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Prospettiva Rivista di storiadell'arteanticae modema Centro Di Estratto dal n. 12ó - |27 , Api|e-Luglio2007

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ProspettivaRivista di storia dell'arte antica e modema

Centro Di

Estratto dal n. 12ó - |27 , Api|e-Luglio 2007

ta prcdella di Sanodi Pietrc per il politticodi San Gioranni Battistaall'Abbadia Nuova:ricostruione eiconograÍiaWolfgang LoseriesDóra Sallay

Negli ultimi due decenni si sono acquisi-te molte novitá per la conoscenza storico-artistica del polittico n.23I della Pinaco-teca Nazionale di Siena, dovuto alla ma-no di Sano di Pietro (cfr. fig. 2 nel prece-dente contributo di Gabriele Fattorini).Grazie a un disegno di Assunto Picchionirisalenie all'inizio dell'Ottocento (cfr.fig. 9 in Fattorini), Marco Ciampolini hapotuto indicarne la collocazione origina-ria nel convento agostiniano senese, oggidistrutto, di San Giovanni Battista al-I'Abbadia Nuova, precisando che il polit-tico deve essere stato dipinto intorno al1447, probabilmente come parte di unprograÍrma decorativo successivo a unintervento edilizio sulla chiesa.'Nel con-tributo pubblicato in questo volume, Ga-briele Fattorini ha notevolmente accre-sciuto la conoscenza delle vicende dellachiesa di San Giovanni all'Abbadia Nuo-va, ricostruendone la storia fin dall'origi-ne, sottolineandone i legami con I'altroconvento femminile agostiniano delleTolfe e prendendo in esame i problemiconnessi con la commissione, funzione edestino di due pale d'altare dipinte nelcontesto di due diversi programmi deco-rativi della chiesa. Quanto al polittico diSano di Pietro. Fattorini ha chiarito che lacommissione si doveva all'allora bades-sa, Bartolomea di Domenico di France-sco, ritratta ai piedi di San Giovanni Bat-tista (cfr. fig. 8 in Fattorini) e ricordatanell'iscrizione apposta nella cornice infe-riore della pala: "qwstl ' TAvoLA' A FA-TA. FAR[...] BARToLoMEA. dr dowNlcho' dr pneNcrrscho' pEL' ANIMA' dr svopednn' B' dI svo {sic} uadnr".'Quantoal contesto originario, Fattorini proponeche il dipinto di Sano sia stato destinatoall'altare maggiore della chiesa, per so-stituire una tavola piü antica, dipinta daLuca di Tommé nel corso del settimo de-cennio del Trecento, su commissione delfondatore di San Giovanni all'Abbadia

92 [Contributi]

l. Sano di Pietro: 'San Girolamo ha la visione di SantaBlesilla, mentre scrive a Santa Paola'. Colonia,Kolumba Diözesanmuseum' n. M 5-l0l'

Nuova: il terziario francescano Pietro diPepo di Goro Sansedoni. Una tale ipotesisi fonda sulla somiglianza del formato,sull'omogeneitá delle dimensioni e suconcordanze iconografiche che corronotra i due polittici.Negli studi finora menzionati, tuttavia,non si accenna alla possibile predella chedoveva completare il polittico, analoga-mente a quanto awiene per simili pale diSano. 3 Soltanto Miklós Boskovits nel1968 aveva fatto riferimento a quattro ta-volette (figg. I, 3-5), precedentemente ri-unite da Federico Zeri e Miklós Mojzer, eforse da considerare gli elementi super-stiti dell'originaria predella del politticoin esame; il suo suggerimento, tuttavia,ha trovato scarsa eco nel dibattito criticosviluppatosi nei decenni successivi. o Nel

2. Sano di Pietro: 'San Girolamo ha la visione di SantaBlesilla, mentre scrive a Santa Paola'(part.) Colonia,Kolumba Diözesanmuseum' n. M 5-101.

2003, lo stesso studioso ha ribadito, purconcisamente, la sua proposta, aggiun-gendo ipoteticamente alla serie un quintoframmento, raffigurante una'Crocifissio-ne' (Washington, National Gallery of Art,n. 1945.1.45)5 (fig. 7).In conseguenza dei passaggi antiquarialiche li hanno condotti in differenti colle-zioni, i vari pannelli della predella sonooggi dispersi in tutto il mondo. Uno di es-si. conservato nel Kolumba Diözesanmu-seum di Colonia (n. M 5-l0l), é statoidentificato dalla maggior parte degli stu-diosi come una scena di San Luca con laVergine, in ragione della presenza di unbusto di bue, erroneamente scambiatoper un toro: tipico attributo dell'Evange-lista (fig. 1).6 lJabito da cardinale indos-sato dal protagonista e il cappello cardi-nalizio poggiato a terra, indicano inveceche I'episodio si riferisce a San Girola-mo, raffigurato nel momento in cui gliappare una figura femminile, finora sem-pre identificata con la Vergine; tuttavianon ö mai stato precisato a quale eventouna simile rappresentazione faccia riferi-mento.' La seconda scena, della quale sisono perse le tracce sin dal 1943, si iden-tifica solitamente come San Giovanninoinpartetwa per il deserto, ma, in veritá, latavola mostra un fanciullo che sta facen-do ritorno da un bosco (con il quale sivuole evidentemente alludere a un luogoselvaggio, quale era il deserto menziona-to dalle fonti) e non che vi si sta inoltran-do. Si puö dunque affermare che pure l'e-satto significato di questa scena sia rima-sto sinora privo di identificazione (fig.3).8 Due degli altri frammenti presentanoinvece un'iconografia piü convenzionale:

la 'Decollazione del Battista' (Mosca,\Íuseo PuJkin' n.248)n (fig. a) e il .Ban.

chetto di Erode con |a danza di Salomé'{Budapest, Szépmüvészeti Múzeum' n.l i I (f ie. 5).Con I'eccezione della tavola con la 'Cro-

cifissione'(della quale si dirá oltre), gliscomparti della predella si caratÍeizzanoper l'omogeneitá delle punzonafure e lacompatibilitá iconografica con il registroprincipale e soprattutto condividono unaltro elemento importante, che ne proval'originaria appaftenenza allo stesso con-tr-'Sto. :r Si tratta dei frammenti di unostemma. al quale appartiene il bue sopra-menzionato e che doveva apparire ripetu-to due volte tra le scene del gradino: unoscudo d'azzurro al bue dorato passantecon un ramo su una punta al prato verdetfig. 6). Purtroppo i tentativi di identifi-care lo stemma si sono rivelati fino a orainfruttuosi, dunque manca quello che sa-rebbe stato il definitivo collegamento tral'araldica illustrata nel gradino e la com-mittente ritratta nel polittico 231 di Sanodi Pietro. Tuttavia, vale la pena dedicareun esame dettagliato alla predella, poichéla sua ricostruzione, la sua iconografia ealcuni documenti venuti recentemente al-la luce. portano nuovi argomenti alla con-tcrma dell'ipotesi di una provenienza dalpolittico di San Giovanni all'Abbadia\uova.

La ricostruzione della predella

La ricostruzione del gradino non puö cheiniziare con un'analisi degli aspetti tecni-ci della predella, per verificare la corri-spondenza tra le sue misure e quelle delpolittico. Un punto fondamentale, a talproposito, ö se la scena centrale possa es-sere effettivamente identificata, come haproposto Boskovits, nella'Crocifissione'di Washington (fig. 7) " che, indubbia-mente, appare coerente con 1o stile e lemisure degli altri frammenti (l'altezza dicm 24,I ö perfettamente compatibile conquelle originarie degli altri frammenti, dicm 24 circa). Sebbene la decorazionepunzonata che si riscontra nelle aureoledi questa tavoletta non coincida esatta-mente con quella delle altre scene, ö ab-bastanza simile per sostenere una con-nessione tra i cinque pezzi, soprattutto seteniamo presente due fattori importanti.In primo luogo, nelle scene cristologicheposte al centro di predelle senesi di que-sto periodo, le aureole risultano talvoltaornate in maniera piü sfarzosa rispetto aquelle delle scene degli scompartilatera-li, con il fine di mettere in evidenza il piüsacro tra gli episodi raffigurati. In secon-

3. Sano di Pietro: 'San Giovanni Battista fanciullo tornadalla foresta e incontra i genitori'. llbicazione ignota.

4. Sano di Pietro: 'Decollazione di San GiovanniBattista'. Mosca, Museo Puíkin, n. 248.

do luogo, lapresenza, nel polittico, di im-pronte di punzoni simili nella forma, madifferenti nelle dimensioni, prova che Sa-no e la sua bottega fecero largo uso di unavera e propria serie di punzoni per mar-chiare I'oro dell'intero complesso pittori-co; dunque ö bene evitare definitive con-clusioni negazioniste di fronte alle mini-me differenze dimensionali dei punzoni.'3E quanto al problema dell'appartenenzaal gradino della 'Crocifissione' di Was-hington, pure la scelta di un astratto fon-do dorato, che contrasta con i fondali rea-

listici degli altri episodi, non contraddicef ipotesi dell'assocazione dei cinqueframmenti: i pittori senesi del Quattro-cento. infatti. usavano un simile schemanelle loro predelle, con analogo scopo difare risaltare in magnificenza la scena sa-cra centrale. ta

Ol.viamente, una prova definitiva in fa-vore della comune origine dei cinquescomparti puö essere fornita soltanto daun indagine scientifica dei supporti li-gnei. Un esame del retro delle tavole ri-vela che Sano dipinse la predella su di unasse di pioppo assai scadente, con un an-damento vistosamente irresolare della

[Contributi] 93

5. Sano di Pietro: 'Convito di Erode'. Budapest,Szépmüvészeti lvíÍt-zelm, n. 23.

venatura del legno. Il pioppo, essendouna specie che cresce rapidamente conanelli annuali piuttosto larghi, sviluppaspesso nel tronco le curve: una condizio-ne indubbiamente sfavoÍevole per un uti-lizzo come supporto per la pittura, che,tuttavia, nel nostro caso, rappresenta unutilissimo strumento per ricostruire I'ori-ginaria struttura della predella.Lo stesso esame rivela infatti che i pezzinecessariamente da accostare, vista lapresenza sulla faccia dipinta degli stem-mi sezionati, dimostrano aspetti diversi:se nei frammenti di Budapest e Mosca lavenatura corre piü o meno oizzonta|-mente, nel retro della tavola di Colonia siriconosce una repentina discesa in diago-nale dall'alto a destra verso il basso a si-nistra (fig. 8). Per ricostruire il disegnooriginale di una venatura cosi irregolare,é importante notare che il retro delloscomparto moscovita tende a scenderelentamente all'estremitá destra, e special-mente verso il basso, lasciando immagi-nare che I'elemento centrale della predel-la dovesse mostrare un disegno inversorispetto a quello di Colonia, con la vena-tura che procede dal basso a destra versoI'alto a sinistra, in modo che, proseguen-do, essa possa raggiungere la disposizio-ne orizzontale che si osserva nei fram-menti di Mosca e Budapest. Questo éesattamente ciö che awiene nella tavolet.ta di Washington, come indica la radio-grafia utilizzata al rovescio per questostudio. " Nel legno del dipinto della Na-tional Gallery of Art, visto da dietro, la

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venatura procede infatti diagonalmente,con un'inclinazione piü o meno corri-spondente al frammento di Colonia, maorientata nell'altro senso. Inoltre, verso ilmargine sinistro, la direzione della vena-fura mostra una leggera tendenza a unadisposizione oizzontale, tanto da sugge-rire come notevolmente probabile la con-tiguitá dello scomparto di Mosca conquello di Washington, un'ipotesi che vie-ne confermata anche dalla struttura deglianelli annuali del legno. Queste osserva-zioni, pur nell'impossibilitá di approfon-dire 1o studio della venatura dello scom-parto homeless con 'San Giovannino'(del quale non esistono riproduzioni delretro) e in attesa di piü attente misurazio-

ni degli anelli annuali, portano dunquebuoni argomenti in favore delf ipotesidell'originaria ubicazione dello scompar-to di Washington al centro della predellain esame.Se passiamo a guardare frontalmente ilgradino ricostruito, I'originale sequenzadegli episodi appare immediatamentechiara, per la presenza dello stemma ta-gliato, per la successione cronologicadelle scene della vita del Battista e per laconvenzionale posizione centrale della.Crocifissione'(fig. 9). Si puö aggirrnge-re che, probabilmente, la predella dovevaessere completata alle estremitá - comedi consueto in Sano -, dalle basi dei pila-stri laterali, sulle quali potevano esseredipinte immagini di santi a mezzo bustooppure una coppia con episodi narrativi.'uSe teniamo conto delle piccole strisce an-date perdute con I'amputazione della ta-vola originale,'1 la htnghezza complessi-va della predella andrá stimata in cm 180circa: una misura che ben corrispondecon la larghezza del polittico n. 23I diSano, esclusi i pilastri (circa 190 cm).D'altra parte, il calcolo firnziona ancheconsiderando le basi dei pilastrini, cheavranno misurato inlarghezza cm25 cir-ca, cosi computando una ipotetica dimen-sione complessiva della predella di cm230 circa, contro i cm22I dellalarghez-za del polittico.Quanto alla questione delle perdute basiper i pilastri, ö da chiedersi se questamancanza non possa essere risarcita dadue tavolette conservate nella LehmanCollection del Metropolitan Museum diNew York: un 'San Francesco d'Assisi'(n. 1975.I.50) e un 'San Bernardino daSiena' (n. I97 5 .I.46) che, per caratteristi-che tecniche, sono certamente da ricono-scere come basi di pilastri di un politticofinora ignoto (figg. 10-11).'8 Entrambe letavole conservano 1o spessore originario(cm 2,8-3,1 il 'San Francesco'; cm2,9-3il 'San Bernardino'); nei lati rivolti al-I'interno del gradino sono dorate, mentrequelli esterni sono dipinti con un coloreviolaceo.tt Il 'San Bernardino' (suppor-to: cm 24,I x22,I; superticie dipinta: cm24-23,9 x22,1) conserva ancora la risali-ta della preparazione lungo il margine su-periore, ma risulta danneggiato in granparte della superficie, soprattutto nelmanto del santo e lungo tutto il margineinferiore. I1 'San Francesco' (supporto:cm24x22; superficie dipinta: cm23,9 x22), aI contrario, ö ben conservato e man-tiene i resti de1la risalita dellapreparuzio-ne pure lungo il margine inferiore, testi-moniando dunque che l' altezza originariadei due frammenti era di circa cm24:vnamisura che corrisponde con gli altri cin-

6. Ricostruzione dello stemma dipinto nella predella diSano di Pietro per la pala di San Giovanni all'AbbadiaNuova.

r-que scomparti della predella. Pope-Hen-nessy ha proposto una probabile datazio-ne della coppia di dipinti al sesto decen-nio del Quattrocento,mala coerenza sti-listica con i primi lavori noti di Sano, so-prattutto nei riflessi di eleganza sassette-sca ben evidenti nel meglio conservato'San Francesco'. inducono a datarli allaseconda metá degli anni quaranta. Signi-ficativi risultano, in tal senso, i confronticon i brani del polittico 231 - come il'San Pietro martire'o il 'Sant'Antonio daPadova'nelle cuspidi (figg. 10-13) e cer-te figurine della predella. E, attraverso unta|e accostamento, si puö osservare pureuna netta somiglianza, negli ornati e nel-le forme, tra le aureole degli scompartinewyorkesi e i nimbi di alcuni santi nellecuspidi della pala senese e delle figureche popolano gli episodi del gradino. Iltipo di decorazione a punzone che correlungo tre lati delle tavole Lehman ricorrepoi in maniera identica nella 'Crocifis-

sione' di Washington.'oSi potrebbe obiettare che la raffigurazio-ne di Bernardino degli Albizzeschi conl'aureola é insolita prima della canoniz-zazione del 1450, mentre il nostro politti-co, per ragioni stilistiche e circostanzestoriche, dovrebbe essere databile intornoal 1447. Per risolvere la questione si do-vrebbe allora ritardarela datazione versoil 1450. considerando che il documentodel 1447 si limita ad affermare che lesuore di San Giovanni "secondo la loropossibilitá ánno quanto le possibile orna-ta ad honore di Dio et di Sancto Giohan-ni" la propria chiesa tt e ipotizzando chene| 7447 ..la loro possibilitá'' non per-

7. Sano di Pietro: 'Crocifissione'. Washington, NationalGallery of Art, n- 1945.1.45.

mettesse la realizzazione di una nuovapala d'altare, che sarebbe stata dunque ri-mandata di qualche anno, previo recupe-ro, magari, di ulteriori fondi. Allo stessotempo, vi sono buone ragioni per mante-nere una cronologia intorno al 1447: in-nanzi tutto 1o stile (sebbene di fronte a unpittore monocorde come Sano, sia diffi-cile dimostrare una datazione per via sti-listica, senza I'approssimazione di qual-che anno) e poi I'utilizzo, nella supplicadel 1447, di un verbo al passato prossi-mo, che lascia intendere come, per lesuore, tanto la costruzione, quanto il pro-

graÍrma decorativo della nuova chiesa,dovessero essere ormai considerati con-clusi. Inoltre, se nelle immagini ufficialie di grandi dimensioni, precedenti il1450, si fece sempre affenzione a rappre-sentare Bernardino degli Albizzeschi coni raggi di beato, anziché con l'aureola disanto,'2 non si puö escludere che il fran-cescano osservante potesse essere effi-giato giá prima con il nimbo, in una pic.cola figtrazione sussidiaria di un politti-co dipinto quando la sua canonizzazionepareva ormai certa.'3 Tanto piü che Ber-nardino appare con I'aureola, in una po-sizione perfettamente simile, giá nellabase del pilastro destro del polittico di-

Budapest Mosca Washington Colonia

Colonia ubicazione isnota Washington BudapestMosca

[Contributi] 958. Ricostruzione delverso della oredella di Sano diPietro per la pala di San Giovanni all'Abbadia Nuova.

circa 180 cm

9. fucostruzione del recto della oredella di Sanodi Pietro per la pala di San Giovanni all'Abbadia Nuova.

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in a l to:

10. Sano di P ietro: 'San Francesco d 'Ass is i ' .Neu'\brk. Metropolitan Museum. Robert LehmanCol lect ion. n. I 975.I .50.

I 1. Sano di P ietro: 'San Bernardino da Siena' .Neu York. Metropolitan Museurn. Robert LelmanCol lect ion. n. 1975.I.-16.

in basso:

12-1i . Sano di P ietro: 'San Pietro mart i re 'e'Sant'Antonio da Padova'(partt. del polittico di SanGiovanni all'Abbadia Nuova). Siena. PinacotecaNazionale. n. 23 1.96 [Contributi]

pinto nel 1449 da Sano di Pietro per lachiesa di San Biagio a Scrofiano (Siena,Pinacoteca nazionale, n. 255).' E co-munque la ragione determinante e defini-tiva per mostrare cautela, nel nostro caso,a ttllizzare il Bernardino con l'aureolacome elemento datante Ö che l'apparte-nenza delle tavolette Lehman al comples-so in esame rimane, per il momento, unamera ipotesi, per quanto probabile.Se la raffigurazione dell'Albizzeschi, ne-gli anni che videro la sua canonizzazione,non deve sorprendere in nessuna dellepale innalzate sugli altari di Siena e delsuo territorio, qualunque ne fosse il con-testo o la committenza, la presenza diSan Francesco nella base del pilastro si-nistro della nostra predella, sarebbe al-

trettanto ben giustificata. Si puö infattiricordare che il fondatore del monasterofemminile agostiniano cui faceva riferi-mento la chiesa era stato, nel corso delTrecento, 1l terziaio francescano Pietrodi Pepo e che la figura di San Francescocompariva nel registro principale del piüantico polittico dipinto da Luca di Tom-mé per il sacro edificio. ''

Nel commissionare Iapala a Sano di Pie-tro, la badessa Bartolomea chiese eviden-temente di mantenere almeno due deiSanti effigiati nel registro principale del-la tavola di Luca di Tommé' cioÖ i titola-ri della chiesa Giovanni Battista e Grego-rio, impiazzando tuttavia il presunto Ni-cola con Girolamo (e sulle ragioni di que-sta scelta si dirá oltre) e Francesco con

Agostino (patrono dell'ordine al qualeappartenevano le monache). Nel contestodelle concordanze iconografiche tra i duedipinti, rimarcate da Fattorini, potrebbeallora essere plausibile I'opzione di man-tenere comunque il fondatore dei france-scani, relegandone I'effigie nella base diun pilastro.,óCon I'aggiunta delle due basi di pilastriLehman, lalarghezza totale della predel-la raggiungerebbe le dimensioni di cm227 circa, corrispondendo assai bene conle misure totali del polittico (cm 162 x221) (fig. u).

t. Qb

14. Ricostruzione del oolittico di Sano di Pietroper San Giovanni all'Ábbadia Nuova.

ciÍca 227 cm

[Contributi] 97

15. Sano d i P je t ro : 'ConY i to dr Erode ' (par t . ) . Budapest .S z é p n t ü r e s z e t i N l ú z e t r r t t . r t ' ] j '

16. Sano di Pietro: polittico di San Giovannia l l 'Abbad ia Nuova (par t . ) . S iena . P inacoteca Naz iona le .n. 23 1.

L'iconografia

Lipotesi dell'appartenenza al, polittico23 1 della predella qui ricostruita ö inco-raggiata non solo dalle dimensioni chedoveva avere il gradino, ma anche dallepeculiaritá sti1isticlre degli scomparti chene facevano parte. Del resto la storiogra-fia artistica ha giá Sottoiineato come i1lessico adottato da Sano nelle cinque ta-volette sia coerente con queilo del polit-tico,.. e' a conferma di ciö, si puö pro-porre un confronto tra la Salomö di Bu-dapest e uno degli angeli a lato della Ver-gine nel pannello centraie (figg. 15-16):le due figure, nonostante le differentiproporzioni, rivelano una netta uniformi-tá stilistica, nel profiio triangolare delvolto, con la fronte alta che continua qua-si senza interruzione nella linea del nasoagLrzzo, nel labbro superiore e nel mentosporgenti.Luniformitá stilistica e di dimensioni trail polittico e la predella, tuttavia. non öuna coudiz ione sulf ic iente a pro\are unasimile ricostruzione, che. a nostro avr''iso.puö trovare conferrtra solo grazie all'ana-

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l isi delf iconografia del gradino, che rap-presenta anche il Suo aspetto piü affasci-nante.La questione del pro-eramma iconografi-co de1 polittico é delineata nel contributodi Gabriele Fattormi. Se 1a presenza. nelregistro principale, dei Santi GiovanniBattista. Gregorio e Agostino ö facile daspiegale, la ra-9ione della scelta di SanGirolamo non sembra im'ece. almeno aprima r.ista, cosi evidente. Tenendo tutta-via in considerazione la destinazione de1-la pala a un convento ferrrrninile. si puöcomprendere che Girolamo vi appaia co-me mentore e protettore della corrrunitádi suore. in allusione al fatto che il santofu la -euida spirituale del1a prima comuni-tá nronastica femmini]e in Pa1estina. for-matasi alla fine del IV secolo. In prece-denza^ Girolamo ar.er.a giá raggruppatointorno a sé a Rona un gruppo di der,otealtolocate. istrr-rendole a1la fede cristianae incorag.9iandole a r'otarsi alla castitá e aoffrire le proprie vite a Dio. Tra costoro.g iocarono una parte inrportante sopl 'at-tutto 1a pattízl'a Pao1a e le sue figlie Ble-sil la ed Eustochio: Blesil la mori giovanea Roma nel 384. n-)entre Paola ed Eusto-chio. 1'anno successivo. seguirono Giro-lanro in Palestina. Qui Pao1a fondö unnonastero femninile non lontano daBetlemme. guidandone le sorti come ba-dessa fino alla morte. nel rl0zl. per esserepo r sos t i t u i t a i n ques ta ca r i ca da l l a f i g l i a

Errstochio. .' La cotnunitá si forrnö sotto1o stretto controllo di Girolamo, al qualefu attribuita addirittura. nel tardo me-dioevo. Ia Regulu ntonuchartnl che sa-rebbe stata adottata nel monastero. to In-fatti Paola ed Eustochio furono raffigura-te lnsieme con Girolamo a partire almenodal IX secolo. ' ' e 1a figura dell 'autoredel la ht lgtr . r d i ret tne assa i consueta perg1i arnbienti monastici femminili, indi-pendentemente da11'ordine di apparte-nenza. ' ' Un tale aspetto della vicenda diGirolamo deve essere tenuto dunque be-ne a mente anche proposito del program-rrra della nostra pala d'altare, poichéstando alla nostra ipotesi - esso dovrebbeoffrire una chiave di lettura per I'episodioclre Sano aveva dipinto in corrispondenzadell ' immagine del santo.La scena mostra Girolamo seduto alloscrittoio di un austero studio. in atto discrivere e alzare 1o sgr"rardo verso Llnasanta vestita di bianco, che gli appare frale nuvole. richiarnando la sua attenzione(fig. 1). Johann Anton Ramboux, nel1862, ipotizzö che si trattasse di una ap-parizione della Ver-eine a Girolamo " e daa1lora non ne sono state offerte letture al-ternative, se non quella, spuria, di un SanLuca e la Ver-gine. cui si é accennato'...Per quanto non si conoscano dipinti conuna iconografia affrne, in grado di facili-tare f interpretazione del soggetto e I' i-dentificazrone della sua fonte. un accura-

to esame della scena puö tuttavia indiiz-zare sulla giusta strada. La santa, infatti,non mostra nessuno dei tipici attributimariani: non tiene il Bambino in collo, néö abbigliata in blu e rosso' come é con-sueto per la Vergine, e i capelli sono com-pletamente coperti dal cappuccio dellaveste (fig. 2); dunque potrebbe non trat-tarsi affatto della Madonna.3o Girolamo,inoltre, non sta scrivendo nelle pagine diun codice, come di norÍna' ma su una per-gamena: potrebbe quindi essere raffigu-rato non nel consueto atto di tradurre laBibbia, ma nel momento di redigere unalettera. Un episodio analogo é contenutoin uno degli scomparti della predella deiGesuati (1444; Parigi, Musée du Louvre,n. M.I.473),laddove si riconosce Agosti-no intento alla stesura di una epistola in-diizzata a Girolamo, il quale, essendofrattanto scomparso a insaputa del ve-scovo d'Ippona, appare miracolosamentedi fronte a lui (e qui pure la composizio-ne ö affine a quella della nostra tavolet.ta) (fig. 17).La chiave per una corretta interpretazio-ne di questa scena dowebbe trovarsi nel-la celebra lettera n. XXXIX, scritta daGirolamo a Paola, per consolarla dellamorte della figlia Blesilla, che scompaÍ-ve dopo un breve periodo di vedovanza,protrattosi soltanto per tre mesi, duranteil quale, essendosi convertita al cristiane-simo, condusse una vita ascetica, stu-diando avidamente le Sacre Scritture e la-mentando la perdita della verginitá moltopiü di quella del consorte.35 Nell'episto-la, Girolamo compone un elaborato elo-gio delle virtu di Blesilla, esprimendo laferma convinzione che la giovane fossestata ammessa in Paradiso; inoltre, purindiizzando la lettera a Paola, scrive co-me se avesse Blesilla davanti agli occhi,rivolgendole parole da riferire alla madreaddolorata e affermando la perfezionedella sua conversione, con particolare ri-ferimento alla virtuosa scelta della casti-tá, seguita alla morte del marito: ..Siine

certa, mia Blesilla, (che in ogni tempo letue vesti saranno candide. Il nitore dellevesti sará il segno della fua eterna vergi-nitá). Ne siamo fermamente convinti, tuprovi che ö vero quanto andiamo dicen-do: la conversione non é mai tardiva.''36Nel proseguire, Girolamo scuote la ma-dre Paola - addolorata invano per una fi-glia che vive ormai felicemente in com-pagnia degli angeli - e le riporta il lungodiscorso consegnatogli da Blesilla dalcielo, del quale merita citare almeno unaparte: "Comprendi quali pene soffie orala nostra Blesilla, quali tormenti subisce,vedendo Cristo risentito nei tuoi confron-ti? Ella grida ora a te che piangi: 'Se mi

hai mai amata, o madre [...] non esseregelosa della mia gloria [...]. Al tuo postoho Maria, la madre del Signore [...]. HoAnna, un tempo profetessa nel Vangelo e,perché tu gioisca maggiormente, il fruttodei suoi sforzi di tanti anni io I'ho coltoin tre mesi. Abbiamo ricevuto la stessapalma di castitá. Mi compiangi perché holasciato il mondo? Sono io, invece, a do-lermi della condizione di voi, rinchiuseancora nella prigione del secolo [...]. Sewoi essere mia madre cerca di piacere aCristo'." E Girolamo chiude con I'affer-maziono. "Dice quelle cose e molte altreche taccio e prega Dio per te, e per me[...] ottiene il perdono dei miei peccati!'3'Nel frammento di predella, Blesilla ö rap-presentata esattamente cosi come descrit-ta nella lettera di Girolamo: il capo co-perto, come fosse una matrona, I'abitocandido allusivo alla castitá e il volto in-tento ad ammonire la madre con le paro-le che Girolamo sta trascrivendo nellalettera.Una simile interpretazione della scena di-

17. Sano di Pietro: 'San Girolamo appare aSant'Agostino' (part. della predella della paladei Gesuati). Paris, Louwe, n. M.I.473.

pinta da Sano ha un significato pregnan-te soprattutto nell'ambito di una commit-tenza monastica femminile. Girolamo.ben noto come strenuo sostenitore del-|,importanza della castitá, afferma infattiche "la conversione non arriva mai trop-po tardi" e che Blesilla era stata in gradodi raggiungere la perfezione anche nelbreve spazio di quei tre mesi in cui eravissuta come vedova. Non possiamo direse la scena assumesse anche un significa-to ancor piü particolare agli occhi dellacommittente _ chissá che non avesse in-trapreso la vita monastica dopo esser ri-masta vedova in giovane etá _ ma ö certoche le comunitá monastiche accogliesse-ro assai spesso le vedove desiderose direstare caste e dedicare il resto della loroesistenza a Dio. Se pensiamo a un udito-rio di tal genere' si puö facilmente capireil senso della raffigurazione di Blesillacome attestazione visiva del premio che,una simile scelta, avrebbe riservato loronei cieli.É bene aggiungere, che in un'altra lettera(XXXVIID Girolamo loda Blesilla per ilsuo austero stile di vita e per la semplici-tá dei suoi abiti, paragonandola proprio aSan Giovanni Battista: una associazioneche puö rivelarsi significativa inrelazio-ne al programma iconografico della pre-della. "

Il secondo episodio della predella ö al-trettanto inusuale e finora non ha trovatouna corretta identificazione (fig. 3). Nel1862 Ramboux descrisse il soggetto co-me i Santi Elisabetta e Zaccaia che in-contrano Giovannino appena uscito dallaforesta con i fiori;'n I'episodio sarebbestato quindi interpretato come 'miracolo

dei fiori' (Blumenwunder) nel catalogodella vendita del 1935 e come una 'scena

biblica'in quello del 1943.a0 Di recente sitrova citato invece come raffigurazione diSan Giovannino che si ritira nel desertoato piü in generale come un momento del-I'infanzia del Battista.a2 Il dipinto, comegiá precisato' raffigura il fanciullo in attodi uscire dalla foresta. col manto solleva-to a contenere fiori e, poco oltre, unacoppia di anziani con I'aureola che glicorrono incontro a braccia aperte, per sa-lutarlo.Questa iconografia piuttosto rara, cotri-spondente con I'interpretazione che delsoggetto aveva dato Ramboux, ha la suafonte nella letteratura agiografica popo-lare e in particolare in un anonimo testovernacolare, scritto probabilmente versoI'inizio del Trecento e intitolato Vila diSan Giovambatista.o' IJna agiografia che

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pare avere avuto vasta diffirsione purenella Toscana del Quattrocento e che di-venne una fonte cui gli artisti fecerospesso riferimento per la raffigurazionedelle vicende del Precursore, come dimo-stra il vasto ciclo affrescato dai fratelliSalimbeni nell'oratorio di San Giovanni aUrbino, dove perö non ö incluso l'episo-dio che ci interessa.La trama dello scomparto di predella tro-va origine in un passo della vita che de-scrive dettagliatamente una scena di viva-ce atmosfera familiare. Si racconta delfanciullo che prende a vagare nei boschivicini alla casa dei genitori, allontanan-dosi ogni volta sempre di piü, in modo dascoprire e lodare la gloria del Signore at-traverso la contemplazione della natura,sua creazione:

"Or venne nel temoo. che il Fanciullo avevacinque anni, che un di fra gli altri incominciöad andare tanto piü innanzi, che egli non eraandato alcuna altra volta, ch'egli entrö in unbosco, ch'era di lungi all'abitaziote sua [...]e pensomi, che fosse presso al diserto, dov'egli andö poi. E incontanente, che questo be-nedetto fanciullo intrö dentro, gli venne unoodore della solitudine, come piaque a Dio,che parevagli essere quasi in un Paradiso, do-v'egli si dovesse risposare, e guatava [...] laterra di sotto coperta, che pareva un prato pie-no di divisati fiori, e qui cominciö a lodareIddio, e posesi a cogliere di que'fiori, che piügli parevano belli [...] e tanti n'avea giá, chenon gli poteva tenere in grembo. Egli s' alzöla gonnella d'intorno, e coglie fiori e mette ingrembo, e tuttavia lodando lddio, e gridandoa grande boce, e questi fiori voleva recare aPadre, e Madre. E quando ebbe bene pieno ilgrembo, ed egli vide, che era quasi giá passa-ta I'otta del tornare a casa [...]. La Madre I'a-spettava, e vedendo, ch'era passata I'ora, chedoveva tornare, stava in pensiero. e pregavaDio, che gliene rimandasse [...] ed ella sentila boce del fanciullo, che cantava la Magnifi-cat ad alta boce [...] e Madonna Lisabetta glisi fa incontro dicendo: figliuolo' perché ci haifatto cosi? e oerché se'istato cosi a tardi? Eincontanente jl fanciullo s'inginocchiö a leidicendole: Perdonatemi, Madre mia, che iohone trovato oggi le piü belle cose [...] e vol-li recarne a voi, e a Messere [...] e il Fanciul-lo aperse il grembo, ch'era pieno di divisatifiori [... ]."00

Il dipinto corrisponde perfettamente altesto, con una sola eccezione: il piccoloGiovanni trova ad accoglierlo entrambi igenitori, laddove ne||a vita ö la sola ma-dre a uscire per cercarlo, mentre il padreresta nella sua stanza, ö qui che la scenacontinua, con i genitori in atti di suppli-care il figlio di evitare simili prolungatiritardi nel futuro. Come se il pittore - omagari 1a fonte letteraria che ha utllizza-to - avesse voluto sintetizzare in una so-la Scena, con un migliore risultato naÍra-

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tivo, I'intero racconto.Tale episodio ben si abbina a volereevidentemente sottolineare la similitudi-ne tra il Precursore e Cristo - con quelloceleberrimo che vide protagonista Gesüall'etá di dodici anni. Rimasto a discute-re troppo a lungo con i dottori nel Tem-pio, il giovane Nazareno rientrö con buonritardo a casa e fu sgridato dalla Madre: ".Figlio' perché hai fatto questo? Ecco tuopadre ed io, addolorati, ti cercavamo!'Ma egli rispose loro: .Perché mi cercava-te? Non sapevate che io mi devo occupa-re di quanto riguarda il Padre mio?' "(Llca 2, 48-49)' E per quanto, come giádetto, questa Vita di San Giovambatistaavesse avuto una buona fortuna,at le rap-presentazioni dell'episodio sono vera-mente molto rare: ne conosciamo soloun'altra versione, molto piü tarda, espo-sta quasi vent'anni fa alla Walpole Gal-lery di Londra come opera di JacopoBassano (fig. l8).'6La scelta di fare dipingere a Sano un si-mile soggetto, fu probabilmente dovuta ainessi che vi si potevano leggere con laspiritualitá della comunitá monastica: iltitolare del convento di agostiniane erainfatti effigiato nel momento in cui, an-cora fanciullo, si risolveva a rifiutare lavita mondana per la ricerca di un solitariodistacco dalle cose terrene, che conduce-va direttamente a Dio. E comunque diffi-cile dire perché, in un tale contesto, sifosse preferito questo episodio a quello,piü consueto, della partenza di Giovanni-no per il deserto. Si sarebbe tentati di isti-tuire una correlazione tra il tema agiogra-fico della raccolta di fiori (simbolo dellabellezza della natura come creazione diDio) da recare in dono ai genitori da par-te del Precursore, e la scritta del polittico,dove si legge una esplicita (e rara) dedicaal padre e alla madre della committente.

Diversamente dai due episodi, ognunodei quali rappresenta quasi un hapax ico-nografico nel repertorio figurativo del-l'antica pithrra italiana, le restanti scenedella predella illustrano soggetti assai co-muni, per dipingere i quali Sano potevacontare su di un buon numero di modellicompositivi.La tipologia della Crocifissione a tre fi-gure' con i dolenti in umiltá ha infatti unalunga storia nell'arte toscana o' e, allostesso modo, Ö assai tradizionale pure ilposizionamento di questo soggetto alcentro del gradino: pur interrompendo lasequenza del racconto della vita del Bat-tista. la Crocifissione risulta ben adatta altema cristologico dipanato lungo le assiverticali del politico, enfatizzando peraT-tro il motivo del martirio, con il quale la

narrazione della predella prosegue versodestra.Gli ultimi due scomparti illustrano, infat-ti, I'esecuzione del Battista (figg. a-5).Nel primo si riconosce il boia che rinfo-dera la spada, avendo ormai compiuto ilsuo feroce dovere; al di 1á della finestradella prigione Ö il corpo del santo senzavita, mentre la sua testa giace a terra inunapozza di sangue, accanto al piatto do-rato nel quale sará presentata al mandan-te nella scena successiva. Qui sono infat-ti i due momenti de|1a danza di Salomö edella presentazione della testa del Batti-sta. tt

La soluzione di dilatare su due scompartidella predella I'episodio della decollazio-ne del Battista (che cosi va a occupare idue terzi dello spazio concesso nel gradi-no alla vicenda del Precursore) Ö vera-mente inconsueta, e certamente riflettequel culto per la decapitazione del Batti-sta che é attestato nel monastero fin dal1368.4' Un culto documentato poi, a unadata molto piü tarda, dalla visita aposto-lica di Francesco Bossi del 1575, che de-scrive tre altari all'interno del sacro edi-ficio, uno dei quali (laterale) dedicato aSan Giovanni Decollato.'o Bossi vi de-scrive un dipinto su tela - da crederequindi eseguito nel corso del Cinquecen-to - ma non specifica a quando risaliva lasua intitolazione. '' Dal momento che, nelmonastero, il culto per il martirio del Pre-cursore esisteva fin dagli inizi, ö anchepossibile che 1'origine di quest'altare ri-salisse agli interventi edilizi degli anniintorno al 1447 circa o addirittura prima;in questo caso é da chiedersi Se non po-tesse essere questa la destinazione delpolittico commissionato dalla badessaBartolomea.Di contro, attraverso un attento esamedelle vicende storiche del monastero, ol-tre che dei due polittici, Gabriele Fattori-ni ha fornito argomenti per ípotizzare chela pala di Sano fosse destinata all'altaremaggiore della chiesa. Una tale letturapuö essere plausibile per varie ragioni:dalla somiglianza nella struttura e nelledimensioni dei due polittici, alla raffigu-razione in entrambi, e nella stessa posi-zione di riguardo ai lati della Vergine, deititolari della chiesa, fino alle vicissitudi-ni che le due pale hanno subito nel corsodei secoli. Se dawero la paTa di Sano fudestinata all'altare maggiore, il peso fi-gurativo dato alla decollazione del Batti-sta nella predella avrebbe attestato il cul-to che trovava o avrebbe trovato precisaespressione nella dedica a San Giovannidecollato di un altare laterale.Mentre questa plausibile ipotesi aspettauna prova conclusiva, a nostro pareÍe re-

sta aperta la possibilitá dell'originale de-stinazione a un altare laterale dedicato al-la Decollazione del Battista, anche per-ché nella predella di Sano manca la raffi-gurazione della principale festivitá delmonastero (la nascita del Battista).5' Perquanto riguarda la somiglianza struttura-le e iconografica delle due pale, occorrechiedersi se si debba assolutamenteescludere la possibilitá che la badessaBartolomea abbia commissionato il di-pinto non per impiazzare, ma per emula-re |a pala piü antica, come a dichiararsiuna 'seconda fondatrice'del monastero. aparagone di Pietro di Pepo, per avere so-vrinteso ai lavori di ristrutturazione dellachiesa. Ciö spiegherebbe altrettanto beneI'aspetto arcaizzante del polittico di Sanodi Pietro. San Gregorio, in quanto titola-re della chiesa, poteva essere effigiatopure in un altare laterale, per quanto lasua immagine risulti sicuramente piü ap-propriata per la destinazione all'altaremaggiore. "Comunque sia, tra le molte notizie ruc-colte nello studio di Fattorini, ve ne sonoalcune di notevole significato anche inrelazione alla appartenerua al polittico23| de||a predella che qui si é voluto ri-costruire. Un inventario del TesorieratoSansedoni del 1640 ricorda infatti" nellachiesa di San Giovanni all'Abbadia Nuo-va' una sola pala d,a|tare, che é certa-mente da identificare con I'opera di Sa-no, destinata a essere traslata non troppotempo dopo nelle proprietá del conventodi Santa Chiara. La scritta non fa men-zione della firma' né si sofferma a de-scrivere le figure dei santi laterali, ma ac-ceÍrna a una predella con ..istorie di sanGiovanni'':5o con ogni probabilitá le stes-se ..istorie'' delle quali si é trattato in que-sto contributo.

Il presente contributo é il risultato di ricerche chei due autori hanno iniziato indipendentemente edelaborato insieme nella fase finale. Si integra oracon lo studio che pure Gabriele Fattorini aveva in-trapreso indipendentemente da noi e che é pubbli-cato in questo volume. Si rimanda a questo inter-vento per le notizie sulle vicende della chiesa diSan Giovanni Battista all'Abbadia Nuova. facen-dovi riferimento d'ora in poi con la formula: Fat-torini cit., al fine di evitare ripetizioni di biblio-grafia, documenti e immagini. Desideriamo rin-graziare Gabriele Fattorini per i fruttuosi scambidi idee sulla chiesa di San Giovanni Battista al-I'Abbadia Nuova e per avere condiviso con noimolte delle sue scoperte ed idee. fungraziamo,inoltre, tutti coloro che, generosamente, hanno fa-vorito la nostra ricerca: Alessandro Bagnoli, Lau-ra Bonelli, Miklós Boskovits, Marco Ciampolini,Anna Eörsi, András Gryneus, Gábor Klantczay,Roland Krischel, Maria Ilari, Machtelt Israéls,Ludwin Paardekooper e Daniel Russo. fucordia-mo con gratitudine pure le direzioni e il personaledei musei che hanno fornito un indispensabile aiu-

18. Jacopo Bassano: 'San Giovanni Battista fanciullotorna dal|a foresta e incontra i genitori'. Giá a Londra,Walpole Gallery.

to nell'analisi tecnica dei pannelli: Anna MariaGuiducci, Elena Pinzauti ed Edith Liebhauser(Siena, Pinacoteca Nazionale), Ulrike Surmann eBernhard Matthái (Colonia, Kolumba Diözesan-museum), Michael Swicklik (Washington, Natio-nal Gallery of Art); Laurence B. Kanter e ManusGallagher (New York, The Metropolitan MuseumofArt, Robert Lehman Collection); Viktoria Mar-kova (Mosöa, Museo Puskin); Ilona Balogh, IldikóBoross' Eszter Fábry Imre Nemcsics e Vilmos Tá-trai (Budapest, Szépmüvészeti Múzeum). DóraSallay vuole inoltre ringraziare la Repubblica Un-gherese per il sostegno del programma dell'OTKAn. T 029970 e per la borsa di studio MOB (2004),che ha permesso di finanziare la ricerca. Una ver-sione sintetica di questo testo ö stata presentata alconvegno Sano di Pietro. Qualitd, devozione epratica nella pittura senese del Quattrocento (Sie-na e Asciano, 5-6 dicembre 2005).

Abbreviazioni:AAS : Archivio della Curia Arcivescovile di Sie-na:ASS : Archivio di Stato di Siena;BCI : Biblioteca Comunale degli Intronati di Sie-na:BNCF : Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze.

l) Cfi. M. Ciampolini, L'Abbadia Nuova di Siena,Bari s.d. [1989], pp. 10-13, 82-83, fig.74; Fattori-ni cit., passim, in particolare nota 43 e doc. 3. Ilpassaggio del documento det 1447 ("havendo dinuovo facta hedificare una bellissima chiesa neldicto monasterio") non chiarisce se si fosse tratta-to di ricostruzione, ampliamento, o addirittura in-nalzamento di una nuova chiesa, ma implica, inogni caso, un sostanziale mutamento di una pree-sistente struttuÍa. Per ulteriore bibliografia sul po-littico, si vedano anche: P. Torriti, La PinacotecaNazionale di Siena: i dipinti, III edizione, Genova1990, pp. 201-202, e Fattorini cit.,tota42.2) Per la badessa Bartolomea di Domenico diFrancesco, si veda Fattorini cit., passim e nota 32.

3) Il dettagliato schizzo di Assunto Picchioni (cfr.Fattorini cit., fig. 9), delineato quando il politticoera stato giá trasferito da San Giovanni all'Abba-dia Nuova alla sagrestia del vicino convento fem-minile francescano, non include la raffigurazionedella predella a1la base della pala; il gradino dove-va essere stato separato dal registro principale inprecedenza, in conseguenza delle varie vicissitu-dini che avevano interessato il complesso.4) M. Boskovits, Tuscan Paintings of the Early Re-naissance, Budapest 1968' n. 1ó, con riferimentoa Miklós Mojzer, il quale aveva riconosciuto la co-mune origine di tre pannelli di predella raffigu-ranti 'San Girolamo', la 'Decapitazione del Batti-sta' e il 'Banchetto di Erode'. Federico Zeri ag-giunse alla serie un quarto pannello, perduto, conf immagine di 'San Giovanni Battista fanciullo'(comunicazione orale al Museo Pu5kin del 1968,citata in V Markova, halijaVIII-XW vekov. Sobra-nie 2ivopisi, Gosudarstvennyj Muzej lzobrazite-I'nych Iskussn Imeni A.S. Puikina, Moskva 2002,p. 210). Tre dei frammenti della serie sono pure ri-cordati in J. Pope-Hennessy, con la collaborazionedi L.B. Kanter, The Robert Lehman Collection,vol.I. Italian Paintings, NewYork 1987,p. 142.5) M. Boskovits, D.A. Brown et alii, Italian Pain-tings of the Fifteenth Century. National Gallery ofArt, Washington, scheda a cura di M. Boskovits,NewYork - Oxford 2003, pp. 612-616, con biblio-grafia. Una nuova aggiunta per la provenienza deldipinto - giunto al museo dalla collezione Kress,alla quale si crede pervenuto dalla collezione Ge-noese Giustiniani _ é che esso passö tra le mani diFederico Joni, a Siena, nel 1912 (comunicazionedi Gianni Mazzom al convegno Sano di Pietro cit.,Siena eAsciano. 5-6 dicembre 2005).6) Cfr. infra nota 33.7) Che la scena raffigurasse .San Girolamo' é sta-to riconosciuto soltanto dal primo proprietariodella tavoletta che ci é noto, Johann Anton Ram-boux, e recentemente da Boskovits (Italian Pain-tings cit., p. 616, nota 10). Oltre a questo fram-mento, la collezione Ramboux conservava pure glialtri due raffisuranti 'San Giovanni Battista fan-

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ciullo' e il 'Banchetto di Erode', cfr.: J.A. Ram-bottx, Katalog der Gemrilde alter italienischerMeister (1221-1640) in der Sammlung des Con-servator J.A' Ramboux, Köln 1 862' pp. 24-25, nn,135-137; Catalog der nachgelassenen Kunst-Sammlungen des Herrn Johann Anton Ramboux,Conservator des steidtischen Museums in Crjln,catalogo d'asta, J.M' Heberle (H' Lempertz), Köln1867, pp. 26-27, m. 135-13'7; Lust und Verlust,vo|. II. Corpus-Band zu Kölner Gemcildesamm-lungen 1800-1860, a cura di H. Kier e F.G. Zehn-der, Kö ln 1998' pp. 563-564' nn. 135-137 (con bi-bliografia). Per ulteriore bibliografia concernentei1 pannello di Colonia, si vedano: J. Eschweiler,Das Erzbischöfliche Diözesanmuseunl, Kőln1936, p. 31, n. 101; R. Krischel, tn Lust und Ver-lust. vo|' I. Kölner Sammler zwischen Trikoloreund PreulSenadler, catalogo della mostra, a cura diH. Kier e F.G. Zehnder, Köln 1995' p. 584, cat.I97, tav. CIV Le esatte dimensioni del pannellosono cm 24'2 x 32'7. Il supporto é Stato assotti-gliato all'attuale spessore di cm 2,9-3,1. La risali-ta della preparazione sul bordo superiore della su-perficie dipinta é per la maggior parte conservatae i1 lato suoeriore della tavola é intatto. Il lato in-feriore della stessa ö stato invece oarzialmente ri-filato ma resti della risalita della preparazione so-no comunque rimasti anche qui.8) Si vedano: Ausstellung alter Malerei aus Pri-vatbesitz, Kunstmuseum Düsseldorf, Düsseldorf1929, n. 59 ; Vers teigerungs katalog Auktions hausHugo Helbing, Sammlung Strauss, Frankfurt amMain (Palais Oppenheimer, Bockenheimer Land-strasse 8) 1935 [maggio 21-241, p. 16, n. 92, i-prodotto su tav. 7, n. 92; R. Krischel, rn Lust ttndVerlust, vol. I, cit., p. 584, n. l97. Lultimo pas-saggio della tavola che siamo stati in grado di rin-tracciare é alla vendita Van Marle & Bignell' 19aprtle 1943,lotto 78. Le dimensioni del dipintosono citate nella precedente letteratura, di volta involta, come cm 23 x33,23,5 x 33,5 oppure 24 x

9) Il dipinto fu esposto alla Mostra dell'Antica Ar-te Senese del 1904' come di proprietá di CarloGiuggioli, per essere quindi acquistato in Italia daM'S. Söukin' che lo presentö al Museo PuSkin nel1909; cfr.: Mostra dell'antica arte senese, catalo-go generale, Siena 1904, p. 317, n. 34 (491);Mar-kova, Italija VIII-W/I vekov cit. pp. 209-210 (conbibliografia). Viktoria Markova ha comunicatocortesemente le dimensioni del pannello (tavola:cm 24,1124,4 x 33,6/33,8; superficie dipinta: cm24 x 33,6/33,8), informando che essa é Stata as-sottigliata all'attuale spessore di cm 1,5 e che la ri-salita della preparazione si conserva sia sul bordosuperiore che su quello inferiore.10) La tavola e la relativa superficie dipinta misu-Iano cm 23,6 x 33,6; il supporto é stato legger-mente assottigliato a uno spessore di cm 2,6/2,9cm. I lati superiore e inferiore della tavola sonostati rifilati, nel secondo restano avanzi della risa-lita della preparazione, mentre nel primo non vene é rimasta traccia' La risalita della preparazioneö ben conservata lungo il margine destro, ciö indi-ca che la serie delle scene narrative finiva li. Cfr.Boskovits, Tuscan Paintings cit., n. 16; Museum ofFine Arts - Budapest. Old Masterb Gallery. ASummary Catalogue of Italian, French, Spanish,and Greek Paintings, a cura di V Táffai, Budapest- London 1991, p. 106 (con bibliografia); IGi-schel, in Lust und Verlust cit., p. 585, cat. 198, tav.CV11) Per una differente opinione, che esclude ilframmento di Colonia dalla serie, si veda Marko-va, Itzlija VIII-il/I vekov ciÍ', p' 210, la quale ri-fiuta anche la possibilitá di connettere i frammen-ti della predella al polittico 231 di Sano di Pietro,senza tuttavia chiarire le ragioni di una simile con-ctuslone.

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1'2)Latavo|a misura cm 24,l x33'6 cm, é stata aS-sottigliata a cm 2,3 di spessore e parchettata. Re-sti del la r isal ita del la preparazione sono rimastisolo sul bordo inferiore.13) Nel polittico 23 1 della Pinacoteca Nazionaledi Siena, gli "hexaprongs", per esempio, hanno undiametro differente nei pinnacoli (mm 1,5) e neipannelli del registro principale (mm 2). Pure ilpunzone circolare, presente o!.unque nel polittico,varia dimensionalmente da un diametro di mm 4,5(Sant'Antonio da Padova, Vergine annunciata neipinnacoli) a mm 5 (Arcangelo Gabriele, San Pie-tro Martire nei pinnacoli), mm 5,5 (nell'abito diSan Gregorio) e mm 6 (in tutte le figure di santidei pilastri). Nelle scene narrative della predella ledimensioni del punzone circolare differiscono neldiametro da mm 4,5 (Colonia) a mm 5 (Budapest)e mm 5,5 (Washington); per quanto in M.S. Frin-ta, Punched Decoration On Late Medieval Paneland Miniature Painting, part 1, Prague 1998, p.99, gli scomparti di Colonia e Washington sianoregistrati tra i "5 mm-diameter circle punch". Ebene notare che anche le due basi di pilastri dellaCollezione Lehman (per cui si veda oltre nel testoe le f igg. l0-l l;. certamente appartenenti a unmedesimo complesso, si caratterizzano per la pre-senza di punzoni di identica forma ma differentemisura; si veda il cerchio di mm 5 di diamentronel 'San Francesco' e di mm 6 di diametro nel.San Bernardino'. Ciö induce ouindi a concludereche non si debba attr ibuire troppa importanza al-l'úi|izzo di identici punzoni e che possa semmaiessere significativa la somiglianza formale di im-pronte pur diverse per dimensioni: per esempio, érilevante che le aureole della 'Crocifissione' diWashington condividano con gli altri quattroframmenti di predella un raro motivo: la serie dipiccoli punzoni ovali tra due doppi cerchi, presen-te nella striscia esterna della decorazione. La fini-tura a punzone delf intera pala d'altare sembra es-sere stata eseguita da un gruppo di collaboratori, enon vi mancano indizi di una esecuzione frettolo-sa o discontinua: nel nimbo del San Giovanni del-la tavola di Washington. per esempio. si r icono-scono tre "hexaprongs" del diametro di mm 2.chepo1 proseguono con r sopracltatl punzonl ovah.14) Si vedano, nel caso di Sano, la pala di Scro-fiano del 1449 (Pinacoteca Nazionale di Siena, n.255), quella di Abbadia a Isola del 1471 e I'altradi Santa Petronilla del 14'79 (Pinacoteca Naziona-le di Siena, n.259). Per un giudizio piü cauto, sutale questione: Boskovits, Italian Paintings cit., p.614.15) La presenza di una parchettatua impedisce at-tualmente di potere esaminare e riprodurre il latoposteriore della tavola. La radiografia pubblicatanella ricostruzione, appositamente al rovescio, éstata scattata durante un restauro, quando la par-chettafura era stata temporaneamente rimossa.16) Altrimenti che a Firenze, la raffigurazione distemmi araldici sulle basi dei pilastri non divenneusua|e nel|e pale d'a|tare senesi prima della metádel Quattrocento. Nel nostro caso, una simileeventualitá Ö poi esclusa dal fatto che gli scudicompaiono nelle fasce divisorie de1 gradino; unascelta che ricorre pure in ulteriori predelle senesi:da quella bernardiniana di Sano di Pietro (cfr. K.Christiansen, in Painting in Renaissance Siena1420-1500, a cura di K. Christiansen, L.B. Kanter,C.B. Strehlke, NewYork 1988; edizione italiana:La pittura Senese nel Rinascimento, 1420-1500,Milano 1989; cat. 24 a, b) all'altra piü tarda diPietro Orioli (Pinacoteca Nazionale di Siena, n.427) e pure nei due gradini (Pinacoteca Nazionaledi Siena, nn. 218 e 216) del 'Maestro del l 'Osser-vanza' (alias il giovane Sano di Pietro, secondomolti studiosi, ma su questo argomento rimandia-mo a Fattorini cit., nota 46), per quanto, a giudiziodi Cecilia Alessi e Piero Scapecchi (Il 'Maestro

del!'Osservanza': Sano di Pietro o Francesco diBartolomeo?, in 'Prospettiva', 42, 1985, pp. l3-37, in particolare pp. 16 e 35 nota 37), in que-

st'ultima circostanza piuttosto che di uno stemma,dovrebbe trattalsi di un marchio di proprietá.

I7) La larghezza delle strisce di pittura, tagliatavia al momento della frammentazione del gradino,puö essere stimata guardando a quanto resta deimotivi decorativi che dividevano gli episodi. Perquanto non indispensabile, si puö pure ipotizzareuna ulteriore aggiunta di cm 5-6 allo scomparto diWashington' poiché la decorazione a punzone checorre lungo il bordo superiore poteva continuareanche lungo i lati verticali. Una simile caratteristi-ca si puö infatti riconoscere in molti scomparticentrali delle oredelle di Sano: una 'Crocifissione'

assai simi|e (giá nella collezione Burne-Jones,passata da Sotheby's, a Londra, l'8 dicembre 1926e quindi da Phillips, pure a Londra, il 15 dicembre1998, lotto 66), i1 polittico di Scrofiano del 1449(Pinacoteca Nazionale di Siena, n. 255), il politti-co di Santa Bonda (Pinacoteca Nazionale di Siena,n.226), i l pol itt ico di Abbadia a Isola del I47l.Elo stesso ricorre nella predella della pala di SanMaurizio (Pinacoteca Nazionale di Siena, n.216)del 'Maestro dell'Osservanza'. Le linee inciselungo i lati verticali del pannello di Washingtonnon contraddicono questa ipotesi, poiché non so-no originali e sembra che fossero state utilizzateper guidare il taglio della tavola (cortese comuni-cazione di Michael Swicklik). Se la tavoletta fos-se stata tagliata lungo le fascie decorative, non cisarebbe stata alcuna necessitá di incidere ta|i li-nee. Per quanto I'esatta larghezza originaria della'Crocifissione'e la sua relazione con il oannellocentrale del soprastante pol inico resti ignota. sideve notare come, in ogni caso, la corrispondenzadimensionale in larghezza tra gli scomparti dellepredelle e i relativi pannelli del soprastante regi-stro sia spesso irregolare nei complessi di Sano diPietro, con il risultato che le scene dei gradini pos-sono essere non perfettamente in asse con le figu-re superiori (cfr., per esempio, i polittici di Scro-fiano e Santa Bonda. Pinacoteca Nazionale di Sie-na, nn.255,226).

18) Pope-Hennessy, The Robert Lehman Collec-tion cit., pp. 152-156.

19) La pittura dei lati esterni di pale d'altare conun denso e grossolano colore rosso-violaceo erauna pratica comune nella bottega di Sano. Non éstato possibile confrontare direttamente il coloreviolaceo dei frammenti Lehman con ouello delleparti eSterne deI pol itt ico 23l: a un esáme visivo.il colore dei 'Santi'Lehman appare forse un po'piü scuro di quello rosso-violaceo del polittico se-nese. Questa minima differenza cromatica, tutta-via, non esclude una antica associazione di questetavole, i colori de1le quali potrebbero essere statialterati da diverse condizioni ambientali e climati-che.

20) Questa decorazione a punzone presenta unasuccessione di archetti con tre ountini al di sotto diogni giunzione. quindi tre l inee paral lele incise.una successione di stelle e due ulteriori lineeparallele incise. Gli ornati delle aureole sono puresimili a quelli delle quattro scene narrative dellapredella, eccezione fatta per il cerchio esterno, de-corato con stelle invece che con ovali.

2 1 ) Fattorini cit., passim e doc. 3.

22) Sull'iconografia di San Bernardino: R. Mode,San Bernardino in Glory, in 'The Art Bulletin',LV, 1973, pp. 58-76, D. Arasse, Iconographie etévolution spirituelle: la tablette de St. Bernardinde Sienne, in .Revue d'istoire de la spiritualité''50,1974, pp. 433-456; Idem, Fervebat Pietate Po-pulus', Art, devotion et société autour de la glori-fication de' Saint Bernardin de Sienne, in .Mélan-

ges de I'Ecole Frangaise de Rome', LXXXX,197 7, pp. 189-263 ; Enciclopedia B ernardiniana,vol. 2, Iconografia, a cura di M. Pavone e V Pa-celli, I-Aquila 1981; J.W Cyril, The imagery ofSan Bernardino da Siena. 1440-1500: An icono-graphic stud1,,Ph.D. Diss., The University of Mi-chigan, 1991; Fattorini cit., nota 46.

)rkI

23) Al proposito si puö ricordare che la possibili-tá di considerare la presenza dell'aureo1a come unelemento datante posÍ calonizzazione per le im-magini di santi come Caterina e Bernardino daSiena, ha dato vita a un ampio e infinito dibattitotra gli studiosi di arte senese; cfr.: C. Brandi,Quattrocentisti senesr, Milano 1949,p.99; L. Bel-losi, in ÁrÍe in Vá]dichiana da] XIII a] XVIIL seco-1o, catalogo della mostra (Cortona, Fortezza delGirifalco, 9 agosto - 10 ottobre 1970), a cura di L.Bellosi, G. Cantelli e M. Lenzini Moriondo, s. l.1,97 0, p. 22; P. Torritr, L a P inac otec a N azi on al e diSiena ctt., p. 2I2; e soprattutto C.B. Strehlke, inPainting in Renaissance Siena cit., pp. 222-223(edizione italiana, pp. 236-237).

24) Nonostante certe manomissioni che a una da-ta non meglio specificata (e per ragioni ignote)hanno riguardato la base del pilastro, 1'aureola diquesta immagine di San Bernardino é sicuramen-te originale. E bene ribadire che la coppia di basidi pi1astri del polittico di Scrofiano é quella chepiü risulta affine, tra i lavori di Sano, ai .Santi'

Lehman, quanto a stile, punzonatura (quasi identi-ca) e iconografia (vi ricorrono infatti Francesco eBernardino).

?:) aO Fattorini cit., passim, nota 11, doc. 2, fig.

26) Che San Francesco fosse il santo onomastrcodel nonno della badessa Bartolomea, come sievince dall'iscrizione, non sembra avere avutotroppo significato per una eventuale scelta dallasua raffigurazione nel polittico di Sano' Si puö in-fatti notare che, per quanto al momento non siapossibile spiegarne 1e ragioni della presenza, lecuspidi espongono ulteriori santi di ordini mendi-canti, come il domenicano Pietro martire (credutofinora Domenico) e il francescano Antonio da Pa-dova (spesso scambiato per lo stesso Francesco);cfr. anche Fattorini cit., nota 42.

27) La storiografia artistica piü recente ö unanimenel datare la predella in esame, con buone ragioni,a1 periodo 1445-1450; cfr. Boskovits, Italian Pain-t ingscit.,pp. ó13-61ó, inpartico|arep. 6l6 nota 5.

28) Per Paola' Eustochio e Blesilla, si veda: AcÍasanctoÍum: quotquot toto orbe coluntur.., Blaesi1-1a-.22 ianuari| vol. II, Antverpiae 1643 (riedizio-ne Bruxelles 19ó6)' pp. 416.4I.I' Paola: 26 ianua-rii, vol. Il, Antverpiae 1643 (riedizione Bruxelles1966), pp. 7l l-722, Eustochium: 28 septembris,vol. VII, Antverpiae 1740 (riedtzione Bruxelles1970), pp. 630-645; Bibliotheca Sanctorum, 74vol l . , Roma 1961-87, Blesi l la: vol. III, col l .20'7-208; Eustochio: vol. Y coll. 302-304, Paola: vol.X, coll. 123-136, con ulteriore bibliografia. La-giografia di Paola é contenuta pure nella lrgendaAurea (Iacopo daYarazze, lrgenda aurea, edizio-ne critica a cura di G.P. Maggioni, II edizione ri-vista dal l 'autore, Firenze [998], pp.201-208. SuGirolamo e le relazioni con le sue seguaci, si vedainoltre: J.N.D. Kelly, Jerome. His Life, Writings,and Controversies, London 19'15,I edizione: Pea-body (MA) 1998, passim; P. Brown, The Body andSociety. Men, Wmen, and Sexuai Renunciation inEarly Christianiry, New York 1988, p. 366 e segg.

29) Per la Regula monacharum, cfr. J.-P Migne, acura di, Patrologiae Cursus Completus..., SeriesLatina 1844-55, Paris, nella ristampa Turnholti,1956-80, vol. XXX, cotl.391-426, e E.F. Rice Jr.,Saint Jerome in the Renaissance, Baltimore-Lon-don 1985, pp. 128 e 246 nota 47, dove I'autoresuggerisce che il noto testo, in realtá, sia stato re-datto in Toscana nella seconda metá del Trecento.In generale per San Girolamo nel funascimentoitaliano: B. Ridderbos, Saint and Symbol: Imagesof St. Jerome inEarly ItalianArt, Groningen 1984;fuce, SainÍ Jerome in the Ren.aissance cit.; D.Russo, SalnÍ ]éúme en Italie. Ende d,iconogn-phie et de spiritualité, XIIF-XnÉ siéc,le, Paris-Ro-me 1987. Molte notizie e una buona serie di im-magini si trovano inoltre in H. Friedmann, Á Be-stiary for St. Jerome: Animal symbolism in Euro-

pean religious arf, Washington D.C. 1980, e C.Wiebel, Askese und Endlichkeitsdemut als Bild-thema in der italienischen Renaissance. Ikonolo-gische Studien zum Bild des Heiligen Hieronymus,Weinheim 1988.

30) Cfr. Rice. Sarnt Jerome in the Renaissancecit.' fig. ó (Francisco de Zurbarán), fig. 9 (scuoladi Tours, prima Bibbia di Carlo il Calvo), fig. 27(Francesco Botticini), e un dipinto di un píttore diColonia databile verso il 1440-1450 (Monaco diBaviera, Alte Pinakothek, n. 5317). Pure i due la-terali di trittico o polittico del 'Maestro della Ma-doma Straus', raffiguranti Paola ed Eustochio,probabilmente appartenevano a una pala che in-cludeva anche una raffigurazione di San Girolamo(Pinacoteca Vaticana, nn. 1, 3). lmmagini di Paolaed Eustochio sono frequenti pure nell'arte baroc-ca.

31) Si ricordano, per esempio, le suore francesca-ne inginocchiate ai piedi di San Girolamo nella ta-vola di Giovanni del Biondo nel Lindenau-Mu-seum di Altenburg (D. Parenti, Giovanni del Bion-do, in Da Bemardo Daddi aI Beato Angelico aBoxicelli. Dipinti fiorentini del Lindenau-Museumdi Altenburg, catalogo della mostra a Firenze, Mu-seo di San Marco,22 maÍzo - 4 giugno 2005, a cu-ra di M. Boskovits con I'assistenza di D. Parenti,Prato 2005, pp. 96-98, n. 18, dove si nota che lascritta contenuta sul libro di San Girolamo é unacitazione biblica ripresa da Girolamo in una dellesue lettere (IX) rndiizzata a Paola ed Eustochio),la domenicana raffigurata in un dipinto commis-sionato per San Domenico a Pisa, ora nel Museodi San Matteo (Ridderbos, Saint and Symbol cit.,pp.24-25, fig. 12, e L. Pisani, it Sumptuosa tabu-1a picta: pittori a Lucca tn gotico e Rinascimen-Ío, catalogo della mostra, a cura di M.T. Filieri' Li-vorno 1998, pp. 394-395) o la vallombrosana chesta ai oiedi di Girolamo in un affresco dell'ex con-vento di Santa Marta a Siena (Ridderbos, Sarntand Symbol cit., p. 63, fig.26). Si veda inoltre: A.Thomas, Art and Piety in the Female ReligiousCommunities of Renaissance Italy, Cambridge2003, pp. 13-14, l4I-142.

32) Ramboux, Katalog der Gemá]de cit., p. 25' n.r3'7.33) Questa identificazione (citata talvolta comeDie Muttergottes diktiert dem hL. Evangelisten Lu-kas) si basava non solo sulf interpretazione delframmentario bue dello stemma araldico interpre-tato come attributo dell'Evangelista, ma anche inuna affinitá compositiva con la caratteristica ico-nografia dell'episodio di San Luca in atto di ri-trarre la Vergine; cfr. Eschweiler, Das Erzbischo-fliche Diözesanmuseum cit., p' 31 n. 101; W.Schulten' Kostbarkeiten in Köln, ErzbischóflichesDiözesanmuseum: Katalog, Köln l978' p. 92, n.2I1 , fig. 2 1 7; Boskovits , Tuscan Paintings cit., n.16; Museum of Fine Arts - Budapest cit., p. 106;Krischel, in Lust und lér/usr cit., vol. I, p. 584, n.l97; Idem, tn Lust und lér,lusÍcit., vol. II, 1998' p.563, n. 135; Markova, Italija WII-XW vekov cit.,p . 2 1 0 .

34) L immagine della Vergine biancovestita e sen-za il Bambino ö limitata, di norma, alle sole raffi-gurazioni dell'Assunzione. Invero i1 soggetto del-la visione dell'Assunzione di Maria da parte diSan Girolamo sarebbe stato rappresentato nel se-coli successivi, ma 1a possibilitá di una simile let-tura deve essere assolutamente esclusa, nel nostrocaso, per ragioni iconografiche (per il modo in cuiinteragiscono le figure, I'ambientazione in un in-terno e la disposizione compositiva in diagonale,cosi diversa dalla frontalitá che nell'arte senesesempre distingueva I'illustrazione del mistero del-I'Assunzione). Oltre tutto il soggetto della visionedell'Assunzione da parte di Girolamo non si basasu alcuna fonte scritta e inizia a essere raffiguratosoltanto dopo il Concilio di Trento, probabilmentecome mezzo di propaganda del nuovo spirito del-la Controriforma (cfr. specialmente su questo ar-

gomento Rice, Satnr Ierome in the Renaissancecit., pp. I4'1-149, e Migne, Patrologiae CutsusCompletus..., Series Latina cit., vol. XXX, coll.122-143).

35) Cfr. lrÁtgne, Patrologiae Cursus Completus...,Series Latina cit., vol. XXII, coll. 465-473.

36) Migne, Patrologiae Cursus Completus..., Se-ries Latina cit., vol. XXII, col. 466: "Secura esto,mi Blaesilla, sentiens omni tempore vestimentatua candida. Candor vestium. sempiternae virgini-tatis est puritas. Confidimus probare vera essequae dicimus: nunquam est sera conversio"; la tra-duzione é tratta da San Giro]amo, Lettere, introdu-zione e note di C. Moreschini, traduzione di R.Pal la, Milano 1997,p. 151, dove manca i l passag-gio chiuso tra parentesi, assente da alcuni mano-scritti (cfr. Mtgne, Patrologiae Cursus Comple-/us..., Series Latina cit., vol. XXII, col. 1237) etradotto in questo caso dagli autori. Il riferimentoalle vesti bianche Ö tratto dagli Ecclesiaste (9,8):"Omni tempore sint vestimenta tua candida etoleum de capite tuo non deficiat", che, ironica-mente' nel Suo contesto originale é una lode dellegioie del matrimonio.37) Cfr. Migrre, Patrologiae Cursus Completus...,Series Latina cit., vol. XXII, coll. 472-473: "Qtasnunc existimas Blaesillam nostram patl cruces,quae ferre tormenta, quod tibi Christum videatsubiratum? Clamat nunc illa lugenti: 'Si unquamme amasti, mater, [...] ne invideas gloriae meae.[...] Habeo pro te Mariam Matrem Domini. [...]Habeo Annam quondam in Evangelio prophetan-tem, et, quo magis gaudeas, tantorum annorum la-bores, ego in tribus mensibus consecuta sum.Unam palmam castitatis accepimus. Misererismei, quia mundum reliqui? At ego vestri sortemdoleo, quos adhuc saeculi carcer includit [...]. Sivis, ut mater mea sis, cura placere Christo. Nonagnosco matrem, meo Domino displicentem.' Lo-quitur illa et alia multa, quae taceo, et pro te Do-minum rogat; mihique ut de ejus mente securussum, veniam impetrat peccatorum [...]." La tradu-zione italiana é tratta da San GiroLamo, Letterecit., pp. 162-63. Nel suo contesto originario, I'e-vocazione della presenza di Blesilla é owiamenteda intendere sopÍattutto come una formula retori-ca, destinata ad accrescere I'impatto emotivo del-lo scritto; nel tardo Medioevo un simile testo era,perö, interpretato moIto probabilmente in manieraletterale.

38) Migne, Patrologiae Cursus Completus..., Se-ries Latina cit., vol. XXII, col1. 462-65, passim.

39) Ramboux, Kata|og der Gemálde cit., p, 24, n'135: "Die heil. Elisabeth und Zacharias gehendem kleinen Johannes entgegen, welcher mit Blu-men eben aus dem Walde kommt''' Il soggetto édescritto allo stesso modo in Catalog der nachge-Iassenen Kunst-Sammlungencit., p.26, n. 135.

40) \érsteigerungskatalog Auktionshaus HugoHelbing crt., p. 16, n. 92; Vendita Van Marle & Bi-gnel l cit., n. 78.41) VE. Markova, Gosudarstvennyj Muzej lzobn-zitel'nych Iskusstv Imeni A. S. Pulskina. Italjanska-ja Livopis WII-XW veko% Mosca 1992, p. 81, n.48; Eadem, Gosudarstvennyj Muzej lzobnzite-|'nych Iskusstv Imeni A.S. Pu"skina. Katalog Zivo-pisr, Moskva 1995, n. 248; Eadem, Italija VIII-XW vekov cit., p. 2 1 0; BoskoviÍs, Ita 1 i a n Paintingsc i t . , p . 616 nota 10 .

42) Krischel, in lust und Vrlust, vol. II, cit., p.5 6 3 n . 1 3 5 .43) La Vta fu data alle stampe per la prima voltada D.M. Mann| Vta di Alcuni Santi scritte nelbuon secolo della lingua toscana, voll. I-II (De11eute de,sS PadÍí), voll. III-IV (De]]e Vte de, San-tí\, Firenze I73I-I.735' in particolare, III (1734)'pp. 185-266; Manni credeva chela Vita si basasse

[Contributi] 103

su un poema francese e affermava che una versio-ne in volgare italiano eÍa stata pubblicata verso ill500 da ún editore e in un luogo ignoto (ibiden.pp. VIII-X). Altre edizioni si trovano in: Vite de'Santi Padri. di frate Domenico Cavalca colle vitedi alcuni altri'santi, a cura di B. Sorio e A. Ra-cheli, Milano s.d., in particolare p. 409; D.M.Manni. A. Cesari. Biblioteca scelta di ooere ita-Iiane, antiche e moderne, CCXLIV, Volgarizza-mento delle Vite de' Santi Padri, I-VI. Milano1829-30, in particolare IV (1830), p. 277 e segg.Dell'agiografia si tratta pure in: M. Aronberg La-vin, Giovannino Battista: A Study in RenaissanceReligious Symbolism, in 'The Art Bulletin',XXXVII' 1955' pp. 85-101; Eadem, GíovanninoBattista: A Supplement, in 'The Art Bulletin',XLIII, 1961, pp. 319-326 (in particolare alle pp.320-321, dove si ipotizza che la Vita sia tratta dauna fonte latina, ma non priva di influssi orienta-li); P.A. Dunford The iconography of the frescosin the Oratorio di San Giovanni at Urbino, in'Journal of the Warburg and Courtauld Institutes',3 6, 197 3, pp. 3 67 -7 3 (in particolare p. 3 67 nota 4).44) Manni' Vita diAlcuni Santi ciÍ'., pp. l99-200.Si segnalano almeno due manoscritti con trascri-zioni quattrocentesche di questa fonte, non privedi qualche secondaria variazione nel testo: BNCF,Magl. II. 1I.445 (giiL Magl. XXXWII cod. 100), c.7r-7v (1409); Magl. XXXVIII cod. 10, cc. 11.1r-1I2r (1458).

45) Si vedano: Aronberg Lavin, Giovannino Batti-sta: A Study cit.; A. Venturi, Storia dell'Arte lta-liana,IY vol., Milano 1911, p. 27; con riferimen-to pure a rLna laude quattrocentesca toscana, chia-ramente tratta da qLtesta vita: "essendo di cinqueanni picolino / soletto ogni mattina et tutto il gior-no / stava e la sera faceva ritorno / Cosi di giornoin giorno piü avanti / giva di selva in selva, in pra-to e 'n boschi / laudando il buon Giesu con dolcicanti....". Cfr. Aronberg Lavin, Giovannino Batti-sta: A Study cit., pp. 88-89 e nota 25, che pure ri-marca come, nel Quattrocento "the representa-tions from the early life of Saint John reachedtheir highest degree of elaboration".46) Treasures oÍ Italian Art, catalogo della mostra(Walpole Gallery, Londra 1988), London 1988,pp.22-23, cat. 7, dove il soggetto é identificatodubitativamente come "St. John the Baptist TakingLeave ofhis Parents".47) Si vedano: M. Boskovits, in Boskovits, Brown,Italian Paintings cit., p. 616, nota 4; Il 'Crocifisso

con i Dolenti in umiltd'di Paolo di Giovanni Fei:un capolavoro riscoperto, a cura di A. Bagnoli, S.Colucci. V Randon. Siena 2005. Lo stesso Sanonon mancö di ripetere molte volte questa compo-sizione (cfr. le opere citate da M. Boskovits, inBoskovits, Brown, Italian Paintings cit., p. 614 ep. 616 nota 9), alle quali si puö aggungere la tavo-la del Museo Civico di Siena (Guida al Museo Ci-vico di Siena, a cura di F. Bisogni e M. Ciampoli-ni, Siena 1985, p. l2l, frg.335), dipinta probabil-mente con la collaborazíone della bottega.48) Una simile divisione delle scene sempre nelcontesto di un ciclo di slorie del Battista, ii trovagiá nella pittura senese del Duecento, nella cosidetta pala di San Giovanni Battista (PinacotecaNazionale di Siena, n. 14). Si puö ancora notarecome pwe la scena di Budapest non manchi di sol-levare perplessitá iconografiche: nei prototipi cheispirarono la composizione di Sano, in particolareIa scena di oredella della bottesa di Bartolo di Fre-di (Pinacotéca Nazionale di Slena, n. l03. cfr. C.Freuler, Bartolo di Fredi Cful, Disentis 1994, ftg.160), Erode siede alla sinistra del tavolo e si di-stingue per la corona, la barba e una sorta di tur-bante simile a quello della scena di Budapest,mentre la figura con la corona al centro, con lalunga capigliatura biond.a e le mani alzate in segnodi stupore, é Erodiade. E difficile credere che Sa-

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no di Pietro nella sua versione abbia omesso la co-rona sulla testa di Erode; piü probabilmente tra-sformö la figura di Erodiade in un giovane Erodedall'aspetto femminile ed escluse Erodiade dallascena di Budapest. (D'altronde, Sano dette unaspetto giovanile veramente molto simile anche alsovrano che ascolta le parole di San Giorgio nelloscomparto di predella nella Pinacoteca Vaticana,n. 133, databile anch'essa agli anni quaranta). Sipuö notare come la composizione adottata da Bar-tolo di Fredi ricorra. Dur divisa in due scene dauna iniziale M, in una-miniatura attribuita ad An-drea di Bartolo e alla sua bottega da GaudenzFreuler (Za miniatura senese, I 270-1 420, a cura diC. De Benedictis, Milano 2002, p. 189, fig. 80).Tuttavia la posa e la fisionomia della figura cen-trale della tavola di Budapest suggeriscono cheSano sia stato ispirato, piü probabilmente, dallacomoosizione di Bartolo di Fredi che dalla suasuccéssiva versione miniata.49) Cfr. Fattorini cit., nota 73.50) AAS, 2I, Memoriale della Visita Pastorale dimons ignor Francesco Bossi, [1 57 51, cc. 9 lr-92r,trascritta in Fattorini cit., nota 73; nell'altare mag-giore e nell'altro altare laterale stavano invece duetavole a fondo oro, da riconoscere con ogni proba-bilitá nei polittici di Sano di Pietro e Luca di Tom.mé.51) Fattorini (cit., nota 35) ipotizza che su questoaltare, verso gli anni venti del Cinquecento, potes-se stare il 'San Giovanni Battista' in terracotta oo-licroma che, a|lora. doveva rappresentare la piüimportante immagine di culto della compagniaomonima e che, insieme con essa, sarebbe statopoi trasferito nella chiesa di San Giovanni in Pan-taneto.52) Cfr. Fattorini cit., nota 73.53) Per scrupolo' é bene precisare che il fatto chela pala di Sano sia la sola rimasta nella chiesa nel1609 (cioé dopo che l'arcivescovo Ascanio Picco-lomini aveva richiesto, nel 1583, di togliere i di-pinti dei due altari lateral i e successivamente a unaristrutturazione della chiesa: cfr. Fattorini cit.. no-ta 74) non signif ica che. necessariamente. essastesse sull'altare maggiore nel 1583. Nonostantequanto affermato piü volte da fonti dei secolíXVII-XIX, una mappa del 1867 attesta che alloraesistevano ancora significativi resti della chiesa(Ciampolini, Z' Ab b adia N uova cit., p. 12, f igg. 24,55; Fattorini cit., nota 36). In tale mappa si rico-nosce un altare ubicato non, laddove doveva esse-re I'altare maggiore medievale, ma su di un latodella chiesa; dunque non si puö fare affidamentosulla continuitá tra l'altare maggiore e la sua pala'La divisione degli spazi illustrata nella mappa del1867 deve essere la conseguenza di una ricostru-zione, probabilmente quella voluta da Giulio San-sedoni antecedentemente al 1609. Durante la ri-strutturazione 1a chiesa fu trasformata in una strut-fura a carattere residenziale. lasciando lo soazioper una cappel|a, Iimitata al so|o a|tare sudáetto:un altare di gusto barocco, che forse incorporavaun antico altare laterale. A questa data, con ogniprobabilitá' i Sansedoni decisero in totale libertáquale pala mantenere sull'unico altare. Tutte que-ste considerazioni hanno comunque un peso limi-tato sulla possibilitá che il polittico di Sano di Pie-tro fosse destinato all'altare maggiore della chie-sa: una ipotesi che resta plausibile.

54) Per il Tesorierato Sansedoni e i relativi docu-menti: Fattorini crt., passim e note 3, 36 e segg.