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I l dirigente, come tutti i lavoratori subordinati, durante il rapporto di lavoro matura un importo economi- co ottenuto dalle retribuzioni mensili per poi essere restituito in modo dif- ferito alla sua cessazione. Si tratta del trattamento di fine rap- porto (tfr), nel quale dal lontano giu- gno 1982, data di entrata in vigore della legge 297, è confluito il prece- dente istituto dell’indennità di anzia- nità, in sostituzione del precedente art. 2120 del codice civile. Con la riforma della previdenza complementare, dal 2007 il dirigen- te rappresentato da Manageritalia può scegliere di mantenere il tfr co- me retribuzione differita, da percepi- re alla cessazione del rapporto, op- pure di destinarlo alla previdenza complementare. Ma, in un caso come nell’altro, il da- tore di lavoro ogni anno deve accan- tonare in favore del proprio dirigen- te un importo a titolo di tfr, corrispon- dente alla retribuzione lorda dovuta per l’anno stesso divisa per 13,5 (che è un divisore fisso). Definizione di retribuzione annua lorda Vogliamo soffermarci a esaminare co- sa si deve intendere per retribuzione annua lorda utile ai fini del calcolo del tfr, secondo la dizione di legge. Lo stesso art. 2120 del codice civile dà la definizione di retribuzione do- vuta, affermando che si tratta di “tut- te le somme, compreso l’equivalente delle prestazioni in natura, corrispo- ste in dipendenza del rapporto di la- voro, a titolo non occasionale, con esclusione di quanto corrisposto a ti- tolo di rimborso spese”. Inoltre, il legislatore vieta che si uti- lizzino altre somme o compensi ag- giuntivi, rispetto a quelli dovuti nel- l’anno in dipendenza del rapporto di lavoro, per il calcolo del tfr. Al contrario, permette ai contratti collettivi di escludere alcune voci re- tributive dal calcolo. Si tratta di una facoltà riservata ai contratti collettivi in via esclusiva, perciò sarebbe nullo un patto indivi- duale (cioè un contratto stipulato tra singolo datore di lavoro e singolo la- voratore) che escludesse una o più voci retributive dalla retribuzione lor- da annua utile per il calcolo del tfr. Per contratto collettivo si deve inten- dere non solo quello nazionale di la- voro, ma anche un eventuale contrat- to collettivo territoriale o aziendale. La contrattazione stipulata da Manageritalia Per quanto riguarda la contrattazio- ne collettiva nazionale stipulata da Manageritalia, tutti i nostri contratti 1 richiamano espressamente la legge 297, pur con qualche differenziazio- ne tra loro. Il contratto dei dirigenti del terziario fa riferimento alla legge tout court senza eccezioni; i due contratti dei di- rigenti alberghieri precisano che, ai fini del calcolo del tfr, non si devono includere nella retribuzione annuale la misura del vitto e alloggio né l’eventuale Elemento distinto della retribuzione (Edr). Infine, i contratti dei dirigenti dei trasporti, delle agen- zie marittime e dei magazzini gene- rali escludono le gratifiche a caratte- re straordinario, eventualmente rico- nosciute dal datore di lavoro. Tuttavia, nonostante la precisa defi- nizione data dalla legge su cosa deb- ba intendersi per “retribuzione dovu- ta nell’anno”, il criterio di calcolo del tfr, che matura annualmente, a vol- te è causa di controversia tra datore di lavoro e dirigente alla cessazione del rapporto. A fronte delle numerose cause di la- voro, insorte soprattutto nei primi an- ni di entrata in vigore della legge sul tfr, si è venuta però formando e con- solidando una copiosa giurispruden- za, sia di merito che di legittimità, or- mai costante e pacifica, che ha (o do- vrebbe avere) sgombrato il campo da dubbi o possibilità di errore inter- pretativo. Il principio di omnicomprensività La Corte di cassazione ha infatti or- mai definitivamente chiarito che, ai fini del calcolo e dell’accantonamen- to annuale del tfr, il concetto di retri- buzione lorda annualmente dovuta è improntato al principio dell’omni- comprensività. Non è retribuzione quanto è corrispo- sto a titolo di rimborso delle spese vi- ve sostenute nell’esecuzione dell’atti- vità lavorativa, così come – pur es- sendo retribuzione – non si devono CONTRATTO IL TRATTAMENTO DI FINE RAPPORTO Quale retribuzione per il calcolo? Mariella Colavito DICEMBRE 2013 58 MANAGERITALIA

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Il dirigente, come tutti i lavoratorisubordinati, durante il rapporto di

lavoro matura un importo economi-co ottenuto dalle retribuzioni mensiliper poi essere restituito in modo dif-ferito alla sua cessazione.Si tratta del trattamento di fine rap-porto (tfr), nel quale dal lontano giu-gno 1982, data di entrata in vigoredella legge 297, è confluito il prece-dente istituto dell’indennità di anzia-nità, in sostituzione del precedenteart. 2120 del codice civile.Con la riforma della previdenzacomplementare, dal 2007 il dirigen-te rappresentato da Manageritaliapuò scegliere di mantenere il tfr co-me retribuzione differita, da percepi-re alla cessazione del rapporto, op-pure di destinarlo alla previdenzacomplementare.Ma, in un caso come nell’altro, il da-tore di lavoro ogni anno deve accan-tonare in favore del proprio dirigen-te un importo a titolo di tfr, corrispon-dente alla retribuzione lorda dovutaper l’anno stesso divisa per 13,5 (cheè un divisore fisso).

Definizione di retribuzione annua lordaVogliamo soffermarci a esaminare co-sa si deve intendere per retribuzioneannua lorda utile ai fini del calcolo deltfr, secondo la dizione di legge.Lo stesso art. 2120 del codice civiledà la definizione di retribuzione do-vuta, affermando che si tratta di “tut-te le somme, compreso l’equivalentedelle prestazioni in natura, corrispo-

ste in dipendenza del rapporto di la-voro, a titolo non occasionale, conesclusione di quanto corrisposto a ti-tolo di rimborso spese”.Inoltre, il legislatore vieta che si uti-lizzino altre somme o compensi ag-giuntivi, rispetto a quelli dovuti nel-l’anno in dipendenza del rapporto dilavoro, per il calcolo del tfr.Al contrario, permette ai contratticollettivi di escludere alcune voci re-tributive dal calcolo.Si tratta di una facoltà riservata aicontratti collettivi in via esclusiva,perciò sarebbe nullo un patto indivi-duale (cioè un contratto stipulato trasingolo datore di lavoro e singolo la-voratore) che escludesse una o piùvoci retributive dalla retribuzione lor-da annua utile per il calcolo del tfr.Per contratto collettivo si deve inten-dere non solo quello nazionale di la-voro, ma anche un eventuale contrat-to collettivo territoriale o aziendale.

La contrattazione stipulata da ManageritaliaPer quanto riguarda la contrattazio-ne collettiva nazionale stipulata daManageritalia, tutti i nostri contratti1

richiamano espressamente la legge297, pur con qualche differenziazio-ne tra loro.Il contratto dei dirigenti del terziariofa riferimento alla legge tout courtsenza eccezioni; i due contratti dei di-rigenti alberghieri precisano che, aifini del calcolo del tfr, non si devonoincludere nella retribuzione annualela misura del vitto e alloggio né

l’eventuale Elemento distinto dellaretribuzione (Edr). Infine, i contrattidei dirigenti dei trasporti, delle agen-zie marittime e dei magazzini gene-rali escludono le gratifiche a caratte-re straordinario, eventualmente rico-nosciute dal datore di lavoro.Tuttavia, nonostante la precisa defi-nizione data dalla legge su cosa deb-ba intendersi per “retribuzione dovu-ta nell’anno”, il criterio di calcolo deltfr, che matura annualmente, a vol-te è causa di controversia tra datoredi lavoro e dirigente alla cessazionedel rapporto.A fronte delle numerose cause di la-voro, insorte soprattutto nei primi an-ni di entrata in vigore della legge sultfr, si è venuta però formando e con-solidando una copiosa giurispruden-za, sia di merito che di legittimità, or-mai costante e pacifica, che ha (o do-vrebbe avere) sgombrato il campoda dubbi o possibilità di errore inter-pretativo.

Il principio di omnicomprensivitàLa Corte di cassazione ha infatti or-mai definitivamente chiarito che, aifini del calcolo e dell’accantonamen-to annuale del tfr, il concetto di retri-buzione lorda annualmente dovutaè improntato al principio dell’omni-comprensività.Non è retribuzione quanto è corrispo-sto a titolo di rimborso delle spese vi-ve sostenute nell’esecuzione dell’atti-vità lavorativa, così come – pur es-sendo retribuzione – non si devono

CONTRATTO

IL TRATTAMENTO DI FINE RAPPORTO

Quale retribuzione per il calcolo?

Mariella Colavito

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contenziosi e vertenze in materia ditfr e, pertanto, è stato sottoposto in-numerevoli volte al vaglio dellagiurisprudenza.La Corte di cassazione ha ormai sen-za eccezioni chiarito che un compen-so, in denaro o in natura, erogato peruna prestazione o per un avveni-mento, previsti nel contesto dellanormale organizzazione aziendale, equindi causalmente collegato al rap-porto di lavoro, non è mai occasiona-le. Perciò è del tutto irrilevante la fre-quenza con cui questa prestazionesia resa o questo avvenimento si ve-rifichi. Frequenza che può essere nonsolo periodica ma anche rara o, co-munque, non abituale.Facciamo degli esempi: la parte va-riabile della retribuzione, ancorchélegata al raggiungimento di determi-nati obiettivi o al verificarsi di una de-terminata condizione (e pertanto in-

considerare per il calcolo del tfr quel-le voci retributive che siano espres-samente escluse dal contratto collet-tivo applicato (compresa la contrat-tazione collettiva di 2° livello, cioèterritoriale o aziendale).

Fringe benefit e compensi occasionaliPer “equivalente delle prestazioni innatura” si deve intendere il corrispet-tivo del fringe benefit riconosciuto aldirigente come parte del suo tratta-mento economico (per esempio l’usoprivato dell’auto aziendale). Tale cor-rispettivo (nel valore reale o conven-zionale, a seconda del caso) è retri-buzione utile ai fini del calcolo del tfr.E veniamo infine a che cosa debbaintendersi per somma ricevuta a ti-tolo occasionale, perché il concettodi occasionalità è stato quello chemaggiormente ha dato origine a

certa nell’an e/o nel quantum), an-che se pagata con cadenza periodi-ca (trimestrale, semestrale, annuale);le festività cadenti di domenica; ipermessi retribuiti monetizzati; l’in-dennità sostitutiva del preavviso.Tutte queste voci – benché aleatorie,periodiche o eccezionali – sono corri-sposte in dipendenza del contratto di lavoro (concetto più esteso di quel-lo di prestazione lavorativa) e, per-ciò, rientrano nel concetto di retribu-zione dovuta disposto dalla legge peril calcolo del tfr.

1 Art. 38 ccnl 23 gennaio 2008 dirigenti ter-ziario; art. 36 ccnl 6 aprile 2005 dirigentidei trasporti; art. 38 ccnl 24 giugno 2004dirigenti Federalberghi; art. 34 ccnl 18 ot-tobre 1995 dirigenti Aica (alberghi); art.28 ccnl 21 luglio 1995 dirigenti magazzi-ni generali; art. 32 ccnl 15 ottobre 1999dirigenti agenzie marittime.

La Corte di cassazione ha ormaidefinitivamente chiarito che, ai fini

del calcolo e dell’accantonamento annualedel tfr, il concetto di retribuzione lorda

annualmente dovuta è improntato al principio dell’omnicomprensività.

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DICEMBRE 201360

Continua con successo, e con numeri sempre crescenti,la campagna informativa rivolta a tutti i dirigenti per

illustrare i vantaggi della destinazione del proprio tfr ai fon-di pensione – nel caso dei dirigenti dei settori contrattualiManageritalia, il Fondo Mario Negri – che consente di ac-cedere a un diverso sistema di tassazione più convenienterispetto al regime applicabile al tfr lasciato in azienda.Questo è uno dei (pochi) casi in cui il fisco viene incon-tro ai lavoratori. Con il decreto legislativo 252, infatti, leprestazioni pensionistiche in rendita o in capitale, le an-ticipazioni per spese sanitarie e i riscatti espressamenteprevisti dalla normativa, se riferiti a contributi versati ededotti dopo il 1° gennaio 2007 o al tfr maturato pressoaltro fondo pensione e trasferito dopo la stessa data del1° gennaio 2007, sono tassati in via sostitutiva con un’ali-quota pari al massimo al 15% (riducibile fino al 9%) aconfronto di una tassazione separata con aliquota deci-samente più alta (in media per i dirigenti superiore al35%) nel caso in cui il tfr rimanga in azienda.

TASSAZIONE TFR TASSAZIONE TFRLASCIATO IN AZIENDA AL FONDO MARIO NEGRIMIN 35% - MAX 40% MIN 9% - MAX 15%

Lo Stato vuole così spingere gli italiani a costruirsi unaprevidenza integrativa. Questo perché le novità intro-dotte nel sistema pensionistico, con il passaggio dal si-stema retributivo a quello contributivo, portano a pen-sioni più basse e alimentano incertezze e domande. Ol-tre all’aumento dell’età pensionabile, le domande ricor-renti sono quelle che riguardano l’entità della pensioneche percepiremo: “Ci basterà?”, “Riusciremo a vivere se-renamente solo con la pensione dello Stato?”. Un dirittodubitarne, un dovere pensarci ora!Per giovani e meno giovani questo è diventato un temadi grande attualità, ago della bilancia per determinarela qualità della vita quando usciremo dal mondo del la-voro per raggiunti limiti di età. La previdenza integrati-va ha assunto quindi un ruolo centrale nelle scelte chesiamo chiamati a fare. La destinazione del proprio tfr è una di queste!

TFR AL FONDO:FAI LA SCELTA GIUSTA!

I vantaggi di costruirsi una previdenza integrativa

FON

DO

MA

RIO

NEG

RI

• Perché il sistema pensionistico è cambiato, passando almetodo contributivo per tutti.

• Perché non possiamo più pensare che la pensione chepercepiremo dallo Stato sarà sufficiente.

PERCHÉ ESSERE PREVIDENTI?

• Perché sono molti i vantaggi di conferire il tfr alla pre-videnza integrativa e più del 60% degli associati non liconosce (ricerca Manageritalia, vedi Dirigente 9/2011).

PERCHÉ È IMPORTANTE ESSEREINFORMATI?

• Per diffondere a tutti gli iscritti i vantaggi del conferi-mento del proprio tfr al Fondo Mario Negri.

PERCHÉ UNA CAMPAGNAINFORMATIVA NAZIONALE?

TFRFare la scelta giusta? Si può!

Pagare meno tasse? Anche!

Visita il sito http: //fondonegri.mefop.it,

chiama il numero dedicato 064469285

oppure scrivi a [email protected]

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DICEMBRE 2013 61

• I valori dei rendimenti ottenuti sul tfr conferito al Fondo Mario Negri, seppur significativi, non sono così determinanti come ivantaggi fiscali. I rendimenti raggiunti negli ultimi quattro anni, pur in un periodo di profondissima crisi ed eccezionale incre-mento del costo della vita, sono superiori o in linea con quelli maturati sul tfr lasciato in azienda.

RENDIMENTI TFR: AZIENDA VS FONDO MARIO NEGRI

Comparto garantito Comparto bilanciato

• Perché ci sono reali e concreti vantaggi sotto l’aspetto fiscale, sia in caso di prestazioni in forma di rendita/capitale, sia incaso di riscatto e anticipazioni.

PERCHÉ CONFERIRE IL TFR AL FONDO MARIO NEGRI?

DESTINAZIONE TFR AZIENDA VS FONDO MARIO NEGRI

VANTAGGI FISCALI

Prestazioni derivanti dal tfr in forma direndita/capitale

Riscatto e anticipazioni tfr per spese varie (sanitarie, acquisto prima casa…)

VANTAGGI GESTIONALI

Anticipazioni tfr per:• spese sanitarie;• acquisto prima casa per sé o per i figli;• spese per ristrutturazione prima casa

per sé o per i figli (anche in affitto);• altri motivi.

Importo massimo di capitale accantonato

Anticipazioni

Limiti alle anticipazioni

TFR IN AZIENDA

Tassazione min 35% - max 40%

Tassazione min 35% - max 40%

Dopo almeno 8 anni di servizio pressola stessa azienda per un importo pari al70%

Contrattualmente l’azienda non è tenu-ta a erogare anticipi per altri motivi, sal-vo condizioni di miglior favore che si pos-sono concordare con il datore di lavoro

70%

Una sola volta nel corso del rapporto dilavoro

Soddisfatte annualmente entro i limitidel 10% degli aventi titolo e comunquedel 4% del numero totale dei dipendenti

TFR AL FONDO MARIO NEGRI

Tassazione* min 9% - max 15%

Tassazione* min 9% - max 23%

* Regime fiscale in vigore sui montanti maturati dal 1° gennaio.

In qualsiasi momento per spese sa-nitarie: importo inferiore/uguale al100%

Dopo almeno 8 anni di partecipazionecomplessiva a forme di previdenza com-plementare: • importo inferiore/uguale al 100%

(acquisto prima casa/ristrutturazioneper sé o per i figli);

• importo non superiore all’80% peraltre esigenze (non specificate).

100% delle sole quote di tfr, incrementa-te dei rendimenti realizzati

Più volte nell’ambito dei limiti sopra in-dicati

Nessuno purché le richieste siano con-formi

UN ESEMPIO: su un capitale accumulato di € 82.000, l’imposta ammonta a circa € 28.000 in caso di tfr lasciato in azien-da, contro € 10.000 in caso di tfr destinato al Fondo Mario Negri. Insomma, un guadagno netto di € 15.000!

I dati 2013 saranno disponibili alla fine di gennaio 2014.

AZIENDAFONDO MARIO NEGRI

lordo % netto % lordo % netto % lordo % netto %

2009 2,225 1,980 3,26 2,90 3,65 3,25

2010 2,935 2,612 2,95 2,63 0,35 0,31

2011 3,880 3,453 3,28 2,92 0,24 0,22

2012 3,302 2,939 3,12 2,78 6,18 5,50

Contatta subito il Fondo Mario Negri per approfondiregli aspetti relativi alla tua posizione contributiva e alle opportunità del conferimento del tfr al Fondo

ANNO

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Devo affrontare una grossa spe-sa per un intervento chirurgico,

quale sarà il rimborso del Fasdac equanto rimarrà a mio carico?Il mio dentista chiede 2.000 euro perun impianto dentale. È un importoesagerato o in linea con i valori dimercato? Il mio Fondo come si com-porterà per il rimborso?E ancora: il Fasdac mi ha rimborsatosolo il 25% della spesa che ho soste-nuto per asportare dei nei. Mi sem-bra poco!Queste sono le domande che solita-mente si pone un assistito quando siaccinge a pagare – ovvero ha già so-stenuto – una spesa sanitaria nellaforma indiretta, cioè al di fuori del si-stema convenzionale.Nelle strutture sanitarie convenzio-nate, come è noto, le quote di com-partecipazione dell’assistito sonopredeterminate in termini percen-

tuali rispetto ai valori concordati aseconda dei diversi livelli di assisten-za: 30% per l’odontoiatria; 20% per leprestazioni diagnostiche e le visitespecialistiche; 15% per l’assistenzaospedaliera; nulla per le prestazionifisioterapiche e riabilitative, gli spe-cifici programmi di prevenzione pro-mossi biennalmente dal Fondo non-ché le quote di compartecipazionealla spesa sanitaria (ticket).La cosa si inverte nella forma indi-retta. Qui, infatti, rimborsando il Fa-sdac le prestazioni sulla base di im-porti indicati in un nomenclatore ta-riffario, la quota di compartecipazio-ne dipende direttamente dalla spe-sa che l’assistito ha liberamente scel-to di sostenere per quella determina-ta prestazione. In sostanza, una co-sa è avere un rimborso di 100 su unaspesa di 110, altra cosa su una spe-sa di 200.

La preventivazione del rimborso: un servizio in piùTramite le Associazioni territorialiManageritalia, da circa due anni ilFasdac mette a disposizione degli as-sistiti un servizio di valutazione deipreventivi rilasciati da strutture sani-tarie o singoli professionisti, sianopreventivi a carattere medico (è ilcaso ad esempio degli interventi chi-rurgici) o odontoiatrico. In questo modo, si è voluto dare unarisposta più strutturata alla crescen-te domanda degli iscritti di conosce-re anticipatamente il rimborso di de-terminate prestazioni sanitarie, pri-ma che siano fruite in forma indiret-ta, per ridurre al minimo la possibileinsoddisfazione legata alle aspetta-tive. Nella forma indiretta, infatti, sirileva da sempre un’ampia variabi-

LA PREVENTIVAZIONE DEI RIMBORSI NELLA FORMA INDIRETTA

Un servizio utile ma da sfruttare di più

Marco Lignini

FASD

AC

DICEMBRE 201362

PRESTAZIONI DIRETTEDal 1° gennaio 2014 gli originali delle fatture devono essere trattenuti dagli iscritti

Così come per le prestazioni indirette, anche per le prestazioni effettuate in for-

ma diretta gli assistiti dovranno trattenere gli originali delle fatture di spesa delle

prestazioni erogate dalle strutture sanitarie convenzionate. In pratica, le strutture

sanitarie rilasceranno agli assistiti gli originali delle fatture e trasmetteranno al Fa-

sdac le fotocopie delle stesse, controfirmate dall’assistito, per il rimborso della quo-

ta a carico del Fondo.

Si ricorda che gli originali di spesa devono essere conservati, ai fini fiscali, fino al

termine del quinto anno successivo al periodo di imposta.

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lità di costi, anche se ci si riferisce auna stessa prestazione erogata nellostesso territorio.Nei due anni di attività l’area scienti-fico-sanitaria del Fondo, preposta alservizio di preventivazione dei rimbor-si, ha valutato oltre mille preventivispecialmente nei seguenti ambiti:� assistenza ospedaliera (medica o

chirurgica);� interventi chirurgici ambulatoriali;� procreazione medicalmente assi-

stita (Pma);� radioterapia oncologica;� protesi e implantologia in odonto-

iatria.

È interessante rilevare che molte va-lutazioni hanno riguardato preventi-vi rilasciati da medici ospedalieriche in questi anni hanno mostrato,

al contrario di quanto comunemen-te si potrebbe credere trattandosi didipendenti pubblici, di avere onora-ri più elevati di quelli medi di mer-cato. È la nota questione dell’Attivi-tà libero-professionale intramuraria– Alpi (cosiddetta intramoenia) sullaquale si è reso necessario nel 2007istituire per legge uno specifico Os-servatorio nazionale.Ancora un dato importante: solo a cir-ca un preventivo su due ha fatto se-guito una pratica indiretta presso la

struttura sanitaria a cui gli iscritti si era-no originariamente rivolti. Segno chegli stessi iscritti hanno fatto tesoro del-le indicazioni di questo servizio per poirivolgersi a una struttura convenzio-nata o a un’altra meno onerosa sem-pre in regime indiretto. È anche per questo motivo che ne-gli ultimi due anni il Fondo ha rile-vato uno spostamento della spesaverso la forma diretta, in particola-re per l’assistenza ospedaliera e lecure odontoiatriche.

COME RICHIEDEREUN PREVENTIVO AL FASDAC

1. È sufficiente che l’assistito richieda alla struttura o al professionista sani-tario un preventivo dettagliato delle prestazioni da eseguire con i relativicosti allegando la documentazione sanitaria disponibile. In generale si tratta di fornire gli stessi elementi richiesti per una correttaistruzione delle pratiche di assistenza indiretta (al posto della cartella cli-nica – logicamente non disponibile – deve essere inviata una descrizioneparticolareggiata dell’intervento).Per i preventivi odontoiatrici è necessario che vengano specificati gli ele-menti dentari trattati, la corretta indicazione delle arcate e dei quadrantiinteressati alle prestazioni e i materiali usati per il confezionamento delleprotesi.

2. La richiesta dovrà essere trasmessa al Fasdac tramite l’Associazione terri-toriale Manageritalia di appartenenza:– in forma cartacea: in questi casi è cura dell’Associazione scannerizza-

re il preventivo e trasmetterlo al Fasdac;– per via telematica: si richiede che la documentazione sia inviata all’As-

sociazione in formato jpg (non utilizzare immagini che prevedono l’in-stallazione di programmi specifici per la visione).

3. Non devono essere inviati al Fondo preventivi formulati a forfait. Come è no-to, i rimborsi del Fondo sono basati su un nomenclatore tariffario secondovoci singole. In questi casi non è quindi possibile quantificare il rimborso.

4. Si consiglia di inserire la valutazione del preventivo nell’eventuale praticaindiretta al fine di facilitare e rendere coerente la valutazione e la liquida-zione del rimborso.

È bene precisare che la valutazione di un preventivo riveste un caratte-re orientativo e non vincola il Fasdac alla misura del rimborso spettan-te, che potrà essere determinato esclusivamente sulla base delle presta-zioni effettivamente fruite e della documentazione richiesta dalla nor-mativa del Fondo.Il tempo di risposta standard da parte del Fasdac per tutti i tipi di pre-ventivi è di 5 giorni lavorativi dal giorno successivo all’arrivo di tutta ladocumentazione completa.

Un’ultima annotazione: non possono essere rilasciati preventivi di rimbor-so relativamente a prestazioni già eseguite e fatturate. In tal caso l’assisti-to può infatti richiedere direttamente il rimborso nella forma indiretta.

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getto, nuove mamme si aggiungonoper le aziende “vecchie”. Partito come un’iniziativa locale, og-gi, a tre anni dal suo lancio, “Un Fioc-co in Azienda” è un progetto nazio-nale per Manageritalia, entrato afar parte del piano operativo. Per-

ché? È concreto. Supporta le azien-de nella gestione amministrativadella maternità delle sue dipenden-ti, supporta le dipendenti in mater-nità con servizi a sostegno della sa-lute e facilita il rientro dalla mater-nità. Non solo alle mamme, ancheai papà.Tra mille palloncini, carrozzine e ipremi offerti dagli sponsor, i mana-ger delle aziende aderenti al proget-to hanno consegnato i fiocchi alle lo-

ro dipendenti neo-mamme, che era-no già stati esibiti in azienda alla na-scita del neonato.Una bella festa, con un’ottima orga-nizzazione: nursery, fiocchi, premiper le aziende, per i genitori e per inumerosi bambini. Non solo premi e cotillons, anchemomenti importanti e intensi: comela testimonianza di Mario, un bam-bino che è riuscito a superare unamenomazione fisica grazie a due ge-nitori coraggiosi e pieni di inventiva.In tema anche la presentatrice del-l’evento, Isabella Arrigoni, con noigià lo scorso anno, questa volta mol-to prossima alla sua seconda mater-nità (forse già mamma all’uscita diquesto articolo!).

La maternità non è un ostacolo alla carrieraIn genere una maternità in azienda èun peso-disturbo-fastidio. È un aggra-vio di lavoro per chi resta, è un costoper l’azienda. A volte anche una scu-sa per “liberarsi di una dipendente”. Èla scelta un po’ forzata di non rientra-re nel mondo del lavoro.Con “Un Fiocco in Azienda” stiamodimostrando il contrario, anzi, leaziende lo stanno dimostrando, par-tecipando attivamente a ogni inizia-tiva proposta. È un gran bel segnale, questo. Frutto dei tempi di crisi in cui siamo,ci stiamo rendendo conto che dob-biamo cambiare la nostra cultura eattitudine aziendale. Conciliare vitae lavoro può essere davvero possibi-

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ASSOCIAZIONI TERRITORIALI

UNA FESTA COI FIOCCHI!

Un vero work-life balance è possibile quando ci sono strumenti e iniziative con-crete. Il terzo compleanno di “Un Fiocco in Azienda”, organizzato da Mana-geritalia Milano, continua a dimostrarlo

Giuliana Bellavista

NE PARLIAMO SUL BLOG

UN PROGRAMMA CONCRETOper le aziende, per le neo-mamme

e per i neo-papà

Èstata davvero una festa coi fioc-chi quella del terzo compleanno

che “Un Fiocco in Azienda” ha cele-brato lo scorso 14 novembre all’Ho-tel Michelangelo di Milano. Tre anni di successo e soddisfazioni.Nuove aziende aderiscono al pro-

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Page 8: CONTRATTO IL TRATTAMENTO DI FINE RAPPORTO …€¦ · mai costante e pacifica, che ha (o do-vrebbe avere) sgombrato il campo da dubbi o possibilità di errore inter-pretativo. Il

Un grazie caloroso alle aziende chefino ad oggi hanno aderito, alle “lo-ro” mamme, ai “loro” papà, e grazieanche ai nostri sponsor che sonosempre più generosi.

le. E nello stesso tempo migliorare laproduttività in azienda. E questo ter-zo compleanno lo ha dimostrato: ognianno il tempo dedicato alla conse-gna dei fiocchi è sempre più lungo.

Un grazie particolare IL FIOCCO: chi e cosaChi� Tutte le aziende con dipendenti in maternità o prossime a en-

trare in maternità, senza distinzione di contratto o dimensione.� Tutte le dipendenti dell’azienda aderente in maternità o pros-

sime a entrare in maternità, senza distinzione di ruolo o inqua-dramento.

� Tutti i dipendenti dell’azienda aderente prossimi a diventare pa-pà, tutti i mariti o compagni delle dipendenti in maternità oprossime a entrare in maternità.

Cosa� Supporto e consulenza sulla normativa che regola la maternità;� Percorsi informativi e formativi per le future mamme che voglio-

no restare in contatto con la vita aziendale anche durante l’as-senza dal lavoro;

� Servizi per la salute delle future mamme e dei futuri papà;� Supporto al rientro dalla maternità per l’ottimale reinserimen-

to professionale.

Un Fiocco in Azienda è nato a Milano e in Lombardia dalGruppo Donne Manageritalia; è parte del piano operativo di Mana-geritalia ed è in fase di attivazione su tutto il territorio nazionale.

Per informazioni e approfondimenti consulta il blog donne.manage-ritalia.it e contatta il Gruppo Donne Manager Manageritalia Milano,Tel. 02 62535050 - email: [email protected] Marisa Montegiove

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