gruppo per le sperimetazioni in luce polarizzata
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Cesare BOSMAN (Iscrizione Albo N.1092/BM)
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DESCRIZIONE
del brevetto per invenzione industriale dal titolo:
“GRUPPO PER LE SPERIMENTAZIONI IN LUCE POLARIZZATA”
di AGENZIA NAZIONALE PER LE NUOVE TECNOLOGIE,
L'ENERGIA E LO SVILUPPO ECONOMICO SOSTENIBILE (ENEA)
di nazionalità italiana
con sede: LUNGOTEVERE G.A. THAON DI REVEL 76
ROMA (RM)
Inventori: PARRETTA Antonio, PETRUCCI Ferruccio Carlo,
BELTRAMI Giulia, BERTOLUCCI Cristiano, FOA' Augusto, LANDI
Luca
* * *
La presente invenzione è relativa ad un gruppo per le
sperimentazioni in luce polarizzata.
In particolare, la presente invenzione è relativa alle
sperimentazioni in luce polarizzata in ambito biologico a
cui la descrizione fa esplicito riferimento senza per
questo perdere in generalità.
Diversi lavori di letteratura [ Horváth G. and Varjú
D. (2003). “Polarized Light in Animal Vision: Polarization
Patterns in Nature”. Berlin: Springer-Verlag; Freake, M. J.
(2001). “Homing behaviour in the sleepy lizard (Tiliqua
rugosa): the role of visual cues and the parietal eye”.
Behav. Ecol. Sociobiol. 50, 563-569; Adler, K. and
Phillips, J. B. (1985). “Orientation in a desert lizard
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(Uma notata): time-compensated compass movement and
polarotaxis”. J. Comp. Physiol. 156, 547-552; Freake, M. J.
(1999). “Evidence for orientation using the e-vector
direction of polarised light in the sleepy lizard Tiliqua
rugosa”. J. Exp. Biol. 22, 1159-1166; Ellis Quinn, B. A.
and Simon, C. A. (1991). “Lizard homing behaviour: the role
of the parietal eye during displacement and radio-tracking,
and time-compensated celestial orientation in the lizard
Sceloporus jarrovi”. Behav. Ecol. Sociobiol. 28, 397-407]
riportano esperimenti di orientamento in luce polarizzata
di varie specie di animali, invertebrati (ragni, formiche,
scarabei, farfalle) o vertebrati (tritoni, salamandre,
lucertole, scincidi, passeriformi).
Le evidenze sperimentali a favore dell’esistenza di
una bussola cronometrica e di una bussola a polarizzazione
nei Sauri sono molteplici. Di seguito sono descritti due
esperimenti il cui scopo è stato quello di dimostrare
l’esistenza di una bussola cronometrica e di una bussola a
polarizzazione nei Sauri. Il primo esperimento dimostra
l’esistenza di una bussola cronometrica in Uma Notata e la
verifica della capacità di percepire l’e-vector di luce
polarizzata. Adler e Phillips fornirono, nel 1985, la prima
dimostrazione dell’esistenza di una sensibilità alla luce
polarizzata in un rettile, in particolare nel lacertide Uma
Notata. Essi partirono dall’osservazione della risposta di
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fuga di queste lucertole diurne, che vivono nel deserto
dell’Arizona. Quando allarmate da predatori, esse mostrano
un chiaro orientamento direzionale su riferimenti
astronomici. Per testare l’ipotesi dell’esistenza di un
sistema di orientamento della bussola di questo tipo, le
lucertole vennero sottoposte ad uno sfasamento di sei ore
dell’orologio fisiologico endogeno (esperimento di clock-
shift) e addestrate a cercare rifugio esponendole al
pattern di polarizzazione naturale. I risultati ottenuti
confermano l’ipotesi dell’esistenza di un meccanismo di
orientamento che necessita di un meccanismo di
compensazione cronometrica.
Il secondo esperimento preso in considerazione vuole
dimostrare la capacità di Tiliqua rugosa di orientarsi
utilizzando la direzione dell’e-vector di luce polarizzata:
dapprima gli animali sono stati addestrati in corridoi con
pareti rialzate posti all’esterno; gli animali avevano
accesso alla luce diffusa del cielo (quindi alla luce
polarizzata) ma il disco solare non era loro direttamente
visibile. Sono stati in seguito testati in un’arena
circolare, sempre posizionata all’esterno, nelle stesse
condizioni (disco solare non direttamente visibile). Gli
animali mostrano un orientamento con una distribuzione
bimodale lungo un asse molto prossimo all’asse di
addestramento. Nessuna evidenza suggerisce che le lucertole
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abbiano utilizzato un altro tipo di riferimento, oltre
all’e-vector della luce polarizzata.
Era, quindi, sentita l’esigenza di disporre di un
gruppo per le sperimentazioni in luce polarizzata, le cui
caratteristiche tecniche fossero tali da consentire ai
ricercatori di disporre di un ambiente confinato illuminato
al suo interno da luce polarizzata con un piano di
polarizzazione variabile a piacere.
Oggetto della presente invenzione è un gruppo per le
sperimentazioni in luce polarizzata, le cui caratteristiche
essenziali sono riportate nella rivendicazione 1, e le cui
caratteristiche preferite e/o ausiliari sono riportate
nelle rivendicazioni 2-9.
Per una migliore comprensione dell’invenzione sono
riportate di seguito delle forme di realizzazione a puro
titolo illustrativo e non limitativo con l'ausilio delle
figure del disegno annesso, in cui:
la figura 1 è una sezione laterale di una prima forma
di realizzazione del gruppo oggetto della presente
invenzione; e
la figura 2 è una sezione laterale di una seconda
forma di realizzazione del gruppo oggetto della presente
invenzione.
In figura 1 è indicato nel suo complesso con 1 un
gruppo per le sperimentazioni in luce polarizzata della
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presente invenzione secondo una prima preferita forma di
realizzazione.
Il gruppo 1 comprende una struttura di confinamento
ottico 2 realizzata da un tendone laterale 3 di colore nero
e da una copertura superiore 4. Sia il tendone laterale 3
sia la copertura superiore 4 sono realizzati in maniera
tale da risultare il più possibile opachi, allo scopo di
non permettere che la luce ambiente possa filtrarvi
attraverso ed entrare all’interno della struttura di
confinamento ottico 2. Nella copertura superiore 4 è
ricavata una finestra circolare o quadrata 5 con asse di
simmetria X.
Il gruppo 1 comprende un diaframma 6 disposto
appoggiato sulla copertura superiore 4 in corrispondenza
della finestra 5, in maniera tale da definire una apertura
6a coassiale alla finestra 5 ed atta a definire ingresso
della luce polarizzata all’interno della struttura di
confinamento ottico 2, una corona circolare 7 coassiale al
diaframma 6 sul quale poggia con libertà di rotazione di
una sua porzione superiore ed un elemento polarizzatore 8
fissato sulla porzione superiore della corona circolare 7
in maniera tale da essere ruotato attorno all’asse X per
modificare il piano di polarizzazione della luce
all’interno della struttura di confinamento ottico 2. La
corona circolare 7 comprende una leva di comando 9 per
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comandarne la rotazione da parte di un operatore.
L’elemento polarizzatore 8 comprende una lamina
polarizzatrice 10 disposta tra una lastra superiore 11 di
vetro smerigliato e una lastra inferiore 12 di vetro
liscio. In particolare, la lamina polarizzatrice 10
utilizzata è del tipo H-sheet (polaroid®)
Il gruppo 1 comprende, inoltre, due lampade 13 del
tipo Energy saving da 32 W e 1920 lm ognuna.
La luce prodotta dalle lampade 13 viene prima diffusa
dalla lastra superiore 11 per una sua distribuzione
omogenea, poi attraversa la lamina polarizzatrice 10 per
essere totalmente polarizzata lungo un piano verticale ed
infine è trasmessa attraverso la lastra inferiore 12
all’interno della struttura di confinamento ottico 2.
Il gruppo 1 comprende una vasca 14 disposta
all’interno della struttura di confinamento ottico 2 ed
utile per studiare il comportamento animale in funzione
della luce polarizzata.
Infine, il gruppo 1 comprende una telecamera 15 il cui
obiettivo si affaccia all’interno della struttura di
confinamento ottico 2 attraverso una apertura 16 ricavata
nel tendone laterale 3, sul quale è ricavata una piccola
finestra 17 per l’osservazione dell’esperimento
dall’esterno.
Di seguito è descritto a puro titolo informativo ed in
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maniera sintetica un esperimento realizzato sulla Podarcis
Sicula utilizzando il gruppo oggetto della presente
invenzione.
L’esperimento in luce bianca è consistito
essenzialmente di una fase di training e di una fase di
test. La fase di training ha riguardato l’addestrare un
primo gruppo di animali ad orientarsi lungo una direzione
di training “parallela” all’e-vector, il quale è orientato
lungo la direzione 0°-180°. Un secondo gruppo di animali,
invece, è stato addestrato ad orientarsi lungo una
direzione di training “perpendicolare” all’e-vector, il
quale è orientato lungo la direzione 90°-270°. In entrambi
i casi la direzione di training coincideva sempre con la
direzione di due piattaforme, le quali rappresentavano il
traguardo/salvezza per gli animali. La direzione dell’e-
vector coincideva sempre con l’asse del polarizzatore, che
per il training “parallelo” è orientato nella direzione 0°-
180°, mentre per il training “perpendicolare” è orientato
nella direzione 90°-270°. L’addestramento si è
concretizzato in una lunga serie di esperimenti, o lanci,
nei quali la lucertola è stata liberata al centro della
vasca 14, priva di sostegni, e lasciata nuotare liberamente
al suo interno alla ricerca di una delle due piattaforme
sommerse, e quindi invisibili a causa dell’acqua resa
torbida dalla farina fossile. Le due piattaforme erano
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orientate, per il primo gruppo, lungo la direzione dell’e-
vector, mentre per il secondo gruppo in direzione
perpendicolare all’e-vector. In entrambi i casi, le
lucertole sono addestrate a raggiungere la meta che è una
delle due piattaforme. Le piattaforme sono immerse ad un
livello tale che la lucertola che vi fosse giunta poteva
mantenersi con il capo fuori dell’acqua. Le piattaforme,
quindi, rappresentavano per la lucertola un
traguardo/salvezza. Va sottolineato, tuttavia, che
l’operatore era sempre pronto ad intervenire con un retino
per soccorrere l’animale nel caso che esso, dopo vari
tentativi, non riuscisse a raggiungere una delle due
piattaforme. Sono stati registrati i punti del bordo vasca
sui quali avveniva il primo contatto, chiamato scelta
direzionale, e nell’assegnare un punteggio che tiene conto
della vicinanza del punto alle piattaforme. Il
raggiungimento della piattaforma è stato accompagnato da un
premio: il livello dell’acqua veniva abbassato in pochi
secondi e la lucertola era lasciata all’asciutto per un po’
di tempo prima di essere recuperata.
Alla fase di training è fatta seguire la fase di
“test”, ma solo per gli animali che avevano superato il
criterio di apprendimento. La fase di test è consistita di
tre tipi diversi di test. Il primo test ha avuto lo scopo
di verificare il ruolo della luce polarizzata e consisteva
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di un solo lancio senza piattaforme per ciascun animale. In
questo unico lancio la direzione dell’e-vector è ruotata di
90° rispetto alla direzione che aveva durante il training.
Dai risultati ottenuti si evince come la rotazione di 90°
dell’e-vector abbia determinato un orientamento medio per
tutte le lucertole lungo la direzione 90°-270°, ovvero
lungo una direzione ruotata di 90° rispetto alla direzione
di training.
Il secondo test ha avuto lo scopo di verificare il
ruolo dell’occhio parietale, il quale è stato coperto per
l’occasione con una vernice nera. Il test è consistito in
un solo lancio in assenza di piattaforme e in presenza di
luce polarizzata. I risultati hanno mostrato la completa
sparizione di qualsiasi direzione preferenziale di
orientamento. Da qui si deduce il ruolo fondamentale svolto
dall’occhio parietale nel processo di orientamento.
Il terzo ed ultimo test ha avuto lo scopo di
verificare l’assenza di qualsiasi altra bussola per
l’orientamento degli animali, al di fuori dell’e-vector
della luce polarizzata.
Questo test è chiamato “control test” ed è stato
condotto in assenza di lamina polarizzatrice 10, la quale è
stata semplicemente rimossa e l’intensità della luce è
stata abbassata per riportarla al livello della luce
polarizzata. I risultati dimostrano che in assenza di e-
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vector la distribuzione dei vari percorsi è uniforme
rispetto alle varie direzioni.
Il gruppo 1 ha una elevata efficacia quando utilizzato
in luce bianca, la cui intensità può essere innalzata
ulteriormente impiegando una seconda coppia di lampade 13,
e permette di ottenere un buon profilo d’illuminamento
sulla vasca 14 senza che vi sia un sensibile calo di esso
alla sua periferia. Uno dei limiti di questo gruppo è
quello di non essere particolarmente adeguato ad
esperimenti in luce monocromatica, o in generale in luce di
diversi colori. Infatti, l’impiego di luce colorata deve
comportare necessariamente l’uso di filtri da porre tra
lampade e l’elemento polarizzatore 8.
Come può risultare immediato ad un tecnico del ramo,
l’utilizzo di filtri comporta svantaggi in termini di costo
dei filtri; mancanza di un filtro dalle specifiche
particolari; riduzione dell’intensità trasmessa dai filtri;
necessità di innalzare la potenza o il numero delle lampade
per avere più alti livelli d’intensità; possibili
surriscaldamenti dei filtri e loro danneggiamento;
possibili surriscaldamenti dell’ambiente di lavoro;
difficoltà nella regolazione combinata di spettro ed
intensità della luce incidente. Questi svantaggi, pur non
presentandosi necessariamente tutti insieme all’atto
pratico, possono però rappresentare una concreta
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limitazione per l’esecuzione di esperimenti in luce
colorata. D’altronde gli esperimenti in luce spettralmente
selezionata sono la naturale continuazione di quelli
illustrati in luce bianca, e sono importanti per conoscere
la sensibilità spettrale delle lucertole ai fini del loro
orientamento nell’ambiente esterno.
In figura 2 è illustrato con 21 una seconda preferita
forma di realizzazione del gruppo per le sperimentazioni in
luce polarizzata oggetto della presente invenzione.
Le parti del gruppo 21 uguali al gruppo 1 di figura 1
saranno indicate con la medesima numerazione e non saranno
nuovamente descritte.
Come risulta da un confronto delle figure 1 e 2, nel
gruppo 21 il complesso costituito dalle lampade 13 e
dall’elemento di polarizzazione 10 del gruppo 1 è stato
sostituito da uno schermo a cristalli liquidi 22. Il gruppo
21 comprende, inoltre, una centralina di comando 23, nella
fattispecie un computer, collegata allo schermo a cristalli
liquidi 22.
Le limitazioni sopra elencate, vengono superate
dall’utilizzo come sorgente di luce estesa e polarizzata di
uno schermo a cristalli liquidi 22 per mezzo del quale, e
attraverso l’intermediazione della centralina di comando
23, è possibile effettuare tutte le possibili regolazioni
sulla luce emessa in termini di intensità di emissione in
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W/m2, di profilo lungo una determinata direzione in W/m3 o
su una determinata area in W/m4, di colore ovvero di
spettro di emissione su una determinata banda spettrale in
W/m2µm, e di direzione azimutale del piano d’incidenza
corrispondente al piano di vibrazione del campo elettrico
(e-vector). Tutte le grandezze citate possono essere
controllate in maniera semplice e diretta attraverso la
gestione di un software standard per computer, nonché in
tempi brevissimi in considerazione del fatto che l’apparato
di illuminazione è costituito da un solo componente e che
quindi è richiesto soltanto il tempo necessario
all’introduzione dei comandi nel computer. Un ulteriore
vantaggio di questa soluzione sperimentale sta nel fatto
che la centralina di comando 23 può essere usata per
programmare una determinata sequenza di operazioni, cui
corrisponderà una determinata sequenza di stati di
emissione della luce, con l’ulteriore vantaggio di poter
effettuare in tempi brevi sequenze di esperimenti
programmati senza la necessità di interporre intervalli per
la impostazione di volta in volta delle nuove condizioni
d’illuminazione.
La programmazione delle sequenze d’illuminazione
predispone lo strumento a svolgere sequenze di
sperimentazione molto più complesse, in quanto, qualora
necessario, la sequenza delle illuminazioni potrà essere
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associata ad altri tipi di operazioni a scelta
dell’operatore e che coinvolgano altri dispositivi, tutti
mantenuti sotto il controllo dello stesso programma
generale.
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RIVENDICAZIONI
1. Gruppo (1; 21) per le sperimentazioni in luce
polarizzata, caratterizzato dal fatto di comprendere una
struttura di confinamento ottico (2) comprendente almeno
una parete laterale (3) e una parete di chiusura superiore
(4) opache, una sorgente di luce polarizzata (8; 22)
disposta in corrispondenza di una finestra (5) ricavata in
detta parete di chiusura superiore (4) e mezzi di
movimentazione (7) atti a variare il piano di
polarizzazione della luce proveniente da detta sorgente di
luce polarizzata (8; 22).
2. Gruppo (1; 21) per le sperimentazioni in luce
polarizzata secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal
fatto che detta finestra (5) è ricavata al centro di detta
parete di chiusura superiore (4).
3. Gruppo (1; 21) per le sperimentazioni in luce
polarizzata secondo la rivendicazione 1 o 2, caratterizzato
dal fatto di comprendere una telecamera (15) il cui
obiettivo è disposto ad affacciarsi all’interno della detta
struttura di confinamento (2).
4. Gruppo per le sperimentazioni in luce polarizzata
secondo una delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato
dal fatto che detti mezzi di movimentazione comprendono una
corona circolare (7) atta a ruotare a basso attrito e sulla
quale poggia detta sorgente di luce polarizzata (8; 22).
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5. Gruppo (1) per le sperimentazioni in luce
polarizzata secondo una delle rivendicazioni precedenti,
caratterizzato dal fatto che detta sorgente di luce
polarizzata comprende una ottica di polarizzazione (8)
disposta in corrispondenza della detta finestra (5) ed atta
ad essere attraversata da una luce prodotta da almeno una
lampada (13).
6. Gruppo (1) per le sperimentazioni in luce
polarizzata secondo la rivendicazione 5, caratterizzata dal
fatto che detta ottica di polarizzazione (8) comprende una
lamina polarizzatrice (10) disposta tra una lastra di
ingresso (11) della luce realizzata in vetro smerigliato e
una lastra di uscita (12) della luce realizzata in vetro
liscio.
7. Gruppo (21) per la sperimentazione in luce
polarizzata secondo una delle rivendicazioni da 1 a 4,
caratterizzato dal fatto che detta sorgente di luce
polarizzata comprende uno schermo a cristalli liquidi (22)
disposto in corrispondenza della detta finestra (5).
8. Gruppo (21) per la realizzazione in luce
polarizzata secondo la rivendicazione 7, caratterizzato dal
fatto di comprendere una centralina di comando (23)
connessa a detto schermo a cristalli liquidi per
impostargli le intensità rispettive dei tre livelli di
colore (rosso, giallo, blu).
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9. Gruppo (1; 21) per la sperimentazione in luce
polarizzata secondo una delle rivendicazioni precedenti,
caratterizzato dal fatto di comprendere una vasca (14)
alloggiata all’interno della detta struttura di
confinamento ottico (2) e progettata per lo studio del
comportamento animale in funzione della luce polarizzata.
p.i.: AGENZIA NAZIONALE PER LE NUOVE TECNOLOGIE,
L'ENERGIA E LO SVILUPPO ECONOMICO SOSTENIBILE (ENEA)
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TITOLO: “GRUPPO PER LE SPERIMENTAZIONI IN LUCE POLARIZZATA”
RIASSUNTO
Un Gruppo (1; 21) per le sperimentazioni in luce
polarizzata, composto da una struttura di confinamento
ottico (2) comprendente almeno una parete laterale (3) e
una parete di chiusura superiore (4) opache, da una
sorgente di luce polarizzata (8; 22) disposta in
corrispondenza di una finestra (5) ricavata nella parete di
chiusura superiore (4) e da mezzi di movimentazione (7)
atti a variare il piano di polarizzazione della luce
proveniente dalla sorgente di luce polarizzata (8; 22).
Figura principale: 1