colette-claudine a scuola

663

Upload: akismukk

Post on 31-Jan-2016

428 views

Category:

Documents


104 download

DESCRIPTION

novel

TRANSCRIPT

Page 1: Colette-Claudine a Scuola
Page 2: Colette-Claudine a Scuola

Sidonie-Gabrielle Colette

Page 3: Colette-Claudine a Scuola

Claudine a scuola

Claudine à l'école, 1900

Traduzione di Laura MarchioriIntroduzione di Carlo Bo

Page 4: Colette-Claudine a Scuola
Page 5: Colette-Claudine a Scuola
Page 6: Colette-Claudine a Scuola
Page 7: Colette-Claudine a Scuola

Copyright 1955, 1985, 1991RCS Rizzoli Libri S.p.A.,

Milano

Page 8: Colette-Claudine a Scuola

Sidonie-Gabrielle Colette,

scrittrice francese (Saint-Sauveur-en-Puisaye, Yonne, 1873-Parigi1954). Col suo primo marito,Henri Gauthier-Villars (Willy),pubblicò i romanzi ispirati aClaudine ("Claudine a scuola",1900; "Claudine a Parigi", 1901;"Claudine sposata", 1902;"Claudine se ne va", 1903). Nel1906, dopo aver divorziato, fu perun certo tempo attrice di teatro,senza per questo rinunziare allasua attività di scrittrice. Fra i suoiromanzi ricordiamo: "Il rifugiosentimentale", 1907; "Lavagabonda", 1910; "L'altra facciadel music-hall", 1913; "Chéri",

Page 9: Colette-Claudine a Scuola

1920; "Il grano in erba", 1923; "Lafine di Chéri", 1926; "Sido", 1929;"La gatta", 1933; "Mie esperienze",1936; "Diario a ritroso", 1941;"Gigi", 1943; "Il fanale blu", 1949,ecc.. Parecchi dei suoi romanzifurono adattati per le scene e perlo schermo.

Page 10: Colette-Claudine a Scuola
Page 11: Colette-Claudine a Scuola

Introduzione

Claudine ha ottantacinque

anni, qualcuno di più se ci siattiene alla data in cui è statascritta, 1895, ma non li dimostra.Con lei è nata Colette, uno deigrandi scrittori della prima metàdel Novecento francese. Lacronaca ci ha anche fornito altridati, primo fra tutti quello dellacasualità di questa nascita. Ilprimo marito della scrittrice, Willy(Henri Gauthier-Villars), era unospecialista in letteratura di prontoconsumo fra lampi di buonascrittura e temi audaci, una speciedi Dumas in ventiquattresimo chepreferiva firmare i libri scritti daaltri, tutt'al più correggendoli e

Page 12: Colette-Claudine a Scuola

aggiungendovi un po' di pimento.Anche nel caso di Claudine laregola è rispettata.

Il primo libro della serieappare con solo il suo nome perrispettare la tradizione dellabottega ma forse qualcosa di più:voleva dire, a chi avrebbe potutocapire la musica, chi lo avevaispirato. Com'è stato in realtà.Willy, colpito dalla capacità tuttaistintiva della moglie nelraccontare, nell'animare unpiccolo teatro di memorie discuola, l'aveva invitata a "metteresulla carta" le sue piccole storie diprovincia. Per la verità, Willy nonrimase soddisfatto del risultato eper un lungo periodo di tempopreferì dimenticare il manoscrittodella moglie fino a quando, opentito del primo giudizio o spintopiuttosto dal bisogno, lo ritirò

Page 13: Colette-Claudine a Scuola

fuori e trovò un editore piùcompiacente dei primi che loavevano esaminato e respinto. Illibro ebbe un enorme successo, sipuò dire senza esagerazioni cherappresentò un caso e ben prestovenne trasferito nella macchinadella propaganda, allora giàperfettamente funzionante. Centoprodotti vennero vendutiall'insegna di Claudine, masoprattutto tutta un'epoca si vestìcon gli abiti della turbolenta eirrispettosa studentessa diprovincia. Questa è stata la moda,durata per molti anni, ma al di làdelle coincidenze il caso esigevaqualcosa di più e va detto che gliosservatori più acuti del momentonon tardarono a riconoscerne imeriti, anzi la novità letteraria. Siè discusso a lungo sulla naturadella composizione del libro, più

Page 14: Colette-Claudine a Scuola

precisamente sulla parte chespettava alla donna e quella chespettava al marito.

Il problema alla fine è statorisolto, il libro lo aveva scrittoColette, Willy si era limitato a farequalche correzione e a inserire làdove lo aveva ritenuto opportunoqualche tratto più spinto. Sempreil sistema antico del condimento.Comunque, con Claudine à l'écoleera nata una vera e autenticascrittrice che per mezzo secoloavrebbe onorato la casa della sualetteratura.

Per quanto confusi e nonsempre ben riconoscibili, ci sononel libro tutti i segni di quella chesarebbe diventata la sua arte dinarratrice. Almeno in questo Willynon si era sbagliato, avendoriconosciuto subito il senso diquella novità, dovuta più all'istinto

Page 15: Colette-Claudine a Scuola

che non a una suggestioneculturale. Colette ha infatti moltodel suo personaggio, prima ditutto ha il senso e il gusto dellanatura, poi una forte caricasentimentale e per certi aspettisessuale, soprattutto dimostra unospirito vivo e pronto, insommaquell'istinto che l'avrebbe guidataattraverso la sua vita tempestosa.Ammettiamo per un momento cheil suo primo scopo fosse quello dimettere in rilievo gli avvenimentipiù piccanti della sua vita distudentessa e quindi di rispettareil clima di una certa letteraturaminore che andava di moda allafine del secolo, ma tutto questonon inficia la parte più vera delracconto. Basta fare una sempliceprova: colpiscono oggi in mododistorto buona parte dellesituazioni più audaci epperò ci

Page 16: Colette-Claudine a Scuola

consentono di riportarci a queltipo di letteratura di divertimentoe di distrazione, peraltrorispecchiante una società bendefinita in modo da separarenettamente il giusto tono daquello di comodo o posticcio, lascrittura dalla ripetizione. Nascecon Claudine non soltanto unadelle immagini più celebrate delladonna che si vuole libera eindipendente e padrona dei propriistinti, nasce un tipo di donna cheva ben al di là delle mode e dellevoghe.

Potremmo dire che una voltamorta la Claudine del successo nenasce una seconda, una terza,tutta una serie di Claudine che erapoi sempre la stessa ma fatta piùesperta e più sottilmente criticadei propri umori e delle proprievirtù. Che è poi quello che succede

Page 17: Colette-Claudine a Scuola

con la scrittrice: Colette parte conil vento dell'improvvisazioneparlata ma poi accettando ilsuggerimento di Willy comincia alavorare di forbici e di gomma dacancellare e alla fine le riesce diraggiungere il successo più altonella resa dello stile, nell'ambitodi una lunga meditazione che leconsentirà di darci delle operequasi perfette come Chéri, Lanaissance du jour, ecc..

Come si vede, si tratta di unafelice congiunzione fra una naturaforte, fra un temperamento eun'intelligenza ferma, senzapregiudizi né preconcetti.All'origine c'è - lo ripetiamolanatura e l'amore della natura, nelsenso che Colette impara subito edai genitori e dalla vita di paesequelli che sarebbero stati i suoipunti di riferimento, le sue solide

Page 18: Colette-Claudine a Scuola

piccole verità. E' su questo capitaleiniziale che innesta le sue primeesperienze, e poi la così diversavita parigina ed è sempre a questocapitale che si rifarà nelle diverseoccasioni dell'esistenza. Lerimarrà quel suo primo caratteredi contadina ma suscettibile, anzibisognoso di altre esperienze,quindi libero e disponibile. Perquanto la sua esistenza sia stataaccidentata e a volte scandalosa,non c'è però mai stata nessunaforma di abiura o di rinuncia.Colette doveva sentire che nientel'avrebbe potuta corromperenell'intimo e distoglierla da quellache era la sua vocazione. Lo stessova detto per le influenze che hasubìto, a cominciare da quella delmarito: un uomo più anziano di leie non certo trattenuto da remoreal momento di mettere la moglie

Page 19: Colette-Claudine a Scuola

in contatto con persone e ambienticosì diversi e lontani dalle sueorigini. Anzi, si ha l'impressione (enon appena l'impressione) chequalche volta sia stata usata dacavia e promossa al ruolo di donnain vena di perversioni. Tutta laprima parte della sua vita pariginava letta alla luce di questa societàche ritroviamo sul fondo di moltericapitolazioni romanzesche,anche famose e consacrate dalsuccesso. Resterebbe da vederequale di queste due componentidell'animo di Colette sia statavincitrice e preponderante: uncalcolo piuttosto complicato.Epperò crediamo si possasostenere che delle due, lacomponente più sicura è la prima,nel senso che è grazie al suoistinto di contadina che la realtà èrimasta integra, ferma e sciolta da

Page 20: Colette-Claudine a Scuola

ogni correzione abusiva. Daquesto punto di vista non ci sonodifferenze fra vita e scrittura, fra ladonna e la scrittrice. La sua naturaera così forte che neppure leesperienze più suscettibili didevastazione morale l'hannoscalfita.

Ma è giusto parlare di morale aproposito di Colette? Non lo è,così come quando si parla dinatura in assoluto. L'assenza quasitotale di questo ordine interiore èstata compensata - almeno inparte - dalla carica sentimentaleche proprio nelle Claudine haavuto la sua prima codificazione.Per capire fino a che punto ilsentimento fosse radicato nellanatura del suo temperamento,bisognerebbe ripercorrerel'itinerario del suo primomatrimonio, tutto quanto Colette

Page 21: Colette-Claudine a Scuola

ha abbandonato nelle mani diWilly e quello che ne ha ricavatopersonalmente. E' su quel passivoche vanno inscritte le debolezze, leincertezze e gli squilibri degli anniin cui Colette diventa unpersonaggio, va sul palcoscenico,canta, apre negozi e infine non sisottrae a tutta una serie diesperienze che vanno sotto ilsegno del lesbismo. Anche lì, dovesembra più prepotente il gustodella deviazione, è ben visibile ilbisogno del sentimento, l'altrovolto dell'amore che non stasoltanto nel piacere. Coletteavrebbe analizzato poi questipiaceri che a torto si chiamanofisici e avrebbe sapientementediscettato sul puro e sull'impuro,senza però tentare unadiscriminazione netta fra i duedomini, ma anche in questi casi si

Page 22: Colette-Claudine a Scuola

ha la sensazione che l'areasentimentale non sia mai statadiminuita o sottovalutata. Anzi sipotrebbe sostenere con qualchesicurezza che tutto il suo vissutonon abbia avuto altro significatoche questo di salvare intatta laparte del cuore. Una volta pagato ildebito al piacere, a tutti i piaceri(il suo appetito era vivo), nonavrebbe dovuto far altro chesegnare sul libro dei suoi contipersonali la cifra, l'utile chenonostante tutto aveva saputotrarre dalle sue navigazioni. Senzaquesto non solo non ci sarebberostati i libri del vissuto ma neppurequelli della memoria, e si pensi atutta la stupenda antologia che sifa con le pagine che Colette hascritto sulla madre e per la madreo quella altrettanto felice costruitacon le pagine sugli animali. Non è

Page 23: Colette-Claudine a Scuola

un caso che dopo le Claudine,Colette entri direttamente inletteratura con i Dialogues debêtes. Caso mai, si potrebbeosservare che tanta era la forza diquesto bisogno sentimentale dafarla cadere in qualche eccesso ditono, in qualche motivo troppotenuto, se non addiritturaestenuato. Tutti difetti, questi,dipendenti dall'abitudineall'improvvisazione e più ancoraagli insegnamenti distorti di Willy.

E' la parte di scorie che Colettedovrà ridurre al minimo e va dettoche è riuscita assai benenell'impresa se già ne Les vrillesde la vigne la sua autonomia saràcompleta. D'altra parte se non cifosse stata questa zona iniziale dicattivo gusto e di eccesso Colettenon si sarebbe sentita spronata aridurre, a potare, a giuocare di

Page 24: Colette-Claudine a Scuola

allusioni. La grazia della suapagina è stata un frutto maturatolentamente e questo succedesempre con gli scrittori di istinto, iquali devono imparare tutti isussidi della misura e dellacompostezza e Colette ci ha messodiversi anni prima di arrivare aquel suo felice dettato dicomposizione.

Il tempo dell'apprentissage(tanto per riecheggiare il titolo diuno dei suoi libri più belli) perColette è durato molto, potremmodire quanto dura lo sforzo,l'impegno del prosatore intento araffinare per sottrazione eriduzione. C'è una precisacorrispondenza fra il progressivostaccarsi dalla vita intensa e laconquista di un nuovo regimestilistico. Non per nulla ai primianni del successo parigino faceva

Page 25: Colette-Claudine a Scuola

un tipo di letteratura diamplificazione, il cui nucleo èrappresentato dalla serie diClaudine: Colette aveva infattibisogno di trovare un punto disoluzione e di innesto fra il suocapitale originario e il calendariodelle sue esperienze. In fondoClaudine non è che l'esempio diun riadattamento o forse meglio diuna ricerca di equilibrio fra ciò cheaveva visto da ragazza e lospettacolo che le offriva una cittàcome Parigi. Di fronte allaprovinciale che cerca di diventareparigina c'è la scrittrice che passadal discorso parlato a quelloscritto. Però non dimentichiamomai che Colette si è fatta da sola,spesso contro le illusioni e le vociche le arrivavano un po' da tutte leparti, in principio per tramite diWilly e dei suoi amici. Ha fatto

Page 26: Colette-Claudine a Scuola

tutto da sé, almeno per quantosappiamo della sua educazioneletteraria e tenendo presente chenon ha mai obbedito a schemi eprogetti stabiliti a freddo. Così cispieghiamo la sua originalità e ilsuo non dipendere da modelli dialta letteratura, quali erano invoga nella zona della letteraturapura. Il che torna a riproporci lastretta connessione fra letteraturae vita e a comprendere uno deisuoi bisogni più nascosti, quello didisinnescare la carica vitale dicerte situazioni in modo dacostituire accanto al dato dellarealtà una nuova valutazione dellecose. Nessuno potrebbe mettere indubbio questa sua fedeltà naturalealle cose, anche nelle pagineapparentemente più fatue èsempre ben riconoscibile questolegame saldo e forte, per cui negli

Page 27: Colette-Claudine a Scuola

anni della dissipazione non smettedi vincere la concretezza, lacoscienza della sua verità naturale.E c'è anche un'altra spiegazionedella lunga dimora della figura diClaudine, a meno che non la sivoglia spiegare semplicemente conla chiave del successo e dellosfruttamento del successo:restando legata al tipo, a quelcarattere, Colette si riservava l'usodi uno strumento più sicuro.Claudine era in qualche modo ilporto sicuro per le suenavigazioni. Di qui la memoriacostante e sempre più crescentenegli anni della maturità dellafigura della madre e del padre,soprattutto della madre.

La madre era per Colette unmodello di vita e di saggezza,l'esempio più alto di quello spiritodi naturalezza che in fondo ha

Page 28: Colette-Claudine a Scuola

continuato a voler rispettare e aimitare. Il lettore del primovolume della serie è al propositoinformato sui meccanismi dellasua psicologia, la differenza chepassa fra Claudine e l'ambientedella scuola illuminando assaibene quelli che erano i suoi gusti ele sue tendenze. InsommaClaudine era un carattere e questocarattere se lo era portato a scuoladalla famiglia e da un modo di vitache rifiutava per istinto il giuocodelle convenienze e le trame dellospirito di opportunità e diegoismo. Se poi vogliamoconfrontare su questo metro e lavita e l'opera intera di Colette, ciaccorgeremo che da questo puntodi vista non ci sono statespeculazioni di alcun genere.Colette è rimasta fedeleall'immagine della sua

Page 29: Colette-Claudine a Scuola

adolescenza, nel senso che non siè mai nascosta e ha semprecercato di essere quello chesentiva di essere. A questa luce glistessi errori, lo stesso spirito diribellione alle norme della societàfrancese degli inizi del secoloappaiono per ciò che volevanoessere, delle correzioni, magarinegative e violente ma sempre innome della libertà edell'indipendenza. Sarebbe curiosocercare di vedere chi sia stato piùlibero, lei o Gide? In Gide c'erasempre qualcosa diprogrammatico, la sua protesta ecosì il suo bisogno di liberazioneobbedivano a un calcolo critico; aun risentimento, piuttosto. Gideha avuto bisogno di giustificarsinella protesta, lo stesso suo"immoralismo" era unadissacrazione ben calcolata di certi

Page 30: Colette-Claudine a Scuola

tabù. In Colette nessun calcolo, lavediamo andare allo sbaraglioepperò l'insegnamento sarebbevenuto dopo, per tutto ciò cheaveva fatto nell'ambito dell'istinto.Colette fa in un giorno ciò che ècostato a Gide anni dispeculazione e di attenzione. Nonbasta, Gide obbedisce alloscrupolo, misurando ogni suogesto, per arrivare alla confessioneintera dovrà lasciare passare moltianni e Si le grain ne meurtraggiunge il pubblico a cose fatte,quando intanto i modelli di unacerta morale erano stati superati.Colette in qualche modo siconfessa nel momento stesso incui fa certe scelte, si dirà che simetteva troppo in mostra e davaalla sua rivolta troppe luci e troppisuoni e forse è vero, comunque laspinta, il deterrente vanno

Page 31: Colette-Claudine a Scuola

ricercati nel suo carattere, in quelsuo alternare la furia con ilragionamento. Ci si dirà: ma qualeragionamento, se non c'è mainessun atto di meditazione,nessun segno di rimorso? Cosìcom'era Claudine-Colette ignoravaqueste categorie perché eraimpossibile per lei un disegnocalcolato. Per il fatto di essere ciòche sentiva di essere si escludevada qualsiasi memoria di morale einfatti su di lei è passato invanotutto il tempo cristiano. Non avevané senso né nozione del peccato eper lei la vita era una vite davendemmiare, a meno che non sivoglia dare alla parte delsentimento un colore dimalinconia ma se si scopre questavena malinconica bisognariportarla a uno stato puramentefisico, all'idea di piacere. E' grazie

Page 32: Colette-Claudine a Scuola

a questa nozione di "piacere" chela possiamo distinguere dagli altriscrittori del suo tempo. Si pensiper esempio a Proust, il piaceredei suoi personaggi era subitocenere, lo era quando ancora eranascosto e segreto. Più che dipiacere si trattava di passione,oltretutto avvelenata dallecircostanze e dagli elementi piùvelenosi del tessuto sociale.

Di Gide abbiamo già detto, sepassiamo ad altri ci ritroviamosempre costretti a registrare dellecontrazioni e delle contraddizioni:pensate a un Mauriac per il qualevale soltanto il criterio del peccato,della colpa e del rimorso.Naturalmente Colette non è statané la prima né la sola amanifestare questo senso di gioiafisica ma senza dubbio è stataquella che lo ha provato e

Page 33: Colette-Claudine a Scuola

restituito nella maniera più libera,totalmente scevra da altricondizionamenti. Eccezion fattaper Claudel che ha legato lanozione di gioia a un'altra ragione,tutti gli scrittori contemporanei diColette si sono dibattuti nelcerchio degli impedimenti e dellecostrizioni. Nessuno ha cantato ilpiacere così come lei, senzadissimulazioni, senzapatteggiamenti. Lo ha fatto perchéla realtà che vedeva glieloconsentiva, soprattutto perchétrovava nel fisico tutti i motivi disoddisfazione e di giustificazione.Quanti altri non hannoprovveduto a mascherareletterariamente il suo stessocriterio, pensiamo a unMontherlant e alla sua prudenzamascherata dalle luci delmonumentalismo con tutte le

Page 34: Colette-Claudine a Scuola

dipendenze del caso, strappate allastoria. L'esaltazione cheMontherlant faceva della virilitàera ben diversa da quella tuttasemplice che Colette faceva dellafemminilità. Ma Colette andavapiù in là, perché non ha mai fattoquestione di femminismo o no.Dal momento che dominava ilprincipio del piacere, non c'era piùmotivo perché esistesserodiscriminazioni né differenze. Ilpiacere dipende dal corpo e primaancora dal bisogno naturale dellasoddisfazione. Ricordiamoci cheper lei non esistevano né colpe népeccati, tutto consisteva nelraggiungimento dellasoddisfazione. Naturalmentecedeva quando vi era portata daesigenze di rappresentazione allospettacolo, valga l'esempio diClaudine en ménage, ma anche

Page 35: Colette-Claudine a Scuola

queste passioni minori o di puradipendenza non costituivano maiun ostacolo, erano dei pimenti,quei pimenti che la maliziosaClaudine del collegio conoscevagià, senza che nessuno glieliavesse raccomandati. Tuttol'album dei suoi amori, dei suoiincontri, dei suoi matrimoni ha unasse unico: è la lunga storia di uncuore tentato dal piacere. Potrebbedarsi - lo ripetiamo - che vi fossestata portata dalla convivenza conil marito Willy e quindi dalledelusioni sofferte, ciò non toglieche una volta affrancata esvincolata dai residui della moraleborghese si sia pacificata senzascosse eccessive, senzalacerazioni. E torniamo così alladoppia registrazione fra vita eletteratura, meglio a una perfettafusione fra il fare e il raccontare.

Page 36: Colette-Claudine a Scuola

Non sarebbe diventata cosìmaestra nell'arte delle allusionisottili se all'origine non ci fossestata questa naturalecombinazione. Per qualche aspettoColette non è che questaleggerissima trama di fatti e divoci, non è che l'eco magica delvissuto, del vissuto per intero esublimato. Colette non offende, lesue proteste sono sempre tenutesul filo di una confidenza, anchese a volte tradendo questo tipo diregistrazione non riesce a sottrarsidel tutto a un minimo dicompiacimento. Ma sonoeccezioni, normalmente i suoitesti non presentano di questesfasature, la sua pagina essendogeneralmente trasparente. Anchequando la materia può ferire, c'èsempre una luce di innocenza chela riscatta e la depura. Siamo ben

Page 37: Colette-Claudine a Scuola

lontani da tutta quella produzioneminore fra secolo e secolo cheriecheggiava una società assaipovera intellettualmente e cheColette - sempre sulla spinta diWilly - aveva frequentato. Làc'erano delle situazioni volute, quici sono dei fatti vissuti e senzadubbio scontati e pagati. Talchépotremmo sostenere che Coletteha portato via da un grossoregistro di "vita parigina" con ilfatuo, l'equivoco e il morboso.

Torniamo per concludere allanascita di Colette o, se sipreferisce, alla sua primaapparizione nelle vesti diClaudine. C'era tutto il necessarioper limitare la questione a uncaso, strettamente legato a unastagione e a un modo di vita.Colette ha fatto invece del suopersonaggio un cavallo di Troia;

Page 38: Colette-Claudine a Scuola

ha introdotto per vie traverse lasemplicità in un contesto devotoall'inganno e al giuoco delleillusioni. E' stato il tempo asancire questa verità. Se nellaserie delle Claudine ci fosse statoun fenomeno di obbedienza allamoda, oggi questi libri sarebberoilleggibili o avrebbero un benlimitato valore storico, nel caso giàipotizzato che qualcunointendesse darci un panorama diquella misera letteratura diintrattenimento. C'era invece unaben diversa intelligenza della vitae, dentro, una capacità didecifrazione e di interpretazionedei sentimenti autentici. Da unaparte la storia di una donna che sifa, dall'altra l'accumulazione disensazioni e di sentimenti cheavrebbero avuto una ben diversadurata. A noi oggi questi libri

Page 39: Colette-Claudine a Scuola

servono anche per capire il seguitodella storia di Colette, sono unantefatto, qualche volta enfaticoma sempre sincero e contenentegran parte dei motivi chesarebbero stati recuperati e risoltiin una prosa di grande qualità. C'èuna corrispondenza fra la prima el'ultima Colette, diciamo la Colettedegli ultimi anni della sua vita,quando dal suo ritiro parigino lebastano poche parole per rendereinimitabili certe atmosfere. Allafine le bastavano pochi suoni,poche luci per darci la sensazioneche il non detto fosse in grado disciogliere e compiere il detto.Anche qui non ci sono molti altriesempi di questa rara sapienzadella restituzione artistica,davvero Colette era riuscita aportare oltre il margine dellapagina tutto quanto rende sporca e

Page 40: Colette-Claudine a Scuola

inutile la vita. E' la Colette deltempo di guerra e dellepersecuzioni razziali, quandoscopre dentro di sé una facoltà direazione agli eventi comuni. E' iltempo della sua musica più purama è anche il bilancio di una vitaben spesa nell'ascoltare i moti piùsegreti della nostra anima: tuttaquesta luce limpida era, dunque, ilfrutto di un'attenzione che danaturale e istintiva si era fatta piùprofonda e più critica.

Non so quale impressionepossa fare questa Colette ai lettorigiovani, a chi non ha memoriadella gioia e della festa checomunicavano i suoi libri in untempo che sopportava ancora ilegami e gli impedimenti di molteconvenzioni. Non lo sappiamo eper noi la cosa resta difficile,tuttavia pensiamo che ci siano in

Page 41: Colette-Claudine a Scuola

questi quattro quadri della storiadi Claudine un accento moltopersuasivo di verità naturale e dispontaneità. Una volta liberato iltesto da quanto vi è statodepositato di un costume di vitaoggi del tutto desueto e spessoimperscrutabile, non c'è dubbioche il dato del risentimentodiretto, quello del gusto del viveree del piacere, una certa parte diribellione potranno mettere sullabuona strada il lettore abituato aben altri testi, sostenuti efortificati da un secolo disperimentazioni e di grandiscoperte letterarie. In tal sensol'unicità del discorso di Colettenon potrà non risultareall'attenzione di lettori lontani eper forza di cose ignoranti dellapiccola storia di quel tempo. Lagrazia del segno, la leggerezza del

Page 42: Colette-Claudine a Scuola

raccontare, il geloso senso dellanatura costituiranno le altre tappedel cammino verso Colette. Manon basta, in tutto questo c'è unariprova e cioè che uno scrittore,quando lo sia veramente, nasce atutti i costi, per qualunque stradasi sia incamminato. Ci sono dellenature che respingono per virtùnaturale le leggi e le imposizionidel tempo e della moda. Casocurioso, questo, di una giovanedonna che il marito intendevasfruttare come fabbricatrice ditesti pimentari, come "negro", e siè invece scoperta e rivelata comeuno dei grandi scrittori del secolo.Un po' come dire che alla fine lanatura, quando sia pazientementeascoltata, la vince sui calcoli esugli aggiustamenti stessi dellacritica.

Carlo Bo.

Page 43: Colette-Claudine a Scuola

Mi chiamo Claudine, abito a

Montigny; vi sono nata nel 1884;probabilmente non vi morirò.

Il mio Manuale di geografia deidipartimenti dice così:

"Montigny-en-Fresnois,grazioso paese di 1950 abitanti,costruito ad anfiteatro sullaThaize; vi si ammira una torresaracena ben conservata...". A menon dice niente questo genere didescrizioni!

Anzitutto la Thaize non c'è; sobenissimo che si ritiene cheattraversi dei prati al di sotto delpassaggio a livello, ma in nessunastagione vi trovereste tanta acquada lavare le zampe di un passero.Montigny costruita "adanfiteatro"? No, io non la vedocosì; secondo me, sono delle case

Page 44: Colette-Claudine a Scuola

che ruzzolano, dalla sommità dellacollina fin giù nella valle; èdisposta a gradinate al di sotto diun grande castello, ricostruitosotto Luigi XV e ormai più inrovina della torre saracena, bassa,tutta rivestita di edera, che in cimasi sbriciola un po' alla volta. E' unvillaggio e non un paese: le vie,grazie al cielo, non sono selciate;gli acquazzoni vi scorrono cometorrentelli, asciutti dopo due ore; èun villaggio, non troppo bello anzi,e che tuttavia io adoro.

Il fascino, la delizia di questopaese formato di colline e di vallicosì strette che alcune sembranoveri burroni, sono i boschi, iboschi fitti e invadenti, ches'increspano e ondeggiano sinlaggiù, sin dove arriva lo sguardo...Qua e là sono interrotti da prativerdi, anche da brevi spazi

Page 45: Colette-Claudine a Scuola

coltivati, non un gran che: imagnifici boschi divorano tutto.Cosicché questa bella regione èspaventosamente povera, con lesue poche fattorie sparse, nonnumerose, proprio quel tanto ditetti rossi che ci vuole per farspiccare il verde vellutato deiboschi.

Cari boschi! Io li conosco tutti;li ho percorsi così spesso. Vi è ilbosco ceduo, dagli arbusti che tiagguantano malvagiamente il visomentre passi; e sono pieni di sole,di fragole, di mughetti, e anche diserpi. Vi ho provato certi spaventida mozzare il fiato nel vedermistrisciare davanti ai piedi quegliorrendi piccoli corpi lisci e freddi;molte volte mi sono fermataansante, sentendo sotto la mano,vicino alla malvarosa, una bisciaquieta quieta, arrotolata proprio

Page 46: Colette-Claudine a Scuola

come una lumaca, con la testasopra, gli occhietti dorati che miguardavano; non era pericolosa,ma che spaventi! Pazienza, finiscosempre per ritornarci sola o conqualche compagna; meglio sola,perché queste signorinellem'irritano; hanno paura distracciarsi le vesti coi rovi, hannopaura delle bestiole, dei bruchipelosi e dei ragni delle brughiere,così belli, tondi e rosei come perle;gridano, si stancano...insopportabili insomma.

E poi ci sono i miei preferiti, iboschi di alberi che hanno sedici,vent'anni, e mi sanguina il cuoredi vederne tagliare uno.

Essi non sono pieni dimacchie: degli alberi comecolonne, sentieri stretti dove èquasi buio a mezzogiorno, dove lavoce e i passi risuonano in modo

Page 47: Colette-Claudine a Scuola

inquietante. Dio, come mipiacciono! Mi ci sento tanto sola,con gli occhi smarriti lontano fragli alberi, nella luce verde emisteriosa, deliziosamentetranquilla e un po' ansiosa altempo stesso, a causa dellasolitudine e della vaga oscurità...

Niente bestiole, in questigrandi boschi, né erba alta: unsuolo battuto, via via secco,sonoro o molle a causa dellesorgenti; lo traversano conigli daldorso bianco; timidi caprioli di cuisi fa appena in tempo a intuire ilpassaggio, tanto corrono veloci;grandi fagiani pesanti, rossi dorati;dei cinghiali (io non ne ho visti);lupi, ne ho sentito uno, alprincipio dell'inverno, mentreraccoglievo faggine, quelle carepiccole faggine oleose, cheraschiano la gola e fanno tossire.

Page 48: Colette-Claudine a Scuola

Talvolta, in quei grandi boschi, tisorprendono pioggetemporalesche; ci si rannicchiasotto una quercia più fronzutadelle altre, e, senza dir nulla, siascolta la pioggia che crepita lassùcome su un tetto, stando benriparati, per poi uscire da quelleprofondità abbagliati e confusi, adisagio in piena luce.

E le abetaie! Poco fitte, cosìcome poco misteriose; a mepiacciono per l'odore, per le ericherosa e viola che crescono sotto, eperché cantano al vento. Prima diarrivarci, si attraversano dei fittiboschi di alberi di alto fusto, e aun tratto si ha la deliziosasorpresa di sbucare sulla riva diuno stagno, uno stagno liscio eprofondo, circondato dai boschi daogni lato, così lontano da tutto!

Gli abeti crescono in mezzo, in

Page 49: Colette-Claudine a Scuola

una specie di isola; bisognapassare coraggiosamente a cavallodi un tronco sradicato che uniscele due rive. Sotto gli abeti siaccende il fuoco, persino d'estate,proprio perché è proibito; vi sicuoce qualsiasi cosa: una mela,una pera, una patata rubata in uncampo, del pane nero in mancanzad'altro; sa di fumo amaro e diresina: è pessimo, è squisito.

Ho vissuto in questi boschidieci anni di vagabondaggidisperati, di conquiste e discoperte; il giorno in cui dovròlasciarli ne avrò un grandispiacere.

Quando, due mesi fa, ho

compiuto quindici anni e mi sonoallungata le sottane sino allecaviglie, hanno demolito lavecchia scuola, e cambiato la

Page 50: Colette-Claudine a Scuola

direttrice. I miei polpaccirichiedevano le sottane lunghe,perché attiravano gli sguardi e midavano ormai l'aria di unasignorina; la vecchia scuola cadevain rovina; in quanto alla direttrice,la povera buona signora X'(quarantenne, brutta, ignorante,paziente e che perdeva sempre latesta davanti agli ispettori dellescuole elementari), il dottorDutertre, l'ispettore scolastico delmandamento, aveva bisogno delposto di lei per mettervi una suaprotetta. In questo paese quelloche vuole Dutertre, lo vuole ilministro.

Povera vecchia scuola inrovina, malsana, ma cosìdivertente! Ah, i begli edifici chestanno costruendo non ti farannodimenticare. (1)

Le camere del primo piano,

Page 51: Colette-Claudine a Scuola

quelle dei maestri, erano uggiose escomode; il pianterreno eraoccupato dalle nostre due classi,quella delle grandi e quella dellepiccole, due aule di una bruttezzae di una sporcizia incredibili, concerti banchi, come non ne ho maipiù rivisti, ridotti a metà dall'uso,e sui quali, logicamente, avremmodovuto diventar gobbe in capo asei mesi. L'odore di queste aule,dopo le tre ore di studio delmattino e del pomeriggio, era,letteralmente, da far vomitare.Non ho mai avuto compagne dellamia condizione, perché le rarefamiglie borghesi di Montigny, disolito, mandano i figli in collegionel capoluogo, di modo che lascuola non ha, come alunne, chefiglie di bottegai, di agricoltori, digendarmi e soprattutto di operai;tutte piuttosto sporche.

Page 52: Colette-Claudine a Scuola

Io mi ci trovo in questo stranoambiente, perché non vogliolasciare Montigny; se avessi unamamma, so benissimo che non mici lascerebbe ventiquattr'ore, mapapà non vede niente, lui, non sioccupa di me, completamenteoccupato nei suoi lavori, e nonpensa che potrei essere educatapiù decentemente in un collegio dimonache o in un liceo qualsiasi.Non c'è pericolo che io gli apra gliocchi!

Come compagne, dunque, hoavuto, ho ancora Claire (ne omettoil cognome), che ha fatto con mela prima comunione, unaragazzetta tranquilla, con dei begliocchi appassionati e una piccolaanima romantica, che ha passatotutta la sua vita scolastica ainnamorarsi ogni otto giorni (oh,platonicamente) di un nuovo

Page 53: Colette-Claudine a Scuola

ragazzo, e che, anche adesso, nonchiede che d'incapricciarsi delprimo imbecille, maestro oaddetto alla manutenzionestradale, in vena di dichiarazioni"poetiche".

Poi Anaïs, la lunga (cheriuscirà senza dubbio a varcare leporte della scuola di Fontenay-aux-Roses, grazie a una memoriaprodigiosa che le fa le veci di unavera intelligenza), fredda, viziosa,e così imperturbabile che nonarrossisce mai, quella fortunatacreatura! Ha una vera arte dellacomicità, e spesso mi fa star malea forza di ridere. Ha i capelli néscuri né biondi, la pelle gialla,nessun colorito alle guance, gliocchietti neri, ed è lunga comeuna pertica. Insomma un tipo noncomune; bugiarda, disonesta,adulatrice, traditrice, saprà

Page 54: Colette-Claudine a Scuola

cavarsela nella vita, Anaïs, lalunga. A tredici anni scriveva edava appuntamenti a unosbarbatello della sua età; vennerisaputo e ne risultarono dellestorie che agitarono tutti iragazzini della scuola, tranne lei.

E poi le Jaubert, due sorelle,due gemelle anzi, brave scolare;oh, brave scolare, lo credo bene, lescorticherei volentieri, tanto miirritano con la loro serietà, la bellacalligrafia ordinata, e la stupidasomiglianza: facce molli e scure,gli occhi da pecora pieni di unadolcezza piagnucolosa. Studianosempre, non fanno che prenderebuoni voti, sono per bene esornione, hanno il fiato che sa dicolla forte, puh!

E Marie Belhomme,sciocchina, ma così allegra! Aquindici anni, col cervello e il

Page 55: Colette-Claudine a Scuola

giudizio di una bambina di otto unpo' indietro per la sua età,abbonda di ingenuità enormi, chedisarmano la nostra cattiveria, e levogliamo molto bene; e io dicosempre molte cose terribilidavanti a lei, perché se nescandalizza sinceramente,dapprima, per riderne di tuttocuore subito dopo, levando al cielole lunghe mani strette, "le suemani da levatrice" dice Anaïs, lalunga.

Bruna e scura di carnagione,con occhi neri, lunghi e umidi,Marie assomiglia, col naso privo dimalizia, a una graziosa timidalepre.

Quest'anno loro quattro e ioformiamo la pleiade invidiata;ormai superiori alle "grandi",aspiriamo al diploma.

Le altre, ai nostri occhi, sono la

Page 56: Colette-Claudine a Scuola

feccia, sono la vile plebaglia!Presenterò via via qualche altra

compagna nel proseguimento diquesto diario, poiché è proprio undiario, o quasi, quello che sto perincominciare...

La signora X', che ha ricevutol'annuncio del suo trasferimento,ne ha pianto, povera donna, tuttauna giornata - e anche noi - il chemi ispira una profonda avversionecontro quella che la sostituirà.Nello stesso momento in cuicompaiono nel cortile diricreazione gli operai chedemoliscono la vecchia scuola,arriva la nuova direttrice, lasignorina Sergent, accompagnatadalla madre, un donnone con lacuffia, che serve la figlia el'ammira, e che mi sembra unacontadina furba, che sa il fattosuo, ma in fondo non cattiva. In

Page 57: Colette-Claudine a Scuola

quanto alla signorina Sergent, misembra tutt'altro che buona, e mela vedo brutta con questa rossa,ben fatta, con la vita e i fianchitondeggianti, ma di una bruttezzaindiscutibile, col viso gonfio esempre acceso, il naso un po'camuso, fra due occhietti neri,infossati e sospettosi. Occupa,nella vecchia scuola, una stanzache non è necessario demoliresubito, e così pure la sua aiutante,la bella Aimée Lanthenay che mipiace tanto quanto mi dispiace ladirettrice. Contro la signorinaSergent, l'intrusa, mantengo inquesti giorni un atteggiamentoselvatico e ribelle; essa ha giàtentato di addomesticarmi, ma ioho resistito in un modo quasiinsolente. Dopo qualche vivacescaramuccia, devo ben riconoscerein lei un'insegnante davvero

Page 58: Colette-Claudine a Scuola

impareggiabile, precisa, spessobrusca, dotata di una volontà chesarebbe mirabilmente lucida setalvolta non l'accecasse la collera.Con un maggior dominio su sestessa, questa donna sarebbeammirevole; ma provate aresisterle: gli occhi mandanofiamme, i capelli rossi si bagnanodi sudore... ieri l'altro l'ho vistauscire per non gettarmi contro uncalamaio.

Durante la ricreazione,siccome il freddo umido di questobrutto autunno non mi invitamolto a giocare, chiacchiero con lasignorina Aimée. La nostraintimità fa rapidi progressi. E' perindole una gatta carezzevole,delicata e freddolosa,incredibilmente leziosa; mi piaceguardare il suo musetto roseo dibiondina, gli occhi dorati dalle

Page 59: Colette-Claudine a Scuola

ciglia all'insù. Quei begli occhi chenon domandano se non disorridere! Fanno voltare igiovanotti, quando esce. Spesso,mentre chiacchieriamo sullasoglia della classe inferiore, lasignorina Sergent passa frettolosadavanti a noi per ritornare incamera sua, senza dire nulla,fissando su noi quegli sguardigelosi e indagatori.

La mia nuova amica e iosentiamo, nel suo silenzio, che èfurente di vedere che "cel'intendiamo" così bene.

Questa piccola Aimée - hadiciannove anni e mi arrivaall'orecchio - chiacchiera da quellascolaretta che era ancora tre mesifa, con un bisogno di tenerezza, digesti di abbandono che micommuove. Gesti di abbandono!Essa li frena per una paura

Page 60: Colette-Claudine a Scuola

istintiva della signorina Sergent,tenendo le manine fredde, strettesotto il bavero di pelliccia finta(quella poverina è senza soldicome migliaia di colleghe). Perfarmela amica, divento buonabuona, senza fatica, e la interrogo,già soddisfatta di poterla guardare.Lei parla, graziosa nonostante, o acausa, del musetto irregolare. Segli zigomi sono un po' tropposporgenti, se sotto il naso corto labocca un po' gonfia fa un buffoangolino a sinistra quando ride, incompenso che meravigliosi occhidel colore dell'oro giallo, e checarnagione, una di quellecarnagioni delicate all'occhio, cosìresistenti che il freddo non leillividisce neppure! Parla, parla... eche suo padre è uno scalpellino, eche sua madre la picchiava spesso,e sua sorella e i suoi tre fratelli, e

Page 61: Colette-Claudine a Scuola

la dura scuola normale delcapoluogo dove l'acqua gelavanelle brocche, dove cascavasempre dal sonno perché ci si alzaalle cinque (fortunatamentel'insegnante d'inglese era moltogentile con lei) e le vacanze infamiglia, dove la obbligavano ariprendere le faccendedomestiche, dicendole che avrebbefatto meglio a preparare la zuppache a fare la signorina, tutto ciòsfila nel suo chiacchierìo, tuttaquesta giovinezza di miseria,sopportata con impazienza, e chelei ricorda con terrore.

Piccola signorina Lanthenay, ilvostro corpo flessuoso cerca erichiede un benesseresconosciuto; se non foste maestraa Montigny, sareste forse... Nonvoglio dire che cosa. Ma come mipiace ascoltare e vedere voi, che

Page 62: Colette-Claudine a Scuola

avete quattro anni più di me e dicui mi sento, a ogni istante, lasorella maggiore!

Un giorno la mia nuova

confidente mi dice che saabbastanza l'inglese, e ciò misuggerisce un progettosemplicemente meraviglioso.Domando a papà (dato che fa leveci della mamma) se non siadisposto a farmi dare delle lezionidi grammatica inglese dallasignorina Aimée Lanthenay. Papàtrova geniale quest'idea, come lamaggior parte delle mie idee, e,"per concludere l'affare", come eglidice, mi accompagna dallasignorina Sergent. Essa ci ricevecon una gentilezza impassibile, e,mentre papà le espone il suoprogetto, sembra approvarlo; maio sento una vaga inquietudine,

Page 63: Colette-Claudine a Scuola

pur non vedendone gli occhimentre parla. (Mi sono subitoaccorta che i suoi occhi rivelanosempre il suo pensiero, senza cheessa riesca a dissimularlo, e sonoansiosa nel constatare che li tieneostinatamente abbassati.) Vienechiamata la signorina Lanthenayche scende frettolosa, arrossendoe ripetendo: "Sì, signore" e"Certamente, signore", senzasapere bene quello che dice,mentre io la guardo felicissimadella mia astuzia, rallegrandomi alpensiero che d'ora in poi starò conlei più intimamente che non sullasoglia della classe delle piccine.Prezzo delle lezioni: quindicifranchi al mese, due allasettimana: per questa poverapiccola maestrina, che guadagnasettantacinque franchi al mese econ questi deve pagarsi la

Page 64: Colette-Claudine a Scuola

pensione, è una manna insperata.Credo pure che le faccia piacerestare più spesso con me. Durantequesta visita non scambio con leiche due o tre frasi.

Primo giorno di lezione.

L'aspetto dopo la scuola mentre leiriunisce i libri di inglese; e via,verso casa. Ho preparato unangolino comodo per noi due nellabiblioteca di papà, una gran tavola,quaderni e penne, con una bellalampada che illumina soltanto latavola. La signorina, moltoimbarazzata (perché?), arrossisce,tossicchia.

"Suvvia, Claudine, immaginoche lei saprà l'alfabeto."

"Certamente, signorina, soanche un po' di grammaticainglese, potrei benissimo farequesta traduzione... si sta bene

Page 65: Colette-Claudine a Scuola

qui, non è vero?""Sì, benissimo."Abbassando un po' la voce per

assumere il tono delle nostrechiacchierate, le domando:

"La signorina Sergent non le hapiù parlato di queste nostrelezioni?".

"Oh, non me ne ha quasiparlato. Mi ha detto che era unafortuna per me, che con lei nonavrei fatto fatica, se soltantoavesse voluto studiare un po', chelei impara con grande facilitàquando vuole."

"Soltanto questo? Non è molto.Immaginava che me lo avrebberiferito."

"Suvvia, Claudine, noi nonstiamo studiando. In inglese c'è unsolo articolo..." Eccetera, eccetera.

Dopo dieci minuti di seriostudio dell'inglese, interrogo

Page 66: Colette-Claudine a Scuola

ancora:"Non ha osservato che non

aveva l'aria soddisfatta quandosono venuta con papà per chiederedi prendere lezioni da lei?".

"No... sì... Forse, ma nonabbiamo quasi parlato quellasera."

"Si levi dunque la giacca, siscoppia sempre nello studio dipapà.

Ah, com'è sottile lei, sipotrebbe spezzarla! I suoi occhisono molto belli alla luce."

Lo dico perché lo penso, e godonel farle dei complimenti più diquanto godrei se ne facessero ame. Le domando:

"Dorme sempre nella stessacamera con la signorina Sergent?".

(Quella promiscuità mi sembraodiosa, ma come fare altrimenti?

Tutte le altre camere sono già

Page 67: Colette-Claudine a Scuola

sgomberate, e cominciano a levareil tetto. Quella poveretta sospira:)

"E' necessario, ma è moltonoioso! La sera, alle nove, vadosubito a letto, presto presto, e leiviene a coricarsi dopo, ma lostesso è spiacevole, quando ci sitrova a disagio insieme".

"Oh, mi dispiace enormementeper lei! Come deve essere noioso,al mattino, vestirsi davanti aquella donna! Mi sarebbe odiosomostrarmi in camicia a gente chenon mi va!"

La signorina Lanthenay

sobbalza, tirando fuori l'orologio:"Ma insomma, Claudine, non

facciamo niente! Studiamo,dunque!".

"Sì... Lei sa che devono venirealtri maestri?"

"Lo so: due. Arrivano domani."

Page 68: Colette-Claudine a Scuola

"Sarà divertente! Dueinnamorati per lei!"

"Oh, ma stia zitta. Prima ditutto erano così cretini tutti quelliche ho visto che non mi tentavanomolto; so già i nomi di questi qui,nomi ridicoli: Antonin Rabastense Armand Duplessis."

"Scommetto che questiimbecilli verranno molte volte algiorno nel nostro cortile, con lascusa che l'ingresso della scuolamaschile è ingombro di macerie..."

"Claudine, senta, è vergognoso,non abbiamo fatto niente, oggi."

"Oh, è sempre così il primogiorno. Studieremo molto megliovenerdì prossimo, ci vuole beneun po' di tempo per ingranare."

Nonostante questo validoragionamento la signorinaLanthenay, impressionata dallasua stessa pigrizia, mi fa studiare

Page 69: Colette-Claudine a Scuola

seriamente fino alla fine dell'ora;dopo di che la riaccompagno sinoin fondo alla via. E' buio, gela, mifa pena vedere quella piccolaombra sottile, che se ne va conquesto freddo e questa oscuritàper tornare dalla rossa dagli occhigelosi.

Questa settimana abbiamo

vissuto momenti di vera gioia,perché ci hanno incaricato, noigrandi, di sgomberare la soffitta eportar giù i libri e i vecchi oggettiche la riempivano. Abbiamodovuto fare in fretta; i muratoriaspettavano per demolire il primopiano. Furono corse folli nellesoffitte e per le scale; col rischio diessere castigate, ciavventuravamo, Anaïs la lunga eio, fin sulla scala che conduce allestanze dei maestri, con la speranza

Page 70: Colette-Claudine a Scuola

di intravedere finalmente i duenuovi insegnanti, che dal loroarrivo erano rimasti invisibili...

Ieri, davanti a una stanzasocchiusa, Anaïs mi spinge, ioperdo l'equilibrio e apro la portacon la testa. Allora scoppiamo aridere e restiamo piantate sullasoglia della camera, proprio unacamera da maestro, vuota, perfortuna, del suo inquilino.Facciamo una rapida ispezione.Alle pareti e sul caminetto, grandicromolitografie con cornicicomuni: un'italiana conun'abbondante capigliatura, i dentiabbaglianti, la bocca che è un terzodegli occhi; di riscontro, unabionda estatica che si stringe uncagnolino contro il corpetto dainastri blu. Sopra il letto di AntoninRabastens (ha fissato il bigliettosulla porta con quattro puntine),

Page 71: Colette-Claudine a Scuola

vi sono bandierine incrociaterusse e francesi. Che cos'altro? Untavolo con un catino, due sedie,delle farfalle infilate su tappi disughero, romanze sparse sulcaminetto, e nient'altro.Guardiamo tutto ciò senza dirnulla, e tutto a un trattoscappiamo correndo verso lasoffitta, sopraffatte dalla terribilepaura che quel tale Antonin (non èpermesso di chiamarsi Antonin!)venga su per le scale; il nostroscalpiccìo, su quei gradini proibiti,è così rumoroso che si apre unaporta a pianterreno, la porta dellaclasse maschile, e si affacciaqualcuno, domandando con unbuffo accento marsigliese: "Mache cosa c'è, dunque? E' mezz'orache sento dei cavalli per le scale!".

Facciamo ancora in tempo aintravedere un ragazzone bruno

Page 72: Colette-Claudine a Scuola

dalle guance grosse... Lassù, alsicuro, la mia complice mi dice,sbuffando: "Eh, se sapesse cheveniamo dalla sua stanza!".

"Sì, non si consolerebbe di averfatto cilecca."

"Fatto cilecca!" continua Anaïscon una serietà glaciale. "Ha l'ariadi un ragazzo robusto che nondeve mai far cilecca."

"Va' là, sporcacciona!"E continuiamo lo sgombero

della soffitta; è un piacererovistare in questo ammasso dilibri e di giornali da portar via, cheappartengono alla signorinaSergent. Naturalmente sfogliamotutto il mucchio prima di portarligiù e posso constatare che vi èl'Afrodite di Pierre Louys X, conmolti numeri del JournalAmusant. Ce la godiamo, Anaïs eio, messe di buonumore da un

Page 73: Colette-Claudine a Scuola

disegno di Gerbault, Rumori dicorridoio: alcuni signori inmarsina intenti a fare il solletico acerte graziose ballerine dell'Opéra,in maglia e sottanina corta, chegesticolano e strillano. Le altrescolare sono scese giù; è buio insoffitta, e indugiamo a guardaredelle figure che ci fanno ridere,certune di Albert Guillaume, cosìspinte!

A un tratto facciamo un balzo,perché qualcuno apre la porta,domandando con tono acido: "Eh,si può sapere chi fa questo chiassoinfernale per le scale?". Noi cialziamo, serie, con le bracciacariche di libri e diciamo con tonoposato: "Buongiorno, signore",frenando una voglia matta diridere. E' quello di poco fa, ilgrosso maestro dal volto gioviale.Allora, siccome siamo ragazze

Page 74: Colette-Claudine a Scuola

grandi che dimostranocomodamente sedici anni, egli siscusa e se ne va dicendo:

"Scusino tanto, signorine". Edietro alle sue spalle noi balliamosilenziosamente, facendoglismorfie diaboliche. Scendiamo inritardo; ci sgridano; la signorinaSergent mi domanda: "Ma checosa mai facevate lassù?"."Signorina, stavamoammucchiando dei libri perportarli giù." E poso davanti a lei,in modo visibile, la pila dei libricon l'audace Afrodite e i numeridel Journal Amusant, piegatisopra, con la figura in vista. Linota subito; le guance rosse lediventano più rosse, mariprendendosi presto, spiega: "Ah,sono i libri del direttore, questiche avete portato giù; tutto è cosìconfuso in quella soffitta comune;

Page 75: Colette-Claudine a Scuola

glieli restituirò". E la ramanzina siferma a questo punto; non vi ènessun castigo per noi due.

Uscendo, do una gomitata adAnaïs i cui occhietti sonosemichiusi dalle risa: "Eh, habuone spalle il direttore".

"Te lo immagini, Claudine,quante porcherie devecollezionare quel poveroinnocentino! Quasi quasi crederàancora che i bambini nascanosotto i cavoli."

Perché il direttore è un vedovotriste, scialbo; ci si accorge appenache esiste, non lascia la sua aulase non per rinchiudersi in camera.

Il venerdì seguente, durante la

seconda lezione d'inglese,domando alla signorina AiméeLanthenay:

"I maestri le fanno già la

Page 76: Colette-Claudine a Scuola

corte?"."Oh, appunto, Claudine, sono

venuti ieri a farci la "visita diconvenienza". Quel buon diavoloche fa il bello è AntoninRabastens."

"Detto "la perla dellaCanebière"; (2) e l'altro com'è?"

"Magro, bello, interessante difaccia, si chiama ArmandDuplessis."

"Sarebbe un peccato nonsoprannominarlo "Richelieu". (3)"

Ride:"Un nome che avrà fortuna fra

gli scolari, birbona di unaClaudine.

Ma che selvatico! Non dice chesì e no".

La mia insegnante d'inglese mi

sembra deliziosa questa sera, sottola lampada della biblioteca; gli

Page 77: Colette-Claudine a Scuola

occhi felini sprizzano scintilled'oro, maliziosi, teneri, e io liammiro, pur accorgendomi chenon sono né buoni, né franchi, nésicuri. Ma brillano con talesplendore nel suo viso fresco; esembra che stia tanto bene inquesta stanza calda e silenziosa,che mi sento già pronta a volerletanto e tanto bene con tutto il miocuore irragionevole. Sì, sobenissimo, da molto tempo, cheho un cuore irragionevole, ma ilfatto di saperlo non mi frenaaffatto.

"E lei, la rossa, non le diceniente in questi giorni?"

"No, è persino abbastanzagentile, non credo che sia tantoseccata come lei suppone, nelvedere che andiamo d'accordo."

"Macché! Non le vede gliocchi? Sono meno belli dei suoi, e

Page 78: Colette-Claudine a Scuola

più cattivi... Bella piccolasignorina, com'è graziosa, lei!..."

Arrossisce vivamente, e mi dicesenz'esserne però affatto convinta:

"Lei è un po' pazza, Claudine,comincio a crederlo, me lo hannotanto ripetuto!".

"Sì, so benissimo che le altre lodicono, ma che cosa importa?Sono contenta di stare con lei; miparli dei suoi innamorati."

"Non ne ho. Lo sa? Credo chevedremo spesso i due nuovimaestri:

Rabastens mi sembra molto"mondano", e trascina con sé ilcollega Duplessis. Sa checertamente farò venire qui, comeconvittrice, la mia sorellina?"

"Sua sorella? Me ne infischio.Quanti anni ha?"

"La sua età, qualche mese dimeno, quindici anni in questi

Page 79: Colette-Claudine a Scuola

giorni.""E' carina?""Non bella, vedrà: un po'

timida e selvatica.""Basta parlare di sua sorella!

Senta un po', ho visto Rabastensin soffitta, è venuto su apposta. Haun forte accento marsigliese quelgrassone di Antonin!..."

"Sì, ma non è poi tanto brutto...Suvvia, Claudine, studiamo,dunque, non si vergogna? Leggaqui e traduca."

Ha un bell'indignarsi: lo studionon va avanti.

L'abbraccio salutandola. L'indomani, durante la

ricreazione, Anaïs stava ballandodavanti a me, per instupidirmi,una danza forsennata, purconservando la solita espressionechiusa e fredda, quand'ecco che

Page 80: Colette-Claudine a Scuola

Rabastens e Duplessis compaionoalla porta del cortile.

Siccome ci siamo noi - MarieBelhomme, Anaïs la lunga e io -salutano, e noi rispondiamo confredda cortesia. Entrano nellagrande aula dove le signorinestanno correggendo i quaderni, enoi li vediamo ridere echiacchierare insieme. Allorascopro di avere la necessitàurgente e improvvisa di prendereil cappuccio, che è rimasto sul miobanco, e mi precipito nell'aula,spingendo la porta, come se nonavessi assolutamente pensato checi potessero essere quei signori;poi mi fermo sulla soglia, fingendodi essere confusa. La signorinaSergent rallenta la mia corsa,dicendo: "Sia più calma, Claudine"in un tono da far gelare, e io miritiro con passi felpati; ma ho

Page 81: Colette-Claudine a Scuola

avuto il tempo di vedere che lasignorina Aimée Lanthenay ridechiacchierando con Duplessis e fadelle smancerie per lui. Aspetta,bel tenebroso, domani o dopo, cisarà una canzonetta su di te, oqualche facile freddura, o deinomignoli, così imparerai asedurre la signorina Aimée. Ma...ebbene, che c'è? Mi richiamano?Che fortuna!

Rientro, con aria docile:"Claudine," spiega la signorina

Sergent "venga qui a leggerequesto pezzo a prima vista; ilsignor Rabastens conosce lamusica, ma non quanto lei".

Com'è gentile! Che voltafaccia!"Questo pezzo" è un'aria delloChalet, tanto noiosa da farpiangere. Non c'è nulla che misoffochi la voce come cantaredavanti a persone che non

Page 82: Colette-Claudine a Scuola

conosco; quindi leggo a puntino,ma con una voce ridicolmentetremolante che, grazie a Dio, sirafforza alla fine del pezzo.

"Oh, signorina, mi permetta difarle i miei rallegramenti, lei ètanto brava!"

Protesto tirandogli la lingua (incuor mio), la lingua, direbbe lui. Eme ne vado a raggiungere le oltre(è contagioso) che mi accolgonoacidamente.

"Cara mia!" dice Anaïs la lunga,con voce stridula. "Si può ben direche ti sei comprata le loro grazie!Devi aver prodotto un effettofolgorante su quei signori, e livedremo spesso da queste parti."

Le Jaubert sogghignano sottosotto, piene di invidia.

"Ma lasciatemi in pace, non èproprio il caso di vantarsi perchého letto un pezzo. Rabastens è un

Page 83: Colette-Claudine a Scuola

meridionale, più che meridionale,ed è una razza che odio; in quantoa Richelieu, se verrà spesso, soben io chi lo attirerà."

"Chi dunque?""La signorina Aimée, to'! La

mangia con gli occhi.""Dimmi un po'," sussurra

Anaïs "di lui non sarai gelosa,allora lo sarai di lei..."

(Che diavolo quell'Anaïs! Vedetutto, e quello che non vede, se loinventa!)

I due maestri rientrano nelcortile, Antonin Rabastensespansivo e cordiale, l'altrointimidito, quasi selvatico. E'tempo che se ne vadano, sta persuonare l'ora di riprendere lelezioni e i loro monelli fanno tantochiasso, nel cortile vicino, come seli avessero tuffati tutti insieme inuna caldaia di acqua bollente.

Page 84: Colette-Claudine a Scuola

Suonano per chiamarci, e io dicoad Anaïs:

"Senti un po', è molto tempoche non è venuto l'ispettorescolastico del mandamento; mistupirebbe molto se non lovedessimo questa settimana".

"E' arrivato ieri, verràcertamente a ficcare un po' il nasoda queste parti."

Dutertre, l'ispettore scolasticodel mandamento, è inoltre medicodei bimbi dell'ospizio, che per lopiù frequentano la scuola; questoduplice titolo lo autorizza a venirea visitarci, e Dio sa se neapprofitta! Certuni affermano chela signorina Sergent sia la suaamante, io non ne so nulla. Cheegli le dava del denaro, questo sì,lo scommetterei: le campagneelettorali costano care, e Dutertre,quello squattrinato, si ostina con

Page 85: Colette-Claudine a Scuola

insuccesso persistente a volersostituire quel vecchio cretinomuto ma milionario cherappresenta alla Camera glielettori della regione di Fresnois.Che questa rossa ardente siainnamorata di lui, ne sono sicura!Freme d'ira gelosa quando lo vedestrofinarsi addosso a noi controppa insistenza.

Perché, lo ripeto, egli ci onorafrequentemente delle sue visite, sisiede sui banchi, si comportamale, si trattiene accanto alle piùgrandi, soprattutto a me, legge inostri compiti, ci ficca i baffi nelleorecchie, ci accarezza il collo e dàdel tu a tutte (ci ha viste tantopiccine), facendo splendere i dentidi lupo e gli occhi neri. A noisembra molto gentile; ma io soche è una tale canaglia, chedavanti a lui non provo alcuna

Page 86: Colette-Claudine a Scuola

timidezza, cosa che scandalizza lecompagne.

E' il giorno della lezione di

lavoro, si agucchia pigramente,chiacchierando con voceinafferrabile. Bene, ecco checominciano a cadere i fiocchi dineve. Che fortuna! Faremo gliscivoloni, con molti capitomboli, eci tireremo le palle di neve. Lasignorina Sergent ci guarda senzavederci, con la mente rivoltaaltrove.

Toc! Toc! battono ai vetri.Attraverso le piume svolazzantidella neve, si scorge il dottorDutertre che bussa seminascostoin una pelliccia e in un berretto dipelo; è un bel giovanotto sottoquelle pelli, con gli occhi lucenti ei denti sempre in vista. Il primobanco (io, Marie Belhomme e

Page 87: Colette-Claudine a Scuola

Anaïs la lunga) si agita; mi ravvio icapelli sulle tempie, Anaïs simorde le labbra per farle diventarerosse e Marie si stringe un po' piùla cintura; le sorelle Jaubertcongiungono le mani come dueimmagini della prima comunione:"Io sono il tempio dello SpiritoSanto".

La signorina Sergent ha fattoun salto così brusco che harovesciato la sedia e il panchettoper correre ad aprire la porta; allavista di tanta emozione mi sbellicodalle risa, e Anaïs approfitta diquesta agitazione per pizzicarmi,per farmi smorfie diaboliche,sgranocchiando carboncino egomma (per quanto le siproibiscano questi strani cibi,tutto il giorno ha le tasche e labocca piene del legno delle matite,di gomma nera e schifosa, di

Page 88: Colette-Claudine a Scuola

carboncino e di carta assorbenterosa. Il gesso, la grafite, tuttaquesta robaccia le gonfia lostomaco in modo bizzarro; senzadubbio è questa razza di cibi che lefa venire quella cera del color dellegno e dello stucco grigiastro. Io,almeno, non mangio che la cartada sigarette, e solo di una certamarca. Ma Anaïs la lunga rovina ilcomune che ci passa gli oggetti dicancelleria, chiedendo nuovi"rifornimenti" ogni settimana;così che, all'inizio dell'annoscolastico, il consiglio municipaleha fatto un reclamo).

Dutertre scuote la pellicciaincipriata di neve (sembra il suopelame); la signorina Sergent siillumina di una tale gioia nelvederlo che non pensa neppure adaccertarsi se la sorveglio; eglischerza con lei, il suo accento

Page 89: Colette-Claudine a Scuola

montanaro sonoro e sveltoriscalda l'aula. Mi guardo leunghie e metto in evidenza icapelli, perché il visitatore guardasoprattutto dalla nostra parte.Sfido! Siamo ragazzone di quindicianni, e se il mio viso dimostrameno della mia età, il corpo è dadiciottenne. E anche i miei capellimeritano di essere messi inmostra, perché formano unamassa irrequieta di riccioli checambiano di colore secondo iltempo, fra il castano scuro e l'orocupo, e fanno un contrasto nonsgradevole con i miei occhi bruno-caffè; ricci come sono, miscendono quasi sino alle reni; nonho mai portato le trecce, né horaccolto i capelli in un nodo:questo mi fa venire l'emicrania, ele trecce non mi incorniciano beneil viso; quando giochiamo a

Page 90: Colette-Claudine a Scuola

rincorrerci, raccolgo la massa deicapelli, che farebbe di me unapreda troppo facile, e li annodo acoda di cavallo. E poi, insomma,non è più bello così?

La signorina Sergentinterrompe finalmente il suodialogo estatico con l'ispettore edesclama: "Signorine, vi comportatemolto male".

Per confermare questaopinione, Anaïs ritiene utile dilasciarsi sfuggire il borbottìo dellerisate trattenute, senza muovereun muscolo del volto, e lasignorina rivolge a me unosguardo di collera che promette uncastigo.

Finalmente il dottor Dutertrealza la voce, e sentiamo che cidomanda: "Studiate molto? Statebene?".

"Stanno benissimo," risponde

Page 91: Colette-Claudine a Scuola

la signorina Sergent "ma studianopochino. Quelle ragazze grandisono così pigre!"

Appena abbiamo visto il beldottore voltarsi verso di noi, cisiamo chinate sui quaderni, conaria diligente, assorta, come sedimenticassimo la sua presenza.

"Ah, ah!" fa lui, avvicinandosiai nostri banchi. "Non studiatemolto? Che idee vi frullano intesta? La signorina Claudine non èpiù la prima in componimento?"

I componimenti mi fannoorrore! Tutti argomenti stupidi eodiosi:

"Immaginate i pensieri e leazioni di una giovinetta cieca"(perché non sordomuta pergiunta?), o anche: "Scrivete,facendo il vostro ritratto fisico emorale, a un fratello che nonvedete da dieci anni" (mi manca la

Page 92: Colette-Claudine a Scuola

corda del sentimento fraterno,sono figlia unica). Non si sapràmai quali sforzi debbo fare pertrattenermi dallo scrivere frottolee consigli sovversivi! Macché, lemie compagne - eccetto Anaïs - sela cavano così male, tutte, che,mio malgrado, sono "la scolaraesimia in componimento".

Dutertre è arrivato al puntodove si augurava di giungere, e ioalzo il capo, mentre la signorinaSergent gli risponde:

"Claudine? Oh, sì! Ma non èmerito suo, ha disposizione e nonfa fatica".

E' seduto sul banco, con unagamba penzoloni, e mi dà del tuper non perderne l'abitudine:

"Dunque, sei pigra?"."Sfido, è il mio unico piacere a

questo mondo.""Ma scherzi! Tu preferisci

Page 93: Colette-Claudine a Scuola

leggere, eh? Che cosa leggi? Tuttoquello che ti capita? Tutta labiblioteca di tuo padre?"

"Nossignore, non i libri che miannoiano."

"Ti fai una bella istruzione,scommetto! Dammi il tuoquaderno."

Per leggere più comodamente,mi appoggia una mano sulla spallae arrotola un ricciolo dei mieicapelli. Anaïs la lunga diventa piùgialla di quanto sarebbe logico;non le hanno chiesto il quaderno,a lei! Questa preferenza mi varràqualche colpo di spillo vibratosotto sotto, subdole denunce allasignorina Sergent, e lo spionaggiodelle mie chiacchierate con lasignorina Lanthenay. Sta accantoalla porta della classe delle piccole,la graziosa Aimée, e mi sorridecosì teneramente, con gli occhi

Page 94: Colette-Claudine a Scuola

dorati, che quasi mi consolo dinon avere potuto chiacchierarecon lei, né oggi né ieri, se nondavanti alle compagne. Dutertreposa il quaderno e mi carezza lespalle con aria distratta. Nonpensa affatto a quello che stafacendo, evidentemente, e-vi-dente-men-te...

"Quanti anni hai?""Quindici.""Che ragazzina strana! Se non

avessi quell'aria da pazzerella,potresti dimostrarne di più, lo sai?Ti presenterai per la licenza ilprossimo ottobre?"

"Sissignore, per far piacere apapà."

"A tuo padre? Che cosa vuoiche gliene importi! Ma dunque ate non fa una grandeimpressione?"

"Sì, mi diverte vedere tutta

Page 95: Colette-Claudine a Scuola

quella gente che ci interroga; e poise in quel periodo vi sarà qualcheconcerto nel capoluogo, saràpiacevole."

"Non andrai alla scuolanormale?"

Faccio un balzo:"Ah no, perbacco!"."Perché questo scatto,

ragazzina esuberante?""Non voglio andarci, come non

ho voluto andare in collegio,perché vi si sta rinchiusi."

"Oh, oh, ci tieni tanto allalibertà? Tuo marito non faràquello che vorrà, diamine! Fammivedere quella faccia. Ti senti bene?Un po' d'anemia, forse?"

Quel buon dottore mi voltaverso la finestra, cingendomi lavita col braccio, e affonda i suoiocchi di lupo nei miei, chediventano candidi e privi di

Page 96: Colette-Claudine a Scuola

mistero. I miei occhi sono semprecerchiati ed egli mi domanda se hopalpitazioni o l'affanno.

"No, niente affatto."Abbasso le palpebre perché

sento che arrossiscostupidamente. Mi guarda troppo,per giunta! E indovino che lasignorina Sergent, dietro di noi, siirrita.

"Dormi tutta la notte?"Sono furente perché arrossisco

ancor più rispondendo:"Ma sì, dottore, tutta la notte".Non insiste e si alza,

smettendo di stringermi la vita."Via! In fondo sei robusta."Una carezzina sulla guancia,

poi passa ad Anaïs la lunga, che siconsuma di rabbia nel banco.

"Fammi vedere il tuoquaderno."

Mentre lo sfoglia, piuttosto in

Page 97: Colette-Claudine a Scuola

fretta, la signorina Sergent folgoraa voce bassa la prima sezione(ragazzine dai dodici ai quattordicianni che cominciano già astringersi la cintura e a tirarsi su icapelli, perché la prima sezione haapprofittato della disattenzionedella direttrice per abbandonarsi aun baccano indiavolato; si sentonocolpi di riga sulle mani, unchiocciolìo di monelle che siprendono a pizzicotti; certamentesi faranno affibbiare unasospensione generale!

Anaïs scoppia di gioia vedendoil quaderno in mani tanto auguste,ma Dutertre, indubbiamente, latrova poco degna di attenzione epassa avanti dopo qualchecomplimento e un pizzicottosull'orecchia. Si sofferma qualcheminuto accanto a MarieBelhomme, la cui freschezza

Page 98: Colette-Claudine a Scuola

bruna e morbida gli piace, masubito, persa la testa per latimidezza, lei abbassa il capo comeun ariete, risponde sì per no, echiama Dutertre "signorina". Inquanto alle due sorelle Jaubert, faloro qualche elogio per la bellacalligrafia. Era previsto.

Finalmente se ne va. Buonviaggio!

Ci restano una decina di

minuti prima della fine dellalezione; come impiegarli? Chiedodi uscire per raccoglierefurtivamente un pugno della neveche continua a cadere, ne facciouna palla e l'addento: è buona efredda, ha un po' il sapore dellapolvere, la prima neve. Lanascondo in tasca e rientro. Mifanno segno all'intorno, e io facciopassare in giro la palla di neve, che

Page 99: Colette-Claudine a Scuola

tutte addentano con aria rapita,eccetto le due impeccabili gemelle.

Macché! Ecco che quellasciocca di Marie Belhomme lasciacadere l'ultimo pezzo, e lasignorina Sergent lo vede.

"Claudine, ancora una volta haportato dentro della neve? Questopassa i limiti, proprio!"

Fa certi occhiacci così furenti,che mi trattengo dal dire: "E' laprima volta dall'anno scorso", soloperché ho paura che la signorinaLanthenay soffra per le mieinsolenze, e apro la Storia diFrancia, senza rispondere.

Stasera avrò la lezioned'inglese, e mi consolerà di questosilenzio.

Alle quattro viene la signorina

Aimée e filiamo via, contente.Come si sta bene con lei nella

Page 100: Colette-Claudine a Scuola

biblioteca calda! Accosto la miasedia stretta stretta alla sua, e leposo la testa sulla spalla; lei micinge col braccio; io le stringo lavita che si piega.

"Oh, cara signorina, è tantotempo che non la vedo!"

"Ma... non sono che tregiorni..."

"Non importa... stia zitta e miabbracci! Lei è cattiva, e il tempole sembra breve lontano da me...L'annoiano molto queste lezioni,dunque?"

"Oh, Claudine! Anzi, lei sabenissimo che io chiacchiero solocon lei e che non sto bene se nonqui."

Mi abbraccia e io faccio le fusa,e, tutto a un tratto, la stringo cosìbruscamente fra le braccia che leimanda un piccolo strillo.

"Claudine, bisogna studiare."

Page 101: Colette-Claudine a Scuola

Eh, al diavolo la grammaticainglese! Mi piace molto di piùappoggiare la testa sul suo petto;lei mi accarezza i capelli o il collo,e sento sotto l'orecchio il battitoaffannoso del suo cuore.

Come sto bene con lei!Tuttavia bisogna prendere unapenna e almeno fingere distudiare! Del resto a quale scopo?Chi potrebbe entrare?

Papà? Proprio lui!Nella stanza più scomoda del

primo piano, quella dove si gelad'inverno, dove ci si arrostisced'estate, papà si chiude, selvatico,assorto, accecato e sordo ai rumoridel mondo per... Ah, ecco... voi nonavete letto, perché non sarà maifinita, la sua grande opera sullaMalacologia del Fresnois, e nonsaprete mai che, dalle complicateesperienze, dalle premure

Page 102: Colette-Claudine a Scuola

angosciose che lo hanno indotto astar chino ore e ore suinnumerevoli chiocciole chiuse incerte piccole campane di vetro, incerte scatole di filo metallico, papàha tratto questa certezzafolgorante: un limax flavus divorain un giorno persino grammiventiquattro di cibo, mentre l'helixventricosa non ne consuma chegrammi diciannove nel medesimotempo! Come volete che lanascente speranza di similiconstatazioni lasci a unappassionato malacologo ilsentimento della paternità, dallesette del mattino alle nove di sera?E' l'uomo più buono e più tenero,fra due pasti di lumache.D'altronde, quando ne ha tempo,mi guarda vivere conammirazione, e si stupisce divedere che esisto come "un vero

Page 103: Colette-Claudine a Scuola

essere". Ne ride con gli occhiettisemichiusi, col nobile nasoborbonico (dov'è andato a pescarequel naso regale?), la bella barbachiazzata di tre colori: rossastra,grigia e bianca... Non vi ho spessovisto brillare delle piccole bave dilumaca?

Domando ad Aimée, conindifferenza, se ha rivisto i duecompagni:

Rabastens e Richelieu. Sianima, cosa che mi sorprende:

"Ah, sicuro, non gliel'ho detto...lei sa che ora dormiamo all'asilo,perché demoliscono tutto; ebbene,ieri sera, lavoravo in camera, versole dieci, e, chiudendo le imposteper andare a letto, ho visto unagrande ombra che passeggiavasotto la mia finestra, con questofreddo; indovini chi era?".

"Uno dei due, perbacco."

Page 104: Colette-Claudine a Scuola

"Sì, ma era Armand; se losarebbe aspettato da quelloscontroso?"

Rispondo di no, ma me lo sareiaspettato benissimo, invece, daquell'omone nero, dagli occhi serie scuri, che mi sembra moltomeno insignificante dell'allegromarsigliese. Tuttavia vedo che latesta da uccellino della signorinaAimée è già eccitata per questameschina avventura e ne sono unpo' triste. Le domando:

"Come? Lo trova già degno diun così vivo interesse quel corvosolenne?".

"Ma no, suvvia! Mi divertesoltanto."

E' lo stesso: la lezione finiscesenza ulteriori espansioni.

Solamente, uscendo, nelcorridoio buio, la bacio con tutta laforza sul collo delicato e bianco,

Page 105: Colette-Claudine a Scuola

sui capelli corti che hanno unbuon profumo. E' piacevoleabbracciarla come si abbraccia unanimaletto caldo e grazioso, e leimi restituisce teneramente ilbacio. Ah, me la terrei semprevicino, se potessi!

Domani è domenica, nientescuola, che noia! Non mi divertose non là.

Questa domenica sono andata

a passare il pomeriggio nellafattoria dove abita Claire, la dolcee buona compagna della primacomunione, che non viene più ascuola già da un anno. Scendiamolungo il sentiero dei Matignons,che dà sulla strada della stazione,un sentiero che d'estate è fronzutoe scuro; grazie alla vegetazione inquesti mesi invernali non ci sonopiù foglie, s'intende, ma si è

Page 106: Colette-Claudine a Scuola

ancora abbastanza nascosti inmezzo per potere spiare la genteche si siede sulle panchine dellastrada. Noi camminiamo sullaneve che scricchiola. Le piccolepozze gelate gemonomusicalmente sotto il sole, conquel bel suono, che non è similead alcun altro, del ghiaccio che sifende. Claire mi confida in unsussurro i suoi amoretti iniziaticoi giovanotti ai balli domenicalida Trouillard, certi rozzi e violentigiovani; e io guizzo ascoltandola.

"Capisci, Claudine, c'era ancheMontassuy, e ha ballato la polcacon me, stringendomi forte. Inquel momento Eugène, miofratello, che ballava con AdèleTricotot, pianta la ballerina e saltain aria per sbattere con la testacontro una delle lampade chependono dal soffitto; il vetro

Page 107: Colette-Claudine a Scuola

oscilla e spegne la lampada.Mentre tutti guardano, eprorompono in esclamazioni dimeraviglia, ecco che il grossoFéfed gira la chiavetta dell'altralampada e tutto diventa buio buio,non c'era che una candela proprioin fondo al piccolo bar.

Cara mia, finché la vecchiaTrouillard non torna coifiammiferi si sentono solo grida,risate, schiocchi di baci. Vicino ame, mio fratello stringeva AdèleTricotot, e lei faceva certi sospiri,certi sospiri, dicendo: "Lasciamiandare, Eugène," con vocesoffocata, come se avesse avuto lesottane rialzate sopra la testa; e ilgrosso Féfed era caduto per terracon la propria dama; ridevano,ridevano tanto che non potevanopiù rialzarsi!"

"E tu con Montassuy?"

Page 108: Colette-Claudine a Scuola

Claire arrossisce di un tardivopudore.

"Ah, appunto... Il primomomento era tanto sorpresoperché avevano spento le lampadeche ha soltanto continuato atenere la mano che mi stringeva; epoi, mi ha ripresa per la vita e miha detto sottovoce:

"Non abbia paura". Io non hodetto niente e ho sentito che sichinava, che, a tastoni, mi baciavapian piano sulle guance, e anzi eratanto buio che si è sbagliato(quell'ipocrita!) e mi ha baciatasulla bocca; mi ha fatto tantopiacere, tanto bene e mi hacausato tanta emozione che sonostata lì lì per cadere, e lui mi hasorretta stringendomi ancora dipiù. Oh, è tanto caro, lo amo."

"E dopo, sgualdrina?""Dopo, la vecchia Trouillard ha

Page 109: Colette-Claudine a Scuola

riacceso le lampade, con visoarcigno, e ha giurato che, secapiterà ancora una cosa simile,farà una denuncia e chiuderannola sala da ballo."

"Però era un po' troppospinto!... Zitta, chi sta venendo?"

Siamo sedute dietro la siepe dirovi, proprio vicino alla strada chepassa due metri sotto di noi, e cheha una panca sulla riva del fosso,un meraviglioso nascondiglio perascoltare senza essere viste.

"Sono i maestri!"Sì, sono Rabastens e il cupo

Armand Duplessis, checamminano chiacchierando,fortuna insperata! Il bell'Antoninvuole sedersi su questa panca, acausa del pallido solicello che lariscalda un pochino. Sentiremo laloro conversazione e non stiamonella pelle dalla gioia, nel nostro

Page 110: Colette-Claudine a Scuola

posto d'osservazione, sopra le loroteste.

"Ah!" sospira il meridionalecon soddisfazione "Ci si scalda unpo' qui. Non le pare?"

Armand borbotta qualcosa dinon chiaro. Il marsigliesericomincia; parlerebbe da solo, nesono sicura!

"Io, veda un po', mi trovo benein questo paese: le maestre sonomolto gentili. La signorinaSergent, se è brutta! Ma la piccolasignorina Aimée è così carina! Misento più in gamba quando lei miguarda."

Il falso Richelieu si èraddrizzato, gli si scioglie lalingua:

"Sì, è seducente, e cosìgraziosa! Sorride sempre ecinguetta come una capinera".

Ma si frena subito dopo questa

Page 111: Colette-Claudine a Scuola

espansione e aggiunge con unaltro tono: "E' una buonasignorina, certo lei le farà girare latesta, don Giovanni!".

Sono stata lì lì per scoppiare.Rabastens nelle vesti di donGiovanni! L'ho immaginato conun feltro piumato sulla testa tondae le guance pienotte... Lassù,protese verso la strada, ridevamocon gli occhi, tutte e due, senzamuoverci di un millimetro.

"Ma, parola d'onore," riprendeil rubacuori dell'insegnamentoelementare "ci sono altre belleragazze oltre a quella, si direbbeche lei non le ha viste! L'altrogiorno a scuola, la signorinaClaudine venne a cantare in mododelizioso (posso dire che me neintendo un poco, eh?). E non è untipo da passare inosservata, coicapelli sciolti sulle spalle e tutto

Page 112: Colette-Claudine a Scuola

intorno, e gli occhi scuri cosìmaliziosi! Caro mio, credo chequella bambina ne sappia più dellecose che dovrebbe ignorare, che digeografia!"

Ho avuto un piccolo sussultodi stupore, e ci siamo quasi fattesorprendere, perché Claire si èlasciata scappare una risata comeuna fuga di gas, che avrebbepotuto essere sentita. Rabastens siagita sulla panchina, accanto aDuplessis assorto, e gli sussurraqualcosa all'orecchio, ridendo conaria lasciva. L'altro sorride; sialzano; se ne vanno. Noi due, inalto, siamo felici, e balliamo dallagioia, tanto per scaldarci come perrallegrarci di questo deliziosospionaggio.

Tornando a casa, rimugino giàqualche civetteria per infiammarequesto grasso Antonin ultra-

Page 113: Colette-Claudine a Scuola

combustibile, per far passare iltempo durante la ricreazione,quando piove. E io che lo credevointento a progettare la seduzionedella signorina Lanthenay! Sonomolto felice che non cerchi dipiacerle, perché quella piccolaAimée mi sembra così pronta adamare, che persino un Rabastensavrebbe potuto riuscire, chi lo sa?E' vero che Richelieu è statocolpito da lei ancor più di quantonon pensassi.

Già alle sette del mattino entro

a scuola; tocca a me accendere ilfuoco, ahimè! Bisognerà spaccareun po' di legna nella rimessa erovinarsi le mani, e portare ceppi,e soffiare, e prendersi negli occhiil fumo bruciante... To', il primoedificio nuovo si eleva già alto, esu quello della scuola maschile,

Page 114: Colette-Claudine a Scuola

simmetrico, il tetto è quasi finito;la nostra povera vecchia scuolamezzo demolita sembra un'infimacatapecchia accanto a questi dueedifici che sono spuntati da terracosì in fretta. Anaïs la lunga miraggiunge e andiamo a spaccarelegna.

"Sai, Claudine, oggi arriva unaseconda maestra, e saremo tuttecostrette a sloggiare; ci farannoscuola all'asilo."

"Magnifica idea! Ciprenderemo le pulci e i pidocchi: ècosì sporco là dentro."

"Sì, ma siamo più vicine allaclasse maschile, mia cara."

(Che spudorata quella Anaïs!Infatti ha ragione.)

"Questo è vero. Ebbene,focherello striminzito, ti decidi adattaccare? Sono dieci minuti chemi spolmono. Ah, come deve

Page 115: Colette-Claudine a Scuola

prendere fuoco più facilmenteRabastens!"

A poco a poco, il fuoco sidecide ad attaccare, arrivano lescolare, la signorina Sergent è inritardo (perché? E' la prima volta).Scende finalmente, ci risponde"Buon giorno" con ariapreoccupata, poi siede in cattedra,dicendoci: "Al vostro posto", senzaguardarci, e, evidentemente, senzapensare a noi. Copio i problemidomandandomi quali pensieri latormentino, e mi accorgo coninquieta sorpresa che mi lancia ditratto in tratto certi rapidi sguardi,furenti e insieme vagamentesoddisfatti. Che c'è dunque? Nonsono affatto, affatto tranquilla.Cerchiamo di ricordare... Ricordosoltanto che, con una collera quasidolorosa, appena dissimulata, havisto la signorina Lanthenay e me

Page 116: Colette-Claudine a Scuola

che ce ne andavamo per la lezioned'inglese. Ahimè! Non cilasceranno dunque tranquille, lamia piccola Aimée e me? Nonfacciamo niente di male, tuttavia!La nostra ultima lezione d'ingleseè stata così dolce! Non abbiamonemmeno aperto il dizionario, néla Scelta di frasi d'uso comune, néil quaderno...

Penso e sono furente mentrecopio i problemi con unacalligrafia disordinata; Anaïs mispia di soppiatto e indovina che c'è"qualcosa". Io guardo ancoraquella terribile rossa dagli occhigelosi, mentre raccolgo la pennache, per una felice sbadataggine,ho gettato per terra. Ma, ma hapianto, non mi sbaglio! Alloraperché quegli sguardi irosi e quasisoddisfatti? Non va per nientebene, bisogna assolutamente che

Page 117: Colette-Claudine a Scuola

oggi interroghi Aimée. Non pensopiù al problema da trascrivere:

"...Un operaio pianta alcunipali per fare una palizzata. Liconficca a una distanza tale l'unodall'altro, che il secchio dicatrame, in cui immergel'estremità inferiore sino aun'altezza di cm 30, è vuoto incapo a ore 3. Dato che la quantitàdi catrame che resta attaccata aipali è uguale a dieci centimetricubi, che il secchio è un cilindro dim 0,15 di raggio alla base e di m0,75 di altezza, pieno per 3/4, chel'operaio immerge 40 pali l'ora e siriposa 8 minuti circa nelmedesimo tempo, qual è ilnumero dei pali e qual è lasuperficie della proprietà che ha laforma di un quadrato perfetto?Dite anche quale sarebbe ilnumero dei pali necessari, se si

Page 118: Colette-Claudine a Scuola

piantassero a una distanzamaggiore di cm 10. Dite anche ilcosto di questa operazione nei duecasi: se i pali costano fr. 3 alcentinaio, e se l'operaio è pagatofr. 0,50 l'ora".

Non bisognerebbe anche direse l'operaio è uno sposo felice?Oh, qual è la fantasia malsana, ilcervello depravato in cuigerminano questi problemiripugnanti coi quali ci torturano?Li aborrisco! E gli operai che sicoalizzano per complicare lasomma di lavoro di cui sonocapaci, che si dividono in duesquadre, delle quali una consumaun terzo in più delle forzedell'altra, mentre quell'altra, incompenso, lavora ore due di più! Eil numero di aghi che una sartaadopera in venticinque anniquando si serve di aghi a franchi

Page 119: Colette-Claudine a Scuola

zero e cinquanta la cartina perundici anni, e di aghi a franchizero e settantacinque durante ilresto del tempo, ma quelli dafranchi zero e settantacinquesono... eccetera. E le locomotiveche complicano diabolicamente lavelocità, le ore della partenza e lostato di salute dei macchinisti!Odiose supposizioni, ipotesiinverosimili, che mi hanno resorefrattaria all'aritmetica per tuttala vita!

"Anaïs, venga alla lavagna."Quella spilungona si alza e di

nascosto mi fa una smorfia dagatta disturbata; non piace anessuno "andare alla lavagna"sotto gli occhi neri e indagatoridella signorina Sergent.

"Faccia il problema."Anaïs lo fa e lo spiega. Ne

approfitto per esaminare

Page 120: Colette-Claudine a Scuola

comodamente la maestra: i suoisguardi scintillano, i capelli rossile fiammeggiano...

Se, almeno, avessi potutovedere Aimée Lanthenay primadella lezione!

Bene, il problema è finito.Anaïs respira e ritorna al suoposto.

"Claudine, venga alla lavagna.Scriva le frazioni:

3525/5712 806/925 14/56302/1052" (mio Dio! Salvami dallefrazioni divisibili per sette e perundici, come pure da quelledivisibili per cinque, per nove, eper quattro e per sei, e permillecentoventisette) "e trovi illoro massimo comun divisore".

Ecco quello che temevo.Comincio malinconicamente; misfugge qualche sciocchezza perchénon sto attenta a quel che faccio.

Page 121: Colette-Claudine a Scuola

Come corregge presto, con ungesto secco della mano oaggrottando le sopracciglia, lepiccole inesattezze che mipermetto di fare!

Finalmente me la cavo eritorno al posto, riportandomiquesto avvertimento: "Nientefreddure qui, eh?", perché a questasua osservazione: "Lei dimenticadi abbassare gli zeri" ho risposto:

"Bisogna sempre abbassare glizeri, se lo meritano".

Dopo di me, va alla lavagnaMarie Belhomme, e secondol'abitudine, fa spropositi inauditil'uno sull'altro, con la più granbuona fede di questo mondo;volubile e sicura di sé quandoannaspa, indecisa e rossa quandosi ricorda della lezione precedente.

Si apre la porta della classeinferiore, entra la signorina

Page 122: Colette-Claudine a Scuola

Lanthenay. Io la guardoavidamente: oh, quei poveri occhidorati che hanno pianto e sonogonfi sotto, quei cari occhi, che milanciano uno sguardo smarrito e sivolgono subito! Ne restocosternata; che cosa mai le hafatto lei? Arrossisco di collera, intal modo che Anaïs la lunga lonota e sogghigna di nascosto. Ladolente Aimée ha chiesto un libroalla signorina Sergent, che glieloha dato con una premuraaccentuata e le cui guance sonodiventate di un rosso più cupo.Che cosa vuol dire tutto ciò?Quando penso che la lezioned'inglese è solo domani, sonoancora più angosciata. Ma chefarci? Non posso fare nulla. Lasignorina Lanthenay ritorna nellasua classe.

"Signorine," annuncia la cattiva

Page 123: Colette-Claudine a Scuola

rossa "tirate fuori i libri e iquaderni, siamo costrette arifugiarci provvisoriamentenell'asilo."

Subito tutte le ragazzine siagitano come se avessero il fuocoalle gambe; ci spingiamo, cipizzichiamo, muoviamo i banchi,cascano i libri, li ammucchiamonei nostri grandi grembiuli. Anaïs,la lunga, reggendosi il bagaglio frale braccia, mi osserva mentreprendo il mio carico, poi mi tira infretta l'angolo del grembiule etutto crolla. Lei continua ad averela sua aria distratta e osservaattentamente tre muratori che silanciano tegole nel cortile. Misgridano per la mia goffaggine, edue minuti dopo quella canaglia diAnaïs ricomincia lo stessoesperimento con MarieBelhomme. Lei prorompe in

Page 124: Colette-Claudine a Scuola

esclamazioni così rumorose che levengono assegnate alcune paginedi storia antica da copiare.Finalmente la nostra compagnia,chiacchierando e trascinando ipiedi, attraversa il cortile ed entranell'asilo. Io arriccio il naso: èsporco, lo hanno pulito alla sveltaper noi, puzza ancora di bambinitrascurati.

Purché questo "provvisorio"non duri troppo!

Anaïs ha posato i libri e subito

ha voluto accertarsi che le finestrediano sul giardino del maestro. Io,troppo preoccupata per le noie cheprevedo, non ho avuto il tempo dicontemplare i maestri.

Ritorniamo nella vecchia aulafacendo il rumore di una mandriadi buoi scappati e trasportiamo ibanchi così vecchi, così pesanti

Page 125: Colette-Claudine a Scuola

che urtiamo e inciampiamo un po'dappertutto, con la speranza chealmeno uno si sconquassicompletamente e cada a pezzitarlati. Vana speranza! Arrivanointeri; non è colpa nostra.

Non abbiamo studiato molto,

questa mattina. Tanto diguadagnato.

Alle undici, quando usciamo,faccio la ronda per vedere lasignorina Lanthenay, ma senzasuccesso. La chiude a chiave, lei?Me ne vado a colazione, così pienadi collera compressa che papàstesso se ne accorge e mi domandase ho la febbre... Poi ritorno moltopresto, a mezzogiorno e un quarto,e mi innervosisco, fra le pochescolare presenti, tutte ragazzine dicampagna, che fanno colazione ascuola con uova sode, lardo,

Page 126: Colette-Claudine a Scuola

melassa spalmata sul pane, frutta.E aspetto inutilmente, e mi rodo!

Entra Antonin Rabastens (undiversivo come un altro) e misaluta con la grazia di un orso cheballa.

"Scusi tanto, signorina; e allorale signorine non sono ancorascese?"

"Nossignore, le aspetto; Diovoglia che non tardino troppo,perché "la lontananza è il peggioredi tutti i mali"! Ho giàcommentato sette volte questoaforisma di La Fontaine, in varicomponimenti che sono statisegnalati."

Ho parlato con dolce gravità; ilbel marsigliese ha ascoltato conun'espressione un po' inquietanella sua buona faccia di lunapiena.

(Anche lui penserà che sono

Page 127: Colette-Claudine a Scuola

un po' pazza.) Cambia argomento:"Signorina, mi hanno detto che

lei legge molto. Suo padrepossiede una ricca biblioteca?".

"Sì, signor maestro,duemilatrecentosette volumi, nonuno di più."

"Lei sa tante cose interessanti,senza dubbio, e ho capito subitol'altro giorno - quando ha cantatocon tanta grazia - che lei è moltoavanti per la sua età."

(Dio, che idiota! Non se neandrà una buona volta? Ah,dimenticavo che è un po'innamorato di me. Devo esserepiù gentile.)

"Ma anche lei, signor maestro,ha una bella voce di baritono aquanto mi hanno detto. Qualchevolta la sentiamo cantare incamera sua, quando i muratorinon fanno baccano."

Page 128: Colette-Claudine a Scuola

Diventa rosso di gioia eprotesta con modestia assaicompiaciuta.

Si schermisce:"Oh, signorina!... D'altronde

potrà giudicare lei stessa fra poco,perché la signorina Sergent mi hapregato di dare qualche lezione disolfeggio, il giovedì e la domenica,alle scolare grandi che fannol'esame di licenza; e cominceremola settimana prossima".

Che fortuna! Se non fossi cosìpreoccupata, sarei felice dicomunicare questa notizia allealtre che non sanno ancora nulla.

Figurarsi come si inonderà diacqua di Colonia, Anaïs, e simorderà le labbra giovedìprossimo, e si stringerà la cinturadi cuoio, e canterà languidamente!

"Come? Ma io non ne sapevonulla! La signorina Sergent non ci

Page 129: Colette-Claudine a Scuola

ha detto niente.""Oh, forse non avrei dovuto

dirlo? Sia tanto gentile da fingered'ignorarlo!"

Mi supplica muovendo il bustoad arte, e io scrollo il capo perscacciare dei riccioli che non midisturbano affatto. Questaparvenza di segreto fra di noi lorallegra, gli servirà come spuntoper darmi occhiate d'intesa, di unaintesa molto naturale. Se ne va,facendo il bello, con un saluto giàpiù familiare: "Arrivederci,signorina Claudine". "Arrivederci,signor maestro."

Mezzogiorno e mezzo: vengonole scolare; e Aimée non si vedeancora! Rifiuto di giocare con lascusa di un'emicrania, e mi scaldo.

Oh, oh! Che cosa vedo? Ecco

che sono scese Aimée e la sua

Page 130: Colette-Claudine a Scuola

temibile superiora: sono scese eattraversano il cortile, e la rossaha preso a braccetto la signorinaLanthenay; avvenimento inaudito!La signorina Sergent parla, emolto piano, alla subordinata, che,ancora un po' confusa, alza gliocchi già rassicurati e belli versol'altra, tanto più alta di lei. Lospettacolo di questo idillio muta lamia inquietudine in dispiacere.Prima che siano vicino alla porta,mi precipito fuori in mezzo a ungruppo che gioca sfrenatamente"al lupo", gridando: "Giocoanch'io!" come griderei: "Alfuoco!". E, sino a quando suonal'ora di tornare in classe, mi sfiatoe corro a più non posso, inseguitae inseguitrice, trattenendomi il piùpossibile dal pensare.

Durante la partita, ho visto latesta di Rabastens: guarda al di

Page 131: Colette-Claudine a Scuola

sopra del muro e si diverte avedere correre queste ragazzeormai grandi, che mostrano,alcune inconsciamente comeMarie Belhomme, altre benconscie, come Anaïs la lunga, certipolpacci belli o ridicoli. Il gentileAntonin mi rivolge un graziososorriso, straordinariamentegrazioso; non ritengo di doverrispondervi a causa dellecompagne, ma dimeno i fianchi escuoto i riccioli. Devo ben fardivertire questo giovane(d'altronde mi sembra un balordonato, capace solo d'infilare unatopica dopo l'altra). Anaïs, che l'havisto anche lei, corre dandosi colginocchio dei colpi alle sottane permettere in mostra gambe chetuttavia non sono attraenti, e ridee manda strilli da uccello. Quellafarebbe la civetta con un bue da

Page 132: Colette-Claudine a Scuola

tiro.Rientriamo in classe e, ancora

ansanti, apriamo i quaderni. Madopo un quarto d'ora la vecchiaSergent viene ad avvertire la figlia,in un dialetto da selvaggi, chesono arrivate due convittrici. Laclasse è in ebollizione; due"novelline" da stuzzicare. E lasignorina esce, pregando lasignorina Lanthenay, con vocedolce, di sorvegliare la scolaresca.Viene Aimée, io cerco i suoi occhiper sorriderle con tutta la piùansiosa tenerezza, ma lei mirisponde con uno sguardopiuttosto malsicuro; e il cuore misi affligge stupidamente, mentremi chino sul lavoro a maglia... Nonho mai lasciato cadere tanti punti!Ne lascio cadere una tale quantità,che sono costretta a chiedere aiutoalla signorina Aimée. Mentre lei

Page 133: Colette-Claudine a Scuola

cerca di rimediare alla miasbadataggine, le sussurro:"Buongiorno, cara, piccolagraziosa signorina, ma che cosa c'èdunque, mio Dio? Mi rodo perchénon le posso parlare". Lei volgeintorno sguardi inquieti, e mirisponde molto piano:

"Adesso non posso dirle nulla;domani durante la lezione".

"Non riuscirò assolutamentead aspettare sino a domani! Sefacessi finta che domani papà hada fare in biblioteca, e chiedessi difare lezione questa sera?"

"No... sì... lo chieda. Ma tornisubito al posto, le grandi ciguardano."

La ringrazio a voce alta e tornoa sedere. Ha ragione: Anaïs lalunga ci spia, cercandod'indovinare che cosa succede dadue o tre giorni.

Page 134: Colette-Claudine a Scuola

Finalmente ritorna la signorinaSergent, accompagnata da duegiovinette insignificanti, il cuiarrivo provoca un certo brusìo fra ibanchi.

Installa le nuove arrivate alloro posto. I minuti scorrono lenti.

Quando finalmente suonano lequattro, vado subito dallasignorina Sergent e le chiedo tuttod'un fiato:

"Signorina, vuol essere tantogentile da permettere allasignorina Lanthenay di darmi lalezione questa sera invece didomani? Papà riceve nellabiblioteca un tale, che viene peraffari, e noi non potremo restarci".

Uff! Ho pronunciato la frasesenza respirare. La signorinaaggrotta le sopracciglia, misquadra per un attimo e decide:"Sì, vada ad avvertire la signorina

Page 135: Colette-Claudine a Scuola

Lanthenay".Corro da lei, si mette il

cappello, il soprabito, e me laporto via, pestando i piedi perl'ansia di sapere.

"Ah, come sono contenta diaverla un po' con me! Mi dica,presto, che cosa c'è che non va?"

Lei esita, tergiversa:"Non qui, aspetti, è difficile da

raccontare per la strada; fra unminuto saremo a casa sua".

Intanto le stringo il bracciosotto il mio, ma non ha il solitosorriso gentile. Quando abbiamosbattuto dietro le spalle la portadella biblioteca, la prendo fra lebraccia e la bacio; mi sembra chel'abbiano tenuta chiusa lontano dame per un mese, questa poverapiccola Aimée dagli occhicerchiati, dalle guance pallide! Madunque ha avuto un gran

Page 136: Colette-Claudine a Scuola

dispiacere? Tuttavia i suoi sguardimi sembrano soprattuttoimbarazzati ed è più agitata chetriste. Eppoi, anche,contraccambia i miei baci in fretta;non mi piace che mi si bacidistrattamente!

"Suvvia, parli, racconti dalprincipio."

"Ma non è una storia moltolunga; non c'è stato un gran che,tutto sommato. E' la signorinaSergent, sì, che vorrebbe...insomma preferisce... trova chequeste lezioni d'inglesem'impediscono di correggere iquaderni, e che sono costretta adandare a letto troppo tardi..."

"Andiamo, su, non perdatempo e sia franca; non vuole piùche lei venga?"

Tremo per l'angoscia, stringo lemani fra le ginocchia per tenerle

Page 137: Colette-Claudine a Scuola

ferme. Aimée spiegazza lacopertina della grammatica e lastacca, alzando su di me gli occhiche ridiventano sgomenti.

"Sì, proprio così, ma non l'hadetto come lo dice lei, Claudine:mi ascolti un momento."

Io non ascolto affatto, mi sentostruggere dal dolore; sono sedutasu un panchettino per terra, estringendola, col braccio intornoalla vita sottile, la supplico:

"Cara, non se ne vada! Sesapesse, ne soffrirei troppo! Oh,trovi delle scuse, inventi qualchecosa, ritorni, non mi lasci! Lei miriempie di gioia, soltantostandomi vicino! Dunque non le fapiacere?

Sono dunque come una Anaïso una Marie Belhomme qualsiasiper lei?

Cara signorina, ritorni, ritorni

Page 138: Colette-Claudine a Scuola

ancora a darmi le lezioni d'inglese!Io le voglio tanto bene... non

glielo dicevo, ma ora lo vede!...Ritorni, la prego. Non potrà

mica picchiarla quella maledettarossa!".

Brucio dalla febbre, e mi irritoancor più sentendo che Aimée nonvibra insieme con me. Miaccarezza la testa posata sulle sueginocchia, e non m'interrompe senon esclamando ogni tanto convoce tremolante: "Mia piccolaClaudine!". Alla fine gli occhi le sibagnano di lacrime e si mette apiangere dicendo:

"Le racconterò tutto, è troppotriste; lei mi fa troppa pena! Ecco:sabato scorso, mi sono accorta chelei mi faceva più gentilezze delsolito, e io, credendo che si stesseabituando alla mia presenza e checi lasciasse tranquille, ero

Page 139: Colette-Claudine a Scuola

contenta e allegrissima. E poi,verso la fine della serata, mentrecorreggevamo quaderni sullastessa tavola, a un tratto, alzandoil capo, vedo che piangeva,guardandomi con certi occhi cosìstrani che ne sono rimastaturbata; lei si è subito allontanatadalla sedia ed è andata a dormire.L'indomani, dopo una giornatapiena di premure per me, ecco che,la sera, mentre ero sola con lei,stavo per augurarle la buonanotte, quando mi domanda:"Dunque vuole molto bene aClaudine? E senza dubbio leiglielo contraccambia?". E primache avessi avuto il tempo dirispondere era caduta a sedereaccanto a me singhiozzando. E poimi ha preso le mani, e mi ha dettotante e tante cose delle quali erosbalordita...".

Page 140: Colette-Claudine a Scuola

"Quali cose?""Ebbene, mi diceva: "Piccola

cara, non vede dunque che mistrazia il cuore con la suaindifferenza? Oh, tesoruccio mio,come mai non si è accorta delgrande affetto che ho per lei?Piccola Aimée mia, sono gelosadella tenerezza che lei dimostra aquesta Claudine scriteriata checertamente è un po' pazza... Sesoltanto non mi odiasse, oh, sesoltanto mi volesse un pochino dibene, io sarei per lei un'amica piùtenera di quanto non possaimmaginarlo...". E mi guardavasino in fondo all'anima con dueocchi come carboni accesi."

"Lei non le rispondeva nulla?""Certamente! Non ne avevo il

tempo! E anche diceva: "Crede chesiano molto utili per lei e moltogentili per me queste lezioni

Page 141: Colette-Claudine a Scuola

d'inglese che dà a Claudine? Sobenissimo che non studiate moltol'inglese durante le lezioni, e ognivolta mi strazia l'anima quando vivedo andare via! Non ci vada, nonci vada più! In capo a unasettimana Claudine non ci penseràpiù, io le darò più affetto di quantolei sia capace di provare!". Leassicuro, Claudine, che nonsapevo più quello che mi facessi,lei mi magnetizzava con quegliocchi folli, e tutto a un tratto, lastanza mi gira intorno, e barcollo,e non vedo più niente per due otre secondi, non di più; sentivosoltanto che lei ripeteva moltospaventata: "Dio mio...

Povera piccola! La spavento, èpallida, piccola Aimée, mia cara!".E subito dopo mi ha aiutata aspogliarmi, con maniereaffettuose, e ho dormito come se

Page 142: Colette-Claudine a Scuola

avessi camminato tutta lagiornata... Povera Claudine mia,vede bene che non ci posso farnulla!"

Sono sbalordita. Ha passionipiuttosto violente, quella rossavulcanica! In fondo, non me nemeraviglio troppo; doveva finirecosì.

Frattanto, resto lì, affranta; edinanzi ad Aimée, piccola fragilecreatura stregata da quella furia,non so che cosa dire. Lei si asciugagli occhi. Mi sembra che il suodispiacere cessi con le lacrime. Lainterrogo:

"Ma lei, lei non le vuolebene?".

Risponde senza guardarmi:"No, di certo; ma veramente

sembra che la direttrice me nevoglia molto, e io non me loaspettavo".

Page 143: Colette-Claudine a Scuola

La risposta mi agghiaccia,perché insomma io non sonoancora diventata una cretina, ecapisco quello che mi si vuole dire.Le lascio cadere le mani, chestringevo, e mi alzo. C'è qualcosache si è spezzato. Poiché nonvuole confessarmi francamenteche non è più con me control'altra, poiché nasconde il fondodel suo pensiero, credo che siafinita. Ho le mani gelate e leguance che mi bruciano.

Dopo un silenzio spiacevole,ricomincio:

"Cara signorina Aimée dai begliocchi, la supplico di ritornareancora una volta per finire ilmese; crede che lei lo permetta?".

"Oh, sì, glielo chiederò."L'ha detto in fretta, con

naturalezza, ormai sicura diottenere dalla signorina Sergent

Page 144: Colette-Claudine a Scuola

tutto quel che vuole. Come siallontana presto da me e come havinto presto, quell'altra! Vigliaccad'una piccola Lanthenay! Le piaceil benessere come a una gattafreddolosa, e capisce che l'amiciziadella superiora le sarà più utiledella mia!

Ma io non voglio dirglielo,perché non ritornerebbe più perl'ultima lezione, e io conservoancora una vaga speranza... E'passata l'ora; riaccompagnoAimée, e nel corridoio la bacioviolentemente, con un fondo didisperazione.

Appena sola, mi stupisco dinon sentirmi tanto triste quantoavrei creduto. Mi aspettavo unagrande e ridicola esplosione didolore; no, è piuttosto un freddoche mi agghiaccia...

A tavola interrompo il sogno di

Page 145: Colette-Claudine a Scuola

papà:"Sai, papà, le lezioni

d'inglese?"."Sì, lo so, hai ragione di

prenderle...""Ascoltami dunque, non ne

prenderò più.""Ah, ti stancano?""Sì, mi irritano.""Hai ragione."E il pensiero gli vola daccapo

alle lumache; le aveva forseabbandonate?

Una notte agitata da stupidi

sogni: la signorina Sergent nellevesti di una Furia, con serpenti neicapelli rossi, voleva abbracciareAimée Lanthenay che scappavagridando. Io cercavo di correre insuo aiuto, ma mi fermava AntoninRabastens, con un vestito rosapallido, e mi tratteneva per il

Page 146: Colette-Claudine a Scuola

braccio, dicendomi: "Senta, sentadunque: ecco una romanza che iocanto, e ne sono veramenteentusiasta". Allora cantava convoce di baritono:

Miei cari amici, quandomorirò/ piantate un salice alcimitero/ ...sull'aria di Ah, come siè orgogliosi d'essere francesi,quando si guarda la colonna! Unanotte assurda e che non mi riposadavvero!

Arrivo a scuola in ritardo e

osservo la signorina Sergent conuna sorpresa segreta al pensieroche l'audace rossa l'ha spuntata.Mi lancia certe occhiate maliziose,quasi di scherno; ma stanca,abbattuta, non ho il coraggio dirisponderle.

All'uscita dalla scuola, vedo lasignorina Aimée che mette in fila

Page 147: Colette-Claudine a Scuola

le piccole (mi sembra un sogno lascena di ieri sera). La saluto,passando; anche lei ha l'ariastanca. Non c'è la signorinaSergent; mi fermo:

"Sta bene, questa mattina?"."Ma sì, grazie. Ha gli occhi

pesti, Claudine.""Può darsi. Che c'è di nuovo?

La scena non si è ripetuta? E'sempre così gentile con lei?"

Arrossisce e si confonde:"Sì, sì, non c'è nulla di nuovo

ed è molto gentile. Io... io pensoche lei non la conosca bene, non èaffatto come lei crede...".

Un po' disgustata, la lasciobalbettare; quando ha beneaggrovigliato la frase, lainterrompo:

"Forse ha ragione lei. Verràmercoledì per l'ultima volta?".

"Oh, sì! Gliel'ho chiesto, è

Page 148: Colette-Claudine a Scuola

certo."Come cambiano presto le cose!

Dopo la scena di ieri sera nonparliamo già più nello stessomodo, e oggi non oserei piùdimostrarle il dolore che holasciato trasparire ieri sera senzaritegno. Suvvia!

Bisogna farla ridere un po':"E i suoi amori? Sta bene il bel

Richelieu?"."Ma chi? Armand Duplessis?

Ma sì, sta bene; qualche volta stadue ore all'ombra sotto la miafinestra; ma ieri sera gli ho fattocapire che me ne ero accorta, e sene è andato presto, con quellegambe a compasso. E quando ilmaestro Rabastens ha volutoaccompagnarlo da noi ieri l'altro,ha rifiutato."

"Lo sa? Armand è seriamenteinnamorato di lei, creda a me; per

Page 149: Colette-Claudine a Scuola

caso, domenica scorsa, per strada,ho sentito una conversazione fra idue maestri e... non le dico altro!Armand è proprio innamorato;solamente cerchi diaddomesticarlo: è un uccelloselvatico."

Animatissima, vorrebbe deiparticolari, ma io scappo.

Cerchiamo di pensare alle

lezioni di solfeggio del seducenteAntonin Rabastens. Comincianogiovedì; mi metterò la sottanaazzurra, con la camicetta a piegheche mi disegna la vita, e ilgrembiulino, non il grandegrembiule nero di tutti i giorni colbusto attillato (che tuttavia mi stabene), ma quello piccolo celeste,ricamato, quello che mi metto acasa la domenica. E nient'altro;non troppo sfoggio per questo

Page 150: Colette-Claudine a Scuola

signore: le mie buone piccolecompagne se ne accorgerebbero.

Aimée, Aimée! E' proprio unpeccato che sia scappato cosìpresto questo bell'uccellino che miavrebbe consolato di tutte quelleoche!

Ora capisco benissimo chel'ultima lezione non servirà anulla. Con un carattere meschinocome il suo, superficiale, egoista eche ama il piacere salvaguardandol'interesse, è inutile lottare controla signorina Sergent. Sperosoltanto che questa grandedelusione non mi rattristi a lungo.

Oggi, durante la ricreazione,gioco sfrenatamente perscuotermi e per scaldarmi. Anaïs eio, stringendo forte le "mani dalevatrice" di Marie Belhomme, lafacciamo correre così forte damozzarle il fiato, finché non

Page 151: Colette-Claudine a Scuola

chiede pietà; poi, con la minacciadi rinchiuderla nei gabinetti, lacondanno a recitare, a voce alta eintelligibile, il racconto diTeramene. (4)

Lei recita gli alessandrini conla voce di una martire e poi scappacon le braccia levate. Le sorelleJaubert mi sembranoimpressionate.

Va bene, se non apprezzano ilgenere classico, faremo lorosentire dei versi moderni allaprossima occasione!

La prossima occasione nontarda molto; appena rientrate inclasse, ci fanno fare esercizi discrittura rotonda e bastarda, datal'imminenza degli esami. Perché,in generale, la nostra scrittura èorribile.

"Claudine, lei detterà i modellimentre io assegno i posti nella

Page 152: Colette-Claudine a Scuola

classe inferiore."Se ne va nella "seconda classe"

che, sloggiata a sua volta, saràsistemata non so dove. Questo cipromette una buona mezz'ora disolitudine. Io comincio:

"Ragazze mie, oggi vi detteròun brano molto divertente".

Coro: "Ah!"."Sì, certe canzoncine allegre,

dai Palazzi nomadi." (5)"Già il solo titolo sembra molto

bello" osserva con convinzioneMarie Belhomme.

"Hai ragione. Siete pronte?Suvvia:

Sulla stessa curva lenta,/implacabilmente lenta,/ s'estasia,vacilla e sprofonda/ il presentecomplesso delle curve lente./

Mi riposo. Anaïs la lunga nonride perché non capisce(neanch'io).

Page 153: Colette-Claudine a Scuola

E Marie Belhomme, semprecandida, esclama: "Ma saibenissimo che abbiamo giàstudiato geometria questamattina! E poi sembra troppodifficile: non ho scritto nemmenola metà di quello che hai detto".

Le gemelle stralunano quattroocchi diffidenti. Io continuoimpassibile:

All'identico autunno le curves'omologano,/ analogo il tuodolore alle lunghe sered'autunno,/ e stona la lenta curvadelle cose ed i tuoi brevisalterelli./

Mi seguono a stento senza piùcercare di capire, e provo unasoddisfazione molto piacevole nelsentire Marie Belhomme che silamenta ancora e m'interrompe:"Aspetta, ma aspetta, detti troppoin fretta... La lenta curva di che

Page 154: Colette-Claudine a Scuola

cosa?".Io ripeto: ""La lenta curva delle

cose ed i tuoi brevi salterelli"...Ora ricopiate prima in scrittura

rotonda e poi bastarda".Sono la mia gioia queste

lezioni supplementari dicalligrafia, che hanno lo scopo diprepararci per gli esami della finedi luglio. Io detto cose stravaganti,e provo un gran piacere sentendoqueste figlie di bottegai, calzolai egendarmi che recitano e scrivonodocilmente bizzarrie della écoleRomane, (6) o ninne nannemormorate da Francis Jammes,(7) tutto ciò spigolato a uso diqueste care piccole compagne,nelle riviste e nei libercoli chericeve papà (e ne riceve!). DallaRevue des Deux Mondes alMercure de France, tutti i giornalisi accumulano in casa nostra. Papà

Page 155: Colette-Claudine a Scuola

mi affida l'incarico di tagliarne lepagine, io mi concedo quello dileggerli. Bisogna bene chequalcuno li legga! Papà vi gettauno sguardo superficiale edistratto dato che il Mercure deFrance tratta molto raramente dimalacologia. Io mi ci istruisco,senza capire sempre, e avvertopapà quando stanno per scaderegli abbonamenti. "Rinnovali, papà,per conservarti la stima delpostino."

Anaïs la lunga, che è digiuna dilettere - non è colpa sua -mormora scetticamente:

"Queste cose che ci dettidurante le lezioni di calligrafia,sono sicura che te le inventiapposta".

"E' impossibile dire una cosasimile! Sono versi dedicati alnostro alleato, lo zar Nicola, ecco!"

Page 156: Colette-Claudine a Scuola

Essa non può canzonarmi econserva un'espressioneincredula.

Ritorna la signorina Sergent,che dà un'occhiata alle nostrecalligrafie. Esclama: "Claudine,non si vergogna di dettareassurdità simili? Farebbe meglio aimparare a memoria i teoremi dimatematica, sarebbe meglio pertutti". Ma mi sgrida senzaconvinzione, perché in fondo nonle dispiacciono questemistificazioni. Tuttavia io l'ascoltosenza ridere, e mi torna il rancore,sentendomi vicina colei che haottenuto con la forza la tenerezzadi quella piccola Aimée così pocofedele... Mio Dio! Sono le tre emezzo, e fra una mezz'ora verrà danoi per l'ultima volta.

La signorina Sergent si alza edice: "Chiudete i quaderni. Voi

Page 157: Colette-Claudine a Scuola

grandi che prendete il diploma,restate: devo parlarvi". Le altre sene vanno, si imbacuccanolentamente in sciarpe e cappucci,seccate di non restare a sentire ildiscorso, evidentemente diformidabile interesse, che sta peresserci rivolto. La rossa direttricec'interpella, e mio malgrado neammiro, come sempre, lachiarezza della voce, la decisione el'esattezza delle frasi.

"Signorine, credo che non vifacciate illusioni sulla vostranullità in fatto di musica, tutte,tranne la signorina Claudine chesuona il piano e leggecorrentemente, a prima vista; io vifarei ben dare lezioni da lei, masiete troppo indisciplinate perobbedire a una vostra compagna.Da domani in poi, verrete ladomenica e il giovedì alle nove per

Page 158: Colette-Claudine a Scuola

esercitarvi nel solfeggio e nellalettura sotto la direzione delsignor Rabastens, il maestro,perché io, e così pure la signorinaLanthenay, non siamo in grado didarvi delle lezioni. Il signor Rabas-tens sarà aiutato dalla signorinaClaudine. Cercate di noncomportarvi troppo male. Edomani siate qui alle nove."

Io aggiungo a voce bassa un:"Rompete le file!" che le suetemibili orecchie afferrano.Aggrotta le ciglia, ma poi sorride,suo malgrado.

Il breve discorso è statopronunciato con un tono cosìperentorio, che quasi s'impone unsaluto militare; se n'è accorta. Masi direbbe davvero che non riescopiù a farla arrabbiare; èscoraggiante; bisogna proprio chesia sicura del proprio trionfo per

Page 159: Colette-Claudine a Scuola

mostrarsi così buona!Se ne va, e tutte esplodono

facendo un gran chiasso. MarieBelhomme non ci si raccapezza:

"Però, veramente, farci daredelle lezioni da un giovanotto, èun po' forte! Tuttavia saràdivertente, non ti pare,Claudine?".

"Sì. Bisogna bene distrarsi unpoco."

"Non ti intimidirà darci dellelezioni di canto col maestro?"

"Non immagini quanto mi siaindifferente."

Non presto molta attenzione easpetto, agitata in cuor mio,perché la signorina AiméeLanthenay non viene subito. Anaïsla lunga sogghigna felice, e stringele spalle, come se scoppiasse dallerisa, e punzecchia MarieBelhomme, che geme incapace di

Page 160: Colette-Claudine a Scuola

difendersi: "Eh, farai la conquistadel bell'Antonin Rabastens: nonresisterà a lungo alle tue manisottili e lunghe, alle tue mani dalevatrice, alla tua vita esile, ai tuoiocchi espressivi; eh, cara mia, eccouna storia che finirà con unmatrimonio!". Si eccita e balladavanti a Marie che, spinta da leiin un angolo, nasconde ledisgraziate mani, gridando che èuna sconvenienza.

Aimée non viene ancora!Innervosita, non riesco a stareferma e vado a gironzolare sinoalla porta della scala che conducenelle camere "provvisorie"(sempre!) delle maestre. Ah, hofatto bene a venire a vedere! Su,nel pianerottolo, la signorinaLanthenay è bell'e pronta peruscire. La signorina Sergent latiene per la vita e le parla

Page 161: Colette-Claudine a Scuola

sottovoce, con l'aria d'insistereteneramente; poi abbraccia alungo la piccola velata, che lalascia fare e si presta gentilmente,e si attarda persino e si voltascendendo le scale. Io scapposenza che se ne accorgano, maancora una volta provo un grandispiacere. Cattiva, cattiva piccina,che si è presto staccata da me perdare le sue tenerezze e gli occhidorati a colei che era la nostranemica!... Non so più che cosapensare... Mi raggiunge nell'auladove sono rimasta impietrita,assorta nelle mie fantasticherie.

"Viene, Claudine?""Sì, signorina, sono pronta."Per la strada non oso più

interrogarla; che cosa mirisponderebbe?

Preferisco aspettare di essere acasa, e, fuori, parlarle

Page 162: Colette-Claudine a Scuola

indifferentemente del freddo,prevedere che nevicherà ancora,che le lezioni di canto delladomenica e del giovedì cidivertiranno... ma parlo senzaconvinzione e capisce bene anchelei che tutto questo chiacchierìonon conta.

A casa, sotto la lampada, apro iquaderni e la guardo: è più belladell'altra sera, un po' più pallida,con gli occhi cerchiati chesembrano più grandi:

"Si direbbe che è stanca, eh?".E' imbarazzata per tutte le mie

domande, perché dunque? Eccoche ridiventa rosea, che si guardaintorno. Scommetto che si sentevagamente colpevole verso di me.Continuiamo:

"Mi dica, le dimostra sempretanta amicizia quell'orribile rossa?

Sono ricominciate le furie e le

Page 163: Colette-Claudine a Scuola

carezze dell'altra sera?"."Ma no... è molto buona con

me... L'assicuro che ha tantepremure per me."

"Non l'ha più "magnetizzata"?""Oh, no, non si tratta di

questo... Credo di aver esageratoun po', l'altra sera, perché eroirritata."

Ahi, eccola che sta perconfondersi! Tanto peggio, vogliosapere.

Mi avvicino a lei e le prendo lemani, le sue mani piccine piccine.

"Oh, cara, mi racconti che altroc'è! Non vuol dunque dire piùnulla alla sua povera Claudine cheha avuto tanto dispiacere ieril'altro?"

Ma si direbbe che si è ripresa,bruscamente decisa a tacere;prende a poco a poco una cert'ariacalma, falsamente naturale, e mi

Page 164: Colette-Claudine a Scuola

guarda con quegli occhi di gatta,bugiardi e chiari.

"No, Claudine, andiamo; ma sele assicuro che mi lasciaassolutamente tranquilla, e cheanzi si mostra molto buona. Noi lacredevamo più cattiva di quantonon sia, lo sa?"

Che cosa significa questa vocefredda, e questi occhi chiusi, purspalancati come sono? E' la voceche ha a scuola, questa; e non lavoglio! Mi rimangio la voglia dipiangere per non sembrareridicola.

Allora, come, è finita fra noidue? E se la importuno condomande, ci lasceremonemiche?... Prendo la grammaticainglese, non c'è nient'altro da fare;lei con un gesto frettoloso apre ilmio quaderno.

E' la prima volta e la sola, che

Page 165: Colette-Claudine a Scuola

ho fatto con lei una lezione seria;col cuore gonfio e pronto ascoppiare, ho tradotto delle pagineintere di:

"Voi avevate delle penne, maegli non aveva un cavallo."

"Noi avremmo le mele divostro cugino, se egli avesse moltitemperini."

"Avete inchiostro nel vostrocalamaio? No, ma ho una tavolanella mia stanza da letto" eccetera.

Verso la fine della lezione,questa strana Aimée mi domandaa bruciapelo:

"Mia piccola Claudine, non è incollera con me?".

Non mento del tuttorispondendo:

"No, non sono in collera conlei".

E' quasi vero, non sono incollera con lei, provo soltanto un

Page 166: Colette-Claudine a Scuola

po' di dispiacere e di stanchezza.La riaccompagno e la bacio, ma leimi tende la guancia voltando ilcapo così bruscamente che le mielabbra quasi le toccano l'orecchio.Piccola senza cuore! La osservomentre se ne va sotto il fanale, conun vago desiderio di correrledietro; ma a quale scopo?

Ho dormito piuttosto male: lo

dimostrano i miei occhi cerchiatisino a metà delle guance; perfortuna mi dona abbastanza, mene accorgo allo specchio,spazzolandomi vigorosamente iriccioli (tutti dorati questamattina) prima di andare allalezione di canto.

Arrivo con una mezz'ora dianticipo, e non posso fare a menodi ridere trovando due miecompagne su quattro, già

Page 167: Colette-Claudine a Scuola

installate a scuola!Ci facciamo una reciproca

ispezione, e Anaïs fa un fischio diammirazione per il mio vestitoazzurro e il mio graziosogrembiule.

Per l'occasione lei ha tiratofuori il grembiule del giovedì edella domenica, rosso, ricamato inbianco (la fa sembrare ancora piùpallida); pettinata col ciuffo concura meticolosa, il nodo moltoavanti quasi sulla fronte, si èstretta da scoppiare con unacintura nuova. Osserva ad altavoce, con animo compassionevole,che ho brutta cera; ma io rispondoche l'aria stanca mi dona. AccorreMarie

Belhomme, scervellata esvaporata, come al solito. Anchelei ha fatto dei preparativi,sebbene in lutto; il suo colletto di

Page 168: Colette-Claudine a Scuola

crespo arricciato le dà un'aria dapierrot nero, trasognato; con ilunghi occhi vellutati, l'ariaingenua e sperduta, ègraziosissima. Le due Jaubertarrivano insieme come sempre,punto civette, o per lo meno nonquanto noi, pronte a comportarsiirreprensibilmente, a non alzaregli occhi, e a dir male di ciascunadi noi, dopo la lezione.

Ci scaldiamo, strette intornoalla stufa, canzonando in anticipoil bell'Antonin. Attenzione,eccolo... Si avvicina un rumore divoci e di risa, la signorina Sergentapre la porta, precedendol'irresistibile maestro.

Bellissimo il Rabastens! Ha unberretto di pelo, un vestito bluscuro sotto il soprabito, e si toglieberretto e cappotto, entrando,dopo aver detto con profondo

Page 169: Colette-Claudine a Scuola

rispetto: "Signorine". Ha ornato lagiacca con un crisantemo rossoruggine di ottimo gusto e lacravatta fa colpo: verde-grigia contanti anelli intrecciati sparsi. Unacravatta annodata con cura allospecchio! Subito ci disponiamo infila seriamente, e le mani tirano dinascosto i corpetti per nasconderequalsiasi velleità di pieghesgraziate. Marie Belhomme sidiverte già in modo tanto evidenteche scoppia a ridere, e si fermaspaventata di se stessa. Lasignorina Sergent aggrotta leterribili ciglia e si irrita. Mi haguardata entrando: scommettoche la sua piccola le racconta giàtutto! Mi ripeto con ostinazioneche Aimée non merita tantodispiacere, ma non me nepersuado.

"Signorine", dice Rabastens

Page 170: Colette-Claudine a Scuola

con l'erre moscia "chi di voivorrebbe darmi il libro?"

Anaïs la lunga porge subito ilproprio Marmontel per mettersi invista e riceve un "grazie" di unagentilezza esagerata. Quelgrassone deve farsi i complimentidavanti all'armadio a specchio. E'vero che non ha un armadio aspecchio.

"Signorina Claudine," mi dicecon un'occhiata assassina(assassina per lui, s'intende) "sonofelice e onoratissimo di diventaresuo collega: perché lei davalezione di canto a questesignorine, non è vero?"

"Sì, ma non obbedisconoaffatto a una compagna" taglianetto la signorina Sergent,impazientita da questechiacchiere. "Aiutata da lei, signormaestro, otterrà migliori risultati,

Page 171: Colette-Claudine a Scuola

oppure saranno bocciateall'esame, poiché non sannoniente di musica."

Benone, imparerà a lasciarsiscappare frasi inutili, quel signore!

Le mie compagne ascoltano,con uno stupore non dissimulato;finora non era mai stata usatatanta galanteria con loro; sonostupefatte, soprattutto deicomplimenti che mi prodigal'adulatore Antonin.

La signorina Sergent prende ilMarmontel e indica a Rabastens ilpunto che le scolare sono incapacidi superare, alcune per mancanzadi attenzione, altre per incapacità(eccetto Anaïs, cui la memoriapermette di ritenere tutti gliesercizi di solfeggio, senza"batterli" e senza scomporli).Siccome è vero che questescioccherelle "non sanno nulla di

Page 172: Colette-Claudine a Scuola

musica", e siccome ci mettono unaspecie di punto d'onore adisobbedirmi, si farebberosicuramente affibbiare degli zeri alprossimo esame. Questaprospettiva fa infuriare lasignorina Sergent, che è stonata eche non può fare la maestra dicanto, e così pure la signorinaAimée Lanthenay, noncompletamente guarita da unalaringite di vecchia data.

"Le faccia prima cantareseparatamente," dico almeridionale (felicissimo dipavoneggiarsi in mezzo a noi)"sbagliano tutte il tempo, ma nonfanno gli stessi sbagli, e sino adora non sono riuscita acorreggerle."

"Vediamo, signorina...?""Marie Belhomme.""Signorina Marie Belhomme,

Page 173: Colette-Claudine a Scuola

mi solfeggi questo esercizio."E' una breve polca in sol,

assolutamente sprovvista didifficoltà, ma la povera Marie,assolutamente negata per lamusica, non ha mai potutosolfeggiarla senza sbagli. Sottoquesto attacco diretto, ha avuto unsussulto, si è fatta rossa e stralunagli occhi.

"Io segno una battuta a vuoto,e lei comincerà sul primo tempo;re si si, la sol fa fa... Non è moltodifficile, non è vero?"

"Sissignore" risponde Marieche perde la testa per eccesso ditimidezza.

"Bene, io comincio... Uno, due,uno..."

"Re si si, la sol fa fa" strillaMarie con una voce da gallinarauca. Non si è lasciata scapparel'occasione di cominciare al

Page 174: Colette-Claudine a Scuola

secondo tempo! Io la fermo:"No, senti un po': uno, due re si

si... capisci?". Il maestro segna unabattuta a vuoto. Ricomincia.

"Uno, due, uno...""Re si si..." ricomincia lei con

calore, facendo lo stesso sbaglio!E pensare che da tre mesi

canta la polca fuori tempo!Rabastens s'intromette, paziente ediscreto:

"Permetta, signorinaBelhomme, faccia il piacere dibattere il tempo insieme con me".

Le ha preso il polso e le guidala mano.

"Così capirà meglio: uno, due,uno... Ebbene, canti dunque!"

Questa volta non ha neppurecominciato! Paonazza a causa diquesto gesto inatteso, ha persocompletamente la testa. Io midiverto un mondo. Ma il bel

Page 175: Colette-Claudine a Scuola

baritono, assai lusingato dalturbamento di quella poverascioccherella, si farebbe unoscrupolo di insistere. Anaïs, lalunga, ha le gote gonfie dalle risaterepresse.

"Signorina Anaïs, la prego dicantare questo esercizio permostrare alla signorina Belhommecome deve essere interpretato."

Non si fa pregare, questa!Gorgheggia il suo pezzetto "consentimento" alzando la voce negliacuti e non troppo a tempo.Macché!

Lo sa a memoria, e la suamaniera un po' ridicola disolfeggiare come se cantasse unaromanza piace al meridionale, chesi congratula con lei. Anaïs cercadi arrossire, non ci riesce, e silimita, in mancanza di meglio, adabbassare gli occhi, a mordersi le

Page 176: Colette-Claudine a Scuola

labbra e a chinare il capo.Dico a Rabastens: "Signor

maestro, vuole far ripeterequalche esercizio a due voci? Perquanto abbia fatto, non li sanno".

Questa mattina sono seria,prima perché non ho una granvoglia di ridere, poi perché, sefacessi troppo chiasso durantequesta prima lezione, la signorinaSergent sopprimerebbe le altre. Epoi penso ad Aimée. Non vienedunque giù questa mattina? Solootto giorni fa, non avrebbe osatostarsene a letto sino a così tardaora!

Pensando a tutto ciò,distribuisco le due parti: la primaad Anaïs, col peso di MarieBelhomme, l'altra alle convittrici.In quanto a me, verrò in aiuto diquella che sarà più debole.Rabastens sostiene la seconda.

Page 177: Colette-Claudine a Scuola

Ed eseguiamo il pezzetto a duevoci, io a fianco del bell'Antoninche, con voce di baritono, lanciacerti "Ah! Ah!" pieni diespressione chinandosi dalla miaparte. Dobbiamo formare ungruppetto straordinariamenteridicolo. Questo marsigliese nondirozzabile è così preoccupatodelle grazie che sta sfoggiando,che fa sbagli su sbagli, senza chenessuno, d'altronde, se ne accorga.L'elegante crisantemo che portaall'occhiello della giacchetta sistacca e cade; finito il pezzo, loraccoglie e lo getta sulla tavola,dicendo, come se pretendesse deicomplimenti per sé: "Be', misembra che non sia andata troppomale".

La signorina Sergent smorza lasua infatuazione, rispondendo:

"Sì, ma le lasci cantare da sole,

Page 178: Colette-Claudine a Scuola

senza di lei, senza Claudine, evedrà".

(Scommetterei, dalla sua facciaavvilita, che aveva dimenticatoperché si trova qui. Dev'esseredavvero molto diligente, comeinsegnante, questo Rabastens.Tanto meglio! Quando la direttricenon assisterà alle lezioni, ci sipotrà permettere qualunque cosacon lui.)

"Sì, certamente, ma se questesignorine vorranno fare un piccolosforzo, vedrà che arriverannopresto a saperne abbastanza perrispondere agli esami. Pretendonocosì poco di musica, lei lo sa bene,non è vero?"

Guarda, guarda, si ribellaadesso? Sarebbe impossibile farcapire meglio alla rossa che non ècapace di fare una scala. Leicapisce la malignità, e i suoi occhi

Page 179: Colette-Claudine a Scuola

scuri si voltano. Antonin risale unpo' nella mia stima, ma ha irritatola signorina Sergent che gli diceseccamente:

"Avrebbe la gentilezza di farstudiare ancora un po' questeragazze? Mi piacerebbe checantassero separatamente peracquistare un po' di disinvoltura edi sicurezza".

Tocca alle gemelle, che hannovoci inconsistenti, incerte, conuno scarso senso del ritmo, maquelle due sgobbone se lacaveranno sempre, studiano inmodo così esemplare! Non possosoffrire queste Jaubert, buone emodeste. E immagino comestudiano a casa, ripetendosessanta volte ogni esercizio,prima di venire alle lezioni delgiovedì, irreprensibili e sornione.

Per finire Rabastens si

Page 180: Colette-Claudine a Scuola

"procura il piacere", dice, diascoltarmi, e mi prega di leggerecerte musiche molto noiose,romanze nefaste o arie congorgheggi esagerati i cui vocalizziantiquati gli sembrano il non plusultra dell'arte. Per amor proprio,siccome è presente la signorinaSergent, e anche Anaïs, cantomeglio che posso. E l'ineffabileAntonin va in estasi; s'ingarbugliain complimenti tortuosi, in frasipiene di trabocchetti, dai quali miguarderei dall'aiutarlo adistricarsi, ben felice di ascoltarlo,invece, con occhi attenti e fissi neisuoi. Non so come sarebbearrivato alla fine di una frasezeppa di proposizioni incidentali,se la signorina Sergent non sifosse avvicinata: "Ha dato a questesignorine qualche pezzo dastudiare per questa settimana?".

Page 181: Colette-Claudine a Scuola

No, non ha dato niente. Nonriesce a ficcarsi in testa che nonl'hanno chiamato qui per cantare adue voci con me!

Ma che ne è della piccolaAimée? Bisogna che lo sappia.Dunque rovescio abilmente uncalamaio sul banco, avendo cura dimacchiarmi abbondantemente ledita. Prorompo in un'esclamazionedesolata, con tutte le dita apertecome un ragno. La signorinaSergent coglie l'occasione perosservare che ne faccio sempreuna, e mi manda a lavare le manialla pompa.

Quando sono fuori, mi asciugole mani con la spugna dellalavagna per levare più inchiostroche posso, e ficco il naso e guardoin tutti gli angoli. In casa niente.Esco di nuovo e vado sino almuretto che ci separa dal giardino

Page 182: Colette-Claudine a Scuola

del maestro. Niente anche lì. Ma,ma, stanno chiacchierando làdentro! Chi? Mi chino al disopradel muretto per guardare giù, nelgiardino che è due metri più inbasso, e là, sotto dei noccioli senzafoglie, al solicello pallido che sisente appena, vedo il cupoRichelieu che chiacchiera con lasignorina Aimée Lanthenay. Tre oquattro giorni fa sarei rimasta distucco, davanti a questospettacolo, ma la grande delusionedi questa settimana mi ha un po'corazzata.

Quel selvatico Duplessis! Hatrovato l'uso della lingua, adesso, enon abbassa più gli occhi. Si èproprio gettato allo sbaraglio?

"Mi dica, signorina, lei non selo immaginava? Oh, mi dica di sì!"

Aimée, col suo bel color rosa,freme di gioia, e i suoi occhi sono

Page 183: Colette-Claudine a Scuola

più dorati che mai, gli occhi chespiano e ascoltano attentamentetutto intorno, mentre lui parla.Ride con grazia facendo segno chenon se l'aspettava proprio, quellabugiarda!

"Ma sì, lei lo sospettava,quando passavo intere serate sottole sue finestre. Ma io l'amo contutte le mie forze, non per passareil tempo durante una stagione epoi andarmene per le vacanze.Vuole ascoltarmi seriamente,come io le parlo ora?"

"E' proprio una cosa cosìseria?"

"Sì, gliel'assicuro. Mi dà ilpermesso di venire questa sera aparlarle davanti alla signorinaSergent?"

Oh, perbacco! Sento che si aprela porta dell'aula; vengono avedere che cosa mi è successo. In

Page 184: Colette-Claudine a Scuola

due salti sono lontana dal muro equasi vicino alla pompa; mi gettoin ginocchio per terra, e quando ladirettrice, accompagnata daRabastens che se ne va, mi èvicina, vede che sto fregandoenergicamente con la sabbia lemacchie di inchiostro delle mani"dato che non se ne vanno conl'acqua".

Attacca benissimo."Ma lasci stare," dice la

signorina Sergent "le toglierà acasa con la pietra pomice."

Il bell'Antonin mi rivolge un"arrivederci" allegro e malinconicoinsieme. Mi sono rialzata e glifaccio il più ondeggiante cenno delcapo, che mi fa scivolaremollemente i riccioli lungo leguance.

Dietro alle sue spalle, rido:gran balordo, crede di essere

Page 185: Colette-Claudine a Scuola

arrivato!Rientro in classe per prendere

il cappuccio, e ritorno a casapensando alla conversazionesorpresa dietro il muretto.

Peccato che non abbia potutosentire la fine di quel dialogod'amore! Aimée avrà acconsentito,senza farsi pregare, a riceverequesto infiammabile ma onestoRichelieu, e lui è capace dichiedere la sua mano. Ma checos'ha dunque nella pelle quelladonnina che non è neppure unabellezza regolare? Fresca, sì, conun paio d'occhi meravigliosi; mainsomma non mancano begliocchi in visi più belli, e questatutti gli uomini la guardano! Imuratori, quando passa lei,smettono di impastare la calcinastrizzando l'occhio e schioccandola lingua. (Ieri ne ho sentito uno

Page 186: Colette-Claudine a Scuola

che diceva al suo compagno,additandola: "Davvero, non so checosa darei per essere una pulce nelsuo letto!".) I giovanotti per lastrada fanno i bellimbusti per lei,e gli assidui frequentatori del caffèdella "Perla", quelli che prendonoil vermut tutte le sere,chiacchierano fra loro coninteresse "di una ragazza" cheinsegna nelle scuole, che faallegare i denti come una torta difrutta non abbastanza zuccherata".

Muratori, piccoli possidenti, ladirettrice, il maestro, tuttidunque? A me interessa un po'meno da quando ho scoperto che ètanto traditrice, e mi sentocompletamente vuota, vuota dellamia tenerezza, vuota del mio grandispiacere della prima sera.

Stanno demolendo, finiscono

Page 187: Colette-Claudine a Scuola

di demolire la vecchia scuola;povera vecchia scuola! Buttano giùil pianterreno, e assistiamo concuriosità alla scoperta di muridoppi, di muri che credevamopieni e spessi e che sono vuoticome armadi, con una specie dicorridoio buio, dove non si trovache polvere e uno schifoso odorevecchio e ripugnante. Mi diverto aspaventare Marie Belhommeraccontandole che questinascondigli misteriosi sono statisistemati un tempo per murarvi ledonne che tradivano il marito, eche ho visto ossa bianche sparsefra i calcinacci; spalanca gli occhismarriti, domanda: "E' vero?" e siavvicina in fretta "per vedere leossa". Ritorna subito a me.

"Non ho visto niente, è unanuova frottola che mi racconti!"

"Che io possa perdere subito la

Page 188: Colette-Claudine a Scuola

lingua se questi nascondigli neimuri non sono stati scavati con unintento criminoso! E poi, prima ditutto, sai, è proprio il caso che miaccusi di menzogna, tu, chenascondi un crisantemo nelMarmontel, quel crisantemo che ilsignor Antonin Rabastens portavaall'occhiello!"

L'ho detto a voce molto alta,perché ho visto la signorinaSergent entrare nel cortile,precedendo Dutertre. Oh, lo sivede spesso quello là, siamogiusti! E ha proprio un bellospirito di sacrificio questo dottore,che abbandona ogni momento laclientela per venire a constatare lostato soddisfacente della nostrascuola che, in questo momento, sene va a pezzi: la prima classeall'asilo, la seconda, laggiù almunicipio. Indubbiamente teme

Page 189: Colette-Claudine a Scuola

che la nostra istruzione abbia asoffrire di questi spostamentisuccessivi, quel degno ispettorescolastico del mandamento!

Hanno sentito, lui e lei, quelloche dicevo (perbacco, l'ho fattoapposta!), e Dutertre cogliel'occasione per avvicinarsi. Marievorrebbe sprofondarsi sottoterra, egeme coprendosi il volto con lemani. Si avvicina ridendo, bonario,e batte sulla spalla di quellascioccherella che ha un sussulto esi confonde: "Piccina, che cosa tidice questa indiavolata Claudine?Serbi i fiori che porta il nostro belmaestro? Mi dica un po', signorinaSergent, le sue scolare hanno ilcuore molto sveglio, lo sa? Marie,vuoi che informi tua madre perfarle capire che sua figlia non èpiù una ragazzina?".

Povera Marie Belhomme!

Page 190: Colette-Claudine a Scuola

Incapace di rispondere una parola,guarda Dutertre, guarda me,guarda la direttrice con occhi dicerbiatta sgomenta, e sta perpiangere... La signorina Sergent,che non è veramente entusiastadell'occasione trovatadall'ispettore per chiacchierarecon noi, lo contempla con occhigelosi e pieni di ammirazione; nonosa trascinarlo via (lo conoscoabbastanza per credere cherifiuterebbe con disinvoltura). Iogongolo della confusione di Marie,del malcontento impaziente dellasignorina Sergent (e la sua piccolaAimée non le basta dunque più?) eanche di vedere il piacere cheprova il nostro buon dottore nelrestarci accanto. Bisogna proprioche i miei occhi dicano il mio statod'ira e di contentezza, perché egline ride mostrando i denti aguzzi:

Page 191: Colette-Claudine a Scuola

"Claudine, che hai da esserecosì fremente? Ti agita lacattiveria?".

Annuisco con un cenno delcapo, scuotendo i riccioli senzaparlare, una irriverenza che faaggrottare le folte sopraccigliadella signorina Sergent. Non mene importa. Non può aver tutto,quella maledetta rossa: il suoispettore e la sua piccola aiutante,no, no... Più disinvolto che mai,Dutertre mi si avvicina e colbraccio mi cinge le spalle. Anaïs lalunga ci guarda, curiosa,socchiudendo gli occhi.

"Stai bene?""Sì, dottore, la ringrazio

moltissimo.""Parla seriamente." (Già, è

proprio serio, lui!) "Perché haisempre gli occhi cerchiati?"

"Perché Iddio me li ha fatti

Page 192: Colette-Claudine a Scuola

così.""Non dovresti leggere tanto.

Leggi a letto, scommetto.""Un po', non molto. Non

bisogna, forse?""Uhm, sì, puoi ben leggere. Che

cosa leggi? Vediamo, dimmelo."Si eccita e mi ha stretto le

spalle con un gesto brusco. Ma ionon sono sciocca come l'altrogiorno, e non arrossisco, nonancora. La direttrice ha deciso diandare a sgridare le piccole chegiocano con la pompa e siinondano. Come deve fremere incuor suo! Ballo dalla gioia.

"Ieri ho finito Afrodite; questasera comincerò La donna e ilburattino." (8)

"Sì? Sai scegliere bene, tu!Pierre Louys? Diavolo! Non c'è dastupirsi che tu... Vorrei ben sapereche cosa ci capisci? Tutto?"

Page 193: Colette-Claudine a Scuola

(Non sono vile, credo, ma nonmi piacerebbe continuare questaconversazione sola con lui in unbosco o su un sofà, gli occhi glibrillano tanto! E poi se crede cheio gli faccia qualche confidenzalubrica...)

"No, non capisco tutto,purtroppo, ma tuttaviaabbastanza. E la settimana scorsaho anche letto Susanna di LéonDaudet. Sto finendo l'Anno diClarissa, un libro di PaulAdam chemi entusiasma!"

"Sì, e dopo dormi?... Ma tistancherai con questo regime divita; riguardati, sarebbe unpeccato se ti rovinassi, lo sai."

Che cosa crede, dunque? Miguarda così da vicino, con unavoglia così evidente diaccarezzarmi, di abbracciarmi, cheecco sono invasa da uno

Page 194: Colette-Claudine a Scuola

sgradevole ardente rossore, eperdo la disinvoltura. Forse anchelui teme di perdere il sanguefreddo, perché allenta la stretta,respirando profondamente, e milascia dopo avermi fatto unacarezza sui capelli, dalla testa sinoall'estremità dei riccioli, comesulla schiena dei gatti. Lasignorina Sergent si riavvicina, lesue mani fremono di gelosia, e siallontanano tutti e due; vedo cheparlano con molta vivacità, lei conaria di supplica ansiosa; lui alzaleggermente le spalle e ride.

S'incrociano con la signorinaAimée, e Dutertre si ferma,sedotto dai suoi occhi carezzevoli,scherza familiarmente con lei,tutta rosea, un po' imbarazzata,contenta; e la signorina Sergentnon dimostra di essere gelosaquesta volta, anzi... A me batte un

Page 195: Colette-Claudine a Scuola

po' il cuore ogni volta che siavvicina questa piccola. Ah, questastoria è finita male!

Mi sprofondo cosìintensamente nei miei pensieri danon accorgermi Che Anaïs la lungasta facendo una danza selvaggiaintorno a me:

"Vuoi lasciarmi in pace,orribile mostro! Oggi non hovoglia di giocare".

"Sì, lo so, è perché ti frulla nelcervello l'ispettore... Ah, sfido, nonsai più a quale badare: Rabastens,Dutertre, chi altro?

Hai fatto la scelta? E lasignorina Lanthenay?"

Gira vertiginosamente conocchi diabolici nel volto immobile,furente, in fondo. Per poter staretranquilla, mi getto su lei e lepesto le braccia a forza di pugni;essa grida subito, vigliaccamente,

Page 196: Colette-Claudine a Scuola

e scappa, io la inseguo e la blocconell'angolo della pompa dove leverso un po' di acqua sulla testa,non molta, il fondo della ciotolacomune. Perde la testa del tutto.

"Lo sai, è stupido, sono coseche non si fanno, proprio adessoche sono raffreddata, ho la tosse!"

"La tosse! Il dottor Dutertre tidarà un consulto gratuito, e anchequalcosa insieme."

L'arrivo dell'innamoratoDuplessis interrompe il litigio; dadue giorni è trasfigurato, questoArmand, e i suoi occhi raggiantidicono abbastanza chiaramenteche Aimée gli ha concesso lamano, insieme col cuore e la fede,tutto nello stesso sacco. Ma vedela dolce fidanzata che chiacchierae ride, fra Dutertre e la direttrice,molestata dall'ispettore,incoraggiata dalla signorina

Page 197: Colette-Claudine a Scuola

Sergent, e gli occhi gli sirabbuiano. Ah, ah, non è geloso,no, lo sarò io, allora! Sono sicurache tornerebbe indietro se non lochiamasse proprio la rossa.

Egli accorre a grandi passi e faun profondo inchino a Dutertreche gli stringe la manofamiliarmente, con un gesto dicongratulazione.

Il pallido Armand arrossisce, siillumina e guarda la fidanzatinacon tenero orgoglio. PoveroRichelieu, mi fa pena! Non soperché, ma immagino che questaAimée, che recita a mezzo la partedell'incosciente e si impegna tantoin fretta, non lo renderà moltofelice. Anaïs la lunga non perde ungesto del gruppo, e dimentica diinsolentirmi.

"Dimmi un po'," mi mormora avoce bassissima "che cosa fanno

Page 198: Colette-Claudine a Scuola

insieme a questo modo? Che cosac'è?"

Io sbotto: "C'è che il signorArmand, il compasso, Richelieu,sì, ha chiesto la mano dellasignorina Lanthenay, che gliel'haconcessa, che sono fidanzati e cheDutertre si congratula con loro!Ecco che cosa c'è!".

"Ah... E' proprio vero, allora!Come, le ha chiesto la mano persposarla?"

Non posso fare a meno diridere; si è lasciata scapparequesta espressione cosìnaturalmente, con una ingenuitàinsolita in lei! Ma io non la lascioa lungo nello stupore: "Corri,corri, va' a prendere qualsiasi cosanell'aula, senti quello che dicono;di me diffiderebbero subito!".

Si slancia; passando accanto algruppo, perde abilmente uno

Page 199: Colette-Claudine a Scuola

zoccolo (d'inverno portiamo tuttegli zoccoli) e tende l'orecchio,indugiando a rimetterselo. Poisparisce e ritorna portando benesposti i mezzi guanti, che s'infilaritornando vicino a me.

"Che cos'hai sentito?""Il dottor Dutertre diceva a

Duplessis: "Non le faccio auguri difelicità, signor maestro, sonoinutili quando si sposa unaragazza simile". E la signorinaAimée Lanthenay abbassava gliocchi, così. Ma davvero, non avreimai creduto che fosse cosa fatta,così certa!"

Mi stupisco anch'io, ma perun'altra ragione. Come, Aimée sisposa e ciò non fa nessun effettoalla signorina Sergent?Certamente c'è sotto qualcosa cheignoro. Perché ha fatto tanti sforziper conquistarla, e perché quelle

Page 200: Colette-Claudine a Scuola

scene di lacrime ad Aimée, se orala dà, senza rimpianti, a unArmand Duplessis che conosceappena? Che il diavolo se le porti!Bisognerà che mi affanni ascoprire la ragione segreta diquesta storia. Insomma, non c'èdubbio: è gelosa solo delle donne.

Per sveltirmi le idee combino ilgioco della "gru" con moltecompagne e le piccoline dellaseconda sezione, che sonoabbastanza grandi per essereammesse a giocare con noi.Traccio due righe distanti tremetri, mi metto in mezzo per farela gru, e comincio il giocodisseminato di strilli acuti e diqualche caduta da me provocata.

Suona la campana; rientriamo

in classe per la noiosissimalezione di lavoro. Prendo il ricamo

Page 201: Colette-Claudine a Scuola

con disgusto. Dopo dieci minuti lasignorina Sergent se ne va, con lascusa di andare a distribuireoggetti di cancelleria alla classeinferiore, che, sloggiata di nuovo,è sistemata provvisoriamente(s'intende!) in un'aula vuotadell'asilo, proprio vicino a noi.Scommetto che, in fatto dirifornimenti, la rossa si occuperàsoprattutto della sua piccolaAimée.

Dopo aver fatto una ventina dipunti nel ricamo, sono colta da unimprovviso accesso di stupidità,che m'impedisce di sapere se devocambiare la tinta per riempire unafoglia di quercia, oppurecontinuare ad adoperare la stessalana con la quale ho finito unafoglia di salice. Ed esco, col lavoroin mano, per chiedere consiglioall'onnisciente direttrice.

Page 202: Colette-Claudine a Scuola

Attraverso il corridoio, entro nellaclasse delle piccole: le cinquantamonelle, rinchiuse là dentro,strillano, si tirano i capelli, ridono,ballano, disegnano fantocci allalavagna, e non v'è traccia né dellasignorina Sergent né dellasignorina Lanthenay. Diventa unfatto curioso! Esco di nuovo,spingo la porta della scala:nessuno nella scala! Se salissi? Sì,ma che cosa risponderò, se mi citroveranno? Via, dirò che vengo acercare la signorina Sergent,perché ho sentito che la chiamavaquella vecchia contadina di suamadre.

Zitti! Salgo pian piano con lesole calze, lasciando giù gli zoccoli.Nessuno in cima alla scala. Maecco la porta di una cameraappena socchiusa, e io non pensopiù a nient'altro se non a guardare

Page 203: Colette-Claudine a Scuola

attraverso l'apertura. La signorinaSergent, seduta nella sua granpoltrona, mi volta le spalle, perfortuna, e tiene sulle ginocchial'aiutante, come se fosse unabimba; Aimée sospira dolcementee abbraccia con ardore la rossa chela stringe. Meno male, non sipotrà dire che questa direttricetratta male le dipendenti! Nonvedo i loro volti perché la poltronaha un grande schienale piuttostoalto, ma non ho bisogno di vederli.Il cuore mi batte nelle orecchie, ea un tratto salto nella scala coicalzini che non fanno rumore.

Tre secondi dopo ho ripreso ilmio posto accanto ad Anaïs lalunga, che si diverte con la letturae le figure del Supplemento.Perché non si accorgano del mioturbamento, chiedo di vederloanch'io, come se mi interessasse!

Page 204: Colette-Claudine a Scuola

Vi è un racconto di CatulleMendès, (9) che mi piacerebbe,tenero com'è; ma non ho la menteattenta a ciò che leggo, ancoraturbata da quello che ho spiatolassù. Non chiedevo tanto, e noncredevo di certo che le loroespansioni fossero così vivaci.

Anaïs mi fa vedere un disegnodi Gil Baër che rappresenta ungiovanottino senza baffi, chesembra una donna travestita, e,eccitata dalla lettura del Taccuinodi Lyonnette e dagli scherzi diArmand Sylvestre, mi dice con unosguardo turbato: "Ho un cuginoche gli somiglia, si chiama Raoul,è in collegio e lo vedrò ogni estatedurante le vacanze". Questarivelazione mi spiega il suo nuovoatteggiamento di relativa serietà:in questo momento scrive moltodi rado ai ragazzi. Le sorelle

Page 205: Colette-Claudine a Scuola

Jaubert affettano di scandalizzarsiper questo giornale sconcio, MarieBelhomme rovescia il calamaioper venire a vedere; dopo averguardato le figure e letto un poco,scappa, con le lunghe mani levate,gridando: "E' vergognoso! Nonvoglio leggere il resto prima dellaricreazione!". E' appena seduta esta asciugando l'inchiostrorovesciato, quando rientra lasignorina Sergent, seria, ma congli occhi rapiti; io guardo questarossa come se non fossi sicura cheè la stessa che lassù stavaabbracciando Aimée.

"Marie, farà un compito sullasbadataggine, e me lo porteràquesta sera alle cinque. Signorine,domani arriva una nuova maestra,la signorina Griset; voi non avretea che fare con lei: essa si occuperàsoltanto della classe delle piccole."

Page 206: Colette-Claudine a Scuola

Sono stata lì lì per domandare:"E la signorina Aimée, se ne vadunque?". Ma la risposta viene dasola.

"La signorina Lanthenay nonha modo di esplicare tutta la suaintelligenza nella classe inferiore;d'ora in poi vi darà qui qualchelezione di storia, di lavoro e didisegno, sotto la miasorveglianza."

La guardo sorridendo, e scrolloil capo come per congratularmicon lei di questa combinazioneveramente riuscita. Lei aggrotta leciglia, subito adirata:

"Claudine, che cosa ha fatto delsuo ricamo? Tutto qui? Oh, non siè certo stancata!".

Assumo l'aria più sciocca perrispondere:

"Ma, signorina, sono andatapoco fa nella classe inferiore per

Page 207: Colette-Claudine a Scuola

domandarle se bisognava prendereil verde numero due per la fogliadi quercia, e non c'era nessuno;l'ho chiamata nella scala, e nonc'era nessuno neppure lì".

Parlo lentamente, ad alta voce,perché tutte alzino la faccia chinasul lavoro a maglia o sul cucito; miascoltano avide; le più grandi sidomandano che cosa poteva farela direttrice lontano, lasciandocosì le scolare in abbandono. Lasignorina Sergent diventa di uncolor cremisi che volge al nero, erisponde vivacemente: "Eroandata a vedere dove sarebbepossibile alloggiare la nuovaaiutante; l'edificio scolastico èquasi finito, lo stanno asciugandocon grandi fiammate, e senzadubbio potremo installarcipresto".

Faccio un gesto di protesta e di

Page 208: Colette-Claudine a Scuola

scusa che significa: "Oh, non devosapere dov'era lei: non potevaessere se non dove la chiamava ildovere". Ma provo unacontentezza frenetica pensandoche potrei risponderle: "No,zelante educatrice, lei si occupa ilmeno possibile della nuovamaestra, è l'altra, la signorinaLanthenay che le interessa e leiera nella sua camera con Aimée,intenta ad abbracciarlaappassionatamente".

Mentre medito questi pensieridi ribellione, la rossa si è riavuta:molto calma, ora, parla con vocechiara...

"Prendete i quaderni. Comeintestazione: "Tema". Spiegate ecommentate questo pensiero: "Iltempo non rispetta quello che si èfatto senza di lui". Avete un'ora emezzo."

Page 209: Colette-Claudine a Scuola

Oh, disperazione e strazio!Quali altre sciocchezze bisogneràtirar fuori! Mi è indifferente che iltempo rispetti o no quello che si fasenza invitarlo! Sempre temi comequesto, o più brutti! Sì, più brutti,perché siamo quasi alla vigilia diCapodanno, e non sfuggiremoall'inevitabile pezzetto di stilesulle strenne, usanza venerabile,gioia dei bimbi, commozione deigenitori, confetti, giocattoli(joujou al plurale prende una xcome bijou, caillou, chou, genou,hibou e pou), senza dimenticare lanota commovente sui poverelliche non ricevono strenne e chebisogna soccorrere in questogiorno di festa, perché abbiano laloro parte di gioia! Che orrore, cheorrore!

Mentre fremo di rabbia, le altrestanno già facendo la brutta copia;

Page 210: Colette-Claudine a Scuola

Anaïs la lunga aspetta che cominciio per copiare il suo esordio dalmio; le due Jaubert ruminano eriflettono seriamente, e MarieBelhomme ha già riempito unapagina di sciocchezze, di frasicontraddittorie e di riflessioni chenon hanno a che fare conl'argomento. Dopo aver sbadigliatoun quarto d'ora, mi decido e scrivosubito sul "quaderno-diario" senzafar la brutta copia, cosa che eccital'indignazione delle altre.

Alle quattro, uscendo, mi

accorgo senza dispiacere che toccaa me e ad Anaïs di scopare. Disolito questo servizio mi disgusta,ma oggi non me ne importa, anzimi fa piacere. Andando a prenderel'innaffiatoio, incontro finalmentela signorina Aimée che ha glizigomi rossi e gli occhi scintillanti.

Page 211: Colette-Claudine a Scuola

"Buongiorno, signorina. Aquando le nozze?"

"Come? Ma... queste ragazzinesanno sempre tutto! Non è ancoradecisa... la data per lo meno. Saràper le vacanze, senza dubbio... Alei non sembra brutto, dica, ilsignor Duplessis?"

"Brutto, Richelieu? No dicerto! E' molto più bello dell'altro,molto più! Lei lo ama?"

"Ma, sfido, poiché lo accettocome marito!"

"Proprio una buona ragione!Non mi dia risposte simili, crededi parlare con Marie Belhomme?Lei non lo ama molto, lo trovasimpatico e ha voglia di sposarsi,per provare, e per vanità, per fardispetto alle sue compagne dellascuola normale che resterannozitelle, ecco tutto! Non gli giochibrutti tiri, ecco tutto quello che

Page 212: Colette-Claudine a Scuola

posso augurargli, perché meritaindubbiamente di essere amatopiù di quanto lei non lo ami."

To', subito dopo, volto le spallee corro a prendere l'acqua perinnaffiare. E' rimasta di pietra,confusa. Finalmente se ne va asorvegliare mentre spazzano laclasse inferiore, o a raccontarequello che ho detto alla sua carasignorina Sergent. Vada pure! Nonvoglio più occuparmi di questedue matte, delle quali una non loè.

Ed eccitatissima, innaffio,innaffio troppo, innaffio i piedi DiAnaïs, le carte geografiche, poiscopo con tutta la forza dellebraccia. Mi riposa stancarmi inquesto modo.

Lezione di canto. Entrata di

Antonin Rabastens, con una

Page 213: Colette-Claudine a Scuola

cravatta azzurra. "Te', bell'astro",come dicevano le provenzali aRoumestan. (10)

Guarda un po', c'è anche lasignorina Aimée Lanthenay,seguita da una personcina minuta,ancora più piccola di lei, dalportamento straordinariamenteagile, e che dimostra tredici anni,col viso un po' schiacciato, gliocchi verdi, la carnagione fresca, icapelli morbidi come la seta escuri. Questa ragazzina si èfermata, come una vera selvaggia,sulla soglia. La signorina Aimée sivolta verso di lei, ridendo:"Andiamo, vieni, non avere paura;Luce, mi senti?".

Ma è sua sorella! Avevocompletamente dimenticatoquesto particolare. Mi avevaparlato di questa sorella cheprobabilmente sarebbe venuta, ai

Page 214: Colette-Claudine a Scuola

tempi in cui eravamo amiche... Misembra così buffo che accompagniquesta sorellina, che pizzico Anaïs,la quale chioccia, faccio il solleticoa Marie Belhomme, che miagola, eabbozzo un passo di danza in duetempi dietro alla signorinaSergent.

Rabastens trova deliziosequeste follie; la sorellina Luce miguarda con gli occhi obliqui. Lasignorina Aimée si mette a ridere(ride di tutto, ora, è così felice!) emi dice:

"La prego, Claudine, non lefaccia perdere la testa tanto perincominciare; è abbastanza timidaper natura".

"Signorina, veglierò su di leicome sulla mia stessa virtù.Quanti anni ha?"

"Quindici anni compiuti ilmese scorso."

Page 215: Colette-Claudine a Scuola

"Quindici? Ebbene, ora non hopiù fiducia di nessuno! Glienedavo tredici a essere generosi."

La piccola, diventata di brace,si guarda i piedi, che d'altrondesono graziosi. Si stringe allasorella e le tiene forte il braccioper rassicurarsi. Aspetta, le faròcoraggio io!

"Vieni, piccina, vieni qui conme. Non avere paura. Questosignore, che sfoggia in nostroonore le cravatte più estasianti, èil nostro buon maestro di canto.Non lo vedrai che il giovedì e ladomenica, purtroppo. Quelleragazzone là sono delle compagne!Le conoscerai presto. Io sono lascolara irreprensibile, la rara avis,non mi si sgrida mai (vero,signorina?), e sono sempre buonacome oggi. Sarò per te unaseconda madre!"

Page 216: Colette-Claudine a Scuola

La signorina Sergent si divertesenza voler averne l'aria.

Rabastens ammira, e gli occhidella novellina esprimono dubbisul mio stato mentale. Ma io lalascio, ho scherzato abbastanzacon questa Luce; lei resta accantoalla sorella che la chiama"bestiolina". Non m'interessa più.Domando senza far complimenti:

"Dove la metterete a dormire,questa bambina, dato che nulla èancora a posto?".

"Con me" risponde Aimée.Io stringo le labbra, guardo la

direttrice bene in faccia e dicochiaramente:

"E' una bella scocciatura,questa!".

Rabastens soffoca una risatacon la mano (sa forse qualcosa?)ed esprime questa opinione: che sipotrebbe forse cominciare a

Page 217: Colette-Claudine a Scuola

cantare.Sì, si potrebbe; e persino si

canta. La novellina non vuolsaperne e resta ostinatamentemuta.

"Lei non conosce bene lamusica, signorina Lanthenayjunior?" domanda il deliziosoAntonin con certi sorrisi dapiazzista di vini.

"Sissignore, un pochino"risponde la piccola Luce con unavocina melodiosa che deve esseredolce all'orecchio quando non lastrozza la paura.

"Ebbene, allora?"Ebbene, allora, niente. Lascia

dunque stare tranquilla questabambina, cascamorto dellaCanebière!

Nello stesso istante Rabastensmi sussurra: "E altrimenti (11)credo che, se le signorine sono

Page 218: Colette-Claudine a Scuola

stanche, le lezioni di canto nonc'entrano affatto!".

Io volgo gli occhi intorno, assaisorpresa della sua audacia nelparlarmi a bassa voce; ma haragione, le mie compagne sioccupano della nuova arrivata, lavezzeggiano e le parlano condolcezza; lei risponde con garbo,pienamente rassicurata nelvedersi bene accolta; in quantoalla gatta Lanthenay e al suotiranno amato, rincantucciate nelvano della finestra che dà sulgiardino ci dimenticanocompletamente; la signorinaSergent cinge col braccio la vita diAimée; parlano a bassa voce, onon parlano affatto, il che fa lostesso. Antonin, che ha seguito ilmio sguardo, non si trattiene daldire:

"Stanno proprio bene

Page 219: Colette-Claudine a Scuola

insieme!"."Eh, sì, piuttosto. E'

commovente questa amicizia, nonè vero, signor maestro?"

Quel grosso babbeo non sanascondere i suoi sentimenti edesclama a bassa voce:

"Commovente? Dica che èimbarazzante per gli altri!Domenica sera, sono andato arestituire delle musiche, lesignorine erano qui nell'aula,senza luce. Entro - questa classe èun luogo pubblico, non è vero? - e,alla luce del crepuscolo, intravedola signorina Sergent con lasignorina Aimée, una accantoall’altra, che si abbracciavanostrette strette. Crede forse che sisiano disturbate? No, la signorinaSergent si è voltatalanguidamente, domandando:"Chi è?".

Page 220: Colette-Claudine a Scuola

Io non sono molto timido;tuttavia; ebbene sono rimastoistupidito davanti a loro".

(Continua pure achiacchierare, non mi dici nulla dinuovo, o candido maestro! Madimenticavo la cosa piùimportante.)

"E il suo collega, signormaestro, lo immagino molto feliceda quando si è fidanzato con lasignorina Lanthenay?"

"Sì, povero giovane, ma misembra che non sia proprio il casodi essere così felice."

"Oh, perché mai?""Eh, la direttrice fa tutto quello

che vuole della signorina Aimée;non è molto piacevole per unfuturo marito. Mi seccherebbe chemia moglie fosse dominata a quelmodo da un'altra persona."

Sono del suo parere. Ma le

Page 221: Colette-Claudine a Scuola

altre hanno finito di intervistare lanuova arrivata, è prudente tacere.Cantiamo... No, è inutile: eccoArmand che osa entrare,disturbando il tenero sussurrìodelle due donne. Si ferma in estasidavanti ad Aimée che civetta conlui, e manovra con le palpebredalla ciglia ondulate, mentre lasignorina Sergent lo contemplacon gli occhi inteneriti di unasuocera che ha collocato la figlia.Ricominciano le conversazionidelle nostre compagne finchésuona l'ora. Ha ragione Rabas-tens; che ridicole, scusate, cheridicole lezioni di canto.

Questa mattina, sulla sogliadella scuola, trovo una ragazzapallida - capelli slavati, occhi grigi,carnagione priva di freschezza -che si stringe uno scialle di lanasulle spalle strette con l'aria

Page 222: Colette-Claudine a Scuola

straziante di un gatto magro cheha freddo e paura. Anaïs me laindica con un gesto del mento,facendo un smorfia di scontento.

Io scrollo il capo impietosita, ele dico a bassa voce: "Ecco unapoveretta che sarà infelice qui, sivede subito; le altre due stannotroppo bene insieme per non farlasoffrire".

Le scolare arrivano a poco apoco. Prima di entrare, osservoche stanno terminando i dueedifici scolastici con una rapiditàprodigiosa; pare che Dutertreabbia promesso un forte premioall'imprenditore se tutto saràpronto per una data che ha fissato.

Deve combinarne dei pasticci,quel tipo là!

NOTE:(1) Il nuovo "centro scolastico"

sta sorgendo da sette o otto mesi

Page 223: Colette-Claudine a Scuola

in un giardino attiguo, comperatoapposta, ma noi sinora non ciinteressiamo molto di quei grossicubi bianchi che crescono a poco apoco; nonostante la rapidità(insolita in questo paese di pigri)con la quale fanno i lavori, lescuole non saranno finite, credo,prima dell'Esposizione. E allora,purtroppo!, munita della licenza,avrò lasciato la scuola. [N.d.A.]

(2) Arteria principale diMarsiglia. [N.d.T.]

(3) Il cardinale di Richelieu sichiamava Armand Duplessis.[N.d.T.]

(4) Un brano della Freda diRecine (1639-1699). [N.d.T.]

(5) Raccolta di versi di GustaveKahn (1859-1939), poetasimbolista assertore del versolibero. [N.d.T.]

(6) Corrente letteraria

Page 224: Colette-Claudine a Scuola

francese, il cui programma fudivulgato con un manifesto dalpoeta Jean Moréas (1856-1910),che in un linguaggio arcaicizzantee insieme modernissimo espresseun sentimento della vita fraclassico e decadente. [N.d.T.]

(7) F. Jammes (1868-1938),poeta. [N.d.T.]

(8) Opere entrambe di PierreLouys. [N.d.T.]

(9) Catulle Mendès (1842-1909), poeta, romanziere,drammaturgo e critico. [N.d.T.]

(10) Numa Roumestan:personaggio del romanzoomonimo dello scrittore AlphonseDaudet (1840-1897). [N.d.T.]

(11) I marsigliesi hannosovente questo intercalare.[N.d.T.]

Page 225: Colette-Claudine a Scuola

Lezione di disegno, sotto la

direzione della signorina AiméeLanthenay. "Riproduzione linearedi un oggetto comune." Questavolta dobbiamo disegnare unacaraffa sfaccettata, posata sullacattedra della signorina. Sempreallegre queste lezioni di disegno,perché ci offrono mille scuse peralzarci: si trovano "impossibilità",si fanno macchie d'inchiostro diChina dovunque non se ne sente ilbisogno.

Subito cominciano le proteste.Io apro il fuoco:

"Signorina Aimée, non ^possodisegnare la caraffa dal posto dovesono, me la nasconde il tubo dellastufa!".

La signorina Aimée,occupatissima a fare il pizzicorino

Page 226: Colette-Claudine a Scuola

sulla nuca rossa della direttrice,che sta scrivendo una lettera, sivolta verso di me:

"Chini la testa in avanti: credoche la vedrà".

"Signorina," continua Anaïs"non posso assolutamente vedereil modello, perché ho davanti latesta di Claudine!"

"Ah, come siete noiose; voltateun po' il banco, allora; vedretetutte e due."

Ora Marie Belhomme. Geme:"Signorina, non ho più

carboncino, e poi il foglio che leimi ha dato ha un difetto nelmezzo, e allora non possodisegnare la caraffa".

"Oh," strilla la signorinaSergent, irritata "la volete finiretutte di annoiarci? Ecco un foglio,ecco il carboncino, e ora che ionon senta più nessuno, altrimenti

Page 227: Colette-Claudine a Scuola

vi faccio disegnare tutto unservizio da tavola!"

Silenzio spaventato. Sisentirebbe volare una mosca... percinque minuti. Al sesto minutoricomincia un leggero brusìo,casca uno zoccolo, MarieBelhomme tossisce, io mi alzo perandare a misurare, con le bracciatese, l'altezza e la larghezza dellacaraffa. Anaïs la lunga fa lo stesso,dopo di me, e approfitta di doverchiudere un occhio per storcere ilvolto in orribili smorfie, che fannoridere Marie. Alla fine faccio unoschizzo a carboncino della caraffae mi alzo per andare a prenderel'inchiostro di Chinanell'armadietto a muro dietro allacattedra delle due maestre. Esse cihanno dimenticate, parlano abassa voce, ridono e ogni tanto lasignorina Aimée indietreggia con

Page 228: Colette-Claudine a Scuola

una smorfietta di paura che ledona molto.

Davvero fanno così pochicomplimenti davanti a noi, ora,che non vale la pena di avernesoggezione. Aspettate, bimbe mie!

Richiamo l'attenzione con un"psst" che fa alzare tutti i volti e,indicando alla scolaresca la teneracoppia Sergent-Lanthenay, stendoal di sopra delle loro teste, per didietro, le mani benedicenti.

Marie Belhomme scoppia dallagioia, le Jaubert chinano il visocon aria di rimprovero, e senzaessere stata vista dalle interessate,mi slancio di nuovo versol'armadietto e prendo la bottigliad'inchiostro di China.

Passando, guardo il disegno diAnaïs: la sua caraffa le assomiglia,troppo alta, col collo troppo lungoe sottile. Voglio avvertirla, ma lei

Page 229: Colette-Claudine a Scuola

non sente, occupatissima, quellacanaglia, a preparare sulleginocchia il "gugnigugna" permandarlo alla nuova arrivata inuna scatola di pennini! (Il"gugnigugna" è carboncino pestatonell'inchiostro di China, in mododa formare una pasta quasi seccache macchia terribilmente le ditadelle persone ignare e i vestiti e iquaderni.) Quella povera piccolaLuce si annerirà le mani,sporcherà il disegno aprendo lascatola, e si prenderà una sgridata.

Per vendicarla, prendobruscamente il disegno di Anaïs,disegno a inchiostro una cinturacon un fermaglio che stringe lavita della caraffa, e vi scrivo sotto:"Ritratto di Anaïs, la lunga". Leialza la testa nel momento in cuifinisco di scrivere, e spinge il suo"gugnigugna" in scatola a Luce,

Page 230: Colette-Claudine a Scuola

con un gentile sorriso. La piccolaarrossisce e ringrazia. Anaïs sichina di nuovo sul disegno elancia un "oh!" echeggiante diindignazione che richiama allarealtà le nostre maestre chestavano tubando:

"Ma dunque, Anaïs, mi sembrache stia diventando pazza!".

"Signorina, guardi che cosa miha fatto Claudine sul disegno!"

Gonfia di collera, lo mette sullacattedra; la signorina Sergent viposa uno sguardo severo e,bruscamente, scoppia a ridere.

Disperazione e ira di Anaïs chepiangerebbe dalla rabbia se nonstentasse tanto a piangere.Riprendendo il tono serio, ladirettrice sentenzia: "Non è questogenere di scherzi che l'aiuterà afare gli esami in modosoddisfacente, Claudine; ma lei ha

Page 231: Colette-Claudine a Scuola

fatto un giudizio criticoabbastanza giusto del disegno diAnaïs, che era veramente tropposottile e troppo lungo". Laspilungona ritorna al posto,delusa, esulcerata. Io le dico:

"Imparerai a dare il"gugnigugna" a quella piccina chenon ti ha fatto nulla!".

"Ah, ah, vorresti dunque rifartisulla piccola del poco successo chehai avuto con la sorella maggiore:la difendi con tanto zelo!"

Pac!Per questo è un terribile

schiaffo che le risuona sullaguancia.

Gliel'ho appioppato a tuttaforza, con questo avvertimento pergiunta: "Occupati dei fatti tuoi". Lascolaresca, in subbuglio, fa unmormorìo simile al ronzìo delleapi in un alveare; la signorina

Page 232: Colette-Claudine a Scuola

Sergent scende dalla cattedra peruna così grave questione. Eratanto tempo che non picchiavouna compagna, e cominciavano acredere che avessi messo giudizio.(Un tempo avevo la bruttaabitudine di liquidare da sola lemie liti, con scapaccioni e pugni, enon ritenevo utile di fare la spiacome le altre.) La mia ultimabattaglia risale ormai a più di unanno fa.

Anaïs piange sul banco."Signorina Claudine," dice

severamente la direttrice "la invitoa dominarsi. Se picchierà ancora lesue compagne, sarò costretta anon ammetterla più a scuola."

E' capitata male, io sono ormailanciata; le sorrido con tantainsolenza che lei s'infuria subito:

"Claudine, abbassi gli occhi!".Io non li abbasso.

Page 233: Colette-Claudine a Scuola

"Claudine, vada fuori!""Con piacere, signorina!"Esco, ma, fuori, mi accorgo che

sono a testa nuda. Rientro subitoper prendere il cappello. Lascolaresca è costernata e muta.Osservo che Aimée, accorsa pressola signorina Sergent, le parlarapidamente sottovoce. Non sonoancora sulla soglia che la direttricemi richiama:

"Claudine, venga qui; sieda alsuo banco. Non voglio scacciarla,dato che lascia la scuola dopo gliesami... E poi, insomma, lei non èuna scolara mediocre, benché siaspesso una cattiva scolara, e nonvorrei separarmi da lei se non incaso estremo. Rimetta il cappello aposto".

Quanto dev'esserle costato! E'ancora tanto agitata che i battitidel cuore le fanno tremare i fogli

Page 234: Colette-Claudine a Scuola

del quaderno che tiene in mano.Io dico: "Grazie, signorina" conmolta serietà. E, dopo essermiseduta di nuovo al mio posto,accanto ad Anaïs la lunga,silenziosa e un po' spaventatadalla scena che ha provocato,penso con stupore alle ragioni chehanno potuto decidere questarossa astiosa a richiamarmiindietro. Ha forse avuto pauradell'effetto che avrebbe prodottonel capoluogo? Ha pensato cheavrei chiacchierato a più nonposso, che avrei raccontato tuttoquello che so (per lo meno), tuttoil disordine di questa scuola, e chel'ispettore palpa le ragazze grandi,e le visite prolungate alle maestre,il frequente abbandono delle auleda parte di queste due signorine,occupatissime a scambiarsitenerezze a porte chiuse, le letture

Page 235: Colette-Claudine a Scuola

piuttosto licenziose dellasignorina Sergent (il JournalAmusant, certi libri sconci di Zolae peggio), il bel maestro galanteche canta con voce di baritono eamoreggia con le signorine che sipreparano alla licenza: un'infinitàdi cose sospette e ignorate daigenitori, perché le grandi che sidivertono a scuola non leracconteranno mai, e le piccolenon capiscono bene? Ha avutopaura di un mezzo scandalo chedanneggerebbe enormemente lasua reputazione e l'avvenire dellabella scuola che stannocostruendo con grande spesa?Credo che sia così. E poi, ora che siè smorzata la mia eccitazione,come pure la sua, preferiscorestare in questo buco dove midiverto più che in qualsiasi altroposto. Rinsavita, guardo la guancia

Page 236: Colette-Claudine a Scuola

chiazzata di Anaïs, e le mormoroallegramente:

"Ebbene, cara mia, ti tienecaldo?".

Lei ha avuto tanta paura dellamia espulsione, di cui avrei potutoaccusarla di essere la causa, chenon mi serba rancore:

"Sicuro che mi tiene caldo! Malo sai che hai la mano pesante! Seipazza, ad arrabbiarti a questomodo?".

"Andiamo, via, non neparliamo più. Mi sembra di avereavuto un movimento nervoso unpo' violento al braccio destro."

Ha cancellato alla meno peggiola cintura dalla caraffa; io ho finitola mia, e la signorina Aimée, conmani febbrili, corregge i nostridisegni.

Oggi trovo il cortile vuoto, o

Page 237: Colette-Claudine a Scuola

quasi vuoto. Per le scale dell'asilo,chiacchierano assai, si sentonovoci chiamarsi e gridare:

"Ma sta' un po' attenta!... E'pesante, accidenti!". Mi slancio:

"Che cosa fate?"."Lo vedi bene," spiega Anaïs

"aiutiamo le signorine a fare iltrasloco da qui al nuovo edificio."

"Presto, datemi qualche cosada portare!"

"Ce n'è lassù, vacci."Salgo nella stanza della

direttrice, la stanza dove ho spiatodalla porta... finalmente! Quellacontadina di sua madre, con lacuffia di traverso, mi affida unagrande cesta che contiene tutto ilservizio da toletta della figlia daportare con l'aiuto di MarieBelhomme. Si cura molto, larossa! Una toletta fornita in ogniparticolare: vasetti piccoli e grandi

Page 238: Colette-Claudine a Scuola

di cristallo sfaccettato,nettaunghie, vaporizzatori,spazzole, pinze e piumini, unimmenso catino e un bidet: non èproprio il servizio da toletta di unamaestrina di campagna. Peraccertarsene non c'è che daguardare la toletta della signorinaAimée, anche quella della pallida esilenziosa Griset, che trasportiamodopo: un catino, una brocca didimensioni ridotte, unospecchietto rotondo, unospazzolino da denti, un po' disapone, ed ecco tutto. Però questapiccola Aimée è molto civetta,soprattutto da qualche settimana,piena di fronzoli e profumata.Come fa? Cinque minuti dopo, miaccorgo che il fondo della suabrocca è polveroso. Va bene, sicapisce.

Il nuovo edificio, che

Page 239: Colette-Claudine a Scuola

comprende tre aule, un dormitorioal primo piano, e alcune cameretteper le maestre, è ancora troppofresco di pittura per il mio gusto, epuzza di stucco in modosgradevole. Fra questi due, stannocostruendo il corpo principale, checomprenderà il municipio alpianterreno, gli appartamentiprivati del primo piano e unirà ledue ali già terminate.

Scendendo, mi viene l'ideameravigliosa di arrampicarmisulle armature, dato che imuratori sono ancora a colazione.Ed eccomi subito in cima a unascala, poi sto gironzolando sullearmature dove mi diverto molto.Ahimè, ecco che tornano glioperai! Mi nascondo dietro unpezzo di muro, in attesa di poterscendere; loro sono già sulla scala.Via, non mi denunceranno, se mi

Page 240: Colette-Claudine a Scuola

scorgono. Sono Houette il rosso eHouette il nero, li conosco bene divista.

Con la pipa accesa,chiacchierano:

"Certamente non sarà lei chemi farà innamorare".

"Ma chi?""La nuova maestrina che è

arrivata ieri.""Ah, sfido, non ha l'aria felice,

non come le altre due.""Delle altre due, non

parlarmene, ne sono stufo, non èpiù come la pensavo io, sembranomarito e moglie. Tutti i giorni levedo da qui, tutti i giorni è lastessa cosa: si leccano, chiudonola finestra e non si vede piùniente. Non parlarmene più! Peròla piccola è molto attraente,graziosa; ma basta! E l'altromaestro che la sposa! Eccone uno

Page 241: Colette-Claudine a Scuola

che ha proprio la benda sugli occhiper fare una cosa simile!"

Mi diverto follemente, masiccome suonano la campana, hosolo il tempo di scenderenell'interno (ci sono scale un po'dappertutto), e arrivo in classeimbiancata di calcina e di stucco,felice di cavarmela con una seccadomanda: "Da dove salta fuori? Sesi sporca tanto, non lepermetteremo più di aiutare neitraslochi". Io sono gongolanteperché ho sentito i muratori cheparlavano di loro con tanto buonsenso.

Lettura ad alta voce. Brani di

antologia. Al diavolo! Perdistrarmi, spiego sulle ginocchiaun numero dell'écho de Paris,portato nell'eventualità di unalezione noiosa, e sto assaporando

Page 242: Colette-Claudine a Scuola

la forma elegante del Cattivodesiderio di Lucien Muhlfeld, (12)quando la signorina Sergent sirivolge a me: "Claudine,continui!". Io non so affatto a chepunto siamo, ma mi alzobruscamente, decisa a "fare unmalanno" piuttosto che lasciarmiportar via il giornale. Nelmomento in cui penso dirovesciare un calamaio, distracciare la pagina del mio libro,di gridare: "Viva l'anarchia!",bussano alla porta... La signorinaLanthenay si alza, apre, si fa indisparte e appare Dutertre.

Ha dunque seppellito tutti ipropri malati, questo medico cheha tante ore di libertà? Lasignorina Sergent gli correincontro, egli le stringe la mano,guardando la piccola Aimée che,col volto di brace, ride

Page 243: Colette-Claudine a Scuola

imbarazzata. Perché dunque? Nonè così timida! Tutta questa gentemi stanca, costringendomi dicontinuo a domandarmi che cosapossono mai pensare o fare...

Dutertre mi ha ben vista,perché sono in piedi; ma siaccontenta di sorridermi dalontano, e resta accanto allesignorine; chiacchierano tutti e trea mezza voce; io mi sono sedutamolto composta, guardo.

All'improvviso la signorinaSergent - che non la smette dicontemplare amorosamente il suobell'ispettore - alza la voce e dice:

"Potrà accertarsene ora,signore; io continuerò a farelezione a queste bambine, e lasignorina Lanthenayl'accompagnerà. Lei verificherà lacrepa di cui le parlavo; solca ilmuro nuovo a sinistra del letto,

Page 244: Colette-Claudine a Scuola

dall'alto in basso. E' abbastanzapreoccupante in una casa nuova, eio non dormo tranquilla". Lasignorina Aimée non rispondenulla, abbozza un gesto diobiezione, poi si ricrede e se ne va,precedendo Dutertre che porge lamano alla direttrice e la stringecalorosamente come perringraziare.

Non rimpiango certo di esseretornata a scuola; per quantoabituata ai loro modi singolari, e aquesti costumi insoliti, restosbalordita e mi domando che cosasperi, mandando questo donnaioloe questa ragazza a constatareinsieme nella propria cameral'esistenza di una fessura, che, logiurerei, non c'è.

"E' una bella storia questa dellacrepa" insinuo questa riflessionesottovoce all'orecchio di Anaïs la

Page 245: Colette-Claudine a Scuola

lunga, che si tiene i fianchi dalgran ridere e mangia gommafreneticamente per dimostrare lasua gioia di queste avventureequivoche. Trascinatadall'esempio, mi levo dalla tascaun pacchetto di carta da sigaretta(non mangio che la marca "Nil") emastico con voluttà.

"Cara mia," dice Anaïs "hotrovato una cosa straordinaria damangiare."

"Che cosa: giornali vecchi?""No, la mina delle matite rosse

da una parte e azzurre dall'altra, losai benissimo: la parte azzurra èun pochino migliore. Ne ho giàrubate cinque dall'armadietto deirifornimenti. E' delizioso!"

"Fammi vedere perché possaprovare... No, non è un gran che.

Preferisco la mia carta "Nil".""Sei una sciocca, non sai quello

Page 246: Colette-Claudine a Scuola

che è buono!"Mentre chiacchieriamo a bassa

voce, la signorina Sergent, assorta,fa leggere la piccola Luce senzaascoltarla. Un'idea! Che cosapotrei inventare perché mettanoaccanto a me questa ragazzina?Proverei a farle dire quello che sadi sua sorella Aimée, forseparlerebbe...

Tanto più che mi segue,quando attraverso l'aula, con occhistupiti e curiosi, un po' sorridenti:occhi verdi, di un verde strano chesi scurisce all'ombra, e orlati dilunghe ciglia nere.

Quanto tempo stanno laggiù!Non viene, dunque, a farci dire lalezione di geografia, quella piccolaspudorata?

"Dimmi un po', Anaïs, sono ledue."

"Ebbene, non lagnarti! Non

Page 247: Colette-Claudine a Scuola

sarebbe brutto se si potesse far ameno di dire la lezione, oggi. Latua carta della Francia è pronta,mia cara?"

"Non completamente... i canalinon sono finiti. Sai? Nonbisognerebbe che l'ispettorevenisse, oggi: troverebbeveramente molto disordine.Guarda se la signorina Sergent sioccupa di noi, col viso schiacciatocontro i vetri!"

Improvvisamente Anaïs lalunga si sbellica dalle risa.

"Ma che diavolo possono fare?Immagino che il dottor Dutertrestia misurando la larghezza dellafessura."

"Credi che sia larga la fessura?"domanda ingenuamente MarieBelhomme che rifinisce il disegnodelle catene di montagne,fregando sulla carta una matita da

Page 248: Colette-Claudine a Scuola

disegno temperata irregolarmente.Tanto candore mi strappa uno

scoppio di risa. Non hosghignazzato troppo forte? No,Anaïs la lunga mi rassicura.

"Puoi stare tranquilla, via; lasignorina è tanto assorta chepotremmo ballare in classe senzafarci castigare."

"Ballare? Vuoi scommettereche lo faccio?" dico alzandomipiano piano.

"Oh, scommetto due biglie chenon riesci a ballare senza buscartiil castigo di copiare un verbo!"

Mi levo gli zoccoli,delicatamente, e mi metto inmezzo all'aula, fra le due file dibanchi. Tutte alzano il capo;evidentemente l'impresaannunciata eccita un vivointeresse. Coraggio! Getto indietroi capelli che mi danno fastidio, tiro

Page 249: Colette-Claudine a Scuola

su la sottana con due dita, ecomincio una "polca frenetica"che, per quanto silenziosa,provoca ugualmentel'ammirazione generale; MarieBelhomme gongola e non riesce atrattenere un allegro strillo. CheIddio la stramaledica! La signorinaSergent ha un sussulto e si volta,ma io mi sono già gettata sul miobanco a corpo morto, e sento chela direttrice annuncia a quellasciocca, con voce distante eannoiata:

"Marie Belhomme, lei copieràil verbo "ridere" in scritturarotonda media. E' veramentespiacevole che delle ragazzone diquindici anni non sappianocomportarsi bene se non quandosono tenute d'occhio".

La povera Marie ha una granvoglia di piangere. Però non è

Page 250: Colette-Claudine a Scuola

permesso di essere così sciocche!E io pretendo immediatamente ledue biglie da Anaïs la lunga, cheme le porge piuttosto amalincuore.

Che cosa faranno quei due

osservatori di fessure? Lasignorina Sergent continua aguardare dalla finestra. Suonanole due e mezzo, non può durare alungo. Bisogna che almeno leisappia che noi abbiamo notatol'assenza indebita della sua piccolafavorita. Tossisco, inutilmente;tossisco di nuovo e domando intono serio, il tono delle Jaubert:

"Signorina, abbiamo delle carteda mostrare alla signorinaLanthenay; c'è lezione digeografia, oggi?".

La rossa si volta di scatto egetta uno sguardo all'orologio. Poi

Page 251: Colette-Claudine a Scuola

aggrotta le ciglia, contrariata eimpaziente:

"La signorina Aimée torneràsubito; sapete bene che l'homandata nella nuova scuola;intanto ripassate la lezione: non lasaprete mai abbastanza".

Buona questa! Può darsi chenon si faccia lezione oggi! Grandegioia e mormorìo di attività,appena sappiamo che non c'è nullada fare. E incomincia la commediadel "ripasso delle lezioni" in ognibanco una scolara prende il libro,la vicina chiude il proprio e devedire la lezione o rispondere alledomande che le fa la compagna.Su dodici scolare non ci sono chele gemelle Jaubert che ripassinoveramente. Le altre si rivolgonodomande di fantasia, mantenendoun contegno studioso, mentre labocca sembra recitare a bassa

Page 252: Colette-Claudine a Scuola

voce.Anaïs la lunga ha aperto

l'atlante e mi interroga:"Che cos'è una cateratta?".Io rispondo come se recitassi:"Macché! Non mi annoierai

con questi canali; guarda un po' ilviso lungo della signorina; è piùbuffo".

"Che ne pensa del contegnodella signorina AiméeLanthenay?"

"Penso che se la stia spassandocon l'ispettore, verificatore difessure."

"Che cos'è una "fessura"?""E' una crepa che abitualmente

dovrebbe trovarsi in un muro, mache talora si trova altrove, epersino nei luoghi più al riparo dalsole."

"Che cos'è una "fidanzata"?""E' un'ipocrita sgualdrinella

Page 253: Colette-Claudine a Scuola

che fa brutti tiri a un maestrucoloinnamorato di lei."

"Che cosa fareste nei panni delsuddetto maestro?"

"Tirerei un calcio nella parteposteriore dell'ispettore e darei unpaio di ceffoni alla piccina che loaccompagna a verificare lefessure."

"Che cosa succederebbe dopo?""Succederebbero un altro

maestro e un'altra maestra."Anaïs la lunga alza ogni tanto

l'atlante per scoppiare a rideredietro a questo. Ma ne hoabbastanza. Voglio andare fuori,per fare in modo di vederlitornare. Adoperiamo il solitomezzo.

"Signorina?"Nessuna risposta."Signorina, per piacere, mi

permette di uscire?"

Page 254: Colette-Claudine a Scuola

"Sì, vada e non stia troppotempo fuori."

Ha detto queste parole senzaespressione, senza pensarci;evidentemente ha tutto il cuorelaggiù, nella camera dove il muropotrebbe fendersi. Escobruscamente, corro dalla parte deigabinetti "provvisori" (anchequelli!), e resto vicino alla porta,che ha un'apertura a forma dirombo, pronta a rifugiarmi nelloschifoso casotto sesopraggiungesse qualcuno. Nelmomento in cui sto per rientraredesolata nell'aula - perché iltempo ammissibile è trascorso,ahimè! - vedo Dutertre che esce(solo soletto) dalla nuova scuola,infilandosi i guanti con ariasoddisfatta. Non viene qui, e se neva direttamente in paese. Aiméenon è con lui, ma non me ne

Page 255: Colette-Claudine a Scuola

importa, ho visto abbastanza. Mivolto per ritornare in classe, maindietreggio spaventata: a ventipassi da me - dietro un murettonuovo alto sei piedi che ripara lapiccola "edicola" dei maschi(simile alla nostra e provvisoriaanche quella) - appare la testa diArmand. Il povero Duplessis,pallido e sconvolto, guarda indirezione della nuova scuola; lovedo per cinque secondi, e poisparisce, infilando a gambe levateil sentiero che mena ai boschi.Non rido più. Che cosa succederà?Rientriamo presto, senzagironzolare più!

La classe è sempre infermento: Marie Belhomme hatracciato sul banco un quadratointersecato da due diagonali e dadue rette che s'incrociano alcentro del quadrato, la "caillotte",

Page 256: Colette-Claudine a Scuola

e gioca seriamente a questo giocodelizioso con la nuova arrivata, lapiccola Lanthenay - povera piccolaLuce! - che deve trovare assurdaquesta scuola. E la signorinaSergent continua a guardare fuoridalla finestra.

Anaïs, intenta a colorire conuna matita "Conté" i ritratti deigrandi uomini più orrendi dellaStoria di Francia, mi accoglie conun: "Che cosa hai visto?".

"Cara mia, non scherzare più!Armand Duplessis li spiava al disopra del muro dei gabinetti;Dutertre è tornato in paese, eRichelieu se n'è andato correndocome un pazzo!"

"Via, scommetto che mi stairaccontando delle frottole!"

"No, ti dico, non è il momento,l'ho visto, parola d'onore! Ho ilbatticuore!"

Page 257: Colette-Claudine a Scuola

La speranza di un possibiledramma ci fa stare zitte unmomento.

Anaïs domanda:"Lo racconterai alle altre?"."No, parola d'onore, quelle

stupide lo andrebbero a riferire.Solo a Marie Belhomme, to'."

Racconto tutto a Marie, i cuiocchi si spalancano ancor più, eche predice: "Tutto ciò finiràmale!".

Si apre la porta, noi ci voltiamocon perfetto sincronismo: è lasignorina Aimée, col coloritoacceso, un po' ansante. Lasignorina Sergent le corre incontroe trattiene appena in tempo ilgesto di abbracciarla che avevaabbozzato. Rinasce, la direttrice,trascina quella piccola svergognataaccanto alla finestra e la interrogaavidamente. (E la nostra lezione di

Page 258: Colette-Claudine a Scuola

geografia?)Il figliol prodigo, senza

eccessiva emozione, proferiscebrevi frasi che sembra nonsoddisfino la curiosità della degnasuperiora. A una domanda piùansiosa, risponde: "No",scrollando il capo, con un sospiromalizioso; la rossa, allora, tira unsospiro di sollievo. Noi tre, nelprimo banco, osserviamo nellatensione dell'attesa. Ho un certotimore per quella piccinaimmorale, e l'avvertirò che diffididi Armand, ma forse l'altra, la suadespota, sosterrebbe subito chesono andata a denunciare la suacondotta a Richelieu con lettereanonime. Mi astengo dal farlo.

Mi irritano con quel loroparlottare. Finiamola. Lancio unrichiamo a mezza voce per attirarel'attenzione delle mie compagne, e

Page 259: Colette-Claudine a Scuola

cominciamo il sussurrìo.Dapprima non è che un ronzìocontinuo di api; si gonfia, cresce, efinisce per penetrare nelleorecchie delle nostre folli maestre,che si scambiano uno sguardoinquieto; ma la signorina Sergent,coraggiosa, prende l'offensiva.

"Silenzio! Se sento borbottare,privo tutta la classe dellaricreazione sino alle sei. Credeteche possiamo farvi lezioneregolarmente finché la nuovascuola non è finita? Sieteabbastanza grandi per sapere chedovete studiare da sole, quandouna di noi non può farvi lezione.Datemi un atlante. Le scolare chenon sapranno la lezione senzasbagli faranno compiti in più perotto giorni!"

Ha temperamento, però,questa donna brutta, ardente e

Page 260: Colette-Claudine a Scuola

gelosa, e tutte ammutolisconoappena lei alza la voce. La lezioneviene detta senza indugio, enessuno ha voglia di scherzare,perché si sente soffiare un ventominaccioso di sospensioni e dicastighi. Nel frattempo penso chenon mi darò pace, se non assisteròall'incontro di Armand e di Aimée;preferisco farmi scacciare (perquello che mi costa) e vederequello che succederà.

Alle quattro e cinque, quandorisuona alle nostre orecchie ilquotidiano richiamo: "Chiudete iquaderni e mettetevi in fila", io mene vado molto a malincuore.Suvvia, non è ancora per oggi ladeprecata tragedia! Domaniarriverò a scuola presto per nonperdere nulla di quello chesuccederà.

Page 261: Colette-Claudine a Scuola

L'indomani mattina, arrivatamolto prima dell'ora prescritta,per ammazzare il tempo, iniziouna conversazione qualsiasi con latimida e triste signorina Griset,sempre pallida e timorosa.

"Le piace stare qui, signorina?"Si guarda intorno prima di

rispondere:"Oh, non molto, non conosco

nessuno, mi annoio un pochino"."Ma la sua collega è gentile con

lei e così pure la signorinaSergent?"

"Non... non lo so; no,veramente, non so se sono gentili;non si occupano mai di me."

"Questo poi!...""Sì... a tavola mi rivolgono

qualche parola; ma, appenacorretti i quaderni, se ne vanno eio resto sola soletta con la madredella signorina Sergent, che

Page 262: Colette-Claudine a Scuola

sparecchia e si rinchiude incucina."

"E dove vanno tutte e due?""Caspita, in camera loro."Ha voluto dire nella "loro

camera" o nelle "loro camere"?Che disgraziata! Se li merita i suoisettantacinque franchi al mese!

"Vuole che le presti qualchelibro, signorina, se si annoia lasera?"

(Che gioia! Diventa quasirosea!)

"Oh, volentieri... Oh, lei èmolto gentile; crede che ladirettrice non andrà in collera?"

"La signorina Sergent? Se leicrede che se ne accorga, ha ancoraillusioni sull'interesse che ledimostra quella rossa!"

Sorride, quasi fiduciosa, e midomanda se le posso prestare ilRomanzo di un giovane povero,

Page 263: Colette-Claudine a Scuola

che ha tanta voglia di leggere!Certamente, lo avrà domani, il

suo romantico Feuillet; mi fapena, questa derelitta. La elevereial rango di alleata, ma comecontare su questa povera ragazzaclorotica e troppo paurosa?

A passi silenziosi si avanza lasorella della favorita, la piccolaLuce Lanthenay, contenta e anchespaventata di chiacchierare conme.

"Buongiorno, scimmietta;dimmi: "Buongiorno, Altezza",dillo subito. Hai dormito bene?"

Le accarezzo bruscamente icapelli, cosa che pare non ledispiaccia, e ride con quegli occhiverdi, del tutto simili agli occhi diFanchette, la mia bella gattina.

"Sì, Altezza, ho dormito bene.""Dove dormi?""Lassù."

Page 264: Colette-Claudine a Scuola

"Con tua sorella Aimée,s'intende?"

"No, lei ha un letto nella stanzadella signorina Sergent."

"Un letto? L'hai visto?""No... sì... è un divano; pare che

si apra a forma di letto; me lo hadetto lei."

"Te lo ha detto? Scema,citrulla, bastarda, feccia schifosa,rifiuto della società!"

Fugge spaventata, perchéscandisco gli insulti con i colpidella mia cinghia dei libri (oh, noncolpi molto forti!), e, quandosparisce nella scala, le lancioquesto supremo insulto: "Bruttarazza di femmina, meriti diassomigliare a tua sorella!".

Un divano che si apre!Piuttosto aprirei questo muro!Non vedono nulla quegli esseri là,parola d'onore! Tuttavia ha l'aria

Page 265: Colette-Claudine a Scuola

abbastanza viziosa, quella lì, congli occhi tirati verso le tempie...Anaïs la lunga giunge mentresbuffo ancora, e mi domanda checosa ho.

"Niente, ho soltanto picchiatola piccola Luce per scaltrirla unpo'."

"Non c'è nulla di nuovo?""Niente, non è ancora sceso

nessuno. Vuoi giocare a palline?""A che gioco? Non ho nove

palline.""Ma io ho quelle che ti ho

vinto. Vieni: faremo una partita."E' una partita molto animata;

le palline ricevono certi colpi dafarle a pezzi. Mentre prendo alungo la mira per un colpodifficile:

"Attenzione!" fa Anaïs."Guarda!"

Entra nel cortile Rabastens: è

Page 266: Colette-Claudine a Scuola

così presto che possiamo essernestupiti. D'altronde, il più bellodegli Antonin è già azzimato elustro - troppo lustro. Il viso gli siillumina nel vedermi, e vienedritto verso di noi.

"Signorine!... Che coloritoluminoso le dà l'animazione delgioco, signorina Claudine!"

Com'è ridicolo questograssone! Tuttavia, per dar fastidioad Anaïs la lunga, lo guardo concompiacenza e dimeno i fianchibattendo le ciglia.

"Signor maestro, chi l'attiracosì presto qui? Le signorine sonoancora in camera loro."

"Appunto, non so bene checosa vengo a dire, se non che ilfidanzato della signorina Aiméenon ha pranzato con noi ieri sera;qualcuno che l'ha incontratoassicura che aveva l'aria

Page 267: Colette-Claudine a Scuola

sofferente; comunque non èancora tornato; credo che stiapassando un brutto guaio, e vorreiavvertire la signorina Lanthenaydello stato cagionevole del suofidanzato."

"Lo stato cagionevole del suofidanzato...", si esprime coneleganza, questo marsigliese!Dovrebbe sistemarsi come"annunciatore di morti e di graviincidenti". Suvvia, la crisi siavvicina; ma io, che ieri pensavo dimettere in guardia la colpevoleAimée, ora non voglio più che luivada ad avvertirla. Peggio per lei!Mi sento cattiva e avida diemozioni, questa mattina, e faccioin modo di trattenere Antoninaccanto a me. E' molto semplice:basta sgranare gli occhiingenuamente e chinare il capoperché i capelli mi cadano liberi

Page 268: Colette-Claudine a Scuola

lungo il volto. Morde subitoall'amo.

"Signor maestro, mi dica un po'se è vero che lei fa bellissimiversi? L'ho sentito dire in paese."

E' una bugia, s'intende. Mainventerei qualunque cosa perimpedirgli di andare su dallemaestre. Arrossisce e balbetta,turbato dalla gioia e dallasorpresa:

"Chi ha potuto dirle?... Ma no,ma io non merito di certo. E'strano, non credevo di averneparlato a nessuno!".

"Vede, la fama tradisce la suamodestia!" (parlerò come lui daqui a poco). "Sarebbe indiscretochiederle..."

"La prego, signorina... lei mivede confuso... Non potrei farleleggere che poveri versiappassionati... ma casti!"

Page 269: Colette-Claudine a Scuola

(balbetta)."Naturalmente non avrei mai...

osato permettermi...""Signor maestro, la campana

non sta suonando l'inizio dellelezioni, dalla loro parte?"

Se ne vada, se ne vada dunque!Fra poco scende Aimée, luil'avverte, lei starà in guardia e nonvedremo nulla!

"Sì... Ma non è l'ora, sono queidiavoli di monelli che si attaccanoalla corda, non si può lasciarli unsecondo. E il mio collega non èancora arrivato. Ah, è faticosobadare a tutto da solo!"

Che ingenuo, però! Questomodo di "badare a tutto" checonsiste nel venire a fare la cortealle ragazze grandi, non devespossarlo eccessivamente.

"Vede, signorina, devo andare acastigarli severamente. Ma la

Page 270: Colette-Claudine a Scuola

signorina Lanthenay...""Oh, potrà sempre avvertirla

alle undici, se il suo collega saràancora assente, cosa che mistupirebbe. Forse tornerà da unmomento all'altro."

Va' a castigare, va' dunque acastigare, gran babbeo. Haisalutato abbastanza, hai sorrisoabbastanza; fila via, sparisci!Finalmente!

Anaïs la lunga, un po' seccatadel disinteresse del maestro perlei, mi rivela che lui è innamoratodi me. Io scrollo le spalle:

"Finiamo la nostra partita,dunque, sarà meglio piuttosto chedire sciocchezze".

La partita finisce mentregiungono le altre, e le maestrescendono all'ultimo momento.Non si allontanano di un passo!Quel piccolo mostro di Aimée

Page 271: Colette-Claudine a Scuola

prodiga alla rossa certi scherzi daragazzina.

Entriamo in classe, e lasignorina Sergent ci affida allafavorita che ci domanda lesoluzioni dei problemi del giornoprima.

"Anaïs, alla lavagna. Leggal'enunciato."

E' un problema abbastanzacomplicato, ma Anaïs la lunga, cheha il talento dell'aritmetica, se lasbriga fra operai che piantano pali,lancette d'orologio e divisioniproporzionali con notevoledisinvoltura. Ahi, tocca a me.

"Claudine, alla lavagna.Estragga la radice quadrata diduemilionisessantatremilaseicentoventi."

Nutro un orroreinsormontabile per queste cosucceche bisogna estrarre. E poi,siccome non c'è la signorina

Page 272: Colette-Claudine a Scuola

Sergent, mi decido bruscamente afare uno scherzo all'ex amica.L'hai voluto, traditrice!Inalberiamo il vessillo dellaribellione! Davanti alla lavagna,faccio segno di no, pian piano,scrollando il capo.

"Come no?""No, non voglio estrarre radici,

oggi. Non mi va.""Claudine, sta diventando

pazza?""Non lo so, signorina. Ma sento

che mi ammalerei se estraessiquesta radice o qualsiasi altra delgenere."

"Vuole un castigo, Claudine?""Accetto qualunque cosa, ma

niente radici. Non è perdisobbedienza; perché non possoestrarre le radici. Mi dispiacemolto, le assicuro."

La scolaresca pesta i piedi dalla

Page 273: Colette-Claudine a Scuola

gioia; la signorina Aimées'impazientisce e s'infuria.

"Insomma, vuole obbedirmi?Farò un rapporto alla signorinaSergent, e vedremo."

"Le ripeto che ne sonodolentissima."

In cuor mio le grido:"Canaglietta, non ho da averriguardi per te, e anzi ti procureròtutte le noie possibili".

Scende i due gradini dellacattedra e si dirige verso di me,con la vaga speranzad'intimidirmi. Io faccio moltafatica a trattenere le risa, econtinuo ad avere un'ariarispettosamente desolata. Questapiccina! Mi arriva al mento, parolad'onore! La scolaresca si divertefollemente; Anaïs mastica unamatita, legno e mina, a grandibocconi.

Page 274: Colette-Claudine a Scuola

"Signorina Claudine, vuoleobbedire, sì o no?"

Con una soavità pungente,ricomincio. E' vicinissima a me eio abbasso un po' il tono:

"Ancora una volta, signorina,mi faccia quello che vuole, mi diafrazioni da ridurre allo stessodenominatore, triangoli uguali dacostruire... fessure da verificare...tutto, sì, tutto: ma non questo, oh,no, niente radici quadrate!".

Le compagne, tranne Anaïs,non hanno compreso, perché hoproferito l'insulto rapidamente esenza sottolinearlo; si divertonosoltanto per la mia ribellione; mala signorina Lanthenay ne haricevuto una scossa. Rossa difuoco, ha perso la testa, grida:

"E' troppo grossa! Vado achiamare la signorina Sergent...Ah, è troppo grossa!".

Page 275: Colette-Claudine a Scuola

Si slancia verso la porta. Lecorro dietro e la raggiungo nelcorridoio, mentre le scolare ridonoa crepapelle, urlano per la gioia esalgono in piedi sui banchi.Trattengo Aimée per il braccio,mentre essa tenta, con tutte le suedeboli forze, di svincolarmisi dallemani, senza dire nulla, senzaguardarmi, a denti stretti.

"Mi ascolti dunque quando leparlo! Fra noi non siamo più alpunto di fare questi scherzetti; legiuro che se lei mi denuncia allasignorina Sergent, io corro araccontare al suo fidanzato lastoria della fessura. Andrà ancoradalla direttrice, adesso?"

Si è fermata di colpo, sempresenza dire nulla, con gli occhiostinatamente abbassati, le labbrastrette.

"Andiamo, parli! Ritorna in

Page 276: Colette-Claudine a Scuola

classe con me? Se non vi tornasubito, non ci torno neanch'io;vado ad avvertire il suo Richelieu.Si sbrighi a scegliere."

Lei schiude finalmente lelabbra per mormorare senzaguardarmi:

"Non dirò nulla. Mi lasci, nondirò nulla".

"Sul serio? Lei sa che se loracconta alla rossa, non saràcapace di tenerlo nascosto più dicinque minuti e io lo saprò subito.Sul serio? Lo... promette?"

"Non dirò niente, mi lasci.Tornerò subito in classe."

Smetto di stringerle il braccio erientriamo senza dire nulla. Ilcicaleccio, simile al ronzare delleapi in un alveare, cessabruscamente. La mia vittima, incattedra, ci ordina in poche paroledi copiare in bella i problemi.

Page 277: Colette-Claudine a Scuola

Anaïs mi domanda sottovoce: "E'andata su a riferire?".

"No, le ho fatto qualchesemplice scusa. Mi capisci, nonvolevo spingere oltre uno scherzosimile."

La signorina Sergent nonritorna. La sua piccola aiutanteserba sino alla fine della lezione ilvolto impenetrabile e gli occhiseveri. Alle dieci e mezzo,pensiamo già all'imminenzadell'uscita; io prendo un po' dibrace nella stufa per ficcarmelanegli zoccoli, un ottimo mezzo perscaldarli, formalmente proibito,s'intende; ma la signorinaLanthenay pensa proprio allabrace e agli zoccoli! Rimuginasordamente la collera, e i suoiocchi dorati sono due fredditopazi.

Non me ne importa. E anzi ne

Page 278: Colette-Claudine a Scuola

sono felice.Che cos'è? Drizziamo le

orecchie: delle grida, una voced'uomo che insolentisce,mescolata a un'altra voce checerca di sopraffarla... muratori chesi picchiano? Non lo credo,subodoro qualcos'altro. La piccolaAimée è in piedi, pallidissima,sente anch'essa che si avvicinaqualcos'altro. Improvvisamente siprecipita in classe la signorinaSergent, il colore acceso delleguance le è sparito:

"Signorine, usciteimmediatamente, non è suonatal'ora, ma non importa... Uscite,uscite, non mettetevi in fila, avetecapito, andatevene!".

"Che cosa c'è?" grida lasignorina Lanthenay.

"Niente, niente... Ma le facciadunque uscire e non si muova di

Page 279: Colette-Claudine a Scuola

qui, piuttosto bisogna chiudere achiave la porta... Non ve ne sieteancora andate, impiastri!"

Non è più il caso di avereriguardi, decisamente! Piuttostoche lasciare la scuola in unmomento simile, mi fareiscorticare! Esco fra lo scompigliodelle compagne sbalordite. Fuori,si sente chiaramente la voce cheurla... Mio Dio! E' Armand, piùlivido di un annegato, con gli occhicerchiati e smarriti, verde dimuschio, con qualche fuscello neicapelli - certo ha dormito nelbosco... Folle di rabbia, dopoquesta notte trascorsa arimuginare il proprio dolore, vuolescagliarsi nell'aula, urlando con ipugni tesi: Rabastens lo trattienecon tutta la forza delle braccia evolge intorno degli sguardismarriti. Che affare, che affare!

Page 280: Colette-Claudine a Scuola

Marie Belhomme scappa,atterrita; la seconda sezione le vadietro; Luce sparisce, e ho iltempo di sorprendere il suosorrisetto cattivo; le Jaubert sonocorse alla porta del cortile senzavoltare il capo. Non vedo Anaïs,ma giurerei che, nascosta in unangolo, non perde nulla dellospettacolo!

La prima parola che sentodistintamente è: "Donnacce!".Armand ha trascinato il collegaansimante fin nella classe, dove lenostre maestre si stringono, mute,l'una all'altra. Ora grida:"Sgualdrine! non voglioandarmene senza dirvi quello chesiete, anche a costo di perdere ilposto! Pezzo di... ti fai carezzareper denaro da quel porcodell'ispettore! Sei peggio di unaragazza di strada; ma questa qui

Page 281: Colette-Claudine a Scuola

vale ancora meno di te, questamaledetta rossa che ti fa diventaresimile a lei. Due donnacce, duedonnacce, siete due donnacce, equesta casa è...". Non ho sentitoche cosa. Rabastens, che deveavere muscoli doppi comeTartarin, riesce a trascinare viaquel disgraziato che si soffoca afuria d'insulti. La signorina Griset,che perde la testa, ricaccia inclasse le scolarette che ne escono,e io scappo, col cuore un po'agitato. Ma sono contenta cheDuplessis sia scoppiato senzaattendere oltre, perché Aimée nonpotrà accusarmi di averloavvertito.

Tornando nel pomeriggiotroviamo la signorina Griset, unicae sola, che ripete la stessa frase aogni nuova arrivata: "La signorinaSergent è malata, e la signorina

Page 282: Colette-Claudine a Scuola

Lanthenay va a casa sua: nondovrete tornare se non fra unasettimana".

Va bene, ce ne andiamo; ma, èproprio vero: questa scuola non ècome tutte le altre!

Nella settimana di vacanze

impreviste che questa chiassata ciprocurò, presi il morbillo, il che micostrinse a stare tre settimane aletto, poi a quindici giorni diconvalescenza; e mi tennero inquarantena altri quindici giornicon la scusa delle "misurepreventive". Senza libri e senzaFanchette, che ne sarebbe stato dime? Questo non è gentile perpapà, e tuttavia mi ha curata comeuna lumaca rara; convinto chebisogna dare a una piccina malatatutto quello che chiede, mi portavai marrons glacés per farmi calare

Page 283: Colette-Claudine a Scuola

la temperatura! Fanchette si èleccata dalle orecchie alla coda,durante una settimana, sul mioletto, giocando coi miei piediattraverso la coperta e annidatanella cavità della mia spallaappena ero sfebbrata. Torno ascuola, un po' dimagrita e pallida,molto curiosa di ritrovare quellostraordinario "corpo degliinsegnanti". Ne ho avuto cosìscarse notizie durante la malattia!Nessuno veniva a trovarmi, néAnaïs né Marie Belhomme, acausa del possibile contagio.

Suonano le sette e mezzoquando entro nel cortile dellaricreazione, in questa fine difebbraio mite come unaprimavera.

Accorrono, mi fanno festa; ledue Jaubert, prima di avvicinarsi,mi domandano premurosamente

Page 284: Colette-Claudine a Scuola

se sono ben guarita. Sono un po'stordita da questo chiasso.Finalmente mi lasciano respirare edomando subito ad Anaïs leultime notizie.

"Ecco; prima di tutto ArmandDuplessis se n'è andato."

"Scacciato o trasferito, quelpovero Richelieu?"

"Soltanto trasferito. Dutertre siè adoperato per trovargli un altroposto."

"Dutertre?""Caspita, sì; se Richelieu

avesse chiacchierato, avrebbeimpedito all'ispettore di essereeletto deputato. Dutertre ha dettoseriamente in paese che queldisgraziato giovanotto aveva avutoun accesso molto pericoloso difebbre con delirio, e che avevanochiamato in tempo lui, il medicoscolastico."

Page 285: Colette-Claudine a Scuola

"Ah, lo hanno chiamato intempo? La provvidenza avevamesso il rimedio accanto al male...E la signorina Aimée è statatrasferita anche lei?"

"Ma no! Oh, non c'è pericolo!In capo a otto giorni non apparivapiù traccia di quello che eraaccaduto; rideva con la signorinaSergent come prima."

E' troppo! Che stranacreaturina, che non ha né cuore nécervello, che vive senza ricordi,senza rimorsi, e che ricomincerà asedurre un maestro, a folleggiarecon l'ispettore mandamentale,finché ci sarà una nuova rottura, eche vivrà contenta con questadonna gelosa e violenta che siguasta il cervello in similiavventure. Sento appena Anaïsmentre m'informa che Rabastensè ancora qui e che domanda

Page 286: Colette-Claudine a Scuola

spesso mie notizie. Lo avevodimenticato quel povero grossoAntonin!

Suonano, ma ora andiamonella nuova scuola, e l'edificiocentrale che unisce le due ali saràpresto terminato.

La signorina Sergent si installain cattedra, tutta lustra. Addiovecchi banchi traballanti,tagliuzzati, scomodi! Ci sediamodavanti alle belle scrivanieinclinate, nei banchi con schienali,con scrittoio ribaltabile, e siamosoltanto in due in ogni banco;invece di Anaïs la lunga, ora hoper vicina... la piccola LuceLanthenay.

Per fortuna, i banchi sonomolto vicini, e Anaïs sta accanto ame su un sedile parallelo al mio,cosicché potremo chiacchierareinsieme comodamente come

Page 287: Colette-Claudine a Scuola

prima; le hanno messo accantoMarie Belhomme; ché la signorinaSergent ha collocato apposta due"svelte" (Anaïs e me) vicino a due"tarde" (Luce e Marie), per fare inmodo che le scuotiamo un po'.Certo che le sveglieremo! Io per lomeno, perché sento bollire in meuno spirito d'indisciplinacompresso durante la malattia.Passo in rassegna i posti nuovi,metto in ordine libri e quaderni,mentre Luce si siede e mi guardadi traverso timidamente.

Ma io non mi degno ancora diparlarle, scambio soltanto qualcheconsiderazione sulla vecchiascuola con Anaïs che mangiucchiaavidamente non so che cosa:germogli verdi, mi sembra.

"Che cosa stai mangiando?Vecchie mele selvatiche?"

"Germogli di tiglio, cara mia.

Page 288: Colette-Claudine a Scuola

Non c'è niente di meglio, è ilmomento buono, verso il mese dimarzo."

"Me ne dài un po'?...Veramente è buonissimo,assomiglia alla gomma degli alberida frutto. Ne prenderò dai tigli delcortile. E che altra novità staimangiando?"

"Oh, niente di speciale. Nonposso più mangiare neppure lematite "Conté": quelle diquest'anno sono sabbiose, cattive,roba di scarto.

In compenso la cartaassorbente è squisita. C'è ancheuna cosa buona da masticare, manon da mandar giù: i campioni ditela da fazzoletti che mandano ilBon Marché e il Louvre."

"Uh, non mi attira... Senti,piccola Luce, vuoi provarti aessere buona e ubbidiente vicino a

Page 289: Colette-Claudine a Scuola

me? Altrimenti, bada, ti promettoscapaccioni e pizzicotti!"

"Sì, signorina" risponde lapiccola, non troppo rassicurata,con le ciglia abbassate sulleguance.

"Puoi darmi del tu. Guardami,mi fai vedere gli occhi? Va bene. Epoi sai che sono pazza, te loavranno detto di sicuro; ebbene,quando mi si contraddice, diventofuriosa e mordo e graffio,soprattutto dopo la malattia.Dammi la mano: to', ecco comefaccio."

Le affondo le unghie nellamano, lei non grida e stringe lelabbra.

"Non hai gridato, va bene. Tiinterrogherò durante laricreazione."

Nella classe inferiore, la cui

Page 290: Colette-Claudine a Scuola

porta resta aperta, ho visto entrarela signorina Aimée, fresca, riccia erosea, con gli occhi più vellutati edorati che mai, con la solita ariamaliziosa e carezzevole.Sgualdrinella! Fa un sorrisoradioso alla signorina Sergent, chesi distrae un minuto acontemplarla, ed esce dall'estasiper dirci bruscamente:

"I quaderni! Compito di storia:"La guerra del '70". Claudine,"aggiunge, in tono più dolce "puòsvolgere questo tema pur nonavendo seguito le lezioni degliultimi due mesi?".

"Proverò, signorina; farò ilcompito con meno ampiezza, eccotutto."

Infatti mi sbrigo a fare uncompitino brevissimo, e quandosono arrivata quasi alla fine, miattardo e mi applico a tirare in

Page 291: Colette-Claudine a Scuola

lungo le ultime quindici righe perpoter spiare e guardarmi attornocomodamente. La direttrice,sempre la stessa, serba la solitaespressione di ardore concentratoe fierezza gelosa. La sua Aimée,che sta dettando svogliatamenteproblemi nell'altra classe,gironzola e si avvicina parlando.Non aveva, però, questoatteggiamento sicuro e civettuolodi gatta viziata, l'inverno scorso!Ora è la bestiola adorata,vezzeggiata, e che diventatirannica, poiché sorprendo certisguardi della signorina Sergentche la supplicano di trovare unascusa per venirle vicino, ai qualiquella scervellata risponde concenni del capo capricciosi esguardi divertiti che dicono di no.La rossa, che decisamente èdiventata la sua schiava, non

Page 292: Colette-Claudine a Scuola

resiste più e va a trovarla,domandando a voce molto alta:"Signorina Lanthenay, non ha quiil registro delle presenze?". Ecco:se n'è andata; ciarlano a bassavoce. Approfitto di questasolitudine per intervistareduramente la piccola Luce.

"Ah, ah! Lascia un po' starecodesto quaderno e rispondimi.C'è un dormitorio lassù?"

"Certamente, ora vi dormiamole convittrici e io."

"Va bene, sei una scema.""Perché?""Non ti riguarda. Continuate ad

avere lezione di canto il giovedì ela domenica?"

"Oh, abbiamo provato a farneuna senza di lei... senza di te,voglio dire, ma non andava: ilmaestro Rabas-tens non sainsegnare."

Page 293: Colette-Claudine a Scuola

"Bene. E' venuto quelpalpeggiatore mentre ero malata?"

"Chi?""Dutertre.""Non ricordo più... Sì, è venuto

una volta, ma non nelle aule, enon si è trattenuto che pochiminuti a chiacchierare in cortilecon mia sorella e la signorinaSergent."

"E' gentile con te la rossa?"Gli occhi obliqui le si

rabbuiano."No... mi dice che non sono

intelligente, che sono pigra... chedunque mia sorella si è presa tuttal'intelligenza della famiglia, comene ha preso la bellezza...D'altronde è sempre stata la stessastoria dovunque mi trovassi conAimée; non badavano che a lei, ein quanto a me, mi tenevano adistanza..."

Page 294: Colette-Claudine a Scuola

Luce sta quasi per piangere,furente contro questa sorella più"gentile", come dicono qui, che lafa relegare in un cantuccio e lamette in ombra. Del resto non lacredo migliore di Aimée; soltantopiù timorosa e più scontrosa,perché abituata a starsene sola etaciturna.

"Povera ragazzina, hai lasciatoqualche amica, là dov'eri?"

"No, non avevo amiche: eranotroppo violente e micanzonavano."

"Troppo violente? Allora tidispiace, quando ti picchio,quando ti maltratto?"

Ride, senza alzare gli occhi:"No, perché vedo bene che lei...

che tu non lo fai per cattiveria, perbrutalità... insomma che èqualcosa come una burletta, e nonsul serio; è come quando mi dài

Page 295: Colette-Claudine a Scuola

della "scema", so che lo fai perscherzo.

Anzi, mi piace molto provareun po' di paura, quando non c'èdavvero pericolo".

Ecco, tutt'e due uguali questepiccole Lanthenay, vili, perverseper istinto, egoiste e cosìsprovviste di ogni senso moraleche è divertente osservarle. Nonimporta. Questa odia sua sorella, ecredo che potrò strapparleun'infinità di rivelazioni su Aimée,occupandomi di lei, rimpinzandoladi confetti, e picchiandola.

"Hai finito il compito?""Sì, ho finito... ma non sapevo

nulla, certamente mi prenderò unbrutto voto."

"Dammi il quaderno."Leggo il suo compito, molto

sciatto, e le detto alcune cosedimenticate; le correggo un po' le

Page 296: Colette-Claudine a Scuola

frasi; essa è piena di gioia e distupore, e mi guardasornionamente con certi sguardistupiti e rapiti.

"Ecco, vedi, così è meglio...Dimmi un po', i convittori hanno ildormitorio in faccia al vostro?"

Gli occhi le si illuminano dimalizia:

"Sì, e la sera vanno a lettoapposta quando ci andiamo noi, etu sai che non ci sono persianealle finestre; allora i ragazzicercano di vederci quando siamoin camicia; noi solleviamo gliangoli delle tende per guardarli, ela signorina Griset ha un belsorvegliarci finché la luce èspenta, troviamo sempre il mezzodi alzare completamente unatenda, all'improvviso, e così iragazzi tornano a spiare tutte lesere".

Page 297: Colette-Claudine a Scuola

"Be', è allegra su da voi l'ora incui vi spogliate!"

"Lo credo bene!"Si anima e prende confidenza.

La signorina Sergent e la signorinaLanthenay sono ancora insiemenella classe inferiore. Aimée favedere una lettera alla rossa, eridono a crepapelle, masommessamente.

"Sai dove sia andato a covare ilsuo dolore l'ex Armand di tuasorella, piccola Luce?"

"Non lo so. Aimée non mi parlaquasi mai delle cose che lariguardano."

"Ne dubitavo. Anche lei ha lacamera su?"

"Sì, la stanza più comoda e piùgraziosa di quelle delle maestre,molto più bella e più calda diquella della signorina Griset. Ladirettrice vi ha fatto mettere le

Page 298: Colette-Claudine a Scuola

tende con fiori rosa e il linoleumper terra, cara mia, e una pelle dicapra, e hanno ridipinto il letto dibianco. Aimée ha persino volutofarmi credere di aver comperatoquelle belle cose coi suoi risparmi.Le ho risposto: "Domanderò allamamma se è vero". Allora mi hadetto: "Se ne parli alla mamma, tifarò rispedire a casa con la scusache non studi". Allora, capirai, nonho potuto far altro che tacere."

"Zitta, ritorna la signorina."Infatti si avvicina a noi la

signorina Sergent, che cambial'espressione tenera e sorridentecon quella di maestra:

"Avete finito, signorine? Videtterò un problema digeometria".

Si levano proteste lamentose,imploranti ancora cinque minutidi grazia. Ma la signorina Sergent

Page 299: Colette-Claudine a Scuola

non si commuove per questasupplica, che si rinnova tre volte algiorno, e cominciatranquillamente a dettare ilproblema. Al diavolo i triangoliuguali!

Ho cura di portarle spesso

confetti per sedurrecompletamente la piccola Luce. Liprende senza quasi dire grazie, siriempie le manine e li nasconde inun vecchio astuccio da rosario dimadreperla. Per dieci soldi dipasticche di menta inglese, troppopiccanti, venderebbe la sorellamaggiore e anche un fratello pergiunta. Apre la bocca, aspira l'ariaper sentire il freddo della menta edice: "Mi gela la lingua, mi gela lalingua" con uno sguardo di estasi.Anaïs mendica sfacciatamentequalche pasticca, se ne gonfia le

Page 300: Colette-Claudine a Scuola

guance, e ne richiedeprecipitosamente, con unairresistibile smorfia di fintaripugnanza:

"Presto, presto, dammenealtre, per togliermi il gusto diqueste: erano ammuffite!".

Mentre giochiamo alla "gru",Rabas-tens entra in cortile, comeper caso, portando non so qualiquaderni - scusa. Finge unapiacevole sorpresa nel rivedermi, eapprofitta dell'occasione permettermi sotto gli occhi unaromanza della quale legge leparole appassionate con vocesvenevole. Povero scioccoAntonin, non puoi più servirmi anulla ora, e non mi sei mai servitomolto. Al massimo servirai ancoraa divertirmi per qualche tempo, esoprattutto a eccitare la gelosiadelle mie compagne. Se te ne

Page 301: Colette-Claudine a Scuola

andassi..."Signor maestro, lei troverà le

signorine nella classe in fondo; misembra di averle viste scendere,non è vero, Anaïs?"

Crede che lo mandi via a causadegli sguardi maliziosi delle miecompagne, mi lancia un'occhiataeloquente e si allontana. Io alzo lespalle alle esclamazioni d'intesa diAnaïs la lunga e di MarieBelhomme, e riprendiamoun'emozionante partita di tourne-couteau, nel corso della quale laprincipiante Luce fa sbagli susbagli. E' giovane, non sa come sifa. Suona la campana cheannuncia l'inizio della scuola.

Lezione di lavoro, prova

d'esame; cioè ci fanno eseguire inun'ora i campioni dei puntirichiesti all'esame. Ci

Page 302: Colette-Claudine a Scuola

distribuiscono certi quadratini ditela, e la signorina Sergent scrivealla lavagna, con la sua calligrafiachiara, piena di tratti molto grossi:

"Occhiello - Dieci centimetri disopraggitto. Iniziale "G" col puntodi cifra. Dieci centimetri di orlo apunto avanti". Io borbotto difronte a questa lista, perché inquanto all'occhiello, al sopraggitto,riesco ancora a cavarmela, mal'orlo a punto avanti e l'iniziale colpunto per cifrare la biancheria nonso "farli a dovere", come osserva amalincuore la signorina Aimée.Per fortuna ricorro a unespediente ingegnoso e semplice:do qualche pasticca alla piccolaLuce che sa cucire divinamente, elei mi esegue una "G"meravigliosa. "Bisogna aiutarsil'un l'altro" (abbiamo appuntocommentato, non più tardi di ieri,

Page 303: Colette-Claudine a Scuola

questo caritatevole aforisma).Marie Belhomme esegue una

"G" che sembra una scimmiaaccoccolata, e, da quella pazzerellache è, scoppia dalle risa davantialla propria opera. Le convittrici, atesta china e coi gomiti stretti,cuciono chiacchierandopianissimo, e di quando in quandoscambiano con Luce degli sguardid'intesa in direzione della scuolamaschile.

Ho il sospetto che, la sera,spiino spettacoli divertentidall'alto del loro bianco e pacificodormitorio.

La signorina Lanthenay e lasignorina Sergent si sonoscambiate la cattedra; qui Aiméesorveglia la lezione di cucito,mentre la direttrice fa leggere lescolare della classe inferiore. Lafavorita è intenta a scrivere, in bel

Page 304: Colette-Claudine a Scuola

carattere rotondo, il titolo di unregistro delle presenze, quando lasua rossa la interpella da lontano:

"Signorina Lanthenay!"."Che cosa vuoi?" grida Aimée

sbadatamente.Silenzio pieno di stupore. Ci

guardiamo tutte: Anaïs la lungacomincia a stringersi nelle spalleper ridere meglio; le due Jaubertchinano il capo sul cucito; leconvittrici si danno gomitate,sornionamente; Marie Belhommescoppia in una risata compressache suona come uno starnuto; eio, davanti al viso costernato diAimée, esclamo ad alta voce:

"Ah, questa è buona!".La piccola Luce ride appena; si

vede che le è già capitato di sentireche si danno del tu; ma osserva lasorella con occhi beffardi.

La signorina Aimée si volta

Page 305: Colette-Claudine a Scuola

furente verso di me:"Può capitare a tutti di

sbagliare, signorina Claudine! Efaccio le mie scuse alla signorinaSergent per la disattenzione".

Ma questa, rimessa dal colpo,capisce bene che non accettiamoquesta spiegazione e alza le spallein segno di scoraggiamentodavanti a questa topicairrimediabile. Si concludeallegramente la noiosa lezione dicucito. Avevo bisogno di questoscherzoso incidente.

Dopo l'uscita, alle quattro,invece di andarmene, dimenticoastutamente un quaderno e tornoindietro, perché so che all'ora dellapulizia le convittrici portano sul'acqua a turno in dormitorio; ionon l'ho ancora visto, vogliovisitarlo, e Luce mi ha detto:"Oggi, sono di "turno per l'acqua"".

Page 306: Colette-Claudine a Scuola

A passi furtivi, portando unabrocca piena, nel caso di un bruttoincontro, salgo fin lassù. Ildormitorio ha le pareti e il soffittobianchi, ed è ammobiliato con ottoletti bianchi; Luce mi indica ilproprio; me ne infischio del suoletto!

Corro subito alle finestre che,infatti, permettono di vedere ildormitorio dei ragazzi. Due o tregrandi, dai quattordici ai quindicianni, vi gironzolano e guardanodalla nostra parte; appena ciscorgono, ridono, fanno gesti eindicano i letti. Branco dimascalzoni! Sono proprioseducenti! Luce, impaurita o chefa finta di esserlo, chiudeprecipitosamente la finestra, ma iosono convinta che la sera, all'oradi coricarsi, ostenti meno quellearie da santerellina. Il nono letto,

Page 307: Colette-Claudine a Scuola

all'estremità del dormitorio, ècollocato sotto una specie dibaldacchino che lo avviluppa contende bianche.

"Questo" mi spiega Luce "è illetto della sorvegliante. Lemaestre di turno si danno ilcambio per passare la notte neldormitorio."

"Ah, dunque, ora tocca a tuasorella Aimée, ora alla signorinaGriset?"

"Sfido... dovrebbe essere così;ma sinora è sempre la signorinaGriset... Non so perché."

"Ah, non sai perché? Ipocrita!"Le do un colpo sulla spalla;

essa si lamenta senza convinzione.Povera signorina Griset!Luce continua a informarmi:"Non puoi immaginarti,

Claudine, come ci si diverte lasera, quando si va a letto.

Page 308: Colette-Claudine a Scuola

Ridiamo, corriamo in camicia,facciamo la lotta a colpi di cuscino.Certune si nascondono dietro alletende per spogliarsi, perché diconoche si vergognano; la maggiore,Rose Raguenot, è così sporca cheha la biancheria grigia dopo tregiorni che la indossa. Ieri, mihanno nascosto la camicia danotte, e ho corso il rischio dirimanere completamente nuda nelgabinetto. Per fortuna è venuta lasignorina Griset! E poi prendiamoin giro una tanto grassa che ècostretta a cospargersi di amidoun po' dappertutto per nontagliarsi. E la Poisson (me ladimenticavo) che si mette unberretto da notte che la fasembrare una vecchia, e non vuolespogliarsi se non dopo di noi nelgabinetto. Ah, ridiamo molto, tiassicuro!".

Page 309: Colette-Claudine a Scuola

Il gabinetto è sommariamentearredato con una grande tavolarivestita di zinco sulla quale sonoallineati otto catini, otto saponi,otto paia di asciugamani, ottospugne, tutti uguali, la biancheriasegnata con inchiostro indelebile.E' molto ben tenuto.

Le domando:"Fate il bagno?"."Sì, e anche questa è una cosa

molto buffa, ti assicuro! Nellanuova lavanderia fanno scaldaretanta acqua da riempire un tino davendemmia, grande come unacamera. Ci spogliamo tutte e cificchiamo dentro per insaponarci."

"Completamente nude?""Sfido, come faremmo

altrimenti per insaponarci?Naturalmente Rose Raguenot nonvoleva, perché è troppo magra. Sela vedessi" aggiunge Luce,

Page 310: Colette-Claudine a Scuola

abbassando la voce "non ha quasicarne sulle ossa, ed ècompletamente piatta sul pettocome un maschio. La Jousse,invece, è come una balia: sonogrosse così! E quella che mette unberretto da notte da vecchia, sai, laPoisson, è pelosa dappertuttocome un orso, e ha le cosceazzurre."

"Come, azzurre?""Sì, azzurre come quando gela

e si ha la pelle azzurra dal freddo.""Dev'essere seducente.""No di certo, se fossi un

maschio non mi ecciterebbe moltofare il bagno con lei!"

"Ma forse a lei farebbe piùeffetto fare il bagno con unragazzo."

Scoppiamo a ridere; ma iofaccio un salto sentendo il passo ela voce della signorina Sergent nel

Page 311: Colette-Claudine a Scuola

corridoio. Per non farmisorprendere, mi nascondo sotto ilbaldacchino riservato soltanto allasignorina Griset; poi, passato ilpericolo; scappo e sgattaiolo giù,dicendo sottovoce: "Arrivederci".

Questa mattina, come si sta

bene in questo caro paese! Comesi scalda allegramente la mia bellaMontigny in questa primaveraprecoce e calda! Domenica egiovedì sono già corsa lungo ildelizioso bosco, tutto pieno diviolette, con la compagna dellaprima comunione, la mia dolceClaire, che mi raccontava le suepassioncelle... il suo "moroso" ledà gli appuntamenti all'angolodell'abetaia, la sera, da quando iltempo è mite. Chi sa se non finiràcol fare sciocchezze! Ma non èquesto che la tenta: purché le si

Page 312: Colette-Claudine a Scuola

dicano paroline scelte, che lei noncapisce molto bene, purché labacino, purché le si gettino alleginocchia, che tutto si svolga"come nei libri", insomma, lebasta assolutamente.

Nell'aula trovo la piccola Luce

accasciata su un banco chesinghiozza tanto forte dastrozzarsi. Le sollevo il capo aforza e vedo gli occhi grossi comeuova, tanto se li è stropicciati.

"Oh, davvero! Non sei bellacosì! Che cosa c'è, piccina? Perchépiagnucoli?"

"Mi... ha... Mi... ha picchiata!""Tua sorella, scommetto?""Sììì!""Che cosa le avevi fatto?"Si calma un po' e racconta:"Ecco, non avevo capito i

problemi, e quindi non li avevo

Page 313: Colette-Claudine a Scuola

risolti; questo l'ha fatta andare inbestia; allora mi ha detto che sonouna cretina, che non val la penache la nostra famiglia paghi la miapensione, che le do fastidio, e robasimile... Allora le ho risposto:

"Mi annoi, alla fine"; allora miha picchiata, mi ha schiaffeggiata,è una peste, la odio...".

Un nuovo diluvio di lacrime."Povera Luce, sei un'oca; non

dovevi lasciarti picchiare, dovevirinfacciarle il suo ex Armand..."

Gli occhi subitamentespaventati della piccola mi fannovoltare; vedo la signorina Sergentche ci ascolta sulla soglia.Patatrac! Che cosa dirà?

"Mi rallegro, signorinaClaudine, lei dà bei consiglidavvero a questa bambina."

"E lei, begli esempi!"Luce è terrorizzata dalla mia

Page 314: Colette-Claudine a Scuola

risposta. Ma io me ne infischio, gliocchi di brace della direttricescintillano di collera e d'emozione!

Ma questa volta, troppo astutaper eccitarsi, scrolla il capo e dicesemplicemente:

"E' una fortuna che si avviciniil mese di luglio, signorinaClaudine; lei capisce, non è vero,che mi è sempre più impossibile ditenerla qui?".

"Mi pare di sì. Ma, lei lo sa, èper mancanza di comprensione: inostri rapporti sono stati maleimpostati."

"Vada a fare ricreazione, Luce"dice senza rispondermi. La piccolanon se lo fa ripetere due volte, sene va correndo e soffiandosi ilnaso. La signorina Sergentcontinua:

"E' proprio colpa sua,gliel'assicuro. Lei si è dimostrata

Page 315: Colette-Claudine a Scuola

piena di malevolenza verso di me,al mio arrivo, e ha respinto i mieiapprocci, perché gliene avevo fatti,benché non toccasse a me.

Tuttavia lei mi era sembrataintelligente e abbastanza bella perinteressare me, che non ho né unasorella, né una figlia".

(Il diavolo mi porti se avreimai pensato... Non avrebbe potutodichiararmi più esplicitamente chesarei stata "la sua piccola Aimée",se avessi voluto. Ebbene, no! Nonmi attira, neppureretrospettivamente. Tuttavia,adesso sarei io la persona dellaquale la signorina Lanthenaydovrebbe essere gelosa... Checommedia!)

"E' vero, signorina. Ma,fatalmente, sarebbe finita male lostesso, a causa della signorinaAimée Lanthenay; lei ha messo

Page 316: Colette-Claudine a Scuola

tanto impegno a conquistare... lasua amicizia e a distruggere quellache poteva nutrire per me!"

Volge gli occhi:"Non ho cercato, come lei

sostiene, di distruggere... Lasignorina Aimée avrebbe potutocontinuare le lezioni d'inglesesenza che io glielo impedissi...".

"Ma non lo dica! Io non sonoancora diventata scema, e quisiamo noi due sole! Per moltotempo ne sono stata furente,persino desolata, perché sonogelosa quasi quanto lei... Perchéme l'ha presa? Ne ho avuto tantodispiacere: sì, ecco, ne goda, hoavuto un gran dispiacere! Ma hovisto che non mi voleva bene. E achi ne vuole? Ho anche visto chefrancamente non valeva molto; miè bastato.

Ho pensato che avrei fatto

Page 317: Colette-Claudine a Scuola

abbastanza sciocchezze, senzacommettere quella di volerlaspuntare su di lei. Ecco. Ora tuttoquel che desidero è che nondiventi un po' troppo la reginettadi questa scuola, e che nontormenti esageratamente questapiccina, sua sorella, che, in fondo,non vale né più né meno di lei,gliel'assicuro... Io non raccontonulla a casa mia di quello che micapita di vedere qui; non ritorneròpiù dopo le vacanze, e mipresenterò agli esami, perché papàcrede di tenerci, e Anaïs sarebbetroppo felice se non passassi agliesami... Può lasciarmi in pace sinoa quel giorno, io non le do moltofastidio adesso..."

Potrei parlare a lungo, credo,lei non mi ascolta più. Non lecontenderò la sua piccina: è tuttoquello che ha sentito; guarda

Page 318: Colette-Claudine a Scuola

entro se stessa, segue un'idea, e sirisveglia per dirmi, ridiventandoimprovvisamente la direttrice, allafine di questa chiacchierata fattain una condizione di parità: "Vadapresto in cortile, Claudine, sono leotto passate, deve mettersi in fila".

"Di che cosa hai parlato così alungo là dentro con la signorina?"mi domanda Anaïs la lunga. "Seidunque in buoni rapporti con lei,ora?"

"Due amicone, cara mia!"In classe, la piccola Luce si

stringe a me, mi lancia occhiateaffettuose e mi prende le mani,ma le sue carezze mi irritano; mipiace soltanto picchiarla,tormentarla, e proteggerla quandole altre la seccano.

La signorina Aimée entra come

un fulmine nell'aula gridando con

Page 319: Colette-Claudine a Scuola

voce soffocata: "L'ispettore,l'ispettore!". Si leva un mormorìo.Qui tutto serve di pretesto per farconfusione: con la scusa didisporre i libri in modoirreprensibile, abbiamo apertotutte le scrivanie e chiacchieriamosvelte, dietro i coperchi. Anaïs lalunga fa saltare in aria i quadernidi Marie Belhomme, del tuttoscombussolata, e s'infilaprudentemente in tasca un GilBlas illustré, che aveva nascostofra due fogli della Storia diFrancia. Io nascondo certe storiedi bestie meravigliosamentenarrate da Rudyard Kipling (eccouno che conosceva gli animali!),anche se non sono letture moltoriprovevoli. Si sente un brusìo; cialziamo, raccogliamo le carte,tiriamo fuori i confetti nascostinei banchi, perché questo papà

Page 320: Colette-Claudine a Scuola

Blanchot, l'ispettore, ha gli occhiloschi, ma che spiano dappertutto.

La signorina Lanthenay, nellasua aula, strapazza le ragazzine,mette in ordine la cattedra, urla egira intorno; ed ecco che dallaterza classe esce la povera Griset,sgomenta, chiedendo aiuto eprotezione: "Signorina Sergent, ilsignor ispettore mi chiederà iquaderni delle piccole: sono moltosporchi, le più piccine fanno solole aste...". La cattiva Aimée le ridein faccia; la direttrice rispondealzando le spalle: "Gli farà vederequello che le chiederà, ma se credeche si occupi dei quaderni dellesue ragazzine!". E la tristefanciulla, sgomenta, rientra nellapropria classe, dove le sue bestiolefanno un chiasso indiavolato,perché lei non ha un briciolo diautorità.

Page 321: Colette-Claudine a Scuola

Siamo pronte, o poco ci manca.La signorina Sergent esclama:

"Presto, prendete l'antologia!Anaïs, sputi immediatamente lamina che ha in bocca! Parolad'onore, la scaccio e davanti alsignor Blanchot, se mangia ancoradi queste porcherie! Claudine, nonpotrebbe smetterla un minuto dipizzicare Luce Lanthenay? MarieBelhomme, smetta di tenere queitre scialli sul capo e intorno alcollo; e smetta di averequell'espressione sciocca. Sietepeggio delle piccole della terzaclasse (13) e non valete neppure lacorda che ci vorrebbe perimpiccarvi.

Bisogna pure che sfoghi la suaeccitazione. Le visite dell'ispettorela infastidiscono sempre perchéBlanchot è in buoni rapporti coldeputato che odia a morte il suo

Page 322: Colette-Claudine a Scuola

eventuale sostituto, Dutertre, ilquale protegge la signorinaSergent. (Mio Dio, com'ècomplicata la vita!) Finalmentetutto è quasi in ordine; Anaïs lalunga si alza, imbarazzante perl'altezza, con la bocca ancorasporca della matita grigia chestava masticando, e incomincia Ilvestito del piagnucoloso Manuel(14)

Nell'angusta soffitta ove poca èla luce/ il marito e la mogliestavano litigando/ ...

Era tempo! Una grande ombrapassa sui vetri del corridoio, tuttala classe freme e si alza - perrispetto - nel momento in cui laporta si apre davanti a papàBlanchot. Ha un viso solenne fradue grandi basette pepe e sale, euno spaventoso accento dellaFranca Contea.

Page 323: Colette-Claudine a Scuola

Pontifica, mastica le parole conlo stesso piacere con cui Anaïsmastica la gomma da cancellare; èsempre vestito con una correttezzarigida e antiquata, quel vecchiobarbogio! Ne abbiamo per un'ora.Ci farà domande cretine e cidimostrerà che dovremmo tutte"abbracciare la carrieradell'insegnamento". Preferireipersino questo, piuttosto cheabbracciare lui.

"Signorine!... Figlie mie,sedetevi."

Le "sue figlie" si siedono,modeste e quiete. Io me ne andreivolentieri. La signorina Sergent siè affrettata ad andargli incontrocon aria rispettosa e malevolente,mentre la sua aiutante, la virtuosaLanthenay, si è rinchiusa nellapropria aula.

L'ispettore Blanchot posa in un

Page 324: Colette-Claudine a Scuola

angolo il bastone con la grucciad'argento, e comincia col farrizzare i capelli alla direttrice (benfatto!) trascinandola vicino allafinestra, per parlare di programmi,di diplomi, zelo, assiduità,eccetera! Essa lo ascolta, risponde:

"Sì, signor ispettore". I suoiocchi si allontanano da lui e sisocchiudono: certamente ha vogliadi picchiarlo. L'altro ha finito diseccarla, ora tocca a noi.

"Che cosa leggeva questagiovinetta, quando sono entrato?"

La giovinetta, Anaïs, nascondela carta assorbente rosa che stavamasticando e interrompe la storia,evidentemente oscena, chesussurrava all'orecchio di MarieBelhomme, la quale,scandalizzata, paonazza, maattenta, straluna gli occhi dauccello con un imbarazzo pudico.

Page 325: Colette-Claudine a Scuola

Quella sudiciona di Anaïs! Checosa mai potranno essere quellestorie?

"Vediamo, figlia mia, mi dica, aproposito, quello che leggeva."

"Il vestito, signor ispettore.""Favorisca ricominciare."Essa ricomincia con smancerie

di finta timidezza, mentreBlanchot ci scruta con gli occhi diun verde sporco. Egli biasima ognicivetteria, e aggrotta le cigliaquando vede un nastro di vellutonero sul collo bianco, o deiricciolini che svolazzano sullafronte e sulle tempie. Se la prendecon me, a ogni visita, per i mieicapelli sempre sciolti e ricci, eanche per i grandi colletti bianchi,pieghettati, che porto sugli abitiscuri. Sono tuttavia di unasemplicità che mi piace, maabbastanza attraente perché lui

Page 326: Colette-Claudine a Scuola

giudichi terribilmente riprovevoleil mio modo di vestire. Anaïs lalunga ha finito Il vestito e luigliene fa fare l'analisi logica(ohibò!) di cinque o sei versi. Poile domanda:

"Figlia mia, perché si è legataquel nastro di velluto nero accanto(sic) al collo?".

(Eccoci! Che cosa dicevo?Anaïs, confusa, rispondestupidamente che "le tiene caldo".Citrulla senza coraggio!)

"Perché le tiene caldo, dice?Ma non crede che una sciarpacompirebbe meglio codestoufficio?"

(Una sciarpa! Perché non unpassamontagna, vecchioscocciatore? Non possotrattenermi dal ridere, cosa cheattira la sua attenzione su di me.)

"E lei, figlia mia, perché è così

Page 327: Colette-Claudine a Scuola

spettinata e coi capelli sciolti,invece di tenerli annodati sul capo,e puntati con forcine?"

"Signor ispettore, mi fa venirel'emicrania."

"Ma potrebbe almeno portarele trecce, mi pare?"

"Sì, potrei, ma papà non vuole."Mi annoia, vi assicuro! Dopo

aver fatto un leggero schiocco conle labbra in segno didisapprovazione, va a sedersi etormenta Marie con la guerra diSecessione; una delle Jaubert, conle coste della Spagna; e l'altra, coitriangoli rettangoli. Poi mi chiamaalla lavagna e mi ordina ditracciare un cerchio. Obbedisco. E'un cerchio... con un po' di buonavolontà.

"Vi iscriva un rosone a cinquefoglie. Supponga che siarischiarato da sinistra, e indichi

Page 328: Colette-Claudine a Scuola

con un forte tratteggio le ombreche le foglie ricevono."

Questo non mi dispiace. Seavesse voluto farmi scrivere dellecifre, non me la sarei cavata; ma dirosoni e ombre me ne intendo. Mela cavo abbastanza bene, con grandispetto delle Jaubert che, chetechete, speravano di sentirmisgridare.

"Va... bene. Sì, va abbastanzabene. Quest'anno lei fa l'esame dilicenza?"

"Sì, signor ispettore, in luglio.""Dopo non vuole andare alla

scuola normale?""No, signor ispettore, starò a

casa.""Ah? Credo infatti che lei non

abbia affatto la vocazionedell'insegnamento. E' peccato."

Me lo dice con lo stesso tonocol quale direbbe: "Credo che lei

Page 329: Colette-Claudine a Scuola

sia una infanticida". Pover'uomo,lasciamogli le sue illusioni! Maavrei voluto soltanto che avessepotuto assistere alla scena diArmand Duplessis, o ancheall'abbandono in cui ci lascianoper ore e ore, quando le nostre duemaestre sono lassù asbaciucchiarsi...

"Mi faccia vedere la secondaclasse, la prego, signorina."

La signorina Sergent loaccompagna in seconda, doveresta con lui per proteggere la suapiccola favorita dalla severitàdell'ispettore.

Approfittando dell'assenza,schizzo alla lavagna una caricaturadi papà Blanchot e delle sue grandibasette, che rallegra le ragazzine;vi aggiungo un paio di orecchied'asino, poi lo cancello subito eriprendo il posto, dove la piccola

Page 330: Colette-Claudine a Scuola

Luce infila il suo braccio nel mio,affettuosamente, e tenta dibaciarmi. La allontano con unoscappellotto, e lei dichiara chesono "molto cattiva".

"Molto cattiva? Ti insegnerò aprenderti simili confidenze conme!

Cerca di imbrigliare i tuoisentimenti e dimmi se è sempre lasignorina Griset che passa la nottenel dormitorio."

"No, Aimée vi ha dormito duevolte due giorni di fila."

"Fa quattro volte. Sei unastupida; neanche una stupida, unaidiota! Le convittrici stanno piùtranquille quando tua sorelladorme sotto il baldacchino?"

"Niente affatto. E anzi, unanotte, una scolara si è sentitamale, ci siamo alzate, abbiamoaperto una finestra, ho persino

Page 331: Colette-Claudine a Scuola

chiamato mia sorella perché midesse i fiammiferi, che nonriuscivamo a trovare.

Lei non si è mossa, non hafiatato, come se non ci fosse statonessuno nel letto. Bisogna proprioche abbia il sonno ben duro, eh?"

"Il sonno duro, il sonno duro!Che oca! Mio Dio, perché haipermesso che ci siano su questaterra esseri così sprovvistid'intelligenza? Mi fa piangerelacrime di sangue!"

"Ma che cos'altro ho fatto dimale?"

"Niente, oh, niente, eccotisoltanto qualche botta sulle spalleper educarti il cuore e la mente, eper insegnarti a non credere aglialibi della virtuosa Aimée."

Luce si rotola sul banco con undolore simulato, felice di venirstrapazzata e percossa. Ma mi

Page 332: Colette-Claudine a Scuola

viene in mente una cosa:"Anaïs, che cosa stavi dunque

raccontando a Marie Belhommeper farla arrossire in tal modo cheil rosso della Bastiglia è pallido inconfronto?".

"Che Bastiglia?""Non importa. Dimmelo

subito.""Avvicinati un po'."Ha la faccia viziosa e fremente:

devono essere gran brutte cose."Ebbene, ecco. Non lo sai? Per

la cena di Natale, l'anno scorso, ilsindaco aveva a casa sua l'amante,la bella Julotte, e poi il suosegretario aveva accompagnatouna parigina; alla frutta le hannofatte spogliare tutte e due, senzacamicia, e loro hanno fatto lostesso, e si sono messi a ballarecosì una quadriglia, cara mia!"

"Non c'è male! Chi te l'ha

Page 333: Colette-Claudine a Scuola

detto?""L'ha raccontato papà alla

mamma; io ero a letto, peròlasciano sempre aperta la portadella camera, perché faccio finta diavere paura e allora sento tutto."

"Non ti annoi. Ne raccontaspesso tuo padre di storie diquesto genere?"

"No, non sempre così belle; maqualche volta mi sbellico dalle risanel letto."

Mi racconta anche altripettegolezzi piuttosto sporchi ditutto il mandamento; suo padre,impiegato al municipio, conosce afondo la cronaca scandalosa delpaese. Io l'ascolto e il tempo passa.

Torna la signorina Sergent;

abbiamo appena il tempo diriaprire i libri a caso; ma lei vienedritta verso di me, senza guardare

Page 334: Colette-Claudine a Scuola

quello che facciamo:"Claudine, potrebbe fare

cantare le compagne davantiall'ispettore Blanchot? Ora sannoquel bel coro a due voci: In questodolce asilo".

"Va bene; però l'ispettore è cosìdisgustato di vedermi coi capellisciolti che non mi ascolterà!"

"Non dica sciocchezze, non è ilmomento; le disponga subito.

L'ispettore Blanchot sembrapoco soddisfatto della secondaclasse; conto sulla musica perfargli passare il malumore."

Non stento a credere che deveessere molto poco soddisfattodella seconda classe: la signorinaLanthenay se ne occupa tutte levolte che non ha nient'altro dafare: carica le bambine di compitiscritti per poter chiacchieraretranquillamente con la cara

Page 335: Colette-Claudine a Scuola

direttrice, mentre quellescribacchiano. Io sono disposta afare cantare le scolare. Per quelloche mi costa!

La signorina Sergentriaccompagna in classe l'odiosoBlanchot; io dispongo asemicerchio le mie compagne e laprima sezione della seconda;affido le prime ad Anaïs, leseconde a Marie Belhomme (chedisgraziate le seconde!). E iocanterò insieme le due parti, cioècambierò subito quando sentiròindebolirsi uno dei lati. Avanti!Una battuta a vuoto: uno, due, tre.

In questo dolce asilo/ i savison coronati./ Venite!/ Ai piaceritranquilli/ questi bei luoghi sondestinati/ ...

Che fortuna! Questorinsecchito ex studente dellascuola normale segna col capo il

Page 336: Colette-Claudine a Scuola

ritmo della musica di Rameau(d'altronde sbagliando), e sembrarapito. E' la solita storia delcompositore Orfeo cheaddomestica le fiere.

"E' ben cantato. Di chi è? DiGounod, credo?"

(Perché pronuncia Gounode?)"Sì, signor ispettore." (Non

contraddiciamolo.)"Mi sembrava che andasse

bene. E' un bellissimo coro."(Bellissimo coro sarai tu!)Sentendo questa inaspettata

attribuzione di un'aria di Rameauall'autore del Faust, la signorinaSergent si morde le labbra per nonridere. In quanto a Blanchot,rasserenato, si lascia sfuggirequalche parola gentile, e se ne va,dopo averci dettato - la freccia delparto! - il seguente schema dicomponimento:

Page 337: Colette-Claudine a Scuola

"Spiegate e commentate questopensiero di Franklin: "L'ozio ècome la ruggine, consuma più dellavoro"".

Coraggio! Alla chiave lustra,dai contorni arrotondati, che lamano leviga e gira tante volte algiorno, nella serratura,contrapponiamo la chiave corrosadalla ruggine rossastra. Il bravooperaio che lavora allegramente,alzato sin dall'alba, i cui fortimuscoli eccetera... facciamone unparallelo con l'ozioso che,languidamente sdraiato sui divaniorientali, vede sfilare sulla tavolasontuosa eccetera... i cibi rari...eccetera... che tentano invano dirisvegliargli l'appetito... eccetera.Oh, oh, è presto fatto!

Come se non fosse bello oziarein una poltrona! Come se glioperai che lavorano tutta la vita

Page 338: Colette-Claudine a Scuola

non morissero giovani e sfiniti!Macché, non bisogna dirlo. Nel"programma degli esami" le cosenon vanno come nella vita.

La piccola Luce è povera d'ideee geme sommessamente perchégliene fornisca. La lasciogenerosamente leggere quello cheho scritto, non mi ruberà un granche.

Finalmente le quattro. Ce neandiamo. Le convittrici salgono aprendere la merenda preparatadalla madre della signorinaSergent; io me ne vado con Anaïs eMarie Belhomme, dopo essermiguardata nei vetri per vedere senon mi sono messa il cappello ditraverso.

Per strada diciamo male diBlanchot. Mi annoia quel vecchio,che ci vorrebbe sempre vestite ditela di sacco e coi capelli tirati!

Page 339: Colette-Claudine a Scuola

"Credo che comunque nonsarebbe molto soddisfatto dellaseconda classe," osserva MarieBelhomme "e se tu non l'avessiconquistato con la musica!"

"Sfido," fa Anaïs "la signorinaLanthenay prende un po'sottogamba la sua classe."

"Hai certe espressioni! Nonpuò far tutto, andiamo! Lasignorina Sergent l'ha legata allasua persona, la veste lei almattino."

"Questa è una frottola!"esclamano insieme Anaïs e Marie.

"Niente affatto! Se mai andretenel dormitorio e nella cameradelle maestre (è facilissimo, nonc'è che da portarvi l'acqua con leconvittrici), passate la mano sulfondo del catino della signorinaAimée e non temete di bagnarvi,non c'è che polvere."

Page 340: Colette-Claudine a Scuola

"No, è troppo grossa però"dichiara Marie Belhomme.

Anaïs la lunga non aggiungenulla e se ne va pensierosa; senzadubbio racconterà questi piacevoliparticolari al giovanotto col qualecivetta questa settimana. Sopochissimo delle sue scappatelle:rimane impenetrabile e beffardaquando le tasto il polso su questoargomento.

Mi annoio a scuola, brutto

segno, e sintomo completamentenuovo.

Tuttavia non sono innamoratadi nessuno (anzi è forse perquesto).

Faccio i compiti quasidiligentemente, tanta è la miaapatia, e vedo tranquillamente lenostre maestre che si carezzano, sisbaciucchiano, litigano per il

Page 341: Colette-Claudine a Scuola

piacere di amarsi ancora di più,dopo. Ora hanno gesti e parolecosì liberi l'una con l'altra cheRabastens, nonostante la suafaccia tosta, se ne spaventa ebalbetta a più non posso. Allora gliocchi di Aimée sprizzano scintilledalla gioia, come quelli di unagatta maliziosa, e la signorinaSergent ride vedendola ridere.Sono sorprendenti, parola d'onore!Non ci si può immaginare comesia diventata esigente la piccola!L'altra muta espressione a un suocenno, a un aggrottarsi delle sueciglia vellutate.

Attenta dinanzi a questa teneraintimità, la piccola Luce spia,intuisce, impara. Impara anchetroppo, perché coglie tutte leoccasioni di stare sola con me, misi strofina addosso, mi vezzeggia,quasi chiude gli occhi verdi e

Page 342: Colette-Claudine a Scuola

schiude la boccuccia fresca; no,non mi tenta. Perché non sirivolge ad Anaïs la lunga, ches'interessa anche lei dei giochidelle due colombelle che ci fannoda maestre a tempo perso, e che sene stupisce molto, perché ha certilati d'ingenuità abbastanzacuriosi!

Questa mattina l'ho picchiata

sodo, la piccola Luce, perchévoleva abbracciarmi nella rimessadove si mettono gli innaffiatoi:non ha gridato e si è messa apiangere, finché l'ho consolataaccarezzandole i capelli. Le hodetto:

"Cretina, avrai bene il tempo dieffondere il tuo eccesso ditenerezza più tardi, quandoentrerai alla scuola normale!".

"Sì, ma non ci verrai anche tu!"

Page 343: Colette-Claudine a Scuola

"No, certamente! Ma tu non cisarai neppure da un paio di giorniche due del terzo anno avranno giàlitigato per colpa tua, schifosabestiolina!"

Si lascia insolentire con voluttàe mi lancia occhiate riconoscenti.

Forse è perché mi hanno

cambiato la vecchia scuola che miannoio in questa? Non ho piùquegli "angolini" dove ci sinascondeva fra la polvere, né icorridoi di quel vecchio edificiocomplicato, nel quale non sisapeva mai se ci si trovava dallaparte dei maestri o nella nostra, edove si sbucava tanto facilmentenella camera di un maestro chenon era quasi necessario scusarsirientrando in classe.

E' forse perché invecchio?Risento forse i sedici anni che

Page 344: Colette-Claudine a Scuola

compio?Ecco davvero una cosa stupida.E' forse la primavera? E' anche

troppo bella, è persinosconveniente! Il giovedì e ladomenica me ne vado sola solettaa trovare la mia compagna dellaprima comunione, la piccolaClaire, seriamente imbarcata inuna stupida avventura colsegretario comunale che nonvuole sposarla. Perbacco, nesarebbe gravemente impedito;sembra che abbia subitoun'operazione, mentre era ancorain collegio, in seguito a una stranamalattia, una di quelle di cui nonsi nomina mai la "posizione"; eaffermano che, pur desiderandoancora le donne, non può"soddisfare molto i loro desideri".Non capisco molto bene, capiscoanzi piuttosto male, ma mi

Page 345: Colette-Claudine a Scuola

affanno a riferire a Claire ciò cheho appreso confusamente. Essaalza al cielo gli occhi scialbi,scrolla il capo, e risponde conmoine estatiche: "Ah, che cosaimporta, che cosa importa? E' cosìbello, ha un paio di baffi cosìsottili, e poi, le cose che dice mirendono tanto felice! E poi mibacia sul collo, mi parla dellapoesia, dei tramonti, che cos'altrovuoi che chieda?". Infatti, poichéle basta...

Quando sono stufa delle suedivagazioni, le dico, perché milasci sola, che torno da papà, e nonci torno. Resto nei boschi, cercoun cantuccio più delizioso deglialtri, e mi ci sdraio. Intere legionidi bestiole corrono per terra, sottoil mio naso (anzi talvolta sicomportano molto male, ma sonocosì piccine!) e si sentono

Page 346: Colette-Claudine a Scuola

un'infinità di profumi; c'è l'odoredelle piante fresche che siscaldano... O miei cari boschi!

A scuola, dove arrivo in ritardo

(stento ad addormentarmi, le ideemi ballano davanti appena hospento la lampada), trovo incattedra la signorina Sergent,dignitosa e corrucciata; e tutte leragazzine assumono i visi dicircostanza, sostenuti ecerimoniosi. Che cos'è?

Ah, Anaïs la lunga, accasciatasul banco, fa tali sforzi persinghiozzare che le orecchie lesono diventate viola. Ci sarà dadivertirsi! Sgattaiolo accanto allapiccola Luce che mi bisbigliaall'orecchio: "Cara mia, hannotrovato nel banco di un ragazzotutte le lettere di Anaïs; il maestrole ha portate qui perché le legga la

Page 347: Colette-Claudine a Scuola

direttrice".Essa, infatti, le legge, ma

sommessamente, solo per sé. Chedisgrazia, mio Dio, che disgrazia!Darei volentieri tre anni della vitadi Rabas-tens (Antonin), persfogliare quella corrispondenza.

Oh, chi ispirerà alla rossa dileggercene ad alta voce due o trebrani ben scelti! Ohimè, lasignorina Sergent ha finito... Senzadire nulla ad Anaïs sempreaccasciata sul banco, s'alzasolennemente, si dirige, a passimisurati, verso la stufa, accanto ame; l'apre, vi depone i fogliscandalosi, piegati in quattro,accende un fiammifero e vi dàfuoco, poi richiude lo sportello.Drizzandosi, dice alla colpevole:

"I miei rallegramenti, Anaïs, leila sa più lunga di tanti adulti.

Io la tengo sino all'esame,

Page 348: Colette-Claudine a Scuola

perché è iscritta, ma dichiarerò aisuoi genitori che declino ogniresponsabilità a suo riguardo.Copiate i problemi, signorine, enon occupatevi più di costei chenon se lo merita".

Incapace di sopportare iltormento di sentire bruciare laletteratura di Anaïs, ho preso,mentre la direttrice si esprimevasolennemente, la riga piatta chemi serve per il disegno: l'hoinfilata sotto il banco e, a rischiodi farmi sorprendere, me ne sonoservita per spingere la piccolamaniglia che smuove la valvola deltiraggio. Non hanno visto nulla;forse la fiamma, così soffocata,non brucerà tutto; lo saprò dopo lascuola. Ascolto; la stufa smette dicrepitare in capo a qualchesecondo. Non suoneranno prestole undici?

Page 349: Colette-Claudine a Scuola

Come penso poco a quello checopio, alle "2 pezze di tela che,dopo il bucato, si restringono di1/19 in lunghezza e di 1/22 inlarghezza"! Potrebberorestringersi ancora molto di piùsenza interessarmi.

La signorina Sergent ci lascia eva nella classe di Aimée, senzadubbio per raccontarle la bellastoria e riderne con lei. Appena èsparita, Anaïs alza il capo, noi laosserviamo avidamente, ha leguance chiazzate, gli occhi gonfi aforza di fregarli, e guardaostinatamente il proprioquaderno. Marie Belhomme sichina verso di lei e le dice, con unatumultuosa simpatia: "Bene, caramia, credo che ti picchieranno, acasa. Dicevi tante cose nelle tuelettere?".

Essa non alza gli occhi e

Page 350: Colette-Claudine a Scuola

risponde ad alta voce perchésentiamo tutte: "Non me neimporta, le lettere non le ho scritteio". Le ragazzine si scambianoocchiate piene d'indignazione:"Puoi ben crederlo, cara mia! Caramia, che bugiarda!".

Finalmente suona l'ora. Mai èstata così lenta a venire l'oradell'uscita! Mi attardo a mettere inordine il banco per rimanereultima. Fuori, dopo avercamminato per una cinquantina dimetri, faccio finta di averdimenticato l'atlante e lascio Anaïsper volare a scuola: "Mi aspetti,vuoi?".

Mi precipito silenziosamentenella classe vuota e apro la stufa;vi trovo una manciata di cartemezzo bruciate che tolgo concircospezione materna. Chefortuna! La parte superiore e

Page 351: Colette-Claudine a Scuola

quella inferiore sono andateperdute, ma lo strato di mezzo èquasi intatto; è proprio lacalligrafia di Anaïs. mi porto via ilpacco nella cartella per leggere lelettere a casa comodamente, eraggiungo Anaïs, calma, chegironzola in attesa; riprendiamo lastrada insieme; essa mi sbircia disotto in su. A un tratto si ferma dicolpo e sospira per l'angoscia...Vedo i suoi sguardi fissi sulle miemani, ansiosamente, e mi accorgoche sono annerite dalla cartabruciata che ho toccato. Non ledirò certo una bugia. Prendol'offensiva:

"Ebbene, che c'è?"."Ci sei andata, eh, a frugare

nella stufa?""Certo che ci sono andata! Non

c'è pericolo che lasci perdereun'occasione simile di leggere le

Page 352: Colette-Claudine a Scuola

tue lettere!""Sono bruciate?""Fortunatamente no; to',

guarda qui dentro."Le faccio vedere le lettere,

tenendole strette. Mi saettaaddosso sguardi veramenteomicidi, ma non osa avventarsisulla mia cartella, sapendo beneche la picchierei! La consolerò unpoco; mi fa quasi pena.

"Senti, leggerò quanto non èbruciato, perché mi fa troppovoglia; e poi ti riporterò tuttoquesta sera. Non sono poi tantocattiva?"

E' molto diffidente."Parola d'onore, te le

consegnerò durante la ricreazioneprima di rientrare in classe."

Se ne va sconvolta, inquieta,più gialla e più lunga del solito.

A casa, spulcio finalmente

Page 353: Colette-Claudine a Scuola

queste lettere. Una grandedelusione!

Non sono quello che credevo.Un miscuglio di sentimentalismisciocchi e d'informazioni pratiche:"Penso sempre a te quando c'è ilchiaro di luna... Bada di riportaregiovedì al campo di Vrimes il saccodi grano che avevi preso l'ultimavolta; se la mamma mi vedesse ilvestito macchiato di verde, farebbeun gran chiasso!". E poi qualcheallusione poco chiara, che deverammentare al giovane Gangneaucerti episodi lascivi... Insomma, sì,una delusione. Le restituirò le suelettere, molto meno divertenti dilei che è fantasiosa, fredda e buffa.

Gliele ho restituite, noncredeva ai propri occhi. Tuttapervasa dalla gioia di rivederle,non le importa affatto che io leabbia lette; è corsa a gettarle nei

Page 354: Colette-Claudine a Scuola

gabinetti, e ora ha ripreso la suaespressione chiusa eimpenetrabile, molto umiliata.Felice carattere!

Ahimè, mi sono buscata un

raffreddore! Me ne sto nellabiblioteca di papà, a leggere lastravagante Storia di Francia delMichelet, scritta in versialessandrini (forse esagero unpo'?). Non mi annoio affatto, beneinstallata in questa grandepoltrona, circondata di libri, con lamia bella Fanchette, questa gattapiù intelligente di tutte le gatte,che mi ama con tanto disinteressenonostante i dispetti che le faccio,i morsi che le do sulle orecchierosee e il complicatoaddestramento che la costringo asubire.

Mi ama al punto di capire

Page 355: Colette-Claudine a Scuola

quello che dico, e di venirmi acarezzare la bocca quando sente ilsuono della mia voce. Ama anche ilibri come un vecchio sapiente,questa Fanchette, e mi tormentatutte le sere dopo pranzo perché iotolga dallo scaffale due o tre grossiLarousse di papà: il vuoto chelasciano forma una specie dicameretta quadrata doveFanchette s'installa per lavarsi;richiudo il vetro su lei, e il ronfaredella prigioniera vibra incessantecome un rullo di tamburo velato.Di tratto in tratto la guardo, allorami fa segno con le sopracciglia,che alza come un essere umano.Bella Fanchette, come seiinteressante e comprensiva (moltopiù di Luce Lanthenay, quellagatta inferiore!). Tu mi diverti, daquando sei venuta al mondo; nonavevi che un solo occhio aperto, e

Page 356: Colette-Claudine a Scuola

già cercavi di avanzare a passibellicosi nella tua cesta, ancoraincapace di reggerti, sui tuoiquattro stecchi; poi, tu viviallegramente, e mi fai ridere, conle tue danze del ventre in onoredei maggiolini e delle farfalle, coigoffi richiami agli uccellini cheaspetti al varco, per il modo chehai di litigare con me e di darmicolpi secchi che mi risuonanoduramente sulle mani. Hai unacondotta molto vergognosa: due otre volte all'anno, ti trovo ingiardino, sui muri, con un'ariapazza, ridicola, circondata da unafolla di gatti. Conosco persino iltuo favorito, perversa Fanchette: èun micione grigio sporco, lungo,magro, spelacchiato, con leorecchie da coniglio e le zampevolgari.

Come puoi unirti

Page 357: Colette-Claudine a Scuola

vergognosamente con questabestia di abbietta origine, e cosìspesso? Ma persino in questiperiodi di follia, quando mi vedi,riprendi per un momentol'espressione naturale, mi miagoliin tono amichevole qualcosacome: "Vedi, sono ridotta così;non disprezzarmi troppo, la naturaha le sue esigenze, ma torneròpresto e mi leccherò a lungo perpurificarmi di questa esistenzavergognosa". O bella Fanchettebianca, come ti si addice dicomportarti male!

Quando mi è passato il

raffreddore, mi accorgo che ascuola ci si comincia ad agitaremolto per i prossimi esami. Siamoalla fine di maggio e le proveincominciano il 5 luglio!Rimpiango di non essere più

Page 358: Colette-Claudine a Scuola

emozionata, ma le altre lo sonoabbastanza anche per me,soprattutto la piccola LuceLanthenay che ha vere crisi dilacrime quando prende un bruttovoto. In quanto alla signorinaSergent, si occupa di tutto, ma piùdi tutto della piccola dai begliocchi che le fa girare la testa.Questa Aimée è fiorita in modosorprendente! La sua meravigliosacarnagione, la pelle vellutata, gliocchi "da coniarne dellemedaglie", come dice Anaïs, larendono una creaturina maligna etrionfante. E' tanto più belladell'anno scorso! Non sinoterebbe, ora, che ha il visoleggermente schiacciato, che,quando sorride, il labbro sinistroha una piccola sporgenza; ecomunque, ha i denti aguzzi cosìbianchi! La sua rossa innamorata

Page 359: Colette-Claudine a Scuola

viene meno solo a guardarla, enon resiste quasi più davanti a noial folle desiderio di abbracciareogni momento la favorita...

In questo pomeriggio caldo, la

scolaresca ripete con un mormorìoil brano di antologia che dobbiamorecitare alle tre; quasi sonnecchio,spossata da una pigrizia nervosa.Non ne posso più, e, a un tratto,ho voglia di graffiare, di stirarmiviolentemente e di schiacciare lemani a qualcuno; capita chequesto qualcuno sia Luce, la miavicina.

Le ho afferrato la nuca, e vi hoaffondato le unghie; per fortunanon ha detto nulla. Ricado nel miolanguore irritato...

Si apre la porta senza chenessuno abbia neppure bussato: èDutertre, con una cravatta chiara, i

Page 360: Colette-Claudine a Scuola

capelli sparsi al vento,ringiovanito e battagliero. Lasignorina Sergent, alzatasi, losaluta appena e lo ammiraappassionatamente; il ricamo le ècaduto per terra. (Lo ama più diAimée? O Aimée più di lui? Chedonna strana!)

La scolaresca si è alzata. Permalignità resto seduta in modoche Dutertre, quando si voltaverso di noi, mi osserva subito.

"Buongiorno, signorina.Buongiorno, piccine. Come seideperita!"

"Sono fiacca. Non mi sento piùle ossa."

"Sei malata?""No, non credo. E' il tempo,

l'apatia.""Vieni qui, voglio vederti."Stanno per ricominciare queste

scuse mediche per fare esami

Page 361: Colette-Claudine a Scuola

prolungati? La direttrice mi lanciasguardi infiammatid'indignazione, per il mio modo dicomportarmi, di parlare col suocaro ispettore. No, non mi metteròcerto in soggezione! D'altronde glipiacciono enormemente questimodi sconvenienti. Mi trascinopigramente sino alla finestra.

"Non ci si vede, qui, a causa diquesta ombra verde degli alberi.

Vieni nel corridoio, c'è il sole.Hai una cera orribile, piccina mia."

(Triplice bugia! Ho una bellacera, me ne intendo; se mi credemalata per gli occhi pesti, sbaglia:è buon segno, io sto bene quandoho gli occhi cerchiati. Per fortunasono le tre del pomeriggio,altrimenti non mi sentirei tropposicura andando, sia pure nelcorridoio a vetri, con questoindividuo del quale diffido come

Page 362: Colette-Claudine a Scuola

del fuoco.)Appena ha richiuso la porta

alle nostre spalle, mi volto verso dilui e gli dico:

"Ma no, andiamo, non ho l'ariamalata; perché lo dice?".

"No? E quegli occhi cerchiatisino alle labbra?"

"Ebbene, è il colore della miapelle, ecco!"

Si è seduto sul banco e mitiene in piedi davanti a lui, controle ginocchia.

"Sta' zitta, dici sciocchezze.Perché hai sempre l'aria di esserein collera con me?"

"...?""Sì, tu mi capisci. Hai un

visino, sai, che frulla nel cervello,quando lo si è visto."

(Io rido stupidamente. Oeterno Padre, mandami un po' dispirito, e risposte sottili, perché

Page 363: Colette-Claudine a Scuola

sento di esserne completamentepriva!)

"E' vero che vai sempre sola apasseggiare nei boschi?"

"Sì, è vero. Perché?""Perché, canaglia, vai a trovare

un innamorato, forse? Sei così bensorvegliata!"

Alzo le spalle:"Lei conosce bene come me

tutta la gente di qui; mi ci vede uninnamorato fra questi?".

"E' vero. Ma saresti abbastanzaviziosa..."

Mi stringe le braccia, brillanogli occhi e i denti. Che caldo qui!

Preferirei che mi lasciassetornare in classe.

"Se non stai bene, perché nonvieni a consultarmi in casa mia?"

Rispondo troppo presto: "No!Non ci verrò..." e cerco di liberarele braccia, ma mi tiene stretta e

Page 364: Colette-Claudine a Scuola

alza verso di me degli occhiardenti e cattivi... ma anche belli, èvero.

"O piccina, piccola seduttrice,perché hai paura? Hai propriotorto ad avere paura di me! Crediche sia un mascalzone? Nonavresti nulla da temere, nulla. Opiccola Claudine, mi piaci tanto,con quegli occhi di un bruno caldoe i riccioli folli! Sei fatta come unaadorabile statuina, ne sonosicuro..."

Si drizza bruscamente, mistringe fra le braccia e mi bacia;non ho avuto il tempo di scappare,è troppo forte e troppo nervoso, eho una confusione nel cervello...Che razza di avventura! Non sopiù quel che dico, mi gira la testa...Tuttavia non posso rientrare inclasse, rossa e sconvolta comesono, e lo sento dietro a me: vorrà

Page 365: Colette-Claudine a Scuola

abbracciarmi ancora, di certo...Apro la porta del pianerottolo,scendo nel cortile sino alla pompadove bevo una ciotola d'acqua.

Uff!... Bisogna tornare su... Madeve essersi nascosto nelcorridoio.

Ah, e poi via! Griderò secercherà di riafferrarmi... Mi habaciata all'angolo della bocca, nonpotendo fare di meglio,quell'animale!

No, non e più nel corridoio, chefortuna! Rientro nell'aula, e lovedo in piedi, vicino alla cattedra,che chiacchiera tranquillamentecon la signorina Sergent. Mi siedoal posto, mi squadra e domanda:

"Non hai bevuto troppa acqua,almeno? Queste ragazzine buttanogiù ciotole intere di acqua fredda:fa molto male".

Davanti a tutti sono più

Page 366: Colette-Claudine a Scuola

coraggiosa."No, non ne ho bevuto che un

sorso, è quanto basta; non neprenderò più."

Ride con aria contenta:"Sei buffa, e non sei troppo

sciocca".La signorina Sergent non

capisce, ma l'inquietudine che lefaceva aggrottare le ciglia spariscea poco a poco; non ha più chedisprezzo per il contegnodeplorevole che affetto davanti alsuo idolo.

Ho caldo, io: è stupido! Anaïsla lunga ha subodorato qualcosa disospetto e non può trattenersi daldomandarmi: "Ti ha dunqueascoltata molto da vicino, che seicosì sossopra?". Ma non sarà lei afarmi parlare: "Come sei stupida!Ti dico che vengo dalla pompa". Lapiccola Luce, a sua volta, si

Page 367: Colette-Claudine a Scuola

strofina contro di me come unagatta irritata e si arrischia adomandarmi: "Dimmi, Claudinemia, ma perché ti ha condotta viacosì?".

"Prima di tutto, io non sono la"tua" Claudine; e poi ciò non tiriguarda, canaglia. Dovevaconsultarmi sul conguaglio dellepensioni.

Va bene?""Tu non vuoi mai dirmi niente,

e io ti dico tutto!""Tutto che cosa? Mi è molto

utile sapere che tua sorella nonpaga il suo mantenimento, né iltuo, e che la signorina Olympe lacolma di regali, e che porta sottanedi seta, e che..."

"Zitta, taci, ti prego! Sareirovinata, se sapessero che ti horaccontato tutte queste cose!"

"Allora non domandarmi nulla.

Page 368: Colette-Claudine a Scuola

Se sei buona, ti darò la mia bellariga di ebano, che ha le filettaturedi ottone."

"Oh, come sei gentile. Tiabbraccerei volentieri, ma tidispiace..."

"Basta; te la darò domani, se neavrò voglia!"

Perché la passione degli"oggetti di cancelleria" vadiminuendo in me, e anche questoè un gran brutto segno. Tutte lemie compagne (e io ero come lorosino a poco fa) vanno pazze per i"rifornimenti scolastici": ciroviniamo in quaderni di carta conla filigrana e la copertina a riflessimetallici, in matite di legno dirosa, in astucci laccati, così lustrida specchiarcisi, in penne di legnod'olivo, in righe di mogano ed'ebano come la mia che ha iquattro spigoli di ottone, e davanti

Page 369: Colette-Claudine a Scuola

alla quale impallidiscono d'invidiale convittrici troppo povere perpotersene concedere d'uguali.Abbiamo grandi cartelle daavvocato di marocchino più omeno del Levante, più o menopressato. E se le scolarette, comestrenna, non si fanno rilegare itesti scolastici con copertineappariscenti, se non lo faccioneanch'io, è soltanto perché nonsono di nostra proprietà.

Appartengono al comune, chece li fornisce generosamente, conl'obbligo di consegnarli alla scuolaquando la lasciamo per nonritornarvi più. Perciò odiamoquesti libri del comune: non lisentiamo nostri e gli facciamoorribili scherzi; capitano lorodisgrazie impreviste e strane;certuni hanno preso fuoco accantoalla stufa, d'inverno; se ne sono

Page 370: Colette-Claudine a Scuola

visti certi sui quali i calamai sirovesciavano con specialepredilezione; ma sì, attirano lafolgore. E tutte le disgrazie checapitano agli sfortunati "libri delcomune" sono oggetto di lunghelamentele della signorinaLanthenay e di terribili sgridatedella signorina Sergent.

Dio, come sono stupide ledonne! (Ragazzine e donne ètutt'uno.)

Chi crederebbe che, dopo i"colpevoli tentativi" di quelforsennato Dutertre su di me,provo una specie di vaga fierezza?Questa constatazione è moltoumiliante per me. Ma lo soperché; in fondo, mi dico:"Siccome quell'uomo, che haconosciuto un'infinità di donne, aParigi e dappertutto, mi trovaattraente, vuol dire che non sono

Page 371: Colette-Claudine a Scuola

molto brutta!". Ecco: è un piaceredella vanità. Dubitavo di nonessere ripugnante, ma mi piaceesserne sicura. E poi, sonocontenta di avere un segreto cheAnaïs la lunga, Marie Belhomme,Luce Lanthenay e le altre nonsospettano.

Ora la scolaresca è benammaestrata. Tutte le ragazzine,sino alla terza sezione compresa,sanno che non bisogna maientrare durante la ricreazione inun'aula dove si siano chiuse lemaestre. Certo non abbiamoimparato in un giorno! Siamoentrate infinite volte, l'una o l'altradi noi, nell'aula dove sinascondeva l'amorosa coppia. Male sorprendevamo cosìteneramente avvinte, o tantoassorte nel loro parlottare, oppurela signorina Sergent teneva sulle

Page 372: Colette-Claudine a Scuola

ginocchia la piccola Aimée contanto abbandono, che anche le piùstupide ne rimanevano confuse esubito scappavano via, sentendosidire dalla rossa: "Ma che altrovolete?", spaventatedall'aggrondarsi feroce delle foltesopracciglia di lei. Io, come lealtre, ho fatto spesso irruzione, etalora persino non di proposito: leprime volte, quando entravo io, edesse stavano troppo vicine, sialzavano vivamente, oppure unafingeva di annodare i capellidisfatti dell'altra; poi hanno finitocol non avere più soggezione dime. Allora non mi ci sono piùdivertita.

Rabastens non viene più;parecchie volte ha dichiarato diessere "troppo intimidito daquesta intimità", e tale modo diesprimersi gli sembrava una

Page 373: Colette-Claudine a Scuola

specie di gioco di parole che glipiaceva molto. Non pensano piùche a se stesse. L'una segue i passidell'altra, cammina nella suaombra; si amano in modo cosìcompleto, che non penso più atormentarle e sono quasi invidiosadel loro delizioso oblio di ognialtra cosa.

Ecco! Ci siamo; doveva

accadere! Tornando a casa, trovouna lettera della piccola Luce inuna tasca della cartella.

""Mia cara Claudine,"Io ti amo tanto, ma tu hai

sempre l'aria di non accorgertene,e io deperisco per il dispiacere. Seibuona e cattiva con me: non vuoiprendermi sul serio, mi tratticome un cagnolino. Ne provo undispiacere che non puoiimmaginare. Vedi tuttavia come

Page 374: Colette-Claudine a Scuola

potremmo essere contente tutt'edue. Guarda mia sorella Aimée ela signorina: sono cosi felici chenon pensano più a nulla. Ti prego,se non sei in collera per questalettera, di non dirmi nulla domanimattina a scuola: lì per lì sareitroppo imbarazzata. Sapròsoltanto dal tuo modo di parlarmi,se vuoi o se non vuoi essere la miagrande amica.

"Ti abbraccio con tutto il cuore,cara Claudine mia, e conto anchesu te perché bruci questa lettera,siccome so che non vorresti farlavedere ad altri per non procurarmidelle noie. Non è tua abitudine.

Ti abbraccio ancora moltoteneramente e aspetto domani contanta impazienza!

"La tua piccola Luce.""Ebbene no, non voglio! Se mi

attirasse, lo farei con qualcuno più

Page 375: Colette-Claudine a Scuola

forte e più intelligente di me, chemi schiacciasse un po', a cuipotessi obbedire, e non con unabestiolina viziosa che forse non èpriva di fascino, che graffia emiagola solo per una carezza, matroppo inferiore. Non mi piaccionole persone che domino. La sualettera, carina e senza malizia, l'hostracciata subito e ne ho messi ipezzi in una busta perrestituirglieli.

L'indomani mattina vedo unvisetto preoccupato che miattende, schiacciato contro i vetri.Povera Luce, i suoi occhi verdisono diventati più chiari perl'ansia! Peggio per lei, non possotuttavia accontentarla, solo perfarle piacere...

Entro; per fortuna, è solasoletta.

"To', piccola Luce, ecco i pezzi

Page 376: Colette-Claudine a Scuola

della tua lettera; vedi che non l'hotenuta a lungo."

Lei non risponde nulla eprende macchinalmente la busta.

"Però, pazzerella, che cosaandavi a fare in quella galera...voglio dire in quella galleria delprimo piano, (15) dietro al bucodella serratura dell'appartamentodella signorina Sergent? Ecco ache cosa ti ha spinto! Però, io nonposso fare niente per te."

"Oh!" esclama atterrita."Ma sì, povera piccina mia.

Non è per virtù, te lo immagini; lamia virtù è ancora troppo piccina,non la tiro fuori. Ma, vedi, nellamia prima giovinezza mi hainfiammato una grande passione,ho addolorato un uomo che èspirato facendomi giurare sul lettodi morte di non..."

M'interrompe, gemendo:

Page 377: Colette-Claudine a Scuola

"Ecco, ecco, mi prendi in giroper giunta; io non volevo scriverti,sei senza cuore. Oh, come sonoinfelice! Oh, come sei cattiva!".

"E poi mi stordisci, alla fine!Guarda un po' che chiassata! Vuoiscommettere che ti allungo un po'di scapaccioni per ricondurti sullavia del dovere?"

"Ah, che cosa me ne importa!Oh, ho proprio voglia di ridere!..."

"To', razzaccia di femmina!Dammi la ricevuta."

Ha incassato un potenteschiaffo che ha per effetto di farlatacere subito; mi guarda di sottoin su con occhi teneri e piange, giàconsolata, fregandosi la faccia. E'straordinario come le piace esserebattuta.

"Ecco Anaïs e molte altre, cercaquindi di assumere un'aria quasiper bene; stiamo per entrare in

Page 378: Colette-Claudine a Scuola

classe, scendono le due tortorelle." Soltanto quindici giorni prima

degli esami! Il mese di giugno cispossa: stiamo arrostendo,insonnolite, nelle aule; stiamozitte per pigrizia. Trascuro persinoil diario! E con questatemperatura da incendiodobbiamo per giunta giudicare lacondotta di Luigi XV, descrivere lafunzione del succo gastrico nelladigestione, disegnare foglie diacanto, e dividere l'apparatouditivo in orecchio interno,orecchio medio e orecchio esterno.Non c'è giustizia sulla terra!

Luigi XV ha fatto quello che havoluto, non mi riguarda; oh, Diomio, no, riguarda me meno diqualsiasi altra persona!...

Il caldo è tale che si perdel'istinto della civetteria, o

Page 379: Colette-Claudine a Scuola

piuttosto la civetteria si modificasensibilmente, ora: si mostra unpo' di pelle. Incomincio a portarevestiti con scollature quadrate, unpo' medioevali, con maniche che sifermano al gomito. Abbiamo lebraccia ancora un po' sottili, matuttavia graziose, e in quanto alcollo non temo rivali! Le altre miimitano: Anaïs non porta lemaniche corte, ma ne approfittaper rimboccare le sue sino allaspalla; Marie Belhomme mostradelle braccia imprevedibilmentegrassocce al di sopra delle manimagre, un collo fresco e destinatoa ingrossare. Ah, Signore, che cosanon si mostrerebbe con unatemperatura simile! In gransegreto sostituisco le calze con icalzini. In capo a tre giorni, losanno tutte, se lo ripetono, e mipregano sottovoce di alzare la

Page 380: Colette-Claudine a Scuola

sottana."Fa' vedere i calzini, se è vero?""To'!""Che fortunata! Comunque, io

non ne avrei il coraggio!""Perché, per le convenienze?""Sfido...""Lascia stare, io lo so il perché;

hai le gambe pelose!""Oh, gran bugiarda! Potete

guardare, non ne ho più di te;solamente mi vergognerei disentire le gambe completamentenude sotto il vestito!"

La piccola Luce mostratimidamente un po' di pelle, unapelle bianca e morbida da farmeraviglia; e Anaïs la lungainvidia questa bianchezza al puntodi punzecchiarle le braccia conl'ago durante le lezioni di cucito.

Addio riposo! L'avvicinarsidegli esami, l'onore che deve

Page 381: Colette-Claudine a Scuola

riflettersi su questa bella scuolanuova dai nostri eventualisuccessi, hanno finalmente trattole nostre maestre dal loro dolceisolamento. Ci tengono chiuse,noi, le sei candidate, citormentano con ripetizioni, ciobbligano ad ascoltare, a impararea memoria, persino a capire, cifanno venire un'ora prima dellealtre e andare via un'ora dopo!Quasi tutte diventiamo pallide,stanche e istupidite; ci sonocertune che perdono l'appetito e ilsonno a forza di studio e di ansie;io sono rimasta quasi fresca,perché non mi agito molto, eperché ho la carnagione scura; eanche la piccola Luce Lanthenay,che, come la sorella Aimée, ha unadi quelle carnagioni bianche erosee inalterabili...

Sappiamo che la signorina

Page 382: Colette-Claudine a Scuola

Sergent ci accompagnerà tutteinsieme al capoluogo, ci faràalloggiare con lei in un albergo,s'incaricherà di tutte le spese;faremo i conti al ritorno. Se nonfosse per quel maledetto esame,questo viaggetto cientusiasmerebbe.

Questi ultimi giorni sonotremendi. Maestre, scolare,terribilmente innervosite, scattanocontinuamente. Aimée ha gettatoil quaderno in faccia a unaconvittrice che faceva per la terzavolta lo stesso sbaglio in unproblema di aritmetica, e poi èscappata in camera. La piccolaLuce si è presa gli schiaffi dallasorella ed è venuta a gettarmisi frale braccia perché la consoli. Hopicchiato Anaïs che mi stuzzicavafuor di luogo. Una delle Jaubert èstata presa da una crisi frenetica di

Page 383: Colette-Claudine a Scuola

singhiozzi, poi da un attacco dinervi non meno frenetico, perché -gridava - "non riuscirò mai aessere promossa!..." (asciugamanibagnati, acqua di fiori d'arancio,incoraggiamenti). La signorinaSergent, esasperata anch'essa, hafatto girare come una trottoladavanti alla lavagna la poveraMarie Belhomme, che disimparal'indomani, immancabilmente,quello che ha imparato il giornoprima.

La sera, io non riesco a

riposare che sulla cima del grossonoce, su un lungo ramo cullato dalvento... il vento, la notte, lefoglie...

Fanchette viene a trovarmilassù; ogni volta sento le sue fortiunghie mentre si arrampica e conquale sicurezza! Miagola stupita:

Page 384: Colette-Claudine a Scuola

"Ma che cosa mai cerchi suquesto albero? Io sono fatta perstarmene quassù, ma miscandalizza sempre un pochinoche ci venga tu!". Poi gironzola suipiccoli rami, completamentebianca nell'oscurità, e parla agliuccellini addormentati, consemplicità, sperando che venganogentilmente a farsi mangiare; maperché mai?

Vigilia della partenza; nientestudio; abbiamo portato a scuolale valigie (un vestito e un po' dibiancheria: ci fermiamo soltantodue giorni).

Domani mattina,appuntamento alle nove e mezzo epartenza con l'omnibus puzzolentedi papà Racalin che ci trasportaalla stazione.

E' fatta: ieri siamo tornate dal

Page 385: Colette-Claudine a Scuola

capoluogo trionfanti, eccetto(naturalmente) la povera MarieBelhomme, rimandata. Lasignorina Sergent è tronfia di untal successo. Bisogna che racconti.

La mattina della partenza, ciammucchiano nell'omnibus dipapà Racalin, ubriaco fradicio -tanto per cambiare! - che ci porta arotta di collo, ondeggiando da unfosso all'altro, domandandoci seandiamo tutte a sposarci, edelogiando se stesso per la bravuracon la quale ci fa sballottare:"Vado bene, eh?...", mentre Mariegetta strilli acuti e diventa verdeper la paura. Alla stazione cirinchiudono nella sala d'aspetto;la signorina Sergent prende ibiglietti e prodiga teneri addii allabenamata, che è venuta adaccompagnarla sin qui. Questa,con un vestito di tela grigio, un

Page 386: Colette-Claudine a Scuola

gran cappello piuttosto semplice,sotto il quale è più fresca di unfiore (sgualdrinella di un'Aimée!)eccita l'ammirazione di trecommessi viaggiatori che fumanoil sigaro, e che, divertiti da questapartenza di un convitto, vengononella sala d'aspetto a ostentaredavanti a noi gli anelli e laparlantina, perché trovanodivertente dirne di grosse. Do unagomitata a Marie Belhomme peravvertirla di ascoltare; lei tende leorecchie e non capisce; tuttavia ionon posso disegnarle delle figureper farle capire meglio! Anaïs lalunga capisce benissimo, lei, e siaffanna ad assumere degliatteggiamenti graziosi con inutilisforzi per arrossire.

Il treno sbuffa, fischia; noiafferriamo le valigie e ci cacciamoin uno scompartimento di

Page 387: Colette-Claudine a Scuola

seconda, surriscaldato, soffocante;per fortuna il viaggio non dura chetre ore! Mi sono installata in unangolo per respirare un po', e,durante il percorso, nonchiacchieriamo quasi mai,divertendoci a vedere sfilare ilpaesaggio.

La piccola Luce, rincantucciatavicino a me, infila teneramente ilbraccio sotto il mio, ma io misvincolo: "Lasciami, fa troppocaldo".

Comunque ho un vestito ditussor greggio, tutto dritto,pieghettato come quelli dei bimbi,stretto alla vita da una cintura dicuoio larga più di una mano, e conla scollatura quadrata. Anaïs,ravvivata da un vestito di telarossa, fa bella figura; come pureMarie Belhomme, in mezzo lutto:tela lilla con mazzolini neri. Luce

Page 388: Colette-Claudine a Scuola

Lanthenay ha tenuto l'uniformenera, cappello nero con un nastrorosso. Le due Jaubert continuanoa non farsi notare e si tolgono ditasca liste di domande che lasignorina Sergent, sdegnosa diquesto zelo eccessivo, impone lorodi riporre. Rimangono sbalordite!

Camini di fabbriche, casesparse e bianche che prestoinfittiscono e diventanonumerose, ecco la stazione,scendiamo. La signorina Sergent cispinge verso un omnibus ecorriamo sul lastricato sconnessoe a onde, verso l'albergo della"Posta". Nelle vie imbandierate,stanno bighellonando degli oziosi,perché domani è la festa di non soquale santo - grande solennità inquesto paese - e la banda infieriràdurante la serata.

La signora Cherbay, che

Page 389: Colette-Claudine a Scuola

gestisce l'albergo, una compaesanadella signorina Sergent, unagrassona troppo gentile, si fa inquattro.

Delle scale, che non finisconopiù, un corridoio e... tre camereper sei. Non ci avevo pensato! Conchi mi metteranno? E' stupido; miè insopportabile dormire con altrepersone!

La signora Cherbay ci lasciafinalmente. Esplodiamo in parole,in domande, apriamo le valigie;Marie ha perso la chiave della suae si lamenta; io mi siedo giàstanca. La signorina riflette:"Vediamo, bisogna che vi metta aposto...". S'interrompe e cerca diaccoppiarci nel modo migliore; lapiccola Luce scivolasilenziosamente vicino a me e mistringe la mano: spera che cificchino nello stesso letto. La

Page 390: Colette-Claudine a Scuola

direttrice si decide: "Le dueJaubert... voi dormirete insieme;lei, Claudine, con..." (mi guarda inmodo penetrante, ma io non miscompongo, né batto ciglio) "conMarie Belhomme, e Anaïs conLuce Lanthenay. Credo che vadaabbastanza bene così". La piccolaLuce non è affatto di questoparere! Prende il proprio bagagliomogia mogia e se ne vatristemente con Anaïs la lunganella camera di fronte alla mia.Marie e io c'installiamo; mispoglio rapidamente per levarmi lapolvere del treno, e dietro leimposte, chiuse a causa del sole,giriamo in camicia con voluttà.Ecco l'abbigliamento razionale, ilsolo pratico!

Nel cortile cantano; guardo evedo la grossa padrona sedutaall'ombra con serve, giovanotti e

Page 391: Colette-Claudine a Scuola

ragazze; tutti insieme belanoromanze sentimentali: Manon,ecco il sole!, confezionando rose dicarta e ghirlande di edera perdecorare la facciata l'indomani.Per terra, nel cortile, sono sparsirami di pino; la tavola di ferrodipinto è coperta di bottiglie dibirra e di bicchieri; proprio ilparadiso terrestre!

Bussano: è la signorinaSergent; può entrare: non mi fasoggezione.

La ricevo in camicia mentreMarie Belhomme s'infilaprecipitosamente una sottana, perrispetto. D'altronde sembra chenon se ne accorga e ci invitasoltanto a sbrigarci: la colazione èpronta. Scendiamo tutte. Luce silamenta della camera, rischiaratadall'alto: non c'è nemmeno larisorsa di mettersi alla finestra!

Page 392: Colette-Claudine a Scuola

Una cattiva colazione dalocanda.

Siccome l'esame scritto avràluogo domani, la signorinaSergent c'impone di salire incamera e di ripassare un'ultimavolta quello che sappiamo meno.E' inutile essere qui per farlo!Preferirei andare dagli X, certiamici di papà simpaticissimi,ottimi musicisti... Essa aggiunge:"Se siete buone, questa seraverrete giù con me dopo pranzo efaremo le rose con la signoraCherbay e le figlie". Mormorii digioia; tutte le mie compagneesultano. Non io! Non provoalcuna ebbrezza all'idea diconfezionare rose di carta in uncortile d'albergo con questa obesapadrona, ingrassata come unapollastra. Lo lascio capire, forse,poiché la rossa ricomincia subito,

Page 393: Colette-Claudine a Scuola

eccitata:"Io non obbligo nessuno,

s'intende; se la signorina Claudinenon crede di dover unirsi a noi...".

"E' vero, signorina, preferiscorestare in camera, temoveramente di non essere moltoutile!"

"Ci resti, faremo a meno di lei.Ma sarò obbligata, in tal caso, aportarmi via la chiave della suacamera; sono responsabile di lei."

Non avevo pensato a questoparticolare e non so che cosarispondere. Ritorniamo su esbadigliamo tutto il pomeriggiosui libri, snervate dall'attesadell'indomani. Sarebbe statomeglio andare a spasso, perchénon concludiamo nulla, proprionulla...

E dire che questa sera saròchiusa a chiave, chiusa a chiave!

Page 394: Colette-Claudine a Scuola

Tutto quanto somiglia allaprigionia m'infuria; perdo la testaappena mi rinchiudono. (Nonhanno mai potuto mettermi incollegio da ragazzina, perchécadevo in deliquio dalla rabbia nelsentire che mi proibivano divarcare la soglia. Provarono duevolte; avevo nove anni; tutt'e duele volte, sin dalla prima sera, corsialle finestre come uno stupidouccellino, gridai, morsicai, graffiai,mi sentii soffocare.

Dovettero rimettermi inlibertà, e non ho potuto "resistere"se non in questa inverosimilescuola di Montigny, perché qui,almeno, non mi sento"imprigionata" e dormo nel mioletto, a casa mia.)

Certo non lo dimostrerò allealtre, ma mi sento male per ildispetto e l'umiliazione. Non

Page 395: Colette-Claudine a Scuola

andrò a mendicare il perdono: nesarebbe troppo contenta, quellaperfida rossa! Se almeno milasciasse la chiave per di dentro!Ma non chiederò neanche questo,non voglio!

Speriamo che la notte passipresto...

Prima di pranzo la signorinaSergent ci porta a spasso lungo ilfiume; la piccola Luce,impietosita, vuole consolarmi delmio castigo:

"Senti, se tu le chiedessi dilasciarti venire giù,acconsentirebbe; potrestichiederglielo gentilmente...".

"Andiamo! Preferirei essererinchiusa con un triplice giro dichiave per otto mesi, giorni, ottoore, otto minuti."

"Hai proprio torto di nonvolere! Faremo le rose,

Page 396: Colette-Claudine a Scuola

canteremo...""Piaceri puri! Io vi rovescerò

l'acqua sulla testa.""Zitta, taci! Ma, veramente, ci

hai guastato la giornata; non saròpiù allegra questa sera perché nonci sarai tu!"

"Non commuoverti. Dormirò,riprenderò le forze per "la grangiornata" di domani."

Pranziamo di nuovo alla tavolarotonda con commessi viaggiatorie commercianti di cavalli. Anaïs lalunga, invasata dal desiderio difarsi notare, è prodiga di gesti erovescia sulla tovaglia bianca ilbicchiere di acqua tinta di vino.Alle nove risaliamo nelle stanze.

Le compagne si provvedono disciarpe per il fresco che potrebbecalare, e io... rientro in cameramia. Oh, faccio un visoindifferente, ma non sento di

Page 397: Colette-Claudine a Scuola

buon animo il suono della chiaveche la signorina Sergent fa girarenella toppa e si porta via in tasca...

Ecco, sono sola soletta... Quasisubito le sento nel cortile, e potreivederle benissimo dalla finestra,ma per nulla al mondo confessereii miei rimpianti, dimostrandod'essere curiosa. Ebbene, che fare?Non mi resta che andare a letto.

Sto già levandomi la cintura,quando mi fermo di fronte alcassettone-toletta, davanti allaporta di comunicazione che essosbarra. Questa porta dà nellastanza vicina (il catenaccio è dallamia parte) e la camera vicina dàsul corridoio... Riconosco in ciò lamano della provvidenza: non sipuò negarlo... Tanto peggio,succeda quel che succeda, ma ionon voglio che la rossa possatrionfare e dire: "L'ho rinchiusa!".

Page 398: Colette-Claudine a Scuola

Mi allaccio di nuovo la cintura,rimetto il cappello. Non vado incortile, non sono tanto sciocca,vado dagli amici di papà, queisignori X, ospitali e gentili, che miaccoglieranno bene. Uf, com'èpesante questo cassettone! Mi fasudare. Il catenaccio è duro datirare, non viene adoperato damolto, e la porta si aprescricchiolando; ma si apre. Lacamera in cui entro, tenendo altala candela, è vuota, il letto senzalenzuola; corro alla porta, la portabenedetta, che non è chiusa, siapre pian piano sul deliziosocorridoio... Come si respira benequando non si è chiusi a chiave!Non facciamoci sorprendere!Nessuno per le scale, nessuno albureau dell'albergo: tutti stannofacendo rose. Brava gente, fate lerose senza di me!

Page 399: Colette-Claudine a Scuola

Fuori, nella notte tiepida, ridosommessamente; ma devo andaredagli X. il brutto è che non so lastrada, soprattutto di notte. Via!

Domanderò. Prima risalgorisolutamente il corso del fiume,poi mi decido, sotto un fanale, achiedere della "piazza del Teatro,per piacere", a un signore chepassa. Si ferma, si china perguardarmi:

"Ma, bella ragazza mia, mipermetta di accompagnarla, nonsaprebbe trovare la strada da sola".Che scocciatura! Volto i tacchi efuggo velocemente nell'ombra.Poi, mi rivolgo a un garzone, checon gran chiasso sta abbassando lasaracinesca del negozio, e, distrada in strada, spesso inseguitada risate o da un richiamofamiliare, arrivo in piazza delTeatro. Suono alla porta della casa

Page 400: Colette-Claudine a Scuola

ben nota.La mia entrata interrompe il

trio di violino, violoncello e piano,che stanno suonando due biondesorelle e il padre; si alzanorumorosamente: "E' lei? Comemai? Sola!". "Aspettate, lasciatemiparlare e scusatemi." Raccontodell'imprigionamento, della fuga,dell'esame di domani; le biondinesi divertono come matte. "Ah,com'è buffo! Non c'è che lei perinventare scherzi simili!" Il babboride anch'egli, indulgente: "Suvvia,non abbia paura, lariaccompagneremo, otterremo ilsuo perdono". Brava gente!

E facciamo musica, senzarimorso. Alle dieci, voglioandarmene e ottengo che miriaccompagni soltanto una vecchiadomestica...

Percorriamo le strade piuttosto

Page 401: Colette-Claudine a Scuola

deserte, sotto la luna che si èalzata... Tuttavia mi domando checosa mai dirà quella rossarabbiosa.

La domestica entra con menell'albergo, e posso constatareche tutte le mie compagne sonoancora nel cortile intente aconfezionare rose, a bere birra elimonata. Potrei rientrare incamera, inosservata, ma preferiscopermettermi il lusso di una scenaa effetto, e mi presento, modesta,davanti alla signorina che,vedendomi, balza in piedi: "Dadove salta fuori?". Con un cennodel mento, indico la domestica chemi accompagna e questa spifferadocilmente la lezione: "Lasignorina ha passato la serata incasa del mio padrone con lesignorine". Poi mormora un vago"Buona sera", e sparisce. Io resto

Page 402: Colette-Claudine a Scuola

sola con... una furia! I suoi occhimandano lampi, le sopracciglia, sitoccano e si uniscono, le miecompagne, stupefatte, restano inpiedi, tenendo in mano le roseincominciate.

Immagino, nel vedere glisguardi scintillanti di Luce, leguance rosse di Marie, l'ariafebbrile di Anaïs la lunga, chesiano un po' brille; veramente nonc'è alcun male, la signorinaSergent non dice una parola; senzadubbio sta pensando; oppure stafacendo sforzi per non scoppiare.Finalmente parla; non a me:"Saliamo, è tardi".

Esploderà di sopra? Sia pure...Per le scale, tutte le ragazzine miguardano come un'appestata; lapiccola Luce m'interroga con occhisupplichevoli.

In camera mia vi è dapprima

Page 403: Colette-Claudine a Scuola

un silenzio solenne, poi la rossam'interroga con una solennitàgrave:

"Dov'è stata?"."Lo sa bene, dagli X, certi amici

di mio padre.""Come ha osato uscire?""Caspita, lo vede bene, ho

spostato il cassettone che sbarravaquesta porta."

"E' di una sfacciatagginevergognosa! Farò sapere questacondotta stravagante al suo signorpadre; senza dubbio ne sarà moltolieto."

"Papà? Dirà: "Mio Dio, sì,questa ragazza ha un grandeamore della libertà" e aspetteràcon impazienza la fine del suodiscorso per immergersi di nuovo,avidamente, nella Malacologia delFresnois."

Si accorge che le altre

Page 404: Colette-Claudine a Scuola

ascoltano e gira sui tacchi:"Andate tutte a letto! Se fra un

quarto d'ora le candele nonsaranno spente, l'avrete a che farecon me! In quanto alla signorinaClaudine, cessa di essere sotto lamia responsabilità e può farsirapire questa notte stessa, se le fapiacere!".

Oh, shocking, signorina! Leragazzine sono sparite come sorcispaventati, e io resto sola conMarie Belhomme che mi dichiara:

"E' proprio vero che non ti sipuò chiudere dentro! Io non avreiavuto l'idea di spostare ilcassettone!".

"Non mi sono annoiata. Masbrigati dunque, perché lei nontorni a spegnere la candela."

Si dorme male in un letto

estraneo; e poi mi sono addossata

Page 405: Colette-Claudine a Scuola

alla parete tutta la notte per nonsfiorare le gambe di Marie.

La mattina seguente cisvegliano alle cinque e mezzo; cialziamo intorpidite; mi inondo diacqua fredda per svegliarmi unpo'. Mentre sto guazzando, Luce eAnaïs la lunga vengono achiedermi in prestito il saponeprofumato, a farsi dare unallaccia-bottoni, eccetera; Mariemi prega d'incominciare adannodarle i capelli. Tutte questepiccine, poco vestite e assonnate,sono divertenti a vedersi.

Vi è uno scambio di vedutesulle ingegnose precauzioni daprendere contro gli esaminatori:Anaïs ha copiato tutte le date dellastoria, delle quali è incerta,nell'angolo del fazzoletto (per meci vorrebbe una tovaglia!). MarieBelhomme ha fatto un minuscolo

Page 406: Colette-Claudine a Scuola

atlante che le sta nel cavo dellamano; Luce ha scritto sui polsinibianchi le date, brani di storia,teoremi di aritmetica, tutto unmanuale; le sorelle Jaubert hannougualmente segnato un'infinità dinozioni su strisce sottili di cartache hanno arrotolato nella cavitàdelle penne. Tutte si preoccupanomolto degli esaminatori; sentoLuce che dice:

"In aritmetica interrogaLerouge; in fisica e chimica,Roubaud, un farabutto a quantopare; in letteratura è papà Sallé...".Io interrompo:

"Che Sallé? L'ex direttore delcollegio?".

"Sì, quello.""Che fortuna!"Sono felice di essere

interrogata da questo vecchiotanto buono, che papà e io

Page 407: Colette-Claudine a Scuola

conosciamo benissimo: sarà certogentile con me.

Appare la signorina Sergent,assorta e silenziosa in questomomento di lotta. "Nondimenticate nulla? Andiamo." Ilnostro gruppetto passa il ponte, siarrampica per certe vie e viuzze,arriva finalmente davanti a unvecchio portico in rovina, sulla cuiporta un'iscrizione quasicancellata annuncia: "IstitutoRivoire"; è l'antico convittofemminile, abbandonato da due otre anni a causa della sua vetustà.

(Perché ci chiudono làdentro?) Nel cortile qua e làdisselciato, chiacchieranovivacemente una sessantina diragazze, in gruppi ben separati: levarie scuole non si mescolano. Cene sono di Villeneuve, di Beaulieu,e di una decina di capoluoghi del

Page 408: Colette-Claudine a Scuola

mandamento; tutte ammassate inpiccoli gruppi attorno allerispettive maestre, eccedono inosservazioni prive di benevolenzanei confronti delle altre scuole.

Appena giunte, siamosquadrate, spogliate; osservanome soprattutto, a causa del vestito,bianco a righe azzurre, e delgrande cappello di pizzo chespiccano sul nero delle uniformi;siccome sorrido sfacciatamentealle candidate che mi guardano, sivoltano nel modo più sprezzante.Luce e Marie arrossiscono sottogli sguardi e si fanno piccinepiccine; Anaïs la lunga gode nelsentirsi tanto osservata. Gliesaminatori non sono ancoragiunti; le scolare pestano i piedi;io mi annoio.

Una porticina senza spranga siapre su un corridoio scuro,

Page 409: Colette-Claudine a Scuola

interrotto all'estremità da unafascia luminosa. Mentre lasignorina Sergent scambia glacialicortesie con le colleghe, io penetropiano piano nel corridoio:all'estremità, c'è una porta vetrata- o che fu tale, per lo meno; alzo laspranga arrugginita, e mi trovo inun cortiletto quadrato, vicino auna rimessa. Vi sono fioriti inabbandono gelsomini e clematidiinsieme con un piccolo susinoselvatico, una vegetazioneselvaggia e deliziosa: è un luogoverde, silenzioso, in capo almondo. Per terra, scopertamirabile, sono maturate le fragole,e mandano un profumo squisito.

Chiamo le altre per mostrareloro queste meraviglie! Ritornonel cortile senza attirarel'attenzione, e annuncio allecompagne l'esistenza di questo

Page 410: Colette-Claudine a Scuola

frutteto sconosciuto. Dopo averlanciato sguardi timorosi allasignorina Sergent che chiacchieracon una matura maestra, e indirezione della porta che continuaa non aprirsi per lasciar passare gliesaminatori (dormono della bella,quelli là), Marie Belhomme, LuceLanthenay e Anaïs la lunga sidecidono, le Jaubert si astengono.Mangiamo le fragole,saccheggiamo la clematide,scuotiamo il susino, quando, daun mormorìo più forte nel cortiled'ingresso, indoviniamo che sonogiunti i nostri tormentatori.

A gambe levate, attraversiamodi nuovo il corridoio; arriviamo intempo per vedere una fila diuomini scuri, non belli, cheentrano nel vecchio edificio,solenni e muti. Dietro di lorosaliamo la scala col chiasso di uno

Page 411: Colette-Claudine a Scuola

squadrone, essendo più disessanta, ma, subito al primopiano, ci fermano sulla soglia diun'aula abbandonata: bisognalasciare che si installino queisignori. Siedono a una gran tavola,si asciugano il sudore edeliberano. Che cosa? Sull'utilitàdi farci entrare? Ma no, sonosicura che si scambianoimpressioni sulla temperatura echiacchierano dei loro piccoliinteressi, mentre ci trattengono astento sul pianerottolo e la scaladove straripiamo.

Dalla prima fila possoosservare questi esseri eccelsi;uno spilungone brizzolato, conl'aria mite e da nonnino; il buonpapà Sallé, storto e gottoso, dallemani simili a sarmenti; ungrassone basso, col collo stretto inuna cravatta dalle tinte cangianti,

Page 412: Colette-Claudine a Scuola

degna di Rabastens stesso: èRoubaud, il terribile, che domanic'interrogherà in scienze.

Finalmente si sono decisi adirci di entrare. Riempiamo lavecchia brutta sala dalle pareti distucco indicibilmente sporche,deturpate da iscrizioni e da nomidi scolare; anche i banchi sonoorribili, tagliuzzati, neri e viola acausa dei calamai rovesciati inpassato. E' una vergogna relegarciin una simile stamberga.

Uno di quei signori procedealla distribuzione dei posti: tienein mano una lunga lista e mescolacon cura tutte le scuole, separandoil più possibile le scolare di unostesso mandamento, per evitare isuggerimenti. (Non sa dunque chesi può sempre trovare il mezzo disuggerire?) Io sono all'estremitàdi un banco, vicino a una

Page 413: Colette-Claudine a Scuola

giovinetta in lutto, dai grandiocchi seri. Dove sono le miecompagne? Vedo là in fondo Luceche mi rivolge cenni e sguardidisperati; Marie Belhomme siagita, nel banco davanti a lei: lorodue, così deboli, potrannoscambiarsi suggerimenti...Roubaud va in giro a distribuirecerti grandi fogli timbrati inazzurro nell'angolo sinistro, e leostie per sigillare. Conosciamotutte queste operazioni: bisognascrivere nell'angolo il proprionome, con quello della scuoladove abbiamo fatto gli studi, poipiegare e sigillare quest'angolo.(Tanto per rassicurare tutti sullaimparzialità, dei giudizi.)

Compiuta la formalità,aspettiamo che si decidano adettarci qualcosa. Guardo attornoa me i visetti sconosciuti, dei quali

Page 414: Colette-Claudine a Scuola

parecchi mi fanno pietà, tantosono già sconvolti e ansiosi.

Un sussulto. Roubaud haparlato fra il silenzio generale:"Prova di ortografia, signorine;scrivete: non ripeto che una solavolta la frase che detto".Incomincia a dettare passeggiandoper la classe.

Profondo silenzio di

raccoglimento. Sfido! I cinquesesti di queste piccine giocano illoro avvenire. E pensare che tuttediventeranno maestre chetriboleranno dalle sette delmattino alle cinque della sera etremeranno davanti a unadirettrice, quasi sempre piena dimalevolenza, per guadagnaresettantacinque franchi il mese! Diqueste sessanta ragazzine,quarantacinque sono figlie di

Page 415: Colette-Claudine a Scuola

contadini o di operai; per nonlavorare la terra o la tela hannopreferito ingiallirsi la carnagione,scavarsi il petto e deformarsi laspalla destra; si preparanocoraggiosamente a passare treanni in una scuola normale(alzarsi alle cinque, coricarsi alleotto e mezzo, due ore diricreazione su ventiquattro), e arovinarsi lo stomaco, che resiste dirado a tre anni di refettorio. Maalmeno porteranno il cappello,non cuciranno i vestiti altrui, noncustodiranno le bestie, nontireranno su i secchi dal pozzo, edisprezzeranno i rispettivigenitori. Non chiedono di più. Eche cosa faccio qui, io, Claudine?

Sono qui perché non ho altroda fare; perché papà, mentresubisco le interrogazioni di questiprofessori, può maneggiare in

Page 416: Colette-Claudine a Scuola

pace le sue lumache; ci sonoanche per "l'onore della Scuola",per ottenerle un diploma in più,un po' di gloria in più, a questaScuola unica, inverosimile edeliziosa...

Hanno ficcato in mezzo

qualche participio, teso tranelli diplurali ambigui, in questo dettatoche non ha più nessun senso,tanto hanno reso contorte e irte didifficoltà tutte le frasi. E' puerile!

"Punto: è finito. Rileggo."Credo di non avere fatto errori;

non mi resta che badare agliaccenti, perché contano comemezzi sbagli, quarti di sbaglio percerte velleità di accenti che asproposito si prolungano al disopra delle parole. Mentre rileggo,mi cade sul foglio una pallina dicarta, gettata con straordinaria

Page 417: Colette-Claudine a Scuola

abilità; la svolgo nel cavo dellamano: è Anaïs la lunga che miscrive: "Ci vuole una esse introuvés, nella seconda frase?".Non dubita di nulla questa Anaïs!Dovrei dirle una bugia? No,disdegno quei mezzucci di cui leisi serve abitualmente. Rialzando ilcapo, le faccio un impercettibile"sì", e lei correggetranquillamente.

"Avete cinque minuti perrileggere," annuncia la voce diRoubaud "seguirà la prova dicalligrafia."

Seconda pallina di carta, piùgrossa. Mi guardo intorno: l'hagettata Luce, i cui occhi ansiosispiano i miei. Ma domandaquattro parole! Se rimando lapallina, prevedo che lapescheranno; mi vieneun'ispirazione semplicemente

Page 418: Colette-Claudine a Scuola

geniale: sulla busta di cuoio neroche contiene le matite e icarboncini (le candidate devonoprocurarsi tutto esse stesse)scrivo, con un pezzetto di stucco,staccatosi dalla parete, che miserve da gesso, le quattro paroleche preoccupano Luce, poi alzobruscamente la busta sopra allatesta, col lato vergine voltato versogli esaminatori che, d'altronde, sioccupano ben poco di noi. Il visodi Luce si illumina, correggerapidamente. La mia vicina,vestita a lutto, che ha seguito lascena, mi rivolge la parola:

"Non ha davvero paura, lei?"."Non troppa, come vede.

Bisogna bene aiutarsi un poco.""Certamente... Sì. Ma io non ne

avrei il coraggio. Lei si chiamaClaudine, non è vero?"

"Sì, come lo sa?"

Page 419: Colette-Claudine a Scuola

"Oh, è tanto tempo che si"chiacchiera" di lei. Io sono dellascuola di Villeneuve; le nostremaestre dicevano di lei: "E' unaragazza intelligente, ma tropposfacciata e della quale non bisognaimitare né le maniere daragazzaccio, né la pettinatura.Tuttavia se vorrà mettersid'impegno, sarà una concorrentetemibile all'esame".

Anche a Bellevue la conoscono,dicono che lei è un po' pazza, eabbastanza eccentrica..."

"Sono gentili le sue maestre!Ma si occupano di me più diquanto io non mi occupi di loro.Dica dunque a costoro che nonsono che un branco di zitelleinviperite perché stannosfiorendo, non è vero? Lo dica daparte mia!"

Tace scandalizzata. D'altronde

Page 420: Colette-Claudine a Scuola

Roubaud passeggia fra i banchicon la sua pancetta tondeggiante eraccoglie i nostri compiti che portaai colleghi. Poi ci distribuisce altrifogli per la prova di calligrafia e vaa modellare alla lavagna, con una"bella scrittura", quattro versi:

Te ne ricordi, Cinna, tantasorte e tanta gloria./ eccetera...

"Signorine, vi prego di eseguireuna riga di corsivo grande, una dicorsivo mezzano una di corsivopiccolo, una di rotondo grande,una di mezzano e una di piccolo,una di bastarda grande, una dimezzana e una di piccola. Aveteun'ora di tempo."

Quest'ora è un riposo. Unesercizio non faticoso, e non sonomolto esigenti in quanto allacalligrafia. La rotonda e labastarda mi piacciono, perchésono quasi un disegno; ma il mio

Page 421: Colette-Claudine a Scuola

corsivo è orribile; le lettere adanello e le maiuscole stentano aconservare la quantità richiesta di"corpo" e di "mezzo corpo".Pazienza!

Abbiamo fame quando è finital'ora!

Voliamo via da quella salarattristante e ammuffita, e nelcortile ritroviamo le maestre,inquiete, raggruppate all'ombrache non è neppure fresca. Subitosgorgano fiotti di parole, didomande, di lamenti: "E' andatabene? Che argomento di dettato?Vi ricordate delle frasi difficili?".

"Era così e così... ho scritto"indication" al singolare... io alplurale... il participio erainvariabile, non è vero,signorina?...

Volevo correggere, e poi l'holasciato... un dettato così

Page 422: Colette-Claudine a Scuola

difficile!..." E' mezzogiornopassato e l'albergo è lontano...

Sbadiglio per la fame. Lasignorina Sergent ci conduce in unristorante vicino, dato chel'albergo è troppo lontano perandare fin là con questo caldoafoso. Marie Belhomme piange enon mangia, desolata per i tresbagli che ha fatto (e per ognisbaglio levano due punti!).Racconto alla direttrice - che parenon pensi più alla mia scappatelladi ieri - i nostri espedienti permetterci in comunicazione; neride, contenta, e ci raccomandasoltanto di non commetteretroppe imprudenze. In tempo diesami c'incoraggia a fare i peggioriimbrogli, tutto per la gloria dellascuola.

In attesa dell'ora delcomponimento, sonnecchiamo

Page 423: Colette-Claudine a Scuola

quasi tutte sulle sedie, prostratedal caldo. La signorina legge igiornali illustrati, e si alza dopoaver dato un'occhiata all'orologio:"Suvvia, piccine, bisogna andarevia... Cercate di non mostrarvitroppo sciocche fra poco. E lei,Claudine, se non prende diciottosu venti in componimento, lagetto nel fiume".

"Ci starei più fresca, almeno!" Che imbecilli questi

esaminatori! Il cervello più ottusoavrebbe capito che, con questotempo opprimente, al mattinoavremmo avuto il cervello piùlucido per fare il componimento.Essi no. Che cosa possiamo fare aquest'ora?

Benché pieno, il cortile è piùsilenzioso di questa mattina, equei signori si fanno attendere

Page 424: Colette-Claudine a Scuola

ancora! Me ne vado sola nelgiardinetto chiuso, mi siedo sottole clematidi, all'ombra, e chiudogli occhi, ebbra di pigrizia...

Urla, grida di richiamo:

"Claudine! Claudine!". Faccio unbalzo, mezza addormentata,poiché dormivo con voluttà, e mitrovo davanti Luce confusa che miscuote, mi trascina: "Ma sei pazza!Ma non sai quello che succede!Siamo rientrati in classe, mia cara,da un quarto d'ora! Hanno dettatoil tema, e poi finalmente io hoosato dire, e così pure MarieBelhomme che tu non c'eri... tihanno cercata, la signorinaSergent è in giro, e io ho pensatoche forse gironzolavi da questeparti... Cara mia, sentirai che cosati diranno di sopra!".

Mi precipito per le scale; Luce

Page 425: Colette-Claudine a Scuola

mi viene dietro; si leva un leggerobrusìo al mio apparire, e queisignori, rossi dopo una colazioneche si è prolungata sino a tardi, sivoltano verso di me: "Non cipensava più, signorina? Dov'era?".Mi ha parlato Roubaud, gentile erude insieme. "Ero giù in giardino:facevo la siesta." Un battente dellafinestra aperta rispecchia la miaimmagine oscurata: ho qualchepetalo di clematide lilla nei capelli,foglie sul vestito, una bestiolinaverde e una coccinella sulla spalla,e i capelli sono sparsidisordinatamente... Un insiemenon ripugnante... Bisogna bencrederlo, almeno, poiché queisignori si attardano a osservarmi eRoubaud mi domanda abruciapelo: "Lei non conosce unquadro che s'intitola La primavera,di Botticelli?". Paf! Me l'aspettavo:

Page 426: Colette-Claudine a Scuola

"Sì, professore, me lo hanno giàdetto". Gli ho troncato ilcomplimento a mezzo, ed egli simorde le labbra, seccato; me lafarà pagare. Gli uomini neriridono tra loro; vado al posto,accompagnata da questa fraserassicurante, masticata da Sallé,un brav'uomo che tuttavia non miriconosce, povero miope:"D'altronde lei non è in ritardo,copi il tema scritto alla lavagna, lesue compagne non hanno ancoraincominciato". Oh, non abbiapaura, io non la sgrido!

Suvvia, facciamo ilcomponimento! Questo piccoloincidente mi ha dato coraggio.

"Tema - Esponete le riflessionie i commenti che vi ispiranoqueste parole di Crisale: "Cheimporta che essa tradisca le leggidi Vaugelas," (16) eccetera."

Page 427: Colette-Claudine a Scuola

Per una fortuna davveroinsperata non è un argomentotroppo stupido, né troppo ingrato.Sento attorno a me domandeansiose e disperate, perché lamaggior parte di queste ragazzinenon sanno chi sia Crisale, né leDonne sapienti. Combinerannobei pasticci! Non posso fare ameno di riderne sin da ora.Preparo una breve dissertazionenon troppo sciocca, costellata dicitazioni varie per dimostrare checonosco abbastanza Molière. E'piuttosto scorrevole, finisco colnon pensare più a quello chesuccede attorno a me.

Alzando il capo per cercare unaparola che non trovo, scorgoRoubaud occupatissimo aschizzare il mio ritratto su untaccuino. Io acconsento; eriprendo la posa senza averne

Page 428: Colette-Claudine a Scuola

l'aria.Paf! Casca ancora un'altra

pallina. E' di Luce: "Puoi scrivermidue o tre idee generali? Non ce lafaccio, sono desolata; ti abbraccioda lontano". La guardo, vedo il suopovero visetto tutto chiazzato, gliocchi rossi, e lei risponde al miosguardo con un disperatotentennare del capo. Lescribacchio su un pezzo di cartatutto quello che posso e lancio lapallina, non in aria - è troppopericoloso - ma per terra, nelcorridoio che separa le due file dibanchi; e Luce vi posa il piedesopra, lestamente.

Mi attardo con cura a scriverela conclusione; sviluppo certe ideeche piaceranno e che dispiaccionoa me. Uf! Ho finito! Vediamo checosa fanno le altre...

Anaïs scrive senza alzare il

Page 429: Colette-Claudine a Scuola

capo, sorniona, col braccio sinistroposato sul foglio per impedire allavicina di copiare. Roubaud hafinito lo schizzo, e il tempo passamentre il sole incomincia appenaa calare. Sono spossata: questasera andrò a letto buona buonacon le altre, senza musica.Continuiamo a osservare lascolaresca: tutto un reggimento dibanchi su quattro file, che sistendono sino in fondo; eragazzette scure, curve, delle qualisi vede soltanto il nodo dei capellilisci o la treccia penzolante, strettacome una corda, pochi vestitichiari, soltanto quelli delle alunnedi scuole come la nostra: spiccanoi nastri verdi, al collo delleconvittrici di Villeneuve. Un gransilenzio rotto dal leggero fruscìodei foglietti voltati, da un sospirodi stanchezza... Finalmente

Page 430: Colette-Claudine a Scuola

Roubaud piega il Moniteur duFresnois sul quale si è un po'assopito, e tira fuori l'orologio: "E'ora, signorine, ritiro i fogli!". Sileva qualche debole gemito, leragazzine che non hanno finito siagitano, chiedono cinque minutidi grazia che vengono concessi;poi quei signori ritirano i fogli e cilasciano. Ci alziamo tutte, cistiriamo, sbadigliamo, eimmediatamente si riformano igruppi prima di arrivare in fondoalle scale; Anaïs si precipita versodi me:

"Che cosa hai scritto? Comehai incominciato?".

"Mi annoi, credi che abbiaimparato a memoria tutto quelloche ho scritto!"

"Ma la tua brutta copia?""Non l'ho fatta; ho soltanto

aggiustato qualche frase prima di

Page 431: Colette-Claudine a Scuola

scriverla.""Cara mia, come ti

sgrideranno! Io ho portato via labrutta copia per farla vedere allasignorina."

Anche Marie Belhomme haportato via la brutta copia, e cosìLuce e le altre; e d'altronde tutte;lo si fa sempre.

Nel cortile ancora tiepido per ilsole che si è ritirato, la signorinaSergent legge un romanzo, sedutasu un basso muretto: "Ah, eccovifinalmente! Datemi subito lebrutte copie, vediamo se non avetefatto troppe sciocchezze".

Le legge, e decreta: quello diAnaïs "non c'è male", sembra;Luce "ha buone idee" (perdinci, lemie) "non abbastanza sviluppate";Marie "ha sbrodolato l'argomento,come sempre"; quelli delle Jaubert"più che sufficienti".

Page 432: Colette-Claudine a Scuola

"La sua brutta copia,Claudine?"

"Non l'ho fatta.""Bimba mia, bisogna essere

pazzi! Non far la brutta copia ilgiorno dell'esame! Non ho piùsperanza che lei faccia maiqualcosa di ragionevole...Insomma, è brutto il suocompito?"

"Ma no, signorina, non lo credobrutto."

"Quanto merita: diciassette?""Diciassette? Oh, signorina, la

modestia m'impedisce...Diciassette è molto... Ma insommami daranno ben diciotto!"

Le compagne mi guardano conuna malevolenza invidiosa:"Questa Claudine ha la granfortuna di poter prevedere il suovoto! Diciamo subito che non haalcun merito, una disposizione

Page 433: Colette-Claudine a Scuola

naturale e null'altro; fa uncomponimento come si fa un uovoal tegamino... e avanti!".

Intorno a noi le candidatecinguettano in tono acuto emostrano la brutta copia allemaestre, e prorompono inesclamazioni, ed esprimono ilrimpianto di aver dimenticatoun'idea... un pigolìo di passerottiin una uccelliera.

La sera, invece di scappare in

città, distesa sul letto accanto aMarie Belhomme, chiacchiero conlei di questa grande giornata.

"La mia vicina di destra" miracconta Marie "viene da uncollegio di monache; figurati,Claudine, che stamattina, mentredistribuivano i fogli prima deldettato, si era tirata fuori di tascaun rosario che sgranava sotto il

Page 434: Colette-Claudine a Scuola

banco; sì, cara mia, un rosario concerti grossi grani tondi tondi, unaspecie di pallottoliere tascabile. Lofaceva perché le portasse fortuna."

"Via! Se non fa bene, non faneppure male... Che cos'è questorumore che si sente?"

Si sente, mi pare, un granfracasso nella camera dirimpettoalla nostra, quella dove dormonoLuce e Anaïs. si apre la porta conviolenza; Luce, in camicia corta, siprecipita in camera, smarrita:

"Ti prego, difendimi: Anaïs ècosì cattiva!...".

"Che cosa ti ha fatto?""Prima mi ha rovesciato

dell'acqua negli stivaletti, e poi, aletto, mi ha dato pedate epizzicotti nelle cosce, e quando misono lamentata mi ha detto chepotevo dormire sullo scendiletto,se non ero soddisfatta!"

Page 435: Colette-Claudine a Scuola

"Perché non chiami lasignorina?"

"To', chiamare la signorina!Sono andata sino alla porta dellasua camera: non c'è; e la ragazzache passava nel corridoio mi hadetto che è uscita con la padrona...Ora, che cosa devo fare?"

Piange, povera bimbetta! Cosìpiccolina con la camicia da giornoche lascia vedere le braccia sottilie le belle gambe. Completamentenuda, e col viso velato, sarebbe dicerto molto seducente. (Due buchiper gli occhi, forse?) Ma non è ilmomento di decidere su questoargomento: salto a terra, corronella camera dirimpetto. Anaïsoccupa il centro del letto, con lacoperta tirata fin sul mento; ha lasua grinta peggiore.

"Be', che cosa ti piglia? Nonvuoi permettere a Luce di dormire

Page 436: Colette-Claudine a Scuola

con te?""Non dico questo; soltanto

vuole occupare tutto il posto,allora l'ho spinta via."

"Sono frottole! Le dài ipizzicotti, e le hai versato l'acquanegli stivaletti."

"Mettila a dormire con te, sevuoi, io non ci tengo."

"Tuttavia ha la pelle più frescadi te! E' vero che non ci vuolemolto."

"Andiamo, andiamo, si sa beneche la piccola ti piace quanto lagrande!"

"Aspetta, bimba mia, ti faròcambiare d'idea."

In camicia, come sono, migetto sul letto, strappo le lenzuola,afferro Anaïs la lunga per i piedi, equantunque mi si aggrappisilenziosamente con le unghie allespalle, la tiro giù dal letto, supina,

Page 437: Colette-Claudine a Scuola

sempre tenendole le zampe con lemani, e chiamo: "Marie, Luce,venite a vedere!".

Accorre a piedi nudi unapiccola processione di camiciebianche. Si affannano: "Ohi, là,separatele! Chiamate lasignorina!". Anaïs non grida, agitale gambe e mi lancia sguardiferoci, affannata a nasconderequello che io metto in vista,trascinandola per terra: coscegialle, un deretano a pera. Hotanta voglia di ridere che ho pauradi lasciarla cadere. Spiego:

"Succede che Anaïs la lunga,che tengo stretta, non vuolepermettere alla piccola Luce didormire con lei, le dà pizzicotti, leversa acqua negli stivaletti, e iovoglio che stia tranquilla".

Silenzio e gelo. Le Jaubertsono troppo prudenti per dare

Page 438: Colette-Claudine a Scuola

torto a una di noi due. Finalmentelascio andare le caviglie di Anaïsche si rialza e abbassa la camiciaprecipitosamente.

"Adesso va' a letto e cerca dilasciar stare quella ragazzina,altrimenti ti darò tante botte che tibruceranno la pelle."

Sempre muta e furiosa, correverso il letto, vi si nasconde colnaso contro la parete. E' di unaincredibile vigliaccheria e nonteme che le botte. Mentre i piccolifantasmi bianchi tornano nellevarie camere, Luce si coricatimidamente accanto allapersecutrice, che ora sta fermacome un masso. (La mia protettami ha detto l'indomani che Anaïsnon si era mossa tutta la notte senon per far cadere a terra ilguanciale, dalla rabbia.)

Nessuno parla di questo

Page 439: Colette-Claudine a Scuola

incidente alla signorina Sergent.Eravamo già abbastanzapreoccupate per la giornata cheavremmo trascorso l'indomani!Prova di aritmetica e di disegno; e,la sera, affissione dei nomi dellecandidate ammesse all'orale.

NOTE:(12) Lucien Muhlfeld:

romanziere e critico dell'écho deParis (1870-1902). [N.d.T.]

(13) In Francia la numerazionedelle classi è in senso inverso: sicomincia dalla terza. [N.d.T.]

(14) Eugène Manuel (1823-1901), poeta e letterario. [N.d.T.]

(15) Gioco di parole su unacelebre frase delle Furberie diScapin, commedia di Molière(1622-1673). Scapin, per spillarequattrini al padre del suo giovanepadrone, gli racconta che il figlio,salito a bordo di una galera

Page 440: Colette-Claudine a Scuola

ancorata al porto, è stato rapito damalviventi che ne chiedono unforte riscatto. Il padre ripete,lamentandosi: "Ma che cosa èandato a fare in quella maledettagalera!". [N.d.T.]

(16) Vaugelas (1595-1650),grammatico, fu il primo grandecodificatore della lingua francese.Nelle Donne sapienti di Molière,Crisale difende la cuoca Martinache Belise voleva scacciaresentendosi offesa dalle sueimproprietà di linguaggio. Crisaledice: "Che importa che tradisca leleggi di Vaugelas, se sa cucinarbene?".

[N.d.T.]

Page 441: Colette-Claudine a Scuola

Prendiamo rapidamente la

cioccolata e scappiamo aprecipizio. Alle sette fa già caldo.Avendo acquistato ormai una certafamiliarità, prendiamo posto dasole e chiacchieriamo con decoro emoderazione, in attesa di queisignori. Ci sentiamo già più anostro agio, ci infiliamo, senzaurtarci, fra il sedile e il banco;disponiamo davanti a noi lamatita, la penna, le gomme e itemperini con aria familiare;d'altronde è molto naturale. Quasiquasi affetteremmo troppaconfidenza.

Entrano gli arbitri del nostrodestino. Hanno già perso un po'del loro prestigio: le meno timideli guardano tranquillamente, comevecchie conoscenze. Roubaud, che

Page 442: Colette-Claudine a Scuola

sfoggia un finto panama col qualesi crede elegantissimo,s'impazientisce, molto agitato:"Andiamo, signorine, andiamo!Siamo in ritardo, questa mattina,bisogna riguadagnare il tempoperduto". Questa è bella! Fra pocosarà colpa nostra se non hannopotuto alzarsi di buon mattino.Presto, presto, i fogli vengonodistribuiti sui banchi; prestosigilliamo l'angolo, per nascondereil nome; presto il frettolosoRoubaud rompe il sigillo dellagrande busta gialla, col timbrodell'ispettorato scolastico, e ne tirafuori i temibili problemi:

""Prima domanda - Un privatoha comperato una rendita del 3,5%al tasso di fr. 94.60, eccetera"".

Possa la grandine bucargli ilfinto panama! Le operazioni diborsa mi straziano: vi sono delle

Page 443: Colette-Claudine a Scuola

mediazioni e degli 1/800%, chefaccio una gran fatica a nondimenticare.

""Seconda domanda - Ladivisibilità per 9." Avete un'ora."

Non è troppo, veramente. Perfortuna, la divisibilità per novel'ho studiata tante volte che hofinito per ricordarla. Ma bisogneràche riordini tutte le condizioninecessarie e sufficienti, chescocciatura!

Le altre candidate sono giàassorte, attente; un leggerosussurrìo di cifre, di calcoli fatti avoce bassa, corre al di sopra delleteste curve.

...E' finito questo problema.Dopo aver rifatto due volte ognioperazione (sbaglio così spesso!)ottengo un risultato diventiduemilaottocentocinquantafranchi, quale utile di quel

Page 444: Colette-Claudine a Scuola

signore: un bel guadagno! Hofiducia in questa cifra tonda èrassicurante, ma tuttavia voglioavere l'appoggio di Luce, chemaneggia le cifre in modomagistrale. Parecchie candidatehanno finito, e vedo che quasitutte hanno la faccia contenta. Lamaggior parte di queste ragazzine,figlie di contadini avidi o di abilioperaie, hanno d'altronde il donodell'aritmetica in modo tale che miha spesso sbalordito. Potreiinterrogare la mia bruna vicina,che ha finito anche lei, ma diffidodei suoi occhi seri e discreti; facciodunque una pallina che vola ecade sul naso di Luce, portando lacifra "22.850". La piccina,allegramente, mi fa cenno di sì colcapo: va bene. Soddisfatta,domando allora alla mia vicina:"Quanto le "dà"?". Lei esita e

Page 445: Colette-Claudine a Scuola

mormora, riservata: "Risulta piùdi ventimila franchi".

"Anch'io; ma quanto in più?""Caspita... Più di ventimila...""Eh, non le chiedo di

prestarmeli! Si tenga i suoiventiduemilaottocentocinquantafranchi, non è la sola ad avere lasoluzione esatta; lei assomigliasotto diversi aspetti a una formicanera!"

Attorno a noi alcune ridono; lamia interlocutrice, che non si èneppure offesa, incrocia le mani eabbassa gli occhi.

"Avete finito, signorine?" gridaRoubaud. "Vi ridò la libertà, siatepuntuali per la prova di disegno."

Alle due meno cinqueritorniamo all'ex istituto "Rivoire".Che disgusto e che voglia diandarmene mi ispira la vista diquesto carcere in rovina!

Page 446: Colette-Claudine a Scuola

Nel punto più illuminato dellaclasse, Roubaud ha disposto duefile di sedie in cerchio; nel centrodi ciascuna, un trespolo dascultore.

Che cosa vi poseranno sopra?Siamo tutt'occhi. L'esaminatore^factotum sparisce e ritornaportando due caraffe di vetro colmanico. Prima che le posi suitrespoli, tutte le scolareborbottano:

"Cara mia, come sarà difficileper la trasparenza!".

Roubaud parla:"Signorine, avete la facoltà, per

la prova di disegno, di disporvicome vi pare. Riproducete questidue vasi," (fango sarai tu! (17))"col tratteggio, lo schizzo acarboncino, rifinito con la matita"Conté", con la proibizioneformale di servirsi di una riga o di

Page 447: Colette-Claudine a Scuola

qualunque cosa che le assomigli. Icartoni, che dovete avere portatotutte, vi serviranno da tavole dadisegno".

Non ha ancora finito che miprecipito già sulla sedia che hoadocchiato, un posto magnifico,dal quale si vede la caraffa diprofilo, col manico da una parte;parecchie mi imitano e mi trovofra Luce e Marie Belhomme."Proibizione formale di servirsidella riga per le lineefondamentali?" Macché, si sa checosa significa! Le mie compagne eio abbiamo di riserva certe striscedi carta rigida, lunghe undecimetro e divise in centimetri,facilissime da nascondere.

E' permesso di chiacchierare,ma ne approfittiamo poco;preferiamo far smorfie, il braccioteso, chiudendo un occhio, per

Page 448: Colette-Claudine a Scuola

prendere le misure col porta-lapis.Con un po' di abilità, èsemplicissimo tracciare con la rigale linee fondamentali (due trattiche tagliano il foglio in croce e unrettangolo per richiudere la panciadella brocca).

Nell'altro circolo di sedie unmormorìo improvviso,esclamazioni soffocate, e la vocesevera di Roubaud: "Basta questo,signorina, per farla escluderedall'esame!". E' una poverapiccina, striminzita e mingherlina,che si è lasciata pescare un doppiodecimetro fra le mani, e orasinghiozza nel fazzoletto. SubitoRoubaud diventa molto indiscretoe ci sorveglia da vicino; ma lestrisce di carta con le misure sonosparite come per incanto:d'altronde non ne abbiamo piùbisogno.

Page 449: Colette-Claudine a Scuola

La mia caraffa riescemeravigliosamente, ben panciuta.Mentre la guardo concompiacenza, il nostrosorvegliante, distratto dalla timidaentrata delle maestre che vengonoa informarsi "se in generale icomponimenti sono buoni", cilascia sole, e Luce mi tira pianpiano: "Dimmi, per piacere, se ilmio disegno va bene; mi sembrache ci sia qualcosa che non va".

Dopo averlo esaminato, lespiego:

"Perbacco, ha il manico troppobasso; gli dà l'aspetto di un canefrustato che abbassi la coda".

"E la mia?" domanda Mariedall'altra parte.

"La tua ha una gobba a destra;mettile un busto ortopedico."

"Un che cosa?""Dico che devi metterle un po'

Page 450: Colette-Claudine a Scuola

d'imbottitura a sinistra, ha"protuberanze" solo da una parte;chiedi ad Anaïs di prestarti unadelle sue poppe finte." (Anaïs lalunga si mette due fazzoletti nellacavità del busto, e tutti i nostrifrizzi non sono serviti a deciderla atralasciare questa imbottiturapuerile.)

Questo chiacchierìo suscitanelle mie vicine una ilaritàsmodata: Luce si rovescia sullasedia, ridendo e mettendo inmostra tutti i denti candidi dellaboccuccia felina. Marie gonfia leguance come sacchi dacornamuse; poi tutt'e due sifermano impietrite nel bel mezzodella loro allegria, perché ilterribile paio di occhifiammeggianti della signorinaSergent le fa restare di sasso,guardandole dal fondo della sala.

Page 451: Colette-Claudine a Scuola

E la seduta finisce in un silenzioassoluto.

Ci mandano fuori, febbricitanti

e chiassose all'idea che questa seraverremo a leggere, su un grandecartello inchiodato alla porta, inomi delle candidate ammesseagli orali di domani. La signorinaSergent ci trattiene a stento;chiacchieriamo in modoinsopportabile.

"Verrai a vedere i nomi,Marie?"

"No, perbacco! Se non ci fosseil mio, le altre riderebbero di me."

"Io" dice Anaïs "ci verrò! Vogliovedere le facce di quelle che nonsaranno ammesse."

"E se tu fossi una di quelle?""Be', non porto il nome scritto

sulla fronte e saprei fare unafaccia contenta perché le altre non

Page 452: Colette-Claudine a Scuola

assumessero un'ariacompassionevole."

"Basta! Mi fate venire male allatesta," interviene bruscamente lasignorina Sergent "vedrete quelloche vedrete, e state attente chenon venga io sola, questa sera, aleggere i nomi sulla porta. Primadi tutto, non rientriamoall'albergo, non ho voglia di faredue volte in più questacamminata: pranziamo intrattoria."

Chiede una sala riservata. Inquella specie di gabinetto dabagno che ci assegnano, dove laluce filtra tristemente dall'alto, lanostra effervescenza si spegne;mangiamo come altrettantilupacchiotti, senza parlare quasimai. E, calmata la fame,domandiamo, ora l'una ora l'altra,ogni dieci minuti che ore sono. La

Page 453: Colette-Claudine a Scuola

signorina tenta invano di calmareil nostro nervosismo, assicurandoche le candidate sono tropponumerose perché quei signoriabbiano potuto leggere tutti icomponimenti prima delle nove;fremiamo ugualmente.

Non si sa più che cosa fare inquesta cantina! La signorinaSergent non vuole accompagnarcifuori; lo so perché: la guarnigioneè in libera uscita a quest'ora, equei bellimbusti in calzoni rossinon hanno soggezione. Già,mentre venivamo a pranzare, ilnostro piccolo gruppo era scortatoda sorrisi, scoppiettii di lingua eschiocchi di baci; questemanifestazioni esasperano ladirettrice, che fulmina con glisguardi gli audaci fantaccini; ma civorrebbe altro per farli stare aposto!

Page 454: Colette-Claudine a Scuola

Il sole che cala e la nostraimpazienza ci rendono scontrose ecattive; Anaïs e Marie si sono giàscambiate rispostacce pungenticon gesti aspri da galline chelottano; le due Jaubert sembranomeditare sulle rovine di Cartagine,e io ho respinto con una rudegomitata la piccola Luce chevoleva farsi carezzare. Per fortuna,la signorina, irritata quasi quantonoi, suona il campanello e chiedela luce e due mazzi di carte. Chebuona idea!

Il chiarore dei due becchi a gasci rialza un po' il morale, e i mazzidi carte ci fanno sorridere.

"Suvvia, un "trentuno"!"Macché! Le due Jaubert non

sanno giocare! Ebbene, continuinoa riflettere sulla fragilità deldestino umano; giocheremodisperatamente, noi altre, mentre

Page 455: Colette-Claudine a Scuola

la signorina legge i giornali.Ci divertiamo, giochiamo male.

Anaïs bara. E alle volte cifermiamo a metà della partita, coigomiti sulla tavola, il visosconvolto, per domandare: "Cheora sarà?".

Marie esprime il parere che,siccome è buio, non si potrannoleggere i nomi. Bisognerebbeportare dei fiammiferi.

"Cretina, ci saranno i fanali.""Ah, sì... Ma se non ce ne

fossero proprio in quel punto?""Be'," dico a bassa voce "ruberò

una candela dai candelabri delcaminetto, e tu porterai ifiammiferi. Giochiamo... Il fantedi fiori e due assi!"

La signorina Sergent tira fuoril'orologio; non le togliamo gliocchi di dosso. Si alza; noi laimitiamo così bruscamente che

Page 456: Colette-Claudine a Scuola

cade qualche sedia. Riafferratedall'entusiasmo, andiamo aprendere i cappelli a passo didanza, e, guardandomi nellospecchio per mettermi il mio, rubouna candela.

La signorina Sergent si dà ungran da fare per impedirci dicorrere; i passanti ridono di questafila di ragazze che si sforzano dinon galoppare, e noi ridiamo loroin faccia. Finalmente la portarisplende ai nostri occhi. Dicendoche risplende, faccio dellaletteratura... Eppure è vero chenon c'è fanale. Davanti a questaporta chiusa, un'infinità di ombresi agitano, gridano, saltano dallagioia o si lamentano: sono lenostre concorrenti delle altrescuole; un brusco e rapidoaccendersi di fiammiferi subitospenti, fiamme vacillanti di

Page 457: Colette-Claudine a Scuola

candele rischiarano un gran fogliobianco, inchiodato sulla porta. Noici precipitiamo, scatenate,spingendo violentemente agomitate le piccole ombre che simuovono. Nessuno bada a noi.

Tenendo la candela rubata piùdritta che posso, leggo, indovino,guidata dalle iniziali in ordinealfabetico: Anaïs, Belhomme,Claudine, Jaubert, Lanthenay."Tutte, tutte!" Che gioia! E oraverifichiamo i punti. Il minimo dipunti richiesto è quarantacinque;il totale è scritto a fianco dei nomi,fra parentesi i singoli voti.

La signorina Sergent,entusiasta, si copia sul taccuino:"Anaïs, 65; Claudine, 68; quantoalle Jaubert? 63 e 64. Luce, 49;Marie Belhomme, 44 1/2. Come44 1/2? Ma allora lei non èammessa? Che cosa mi state a

Page 458: Colette-Claudine a Scuola

raccontare?""No, signorina," osserva Luce

che è andata a verificare "è 44 3/4:è ammessa con un quarto di puntoin meno: è una gentilezza di queisignori."

La povera Marie, moltoaffannata per la terribile paura cheha provato, tira un gran sospiro.Hanno fatto bene quelli là aconcederle un quarto di punto, maho paura che si confonda all'orale.

Anaïs, quella cattivaccia,passato il primo istante di gioia, faluce, caritatevolmente, alle nuovearrivate, innaffiandole di ceraliquefatta.

La signorina non riesce acalmarci, neppure dandoci ladoccia fredda di questa sinistraprofezia: "Le vostre pene non sonoancora finite, vorrei vedervidomani sera dopo l'orale".

Page 459: Colette-Claudine a Scuola

A fatica ci riaccompagnaall'albergo: saltelliamo ecanticchiamo sotto la luna.

E la sera, quando la direttrice ècoricata e addormentata, Anaïs,Luce, Marie e io (senza le Jaubert,s'intende) scendiamo dal letto perballare pazzamente, coi capelli cherimbalzano sulle spalle, tirando sula camicia come per un minuetto.

Poi, in seguito a un rumoreimmaginario proveniente dallacamera dove riposa la signorina, leballerine di questa sconvenientequadriglia scappano con fruscii dizampette nude e risa soffocate.

L'indomani mattina,svegliatami troppo presto, corro a"far paura" alla coppia Anaïs-Luce,che dorme con un'espressioneassorta e coscienziosa: faccio ilsolletico coi miei capelli sul nasodi Luce, che starnuta prima di

Page 460: Colette-Claudine a Scuola

aprire gli occhi, e la sua agitazionesveglia Anaïs che brontola e sisiede mandandomi al diavolo. Ioesclamo con gran serietà: "Ma nonsai che ore sono? Le sette, caramia, e l'orale è alle sette e mezzo".Lascio che si precipitino giù dalletto, che s'infilino le scarpe, easpetto che queste sianoabbottonate per dire che sonosoltanto le sei, che avevo vistomale. Non sono tanto seccatequanto avevo sperato.

Alle sette meno un quarto, lasignorina Sergent ci sprona,affretta la colazione a base dicioccolata, ci consiglia di dareun'occhiata ai riassunti di storia,mentre mangiamo le tartine, cispinge ancora stordite nella viasoleggiata: Luce munita deipolsini scribacchiati a lapis, Mariecol tubetto di carta arrotolata,

Page 461: Colette-Claudine a Scuola

Anaïs col minuscolo atlante. Siaggrappano a queste piccole tavoledi salvezza, più ancora di ieri,perché oggi bisognerà parlare,parlare a quei signori che nonconosciamo, parlare davanti atrenta paia di orecchie malevole.Solo Anaïs ha un contegno sicuro;non sa che cosa sia essere timida.

Nel vecchio cortile, lecandidate sono oggi molto menonumerose: ne sono rimaste tanteper strada fra lo scritto e l'orale!(E' un bene: quando ne passanomolte agli scritti, ne boccianomolte agli orali.)

La maggior parte, palliducce,sbadigliano nervosamente e silamentano, come MarieBelhomme, di sentirsi contrarre lostomaco... che brutta tremarella!

Si apre la porta davanti agli"uomini neri"; noi li seguiamo in

Page 462: Colette-Claudine a Scuola

silenzio sin dentro la salasuperiore, oggi sgombrata da tuttele sedie; ai quattro angoli, dietro lelavagne, o ex lavagne, siede unesaminatore, serio, quasi lugubre.Mentre osserviamo questa messain scena, curiose e timorose,ammassate all'entrata, intimiditedalla grande distanza dapercorrere, la signorina ci spinge:"Andate, andate dunque! Mettetele radici qui?". Il nostro gruppo sifa avanti più coraggioso, in unplotone; papà Sallé, gottoso erattrappito, ci guarda senzavederci, inverosimilmente miope;Roubaud, gli occhi distratti, sigingilla con la catena dell'orologio;il vecchio Lerouge attendepazientemente e consulta la listadei nomi; e nel vano di unafinestra spicca una donna grassa ebonacciona, che d'altronde è

Page 463: Colette-Claudine a Scuola

zitella, la signorina Michelot, con isolfeggi davanti a lei. Stavo perdimenticarne un altro, loscontroso Lacroix, che brontola,alza le spalle, furente, sfogliando isuoi libri, e sembra che litighi conse stesso; le piccole, spaventate,dicono fra sé che deve essere"terribilmente cattivo". E' lui chesi decide a borbottare un nome:"La signorina Aubert!".

Colei che risponde al nome diAubert, una ragazza troppo alta,flessuosa e curva, s'impenna comeun cavallo, guarda con occhi loschie subito diventa cretina per l'ansiadi fare bella figura, si slanciaavanti, strillando con voce datrombetta e un forte accentocampagnolo: "Sson qua, segnor!".Scoppiamo tutte a ridere, e questoriso, che non abbiamo pensato ditrattenere, ci rianima e ci

Page 464: Colette-Claudine a Scuola

incoraggia.Quel bulldog di Lacroix ha

aggrottato le ciglia, quando quelladisgraziata ha pronunciato il suo"Sson qua!" di disperazione, e leha risposto: "Chi le dice ilcontrario?". Quindi lei è in unostato da fare pietà.

"Signorina Vigoureux!" chiamaRoubaud, che prende l'alfabeto perla coda. Si precipita una ragazzapiccola e grassa; ha il cappellobianco, inghirlandato dimargherite, della scuola diVilleneuve.

"Signorina Mariblom!" strillapapà Sallé, che crede diincominciare l'alfabeto dal mezzoe legge a rovescio. MarieBelhomme si avanza rossa rossa, esiede sulla sedia in faccia a papàSallé; egli la guarda fisso e ledomanda se sa che cosa sia

Page 465: Colette-Claudine a Scuola

l'Iliade. Luce, dietro a me, sospira:"Almeno lei ha cominciato, tuttosta a incominciare".

Le candidate in attesa, fra lequali ci sono anch'io, sidisperdono timidamente, sisparpagliano e vanno ad ascoltarele compagne che vengonointerrogate. Io vado ad assistereall'esame della piccola Aubert, permettermi di buon umore. Nelmomento in cui mi avvicino, papàLacroix le domanda: "Allora leinon sa chi aveva sposato Filippo ilBello?".

Essa ha gli occhi fuori dallatesta, il viso rosso e lustro disudore; i mezzi guanti lascianopassare certe dita grosse comesalsicce: "Aveva sposato... no, nonsi era sposato. Segnore, segnorprofessore," grida a un tratto "hodimenticato tutto!". Trema, grosse

Page 466: Colette-Claudine a Scuola

lacrime le rigano il volto. Lacroixla guarda, cattivo come undemonio: "Ha dimenticato tutto?Con quello che le resta, si prendeun bello zero".

"Sì, sì," balbetta "ma nonimporta, preferisco tornarmene acasa mia, non importa..."

La portano via, che ha ilsinghiozzo a furia di piangeredirottamente, e dalla finestra lasento dire, fuori, alla propriamaestra mortificata: "Ma sì chepreferisco custodire le vacche acasa mia, e mai più che prenderò iltreno delle due".

Nell'aula le sue compagneparlano dello "spiacevoleincidente", serie e sprezzanti:"Cara mia, non ti pare che sia unagran cretina?...

Cara mia, se mi avessero fattouna domanda così facile, sarei

Page 467: Colette-Claudine a Scuola

stata ben felice, cara!"."Signorina Claudine!"Mi chiama il vecchio Lerouge.

Ahimè! L'aritmetica... E' unafortuna che abbia un'ariapaterna... Vedo subito che non minuocerà.

"Vediamo, figlia mia, mi diràben qualcosa sui triangolirettangoli?"

"Sì, professore, sebbene loronon mi dicano un gran che."

"Via, via! Li vuol far passareper più cattivi di quanto siano.

Vediamo, mi costruisca untriangolo rettangolo su questalavagna e gli dia le dimensioni; poimi farà il piacere di parlarmi delquadrato dell'ipotenusa..."

Bisognerebbe tenerci proprio,per riuscire a farsi bocciare da unuomo come questo! Quindi sonopiù mansueta di un agnellino dal

Page 468: Colette-Claudine a Scuola

collare rosa, e dico tutto quelloche so. E' presto fatto d'altronde.

"Ma va benissimo! Mi dicaanche come si riconosce che unnumero è divisibile per nove, e lalascio libera."

Io spiattello: "La somma dellecifre... condizione necessaria...sufficiente".

"Se ne vada, figlia mia, basta."Mi alzo respirando di sollievo,

trovo dietro di me Luce che dice:"Sei fortunata, ne sono

contenta per te". Ha detto questeparole gentilmente: per la primavolta le accarezzo il collo senzamalizia.

Bene, ancora io! Non si ha iltempo di respirare!

"Signorina Claudine!"E' quel porcospino di Lacroix,

l'atmosfera si scalda! Prendoposto, ed egli mi guarda al di sopra

Page 469: Colette-Claudine a Scuola

delle lenti e dice: "Ah, mi parlidella guerra delle Due Rose!".

Patatrac! Sono spacciata sin dalprimo colpo! Non so dire quindiciparole sulla guerra delle DueRose. Dopo i nomi dei capi dei duepartiti, mi fermo.

"E poi? E poi? E poi?"Mi irrita, sbotto a dire:"E poi hanno combattuto come

forsennati per molto tempo, ma ilresto mi è sfuggito dallamemoria".

(Mi guarda stupefatto. Di certomi tirerà qualcosa addosso!)

"E' così che impara la storia,lei?"

"Puro sciovinismo, professore!M'interessa soltanto la storia diFrancia."

Fortuna insperata: ride!"Preferisco avere a che fare con

le impertinenti che con le cretine.

Page 470: Colette-Claudine a Scuola

Mi parli di Luigi XV (1742).""Ecco. Era il tempo in cui la

signora de la Tournelle esercitavasu di lui un'influenzadeplorevole..."

"Perdinci, non le domandoquesto!"

"Scusi, professore, non è unamia invenzione, è la pura verità... Imigliori storici..."

"Come? I migliori storici?...""Sì, professore, l'ho letto in

Michelet con tutti i particolari!""Michelet! Ma è una pazzia!

Michelet, capisce bene, ha scrittoun romanzo storico in ventivolumi e ha osato chiamarlo Lastoria di Francia! E lei viene aparlarmi di Michelet!..."

E' infuriato, picchia sullatavola; gli tengo testa; le giovanicandidate sono impietrite attornoa noi, stentano a credere alle

Page 471: Colette-Claudine a Scuola

proprie orecchie; la signorinaSergent si è avvicinata ansante,pronta a intervenire. Quando misente dichiarare:

"Michelet è però menoscocciatore di Duruy!...".

Si butta addosso alla tavola eprotesta angosciosamente:

"Professore, la prego diperdonare... questa ragazza haperso la testa: si ritirerà subito...".

Egli la interrompe, si asciuga lafronte e sbuffa:

"Lasci, signorina, non importa:ci tengo alle mie opinioni, ma mipiace che gli altri tengano alleloro; questa ragazza ha idee false eha fatto cattive letture, ma nondifetta di personalità... si vedonotante oche!... Solamente lei,lettrice di Michelet, cerchi di dirmicome andrebbe, in battello, daAmiens a Marsiglia, o le affibbio

Page 472: Colette-Claudine a Scuola

un due del quale si accorgerà!"."Partita da Amiens,

imbarcandomi sulla Somme,risalgo... eccetera... i canali...eccetera... e arrivo a Marsiglia;solamente, dopo un periodo ditempo che varia dai sei mesi aidue anni."

"Questo non è affar suo.Sistema orografico della Russia, epresto."

(Ahimè! Non posso dire dibrillare particolarmente per laconoscenza del sistema orograficodella Russia, ma me la cavoabbastanza bene, eccetto perqualche lacuna che sembradeplorevole all'esaminatore.)

"E i Balcani, lei li sopprime,allora?"

(Quest'uomo parla con lavelocità di un razzo.)

"Ma no, professore, li serbavo

Page 473: Colette-Claudine a Scuola

per ultimi.""Va bene, se ne vada."Fanno ala al mio passaggio con

un po' d'indignazione. Quelle carepiccine!

Mi riposo, non mi chiamano, esento con spavento MarieBelhomme che risponde aRoubaud che, "per prepararel'acido solforico, si versa l'acquasulla calce che si mette a ribollire;allora si raccoglie il gas in unpallone". Ha l'espressione diquando prende le più grossecantonate e fa le stupidaggini piùirreparabili: le mani enormi,lunghe e strette, si appoggianosulla tavola; gli occhi di stupidouccello brillano e ruotano; stasciorinando, con straordinariavolubilità, idiozie mostruose. Nonc'è nulla da fare, anche se le sisuggerisse all'orecchio, non

Page 474: Colette-Claudine a Scuola

sentirebbe! Anaïs l'ascoltaanch'essa, e si diverte con tutto ilsuo buon animo. Le domando:

"Che esami hai già fatto?"."Canto, storia, geografia...""E' cattivo, il vecchio Lacroix?""Sì, com'è esigente! Ma mi ha

fatto un mucchio di domandefacili: la guerra dei Trent'anni, itrattati... Dimmi un po', Marie staperdendo la bussola!"

"Perdere la bussola èun'espressione che mi sembrainsufficiente."

La piccola Luce, commossa escapigliata, viene verso di noi:

"Ho fatto l'esame di geografia edi storia, ho risposto bene. Ah,come sono contenta!".

"Sei qui, buona a nulla? Iovado a bere alla pompa, nonresisto più, chi viene con me?"

Nessuna; non hanno sete o

Page 475: Colette-Claudine a Scuola

hanno paura di mancare a unappello. In una specie diparlatorio, giù, trovo la scolaraAubert, con le guance ancorachiazzate del rossore delladisperazione di poco prima e gliocchi gonfi; scrive alla famiglia suun tavolino, tranquilla e contenta,ora, di tornare nella fattoria. Ledico:

"Ebbene, non ha proprio volutosapere nulla poco fa?".

Alza su di me degli occhi davitello:

"A me tutte 'ste cose fan paurae me rimescolano 'l sangue.Mamma m'ha messa in collegio,papà non voleva, diceva ch'erobbona a bbadà alla casa come lesorelle e da fa' 'l bucato e zappà ingiardino, ma mamma non havoluto, ed è lei che l'ha vinta.M'hanno fatto ammalà, a forza di

Page 476: Colette-Claudine a Scuola

farme studiare e vede quel ch'èsuccesso oggi. L'avevo indovinato!Adesso me crederanno!".

E si rimette a scriveretranquilla.

Lassù, nella sala, fa un caldo damorire; quelle ragazzine, quasitutte rosse e lustre (è una fortunache io non abbia la pelle rossa pernatura!), hanno perso la testa, coinervi tesi, aspettano di esserechiamate, con l'ossessione dirispondere sciocchezze. Nonsuonerà presto mezzogiorno, sìche possiamo andarcene?

Anaïs ritorna dall'esame difisica e chimica; non è rossa, comepotrebbe esserlo? Credo che inuna caldaia bollente resterebbegialla e fredda.

"Allora, va bene?""Se Dio vuole, ho finito. Sai che

per giunta Roubaud interroga in

Page 477: Colette-Claudine a Scuola

inglese; mi ha fatto leggere frasi etradurre; non so perché sisbellicava dalle risa quandoleggevo in inglese. Che cretino!"

E' la pronuncia! Sfido, ho ildubbio che la signorina AiméeLanthenay, che ce lo insegna, nonparli l'inglese con eccessivapurezza. Cosicché, fra poco,quell'imbecille del professore miprenderà in giro perché nonpronuncio meglio di lei! Ecconeun'altra di bella! Sono furente alpensiero che quell'idiota riderà dime.

Mezzogiorno. Quei signori sialzano, e noi ci abbandoniamo alsolito strepito di quando si lascial'aula. Lacroix, spinoso e con gliocchi fuori dalla testa, annunciache questo divertimentoricomincerà alle due e mezzo. Lasignorina ci pesca a stento fra il

Page 478: Colette-Claudine a Scuola

turbinìo delle ragazzinechiacchierone e ci conduce alristorante. Mi tiene ancora ilbroncio per la "riprovevolecondotta con papà Lacroix; manon me ne importa! Il caldo èopprimente, sono stanca e senzavoce...

Ah, i boschi, i cari boschi di

Montigny! A quest'ora so benecome mormorano: le vespe e lemosche che succhiano i fiori deitigli e dei sambuchi fanno vibraretutta la foresta come un organo; egli uccelli non cantano, perché amezzogiorno stanno ritti sui rami,cercano l'ombra, si lisciano lepenne e guardano il sottoboscocon occhi mobili e lucenti. Me nestarei coricata, sull'orlodell'abetaia donde si vede tutto ilpaese in basso, sotto di noi, col

Page 479: Colette-Claudine a Scuola

vento caldo che mi soffia in faccia,mezza sfinita di benessere e dipigrizia.

...Luce mi vede distratta,

completamente assorta, e mi tiraper la manica col sorriso piùprovocante. La signorina staleggendo il giornale; le compagne,piuttosto insonnolite, siscambiano mezze frasi. Io gemo eLuce protesta sommessamente:

"Però non mi rivolgi più laparola! Tutto il giorno facciamo gliesami, la sera andiamo a letto, e atavola sei così di cattivo umoreche non so più quando possovenire a cercarti!".

"E' molto semplice: noncercarmi!"

"Oh, come sei scortese! Non tiaccorgi neppure di tutta la miapazienza di aspettarti, di

Page 480: Colette-Claudine a Scuola

sopportare quel tuo modo direspingermi sempre..."

Anaïs la lunga ride come unaporta non unta, e la piccinas'interrompe molto intimidita. E'vero, però, che ha una pazienzatenace. E pensare che tantacostanza non le servirà a nulla, ètriste, triste!

Anaïs continua a seguire ilproprio pensiero; non hadimenticato le risposte incoerentidi Maria Belhomme, e, da quellabirbona che è, domandagentilmente alla disgraziata,inebetita e immobile:

"Che domanda ti hanno fattoin fisica e in chimica?".

"Non ha importanza," borbottala signorina, stizzosa "comunqueavrà risposto qualchesciocchezza."

"Non lo so più," fa la povera

Page 481: Colette-Claudine a Scuola

Marie Belhomme, sconcertata"l'acido solforico, credo..."

"E che cosa gli è andata adire?"

"Oh, per fortuna sapevoqualcosa, signorina; ho detto chesi versava l'acqua sulla calce, chele bolle di gas che si formavanoerano acido solforico..."

"Ha detto questo?" chiede lasignorina con la voglia dimordere...

Anaïs si mangia le unghie dallagioia. Marie, folgorata, non aprepiù la bocca, e la direttrice ciconduce via impettita, rossa,camminando con passo accelerato;le trotterelliamo dietro comecagnolini, e quasi quasi tiriamofuori la lingua anche noi sottoquesto sole opprimente.

Non badiamo più alle nostre

Page 482: Colette-Claudine a Scuola

concorrenti forestiere, cheneppure ci guardano a loro volta.Il caldo e il nervosismo ci tolgonoogni civetteria, ogni animosità. Lealunne della scuola superiore diVilleneuve - le "mele verdi", comele chiamano per il nastro verdeche portano al collo, quell'orribileverde sfacciato, del quale i collegihanno la specialità - affettanoancora atteggiamenti dasantarelline e di disgusto,passando vicino a noi (perché?Non lo sapremo mai); ma tutto ciòsi acquieta, si placa; pensiamo allapartenza dell'indomani, pensiamocon gioia che daremo la baia allecompagne bocciate, a quelle chenon hanno potuto presentarsi agliesami a causa di una "debolezzagenerale". Come si pavoneggeràAnaïs la lunga, e parlerà dellascuola normale come se fosse una

Page 483: Colette-Claudine a Scuola

sua proprietà! Puh, mi sembra dinon poter mai dimostrareabbastanza il mio disprezzo.

Finalmente ricompaiono gliesaminatori, si asciugano ilsudore, sono brutti e lustri. Diomio, non mi piacerebbe esseresposata in una stagione simile!Solo l'idea di andare a letto con unuomo che soffrisse il caldo comeloro... (D'altronde, d'estate, avreidue letti...) E poi, in questa salasurriscaldata, c'è una puzzaspaventosa; molte di questeragazzine sono sporche sotto, dicerto.

Me ne andrei volentieri.Accasciata su una sedia,

ascolto vagamente le altreaspettando il mio turno; vedo lascolara più fortunata di tutte cheha "finito" per prima. Ha subìtotutte le interrogazioni, respira,

Page 484: Colette-Claudine a Scuola

attraversa la sala, seguita dairallegramenti, dall'invidia, daesclamazioni come questa: "Seiproprio fortunata, tu!". Ben prestola segue un'altra, la raggiunge nelcortile, dove le "liberate" siriposano e scambiano le loroimpressioni.

Papà Sallé, un po' sollevato conquesto sole che gli riscalda la gottae i reumatismi, si riposa,forzatamente, perché la scolarach'egli sta aspettando è occupataaltrove; se arrischiassi unattentato alla sua virtù? Miavvicino pian piano e mi siedosulla sedia davanti a lui.

"Buongiorno, professor Sallé."Mi guarda, si accomoda gli

occhiali, ammicca e non mi vede."Claudine, non ricorda?""Ah!... Ma come no!

Buongiorno, cara; suo padre sta

Page 485: Colette-Claudine a Scuola

bene?""Benissimo, grazie.""Dunque va bene l'esame? E'

soddisfatta? Ha quasi finito?""Ahimè, magari! Ma devo

ancora fare l'esame di fisica e dichimica, quello di letteratura conlei, d'inglese e di musica. Lasignora Sallé sta bene?"

"Mia moglie sta facendo ungiro nel Poitou; farebbe meglio acurarmi, ma..."

"Senta, professor Sallé, datoche sono qui, mi "liberi" dallaletteratura."

"Ma non sono arrivato al suonome, tutt'altro! Torni fra poco..."

"Professor Sallé, che cosaimporta?"

"Importa, importa che mi stavogodendo un momento di riposo eme lo ero ben meritato. E poi nonè nel regolamento: non si deve

Page 486: Colette-Claudine a Scuola

interrompere l'ordine alfabetico.""Professor Sallé, sia buono.

Non mi domandi quasi nulla. Leisa che ne so più di quanto esiga ilprogramma, in fatto di libri diletteratura. Sono un topo dellabiblioteca di papà."

"Eh... sì, è vero. Posso ben farloper lei. Avevo l'intenzione didomandarle che cosa erano gliaedi e i trovadori e il Romanzodella rosa, eccetera..."

"Stia tranquillo, professorSallé. I trovadori li conosco: livedo tutti sotto l'aspetto delpiccolo "cantore fiorentino",così..."

Mi alzo e ne imito la posa: colcorpo appoggiato sulla gambadestra, mentre il parasole verde dipapà Sallé mi serve da mandolino.

Per fortuna siamo soli inquesto angolo! Luce mi guarda da

Page 487: Colette-Claudine a Scuola

lontano e sta a bocca aperta dallasorpresa. Questo povero gottoso sidistrae un po', ride.

"...Hanno un berretto divelluto, i capelli ricciuti, spessoanche un costume bipartito (colorazzurro e giallo sta benissimo); colmandolino appeso a un cordone diseta, cantano quel piccolo branodel Passante: "Mia cara, eccol'aprile...". E' così, professor Sallé,che immagino i trovadori.Abbiamo anche i trovadori delprimo impero."

"Figlia mia, lei è un po' pazza,ma mi distraggo con lei. Che cosasaranno mai quelli che lei chiamai trovadori del primo impero,santo cielo? Parli piano, piccolaClaudine mia, se quei signori civedessero..."

"Zitto, i trovadori del primoimpero li conosco da certe canzoni

Page 488: Colette-Claudine a Scuola

che cantava papà. Stia a sentire."Canticchio sottovoce:D'amore ardente, pronto per la

guerra,/ con l'elmo in capo e conla lira in mano,/ un trovadore allasua pastorella/ partendo ripetevail ritornello:/ Il mio braccio allapatria,/ Il mio cuore all'amata;/lieto morir per la gloria e l'amore:/e il ritornel del gaio trovadore!/

Papà Sallé ride di tutto cuore:"Dio mio, com'era ridicola

quella gente! So benissimo cheanche noi lo saremo altrettanto fravent'anni, ma l'idea di untrovadore con l'elmo e la lira!...Scappi in fretta, figlia mia, se nevada, avrà un bel voto, tanti salutia suo padre, gli dica che ho moltasimpatia per lui, e che insegnacanzoni proprio belle a sua figlia!".

"Grazie, professor Sallé,arrivederci; grazie ancora una

Page 489: Colette-Claudine a Scuola

volta di non avermi interrogata,non dirò nulla, stia tranquillo!"

Ecco un brav'uomo! Mi haridato un po' di coraggio e houn'aria così allegra che Luce midomanda: "Dunque hai rispostobene? Che cosa ti ha domandato?Perché prendevi il suo parasole?".

"Ah, ecco! Mi ha domandatocose molto difficili sui trovadori,sulla forma degli strumenti di cuisi servivano; è una fortuna chesapessi tutti quei particolari!"

"La forma degli strumenti... noveramente, tremo pensando cheavrebbe potuto domandarlo a me!La forma degli... ma non è nelprogramma! Lo dirò allasignorina!"

"Benissimo, faremo unaprotesta. Hai "finito" tu?"

"Sì, grazie, ho finito. Ho unquintale di meno sullo stomaco, te

Page 490: Colette-Claudine a Scuola

lo assicuro; credo che solo Mariedebba ancora far esami."

"Signorina Claudine!" esclamauna voce dietro a noi. Ah, ah, èRoubaud. Mi siedo davanti a lui,riservata e seria; si mostra gentile,è il professore mondano di questoambiente; io parlo, ma mi tieneancora il broncio, quell'astioso,perché ho respinto troppo in frettail suo madrigale botticelliano. Convoce un po' irritata mi domanda:

"Oggi non si è addormentatasotto le fronde, signorina?".

"E' una domanda che fa partedel programma, professore?"

(Tossicchia. Ho fatto unagrossa corbelleria per tormentarlo.

Pazienza!)"Mi vuol dire come farebbe per

procurarsi un po' d'inchiostro?""Dio mio, professore, ci sono

tanti modi; il più semplice sarebbe

Page 491: Colette-Claudine a Scuola

ancora quello di andare achiederlo dal cartolaioall'angolo..."

"Questa spiritosaggine èdivertente, ma non basterebbe afarle avere un bellissimo voto...Cerchi di dirmi con qualiingredienti farebbe l'inchiostro."

"Noce di galla... tannino...ossido di ferro... gomma..."

"Non sa le proporzioni?""No.""Peggio per lei! Può parlarmi

della mica?""Non ne ho mai vista, se non

nei portelli delle stufe.""Davvero? Peggio per lei

ancora una volta! Di che cosa èfatta la mina delle matite?"

"Di grafite, un minerale teneroche si sega a bacchettine e che sirinchiude nelle due metà di uncilindro di legno."

Page 492: Colette-Claudine a Scuola

"E' il solo uso della grafite?""Non ne conosco altri.""Peggio per lei, sempre! Se ne

fanno soltanto matite?""Sì, ma se ne fanno molte; ve

ne sono miniere in Russia, credo.In tutto il mondo si consuma unaquantità straordinaria di matite,soprattutto gli esaminatori cheschizzano il ritratto dellecandidate sul loro taccuino..."

(Arrossisce e si agita.)"Passiamo all'inglese."E aprendo una piccola raccolta

di racconti di miss Edgeworth:"Mi traduca qualche frase"."Tradurre, sì, ma leggere... è

un'altra cosa!""Perché?""Perché la nostra insegnante

d'inglese ha una pronunciaridicola; io non so pronunciarealtrimenti."

Page 493: Colette-Claudine a Scuola

"Via, che cosa importa?""Importa che non mi piace

essere ridicola.""Legga un po', la farò smettere

subito."Leggo, ma a voce bassissima,

abbozzando appena le sillabe, etraduco le frasi prima di averarticolato le ultime parole.Roubaud, suo malgrado, scoppiadalle risa per la mia gransollecitudine di non volerdimostrare l'insufficienza ininglese, e ho voglia di graffiarlo.Come se fosse colpa mia!

"Va bene. Vuol dirmi qualcheverbo irregolare con le formedell'imperfetto e del participiopassato?"

"To see, vedere, saw, seen; tobe, essere, was, been; to drink,bere, drank, drunk; to..."

"Basta, grazie. Buona fortuna,

Page 494: Colette-Claudine a Scuola

signorina.""Lei è troppo gentile,

professore."Ho saputo l'indomani che

quell'elegante ipocrita mi avevaaffibbiato un bruttissimo voto, trepunti sotto la media, di che farmibocciare, se i voti degli scritti,soprattutto il componimento, nonavessero perorato in mio favore.Va' a fidarti di quei sornioni vestitipretenziosamente, che si lisciano ibaffi e ti fanno il ritrattolanciandoti occhiate! E' vero che loavevo irritato, ma fa lo stesso; ibulldogs franchi, come papàLacroix, valgono cento volte dipiù!

Liberata dalla fisica e dallachimica come pure dall'inglese, misiedo e mi accingo a mettere unpo' di arte nel disordine dei mieicapelli. Luce mi viene vicino, si

Page 495: Colette-Claudine a Scuola

arrotola con compiacenza i mieiriccioli attorno al dito; è sempreuna gatta che si strofina. Ha unbel coraggio, con questatemperatura.

"Dove sono le altre, piccina?""Le altre? Hanno finito tutte,

sono giù nel cortile con lasignorina, e ci sono anche quelledelle altre scuole che hannofinito."

Il fatto è che la sala si stavuotando rapidamente.

Quella grassa bonacciona dellasignorina Michelot finalmente michiama. E' rossa e stanca da farpietà ad Anaïs stessa. Mi siedo;essa mi contempla senza direnulla, con grandi occhi perplessi ebonari.

"Lei... sa suonare, mi ha dettola signorina Sergent."

"Sì, signorina, suono il piano."

Page 496: Colette-Claudine a Scuola

Esclama, alzando le braccia:"Ma allora ne sa molto più di

me".(Le è uscito dal cuore; non

posso fare a meno di ridere.)"Allora, senta, le farò leggere a

prima vista e basta. Le cercheròqualcosa di difficile: riusciràsempre a cavarsela."

Il pezzo difficile che ha trovatoè un esercizio abbastanzasemplice, che, tutto in semicrome,con sette bemolli in chiave, le èsembrato "ostico" e pauroso. Io locanto allegro vivace, circondata daun cerchio di ragazzine che miammirano, che sospiranod'invidia.

La signorina Michelot dondolail capo e mi dà, senza insistereulteriormente, un venti che fastralunare l'uditorio.

Uff, è dunque finita!

Page 497: Colette-Claudine a Scuola

Ritorneremo a Montigny,ritorneremo a scuola, correremonei boschi, assisteremo ai sollazzidelle nostre maestre (poverapiccola Aimée, deve languire solasoletta!). Scendo in cortile, lasignorina Sergent non aspettavache me, e, vedendomi, si alza.

"Ebbene! E' finita?""Sì, grazie a Dio! Ho preso 20

in musica.""Venti in musica!"Lo hanno gridato in coro le

compagne che non voglionocredere alle loro orecchie.

"Non ci mancherebbe altro chelei non avesse venti in musica"dice la signorina con ariadistaccata ma in fondo lusingata.

"Però," soggiunge Anaïs,seccata e gelosa, "venti in musica,diciannove in componimento... sehai molti voti come questi!"

Page 498: Colette-Claudine a Scuola

"Sta' tranquilla, cara la miafigliola, l'elegante Roubaud miavrà dato voti molto scarsi!"

"Perché?" chiede la signorina,subito inquieta.

"Perché non gli ho detto ungran che. Mi ha domandato conche legno si fanno i flauti, no, lematite, qualcosa di questo genere,e poi certe storie sull'inchiostro...e Botticelli, insomma nonriuscivamo a intenderci, noi due."

La direttrice si è rabbuiata."Mi stupirebbe se lei non

avesse fatto qualche corbelleria!Dovrà prendersela solo con sestessa, se sarà bocciata."

"Eh, chi lo sa? Me la prenderòcol maestro Antonin Rabastens;mi aveva ispirato una violentapassione e i miei studi ne hannosofferto straordinariamente."

Dopo questo Marie Belhomme

Page 499: Colette-Claudine a Scuola

dichiara, unendo le mani dalevatrice, che se avesse uninnamorato non lo direbbe cosìsfacciatamente. Anaïs mi guardadi sottecchi per capire se scherzo ono, e la signorina, alzando lespalle, ci riaccompagna all'albergo,fiacche, disperse, così lente chedeve sempre attenderne qualcunaall'angolo delle vie.

Si pranza, si sbadiglia; allenove ci riprende la febbre diandare a leggere il nome delleelette, alla porta di quel laidoparadiso. "Non accompagnonessuno," dichiara la signorina;"andrò sola: voi aspetterete." Ma sileva un tal concerto di gemitich'essa si intenerisce e ci permettedi seguirla.

Di nuovo ci siamo premunitedi candele, inutili questa volta,dato che una mano benevola ha

Page 500: Colette-Claudine a Scuola

appeso una grossa lanterna al disopra del cartello bianco dovesono scritti i nostri nomi... Eh,piano! Corro un po' troppodicendo i "nostri"... se il mio nonsi trovasse nella lista? Anaïscadrebbe in deliquio per la gioia!Fra esclamazioni, spinte,battimani, leggo, per fortuna:"Anaïs, Claudine", eccetera...

Tutte dunque! Ahimè no, nonMarie. "Marie è rimandata"mormora Luce.

"Marie non c'è" sussurra Anaïs,che stenta a nascondere la perfidagioia. La povera Marie Belhommeresta piantata lì, pallidissima,davanti al brutto foglio ch'essacontempla con gli occhi lucenti dauccello, sgranati e rotondi; poi lesi tirano gli angoli della bocca escoppia in un pianto rumoroso.

"Su, su, bimba mia," interviene

Page 501: Colette-Claudine a Scuola

la signorina "lei non sarassegnarsi. Sarà per ottobre, avràpiù fortuna... Ma che cos'èdunque? Ha altri due mesi distudio..."

"Uh!" si lamenta l'altra,inconsolabile.

"Sarà promossa, glielo dico io!Guardi, le prometto che saràpromossa! E' contenta?"

Effettivamente questaaffermazione produce un ottimoeffetto. Marie emette soltantopiccoli guaiti, come quelli di uncucciolo di un mese al quale siimpedisce di succhiare il latte, ecammina fregandosi gli occhi.

Il suo fazzoletto è da torcere, elei lo torce ingenuamente, nelmomento in cui passa sul ponte.Quella cattivaccia di Anaïs dice amezza voce: "I giornaliannunciano una grande piena

Page 502: Colette-Claudine a Scuola

della Lisse...".Marie, che sente, sbotta in una

risata irrefrenabile, mescolata agliultimi singhiozzi, e anche noiscoppiamo tutte. Ecco, la testolinavolubile della bocciata ha giratodalla parte della gioia; pensa chesarà promossa in ottobre, sirallegra, e non troviamo nulla dipiù opportuno, in quella seraafosa, che saltare alla corda nellapiazza (tutte, sì, persino leJaubert!) sino alle dieci, sotto laluna.

L'indomani la signorina viene ascuoterci dal letto già alle sei;tuttavia il treno non parte che alledieci! "Andiamo, andiamo,pigrone, bisogna rifare le valigie, ec'è la colazione, non avete tempod'avanzo!" Vibra in uno stato dieccezionale trepidazione: i suoiocchi penetranti brillano e

Page 503: Colette-Claudine a Scuola

sprizzano scintille, ride, urta Luceche casca dal sonno, strapazzaMarie Belhomme che si frega gliocchi, in camicia, coi piedi infilatinelle pantofole, senza riprenderechiaramente la coscienza dellarealtà. Siamo tutte sfibrate, noi,ma chi riconoscerebbe nellasignorina la sorvegliante che ci haaccompagnate in questi tre giorni?La felicità la trasfigura, non fa chesorridere fra sé nell'omnibus checi riconduce alla stazione.

Marie sembra un po'malinconica per lo scacco subito,ma penso che ostenti per dovereun'aria contrita. E noichiacchieriamo disperatamente,tutte insieme: ciascuna racconta ilsuo esame ad altre cinque che nonascoltano.

"Vecchia mia!" esclama Anaïs"Quando ho sentito che mi

Page 504: Colette-Claudine a Scuola

domandava le date dei...""Vi ho proibito cento volte di

chiamarvi "vecchia mia""interrompe la signorina.

"Vecchia mia," ricominciasottovoce Anaïs "non ho avuto cheil tempo di aprire il piccolotaccuino che avevo in mano; ilbello è che lo ha visto, parolad'onore, e non ha detto niente!"

"Sei una gran bugiarda!" gridal'onesta Marie Belhomme, con gliocchi fuori dalla testa. "C'ero io,guardavo, non ho visto niente; telo avrebbe levato; hanno purlevato il decimetro a una diVilleneuve."

"Ti consiglio proprio di aprirbocca! Va' dunque a raccontare aRoubaud che la grotta del Cane èpiena di acido solforico!"

Marie abbassa il capo, diventarossa, e ricomincia a piangere al

Page 505: Colette-Claudine a Scuola

ricordo delle sue disgrazie; iofaccio il gesto di aprire unombrello e la signorina si strappaancora una volta all'"affascinanteaspettativa":

"Anaïs, lei è perfida! Se dàfastidio a una sola dellecompagne, la faccio viaggiare solain uno scompartimento riservato".

"Quello dei fumatori;benissimo" affermo.

"In quanto a lei, nessuno lainterroga. Prendete le valigie, imantelli, non siate sempre i solitiimpiastri!"

Quando siamo in treno, non sioccupa di noi, proprio come senon esistessimo; Luce siaddormenta con la testa sulla miaspalla; le Jaubert si sprofondanonella contemplazione dei campiche sfilano, del cielo a pecorelle ebianco; Anaïs si rosicchia le

Page 506: Colette-Claudine a Scuola

unghie; Marie si assopisce econtemporaneamente le si placa ildispiacere.

A Bresles, l'ultima stazioneprima di Montigny, cominciamoad agitarci un po'; ancora dieciminuti, e ci siamo. La signorinatira fuori lo specchietto tascabile everifica l'equilibrio del cappello, ildisordine dei ruvidi e crespi capellirossi, la porpora crudele dellelabbra, assorta, palpitante e conun'aria quasi folle; Anaïs si pizzicale guance nella irragionevolesperanza di farvi affluire un'ombrarosea, io mi metto il mioappariscente e immenso cappello.

Per chi facciamo tanto sfoggio?Non per la signorina Aimée, noialtre, certamente... Be', pernessuno, per gli impiegati dellastazione, per il conducentedell'omnibus, papà Racalin, un

Page 507: Colette-Claudine a Scuola

ubriacone sessantenne, per quelcretino che vende i giornali, per icani che correranno sulla strada.

Ecco l'abetaia e il bosco del BelAir, e poi il prato comunale, e loscalo-merci, e finalmente stridonoi freni! Saltiamo a terra, dietro allasignorina che è già corsa verso lasua piccola Aimée, allegra esaltellante sulla banchina. L'hastretta in un abbraccio cosìvigoroso che la fragile aiutante,soffocata, arrossisce bruscamente.Noi le corriamo incontro e lediamo il benvenuto con l'aria dibuone scolarette: "...Buongiorno,signorina!... Sta bene, signorina?".

Siccome il tempo è bello,siccome non c'è fretta, ficchiamole valigie nell'omnibus eritorniamo a piedi, gironzolandolungo la strada fra le alte siepi incui fioriscono le poligale azzurre e

Page 508: Colette-Claudine a Scuola

di un rosa che tende al color vino,e le "Ave Marie", che hanno fiorisimili a piccole croci bianche.Felici di essere libere, di non averela storia di Francia da ripassare, nécarte geografiche da colorire,corriamo davanti e dietro allesignorine, che camminano abraccetto, ritmando insieme ilpasso. Aimée ha abbracciato lasorella, le ha dato un buffettosulla guancia, dicendole: "Vedibene, sciocchina, che si riesce purea cavarsela?". E ora non ha occhi,né orecchi che per la sua grandeamica.

Delusa ancora una volta, lapovera Luce si attacca a me e misegue come un'ombra,mormorando parole di scherno eminacce: "Val proprio la pena dirompersi il cervello per riceverecomplimenti simili!...

Page 509: Colette-Claudine a Scuola

Hanno un bel modo dipresentarsi tutt'e due; mia sorellaappesa all'altra, come unpaniere!... Davanti a tutti quelliche passano, domando io se non farabbia!". Se ne infischiano dellagente che passa.

Ritorno trionfante. Tutti sannoda dove veniamo e l'esito degliesami, telegrafato dalla signorina;la gente sta sulla porta e ci facenni affettuosi... Marie sentecrescere l'avvilimento e cerca dinascondersi più che può.

Dopo aver lasciato la scuolaper qualche giorno, la vediamo piùbella, ritrovandola: terminata,rifinita, leccata, bianca, colmunicipio in mezzo, fiancheggiatodalle due scuole: quella maschile equella femminile, il gran cortiledel quale hanno rispettato i cedri,per fortuna, e i piccoli cespugli

Page 510: Colette-Claudine a Scuola

regolari, secondo il gusto francese,e le pesanti porte di ferro - troppopesanti e troppo temibili - che cirinchiudono, e i gabinetti a seiscomparti, tre per le grandi, tre perle piccole (per una commovente epudica attenzione, i camerini dellegrandi hanno le porte intere,quelli delle piccole le mezzeporte), i bei dormitori del primopiano, dei quali si scorgono difuori i vetri chiari e le tendebianche. I disgraziati contribuentiavranno da pagare per un pezzo. Sidirebbe una caserma, tanto èbella!

Le scolare fannoun'accoglienza rumorosa; lasignorina Aimée avevasemplicemente affidato lasorveglianza delle proprie scolaree di quelle della prima classe allaclorotica signorina Griset, durante

Page 511: Colette-Claudine a Scuola

la passeggiatina alla stazione, leaule sono disseminate di carte,sparse di zoccoli-proiettili, torsolidi mele... A un aggrottarsi dellerosse ciglia della signorinaSergent, tutto rientra nell'ordine:qualche mano raccogliestrisciando i torsoli di mela,qualche piede si allunga e,silenziosamente, si infila di nuovogli zoccoli sparsi.

Il mio stomaco protesta e vadoa fare colazione, felice di ritrovareFanchette e il giardino e papà; labianca Fanchette che si arrostiscee dimagra al sole, e mi accogliecon miagolii bruschi e stupiti; ilgiardino verde, trascurato e invasoda piante che si alzano e siallungano per trovare il solenascosto dai grandi alberi, e papàche mi accoglie dandomi un grancolpo affettuoso sulla spalla:

Page 512: Colette-Claudine a Scuola

"Ma che cosa ti succede? Nonti vedo mai!".

"Ma papà, ho fatto l'esame.""Che esame?"Vi dico che non ce n'è un altro

come lui! Con compiacenza gliracconto le avventure di questiultimi giorni, mentre egli si tira lagran barba rossa e bianca. Sembracontento. Senza dubbio i suoiincroci di lumache gli avrannodato risultati insperati.

Mi sono concessa quattro o

cinque giorni di riposo, divagabondaggi a Matignons, dovetrovo Claire, la compagna dellaprima comunione, grondante dilacrime perché il suo innamoratoha lasciato Montigny, senzanemmeno degnarsi di avvertirla.Fra otto giorni avrà un altrofidanzato che l'abbandonerà in

Page 513: Colette-Claudine a Scuola

capo a tre mesi, poiché non èabbastanza furba per trattenere igiovani, non abbastanza espertaper farsi sposare; e siccome siostina a rimanere onesta... puòcontinuare un pezzo.

Intanto conduce al pascolo lesue venticinque pecore, un po'come una pastorella da operetta,un po' ridicola col cappellone acampana che le protegge lacarnagione e il nodo dei capelli (ilsole fa ingiallire i capelli, caramia!), il grembiulino azzurroricamato di bianco e il romanzobianco col titolo rosso In festa!che tiene nascosto nel cestino. (Leho prestato io le opere di AugusteGermain per iniziarla alla grandevita! Ahimè, sarò forseresponsabile di tutte le bruttureche commetterà.) Sono sicura chesi considera poeticamente infelice,

Page 514: Colette-Claudine a Scuola

una triste fidanzata tradita, e chesi compiace, quando è sola, diassumere pose nostalgiche "con lebraccia abbandonate come inutiliarmi", oppure con la testa china,mezza sepolta sotto i capellisciolti. Mentre mi racconta lescarse novità di questi quattrogiorni, e le sue disgrazie, mioccupo io delle pecore e spingoverso di loro la cagna: "Riportalequi, Lisetta!

Accompagnale là!". Sono io chefaccio il verso per impedire chetocchino l'avena; vi sono abituata.

"...Quando ho saputo con chetreno partiva," sospira Claire "hofatto in modo di lasciare le pecorea Lisetta e sono scesa al passaggioa livello. Alla barriera, hoaspettato il treno che non corretroppo in fretta in quel punto,perché è in salita. L'ho scorto, ho

Page 515: Colette-Claudine a Scuola

sventolato il fazzoletto, homandato baci, credo che lui miabbia vista... Senti, non ne sonosicura, ma mi è sembrato cheavesse gli occhi rossi. Forse i suoigenitori lo hanno costretto atornare... Forse mi scriverà..."Continua pure, piccola romantica,non ti costa nulla sperare. E poi,se cercassi di staccarti da lui, nonmi crederesti.

Dopo cinque giorni di

vagabondaggi nei boschi, agraffiarmi le braccia e le gambecon i rovi, a riportarne dellebracciate di garofani selvatici, difiordalisi e di silene, a mangiareprugnole amare e l'uva spina, miriprende la curiosità e la nostalgiadella scuola. Vi ritorno.

Trovo tutte le grandi sedute suibanchi all'ombra, nel cortile,

Page 516: Colette-Claudine a Scuola

intente a lavorare pigramente perpreparare i lavori "da esposizione";le piccole, sotto la tettoia, stannoguazzando alla pompa; lasignorina, in una poltrona divimini, e Aimée ai suoi piedi,seduta su una cassetta di fiorirovesciata, stanno oziando echiacchierando a bassa voce.Vedendomi entrare, la signorinaSergent fa un balzo e gira su sestessa:

"Ah, eccola qui! Meno male! Sela gode; la signorina Claudinebatte la campagna, senza pensareche si avvicina la distribuzione deipremi, e che le scolare non sannouna nota del coro che devonocantare!".

"Ma... la signorina Aimée non èdunque maestra di canto? E ilmaestro Rabastens (Antonin)?"

"Non dica sciocchezze! Lei sa

Page 517: Colette-Claudine a Scuola

benissimo che la signorinaLanthenay non può cantare, nonglielo permette la fragilità dellavoce; in quanto al maestroRabastens, a quanto pare ci sonostate chiacchiere in paese aproposito delle sue visite e dellelezioni di canto. Ah, Dio, il vostrosporco paese di pettegolezzi!Insomma non tornerà più.

Lei è indispensabile per i cori ene approfitta. Questa sera, allequattro, divideremo le parti e leifarà copiare alla lavagna le strofe."

"Va bene. Com'è il coro diquest'anno?"

"Inno alla natura. Marie, vadaa prendermelo sulla cattedra:Claudine incomincerà a ripeterlo."

E' un coro a tre voci, proprioun coro da collegio. I sopranipigolano con convinzione:

Laggiù lontano/ l'inno

Page 518: Colette-Claudine a Scuola

mattutino/ si leva in dolcemormorìo/ ...

Mentre le voci di mezzo,facendo eco alle rime in "tin"ripetono: "tin tin tin" per imitarela campana dell'Ave Maria. Piaceràmoltissimo.

Sta per incominciare questadolce vita che consiste nellosgolarsi, cantare trecento volte lastessa aria, rientrare afona a casa,arrabbiarsi con queste piccinerefrattarie a ogni ritmo. Se almenomi facessero un regalo!

Per fortuna, Anaïs, Luce equalche altra hanno buonamemoria e mi seguono con la vocesin dalla terza volta. Smettiamoperché la signorina ha detto:"Basta per oggi" e sarebbe troppocrudele farci cantare a lungo conquesta temperatura da Senegal.

"E poi lo sapete," aggiunge la

Page 519: Colette-Claudine a Scuola

signorina "è proibito dicanticchiare l'Inno alla natura frauna lezione e l'altra! Altrimenti lostorpierete, lo deformerete e nonsarete capaci di cantarlodecentemente alla distribuzionedei premi. Ora lavorate e che ionon senta parlare troppo forte."

Noi grandi stiamo fuori pereseguire più comodamente imeravigliosi ricami destinatiall'esposizione dei "lavori a mano"(forse che i lavori possono esserefatti altrimenti che "a mano"? Nonne conosco di fatti "a piede") chesegue la distribuzione dei premi,quando tutto il paese viene adammirare l'esposizione dei nostrilavori che riempiono due aule:pizzi, arazzi, ricami, biancheriainfiocchettata, disposti sui banchi.I muri sono tappezzati di tendecon l'orlo a giorno, di coperte da

Page 520: Colette-Claudine a Scuola

letto all'uncinetto su trasparenti dicolore, di scendiletti in mussola dilana verde (maglia disfatta)trapunta di fiori finti rossi e rosa,anche quelli di lana; ornamentiper caminetto in felpa ricamata...Queste ragazze ormai grandi,vanitose della biancheria intimache mettono in mostra, espongonosoprattutto un'infinità di capisontuosi: camicie di batista dicotone a fiorellini, meraviglioseapplicazioni, mutande a forma dizoccolo, con legacci di nastro,copribusti con festoni in alto e inbasso, tutto ciò su un trasparentedi carta azzurra, rossa e lilla concartellini sui quali spicca in bellacalligrafia rotonda il nomedell'esecutrice. Lungo le paretisono allineati panchettini a puntoin croce, sui quali riposa sial'orribile gatto i cui occhi sono

Page 521: Colette-Claudine a Scuola

fatti di quattro punti verdi, conuno nero in mezzo, sia il cane conla schiena rossa e le zampeviolacee, che lascia penzolare unalingua rosso fiamma.

S'intende che la biancheria, piùdi ogni altra cosa, interessa igiovanotti che vengono a visitarel'esposizione come tutti quanti; siattardano davanti alle camicie afiorellini, alle mutande dai nastri,si danno spintoni e sussurranofrasi sboccate.

Bisogna dire che anche lascuola maschile ha la suaesposizione, rivale della nostra. Senon offrono all'ammirazionebiancheria eccitante, mostranoaltre meraviglie: gambe di tavoloabilmente tornite, colonne aspirale (cara mia, è la cosa piùdifficile), un'accozzaglia di lavoriin legno a "coda di rondine",

Page 522: Colette-Claudine a Scuola

rilegature gocciolanti di colla esoprattutto calchi in creta - gioiadel maestro, che modestamenteha battezzato questa sala "sezionedi scultura" - dico, che hanno lapretesa di riprodurre i fregi delPartenone e altri bassorilievi,indecisi, pasticciati, pietosi. La"sezione di disegno" non è piùconfortante: le teste dei brigantidegli Abruzzi hanno gli occhiloschi, il re di Roma ha una gotagonfia, Nerone fa una orribilesmorfia, e il presidente Loubet, inuna cornice tricolore, lavoro dilegno e cartone combinati, havoglia di vomitare (è perché pensaal suo ministero, spiega Dutertre,sempre furente di non esseredeputato). Alle pareti vi sonoacquerelli slavati, piani diarchitettura e la Veduta generaleanticipata (sic) dell'Esposizione

Page 523: Colette-Claudine a Scuola

del 1900, acquerello che merita ilprimo premio.

Durante i giorni che ancora ciseparano dalle vacanze lasceremoda parte tutti i libri, lavoreremopigramente all'ombra dei muri,lavandoci continuamente le mani -una scusa per andare in giro - sì danon macchiare di sudore le lanechiare e le stoffe bianche. Ioespongo soltanto tre camicie ditela di lino rosa del modello perbimbi, con le mutande uguali,chiuse, particolare che scandalizzale mie compagne, tutte concordinel trovare ciò "sconveniente",parola d'onore!

Mi siedo fra Luce e Anaïs, chea sua volta sta accanto a MarieBelhomme, perché noi formiamodi solito un gruppetto. PoveraMarie!

Deve ristudiare per l'esame di

Page 524: Colette-Claudine a Scuola

ottobre... Siccome si annoiavamortalmente nell'aula, lasignorina, per pietà, la lasciavenire con noi; consulta l'atlante,la storia di Francia; quando dicoche consulta... tiene il libro apertosulle ginocchia, china il capo,lancia furtivamente occhiate versodi noi, tendendo l'orecchio persentire quello che diciamo.Prevedo il risultato dell'esame diottobre!

"Muoio di sete! Hai la

bottiglia?" mi domanda Anaïs."No, non mi sono ricordata di

portarla, ma Marie deve avere lasua."

Ecco un'altra nostra abitudineimmutabile e ridicola: questebottiglie. Sin dai primi giorni diafa, siamo tutte d'accordo chel'acqua della pompa non è più

Page 525: Colette-Claudine a Scuola

potabile (non lo è mai) e portiamotutte in fondo al cestino - talvoltanella busta di cuoio o nelsacchetto di tela - una bottigliapiena di una bibita fresca. E' unagara a chi riuscirà a combinare lamiscela più bizzarra, i liquidi piùstrani. Niente cocco: è roba per laclasse inferiore! Per noi l'acquacon aceto che scolora le labbra e famale allo stomaco, le limonateagre, la menta fatta da noi stessecon le foglie fresche della pianta,l'acquavite rubata a casa emescolata con zucchero, il sugodel ribes verde che allega i denti.Anaïs la lunga rimpiangeamaramente la partenza dellafiglia del farmacista, che inpassato ci forniva bottigliettepiene di alcool alla menta, nontroppo annacquato, o anchel'acqua dentifricia di Botot

Page 526: Colette-Claudine a Scuola

zuccherata; io, che sono sempliceper indole, mi limito a bere vinobianco allungato col seltz emescolato con zucchero e un po' dilimone. Anaïs abusa di aceto eMarie di sugo di liquerizia, cosìconcentrato che è quasi nero.Siccome è proibito l'uso dellebottiglie, ciascuna di noi, ripeto,porta la sua, chiusa con unturacciolo forato dalla cannucciadi una penna, il che ci permette,chinandoci con la scusa diraccogliere un rocchetto, di beresenza muovere la bottigliaadagiata nel cesto col collo fuori.Durante la breve ricreazione di unquarto d'ora (alle nove e alle tre)ci precipitiamo tutte alla pompaper inondare le bottiglie erinfrescarle un po'. Tre anni fa,una piccola cadde con la bottiglia esi ferì a un occhio: ora l'occhio è

Page 527: Colette-Claudine a Scuola

tutto bianco. In seguito a questoincidente, confiscarono tutte lebottiglie, tutte, per unasettimana... e poi qualcunaricominciò a portare la sua,esempio che fu imitato da un'altrail giorno seguente: un mese dopole bottiglie funzionavanoregolarmente. Forse la signorinaignora questo incidente avvenutoprima del suo arrivo, oppurepreferisce chiudere gli occhiperché la lasciamo in pace.

Non accade proprio nulla. Il

caldo ci toglie ogni slancio: Lucemi assedia meno con le sue moineimportune; qualche velleità dilitigare si sveglia un istante,pronta a spegnersi subito; èl'apatia, to', e i temporaliimprovvisi di luglio, che cisorprendono nel cortile, ci

Page 528: Colette-Claudine a Scuola

spazzano sotto trombe digrandine; un'ora dopo il cielo èsereno.

Abbiamo fatto un bruttoscherzo a Marie Belhomme, che siera vantata di venire a scuolasenza mutande, per il caldo.

Eravamo in quattro, unpomeriggio, sedute su un banconel seguente ordine:

Marie-Anaïs-Luce-Claudine.Dopo essersi fatte spiegare

debitamente il mio piano,sottovoce, le due vicine si alzanoper lavarsi le mani, e il centro delbanco resta vuoto, mentre Marie èa una estremità e io all'altra. Leisonnecchia sul testo di aritmetica.Io mi alzo bruscamente; il bancooscilla: Marie, svegliata disoprassalto, cade con le gambe inaria, facendo uno di quegli strillidi gallina che stanno sgozzando, di

Page 529: Colette-Claudine a Scuola

cui ha il segreto, e ci fa vedere...che effettivamente non ha lemutande. Si levano fischi,scoppiano risate fragorose; ladirettrice vuole sgridarci e non ciriesce, presa anch'essa da unavoglia matta di ridere; e AiméeLanthenay preferisce andarseneper non offrire alle scolare lospettacolo dei suoi contorcimentidi gatta avvelenata.

Dutertre non viene più da

molto tempo. Si dice che sia aibagni di mare, in qualche luogodove ozia e amoreggia (ma doveprende i denari?). Lo immaginovestito di flanella bianca, con lecamicie flosce, cinghie troppolarghe e scarpe troppo gialle; ha lapassione per certe fogge un po'pacchiane, essendo lui stessomolto pacchiano con quei colori

Page 530: Colette-Claudine a Scuola

chiari, troppo abbronzato e con gliocchi troppo scintillanti, i dentiaguzzi e i baffi di un nero arsicciocome se li avessero bruciacchiati.Non ho più pensato al suo bruscoattacco nel corridoio a vetri:l'impressione è stata viva, marapida - e poi, con lui, si sabenissimo che non ha importanza!Sarò la trecentesima ragazzina cheegli ha tentato di attirare a casasua: questo incidente non hainteresse né per lui, né per me. Neavrebbe se il colpo fosse riuscito,ecco tutto.

Pensiamo già molto agli abiti

che indosseremo per ladistribuzione dei premi. Lasignorina si fa ricamare un vestitodi seta nera dalla madre, abile neilavori d'ago, che disegna in rilievograndi mazzi di fiori, sottili

Page 531: Colette-Claudine a Scuola

ghirlande che seguono il fondodella sottana, ramoscelli che siarrampicano sul busto, tutto ciò indiverse gradazioni di viola,sfumate: una cosa molto distinta,un po' da "signora anziana", forse,ma di taglio impeccabile; è semprevestita di scuro e semplicemente,l'eleganza delle sue vesti eclissaquella di tutte le mogli dei notai,degli esattori, dei commercianti edei possidenti di qui! E' la suapiccola vendetta di donna brutta eben fatta.

La signorina Sergent pensaanche a vestire bene la sua piccolaAimée per quel gran giorno.Hanno fatto venire i campioni daimagazzini del "Louvre", del "BonMarché", e le due amiche scelgonoinsieme, assorte, davanti a noi, nelcortile dove lavoriamo, all'ombra.Penso che sarà un vestito che non

Page 532: Colette-Claudine a Scuola

costerà caro alla signorina Aimée;avrebbe proprio torto ad agirealtrimenti: non è con i suoisettantacinque franchi al mese -dai quali bisogna detrarre trentafranchi per la pensione (ch'essanon paga), altrettanti per quelladella sorella (che risparmia) eventi franchi che manda aigenitori; lo so da Luce - non è consimili stipendi, dico, che leipotrebbe pagare il grazioso vestitodi moire bianco, di cui ho visto ilcampione.

Fra le scolare è molto raffinatoaver l'aria di non occuparsi delvestito che indosseremo il giornodella distribuzione dei premi.

Tutte vi pensano un meseprima, tormentano le mamme perottenere nastri, merletti, osoltanto certe modifiche cherinnoveranno il vestito dell'anno

Page 533: Colette-Claudine a Scuola

scorso, ma è di buon gusto nonparlarne; ci si domanda con unacuriosità distaccata, come pergentilezza: "Come sarà il tuovestito?". E si ha l'aria di ascoltareappena la risposta, fatta con lostesso tono noncurante esdegnoso.

Anaïs la lunga mi ha fatto lasolita domanda, con gli occhirivolti altrove, il viso distratto.Con lo sguardo smarrito, una voceindifferente, ho spiegato: "Oh,nulla di straordinario: mussolabianca... il busto a fisciùincrociato, scollato a punta... e lemaniche Luigi XV con unaguarnizione di mussola, fermate algomito.

Nient'altro".Siamo tutte in bianco per la

premiazione; ma i vestiti sonoguarniti di nastri chiari, fiocchi,

Page 534: Colette-Claudine a Scuola

nodi, cinture, il cui colore (che noici teniamo a cambiare tutti glianni) ci preoccupa molto.

"I nastri?" domanda Anaïs afior di labbra.

(Me lo aspettavo.)"Bianchi anche quelli.""Cara mia, allora una vera

sposa! Lo sai, ce ne sono molteche in mezzo a tutto quel biancosembrerebbero nere come pulcisopra una stoffa."

"E' vero. Per fortuna il biancomi sta abbastanza bene."

(Roditi, cara figliola. Sappiamoche con quella tua pelle gialla seiobbligata a metterti nastri rossi oarancione per non sembrare unlimone.)

"E tu? Nastri arancione?""Ma no, via: li avevo l'anno

scorso! Nastri Luigi XV, a strisce,in faglia e raso, avorio e rosso

Page 535: Colette-Claudine a Scuola

papavero. Il mio vestito è dilanetta crema."

"Il mio," annuncia MarieBelhomme, alla quale nondomandiamo nulla "è di mussolabianca, e i nastri sono colorpervinca, di un azzurro lilla, moltobello!"

"Io" interviene Luce, sempreattaccata alle mie sottane, oannidata nella mia ombra, "ho ilvestito, soltanto non so che nastrimetterci; Aimée li vorrebbeazzurri..."

"Azzurri? Tua sorella è unacretina, salvo il rispetto che ledevo.

Con gli occhi verdi come i tuoi,non si scelgono dei nastri azzurri,fa rabbrividire. La modista delpaese vende nastri molto belli:lucidi, verde e bianco... è bianco iltuo vestito?"

Page 536: Colette-Claudine a Scuola

"Sì, di mussola.""Bene! Ora insisti con tua

sorella perché ti comperi i nastriverdi."

"Non c'è bisogno, li comperoio."

"E' ancora meglio. Vedrai chesarai carina; non ce ne sarannoneppure tre che oseranno portarenastri verdi: sono troppo difficilida portare."

Questa povera ragazzina! Per laminima gentilezza che le dico,senza farlo apposta, si illumina...

La signorina Sergent, alla qualela prossima esposizione ispira unacerta inquietudine, ci strapazza, cisprona; piovono i castighi, castighiche consistono nel fare dopo lascuola venti centimetri dimerletto, un metro di orlo o ventirighe di lavoro a maglia. Lavoraanch'essa per fare un paio di

Page 537: Colette-Claudine a Scuola

bellissime tende di mussola chericama molto bene, quando la suaAimée gliene lascia il tempo.Quella graziosa fannullonadell'aiutante, pigra da quella gattache è, dopo cinquanta punti diricamo sospira e si stira lemembra davanti a tutte le scolare,e la signorina dice, senza osare disgridarla, che "è un esempiodeplorevole per noi". Subitoquell'insubordinata getta all'aria illavoro, guarda l'amica con occhiscintillanti, e si slancia su di leiper morsicarle le mani. Le grandisorridono e si danno gomitate, lepiccole non battono ciglio.

Un gran foglio di carta, col

bollo della prefettura e il timbrodel municipio, trovato dallasignorina nella cassetta dellelettere, ha turbato

Page 538: Colette-Claudine a Scuola

straordinariamente questamattina, che per caso era fresca;lavorano tutti i cervelli e tutte lelingue. La direttrice apre il plico,lo legge, lo rilegge e non diceniente. Quella pazzerella dellacompagna, impaziente perché nonsa nulla, vi mette sopra le suezampette vivaci ed esigenti elancia degli "Ah!" e dei "Ci daràdelle noie!" così forti che noi,vivamente incuriosite, ci agitiamo.

"Sì," le risponde la signorina"ero avvertita, ma aspettavol'annuncio ufficiale; è un amicodel dottor Dutertre..."

"Ma non è tutto qui, bisognadirlo alle scolare, perché dovremoimbandierare, illuminare, ché cisarà un banchetto... Le guardidunque: ardono dall'impazienza!"

Altro che, se ardiamodall'impazienza!

Page 539: Colette-Claudine a Scuola

"Sì, bisogna annunciarlo...Signorine, cercate di ascoltarmi edi capire! Il ministrodell'Agricoltura, Jeam Dupuy,verrà nel capoluogo in occasionedel prossimo comizio agricolo, ene approfitterà per inaugurare lenuove scuole; la città saràimbandierata, illuminata, vi saràun ricevimento alla stazione... epoi mi annoiate, saprete tuttoperché lo annuncerà il banditoredel paese, cercate soltanto disbrigarvi un po' di più, in modoche i vostri lavori siano pronti."

Silenzio profondo. E poiscattiamo! Proromponoesclamazioni, si fondono, e cresceil chiasso, rotto da una vocettapenetrante: "Il ministro ciinterrogherà?". Fischiamo MarieBelhomme, la cretina che ha fattoquesta domanda.

Page 540: Colette-Claudine a Scuola

La signorina ci fa mettere infila, benché non sia ancorasuonata l'ora, e ci lascia andare,rumorose e chiacchierone, perpoter chiarire le proprie idee eprendere le disposizioni perl'avvenimento inaudito che siprepara.

"Cara mia, che ne dici?" midomanda Anaïs per la strada.

"Dico che le vacanzecominceranno otto giorni prima,questo non mi rallegra: mi annoioquando non posso venire ascuola."

"Ma ci saranno feste, balli,giochi nelle piazze."

"Sì, e molta gente davanti allaquale potremo fare bella mostra, ticapisco! Sai, saremo molto invista; Dutertre, che è amicopersonale del nuovo ministro (èper lui che questa Eccellenza di

Page 541: Colette-Claudine a Scuola

fresca data si avventura in un bucocome Montigny), ci metteràdavanti..."

"No? Lo credi?""Sicuro! E' un tiro che ha

preparato per scalzare la posizionedel deputato!"

Se ne va raggiante, sognandofeste ufficiali in cui diecimila paiadi occhi la contempleranno!

Il banditore della città ha

gridato la notizia; ci promettonogioie infinite: l'arrivo del trenoministeriale alle nove, le autoritàmunicipali, gli alunni delle duescuole, infine il fior fiore dellapopolazione di Montignyattenderà il ministro vicino allastazione, all'entrata del paese, e loaccompagnerà, attraverso le vieimbandierate, dentro alle scuole.Qui, su un palco, egli farà un

Page 542: Colette-Claudine a Scuola

discorso! E nel salone delmunicipio siederà a banchetto innumerosa compagnia. Poi,distribuzione dei premi agli adulti(poiché Jeam Dupuy porta alcuninastrini viola e verdi ai fedelidell'amico Dutertre, che azzeccacosì un colpo da maestro). La sera,gran ballo nella sala del banchetto.La fanfara del capoluogo (propriobella!) presterà la sua gentilecooperazione. Infine il sindacoinvita gli abitanti a imbandierarele case e a decorarle di verde. Uff,che onore per noi!

Questa mattina, in classe, lasignorina ci annunciasolennemente - si vede subito chesi preparano grandi cose - la visitadel suo caro Dutertre, che, con lasolita compiacenza, ci darà ampiparticolari sul modo di regolare lacerimonia.

Page 543: Colette-Claudine a Scuola

E poi non viene.Soltanto nel pomeriggio, verso

le quattro, nel momento in cuipieghiamo nei cestini lavori amaglia, merletti e ricami, entraDutertre precipitosamente, comesempre, senza bussare. Nonl'avevo rivisto dopo il suo"attentato"; non è cambiato:vestito con la solita trascuratezzaricercata - camicia di colore, abitiquasi bianchi, una grande cravattachiara infilata nella fascia che gliserve da panciotto -, la signorinaSergent, come pure Anaïs, comeAimée Lanthenay, come tutte,trovano che si veste in un modosommamente raffinato.

Parlando con le signorine, sipermette di volgere gli occhi versodi me: occhi obliqui, tirati verso letempie, occhi da animale cattivo,ch'egli sa rendere dolci. Non mi

Page 544: Colette-Claudine a Scuola

becca più a lasciarmi trascinarenel corridoio, sono finiti queitempi!

"Ebbene, piccine," esclama"siete contente di vedere unministro?"

Rispondiamo con mormoriiindistinti e rispettosi.

"Attente! Alla stazione glifarete una riguardosa accoglienza,tutte in bianco! Non è tutto,bisogna che gli offrano mazzi difiori tre scolare grandi, delle qualiuna reciterà un breve discorso. Ah,sicuro!"

Ci scambiamo sguardi di fintatimidezza e di spavento simulato.

"Non fate le ochette! Ce nevuole una tutta in bianco, una inbianco con nastri azzurri, una inbianco con nastri rossi perrappresentare la bandiera in suoonore. Eh, eh, una bandierina

Page 545: Colette-Claudine a Scuola

niente affatto brutta! Si intendeche tu fai parte della bandiera, tu,"(questa sono io!) "tu seidecorativa, e poi mi piace che tivedano.

Come sono i tuoi nastri per ladistribuzione dei premi?"

"Caspita, quest'anno sono tuttain bianco."

"Va bene, tipo di verginella,formerai il centro della bandiera.E pronuncerai un discorso davantial mio amico ministro; non siannoierà a guardarti, lo sai?"

(E' completamente pazzo alasciarsi scappare qui frasi simili!La signorina Sergent mi ucciderà!)

"Chi ha i nastri rossi?""Io" grida Anaïs, palpitante di

speranza."Bene, ti accetto."E' una mezza bugia di quella

forsennata, perché i suoi nastri

Page 546: Colette-Claudine a Scuola

sono a strisce."Chi li ha azzurri?""Io, dot...tore" balbetta Marie

Belhomme, con voce strozzatadalla paura.

"Va bene, tutte e tre non sareteripugnanti... E poi, lo sapete, per inastri, fate pure le cose per bene,fate pure pazzie: pago io!"

(Uhm!) "Che ci siano bellecinture, nodi svolazzanti, e viordinerò mazzi di fiori con levostre tinte!"

"Così presto!" dico. "Avranno iltempo di avvizzirsi."

"Taci, monella, non avrai mai ilbernoccolo del rispetto. Spero chetu ne possegga già qualche altrosituato in una posizione piùattraente!"

Tutta la classe scoppia a riderecon entusiasmo; la signorina haun riso sforzato. In quanto a

Page 547: Colette-Claudine a Scuola

Dutertre, giurerei che è ubriaco.Ci mettono alla porta prima

che se ne vada. Da quante misento dichiarare: "Cara mia, si puòben dire che sei fortunata! Per tetutti gli onori, eh! Non potevatoccare a un'altra, non c'erapericolo!". Io non rispondo nulla,me ne vado a consolare quellapovera piccola Luce, tantoaddolorata di non essere statascelta per la bandiera. "Andiamo, ilverde ti starà meglio di tutto... epoi è colpa tua, perché non ti seifatta avanti come Anaïs?"

"Oh!" sospira la piccola "Nonimporta. Io perdo la testa davantialla gente e avrei fatto qualchesciocchezza. Ma sono contenta chesia tu a fare il discorso e non Anaïsla lunga."

Papà, avvertito della parte

Page 548: Colette-Claudine a Scuola

gloriosa che avrò all'inaugurazionedelle scuole, ha arricciato il nasoborbonico per domandarmi: "Diomio, sarà necessario che mi cifaccia vedere anch'io?".

"Niente affatto, papà, tu restinell'ombra!"

"Allora benissimo, non ho daoccuparmi di te?"

"No di certo, papà, noncambiare le tue abitudini!"

Il paese e la scuola sono

sottosopra. Se continua così, nonavrò più il tempo di raccontarenulla. Al mattino giungiamo ascuola già alle sette, e non certoper studiare. La direttrice ha fattovenire dal capoluogo certi enormipacchi di carta velina rosa,azzurra, rossa, gialla, bianca; liapriamo nell'aula centrale - lescolare più grandi diventano le

Page 549: Colette-Claudine a Scuola

commesse principali - e dàgli,dàgli a contare i grandi foglileggeri, a piegarli in sei per il versodella lunghezza, a tagliarli in seistrisce, e a riunire quelle strisce inmucchietti che portiamo sullacattedra della signorina. Lei litaglia tutto in giro, con unostampo dentellato, poi la signorinaAimée li distribuisce a tutta laprima classe, a tutta la seconda.

Viviamo allegramente! Libri equaderni dormono sotto lescrivanie chiuse, e facciamo a garaa chi si alzerà prima per correresubito alla scuola, trasformata inun laboratorio di fioraia.

Io non poltrisco più a letto, no,e mi affretto tanto per arrivarepresto che mi infilo la cintura perla strada. Qualche volta siamo giàtutte riunite nelle aule quando lesignorine scendono finalmente, e

Page 550: Colette-Claudine a Scuola

anche loro se la prendono comodain quanto a toletta! La signorinaSergent si mostra in vestaglia dibatista rossa (orgogliosamentesenza busto); la sua vezzosaaiutante la segue, in pantofole,con occhi assonnati e teneri.Siamo in famiglia; l'altra mattinala signorina Aimée, essendosilavata la testa, scese coi capellisciolti e ancora umidi: capellidorati, morbidi come la seta,piuttosto corti, mollementeinanellati all'estremità. Sembravaun paggetto scostumato, e ladirettrice, la sua buona direttrice,se la mangiava con gli occhi.

Il cortile è disertato; le tende disargia, tirate, ci avvolgono in unafantasmagorica atmosfera azzurra.Facciamo i nostri comodi: Anaïs sileva il grembiule e si rimbocca lemaniche come una pasticciera; la

Page 551: Colette-Claudine a Scuola

piccola Luce, che salta e mi corredietro tutto il santo giorno, harialzato come una sguattera ilvestito e la sottana, una scusa permostrare i polpacci tondi e lefragili caviglie. La signorina,impietosita, ha permesso a MarieBelhomme di chiudere i libri; incamicetta di tela a righe bianche enere, sempre con una certa aria daPierrot, gironzola con noi, taglia lestrisce per traverso, sbaglia,inciampa nel filo di ferro, sidispera e si bea d'entusiasmo nellostesso istante, inoffensiva e tantobuona che non le facciamoneppure i dispetti.

La signorina Sergent si alza etira la tenda con un gesto brusco,dalla parte del cortile dei ragazzi.Si sentono, nella scuoladirimpetto, ragli di voci giovanilirozze e mal impostate: è il signor

Page 552: Colette-Claudine a Scuola

Rabastens che insegna agli scolariun coro repubblicano. Lasignorina attende un momento,poi fa un segno col braccio, le vocitacciono laggiù e il compiacenteAntonin accorre, senza cappello,con una rosa di Franciaall'occhiello.

"La prego di mandare duescolari nel laboratorio; facciatagliare questo filo di ferro inpezzi da venticinque centimetri."

"Subito, signorina. Sta semprelavorando per preparare i fiori?"

"Non finiremo tanto presto; civogliono cinquemila rose soltantoper la scuola, e per giunta abbiamol'incarico di decorare la sala delbanchetto!"

Rabastens se ne va, correndo acapo scoperto sotto il sole feroce.

Un quarto d'ora dopo bussanoalla porta, che si apre e lascia

Page 553: Colette-Claudine a Scuola

passare due grandi grulli daiquattordici ai quindici anni;riportano il filo di ferro, nonsanno che fare dei loro lunghicorpi, rossi e stupidi, eccitati neltrovarsi in mezzo a unacinquantina di ragazzine che, conle braccia nude, il collo nudo, ilbusto aperto, ridonomalignamente dei due ragazzi.Anaïs li sfiora passando, e pianpiano gli attacca alle tasche codedi carta. Essi scappano finalmente,soddisfatti e malcontenti, mentrela signorina si affanna per farestare zitte le scolare che nonl'ascoltano.

Io piego e taglio insieme conAnaïs; Luce fa il pacco e lo portaalla direttrice, Marie ammucchia.Alle undici del mattino piantiamotutto e ci riuniamo per ripeterel'Inno alla natura. Verso le cinque

Page 554: Colette-Claudine a Scuola

ci agghindiamo un poco, tiriamofuori di tasca lo specchietto; certeragazzine compiacenti dellaseconda classe stendono ilgrembiule nero dietro ai vetri diuna finestra aperta; davanti aquesto specchio scuro cirimettiamo il cappello, e io miscompiglio i riccioli, Anaïs si tirasu il nodo dei capelli, cascante, ece ne andiamo.

Il paese comincia ad agitarsiquanto noi. Pensate un po': JeanDupuy arriva fra sei giorni! Iragazzi se ne vanno al mattino intanti carretti, cantando a vocespiegata e frustando con tutta laforza delle braccia il ronzino che litira; vanno nel bosco del comune,e anche nei boschi privati, ne sonocerta, a scegliere alberi e asegnarli; soprattutto abeti, olmi,pioppi dalle foglie vellutate

Page 555: Colette-Claudine a Scuola

moriranno a centinaia: bisognabene onorare questo ministro dinuova nomina! La sera, sullapiazza, sui marciapiedi, le ragazzepreparano rose di carta e cantanoper attirare i ragazzi che venganoad aiutarle. Dio mio, comeaffretteranno il lavoro, quelli!Immagino già che ci si metterannodi gran lena.

Alcuni falegnami levano itramezzi mobili del salone delmunicipio dove si terrà ilbanchetto; sta sorgendo un granpalco nel cortile.

Il medico-ispettore Dutertre fabrevi e frequenti apparizioni,approva tutto quello che si staarchitettando, batte sulla spalladegli uomini, pizzica il mentodelle donne, paga da bere esparisce per ritornare subito dopo.Felice paese! In questo frattempo

Page 556: Colette-Claudine a Scuola

si devastano i boschi, si va giornoe notte a cacciare di frodo, ci sipicchia all'osteria, e una pastora diChêne-Fendu ha dato in pasto aimaiali il suo neonato. (Dopoqualche giorno hanno rinunciato aprocedere contro di lei, poichéDutertre è riuscito a dimostrarel'irresponsabilità di quellaragazza... Non ci si occupa già piùdi questa faccenda.) Con questosistema corrompe il paese, ma, diduecento furfanti, si è fattoaltrettante anime dannate cheammazzerebbero e morirebberoper lui. Sarà eletto deputato. Ilresto che importa!

Noi, Dio mio, facciamo rose.Cinque o seimila rose non sonouna cosa da poco. Tutta la classedelle piccine si dedica a fareghirlande di carta pieghettata, daicolori delicati, che ondeggeranno

Page 557: Colette-Claudine a Scuola

un po' dappertutto in balìa dellabrezza. La signorina teme chequesti preparativi non siano finitiin tempo, e ogni sera ci dà daportare a casa una provvista dicarta velina e di fil di ferro;lavoriamo a casa dopo pranzo,prima di pranzo, senza tregua; intutte le case, le tavole sonoingombre di rose bianche, azzurre,rosse, rosa e gialle, gonfie, dritte efresche all'estremità del gambo.

Occupano tanto posto che nonsi sa dove metterle; traboccanodappertutto, fioriscono in mucchimulticolori e al mattino leriportiamo a fasci, come seandassimo a fare gli auguri aiparenti.

La direttrice, il cui cervelloribolle d'idee, vuole per giunta farcostruire un arco di trionfoall'entrata delle scuole; le colonne

Page 558: Colette-Claudine a Scuola

saranno ingrossate da rami dipino, da fronde dispostedisordinatamente e guarnite dirose. Il frontone porterà questaiscrizione, formata di rose rosa, suun fondo di muschio:

Benvenuti!E' grazioso, non è vero?Anch'io ho avuto una trovata,

ho suggerito l'idea di coronare difiori la bandiera, cioè noi.

"Oh, sì" hanno gridato Anaïs eMarie Belhomme.

"Va bene." (Per quello che cicosta!) "Anaïs, tu sarai incoronatadi papaveri; Marie, tu avrai undiadema di fiordalisi, e io,biancore, candore, purezza,metterò..."

"Che cosa? Fiori d'arancio?""Li merito ancora, signorina!

Più di lei senza dubbio!""I gigli ti sembrano abbastanza

Page 559: Colette-Claudine a Scuola

immacolati?""Mi secchi! Prenderò

margherite; sai benissimo che ilmazzo tricolore è composto dimargherite, papaveri e fiordalisi.Andiamo dalla modista."

Scegliamo con aria sprezzantee altezzosa; la modista ci prende lamisura del giro della testa e cipromette "quello che di meglio sipuò fare". L'indomani riceviamotre corone che mi affliggono:diademi rigonfi nel mezzo comequelli delle spose di campagna;come si fa a essere belle con robasimile! Marie e Anaïs, rapite, siprovano la rispettiva corona fra uncerchio di ragazzine inammirazione; io non dico niente,mi porto via il mio arnese a casa,dove lo disfo comodamente. Poi,sullo stesso fusto di filo di ferro,ricostruisco una corona fragile,

Page 560: Colette-Claudine a Scuola

delicata, le grandi margheritestellate, disposte come a caso,pronte a staccarsi; due o tre fioripenzolano a grappoli vicino alleorecchie, alcuni scivolano dietrofra i capelli; mi provo sul capo lamia opera. Non vi dico una paroladi più! Non c'è pericolo cheavverta le altre due!

Vi è un aumento di lavoro: i

diavoletti! Voi non lo sapete, nonpotete esserne informati. Sappiateche a Montigny una scolara nonassisterebbe alla premiazione, auna qualsiasi festa solenne, senzaessere debitamente arricciata oondulata. Niente di strano inquesto, certamente, benché questerigide spirali e questiarricciamenti eccessivi dianopiuttosto ai capelli l'aspetto discope arrabbiate; ma le mamme di

Page 561: Colette-Claudine a Scuola

tutte queste ragazzine - sarte,giardiniere, mogli di operai ebottegaie - non hanno il tempo, néla voglia, né l'abilità di fare i ricci atutte queste teste. Indovinate a chitocca questo lavoro, a voltedisgustoso? Alle maestre e allescolare della prima classe! Sì, èuna follia, ma che volete? E'un'abitudine, e questa parolarisponde a tutto. Una settimanaprima della distribuzione deipremi, le piccole ci importunano esi iscrivono sulle nostre liste.

Almeno cinque o sei perciascuna di noi! E per una testapulita di bei capelli morbidi,quante zazzere untuose e... magariabitate!

Oggi incominciamo a mettere idiavoletti a queste ragazzine dagliotto agli undici anni; accoccolateper terra, ci affidano la testa, e,

Page 562: Colette-Claudine a Scuola

come bigodini, adoperiamo i foglidi vecchi quaderni. Quest'annonon ho voluto accettare chequattro vittime e scelte fra quellepulite, per giunta. Ognuna dellealtre grandi arriccia sei piccine! E'un compito non facile, perché leragazze di questi paesi hannoquasi tutte criniereabbondantemente fornite. Amezzogiorno chiamiamo il docilegregge; io incomincio da unabiondina, che ha i capelli vaporosi,lievemente inanellati per natura.

"Come? Che cosa vieni a farequi? Con capelli simili vuoi che teli arricci? E' un vandalismo!"

"To', ma certo voglio che me liarriccino! Non essere riccia ilgiorno della distribuzione deipremi, il giorno che arriva unministro? Non si sarebbe mai vistauna cosa simile!"

Page 563: Colette-Claudine a Scuola

"Sarai brutta come il peccato:avrai i capelli rigidi, una testa dalupo..."

"Non me ne importa, almenoavrò i capelli ricci."

Poiché ci tiene! E dire che tuttela pensano così. Scommetto chepersino Marie Belhomme...

"Dimmi un po', Marie,immagino che resterai come sei,tu che hai i capelli naturalmenteinanellati."

Urla indignata:"Io? Rimanere così? Ma ti

pare! Vuoi che venga allapremiazione con i capelli lisci!".

"Ma io non mi arriccio.""Tu, cara mia, hai onde

piuttosto fitte e poi prendono lapiega abbastanza facilmente... epoi si sa che tu non la pensi maicome tutte le altre."

Mentre parla, arrotola con

Page 564: Colette-Claudine a Scuola

vivacità - con troppa vivacità - lelunghe ciocche color grano maturodella ragazzina seduta davanti a leie sepolta sotto la propriacapigliatura: un cespuglio dondetalora escono acuti gemiti.

Anaïs sta malmenando, nonsenza cattiveria, la sua pazienteche urla.

"Però ha davvero troppi capelli,questa qui!" dice a mo' di scusa.

"Quando si crede di aver finito,si è a metà; l'hai voluto, ci sei,cerca di non gridare!"

Arricciamo, arricciamo... ilcorridoio a vetri si riempie delfruscìo della carta piegata che siattorciglia sui capelli... Quandoabbiamo finito il lavoro, leragazzine si alzano sospirando e cimostrano certe teste irte ditrucioli di carta sui quali si puòancora leggere: "Problemi...

Page 565: Colette-Claudine a Scuola

Morale... duca di Richelieu...".Durante questi quattro giornigirano, così conciate, per le vie, inclasse, senza vergogna. Poiché vidico che è un'usanza.

...Viviamo non so come;

sempre fuori, correndo in qua e inlà, portando o riportando indietrole rose. Noi quattro - Anaïs, Marie,Luce e io -, facendo ovunque lacerca e la requisizione di fiori veri,questi, per ornare la sala delbanchetto, entriamo (inviate dallasignorina che conta sui nostrigiovani visetti per disarmare lepersone riluttanti) in casa di genteche non abbiamo mai visto. Così,per esempio, da Paradis, ilricevitore del registro, perché lavoce pubblica aveva rivelato chepossiede rosai nani in vasi, verepiccole meraviglie. Perduta ogni

Page 566: Colette-Claudine a Scuola

timidezza, gli entriamo in casa, e:"Buongiorno, signore, ci hanno

detto che lei ha dei bei rosai;servono per le giardiniere dellasala del banchetto, lo sa bene;veniamo da parte di... eccetera".Quel pover'uomo balbettaqualcosa nella sua gran barba, e ciprecede armato di cesoie. Ce neandiamo con le braccia cariche divasi di fiori, ridendo,chiacchierando, rispondendosfacciatamente ai ragazzi chelavorano tutti a metter su, allosbocco di ogni via, l'armatura degliarchi di trionfo, e ci interpellano:"Eh, ragazze, se avete bisogno diqualcuno, eccoci qua... è maipossibile! Ecco appunto chestanno cascando! Avete persoqualcosa, raccoglietela dunque!".Tutti si conoscono, tutti si dannodel tu...

Page 567: Colette-Claudine a Scuola

Ieri e oggi i giovanotti sonopartiti all'alba in carretto eritorneranno solo al tramonto,sepolti sotto i rami di bosso, dilarice, di tuia, sotto montagne dimuschio verde che sa di palude; epoi vanno a bere, com'è naturale.Non ho mai visto in un similestato di effervescenza questapopolazione di briganti che, disolito, si infischiano di tutto,persino della politica; escono daiboschi, dalle stamberghe, dallemacchie dove aspettano al varco lepastore, per coprire di fiori JeanDupuy. Chi ne capisce nulla!

Le vie fanno a gara fra loro: lavia del Chiostro costruisce trearchi di trionfo, perché la Gran Viaintendeva di farne due, uno a ogniestremità. Ma la Gran Via si ostinaper puntiglio e costruisce unameraviglia, un castello medioevale

Page 568: Colette-Claudine a Scuola

tutto a rami di pino uguagliati conle cesoie, con torri come garitte.La via dei Fours-Banaux, propriovicino alla scuola, che subiscel'influenza artistico-campestredella signorina Sergent, si limita atappezzare completamente le caseche la fiancheggiano con ramifronzuti e scomposti, poi astendere delle assi da una casaall'altra e a coprire questo tetto diedera penzolante e aggrovigliata.Ne risulta un viale scuro e verde,delizioso, dove le voci si smorzanocome in una stanza tappezzata distoffe; la gente vi passa e ripassasotto con piacere. Allora, furente,la via del Chiostro perde ognisenso della misura e riunisce l'unoall'altro i suoi tre archi trionfalicon fasci di ghirlande di muschio,ornate di fiori, per avere,anch'essa, il pergolato. A questo

Page 569: Colette-Claudine a Scuola

punto, la Gran Via si mettetranquillamente a togliere ilselciato dei marciapiedi, e rizza unbosco, mio Dio, sì, un veroboschetto dalle due parti, conalberelli sradicati e trapiantati.Basterebbero solo quindici giornidi questa emulazione battaglieraperché tutti si sgozzassero tra loro.

Il capolavoro, il gioiello, è lanostra scuola, le nostre scuole.

Quando sarà finito, non sivedrà più trasparire un pollicequadrato di muro sotto la verzura,i fiori e le bandiere. La signorinaha arruolato un esercito digiovanotti; gli scolari più grandi, imaestri: essa li dirige tutti,comanda a bacchetta, leobbediscono senza aprire bocca. E'sorto l'arco di trionfo dell'entrata;arrampicate su scale, la signorinae noi quattro abbiamo passato tre

Page 570: Colette-Claudine a Scuola

ore a "scrivere" con le rose rosa:Benvenuti! sul frontone,

mentre i giovanotti si distraevanoa sbirciarci i polpacci. Di lassù, daitetti delle finestre, da tutte lesporgenze dei muri, viene fuori etrabocca una tale quantità di rami,ghirlande, stoffe tricolori, cordamemascherato sotto l'edera, rosepenzolanti, verzura strisciante che,alla brezza leggera, il vasto edificiosembra ondeggiare dalla base allacima, dondolare pian piano. Sientra a scuola sollevando unatenda frusciante di edera fiorita, ela fantasmagoria continua:ghirlande di rose seguono gliangoli, uniscono le pareti,penzolano dalle finestre. E'delizioso.

Nonostante la nostra attività,nonostante le audaci irruzioninelle case dei proprietari di

Page 571: Colette-Claudine a Scuola

giardini, questa mattina ci siamoviste a corto di fiori.Costernazione generale! Le testecoi diavoletti si chinano, si agitanoattorno alla signorina che riflettecon le sopracciglia aggrottate.

"Eppure ne ho bisogno!"esclama. "Tutta la scansia disinistra è vuota, ci vorrebbero vasidi fiori. Voi della requisizione,venite subito qui!"

"Ecco, signorina!"Scattiamo tutte e quattro

(Anaïs, Marie, Luce, Claudine),scattiamo fuori dal mormorantevortice, pronte a correre.

"Sentite. Dovete andare dapapà Caillavaut..."

"Oh!..."Non l'abbiamo lasciata finire.

Sfido, sentite un po': papàCaillavaut è un vecchio avaraccio,un po' tocco, cattivo come un

Page 572: Colette-Claudine a Scuola

demonio, smisuratamente ricco,che ha una casa e giardinimeravigliosi, dove non entranessuno tranne lui e il suogiardiniere.

E' temuto, perché moltocattivo, odiato, perché moltoavaro, rispettato come un misterovivente. E la signorina vorrebbeche noi gli chiedessimo i fiori!Neppure pensarlo!

"...Guarda, guarda! Si direbbeche vi mando al macello!Riuscirete a intenerire ilgiardiniere, e non lo vedreteneppure, lui, papà Caillavaut. Epoi, che cosa? In ogni caso avetebene le gambe per scappare, no?Filate via!"

Io trascino le altre tre che nonhanno alcun entusiasmo, perchésento una voglia matta, mista auna vaga apprensione, di

Page 573: Colette-Claudine a Scuola

penetrare nella casa del vecchiomaniaco. Le incoraggio:"Andiamo, Luce, andiamo, Anaïs!Vedremo cose strabilianti,racconteremo tutto alle altre... losapete bene, si possono contaresulle dita le persone che sonoentrate da papà Caillavaut!".

Davanti al portone verde, dovetraboccano al di sopra del murocerte acacie fiorite e troppoprofumate, nessuno osa tirare ilcordone del campanello. Io mi ciappendo, scatenando così unformidabile scampanìo; Marie hafatto tre passi per fuggire, e Luce,trasalendo, si nascondecoraggiosamente dietro di me.Niente, la porta resta chiusa. Unsecondo tentativo non ha maggiorsuccesso.

Allora sollevo il saliscendi checede, e, come topi, a una a una,

Page 574: Colette-Claudine a Scuola

entriamo inquiete, lasciando laporta socchiusa. Un gran cortilesabbioso, molto ben tenuto,davanti alla bella casa bianca dallepersiane chiuse sotto il sole. Ilcortile si allarga in un giardinoverde, profondo e misterioso acausa dei fitti boschetti... Ferme,guardiamo senza osare muoverci;anche lì nessuno, e nessunrumore. A destra della casa, leserre chiuse e piene di piantemeravigliose...

La scala di pietra scendedolcemente svasata sino al cortilesabbioso; ogni gradino sostienedei gerani fiammanti, dellecalceolarie dalle piccole corolletigrate, dei rosai nani costretti afiorire troppo.

L'evidente assenza di qualsiasiproprietario mi ridà coraggio: "Ah,dunque, non viene nessuno? Non

Page 575: Colette-Claudine a Scuola

metteremo le radici nei giardinidell'avaro-dormiente-nel-bosco!".

"Zitta!" fa Marie, spaventata."Come, zitta? Anzi, bisogna

chiamare! Ohilà, signore!Giardiniere!"

Nessuna risposta, anche questavolta silenzio. Mi dirigo verso leserre, e, col naso schiacciato suivetri, cerco di indovinare l'interno:una specie di foresta di una tintascura di smeraldo, chiazzata dimacchie appariscenti, fiori esoticidi certo...

La porta è chiusa."Andiamocene" sussurra Luce

che si sente a disagio."Andiamocene" ripete Marie

ancora più turbata. "Se il vecchiovenisse fuori da dietro un albero!"

Questa idea le fa scappareverso la porta, io le chiamoindietro con tutta la mia energia.

Page 576: Colette-Claudine a Scuola

"Come siete stupide! Vedetebene che non c'è nessuno.Ascoltatemi: ciascuna di voi scelgadue o tre vasi dei più belli chesono sulla scala, li porteremo ascuola senza dire nulla e credo cheavremo un vero successo!"

Non si muovono, tentate, dicerto, ma timorose. Io miimpadronisco di due piante diorchidee, chiazzate come uova dicinciallegra, e faccio segno che stoaspettando. Anaïs si decide aimitarmi, si carica di due geranidoppi, Marie imita Anaïs, cosìpure Luce, e tutte e quattrocamminiamo con prudenza. Vicinoalla porta ci riprende la paura,assurda, ci pigiamo come pecorellenella stretta apertura della porta, ecorriamo sino alla scuola, dove lasignorina ci accoglie con grida digioia. Tutte insieme raccontiamo

Page 577: Colette-Claudine a Scuola

l'odissea.La direttrice, stupita, resta un

momento perplessa e poi concludecon noncuranza: "Via, cipenseremo poi! Non è che unprestito, insomma, un po' forzato".Non ne abbiamo mai, mai sentitoparlare, ma papà Caillavaut hamunito i muri di cocci aguzzi e dipunte di lancia (questo furto ci haprocurato una certaconsiderazione: qui se neintendono in fatto dibrigantaggio). I nostri fiori furonocollocati in prima fila, e poi, viassicuro, nella confusionedell'arrivo del ministro, ci sidimenticò completamente direstituirli; i vasi andarono adabbellire il giardino dellasignorina.

Questo giardino è da parecchiotempo l'unica causa di discordia

Page 578: Colette-Claudine a Scuola

fra la signorina e quel donnonedella madre; questa, che è rimastauna vera contadina, vanga, strappale erbacce, dà la caccia allechiocciole nei superstiti rifugi, enon ha altra aspirazione se non dicoltivare riquadri di cavoli, porri,patate, di che nutrire tutte lepensionanti senza comperarenulla, insomma. La figlia, che è untipo raffinato, sogna viali ombrosi,fiori a cespugli, pergoleinghirlandate di caprifoglio, pianteinutili, ohibò! Cosicché si puòvedere ora la vecchia Sergent chevanga con gran disprezzo levernonie del Giappone, le betullepiangenti, ora la signorina che,irritata, calpesta le coltivazioni diacetosella e le cipolline odorose.Questa lotta ci fa sbellicare dallerisa. Bisogna essere giusti, ericonoscere pure che, in tutti gli

Page 579: Colette-Claudine a Scuola

altri luoghi, tranne in giardino e incucina, la signora Sergent sa starecompletamente in disparte, non sifa mai vedere quando ci sonovisite, non esprime un parere nellediscussioni, e porta fieramente lacuffia increspata.

La cosa più buffa, in questepoche ore che mancano, è divenire a scuola e di tornarneattraverso le vie irriconoscibili,trasformate in viali di foreste, insfondi di parchi, tutte olezzantidell'odore penetrante degli abetitagliati. Si direbbe che i boschi checircondano Montigny l'abbianoinvasa, siano venuti quasi aseppellirla... Non avremmo potutoimmaginare, per questo paesesperduto fra gli alberi, unadecorazione più bella e piùadatta...

(Tuttavia non posso dire più

Page 580: Colette-Claudine a Scuola

"adeguata": è una parola che mi faorrore.)

Le bandiere, che daranno unaspetto brutto e volgare a questiviali verdi, saranno tutte messe aposto domani, così pure lelanterne veneziane e i luminicolorati. Pazienza!

Non fanno complimenti connoi: le donne e i ragazzi cichiamano quando passiamo: "Eh,voi che avete pratica, venite un po'qui ad aiutarci a disporre le rose!".

Aiutiamo volentieri, ciarrampichiamo sulle scale; le miecompagne si lasciano - Dio mio, èper il ministro! - fare un po' disolletico sui fianchi e qualchevolta sui polpacci; debbo dire chenon si sono mai permessi similischerzi con la figlia del "signoredelle lumache". Però con questigiovanotti che non ci pensano più

Page 581: Colette-Claudine a Scuola

appena levata via la mano, èinoffensivo e non è neppureumiliante; capisco che le alunnedella scuola si intoninoall'ambiente. Anaïs permette tuttele libertà e ne desidera altre; Féfedla porta giù dalla scala tenendolain braccio. Touchand, detto Zéro,le ficca sotto le sottane qualcheramo pungente di pino; essa gettastrilli come un sorcio prigionieroin una porta e socchiude gli occhiestasiata, senza avere nemmeno laforza di simulare una difesa.

La signorina ci lascia riposareun po', perché teme che siamotroppo stanche per il gran giorno.D'altronde non so che cosaresterebbe da fare: tutto è ornatodi fiori, tutto è a posto; i fiorirecisi sono a bagno in cantina neisecchi di acqua fresca, sarannodistribuiti un po' dappertutto

Page 582: Colette-Claudine a Scuola

all'ultimo momento. I nostri tremazzi sono arrivati questa mattinain una grande e fragile cassetta; lasignorina non ha nemmeno volutoche l'aprissimo del tutto: ha levatouna tavola, ha sollevato un po' lacarta velina che avvolgeva i fioripatriottici e l'ovatta che esalava unprofumo umido: subito la vecchiaSergent ha portato giù in cantinala cassetta leggera in cui sonosparsi granellini di un sale chenon conosco, che impedisce aifiori di avvizzire.

Piena di premure per leprincipali aiutanti, la direttricemanda Anaïs, Marie, Luce e me ariposare in giardino sotto inoccioli.

Sdraiate all'ombra sullapanchina verde, quasi nonpensiamo; il giardino è tutto unronzìo. Come punta da una mosca,

Page 583: Colette-Claudine a Scuola

Marie Belhomme fa un balzo eimprovvisamente si mette asrotolare uno dei grossi diavolettiche da tre giorni le tremolano sulcapo:

"...Che fai?"."Per vedere se sono ricci, no?""E se non lo fossero

abbastanza?""Caspita, li bagnerei questa

sera, andando a letto. Ma vedi,sono molto ricci, vanno bene!"

Luce imita l'esempio e, delusa,fa un piccolo strillo.

"Ah, è come se non avessi fattonulla! Sono ricci in fondo e incima niente o quasi niente!"

Infatti ha di quei capelli sofficie morbidi come la seta, chesfuggono e scivolano sotto le dita,sotto i nastri, e non fanno se nonquello che vogliono.

"Tanto meglio," le dico

Page 584: Colette-Claudine a Scuola

"imparerai. Sei molto infelice dinon avere la testa come unaspazzola!"

Ma essa non si consola, esiccome le loro voci mi annoiano,vado più lontano a sdraiarmi sullasabbia, all'ombra dei castagni. Nonho idee molto chiare: il caldo, lafatica...

Il mio vestito è pronto, mi stabene... sarò bella domani, più diAnaïs la lunga, più di Marie: non èdifficile, tuttavia fa piacere...

Lascerò la scuola, papà mimanderà a Parigi da una zia ricca esenza figli, farò l'ingresso insocietà e insieme farò tantegaffes... Come potrò rinunciarealla campagna con questa fame diverde che non mi abbandona mai?Mi sembra assurdo pensare chenon tornerò più qui, che nonvedrò più la signorina, la sua

Page 585: Colette-Claudine a Scuola

piccola Aimée dagli occhi d'oro,non più Marie, la pazzerella, nonpiù quella cattivaccia di Anaïs, nonpiù Luce, avida di botte e dicarezze... mi dispiacerà di nonvivere più qui. E poi, finché me neresta il tempo, posso ben dirlo:Luce, in fondo, mi piace più diquanto non voglia confessarmelo.Ho un bel ripetermi che non è unagran bellezza, che i suoi vezzi sonoquelli di una bestiola traditrice,che gli occhi sono ingannatori: ciònon impedisce che abbia un suofascino, fatto di originalità, didebolezza, di perversità ancoraingenua... e la carnagione bianca, ele mani sottili all'estremità dellebraccia tonde, e i piedi graziosi.Ma non ne saprà mai nulla! Essasoffre per colpa della sorella che lasignorina Sergent mi ha rapito aviva forza. Piuttosto che

Page 586: Colette-Claudine a Scuola

confessarlo, mi strapperei lalingua!

Sotto i noccioli, Anaïs descrive

a Luce il vestito che metteràdomani; mi avvicino, in vena dicattiveria, e sento:

"Il colletto? Non c'è colletto! E'scollato a punta davanti e dietro,con una guarnizione di mussola alattuga e chiuso da un fiocco dinastro rosso...".

"I cavoli rossi richiedono unterreno magro e pietroso,c'insegna l'ineffabile Bérillon; (18)è proprio quello che ci vuole,Anaïs?

Lattuga, cavoli: non è unvestito, è un orto." (19)

"Signorina Claudine, se vienequi per dire cose tanto spiritose,poteva rimanere sulla sabbia, nonstavamo certo qui ad aspettare

Page 587: Colette-Claudine a Scuola

lei.""Non scaldarti; di', com'è fatta

la sottana, con che verdure lacondiremo? Me la immagino già:c'è intorno una frangia diprezzemolo!"

Luce si diverte moltissimo;Anaïs si ammanta nella propriadignità e si allontana; siccome ilsole sta calando, ci alziamo anchenoi.

Nel momento in cui chiudiamoil portone del giardino, zampillanolimpide risate, si avvicinano, e lasignorina Aimée passa di corsa,sghignazzando, inseguitadall'ineffabile Rabastens, che labombarda di fiori e di semi digrandiflora. Questa inaugurazionealla presenza di un ministrogiustifica piacevoli libertà per lestrade, e anche a scuola, a quantopare! Ma la signorina Sergent

Page 588: Colette-Claudine a Scuola

viene dietro di loro, pallida digelosia e con le sopraccigliecorrugate; più in là la sentiamochiamare: "Signorina Lanthenay,le ho domandato due volte seaveva detto alle sue scolare ditrovarsi qui alle sette e mezzo".Ma quella, pazza, felice discherzare con un uomo e diirritare l'amica, corre senzafermarsi, e i fiori purpurei le siattaccano ai capelli, le scivolanosul vestito... Questa sera ci saràuna scenata.

Alle cinque, le signorine ciradunano con gran fatica, dato chesiamo sparse in tutto l'edificio. Ladirettrice decide di suonare lacampana della cena, e interrompecosì un furioso galoppo che Anaïs,Marie, Luce e io stavamo ballandonella sala del banchetto, sotto ilsoffitto infiorato.

Page 589: Colette-Claudine a Scuola

"Signorine," grida con la vocedelle grandi occasioni "tornatesubito a casa e andate a lettopresto! Domani mattina, alle settee mezzo, vi radunerete qui, vestite,pettinate, in modo che nondobbiamo più occuparci di voi! Vidaremo bandierine e gagliardetti;le signorine Claudine, Anaïs, eMarie prenderanno i mazzi difiori...

Il resto, lo vedrete quandosarete qui. Andatevene, nonsciupate i fiori, passando per leporte, e che io non senta piùparlare di voi sino a domanimattina!"

Aggiunge:"Signorina Claudine, sa il

discorso?"."Altro che! Anaïs me lo ha fatto

ripetere tre volte oggi.""Ma... e la distribuzione dei

Page 590: Colette-Claudine a Scuola

premi?" si arrischia a dire unatimida voce.

"Ah, la distribuzione dei premisi farà quando si potrà! E'probabile d'altronde che io vi dia ilibri qui, semplicemente, e chequest'anno, a causadell'inaugurazione, non vi sia unadistribuzione pubblica."

"Ma... i cori, l'Inno allanatura?"

"Li canterete domani, davantial ministro. Filate via!"

Questa allocuzione hacosternato parecchie ragazzine cheaspettano la distribuzione deipremi come la festa più belladell'anno; se ne vanno perplesse einsoddisfatte sotto gli archi diverzura ornati di fiori.

Gli abitanti di Montigny,stanchi e orgogliosi, si riposanoseduti sulle soglie e contemplano

Page 591: Colette-Claudine a Scuola

la loro opera; le ragazze impieganoil resto del giorno che muore acucire un nastro, a mettere unpizzo sul bordo di una scollaturaimprovvisata, per il gran ballo delmunicipio, cara mia!

Domani mattina, all'alba, igiovanotti spargeranno lungo ilpercorso del corteo uno strato dierba tagliata, di foglie verdi,mescolate con fiori e petali di rose.E se il ministro Jean Dupuy nonsarà soddisfatto, vuol dire che ètroppo esigente; e peggio per lui!

Il mio primo impulso, aprendo

gli occhi questa mattina, è stato dicorrere allo specchio; perbacco,non si sa mai, se questa notte mifosse venuta una flussione didenti? Rassicurata, mi vesto congran cura: giornata meravigliosa,sono solo le sei; ho tutto il tempo

Page 592: Colette-Claudine a Scuola

di agghindarmi. Grazie all'ariasecca, i capelli mi formano comeuna nube. Ho un visetto sempreun po' pallido e aguzzo, ma - viassicuro - occhi e bocca non sonobrutti. Il vestito fruscialeggermente; la sottoveste dimussola, senza amido, ondeggiaalla cadenza del passo e accarezzale scarpe a punta. Ora la corona.Ah, come mi sta bene! Una piccolaOfelia, giovanissima, con certiocchi così stranamente cerchiati!...Sì, quand'ero piccina, mi dicevanoche avevo gli occhi da grande; piùtardi erano gli occhi "poco perbene"; non si può accontentaretutti e se stessi. Preferiscoaccontentare prima me...

Una bella noia è quel grossomazzo di fiori stretto e rotondoche mi imbruttisce. Via, poiché lorifilo a Sua Eccellenza...

Page 593: Colette-Claudine a Scuola

Tutta vestita di bianco me nevado a scuola, per le vie fresche; igiovanotti, che stanno spargendofiori, urlano complimenti spinti,un po' troppo spinti, alla "sposina"che sfugge, selvatica.

Arrivo in anticipo, e tuttaviatrovo già una quindicina discolare, piccine delle campagnecircostanti, delle fattorie piùlontane: d'estate hanno l'abitudinedi alzarsi alle quattro. Ridicole ecommoventi, con le teste enormi,avendo i capelli gonfiati in rigidiciuffi, stanno in piedi per nonspiegazzare i vestiti di mussola,stirati con un appretto troppoazzurrognolo, che si gonfiano,rigidi, annodati alla vita concinture scarlatte o viola; e i voltiabbronzati sembrano proprio neriin mezzo a tutto quel bianco.Quando entro, prorompono in una

Page 594: Colette-Claudine a Scuola

esclamazione di meraviglia subitotrattenuta, e ora tacciono moltointimidite per i bei vestiti el'arricciatura dei capelli, rigirandofra le mani, coperte di guanti difilo bianco, un bel fazzoletto, nelquale la mamma ha versatoqualche goccia di profumo.

Le signorine non si fannovedere, ma al piano superioresento passettini di corsa... Nelcortile sbucano nuvole bianchecon nastri rosa, rossi, verdi eazzurri; le ragazzine giungonosempre più numerose, zitte per lopiù, perché molto affaccendate asquadrarsi e a stringere le labbracon aria sdegnosa. Sembra unaccampamento di donnedell'antica Gallia con questechiome sciolte, inanellate, ricciute,traboccanti, quasi tutte bionde...Una galoppata giù per le scale:

Page 595: Colette-Claudine a Scuola

sono le convittrici - gregge sempreisolato e ostile - che possonoancora portare il vestito dellaprima comunione; dietro di loroscende Luce, leggera come unangora bianco, graziosa con iriccioli molli e ondeggianti, lacarnagione fresca come una rosa.Per renderla decisamente bellanon le ci vorrebbe, come adAimée, un amore corrisposto?

"Come sei bella, Claudine! E latua corona non è affatto ugualealle altre due. Ah, che fortunaessere così bella!"

"Ma, gattina mia, sai che misembri proprio piacente edesiderabile con i tuoi nastriverdi? Sei veramente unabestiolina molto curiosa!

Dove sono tua sorella e lasignorina?"

"Non sono ancora pronte;

Page 596: Colette-Claudine a Scuola

pensa che il vestito di Aimée siabbottona sotto il braccio! Glielosta mettendo la signorina."

"Sì, può durare un pezzo."Dall'alto, la voce della sorella

maggiore chiama: "Luce, vieni aprendere le bandierine!".

Il cortile si riempie di ragazzepiccole e grandi, e tutto questobianco, sotto il sole, fa male agliocchi. (D'altronde troppi bianchidiversi si annullano.)

Ecco Lillina, col solito sorrisoinquietante di Gioconda sotto leondulazioni dei capelli dorati econ gli occhi glauchi; e quellagiovane pertica di Mathilde,coperta sino alle reni da unacascata di capelli color del granomaturo; la dinastia delle Vignale,cinque femmine dagli otto aiquattordici anni, le quali agitanotutte criniere abbondanti, che

Page 597: Colette-Claudine a Scuola

sembrano tinte all'henné;Jeannette, una furbetta dagli occhimaliziosi, cammina con due treccelunghe come lei, di un biondocupo, pesanti come dell'oro scuro,e tante, tante altre; e sotto la lucescintillante queste capigliaturesfavillano.

Arriva Marie Belhomme,attraente nel vestito color crema,con nastri azzurri, piuttosto buffasotto la corona di fiordalisi. Ma,Dio mio, che mani grandi sotto iguanti di capretto bianco!

Finalmente ecco Anaïs, e iosospiro di sollievo vedendola cosìmal pettinata, con ondulazionirigide; con la corona di papaveripurpurei, troppo vicina alla fronte,ha una tal carnagione che sembrauna morta. Con un accordocommovente, Luce e io lecorriamo incontro, prorompiamo

Page 598: Colette-Claudine a Scuola

in un coro di complimenti: "Caramia, come stai bene! Lo sai, cara,davvero nessun colore ti va comeil rosso, stai proprio bene!".

Un po' diffidente, dapprima,Anaïs non sta nella pelle per lagioia, e facciamo un ingressotrionfale nell'aula dove ora leragazzine, al completo, salutanocon una ovazione il tricolore vivo.

Si fa un religioso silenzio:vediamo scendere le signorinesenza fretta, un gradino alla volta,seguite da due o tre convittrici cheportano le bandierine fissate incima a grandi aste dorate. Aimée,perbacco - sono costretta ariconoscerlo - la si mangerebbe dibaci tanto è seducente col vestitobianco di moire lucido (unasottana senza cucitura dietro,basta questo!) con un cappello dipaglia di riso e un velo bianco. Va',

Page 599: Colette-Claudine a Scuola

piccolo mostro!E la signorina la cova con gli

occhi, inguainata nel vestito nero,ricamato a rami lilla, che vi ho giàdescritto. Lei, la cattiva rossa, nonpuò esser bella, ma il vestito lastringe come un guanto, e non sivedono che gli occhi scintillantisotto le onde ardenti, coperte daun cappello nero elegantissimo.

"Dov'è la bandiera?" domandasubito.

La bandiera si avanza, modestae soddisfatta di sé.

"Va bene; va... benissimo!Venga qui, Claudine... Sapevo beneche avrebbe fatto bella figura. Eora mi seduca il ministro!"

Esamina rapidamente tutto ilbattaglione bianco, mette a postoun ricciolo qui, tira un nastro là,chiude la sottana di Luce, che eramezzo sbottonata, ficca

Page 600: Colette-Claudine a Scuola

nuovamente nella crocchia diAimée una forcina che scivolavagiù, e dopo aver scrutato tutto colsuo occhio temibile, prende ilfascio delle iscrizioni varie: "Vivala Francia!", "Viva la Repubblica!","Viva la Libertà!", "Viva ilMinistro!" eccetera, in tutto ventibandiere che distribuisce a Luce,alle Jaubert, ad altre elette chearrossiscono di orgoglio, reggonol'asta come un cero, invidiate dallesemplici mortali che sonofuribonde.

Con gran cura togliamodall'ovatta, come se fosseromonili, i nostri tre mazzi annodaticon fiocchi tricolori. Dutertre haspeso bene i denari dei fondisegreti; io ricevo un fascio dicamelie bianche; Anaïs, uno dicamelie rosse; a Marie Belhommetocca il grosso mazzo di fiordalisi

Page 601: Colette-Claudine a Scuola

grandi e vellutati, poiché la natura,non avendo preveduto iricevimenti ai ministri, hatrascurato di far spuntare camelieazzurre. Le piccole si urtano pervedere, e già si scambianospintoni, pur con acuti lamenti.

"Basta!" grida la signorina."Credete che abbia il tempo di farela guardia? Qui la bandiera! Mariea sinistra, Anaïs a destra, Claudinein mezzo; e via, scendete in cortileun po' svelte! Sarebbe bello cheperdessimo l'arrivo del treno! Leportatrici di gagliardetti seguano aquattro a quattro, le più grandi intesta..."

Scendiamo giù dalpianerottolo, non sentiamo il restodel discorso, Luce e le più grandicamminano dietro a noi, lebanderuole dei gagliardetti cisbattono leggermente sulle teste;

Page 602: Colette-Claudine a Scuola

seguite da uno scalpiccìo dipecore, passiamo sotto l'arco diverzura... Benvenuti!

Tutta la folla che ci attendevafuori, una folla vestita a festa,entusiasta, pronta a gridare: "Vivaqualunque cosa!", vedendoci,prorompe in una grandeesclamazione di meraviglia, comeper un fuoco d'artificio. Superbecome pavoncelli, con gli occhibassi, e scoppiando di vanità,camminiamo pian piano, colmazzo nelle mani congiunte,calpestando lo strato di fiori checopre la polvere; solo dopoqualche minuto ci scambiamosguardi di traverso e sorrisiraggianti, pieni di allegria.

"E' un piacere" sospira Mariecontemplando i viali verdiattraverso i quali passiamolentamente, fra due ali di

Page 603: Colette-Claudine a Scuola

spettatori a bocca aperta, sotto levolte del fogliame che filtrano ilsole lasciando passare una lucefalsa e deliziosa da sottobosco.

"Lo credo bene che cidivertiamo! Si direbbe che la festaè per noi!"

Anaïs non dice parola, troppoassorta nella propria dignità,troppo occupata a cercare, nellafolla che fa ala al nostro passaggio,i giovanotti che conosce e checrede di affascinare. Non è bella,oggi, però, in mezzo a tutto quelbianco, non è bella! Ma gliocchietti le scintillano ugualmentedi orgoglio. Al crocicchio delMercato, ci gridano: "Ferme!".Bisogna che ci raggiunga la scuolamaschile, tutto un corteo scuroche si fatica molto a tenere in fileregolari. Oggi i ragazzi cisembrano molto spregevoli,

Page 604: Colette-Claudine a Scuola

abbronzati e goffi con gli abiti dafesta; le grosse mani impacciatereggono le bandiere.

Durante la sosta, ci siamovoltate tutte e tre, nonostante lanostra importanza: dietro a noi,Luce e le sue compagne siappoggiano bellicosamente all'astadelle bandiere; la piccola èraggiante di vanità e sta drittacome Fanchette quando fa lagraziosa; ride di gioia in tonosommesso, di continuo. E sino aperdita d'occhio, sotto gli archiverdi, con le sottane a sbuffo e lechiome gonfie, si stende e si perdel'esercito delle donne della Gallia.

"In marcia!" Riprendiamo ilcammino leggere come scriccioli,scendiamo la via del Chiostro evarchiamo finalmente questamuraglia verde fatta di tassitagliati a forbiciate, che

Page 605: Colette-Claudine a Scuola

rappresenta una roccaforte, esiccome sulla strada il sole picchiasodo, ci fermiamo all'ombra delboschetto di acacie, vicino alpaese; aspettiamo le vettureministeriali. Ci riposiamo un po'.

"La mia corona sta su?"domanda Anaïs.

"Sì... vedi un po' tu."Le porgo uno specchietto

tascabile, che ho portato perprudenza, e verifichiamol'equilibrio delle nostreacconciature... La folla ci haseguite, ma, troppo pigiata nelsentiero, ha rotto le siepi che lafiancheggiano, e ha calpestato icampi senza curarsi del raccoltodel fieno. I giovanotti delirantiportano fasci di fiori, bandiere eanche bottiglie! (Benissimo,perché ne ho visto uno che sifermava, rovesciava il capo e

Page 606: Colette-Claudine a Scuola

beveva a garganella da unabottiglia da litro.)

Le signore della "società" sonorimaste alle porte del paese, chiseduta sull'erba, chi su seggiolinipieghevoli, tutte riparate daombrellini. Aspetteranno là, è piùdi buon gusto; non convienemostrare troppa premura.

Lontano ondeggiano bandieresui tetti rossi della stazione, doveaccorre la folla; e il chiasso siallontana. La signorina Sergent,tutta vestita di nero, e la suaAimée, tutta in bianco, già ansantiper la fatica di sorvegliarci e dicorrerci accanto avanti e indietro,siedono sul pendìo, con le sottanerialzate per timore di macchiarledi verde. Noi aspettiamo in piedi,senza aver voglia di parlare, ioripasso mentalmente il discorsettoun po' sciocchino, opera di

Page 607: Colette-Claudine a Scuola

Antonin Rabastens, che reciteròfra poco:

""Signor ministro, i bimbi dellescuole di Montigny, ornati dei fioridel paese natale..."

(Ditemi se si sono mai visticampi di camelie, qui!)

"...vi vengono incontro pieni diriconoscenza...""

Pum! Una scarica di fucilateche rimbomba alla stazione fabalzare in piedi le maestre.

Le grida della folla ci giungonocome un rumore sordo, che subitocresce e si avvicina con unostrepito confuso di grida allegre, dimolteplici scalpiccìi e di cavalli algaloppo... Con grande tensioned'animo, fissiamo la svolta dellastrada... Finalmente, finalmentesbuca l'avanguardia: monelliimpolverati che trascinano rami esbraitano, poi ondate di folla, poi

Page 608: Colette-Claudine a Scuola

due vetture chiuse che splendonoal sole, due o tre landò dai quali silevano delle braccia che agitano ilcappello... Siamo tutt'occhi aguardare... Le vetture siavvicinano con un trottorallentato, sono qui, davanti a noi,prima che abbiamo avuto il tempodi rendercene conto, quando siapre a dieci passi da noi losportello della prima carrozza.

Un giovanotto in marsina saltaa terra e tende il braccio sul qualesi appoggia il ministrodell'Agricoltura. Non è per nulladistinto l'Eccellenza, nonostantegli sforzi che fa per apparireimponente. Lo trovo persino unpo' ridicolo, questo burbanzosoometto, dal ventre di fringuello,che si asciuga la fronteinsignificante, e gli occhi arcigni ela barbetta rossastra, perché

Page 609: Colette-Claudine a Scuola

gocciola di sudore. Sfido, non èvestito di mussola bianca, lui; e ilpanno nero, con questo sole...

Lo accoglie un minuto disilenzio curioso; e subito, gridadeliranti di: "Viva il ministro! Vival'agricoltura! Viva la repubblica!"...Jean Dupuy ringrazia con un gestoparco, ma sufficiente. Un grossosignore, con l'uniforme ricamatad'argento, in feluca, e tenendo lamano sull'elsa di madreperla diuno spadino, viene a mettersi asinistra dell'illustre personaggio;un vecchio generale dalla barbettabianca, alto e curvo, si colloca alfianco destro. E l'imponenteterzetto si avanza serio, scortatoda una schiera di signori inmarsina, dai collari rossi e convarie altre insegne cavalleresche.Fra le spalle e le teste, distinguo ilviso trionfante di quella canaglia

Page 610: Colette-Claudine a Scuola

di Dutertre, acclamato dalla folla,che lo festeggia come amico delministro e come futuro deputato.

Cerco con gli occhi lasignorina, le domando con uncenno del mento e dellesopracciglia: "Devo dunquecominciare il discorsetto?".

Annuisce, e io trascino le miedue accolite. Si fa subito unsilenzio sorprendente. Dio mio,come oserò parlare davanti a tuttaquesta gente? Purché quellamaledetta tremarella non misoffochi la voce!

Prima di tutto, in perfettosincronismo, ci sprofondiamonelle sottane con un bell'inchino,che fa frusciare i vestiti, eincomincio (le orecchie mironzano in modo tale che nonsento la mia voce):

"Signor ministro, i bimbi delle

Page 611: Colette-Claudine a Scuola

scuole di Montigny, ornati dei fioridel paese natale, vi vengonoincontro pieni di riconoscenza...".

E poi subito mi faccio animo econtinuo, articolando la prosanella quale Rabastens si rendegarante del nostro "indefettibileattaccamento alle istituzionirepubblicane", tanto tranquilla,ora, come se recitassi in classe ilVestito del Manuel. D'altronde ilterzetto ufficiale non mi ascolta: ilministro pensa che sta morendo disete, gli altri due grandipersonaggi si scambiano sottovoceapprezzamenti:

"Signor prefetto, da dove saltafuori questo quadro?".

"Non ne so nulla, generale, èun amore."

"Sembra un "primitivo""(anche lui!) "Se quella sembra unaragazza di queste parti, vorrei

Page 612: Colette-Claudine a Scuola

essere...""Favorite accettare questi fiori

del suolo materno" concludo,tendendo il mazzo a SuaEccellenza.

Anaïs, affettata, come tutte levolte in cui cerca di avere l'ariadistinta, porge il proprio alprefetto, e Marie Belhomme,paonazza per l'emozione, lo offreal generale.

Il ministro balbetta unarisposta di cui afferro le parole:

"Repubblica... sollecitudine delgoverno... fiducia nelladevozione"; mi irrita. Poi restaimmobile, e io pure; tutti sono inattesa, quando Dutertre,chinandosi al suo orecchio, glisuggerisce: "Suvvia, bisognabaciarla!".

Allora mi bacia, ma goffamente(la sua barba ispida mi punge). La

Page 613: Colette-Claudine a Scuola

fanfara del capoluogo comincia laMarsigliese, e, facendo unvoltafaccia, andiamo verso la città,seguite dalle portabandiera; glialtri alunni fanno ala per lasciarcipassare, e, precedendo il corteomaestoso, passiamo sotto la"roccaforte", rientriamo sotto levolte di verzura; intorno a noiurlano in tono acuto, daforsennati, sembra veramente chenessuno capisca più nulla! Dirittee coperte di fiori, noi tre siamoacclamate quanto il ministro... Ah,se avessi un po' di fantasia,immaginerei subito che noi tresiamo le figlie del re, che entranocol padre in una qualsiasi cittàfedele; le ragazzine sono le nostredamigelle, ci conducono al torneo,dove i prodi cavalieri sidisputeranno l'onore di... Purchéquesti maledetti ragazzi non

Page 614: Colette-Claudine a Scuola

abbiano riempito troppo di olio ilumini colorati, sin da questamattina! Con le scosse che dannoai pennoni, i monelli che vi si sonoarrampicati e urlano, saremmoben conciate! Non parliamo tranoi, non abbiamo nulla da dirci,siamo abbastanza occupate adimenare i fianchi per questagente venuta da Parigi, e a chinareil capo in direzione del vento perscompigliarci i capelli...

Arriviamo nel cortile dellescuole, ci fermiamo, ciraggruppiamo, la folla affluisce datutte le parti, dà l'assalto ai muri evi si arrampica. Con aria sdegnosaallontaniamo piuttostofreddamente le compagne troppodisposte a circondarci, asommergerci; ci scambiamo delleacide frasi: "Ma bada, dunque!... Etu non darti tante arie!...

Page 615: Colette-Claudine a Scuola

Sei stata abbastanza in mostrada questa mattina!". Anaïs lalunga oppone un silenziosdegnoso a queste parole discherno; Marie Belhomme siirrita; io mi trattengo più cheposso dal levarmi una dellescarpine scollate per sbatterla sulviso della più sfacciata delleJaubert che mi ha urtato disoppiatto.

Il ministro, scortato dalgenerale, dal prefetto, da unaquantità di consiglieri, di segretari,di non so bene che cosa (conoscopoco quell'ambiente) che fendonola folla, è salito sul palco e siinstalla nella bella poltrona troppodorata che il sindaco ha toltoapposta dal salotto. Magraconsolazione per quel poveruomo,inchiodato a casa dalla gotta inquesto giorno indimenticabile!

Page 616: Colette-Claudine a Scuola

Jean Dupuy suda e si asciuga ilsudore; che cosa non darebbeperché fosse domani! Del resto, lopagano per questo... Dietro di lui,in semicerchi concentrici, siedonoi consiglieri generali, il consigliomunicipale di Montigny... tuttaquesta gente sudata non deveolezzare...

E allora noi? E' finita la nostragloria? Ci lasciano giù, senza chenessuno ci offra una sedia? E' unpo' grossa! "Venite, voialtre,andiamo a sederci." Non senzafatica ci facciamo strada sino allapedana, noi, la bandiera, e tutte lereggi-stendardo. Là, a testa alta,chiamo a mezza voce Dutertre chechiacchiera, chino sulla spallieradella sedia del prefetto, propriosull'orlo del palco:

"Dottore, ehi, dottore; dottorDutertre, via!... dottore!". Sente

Page 617: Colette-Claudine a Scuola

questo richiamo meglio degli altrie si china sorridendo, mostrandole zanne: "Sei tu! Che cosa vuoi? Ilmio cuore? Te lo do!".

Immaginavo che fosse giàubriaco.

"No, dottore, preferirei unasedia per me e qualche altra per lemie compagne. Ci hannoabbandonate sole solette, con lesemplici mortali: è molto triste."

"Grida proprio vendetta! Vidisporrete a scaglioni, sedute suigradini perché la gente possaalmeno riposarsi l'occhio mentrenoi l'annoieremo coi nostridiscorsi. Salite tutte!"

Non ce lo facciamo dire duevolte, Anaïs, Marie e io ciarrampichiamo per prime conLuce, le Jaubert e le altreportabandiera dietro a noi,imbarazzate perché le aste si

Page 618: Colette-Claudine a Scuola

urtano, si aggrovigliano, ed esse letirano furiosamente a denti strettie con gli occhi bassi, pensando chela folla si diverta alle loro spalle.Un tale - il sacrestano -s'impietosisce e raccogliegentilmente le bandierine cheporta via; di certo i vestiti bianchi,i fiori, i gagliardetti hanno dato aquesto brav'uomo l'illusione diassistere a una festa del CorpusDomini, un po' più laica, e,obbedendo a una antica abitudine,ci porta via i ceri, voglio dire lebandierine, alla fine dellacerimonia.

Installate nel palco etroneggianti, guardiamo la folla ainostri piedi e le scuole davanti anoi, queste scuole oggi bellissimesotto le tende di verzura, sotto ifiori, sotto tutta questaacconciatura fremente che ne

Page 619: Colette-Claudine a Scuola

dissimula il duro aspetto dicaserma. In quanto alla vileplebaglia delle compagne rimastegiù in piedi, che ci osserva coninvidia, si spinge a gomitate e rideforzatamente, noi la disdegniamo.

Sul palco muovono le sedie,tossiscono, e noi ci voltiamo ametà per vedere l'oratore. E'Dutertre che, in piedi nel mezzo,agile e nervoso, si prepara aparlare, senza fogli, a mani vuote.Si fa un silenzio profondo. Sisentono, come durante la messasolenne, gli strilli di un bambinoche vorrebbe andarsene, e, comealla messa solenne, fa ridere. Poi:

"Signor ministro...".Non parla più di due minuti; il

suo discorso, abile e secco, pienodi complimenti grossolani, disottili birbonate (delle qualiprobabilmente non ho capito che

Page 620: Colette-Claudine a Scuola

la quarta parte), è terribile controil deputato e gentile per tutti glialtri esseri umani; per il suoglorioso ministro e caro amico -devono averne fatti dei brutti tiriinsieme - per i suoi cariconcittadini, per la direttrice "diun merito così indiscutibile che ilnumero delle promozioni ottenutedalle scolare mi dispensa daqualsiasi altro elogio..." (lasignorina Sergent, seduta in basso,china modestamente il capo sottoil velo), per noi, in verità "fiori cheportano fiori, bandiera femminile,patriottica e seducente". A questocolpo inatteso, Marie Belhommeperde la testa e si nasconde gliocchi con la mano; Anaïs rinnova ivani sforzi per arrossire, e io nonposso fare a meno di muovere ifianchi. La folla ci guarda e cisorride, e Luce mi strizza

Page 621: Colette-Claudine a Scuola

l'occhio..."...della Francia e della

repubblica!"Gli applausi e le grida durano

cinque minuti, così fragorosi daassordare; mentre si calmano,Anaïs la lunga mi dice:

"Mia cara, vedi Monmond?"."Dove?... Sì, lo vedo. Ebbene

che c'è?""Non fa che guardare la

Joublin.""Ti pesta i calli?""No, ma veramente bisogna

avere gusti ben strani. Maguardalo! La fa salire su un bancoe la sostiene! Scommetto che stapalpando per sentire se ha ipolpacci sodi."

"E' probabile. PoveraJeannette, non so se sia l'arrivodel ministro che la emozionatanto! E' rossa come i tuoi nastri, e

Page 622: Colette-Claudine a Scuola

ha dei fremiti...""Cara mia, sai a chi fa la corte,

Rabastens?""No.""Guardalo, lo saprai."E' proprio vero che il bel

maestro sta guardandoostinatamente una tale... E questatale è la mia incorreggibile Claire,vestita di azzurro, i cui begli occhiun po' malinconici si volgono concompiacenza verso l'irresistibileAntonin... Bene: è stata colpitaancora una volta la compagnadella prima comunione! Fra pocosentirò storie romantiche diincontri, di gioie, di abbandoni...Dio mio, che fame!

"Non hai fame, Marie?""Sì, un po'.""Io muoio di fame. Ti piace il

vestito nuovo della modista?""No, trovo che è vistoso. Pensa

Page 623: Colette-Claudine a Scuola

che più dà nell'occhio, più è bello.La sindachessa ha ordinato il suoa Parigi, lo sai?"

"Fa proprio bella figura! Loporta come una scimmia vestita.

L'orologiaia ha ancora il vestitodi due anni fa."

"To', vuol fare la dote allafiglia, ha ragione quella!"

Il piccolo papà Dupuy si èalzato e incomincia la risposta convoce secca, con un'ariad'importanza proprio divertente.Per fortuna non parla a lungo. Ilpubblico applaude, e anche noi, apiù non posso. E' buffo vederetutte queste teste che si agitano,tutte queste mani levate chebattono in aria, ai nostri piedi,tutte queste bocche nere chegridano... E che bel sole in alto!Un po' troppo caldo...

Vi è un movimento di sedie sul

Page 624: Colette-Claudine a Scuola

palco, tutti quei signori si alzano,ci fanno segno di scendere,accompagniamo il ministro che vaa mangiare, andiamo a farecolazione!

A fatica, sballottate fra la follache si spinge in ondatecontrastanti, riusciamo a usciredal cortile, sulla piazza dove lacalca si allenta un poco. Tutte leragazzine in bianco se ne vanno,sole o con le mamme, moltoorgogliose, che le attendevano;anche noi tre stiamo per separarci.

"Ti sei divertita?" domandaAnaïs.

"Certo, è andata molto bene,com'era bello!"

"Be', io penso... Insommacredevo che fosse più divertente...

Mancava un po' di slancio,ecco!"

"Taci, mi fai rabbia! So quello

Page 625: Colette-Claudine a Scuola

che ti manca: avresti volutocantare qualcosa, tu sola sul palco.La festa ti sarebbe sembratasubito più allegra."

"Di' pure, non mi offendi; si sache cosa valgono similicomplimenti dalla tua bocca!"

"Io" confessa Marie "non misono mai divertita tanto. Oh, checosa ha detto di noi... Non sapevopiù dove nascondermi!... A che oratorniamo?"

"Alle due in punto. Cioè alledue e mezzo, capisci bene che ilbanchetto non sarà finito prima.Arrivederci fra poco."

A casa, papà mi domanda coninteresse:

"Ha parlato bene Méline?".(20)

"Méline? Perché non Sully?(21) E' Jean Dupuy, andiamo,papà!"

Page 626: Colette-Claudine a Scuola

"Sì, sì."Ma trova bella la figlia, e si

compiace di guardarla. Dopo aver fatto colazione, mi

ravvio di nuovo i capelli, raddrizzole margherite della corona, miscuoto via la polvere dalla sottanadi mussola, e aspettopazientemente due ore, resistendoalla meglio al vivo desiderio di farela siesta. Come farà caldo, là, mioDio.

Fanchette, non toccarmi lasottana: è di mussola. No, non tiprendo le mosche, non vedi chedevo ricevere il ministro?

Esco di nuovo; per le strade viè già un brusìo e risuona il rumoredei passi, tutti in direzione dellascuola. Sono molto osservata, nonmi dispiace. Quasi tutte lecompagne sono già presenti

Page 627: Colette-Claudine a Scuola

quando sopraggiungo: facce rosse,sottane di mussola già gualcite eche hanno perso le pieghe, nonhanno più l'aria fresca di questamattina.

Luce si stira e sbadiglia; hafatto colazione troppo in fretta, hasonno, ha troppo caldo, "si sentespuntare gli artigli". Anaïs sola èsempre la stessa, ugualmentepallida, ugualmente fredda, senzafiacchezza e senza emozione.

Le signorine scendonofinalmente. La signorina Sergent,con le guance rosse, sgrida Aiméeche si è macchiata la balza dellasottana col sugo di lampone; lapiccola viziata tiene il broncio escuote le spalle, e si volta senzavoler accorgersi della tenerapreghiera degli occhi dell'amica.Luce spia tutto ciò, s'infuria e si fabeffe.

Page 628: Colette-Claudine a Scuola

"Vediamo, ci siete tutte?"tuona la signorina che, comesempre, fa scoppiare sulle nostreteste innocenti i rancori personali.

"Pazienza, andiamocene, nonho voglia di sorbirmi questaattesa, di aspettare un'ora qui. Infila, e più svelte!"

Che bel vantaggio! Su questoenorme palco, scalpicciamo alungo, perché il ministro non lafinisce più di prendere il caffè e ilresto. La folla, giù, rumoreggia e ciguarda ridendo, con faccegrondanti di gente che hamangiato molto... Le signorehanno portato i seggiolinipieghevoli; l'albergatore di via delChiostro ha disposto qualchepanchina che affitta a due soldi alposto; i giovanotti e le ragazze vi siaccatastano e vi si pigiano; tuttaquesta gente brilla, volgare e

Page 629: Colette-Claudine a Scuola

ridanciana, aspetta pazientementescambiandosi espressioni moltospinte, urlate a distanza con risateformidabili. Di tratto in tratto unaragazzina vestita di bianco si fastrada fino ai gradini del palco, siarrampica, si fa strapazzare erelegare nelle ultime file dallasignorina, irritata da questi ritardie che rode il freno sotto la veletta,ancora più furente a causa dellapiccola Aimée che manovra lelunghe ciglia e i begli occhi per ungruppo di commessi venuti daVilleneuve in bicicletta.

Si leva un "Ah!" di meravigliache sospinge la folla verso le portedella sala del banchetto, che sisono aperte davanti al ministropiù rosso, più sudato ancora diquesta mattina, seguito dalla suascorta di marsine. Facciamo ala alsuo passaggio già con più

Page 630: Colette-Claudine a Scuola

familiarità, con sorrisi diconfidenza; se restasse qui tregiorni, la guardia campestre glidarebbe colpetti sulla pancia,chiedendogli uno spaccio ditabacchi per la nuora che ha trebambini, povera ragazza, e non unmarito.

La signorina ci raggruppa sulfianco destro del palco poiché ilministro e le sue comparse sisiederanno su queste file di sedieper sentire meglio quandocanteremo. Quei signori siaccomodano:

Dutertre, che è del colore delcuoio di Russia, ride e parla troppoforte, ubriaco - tanto percambiare! La signorina ci minacciasottovoce castighi spaventosi sestoneremo; e incominciamo l'Innoalla natura:

Oramai l'orizzonte si colora/

Page 631: Colette-Claudine a Scuola

dei più splendenti e vividibagliori./ Alziamoci, orsù: eccol'aurora/ ed il lavor vuole i nostrisudori!/

(Se il lavoro non si accontentadei sudori del corteo ufficiale,vuole dire che è esigente.)

Le vocine si sperdono un po'all'aria aperta; io mi affanno asorvegliare insieme il secondo e ilterzo gruppo. Jean Dupuy seguevagamente il ritmo dondolando ilcapo, ha sonno, sogna il PetitParisien. Lo svegliano gli applausifragorosi; si alza, si avanza e sicongratula goffamente con lasignorina Sergent, che diventasubito selvatica, abbassa gli occhie si rinchiude in se stessa... Chestrana donna!

Ci fanno sloggiare, cisostituiscono con gli alunni dellascuola maschile che vengono a

Page 632: Colette-Claudine a Scuola

ragliare un coro idiota:Sursum corda! Sursum corda!/

Alti i cuori! Questo motto/ sia ilsegnale d'adunata./ Rinneghiamciò che divide/ per andar dritti allameta!/ Rinneghiamo l'egoismo/che ancor più dei traditori/ faannientar l'amor di patria;/eccetera.

Dopo di loro la fanfara delcapoluogo, l'"amica del Fresnois",viene a far chiasso. E' moltonoioso tutto ciò! Se potessi trovareun cantuccio tranquillo... E poi,siccome non si occupano più dinoi, perbacco, me ne vado, senzadirlo a nessuno, torno a casa, mispoglio e mi sdraio sino all'ora delpranzo. Sarò più fresca al ballo,to'!

Alle nove, in piedi sulpianerottolo, sto respirando lafrescura che cala finalmente. In

Page 633: Colette-Claudine a Scuola

cima alla strada, sotto l'arco ditrionfo, sbocciano i palloni di cartacome grossi frutti colorati.Aspetto, pronta coi guanti, uncappuccio bianco sotto il braccio, ilventaglio bianco in mano, Marie eAnaïs che verranno a prendermi...Passi leggeri, voci note vengonogiù dalla strada: sono loro...Protesto:

"Ma siete matte! Andar via allenove e mezzo per il ballo! Ma lasala non sarà neanche illuminata:è ridicolo!".

"Cara mia, la signorina hadetto: "Comincerà alle otto emezzo, in questo paese sono così,non si può farli aspettare, siprecipitano al ballo appena si sonopuliti la bocca!". Ecco quello cheha detto."

"Una ragione di più per nonimitare i giovanotti e le ragazze di

Page 634: Colette-Claudine a Scuola

qui! Se questa sera ballano le"marsine", verranno verso leundici come a Parigi, e noi avremogià perso la freschezza a forza diballare! Venite un po' in giardinocon me."

Mi seguono a malincuore neiviali cupi dove la mia gattaFanchette, in abito bianco comenoi, va a passo di danza dietro allefarfalle notturne, acrobatica efolle. Diffida nell'udire delle vocidi estranei e si arrampica su unabete, donde i suoi occhi ciseguono come due piccolelanterne verdi. D'altrondeFanchette mi disprezza: l'esame,l'inaugurazione delle scuole, nonsono mai qui, non le prendo più lemosche, un'infinità di mosche cheinfilavo allo spiedo su unospillone da cappello e che leisfilava delicatamente per

Page 635: Colette-Claudine a Scuola

mangiarle, tossendo talvolta acausa di una fastidiosa ala che le sifermava in gola; le do solo di radola cioccolata e i corpi delle farfalleche le piacciono tanto, e la sera micapita persino di dimenticarmi di"farle la camera" fra due Larousse.Pazienza, cara Fanchette! Avròtutto il tempo di tormentarti e difarti saltare attraverso il cerchio,poiché, purtroppo!, non torneròpiù a scuola...

Anaïs e Marie non resistonopiù, mi rispondono soltanto con sìe no distratti, hanno il formicolìoalle gambe. Suvvia, andiamo,dunque, poiché ne hanno tantavoglia! "Ma vedrete che lesignorine non saranno neppurescese!"

"Oh, capirai, non hanno che dascendere la scaletta interna pertrovarsi nella sala da ballo; ogni

Page 636: Colette-Claudine a Scuola

tanto danno un'occhiata dallaporticina per vedere se è giunto ilmomento giusto per fare il loroingresso."

"Appunto, se arriviamo troppopresto, sembreremo dellesciocche, sole solette con quattrogatti in quella grande sala!"

"Oh, come sei noiosa,Claudine! Guarda, se non c'ègente, saliremo per la scaletta aprendere le convittrici escenderemo quando sarannogiunti i ballerini!"

"Va bene così, allora." E io che temevo che questa

grande sala fosse vuota. Più dellametà è già piena di coppie cheballano al suono di un'orchestramista (installata sul palcoinghirlandato, in fondo alla sala),un'orchestra composta di

Page 637: Colette-Claudine a Scuola

Trouillard e di altri strimpellatorilocali di violino, cornetta etrombone, uniti a elementidell'"amica del Fresnois" colberretto gallonato. Tutti insiemesoffiano, grattano e pestano conpoca fusione, ma con enormeslancio.

Dobbiamo farci stradaattraverso la siepe di gente cheguarda e ingombra la porta diingresso, spalancata, poiché sapeteche qui il servizio d'ordine!... Quisi scambiano le osservazioniscortesi e i pettegolezzi sui vestitidelle ragazze, sull'accoppiamentofrequente degli stessi ballerini eballerine:

"Cara mia, mostrare la pelle aquel modo! E' una sgualdrinella!".

"Sì, e poi esibire che cosa?Ossa!"

"Sono quattro volte, quattro

Page 638: Colette-Claudine a Scuola

volte di seguito che balla conMonmond! Se fossi sua madre, lafarei rigare dritto, la manderei aletto, io!"

"Quei signori di Parigi nonballano come da noi."

"E' vero! Si muovono così poco,che si direbbe abbiano paura difarsi male. I giovanotti di qui,vivaddio, si divertono senzarisparmiare fatiche!"

E' vero, benché Monmond,brillante ballerino, si trattenga dalvolteggiare con le gambe a X, datala presenza dei signori di Parigi.

E' un bel cavaliere, Monmond,e come se lo contendono. E'impiegato da un notaio; con unviso da fanciulla e i capelli neriricciuti, come volete che gli siresista?

Facciamo un timido ingressotra due figure di quadriglia, e

Page 639: Colette-Claudine a Scuola

attraversiamo pian piano la salaper andare a sederci, come treragazzine serie, su una panca.

Me lo immaginavo, lo vedevoche il mio vestito mi stava bene,che i capelli e la corona mifacevano un visetto non certoinsignificante, ma gli sguardisornioni, i volti improvvisamentefissi delle ragazze che si riposano esi sventolano me ne danno lacertezza e mi sento ancor piùsicura di me stessa. Possoesaminare la sala senza timore.

Le "marsine" non sono certonumerose! Tutto il corteo ufficialeha preso il treno delle sei; tantisaluti al ministro, al generale, alprefetto e al loro seguito. Sonorimasti soltanto cinque o seigiovanotti, semplici segretari,d'altronde simpatici e dibell'aspetto, che in piedi in un

Page 640: Colette-Claudine a Scuola

angolo hanno l'aria di divertirsistraordinariamente a questo ballo:non ne hanno mai visto unosimile.

Gli altri ballerini? Tutti igarzoni e i giovanotti di Montignye dei dintorni, due o tre in marsinadi brutto taglio, gli altri in giacca:meschini abbigliamenti per questaserata che hanno voluto farcredere fosse ufficiale.

Come ballerine, solo ragazze damarito, perché, in questo paeseprimitivo, la donna cessa di ballareappena sposata. Hanno fattosfoggio, questa sera, le giovani!Vestiti di tulle azzurro, di mussolarosa che fanno sembrarecompletamente nere questecarnagioni vigorose dicontadinotte, dai capelli lisci e nontroppo ariosi, coi guanti di filobianco e - checché ne dicano le

Page 641: Colette-Claudine a Scuola

comari sulla porta - nonabbastanza scollate; i busti sifermano troppo presto là dove lacarne diventa bianca, soda etondeggiante.

L'orchestra dà alle coppie ilsegnale di unirsi e, fra lo sventolìodelle sottane che ci sfiorano, vedopassare la compagna della primacomunione, Claire, illanguidita egraziosissima, a braccetto del belmaestro Antonin Rabastens, cheballa con slancio e ha un garofanobianco all'occhiello.

Le signorine non sono ancorascese (sorveglio assiduamente laporticina della scala segreta dadove appariranno), quando unsignore, una delle "marsine", fa uninchino davanti a me. Mi lascioportare via; non è antipatico,troppo alto per me, robusto, eballa bene senza stringermi

Page 642: Colette-Claudine a Scuola

troppo, guardandomi dall'alto conaria divertita...

Come sono sciocca! Non avreidovuto pensare che al piacere diballare, alla gioia schietta di essereinvitata prima di Anaïs, che sbirciail mio cavaliere con occhiinvidiosi; e da questo valzer nonritraggo che dispiacere, unatristezza, sciocca forse, ma cosìacuta che trattengo le lacrime congran fatica... Perché? Ah, perchéno, non posso essere sincera,completamente, sino in fondo,posso solo accennare... mi sentol'animo dolorante, perché, io chenon amo affatto il ballo, vorreiballare con uno che amassi contutto il cuore, perché vorrei averequi questo tale per sfogarmi adirgli tutto ciò che confido solo aFanchette o al mio guanciale (enemmeno al diario), perché sento

Page 643: Colette-Claudine a Scuola

una terribile mancanza di costui, ene sono umiliata, e non miconcederò se non a questo tale,che amerò e che conoscerò afondo... sogni che non siavvereranno mai, ohibò!

Quello spilungone del mioballerino non tralascia didomandarmi:

"Le piace il ballo, signorina?"."No, signore.""Ma allora... perché balla?""Perché il ballo è ancora

meglio che nulla."Due giri in silenzio, e poi

ricomincia:"Posso notare che le sue due

compagne servono benissimo a farrisaltare la sua grazia?".

"Oh, Dio mio, sì, lo può. Marie,però, è piuttosto carina."

"Che cosa dice?""Dico che quella vestita di

Page 644: Colette-Claudine a Scuola

azzurro non è brutta.""Io... non apprezzo molto quel

genere di bellezza... Mi permettedi invitarla sin da ora per ilprossimo valzer?"

"Volentieri.""Non ha il carnet?""Non importa; qui conosco

tutti: non me ne dimenticherò."Mi riconduce al posto e non ha

ancora voltato le spalle che Anaïssi congratula con un "Cara mia"dei più stizzosi.

"Sì, è proprio simpatico, non èvero? E poi è divertente sentirloparlare, se sapessi!"

"Oh, lo sappiamo che hai tuttele fortune, oggi! Io sono invitataper il prossimo ballo da Féfed."

"E io," dice Marie che èraggiante "da Monmond! Ah, eccola signorina!"

Infatti ecco le signorine. Nella

Page 645: Colette-Claudine a Scuola

porticina in fondo al salone, essesi inquadrano l'una dopo l'altra:prima la piccola Aimée, che si èmessa soltanto un corpetto da seratutto bianco, molto vaporoso,donde escono due spalle delicate erotondette, braccia fini egrassocce; nei capelli, vicino alleorecchie, qualche rosa bianca egialla ravviva ancor più gli occhidorati che non ne avevano bisognoper brillare!

La signorina Sergent, semprein nero, ma con un abito dilustrini pochissimo scollato suuna carne ambrata e soda, coicapelli vaporosi che fannoun'ombra ardente sul voltosgraziato e lasciano splendere gliocchi, non sta per nulla male.Dietro di lei serpeggia la fila delleconvittrici bianche, con vestitiaccollati, insignificanti; Luce corre

Page 646: Colette-Claudine a Scuola

verso di me a raccontarmi che si èscollata rivoltando la partesuperiore del busto, nonostantel'opposizione della sorella. Hafatto bene.

Quasi nello stesso tempo entradalla porta principale Dutertre,rosso, eccitato e che parla troppoforte.

A causa delle dicerie checircolano in paese, nella sala vienemolto osservato l'ingressosimultaneo del futuro deputato edella sua protetta. Non fa unagrinza: Dutertre va diritto dallasignorina Sergent, la saluta, esiccome l'orchestra attacca unapolca, la trascina sfacciatamentecon lui. Lei, rossa, con gli occhisocchiusi, non apre bocca e balladavvero con grazia! Si formano dinuovo le coppie e l'attenzione sidistoglie.

Page 647: Colette-Claudine a Scuola

L'ispettore, dopo averriaccompagnato al posto ladirettrice, viene accanto a me, ed èuna lusinghiera cortesia che vienemolto osservata. Balla la mazurcacon violenza, non col ritmo delvalzer ma girando troppo,stringendomi troppo, parlandomitroppo fra i capelli:

"Sei graziosa come unamorino!".

"Prima di tutto, dottore, perchémi dà del tu? Sono abbastanzagrande."

"No, dovrei avere soggezione?Guardate un po' questasignorina!...

Oh, i tuoi capelli e questacorona! Mi piacerebbe tantolevartela!"

"Le giuro che non sarà lei alevarmela."

"Taci o ti bacio davanti a tutti!"

Page 648: Colette-Claudine a Scuola

"Nessuno si stupirebbe: glienehanno già viste fare tante..."

"E' vero. Ma perché non vieni atrovarmi? Ti trattiene soltanto lapaura, hai certi occhi viziosi... Va'là, va' là, ti riacchiapperò ungiorno o l'altro; non ridere, mifaresti arrabbiare alla fine!"

"Via non faccia tanto il cattivo,non le credo."

Ride mostrando i denti, e iopenso in cuor mio: "Parla pure:l'inverno prossimo sarò a Parigi, etu non mi ci incontrerai!".

Dopo se ne va a ballare con lapiccola Aimée, mentre m'invitaMonmond, in giacca d'alpaca. Ionon rifiuto, no, perbacco! Purchéportino i guanti, ballo moltovolentieri con i giovanotti delpaese (quelli che conosco bene)che sono gentili con me, a modoloro. E poi ballo ancora una volta

Page 649: Colette-Claudine a Scuola

con la lunga "marsina" del primovalzer, sino al momento in cuiriprendo un po' il fiato duranteuna quadriglia, per non diventarerossa e anche perché la quadrigliami sembra ridicola. Claire miviene vicino e si siede, dolce elanguida, intenerita, questa sera,di una malinconia che le si addice.La interrogo:

"Dimmi un po', ci sono moltechiacchiere sul tuo conto, aproposito dell'assiduità del belmaestro".

"Oh, credi?... Non si può dirnulla, perché non c'è nulla."

"Andiamo! Non vorrai farmisteri con me?"

"Dio mio, no! Ma la verità èche non c'è niente... To', ci siamoincontrati due volte, questa è laterza, lui parla in un modo...seducente! E poco fa mi ha

Page 650: Colette-Claudine a Scuola

domandato se qualche volta allasera vado a spasso dalle partidell'abetaia."

"Si sa che cosa vuol dire. Checosa risponderai?"

Sorride senza parlare, con ariaincerta e desiderosa. Ci andrà.

Sono buffe queste ragazzine!Eccone una che dai quattordicianni in poi, bella e buona,sentimentale e docile, si è fattapiantare successivamente da unamezza dozzina di innamorati. Nonci sa fare. E' vero che non ce lasaprei fare neppure io, che stocostruendo ragionamenti cosìbelli.

Mi prende un vago senso divertigine, a forza di girare, esoprattutto di veder girare. Quasitutte le "marsine" se ne sonoandate, ma Dutertre, che giravorticosamente, balla con tutte le

Page 651: Colette-Claudine a Scuola

ragazze che trova carine, o anchesoltanto giovanissime. Le trascina,le fa roteare, le stringepalpeggiandole e le lascia allibite,ma straordinariamente lusingate.Dalla mezzanotte in poi,l'ambiente si fa sempre piùintimo; essendosene andati i"forestieri", ci si ritrova fra amici,il pubblico dell'osteria diTrouillard nei giorni festivi;solamente si sta più comodi inquesta grande sala gaiamentedecorata, e il lampadario illuminameglio delle tre lampade a petroliodella taverna. La presenza deldottor Dutertre non è fatta perintimidire i giovanotti, tutt'altro, egià Monmond non costringe più ipiedi a strisciare sul pavimento dilegno. Volano, quei piedi, si alzanoal di sopra delle teste e siallontanano pazzamente l'uno

Page 652: Colette-Claudine a Scuola

dall'altro in grandi balzi prodigiosi.Le ragazze lo ammirano, soffocanole risa nel fazzoletto profumato diacqua di Colonia a buon mercato."Cara mia, fa crepare dalle risa. E'unico!"

A un tratto questo forsennatopassa con la violenza di un ciclone,trascinando la ballerina come unfagotto, perché ha scommesso "unsecchio di vino bianco", pagabilealla mescita installata nel cortile,che avrebbe "fatto" tutta lalunghezza della sala in sei passi digaloppo; ci si raggruppa, lo siammira. Monmond ha vinto, mala sua ballerina - Fifine Baille, unasgualdrinella che porta in paese illatte e tutto quello che le si chiede- lo lascia furente e lo insulta.

"Razza di cialtrone, avrestipotuto stracciarmi il vestito! Vieniancora a invitarmi che te le

Page 653: Colette-Claudine a Scuola

canterò io!"Il pubblico si sbellica dalle risa,

e i giovanotti approfittano dellaressa per pizzicare, fare il solleticoe accarezzare quanto trovano aportata di mano. Diventano troppoallegri, fra poco vado a letto. Anaïsla lunga, che ha potuto finalmenteconquistare una "marsina"ritardataria, passeggia con lui perla sala, si sventola, ride fortetubando, felice di vedere che ilballo si anima e i giovani sieccitano; ce ne sarà almeno unoche la bacerà sul collo o altrove!

Dove mai sarà andatoDutertre? La signorina ha finitoper spingere la sua piccola Aiméein un angolo e le fa una scena digelosia, ridiventata imperiosa etenera dopo aver lasciato ilbell'ispettore; l'altra ascoltascrollando le spalle, con lo

Page 654: Colette-Claudine a Scuola

sguardo assente e la fronteostinata. In quanto a Luce, ballasfrenatamente ("Non ne perdouno!"), passando dalle bracciadell'uno a quelle dell'altro, senzaperdere il fiato; i giovanotti non laconsiderano bella, ma quandol'hanno invitata una volta,tornano, tanto la sentonoflessuosa, piccola e abbandonatafra le braccia, e leggera come unfiocco di neve.

La signorina Sergent è sparita,ora, forse offesa nel vedere che lafavorita balla, nonostante i suoirimproveri, con un bellimbustoalto, biondo, che la stringe forte,che la sfiora coi baffi e con lelabbra, senza ch'essa neppure siscomponga. E' l'una, oramai nonmi diverto più e vado a letto.Durante l'interruzione di unapolca (qui la polca si balla in due

Page 655: Colette-Claudine a Scuola

tempi, fra i quali le coppiepasseggiano in fila intorno allasala, a braccetto), fermo Luce,mentre passa, e la costringo asedersi un minuto:

"Non sei stanca di questolavoro?".

"Taci, ballerei otto giorni diseguito! Non mi sento le gambe..."

"Allora ti diverti molto?""Lo so forse? Non penso a

nulla, ho la testa intontita, è tantobello! Mi piace molto quando mistringono... Quando mi stringonoe si balla in fretta, fa venir vogliadi urlare!"

Ma che cosa si sente tutto a untratto? Scalpiccìi, strilli di unadonna schiaffeggiata, insulti chevengono urlati... Forse che igiovanotti se le danno? Ma no,viene dal piano superiore,perbacco!

Page 656: Colette-Claudine a Scuola

Gli strilli diventano subito cosìacuti che s'interrompe lapasseggiata delle coppie;diventiamo inquieti, e un'animabuona, il coraggioso e ridicoloAntonin Rabastens, si precipitaverso la porta della scala interna,l'apre... Il tumulto cresce,riconosco con stupore la voce dellavecchia Sergent, quella vocestridula di vecchia contadina, cheurla insulti spaventosi. Tuttiascoltano, inchiodati al loro posto,in un silenzio perfetto, con gliocchi fissi su quella porticina dallaquale proviene tanto chiasso.

"Ah, razza di una sgualdrina!Non l'hai fatta franca! Eh, gliel'horotto il manico della scopa sullaschiena, a quel porco del medico!

Eh, gliele ho date sulgroppone! Ah, era un bel pezzoche vi sospettavo! No, no, cara

Page 657: Colette-Claudine a Scuola

mia, non sto zitta, me ne infischioio della gente del ballo! Sentanopure, ne sentiranno di belle!Domani mattina, no, non domani,subito, faccio fagotto, non dormo,io, in una casa simile! Spudorata!hai approfittato che era ubriaco,fuori di stato (sic), per portarteloda te, quel dongiovanni! E' dunquecosì che era aumentato il tuostipendio, svergognata! Se ti avessifatto mungere le vacche come hofatto io, non saresti arrivata aquesto punto! Ma la pagherai, logriderò dappertutto, voglio che tisegnino a dito per la strada, voglioche ridano di te! Non può farmiproprio niente, il tuo ispettore,anche se dà del tu al ministro, gliho dato un sacco tale di legnateche è scappato: ha paura di me!

Viene a fare i suoi comodi qui,in una camera dove rifaccio io il

Page 658: Colette-Claudine a Scuola

letto tutte le mattine, e non sichiude neppure dentro! Scappamezzo svestito, a piedi nudi, che isuoi sporchi stivaletti sono ancoraqui! To', eccoli, i suoi stivaletti;che tutti li vedano!"

Si sentono gettar giù dallascala le scarpe che rimbalzano;una casca sino in basso, sullaporta, in piena luce: uno stivalettodi vernice, tutto splendente efine... Nessuno osa toccarlo. Lavoce esasperata si affievolisce, siallontana lungo i corridoi, fra unosbatacchiare di porte, si spegne.Allora ci guardiamo in faccia:ognuno stenta a credere alleproprie orecchie. Le coppie ancoraunite rimangono perplesse, inascolto; e a poco a poco qualcherisata sorniona si disegna sullebocche ironiche, corre,canzonatrice, fin sul palco dove i

Page 659: Colette-Claudine a Scuola

suonatori si fanno buon sangue,proprio come gli altri.

Cerco con gli occhi Aimée, lavedo pallida come il suo vestito,con gli occhi spalancati, fissi sullascarpa, punto di mira di tutti glisguardi. Un giovanotto si avvicinaa lei pietosamente, offrendole diuscire un momento perrimettersi... Essa gira intorno deglisguardi smarriti, scoppia insinghiozzi e si precipita fuoricorrendo.

(Piangi, piangi figlia mia,questi momenti penosi tirenderanno più dolci le ore digioia.) Dopo questa fuga nessunosi trattiene più dal divertirsi conmaggior piacere, dallo scambiarsidelle gomitate, dicendo: "Hai vistoche razza di roba!".

Sento allora accanto a me unoscroscio di risa, un riso pungente,

Page 660: Colette-Claudine a Scuola

soffocante, invano represso nelfazzoletto: è Luce che si sbellicadalle risa su un panchettino,piegata in due, piangendo dallagioia e ha nel viso una taleespressione di felicità senz'ombrache anch'io scoppio a ridere.

"Ma sei pazza, Luce, a ridere aquesto modo?"

"Ah, ah... Oh, lasciami... E'troppo bello... Ah, non avrei maiosato sperare una cosa simile. Ah,ah, posso andarmene, mi sonodivertita per un pezzo... Dio mio,come fa bene!..."

L'accompagno in un angoloappartato perché si calmi un poco.Nella sala chiacchierano forte enessuno balla più... Che scandalo,quando spunterà l'alba!... Ma unviolino lancia una nota sperduta,lo seguono le cornette e itromboni, una coppia abbozza

Page 661: Colette-Claudine a Scuola

timidamente un passo di polca,due coppie la imitano, poi tutte lealtre; qualcuno chiude la porticinaper nascondere la scandalosascarpa, e il ballo ricomincia piùallegro, più scapigliato, dopo chetutti hanno assistito a unospettacolo così buffo, cosìinaspettato! Io vado a letto,pienamente felice di avereconcluso con questa seratamemorabile i miei anni di scuola.

Addio, scuola; signorinaSergent e Aimée, addio; addio,piccola Luce felina, e cattivaAnaïs! Vi lascio per entrare insocietà; e mi stupirei davvero senon dovessi divertirmici come ascuola.

NOTE:(17) Gioco di parole

intraducibile: "vase" significa

Page 662: Colette-Claudine a Scuola

"vaso" e "fango". [N.d.T.](18) Autore di opere di

divulgazione agricola e dieconomia domestica. [N.d.T.]

(19) Gioco di paroleintraducibile: chou significa"cavolo" e "fiocco"; chicoréesignifica "cicoria" e "gorgiera" o"lattuga". [N.d.T.]

(20) Felix Méline (1838-1925)fu ministro dell'agricoltura dal1883 al 1885. [N.d.T.]

(21) Sully (1560-1641),ministro di Enrico IV, diede ungrande impulso all'agricoltura.[N.d.T.]

Page 663: Colette-Claudine a Scuola

Table of Contents

Claudine a scuolaIntroduzione