corriere economia

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LUNEDÌ 20 GENNAIO 2014 www.corriereconomia.com ANNO XVIII - N. 2 Distribuito con il Corriere Della Sera non vendibile separatamente Direzione, Redazione, Amministrazione, Tipografia Via Solferino 28, Milano 20121 - Tel. 02.62.82.1 Servizio Clienti 02.63.79.75.10 Yahoo! Ciclone Mayer Il repulisti dei manager IL PUNTO Paesi Emergenti: quella frenata ci può aiutare U na delle grandi novità del 2014 sarà il cambio di stagione nelle economie emergenti. Nel senso che con ogni probabilità rallenteranno il passo della loro crescita. E in qualche caso potrebbero essere colpite da vere e proprie crisi di fiducia. Complessivamente il fenomeno può essere negativo. Ma potrebbe offrire opportunità ad alcuni Paesi sviluppati della periferia — a esempio l’Italia — se questi si sapranno posizionare in modo intelligente. Le ragioni alla base delle difficoltà di numerosi Paesi emergenti sono almeno tre. Una viene da Washington: il tapering — cioè la riduzione dell’intervento della Federal Reserve sui mercati finalizzato a tenere bassi i tassi d’interesse — provocherà lo spostamento di flussi di denaro verso gi Stati Uniti e fuori dalle economie emergenti. Lo si è già visto ai primi accenni di tapering la scorsa primavera con effetti significativi in Paesi come India e Brasile. La Banca mondiale prevede che non sarà un’onda travolgente, ma occorre fare attenzione perché in qualche caso queste economie hanno sbilanci finanziari seri. Una seconda ragione, meno dirompente ma di più lunga durata, dipende dalla fine del boom dei prezzi delle materie prime che ha sostenuto tanti Paesi emergenti negli ultimi anni. La terza è legata all’instabilità politica che si registra in economia dall’alto potenziale teorico ma vulnerabili a cambiamenti di governo: in India, Turchia, Thailandia, in larghe parti del Sudamerica e persino in Cina, dove le tensioni militari con il Giappone sulla questione delle isole Senkaku /Diaoyu potrebbero avere effetti negativi a Pechino. Quanto sarà rapido questo cambio di stagione è difficile da prevedere: certo, si tratta di un fenomeno rilevantissimo. Una parte dei flussi finanziari in uscita dalle economie andrà in America, un’altra cercherà opportunità di crescita nuove: i Paesi coraggiosi che sapranno offrirle saranno i vincitori dell’anno in corso e di quelli a venire. @danilotaino © RIPRODUZIONE RISERVATA DI DANILO TAINO Rc auto Siamo i più cari d’Europa Tutti i consigli per spendere meno L e polizze obbligatorie per gli au- tomobilisti in Italia hanno prez- zi sempre elevatissimi e le di- sparità geografiche enormi. La legge che dovrebbe riformare il settore è in discussione, ma non avrà vita facile. In attesa di tariffe più allineate al re- sto d’Europa ecco i consigli per spen- dere meno possibile e la classifica del- le compagnie migliori compilata per CorrierEconomia dall’Istituto Tede- sco Qualità e Finanza ALLE PAGINE 20 E 21 Tasse all’80% Quando il Fisco incentiva le aziende a scappare all’estero DI ISIDORO TROVATO A PAGINA 18 Quando si rivolge a un’assicurazione lei preferisce... ... rinunciare a un prezzo più basso, ma avere la garanzia della qualità dei servizi offerti ... rinunciare a qualche servizio e avere uno sconto consistente Fonte: 41% S. Franchino 59% 1 Il sondaggio Trend Vendite (pubbliche e private) per 20 miliardi Risiko delle partecipazioni La nuova mappa del potere DI ALESSANDRA PUATO E STEFANO RIGHI V enti miliardi di asset in ven- dita. Si annuncia un anno di grandi svolte. Lo Stato fa la parte del leone e annuncia la vo- lontà di liberarsi di aziende e partecipazioni per oltre 14 mi- liardi di euro per far fronte alla crisi. Le imprese private, che già da tempo hanno scelto di foca- lizzarsi sul core business, conta- no di realizzare circa 6 miliardi dalle cessioni. Sul piatto dell’of- ferta le Poste e gli immobili, banche e assicurazioni. Grandi affari per gli intermediari. ALLE PAGINE 2, 3, 4 DI ROBERTA SCAGLIARINI U ltimo sprint per Carlo Cimbri e il top ma- nagement di Unipol. Entro domani saran- no comunicate le cessioni, imposte alla com- pagnia assicuratrice bolognese dall’Antitrust e destinate alla tedesca Allianz. Così la fusione con FondiariaSai diverrà pienamente operati- va e Cimbri potrà focalizzarsi sul business. A PAGINA 7 Jaime Carbò L’iberica Deoleo in vendita Per Bertolli, Carapelli e Sasso si cerca cordata tricolore SCAGLIARINI A PAGINA 11 Da venerdì Bologna capitale dell’arte D opo il suo braccio destro De Castro, strap- pato solo un anno fa a Google, anche il di- rettore delle news Jai Singh ha lasciato Yahoo!, la società Web dove la Ceo Marissa Mayer punta con decisione sui contenuti editoriali (con un oc- chio al marketing). In un anno le azioni sono ri- salite da 19 a 40 dollari, ma la pubblicità arranca. A PAGINA 14 Svolte Marissa Mayer Assicurazioni Groupama adesso ballerà da sola DI FABIO TAMBURINI A PAGINA 6 Compleanni Il motore di ricerca compie 20 anni EVENTI ALIMENTARE DI GRETA SCLAUNICH Nordest Gli affari (a rischio) delle Popolari Il destino comune di Veneto Banca, Popolare di Cividale, Po- polare di Marostica e dei loro tre top manager. Tra bilanci in rosso, richiami della Banca d’Italia e malumori dei soci, a secco di dividendi. A PAGINA 8 DI MARIO GEREVINI Cessioni e caccia al tesoro dei Ligresti Il cambio di marcia di Unipol-FonSai Finanza Domani sarà definito il perimetro post fusione Storie italiane Dieci anni di vita, una missione mai portata a termine per far nascere l’Esposizione permanente del Made in Italy Fondazione Valore Italia, il funerale impossibile costa 50 milioni Il commissario Malinconico si è dimesso, il commissariamento annullato. Nessuno può avviare la liquidazione prevista dalla legge L a più recente esibizione del masochismo di cui andiamo giustamente famosi (e fieri) sulla scena in- ternazionale è la storia della Fondazione Valore Italia. Chiusa dopo dieci anni inutil- mente trascorsi, senza aver svolto la missione per la quale era stata creata, e avendo spe- so una montagna di soldi pubblici: almeno 50 milioni di euro. Molte le firme sotto questa sbalorditiva vicenda. Quelle di almeno cinque governi e al- trettanti ministri dello Svilup- po economico. A partire dal secondo esecutivo guidato da Silvio Berlusconi, che con la finanziaria approvata a Natale del 2003 istituisce l’«Esposi- zione permanente del Design Italiano e del Made in Italy». Subito si capisce quale sarà l’andazzo. Per far nascere l’or- ganismo attuatore del proget- to, ovvero la Fondazione Valo- re Italia, ci vogliono infatti ben 21 mesi. Ma la sede, almeno, sembra quella giusta per ospi- tare ciò che dovrebbe essere anche una specie di Moma italiano: il palazzo della Civil- tà italiana, meglio noto come il «Colosseo quadrato», cita- zione razionalista del monu- mento simbolo di Roma, uno ne di Roma. A quella somma si aggiunge una prima tran- che di altri 15 milioni per i la- vori necessari all’Esposizione del Made in Italy, più una se- conda di analogo importo, di cui è stata finora spesa circa metà. Mentre per il funziona- mento della Fondazione viene stanziata la cifra di 13 milioni. Le cose, però, secondo le mo- dalità tipiche italiane, proce- dono a rilento. Un po’ per i problemi legati alla ristruttu- razione, ma un po’ anche per le vicissitudini politiche. Tan- to che a un certo punto, in at- tesa di concretizzarne la mis- sione istituzionale, si decide di assegnare alla Fondazione anche altri compiti, tipo l’atti- vità di lotta alla contraffazio- ne o la progettazione di spazi destinati a utilizzo museale. Merita di essere ricordato lo studio per l’unificazione del Museo storico delle Poste con la Collezione degli strumenti di peso e misura. Merita, an- che come cartina di tornasole del virus dello spreco assurdo che alberga nella nostra pub- blica amministrazione: per- ché identico incarico, dopo che la Fondazione aveva con- segnato il progetto, è stato poi affidato a un’altra istituzione pubblica, per un costo supple- mentare di 300 mila euro. Si va avanti così finché nel- Palazzo Il «Colosseo quadrato» dei più famosi del mondo. Lì erano stati appena spesi 16 milioni di euro pubblici per adattarne una parte a Museo dell’audiovisivo: l’immobile è di proprietà dell’Eur spa, una società controllata al 90% dal ministero dell’Economia e per la quota rimanente dal Comu- DI SERGIO RIZZO l’aprile 2012 il governo Monti stabilisce che Valore Italia è un ente inutile da chiudere. Al posto del presidente Massimo Arlecchino arriva dunque un commissario. E’ Carlo Malin- conico, il sottosegretario di Palazzo Chigi dimissionario qualche giorno dopo la sua nomina: dovrebbe restare al timone fino alle esequie, fissa- te per il primo gennaio 2014. Ma l’ex presidente fa ricorso al Tar, che gliela dà vinta. Viene dunque annullato il commis- sariamento, ma non il funera- le della Fondazione. Però non si sa a chi farlo celebrare. La legge che ha decretato la fine di Valore Italia dice infatti che «il commissario avvia le pro- cedure di liquidazione». Ma il commissario non c’è. E si pre- cipita in un limbo surreale. Mentre già a luglio 2013 è sta- to annunciato un accordo in base al quale Eur spa affitte- rebbe il Colosseo quadrato al gruppo francese di Bernard Arnault come sede di Fendi per 2,8 milioni l’anno: quasi due in meno rispetto ai 4,7 sti- mati dall’Agenzia del territo- rio nel 2007. Da vetrina del Made in Italy a emblema delle conquiste francesi in terra ita- liana. E per la modica spesa di 50 milioni: un vero capolavo- ro. © RIPRODUZIONE RISERVATA Poste Italiane Sped. in A.P. D.L. 353/2003 conv. L.46/2004 art. 1, c1 DCB Milano DI ROBERTO E. BAGNOLI MANAZZA A PAGINA 27 Cantante di Fernando Botero

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Supplemento economico del Corriere della Sera del 20 gennaio 2014

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Page 1: Corriere Economia

LUNEDÌ 20 GENNAIO 2014 www.corriereconomia.comANNO XVIII - N. 2 Distribuito con il Corriere Della Sera non vendibile separatamente

Direzione, Redazione, Amministrazione, Tipografia Via Solferino 28, Milano 20121 - Tel. 02.62.82.1 Servizio Clienti 02.63.79.75.10

Yahoo! Ciclone MayerIl repulisti dei manager

IL PUNTO

Paesi Emergenti:quella frenataci può aiutare

U na delle grandi novità del 2014 sarà ilcambio di stagione nelle economieemergenti. Nel senso che con ogni

probabilità rallenteranno il passo della loro crescita. E in qualche caso potrebbero essere colpite da vere e proprie crisi di fiducia. Complessivamente il fenomeno può essere negativo. Ma potrebbe offrire opportunità ad alcuni Paesi sviluppati della periferia — a esempio l’Italia — se questi si sapranno posizionare in modo intelligente.Le ragioni alla base delle difficoltà di numerosi Paesi emergenti sono almeno tre. Una viene da Washington: il tapering — cioè la riduzione dell’intervento della Federal Reserve sui mercati finalizzato a tenere bassi i tassi d’interesse — provocherà lo spostamento di flussi di denaro verso gi Stati Uniti e fuori dalle economie emergenti. Lo si è già visto ai primi accenni di tapering la scorsa primavera con effetti significativi in Paesi come India e Brasile. La Banca mondiale prevede che non sarà un’onda travolgente, ma occorre fare attenzione perché in qualche caso queste economie hanno sbilanci finanziari seri.Una seconda ragione, meno dirompente ma di più lunga durata, dipende dalla fine del boom dei prezzi delle materie prime che ha sostenuto tanti Paesi emergenti negli ultimi anni. La terza è legata all’instabilità politica che si registra in economia dall’alto potenziale teorico ma vulnerabili a cambiamenti di governo: in India, Turchia, Thailandia, in larghe parti del Sudamerica e persino in Cina, dove le tensioni militari con il Giappone sulla questione delle isole Senkaku /Diaoyu potrebbero avere effetti negativi a Pechino.Quanto sarà rapido questo cambio di stagione è difficile da prevedere: certo, si tratta di un fenomeno rilevantissimo. Una parte dei flussi finanziari in uscita dalle economie andrà in America, un’altra cercherà opportunità di crescita nuove: i Paesi coraggiosi che sapranno offrirle saranno i vincitori dell’anno in corso e di quelli a venire.

@danilotaino© RIPRODUZIONE RISERVATA

DI DANILO TAINO

Rc auto Siamo i più cari d’EuropaTutti i consigli per spendere menoL e polizze obbligatorie per gli au-

tomobilisti in Italia hanno prez-zi sempre elevatissimi e le di-

sparità geografiche enormi. La leggeche dovrebbe riformare il settore è indiscussione, ma non avrà vita facile.In attesa di tariffe più allineate al re-sto d’Europa ecco i consigli per spen-dere meno possibile e la classifica del-le compagnie migliori compilata perCorrierEconomia dall’Istituto Tede-sco Qualità e Finanza

ALLE PAGINE 20 E 21

” Tasse all’80%

Quando il Fisco incentiva le aziendea scappare all’esteroDI ISIDORO TROVATO

A PAGINA 18

Quando si rivolgea un’assicurazionelei preferisce...

... rinunciarea un prezzo

più basso, ma averela garanzia della qualità

dei servizi offerti

... rinunciarea qualche servizioe avereuno scontoconsistente

Fonte:

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1 Il sondaggio Trend Vendite (pubbliche e private) per 20 miliardi

Risiko delle partecipazioniLa nuova mappa del potereDI ALESSANDRA PUATOE STEFANO RIGHI

V enti miliardi di asset in ven-dita. Si annuncia un anno

di grandi svolte. Lo Stato fa laparte del leone e annuncia la vo-lontà di liberarsi di aziende epartecipazioni per oltre 14 mi-liardi di euro per far fronte allacrisi. Le imprese private, che giàda tempo hanno scelto di foca-lizzarsi sul core business, conta-no di realizzare circa 6 miliardidalle cessioni. Sul piatto dell’of-ferta le Poste e gli immobili,banche e assicurazioni. Grandiaffari per gli intermediari.

ALLE PAGINE 2, 3, 4

DI ROBERTA SCAGLIARINI

U ltimo sprint per Carlo Cimbri e il top ma-nagement di Unipol. Entro domani saran-

no comunicate le cessioni, imposte alla com-pagnia assicuratrice bolognese dall’Antitruste destinate alla tedesca Allianz. Così la fusionecon FondiariaSai diverrà pienamente operati-va e Cimbri potrà focalizzarsi sul business.

A PAGINA 7

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L’iberica Deoleo in venditaPer Bertolli, Carapelli e Sassosi cerca cordata tricolore

SCAGLIARINI A PAGINA 11

Da venerdìBologna capitale dell’arte

D opo il suo braccio destro De Castro, strap-pato solo un anno fa a Google, anche il di-

rettore delle news Jai Singh ha lasciato Yahoo!, lasocietà Web dove la Ceo Marissa Mayer punta con decisione sui contenuti editoriali (con un oc-chio al marketing). In un anno le azioni sono ri-salite da 19 a 40 dollari, ma la pubblicità arranca.

A PAGINA 14

SvolteMarissa Mayer

” AssicurazioniGroupama adessoballerà da solaDI FABIO TAMBURINI

A PAGINA 6

Compleanni Il motore di ricerca compie 20 anni

EVENTIALIMENTARE

DI GRETA SCLAUNICH

” Nordest

Gli affari (a rischio)delle Popolari

Il destino comune di VenetoBanca, Popolare di Cividale, Po-polare di Marostica e dei lorotre top manager. Tra bilanci in rosso, richiami della Bancad’Italia e malumori dei soci, asecco di dividendi.

A PAGINA 8

DI MARIO GEREVINI

Cessioni e caccia al tesoro dei LigrestiIl cambio di marcia di Unipol-FonSai

Finanza Domani sarà definito il perimetro post fusione

Storie italiane Dieci anni di vita, una missione mai portata a termine per far nascere l’Esposizione permanente del Made in Italy

Fondazione Valore Italia, il funerale impossibile costa 50 milioniIl commissario Malinconico si è dimesso, il commissariamento annullato. Nessuno può avviare la liquidazione prevista dalla legge

L a più recente esibizionedel masochismo di cuiandiamo giustamente

famosi (e fieri) sulla scena in-ternazionale è la storia dellaFondazione Valore Italia.Chiusa dopo dieci anni inutil-mente trascorsi, senza aversvolto la missione per la qualeera stata creata, e avendo spe-so una montagna di soldipubblici: almeno 50 milioni dieuro.

Molte le firme sotto questasbalorditiva vicenda. Quelledi almeno cinque governi e al-trettanti ministri dello Svilup-po economico. A partire dal

secondo esecutivo guidato daSilvio Berlusconi, che con lafinanziaria approvata a Nataledel 2003 istituisce l’«Esposi-zione permanente del DesignItaliano e del Made in Italy».Subito si capisce quale saràl’andazzo. Per far nascere l’or-ganismo attuatore del proget-to, ovvero la Fondazione Valo-re Italia, ci vogliono infatti ben21 mesi. Ma la sede, almeno,sembra quella giusta per ospi-tare ciò che dovrebbe essereanche una specie di Momaitaliano: il palazzo della Civil-tà italiana, meglio noto comeil «Colosseo quadrato», cita-zione razionalista del monu-mento simbolo di Roma, uno

ne di Roma. A quella sommasi aggiunge una prima tran-che di altri 15 milioni per i la-vori necessari all’Esposizionedel Made in Italy, più una se-conda di analogo importo, dicui è stata finora spesa circametà. Mentre per il funziona-mento della Fondazione vienestanziata la cifra di 13 milioni.Le cose, però, secondo le mo-dalità tipiche italiane, proce-dono a rilento. Un po’ per iproblemi legati alla ristruttu-razione, ma un po’ anche perle vicissitudini politiche. Tan-to che a un certo punto, in at-tesa di concretizzarne la mis-sione istituzionale, si decidedi assegnare alla Fondazione

anche altri compiti, tipo l’atti-vità di lotta alla contraffazio-ne o la progettazione di spazidestinati a utilizzo museale.

Merita di essere ricordatolo studio per l’unificazione delMuseo storico delle Poste conla Collezione degli strumentidi peso e misura. Merita, an-che come cartina di tornasoledel virus dello spreco assurdoche alberga nella nostra pub-blica amministrazione: per-ché identico incarico, dopoche la Fondazione aveva con-segnato il progetto, è stato poiaffidato a un’altra istituzionepubblica, per un costo supple-mentare di 300 mila euro.

Si va avanti così finché nel-

Palazzo Il «Colosseo quadrato»

dei più famosi del mondo.Lì erano stati appena spesi

16 milioni di euro pubblici peradattarne una parte a Museodell’audiovisivo: l’immobile èdi proprietà dell’Eur spa, unasocietà controllata al 90% dalministero dell’Economia e perla quota rimanente dal Comu-

DI SERGIO RIZZO l’aprile 2012 il governo Montistabilisce che Valore Italia èun ente inutile da chiudere. Alposto del presidente MassimoArlecchino arriva dunque uncommissario. E’ Carlo Malin-conico, il sottosegretario diPalazzo Chigi dimissionarioqualche giorno dopo la suanomina: dovrebbe restare altimone fino alle esequie, fissa-te per il primo gennaio 2014.Ma l’ex presidente fa ricorso alTar, che gliela dà vinta. Vienedunque annullato il commis-sariamento, ma non il funera-le della Fondazione. Però nonsi sa a chi farlo celebrare. Lalegge che ha decretato la finedi Valore Italia dice infatti che

«il commissario avvia le pro-cedure di liquidazione». Ma ilcommissario non c’è. E si pre-cipita in un limbo surreale.Mentre già a luglio 2013 è sta-to annunciato un accordo inbase al quale Eur spa affitte-rebbe il Colosseo quadrato algruppo francese di BernardArnault come sede di Fendiper 2,8 milioni l’anno: quasidue in meno rispetto ai 4,7 sti-mati dall’Agenzia del territo-rio nel 2007. Da vetrina delMade in Italy a emblema delleconquiste francesi in terra ita-liana. E per la modica spesa di50 milioni: un vero capolavo-ro.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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2 CORRIERECONOMIA LUNEDÌ 20 GENNAIO 2014

Potere Unicredit si è mossa per prima. Le strategie di Montepaschi e Telecom

Vendite per 20 miliardiLe grandi manovre su pubblico e privatoIntesa cede la quota Generali. L’onda lunga avviata da MediobancaLo Stato apre il capitale delle Poste e poi via Stm, Enav, Fincantieri...DI STEFANO RIGHI

MONTE DEI PASCHI

DI SIENAPartecipazioni estere (Mps France)

Privatizzazioni annunciate, quote cedibili (max), tempi attesi

e valori di cessione in milioni di euro (stime)

Azienda pubblica

Enav

Fincantieri

Sace

Poste Italiane

Cdp Reti (Snam)

Eni

Newco Grandi Stazioni 4

StMicroelectronics

Vendita

a privati

Quotazione

in Borsa

Vendita

o Borsa

Quotazione

in Borsa

Vendita

a privati

Vendita

o Borsa

Vendita

o Borsa

Vendita

o Borsa

Come va

sul mercato

40%

40%

60%

40%

49%

3%

100%

14%

Quanto

1° sem.

2014

1° sem.

2014

2° sem.

2014

Entro il

2014

Entro il

2014

n. d.

n. d.

n. d.

Quando

384

463

3.630

4.845

1.723 2

2.050 3

600

710

Incasso

possibile 1

TOTALEINCASSOPOSSIBILE:

14,4MILIARDI

DI EURO

TOTALEINCASSOPOSSIBILE:

6MILIARDI

DI EURO

1) Stima d’incasso dalla cessione della quota in mano pubblica, valutata su stime dell’Università Bocconi in

base all’equity value (cinque volte l’Ebitda meno debiti netti, bilanci 2012) tranne dove indicato diversamente;

2) Valore di cessione 2012 da Eni a Cdp della sola Snam; 3) Su capitalizzazione al 15/1/2014; 4) Conterrebbe

le principali attività retail di Grandi Stazioni, che fa capo a Ferrovie dello Stato per il 60%

S. Avaltroni

Fonte: elaborazione Corriere Economia

su dati delle aziende

e dell’Università Bocconi

PRELIOSImmobili per 550

milioni di euro

UNICREDIT

Npl (prestiti

al consumo)

Sia, automazione

interbancaria,

(20,1%) 90 milioni

di euro, entro

il 1° semestre 2014

Attività internazio-

nali di leasing

PIRELLISteel Cord (a Bekaert?)

* In rapporto alla capitalizzione di Borsa

BANCOPOPOLARE

Banco Popolare Croatia

Npl (prestiti non performanti)

Gestielle Aletti (possibile)

Immobili di pregio ex Italease

FONDAZIONE

MPSBanca Mps (circa 20%)

460 milioni

Immobili di pregioVENETO BANCA

Bim Banca Intermobiliare

(71,388%) circa 365 milioni*

TELECOM ITALIA

Tim Brasil

MEDIOBANCA

Telco (11,5%)

Rcs Mediagroup (14,997%)

circa 95 milioni*

Gemina (fusa in Atlantia)

INTESA SANPAOLO

Generali Assicurazioni

(1,3%) circa 350 milioni

BANCA CARIGE

Carige Vita

Carige Assicurazioni

circa 500 milioni di euro

BANCO POP.

DELL’ETRURIA

Quote capitale

GENERALI

Bsi Lugano

(1,6 miliardi di euro)

1 «AAA Vendesi»

La stanza dei bottoni a cura di Carlo Cinelli e Federico De Rosa

Schapira-Ruggieri, staffetta a Morgan Stanley Guzzetti e l’assedio a fondazioni e casse di previdenza. Onofri smonta il piano rimborsi

A nno nuovo vita nuovaper Paul Schapira. Ilsuperboss dell’invest-

ment banking di MorganStanley in Italia ha deciso dilevare le tende e, dopo setteanni a Milano, è tornato a Lon-dra per occuparsi dei clientiprivate nel gruppo dei finan-cial sponsor della banca d’af-fari. La sostituzione è stata giàdecisa. A fianco del countryofficer, Domenico Siniscal-co, dal primo gennaio negli uf-fici di Corso Venezia lavoraMassimiliano Ruggieri, arri-vato in Morgan Stanley quat-

tro anni fa da Jp Morgan peroccuparsi della divisione fi-nancial institution. Un seg-mento di business che, con lapartenza della vigilanza unicaeuropea e gli aumenti di capi-tale in arrivo (tra Mps, Bpm eCarige), può regalare grandisoddisfazioni (utili e bonus aseguire).

***Le Fondazioni bancarie,

odiosamate signore della fi-nanza italiana, sono tirate inballo per salvare banche, met-tere al sicuro reti strategiche,rilanciare grandi infrastruttu-

re. Tanti progetti con una ma-trice comune: aprire le (anco-ra) capaci casse degli enti edelle loro partecipate. Per lefondazioni guidate da Giusep-pe Guzzetti un destino comu-ne con le casse di previdenza,anche loro chiamate in causa afinanziare progetti, infrastrut-ture e salvataggi. Urge una ri-sposta comune, devono averpensato gli organizzatori del-l’incontro a porte chiuse chemercoledì metterà attorno allostesso tavolo lo stesso Guzzetticon il presidente della CassaDepositi e prestiti Franco Bas-

sanini insieme al presidentedell’Enpam, la ricca cassa diprevidenza dei medici, Alber-to Oliveti. «Consulenti» d’ec-cezione l’ex ministro del Teso-ro Vittorio Grilli, il numerodue di Prometeia GiuseppeLusignani e un «gestore» dirisparmio come Giuseppe Za-dra, presidente di Anima. Ap-puntamento a Palazzo Rospi-gliosi, di fronte al Quirinale.

***Se poi fondatori e manager

della previdenza privata aves-sero voglia di sentire un’altracampana e sapere perché tuttisi rivolgono a loro per sostene-re l’economia, potrebberomettersi in ascolto delle vociche giungono da Bologna. Pa-olo Onofri si prepara a spie-gare perché le speranze di ri-presa per questo primo scor-cio del 2014 rischiano di anda-

re deluse. Il focus del consuetorapporto di previsione chePrometeia si prepara a presen-tare venerdì sarà sulle difficol-tà di finanziamento delle im-prese che continua a rappre-sentare uno dei maggiori frenialla ripresa del ciclo. Le attesenell’accelerazione dei paga-menti arretrati della pubblicaamministrazione secondoPrometeia rischiano di andaredeluse poiché i 16 miliardi (su27) erogati finora stanno an-dando a rimborsare i debitidelle imprese piuttosto che afinanziare gli investimenti. Ilquadro d’insieme sarà affidatoa Andrea Goldstein dell’Oc-se, con Paolo Manasse del-l’Università di Bologna e Mar-co Onado. Le domande sonotutte per Fabrizio Saccoman-ni.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Volti Giuseppe Guzzetti. A sini-stra: Massimiliano Ruggieri e (sotto) Paolo Onofri

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A aa vendesi. Primariesocietà, pubbliche eprivate, quote azio-narie, immobili. Sti-

ma, 20 miliardi di euro. Pluriintermediari. Sarà stata la cri-si, suprema acceleratrice, o la necessità di cassa – che non èmai troppa – ma oggi chi può ene ha ancora uno di redditizio,si focalizza sul core business.Le partecipazioni non vannopiù di moda, meglio vendere econcentrarsi sul business, madell’azienda.

La ripresaUn processo non nuovo. Nel

settore pubblico la fine delloscorso secolo venne caratteriz-zata dalle privatizzazioni sullaspinta dell’entrata in Europa edei parametri di Maastricht:prima le banche, con le tre Bin,poi Eni, Enel, Finmeccanica, laTelecom. Quindi una lungapausa a inizio degli anni due-mila, interrotta nel 2008 dallacessione di Alitalia, che volaprivatamente dal 13 gennaio2009. Ora inizia un altro giro.Vanno sul mercato le Poste,uno dei grandi simulacri delpotere di Stato, per anni luogodi inefficienze e clientele, ra-gnatela di 14 mila uffici postalie 144 mila dipendenti. Lo Statoitaliano ha le casse vuote - il

balletto sull’Imu è l’ennesimaprova - e finalmente pare deci-so a fare a meno di alcune dellesue aziende, controllate o par-tecipate: Stm, Enav, Fincantie-ri, Sace, Snam.

Non stanno meglio i privati.I singoli risparmiatori sonocon l’acqua alla gola. Il crollodel mercato immobiliare è ilsegnale più evidente: il benerifugio per eccellenza degli ita-liani, il mattone, è gravato ditroppe tasse e questo ha con-tribuito ad accelerare una di-namica già in atto: si sonobloccate le compravendite, an-che i notai (!) faticano e licen-ziano. Chi ha avuto bisogno hamesso in vendita la casa al ma-re, la seconda casa; talvolta an-che la prima. Gli effetti sonosotto gli occhi di tutti: le astegiudiziarie di immobili figura-no tra le rari voci in crescitanella vendita di spazi pubblici-tari sui quotidiani.

Poi ci sono le società, indu-striali e finanziarie. Le banchesono state le prime a iniziareun processo di razionalizzazio-ne della propria struttura enon hanno ancora finito. Il pa-norama presenta anche oggiampie varietà di offerta, si vadal mattone alle società di ge-stione del risparmio, dalle so-cietà bancarie alle assicurati-ve. Nel mondo della finanza iprimi passi sono stati mossi da

Federico Ghizzoni di Unicre-dit. Raccolta la pesante ereditàdi Alessandro Profumo, ha ri-posizionato la banca su unsentiero percorribile, cedendosenza svendere. Ha alienato laquota di Borsa Italiana nelfrattempo confluita nel Lon-don Stock Exchange, come hanfatto altre banche e il 9 percento della Borsa di Mosca,una quota della banca polaccaPekao (di cui mantiene lamaggioranza assoluta) e l’assi-curazione turca Yapi, il 6 percento di Fonsai e la banca pos-seduta in Kazakistan.

RazionalizzazioneCon le altre maggiori ban-

che operanti in Italia (IntesaSanpaolo, Mps, Bnl), nel di-cembre scorso Unicredit haavviato la procedura di cessio-ne a Fondo Strategico Italiano,F2i sgr e Orizzonte sgr del 59,3per cento di Sia, la società perl’automazione dei servizi ban-cari. Ghizzoni è stato il primo,pressato dagli eventi, ma ilcambiamento di passo dell’in-

tero sistema è stato dettato daMario Greco, amministratoredelegato del gruppo Generalidall’agosto 2012. In meno di unanno e mezzo, Greco ha cam-biato dall’interno quel sistemadi rapporti azionari, di scambidi quote, che ha legato per an-ni il sistema finanziario italia-no. Se, all’epoca in cui venneideata da Enrico Cuccia, la ra-gnatela di incroci trovava giu-stificazione nella debolezza deisingoli, venuta meno questa, lecompartecipazioni hanno pro-babilmente funzionato, più re-centemente, da freno. Sicura-mente da alibi. Greco ha inizia-to l’opera di pulizia, ha slegatoi nodi, mettendo in vendita conorizzonte fine 2014, asset percomplessivi 4 miliardi di euro.Ha già ceduto il 12 per cento diBanca Generali, le riassicura-zioni negli Usa, le partecipa-zioni in Messico, l’italiana Fata,portando a casa 2,4 miliardi dieuro. Resta da vendere Bsi, unistituto d’investimento (exBanca della Svizzera Italiana),basato a Lugano e con moltiinteressi in Oriente. In più leGenerali sono uscite da RcsMediagroup (società che editaquesto giornale), come ha fat-to Unicredit e come conta di fa-re anche Mediobanca.

TrasformazioniSu un percorso di trasfor-

mazione si è mosso invece Al-berto Nagel, amministratoredelegato di Mediobanca: menoholding e più business (piùcredito, anche con Che Banca!)è l’obiettivo e così sono state poste in vendita partecipatestoriche del gruppo di piazzet-ta Cuccia, da Gemina a Telco, aRcs, fino alle operazioni giàconcluse che annoverano tuttele poltrone che, un tempo,riempivano il salotto buonodella finanza italiana: Fiat, Pi-ninfarina, Finmeccanica, Fer-

rari, Fondiaria, Ciments Fran-cais, Commerzbank, Mediola-num, Capitalia (Unicredit), In-tesa San Paolo. Un’onda lungache non si esaurisce. Il recentecambio di guida al vertice diIntesa San Paolo, prima bancaper numero di sportelli in Ita-lia, lascia intuire un prossimocambiamento di passo dentroCà de Sass. Se l’ipotesi di mes-sa in vendita del cospicuo par-co immobiliare della banca ri-

sale ancora al tempo della ge-stione di Corrado Passera (siparlò anche di quotazione diFideuram e su Eurizon le ipo-tesi sono state molteplici), lanomina di Carlo Messina a ceodel gruppo contribuisce a farechiarezza: «In prospettiva – hadichiarato Messina – la nostravisione è che la banca entreràsempre meno nell’equity esempre più si concentrerà sulfare credito. Il nostro obiettivo

Maramotti Mediobanca ha cambiato strategia:meno holding, più credito.Il salotto buononon serve più

IMPRESE & FINANZAUomini, storiee strategie

2,4MILIARDI DI EUROIl totale delle partecipazioni già cedute da Generali

Page 3: Corriere Economia

CORRIERECONOMIA LUNEDÌ 20 GENNAIO 2014 3

MONTE DEI PASCHI

DI SIENAPartecipazioni estere (Mps France)

Privatizzazioni annunciate, quote cedibili (max), tempi attesi

e valori di cessione in milioni di euro (stime)

Azienda pubblica

Enav

Fincantieri

Sace

Poste Italiane

Cdp Reti (Snam)

Eni

Newco Grandi Stazioni 4

StMicroelectronics

Vendita

a privati

Quotazione

in Borsa

Vendita

o Borsa

Quotazione

in Borsa

Vendita

a privati

Vendita

o Borsa

Vendita

o Borsa

Vendita

o Borsa

Come va

sul mercato

40%

40%

60%

40%

49%

3%

100%

14%

Quanto

1° sem.

2014

1° sem.

2014

2° sem.

2014

Entro il

2014

Entro il

2014

n. d.

n. d.

n. d.

Quando

384

463

3.630

4.845

1.723 2

2.050 3

600

710

Incasso

possibile 1

TOTALEINCASSOPOSSIBILE:

14,4MILIARDI

DI EURO

TOTALEINCASSOPOSSIBILE:

6MILIARDI

DI EURO

1) Stima d’incasso dalla cessione della quota in mano pubblica, valutata su stime dell’Università Bocconi in

base all’equity value (cinque volte l’Ebitda meno debiti netti, bilanci 2012) tranne dove indicato diversamente;

2) Valore di cessione 2012 da Eni a Cdp della sola Snam; 3) Su capitalizzazione al 15/1/2014; 4) Conterrebbe

le principali attività retail di Grandi Stazioni, che fa capo a Ferrovie dello Stato per il 60%

S. Avaltroni

Fonte: elaborazione Corriere Economia

su dati delle aziende

e dell’Università Bocconi

PRELIOSImmobili per 550

milioni di euro

UNICREDIT

Npl (prestiti

al consumo)

Sia, automazione

interbancaria,

(20,1%) 90 milioni

di euro, entro

il 1° semestre 2014

Attività internazio-

nali di leasing

PIRELLISteel Cord (a Bekaert?)

* In rapporto alla capitalizzione di Borsa

BANCOPOPOLARE

Banco Popolare Croatia

Npl (prestiti non performanti)

Gestielle Aletti (possibile)

Immobili di pregio ex Italease

FONDAZIONE

MPSBanca Mps (circa 20%)

460 milioni

Immobili di pregioVENETO BANCA

Bim Banca Intermobiliare

(71,388%) circa 365 milioni*

TELECOM ITALIA

Tim Brasil

MEDIOBANCA

Telco (11,5%)

Rcs Mediagroup (14,997%)

circa 95 milioni*

Gemina (fusa in Atlantia)

INTESA SANPAOLO

Generali Assicurazioni

(1,3%) circa 350 milioni

BANCA CARIGE

Carige Vita

Carige Assicurazioni

circa 500 milioni di euro

BANCO POP.

DELL’ETRURIA

Quote capitale

GENERALI

Bsi Lugano

(1,6 miliardi di euro)

1 «AAA Vendesi»

è creare valore per gli azionisti.Non parlo di logiche di potere,di salotti: non mi interessanoqueste cose. Quello che potre-mo valorizzare guadagnando,lo valorizzeremo». Il passag-gio dalle parole ai fatti è statoimmediato, con la messa invendita della quota nelle Ge-nerali («il cuore di tutte le par-tecipazioni simboliche del Pae-se»). La lista delle offerte spe-ciali è lunghissima, gli inter-

mediari si sfregano le mani e fanno affari d’oro. C’è chi ven-de per urgente necessità comela Fondazione Mps e chi percambiare volto alla propria so-cietà. Chi spinto dalle cassevuote (lo Stato) e chi dalle im-barazzanti eredità del passato(Carige). Tutti più piccoli, nel-la speranza di poter ancora es-sere, tutti, più competitivi.

@Righist© RIPRODUZIONE RISERVATA

L’arrivo diCarlo Messinain IntesaSan Paoloha portato alla cessione della quota del Leone

Aziende del Tesoro Il nodo delle azioni ai dipendenti e il confronto europeo

Poste La condizione di Sarmi:5 miliardi o non volo in BorsaPronti al debutto, ma Cdp paghi un forfait triennale per libretti e buoni postaliSu Alitalia attesa l’offerta Etihad entro l’estate. A Torino banca dati aerea

DI ALESSANDRA PUATO

D ebutto in Borsa al piùtardi in dicembre, maa un patto: che per iprossimi tre anni sia-

no garantiti all’azienda circa cin-que miliardi di soldi pubblici,come compenso complessivoper la gestione e la raccolta delrisparmio postale. È questa lavera condizione di MassimoSarmi, amministratore delegatodi Poste Italiane, per la privatiz-zazione del gruppo, primo azio-nista industriale di Alitalia con il 19,48% e fetta maggiore delleannunciate cessioni di Stato.Una torta che, se tutto va comeprevisto, dovrebbe fruttare in-torno ai 14 miliardi con la vendi-ta, o il collocamento in Borsa,delle quote di otto aziende pub-bliche (vedi tabella). In ordinecronologico possibile: Enav, Fin-cantieri, Sace, Cdp Reti e Poste,tutte attese entro il 2014; e poi,con tempi che paiono indefiniti,Eni; la newco in arrivo da Gran-di Stazioni (conterrebbe le prin-cipali attività retail della con-trollata di Ferrovie dello Stato);e (forse) StMicroelectronics.

Il paradossoMa come, il Tesoro privatiz-

za una propria impresa — lePoste — per incassare denaro(circa 4,8 miliardi il possibileintroito dalla quotazione del40%, vedi tabella) e deve garan-tirle gli stessi soldi perché siaprivatizzata? Paradossale, mac’è una logica. Le Poste vendonoattraverso i propri sportelli i prodotti della Cassa depositi eprestiti (controllata anch’essadal Tesoro), come libretti e buo-ni fruttiferi. Per remunerarequesto servizio, la Cdp versa lo-ro ogni anno un forfait: 1,6 mi-liardi nel 2012 (4,8 se moltipli-cati per tre anni). È denaro chefa la differenza fra un bilancioin utile o in perdita (1,032 mi-liardi il margine netto di Postenel 2012). La convenzione Po-ste-Cdp è scaduta il 31 dicembree finora è stata annuale. Sarmichiede che diventi triennale(probabile) e la cifra salga (dif-ficile). Le parti stanno deciden-do in questi giorni. L’obiettivo èdare maggiore stabilità ai ricavi

in vista della quotazione: per laquale Sarmi si ritiene tecnica-mente pronto, rinnovo degli ac-cordi permettendo. La revisionedella convenzione con Cdp siaggiunge a una seconda condi-zione, che sia allungato a cinqueanni il contratto di programmacon cui viene remunerato il ser-vizio di corrispondenza. I rap-presentanti di Poste, governo eAuthority delle comunicazionisono al lavoro per ridefinire conchiarezza il quadro regolatoriopostale. Il rischio da evitare èche Bruxelles condanni gli aiutidi Stato.

I proventi della quotazione,comunque, non andrebbero ne-cessariamente a ridurre il debi-to pubblico, ma a rafforzare ilsistema industriale di Poste. Lostesso accadrebbe con altrecontrollate di Stato in cessione,come Grandi Stazioni.

Con il debutto di Poste inBorsa, comunque, il Tesoro da-rebbe il via a una rivoluzione

italiana: l’ingresso nell’aziona-riato dei dipendenti, ai quali sa-rebbero riservate, gratis, azioniper il 5% circa. È il modello se-guito da cinque su sei operatoripostali europei quotati, in testa itre che hanno scelto il listinol’anno scorso. La portogheseCtt, in Borsa dal 5 dicembre, haceduto ai dipendenti azioni asconto per il 5% del capitale;l’inglese Royal Mail, debuttata l’11 ottobre, il 10% (gratuite); labelga Bpost, in giugno, lo 0,46%(a sconto). Lo stesso avevanogià fatto Deutsche Post Dhl (6%a sconto) e la Post austriaca(5,4% a sconto). L’unica ecce-zione è l’olandese PostNl, natada Tnt.

«Siamo contrari alla rappre-sentanza dei lavoratori nel con-siglio d’amministrazione di Po-ste, il rischio d’impresa va as-sunto dai manager», dice peròMassimo Cestaro, segretariogenerale Slc Cgil. Quello sinda-cale è un fronte aperto anche in

Alitalia per Sarmi, il cui manda-to alle Poste scade in primavera,ma potrebbe essere rinnovatoper la quarta volta, in un 2014che si apre con un successo euna gatta da pelare.

Emiri e mandatoIl successo è che il Consiglio

di Stato il 10 gennaio ha annulla-to la multa da 39,37 milioni in-flitta a Poste dall’Antitrust perabuso di posizione dominante.La grana è l’Alitalia. Sarmi non èentrato nel consiglio dell’excompagnia di bandiera, ma èchiaro che avendovi versato 75milioni intende indirizzarla. Il primo passo sarà seguire da vi-cino, a partire da oggi, la tratta-tiva con il possibile socio Etihad,da cui ci si attende un’offertaprima dell’estate. Il secondopasso è avviare le sinergie su in-formatica e voli charter. Entro fi-ne mese è prevista la firma delcontratto per trasferire i sistemiinformatici di Alitalia nel datacenter delle Poste a Torino.

C’è il progetto di costruireuna grande banca dati con tuttele informazioni registrabili sultraffico aereo, dai percorsi aiconsumi di benzina. Quanto aivoli, un’idea di Sarmi è usare an-che i Mistral delle Poste per tra-sportare passeggeri da Catania.Una discreta diversificazioneper le Poste che hanno chiuso il2013 con un +15% di circolazio-ne dei pacchi, ma un altro 10%di calo della corrispondenza.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Fonte: Poste Italiane S. Avaltroni

1) Con Kfw, l’equivalente tedesco della Cassa depositi e prestiti; 2) Con Oiag, holding delle partecipazioni di Stato; 3) Nata da scorporo da Tnt,parzialmente privatizzata nel 1998; 4) Società di gestione delle partecipazioni pubbliche

Paese

Germania

Austria

Olanda

Belgio

R. Unito

Portogallo

23,05

1,33

3,06

2,9

3,9

0,83

Capitalizzazionealla quotazione

(mld/€)

21%(1)

52,8%(2)

0%

50,01%

37,8%

30%(4)

QuotaattualeStato

A pagamentocon sconto

A pagamentocon sconto

-

A pagamentocon sconto

Gratuite

A pagamentocon sconto

Modalitàdi acquisto per

i dipendenti

6%

5,4%

no

0,46%

10%

5%

Quotaceduta ai

dipendenti

30,9

2,5

1,9

3,2

6,7

0,83

Capitalizzazioneal 27/11/13

(mld/€)

20/11/00

31/5/06

26/5/11

21/6/13

11/10/13

5/12/13

Data quotazione

DeutschePost Dhl

Post

Postnl

Bpost(3)

RoyalMail

Ctt

Operatore

VerticeMassimo Sarmi,ammini-stratore delegatodi PosteItaliane. Il suo man-dato scade in prima-vera

IMPRESE & FINANZALa partita decisiva

Uomini, storiee strategie

Page 4: Corriere Economia

4 CORRIERECONOMIA LUNEDÌ 20 GENNAIO 2014

Mattone pubblico Acquistati da Cdp 22 edifici militari, 2 ospedali e 2 scuole. La cerniera Invimit

Immobili Ecco chi frena le cessioniVendite per un miliardo quest’anno. Ma i comuni difendono le «riserve indiane»DI ALESSANDRA PUATO

L’operazione Piazza Affari

Ansaldo Energia si quota?Sì, ma con un socio estero In arrivo il nuovo presidente dagli Usa

AMaurizio Tamagnini,amministratore dele-gato del Fondo strate-

gico italiano, piace paragona-re la turbina delle centralicombinate a una grande pen-tola che brucia gas a 1.200 gra-di. Se sbagli a costruirla, saltatutto. Serve perizia. Per que-sto l’Fsi controllato da Cassadepositi e prestiti ha investitoin Ansaldo Energia (17 milionidi utile netto e 3,6 miliardi diricavi nel 2012): perché è unadelle poche aziende al mondoche hanno la tecnologia per leturbine a gas; ha ordini per il93% dall’estero; commissionaa fornitori per il 67% italiani; èquinta per ordini di impianti agas dopo i tedeschi della Sie-mens (28% nel 2010-2011), gliamericani di General Electric(24%), i francesi di Alstom

(6%), alla pari con i giappone-si di Mitsubishi (6%).

Si ritiene che potrebbedunque andare in Borsa, co-me da indiscrezioni della scor-sa settimana: ma sul lungo pe-riodo e con un socio stranierocome partner, a fianco di Fsi:non necessariamente i coreanidi Doosan. Sulla scia della no-tizia, Finmeccanica ha toccatovenerdì scorso il massimo diBorsa in 12 mesi: +31% a 6,365euro. Il gruppo guidato daAlessandro Pansa è ora sociodi Ansaldo Energia al 15%,avendo chiuso la cessione aFsi la vigilia di Natale (ne havenduto l’85% per 657 milioni,con impegno del Fondo a sali-re al 100% per 777 miliardi).Ecco i dettagli del piano-Bor-sa.

Per Ansaldo Energia puòessere prospettata la quota-zione nei prossimi 18-24 mesi,per una quota intorno al 30%:

al valore attuale di cessionesarebbero circa 230 milioni.L’operazione è però condizio-nata all’ingresso in azionaria-to di un socio industriale este-ro, con una quota di minoran-za qualif icata (intorno al30%). Al Fondo strategico po-trebbe restare un 30-40%. Ilsocio dev’essere un partner in-dustriale che fornisca i soldiper l’espansione internaziona-le e per costruire la turbina dinuova generazione. Fino a pri-ma di Natale il partner stra-niero sembrava certo, Doosan.Ora si parla d’altri soci. Secon-do fonti informate, ci sono sta-te manifestazioni d’interesse.

L’altra novità è che questasettimana dovrebbe esserenominato il presidente di Ans-aldo Energia. Fonti informateparlano di una figura di stan-

ding elevato che arriva da unamultinazionale americana.Siederà in un board che dal 23dicembre è rinnovato: a fiancodel confermato GiuseppeZampini, amministratore de-legato, siedono Guido Rivoltae Barnaba Ravanne, entrambidirettori investimenti di Fsi, eLuigi Calabria, direttore fi-nanziario di Finmeccanica.

La quotazione è in linea conla strategia del Fondo strategi-co: sviluppare e portare inBorsa 20 aziende modello ditecnologia e leader di nicchia,perché possano crescere al-l’estero. La rinegoziazione deldebito di 650 milioni, avvenu-ta in dicembre, serve la causa.Scadeva a giugno 2016, è statoesteso a fine 2018 con le stessebanche: Bnp Paribas, Unicre-dit, Intesa Sanpaolo, HongKong Shanghai Bank.

A. PU.© RIPRODUZIONE RISERVATA

C i sono un ventina dipersone nella squadradi Bruno Mangiatordial Tesoro, a lavorare

sulla valorizzazione degli im-mobili pubblici. Due o tre diloro sono in un ufficio a parte,dedicato agli indennizzi. Quellichiesti da chi acquistò palazzida Stato e comuni all’epocadelle cartolarizzazioni tremon-tiane e ora si trova con beni di-versi dalle aspettative, magariperché mancava un’autorizza-zione urbanistica. A quei tem-pi il mattone fu svenduto, siammette nei corridoi del Teso-ro, e beffa vuole che lo Statodebba ora anche pagare le pe-nali. Perché non sia più così, illavoro più difficile è catalogaree organizzare tutto il mattonepubblico: l’altra faccia delle privatizzazioni, l’operazionegià partita.

Tre gli strumenti. Uno, la

Cassa depositi e prestiti con ilsuo Fiv, Fondo di valorizzazio-ne immobiliare: ha acquistatoil 26 e 27 dicembre, in sordina,40 edifici dal Demanio. Due, laneonata società di gestione In-vimit, guidata da ElisabettaSpitz: sta partendo con la costi-tuzione di fondi immobiliari efra le prime operazioni pensaal recupero delle scuole. Tre, ladirezione Patrimonio immobi-liare pubblico al Tesoro, ap-punto, da novembre affidata aMangiatordi. Ha appena con-cluso, dopo complicato inven-tario (diversi comuni sotto i 10mila abitanti sono restii a in-viare i dati), il Rapporto sulpatrimonio immobiliare delloStato e degli enti locali, che è alvaglio del ministro dell’Econo-mia Fabrizio Saccomanni e do-vrebbe essere pubblicato entromarzo.

Per quest’anno l’obiettivo,in linea di massima, è venderemattoni pubblici per un mi-liardo di euro: valorizzandoli e

comprendendo solo gli edificinon in uso, collocabili sul mer-cato, che non generino proble-mi di urbanistica. Si vuole ven-dere il mattone di Stato sterileinsomma. Per farlo — miraco-lo — rendere. Anche ricavan-done aree per la comunità: sipossono affittare spazi nellescuole, la sera, per esempio,per le assemblee di condomi-nio; o costruire poli di piccoli edignitosi alloggi per anziani con servizi comuni come la la-vanderia, ha in mente Spitz.L’idea è costruire un nuovomercato immobiliare, sul pa-trimonio pubblico.

Caserme e ospedaliLa Legge di stabilità 2014,

votata in dicembre, ha previstoinfatti dismissioni di edificipubblici per 1,5 miliardi in treanni (500 milioni all’anno). Edè di 490 milioni l’investimentodi Cdp (attraverso il fondo FivPlus) nei 40 edifici citati. Eccogli inediti dettagli: 33 immobilisono dello Stato e sette deglienti territoriali; 22 di questi so-no strutture militari, due ospe-dali, due scuole non più utiliz-zate; il 75% della superficie è alNord (Bergamo, Bologna, Fi-renze, Milano, Torino, Vene-zia) più Roma. Quasi tutti (33su 40) gli immobili acquisitisono sottoposti a vincoli storicio artistici; e quasi tutti sonovuoti e vanno restaurati.

Nella lista ci sono l’Ospeda-le al mare a Venezia e gli Ospe-dali Riuniti di Bergamo; le trecaserme di Bologna Masini,Sani e Mazzoni, per cui si cer-cavano da tempo acquirenti; lascuola Bon Brenzoni a Veronae l’Istituto tecnico di via Bar-

donecchia a Torino; l’Anticasede vescovile di Trieste; dueisole veneziane, Sant’Angelo eSan Giacomo; il Teatro comu-nale di Firenze e il Palazzo de-gli esami a Roma. Una partitadi giro, lo Stato vende con unamano e con l’altra (Cdp) ri-compera? L’idea è piuttosto farripartire il mercato, ristruttu-rando e rivendendo gli edifici aprivati perché ne facciano al-tro, come alberghi (in lineacon il piano del turismo delFondo strategico), e centricommerciali.

Si tratta ora di proseguire,ma con le carte in regola. Biso-gna selezionare gli immobiligiusti, accertarsi che abbianole autorizzazioni necessarie (lecaserme sono una fucina diabusi edilizi) e superare i freni.Soprattutto dei comuni.

La gran parte del patrimo-nio immobiliare pubblico —circa l’80% di un portafogliostimabile 415 miliardi di euro

— è degli enti locali: 530 milaedifici, per circa 240-320 mi-liardi, dice il Rapporto Astriddi settembre. Il guaio è che lostesso rapporto scrive: «Fino aoggi per la maggior parte que-sti enti hanno mostrato fortiresistenze a dismettere o valo-rizzare le loro proprietà che,troppo spesso, sono la ragioneessenziale della loro esistenzae rappresentano vere e proprieriserve indiane».

L’asse con i privatiUn’altra difficoltà è in usci-

ta: trovare l’acquirente. Perciòla divisione di Mangiatordistarebbe lavorando per rende-re accessibili a tutti le informa-zioni sugli immobili in vendita,con una banca dati informati-ca. Poi si mette in asta.

Ma c’è anche l’altra strada,quella finanziaria dell’alleanzapubblico-privata. Dove l’attoredi Stato è l’Invimit. Nata nelgiugno 2013, autorizzata in ot-tobre dalla Banca d’Italia, dadue mesi la società di gestioneè nella nuova sede romana, zo-na Trevi, con una decina dipersone (dovrebbero raddop-piare a fine anno).

Dovrebbe essere operativaa fine mese. Ha 1,4 miliardi dieuro in dotazione (dall’Inail,vanno remunerati), da investi-re in 48 mesi in due modi: conun fondo di fondi, in via di co-stituzione, che investa in altrifondi immobiliari privati; e di-rettamente, a fianco dei priva-ti, in alcuni fondi immobiliaridedicati, nel quali siano confe-riti gli edifici pubblici. Dai co-muni, per esempio. Se molla-no il freno.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

GovernoFabrizio Saccoman-ni, ministro dell’Econo-mia e delle Finanze. Ha al vaglio il Rapporto sul patri-monio im-mobiliare pubblico, appena completato

ArchitettoElisabetta Spitz, am-ministratore delegato di Invimit: è la società di gestione pubblica che deve investire nei fondi immobiliari

La neonata sgr Invimit investiràin fondi. Nei piani il recupero delle scuole

Gli acquisti di CdpIl pesodel mattone pubblicoMiliardi in euro, stime

Investimenti conclusi da Cassa Depositie Prestiti il 26-27 dicembre 2013

Fonte: CdpS. Fr

anch

ino

490 milioni di euro in 40 immobili di cui:33 dallo Stato e 7 da enti territoriali

Totale

415miliardi

320

6035

Di cui

vendibili 86

521

Immobili degli enti locali Immobili dello StatoEx case popolari

Nellalista

Ospedale al Mare-VeneziaCaserma Masini-BolognaVilla Tolomei-FirenzeIsole San Giacomoe Sant’Angelo-VeneziaPalazzo Giffoni-TropeaPalazzo degli esami-RomaTeatro comunale-Firenze

Totale

112miliardi

1 La torta vale oltre 100 miliardi

5,954

4,954

MG2013

M L S N G2014

3,59 (1/3/13)

4,848(16/1/13)

6,365(17/1/14)

Dati in euro

s.F.

IMPRESE & FINANZALa partita delle dismissioni

Uomini, storiee strategie

Diario sindacale a cura di Enrico Marro [email protected]

Camusso e quel conto aperto con la Fiom Le regole sulla rappresentanza costringerebbero Landini ad accordi con Fim e Uilm

L a domanda che ora tuttisi fanno nel sindacato è:Susanna Camusso riu-

scirà a reggere le contestazionidella Fiom orchestrate daMaurizio Landini? La scenache si è vista venerdì scorsodavanti alla sede della Cgil aRoma è l’annuncio di quantopotrebbe accadere nelle pros-sime settimane e nei prossimimesi se lo strappo tra la confe-derazione e i metalmeccanicinon verrà ricucito. Mentre ildirettivo della Cgil si riunivaper discutere e approvare l’ac-cordo applicativo sulla rappre-sentanza firmato il 10 gennaio

con Confindustria, Cisl e Uil,fuori alcune decine di lavora-tori, provenienti da Pomiglia-no, inscenavano una protestacon tanto di slogan e striscionicontro l’intesa sottoscritta daCamusso. La Fiom, che comeha detto lo stesso Landini«non si sente vincolata» dalregolamento sulla rappresen-tanza, è capacissima di dar vitaa contestazioni ripetute, più omeno spontanee, verso i lea-der. In passato lo stesso Landi-ni ne è stato vittima ad operadella sinistra interna. E Ca-musso nella Fiom non è mai stata amata, al punto che fu

costretta ad uscire dalla segre-teria dei metalmeccanici nel1997 perché in rotta con l’allo-ra leader, Claudio Sabattini,irriducibile di sinistra e teoriz-zatore dell’«indipendenza»della stessa Fiom dalla Cgil.Uno scenario del tutto diversoda quello costruito dal duoEpifani-Camusso. Prima con lamodifica statutaria, passataal congresso del 2010,che assegna alla Cgilpieni poteri sulle mate-rie confederali e poicon la firma degli ac-cordi sulla rappresen-tanza “imposti” alla

Fiom proprio in virtù di questaregola.

Landini contesta tutto ciò eparla di carenza di democrazianella Cgil. Ma allo stesso tem-po smentisce categoricamenteogni ipotesi di scissione. Quin-di contesterà dall’intero, ap-punto. La battaglia ha ormaicome orizzonte il congresso

del prossimo 6-8 maggio aRimini. Lo scenario di un

congresso unitario, conla Fiom che dopo quat-

tro anni di opposizio-ne, rientrava nellamaggioranza, è sal-tato. Siamo ormai

alla resa dei conti tra la Cgil el’eterna ribelle Fiom. Potrebbeessere proprio l’applicazionedell’accordo sulla rappresen-tanza a ridimensionare il pote-re dei metalmeccanici.

Sintomatica, a questo pro-posito, la rissa tra Fiom e Fimscoppiata venerdì scorsoquando Ferdinando Iuliano,segretario nazionale dei me-talmeccanici Cisl, ha diffuso idati sugli iscritti ai sindacatinel gruppo Fiat, dimostrandoche la Fiom è appena al quintoposto con 15,3%.

Con questi numeri, sostienela Fim, e se le regole sulla rap-presentanza fossero state in vi-gore nel 2010, la Fiom avrebbedovuto accettare gli accordi trala Fiat e gli altri sindacati chehanno insieme la maggioranzaassoluta e forse Fiat nonavrebbe avuto motivo per

uscire dalla Confindustria.La Fiat è un caso particola-

re. Ma il fatto è che Fim e Uilmsono convinte di avere la mag-gioranza assoluta nella catego-ria, il che consentirebbe loro distipulare contratti nazionaliche dovrebbero essere accetta-ti anche dalla Fiom. Per evitarela marginalizzazione, Landinio chi per lui dovrebbe quindirientrare sul sentiero unitario.Esattamente ciò che vuole la Cgil, stanca dell’anomaliaFiom. Per verificare la realeforza della Fiom bisognerà pe-rò aspettare il 2015. Per rende-re operante l’accordo sulla rap-presentanza mancano infattile convenzioni con Inps e Cnelsu conteggio e certificazionedegli iscritti e dei voti alle Rsu.La Fiom farà di tutto per boi-cottare le nuove regole.

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Fiom-CgilFaustoLandini

Chi accelera

1 Il rally di Finmeccanica in Borsa

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6 CORRIERECONOMIA LUNEDÌ 20 GENNAIO 2014

Il mercato delle polizzeI personaggi e le strategie

Finanza

Gruppi Da partner dei Ligresti a battitori liberi. Il big assicurativo ha ridotto la presenza estera. Il Belpaese è il primo mercato extra Francia

Groupama Meno poltrone più affari (in Italia)Fuori dal patto di sindacato di Piazzetta Cuccia i francesi hanno le mani libere. Ma i sogni di Azéma restano taliDI FABIO TAMBURINI

C’ era un tempo in cuiAntoine Bernheimaveva raccolto il te-stimone di André

Meyer, il grande banchieredella banca d’affari Lazard chein Italia giocava di sponda conEnrico Cuccia, di Mediobanca.E, in scia, aveva consolidatoposizioni di potere il finanzierebretone Vincent Bolloré, tra gliazionisti di maggior peso inMediobanca e poi vicepresi-dente delle Generali, capofiladella cordata francese, pronta a farsi garante dell’autonomiae dell’indipendenza di Medio-banca. In questa cornice ilgruppo assicurativo Groupa-ma aveva affiancato Bollorécome socio dell’istituto conuna quota inferiore di poco al5%, ritenendo che fosse la car-ta migliore per crescere in fret-

ta sul mercato italiano. Non èandata così e la vendita delle attività dismesse da UnipolSaiai tedeschi di Allianz, annun-ciata mercoledì scorso, è l’ulti-mo, definitivo segnale chequella strada non ha portatoalla meta sperata.

DiscontinuitàÈ finita così anche perché

tutto è cambiato. A partire daBernheim che prima, nell’apri-le 2010, è stato messo da parteal compimento degli 85 anni dietà. E, qualche tempo dopo, èmorto. Non ha portato fortunaa Groupama neppure il tenta-tivo di conquistare un ruolostrategico affiancando Salva-tore Ligresti nell’azionariato diFonsai. Il grande accordo ven-ne annunciato nell’autunno2010 e aveva come cardine l’en-trata di Groupama in Prema-fin, la holding dei Ligresti. Poil’intesa prevedeva l’acquisto diuna partecipazione importan-te in Fonsai. Una doppia ope-razione che, in particolare,venne seguita da uno dei con-siglieri più ascoltati da Salva-tore Ligresti: Massimo Pini,craxiano, combattivo espo-nente del comitato di presi-denza dell’Iri, molto vicino a Tarak Ben Ammar, l’imprendi-tore tunisino in stretti rapporticon Bolloré.

Anche Groupama era moltodiversa da quella attuale. Il nu-mero uno era Jean Azéma, chedifese fino in fondo Bernheimdefinendolo «un grande presi-dente delle Generali» proprio poche settimane prima dellasua sostituzione con CesareGeronzi. Azéma, buon amicodi Bolloré, aveva obiettivi am-biziosi: cambiare pelle al grup-po, quotarlo in Borsa e trasfor-marlo da società che affondavale radici nella mutualità localefrancese a multinazionale del-le assicurazioni, che aveva co-me priorità la crescita all’este-ro e l’entrata nella classificadelle prime dieci compagnie

europee. E l’estero era soprat-tutto l’Italia. Per i Ligresti l’al-leanza con Groupama avevaun doppio significato: il supe-ramento della crisi drammati-ca del gruppo e lo sganciamen-to da Mediobanca. Ma l’opera-zione fallì il 5 marzo 2011,quando la Consob di GiuseppeVegas stabilì l’obbligo perGroupama della doppia opa(offerta pubblica di acquisto)su Premafin e Fonsai. Pochigiorni dopo Groupama annun-ciò la ritirata e, trascorsi pochimesi, ci fu un vero colpo di sce-na: il crollo della società assi-curativa francese, travolta dal-le difficoltà in Grecia (dov’eracresciuta molto) e dalla cadutadelle borse internazionali (incui aveva investito molto).

Il conto lo pagò Azéma, chevenne accompagnato alla por-ta e sostituito con il direttore

generale Thierry Martel. Lamedicina fu quella classica:vendita delle partecipazioninon strategiche (in Spagna, In-ghilterra, Polonia) e di attivitàfrancesi, cessione di parte del-le proprietà immobiliari, au-mento di capitale da 500 milio-ni di euro.

Tenuta di StatoLa fortuna di Groupama è

stata che il sistema Paese hafatto blocco, come confermaun episodio emblematico: l’in-tervento d’emergenza da 300milioni di euro della Caissedes dépots a fine 2011, decisi-vo per rafforzare il gruppo, fi-nito nel mirino delle società dirating che avevano declassatoe posto sotto osservazione il ti-tolo per la bocciatura definiti-va a junk bond, cioè al livello dispazzatura.

Fino a quando, nel novem-bre 2012, Thierry Martel haannunciato che il programmadelle dismissioni era «termi-nato» e che il perimetro delgruppo si era «stabilizzato».Dichiarazioni a cui sono segui-te quelle di Christophe Buso,amministratore delegato diGroupama assicurazioni, inItalia. «Le cessioni sono fini-te», ha detto nel febbraio 2013,entrando nel merito anche del-la posizione in Mediobanca:«Nel breve termine non abbia-mo intenzione di uscire», per-ché «è una partecipazione im-portante e abbiamo fiducia nelmanagement. Il mantenimen-to della quota è peraltro coe-rente con l’importanza che ilbusiness italiano ha raggiuntonel nostro gruppo».

I numeri lo rendono evi-dente: 1,6 miliardi di premi

Gli analisti

E la Borsaapprezzale polizze A nche per le compagnie

assicurative quotate va-le il detto che non c’è il duesenza il tre. Ne sono convintigli strategist del Credit Suis-se, che analizzano le pro-spettive del comparto in Eu-ropa nel 2014 in un reportappena pubblicato. Le com-pagnie assicurative europeehanno infatti messo a segnodue anni consecutivi di ri-sultati di borsa superiori allamedia di mercato (indiceStoxx 600), battendo il pa-niere generale delle bluechip europee del 17% nel2012 e del 13% lo scorso an-no.

«É probabile che per ilterzo anno consecutivo i tito-li delle assicurazioni faranno

meglio della media del listi-no per tre ordini di motivi: ilsostegno all’aumento deiprofitti offerto dalla crescitaeconomica, il livello delle va-lutazioni non troppo elevatoe il risanamento degli squili-bri di bilancio realizzato inquesti anni, che è in grado dimigliorare il rendimento pergli azionisti», recita lo studiocurato dall’analista RichardBurden. A differenza delloscorso anno, tuttavia, secon-do il Credit Suisse, gli inve-stitori dovranno essere piùselettivi nella scelta dei tito-li. In pole position per un ul-teriore rialzo ci sono Allianz,Aviva, Axa e Ing. Mentre Ge-nerali, Helvetia e Mapfre so-no giudicati scommesse piùdeboli, con un giudizio «un-derweight».

MARCO SABELLA© RIPRODUZIONE RISERVATA

raccolti, pari al 60% del totaleottenuto da Groupama fuoridalla Francia. Ma è chiaro che irapporti sono cambiati.

Il lungo addioE infatti, nell’ottobre scorso,

è arrivato l’annuncio dell’usci-ta dal patto di sindacato Me-diobanca. «L’ingresso fu deci-so in un momento in cui ilgruppo ricercava possibilità dicrescita per linee esterne inItalia», è stata la spiegazioneufficiale. «Oggi non si rendepiù necessario poiché Groupa-ma beneficia di una ormai soli-da presenza sul mercato italia-no, dove conduce una strategiabasata sulla crescita interna».Il che significa che non sono inarrivo acquisizioni. Anche senegli affari, come nella vita,mai dire mai.

© RIPRODUZIONE RISERVATATop manager Thierry Martel, a capo di Groupama

Top Christophe Buso, guida Groupama in Italia

AllianzMichael Diekmann

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Il mercato delle polizzeI personaggi e le strategie

Finanza

Unipol Il gruppo guidato da Cimbri è chiamato alla sfida della redditività

Assicurazioni Ligresti chi?La seconda vita di FonSai Domani la decisione sugli asset da cedere ad AllianzE con i soldi in cassa le coop si aspettano il dividendoDI ROBERTA SCAGLIARINI

L’ ultimo tassello del puzzleandrà a posto domani,con la definizione del por-tafoglio premi da cedere

ad Allianz per rispettare i palettiAntitrust. Dopo di che il nuovogruppo assicurativo nato dalla fu-sione tra Unipol e FonSai e quotatoin borsa dal 6 gennaio avrà il dirittodi esistere, senza la minaccia di pa-gare multe. Anzi con la prospettivadi incassare subito diverse centinaiadi milioni dalle cessioni.

Nuove sfidePer il suo ceo, Carlo Cimbri, fini-

scono due anni di battaglie burocra-tiche e legali e iniziano le sfide ope-rative: chiuso il cantiere tecnico-giu-ridico si tratta di chiudere il cantiereindustriale. La gestione integrata delle tre compagnie è stata avviata la scorsa estate non appena Unipolaveva acquisito la maggioranza diFonsai, ma solo ora che UnipolSai èstata iscritta nel registro delle im-prese e non ha più ombre davantipuò far emergere quel valore reddi-tuale e industriale che aveva indica-to nel progetto di integrazione. E chedovrebbe consentire di premiarecon il dividendo le coop azioniste di

maggioranza. Cimbri ha ribadito neigiorni scorsi che la validità indu-striale del matrimonio era stata in-dividuato ben prima della propostaufficiale di salvataggio arrivata daMediobanca, ora deve dimostrarlo. La seconda compagnia italiana per dimensioni nasce come una holdingoperativa con sette divisioni per cia-scuna delle compagnie che ha assor-bito (Unipol, Fondiaria, Sai, Milano,Sasa e Nuova Maa) ma deve ancoraunificare il loro portafoglio prodotti,riorganizzare le rete delle 4.500agenzie, sistemare dirigenti in so-

vrapposizione e stabilire le funzionidelle sedi di Milano e Torino rispet-to al quartier generale di Bologna.

Obiettivi di utileIl piano strategico al 2015 preve-

de di raggiungere un utile di 814 mi-lioni con premi per 15,6 miliardi, in-variati rispetto al 2012, e sinergie per 349 milioni l’anno a regime, concosti di integrazione cumulati per302 milioni. Un primo aiuto all’al-leggerimento dei costi (150 milioni)è arrivato poco prima di Natale conla formalizzazione dell’accordo con i

sindacati per il prepensionamentodei 900 dipendenti grazie al ricorsoal fondo di solidarietà assicurativo.L’intesa, la prima del genere a livellonazionale, prevede anche la rinun-cia ai licenziamenti collettivi e lacreazione di poli specialistici digruppo localizzati nelle città per li-mitare i trasferimenti dei lavoratori.Per un gruppo con 11.500 dipenden-ti controllato da azionisti cooperati-vi non è secondario poter vantareuna gestione sostenibile sul pianosociale oltreché finanziario.

Anche perché sul fronte dei contiCimbri continua a rassicurare tutti.L’andamento del gruppo «è in linease non oltre le previsioni del piano»ha detto nei giorni scorsi. E ha sotto-lineato, in occasione del bilancio dei9 mesi, che «come management ilnostro intendimento in base alleprevisioni che abbiamo adesso è diconfermare la remunerazione delcapitale… un’adeguata remunera-zione non è un attività secondaria

bensì primaria di chi amministraaziende quotate».

Soci da remunerareUnipolSai fa capo per il 63% alla

holding Ugf, controllata dalle coopriunite in Finsoe. La cassaforte dellacooperazione presieduta da pochigiorni da Adriano Turrini, di CoopAdriatica, ha bisogno di portare acasa un dividendo per compensarelo sforzo fatto per Fonsai. Finsoe hacontribuito con un aumento di capi-tale di 300 milioni all’acquisizione del gruppo dei Ligresti ma registra-va nel bilancio 2012 un indebita-mento di 890 milioni e aveva in cari-co il 50,7% di Ugf a una cifra supe-riore ai valori di borsa: 2,2 miliardicontro una capitalizzazione dell’in-tera società di meno di 2 miliardi.Tale valutazione, spiegava il bilan-cio, è stata determinata «tenendoconto della redditività prospettica».Il progetto di Cimbri prevede cheUnipolSai si concentri solo sul busi-ness assicurativo. In questo quadrova letta la vendita della partecipa-zioni ereditate da FonSai (Pirelli,Mediobanca, Generali), la mancata adesione all’aumento di capitale Ali-talia e l’uscita dai patti di sindacato(Rcs, Sorin). Dell’eredità scomodericevute dei Ligresti restano ancorada sistemare gli immobili e la parte-cipazione in Atahotel, fonte di perdi-te e grattacapi come l’altra parteci-pazione storica di Bologna, Unipol banca. L’istituto di credito controlla-to per il 67,74% da Ugf e per il restan-te 32,26% dalla UnipolSai dovrà es-sere ricapitalizzato per l’ennesimavolta a breve così come Atahotel. MaCimbri tranquillizza: «Abbiamo lacapacità di produrre reddito su tuttele altre componenti questo consen-tirà di assorbire anche una cifra piùimportante di quella che la banca hafino a ora evidenziato senza scon-volgere i programmi del gruppo».

@rscaglia1© RIPRODUZIONE RISERVATA

” Il numero

814MILIONI DI EUROL’obiettivo di utile 2015 fissato dal piano industriale di Carlo Cimbri per UnipolSai, a fronte di premi per 15,6 miliardi di euro

Seconda compagnia italianaCarlo Cimbri, amministratore delegato di Unipol assicura-zioni dal 2009, ha guidato il gruppo cooperativo bologne-se alla conquista di Fondiaria-Sai, l’ex polo delle polizze della famiglia Ligresti

2,5

2,0

1,5

gen2013

17 gen2014

mar apr mag giu lug ago set ott nov dic

1,1115/1/2013

1,6789/5/2013

2,456/1/2014

2,342

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8 CORRIERECONOMIA LUNEDÌ 20 GENNAIO 2014

Il mondo del creditoI movimenti nell’universo delle popolari

Finanza

L’intervista Parla il presidente della PopVicenza: saremo polo aggregante

Zonin «Basta timidezzeLa superpopolare serve»«Siamo in Europa, le dimensioni contano. Noi pronti ad agireMa seguiremo le indicazioni dell’organo di Vigilanza»DI STEFANO RIGHI

L’altro credito Sono il tessuto connettivo dell’imprenditoria. Ma la crisi ha messo in evidenza i limiti di governance e del management

Nordest Le tre banche in cerca di un futuro (sereno)Veneto Banca, Cividale e Marostica sospese tra le raccomandazioni di Bankitalia, guai giudiziari e bilanci in rosso

D ice Carlo Salvatori,banchiere di grandeesperienza: «La parola

popolare esige che il segno deisuoi interventi sia improntatoal “poco a molti” piuttosto cheal “molto a pochi”». Nella cate-goria «popolare» i virtuosi re-stano la maggioranza. Ma c’èchi ha bisogno di rimettersi incarreggiata, risolvere conflittidi interesse e non scambiare lagovernance per una fragranza.Prendiamo tre banche la cuitrama si intreccia in una sortadi romanzo popolare del Nor-dest: Veneto Banca, PopolareCividale e Popolare Marostica.Lo standing di Veneto Banca èdecisamente superiore, anchein termini di virtuosità. Ma c’èun comune denominatore: po-polari non quotate, ultimo bi-lancio in rosso, il fiato sul collodi Bankitalia, lo stesso mana-ger/ leader alla guida da lun-ghissimo tempo, un presenteburrascoso, un futuro indeci-frabile.

MontebellunaLa Veneto Banca di Monte-

belluna (Tv), 6 mila dipenden-

ti, rientra nel novero dei grandiistituti soggetti alla vigilanzaeuropea e per questo sottopostida Bankitalia a regole di bilan-cio più stringenti. Il governato-re Visco ha «suggerito» alla re-gina delle aggregazioni di «va-lutare ipotesi di integrazionecon altri istituti di credito». Se-gno che i risultati dell’ispezionesono stati alquanto severi. Giàera chiaro dal bilancio 2012(-40 milioni, prima volta in ros-so) e dalla semestrale 2013 (-38milioni). Il gruppo ha preso lecontromisure con un piano alargo raggio di rafforzamentopatrimoniale e cessioni. «È sta-

ta fatta pulizia sui crediti – hadetto l’amministratore delegatoe leader da oltre 15 anni, Vin-cenzo Consoli, 64 anni, in sca-denza a primavera -. Non ab-biamo operazioni in finanza ein derivati e non facciamo ope-razioni di finanza strutturata.La banca è sana».

Ma è a un bivio. La Vigilanzaha contestato anche operazioniin conflitto di interesse e finan-ziamenti per acquisto di azioniproprie, di cui ancora non si co-noscono i dettagli. La galassiaVeneto Banca è fatta anche dipartecipazioni da holding fi-nanziaria più che da banca po-polare. Qualche esempio, an-che tra i meno noti: la quota inPalladio Finanziaria, la maggio-ranza del gruppo Spic di Castel-franco Veneto che opera suimercati internazionali realiz-zando impalcature per ponti eviadotti, la presenza in ModenaCapitale del finanziere Gianpie-ro Samorì (appena dimessosi),i 60 milioni sborsati in un au-mento di capitale riservato peril 49% (poi dato in pegno allecolleghe Unicredit e Imi) dellajoint venture con la famigliaToti «Sviluppo Centro Ostien-se» che si propone di riqualifi-

care a Roma gli ex mercati ge-nerali. Intanto restano da chia-rire le improvvise dimissionidal cda il 21 novembre di Mat-teo Sinigaglia, l’imprenditore acapo del gruppo di modaFashion Box (marchio Replay)che era entrato solo in aprile.Un caso a pochi giorni dallaconsegna, 6 novembre, del rap-porto ispettivo? Nei prossimidue-tre mesi si delineerà me-glio il quadro sul futuro di Ve-neto Banca.

MarosticaProvincia di Vicenza, 14 mila

abitanti, è a 33 chilometri a

ovest di Montebelluna. La Po-polare ha 61 sportelli, 400 di-pendenti e 7.500 soci. Prima diNatale hanno licenziato il diret-tore generale, Gianfranco Ga-sparotto, che era lì da 47 anni(ultimi stipendi da quasi un mi-lione). Un tutt’uno con l’istitutoche si poteva tranquillamentechiamare Banca Popolare Ga-sparotto. Licenziato a 68 anni.Lui, poi, è passato dalla sede acaricare in macchina le «suecose»: dodici scatoloni di mate-riale tra agende, penne, omag-gistica, compresi, si dice, un mi-gliaio di babbi Natale, pupaz-zetti destinati ai clienti. Nellafoga deve avere esagerato, se-condo la banca, che l’ha denun-ciato per furto e appropriazio-ne indebita. «Accuse fantasiose– replica l’ex direttore che siedenel cda -, il mio comportamen-to è stato trasparente e corret-to». Un divorzio cruento, nato da un’ispezione di Bankitaliache aveva «massacrato» la ge-stione e chiesto l’azzeramentodei vertici per via assembleare.Il ricorso al Tar della banca nonha prodotto effetto. Poi sonovolati gli stracci. E oggi il presi-dente Giovanni Cecchetto, cheprima dell’arrivo di Bankitalia

evidentemente non si era maiaccorto di nulla, e l’ex dg Ga-sparotto sono l’un contro l’altroarmati. Un caos a rischio com-missariamento. Nelle irregola-rità della Marostica ci è finita anche la Reconta, il gigante del-la revisione che certifica il bi-lancio: Bankitalia ha multato ilpartner Stefano Cattaneo peromesse comunicazioni all’Or-gano di vigilanza. Caso raro trai revisori.

CividaleProvincia di Udine, 12 mila

abitanti, è 220 chilometri d’autoa est di Marostica. Qui il nume-

ro uno indiscusso è l’unico pre-sidente in Italia la cui anzianitàdi carica non si misura in annima in generazioni. Lorenzo Pe-lizzo, 75 anni, da 43 è presiden-te della Popolare. L’unica vocefuori dal coro «bulgaro» èquella del notaio Pierluigi Co-melli, che da anni denuncia inassemblea l’«anomalia» Peliz-zo. Un’inchiesta della Procuradi Udine per infedeltà patrimo-niale ed estorsione ai danni diun imprenditore non ha scalfitoPelizzo. Un’inchiesta non è unacondanna. Brucia molto di più,forse, il responso di Bankitaliadopo la «visita» dello scorsoanno. «Il consiglio (…) nel cuiambito svolge un ruolo premi-nente il presidente dott. Loren-zo Pelizzo - scrive la Vigilanza

- ha assecondato fino al 2010le politiche di indiscriminatosviluppo dimensionale perse-guite (… ) dall’ex direttore ge-nerale rag. Luciano Di Bernar-do, trascurando (… ) interventi(…) idonei ad assicurare la pru-dente gestione del credito el’adeguato presidio dei rischi diliquidità, operativi e reputazio-nali». Cioè l’abc del fare banca.Ma il presidente eterno conti-nua a raccogliere gli applausidei soci, ieri i nonni, oggi i nipo-ti: mi vogliono, mi amano, mivotano. Nessuno potrà dimet-terlo o licenziarlo. Andrà sbul-lonato.

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Q uindici anni fa Ro-berto Mazzotta sico n f ro ntava conl’ipotesi di una su-

perpopolare italiana. Già nel2002 la Novara si è fusa nellaVerona. Adesso, forse complicela crisi, siamo arrivati al dun-que. Lo conferma Gianni Zonin,76 anni mercoledì scorso, presi-dente della Banca Popolare diVicenza.

Presidente Zonin, sta periniziare una nuova partita dirisiko tra le banche italiane,con le popolari protagoniste?

«Non credo a queste cose.Guardo in faccia la realtà e ve-do che siamo sempre più euro-pei e sempre meno italiani. Civiene chiesto di guardare amercati allargati, le impreseche funzionano sono quelle cheriescono ad esportare. Lo stes-so vale per le banche. Siamosottoposti a regole nuove. C’èl’Europa, la Banca Centrale Eu-ropea che vigila direttamentesu 15 istituti italiani. Andiamoverso l’Unione Bancaria Euro-pea. Le banche devono averedimensioni che, a costi accetta-bili, consentano controlli e ope-ratività che, in un piccolo istitu-to, rischiano di gravare tropposul lato dei costi.

Ma il processo di concen-trazione del settore è inevita-bile…

«Lo so. Io sono un imprendi-tore agricolo. Pochi anni fa i col-tivatori diretti in Italia erano 1,2milioni. Oggi sono 600 mila. Cisono poderi troppo piccoli,aziende agricole troppo piccole,

banche troppo piccole. Il futuroè quello. Sono convinto che in3-5 anni il numero delle banchein Italia si dimezzerà».

La metà delle banche? Nonsta esagerando?

«Avremo 3-4 banche a livel-lo europeo, alcune di dimensio-ne domestica e poi piccole e pic-colissime banche locali. Questofuturo mi pare ineludibile. Èuna direzione comune a moltisettori. Siamo davanti a uncambiamento storico».

Banche grandi e banchepiccole. Chi è nel mezzo staràpeggio?

«No. Starà peggio chi nonavrà la giusta dimensione. Il ca-so industriale della Fiat è esem-plare. Loro sono la prima indu-stria italiana e hanno sentito lanecessità, per sopravvivere inun mercato globale, di darsiuna dimensione mondiale. Bra-vissimi, ad averlo capito e adaverlo realizzato».

E la Popolare di Vicenzasarà aggregata o aggregante?

«La Popolare di Vicenza hascelto la strada di non esserepiù una piccola banca, bensì diavere una dimensione media.Fino a 6-7 anni fa abbiamo cor-so molto, fatto molto shopping.Poi, con fortuna e lungimiran-

za, ci siamo fermati. Giusto intempo. Diciotto anni fa, quandovenni eletto presidente, la ban-ca aveva 116 sportelli, per il 90per cento in provincia di Vicen-za. Oggi siamo a poco meno di700 sportelli e abbiamo rag-giunto una dimensione che cipermette autonomia di scelte econtinuità di azioni, tanto checredo sia arrivato il momento dicrescere ancora di dimensioni.È il mercato che ce lo chiede».

Quindi siete pronti per fa-re acquisti?

«Una cosa mi sento di ga-rantire, l’identità della BancaPopolare di Vicenza non saràscalfita».

Sì, ma gli acquisti?«C’è una evoluzione dovuta

alla crisi, che è stata l’accelera-tore delle dinamiche in corso.

Per alcune banche oggi è piùdifficile mantenersi stand alo-ne. Noi, diversamente, pensia-mo sia giunto il momento di va-lutare alcune aggregazioni».

Quali?«Stiamo guardando due pic-

cole cose. Una quindicina disportelli della Carife di Ferraraa Roma e un piccolo istituto inCampania. Ma siamo pronti an-che a passi più importanti. So-no convinto che una maggiorecrescita dimensionale sia utileper il nostro istituto. Nel 2013abbiamo consolidato la banca erafforzato le fondamenta condue aumenti di capitale da tota-li 606 milioni di euro. La Popo-lare di Vicenza è una banca soli-da e abbiamo aperto il 2014 conl’emissione di un bond a tre an-ni che, in due ore, ha ricevuto

richieste per 800 milioni, con-tro i 500 offerti. Sono segnaliimportanti, che arrivano da so-ci e investitori».

Sul vostro territorio la Po-polare di Marostica - ieri inassemblea - e Veneto Bancasembrano avere il fiato corto.Guardate in quelle direzioni?

«A me piacerebbe realizzareuna crescita prudente, senzastrafare, non una sola opportu-nità. Ma ascoltiamo i suggeri-menti e i consigli dell’organo diVigilanza, con il quale ci muo-viamo in pieno accordo. Quan-to a Marostica e a Veneto Ban-ca, le risposte del mercato e deisoci testimoniano grande stimanei nostri confronti. Il resto è una partita estremamente com-plessa. In Italia ci sono istituticommissariati, altri potrebberoesserlo. Tutti noi che ci occu-piamo di banche guardiamocon sempre maggiore impegnoa incrementare i ratios patri-moniali che ci vengono dati co-me obiettivi. È un momento

non facile, non possiamo sba-gliare. Ci muoviamo con gran-de prudenza».

È un momento di cambia-mento che sembra coinvolge-re anche le centenarie certez-ze delle banche popolari. Stafinendo una storia?

«Sono convinto che, se labanca va bene e paga i dividen-di, non conta se sia popolare ono. Per tutti deve valere l’idea dirafforzare il patrimonio, perchénon siamo più in Italia, siamoin Europa. Sono però contrarioall’idea della rottamazione del-le popolari, anche se statuti so-ciali che hanno qualche decinad’anni vanno aggiornati all’evo-luzione dell’economia, dei mer-cati, delle dimensioni».

La Banca d’Italia sembramettere pressione affinché sigiunga a una svolta nel credi-to cooperativo…

«Le banche popolari sonodelle cooperative. Aver guarda-to alla Borsa, essersi quotate,può aver creato, soprattutto agliinvestitori istituzionali, dei pro-blemi. Credo che l’ideale oggisia trovare un giusto rapportotra il mantenimento dello sta-tus cooperativo e un premioagli investitori istituzionali chesono vicino al mondo coopera-tivo. Ritengo si possa arrivare aun nuovo equilibrio».

@Righist© RIPRODUZIONE RISERVATA

1 Dietro lo sportello

Se la locomotiva non corre piùL a locomotiva d’Italia non corre più come un

tempo. Il Nordest fatica. I capannoni che hannocambiato lo skyline delle campagne sono semprepiù spesso vuoti, da affittare, in vendita. Solo chi hapuntato sull’estero, chi vende lontano da casa, hacontinuato a produrre utili. «La metà della nostra clientela – ha confidato un banchiere di uno dei pri-missimi gruppi operanti nell’area – nel 2013 ha in-crementato il proprio fatturato di oltre il 10 per cen-to». Non si hanno notizie, invece, dell’altra metà.L’andamento dell’economia si riflette sulle banche.Un tempo qui fiorivano utili e dividendi. Oggi lebanche del Triveneto sono guardate con attenzione

dagli organi di Vigilanza della Banca d’Italia: bassapatrimonializzazione, elevata esposizione versocrediti difficilmente esigibili. Ecco il centro del pro-blema. La lunga ispezione in Veneto Banca ha por-tato Banca d’Italia a chiedere «di valutare ipotesi diintegrazione con altri istituti di credito». Ieri c’è sta-ta l’assemblea della resa dei conti a Marostica. E in-tanto gli ispettori sono a verificare i conti del CreditoTrevigiano di Vedelago, l’ennesima Bcc finita nel mirino, dopo il commissariamento della Monsile, della Bcc del Veneziano e della Bcc Euganea.

S. RIG.© RIPRODUZIONE RISERVATA

Vicenza Gianni Zonin, 76 anni, dal 1996 guida la Banca Popo-lare di Vicenza, primo istituto per dimensio-ni tra le banche coo-perative non quotate. Oggi il settore è alla vigilia di un’ulteriore azione di concentra-zione che inizierà proprio dalle popolari

DI MARIO GEREVINI

MontebellunaL’amministratore de-legato di Veneto Ban-ca, Vincenzo Consoli

Cividale del FriuliLorenzo Pelizzo, pre-sidente della Popola-re di Cividale

MarosticaGianfranco Gaspa-rotto, ex direttore ge-nerale della Popolare

Una cosami sentodi garantire: la nostra identità non sarà scalfita

Al massimoin cinque anni,il numero degli istituti italiani si dimezzerà

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CORRIERECONOMIA LUNEDÌ 20 GENNAIO 2014 9

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10 CORRIERECONOMIA LUNEDÌ 20 GENNAIO 2014

Dopo Detroit Il settore premium vale il 10% del mercato. A vincere sono i brand europei che rinnovano la gamma e investono negli stabilimenti Usa

America Attacco (di lusso) alle big threeBmw, Mercedes, Audi, Porsche, Maserati. Lamborghini e Ferrari: la richiesta di vetture d’alta gamma è in continua crescitaDI BIANCA CARRETTO

Il mercato automobilisticoTedeschi alla conquista degli Usa

Industria

L e Case costruttrici diauto tedesche tra glianni 80 e l’inizio del2000 avevano affron-

tato diverse difficoltà sul mer-cato americano, a causa delladominante presenza dei co-struttori giapponesi. Oggi lasituazione è totalmente ribal-tata: Bmw, Mercedes, Audi,Porsche dispongono di una se-rie di veicoli in grado di con-trastare sia le macchine ame-ricane che quelle asiatiche.

Che cosa ha alimentato lacontinua richiesta di vettureeuropee nell’alto di gamma?Oltre al dinamismo della gui-da, all’eleganza, alle finituredegli interni, ha influito anchel’esigenza di economizzarecarburante, qualità ricono-sciuta ai motori del VecchioContinente. Il mercato dellevetture Premium ha conosciu-to negli Usa una crescita del-l’8% e, nel 2014, rappresenteràil 10-11% del mercato totale,ossia circa 1,6 milioni di unità.Nel 2013 i brand tedeschi sonocresciuti del 5%, dal 2009 so-no aumentati del 75%.

PosizionamentoMartin Winterkorn, presi-

dente del gruppo Volkswagen,ha annunciato a Detroit di vo-ler investire 7 miliardi di euro,nei prossimi 5 anni, per imma-tricolare, nel 2018, un milionedi veicoli negli Stati Uniti. Ilmarchio Volkswagen sta cer-cando di posizionarsi tra i pro-dotti di alta gamma, anche senon ha ancora trovato negliStati Uniti un equilibrio e que-st’anno ha chiuso con circa407 mila pezzi, un calo chesfiora il 7%. Ma è con Audi cheil gruppo di Wolfsburg conso-lida le sue ambizioni: 158 milaauto vendute, il suo record ol-tre Atlantico.

Mercedes, con 312.534 pez-zi (+14%), nel 2013 è leader inquesto mercato, ma la doman-da è così elevata che Bmw(prima al mondo nel segmen-to) ha necessità di aumentarela capacità produttiva di 300mila pezzi nel suo sito di Spar-tanburg, nel Sud Carolina, do-ve si lavora già su tre turni, seigiorni su sette. Qui vengonocostruiti i Suv X3, X5, X6 e inaprile sarà lanciato il veicoloelettrico i3, poiché la mobilità

a zero emissioni giocherà unruolo importante nell’ulterio-re valorizzazione del marchio.Il modello ha già raccolto 11mila contratti nel mondo, dal-la sua commercializzazione, anovembre.

Ian Robertson, il capo dellevendite di Bmw, ha annuncia-to un programma importantedi lanci di nuove vetture, tracui la X4, un Suv competitivo,e il monovolume compattoActive Tourer. Il gruppo diMonaco dispone anche dellacarta Mini: 66 mila veicoli so-no stati consegnati negli Usanel 2013 (su 305 mila vendutiglobalmente) che, sommati al-le vendite di Bmw (309.280),

portano il costruttore di Mo-naco al primo posto di questaparticolare classifica.

Come Audi e Mercedes an-che Bmw sostiene l’espansio-ne dei propulsori a gasolio.Malgrado gli americani anco-ra non siano propensi a questocarburante, le statistiche peròdimostrano che sempre più iclienti di oltre Atlantico ne ap-prezzano l’economia e la mag-gior autonomia. Bmw ha ap-plicato una strategia di con-quista cambiando la percezio-ne negativa che penalizzaval’immagine di questo tipo dialimentazione, offrendo la 535con motore diesel ma dotatadi potenza elevata che, di ri-flesso, ha portato al 25% levendite di X5 a gasolio.

Mercedes ha puntato tuttosul successo della CLA, che èstata comperata per il 75% daclienti che non avevano maiposseduto un’auto con la stelladi Stoccarda. A Detroit è statapresentata la nuova berlinaClasse C, una vettura media,prodotta totalmente nella fab-brica di Tuscaloosa, in Alaba-ma. Si profila così, per Merce-des, la necessità di costruireun secondo impianto in Ame-rica. Audi ha svelato il concept

di un piccolo suv e la A3, unaibrida plug-in. L’America è an-che il miglior mercato di Por-sche che ha consegnato oltre42.300 vetture, un più 20,8%.

RisposteI costruttori statunitensi si

sono attivati per entrare inquesta competizione. GeneralMotors riporta in auge il suomarchio mitico, Cadillac, che,

nel 2013, su un mercato cre-sciuto del 7,5%, ha registratoun +22%, con 182 mila esem-plari venduti. Ford si affida alritorno della Mustang, il suoleggendario modello che arri-verà anche in Europa per laprima volta, per battersi in questo ristretto vertice quali-tativo.

A Detroit non erano pre-senti né Maserati né Ferrari e

neppure Lamborghini, ma ilbrand del Tridente è entratoormai nel cuore degli america-ni, nel 2013 ha venduto circa 5mila pezzi, un più 72% rispettoal 2012, un successo senza pre-cedenti. Con la Ghibli si è rea-lizzato un nuovo posiziona-mento della Maserati negliUsa, un’auto di lusso abborda-bile, ma con la stessa classe el’identico impatto emotivo che

da 100 anni contraddistingueil marchio. Una storia che aiu-terà Sergio Marchionne nel-l’imporre il ritorno dell’AlfaRomeo «dove ci sarà anchepoco di Ferrari», ha detto ilmanager a Detroit. Un’Italiavincente, un patrimonio di ca-pacità costruttiva e di proget-tazione che pochi Paesi posso-no vantare.

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” GareIl segmento Premium è salito dell’8% e nel 2014 rappresenterà il 10-11% delle vendite complessive, circa 1,6 milioni di unità. I brand tedeschi nel 2013 si sono incrementati del 5% e dal 2009 la loro performance è stata del 75%. Previsti forti investimenti. Le reazioni delle Case americane

Martin Winterkorn alla guida del gruppo Volkswagen (Audi), Dieter Zetsche numero uno di Daimler (Mercedes) e Norbert Reithofer ai vertici di Bmw

Audi

1,55

7

+8,3%

Mercedes*

1,56

2

+10,7%

Bmw**

1,96

3

+6,4%

Font

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Le vendite mondiali nel 2013 nel compartodell’alto di gamma, in milioni

* Compresa Smart** Comprese Mini e Rolls Royce

1 Le tre corazzate

1 Le strategie

Peugeot, le nozze «cinesi» e gli altri matrimoni di convenienza fra le CaseT racciare una mappa delle alleanze

automobilistiche mondiali è unpo’ come disegnare uno stradario amano con matita e righello nell’era di-gitale. Talmente fitta è la rete di colla-borazioni che c’è da perdersi. Si va da-gli incroci azionari fra Renault e Nis-san, all’unione Hyundai-Kia e, a scen-dere, verso progetti comuni per lacondivisione di una fabbrica, di unasingola piattaforma o di una tecnolo-gia. Come Toyota che fornisce l’ibridoalla Mazda, o l’intesa fra la Casa giap-ponese e Peugeot per produrre citycarin Repubblica Ceca.

Ma al di là dell’imminente fusionefra Fiat e Chrysler, di affari grossi al-l’orizzonte non se ne vedono. L’eradelle mega-acquisizioni sembra lon-tana anni luce. I matrimoni di oggi piùche da manie di grandezza — comeera avvenuto nel«merger» fra Daim-

ler e Chrysler o nella spregiudicatacampagna acquisti di Ford di fine anniNovanta culminata nel «Premiere Au-tomotive Group», un bagno di sangueper le casse di Detroit — si fanno pernecessità. Mi aiuti a tenere occupatele fabbriche producendo da me, incambio ti offro motori e pianali.

In realtà le cose sono molto piùcomplesse. Per alcune nozze felici cene sono parecchie altre in bilico. Comenel caso di Peugeot e General Motors:l’alleanza è stata rivista al ribasso, gliamericani sono usciti dal capitaleazionario preoccupati dalle perdite e dall’entrata dello Stato nel gruppo. In-sieme continueranno a svilupparemonovolume e crossover, ma è pocaroba rispetto ai progetti iniziali. Tant’èche i risparmi previsti sono calati pa-recchio: si parla di un miliardo e 200mila dollari entro il 2018.

Per il gruppo francese, che da que-st’anno sarà guidato da Carlos Tava-res (ex Nissan), la partita vitale ora èun’altra. Trovare l’accordo con i cinesidi DongFeng che metterebbero alme-no cinquecento milioni di euro (e al-trettanti ne verserebbe Parigi) per ri-cevere una quota importante delgruppo fondato nel 1882. Un passo

storico che segnerebbe la fine dellagestione familiare dell’azienda. Fra leipotesi sul tavolo anche la costruzionedi una nuova fabbrica in Cina, la quar-ta, per rispondere alla crescente do-manda di veicoli. La più recente è sta-ta aperta lo scorso settembre a Shen-zen ed è dedicata alle Citroën della li-nea Ds. Vetture di lusso in grado dicompetere con le rivali tedesche.

Passando alla Germania, fra i ma-trimoni falliti va ricordato quello diVolkswagen e Suzuki. Un’intesa finitaancor prima di cominciare, fra polemi-che, pesanti scambi d’accuse e stra-scichi legali. Che non si sono ancoraconclusi: il primo costruttore europeodetiene ancora il 19,9% di Suzuki. Mal’alleanza viaggia su un binario morto,non avendo prodotto mai nulla.

Chi, invece, va d’amore e d’accordoè la Mercedes con Renault e Nissan.

Partita quattro anni fa come unapartnership tecnica, nel tempo è stataconsolidata ed estesa, passando datre a dieci progetti. Quest’anno si ve-dranno alcuni importanti frutti: le nuove Smart e Twingo realizzate suuna base comune nella fabbrica Re-nault di Novo Mesto in Slovenia (laversione a quattro posti) e in quellaSmart di Hambach (quella a due). Nelprimo semestre entrerà in funzioneanche l’impianto Nissan di Decherd,nel Tennessee, per produrre motori aquattro cilindri destinati al mercato americano. Sulla rotta Germania-Giappone gli affari corrono: Bmw eToyota lavorano insieme a un nuovagenerazione di vetture sportive (un prototipo è stato mostrato a Detroit) esulla tecnologia a idrogeno.

DANIELE SPARISCI© RIPRODUZIONE RISERVATA

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CORRIERECONOMIA LUNEDÌ 20 GENNAIO 2014 11

Alimentare I tre brand hanno il 50% del mercato di casa. Ricavi in calo per il gruppo iberico

Bertolli Cercasi cavaliere tricolore per l’olio d’oliva made in ItalyCon Carapelli e Sasso è della spagnola Deoleo, che però è in vendita L’azienda: né cessioni né delocalizzazioni. L’ipotesi dell’americana CargillDI ROBERTA SCAGLIARINI

Dinastie

Dalla finanza alla biomedicaIl sogno realizzato di BrunoL’avventura imprenditoriale dei Giglio

«I l suo progetto salverà molte vite. Vada avanti, mi raccomando». Ilfiore all’occhiello di Bruno Giglio sono le parole del presidente del-

la Repubblica, Giorgio Napolitano, in occasione della nomina a cavalieredel lavoro, quattro anni fa. «Era al corrente di tutto — ricorda l’imprendi-tore piacentino —. E sapeva anche che grazie ai prodotti della mia azien-da si possono risparmiare tanti quattrini pubblici». La Biomedica SantaLucia è stata costituita una decina di anni fa, a coronamento del percorsoimprenditoriale di Bruno e del fratello Sergio. L’idea è nata dall’incontrocon ingegneri che avevano deciso di lasciare l’Ospedale San Raffaele. Due di loro sono diventati amministratori delegati (Pierpaolo Liguori eGiorgio Pavesi). Un terzo ha avuto un ruolo determinante: Fulvio Rudel-lo. Il progetto che si è rivelato vincente ha due passaggi chiave: lo spac-chettamento delle confezioni di farmaci in prodotti monodose e un sof-tware che ne segue la gestione fino alle terapie destinate ai singoli pa-zienti ricoverati negli ospedali. Così viene garantita la somministrazionedelle dosi eliminando ogni errore.

Il successo è stato clamoroso, come confermano i ritmi di crescita del-l’azienda che, dal 2007, ha assunto in media 60 dipendenti all’anno, rag-giungendo quota 500 occupati, di cui il 90 per cento è laureato o diploma-to e l’età media è di soli 29 anni, nonostante che i due fratelli contribuisca-no ad alzarla visto che Bruno ha 65 anni e Sergio sette di meno. Il tra-guardo raggiunto sono i 130 milioni di ricavi, ma la previsione disviluppo è ambiziosa: 200 milioni nei prossimi due anni, arrivando a 700dipendenti. E questo grazie all’apporto delle attività in due Paesi esteri:l’Inghilterra e il Brasile. Proprio un mese fa, in proposito, è stato firmatoil primo contratto con l’ospedale inglese di Leicester.

La storia famigliare è raccontata nel libro intitolato Niente è per caso.C’è un sogno per tutti, firmato dallo stesso Bruno Giglio e dal giornalistaPaolo Gentilotti. «È una storia speciale — ha scritto nella prefazione ElioBorgonovi, professore di Economia delle aziende e delle amministrazionipubbliche alla Bocconi —,di un imprenditore arrivatolà dove non avrebbe mai im-maginato di arrivare». Il so-gno di Bruno Giglio è co-minciato al Porticone diCampremoldo, nel Piacenti-no, prima abitazione di fa-miglia, in cui «il freddo e ilgelo erano nemici arcigni,risoluti, invadenti, soprat-tutto fra quelle mura senzariscaldamento», con la stufaa legna e l’acqua corrente infondo al cortile. Poi le primeiniziative imprenditorialidel padre benzinaio, la di-stribuzione di bombole delgas metano, soltanto due anni di scuola media superiore, la passione peril calcio giocato (ma anche l’aver capito che non sarebbe mai diventato uncampione), la vendita delle taniche di kerosene per alimentare le stufe.Fino a quando, a partire dall’inizio degli anni Settanta, sono arrivati i pri-mi successi importanti: dalla distribuzione del gasolio di riscaldamentoalle attività nella gestione e manutenzione degli impianti di riscaldamen-to. Ma anche la passione di Bruno per la finanza, con l’acquisto di unapartecipazione nella Cassa di risparmio di Parma e Piacenza, del 2 percento di Unipol, di quote nelle società di servizi Amga di Genova, Iren,Enia, Servizi Italia, It Way. Bruno è buon amico del finanziere Jody Ven-der. Sergio Giglio, appassionato di vela, ha stretti rapporti di amicizia conun altro piacentino doc, l’ex presidente dello Ior, la banca vaticana, EttoreGotti Tedeschi. Insieme i due fratelli hanno poi deciso di liquidare le par-tecipazioni nella finanza, vendere le attività di famiglia alla multinazio-nale francese Veolia e investire una trentina di milioni nella BiomedicaSanta Lucia perché, come ama dire Bruno, «ognuno ha il proprio desti-no, ma anche le capacità per fare in modo che sia il migliore possibile».

FABIO TAMBURINI© RIPRODUZIONE RISERVATA

Fil di Ferré a cura di Giusi Ferré

Berluti, l’esclusività nasce a FerraraIl marchio del gruppo Lvmh apre il suo primo punto vendita a Milano. Artigianalità al centro

A ogni Settimana dellamoda, il quadrilateromilanese cambia fi-

sionomia: aprono nuoveboutique, marchi prestigiosicambiano indirizzo, architet-tura e arredi declinano nuo-ve tendenze.

Così durante i giorni delmenswear, Berluti ha inau-gurato in via Sant’Andrea ilsuo primo punto vendita ita-liano, 200 metri quadri sudue piani dove artigianalità eperfezione toccano livelliquasi ossessivi. AlessandroSartori, che nel luglio 2011 fuchiamato dal gruppo Lvmh

per trasformare questo cele-bre marchio di scarpe su mi-sura in una linea couture dauomo, spiega che nei suoi in-tenti questo negozio è comeuna casa. «Serve tempo pervisitarlo, per ordinare un ve-stito o un paio di scarpe. Tempo per scegliere, tempoper provare: è indispensabilealmeno un’ora, e bisogna tro-vare tutto il comfort e la pia-cevolezza possibili».

Alcuni mobili restauratisono proprietà dalla famigliaBerluti, il cui marchio com-pirà l’anno prossimo 120 an-ni. Altri sono pezzi di mo-

dernariato che lo studio Oi-toemponto ha calibrato nelsuo design d’interni. Alcuniparticolari sono straordina-ri, come il soffitto uguale alpavimento e gli oggetti rarinelle vetrine interne, tipo unmappamondo e una macchi-na fotografica, le cui dimen-sioni sono sempre inferiorial prodotto esposto. Perchéanche questa, pur se sottile,quasi subliminale, è una tec-nica di vendita.

Ad Alessandro Sar-tori, che ha lavoratocon soddisfazione14 anni per Ze-

gna, non piace nemmeno laparola lusso, usata così spes-so a sproposito, ma di questosi tratta. Lusso puro, da dan-dy contemporaneo, in cuiogni dettaglio racconta unastoria. A cominciare dallaPatina delle scarpe, così cele-brata che dà il nome perfinoal bar al primo piano del ne-gozio. «La Patina consistenel colore che viene dato allescarpe – racconta Sartori – eche si può scegliere in uncampionario ricchissimo.Viene data sulla pelle natu-rale e può essere cambiata fi-no a cinque volte». Natural-

mente le scarpe sono su mi-sura, come gli abiti, confezio-nati a mano.

Tutto (borse, scarpe, pel-letteria) è realizzato in Italia,a Ferrara, dove Berluti stacostruendo una nuova fab-brica in grado di ospitare an-che 30 allievi della Scuola diFormazione per pellettieri.La couture ha invece la suapatria logica a Parigi e il suocuore nell’antica sartoria Ar-nys, il cui master tailor è unitaliano, emigrato in Franciaalla fine della Seconda guer-ra mondiale. Il servizio sichiama Grande Mesure ed èriassunto in alcuni numerivertiginosi: 3 mila tessuti trai quali scegliere, 3 prove, 72ore di lavorazione. La verasfida oggi, però, è mantenerequesta esclusività aumen-tando la propria presenza.

Alessandro Sartori, che pro-cede nell’attività a fianco diAntoine Arnault, il figlio ecollaboratore del tycoonBernard Arnault, spiega chele boutique, 46 nel mondo,arriveranno al massimo a65-70, «perché, anche volen-do, non saremmo mai in gra-do di soddisfare un numeromaggiore di richieste. Per-ché la domanda arriva nonsoltanto dalle nuove bouti-que, ma dalla crescita diquelle già consolidate, checontribuiscono al 50% delfatturato». Il gruppo Lvmhnon fornisce mai dati direttisui marchi minori, che figu-rano raccolti in un’unica se-zione. Ma voci interne dico-no che dai 35 milioni del2011 il fatturato è arrivato a80 alla fine del 2013.

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Tempo Alessandro Sartori

Svolte Bruno Giglio e la copertina del volume scritto con Paolo Gentilotti

1 Un triennio difficileI conti di Deoleo e della controllata Carapelli

607

-16,9

501

-98,3

588,4

-14,4

1.033,5

-49,6

828,8

-245,5

960,8

+1,0

2010 2011 20122010 2011 2012

Fonte: elaborazione CorrierEconomia su dati delle aziende

Ppar

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Fatturato

Reddito netto

Dati in milioni

(Controlla Carapelli)

C ordata tricolore cercasi perrilevare Carapelli, Bertolli eSasso. I tre marchi sono vir-tualmente sul mercato dal

momento che è sul mercato la socie-tà che li controlla, Deoleo. Il gruppospagnolo dell’olio ha affidato a JpMorgan l’incarico di ristrutturaredebito e azionariato perché le ban-che cui fa capo il 30% del capitale(tra cui Bankia) sono costrette a ven-dere. E in Spagna oltre la soglia del30% scatta l’obbligo di Opa.

Il probabile cambio di proprietàdel primo trasformatore al mondo diolio di oliva avrebbe ripercussionianche in Italia dove i tre brand Cara-pelli, Bertolli e Sasso occupano il50% del mercato, ma sarebbe solol’ultimo capitolo atto di una storiatravagliata.

Le acquisizioniI tre marchi nazionali entrarono

nel gruppo spagnolo uno dopo l’al-tro a metà degli anni 2000 dopo es-ser passati per fondi di investimentoe multinazionali. Sos CorporaciònAlimentaria, come si chiamava aitempi Deoleo, era ancora controllatodai fratelli Salazar, e con l’acquisizio-ne dei marchi italiani divenne il nu-mero uno del mondo con oltre unmiliardo e mezzo di ricavi.

Ma da allora la situazione è preci-pitata: il gruppo è finito sull’orlo del-la bancarotta, i Salazar sono usciti,le banche hanno convertito in equityi crediti. La loro quota, stando allevalutazioni degli analisti, vale menodi 300 milioni, cioè meno di quantofu pagata la sola Bertolli 6 anni fa. Ladébâcle del gruppo spagnolo è do-vuta, in parte, alla cattiva gestione e,in parte, alla profonda trasformazio-ne del mercato dell’olio d’oliva stri-tolato tra la competizione delle mar-che private e il rincaro della materiaprima.

Il fatturato Deoleo dal 2009 al2012 è costantemente calato, passan-do da 1,3 miliardi a 829 milioni, leperdite si sono cumulate fino 472,5milioni (245 milioni solo nel 2012) ei dipendenti, a forza di ristruttura-zioni, si sono dimezzati a poco menodi un migliaio. Nei primi 9 mesi del2013 i ricavi sono calati ancora (587milioni) con regressi nell’ordine del10% in Italia.

La holding italianaAnche la Carapelli Firenze spa, la

holding sotto cui sono stati riuniti itre marchi nazionali, è andata incon-tro a un ridimensionamento: dal2010 il fatturato è sceso da 607 a446,9 milioni, le perdite cumulate sono arrivare a 129 milioni, lo stabili-mento di Voghera è stato chiuso e idipendenti degli stabilimenti di Ta-vernelle (Fi) e Inveruno (Mi) saran-no ridotti di 45 unità. Deoleo conti-nua a sostenere che «non ci sarannodelocalizzazioni né cessioni di mar-chi» e spiega che i nuovi tagli di per-sonale sanciscono «la conclusione diun percorso di riorganizzazione del-la presenza industriale volto a dotareil gruppo di un assetto organizzativopiù efficiente in linea con le esigenzecompetitive di un mercato reso diffi-cile dal pesante calo dei consumi».Inoltre ribadisce che Carapelli e Ber-tolli beneficeranno di un networkcommerciale internazionale consoli-dato grazie all’apertura di filiali inIndia, Cina, Malesia e Colombia.

I dubbiMa gli osservatori e i sindacati so-

no scettici. Dopo il passaggio algruppo iberico, Bertolli e Carapellisono diventati rispettivamente il pri-mo e il quarto marchio del mondo.Ma sono ancora oli italiani? In unarecente ricerca sul made in Italy Eu-rispes sottolinea che «la preoccupa-zione sorta in seguito alle acquisizio-ni è che Deoleo potesse svuotare imarchi italiani utilizzandoli percommercializzare sottobanco gli olispagnoli (di qualità inferiore) grazie

al traino e alla fama mondiale delmade in Italy».

E la politica di prezzo da hard di-scount con cui sono proposti al pub-blico sembra confermare questa ipo-tesi. Nel 2010 la University of Cali-fornia ha dimostrato che sia Bertollisia Carapelli sono classificabili solocome oli vergine di olive, non extra-vergine. «Numerosi sono stati i ri-scontri — sottolinea Eurispes — cir-ca la duplice abitudine di manomet-tere la filiera olearia, con etichettefalse sia nella dicitura made in Italy

che nella dicitura extravergine».

Il pianoIl nuovo piano strategico di Deo-

leo punta a trasformare il core busi-ness dall’olio al largo consumo inve-stendo sull’introduzione di nuovicondimenti funzionali «meno costo-si e più nutrienti dell’olio d’oliva». Ilmarchio ombrello dei nuovi prodottinon sarà però Carapelli ma lo spa-gnolo Carbonell. Un altro puntochiave del piano è la politica del«comprare locale nei mercati chia-ve» assorbendo gli intermediari: 5anni fa il gruppo comperava il 60% della materia prima dai produttori eil resto da intermediari, oggi comprail 98% dai produttori. «Abbiamo lalibertà di comperare olio in ogni par-te del mondo — ha detto il ceo JaimeCarbò — e domani saremo anche li-beri di confezionarla in ogni partedel mondo. Quest’anno abbiamocomprato olio australiano, lo abbia-mo confezionato in Europa e lo ab-biamo venduto in America» .

Stando alle voci il primo interes-sato a rilevare Deoleo sarebbe ilgruppo americano Cargill. Se cosìfosse, il primo marchio italiano par-lerebbe americano.

@rscaglia1© RIPRODUZIONE RISERVATA

Mercati & SfideCome cambiano i colossi internazionali

Imprese

Programmi Jaime Carbò, amministratore delegato di Deoleo.Ora il gruppo spagnolo punta sull’introduzione di nuovi condimenti funzionali meno costosi e più nutrienti dell’olio

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CORRIERECONOMIA LUNEDÌ 20 GENNAIO 2014 13

Shopping I dati del Barometro CartaSi-CorrierEconomia di fine 2013

Consumi & RipresaBoom dei regali digitaliMa le tasse frenano la spesa Acquisti di software a +38% , in calo cibo e vestitiBudget tagliato del 54% per chi ha meno possibilitàDI MARCO SABELLA

U n Natale sottotono, manon troppo sacrificatosul piano dei consumi. Esoprattutto caratterizza-

to da comportamenti di spesa po-larizzati: vendite online in fortecrescita ma in netto calo nei nego-zi fisici. Numeri da boom econo-mico per i prodotti digitali, ma be-ni tradizionali in caduta libera.Aumento della spesa per i consu-matori più benestanti accompa-gnato da un dimezzamento degliacquisti per i cosiddetti «basso-spendenti», quelli a budget limi-tato.

Ecco il bilancio della stagionedelle vendite natalizie tracciatodalle rilevazioni di CartaSi, la so-cietà leader in Italia nella gestionee nell’emissione di carte di creditoche in collaborazione con Corrie-rEconomia realizza mensilmente il barometro Cashless della spesadegli italiani realizzata attraversobanda magnetica.

Lettura «I dati di novembre e quelli di

dicembre del barometro Cashlesssono solo apparentemente con-traddittori, con un aumento del-l’indice dello 0,6% nel primo deidue mesi e un arretramento del2,2% a dicembre. Tuttavia, consi-derando che dicembre ha avutoun sabato in meno rispetto alloscorso anno, e che di sabato si

concentra oltre il 18% di tutti gliacquisti settimanali il valore del-l’ultimo mese dell’anno risulta ec-cessivamente penalizzato per ra-gioni tecniche», commenta Fran-cesco Pallavicino, responsabiledegli studi di scenario in CartaSi.Ecco perché, secondo il manager,ha senso considerare l’aggregatodei due mesi come un tutto unico,e da questo esame si ricava che ladiminuzione tendenziale dell’in-dice nel bimestre si ferma al -1,2%rispetto al medesimo periodo del-l’anno precedente.

Divergenze «Un Natale fiacco, più che un

Natale di crisi, in cui è mancato loscatto dell’aumento delle venditenell’ultima settimana del mese,calate di circa il 7%, soprattutto perché a causa dell’incertezza sul-le scadenze fiscali di gennaio mol-ti consumatori hanno preferitoastenersi dagli acquisti o rinviar-li», aggiunge. L’elemento distinti-vo più interessante del periodo,secondo gli analisti di CartaSi,consiste nell’andamento molto di-vergente della spesa a livello disettore e di canale di vendita. Gliacquisti online, infatti, hanno pro-seguito la loro corsa tradizionale,registrando un aumento del23,7%. Il canale «fisico» dei nego-zi e dei centri commerciali è scesoinvece del -5,4%.

A livello settoriale, invece, si os-servano dati di crescita impres-sionanti per i beni digitali (sof-tware e app, + 38%) e delle comu-nicazioni (+21,2%), a fronte diuna contrazione generalizzata ditutti i beni «tangibili», dagli ali-mentari (in periodo natalizio!)con un meno 8,4, all’abbigliamen-to (-14,6%), all’informatica e ser-vizi professionali (che include

l’hardware, in grande crisi) conun -14,6%.

Ma al di là dei puri dati quanti-tativi sull’andamento degli acqui-sti emergono comportamenti dispesa che hanno rilevanza sociale.Infatti se da un lato il numerocomplessivo delle operazioni diacquisto è aumentato del 6,3% anovembre e del 3,6% a dicembre,l’importo della spesa media per

acquisto è sceso del 4,4% e del5,6%. «Questi dati ci fanno capireche è in corso un riposizionamen-to verso il basso del paniere dellaspesa degli italiani con un tenden-ziale impoverimento che fa prefe-rire ai consumatori (o li costrin-

ge) all’acquisto di beni il cui prez-zo unitario è più contenuto»,commenta Pallavicino.

Il dato più «politico» che emer-ge dall’analisi riguarda invece l’an-damento divergente delle tenden-ze di spesa a seconda delle classi direddito. I cosiddetti altospendenti,il primo terzo dei consumatori conle disponibilità di spesa più eleva-te, non solo non hanno diminuitogli acquisti, ma li hanno aumentati(1,1%). Molto più dura la vita per i«mediospendenti», il secondo ter-zo, quello intermedio, che ha inve-ce diminuito la spesa nella misuradel 14% rispetto all’analogo perio-do dell’anno precedente. Ma la ve-ra débacle dei consumi si registranell’ultimo terzo della popolazionedei consumatori con carta di credi-to. Coloro che realizzano il totaledi spesa in proporzione più ridot-to, i «bassospendenti», hanno ta-gliato del 54% il budget natalizio.

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1 Elite

Molecole Aboca,un integratoreper la Borsa

L’ ampliamento della distri-buzione diretta del mar-

chio Aboca sui mercati interna-zionali e l’avvio di progetti dibusiness in partnership con icolossi mondiali della farma-ceutica mondiale. Sono questi idue cantieri aperti di Aboca,l’azienda toscana nata nel1978 da un’intuizione del suoattuale presidente ValentinoMercati, oggi tra i protagonistidel mercato degli integratorialimentari e dispositivi medici abase di complessi molecolarivegetali. Controllata al 100%dalla famiglia Mercati, Abocacoltiva direttamente tra le colli-ne della Valtiberina oltre milleettari certificati biologici per la

produzione di circa tremila ton-nellate di materia prima, cheviene poi trasformata in pro-dotto finito nei suoi stabili-menti.

Archiviato il 2012 con un gi-ro d’affari di quasi 80 milioni dieuro, Aboca si avvia ora a chiu-dere il 2013 a quota 89-90 mi-lioni, con una crescita del 12-13%. «Un risultato migliore delpiù 8% preventivato nel nostropiano industriale, che prevedeun fatturato 2015 di 114 milio-ni, tanto che stiamo ragionan-do su un suo aggiornamentocon obiettivi più ambiziosi per iltriennio 2014-2016», spiega ildirettore generale MassimoMercati. Performance positive, dunque, che non sono rimasteinosservate al mercato: Aboca èinfatti stata di recente selezio-nata da Borsa Italiana per lapartecipazione al progetto Eli-te. «Un programma molto utileper noi - commenta Mercati -per confermare la validità dei nostri sistemi manageriali chedebbono permetterci di opera-re nell’arena internazionale co-me se fossimo una vera publiccompany, pur mantenendo ilcapitale saldamente nelle manidella nostra famiglia. La cresci-ta è portata avanti per linee in-terne e la volontà è di garantirela redditività aziendale, mante-nendo un’ebitda tra il 14 e il15% e continuando ad investi-re in tutte le aree aziendali ca-paci di creare potenziale per ilfuturo».

Nel 2013 le indicazioni di bi-lancio più incoraggianti arriva-no dall’estero, dove il businessrisulta in aumento del 45% perun giro d’affari di 15 milioni,con un’incidenza che è arrivataal 17%. «L’Europa - riprende ildirettore generale - rimane lanostra priorità. Negli Stati Unitiproduciamo invece per il mar-chio locale Gaia Herbs: il busi-ness negli health food store va-le ad oggi 1,5 milioni di dollari».Europa, America ma ancheAsia: i prodotti Aboca, distribu-iti già in Azerbaigian e Taiwan,potrebbero presto esserlo an-che in Kazakistan, ma il primoobiettivo del gruppo in questaarea è la Cina.

ANDREA SALVADORI© RIPRODUZIONE RISERVATA

Fonte: Osservatorio acquisti CartaSi 2013

2.000

1.800

1.600

1.400

1.200

10 ott. 17 nov. 24 nov. 1 dic. 8 dic. 15 dic. 22 dic. 29 dic.

La campagna nataliziaAndamento della spesa per settimana

7,4

2,1 1,4

-5,5

2,6

-3,2

-6

7,2

Variazionepercentuale,dati 2013

2013 2012

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Dati in milioni (scala a sinistra)

+0,8%

-1,2%

+0,6% -3,0%

+1,0%+1,6%

Il barometroCashless

di novembre

Il barometroCashless

di dicembre

Fonte: Osservatorioacquisti CartaSi 2013

ANNO MOBILEnovembre

2013/2012ANNO MOBILE

dicembre2013/2012

NOVEMBRE2013/2012 DICEMBRE

2013/2012

s. F

.

Ambiente La classifica delle aree con la maggiore attenzione per la crescita eco-sostenibile

L’Italia? È più verde (ma non troppo)Il Trentino-Alto Adige la regione più «green». Migliorano Marche e Umbria. Male il Lazio

L a green economy conquista il Centrod’Italia. Nella classifica delle Regioni piùindirizzate verso una crescita ecofriendly,

Umbria e Marche scalano posizioni rispetto al-lo scorso anno, arrivando a piazzarsi al secondoe al terzo posto, scalzando Toscana ed Emilia-Romagna, come indica l’osservatorio Ige 2013(Indice di green economy) di Fondazione Im-presa. Lo studio, alla quarta edizione (stilato sudati Istat, Terna, Sinab, Enea, ecc.), fotografa lostato d’arte della green economy nel Belpaese etiene conto di 21 indicatori: energia pulita, ri-sparmio energetico, riciclo rifiuti, bioa-gricoltura, eco-edilizia, diffusione di licenzeEcolabel, per specificare qualche parametro.Persino piste ciclabili, turismo ecologico, pro-dotti bio, edilizia, rifiuti e carbon intensity(emissioni per unità di Pil).

Su & giù La Regione regina è il Trentino-Alto Adige

che rimane imbattuta e mantiene il predomi-nio, con un distacco di parecchi punti sulle altrearee del Paese. «È vero che Umbria e Marchehanno fatto passi avanti — precisa Daniele Ni-colai, ricercatore di Fondazione Impresa — mail Trentino non si è fermato: ha continuato amigliorare in modo costante. Infatti, l’annoscorso presentava 8 parametri su 21 nelle pri-me tre posizioni, adesso ne ha addirittura 11».

A colpire è l’avanzata del Centro. Umbria eMarche non sono le uniche a distinguersi: an-che l’Abruzzo migliora e sale dalla 13esima al-l’ottava posizione. L’unica eccezione — a sor-presa — è costituita dal Lazio che staziona afondo classifica, in terzultima posizione. «Ilsuccesso di Umbria e Marche è dovuto allo svi-luppo dell’agricoltura biologica, dei prodottibio e dei servizi collegati alle qualità ambientali— sottolinea Nicolai —. Qui, le imprese hannosaputo indirizzarsi verso comportamenti piùgreen e hanno puntato sulla qualità e sul biolo-gico. Inoltre, sono aumentati gli alloggi agro-turistici». Buoni pure i piazzamenti nel settoredelle fonti rinnovabili: la produzione di energiapulita supera il 35% (55,5% Umbria, 47%Abruzzo e 38,4% Marche) con una discretacomponente di potenza solare-fotovoltaica in-stallata. «In realtà, quasi tutte le Regioni si so-

no mosse — commenta Nicolai —. C’è chi hafatto di più e chi di meno. Per esempio, possia-mo dire che la Toscana, scesa di due posizioni,non si è comportata male, ma che Umbria eMarche si sono lanciate in uno sprint. La cosapositiva è che oggi tutto il settore della green economy mostra un alto tasso di dinamismo, ingrado di spingere la ripresa del Paese».

Emergenza rifiuti La maglia nera va al Lazio, Regione in con-

trotendenza rispetto al fermento degli altri.Non fa progressi: 7 indicatori di green economysu 21 sono cattivi. Una nota dolente? La scarsaraccolta differenziata. «Solo un rifiuto su 5 fini-

sce nel differenziato — precisa il ricercatore —e questo fattore pone il Lazio allo stesso livellodi molti Comuni del Sud in cui il riciclo è arri-vato in ritardo. La spazzatura finisce per lo piùin discarica. È ovvio che in un periodo di crisi èpiù difficile fare investimenti di qualsiasi gene-re, ma se si considera che i materiali recuperatirappresentano un valore e che l’incenerimentodella spazzatura produce energia elettrica, si-gnifica privarsi di beni che potrebbero da unaparte far girare l’economia (riciclo, ndr) e dal-l’altra abbassare la bolletta della luce (energiada inceneritore, ndr)».

Tra le Regioni che potrebbero migliorare einvece vanno giù c’è la Lombardia, scesa dal-l’11esimo al 13esimo gradino, un po’ per colpadella scarsa percentuale di energia da fonti rin-novabili ferma al 33,4%. «Qui, l’energia pulita ècostituita per il 70% dall’idroelettrico e per cir-ca il 10% dal fotovoltaico - afferma Nicolai -, manca totalmente l’eolico. La Lombardia do-vrebbe migliorare il mix di fonti, anche perchécon il cambiamento climatico in futuro potrem-mo avere meno risorse idriche disponibili».

PAOLA CARUSO© RIPRODUZIONE RISERVATA

Vitamine MassimoMercati (Aboca)

1,004

0,280

0,209

0,176

0,156

0,134

0,132

0,127

0,126

0,074

Trentino Alto Adige

Umbria

Marche

Toscana

Emilia Romagna

Veneto

Piemonte

Abruzzo

Friuli Venezia Giulia

Valle d’Aosta

1

2

3

4

5

6

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8

9

10

1

3

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4

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8

13

9

5

0,068

0,064

0,018

-0,070

-0,249

-0,250

-0,362

-0,481

-0,510

-0,645

Sardegna

Basilicata

Lombardia

Calabria

Liguria

Molise

Puglia

Lazio

Campania

Sicilia

11

12

13

14

15

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20

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7

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16

20

17

17

18

19

La classifica della Green Economy nel 2013 ... ...e quella nel 2012

Italia -0,1052013 S. Franchino

Le Regioni più green

È diminuito lo scontrino medio. L’incertezza fiscaleha colpito nelle settimane clou

Balzo in avanti anche dell’Abruzzo e del Veneto, mentre la Lombardia ha persodue posizioni

Ritratti italianiLe ricerche

Servizi

Page 14: Corriere Economia

14 CORRIERECONOMIA LUNEDÌ 20 GENNAIO 2014

Bilanci A vent’anni dalla nascita il sito è profondamente cambiato. E dopo oltre trenta acquisizioni ora punta sul mercato del «mobile»

Yahoo! L’ultima passione di Marissa: l’editoriaLa Mayer licenzia manager e si lancia nella produzione di news, ma la pubblicità arranca. E le entrate non crescono

A ll’inizio era solo un portaleper muovere i primi passi sulweb. Vent’anni dopo, Yahoo!si prepara alla svolta mobile e

alla creazione di contenuti editoriali. Inmezzo, due decenni in cui al colosso diSunnyvale è accaduto di tutto: dal suc-cesso degli anni Novanta alla crisi, con iltitolo precipitato a 10 dollari e il susse-guirsi di sei «ceo» in cinque anni (e pu-re l’Opa di Microsoft, che nel 2008 vole-va comprarsi la società con 44,6 miliar-di di dollari). Da un anno e mezzo, daquando al timone della società c’è Ma-rissa Mayer, Yahoo! sembra stia risalen-do la china, provando a riposizionarsiper ritornare ai fasti del passato. Un ri-posizionamento che tocca tutti i settoridell’azienda: si va dallo shopping dellestartup (finora la Mayer ne ha acquisite31) al lancio del nuovo logo, passandoper la rimessa a nuovo del servizio di posta elettronica, il restyling del sito dicondivisione di fotografie Flickr, il mi-glioramento del motore di ricerca. E chesembra funzionare: anche se i risultatieconomici si fanno ancora attendere, gliinvestitori sembrano di nuovo fiduciosisul valore dell’azienda.

AccelerazioneIn un solo anno il valore delle azioni

è passato dai 19 dollari del gennaio 2013ai 40 attuali. Le entrate, invece, non han-no registrato percentuali di crescita no-tevoli: nel 2012 hanno raggiunto i 4,46miliardi dollari, nel 2013 si stima tocchi-no i 4,6 miliardi. Pure gli introiti pubbli-citari scarseggiano (anche se il trafficocontinua ad aumentare): per questo laMayer ha appena licenziato il suo brac-cio destro Henrique De Castro, un annodopo averlo strappato a Google.

L’obiettivo principale, ora, è la svoltamobile: la Mayer lo aveva preannuncia-to all’indomani della sua nomina e i datidegli ultimi mesi confermano le sue pre-visioni. A inizio 2013 gli utenti mensili in arrivo da mobile erano 200 milioni,qualche mese dopo superavano i 300milioni. Ora dovrebbero aver raggiuntoi 400 milioni: il traffico mobile è ancoraal di sotto della metà di quello totale, maa Yahoo! ci si attende superi la soglia del50% entro la fine del 2014. Merito dinuovi servizi interamente dedicati almobile (come l’app Meteo) ma anchedell’ampliamento delle funzionalità of-ferte da strumenti tradizionali per adat-tarsi meglio a smartphone e tablet (co-me la Yahoo! Mail). Sunnyvale ha inau-gurato l’anno appena iniziato con l’ac-quisto di Aviate, startup dedicata almobile: la società, fondata pochi mesifa, si occupa di organizzare i servizi de-

gli smartphone rispetto alle esigenze degli utenti, rendendone così l’utilizzopiù semplice e personalizzato.

Meglio «mobile»Ma ad esaminare la lista delle star-

tup comprate dalla Mayer quelle che sioccupano di mobile sono tante. Comesono molte quelle che si occupano dellacreazione e della condivisione di conte-nuti editoriali. Che è l’altro grande assesul quale si sta muovendo Yahoo! perrecuperare utenti: tra i «colpacci» dellaMayer c’è l’assunzione (con un contrattoche le garantisce 6 milioni di dollari al-l’anno) della presentatrice tv Katie Cou-ric. Arrivata nel novembre scorso, saràil volto di Yahoo! News. Proprio lei, sem-pre dal palco del Ces, ha spiegato l’obiet-tivo del suo lavoro: «Sempre più spessoci limitiamo a linkare un fatto o una no-tizia invece di riportarlo». Introducen-do così Yahoo! News Digest, l’app permigliorare la lettura delle notizie su mo-bile.

L’applicazione, alla quale lavora unteam specializzato, propone ogni giornouna serie di notizie importanti per gli

utenti, scegliendo di volta in volta il mo-do più appropriato per presentarle (puòtrattarsi di un articolo ma anche di unvideo o di un tweet). Lo staff aggiorna icontenuti due volte al giorno, la primaalle 8 e la seconda alle 18, con un occhiodi riguardo alla Rete. «Quello che adorodi Yahoo! News Digest è come le foto, gliarticoli, i contenuti in arrivo dai socialvengono raccolti per essere organizzatiin una sola, piacevole esperienza», haspiegato la Mayer. Sottolineando chetramite l’app «vogliamo sfruttare il po-tere della Rete per presentare nel modomigliore i temi che ci piacciono. L’ispira-zione? È arrivata da quelle testate conuna chiara anima editoriale, ma abbia-mo voluto aggiungere l’eleganza di un nuovo prodotto». Con un occhio di ri-guardo al marketing: a inizio anno la su-pervisione del settore è stata affidata aKathy Savitt, già capo dell’area marke-ting. Una decisione che non è piaciuta aldirettore delle news Jai Singh, che infattiall’indomani dell’annuncio ha dato le di-missioni.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

LA STORIA

Che cos’è!Portale on line

nato il 2 gennaio 1994

Jerry Yang David Filo

Fondatori

16 luglio

2012

Marissa Mayer

viene nominata

amministratore

delegato

Maggio

2013

Acquisizione

Tumblr con 1,1 miliardi

di dollari

Agosto2013

Lancio nuovo logo

Ottobre 2012Inizio politica di acquisizionedi startup

Luglio 2013Negli Usa l’insieme dei siti Yahoo! batte l’insieme di quelli Google

Novembre2013Assunzione presentatrice tv Katie Couric per Yahoo News

Yahoo!viene messo

on line

2 Gennaio

1994

Marzo 1995

Aprile 1996

Fondazione azienda

Quotazione a Wall Street 24,50 dollari per azione

Ottobre 2005Inizio partnership

con la cinese

Alibaba (oggi Yahoo!

ha circa il 20%

delle azioni)

2007Parte il “balletto” degli amministra-tori delegati:in cinque anni ce ne saranno sei

Novembre2008Le azioni scendonoa 10,63 dollari

Febbraio2008

Yahoo! rifiuta

l’offerta di acquisizione

da parte di Microsoft

Yahoo

entrate

ValoreAzioni

4,62013

miliardi

$!4,5

2012

miliardi

$!

402014

dollari

$!192013

dollari

$!Katie Couric

Marissa Mayer

20 lingue disponibiliMotore di ricerca: Yahoo! Search

Micro blogging: TumblrMail: Yahoo Mail

Foto: FlickrNotizie: Yahoo! News

servizi

Ppar

ra

Per dare forza al settore «notizie» è stata reclutata Katie Couric, presentatrice tv

DI GRETA SCLAUNICH

Banda larga & Tariffe

Internet perde la neutralità: sarà più libero o più caro?Una sentenza Usa cambia le regole d’accesso al web. Guru divisi sulle conseguenze

S iamo alla fine di Internet«libero» e «aperto» co-me è stato finora oppure

all’inizio di una nuova fase diinvestimenti che lo renderà an-cor più potente e utile per iconsumatori? La sentenza del-la settimana scorsa di una Cor-te d’appello degli Stati Unitiche ha cancellato le regole sulla«Neutralità di Internet» hannoscatenato vivaci reazioni e lesue conseguenze sono seguitecon attenzione anche dall’Ita-lia, perché costituiscono un im-portante precedente su comeregolare il traffico a banda lar-ga (broadband) sul web.

Per «Neutralità di Internet»

si intende il principio che tuttosu Internet — contenuti, appli-cazioni, servizi — dev’esseretrattato allo stesso modo, senzache i fornitori delle connessioni(Isp, Internet service provider)possano discriminare fra chioffre quei contenuti, applica-zioni e servizi e neppure fra chili usa. Per garantire la Net neu-trality il presidente BarackObama aveva promesso nuoveregole, che sono state varatenel dicembre 2010 dall’autoritàfederale delle comunicazioni.Ma quelle regole erano statesubito criticate persino dall’in-ventore dell’espressione Netneutrality, il professore di Leg-

ge alla Columbia universityTim Wu, secondo cui la Fccaveva scritto «regole che di fat-to creano più incertezza dellamancanza di regole». Così unodei principali Isp americani, ilgruppo telecom Verizon, hafatto ricorso e, con la sentenzadella settimana scorsa, ha vin-to.

«Ora Internet entra in uncampo assolutamente inesplo-rato», ha commentato Wu. Ve-rizon e gli altri Isp potrannosperimentare nuovi modi di farpagare l’accesso alle loro auto-strade informatiche fatte di ca-vi, antenne e fibre ottiche. Peresempio far pagare di più alle

aziende che occupano più spa-zio sulle autostrade e, se nonpagano, rallentare la distribu-zione dei loro contenuti; il cheper i consumatori può tradursiin una peggior esperienza onli-ne oppure nel dover pagare lo-ro stessi nuove commissioni.

Il problema riguarda so-prattutto la fruizione dei videoonline. Negli Usa nelle ore dipunta la banda larga è occupa-ta per quasi un terzo da Netflix,che distribuisce film ai suoi ab-bonati e per quasi un quinto daYouTube, gratuito per gli uten-ti ma redditizio per la pubblici-tà che ospita. La broadband èindispensabile anche per lo

shopping online come quellosu Amazon.com e i servizi divideoconferenze come Skype einnumerevoli altre applicazio-ni come lo scambio di foto viaFacebook. Per soddisfare que-sta crescente domanda di broa-dband gli Isp devono fare mas-sicci investimenti nella loro re-te tecnologica e vogliono quin-di essere liberi di coprire i costicon tariffe adeguate.

Questo significa che «Inter-net aperto non esiste più», hascritto Tim Karr, direttore dellacampagna Save The Internet,invitando a firmare una peti-zione online su www.free-press.net. Mentre secondo il

venture capitalist Fred Wilsondi Union square sarà più diffi-cile per le nuove startup emer-gere, perché se non pagano dipiù saranno marginalizzate da-gli Isp.

Ma Marc Andreessen, l’in-ventore del primo browser(Mosaic) e fondatore di Net-scape, dà un giudizio menonetto. «In un universo idealevorrei sia la Net neutrality siainvestimenti nella Rete — hatwittato Andreessen —. Non èovvio come far quadrare il cer-chio». E ha spiegato a Giga-om.com: «Se gli Isp come Veri-zon spendono 20 miliardi didollari l’anno sulla loro rete,hanno bisogno di un certo ren-dimento sul loro investimentoper continuare a farlo; ed è me-glio che il governo stia lontanodal definire come possano rea-lizzare profitti».

M.T.C.© RIPRODUZIONE RISERVATA

Inventore Tim Wu, lo stu-dioso della «neutralità»

MEDIA & TECHPersone, retie consumi

Page 15: Corriere Economia

CORRIERECONOMIA LUNEDÌ 20 GENNAIO 2014 15

Fenomeni Il media digitale fondato da Jonah Peretti ha ingaggiato Mark Schoofs, premio Pulitzer 2013, per stupire i navigatori con scoop investigativi

BuzzFeed Ora in lista finiscono le inchieste d’autoreLa svolta «seria» del sito nato con elenchi di notizie strane e animali buffi . Adesso ha 130 milioni di utenti e fa profittiDI MARIA TERESA COMETTO

P uò un sito diventatofamoso per i suoi«listicle» — artico-li/liste tipo I 33 ani-

mali delusi da te (2,5 milio-ni di clic) — salvare il gior-nalismo «serio» e nellostesso tempo continuare adivertire i 130 milioni disuoi lettori, macinando pro-fitti?

«Sì», risponde il quaran-tenne italoamericano JonahPeretti, fondatore e ceo diBuzzFeed, che lo scorso ot-tobre ha assunto il vincitoredel Premio Pulitzer MarkSchoofs con l’incarico di co-struire una squadra di gior-nalisti investigativi in ag-giunta a una redazione giàricca di 130 reporter, alcunisguinzagliati in giro per ilmondo, dal Cairo a Mosca,da Istanbul a Nairobi.

EsperimentoBuzzFeed è un esperi-

mento unico nel mondo deimedia. È il solo produttoredi contenuti che sta aprendoredazioni e assumendogiornalisti negli Stati Uniti eall’estero, mentre gli editoritradizionali stanno chiuden-do le loro sedi e tagliando idipendenti. E per questo no-mi storici come il New York

Times e il Newyorker sonodiventati suoi partner e stu-diano il suo modello di busi-ness, basato sulla capacitàdi creare contenuti che lagente vuole condividereonline sui social network.

Tecnica «Il 75% del nostro pub-

blico ci legge su Facebook,Twitter e gli altri socialnetwork; il 50% lo fa da unapparecchio mobile e il 60%ha dai 18 ai 34 anni», haspiegato a CorrierEconomiaScott Lamb, vicepresidentedi BuzzFeed per l’espansio-ne internazionale, parlando da un caffè di San Paolo, do-ve la settimana scorsa stavareclutando i primi membridel nuovo team brasiliano.

«Cerchiamo persone chedavvero capiscano comefunziona il web e quanto im-portanti s iano i socialnetwork», ha continuatoLamb, precisando che moltidei 130 reporter di BuzzFe-ed – età media 25 anni -hanno una formazione dagiornalista, ma con un tagliospeciale. Per esempio il ca-po della redazione di Lon-dra, aperta lo scorso marzo,era il direttore di una rivistaonline di musica rock. E ildirettore di tutti i contenutiè Ben Smith, 37 anni, che

per BuzzFeed due anni fa halasciato Politico, il sito di no-tizie insider dalla Casa Bian-ca e dintorni: era stato unodei primissimi giornalistiamericani a scrivere un pro-prio blog.

Choc salutari«Che cosa c’è di meglio di

una grande inchiesta scioc-cante? Attira l’attenzionedella gente e può diventarevirale grazie alle segnalazio-ni degli amici», così Lamb

spiega la scelta di formare ilteam di giornalismo investi-gativo, che sta lavorando alprimo scoop. Ma su BuzzFe-ed – partito nel 2006 comeraccolta di liste di cani e gat-ti carini o buffi — ci sonofin d’ora notizie serie e sto-rie originali, presentate peròcon un’angolatura speciale econ l’uso di molte foto e vi-deo. Tipo: «13 foto mostra-no com’è la vita di lesbiche egay russi lontani da Mosca»oppure «Perché ho compra-

to una casa a Detroit per500 dollari».

Un altro pezzo della filo-sofia di BuzzFeed è l’atteg-giamento positivo: la gentelo preferisce, secondo gli studi sui «media contagio-si» che Peretti ha fatto dopola laurea al MIT Media Lab,e che gli sono serviti a ela-borare l’algoritmo su cui sibasa la piattaforma tecnolo-gica del suo sito.

«L’algoritmo ci aiuta a ca-pire come le storie vengono

condivise, ma la scelta deicontenuti è indipendente,sta alla sensibilità e all’intui-to degli autori decidere checosa proporre e come», sot-tolinea Lamb.

PubblicitàLo stesso approccio è usa-

to per la pubblicità. Nientebanner o annunci che infa-stidiscono il pubblico e chevengono rapidamente chiu-si. Buzzfeed crea contenuti«da condividere» anche perle aziende e fra i suoi clientiha grandi marchi come Ge-neral Electric, Volkswagen ePepsi Cola. Per quest’ultimaha per esempio creato laca m p ag n a «T h e L i s t i -Clock», che ogni secondodella giornata offre una «li-sta» tipo «I 7 strani e deli-ziosi cibi mai sentiti» o «37segni di speranza dopol’uragano Sandy». E funzio-na. Peretti lo scorso ottobreha dichiarato che BuzzFeedha raggiunto il profitto, unrisultato rimarchevole perun media digitale.

Dallo scorso ottobre il si-to può essere letto anche inspagnolo, francese e porto-ghese e un domani, chissà –dice Lamb – anche in italia-no.

@mcometto© RIPRODUZIONE RISERVATA

wtf

ma che cavolo?what the fuck

Parole chiave

Articolo in formadi “lista”

Sito che crea contenuti da condivideresui social network Forte risata

LOL

laugh out loud

omg

oh mio Dio!oh my god

L’anno in cui è stato fondato a New Yorknel Flatiron district, il cuore della “Silicon Alley”

2006

I visitatori unici al mese,di cui il 60% di etàcompresa tra i 18e i 34 anni

130milioni

I dipendenti, di cui 130giornalisti

330

Finanziamenti ricevuti da investitori, fra cuiil venture capitalist Kenneth Lerer (cofondatoredi The Huffington Post)

46,3milioni

Listicle

Gli editori cheutilizzano BuzzFeedPartner Network, tra cuiil New York Timese il Daily Mail

200

I visitatoriprovenienti da social network come Facebook e Twitter

75%

Mark Schoofs

capo della squadra di giornalisti investigativi

Pp

1 L’identikit

EspansioneinternazionaleScott Lamb, vicepresi-dente di BuzzFeed, sta reclutando giornalisti in tutto il mondo

FondatoreJonah Peretti, laureato al Mit Media lab, ha fonda-to BuzzFeed e ideato un modello di pubblicità adatto ai social network

MEDIA & TECHIl caso

Persone, retie consumi

Page 16: Corriere Economia

16 CORRIERECONOMIA LUNEDÌ 20 GENNAIO 2014

MEDIA & TECHLe tendenze anticrisi

Persone, retie consumi

Provati per voi

SmartphoneStriscia e pagacon la banda ultralarga

P er i dispositivi mobili,la velo-cità di trasmissione e la lar-

ghezza di banda non bastanomai. Così Vodafone ha deciso diinvestire 1,8 miliardi di euro (neiprossimi due anni) per reti contecnologia Lte («Long term evo-lution»). Smart 4G è un nuovoterminale studiato per operarecon banda ultralarga. È un mo-

dello An-d r o i d4.2.2, do-tato di una m p i os c h e r m od a 4 , 5pollici e diuna foto-camera da

8 Megapixel. Potenza e velocitàarrivano dal processore Qual-comm Snapdragon 400, abbina-to a una memoria da 8 Gb. A bor-do dello smartphone è già instal-lato il sensore Nfc per eseguire,con la semplice strisciata sul let-tore, i pagamenti elettronici e

utilizzare i sistemi di riconosci-mento personale. Oltre all’acqui-sto diretto, Vodafone prevedepiani tariffari agevolati, a partireda 12,90 euro al mese. Il difetto èche la banda 4G, fuori dai grandicentri urbani, ha ancora una co-pertura disomogenea.

Pro: offerta con diversi pianitariffari

Contro: copertura 4G discon-tinua

U. TOR.MARCA: Vodafone

PRODOTTO: Smart 4G

PREZZO: 199 euro

© RIPRODUZIONE RISERVATA

S e la serie tv «The WalkingDead» ha rinnovato il gene-

re narrativo zombie, l’omonimo videogioco è stata la rinascitadelle avventure grafiche, aggior-nate da interattive a seriali. Nel2013 sono state cinque le pun-tate della prima stagione video-ludica di The Walking Dead (tra imigliori titoli dell’anno) e cinque

saranno anche quest’anno. Ilprimo episodio, «Tutto quelloche resta», è disponibile su pc,console, tablet e smartphone. Icapitoli, autoconclusivi ma legatida uno stretto filo conduttore,possono essere acquistati da soli(a 4,99 euro) o a pacchetto (a22,99 euro). Benché sullo sfon-

do si muovano instancabili e or-de di non morti, il punto di forzadel videogioco è la caratterizza-zione psicologica dei personaggie il «senso di colpa» instillatopoco alla volta nel giocatore,unico responsabile delle proprieazioni e degli effetti che questeavranno nel corso del gioco.

Pro: prima avventura serialeContro: meglio la prima serie

M. T.MARCA: Tell Tale Games

PRODOTTO: The Walking Dead: Season Two

PREZZO: 22,99 euro

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Personal trainerL’orologioallenatore conta le bracciate

P iù che un orologio è unpersonal trainer per il giu-

sto allenamento, capace di mo-nitorare distanza, velocità, an-datura e persino il movimentodella braccia se si sta nuotandoo il numero delle pedalate se sipreferisce il ciclismo. Multi-Sport è il nuovo sistema dapolso satel l i tare (Gps) di

Sharing economy Sono 250 le piattaforme di condivisione in Italia. In Sardegna stipendi integrati con i «crediti virtuali»

Web Ti do un motorino per una tvCrescono i siti di baratto e noleggio privato: in testa elettronica, tempo libero, vestitiCercano investitori. L‘offerta dagli storici Bakeca e Kijiji ai nuovi Reoose e LocLoc DI GIULIA CIMPANELLI

S i chiama «shar ing eco-nomy», economia della con-divisione. Applicata al web, sitraduce anche nel baratto

online: una pratica per risparmiare,che viene in aiuto ai consumatori percontenere il budget familiare dopo lespese natalizie, sommandosi ai saldie agli outlet.

In sostanza è la tecnica del riuti-lizzo, che si appoggia su siti onlinespecializzati: dedicati, cioè, al barat-to e alla compravendita di oggettiusati. Questo modello economico,che ha dimostrato di attrarre capitali— da 50 a 400 milioni di dollari(cioè da circa 36 a 293 milioni di eu-ro)l’investimento del venture capitalnel settore nel mondo tra il 2009 al2011, fonte Botsman 2013 — staprendendo piede anche in Italia. NelPaese sono già presenti 250 piatta-forme collaborative (dati al 2013). Diqueste i siti di bartering — il baratto,in inglese — sono ormai il 33% (cioè82), dice lo studio Modacult 2013dell’Università Cattolica di Milano.La prospettiva è di aumentare i volu-mi quest’anno. Ecco chi offre cosa.

Le categorieAll’inizio del 2005 a monopolizza-

re il mercato erano Bakeca e Kijiji, isiti di annunci gratuiti del gruppoEbay. Oggi, pur rimanendo quelledue realtà significative, sono anchenate diverse startup specializzate nelriuso degli oggetti. Ed è stata propriola presenza delle due piattaformestoriche ad agevolarne la diffusione:«Lo scambio è il modello più diffuso

della sharing economy — commen-ta Marta Mainieri, autrice di «Colla-boriamo», libro sul tema —. È unaforma di economia che esisteva già,con siti storici come Bakeca e Subi-to.it». Tra i big player del settore, ilmercato sta crescendo: «Abbiamolanciato la formula del baratto findalla nascita del sito — dice RobertoTucci, developing manager di Kijiji—, ma non ha generato numeri si-gnificativi fino a un anno fa». Quan-do è avvenuta una decisa inversionedi tendenza, «perché gli utenti ri-spondevano agli annunci, proponen-

do lo scambio di merci al posto delpagamento». Così molti venditori sisono adattati al nuovo trend. E lo sharing online è decollato.

Ma quali sono le categorie merce-ologiche più gettonate? Su Kijiji, peresempio, il primato va all’elettronica(43% degli scambi totali), seguita datempo libero (11%) e abbigliamento(3%). Anche Bakeca.it ha vissuto unrecente sviluppo del baratto: circa un milione di utenti optano per loscambio, per un totale di 200 milatransazioni al mese.

C’è il baratto «sincrono», quello

classico: si offre un oggetto in cam-bio di un altro. Ma molti siti propon-gono anche il baratto «asincrono»,dove in cambio di un bene vengonogarantiti crediti virtuali. Ne è esem-pio concreto Reoose, sito in cui è suf-ficiente caricare immagini e descri-zioni per liberarsi di oggetti usati. «Ilnostro portale attribuisce ai beni unvalore in crediti, da utilizzare una volta venduto qualcosa per acquista-re qualcos’altro», dice la cofondatri-ce Irina Torgovitzkaja. Reoose ha giàgenerato 65 mila scambi dal 2011 eora ha avviato una raccolta di fondi

sul sito di crowdfunding Indiegogo.L’obiettivo è raccogliere 30 mila euroin due mesi per varcare i confini na-zionali.

Pare abbia un discreto successoanche Sardex, un circuito commer-ciale attivo in Sardegna che permet-te ad aziende e privati di scambiarebeni e servizi senza sborsare denaro.Come? Pagando la spesa con creditiSardex. A oggi, dice il consorzio, so-no 1.400 le imprese aderenti e alcunedi esse — piccole aziende come ri-venditori di materiali edili (Rme diPirroni e C.), o fornitori di servizi po-stali privati (Laposte) — stanno ini-ziando a retribuire i lavoratori (conquote fino al 20%, dice Sardex) con icrediti da «spendere» sulla piatta-forma, «in alternativa a misure di ri-duzione del personale».

I prestiti tra privatiLe possibilità di risparmio con la

sharing economy non si limitano albaratto: oltre alla compravendita dioggetti usati, si sta sviluppando lapratica di noleggio tra privati. Lo-cLoc, piattaforma fondata da Miche-la Nosè e Guido Cigata, è partita conun investimento di 250 mila eurocondiviso tra dieci privati: «Dopopochi mesi abbiamo più di seimilaiscritti e 500 utenti unici al giorno –dice Nosè –. In Francia il nostro stes-so modello, Zilok.com, ha 300 milautenti e 3 mila transazioni al mese enoi vogliamo raggiungerli». La mag-gior parte dei beni noleggiati sonolegati al tempo libero, dall’hi tech con fotocamere e materiale video, al-le attrezzature per allestire feste, fi-no a quelle sportive. Degli esempi? Si può trovare una luce stroboscopi-ca a 2 euro e 40 al giorno, o un abitoda sera griffato a 60 euro.

È la dimostrazione che l’economiadella condivisione migliora lo stile divita delle persone, consentendo diprovare esperienze altrimenti nonsostenibili.

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1 L’app

Scarichi e noleggiL’auto partesenza chiavi

Milano, città del car-sharing.Dopo il successo di Car2Go di Mer-cedes è il turno di Eni e del suo ser-vizio Enjoy: tante Fiat 500 rosse,pronte per il noleggio istantaneoche inizia e finisce in qualunquepunto dell’area metropolitana. Pernoleggiare l’auto s’installa l’appsullo smartphone, quindi ci si regi-stra. Il software vi dirà dov’è l’autodisponibile più vicina e potreteprenotarla con mezz’ora di antici-po. Non serve tessera magnetica, è

l’app di Enjoy aprovvedere al-l’apertura delleportiere e allamessa in moto.L’app di Enjoy èpiù pratica del-

la rivale tedesca, tedesca ma lamancanza di una tessera magneti-ca preclude completamente l’uti-lizzo del servizio di noleggio ai me-no avvezzi alla tecnologia o a chiche possieda un cellulare datato.

MASSIMO TRIULZIPRODOTTO: EnjoyPIATTAFORMA: iOs, Android

CASA: Eni

PREZZO: gratis

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Serve il mouse?Muovi nell’arial’iPhone o l’iPod

Il mouse? E’ nascosto nell’iPho-ne, nell’iPad o nell’iPod, che si tra-sformano in un puntatore sempre adisposizione. In più Remote Mousediventa anche un telecomando sen-za fili per vedere film al pc; e simulatouchpad, tastiera e pannello dicontrollo. Funziona con i maggiori sistemi operativi e la nostra prova (con Maveriks di Apple) è stata po-sitivo. Con la funzione «modalitàondeggiante», muovendo l’iPhonenell’aria si sposta il cursore sullo schermo del pc.Il difetto? Va in-stallato un sof-tware supple-mentare (gra-tuito ) sul pc .Remote Mouseè gratis per le funzioni base e a pa-gamento nella versione pro.

Pro: multi funzioneContro: bisogna installare il sof-

tware su pcM. GA.

PRODOTTO: Remote MousePIATTAFORMA: iOs

CASA: Yang Tian Jiao

PREZZO: gratis o 1,79 euro

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Font

e: e

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ità C

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di M

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sman

Bakeca.it Kijiji.it

Il baratto su InternetLe piattaformestoriche

200512 milioni

+ 20%

2,5 milioni

200530 milioni

+35%

5 milioni

Anno di lancioVisite mensiliCrescita di utenti2012-2013

Annunci attivi

Reooso LocLoc

Anno di lancioUtenti unici al meseIscrittiTransazioni dal lancio

Le piattaformepiù recenti

2011

30 mila

30 mila

65 mila

2013

15 mila

6 mila

350

82 Le piattaforme

di baratto e scambio

250 Le piattaformecollaborative

online

Pparra

L’analisi [email protected]

Quel milione di posti vuotinell’hi-tech europeo

Il divario tra offertae domanda di lavoroe le cose da fareper ridurlo

L avoratori senza lavoro e,sempre più, nell’era digitale,lavoro senza lavoratori. Un

antico paradosso, oggi più dram-matico, affligge non solo l’Italiama tutta l’Europa: da un lato gio-vani in cerca di occupazione, dal-l’altra aziende in cerca di compe-tenze che non trovano.

Dopo cinque anni di crisi eco-nomica, questo divario tra doman-da e offerta rappresenta uno deiproblemi più spinosi dell’Ue. Cen-tinaia di migliaia di persone stan-no scoprendo che i loro profili nonsono richiesti dal mercato: e tanto

meno dalle imprese innovative.Nel Vecchio Continente, dice

l’Ocse, molti si aspettano che i fu-turi posti di lavoro vengano creatida aziende ad alto tasso di innova-zione e conoscenza, quelle che glianglosassoni chiamano «knowle-dge-intensive». Ma se i sistemi del-l’istruzione e della formazione nonsaranno resi più aderenti alle ne-cessità, capaci di preparare le com-petenze che servono, le aziende in-novative, l’economia e la società nesoffriranno.

Di questa «non corrisponden-za» gli imprenditori si sono sem-

pre lamentati. Sull’onda della crisi,conferma però l’OrganizzazioneInternazionale del Lavoro (Oil), lasituazione è peggiorata. Molti, neisettori più colpiti dalla recessione,sono stati lasciati per strada, men-tre pochi, troppo pochi posseggo-no i requisiti richiesti dal mercatodel lavoro: soprattutto le laureescientifiche e tecnologiche.

Secondo stime Eurostat, in Eu-ropa, 2 milioni di posti di lavoronon trovano un candidato, dai ser-vizi turistici alla programmazioneinformatica. Uno studio di Euro-found, società di ricerche dell’Ue,

dice che il 40% delle aziende euro-pee ha difficoltà a trovare lavorato-ri con le competenze (gli skill) giu-ste: nel 2008 erano il 37% e nel2005 il 35%.

Il problema è particolarmentesentito dalle imprese più innovati-ve, potenzialmente in grado di cre-are nuovi posti di lavoro, compen-sando quelli che la stessa tecnolo-gia distrugge nei settori tradizio-nali. Si parla di 900 mila posizioniche resteranno vacanti, entro il2015, nell’Ict (information andcommunication technology) delVecchio Continente.

Da qui uno sforzo, soprattuttoin alcuni Paesi, in particolare nelNord Europa, per rilanciare la for-mazione e adeguare la scuola el’università alle nuove esigenze.Campagne di comunicazione, adesempio, sono in corso per attrarregli studenti verso le facoltà scienti-fiche, da matematica a ingegneria.

In Italia, come abbiamo giàscritto, il dibattito politico è al mo-mento tutto concentrato sulle re-gole. Un tema capitale ma nonl’unico. Manca, ad esempio, un la-voro «a quattro mani», e forte-mente collaborativo, tra i ministeridel Lavoro e dell’Istruzione: comeaccade in Germania, in Svezia e neiPaesi che più hanno capito l’urgen-za e la necessità di un coraggioso eprofondo intervento a medio-lun-go termine.

@SegantiniE© RIPRODUZIONE RISERVATA

DI EDOARDO SEGANTINI

VideogameIl senso di colpanasce se si giocacon gli zombi

Page 17: Corriere Economia

CORRIERECONOMIA LUNEDÌ 20 GENNAIO 2014 17

MEDIA & TECHI prodotti, le campagne

Persone, retie consumi

Provati per voi

P arlare al telefonino in autosenza vivavoce è una cattiva

abitudine. Si diventa un pericoloper sé e per gli altri, si rischiano lamulta e la perdita di punti sullapatente. Eppure basta un sempli-ce dispositivo digitale per risolve-re il problema. Minikit Neo Glamdi Parrot è un vivavoce Bluetoothper due cellulari che, grazie alla

clip, si fissa sull’aletta parasole. Utilizza il riconoscimento vocaleper accettare le chiamate in arri-vo e tiene in memoria fino a due-mila contatti della rubrica. Dun-que, come una brava segretaria,avvisa il guidatore delle chiamatein arrivo. L’autonomia di funzio-

n a m e n toa r r i v a asei mesi ,mentre ilr a g g i od’azione didieci metrin e c o n -sente l’usoanche su

caravan e camion. Non solo. Sca-ricando un’app valida sia persmartphone Apple sia Android, ilMinikit permette di conoscere laposizione esatta dell’auto neiparcheggi, avvisando anche deltempo residuo di sosta. Per rica-ricarlo, però, serve l’adattatoreUsb per auto.

Pro: comandi vocaliContro: serve un adattatore

per la ricaricaU. TOR.

MARCA: Parrot

PRODOTTO: Minikit Neo Glam

PREZZO: 79 euro

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AccessoriIl vivavoce vi dicechi chiamamentre guidate

TomTom. È un buon dispositivo,sia per il design sia per la filo-sofia costruttiva. L’orologio-al-lenatore può essere staccatodal cinturino (in più colori) einserito nel supporto per bici.TomTom Multi-Sport emettevibrazioni che consentono al-

l’atleta dir i c e v e r ea v v i s isenza di-stoglierel a c o n -c e n t r a -zione dalpercorso.O t t i m i

l’unico pulsante di controllomultifunzione, il sensore per ilnuoto e la possibilità di colle-garlo a Internet per visualizzaregrafici, percorsi e altri parame-tri. L’orologio può essere con-nesso via bluetooth a una fa-scia (in optional) per registrareil battito cardiaco.

Pro: design e funzioniContro: mancano barometro

e altimetroM. GA.

MARCA: TomTom

PRODOTTO: Multi-Sport

PREZZO: 199 euro

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Convergenza Dal Lumia 1020 che ha il record dei pixel all’iPhone 5S per la condivisione sul Cloud

Scatti Si chiama «fotofonino»l’ultima minaccia alle reflex Un acquirente su due sceglie il cellulare per le immagini. L’offertaDI MARCO GASPERETTI

L a metamorfosi multimedialenon si è ancora compiuta. I te-lefonini sono diventati smar-tphone, multimediali e multi-

uso, ora la convergenza audio-Inter-net-video minaccia il mercato delle fo-tocamere compatte e oscura levideocamere, destinate a un pubblicoconsumer. Il mercato dei fototelefoni-ni, o telefoni fotografici, è in crescitasenza fare troppo rumore (a parte ec-cezioni, come Nokia). L’idea di na-scondere le fotocamere nel cuore de-gli smartphone funziona.

La definizioneSecondo una ricerca della Nor-

thwestern University di Chicago, giàoggi più del 50% degli acquirenti di te-lefoni multimediali sceglie un model-lo in base alle sue capacità fotografi-che. Ai consumatori piace avere sem-pre in tasca un dispositivo dalla quali-tà paragonabile a una fotocameracompatta, per immortalare i momentidella vita quotidiana. L’esempio ecla-tante è il fototelefonino appena lancia-to da Nokia, il Lumia 1020: un «mo-stro fotografico» con un sensore da 41megapixel, record mondiale assoluto.Basti pensare che una fotocamera re-flex di medio livello è attrezzata conun sensore di 16-24 megapixel (la me-tà del fototelefonino in questione) euno smartphone di buona qualità hauna fotocamera da 8-13 megapixel.Ottimo anche lo zoom del Lumia 1020con ingrandimenti sino a sei volte.

Una menzione a parte meritano leottiche firmate da Carl Zeiss (un mustnel mondo fotografico) e composte dasei lenti sovrapposte con stabilizzazio-ne ottica dell’immagine. Buona la re-gistrazione video. Il sistema operativoè il Windows Phone 8, forse l’unico punto discutibile del dispositivo. Mol-ti gli accessori, come la cover fotogra-fica che offre una maggiore autono-

mia delle batterie e scatti migliori epiù comodi.

La penna integrataSe invece si vuole scegliere un tele-

fono dall’occhio magico capace di as-solvere anche compiti di personal as-sistant e di tablet, c’è il Samsung Gala-xy Note 3 con videocamera da 13 me-gapixel e sistema operativo Android.

Le ottiche non sono paragonabili a quelle del Nokia, ma foto e immaginisono di buona qualità e sufficienti perun impiego non professionale. In piùsistema operativo e velocità del micro-processore aiutano a gestire i file mul-timediali in modo sicuro e immediato.Il punto di forza è però la penna inte-grata che non serve soltanto a prende-re appunti o disegnare, ma, con le appgiuste, a modificare le foto scattate,abbellirle e pubblicarle online sui so-cial network o sul proprio sito. In que-sto caso la penna garantisce una pre-cisione che le dita non consentono.

La raffica di AppleIl più tascabile di tutti i telefonini

provati è l’iPhone 5S, il nuovo nato incasa Apple. Non ha un sensore parti-colarmente potente (8 megapixel), ma, grazie al microprocessore e al si-stema di lenti di qualità superiore, of-fre immagini fotografiche eccelse. Esoprattutto uno scatto a raffica ina-spettato per uno smartphone. Uno deivantaggi del telefono Apple è la ge-stione delle foto grazie ad iCloud, lanuvola dedicata. È gratuita sino a mil-le immagini (al di là delle loro dimen-sioni) e consente di scattare tranquil-lamente foto in tutto il mondo e poiduplicarle in tempo reale su qualsiasidispositivo Apple connesso a Internet.Il difetto è lo zoom digitale, secondonoi non all’altezza del prodotto. E’ fa-cile rovinare belle foto se si esageranell’ingrandimento.

Infine, l’italiano Active di Ngm èuna sorpresa. È uno smartphone da5,7 pollici con un sontuoso display Iri-dia antigraffio. Il microprocessorecon quattro core (il più evoluto dellacategoria), velocissimo, è aiutato dauna memoria interna da 16 gigabyte.La fotocamera, da 13 mega pixel, sitrasforma in videocamera ad alta riso-luzione. Il prezzo è elevato, ma la qua-lità è ripagata anche da scatti luminosie video ad alta risoluzione.

[email protected]© RIPRODUZIONE RISERVATA

Pit Spot

La lezione socialedi McDonald’s:più posti di lavoro

C hiamatela pure pubblicità politica. Dopo la Sviz-zera che stanzia i soldi per costruire un pezzod’alta velocità in Italia, un altro colpo all’orgoglio

del Belpaese. Una nuova lezione, che proviene dallamultinazionale del fast food accusata, negli anni,d’ogni nefandezza.

Non usa giri di parole la nuova, interessante campa-gna di McDonald’s, in onda in queste settimane d’ini-zio anno sulle principali reti televisive nazionali.

Parte il jingle, che è nientemeno che una versionedel Barbiere di Siviglia (siamo il Paese dell’Opera, an-che se talvolta più dell’operetta…): di fronte a unMcDonald’s, di prima mattina, vediamo inquadratauna ragazza dello staff, che porta uno strano cartello, ilnumero 1. Inizia una sequela di immagini di altri di-pendenti, dai lavoratori dei negozi agli impiegati su sufino ai manager. Ciascuno porta un numerino, mentresi susseguono il giorno e la notte.

Alla fine arriviamo al numero «24.000». Che sono iposti di lavoro che McDonald’s, la multinazionale americana ha offerto in Italia. Sulle immagini e sullamusica s’inserisce una voce fuori campo suadente e

convinta, che spiega la morale della favola: «Mentre leriforme non partono, e l’economia è ferma, gli italianilavorano per fare andare avanti l’Italia. Noi di McDo-nald’s saremo anche nati in America. Ma oggi più chemai ci sentiamo italiani, perché è con loro che lavoria-mo».

L’illustrazione dell’impegno dell’azienda in Italiaprosegue poi nel dettaglio: «Insieme ai nostri fornitorie franchising, abbiamo già creato 24 mila posti di lavo-ro». Il film si conclude col gruppo dei dipendenti cheregge un grosso cartello verde, con il claim della cam-pagna: «McDonald’s crede negli italiani».

È questo il messaggio centrale che si vuole veicolarecon forza. Niente più sogni, niente più immagini stere-otipate di famigliole felici, ma la solida realtà di un im-pegno nell’economia del Paese.

In questi anni di crisi il discorso pubblicitario si stamolto trasformando: difficile ignorare le condizionidel contesto, la situazione reale del Paese. E chi, dastraniero, investe in Italia, rivendica e vuole comunica-re il proprio radicamento. Una comunicazione in sinto-nia con il clima complessivo che si respira.

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a cura di ALDO [email protected]

in collaborazione conMASSIMO SCAGLIONI

Metropolis

Con il «cavo-ricaricante»il cellulare si rianima per strada

L a ricarica senza fili è in arrivo. Lataiwanese Mediatek ha annuncia-

to tempo fa lo sviluppo una nuova tec-nologia wireless che, sfruttando indu-zione e risonanza, permetterebbe di ri-caricare contemporaneamente più di-spositivi su grandi distanze e anchescavalcando le pareti. Nell’attesa, però,che il sistema sia definito e si diffonda,la californiana Native Union lancia oraJump, un cavo di alimentazione percellulari che integra una batteria di ri-serva. Quando il telefono è scarico enon ci sono prese di corrente a dispo-sizione, basta agganciarlo al solo cavo,che contiene una mini-batteria, peravere l’autonomia necessaria. È suffi-ciente tenere a portata di mano il «filo

ricaricante», insomma, per rianimare iltelefono quando si vuole, per strada oin auto, per esempio. Jump è leggero etalmente piccolo da stare nel taschinoanteriore dei jeans. La sua «batteria diriserva» ha una potenza di 800 mAhed è alloggiata al centro del cavo. Se-condo il produttore, è sufficiente a ri-

caricare di un 35% la batteria di uniPhone. Oggetto di una campagna suKikstarter, Jump dovrebbe presto en-trare in produzione. Il prezzo di venditadovrebbe aggirarsi sui 40 dollari.

a cura di Cristina Pellecchia [email protected]

La maglietta al silicenon si sporcase versi l’aranciata

U na maglietta che non si bagna,non s’impregna, quasi non si

sporca (ma si può lavare in lavatrice): èSilic, un ritrovato di silice e nanotecno-logie che respinge i liquidi e li fa scivo-lare via. Le molecole dei liquidi (per lagran parte) non arrivano fino alle fibredell’indumento, perché queste sonoprotette da un invisibile strato di aria,derivato dalle particelle di silice micro-scopicamente intrecciate al tessuto.

Secondo l’inventore, lo studente ca-

liforniano Aamir Patel, lo strato idrore-pellente è assicurato anche dopo 80cicli di lavatrice. La raccomandazione èperò di non stirare né candeggiare ilcapo e di farlo asciugare all’aria. Patelgarantisce che l’applicazione di questananotecnologia idrofobica non è can-cerogena, né in generale pericolosaper la salute. Al momento si tratta diun progetto pubblicato su Kikstarter,dove ha già superato i finanziamentinecessari alla messa in produzione.

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Dagli Usa una collaper ripararei tessuti del cuore

È una colla che ripara cuori infranti,letteralmente: a Boston un team di

medici e ingegneri ha realizzato un ade-sivo chirurgico che aggiusta i tessuti car-

diaci e dei vasi sanguigni. È un gel vi-schioso composto da un polimeroatossico a base di glicerolo e acido se-bacico, che si attiva con la luce ultra-violetta trasformandosi in un potenteadesivo. Tanto forte e altrettanto fles-sibile, ritengono gli scienziati, da riu-scire a tenere insieme, fino alla lorocompleta guarigione, tessuti bagnati ein movimento, quali sono le strutturedel nostro sistema circolatorio, con ilsangue costantemente pompato all’in-terno. Ispirato dalle secrezioni delle lu-mache, il nuovo adesivo è biodegrada-bile e biocompatibile e sarebbe impie-gabile particolarmente nella chirurgiasu neonati e bambini. Al momento èstato testato con successo sui suini, mai suoi inventori, il bioingegnere JeffreyKarp e il cardiochirurgo Pedro del Nido,rispettivamente del Brigham and Wo-men’s Hospital e del Boston Children’sHospital, hanno annunciato a breve lasperimentazione umana.

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Pro: sensore record da 41 megapixelContro: pesantePrezzo: 649 euro

Nokia Lumia 1020

Pro: autofocus e flashContro: lento a scattarePrezzo: 449 euro

NgmForward Active

Il confronto

Pro: luminosità del displayContro: dimensioniPrezzo: 729 euro

Samsung Galaxy Note 3

Pro: qualità ottiche e memoriaContro: costo elevatoPrezzo: 949 euro

AppleiPhone 5S

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ra

SUPPLEMENTO DELLA TESTATA

DEL 20 GENNAIO 2014ANNO XVIII - N. 2

Direttore responsabileFERRUCCIO DE BORTOLI

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VicedirettoriANTONIO MACALUSO,

DANIELE MANCA,GIANGIACOMO SCHIAVI,BARBARA STEFANELLI

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Giuditta MarvelliAlessandra Puato

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Isidoro TrovatoArt director e progetto grafico:

GIANLUIGI COLIN

a cura di MARCO GASPERETTI, UMBERTO TORELLI e MASSIMO TRIULZI

Page 18: Corriere Economia

18 CORRIERECONOMIA LUNEDÌ 20 GENNAIO 2014

I n ingegneria si chiama provadi carico. Serve a capire qual èla soglia di sopportabilità diun ripiano prima di spezzarsi.

Quale sia il peso massimo soppor-tabile. Esiste una prova di carico fi-scale anche per le piccole e medieimprese italiane?

Ci ha provato Assolombarda conun’indagine realizzata da Promete-ia e dall’Osservatorio della Bocco-ni. Obiettivo: capire quale carichifiscali sono in grado di sostenere leaziende italiane prima di decideredi delocalizzare. Dallo studio emer-ge che l’imposizione tributaria sul-le imprese ha conosciuto un’im-pennata nel 2012 raggiungendo unvalore medio del 52%. Ma se si vapiù nel dettaglio ci si accorge che larealtà è molto più articolata.

La ricerca di Assolombarda in-fatti ha selezionato come campionequasi sei mila piccole e medie im-prese dell’area milanese scegliendoperò un parterre di aziende chepossano rappresentare uno spacca-to valido per tutto il territorio na-zionale. Emerge la fotografia di unmondo imprenditoriale spaccato a metà: circa il 50 per cento delleaziende paga tasse che si aggirano,in media, attorno all’80 per centodel reddito imponibile. L’altra metàdelle imprese è chiamata a fronteg-giare un carico fiscale molto piùbasso che sta intorno al 30 per cen-to medio.

Un paradosso che ha dell’incre-dibile.

1,2 miliardi di investimenti in medicinaÈ il valore dei capitali impiegati per testare i farmaci. Atrainare il comparto — che sfiora quasi i 6mila addetti

— anche la crescita (+3%) della sperimentazione clinica. In au-mento, secondo i dati del XII Rapporto nazionale dell’Aifa, il nu-mero degli studi (697 contro i 676 del 2011). In testa (42,9% deltotale) quelli sulle prime fasi di sviluppo dei farmaci. La maggiorparte degli esperimenti (34,9%) è svolta nel campo oncologico.

Ciak, il cinema prova a ripartireTorna a sorridere mercato cinematograficograzie a Checco Zalone. Nel 2013 sono au-mentati sia gli incassi sia gli spettatori. Se-condo i dati Cinetel sono stati venduti 97,3milioni di biglietti (+6,5% sul 2012) per ungiro d’affari di 618,3 milioni (+1,4%). In au-mento la quota italiana: dal 26,5% al 31%.

Meno fumo nell’ariaRallenta la corsa del tabacco. Se n’è accortoanche l’Erario italiano a cui, nel 2013, sonomancate 730 milioni di imposte sulla ven-dita delle sigarette. Un mercato, secondo laFederazione dei tabaccai, che soffre la crisi,la diffusione del fumo elettronico e la piagadel contrabbando e della contraffazione.

PICCOLE & MEDIEAziende, storiee persone

Ricerche Dall’Imu all’Irap troppe tasse che non colpiscono la produzione

Paradossi Quando il Fiscoaiuta le imprese a scappareLa pressione tributaria arriva all’80%. Ma se si va all’estero...DI ISIDORO TROVATO

1 L’insostenibile pesantezza dell’erario

Ppar

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2,4 24,0 28,2 17,2 19,0 9,2

3,6 17,5 8,716,427,526,3

3,2 16,8 16,9 11,027,524,6

2,6 16,9 16,6 8,031,024,9

2,3 20,0 20,0 8,539,49,8

0-20 20-40 40-60 60-80 80-100 >100

Carico fiscale sul reddito Dati %

la parte creativa rimangono in Ita-lia. D’altra parte, per chi resta nonci sono alternative: lasciarsi schiac-ciare dalla pressione fiscale che im-pedisce di investire in innovazione,ricerca e sviluppo, le uniche armiche ci rendono ancora competitivisui mercati internazionali. Conqueste premesse come facciamo a competere con i paesi asiatici checontinuano a crescere vertiginosa-mente? Basti pensare che in Cina

hanno deciso di dimezzare il caricofiscale, dal 28 al 14 per cento alle imprese che lasciano almeno il 30 per cento degli utili in azienda. Im-possibile competere con queste re-altà se non operiamo una rivoluzio-ne fiscale».

La riformaDifficile però pensare che in una

fase come quella attuale possa es-serci un governo che decida di ope-

rare drastici tagli fiscali. «Ma nonimpossibile — azzarda l’imprendi-tore lombardo —. Facciamo unatassa unica, fissiamo una soglia del50 per cento di tasse sul reddito im-ponibile valida per tutti: per chiproduce in Italia, ma anche per chici commercializza e basta. Lo Statovedrebbe invariato il suo gettito fi-scale ma ci sarebbe più equità e sidarebbe una spinta determinate al-l’occupazione. Non si avrebbe al-

cun vantaggio a delocalizzare, per limitare i danni di Ires e Irap, e lenostre aziende potrebbero poten-ziare gli investimenti in ricerca esviluppo. Senza misure radicali diquesto tipo continueremo ad assi-stere alla fuga delle aziende italia-ne, al disimpegno produttivo deglistranieri e alla chiusura di chi si sa-rà ostinato a rimanere qui facendo-si strangolare dal fisco».

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La storia/Alimentare

Latte e formaggi, il giallo vinceLatteria Soresina cresce del 7%. Ora parte la campagna di Cina

I l made in Italy viaggia (anche)in una scatoletta gialla. È l’am-basciata del burro Latteria So-

resina, fiore all’occhiello della coo-perativa lattiero-casearia nata nel-la campagna cremonese oltre unsecolo fa.

L’iconica lattina gialla è peròsolo la punta di un iceberg che tro-va la sua maggiore espressioneeconomica nella produzione diformaggi stagionati oltre che diprodotti freschi, dal latte allo yo-gurt. «Lavoriamo ogni anno circa430 mila tonnellate di latte confe-rite dai 223 soci sparsi nella zonatra Cremona e Milano, pari al 4%della produzione nazionale – spie-ga il presidente Tiziano Fusar Poli–, producendo così 440 mila for-me di Grana Padano e 60 mila diParmigiano Reggiano, oltre a 4,5milioni di chili di provolone, 70milioni di litri di latte confezionato

e 3,7 milioni di chili di burro». Ainterpretare il ruolo da protagoni-sta è quindi il Grana Padano, informa o grattugiato, che da solorappresenta il 28% dell’intero girod’affari.

«Abbiamo chiuso il 2013 conun fatturato di 326 milioni di euro— continua Fusar Poli — e preve-diamo un ulteriore incremento del7% per il 2014». A oggi circa il 18%di questo dato è garantito dalleesportazioni, ma Latteria Soresinaè determinata ad aumentare ilcommercio con l’estero fin daiprossimi mesi. «I mercati di riferi-

mento sono Stati Uniti e Germa-nia, con una quota di circa 9 milio-ni di euro ciascuno — commentail presidente della cooperativa —,ma molto interessanti sono anchei paesi emergenti, come Brasile, Turchia, Russia, Corea del Sud e ilNord Africa, oltre poi all’Australiadove vendiamo soprattutto provo-lone». Per quanto riguarda invecela Cina, da poco Latteria Soresinaha aperto una linea per l’esporta-zione di latte a lunga conservazio-ne. «È un’opportunità — osserva

Fusar Poli — che nasce dalla con-tinua richiesta cinese di prodottialimentari europei e da poco an-che di quelli di largo consumo co-me il latte».

Oltre che sull’internazionaliz-zazione, Latteria Soresina ha basa-to le recenti strategie anche sulladiversificazione. Con questo in-tento è nata l’operazione della pri-mavera 2013 quando la cooperati-va ha acquistato la Centrale Pro-duttori Latte Lombardia (un’ope-razione da 14 milioni di euro), allargando così sia la propria ca-pacità distributiva, sia la gammadi prodotti che si è completata coni latticini freschi. «Credo che Lat-teria Soresina — conclude il presi-dente — debba il suo successo allafilosofia che la contraddistingue eche si basa sull’inclusione di chi vilavora, sulla continua formazionedel personale, e su un rispetto del-le regole a tutto tondo». Una si-nergia tra uomini, regole e territo-rio. È questa la formula (neanchetanto segreta) che fa di un formag-gio l’icona del made in Italy.

ALICE CAPIAGHI© RIPRODUZIONE RISERVATA

La storia/Informatica

«Le nostre terapie sono tecnologiche»Latronico (Openwork): «Investiamo un terzo dei ricavi in ricerca»

S viluppare business, in un com-parto così competitivo comequello informatico, è una sfida

articolata per le aziende. Anche per-ché è un compito che richiede l’im-piego di strategie imprenditorialinon comuni. Ma se l’operazione ècompiuta mettendo in campo inve-stimenti mirati e significative com-petenze professionali, si possono ot-tenere buoni risultati economici. Co-me accade a Openwork, produttoredi sistemi informatici con sede a Ba-ri. Un impegno che ha permesso al-l’impresa pugliese di registrare 1,5milioni di euro di fatturato nel 2013,l’80% attraverso medie e grandiaziende.

Ma quali sono le ragioni principa-li che consentono alla società infor-matica di prevedere, in tempi relati-vamente rapidi, un notevole incre-mento dei ricavi? «La nostra forza

imprenditoriale dipende soprattuttoda due fattori — racconta SalvatoreLatronico, presidente di Openwork edella rete Crikhet —. Il primo consi-ste nell’offrire ai clienti la possibilitàdi utilizzare, in maniera semplice letecnologie più sofisticate. Il secondoè vendere prodotti e servizi che pos-sano essere acquistati anche da chi non può permettersi di mettere incampo elevate risorse finanziarie».

Per ottenere questi risultati, però,

è necessario un piano imprendito-riale che non trascuri alcun detta-glio. «Chi punta a essere competiti-vo sul mercato informatico deve con-centrarsi su tre obiettivi —spiegaLatronico —: l’innovazione di pro-dotto, l’innovazione del modello dibusiness e l’internazionalizzazionedell’impresa. Per il primo investia-mo ogni anno un terzo del fatturatoin ricerca e sviluppo, con particolareattenzione verso il rafforzamentodelle piattaforme in Rete. Inoltre,guardiamo con grande interesse al-l’apertura di nuovi mercati come

Svizzera e Turchia, paesi pilota pertestare quanto siamo pronti a con-frontarci anche con altre aree geo-grafiche come il Nord Europa».

Intanto nel quartier generale del-la società barese si studiano nuoveiniziative destinate a incrementare leperformance economiche. La nascitadella rete Crikhet, un poker d’impre-s e c h e c o m p r e n d e l a s te s s aOpenwork, Insoft, Link Mt e Sincon,è una di queste. Questa rete di azien-de ha creato una piattaforma tecno-logica per coordinare i processi digestione dei profili di cura oncologi-ci e migliorare l’efficienza dell’assi-stenza domiciliare dei pazienti chenecessitano di ventilazione meccani-ca . Obiettivo dell’approccio tecnolo-gico della rete Crikhet è migliorare ipercorsi diagnostici, terapeutici e as-sistenziali attraverso lo sviluppo diinnovative soluzioni IT per il gover-no dei processi relativi al profilo in-tegrato di cura. E così l’innovazionetecnologica si mette al servizio deimalati oncologici o con insufficienzarespiratoria.

MICHELE AVITABILE© RIPRODUZIONE RISERVATA

326Il fatturato in milioni di euro di Latteria Soresina. Il 18% viene dall’export. La maggior parte del fatturato deriva dal Grana Padano.Tra i principali mercati stranieri ci sono Usa e Germania

1,5Il fatturato in milioni di euro di Openwork. La società fa parte di un network di quattro aziende, tutte attive nel settore dell’informatica. Tra i comparti su cui punta la mini-rete ci sono i servizi sanitari

LombardiaTiziano Fu-sar Poli, presidente del gruppo Latteria Soresina

In reteSalvatore Latronico, presidente di Openwork e di Crikhet

IndustrialiFabrizio Castoldi presidente della Bcs, macchine agricole

1 La storia/Moda

«Il made in Italyallunga il passoverso l’Asia»

C’ è vera autenticità nel made inItaly quando le maestranze e la

produzione sono italiane. Non hadubbi Alessia Fabi, amministratoredelegato della Fabi spa, calzaturificiofondato nel ‘65 dal padre Enrico edallo zio Elisio. «Essere in un luogo efare sinergie con il territorio — rac-conta Alessia — è ciò che dà vita aldistretto. Le nostre creazioni espri-mono il valore dell’autenticità nel-l’etichetta made in Italy: scarpe dise-gnate e prodotte nella nostra fabbri-ca, dove creatività e professionalitàrappresentano la cultura che si espri-me nelle nostre calzature. Come fami-glia abbiamo deciso di lavorare dovesiamo nati, nel distretto calzaturieromarchigiano. Qui, a pochi passi, c’ètutto il sapere che favorisce risorsespecializzate e nuove leve».

Come avviene la loro formazione?«È un tema condiviso con le istituzio-ni del territorio, ma determinante è laformazione in fabbrica. Noi facciamocostantemente training alle nostre ri-sorse umane e, per le lavorazioni do-ve l’abilità artigiana è fondamentale,abbiamo costruito linee di produzioneparallele, così i giovani possono im-

parare senza dover tener conto di pa-rametri produttivi. In questo modo leprofessionalità crescono e maturanoin una sorta di incubatore all’internodella fabbrica». Quanto rappresentaun vantaggio competitivo questa vo-stra autenticità nell’etichetta made inItaly? «È basilare, ma ci sono aree delmondo dove è indispensabile ancheuna strategia di brand per raccontareil valore del prodotto che vive dietrol’etichetta. Purtroppo l’Italia non rie-sce a ottenere una legge europea chetuteli questo immenso e unico patri-monio e che darebbe grandi opportu-nità a tutto il manifatturiero». Nuovoanno, nuovi progetti? «Crescere o co-me presenza nel mondo. Da circa 15anni abbiamo iniziato ad aprire nostristore all’estero, cominciando dalla Russia. Nel primo semestre del 2014consolideremo la nostra presenza ne-gli Emirati Arabi dove abbiamo già 2mono-brand, apriremo poi in Qatar eKuwait. L’altra scommessa è la Cinadove i ricchi vogliono l’autentico ma-de in Italy, non le copie che loro stessiproducono ma destinano al mercatoeuropeo e americano. A Pechino èprossima l’apertura di un nostro ne-gozio presso il mall dell’Oriental Pla-za. Poi apriremo a Macao, a Delhi e unsecondo monomarca in Iran».

GIUSEPPE ALLEGRO© RIPRODUZIONE RISERVATA

FamigliaAlessia Fa-bi, guidail calzaturi-ficio mar-chigiano fondato nel 1965

La doppia soglia «È invece è tutto vero — affer-

ma Fabrizio Castoldi, presidente diBcs, azienda che produce macchi-nari agricole —. È il frutto di tassecome Irap e Imu che incidono pro-fondamente sulle casse delle im-prese e finiscono per lievitare finoa percentuali stratosferiche. Tral’altro si tratta di imposte collegatealla forza lavoro e agli immobili equindi del tutto sganciate dallaproduzione. Ciò significa che seun’azienda delocalizza avrà pochis-sima forza lavoro e non avrà capan-noni e immobili da pagare. Questifattori riducono drasticamentel’impatto fiscale. Così si spiega chein Italia ci sono tante impreseschiacciate dall’Erario e altrettantesu regimi decisamente più bassi. Atante aziende, italiane o straniere, basta non produrre in Italia per al-leggerire il loro debito con il fisco.Il punto è che così continua l’emor-ragia di posti di lavoro e la disoccu-pazione avanza fino ai livelli recorddi oggi».

Insomma, la tentazione è chiara:delocalizzare per alleggerire lapressione fiscale quando questasupera la soglia del 50 per cento. Ecome la mettiamo con il fascino delmade in Italy? «Sono già in tantiad aggirare l’ostacolo — spiega Ca-stoldi — basta dire che il cervello e

Page 19: Corriere Economia

CORRIERECONOMIA LUNEDÌ 20 GENNAIO 2014 19

MERCATI & PROFESSIONI Storie, temie personaggi

Categorie Il bilancio della legge sulle professioni non riconosciute

Riforme Tre milioniin cerca di un passaportoDai tributaristi agli osteopati, dai cuochi ai bibliotecari:chi ha avuto il riconoscimento e chi lo sta aspettandoDI ISIDORO TROVATO

H a compiuto un anno inquesti giorni la normache ha aperto un per-corso a tutte le profes-

sioni non ordinistiche. È quinditempo di bilanci per la legge n. 4del 14 gennaio 2013 dal titolo «Disposizioni in materia di pro-fessioni non organizzate». E i nu-meri dicono che durante gli ulti-mi dodici mesi sono stati otto i ca-si in cui sono stati definiti i requi-siti di conoscenza, abilità ecompetenza delle varie tipologiedi professionisti come chinesiolo-gi, naturopati, osteopati e tributa-risti.

Un nuovo ceto«I numeri testimoniano un

forte interesse da parte dei pro-fessionisti attraverso le associa-zioni che le rappresentano – com-menta Piero Torretta presidenteUni – e il nostro lavoro è facilitatodalla collaborazione di Cna Pro-fessioni e del Colap che rappre-sentano quel vasto universo sti-mato dal Cnel in circa tre milionidi lavoratori autonomi, che datempo attendevano il riconosci-mento da parte dello Stato italia-

no. Oltre al riconoscimento for-male, con le norme Uni assicuria-mo agli utenti e ai diretti interes-sati uno standard di qualitàpermanente, che può anche por-tare — su base volontaria — allacertificazione del professionista. La nostra attività nell’ambito del-la legge 4/2013 non fa altro cherendere visibile una realtà forte-mente consolidata in Italia e al-l’estero, ossia quello di un merca-to che si va sempre più specializ-

zando, per rispondere alla do-m a n d a d e g l i u t e n t i e i lriconoscimento può rivelarsimolto efficace per il successo delprofessionisti, tanto più in un mo-mento di crisi economica. Gliutenti e di conseguenza i consu-matori sono finalmente tutelati enon solo per la riconoscibilità delprofessionista competente: perarrivare alla norma, infatti, le as-sociazioni che rappresentano i“non regolamentati” devono ga-

rantire la preparazione degli as-sociati e il loro costante aggiorna-mento. Non ci fermiamo qui, per-ché molte associazioni ci hanno contattato e ben presto verrannopubblicate altre norme».

In lista d’attesaInfatti tra i progetti di norma

attualmente allo studio ci sonoquello sulle figure professionalioperanti nel campo delle arti te-rapeutiche, del counseling rela-zionale, dei clinical monitor, deitraduttori e interpreti, dei fisiciprofessionisti, degli esperti incontrollo di gestione, dei bibliote-cari, degli archivisti, dei cuochiprofessionisti .

L’obiettivo, anche per questediscipline, è quello di riunire at-torno a un tavolo i rappresentantidelle categorie interessate allespecifiche attività (i professioni-sti, i clienti, i fornitori, eventualiautorità pubbliche) per tracciare

un regolamento che sia garanziadi qualità e professionalità.

Un sistema di certificazioneche non ricalchi lo schema delleprofessioni ordinistiche ma cheoffra agli utenti e consumatoriuna garanzia di competenze.

Proprio questo è il nodo che fi-nora ha accesso le polemiche conle professioni ordinistiche. L’op-posizione al riconoscimento dicategorie che non svolgono il con-sueto percorso universitario cul-minato in un esame di Stato avevacreato uno stallo. Anche perchéalcune di queste figure finisconoper sovrapporsi riducendo le po-tenzialità di business. Adesso pe-rò il processo di riconoscimentoappare irreversibile e qualche mi-lione di professionisti senza ordi-ne attende una certificazione chemetta al riparo da abusivi e truf-fatori che assediano diversi setto-ri con evidenti rischi per gli utenti

© RIPRODUZIONE RISERVATAAssociazioni Piero Torretta, presidente dell’Uni

1 Proteste

La caricadei milleavvocati

T ra mille turbolenze e tan-te polemiche si è conclu-

sa a Napoli l’ottava Confe-renza nazionale dell’avvoca-tura. Mille professionisti datutta Italia e rappresentanzedegli ordini territoriali e delleassociazioni forensi ha datola misura del disagio dellacategoria. «La giurisdizione èin uno stato di perenneemergenza e la professionedi avvocato in una crisi pro-fonda — afferma Nicola Ma-rino, presidente dell’Organi-smo unitario dell’avvocatura—. In Italia abbiamo, appun-to, una “Giustizia Umiliata” e i“diritti” ridotti a “privilegi”,come recita il titolo stessodell’assise e di una delle ta-vole rotonde che si terrannonel corso dei lavori. Da anni,ormai, assistiamo a un co-stante deterioramento dellegaranzie costituzionali e dellostesso stato di diritto».

Clima reso ancor più elet-trico dalla notizia del «no»della Corte costituzionale aireferendum contro la chiusu-ra di circa 1.000 uffici giudi-ziari: «una scelta francamen-te incomprensibile e gravissi-ma sul piano politico: è unoscontro frontale con la volon-tà popolare espressa daiconsigli regionali».

I. TRO.© RIPRODUZIONE RISERVATA

Offshore a cura di Ivo [email protected]

I conflitti d’interessedegli eurocommissari Cinque milioni per la rassegna stampa

A lla Commissione eu-ropea il primo imba-razzo l’ha provocato

il vicepresidente finlandeseOlli Rehn, il controllore deibilanci dei 28 Paesi membridell’Ue, che si è candidato aguidare gli euroliberali nelleelezioni del maggio prossi-mo: aprendo dubbi di inop-portunità e di conflitti d’in-teressi. La settimana scorsaè stata la volta del commis-sario francese per il Mercatointerno Michel Barnier, chesi è candidato a guidare glieuropopolari per succedereall’attuale presidente porto-ghese della Commissioneeuropea e suo compagno dieuropartito Josè ManuelBarroso.

Ma a Bruxelles circolanovoci su vari altri commissariintenzionati a correre nelleelezioni europee, aprendodubbi sul rispetto del lorodovere istituzionale di indi-pendenza dai governi e daipartiti.

Barroso, interpellato dalCorriere, ha fatto sapere di«non essere preoccupato»dalla fuga elettorale dimembri della sua Commis-sione (in scadenza nell’au-tunno prossimo) e di ritene-re adeguate le norme attua-li, che sostanzialmente im-p o n g o n o d i l a s c i a r el’incarico solo nelle ultimesettimane di campagna elet-torale anche ai commissaricon i portafogli più delicati.Rehn potrebbe continuare a

lanciare richiami e racco-mandazioni ai governi conguida non liberale. Barnierpotrebbe usare le riformein corso dei mercati finan-ziari perfino per guadagna-re consensi e sostegni dainfluenti lobby.

Un adeguamento dell’at-tuale codice di comporta-mento appare così urgente.Nel frattempo i commissariorientati a partecipare alle

elezioni europee dovrebbe-ro autosospendersi imme-diatamente.

EuropigriziaTra i circa mille giornali-

sti accreditati presso le isti-tuzioni Ue ha provocatoproteste e irritazioni la de-cisione della Commissioneeuropea di escluderli dal-l ’accesso alla rassegnastampa, che ogni giorno la-

vorativo consentiva di con-sultare articoli sull’Ue pub-blicati dai giornali di moltiPaesi. I portavoce del presi-dente Barroso hanno forni-to spiegazioni vaghe e pococonvincenti. Ma sta emer-gendo che la rassegnastampa, in passato auto-prodotta dagli euroburo-crati della sede centraledella Commissione (con lacollaborazione delle sedidistaccate in tutto il mon-do), avrebbe provocato alticosti e dubbi di altro tipodopo essere stata appaltataall’esterno alla Kantar Me-dia di Parigi, che in un qua-driennio incassa quasi cin-que milioni di euro (1,238m i l i o n i a l l ’a n n o d a l18/11/2010). Una nuovagara di appalto dovrebbeessere annunciata a breve.Barroso non intende attua-re sulla rassegna stampa irisparmi richiesti dai go-verni Ue. Indiscrezioni ma-liziose ipotizzano resisten-ze dei pur pagatissimi eu-roburocrati a tornare adautoprodurre questo servi-zio non difficile, che peròrichiede di alzarsi moltopresto la mattina.

Malta L’Europarlamento ha

contestato a Malta la deci-sione di mettere in venditala cittadinanza maltese e,come conseguenza auto-matica, quella dell’Ue. Unalarga maggioranza (560voti favorevoli, 22 contrari e 44 astensioni) ha esorta-to il governo di La Vallettaa rivedere questo provve-dimento, orientato ad atti-rare ricchi extracomunitarisoprattutto arabi, cinesi elatino-americani

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Commissione UeJosè Manuel Barroso

Page 20: Corriere Economia

20 CORRIERECONOMIA LUNEDÌ 20 GENNAIO 2014

Studi La nuova pagella dell’Istituto Tedesco Qualità e Finanza

Rc Auto & confrontiEcco le polizze miglioriMa i prezzi restanoi peggiori d’Europa Bollino blu a Italiana assicurazioni, Zurich e Reale MutuaMigliora (di poco) il tasso di soddisfazione della clientelaDI ROBERTO E. BAGNOLI

I talia batte Germania 4 a 1.Purtroppo sulle tariffe rc autonon c’è storia, non ci batte pro-prio nessuno. A Napoli un gui-

datore esperto paga quattro volte dipiù di un automobilista tedesco,1.300 euro contro i 341 di Berlino.Per i motociclisti, poi, le differenzesono addirittura abissali. Nel capo-luogo campano assicurare una mo-to di 150 cc costa anche trenta voltedi più, 639 euro contro i 23 di Berli-no o i 20 di Amburgo o Monaco diBaviera. Anche se negli ultimi mesihanno cominciato a scendere, nelnostro paese i prezzi dell’assicura-zione obbligatoria restano altissimi.

E’ lo scenario che emerge dal se-condo rapporto sull’Rc auto in Ita-lia, elaborato in esclusiva per Cor-rierEconomia dall’Istituto TedescoQualità e Finanza, specializzato nel-l’analisi e comparazione di prodottiassicurativi e finanziari.

UtileUno studio da considerare con

attenzione perché contiene molteindicazioni utili per la scelta di unprodotto che riguarda circa 32 mi-lioni di assicurati. Per trovare quel-lo più conveniente per il proprioprofilo o per individuare la compa-gnia che funziona meglio. Il divariofra l’Italia e gli altri paesi viene con-fermato del resto dall’analisi, che èstata presentata nei giorni scorsi,realizzata per conto dell’Ania, l’as-sociazione delle compagnie assicu-rative, da Bcg. Fra il 2008 e il 2012,le polizze italiane costavano in me-dia 491 euro, 213 in più rispetto aquelle di Gran Bretagna, Francia,Germania e Spagna. Con alcunearee (il Sud, e Napoli in particolare)dove i prezzi dell’Rc auto rappre-sentano una vera e propria emer-genza. La graduale riduzione delletariffe, intervenendo sui fattori dicosto che ne stanno alla base, rap-presenta una delle aree d’interven-

to del decreto «Destinazione Ita-lia», varato il 23 dicembre scorso,che sta cominciando il suo cammi-no parlamentare (vedi altro artico-lo), che si preannuncia tutt’altroche facile, vista la forte opposizionedi quasi tutte le categorie interessa-te.

«L´indagine offre un aiuto nellascelta di una polizza obbligatoriache incide in misura pesante sul bi-lancio degli italiani — sottolineaChristian Bieker, direttore dell’Isti-tuto Tedesco Qualità e Finanza —da un lato confronta le tariffe delleprincipali compagnie per cinqueprofili tipo, in modo da individuarequella più vantaggiosa. Dall´altro,indaga la soddisfazione dei clientinei confronti del servizio fornito,

differenziando tra le imprese cheoperano con le reti agenziali e quel-le online».

Il confronto sulle tariffe è statorealizzato attraverso il preventivato-re unico dell’Ivass (l’Istituto di vigi-lanza sul settore assicurativo), checomprende tutte le compagnie e leformule più diffuse, cioè il bonusmalus e il massimale minimo di leg-ge. Sono stati considerati cinqueprofili tipo, alcuni di quelli utilizzatidallo stesso Ivass per la sua indagi-ne periodica sui prezzi. Italiana as-sicurazioni è la più economica a li-vello complessivo, seguita da Zuri-ch e dalla casamadre Reale Mutua.

E poi c’è la soddisfazione dei clienti,valutata cinque parametri: offertadi prodotti, assistenza e relazionecon i clienti, comunicazione, rap-porto qualità-prezzo, efficienza nel-la liquidazione dei danni. Allianz, Axa e Unipol sono le prime tre fra lecompagnie tradizionali, Direct Line,Genialloyd e Genertel fra quelle cheoperano per telefono o su Internet.

Paragoni«Le polizze italiane rimangono

molto più care rispetto a quelle del-la Germania — spiega Bieker, — epresentano una forte discrimina-zione geografica. Questo non si ve-rifica generalmente in Germania,dove il fenomeno è molto più lieve».Rispetto alla prima edizione dell’in-dagine, è leggermente migliorata lasoddisfazione degli assicurati italia-ni. «Il miglioramento più significa-tivo è stato registrato per quanto ri-guarda l’offerta — spiega Bieker —,segno che le compagnie si stianoadattando meglio alle esigenze deiclienti. In Germania, dove da anniconduciamo la stessa indagine, lasoddisfazione dei clienti è molto si-mile per le compagnie tradizionali eper quelle on line. In Italia, invece,vi sono differenze notevoli: per leseconde, infatti, è più elevata».

Con 32 milioni di veicoli assicu-rati, il settore auto rappresenta qua-si la metà dell’intera raccolta dei ra-mi danni. L’analisi dell’Istituto tede-sco qualità e finanza comprendeventicinque compagnie: tutte quel-le con una quota di mercato di al-meno l’1%, che rappresentano il92% del totale. Secondo l’Ania, nel2013 il prezzo medio ha segnatouna riduzione di circa il 5%, un datocoerente con il calo del 6,6% dei pre-mi incassati dalle compagnie neiprimi nove mesi dell’anno, rispettoallo stesso periodo del 2012. Mal-grado questo, però, le tariffe italia-ne non temono confronti in Europa.

www.iomiassicuro.it© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il punto Il sottosegretario: norme efficaci, la Ue ci sostiene. Ma tutte le categorie, dai carrozzieri alle stesse compagnie, le stanno boicottando

«Così la nuova legge abbasserà le tariffe»Vicari: interviene sui costi dei sinistri. E la scatola nera aiuta ad essere più virtuosi»

U n pacchetto di misure ingrado di ridurre le tariffe. Eche, data l’eccezionalità del-

la situazione, dovrebbero essere alriparo dai possibili rilievi comuni-tari. Simona Vicari, sottosegretarioallo Sviluppo economico, difendein modo netto le norme sull’Rc au-to contenute nel decreto legge De-stinazione Italia, varato a dicembredal governo. Dovrà essere converti-to entro il 24 febbraio, ma il cam-mino si preannuncia irto di ostaco-li.

A parole, tutti riconoscono chenon si può andare avanti così: maappena si toccano interessi di partecominciano le levate di scudi. Prati-camente tutte le categorie interes-sate annunciano battaglia. E se i

carrozzieri nei giorni scorsi hannomanifestato davanti a Montecito-rio, se gli avvocati hanno già prote-stato, se i periti sono preoccupati,neppure le compagnie sono entu-siaste del decreto. «Il governo hafatto una verifica a livello comuni-tario — spiega Vicari —. La naturadel provvedimento, e la gravità del-la situazione dell’Rc auto in Italia,per giunta in una situazione di gra-ve crisi economica, dovrebbero es-sere tali da superare possibili rilie-vi».

Secondo il sottosegretario, il de-creto agisce in modo efficace suifattori che sono alla base del caropolizze. «Interviene sui costi dei si-nistri — sostiene Vicari —. E la dif-fusione della scatola nera che rileva

il comportamento degli automobi-listi può innescare comportamentivirtuosi». Altre norme razionaliz-zano la filiera delle riparazioni: co-me il risarcimento in forma specifi-ca, cioè la riparazione presso car-

rozzerie convenzionate con le com-pagnie, o la possibilità di proporreall’assicurato, alla stipula del con-tratto, il divieto di cessione a terzidel diritto al risarcimento. «L’op-posizione a questa norma da partedei carrozzieri non trova alcunagiustificazione», dice Vicari.

C’è poi il capitolo delle frodi, chein Italia incidono in misura rilevan-te sul costo. «Saranno ammessi so-lo i testimoni indicati nella denun-cia di sinistro — sostiene Vicari —.In questo modo si pone uno stopalle testimonianze di comodo. E ildiritto al risarcimento decadrà in caso di richiesta presentata oltrenovanta giorni dal fatto, contro gliattuali due anni, in modo da evitarele denunce tardive». Il decreto non

comprende invece le tabelle unichesu tutto il territorio nazionale per ilrisarcimento delle lesioni gravi,che le compagnie invocano da anni.«Sono ferme al ministero della Sa-lute — spiega Vicari — perché lecategorie interessate stanno facen-do un’opposizione fortissima».

Nel mirino degli assicuratori visono soprattutto gli sconti minimiimposti alle imprese, che possonoarrivare a una riduzione comples-siva di almeno il 20% per gli assicu-rati che optano per determinateformule contrattuali. In particolareuno sconto (non precisato) per chiaccetta l’ispezione preventiva delveicolo, il 7% per chi installa la sca-tola nera. E, ancora, il 5% (il 10%nelle aree caratterizzate da unamaggiore incidenza di sinistri e fro-di) per quelli che accettano il risar-cimento in forma specifica. «Vannobene le norme anti-frode — sostie-ne Alessandro Santoliquido, presi-dente della Commissione auto del-

l’Ania e direttore generale di Saraassicurazioni —. Ma la scatola neranon può essere considerata la pa-nacea di tutti i problemi: del restoin Italia è già molto diffusa, con cir-ca due milioni di dispositivi instal-lati. Può avere un senso in alcunenicchie, come città ad alto rischiodi frode e in cui le tariffe sono ele-vate. Dove costano poco, invece, ilrisparmio nei sinistri che si può ot-tenere non compensa il loro costomedio, 75 euro».

Altre norme, invece, sarebberototalmente sbagliate. «La gestionecentralizzata dei dati presso un or-ganismo ministeriale è una follia— sottolinea Santoliquido —. Mol-ti dei dispositivi attuali non servi-rebbero a niente. Quanto all’ispe-zione preventiva del veicolo conprevisione di uno sconto, comportacosti elevati e non sarebbe attuabi-le per le compagnie online».

R.E.B.© RIPRODUZIONE RISERVATA

Sviluppo Simona Vicari

Neopatentato

Compagnia Punteggio

10,0

8,7

8,6

7,9

7,8

6,4

6,3

6,2

6,0

6,0

Allianz

Genertel

Sara Assicurazioni

Reale Mutua

Assicurazioni Generali

Alleanza Toro

Cattolica

Vittoria Assicurazioni

Direct Line Insurance

Italiana Assicurazioni

Uomo DiciottenneClasse Universaledi Assegnazione: 14Fiat Panda 1.2 DynamicEco Benzina (2009)

Guida estesa

Compagnia Punteggio

10,0

9,0

8,1

7,1

7,1

7,0

6,8

6,3

6,0

6,0

Zurich

Italiana Assicurazioni

Hdi Assicurazioni

Reale Mutua

Fondiaria-Sai

Unipol Assicurazioni

Milano Assicurazioni

Groupama Assicurazioni

Alleanza Toro

Sara Assicurazioni

Uomo Cinquantacinquenne,Classe Universaledi Assegnazione: 1Fiat Punto Evo 1.2Active benzina (2009)guida estesa a minori di 26 anni

Motociclo 150 cc

Compagnia Punteggio

10,0

10,0

9,3

8,1

8,0

7,4

7,3

6,7

6,4

6,0

Zurich

Italiana Assicurazioni

Reale Mutua

Assicurazioni Generali

Genertel

Axa Assicurazioni

Groupama Assicurazioni

Carige Assicurazioni

Aviva Italia

Milano Assicurazioni

Uomo Quarantenne,Classe Universaledi Assegnazione: 4Motociclo Honda SH 150veicolo guidato solo da conducenticon almeno 25 anni

Elaborazione IstitutoTedesco su datidel preventivatoreIVASS, Dicembre 2013.I voti corrispondonoai punteggi assegnatialle singole compagnie,aggregati in ogniprofilo per tuttele 10 città e, infine,tradotti in voti scolasticida 6 (premio RCAsufficientementeconveniente) a 10(premio RCApiù conveniente)

Guida esperta classe Top

Compagnia Punteggio

10,0

9,9

9,8

9,4

7,7

7,6

6,5

6,4

6,4

6,0

Italiana Assicurazioni

Sara Assicurazioni

Zurich

Reale Mutua

Hdi Assicurazioni

Genertel

Cattolica

Axa Assicurazioni

Aviva Italia

Ina Assitalia

Uomo QuarantenneClasse Universaledi Assegnazione: 1Nissan Qashqai 1,6Acenta benzina (2010)Veicolo guidato solo da conducenti con almeno 25 anni

Guida esperta

Compagnia Punteggio

10,0

9,3

9,3

9,2

9,0

7,2

7,1

7,1

6,4

6,0

Fondiaria - Sai

Allianz

Milano Assicurazioni

Sara Assicurazioni

Direct Line Insurance

GenialLoyd

Axa Assicurazioni

Italiana Assicurazioni

Aviva Italia

Reale Mutua

Uomo SessantenneClasse Universale di Assegnazione: 5Volkswagen Golf 1.9 TDIComfortline (2008)Veicolo guidato solo daconducenti con almeno 25 anni

Le 10 compagnie cheoffrono le tariffe più convenientiper i 5 profili indicatinelle 10 città più grandi d’Italia

LA SUPERCLASSIFICA 1

3 4 5

2

CompagniaValutazione

Punteggio

Migliori Tariffe

Top Tariffe

Top Tariffe

Molto Conveniente

Conveniente

Conveniente

Conveniente

Conveniente

Conveniente

Conveniente

10,0

9,3

9,0

8,5

7,1

7,1

6,4

6,2

6,1

6,0

Italiana Assicurazioni

Zurich

Reale Mutua

Sara Assicurazioni

Allianz

Genertel

Fondiaria-Sai

Assicurazioni Generali

Milano Assicurazioni

Axa Assicurazioni

PATRIMONI & FINANZACome investiree risparmiare

Ania Aldo Minucci, presidentedell’associazione delle compagnie

Page 21: Corriere Economia

CORRIERECONOMIA LUNEDÌ 20 GENNAIO 2014 21

Strategie In Rete o dall’agente: come mettersi in regola spendendo il meno possibile

Preventivi Cinque regole d’oroper risparmiare il massimoDal contratto al numero di conducenti fino alla retrocessione consapevoleDI ROBERTO E. BAGNOLI

C onfronto e tanta attenzio-ne: nell’Rc auto queste so-no le regole fondamentalida applicare per rispar-

miare e trovare il prodotto giusto.Per ogni profilo, infatti, è estre-mamente ampia la forbice fra lacompagnia più economica e quel-la più costosa. La conferma vienedai dati elaborati dall’Istituto te-desco qualità e finanza per il se-condo rapporto sulla Rc auto inItalia, realizzato in esclusiva perCorrierEconomia.

Per un neopatentato, a Napoli ilpremio oscilla dai 2.018 euro diAllianz ai 6.399 di Alleanza Toro,a Roma si va ancora dai 2.018 diAllianz ai 4.000 euro tondi di Ca-rige assicurazioni, a Milano dai1.812 di Genertel ai 3.795 di Axa. Eanche per gli altri quattro profiliconsiderati, nel rapporto è estre-mamente ampio il divario fra unacompagnia e l’altra. Ecco cinqueregole per trovare la polizza piùconveniente, ma anche la piùadatta alla propria situazione per-sonale e famigliare.

Confronti in rete«I premi sono in forte ribasso e

sono molto differenziati fra le va-rie imprese», sostiene AlessandroSantoliquido, presidente dellaCommissione auto di Ania e diret-tore generale di Sara assicurazio-ni. Per la comparazione si può uti-lizzare il preventivatore unico del-l’Ivass (www.ivass.it), ndr), cheperò riguarda solo la garanzia ob-bligatoria di rc auto, oppure icomparatori on line, che com-prendono soprattutto le compa-gnie dirette. Una volta individuatele offerte migliori, si può andare sui siti delle singole compagnie oppure rivolgersi a un’agenzia. Ipreventivi sono validi per sessan-ta giorni.

Attenzione agli sconti«Il preventivatore dell’Ivass

rappresenta una buona base dipartenza — aggiunge FabrizioPremuti, presidente di KonsumerItalia — ma fornisce i listini, nontiene conto degli sconti praticatidagli intermediari. Una volta tro-vata la polizza più conveniente, bi-sogna contrattare sempre, in mo-do da spuntare il prezzo migliore.Con le nuove formule basate su

scatola nera e risarcimento in for-ma specifica, si allargherà ulte-riormente la già ampia forbice delle tariffe, quindi la compara-zione diventerà ancora più impor-tante».

Canali diversiLe polizze di Rc auto si possono

sottoscrivere da agenti, banche ole compagnie dirette, che operanoper telefono o su Internet. Questeultime offrono tariffe fortementepersonalizzate, cioè molto diversea seconda del guidatore, del tipodi veicolo e del chilometraggio.

Possono essere più convenientiper un guidatore medio, ma mol-to penalizzanti per quelli conside-rati ad alto rischio, come i giovanie gli assicurati del Sud (Napoli inparticolare). Nelle compagnie tra-dizionali, invece, la forbice è menoampia. Non a caso, del resto, pro-prio un’impresa di questo tipo,Allianz, risulta la più economicanel profilo di rischio più elevato,quello di un neopatentato a Napo-li.

Ampia offertaNella Rc auto l’offerta è molto

ampia. La copertura può com-prendere solo un guidatore iden-tificato nel contratto, quelli consi-derati esperti (che superano unadeterminata soglia di età, o anzia-nità di patente) oppure tutti. Laprima è la più economica: in casod’incidente provocato da una per-sona diversa da quella identifica-ta nella polizza, però, la compa-gnia può applicare una rivalsa,cioè chiede al proprio assicuratodi restituire in tutto o in parte il ri-sarcimento pagato al terzo. Un au-tomobilista prudente può farmontare la scatola nera, il disposi-tivo che rileva il comportamentoalla guida. «Con circa due milionidi apparecchiature già installate,il 4% del totale, l’Italia ha un pri-mato mondiale in questo settore— spiega Santoliquido —. Posso-no essere convenienti soprattuttoper chi abita in zone con elevataincidenza di frodi e quindi con ta-riffe più elevate».

Bonus malusNel bonus malus (la formula

tariffaria più diffusa), provocareun incidente può costare moltocaro: in questo caso, infatti, si ar-retra di due classi verso quelle piùcostose. Se i danni sono modesti,può essere conveniente rimborsa-re il sinistro alla propria compa-gnia. La richiesta va trasmessa al-la Consap (Concessionaria assicu-rativi pubblici): sul sito www.con-sap.it tutte le informazioninecessarie. In questo modo, inpratica, nel gioco dell’oca del bo-nus malus si ritornerà alla casellaoriginaria, come se non fosse ac-caduto nulla.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Neopatentato

Compagnia Punteggio

10,0

8,7

8,6

7,9

7,8

6,4

6,3

6,2

6,0

6,0

Allianz

Genertel

Sara Assicurazioni

Reale Mutua

Assicurazioni Generali

Alleanza Toro

Cattolica

Vittoria Assicurazioni

Direct Line Insurance

Italiana Assicurazioni

Uomo DiciottenneClasse Universaledi Assegnazione: 14Fiat Panda 1.2 DynamicEco Benzina (2009)

Guida estesa

Compagnia Punteggio

10,0

9,0

8,1

7,1

7,1

7,0

6,8

6,3

6,0

6,0

Zurich

Italiana Assicurazioni

Hdi Assicurazioni

Reale Mutua

Fondiaria-Sai

Unipol Assicurazioni

Milano Assicurazioni

Groupama Assicurazioni

Alleanza Toro

Sara Assicurazioni

Uomo Cinquantacinquenne,Classe Universaledi Assegnazione: 1Fiat Punto Evo 1.2Active benzina (2009)guida estesa a minori di 26 anni

Motociclo 150 cc

Compagnia Punteggio

10,0

10,0

9,3

8,1

8,0

7,4

7,3

6,7

6,4

6,0

Zurich

Italiana Assicurazioni

Reale Mutua

Assicurazioni Generali

Genertel

Axa Assicurazioni

Groupama Assicurazioni

Carige Assicurazioni

Aviva Italia

Milano Assicurazioni

Uomo Quarantenne,Classe Universaledi Assegnazione: 4Motociclo Honda SH 150veicolo guidato solo da conducenticon almeno 25 anni

Elaborazione IstitutoTedesco su datidel preventivatoreIVASS, Dicembre 2013.I voti corrispondonoai punteggi assegnatialle singole compagnie,aggregati in ogniprofilo per tuttele 10 città e, infine,tradotti in voti scolasticida 6 (premio RCAsufficientementeconveniente) a 10(premio RCApiù conveniente)

Guida esperta classe Top

Compagnia Punteggio

10,0

9,9

9,8

9,4

7,7

7,6

6,5

6,4

6,4

6,0

Italiana Assicurazioni

Sara Assicurazioni

Zurich

Reale Mutua

Hdi Assicurazioni

Genertel

Cattolica

Axa Assicurazioni

Aviva Italia

Ina Assitalia

Uomo QuarantenneClasse Universaledi Assegnazione: 1Nissan Qashqai 1,6Acenta benzina (2010)Veicolo guidato solo da conducenti con almeno 25 anni

Guida esperta

Compagnia Punteggio

10,0

9,3

9,3

9,2

9,0

7,2

7,1

7,1

6,4

6,0

Fondiaria - Sai

Allianz

Milano Assicurazioni

Sara Assicurazioni

Direct Line Insurance

GenialLoyd

Axa Assicurazioni

Italiana Assicurazioni

Aviva Italia

Reale Mutua

Uomo SessantenneClasse Universale di Assegnazione: 5Volkswagen Golf 1.9 TDIComfortline (2008)Veicolo guidato solo daconducenti con almeno 25 anni

Le 10 compagnie cheoffrono le tariffe più convenientiper i 5 profili indicatinelle 10 città più grandi d’Italia

LA SUPERCLASSIFICA 1

3 4 5

2

CompagniaValutazione

Punteggio

Migliori Tariffe

Top Tariffe

Top Tariffe

Molto Conveniente

Conveniente

Conveniente

Conveniente

Conveniente

Conveniente

Conveniente

10,0

9,3

9,0

8,5

7,1

7,1

6,4

6,2

6,1

6,0

Italiana Assicurazioni

Zurich

Reale Mutua

Sara Assicurazioni

Allianz

Genertel

Fondiaria-Sai

Assicurazioni Generali

Milano Assicurazioni

Axa Assicurazioni

PATRIMONI & FINANZALe mosse da fare

Come investiree risparmiare

Elaborazione Istituto Tedesco Qualità e Finanza su datiCheck24 per i premi in Germania e su dati Preventivatoreunico IVASS per i premi in Italia. Premi annuali arrotondati;offerta più conveniente per ogni combinazione profilo-cittá;formula tariffaria: solo RC Auto obbligatoria

Motociclo 150ccProfilo

Milano

Napoli

Roma

Amburgo

Monaco

Berlino

Italia DifferenzaGermania

177€

659 €

290 €

20 €

20 €

23 €

157 €

639 €

267 €

Guida espertaMilano

Napoli

Roma

Amburgo

Monaco

Berlino

507 €

1.300 €

739 €

322 €

354 €

341 €

185 €

946 €

398 €

NeopatentatoProfilo

Milano

Napoli

Roma

Amburgo

Monaco

Berlino

Italia DifferenzaGermania

1.812 €

2.018 €

2.018 €

1.504 €

1.504 €

1.504 €

308 €

514 €

514 €

Il confronto tra le tariffe Rc auto in Italia e Germania

1 Una partita persa

Forti differenze tra le tariffe minime e massime per i 5 profili tipo

Fonte: Elaborazione Istituto Tedesco su dati del preventivatore IVASS

NAPOLI ROMA MILANO

2.017,68Allianz

6.398,62Alleanza Toro

958Reale Mutua3.247,05

Alleanza Toro

913Italiana Assicuraz.

3.289Directline

1.299,57Milano Assicuraz.

3.390,65 Alleanza Toro

659Reale Mutua2.046,44

Alleanza Toro

2.017,68Allianz

3.999,93Carige Assicuraz.

531Italiana Assicuraz.

1.879,87Alleanza Toro

461Zurich

1.423,94Alleanza Toro

738,73Fondiaria Sai

1.963Alleanza Toro

290Groupama

1.035GenialLoyd

1.812Genertel3.795

Axa Assicurazioni

375Zurich

1.181,69Alleanza Toro

321Zurich

895,09Toro Alleanza

507,17Directline1.395,45

Fata Assicurazioni

177 Zurich609

GenialLoyd

Neopatentato

Motociclo

Minimo

Massimo

Minimo

Massimo

Minimo

Massimo

Minimo

Massimo

Minimo

Massimo

Guidaesperta top

La forbice

Guidaestesa

Guidaesperta

E la Rete prende i voti migliori dei consumatoriAllianz la più corretta tra le tradizionali. Il primato di Direct line, Genialloyd e Genertel

M igliora la soddisfazio-ne dei clienti nei con-fronti delle compa-

gnie, e le dirette vengono preferi-te. Sono le indicazioni che emer-gono dal secondo rapportosull’Rc auto in Italia, realizzato inesclusiva per CorrierEconomiadall’Istituto Tedesco Qualità e Fi-nanza. L’indagine ha riguardatole prime dieci che operano attra-verso le tradizionali reti agenzia-li, e le prime cinque dirette, cheutilizzano telefono e Internet.

Allianz, Axa e Unipol è sonorisultate le migliori fra le prime,Direct Line, Genialloyd e Gener-tel sono in testa fra le seconde. La

classifica per i vari giudizi è in or-dine alfabetico. La customer sa-tisfaction è stata valutata attra-verso un sondaggio on line con-dotto a fine dicembre 2013 dal-l’istituto di ricerca ServiceValue e basato su 1.197 pareri espressida clienti ed ex clienti della Rcauto negli ultimi dodici mesi, at-traverso cinque categorie di valu-tazione: offerta di prodotti, assi-stenza e relazione con i clienti,comunicazione, rapporto quali-tà-prezzo, efficienza nella liqui-dazione dei danni.

Ogni dimensione è stata sud-divisa in ulteriori sottocategorie,raggiungendo diciotto criteri divalutazione. Le persone coinvol-te nel sondaggio hanno espressola propria valutazione sulla qua-lità del servizio, scegliendo fra leseguenti affermazioni: assoluta-mente vero, piuttosto vero, piut-tosto falso, assolutamente falso.

Nelle tabelle il giudizio «moltocorretta» indica le imprese chehanno ottenuto un punteggio so-pra la media; «ottimo», invece, èstato assegnato a quelle con pun-teggio sopra la media di quellegiudicate «molto corrette».«Nelle compagnie on line la sod-disfazione dei clienti risulta mag-giore — spiega Christian Bieker,direttore dell’Istituto TedescoQualità e Finanza —. Ma questoè frutto anche dell’incontro fra leloro aspettative e l’esperienza ef-fettivamente vissuta. Solitamen-te non si aspettano un’elevatapersonalizzazione, trattandosi diprodotti e servizi più standardiz-zati di quelli che potrebbero es-sere offerti in un’agenzia, e que-sto li porta a percepire e valutaremeglio l’approccio avuto con lapropria compagnia».

R.E.B.© RIPRODUZIONE RISERVATA

1 Sentiment

Fonte: elaborazione Istituto tedesco Qualità e Finanza su dati ServiceValue. Ordine alfabetico delle aziende all´interno delle differenti categorie di valutazione

Risultato globale agenzie

Compagnia Valutazione

ottima

ottima

ottima

molto corretta

molto corretta

Allianz

Axa

Unipol

Fondiaria-Sai

Zurich Insurance

Risultato globale online

Compagnia Valutazione

ottima

ottima

molto corretta

Direct Line

GenialLoyd

Genertel

Linear

Zurich Connect

La pagella degli utenti

Page 22: Corriere Economia

22 CORRIERECONOMIA LUNEDÌ 20 GENNAIO 2014

La classificaLe performance dei primi della classe

Investimenti

Gare Le strategie dei campioni in carica e le avvertenze per scegliere il prodotto giusto

Fondi Dove investonoi 12 sprinter dell’annoA Tokyo, Wall Street e Milano risultati intorno al 50%. E ora?DI GIUDITTA MARVELLI

F orse battere i mercati nel2013, un anno di grazia per ilistini azionari e di transizio-ne per i titoli obbligazionari,

è stato più facile di altre volte. O for-se no. Certo un’analisi delle perfor-mance dei fondi comuni venduti inItalia — limitata alle dodici catego-rie più rappresentative per un totaledi 2.869 portafogli — mostra risul-tati notevoli per i primi classificati.Rendimenti a due cifre che supera-no addirittura il 40-50% e sfiorano il60%, come nel caso (unico) del por-tafoglio Invesco specializzato sullepiccole aziende nipponiche, decolla-te sull’onda della politica economicasempre più accomodante portataavanti dal primo ministre Abe e dal-la Bank of Japan.

ElencoScorrendo la lista della magnifica

dozzina si leggono molti nomi inter-nazionali — come Henderson,BlackRock, Fidelity, Rotschild, Nor-dea, Ubam, Amundi — visto che or-mai il nostro mercato domestico delrisparmio gestito è composto perdue terzi da prodotti di diritto este-ro. Ma un fondo tricolore, Eurizon(gruppo Intesa) e per di più specia-lizzato sulle piccole e medie impresequotate in Piazza Affari, è titolaredel terzo miglio risultato assoluto(vedi intervista) con un +48% indodici mesi. Considerando che lanostra Borsa nel 2013 è salita in me-dia del 16% dopo un anno con fortis-simi picchi di volatilità, i fondisti chehanno per tempo investito in questoprodotto probabilmente sono con-tenti. A Tokyo e a Milano, quindi, ilrisultato record è stato raggiuntocon prodotti specializzati in titoliparticolari, mediamente più rischio-si dei grandi nomi che fanno massanei rispettivi indici.

Come si fa allora a scegliere ilprodotto giusto? Individuare in an-ticipo, con un metodo certo, quelloche farà il 50% nell’anno del risve-glio borsistico dopo la crisi finanzia-ria è impossibile. E per chi si avvici-na ora al mondo dei fondi, la primaavvertenza da non dimenticare maiè che i risultati passati non possonoessere garantiti per il futuro, Nem-meno per i fondi obbligazionari, chepure investono in titoli come i Btp ole obbligazioni corporate che, secomperati separatamente, promet-tono al sottoscrittore delle cedole e il

rimborso del capitale ad una deter-minata scadenza.

SpecchiettoE’ altrettanto vero però che lo

specchietto retrovisore, l’osservazio-ne delle performance passate, è unodegli elementi utili per avere un’ideadell’operato dei gestori. Le analisiprofessionali — quelle di Morning-star, Lipper o altri soggetti che dedi-cano il loro lavoro di ricerca ai fondicomuni emettendo rating (voto diaffidabilità) — utilizzano la stabilitànel tempo delle buone performance,

il rischio corso per raggiungerle, il peso dei costi e le capacità di econo-mie di scala per dare un giudizio.

I risultati dei campioni del 2013,quindi, possono offrire un colpod’occhio sulle tendenze dell’anno ap-pena passato che, in parte, potreb-bero proseguire nel 2014. Se è veroche saranno altri 12 mesi all’insegnadelle azioni — già nell’anno passatoottenere risultati eclatanti con ibond alle prese con i tassi in rialzo èstato molto difficile — chi ha la giu-sta propensione al rischio e qualcheanno davanti può davvero pensaredi fare un viaggio tra le azioni conun fondo comune. La scelta, peròdeve essere razionale. Se il patrimo-nio è cospicuo è possibile pensare diinvestirne una parte anche su alcunenicchie, come quelle che hanno fattofaville in questa classifica. Se invecela taglia non è forte, meglio scegliereun prodotti meno rischiosi e più«basici». In grado di non fare troppidanni se poi le cose vanno male.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

2.869Il numero di fondi analizzati in 12 diverse categorie per arrivare a definire i top performer del 2013, anno di buoni risultati e di raccolta record

Ora Piazza Affari punta sul ritorno degli stranieriSe arriva davvero la ripresa sono da preferire i titoli domestici: banche, utilities, media

I l piccolo David fa tre gol algigante Golia. In termini diperformance azionaria è

accaduto nella competizionetra le blue chip e le piccole capi-talizzazioni di Piazza Affari.Perlomeno tra quelle seleziona-te all’interno del fondo EurizonAzioni PMi Italia, di EurizonCapital (gruppo Intesa Sanpao-lo), una gestione guidata daFrancesco De Astis. Il fondo inun anno ha realizzato una per-formance del 47,9%, quasi triplarispetto al +17% dell’indice FtseMib delle grandi capitalizzazio-ni italiane.

Perché risultati così diver-

si tra le piccole e le grandi so-cietà quotate in Piazza Affa-ri?

«Le ragioni sono numerose.La principale è legata al fattoche l’indice delle Pmi italiane, ilMidex, non è zavorrato da gran-di gruppi dell’energia e delle te-lecomunicazioni le cui perfor-mance hanno rallentato nel2013 la corsa dell’indice FtseMib delle blue chip».

É solo questo il motivo?«Effettivamente la presenza

di settori deboli, come l’energiae le telecomunicazioni nonspiega tutto. Tanto più che al-l’interno di medesimi comparti

si osserva una performancemolto divergente tra le grandi ele piccole capitalizzazioni. Nelleutilities le small e le mid caphanno registrato un rialzo del73%, contro il +16% delle gran-di. Nell’information technologyil rialzo è del 70% contro il 13%e valori simili si riscontrano an-che nel comparto dei beni diconsumo e dei materiali di ba-se».

Dunque ci sono anche al-tre ragioni...

«Un motivo ulteriore dipen-de dal gap valutativo che finoallo scorso anno esisteva tra le“piccole”, trattate a sconto, e le

blue chip, che avevano valorimeno sacrificati».

Adesso che questo diffe-renziale si è chiuso che cosaci si può aspettare nel 2014?

«Noi riteniamo che anchenell’anno appena iniziatol’azionario Italia continuerà adare buone soddisfazioni agliinvestitori, soprattutto se siconsoliderà la ripresa econo-mica in uno scenario di tassibassi e di stabilità finanziaria».

Ma le small e le mid cappotranno continuare a bat-tere le imprese maggiori, co-me è accaduto nel 2013?

«Adesso che il differenziale

di valutazione si è in gran parteridotto diventa difficile pensarea una sovraperformance gene-ralizzata delle small cap. Pensoa un andamento più omogeneotra le due categorie di titoli».

Potrebbero esserci ecce-zioni?

«Probabilmente sì, ma nel2014 gli investitori dovranno di-ventare più selettivi rispetto alpassato. In generale, comun-que, sia le blue chip che lesmall-mid cap potrebbero be-neficiare di un ulteriore afflus-so di liquidità da parte degli in-vestitori esteri, se la situazionedell’economia italiana darà altrisegni di miglioramento».

Quindi gli investimentidall’estero non saranno indif-ferenziati...

«No, tendenzialmente siconcentreranno sulle small-mid cap di qualità che presen-

tano ancora margini di apprez-zamento.

I comparti le cui valutazio-ni sono cresciute di più nel2013 saranno gli stessi favo-riti anche quest’anno?

«Nel 2013 hanno beneficiatodella ripresa soprattutto queisettori orientati all’export,mentre ora pur godendo di unafase più positiva del ciclo eco-nomico sono penalizzati dal-l’euro-forte».

E quest’anno?«Penso che nel corso del

2014 le occasioni migliori si po-tranno cogliere, se la nostraeconomia dovesse confermare iprimi segni di ripresa, da titoli esettori a vocazione domestica,come banche, utilities e media,a prescindere dalle loro dimen-sioni».

MARCO SABELLA© RIPRODUZIONE RISERVATA

Miglior fondoPerf.%

a 1 anno

Eurizon Azioni PmiItalia

Henderson Horizon FundEuroland FundInvesco NipponSmall Mid Cap Equity BlackRock Strat. fundsEurop. Opp. Extension Fidelity Fast EmergingMarkets Fund Legg Mason Gf CapitalManag.Opp.FundRothschild & Cie Gest.RConviction Conver.Europe Nordea-1 Euro BankDebt Fund Ubam GlobalHigh Yield Solution Eurizon Mm Coll.fund EmmcGuosen Rmb Fixed IncomeAmundi FundsBond Europe

Azimut Az Fund 1 Patriot A

AZIONARI ITALIA

AZIONARIAREA EUROAZIONARIGIAPPONE

AZIONARIPAESI EMERGENTI

OBBLIGAZIONARICONVERTIBILI EURO

OBBL. CORPORATEBOND EUROOBBLIGAZIONARIHIGH YIELD USAOBBLIGAZIONARIIN RENMINBIOBBLIGAZIONARIEUROPAOBBLIGAZIONARIGOVERNATIVI EURO

AZIONARI USA

AZIONARIEUROPA

47,98%

34,76%

59,44%

42,16%

7,66%

50,42%

15,28%

17,11%

9,47%

5,69%

4,33%

7,76%

Categoria

I fondi con le miglioriperformanceannue di categoriaal 3/1/2014

1 La dozzina d’oro

1 Azioni Giappone/Invesco

Tecnologie verdi e servizi per la salute:i nuovi outsider delle pmi nipponiche

N essuna Borsa, tra quelle dei Paesi svi-luppati, ha fatto meglio di Tokyo nel

2013, più 57%. Non stupisce, perciò, che ilfondo più remunerativo dell’anno appenaconcluso, capace di realizzare una perfor-mance del 59%, sia un prodotto specializ-zato nella società a piccola e media capita-lizzazione del Sol Levante, l’Invesco Nipponsmall-mid cap equity fund.Ma dopo uno scatto così tra-volgente, è lecito chiedersiquanto ossigeno sia rimastonel listino giapponese perproseguire il rally, senzastrappi violenti. Risponde ilgestore del fondo, OsamuTokuno.

Nel 2013 il deprezza-mento dello yen ha fornitoun’eccezionale spinta pro-pulsiva agli esportatorigiapponesi. Difficile imma-ginare che la divisa nippo-nica possa ancora perderevalore alla stessa velocità.Sarà un freno per la corsa di Tokyo?

«Una valuta più debole è solo uno deifattori che alimentano l’espansione degliutili. Lo yen non è distante da un valore diequilibrio, ma ci sono moltissime aziendeche possono continuare a crescere anchesenza l’aiuto di una divisa più debole. Il no-stro focus è sulle small-mid cap quotate in

segmenti minori del mercato giapponesecome Jasdaq e Tse Mothers, che nel 2013hanno guadagnato molto più dei listiniprincipali, Topix e Nikkei 225. Molte di que-ste aziende sono prevalentemente dome-stiche, ma operano su un ampio spettro diprodotti e servizi, che consente loro di cre-scere più rapidamente».

Le small mid cap del Sol Levante sonodestinate a sovraperformare anche nel2014?

«Tre fattori guidano le performance diquesto segmento: primo, la deregolamen-tazione, che il primo ministro Shinzo Abecontinuerà a promuovere, a beneficio dellepiccole e medie imprese. Secondo, lo svilup-po di nuovi business: sono convinto che nel-le aree della connessione a banca larga per

la telefonia mobile, delletecnologie eco-friendly e deiservizi per la terza età emer-geranno molte storie digrande successo tra le smalle mid cap. Il terzo fattore è laliquidità, che resterà abbon-dante».

Nonostante la politicamonetaria ultra-espansivadella Bank of Japan, il tar-get inflattivo del 2% sem-bra difficile da raggiungere.I mercati continueranno adavere fiducia nell’asse Abe-Kuroda?

«Nel secondo trimestre labanca centrale introdurrà nuove misure diallentamento monetario, per assicurarsi chel’inflazione si muova gradualmente verso l’1-2%. Credo inoltre che gli investitori con-tinueranno a essere indulgenti, in attesadelle riforme promesse dal premier Abe».

PIEREMILIO GADDA© RIPRODUZIONE RISERVATA

1 Azioni Usa/Legg Mason

Il Toro di Wall Streetcontinuerà a correreE lo farà sulle alidelle compagnie aeree

«N el 2014 Wall Street continuerà asalire. I mercati oggi sono guidati

da tre elementi macro, tutti di segno posi-tivo: crescita economica, elevata liquidità evalutazioni interessanti», dice SamanthaMcLemore, co-manager del Legg MasonCapital Management Opportunity Fund che nel 2013 ha realizzato una perfor-mance del 50%, nettamen-te più elevata del mercato. Ilportafoglio di questo pro-dotto, concentrato su soli57 titoli, promette di indivi-duare pochi temi molto fortia Wall Street. E in questo momento, a giudizio delgestore, quello che in asso-luto merita più attenzione èquello delle compagnie ae-ree a stelle e strisce.Può spiegare meglio i treelementi generali che trai-nano i listini?«L’economia sta crescendo,la liquidità non solo è ele-vata ma in aumento e le valutazioni, sep-pur non così attraenti come un anno fa, re-stano interessanti e ben al di sotto dei li-velli registrati durante le fasi di picco. Eccoperché crediamo che il momento positivo,iniziata in un clima di grande pessimismonel marzo del 2009, sia destinato a prose-guire nel 2014».

Quali i settori preferiti nel portafoglioche cerca di cavalcare pochi temi «forti»?

«Il fondo è attualmente focalizzato suquattro aree: edilizia, finanza, tecnologia esu quella delle compagnie aeree. Abbiamouna significativa esposizione in quella del-l’edilizia dove siamo ancora nelle prime fa-si di quello che crediamo sarà un lungo ci-clo alimentato dalla crescita della doman-da, guidata dall’aumento demografico e dalla contemporanea scarsità nell’offer-ta».

Potete indicare alcuni titoli che avetein portafoglio?

«Consideriamo molto strategici diversititoli nel campo delle compagnie aeree. Ilsettore ha tratto enorme beneficio dal consolidamento già avvenuto. Tre delle

nostre prime partecipazioniin termini di peso sono Del-ta Air Lines, United Airlinese American Air Lines. Que-st’industria sta registrandoprofitti record e siamo nelleprime fasi di un turnaround.Inoltre le compagnie aereesono scambiate con unenorme sconto rispetto aititoli delle società di crocie-ra e di spedizione come Fe-dEx e UPS».

Altri nomi su cui sieteparticolarmente impegna-ti?

«Tra gli altri titoli di rilie-vo in portafoglio figurano Genworth Fi-nancial, MGIC Investment, Bank of Ameri-ca., Newcastle Investment, e Hartford Fi-nancial Services Group, nel settore finan-ziario, Pulte Homes nell’immobiliare eNetflix.com attiva nei servizi Internet».

FRANCESCA MONTI© RIPRODUZIONE RISERVATA

Record Sol LevanteOsamu Tokuno(Invesco)

Listino americano Samantha McLemore, gestore Legg Mason

Borsa di casa Francesco De Astis (Eurizon capital)

1 Azioni Italia/Eurizon Capital

Page 23: Corriere Economia

CORRIERECONOMIA LUNEDÌ 20 GENNAIO 2014 23

S ono stati tra i portafo-gli che meglio si sonodifesi lo scorso anno inun contesto di tassi in

tensione. Ed è per questo che ifondi obbligazionari flessibili— vale a dire quelle gestionilibere di spaziare in ogni tipo-logia di strumenti del redditofisso — sono indicati da di-versi osservatori come un in-teressante categoria anche peril 2014. L’anno appena inizia-to, infatti, potrebbe esserequello in cui il rialzo dei tassidiventa una tendenza e nonpiù un inizio di cambiamento.Ognuno ha la sua ricetta e lasua convinzione, ma alcuniprincipi generali accomunanole strategie attuali dei gestori.Per esempio l’idea che neiprossimi mesi sarà ben piùcomplicato inseguire rendi-menti con i bond e che, di paripasso, i portafogli dovrannomantenere un equilibrio nonsempre facile da trovare tra ri-schio e copertura valutaria.

NumeriIl rendimento medio di ca-

tegoria degli ultimi 12 mesi siè attestato al 2,81% ma i mi-gliori sono riusciti a garantireperformance molto più bril-lanti come nel caso di OysterFunds Banque Syz-GlobalConvertibles (+8,43%), AlettiGestielle Sgr-B Gestielle Ce-dola Fissa II (+6,84%), AlettiGestielle Sgr-B Gestielle Ce-dola Fissa (+6,60%). Ecco al-lora i progetti e le idee di inve-stimento di alcuni gestori chehanno ottenuto risultati soprala media con i loro fondi ingrado di muoversi un po’ sututti i mercati del credito.

«Abbiamo mantenutoun’alta esposizione in diversiemittenti dei settori health ca-re e dei beni di consumo di-screzionali. All’interno delsettore sanitario, le miglioriplusvalenze le abbiamo otte-nute tramite i titoli Vertex eTheravance mentre nei benivoluttuari Faurecia e Priceli-ne.com, hanno espresso otti-me performance», raccontaGianluca Castrilli, analista diBanque Syz &co. Castrilli poiparla delle sfide quest’anno:«Nel 2014, prevediamo unacontinua crescita nel mercato

convertibile primario perché ititoli che possono trasformar-si in azioni in genere produco-no forti rendimenti correttiper il rischio in periodi di tassicrescenti». La vita media delportafoglio di Oyster FundsBanque Syz-Global Converti-bles è di circa 4 anni conun’esposizione negli Usa e, inseconda battuta, in Europa,dove i gestori prevedono unaumento di fusioni e acquisi-zioni e di piani di riacquisto diazioni proprie.

Yuri Basile, responsabiledel comparto obbligazionariodi Aletti Gestielle, invece, tie-ne a precisare che nel 2014, adifferenza dei due anni prece-denti, la difficoltà sarà comu-nicare ai risparmiatori che laredditività di tutte le assetclass è diminuita e bisognamettere in conto un rischioche negli ultimi anni è statoconsiderato nullo, ovvero lapossibilità di risalita dei tassi.

«I paesi sviluppati sono

economie in transizione dovesui mercati bisogna conside-rare politiche monetarie me-no accomodanti negli Usa e ilprocesso di ricostruzione del-l’area euro, mentre i paesiemergenti sono economie intensione in cui la fase di ral-lentamento è affiancata ancheda un restringimento dellecondizioni finanziarie. Perquesto preferiamo coprircidal rischio tasso e puntiamoad avvantaggiarci del mag-gior rendimento nel compartodel credito con un’ampia di-versificazione: preferiamol’area dei paesi sviluppati an-che in termini valutari», diceBasile.

Un po’ più articolata la stra-tegia suggerita infine da Mau-rizio Vitolo, responsabile delteam di gestione di Consultin-vest Sgr. «La normalizzazionedella politica monetaria ren-derà difficile l’andamento deimercati obbligazionari. Quin-di occorrerà mantenere in

portafoglio titoli non troppolunghi e proseguire nellosfruttare i movimenti negatividei titoli tedeschi in presenzadi un miglioramento dei fon-damentali economici».

Scelte«La nazione maggiormen-

te rappresentata è l’Italia, se-guita da Spagna, Francia e Re-gno Unito. Dal punto di vistasettoriale la preferenza è stataaccordata ai governativi inve-stment grade, con una parti-colare esposizione verso il de-bito dei paesi periferici del-l’area dell’Euro. Per quanto ri-

g u a rd a l a c o m p o n e n tecorporate, riteniamo ancorainteressanti i titoli del settorebancario e delle utilities. Ab-biamo, infine, una posizioneshort (ribassista) sui titoli distato tedeschi» conclude Vito-lo.

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Reddito fissoViaggi organizzati

Investimenti

Ricette I migliori prodotti che possono spaziare su tutto il mercato del credito hanno reso il 6-8%

Flessibili Quanto rende la libertàDalle emissioni convertibili ai piani per accorciare la vita media del portafoglio:le strategie dei gestori obbligazionari che hanno retto meglio gli strappi dei tassiDI FRANCESCA MONTI

Nome fondoPerf.%

a 1 anno

Oyster Funds Banque Syz-Global Convertibles

Aletti Gestielle Sgr-B Gestielle Cedola Fissa II

Aletti Gestielle Sgr-Gestielle Cedola Fissa

Euromobiliare Int.Fund Euro Cash Tasso Variab.

World Invest Sicav-C Absolute Strategy

Euromobiliare Int.Fund-D Euro Govern. 2013

Alliance Bernstein Europ.income Fixed Income

Eurizon Invest Sicav Ins Unit High Yield 2018 1

Eurizon Cedola Doc Feb 2019

Anima Traguardo 2018 Target Cedola

8,43%

6,84%

6,60%

6,56%

6,46%

5,92%

5,59%

5,35%

5,14%

4,98%

Nome fondoPerf.%

a 1 anno

CompAM Fund Sicav-M Bond Risk

Consultinvest-A Reddito

Anima Traguardo 2017 Cedola 4 III

Anima Traguardo 2018

Eurizon Invest Ins Unit High Yield 2020 2

Kairos Internat. Sicav-D Bond Plus Acc

Pimco G.I.S.-E Euro Income Bond Fund

Invesco Global Total Return Bond

Dnca Invest-I European Bond Opport.

Dexia Bonds-I Total Return Cap Eur

4,97%

4,83%

4,83%

4,82%

4,70%

4,54%

4,51%

4,45%

4,41%

4,38%

La classifica dei portafogli...

...e l’andamento dello spread nell’ultimo anno400

350

300

250

200

gen2013

mar apr mag giu lug ago set ott

205,77

Spread Btp/Bund a 10 anni

gen2014

nov dic

2,8%Il rendimento della categoria obbligazionaria flessibile nel 2013. Ma i primi classificati hanno offerto ai fondisti il doppio

La Française sbarca in Italia

«Un buon mixpuò offrire il 3,5%»

I l profilo dell’economia globale nel 2014 saràcomplessivamente positivo, perché a un tas-so di crescita economica più elevato rispetto

all’anno precedente in tutte le principali areedel mondo andrà ad associarsi un livello dei tas-si di interesse che rimane molto basso». PatrickRivière, amministratore delegato di La Françai-se am, la società di asset management parteci-pata dal gruppo bancario Credit Mutuel NordEurope, valuta le opportunità di investimento inun’ottica globale a dispetto del forte radicamen-to territoriale nella Francia del Nord della capo-gruppo. Non a caso la società, sbarcata in Italiada un paio d’anni, vanta joint-venture e uffici dirappresentanza su tutte le principali piazze fi-nanziare europee, in Asia e negli Stati Uniti.

«Ci aspettiamo che le borse possano conti-nuare la loro corsa anche nel prossimo anno maper un investitore europeo, a causa del tenden-ziale rafforzamento dell’Euro, conviene diversi-ficare al massimo la composizione di portafo-glio azionario», sottolinea Rivière. Convintoche a medio termine i listini del Vecchio Conti-nente perderanno grinta e che non saranno inogni caso capaci di generare un rendimento to-tal return (capital gain e dividendo) superioreal 7-8%. A paragone con le performance euro-p e e W a l lStreet, seb-bene i titoli astelle e stri-s c e s i a n oscambiati suvalori medipiuttosto ele-vati , potràoffrire sod-d i s f a z i o n imigliori agliinvestitori ,nell’ordine di un rialzo del 10-11%. «E questoperché l’industria americana gode di un vantag-gio competitivo strutturale e di lungo periododovuto al basso costo dell’energia ricavata conl’estrazione del gas dalle rocce», spiega. Anchele borse dei paesi emergenti, dopo un bienniodominato dal segno meno, potrebbero metterea segno performance positive e a doppia cifra.

«In confronto ai valori azionari i bond rap-presentano un’alternativa poco entusiasmante,perché i tassi di interesse sono troppo bassi,esposti al rischio di un aumento e quindi poten-zialmente in grado di generare ritorni negati-vi», sottolinea il manager. In ogni caso un por-tafoglio di bond ben diversificato in tutte le suecomponenti — corporate, governativi, highyield e emergenti — potrebbe generare un ren-dimento positivo compreso fra il 3 e il 3,5%.

«Una classe di attivi da cui ci aspettiamo unabuona performance nel 2014 sono gli immobili,in particolare quelli utilizzati a scopo commer-ciale e per uffici», conclude Rivière. A favorire ilrendimento delle locazioni sarà la ripresa eco-nomica e il fatto che in molti paesi, tra cui laFrancia, i rendimenti hanno continuato anchein questi anni a rimanere piuttosto elevati, consoglie superiori al 5%.

MARCO SABELLA© RIPRODUZIONE RISERVATA

GestorePatrick Rivière

L’analisi

Sempre meno risparmi accumulati e portafogli in perdita:i duri conti della crisi che ha congelato la nostra ricchezza

I l valore delle attività fi-nanziarie delle famiglieitaliane è pari a 3,4 volte

il reddito disponibile, con-tro le 3 volte della Franciae le 2,8 della Germania. Ilrapporto tra la ricchezza eil reddito non consente,però, un adeguato con-fronto: un reddito basso faemergere una ricchezzaelevata, fornendo un’in-formazione distorta. Inte-ressa, invece, il valore del-la ricchezza a disposizionedi ciascuno. A giugno2013, ogni italiano dete-

neva in media poco più di60mila euro di attività fi-nanziarie, un valore ugua-le sia a quello di un france-se sia a quello di un tede-sco. Gli italiani hanno, pe-r ò , s p e r i m e n t a t o u npeggioramento della si-tuazione patrimoniale,che non ha, invece, inte-ressato le altre due eco-nomie europee. Nella pri-ma parte degli anni Due-mila, la ricchezza finanzia-ria pro-capite cresceva inItalia più di quanto acca-desse altrove. Negli ultimi

sette anni, il vantaggio si èannullato: ciascun italianoha visto il valore del pro-prio portafoglio ridursi diquasi 4 mila euro, mentreun francese ha beneficiatodi un aumento di più di 8mila, un tedesco di oltre 10mila. Sommando quantoaccaduto ai valori nomi-nali con la dinamica deiprezzi, emerge come, tra il2007 e il 2013, ogni italia-no abbia visto il valore re-ale della propria ricchezzafinanziaria ridursi ad unritmo medio annuo pros-

simo al 3%, con una per-dita complessiva che siavvicina al 20%. Nellostesso periodo, i francesihanno beneficiato di unacrescita del 5%, i tedeschidel 9%. Per capire cosa siaaccaduto alla ricchezzadelle famiglie nel nostroPaese, occorre, prima ditutto, comprendere comeè cambiata la capacità diaccumulare nuovo rispar-mio, per poi passare adesaminare i rendimenti.Negli ultimi quattordicianni, le famiglie italiane

hanno investito in attivitàfinanziarie 1.200 miliardidi nuove risorse, risultatodi una capacità di accu-mulo che si è, però, ridottafino quasi ad annullarsi.Tra il 2000 e il 2006, veni-vano in media destinatiogni anno all’acquisto diattività finanziarie oltre124 miliardi di euro; tra il2007 e il 2011, si è scesi a60; nei primi sei mesi del2013 i nuovi investimentisono stati pari a solo 5 mi-liardi. Le famiglie italianehanno sofferto, però, an-

che l’effetto di un rendi-mento negativo. Dal 2000,il valore delle attività fi-nanziarie è cresciuto com-plessivamente di soli 900miliardi, a fronte dei 1.200di nuovi investimenti. Sia-mo quindi di fronte a unaperdita di oltre 300 miliar-di. Ciascun italiano è, dun-que, provato da una mino-re disponibilità ma anchedalla perdita registrata dalportafoglio. Il minore ri-sparmio è il risultato dellaflessione del reddito, con-seguenza del calo degli

occupati e della maggiorepressione fiscale. Ma, an-che la deludente perfor-mance ottenuta apparepiù il frutto del peggiora-mento della congiunturache l’effetto di una noncorretta allocazione del ri-sparmio. Oggi, un valoredella ricchezza finanziariapro-capite pari a circa60mila euro accomunaitaliani, francesi e tede-schi. Ma il passato ci diceche nel 2006, il valore ita-liano era più alto del 23%di quello francese e del27% di quello tedesco.Famiglie meno ricche,specchio di un paese piùpovero: una tendenza cheinteressa tutti noi.

*Servizio Studi BnlGruppo Bnp Paribas

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di PAOLO CIOCCA*

Page 24: Corriere Economia

24 CORRIERECONOMIA LUNEDÌ 20 GENNAIO 2014

I quattro fattori "guida" del mercatonei primi sei mesi del 2014...

Società

Intesa Sanpaolo

Enel

Assicurazioni Generali

Atlantia

Fiat

Mediobanca

Salvatore Ferragamo

Banco Popolare

Buzzi Unicem

De'Longhi

Banca Popolare Milano

Ansaldo

Prezzoattuale

Capitaliz.(milioni di euro)

1,95

3,32

17,03

17,52

6,81

6,97

24,15

1,68

14,09

11,86

0,51

8,06

31.742

31.182

26.514

14.468

8.517

6.002

4.067

2.958

2.632

1.773

1.641

1.450

Perf.%1 anno

32,38%

3,11%

20,78%

31,04%

55,34%

27,89%

29,77%

9,90%

35,74%

3,13%

-0,97%

25,77%

... e i titoliper seguirli

Fonte: www.websim.it - dati in euro del 14/1/2014

Ripresadell'economia

in Italia

Liquiditàelevata

Ambientefavorevolealle riforme

politiche

Valutazionidi Borsa ancora

interessantirispetto alleaspettativedi crescita

Phot

ocre

dit:

Imag

oeco

nom

ica

R ipresa economica, riformeistituzionali, liquidità ele-vata e basse valutazioni.Questi gli ingredienti della

ricetta che dovrebbero portare Piaz-za Affari ad essere uno dei bocconipiù succulenti tra le piazze finanzia-rie europee anche nell’anno in cor-so. E tra le società più adatte per re-alizzare il «piatto» ci sono campionidel made in Italy, come Salvatore Ferragamo, ma anche le banche e legrandi utilities, come Enel e Atlan-tia.

Il 2013 si è chiuso con un rialzo adoppia cifra e il 2014 è iniziato conun nuovo record: il superamentodella soglia psicologica dei 20 milapunti da parte dell’indice Ftse Mib,un livello abbandonato con l’iniziodel credit crunch.

ClimaA giustificare una rinnovata fidu-

cia per il listino milanese ci sono so-prattutto le valutazioni, che non in-corporano ancora pienamente gliutili attesi nell’anno in corso e la cuivisibilità è in crescita grazie al pro-gressivo miglioramento del clima.Ma la benzina sul fuoco sarà soprat-

tutto la liquidità che continua ad af-fluire sul mercato grazie alla raccol-ta netta positiva dei fondi e al pro-gressivo spostamento del risparmioverso le azioni. Il rialzo si cavalcacon i titoli finanziari, da sempre pro-tagonisti di peso sul listino, e con lesocietà industriali a forte vocazioneinternazionale. «Restiamo positivisul mercato – spiega Mauro Vicini,direttore di Websim.it – poiché cre-diamo che il nostro listino abbia tut-te le caratteristiche per proseguirenel recupero del gap accumulato ne-gli anni della crisi rispetto alle prin-cipali Borse mondiali. Il driver è ilcalo della percezione del rischio Pa-

ese da parte degli investitori anchein considerazione del clima politicofavorevole che si è venuto a creareintorno alle riforme istituzionali».

Per il 2014 Websim ha così stilatouna lista di titoli, riportati nella ta-bella, che dovrebbero massimizzarei benefici legati ai grandi temi gui-da. «Si tratta – continua Vicini – diun elenco a cui appartengono ban-che, polizze, utility e industrie. Inquest’ultimo caso abbiamo privile-giato quelle con una forte vocazionealla crescita internazionale e pocoesposte al mercato domestico dovela ripresa tarderà a produrre i pro-pri effetti sui consumi interni. Unica

eccezione le società che operano insettori regolati, come Atlantia».

Anche Marco Paolucci, ammini-stratore delegato di Luxgest am, ve-de rosa sul 2014: «La liquidità chesinora ha aiutato il listino italiano èpiù sana rispetto a quella che haspinto le Borse Usa. I flussi verso ilrisparmio gestito sono eccezionaligrazie agli interventi della Bce chelimitano le emissioni di bond banca-ri e quindi orientano la raccolta ver-so i fondi e a cascata sul mercato azionario». Denaro buono che giu-stifica la prosecuzione del rialzo an-che grazie al perdurare di una sotto-valutazione del mercato italiano.

Premio«Il premio al rischio del Paese —

continua Paolucci — è in costantecalo, ma non siamo ancora arrivatisu livelli accettabili. Il percorso di ri-forme avviato dal Parlamento do-vrebbe favorire un ulteriore discesa.Se quindi la ripresa economica do-vesse essere più lenta delle attese ilvento a favore non calerà». Tra leopportunità individuate da Websimc’è Fiat. Il gruppo guidato da SergioMarchionne ha reagito positiva-mente alla notizia dell’accordo perl’acquisto del 100% di Chrysler an-che se non tutti sono rimasti convin-ti. Nomura ha infatti confermato laraccomandazione «ridurre» ( il pe-so in portafoglio ndr) con un targetprice a 4 euro.

Gli analisti della società di consu-lenza asiatica, malgrado la conclu-sione positiva della questione Chry-sler, hanno confermato le proprieattese sui risultati di bilancio chegiustificano una raccomandazioneancora poco interessante. Paoluccisuggerisce invece Atlantia: «La ri-presa economica spingerà al rialzo iltraffico e le opportunità legate, peresempio, all’integrazione con gli ae-roporti di Roma, che permette digiocarsi la carta del turismo in Ita-

lia. Tra le grandi banche invece è in-teressante Unicredito e, per chi vuo-le rischiare qualcosa, pensiamo allebanche popolari. Il principale cata-lizzatore è rappresentato dalle rifor-me del sistema di governo. In que-sto caso vediamo favorite Ubi e ilBanco Popolare».

Una situazione più particolare èinvece quella di Telecom Italia: «Sitratta di una società – conclude Pao-lucci — che dopo anni di ingessatu-ra sta cercando di rilanciarsi connuove iniziative per fare emergere ilvalore inespresso». Il mercato perora resta prudente. Gli analisti diJefferies hanno avviato pochi giornifa la copertura sul titolo con un giu-dizio hold (mantenere ndr) e uncon target di 0,74 euro. Nomura hainvece alzato il giudizio a neutral dareduce.

Agli analisti di Websim piace in-vece Enel: «Crediamo che lo scena-rio del settore dell’energia sia anco-ra difficile per i produttori europei epotrebbe continuare a esercitarepressione sui margini di Enel. No-nostante questi venti contrari, rite-niamo che sia calato il rischio di re-visione al ribasso dei profitti ora chele nuove misure di regolamentazio-ne in Spagna sono state pienamentescontate. Enel, ai prezzi correnti,presenta un rapporto rischio/rendi-mento favorevole agli acquisti. Lanostra raccomandazione è “interes-sante” con prezzo obiettivo di 3,6euro».

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Leader in Piazza Affari Da sinistra: Carlo Messina (Intesa Sanpaolo), Fulvio Conti (Enel), Mario Greco (Assicurazioni Generali) e Michele Norsa (Salvatore Ferragamo)

Studi Economia meno congelata, riforme, liquidità e basse valutazioni sono i quattro temi positivi del listino di casa

Piazza Affari Le buone azioni per il riscattoDa Enel ad Atlantia, da Ferragamo alle banche: i nomi per massimizzare i tentativi di ripresaDI ADRIANO BARRÌ

Analisi La statistica applicata aggregando le previsioni d’autore

Il 2014? In salita. Parola di guruWall Street su dell’11%. Per i tassi di bund e bond un +30%.Ecco che cosa sarà più probabile secondo 20 big globali

M etti le sfere di cristallodei guru internazionalinella macchina della sta-

tistica: le previsioni verranno ag-gregate e «corrette» dalla scienzadel calcolo delle probabilità. Il ri-sultato? Nel 2014 tutto è destinatoa salire. Non con assoluta certezza— la statistica diffida delle sicu-rezze — ma con una probabilitàmolto elevata, pari al 90%.

La Borsa americana, l’indicedelle Borse europee, il dollaro, ilrendimento dei bond tedeschi de-cennali e quello dei T bond ame-ricani, secondo una ventina digrandi investitori internazionali edi banche d’affari, nei prossimi 12mesi saliranno. Una buona noti-zia (sempre che le previsioni si ri-velino statisticamente corrette)per gli investitori azionari. La cre-

scita dei rendimenti non è inveceuna condizione altrettanto feliceper chi sceglie le obbligazioni. Ge-stire un portafoglio pieno di bond(e guadagnare) mentre i tassi sal-gono non è infatti mai un’impresasemplice.

Il gioco, molto serio, è stato re-alizzato da Adviseonly.com, il so-cial network della finanza perso-nale. Raffaele Zenti, responsabiledelle strategie e statistico di for-mazione (oggi insegna tecnichequantitative di gestione del porta-foglio all’Università di Torino), haraccolto le consuete previsioni diinizio anno che circolano sui mer-cati finanziari e che vengono ela-borate in modo più o meno esau-stivo da tutti i protagonisti grandie piccoli.

I cinque indicatori selezionati

sono i più emblematici e sonoquelli con cui tutti gli investitoridevono fare i conti. Nel campionesono finiti quindi i vaticini dei no-mi più rappresentativi a livelloglobale come, solo per farne alcu-ni, JP Morgan, Goldman Sachs,Nomura, Morgan Stanley, Ubs,Barclays, Deutsche Bank, Citi.«Per ogni mercato considerato —spiega Zenti — sono stati messi infila i possibili valori futuri indicatiche sono stati poi associati a unagriglia di probabilità di accadi-mento». Per essere precisi la di-stribuzione delle probabilità èstata stimata con una funzioneche gli addetti ai lavori chiamanoKernel.

La sintesi estrema del lavoro èleggibile nella tabella qui sopra.Lo scenario più probabile (per

tutti gli asset si considera appun-to un 90%) per il principale indicedi Wall Street è un fine d’annocompreso tra i 1.873 e i 2.056 pun-ti. Se dunque l’indice S&P doves-se davvero spingersi fino alla so-glia più elevata delle previsioni, ilrialzo rispetto alle quotazioni odierne sarebbe nell’ordine del-l’11%. Lo stesso vale per il listinoche rappresenta il complesso del-

la poco armonizzata Europa: sequel che il qualificato panel consi-derato per lo studio ha previstoper fine anno si realizza nell’acce-zione più ottimista il rialzo po-trebbe arrivare al 13%.

Decisamente più sbilanciato ilgiudizio per quanto riguarda lacrescita dei rendimenti per ilbond Usa decennale e per il bundtedesco. In ambedue i casi la cam-

pana delle probabilità si spinge adire che il salto in alto potrebbearrivare al 30%. Il bund quindipotrebbe arrivare fino al 2,48%,mentre il titolo lungo degli StatiUniti addirittura fino al 3,85%.Parliamo quindi di livelli non cer-tamente elevati in termini assolu-ti, anche se la risalita sarebbe no-tevole rispetto ai minimi che han-no caratterizzato il destino dei ti-toli governativi considerati un po’da tutti il porto sicuro della crisi.

Più controverso il giudizio sulcambio dollaro-euro. Il braccio diferro valutario tra le due moneted’Occidente secondo i venti gurudovrebbe risolversi per fine annocon una minima rimonta del dol-laro (+5%). Ma in questo caso leopinioni infilate nella macchinadella statistica sono molto più di-scordanti rispetto a quelle che ri-guardano gli altri quattro asset.Sarà che nell’imponderabilemondo della finanza, le valute so-no sempre in cima alla classificadella non prevedibilità.

G. MAR.© RIPRODUZIONE RISERVATA

Con il 90% di probabilità le 20 previsioni d’autore considerate da Advise Only dicono che a fine anno:

+11%

S&P500

Quotazionipreviste tra

1.873e 2.056

Crescita massimarispetto alle

quotazioni attuali

+13%

EuroStoxx

Quotazionipreviste tra13.127

e 35.200

Crescita massimarispetto alle

quotazioni attuali

+30%

Bunddecennalitedeschi

Rendimentoprevisto

tra 2,08%e 2,48%

Crescita massimarispetto alle

quotazioni attuali

+5%

EuroDollaro

Quotazionipreviste tra

1,16e 1,43

Crescita massimarispetto alle

quotazioni attuali

+30%

Bonddecennali

Usa

Rendimentoprevisto

tra 3,25%e 3,85%

Crescita massimarispetto alle

quotazioni attuali

Dove andranno (forse) i mercati nel 2014

Le prospettive dei mercatiLe chance italiane

Investimenti

Page 25: Corriere Economia

CORRIERECONOMIA LUNEDÌ 20 GENNAIO 2014 25

L o spread di tre anni fa el’Euribor di oggi: è questala combinazione di fattoriche consente il massimo ri-

sparmio a chi abbia avviato un mu-tuo dopo la crisi. Ipotizzando un fi-nanziamento da 100mila euro perventi anni, chi si trova nella fortu-nata condizione che abbiamo indi-cato spende 100 euro al mese inmeno rispetto a chi il mutuo lo av-via oggi. E se si risalisse più indie-tro nel tempo, al 2005-2006, quan-do gli spread si aggiravano attornoai 120 punti, il risparmio mensilesupererebbe i 150 euro.

Tutta colpa della maggiorazioneapplicata dalle banche ai parametridi indicizzazione (lo spread, ap-punto) che ha registrato un’escala-tion a metà 2012 per poi assestarsi;solo nell’ultimo trimestre 2013,confrontando i dati sui tassi medi rilevati dalla Banca d’Italia e l’an-damento dell’Euribor a tre mesi, sirileva una discesa pressoché im-percettibile di sette centesimi dipunto. Nell’ultimo periodo di rile-vazione lo spread medio si è atte-stato a 358 centesimi; per la letturadei numeri va segnalato che l’isti-tuto centrale rileva i tassi effettivi equindi comprensivi delle spese le-gate all’erogazione e non quelli no-minali.

Eppure c’è un altro spread chesta scendendo decisamente: è quel-lo tra i nostri Btp e i Bund tedeschi.Dovrebbe a prima vista significareche il denaro costa meno, che l’eco-nomia è meno a rischio e che lebanche nostrane potrebbero mi-gliorare le condizioni di concessio-ne del credito. Ma in realtà non lofanno e probabilmente continue-ranno a non farlo.

I fattori in giocoInnanzitutto va detto che lo

spread dei Btp è un significativo in-dicatore di credibilità internaziona-le, ma è molto meno importante in

campo finanziario di quanto si cre-da: quello che conta è il tasso dei ti-toli italiani, perché è quello che in-cide sull’andamento della spesapubblica. Negli ultimi mesi lospread sui titoli tedeschi è sceso an-che perché si sono alzati i rendi-menti dei Bund; il tasso dei titoliitaliani ha virato verso il basso solonell’ultimo trimestre, ma rimane ancora troppo elevato per pensarea una diminuzione dei tassi deimutui, per la semplice ragione chei titoli di Stato non hanno proble-matiche di gestione e sono moltomeno rischiosi: non c’è ragione percui una banca dovrebbe erogareprestiti allo stesso tasso che otter-rebbe dai Btp.

A rendere alti i tassi c’è anche lacrescente rischiosità dell’immobi-liare, le banche che hanno erogatocinque anni fa mutui pari all’80%del valore degli immobili oggi, an-

che se riuscissero a vendere all’astaai valori di mercato non riprende-rebbero la somma concessa a suotempo. Oltretutto le aste vannosempre più spesso deserte, perchéfatte sulla base di perizie vecchie diqualche anno e che riflettono unasituazione di mercato superata.

Nel frattempo salgono le soffe-renze, anche se riguardano più leimprese che le famiglie e, in pro-porzione, più il credito al consumoche i mutui, e le banche stanno cer-cando di limitare i danni accordan-

dosi con i debitori in difficoltà:quasi un miliardo di mutui sonostati «congelati» da maggio 2013alla prima settimana di gennaio2014 grazie alla moratoria Abi checonsente di ritardare il pagamentodelle rate intere o della sola quotacapitale per 18 mesi.

Le ultime proposteL’operazione più innovativa con-

dotta negli ultimi mesi è «ValoreItalia» di Unicredit, che garantiscesul variabile e sui tassi misti conprimo periodo a tasso fisso unospread di 250 centesimi: Le caratte-ristiche del cliente cui si rivolgel’iniziativa non sono facilissime darispettare: residenza in Italia da al-meno 12 anni, un contratto di lavo-ro in corso dopo aver lavorato, an-che saltuariamente, per almeno 10anni, una richiesta di finanziamen-to non superiore al 60% del valoredella casa e infine che l’indebita-

mento non sia superiore al triplodel reddito annuo. Di fronte a uncliente di questo tipo le filiali devo-no concedere in automatico il mu-tuo. Va però detto che i 250 punti siapplicano al prodotto base; se si ag-giungono moduli come la possibili-tà di saltare fino a tre rate o quelladi allungare il periodo di ammorta-mento sale anche lo spread.

L’altro big dell’intermediazionebancaria, Intesa, punta invece ad attirare clienti «snobbati» negli ul-timi anni dal sistema: si tratta deigiovani fino a 35 anni anche prividi contratto di lavoro a tempo inde-terminato, purché abbiano requisi-ti di merito di credito e i costruttoriedili di cantieri che abbiano ragio-nevoli prospettive di riuscire achiudere le vendite. Oltre a questoIntesa estende a tutta la clientela lapossibilità di sospendere senzaspese di istruttoria il pagamentodelle rate fino a 12 mensilità, pur-ché nei tre anni precedenti la ri-chiesta di sospensiva non vi sianostate inadempienze nei pagamenti.

NominaliNella tabellina delle condizioni

infine segnaliamo gli spread nomi-nali (calcolati cioè senza tenereconto delle spese), dichiarati dallabanche sul portale mutuionline.it,sia per gli indicizzati che per quellia tasso fisso. A proposito di questiultimi va segnalato che non tutte lebanche variano i tassi giorno per giorno aggiungendo lo spread al-l’Eurirs (il tasso che parametra ifissi). C’è anche chi preferisce farela raccolta una volta al mese e pre-fissare il tasso. Così si spiega il va-lore molto basso del Banco Popola-re, che ha in corso un’iniziativa pro-mozionale per i nuovi clienti contasso nominale al 4,75%; va però detto che le condizioni risultanoancora concorrenziali ma un po’meno appetibili se si considerano icosti legati all’erogazione, che pesa-no per circa 40 centesimi di punto.

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DI GINO PAGLIUCA

L’andamento dello spread sui mutui variabili dal 2010 a oggi.Prestito ventennale,indicizzazione Euribor 365 tasso 3 mesi

Ai minimi

Tasso medio rilevato dalla Banca d’Italiaai fini delle legge antiusura;spread medio calcolatosulla media trimestrale Euribor 3 mesicon partenzaun mese prima rispetto a quello della rilevazione dei tassi*calcolata a fine periodo;**Tasso Rendistato media trimestrale

Euribor1 mese

Euribor3 mesi

Eurirs20 anni

Eurirs30 anni

0,5

1,0

1,5

2,0

2,5

3,0

3,5

4,0

10 11 12 13 14 10 11 12 13 14 10 11 12 13 14 10 11 12 13 14

Fonte: elaborazioneCorrierEconomia

Dati al 15 gennaio

S. F

ranc

hino

0,45% 0,22%0,69% 0,29%

3,98%

2,7%

3,9%

2,73%

Tassomedio

Spreadmedio

Ratainiziale*

Rataattuale*

Tassomedio Btp**

I trimestre

III trimestre

2,92

2,56

2,23

1,73

550,60

532,83

527,96

503,99

3,22

3,262010

I trimestre

III trimestre

2,68

3,19

1,62

1,63

538,72

564,16

498,81

499,28

4,13

5,012011

I trimestre

III trimestre

3,43

4,34

2,19

3,82

576,37

624,05

526,01

608,62

4,81

4,852012

I trimestre

II trimestre

III trimestre

IV trimestre

4,06

3,68

3,88

3,81

3,85

3,47

3,65

3,58

609,15

589,25

599,68

596,02

610,20

590,29

599,68

596,02

3,51

3,29

3,51

3,112013

Formazione

«Missione crescita»: parte da Brescia il road show 2014

D al reddito alla crescita.Dopo il road show con-

dotto da JPMorgan Am, in collaborazione con CorrierE-conomia, nelle principali città italiane nel corso del 2013 sul tema delle scelte di investi-mento che hanno per obietti-vo la ricerca del rendimento, l’attenzione si sposta nel 2014 sulla «missione Crescita». Crescita dei rendimenti, cre-scita del capitale, dell’econo-mia come condizione di svi-luppo e di rafforzamento della ricchezza patrimoniale e reddituale degli investitori e delle famiglie.

Un tema propiziato da un2014 che ha le caratteristiche per diventare l’anno della svolta, finalmente anche per l’economia italiana ed euro-pea, dopo la dolorosa espe-rienza del «double dip», la doppia recessione, che ha colpito il Vecchio Continente nella grande crisi iniziata nell’autunno del 2008 e che viene considerata dagli esperti il più grave evento dell’economia mondiale dal crac del 1929 .

Di questo e di altro si di-scuterà nel prossimo giro di incontri che prenderà il via a partire da mercoledì 29 gen-naio prossimo a Brescia e che proseguirà in altre cinque città italiane. Le tappe succes-sive saranno infatti l’11 feb-braio a Bologna, il 25 febbra-io a Firenze, l’11 marzo a Ro-ma e il 25 marzo a Verona.

Nel primo di questi appun-tamenti che fanno perno sulle «visioni» del 2014 sulla crescita economica e dei pa-trimoni degli investitori, in-terverranno Marco Bonomet-ti, presidente Associazione industriale bresciana, Giulia-no Noci, associate dean Mip del Politecnico di Milano e Maria Paola Toschi, market strategist di JPMorgan Am. L’incontro si terrà a partire dalle 17 e 30 nella Chiesa di San Cristo in via Piamarta 9, nel centro di Brescia.

«Riteniamo che sia estre-mamente importante poter incontrare i risparmiatori direttamente sul territorio in alcune delle principali città italiane per condividere con loro le nostre aspettative e le nostre previsioni sui mercati in un contesto molto com-plesso e volatile», spiega Lorenzo Alfieri, country ma-nager di JPMorgan Am. «Crediamo inoltre che il confronto con importanti imprenditori ed esperti sia molto utile tanto a noi quanto ai professionisti del settore e agli investitori finali per capi-re ancor meglio le dinamiche sottostanti all’evoluzione dell’economia e dei mercati finanziari».

R. CE.© RIPRODUZIONE RISERVATA

1 Tre anni (quasi) tutti in salita

Paradossi Viaggio tra i rischi del mattone che frenano la discesa. I valori attuali e le (poche) iniziative delle banche

Mutui Perché lo spread non segue i BtpQuello medio per un prestito ventennale balla intorno a 360 punti mentre l’Euribor è ai minimi

Lo spreadapplicato dalle banchesu un mutuodi 100mila euroa 20 anni

Variabile

*per operatività on line; ** La bancapropone un tasso finito, lo spreadè calcolato sulla base dell’Eurirs 20anni quotato il 14 gennaio

Fonte:elaborazioneCorrierEconomiasu datimutuionline.it

UnicreditBanco popolareWebank*CariparmaDeutsche BankBpmIng DIrect*CheBanca!Hello Bank Bnl*BnlSella IWBank*UbiIntesaBarclays*Carige

2,50%

2,50%

2,60%

2,60%

2,60%

2,60%

2,70%

2,73%

2,75%

2,75%

2,80%

2,85%

2,90%

3,00%3,15%

4,30%

FissoBanco popolare**Bnl**Webank*CheBanca!Deutsche BankSella IWBank*UbiCariparmaBpmBarclays*Hello Bank Bnl*Intesa**

2,08%

2,48%

2,50%

2,79%

2,85%

2,90%

2,90%

2,90%

3,10%

3,10%

3,15%

5,15%

2,98%

s.F.

1 La mappa

Le sofferenze e il deprezzamento degli immobili rendono le banche molto prudenti

Il mercato immobiliareIl caso

Investimenti

Jp Morgan amLorenzo Alfieri

Page 26: Corriere Economia

26 CORRIERECONOMIA LUNEDÌ 20 GENNAIO 2014

Scadenze Alla cassa entro il 24. Il codice tributo è 3912, anno 2013

Mini-Imu Come risolvereil rebus d’invernoVa versato il 40% della differenza tra imposta calcolata con l’aliquota comunale e quella standard (0,40%)DI CORRADO FENICI*

U ltima settimana di passio-ne per la mini-Imu. Entrovenerdì 24, i proprietaridi abitazioni principali

non di lusso devono passare alla cas-sa e versare il conguaglio Imu. Lascadenza interessa i residenti in unComune che ha deliberato per il2013 un’aliquota sull’abitazione prin-cipale superiore a quella standarddello 0,40%. La somma da versare èpari al 40% della differenza tra l’Imudovuta con l’aliquota comunale equella calcolata con il prelievo stan-dard. Ricordiamo i passaggi chiave del calcolo per abitazioni principali erelative pertinenze (una per tipo):

1) si prende la rendita catastalebase e la si moltiplica per 1,05 in mo-do da ottenere la rendita rivalutatadel 5%;

2) si moltiplica la rendita rivalu-tata per 160 e si ottiene la base impo-nibile dell’Imu;

3) si applica l’aliquota decisa dalComune e dall’imposta così ottenutasi sottraggono le detrazioni: 200 dibase più 50 per ogni figlio;

4) si ottiene così l’Imu dovuta peril 2013, eventualmente da raggua-gliare ai mesi di possesso;

5) si ripetono gli stessi passaggi

applicando l’aliquota dello 0,40%;6) si calcola la differenza tra l’Imu

chiesta dal Comune e l’imposta de-terminata con aliquota standard(0,40%);

6) si versa il 40% della differenzacon il modello F24 indicando il codi-ce 3912, anno 2013. Si può pagare an-che con bollettino postale.

Ecco le risposte ad alcuni quesiti-tipo.

Conguaglio annuale A giugno non ho pagato l’accontoImu perché l’abitazione principaleera esente. A dicembre non ho ver-sato nemmeno il saldo perché ave-

vo capito che valeva ancora l’esen-zione. Ora questa mini-Imu rappre-senta un conguaglio sul saldo?

No, la mini-Imu rappresenta unconguaglio sull’intero anno, non solosul saldo. Infatti si calcola il 40% del-la differenza tra l’imposta dovutaper l’anno 2013 in base all’aliquotadeliberata dal Comune (tenendoconto delle detrazioni) e l’Imu calco-lata con l’aliquota standard dello0,40% (sempre con le detrazioni).

Prelievo base Il Comune ha deliberato un’ali-quota per l’abitazione principaledel 4 per mille e una detrazione di200 euro. Devo pagare la mini-Imu?

No, visto che il Comune non hadeliberato alcun aumento.

In caso di vendita Ho venduto la mia abitazioneprincipale il 12 novembre. L’aliquo-ta comunale è del 6 per mille. Devopagare la mini-Imu?

Si. Il calcolo del conguaglio perl’abitazione principale e pertinenze va effettuato in base ai mesi di pos-sesso nel 2013, considerando che perfare un mese intero bastano 15 gior-ni. In questo caso, i mesi da conside-rare nel calcolo sono 10. Il nuovo pro-prietario pagherà per due mesi.

Detrazioni Nel calcolo della mini-Imu van-no considerate le detrazioni base equelle per i figli ?

La risposta è affermativa. Nel cal-colo dell’Imu dovuta in base alle ali-quote decise dal Comune va inseritala detrazione base di 200 euro oeventualmente quella più alta stabi-lita dallo stesso ente locale e quelladi 50 euro per ogni figlio di età fino a26 anni (che non può venire modifi-cata). Nel calcolo dell’Imu determi-nata con le regole standard va inseri-ta la detrazione base di 200 euro(senza le eventuali variazioni) e ladetrazione di 50 euro per ogni figliodi età fino a 26 anni.

Versamento minimo La mini-Imu ammonta a 11 euro.Devo versarla?

Il pagamento è dovuto se l’impor-to è superiore a 12 euro, salvo che ilComune non abbia stabilito un valo-

re inferiore. Attenzione, però. Il limi-te minimo è relativo all’impostacomplessivamente dovuta per tuttigli immobili tenuti a pagare la mini-Imu situati nel Comune dove è ubi-cata l’abitazione principale. È oppor-tuno verificare le soglie fissate dalComune. Se non esistono si applicaautomaticamente il minimo di 12 eu-ro previsto dalla legge statale.

Aliquota invariata Il mio Comune ha confermatoper il 2013 l’aliquota del 2012: lo0,5% per l’abitazione principale. Èdovuta la mini-Imu di gennaio?

Si. La differenza Imu è dovuta seil Comune ha deliberato, o comun-que confermato per il 2013, un’ali-quota superiore allo 0,4%.

Pertinenze Possiedo, oltre all’abitazioneprincipale, tre pertinenze, ossiadue cantine (accatastate C/2) e un

box (accatastato C/6). Come va cal-colata la mini-Imu?

La mini-Imu va calcolata ancheper le pertinenze, ma considerandosolo quelle relative per l’abitazioneprincipale: una per tipo. Per la se-conda cantina l’Imu, calcolata conl’aliquota ordinaria, andava versataentro il 16 dicembre.

Uso gratuito Ho un appartamento dato in co-modato gratuito a mio figlio, che virisiede e vi dimora abitualmente. IlComune, soltanto per il secondo se-mestre del 2013, ha assimilato adabitazione principale l’immobiledato in uso a parenti in linea rettaentro il primo grado. L’immobilesconta la mini-Imu e chi la deve pa-gare?

Per l’appartamento dovrà esserepagata la mini-Imu da parte del pro-prietario, ossia il padre. Essendo, perlegge, l’assimilazione possibile soloper il saldo 2013 e non per l’acconto,la mini-Imu è dovuta per sei mesi seil Comune ha aumentato le aliquoterispetto al 2012.

Terreni agricoli Possiedo un terreno agricolo checonduco direttamente. Non ho ver-sato né l’acconto né il saldo 2013. IlComune ha deliberato un’aliquota2013 dello 0,90%. Devo pagare lamini-Imu?

Si, il conguaglio è dovuto ancheper i terreni agricoli posseduti e con-dotti dall’imprenditore agricolo odal coltivatore diretto. Il pagamentova effettuato se l’aliquota è superioreallo 0,76%. Il codice tributo da utiliz-zare e 3914.

*Associazione italianadottori commercialisti

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Milano Giuliano Pisapia:l’aliquota è salita al 6 per mille

Le tasse localiI guai del federalismo

Scadenze

Il Presidente di Veratour S.p.A.Carlo Pompili ha recentementeillustrato le stime positive delbilancio di esercizio 2013, chiusoal 31 dicembre scorso. Il 2013 sipresenta come il migliore eser-cizio della storia Veratour siaper i volumi realizzati sia per ilrisultato economico raggiunto,nonostante il perdurare di unoscenario macro economico ne-gativo e di un mercato in fortecontrazione. Sul fronte ricavi laprevisione è di chiudere l’eser-cizio 2013 con un volume dellaproduzione di circa 187,6 milionidi Euro, in crescita del 3% rispet-to allo stesso periodo del 2012.In questo contesto macroeconomico il management Ve-ratour è stato in grado di pia-nificare strategie commerciali,di vendita e prodotto ancoravincenti, valorizzando i plus del-la Società, del format e riconfer-mando la scelta di collaborarecon un unico canale distributi-vo: le agenzie di viaggio.Il dato dei ricavi acquisisce ancorpiù valore se collocato nel conte-sto di un mercatoin forte sofferenza,dove peraltro harisentito dell’assen-za, per circa 4 mesi- da fine agosto al20 dicembre 2013-, di uno dei pro-dotti principali, l’E-gitto, che avrebberappresentato circail 18% del fatturatoVeratour e garan-

tito un ulteriore incremento delvolume d’affari di circa il 6/7%.L’aumento delle quote medie divendita è stato possibile anchegrazie a una politica di antici-po delle prenotazioni - accoltafavorevolmente dai clienti Vera-tour - tanto che le vendite conla formula early booking han-no rappresentato nel 2013 circail 70% del fatturato complessivodella Società, con drastica ridu-zione delle offerte last minute.La stima dell’EBT (risultato pri-ma delle imposte) è pari a circa8 milioni con un incrementodell’85% rispetto all’anno 2012,dato che genera una previsionedi utile per il Risultato Finalenetto, alla chiusura dell’eserci-zio 2013.“Chiudiamo l’anno 2013 conincrementi importanti per tutti iprincipali indicatori economico/finanziari del nostro Bilancio -ha commentato Carlo Pompili,Presidente Veratour - nonostan-te la situazione di mercato e lesituazioni congiunturali socio-politiche di alcune destinazioni”.

Veratour Philips Eurospin Teuco

Immaginate di sentire squillareil cellulare a una settimana dalNatale e sentirvi dire: “Buongior-no, Lei ha vinto una casa del va-lore di 200.000 euro: deve soloscegliere dove e quale”. Potretecapire come si è sentita la signo-ra Elena Fiorito, torinese, che havinto l’ambito premio in palioal GrandeConcorsoE u r o s p i n“Vinci lacasa deituoi sogni”,s v o l t o s idal 26 set-tembre al31 ottobre2013, perfesteggiareil 20° an-niversariodella notacatena ali-mentare. Per il discount numerouno in Italia - con oltre 970 puntivendita - l’obiettivo del concor-so era quello di offrire un in-dimenticabile regalo di Natale,per ringraziare i clienti di questiventi anni di spesa intelligenteinsieme.Ad Eurospin spiegano perchéla scelta sia andata sul premio“casa”: è cosa nota come pergli Italiani sia proprio la casa l’o-biettivo prioritario, rispetto aglialtri appartenenti alla Comunitàeuropea, ben aldilà della sua va-lenza economica. La consapevo-lezza poi delle attuali difficoltà adaccedere ai mutui o a far fronte

a eventuali rate per l’acquisto diun immobile ha contribuito allascelta di una abitazione qualepremio più ambìto.“Vogliamo che per il fortunatovincitore sia un contributo im-portante per migliorare il suostile di vita - hanno commentatoad Eurospin -. Questa è anche

la nostra‘m i s s i on ’quotidiana:consentireai clienti dir i e m p i r eil carrel-lo senzadover ri-nunciare anulla, con-cedendosise possibi-le, persinoin tempi dicrisi, sem-

pre qualcosa in più”.La signora Fiorito è stata estrattaa sorte il 16 dicembre scorso tragli altri 800.000 iscritti al Con-corso: oltre a lei, altri sette vinci-tori si sono aggiudicati altrettan-te crociere Eurospin Viaggi, trale venti non ancora vinte nellafase di vincita immediata, insie-me a un corredo di oltre 35.000premi minori. Insegnante diEducazione fisica, Elena Fioritoha appena trascorso un paiodi giorni nella sede di Eurospinper la consegna delle chiavisimboliche della casa da partedi Ivan Odorizzi, Presidente delGruppo Eurospin.

Studio Muzi & Associati si èaggiudicato il concorso interna-zionale bandito da ADR per ilnuovo concept di area serviziigienici per l’Aeroporto di Fiu-micino, scegliendo Teuco - unadelle più solide realtà produttivemondiali nel settore dell’arredobagno - in qualità di partner.L’idea fondante alla base delprogetto, curato dall’ingegnerMario Muzi e dall’architettoMarco Giuffrida di Studio Muzi,in collaborazione con la desi-gner Giovanna Talocci, è stataquella di immaginare uno spa-zio sensoriale ed “emozionale”a disposizione dei passeggeri,con una grande attenzione alcomfort e alla tecnologia d’a-vanguardia. Tutte le finiture ei materiali sono stati scelti inuna gamma di colori caldi coneffetto naturale sia al tatto chealla vista. L’accessibilità e lafruibilità sono state garantitea tutti i livelli, seguendo le piùavanzate linee guida in materiaa livello internazionale, anche

per i più piccoli e perfettamen-te “family friendly”.Teuco è stata selezionata perl’altissima qualità di prodotti eil profondo know-how tecno-logico “ 100% Made in Italy”degli arredi di tutti i 35 bagni.Suoi sono i top in Duralight, conlavabi integrati per adulti e adia-centi per bambini, di lunghezzavariabile fino a 7 metri, sovra-stati da specchi illuminati a LED.Peculiare è la totale assenza divani tecnici a vista, per lasciarespazio solo all’estetica: i pianisopra ai lavabi, anch’essi inDuralight, integrano le funzioniaria, acqua, sapone e luce conrubinetteria, dispenser e gettod’aria calda per l’asciugatura,garantendo comfort ed estre-ma praticità.Questo ambizioso progettoè un’ulteriore testimonianzadel ruolo di Teuco in qualitàdi interlocutore affidabile e diriferimento per il settore dellacollettività e più in generale peril contract.

Le celebrazioni per il centesimoanniversario di Philips Researchhanno preso l’avvio con un even-to speciale dedicato agli azionisti,a Eindhoven. Fin dallo sviluppodella prima lampadina a incande-scenza, l’azienda si è focalizzatanel fornire innovazioni di valoreper l’umanità, come tecnologieche renderanno le cure medi-che più sostenibili e accessibili,soluzioni di illuminazione a LEDad alta efficienza energetica, emolti altri prodotti e servizi dirilevanza locale per il consuma-tore finale. Philips Research haavuto un ruolo determinantenella messa a punto di prodottirivoluzionari, nei primi decennidel secolo scorso: il tubo a rag-gi X Rotalix, fondamentale nellalotta contro la tubercolosi; la pri-ma radio Philips, che ha messoin contatto continenti diversi; ilpioneristico rasoio elettrico contestine rotanti Philipshave nel1939, cui si aggiungono la primaaudio cassetta a nastro nel 1963e il primo compact disc (CD) nel1982. Oggi Philips è concentratasulla creazione di esperienzepersonalizzate, soprattutto grazieal supporto del digitale.

Dal 1939 c’è Philipshave

Da sinistra: Daniele, Carlo e Stefano Pompilidi Veratour

AZIENDE INFORMANO

Cento annidi ricerca Philips

Veratour: ottimi risultati nel 2013in un mercato ancora in contrazione

Grande Concorso Eurospin:una cliente vince la “casa dei sogni”

Studio Muzi ha scelto Teucoper i bagni dell’aeroporto di Fiumicino

Il progetto dei bagni forniti da Teuco per l’aeroporto di Fiumicino

A cura di RCS MediaGroup Pubblicitàgraficocreativo

Elena Fiorito, vincitrice del Concorso,con Ivan Odorizzi, Presidente Eurospin

Page 27: Corriere Economia

CORRIERECONOMIA LUNEDÌ 20 GENNAIO 2014 27

Beni rifugioIl bilancio, gli appuntamenti

Investimenti

L’appuntamento Espositori in crescita del 27 per cento sul 2013. Il via venerdì

Arte Fiera Bologna capitaleDuemila opere per tutti i gustiPer la prima volta insieme l’800, moderni e contemporanei, le foto

DI PAOLO MANAZZA1 Il calendario

20 lunedì ** Dorotheum — Vienna. Gioielli21 martedì** Christie’s — Londra. Interni** Dorotheum — Vienna. Antiquariato** Piasa — Parigi. Design e arte contemporanea22 mercoledì** Bonhams — Londra. Arte impressionista inglese e vittoriana,arte europea del XIX secolo** Christie’s — Londra. The Ski Auction** Christie’s — Londra. La collezione di Michael Inchbald (mobili, sculture, antichità, dipinti antichi, armi, porcellane, argenti, libri)** Dorotheum — Vienna. Arte e antiquariato** Sotheby’s — Londra. Vini23 giovedì** Artcurial — Parigi. Vini (anche il 24)** Bonhams — New York. Mobili americani ed europei, argenti, arti decorative e orologi** Christie’s — New York. Argenti americani** Christie’s — Parigi. La collezione di Elsa Schiaparelli** Dorotheum — Vienna. Gioielli ** Sotheby’s — Hong Kong. Arte

contemporanea** Sotheby’s — Londra. Arti decorative di provenienza principesca e aristocratica** Tajan — Parigi. Arte moderna24 venerdì** Bonhams — New York. Arti decorative, dipinti marittimi ** Christie’s — New York. Arti decorative, arte popolare e mobili americani** Dorotheum — Vienna. Gioielli ** Sotheby’s — New York. Il barocco in Italia (Selling Exhibition, fino al 7 febbraio)** Sotheby’s — New York. Americana (anche il 25)25 sabato** Iori — Piacenza. Una raccolta di Artisti piacentini e nazionali, Arte Moderna, Contemporanea e Orientale** Meeting Art — Vercelli. Arte moderna e contemporanea ** Sotheby’s — New York. Visual Grace: arte popolare Americana dalla collezione di Ralph O. Esmerian26 domenica** Bonhams — Los Angeles. Memorabilia** Bonhams — San Francisco. Design Meeting** Meeting Art — Vercelli. Arte moderna e contemporanea

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1 Via e Vai

N uovo anno, nuove occasioni (San Valentino e Car-nevale) e nuove proposte di viaggio. Ecco qualche

suggerimento per le date più vicine. A quote nette.

SAN VALENTINO A NEW YORKNew York - che continua a essere una delle desti-

nazioni preferite dagli italiani – viene proposta per SanValentino da Gastaldi1860.com con un pacchetto di volo e 4 pernottamenti a quote inferiori ai mille euro.Prenotazioni entro il 4 febbraio, partenza da Milano il12, rientro il 17. Si può scegliere fra 3 alberghi di cate-goria superiore: Milford Plaza in pernottamento, a unisolato da Times Square, a 860 euro; l’NH Jolly Madi-son sulla 38ª tra Madison e Park, in stile Art Déco eprossimo al museo MoMA (925 € con prima colazione)e il Westin Grand Central sulla 42ª, in vicinanza delChrysler Building (pernottamento 980 euro).

CARNEVALE DI BARRANQUILLANel continente sudamericano, quello di Barranquil-

la, in Colombia, è uno dei più tipici e importanti carne-vali, oltre che protetto dall’Unesco. Per assistervi ear-thviaggi.it ha predisposto un viaggio di gruppo di 13giorni con partenza da alcuni aeroporti italiani il 24febbraio alla volta di Bogotà via Madrid. Dalla capitalecolombiana volo per Santa Marta e quindi via terra aBarranquilla nei giorni del carnevale con posti riservatiper assistere alle sfilate. L’itinerario prosegue via terra

per Cartagena. Con 11 pernottamenti con prima cola-zione e 12 fra pranzi e cene, quote a partire da 3.983euro.

A SUON DI VALZERA Vienna si tengono ogni anno 450 balli. Il culmine

è nel periodo di Carnevale, col principale evento che èil Ballo dei Caffettieri (circa 6 mila partecipanti) il 21febbraio nelle sale della Hofburg, il Palazzo Imperiale.Acquisto biglietti (125 € a persona più posto tavolo apartire da 24 euro) su kaffeesiederball.at. In alternativa,con poche formalità e tutti i sabato pomeriggio, c’è ilWalzer Jour Fixe, lezioni (in inglese) di valzer viennesepresso la scuola di ballo Tanzschule Elmayer, in pienocentro città: 45 euro a coppia senza necessità di pre-notazione (http://elmayer.at/). Voli da Milano con Au-

strian Airlines a partire da 89 euro a/r, oppure trenonotturno Milano Vienna a partire da 29 euro per tratta(www.obb-italia.com).

ARCIPELAGO POCO NOTONel Golfo atlantico di Guinea spuntano le 88 fra

isole e isolotti dell’arcipelago Bijagos, dall’intensa ve-getazione, lunghe spiagge deserte e una fauna pecu-liare fra cui gli unici esemplari al mondo di coccodrilli eippopotami marini. Le poche migliaia di abitanti, con-centrati in una ventina di isole, continuano a viverefuori dal tempo secondo modalità ataviche, economi-camente basate sul baratto: il denaro infatti è apparsosolo di recente. L’esplorazione dell’arcipelago fa partedi un tour etno-naturalistico di 12 giorni proposto daviaggilevi.com. Partenze di gruppo accompagnate da esperta guida italiana il 20 febbraio e il 24 aprile convoli da Milano e Roma, pernottamenti e pensionecompleta. Quote di 4.110 euro se il gruppo è inferiore a10 partecipanti; 3.620 € se supera i dieci.

INNAMORATI A LOVE ISLANDL’Isola Tsarabanjina soprannominata «Isola del-

l’Amore» si trova nella parte nord occidentale del Ma-dagascar nella cornice turchese dell’Oceano Indiano.Viaggidea.it vi propone settimane all inclusive per ilmese di febbraio: partenze tutti i lunedì da Milano e Roma per Nosy Be più trasferimenti per e dall’isola. Quote a partire da 2.987.

CARLO FÉOLA© RIPRODUZIONE RISERVATA

C ontaminazione. Qualità.Crescita. Sono i tre principaliingredienti della 38ª edizio-ne di Arte Fiera a Bologna, in

arrivo nella città felsinea da venerdì24 a lunedì 27 gennaio. L’aumentodegli espositori (172, il 27% in più del2013) è foriero di buoni auspici per ilmercato italiano. Il crossing tra leepoche è la nuova tendenza in augeovunque. Da tempo costituisce l’im-pronta di molte fiered’arte di tutto il mon-do. Come ha insegna-to il londinese Frieze,la kermesse autunna-le super contempora-nea ora affiancata dalFrieze Master, apertaalle epoche preceden-ti. Le intersezioni so-no una costante a li-vello internazionale. I confini del gu-sto sempre meno netti. Con prece-denza assoluta alla qualità delle opere. Finalmente, a questa nuovacorrente, si apre anche l’Italia.

Contaminazioni italianeA Bologna ci saranno 110 stand

d’arte moderna e contemporanea, 20di fotografia, 10 che hanno puntatoal Focus sull’Est Europa, 15 al SoloShow e 7 alle nuove proposte di gio-vani artisti. Complessivamente vi sa-

ranno circa 2.000 opere di 1.100 au-tori. La novità arriva da una decinadi gallerie specializzate nella pitturadella seconda metà dell’Ottocento.Un ulteriore sprint consiste nell’ac-cordo pluriennale con Mia Fair, lafiera milanese dedicata alla fotogra-fia e ai video ideata e diretta da FabioCastelli, che porta a Bologna il me-glio delle gallerie di questo settore.Insomma l’esposizione fieristica bo-lognese promette bene e andarci

sembra irrinunciabile. Tra gli standd’arte moderna segnaliamo quellodella galleria Tega dove un piccoloLucio Fontana tre tagli su rosso (27,2x 19 cm) quota 480 mila euro. Men-tre una Donna sul balcone del 1931di Massimo Campigli vale 350 mila.Per la cronaca è appena uscito, a cu-ra della galleria Tega ed edito da Sil-vana Editoriale, il catalogo generaledi questo grande artista italiano delNovecento. Sui contemporanei Tega

esporrà unaCantante del2013 di Fer-nando Bote-ro, st imata450 mila eu-ro.

StandU n a l t r o

stand da nonp e r d e r e èquello dellaGalleria delloScudo dovecampeggianoun Emilio Ve-d ova C i c l o1 9 6 1 - 1 9 6 3 ,n°11 offerto a

450 mila, oltre a opere di Afro, Dora-zio, Consagra e Tancredi. Mentre trai contemporanei un grande e infor-male Marco Gastini vale 40 mila eu-ro. Alcune carte di Giovanni Frangi15 mila e un suo olio 35 mila.

Nello stand della milanese Galle-ria Blu un curioso e bellissimo qua-derno dipinto di 56 pagine, realizza-to da Alessandro Verdi, viene offertoa 12 mila euro. Divertenti e ultra Popgli acrilici su tele o bandiere del-l’americano Ronnie Cutrone, scom-parso lo scorso luglio, offerti dallaGalleria Lorenzelli a prezzi compresitra 20 e 200 mila euro. Impossibileovviamente compiere un giro com-pleto, seppur virtuale, tra tutti glistand di Arte Fiera. Tra venerdì e lu-nedì prossimo la città si animerà coneventi collaterali e la notte bianca.Sul sito www.artefiera.bolognafie-re.it sono rintracciabili tutte le infor-mazioni necessarie alla visita di que-sta interessante mostra-mercato, edanche il calendario degli eventi infiera (come le conversation) e fuori-fiera. Nei prossimi giorni insomma,almeno per l’arte, Bononia docet, co-me dicevano gli antichi. Bologna in-segna.

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1 Bruxelles prende il volo

B rafa Art Fair torna aBruxelles per la 59ª

edizione dal 25 gennaioal 2 febbraio. Centotren-ta gli espositori prove-nienti da Europa, Cana-da, Stati Uniti, Monaco,Russia e Svizzera. Leopere offerte spazianodall’antichità, ai dipintimoderni e contempora-nei, dall’arte tribale, aquella orientale, fino al-

l’argenteria, gioielli, ar-redamento e arti decora-tive. Tra i quattro italianipartecipanti (oltre aChiale Antiquariato, He-lena Markus e Il Quadri-foglio) segnaliamo lagalleria Robertaebasta,al Brafa per la prima vol-ta, da anni impegnatanell’antiquariato d’altoprofilo.

Tra le opere nello

stand vi sarà Icaro unascultura anni Quaranta,pensata per ornare il pri-mo terminal aeroportua-le di New York (nella fo-to). Quest’anno, ospited’onore del Brafa è il Re-ale Museo dell’AfricaCentrale di Tervuren,uno dei più importantidedicati all’Africa, fon-dato nel 1898. Info sullafiera: www.brafa.be.

DisneyanoQuesto acri-lico su ban-diera statu-nitense, No question asked...none answered, di Ronnie Cu-trone - arti-sta a stelle e strisce spes-so presente in Italia e mancato l’estate scor-sa negli Sta-tes - viene esposto ad Artefiera di Bologna dal-la Galleria Lorenzelli di Milano.La stimaè di 45 mila euro

Big Apple New York è sempre una delle mete preferite dei viaggiatori italiani,in ogni stagione. Anche a Carnevale

Al polso

De Bethune Db25

Artigianalitàriservatae di elevataesclusività

L’ orologeria artigianale èl’espressione più pura

del sogno tecnologico. Unsogno, quello di misurarecon assoluta precisione loscorrere del tempo, che haqualche millennio di vita eche è inevitabilmente desti-nato alla delusione, vistoche il «perfetto» è soloun’utopia.

Un ottimo esempio diorologeria artigianale è DeBethune, marca nata dallapassione di David Zanetta edel tecnico Denis Flageollet.Il loro approccio è di grandesemplicità: cercare di farsempre di meglio, di speri-mentare, ma producendotutto da sé o comunque conun controllo diretto su ognicomponente dell’orologio.Una volta soddisfatte que-ste condizioni si stabilisce ilprezzo: nessun compro-messo per timore di esage-rare. Il Db25Lt monta, all’in-terno di una cassa realizzatain platino, un movimento

meccanico a carica manua-le, ovviamente di manifat-tura. Per capire quanto ci siaspinti avanti, basti pensareche persino il bilanciere èinteramente realizzato «incasa». Anzi, a dir la verità DeBethune sperimenta damolti anni tipi diversi di bi-lanciere adattandoli al tipod’orologio e alle caratteri-stiche del movimento. Se sitiene presente che la pro-duzione totale si conta incentinaia di esemplari di-viene chiaro quanto ciascunbilanciere possa da soloaver prezzi stellari. Ma an-che i due bariletti autorego-lanti (quella che viene am-ministrata è la l’energia ce-duta, che deve essere il piùpossibile costante per tuttal’autonomia) sono incon-sueti (e brevettati), e incon-sueta è la frequenza di fun-zionamento (36 mila alter-nanze/ora), scelta per ren-dere più preciso l’orologio edare maggiore logica mate-matica al tourbillon. Apparequasi miracolosa, infine, la«magica» sfera che indica lefasi lunari, apparentementesospesa. A dimostrazioneche la passione tecnica puòfornire grandi spettacoli. Unorologio per intenditori verie ricchi, un orologio bello dasognare.

AUGUSTO VERONIMARCA: De Bethune;

MODELLO: Db25Lt. Cassa in platino (44 mm. di diametro). Movimento meccanico a carica manuale, ad alta frequenza (36.000 alternanze/ora), con 4 giorni di autonomia (doppio bariletto autoregolante, brevet-tato), indicazione sferica delle fasi di luna, dispositivo tourbillon (posto sul fondello, con gabbia in silicio/titanio, ruota di scappa-mento in silicio e ponte del bilanciere in silicio/oro bianco). Quadrante in oro rosa guilloché, cinturino in pelle di alligatore;

Prezzo: 205.000 euro.

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Decolli tra San Valentino e Carnevale

Top Emilio Vedova Ciclo 61-63 n11, Galleria Lo Scudo, 450 mila euro. Sotto, Alessan-dro Verdi Navigare l’incertezza, Galleria Blu, 12 mila euro

Cantante Quest’opera di Fernan-do Botero, curata dalla Galleria Tega, è stimata 450 mila euro

Lucio Fontana Il Con-cetto spaziale Attese della Galleria Tega è stimato 480 mila euro

Page 28: Corriere Economia

28 CORRIERECONOMIA LUNEDÌ 20 GENNAIO 2014

Soluzione conservativa JPM Global Conservative Balanced Fund

Soluzione orientata al reddito JPM Global Income Fund

Soluzione tradizionale JPM Global Balanced Fund

Soluzione aggressiva JPM Global Capital Appreciation Fund