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Che la Locride non godadi buona fama a livellomediatico è cosa risaputa

ma la “ratio” di unattacco continuo e“programmato” da

parte dei medianazionali finalizza-to a colpire “chi-rurgicamente” ilnostro territorionon ci può trova-re d'accordo.

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DOMENICA 23 FEBBRAIO 3www.rivieraweb.itCONTROCOPERTINA

La diga sul torrente Lordo è statasvuotata. Lì dove c'erano 9 milioni dimetri3 di acqua adesso è rimasta una

distesa di fango e qualche rudere riemerso.Venticinque anni di lavori dellaFerrocemento s.p.a., società di Roma, e 50miliardi di lire sono stati necessari a realiz-zare il progetto della diga. E adesso quell'in-vaso è inutilizzato. Il problema all'originedell'ordine di svuotamento totale giunto dalministero dell'Infrastrutture sarebbe unalesione nel pozzo delle paratoie della diga(profondo ben 86 m), a circa 18 m di profon-dità dal piano campagna. La lesione incri-minata sarebbe stata riscontrata duranteuna visita dai tecnici incaricati dal ministe-ro stesso dei controlli di routine. La causapiù probabile di questa crepa sarebbe statauna frana, almeno secondo quanto riferitoci

dal presidente del Consorzio di bonifica diCaulonia, gestore dell'impianto, ArturoCosta. Anche se altre fonti ritengono chepossa essere stata provocata da successivisvuotamenti e riempimenti imposti dall’au-torità competente. Costa avrebbe già presocontatti con il ministero per cercare di limi-tare i danni derivanti dallo svuotamentototale dell'invaso, soprattutto in prossimitàdella stagione calda. La diga infatti serve leaziende agricole della zona. Per riparare ildanno e rimettere in sicurezza la strutturaservirebbero lavori di palificazione e unincamiciamento interno delle pareti delpozzo, il tutto secondo le prime stime avreb-be un costo 1 milione e mezzo circa. Ma solola relazione che stilerà il gruppo di ingenerie geologi ,dopo il sopralluogo di sabato mat-tina, chiarirà cifre e motivi. (E.A)

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DOMENICA 23 FEBBRAIO 4www.rivieraweb.itPRIMO PIANO

L’estorsione è stato ed è ancora uno deireati strategici posti in essere dalle con-sorterie della ‘ndrangheta. Con larichiesta della “mazzetta” il clan tienein pugno l’imprenditore sottometten-dolo sia da punto di vista psicologicoche da quello più strettamente econo-mico e finanziario, facendosi consegna-re i soldi della giornata o del mese,tanto da far prosciugare il conto delmalcapitato. L’estorto crolla sotto i colpidella “mazzetta” e sempre più spessofinisce con l’indebitarsi con i fornitori equando le banche non fanno più credi-to, comunque dietro al pagamento dilaudi interessi legali, capita che l’im-prenditore cade del vortice dell’usuradalla quale non uscirà senza pagare uncaro prezzo, quando non scade nelladisperazione più totale. L’estorsione èun metodo mafioso per controllaretutto il territorio, per ottenere soldi dareinvestire, ma anche più semplice-mente per pagarsi la bella vita. Tra itanti dialoghi intercettati dagli investi-gatori nel corso di indagini contro la

‘ndrangheta da ultimo c’è un dialogo incui l’estorto confida ad un amico quan-to gli stava accadendo. Ecco il dialogo intercettato dalla poliziae inserito agli atti di un procedimentopenale che inizierà ad aprile a ReggioCalabria:

M: E i problemi … ci vogliono cinquan-ta mila euro … cinquanta mila euro perquesta situazione qui … eh cinquantamila euro, ci vogliono cinquanta milaeuro … e fai tutto/U: Si, si ci vogliono …/M: Eh … e quindi problemi, problemidi qua, problemi di là, ti giuro (impreca-zione), dico tra me e me chi c.. me la fafare …/U: Una volta che è avviato è peccato…/M: Non lo posso abbandonare, non loposso abbandonare…/U: E ognuno si guarda la sua vita cisono problemi…/M: E i problemi ci sono…/U: Intanto nessuno dice … si mi dedicoqua mi dedico là…/

M: E no, non si può fare, non si puòfare…/U: Niente però voglio dire … non è chequi sapendolo gestire…/M: Si ma è un lavoraccio qui parola d’o-nore, è un lavoraccio qui ci vuole unapersona solo per questa cose … soloper fare queste cose poi ho problemicon un coso lordo che mi sta prenden-do i soldi…/U: Mazzetta?…/M: Si…/U: Qua?…/M: Si…/U: In tutti i posti ci stanno questi qua…/M: E va bé però io non … io gliel’hodetto alla Polizia … se la vedono loro… gli ho detto io: vedete voi quello chedovete fare altrimenti…/U: In tutti i posti…/M: Mille euro al mese…/U: E che dove li guadagni mille euro almese…/M: Eh … e da dicembre che sta andan-do avanti questo show qua … eh dadicembre…/U: A da adesso è da dicembre…/M: Da quando è uscito dal carcere que-sto pezzo di merda … e ti dico sonoscombussolato non so quello che devofare … un macello, un macello, unmacello…/U: E si perché questo qua ti può com-binare qualche problema…/M: Ah?…/U: Questo ti può creare qualche pro-blema serio qualche volta…/M: Si, si io so di queste cose, so di que-ste cose … però adesso l’ho denunciatodai carabinieri … adesso se la vedonoloro quello che vogliono o non voglionofare, alla Polizia gli ho detto vedete chec’è uno che mi chiede mille euro … gliho detto i fatti come sono andati…/U: E certo…/M: Io mi trovo, io mi trovo in una situa-zione brutta…/

L’imprenditore ha denunciato tutto agliinquirenti e nei prossimi mesi si apriràun processo contro il presunto capo diuna delle famiglie storiche della ‘ndran-gheta della Locride, che secondo laProcura distrettuale di Reggio Calabriaha cercato di procurarsi il denaro anchein vista di una possibile latitanza.

LR

Il Comitato Politico dellaFederazione provinciale diRifondazione Comunista diReggio Calabria, riunitosiin data 15 febbraio 2014, haeletto un nuovo segretario.Dopo un’ampia discussionesulle politiche nazionali elocali, l’assemblea ha affi-dato il testimone al compa-gno Nicola Limoncino,della sezione di GioiosaIonica, che subentra al

Segretario uscente FlavioLoria, mentre è stato ricon-fermato nel ruolo diTesoriere il compagno PinoCiano. Il neo-segretarioNicola Limoncino, già diri-gente del PartitoComunista Italiano, haricoperto in RifondazioneComunista diversi incari-chi, anche nazionali, non-ché ruoli istituzionali e sin-dacali.

Domenica 16 febbraio c’è stato il primo diuna serie di incontri in piazza Portosalvo aSiderno con Locride Ambiente per infor-mare i cittadini sulla partenza e le modalitàdi separazione dei rifiuti. Sono state conse-gnate le compostiere a chi ne ha fattorichiesta e sono stati distributi i depliantcon le istruzioni da seguire per fare unabuona raccolta differenziata. Questadomenica, 23 febbraio, dalle 9 alle 13 cisarà un altro incontro in piazza dei Martiria Locri.

Nicola Limoncinosegretario di RifondazioneComunista

Locride Ambiente in piazza perinformare i cittadini

PRIMI PASSI

A Canolo le donne di montagnaincontrano Coldiretti

Dopo il nostro articolo sulledonne di montagna e la pubbli-cazione del “Corriere dellasera”, anche la Coldiretti regio-nale ha voluto far visita allesignore di Canolo. Sono venuti ilresponsabile regionale diCampagna amica, PietroSirianni, e la coordinatriceregionale di Coldiretti Calabria,Angela Mungo. Tra le cose pro-poste si pensava di organizzareuna giornata di Campagnaamica all’interno del mercatocoperto di Siderno.

Un imprenditoredenuncia il suo strozzino

STRALCI DI INTERCETTAZIONIGIUDIZIARIA

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LA COPERTINA

L’EDITORIALEdi Antonio Tassone

Non vogliamoessere crocifissi per una minoranza enon vogliamo che si scambi un“abbaglio per verità”

La trasmissione“Presa diretta”dilunedì scorso lafarei studiare in

molte universitàper dimostrarel’evaporazione

del giornalismod’inchiesta

SIAMO SICURI CHE L’USO STRUMENTALE DELLA ‘NDRANGHETA NON SIA PIU’PERICOLOSO DELLA ‘NDRANGHET

Che la Locride non goda di buonafama a livello mediatico è cosarisaputa ma la “ratio” di un attac-

co continuo e “programmato” da parte deimedia nazionali finalizzato a colpire “chi-rurgicamente” il nostro territorio non cipuò trovare d'accordo. Bisognerebbe indi-viduare coloro i quali hanno qualche inte-resse a veicolare questa immagine negativadel nostro territorio e spiegare loro, che lanostra, mafia a parte, è anche una zonaricca di bellezze naturali, di professionalità,di cultura che, però, ormai da decenni,non beneficia di una “corretta informazio-ne”. L'alibi per parlare male dellaCalabria, e della Locride in particolare, èsempre lo stesso: la presenza ingombrantedella “criminalità organizzata”. La ndran-gheta” è ormai divenuta “prezzemolo diogni minestra”. Per coprire tutto ciò cheaccade in Italia, anche a livello politico,basta deviare l'attenzione sulla mafia piùpotente al mondo. In altri posti, la reazio-ne della gente per questi continui attacchimediatici, sarebbe stata normale ma qui danoi, ormai, si accetta tutto senza lottare.Lo Stato ha fiaccato la resistenza dei citta-dini: ha aumentato la pressione fiscale, hacommissariato i comuni con risultati delu-denti ed è intervenuto, ma solo parzial-mente, nei confronti dei mafiosi “veri”. Alresto ci pensa la comunicazione “deviata”,quella che ogni giorno “proietta” nelmondo l'immagine negativa della Locride.Il tutto viene reso possibile da colleghigiornalisti “compiacenti” che hanno sposa-to questa strategia comunicativa e che ognigiorno fanno assurgere questo territoriocome luogo dell'illecito e del malaffare,dove tutto sembra sia possibile. No, non ècosì, ed io non ci sto. È arrivato il momen-to di dire basta. Basta, perché non possia-mo più continuare a subire umiliazioni evessazioni mediatiche che non fanno altroche farci sprofondare ancora di più nelbaratro dell'indifferenza 0. Noi siamo per-sone volenterose che abbiamo sempredimostrato tutto il nostro valore . Nonserve piangerci addosso, non serve il vitti-mismo, serve, al contrario, l'impegno quo-tidiano di tutta la gente della locride, quel-la vera, quella autentica, quella che perraggiungere il più piccolo traguardo hadovuto lottare duramente. Non vogliamoessere crocifissi per una minoranza e nonvogliamo che si possa scambiare un “abba-glio per la verità”. Tutti noi abbiamo ildovere di ribadire con forza che la nostranon è solo terra di “ndrangheta” altrimen-ti correremo davvero il rischio di bruciareil nostro futuro e quello dei nostri figli.Sarebbe una colpa imperdonabile.

ILARIO AMMENDOLIA

Lunedì scorso in prima serata tv latrasmissione“ Presa diretta” ne hadato ampia dimostrazione ed a

farne le spese è stata, come sempre, laCalabria. Andiamo con ordine.La settimana scorsa sono stati effettuativentisei arresti tra New York e GioiosaJonica. Con sapiente ed accorta regia l'operazio-ne è rimbalzata sulle prime pagine deigiornali nazionali approdando trionfal-mente in prima serata tv mediante“Presa diretta” .Supervisione perfetta, ottimi gli attori,spettacolo discutibile. Undici febbraio2014, notte fonda in Calabria, le macchi-ne della polizia partono dalla caserma di

Gioia Tauro con le telecamere di “Presadiretta” al seguito. Il corteo di macchinecon i lampeggianti accesi spaccano lanotte. Musica da horror. Stesse ore, ana-loghe immagini da New York anche quialla presenza dei giornalisti della stessatrasmissione. Clima di euforia, si stanno operandodegli arresti.Nessun tribunale ha ancora condannatogli arrestati ma alla classica scena dellasfilata in manette non si può rinunciare.ll diritto di cronaca non c'entra nulla , la

nostra terra ,ancora una volta, viene tra-sformata in un set televisivo per impres-sionare un pubblico.I capi ndrangheta, se tali sono, dopo averincamerato denaro a fiumi, si guadagna-no l'agognato momento di (con)cele-

brità. Non saprei dire se questi ndran-ghetisti siano o meno consapevoli diessere solo una rotella di un “Potere”ben più forte ed intelligente di loro, cheli sta lavorando come morbida plastilina.So per certo, invece, che la spettacolariz-zazione della lotta alla criminalità orga-nizzata esercita un effetto imitazione sumolti giovani e danneggia moltissimol'immagine dei calabresi. Ma questo èun'altro discorso.Come già detto, l'operazione “NewBridge” ha avuto le prime pagine dimolti giornali nazionali, “La Stampa” diTorino ha scritto: «..La Locride… insilenzio ha colonizzato la Padania…».C'è un tenue filo di verità nelle parole delgiornale torinese ma c'è anche una preci-sa strategia di utilizzo della ‘ndrangheta.

la ‘ndrangheta

Uno spettro si aggira per il mondo,

Stella e Iacona vedono la bruttezza della Locridee Piombino, al cancro di Porto Marghera, alle favdi Padova. Il motivo? Se Sanremo è Sanremo p

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TA STESSA ?

In questi venti anni, migliaia di miliardidi euro sono passati dal monte salari edallo Stato sociale alla rendita parassita-ria. Una immensa rapina dei ricchi suipoveri, milioni di volte più grande diquella che gestisce la ‘ndrangheta con isuoi loschi traffici di droga e di morte.Una rapina col silenziatore, con i guantibianchi e con il massiccio uso di vasellina.La “legalità” è chiamata a coprire lagrande rapina dei poteri forti e raziona-lizzare i nuovi equilibri sociali. C'è unpreciso disegno politico: mitizzare landrangheta per usarla come minacciosospettro (e lo è) per colpire laCostituzione, cloroformizzare la genteimpedendo loro la percezione del grandesaccheggio. La rappresentazione spetta-colare della lotta alla ‘ndrangheta è frut-

to di questo disegno contorto.La trasmissione “Presa diretta” di lunedìscorso la farei studiare in molte facoltàuniversitarie per dimostrare l'evapora-zione del giornalismo d’inchiesta. Il meri-to del servizio consiste nell'aver annun-ciato esplicitamente, e senza ipocrisia,gli obbiettivi politici che si intendevanoraggiungere. Il “New Bridge” è stato soloun indovinato pretesto confezionato edinfiocchettato da mani esperte e servitocaldo. La “famiglia Gambino” , mi sem-bra c'entri poco o niente. Si utilizza uncognome “forte” per impressionare lemente deboli. Il dottor Nicola Gratteri,ospite unico della trasmissione, ha parla-to da accorto e consumato “politico”.Durante la trasmissione è svanito il magi-strato nel delicato ruolo di applicare le

leggi con serenità ed equilibrio; ha presocorpo un politico che ambisce a fare illegislatore e l'uomo di governo, qualoraqualcuno si decidesse di chiamarlo a“farne parte”. Un grande spot “elettora-le” a spese della Calabria. Il caldoabbraccio finale tra l'ospite e il condutto-re vale quanto e più di un trattato.Tralascio il “programma riformatore” deldottor Gratteri, limitandomi a dire la miaimpressione e cioè che siano state sposta-te le lancette dell'orologio ad una epocaprecedente Cesare Beccaria.Una sola osservazione mi sentirei diavanzare. Il dottor Gratteri ha spiegatomolto bene che la ndrangheta ha semprerespinto la strategia di attacco diretto agliuomini dello Stato sul modello di quantofatto in passato dai corleonesi .Parole più

che giuste. Però qualcuno dovrebbe spie-gare i numerosissimi attentati ai magi-strati calabresi denunciati e pubblicatidai giornali, con dovizia di particolari,negli anni scorsi. e che stanno alla basedell'assegnazione di infinite scorte eduna esposizione mediatica senza prece-denti in Calabria. Frutto di fantasia? Sarebbe un'ipotesiinquietante.Finisco. Il grande Orwell ha scritto“1984” come anno di affermazione delladittatura del “Grande Fratello”. Si è sba-gliato di trenta anni ma ormai ci siamopienamente dentro.Il servizio di “Presa diretta” mi ha resoancora più consapevole della velleitàdella mia donchisciottesca testimonian-za. Sono vecchio, ma pienamente consa-

pevole di quali pericoli corre chi si espo-ne in questa nostra Terra così difficile ecosì martoriata: si va dal suicidio “assisti-to”, alla galera “pedagogica”, ai processi“addomesticati”. Il “potere” marcia divi-so per colpire unito. Non ci può essere négara, né sfida tra chi corre in bicicletta echi dispone di un aereo supersonico. Noidisponiamo di una bicicletta scassata e dimuscoli intorpiditi e stanchi. Disponiamosolo di una grande dignità e di un amoreinfinito verso la libertà e questa nostraterra.Anni fa, Sciascia scriveva «A futuramemoria» e io “a futura memoria” scrivoe metto il messaggio in bottiglia, augu-randomi che un giorno ci sveglieremo daquesto brutto sogno.

Tutta colpadel paradisoIlpopolo calabrese è devoto a Nicola Gratteri

ancor prima che a Mimmo Cavallaro. Non delprofessionista che ha arricchito la magistratura,

che ha confini nella Costituzione, ma del santo che arric-chisce l'anima, che confini non ha. Il magistrato da Gerace possiede indubbiamente le chia-vi del paradiso, di quel ministero immacolato che dividei giusti dagli sbagliati, i retti dagli storti. E ancora ha in canna, così ha riferito a Riccardo Iconadomenica sera, quattrocento pagine capaci (se tramuta-te in decreto legge o regio addirittura in eclissi medieva-le) di buttare giù dalla rupe tutti quelli che sono nati ocresciuti male. Ma dato che non ho origini spartane, chesono stato formato da quegli infedeli di Zitara, Delfino ePasquino, che non credo nella fiction di “Presa Diretta”,che non ci arrivo alle analisi di Fazio, né alla fede dei tantifondamentalisti di Don Ciotti; e dato che sono convintoche la ‘ndrangheta locale mi complichi la vita più di quel-

la internazionale, vorrei capire i motivi per cui non sonostato ancora informato, anche attraverso un semplicecomunicato stampa, su chi ha ucciso Vincenzo Ieraci, suchi ha bruciato la macchina del chirurgo Brugnano, suche fine hanno fatto gli stupratori di Siderno e su qualco-s'altro che al momento mi sfugge. E nonostante com-prenda la differenza che c'è per le forze dell'ordine, perla loro carriera, nell'essere riprese dalle telecamere a sca-valcare un cancello a Gioiosa Ionica, mentre contempo-raneamente a New York i colleghi Serpico dell' FBIcavalcano un ascensore fino alle suite dei parenti lontanidei Gambino, rispetto a una mezza pagina di cronacalocale; dicevo, nonostante comprenda tutto questo,sarei disposto a concedere qualche mese prima d’ essereinformato, anche con un piccione viaggiatore, su chi aLocri non lascia vivere in pace David Bumbaca e la suafamiglia.

Ercole Macrìetamondo,

ERCOLE MACRÌ

C’è sempre un canone estetico prima ancor di quello morale, eGian Antonio Stella è oggettivamente brutto, della bruttezzadel colesterolo che puzza sotto una faccia d’orsacchiotto che

sbanda, rifiata e gli si annebbia la vista. Vede male e guarda quello chegli delegano. Vede la ruggine di Taranto, ma guarda i cassonetti di Locri,vede le siringhe di Scampia, ma si sballa con gli spinelli di Platì, vede letopaie di Castel Volturno e si gira su Rosarno. E ancora, vede il cancronella sua Porto Marghera, l’eutanasia degli adolescenti nelle stazionivenete sterminati dall’eroina spacciata dalle gang magrebine e nigeria-ne, ma si illumina, registra e commenta, attraverso pagine e pagine del“Cameriere della Sera”, tra una grappa nel cervello e un infarto nellaparte apicale del petto, il raffreddore reggino. Se Sanremo è Sanremo per i cantanti, Locri è Locri per i giornalisti.Stella lo sa e come lui tutti quelli che fanno informazione celando losciacallo sotto i ghigni del peluche.Di questo ce ne ha dato conferma domenica scorsa, se ce ne fosse anco-ra bisogno, anche l’inchiesta sommaria di Riccardo Iacona, “nattu bello

stogghju”. Il grandfather di “Presa diretta” che brilla di effetti specia-li, narcisismo e montaggi d’avanguardia, che riescono a trasforma-

re cefali in spigole e sgarristi in vangeli, a differenza di Stella,invaso di quel grasso che annebbia la vista, ha un vipera nel

fegato: sotto lo smilzo scorre il veleno. Stella e Iacona, nemici dichiarati della Locride, vegetano erifioriscono nell’era dei sicari e all’interno dello stesso cir-cuito che alimenta la più grande industria meridionale disempre: l’antimafia.Stella e Iacona eseguono ordini.

de, senza mai guardare alla ruggine di Tarantoavelas del Volturno, all’eroina nella stazione

o per i cantanti, Locri è Locri per i giornalisti

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DOMENICA 23 FEBBRAIO 8www.rivieraweb.itRIFIUTI

RIVIERA

ELEONORA ARAGONA

Cambiamento.Novità. Queste parole e lapolitica nella Locride non siconoscono, se non per accosta-mento a manifesti elettorali.Eppure forse, e sottolineiamoforse -ancora la mano sulfuoco non ci sentiamo di met-terla- qualcosa si sta muoven-do nell’Assemblea dei sindaci. I trainatori di questa piccolarivoluzione sono i primi citta-dini di Locri e Marina diGioiosa. Giovanni Calabrese eDomenico Vestito stanno pianpiano creandosi il loro spazionella stantia politica locale. Sipotrebbe parlare di svolta se loscetticismo non fosse imperan-te. Troppe promesse di rivolu-zioni, di svecchiamento sonostate tradite nel tempo.La prova fornita da questi duesindaci durante l’ultima assem-blea per risolvere il problemarifiuti sembra convincente.Calabrese e Vestito si sonoimposti e con un impeto d’or-goglio si sono ribellati alladecisione di far divenire laLocride l’immondezzaio diReggio Calabria. Infatti un’or-dinanza dell’assessoratoall’ambiente aveva bloccato ilconferimento dei comuniall’impianto di Siderno dando

la precedenza ai camion colmidi rifiuti provenienti daReggio.Nessuna comunicazione, nes-sun messaggio per informare isindaci e i cittadini di cosa stes-se accadendo. Un’imposizionee nessuna possibilità di appel-lo. Reggio sovrana e la Locridepronta a riverirla. Ma stavolta

pianto di Siderno e di renderepermanente la riunione. «Nonci alziamo da queste sedie senon risolviamo il problema».Le strade dei loro paesi si sta-vano riempiendo di rifiuti eloro non volevano che si ripe-tesse il disastro dello scorsoanno.Giuseppe Strangio, presidente

nostro sito). I sindaci hannoottenuto una promessa, poimantenuta da Gualtieri. Masoprattutto c’è stata una svoltaall’interno dell’assemblea piùimproduttiva della Locride.Forti del polso fermo dei duegiovani sindaci anche gli altrihanno mantenuto il punto e ilpresidente ha ritrovato il suocuor di leone e ha – figurativa-mente – sbattuto i pugni sultavolo. La cooperazione tra i sindaci,il loro essere uniti per ottenereun risultato. Nuova politica?Politica? Non sappiamo anco-ra se sarà solo un caso isolato,se finalmente l’assemblea hadeciso di svegliarsi e prendereuna posizione che gli consentadi trattare da pari a pari con laProvincia. Quel che è certo èche qualcosa si è mosso, che siè sentita una voce. Certo è da notare come a spro-nare l’attività di questo colle-gio di sindaci siano state duenew entry, per quanto legatialla politica locale da temposia Calabrese che Vestito sonoal primo mandato. Da sottoli-neare anche l’assenza diImperitura, rappresentantedella stantia e tradizionalepolitica locridea. Per non par-lare dei commissari di Siderno,

solo per citare il comune piùpopoloso, che continuano ainteressarsi solo di ordinariaamministrazione. Disertarel’assemblea, non confrontarsicon gli altri amministratori,questa la scelta fatta finoradagli impiegati della prefettu-ra. E se cascasse il mondo lorosi farebbero un po’ più in là.

Una vittoria deisindaci capitanati

da Calabrese eVestito contro

la prepotenza diPrefettura

e Regione. Cheanche per laLocride ci sia

ancora speranza?

non è andata così.L’assessorato e la prefetturasono stati messi spalle al muro.Calabrese e Vestito sono giun-ti in assemblea con le ideechiare. Ottenere un risultato,riprendersi un po’ di dignità.La proposta che hanno presen-tato ai colleghi sindaci è statadi minacciare il blocco dell’im-

Lo zerbino Locride si ribella a Reggio

dell’Assemblea, forte dei dueapripista ha preso il telefono eha portato la questione sultavolo di Bruno Gualtieri, dgdel dipartimento ambiente. LaLocride non era disposta aaffogare nei rifiuti per mante-nere linda la città sullo stretto.(Il dialogo tra Strangio eGualtieri è disponibile sul

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La differenziata nei nove comuni della Locride è partita.I cittadini devono familiarizzare con cassonnetti per diversi materiali edevono abituarsi a separare i rifiuti che producono in casa. Tra le nuove conoscenze per gli abitanti dei nove comuni c’è le compo-striere. Il composter non è altro che un contenitore dotato di un coper-chio, in alto, utile al caricamento del materiale da compostare e di unosportellino laterale, in basso, da cui si può prelevare il compost maturo.Il compost è una sostanza organica prodotta in natura e non più utile allavita (foglie secche, feci, spoglie di animali e così via) viene decompostada microrganismi e insetti presenti nel terreno e nella materia organicastessa fino ad ottenere acqua, anidride carbonica, sali minerali e humus.Il composter riproduce questo processo in modo più controllato e con-trollabile e soprattutto con tempi notevolmente ridotti. Vi possono esse-re diverse buone ragioni per dedicare parte del proprio tempo alla pra-tica del compostaggio. Innanzitutto sarebbe un segno della coscienzacivico-ambientalista e un gesto per contribuire a risolvere il ben notoproblema della gestione dei rifiuti. Infatti, utilizzando una parte di scar-ti per produrre compost ridurremmo sicuramente le quantità di rifiuti dagestire. Inoltre il materiale organico presente nei nostri rifiuti, ingredien-te base del compostaggio, è quello che, se smaltito in una discarica, causaparte degli odori molesti tipici. Un'altra ragione potrebbe essere meramente di tipo economico: attuan-do il compostaggio domestico, si ridurranno i costi per lo smaltimentodei rifiuti. Cosa si può compostare? Ecco una lista dei materiali che pos-sono essere compostati e alcuni consigli su come gettarli nel contenito-re. Scarti di frutta e verdura, scarti vegetali di cucina sono la base diun ottimo compost. E poi fiori recisi appassiti, piante anche con pane diterra, per questi rifiuti è bene se ci sono parti legnose è meglio sminuz-zarle prima di gettarle. Pane raffermo o ammuffito, gusci d'uova vannoridotti prima in piccoli pezzi. I fondi di caffè e filtri di the. Foglie varie,segatura e paglia sono dei materiali secchi. Gli sfalci d'erba prima sifanno appassire e poi si mescolano con altro materiale. Rametti, trucio-li, cortecce e potature ridotti a pezzi sono materiali di “struttura” infattisostengono il cumulo. Carta comune, cartone, fazzoletti di carta, cartada cucina, salviette (non colorate). Pezzi di legno o foglie non decompo-sti presenti nel compost maturo aiutano l'innesco del processo e dannoporosità alla massa. Le bucce di agrumi non trattati , ma in questo casinon vanno superate le quantità prescritte per il consumo familiare.Piccole quantità di cenere , avanzi di carne, pesce, salumi e formaggi elettiere di cani e gatti (solo se si è sicuri di ottenere l'igienizzazione).Foglie di piante resistenti alla degradazione (magnolia, aghi di conifere)solo in piccole quantità e miscelando bene con materiale facilmentedegradabile

POSIZIONAMENTO DEL COMPOSTERCome nell'allestimento del cumulo, sarebbe meglio posizionare il com-poster in un luogo a parziale ombreggiamento in estate e soleggiato d'in-verno. Affinché il processo si sviluppi in modo ideale sarebbe necessarioporre il composter a diretto contatto con il suolo dal quale, come abbia-mo visto, il materiale riceve parte dei microrganismi utili al processo. Peri composter che non sono già dotati di tale sistema è conveniente porvial di sotto un riquadro di rete metallica zincata leggermente più grandedel contenitore. Essa eviterà l'introduzione nel composter di piccoli ani-mali.

INSERIMENTO DEL MATERIALESul fondo del composter occorre realizzare, con materiale ligneo smi-nuzzato, uno strato drenante. Gli scarti organici devono essere inseritinel contenitore seguendo le stesse indicazioni di miscelazione validi perla tecnica in cumulo. Inoltre essendo più complesso il rivoltamentodel materiale all'interno del composter, sarebbe utile prevederel'inserimento di una maggiore quantità di scarti marroni al fine di evita-re problemi dieccesso di umidità e aumentare la porosità del materiale.Supponendo che chi utilizzi il composter e non la tecnica in cumu-lo, abbia a disposizione minori quantità di materiale marrone del tipopotature, ramaglie ecc. Si consiglia di utilizzare quale scarto più asciuttoe ricco di carbonio la segatura oppure le foglie secche e come mate-riale che aumenta la porosità cartone spezzettato grossolanamen-te.

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DOMENICA 23 FEBBRAIO 10www.rivieraweb.itPOLITICA

ANTONIO TASSONE

Ildottore Franco Mammoliti, pre-sidente dell’Ascoa(Associazione regionale piccole

e medie imprese), è un personaggio cari-smatico che ha sempre ottenuto ricono-scimenti importanti per la sua alacreattività professionale e soprattutto per lacompetenza dimostrata nella gestionedella sua associazione. Nel 2012,Mammoliti, in occasione dei 150 anni distoria della Camera di Commercio diReggio Calabria, ha ricevuto il premiospeciale e la medaglia d’oro «per avertestimoniato con passione i valori fonda-mentali del vivere comune». Già autoredi alcuni libri di successo tra cui Fatti,Misfatti e Proposte è iscritto all’ordineregionale dei giornalisti. In quasi 35 annid’attività l’Ascoa ha aiutato migliaia diaziende, «non a parole ma con fatti» –tende a precisare Franco Mammoliti- «equesto è avvenuto sia economicamente,attraverso l’erogazioni di mutui e presti-ti, e sia con l’attività di supporto logisti-co e tecnico- amministrativo». «Quandoavviai l’attività eravamo quattro persone. All’inizio si identificò solo con il nome“Ascoa” successivamente, dopo le neces-sarie trasformazioni, è divenuta associa-zione regionale delle piccole e medieimprese». «Attualmente, posso dire conorgoglio, che Ascoa (Associazioneregionale piccole e medie imprese)conta di circa cinquemila imprese iscrit-te». «I vantaggi per i nostri associati siconcretizzano nell’espletamento dellepratiche burocratiche, nell’erogazione atasso agevolato (essendo in vigore delleconvenzioni speciali con i maggiori isti-tuti di credito) di mutui o prestiti a tassoagevolato». «Nell’ultimo periodo abbia-mo anche stipulato un importante accor-do che prevede la concessione alleimprese beneficiarie, attraverso il mec-canismo dei confidi, di prestiti ad inte-resse pari al 4%». Il tutto avviene nellaLocride dove c’è sempre stata la presen-za della criminalità organizzata.«Abbiamo però scoperto - dice FrancoMammoliti - che anche al Nord Italia oanche nel mondo c’è anche più ndran-gheta di quanto ci sia da noi». «Le gioiepiù belle che ho ricevuto in questi annisono stati i tanti riconoscimenti che horicevuto». «Sono stato ai tavoli di tratta-zione assieme ad assessori regionali, pre-sidenti di provincia, sindaci. Le delusio-ni principali sono legate all’amara con-statazione che qui da noi esiste una logi-ca perversa che è finalizzata a non faremergere le persone valide. In sostanzasi cerca di non dare troppa visibilità allepersone che valgono. «Credo che l’unicagiunta regionale che abbia fatto qualco-sa per la Calabria sia stata la prima giun-ta regionale, quella di AntonioGuarasci». «Ora vedremo, se Renzi, chepare abbia voglia di sopprimere le pro-vince, riuscirà a raggiungere questorisultato». «Sono contrario alla loro sop-pressione in quanto le province, storica-mente, hanno sempre avuto un ruoloimportante nell’assetto del nostro Statodemocratico così come sono contrarioalla soppressione dei piccoli comuni.Sono invece favorevole all’accorpamen-to sia tra comuni piccoli, sia tra comuniche hanno una certa importanza demo-grafica, come ad esempio Locri e

Siderno». «Il mio sogno (che non siavvererà) è quello di unificare unavolta per tutte Locri a Siderno o vice-versa. L’accorpamento sarebbe unrisultato ottimale non essendo nean-che difficile concretizzarlo». «Io holottato tanto su questa questione maancora registro che qualche imbecillesostiene il contrario. Se noi saremouniti sul piano sociale per ottenerequesto risultato penso che insiemepotremmo raggiungerlo». Ed infinesul turismo - secondo FrancoMammoliti - c’è da dire che «puravendo delle condizioni climatiche epaesaggistiche favorevoli non è decol-lato perché nessun politico ha maifatto niente. Il problema per cui nonvengono i grandi industriali non è landrangheta. Questa avrebbe interesse

a farli venire per vari motivi (mezzi,manodopera, materiali) e su queste cosenon si scherza». «La verità è che perpoter venire ad investire qui da noi que-sti signori tendono a valutare se ci sonoo meno incentivi statali mettendo anchea confronto l’eventuale costo del lavoro,ecco perché alla fine scelgono di andarealtrove». «La Calabria è stata abbando-nata dai suoi rappresentanti che inParlamento servono solo ad alzare lamanina». Sul futuro della Termed’Antonimina, Mammoliti è tassativo:«È vero, sono stato presidente delleTerme, conosco bene quella realtà e ledico che arrivati ad un certo punto quan-do ci si trova davanti ad una mentalitàche contrasta con chi s’intende un pochi-no d’economia la soluzione migliore èquella di dimettersi ed andarsene a

casa». Il rapporto con il sindaco di Locri,Giovanni Calabrese, viene definito nor-male, di eventuale aiuto reciproco, seesistono le condizioni per poter collabo-rare anche «perché - dichiaraMammoliti - altri politici in giro non nevedo. Mi è piaciuta la copertina di “Riviera” diqualche settimana fa dove metaforica-mente Calabrese tirava mazzate all’asso-ciazione dei sindaci, un organismo inuti-le che non è riuscito a produrre nulla peril territorio». «Non è un organo delibe-rante è solo un organo consultivo cheserve solo alla spartizione di pochi postiretribuiti negli organi collegati.Servirebbe unità d’intenti ma tutto que-sto non accade». Infine, l’ultimo passag-gio riguarda la sua appartenenza al par-tito della democrazia cristiana: «Sono

ancora democristiano, non ho fatto mainessuna tessera dopo che la Dc è finita.Quello era un partito fatto con dellestrutture importanti e ricordo che quan-do finivano le riunioni uscivamo tuttisintonizzati sulla stessa lunghezza d’on-da. Ho lavorato tanto per quel partito eora indubbiamente non posso essereconsiderato come un simbolo della Dc,primo perché non c’è più, e secondo,perché ormai ho già raggiunto una certaetà». Alla domanda finale, prima di con-gedarci, su chi è stato il miglior politicodi sempre della Locride FrancoMammoliti risponde così: «A mio avvi-so, il migliore politico che la Locrideabbia mai avuto è stato il commendato-re Guido Candida, il fondatore dell’o-spedale. Quando c’era lui a ReggioCalabria comandavamo noi».

Il miosogno èvedereLocri eSidernounite

In quasi 35 anni d’attività l’Ascoa ha aiutatomigliaia di aziende, «non a parole ma con i fatti»

FrancoMammoliti, presidente dell’Ascoa(Associazioneregionale piccolee medie imprese)

L’INTERVISTA

RIVIERA

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DOMENICA 23 FEBBRAIO 15www.rivieraweb.itLA POSTA

LA LETTERA

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Direttore responsabile: ANTONIO TASSONEDirettore editoriale: ILARIO AMMENDOLIA

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All'on.le Pietro Crinò,Consigliere Regionale

Caro Onorevole,ritengo doveroso scriverLe per complimentarmi della tem-pestività e dell'impegno da Lei profuso nella sua veste isti-tuzionale di Consigliere Regionale circa la drammaticasituazione che si è venuta a creare a seguito delle forti piog-ge e mareggiate di fine Gennaio che hanno devastato l'in-tera Calabria Jonica e la Locride in particolare, mettendo arepentaglio l'incolumità delle popolazioni colpite, devastan-do strutture ricettive, isolando interi insediamenti urbani eancor di più danneggiando siti archeologici millenari.L'attività da Lei svolta è stata un vero prodigarsi verso lepopolazioni colpite, mobilitando Uffici e IstituzioniRegionali e Provinciali, poiché il fine era quello di reperireurgentemente risorse per fronteggiare le criticità subite daogni territorio. Mi permetto, però di portare a conoscenza,senza alcuna vena polemica che nelle varie riunioni succe-dutesi nei giorni in cui gli eventi si sono verificati e neicomunicati a mezzo stampa e Radio- Tv, non si è fattominimamente cenno o menzione del pericolo che esiste eche puntualmente ad ogni evento calamitoso diventa sem-pre più urgente, vale a dire, quello della fiumara Bonamico.Anche questa volta, grazie alla tempestività del ComandoStazione dei Carabinieri di S.Luca e all'Ufficio Tecnicodello stesso Comune coordinato dalla CommissioneStraordinaria preposta, si sono potuti evitare gravi danni,quali in primis lo straripamento delle acque nel luogo dovesono ubicate le pompe di sollevamento dell'acquedotto chealimenta i Comuni di San Luca, Casignana, Caraffa delBianco, S. Agata del Bianco, con la conseguente distruzio-ne delle stesse, creando non pochi disagi alle popolazioniche dell'acqua ne usufruiscono. A tal fine, l'attività dientrambi,Carabinieri e Tecnici del Comune di S.Luca èstata veramente preziosa, avendone dato l'allarme delrischio incombente, informato le Istituzioni competenti efacendo intervenire i mezzi meccanici idonei a deviare l'im-ponente volume di acqua che già aveva superato il muro dicontenimento. È un fatto, ormai,tecnicamente accertato che di anno inanno il letto della fiumara si innalza a causa del volume didetriti originate dalle frane che si verificano lungo il suocorso e che la furia dell'acqua trasporta e deposita, tantè chei terreni agricoli circostanti sono abbondantemente sotto illivello del letto della fiumara ( in alcuni punti supera i 4-5metri) e i muri di contenimento realizzati meno di diecianni fa in alcuni tratti sono coperti.Inoltre, non si può sottovalutare la circostanza che, per lun-ghi periodi dell'anno, a causa della piena,vengono puntual-mente distrutte le piste d'accesso alla montagna e alle variecontrade circostanti con non poche conseguenze dannose acarico di pastori e agricoltori.La problematica appena descritta, impone interventiurgenti e indifferibili per scongiurare ulteriori e irreparabilidanni, tant'è che gl' interventi cosiddetti “tampone o pallia-tivi”, i Tecnici preposti lo sanno bene che non servono piùdi tanto, essendo invece necessario realizzare briglie di sbar-ramento al fine di limitare la furia dell'acqua e il conteni-mento dei detriti.Pertanto, La invito a rendersi promotore, come finora hafatto per gli altri Comuni, dell'organizzazione di un incon-tro da tenersi possibilmente a San Luca (R.C.) e con lanecessaria presenza degli Assessori, ai Lavori Pubblici eAgricoltura di Provincia e Regione, i Rappresentanti delConsorzio di Bonifica, tutti supportati dai Tecnici dellerispettive strutture, al fine di dimostrare che l'attenzionecessa di essere rivolta e accentrata sui soliti Comuni dellariviera Jonica, per essere, una volta tanto, rivolta anche allezone montane e in particolar modo alla problematicaFiumara Bonamico, sempre più convinto che, da pericoloqual è, possa trasformarsi in sviluppo, se si considera la pos-sibilità di una potenziale bonifica di centinaia di ettari direlitti fluviali in veri e propri terreni agricoli.Con l'amicizia che da anni ci lega e la vecchia militanzapolitica che ci ha accomunati, calorosamente la saluto.

Bruno BartoloEx vice-Sindaco del Comune di San Luca

Le forniture mondiali di acqua potabileinsufficienti a partire dal 2050. A lancia-re l'allarme alcuni scienziati del MIT,Massachusetts Institute of Technology,che sostengono come gli attuali schemidi sviluppo esporranno a carenza idricapiù della metà della popolazione mon-diale entro i prossimi 40 anni. I risultatisono stati ottenuti applicando il MITIntegrated Global System Model WaterResource System (IGSM-WRS), unmodello di calcolo che non limita le di

proiezioni ai dati sui mutamenti nelclima, ma li integra con i rilevamentisocioeconomici.A rischio acqua potabile sarà un nume-ro di persone nel mondo pari a circa 5miliardi, secondo i ricercatori del MIT, il52% rispetto al totale previsto di circa9,7 miliardi. Un ulteriore miliardo diindividui si troverà inoltre a vivere inaree dove la fornitura idrica sarà inferio-re alla domanda.A fronte di questa crisi idrica globale,

non può che preoccupare il modo concui viene usata la risorsa idrica inCalabria e, più in particolare, nellenostre zone. Sono infatti ormai noti datempo i problemi delle reti comunali diadduzione idrica, che presentano, inquasi tutti i comuni, perdite tecniche edamministrative molto elevate, con laconseguenza che debbono essereimmessi dal gestore (Sorical spa) volumidi gran lunga superiori ai fabbisognidegli utenti. A questo spreco si è aggiun-to in tempi più recenti il problema delladiga sul torrente Lordo, per il quale ilMinistero per le Infrastrutture e deiTrasporti, avendo riscontrato una lesio-ne all'interno del pozzo controllo para-toie, ha disposto uno svuotamento pre-cauzionale dell'intero invaso fino a datada destinarsi. Tralasciando le nefasteconseguenze che questa scelta ha com-portato per l'ecosistema che si era svi-luppato nell'intorno dell'invaso, i milionidi metri cubi d'acqua provenienti dallasorgente di località Zinni, nell'agro diMammola, che contribuivano ad ali-mentare la diga, continuano comunquea defluire nella diga svuotata, dove l'ac-qua entra e subito arriva al mare a causadella suddetta apertura cautelativa delleparatoie. La chiusura della condottadella sorgente non è realizzabile, inquanto un'aliquota di quest'acqua èceduta dal Consorzio di Bonifica alcomune di Siderno per rifornire parte dicontrada Vennerello. Al fine di evitare ilperdurare di questo spreco, nell'attesache vengano reperiti i fondi utili per lamessa in sicurezza del pozzo controlloparatoie, l'Osservatorio auspica che laSorical riprenda i lavori dell'opera per lapotabilizzazione e canalizzazione del

fluido, avviati ormai da tempo, ma nonportati a compimento. Alla luce di tutto questo, al fine di pro-muovere la coscienza del risparmio idri-co in coloro che domani si troverannoad affrontare una situazione di crisisempre peggiore, l'OsservatorioAmbientale Diritto per la Vita, in senoal progetto “L'acqua del rubinetto. Unbene per l'ambiente, la salute ed il por-tafogli”, avvierà una serie di incontri coni docenti e gli alunni dei maggiori istitu-ti scolastici della Locride. Le tematicheaffrontate durante questi seminaririguarderanno, inoltre, i danni provoca-ti dalla plastica all'ecosistema, le regolecontro lo spreco e, a fronte dei risultatiche confluiranno dal Dipartimento diPrevenzione dell'ASP e dalla Sorical, iparametri di controllo delle acque e lagestione della risorsa idropotabile. Nelcorso degli incontri, verrà in particolareposto l'accento sulle strategie chel'Osservatorio intenderà adottare perstimolare i cittadini all'utilizzo dell'ac-qua dei rubinetti. Gli istituti scolastici che fino ad oggi,hanno sposato in pieno l'iniziativa, alcu-ni dedicandogli anche uno spazio sul-l'home page del proprio sito web, sonostati entrambi gli Istituti comprensivi diSiderno, l'I.I.S. G. Marconi di Siderno, ilicei G. Mazzini di Locri e l'Istituto com-prensivo di Roccella Ionica. Il primoappuntamento didattico è stato il 21 e il22 febbraio con gli alunni della ScuolaMedia G. Pedullà, si è tenuta inoltre lapresentazione presso la Sala delConsiglio Comunale del Comune diSiderno.

Osservatorio ambientale Diritto per la Vita

E così Enzo pochi giorni fa è volato negli spazi infiniti delcielo. Era conosciuto come il ferroviere buono. Aveva sem-pre un sorriso e una battuta per tutti. Negli anni in cui dallastazione di Siderno passavano la "Freccia del Sud" e il "Trenodel Sole" che portavano al Nord in cerca di un futuro migliorei nostri lavoratori, quest' ultimi trovavano nel "capo" Enzoun' affettuosa compagnia in attesa dei "treni della speranza".Cattolico praticante, sono certo che lassù avrà il giusto postoche si merita.

Franco Parrello

L’acqua del rubinetto. Un bene perl’ambiente, la salute eil portafogli

L’ANGOLO DI PARRELLO

ENZO MELECA, UN FERROVIEREBUONO

Nel corso del Congresso Regionale della Sied tenu-tosi in Palmi, organizzato dal presidente uscente Dr.Francesco Cardona di Polistena con la presidenzacongressuale del Dott. Giuseppe Naim, si sonosvolte le elezioni per il rinnovo delle cariche soci-etarie regionali di questa società scientifica.Presidente dr. Luigi Iaquinta, cosentino; consiglieridr. Dario Bava, catanzarese, dr. Rino Colaceanch'esso catanzarese, vice presidente dr. RinaldoNicita, reggino. Quest'ultimo e' stato organizzatore e coordinatoredi uno degli eventi scientifici calabresi più importan-ti e partecipati da autorità scientifiche nazionali edinternazionali della gastroenterologia degli ultimianni, svoltosi nel maggio 2013 in Locri.Il dott. Nicita, inoltre, è stato uno dei fondatori,unico calabrese, del "Progetto nazionale Sied", orga-nizzazione di eccelsi professionisti italiani nell'am-bito della branca, di cui fa parte anche il suo riferi-

mento professor Alessandro Repici dell'Humanitasdi Milano, atta a riformare, dall'interno, lo statutodella società di endoscopia, all'insegna dellatrasparenza, dell'efficienza della opportunità per igiovani e contro le lobby, per una crescita della dis-ciplina.Da anni come testimoniano i numerosi articoli sci-entifici internazionali e divulgativi scritti dal medicodi origine casignanese e locrese di adozione, si batteper la promozione dello screening del cancro delcolon (seconda causa di morte per tumori) che sem-bra conoscere nella calabria un incremento fino aquasi, in alcune zone, sfociare in una endemia e cheora potrà, grazie al suddetto mandato, difendere epromuoverlo nelle sedi opportune considerandoche già oltre 10 anni fa nell'articolo "Locridepadiglione cancro", pubblicata dalla nostra testata,denunciava ed indicava le contromisure di preven-zione che, ancora oggi, tardano ad essere attuate.

Il gastroenterologo Rinaldo Nicita rappresenterà per il biennio 2014-2016 la provincia di Reggio Calabria, nel ruolo di vice presidenteregionale della Società Italiana di Endoscopia Digestiva (Sied)

On. Crinò: prestipiù attenzione

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RIVIERA

GIUSEPPE MAZZÙ

C’è gente che nei beni archeo-logici e culturali dellaCalabria e della nostra pro-

vincia, in particolare, pensa che non visia nulla di eclatante che possa serviread attrarre grandi flussi turistici. Ma chiha modo di visitare altri luoghi, pure piùpubblicizzati, alla fine se ne torna inCalabria convinto che quanto si trovaqui, in fatto di siti e resti archeologici,sia ben più importante di altri luoghiche non riescono a parlare all’animo delvisitatore. Perché, i siti archeologici,non sono un fatto di sole pietre o di solecolonne di marmo. Attorno ai luoghidell’archeologia, infatti, aleggia un’at-mosfera invisibile che li riveste con l’a-bito del mito stravolgendo anche la sto-ria, a volte; ma ha il potere, soprattutto,di creare suggestione e un alone dimistero che apre un’altra dimensione.La dimensione è quella del cuore, chenon si ferma al visibile, va oltre e fadella storia, dei miti e dei resti antichi,un unicum indivisibile che apre nuovevisioni. E questa atmosfera è così coin-volgente che, a volte, si percepisce quasimagica e, alla fine, ti trascina ad andareoltre quelle che, alcuni, chiamano sem-plicemente “pietre”. Il fatto è che, lepietre, quelle antiche, non solo nonsono mai nude ma sono in grado di evo-care quella vita che sembra averleabbandonate da millenni.È, in pratica quello che mi accade, ogniqualvolta il richiamo dei resti e dell’at-mosfera di Locri antica mi porta in queiluoghi che ho eletto a “rifugio”: Marasàcon i suoi resti di templi; Centocamerecon il suo quartiere di artigiani e cera-misti che non risuona più dei loro canti,dalle cui fornaci non esce più il fumo,ma che si mostrano, comunque, in tuttala loro maestosità. Anche se i templisono privi di colonne, le fornaci prive diceramisti, e i luoghi di culto privi delleprocessioni oranti, diventano un vero eproprio percorso dell’anima. I devotilocresi si portavano, forse danzandocome sembra fare quella statuetta diMenade danzante con il tamburellolegato al polso, conservata nel museo, aoffrire alle loro divinità ex voto, come ipinakes, o statuine di terracotta bianca,raffiguranti divinità femminili dal por-tamento solenne, nonostante le loropiccole dimensioni.Ma a Locri, gli dei avevano altre carat-teristiche che è difficile recuperare. Lestatue c’erano ed erano anche maesto-se. Ma dove sono finite, oggi, le statuee i marmi di quella celebre città anticache vantava tra i suoi uomini illustriZaleuco, primo legislatore della MagnaGrecia? Dove sono le grandi statue cheadornavano le celle, gli alzati e i fronto-ni dei templi che, dalle dimensioni dei

loro basamenti, danno un’idea di asso-luta grandezza? Senza contare che iculti che si professavano erano celebriin tutto il mondo antico. Anche se ilrapporto con le divinità era filtratoattraverso i miti di cui, la cultura classi-ca, ne ha trasmesso in blocco la conti-nuità sotto il dominio romano o li haspalmati sul territorio, dove ancora siritrovano come relitti di un patrimoniodi tradizioni e di religiosità popolari dicui la Magna Grecia è ampiamente per-vasa. E i culti non erano sempre racchiusitutti entro le mura. Spesso i templi sor-gevano in zone aspre del territorio

come per Persefone alla Mannella;oppure i siti si presentano di difficileaccesso, lontani dai percorsi turistici,come è accaduto per le necropoli agrotticelle delle città indigene di Canalee Janchina e per la stessa Mannella.Ma a Locri, il cuore della città antica,

pulsa ancora sotto i massi di tufo dellemura o sotto le basi degli edifici religio-si di Marasà e di Centocamere, o nellateca, ormai vuota, dell’archivio del tem-pio di Zeus. Ancora oggi, però, la forzache attrae i visitatori è quella dei mitidell’olimpo locrese, come quelli diZeus, di Afrodite, di Persefone e delsuo rapitore-sposo Ade e della madre

Demetra, dalla quale, Kore-Persefone,avrebbe operato il distacco, comevogliono gli studiosi moderni, che inquel rapimento ravvisano, il passaggiodallo stato di fanciulla a quello di sposae madre, un percorso che in Persefoneacquisterebbe il valore simbolico deldestino della donna.Chi non ha ammirato le delicate formedei pinakes, ritrovati da Paolo Orsi che,con la sua instancabile opera ha regala-to al mondo edifici, resti e miti dellaMagna Grecia? Statue non ce ne sonopiù, colonne neanche, ne sopravvivemezza, posta nell’angolo più lontanodel tempio di Marasà, quello dal quale

provengono quelle lastre, finementelavorate in bassorilievo di stile ionico,con la nascita di Afrodite dal mare, econ le suonatrici, che gli studiosi neattribuiscono la provenienza locrese,collocandoli proprio al centro dellacella del tempio del quale restano partidel basamento e alcuni altari per i sacri-fici. Ma adesso il loro nome è legato alTrono Ludovisi, è stanno a Roma.Andrebbe, invece, modificata l’apparte-nenza e trasferite a Locri.Intanto, il luogo dove si trovano i restidel tempio, immortalato nei libri diarcheologia e nelle pubblicazioni ditutto il mondo con accanto una pianta

L’immaginario viaggio nei luoghi della MagnaGrecia che furono la culla di divinità e leggende.

ARCHEOLOGIA

LocrideIl rifugio Persefone

nelladella

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DOMENICA 23 FEBBRAIO 17www.rivieraweb.it

RIVIERA

di ulivo contorto e inaridito che si sta-gliava nel cielo, oggi ha cambiato lette-ralmente immagine per la caduta del-l’albero senza vita, durante un tempora-le. Questa presenza, che era assurta avalore di simbolo proprio per la suainscindibilità dal paesaggio del luogo, èstata ora affidata a un virgulto di ulivo,con la speranza che, tra qualche decen-nio, possa restituire l’immagine smarri-ta. Ma, intanto, dove sono finite le sta-tue delle altre divinità dei miti locresi?Me lo sono chiesto proprio nel giornodi Natale, allorquando, approfittandodella giornata particolare che ha tratte-nuto la gente dinanzi alle tavole imban-

dite, ho visitato i luoghi, perché no,dello spirito, in quel giorno rimastideserti. Per me, Locri antica, è da visita-re proprio in quelle occasioni.Allorquando il silenzio regna sovrano el’atmosfera magica, creata dall’associa-zione di pietre e piante selvatiche checrescono attorno ad esse e miti, acqui-stano una suggestione senza eguali,come se scaturisse da tutto quell’insie-me. Soprattutto è allora che esse sem-brano risuonare delle voci dei popoliantichi, ridando vita, come in un sogno,ai loro simboli e ai loro dei. E sì. Perchégli dei non abitano più qui.Specialmente la divina Persefone, la

Kore-fanciulla, che per secoli ha chia-mato a sé le folle delle donne locresiche a lei dedicavano ex voto e doni innatura, come quei bellissimi melograniche ancora adornano in autunno lecampagne della Locride ma che nessu-no più riesce a gustarne i chicchi succo-si, colore amaranto, ricchi del dolcenettare che fuoriesce allorquando siaprono. Eppure, il significato dei riti edei simboli della vita ad essi connessi,addirittura sono presenti nella Chiesadi San Francesco, nella piazza delle trechiese di Gerace, nel bellissimo altare amosaico opera di frate Bonaventura,che li rappresentò nel 1600, collocan-

doli in bella vista, con l’immagine delpasserotto che becca i chicchi in unamelagrana semiaperta, in quel meravi-glioso altare-mosaico, ormai patrimo-nio di un’altra religione, quella del cri-stianesimo.Ma, se i bellissimi frutti del melogranorimangono, oggi, non colti e finisconoper seccare e svuotarsi sugli alberi, pro-babilmente accade perché Persefonenon abita più qui. Il mistero della suascomparsa non è più legato al rapimen-to del pur sempre innamorato Ade,diventato suo sposo rendendola reginadi un mondo dei morti che, nelle raffi-gurazioni dei pinakes, appare quanto

mai vicino a quello dei vivi. Perché, lafanciulla per antonomasia, Kore-Persefone, molto spesso, è raffigurataanche nelle sue incombenze casalinghe,come i preparativi per il matrimonio el’accudimento amoroso del bambinoposto nella cesta, circondata dagli attri-buti delle sue prerogative divine. Se lamadre Demetra, come si legge nel piùcelebre degli inni omerici a lei dedicato,riuscì a farla tornare a casa sulla terra,fu grazie all’intercessione di Zeus, cor-responsabile nella vicenda del rapimen-to, ma che di fronte alla disperazionedella madre che aveva provocato ilfermo di tutta la natura, inviò messag-gero, Mercurio, con la missione, pun-tualmente eseguita, di far ritornareKore sulla terra. Ma Ade ubbidì inparte a quell’ordine, perché fece man-giare un chicco di Melagrana aPersefone legandola per sempre a sé.Non è chiaro se Kore fu consensiente,ma alla madre disse che era stata vitti-ma di un inganno, cosa questa chedeterminò la sua presenza sei mesi sullaterra e sei mesi nel regno di Ade. Se ilrapimento di Persefone si risolse, allafine, con una parziale soddisfazionedelle parti, le cose non andarono cosìper quanto riguarda il simbolo massimodella presenza della dea a Locri. La sta-tua, infatti, che non si comprende beneancora se fosse collocata sulla collinadella Mannella, nel vallone dove Orsiindividuò i resti di quello che dovevaessere stato il suo tempio circondato dalbosco sacro, oppure nel vigneto di con-trada Perciante, dove la tradizionevuole che un contadino l’avesse scoper-ta durante i lavori agricoli in un vigneto.Poi il secondo, rocambolesco, “rapi-mento” dettato da sete di danaro, condestinazione i musei esteri. L’episodio,anche se romanzato, venne riportatoanche da Alvaro che, nei suoi romanzi,ne ricostruì le vicende. Ma quando ilsimulacro riapparve a Berlino, vennecatalogato come una statua di divinitàproveniente dal Sud Italia. Così, senzanome, senza identità , chiusa in quell’in-ferno moderno del museo di Berlino,dove non c’era più il divino Ade adaccoglierla, amorevolmente, sul tronoaccanto a sé, a ricevere i doni delledonne dell’antica Locri, Persefonedivenne fredda e bella senz’anima enon concesse più grazie a nessuno.Se verrà il giorno del ritorno a Locri diPersefone, come ancora in molti spera-no, sicuramente la madre Demetraaddobberà per l’occasione la naturacon fiori, frutti e melograni che, peradesso, sono di terracotta, posti nellevetrine del museo di Locri a ricordare,a tutti, i miti e i riti religiosi di quelmondo, ormai lontano nel tempo, mavicino nelle suggestioni che suscitanoancora nell’animo dei visitatori.

Siti archeologici poco sfruttati, luoghi carichi di mistero e sacralità. Il patrimonio archeologico della nostra terra in che condizioni è?

rideio fone IMMAGINI

In alto l’anfiteatro greco all’internodel parco archeologico di Locri; inbasso una planimetria di come dove-va essere la città di Locri Epizephiri.Nella pagina accanto dall’alto versoil basso, la necropoli di Canale, duescatti dei resti del tempio di Marasà eil Trono di Ludovisi.

della

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Tuttu ‘a na vota ‘nu scrusciu si ‘ntisifujiti,fujiti,chi capitau?, chi succediu?‘u lungumari ,’u mari su ‘nghjiuttiu,stabilimenti, ringhieri,marciapiedi elampiunituttu scunquassau sulu SanFranciscu si sarvau.‘A genti scumportata prega ‘a Madonna i Portusarvu disperata.

Chigliu chi era ‘a perla du joniuoramai restau sulu ‘nu ricordu.Ma nui non ‘ndarrendimue ‘u lungumari nostru rifacimu.L’aguriu chi facimu è mu tornamu comu primasupa ‘a spiaggia ‘u ‘ndi divertimu.

Alunni VA Plesso “M.Bello” IstitutoComprensivo “M.Bello-G.Pedullà-

Agnana” Siderno

CULTURA E SOCIETÀ

RIVIERA

Io ho un sogno un libro di Gigi Micelotta presentato da Ilario Ammendolia aMonestarace. L ’odissea di un uomo imprigionato tre volte per mafia e mai

condannato. Gigi, testimone invo-lontario di una storia tragica chesi snoda in un Paese in cui c’è landrangheta e le sue vittime. Cisono pure levittime e della giusti-zia sommaria e della carcerazionepreventiva destinati al clamoremediatico. La vasta presenza dipubblico, alcuni interventi comequello di Palmiro Spanò, vittimainnocente del carcere hannodimostrato l’attualità del proble-ma posto dal Micelotta.Probabilmente.

Le recenti mareggiate e il disastro del Lungomare cittadino sono argomento di approfondi-mento anche tra i piccoli alunni della scuola primaria M. Bello. Su proposta delle insegnan-ti, assegnatarie delle Funzioni Strumentali, Tecla Giannini e Marilena Romeo nelle classi siaffronterà questa tematica; gli alunni seguiti dai coordinatori di classe ogni settimana com-porranno testi, poesie, filastrocche e riflessioni da pubblicare in questa rubrica e alla finedell’anno scolastico saranno racchiusi in un volume.

Il plesso scolastico M. Bello partecipaalla ricostruzione del Lungomare

La Calabria e la Locridedal 1783 ai primi anni del Decennio francese

‘ A rraggia i Nettunu

Storia di un’ingiustizia.Il libro di Micelottapresentato a Monasterace

visto trionfare Maria Hoefl-Riesch. Medaglia d'argento perNicole Hosp. Ma il terzo postoconquistato dalla bellissimaamericana ha un sapore familia-re. Infatti Julia Mancuso ha ori-gini calabresi. Il suo bisnonno,Tano Taffanelli, era di SantaCristina d'Aspromonte, in pro-vincia di Reggio Calabria.Julia Mancuso, bronzo nellacombinata alle Olimpiadi diSochi, è originaria di SantaCristina d'Aspromonte, 1000abitanti. Ne era già stata dataampia notizia da La Stampaquando vinse lo slalom alleOlimpiadi di Sestriere nel 2006

Terzo posto nella supercombinata per laragazza che ha origini calabresiIl suo bisnonno, Tano Taffanelli, era diSanta Cristina d'Aspromonte, in provinciadi Reggio Calabria.L'italo-statunitense Julia Mancuso havinto la medaglia di bronzo nella super-combinata dei Giochi di Sochi, che ha

Giochi di Sochi, bronzo per l'italo-statunitense Julia Mancuso

“La Calabria e la Locride dal terremoto del1783 ai primi anni del Decennio francese”, èstato il tema della relazione tenuta dal prof.Vincenzo Cataldo nell’ambito del ciclo diconferenze organizzato dalla Deputazione diStoria Patria per la Calabria. Dopo il salutoiniziale del presidente della Pro-Loco diLocri Fabio Mammoliti, che ha organizzatol’evento, il presidente della Deputazioneprof. Giuseppe Caridi, ordinario in Storiamoderna presso l’Università di Messina, hatratteggiato in linee generali il passaggio delRegno di Napoli da uno Stato dipendentedalla Spagna a Stato indipendente sotto laDinastia borbonica. Ha poi messo in eviden-za le riforme portate avanti da Carlo diBorbone che dovevano avere nelle sue inten-zioni una notevole incidenza di caratterestrutturale come il Supremo Magistrato delCommercio e la riforma fiscale. Vincenzo Cataldo ha collegato gli eventi dicarattere nazionali ai fatti locali, iniziandodal terremoto del 1783 che sconvolse laCalabria meridionale. Catastrofe sismica cheprovocò circa 30 mila morti e che rase alsuolo interi paesi. Il terremoto pose fine, daun punto di vista antropologico, alla cappadi isolamento che aveva avvolto la Calabriafino a quel momento. Il SovranoFerdinando IV di Borbone inviò un contin-gente militare, comandato dal VicarioGenerale Francesco Pignatelli e diverse navipieni di viveri, medicine, tende con chirurghie ingegneri. Pignatelli promulgava il bandodi soppressione degli ordini religiosi e delle

corporazioni monastiche con meno di 12claustrali e la conseguente istituzione dellaCassa Sacra. Questo istituto aveva il compi-to di incamerare i beni degli enti ecclesiasticiaboliti, rivenderli a privati e provvedere, colricavato, alla ricostruzione generale. Purtroppo questo provvedimento portòanche alla scomparsa di parte degli argentiappartenenti agli enti ecclesiastici soppressi,che furono fatti confluire a Napoli per la tra-sformazione in moneta da utilizzare per laricostruzione.Il governo napoletano inviò, a seguito delPignatelli, perché studiassero le conseguenzedel terremoto, diversi membridell’Accademia di Scienze e Belle Lettere diNapoli. Lo stato quasi primitivo in cui si trovava laProvincia veniva fatto risalire principalmenteal suo isolamento geografico e territoriale.L’antica via Popilia era stata ridotta a mulat-tiera per il transito dei postali, di qualcheavventuriero o per il piccolo commercio e levie di attraversamento del litorale jonicoerano demandati in genere alle imbarcazioni.Inesistenti i ponti sulle due fiumare; nel corsodell’inverno non era quasi possibile collegarsicon gli altri paesi interni.Le sedute d’asta per la vendita dei terreniconfiscasti erano molto laboriose (potevanodurare settimane). Quindi anche per parteci-pare ad un’asta occorreva essere possidenti,poiché serviva un dispendio di tempo e didanaro che non tutti erano in grado di soste-nere.

Pochi massari, la borghesia cittadina e dicampagna furono coloro che ebbero i benefi-ci dalle operazioni di vendita della CassaSacra. Fu con questa che si crearono i presup-posti affinché il ceto medio divenisse egemo-ne nello scacchiere del potere, grazie proprioalla frantumazione del patrimonio ecclesia-stico.Nel territorio di Gerace l’ufficio di CassaSacra riesce a piazzare sul mercato circa4.472 ettari di terreno appartenenti ai mona-steri di S. Anna, dell’Annunciata, di S.Pantaleone, del convento dei Paolotti e dellecappelle del Santissimo e della Sanità.Terreni che vanno ad incrementare e a conso-lidare il potere economico delle maggioricasate del territorio.Intanto dal punto di vista politico anche nellaLocride si respirava aria di novità. Anche quisi diffusero i prìncipi sanciti dalla Rivoluzionefrancese e diversi paesi in misura e in modidiversi, a seconda anche dello stato sociale,furono coinvolti nella nuova esperienza poli-tica che condurrà alla Rivoluzione napoleta-na del 1799. La Calabria a quei tempi era descritta dalGalanti - un fedele servitore dello Stato(diremmo noi oggi) inviato da FerdinandoIV a relazionare sullo stato sociale ed econo-mico - come una Regione caratterizzata daabusi di varia natura; in cui regnava l’ignoran-za, la miseria e il fanatismo; in cui perduravauna giustizia ingiusta e nella quale dominavaincontrastato il contrabbando di qualsiasimerce, praticato da tutte le classi sociali, com-

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RIVIERA

ARTE E DINTORNI di Domenico Spanò

Si è appena avviato un progetto di interes-se culturale basato su uno studio statisti-co di settore, proposto da alcuni esperti in

statistica e con il patrocinio di diverse associa-zioni culturali, pagine tematiche sui socialnetwork che tutelano ed evidenziano il patri-monio naturalistico dei luoghi e il valore artisti-co, storico, architettonico di monumenti pre-senti nella provincia di Reggio Calabria.Purtroppo sono molti i siti di notevole interes-se che non ricevano da parte delle istituzionilocali la giusta tutela per mantenere uno statoottimale dei luoghi e i giusti servizi necessariper poter usufruire dal punto di vista turistico eculturale. Spesso troviamo lunga la costa, siajonica che tirrenica, luoghi bellissimi e monu-menti importanti ma abbandonati a se stessi, inevidente stato di degrado e di anonimato.Luoghi o monumenti che racchiudano la sto-ria, la tradizione, l’arte di tutta l’AreaGrecanica e della Locride. Sempre meno i sus-sidi economici, i servizi, il supporto tecnico pergarantire a questi siti una giusta fruibilità daparte di cittadini, turisti, studiosi. Lo studio statistico ai fini culturali ha lo scopodi individuare i principali luoghi o monumentidella provincia di Reggio Calabria che necessi-tano di tutela e recupero poiché in evidentestato di degrado o abbandono. Lo studio miraad interrogare gente che vive o ha vissuto nellaprovincia e che quindi conosce piu di ogni altrole difficoltà e le carenze dal punto di vista eco-nomico, organizzativo. Ma anche si interroga-no i turisti, quella fetta di persone che nelleterre calabre ci passa o ci è passata in passato eha ricordo visibile di certi siti interessanti etutto ciò che è legato al loro contesto. Sarannodecretati cosi i maggiori luoghi o monumentiche necessitano di una maggiore attenzione daparte delle istituzioni, e l’invito a non rimanereindifferenti o impelagati tra mille burocrazie esoprattutto in eccessive cattive gestione dellacosa pubblica. Sarà compito di associazioni,cooperative di giovani permettere una maggio-re visibilità e tutela rivolgendosi ad organi

superiori e istituendo una maggiore e concretaattenzione al patrimonio naturalistico, storico,artistico ed architettonico della Calabria.Diversi sono gli esempi che potremmo citare diluoghi dimenticati. Esempi conosciutissimi poi-ché sono ormai nell’immaginario collettivodella gente, che visitandoli stupiti, si chiede:“…ma perché rimane cosi tutto abbandonato ?… se questo sito fosse in altra regione, ricevereb-be la visibilità che gli tocca ? “. Molte domandecontinue da fare, poche risposte; molti luoghiinteressanti che raccontano la storia di questaterra ma sempre più dimenticata. E’ l’ora diagire, di informare, documentare, sollecitare latutela e il rispetto.Citando alcuni siti possiamo ricordare adesempio, la Villa Romana di Casignana, unfantastico sito archeologico che scoperto neglianni ’80 ancora oggi arranca nella tutela, neiservizi, nella visibilità in base al suo inestimabi-le valore. Il centro storico di Pentadattilo arroc-cato ai piedi dell’ammasso roccioso a forma dimano del diavolo, nel pieno dell’areaGrecanica. Case distrutte e abbandonate. Ilpaese fantasma che ciò nonostante ha il suofascino e il suo mistero tra scorci e straduzzeincantate. Di borghi antichi arroccati nell’en-troterra della provincia ce ne stanno, ricchi dipregiatissimi edifici e monumenti, assolati,all’incuria del tempo, dimenticati: AfricoVecchio, Ferruzzano Superiore, Ragudi, PalizziSuperiore, Staiti, Brancaleone Vecchio,Bruzzano Vecchio, Mammola, e molti altriancora. E se le perle dei borghi quali Scilla,Bova Superiore, Gerace, Ardore Superiore,Grotteria, Riace, Placanica, sono esempi diuna tutela e recupero dei borghi antichi cheregalano scenari indimenticabili, ma checomunque necessitano anche loro sempre dimaggiore servizi, pubblicità, accoglienza. Saràpossibile partecipare al breve questionario sta-tistico fino al 31 Marzo al seguente link:https://docs.google.com/forms/d/1EWy2uc-06b5J9pQbDFDcIh3O_Xrn6xyy3cQPWD4Bg1w/viewform

Studio statistico per i luoghi e monumenti della provincia di RCche necessitano di tutela e recupero

“Ei fu”recita l’inizio di un noto testo poetico, mai così attuale dopo la recente mareggiata che ha distrutto il lungomare dellanostra città fiore all’occhiello della riviera dei gelsomini, luogo d’incontro per la comunità e meta di numerosi turisti nelperiodo estivo. Ormai un lontano ricordo della splendida spiaggia, delle strutture ricettive, degli stabilimenti balneari, ilmare ha distrutto tutto quello che ha incontrato nel suo cammino provocando numerosi danni materiali e soprattutto affet-tivi, privandoci di quella che era considerata la nostra maggiore ricchezza.Noi ragazzi ci appelliamo alle autorità preposte affinché il lungomare possa essere ripristinato nella sua originaria bellez-za e ci impegniamo per quanto è possibile affinché ciò avvenga.

Alunni VA Plesso “M.Bello” Istituto Comprensivo “M.Bello-G.Pedullà-Agnana” Siderno

ll lungomare delle Palme... solo un ricordo

presi i preti. Dai documenti chiaramente si evince la par-tecipazione di molti calabresi della Locride aquelle vicende, alcuni forse spinti dalmomento emozionale, altri da autenticheconvinzioni politiche maturate nel nuovoclima determinato dalla Rivoluzione france-se dieci anni prima. Già fin dal luglio 1796, daquando cioè le truppe francesi riuscirono ariportare significativi successi in Italia e learmate napoletane, pur forti di 30 mila uomi-ni, erano state costrette a firmare l’armistiziodi Brescia, considerato che i napoleonici con-tinuavano la loro marcia di conquista dap-pertutto, il governo borbonico aveva datoavviso a tutti i sindaci di armare persone abilicontro i nemici del re e della religione. Nonostante il forte incitamento e i ripetutiappelli delle autorità centrali e periferiche,dagli atti si capisce che la richiesta di armarsie di far parte della milizia era stata accolta tie-pidamente: c’era chi adduceva mali fisici, chiaffermava di non poter partire perché avevafigli piccoli da mantenere e di avere in casacongiunti in età avanzata, chi di aver già pre-stato servizio militare per tanti anni. Frequentemente le pretese dello Stato cozza-vano con lo stato indigente della popolazio-ne, il cui sostentamento era riposto esclusiva-mente nelle braccia dei lavoratori. Contadinie artigiani, per quanto possibile, cercavano dievitare l’arruolamento, proprio per potersi

dedicare alla cura delle loro famiglie. I brac-cianti costituivano la categoria sociale piùnumerosa della popolazione attiva, sottopo-sta ai lavori più pesanti e la loro presenza eraestremamente necessaria alla stessa sopravvi-venza del nucleo famigliare. Riguardo al1799, i documenti notarili confermano che ilpopolo ricadente in questa fascia costierapartecipò con poco entusiasmo a quegli avve-nimenti promossi da entrambe le parti, equando lo fece fu perché costretto o attrattodal guadagno. Per il ceto basso poco interes-sava delle idee giacobine e repubblicane, del-l’esercito sanfedista e del re, legato com’eraai problemi di sussistenza quotidiana.La vicenda rivoluzionaria, come ben noto,finì con il ritorno sul trono della stirpe borbo-nica. Qualche anno dopo, mutato lo scac-chiere geopolitico europeo, quando il 14 feb-braio 1806 entrarono a Napoli, i francesiimmediatamente cercarono di stendere unprogetto per la formazione della GuardiaNazionale. Vincenzo Cataldo a questo puntoha parlato del progetto di riforma della giu-stizia rintracciato presso l’archivio di Parigi adopera del ministro Michelangelo Cianciulli,noto come promulgatore, in veste di ministrodi giustizia, delle leggi eversive sulla feudalità.L’obiettivo dei francesi era quello di sostituireil vecchio sistema giudiziario in cui ancora ifeudatari avevano voce in capitolo con unsistema più moderno e sostituendo la seque-la di leggi con un corpus legislativo più snelloed efficace. Era necessario a questo punto dotare lanazione napoletana di una costituzione. Suquesto punto il prof. Cataldo ha commenta-to una lettera inedita, scritta dal vicario capi-tolare di Gerace mons. Reginaldo Longo alministro segretario di Stato GiuseppeRicciardi nel 1808.Nella Cattedrale di Gerace presente tutto ilclero della diocesi fu letta la costituzione aduna folla immensa assiepata dappertutto. Lafunzione liturgica fu celebrata con l’esecuzio-ne di brani del celebre musicista GiovanniPaisiello.Con questa relazione il prof. Cataldo ha inte-so ricostruire una fase cruciale del territoriocaratterizzata dall’aspirazioni da parte delleforze più “progressiste”, diremmo noi oggi, ariformare uno Stato dominato da leggi obso-lete ed inefficaci. Poi la Rivoluzione giacobi-na del 1799, tentativo soffocato nel sangue didare un governo più democratico ispirato aiprincipio della Rivoluzione francese finchénel 1806 con l’arrivo dei francesi la feudalitàviene dal punto di vista legislativo abolita.

Gerace in unastampa delSettecento

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DOMENICA 23 FEBBRAIO 21www.rivieraweb.itRUBRICHE

SETTIMANALE

PilloleNaturopatiche

“mi dispiace!”. Forte senso di autocritica, ipercoscenzio-si..Si sente in colpa per il fatto di essere nato, per il fatto diesistere, si sente in colpa per tutto, anche se a sbagliaresono gli altri la colpa se la fa sua. Rimurgina sul passato,è un masochista, si autoflagella. Per lui anche fare l’amo-re è peccato e deve essere punito. Non sono mai conten-ti di sé. Profondo senso di corresponsabilià, chiedonosempre scusa, sono i capri espiatori delle situazioni.Spesso pensano di non meritare niente. Narcisismo insenso negativo, auto-deprezzamento. Si concedonopoche cose belle, perché pensano appunto di non meri-tare niente. Si ammalano appena vanno in vacanza, etc.. Soffrono di malattie auto-immuni, sclerodermia, tiroide,artrite reumatoide. Con l’utilizzo di Pine ci si rende consapevoli che il sensodi colpa non serve a niente, solo a sprecare e a bloccarele energie. Gli errori passati servono per imparare, anzia crescere; si assume una giusta visione delle responsa-bilità; liberazione delle energie bloccate, profonda compren-sione dell’uomo e dei suoi limiti, si aiutano gli altri adaccettare le circostanze e sé stessi.

Honey Suckle (lonicera caprifolium- caprifoglio)La sua qualità è la trasformazione. E’ il fiore dellanostalgia, del pensiero rivolto al passato, del rimpianto;vive dei pensieri legati a qualcosa che non c’è più.Nostalgia di un amore perduto, per una persona caradeceduta; nostalgia della propria città, della propria casalasciata per un lavoro lontano; sono i bambini che vannoall’asilo, le persone che stanno per morire, etc..Sonopossessivi con tutti gli oggetti e i vestiti, non gettano mainiente, amano la storia, i mobili e gli oggetti antichi. Nonsi adattano al presente perché psicologicamente vivononel passato. Rimpianto di occasioni perdute, di partitenon giocate. Non si comprende che tutta la vita è un’e-voluzione e ciò che è stato è l’impulso per il presente. Ibambini non vogliono andare a scuola, sono legati allegonne della mamma. I sintomi sono la distrazione e ilsenso di lontananza. Con l’assunzione di questo fiore, siavrà la capacità di lavorare con il passato, tenendo contoin modo giusto di ciò che è stato per sfruttarlo nel pre-sente.

Professioni che fanno rivivere il passato. Sguardo sere-no al presente. Il rapporto con il passato non immobi-lizza quello con il presente.

Sweet Chestnut (castanea sativa-castagno dolce)La sua qualità è: liberazione. La frequenza di questofiore è un’angoscia insopportabile, il sentirsi senza sal-vezza. Non c’è più speranza, si hanno le spalle al muro,lo stato di disperazione resta a livello inconscio moltospesso. C’è solo vuoto, sentono che non possono essere aiutati.Ci si sente perduti. Questo stato si sente spesso in corri-spondenza di grosse evoluzioni, grandi avvenimenti chetrasformano la vita. Consapevolezza di dover morire perricominciare da capo. Consapevolezza della propriasolitudine. Anche nelle fasi più disperate non pensa difarla finita. E’ alquanto difficile diagnosticarlo, i riferi-menti sono le sue frasi “Non so più che fare”, “sono allafine!”, etc.. Si tratta spesso di fasi transitorie. I sintomisono angoscia e oppressione al petto. Con Sweet Chestnut si avrà fiducia nel proprio destino,nonostante le avversità.., fiducia in Dio; si accorgono chec’è sempre la possibilità di ricominciare, anzi spesso ènecessari morire per rinascere. Si accorgono di avere lapossibilità di nuove chance, di ritrovarsi. Vivere il buio,il vuoto, ma sentirsi interi.

Gentian (gentiana amarella-ganzianella)La sua qualità è la fede. Depressione esogena dovuta aperdita di persone care o lunghe malattie, perdita dilavoro, si tratta di tristezza per cause conosciute.Guardano in basso, cenestesici, chiusi, lenti in tutto, nonhanno progettualità ne prospettive. Si addormentanopresto perchè la vita è noiosa, ma si svegliano durante ilsonno notturno, si alzano tardi. Non hanno nè voglia nèdesiderio di divertirsi. Speso si associa a Star of B. per tri-stezza dovuta a traumi subiti. Perdita di coraggio, di fedee sfiducia nella vita. Di fronte ad un insuccesso si pensasubito al fallimento. Se c’è una ricaduta nella malattia, ilpaziente si deprime e non vuole più curarsi. I bambinisono ansiosi e scoraggiati per insuccessi scolastici; muso-ni e tristi. Soffrono d’insonnia, niente sessualità, pocalibido. Con Gentian si acquisisce la fede e la fiducia chele difficoltà si possono dominare, si assume coraggio nelvivere conflitti.

Mustard (sinapis arvensis-senape)La sua qualità è la gioia luminosa. La sua frequenza è ladepressione endogena. La persona non sa perché è tri-ste. Depressione momentanea, oppure si tratta di undepresso cronico. Ciclicità della depressione. Si separadal mondo. A volte può accadere prima di passi evoluti-vi decisivi. I sintomi sono. calo delle funzioni fisiche edintellettuali, calo delle percezioni degli stimoli, cefaleacronica, senso di costrizione alla gola, perdita di capelli,nevralgie facciali. Con Mustard ci si risveglia da un sonno pesan-te, dal buio, non ci si lascia più opprimere dalla nube, sitrascorrono con gioia e stabilità i giorni scuri e quelliluminosi, si riesce a resistere agli attacchi di malinconiaper un equilibrio interno e per allergia.

Gorse (ulex europaeus-ginestrone) La sua qualità è la speranza. Sofferenza, disperazione,rassegnazione. Perdono la speranza di guarire. Noncombattono più perché non ci credono più, ma provanoancora per amore o insistenza dei parenti. Sono perso-ne che hanno provato tante terapie e ormai non nehanno più voglia. Si arrestano e aspettano che arriviqualcosa dall’esterno. Si tratta di una disperazione silen-ziosa. Si nota in questi soggetti pallore, occhiaie e un’e-spressione d’indifferenza. Con Gorse si ristabilisce lasperanza, torna il desiderio di lottare. Si ritrovano leforze di auto-guarigione interiore. Si sblocca una note-vole quantità di energia, prima repressa, rassegnazionepositiva, si capisce che la guarigione può arrivare soltan-to dal proprio interno. Niente è sicuro, neanche l’esito diuna malattia.

Pine (pinus sylvestris-pino silvestre) La sua qualità è il perdono. Senso di disperazione, sensidi colpa, è triste perché si dispiace, la sua tipica frase è:

Sul Punteruolo Rosso (Rhynchophorus ferrugineus), ilgrosso coleottero curculionide di origine asiatica, si èormai detto di tutto e di più. Divora le palme dall’interno,scavando gallerie che portano la pianta alla morte. Ildanno a livello paesaggistico per zone mediterraneed’Italia, Spagna, Grecia, ecc, è stato disastroso. Come sem-pre accade si versano le proverbiali lacrime di coccodrillosulle palme centenarie morte e abbattute. Del Punteruolosi conosceva l’esistenza molti anni fa (è stato classificatoda Olivier nel 1790!), e si sapeva che “strani insetti” arriva-vano con grossi carichi di palme senza certificazione fito-sanitaria, palme prodotte in climi caldi e umidi, comel’Asia centrale, che passavano poi dalla Spagna. Palmevendute dai vivaisti o ai mercati per pochi euro, che tra-sportavano l’insetto in stato larvale, e che una volta cre-sciuto, si è diffuso in tutto il Mediterraneo a macchia d’o-lio. La brama di avere tutto a poco prezzo, l’incuria dei ser-vizi di controllo fitosanitario, le dogane, gli organi locali enazionali competenti, il ministero dell’Ambiente, i vivaistiprivi di scrupoli, gli acquirenti disinformati, sono i veri cri-minali responsabili dell’invasione del Punteruolo. Il taglio delle foglie di palma, poi, è la principale fonte diinfezione. Dove sono molto sentite le celebrazionipasquali, la Domenica delle Palme diventa il lunedì delRincoforo. Nei nostri paesi si è diffusa la pratica di untaglio “estetico” alle comuni palme (Phoenix dactylifera,P. canariensis), che le rende come delle cucuzze d’ananassulla tavola natalizia. Questi tagli diventano micidiali sulfronte sanitario. Allo stato attuale delle cose, non esiste una vera cura perpalme già colpite dal Punteruolo, ma solo trattamenti spe-rimentali praticati in genere per endoterapia, che sonol’ultima spiaggia per rallentare la morte della palma o pertentare un salvataggio in extremis. Ciò che funziona inuna zona, su una palma, può non funzionare sulle altre.Molti agronomi hanno provato trattamenti endoterapicicon prodotti diversi, con alterni risultati. Ciò su cui tutto ilmondo degli appassionati e degli specialisti predica daanni è la prevenzione. Il Punteruolo – come parassita – haquasi finito il suo passaggio, ed è molto probabile che traqualche anno si trovi un equilibrio, specie se interverrà unpredatore naturale. Ciò che conta per gli anni a venire èuna prevenzione seria e specializzata delle palme che sivogliono proteggere, e l’eliminazione radicale di quellecolpite, che devono essere bruciate. A questo punto lacosa più interessante sarebbe lo studio del ciclo vitale del-l’insetto, di cui infine si conosce poco. Non si sa ancoracon esattezza quando le femmine adulte depongano leuova e come si svolga il ciclo della larva, e se il freddo siaun deterrente sufficiente (sembra di no). Insomma, non èche questi benedetti coleotteri stanno sempre lì a mangia-re palme. Un’altra bufala è che attacchi la Cycas. Le Cycas non sonopalme, ma cicadacee, piante molto antiche, preistoriche,che hanno una resina interna che non permette al

Punteruolo di addentrarsi nel corpo della pianta senzarimanere soffocato. Tra l’altro è forte la confusione tra ilRhyncophorus ferrugineus (il Punteruolo Rosso) e ilRhyncophorus palmarum (il Punteruolo Marrone, che quiin Italia non c’è). I danni che la Processionaria compie annualmente supinete e querceti, sono infinitamente superiori a quellicompiuti dal Punteruolo sulle palme, ma il Punteruolo èpiù mediatico e cattura l’attenzione di giornalisti e agrono-mi. La Processionaria è una farfalla notturna, le cui larve (pic-coli “bruchi”) si spostano in fila indiana, di qui il nome.Possono essere voracissime e anche dannose per l’uomo,a cui provocano danni alla vista. Attaccano i pini maanche le querce, e amano molto i climi caldi e assolati. Suipini si rifugiano in grossi bozzoli, che possono essererimossi anche manualmente (con grande attenzione esolo da un operatore specializzato) , mentre sulle querceno, il che rende difficilissimo l’intervento manuale localiz-zato. In una stagione possono condurre a morte interiboschi, e non basta tagliare l’esemplare infetto per salvaregli altri, poiché le larve mature si interrano fino a 15 cm diprofondità, e possono andare in dormienza anche persette anni. A differenza del Punteruolo, la lotta alla Processionaria èobbligatoria per legge (D. M 17.04.1998). Per la lotta esi-stono diverse metodologie, da quella biologica, a quellacon insetticidi naturali o di sintesi chimica. In tutti i casi èpreferibile irrorare dall’alto con piccoli aerei specializzati(il costo dunque è molto più elevato rispetto alla preven-zione dei danni da Rincoforo). Per la Processionaria nonbasta certo un po’ di bicarbonato col sapone di Marsiglia!Chiunque noti bozzoli sui pini, o insolite defoliazioni diquerce, deve contattare immediatamente un agronomo el’A.S.P. di competenza.

Lidia Zitara

A cura di:Patrizia Pellegrini Naturopata BioterapiaNutrizionale®Presidente AssociazioneCulturale Tone www.associazione-tone.it [email protected]

Permettetemi in questoweek-end di Carnevale diparlarvi dei Fiori di Bachche contrastano la tristezza…Augurando a tutti unasana Allegria!

Come tanti minuscoli stendardi, ciascuno inchiodato al suo ramo, come banderuole tenere eprofumate, i fiori del mandorlo segnalano la Primavera in arrivo, avanguardie delicate e gioio-se. E la nostra primavera civile calabrese ancora langue, dorme pigramente, ma tutti la aspet-tiamo, e che sia festosa come questi fiori, e innocente come il loro candore, e ci riporti la bel-lezza, che ci appartiene per diritto.

CCARARTOLINE TOLINE MERIDIONALI MERIDIONALI di Antonio Calabrò

Mandorle in fiore

Punteruolo e Processoniaria,due flagelli per il patrimonioarboreo calabrese

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POLAROIDPOLAROID

L’OROSCOPONEL’OROSCOPONEdiGiuditta

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ARIETEla vostra settimana inizia che peggio non si potrebbe:vi hanno sterilizzati! Oltre a sentirvi più leggeri, vi èanche venuta la febbre. La vostra padrona vi dà incontinuazione una robaccia schifosa che chiama“Zimox”, e voi vi sentite fiacchi. Il peggio è che nonsentite più gli odori come prima. I vostri amici visnobbano e le faccende romantiche sono insolita-mente complicate. Che strano!

TOROma cos'era quella roba che vi hanno fatto bere ieri sera?Quella che il simpatico zio vi ha messo nella ciotolina,dicendo: “Vediamo se il gatto si ubriaca!”. Era buona,ma vi ha dato alla testa, ad un certo punto vi è venutauna gran nausea, gli occhi vi roteavano, e poi siete crol-lati in un sonno profondo. No, la prossima volta che ziovi dà quella roba da bere, non degrete la ciotola di unosguardo!

GEMELLIil vostro dottore ha detto che avete un branchite difine stagione. Una branchite, ma cos'è? Vi cresceran-no le branchie come i pesciolini che tanto vi piacemangiare? Ah, no! Una bronchite! Ah, meno male,allora non diventerete dei pesci! Ehi, ma cos'è quel-la brutta cosa con un enorme ago che la mamma hamesso sul tavolo?

CANCROuffa, non ne potete più, il prurito non vilascia un attimo di tregua e non c'è grattatache basti. Saranno tutte quelle pulci cheavete addosso? Non siate tristi, vi aspetta unbellissimo bagno antiparassitario, con deter-gente al bergamotto e balsamo finale alcocco: durata del trattamento un'ora, piùun'altra ora di phon. Alla fine avrete anche lemèches.

LEONEnon è giornata: non ci vedete più bene da unocchio e una lucertola vi è passata sotto alnaso senza che neanche ve ne accorgeste.Non siete più voi! Preparatevi ad una bellasettimana a base di unguenti oftalmici e colli-ri vari. Ma consolatevi, alla fine del tratta-mento ritornerete a vederci benissimo, cosìpotrete portare tante lucertole vive in casa dimamma e papà come ringraziamento peravervi curati!

BILANCIAvi sentite soffocare? Sarà per quella lisca dipesce rubata dal tavolo, mentre nessunoguardava? La golosità uccise il gatto, reci-ta un vecchio proverbio. Avreste dovutoaccontentarvi della solita scatoletta. Machi non risica non rosica, ne recita un altro.Ora però digerire è tutta un'altra cosa.

ACQUARIOvoi siete un gatto che fruga nella spazzatura,al contrario dei Capricorno. Non avete némamma né papà, ma una gran quantità diamici con cui riunirvi in bande per cacciare itopolini, e a volte anche i ratti. Avete anchemolti nemici, si sa, una vita sulla strada portaa farsi certe inimicizie. Per risollevare levostre finanze potreste provare a fare il cor-riere dei narcotrafficanti: chi mai sospette-rebbe di un micino indifeso?

1- Il presidente della Provincia Raffa e l’assessoreRao mentre tentano di convincere GiorgioImperitura ad abbandonare Scopelliti per passare aForza Italia. Ad osservare il tutto c’è “Carbonella”.2- I cugini Santacroce. Alle riunioni della Consultacittadina sono sempre presenti assieme al loro leadercarismatico, Mario Diano. 3) Direttamente dall’esterno della PigrecoComunication ecco a voi “Ercole Tassone”

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RIVIERA

Oroscopo del gattino malato

VERGINEOhi ohi che dolore! Volevate saltare sul bal-cone della vicina di casa, ma avete calcolatomale le distanze, e siete scivolati: un bel volo,ma per fortuna -come sempre fanno i gatti diclasse come voi- siete atterrati in piedi. Il pro-blema è che siete atterrati nel cortile con quelragazzaccio cattivo che tira sassate agli ani-maletti, e una vi ha preso proprio in testa!Poteva andarvi peggio

SCORPIONEi vostri denti non sono più quelli di quandoavevate due anni! Ora sono tutti intartaratie fate fatica a mangiare qualunque cosa siapiù dura del paté di pesce bianco dell'ocea-no. Mamma e papà continuano a comprar-vi quei croccantini duri come mattoni, quel-li marca 'mbusta, che si comprano aldiscount. Forse per voi è arrivata l'ora ditrasferirvi dai parenti ricchi

SAGITTARIOvi siete rotti una zampa e vi hanno messoun'ingessatura che parte dalle orecchie eprende fino al piedino. Camminare a trezampe è difficile, si sa, un po' come cammina-re sulla lama del rasoio, ma da gatti dotati diequilibrio ci riuscirete. Sappiate che dopoche vi toglieranno il gesso vi cadranno tutti ipeli, e il vostro bellissimo manto ne rimarràdeturpato.

CAPRICORNOmamma e papà lo sospettavano da giorni,perciò vi hanno messo quella bella lettieramorbida e candida: avete il diabete. Eh sì,anche i gatti prendono il diabete! Compliciforse i vostri otto chili di peso e la vostrainsaziabile fame? Ricordate che ciò checonta non è la quantità, ma la qualità. Enon lamentatevi per i croccantini light, cisono gatti che frugano nella spazzatura!

PESCIpesci, pesci, pesci, ma quali pesci? In quel-la cuccia dove siete entrati, che poi si èriempita d'acqua e ha iniziato a girare nonc'erano pesci! C'erano solo bollicine chepuzzavano di sapone, e gran sguazzare dipanni. E sì che pensavate di aver trovato unrifugio comodo e confortevole, bello ripa-rato, ma il mondo non è più un posto sicu-ro per nessuno, e ciò che sembra sicuro sirivela infido e pericoloso! E meno male che

Quest’anno, per la prima volta, la Pro Loco di Siderno haorganizzato con successo la festa di San Valentino. Come nellefavole “tutti gli innamorati vivranno felici e contenti”.....

Super SanValentino aSiderno

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Per chi non la sapesse, il commissariodi Siderno Eugenio Pitaro è anche unimportante “uomo di sport”. Qui lovediamo ritratto assieme ad unadelegazione della Juventina Siderno.

ILIL DOTDOTTT. P. PITITAROARO EE LALA JUVENTINAJUVENTINA

Nonostante da anni la Regione Calabriasostenga economicamente il festival diSanremo anche quest’anno si è parlatomale della nostra regione. Altro cheterra di bellezza e di bontà.

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1- Abbiamo individuato aSiderno l’uomo coi “baffi” dellaBirra Moretti. E’ lui o non è lui ?Ma cerrrto che è lui.... 2-Direttamente da Locri ilnostro Beppe Grillo (TonyWhite) sembra davverointenzionato a mandare “tutti acasa”. Eccolo mentre osservadall’alto la situazione e medita ilda farsi. 3- L’unica panchina rimasta aSiderno dopo le mareggiate èstata indebitamente occupata dal“commissario Rex” che hapensato bene di “appisolarsi” inattesa di ripartire con rinnovatoslancio.

MOMENTIMOMENTIDELLA SETDELLA SETTIMANATIMANA

Premio “Riviera” come migliorestriscione a questi ragazzi:“solamente insieme potremo daretanta energia alla città perchèrinasca e sia nuovamente il nostroorgoglio”

La manifestazione di Siderno, la gioia dei bambini, lapartecipazione di tutte le scuole cittadine. Siderno nel cuore

SOLAMENTESOLAMENTE INSIEMEINSIEME

POTREMOPOTREMO RINASCERERINASCERE

Il neonato movimento “Cinque Stelle” èstata rappresentato da Dino Audino, LuigiErrigo, Nino Tarzia. Non sappiamo chi sial’altro, somiglia tanto a Marco Stalteri, malo stesso su fb ha dichiarato che non hapartecipato alla manifestazione.Domanda: “è lui o non è lui?”

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BRIGANTESSA SERENA IANNOPOLLO

Ognin' vota chi vaju a scola u pigghiu a figghimae laprunu i porti… u cori meu faci nu sartu, idispiaciri, d'incomprensioni, i sdegnu. Abandera itagliana vicinu a Michele Bello, unu dimartiri i Gerace! Povero Michele, dicu 'ntammia. Quantu arduri 'ndavìa, quantu amuri pa'terra sua, quantu fujìu a ppedi 'nta jonica e 'ntepaìsi pemmu grida a libertà da terra sua! Sa' ficifujiendu i Bovalinu finu A Roccella, cogghìuomini e combattìu pe n'ideali chi 'ndavìa 'ntocori: L'Itaglia unita e libera dì soprusi. MicheleBello morìu giovanissimu, a 25 anni, ma 'ndeppiu tempu pemmu viaggia 'nta capitali, Napoli,avùndi studiau giurisprudenza. E fu ccà chicapitàu 'nte riunioni liberali chi 'nci ispirarul'idee soi. E pensu: comu cangiàru i tempi! Navota 'ndavìamu u coraggiu u 'ndi ribellamu, ucogghìmu perzuni pe' fari comizi improvvisati'nte strati, avundi esti esti, pemmu divulgamu

l'idee. E mo? L'arduri sidernisi finìu cu MicheleBello. E si, pecchì poi vinni l'Itaglia. E Itagliaunita non vorzi diri chigliu chi sperava Michele,ma l'esattu contrariu: perdita i dignità,d'identità, e i vogghia i cumbattìri. Praticamentidiventàmma na colonia interna i' l'Abruzzu finua Sicilia. I solitu i coloni' sunnu fora i nu paìsi, unostru fu nu casu tuttu speciali, puru pecchì nonu scrivìru 'nte carti ca simu colonia: 'ndi ficirucridiri ca simu itagliani comu all'atti, ma 'ntopraticu non fu e non è beru. Pecchì a prima cosachi ficiru fu u 'ndi chiudunu i scoli pe' 15 anni,pemmu creanu na popolazioni d'analfabeti, evui sapiti ca cu non studia è cchiù facili u simanipola. Poi 'ndi chiudiru i minieri (e sulu 'ntaCalabria 'ndavìamu cchiù i na vintina i minieripe' l'estrazioni di metalli, u sapìavu?), 'ndichiudiru u cchiù randi stabilimentu siderurgicueuropeu ca era chigliu i Ferdinandea eMongiana, 'ndi distruggiru tutti i speranzi,pecchì si cu' Borbone u territoriu era assai

valorizzatu (u sapìavu ca a prima ferrovia fuchiglia i Napoli-Portici, sempi sutta i Borbone?),cu l'Itaglia iniziau a fini nostra, pecchì tutti isordi chi i piemontisi trovaru si levaru pe' supapemmu costruìsciunu u nord (u sapìavu ca unord prima i l'unità era na paludi povera?) e anui 'ndi dassaru senza strati, senzacomunicazioni, senza treni, e 'ndi dissiru ca furuigli chi 'ndi sarvaru a nui. E nui 'nci cridimma.Poi emigramma. 'Ndavi calabrisi, siciliani,campani 'nta l'America,l' Australia, l'Argentina.Fumma costretti u m'emigramu pecchì non c'eracchiù lavuru, ma prima? Prima l'emigrazioninon esistìa, cominciàu cu l'unità d'itaglia.Michele Bello non potìa sapiri comu jìa a finiri,sinnò non criju ca si facia mmazzari pe' Sa(b)oia.Chillu chi speru è u trovamu nu pocu d'ardurichi esti 'nto sangu nostru, u 'ndi ribellamu e'soprusi, pecchì ormai ennu 153 anni chi subimu,ed è ura u 'ndi arzamu. A memoria perduta aritrovamma, mo è ura u agimu.

L'arduri perdutu, a dignità perduta

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