cenni di procedure di medicina preventiva

20
1 Cenni di Procedure di Medicina Preventiva Francesco Urbano Francesco Urbano E’ meglio dar battaglia in modo sanguinosissimo piuttosto che mettere le truppe in luoghi malsani. Napoleone Da: A. Santoro, Storia dell’Igiene Militare, in: Igiene e Medicina Preventiva militare, Roma, 1995, p. 5 Età napoleonica - 1792-1815 •4,5 milioni di mobilitati •150.000 morti in combattimento •2,5 milioni morti per malattia (febbre tifoide, malaria, tifo esantematico, ...) Da: A. Santoro, Storia dell’Igiene Militare, in: Igiene e Medicina Preventiva militare, Roma, 1995, p. 5 “Historically, illness has played a larger role than enemy weapons in the losses of an army. Rapidly spreading infectious diseases and epidemics sometimes compelled generals to break off campaign because their troops had been decimated and there were no means of protection or treatment Ernst Rebentisch, in International Military and Defense Encyclopedia, Brassey’s, Washington, 1990, Vol. IV, p.1703-1704 “De militum in castris sanitate tuenda”, Vienna, 1685 Lucantonio Porzio (Positano, 1639 - Napoli, 1732) Primo trattato di Igiene Militare tifo, dissenteria, Colera. Da: A. Santoro, Storia dell’Igiene Militare, in: Igiene e Medicina Preventiva militare, Roma, 1995, p. 3 The American Civil War represents a landmark in military and medical history as the last large-scale conflict fought without knowledge of the germ theory of disease. “ Infectious diseases during the Civil War: the triumph of the "Third Army". Sartin JS, Clin Infect Dis 1993 Apr;16(4):580-4

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1

Cenni di Procedure di Medicina Preventiva

Francesco UrbanoFrancesco Urbano

E’ meglio dar battaglia

in modo

sanguinosissimo

piuttosto che mettere le

truppe in luoghi

malsani.

Napoleone

Da: A. Santoro, Storia dell’Igiene Militare, in: Igiene e Medicina Preventiva militare, Roma,

1995, p. 5

Età napoleonica - 1792-1815

•4,5 milioni di mobilitati

•150.000 morti in combattimento

•2,5 milioni morti per malattia (febbre tifoide, malaria, tifo esantematico, ...)

Da: A. Santoro, Storia dell’Igiene Militare, in: Igiene e Medicina

Preventiva militare, Roma, 1995, p. 5

“Historically, illness has played a

larger role than enemy weapons

in the losses of an army. Rapidly

spreading infectious diseases and

epidemics sometimes compelled

generals to break off campaign

because their troops had been

decimated and there were no

means of protection or treatment

Ernst Rebentisch, in International Military and Defense Encyclopedia, Brassey’s, Washington, 1990, Vol. IV, p.1703-1704

“De militum in castris sanitate tuenda”, Vienna, 1685

�Lucantonio Porzio� (Positano, 1639 - Napoli, 1732)

� Primo trattato di Igiene Militare

� tifo,

�dissenteria,

�Colera.

Da: A. Santoro, Storia dell’Igiene Militare, in: Igiene e Medicina Preventiva

militare, Roma, 1995, p. 3

“The American Civil

War represents a

landmark in

military and medical

history as the last

large-scale conflict

fought without

knowledge of the

germ theory of

disease. “•Infectious diseases during the Civil War: the triumph of the "Third Army".

Sartin JS, Clin Infect Dis 1993 Apr;16(4):580-4

2

Unsound hygiene,

dietary deficiencies,

and battle wounds set

the stage for epidemic

infection, while

inadequate

information about

disease causation

greatly hampered

disease prevention,

diagnosis, and

treatment.

•Infectious diseases during the Civil War: the triumph of the "Third Army".

Sartin JS, Clin Infect Dis 1993 Apr;16(4):580-4

Pneumonia,

typhoid,

diarrhea/

dysentery,

and malaria

were the

predominant

illnesses.

•Infectious diseases during the Civil War: the triumph of the "Third Army".

Sartin JS, Clin Infect Dis 1993 Apr;16(4):580-4

Altogether, two-thirds of

the approximately 660,000

deaths of soldiers were

caused by uncontrolled

infectious diseases, and

epidemics played a major

role in halting several

major campaigns. These

delays, coming at a crucial

point early in the war,

prolonged the fighting by

as much as 2 years.

•Infectious diseases during the Civil War: the triumph of the "Third Army".

Sartin JS, Clin Infect Dis 1993 Apr;16(4):580-4

Crimea, 1855-56

Da: A. Santoro, Storia dell’Igiene Militare, in: Igiene e Medicina Preventiva militare, Roma, 1995, p. 7

•Colera, tifo e scorbuto determinano il ricovero dell’80% della forza di spedizione franco-inglese, con perdite altissime

•G. A. Comisetti. Medico capo italiano, sostiene la natura microbica e non miasmatica del colera

•I piemontesi ebbero perdite percentuali 2,5 volte inferiori a quelle degli alleati

�Campagna di Libia, 1911-1913

�1000 casi fra militari: letalità 30%

Colera (2)

•Grande Guerra**, •1915-16: 16.027 casi fra militari , nel basso isontino: letalità 27%•1917-18: campagna vaccinale ed eradicazione dei focolai

•** GA Dotti: Il colera nell’Esercito Italiano durante la guerra 1915-1918, Mugnaini, Firenze, 1938

Colera (3)

3

Febbri tifoidi�Almroth Wright, medico militare

britannico�1897: primo vaccino antitifico

� 1911-13, guerra libica�Grixoni introduce la vaccinazione

delle nostre truppe�Marina italiana, Tobruk, idem

� 1915-18: vaccinazioni di massa e dimostrazione di efficacia dei vaccini T.A.B. di Castellani�Morbilità abbattuta dal 17,9 all’1,3

‰*

G Mennonna: Della profilassi immunitaria antitifica. Boll Ist Sieroter Milan, IX, 1932, 1-39

�Nell’800 l’incidenza del tetano era del 10% di tutti i feriti, e il tasso di letalità fra l’80 e il 90%*.

Tetano e guerre (1)

•Ernst Rebentisch, in International Military and Defense Encyclopedia, Brassey’s, Washington, 1990, Vol. IV, p.1703-1704

•**A. Santoro, Storia dell’Igiene Militare, in: Igiene e Medicina Preventiva militare, Roma, 1995, p. 14

�Grande Guerra 15-18: Italia grazie alla Sieroprofilassi antitetanica è abbattuta la mortalità a 1/33.000 feriti

Tetano e guerre (3) Vaccinazione antitetanica

�1923 Ramon e Glenny -> anatossina

�1928: produzione nel Laboratorio

Vaccinogeno Militare di Bologna, e

sperimentazione su 23 militari

�Prima adozione di massa nella nostra

truppaBruni N: Igiene Militare, S.E.L., Milano, 1937

BATTAGLIA DI NORMANDIA

U.S.A.

VACCINAZIONE

GERMANIA

SIEROPROFILASSI

CASI DI

TETANO0 81

TETANO

Campagna di Etiopia, 1935-36

� Per la prima volta inversione del rapporto morti per malattie/morti per combattimento: 559/1.099, su oltre 500.000 mobilitati

�Enorme impegno della nostra Sanità Militare�2.650 ufficiali medici�Sviluppo della medicina tropicale

italiana�N Bruni, G Mennonna, G Piazza,

...

Da: A. Santoro, Storia dell’Igiene Militare, in: Igiene e Medicina Preventiva militare, Roma, 1995, p. 17-18

4

GUERRA DI CRIMEA 1855

GUERRA CIVILE AMERICANA (1861-65)

GUERRA FRANCO-PRUSSIANA (1870-71)

GUERRA RUSSO-GIAPPONESE

1904-05

1a GUERRA MONDIALE

1914-15

RUSSIA

GIAPPONE

FRANCIA

ITALIA

GERMANIA

5.000

2.000

1.429

588

455

167

125

111

RAPPORTO MORTI PER MALATTIA / MORTI PER FERITE ‰

INCIDENZA DELLE MALATTIE INFETTIVE

•Generale Bernini: Comunicazione personale

Riassetto dello

Strumento

militare

italiano

� Previsione d’impiego in aree geografiche distanti

� Condizioni climatiche, ambientali, sociosanitarie disparate

� Ridimensionamento numerico

� Potenziamento della logistica

� Professionalizzazione e specializzazione

Missioni estere F.F.A.A. italiane

�Attività profilattica ed igienistica in forte aumento. Problemi antichi, come l’approvvigionamento idrico campale, tornano attuali

Medical Intelligence - MEDINT(attività informativa sanitaria)

Agenda degli argomenti

�MEDINT : Definizione

�Cenno storico

�MEDINT di livello tattico

�MEDINT di livello operativo

�MEDINT di livello strategico

�Nuove tendenze della MEDINT

Definizione di MEDINT

� “Intelligence based on the collection, evaluation, analysis, interpretation of foreign medical, bioscientific and environmental informations, that is of interest of strategic and military medical planning”

� (AFMIC – Armed Forces Medical Intelligence Center)

5

Intelligence Sanitaria:una definizione italiana

�Categoria di intelligence risultante dalla raccolta, valutazione, analisi e interpretazione di informazioni mediche, bio – scientifiche, epidemiologiche e ambientali. L’intelligence sanitaria include anche la stima delle risorse sanitarie straniere sia nel settore militare sia in quello civile.

� Ten. Col. Vet. T.ISSMI Mario Marchisio

Fasi dell’attività Intelligence

�In analogia al normale ciclo Intelligence

�1) Direzione

�2) Raccolta

�3) Raccolta

�4) Disseminazione

PROCESSO INFORMATIVO

“INTELLIGENCE CYCLE”

Organizzazione della ricercaOrganizzazione della ricerca

Ricerca e raccoltaRicerca e raccolta

ElaborazioneElaborazione

Utilizzazione e diffusioneUtilizzazione e diffusione

Ten. Col. Vet. T.ISSMI Mario Marchisio

Fasi dell’attività MEDINT

�In analogia al normale ciclo Intelligence

�1) Determinazione degli obiettivi

�2) Raccolta mirata delle informazioni

�3) Valutazione delle notizie

�4) Analisi

�5) Diffusione dei prodotti

Cenno storico (1)•La MEDINT, con questo nome, si è venuta affermando negli ultimi anni, ma in realtà possiamo affermare che essa, con nomi diversi, sia sempre esisitita, almeno da quando esiste la medicina militare•Ogni operazione militare pianificata nel XIX e XX secolo ha visto operatori sanitari metterla in atto

Cenno storico (2) •Probabilmente essa non si è solo limitata alla pianificazione delle Ops. Militari: lo “spionaggio sanitario” è sempre esistito!

6

Livelli della MEDINT

�1) Strategico : nei paesi di interesse, profilo attuale di un fenomeno e sua evoluzione.

�2) Operativo: “Request for information”, analisi di un fenomeno in atto.

�3) Tattico: in T.O. previsioni su un fenomeno ivi presente

Fonti della MEDINT (ad ogni livello)

� Aperte (OSINT medica)� Internet

�Letteratura medica

�Grey Literature

� Classificate�Intelligence Community

�Addetti Militari

�HUMINT (?)

Fonti mirate della MEDINT (ad ogni livello)

�Rapporti informativi sullo stato dei rischi sanitari ambientali

�Linee guida per le terapie/profilassi di patologie di interesse

�Rapporti sui Sistemi sanitari civili e militari delle Nazioni/Aree di interesse

�Bollettini epidemiologici suddivisi per nazione o area geografica

�Mappe (urbane sanitarie)

Alcuni Siti internet utili per gli aggiornamenti sulla situazione sanitaria mondiale

www.who.int/ith/www.who.int/disease-outbreak-news/index.html

www.cdc.gov/travel/destinat.htmwww.cdc.gov/travel/outbreaks.htm.www.promedmail.org. www.oie.int/eng/en-index.htm.www.sanita.it/malinf/rischiperiviaggiatori

www.eurosurveillance.orgwww.who.int/healthtopics/idindex.htmlwww.cdc.gov/health/diseases.htm.www.ispel.esercito.difesa.it/pagine/ile.htm.

Metodo della MEDINT (ad ogni livello)

�Tipo di analisi�Descrittiva

�Esplicativa

�Predittiva

Metodo della MEDINT (ad ogni livello)

�Inferenza (collegamenti logici)

�Chiavi di lettura (indicatori)

7

Tipi di prodotti MEDINT (ad ogni livello)

�PRODOTTI -DATI

�Ipotesi -provvisori

�Conclusioni -confermati

�Previsioni -futuri (?)

�Stime -su campioni

MEDINT (ad ogni livello)una differenza fondamentale:

Un evento èProbabile: quando fra più eventi diversi si può attendere che si verifichi più facilmente degli degli altri.

Possibile: potrebbe realizzarsi con una probabilità pari o minore rispetto ad altri possibili.

Livello Strategico della MEDINT

� Obiettivi:�Controllo dei flussi alimentari

�Controllo dei flussi migratori

�Controllo dei flussi commerciali

�Approntamento di possibili missioni militari (?)

�Etc. …..

Livello Strategico della MEDINT

� Analisi:�Stato Ambientale

�Rischi infettivi

�Rischi NBCR

�Capabilities Sanitarie

Livello Strategico della MEDINT

� Basica (INTREP)� Sviluppo di Scenari� Mappe sanitarie� Rapporti di Situazione� Analisi della minaccia /

valutazione dei rischi� Analisi attuale di un fenomeno

infettivo o tossico e sua possibile evoluzione� Fenomeni evidenti (quanto emerge

dalla ricerca)� Fenomeni reali (non ancora monitorati

– sommerso)

Prodotti (tempi: 1-3 mesi)Livello Operativo della MEDINT

� Prodotti (tempi 15-30 giorni)

� Mappe geografiche

� Prospetti Comparativi

� Flussi di eventi

� Current

� Etc …

Obiettivi:Valutazione rischi/minacce infettivi e tossicologici in atto in una determinata area

8

Prodotti MEDINT

Mappe Sanitarie di livello strategico

Dengue: diffusione globale e distribuzione Aedes albopictus negli USA

Prodotti MEDINT

Mappe Sanitarie di livello operativo

Epidemie di Ebola in aree africane (Uganda – Zaire – Sudan)

Prodotti MEDINT

Mappe Sanitarie di livello tatticoMappa sanitaria

satellitare

vettoriale di

Cabinda

(Angola) per

monitorizzare

cluster di casi

di Febbre

emorragica di

Marburg.

(Centre for satellite based Crisis Information

– Emergency mapping

and Disaster Monitoring

Una polemica:

Mappe Sanitarie MEDINT

Versus

Indagine Epidemiologica classica

Snow e

Colera !!!

Livello tattico della MEDINT

�Obiettivi:�Valutazione rischi/minacce

infettivi e tossicologici in atto per un contingente militare già dispiegato in una particolare operazione.

�Prodotti (tempi: immediata, 4-6 ore)� INTREP

� Mappe

� Etc. …

Livello tattico della MEDINT

9

Attività dell’analista MEDINT (1)

�Valuta criticamente le informazioni�Estrapola fatti specifici per

formulare e verificare ipotesi�Decide e sviluppa le soluzioni ai

problemi emergenti individuando i rischi e collegandoli alle soluzioni

�Indica le fonti delle informazioni�Esprime le ipotesi in forma logica�Presenta le conclusioni in maniera

sintetica e semplice.

Attività dell’analista MEDINT (2)

�Avvia ed intrattiene molte relazioni professionali e umane

�Gestisce il cambiamento adeguando le attività alle necessità

�Agisce di iniziativa organizzando e pianificando

�È aggiornato su tutto quanto succede (solo in ambito medico?)

Cosa deve sapere l’analista MEDINT ?

�Know what’s hot

�Know what’s what

�Know who knows

MEDINT: tendenze future

�Demografia

�Migrazioni

�Ambiente

�Salute

�Biotecnologie

Demografia�In 10 anni aumento di 1

miliardo di persone (7,5 miliardi)

�95% nel terzo mondo ed in aree urbane (bidonville)

�India e Pakistan

�Sud Africa

�Repubbliche centro-asiatiche ex-sovietiche

Elementi da valutare per la decisione di attivare una strategia vaccinale

• Valutazione del rischio malattia

• Valutazione dell’efficacia e della sicurezza del vaccino

• Disponibilità del vaccino

10

Febbre tifoideIncidenza in Italia(n° casi notificati per

100.000 nel 1998)

< 0,5

0,5 - 1

1 - 1,5

> 2

0,2

0,40,2

0,6

4,43,1

3,0

0,9

1,1

1,6

0,5

0,2

0,5

0,1

0,30,1

00,1

1,5

0

1,6 - 2

La vaccinazione antitifoidea

Negli ultimi 30 anni, il numero di casi segnalati di febbre tifoide è notevolmente diminuito; rispetto agli oltre 6.000 casi del 1976, nel 1998 sono stati notificati circa 600 casi. La maggior parte delle notifiche proviene dalla Puglia e dalla Campania (BEN, gen 2002).La febbre tifoide resta una malattia ad elevata endemia in molte aree geografiche. Inoltre è segnalato un progressivo aumento della resistenza agli antibiotici da parte della S.typhi. La vaccinazione è stata spostata al protocollo 4 ed è pertanto limitata al personale interessato all'impiego in aree endemiche ed a quello che rientra nei moduli aggiuntivi.

La schedula vaccinale utilizzata prevede la somministrazione di 4 dosi del vaccino orale (Ty21a), che conferisce maggiore efficacia alla vaccinazione e maggiore durata all'immunità acquisita (J Infect Dis, 159(4):766, 1989; Rev Infect Dis, 11(S3):S552, 1989). In alternativa, è possibile usare il vaccino parenterale “Vi”.

Incidenza annuale (n. casi x 100.000) della febbre tifoide (anno 2000) NEJM, 13 sett 2007

1911 Somministrazione sperimentale del vaccino antitifoideo alle truppe impiegate nella guerra di Libia

La vaccinazione antitifoidea

Combattimenti di Bu-Meliana (Tripoli)

1915 La vaccinazione antitifoidea diventa obbligatoria nell’Esercito.La morbosità per febbre tifoide scende dal 18°°°°/°°°°°°°° del 1915 allo 0,2 °°°°/°°°°°°°° del 1920)

Viene adottato il vacc. combinato antitifo/ paratifi A e B (TAB)

Estensione dell’obbligo della vaccinazione anti-tifoparatifica ad alcune categorie professionali

1920

1926

0

1

2

3

4

5

6

7

8

1980

1983

1986

1989

1992

1995

1998

2001

Esercito

Italia

Italia: febbre tifoide(casi notificati x 100.000)

Efficacia TAB

Reazioni febbrili

Reazioni locali

Reazioni gravi (anafilassi)

88%

6-14%

49-62%

3 x 106

Igiene e Sanità Pubblica, 1994, 50(4/5):257-272

Vaccino TABTe

Il vaccino TAB-Te viene abbandonato e sostituito

con il vaccino antitifoideo orale

1987 Distribuzione geografica dei casi di febbre tifoide

Numero stimato dei casi e dei decessi per febbre tifoide per anno

La vaccinazione antitifoidea nelle FFAA rimane in vigore solamente in previsione dell’impiego all’estero in aree endemiche

2004

11

influenza delle patologie oro-fecali sull’operatività

Guerra sovietico-afghana, 1979-88

Epidemie di meningite meningococcica,1971-1997

La vaccinazione antimeningococcica

0

5

10

15

20

25

1981

1983

1985

1987

1989

1991

1993

1995

1997

1999

2001

Esercitomeningite

meningococcica(n° casi x 100.000)

Vacc. AC

Vacc. ACYW135

0

10

20

30

40

50

60

1985

1987

1989

1991

1993

1995

1997

1999

2001

prevenibili non prevenibili non identificati

Esercitocasi di meningite meningococcica prevenibili (sierogruppi A-C-Y-W135) e non prevenibili (sierogr. B) con la vaccinazione

12

Malattie correlate a condizioni critiche di igiene (trasm. oro-fecale e da contatto)

Febbre tifoide

Tetano

Epatite A

Epatite B

Polio

Colera

Malattie prevenibili mediante vaccinazione

Malattie con spiccata potenzialità epidemica (trasm. aerogena)

Morbillo

Rosolia

Parotite

Varicella

Difterite

M. Meningococcica

Influenza

Malattie caratterizzate da particolari nicchie ecologiche (trasm. mediante vettori o da contatto)

Febbre gialla

Encefalite giapponese

Encefalite da zecche

Rabbia

Malattie trasmissibili da agenti di possibile uso deliberato (trasm.

aerogena o da contatto)

Vaiolo

Carbonchio 1975

1977

1979

1981

1983

1985

1987

1989

1991

1993

1995

1997

1999

2001

2003

0

500

1000

1500

2000

2500

3000

3500

0

50

100

150

200

250

MF 0-14 anni MF 15-24 anni Esercito

La vaccinazione antivaricellosa

L’andamento della varicella nei militari dell’Esercito riproduce quello della fascia d’età 15-24 anni della popolazione italiana.

Gran parte dei casi di varicella (>80%) interessa militari di età inferiore a 25 anni. Il rischio di contrarre la varicella presso i reparti addestrativi, ove i militari trascorrono le prime settimane di vita militare, è circa tre volte superiore rispetto a quello verificabile presso i reparti operativi.

La vaccinazione è limitata ai soggetti con anamnesi negativa per la malattia.

Incidenza della varicella nei militari dell’Esercito (n° casi notificati per 100.000)

Vaccinazione antidifterica

Pop. italiana* Prevalenza1-10 anni > 95%11-20 > 90%21-30 > 85%31-40 > 80%41-50 ≅ 70%>50 ≅ 60%

Forze Armate**18-21 anni ≅ 80% ***

* Vaccine 1999, 17: 286-90;** Vaccine, 1993, 11: 576-77*** ≅ 90% nei militari residenti nel Centro-Nord e ≅ 70%

in quelli residenti nel Sud e nelle isole

Prevalenza dei titoli anticorpali

antidifterici protettivi (>0,01 UI/ml) nella popolazione italiana

e nelle FFAA

Difterite (1997) Distribuzione geografica dei casi

Vaccinazione trivalente

0

200

400

600

800

1000

1200

1400

1600

1800

2000

1975

1978

1981

1984

1987

1990

1993

1996

1999

2002

MF 15-24

Esercito

0

100

200

300

400

500

600

700

800

1975

1978

1981

1984

1987

1990

1993

1996

1999

MF 0-14

MF 15-24

Il morbillonelle classi d’età 0-14, 15-24 anni e nella popolazione militare

Vaccinazione MRP

Primavera 2003Cluster di 11 casi di morbillo (di cui uno con complicanze polmonari) verificatisi in un gruppo di militari non vaccinati appartenenti ad unico reparto

13

August 16, 1996 / 45(32);693-697

Numero dei casi segnalati di difterite(ex-URSS, 1965-1995)

0

200

400

600

800

1000

1200

1975

1978

1981

1984

1987

1990

1993

1996

1999

MF 0-14

MF 15-24

0

500

1000

1500

2000

2500

3000

3500

1975

1977

1979

1981

1983

1985

1987

1989

1991

1993

1995

1997

1999

2001

MF 15-24

Esercito

La varicellanelle classi d’età 0-14, 15-24 anni e nella popolazione militare

V. varicella-zoster

La profilassi vaccinale nei militariPrincipali novità introdotte dal DM 31/03/2003

e dalla direttiva tecnica del 14/02/2008 (variante n. 3)

Istituzione dell’anagrafe vaccinale militare

Sarà funzionale solo previa attivazione del SISAD, che consentirà il collegamento telematico di tutti gli E/D/R della Difesa

Istituzione di protocolli e moduli vaccinali

Previsti 4 protocolli vaccinali e 3 moduli integrativi, a seconda dei rischi commisurati all’operatività ed alle mansioni dei militari

Vaccinazione antivaricella Prevista selettivamente per i militari con anamnesi negativa per varicella

Vaccinazione antitifoidea Tolta dal programma vaccinale di base ed inserita nel protocollo 4 (missioni fuori area)Ammesso l’uso del vaccino parenterale (antigene Vi), anche se rimane preferito il vaccino orale Ty21a

Vaccinazione antinfluenzale Prevista per i protocolli vaccinali 2-3-4 e per i moduli integrativi ESS, NBC e SAN;

fortemente raccomandata nel protocollo 1 e per tutto il restante personale

Vaccinazioni antirabbica, antiencefalite giapponese e antiencefalite da zecche

Previste in toto per il protocollo 3 (Forze Speciali) e selettivamente, a seconda delle necessità contingenti, anche per il protocollo 4 (Missioni Fuori Area)

Vaccinazioni antivaiolosa, anticarbonchiosa ed antinfluenzale pandemica

Previste per alcuni protocolli e moduli integrativi, ma al momento non attuabili, per indisponibilità dei vaccini necessari

Evoluzione dei programmi vaccinali delle Forze Armate Italiane

1915 1920 1938 1987 1997 2008

Vaiolo *Febbre tifoide

Vaiolo *Febbre tifoideParatifi A e B

Vaiolo *Febbre tifoideParatifi A e BTetano

Febbre tifoideTetanoM. mening.

Febbre tifoideTetanoM. mening.DifteriteMMREpatite AEpatite BPolio

Febbre tifoideTetanoDifterite M. mening.MMREpatite AEpatite BPolioVaricellaInfluenzaTBEEncef. giapp.Rabbia Agenti B

* Praticata fin dall’epoca preunitaria, la vaccinazione antivaiolosa fu sospesa nel 1972e definitivamente soppressa nel 1977

0

500

1000

1500

2000

2500

3000

1975

1978

1981

1984

1987

1990

1993

1996

1999

2002

MF 15-24

Esercito

La rosolianelle classi d’età 0-14, 15-24 anni e nella popolazione militare

Vacc. MRP

0

50

100

150

200

250

1975

1978

1981

1984

1987

1990

1993

1996

1999

2002

MF 15-24

Esercito

La parotitenelle classi d’età 0-14, 15-24 anni e

nella popolazione militare

Vacc. MRP

14

2%29%

69%

obbligatoria

condizionata

non attuata

Profilassi vaccinale antinfluenzalenelle FFAA di 52 nazioni del mondo

Emerg Infect Dis, 1998, 4:704-5

La vaccinazione antinfluenzale nelle collettività militari

• Scarsamente attuata su scala globale• Impatto della malattia probabilmente sottovalutato

La vaccinazione antinfluenzale ha evidenziato in alcune collettività militari una consistente riduzione del tasso d’attacco di sindromi influenzali in presenza di unacopertura vaccinale relativamente modesta.

G Mal Inf Parass, 1992, 40:754-8

La vaccinazione antitetanica

1938

1964

1987

La vaccinazione antitetanica diventa obbligatoria nell’Esercito. Nasce il vaccino TABTe.

Obbligo della vaccinazione antitetanica per tutti i nuovi nati.

Incidenza del tetano in Italia per sesso e per

classi d’età

0

0,2

0,4

0,6

0,8

1

1,2

1,4

0-14 15-24 25-64 >64

maschifemmine

Da: BEN, notiziario ISS, vol. 15 n° 3, marzo 2002

I militari effettuano una sola dose di richiamo antitetanico, anziché il ciclo completo di base.

(AFR, Africa; AMR, America; EMR, Eastern Mediterranean region; EUR, Europe; SEAR, South East Asia region; WPR, Western Pacific region)

Tetano (1997)Distribuzione geografica dei casi

0

500

1000

1500

2000

2500

3000

1975

1978

1981

1984

1987

1990

1993

1996

1999

2002

MF 15-24

Esercito

La rosolianelle classi d’età 0-14, 15-24 anni e nella popolazione militare

Vacc. MRP

0

50

100

150

200

250

1975

1978

1981

1984

1987

1990

1993

1996

1999

2002

MF 15-24

Esercito

La parotitenelle classi d’età 0-14, 15-24 anni e

nella popolazione militare

Vacc. MRP

Vaccinazione antidifterica

Pop. italiana* Prevalenza1-10 anni > 95%11-20 > 90%21-30 > 85%31-40 > 80%41-50 ≅ 70%>50 ≅ 60%

Forze Armate**18-21 anni ≅ 80% ***

* Vaccine 1999, 17: 286-90;** Vaccine, 1993, 11: 576-77*** ≅ 90% nei militari residenti nel Centro-Nord e ≅ 70%

in quelli residenti nel Sud e nelle isole

Prevalenza dei titoli anticorpali

antidifterici protettivi (>0,01 UI/ml) nella popolazione italiana

e nelle FFAA

Vaccinazione antidifterica

Pop. italiana* Prevalenza1-10 anni > 95%11-20 > 90%21-30 > 85%31-40 > 80%41-50 ≅ 70%>50 ≅ 60%

Forze Armate**18-21 anni ≅ 80% ***

* Vaccine 1999, 17: 286-90;** Vaccine, 1993, 11: 576-77*** ≅ 90% nei militari residenti nel Centro-Nord e ≅ 70%

in quelli residenti nel Sud e nelle isole

Prevalenza dei titoli anticorpali

antidifterici protettivi (>0,01 UI/ml) nella popolazione italiana

e nelle FFAA

15

Prot. vaccinali/ moduli aggiuntivi

Personale interessato

1 Militari in servizio presso E/D/R dispiegabili con preavviso >10 giorni (costituiscono la maggior parte delle Unità operative)

2Militari in servizio presso E/D/R dispiegabili con preavviso <10 giorni (Unità operative assegnate a JRRF o EU Battle Group) 1

3 Militari in servizio presso Unità delle Forze Speciali 2

4 Militari destinati ad impieghi all’estero

ESS Addetti ai servizi essenziali per la continuità operativa

NBC Personale di unità con compiti di difesa NBC

SAN Personale sanitario

Protocolli vaccinali e moduli aggiuntiviPersonale interessato

1. L’assegnazione a JRRF (Joint Rapid Reaction Force) o EU Battle Group è determinata dallo SME – IV Reparto, avviene a rotazione tra le Unità della F.A. ed ha durata di circa un anno;

2. L’assegnazione delle Unità alle Forze Speciali è determinata dallo SME - IV Reparto.

Protocolli e moduli vaccinali militariComposizione

Vaccini Protocolli vaccinali Moduli aggiuntivi

1 2 3 4a ESS NBC SANAntimorbillo/rosolia/parotite ● ● ●

Antivaricella ● ● ●

Antimeningococcico ● ● ● ● ● ● ●

Antitetanico/difterico/polio ● ● ● ●

Antiepatite A ● ● ● ●

Antiepatite B ● ● ● ●

Antinfluenzale ●b ●c ●c ●c ●c ●c ●c

Antitifoideo ● ● ● ● ● ●

Anticolerico ● ● ●

Antifebbre gialla ● ● ●

Antiencefalite giapponese ● ●

Antiencefalite da zecche ● ●

Antirabbico ● ●

Antinfluenzale pandemico d ● ● ● ●

Antivaioloso d ● ● ● ●

Anticarbonchioso d ● ●

a. Il protocollo 4 non è rigidamente predefinito e va inteso come elemento addizionale/differenziale rispetto alla protezione immunitaria già in possesso dei militari di imminente impiego fuori area; esso va pertanto modulato a seconda dei rischi prevalenti nelle aree di destinazione;

b. Fortemente raccomandato, somministrabile sia nell’ambito che al di fuori del protocollo 1;c. Obbligatorio, somministrabile sia nell’ambito che al di fuori dei protocolli e dei moduli aggiuntivi ;d. Vaccini non disponibili o dei quali non è al momento prevista la somministrazione

Eventi avversi maggiori (a breve termine)alle vaccinazioni del protocollo 1

e dei moduli ESS/NBC/SAN

Vaccino Evento Tempo di insorgenza

Incidenza

MMR Anafilassi 0-1 ora 1-50 per 1.000.000

Trombocitopenia 15-35 gg 33 per 1.000.000Varicella Polmonite, epatite,

infezione grave disseminata

Descritte solo in soggetti immunodepressi

Meningococcico Anafilassi 0-1 ora 0,8 casi per 1.000.000Tifoideo orale Anafilassi 0-1 ora Teoricamente possibile, ma

mai registrato

Tifoideo parenterale Anafilassi 0-1 ora Rara

Td Anafilassi 0-1 ora 1-6 per 1.000.000

Neurite brachiale 2-28 gg 5-10 per 1.000.000

Epatite A Nessuno ancora dimostrato

- -

Epatite B Anafilassi 0-1 ora <1 caso per 1.000.000

Polio inattivato Nessuno ancora dimostrato

- -

Vaccino Evento Tempo di insorgenza

Incidenza

Encefalite da zecche (TBE)

Nessuno ancora dimostrato

- -

Febbre gialla Malattia neurotropa 4-23 giorni 1 caso ogni 8.000.000 di soggetti vaccinati; rischio maggiore nei bambini di età <9 mesi

Malattia viscerotropa

2-5 giorni 1 caso ogni 400.000/1.000.000 soggetti vaccinati; rischio maggiore negli anziani (≥65 anni)

Encefalite giapponese1 Allergia grave 18-72 ore 1,8-6,4 per 1.000 vaccinati; rischio maggiore con le dosi successive alla 1a

Rabbia (HDCV) Allergia grave 1 giorno 3% dopo il ciclo primario

6-14 giorni 3% dopo le dosi di richiamo

Eventi avversi maggiori (a breve termine)alle vaccinazioni dei protocolli 2, 3 e 4

1. Vaccino inattivato prodotto in encefalo murino, del quale è recentemente cessata la produzione

Ipotesi relative all’insorgenza di eventi avversia lungo termine delle vaccinazioni

Crescente disponibilità di vaccini negli ultimi 20 anni

Crescente complessità dei programmi vaccinali

Crescente preoccupazione circa la possibilità che vaccini costituiti da antigeni multipli o la somministrazione contemporanea di vaccini possano determinare un sovraccarico funzionale o comunque disfunzioni del sistema immunitario, con conseguente indebolimento delle difese immunitarie nei confronti di patologie infettive ed anche non infettive

Negli ultimi 20 anni il numero di vaccini somministrati è aumentato, ma il carico antigenico in realtà è significativamente diminuito

16

A quanti vaccini somministrati contemporaneamente il sistema immunitario è in grado di rispondere?

1L’immunità protettiva nei confronti di un epitopo viene raggiunta con la sintesi di circa 10 ng/mL di anticorpi

2Per la sintesi di 10 ng/mL di anticorpi sono necessari approssimativamente 1.000linfociti B per mL

3Dal momento che un vaccino contiene mediamente 100 antigeni, ciascuno dei quali è costituito da circa 10 epitopi, esso è caratterizzato dalla presenza di circa 1.000 epitopi

4I linfociti B sono circa il 15% dei linfociti totali (1.500-4.000 per microlitro) e pertanto sono presenti in quantità di 225.000-600.000 cellule per ciascun mL di sangue

Pediatrics 2002, 109: 124

5Di conseguenza, la somministrazione contemporanea di 10 vaccini (e quindi di 10.000 epitopi) impegna 10.000 linfociti B, coinvolgendo quindi solamente il 2-4 % delle cellule deputate alla risposta anticorpale (pari a 225.000-600.000 linfociti B per mL

Ipotesi relative all’insorgenza di eventi avversia lungo termine delle vaccinazioni

(malattie infettive)

La somministrazione contemporanea di vaccini o di vaccini costituiti da antigeni multipli (TD-HIb, TD-IPV, TD-aP-IPV, wP, MMR, OPV) non è associata ad un successivo incremento dell’incidenza di malattie infettive, neppure in relazione all’aumentare del numero di vaccini somministrati

JAMA 2005, 294: 699-705,

Ipotesi relative all’insorgenza di eventi avversia lungo termine delle vaccinazioni

(mortalità)

A distanza di 13 anni dall’esposizione, i veterani inglesi della I Guerra del Golfo non presentano un eccesso di mortalità, in relazione alla profilassi vaccinale praticata, rispetto ai militari che non hanno preso parte alla guerra e pertanto non vaccinati.

Int J Epidemiol 2005;34:1403

Ipotesi relative all’insorgenza di eventi avversia lungo termine delle vaccinazioni

(neoplasie maligne)

BMJ 2003, 327:1373

L’incidenza di neoplasie maligne nei veterani della I Guerra del Golfo è identica a quella evidenziabile nei militari non impiegati nel Golfo, anche considerando specifici fattori di rischio potenziale, come la somministrazione di vaccini multipli, l’esposizione ad insetticidi ed all’uranio impoverito

Ipotesi relative all’insorgenza di eventi avversia lungo termine delle vaccinazioni

(Chronic Multisymptom Illness Complex)

Am J Epidemiol 2006, 163:66

A distanza di circa 15 anni dalla sua prima descrizione, la malattia multisintomatica cronica presenta una prevalenza significativamente maggiore nei reduci della I Guerra del Golfo rispetto ai militari che non hanno partecipato a tale evento

Ipotesi relative all’insorgenza di eventi avversia lungo termine delle vaccinazioni

(Chronic Multisymptom Illness Complex)

La comparsa della cosiddetta Sindrome della Guerra del Golfo è stata messa in relazione all’esposizione ambientale a diversi tipi di fattori di rischio: insetticidi, aggressivi chimici e biologici, vaccini, piridostigmina bromuro, malattie infettive, uranio impoverito, fumi derivanti dalla combustione del petrolio, contatto con derivati del petrolio.

La studio evidenzia un’associazione specifica tra i tempi di somministrazione (riferiti dai partecipanti) di vaccini multipli e la successiva comparsa della malattia cronica multisintomatica.

La somministrazione dei vaccini prima dell’invio in teatro non comporta un incremento del rischio, a differenza della somministrazione effettuata in teatro (RR variabile da 2.2-2.4 per 0-4 vaccini inoculati a 5.0 per 5 o più vaccini somministrati)

17

Ipotesi relative all’insorgenza di eventi avversia lungo termine delle vaccinazioni

(Chronic Multisymptom Illness Complex)

La somministrazione di vaccini multipli al personale militare UK impiegato in Iraq nel periodo 2004-2006 è significativamente associata ad effetti negativi sulla salute (astenia, malattia multisintomatica) se i dati relativi al numero delle vaccinazioni effettuate sono riferiti dai partecipanti.

L’associazione non è invece evidenziabile se i dati relativi al numero di vaccini somministrati è desunto dalla documentazione sanitaria. Non c’è pertanto evidenza di effetti nocivi legati all’uso di vaccini multipli.

Gli effetti negativi sulla salute evidenziati dall’autosegnalazione delle vaccinazioni sono interpretabili come una tipica distorsione statistica (recall bias).Analoghi risultati evidenziati nei reduci australiani della I Guerra del Golfo (Vaccine 2008, 26: 4290)

Ipotesi relative all’insorgenza di eventi avversia lungo termine delle vaccinazioni

(Gammopatia Monoclonale di Significato Sconosciuto - MGUS)

Elettroforesi con componente monoclonale in regione gamma

Tracciato elettroforetico nella norma

MGUS

Condizione clinica caratterizzata dalla presenza di un picco di immunoglobuline in concentrazione <30 g/L in individui che non hanno evidenza di mieloma multiplo o di altri tumori linfoproliferativi

Ipotesi relative all’insorgenza di eventi avversia lungo termine delle vaccinazioni

(Gammopatia Monoclonale di Significato Sconosciuto - MGUS)

MGUS

In Italia, la prevalenza aumenta rapidamente in funzione dell’età e raggiunge valori del 7-8% dopo i 55 anni (Eur J Haematol 1992, 48:192 Costituisce una condizione precancerosa, in quanto almeno metà dei casi di Mieloma Multiplo e di Macroglobulinemia di Waldenström presentano una fase prodromica di MGUS che può durare fino a 10 anni (Haematologica 2007, 92: 1131)Il rischio annuo di progressione da MGUS a Mieloma Multiplo o Macroglobulinemia di Waldenström (NEJM 2002, 346: 564) o Linfoma non-Hodgkin (Blood 2003, 102: 3759) è costante e pari a circa l’1%

NEJM 2006, 354: 1362

Ipotesi relative all’insorgenza di eventi avversia lungo termine delle vaccinazioni

Fattori di rischio associati a MGUS/Mieloma Multiplo (MM)

Grado di associazione di alcune condizioni cliniche a MM/MGUS

RR (IC 95%) Bibliografia

Malattie autoimmuni (polimiosite/ dermatomiosite, sclerodermia, anemia emolitica autoimmune, spondilite anchilosante)

1.15 (1.02-1.28)

Malattie infettive (epatite C, herpes zoster, poliomielite) 1.29 (1.20-1.38)

Malattie infiammatorie (sindrome nefrotica, glomerulonefrite)

1.18 (1.10-1.27) Blood 2008, 111: 3388

Malattia reumatica Infezioni del tratto urinario

1.74 (1.09-2.77) 1.30 (1.00-1.69)

Am J Epidemiol 1987, 126: 1051

Infezioni croniche (pielonefrite, infezioni urinarie, prostatite, tubercolosi, osteolmielite), malattie autoimmuni (artrite reumatoide)

0.4 (0.3-0.7) Am J Haematol 2006, 24: 119

Tubercolosi (Ghana)Malaria (Ghana)

2.79 (0.60-12.94) 1.53 (0.64-3.68)

Mayo Clin Proc 2007, 82: 1468

L’evidenza scientifica fornisce scarso supporto all’ipotesi dell’iperstimolazione antigenica nell’eziologia di MM/MGUS. Le condizioni cliniche caratterizzate da stimolazione antigenica protratta non costituiscono da sole un fattore causale di MM/MGUS, ma possono svolgere un ruolo in tal senso, in individui predisposti

Ipotesi relative all’insorgenza di eventi avversia lungo termine delle vaccinazioni

Fattori di rischio associati a MGUS/Mieloma Multiplo (MM)

Prevalenza di MGUS in diverse popolazioni Commento

Nei Giapponesi sopravvissuti all’esplosione nucleare di Nagasaki, la prevalenza di MGUS è 2-3 volte inferiore di quella della popolazione USA (Mayo Clin Proc 2007, 82: 1474)

L’esposizione a radiazioni ionizzanti non comporta un incremento del rischio di MGUS

Nei veterani USA, la prevalenza di MGUS negli Afroamericani è significativamente superiore (RR = 3.0, IC 95% = 2.7-3.3) di quella dei bianchi (Blood 2006, 107: 904)

Nei Messicani, la prevalenza di MGUS è un quarto di quella dei bianchi USA (Mayo Clin Proc 2008, 83: 601)

Negli Africani del Ghana, la prevalenza di MGUS è significativamente superiore (RR = 1.97, IC 95% = 1.9-2.0) di quella di una popolazione bianca USA di riferimento; non vi sono invece differenze relativamente a fattori quali l’origine etnica, il livello culturale e l’anamnesi di malattie infettive (Mayo Clin Proc 2007, 82: 1468)

Le notevoli differenze della prevalenza di MGUS evidenziabili in diverse popolazioni potrebbero essere dovute a diverse suscettibilità genetiche

Il rischio di mieloma multiplo è significativamente aumentato nei soggetti con anamnesi familiare positiva di mieloma multiplo (OR = 3.7, IC 95% = 1.2-2.0) o di altre neoplasie emolinfoproliferative (OR = 2.3, IC 95% = 1.1-4.5), in particolare se i familiari ammalati sono fratelli o sorelle (Cancer 1999, 85: 2385)

Vi è consistente evidenza dell’esistenza di un rischio familiare del mieloma multiplo

Ipotesi relative all’insorgenza di eventi avversia lungo termine delle vaccinazioni

I vaccini quali fattori di rischio associati a MGUS/Mieloma Multiplo (MM)

Prevalenza di MGUS in diverse popolazioni Commento

In un campione di soggetti ipervaccinati nell’ambito dei programmi di ricerca USA nel settore delle contromisure mediche nei confronti degli aggressivi biologici è stata evidenziata una prevalenza di MGUS significativamente superiore (RR = 2.7, P<0.003) di quella rilevata nel gruppo di controllo (Vaccine 2004, 23: 525)

Rappresenta fino ad ora l’unica evidenza di associazione tra vaccinazioni multiple e successiva insorgenza di MGUSSi tratta tuttavia di soggetti ai quali, nell’arco di 1.2-44.0 anni (mediana: 17.3 anni), sono stati somministrati (su base volontaria) da 25 a 354 dosi (mediana: 154) di 38 vaccini sperimentali, tra cui quelli specifici per tularemia, carbonchio, peste, tossina botulinica, vaiolo, brucella, encefaliti virali (VEE, EEE, WEE), chikungunya, dengue)

Tale situazione non è evidentemente assimilabile alle ordinare esposizioni vaccinali anche di gruppi di soggetti iperimmunizzati, ivi inclusi i militari

18

Ipotesi relative all’insorgenza di eventi avversia lungo termine delle vaccinazioni

La prevalenza di MGUS nei militari dell’Esercito

Periodo di riferimento

Fascia d’età

N° casi di MGUS

N° militari impiegati in Bosnia e Kosovo

Prevalenza Intervallo di confidenza al

95%

Prevalenza puntuale al 31/12/2005

18-49 anni

13 48.490 0,0027 % 0,015-0,045 %

50-64 anni

3 1.609 0,19 % 0,048-0,51 %

Alla data del 31/12/2005, sono stati impiegati in Bosnia-Erzegovina e Kosovo 50.099 militari dell’Esercito. In tale coorte, sono stati segnalati 16 casi di MGUS.

Pur con tutte le riserve del caso circa la completezza delle segnalazioni, i dati disponibili evidenziano come la prevalenza di MGUS non ecceda i valori descritti in letteratura per le fasce d’età considerate.

Ipotesi relative all’insorgenza di eventi avversia lungo termine delle vaccinazioniLe vaccinazioni somministrate ai militari dell’Esercito

Dai dati vaccinali registrati di 9.541 militari dell’Esercito impiegati fuori area nel periodo 1996-2007, risulta che ad essi sono state somministrate in totale 46.563 dosi vaccinali.

Queste sono prevalentemente costituite dai vaccini tetano/difterite, epatite A+B, epatite A, Polio inattivato e Meningococcico.

Il numero medio di dosi vaccinali somministrate a ciascun militare nel periodo è pertanto di 4,88 dosi.

Non è pertanto ipotizzabile che tali somministrazioni possano costituire un sovraccarico antigenico per il sistema immunitario dei vaccinati.

Vaccino N° dosi somministrate

%

F. Tifoide 4819 10%

MMR 3801 8%

Td 5310 11%

Epatite A+B 4986 11%

Epatite A 5102 11%

Epatite B 4720 10%

Polio 5736 12%

Influenza 3997 8%

Meningococcico 4532 10%

Colera 4358 9%

Febbre gialla 332 1%

Ipotesi relative all’insorgenza di eventi avversia lungo termine delle vaccinazioni

L’evidenza scientifica di un possibile ruolo dell’iperstimolazione antigenica nella successiva comparsa di MGUS e di Mieloma Multiplo è relativamente scarsa.

Pur con tutte le riserve del caso, non esiste al momento alcuna evidenza scientifica che la profilassi vaccinale attuata nell’ambito delle FFAA possa svolgere un ruolo facilitatore nell’insorgenza di MGUS nei militari

Per quanto riguarda il possibile ruolo delle vaccinazioni, questo non può essere escluso, ma fino ad ora è stato evidenziato solamente in un’unica situazione, caratterizzata da iperimmunizzazioni assolutamente atipiche ed irripetibili in qualsiasi attuale contesto di somministrazione di vaccini.

Nella genesi di tali patologie, la suscettibilità genetica ha probabilmente un ruolo assolutamente preponderante rispetto all’esposizione ambientale a fattori che da soli non sono in grado di determinare l’insorgenza di tali patologie.

La gestione dei vaccini

Vaccini Conservazione Note

Antitifoideo (orale)Anticolerico (WCrBS)Antitetanico/diftericoAntiepatite AAntiepatite BAntiepatite A+B (combinato)Antipolio (inattivato)AntinfluenzaleAntiencefalite da zecche (TBE)Antitifoideo parent. (atg. Vi)

+2/+8°C Conservare al riparo dalla luce. Non congelare.

Antimorbillo/rosolia/parotiteAntimeningococcicoAntiencefalite giapponese

+2/+8°C Conservare al riparo dalla luce. Non congelare.Dopo la ricostituzione, il vaccino va utilizzato subito, oppure entro 8 ore se conservato a+2/+8°C.

Antifebbregialla +2/+8°C Conservare al riparo dalla luce. Non congelare.Dopo la ricostituzione, il vaccino va utilizzato entro 2 ore.

AntivaricellaAntirabbico

+2/+8°C Conservare al riparo dalla luce. Non congelare.Dopo la ricostituzione, il vaccino va utilizzato entro 1 ora.

L’attività informativa a favore dei vaccinandi

L’efficacia

I vaccini attualmente in uso sono caratterizzati da elevata efficacia, che tuttavia non è mai pari al 100%. Ciò significa che una piccola aliquota di soggetti vaccinati contrae ugualmente la malattia per la quale è stato vaccinato.

La sicurezza

Analogamente, pur essendo i vaccini attualmente in uso estremamente sicuri, in una piccola aliquota di casi possono verificarsi eventi inattesi, a volte anche gravi.

L’informazione sui benefici e sui rischi

Molte notizie diffuse dai media sui vaccini sono imprecise o fuorvianti: i medici vaccinatori devono pertanto essere in grado di informare correttamente i vaccinandi sui benefici ed i rischi delle vaccinazioni. Secondo quanto previsto dalla L. 210/1992 (art. 7), anche in presenza di un obbligo vaccinale, è indispensabile infatti effettuare un intervento informativo/educativo sintetico ma chiaro, evidenziando come le vaccinazioni siano un diritto ancora prima di un dovere

L’anamnesi prevaccinale

Rappresenta la fase preliminare e fondamentale di ogni atto medico ed è finalizzata ad evidenziare:

� se e quali vaccinazioni debbano essere effettuate o solamente completate, in ragione delle precedenti immunizzazioni;

� se sussistano controindicazioni all’uso dei vaccini di cui è prevista la somministrazione o se il loro impiego richieda particolari precauzioni (deficit immunitari, gravidanza, trattamenti medici, patologie, ecc.);

� se il vaccinando abbia in passato manifestato reazioni allergiche gravi ai vaccini di cui è prevista la somministrazione, o se sia portatore di ipersensibilità accertata o sospetta nei confronti di eccipienti eventualmente presenti in tali vaccini (antibiotici, lievito, gelatina)

19

Farmaci per il trattamento d’emergenza Farmaci essenziali di primo impiego

Adrenalina 1:1.000 (1 mg/mL)Altri farmaci utili

Antistaminici: difenidramina, clorfenaminaCortisonici: idrocortisone, metilprednisoloneBroncodilatatori short-acting: salbutamolo aerosol o spray

Dispositivi per il mantenimento della pervietà delle vie aeree e la somministrazione di ossigeno

AMBU con mascherine e reservoirBombola di ossigenoApparecchio per aerosol

Disponibilità di mezzi idonei all’immediato trasferimento dei pazienti in un’Unità per la gestione delle emergenze

Ambulanza, se possibile attrezzata per la rianimazione

Le predisposizioni per possibili emergenze clinicheIl mancato rispetto delle previste procedure di conservazione, preparazione o somministrazione dei vaccini può essere responsabile di una serie di errori programmatici, rari, ma sempre possibili.

Questi possono essere prevenuti mediante la precisa pianificazione delle operazioni vaccinali, l’appropriato addestramento del personale addetto ed il rispetto costante delle procedure previste.

Errori programmatici Eventi avversi possibili

Somministrazione non sterile (reimpiego accidentale di siringhe, uso di siringhe non sterili, vaccini o diluenti contaminati, impiego oltre i tempi consentiti di vaccini ricostituiti)

Infezione (ascesso batterico, sepsi, infezioni trasmesse per via ematogena)

Errori nella ricostituzione dei vaccini (impiego di diluenti non adatti, sostituzione accidentale di vaccini con farmaci)

Ascesso sterile per inadeguata solubilizzazione del vaccino, effetti negativi del farmaco

Somministrazione in un sito sbagliato (Dt inoculato per via s.c, inoculazione nella natica)

Ascesso sterile, lesioni nervose (n. sciatico)

Errori di trasporto/conservazione del vaccino (vaccino congelato o inattivato)

Ascesso sterile, inefficacia del vaccino

Mancato riconoscimento di controindicazioni Eventi avversi gravi

La corretta somministrazione dei vaccini

Ogni vaccinazione deve essere certificata e riguarda le generalità del vaccinato, la denominazione commerciale del vaccino e la Ditta produttrice, la serie ed il lotto di produzione, la data di somministrazione, il nome e la qualifica del medico vaccinatore, l’annotazione di eventuali reazioni avverse

Registrazione su documentazione sanitaria custodita dai vaccinati

Registrazione su documentazione sanitaria custodita presso il Reparto

Registrazione informatica

Documento Sanitario Personale -Profilassi per le Operazioni Fuori Area

Scheda informativa-anamnestica e certificativa individuale di vaccinazione

SIE (Sistema Informativo dell’Esercito)

Certificato internazionale di vaccinazione per la febbre gialla

Registro vaccinale (mod. DP 4252)

SISAD (Sistema Informativo Sanitario Amministrazione Difesa)

La registrazione dell’attività vaccinaleLa profilassi vaccinale rappresenta uno strumento fondamentale per la prevenzione di malattie trasmissibili che ancora oggi possono costituire un rischio importante per la salute dei militari e per l’operatività dei Reparti.

I vaccini attualmente in uso sono efficaci e sicuri, ma il rischio zero non esiste. Essi devono pertanto essere somministrati a ragion veduta, solo quando necessari a norma delle vigenti disposizioni, previa accurata anamnesi per il rilievo dello stato vaccinale preesistente e di eventuali controindicazioni.

Edoardo Jenner mentre inocula il figlio con il vaccino antivaioloso. Scultura di Giulio Monteverde, Palazzo Bianco, Genova, 1873

La registrazione delle vaccinazioni

1. Registro vaccinale (mod. DP 4252) dell’Infermeria;

2. Scheda anamnestica prevaccinale;3. Documento Sanitario Personale - Profilassi per le

Operazioni Fuori Area;4. Certificato Internazionale di Vaccinazione (mod.

33.E), per la sola vacc. antifebbregialla;5. SIE (archivio informatizzato del Sistema

Informativo dell’Esercito).

E’ obbligatoria e riguarda i dati anagrafici del vaccinato, oltre a: denominazione commerciale del vaccino, Ditta produttrice, serie e lotto, data di somministrazione, nome e qualifica del medico vaccinatore, eventuali reazioni avverse.La registrazione va fatta, oltre che sulla documentazione individuale, sui seguenti registri cartacei ed archivi informatizzati :

La registrazione su archivio elettronico delle vaccinazioni

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La trasformazione da esercito di leva ad esercito professionale ha cambiato in modo radicale i compiti della Sanità Militare richiedendo:

- un impiego diverso delle risorse (strutture, personale, etc.)

- un profondo cambiamento della figura dell’Ufficiale medico al Corpo al quale viene richiesto un livello di preparazione più approfondito e

specifico.

Il riordinamento della Sanità Militare, ancora in atto, sta riducendo in misura sempre maggiore il supporto laboratoristico-strumentale e specialistico sia per l’attività medico-legale che per quella assistenziale rendendo sempre più dipendente l’attività

delle infermerie di Corpo dal Servizio Sanitario Nazionale

(SSN).

Grazie per l’attenzione