il domenicale di casoria del 11 dicembre 2011 n.6

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Anno I - Numero 6 - 11 dicembre 2011

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Settimanale d'informazione della Città di Casoria

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Page 1: Il Domenicale di Casoria del 11 dicembre 2011 n.6

Anno I - Numero 6 - 11 dicembre 2011

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Domenica - 11 dicembre 2011 Suggerimenti, critiche, segnalazioni, scrivere a: [email protected]

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La vignetta della settimana

In questo numero

pag. 2 La vignetta della settimana

pag. 3 Editoriale

pag. 4 L’epopea del Gandhi non si arresta

pag. 5 Non si è mai visto

pag. 7 Alenia: siglato l’accordo ma il sito di

Casoria chiuderà

pag. 8 All’amministrazione Comunale di

Casoria...

pag. 9 Il Domenicale di Casoria promotore di

eventi di successo

pag.11 Intervista a A. Andreozzi

pag.11 Casoria: le piazze di nessuno e per

nessuno

pag.12 La via del santo - Mo Bast!

pag.13 Operazione Befana 16

pag.15 A spasso nel calcio

pag.16 C’era una volta ... Nino D’Angelo

pag.16 Quando il pre...giudizio......

pag.17 Il cineforum per ragazzi....

pag.17 Politica e Magistratura - Danni Colla-

terali

pag.19 Fiorello e il nostro “breve incontro”

pag.20 Spoleto celebra Milly

pag.21 Napoli (di Lucchese)

pag.23 Napoli (di Vettoliere)

pag.24 Panta Rei

pag.25 Quale secessione...??!

pag.27 Comunicati Stampa

pag.28 Incontro pubblico sulle politiche sociali

pag.29 Seconda stella a destra....

pag.30 Salva con nome

pag.31 La magia delle Gouaches di Raffaele

Jacuelli conquista Arpino

Periodico settimanale a diffusione gratuitaAnno I n. 6 - 11 dicembre 2011

Autorizzazione del Tribunale di Napoli n. Reg. 4925 del 28/09/2011

Direttore responsabile:Pasquale D’Anna

[email protected]:Sonia Tabacco

[email protected]:

Via G. Marconi,80026 Casoria (NA)

[email protected] Stampa:

Tuccillo Arti Grafiche Via dell’Indipendenza,37 80021 Afragola (NA) [email protected]

Edito da:Associazione Culturale Kasauri

Casoria (NA) [email protected]

Progetto grafico ed impaginazione:Sonia Tabacco

Questo numero è stato chiuso in redazione Giovedi 08 dicembre 2011

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EDITORIALE

Lavoro: l’elaborazione di identità e linguaggi comuni

Vincenzo Russo [email protected]

Lavorare stanca, questo era il titolo di uno degli speciali de “L’Unità” di alcuni anni

fa, personalmente credo sia ancora più stan-cante che questo lavoro occorra chiederlo e elemosinarlo ai politici. Noi di Casoria sia-mo stati abituati, negli ultimi mesi, durante manifestazioni e incontri poli-tici, ai “blitz” del Movimento di Lotta dell’Usb, da diversi gior-ni, invece, divampa la protesta di un nuovo gruppo, quello dei Disoccupati per la legalità. Un aggregato di 30 persone, in sit-in permanente, protesta davan-ti alla casa comunale, in attesa di risposte concrete da parte di questa amministrazione. “In questo momento di crisi, non esistono sbocchi lavorativi ed è impossibile una sistemazio-ne nell’immediato”, questa pare essere stata la risposta che il Sindaco Carfora ha riferito ad un disoccupato. La situazione di Casoria è tragica, accanto a questi disoccupati organizza-ti, ce ne sono altri 12.000, un esercito di senza lavoro, fatto di donne e uomini, giovani e meno giovani. Una città, la nostra, senza identità, abusata, violentata dagli stessi politici che da anni governano senza mettere in campo idee e pro-getti validi per risolvere il pro-blema lavoro. Una città dove la logica delle spartizioni politiche e clientelari ha prevalso su quella dei “diritti” e dell’uguaglianza. Una città dove tutto deve restare immutato per-ché è più facile condizionarla, controllarla, dominarla, tenerla in ostaggio. I disoccupati organizzati, chiedono giustamente legalità e trasparenza, da giorni, protestano fuori al palazzo comunale lamentando di aver rice-vuto dal sindaco Carfora solo un appoggio “morale”, e qualche “bella” promessa fatta di qualche buono pasto per il Natale. Interrom-pere il presidio esterno in cambio di 1 ora

al giorno di presidio interno, cosa chiesta ai disoccupati di Casoria dalle istituzioni lo-cali, servirebbe a tutelare l’apparenza di un governo cittadino che ha fatto della propa-ganda la sua campagna elettorale. Quei 30 lavoratori, con le loro proteste, potrebbero

far svegliare i cittadini di Casoria dal sonno che li avvolge, potrebbero finalmente accor-gersi che non siamo in “Carfora è il Paese delle Meraviglie”. Questi lavoratori, la mag-gior parte over 40, si trovano, rispetto ai gio-vani disoccupati, in una situazione di mag-giore criticità, con figli a carico e situazioni difficili alle spalle. Un lavoratore Over 40 trova difficoltà ad essere reinserito nel mon-do del lavoro, a causa di stereotipi legati all’e-tà o per mancanza di incentivi all’assunzio-ne, i cosiddetti “invisibili” del lavoro, spesso dimenticati dalle istituzioni e dalle parti

sociali, ricordati solo da qualche sporadico provvedimento non strutturale. Oggi ancor più che per il passato, le possibilità di lavoro sono incerte, la disoccupazione è in aumen-to, sarebbe auspicabile che questo “avviso di dolore” sia considerato in tutta la sua gravità

con scelte giuste ed efficaci e non la solita demagogia che si usa fare in queste occa-sioni. Il tasso di disoccupa-zione nazionale, del mese di Novembre, è aumentato del 3,8% rispetto al mese prece-dente, dati pesanti, che non tengono conto delle persone che hanno ormai rinunciato a cercare un lavoro. Per le donne la situazione non mi-gliora, una sua due in Italia non lavora. Nella nostra cit-tà, negli ultimi anni, non si è fatto nulla per cercare so-luzioni adeguate a risolvere il problema disoccupazione. Una nuova morale prende piede rimpiazzando la cul-tura del lavoro “industriale” con la cultura del precaria-to nei Centri Commerciali. Negli anni 70’ e 80’, Casoria, con le sue industrie di ri-lievo nazionale, era ritenu-ta la “Sesto San Giovanni” del Sud Italia. Rhodiatoce, Resia, Acciaierie del Sud,

Calcobit, Alenia erano i fiori all’occhiello di questa terra, oggi la città perdendo l’Alenia mette tristemente la parola fine al suo pas-sato di città produttiva e all’avanguardia. L'emergenza lavoro e sociale non può esse-re affrontata con sbagliati allarmismi, ma, è anche vero che il sindaco, in queste situazio-ni, può fare ben poco e non può mettere in atto interventi immediati ed efficaci, tuttavia occorre sempre una conoscenza critica e l’e-laborazione di identità e linguaggi comuni.

Troppo tardi!le poltrone sono già tutte occupate...

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4CRONACA

L’epopea de l Gandh i non s i a r res ta

Marzia Luciano [email protected]

Come molti sanno, il Liceo Polispe-cialistico Gandhi di Casoria nell’a.s.

2003/2004 ha iniziato la sua interminabile epopea e, a quanto pare, la fine è ancora molto lontana: ancora oggi, infatti, sono presenti problematiche che gli alunni non esitano ad esporre. La settimana appena trascorsa ha visto, pertanto, l’agitazione di centinaia di studenti che si sono adoperati per ottenere il riconoscimento dei propri diritti e l’adempimento di determinate ri-chieste, tra cui l’ottenimento delle aule della sede di Via Aldo Moro, in ristrutturazio-ne dall’a.s. 2009/2010, l’agibilità della sede

di Via Torrente, una spesa più oculata dei fondi per il necessa-rio materiale didatti-co e di una migliore manutenzione delle strutture scolastiche

ed una pausa didattica. Il giorno 29 dello scorso mese, gli studenti

del polispecialistico, in seguito alla decisio-ne maturata nel corso delle assemblee te-nute nei tre plessi, hanno occupato la sede centrale di Via Torrente ed hanno chiuso i cancelli delle due sedi di Via Aldo Moro e

di Casavatore con appositi lucchetti, impe-dendo a docenti e collaboratori scolastici di entrare nelle strutture. Il giorno successi-vo, terminata la breve occupazione a causa dell’intervento delle Forze dell’Ordine, gli studenti hanno manifestato organizzando un sit-in fuori la sede di Via Torrente. In seguito ad un colloquio avvenuto, lo stesso giorno, tra i rappresentati d’istituto ed il di-rigente scolastico, quest’ultimo ha assicura-

to di risolvere le problematiche espresse dagli alunni entro il 14 del c.m., vietando, però, viaggi d’istruzione, l’utilizzo delle palestre, dichiarate non agibili dagli studenti, e ne-gando la possibilità di ottenere una pausa didattica. Di conseguenza, il 1° Dicembre è stato espresso il dissenso degli studenti in merito a tali provvedimenti attraverso l’at-tuazione di uno sciopero bianco nelle tre sedi del liceo. Il pomeriggio, poi, si è tenuto un consiglio straordinario in cui sono state accettate le richieste degli alunni, compresa la pausa didattica, che sarà attuata dal gior-no 16 al 22 del c.m. Il liceo Gandhi, quindi, dopo questi giorni di agitazione ha riacqui-stato la pace. L’auspicio è che duri a lungo e che non vi siano ulteriori turbamenti che sconvolgano le sorti del polispecialistico. L’epopea, come volevasi dimostrare, è anco-ra in atto; si spera solo in un arresto defi-nitivo.

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RUBRICA

Gent.mo prof. Tomasiello, direttore dell’Altrolato.

Sono onorata che lei abbia dedicato addirittura” l’editoriale della settimana scorsa dell’Altrolato alla mia persona. E’ stato un pensiero “gentilissimo” anche se, mi permetto di affermare, che sarebbe stato più giusto dare spazio ad un argomento più interessante e di maggiore spessore. Questa città ha tanti problemi, ma capisco che, alcune volte, non si da la giusta misura alle cose. In virtù dell’attenzione che mi ha dedicato, ho deciso di rispondere punto per punto alla sua invettiva.- La mia identità a lei non è nota, caro Direttore, ma Carla Badingo esiste. E’ una donna che, all’età di 60 anni, dopo aver trascorso una vita a lavorare e portare avanti i figli, dopo che li visti laureati, disoccupati per tanto tempo, li ha visti anche partire, lasciare la loro terra, il loro paese, perché qui le eccellenze sono messe da parte ed i “CIUCCI” vanno avanti. Due professionisti in gamba, due ragazzi giovani preparati nelle loro discipline, si sono visti continuamente esclusi dal mondo lavorativo casoriano, perché qui lavorano sempre e solo le stesse persone, sono nominate nelle commissioni sempre e solo le stesse persone, il vecchiume…trito e ritrito, riciclato e riciclato, che non fa domande, non discute. Sono profondamente legata al mio paese, alle elezioni confidavo in un cambiamento, ho votato Carfora, ma non lo rifarei! Ho votato la Marro, ma non lo rifarei assolutamente! Da qui il mio sfogo. Mi permetto di dire, caro direttore, che la sua invettiva contro di me, è piena d’inesattezze. Pensare che La Sig. Badingo non esista solo perché non ha fatto pubblicare la sua fotina sul giornale, sinceramente è una leggerezza, un ragionamento piuttosto superficiale. Altri collaboratori del Domenicale non lasciano che venga pubblicata la loro foto, l’Avv. R. Bosco, Michele Bruno, tanto per fare dei nomi, e non

credo che costoro usino degli pseudonimi, o non esistano. Solo per il fatto che non sono conosciuta, non significa che abbia usato uno pseudomino. Mi permetto di farle notare, inoltre, che il Domenicale correda gli articoli di un certo Kalimero con la sua foto. Non credo si possa pensare, solo per aver messo la foto di un personaggio NOTO e tanto amato dai bimbi, che il vero “Kalimero, sia un componente della redazione. Non ci ho messo la faccia (sono anziana mi sono anche un po’ vergognata), ma ci ho messo il nome. Il fatto che lei non mi conosca, non deve far pensare che io non esista. E’stata una scelta personale.- Per quanto riguarda i congiuntivi, caro direttore, premetto che di strafalcioni ne ho letti e ne leggo ancora tanti, sia sul suo giornale, che su tutta la stampa locale casoriana. Quindi poco conta aver evidenziato la non grammaticalità delle mie espressioni, solo per il gusto di “MORTIFICARE”( una persona che non si consce e di cui non si conosce il passato), solo per il gusto di ergersi a Professore, se poi si bypassano gli scivoloni degli altri. Non sono una giornalista e non ho alcuna velleità di sentirmi tale o di diventarlo; ha preso un grosso abbaglio questa volta. - La mia riflessione sulla prof.ssa Marro, persona degna di stima (come ho scritto), non era riferita alla persona, ma al suo attuale operato ( che lei difende ovviamente a spada tratta), rapportato a quello degli anni in cui ha militato all’opposizione. Quando credevo nel suo impegno accorato, nelle sue arringhe appassionate nei consigli comunali, nelle promesse alla comunità, di cui adesso non ho alcun riscontro. Non servono argomentazioni documentate a difesa della Marro. I fatti parlano chiaro. Si faccia una passeggiata per la città, interpelli un po’ di gente e capirà com’è delusa.

continua a pag 6

SI DEDICA UN EDITORIALE A “NON SI è MAI VISTO” E “ALL’AUTORE”, SENZA PENSARE AI DISOCCUPATI…!!

“di Carla Badingo”

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- Lei ha detto che dirige un giornale di appartenenza, ma la coerenza di un giornale sta nel creare un prodotto che ospiti tutti, dia l’opportunità, anche a chi non è espressione della linea editoriale, di esporre le proprie idee. Non mi sembra che il suo giornale abbia dato quest’opportunità a qualcuno, o che abbia intenzione di farlo grazie alla sua “premessa”di “appartenenza”. Alla faccia del pluralismo..! E’ bene difendere ciò che per lei è un “dovere” difendere, ma non mi sembra che l’Ass. Marro, quando l’Altrolato era diretto dal dott. Paolo Borzillo (persona degna di stima) abbia usato toni garbati nei suoi articoli contro la maggioranza. Quelle erano invettive…!!! Allora la seguivo con attenzione ed usava un piglio molto forte, dirompente, come è nel suo stile.- Il mio “Non si è mai visto” gridato contro il fatto che addirittura il primo editoriale (e quelli successivi, fino a quan-do “qualcuno” non l’ha fatto presente) sia stato fatto da un Assessore trova la sua giustificazione semplicemente nell’aver costatato un fatto anomalo. Abbiamo capito che il giornale che dirige, è di appartenenza, ma addirittura far fare il primo edi-toriale ad un Assessore, mi è sembrato esageratamente di parte. Alla faccia del pluralismo e pure della democrazia!! Ogni gior-nale locale ha più responsabilità, più importanza, di un gior-nale nazionale, perché si rivolge alla gente che vive i fatti della città, alle persone che si conoscono una ad una, dà voce a tutti, e si pone in loro ascolto. - In dieci righe, come lei ha scritto, non si può presenta-re un nuovo progetto, non si può raccontarlo. A volte sentirsi appagati solo per aver espresso un pensiero corretto gramma-ticalmente e nel lessico (forse), non basta, ci vuole coraggio e cuore per comunicare con la gente. Sempre secondo il mio mo-destissimo parere.- UN’ULTIMA COSA, CARO DIRETTORE, CHE RI-TENGO PIÙ IMPORTANTE DI TUTTE.

- Nel numero che mi ha visto protagonista del suo auli-co editoriale, lei ha deciso di dedicare la copertina ai disoccu-pati, che protestano da ben due settimane stazionando giorno e notte senza sosta fuori al comune. Mi sembra una scelta di poca sensibilità verso il problema, se poi dedica a me il primo articolo del giornale e non da risalto alla protesta. Sarebbe stato meglio collocare la sua invettiva contro la mia “non identità” e “non grammaticalità” nelle pagine successive e dar spazio a chi soffre, combatte per un posto di lavoro e un pezzo di pane. Pubblicare le loro rimostranze contro quest’amministrazione a pagina nove mi è sembrata un altro modo superficiale di af-frontare un problema così importante. Ha dato, invece, troppa importanza a me.Adesso spero sia chiaro che Carla Badingo non è uno pseu-donimo, esiste. In virtù di ciò che è scaturito dalla mia prima riflessione, pubblicata sul Domenicale, che ringrazio per l’o-spitalità e che considero l’unico giornale locale in questo mo-mento vicino alla gente, chiederò di farmi affidare una rubrica, proprio con il titolo“NON SI E’ MAI VISTO”. A questo punto ci ho preso gusto.Mi scusi per la cacofonia delle mie frasi, per la non gramma-ticalità, per i congiuntivi sbagliati, mi auguro non abbiano disturbato le orecchie sue e degli “ALTROLATINI” che col-laborano con il suo giornale. Meglio i congiuntivi sbagliati, il non rispetto della grammatica, che il “chi si loda si sbroda” che lei ha pubblicato (come è costume del giornale) a pag. 3 nel num. 27 della scorsa settimana. E’ la qualità dell’articolo che deve essere valutata, il modo di comunicare con il cuore e con il sentimento. Sinceramente apprezzo il consenso che mi è stato espresso da tanti lettori e non le sue “bacchettate” sulla non grammaticalità (che è sempre da valutare) del mio pezzo. NON SI E’ MAI VISTO NEANCHE QUESTO!!

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A len ia : s ig la to l ’ acco rdo ma i l s i t o d i Casor ia ch iude rà

Vincenzo Russo [email protected]

Il caso Alenia per troppi giorni al centro dell’attenzione mediatica della nostra città

è stato il cavallo di battaglia di politici dive-nuti d’improvviso esperti di mercato e poli-tiche industriali. La «fumata bianca» dopo mesi di intense trattative è arrivata, è stato siglato l’accordo tra le aziende aeronauti-che di Finmeccanica, Alenia Aeronautica s.p.a e Alenia Aermacchi, con tutti i sin-dacati di categoria sul piano di rilancio, ri-strutturazione e riorganizzazione. L’accor-do prevede il rilancio con investimenti per 3 miliardi e 200 milioni di euro nel perio-do che va dal 2012 al 2020 per lo sviluppo dei programmi militari UCAV e 346 LCA, la riduzione degli esuberi da 1.118 a 747 unità e sarà riconosciuta un’integrazione salariale pari all’80% del salario netto men-sile compresa l’indennità di cassa a chi andrà in cassa integrazione dal 1° gennaio 2012. La grande nota negativa di questa vicenda è che lo stabilimento di Casoria chiuderà i battenti lasciando il posto a un’altra area di-smessa. Per la riorganizzazione sono stati de-finiti due centri operativi: militare a Torino e civile a Pomigliano (centro integrato veli-voli commerciali). I due centri avranno una piena autonomia gestionale e organizzativa. Per quanto riguarda la ristrutturazione i la-

voratori di Casoria saranno trasferiti a Nola e Pomigliano, ma solo dopo l’avvio degli in-vestimenti e senza che siano preliminarmen-te svolte esternalizzazioni. Saranno inoltre

regolarizzati i 450 dipendenti a tempo deter-minato e assunti 500 lavoratori entro il 2013. Sotto accusa è lo spostamento della sede le-gale da Pomigliano a Venegono in provin-cia di Varese e dal primo gennaio 2012 sarà consolidato il processo d’integrazione delle aziende del settore aeronautico di Finmecca-nica con l’incorporazione di Alenia Aermac-chi e Alenia Sia in Alenia Aeronautica. Sicuramente in tempi di asfissia economi-ca, con aziende del Mezzogiorno costrette

a chiudere e migliaia di lavoratori licenziati, l’accordo siglato tra le aziende aeronautiche con tutti i sindacati è una piccola luce per quei tanti operai che rischiavano di perdere

il loro posto di lavoro. Questa è la “vittoria” soprattutto dei lavoratori, di quelli che non si sono mai arresi, quelli che sono scesi di buon mattino a protestare fuori le fabbri-che, è la vittoria anche dei sindacati, che, dimostrando sensibilità e responsabilità, si sono battuti con forza, dando un segnale di forte modernizzazione della contrattazione industriale. Gli sconfitti purtroppo sono ancora i politici, quelli urlanti e demagoghi a megafono, che parlano cercando applau-si o consensi elettorali, quelli che fissano accordi a Roma e non terminano nulla di buono, che non sono scesi a protestare con

i lavoratori dell’Alenia e sul territorio di Ca-soria non interagiscono con i sindacati. Mi piace finire con una frase di Guido Dorso, politico e meridionalista: «No, il Mezzogior-no non ha bisogno di carità, ma di giustizia; non chiede aiuto ma libertà. Se il mezzogior-no non distruggerà le cause della sua inferio-rità da se stesso, con la sua libera iniziativa e seguendo l'esempio dei suoi figli migliori, tutto sarà inutile... » Buona Domenica a tutti!

CRONACA

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8POLITICA

“di Michele Bruno”

Mi Servo di uno strumento diretto, un articolo giornalistico da pubblicare, che possa assolvere a due compiti precisi:

1. Il primo, lo svolgimento di un analisi politica attuale dell’Amministrazione di Casoria;2. Il secondo, un’analisi dei fatti amministrativi attraverso un monito lanciato dalla stampa locale agli Amministratori di Casoria, sperando di chiarirmi alcuni dubbi e di porgere dei quesiti che, forse, interessano molti cittadini casoriani.Questo, sia chiaro, non avviene con finalità demagogiche, ma proprio per l’esatto contrario: per definizione costituzionale, i partiti politici a Casoria, ed in special modo l’attuale maggioranza sono tenuti a svolgere il difficile ruolo di intermediario tra i popolo e gli eletti dal popolo stesso. E in questo intento che chiedo all’Amministrazione Comunale di Casoria dei chiarimenti. Il presente articolo non intende nemmeno mettersi nel filone della critica sterile o “dell’andare contro” ad ogni costo: al contrario, intendo esprimere la mia preoccupazione per permet-tere all’Amministrazione di Casoria di fare una serena considerazione in merito.

ANALISI POLITICAIl periodo della campagna elettorale è stato segnato da una piacevole sensazione in quanto l’Amministrazione eletta dai casoriani, formata al 90% da giovani e giovanissimi, si raccoglieva tutto attorno ad un progetto di rinnovamento in cui, ormai, credevamo tutti noi. Mi sembrava davvero che fosse possibile concretizzare quei principi astratti di collegialità e trasparenza di cui si parlava – da parte del Sindaco Carfora – nel programma elettorale. Ma tutto questo non è avvenuto in questi primi cinque mesi dall’insediamento dell’Amministrazione Carfora si è assistito ad uno scenario politico da galli in un pollaio che si pizzicano tra di loro a chi ha più galline da controllare.

I veri problemi a Casoria – lo ripeto per l’ennesima volta - sono:• LarappresentanzadicasorianinelConsorzioCimiteriale;• L’Ambiente;• Leareedismesse–creareprogetti–perillororiutilizzo;• Lasicurezzanellescuole;• Laviabilità;• Ilriordinodellamacchinacomunale.

Sindaco questi sono i temi forti e lei deve dare delle risposte ai casoriani senza lasciarsi trascinare dalle molteplice beghe politiche; prenda delle decisioni – con grinta - senza lasciarsi condizionare da fattori esterni.ANALISI AMMINISTRATIVALa mancanza di un progettoStilare un programma non significa aver un progetto. Un progetto, per chi decide di mettersi alla guida di una città di quasi centomila abitanti, individua come la città di Casoria debba essere modificata. Quali siano i suoi punti di forza o le sue debolezze, per esaltare i primi e rimuovere le seconde; Quali siano i cittadini più svantaggiati e quali quelli più fortunati, per aiutare i primi a raggiungere i secondi.• Dov’èunprogettodell’assessoreallapubblicaistruzionesuunascuolapiùsicura,conprogettifinalizzatiall’inserimentodeifuturialunni in un contesto lavorativo. Non vogliamo convegni inutili per fare passerella e sprecare enormi risorse economiche, ma un progetto sco-lastico forte e ricco di programmazione con il coinvolgimento di giovani diplomati e laureati; la cosa che mi lascia perplesso è che l’assessore attuale nella passata amministrazione, quando rivestiva la carica di consigliere comunale, trattava costantemente questi temi, proponendoli al centro-destra, ed ora???!!!.• Dov’èunprogettopergliabitantidiArpinochepermettalorodinonaverdisagimaggioririspettoagliabitantidiCasoriacentro;

ALL’ AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI CASORIAdiciamo

ADESSO BASTA!!! A TUTTO C’E’ UN LIMITE

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Venerdì 2 Dicembre, alle ore 17:00, presso la Sala Convegni del 29°

Distretto Scolastico di Via Torrente, si è tenuta, a cura dell’Associazione Culturale “Kasauri” e ”Pro Loco”, nonché del settimanale d’informazione “Il Domenicale di Casoria”, la presentazione del libro “Oj vita mia”, del giornalista sportivo Mimmo Carratelli e della scrittrice Ilaria Puglia. Presentatori dell’evento sono stati Francesco Palladino, Presidente del Distretto, e Pasquale D’Anna, Direttore del settimanale, che, con evidente partecipazione, hanno descritto il libro, rivolto ai tifosi napoletani. Tema centrale, infatti, è il calcio visto nell’ottica dei partenopei: non è un semplice sport, come tanti lo definiscono, ma un’ardente

passione, ragione di tante gioie e di altrettanti dolori, che costringe i suoi appassionati a trascorrere interminabili notti insonni; fa sognare ad occhi aperti, ma anche patire le pene dell’inferno, coinvolgendo i tifosi in un turbinio inspiegabile di emozioni, partecipi di un momento di eccitazione collettiva. L’affluenza dei partecipanti all’evento è stata molto alta ed ha riscosso una gran quantità di apprezzamenti. Sono stati letti, inoltre, con grande orgoglio, alcuni vecchi articoli sportivi della scrittrice, che hanno suscitato una commozione generale del pubblico, composto prevalentemente da condivisori della sua passione. La parola è passata, poi, all’autrice stessa, che ha accresciuto l’emozione dei partecipanti con un

discorso molto sentito ed accorato, in cui non si è limitata a fornire una sterile descrizione del suo libro, bensì ha focalizzato la sua attenzione sul gran numero di sentimenti e sensazioni che suscita in lei una partita della sua squadra del cuore, che spaziano tra gioia, dolore, frenesia, foga, frustrazione, estasi e… Chi più ne ha più ne metta! La successiva lettura, poi, di un suo ulteriore articolo riguardante una scorsa partita vittoriosa del Napoli è stata l’esempio eclatante dell’incredibile pathos da cui Ilaria Puglia è mossa quando scrive. E’ questo, indubbiamente, il segreto del suo successo e dell’ampio coinvolgimento dei suoi lettori, entrambi destinati a crescere, come testimoniato dall’esito delle sue presentazioni.

“ I l Domen ica le d i Casor ia ” p romoto re d i even t i d i successo

Marzia Luciano [email protected]

• Dov’èunelencodiprofessionistidiCasoriache lavorinia rotazione (vedidirigenti comunalinominati recentementeunooduesono di Casoria, gli altri vengono da altre realtà), per evitare di permettere a qualcuno di accaparrarsi ogni cosa utile mentre gli altri sono perennemente esclusi??. Caro Sindaco per evitare ogni forma clientelare e assicurare quella trasparenza di cui abbiamo sempre parlato nella campagna elettorale che ti ha portato a vincere le elezioni, di conseguenza mostri più grinta e decisione nel prendere iniziative nell’interesse dei casoriani.• Cosanesaràdelleproprietàcomunali???;cerchiamodicreareunprogettodiriutilizzo;• Cosavogliamofareperigiovanicasoriani???• Elalegalità?Ho iniziato questa lettera con un’analisi politica, che può riassumersi così. Ma attualmente dov’è la collegialità che auspicavamo? Durante questi cinque mesi non si è mai discusso di progetti e di programmi da realizzare nell’interesse della popolazione di Casoria. Si stanno por-tano avanti progetti a medio e lungo termine (vedi concorso dei vigili urbani – servizio civile etc.). Quando si è formata questa giunta, tutti eravamo ben felici di avere delle persone altamente qualificate ai posti giusti: ma non siamo in tecnocrazia!!!! Tutte le cose che ho citato sono politiche e, come tali, vanno discusse scindendole dall’abilità professionale e tecnica! Discusso e partecipato, sempre che quel programma elettorale abbia ancora senso, ha un fine ben più concreto.

EVENTI

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INTERVISTA

Sig. Andreozzi lei è da sempre impegnato per difendere i diritti dei lavoratori, in questi

mesi, la nostra città è in sofferenza per il “caso” Alenia. In che modo la Cgil ha cercato di difen-dere lo stabilimento di Casoria?La Cgil di Casoria è stata vicina ai lavoratori in-sieme ai sindacati di categoria Fiom, Fim, Uilm, avendo una forte preoccupazione per la perdita di posti di lavoro, in un momento di crisi che sta investendo il nostro paese, e partecipando ad al-cuni consigli comunali come quello di Casoria e Pomigliano per far si che il problema Alenia fosse posto all’attenzione regionale e nazionale.Dopo quasi due mesi di negoziato, e' stato rag-giunto l'accordo tra le aziende aeronautiche di Finmeccanica - Alenia Aeronautica, Alenia Aer-macchi e Alenia Sia - e i sindacati di categoria sul piano di rilancio, ristrutturazione e riorga-nizzazione. Che cosa pensa al riguardo? E’ vero

che tutte le attività di Casoria saranno trasferite a Nola?Appena si è saputo del caso Alenia, dal primo giorno, la nostra preoccupazione è stata per Ca-soria. Abbiamo sempre temuto che lo stabilimen-to di Casoria fosse smantellato, e che la produ-zione fosse assorbita da Nola e Pomigliano come, infatti, è accaduto. In questi due mesi, ci siamo attivati con assemblee, scioperi, e vari cortei a Na-poli e alla regione.L'accordo, per l'amministratore delegato di Finmeccanica Giuseppe Orsi, ''rappresenta un responsabile e decisivo passo avanti nella stra-tegia di rilancio del settore aeronautico'', crede che sarà cosi o c’e’ da aspettarsi qualche colpo di scena?L'accordo sottoscritto con le organizzazioni sin-dacali e la finmeccanica è un accordo con più ombre che luci, anche se ci sono investimenti per

il futuro, abbiamo perso centinaia di posti di lavoro e lo stabilimento di Casoria sarà chiuso, perdendo un altro pezzo di produttività all'a-vanguardia sul nostro territorio. In questi mesi la stampa locale ha riferito che il sindaco di Ca-soria e l'assessore Casillo si sono incontrati con il Dott.Giuseppe D'orsi amministratore delegato dell'Alenia, per prendere degli impegni, promesse che nessuno conosce. La Cgil, dopo il referendum dei lavoratori con il quale dovrà essere votato l'ac-cordo sottoscritto, chiede un incontro con l’am-ministrazione, per creare un tavolo di concerta-zioni con l'Alenia e con tutti i soggetti interessati affinché a Casoria ci siano nuovi investimenti per dare un futuro di lavoro ai disoccupati e alle nuo-ve generazioni. Sarebbe un grosso peccato stare fermi e non far niente, non possiamo far diventa-re quell’area un’altra aria dismessa.

Vincenzo Russo [email protected]

I n te rv i s ta a A . Andreozz i

Abbiamo ricevuto diverse segnalazioni sulla totale assenza di sicurezza delle piazze ca-

soriane, nella fattispecie Piazza San Paolo, dove i giardinetti vengono presi d’assalto in questo periodo da bambini armati di “botti” pericolo-sissimi. La cosa più grave è che da diversi giorni, mentre queste frotte di bambini si rincorrono tra i giardinetti, un individuo non ben identifica-to a bordo di un ciclomotore li insegue facendo gimkane e giocando schivarli. Il rischio che si corre è altissimo, difatti negli scorsi giorni, du-rante una di queste scorribande sui marciapiedi, il centauro folle ha investito, se pur in modo non grave, un bambino, il quale, piangendo, pare ab-

bia detto che non lo avrebbe raccontato a casa per paura di ritorsioni. Sembra inconcepibile che tut-to ciò accada in pieno centro cittadino. Vogliamo renderci conto che la delinquenza dilaga e la fa da padrona ?? Altre zone “off limits” sono Via Padre Ludovico da Casoria, Via San Mauro, Via San Sebastiano, Via Cavour, Via Capri, Via Einstein ed altre strade di Arpino, dove la fanno da padroni personaggi poco raccomandabili e affidabili.Per strada si vedono ragazzini appena adolescenti che fumano gli spinelli, a tutte le ore motorini che scorazzano e parcheggiano dove credono, mac-chine in doppia e tripla fila … Casoria è come il

Bronx. In quest’atmosfera non si può certamente vivere. Non vogliamo addossare le colpe di que-sto all’attuale Amministrazione Comunale (que-ste problematiche esistono da sempre), ma ci si aspetta, da quel vento di cambiamento tanto de-clamato, un intervento adeguato, come detto in campagna elettorale, altrimenti potremmo pen-sare che erano solo slogan propagandistici, frasi ad effetto per far breccia sulla coscienza dei Ca-soriani onesti, che hanno creduto nella rinascita e nel cambiamento. Auspichiamo che il “vento di rinnovamento” arrivi presto, ma siamo sicuri che il vento giungerà, ma non sarà quello del miglio-ramento anzi accompagnerà tempeste !!!

ElleCciCasor ia l e p iazze d i nessuno e pe r nessuno ! ! !

CRONACA

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Gianni Bianco [email protected]

Mo Bast..!

La Via del Santo

La Via Nuova Padre Ludovico da Casoria è una strada che incrocia la Piazza prin-

cipale di Casoria speculare alla Casa Comu-nale, una strada che conosco da sempre. La percorro spesso dalla Piazza Cirillo, nell’im-boccarla fa capolino, tra auto in coda per il traffico o am-massate in sosta sulla sini-stra, una mini discarica con materiale di risulta, sacchetti di dubbia provenienza, mo-bili, elettrodomestici, spazza-tura. Arrivati all’incrocio con la Via G. Rocco, inizia l’area dedicata al Beato. Sulla destra il perimetro esterno dell’edificio delle attività L’Oasi. Sulla sinistra, la Cappella votiva del Santo, con una sua bellissima statua che ricordo lì da sem-pre. Alle spalle della Cappella votiva, trovia-mo le attività dell’oratorio Parrocchiale della Chiesa Santa Maria delle Grazie. La piccola

strada pedonalizza-ta è accompagnata a destra e a sinistra da una serie di alberi che dovrebbero ren-dere più emozionan-te la prospettiva della Casa Natale di Padre Ludovico da Casoria. L’edificio principale è la dimora delle Eli-sabettine Bigie, sulla

destra c’è la piccolissima ma emozionante Chiesa del Beato, una miniatura della ben più nota Cattedrale dedicata a San Francesco ad Assisi, all’esterno e all’interno. Il Viale è un punto di passaggio di cittadini per le faccen-de ordinarie o dei fedeli di Padre Ludovico. Solo da poco non si vedono più bambini gio-care per strada tra gli alberi, spesso usando il portone della piccola Chiesa come porta. Il motivo della scomparsa è semplice, la ri-apertura del campetto dell’Oratorio Santa

Maria delle Grazie del parroco Padre Elpidio Moccia, concesso a un gruppo di amici che si dilettano ad allenare bambini al gioco del calcio, guidati da Enzo D’Anto’, nella dop-pia veste di Responsabile del settore calcio e

Presidente dell’Oratorio San-ta Maria delle Grazie. Sono tanti i bambini che grazie all’impegno di questi volen-terosi cittadini, si divertono e sono tolti dalla strada. Tra di loro gli stessi che prima gio-cavano all’esterno nei pressi della casa Natale di Padre

Ludovico. Sono particolarmente affezionato a questo luogo, da bambino giocavo a calcio di pomeriggio, di mattina frequentavo le ele-mentari presso l’Istituto delle Francescane, in quell’oratorio ho seguito le lezioni di cate-chismo per la prima comunione. Mi fermo a parlare cinque minuti con amici che conosco da anni, il tempo di un caffè e ascolto le so-lite storie, le stesse promesse, l’assenza delle istituzioni. Cose dette con rassegnazione, ma con dignità, senza grosse illusioni. Saluto Enzo, Gennaro, Franco e altri e mi avvio ver-so la Casa Natale, girando lo sguardo all’al-tro edificio “L’Oasi”. E’ il luogo dell’impegno dell’associazione più vicina alle Elisabettine “Il Carboncino della fraternità”presieduta dall’amico Vincenzo Cuccurullo. In estate con il Campo estivo e in inverno con una se-rie d’iniziative sostengono e accompagnano le suore Bigie della straordinaria Madre Elsi. Nel mese di dicembre sono state program-mate delle attività dall’associazione, sempre a scopo di beneficenza, le prossime: Sabato 10 dicembre Prima Mostra di Padre Lu-dovicoEsposizione di presepi nell’Oasi e di opere re-alizzate da maestri artigianali casoriani nel-la Casa Natale del Beato Padre Ludovico da Casoria in collaborazione con l’Oratorio di Santa Maria delle Grazie;

Domenica 18 dicembre Pranzo e accoglienza agli anziani e persone sole;Giovedì 22 dicembre ore 18:30Adorazione eucaristica e scambio di auguri tra i soci dell’associazione;Mercoledì 28 dicembreTombolata presso la sede dell’associazione;Sabato 31 dicembre ore 17:00Momento di preghiera e auguri di fine anno;Sabato 7 gennaio 2012 ore 19:00Concerto natalizio nel-la Chiesa del Beato a cura del Coro dei Can-tori;Domenica 8 gennaio 2010 ore 18:00Spoglio dell’albero nell’ verso Oasi.“L’eredità morale, il percorso etico” è stato il momento di riflessione il 17 dicembre 2010, “Dal percorso etico all’insegnamen-to”, sarà il titolo del nuovo convegno che La Pro loco Casoria e la Parrocchia di San Mauro proporranno, insieme a una serie di personalità cittadine, nella Basilica di San Mauro il 21 dicembre 2011 alle ore 19:00. Fine prima parte

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ATTUALITA’

Operazione Befana 16

“Giovane Italia “G. Meloni” non si ferma, e con una continuità che sul territorio no-strano non ha eguali, si prepara a mettere in campo l’edizione numero 16 di “Ope-razione Befana”. “Operazione Befana è la dimostrazione lampante della perseve-ranza di una comunità, che ha fatto del rigore morale e della “elastica coerenza”, le sue principali armi, la sua essenza!”, dice Giuseppe Notaro, l'ex assessore alla Cultura della Città di Casoria, presidente della Giovane Italia. “Operazione Befana è il nostro continuo ed incessante moni-to a quanti continuano a dimenticare de-terminate fasce sociali, a quanti vigliac-camente utilizzano quelle suddette fasce per meri fini elettorali”.Testimonianza della loro presenza co-stante è stato l'affiancarsi alla “vecchia” Befana, della “giovanissima” Operazione Scuola che a settembre ha spento 4 can-deline. “Le due iniziative assumono an-cor maggior rilievo se si tiene conto del momento storico, economico, politico non certamente felice, che l’occidente e in particolare la nostra Italia, sta attraver-

sando, e se consideriamo che tut-to ciò che realizziamo lo si deve esclusivamente a noi. Nessun aiuto esterno, solo gli sponsor che sposano, alcuni da anni, altri da questa edizione, l'iniziativa” conclude Giuseppe Notaro. Ter-miniamo queste righe con le no-tizie più “utili”, quelle riguardanti le date. Date che chiaramente potranno essere visionate anche attraverso i manifesti e i volanti-ni che “inonderanno” la città nel mese di dicembre. Chiunque vo-glia aderire può lasciare il proprio contributo in giocattoli (NUOVI o in OTTIMO stato) presso l'as-sociazione “Alleanza per Casoria” sito in via Tasso 16, dal Martedì al Giovedì dalle ore 19,00 alle ore 20,30 a partire dal 6 dicembre.Le date dei gazebo in via Marconi di fronte all’omonima galleria sono:Domenica 11-18 Dicembre 2011 dalle ore 11,00 alle ore 13.30 Sabato 17 e 24 e Venerdi 30 dicembre

dalle ore 16:00 alle ore 19:00.Non resta che invitare la cittadinanza tut-ta a partecipare numerosa ad “Operazio-ne Befana 16”.

Pasquale Lucchese [email protected]

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A spasso ne l ca l c io

Valerio [email protected]

L’outlet del calciomercato

SPORT

Vengano gente che qui c'è il prezzo buono. Queste sono le frasi che grideranno i

vari agenti dei calciatori da Febbraio in poi.Il calciomercato si avvicina, ne sono testimonianza i vari viaggi che d.s. e manager di calcio stanno facendo in questi giorni. Su tutti l'arrivo a Milano dell'agente di Tevez, Kia Joorabchian, per pubblicizzare il suo assistito e ascoltare le offerte di Milan e Juve, con la prima avvantaggiata grazie al ritorno a breve di Berlusconi come Presidente del Club, che vorrà di sicuro fare un bel regalo di Natale ai suoi tifosi cercando di riconquistare la città di Milano, che a Maggio scorso l’ha tradito con Pisapia. Ma non è del mercato di gennaio che vogliamo parlare ma dell’outlet del calciomercato che inizierà dai primi di febbraio (per alcuni anche prima) per i calciatori in scadenza di contratto a giugno 2012. C'’è un vero e proprio esercito, alcune squadre potrebbero schierare un formazione di svincolati. Il Milan proprio, infatti, ne ha ben 11, di cui molti sono tutt’oggi titolari nella squadra di Allegri. Possiamo divertirci facendo una probabile formazione con modulo 4-4-1-1: in porta Roma, centrali di difesa Nesta e Yepes ,terzini Oddo(in

prestito al Lecce) e Zambrotta, a centrocampo Van Bommel, Gattuso, Ambrosini e Flamini, Seedorf avanzato e l’eterno Inzaghi prima punta. Per molte squadre eventuali trasferimenti a parametro zero dei propri giocatori saranno un vero e proprio calvario: vedi la Fiorentina che potrebbe perdere Montolivo, perno del centrocampo viola, e doverlo sostituire con un giocatore pagando ingaggio ed acquisto; la stessa situazione potrebbe capitare a Roma con De Rossi anche se qui ci troviamo di fronte ad un calciatore nato a Roma e al futuro capitano della squadra della sua città, per cui è molto difficile un trasferimento di De Rossi, ma nel calciomercato mai dire mai! Magari un bel po’ di sterline potrebbero convincerlo… La Roma dovrà risolvere anche altre situazioni contrattuali :Perrotta, Cassetti, Okaka, Greco, Cicinho e Barusso. Anche altri club hanno varie gatte da pelare, su tutti il Cagliari con Canini, Astori, Biondini e Cossu (pedine inamovibili della formazione titolare), il Napoli con Mascara, Grava ed Aronica; l’Inter con Chivu e Samuel; ed infine il Palermo, che potrebbe perdere Miccoli. Paradossalmente c’è anche chi fa il countdown e

non vede l’ora che arrivi il 30 giugno per liberarsi di alcuni calciatori: la Juve, ad esempio, che negli ultimi 3-4 anni ha acquistato giocatori a non finire senza vedere grandi successi, almeno fino alla scorsa stagione. A giugno infatti Amauri (sicuramente già a gennaio cambierà maglia), Toni, Grosso ed il capitano Del Piero( andrà in America a svernare) saluteranno Torino. Come in tutti i grandi outlet ci sono i pezzi più pregiati, quelli per cui si fanno lunghe file e quindi occhio al calcio estero, dove si profilano i veri affari, da cogliere subito magari anticipando qualche mossa. È una vera e propria squadra di All Star che si svincolerà a giugno: Drogba, Berbatov, Arshavin, Rosicky, Farfan, Raul, Malouda, Kalou, Bosingwa, Anelka, Ballack, Abidal e Kanoutè. Visto che in Italia il fenomeno outlet dilaga, spero i direttori sportivi possano approfittare degli affari, cercando di riportare in Italia alcuni dei calciatori più forti e famosi al Mondo e magari il caro Bigon possa scegliere oltre alla convenienza anche la qualità visto che nell’ultimo calciomercato non ha acquistato Santana e Donadel in un outlet bensì in un negozio di Cinesi!

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16SPETTACOLO

CULTURA

Rosaria Ascolese [email protected]

La storia di Nino D’Angelo comincia a San Pietro a Patierno, un piccolo quartiere di

Napoli, dove il cantautore nasce il 21 giugno 1957. A soli 5 anni si trasferisce con la fami-glia a Casoria, città che ha visto il caschet-to biondo evolversi, cambiare e passare da gelataio a cantautore apprezzato e stimato da critica e pubblico. Da bambino frequen-ta la Chiesa di San Benedetto, in cui allora prestava servizio Padre Piscopo (una vera e propria guida per Nino) che, insieme al mo-naco Padre Raffaele, ha aiutato il cantautore a muovere i primi passi nel mondo della mu-sica. Già all’età di 12 anni canta alle cerimo-nie di famiglia e ben presto inizia a studiare musica con il maestro Vincenzo Gallo, che in seguito è divenuto anche suo suocero. Infatti, Nino conosce proprio a casa del suo maestro, Anna Maria, colei che a soli 16 anni è diven-tata sua moglie, e che lo ha reso padre, nello stesso anno (1979), dando alla luce Toni. E’ con l’uscita del suo primo film “ Nu jeans e na maglietta “ che questo artista viene con-sacrato a idolo nazionale. Infatti il film riesce a tener testa addirittura agli incassi di “ Flash

dance “. Nel 1986 partecipa a Sanremo con “ Vai “, la critica lo snobba, ma Nino riempie le piazze e il suo album vende milioni di copie. Ormai sembra essere all’apice del successo, ma qualcosa va storto. Nel 1990 perde la ma-dre Emilia e 11 mesi dopo, nel 1991, anche il padre Antonio,detto Baffotto. Il suo dolore

non gli consente di continuare a cantare. E’ solo grazie all’amore della moglie e dei figli che trova la voglia di ricominciare, ma sta-volta in modo diverso. Il dolore affrontato porta l’artista ad un’evoluzione, un cambia-mento radicale. Abbandona il casco d’oro e capisce l’importanza della musica anche come strumento di recupero sociale. Colla-bora anche con Roberta Torre nel film “ Tano da morire “, il quale gli consente di vincere il

David di Donatello per le colonne sonore. Ri-torna a Sanremo, ma questa volta con la criti-ca dalla sua parte e un pubblico diverso ,che prima strizzava l’occhio a quel ragazzo che cantava ai matrimoni. Passano gli anni, ma la sua passione per quest’arte non è mai sva-nita, anzi, Nino continua a metterci sempre la stessa anima e lo stesso sentimento ogni volta che canta. Nella sua carriera però, non ha fatto solo il cantautore, ma è stato anche un grande interprete di teatro. Ha portato in scena spettacoli ideati da lui, che hanno rac-contato anche la sua storia, ma è stato anche propugnatore in Italia di tanti sceneggiati di grandi autori, soprattutto quelli di Raffaele Viviani. A breve, precisamente il 25 Dicem-bre di quest’anno, tornerà in scena con il suo nuovo spettacolo “C’era una volta … un je-ans e una maglietta“, spettacolo in cui Nino ritorna a ripercorrere l’inizio della sua carrie-ra, ricordando quel caschetto biondo che lo ha aiutato a diventare il grande artista che è oggi.

C’e ra una vo l ta … N ino D ’Ange lo

L’esperienza di insuccessi ripetuti, il vissuto di disapprovazione/non accettazione da parte

degli adulti e il senso di esclusione dal gruppo dei compagni hanno reso agli occhi di molti alunni la scuola un luogo estraneo, ostile. Da evitare in ogni modo, pur dovendoci fisicamente andare.Per il ragazzo, la cui esperienza scolastica è intrisa d’insuccesso, all’inizio di ogni nuovo compitoc’è un senso di insicurezza, di scarsa autostima, di non accettazione che lo portano ad affrontarlo,come ogni nuova giornata a scuola, anticipando-ne la non possibilità di riuscita.Quando l’adulto, nell’interpretare il comporta-mento d’insuccesso scolastico o di disturbo del ragazzo attribuisce ad esso una ‘volontà cattiva’ oppure una ‘non possibilità di fondò , nega a se stesso la possibilità di incontrare realmente il ra-gazzo che viene così occultato dietro il suo com-portamento. Questo diventa la sua definizione: il suo errore diventa la sua identità. Attribuitale dall’adulto. In ogni azione che l’adulto metterà in atto nei confronti del ragazzo, tenderà a comuni-cargli anche l’idea che si è fatta di lui: ‘tu non sei intelligente’, oppure “tu non sei capace”.Il ragazzo trova quindi nella risposta dell’adulto

non tanto l’ascolto dei suoi bisogni, l’aiuto nell’af-frontare le difficoltà proprie in ogni cammino di crescita o particolari di quel suo specifico deficit, ma il rimando di un’immagine di sé negativa, dove l’errore, la difficoltà, il disagio, il deficitdiventano elementi di definizione stabili che non lasciano spazio se non ad una loro conferma:s’instaura il circolo vizioso dell’insuccesso. L’ac-cettazione incondizionata dell’altro consente, in-vece, di mantenere sempre aperto un dialogo edu-cativo che non riduce il ragazzo al suo insuccesso, ma crede al suo valore, alle sue potenzialità, al suo desiderio di stare bene insieme anche quando non sembrano esserci nemmeno degli indizi di tutto questo. E’ da quest’atto intenzionale di fidu-cia dell’adulto nelle possibilità del ragazzo che si crea lo spazio relazionale per lui di sperimentare un’immagine di sé positiva in grado di aprirlo alla realtà e al futuro, pur con tutta la naturale fatica del crescere e, per i ragazzi in situazione di han-dicap, ulteriormente appesantita poi da handicap connaturati e indotti derivanti dai diversi deficit e dai contesti educativi che li hanno visti crescere. In questa dimensione l’agire educativo si viene a caratterizzare come incoraggiamento, un proces-

so di cooperazione tra insegnante ed allievi che mira a generare in questi ultimi uno stato d’ani-mo positivo, di coraggio, rispetto alla possibilità di superare le diverse situazioni e raggiungere gli obiettivi proposti. In un orizzonte culturale ‘chiu-so’, dove il sapere è ritenuto già predefinito, viene attribuita importanza solo al prodotto e alla sua correttezza, l’insegnamento diventa pura trasmis-sione; mentre in una prospettiva ‘aperta’, dove il sapere è ritenuto in continua evoluzione, l’accen-to cade più sull’importanza dei processi che dei prodotti.In questa prospettiva l’errore è prezioso, diventa una sfida, un’ipotesi falsificata, un’occasione di nuova scoperta e di crescita, non più una minac-cia. Il significato che l’adulto attribuisce all’errore egli lo comunica ai ragazzi non con un discorso, ma quotidianamente nel proprio atteggiamen-to verso il problema sbagliato o la verifica an-data male. S’intende quanto il comportamento dell’insegnante sia il fattore fondamentale per il successo degli allievi nelle situazioni sociali e di rendimento.

“Quando il pre…giudizio ostacola il successo formativo”

Mariella Canosa

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SOCIALE

Pina Savorra [email protected]

“di Avv. R. Bosco”

I l C ine fo rum per Ragazz i de l l ’O ra to r io San Pao lo

POLIT ICA E MAGISTRATURA - DANNI COLLATERALI

Per accertare l’esistenza del reato a carico degli orga-ni degli istituti di credito sarebbe stata sufficiente

una verifica dei documenti e delle date ma nulla in tal senso si è visto.E ancora lo scrittore Saviano ha indicato con precisio-ne situazioni gravissime che meritavano davvero un aggiornamento quotidiano della relativa attività giudi-ziaria considerato l’enorme allarme sociale di quei fatti rispetto a molti altri su cui si sono investite immense risorse nonostante la pericolosità sociale fosse inesi-stente.Una parentesi sul caso di specie. Risulta assai strano che Saviano, che ha allargato in forma mediatica e par-tigiana la propria attività di denuncia, non si sia messo con tanto di cartelli fuori ai cancelli della procura per chiedere cosa ne stesse effettivamente facendo delle sue denunzie. Probabilmente tale protesta sarebbe risultata troppo concreta e non in asse con le tendenze radical chic.I casi sono numerosissimi e non ci è dato dilungarci ol-tre e, pertanto, ci sia consentita una ultima riflessione. E’ vero che il nostro ordinamento penale prevede l’ob-

bligatorietà dell’azione penale in presenza di una noti-zia di reato ed è altrettanto vero che le notizie di reato sono così numerose da rendere impossibile l’apertura di così tanti procedimenti.In concreto l’obbligatorietà dell’azione penale si tra-sforma in discrezionalità in base alla quale il magistra-to dovrebbe perseguire le notizie che integrano i reati maggiormente gravi e particolarmente pericolosi per la collettività. Molte trasmissioni televisive denunciano, in maniera circostanziata e documentata, fatti di inau-dita gravità ma sembra che i giudici non guardino la TV.Di contro le persone comuni, con espressione sempre più perplessa, assistono ad ingenti spiegamenti di forze ed massicci utilizzi di risorse che impegnano diverse procure per inseguire notizie di reato o presunte tali il cui eventuale accertamento è assolutamente residuale per il bene della collettività. L’espressione di perplessità si tramuta in sgomento quando il cittadino scopre che per inseguire tali marginali notizie si sono sottratte ri-sorse essenziali alle attività investigative rivolte contro la criminalità organizzata.

Le discrasie sono molte, forse troppe ed i sospetti pur-troppo legittimi. I danni per le istituzioni sono ingenti come sempre succede quando si esonda dagli ambiti di competenza e si interpreta la propria funzione come un potere discrezionale insindacabile e non come do-vrebbe essere, ossia come servizio da rendere alla cit-tadinanza non solo secondo legge ma anche in base al buon senso che necessariamente deve avere chi viene chiamato a rivestire funzioni così delicate e determi-nanti per la società.Una precisazione: l’assenza di lettere maiuscole non è un errore di battitura né di ortografia e chi scrive ri-tiene che la maiuscola è un onore che va attribuito per meriti conquistati sul campo.Non ci resta che sperare che ognuno ritorni a svolge-re il ruolo che gli compete: che il politico lavori per il bene comune secondo le proprie idee ed il servitore dello stato torni umilmente ad applicare la legge con competenza e buon senso.

Fine Rubrica

Tra le varie attività offerte dalla Parrocchia San Pa-olo, per favorire le persone a vivere in un contesto

sociale cristiano, il Cineforum per Ragazzi rappresenta una reale proposta alternativa di crescita.Nasce, infatti, dopo attente riflessioni di gruppo, il Ci-neforum quale progetto pedagogico di avvicinamento e approfondimento di tematiche da sempre sottolineate dalla fede cattolica. Grazie alla filmografia diretta e guidata, i ragazzi han-no avuto la possibilità, attraverso la visione di un film, di poter interagire non soltanto in uno spazio ed un tempo fisico dedicato al cinema, ma in uno spazio di pensiero dedicato al discernimento di valori quali la solidarietà, la famiglia, l’amicizia, l’amore, l’intercultu-ralità, la pace. Fondamentale l’apporto dei giovani animatori e degli educatori dell’Oratorio San Paolo che, con entusiasmo e partecipazione, hanno saputo rendere il confronto e la riflessione, una buona base sulla quale poter crescere

insieme senza distinzioni d’età. Gli spunti di riflessione proposti dalla proiezione dei film, offrono ai bambini e ragazzi della nostra comunità, l’opportunità di non esser più soli fruitori passivi dello “strumento cinema”, ma vivere in maniera attiva e sana gli apporti educativi che un film può offrire. Il Cineforum per Ragazzi ha aperto i battenti con la proiezione di “ Up”, capolavoro della Pixar Animations Studios e Walt Disney Pictures vincitore di 2 premi Oscar, dando a tutti i partecipanti –ragazzi, genitori e nonni compresi- emozioni e mo-menti di tenerezza inattesi. Nella storia di questo film i protagonisti erano tanti, qualcuno ha detto l’anziano musone Carl e Russel il bambino rompiscatole, ma qualcun altro ha detto l’amicizia tra un anziano e un bimbo solo, così come un cane in cerca di un padro-ne buono e un esploratore cattivo perché incompreso. L’intera platea ha potuto sperimentare l’importanza del linguaggio non-verbale accompagnato da una splendi-da colonna sonora di Michael Giacchino ed ha potuto

affrontare, un tema difficile, quale può essere la morte e la solitudine, grazie alla restituzione emotiva e riflessa nel confronto avvenuto. Valori e temi fondamentali come le relazioni umane e l’opera dell’uomo sulla natura hanno finalmente potuto trovare voce in un ambiente accogliente e partecipato dove, i bambini ed i ragazzi liberamente hanno potu-to mostrare la propria attenta e puntuale capacità di critica e di analisi del mondo esterno ed interno. Fin dall’inizio tutti hanno mostrato curiosità non soltanto verso il film scelto, ma soprattutto verso questo “nuo-vo modo” di vedere un film insieme, verso questa festa dell’intelletto e delle emozioni, che è terminata con pal-loncini e pop corn per tutti. Prossimo appuntamento sarà durante i giorni delle vacanze per il Natale, per salutare insieme la fine di quest’anno 2011 ed accogliere un nuovo anno da con-dividere, ricco di entusiasmo e partecipazione.

RUBRICA

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ATT UA L I TA’

Emiliana [email protected]

F io re l l o e “ i l nos t ro b reve incon t ro ”

Si è conclusa lunedì 5 dicembre, con la quarta puntata, l’ultima avventura tele-

visiva di Fiorello, “Il più grande spettacolo dopo il weekend”, che ha finalmente offerto al pubblico italiano una televisione con la “T” maiuscola, sana, pulita, che fa bene; ha supe-rato se stesso con l’ultima puntata che ha rag-giunto il 50,23 % di share, con 13 milioni 400mila telespettatori, che durante l’inter-vento di Roberto Benigni (dopo le 23.00) sono saliti a quota 16milioni 600mila.In ogni puntata, Fiorello ha invitato ospiti e personaggi di un certo rilievo, di un cer-to peso (Tony Bennet, Coldplay, Michael Bubblè, Elisa, Negramaro, Biagio Anto-nacci, Caparezza, Novak Djokovic), ma nell’ultima sembra averci messo davvero tutti gli ingredienti per creare “il più gran-de spettacolo….punto!”Apre, infatti, lo show, Jovanotti cantando la sigla della trasmissione, tra l’altro ispirata proprio da lui; esilarante il duetto con Fiorel-lo sulle note della canzone di Fred Buscaglio-ne “Eri Piccola”.Segue l’ingresso maestoso, quasi regale di Roberto Bolle, uno dei più grandi, forse il più grande ballerino attualmente nel mondo; fi-sicità statuaria e imponente presenza scenica, sottolineata dallo stesso Fiorello che si è poi cimentato in qualche passo di danza classica.

Poi ancora Malika Ayane, magnifica mentre canta “Anche un uomo”, un omaggio a Mike Bongiorno, autore stesso del testo.Ma il picco più alto si è raggiunto con l’en-trata in scena dell’internazionale Roberto Be-nigni con il suo “Inno al corpo sciolto”(non gradito da tutti) e con le sue sempre colorate

e vivaci considerazioni sulla situazione italia-na. Una trasmissione dai molteplici contenu-ti apprezzabili, come quando con grande iro-nia lo showman affronta un argomento serio come l’uso del profilattico, contro ogni tabù, esclamando: “ Chiamatelo come vi pare, l’im-portante è che lo usiate”. Argomentazione, tra l’altro non apprezzata da Famiglia Cristiana. Fiorello continua così: “Il profilattico salva la vita! E’ come il salvavita Beghelli, potremmo chiamarlo “Salvalavitapischelli”. E proprio “i

pischelli e le pischelle” sono i protagonisti di molti suoi sketch, racconti di situazioni possibili, reali e quotidiane, molte delle quali raccontate per esperienza personale. Risul-tata divertente e coinvolgente anche la paro-dia del film Twilight. Elementi fissi in tutte le puntate, sono stati: Marco Baldini, sua fe-

dele spalla da anni; Enrico Cremonesi e la sua orchestra di 50 componenti; le sempre sorprendenti coreografie di Daniel Ezra-low, che nella prima puntata ha schierato sul palco 16 ballerini con la maschera di Fiorello; ed infine, le quasi magiche “chiu-sure” di Giorgia, quattro splendide cover che hanno accompagnato i titoli di coda, sempre in bianco e in nero, quasi effetto vintage.Per suggellare questi quattro successi, il padrone di casa ha infine cantato “Breve

Amore” di Mina e se n’è andato, è uscito dallo studio 5 di Cinecittà e lo ha fatto in bianco e nero in memoria di Federico Fellini. La fine di quest’ultima puntata ha lasciato un po’ d’a-maro in bocca, un velo di tristezza, forse per-ché già consapevoli dell’assenza, dalla prossi-ma settimana, di una valida alternativa!!“Il nostro breve incontro non scordo più, ma non scordarlo nemmeno tu” intona dolcemente il mattatore mentre esce di sce-na………. E anche se breve, chi se lo scorda!!

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20EVENTI

Eduardo Paola [email protected]

S p o l e t o c e l e b r a M i l l y

Sabato 3 dicembre, il Comune di Spoleto ha celebrato Milly, artista che ha attra-

versato il Novecento toccando tutti i generi dello spettacolo, lasciando un segno indele-bile, dando a tutti una lezione di arte, stile e professionalità. Definire un personaggio come Milly è difficilissimo, la sua carriera è stata così variegata che qualsiasi etichetta le starebbe stretta. Inizia giovanissima a calcare le tavole del palcoscenico come soubrette in una compagnia di avanspettacolo, formando con i fratelli un trio che diventerà famoso in tutta Italia. In seguito vengono scritturati nella compagnia dei fratelli Schwarz e sono protagonisti delle operette più famose dell’e-poca, come la primissima edizione italiana di “Al cavallino bianco”. Sciolto il trio, Milly entra a far parte dalla compagnia di rivista “Za Bum” di Mario Mattoli, che la dirige an-che sul grande schermo in tre film, “Tempo Massimo”, “Amo te sola” e “Musica in Piazza”, girati tra il ’32 e il ‘34, nei primi due titoli ad affiancare Milly c’è un giovanissimo Vitto-rio De Sica. Queste pellicole facevano parte del filone del cosiddetto “cinema dei telefoni bianchi”, oggi riscoperto e apprezzato. Dopo queste esperienze cinematografiche di suc-cesso, Milly lascia l’Italia. Le cronache rose

dell’epoca associano la partenza dell’artista all’amore impossibile nato tra la giovane sou-brette e l’erede al trono, Umberto II. Dopo dieci anni trascorsi in America, Milly ritor-na in Italia, ma ormai, dopo la guerra, tutto è cambiato, lo spettacolo e l’Italia intera. Piano piano Milly riesce a ritornare sulle scene, ma la rentrée ufficiale, quella che segna la sua ri-nascita artistica, avverrà con Giorgio Strehler, che le affida il ruolo di Genny delle Spelon-che nella prima edizione italiana de “L’opera da tre soldi” di Bertolt Brecht e Kurt Weill. Il successo è immediato. Da quel momento riparte la carriera di Milly con programmi tv come “Studio Uno”, sceneggiati come “Ri-tratto di Signora” e “La famiglia Benvenuti”, ma soprattutto con i grandi recital in giro per l’Italia. Nei trionfali concerti, come quelli alla “Piccola Scala” di Milano, Milly ha in reperto-rio le canzoni dei suoi esordi, quelle di Brecht e le canzoni dei grandi cantautori dell’epoca, come Tenco, Endrigo e De Andrè. A 31 anni dalla morte, avvenuta il 22 settembre del 1980, il Comune di Spoleto, nella figura del-lo scrittore Vincenzo Cerami, assessore alla Cultura, ha voluto fortemente celebrare la figura della grande artista attraverso l’evento “Milly Special” che ne ha ripercorso le tappe

fondamen-tali della sua carriera at-traverso fil-mati inediti e le testimo-nianze di chi l’ha cono-sciuta nella vita privata, come la ni-pote Millina Mignone, e di chi l’ha conosciuta artisticamente, come il regista Filippo Crivel-li, il quale ha ricordato, tra l’altro, il suo primo incontro con Milly, avvenuto in occasione di un concerto di Laura Betti. Nella sala, gremi-ta da un folto pubblico accorso per l’evento, è stata allestita una mostra fotografica e sono stati esposti alcuni abiti di scena. Anche sul web è dedicato ampio spazio a Milly dove sono stati messi on line molti pagine ufficiali, su tutti segnaliamo quella di facebook www.facebook.com/MillyCarlaMignone

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NAPOLI

I l N a p o l i f a l ’ i m p r e s a , e d i o . . . p o t r e i p a r t i r e . . .

Pasquale Lucchese [email protected]

Ho l'imbarazzo della scelta, e ne sono felice! Potrei partire dall'estate

2004. Reduce da stagioni anonime, e sommersa da milioni di debiti, la S.S.C. Napoli, dichiara fallimento. Solo tre lustri prima vinceva il suo secondo tricolore, con in campo Lui. Passato remoto. In campo, in quella triste e estate, ci sono i giudici del Tribunale e la curatela fallimentare. Poi dagli States, arriva Aurelio De Laurentiis, produttore cinematografico, origini campane, ma nato a Roma. Parla e parlerà di programmazione, di modello americano, di calcio da svecchiare, di work in progress. Un marziano! O semplicemente un americano a Napoli! Sarà lui a riportare il calcio in città, ripartendo dalla terza serie. Potrei partire da una domenica di fine settembre del medesimo anno. Il Napoli (Soccer!) gioca la sua prima partita in un San Paolo pieno: Napoli-Cittadella 3-3. In pochi potevano immaginare il significato, che sette anni dopo, quel match avrebbe assunto. Potrei partire da una cocente sconfitta. Il 19 giugno 2005 il Napoli perde la finale

play off con l'Avellino, la serie B è persa. Sarà ancora terza serie. Potrei partire da una tiepida domenica di aprile: il Napoli (ancora Soccer!) batte il Perugia, ed è promosso in B. Il primo piccolo, difficile, step è realizzato. Potrei partire da una domenica “BiancoRossoBluAzzurra”. E' il 10 giugno, stadio Marassi di Genova,

Genoa e Napoli (nuovamente S.S.C.) a braccetto tornano in serie A. E' la liberazione, la fine di un incubo, il secondo fondamentale step. Potrei partire da una caldissima domenica di fine agosto 2007 (mai allo stadio ho sofferto tanto!). Al San Paolo è di scena il Cagliari. E’ il ritorno

in A: ne prendiamo due, ma in campo eccoli: Pocho e Marek. Potrei partire dall’ 11 maggio 2008, stessa stagione, Napoli-Milan 3-1: ottavi in classifica e l'Intertoto, anticamera della coppa Uefa, conquistato. Ulteriore step raggiunto. Potrei partire da martedì 6 ottobre 2009. Al suo terzo anno in A, il Napoli ha in panchina Donadoni,

sostituto di Reja, l'uomo del doppio salto. Dopo 7 partite, il tecnico bergamasco viene esonerato, e al suo posto arriva Walter Mazzarri. E' la svolta, definitiva. Quella stagione, partita non benissimo, si conclude alla grande: sesto posto e qualificazione diretta all' Europa League. Potrei partire da una fredda notte svedese, di un caldo agosto italiano. E' il 26 agosto del 2010: quella sera uno stabiese, tra mille polemiche, va via, ma scopriamo

l'anello mancante:Cavani. I tenori ora sono tre! A Boras, contro l'Elfsborg, proprio il neo-acquisto uruguaiano segna due reti, trascinando il Napoli ai gironi dell'Europa League. Step su step! Potrei partire dal 15 maggio 2011, domenica. A Napoli, (e a Casoria!) si vota il Sindaco,

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ma soprattutto in serata c'è Napoli-Inter. Un punto e il Napoli torna dopo 21 anni nella massima competizione europea. Finisce 1-1. Tripudio da Champions' League. Steps in progress! Potrei partire dal 25 agosto scorso: è giovedì. Seguo con orgoglio il sorteggio della Champions'. Il Napoli è in quarta e ultima fascia. E' emozionante vedere uscire dalle urne il nome del Napoli. Ma c'è amarezza e rabbia, dopo che i due ex calciatori tedeschi, Breitner e Matthaus “ pescano” la “A” del girone di ferro, quello più duro con Bayern Monaco, Villareal e Manchester City. Confesso di aver peccato! Confesso, e ho molti testimoni pronti ad accusarmi,

di aver maledetto il duo teutonico per lo sfortunatissimo sorteggio. Confesso che non avrei scommesso che il Napoli non avrebbe ottenuto più di 5 o 6 punti. Potrei partire dal 14 settembre, esordio stratosferico a Manchester contro il City, e Napoli che inizia a smentirmi. Potrei partire da martedì 27 settembre, per la prima volta il San Paolo ascolta l’inno, e festeggia la vittoria contro gli iberici del Villarreal! Potrei partire da mercoledì

7 dicembre 2011: Villarreal-Napoli 0-2, il Napoli è tra le prime sedici d'Europa, il girone proibitivo è superato. Potrei partire da tutto questo, da questi 7 anni intensi,

emozionanti, (ma il Napoli esisteva anche prima, e lo si amava con la stessa intensità, compreso quello di Naldi e Corbelli), conditi dai palloni che mancavano, dalle sfide con il Gela, con l'Acireale, dalle partite di coppa Italia di serie C, dalle rimonte

con il Milan, la Lazio, la Juve, dai tanti calciatori che ci hanno accompagnato. Ma oggi, questa qualificazione, storica, che ha dell'incredibile, non è che un punto di partenza, e non lo dico io, ma l'americano a Napoli: “Questa qualificazione è una grande gratificazione per il nostro lavoro di questi anni: abbiamo superato un girone di ferro, ma questo deve essere un punto di partenza per questa squadra". Grazie NAPOLI, e Avanti!

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NAPOLI

Amalia [email protected]

“Non ci credo!!!” Queste le mie prime paro-le allo scoccare dei 90 minuti che hanno se-gnato la storia.26 agosto 2011: sorteggi fase a gironi Champions League, gruppo A, al Napoli toccano le “grandi”. Bayern Monaco, Manchester City, Villareal: un girone di ferro, lì dove il Napoli appariva la più piccola; nes-suno avrebbe scommesso un centesimo sul passaggio della squadra partenopea agli otta-vi di finale. “Sono squadre più forti!” “Hanno giocatori incredibili!” “Hanno una rosa da invidia, il Napoli non ha speranze.”, queste le impressioni che si ascoltavano a destra e a manca, eppure oggi siamo qui a parlare di un “EURONAPOLI”! 07 dicembre 2011: “CAN-TA NAPOLI”, al Madrigal di Spagna, contro un Villarreal ancora tenace, si assiste alla conquista degli ottavi di finale. Durante tutto il giorno si respira in città un’aria tesa, l’ansia è alle stelle, le speranze vivono negli occhi di tutti, Napoli ci crede. Arriva il fischio d’inizio, ognuno con i propri riti, i propri amuleti, le proprie abitudini, perché in fondo a Napoli la superstizione regna; tifosi presenti lì a Villar-real per supportare dal vivo i nostri 11 leoni,

tifosi incollati alle tv per incitare da lontano e sperare nel “miracolo”, si, “un miracolo”… questo è stato per noi napoletani! Passa il primo tempo, con sussulti vari: Zuniga che manca un’occasione goal incredibile, il goal del Villarreal in fuorigioco, ma fondamen-talmente vediamo un Napoli teso, nervoso, che sente forte l’importanza della gara, che sa di dover far bene. Inizio del secondo tem-po, l’atmosfera si riscalda sempre più, il ner-vosismo si accende, ed è evidente: Mazzarri esplode e si fa espellere, un’altra chiara occa-sione da goal sprecata per il Napoli, la partita comincia ad incattivirsi e le preoccupazioni iniziano a nascere seriamente con il doppio vantaggio del Manchester City. Ma il Napoli c’è, ora si è svegliato, non è più la tensione a farla da padrone,ma la voglia di vincere. Ecco allora, al 64’ minuto Gökhan Inler, il nostro leone, che fino a quel momento non aveva brillato, va in rete e accende i sogni di una città intera; il cuore esplode, le corde vocali scoppiano! Ora siamo ad un passo dalla sto-ria! Dopo pochi minuti arriva la conferma, al 75’ minuto “Marekiaro” Hamsik ci regala la

sicurezza della qualificazione, la voce ormai non c’è più, le gambe tremano, l’emozione è indescrivibile! Da questo momento è tutto il popolo a spingere quei minuti che scorrono lenti, ma che, finalmente terminano. E’ finita! Il Napoli è riuscito nell’impresa, è qualifica-to agli ottavi di finale di Champions League, lasciando fuori il Manchester City. In città il Capodanno si anticipa, fuochi d’artificio in svariate località della provincia campana, animi in subbuglio, tutta Napoli è in festa, dopo circa venti anni di assenza, ecco il ri-scatto di un popolo, di una città, di una squa-dra." E’ stata la notte dei desideri che si realiz-zano, e dei sogni che viaggiano, e viaggiano sull'EURONAPOLI!!!".

1 9 9 0 - 2 0 1 1 S c u s a t e i l r i t a r d o !

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“PANTA REI ”

Gelsomina D’Anna [email protected]

Ormai siamo quasi a dicembre, mese incline alla riflessione ed al bilancio;

è passata un’altra estate che per tutti rappresenta il momento del riposo e dell’ozio.Vogliamo sfatare un preconcetto sull’ozio; in genere si crede che il non far niente induca alle tentazioni, al vizio, alle sregolatezze. Non è così: l’otium per i nostri antenati della latinità era il momento per pensare, per raccogliere le idee, per elaborare nuove filosofie e proporre, tout court, la riflessione.Oggi, purtroppo, non si vuole pensare; tutti rifuggiamo dal meditare troppo perché viviamo in una realtà che non ci piace; a Napoli, ad esempio, oltre il calcio c’è poco da stare allegri tra immondizia, malaffare, camorra e crisi economica (ormai endemica come il bacillo del colera).Ma su tutto prevale la rassegnazione,

panta rei diceva un grande filosofo presocratico, tutto scorre ovvero tutto passa ; i napoletani ormai sono abituati al peggio, storicamente un popolo sempre offeso, assoggettato, mortificato e umiliato. Questo popolo possiede una grande virtù che probabilmente è anche un vizio allo stesso tempo; lasciarsi scivolare i problemi addosso come la pioggia su un impermeabile, credere nel domani, la speranza che le cose cambino in meglio, la rassegnazione per ciò che il destino riserva.Il destino, la “ ciorta “ la fortuna è l’elemento chiave; si pensa alle cose piccole e non ai grandi problemi, a risolvere la contingenza quotidiana e non la complessità dell’esistenza. La rassegnazione ha la meglio: tutto scorre, panta rei. Diceva un grande scrittore mitteleuropeo, profondo conoscitore di Freud e della

psicanalisi, il grande Italo Svevo: “ A questo mondo vi è poca gente che si rassegna a perdite piccole, sono le grandi che inducono alla rassegnazione”.Il napoletano pensa alla partita del sabato e alla coppa dei Campioni, si commuove per i neo melodici, si riempie di debiti per la Prima Comunione dei figli, spara i fuochi d’artificio per i 18 anni del primogenito ed in questa maniera esorcizza i veri problemi.Il lavoro manca, la città è congestionata dal traffico, l’aria è irrespirabile, la spazzatura arriva nella stanza da letto, ma tutto questo passa in secondo ordine rispetto alla contingenza quotidiana e ad uno pseudo benessere derivante da momenti transeunti e, francamente, mi scusino i tifosi di calcio, poco rilevanti ai fini della qualità della vita.Panta rei, tutto scorre, e chi se ne frega dei veri problemi …

OPINIONE

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ATTUALITA’

Qua le secess ione…??!

Mario Romano [email protected]

Calderoli invoca la secessione alla cecoslovac-ca. Il 1° gennaio 1993 la Stato di Cecoslovac-

chia, nato artificiosamente dopo la prima guerra mondiale, si divise nelle due distinte repubbliche Ceca e di Slovacchia. La secessione fu decisa in seguito a trattative e accordi. Senza spargimenti di sangue. Proprio per ciò fu detta secessione “di velluto” ed è forse uno dei pochi se non l'unico esempio di secessione contemporanea non ac-compagnata da conflitti e guerre civili. Un esem-pio virtuoso, che la Lega mostra l’intenzione di seguire, anche perché ama definirsi non violen-ta, e siatene certi sarà il cavallo di battaglia della propaganda leghista da qui all'avvenire. Esami-niamo la questione e vediamo quello che è cer-tamente uno degli aspetti più importanti della prospettata soluzione. Quello della successione del debito pubblico ovvero del rispetto degli ob-blighi di debito contratti dallo stato dissolto. In diritto internazionale v'è dubbio che in caso di secessione ossia nel caso in cui uno stato pree-sistente si dissolva in due stati nuovi di zecca, di cui formalmente nessuno è il continuatore, insorgano obblighi circa il debito pubblico pre-cedentemente contratto. In passato si affermava il principio della "tabula rasa" per cui se lo stato precedente non esiste più, non esistono nem-meno più gli obblighi in capo ai nuovi stati. Gli esempi più recenti hanno però portato a rivedere questa posizione. La secessione cecoslovacca co-stituisce appunto la più nota di queste eccezioni. In quel caso i contraenti, anche per non compro-mettere le prospettive economiche che si erano profilate dopo l’uscita dal comunismo, decisero

di assumersi gli obblighi del debito in rapporto al rispettivo numero di abitanti: due terzi del de-bito ai cechi e un terzo agli slovacchi. Ma in Ita-lia? Il debito pubblico italiano ammonta a 1.901 miliardi di euro. Di questo il 13% è detenuto dalle famiglie, il 43,6% da soggetti istituzionali italiani (banche, fondi, assicurazioni) e il 43,4 da soggetti istituzionali stranieri. La maggior parte

delle famiglie che detengono titoli di stato sono del Centro-Nord, in particolare del settentrione. Come si sa, la maggior parte delle banche (tut-te?) sono del centro nord. In pratica già oggi ai meridionali sono chiesti sacrifici per pagare i debiti contratti dallo stato con soggetti di altri territori, che siano del Nord o stranieri. Si dirà che devono farlo perché è un debito d’onore che li ha aiutati ad andare avanti ed è ancora neces-sario per dargli da vivere (sempre meno). Resta che, ammesso che quanto appena detto sia del tutto vero, i meridionali nella stretta economica hanno solo un saldo negativo, mentre al Nord in larga parte compensano i sacrifici con la riscos-sione del credito (e con quali interessi!). Ma in caso di secessione? Per quale motivo un nascente stato meridionale dovrebbe accollarsi una quota

del debito pubblico italiano? In quali misure e sulla base di quali criteri? Non vi sarebbe nessun vantaggio in termini di prospettive, se si consi-dera che pure facendo parte oggi di uno stato in cui esiste una macroregione dall’economia forte, sedicente finanziatrice dei costi dello stato socia-le per il meridione (sarà vero?), il sud di Italia appare profondamente bloccato. Al sud la seces-sione potrebbe convenire solo se a costo zero, perché è debitore parziale (un esame obiettivo della storia economica e sociale di questo paese rettificherebbe in “parzialissimo”) e per quanto detto sopra creditore per niente. Non al Nord, che conti alla mano, in caso di applicazione del principio della “tabula rasa” (nulla è dovuto), si troverebbe a vedersi mancare un credito calco-lato sul debito totale intorno al 40% di questo. Si tratta dei titoli posseduti dalle banche, dalle fon-dazioni e dalle famiglie del Nord, per circa 800 miliardi di euro. Inoltre, non pagando il debito con l’estero vedrebbe fortemente pregiudicata la fiducia internazionale nella sua economia. Per questi motivi ossia della titolarità del debito, il Belgio, che pure vorrebbe dividersi in due stati, uno fiammingo e l’altro vallone, ha le mani legate e da quasi due anni è senza governo. Non vi può quindi essere una via cecoslovacca per la seces-sione italiana. In parte, con la caduta del governo Berlusconi e con l’esautoramento della funzione di governo dei partiti politici, abbiamo una stasi simile a quella belga. Se non c‘è accordo sul debi-to (né sulla spartizione dei beni) l’unica via alla secessione è quella classica, che nessuno si vuole augurare. Quella jugoslava, per intenderci.

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28CULTURA

Incontro pubblico sulle politiche sociali: troppo fumo …..poco welfare!!!

Angelo [email protected]

“I grandi gruppi di persone non sono mai respon-sabili di quello che fanno”, cosi recitava Virginia Woolf, scrittrice e saggista attivamente impegnata nella lotta per la parità di diritti tra i due sessi, e pro-prio a questa pietra miliare della letteratura inglese è stata dedicata la sala convegni all’ interno della biblioteca comunale di Casoria, dove Mercoledì 7 dicembre si è tenuto un convegno sulle politiche so-ciali e la solidarietà che ha visto la partecipazione di tutte le parti sociali : politici , tecnici, operatori del terzo settore e cittadini. Il saluto iniziale è del dott. Carfora, sindaco di Casoria, si augura di av-viare un processo che avvicini istituzioni e cittadi-ni, stabilendo un ponte ineludibile fra condizioni di lavoro e sviluppo territoriale, senza dimenticare che per raggiungere determinati obiettivi sono in-dispensabili le risorse, decurtate in particolar modo alle politiche sociali dalla riforma “Tremonti”. Uno dei temi principali dell’ incontro riguarda la legge sulla realizzazione del sistema integrato di inter-venti e servizi sociali (l. 328/2000),i partecipanti si suddividono tra mantenitori e abolizionisti, uno di questi ultimi è il Dott. Mauro Piscopo – sto dalla parte di chi i servizi sociali li deve avere- dichiara il presidente onorario dell’AIAS Casoria -questa legge ha dato la morte alle politiche sociali, la Campania poteva raggiungere lo scopo della norma attraverso il riconoscimento di organismi di utilità sociale, la cui gestione veniva demandata al comune, ma non è andata cosi- continua – gli anelli deboli della ri-forma sono la mancata gestione integrata e unita-ria, garantisco che in questo momento il clima nei confronti del “diverso” è pesantissimo. Promotore della norma è invece, il dott. Ferdinando Russo, che

mostra i risultati virtuosi raggiunti dalle ragioni settentrionali – in Campania ciò non accade ed il problema principale è la scarsa comunicazione tra gli enti- il direttore del distretto sanitario n°43 dell’ Asl NA2 delinea un quadro critico della situazione

, dove potrebbe essere complesso anche garantire i livelli essenziali di assistenza ,e si fa promotore della realizzazione di una “Community Care”. La lunga e concitata conferenza continua con il contributo dell’Avv. Petirro, dirigente dei servizi alla persona - il comune deve avere servizi, non centri- spiega l’avvocato, - la strada da seguire oltre alla riorganiz-zazione è l’accreditamento, in modo tale che gli or-

ganismi del terzo settore siano in grado di mostrare preventivamente quello che offrono-. La critica al sistema e al modo di pensarlo parte anche dalla Prof. Luisa Marro, Assessore alle politiche sociali del comune di Casoria, spera in un cambiamen-to della visione generale della materia, e vorrebbe che la politica riacquisisse un ruolo educativo per la popolazione. Un batti e ribatti sul concetto degli accreditamenti degli operatori del terzo settore , che viene ribadito anche dal Dott. Salvatore Giacomet-ti, coordinatore regionale dell’ AIAS – sono fonda-mentali, cosicché chi possiede i requisiti entra nel mercato e viene scelto dall’ utente finale- .L’evento si conclude con l’intervento dell’ assessore alle poli-tiche sociali del comune di Napoli, il dott. D’Ange-lo, deluso dallo stato in cui riversa il settore di sua competenza - il punto focale del problema è l’ idea negativa che si è diffusa riguardo le politiche sociali, viste dai più come “assistenzialiste”- ribadisce che- la disabilità non va letta nel termine di malattia ma come condizione di una persona che ha bisogno di essere assistita. Si è parlato , ci si è raffrontati,alcuni operatori sono intervenuti , ma rimane un alone di mistero, non si capisce cosa accadrà nel futuro, e come si pensa di risolvere in maniera unitaria e concertata determinati problemi che spesso sfo-ciano in tragedie; purtroppo la filiera è lunga c’è la regione , prima ancora lo stato , poi magari anche un po’ la provincia; è come se “giocassero” assieme, tutti con la voglia di “fare bene”, ma non riescono a segnare perché gli individualismi prevalgono sullo spirito di squadra, tanto come diceva Virginia Wo-olf, alla fine la colpa non è di nessuno, il problema è che a rimetterci sono sempre i più deboli.

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SPETTACOLO

Alberto Simonetti [email protected]

“ Seconda stella a destra questo è il cammino...” di Frammenti d’Arte

L’Associazione Frammenti d’arte è stata co-stituita nel 2007 e dopo un paio di anni si è

fusa con la compagnia “Teatr’ammore”, anche se ognuna delle due associazioni mantiene una sua struttura associativa, pur essendoci una completa collaborazione, come ci dice il Presidente Vincen-zo Sepe. Non si è mai troppo grandi per sognare... E' un pensiero che fa sempre riflettere. Questa convinzione unita alla passione per il teatro e il musical ci ha convinti a vedere ”Peter Pan il Musical”, con le musiche di Edoardo Benna-to, approdato al teatro “Le maschere di Arza-no”. Quando si spengono le luci, la magia ha inizio e si è avvolti in un’atmosfera fiabesca, che non fa che accrescere il buon umore e un indescrivibile senso di serenità. Sulle note di noti successi musicali, come Il rock di Capitan Uncino o L'Isola che non c'è, lo spettacolo è stato una piacevolissima rivelazione, considerando che ci sono modi e modi di interpretare una favola. Questo musical propone una versione classica della storia di Barrie, che per molti aspetti ripren-de la versione a cartoni animati di Walt Disney. Questo non gli impedisce di essere uno spettaco-lo anche per grandi, tenendo in primo piano una delle tematiche che anche Barrie sottolinea nel

romanzo: l'importanza della fantasia e di rispet-tare il mondo infantile fatto di sogni e di avven-ture. Poi diciamolo, anche ai grandi fa bene ogni tanto ritornare dentro un sogno. Ed è proprio di questo che tratta questo spettacolo. La recitazione un po' sopra le righe, la comicità in stile cartoni

animati e i movimenti molto calcati e sottolineati non stonano minimamente nel contesto, anzi, lo rendono ancora più magico e speciale. La super-visione artistica alla regia è affidata ad Antonio Sepe che auspichiamo di poter vedere, un domani non molto lontano, in un teatro a Casoria. La sce-nografia è molto accurata, a partire dalla stanza da letto di Wendy, John e Michael, passando per la giungla dove i bimbi sperduti lottano contro gli

indiani, arrivando al galeone di Capitan Uncino. Le canzoni sono molto coinvolgenti energiche e divertenti. E' impossibile non sorridere e stare fermi mentre si ascolta un Capitan Uncino deci-samente fuori dagli schemi che canta Il Rock di Capitan Uncino con la sua ciurma di pirati. Che

dire degli interpreti?! Tutti molto bravi veri “professionisti”. La scena in cui Peter si dispera per la morte di Trilly e poi riesce a farla resu-scitare con l'aiuto di tutti (... il bello delle favo-le è anche questo!) è veramente emozionante. Tutto il cast è eccezionale. ”Peter Pan il Musical “ è uno spettacolo non solo per bambini, ma anche, e forse soprattutto, per grandi, che vo-gliono trascorrere un paio di ore in allegria, tornando bambini, per ricordare che è bello sognare e usare la propria immaginazione, ri-scoprendo il bambino che “c'è” e si nasconde in

ognuno di noi. Possiamo affermare che "Peter Pan il Musical" è uno spettacolo per "bambini" di tutte le età, che attraverso le gesta e le avventure dell'e-terno bambino per antonomasia e dei tre fratelli Darling, accompagna il pubblico nell'affascinate “isola che non c'è. " Seconda stella a destra questo è il cammino e poi dritto fino al mattino………..."

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30ATTUALITA’

Amalia [email protected]

Sa lva con nomeI quattro brani della nostra play list:

Jo jones – Philadelphia BoundTutto ciò che si sa sul “sul jazz” lo si può trovare nei pezzi di Papa Jo Jones – il batterista che con la sua orchestra faceva a pezzi il classico swing dagli arrangiamenti di classe, batteva il ritmo con le mani e sfiorava il tamburo con le spazzole. Tutto ciò che c’è di nuovo e di vecchio nel post swing bop era già qui.

The Doors – Riders on the stormA Jim Morrison piaceva vivere sempre oltre le porte della percezione. Lì dove poteva permettersi tutto. Anche di cavalcare le tempeste

RUBRICA

Aretha Franklin - Spirit in the darkDal vivo al Filmore, Miss Aretha incita la generazione dell’amore della Bay Area. In seguto sarà raggiunta sul palco da un grandissimo Ray Charles

Elton John – Your songNel 1971 arrivò dal nulla in un periodo in cui tutti sembravano influenzati solo da James Tajlor e Gordon Lightfoot. Questo è il brano più bello del grande Elton e tanto di cappello a Bernie Taupin per il testo

Il Natale alle porte

Il Natale è alle porte, e quest’anno sarà Michael Bublé a deliziare le nostre festività con il suo “Christmas”.A due anni di distanza dal precedente disco “Crazy Love”, il cantante italo-canadese torna sulle scene mondiali con il suo quinto album, pubblicato il 25 ottobre 2011 dalla Warner Music, un omaggio ad alcuni dei più famosi canti natalizi.Anticipato dal singolo “Cold december night”, l’album è stato registrato ai Capitol Recording Studios di Hollywood e ai Warehouse Studios di Vancouver in compagnia dei produttori David Foster, Bob Rock e Humberto Gatica: “Tre geni. Sono stato io a proporre tutti i brani e loro hanno avuto coraggio perché li abbiamo registrati tutti dal vivo. Non ci siamo nascosti dietro alla tecnologia. Volevo produrre qualcosa all’altezza dei grandi standard. Sinatra e gli artisti della Motown non avevano i computer o altri trucchi.” racconta lo stesso Bublé. Nessun ausilio digitale quindi, semplicemente la meravigliosa voce di Michael Bublé seguita dagli strumenti musicali.Molte le cover di successo presenti, tra cui una rivisitazione della celebre “All I want for Christmas” di Mariah Carey, e ancora “Silent Night”, “White Christmas”, “Jingle Bells”, “Santa Claus is coming to town” e “Blue Christmas”. Inoltre nel disco troviamo alcuni notevoli duetti con Shania Twain in “White Christmas”, le Puppini Sisters (“Jingle Bells”) e Thalia (“Feliz Navidad”). Alla domanda se c´era un´altra artista con cui voleva collaborare, Bublé non ha dubbi e risponde Adele: “Avrei voluto, ma purtroppo stava male e non è stato possibile. E’ un´artista straordinaria”. La presentazione dell’album in Italia è avvenuta con la partecipazione di Bublé a “Il più grande spettacolo dopo il weekend”, show di grande successo condotto da Fiorello, con cui Bublé stringe un rapporto molto amichevole: “Abbiamo la stessa personalità e lo stesso humor. Abbiamo fatto entrambi una lunga gavetta, lavorando in club schifosi e sulle navi da crociera, e nessuno avrebbe scommesso una lira su di noi. In Canada, Usa e Gran Bretagna sono anche presentatore televisivo, attore, comico e cantante, come Fiorello. Non è stato cambiato dal denaro e dal successo, è rimasto una persona sensibile e attenta alle esigenze del suo pubblico.”Il giovane Bublé, che a soli 36 anni è già una star affermata (oltre 30 milioni di copie vendute), ha affermato che “Christmas” rappresenta la sua eredità e non ha voluto realizzare un classico per vendere di più, ma per creare qualcosa durevole nel tempo, in modo che, dopo la sua morte, le persone lo ricordino per questo. “Natale è sempre stato il periodo preferito dell´anno sia per me che per la mia famiglia, quindi registrare una raccolta completa di canzoni natalizie è come un sogno che si avvera”, ha raccontato lui a proposito della sua nuova fatica in studio: “Anche se era estate e a Los Angeles c´erano 30 gradi, in studio si respirava un´autentica atmosfera natalizia. Ovviamente abbiamo decorato lo studio con le lucette a metà luglio e questo ha aiutato molto. Ah, ancora una cosa: mia madre dice che è il mio miglior album”.Lo stesso cantante rileva che “Christmas” è un assortimento di canzoni sulla festa in sé e non sul suo senso religioso, infatti, ha cercato di ridimensionare i brani religiosi per attuare un cd ammirevole da tutti, senza vincoli della propria fede. Nella carriera di Bublè c´è un altro disco natalizio, “Let It Snow” del 2004 di cui non ha un bel ricordo, malgrado il milione di copie vendute: “Non volevo farlo, era troppo presto. Era come un karaoke. Ho discusso molto con il presidente della Warner, che insisteva per farmelo fare. Forse lui pensava che la mia sarebbe stata una carriera breve. Il risultato è un bell’album, ma non sono io, non mi rappresenta”.”Christmas” è decisamente un album importante per la carriere di Bublé, un album in cui l’atmosfera natalizia si incrocia con quella particolare sensazione che la voce e l’interpretazione di Bublè riescono a creare. E allora non ci resta che goderci questo gran bel regalo, in un Natale dove di regali ne vedremo davvero pochi. Del resto il freddo sta arrivando, le luci di Natale ormai sono accese, una cioccolata calda tra le mani e Bublè che ci sussura “Merry Christmas”!

Ecco la top ten di questa settimana: 1 Laura Pausini - Inedito 6 Emma - Saro’ libera (Bonus Track Version) 2 Negrita - Dannato vivere 7 Gianluca Grignani - Natura Umana 3 Biagio Antonacci - Colosseo 8 Vasco Rossi - Vivere o niente 4 Jovanotti - Ora 9 Moda’- Viva i romantici 5 Giorgia - Dietro le apparenze 10 Pooh - Dove comincia il sole (Live)

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Domenica - 11 dicembre 2011Suggerimenti, critiche, segnalazioni, scrivere a: [email protected]

EVENTI

L’auditorium della Chiesa “M. SS. delle Grazie”, il 5 dicembre si è trasformato in

un “salotto culturale”, orgoglioso di ospita-re i magnifici “guazzi” di Raffaele Jacuelli e il suo primo quaderno biografico. I relatori della serata, prof.ssa Vittoria Caso e prof. Francesco Palladino si sono alternati nell’e-sprimere valutazioni personali, giudizi critici di alto spessore, notizie biografiche su que-sto grande artista casoriano, già ordinario di ed. artistica presso la sms “Bonghi”, emulo di Casciaro, Verdecchio, Toma, animatore del-la vita artistica italiana, apprezzato in Italia e all’estero per le sue gouaches. “Il tempo si è fermato nei quadri di Raffaele Jacuelli! Case, barche, persone; mare, sole, luce; paesaggi; scorci marini o campestri; spiagge assolate; onde che si rincorrono o s’infrangono sulla terra ferma: ecco i protagonisti di una pittura serena, istantanee di un tempo circolare, pe-renne, eterno che già era, è ancora oggi e sarà dopo di noi in una realtà fatta di colori.I luoghi eletti di questo singolare artista sono spesso sfolgoranti di luce: una luce che ema-

na serenità contemplativa e conoscitiva. Rare sono le ombre, sfumate in chiaroscuri dai tocchi precisi; i tramonti e gli scorci serali sono carichi di suggestioni e di sentimenti”: ha affermato la prof.ssa Caso, invitando i pre-senti a tuffarsi in quel mare azzurro, a sogna-re ad occhi aperti, ispirati dai paesaggi ora caldi e assolati, ora malinconici ma sempre suggestivi, evocativi. “È con vera gioia -ha ribadito il prof. Palladi-no- che il Distretto Scolastico ha accolto l’in-vito a partecipare a questa pubblicazione del Maestro Jacuelli, per il quale nutre sincera e viva ammirazione. In molteplici occasioni il distretto si è reso disponibile a organizza-re mostre che dessero visibilità alle abilità di quest’artista, apprezzato ai più alti livelli. Jacuelli è un esempio concreto degli aspetti positivi di questo territorio: un uomo e un artista che ha dato e dà costantemente lustro a Casoria con la sua straordinaria arte, che deve essere conosciuta e divulgata”Tra i numerosi interventi, il vicesindaco Ser-gio D’Anna, emozionato dalla bellezza dei

quadri, si è detto dispiaciuto per l’assenza di Jacuelli, persona concreta che ha sempre mostrato grande interesse per le questioni irrisolte di Arpino. Petrone, Ferrara, la dott.ssa Iuliano, cittadini e consiglieri sono stati concordi nel rilevare, assieme al padrone di casa parroco Don Marcello, il valore e l’im-portanza dei momenti culturali per la cresci-ta di Arpino. Tra i presenti, Giuseppe Savarese, ex alunno di Jacuelli, che dopo 43 anni, finalmente, ave-va la gioia di rivederlo: testimone di affetto, stima e del segno che ha scolpito nel cuore dei suoi alunni un grande uomo, straordina-rio artista.Apprendo, mentre scrivo questa cronaca, che il prof. Jacuelli non è più tra noi, colpito da un malore che l’ha stroncato. La sua abile mano non tradurrà più in colori sentimenti ed emozioni…Sinceramente commossa, mi auguro che la sua Casoria sappia degnamente onorarlo…

“di Vittoria Caso”

LA MAGIA DELLE GOUACHES DI RAFFAELE JACUELLI CONQUISTA ARPINO

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