il domenicale di casoria del 25 dicembre 2011

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Anno I - Numero 8 - 25 dicembre 2011 Foto di Fortunato Celentino

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Settimanale d'informazione della Città di Casoria

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Page 1: Il Domenicale di Casoria del 25 dicembre 2011

Anno I - Numero 8 - 25 dicembre 2011Foto di Fortunato Celentino

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Domenica - 25 dicembre 2011 A u g u r i d i B u o n N a t a l e 2 0 1 1

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La vignetta della settimana

Il Domenicale di Casoria tornerà in edicola domenica 8 gennaio 2012

pag. 2 La vignetta della settimana

pag. 3 Editoriale

pag. 3 Dilaga la violenza a Casoria

pag. 4 Intervista a Gennaro Nocera

pag. 5 Enzo Marino

pag. 6 Incontro con Angela Luce

pag. 7 Nino D’Angelo al Bellini

pag. 8 Senza alcun pudore!

pag. 9 Intervista a Mimmo Falco

pag.11 Gli atti del Comune di Casoria...

pag.12 Mo Bast!

pag.13 Due volte Auguri

pag.15 E’ Natale, ma quest’anno...

pag.16 Ricordi

pag.19 A spasso nel calcio

pag.20 Viaggio nella “Meglio gioventù”

pag.21 Napoli (di Lucchese)

pag.22 Caro Babbo Natale (di I. Puglia)

pag.24 Alla riscoperta di P. Ludovico

pag.24 A lezione di ozio

pag.25 La magia del Natale

pag.27 E’ Natale, ma per chi?

pag.27 Un albero contro la camorra

pag.28 Mille voci per Santa Giulia

pag.29 Il panettone che uccide il Sud

pag.30 A Babbo Natale...

pag.31 Fortunato Celentino

Anno I - Numero 8 - 25 dicembre 2011Foto di Fortunato Celentino

Periodico settimanale a diffusione gratuitaAnno I n. 8 - 25 dicembre 2011

Autorizzazione del Tribunale di Napoli n. Reg. 4925 del 28/09/2011

Direttore responsabile:Pasquale D’Anna

[email protected]:Sonia Tabacco

[email protected]:

Via G. Marconi,80026 Casoria (NA)

[email protected] Stampa:

Tuccillo Arti Grafiche Via dell’Indipendenza,37 80021 Afragola (NA) [email protected]

Edito da:Associazione Culturale Kasauri

Casoria (NA) [email protected]

Progetto grafico ed impaginazione:Sonia Tabacco

Questo numero è stato chiuso in redazione Giovedi 22 dicembre 2011

Il Direttore, il Caporedattore e l’Editore Augurano a tutti i lettori ed in particolar modo a tutti coloro che hanno collaborato all’edizione del giornale un Felice Natale ed un Felice Anno Nuovo.

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Domenica - 25 dicembre 2011A u g u r i d i B u o n N a t a l e 2 0 1 1

Chi si ferma vive meglio…

Pasquale D’Anna [email protected]

Ogni anno che passa, capisco sempre meno il mondo che mi circonda. Ancor

di più alla vigilia di un Natale sottotono, in-triso di mille preoccupazioni. La sensazione è di vivere in un enorme “Truman Show”. La sera con la mia famiglia accendo la tv e guar-dando i telegiornali vedo e ascolto fatti che non riesco a capire. Tutto, comunque, appare permeato da una logica collettiva di “delirio-delfare”. Tutti corrono, tutti si affannano, tutti devono essere pronti. Magari per strada in-contriamo il nostro vecchio e caro amico di banco ed è già tanto se gli tendiamo la mano, perché andiamo di fretta, impegni ed altro ci attendono. Non siamo ancora entrati nella stanza dell’ospedale del vecchio zio, dove il caro parente sta lottando per non rimetterci le penne, e già guardiamo l’orologio. La no-stra bambina ci fa vedere il suo nuovo gioco ed i suoi occhi invocano una partecipazione, ma non possiamo, abbiamo fretta, abbiamo da fare tantissime cose, siamo oberati da ap-puntamenti di lavoro, dobbiamo correre, per

il nuovo gioco c’è ancora tanto tempo. Pas-siamo sotto la finestra dei nostri genitori che darebbero chissà cosa per sentire un nostro abbraccio, un nostro saluto, ma guardiamo l’orologio e tiriamo avanti perché il tempo è maledettamente poco; ci verrà poi il nodo alla gola il giorno in cui saluteranno baracca e burattini e ci renderemo conto di quanto abbiamo perso. Con una stretta allo stomaco malediremo l’orologio e sarà dura ricacciare indietro le lacrime (di coccodrillo). Adesso, più che mai, viviamo in questa sorta di vide-ogames dal titolo “ chi si ferma è perduto” e se ci fermiamo, anche solamente per un at-timo, sembra quasi che caschi il mondo. Al-lora: correre, correre sempre questa è la pa-rola d’ordine. Convinti di essere chissà dove, e invece siamo sempre lì allo stesso punto. E quando ci pare di aver trovato il tempo per giocare con la nostra bambina e il suo nuovo gioco, ci accorgiamo tristemente che, ormai, è diventata una donnina e se ne sta andando per i fatti suoi.

E’ Natale, vogliamo fare gli auguri ai nostri lettori trovando il tempo per “fermarci”, per riflettere ed invitare gli altri a farlo, scuotere l’indifferenza comune.La sensazione è che nessuno ha più voglia di combattere, di protestare. Martin Luther King diceva: “Non mi fa paura il rumore dei violenti, mi fa paura il silenzio dei giusti”. Della nostra stanchezza approfittano tutti quelli che già son pronti a riciclarsi in cento voci e cento sigle…e allora: partecipazione, unita alla voglia di essere presenti, di esse-re protagonisti, di svolgere un ruolo attivo anche soffrendo ogni giorno e soprattutto amando questa città, nei piccoli gesti e nelle piccole cose. Il più bel regalo di Natale per l’anno che ver-rà? Che tutti torniamo a fermarci, e a pen-sare, forse, anzi, riusciremo a vivere meglio e far vivere meglio anche le persone che ci amano…Auguri di Buon Natale e Felice Anno Nuovo a tutti voi…

Sono stati sorpresi nel sonno, bastonati e tenuti sotto minaccia con le pistole. Si

sono accaniti contro di loro imbavaglian-doli e legandoli mani e piedi con il nastro adesivo. Per un’ora interminabile Carmine Cozzolino, imprenditore di Casoria, e la sua famiglia, sono stati in balia di tre violenti criminali stranieri, che hanno messo a soq-quadro la loro abitazione agendo senza pietà L’imprenditore è stato ricoverato d’urgenza al San Giovanni Bosco. La violenza subita gli ha procurato la frattura di zigomo, man-dibola e mascella, ed un forte trauma tra-ma cranico. La moglie ha subito un trauma cranico e per una ferita alla testa ed è stata suturata con una decina di punti. Ormai a

Casoria si percepisce, oggi più che mai, un forte senso d’insicurezza, derivante da tut-ti quei comportamenti violenti e criminali che si ripetono con costante e straordinaria puntualità, La verità, purtroppo, è che a Ca-soria l’illegalità ed i fenomeni delinquenziali ad esso correlati stanno silenziosamente lo-gorando il tessuto sociale, e chi amministra con estrema superficialità, non fa nulla per limitare tutto ciò. Già da tempo, attraverso il nostro giornale, abbiamo cercato di denun-ciare pubblicamente il disagio in cui i citta-dini sono costretti a convivere, le forme di violenza diffusa e di microcriminalità, che si estendono a macchia d’olio perché non c’è un’adeguata tutela del cittadino e dei suoi

beni. Ma puntualmente l’attuale Ammini-strazione fa “orecchie da mercante” essendo in tutte altre “faccende affaccendata”. Non si può essere ipocriti e negare l’evidenza: in questi ultimi mesi, sembra che la situazione si sia gradualmente aggravata.Non basta, com’è ormai consuetudine, sca-ricare la responsabilità su figure esterne e ad appellarsi all’intervento delle forze dell’ordi-ne. Il Sindaco, deve prendere atto ed impe-gnare tutte le risorse perché la sicurezza va costruita con strategie a tutto campo in tema di repressione e soprattutto, di prevenzione, con una presenza sul territorio sempre più attenta alle esigenze della collettività.

La Redazione

Dilaga la violenza a Casoria

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I n te rv i s ta a Gennaro Nocera

Sonia Tabacco [email protected]

Dal momento dell’insediamento della Giunta Caldoro alla Re-gione Campania i problemi sono aumentati a dismisura, dopo

una gestione politica, economico-finanziaria all’insegna degli spre-chi, il Governatore ha instaurato un regime di austerity. Questo ha creato delle enormi difficoltà da un punto di vista operativo.

Sin dai primi giorni dell’insediamento del governo di centrodestra alla guida della Regione Campania, ci siamo resi conto del disastro che aveva provocato la gestione quasi ventennale del governatore Bassolino.Quindi è stato inevitabile instaurare un regime di austerity, ma so-prattutto abbiamo cominciato a mettere le basi per una moralizza-zione della spesa pubblica, in particolar modo nel settore della sanità. Oggi ad un anno e mezzo di governo possiamo dire che ci sono le condizioni per lo sviluppo ed il rilancio della nostra regione.

Il suo impegno per il territorio si è caratterizzato soprattutto per la legge regionale sulle farmacie. Una pianificazione del settore che sembrava ormai ineludibile.

Rifacendomi al discorso sulla malasanità, questa era una delle que-stioni da tempo irrisolte e facendomi carico delle varie problemati-che, ascoltando i cittadini e anche le parti interessate al problema, sono stato relatore di due emendamenti prima in Commissione e poi votati in Consiglio Regionale. Credo di poter dire tranquillamente di essere andato incontro alle esigenze dei cittadini che spesso venivano disattese e, senza paura di apparire autoreferenziale, posso sostenere di essere stato antesignano di questo processo, visto poi l’indirizzo dato dal Parlamento in merito a tale questione. Numerosi anche i suoi interventi in favore dell’Ospedale dei Camil-liani, la situazione sembra prendere una piega felice anche grazie al suo continuo interessamento.

In questo caso, purtroppo, non si è del tutto risolta la questione, sia-mo però quasi alla conclusione. Appena mi sono insediato mi sono interessato della problematica dell’apertura del Pronto Soccorso dell’ospedale dei Camilliani. Ho promosso una serie d’incontri tra il Presidente della Commissione Sanità della Regione On. Schiano e la Direzione Generale dell’Ospedale, La AASSLL competente ed il Co-mune di Casoria, per affrontare le varie problematiche da risolvere.

L’Alenia; una battaglia che è stata persa in partenza. Lei si è prodi-gato con una serie di incontri con l’assessore Nappi, ma evidente-mente le decisioni sono maturate altrove…

Tutto quello che era di mia competenza è stato fatto, come giusta-mente fa notare lei la questione era di natura sovra regionale ed evi-dentemente le decisioni e le strategie aziendali già erano state deline-ate altrove.

Un suo giudizio sull’amministrazione Carfora.

Già in altre occasioni ho avuto modo di esprimere il mio pensiero sull’amministra-zione che attualmente guida la Città di Ca-soria.Io credo che il dottor Carfora sia l’uomo sbagliato al posto sbaglia-to. Ho vissuto per circa trent’anni nel Consiglio comunale, quindi ritengo di avere un’adeguata esperienza per avere un giudizio sereno sull’operato di questa Amministrazione. Sono stato il primo a rico-noscere che la coalizione precedente era arrivata al capolinea per le continue litigiosità interne. Tutto questo, però, è avvenuto dopo tre anni dal suo insediamento.L’attuale amministrazione è in questa stessa fase di litigiosità interna dai primi giorni dell’insediamento. Questa situazione è chiaramente dannosa per i cittadini di Casoria che dovranno assistere ancora una volta a bagarre politiche che portano ad una fase di stallo politico-amministrativa dannosa per la nostra città.

Il leader della coalizione Casillo in una sua recente dichiarazione ha “candidamente” affermato che il Comune non può dare risposte ai disoccupati, e che, comunque, lui è lontano da queste logiche…

Casillo con uno stratagemma ha ingannato i Casoriani, facendo can-didare Carfora a Sindaco, ma a vittoria avvenuta il sindaco di fatto resta lui, inutile dire che è l’artefice principale della crisi che l’ammini-strazione sta attraversando. Nessuno ha mai creduto che l’ex senatore avesse cambiato improvvisamente modo di intendere la politica e il bene comune. La sua visione resta quella di sempre: accentratrice, di-spotica e tesa al raggiungimento del bene personale a discapito della collettività, le continue sconfitte personali (elettorali) maturate nelle ultime competizioni e le mutate condizioni generali ne hanno mina-to le capacità e condizionato il raggio di azione nel quale era solito muoversi. Alla vigilia di questo Natale cosa si sente di dire ai cittadini di Ca-soria?

Questo numero del V/s giornale sarà in edicola proprio il giorno del Santo Natale. Voglio cogliere l’occasione per augurare a tutti i miei concittadini di trascorrere un sereno e felice Natale con i propri fa-miliari, sperando in un domani migliore e meno denso di preoccu-pazioni e problemi.

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Domenica - 25 dicembre 2011A u g u r i d i B u o n N a t a l e 2 0 1 1

E N Z O M A R I N OVIAGGI NELLA MEMORIA, VIAGGI NELL’ESTRO

Non cercate coerenza o un filo conduttore o uno stile letterario …vi saranno negati! Questa rubrica sarà solo il passepartout tra me e voi quando io navigherò tra i miei ricordi veri o fantastici, nostrani o internazionali, sociali o spirituali.

Anche questo cunto proviene dalla raccolta de “Li Fatti de li Casuriani Antiqui”. Esso, però, è stato anche raccolto, a frammenti, dalla tradizione orale.

Si pensa, dagli accenni più antichi e da alcune ricorrenti citazioni, come il danaro in uso all’epoca, che questa usanza era già in voga nel XV e VI secolo p.c. per cui è radicata l’idea che abbia avuto origine molto tempo prima e che questo evento abbia dato inizio a quella schiatta di contadini testardi e fecondi che seppero dorare i campi di grano e dare inizio ad un’epoca fortuna per Casoria.La cosa sorprendente è che in tutte le versioni c’è sempre la presenza di una Casa d’Oro. Cunto declamato già a molti casoriani nel 2008 in “Salotto Artistico di Enzo Marino in casa Grieco” e nel 2009 in “I Luoghi della Memoria” presso la Reale Arciconfraternita S.Maria della Pietà – Basilica di San Mauro. (vedi link http://www.freeinterartists.bravehost.com/ e nel web).

‘Ntonio, ‘e coppe chiazz ‘e mayo, fu procreato furtivamente in una casupola d’oro dal feudatario Sigismondo e da una bellissima contadina di nome Mariantonia. Egli ebbe la fortuna di somigliare tantissimo a suo padre e di non avere altri fratelli in giro per cui ereditò tanto di quei cianfrini e ducati che non sapeva cosa farsene e allora ‘o parrucchiano di San Benedetto gli consigliò di acquistare molta terra e di fare una donazione alla chiesa. Acquisita la terra e divenuto padron ‘Ntonio non riusciva a coltivarla da solo, per cui il monsignore di Santa Maria gli suggerì di darne un poco alla chiesa e di trovarsi una compagna che l’aiutasse. Una sanzara ‘e santu Janne e il cappellano della chiesa del Cammenariello, dopo una cospicua offerta, gli proposero un buon partito, pa-drona Maria ‘e vascio ‘o puntile che aveva altre terre. Si piacquero e si sposarono nel giro di pochi mesi. Ma, anche se in due, non riuscivano ugualmente a governare tutta quella campagna e allora ‘Ntonio ne donò un pezzo alla chiesa di San Mauro perché il preposito gli aveva dato un suggerimento geniale, quello di fare tanti figli maschi da poterla così lavorare e renderla rigo-gliosa e fertile. Il buon Dio, poi, fece il resto e gli mandò nove figli maschi che addestrò ai lavori dei campi. Divenuti adulti si ammogliarono tutti con la benedizione del capofamiglia e dei quattro sacerdoti che stavano sempre intorno. Così ci furono finalmente più braccia per lavorare la terra e meno terra da donare alle chiese.Tutti vivevano nella grande masseria, allevavano gli animali, incrementarono le coltivazioni e la terra, di rimando, fu molto generosa con loro che la seppero dorare di grano.Era una famiglia patriarcale di venti elementi forti ed allegri e a sera tutti sedevano, in armonia, a tavola col vecchio capofamiglia. Un giorno, però, le giovani donne, tanto per fare un gioco, vollero gareggiare a cucinare il migliore pignatiello di fasuli chiamando a giu-dice padron ‘Ntonio. Posero sul tavolo nove pignatte ogn’una delle quali conteneva una diversa qualità di fagioli per forma, dimensione, colore, preparazione e tipo di cottura, e poi si sedettero a tavola in ansiosa attesa del giudizio del suocero. Egli le scrutò profondamente, notò la forte competizione che s’era creata tra di loro, vide la tensione che era in ogn’una di esse e capì che esprimendosi a favore di una avrebbe determinato la delusione delle altre e questo avrebbe potuto rompere l’armonia familiare con disa-strosi risultati per la sua campagna. Allora padron ‘Ntonio, tra lo stupore delle nuore, chiese del pane conciato che le giovani donne prepararono ogn’una a modo proprio per ben figurare: con uoglie e ‘arechete, lardo e funucchielle, cicoli e ricottella, aglio e purtualle, cacio e méle, cipolla e cerasiello, sarachiell e nzogna , papaccelle aulive e chiappariell, quagliata e sasiccella ‘e purmone. Poi chiese ancora una grossa scafarea che pose al centro del tavolo e, senza guardare in faccia a nessuno ma tra lo stupore di tutti, vi versò dentro tutti i fagioli dei nove tegami e con una grande cucchiarella mescolò tutto. Si servì una doppia porzione e azzuppando una fetta di pane presa a caso mangiò con gusto. Completò il pranzo con un bicchiere di vino piccirillo e una pigna d’uva. Quindi con evidente soddisfazione e sorridendo alle nuore, disse: “In vita mia non ho mai mangiato una zuppa così buona!”, poi prese lo scacciapensieri e, suonando, trasmise la sua felicità a tutto il cir-condario. Allora le donne capirono e, più sagge di prima e appagate, allungarono le mani nell’armonia di quella tavola. E fu così che ogni anno, a Natale, per rinnovare l’evento, padron ‘Ntonio faceva imbandire la tavola, prendeva un palatone di pane, lo affet-tava e chiedeva alle nuore di conciare le fette a modo loro poi le mischiava, allungava la mano alla cieca e mangiava con il piacere di tutti.

L A C A S A D ’ O R O E I L R I T O D E L P A N E

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Domenica - 25 dicembre 2011 A u g u r i d i B u o n N a t a l e 2 0 1 1

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Eduardo Paola [email protected]

Non ha bisogno di presentazioni, basta pro-nunciare il suo nome e nella mente comin-

ciano ad affollarsi immagini, scene e canzoni in-dimenticabili. Angela Luce appartiene a quella generazione alla quale occorreva ancora il talento per affermarsi, e lei ne ha davvero tanto. Un ta-lento incontenibile associato ad una bellezza fuori dal comune che ne hanno fatta una delle icone più rappresentative e amate di sempre. Nella sua lun-ga carriera ha lavorato con i più grandi maestri, da Eduardo a Pasolini, da Totò a Patroni Griffi, da Zeffirelli ad Avati. Vincitrice di un “David di Donatello” per l’interpretazione di Amalia nel film “L’amore molesto” di Mario Martone, Ange-la Luce ha toccato le punte massime in qualsia-si genere di spettacolo, sia nella recitazione che nella canzone. Come interprete infatti, tra i rico-noscimenti più importanti le è stato assegnato il premio “Maschera d’argento” per l’esecuzione de “L’urdema tarantella” e il secondo posto al Festi-val di Sanremo 1975 per “Ipocrisia”. Ecco perché ci si sente davvero privilegiati quando si ha la possibilità di incontrare artisti di razza come An-gela Luce. Ore 18.00, appuntamento a casa della Signora per l’intervista. Attendo che passino 5 minuti dall’ora stabilita prima di suonare, anche se confesso di essermi anticipato, e non di poco. Citofono, salgo su per le scale, apre la porta e mi ritrovo così nel suo regno. In ogni angolo, curato nei minimi particolari, ritrovo tutto l’animo arti-stico, sensibile e romantico della padrona di casa. Angela, che dopo la nostra chiacchierata sarà ma-drina di un evento per l’ennesimo premio alla car-riera, mi accoglie col il suo volto radioso, sorriso smagliante e occhi accesi di una luce magica, pe-netrante, tipica dei grandi artisti. Vestita con un elegante abito verde petrolio con una profonda scollatura dove ha strategicamente appuntato un fiore di stoffa che dovrebbe tenere a bada il gene-roso decoltè, è bellissima. Mi fa accomodare nel suo salotto, mi offre una tazza di caffè, qualche dolcetto e ha inizio così la nostra chiacchierata.Angela luce, la tua è stata una vita per l’arte. Qua-le credi sia stata l’esperienza che ti ha arricchito

maggiormente?Si, nel mio caso non è luogo comune, la mia è stata proprio una vita per l’arte, il mio più gran-de amore. Se dovessi menzionare una esperienza in particolare, forse sbaglierei, perché sono state tante quelle che mi hanno arricchita, formata, grazie anche ad incontri con personaggi presti-giosi come Eduardo, Giuseppe Patroni Griffi e tanti altri. I loro insegnamenti non potranno mai svanire dalla mia memoria, essi fanno parte della mia vita, sono dentro di me, mi appartengono e mi hanno dato quella ricchezza, quella sensibili-tà, quella formazione umana e artistica che mi dà la possibilità di interpretare così come ho sempre fatto.Qual è il ricordo più bello che hai di Eduardo?Sicuramente il primo incontro che ho avuto con lui. Ero molto giovane. Anche se consapevole dell’importanza della persona che avevo difronte, riuscii a tenere testa alla situazione, tant’è vero che Eduardo in virtù della mia disinvoltura non mi fece sostenere nessun provino. Pensa, sono stata scritturata senza provino!Per una grande carriera come la tua, fatta di lavo-ro, soddisfazioni e tanto impegno, bisogna sem-pre rinunciare a qualcosa. Tu a cosa hai dovuto rinunciare?Ho rinunciato a molte cose, perché nel momento in cui devi fare una scelta, ti trovi ad un bivio e quindi a decidere se dedicare la tua vita ad un uomo, alla famiglia oppure alla carriera. Io non ho deciso da sola, in fondo sono stata aiutata dagli eventi della vita, in quanto ho incontrato sempre uomini che non erano all’altezza della mia sensi-bilità, del mio essere donna e quindi ho scelto di non essere moglie, ma di essere l’artista che sono.Molti ricordano l’operetta “Al cavallino bianco” dove ballavi, cantavi e recitavi. Cosa ti è rimasto di quella esperienza?Mi chiamò il grande regista Vito Molinari, fu una delle tante esperienze importanti della mia vita, perché appunto dovevo ballare, cantare e recitare, in più sfoggiavo un italiano perfetto. Per me che sono autodidatta, non avendo studiato né recita-

zione né canto né ballo fu una grande soddi-sfazione.C’è una foto scattata sul set de “Il Decame-ron” dove ti si vede con Pasolini, uomo di gran-dissima intelligenza e sensibilità. Com’era sul set?Pasolini era uomo di poche parole, un introverso. Una grande personalità, un uomo non comune, un genio. Era immenso. Ricordo che quando lo osservavo, lui mi diceva: “Non mi guardare Ange-la, perché il tuo sguardo entra dentro le persone”. Ma il mio amore, la mia stima, la mia ammirazio-ne erano talmente grandi che rimanevo estasiata.Qual è il tuo ricordo più bello legato al Natale?Il ricordo inevitabilmente va indietro nel tempo, agli anni della mia gioventù, quando trascorrevo il Natale con la mia adorata famiglia. Era bellissi-mo, mia madre preparava tutte le cose più preli-bate e tipiche del Natale. Mi ricordo i cestini tutti infiocchettati, pieni di frutta secca e la magica at-mosfera che si respirava. Per concludere, Angela qual è l’augurio più gran-de che vorresti fare?Il mio augurio più grande è che riaprano le fab-briche, che si dia lavoro ai giovani e soprattutto che il governo ripensi una manovra giusta e so-prattutto equa. Inoltre auguro tanta serenità e salute a tutti. Al Domenicale di Casoria, al suo Direttore ed a tutta la Redazione auguro un anno ricco di soddisfazioni e tanto successo, sono sicu-ra che una realtà come la vostra sarà viatico per tanti spunti creativi, saprà comunicare il giusto messaggio affinchè si dia sempre più spazio agli appuntamenti di cultura e spettacolo che merita-no di essere seguiti. A tutti i cittadini casoriani, sono tanti che mi seguono calorosamente, auguro un 2012 di pace e serenità abbracciandoli tutti af-fettuosamente.Alla fine della chiacchierata ringrazio e saluto la Signora che se prima ammiravo solo come artista adesso apprezzo anche come donna.

Incontro con Angela Luce

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Domenica - 25 dicembre 2011A u g u r i d i B u o n N a t a l e 2 0 1 1

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anteprima (la prima data è proprio il giorno di Natale) Nino D ’ a n g e l o

d’intesa con la Diocesi di Napoli, il Cardinale Sepe e con la collaborazione di Enzo Piscopo, si è esibito al Teatro Bellini per i meno abbienti che non hanno mai potuto assistere ad uno spettacolo teatrale. L’idea è nata dal desiderio dell’artista di condividere con le persone in difficoltà la bellezza e le emozioni della musica napoletana, ripercorrere la strada dei ricordi e dei successi che hanno costruito una carriera senza eguali, avvicinarsi a coloro che troppo

spesso dimentichiamo e per i quali facciamo pochissimo. L’iniziativa è stata accolta da tutti con grande entusiasmo; soprattutto dalle chiese della città che gli ha dati i natali, che per un giorno hanno potuto far vivere ai meno abbienti una bella “favola”. L’invito allo spettacolo è stato esteso anche al settimanale “IL

DOMENICALE DI CASORIA” nuova voce della città di Casoria, seguita ed apprezzata dal noto artista. L’ impegno sociale e l’attenzione ai più deboli hanno

dato impulso a questa iniziativa, ma già in altre occasioni la collaborazione tra l’artista partenopeo e Sua Eminenza Cardinale Sepe, di cui D’Angelo apprezza la grande umanità, ha dato vita a momenti di grande fratellanza e vicinanza con le persone meno fortunate alle quali, afferma D’Angelo, non deve

mai mancare l’attenzione e deve essere data l’occasione di vivere momenti di spensieratezza e di magia. Il cuore di un uomo che si ‘ fatto da solo, facendosi amare con modestia e semplicità in tutto il mondo, che ha cantato nei più importanti teatri internazionali mantenendo costante il contatto con la sua terra, la sua gente, le sue origini e la sua storia, venerdì 23

dicembre batteva forte per il desiderio di realizzare i sogni di chi non può permettersi di sognare.

Il cuore del cantante partenopeo più amato in tutto il mondo batte per la musica e vive di sostegno ai meno abbienti

Nino D’Angelo rivolge a tutti gli affezionati amici/lettori, al Direttore del Domenicale di Casoria ed a tutta la redazione i più sinceri Auguri di Buon Natale e Felice Anno Nuovo, nella speranza che il prossimo anno sia migliore per tutti gli Italiani e che ci sia più tolleranza, più fratellanza e più amore per tutti. Un pensiero particolare è rivolto a tutte persone che ora stanno soffrendo, a chi a perso un proprio caro, ai disoccupati , a chi impiega il proprio tempo libero per aiutare gli altri. Buon NATALE ai casoriani tutti, a chi sta vicino e chi sta distante. BUON ANNO, che sia per tutti di gioia, benessere e senza affanno.

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Domenica - 25 dicembre 2011 A u g u r i d i B u o n N a t a l e 2 0 1 1

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“di GENO”

Nel variegato mondo dell’editoria locale, vi sono alcuni giornali che hanno lo

specifico compito di magnificare l’operato (?) dell’amministrazione. Essi si comportano come dei veri e propri strumenti di regime. I titoli sono inequivocabili: “Ho fatto questo”, “Ho risolto quest’altro”, “Siamo i primi” etc etc… è del tutto evidente che la gente comune la pensa diversamente, basta farsi un giro per la città e ne sentirete delle belle! Punta di diamante di que-sto modo di intendere l’informazione è senz’altro il settimanale l’Altrolato. Giornale dei proclami e delle persone “perbene”, che ha nell’Assessore Mar-ro la sua espressione più alta. La stes-sa che infischiandosene delle regole più elementari del saper fare politica, dimentica quasi sempre di essere un amministratore di questa Città e “sve-ste” i panni di Assessore per indossa-re quelli di portavoce del ras Casillo. Orbene, nel numero della settimana scorsa se ne son viste delle belle: in prima pagina un doppio annuncio. Il primo all’in-dirizzo degli alleati di maggioranza, un messaggio nemmeno troppo criptato al PD che dimenticava il condizionale e usava un esplicito “DOVRANNO”, riferendosi ad un incontro per risolvere ormai la penosa que-stione della crisi del governo cittadino. Una minaccia agli alleati, mostrando i muscoli, e, minacciando di andare a casa nell’ipotesi di una reiterata disobbedienza al Capintesta. In verità i muscoli del Capo in questo mo-

mento (nonostante la sua conosciuta attività sportiva) appaiono un po’ flaccidi, essendo lo stesso stressato da una situazione di disagio nello svolgere il ruolo attuale. Ma si sa, l’ex Senatore tra mille difficoltà tira a campare insieme a Carfora, nell’attesa di elezioni po-litiche anticipate, che costituirebbero un’altra

rivincita (l’ennesima) che però potrebbe tra-mutarsi anche nella terza sconfitta personale in pochi anni, ma tant’è!Ma il colmo viene raggiunto sulla questione del concorso dei Vigili Urbani, qui siamo nel grottesco. Ebbene, “l’editto” recita testual-mente “ Trasparenza assoluta di tutte le pro-ve, garantisce l’Amministrazione comunale. E’ l’effetto Carfora per ristabilire credibilità alla politica e fiducia nei cittadini. I casoria-ni lo meritano” Alcune riflessioni a questo punto sono obbligatorie: Forse la giornalista/

assessore vuole sottolineare che negli anni passati, nelle varie amministrazioni di cen-trosinistra a guida Casillo, che si sono succe-dute nel tempo, non vi è stata trasparenza nei concorsi? E’ una domanda che nasce sponta-nea, altrimenti a cosa servirebbe questo pro-clama di trasparenza?

Invece, i cittadini che non si bevono le panzane della Marro, con la men-te vanno ad identificare tutti i parenti diretti e i fedelissimi del Casillo che lavorano presso l’ASL Na 2 o nell’En-te Comune o in tante Aziende priva-te della Città. Essi conoscono bene questi privilegiati che intanto, grazie alle intercessioni dell’epoca, sono tut-ti belli e sistemati. Forse s’intendeva scoraggiare coloro che, conoscendo questi precedenti, sono orientati a chiedere aiuto e considerato l’alto nu-mero di partecipanti, c’è da credere che sia andata proprio cosi. Volendo concludere, riteniamo che l’intelligen-

za di noi tutti non possa essere mortificata da chi evidentemente non si rende nemme-no conto di quello che dice e che scrive. Non possiamo pensare che chi scrive queste cose non conosca il passato di questa città e le pra-tiche politiche che l’hanno contraddistinto…per tanti anni, le pratiche della clientela e del-la raccomandazione hanno fatto la fortuna di pochi eletti. Non crediamo affatto alla “re-denzione” di chi in questi anni ha mortificato i tanti giovani capaci, a vantaggio di parenti ed amici…un po’ di pudore non guasterebbe!

Senza alcun pudore!

Sono tutti per noi?

Si approfittiamone adesso ... sono tutti per noi... ah ah ah

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Domenica - 25 dicembre 2011A u g u r i d i B u o n N a t a l e 2 0 1 1

f g i o i e l l io r e v e r

G I O I E L L E R I A e O R O L O G E R I AVia P. di Piemonte, 1/3 Casoria (NA)

phone: 0817576472

Sonia Tabacco [email protected]

Che senso può avere, nel mondo della globalizzazione e delle informazioni ac-

celerate, delle abitudini stereotipate, la pre-senza di un quotidiano locale e quali sono i fattori che consentono a un giornale locale di radicarsi in un territorio?

Il giornalismo locale è il giornalismo di chi vuole partecipare, nel suo piccolo, docu-mentando ciò che accade, raccontando fatti e avvenimenti che altri non raccontano; è un giornalismo partecipativo che poggia il suo “modus operandi “ su motivazioni storiche, sociali, antropologico - culturali relative ad un territorio di cui vuole riportare l’evoluzio-ne e la crescita. Il suo elemento distintivo si riscontra nel concetto e nella puntualità di saper essere voce della comunità che rappre-senta, saperne interpretare i bisogni, le paure e le preoccupazioni, ma anche le memorie; sapersi porre pone come punto di osserva-zione della città. Proprio la sua veste locale è il suo punto di forza messo a disposizione dei cittadini. L'informazione è il nutrimento delle coscienze e delle intelligenze. E in un momento in cui dominano le grandi concen-trazioni, da quelle industriali a quelle edito-riali, le "piccole voci locali" rappresentano un necessario spazio di libertà e di democrazia.

Come potrà l’editoria cartacea reagire alle sfide imposte da un futuro caratterizzato dall’incessante rinnovamento tecnologico dei mezzi di comunicazione di massa (inter-net) ?

L’editoria italiana si trova davanti ad un bivio da qualche anno. Continuare a puntare solo sulla propria edizione cartacea, innovandola con contenuti e servizi, oppure integrarla o

comunque assimilare, attraverso un processo di osmosi, le varie realtà on line, non con-siderandole come minacce, rimpiazzi, o sur-rogati del cartaceo, ma come possibilità di un ampliamento dell'offerta informativa ai propri lettori. Pensiamo alla grande impor-tanza della tempestività della divulgazione, alla possibilità anche di accertarne la veridi-cità in tempo reale, all’aggiornamento con-tinuo delle news, all’ipertestualità ed ancora alla grande disponibilità di contenuti, dovuta proprio allo spazio illimitato costituito dalla rete. Tutti questi sono indubbiamente degli impareggiabili strumenti per muoversi nel vasto mondo dell'informazione, sia per l'edi-tore che per l'utente, ma bisogna conoscerne anche i limiti. Il web e i vari supporti multi-mediali appagano le necessità d’informazio-ne connettendoti in tempo reale per cono-scere i fatti, spesso però un bombardamento d’informazioni non è per forza sinonimo di qualità, dunque la funzione del cartaceo do-vrà essere di dare strumenti di comprensione e di approfondimento senza i quali non può sussistere qualità. Non credo debba essere visto tutto questo come un conflitto offline - online.

Ci sono novità o cambiamenti in essere per ciò che concerne l’ottenimento del titolo di giornalista pubblicista e in genere per tutti coloro che vogliono intraprendere la profes-sione di giornalista?

L’O.d.G. Campania (Ordine dei giornalisti della Campania) attende le determinazioni del Governo Nazionale, che saranno emana-te entro il 13 agosto 2012. Tendenzialmen-te non ci saranno modifiche determinanti, l’Ordine persegue la finalità di tutelare i suoi

iscritti ed ovviamente confermare gli obiet-tivi raggiunti e conseguirne altri di maggior rilevanza nell’ottica di un processo di rinno-vamento che è naturale, ma cauto, in un mo-mento così delicato.

Cosa pensa delle tante realtà precarie delle società editoriali ?

La precarietà dei giornalisti è strettamente legata ai costi esosi che gli editori devono affrontare per la stampa dei giornali. E’ una situazione che interessa tutta l’Italia soprat-tutto i territori dove sono maggiormente ca-renti le concentrazioni editoriali più impor-tanti, che condizionano i costi. In Italia c’è una forte concentrazione oligopolistica, non solo nella fase di produzione, ma soprattutto negli anelli a valle della distribuzione e com-mercializzazione. I grandi gruppi editoriali controllano, infatti, sia le più importanti case editrici che i distributori. Questo va a svan-taggio anche delle piccole realtà che stentano a supportare i costi e quindi non determina-no contratti vantaggiosi per i redattori in un momento che più di altri presenta fattori di criticità evidenti.

Il Vice presidente dell’O.d.G. della Campania dott. Mimmo Falco, che ringraziamo per la sua disponibilità e cordialità nel concederci l’intervista, nel congedarsi ha rivolto, attra-verso la sottoscritta, un affettuoso augurio di Buone Feste a tutta la redazione de “Il Dome-nicale di Casoria” congratulandosi per il lavo-ro svolto e auspicando un impegno sempre più proficuo per questa nuova realtà dell’informa-zione locale.

I n te rv i s ta a M immo Fa lco

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Domenica - 25 dicembre 2011A u g u r i d i B u o n N a t a l e 2 0 1 1

Pellegrino Mazzone [email protected]

Uno dei pochi atti che il Commissario Prefettizio, prima di andare via, ha pro-

dotto, è stato quello di approvare il nuovo Re-golamento Comunale dei Controlli Interni.Secondo il regolamento Comunale, compa-tibile con la normativa di riferimento, si sta-bilisce che gli organi dei controlli interni del nostro comune sono: l’O.I.V (Organo Indi-pendente della Valutazione) che, sostituendo il vecchio Nucleo di valutazione, svolge un ruolo fondamentale nel processo di misura-zione e valutazione delle performances dei dirigenti; l’O.R.A. (Organo della regolarità amministrativa) che si occupa della regola-rità amministrativa delle determine dirigen-ziali ; ed il Controllo di gestione la cui prero-gativa principale è quella di verificare lo stato di attuazione degli obiettivi programmati.Nello scorso mese di luglio l’amministra-zione Carfora emana gli avvisi pubblici per la nomina dei componenti degli organi dei controlli interni, ma a tutt’oggi non ha prov-

veduto a tali nomine .La conseguenza di questa “vacatio” è sotto gli occhi di tutti, soprattutto dei cittadini e contribuenti casoriani, infatti, gli atti prodot-ti dai Dirigenti del Comune non HANNO CONTROLLO.La gestione amministrativa dell’Ente compe-te ai Dirigenti, i quali sono nominati dal Sin-daco dopo l’emanazione di un bando pubbli-co. Tutti, a Casoria, conoscono la Storia dei Dirigenti nominati da Carfora, al riguardo si aspettano le decisioni del TAR e della Corte dei Conti, ma nel frattempo si gestisce il co-mune come una cosa privata! I Dirigenti attraverso le determine traduco-no in atti di gestione gli indirizzi politici della Giunta e del Consiglio. Da circa sei mesi la gestione amministrativa-finanziaria dell’ente non è controllata da nessuno, in questo mo-mento vige al Comune di Casoria un’anar-chia da controllo! Solo una parte dei Con-siglieri Comunali di opposizione ha cercato

di controllare e far emergere atti totalmente nulli, sia nel merito sia nella legittimità, pre-sentando una miriade d’interrogazioni e ri-chieste di annullamento di atti in autotutela, che non hanno prodotto il più delle volte il risultato sperato. Ci si aspettava dall’Amministrazione Car-fora, se lo aspettavano i cittadini di Casoria sia quelli che lo hanno votato sia quelli che non lo hanno fatto, una gestione della cosa pubblica nel segno della trasparenza e della legalità, invece siamo nella situazione in cui tutti gli atti prodotti non possono essere con-trollati se non attraverso il ricorso all’autorità giudiziaria.Ci auguriamo, per il bene della città, che l’amministrazione risolva al più presto i pro-blemi interni di MAGGIORANZA, e che su-bito dopo le vacanze natalizie, il Sindaco no-mini i componenti degli organi dei Controlli Interni.

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A SEI MESI DALL'INSEDIAMENTO DEL SINDACO E A CINQUE MESI DALLA PUBBLICAZIONE DEGLI AVVISI PUBBLICI, ANCORA NON VENGONO COSTITUITI GLI ORGANI DEI CONTROLLI INTERNI

GLI ATTI DEL COMUNE DI CASORIA SENZA CONTROLLI

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Domenica - 25 dicembre 2011 A u g u r i d i B u o n N a t a l e 2 0 1 1

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S E R V I Z I O N O T T U R N O P E R M A N E N T E E A P E R T O T U T T I I F E S T I V I I N F R A S E T T I M A N A L I

Dopo aver raccolto duemila firme per la petizione “MO BAST”, contro gli aumenti indiscriminati della R.C. auto nella nostra regione, la

Federconsuatori Casoria ha chiesto di incontrare l’Amministrazione comunale per discutere di alcuni problemi. Sono stato contattato per un incontro telefonicamente dalla segreteria del Sindaco e mercoledì 14 dicembre alle ore 16,30 presso la Sede comunale ho incontrato il Sindaco Enzo Carfora e il Vicesindaco Sergio D’Anna. Ai due rappresentanti dell’Amministrazione cittadina ho consegnato un documento che riporto nella parte propositiva. Proposte Federconsumatori Casoria1. SOCIETA’ OTTOGAS•Eliminazione del calcolo anticipato dell’eccedenza da parte della società concessionaria OTTOGAS, praticato semestralmente e non alla fine dell’anno come la parola stessa esplicita in modo egregio. Inoltre, si precisa che se alla fine dell’anno l’utente non rientra nell’eccedenza annuale, non gli è risarcita la somma anticipata;•Riparazione di una perdita d’acqua prima del punto di consegna (contatore) non più a carico dei cittadini, ma della società OTTOGAS.2.SOCIETA’ EQUITALIA•Nel luglio 2006 la società Equitalia stipulava un contratto con il Comune di Casoria per la riscossione del credito;•Tra le clausole contrattuali con la società Equitalia era fondamentale l’apertura di uno sportello per utenza nella nostra città;•Lo sportello, aperto alla Via Cavour, procurava non pochi disagi, viste le fila che dalle prime luci dell’alba si vedevano all’esterno della sede. Una sede, non dimentichiamo non idonea perché posta in una zona senza parcheggi, con un numero di sportelli non certo sufficiente per la platea di comuni da soddisfare;•Ultimo e non certo minore dei problemi ai danni dei cittadini, la notifica della Tarsu attraverso la società Equitalia e non l’Ufficio tributi del Comune di Casoria. Questo procedimento pesa nelle tasche dei nostri cittadini la quota di notifica di cinque euro e davvero non si capisce il perché di tale scelta da parte dell’Ente.•In seguito alle cose enunciate, la Federconsumatori chiede l’immediato ripristino dello sportello di utenza, da qualche tempo chiuso di Via Cavour, o in alternativa l’individuazione di un punto più comodo per i cittadini e un numero di sportelli sufficiente a soddisfare la platea di comuni interessati. Se dovesse altresì continuare lo stato di disagio causato dalla società Equitalia, l’associazione che rappresento chiede agli organismi preposti del Comune di Casoria che si attivino le procedure, nei confronti della Società Equitalia, di rescissione contrattuale. 1.CONTRIBUTI AD ASSOCIAZIONI•Da anni si chiede trasparenza per i contributi che il Comune di Casoria,

attraverso "determina dirigenziali" o atti d’indirizzo dell’Amministrazione, elargisce nei confronti di associazioni, enti e quant’altro. Ispirandoci a sani principi di trasparenza, quest’associazione chiede:•L’istituzione di un serio Albo delle associazioni, legalmente riconosciute e registrate alle agenzie delle entrate e che operino principalmente da ente ONLUS e non a scopo di lucro;•Trasparenza dei contributi concessi attraverso la pubblicazione all’Albo;•Discussione sul Bilancio partecipato tenendo conto che lo stesso non si trasformi nella solita sterile passerella nella sala consiliare, ma attraverso la distribuzione di capitoli di bilancio, preventivamente indirizzato alle associazioni “legalmente riconosciute” a livello territoriale.2.SCELTE STRATEGICHE DI NATURA AMBIENTALE•L’individuazione di eventuali siti per il deposito, la trasformazione, il trattamento e il riutilizzo dei Rifiuti solidi urbani, sono scelte strategiche per il territorio sul piano ambientale e sui costi per i cittadini, tali da imporre un approfondimento e il coinvolgimento di associazioni, almeno nella fase d’indirizzo.3.BILANCIO PARTECIPATO•Dopo l’istituzione di nuove regole di partecipazione popolari alla vita dell’Ente, abbiamo costatato in città, che le regole non sono state sempre rispettate e la politica ha ritenuto, come prima dichiarato, coinvolgere le associazioni, ma anche il semplice cittadino solo livello formale, senza mai immaginare che l’Istituto del Bilancio partecipato, rappresenta la più grande forma di democrazia che il legislatore ha immaginato di creare e lo Statuto comunale cita espressamente all’art. 13 commi 1, 2, 3 e 4. Queste prime proposte, sono solo l’inizio di una serie di azioni che la Federconsumatori Casoria Le proporrà, sperando di suscitare quell’interesse, doveroso per entrambe le parti, sempre a tutela dei cittadini. Chiaramente alle cose discusse di persone nella riunione del 14 dicembre faranno seguito iniziative improntate alla soluzione dei problemi indicati, le attese e le farraginose peripezie amministrative, non saranno tollerate insieme ai rinvii per endemiche crisi amministrative e politiche delle quali non tolleriamo più l’indecifrabile natura. Ritorna in mente lo slogan “Il vento sta cambiando”, una frase che nella nostra città ha determinato a maggio di quest'anno la vittoria elettorale ma non il salto di qualità della politica. S’intravedono momenti difficili, la gente stringe la cinghia, sopporta continui sacrifici e altre rinunce. Mentre accade tutto ciò, assistiamo invece a un’insolita e inopportuna riedizione di “Festa, farina e forca”, una cosa tanto cara a re Fedinando. Alla Politica chiediamo “SOBRIETA’", nel rispetto dei sacrifici imposti a un’intera comunità. L’epoca delle corti medievali è finita, comprese quelle dei miracoli che si “FORAGGIANO” insieme ai vassalli, valvassini e valvassori politici “Servi, nani e ballerine”, sempre pronti a strisciare da un padrone all’altro. Tutto questo non è più nella natura delle cose. Se c’è qualcuno che si ostina a non capire questo, volgendo le spalle a quel vento che un tempo ha determinato la sua vittoria elettorale, voglio solo ricordare che lo stesso vento può girare e trasformarsi in un uragano che lo spazzerà via.

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Vincenzo Russo [email protected]

“Vi voglio infastidire. Non sopporto, infatti, l’idea di dover rivolgere auguri innocui, formali, imposti dalla routine di calendario. Mi lusinga addirittura l’ipotesi che qualcuno li respinga al mittente come indesiderati. Gesù che nasce per amore vi dia la nausea di una vita egoista, assurda, senza spinte verticali e vi conceda di inventarvi una vita carica di donazione, di preghiera, di silenzio, di coraggio. Il Bambino che dorme sulla paglia vi tolga il sonno e faccia sentire il guanciale del vostro letto duro come un macigno, finché non avrete dato ospitalità a uno sfrattato, a un marocchino, a un povero di passaggio. Dio che diventa uomo vi faccia sentire dei vermi ogni volta che la vostra carriera diventa idolo della vostra vita, il sorpasso, il progetto dei vostri giorni, la schiena del prossimo, strumento delle vostre scalate. Gli angeli che annunciano la pace portino ancora guerra alla vostra sonnolenta tranquillità incapace di vedere che poco più lontano di una spanna, con l’aggravante del vostro complice silenzio, si consumano ingiustizie, si sfratta la gente, si fabbricano armi, si militarizza la terra degli umili, si condannano popoli allo sterminio della fame.I Poveri che accorrono alla grotta, mentre i potenti tramano nell’oscurità e la città dorme nell’indifferenza, vi facciano capire che, se anche voi volete vedere “una gran luce” dovete partire dagli ultimi. Buon Natale! Sul nostro vecchio

mondo che muore, nasca la speranza”.Nasca la speranza per la nostra Casoria e il Sindaco Carfora, possa sentire come propri i problemi dei suoi concittadini, e si regali soprattutto tanta coerenza. Buon Natale anche ai politici regionali e nazionali ai parlamentari della Repubblica, vi abbiamo affidato le sorti delle nostre città non per farvi diventare i nuovi arricchiti della politica

ma perché speravamo che avreste realizzato l’1% delle vostre promesse, stiamo ancora sperando di ricrederci. Auguri a tutti i politici locali che amano presenziare alle iniziative di vario genere e farsi intervistare sui giornali locali, pensano di aver fatto tanto, forse troppo, ma evidentemente si sanno circondare solo dall’alone di saccenti e superbi. Auguri a tutte quelle finte persone che in questi giorni si sentono migliori e generose, le vostre finte maschere non servono ad ingannare

chi vi conosce da tempo, i vostri comportamenti ipocriti vi lascino un vuoto interiore. Auguri ai ladroni, agli impostori, ai camorristi, che per voi sia un Natale difficile, il Bambino che dorme beato nella mangiatoia, vi tolga il sonno, per tutte quelle persone che avete umiliato, abusato, deriso, che il prossimo anno sia per voi duro e nelle vostre menti rimbombino i lamenti stridenti di chi ha sofferto. Auguri agli imprenditori, ai datori di lavoro, a quelli che comandano senza pietà, che sfruttano, ricattano, licenziano, uccidono i sogni, questo Natale deve farvi sentire sulla pelle le paure di quei lavoratori che ogni giorno sono in ansia per un lavoro precario. Buon Natale a tutti voi, soprattutto a chi lotta, soffre, si indigna, si batte per la legalità. Buon Natale agli ignoranti, a quelli che leggendo quest’articolo non hanno capito che la prima parte è l’Omelia del Vescovo Don Tonino Bello, con l’augurio che in tanti possiate approfondire la testimonianza evangelica di quest’uomo non legato al conformismo delle parole. Auguri a chi vuole una città diversa, migliore, sicura e alle associazioni e movimenti del territorio che organizzano eventi per tenere vive le tradizioni Casoriane e riportano a nuova luce il nostro passato. Buon Natale a chi sa ancora sognare, chi vive e chi è libero. Buon Natale e Buon Anno a tutti voi cittadini perbene di Casoria.

Due volte Auguri!

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E’ Natale, ma quest’anno con chi starò con mamma o papà?

Il Natale, si sa, è per eccellenza la festa della fa-miglia e dei bambini, ma per i bimbi i cui ge-

nitori sono separati, questa festività può talvolta essere causa di tristezza e di difficoltà. Benché molte volte la separazione risulta essere l’unica soluzione possibile affinché una famiglia pos-sa finalmente vivere con serenità e tranquillità, giungere a questa decisione è sempre difficile specialmente quando ci sono dei figli. Proprio per questo, anche se normalmente i figli di cop-pie separate passano alcuni giorni o periodi con il genitore non affidatario, il Natale risulta uno dei periodi che più ricordano ai bambini la pro-pria realtà “diversa” di figli con genitori separati. Del resto ciò che ci viene proposto di continuo è comunque ,nonostante l’evidenza della real-tà sociale, un’immagine mediatica di famiglia unita seduta intorno ad un tavolo imbandito di cose buone da mangiare tutti insieme intonando ritornelli natalizi. Una realtà che purtroppo mol-ti bambini vedono soltanto nella fantasia poiché vivono ben altro. Nonostante le festività natalizie dovrebbero essere nella nostra cultura un mo-mento in cui distendere gli animi, in realtà non sempre è così per tutti quei bambini che, anche durante le feste per il Natale, si ritrovano ad esse-re contesi fra la mamma e il papà, o peggio anco-ra, ad essere merce di scambio per trattative legali

tutte in nome del “benessere dei figli”. Tali situa-zioni possono trasformare il periodo natalizio in un’ennesima occasione di conflitto familiare e di sofferenza, tanto per i genitori quanto per i figli. Da numerosi studi condotti sia in Italia che in al-tri paesi, si è potuto rilevare che, non è la separa-zione coniugale o il fallimento di un matrimonio a generare disturbi di tipo psicologico nei figli, ma la conflittualità e la gravità di questa. Con la separazione spesso la coppia dimentica di essersi separata solo come “coppia” e non come “coppia genitoriale” comportando una grave sofferenza ai figli, i quali non avendo deciso di subire una separazione da uno dei due genitori, si ritrova-no a dover spesso scegliere per chi parteggiare e con chi schierarsi. Non è un caso che, la maggior parte delle volte, si verifichino disturbi psicologi-ci che, a seconda della gravità, inficiano il futuro relazionale del bambino.Tra questi disturbi, una problematica che si pre-senta frequentemente è la cosiddetta “Sindrome di Alienazione Genitoriale”, teorizzata negli anni 80. Solitamente riguarda figli di genitori in fase di separazione e di definizione dell’affidamento tra i 7 e i 15 anni. Questo disturbo si verifica quando un genitore (l’alienante) fa leva sui figli costrin-gendoli a prendere decisioni troppo dolorose per la loro età e per il loro stato emotivo, con l’obiet-

tivo di allontanare l’altro genitore (l’alienato) dal bambino. In maniera sottile il genitore alienante manipola il figlio, allo scopo di alterare e poi di-struggere la relazione del bambino con il coniuge, così da ottenere un rapporto esclusivo con i figli e da danneggiare la vita dell’ex-partner. Un geni-tore che si comporta in questo modo persegue un bisogno personale di vendetta e di punizione verso l’altro genitore, o di rapporto esclusivo con i propri figli che tiene conto solo delle proprie necessità, eclissando completamente quelle del bambino. Il Natale diventa in molti casi di separa-zione conflittuale, un ulteriore strumento utiliz-zato dagli adulti per infliggere, in maniera troppe volte inconsapevole, ferite che anch’esse a lungo termine contribuiranno a costruire conseguenze serie e drammatiche nello sviluppo emotivo del bambino.

Pina Savorra [email protected]

Ricordiamo che per trascorrere insieme un Natale al cinema, mercoledì 28 gennaio alle 16:30 presso l' Oratorio della Parrocchia San Paolo si terrà il secondo appuntamento con il Cineforum per ragazzi

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Mario Romano [email protected]

Quella che segue è la trascrizione della registrazione audio di un’intervista che mia figlia Giulia fece nel maggio 2005 alla sua bisnonna materna Stella Pettorone (1912-2009), allora novantreenne, nell’ambito di una lodevole iniziativa della scuola elementare Carducci sulla guerra a Casoria.

A me sembra una testimonianza preziosa e vivida, uno spaccato umano, storico e anche linguistico di rilievo sulla Casoria di quasi un secolo fa. La traduzione in italiano spero possa aiutare i non napoletani e quelli che il napoletano oggi lo parlano, ma purtroppo non sanno leggere la loro lingua.

In napoletanoCome ti chiami?Io come mi chiamo? Pettorone StellaQuando sei nata?Eeh? Ventiseii… ventisei dodici… millenovecento e dodici …ventisei dodici millenove-cento e dodiciDove sei nata?A Casoria (con enfasi)Via?Via Cavour centoventidueCom’era la tua casa?Bella (con enfasi ed ironia), bellissima! (ride). Ce steva ‘o sole â matina: llà spuntava, llà se ne jeve (ride)Di quante stanze era fatta questa casa?Uuuh (con ironia), mamma mia. Nun ce…nun ce…(cerca di aggiungere qualcosa di iro-nico, ma le scappa da ridere e quasi non si ferma più)Nonna, rispondi…Una sola stanza?Na bella stanzulella, cu duje liette: uno a capo, n’ato a ppere.Quindi eravate tutti nella stessa stanza?Maurino mio… na notte faceva ‘e zompole ncopp’e liette … Me pigliaje na caspita ‘e paura …Maritemo diceva: “Chillo sta sunnanno: Nun ô scetà! Pe chi sa c’essa piglià quaccosa”.

(E io): “E si va c‘a capa pe tterra?” Che lavoro faceva tuo marito?Falegname.Cosa mangiavate?Azzo, oh. Uuuh, mamma… . Pesce tutt’e juorne, (con evidente ironia; ride)Su, cosa mangiavate, Nonna?‘O scagnuozzo.Allora, per colazione?Niente…na fella ‘e pane cu ‘a pummarola ncoppa..A mezzogiorno?‘A pasta asciutta, ô miezzjuorno e â sera: pasta e fasule (ride senza freno).Come vi vestivate?Uuh, mama… c‘a veste cu ‘e ccore (ride)Veramente, come ti vestivi…con il fazzoletto in testa?Mmm, ma quale fazzuletto ncapo!…’E vveste longhe longhe…Tanno, accussì se purta-veno. I’ me facetto na bella veste…nu bellu vestito proprio chino: luongo luongo. Chissà che fine facette…Con che giocavate?Come?Con che giocavate? Quando eri piccola con che giocavi?Eh? Comme jucavemo? Cu ‘e palle pe tterra. Pazziavemo ô puzzo… ô facevamo nuje stes-se c’o ggesso pe tterra, ô facevamo da uno nsin’a diece.Le bambole non ce le avevate?Sì, sì…tenevemo ‘e bambule senza capa (ride).Come si svolgeva la vita ai tempi della guerra?Io, aggi’ ‘a dicere ‘a verità? Si i’ avesse dicere ca…Io l’aggio passata quasi bunarella.. Steve-no ‘e surdate ‘e rimpetto a mme. Chillo avisse vedé quanti ccose me purtaveno. Ma quando, precisamente?Ce steveno ‘e maltesi…Allora dopo la guerra, dopo che se ne sono andati i tedeschi?Nooo, no ‘e tedeschi. Quanno ce steveno lloro, nuje ce chiudevemo a dinto p’a paura… chille ce facevano quaccosa….Po’, se ne jetteno cu ‘e càmje, chi ô ssape che fuje. Tanno dice ca fuje… tanno steva chisto d’o Puntile ..comme se chiammava? Aspetta.. ‘O sinnaco ‘e Casoria… Paone…teneva l’amicizia c’o vescovo ‘e Napule …No, ce steva Maglione…era ‘o Segretario ‘e Stato…d’ â sera â matina ‘e tedeschi se n’avetteno i’ tutte quante. Frisc’al-l’anema d’o priatorio. Mamma mia…Io nun ascevo manco c’a capa fora ô palazzo…Po’, quanno veneva, quanno po’ passava quacche càmio ca se pigliava ’e guagliune…uh mam-ma mia…i’ me mettevo aret’ô bbarcone. Pecché i’ stev’ô primmo piano…”Guagliù fujte, sta venenno ‘o càmio!”. I’ facevo fui’ tutt’e guagliune…Int’ô palazzo mio, po’, steve nu muro ca se saglieva dinto add’e mmonache ca stanno aret’ô Pruvulino: ‘e Stimmatine. Saglieveno e se ne fujeveno a dinto llà. Dicev’io “Suore mie, ja’, sta venenno ‘o càmio, i’ me metto pau-

In italianoCome ti chiami?Io come mi chiamo? Pettorone Stella.Quando sei nata?Eh? Ventiseii…ventisei dodici…millenovecento e dodici…ventisei dodici millenovecen-to e dodici.Dove sei nata?A Casoria (con enfasi)Via?Via Cavour centoventidueCom’era la tua casa?Bella (con enfasi ed ironia), bellissima! (ride). C’era il sole, di mattina: là spuntava, là se ne andava (ride)Di quante stanze era fatta questa casa?Uuuh (con ironia), mamma mia. Non ci…non ci…( cerca di aggiungere qualcosa di ironico, ma le scappa da ridere e quasi non si ferma più).Nonna, rispondi…Una sola stanza?Una bella stanzetta, con due letti: uno a capo, l’altro a piede.Quindi eravate tutti nella stessa stanza?Maurino mio…una volta cominciò a fare dei salti sui letti…Sapeste che spavento che ne ebbi…Mio marito diceva : “Quello sta sognando: Non svegliarlo! Sai, magari potrebbe averne qualche malanno”. (Ed io): “E se sbatte con la testa a terra?Che lavoro faceva tuo marito?Falegname.Cosa mangiavate?Caspita, ah! Uuuh, mamma… Pesce tutti i giorni, (con evidente ironia; ride)Su, cosa mangiavate, Nonna?Lo “scagnozzo”Allora, per colazione?Niente…Una fetta di pane con il pomodoro sopra.A mezzogiorno?La pasta asciutta a mezzogiorno e di sera pasta e fagioli (ride senza freno).Come vi vestivate?Uuh, mamma…Con la veste con le code (ride)Veramente, come ti vestivi…con il fazzoletto in testa?Mmm, ma quale fazzoletto in testa!…Le vesti lunghe lunghe…Allora, si portavano così. Io mi feci una bella veste.. un bel vestito bello pieno: lungo lungo. Chissà che fine ha fatto…Con che giocavate?Come?Con che giocavate? Quando eri piccola con che giocavi?Eh? Come giocavamo? Con le palle a terra. Giocavamo al “pozzo”…lo disegnavamo noi stesse con il gesso in terra. A giocarlo, potevamo arrivare fino a dieci.Le bambole non ce le avevate?Sì, sì…avevamo le bambole senza testa (ride).Come si svolgeva la vita ai tempi della guerra?Io, devo dire la verità? Se dovessi dire che…Io me la sono passata quasi bene. C’erano i soldati di fronte a me. Ecco, avresti dovuto vedere quante cose mi portavano.Ma quando precisamente?C’erano i maltesi…Allora dopo la guerra, dopo che ne sono andati i tedeschi?Nooo, non i tedeschi. Quando ci stavano loro, noi ci chiudevamo dentro per la paura… quelli avrebbero potuto farci del male…Poi, se ne andarono con i camion. Chissà cosa accadde. Allora, dicono che fu…allora, c’era quello del “Pontile”…come si chiamava? Aspetta…Il sindaco di Casoria…Paone…era in amicizia con il vescovo di Napoli…No, c’era Maglione…Era il Segretario di Stato (Vaticano; n.d.r.)…Dalla sera alla mattina i te-deschi dovettero andarsene via tutti quanti. Oh, sia concesso il riposo alle anime del Pur-gatorio. Mamma mia…Io non sporgevo neanche la testa fuori dal palazzo…Poi, quando veniva, quando passava qualche camion per prendersi i ragazzi…uh, mamma mia…io mi mettevo dietro al balcone. Perché io abitavo al primo piano…”Ragazzi, scappate, sta venendo il camion!”. Io facevo scappare tutti i ragazzi…Dentro al mio palazzo, poi, c’era un muro da dove si poteva salire dentro al (convento delle) monache, che sta dietro al

Ricordi...

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ra ca s’ê piglieno”…’e povere guagliune po’ nserraveno ‘o purtone c’o maniglione areto … io me mettevo paura ‘e ascì llà ffora.

E se i tedeschi poi volevano entrare…quelli sparavano?..È, è… ‘e chello ce mettevemo paura…invece, ‘a verità, nun ô ffacevano, aggi’ ‘a dicere ‘a ve-rità…Passaveno cu ‘e càmje: s’ereno piglià e guagliune, ê capìto? S’ereno piglià e guagliune…

Hai mai visto uccidere qualcuno?No, no. No…pe grazie ‘e ddio…sulamente fora ô Pruvulino…Llà passava ‘o tram …nun saccio che caspita cumbinaje …nu guaglione …Chi ascette da into!? Io n’ascetto proprio…Maro’, aggi’ ‘a dicere a verità? Gesucrì, nun me ô ffa’ venì a mmente, brutti ccose! Menu-male che Gesù Cristo ha criato ‘o scurdamiento… ce ô scordammo…nuje si ô tenessemo a mmente…chillo, quanno passava chillu càmio ca se pigliava tutt’e guagliune pe s’ê purtà … ‘e mamme ca s’ê chiagneveno appriesso… uh mamma mia…Ma i tedeschi presero il figlio di qualche donna che conoscevi?No, no…e chillo, ‘o càmio, veneva mmiezz’â Via Nova…i’ d’a parte ‘e Santu Mauro facevo truvà pulito pulito…Manco a nu guaglione facevo ascì mmiezzo…sempe tutte add’e mmo-nache!Diceveno ‘e monache: “Quante me ne mannate!”“E chille hann’ ‘a campà!” Aggi’ ‘a dicere ‘a verità? Ce l’immo passata proprio brutta…pe ggrazie ‘e ddio…po’ quanno venetteno ‘e maltesi, stevo bunariello.C’era la fame allora?M’arricordo …Venetteno doje cumpagne d’e mmeje, ‘e quanno io stevo a faticà…mamma mia…Titina e chell’ata, comme se chiammava? M’aggio scurdato. Quanno me vedetteno sott’ô purtone, mamma mia,…

“Oj Ste’, tu staje bbona?” “E stongo bbona, e ja’, trasite. Che d’è?” “Nuje vulimmo quaccosa…. Nuje a Napule ce murimmo ‘e famme.”Io, int’e scole, …maritemo era pigliato nu bello sacco ‘e pasta: ‘e cannaruncielle. Na scatola comm’è chesta, na scatola ‘e vermicielle. E ch’era pigliato ‘e cchiù? ‘E fasule… A Napule se puzzaveno ‘e famme. Venetteno ‘a Napule a ppere. Pecché ‘e tram nun cammenaveno. Maronna mia, che ce capitaje…Menu male che Gesù Cristo ha criato ‘o scurdamiento. Ma-ronna mia. I’ n’avette a pietate, m’ê trasette a via ‘e dinto. Aggi’ ‘a dicere ‘a verità, chelle me stanno mannanno ancora ‘e benedizione. Ce dettemo nu bello, na bella cosa…na mappata ‘e fasule russe e una ‘e fasule janche…E ‘a pasta…

”Oj Ste’: campate cient’anne! Nun’at’ ‘a avé maje nu dolore ‘e capa” E i’, ringranzi’a Dio c’a faccia pe terra, nsino a ogge… Ma chella, ‘e benedizione ca me man-naje! Ca io c’era dato tutta chella rrobba.. Maritemo po’, cu chelli belli mmanelle ca teneva, me dicette pure ‘e pparole: “Ma quanna rrobba ll’ê dato? E nuje rimanimmo senza niente?” E comme infatti accussì rimanettemo. Dicette: “Doppo tutto chello c’aggio fatto, ô bbuò fa’ rimmanè pe mme?” Mamma mia, menu male che Gesucristo ce l’ha fatto scurdà…

Racconta di quando sono venuti gli americani e ti hanno liberata dai tedeschi.No, no chilli nun ce sfuttetteno proprio. Se mettetteno ncopp’e càmje e se ne jetteno, senza che succedette niente, però. Chillo, nuje… ô ppensavamo nuje…Chillo, vide, mo’ che se ne vanno ‘a ccà, mo se metteno a sparà. I’ tenevo ‘o bbarcone ‘e rimpett’ê scole. Uh mama mia. N’ascevo manco c’a capella a fora.. Vulevo ascì pe sarvà ‘e guagliune. P’annasconnere ‘e gua-glione ca chille, ‘e tedeschi, s’ê mettevano int’ê càmje e s’ê purtaveno. Aggi’ ‘a dicere ‘a verità? Menu male che Gesùcristo ce l’ha fatto scurdà. Gesù Cristo ci ha sarvato.

“Provolino”: (le monache) Stimmatine. Salivano e se ne scappavano là dentro. Io dicevo: “Suore mie, su, andiamo, sta per arrivare il camion, io temo che possano prenderseli”…i poveri ragazzi sbarravano il portone con il maniglione di dietro…Io avevo paura di uscire fuori.E se i tedeschi poi volevano entrare…quelli sparavano?..Sì, sì…di quello avevamo paura…invece, in verità, non lo facevano, se proprio devo dire il vero…Passavano con i camion: dovevano prendersi i ragazzi, hai capito? Dovevano prendersi i ragazzi…Hai mai visto uccidere qualcuno?No, no. No…grazie a Dio…Solamente dalle parti del “Provolino”…Là passava il tram…Non so proprio che diavolo combinò, ma un ragazzo…E chi uscì fuori!? Io non uscii affatto…Madonna, devo dire la verità? Gesù Cristo, non farmelo tornare in mente, che brutte cose! Meno male che Gesù Cristo ha creato l’oblio…ce lo dimentichiamo…Noi, se ne avessimo ancora la memoria…Allora, quando passava quel camion che si prendeva tutti i ragazzi per portarseli via…Le mamme che gli andavano dietro piangendoseli…Uh mamma mia…Ma i tedeschi presero il figlio di qualche donna che conoscevi?No, no…e quello, il camion, andava per la Via Nuova …Io dalle parti di San Mauro facevo trovare tutto sgombro. Neanche un ragazzo facevo uscire in mezzo alla strada…Sempre tutti dalle monache! E le monache dicevano: “Ma quanti me ne mandate!” ”Questi devono sopravvivere!”Devo dire la verità? Ce la siamo vista proprio brutta. Per grazia di Dio, poi, quando vennero i maltesi, stavo piuttosto bene.C’era la fame allora?Mi ricordo…Vennero due amiche mie, di quando io lavoravo…mamma mia…Titina e quell’altra, come si chiamava? L’ho dimenticato. Quando mi videro sotto il portone, mamma mia,…”Oh Stella, tu stai bene?” “Sì, sto bene, e su entrate. Che c’è?” “Noi vogliamo qualcosa… Noi a Napoli moriamo di fame.”Io, dentro le scuole,… mio marito aveva preso un bel sacco di pasta: i “cannaruncielli”. Una scatola come questa, una scatola di “vermicelli”. E cos’altro aveva preso? Ecco, i fagioli…A Napoli si moriva dalla fame. Erano venute da Napoli a piedi. Perché i tram non erano in funzione. Madonna mia, che ci capitò… Meno male che Gesù Cristo ha creato l’oblio. Madonna mia. Io n’ebbi pietà e le feci entrare dentro casa. Se devo dire la verità, penso che quelle due mi stiano ancora mandando le loro benedizioni. Gli demmo un bel…una bella cosa…un fagotto di fagioli rossi e uno di fagioli bianchi…E la pasta…“Oh Stella: dovete vivere cent’anni! E non vi deve mai venire un mal di testa”E io, rendendo grazie a Dio bocconi, fino ad oggi…Sapeste le benedizioni che mi man-dò per tutta quella roba che le avevo dato! Mio marito, poi, con quelle belle mani d’oro che si ritrovava, mi rimproverò pure: “Ma quanta roba le hai dato? E noi restiamo senza niente?”. E accadde proprio che noi restammo senza niente.Disse: “Dopo tutto quello che ho fatto (per meritarmelo), ne vuoi lasciare un po’ anche per me?”Mamma mia, meno male che Gesù Cristo ce l’ha fatto scordare…Racconta di quando sono venuti gli americani e ti hanno liberata dai tedeschi.No, no quelli non si presero proprio cura di noi. Si piazzarono sui camion e se ne an-darono, senza che accadesse nulla, però. Andò che noi…Che fossimo noi a pensarlo…Pensavamo: “Ecco che quando se ne vanno via da qui, si mettono a sparare!”. Io avevo il balcone di fronte alle scuole. Uh mamma mia. Non sporgevo nemmeno un pochino la testa. Avrei voluto uscire per salvare i ragazzi. Per nascondere i ragazzi che quelli, i tedeschi, caricavano sui camion e se li portavano. La verità è che Gesù Cristo ce l’ha fatto dimenticare. Gesù Cristo ci ha salvati.

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A spasso ne l ca l c io

Valerio [email protected]

The Boxing Day

Il Boxing Day non è il giorno della boxe, come si può pensare da una traduzione “maccheronica”, ma una festività dei paesi del

Commonwealth delle Nazioni, con una popolazione prevalentemen-te cristiana. Si festeggia il 26 dicembre, il giorno dopo Natale ed ha un significato particolare: la tradizione anglosassone vuole che nel Boxing Day vengano offerti doni alle persone meno fortunate della società e che i datori di lavoro diano regali ai propri lavoratori. Ci sono varie storie circa l’origine del Boxing Day ma nel tempo ha perso il suo significato princi-pale, basato sulla solidarietà verso gli altri, in un giorno speciale. Infatti, da un po’ di tempo gli in-glesi, soprattutto, aspettano con trepidazione tale festività per due motivi principalmente: l’inizio dei saldi e il football. La ricorrenza del Boxing Day è occasione per la disputa d’importanti manifesta-zioni sportive con grande afflusso di appassionati, facilitato dal giorno festivo. La Premier League, infatti, disputa sempre un'intera giornata di cam-pionato, prescindendo dal giorno della settimana in cui tale ricorrenza cade. Non oso immaginare l’incredibile afflusso che in quel giorno gli stadi inglesi possano vantare, famiglie intere che anziché sedersi a tavola per festeggiare, si ritrovano allo Stadio per sostenere la propria squadra.E pensare che la nostra serie A si ferma per ben due settimane lasciando a digiuno tutti gli appassio-nati. Ma per chi è malato di calcio per fortuna nel periodo di Natale c’è la Premier League e lo spettacolo che riesce a dare (e soprattutto

a vendere!!) con i suoi stadi moderni e partite divertenti, in cui le squadre si affrontano a viso aperto senza timore dell’avversario, con tante azioni, emozioni e goal. Il Boxing Day sarà visibile sui canali Sky e vedrà affrontarsi: Chelsea - Fulham, Arsenal - Wolverhampton,

Bolton- Newcastle, Liverpool - Blackburn, Man Utd - Wigan, Norwich - Tottenham, Stoke - Aston Villa, Sunderland - Everton, Swansea – QPR, West Bromwich - Man City. Tutte le big giocheranno quindi in casa, l’unica ad andare in trasferta sarà la capolista, ovvero il Manchester City, reduce da una vittoria all’italiana (1-0) sull’Arsenal di Wenger; i Citizens dovranno vincere per non vedere sempre più vicina l’ombra dei cugini del Manchester United momentaneamente lontani di due punti . Anche il Chelsea, prossimo avversario del Napoli in Cham-pions League, è costretto a conquistare i tre punti, a causa di un avvio deludente e non all’altezza delle aspettative, che momentaneamente lo posiziona a ben 9 punti di distanza dalla prima. Villas Boas oltre ad avere il fiato sul collo del presidente Abramovich,

da Gennaio dovrà combattere anche con un altro incubo: il mercato e le distrazioni che potrebbe comportare in una squadra con tanti gio-catori in scadenza di contratto a giugno 2012, su tutti Drogba. Insom-ma sarà un ricco Boxing Day da gustare tra un brodino ed una calda minestra “maritata”, in modo da creare un eccezionale meltin pot per l’occasione. Lascio a voi la scelta del match senza condizionarvi e vi auguro un felice Natale ed un verde Boxing Day!

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Non so quante volte, nella vita dell’uomo me-dio, possa capitare di trovarsi tra le mani

un libro, opera prima di una persona amica. Se la memoria non m’inganna, nel mio caso una situazione del genere ricorre, per la prima volta, con “Noi crediamo – Viaggio nella meglio gio-ventù d’Italia”, scritto da Giorgia Meloni, per i tipi di Sperling & Kupfer, e nelle librerie da qualche settimana. E quando, poi, di quest’autore, al quale ti lega un rapporto di amicizia, puoi senza tema di smentite affermare che è anche una persona speciale, come Giorgia, allora nasce immediato il desiderio di parlare del suo libro. Senza la pretesa di recensirlo, né mirando al fine recondito di pro-muovere un prodotto editoriale. Semplicemente, ho voluto cogliere l’ennesima occasione per rac-contare Giorgia, e la sua visione del mondo. Che poi è anche la mia. Coloro i quali la conoscono, e l’hanno sentita parlare in occasioni pubbliche, sanno cosa aspettarsi, dalle pagine del libro, del-la cui copertina il progetto grafico è stato curato dalla stessa Giorgia. Sembra sentirla parlare. Nel suo stile appassionato, ma mai retorico, a partire dalla sua esperienza di militante e leader della de-stra giovanile, Giorgia racconta la storia di dodici giovani italiani, noti al grande pubblico e ragazzi comuni, campioni dello sport come la Pellegrini, Pino Maddaloni e Mirco Bergamasco, oppure giovani imprenditori, come i fondatori di Grom, una fortunata catena di gelaterie di eccellenza. Giovani che hanno vinto le proprie sfide, piccole o grandi che fossero, senza mai abdicare ai valori, che Giorgia condivide, e noi con lei. Giovani le cui

vite “servono anche ad altri”, come ama ripetere l’autrice. Sembra sentirla parlare mentre, a partire dal racconto di una vita, si spinge a toccare i temi più difficili. Le fragilità di Federica Pellegrini, per esempio, le offrono il destro per una riflessione sulle distorsioni della cultura dell’immagine, e dell’importanza di accettarsi, e di accettare i pro-pri limiti. Dalla storia di Carmelinda, per dirne un’altra, giovane siciliana che ha scelto di portare a termine una gravidanza da ragazza madre, con-tro il parere di quanti le sarebbero dovuti essere vicini, parte la riflessione su temi delicati, quale quello della difesa della sacralità della vita. Rifles-sione che arriva fino alla definizione netta, senza mezzi termini, della posizione di Giorgia sul tema dell’aborto, con una presa di posizione non sem-plice, in una temperie culturale ancora dominata da uno strisciante vetero-femminismo deteriore. Giorgia guarda a queste storie con gli occhi di quanti, come me, hanno consacrato la loro gio-vinezza alla militanza a destra. E il richiamo alle misure adottate dalla Giorgia Meloni, Ministro della Gioventù, non stona, non svilisce il raccon-to, derubricandolo a mero pretesto per un’auto-celebrazione. C’è piuttosto la volontà di verificare quanta coerenza c’è stata tra la visione del mondo, abbracciata da adolescente, e la sua realizzazio-ne pratica, sfida nella quale Giorgia ha avuto la bravura di misurarsi a soli 31 anni, il più giovane Ministro della storia repubblicana. Non disturba nemmeno l’accenno, fatto con grande umanità, ad aspetti abbastanza delicati della propria vita personale. Non ci si aspetta quasi mai che un

p e r s o n a g g i o politico apra a tal punto il suo cuore. Grade-vole, ed in linea col personaggio, anche la scelta di riportare del-le citazioni, in esergo, in aper-tura di capitolo. Non uno sfoggio di erudizione libresca. Tutt’altro: Giorgia cita con la stessa disinvoltura passi di Agostino da Ippona, brani di film, e finanche versi di sigle di cartoni animati. Le servono soltanto per tracciare delle coordinate. Ma il filo invisibile che lega e dà ner-bo a tutta l’opera, è l’amore della Patria, l’attenzio-ne alla storia della sua nascita, che trasuda a ogni pagina. Giorgia addita a se stessa, oltre che a noi, l’esempio dei giovani eroi che fecero l’Italia, gio-candosi la vita stessa, e non limitandosi al chiac-chiericcio ozioso, al lamento sterile, che purtrop-po spesso caratterizza l’agire dei nostri coetanei. Leggi il libro, e sembra di sentirla parlare. Leggi il libro, e ti rendi conto di quanto siano anche tuoi, quegli occhi che guardano alle storie che racconta Giorgia; e che forse è inutile, per te leggere. E nel contempo, ti rendi conto di quanto sia importante che lo leggano gli altri, quelli che spesso faticano a comprendere te, il tuo modo di vivere e la tua visione del mondo. Giorgia è la migliore dei no-stri…Giorgia riuscirà a spiegare chi siamo….

IN VIAGGIO CON GIORGIA, NELLA “MEGLIO GIOVENTU’” D’ITALIA…

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Domenica - 25 dicembre 2011A u g u r i d i B u o n N a t a l e 2 0 1 1

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Forse ricorderete. I calciatori ad agosto scioperano, viene rinviata la

prima giornata, che si sarebbe dovuta disputare a fine agosto. A distanza di 4 mesi, dobbiamo ringraziarli! Possiamo mangiare gli struffoli e la pastiera (e non il panettone) con un sorriso sulle labbra! Immaginate che tristezza: gli struffoli con il ricordo dell´ultima partita dell´anno, persa con la Roma! La "fella" di pastiera gustata rammentando il gol annullato, chissà perché poi, a Cavani, avrebbe avuto un sapore amaro! Meglio deliziar il palato, avendo negli occhi il 6-1 contro i "fratelli" Genoani. Credenti e non assaporeranno le nostre tradizioni natalizie, potendo riveder i gustosi assist del macedone, il cucchiaio del Matador, la classe cristallina dello slovacco. Certo qualche struffolo potrà andar per vie traverse, se d´incanto vengono in mente i punti persi, per qualche leggerezza di troppo. Ma basta materializzare dinnanzi ai propri occhi le immagini europee, e lo struffolo riprenderà la "retta via"! In fondo questo è il nostro Napoli. Prendere o lasciare. Prendere, e per tutta

la vita! Se avessi scritto domenica, avrei imbrattato il foglio di parole depressive. Ma per fortuna scrivo stasera, e le parole depressive non trovano spazio. Ed è normale che sia così! Poco professionale? Chi se ne frega! Poi, volendo anche i giornalisti, quelli "veri", volenti o nolenti si lasciano influenzare dal risultato. Ci si può sforzare, allora, di andare oltre il risultato, di tornare sulle "solite" questioni. Ma è Natale, ci sono le feste, godiamoci questo meritato riposo(!). Godiamoci una squadra forte, che ha delle pecche, ma che cresce, stupisce, a volte in positivo, altre in negativo. Sono buono, lo so. Ma stasera, dopo una simile prestazione, senza neanche il Pocho in campo, non riesco a non esserlo. Stasera mi sono divertito, e, francamente dopo domenica "ci voleva". Proviamo un affondo tecnico: cosa è cambiato in tre giorni? Oltre all´avversario, forse poco, se non nulla. Diciamo la verità: dopo la sconfitta con i capitolini, c´era rabbia e prostrazione, ma anche la sincera consapevolezza, che molto era dipeso dalla dea bendata, chiaramente poco amica.

Una partita che possiamo considerare un incidente di percorso, fatta e costruita sugli episodi, come ammesso dallo stesso Luis Enrique, l´allenatore iberico della Roma. E´ pur vero, però che gli episodi possono essere neutralizzati. Stasera, ad esempio, non sono "intervenuti", semplicemente perché il divario è stato rispettato. Non so se siamo più forti dei giallorossi, (ho una mia convinzione, che non faccio pubblica, circa le forze in campo in questo campionato). Fatto sta che gli episodi sfavorevoli sono stati maggiori e più incisivi rispetto a quelli favorevoli. Chiudiamo l´anno con una certezza: siamo tra le prime sedici squadre in Europa, e in campionato, pur avendo lasciato qualche punticino, non siamo messi malissimo, seppur i sogni di gloria, a mio avviso giustificati, sono sul viale del tramonto. Auguri finali: buone feste a tutti i tifosi, senza distinzione di colori. Auguri di un felicissimo anno, ricco di gioie e soddisfazioni, sportive in primis, solo ed esclusivamente ai tifosi Partenopei! Avanti Napoli!

Quando lo sciopero fa bene alle....feste!

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“di Ilaria Puglia”

Caro Babbo Natale, quest’anno è difficile scriverti la solita lettera. C’è la crisi, corria-

mo tutti per strada indaffarati come matti a cer-care regali economici, un “pensiero” da dedica-re a qualcuno, qualcosa che ci faccia fare bella figura. In fondo torniamo un po’ a riscoprire il vero senso del Natale, quando dovresti pensare alle persone cui vuoi bene ed alla solitudine di quelle che neppure conosci. E allora eccomi qua a farti solo poche, pochissime richieste. Tu lo sai, a me piace il calcio, mi piace il Napoli. Bè, piace è un eufemismo. Diciamo che impazzisco sempre un po’ quando vedo i nostri giocare, quando leggo notizie che li riguardano, quan-do mi fanno godere come una dannata al San Paolo o altrove e che mi emoziono moltissimo pensando che tutto è sempre possibile e che la nostra è la squadra della follia. I calciatori han-no tutto, si sa, ma i tifosi no. Noi abbiamo solo il Napoli, questo, ed un sacco di sogni e di speran-ze da vivere ancora e tanti paccheri da toglier-ci dalla faccia. Perciò pensa a loro, quest’anno, mentre pensi a noi. A De Sanctis regala tante altre ore di imbattibilità, fa’ che sia sereno e che non sia più costretto ad infuriarsi con Campa-gnaro né a rilasciare sibilline dichiarazioni per richiamare all’ordine lo spogliatoio. A Grava regala altri minuti in uno stadio europeo, altre ovazioni, altri momenti di gloria, perché que-

sto Napoli è soprattutto lui. A Fideleff, porta un po’ di fiducia da parte dei tifosi, e cerca di inse-gnare loro la corretta pronuncia del suo nome. Ad Aronica dona il rispetto di tutti, perché uno che è cresciuto così in così poco tempo merita rispetto e pure il perdono, se commette degli errori. A Britos magari fallo solo tornare, così da tamponare qualche falla in difesa. A Cam-pagnaro tredici pacchi della sua grinta: voglio vedere sempre quei denti azzurri azzannare l’avversario a suon di corse a testa bassa come un toro scatenato. Al nostro capitano, magari una speranza di convocazione in Nazionale: sì, lo so che è praticamente impossibile, ma se non puntiamo all’impossibile, che campiamo a fare? A Chavez concedi la possibilità di fare un altro tunnel come quello che fece a Lucio, che ci è pia-ciuto assai. A Donadel digli che se magari tor-na dal posto in cui si è rifugiato finora ci fa un piacere, così magari abbiamo uno da vendere e finalmente possiamo comprarci il centrocampi-sta che ci serve, perché se lui non si è ambien-tato in città figuriamoci noi che non l’abbiamo mai visto giocare come ci siamo ambientati con lui. A Dossena porta corse sulla fascia, scambi di palla, recuperi in difesa e tutta la forza fisica di cui è capace e che ogni tanto smarrisce un po’. A Dzemaili insegna a fare meno falli e digli che si gioca in squadra, per cui la palla la deve

passare, che è un centrocampista, mica un at-taccante. A Fernandez magari se gli regali un altro paio di colpi di testa come quelli con cui ha punito il Bayern ci fai felici tutti, soprattutto lui. Al Mota, bé, due piedi nuovi mi sembrano eccessivi, l’importante è che gli conservi sempre il cuore grande che ha. A Marek, la possibilità di dimostrare a tutti, anche a quelli che non ci hanno mai creduto, che è lui il vero fuoriclasse e che come ha il guizzo lui, nessuno mai. Ad Inler regala altri goal da centrocampo, come quello con cui ci punì quando giocava con l’Udinese e come quello che ha segnato contro il Villareal: digli che è troppo bello vederlo segnare così, e che fa niente che gli dicono tutti che è un broc-co, e che l’abbiamo pagato troppo, che si può, e che ce la facesse, perciò. A Lucarelli spiega che un calciatore dovrebbe essere contento di gio-care, non di allenarne un altro che sta giocando già alla perfezione. A Maggio regala un po’ di riposo, perché è talmente bello vederlo correre come un pendolino quando si inserisce in area senza palla e fa quel movimento aspettando il passaggio giusto, che non si può pensare di bucare la sua fascia così. A Mascara fallo tor-nare quello dell’anno scorso, quando entrava in campo e segnava salvandoti la partita: Peppiniè, fallo per noi, ricordati che anche la panchina è cosa buona e giusta e che, se ti danno un’occa-

Caro Babbo Natale...

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Domenica - 25 dicembre 2011A u g u r i d i B u o n N a t a l e 2 0 1 1

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sione, devi coglierla. A Pandev metti un po’ di benzina nelle gambe, assottigliagli un po’ il gi-rovita, donagli un po’ di agilità e fallo tornare il grande campione che era nella Lazio; magari se gli consigli di raparsi a zero è pure meglio, che con quel ciuffo in mezzo alla fronte non si può guarda-re. A Santana digli di chiedere a Mazzarri di non schierarlo mai più centrale, perché non ci piace soffrire così. A Zuniga regala mille balletti da maca-rena che vadano a concretiz-zarsi in impossibili goal come quello contro l’Inter che ci ha portati in Champions. A La-vezzi preservacelo così come gioca quest’anno, non chiedo altro. A Cavani, bè, per Cava-ni parla con un qualsiasi Dio lassù, chiamalo con un nome qualunque, perché tutte le fedi vanno rispettate, e dona-gli la trasfigurazione, perché quando il suo sguardo diven-ta feroce e lui inizia a correre ci regala una gioia talmente pura da essere pura luce. A De Laurentiis spie-gagli che i soldi si fanno investendo soldi e che non deve dimenticare che prima che un cine-

asta è un imprenditore, ricordagli che esistono anche le buone maniere e che spesso la gente non gradisce essere preso a bestemmiate, digli

che gli siamo riconoscenti, ma che se ci fosse riconoscente pure un po’ lui regalandoci mi-gliori condizioni di accesso allo stadio potrem-

mo farlo santo subito, e per sempre. A Mazzarri spiegagli che non necessariamente un ottimo motivatore deve essere pure un gran comunica-

tore. Spiegagli la necessità, a volte, del silenzio stam-pa, dei silenzi, delle pause, l’importanza del glissare nonostante tutto. Digli che lo amiamo e che sappiamo perfettamente che senza di lui non saremmo arrivati qua, che neppure ci sareb-be questo gruppo, senza di lui, ma che se vuole essere riconosciuto davvero per quello che è, cioè uno dei migliori allenatori italiani e non, deve smettere di pian-gere davanti al microfono e iniziare a dire, almeno ogni tanto, ho sbagliato io. Ecco, se puoi esaudisci questi piccoli desideri da tifosa. Perché potrei chiederti un nuovo innesto, ma voglio vincere così come siamo. Tutti assieme, la squadra e la tifoseria dell’impossibile,

legate da un filo indissolubile, pure durante le pause di campionato. Buon Natale, Napoli. E Forza. Tutti. Sempre!

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Marzia Luciano [email protected]

Il giorno 21 Dicembre alle ore 19:00 si è tenuto, presso la basilica di San Mauro, l’evento intitola-

to “Dal percorso etico l’insegnamento”, a cura del Presidente della Pro Loco di Casoria Gianni Bian-co e di Padre Mauro Zurro. Il ruolo di moderatore

è stato svolto da Giu-seppe Storti e sono intervenuti Emanue-le Tanzilli, capore-dattore di “Libero Pensiero”, il Prof. Francesco Palladino, Presidente del 29° Distretto Scolastico,

il Sac. Antonio Paone ed Antonella Ciaramella.

Questi ultimi hanno spiegato che il progetto, che ha preso avvio l’anno scorso, ha come scopo quel-lo di esaltare e diffondere l’importanza del Beato Padre Ludovico da Casoria tra la cittadinanza, in particolare tra i giovani, partendo da una rieduca-zione all’interno delle scuole. La figura del Beato, infatti, ha un ruolo di spicco nella nostra città ed è troppo spesso sottovalutata. La grandezza di que-sto personaggio sta nella sua immensa fede che lo ha sempre spinto a compiere numerose missioni e lo ha esortato ad essere umile, caritatevole, al-truista nonché solidale verso malati, poveri, orfa-ni, anziani. La sua modernità, poi, va ricercata nel messaggio di educazione intesa come progresso umano: aiutare gli altri li rende liberi, autonomi,

indipendenti. Egli non era un uomo di cultura ma in lui v’era una forte presenza di sentimenti, emo-zioni, spontaneità che accendevano il suo entusia-smo quasi fanciullesco.Gli ideali di Padre Ludovico sono indubbiamente attuabili e sarebbe, anzi, doveroso che i giovani li considerassero come esempi da seguire: se la figu-ra umana ed i suoi bisogni realmente ricoprissero un ruolo centrale nella società e fossero adegua-tamente tutelati, ciò comporterebbe un migliora-mento nella concezione dell’amore fraterno e, di conseguenza, una maggiore attenzione ai valori che sono andati perduti nel corso del tempo.

Alla riscoperta di Padre Ludovico da Casoria

Il giorno 15 Dicembre a cura dell’associazione culturale “Insieme” si è tenuto, presso la bi-

blioteca “Mons. Mauro Piscopo” di Casoria, un incontro con Domenico De Masi, professore di Sociologia delle Professioni presso “La Sapienza” di Roma e direttore scientifico della S3 Studium. L’evento ha attirato numerosi giovani, che hanno accolto il sociologo con grande entusiasmo, allie-tandolo con un caloroso benvenuto e leggendogli presentazioni e recensioni personali dei suoi scrit-ti. De Masi ha intrattenuto un lungo ed apprez-zato dibattito sulle problematiche che affliggono il Sud, la posizione e le prospettive dei giovani in Campania, gli espedienti volti all’ottenimento di un riscatto, ahimè, ancora lontano. Il sociologo ha anche affrontato un tema a lui molto caro, quello

incentrato sulla sua elaborazione del concetto di “ozio creativo”. Egli, infatti, riprendendo l’antica concezione di “otium” latino, predicato dagli illu-stri Seneca, Cicerone e Catone, descrive il mix ide-ale che fonde lavoro, gioco ed apprendimento, che convergono in un prodotto che è esaltazione delle capacità individuali, espressione della mente e mo-tivo di indubbia formazione. Il lavoro che De Masi esalta è di tipo creativo e preferibile, a suo avviso, rispetto a quello manuale. Nonostante le numero-se difficoltà che questo tipo di attività comporta, la creatività va tutelata e salvata a tutti costi dai rischi di omologazione e standardizzazione che la globalizzazione, con il suo avvento, comporta. E’ per tale ragione che la soggettività dei singoli in-dividui deve essere assolutamente espressa e deve

prevalere su quel tipo di la-voro che schiavizza il genere umano, lo “appiattisce” e lo rende inchiodato ad orari poco flessibili, lo costringe a sviluppare determinate ca-pacità fisiche o a trascurare i propri affetti. Il problema serio è quello di educare i giovani ad un corretto uti-lizzo del tempo libero che è loro concesso, inizian-do ad abituarsi, da ora in poi, a sfruttare oppor-tunamente i propri momenti di ozio dedicandoli non ad un improduttivo svago ma ad un connubio di divertimento e produttività di servizi, informa-zioni e d idee.

A lezione di “ozio”

Foto: Gianluca Pelella

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Domenica - 25 dicembre 2011A u g u r i d i B u o n N a t a l e 2 0 1 1

Mariella Canosa

Tra le feste dell'anno, Natale è senza dubbio quel-la che coinvolge maggiormente grandi e piccoli.

Le scuole si trasformano in laboratori, i bambini partecipano alla realizzazione di ornamenti natalizi: stelle comete, candele, albero, presepe, disegni, de-corazioni da appendere alle finestre, doni e poesie da offrire a mamma e papà. Essendo il Natale la festa più ricca di messaggi autentici, che possono essere facilmente colti dai bambini, è fondamentale crea-re un clima sereno e ricco di affetto che trasmetta i valori universali dell'amore e della pace. E' bello che essi (i piccoli) si sentano parte di questo clima di at-tesa e di festa, ma altrettanto importante è aiutarli a comprendere il vero senso dell'evento, in modo semplice e autentico come si addice al loro essere bambini. Per la sua enorme potenza evocativa, per il messaggio che trasmette (a credenti e non), per la leggenda che lo accompagna, è un periodo dav-vero intenso e speciale. E’ compito degli adulti però scegliere se cedere al consumismo o stare attenti a sottolineare il valore di questa festività, il bagaglio di storia e tradizione che si porta dietro, il suo senso profondo che ha segnato popoli e generazioni. Mol-ti insegnanti, in questo periodo, si adoperano giu-stamente per mettere in scena semplici spettacoli; dico giustamente perché il “teatro” è un’esperienza molto utile.Il teatro è da sempre un fatto sociale, è cultura, nato dalla necessità dell’uomo di comunicare pensieri ed emozioni, basti pensare alle antiche maschere gre-che, ai riti e alle cerimonie attraverso cui nelle piaz-ze s’inscenavano passi di testi per educare le masse. Il teatro usa principalmente mimo, parola e scena

per esprimersi, tre veicoli di comunicazione che anche i giovanissimi riescono a comprendere e che sono capaci di usare. Offrire ai piccoli la possibilità di manifestarsi attraverso l’arte del palcoscenico, li sorreggerà nell’acquisire proprietà di linguaggio più di ogni altra cosa. Come spettatore il piccolo gode del gusto dell’ascolto, come attore può estrinsecare le proprie passioni e rivelare tante cose. Mentre il grande schermo e la televisione spesso propinano una realtà che non è la “vera”realtà, il teatro è ri-masto ancora classico ed è da consigliare in ambito educativo, in una prospettiva che privilegi l’essere in quanto tale, nelle sue caratteristiche naturali di per-sona che vuole comunicare col prossimo.Tanti percorsi alternativi per insegnare che il Natale non consiste solo nell’apertura dei regali; e incorag-giarli a scrivere le famose “letterine”, poi, è un modo per alimentare sogni e fantasia, la consapevolezza di sé, dei propri desideri. I bambini hanno bisogno di credere nello stupore, di vivere fiabescamente quan-to accade, di provare quel sentimento da noi adulti spesso cancellato: la meraviglia. Ma ha ancora senso oggi parlare di un Natale di gioia? Possiamo farlo in una società in cui la preoccupazione di chi non trova più un posto libero per le vacanze si affianca a quella di chi ha perso il posto di lavoro? Possiamo farlo in un mondo in cui c’è chi prepara cibi e bevande per un banchetto di festa e chi spera di avere qualcosa di cui sfamarsi? Possiamo farlo quando ci sono perso-ne che per libertà intendono l’imbarazzo della scelta tra infinite opportunità e altre che non sono libere nemmeno di esistere e di esprimere i loro sentimen-ti? Gli alunni, naturalmente, hanno dimostrato di

aver recepito il “senso” dell’attività frenetica, rispon-dendo che il Natale ci invita a vivere non la gioia momentanea di qualche luminaria, di un pranzo con la famiglia e gli amici, di un regalo che riesce ancora a stupire, ma la gioia di chi è consapevole che la speranza è per tutti, di chi sa che la pace è verità, giustizia, perdono, amore, libertà... Allora il Natale non sarà solo una festa di pochi che chiudo-no gli occhi sul dolore di molti, ma la “celebrazione” di un’attesa “globale”: sarà la luce di una speranza che lenisce le sofferenze e le angosce di tanti uomini e donne, sarà il pegno di una vita più umana, una vita impregnata di relazioni autentiche e di rispetto dell’altro, una vita ricca di senso, capace di esprime-re in gesti e parole la bellezza e la luce, quella luce che brillò nel buio di Betlemme e che deve brillare anche oggi in ogni luogo avvolto dalle ombre del do-lore e del non-senso. Nel porgere a tutti i lettori gli auguri di un sereno Natale e felice Anno Nuovo, ri-tengo utile il riferimento ad un testo di grande sem-plicità e umanità: “Lettera di Giovanni Paolo II ai bambini”…ed anche voi, nei giorni di Natale, visitate i presepi, fermandovi a guardare il Bambino deposto sulla paglia. Fissate sua Madre, San Giuseppe, custo-de del Redentore. Contemplando la Santa Famiglia, pensate alla vostra famiglia, quella in cui siete venu-ti al mondo. Pensate alla vostra mamma, che vi ha dato alla luce e al vostro papà. Essi si prendono cura del mantenimento della famiglia e della vostra edu-cazione. Compito dei genitori, infatti, non è soltanto quello di generare i figli, ma anche di educarli sin dalla loro nascita….

La magia del Natale

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Rosaria Ascolese [email protected]

Come tutti noi ormai sappiamo, la crisi e la povertà stanno dilaniando il nostro Paese. Il

Natale si avvicina, ma per chi? Di certo non per quelle famiglie che ha poco a poco, stanno per-dendo tutto, per quelle persone che si sono viste portare via il lavoro da un giorno all’altro, per co-loro che non possono più pagare il mutuo e sono inseguiti dalle banche, per quelle persone che ve-dono i propri figli senza un futuro, senza nem-meno la speranza di poter trovare un posto nella nostra società che li soddisfi e soprattutto che li aiuti a sopravvivere. E già “sopravvivere”, perché è di questo che si parla, oggi noi non viviamo, ma sopravviviamo. Vi ricorderete tutti quando da bambini, le maestre e i familiari vi chiedevano “ cosa vorreste fare da grandi? “ magari risponde-vate l’avvocato, il dottore, il poliziotto, il banchie-re ecc … Beh per la maggior parte di noi questi sono rimasti solo sogni, perché oggi i giovani non possono scegliere il lavoro da fare, oggi le aspi-razioni dei ragazzi vengono soffocate da una so-cietà ed una politica che invece di tutelarci, pensa solo ai propri interessi. Anche persone che hanno passato anni ed anni chini col capo sui libri non

riescono più a farsi strada. Come ha osservato il Papa nella messa di Nata-le dello scorso anno, la povertà è una condizione che va dilagandosi nonostante abbiamo più mezzi e più tecnologie, più medicine e progresso. Que-sto deve farci riflettere. Significa che non stiamo progredendo, ma che l’avidità dell’uomo e gli inte-ressi hanno occupato tutto e stanno determinan-do condizioni di disagio e sofferenza.Occorre una scossa morale, occorre selezionare la classe dirigente e portare alla guida dei Paesi solo persone con il riconoscimento della mora-lità e delle capacità. E ciò coincide con il credo e il rispetto del senso alto della vita, in qualunque cultura e religione. Occorre premiare gli uomini e le donne umili, che chinano il capo e operano per il bene del prossimo. Come esigenza sociale uni-versale. O così o il mondo non ce la fa, ha detto il Papa. Occorre acquisire una coscienza del disa-gio, che ormai non riguarda più solo i poveri, ma rende poveri un numero smisurato d’individui. Ci sono famiglie italiane, straniere e disagiati che combattono per il lavoro. Ad un terzo della socie-tà italiana manca il lavoro e la casa. Cerchiamo di

non dimenticare, proprio oggi, che anche Gesù è nato in questo disagio. Maria e San Giuseppe cer-cavano una casa, ospitalità, ma ricevettero quello che ricevono oggi miliardi di persone: Porte chiu-se.Questo il sunto del discorso del Papa durante il giorno di Natale a tutti i cristiani del mondo. Il pensiero va a tutte le persone che non hanno una casa, a tutti quei bambini che vivono per stra-da, quei bambini costretti a fare l’elemosina e che Babbo Natale non lo hanno mai conosciuto. Dico a tutti voi “ per quest’anno diventiamo noi il loro Babbo NATALE “. Regaliamo un sorriso a questi bambini, se avete giocattoli vecchi, non buttateli via, metteteli insieme e donateli a questi bambi-ni, infondo sono piccoli angeli come quelli che vivono nelle vostre case. Un bambino non può scegliere dove nascere, o a quale famiglia apparte-nere, un bambino viene al mondo e se sfortunato merita aiuto. Perchè? Probabilmente perchè quei poveri e disa-giati sono quelli più vicini a Dio e più lontani dal potere. Carità e misericordia.

E’ Natale, ma per chi?

Un albero per le vittime innocenti di camorraMercoledì 21 dicembre 2011, presso i campetti del Complesso Leroy Merlin si è svolta una mani-festazione di “Libera” che ha visto la partecipazio-ne dei vertici Regionali dell’Associazione, come sempre impegnata in prima linea contro ogni tipo di criminalità. Libera ha organizzato questo evento affinché resti sempre vivo il ricordo delle vittime innocenti della camorra. Piantare degli alberi ed apporvi il nome delle vittime innocen-ti della malavita organizzata potrebbe risvegliare le coscienze di quanti dicono “ che mi importa a me non mi fanno nulla “ oppure “ era al posto sbagliato al momento sbagliato”. La camorra è na-scosta. La referente di Libera per il comprensorio Afragola/Casoria, Maria Saccardo, è da sempre

impegnata nella lotta alla criminalità e cerca di infondere nei giovani quei valori di onestà ed in-tegrità, coinvolgendoli in tanti progetti ed attività. Per questa manifestazione ha avuto, come sempre accade, il supporto del Presidente Regionale Gep-pino Fiorenza, Antonio D’Amore coordinatore provinciale, Bruno Vallefuoco del coordinamen-to familiari vittime innocenti, Don Ciro Nazzaro Alfredo Avella della fondazione Pol.i.s e della Se-zione Legambiente di Afragola. Con questo even-to si vuole creare una memoria storica affinché le vittime vengano ricordate e non finiscano nel dimenticatoio, ma soprattutto non lasciare soli i familiari che spesso vivono delle vite vuote senza i loro cari coinvolti senza colpe in episodi di ca-morra. Nello spazio antistante il parcheggio del

centro commerciale sono stati piantati due quer-ce che quando cresceranno daranno un senso di forza, interrati in memoria del Maresciallo dei Carabinieri Gerardo D’Arminio, assassinato ad Afragola e di Rosario Flaminio assassinato a Po-migliano D’Arco. Alla manifestazione hanno par-tecipato autorità civili e militari e tanti cittadini che credono nella forza della legge, associazioni anticamorra cooperative sociali e l’associazioni-smo di protezione civile di Afragola V.E.R. Cen-tro Beta e di Casoria con le associazioni Folgore e Le Aquile, presenti con i loro giovani affinché accresca in loro il senso della legalità, un plauso all’organizzatrice Dott.ssa Saccardo per un evento non facile da organizzare ma che di sicuro resterà impresso nelle memorie delle persone oneste !!

Un Albero contro la Camorra “di Umberto Simonetti”

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n u s u r z o ‘e p i a c e r eP A RT E N O P E

C o l o r a t e e d e l e g a n t i m a c c h i n e u n a c i a l d a d i c a f f è c o m e a l b a r. . .

c h i a m a : 0 8 1 7 5 2 7 9 4 5

P a r t e n o p e C a f f è s . r . l . V i a d e l l e I n d u s t r i e , 3 5 - 8 0 1 4 7 N a p o l it e l . : 0 8 1 5 5 9 0 6 1 9 - 0 8 1 7 5 2 7 9 4 5 e - m a i l : p a r t e n o p e c a f f e @ l i b e r o . i t

w w w. c a f f e p a r t e n o p e . i t

C A F F E ’

“di Vittoria Caso”

Un’idea insolita ed originale ma, decisa-mente vincente è stata quella di celebrare

il primo anniversario della canonizzazione di Giulia Salzano con un concorso di canto corale.Cori di tutte le età e di tutte le latitudini, dalle case delle suore catechiste in Italia e all’estero, dalle scuole di ogni ordine e grado, dalle par-rocchie e dalle associazioni, hanno lavorato con grande impegno per essere all’altezza della situazione.Il 14 dicembre, infatti, c’è stata l’esibizione dei partecipanti e la premiazione nello splendido scenario del teatro “Le Maschere” di Arzano, straripante di pubblico.Tra i cori parrocchiali, si è classificato pri-mo il “Bruno Medori” di Attigliano (TN) con “GIULIA È IN DIO”, di cui è piaciuto il testo, ricco di significati e di valori oltre che la mu-sica e l’esecuzione, tecnicamente perfette. La scuola dell’infanzia del “Sacro Cuore” di Ca-soria è stata giudicata prima con “W SANTA GIULIA”, così anche la media per il canto ”LA VOCE DEL MIO CUORE”. Tra le scuole pri-marie, primi classificati ex aequo sono stati il III C.D. di Casoria con “MADRE GIULIA” e il coro delle classi prime, seconde e terze del Sa-cro Cuore con “UN DESIDERIO GRANDE”. In

verità non è stato facile per la giuria stilare una graduatoria, in quanto i canti erano tutti di ec-cellente fattura musicale e i testi precisi nel “fo-calizzare - ha evidenziato Suor Roberta, Madre Generale delle Suore Catechiste - gli elementi fondanti il carisma di S. Giulia”.Dai canti, infatti, è emersa la statura etica della religiosa e della donna; il suo operato, esem-pio non solo di fede in Dio e di amore per il prossimo, ma anche di rispetto per la dignità della persona e d’impegno per la promozione umana; l’educatrice zelante e paziente, il cui obiettivo era elevare il livello culturale del po-polo, insegnando non solo a leggere, scrivere e far di conto ma anche valori imperituri, quali l’onestà, l’amore, la generosità, l’umiltà; la ca-techista, tesa a redimere le anime attraverso la salvifica parola di Dio, insegnata a grandi e piccoli. Hanno coordinato la manifestazione il prof. Francesco Palladino e la prof.ssa Vittoria Caso, che hanno anche fatto parte della giuria assieme ai maestri Vincenzo De Dominicis e Lidia Ciocchetti.Un intermezzo di alta classe è stato il saggio di danza classica delle allieve della Compagnia Studio Danza Stajano – Cardito, applaudito più volte a scena aperta.

Sponsor del con-corso sono stati: Comune di Ca-soria, Tufano, Ciader, Car.io, F i s i o / M a i o n e , Iseoprint. Suor Daniela, infatica-bile nell’accoglie-re i partecipanti, nell’articolare le audizioni, nel cer-care di soddisfare tutte le esigenze, ha ricevuto meritati compli-menti per l’organizzazione del concorso, con-divisa con il Distretto Scolastico e il prof. Pal-ladino, cui ha consegnato una targa così come a tutta la giuria, a perenne ricordo di questo solenne momento. Suor Roberta nel porgere il suo saluto alle centinaia di intervenuti, si è dichiarata soddisfatta per le mille e mille note, melodiose e gioiose che hanno reso suggestivo e indimenticabile questo primo anniversario di un evento storico per Casoria e l’intera umani-tà, quale la canonizzazione di Giulia Salzano.Nell’affollatissimo teatro, però, spiccava l’assen-za degli amministratori di Casoria…

MILLE VOCI PER SANTA GIULIAPrimo anniversario della canonizzazione di Giulia Salzano

Errata Corrige: Nell’articolo redatto da Elleci pubblicato nel numero n.7 del 18 dicembre 2011, si precisa che per mero errore è stato apposto il prefisso “ex” dinanzi al 29° Distretto Scolastico. Ci scusiamo per l’inesattezza.

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Domenica - 25 dicembre 2011A u g u r i d i B u o n N a t a l e 2 0 1 1

Luca Tramici [email protected]

L’aria natalizia quest’anno stenta proprio ad arrivare: tra tasse, imposte, accantonamenti

e tredicesime striminzite, mi sorge un dubbio…non è che ci è andato di mezzo anche Babbo Na-tale? Un Natale insolito, una festa che come un fondo-tinta maschera tutte le imperfezioni degli italiani, camuffa le paure, nasconde i visi amareggiati e terrorizzati per un futuro che sembra essere in-certo.Tra i milioni di scontenti, c’è sempre qualcuno pronto a ingrassarsi anche sotto le festività, qual-cuno che è spinto da anni da tante persone: dallo Stato, dall’imprenditoria, dalla politica, spinti da uno scopo comune, racchiudere le ricchezze in una sola parte dello stivale, parlo del ricco Nord.Una regione nata da quell’Unità d’Italia, se non proprio nata dalle casse del Banco di Napoli, dai reali Savoia che iniziarono a diffondere le indu-strie seguendo il modello già avviato nelle Due Sicilie, cui seguirono il triangolo industriale: Tori-no, Milano e Genova, e lo sviluppo delle maggiori aziende tuttora presenti sul territorio nazionale. Lo sviluppo italiano era demograficamente squi-librato poiché lasciava il meridione in una posi-zione retrograda rispetto al Nord, creando danni irreversibili; un meridione ricco, tecnologico e

all’avanguardia con i Borbone, che si ritrovava-no anni dopo l’unità, sprovvisto d’interi settori dell’industria, che provoca uno scenario di pover-tà e disoccupazione che si protrae fino ai giorni nostri. Vi starete chiedendo perché il panettone? Perché comprando il panettone, alimentiamo la fiorente industria del nord, un Nord che tenta di imitarci, smerciando i nostri prodotti tipici, con la dicitu-ra “Made in Padania”, un’industria forte e capace di entrare con prodotti di nicchia nelle case degli italiani, lo sapevate che il 95% dei prodotti che ac-quistiamo viene dal nord dell’Italia? E ciò signifi-ca che nessuna azienda meridionale vedrà i suoi guadagni? E come la mettiamo se passa questo famoso federalismo, in cui le ricchezze prodotte dalle regioni, rimarranno nelle regioni stesse; e in quelle meridionali?Un settentrione capace di autodefinirsi indipen-dente, la favoletta della Padania tutti la conoscia-mo, ma ancora più “fantastica” è la frottola rac-contata per anni agli italiani, quella del Sud palla al piede del Nord, di un’Italia stanca di dover la-vorare e mantenere i meridionali. Niente di più falso!!!Una ricerca compiuta da economisti importanti come, Paolo Savona, presidente del Fondo Inter-

bancario di Tutela dei De-positi, e Luca Bianchi dello SVIMEZ ha evidenziato che dei 45 miliardi di trasferimenti statali destinati al Sud, tanto acclamati dai leghisti, ne risalgono ben 63 miliardi, derivanti per la maggior parte dalle importazioni di prodotti fabbricati al Nord, una sorta di strategia per tenere fuori mercato il Sud, ricavandone reddito e occupazione, quindi a conti fatti: il Sud si ritroverebbe in credito con il Nord di oltre 18 miliardi annue, cifra che lievita se si tengono presenti altre voci, come l’emigrazio-ne intellettuale e quella sanitaria. Un mezzogior-no che va incontro ad una desertificazione delle industrie, un Sud che paga la crisi ed è additato anche come responsabile, tutto ciò per solidificare e tenere unito un paese da una sola parte, mentre l’altra cade in mano ai loro complici, le mafie che continueranno il loro lavoro di colonizzazione e sfruttamento. Se siete stanchi di queste condizio-ni, stanchi di vedere la nostra città in ginocchio, iniziate a preferire i prodotti meridionali, creiamo noi l’economia del Sud, come ci insegnò il maestro Gandhi, che rivoluzionò un paese, acquistando solo prodotti della propria terra.

Il panettone che uccide il SUD

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Tel. 081 7580520

Francesco Pagliuca [email protected]

Caro Babbo Natale è da un po’ di anni che non ti scrivo. Lo so in tutto questo tempo non sono sta-

to sempre buono e di marachelle spesso mi è capitato di farne. Questa volta voglio mandarti la mia lettera di Natale perché ho saputo che anche tu, come molti italiani, non te la passi molto bene. Non chiedo per quest´anno doni ma desidero che tu, bravo e buo-no, possa andare da chi di dovere e spronarlo a fare qualcosa. Come avrai notato, quest´anno la tua buca delle lettere è in parte vuota e questo da un lato vuol dire meno lavoro, dall´altro forse un po´ di riposo. Tuttavia devo raccontarti una cosa. Devi sapere che quest´anno non è stato semplice per tutti. Anzi. Mol-te persone hanno perso il lavoro a causa di una grave crisi economica che ha costretto tanti onesti lavora-tori al licenziamento. Tu sai bene che il tutto è stato causato dai soliti "noti" che, sprezzanti dell´interesse collettivo non hanno pensato ad altro che arricchirsi a discapito di tante persone che ora trovano difficoltà per arrivare a fine mese. Ti chiedo di inviare a chi di dovere un messaggio nel quale tu ricordi che per l´anno prossimo loro non devono più rubare,speculare,licenziare,evadere, e che devono impegnarsi a far

si che coloro i quali non ha più un´occupazione pos-sano riaverla al più presto. Un´altra cosa che volevo chiederti riguarda i nostri portafogli. Devi sapere che essi sono stati costretti a una ferrea dieta dimagrante e che a causa dei molti rincari sono sempre più vuoti. Per farti un esempio, dalle nostre parti il prezzo dei carburanti vola più alto di quanto tu fai con la tua slitta. Fortunatamente, tu hai l'aiuto delle tue renne e quindi forse ti è sfuggito. Il tuo è comunque un buon esempio che, da un lato coniuga eco sostenibilità, e dall´altro non inquina Ma noi che siamo costretti a utilizzare la macchina dato che il servizio pubbli-co è deficitario,come dobbiamo fare?Ecco quindi un´altra richiesta. Per questo Natale, manda questo messaggio a chi stabilisce il prezzo dei carburanti e cerca di far capire a chi compete, che puntare sul trasporto pubblico è l'unica soluzione per combat-tere inquinamento e traffico. Starai pensando quanti compiti impegnativi ti stia affidando. Un´altra cosa che ti chiedo riguarda il mondo di noi studenti. Mol-to spesso, ragazzi meritevoli, distintisi per i risultati conseguiti nei loro studi, sono costretti ad abbando-nare la nostra terra per cercare fortuna altrove. Ti

chiedo allora di far si che dall´anno prossimo chi è veramente capace e si distingue per le proprie capa-cità, abbia un´occasione per realizzarsi e ottenere un impiego che non lo costringa ad abbandonare la ter-ra amata. Dimenticavo, ma non di certo può passare in secondo piano, un pensierino lo vorrei anche per la mia amata Napoli. Da tanti denigrata, offesa e im-brattata, oggetto di scherno e di pregiudizio, voglio (e questo è categorico) che per l´anno a venire, ri-torni ai suoi antichi splendori e fasti. Voglio per lei, e per far ciò serve l'aiuto di TUTTI, il meglio possibile, tante opportunità per il suo rilancio e per ridar lustro alla sua offuscata immagine che in questi anni è stata macchiata da potenti senza scrupolo. Lo so, ero par-tito col dirti che quest´anno il lavoro era poco, ma caro Babbo Natale forse crescendo non si desiderano più i balocchi con cui si allietavano le giornate spen-sierate dell´infanzia. Per questo spero che almeno, per il bene di tutti, una parte di queste cose l´anno prossimo si realizzi. Se sarà così, questa sarà stata la mia ultima lettera. Ricordandoti con affetto e augu-randoti longevità e tanto riposo......Auguri

A BABBO NATALE…

Dopo l’indiscusso successo ottenuto nel mese di novembre sulle tavole del casoriano Teatro Ateneo, il

simpaticissimo Rosario Sannino, per le festività natalizie, ci propone uno spettacolo semiserio, un collage di brani noti e non, uno spettacolo empatico, che racchiude dramma, musica e comicità.Essere artisti è non imparare sterilmente la propria parte alla perfezione e riportarla tal quale sul palcoscenico, ma conoscere tutto il copione, interamente, virgola per virgola ed immedesimarsi non soltanto nella propria parte, ma anche, e soprattutto, in quella degli altri. Infatti la poliedrica compagnia “Le voci di dentro” ha questa peculiarità, ognuno in qualsiasi momento è interscambiabile con i ruoli degli altri, in una sincronia perfetta dei tempi di entrata, e con una sicurezza e padronanza del testo che porta gli attori a recitare a braccio .La commedia ha per

titolo “ATTORI … PER PIACERVI “ , verrà presentata nei giorni 25/26 Dicembre e 01 Gennaio alle ore 19.00 con una rappresentazione per tutta la famiglia. La bravura di Sannino sicuramente contribuirà a farci trascorrere le festività natalizie in allegria.

Anche quest’anno l ’a s s o c i a z i o n e

di Protezione Civile Le Aquile di Casoria in collaborazione la Folgore, il Tricolore ed Il Domenicale di Casoria, promuove la campagna di prevenzione contro i fuochi d’artificio illegali.

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Inauguriamo proprio nel giorno di Natale la rubrica fotografica che sarà diretta da Fortunato Celentino, uno dei fotografi professionisti più conosciuti in Campania e non solo. La sua

professionalità è a disposizione del nostro giornale, ma anche di quanti vogliano seguire i suoi corsi di fotografia, utilizzo di tecniche di foto ritocco , ottimizzazione delle foto con Photoshop per il miglioramento dell’immagine, presso la sua sala di posa. Per Informazioni rivolgersi allo studio: 0817362005

Tenerezza, freddo, luci e colori: tutto racchiuso in un’immagine che ha un unico denominatore : Golosità!Quella innocente fissata sul volto del bimbo e sui suoi occhi luccicanti.

Sono definite “lanterne magiche”, Il nostro artista ci porta attraverso di esse in un “passaggio” sospeso tra incanto e bellezza, stupore e meraviglia che dà vita a giochi luminosi, in un caleidoscopio arcobaleno.

“O’ Cuopp’” Segni particolari ama accompagnare il passeggio della movida salernitana. È “O’ cuopp’” tornato alla ribalta in tempo di crisi e che sta conquistando i palati di tutte le età. Piatto tradizionale delle città di mare, è stato rilanciato con la fiera del Crocifisso, e subito si è guadagnato un posto d’onore negli itinerari di gastronomia tipica.

“Fortunato Celentino”

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Natale vuol dire tradizione, tradizione vuol dire Arnone. Tanti Auguri di Buon Natale e

Felice Anno Nuovo.