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Centro Studi C.N.I. - 16 dicembre 2014

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Centro Studi C.N.I. - 16 dicembre 2014

INDICE RASSEGNA STAMPA

Indice Rassegna Stampa

Centro Studi C.N.I. - 16 dicembre 2014

Pagina I

GRANDI OPERE

Più controlli sui fondi per le grandi opereSole 24 Ore 16/12/14 P. 10 1

LIBERALIZZAZIONI

Il ritardo sulle liberalizzazioniRepubblica 16/12/14 P. 31 Alessandro DeNicola

2

APPALTI PUBBLICI

Appalti, pagamenti bimestraliItalia Oggi 16/12/14 P. 28 Andrea Mascolini 3

ILVA

Ilva, Riva assolti dal giudice civileSole 24 Ore 16/12/14 P. 15 Jacopo Giliberto 4

ENERGIA

Mani cinesi sull'energia europea. L'eolico inglese al colosso nucleareRepubblica 16/12/14 P. 27 Luca Pagni 5

No guarantee of a magic stimulus in new low price eraFinancial Times 16/12/14 P. 10 6

UNIVERSITÀ

Atenei, pronti i dati sui fondi del 2014Sole 24 Ore 16/12/14 P. 41 Gianni Trovati 11

AVVOCATI

Contributo unificato: avvocati all'attacco sull'aumento del 10%Sole 24 Ore 16/12/14 P. 45 12

Più controllisui fondiper le grandiopere

Conti correnti dedicati, si-stemi di segnalazione di movi-menti anomali, utilizzo obbliga-torio di bonifici Sepa: arriva lastrett-a sui flussi di denaro pub-bliconellegrandi opere. Ilgiro divite è contenutonellelineeguidaapprovate dal Comitato di coor-dinamento per l'alta sorveglian-za delle grandi opere (Ccasgo).

Il vademecum per il monito-raggio finanziario sulle infra-strutture strategiche (previstodall'art. 36 del Dl 90/2014) nellasostanza estende a tutte le opere«legge obiettivo» i controlli spe-rimentati con il progetto Capaci(«Creation of automatic proce-dures against the criminal infil-tration in public contracts») av-viato dal Ccasgo nel 2012 e com-pletato a settembre, finanziato ericonosciuto dalla Commissioneeuropea come «best practice».Le linee guida del Ccasgo (guida-to dal prefettoAlessandraGuidi),già sperimentate su alcuni lavori(tra cui il Grande progetto Pom-pei, Metropolitana C di Roma eMetropolitana M4 di Milano),dovranno essere ora adottate dalCipe con un'apposita delibera.

Il sistema si applicherà a tutti isoggetti coinvolti a vario titolonella realizzazione dell'opera.Dunque non solo a contraente ge-nerale (o concessionario) e su-bappaltatori, ma anche a tutti i for-nitori «legati al contratto princi-pale da unadipendenzafunzionale, diretta o indiretta». Êsottoposto a monitoraggio ancheil pagamento delle indennità diesproprio.

Ogni impresa dovrà dotarsi diun conto corrente dedicato, su

cui potranno essere registratisoltanto i movimenti legati allarealizzazione dell'opera. Gli ope-ratori dovranno anche trasmet-tere alla stazione appaltante glielementi identificativi del con-tratto e l'Iban del proprio contocorrente, eseguire i pagamentisolo cono bonifici Sepa, autoriz-zare la banca a trasmettere al Di-partimento della programma-zione economica (Dipe) le infor-mazioni relative agli estratti con-to giornalieri e aibonifici emessi.

Tuttiibandidigarapergrandiopere successivi alla deliberadel Cipe che renderà operativele linee guida dovranno conte-nere l'impegno dell'aggiudica-tario ad assolvere tutti gli obbli-ghi previsti pena la nullità delcontratto. Per adeguare i con-tratti già stipulati alle linee gui-da,vieneinveceprevistalatirmadi un «protocollo operativo»con l'impegno dell'aggiudicata-rio ad adottare gli obblighi pre-visti dal vademecum

Mau. S.0 RIVRODU7lONE RISERVATA

Grandi opere Pagina 1

IL RITARDO S LIBERALIZZAZ ION I

RmAi da qualche settimanaè statopubblicato l'Indice delle liberaliz-zazioni curato dall'Istituto BrunoLeoni. Si tratta di un lavoro utile

perché dà la percezione di dove potrebbeessere l'economia italiana e di quali bene-fici potrebbero godere i consumatori se so-lo il nostro Paese imitasse non Hong Kongo il Texas, ma alcuni Paesi europei di di-mensioni paragonabili al nostro. Lo studiomette a confronto le economie dei 15 "vec-chi" Paesi Ue assegnando un punteggio di100allanazionepiùliberalizzatanei lOset-tori presi in considerazione (poste, ferro-vie, trasporto aereo, mercato elettrico, te-lecomunicazioni, lavoro, televisione, car-buranti, gas naturale, assicurazioni) e unoinferiore alle altre a seconda della distanzadalla prima. 100 non rappresenta un mer-cato "ideale", semplicemente il più concor-renziale tra i 15, fornendo così parametriconcreti.

Come se la cava l'Italia? Malino, siamo iterzultimi davanti al Lussemburgo (che inrealtà è un'economia aperta salvo per i ser-vizi a rete, viste le dimensioni del Paese, eper trasporto aereo e ferroviario) e alla so-lita Grecia. Primo in classifica è da anni ilRegno Unito con punteggio di 94 e il grup-petto di testa comprende Olanda, Spagnae Svezia seconde a pari merito con 79. LaFrancia condivide con noi il terzultimo po-sto col 66. Quali sono le caratteristiche diun mercato liberalizzato? L'Indice adottauna metodologia classica e sensata: rap-presentano impedimenti alla concorrenzatutti gli ostacoli normativi, regolamentari,fiscali o parafi scali che limitino la libertà diingresso di nuovi concorrenti (licenze onu-meri chiusi), l'esercizio dell'attività im-prenditoriale (basti pensare ad una rigidanormativa giuslavoristica) e l'uscita dalmercato (ad esempio il salvataggio di car-rozzoni decotti che si configura come con-

correnza sleale nei confronti degli altri at-tori).

Dov'è più debole l'Italia? Purtroppo noneccelliamo in nessun settore, ma siamoparticolarmente scarsi in termini assolutinella distribuzione dei carburanti, poste eferrovie e in termini relativi nel mercatodella televisione (ultimi) e del lavoro (pe-nultimi davanti ai poveri ellenici). Preve-dibilmente, per la scarsa competitività delsettore carburanti la colpa è dell'alta pres-sione fiscale e delle normative che richie-dono ai nuovi entranti servizi obbligatori(tipo le pompe per l'idrogeno) per poteraprire. Lo Stato protegge gli incumbent.

Interessanti i casi di ferrovie e poste. Peril trasporto su rotaia, che pure è miglioratograzie a un concorrente nell'Alta Velocità,uno degli elementi che favoriscono l'aper-tura del mercato è la separazione tra la so-cietà dei trasporti equellaproprietariadel-la rete. Inoltre, più in generale, le impreseche gestiscono infrastrutture o reti quan-do sono possedute dallo Stato godono divantaggi sia nell'erogazione di fondi chenei rapporti col regolatore. Questo dovreb-be far riflettere il governo che sembra in-

vece intenzionato a privatizzare parzial-mente Fs, mantenendone il controllo, e te-nendo unite Trenitalia e Rfi: due mossecontrarie ad una politica liberalizzatrice.Diversa la situazione delle Poste che godo-no di un limitato monopolio nella notifica-zione di atti giudiziari e multe (chissà per-ché). Elementi discorsivi sono anche la mo-dalità di compensazione dell'onere di ser-vizio universale, il regime dei titoli abilita-tivi e la probabile esistenza di sussidi in-crociati coni servizi bancari ed assicurativi.

Sfortunatamente, i piani di privatizza-zione di cui si discute non sembrano occu-parsi di tutto questo. Il ministro Guidi,quando ha presentato l'Indice, ha ricorda-to che grazie alle liberalizzazioni il Pil ita-lianopotrebbe aumentare del4%in cinqueanni e dell'8% nel lungo termine. Ha pro-messo inoltre l'approvazione del disegnodi legge sulla concorrenza. Bene, sembrache nel governo ci sia dunque consapevo-lezza del problema che comprende anchegli ostacoli normativi e regolamentari chefavoriscono le imprese di proprietà statale.

Intervenire su questi snodi sarebbe unsegno che qualcosa sta cambiando: pur-troppo qualche giorno dopo la pubblicazio-ne dell'Indice il ministro dell'Economia Pa-doan ha frenato sul processo di privatizza-zione delle proprietà pubbliche menzio-nando in modo sibillino il fatto che rendereefficienti le aziende statali potrebbe avereconseguenze sull'occupazione. Il proble-ma è che non risanandole, si dilaziona loscioglimento dei nodi fino a farli diventareinestricabili. Poi si è sentito dire che il go-verno si appresterebbe a varare il decretoper la valorizzazione e la successiva quota-zione delle Ferrovie. Sarà. Per ora atti con-creti non se ne vedono e la legge sulla con-correnzaè ancoraincorsiadi attesa: non unbel vedere per il "governo delle riforme".

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Liberalizzazioni Pagina 2

LEGGE T)T ST,I BIETTA/ Sí tenta di' mettere c rcalclie toppa nel settore delle costru zioni

Appalti, pagamenti bimestraliAncora per e anni 10% d'anticipo all appaltatore

DI ANDREA MASCOLINI

ino a tutto i12016l'ap-paltatore dovrà esserepagato in corso d'operaalmeno ogni due mesi;

proroga di due anni, fino al31 dicembre 2016, della nor-ma che obbliga le stazioniappaltanti a concedere all'ap-paltatore l'anticipazione deldieci per cento del valore delcontratto di appalto. Sonoqueste le proposte contenu-te in due emendamenti delgoverno al disegno di leggedi stabilità 2015 all'esamedel senato e riguardanti dueaspetti di particolare rilievoper il settore delle costruzio-ni, gravemente provato daquesti, anni di crisi econo-mica. E con l'emendamento1.6000 presentato dal gover-no in Commissione bilanciodel senato che si prevede, invia transitoria, fino a tuttoil 2016, una espressa dero-ga alla disciplina vigente intema di predisposizione deglistati di avanzamento dei lavo-ri (Sal) da parte del direttoredei lavori contenuta nell'ar-

ticolo 194 del dpr 207/2010(Regolamento del codice deicontratti pubblici). La nor-ma regolamentare stabilisceche, quando in relazione allemodalità specificate nel con-tratto di appalto, si deve ef-fettuare il pagamento di unarata di saldo, il direttore deilavori provvede alla reda-zione dello stato di avanza-mento lavori (documento cheriassume tutte le lavorazionie somministrazioni eseguitedall'inizio dell'appalto fino aquel momento). Nella normavigente, quindi, il momentoin cui si procede al pagamen-to delle rate di acconto dipen-de esclusivamente da quan-to stabilito nel contratto. Laproposta del governo, invece,lega direttamente l'obbligodel direttore dei lavori dipredisporre il cosiddetto Salad una cadenza almeno bi-mestrale, così da consentireall'impresa di ottenere il pa-gamento. La finalità è quelladi prevenire, da un lato, ec-cessivi ritardi nella erogazio-ne delle risorse da parte dellastazione appaltante in base

ai lavori svolti e, all'altro,comportamenti non virtuosida parte delle imprese che sitrovino in situazione di diffi-coltà di liquidità. Tutto ciò inderoga, appunto, all'articolo194 del regolamento e finoal 31 dicembre 2016 ma peri coli contratti che verrannostipulati successivamenteall'entrata in vigore della leg-ge di stabilità 2015. Vicever-sa per i contratti in essere lemodalità di redazione dei Sale il connesso pagamento dellerate di acconto sarà sempredisciplinato da quanto pre-visto nel contratto, quindisenza obbligo di emissionealmeno ogni due mesi.

Un secondo emendamento(1.5000) incide poi sul profilodell'anticipazione del prezzo,altro profilo di particolareinteresse per le imprese dicostruzioni, In particolare ladisposizione proposta dal go-verno opera sull'articolo 26-ter del decreto-legge 69/2013,convertito nella legge 98/2013che ha previsto, in deroga alprincipio del divieto di anti-cipazione del prezzo, che per

i contratti di appalto relati-vi a lavori, disciplinati dalcodice dei contratti pubblicie affidati a seguito di garebandite successivamenteal 20 agosto 2013, l'ammi-nistrazione sia obbligata acorrispondere all'appaltato-re un'anticipazione pari al10% dell'importo contrattua-le e a darne pubblicità negliatti di gara. Tale obbligo eratemporalmente limitato allafine del 2014, ma con l'emen-damento del governo vieneprorogato di due anni, fino al31 dicembre 2016. Rimane,per il resto, confermata l'ap-plicazione delle norme delregolamento del codice deicontratti pubblici che, da unlato, richiedono la costituzio-ne di una apposita garanziafideiussoria di importo pariall'anticipazione concessache verrà gradualmente ri-dotta nel corso dei lavori e,dall'altro, impongono allastazione appaltante di ero-gare l'anticipazione entroquindici giorni dalla data dieffettivo inizio dei lavori.

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Appalti pubblici Pagina 3

La famiglia di un operaio dimessosi nel 1991 e morto di tumore nel 2001 condannata a pagare le spese giudiziali

u va, Riva assolti dal giudice civileLa sentenza: fatti precedenti all'acquisto dell'impresa e controllante non responsabile

Jacopo Giliberto

- Il Tribunale civile di Ta-ranto ieri ha emanato unasentenza sull'Ilva che po-trebbe avere conseguenzesui diversi processi del grup-po siderurgico Riva. Il presi-dente della Terza sezione,Pietro Genoviva, in una cau-sa per danni aperta dai fami-gliari di un operaio del side-rurgico morto di cancro hastabilito che la società non èresponsabile della gestioneprecedente al 1995, quandolo stabilimento era dell'Iri, eche la Riva Fire, la societàche controlla l'Ilva, non ri-sponde in modo solidale del-le attività dell'Ilva.

In altre parole, lo stessoTribunale di Taranto dà ri-sposte opposte rispetto aiprincìpi sui quali si basano ilprocesso penale e i sequestriripetuti dei beni delle societàdel gruppo siderurgico.

La terribile vicenda ogget-to del procedimento civilepresso il Tribunale di Taran-to riguarda un operaio resi-dente nella città jonica che la-vorò all'Ilva durante il perio-do in cui l'acciaieria era del-l'Iri. L'uomo lavorava nellacokeria e nei parchi minerali,alcune delle aree più inquina-te dello stabilimento.

Nel '91 andò in pensionecon le agevolazioni della"legge amianto"; purtroppoventun anni dopo il pensio-nato è morto di cancro al pol-mone. I famigliari hannochiesto all'Ilva e alla capo-gruppo Riva Fire un risarci-mento di 98omila euro. In unsecondo tempo, i famigliarihanno aggiunto nella richie-sta di danni il rischio alla sa-

Iute subito nel ventennio dipensione in qualità di citta-dino di Taranto.

È di ieri la sentenza della

Terza sezione civile, che ad-

dirittura ha condannato la fa-

miglia dell'operaio a risarcire

in tutto 20mila euro a Ilva e

Riva Fire perle spese difensi-

ve delle due società.

Secondo i magistrati civili,la richiesta di risarcimentodei famigliari «si è rivelatadel tutto infondata e va per-tanto rigettata». Per esem-pio, l'operaio lavorò nellafabbrica prima che l'Ilva pas-sasse sotto il controllo delgruppo Riva, e il contratto dicompravendita della società,dice il Tribunale, prevedevache sono a carico esclusivodell'Iri «tutte le sopravve-nienze passive e gli effetti dicontenziosi riferentisi ad attio fatti anteriori». Potrebberoessere rilevanti le conse-guenze se questo principiovenisse esteso agli altri con-tenziosi contro l'Ilvapenden-ti al Tribunale sia in materiacivile che in materia penale.

La capogruppo Riva Fire(definita dal giudice taran-tino «incautamente citatain giudizio») è «a maggiorragione estranea alla diret-ta gestione del locale stabi-limento siderurgico». Inaltre parole, la holding hauna personalità giuridicaautonoma e distinta dallasocietà siderurgica e quin-di non c'è un vincolo di so-lidarietà con l'Ilva.

Anche questo principiopuò avere conseguenze intuttiiprocessi che coinvolgo-no la capogruppo e la conso-ciata Riva Forni Elettrici, co-me per esempio la richiesta dirisarcimento per circa 3 mi-liardi fatta da Comune e Pro-vincia di Taranto.

0 RI PRG DUZIO N E RISERVATA

ILVA Pagina 4

Mani cínesisull'energia europeaL'eolico inglese al colosso nucleare

LUCA PAGNI

Potrebbe suonarestrano che il più grande grup-po cinese specializzato nellaproduzione di energia nuclea-re si metta a investire nelle rin-novabili. E per di più a migliaiadi chilometri di distanza. Lo hafatto China General NuclearCorporation: la societ à control-latadalgovernodiPechino (11impianti atomici pari al55 percento della quota di mercato)ha appena annunciato di averrilevato dal gruppo franceseEdf (lo stesso che in Italia pos-siede Edison) l'80 per cento ditre parchi eolici in Gran Breta-gna. I transalpini, oltre a rima-nere soci di minoranza con l'al-tro 20 per cento, continueran-no aritirare tutta l'energia pro-dotta.

Sotto il profilo economico, lanotizia ha due letture. La pri-ma conferma gli stretti rap-porti tra Pechino e Londra do-po la visita del premier DavidCameron in Cina di un anno fa:da allora, aziende del colossoasiatico hanno rilevato societàinglesi, dall'alimentare al turi-smo. Ma ancora di più confer-ma l'estremo interesse delleaziende di Pechino per tuttociò che si sta muovendo in Eu-

ropa attorno alle società - siapubbliche che private -che ope-rano nel campo dell'energia.

Non per nulla, gli addetti ailavori hanno osservato comel'operazione sull'eolico po-trebbe essere propedeutica aun accordo finanziariamenteben più consistente dei 100 mi-lioni investiti l'altro giorno.I ci-nesi, inrealtà, guardano al pro-getto di rilancio nucleare ap-pena annunciato dal governo

Cameron il mese scorso, per lacostruzione di due nuovi im-pianti nucleari di grandi di-mensioni, il primo già indivi-duato nel Somerset, per un in-vestimento complessivo di ol-tre 24,5 miliardi di sterline percui si è già prenotata Edf.

L'interesse per gli asset elet-trici, del resto, è confermatadalle operazioni già compiute

da China Three Gorges che haacquisito per 2,7 miliardi dieu-

ro dal governo di Lisbona il21,35% della società energeti-ca nazionale, Energias de Por-tugal. Mentre State Grid ofChina (la più grande utilitydelmondo coni suoi 2 milioni di di-pendenti) ha pagato 2,1 mi-liardi per il35 per cento di Cdpreti, la holding della Cassa De-positi Prestiti che controlla siaTerna (rete elettrica naziona-le), sia Snam (rete del gas). Elo stesso vorrebbe fare in Gre-cia, dove il governo di Atene -pressata dalla Troika sulle li-beralizzazioni - assegnerà lamaggioranza della società del-le rete elettrica all'inizio del2015. Una gara in cui è in corsaanche Terna. Uninteresse con-fermato anche da un report diDagong, l'agenzia di rating ci-nese, che già nel settembrescorso faceva intendere comele "reti" saranno nelmirinodel-le aziende di Pechino nei pros-simi anni per «il basso tasso dirischio, i ritorni stabili nel lun-go periodo e gli alti standardtecnologici delle utilities». Lestime previste da Dagong Eu-rope parlano di investimentinei prossimi anni fino a 150 mi-liardi di giuro nell'elettricità efino a 72 miliardi di euro per lereti del gas.

In PortogalloChina Three Gorgesha rilevato il 21,35per cento di Edp,Energia de Portugalper 2,7 miliardi

IN ITALIAState Grid ofChinaha rilevato il 35per cento di CdpReti (Snam eTerna)per2,1 miliardi

In GreciaState Grid ofChine contenderàa Terna lamaggioranza dellarete elettrica greca

ie, RIPRODUZIONE RISERVATA

Energia Pagina 5

No guarantee ofam agic stimulus innew low price eraA 40% fall in the industry benchmark would normallyact as a powerful economic fillip but there are signs thatthe recent decline might not deliver the expected boostto the global economy. By Chris Giles

uddenly the world is awashwith oil . A surprise surge inproduction and weaker thanexpected global demand forcrude have sent oil reserves

soaring and prices tumbling . The 40 percent drop in the oil price to around $60 abarrel since June is by far the biggestshock for the global economy this year.Similar episodes in the past tell us theconsequences are likely to be both pro-found and long lasting. Normally, econ-omists would add "positive" to this list,but doubts are surfacing as neverbefore.

The scale of the current oil shock isdifficult to exaggerate . While financialmarkets and commentators wereobsessed by rising geopolitical tensionsand the latest twists in central banks'policies in the US, Europe and Japan,even larger forces in oil markets wentlargely unnoticed . As late as October, a"key concern" of the International Mon-etary Fund was the risk of an oil pricespike caused by geopolitical tensions.Instead , rising production and weakerdemand growth have left suppliers com-petingto find willing customers.

Rich country stocks of crude oil havedefied the onset of the northern hemi-sphere winter and risen to their highestlevel in two years, according to theInternational Energy Agency. WestTexas Intermediate crude oil pricesdropped from more than $100 a barrelin June to less than $60, with the Euro-pean Brent oil prices followingthe samedownward path. Even a slight uptickyesterday cannot disguise the down-ward trajectory of the price.

Rather than geopolitical tensions inUkraine and Iraq causing an oil shortageand price spike , as foreseen in the IMFscenario, the causality is flowing fromeconomics to politics . The plunge in oilprices now threatens Russia's livingstandards and public finances to thepoint where it will start 2015 as a deval-ued and belligerent nation with nuclearweapons. In the Middle East, the fundsto finance vicious conflicts in Iraq andSyria face greater pressures, whichpromise to stretch all sides. And the USis less likely to want to play globalpoliceman nowthatit can satisfyahnost90 per cent of its energy needs fromdomestic sources, up from 70 per cent asrecently as 2005.

In normal times, the broad effects ofthe oil price drop on the global economyare well known. It should act as an inter-national stimulus that will neverthelessredistribute heavily from oil F-oducingcountries to consumers and the longerthe new prices endure, the more pro-found will be the effects on the structureof industries ácross the world.

But this time, economists are activelydebating whether the world haschanged and other moving parts - suchas falling inflatfon levels and the strongdollar - will throw sand into the worksof the usual economic relationships.

When oil prices fall , there is no ironlaw that it enhances global economicgrowth. The main effect is a huge redis-tribution from oil producers, whoreceive less for the effort of extractingthe blackgold, to consumers who bene-

fit from cheaper transportation andenergy, enabling them to spend moremoney on other goods and services ortosave their windfall.

Most economists still agree withChristine Lagarde, IMF managing direc-tor, who this month said that "it is goodnews for the global economy". The posi-tive effect on growth should arisebecause oil consumers tend to spendmore of their gains than oil producerscuttheir consumption.

Global impact

Gabriel Sterne of Oxford Economicsexplains, "producers have financial sur-pluses and don't tend to cut back, while

lower prices redistribute income tothose who have a higher propensity toconsume and to invest". The scale of theglobal effect is significant . Oxford Eco-

nomics estimates that every $20 fall inthe oil price increases global growth by

0.4 per cent within two to three years.The IMF's core simulations suggest asimilar size of the effect, so the $40

reduction in price would more than off-

set the total 0.5 percentage point down-grades to the IMF's world economicgrowth forecasts for 2014 to 2016 overthe past year. That boost is then ampli-fied if it generates a subsequent lift inconfidence, encouraging companies toinvest and spend.

if the usual effect on the world econ-omy is large, it is always dwarfed by the

Energia Pagina 6

If households in China,Europe andJapan feelthere are reasons to saveany windfalls theyreceive, the globaldemand boost willbeseverely restricted

swings that will benefit some countriesand hit others. The big winners will becountries that are simultaneously heavyusers of energy and largely dependenton oil imports. Moody's, the credit rat-ing agency, calculates that countries"battling high inflation and large oilsubsidy bills, such as Indonesia andIndia, will benefit most from a lowerprice environment".

Looking at 45 different economies,Oxford Economics agrees that emergingeconomy oil importers are likely to bethe main winners. Most advanced econ-omies also gain significantly, althoughas they have less dependence on oil forevery dollar of gross domestic productso their proportionate gains are smaller.A further boon for many emergingeconomies is thàt the fall in pricesallows countries to cut fuel subsidies,removing significant pressure from thepublic finances. Lord Stern of the Lon-don School of Economics says "this isexactly the right moment to remove fos-sil fuel subsidies and intensify carbonpricing".

For oil exporters, however, the out-look is darker. Those which have tendedto spend rather than save oil revenueshave the least capacity to adjust to the

newreality. Moody's estimates thatRus-sia and Venezuela will be hardest hit,since they have "large recurringexpenditure that may be politicallychallenging to cut". The largest oil pro-ducer, Saudi Arabia, has much greaterfiscal buffers since it saved more than itspent. Currency markets have alreadyreacted brutally to those countries itconsiders vulnerable, pushing down therouble 40 per cent against the dollarover the past six months, for example.

So far, so normal. But this time thereare more voices than usual suggestingexpectations of aglobalboost are decep-tive. Stephen King, chief economist ofHSBC, believes lacklustre demand inChina, Japan and Europe over the sum-mer was the primary cause of the col-lapse in prices so the traditional "loweroil prices good: higher oil prices bad"storyis "no longer so obviouslytrue".

He argues that optimism following anoil price fall in economic estimations isbased on positive supply-side develop-ments for the western developed world,but "there are plenty of situations wherefalling oíl prices are merely symptomsof awidermalaise".

Deflation fears -

Mr King argues that much of the pastgains from oil prices have come fromlower interest rates associated with fall-iñg inflation, which cannot happenwhen monetary policy is already stimu-lating economies as hard as it can. Ifhouseholds in China, Europe and japanfeel there are reasons to save any wind-falls they receive, the global demandboostwill be severely restricted.

And one reason consumers might beless willingto opentheir purses and wal-lets this time is that a spectre of lowinflation stalks many advanced econo-mies. While stable orfallingprices makepeople better off, they also potentiallythreaten a prolonged period of stasis ifhouseholds prefer to "wait and see"before spending their money.

That attitude, encouraged by the pos-sibility of lower prices tomorrow could

encourage companies to delay invest-

ment and households to put off con-

sumption, generating a self-fulfillingprophesy of soggy growth and gently

fallingprices.

The threat is not to be dismissed

lightly. Oxford Economies estimates

that with an oil price of $60 a barrel, 13European countries will see their infla-tion rates fall below zero, atleasttempo-

rarily, in 2015.

Aware of the danger that oil could cre-ate persistent disappointment ratherthan a shot in the arm, Peter Praet, chiefeconomist of the European CentralBank, said monetary policy in Europedid not have the normal luxury of sim-ply assuming lower oil prices wouldboost incomes and spending this time."In these conditions monetary policyneeds to react," he said.

Other reasons why an anticipatedboost to demand might be more mutedinclude the sharply rising dollar, whichensures that domestic oil prices outsidethe US_have not fallen by anything likethe 40 per cent headline figure.

Some clues regarding the validity ofthe new fears are provided by history. in

1986, the oil price more than halvedafter Opec failed to control supply, trig-gering a global economic surge that

accelerated global growth to a peak of4.6 per cent in 1988, a rate that would

not be achieved again until2000.In 2008, acute weakness of global

demand led to an oil price decline from$133 to $40 a barrel, but even with fears

of deflation, cheaper oil helped generatea rebound in growth in 2010.

History, then, is kind to the tradi-tional view of the potency of cheap oil instimulating the global economy in goodtimes and bad. But economists alsoknow that history has not been a goodguide to many economic trends over thepastsixyears.

Though a global boost is more likelynow than it was, there is no guaranteecheap oil will cast the magic spell thistime thatit always has inthepast.

Energia Pagina 7

tOutput pressures : a refinery operated by Lukoil in Russia - Andrey Rudakov/6loomberg

Energia Pagina 8

Private investment insector set to suffer

Mexico is opening up its oiI and gas

sector to private investment after

neatly 80 years of state control. But it

stands to see investment squeezed as

nsequence of the oil price plunge.Companies vying far the chance to drill$100m wells say that they may scaleback their interest. The silver lìning forMexico is that it imports about half itspetrel so lower prices are a bonus.Crude accounts far less than 15 per

cent of Mexico's exports and it has ahedging programme which it says willshield it from the impact of price fallsin 2015. A $20-a-barrel fall in the priceof Mexicos oil next year would add upto less than 1 per cent of GDP, "notinsignificant but still manageable froma fiscal perspectìve", according toMoody's, the rating agency.

*

implieatieee of price drop

Negative Positive

***I-

KEY

(&, Net imports of oil andprodocts, 2014' ($bn)

le Netimportsofoilandproducts as % of GDP, 2014'

® Net exports of oil andproducts, 2014' ($bn)

® Net exports of oìl andproducts as % of GDP, 2014'

Oli and gas revenues as%of fiscal receipts, 2013

• Brent crude fiscal break-evenprice far exporters, 2014($ per barre)

111.39Jan 12014

115.5Jun 19

Brent crude price

$ per barrel,year to date

Venezuela

Dependency on highprice exposes Caracas

Ven uela i estimated by economistato Iose $700m for every dollar drop inthe oil price. Even before the latestplunge, there was speculation that the

untry - where oii accounts for96 per cent ot export revenues -mìght default. Those fears haveintensified ìn recent weeks. The

omy is for ast to shrink by 3 percent thís year, while the popolati- isalready sTruggling with shortages ofbasic goods and inflation running at

re than 63 per cent. PresidentNicolás Maduro has said the fair priceof oil is $100 a barrei, but anaiysts atEcoanalflica, a Caracas-based

sultancy, estimáte that the courrtry

eeds a Brent price of above $130 lo

balano. ìts budget. To cover some of

the losses, industry experts say

Venezuela needs lo ramp up its

produ.ction of between 2.4m barrels a

day and 2.8m b/d. But even in the best

of circumstances that would take years

1a come on stream

Bulging wallets todrive consumption

Falling oil prices may slow down theshale revolution but co. still good newsfor the US economy, as the cash savedon filling up a car swells the wallets ofhundreds of millions of consumers.Thefali in oil prices so far will providethe US public about $75bn a year tospend on other goods - about 0.7 percent of total US consumption. Analystsprediet a fall in oil investment butGoldman Sachs pegs it et no morethan 0.1 per cent of GDP. Lower oilprices have made economists moreonfident about the outlnok for 2015

with HSBC raising neM year's growthforecast from 2.6 per cent to 2.8 percent. Cheaper oil wili weigh on alreadylow infiation but the Foderai Reserve istreating that effect as a o,e-off.

609Dec 15 (.1 17.,00 GMT)

Lower revenues putfurther strain on state

Nigeria' emergence as Africa's largestomy ìs thanks mostly to tepid

growth in services. But M. country stil)depends on oil for more than 60 percent of state revenues and 90 per cental export earciags. 5, there is a stormbeewieB in Africa's leading producer.Compounding the turmoìl is the

celating Islamist insurgetcy in partaof the north. Oil production is alsodown - averaging well below its 2.4mb/d capacity, thanks to industriai scaletheff and a Jack of investmentfoliowing fiveyears of legislativeparalysis over reforms te the industry.Foreign portfolio investors have tek-frighi, the government has slashedspending for 2015, the stock market isdown 23 per ceni on the year to dateand the noira has —ti-ed to comeunder pre an 8 per centdevaluation last month.

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Energia Pagina 9

Bloc's deflation fearsgrow as Berlin eyes lift

The EU imports 88 per cent of its oil butits celebrations over plunging priceshave been muted.

At first glance, lower energy priceswelcomerelief to European

industry when it is struggling to retainompetitiveness in relation to the US. In

terms of consumer prices, Mario Draghi,president ofthe European Central Bank,called cheaper oil "unambiguouslyposìtivé'. Jens Weidmann, a member ofin. bank's governing muncil, describedthe low crude priceas being "like a mini-stimulus package".

But Mr Draghi is also qulck to identifythe risks when the EU already fears thatinflation is alarmingly low and could be

ering towards deflation. Manycountries have looked to inflation ioalleviatethe debt burden that ismsiraining their spending power MrDraghi warned that low if prices could

become "embedded" in low wages.OIl's freefall has also battered

European stocks, particularly London'senergy-heavy FTSE. Analysts expectthat major projects in Europe,such as inBrítaín's North Sea, will be put on hold.

Europés leading economy, Germany,is shifting towards renewable power butpetroleum sul l makes up about a thirdof its energyca ption.

However, business confidence hasbeen boosted by cheap oil and thedecline of the euro. German GDP isexpected to grow by l5 per cent in 2015,according to the Munich-based ifoInstitute, of which a quarter of aperde-g, point is attributable to thedrop in oil prices, the institute caid in aforecast last week.

Ifo said the oil price fall would boostoveral I economic activity "not leastthrough an increase in domesticpurchasing power."

Resilience built in butexploration may be hit

Norway appears to be in one ofihebeat positions of any producer. Oslonot only has the world's largestsovereign wealth fund - double thesize of its economy at $87obn - but it

n alsotolerate a lower price.According to Fitch, even at a price of$40 a barrel Oslo would balance itsbudget,thelowestthresholdforalltheoil producers covered by the ratingagency. But Norwegian authorities arestill worried given the Nordic country'sdependence an oil. The central bankcut interest rates unexpectedly to a

curd low last month despite a frothyhousing market Oystein Olsen, thegovernor, worries that an all prìcebelow$70 could cause oil companiesto cut back an investment and delayprojects. Exploration of the Arctic -touted as Norway's next big oil frontierafterthe North Sea - i- a asparticularly at risk for western Europe'sbiggest producer.

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RUS.`IC

'Fragile' tag remainsdespite fiscal boost

Mehmet Simsek, Turkeys financeminister, argues that his countryshould no longer ha seen as one of ihe"fragile fivé' emerging economi,, -because the oil price drop helps

ow Ankara', current accountdeficit, a notorious economi, weakspot. Turkey relies heavily on foreignturi - lari year's energy import biliwas $561m - but officiai, say thedeficit narrows by more than $400mfar each S10 fall in ai1. The impact on

s à I- favourable, sineTunkey has some of ihe highest petroltaxes in the world. The IMF has warnedYhat itre economy remains "sensitive mchanges in external financingconditions" and that a fundamental fixwouid requìre higher savings andambitious structural reforms. Ankarareported disappointing growth figureslast week while the lira plunged to anali-time low against the dollaryesterday amid concerna about thesule of law and suon, US economìcdata. The lastfactor is a reminder that

in US interest rates, and theompanying diversion of funds from

merging markets, could oufweigh anybenefitfor Turkey from oil's slide.

Urgency added toneed for nuclear deal

Tehran was already struggling with theimpact of western sanctions imposedover its nuclear programme before oilbegan to fall. The government ofHassan Rouhani is seeking torebalancethe economy to reduce itsdependen oil in next years$93.6bn budget from round 50 parcent td closerio one-third - whichwould bethe lowest in decades Withno praspect of all prices going up inthe near future there is added pressureto strike a nuclear deal before the Junedeadline. US banking sánctions havecast Iran half its oil revenues. But anagreement couid pofentially allow Iran,which holds the world's fourth largest

es, to sell more crude and haveess to about $100bn of foreign

xchanger whichithasbacobarredfrom sing.Failur couldlead to a shrinking of the economy andsocialunrest.

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rrs,aon¢:rna: eeuaaivri ;

SaudiArabia

Swing producer facesblow to spending

Fiscal buffers are in place to offset the ,impact of any potential domesticdeficit but Saudi Arabia -the world'slargest exporter - wil I still be amongthe Gulf nations most affected bylawer oil prices. At $60 a barrel thekingdom, whose oil receipts accountedfor 85 per cent of exports and 90 percent of fiscal revenue in 2013, wouldexperìence a fiscal deficit equivalent to14 per cent of GDP in 2015, accordingto MOOdys. Its vast foreign exchangereserves, estimated at close to $740bn,will offset some of the negative effectsof much lower if prices, but such astressed scenario is still likely to meana pullback in spending on socialprogrammeswhich had increasedsubstantially following unrest relatedto the Ar ab uprising. Even so, Riyadhha,, used'ts lead i ng pos 't'on in Opec toresist calls far a production cut.

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I -AdDrop enables reformof subsidies and taxes

Heavily dependent on an portad oil andbeset far years by fiscal deficits andhigh inflation, India is an unambiguousbeneficiary of most oil prices. ByOctober, the cast of oil imports hadalready fallen to $1640 aver theprevious 12-month period; from a peakof $1b9bn in July, and that bill willshrinkfurther. Narendra Modïsgovernment has used the opportunityto abandon diesel subsidies formotorists and raise taxes on bothpetrol and diesel. The if price fall cutsthe trade, current account and fiscaldeficits, whi1, the oil-assisted drop ininflation - down to 4.4 per cent inNovember - should lead to Iowa,interest rates and a boost far

vesiment. Not does India suffer sobadly tram some of the negativefactors that will hit fellow Eric, such asRussia: commadities , mostly oil,

ount far mare than half of India'smports and only 9 per cent of itsexports, mostly food.

Rouble's fall worsenscorporate debt burden

Forthe Russian economy, the drop inthe all price and the Ukraine crisishave whipped up a perfect storm. Asoil and gas account for 75 per cent ofthe countrys exports and more thanhalf of its budget revenues, itscurrency moves in lockstep with the oilmarkets. The cubie, which had alreadybeen devaluing under the pressure ofgeopolifical risks , has plummeted sincethe tal I in if gathered pace. As a result,the $600bn burden that Russian banksand companies owe foreign creditors isgetting heavier by the day - a worrythat is even more serious becausewestern sanctions bar most of theseborrowers from refinancing this debtwith US or European banks. WithRussia reliant on imports for almosteverythìng except commadities,inflation has soared to 9.4 per cent ands expected to hit 10 per cent by theyear-and.

Big saving on energyhelps narrow deficit

Japan is a clear winner from fallingcrude . In the last fiscal year to March2014, the energy-poor nation spentY28.41n ($236bn) on mineral fuels, ofwhich more than 90 per cent waslinked to oil. Every 10 per cent drop inthe price of a barrel represents adividend of about Y2.61n. And a 30 percent drop hands back about as muchashas sed by the government

this yearVwhen it put up consumptiontax by 3 percentage poinis. In effect, a

wíng in the countrys budgetdeficit has been "totally paid for, fromabroad",saysHideo Hayakawa,aformer chief economist at the Bank ofJapan. But lower .11 1. a mixed blessingfar the BoJ, as it could make it moredifficuit to achieve its 2 per cent targetforinflation.

Fixed prices preventtrickle-down effect

China benefits less than might beexpected from falling if prices despitebeing the world's largest if importer.That is part y because he heavyreliance on coal means most of theeconomy is exposed to oil pricesthmugh the transport sector Dieseland petrol prices, set by the state, stopclosely, iracking oil prices at around$80 a barrel. That's good news farstate-owned oil refiners CNPC andSinopeç but less so for businesses anddrivers. China's policy banks are alsoheavily exposed to major oil exportersincluding Venezuela, leaving Beijingvuinerable when falling prices hit thosemunirle,' abllity to repay loans.

ReportirgieamAndres Schipani in Caacas, Kathrin Hillein Mosww, Daniel Dombeÿ in Lstanbul,Jude Webber ìn Mexico City, NafinehBoeor9mehr in Tehran, RobinHarding la washing ¡en, BenMcLannahan i nTokyo,Lucy Hornby in Be1mg,Rìchard Milne inStockholm, Vicror Malletin New Delhi, JeevanVasagar ìn Berifn,CAdsrian OI'rver inBmssels, William Wallis andAnjli Raval in London.

TomorrowHaw are oil companlesdealing withihe impact o}lower prices?

F. ¡

Video-eglabef t. daChris Giles and Nail Humediecuss ihe falling crude marketwww.ft.w V ilvideeFollowppaerlesae

www.ftmm/bigdrop

Energia Pagina 10

Unì - _a __ Decreto alla Corte dei conti

Atenei, pronti i dati sui fondi del 2014Gianni Trovati

MILANO

Saranno pubblicati oggi inumeri del fondo di finanzia-mento ordinario 2014 delleUniversità. Il ministero è inattesa della registrazione daparte della Corte degli ultimitasselli nel complesso mosai-co normativo chiamato a di-stribuire le risorse agli ateneistatali, e il bollino della magi-stratura contabile è atteso ap-punto per oggi. In ogni caso,assicurano dal ministero, inu-meri saranno resi noti.

Con questa accelerazione

sul finale Viale Trastevereevita così di sforare il recordnegativo nella tempistica diassegnazione dei fondi. Aspiegare il ritardo è la parti-colare complessità dell'ar-chitettura finanziaria realiz-zata quest'anno per definirel'assegno da destinare a ogniateneo statale.

Il tassello inedito è rappre-sentato dai costi standard, chequest'anno decideranno la di-stribuzione del 20"ßo delle ri-sorse "non premiali", cioè 982milioni di euro, per crescerepoi in cinque anni a coprire

tutti i 5 miliardi che non sonoinfluenzati dalle performanceottenute da ogni sede sulla ri-cerca e sulla didattica. «Inquesto modo - ha sottolineatoieri Marco Mancini, capo di-partimento del Miur perl'Università, l'alta formazioneartistica, musicale e coreuticae la ricerca - l'Università di-venta il primo comparto pub-blico in cui l'intero finanzia-mento statale è assegnato sul-la base di parametri misuratisu indicatori di qualità».

Il finanziamento universi-tario, infatti, in questa chiave

poggia su due capitoli. Quel-

lo "premiale", che nel 2014

vale 1.215 milioni di euro, di-

pende dai risultati raggiunti

dagli atenei in tre campi: la

qualità delle strutture impe-

gnate nella ricerca, misurata

dalla valutazione Anvur

(850,5 milioni), le pagelle

(sempre Anvur) sulla qualità

della produzione scientifica

realizzata dai docenti reclu-

tati dagli atenei nel periodo

valutato (243 milioni) e

l'orizzonte internazionale

della didattica, pesato in ba-

se al numero di studenti Era-

smus e ai crediti conseguiti

all'estero da studenti e laure-

ati (121,5 milioni).

Il secondo capitolo è inve-ce rappresentato dalla spesa"storica", quella che a parti-re da quest'anno viene ap-punto erosa dal meccanismodei «costi standard per stu-dente in corso». Parametri,questiultimi, che devonova-lutare il "prezzo giusto" diogni corso di laurea in baseall'offerta formativa e distrutture. Un passaggio,questo, previsto fin dalla ri-forma Gelmini del 2010, cheora però muove il passo de-cisivo verso l'attuazione.

gianni. [email protected] FIP ROOU?IONERISERVAFA

Università Pagina 11

Per rafforzare gli arbitrati

Contributo unificato:avvocati all'attaccosull'aumento del 10%MILANO

Avvocati all'offensiva per

contestare più il mezzo chel'obiettivo. L'emendamentopresentato dal Governo allaLegge di Stabilità (si veda «IlSole 24 Ore» di domenica),prevede l'aumento lineare dellodo del contributo unificatoper tutti gli scaglioni. Si trove-ranno in questo modo i 54 mi-lioni all'anno che servono a ti-tolo di credito d'imposta perincentivare l'utilizzo di nego-ziazioni e arbitrati.

Una soluzione che però nonpiace all'Oorganismo unifica-to dell'avvociatura (Oua). Lapresidente Mirella Casiellosottolinea che «il provvedi-mento del ministero prevede ilcredito di imposta, una formadi incentivazione fiscale perimplementare la negoziazio-ne e l'arbitrato, ma purtropposceglie come copertura eco-nomica la strada dell'aumentodel contributo unificato.Un'opzione che danneggia icittadini che vedono ancorauna volta compresso un lorodiritto: l'accesso alla giusti-zia». «Non solo - continua Ca-siello - non si comprende co-me il ministero stimi il numerodei futuri procedimenti di ne-goziazione e arbitrato, rispet-tivamente 5oomila e ioomila,con una previsione di succes-so del 45%, sarebbero cioè27omilale "cause" che usufrui-rebbero del credito di imposta.

Invece di puntare su fondiincerti, vistele previ sioni del-l'ufficio legislativo di viaAre-nula, e di mettere, ancora unavolta, le mani nelle tasche deicittadini, oltretutto inunperi-odo di grave crisi economica,sarebbe stato auspicabilepre-vedere stanziamenti adegua-ti, eliminando sprechi eutiliz-zando le risorse che produce

il settore, quelle del Contri-buto unificato, del Fondo uni-co della giustizia, dell'impo-sta di registro».

E sul fronte della negozia-zione assistita e, in particolare,del procedimento davanti al-l'ufficiale di stato civile per di-vorzi e separazioni, il ministe-ro dell'Interno, con circolare n.19 del Dipartimento per gli Af-fari interni, fornisce un pac-chetto di indicazioni. Tra leprincipali, la richiesta di di-chiarazione da ciascuno deiconiugi per attestare l'assenzadi figli minori oppure maggio-renni non autosuffcienti sulpiano economico o portatori di

- . --TTPer l'Internociascun coniugedeve attestarel'assenza di figli minorio non autosufficienti

handicap.Quanto all'esclusione di

patti di trasferimento patri-moniale, questo vuole dire, os-serva la circolare, che, peresempio, devono essere esclu-si accordi che dispongano del-la casa coniugale o dell'asse-gno di mantenimento. L'assi-stenza legale è solo facoltativae dell'attività eventualmenteresa dal legale l'ufficiale di sta-to civile dovrà dare conto nel-l'atto da redigere. L'avvocato,inoltre, nella lettura che ne dàla circolare non può sostituiredavanti all'ufficiale la parte as-sistita, visto che l'opera pro-fessionale dellegale non è qua-lificata espressamente comerappresentanza.

G. Ne.© R]PRODIIDONE RISLRVATA

Avvocati Pagina 12