali cause di morte nei paesi industrializzati. Una delle molteplici cause dell’aumento dei malati di cancro è da imputare all’inquinamento ambientale, dovuto principalmente allo smaltimento illegale di rifiuti tossici da parte della camorra nelle aree destinate alla coltivazione e alla produzione di prodotti naturali che giornalmente, finiscono sulle nostre tavole. Nonostante il momento di difficoltà la ricerca continua a fare grandi passi e a dare non poche speranze a tutti coloro che vengono colpiti da questa malattia. Due studiosi dell’università di Urbino, Vieri Fusi e Mirco Fanelli, hanno progettato e brevettato delle molecole provenienti da una sostanza naturale contenuta nel malto, nel cocco, nel caffè e in molti altri prodotti naturali, chiamata maltolo,

che può inibire e combattere lo sviluppo dei tumori.La scoperta rappresenta un notevole avanzamento nella ricerca di nuove strategie terapeutiche contro il cancro, tanto da aver ottenuto il brevetto nazionale e da essere

nell’attesa di quello internazionale.La ricerca infatti, nell’ultimo ventennio, ha dato la possibilità di sviluppare numerose tecniche

che hanno visto sia ridurre la mortalità che l’aumento dell’aspettativa di vita d molti pazienti. Le ricerche di Fusi e Fanelli partono dall’analisi delle strutture delle molecole della patologia stessa per provare a svilupparne

di nuove come potenziali farmaci; la struttura del maltolo infatti, se opportunamente modificata può dare origine a nuove molecole con caratteristiche chimico/fisiche volte a modificare o portare alla morte la struttura delle cellule. Questi studi condotti fino a questo momento, hanno avuto un buon successo scientifico e forniscono il presupposto per proseguire gli studi sui modelli tumorali in vivo andando così a migliorare sempre di più la qualità delle cure, e sfruttando strategie alternative con cui aggredire le cellule tumorali; soprattutto per quei tipi particolari di patologie sprovviste di una terapia. Ci auguriamo che queste nuove cure siano presto disponibili per fornire una speranza in più ai malati di cancro e che, insieme ad una

maggiore coscienza comune per il rispetto della propria terra e della propria salute, possano riuscire a debellare questo male!

A T T U A L I T A’

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La crisi non colpisce la speranza!Domenico [email protected]

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Domenica 7 aprile 2013

È ancora una volta un’italiana che si distin-gue all’Estero per grandi meriti artistici.

È il turno di Eleonora Abbagnato, nominata la scorsa settimana, Etoile del Ballet de l’Opera di Parigi. Questo che è il massimo grado, vie-ne attribuito al termine dello spettacolo in cui l’insignita si è particolarmente messa in luce. L›altra sera, infatti, al termine della Carmen di Roland Petit, all’Opera Garnier, la platea si è alzata in piedi per festeggiare il trionfo dell›italiana; poi è arrivata in palcoscenico la direttrice Brigitte Lefèvre per la nomina. L’i-stituzione parigina fondata nel 1669 dal Re Sole Luigi XIV ha dato grandi riconoscimenti ad altri talenti italiani solo nell’800 con Maria Taglioni e Carlotta Grisi. “Quando il pubbli-co si è alzato per applaudire mi è sembrato di morire e rinascere -dice Eleonora- è stata una festa, perché intorno a me avevo gli ami-ci più cari e in platea c›erano i miei genitori, volati da Palermo per rivedermi nella Carmen . Dedico la promozione a loro che mi hanno sempre sostenuta, a mio marito Federico Bal-zaretti (calciatore della Roma con cui è spo-sata ), e a nostra figlia Julia, la maternità mi ha resa più forte”. Una promozione sospirata dal 2001, un contratto che scadrà nel 2019. Il suo è stato un lungo percorso. Nata a Pa-lermo, Eleonora Abbagnato, esordisce in te-levisione a 11 anni, ballando in diretta in un programma presentato da Pippo Baudo. A 12 anni si trasferisce a Montecarlo, dove studia

nella scuola di Marika Bresobrasova, e nello

stesso anno vince il DanzaEuropa. A 13 anni è in tournée fra Marsiglia e Parigi con La bella addormentata di Roland Petit (nel ruo-lo di Aurora da bambina). Quindi viene am-messa, dopo un›audizione privata, all›Ècole de Danse dell’Opéra di Parigi come borsista. Nel 1996, appena maggiorenne, si diploma all’École e ed entra a far parte del corpo di ballo. Non era mai accaduto, infatti, di ave-re un›étoile italiana, cresciuta dall›école alla compagnia, nel Balletto de l›Opéra. Nel ‹99 la prima promozione a ‘coryphée’, nel 2000 a ‘sujet’ e nel 2001 a ‘première danseuse’. “La direttrice Lefèvre ha atteso che affrontassi di nuovo la Carmen di Roland Petit con la par-rucca a caschetto nero di Zizi; è stato proprio

Petit a scoprirmi tredicenne e a volermi come Aurora bambi-na nel-la sua B e l l a Addor-menta-ta”. Un l u n g o p e r -c o r s o p o i c h é non tut-ti sanno c o m e s i a struttu-rata l’o-pera di

Parigi, ovvero 154 ballerini di cui; 19 étoile tra uomini e donne, 15 «premièrs danseurs», cioè primi ballerini, 41 «sujets», 37 «coryphées» e 42 «quadrilles», e gli avanzamenti di carrie-ra avvengono per promozione. Eleonora sarà prossimamente di nuovo in scena nella “Terza sinfonia” di Gustav Mahler con la coreografia di John Neumeier e la rappresentazione del 18 aprile sarà trasmessa in diretta nei cinema francesi e nel mondo intero. Un altro orgoglio italiano, un altro talento che può ancora illu-minare positivamente la nostra triste Italia.

Eleonora Abbagnato: icona italiana all’Opera di Parigi

E V E N T I

SOCIETÀ UNIPERSONALE

Casoria Ambiente S.p.A.COMUNICATO

Per sopravvenute criticità dovute a difficoltà logistiche , nonché organizzative, il servizio “svuota cantine”, che si svolgeva il secondo

sabato di ogni mese è, temporaneamente sospeso per i motivi sopra esposti., e pertanto per il giorno 09/03/2013 non sarà effettuato.

Tale situazione emergenziale sarà al più presto superata con il ripristino del servizio “svuota cantine” nei modi e nei tempi che

saranno prontamente comunicati alla cittadinanza nel frattempo si

INVITALa cittadinanza ad una sempre maggiore collaborazione nell’effettuare la differenziazione dei rifiuti, rispettando i giorni e gli orari

già stabiliti dalle brochure informative ricordando che per lo smaltimento dei rifiuti ingombranti l’utenza può rivolgersi al call center

della Casoria Ambiente S.p.A. al n. 081 5849271 dal lunedì al venerdì dalle ore 8,30 alle ore 13,30.

Si comunica inoltre che per qualsiasi informazione o suggerimento è a disposizione della cittadinanza la e mail dell’ Ufficio

Relazioni Pubbliche info@casoriambiente .it

Assessore all’Ambiente Pres. C.d.A. Casoria Ambiente Avv. P. Tignola Dott. F. Girardi

Emiliana [email protected]

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Domenica 7 aprile 2013

Questa volta voglio parlare di un argomen-to frivolo: la moda. Dietro questo termi-

ne si cela tutta un’industria fatta dai cosiddetti “creativi”. E l’Italia è piena di creativi. Siamo stati, nei secoli passati sempre creativi. Pie-ni di fantasia non solo nell’arte, nel design, ma anche nelle scienze ecc. Ma adesso voglio parlare di moda e ciò che ne deriva dall’uni-formarsi ai dettami di questo business. Perché anche il design è un business che, a volte, può creare effetti negativi. Mi ri-ferisco a quei ragazzi e ragazze che se-guono pedissequamente ciò che gli viene propinato come “trendy”. Così come se-guono un oggetto di culto: status-symbol del momento. Seguendo eccessivamente questa corrente ci si può uniformare an-che nel pensare e nelle scelte sociali e, spesso, anche politiche. Ma limitiamoci alla moda. Spesso i nostri ragazzi sembra-no avere un uniforme. Nel loro ambien-te cercano di uniformarsi sia nel vestire che nei discorsi e nel modo di pensare. E’ chiaro che il ragazzo vuole ritenersi parte del gruppo ma, questo potrebbe portare al conformismo collettivo. “Per conformi-smo s’intende ogni modalità di condotta che, per effetto di una pressione sociale esercitata dalla collettività o da gruppi in essa influenti, produce una condizione di uniformità - nel campo dei costumi, dei valori culturali, dei principî morali e religiosi, ma anche degli orientamenti politici - capace di minimizzare gli attriti dell’interazione sociale. L’individuo conformista tende ad adattarsi alle norme so-ciali e a non differenziarsi rispetto agli altri soggetti del gruppo di riferimento, arrivando a negare o a dissimulare le proprie convinzio-

ni e a orientare l’agire alle aspettative degli altri membri del gruppo.” E’ chiaro che, per questa strada l’adolescente sarà un adulto “conformista” e quindi un individuo amorfo e negativo per la società: “vive a bassa quota” cantava Giorgio Gaber in una sua canzone degli anni ’70. Va da se che è più semplice essere conformista che essere se stessi. Uni-

formarsi è semplice: non bisogna sforzarsi di affermare le proprie idee; è comodo seguire le idee degli altri; è comodo rimanere nell’ano-nimato; si fa parte del gruppo senza sforzarsi; ci si uniforma alle idee del gruppo, della so-cietà, ci si lascia trasportare dagli eventi, si rimane comunque a galla ma nell’anonimato e nella mediocrità. Si guarda la storia passare indifferenti alle ingiustizie o atrocità che sia-no. Credendo di rimanerne fuori non ci si ri-tiene colpevoli di cosa ci succede intorno ma, l’indifferenza è complicità. E’ una colpa che

ci si porterà dentro per tutta la vita. Un senso di colpa che non ci fa stimare il nostro “io”. E ci renderà la nostra vita trascorsa inutilmen-te. Sforzandoci di essere se stessi si rimarrà orgogliosi di se. Anche se non si avrà otte-nuto il risultato ma, orgoglioso degli sforzi protesi fino al limite. L’unicità è una risorsa; La diversità è una ricchezza. Lo ribadiscono

spesso grandi uomini di cultura. Rispet-tare l’unicità significa salvaguardarla, allontanando da noi stessi e da chiunque l’omologazione ed il livellamento del pensare e del sentire. Non esiste persona uguale. Oggi non manca il coraggio della rivendicazione, manca proprio il corag-gio dell’autenticità, quella che ci fa unici ed assolutamente e inequivocabilmente insostituibili. Quando pensiamo alla di-versità, procediamo per estremi esterni: Pensiamo alla diversità come: differenze razziali, religiose, sessuali. Esiste, invece, una dimensione della diversità che è im-plicita e che si chiama “unicità”. L’unici-tà ci permette il confronto; Ci permette il contradditorio, la discussione, di analiz-zare i diversi punti di vista e confronta-

re idee e progetti. Non bisogna aver paura di spaziare nell’altrove, nel diverso, nel nuovo. Grazie a tale differenza siamo insostituibili. I diversamente abili, non sono handicappati, ma sono persone che hanno sviluppato diver-se abilità che un normodotato difficilmente può sviluppare. E’ all’unicità a cui bisogna tendere, possibilmente unicità positiva se la si cerca. E tutti ne potremmo trarre vantaggio. La società si sviluppa in questo modo e non seguendo il branco che rincorre pedissequa-mente la moda.

Moda come divisa

T E N D E N Z E

Tommaso [email protected]

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Domenica 7 aprile 2013

Sempre più spesso, nella pratica clinica, si verificano richieste di aiuto da parte di ge-

nitori in difficoltà nel loro ruolo di genitori. Infatti, la funzione genitoriale non equiva-le semplicemente ad un insieme di pratiche educative riguardo il modo di allevare i figli. La genitorialità si configura come qualcosa di più complesso che comporta delle specifiche abilità che si apprendo-no nel tempo. Tutte le azioni dei genitori sono strettamente legate ad un insieme di cognizioni inconsapevoli, che riguarda-no lo sviluppo, l’educazione, le idee e le aspettative che influenzano il modo di agi-re della coppia genitoriale. Ognuno di noi, crede di possedere le capacità necessarie alla cura e all’educazione dei figli, e pen-sa di esercitare in modo corretto il proprio ruolo genitoriale. I genitori convinti di avere le competenze necessarie per prov-vedere all’educazione dei figli, interagiscono con maggiore frequenza con loro, mettendo a disposizione dei giochi e intervenendo verbal-mente. Questi genitori affrontano con maggio-re ottimismo gli adattamenti quotidiani e sono più disposti a trovare soluzioni e a provare ri-medi. Il grado di accordo tra i coniugi, la rete sociale al di fuori della famiglia, le condizioni lavorative dell’uno e dell’altro rappresentano delle variabili fondamentali per comprendere il comportamento di una coppia genitoriale. E’ fondamentale sottolineare un concetto che determina l’essenza della coppia genitoriale: anche in casi di separazione coniugale la cop-pia genitoriale continua a sussistere poiché la presenza dei figli ne legittima l’esistenza le-gale e psicologica. La competenza genitoriale non è innata, essa comporta delle specifiche abilità che si apprendono nel tempo, e che si sviluppano all’interno di un sistema familia-re. Ma che cosa è un sistema familiare? Uno degli approcci teorici di maggiore interesse è quello relazionale-simbolico che si basa su una concezione della famiglia vista come or-

ganizzazione che ha al suo interno una rete di relazioni parentali con una storia nel loro passato e che creano storia nel presente e nel futuro. La famiglia secondo tale prospettiva è una organizzazione di relazioni di parentela

qualificata dal legame generativo e si configu-ra come un sistema in costante trasformazio-ne. Essa si fonda su processi di trasmissione di modelli, di regole, norme e valori, che la famiglia stessa ha focalizzato come funziona-li rispetto agli eventi che si trova a dover af-frontare. In ogni transizione si alternano mo-menti di crisi a momenti di arricchimento e crescita, che richiedono una continua ricerca di equilibrio tra i bisogni interni e le esigen-ze esterne alla famiglia stessa. Il suo percorso evolutivo vede il succedersi di alcune fasi, in base agli eventi critici che le caratterizzano, durante le quali le diverse generazioni vanno incontro ai compiti di sviluppo ad esse con-nessi. Gli eventi critici possono essere legati a normali processi di sviluppo, quelli che la maggior parte delle famiglie incontra durante il suo ciclo di vita e risultano attesi e preve-dibili ad esempio la nascita di un figlio, l’ado-lescenza, la fase di svincolo della neo-coppia dalla famiglia d’origine, il matrimonio stesso. Gli eventi invece che in maniera imprevedibi-le, possono interrompere il normale processo

del ciclo di vita sono eventi inattesi, come la morte prematura, la nascita di un figlio disa-bile, la malattia cronica, la perdita del lavoro. Con l’avvento di questo evento critico, l’equi-librio precedente del gruppo familiare viene

abbandonato per raggiungerne uno nuovo poiché le usuali modalità di funzionamen-to familiari si rivelano inadeguate. Un buon funzionamento familiare è dunque in costante trasformazione, adattandosi la famiglia alle difficoltà transitorie che si presentano nel tempo. Il sostegno alla genitorialità si rende necessario in mo-menti particolarmente delicati delle tran-sizioni del ciclo di vita. Un sostegno che può anche essere dato dal semplice aiuto a sviluppare una competenza già presen-te o potenziale, rendendola consapevole e dando la possibilità di utilizzarla più op-portunamente. Talvolta i genitori appaio-

no incerti nell’esercizio della loro funzione, soprattutto quando si tratta di dare regole e stabilire limiti. Non sempre è possibile fare riferimento ai modelli appresi: abitudini e stili educativi delle proprie famiglie e cultu-re di origine, risultano spesso inappropriati, considerando il così rapido mutamento dei costumi. I genitori possono oggi rivolgersi ad esperti professionisti a cui chiedere consigli ed orientarsi sui problemi relativi al loro rap-porto con i figli. Questa necessità nasce anche dalla crescente mancanza di comunicazione all’interno del contesto familiare e dal biso-gno di essere aiutati a riflettere su quelli che sono gli strumenti che già si possiedono, ma di cui, in certi momenti, risultano inconsa-pevoli. Il sostegno familiare in questo caso può servire a supportarli nello sviluppo di un proprio intuito educativo, ad assumere atteg-giamenti appropriati e ad arrivare ad una con-sapevolezza e ad un atteggiamento emotivo che risultino positivi sia per il genitore ed il bambino individualmente, sia per la relazione genitoriale stessa.

Il sostegno alla genitorialitàR U B R I C A

Pina Savorra [email protected]

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Domenica 7 aprile 2013

Al Circolo Arcas Teatro è andato in scena dal 14 al 17 marzo lo spettacolo

“Milady De Winter”, tratto dal romanzo di Alexandre Dumas “I tre moschettieri”, dove si narra della prigionia di Milady de Winter, spia del cardinale Richelieu. Per vincere la guerra, Richelieu manda Milady ad assassinare il duca di Buckingham; D’Artagnan e gli altri lo scoprono e mandano una lettera a suo cognato, Lord Winter, che la intercetta e l’arresta sulle coste inglesi. La pièce è tutto un susseguirsi di emozioni forti, messe in risalto da un testo sapientemente scritto e da una regia molto attenta e accurata. Lo spettacolo scritto e diretto da Vittorio Adinolfi focalizza l’attenzione sull’enigmatico e affascinante personaggio di Milady de Winter, che da sempre ha destato l’attenzione di migliaia di lettori nel corso dei secoli. La donna una volta in prigione, cerca con false storie di evadere, corrompendo il giovane Felton, un ufficiale dell’esercito inglese integerrimo e puritano. Lord de Winter, l’uomo che la tiene prigioniera, è un potente

nobile inglese, cognato di Milady, ed è quello che meglio di tutti “capisce” Lady de Winter. Adinolfi con questo spettacolo ripropone il

teatro di parola con una messa in scena per certi versi molto tradizionale ma ricca di elementi e di situazioni teatrali tipici della sua drammaturgia. I dialoghi sono serrati e grazie a dei tempi perfetti si passa con disinvoltura

a toccare le corde dei sentimenti più disparati come l’odio, la vendetta, l’amore, l’invidia, la compassione. Come nel romanzo anche in

questo adattamento teatrale è presente il personaggio del narratore che poi è lo stesso Alexandre Dumas, che diventa quasi un alter ego della stessa Milady de Winter. Anche se la vicenda è ambientata nel 600, come si coglie chiaramente anche da alcuni oggetti in scena, Vittorio Adinolfi si concede delle piccole libertà introducendo nella narrazione elementi insoliti come il telefono o il rumore frettoloso dei tasti di una vecchia macchina da scrivere; fattori che proiettano le vicenda in un tempo sospeso tra passato e presente. Del resto la storia narra di sentimenti talmente immortali che non hanno bisogno di una collocazione temporale per essere compresi. I protagonisti dello spettacolo, Loretta de Falco, Vito Marotta,

Gianluca Masone, Marco D. Pesacane sono tutti molto bravi e riescono a dare ad ognuno dei personaggi spessore e carattere, catapultando lo spettatore all’interno della vicenda.

Emozioni a tinte forti per Milady de Winter

T E A T R O

Eduardo [email protected]

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