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Centro Studi C.N.I. 7 agosto 2018

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Page 1: Centro Studi C.N.I. 7 agosto 2018 · dell'Economia Tria e i suoi uomini lavorano alla «ri-composizione» del bilancio che do-vrebbe aprire spazi agli investimenti pubblici, dal Milleproroghe

Centro Studi C.N.I. 7 agosto 2018

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INDICE RASSEGNA STAMPA

Indice Rassegna Stampa

Centro Studi C.N.I. 7 agosto 2018

Pagina I

GRANDI OPERE

LA POLITICA CHE IGNORA LE IMPRESECorriere Della Sera 07/08/18 P. 1 Dario Di Vico 1

INVESTIMENTI PUBBLICI

Investimenti pubblici, dal Milleproroghe tre anticipi di manovraSole 24 Ore 07/08/18 P. 3 3

COMMERCIALISTI

Multe, nuovo codice per i commercialistiItalia Oggi 07/08/18 P. 29 Michele Damiani 5

EQUO COMPENSO

L'equo compenso sbarca in SiciliaItalia Oggi 07/08/18 P. 29 Michele Damiani 6

LAVORO

LE POLITICHE ATTIVE PER IL LAVORO NECESSITANO DI RISORSE E CORAGGIOSole 24 Ore 07/08/18 P. 16 7

FONDO DI GARANZIA PMI

Fondo garanzia Pmi, 1,3 miliardi in rosaItalia Oggi 07/08/18 P. 28 8

FATTURAZIONE ELETTRONICA

E-fattura a passo veloceItalia Oggi 07/08/18 P. 25 9

FORMAZIONE

Formazione 4.0, bonus da estendere alle reti d'impresaSole 24 Ore 07/08/18 P. 20 10

ALTERNANZA SCUOLA LAVORO

Alternanza solo come scelta didattica Le risorse alle scuole, non alle impreseItalia Oggi 07/08/18 P. 33 11

ILVA

Gara per l'Ilva, Di Maio si rivolge all'AvvocaturaSole 24 Ore 07/08/18 P. 1-2 12

SIDERURGIA

La siderurgia europea tra bilanci sontuosi e grandi aggregazioniSole 24 Ore 07/08/18 P. 2 15

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LA POLITICACHE IGNORALE IMPRESEdi Dario Di Vico

a prima vera crepadentro il governobicolore si è aperta,dunque, sulle grandi

_. opere. Ed èinteressante analizzarlaperché ha una valenza che vaal di là del tema, pur rilevante,in discussione. Sembradimostrare come il contrattodi governo non fosse la sintesidei programmi dei due partitivincitori del 4 marzo ma unasorta di «somma al lordo»degli impegni presi con irispettivi elettorati o megliocon le varie constituency,piccole e grandi, che licomponevano. Una «sommaal lordo» perché nonsceglieva le priorità in basea un obiettivo condiviso eperché teneva al di fuori diquell'elaborazione ilsacrosanto principio di realtà.Per dirla in soldoni la crepasulle grandi opere dimostracome l'esecutivo presiedutoda Giuseppe Conte non abbiaun'idea comune sullosviluppo italiano e purpresentandosi come governodi legislatura non ha in mentecosa debba essere, pur agrandi linee, I'Italia del 2023.Ma torniamo pure alleinfrastrutture e al criterio-guida che dovrebbe servirea individuare le priorità,criterio che non può cheriferirsi all'economia reale ealle sue trasformazioni.

La discreta ripresa cheabbiamo conosciuto dal 2015al 2017 ha presentato tra lealtre una caratteristica nuova,o comunque più accentuatache in passato: l'altocontenuto di mobilità.I tecnici del settore arrivanoa formulare analisi moltodettagliate del rapporto traflussi e Pil, in questa sede puòessere sufficiente ricordarecome negli anni della Grandecrisi l'Italia abbia conosciutouna riorganizzazioneprofonda del sistemaproduttivo.

continua a pagina 24

CORRIERE DELTA SERA

Onda di fn a, aralia I uuruNrudu

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Grandi opere Pagina 1

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CREPA _NEI. GOVERNO

GRANDI OPERE , LA POLITICACHE IGNORA LE RIPRESE

di Dario Di Vico

SEGUE DALLA PRIMA

J1 ciclo si è scomposto epoi ricomposto in quelleche siamo soliti definirefiliere, i grandi centridella produzione sono

dimagriti e si sono allungati.Il numero dei partner che la-vora per una grande/mediaazienda si è moltiplicato e perogni stazione della filieral'azienda-madre non scegliepiù in base alla prossimità maalla qualità della fornitura.Ciò significa che gli stessi di-stretti hanno cambiato pelle eche il volume delle merci e ledistanze coperte sono au-mentati di qualche taglia. Lostesso straordinario successodell'export italiano ha com-portato un drastico aumento

della mobilità non solo inuscita ma anche in entrata,visto che siamo un Paese tra-sformatore e la quota di beniintermedi incorporata neiprodotti made in Italy è eleva-ta.

L'alta mobilità è, dunque,una cifra peculiare dello svi-luppo italiano della secondaparte degli anni Dieci e alme-no di convertirci tutti - maproprio tutti - alle teoriedella «decrescita felice» sia-mo obbligati a tenerne contoe ad accompagnarne le ten-denze. Vale la pena aggiunge-re come nella competizionetra sistemi di mobilità a vin-cere sia stato il trasporto sugomma, rivelatosi più duttiledel ferro nel servire la nostraeconomia distrettuale e piùversatile nell'adatt arsi al cam-biamento indotto dal boom

del commercio elettronico.Le ferrovie, dal canto loro,hanno visto incrementare lapropria attività grazie all'au-mentata mobilità delle perso-ne, a sua volta propiziata dal-l'integrazione dei mercati dellavoro locali, dal successo dipubblico incontrato dall'Altavelocità e dall'evoluzione de-gli stili di vita. Ci si ritrova -suFacebook ma poi ci si incon-tra davvero.

In estrema sintesi è questoil punto di partenza per unadiscussione seria sulle infra-strutture italiane e colpiscecome questa riflessione siaassente non solo dal contrat-to di governo ma anche dalleinterviste che i ministri -una volta si usava aggiungere«competenti» - rilasciano.Sia per la mobilità sia per l'oc-cupazione il governo non sa

cosa serva davvero alle impre-se o comunque lo considerasecondario, prevale un'impo-stazione di tipo politicista eun rapporto «a specchio» conle proprie constituency elet-torali. Persino Matteo Salviniquando deve replicare agliimprenditori veneti li defini-sce «politicizzati» (dimo-strando così di conoscerlimolto poco) mentre l'altro vi-ce premier Luigi Di Maio con-tinua a manifestare nei con-fronti dell'impresa un senti-mento di rivalsa. Se uscisserodalla trincea politico-ideolo-gica nella quale si sono rin-serrati, i massimi responsabi-li della politica italiana do-vrebbero ragionare su unprogramma di legislatura cheabbia proprio al centro la lo-gistica e l'industria della mo-bilità.

Infatti mentre il teatrinodella politica privilegia il di-battito con le tribù dei No-Tave dei No-Tap l'economia realenon sta ferma. Quello che ab-biamo definito «il nuovotriangolo industriale» Trevi-so-Bologna-Milano chiama

politiche innovative che ab-braccino logistica, integra-zione dei mercati del lavoro(per evitare il disallineamen-to tra domanda e offerta), unnuovo rapporto tra le citta-delle del sapere e i distrettimanifatturieri. Ma c'è di più:la rivoluzione delle filierenon ha riguardato (ovvia-mente) solo i flussi nazionalima sta ridisegnando i rappor-ti tra i sistemi economici na-zionali. Quanta parte del no-stro Nord è inserita in quellache semplificando possiamochiamare «l'area economicatedesca allargata»? E quantosignificativa è la presenza

Parole e fattiD teatrino dei partitiprivilegia il dibattito conle tribù dei No-Tav e deiNo-Tap, ma l'economiareale non sta ferma

delle nostre migliori aree difornitura nelle catene del va-lore dell'industria del lussofrancese? Se il ministro DiMaio pensa di governare que-ste dinamiche con le sue nor-me anti-delocalizzazione re-sterà deluso, in realtà servi-rebbe il contrario: provvedi-menti ed esternalità (leinfrastrutture in primis) cheassecondino queste trasfor-mazioni. E consentano alleimprese italiane di mantene-re sul territorio sia il «valoreartigiano» sia la ricerca. In ul-timo è doveroso ricordare imega-progetti cinesi dellaVia della Seta e le eccezionaliricadute che quella opzionecomporterebbe per il trafficonel mare Adriatico, la portua-lità e l'industria della logisti-ca. Ma forse ne parleremo so-lo quando sarà nato un comi-tato No-Seta.

Ps. A proposito di partiti edelettorati a cinque mesi dalvoto manca ancora un'analisidi spessore sulle trasforma-zioni «passive» del Sud e ilsuccesso dei Cinque Stelle.

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Grandi opere Pagina 2

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FOCUSI correttivi . Liberato un miliardo in due anni per leRegioni e 1.030 milioni di «avanzi» per Comuni e Province

Investimenti pubblici,dal Milleproroghetre anticipi di manovra

Gianni TrovatiROMA

M entre in vista della mano-vra d'autunno il ministrodell'Economia Tria e i suoiuomini lavorano alla «ri-

composizione» del bilancio che do-vrebbe aprire spazi agli investimentipubblici, dal Milleproroghe approvatoieri al Senato arriva un antipasto in tremosse. Il focus è su regioni ed enti lo-cali, dai quali passapiù della metàde-gli investimenti fissi lordi della Pa: lerisorse sono state messe adisposizio-ne dalle ultime due leggi di bilancio,anche perché prima del nuovo pro-grammadi finanza pubblica è compli-cato fare altro. Ma ingioco ci sono duemiliardi in quattro anni (1,5 miliardiper 2018 e 2019), più unaquotaimpor-tante del maxi-fondo (45 miliardi in 15anni) avviato con la manovra 2017.

Gli interventi sono attesi da tem-po, hanno spinto senza successo perentrare nel decreto che poi si è con-centrato su lavoro e contratti atermi-ne e sono poi riusciti a salire con qual-che fatica sul treno parlamentare delMilleproroghe. E la loro storia com-plicata conferma per tabulas che a fer-mare gli investimenti degli enti pub-blici non è solo un problema di fondi.

La prima mossa sblocca un miliar-do in due anni, che potranno essereutilizzati dalle Regioni e dagli enti lo-cali del loro territorio. La dote più lar-ga (176,4 milioni in due anni) va allaLombardia, seguita dal Lazio (118 mi-lioni) che precede la Campania(106,4) e un gruppo di Regioni (Pie-monte, Puglia e Veneto) che superanodi poco gli 8o milioni. Il correttivo ap-provato a Palazzo Madama ufficializ-za una geografia che era pronta damesi, ma era rimasta incagliata nellarete dell'attuazione e del cambio digoverno. Per questa ragione l'emen-damento cambia anche il calendariodelle verifiche: i governi regionaliavranno tempo fino al 31 ottobre per

adottare gli atti sugli investimenti2018, e fino al 31 luglio 2019 per quan-to riguarda quelli dell'anno prossimo.Al 31 marzo di ogni anno, poi, dovran-no certificare l'avvenuta realizzazionedegli investimenti dell'anno prima.

Quando il problema non è nellalentezza attuativa, a sollevarlo inter-viene la scrittura incerta delle norme,soprattutto sul terreno sempre mina-to dei rapporti di competenza fra Statoe Regioni. In questo ostacolo è in-ciampato il maxifondo (9 miliardi peril 2018-19, 81 fino al 2033) messo inpista dalla manovra 2017 per i progettiche avrebbero intrecciato le tan-te competenze regionali. Il meccani-smo è stato bocciato dalla Corte costi-tuzionale perché non prevedeva l'in-tesa preventiva con le regioni, e ora ilMilleproroghe "corretto" a PalazzoMadama sana la questione, preveden-do anche la possibilità di accordi "po-

Sbloccato ancheil maxi-fondocon l'obbligo di intesefra Stato e territorisulle opere da finanziare

PAROLA CHIAVE

# Avanzi

Nel mirino la regola del pareggioPer «avanzi» degli Enti locali ci siriferisce ai risparmi che sindaci epresidenti di Provincia nonriescono a utilizzare senza sforarela regola dei pareggio di bilancio.Su questo punto sonointervenute anche due sentenzedella Consulta nelle quali i giudicihanno censurato le regole deipareggio che non lasciano liberol'utilizzo degli avanzi diamministrazione

stumi" sui progetti già avviati.Ma il tempo che passa lascia il se-

gno e per questa ragione, oltre a spo-stare al31 ottobre il termine per l'ado-zione dei decreti di Palazzo Chigi conla distribuzione delle risorse, l'emen-damento rinvia al 2020 l'efficacia didue delibere Cipe dell'anno scorso.I fondi così liberati (460 milioni per il2018-19, più altri 570 per il 2020-21) servono a cominciare a liberare gli«avanzi» dei Comuni, cioè i risparmiche sindaci e presidenti di Provincianon riescono autilizzare senza sfora-re la regola del pareggio di bilancio.Anche in questo caso ci sono due sen-tenze della Consulta da rispettare,perché i giudici delle leggi hanno cen-surato le regole del pareggio che nonlasciano libero l'utilizzo degli avanzidi amministrazione.

La riforma a regime è attesa nellalegge di bilancio, insieme allo stan-ziamento di nuove risorse che do-vrebbe arrivare anche dal blocco allaspesa corrente annunciato da Tria co-me obiettivo in Parlamento. Sempreche le pressioni su sanità, pensioni edipendenti pubblici riescano davveroa essere tenute a freno.

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Primo via libera al MilleprorogheA pagina 20 tutte le nuove scadenze deiDI dopo l'apparovazione al Senato

Investimenti pubblici Pagina 3

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Le risorse in conto capitale sbloccate

I nuovi spazi finanziari per ciascuno degli anni 2018 e il 2019 adisposizione delle Regioni o degli enti locali per la spesa in conto capitaleIn migliaia di euro

Abruzzo 15.959

Basilicata 8.000

Calabria 22.509

Campania 53.185

Emila R. 42.925

Lazio 59.055

Liguria 15.647

Lombardia 88.219

Marche 17.572

Molise 4.830

Piemonte 41.515

Puglia 41.139

Toscana 39.447

Umbria 9.900

Veneto 40.098

TOTALE ................................................................................................. 500.000

Investimenti pubblici Pagina 4

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Commercialisti Pagina 5

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Equo compenso Pagina 6

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LE POLITICHE ATTIVE PER IL LAVORONECESS ITANO D I RISORSE E CORAGGIO

a tutela del lavoro subor-dinato in Italia ha storica-mente avuto fra i suoiobiettivi primari la stabi-lità intrinseca e la duratadei rapporti, a scapito di

efficaci politiche attive per l'occupa-zione. Non sorprende che, insiemeai licenziamenti, oggetto dell'atten-zione del legislatore siano stati mol-to spesso i contratti a termine, piùvolte riformati e oggi nuovamente alcentro dell'attenzione a causa delcontroverso "Decreto dignità". Bastiricordare che le prime limitazionialla possibilità di stipulare un con-tratto di lavoro a tempo determinatointroducendo il sistema delle "cau-sali" risalgono al 1962, prima ancoradell'introduzione della disciplina li-mitativa dei licenziamenti del 1966,poi completata con lo Statuto dei la-voratori del 1970.

Tuttavia il sistema economico sucui si innestavano tali regole protet-tive aveva caratteristiche tali da con-sentire, di regola, una piena coinci-denza fra la durata del contratto dilavoro e quella della vita lavorativastessa. Le successive trasformazionihanno totalmente scardinato talepresupposto, e oggi la possibilità diuna o più transizioni da un rapportodi lavoro a un altro (per scadenza deltermine o soppressione del posto dilavoro) appare una eventualità nor-male, mentre ci si domanda addirit-tura se il tipo "lavoro subordinato"e la sua dimensione temporale uni-taria siano adatti alle nuove realtàdell'industria 4.0.

La legislazione del lavoro ha, nonsenza lentezze e difficoltà, inseguitoquesto cambiamento: peri licenzia-menti, passando dal rimedio unicodella reintegrazione a un sistemabasato generalmente su una tutelarisarcitoria; per i contratti a termine,dapprima rendendo le causali piùgenerali e astratte e successivamen-te eliminandole del tutto, ma defi-nendone i limiti di durata comples-siva e di quantità in percentuale sul-

di Attilio Pavonela forza lavoro. Si è in sostanza pas-sati da un sistema di protezionedella stabilità in quanto tale a un si-stema di protezione dagli abusi.

Le prime mosse del nuovo Gover-no in tema di diritto del lavoro, sullequali già si registrano interventicorrettivi e mitigatori, sembrano in-vece segnare una radicale inversio-ne di tendenza, reintroducendo peri contratti a termine una serie di pre-supposti di merito che in concretodisincentivano i rapporti di duratasuperiore a 12 mesi, nell'illusioneche ciò renda di per sé più appetibilii contratti stabili. Tralasciando ogniconsiderazione sull'idea di impren-ditore sottesa a tale normativa (unimprenditore premoderno che scru-ta il cielo in attesa degli imprevistiche il destino vorrà riservargli,usando la flessibilità solo come ri-medio emergenziale), è stato da piùparti rilevato che l'effetto più proba-bile della controriforma sarà, nelmigliore dei casi, un turnover di la-voratori a termine, soprattutto sepoco qualificati e quindi sostituibili;nel peggiore dei casi il mancato rin-novo dei contratti stessi.

È opportuno, quindi, tornare adiscutere di politiche del lavoro che,invece di contrastare, assecondinola tendenza alla crescita occupazio-nale. Due possibili misure meritanoparticolare attenzione:• La prima è l'incentivazione alladurata dei rapporti a termine, con

conseguente aumento delle proba-bilità di conversione a tempo inde-terminato , mediante l'abbattimen-to del costo fiscale e contributivo (siveda a tal proposito la proposta delProf. Caruso pubblicata il20lugliou.s. su questo giornale).• La seconda , più complessa madecisamente strategica e coerentecon le mutate condizioni del mer-cato del lavoro , consisterebbe nelpotenziare e rendere davvero effi-cienti i servizi per il collocamento.Dopo una fase di sperimentazione,è da pochi mesi teoricamente a re-gime il sistema basato sull "'asse-gno di ricollocazione ", una sommamessa a disposizione del disoccu-pato, proporzionata al suo grado diricollocabilità , per accedere ai ser-vizi offerti dalle agenzie del lavoroprivate, che incassano l'assegnosolo al raggiungimento del risulta-to occupazionale . Ma non basta. Seanche questo meccanismo fosseperfettamente funzionante, e nonlo è, saremmo comunque lontanidagli standard dei Paesi europeipiù avanzati.

In Germania e Olanda ad esempiole agenzie pubbliche per il lavoro of-frono un ventaglio di servizi che nonsi limita a una pur invidiabile gestio-ne di banche dati on-line sull 'offertadi lavoro, ma comprende la forma-zione e l'assistenza alla ricollocazio-ne anche per coloro che sono già oc-cupati , e dispone di team specializ-zati per diverse tipologie di profes-sionalità , anche in ambito europeo.

Per provare ad avvicinarci a que-sti standard servirebbe in primoluogo un importante spostamentodi risorse economiche dalla pura as-sistenza alle politiche attive per il la-voro, ma accanto a ciò servirebbeanche una piccola rivoluzione: uninvestimento in qualità ed efficienzadel personale pubblico impiegato inquesto settore . Non solo soldi, quin-di, ma anche un po' di coraggio.

Head of Italy, Norton Rose Fulbright

Lavoro Pagina 7

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Fondo garanzia Pmi,1,3 miliardi in rosa

Dal 14 gennaio 2014 al 30 giugno 2018 la sezionespeciale imprenditoria femminile del fondo di ga-ranzia per le Pmi ha accolto 16.206 operazioni, perun ammontare di finanziamenti pari a 1,3 miliar-di di euro e un importo garantito di 810,6 milioni.Al 30 giugno 2018 le domande accolte sono paria 8.020 (+11,9% rispetto al primo semestre 2017)per un ammontare di finanziamento pari a 660,7min (+15 ,2% rispetto al primo semestre 2017) e unimporto garantito pari a 468,3 min (+18 ,2% rispettoal primo semestre 2017).Questo è quanto emerge dall'ultimo report di mo-nitoraggio trimestrale sull ' accesso alla sezionespeciale «presidenza del consiglio dei ministri, di-partimento per le pari opportunità» del fondo. Perquanto riguarda i risultati conseguiti nelle differentiregioni , la gran parte delle domande accolte riguardaimprese localizzate nel Nord (3.416 operazioni parial 42,6% del totale), cui seguono quelle localizzatenel Mezzogiorno (2.478 operazioni , pari al 30,9%del totale) e nel Centro (2.126 operazioni, pari al26,5% del totale). A livello settoriale, il commer-cio presenta il numero più elevato di domande am-messe ( 4.183 operazioni , pari al 52 ,3% del totale),cui seguono l'industria (2.123 operazioni, pari al26,5% del totale), i servizi (1.705 operazioni, parial 21 ,3% del totale) e i servizi connessi all'agricol-tura (9 operazioni ). La gran parte delle operazioniaccolte riguarda imprese di micro dimensioni, cherappresentano il 78,1% del totale ( 6.262 operazioniaccolte ), cui seguono quelle di piccole dimensioniche rappresentano il 19,6% del totale ( 1.568 opera-zioni accolte ) e le medie imprese con 190 operazioni(2,4% del totale).

Fondo di garanzia PMI Pagina 8

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Bagnai, commissione finanze del Senato: audizioni da settembre

E-fattura a passo veloceAvvio il 1 /1 119 ma ascolto degli operatori

DI CRISTINA BARTELLI

I1 1° gennaio sulla fattura-zione elettronica si parte.Perchè «valgono le paroledel ministro Tria». Ma c'è

la possibilità in commissione fi-nanze del Senato di dare spazioall'interlocuzione con gli opera-tori nel tracciato delle audizionisulle semplificazioni fiscali. Esu pace fiscale e rientro dei ca-pitali «occorre fare sintesi con inostri alleati di governo su untema delicato sul quale bisognaessere molto chiari», è l'auspiciodi Alberto Bagnai professore dimacroeconomia, «prestato» allascienza delle finanze nel suoruolo di presidente della com-missione finanze del Senato:

Domanda . Avete avviato incommissione finanze un'analisisulle semplificazioni fiscali. Cheidea si è fatto?

Risposta . Intanto una pre-messa: come principio di meto-do cerco nel mio lavoro di va-lorizzare anche le opposizionie mantenere il rapporto con ilgoverno molto sinergico. Do-mani (oggi, per chi legge, ndr)facciamo l'ufficio di presiden-

za per decidere il calendariodella ripresa. I filoni sarannodue. Uno sul tema dei mercatifinanziari: passeremo agostoa studiare le relazioni fatte alparlamento dalle autorità in-dipendenti per poi procederea settembre a una serie con-centrata di audizioni tra cui ilpresidente della Consob MarioNava e della banca di Italia,Ignazio Visco. Poi c'è il secon-do filone, quello propriamentefiscale. Come membri dellacommissione abbiamo raccoltouna serie di suggerimenti suisoggetti da convocare, che van-no dalle associazioni di catego-ria ai professionisti ed espertidel settore. L'attività non dovràessere puramente turistica maladdove risultassero propostenormative concrete ci impegne-remo sia a poterle far recepiredal governo sia a presentareproposte di legge di iniziativaparlamentare.

D. Avete in mente prioritàcirca i temi?

R. È prematuro parlarne mal'ordine di priorità lo darà credola Nota di aggiornamento al Do-cumento economico finanziario

e da li forniremoil supporto a untema di sempli-ficazione dellastruttura dellealiquote, comeviene impropria-mente definita laflat tax. In que-sto senso abbia-mo interlocutorisul fronte delgoverno, Massi-mo Garavagliae Massimo Bi-tonci, con i qua-li c'è un ottimorapporto: sonoapprezzati incommissione.

Alberto Bagnai

D. Uno dei temi più sensibiliper i professionisti è la fattura-zione elettronica. Cosa si devo-no aspettare?

R. L'indicazione politica èquella del ministro all'econo-mia Giovanni Tria: si parte il1° gennaio. Il tema è uno diquelli in cui registro anche sulmio blog le difficoltà che que-sta nuova procedura dovrebbecomportare, e avendolo io nonpraticato nella mia precedente

vita professionalee scientifica misono riservatodi approfondirel'argomento per ilmio studio estivo.Tra le varie audi-zioni pianificatec'è quella di Sogei,che ha già fattovedere dei tutorialin commissionefinanze della Ca-mera. Sono sen-sibile ad alcuniaspetti di comu-nicazione. Tuttoquesto passaggioall'elettronico vie-

ne presentato come un momen-to taumaturgico che purificheràil mondo da mali come l'evasio-ne. Io ho un atteggiamento piùprudente, certi strumenti nonesimono dall'avere certe atten-zione e bisognerà tenerne con-to. Possono poi esserci difficoltàcausate dalla comunicazione, ese si adotta una modifica cosìprofonda tra fisco e cittadino èindispensabile investire nellacomunicazione per evitare chegli utenti si allarmino .

Fatturazione elettronica Pagina 9

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Formazione 4.0 ,bonus da estenderealle reti d'impresaCONFINDUSTRIA

Da chiarire se è possibilel'applicazione a lavoratoriin somministrazione

Emanuele ReichFranco Vernassa

L'Area politiche fiscali di Confindu-stria ha pubblicato una circolare sulcredito d'imposta perle spese difor-mazione dei concernenti le tecnolo-gie del Piano nazionale Industria4.0, sostenute nel periodo di impo-sta successivo a quello incorso a131dicembre 2017(legge 205/2017, arti-colo 1, commi 46-56 e Dm 4 maggio2018). Poiché l'agevolazione riguar-da solo il 2018 ed il decreto di attua-zione è stato pubblicato sulla«Gaz-zetta Ufficiale» del 22 giugno 2018,sarebbe opportuna una certa celeri-tà nella risposta ad alcuni quesiti/dubbi sottolineati nella circolare diConfindustria. È anche da valutarel'opportunitàdi prorogare il terminedi maturazione del beneficio.

Confindustria ricorda che il cre-dito, secondo il Dm 4 maggio 2018:• riguarda tutte le imprese residen-ti nel territorio dello Stato, incluselestabili organizzazioni di soggettinon residenti e gli enti non com-merciali che esercitano attivitàcommerciale (articolo 2); per Con-findustria dovrebbero rientrare an-che i consorzi e le reti d'impresa;• matura con tetto massimo di30omila euro afavore delle impreseche effettuino, nel 2018, investi-menti perla formazione del perso-nale nelle materie aventi ad oggettole "tecnologie abilitanti", cioè quelleche, grazie all'interconnessione trasettori, possono essere applicate al-le imprese (articolo 3). La circolaredescrive le attività ammissibili ,suggerendo che, considerato l'ele-vato tecnicismo della materia, sa-rebbe utile individuare un organi-smo tecnico abilitato a risolvere idubbi delle imprese;• spetta nella misura del 40% delcosto aziendale riferito alle ore o al-le giornate dei dipendenti impiegati

nella formazione (articolo 5);• è utilizzabile in compensazionetramite F24 dal periodo di impostasuccessivo aquello di sostenimentodelle spese (articolo 5). Confindu-stria evidenzia che l'articolo 6 su-bordina la possibilità di utilizzare ilcredito in compensazione all'avve-nuto adempimento degli obblighidi certificazione contabile.

Per il personale dipendente lespese agevolabili riguardano sial'acquisizione sia il consolidamentodelle competenze relative alle tecno-logie elencate nel Dm; per il perso-nale in apprendistato sono ammis-sibili solo le attività relative all'ac-quisizione delle competenze (arti-colo 3). Per Confindustria non èchiaro se siapossibile collocare traidipendenti i soggetti con rapporti dilavoro assimilato a quello di lavorodipendente, nonché i rapporti disomministrazione; una soluzionepositiva parrebbe ragionevole econforme alle finalità delbeneficio.

La formazione va disciplinata incontratti collettivi aziendali o terri-toriali depositati e ad ogni dipen-dente andràconsegnatal'attestazio-ne della partecipazione (articolo 3).Confindustria sottolineadi avere si-glato con Cgil, Cisl e Uil il 5 luglio2018 un accordo per regolare le mo-dalitàdi sottoscrizione di tali intese.

Resta da chiarire da parte del mi-nistero dello Sviluppo economico edelle Entrate se siano agevolabili lespese in mancanza di un preventivoaccordo collettivo aziendale o territo-riale; tenuto conto del ritardo del Dmattuativo si potrebbe cioè intendereche il contratto collettivo stipulatosuccessivamente allo svolgimentodelle attività formative possa avereunafunzione "ricognitiva" che con-sentalafruizione dell'agevolazione.

Un altro chiarimento riguardaun concetto che emerge dalla rela-zione illustrativa al Dm, dove sichiarisce che le attività formativenel contratto collettivo possano de-rivare anche da "opportune inte-grazioni" di contratti già siglati edepositati. Confindustria auspicache l'integrazione possariguardareanche solo la formazione.

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Alternanza solo come scelta didatticaLe risorse alle scuole, non alle imprese

DI PINO TURI*

Lalternanza è un tema su cui risultaabbastanza urgente aprire un di-battito. Abbiamo segnalato i limitidi un processo che è stato introdotto

su un'onda emotiva, nata dall'esigenza so-ciale di trovare un lavoro per i giovani. Èvero che i giovani sono per lo più nella scuolama la scuola non ha il compito di trovare unlavoro. Ha quello di formare cittadini, anchelavoratori. Soprattutto cittadini consapevoli.Che ci fossero approssimazione e buchi nerisi è capito da subito, quando la scuola, perinseguire l'obbligo, ha vissuto l'alternanzacome un procedimento burocratico. Un mododi procedere che ha trascurato un punto fon-damentale: l'assunzione di responsabilità inun progetto di alternanza con finalità didat-tiche ed educative.

Un bilancio che non brilla per risultati etrasparenza, senza voler nascondere situa-zioni patologiche di un uso distorto e ille-gittimo.

Si pone, quindi, molto realisticamen-te, la necessità di una verifica, un tagliando,all'alternanza al fine di rimediare ai diversiconi d'ombra che si sono manifestati, man-tenendo gli aspetti che, al contrario, hannofunzionato, anche perché il prossimo esamedi maturità vede l'alternanza come elementodi valutazione. A nostro parere, l'alternanzadeve essere una scelta didattica, deve rica-dere nella responsabilità e nell'autonomiadella scuola che deve essere l'unica protago-

nista che interagisce con le singole comunitàdi riferimento, anche produttive. È alla scuo-la che vanno assegnate le risorse e non alleimprese, che dovrebbero contribuire comesoggetti attivi di quella comunità.

Va introdotta una grande flessibilità,ed adattamento , da graduare in relazionealle diverse realtà territoriali. Ci troviamo difronte a numeri importanti che non posso-no essere sottovalutati. Per questo, anche ilcompito di rendicontazione delle attività, cosìcome le risorse necessarie, va ricondotto allacomunità scolastica. In questo modo, respon-sabilità e partecipazione attiva consentonodi evitare le deviazioni che provengono dallasocietà e dal mercato.

Siamo ad un punto in cui l'onda emo-tiva si è trasformata in fazione ideologica,e il punto di equilibrio non è più il progettoeducativo, ma l'aver ragione nel perseguiremodelli che hanno nel mercato, l'unico riferi-mento finalizzato all'utile di azienda. Rispettoa questo la scuola non può essere avulsa dalmondo reale, non può esserne ancella, maprotagonista: si rischia una sudditanza ideo-logica/culturale che penalizza la nostra scuolalaica, libera ed indipendente, dove si insegnail pensiero critico, dove le conoscenze servo-no a formare competenze e non viceversa. Equesto ci riporta al punto iniziale: la scuolaeduca e pone le condizioni per un pieno inse-rimento dei cittadini nella società. Il lavoro èuna diretta conseguenza di questo processo,non un mezzo a buon mercato.

*segretario generale Uil scuola-© Riproduzione riservata- E

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Gara per l'Ilva, Di Maiosi rivolge all'AvvocaturaSIDERURGIA

Nessun risultato all'incontrotra ministro, aziendae sindacati per l'occupazione

Prosegue il muro contro muro al ta-volo di confronto tra sindacati e Ar-celorMittal sul piano occupazionaleper Ilva. Il ministro dello SviluppoLuigi Di Maio, intanto, ha annun-ciato che invierà oggi una richiestadi parere all'Avvocatura di Stato sulcaso Ilva, pur precisando che sei le-gali diranno che la gara è irregolare

«non è detto che ci siano i presup-posti per annullare il contratto conArcelorMittal, perché l'azienda po-trebbe ricorrere al Tar e ottenereuna vittoria».

L'auspicio è che la trattativa pro-segua e si incanali sui binari giu-sti,così come chiedono i sindacatie la stessa ArcelorMittal, che ha ri-badito ieri «l'impegno a dedicare iprossimi giorni all'approfondi-mento delle posizioni e alla defini-zione di successive ipotesi di lavoroin modo da potersi incontrare nuo-vamente a breve».

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Di Maio a Mittal: sforzo su occupatie chiama l'Avvocatura sulla gara IlvaIl tavolo. Sul piano occupazionale la cordata è ancora ferma sulla possibilità di riassorbire io.ioo personesu un totale di 14mila - Il gruppo indiano: incontro positivo, riparte il dialogo, a breve nuova verifica

Marzio BartoloniMatteo Meneghello

Il ministro dello Sviluppo Luigi DiMaio invierà oggi all'Avvocatura delloStato una richiesta per un parere sullaregolarità della gara per Ilva. In paral-lelo, chiede ad Am Investco Italy, lacordata partecipata daArcelorMittalche si è aggiudicata la gara, di «batte-re un colpo» sul piano occupazionale,ancora fermo sulla possibilità di rias-sorbire io.ioo persone (9.407 il nu-mero fissato nel piano industriale) suun totale di 14mila. Il tavolo sindacaleper Ilva non fa passi in avanti e l'im-pressione è che non ne farà fino aquando non arriverà il verdetto del-l'Avvocatura: il ministro spera in unanuova riunione già in settimana e au-spica che il parere possa arrivare en-tro Ferragosto, tenendo conto che iltermine tecnico ultimo è fissato al 24agosto. In ogni caso, ha ribadito ieri,non è detto che la gara, se giudicatairregolare, sarà automaticamente ri-tirata, anche a causa del rischio di ri-corsi che potrebbe promuovere Am.

«È stato un primo tentativo di ri-partenza, ma è chiaro che questo pia-no occupazionale non può assoluta-mente soddisfare le nostre esigen-ze», ha detto ieri Di Maio evidente-mente deluso dall'andamentodell'incontro, ma pronto a riconvo-care il tavolo anche nei prossimigiorni se arriveranno «segnali di mi-glioramento sul piano occupaziona-le» da parte dell'azienda. Il ministrocome ha fatto nelle ultime settimane,si è fatto scudo della procedura «pie-na di criticità »sottolineate dall'Anacereditata dallo scorso Governo su cuipende «la spada di Damocle che è laquestione dell'irregolarità della ga-ra». Un punto, questo, su cui Di Maio

ieri ha anche fatto un bagno di reali-smo: «Se l'Avvocatura dirà che la garaè irregolare non è detto che ci siano ipresupposti per annullare il contrat-to con ArcelorMittal perché l'aziendapotrebbe ricorrere al Tar e ottenereuna vittoria». Insomma per Di Maiol'accordo non si può stracciare tantofacilmente neanche di fronte a even-tuali irregolarità certificate dall'Av-vocatura: «L'annullamento in auto-tutela della gara - ha spiegato - valequando si deve tutelare un interessecollettivo e non solo per il ripristinodella legalità». Come a dire che lostop tout court all'accordo è al mo-mento una extrema ratio che potreb-be scattare solo di fronte a gravi vizi.Da qui l'appello all'azienda affin-ché «batta un colpo e cominci a direse si sposta dai numeri concordaticon l'ex ministro Calenda».

Il tavolo, convocato da Di Maio do-po una richiesta pressante da partedei sindacati, non era iniziato sotto imigliori auspici. Tra sabato e dome-nica, secondo fontivicine allatrattati-va, ArcelorMittal si era spinta a chie-dere al Governo preliminari chiari-menti sulle intenzioni relative allatrattativa, allaluce delle scelte sul ri-corso. Ieri l'azienda ha ribadito la di-sponibilità a trovare una soluzionecondivisa, come ribadito anche nelrecente «addendum» al contratto giàfirmato con la procedura, ma non si èallontanata dalle soglie occupazionalistimate fino a oggi, mentre non hafornito garanzie sul riassorbimentodi tutti gli eventuali esuberi rimanen-ti al termine dei pensionamenti e de-gli esodi incentivati. In serata, Am haespresso un giudizio «positivo sullaripresa del dialogo. L'impegno - spie-ga una nota - è dedicare i prossimigiorni all'approfondimento delle ri-

spettive posizioni, alla verifica di que-stioni tecniche e legali e alla defini-zione di successive ipotesi di lavoro inmodo da potersi incontrare nuova-mente a breve su basi più efficaci».

Il sindacato chiede che, oltre Am,batta un colpo pure il Governo. La sin-tesi del leader della Uilm, Rocco Pa-lombella, convinto che si debba subi-to tornare al tavolo della trattativa, èche «c'è ancora poca chiarezza e mol-ta indecisione da parte dall'azienda,nonostante le rassicurazioni del mi-nistro Di Maio sulla disponibilità delfondo di 250 milioni per l'ammini-strazione straordinaria da destinareal piano di incentivazione, l'impegnoper una soluzione sull'accordo di pro-gramma di Genova e la garanzia delsupporto alla trattativa fraAm e sin-dacati». Francesca Re David, segreta-ria della Fiom ha ribadito che «se ilGoverno convoca nei prossimi gior-ni» la delegazione Cgil sarà presente,«ma senza un cambiamento delle po-sizioni dell'azienda il tavolo non farànessun passo avanti. Il Governo è unodei firmatari del contratto di aggiudi-cazione, e quindi deve assumersi leproprie responsabilità». Più duroMarco Bentivogli, segretario Fim: «laposizione dell'azienda è immutata einaccettabile - ha detto - e il Governonon scioglie ancora i nodi di sua com-petenza. Per questo la distanza versol'accordo si allontana anche rispettoall'avvio della trattativa ormai 15 mesifa. Se il ministro vuole fare meglio delsuo predecessore siamo contenti, malo dimostri nel merito». Usb, invece,si è detta non disponibile a trattareulteriormente su queste basi «e per dipiù nel pieno di una procedura chepotrebbe annullare la gara dopo legravi criticità rilevate dall'Anac».

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9407GLI OCCUPATINEL PIANOIl piano industrialedi Am InvestcoItaly prevedevaII'assunzione di9.407 addetti,soglia poi elevataa lomila unità conl'intervento delMise in sede diaggiudicazione

Palombella(Uilm):c'è ancorapocachiarezzae moltaindecisioneda partedall'azienda

ANSA

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LO SCENARIOI timori . Bruxelles teme soprattutto i cinesi, che giàhanno messo un piede in Serbia a Smeredevo

La siderurgia europeatra bilanci sontuosie grandi aggregazioni

on ci fossero stati l'in-chiesta della Procura, ilcommissariamentoBondi, i decreti dei Go-

verni Monti-Letta-Renzi-Genti-loni, Ilva oggi sarebbe in tutt'al-tra situazione. Il problema è ca-pire quale, visto che, mentre Ta-ranto in questi anni è rimasta piùo meno immobile, lo scenariodell'acciaio europeo è radical-mente cambiato e i parametricon cui leggere il mercato sonotutti nuovi.

Da un lato c'è la congiuntura. Ilmercato è entrato definitivamen-te in un ciclo positivo, i prezzi deiprodotti sono aumentati (e conti-nuano a correre, nonostante i ti-mori di una frenata imminente)trainati dall'aumento del consu-mo reale, domanda vera alla qualesi è accompagnato anche l'au-mento del costo delle materie pri-me. I fondamentali, insomma so-no più che buoni. C'è poi l'effettolegato alle barriere commerciali:l'Europa ha da tempo chiuso lefrontiere alle importazioni indumping di laminati piani (il corebusiness dell'Ilva) e ora a questadinamica si accompagna anche laguerra dei dazi con gli Usa e leconseguenti misure di salvaguar-dia europee, con il risultato di unulteriore riscaldamento dei prez-zi, nonostante i timori futuri perl'automotive.

I principali operatori hanno ar-chiviato bilanci sontuosi: la stessaArcelorMittal nell'ultimo trime-stre ha dichiarato vendite per 20miliardi, in crescita del 16% suba-se annua, per un utile netto cre-sciuto del 56,4 per cento. AncheIlva, come si può ricostruire daipochi dati pubblicati dai commis-sari, ha beneficiato della situazio-ne, ma è stata penalizzata dal«tetto» fissato alla produzione,vincolo che ha ulteriormente av-vantaggiato la concorrenza, comela già citata Mittal o i player tede-schi (dai quali si riforniscono oggiFincantieri, Fca, Daewoo), oppureil gruppo cremonese Arvedi, cheha chiuso il 2017 con un aumentodei ricavi del 29%, raccogliendo irisultati degli investimenti deglianni passati.

Il mercato siderurgico euro-peo è in forte fermento anche sulpiano strutturale, come dimo-stra il recente via libera (mancaancora l'ok dell'antitrust) del-l'operazione fra Tata e Thys-senKrupp, che di fatto crea, per laprima volta, un nuovo «noccioloduro» nel settore dei piani, inconcorrenza con lo strapoteredel gigante Mittal, primo produt-tore mondiale ed europeo.

Questa operazione è forse l'ul-timo stadio di un lungo processodi aggregazione. Da una parte,negli anni, le francesi Usinor e Sa-cilor si sono fuse con la lussem-burghese Arbed e la spagnolaAceralia per creare ArcelorMittal.Dall'altra parte Tata ha conferito

al campione tedesco, Thys-senKrupp (ansioso di «creare va-lore» separando la divisione side-rurgica europea dal resto delle at-tività del gruppo, ormai forte-mente diversificate) gli assetposseduti in precedenza da Co-rus, vale a dire l'ex British steel el'olandese Hoogovens. Si tratta diun consolidamento che ha porta-to questi due poli di aggregazionea controllare oggi il 5o per centodel mercato europeo. Difficile im-maginare, in questo scenario, unaIlva ancora «stand alone».

D'altra parte la stessa opera-zione Ilva ha innescato altri movi-menti nella siderurgia europea. Ilprincipale riguarda le cessioni de-cise da Mittal per evitare un ri-schio di concentrazione. Per que-sto motivo sono oggi sul mercatoacciaierie, laminatoi e centri ser-vizio in Belgio, Lussemburgo,Macedonia, Repubblica Ceca, Ro-mania e Italia (si tratta del lami-natoio dell'ex Magona d'Italia, aPiombino).

L'operazione fra Tatae ThyssenKruppdi fatto crea per la primavolta un nuovo«nocciolo duro»

Siderurgia Pagina 15

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Cessioni che saranno ridistri-buite tra nuovi operatori di me-dia dimensione, che ne appro-fittano per riorganizzarsi: sonoscesi in campo per questa parti-ta player tedeschi, cechi, russi,ucraini, anche qualche italiano.Il rischio, però, è che si affaccinosul mercato anche nuovi opera-tori extracomunitari: Bruxellesteme soprattutto i cinesi, che giàhanno messo un piede in Euro-pa rilevando, attraverso Hebei,l'acciaieria di Smeredevo, inSerbia. In Italia, intanto, gli in-diani di Jindal south west hannocomprato dagli algerini di Cevi-tal l'ex Lucchini di Piombino: sitratta di tre laminatoi per lun-ghi, senza acciaieria, ma il pianodegli indiani è costruire neiprossimi due anni due fornielettrici e un nuovo treno percoils (il core business di Ilva, diArvedi e della jv Tata-Thys-senKrupp), mettendo a terra al-meno 1,5 milioni di tonnellate dicapacità produttiva (Ilva, per in-tenderci, ha spedito 5 milioni ditonnellate di coils nel 2017, 5,5milioni nel 2016).

Il mercato come detto è in fer-mento, male operazioni di fusio-ne non hanno fino a oggi risoltouno dei principali problemi dellasiderurgia europea, vale a dire lasituazione di sovracapacità pro-duttiva, dinamica che interessa almomento soprattutto la capacitàinstallata.

-M. Me.© RIPRODUZIONE RISERVATA

Leadership . II quartier generale Thyssenkrupp a Essen, in Germania

REUTERS

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