ceramica postmedievale dal territorio valtellinese

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sap società Archeologica StudI e rIcerche archeologIche VoluMe II - rIcerche e MaterIalI archeologIcI a cura dI V alerIa MarIottI la ValtellINa NeI SecolI StudI e rIcerche dI archeologIa 1

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StudI e rIcerche archeologIche

VoluMe II - rIcerche e MaterIalI archeologIcI

a cura dI ValerIa MarIottI

la ValtellINa NeI SecolIla posizione geografica della Valtellina, posta naturalmente alcentro dell’arco alpino retico, fu decisiva per lo sviluppo delpopolamento della vallata durante i secoli.

l’importanza politica e culturale della vallata nei confronti dellearee limitrofe variò di molto nei secoli e seguì la valenza oramaggiore, ora minore, della sua collocazione rispetto ai centri dipotere cui essa era collegata, come via di transito e cerniera tradiverse aree e bacini culturali.

I due volumi raccolgono la documentazione ed i risultati di diversianni di ricerche dirette dalla Soprintendenza in Valtellina e mostranola ricchezza del patrimonio archeologico valtellinese, ormai non piùignorabile, costituendo un sorprendente e straordinario archivio dinuove informazioni, messo a disposizione di tutti per l’elaborazionedi più puntuali e più aggiornate chiavi interpretative delle radiciprofonde della storia valtellinese.

StudI e rIcerchedI archeologIa1

ISBN opera complessiva978-88-87115-95-6

ISBN vol. 2978-88-87115-97-09 788887 115970

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studi e ricerche archeoLogiche

VoLuMe ii - ricerche e MateriaLi archeoLogici

a cura di VaLeria Mariotti

studi e ricerche di archeoLogia

La VaLteLLina nei secoLi

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ago vecchio
Font monospazio
Copia digitale ad uso personale dell'autore

CON IL CONTRIBUTO DI

Provincia di Sondrio

Curatela e redazione scientificaValeria Mariotti

Redazione e impostazione graficaFrancesca Benetti - SAP Società Archeologica s.r.l.

Documentazione grafica e fotografica di scavoArchivio topografico della Soprintendenza Archeologia della Lombardia

Rielaborazione della documentazione di scavo SAP Società Archeologica s.r.l. (Roberto Caimi, Alessandro D’Alfonso), Leonardo De Vanna

ScaviDirezione scientifica: Valeria Mariotti. Esecuzione: SAP Società Archeologicas.r.l., RA.GA. Como, Studio di ricerca archeologica Simonotti & Massari

Fotografie materiali archeologiciLuigi Monopoli e Luciano Caldera - Soprintendenza Archeologia della Lombardia

DisegniEva Reguzzoni (materiali metallici e vetri), Laura Marchesini (materiali ceramici e pietra ollare)

Montaggio tavoleEva Reguzzoni (materiali metallici), Rossana Managlia (tavole fotografiche de Vingo), Gaudenzio Laidelli (tavole materiali ceramici e pietra ollare)

Elaborazioni grafiche GISMarco Tremari - SAP Società Archeologica s.r.l.

2015, © Soprintendenza Archeologia della Lombardia,per testo e immagini, ove non altrimenti specificato

© SAP Società Archeologica s.r.l.Viale Risorgimento, 14 - 46100 Mantova

Tel. 0376-369611www.archeologica.it

ISBN opera complessiva: 978-88-87115-95-6ISBN vol. 2: 978-88-87115-97-0

in copertina:Vasetto da Teglio, Hotel Combolo; Grosio, Castello Nuovo; Cosio Valtellino, San Pietro in Vallate; Mazzo, battistero.

in quarta di copertina:“Madonna del latte” da Sondrio, santuario della Beata Vergine alla Sassella; Cosio Valtellino, San Pietro in Vallate;

ceramica graffita arcaica da Bormio, Kuerc.

la Conservazione Programmata nello spazio comune REtico

COORDINAMENTO SCIENTIFICO

SoprintendenzaArcheologia della Lombardia

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indice

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VOLUME I. SAGGI

Presentazioni

IntroduzioneValeria Mariotti

PARTE I. TEMI E PROBLEMI

1.1. Valle tellina e fonti scritte (secc. V-IX). Identificazione della valle e model-lazioni istituzionali: prime riflessioniRita Pezzola

1.2. L’edilizia cultuale romanica in Valtellina, alla luce di due decenni di archeo-logiaFabio Scirea

1.3. San Pietro in Vallate, San Pietro a Bormio e il problema della chiese a duenavatePaolo Piva

1.4. Protagonisti sociali, vita religiosa e luoghi di culto nel basso medioevoMassimo Della Misericordia

1.5. I castelli della Valtellina nei secoli centrali del medioevo (X-XII): habitatfortificato, paesaggi e dinamiche di popolamentoRiccardo Rao

1.6. I castelli di Grosio in Valtellina: fonti storiche e analisi architettonicaGiorgia Gentilini

1.7. Least cost path analysis (LCPA) sulla viabilità centro alpina in età imperialeMarco Tremari

AbbreviazioniFonti edite e repertoriBibliografia

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VOLUME II. RICERCHE E MATERIALI ARCHEOLOGICI

PARTE II. INDAGINI ARCHEOLOGICHE

2.1. Prime riflessioni sui dati dagli scavi in Valtellina, tra antichità e rinascimentoValeria Mariotti

2.2 Scavi nei centri urbani della Valtellina. SchedeLeonardo De VannaScheda 1. Bormio, Piazza Cavour (detta del Kuerc)Scheda 2. Mazzo di Valtellina, Palazzo LavizzariScheda 3. Sondrio, Castel Masegra, abitato protostoricoScheda 4. Sondrio, Piazza CampelloScheda 5. Sondrio, Piazza Garibaldi, Hotel Posta e Palazzo MartinengoScheda 6. Sondrio, via Quadrio e Palazzo Sassi de’ LavizzariScheda 7. Teglio, Albergo Meden (parcheggio, via Roma)Scheda 8. Teglio, Hotel Combolo (cortile)Scheda 9. Teglio, Palazzo ComunaleScheda 10. Teglio, Prà della ResaScheda 11. Teglio, Piazza della Chiesa di San PietroScheda 12. Teglio, via RomaCronosequenza degli scavi nei centri urbani Posizionamento degli scavi nei centri urbani

2.3. Chiese di Valtellina: indagini archeologiche. Schede Valeria Mariotti, Alessandro D’AlfonsoScheda 13. Bormio, Santo SpiritoScheda 14. Buglio in Monte, San GirolamoScheda 15. Colorina, San BernardoScheda 16. Colorina, loc. Selvetta, San GiacomoScheda 17. Colorina, Santi Simone e GiudaScheda 18. Cosio Valtellino, San Pietro in VallateScheda 19. Grosio, fraz. Ravoledo, San GiacomoScheda 20. Grosio, San GiuseppeScheda 21. Livigno, Santo RosarioScheda 22. Lovero, Santa Maria MaddalenaScheda 23. Mazzo di Valtellina, Battistero Scheda 24. Mazzo di Valtellina, Santa Maria Maddalena Scheda 25. Piantedo, Santa Maria NascenteScheda 26. Postalesio, San ColombanoScheda 27. Ponte in Valtellina, fraz. Sazzo, Santi Michele e Luigi GonzagaScheda 28. Sondrio, Santuario della Beata Vergine alla SassellaScheda 29. Talamona, loc. Serterio, San GerolamoScheda 30. Teglio, Sant’EufemiaScheda 31. Tresivio, Santi Pietro e PaoloScheda 32. Valdidentro, San GalloScheda 33. Valdisotto, San Bartolomeo de Castelàz Scheda 34. Valdisotto, San Martino di Serravalle

2.4. Castelli di Valtellina: indagini archeologiche. Schede Valeria Mariotti, Alessandro D’AlfonsoScheda 35. Bormio, Castello di San PietroScheda 36. Castel dell’Acqua, Castello Scheda 37. Chiuro, Torre di CastionettoScheda 38. Grosio, Castello Nuovo Visconti VenostaScheda 39. Grosio, Castello Vecchio o di San Faustino

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Scheda 40. Mello, Castello di DomofoleScheda 41. Montagna in Valtellina, Castel Grumello Scheda 42. Montagna in Valtellina, Castello di MancapaneScheda 43. Tirano, Castello di Santa Maria Scheda 44. Tovo di Sant’Agata, Castello di Bellaguarda

PARTE III. I MATERIALI ARCHEOLOGICI DA SCAVO DALLA PREISTORIA ALL’ETà

MODERNA

3.1. Nuovi dati sugli insediamenti pre-protostorici di Teglio, Bormio e SondrioMaria Giuseppina Ruggiero, Stefania Lincetto

3.2. La frequentazione del territorio fra tarda età del Ferro e romanizzazione:gli insediamenti di Sondrio e TeglioSerena Solano

3.3. Materiali di età romana dagli scavi valtellinesiAngela Guglielmetti, Serena Solano

3.4. Le anforeLaura Contessi

3.5. Ceramica comune di età altomedievaleAngela Guglielmetti

3.6. La pietra ollare in Valtellina. Produzioni e diffusioneAngela Guglielmetti

3.7. La Valtellina tra tarda romanità e alto medioevo: i piccoli oggetti Paola Marina De Marchi

3.8. La vita quotidiana in Valtellina: serramenti, elementi di raccordo e decora-tivi, di vita quotidiana e abbigliamentoElena Baldi

3.9. Utensili da lavoro, armi, oggetti della vita quotidiana e religiosa della Val-tellina tra medioevo e prima età modernaPaolo de Vingo

3.10. Ritrovamenti monetali in Valtellina dall’età romana al XX secolo Maila Chiaravalle

3.11. Recipienti in vetro dagli scavi della Valtellina Marina Uboldi

3.12. Ceramica postmedievale dal territorio valtellineseDonatella Di Ciaccio

3.13. Il progetto Frammenti promosso dal Museo Valtellinese di Storia e Arte diSondrioAngela Dell’Oca

3.14. Artisti itineranti e nuove testimonianze pittoriche dalle vallate alpine.I frammenti di intonaco dipinto provenienti dagli scavi di San Colombanodi PostalesioVeronica Dell’Agostino

3.15. Nuovi documenti figurativi per la pittura del XV secolo nella Valledell’Adda. I frammenti di intonaco dipinto provenienti dagli scavi del san-tuario della Sassella a SondrioSilvia Papetti

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PARTE IV. LE ANALISI

4.1. Antichi popoli di Valtellina. Analisi paleobiologiche sui resti scheletrici tratardoantico, medioevo e rinascimentoCristina Cattaneo, Daniele Gibelli, Valentina Caruso

4.2. Coltivazioni ed uso del legno in Valtellina dalla protostoria all’età mo-derna: i dati archeobotanici di Sondrio, Teglio e BormioElisabetta Castiglioni, Mauro Rottoli

Analisi archeobotaniche, schedeElisabetta Castiglioni, Mauro Rottoli, con la collaborazione di Elena RettoreScheda. Bormio, Piazza del Kuerc. Analisi archeobotanicheScheda. Sondrio, Castel Masegra. Analisi archeobotanicheScheda. Teglio, Meden. Analisi dei resti botanici e delle cordeScheda. Sondrio, Via Quadrio. Analisi archeobotanicheScheda. Teglio, Combolo. Analisi archeobotanicheScheda. Teglio, Municipio. Analisi archeobotanicheScheda. Teglio, Prà della Resa. Analisi archeobotanicheScheda. Teglio, Chiesa di Sant’Eufemia. Analisi archeobotanicheScheda. Teglio, Via Roma. Analisi archeobotaniche

4.3. Analisi archeozoologiche sui resti faunistici degli scavi valtellinesiSilvia Di Martino, Paolo Andreatta

AbbreviazioniFonti edite e repertoriBibliografiaIndice dei luoghi

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Gli scavi archeologici svolti in Valtellina in un arco cronologico piuttosto ampio (1986-2010) hanno por-tato al recupero di una quantità notevole di materiali ceramici postmedievali; le indagini hanno interessatodieci diversi siti per un totale di trentotto scavi, e hanno permesso di individuare, fra gli abbondanti fram-menti, 797 oggetti, collocabili tra la seconda metà del XiV e il XViii secolo. Poche sono le indagini concontesti di cronologia ristretta (bormio e Tirano), mentre numerosi e spesso eterogenei sono i materiali re-cuperati da stratificazioni relativamente moderne, fuori contesto o da giaciture secondarie, usati per conso-lidamento e riempimento di fosse e ambienti. Si tratta sia di piccoli sondaggi che di scavi di più ampiedimensioni e complessità. i contesti sono riferibili a situazioni storiche e socioeconomiche diverse (città, ca-stelli e chiese) e riflettono, per il periodo compreso tra la fine del XV secolo e gli inizi del XVi, la difficilesituazione politica valtellinese, con il passaggio dalla dominazione Visconti-Sforza a quella dei Grigioni.

il seguente contributo è da considerarsi un approccio preliminare: nell’impossibilità in questa sede di esa-minare in maniera esaustiva tutti i dati relativi ai manufatti ceramici, si cercherà di sintetizzare quelli principali.

1. CeRAMiChe iNVeTRiATe DA FUOCO e Di USO GeNeRiCO

È presente solo un numero limitato di pentole e di coperchi a vetrina incolore, e di catini e brocche a in-vetriatura verde, collocabili tra XVii e XViii secolo. Nel corso del XViii secolo e poi nel seguente compa-iono anche recipienti con decoro affine alle ceramiche “a’ taches noires” e ciotole a vetrina nera.

2. LA CeRAMiCA iNGObbiATA

2.1. La graffita “arcaica” e “tardiva”

Questo tipo di ingobbiate costituisce un gruppo di oggetti di particolare rilievo sulla tavola a partire dallaseconda metà del XiV secolo e per tutto il XV; si tratta di ciotole emisferiche, catini troncoconici, scodellecarenate, a volte con un sottile listello alla carenatura, boccali ovoidi. il piede è a disco, di tradizione lombarda.i decori sono contraddistinti da motivi centrali geometrici o geometrico-vegetali entro medaglioni centralicon la caratteristica corona di lobi a girandola: losanghe quadrilobate tagliate in croce, foglie lobate, uccelli,con pareti a settori. Spesso è ingobbiato e invetriato anche l’esterno. Caratteristica è anche la bicromia verderamina-giallo ferraccia. La cronologia più precoce per questo tipo di ceramiche fa riferimento allo scavo divia Puccini a Milano, che le colloca stratigraficamente intorno alla metà del XiV secolo1. in territorio valtel-linese è stata recuperata numerosa solo a bormio, in Piazza del kuerc, mentre sporadiche attestazioni si ri-scontrano a Tirano (Castello di Santa Maria), al Castello dell’Acqua, e a Castel Masegra.

La graffita arcaica tardiva2, che costituisce un’evoluzione della graffita arcaica, compare verso la metà delXV secolo e perdura fino alla fine. Le decorazioni sono affini alle graffite arcaiche, ma tracciate in campo

1 NePOTi 1997, scheda 14. La cronologia è supportata anche da alcunemonete. Purtroppo i risultati degli scavi sono presentati in maniera

sintetica organizzati per schede.2 Distinta da S. Gelichi: GeLiChi 1992, p. 270.

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CeraMiCa postMedievale dal territorio valtellinese

donatella di CiaCCio

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libero e semplificate; le forme attestate sono ciotole emisferiche con piede a disco, catini troncoconici e boc-cali, i colori sono ancora ferraccia e ramina e l’esterno è privo di rivestimento o semplicemente invetriato.Molto numerose a bormio, e a Tirano, dove convivevano sulla mensa con le graffite di tipo rinascimentale.

Delle graffite arcaiche e di arcaiche tardive è ben attestata la produzione lombarda con scarti di fornacea Voghera, Pavia, Lodi, Milano e Como, e la loro presenza in questo contesto è legata all’affermazione diAzzone Visconti quale Signore di Como e della Valtellina a partire dal 1335. Milano era collegata al territoriovaltellinese attraverso Como e il suo lago, utilizzando la navigazione lacuale per tutti gli spostamenti e per iltraffico di merci, che tra XiV e XV secolo si mantenne molto intenso3. Dal lago si proseguiva lungo l’Adda,che risulta navigabile fino alla fine del XV secolo4. i milanesi interessati al commercio d’oltralpe e alle fiereche vi si tenevano numerose sono in viaggio anche d’inverno: dai documenti appare una intensa frequenta-zione dei valichi grigioni5; si esporta grano, frutta, stoffe di lana di diverso prezzo, fustagni, pepe, zafferano,cumino, ecc.6 L’intensità delle relazioni commerciali aumentò a partire dal 1460 tra le comunità grigioni e ilducato milanese: soprattutto panni, grano della pianura e vino (valtellinese) viaggiavano alla volta del passodello Spluga, e la stessa via era seguita anche dai commercianti di ceramiche.

2.2. La graffita rinascimentale

Questo tipo di ceramica, diffusa tra la metà e gli inizi del XVi secolo, è destinata alla mensa di personaggiabbienti, e si distingue per la ricchezza e la complessità delle decorazioni, caratterizzate da un’ampia gammadi raffigurazioni principali: busti ritratto, animali, motivi araldici, religiosi, inquadrati all’interno di un medaglionecon siepe a graticcio, alberi laterali, sfondo rotellato e mezze rosette; fanno da cornice nastri intrecciati o on-dulati; le forme sono generalmente aperte, ma in territorio valtellinese sono attestati anche diversi frammentidi boccali, e forme particolari, come la crespina modellata a stampo; le decorazioni sono sovradipinte in gialloferraccia e verde ramina, ai quali si aggiunge il viola manganese, colore caratteristico della graffita rinascimentaleprodotta a nord del Po, nella Lombardia orientale e nel Veneto7. il piede è a disco e ad anello. in Valtellina laritroviamo soprattutto nel castello di Santa Maria a Tirano, dove rappresenta in percentuale la maggioranzatra i tipi attestati (54 %). il sito è di particolare interesse politico ed economico per il Duca di Milano, che forsequi soggiornò di persona. La produzione fu comunque molto articolata e ampiamente distribuita in ambitopadano: lo sviluppo sembra aver interessato sopratutto l’area emiliana, in centri come Modena, bologna8, Reg-gio emilia e Ferrara9, e anche il Veneto, soprattutto Padova: sono stati ritrovati abbondanti scarti di fornace,ma ciononostante non si è arrivati a una puntuale caratterizzazione della produzione di questa tipologia.

Dalla seconda metà del XV secolo su ciotole rinascimentali si distingue un uso limitato della stecca, utilizzataper ribassare gli interstizi nei tralci e fra le foglie dentellate nei decori graffiti, specie sulle tese; verso la finedel XV secolo, la stecca affianca la punta nel delineare motivi a scacchiera, dentelli e “sgusci”e far così risaltareil motivo principale centrale, spesso su fondo ribassato; si distingue, fra gli altri motivi, un medaglione centraleincorniciato da una fascia dalla quale escono cuspidi o trifogli ribassati e uscenti a raggiera dal margine10.

Nel complesso, le ceramiche rinascimentali ritrovate in Valtellina (soprattutto Tirano) presentano affinitàcon le produzioni lombardo-orientali, soprattutto di area bresciana e mantovana. Per brescia, bergamo eMantova sono stati pubblicati una discreta quantità di dati d’archivio che attestano l’esistenza di manifattureceramiche sia nelle città che nei territori circostanti11 già nel XV secolo. Mantova, inoltre, fin dagli inizi delXV secolo è un Ducato dominato dai Gonzaga, con affinità culturali e contatti con la Corte milanese; la

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3 Tanto che i Visconti nominarono un Capitano del Lago con funzionidi controllo e di sicurezza. Questa attività di trasporto per via lacualeè documentata negli Statuti di Como, pubblicati con la riforma di Az-zone nel 1335. PeDRANA 2004, p. 22.4 Di pari passo, però, con l’intensificarsi delle scorrerie belliche deiGrigioni, viene rafforzata e favorita la posizione politica ed economicadi Venezia rispetto a Milano. bUNDi 1996, p. 36.5 Nel 1386 due emissari della Universitas mercatorum milanese compionoun viaggio esplorativo per verificare la transitabilità dei passi di Sanbernardino, Spluga e Septimer, risultando quest’ultimo più agibile pas-sando da Como e da Chiavenna. SOLDi RONDiNiNi 1978, p. 422.6 SOLDi RONDiNiNi 1978, p. 437.

7 NePOTi 2004, p. 112.8 La produzione di bologna fu di notevole importanza e testimoniatada importanti rinvenimenti di scarti di fornace. NePOTi 1991, p. 123. 9 NePOTi 1991, p. 111.10 NePOTi 1992, p. 336, fig. 25, nn. 186, 289, 290. NePOTi 1991, p. 265,nn. 184, 185. Presenti anche al Castello di Santa Maria di Tirano.11 Per brescia: DeDé 1982; per bergamo: MANGiLi 1985; per Mantova:NePOTi 1992, p. 119; PALVARiNi GObiO CASALi 1987. Soprattutto peril territorio mantovano, numerosi sono i manufatti oggetto di mostree pubblicazione in catalogo; si tratta però perlopiù di oggetti prove-nienti da collezioni private, privi perciò di dati archeologici di relazionee confronto.

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805Donatella Di Ciaccio | Ceramica postmedievale dal territorio valtellinese

città e il suo territorio godono di un’economia florida12 almeno fino ai primi decenni del Seicento. Se ne èben nota la produzione mantovana, non è però chiara la sua funzione nella diffusione dei manufatti13, ancheprovenienti dal Veneto. brescia e bergamo, che passano dalla dominazione viscontea a quella veneta nel1426 e 1428, hanno relazioni commerciali con le valli dei Grigioni attraverso i passi (soprattutto dell’Aprica)e la Valtellina e per tutto il Quattrocento si continua a utilizzare la via di commercio nord-sud che attraversail lago di Como. Venezia ha relazioni politiche e commerciali con le tre Leghe già nella seconda metà del XVsecolo14.

2.3. La ceramica ingobbiata invetriata monocroma

Questa classe ceramica, che caratterizza oggetti di quotidiana utilità nella cucina (dispensa) e sulla tavola, èben rappresentata in Valtellina a partire dal XV secolo: i numerosi frammenti sono reperibili in quasi tutti icontesti proprio in ragione della versatilità dei manufatti; sono diffusi soprattutto i tipi marroni e quelli verdi,con funzioni differenziate. Nel corso del XV secolo troviamo le invetriate marroni/fulve15 sulla mensa, accantoalle graffite tardive e alle rinascimentali; le forme sono prevalentemente aperte, come ciotole emisferiche anchecon breve tesa16, più rari i boccali. il contesto maggiormente rappresentativo di questa tipologia è il Castellodi Santa Maria di Tirano, dove compare anche una saliera invetriata marrone chiaro. Dal XVi secolo e poi nelXVii, le invetriate marroni compaiono ancora in forme aperte e chiuse, specialmente come catini e ciotole lacui vetrina si scurisce progressivamente, e compaiono anche le fiasche con anse laterali. il tipo verde pare uti-lizzato per forme chiuse (albarelli), catini di servizio in cucina e rari vasi da fiori. Un consistente numero di al-barelli invetriati in verde e brocche in verde scuro, datati al XV secolo, proviene dallo scavo in piazza del kuerca bormio. i catini invetriati verdi si ritrovano, nel corso del XVi e XVii secolo, nelle cucine come contenitoridi servizio.

2.4. Ceramiche ingobbiate tra XVi e XViii secolo

Dal XVi secolo le attività dei ceramisti si diffondono a seguito dell’affermazione dei servizi in ceramicain sostituzione di quelli in legno anche presso gli strati sociali più poveri della popolazione: la ceramicagraffita a punta diventa un manufatto non più di pregio ma d’uso corrente, e l’aumento della domanda rendevantaggioso impiantare nuove manifatture sul territorio. Nel complesso, però, la produzione mostra unoscadimento della qualità: le decorazioni sono semplificate, eseguite in maniera rapida e non rifinita, il coloreè poco e molto fluido. Fino alla metà del XVi secolo esistono elementi di continuità con soggetti della pro-duzione rinascimentale17; in seguito si assiste al comparire di forme nuove come piatti e piattelli troncoconicio a parete obliqua, cavetto poco profondo, tese aggettanti e prima della metà del XVii secolo si consolidaun nuovo impianto decorativo a sostituzione di quello rinascimentale: motivi vegetali geometrizzati, stemmi,soggetti zoomorfi (uccello), molto diffusi in Valtellina e particolarmente in area cittadina (Sondrio). i colorisono ancora il giallo ferraccia e il verde ramina, accompagnati a volte dal blu. Tra le decorazioni graffite dinuova concezione compare la testa alata di cherubino, contornata da spirali di riempimento a schematizza-zione di un motivo vegetale: caratteristico del Veneto, ma diffuso nella parte orientale della Lombardia, so-prattutto nella bergamasca, questo motivo rivela i rapporti con le graffite prodotte nell’area veneta, e leforme aperte hanno spesso il piede ad anello18; trasferimenti di ceramisti sono testimoniati da Verona a bre-scia19. Fra i tipi nuovi si afferma la ceramica ingobbiata e dipinta che imita la maiolica20, in blu a imitare ildecoro “alla porcellana” della maiolica, o anche con aggiunte di verde e rosso. Queste imitazioni sono eseguitecon i procedimenti decorativi delle ingobbiate dipinte, ma risultano essere un prodotto meno costoso della

12 Di cui probabilmente beneficiano anche la produzione e il commer-cio della ceramica.13 MUNARiNi 2000, p. 162.14 il principale commercio verso Venezia riguardava il bestiame e ilformaggio, mentre dalla laguna si esportava soprattutto il sale. Le re-lazioni si intensificano nel corso del XV secolo. bUNDi 1996, p. 145.15 Del tipo anche definito “lionato”.16 in pochi casi valtellinesi questo tipo di ceramica si arrichisce di de-

corazioni graffite: due ciotole a tesa sono presenti al Castello di SantaMaria di Tirano; altre due, già di XVii secolo provengono da contestisondriesi.17 Potremmo quasi chiamarla “rinascimentale tardiva”.18 GeLiChi, LibReNTi 1994, p. 1819 NePOTi 1992, p. 132; MANGiLi 1985.20 Alcuni scarti di fornace sono stati trovati a Mantova.

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coeva maiolica21; con le graffite semplificate sono numerose le attestazioni da diversi scavi a Sondrio. Sirileva l’assenza dei tipi con decorazione interamente realizzata a stecca e a fondo ribassato, prodotti e moltodiffusi tra la metà del XVi e tutto il XVii secolo in area lombarda a ridosso del Po22: un’unica ciotola provieneda piazza Campello a Sondrio.

Nel corso del XVii secolo le decorazioni si semplificano ulteriormente fino a diventare semplici pennel-late di un unico colore o pochi tratti graffiti sul fondo, come spirali o elementi geometrici.

Dagli anni Venti del XVi secolo Venezia sceglie la via dei valichi grigioni per il commercio, passando at-traverso la Valtellina; si tratta di un percorso più lungo di quello attraverso la Lombardia, ma passa comple-tamente in territorio grigione. il volume dei traffici commerciali crebbe nel corso del XVi secolo: si utilizzòfrequentemente il passo della Montagna del Giogo (passo San Marco), strada di valico di importanza strategicache collega bergamo a Morbegno. il Senato veneziano decise di ampliarla e migliorarla: tra il 1592 e il 1593venne quindi costruita la Strada di San Marco, detta anche via Priulana. Si realizzò così un collegamentoagevole (anche a fini militari) con la Valtellina e le Tre Leghe, percorribile con carri e che poteva contare susiti di sosta e stazioni di posta. Su questa strada nel 1603 Venezia proclamò l’esenzione daziaria per tutte lemerci in transito da e per i Grigioni.

3. LA CeRAMiCA SMALTATA

3.1. maiolica arcaica e maiolica rinascimentale

La maiolica arcaica è presente in pochi frammenti e quasi esclusivamente in Piazza del kuerc a bormio23;si tratta di pochi frammenti di forme chiuse, probabilmente albarelli o boccali, alcuni del tipo a treccia sottol’orlo in verde e manganese, e altri con decori in blu; la datazione è genericamente riferibile alla secondametà del XiV secolo o agli inizi del seguente.

La maiolica rinascimentale è attestata in pochi frammenti di forme aperte di importazione da Deruta(back-petal ware) e da Faenza, databili verso la fine del XV secolo; data l’alta qualità del manufatto, il contestoin cui è maggiormente presente è il Castello di Tirano.

3.2. maiolica compendiaria

il declino qualitativo delle tipologie ingobbiate dalla fine del XVi secolo si inquadra nel generale fenomenodi affermazione delle maioliche “compendiarie” di Faenza, un prodotto destinato alla fascia medio-alta diacquirenti, e molto diffuso tra seconda metà del XVi secolo e i primi decenni del successivo; oggetti in cuipredomina il bianco, cioè la superficie non decorata. La novità consiste nella qualità dello smalto: spesso,brillante e coprente (opaco)24; le forme, articolate e ricercate, si ispirano al coevo vasellame in argento: formeaperte su piedistallo come coppe baccellate o traforate, crespine, versatoi o più semplici piatti a tesa e cavettopoco profondo, e forme chiuse, brocche e boccali su piede sagomato con anse a doppio bastoncino, presentianche nei ritrovamenti valtellinesi; le decorazioni, limitate al centro, consistono in putti alati a figura intera,stemmi sagomati; attestati anche settori a ricamo e ghirlande di foglie e spiralette a coroncina. Gli impastisono color giallo chiaro, rosati in qualche caso. Verso la fine del XVi secolo le manifatture di maioliche com-pendiarie si diffondono anche il Lombardia: il fenomeno è legato al successo di questi oggetti, che spingemolti maiolicari specializzati a trasferirsi da Faenza per impiantare nuove manifatture. i documenti evidenzianole immigrazioni di artigiani a Lodi, a brescia dal 1557, a bergamo dal 1561, a Mantova dal 1591, da soli o coni propri lavoranti. Una manifattura avviata da un artigiano proveniente da Lodi, e attiva nei primi decenni delSeicento, è impiantata anche a Griante nel 1646, sulla sponda occidentale del lago di Como, in posizione de-centrata25. Sono comunque assenti scarti di fornace di maiolica nei centri urbani lombardi, perlomeno sullabase dei reperti di scavo noti. La sola eccezione è rappresentata da Pavia26: i dati documentari sono qui sup-

806 La Valtellina nei secoli: studi e ricerche archeologiche | a cura di Valeria mariotti

21 Un piccolo repertorio di forme integre in PALVARiNi GObiO CASALi

2002, pp. 38-47.22 Questa produzione influenza anche le manifatture del Modenese edel Ferrarese: GeLiChi 1994, p. 19.23 Le maioliche arcaiche sono generalmente poco attestate in Lombar-

dia: NePOTi 2004, p. 108.24 AMATO, GUALTieRi, FAbbRi 2010, pp. 35-37.25 NePOTi 1992, p. 127.26 NePOTi 2010a, p. 12.

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portati da abbondanti recuperi di scarti sia di prima che di seconda cottura, che testimoniano la produzionedi maioliche compendiarie bianche e anche di tipi analoghi alla produzione savonese, in particolare del tipo“a tappezzeria” e “calligrafico naturalistico”27, quest’ultimo attestato anche in Valtellina nello scavo in PiazzaGaribaldi a Sondrio, insieme al tipo a smalto berettino28 e a brocche compendiarie. il contesto sondriese èl’unico ad aver restituito abbondante maiolica compendiaria; in particolare, via Quadrio ha restituito gli oggettidalle forme più complesse come crespine, coppe a traforo e un versatoio baccellato con decoro a ricami. Perquesti ritrovamenti si ipotizza una produzione già lombarda più che un’importazione da Faenza.

3.3. Terraglia

Diverse sono le presenze di terraglia nel territorio valtellinese. Questo tipo di oggetti, diffusi tra fineXViii e XiX secolo sono attestati in forme aperte come piatti e ciotole, in contesti cittadini caratterizzatida ritrovamenti anche moderni (Sondrio). Fabbriche di terraglie “ad uso d’inghilterra” sono documentate aPavia dal 1780; le manifatture si diffondono in altri centri lombardi nel secolo successivo29.

4. CeRAMiCA D’iMPORTAZiONe

4.1. Ceramica islamica

Frammenti pertinenti a un albarello di produzione egiziana o siriana sono stati trovati a bormio, in Piazzadel kuerc. Si tratta di un contenitore di ceramica a impasto siliceo, dipinto in cobalto e manganese sottovetrina alcalina30. Ritrovamenti di frammenti o frustoli di oggetti di analoga importazione si segnalano a Milanodagli scavi in Sant’eustorgio e da quelli relativi alla linea 3 della metropolitana31. La presenza di questo tipo diceramica è collegata all’importante direttrice di traffico commerciale tra Genova, Milano e il lago di Como32.

4.2. Ceramica a lustro

Parte del fondo di un catino proveniente da Manises (Spagna) e databile all’ultimo quarto del XV secoloproviene dallo scavo di Castel Masegra (Sondrio); si tratta di un tipo di ceramica piuttosto pregiato, chearriva in Lombardia a seguito della lana spagnola attraverso Genova33.

4.3. Elementi da stufa

Gli scavi in Valtellina hanno restituito alcuni elementi frammentari da stufa da riscaldamento in ceramica,pertinenti a classi ceramiche diverse. il sito del castello di Santa Maria di Tirano ha restituito parte di un’olla,in ceramica grezza e priva di rivestimento, dalla caratteristica forma concava e leggermente rastremata; daSondrio, Piazza Garibaldi, provengono alcune piastrelle frammentarie ed elementi di raccordo lineari in ma-iolica bianca e blu e una formella a stampo in ingobbiata e invetriata verde.

5. bORMiO, PiAZZA CAVOUR (kUeRC)

Nel 1995 Piazza Cavour a bormio è stata interessata da lavori di risistemazione del sistema idrico fognarioe ripavimentazione. in questa occasione, in un’area collocata di fronte al Coperto Nuovo (kuerc), sono stateeseguite indagini archeologiche che hanno portato al rinvenimento di due ambienti interrati (vani i e ii) maben conservati di un edificio bassomedievale, che si ipotizza abbandonato a seguito di una alluvione. i reperticeramici rinvenuti sono abbondanti ma generalmente molto frammentati, rendendo spesso difficoltosa la

27 NePOTi 2000b, p. 167.28 Che potrebbe però essere di produzione veneta.29 biAVATi 1988, pp. 100-101.30 La sua datazione è proposta a fine XiV-inizi XV secolo sulla basedi analoghi contenitori, integri, conservati al Museo del Louvre ed

esposti nel nuovo allestimento della sezione islamica.31 NePOTi 1992, p. 127; AGRiPPA beRGeR, VANNiNi 1991, p. 320. 32 Questa via commerciale, a suo tempo, permise la diffusione dei baciniarchitettonici islamici e bizantini nell’area padana: NePOTi 2000b, p. 150.33 NePOTi 2004, p. 108.

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precisazione di forme e decorazioni. Si sono potuti individuare 160 manufatti, circa la metà dei quali appar-tenenti alla classe delle ingobbiate e invetriate monocrome, quasi esclusivamente del tipo a vetrina verde. Le formeattestate sono prevalentemente chiuse e comprendono albarelli, riconoscibili dalla spalla carenata e boccali,anche con versatoio cilindrico a cannello. Sono presenti anche due coperchi per albarello, parzialmente ri-costruibili, uno a calotta semplice e l’altro a carenatura sottolineata da cordone a tacche.

Alla classe delle ceramiche invetriate, in questo caso a vetrina verde scuro, sono riconducibili solo formechiuse con anse a nastro larghe e decorazione a solcature orizzontali sulla spalla, pertinenti a brocche vero-similmente per l’acqua o piccole giare.

La ceramica graffita è presente soprattutto nei tipi “arcaica” e “arcaica tardiva”, per quanto le dimensionidei frammenti non permettano distinzioni nette. Le forme attestate sono sia aperte che chiuse, queste ultimeprevalenti: boccali con foglie polilobate o rombi tagliati in croce entro cornice a lobi o, nelle ciotole e nei ca-tini, sulle pareti entro quartieri. La graffita più tarda è testimoniata da un frammento di fondo di ciotola conbusto femminile (rinascimentale) e un piatto e alcuni frustoli con particolari ribassati a stecca. i piedi sonoa disco, di tradizione lombarda.

Per quanto concerne la maiolica, si registrano quattro frammenti pertinenti a forme chiuse (boccali e al-barelli) in maiolica arcaica, a bande o a treccia in verde e manganese o a decorazione non precisabile in co-balto e manganese. La maiolica più tarda consiste in pochi reperti isolati, ma un frammento pertinente afondo di boccale riporta parte di una sigla incisa a cotto (Fig. 3; Tav. i.7).

Caratteristica distintiva dello scavo in Piazza Cavour è la presenza di sette fondi graffiti a cotto, seppuremutili e conservati su piccoli frammenti e quindi di difficile attribuzione a un contenitore specifico. Si ipotizzache appartengano ad albarelli o boccali con versatoio, in ceramica ingobbiata e invetriata. hanno caratteri-stiche diverse dai monogrammi quali segni di proprietà riconoscibili su ceramiche prevalentemente diffusein monasteri femminili; potrebbe trattarsi di cifre, riferibili a pesi o al costo del contenuto34 (Tav. i).

Particolare risulta inoltre la presenza di tre frammenti di ceramica a pasta silicea e vetrina alcalina (Fig. 6), diproduzione egiziana, databile tra fine XiV e inizi XV secolo. il frammenti rinvenuti sono riconducibili allaspalla e all’orlo di un albarello. La decorazione, in cobalto e manganese, è geometrica. Questo tipo di contenitoreviaggiava con il proprio contenuto, solitamente spezie anche necessarie alla farmacopea, preziose per l’epoca.

Per le tipologie ceramiche rinvenute, la cronologia dello scavo si attesta tra la fine del XiV secolo e gliinizi o i primi decenni del XVi. A un periodo compreso tra la fine del Trecento e la prima metà del Quat-trocento fanno riferimento le graffite arcaiche, le maioliche arcaiche e il frammento di ceramica siriana (al-barello), pertinenti prevalentemente a boccali, ai quali si accompagnavano, se presenti, ciotole e taglieri inlegno, deperibili e quindi non conservati. Le graffite arcaiche, prodotte nella Lombardia occidentale a partiredalla metà del XiV secolo, circolano ampiamente nei territori viscontei, come bormio, che si trova sottol’influenza dei Visconti dal 1350. Verso la metà del XV secolo si diffonde la ceramica graffita del tipo “tar-divo”, qui attestata in forme sia chiuse che aperte. Le ceramiche della tipologia ingobbiate e invetriate in mono-cromia verde35 (ma sono presenti anche alcuni esemplari in giallo) sono anch’esse molto diffuse in arealombarda. La letteratura archeologica le colloca cronologicamente a partire dalla fine del XV secolo, con unincremento nel corso del XVi. Sono spesso accompagnate da brocche di grandi dimensioni del tipo invetriatoverde scuro, privo di ingobbio. Nelle indagini archeologiche condotte nella piazza del kuerc, ingobbiate einvetriate si attestano in tutte le unità stratigrafiche individuate. Forse non è estranea alla frantumazione deireperti l’invasione e il saccheggio da parte della Lega dei Grigioni nel 148736; una disastrosa alluvione è ri-cordata dalle cronache nel 152037. Considerando la prevalente quantità di albarelli, boccali, anche con cannelloversatore e cifre graffite a cotto sotto il fondo, e considerando anche il ritrovamento, piuttosto raro, di unalbarello di produzione di area siriana/egiziana, si ipotizza che i due vani oggetto di scavo ospitassero labottega di uno speziale, magari l’area destinata alla preparazione di medicamenti o alla lavorazione delleerbe, presupponendo un ambiente destinato alla vendita e al rapporto con i clienti nello spazio superiore,

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34 Non è inusuale trovarne su albarelli. i cataloghi di case d’aste, comead esempio Pandolfini (Firenze), hanno spesso una sezione dedicataalle maioliche tardomedievali e rinascimentali. esaminando le foto re-lative al fondo degli albarelli, si notano graffiti simili su alcuni di essi.35 Alcuni esempi di albarelli (con cordonatura alla spalla, però) e diboccali con versatoio invetriate monocrome verdi in MeNOTTi, MU-

NARiNi 2004, p. 272 e sgg. 36 Nel 1487 i Grigioni invadono bormio, saccheggiano e incendianole case, abbattono le torri. Cfr. beSTA 1945.37 PeDRANA 2004, p. 22.

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direttamente sulla piazza38. il vano ii è caratterizzato dalla presenza di un focolare, a lato del quale è stataritrovata una struttura quadrangolare, in muratura, forse un banco da lavoro.

i reperti sono presentati nella sequenza stratigrafica, che consiste in poche unità: US 187 (vano i) e US182 (vano ii) corrispondono, nella relazione di scavo, allo strato sottostante l’effettivo piano di calpestio deidue vani39, costituito da assi inchiodate ortogonalmente a travi di appoggio. L’interstizio tra le assi ha con-sentito ai “rifiuti” di depositarsi nello spazio sottostante. L’unità stratigrafica 166 corrisponde al depositoalluvionale, che copre il pavimento. All’indagine archeologica all’interno dei due vani si aggiungono duesaggi esplorativi (saggio 3 e saggio 4) effettuati all’esterno del perimetrale nord.

US 18740

1. Cinque frr. contigui pertinenti a boccale in graffita arcaica. Della decorazione rimane parte del medaglione centralecon cornice di lobi a girandola, sovradipinto in giallo ferraccia e verde ramina. interno con marcate linee di tornitura.

38 Tra il XV e gli inizi del XVi secolo fonte di reddito per il comunedi bormio sono le botteghe (stationes) di proprietà municipale, costruitesotto il coperto nella piazza principale. Tra di esse vi è anche l’apotheca,cioè la spezieria, strettamente controllata da parte dell’autorità comu-nale affinché non difettassero le spezie e fossero mantenute in condi-zioni di poter servire. il comune inoltre stipendia il medico condotto(fisicus) e il barbiere-flebotomo. Cfr. beSTA 1945, p. 186.

39 i due vani sono in uso contemporaneamente.40 La suddivisione di US 187 in aree più piccole distinte da lettere del-l’alfabeto (a, b, c, d) è stata fatta in ausilio agli operatori al momentodello scavo, ma si tratta di un’unica unità stratigrafica (187). Lo studiodel materiale ha infatti evidenziato numerosi attacchi fra frammentiprovenienti da aree/lettere diverse.

Tav. i. Bormio, piazza del Kuerc: incisioni graffite a cotto (2-7) e impresse a crudo (1).La numerazione dei pezzi nelle tavole si riferisce alla numerazione dei pezzi in catalogo.

12

34

5

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7

Fig. 1. Bormio, piazza del Kuerc: graffita arcaica (1, 24); graffita con particolariribassati a stecca (3).

Fig 2. Bormio, piazza del Kuerc, graffita arcaica.

1

243

0 3 cm

0 5 cm 0 5 cm

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Fine XiV- inizi XV secolo. Fig. 1.1.St. 2014.30.111.Misure: 7,5x3,5 cm.

2. Ciotola frammentaria, graffita arcaica tardiva, emisferica con piede a disco poco accennato, concavo, orlo verticaleingrossato. Decorata nel medaglione sul fondo da quattro foglie in croce raccordate da cunei e sulle pareti da foglie atre lobi con nervature, entro scomparti. Dipinta in giallo ferraccia e verde ramina diluiti. Vetrina giallina. esterno in-vetriato. Prima metà XV secolo. Fig. 2.St. 2014.30.112.Misure: diam. 22 cm, diam. piede 9,5 cm, h. 11 cm.

3. Piatto graffito a stecca, parzialmente ricostruito da quattro frr; cavetto poco profondo con tesa indistinta e orlo ag-gettante. Decorato da cornice a dentelli entro banda dipinta in giallo ferraccia e triangoli pendenti sotto l’orlo sotto-lineato da banda dipinta in verde ramina. esterno privo di rivestimento. Fine XV-inizi XVi secolo. Fig. 1.3.St. 2014.30.113.Misure: 6x3,5 cm.Cfr. MeNOTTi, MUNARiNi 2004, p. 176, nn. 51 e 52; MAGNANi, MUNARiNi 1998, p. 284, nn. 349 e 351.

4. Sette frr. di probabile albarello in maiolica. Della decorazione sopravvive un motivo a coda di rondine in blu entrofilettature blu e azzurro presso il piede. Produzione di area romagnola, seconda metà XV secolo. Fig. 3; Tav. i.7.St. 2014.30.114.

US 187a

5. Piccolo fr. pertinente a forma chiusa in maiolica arcaica. Della decorazione sopravvive solo parte di una banda inazzurro. Smalto opaco, poco coprente, impasto color rosa chiaro. Prima metà XV secolo. Fig. 4.5.St. 2014.30.115.

US 187b

6. boccale, frammento di fondo e parete. ingobbiata e invetriata monocroma gialla. Corpo rastremato e piede a discodistinto. Sul fondo, sigla graffita a cotto. Seconda metà XV-inizi XVi secolo. Fig. 5.6; Tav. i.6.St. 2014.30.116.

7. Albarello, ingobbiata e invetriata monocroma verde. Due frr. pertinenti a spalla carenata e orlo verticale. Vetrinaverde scuro. Fine XV- inizi XVi secolo. Fig. 5.7.St. 2014.30.117.

8. boccale con versatore a cannula, ingobbiato e invetriato monocromo verde. Sei frr. pertinenti a parete, spalla arro-tondata e versatore cilindrico. Vetrina verde chiaro. Fine XV-inizi XVi secolo. Fig. 5.8.St. 2014.30.118.

US 187c

9. Tre frammenti pertinenti a orlo e spalla di albarello a impasto siliceo. La decorazione, di tipo geometrico, è dipinta

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Fig. 3. Bormio, piazza delKuerc, maiolica policroma.

Fig. 4. Bormio, piazza delKuerc: graffita arcaica (11-13), maiolica arcaica (5,10), frr. isolati pertinenti agraffita arcaica (senza nu-mero).

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12

10 5

130 3 cm 0 5 cm

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in blu cobalto e nero manganese sotto vetrina alcalina. L’impasto è bianco rosato, molto tenero e granuloso, ricco diquarzo ben distribuito e abbondanti vacuoli. Fig. 6.L’impasto siliceo, composto da quarzo, vetro macinato e poca argilla bianca caratterizza una serie di contenitori prodottiin un’area compresa tra iran, Siria ed egitto a partire dall’Xi secolo. in particolare, questo albarello afferisce alla pro-duzione egiziana di XiV-XV secolo, utilizzato e probabilmente commercializzato come contenitore di spezie o erbead uso farmaceutico41.St. 2014.30.119.Misure: 4x4,5 cm e 3x2 cm.

10. Fr. pertinente a orlo di boccale in maiolica arcaica, aggettante, decorato da linea in manganese e motivo a trecciaverde ramina sotto l’orlo. Smalto coprente, colore grigio; impasto arancio, duro. Fig. 4.10.St. 2014.30.120.Misure: 4x4,6 cm.

11. boccale in graffita arcaica tardiva, quattro frr. del bordo. Motivi vegetali entro settori. Prima metà XV secolo. Fig.4.11.St. 2014.30.121.

US 187d

12. Ciotola emisferica a listello, graffita arcaica tardiva, due frr. contigui pertinenti a parete e orlo verticale ingrossato.Decorazione a motivo vegetale sul fondo, sovradipinto in verde ramina e giallo ferraccia molto diluiti. esterno inve-triato. Prima metà XV secolo. Fig. 4.12.St. 2014.30.122.Misure: diam. 14 cm.

13. boccale, graffita arcaica tardiva. Cinque frr. pertinenti a parete ovoide. Della decorazione rimane parte del meda-glione ventrale e partizioni a bande doppie, sovradipinto in verde ramina e giallo ferraccia molto diluiti. Prima metàXV secolo. Fig. 4.13.St. 2014.30.123.Misure: dimensioni massime conservate 6,3x5 cm.

14. Sette frr. pertinenti ad albarello ingobbiato e invetriato monocromo con carenatura alla spalla e verso il piede, orloispessito e modanato. Vetrina verde anche all’interno. Fine XV-inizi XVi secolo. Fig. 8.14.St. 2014.30.124.Misure: diam. 11 cm.

15. Due frr. pertinenti a fondi di albarello o boccale con sigle frammentarie: a) lettera V impressa a crudo; b) due lineeparallele intersecate da una terza obliqua graffite a cotto. Fig. 7.15a-b; Tav. i.1-2.St. 2014.30.125 (a) e St. 2014.30.126 (b).

41 MAkARiOU 2012, p. 158.

Fig. 5 (a sinistra). Bormio, piazza delKuerc: ingobbiata e invetriata mono-croma gialla (6), ingobbiata e invetriatamonocroma verde (7-8).

Fig. 6 (a destra). Bormio, piazza delKuerc, ceramica a impasto siliceo.

6 7

8

0 5 cm 0 3 cm

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US 182

16. Albarello, ingobbiato e invetriato monocromo verde, dodici frr. solo in parte contigui. bordo diritto con orlo ag-gettante, spalla carenata, piede a disco distinto. Vetrina verde anche all’interno. Fine XV- inizi XVi secolo. Fig. 9.St. 2014.30.127.Misure del fr. più grande (parete): 8x10 cm.

17. Fondo pertinente all’albarello n. 16, parzialmente ricostruito da quattro frammenti e rivestito internamente divetrina verde. Sotto il piede, sigle o numeri incisi a cotto. Fine XV-inizi XVi secolo. Fig. 9; Tav. i.3.St. 2014.30.128.Misure: diam. residuo 7,5 cm.

18. Ciotola, graffita rinascimentale, fr. pertinente al fondo. Forma svasata con piede a disco distinto. Decorata da bustofemminile rivolto a sinistra, con capelli raccolti in una reticella. Sulla destra albero e mezza rosetta su sfondo puntinato.Rivestimento perso, del colore originario rimane in parte il verde ramina. Seconda metà XV secolo. Fig. 10.18.St. 2014.30.129.

19. Ciotola graffita rinascimentale, fr. pertinente al fondo. Forma svasata, con piede a disco. Decorata sul fondo dabusto femminile volto a sinistra su siepe a graticcio, sfondo non rotellato ma con mezza rosetta. Sovradipinto in gialloferraccia, verde ramina, e blu cobalto (abito e mezza rosetta). ingobbiata e invetriata anche all’esterno. Seconda metà-fine XV secolo. Fig. 10.19.St. 2014.30.130.

20. Fr. pertinente a forma chiusa (albarello?) in maiolica con decoro in blu cobalto. impasto rosa molto chiaro, poroso.Fine XV-inizi del XVi secolo. Fig. 12.20.

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Figg. 7-8. Bormio, piazza del Kuerc. A sinistra, graffiti a cotto. A destra: ingobbiata e invetriata bianca (21), ingobbiata e invetriata verde (14, 23),frr. isolati pertinenti a ingobbiata e invetriata verde (senza numero).

Fig. 9. Bormio, piazza del Kuerc, in-gobbiata e invetriata monocroma verde(16+17).

Fig. 10. Bormio, piazza del Kuerc:graffita rinacimentale (18, 19), ingob-biata e invetriata monocroma verde(22).

15a28

15b 30

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St. 2014.30.131.Misure: 2,2x2,5 cm.

US 166

21. boccale, ingobbiato e invetriato bianco, sette frammenti contigui solo in parte. Forma ovoide con ansa a nastro.Potrebbe anche trattarsi di un’ingobbiata dipinta. Seconda metà XV-inizi XVi secolo. Fig. 8.21.St. 2014.30.132.Misure residue della parte ventrale 8x7,8 cm; largh. ansa 3 cm.

22. Albarello, ingobbiato e invetriato monocromo, sette frr. solo in parte contigui. Spalla carenata e orlo verticale sa-gomato. Vetrina verde lucida, anche all’interno. Fine XV-inizi XVi secolo. Fig. 10.22.St. 2014.30.133.

23. Coperchio, ingobbiato e invetriato monocromo verde, parzialmente ricomposto da quattro frr. contigui. Formacarenata con orlo aggettante, con cordone a tacche sulla carenatura. Vetrina verde. interno privo di rivestimento. FineXV-inizi XVi secolo. Fig. 8.23.St. 2014.30.134.Cfr. MeNOTTi, MUNARiNi 2004, p. 270.

24. Fondo pertinente a ciotola emisferica del tipo graffita arcaica, con leggera carenatura e piede a disco. Decorata sulfondo da foglia a tre lobi e doppi archetti negli spazi di risulta entro corona di lobi a girandola, graffiti in alternanza.Dipinta in giallo ferraccia e verde ramina diluiti. esterno ingobbiato e invetriato e suddiviso in quartieri. inizi-primametà XV secolo. Fig. 1.24.St. 2014.30.135.Misure: diam. piede 6 cm.

25. Fondo e parete di ciotola emisferica con piede a disco, del tipo graffita arcaica. Decorata sul fondo da foglia po-lilobata con peduncolo e rombo tagliato in croce al centro, entro banda. Le pareti sono ripartite in settori con unrombo tagliato in croce. Colori: giallo ferraccia e verde ramina. esterno invetriato. Prima metà del XV secolo. Fig.11.25.St. 2014.30.136.Misure: piede 6,2 cm.

26. Fondo frammentario di ciotola emisferica con piede a disco distinto, del tipo graffita arcaica tardiva. il fondo,entro cornice a banda, è quadripartito da un segno a croce e ogni spazio di risulta è decorato da quatto rombi tagliatiin croce; pareti ripartite a settori con rombi tagliati in croce. Graffito approssimativo, sovradipinto in giallo ferracciae verde ramina. esterno invetriato. Metà XV secolo. Fig. 11.26.St. 2014.30.137.Misure: diam. piede 5,8 cm.

Fig. 11. Bormio, piazza del Kuerc: graffita arcaica (25-26), ingobbiata e invetriata monocroma verde (27).

Fig. 12. Bormio, piazza del Kuerc: maiolica arcaica (29),maiolica (italo moresca?) (20).26

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27 29

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0 5 cm 0 3 cm

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27. Nove frr. non contigui pertinenti a orlo, pareti e ansa di boccale ingobbiato e invetriato monocromo verde, diforma ovoide con leggera carenatura, ansa con attacco fuso. Rivestito di vetrina verde scuro anche all’interno. iniziXVi secolo. Fig. 11.27.St. 2014.30.138.Misure: largh. ansa 3 cm.

Saggio 3

28. Fondo frammentario pertinente a forma chiusa, invetriato internamente, vetrina incolore. Sulla superficie esterna,sigla graffita a cotto, frammentaria. Fig. 7.28; Tav. i.4.St. 2014.30.139.Misure: diam. 9,5 cm.

29. Fr. pertinente a boccale o albarello in maiolica arcaica, decorato a bande verticali in verde ramina e bruno manga-nese. Smalto tendente al grigio, coprente e compatto. interno invetriato, scanalature poco marcate. impasto colorarancio rosato con schiarimento a beige, duro. Seconda metà del XiV secolo. Fig. 12.29.St. 2014.30.140.Misure: 4x3 cm.

Saggio 4

30. Fr. pertinente a fondo di probabile ingobbiata e invetriata monocroma gialla, forma chiusa. il fr. conserva partedi un graffitto a cotto sulla superficie del fondo. Fine XV-inizi XVi secolo. Fig. 7.30; Tav. i.5.St. 2014.30.141.

6. CASTeLLO DeLL’ACQUA

L’area del Castello, ubicato su un dosso a monte della Piazza del Comune, è stata oggetto di ricerche disuperficie e di indagini archeologiche nel 1995. Sono stati effettuati sia saggi di scavo di limitate dimensioniche indagini in estensione in due ambienti, ma le ricerche hanno prodotto solo trentadue frammenti di ce-ramica postmedievale, la maggior parte dei quali pertinenti a forme aperte e collocabili tra il XViii e il XiXsecolo. Non è possibile precisare le forme. Si tratta di ceramiche da mensa afferenti a varie tipologie: sonopresenti due frammenti di ciotola invetriata con decori in manganese, ingobbiata e dipinta in filettature inbruno, databile al XX secolo, un fondo pertinente a ciotola invetriata marrone cupo di XViii secolo, e diversiframmenti e frustoli di maiolica bianca, generalmente frazioni di tesa, pareti e fondi pertinenti a piatti e cio-tole. in questo contesto generale si collocano due eccezioni: si tratta di due boccali in ingobbiata e graffita,parzialmente ricostruiti, riferibili al tipo “arcaica tardiva”, provenienti da US 200.

1. boccale, parzialmente ricostruito da dieci frr. Corpo ovoide su alto piede, decorato nella parte ventrale da rombotagliato in croce e doppi archetti su ogni lato. Distacco quasi totale del rivestimento, sia dell’ingobbio che della vetrina,

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Fig. 13. Castello dell’Acqua, graffitaarcaica.Tav. ii. Castello dell’Acqua, graffita ar-caica.

21

0 5 cm

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rimangono alcune tracce di giallo ferraccia e verde ramina. All’interno, invetriato, evidenti costolature da tornitura.Prima metà del XV secolo. Fig. 13.1; Tav. ii.St. 2014.48.03.Misure: diam. piede 10,5 cm, h. residua 11,5 cm.

2. boccale, sette frr. pertinenti a bordo di forma ampia e beccuccio versatore. La decorazione è organizzata, sottol’orlo sottolineato da due linee graffite, su scomparti contenenti foglie lobate e nervate. il disegno è approssimativo;colori: giallo ferraccia e verde ramina diluiti e distribuiti a rapidi tocchi. Verso la metà del XV secolo. Fig. 13.2.St. 2014.48.04.

7. COLORiNA, ChieSA Di SAN beRNARDO

La chiesa di San bernardo a Colorina è stata oggetto di indagine archeologica nell’estate del 2004; loscavo ha interessato l’interno della chiesa, e ha evidenziato come navata e presbiterio siano stati interessatida modifiche strutturali a più riprese nel corso del tempo. Di questa attività, per quanto concerne la ceramicapostmedievale, è rimasta poca traccia: i reperti raccolti sono infatti cinque, pertinenti a forme aperte, allostato di frammenti di piccole dimensioni; si tratta di tre frammenti di ceramiche ingobbiate e invetriate mo-nocrome e di due frammenti pertinenti a maiolica, tutti riconducibili a XVii o XViii secolo.

8. GROSiO, CASTeLLO Di SAN FAUSTiNO

il castello di San Faustino a Grosio, detto anche Castello Vecchio, è stato interessato da scavi archeologicia più riprese tra il 2000 e il 2012. Pochi frammenti ceramici provengono da strati maceriosi conseguenti alcrollo delle strutture del castello a seguito di abbandono e distruzione del castello stesso (fase Vi); la ceramicaingobbiata e graffita è presente con un frammento di catino del tipo “graffita arcaica tardiva”, databile allaseconda metà del XV secolo, e con piatti frammentari decorati da amorino contornato da spiralette, conpiede ad anello, collocabili nel XVii secolo. entrambi sono sovradipinti in giallo ferraccia e verde ramina.La ceramica ingobbiata e dipinta che imita la maiolica è attestata da un boccale frammentario con decoro“alla porcellana” in bianco e blu, la cui datazione si colloca dalla metà del XVi secolo.

9. GROSiO, CASTeLLO NUOVO

Nel 2006 e nel 2009 l’area del Castello Nuovo di Grosio è stata interessata da indagini archeologiche inprevisione di lavori di restauro e conservazione del castello stesso. La ceramica postmedievale è qui attestatain pochi frammenti provenienti dal crollo del limite settentrionale del vano C (US 678C), uno dei cinquevani distinti in fase di scavo: si tratta di ceramica ingobbiata e invetriata gialla e di un frammento di ciotolagraffita; per entrambi la cronologia non è puntualizzabile a causa delle dimensioni ridotte.

10. LiViGNO, ORATORiO DeL SANTO ROSARiO

Un’indagine archeologica a seguito di interventi di ristrutturazione ha interessato nel 2008, l’Oratorio delSanto Rosario a Livigno. Lo scavo ha restituito solo due frammenti di ceramica rivestita, da US 44. Si trattadi forme aperte, verosimilmente piccoli catini con orlo ripiegato all’esterno, invetriati l’uno in verde e l’altroa vetrina marrone chiaro. in entrambi i casi la perdita del rivestimento rende difficile l’identificazione e ladatazione può essere proposta al XVii secolo.

11. SONDRiO, CASTeL MASeGRA

Tra il 1996 e il 2012 il sito del fortilizio che dominava il borgo di Sondrio è stato oggetto di indagini ar-cheologiche. L’area interessata dallo scavo corrisponde al primo cortile del Castello, già a suo tempo oggettodi interventi di epoca contemporanea che hanno fortemente disturbato il deposito archeologico e asportatoampie porzioni di stratigrafia.

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i manufatti ceramici postmedievali rinvenuti non sono quantitativamente rilevanti e provengono da gia-citure secondarie, con materiale eterogeneo in ogni unità stratigrafica, a coprire un intervallo di tempo cheva dalla fine del XiV al XiX secolo. i materiali sono frammentari e forme e decorazioni non precisabili. Laclasse più rappresentata è l’invetriata da cucina o dispensa, con ciotole a vetrina marrone, svasate con piede adisco o ad anello, e alcuni catini. Presenti alcuni esemplari, di cui si conserva solo il fondo, a vetrina nera da-tabili al XiX secolo. Sono attestate anche forme da fuoco, come le teglie a fondo leggermente concavo,forse accompagnate da coperchi ad aletta verticale, dello stesso diametro, anch’essi invetriati e in un casodecorati a macchie di manganese. Gli impasti variano dal rosso all’arancio scuro e sono ricchi di quarzo emica. Nel complesso, si tratta di materiali la cui datazione si colloca tra XVii e XiX secolo.

Alla classe delle ingobbiate da mensa afferiscono alcuni frammenti isolati o in numero esiguo: graffite poli-crome del XVii secolo, ingobbiate e dipinte che imitano la maiolica, e parte della tesa di una ciotola in graffitaarcaica (fine del XiV secolo), dal decoro accurato costituito da graticcio a punta intervallato da segmenti ver-ticali. L’esterno è diviso a quartieri da bande sovradipinte in verde ramina. Si è rinvenuto anche un frammentodi piatto a tesa pertinente al tipo con fondo ribassato a stecca, con decorazione a tralcio vegetale forse in mo-nocromia, già presente nei reperti del Castello di Santa Maria di Tirano, e databile alla fine del XV secolo.

Al XViii-XiX secolo sono pertinenti alcune maioliche bianche e terraglie, di cui si conserva solo il fondo oparte dell’orlo, e ciotole ingobbiate e dipinte con caratteristici decori geometrico-floreali in ocra, bruno everde, anch’esse frammentarie.

Di notevole rilevanza il rinvenimento di parte del fondo di un catino di grandi dimensioni, a lustro, pro-duzione di Manises (Spagna del Sud), decorato a speroni e bande graticciate a compartimenti radiali. Al cen-tro, uno scudo quadripartito alle insegne di “castilla y leon” (Tav. iii.11).

11.1. Ceramica invetriata da fuoco e da cucina

1. Frr. pertinenti a pentola da fuoco. Forma ampia e pareti basse con insellatura per l’appoggio del coperchio, paretipoco spesse. invetriata solo all’interno. All’esterno, tracce di affumicatura. XVii-XViii secolo. St. 2014.16.14.Provenienza: US 110.

2. Coperchio frammentario con cavo poco profondo, insellatura per appoggio e orlo ingrossato e arrotondato. Vetrinasolo all’esterno. XVii-XViii secolo. Tav. iii.2.St. 2014.16.15.Misure: diam. ricostruito 28 cm.Provenienza: US 110.

3. Coperchio, fr. pertinente alla presa, forata ma non passante. interno invetriato e decorato da tocchi di pennello inbruno manganese. esterno non rivestito. XVii-XViii secolo. Tav. iii.3.St. 2014.16.16.Provenienza: US 110.

4. Due frr. pertinenti a fondo e orlo di piccola olla di forma globulare, apoda, con orlo estroflesso con alloggio percoperchio. invetriata all’interno. esterno privo di rivestimento ma con tracce di affumicatura molto evidenti. XVii-XViii secolo. Tav. iii.4.St. 2014.16.17.Misure: diam. fondo 6,5 cm.Provenienza: US 110.

5. Catino frammentario, troncoconico con fondo piano e mancante dell’orlo. Rivestito di vetrina verde anche al-l’esterno. XVii-XViii secolo.St. 2014.16.18.Misure: diam. 20 cm, h. residua 12 cm.Provenienza: US 120.

6. Fondo pertinente a ciotola con piede ad anello rilevato. Rivestito di vetrina nera su tutta la superficie. XiX secolo.Tav. iii.6.St. 2014.16.19.Misure: diam. piede 6,5 cm.Provenienza: US 110.

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11.2. Ceramica ingobbiata

7. Fondo frammentario pertinente a forma aperta su piedistallo (coppa?) con decorazione marmorizzata ad imitazionedell’agata. XiX secolo. Tav. iii.7.St. 2014.16.20.Misure: diam. residuo piede 4,5 cm.Provenienza: US 110.

8. Fr. pertinente ad ampia ciotola a campana con orlo estroflesso e arrotondato e piede appena accennato. Decorazionevegetale stilizzata dipinta in verde, rosso e marrone. esterno privo di rivestimento. XViii-XiX secolo. Tav. iii.8.St. 2014.16.21.Misure: diam. piede 10,5 cm.Provenienza: US 110.

9. Fr. pertinente a piatto a parete obliqua e tesa indistinta, piede ad anello. Della decorazione, poco leggibile e ottenutacon particolari ribassati a stecca, rimane un serto a foglie contrapposte. Vetrina gialla. esterno ingobbiato e invetriatoin giallo fino al piede. Fine XV-inizi XVi secolo. Tav. iii.9.St. 2014.16.22.Misure: diam. piede 8 cm.Provenienza: US 200.

11.3. maiolica

10. Fr. pertinente a piede distinto e sagomato, forse di boccale. Rivestito di maiolica bianca. XVii secolo. Tav. iii.10.St. 2014.16.23.Misure: diam. piede 8 cm.Provenienza: US 110.

11.4. Terraglia

11. Fondo pertinente a ciotola in terraglia bianca con profondo piede ad anello svasato internamente e tracce di pitturablu. XiX secolo. Tav. iii.11.

Tav. iii. Sondrio, Castel masegra: invetriata (2-7), ingobbiata e dipinta (8),graffita ribassata a stecca (9), maiolica compendiaria (10), terraglia (11), ma-iolica a lustro (12).

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St. 2014.16.24.Misure: diam. piede 8 cm.Provenienza: US 110.

11.5. Lustro

12. Fondo frammentario, apodo, pertinente a catino rifinito a lustro. Decorato al centro da uno scudo quadripartitoalle insegne di “castilla y leòn” entro speroni e bande graticciate a compartimenti radiali. esterno decorato a bande con-centriche. impasto duro, arancio con evidente schiarimento superficiale giallo chiaro con inclusi abbondante chamotte,quarzo e mica. Ultimo trentennio XV secolo o inizi del XVi. Tav. iii.12.St. 2014.16.25.Misure: 16x17,5 cm.Provenienza: privo di indicazione di US. Cfr. Céramique 2007, p. 65, fig. 29.

12. SONDRiO, PiAZZA CAMPeLLO

Piazza Campello a Sondrio è stata oggetto di indagini archeologiche tre il 2009 e il 2010, a seguito dilavori di riqualificazione della piazza. Sono state rinvenute strutture facenti parte delle mura medievali e restidi due edifici di culto, pertinenti a tre distinte fasi. in particolare, alla terza fase fanno riferimento i repertiqui presentati, recuperati dai livellamenti della chiesa del Suffragio (US 73) e dallo svuotamento di due am-bienti identificati come la cripta della chiesa (US 76 vano D) e un ambiente di accesso alla stessa (USS 73vano C, 74 vano C, 75 vano C). i due vani risultano colmati nel 1805, quando la chiesa cambia destinazioned’uso diventando Archivio Notarile.

Le ceramiche postmedievali rivestite sono testimoniate in questo scavo da 147 oggetti, molto frammentatia causa delle modalità di deposizione: spesso il grado di frammentazione non permette di determinare formao dimensioni con precisione, né le decorazioni; questa caratteristica riguarda tutte le classi ceramiche reperitenello scavo.

12.1. Ceramiche invetriate da dispensa e da cucina

il gruppo delle ceramiche invetriate da dispensa e da cucina è rappresentato da pochi manufatti, generi-camente inquadrabili tra XVii e XViii secolo. Sono attestati un fondo annerito pertinente a padella connumerosi fori di riparazione, basse teglie a fondo piatto anche con prese orizzontali, alcuni frammenti dicoperchi con vetrina verde chiaro, e un unico catino a maculazione verde. Fra i coperchi, un frammento èdecorato tipo taches noires, a vetrina bruna con colature marrone scuro42. Le teglie presentano una decorazionea pettine sotto l’orlo, orizzontale o con andamento curvilineo.

12.2. ingobbiate e dipinte

Le ceramiche ingobbiate e dipinte rappresentano il 12% del totale e documentano quasi esclusivamenteforme aperte quali ciotole e piattelli databili tra la seconda metà del XVii e il XViii secolo. i decori si ridu-cono a semplici linee sotto l’orlo e a motivi geometrici e floreali stilizzati al centro, dipinti in verde, giallo ea volte con filettature in viola. Spesso si rilevano abrasioni dovute all’utilizzo prolungato di utensili da cucina.i piedi sono a disco.

1. Ciotola svasata con orlo verticale arrotondato e piede a disco distinto. Decorata da fiore a petali dipinto in verde.Abrasioni dovute all’uso sul fondo. Fine XVii secolo. Tav. iV.1; Tav. V.1.St. 2014.20.11.Misure: diam. piede 7,8 cm, h. 7,5 cm, diam. 20 cm.Provenienza: US 75C. il fr. della tesa proviene da US 73.

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42 Si veda MiLANeSe, biAGiNi, VeNTURA 1994, part. p. 351, fig. 7.

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12.3. ingobbiate e graffite monocrome

Le ceramiche ingobbiate e graffite monocrome sono ben attestate nello scavo di piazza Campello. Sitratta per lo più di forme aperte da mensa, decorate da fiori o motivi geometrici stilizzati, con piede adanello. La vetrina è gialla o bruna-marrone (“lionata”). Presente anche una tazza, frammentaria, con piccolaansa, e una fiasca da viaggio. Due soli oggetti afferiscono al tipo invetriato verde: un boccale, ma con rive-stimento quasi totalmente perso, e una ciotola con decorazione interamente tracciata a stecca, unico ma-nufatto di questo tipo in tutto lo scavo. Nel complesso, si tratta di oggetti riconducibili al XVii e XViiisecolo.

Alle stesse forme delle ingobbiate e graffite monocrome sono pertinenti anche alcune ciotole ingobbiatee invetriate, che delle graffite condividono anche il tipo di rivestimento a vetrina marrone e il piede a disco.

2. Ciotola svasata con fondo concavo, orlo verticale e piede a disco. Decorata da elementi vegetali molto approssimativie rivestita da vetrina marrone su ingobbio sottile e molto diluito. Fine XVii-XViii secolo. Tav. Va.2; Tav. iV.2.St. 2014.20.12.Misure: diam. piede 7 cm, h. 5,5 cm, diam. 15,5 cm. Provenienza: US 75 C.

3. Ciotola emisferica con piede a disco. Decorata sul fondo da ramo fiorito. Vetrina bruno-marrone. impronta trian-golare del treppiede di cottura sotto il fondo. Seconda metà XVii-XViii secolo. Tav. Va.3.St. 2014.20.13.Misure: diam. piede 7 cm.Provenienza: US 76 D.

4. Tazza frammentaria. Forma a campana con orlo estroflesso, piccola ansa verticale, a sezione cilindrica, forse residuadi due. Graffita sul fondo da motivo non leggibile e da due linee concentriche sotto l’orlo. Vetrina gialla. Secondametà XVii-XViii secolo. Tav. Va.4; Tav. iV.4.St. 2014.20.14.Misure: diam. ricostruito 10 cm, h. 4,5 cm, h. dell’ansa 2,2 cm.Provenienza: US 76 D.Un confronto, per la forma, in PALVARiNi GObiO CASALi 2002, p. 147, fig. 144.

5. Ciotola svasata con piede a disco e modanature da tornio sulla superficie esterna. Decorata da motivo centrale aquattro petali stilizzati e con nervature. Vetrina gialla. Fine XVii secolo. Tav. Va.5.St. 2014.20.15.Misure: diam. piede 6,8 cm.Provenienza: US 73.

6. Ciotola svasata con orlo assottigliato, piede a disco e modanature da tornio sulla superficie esterna. Decorata datralcio floreale graffito a stecca. Due filettature e tratti curvi sotto il bordo. invetriata verde. Prima metà XVii secolo.Tav. Va.6; Tav. iV.6.St. 2014.20.16.Misure: diam. piede 6,7 cm, h. 6,5 cm, diam. 18 cm.Provenienza: US 76 D.

7. Due frr. contigui pertinenti a fiasca da viaggio. Spalla poco squadrata, ansa passante a sezione rettangolare. Duelinee graffite parallele tra spalla e collo. Rivestita di vetrina di colore bruno. Prima metà XVii secolo. Tav. Va.7.St. 2014.20.17.Misure: 13,5x9 cm.Provenienza: US 74 C.

12.4. ingobbiata e graffita policroma

Le ceramiche di questa tipologia costituiscono il 28% del rinvenimento, attestandosi così come la classepiù numerosa rappresentata in Piazza Campello. Come le dipinte e le invetriate, mostrano in alcuni casi segnie abrasioni dovuti all’uso costante di utensili da cucina, come cucchiai e coltelli. Tra le forme, aperte, dominala ciotola svasata, ma sono presenti anche piatti a pareti dritte e svasate e piattelli con basso cavetto distintoe tesa. in generale, non si discostano dal repertorio delle forme già individuate per la Lombardia per il XVii

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Tav. iV. Sondrio, piazza Campello: ingobbiata dipinta (1), ingobbiata e graffita monocroma marrone (2, 4), ingobbiata e graffita monocroma verde(6), maiolica (18), maiolica, fondo graffito (15), ingobbiata e graffita policroma (8-11).

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secolo43. A causa della frammentazione i decori non sempre sono precisabili: si tratta soprattutto di motivicentrali floreali a petali o infiorescenze, geometrici, uccelli, piccole girandole, a volte entro medaglione cen-trale; i soggetti sono semplificati e tracciati in modo veloce, arricchiti da rapidi tocchi di verde ramina e gialloferraccia. L’esterno è privo di rivestimento, a volte schiarito superficialmente; gli impasti sono rossi o arancio.Gli uccelli sono attestati in molti esemplari in piazza Campello; è un soggetto che trova una rappresentazionecontinua a partire dalla graffita arcaica di XV secolo, proseguendo poi nel Rinascimento e nel secolo suc-cessivo; la sua diffusione è ben attestata nell’area tra Veneto, Lombardia orientale ed emilia44.

8. Fondo di ciotola a tesa indistinta e piede a disco. Decorata sul fondo da rapace volto a sinistra e sulla tesa da motivigeometrici. Sovradipinta in verde e giallo, vetrina colore giallo chiaro. Schiarimento superficiale. XVii secolo. Tav.Va.8; Tav. iV.8.St. 2014.20.18.Misure: diam. piede 7,6 cm.Provenienza: US 74.

9. Piatto frammentario, a pareti svasate, tesa distinta e orlo estroflesso. Piede a disco con sagomatura. Sul fondo, entromedaglione distinto da tre filettature, piccola girandola. Altre filettature tra orlo e tesa, decorata da archetti concentrici.Sovradipinta in giallo e verde. Seconda metà XVii-XViii secolo. Tav. iV.9.St. 2014.20.19.Misure: diam. piede 8 cm, h. 5,5 cm, diam. 22 cm.Provenienza: US 76 D.

10. Piatto a pareti dritte e svasate, orlo estroflesso, piede a disco. Decorato da fiore e foglie stilizzati e dipinti in gialloe verde diluiti. Fine XVii-XViii secolo. Tav. Va.10; Tav. iV.10.St. 2014.20.20.Misure: diam. piede 7,7 cm, h. 3,6 cm, diam. 18 cm.Provenienza: US 76 D.

11. Piattello frammentario, basso cavetto distinto e tesa obliqua. La decorazione, per quanto mal conservata, è costituitada spirali al centro del cavetto e filettature irregolari sulla tesa, sovradipinta in verde e poco giallo. Vetrina giallo chiaro.Seconda metà XVii-XViii secolo. Tav. Va.11; Tav. iV.11. St. 2014.20.21.Misure: diam piede 13 cm, h. 2,5 cm, diam. 19 cm.Provenienza: US 76 D.

12. Fondo pertinente a ciotola svasata, con piede a disco, decorata con motivo a quattro petali stilizzati entro meda-glione circolare. Colori giallo ferraccia e verde ramina. esterno privo di rivestimento. Fine XVi-XVii secolo. Tav.Va.12.St. 2014.20.22.Misure: diam. piede 6,5 cm.Provenienza: US 76 D.

13. Fondo pertinente a ciotola con piede a disco decorata da melagrana stilizzata entro medaglione centrale, sovradi-pinta in giallo e verde. esterno non rivestito. Segni di lavorazione per un secondo utilizzo probabilmente come tappo.XVii secolo. Tav. Va, n. 13.St. 2014.20.23.Misure: diam. piede 6,5 cm.Provenienza: US 76 D.

14. Fondo pertinente a ciotola con piede a disco concavo decorata con croce e sovradipinta in giallo e verde. ingobbioe vetrina anche all’esterno. Seconda metà-fine XVi secolo. Tav. Va.14.St. 2014.20.24.Misure: diam. piede 5 cm.Provenienza: US 76 D.

43 NePOTi 1992, p. 134, fig. 4. 44 MAGNANi, MUNARiNi 1998, pp. 99, 247. MUNARiNi, bANZATO 1994,p. 196, nn. 128-131.

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12.5. maiolica

i manufatti appartenenti a questa classe ceramica sono quantitativamente importanti (rappresentano il22% del totale) e pertinenti quasi esclusivamente a forme chiuse, conservate spesso solo nel piede, alto e sa-gomato o nelle anse a doppio bastoncello, e riferibili alla produzione di stile compendiario (fine XVi-XViisecolo) forse già di produzione lombarda. interessante la presenza di alcuni frammenti afferenti alla produ-zione savonese coeva, ma, come i “bianchi” compendiari, anch’essi forse realizzati in Lombardia, poiché siha infatti notizia di un trasferimento di maiolicari da Albisola a Mantova già dal 159145. Gli impasti sonoprevalentemente giallo chiaro, a volte rosato, con abbondante quarzo. Gli smalti, coprenti, variano dal biancolucido al grigiastro. Opacizzazioni possono dipendere dalla giacitura. È presente anche un fondo con graffitoa cotto di proprietà sulla superficie esterna e un frammento di vassoio con tesa a rilievo.

15. Fondo pertinente a forma aperta, piede ad anello. Smalto bianco opaco, leggermente azzurro. Sul fondo, graffitea cotto, lettere b e C con cuore nello spazio sottostante e freccia in quello soprastante. impasto giallo chiaro. Riutilizzatoforse come tappo. XVii secolo. Tav. Va.15; Tav. iV.15.St. 2014.20.25.Misure: diam. 9 cm.Provenienza: US 75 C.

16. Due frr. di bottiglia pertinenti a spalla e fondo sagomato a tre lobi. Della decorazione, forse del genere calligra-fico-naturalistico rimangono solo fasce a sgusci entro linee orizzontali in azzurro, grigio, giallo antimonio e manganese.impasto rosa con schiarimento a beige, inclusi quarzo e chamotte di dimensioni fini. XVii secolo. Tav. Va.16.St. 2014.20.26.Misure: spalla 6x5,5 cm, fondo 10x8 cm, h. residua 5 cm.Provenienza: US 75 C (il fr. pertinente al fondo proviene da US 76 D).

17. Fondo frammentario di piccola ciotola con carenatura e piede ad anello poco rilevato. Decorata da motivo geo-metrico-floreale entro fascia e filettature, colore blu. Smalto bianco lucido. impasto rosa con abbondante quarzo echamotte di dimensioni medio-fini. Una patina ricopre in parte il motivo del fondo (lustro?). XVii secolo. Tav. Va.17.St. 2014.20.27.Misure: diam. residuo piede 4,2 cm.Provenienza: US 75 C.

45 NePOTi 1992, p. 127.

Tav. Va (pagina a fronte) e Vb. Sondrio, piazza Campello:ingobbiata e dipinta (1), ingobbiata e graffita monocroma (2-7), graffita policroma (8-14), maiolica compendiaria (15), ma-iolica (16-22), maiolica compendiaria (23-25).

2021 22

23

24 25

0 3 cm

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18. Piattello frammentario. basso cavetto schiacciato e tesa con orlo estroflesso. Decorazione vegetale in blu con fi-lettatura in viola sulla tesa. Piede a d anello sottile. Smalto semilucido, coprente, molto puntinato. impasto giallo chiarocon inclusi quarzo e mica di dimensioni finissime. XVii secolo. Tav. Va.18; Tav. iV.18.St. 2014.20.28.Provenienza: US 74 C.

19. Fr. pertinente a ciotola svasata con orlo estroflesso. Smalto berettino coprente, opaco. impasto giallo rosato. XViisecolo. Tav. Va.19.St. 2014.20.29.Misure: 7x7,5 cm.Provenienza: US 74 C.

20. Fr. pertinente a collo e spalla di boccale policromo, decorato da uccello entro rami con foglie e fiori. Colori: giallo,ocra, blu, nero. XVii secolo. Tav. Vb.20.St. 2014.20.30.Misure: 8,3x6,5 cm.Provenienza: US 76 D.Di provenienza centro-italica, forse Deruta.

21. Fr. di piatto o vassoio ellittico con tesa a rilievo e cavetto con paesaggio marino. Colori: giallo, azzurro, marrone.impasto giallo chiaro, inclusi quarzo e chamotte. XViii secolo. Tav. Vb.21.St. 2014.20.31.Misure: 7x5,5 cm.provenienza: US 74 C.Alcuni esempi in PeLiZZONi, FORNi, NePOTi 1997, pp. 323, 326, 332.

22. Fr. di parete sagomata a stampo, posteriormente piatta e poco rifinita, pertinente a vassoio o forse calamaio. Colori:blu, azzurro, giallo, arancio. XVii secolo. Tav. Vb.22.St. 2014.20.32.Misure: 4,7x3,5 cm.Provenienza: US 74 C.

23. boccale, fr. di orlo, collo e spalla; si conseva l’ansa a doppio bastoncello con legatura e terminazioni divergenti.Smalto leggermente azzurro. impasto giallo chiaro. inizi XVii secolo. Tav. Vb.23.St. 2014.20.33.Misure: 11,3x9,2 cm.Provenienza: US 74 C.

24. Fondo pertinente a boccale sferoidale con piede sagomato. Della decorazione frontale, di tipo “compendiario”,rimangono foglie e tratti in blu e ocra. Smalto bolloso, opaco, leggermente azzurro. impasto giallo chiaro, con inclusiquarzo e chamotte di dimensioni fini. Fine XVi-inizi XVii secolo. Tav. Vb.24.St. 2014.20.34.Misure: diam. piede 8,5 cm.Provenienza: US 75 C.

25. boccale di tipo “compendiario”, fr. di spalla e parete con terminazioni divergenti di ansa a doppio bastoncello,decorata da tratto orizzontale in blu. Smalto bianco, lucido. Fine XVi-inizi XVii secolo. Tav. Vb.25.St. 2014.20.35.Misure: 9x5 cm.Provenienza: US 76 D.

13. SONDRiO, PiAZZA GARibALDi, hOTeL DeLLA POSTA, PALAZZO MARTiNeNGO

L’area compresa tra Palazzo Martinengo, l’hotel Posta e Piazza Garibaldi è stata oggetto di interventoarcheologico tra il 1996 e il 2006-2007; i lavori hanno interessato il cortile interno di Palazzo Martinengo ealcune aree perimetrali esterne dell’hotel Posta, mentre Piazza Garibaldi è stata oggetto di un’indagine ar-cheologica estensiva nel 2007.

824 La Valtellina nei secoli: studi e ricerche archeologiche | a cura di Valeria mariotti

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825Donatella Di Ciaccio | Ceramica postmedievale dal territorio valtellinese

13.1. hotel della Posta

L’indagine archeologica condotta tra 2006 e2007 ha restituito ceramica rivestita di epoca mo-derna, cronologicamente inquadrabile tra XViii eXiX secolo. Si tratta di 37 reperti, per lo più inframmenti isolati: ingobbiate e invetriate monocrome, al-cuni catini dipinti a maculazione verde, vasi da fiorisia a invetriatura verde chiaro che privi di rivesti-mento, e piatti in maiolica bianca e terraglia. Leforme non sono precisabili. Un’eccezione riguardaUS 56, che ha restituito due ciotole graffite rinasci-mentali finemente decorate e in buono stato diconservazione.

1. Ciotola a calotta schiacciata, orlo estroflesso e piedead anello. ingobbiata e graffita. Decorata al centro delcavetto da medaglione con fiore e due foglie su sfondoa fitti tratti curvilinei; il medaglione è incorniciato da fa-scia con nastro a treccia e cuspidi sul bordo, e un nastro intrecciato a meandro abbellisce la parete sotto l’orlo. Dipintain giallo ferraccia e verde ramina. ingobbiata e invetriata anche all’esterno. Seconda metà-fine XV secolo. Fig. 14.1.St. 2014.17.15.Misure: diam. piede 5 cm.impianto decorativo simile in MeNOTTi, MUNARiNi 2004, p. 164, nn. 44 e 46.

2. Ciotola emisferica con piede a disco. ingobbiata e graffita. il fondo è decorato da cinque cerchi tracciati a compassoe intrecciati a formare quattro petali disposti in croce, con piccoli triangoli graticciati negli spazi di risulta. Sovradipintain giallo ferraccia e verde ramina, vetrina giallo chiaro. invetriata anche all’esterno. Seconda metà-fine XVi secolo.Fig. 14.2.St. 2014.17.16.Misure: diam. piede 5,5 cm.

13.2. Palazzo martinengo

i manufatti ceramici rinvenuti consistono unicamente in una decina di frammenti riconducibili a un arcocronologico compreso tra XVi e XViii secolo: graffita policroma, un orlo pertinente a ciotola invetriata mono-croma del tipo “lionato”, alcuni frustoli di maiolica con decoro alla porcellana e altri pertinenti a un catino di-pinto a maculazione verde.

13.3. Piazza garibaldi

Lo scavo ha restituito alcune decine di reperti per lo più inquadrabili tra la fine del XVi secolo e ilXViii, con l’eccezione di isolati frammenti pertinenti a ceramica invetriata manganese cupo, prodotta per lacucina tra la fine del XViii e il XiX secolo, e i frammenti riconducibili alle piastrelle/formelle da stufa da ri-scaldamento. Si tratta di formelle frontali, realizzate a stampo e con la decorazione principale in rilievo, edi elementi a fascia ad esse associati, lineari con lati piani, modanati, che completavano la decorazione dellastufa46. in Piazza Garibaldi sono presenti frammenti di due stufe diverse: una prima stufa, con piastrelle edelementi lineari in maiolica decorate in blu cobalto, e un frammento di una seconda stufa a formella astampo, ingobbiata e invetriata verde e decorata a soggetto rinascimentale, verosimilmente un cane acco-vacciato.

46 Si veda NePOTi 2010, p. 211 e sgg., con bibliografia.

Fig. 14. Sondrio, hotel Posta, ingobbiata e graffita policroma.

1 2

0 5 cm

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13.3.1. Formelle da stufa

3. Formella da stufa, frammentaria, realizzata astampo con rifinitura manuale. All’interno è rico-noscibile un animale accucciato, forse cane, realiz-zato a rilievo. Sul retro, tracce di affumicatura.ingobbiata e invetriata verde. Vetrina degradata. Se-conda metà XV secolo. Fig. 15.4.St. 2014.22.65.Misure residue: 10x5 cm, h. 4,5 cm.Provenienza: US 137.Cfr. NePOTi 2004, p. 111, frr. di formelle invetriateprovenienti da Sant’eustorgio.

4. Tre piastrelle da stufa ed elementi pertinenti aiprofili, frammentari, realizzati a stampo. La partefrontale è piatta, rivestita da smalto grigiastro e de-corata da elementi geometrici in blu cobalto. i pro-fili sono modanati, lineari, anch’essi rivestiti dallostesso tipo di smalto e decorati da elementi geome-trico-vegetali in blu cobalto. Uno riporta tracce diaffumicatura. Un fr. di piastrella conserva il profilo retrostante integro, di forma circolare e con bordo ripiegato al-l’esterno. Prima metà XV secolo. Fig. 15.3a; Tav. Vi.1.Da St. 2014.22.66 a St. 2014.22.68.Misure: h. conservata 7 cm.Provenienza: US 72.

13.3.2. Ceramica invetriata da cucina e dispensa

5. Due frr. pertinenti a piatto invetriato, decorato a impressioni digitali sul bordo. invetriato solo internamente. XVii-XViii secolo.St. 2014.22.69.Misure: 6x4 cm.Provenienza: US 75.Cfr. CROSeTTO 2002, p. 43, fig. 7, n. 1.

6. Pentola invetriata, fr. pertinente a presa orizzontale con depressione centrale, modellata a stampo. esterno ricopertodi vetrina marrone cupo, interno invetriato e decorato da striature in manganese. XiX secolo. Fig. 16.6.St. 2014.22.70.Misure: 10x5 cm, largh. presa 5,7 cm.

7. Pentola, fr. dell’orlo con presa a orecchia verticale forata. invetriata all’interno e con segni di fumigazione all’esterno.XVi-XVii secolo. Fig. 16.7.St. 2014.22.71.Misure: 5,7x4,2 cm.Provenienza: US 88.

826 La Valtellina nei secoli: studi e ricerche archeologiche | a cura di Valeria mariotti

Tav. Vi. Sondrio, Piazza garibaldi:maiolica, piastrella da stufa (1), maiolicacompendiaria, graffito a cotto (2).

1 2

Fig. 15. Sondrio, Piazza garibaldi, elementi da stufa.

3a

3b 3c

4

0 5 cm

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827Donatella Di Ciaccio | Ceramica postmedievale dal territorio valtellinese

8. Frr. pertinenti a ciotole ingobbiate e invetriate a vetrina bruna-marrone. esterno non rivestito. XVi-XVii secolo.Fig. 16.8.Da St. 2014.22.72 a St. 2014.22.74.Provenienza: US 88.

9. Fondo di ciotola svasata e con leggera carenatura, ingobbiata e invetriata a vetrina bruna-marrone. Piede ad anello.esterno non rivestito. XVi-XVii secolo. Fig. 16.9.St. 2014.22.75.Misure: diam. piede 7,5 cm.Provenienza: US 88.

13.3.3. ingobbiata e dipinta

10. Fondo frammentario di ciotola con piede a disco. Decorata da una croce entro filettature concentriche. Colori:blu, azzurro, rosso a imitazione della maiolica. Rivestita di ingobbio e vetrina incolore (ma opacizzata) anche all’esterno.Fine XVi-XVii secolo.St. 2014.22.76.Provenienza: US 99.

13.3.4. ingobbiata e graffita

11. Fondo pertinente a ciotola svasata con piede ad anello. Sul fondo, semplice motivo a spiralette e triangoli alternatisu doppia banda a incorniciare un medaglione privo di decorazione. Dipinto con tocchi di giallo ferraccia e verde ra-mina. Vetrina rosata. XVii secolo. Fig. 16.11.St. 2014.22.77Provenienza: US 88.

12. Fondo di ampia ciotola con piede ad anello, decorata da “amorino” sorridente volto a sinistra. Sovradipinto ingiallo ferraccia e verde ramina. XVii secolo. Fig. 16.12.St. 2014.22.78.Misure: diam. piede: 7 cm.Provenienza: US 88.

13.3.5. maiolica

13. Fr. di parete a sezione diritta, forse pertinente a scatola o a calamaio, in maiolica policroma. XViii secolo. Fig.16.13.St. 2014.22.79.Misure: lungh 6,5 cm, largh. 3,3 cm.Provenienza: US 72.

Fig. 16. Sondrio, piazza gari-baldi, ingobbiata, invetriata,graffita, maiolica.6 9 14

15

13

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118a

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0 5 cm

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14. Fondo pertinente a boccale frammentario con decorazione in blu, poco leggibile. Smalto bianco latteo, lucido.Due lettere incise a cotto sotto il piede: A M. XVii secolo. Fig. 16.14; Tav. Vi.14.St. 2014.22.80.Misure: diam. 10 cm.Provenienza: US 88.

15. Fondo frammentario di ciotola svasata con piede ad anello. Decorata sul fondo da “fiorazzo” in blu. Smalto bianco,lucido. XViii secolo. Fig. 16.15.St. 2014.22.81.Misure: diam. piede 7 cm.Provenienza: US 88.

14. SONDRiO, SANTUARiO DeLLA beATA VeRGiNe DeL ROSARiO ALLA SASSeLLA

indagini archeologiche sono state condotte tra il 1997 e il 1998 nell’ambito di un progetto di restauro ehanno interessato sia l’interno dell’edificio che la piazzola antistante la chiesa.

i manufatti postmedievali rinvenuti sono scarsi e frammentati. Da US 10, individuata come sottofondopavimentale pertinente a un’importante trasformazione dell’edificio, proviene un frammento di boccale inceramica ingobbiata e graffita probabilmente di fine XV, ma le di-mensioni non consentono ulteriori precisazioni. Da US 30 pro-viene un fr. di ciotola emisferica (diam. 14 cm) ingobbiata e graffitaafferente al tipo “arcaica tardiva”. Della decorazione, semplificata.si riconosce un rombo (punta) con mezze lunette sui quattro lati,dipinto in giallo ferraccia e verde ramina diluiti. Vetrina gialla di ri-vestimento. Questo tipo è piuttosto diffuso nella Lombardia occi-dentale nella seconda metà del XV secolo (Fig. 17). infine dall’areaesterna sono stati recuperati alcuni frammenti di piatto e due fram-menti di fondo di contenitori in maiolica bianca del tipo collocabiletra XVii e XViii secolo.

15. SONDRiO, PALAZZO SASSi, ViA QUADRiO

Diversi interventi archeologici sono stati effettuati tra il 1993 e il 1998 a Palazzo Sassi e nell’area dei giar-dini davanti al Palazzo (via Quadrio). Nel 1996 si è intervenuto in occasione di lavori di ristrutturazione inun ambiente al piano terra di Palazzo Sassi, attuale sede del Museo Valtellinese di storia e arte.

15.1. Palazzo Sassi

Le ceramiche postmedievali rivestite sono testimoniate in questo scavo da 44 reperti, una decina dei qualiprovenienti da pulizia e pertinenti a piatti in terraglia bianca, databili al XiX secolo. Si tratta di ceramiche damensa, anche di pregio, o da dispensa.

Le ceramiche della tipologia ingobbiata e graffita sono attestate in numero di 7 frammenti di forme aperte(ciotole) di piccole dimensioni che rendono difficoltoso precisare la decorazione, ma si possono collocareentro la seconda metà-fine del XVi secolo.

Le ingobbiate e invetriate monocrome sono presenti in forme aperte e chiuse: ciotole svasate con piede a disco,boccali. Si è rinvenuta anche una saliera frammentaria, carenata, con stelo corto e tozzo e invetriatura gialla.

Alla classe delle maioliche appartiene un frammento di forma chiusa con decoro alla porcellana in mono-cromia blu, mentre le ingobbiate e dipinte, qui del tipo che imita la maiolica, sono attestate da due frammentipertinenti a un piatto a larga tesa, decorato con il motivo “petal-back”, e a un vassoietto circolare, entrambiin monocromia blu. in linea generale, le ceramiche rinvenute a palazzo Sassi coprono un intervallo di tempoche va dal XVi secolo alla metà del seguente.

1. Saliera frammentaria. Forma carenata con cavetto poco profondo, piccola tesa obliqua, piede a piedistallo, piatto.ingobbiata e invetriata in giallo su tutta la superficie. XVi secolo.

828 La Valtellina nei secoli: studi e ricerche archeologiche | a cura di Valeria mariotti

Fig. 17. Sondrio, Santuario di Santa maria dellaSassella, graffita arcaica padana tardiva (scala 1:2).

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829Donatella Di Ciaccio | Ceramica postmedievale dal territorio valtellinese

St. 2014.19.06.Misure: diam. piede 5 cm, h. 4,5 cm.Provenienza: US 310.

2. Fr. di tesa obliqua, pertinente a piatto. ingobbiata e dipinta che imita la maiolica in monocromia blu. La tesa è de-corata da un motivo tipo “petal-back” caratteristico della miolica prodotta a Deruta nel XVi secolo.St. 2014.19.07.Misure residue: 10x6,2 cm.Provenienza: US 311.

3. Fr. pertinente a vassoio circolare di piccole dimensioni, a fondo piatto e orlo ingrossato estroflesso. Decoro allaporcellana entro filettature in blu. XVi secolo.St. 2014.19.08.Misure: 6x4,3 cm.Provenienza: US 311, pulizia.

15.2. Via Quadrio

L’indagine archeologica del 1994, che ha interessato l’area esterna a Palazzo Sassi, ha portato alla luce al-cune strutture di incerta funzione, danneggiate e spesso poco conservate. Ad esse fanno riferimento peròle USS 200, 202 e 204 che si distinguono per la ricchezza del materiale che hanno restituito, per quantomolto frammentato. in particolare, in US 204 compaiono alcune decine di frammenti pertinenti a maiolichebianche e compendiarie di forme complesse, come crespine, versatoi, coppe con decoro alla porcellana o stemmi,cronologicamente inquadrabili tra gli ultimi anni del Cinquecento e i primi decenni del Seicento. Forme edecori afferiscono ai tipi faentini, ma la produzione può essere lombarda.

US 200

4. Fr. pertinente a bicchiere. Forma cilindrica con bordo verticale assottigliato. Sul fondo, traccia di piede a stelo. in-vetriato sia esternamente che internamente. XVii secolo. Fig. 18.4; Tav. Vii.4.St. 2014.23.24.Misure: diam. ricostruito 7 cm, h. residua 5,4 cm.

5. Due frr. pertinenti a forma aperta con cavetto umbonato e decorazione araldica costituita da scudo e foglie a svo-lazzo; attorno al centro, baccellature a ovoli radiali in rilievo. Colori: blu, giallo, arancio, verde. Smalto bianco. impastogiallo chiaro. inizio del XVii secolo. Fig. 18.5.St. 2014.23.25.Misure residue: 8x9,2 cm.Cfr. NePOTi 2010, p. 125, n. 3 (baccellature).

US 202

6. Parete di fiasca da viaggio parzialmente ricostruita da quattro frr. Rimane un passante per la corda sull’espansionemassima. Graffita e invetriata ma con distacco quasi totale del rivestimento. Fine XVi-XVii secolo.St. 2014.23.26.Misure: 7,7x6,9 cm, largh ansa 2,3 cm.Provenienza: due frr. provengono da US 204.

US 204

7. Piatto frammentario con cavetto schiacciato e tesa indistinta, piede a disco concavo. ingobbiato e graffito, decoratoda spirali sul fondo. Colori verde ramina e giallo ferraccia con alterazioni del rivestimento vetroso. inizi XVii secolo.

Tav. Vii. Sondrio, via Quadrio, in-gobbiata e invetriata (4), maiolica:(14).

4 14

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830 La Valtellina nei secoli: studi e ricerche archeologiche | a cura di Valeria mariotti

Fig. 22 (a sinistra). Sondrio, via Quadrio: maiolica “a ricami”.Fig. 23 (a destra). Sondrio, via Quadrio: scultura in maiolica policroma.

14

54

13

Fig. 18 (a sinistra). Sondrio, via Quadrio: invetriata (4), maiolica compendiaria (5), bianchi (13-14). Fig. 19 (a destra). Sondrio, via Quadrio: maiolica.

Figg. 20-21. Sondrio, via Quadrio: maiolica compendiaria.

0 5 cm 0 5 cm

0 5 cm 0 5 cm

0 5 cm 0 5 cm

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831massimo Della misericordia | Protagonisti sociali, vita religiosa, luoghi di culto nel basso medioevo

St. 2014.23.27.Misure: diam. 8,5 cm.

8. Coppa baccellata, sedici frr. solo in parte contigui. Smalto bianco, copertura spessa, semiopaca, lattiginosa. impastocolore rosa con chamotte e abbondanti quarzo e mica. Fine XVi-inizi XVii secolo.St. 2014.23.28.Misure: dimensioni massime residue 15x7 cm.

9. Coppa (?) baccellata, venti frammenti solo in parte contigui. Smalto con leggera sfumatura rosata, opaco, impastogiallo chiaro con chamotte e quarzo. Fine XVi-inizi XVii secolo. Fig. 19.St. 2014.23.29.

10. Coppa baccellata, nove frr. di cui solo due contigui. Decorata da coroncina di foglie e spiralette, mentre della de-corazione del fondo rimane parte di un’ala, probabilmente di amorino. Dipinta in giallo e blu. Smalto bianco latteo,ben coprente. impasto giallo chiaro, con inclusi quarzo, mica e chamotte. Fine XVi-XVii secolo. Fig. 20.St. 2014.23.31.Misure residue: 16x8 cm.

11. Crespina baccellata, ventuno frr. di orlo e parete solo in parte contigui. Decorata da coroncina di foglie, bacche espiralette dipinte in blu e giallo. Mancante del centro, di cui rimane solo una corona di baccellature. Fine XVi-iniziXVii secolo. Fig. 21.St. 2014.23.30.

12. Versatoio (?), trentadue frr. pertinenti a parete e orli. Decorazione a ricamo organizzata su settori radiali dipinta inblu. Del centro, rimane parte di un medaglione poco leggibile entro bande e spiralette concentriche. Smalto biancolatteo, lucido. impasto giallo chiaro con chamotte e quarzo. inizi XVii secolo. Fig. 22.St. 2014.23.32.

13. Alzata traforata, frr. pertinenti a elementi radiali costolati e orlo diritto. impasto giallo rosato, smalto lucido, latteo,ben coprente. inizi XVii secolo. Fig. 18.3.St. 2014.23.33.

14. Piatto, parzialmente ricostruito da venti frr. Cavetto poco profondo, piede ad anello assottigliato. Smalto biancolatteo, coprente, piuttosto sottile. impasto giallo rosato con abbondante quarzo e chamotte. inizi XVii secolo. Fig.18.14; Tav. Vii.14.St. 2014.23.34.Misure: diam. 22 cm, h. 2,6 cm, diam. piede 10 cm.

15. Scultura a tutto tondo, ventuno frr. in parte contigui pertinenti al busto, ali e zampe di aquila ad ali ripiegate. De-corazione a embricazioni puntinate in giallo e blu, ali evidenziate in blu. Smalto bianco, ben coprente, impasto giallochiaro con quarzo e chamotte. XVii secolo. Fig. 23.St. 2014.23.35.

16. TeGLiO

16.1. Palazzo Besta

Nel 1996 è stato eseguito un sondaggio archeologico nei giardini di Palazzo besta, attualmente adibito avivaio. Lo scavo ha restituito solo tre frammenti di maiolica bianca pertinenti a una forma chiusa e due fram-menti di tesa obliqua e orlo diritto di piatto. Le dimensioni non consentono di specificare meglio gli oggettie suggeriscono una datazione al XVii o XViii secolo.

16.2. Prà della Resa

Un intervento di scavo si è reso necessario nel 1993 in un cantiere edile, a seguito di uno sbancamentoper la costruzione di alcuni box interrati. Al momento dell’intervento degli archeologi lo sbancamento avevagià asportato un consistente spessore di stratigrafia. i frammenti ceramici recuperati sono solo due, a carattereresiduale: si tratta di parte della parete di una ciotola graffita policroma con filettature concentriche, da collocarealla fine del XVi secolo, e di un frammento di terraglia di XiX secolo.

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16.3. Palazzo Comunale

il Municipio di Teglio è stato oggetto di indagini archeologiche tra il 1997 e il 1998, a seguito di interventidi ristrutturazione. Lo scavo del 1997 ha restituito pochi frammenti e alcuni frustoli da due unità stratigra-fiche, US 9 e US 15, materiale comunque eterogeneo; in particolare, da US 9 provengono un frammento digraffita policroma e un fondo di ciotola in maiolica con ihS bernardiniano in blu, entrambi collocabili nellaprima metà del XVi secolo, in associazione con due frammenti pertinenti a ciotola invetriata monocroma mar-rone di XiX secolo. Un intervento di pulizia del 1998 ha restituito poi solo due frammenti di ceramica po-stmedievale: uno pertinente a un fondo di graffita policroma con piede ad anello e decorazione geometrica, el’atro afferente al tipo graffita monocroma a vetrina bruna, con semplice motivo vegetale sul fondo. entrambii frammenti si possono datare alla prima metà del XVii secolo.

16.4. hotel Combolo

L’area dell’hotel Combolo è stata oggetto a più riprese (1997, 2000, 2001) di indagini archeologiche fun-zionali alla bonifica per la costruzione di locali seminterrati. Scarse ed eterogenee sono le testimonianze ce-ramiche del periodo postmedievale, provenienti da due unità stratigrafiche USS 100 e 101 di fase iX(moderna). Si tratta di reperti isolati e molto frammentati.

in US 100 sono presenti alcuni frammenti pertinenti a un vaso da fiori decorato da linee sinusoidali a fasciae leggera invetriatura incolore, caratteristiche piuttosto frequenti in questo tipo di contenitori, da collocarsitra la fine del XVi e il XVii secolo; sono stati recuperati anche un frammento di ceramica da fuoco (teglia) eda dispensa: ciotola ingobbiata e invetriata monocroma bruno-marrone; presenti anche tre frammenti pertinentia piccolo catino invetriato nero, di XiX secolo; i tipi ingobbiati consistono in un frustolo di graffita policromae due frammenti di forma aperta del tipo dipinto di XViii secolo; la maiolica è testimoniata da un frammentodi boccale con serto a foglie e bacche del tipocompendiario affine ai prodotti faentini degliinizi del XVii secolo, lo smalto è leggermenteazzurro.

Da US 101 provengono cinque frammentidi maiolica bianca pertinenti a un coperchio obli-quo ad aletta verticale, del diametro di 28 cm;lo smalto è leggermente azzurro e sottile el’impasto arancio chiaro piuttosto depurato.Presente nella stessa unità stratigrafica anche ilfondo, spesso, di una piccola bottiglia cilindricain maiolica bianca, del diametro di 5,3 cm; ilreperto, a pareti spesse, presenta segni di rila-vorazione forse per ottenere un tappo. Po-trebbe trattarsi di oggetti di uso farmaceutico,databili al XViii secolo (Fig. 24).

16.5. Chiesa di San Pietro

Le indagini archeologiche in quest’area di Teglio sono state effettuate nel 1994 in occasione del nuovoallestimento della piazza su iniziativa del Comune.

Lo scavo ha restituito solo quattro frammenti di ceramica postmedievale rivestita. Da US 3 proviene unfondo di ciotola invetriata monocroma marrone cupo, del tipo di XViii-XiX secolo, un frustolo di graffita poli-croma con perdita del rivestimento, e una pedina da gioco ricavata da una ciotola in maiolica: di forma ovale,ha purtroppo perso parte del rivestimento smaltato, del quale rimangono solo alcune filettature in azzurro,pertinenti forse a un decoro alla porcellana (XVi secolo); dimensioni: 3x2,5 cm.

Da US 11 proviene un frammento di maiolica policroma pertinente a orlo di boccale; della decorazione ri-mangono solo bande in azzurro e blu. L’impasto è giallo molto chiaro. Seconda metà-fine XV secolo.

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Fig. 24. Teglio, hotel Combolo, maiolica bianca.

0 5 cm

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17. TiRANO, CASTeLLO Di SANTA MARiA

il Castello di Santa Maria di Tirano è stato oggetto di indagini archeologiche fra il 2001 e il 2002, a seguitodi lavori di restauro. Le vicende storiche che lo hanno interessato sono legate alla sua posizione strategica diprimaria importanza in quanto borgo fortificato di accesso e controllo all’engadina, al lago di Como, e allaRepubblica di Venezia. Nel corso del XV secolo Tirano, come tutta la Valtellina, si trovava sotto il dominiodei Visconti-Sforza, ma due eventi in particolare decisero la sorte del Castello: una prima incursione dei Gri-gioni nel 1487, che depredarono e saccheggiarono anche il borgo, a cui seguì la presa di possesso della cittànel 1512, che ne vide l’abbattimento. Le strutture furono poi riutilizzate dalle truppe spagnole nel 1620 peressere definitivamente smantellate nel 1627. A seguito dell’incursione del 1487, Ludovico il Moro decise dirafforzare le difese del castello, che fu oggetto di lavori dal 1492 al 1499. Si tratta di una torre quadrata cir-condata da un doppio recinto di mura; l’intervento archeologico ha interessato l’area compresa tra i duemuri di cinta.

17.1. i materiali

Le indagini archeologiche hanno restituito una quantità rilevante di reperti postmedievali, piuttosto fram-mentari, ma riconducibili a 138 manufatti. Molti di essi provengono da recupero sporadico a seguito di unprimo intervento con l’escavatore per la rimozione dei crolli che colmavano lo spazio tre le due murature.il restante materiale proviene da unità stratigrafiche pertinenti a piani di calpestio di utilizzo posteriore al1512 (USS 218, 210, 236, 212). in diversi casi si sono riscontrate contiguità tra frammenti provenienti daunità stratigrafiche diverse47. Si tratta esclusivamente di ceramiche da mensa, il 38% delle quali afferenti altipo “graffita rinascimentale”, seguite in percentuale dalle graffite arcaiche tardive (20%) e dalle ingobbiatee invetriate (14%), soprattutto a vetrina bruna/marrone, del tipo detto “lionato”. Le graffite arcaiche sonopresenti in soli tre frammenti provenienti dallo sporadico. Attestate anche sei frammenti di maiolica rinasci-mentale di importazione dall’area romagnola e da Deruta (back-petal ware).

L’analisi dei reperti ceramici permette di proporre una datazione compresa tra la metà del XV secolo e iprimi decenni del XVi. Pochi frammenti sono posteriori alla seconda metà del XVi secolo e provengonoda raccolta sporadica (Fig. 30).

i manufatti ceramici sono abbondanti e, nonostante l’alto indice di residualità, di alta qualità, riconducibiliper la maggior parte ad ambito cortese di epoca rinascimentale, legati al periodo della dominazione Visconti-Sforza, e forse a una presenza diretta, nel Castello, del Duca in persona48, soprattutto sul finire del Quattro-cento, quando le incursioni dei Grigioni nel 1486 e 1487 spingono Ludovico il Moro a fortificare rapidamenteTirano e il suo castello. È anche nell’alimentarsi che gli strati dominanti della società dimostrano la loro su-periorità: la tavola e il suo apparato devono distinguere la mensa e quindi il prestigio del dominus attraversooggetti di pregio e portatori di segni e significati condivisi49. È il caso della ceramica a soggetto “rinascimen-tale” particolarmente abbondante e ricca in questo contesto archeologico, e che poteva ben figurare anchesulla tavola ducale50 accanto a vasellame in metallo.

Le graffite rinascimentali sono rappresentate da forme aperte quali ciotole emisferiche anche carenate, ciotolea calotta schiacciata con orli arrotondati o aggettanti, o con ampio cavetto e tesa indistinta. Presenti ancheciotole svasate baccellate a stampo e alcuni boccali. il piede è generalmente a disco, ma sono attestati anchediversi piedi ad anello. La decorazione principale occupa lo spazio del cavetto e comprende soggetti “cortesi”su prato fiorito racchiuso da siepe a graticcio e sfondo rotellato: busti femminili o maschili di profilo, animali,soprattutto conigli e cani, motivi araldici. Compare l’uso della stecca per definire alcuni particolari comedentellature o sfondi. il soggetto principale è contornato da fasce o cornici a dentelli, a cuspidi, a cordoncino,a nodi e bastoni, a “fiammanti” o semplicemente a risparmio. Sotto l’orlo o sulle tese, il motivo del nastro

47 i piani di calpestio possono essere stati realizzati attingendo a unmedesimo deposito (“butto”) a più riprese.48 Con Galeazzo Maria Sforza (1444-1476), di educazione umanistica,la corte raggiunge un livello di ricchezza e splendore che sarà mante-nuto nei decenni successivi. Lo stesso Ludovico il Moro è duca di unacorte fastosa dove dominano il lusso e l’ostentazione in un continuo

sfoggio di stemmi e imprese araldiche (VeNTUReLLi 2011, p. 31 e sgg.).49 MONTANARi 2012, p. 217.50 «La corte de li nostri principi era illustrissima, piena di nove fogie,habiti et delizie», questo scrive bernardino Corio (1459-1519), uma-nista e diplomatico strettamente legato alla corte sforzesca nella se-conda metà del XV secolo.

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a meandro (o “spezzato”) è affiancato da tralci di foglie accartocciate e ghirlande con nastro. Alla bicromianota giallo ferraccia/verde ramina si affianca il viola manganese per alcuni particolari (ad esempio le mezzerosette degli sfondi) e il giallo antimonio. Nel complesso, l’impianto decorativo risulta vario, curato nell’ese-cuzione, e il rivestimento (ingobbio e vetrina) sono di buona qualità, a volte anche all’esterno.

Le graffite arcaiche di tipo tardivo, con le ingobbiate monocrome, accompagnano le graffite rinascimentalinell’apparato da tavola. Le forme attestate nelle arcaiche tardive dai recuperi al castello di Santa Maria sonoaperte: ciotole (anche con sottile listello) e catini troncoconici a tesa con bordo rilevato. il repertorio deco-rativo, tracciato in modo approssimativo, prevede losanghe quadrilobate o motivo a foglie cuoriformi sulfondo delle ciotole, e scomparti sulle pareti dei catini, campiti con grandi foglie polilobate o motivi geometricisemplificati. Sulle tese, un motivo a fasci di segmenti obliqui alternati ad archetti approssimativi. i colori uti-lizzati sono la bicromia standard giallo ferraccia/verde ramina, in tocchi molto diluiti. Sono state riscontratein tutte le unità stratigrafiche.

Alla categoria delle ingobbiate e invetriate monocrome appartengono numerosi frammenti pertinenti a boccalidi medie dimensioni, di forma globulare e piede a disco rivestiti di vetrina bruna/marrone, del tipo notocome “lionata”. Poco conservate le anse, presenti con attacco fuso al corpo. Sono presenti anche alcuneciotole emisferiche o svasate con piede a disco. Tra i reperti si distingue una saliera a stelo con piccolo cavettoa calotta carenata e breve tesa con sagomatura, probabilmente per alloggiare un coperchio. Lo stelo, cortoe cilindrico, poggia su piede a disco sottile. ingobbio e vetrina color miele sono distribuiti solo all’internodel manufatto.

Alla classe delle graffite e invetriate monocrome appartengono due ciotole emisferiche, apode, con breve tesa aorlo rilevato e finemente graffita, provenienti da raccolta di superficie e dall’US 218. Sulla tesa della primacorre un motivo a nodi e bastoni su sfondo finemente graticciato a punta51, mentre sulla seconda la tesa è de-corata da un serto di foglie accartocciate e costolate evidenziate anche in questo caso da fondo graticciato. idue reperti, per impasto ceramico, forma, rivestimento ed esecuzione appaiono molto simili e potrebbero es-sere attribuiti forse a un’unica commissione. il fondo di entrambe è conservato molto poco, ma uno dei fram-menti reca parte di un’impressione a crudo, forse una “V” superstite di un monogramma.

il materiale ceramico è presentato seguendo la successione stratigrafica proposta per lo scavo.

Sporadico

1. Ciotola apoda con pareti curve e breve tesa ad orlo rilevato. esterno privo di rivestimento. Decorata sulla tesa damotivo a nodi e bastoni su fondo graticciato. Rivestita di vetrina marrone. Seconda metà XV secolo. Tavv. X.1, Viii.1.il fondo, purtroppo frammentario, reca parte di una lettera impressa a crudo (V ?), forse pertinente a un monogrammadi proprietà.St. 2014.53.11.Misure: diam. 16,5 cm, h. 5,5 cm, diam. piede 7,4 cm.Cfr. con n. 30.

2. Frammento di ciotola di grandi dimensioni con cavetto poco distinto e tesa estroflessa con bordo rilevato. Mutiladella decorazione centrale, rimane lo sfondo con fitta rotellatura e campito in verde. Sulla tesa si sviluppa un nastro ameandro su sfondo asportato a tratteggio, alternandosi un lato con motivo a due punte e un lato con perlinatura cen-trale. Sovradipinto in giallo ferraccia e verde ramina. All’esterno, colature di ingobbio e vetrina. Seconda metà XV se-colo. Tav. X.2.St. 2014.53.12.Misure: 10x8,5 cm.

3. Tre frammenti pertinenti a tesa e parete di ciotola svasata con breve tesa ad orlo rilevato. Della decorazione delfondo si riconosce una figura stante, con una mano appoggiata su un oggetto, forse uno scudo. Sovradipinta in gialloferraccia, verde ramina e viola manganese. esterno invetriato. Seconda metà XV secolo.

4. Fondo pertinente a ciotola con carenatura bassa e piede a disco ben distinto. Decorata con busto femminile voltoa sinistra: tratti del viso tracciati con cura e capelli raccolti in una cuffia, abito scollato. Sullo sfondo, rotellato, siepe agraticcio e mezza rosetta. Colori: giallo ferraccia, verde ramina e viola manganese. esterno rivestito di ingobbio e ve-trina fino alla carenatura. Seconda metà XV secolo. Tav. X.4.

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51 L’uso di “graticciare” lo sfondo, di ricoprirlo cioè di fitti tratteggiobliqui intersecantesi, ha lo scopo di evidenziare la decorazione prin-

cipale ed è una tecnica usata anche nell’oreficeria rinascimentale. Siveda ad esempio VeNTUReLLi 2011, p. 48, fig. 19.

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Tav. Viii. Tirano, Castello di Santa maria: graffita monocromamarrone (1), ingobbiate e graffite post-rinascimentali (9-10), ingob-biata monocroma marrone (11), ingobbiate e graffite rinascimentali(13, 16, 19, 21, 22, 32, 34), graffita arcaica tardiva (31).

0 5 cm

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St. 2014.53.13.Misure: diam. piede 5 cm.

5. Fondo pertinente a ciotola emisferica con piede a disco. Decorata da animale (cerva?) accucciato su prato fiorito erosetta, piede a disco. Sfondo rotellato che travalica i confini del disegno. Sovradipinto in giallo ferraccia e verderamina piuttosto diluiti. esterno in parte ingobbiato e invetriato. Seconda metà-fine del XV secolo. Tav. X.5.St. 2014.53.14.Misure: diam. piede 5 cm.

6. Fr. del fondo di ciotola baccellata a stampo all’interno, piede ad anello. esterno privo di rivestimento. La parte cen-trale, mancante, è evidenziata da una costolatura. La decorazione sulla parete baccellata è a foglie polilobate e graticciatesovradipinte in giallo e verde. Fine XV secolo. Tav. X.6.St. 2014.53.15.Misure: 5x6 cm.La forma a crespina è diffusa nella Lombardia orientale. Cfr. MAGNANi, MUNARiNi 1998, p. 248, n. 295; NePOTi 1991,pp. 214, 215; MeNOTTi, MUNARiNi 2004, p. 135, n. 24.

7. Ciotola frammentaria con ampio cavetto schiacciato, tesa indistinta aggettante con orlo rilevato, piede a disco con-cavo, distinto. Decorata da medaglione centrale con busto femminile volto a destra, su sfondo ribassato: i capelli sonoraccolti in una cuffia, l’abito è particolareggiato. elementi vegetali a riempitivo. il medaglione è incorniciato da unafascia a “sgusci” e da tralcio vegetale. Sulla tesa, doppia banda di dentelli realizzati a stecca. esterno privo di rivesti-mento. Pochi particolari sovradipinti in verde ramina diluito e giallo antimonio. Fine XV-inizi XVi secolo. Fig. 24;Tav. iX.St. 2014.53.16.Misure: diam. 26,5 cm, h. 7 cm, diam. piede 8,7 cm.

8. Fr. di orlo di piccola ciotola in maiolica con decoro a embricature in blu, azzurro. Ocra, verde e giallo antimonio.All’esterno, petal back realizzato a linee sottili blu e veloci tratti in ocra. Deruta, fine XV secolo. Tav. X.8.St. 2014.53.17.Misure: 4,3x4,8 cm.Alcune maioliche petal back sono state recuperate a Quistello, in area mantovana, cfr. MeNOTTi, MUNARiNi 2004, p.250, n. 106.

9. boccale frammentario. Forma globulare con piede a disco. Della decorazione, limitata a una fascia centrale, rimaneuna foglia polilobata con nervatura a trattini e spiralette. Sovradipinto in giallo ferraccia e verde ramina. Vetrina giallochiaro. Fine XVi-inizi XVii secolo. Fig. 30.9; Tav. Viii.9.St. 2014.53.18.Misure: diam piede 8 cm, h. 9,5 cm.

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Tav. iX. Tirano, Castello di Santa maria. A sinistra, ciotola ingobbiata egraffita (scala1:6), a destra rilievo della decorazione (scala 1:3).

24a

24b

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10. Piattello svasato a pareti molto inclinate, tesa indistinta, piede a disco. Al centro, foglia polilobata con nervatura,sulla tesa serto di foglie concentriche. Colori: giallo ferraccia e verde ramina. Primi decenni XVii secolo. Fig. 30.10;Tav. Viii.10.St. 2014.53.19.

11. Saliera frammentaria. Piccolo cavetto a calotta schiacciata e carenata, breve tesa obliqua, piede a corto stelo, fondopiatto allargato. ingobbio e vetrina bruno-marrone limitati all’interno, in parte staccati. Seconda metà-fine XV secolo.Fig. 26.11; Tav. Viii.11.St. 2014.53.20.Misure: diam. 8 cm, h. 5,2 cm, diam. piede 5,3 cm.

12. Sette frammenti pertinenti a boccale solo in parte contigui. Corpo globulare, ansa a nastro fusa con scanalatura,piede a disco. ingobbio e vetrina bruno-marrone fin quasi al piede. Seconda metà XV secolo. Fig. 26.12.St. 2014.53.21.Misure: diam. piede 8,5 cm, largh. ansa 3,2 cm.

13. Ciotola carenata con orlo verticale e piede a disco. Rivestita da ingobbio e vetrina bruno-marrone all’interno e al-l’esterno poco oltre l’orlo. Seconda metà-fine XV secolo. Fig. 26.13; Tav. Viii.13.St. 2014.53.22.Misure: diam. piede 5,5 cm, h. 6 cm.

US 212

14. Ciotola frammentaria, mancante del fondo, forma a calotta con orlo ingrossato. Decorata da motivo a foglie lobatebipartite e sovradipinte in giallo ferraccia e verde ramina. esterno privo di rivestimento. Metà-seconda metà del XVsecolo. Tav. X.14.St. 2014.53.23.Misure: diam. 14 cm.

15. Catino, fr. pertinente a parete troncoconica e tesa obliqua con orlo rilevato. Decorato da foglie con nervatura cen-trale e, sulla tesa, da fasci di segmenti intervallati da archetti pendenti. esterno privo di rivestimento. Metà del XV se-colo. Tav. X.15.St. 2014.53.24.Misure: diam. ricostruito 26 cm.

16. Ciotola parzialmente ricostrita da quattro frr. Forma emisferica con breve tesa a orlo rilevato. Decorata al centroda bottone a graticcio contornato da raggi intervallati da fitti segmenti verticali. La tesa è abbellita da un motivo atreccia. Sovradipinta da giallo ferraccia e verde ramina sotto vetrina trasparente e molto lucida. esterno ingobbiato einvetriato. Fine XV secolo. Fig. 27.16; Tav. Viii.16.St. 2014.53.25.Misure: diam. 14 cm, h. 4,7 cm, diam. piede 5,5 cm.Un frammento proviene da US 236.Per un cfr.: NePOTi 2001, p. 113, fig. 4. Ciotole da ritrovamenti in Santa Giulia a brescia.

17. Ciotola frammentaria, parzialmente ricostruita da tre frr. Cavetto a calotta schiacciata con orlo arrotondato agget-tante a formare piccola tesa, all’esterno sottolineata da listello modanato. il cavetto è decorato da busto di monacovolto a sinistra entro fascia con nastro intrecciato. Colori: giallo ferraccia, verde ramina, viola manganese. esterno in-gobbiato e invetriato. Seconda metà XV secolo. Tav. X.17.St. 2014.53.17.Misure: diam. 12 cm.Un fr. proviene da US 236.

US 210

18. Quattro frr. contigui pertinenti a parete e tesa di piccolo catino. Decorato da elementi vegetali semplificati entrosettori separati da bande verticali. Tesa priva di decorazione, come l’esterno. Colori: giallo ferraccia e verde ramina.Seconda metà XV secolo.

19. Ciotola emisferica a breve tesa con orlo ingrossato, parzialmente ricomposta da quattro frr. Cavetto decorato damotivo vegetale o “delle tre mele” bipartite e sovradipinte in giallo ferraccia e verde ramina. Sulla tesa, sequenza difasce a segmenti e veloci tratti obliqui. esterno privo di rivestimento. Metà-seconda metà XV secolo. Tavv. X.19, Viii.6.

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St. 2014.53.27.Misure: diam. piede 4,2 cm, diam. 14 cm, h. 4,8 cm.

20. Fondo frammentario di ciotola con piede a disco. Decorata da coniglia accovacciata su prato fiorito e dipinta agraticcio in giallo ferraccia e tocchi di verde. Seconda metà XV secolo. Tav. X.20.St. 2014.53.28.Misure: diam. piede 5 cm.

21. Scodella parzialmente ricomposta da nove frr. solo in parte contigui. Ampio cavetto a calotta schiacciata con tesaobliqua e orlo rilevato, fondo piano. Al centro del cavetto, un medaglione racchiude un elaborato intreccio di nodi su

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1

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45 17 20

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Tav. X. Tirano, Castello di Santa maria: graffita monocroma (1, 30), graffitaarcaica (14, 15, 19), graffite rinascimentali (2, 4-6, 17, 20, 23, 33), maiolicapolicroma (8, 29).

0 3 cm

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fondo ribassato ed è incorniciato da fascia a cordicella su cui si imposta un serto di foglie accartocciate. Nella tesa,sottolineata da fascia a cordicella, motivo del nastro intrecciato a meandro. Colori: giallo ferraccia, verde diluito, viola.esterno non rivestito. Fine XV secolo. Fig. 28; Tav. Viii.21.St. 2014.53.29.Misure: diam. 24 cm, h. 4,7 cm, diam. piede 12 cm.i frammenti provengono da US 210, da US 236 e dal sondaggio 4.Cfr. MeNOTTi, MUNARiNi 2004, p. 192, n. 63: ciotola con meandro di foglie accartocciate e intreccio “alla damaschina”.Lo stesso intreccio, sempre su fondo ribassato, anche sul n. 64.

22. Ciotola svasata, parzialmente ricomposta da sei frr. ampio cavetto con tesa indistinta e orlo ingrossato e tagliato,piede ad anello. Nel cavetto è raffigurato un cane seduto su un prato fiorito entro siepe a graticcio. Sulla tesa, serto radialedi foglie, bipartito, evidenziato da particolari ribassati a stecca. esterno privo di rivestimento. impasto rosso, ricco diinclusi di dimensioni grossolane, tra cui granuli di calcite. Questo impasto non è solitamente utilizzato nelle stoviglie damensa, ma piuttosto in quelle da fuoco. inoltre, vistoso distacco del rivestimento vetroso e dei colori (giallo ferraccia everde ramina) che pare imputabile a disaccordo dilatometrico. Verso la fine del XV secolo. Fig. 29; Tav. Viii.22.St. 2014.53.30.Misure: diam. 22 cm, h. 6,8 cm, diam. piede 8 cm.

23. Fondo frammentario di ciotola baccellata a stampo all’interno, fondo apodo convesso. Decorazione finementerealizzata a punta e a stecca. Al centro, medaglione con scudo a mandorla decorato da elementi a cuneo e contornatoda foglie stilizzate; sulle pareti, foglie polilobate con nervatura a perline. esterno ingobbiato e invetriato piede com-preso. Sovradipinto in giallo ferraccia e verde ramina. Vetrina lucida. Fine XV secolo. Tav. X.23.St. 2014.53.31.Misure: diam. piede 7,5 cm.

Figg. 24-25. Tirano, Castello di Santa maria. A sinistra, graffita con particolai ribassati a stecca (24); a destra, graffita arcaica (25).

Fig. 26. Tirano, Castello di Santamaria, ingobbiata e invetriata mono-croma.

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La vetrina di ottima qualità esalta l’effetto coloristico di contrasto tra il rosso del corpo ceramico e il nitore del biancodell’ingobbio. Questa tecnica ricorda gli smalti dei gioielli tanto apprezzati dalla famiglia Sforza52 (cfr. per esempioVeNTUReLLi 2011, p. 113, n. 4).

24. Frr. pertinenti a boccale di forma globulare. La decorazione è articolata su un medaglione centrale incorniciato daserto di foglie: busto maschile volto a sinistra, ben caratterizzato e con berretto, su sfondo asportato a stecca e lisciato.Sovradipinto in giallo ferraccia e verde ramina. Fine XV-inizi XVi secolo. Fig. 27.24.St. 2014.53.32.

US 236

25. Frr. pertinenti a boccale di forma globulare con ansa appoggiata. Rivestito da vetrina bruna-marrone fin quasi alpiede. Seconda metà-fine XV secolo. Fig. 26.25.St. 2014.53.33.Misure: diam. fondo 8 cm, largh. ansa 2,7 cm.

26. Frr. pertinenti a ciotola a calotta con orlo verticale assottigliato. L’interno è decorato con croce a terminazioni atrifoglio e chiodi. Colori: giallo ferraccia e verde ramina. Fine XV-inizi XVi secolo. Fig. 27.26.St. 2014.53.34.Cfr. MORi, beLTRAMi TReCCANi 2004, p. 23, n. 72, da ritrovamenti a Manerbio.

27. Due frr. di ciotola svasata con tesa confluente e orlo ingrossato. Decorazione geometrica e mezza rosetta su sfondorotellato; sulla tesa, coppie di segmenti obliqui. Sovradipinta in giallo ferraccia, verde ramina, viola manganese. Secondametà-fine XV secolo.Cfr. MANGiLi 1985, tav. XXiX, recupero dal territorio bergamasco.

28. boccale, cinque frr. non contigui pertinenti a parete, beccuccio e attaco dell’ansa. Della decorazione si riconosceparte di un volto a rilievo, forse alato. La decorazione è racchiusa entro doppia banda verticale con rosette a riempitivo.Colori: giallo ferraccia e verde ramina. Fine XV-inizi XVi secolo. Fig. 27.28.St. 2014.53.35.Cfr. MAGNANi, MUNARiNi 1998, p. 196, n. 218, esemplare integro proveniente da Venezia.

29. Frammento pertinente a piatto con figura femminile stante, su fondo leggermente azzurro, a braccia distese aperteche reggono una sciarpa. Colori verde, marrone, giallo e blu. Sul retro, due segni in ocra, forse pertinenti a “canestro”.impasto giallo chiaro. Faenza? Seconda metà-fine XV secolo. Tav. X.29.St. 2014.53.36.Misure residue: 4x2,5 cm.

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52 Alte somme sono impiegate per l’acquisto costante di gioielli “proapparato et ornamento”, cfr. VeNTUReLLi 2011, p. 23.

Fig. 27. Tirano, Castello di Santa maria: graffita (1, 3, 4, 5), graffita con particolari ri-bassati a stecca (2, 6).

Fig. 28. Tirano, Castello di Santa maria. graffitacon particolari ribassati a stecca (scala 1:4).

16

34 32

28 26

24

0 5 cm

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841Donatella Di Ciaccio | Ceramica postmedievale dal territorio valtellinese

US 218

Questa unità stratigrafica ha restituito solo pochi frammenti riconducibili alla seconda metà-fine XV secolo, e unaciotola graffita monocroma affine a quella recuperata nello strato sporadico.

30. Ciotola frammentaria a vasca emisferica, fondo piano e breve tesa con orlo rilevato. La decorazione è limitata allatesa: serto circolare di foglie accartocciate disposte a meandro su sfondo a tratti verticali o graticciato, con effetto gra-fico. Rivestita di vetrina bruno-marrone solo all’interno. Seconda metà XV secolo. Tav. X.30.St. 2014.53.37.Misure: diam. 16,5 cm, h. 5,5 cm.

Sondaggio 4

31. Catino frammentario troncoconico con fondo piano e breve tesa. Decorazione del fondo poco leggibile, forsefoglie entro quartieri; le pareti sono suddivise in settori con all’interno un motivo verticale a serpentina. Sovradipintoa rapidi tocchi di verde ramina e giallo ferraccia. esterno non rivestito. Seconda metà XV secolo. Fig. 25; Tav. Viii.31.St. 2014.53.38.Misure: diam. piede 16,4 cm, h. 12,5 cm, diam. 32 cm.Un frammento proviene da US 236.

32. Ciotola emisferica parzialmente ricostruita da sei frr., con orlo verticale ingrossato e piede a disco. Decorata dabottone centrale graticciato entro banda a risparmio e coppie di segmenti verticali disposti a raggiera; al di sotto del-l’orlo, entro bande a risparmio, fascia di segmenti obliqui. esterno privo di rivestimento. Fine XV-inizi XVi secolo.Fig. 27.32; Tav. Viii.32.St. 2014.53.39.Misure: diam. piede 5,6 cm, h. 5,7 cm, diam. 12,5 cm.Si tratta di un motivo piuttosto diffuso nella Lombardia orientale: un esempio ben conservato in PALVARiNi GObiOCASALi 2002, p. 20, n. 24, e in MORi, beLTRAMi TReCCANi 2004, p. 19, n. 8 (scarto di seconda cottura da Manerbio) ep. 24, nn. 82 e 83 (da recuperi a Remedello).

33. Fr. del fondo di ampia ciotola o piatto con piede a disco. Della decorazione rimane parte di una figura maschilericcamente abbigliata, su sfondo puntinato. Sovradipinto in giallo ferraccia, verde ramina e viola manganese. esternoinvetriato fino al piede. Seconda metà-fine XV secolo. Tav. X.33.St. 2014.53.40.Misure: 7x6,4 cm.

34. Fr. di piattello svasato a pareti oblique, con orlo rilevato. La decorazione del centro, distinto da un cordone arilievo, non è più leggibile. Sulla parete la decorazione è organizzata su fasce concentriche: sulla principale, entrocornici a dentelli, tralcio vegetale corrente su fondo ribassato. Colori: giallo ferraccia e verde ramina. Fine XV-iniziXVi secolo. Fig. 27.34; Tav. Viii.34.St. 2014.53.41.Misure: diam. 20 cm, h. 5,5 cm.

Fig. 29. Tirano, Castello di Santa maria, graffita rinascimentale. Fig. 30. Tirano, Castello di Santa maria, graffita a decori semplificati.

0 5 cm 0 5 cm

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842 La Valtellina nei secoli: studi e ricerche archeologiche | a cura di Valeria mariotti

graffita ar-caica

graffita ar-caica tardiva

maiolica ar-caica

graffita rina-scimentale

graffita conparticolari astecca

graffita sem-plificata XVi-XViisecolo

bormio, Piazza del kuerc 20 18 6 4 6

Castello dell’Acqua 4 1 3

Livigno

Sondrio, Castel Masegra 1 1 5

Sondrio, Piazza Campello 42

Sondrio, hotel Posta 2 2

Sondrio, Palazzo Martinengo 2

Sondrio, Piazza Garibaldi 18

Sondrio, Santuario della Sassella 1 1

Sondrio, Palazzo Sassi 2 5

Sondrio, Via Quadrio 1 4

Teglio 4

Tirano 3 28 53 22 2

Grosio, San Faustino 1 2

Grosio, Castello Nuovo 1

Colorina, chiesa di San bernardo

Tab. 1. Ceramica postmedievale: tabella riassuntiva dei tipi attestati e numero minimo di oggetti pertinenti.

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843Donatella Di Ciaccio | Ceramica postmedievale dal territorio valtellinese

graffita astecca

ingobbiata einvetriata mo-nocroma

graffita e in-gobbiata mo-nocroma

invetriata ingobbiata edipinta

maiolica poli-croma

bianchi, ma-iolica com-pendiaria

ceramica diXViii – XiXsecolo, terraglia

graffiti

68 28 2 7

24

2 1

4 3 3 15

1 15 6 9 18 12 33 35 (entro XViiisecolo) 1

1 10 4 11 7

3 1 2 1 5

8 1 4 15 5 11 16 1

3

12 2 5 1 16

7 5 1 18 11

5 3 2 11

20 2 3 5 1

1

1

1 1 2

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musei e istituzioni

ATS = Archivio Topografico della Soprintendenza per i beni Archeo-logici della Lombardia.

MVSA = Museo Valtellinese di Storia e Arte.

SbAL = Soprintendenza per i beni Archeologici della Lombardia.

Periodici

APM = Archeologia postmedievale.

ASDC = Archivio storico della diocesi di Como.

bSSV = bollettino della Società storica valtellinese.

bSAV = bollettino storico alta Valtellina.

MeFRA = Mélanges de l’école Française de Rome – Antiquité.

MeFRM = Mélanges de l’école Française de Rome – Moyen Age.

NAb = Notizie Archeologiche bergomensi.

NiAV = istituto Archeologico Valtellinese. Notiziario.

NSAL = Soprintendenza per i beni Archeologici della Lombardia. No-tiziario.

PbSR = Papers of the british School at Rome.

PSSC = Periodico della Società storica per la provincia e antica diocesidi Como/Periodico della Società storica comense.

RAAPDC = Rivista archeologica dell’antica provincia e diocesi diComo.

RASMi = Rassegna di Studi del Civico Museo Archeologico di Mi-lano.

RAC = Rivista di Archeologia Cristiana.

RiN = Rivista italiana di Numismatica.

STSN = Studi Trentini di Scienze Naturali.

Altre abbreviazioni bibliografiche

AFeAF = Association Française pour l’etude de l’Age du Fer.

AihV = Association internationale pour l’histoire du Verre.

CDLM = Codice diplomatico della Lombardia medievale.

Congresso CiSAM = Congresso internazionale di Studio sull’Alto Me-dioevo (Centro italiano di Studi sull’Alto Medioevo).

iiPP = istituto italiano di Preistoria e Protostoria.

Settimana CiSAM = Settimana di studio del Centro italiano di Studisull’Alto Medioevo.

abbreviazioni

Abbreviazioni 949

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950 La Valtellina nei secoli: studi e ricerche archeologiche | a cura di Valeria mariotti

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