il domenicale di casoria

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Il domenicale di Casoria

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Page 1: IL domenicale di Casoria

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Il ritorno del Re

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Domenica 28 aprile 2013

Periodico settimanale a diffusione gratuitaAnno III n. 16 - 28 aprile 2013

Autorizzazione del Tribunale di Napolin. Reg. 4925 del 28/09/2011

Direttore responsabile:Pasquale D’Anna

[email protected]

Caporedattore: Gilda Longhi

[email protected]

Redazione:Via G. Marconi,

80026 Casoria (NA)[email protected]

Stampa:

Via dell’Indipendenza, 3780021 Afragola (NA)

[email protected]

Edito da:Associazione Culturale Kasauri

Casoria (NA)

Progetto Grafico e Impaginazione:Marco Capparone

Questo numero è stato chiuso in redazioneGiovedi 25 aprile 2013

Rosaria Ascolese

Tommaso Arcella

Gianni Bianco

Marco Capparone

Vittoria Caso

Valerio Cresci

Emiliana Cresci

Gennaro Crispino

Gea D’Anna

Massimo D’Auria jr

Michele Della Gala

Ciro Esposito

Angelo Ferro

Maria Gentile

Pasquale Lucchese

Pietro Simonetti

Marzia Luciano

Pellegrino Mazzone

Carmine Mondola

Raffaele Nocera

Pina Paone

Francesco Pagliuca

Eduardo Paola

Amalia Vettoliere

Maria Ranieri

Mario Romano

Vincenzo Russo

Pina Savorra

Luca Tramici

Umberto Simonetti

Ernesto Valiante

Giovanni Manfredi

pag. 2Vignetta di Carmine Mondola pag. 3Editoriale di Giani Bianco pag. 4 Rubrica di Enzo Marino pag. 5 Rubrica di Enzo Marino pag. 6 Politica di Mario Romano pag. 7 Napoli di Ciro Crescntini pag. 8 Territorio di Pietro Simonetti pag. 9 Attualità di Maria Gentile pag. 11 Territorio di Gilda Longhi pag. 12 Eventi di Angelo Ferro pag. 13 Attualità di Marzia Luciano pag. 14 Territorio di Raffaele Nocera pag. 16 Rubrica di Valerio Cresci pag. 17 Il Napoli di Pasquale Lucchese pag. 18 Musica di Emiliana Cresci pag. 19 Teatro di Vittora Caso pag. 21 Scuola di La Redazione pag. 22 Eventi di Vittoria Caso pag. 23 Rubrica di Ilaria Puglia

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Il ritorno del Re

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Domenica 28 aprile 2013EDITORIALE

Il Ritorno del ReGianni [email protected]

L’elezione del Capo dello Stato italiano è stata, fino a sette anni fa, una decisione

che scaturiva dalla volontà di partiti più o meno alleati e la scelta, avveniva spesso, con maggioranze e metodi ai più incomprensibili. Dopo il giuramento il nuovo Presidente raccoglieva gli applausi di tutti i parlamentari nel primo discorso a Camere riunite. Ringraziamenti ai sostenitori, considerazioni di politica generale, la frase fatidica: “Sarò il Presidente di tutti”. Dal giorno successivo il trasferimento al Quirinale e per sette anni l’impegno del era quello di Garante della Costituzione nella forma e nella sostanza. Tra gli inquilini del Quirinale ricordiamo il più amato, Sandro Pertini. Francesco Cossiga, il più simpatico, definito il “picconatore”. Oscar luigi Scalfaro il meno imparziale. Carlo Azeglio Ciampi il più autorevole. La qualità maggiore riconosciuta da tutti di Giorgio Napolitano invece è stata, da sempre, un’adeguata dose di equilibrio oltre essere entrato nella storia per il reincarico, cosa mai avvenuta prima. Solo per dovere di cronaca è opportuno precisare che il Presidente della Repubblica oltre ad incaricare il presidente del Consiglio di formare il nuovo governo, presiede il Consiglio Superiore della Magistratura. I difficili rapporti tra politica e magistratura rendono il compito al Capo dello Stato oggi meno agevole. Lunedì 22 aprile rappresenta una data storica per l’Italia. Dopo anni di convenevoli formalismi, per la prima volta, un Presidente eletto trasforma il discorso d’insediamento in un sonoro cazziatone per i presenti. Le

parole al fulmicotone di Napolitano, rivolte ai partiti responsabili dello sconquasso politico e Istituzionale italiano, sono state accolte con applausi e ovazioni dagli stessi. Le perplessità e lo sbigottimento di noi che assistevamo alla diretta, aumentavano nell’osservare l’atteggiamento dei parlamentari cinque stelle che imbronciati per la mancata elezione di Stefano Rodotà, restavano fermi, immobili, invece di spellarsi le mani e applaudire le parole di Napolitano, loro che davvero rappresentano una novità in Parlamento. L’occasione persa dal M5s è stata davvero ghiotta se, al tentativo di Bersani di formare un governo insieme il partito di Grillo, avesse chiesto Stefano Rodotà al Colle nella funzione di garante. Il segretario dei democratici difficilmente avrebbe potuto rispondere picche, vista la disponibilità di una parte consistente del suo partito, del maggiore alleato Vendola, pronti a votare Rodotà. Il neoeletto Presidente Napolitano avrà oggi la discrezionalità di indicare un Capo del Governo senza nemmeno tenere conto delle indicazioni dei partiti che si alterano nelle consultazioni, una pura formalità. L’elenco dei nuovi Ministri sarà composto per equilibrare i numeri in Parlamento e sicuramente, riemergeranno, fantasmi defunti alle ultime elezioni politiche o provenienti da un’altra era. Tutta la responsabilità di questa situazione è nelle mani bucate di Bersani che ha dilapidato in pochi giorni un patrimonio di numeri, valori ed esperienze. Le scelte che si sono alternate e soprattutto le faide interne al partito in questi giorni hanno procurato in

ordine: il mancato sostegno a Marini prima, l’affossamento di Prodi poi. Le macerie che restano dopo queste devastazioni, unitamente a vecchi risentimenti e nuove aspirazioni, probabilmente divideranno il partito fondato da Veltroni nel 2007. Il gigante politico oggi, dopo essere stato affossato nel novembre 2013 sotto il maglio dello spread e da una delegittimazione internazionale, è il Cavaliere Silvio Berlusconi. Un successo straordinario di tattica e strategia politica che gli restituisce il primato al 34% nei sondaggi alla sua coalizione. In tema di numeri, c’è il sorpasso del Movimento Cinque Stelle con il 29% al centrosinistra, sceso al palo del 26%, insieme agli alleati delle elezioni politiche. In caduta verticale l’area Monti. Questa gente sopravvive a se stessa nel ventre molle del potere politico ed economico-finanziario italiano. In sintesi, invece dell’elezione del Presidente della Repubblica in tanti siamo convinti che abbiamo assistito all’incoronazione di un Re, Re Giorgio I. Speriamo si possa restituire ai cittadini italiani quella democrazia che si ha la netta sensazione di aver smarrito proponendo una legge elettorale “seria”, il rilancio dell’occupazione e dei consumi, mettendo da parte definitivamente la politica finanziaria per ritornare alla politica economica. Tutto questo avvenga in poco tempo poi si ritorni al voto. L’opera di rinnovamento della classe politica italiana, da Roma alle realtà locali non è terminata e soprattutto per il futuro di tutti noi non è una scelta Re Giorgio, ma un obbligo.

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Domenica 28 aprile 2013

R U B R I C A Non cercate coerenza o un filo conduttore o uno stileletteario... vi saranno negati! Questa rubricasarà solo il passepartouttra me e voi quando ionavigherò tra i miei ricordiveri o fantastici, nostranio internazionali, sociali o spirituali

E N Z O M A R IN OVIAGGI NELLA MEMORIA,VIAGGI NELL’ESTRO

LA DOMENICA NEL CORTILE – III/III-fIne

Zufia”vecchia, ricurva e rugosa più dell’età che aveva, detta anche ‘a sovere ‘nzuara-

te37 perchè aveva sempre la bocca aspra, pronta a ricamare su tutto e a tegnere38 tutti, dalla grata del suo basso che non accedeva al cortile, sghignazzava e partecipava al gioco del palazzo buttando, di tanto in tanto, le sue paroline nzuccarate39 e cercando di carpire debolezze e distrazioni da riferire poi alle co-mari del Pruvulino40. “Donna Chicchina ‘a napulitane”41, vedova ma donna allegra e spensierata per natura, spolverando le peco-relle di creta che riproducevano, per dimen-sione e colorazione, i suoi numerosi figli, ac-coglieva Tittino ‘o cecchelle42 con la radio ad alto volume, e con le vecchie nacchere, con-sumate dalle mani di sua mamma e forse an-che di sua nonna, incitandolo a danzare, su quelle musiche napoletane, come solo lui, ef-feminato verace, sapeva fare. Donna Chic-china ricca di antica saggezza napoletana e cosciente che c’è fiore e fiore, frutto e frutto, ommo e ommo43 e genovese e genovese, dan-zando c’o cecchelle44 sospirava: “embbè… stavote, ‘a genovese, l’è sciute meglie ‘a essa!”4 Cuncettella ‘a fruttaiole46, preoccu-pata per un malore avuto da suo figlio Tani-no47, s’aggirava per il cortile tutta schizza-ta48 chiedendo per l’ennesima volta chi avesse nascosto la caldaia per fare le alles-se49 e suo marito mastu Mauro51, uomo se-rio e bravo operaio di tomaie, la guardava di-vertito e le suggeriva scherzosamente di prendere ‘o vullariello52 e di farle arrosto. Gli piaceva vederla agitata e si è sempre so-spettato che a nascondere quell’attrezzo fosse stato proprio lui. Zì ‘Ngiulina53, che era ap-pena ritornata dalla “massariella”54, nomi-

gnolo intimo della Massaria ‘e cucozze54, dove era stata a trovare la sorella Carmela e i fratelli, con la scusa di dover calare nel pozzo un tondo e verdissimo mullone russe55 delle nostre terre, s’intratteneva nel cortile più del solito. Era piuttosto frequente, dopo l’instal-lazione della rete idrica comunale e prima che il boom economico ci colpisse in pieno con i suoi elettrodomestici, utilizzare i profondi pozzi d’acqua potabile come frigorifero con-dominiale dove un po’ tutti, d’estate, ci cala-vano dentro vino, frutta e alimenti vari. Zì ‘Ngiulina, quando rientrava dal lavoro o dai parenti, difficilmente sostava nel cortile ma stavolta indugiava perchè insieme a Ninina e a Cianella56, figlie di Cuncettella, si diverti-vano, mascherate di falsi turbamenti, ai movi-menti femminei di Tittino danzante. Al primo piano, Lina, studentessa “maestrina”57, ri-tornata dalla messa, confidava a zì Ninetta58, che nel frattempo ‘ngiarmava due panzarot-ti59 con ‘Ngiulinella60, d’essere stata ferma-ta da Giannino63, un bel giovanotto serio, ben vestito, dai capelli ondulati e dagli occhi languidi che le aveva fatto la dichiarazione62. Suo fratello Gigino64, invece, amante del canto e dalla bella voce, affacciato alla balco-nata e seminascosto da un albero di limone, ascoltava e canticchiava il motivo provenien-te dal basso della napoletana. Don Guglielmo padre di donna Ninetta, n’u russe sfaccimmu-se65, seduto in mezzo alle scale, proprio sotto l’edicola di S. Mauro, raccoglieva le confi-denze e consolava, con coccole e avance piut-tosto spinte, senza essere rigettato, una donna delusa in amore, mentre su, più in alto, nei pressi del suppigno66, nascosti da tutti, due figli del cortile facevano le loro prime e inno-

centi esperienze sessuali, poi, scoperti dalla signorina Giuseppina se ne fece uno scandalo che superò il cortile e dilagò per tutto ‘o Pruvulino: “Stì zuzzuse!”67, “piccirilli picci-rille e già fanne stì cose”68, “Nasce prime ‘a malizia e ppo loro”69 “cheste c’hanne mpa-rate e mamme?... hiii che mamme?!!”70, “ si mo fanne stì cose figurammece appriesse chelle che fanno”71 insomma i poverini per alcuni anni dovettero portare addosso il mar-chio infamante di essere dei piccoli pervertiti. “Nna zucculella essa e nnu scurnacchiatielle isso”72. Le signorine Concettina e Giuseppi-na, sorelle di don Salvatore, proprietarie del palazzo ormai finita la potatura dei fiori s’era-no ritirate nella loro zona riappropriandosi così della “rispettabilità” di zite cuntignose73, curando con amore i fiori della balconata, guardando con disgusto il volgo danzante e tenendosi fuori dalle questioni del cortile. Per quanto era possibile. La loro alterigia era nota in tutto il circondario per cui raccoglievano la stima dei loro pari ma spesso anche l’ ironia popolare. La stessa gente del cortile, quando oziava fuori ai vasci, le sbeffeggiavano ma con discrezione e con velate allusioni invece gli estranei le deridevano sfacciatamente in faccia. Il più pungente era don Antonio ‘o sciafferre74 che si trascinava dietro tutti gli altri in commenti beffardi con esplosive risate ma egli se lo poteva permettere perché don Salvatore non si sarebbe mai privato della sua consulenza sui motori. E così Vicienzo ‘o zuoppe75, che pur mangiava di quel pane, non si faceva scrupolo a lanciar zeppate76 alle sorelle e a incoraggiare a mast’Aniello ‘o ferracavalli77, a Crementine ‘o biciclettiste e a zzi Vicienzo ‘o ciardeniere78 a dire la loro.

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Intanto sotto al portone, fuori dalla vista delle signorine, spesso un gruppo di scugnizzi del Pruvulino, Pastella, Pachialone, ‘Ngiulella, Maurino, Umberto ‘o storte, i figli di Maria ‘a zenghera78 ed altri giocavano ‘o zecchinet-te80 o a zeccamuro e venivano mandati via solo quando, azzuffandosi tra di loro, attira-vano l’attenzione delle proprietarie. Al centro del cortile Tatonno, Maurino, Enzuccio, Nico-la81 ed altri non del palazzo giocavano a mazza e piuzo82 prendendo per base il masso più grosso e centrale e poi, ad ogni meta raggiunta, il vincitore e i suoi sostenitori scop-piavano in grida e saltelli di gioia preoccupando Filomena che difen-deva la sua caldaia d’acqua bollen-te, Verso l’ora di pranzo, quando l’effervescenza incominciava a scemare, l’avvocato Francesco83, fascista della prima ora e consiglie-re provinciale nei primi anni della repubblica, irrompeva nel cortile con la sua robusta stazza e con un rintronante urlo, bloccando così per un istante la vita del cortile. Era un richiamo per le zitelle amiche di fa-miglia, ma anche un modo simpaticissimo d’imporre la propria presenza di primo attore sulla scena e dire a tutti: “zitti adesso ci sono io!”. Anch’egli, pur avvezzo a pietanze raffi-nate, senza darlo a vedere, annusava e orien-tava, rapito, il naso verso la fonte di quel deli-zioso profumo mentre una voce anonima, sfuggita da uno dei bassi, irriverentemente ammoniva: “uhè, uhè! …mo ce stanne ‘e

‘maccarune ‘a genovese!”84. Poi piano piano ma sempre più insistentemente, dal sottofon-do surreale del cortile ormai deserto emerge-va una orchestrazione di caccavelle, piatti, forchette, cucchiai, bottiglie e bicchieri, una vera musica impreziosita di tanto in tanto da voci insaporite e da rutti di soddisfazione. Poi la quiete dei bambini e il russare dei genitori annunciava che la controra85 era iniziata.

Verso le quattro, le quattro e mezza, don Vin-cenzino e i suoi collaboratori tiravano fuori i carrettini per la vendita dei gelati controllan-do il ghiaccio salato nelle stufe e caricando i contenitori di schietta crema, di cioccolato fi-nissimo, di amabile fragola e di fresca premu-ta di limoni appena rapprese. Immancabil-mente ci scappava il rumore della manipolazione e delle palette contro il rame

zincato dei recipienti. E così per la dispera-zione delle mamme e per la rabbia dei padri i più piccoli si svegliavano con rinnovata ener-gia e allora….il cortile riprendeva nuovamen-te ad agitarsi. I piccoli accoglievano cuffiando le comare che venivano a far visita nel palaz-zo e i ragazzi si riunivano a rocchie con quel-li del Pruvulino per giocare a “saccò vuò jì all’inferno? … rra na capate e fujetenne!” e a

“une rinte a luna”. E mentre il pap-pagallino di una zingarella sceglie-va e distribuiva “i pianeti della for-tuna” per qualche lira, le signorinelle, come da intesa data in mattinata e senza troppi preamboli, partivano sculettando per lo stru-scio domenicale. Gli adulti, con le sedie messe a cerchio parlavano dei fatti di vita, dei cantieri scuola, del-le vicende del municipio e della ca-napa che aveva perso di valore ma molto spesso giocavano anch’essi, con un enorme maccaturo tra le mani, a “maso masetella”. Altri in-vece, disdegnando quei discorsi e

trascinandosi dietro le sedie, andavano a se-dersi fuori al palazzo per godersi il passeggio ma alla vista di vestiti sempre più eccentrici o di qualche ragazza col rossetto commentava-no amaramente che la vita non era più quella di una volta. S’era perso ‘o scuorno. A sera il sipario calava sul cortile con qualche mam-ma, fuori scena, che richiamava ad alta voce il figlio che tardava a rientrare.

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Domenica 28 aprile 2013

L’epilogo di questi 54 giorni di periodo postelettorale, conclusosi con la rielezione

di Napolitano alla più alta carica dello Stato, è una conferma della teoria hobbesiana sull’ordine politico. Nessuna comunità umana ama persistere nella confusione e nel caos; la stragrande maggioranza degli individui vuole essere rassicurata sull’affidabilità del vivere quotidiano. Ciò non esclude che vi possa essere un favore verso una stagione di instabilità, nella quale molti individui, che si considerano avversati o esclusi dal regime economico e politico, sostengono nuovi attori politici a loro più prossimi nella speranza di un avvicendamento delle élites. L’instabilità, soprattutto in sistemi molto avanzati, dove il funzionamento della macchina è per l’individuo una necessità vitale, è tollerata, ma alle sole condizioni che sia breve o che prometta di risolversi in tempi ragionevoli con l’affermazione di una delle parti in campo. Si potrà dire che ciò che è stato deciso proditoriamente sabato 20 aprile è solo un atto di forza della vecchia classe politica, che ha cercato di ripararsi sotto il mantello della figura veneranda di Napolitano in un clima che appariva di generale avversità e certamente chi dice ciò non va molto lontano dal vero. Ma quest’ultima considerazione è solo dettata dalle proprie posizioni personali, di pregiudizio verso l’uno e di favore verso l’altra delle parti politiche in campo. Quel che veramente conta in tali situazioni, quando cioè il conflitto dura più del dovuto e sembra arenarsi nella secca dell’insoluto, non è chi

sia dalla parte della ragione, ma solo che ci sia uno che dia la rotta per riportare la nave nel mare della tranquillità e quel che è accaduto è proprio questo. Una volta dato il segnale, tutti i marinai si rimettono ai

propri posti, senza neanche la necessità di dare ordini particolareggiati. Già da sabato sera l’establishment ha azzerato tutti i dubbi e le perplessità che avevano cominciato a serpeggiare anche nel proprio seno. Chi resta ostile alla soluzione è fuori, per sempre e senza appello. Una caratteristica di questi accadimenti risolutivi è infatti la cristallizzazione delle posizioni assunte in prossimità del loro verificarsi. E’ per questo che si assiste a cambi repentini di atteggiamento poco prima dell’evento. Dalla decisione assunta nell’immediato dipende il destino individuale. Tanto dubbioso, umorale, incerto è il periodo del conflitto quanto perentorio l’atto che vi pone fine.

E perentorio diventa, dunque, anche lo schieramento. Sia chiaro, l’esito del voto del 24 e del 25 febbraio e quanto ne è conseguito nei successivi 54 giorni non sono quel che si dice una rivoluzione, ma è il massimo che ci

si può aspettare dagli italiani, che di rivoluzioni non ne hanno mai fatte, se non quella assai ambigua del fascismo, che più che rappresentare l’avvicendamento di élites costituì un consolidamento integrato di quelle esistenti. Fino a sabato 20 aprile Grillo e i suoi hanno dominato la scena, ma hanno scelto fino all’ultimo il profilo della purezza assoluta, la strada del moralismo famelico o del pauperismo come certi movimenti eretici del nostro medioevo, mostrando di non volere in alcun modo partecipare al potere, benché questo gli sia stato offerto. Hanno rinunciato ad ogni ipotesi di compromesso, preferendo

occupare il campo dell’opposizione in una definitiva veste di alternativa di sistema e non meramente politica, quindi destinata ai rigori dell’isolamento. Ma la purezza più che una virtù, per gli italiani resta uno stigma. Così, pure se vasto sembrava il consenso, che i sondaggisti gli attribuivano sabato, il voto regionale di domenica e lunedì in Friuli è invece una sonora bocciatura per il M5S, che per voto di lista scende dal 27% al 13%. Questo ci dice che nella guerra simbolica tra la Rete, ma anche della (minacciata) virulenza della manifestazione di piazza a Montecitorio, e l’atto di forza dell’elezione di Napolitano, quest’ultimo pare prevalere, agli italiani prevedibilmente piacendo.

POLITICA

Gli italiani amano navigare nel mare della tranquillitàMario [email protected]

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Domenica 28 aprile 2013

Si pensi ad una famiglia in cui tutti i com-ponenti sono rimasti senza lavoro. In Ita-

lia, secondo l’istat, sono circa un milione. Il dato però si riferisce al 2012. Da allora, il numero sarà sicuramente aumentato, facendo un confronto con gli altri parametri della ‘cri-si’. Rispetto al 2011, per esempio, l’aumento è stato sensibilissimo: + 32,3%, in sostanza, in soli 12 mesi, le famiglie prive di qualsi-asi reddito da lavoro sono aumentate di 233 mila unità. Inutile specificarlo, oltre la metà di queste si trovano al Sud. In Campania, le famiglie senza reddito da lavoro sono tantis-sime, circa 140 mila famiglie, con consumi inferiori all’80% della linea di povertà, in cui nessun componente percepisce una ‘salario minimo’ derivante da lavoro. 70 mila le famiglie napoletane senza reddito. Pre-occupanti altri dati relativi alla provincia partenopea: 34 mila single, ovvero perso-ne che vivono sole e sono disoccupate. Ci sono 53 mila nuclei monogenitore, pre-valentemente donne (25 mila). E non fi-nisce qui. Altri dati drammatici, sono sta-ti diffusi dalle orga-nizzazioni sindacali Cgil, Cisl, Uil, sindacati indipendenti(Cobas e Usb) e dalle associazioni Assoconsum e Fe-derconsumatori. Nel 2012 sono stati rilevati in Campania circa 290 mila i disoccupati (con un tasso di disoccupazione del 28%); a Napo-li e provincia 167 mila disoccupati (con un tasso di disoccupazione del 15,5 per cento).Nella regione 29500 lavoratori sono stati po-sti in cassa integrazione, 30 mila i lavoratori ‘esodati’ licenziati o costretti a licenziarsi con

la prospettiva di essere posti in pensionamen-to anticipato). Negli ultimi quattro anni le ore di cassa integrazione guadagni a Napoli sono aumentate del 380 per cento. Dal 2008 la Regione Campania ha registrato un calo del prodotto interno lordo di oltre il 10 per cen-to. Drammatiche le ripercussioni sui settori dell’industria: settore industria: 575 aziende in crisi;84 mila lavoratori rischiano il posto di lavoro; oltre il 60% delle 15 mila imprese edili operanti sono in difficoltà. Tra il 2008 e il 2011 sono state messe in liquidazione oltre 19 mila aziende. Diecimila giovani campani sono emigrati in altre regioni italiane. Situa-zione sociale drammatica e preoccupante. Necessari interventi di sostegno al reddito.

Lo scorso 15 aprile, un comi-tato di precari e di disoccupati ha consegnato alla nuova Pre-sidente della Camera, Laura Boldrini, oltre 50 mila firme a sostegno di una legge di iniziativa popo-lare per l’intro-duzione di un reddito minimo garantito in Ita-lia. La proposta

prevede, per inoccupati, disoccupati e precari, un beneficio individuale in denaro pari a 7200 euro l’anno, da corrispondere in importi men-sili di 600 euro, rivalutati annualmente sulla base degli indici sul costo della vita dell’Istat. L’importo cresce se si hanno dei familiari a carico. Se il nucleo familiare è di due persone il coefficiente sale e il reddito minimo diventa di mille euro; tre persone 1330 euro; quattro 1630 euro; cinque 1900 euro.

REDDITI, POVERTA’, DISOCCUPAZIONE A NAPOLI E IN CAMPANIA-In Campania, circa 140 mila famiglie sono ‘effettivamente’ povere, con consumi infe-riori all’80% della linea di povertà, in cui nessun componente percepisce una ‘salario minimo’ derivante da lavoro.-70 mila le famiglie napoletane senza reddi-to. -34 mila single, ovvero persone che vivono sole e sono disoccupate(provincia di Napoli) -53 mila nuclei monogenitore, 25 mila don-ne.(provincia di Napoli)-Nel 2012, in Campania sono stati rilevati 290 mila i disoccupati-A Napoli e provincia 167 mila disoccupati (con un tasso di disoccupazione del 15,5 per cento).-In Campania 29500 lavoratori sono stati po-sti in cassa integrazione-In Campania sono 30 mila i lavoratori ‘esodati’(sono stati licenziati o costretti a li-cenziarsi con la prospettiva di essere posti in pensionamento anticipato)-Negli ultimi quattro anni le ore di cassa integrazione guadagni a Napoli sono aumen-tate del 380 per cento.-Dal 2008 la Regione Campania ha registrato un calo del prodotto interno lordo di oltre il 10 per cento

Le ripercussioni sul settore industria in Campania:-575 aziende in crisi-84 mila lavoratori rischiano il posto di la-voro-oltre il 60% delle 15 mila imprese edili in difficoltà-Tra il 2008 e il 2011 sono state messe in li-quidazione oltre 19 mila aziende. -10 mila giovani della Campania sono emi-grati in altre regioni italiane.

Ciro [email protected]

NAPOLI

70 mila famiglie napoletane senza reddito da lavoro. Necessario il reddito di cittadinanza.

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Domenica 28 aprile 2013

Svolta decisiva nella questione legata alla discarica abusiva di Casoria sita in località

Cantariello. Durante una conferenza stampa, svoltasi lunedì 22 aprile, l’assessore all’Am-biente di Casoria Pasquale Tignola ha in-fatti ufficializzato la notizia dello sblocco dei fondi necessari per avviare la bonifica. Era il lontano 2001 quando i rifiuti co-minciarono ad essere stoccati nell’area in questione, all’epoca di proprietà della so-cietà Epm. L’immondizia sarebbe dovuta rimanere solo trenta giorni, ma era ancora lì quando, mesi più tardi, l’area fu indivi-duata come sito di stoccaggio provvisorio da un’ordinanza del commissariato di go-verno emanata per far fronte a una delle tante emergenze rifiuti scoppiate nel napo-letano. La situazione sfuggì completamente di mano, con file chilometriche di camion all’ingresso e nessun monitoraggio sulla ti-pologia e sul peso dei materiali che venivano scaricati. La discarica del Cantariello si è così trasformata man mano in una vera e propria bomba ecologica, con conseguenze disastro-se per la salute degli abitanti che ci vivono quotidianamente a stretto contatto. Questi ultimi, stanchi della situazione e preoccupati per la loro salute, si sono riuniti nel Comita-

to Castagna (che prende il nome dal quartiere adiacente alla discarica) ed hanno esposto la problematica alle istituzioni competenti, fa-cendo così nascere una collaborazione che ha

portato al risultato positivo di cui si parlava, ovvero allo stanziamento di circa un milione e trecentocinquantamila euro necessari per la bonifica. L’accordo è stato firmato presso la sede dell’Unità Tecnica Amministrativa, Pre-sidenza del Consiglio dei Ministri - Diparti-mento Protezione Civile. L’assessore Tignola però preferisce non farsi coinvolgere da facili euforie: “lo stanziamento dei fondi è solo un primissimo passo verso la soluzione del pro-blema; i veri festeggiamenti li faremo quando

la bonifica avrà materialmente inizio; adesso bisognava esclusivamente informare la citta-dinanza su una questione di cui volutamen-te poco si è parlato per non alimentare facili

illusioni”. Durante la conferenza stampa, oltre all’assessore Tignola, sono intervenuti il parroco di Caivano don Maurizio Patri-ciello, da tempo impegnato nella battaglia ai roghi tossici nella famigerata ‘Terra dei fuochi’, e Lucio Iavarone, presidente del “Comitato no-discariche a Nord di Napoli”, che non si è lasciato sfuggire l’occasione per bacchettare il Comune di Afragola, il quale – a sua detta - non avendo la compe-tenza territoriale, “ha preferito defilarsi, di-mostrandosi completamente insensibile nei confronti della vicenda, anche se di mezzo

c’era la salute dei suoi stessi abitanti”. Adesso l’auspicio è che la missione sia portta definiti-vamente a termine nel minor tempo possibile, e, ovviamente, il nostro giornale vi terrà co-stantemente aggiornati a riguardo. Ma aldilà dei futuri sviluppi, questa intera vicenda è una chiara testimonianza che quando c’è volontà e spirito di collaborazione fra società politica, civile e, in questo caso, anche religiosa, nes-sun traguardo, anche il più complicato, diven-ta impossibile da raggiungere.

Discarica del Cantariello: ci sono i soldi per la bonifica.

T E R R I T O R I O

Pietro [email protected]

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Domenica 28 aprile 2013

Furto riuscito male, la scorsa set-timana per una banda di malvi-

venti, che hanno tentato di derubare il Postamat dell’Ufficio Postale in Via Nazionale delle Puglie nella frazione di Arpino. Tutto si è svol-to nelle ore notturne, quando il ladri hanno pra-t i c a m e n t e cercato di s r a d i c a r e l’intera appa-recchia tura del Postamat e di caricarlo all’interno di un furgone, dopo aver evidentemente disattivato e aggirato il sistema di allarme. Fortunatamen-te l’arrivo delle Forze dell’Ordine ha prontamente evitato tutto questo. La cifra tanto ambita si aggira circa intorno ai 40.000 mila euro e inevi-tabili sono stati i disagi nei giorni successivi, per tutti i residenti che si sono recati all’Ufficio Postale. Della banda nessuna traccia anche se sono ancora in corso le indagini a riguar-do. Un atto che si colloca nella più generale insicurezza che caratte-rizza il territorio casoriano. Questo tentativo di furto, anche se sventato ci fa riflettere sul tasso di criminali-tà che è presente sul territorio, e sul quale si discute da diverso tempo. Il Sindaco Vincenzo Carfora insi-ste sulla necessità di prevenire tutto questo e si pensa a sistemi di vide-osorveglianza nelle zone più a “ri-schio”. Presto a quelle già presenti saranno aggiunte nuove telecamere, undici per la precisione che avranno il compito di sorvegliare le perife-rie ma anche il centro cittadino. Un iniziativa interessante che mostra un

evidente tentativo di arginare questi fenomeni, ma che forse non basterà a contenerli, visto la vastità del ter-ritorio casoriano. Oltre ai furti verso gli Uffici Postali, o Banche ed in ge-nerale, negozi o attività commercia-li, bisogna anche guardare alla sicu-

rezza di un’altra fetta di cittadi-ni che s o n o vittime di vio-l e n z a n e l l e s t r a d e

della città. L’installazione delle tele-camere, secondo il Primo cittadino servirà anche a garantire questo tipo di sicurezza, più difficile da gestire, perché impossibile installare video-camere in tutti i vicoletti e stradine della città. Ricordiamo qualche set-timana fa, l’insolita rapina a mano armata, sempre a Casoria, in occa-sione della quale un uomo ha sor-preso un utente all’uscita di una piz-zeria in via Manzoni intimandogli di consegnare le pizze che aveva in mano. Spinto da un gesto disperato o meno, resta allarmante la facilità con cui ci si possa ritrovare con una pistola puntata contro, sperando che in quell’istante il peggio possa esse-re evitato. Questi episodi si fanno sempre più frequenti e speriamo che possa essere avviato un più intenso controllo del territorio soprattutto da parte delle Forze dell’Ordine, che unendosi all’iniziativa dei sistemi di videocontrollo, potranno cercare quanto meno di dare segnale di un territorio più gestito e meno isolato.

Maria [email protected]

AT T UA L I TA’

Questione sicurezza a Casoria, furto sventato.

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Domenica 28 aprile 2013

Padre Mauro Zurro festeggia i 40 anni di sacerdozio

TERRITORIO

Gilda [email protected]

La parrocchia di San Mauro Abate in festa. Lo scorso 18 Aprile, infatti, Don Mauro

Zurro, Preposito Curato della Basilica dedica-ta al Santo Patrono di Casoria, ha festeggiato il 40° anniversario della sua Ordinazione sa-cerdotale. La comunità di fedeli si è unita a lui per questo momento di gioia e di grande grazia. Una settimana di festeggiamenti, dal tema vocazionale, ha fatto da cornice a questa data: numerosi gli appuntamenti di preghie-ra e spiritualità organizzati dalla comunità in onore di Don Mauro, casoriano di nascita e grande appassionato di calcio, alla guida del-la parrocchia di San Mauro dal 1° Gennaio 2008. Sacerdote “di frontiera”, Don Mauro è

da sempre impegnato sul fronte della legali-tà, della lotta alla disoccupazione e alla po-vertà. E lo dimostra quotidianamente, nelle iniziative concrete di sostegno alle famiglie della parrocchia, e non solo. Basta pensare all’impegno profuso in prima persona per la costruzione del nuovo oratorio di Via Diaz, frequentato ogni giorno da centinaia di bam-bini e ragazzi che possono svolgere le più svariate attività ricreative. Giovedi 18 Aprile, in una chiesa gremita di familiari e fedeli, una solenne concelebrazione officiata dallo stesso Padre Zurro insieme ai confratelli del “Capi-tolo di San Mauro”: Don Vincenzo Scippa, Don Nunzio D’Elia, Don Antonio Paone e

Don Carmine Caponetto. Durante la celebra-zione il Preposito curato ha ringraziato tutte le persone che ogni giorno gli sono vicine e lo sostengono nel ministero pastorale, gli ope-ratori della Parrocchia e tutti i fedeli. Che, di certo, sono fieri di poter avere un parroco cosi. A lui i nostri migliori auguri…affinchè possa continuare nel suo impegno per altri 40 anni e oltre!

Di seguito alcuni scatti della celebrazione del 40° Anniversario di Messa di Don Mauro, re-alizzati in esclusiva dal nostro fotografo

Giovanni Manfredi

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Domenica 28 aprile 2013

Per quattro giorni i catamarani delle World Series dell›America›s Cup hanno gareg-

giato davanti a un milione e mezzo di spet-tatori, che dal lungomare hanno assistito alle regate. Il golfo di Napoli è divenuto lo stadio della vela e la città si candida ora per ospitare la fase finale della prossima Coppa America. Scelta che, però, tocca al team che vincerà a San Francisco. «In trent›anni non si é mai visto uno spettacolo così straordinario come a Napoli - ha commentato Lain Murray, direttore di regata della Coppa Ame-rica - per questo vogliamo tornare». Agevolato dal bel tempo, l’afflusso sul lungomare per assistere alle regate e, prima ancora, agli allenamenti dei team di Coppa America, è stato conti-nuo. “Napoli si è mostrata all›altezza di poter ospitare eventi di questo tipo, dobbiamo lavorare su questo» ha di-chiarato il sindaco de Magistris. «Le immagini di Napoli hanno fatto il giro del mondo, tutti devono conoscere quella che è una tra le città più belle”. «Ciò che porta questo evento, in termini di ricadute positive, è superiore alla spesa pub-blica». Lo dice il presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, che, nella gior-nata conclusiva della tappa napoletana delle World Series della Coppa America, traccia un bilancio positivo dell›evento, «nei numeri,

nella partecipazione, dal punto di vista spor-tivo perché le gare sono state molto belle e combattute». «Sono cose che aiutano la ripre-sa della città - sottolinea - I problemi di ogni giorno li viviamo e li affrontiamo quotidia-namente». Si può prevedere, per Caldoro, «di gestire i grandi eventi, con l›Acn che se ne

occupa, con una attenzione quotidiana». «Ab-biamo avuto la Coppa Davis, l›evento delle Nazioni Unite, avremo il Forum delle Cultu-re - conclude - Vanno bene quegli eventi che servono per portare attenzione, economia, immagine”.Guardare quelle imbarcazioni af-frontare il mare, sullo sfondo del Vesuvio e di

Caste Dell’Ovo è stato uno spettacolo, soprat-tutto per gli occhi. I napoletani si sono nuo-vamente divertiti e in città si è respirato un po’ di sano entusiasmo. Le conclusioni, fatta questa premessa, appaiono però tutt’altro che rosee. Qualcuno, pare aver dimenticato, infat-ti, che per realizzare l’evento sono stati spesi

quasi 4,2 milioni di euro che si vanno ad aggiungere ai 5 pagati lo scorso anno ,Napoli reputa che l’America’s Cup World Series sia un investimento strategico, così per il 2013 sono stati stanziati altri 6 milioni di fondi eu-ropei per organizzare e promuovere l’evento. Dieci milioni per una ma-nifestazione di relativa importanza sono giusti? È corretto canalizzarli in questo contenitore anziché utilizzarli per le emergenze quotidiane della città? la risposta spetta alla società di scopo, ACN (America’s Cup Na-poli) e a fonti di Comune e Regione. Tutti gli attori coinvolti sottolineano come il ritorno del 2012 sia stato pari a 36milioni di euro ,mentre i 6 milioni

di fondi europei destinati all’organizzazione e promozione non avrebbero comunque potu-to essere spesi per far fronte a problemi con-tingenti. In altre parole non sarebbero stati stanziati oppure si sarebbero suddivisi in tanti piccoli eventi culturali che non producono al-cun volano all’economia cittadina.

E V E N T I

America’s cup: com’ è andata??

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Angelo [email protected]

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Domenica 28 aprile 2013

E’ commovente ma soprattutto agghiacciante la vicenda di Battipaglia,

discussa in questi giorni, che ha per protagonista Donatella, insegnante di inglese, moglie e madre di due bambini, di sette ed otto anni, da cui è stata allontanata da circa quaranta giorni ormai. E’ dal 2004 che la donna e suo marito, Davide, battibeccano e si trascinano in tribunale, tra svariati ricorsi a giudici ed avvocati, a scapito dei figli. L’acme delle controversie è stato vergognosamente raggiunto il 15 Marzo del c.a., quando Donatella, di ritorno dalla scuola elementare presso cui si era recata per prelevare i bambini, è stata circondata da sete poliziotti, mandati lì per ordine del Tribunale dei minori: da lì è cominciato l’incubo. La donna ha registrato parte dell’accaduto con il suo telefono cellulare, fino a quando non le è stato sequestrato, mentre gli agenti mostravano delle manette per intimidirla ed i figli, piangendo disperatamente, chiedevano impauriti alla madre cosa sarebbe loro capitato, dove

sarebbero andati, se sarebbero stati uccisi.I bambini sono stati immediatamente portati in una Casa Famiglia a Salerno in conformità al provvedimento firmato dal giudice minorile Maria Siniscalco, secondo cui la madre

dei bimbi potrebbe essere privata della loro patria potestà in quanto questi ultimi, sotto l’influenza della mamma, si sarebbero schierati contro il padre, con cui non vivono da tre anni. A dirla tutta, nel corso di questi anni, tre volte Donatella ha denunciato il

marito di aver abusato sessualmente dei suoi figli ed altrettante volte le denunce sono state archiviate, nonostante i bambini abbiano confermato il tutto in una deposizione presso il giudice dei minori il 5 Novembre del 2012,

e l’inchiesta è stata riaperta solo di recente dal gip di Salerno Vincenzo Di Florio. Sono senza dubbio numerose le falle da riempire e l’alone di mistero che si aggira intorno alle incongruità del caso giudiziario si allarga sempre di più. La vicenda, che tra l’altro ha fatto molto scalpore, presenta un groviglio ben difficile da dipanare e solamente se la giustizia farà il suo corso, nel migliore dei modi e senza ulteriori incongruenze, uno spiraglio di fiducia potrà essere chiaramente visibile e risposto negli agenti competenti. Due bambini corrono il rischio

di essere affidati ai nonni oppure di essere oggetto di una procedura di adozione, quando poi una famiglia, e soprattutto una madre che si batte per loro, la hanno. Donatella afferma: “Ho fiducia nella giustizia”. Se questa è giustizia…

AT T UA L I TA’

Figli di una giustizia assenteMarzia [email protected]

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Domenica 28 aprile 2013

È tempo di bilanci per lo ‘Sportello Im-presa’, lo strumento fortemente voluto

dai membri del Forum della Gioventù della Città di Casoria, utile a sensibilizzare i gio-vani del territorio rispetto ai temi dell’ au-toimpiego, dell’imprenditoria giovanile e di tutte le agevolazione Regionali, Ministeriali ed Europee a favore delle Imprese. Il 4 aprile scorso lo ‘Sportello Impresa’ ha com-piuto i primi due mesi di vita. Per l’occasione i ragazzi del Forum della Gioventù hanno preparato una relazione inviata al Sindaco Vincenzo Carfora, all’Assesso-re alle politiche giovanili, Luisa Marro, all’Assessore alle attività produttive, Antonio Lanzano, e ai due dirigenti al ramo, Salvatore Petirro e Ciro De Rosa. In un pe-riodo di recessione in cui secondo i dati Unioncamere, 1000 aziende al giorno chiudono i battenti ed ormai la nostra amata nazione su-bisce una fuga di cervelli arrivata ai massimi storici, strumenti come lo Spor-tello Impresa, ricoprono un ruolo determina-te che non è più demandabile, e spesso rap-presentano anche un ancora di appoggio per i tanti giovani che non sanno cosa aspettarsi dal proprio futuro lavorativo.Anche nella no-stra città si sono registrati numerosi accessi, finalizzati soprattutto a ottenere informazio-ni in ordine all’apertura di esercizi commer-

ciali e nuove attività d’impresa che i ragaz-zi del front office, insieme alla supervisione costante del Coach hanno saputo soddisfare in pieno. La volontà dei membri del Forum della Gioventù, più volte espressa, è quella di potenziare sempre più il servizio, riuscendo

così a rispondere alle continue sollecitazioni che arrivano dal territorio e magari riuscire a creare delle convenzioni ad hoc con gli attori istituzionali economici della nostra Regione come la Camera di Commercio. In ultimo i membri del Forum della Gioventù della Città di Casoria si prefissano l’ambizioso obiettivo di creare sul proprio territorio, con l’ aiuto dell’ Amministrazione tutta, un vero e proprio

incubatore d’ impresa. Un programma utile ad accelerare lo sviluppo di imprese, attraverso una serie di risorse di sostegno alle imprese, orchestrate dall’incubator management ed offerte e tramite l’incubator, e tramite la sua rete di contatti. Non solo lo ‘Sportello Im-

presa’. I ragazzi del Forum della Gioventù della Città di Casoria proseguendo sulla strada traccia-ta, di sostegno all’autoimpiego, e alla formazione, hanno promosso un corso, tenuto in forma labo-ratoriale in collaborazione con l’associazione F.o.c.u.s. Sociale, incentrato sui temi della proget-tazione sociale e dell’associazio-nismo in generale. L’idea nasce dalla consapevolezza dell’impor-tanza dell’associazionismo, e de-gli enti del III settore in genera-le, nella costruzione di un nuovo modello di welfare, incentrato sul principio di sussidiarietà orizzon-tale. Le attività di laboratorio de-stinate ai giovani di età compresa

tra i 18 e i 35 anni, preferibilmente di Casoria, saranno totalmente gratuite, e si terranno tutti i venerdì ed i sabati del mese di maggio, dalle ore 9.00 alle ore 14.00, presso la sala conve-gni della Biblioteca Comunale “Monsignor Piscopo”. Il modulo di partecipazione sarà re-peribile sul sito istituzionale del Comune; per altre info basterà rivolgersi all’ufficio dell’In-formagiovani, in Via De Gasperi.

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Domenica 28 aprile 2013

Robin Van Persie, il grandissimo colpo estivo messo a segno dal Manchester

United è stato il grande protagonista di una notte destinata ad entrare nella storia del club inglese, consegnando con una splendida tri-pletta il titolo d’Inghilterra ai Red Devils, per la ventesima volta. Il Manchester infatti ha archiviato senza troppa fatica la pra-tica Aston Villa, dopo soli ottantadue se-condi Van Persie subito insacca la rete. Cross di Rafael, sponda di Giggs e per l’olandese è una banalità superare l’im-potente Guzan. I Red Devils sono più indiavolati che mai, Giggs incanta, Roo-ney fa da regista, Kagawa corre ovunque come un forsennato e RVP è un cecchino infallibile. Dopo il palo di Rafael e la conclusione di Benteke di poco sopra la traversa, arriva la perla della serata: Ro-oney pennella un fantastico passaggio e Van Persie, senza lasciare cadere il pal-lone, trova una battuta meravigliosa dal limite dell’area che lascia di stucco il portiere avver-sario e i 75.000 spettatori dell’Old Trafford, lo stadio dei sogni ove i tifosi non possono far altro che stropicciarsi gli occhi ed applaudire. Ma Van Persie non è ancora sazio ed al 33’, su suggerimento di Giggs ribatte Guzan e si-gla una memorabile tripletta. Sul 3-0 la partita è praticamente finita, lo stadio tutto rosso è

in visibilio: può cominciare la festa. Per ri-cevere il trofeo della Premier League però i Red Devils dovranno attendere l›ultima parti-ta casalinga, il 12 maggio quando ospiteran-no all›Old Trafford lo Swansea. E› stato un cammino mostruoso quello dello United che

torna sul tetto d›Inghilterra strappando il tito-lo a cugini del City, che nella scorsa stagione vinsero la Premier nel modo più incredibile possibile: in pieno recupero dell›ultima par-tita. La superiorità del Manchester United è stata netta nel corso di tutta la stagione e i 16 punti di vantaggio proprio sul City a quattro turni dal termine sono più eloquenti che mai. Deludenti in Europa, i Red Devils si sono

riscattati alla grande in patria, conducen-do quasi dall’inizio il torneo. Un discorso a parte merita il mitico sir Alex Ferguson. Si tratta del suo tredicesimo titolo di campione d›Inghilterra: approdato allo United nel no-vembre del 1986, il tecnico scozzese ha vinto

due Champions League, una Coppa In-tercontinentale ed un Mondiale per Club, ha portato i Red Devils ad essere la squa-dra più vincente del calco inglese con 20 Campionati inglesi (record in patria), 11 Coppe d’Inghilterra (altro record), 4 Coppe di Lega, 19 Community Shield , un’Intercontinentale, un Mondiale per Club, una Coppa delle Coppe ed una Su-percoppa Uefa. L’aspetto più incredibi-le di Sir Alex Ferguson è la capacità di adattarsi ogni volta ai cambiamenti tatti-ci e non solo del calcio, riesce dopo aver creato uno squadrone, a smantellarlo e ricostruire in poco tempo una formazio-

ne magari ancora più forte della precedente, col giusto mix di giocatori giovani e veterani. Parlando di veterani non possiamo dimentica-re Ryan Giggs che, a trentanove anni e dopo ben 23 stagioni con i Red Devils, corre e si diverte ancora come un ragazzino, ma soprat-tutto è da esempio e punto di riferimento per tutti i giovani ed anche per il buon vecchio Sir Alex Ferguson. Che leggende del calcio!

Premier 2012-2013…and the winner is: Manchester United

Valerio [email protected]

A Spasso nel calcioR U B R I C A

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Domenica 28 aprile 2013

Un secondo, un solo secondo, e tutto si trasforma. Sei pronto a lasciare la tua

curva, saturo di rabbia e amarezza. Poi vedi partire un tiro: è un attimo. Il pallone si impenna, lo ‘perdi’ di vista, sembra l’ennesima conclusione senza pretese. E invece eccolo, il pallone, che ‘scende’ e … si insacca! La tua curva, il tuo stadio si lasciano andare a manifestazioni di pura gioia e sana follia, che solo il tifo può regalare. È destino che la sfida con gli isolani debba decidersi all’ultimo secondo. Fu Conti a inaugurare questa ‘moda’. Poi è toccato sempre a noi gioire, prima con il 3-3 di Bogliacino, quindi con lo 0-1 firmato dal Pocho. Oggi è toccato a Insigne scrivere il proprio nome in questa particolare statistica; è toccato al “tascabile” frattese cambiare in positivo l’umore dei tifosi partenopei. Un umore che rischiava di essere ‘nero’, per quella che sembrava a tutti gli effetti una partita stregata. E invece un tiro all’ultimo secondo, ben oltre l’ultimo respiro, l’ha resa magica. Complimenti al Cagliari, squadra ostica, che ha onorato al massimo l’impegno, pur venendo costantemente messo sotto dal nostro Napoli, che dal canto suo ha legittimato il successo. Gli isolani meritano la posizione tranquilla di classifica

che occupano, disponendo in rosa, in tutti i reparti, di diverse buone individualità. I rossoblu hanno inoltre palesato un’ ottima organizzazione tattica, oltre che una massiccia dose di cattiveria. A tal riguardo un inciso e un elogio alla ‘cazzimma’ del nostro Napoli,

finalmente vista! I ragazzi hanno protestato con efficacia in occasione della decisione arbitrale sul nostro pari, ottenendo ‘giustizia’. ‘Bella’ la quasi rissa finale! I nervi vanno sempre tenuti sotto controllo, e mai si deve cadere nella trappola degli avversari, ma è anche giusto ‘rispondere’ alle provocazioni e al gioco duro altrui, con altrettanta virulenza

e forza! Lungi dal voler essere questa esternazione un incitamento a qualsivoglia tipo di violenza; ma sul campo, e sottolineo sul campo, occorre sempre la massima determinazione agonistica. Sulla nostra prima rete occorre inoltre sottolineare l’uscita

infelice e inopportuna di Pulga, uno dei due allenatori del Cagliari. Quest’ultimo ha paragonato quanto successo al San Paolo, con i fatti di Catania-Juve. Il signor Pulga ha però dimenticato di precisare, che in Sicilia, l’arbitro aveva indovinato la scelta, per poi tornare, sbagliando, sui suoi passi. Oggi l’arbitro ha fatto bene a tornare sulla sua prima decisione, perché rischiava di annullare una rete regolare. Al netto delle chiacchiere, dei tweet del presidente De Laurentiis, e delle risposte al vetriolo giunte dall’isola dei sardi, quel che conta è aver messo in cascina altri 3 punti, e aver così rafforzato la

posizione di classifica, quando al tramonto della stagione manca davvero poco. La determinazione, la voglia di vincere emerse anche nel pomeriggio di domenica, con un pizzico di maggiore attenzione in difesa, accompagnino il nostro Napoli in questo ultimissimo scorcio di stagione. Poi tireremo le somme, e penseremo al futuro...

Pasquale [email protected]

IL NAPOLI

Napoli: vittoria all’ultimo secondo...

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Domenica 28 aprile 2013

Le Conseguenze dell’Umore è il nome del primo album di Jfk e La Sua Bella

Bionda, band napoletana che ha già un posto di rilievo nella scena partenopea e naziona-le. Prodotto dalla Polosud Records di Ninni Pascale, con la direzione artistica di Ernesto Nobili, il disco è la testimonianza di tutte le esperienze vissute dalla band negli ultimi tre

anni. Tutto parte da un viaggio che l’ autore della band ha compiuto nell›estate del 2009. Solo, uno zaino, una chitarra e in seguito un ukulele… “un ricominciare dal partire”, dice Lelio. Tre mesi in Europa, in particolare in Francia, per scrivere canzoni con l›obiettivo di raggiungere la città di Nantes, titolo di una

canzone dei Beirut, che ha ispirato Lelio a tal punto da fargli scrivere in un ostello (di Nan-tes, appunto) il brano «Gente Comune»(in finale al Premio De Andrè 2011). È di ri-torno a Napoli da questo viaggio, nell’otto-bre 2009, che prende vita l’idea di mettere su un gruppo: JFK & La Sua Bella Bionda. La band è composta da Raffaele Morra, per

tutti Lelio, Fabio Caliento (batte-ria), Gianmarco Libeccio (chitar-ra), e arricchita saggiamente da una figura femminile, Federica, la sorella di Lelio, alla voce e alle percussioni. Gli JFK hanno in poco tempo suscita-to grande interesse nel pano-rama musicale indipendente italiano e lo dimostrano i molti riconoscimenti ottenu-ti, attirando così l›attenzione di pubblico, stampa e radio. Da quando è nato il gruppo, non si sono fermati mai con la stesura delle canzoni, fino

alla tanto attesa uscita del disco. L’al-bum è stato presentato il 21 marzo sul palco de La Feltrinelli - Libri e Musica di Napoli ed è disponibile in tutti i negozi di dischi e in di-gitale su iTunes. E a breve le date dei concer-ti. Domenica scorsa ad esempio, Lelio è salito sul palco dell’America’s Cup: “il viaggio del-

la musica è imprevedibile… a volte stai sot-to terra…altre suoni nel cuore di Napoli con l›odore del mare…si sta in bilico, non hai cer-tezze eccetto le emozioni che vivi e che spes-so diventano canzoni”, dice lo stesso Lelio. Non resta dunque che fare un grandissimo in bocca al lupo a questi ragazzi che con passio-ne, tenacia e determinazione portano avanti i loro interessanti progetti, ma soprattutto dan-do nuova linfa alla diffusione della creatività partenopea.

Qui il link del making of ‘Le conseguenze dell’umore’:

h t t p s : / / w w w . y o u t u b e . c o m /watch?v=y8KBLAQayB8

M U S I C A

“Le conseguenze dell’umore”: il primo disco di JFK E LA SUA BELLA BIONDA

Emiliana [email protected]

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Domenica 28 aprile 2013

Uno straordinario quintetto ha portato in scena l’annunciata “Ferdinando”, ca-

polavoro di Annibale Ruccello, domenica 14 aprile, presso il Teatro “Le Maschere” di Ar-zano. Nicla Tirozzi, Caterina Giugno, Giusep-pe Loffredo, Mattia Ambrosino guidati dalla sapiente regia di Carmela Giacometti hanno donato al pubblico, costitu-ito da un’élite culturale, due ore molto piacevoli, inter-pretando abilmente Donna Clotilde, Gesualda, Don Catellino, Ferdinando.Una compagnia piccola, dunque, ma grande sulla scena per la performance di alto livello, nel confrontarsi con questo complesso dramma storico-borghese che, nel secondo atto, si tinge di noir.La sto-ria è ambientata nelle cam-pagne napoletane dell’Italia postunitaria, in casa della baronessa Donna Clotilde, nobile decaduta, sola e ma-lata, che, ovviamente, non apprezza il regno d’Italia e detesta di conse-guenza anche la lingua italiana, al punto da affermare, rivolgendosi alla cugina Gesualda, che l’accudisce: «E non parlare italiano! Hai capito! Nun voglio sentì ‹o ‹ttaliano dint›a sta casa… io e isse c›avimme appiccicate il 13 febbraio del 1861”Gesualda, povera e nubile, amante di Don Catellino, parroco del paese, vive assieme alla baronessa la routine quoti-diana, fatta di gelosie, bugie e piccoli dispetti. Ed ecco un evento imprevedibile: l’arrivo di un presunto nipote della baronessa, orfano e

bisognoso di un tetto e di affetto, Ferdinando.Ferdinando, che si chiama come il re borbo-nico, giovane e bello, riesce con il suo savoir faire, ostentando una falsa ingenuità che ne accresce la sensualità, a riaccendere in Donna Clotilde desideri sopiti e mai spenti, ridando-le la gioia di amare; col suo fascino perverso

conquista anche Gesualda e perfino Don Ca-tellino. Si scatenano, di conseguenza, feroci gelosie fra i tre; le due donne, non soppor-tando che il giovane amante intrecci una re-lazione omosessuale col parroco, decidono di eliminarlo e senza esitare uccidono il rivale. Poco dopo, il colpo di scena: Ferdinando sve-la la sua vera identità; confessa di non essere il nipote di Donna Clotilde, ma il figlio del no-taio Trinchera, il quale, impadronitosi di mol-te ricchezze di questi nobili, aveva escogitato il cinico stratagemma per impossessarsi degli

ultimi gioielli della donna. La delusione è co-cente! Quello che sembrava un angelo si mo-stra finalmente col suo vero volto: un astuto manipolatore! Un individuo spregevole che, pur di raggiungere i propri obiettivi, non ha esitato a usare le due donne, facendo leva sul loro bisogno d’amore, così come ha appro-

fittato del vizietto del prete per insinuarsi nelle loro vite. Ma Donna Clotilde, che so-stanzialmente è una donna forte e autoironica, seppure resa più fragile dall’amo-re, nello scoprire che non è suo nipote e non si chia-ma neppure Ferdinando, come il re Borbone, bensì Filiberto, come un Savoia, esclama, alla fine, ridendo: «Gesualdì! Gesualdì!Ce pienze! Nun se chiamava manco Ferdinando!”La pluripremiata commedia di Annibale Ruccello, recitata in dialetto napoletano, è sta-ta adattata e rivisitata abil-

mente da Carmela Giacometti, che è riuscita a rendere la pièce gustosa ed efficace assieme agli attori, che hanno interpretato ciascuno il proprio ruolo magistralmente, rendendo con incisività, chiarezza e precisione i caratte-ri dei personaggi. Il pubblico ha suggellato il successo della compagnia con numerosi e meritati applausi a scena aperta. Meritevole di lode è sicuramente anche l’aiuto regista, Giusi Rainone, che ha contribuito alla magica resa scenica attraverso effetti speciali multi-mediali. Alla prossima!

“Ce pienze… Nun se chiamava manco Ferdinando!”

T E A T R O

Vittoria Caso [email protected]

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Domenica 28 aprile 2013

Importante successo ai campionati naziona-li di scacchi under 12 nel weekend scorso a Fano provincia di Pesaro Urbino, del 13 e 14 apr per una giovanissima atleta casoriana. Anna Pia Vecchione, una ragazzina di appena 12 anni partecipa nella specialità lampo con cadenza degli orologi di 10 minuti a giocato-re. Velocissima e precisa batte gli avversari di tutta Italia nella sua fascia d’età che le sono capitati davanti, maschi e femmine, e sale sul gradino più alto del podio. Anna Pia è un vero talento, dimostra oggi di essere anche una promessa di livello nazionale. Diversamente dal passato, dove la maggior parte degli atleti che si sono imposti agli onori della cronaca erano quasi sempre figli d’arte, lei impara a giocare a scacchi all’età di 8 anni fra i banchi del 1° Circolo Didattico San Mauro, si perfe-ziona e continua a giocare nella Scacchistica San Benedetto Casoria, ospite della omonima parrocchia. Gli scacchi da tempo sono in Ita-lia un’attività elitaria tramandata soprattutto in famiglia. Unica eccezione quella parentesi negli anni settanta nel memorabile incontro Fischer Spassky per il titolo mondiale, esal-tato da un significato politico alimentato dalla guerra fredda fra USA e URSS, che permise la divulgazione di questo gioco - sport fra le masse. Oggi invece con la nascita su tutto il territorio nazionale di tante associazioni, gli scacchi vengono presentati anche a coloro i quali quasi non conoscevano neanche l’e-sistenza di questo gioco dalla storia secola-

re, indicato talvolta come il gioco dei Re o il Re dei giochi. La Scacchistica San Bene-detto Casoria fondata alla fine del 2008, at-tualmente è dotata di un vivaio giovanile di circa 40 prometten-ti unità comprese fra i 7 e i 14 anni d’età. Grazie al connubio fra associazionismo, parrocchia, scuola e comune, tanti ragazzi avranno la possibilità di ripetere l’impresa di Anna Pia. A breve le potenzialità saran-no aumentate grazie al contributo dell’ammi-nistrazione comunale tutta e dell’assessorato allo sport e tempo li-bero che hanno avuto la sensibilità di dotare i giovani scacchisti di una ulteriore sede per gli allenamenti nei lo-cali del informagiovani di p.zza San Paolo. I ragazzi si riuniscono e con l’aiuto di istruttori qualificati si preparano e si allenano. Voglia-mo infine ricordare che a livello regionale la Vecchione ha avuto pochi rivali nelle gare, conquistando diversi titoli provinciali e re-gionali nella sua categoria. Ha partecipato già per due volte alla fase finale dei campiona-

ti italiani under 16 individuali e come prima scacchiera nei giochi sportivi studenteschi in formazione disposta a squadra. Questa volta

è all’esordio nel cam-pionato italiano con ca-denza blitz di 10 min a giocatore. Oltre al 1° posto assoluto (mas e fem) negli Under 12 già menzionato è 3° negli Under 16 assoluti e 1° fra gli Under 16 fem. Prossimo appuntamento il campionato provincia-le giovanile napoletano che si terrà il 5 maggio a Casoria presso i locali del 3° Circolo Didattico “G. Carducci”. Intanto mentre questo articolo viene scritto i ragazzi di Casoria nella fase regio-nale dei giochi sportivi studenteschi a squadre

tenuti a Sorrento il 18 apr. bissano il risul-tato dei provinciali con due primi posti nel maschile della Ludovico da Casoria e del 3° Circolo Carducci e due secondi posti nella femminile sempre con la Ludovico e il 1° Cir-colo San Mauro, ottenendo la qualificazione alla fase nazionale a Montecatini il prossimo mese. Augurissimi ad Anna Pia, e che questo successo sia solo il primo di una lunga serie.

Campionati nazionali di scacchi.

S C U O L A

La redazione

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Domenica 28 aprile 2013

"Il supremo male che possa capitare è com-mettere ingiustizia; non vorrei né patirla né commetterla, ma, fra le due, preferirei piutto-sto patire che commettere ingiustizia.” (Platone)

Il 19, 20, 21 aprile s’è svolta la III edizione dell’AGWN POLITIKOS, agòn politicòs, gara nazionale di greco antico, promossa dal Liceo “Durante” – Frattamaggiore, in colla-borazione con l’Associazione ex alunni del “Durante” e l’Associazione Italiana di Cultu-ra Classica. L’obiettivo, sicuramente raggiun-to, è stato promuovere un approfondimento della cultura greca sia sotto il profilo formale, sia valoriale, esempio di imperituri modelli, indispensabili a giovani e adulti per orientarsi nella vita. Circa 100 studenti, tra i più bra-vi dei licei classici italiani, si sono cimentati, il 20 aprile, nella traduzione, accompagnata da commento storico-linguistico-filosofico, di un passo sulla giustizia, tratto dalla “Po-liteia” di Platone.Alcuni aspetti concettuali e formali delle opere del celebre filosofo, infat-ti, sono stati analizzati attraverso interessanti conferenze dei proff. Federico, Carillo, Cera-suolo, cui gli alunni del liceo frattese hanno partecipato con grande interesse. Il dirigente del “Durante”, prof. Michele Ciocia, con la

Presidente dell’AICC (Frattamaggiore) prof.ssa Teresa Maiello, la dott.ssa Anna Soprano -Presidente Associazione ex alunni, la dott.ssa Bianca Castelli -Presidente C.I. hanno curato con grande entusiasmo tutte le fasi dell’im-

pegnativa iniziativa, non lesi-nando tempo e fatica .La giu-ria, accuratamente selezionata, presieduta dal prof. Salvatore Cerasuolo, Ordinario di filo-logia classica della ”Federico II” e Presidente dell’AICC di Napoli, è stata composta di quattro docenti ordinari di la-tino e greco, prof. Mario Bor-relli, prof.ssa Vittoria Caso del “Gandhi”, prof.ssa Tere-sa Maiello, Prof. Miche-le Schiavone del “Nevio”, cui è spettato

l’onore e l’onere di valutare gli elaborati e scegliere i mi-gliori. Domenica 21 aprile, la proclamazione dei vinci-tori si è svolta presso la sala convegni del “Giardino de-gli aranci” di Frattamaggio-re, alla presenza di un’élite culturale di alto livello, ben lieta di applaudire questi studenti-modello, ansiosi di apprendere l’esito della pro-va. Al tavolo della Presiden-za, assieme alla Giuria, a tutti gli organizza-tori, si è complimentato con i vincitori anche il prof. Mario Capasso, Presidente Nazionale dell’AICC, illustre sostenitore della classicità .Un’esplosione di gioia, ovviamente, ha ac-colto i nomi dei vincitori.

RICCARDO LUONGO - “Pansini”- NA ha ricevuto il primo premio di euro 600,00 e la medaglia della Presidenza della Repubblica,

per la traduzione eccellente e un commento molto ben articolato che ha evidenziato le pe-culiarità linguistiche e stilistiche del brano in funzione della speculazione platonica.

Secondo premio (€ 400,00) MAMMI DA-MIANO -“Ariosto-Spallanzani”- Reggio Emilia;

Terzo premio (€ 300,00) CANONICHESI JA-COPO -“Plinio il Giovane”, Città di Castello; Quarto premio (€ 200,00) ADORNATO PIERLUIGI -“Giustino Fortunato”- Pisticci.Numerose anche le menzioni d’onore: Fer-rari Martina (Ariosto-Spallanzani–Reggio Emilia), Venuta Yamina e Di Salle Gianfran-co (Sannazaro), Di Maso Giuseppa, Caima-

no Giovanna, Daniele Lucia (Durante), De Caprio Laura (Cirillo), Manna Giorgio (Pi-tagora-Pozzuoli) Non sono mancati piccoli riconoscimenti e doverosi ringraziamenti agli sponsor e a quanti hanno collaborato all’even-to. In chiusura, il Prof. Ciocia, dimostrando grande sensibilità, ha tenuto molto a lodare l’impegno della prof. Maiello, che ha guidato l’equipe organizzativa.

Appuntamento alla quarta edizione dell’agòn!

AGWN POLITIKOS

E V E N T I

Vittoria Caso [email protected] AGWN POLITIKOS

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Domenica 28 aprile 2013

Mi sono ammalata di lettura accanita gra-zie a mia madre: ha sempre letto di tutto

ed io la guardavo piccolina e restavo incantata dall’odore dei libri e dalla sua espressione as-sorta, da tutto quel colore sul co-modino, quei libri messi lì in pila in un disordine apparente, e i qua-dernetti in cui annotava le frasi più belle, benedetta abitudine che mi ha passato sin da bambina. È così che ho imparato il rispetto per ciò che si legge, prima ancora che per chi lo scrive. Il leit motiv di que-ste mie ultime settimane è stato li-tigare con chi, prima di leggere un articolo, ne legge la firma sotto, il che, per una che scrive, può essere una maledizione. Perché se è vero che scelgo di leggere solo i gior-nali che mi piacciono, è vero pure che anche in quelli più lontani da me c’è qualcuno che scrive cose che condivido, a prescindere dal-la sua fede calcistica o dal colore politico. Sogno un mondo in cui non esistano etichette, in cui leggi un articolo dalla prima

parola all’ultima, comprese le virgole e, solo dopo, vai a guardare chi l’ha scritto, e solo per curiosità. Un mondo in cui sorprenderti se lo scrittore che reputi il più banale al mondo,

per una volta, interpreta un tuo stato d’animo. Credo che un lettore debba innanzitutto avere

rispetto per ciò che legge, per le parole, prima ancora che per la firma. Sì, è vero, siamo ciò che scriviamo, ma non solo, e sapere che non necessariamente tutto quello che scrivo piace

mi costringe ad essere schietta, a non scrivere per chi mi legge ma, soprattutto, per me. Io sono quel-lo che scrivo, è vero, ma sono an-che quello che faccio, quello che penso, quello che ho dentro e che forse non scriverò mai. Gli inna-moramenti legati alla scrittura mi fanno paura, perché come tutte le forme di amore esclusivo ti porta-no a guardare le cose con occhio sporco e poco allenato. Dovrebbe essere una regola per tutti: prima di leggere, pulirsi la testa e il cuo-re dai pregiudizi buoni o cattivi che portano, prima o poi, a nau-fragare. Il primo dei dieci diritti del lettore indicati da Pennac è quello di non leggere. Bene, se la firma non vi piace evitate di leg-

gere. Ma, santiddio, se iniziate a leggere, il mio nome, almeno, leggetelo alla fine.

Non leggete,vi prego, la mia firma.

“Inizia ad infastidire il prossimo in un pomeriggio del maggio 1972 a Napoli. A cinque anni sapeva già dattilografare. Pasionaria tifosa del Napoli, impulsiva, aggressiva e permalosa. Non le interessa altro che scrivere, respira grazie a questo”.

Fuoco di PugliaRU B R I C A

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