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Centro Studi C.N.I. - 19 novembre 2012

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Centro Studi C.N.I. - 19 novembre 2012

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INDICE RASSEGNA STAMPA

Indice Rassegna Stampa

Centro Studi C.N.I. - 19 novembre 2012

Pagina I

LIBERALIZZAZIONI

Così le lobby e la burocrazia stanno frenando le liberalizzazioniCorriere Della Sera 19/11/12 P. 12 Lorenzo Salvia 1

RIFORMA ORDINI

Diritto. Lite continua sulla riforma professioniCorriere Della Sera -Corriereconomia

19/11/12 P. 21 Isidoro Trovato 3

IRAP

Irap dei piccoli ad assetto variabileSole 24 Ore 19/11/12 P. 7 Giovanni Parente 4

ARBITRATI

Appalti tracciabili a tutto campo sui siti istituzionaliSole 24 Ore - Norme ETributi

19/11/12 P. 16 6

ENERGIA

Energia, case e imprese efficientiItalia Oggi Sette 19/11/12 P. 18 Roberto Lenzi 7

AVVOCATI

Avvocati in trincea, dalla mafia ai costiSole 24 Ore 19/11/12 P. 8 Serena Riselli 10

MERCATO DEL LAVORO

Digital e new media inarrestabiliItalia Oggi Sette 19/11/12 P. 47 Robert Hassan 11

Vincente la laurea in ingegneriaItalia Oggi Sette 19/11/12 P. 47 13

I futuri ingegneri fanno apprendistatoItalia Oggi Sette 19/11/12 P. 48 14

INNOVAZIONE E RICERCA

La rivoluzione digitale: l'Italia scopre le start-upStampa 19/11/12 P. 1-14 Federico Guerrini 15

CONSIGLI DI DISCIPLINA

Governi o moraleggi?Mondo 23/11/12 P. 79 Franco Stefanoni 20

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COSÌ LE LOBBY E M. _BUROCRAZIASTANNO FRENANDO LE LIBERALIZZAZIONIDai tm alla benzina resta inattuata la maggior parte del «Cresci Italia»

ROMA- Che fine ha fatto lo scontosull'assicurazione per chi fa mettere sul-la macchina la scatola nera ? Non c'è,non si sono messi d'accordo su chi deb-ba pagare quell'apparecchietto in gradodi registrare i movimenti dell'auto. E imedicinali di fascia C da vendere nelleparafarmacie? Ne sono stati sbloccati220 ma qualche vantaggio l'avrà solochi, poveretto , soffre di emorroidi. Nellistone ci sono il Daflon e l'Arvenum,utilizzati appunto dai pazienti di cui so-pra. Gli altri sono tutti farmaci quasiinutilizzati . Per non parlare dei taxi. Ilprimo passo per l'aumento del numerodelle licenze dovrebbe essere fatto dallanuova Autorità dei trasporti . Ma l'Auto-rità non c 'è perché i partiti continuanoa litigare su chi debba accomodarsi suquelle poltrone.

Visto che nel governo siedono diver-si appassionati di musica classica, il pa-ragone ci può stare: il decreto sulle libe-ralizzazioni mette insieme i nomi didue famose sinfonie di Schubert, laGrande e l 'Incompiuta . Un progetto am-bizioso che però è rimasto a metà.Quando il dossier stava muovendo i pri-mi passi, e gli obiettivi erano ancorapiù avanzati di quelli poi approvati inconsiglio dei ministri, i numeri eranodavvero da Grande . Il governo citaval'Ocse e diceva che, allineandoci aglistandard dei Paesi più virtuosi, sarebbestato possibile nel lungo periodo far cre-scere il Pil del 11 %, l'occupazione del-l'8%, i salari in termini reali del 12%. Leassociazioni dei consumatori stimava-no un risparmio di almeno mille eurol'anno a famiglia . Un'esagerazione? Pro-babile. In ogni caso il Cresci Italia, no-me pop per il decreto scelto direttamen-te da Mario Monti, ha perso per stradapiù di un pezzo . C'è stato l 'assalto dellelobby in Parlamento , con tanto di tran-senna al Senato per tenere a bada i co-siddetti sottobraccisti . La mediazionecon le categorie (ricordate l'assedio deitassisti a Palazzo Chigi?), quella con ipartiti , sempre più difficile con l'avvici-narsi delle elezioni e il «ritorno» dellapolitica. E , dopo la conversione in leggedel 24 marzo , la difficoltà di renderedavvero operativi quei 98 articoli. Qual-che settimana fa il Sole 24 ore ha calcola-to che su 53 regolamenti attuativi neerano stati emanati soltanto 11. Da allo-ra qualcosa è cambiato , ma non molto.

ProfessionistiPer avvocati e notai la legge ha cancel-

lato le tariffe minime. Il compenso può

essere fissato liberamente tra le parti an-che se è stata scartata l 'ipotesi del pre-ventivo scritto. Qualche giorno fa il mi-nistro della Giustizia Paola Severino,parlando al congresso dei notai, ha an-nunciato una nuova modifica. Nel decre-to ministeriale sulle modalità di calcolodei contributi, ha detto, sarà possibile«rivedere ciò che in questi mesi si è di-mostrato davvero critico». Non una nuo-va edizione delle tariffe minime su cui«non dobbiamo tornare indietro». Ma lapossibilità di prevedere qualche mecca-nismo, come gli scaglioni per gli atti im-mobiliari , che metterebbe più di un pa-letto alla libera contrattazione tra notaioe cliente.

Far arieNon c'è solo il mini sblocco dei medi-

cinali della ex fascia C, con obbligo diprescrizione e a carico del paziente, cheil presidente delle federazione parafar-macie Giuseppe Scioscia definisce una«presa per i fondell i» . La legge diceva an-che che sarebbero state aperte altre 5 mi-la farmacie ma al momento i bandi sonostati pubblicati solo da quatto regioni:Lombardia , Veneto, Liguria e Lazio. Leparafarmacie hanno fatto ricorso al Tarchiedendo di poter vendere tutti i medi-cinali di fascia C, come il governo avevaipotizzato in un primo momento. Han-no vinto il primo round a Milano, Reg-gio Calabria e Catania, la questione è sta-ta girata alla Corte costituzionale e allaCorte di giustizia europea . La liberalizza-zione potrebbe arrivare solo per via giu-diziaria.

TaxiIl capitolo , dall'impatto limitato ma

simbolico , era già stato ammorbidito incorso d 'opera . All'inizio si era pensatoche dovesse essere la nuova Autorità deitrasporti a decidere l'eventuale aumen-to del numero delle licenze , per aggirarele resistenze dei tassisti che spesso bloc-cano i sindaci . Alla fine il potere dell'Au-torità è stato ridotto ad un semplice pa-rere non vincolante , a decidere restano isindaci. Ma al momento nemmeno que-sto è possibile . L'Autorità non c'è per-ché i tre componenti proposti dal gover-no sono stati bocciati dalla «strana mag-gioranza», innescando una guerra di ve-ti incrociati tuttora in corso. L'Autoritànon ha competenza solo sui taxi ma an-che sul trasporto pubblico locale e suitreni.

AssicurazioniNon manca solo la scatola nera con re-

lativo sconto. Restano ancora da attuarepienamente l'unificazione della tariffaRc auto su tutto il territorio nazionale, ela banca dati dei danneggiati e dei testi-moni, un deterrente alle truffe che comeeffetto finale dovrebbe abbassare i prez-zi. È stato emenato, invece, il regolamen-to che obbliga a rendere disponibile ilpreventivo ori line di altre compagnie almomento della firma della polizza. Ma èstato impugnato davanti al Tar che nonsi è ancora pronunciato.

BenzinaiEntro la fine dell'anno il self service

dovrebbe coprire l'intera rete e questo èun risultato anche se, prima del decre-to, eravamo già all'8o%. La legge dice an -che che bisogna definire un percorsoche consenta ai gestori di stare sul mer-cato in «condizioni eque e non discrimi-natorie». Formula vaga che indica lapossibilità di comprare il carburantedalla compagnia che offre il prezzo mi-gliore, per poi trasferire questo vantag-gio al consumatore. «E invece non ècambiato nulla» dice Roberto Di Vincen-zo, presidente di Fegica, la federazionedei gestori che aderisce alla Cisl. Conun altro buco: «Per legge - dice il sin-dacalista - chi paga il pieno con la car-ta di credito non dovrebbe avere nes-sun costo aggiuntivo fino a Zoo euro. Einvece si paga lo stesso. Le banche dico-no che il servizio non può essere a co-sto zero».

Un mese fa, pur riconoscendo al go-verno Monti di aver accelerato, l'Anti-trust ha detto che sulle liberalizzazionibisognerebbe fare di più. Resta pero' lavera domanda di fondo: ma tutto que-sto si sente poi nelle tasche dei cittadi-ni? La Cgia di Mestre ha calcolato chedal 1990 al 2011 con le liberalizzazionigli italiani ci hanno rimesso: nei settoriaperti alla concorrenza la spesa è salitadi 280 euro l'anno a famiglia. E anche

Liberalizzazioni Pagina 1

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questa, a veder bene, è una famosa sin-fonia. Non la Grande, non l'Incompiuta.Ma un'altro capolavoro di Schubert, laTragica.

Lorenzo SalviaisalviaCcorriere.it

Avvoc2 i-i

Sia per gli avvocati cheper i notai sono statecancellate dalla leggele tariffe minime

Più volte annunciata mamai portata a termine, la«deregulation» dei taxi èla vera incompiuta

medicinali della ex fascia C È rimasta al palo(obbligo di ricetta e a carico l'unificazione su tutto ildei pazienti) sono stati territorio nazionale delsbloccati, ma solo in parte costo dell`Rc Auto

mila le farmacie in attesadi essere aperte comeprevisto dalla legge,ma nel frattempo i bandisono stati attivati sonoin un ristretto numero diregioni italiane.Liberalizzazione al palo

Distributori

Entro la fine dell'annola rete dei self servicedovrebbe coprire l'interoterritorio nazionale

re spesa,all'U, , , i famigli.italiari dalle!ïber-!:., nmpiut, ïl1990- , -ondo

i cella Cgiï ,+; P , reMa non dovrebbero farebene alla concorrenza?

Liberalizzazioni Pagina 2

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L iberal izzaz ion i Tornano a d ividersi le categorie sul r 13712012

sui

te continuaa riforma professioni

Gli agrotecnici ricorrono al Tar contro il provvedimento:troppo dirigismo sul tirocinio. Ma gli architetti non ci stanno

DI ISIDORO TROVATO

embrava una storia finita.La riforma delle professio-ni era stata archiviata co-me acquisita da tutte le ca-

tegorie. E invece il colpo di scena èarrivato alla fine (come nella piùclassica delle tradizioni). Dopo chegli agrotecnici hanno impugnato ilDpr 137/2012, si è riaperta la guer-ra all'interno del mondo professio-nale.

Contro gli agrotecnici, che han-no fatto ricorso al Tar, si sono schie-rati per primi gli architetti e anchealtre categorie sono entrate in fibril-lazione. I motivi del ricorso sonomolteplici ma «il caso più eclatante

sostengono gli agrotecnici ri-guarda il regolamento per la forma-zione continua obbligatoria. Nellaprima versione, il Dpr del governospogliava arbitrariamente i Consi-gli nazionali delle funzioni loro asse-gnate dalla legge, auto-attribuendo-si il compito di disciplinare la for-mazione continua, benché ciò fossein contrasto con la legge».

La cosa però era stata notata dalConsiglio di Stato che aveva chie-sto una modifica del testo. E infattiil Dpr, nella sua forma definitiva, ri-sulta diverso. «Ma si tratta di unamodifica soltanto formale èl'obiezione . Si finge di accoglie-re la modifica ma in realtà si aggiral'ostacolo: le modifiche apportateinfatti stabiliscono che i regolamen-ti sulla formazione continua venga-no predisposti dai Consigli naziona-li, ma siano subordinati al "parerefavorevole del ministero vigilante".Il quale si riserva così l'indebito po-tere di "dettare" i regolamenti, la

sciando in mano ai Consigli solo lapenna per scrivere ciò che, se del caso, sarà loro imposto».

Il ricorso alle vie legali però po-trebbe comportare persino unanuova fase di stallo su un documen-to che era stato ampiamente condi-viso da quasi tutte le categorie.«Noi non avremmo mai voluto ri-correre contro questo provvedi-mento afferma Roberto Orlandi,presidente del Collegio nazionaledegli agrotecnici posto che con-

dividiamo la maggior parte dei prin-cipi contenuti nella riforma. Ciòche contestiamo, dunque, non è ilprocesso di liberalizzazione delleprofessioni, ma il modo con cui ilgoverno lo ha attuato, secondo unprincipio di totale accentramentodi funzioni, privando i Consigli na-zionali professionali dell'autono-mia decisionale prevista per leg-

ge

Lotta per l'indipendenza, dun-que, ma i tempi del tirocinio sem-brano il nervo scoperto che più staa cuore agli agrotecnici. «La que-stione per noi è rilevantissimaammette Orlandi . Infatti, in que-sti anni, abbiamo siglato convenzio-ni per lo svolgimento del tirocinioprofessionale con ben 133 corsi dilaurea distribuiti su 33 ex facoltàuniversitarie; frequentano questicorsi migliaia di giovani, una partedei quali fra pochi mesi si laureerà:hanno diritto di sapere se il tiroci-

nio convenzionale svolto gli consen-te l'accesso all'Albo oppure no».

A schierarsi al fianco del gover-no contro l'iniziativa degli agrotec-nici ci sono gli architetti, che si so-no spinti fino a inviare una letteradi solidarietà al ministro Severino.«Gli architetti italiani sostieneLeopoldo Freyrie, presidente delConsiglio nazionale consideranol'iniziativa sbagliata nella sostanzae nel metodo. Nella sostanza per-ché il Dpr di riforma delle professio-ni è un testo equilibrato e utile, cheha tenuto conto delle realtà profes-sionali italiane, lasciando il giustospazio di autoregolamentazione aiConsigli nazionali, innovando le re-gole delle professioni, ma mante-nendo saldi i principi di salvaguar-dia costituzionale. Nella forma, per-ché l'Italia ha bisogno di cambia-menti profondi sempre impediti,nell'ultimo ventennio, dalla logicadell'interesse particolare che vincesu quello generale».

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Riforma ordini Pagina 3

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Irap dei piccoli ad assetto variabileFondo per l'esonero e delega dovranno «pesare» gli investimenti per tipo di attività

Giovanni Parente

4 =, « Problema: come fa ogni an-no circa un milione e mezzo dimini-imprese e professionisti asapere se deve pagare o menol'Irap? Soluzione numero uno: sichiarisce una volta per tutte co-sa significhi autonoma organiz-zazione, vale a dire il requisito inpresenza del quale bisogna ver-sare. Soluzione numero due: sta-bilire l'importo massimo dei be-ni strumentali che ti costringo-no a pagare. Al momento sonoqueste le due opzioni e illoro de-stino si giocherà al Senato traquesta e le prossime settimane.Il problema dell'Irap dei piccoli,di cui finora si sono occupati pre-valentemente le sentenze dellaCassazione e deiTribunali del fi-sco, è entrato nell'agenda politi-ca con la delega che propone didefinire l'autonoma organizza-zione e da pochi giorni a questaparte anche con il Ddl di stabili-tà. Il voto in commissione Bilan-cio, oltre amodificare l'imposta-zione iniziale con il tetto a detra-zioni e deduzioni e il tagliodell'Irpef, ha messo mano ancheall'Irap: con una serie di inter-venti destinati a ridurre l'inci-denza del costo del lavoro a par-tire dal 2014 e con un fondo adhoc per coprire le esenzioni dimini-imprese e professionisti.Però, ipiccolinon dovranno ave-re dipendenti mentre l'«ammon-tare massimo» (come recita te-stualmente l'emendamento) deibeni strumentali dovrà esserestabilito da un decreto del mini-stero dell'Economia.

Al di là della dotazione delfondo (248 milioni di euro nel2014 e 292 milioni dal 2015) chenon sembra consentire esonerisu larga scala, l'intenzione di fis-sare un tetto si trova a dover fa-re i conti con un aspetto: perogni attività servono livelli dispesa diversi. Come dimostra-no gli esempi a lato - elaboratialla luce dell'esperienza sulcampo - un agente di commer-

cio può aver fatto acquisti piùcostosi di un giovane avvocatoper svolgere la sua attività. Maquesto non vuol dire che sia au-tomaticamente «organizzato»e che debba, quindi, pagarel'Irap. Ecco perché nell'applica-zione di questa misura bisogne-rà fare attenzione alle differen-ze. E questo è uno dei nodi irri-solti a causa del quale si sonosommate nel tempo circaunmi-lione di richieste di rimborsoper un valore complessivo didue miliardi di euro (il dato è ag-giornato allo scorso anno).

Tra l'altro, dopo l'approvazio-ne del Ddl stabilità in Aula allaCamera calendarizzata per que-sta settimana, bisognerà capirese il fondo per l'Irap dei piccoliresisterà all'esame del Senato.Intanto a Palazzo Madama, ini-

zia da domani la prova del noveper il destino della delega fisca-le. È prevista la votazione degliemendamenti in commissioneFinanze e a seguire il testo è atte-so anche qui in Aula. Il corrido-io è stretto: se il provvedimentodovesse essere approvato conmodifiche, dovrebbe tornare dinuovo alla Camera per la terzalettura. Nell'ipotesi di un votoanticipato a marzo, un via liberadefinitivo al mini-restyling delfisco diventerebbe molto com-plicato. E venerdì scorso le im-prese hanno sollecitato la neces-sità di arrivare all'approvazionedella delega come premessa perla creazione di un contesto favo-revole alla crescita.

Tra l'altro sull'attuazione sistava e si sta già ragionando.Sull'Irap dei piccoli - insieme ariforma del catasto, revisionedei regimi semplificati e discipli-na dell'abuso del diritto - c'è giàqualche idea sul tavolo (si vedaIl Sole 24 Ore di lunedì 15 otto-bre).Un'ipotesiè quella di stabi-lire una soglia di valore, che pe-rò andrebbe modulata in base al

Autonoma tipo di attività, per non andare a

organizzazione

e t il requisito in presenza delquale la giurisprudenzariconosce l'obbligo di pagarel'Irap a carico di imprenditoriindividuali, lavoratori autonomi eprofessionisti. Le società, invece,sono in ogni caso assoggettateall'imposta regionale.L'autonoma organizzazioneesiste se i[ contribuente: è, sottoqualsiasi forma, il responsabiledell'organizzazione e, quindi,non èinserito in struttureorganizzative riferibili aresponsabilità e interesse altrui;impiega beni strumentalieccedenti il minimoindispensabile per l'eserciziodell'attività o si avvale in modonon occasionale di lavoratori.

sfavorire chi usa apparecchiatu-re costose. Ulteriore punto chia-ve su cui si cerca di individuarepunti fermi è quello se lapresen-za di dipendenti o collaboratorifaccia scattare l'obbligo di paga-re sempre o se sia necessario, in-vece, considerare l'abitualità omeno dell'aiuto di altri soggettiin studio, a bottega o nella mini-impresa.

Ma la ricerca di una soluzionedeve fare icontianche conl'inco-gnita delle risorse finanziarie.Trovare definitivamente una li-nea di demarcazione comportala rinuncia chiara e consapevolea una quota del gettito Irap, cheserve in buona parte a coprire laspesa delle Regioni per la sanità.Anche per questo finora è statocosì difficile fare chiarezza.

twitter@par gio0 RIPRODUZIONE RISERVATA

Irap Pagina 4

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I casi-tipo a cura di Sergio Pellegrino e Giovanni Valcarenghi "

Quattro esempi di mini-attività che non hanno dipendenti con spese per beni strumentali molto differenziate

AGENTE DI COM MERCIO

AVVOCATO

Svolge l'attività recandosi -aintervalli periodici - presso i clientidella propria zona. Ha soltantoun'autovettura, un telefono cellulareper le comunicazioni e la ricezionedella posta elettronica , un computerportatile utilizzato per l'invio degliordini alla casa mandante e persupporto dei cataloghi elettronici

Ha da poco iniziato l'attività chesvolge presso la propria abitazione,con l'utilizzo di una minimadotazione di materiale informatico(computer e stampante) e l'arredodella sala utilizzata come studio.Inoltre ha un telefono fisso e uncellulare , oltre a uno scooter per glispostamenti

CONSULENTE INFORMATICO

IMBIANCHINO

Un consulente informatico svolgel'attività recandosiprevalentemente presso la sede deiclienti presso i quali effettuainterventi su programmi e reti. Haun veicolo per gli spostamenti, uncomputer portatile con i software edi un telefono cellulare che utilizzaperla reperibilità

5vòlge l'attività presso leabitazioni dei clienti che provvedea ritinteggiare. Non lavorando ingrandi cantieri, ha acquistatosoltanto un autocarro , strumentiessenziali (rulli, pennelli,prolunghe, spatole), un piccolocavalletto smontabile e una scalaallungabile

Beni strumentatiSpesa

(in euro)

Autovettura 32.000

Cellulare 800

Computer 1.200

Beni strumentaliSpesa

(in euro)Computer e stampante 1.500Arredamento studio 6.500Telefonia 1.000Scooter 5.000

Beni .strumentaliSpesa

(in euro)Computer e attrezzaturainformatica 2.500

Autovettura 22.500

Cellulare 500

Beni `StrumeñtaliSpesa;

(in euro)':

Autocarro 13.000

Attrezzatura varia 2.000

Cavalletto e scale 1.000

Irap Pagina 5

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Ga rea Arbitrati solo se autorizzati dalla giunta

Appalti traccíabilia tutto camposui siti istituzionali

Gli appalti vanno pubbli-cizzati in modo specificò coninformazioni sulle procedure,sugli affidatari e sui tempi di re-alizzazione, mentre il ricorsoagli arbitrati va motivato e au-torizzato dall'organo di go-verno dell'ente.

La legge anticorruzione pre-vede chele amministrazioni ag-giudicateci rendano disponibi-li informa semplificata molte in-formazioni relative alla sceltadel contraente e alla proceduraselettiva. Le stazioni appaltantihanno un obbligo specifico dipubblicazione, sui propri sitiistituzionali, dei dati relativi al-l'oggetto della gara, all'elencodegli operatori invitati a presen-tare offerte, all'aggiudicatario eall'importo di aggiudicazione.Lo stesso pacchetto informati-vo deve evidenziare i tempi dicompletamento dell'opera, delservizio o della fornitura, non-ché l'importo delle somme li-quidate. Entro il 31 gennaio diogni anno, queste informazio-ni, relative alle gare dell'annoprecedente, vanno pubblicatein tabelle riassuntive, libera-mente scaricabili.

Una selezione di queste in-formazionivatrasmessa all'Au-thoritydegli appalti (che deter-minerà quelle rilevanti conpro-prio provvedimento), che lepubblica nel proprio sito webin una sezione liberamente con-sultabile da tutti i cittadini eche è tenuta a trasmettere allaCorte dei conti (entro il 30aprile di ogni anno) l'elencodelle amministrazioni chenon hanno adempiuto all'ob-bligo informativo (passibilidi rilevanti sanzioni).

La legge delinea un quadro dimaggior trasparenza anche pergli arbitrati sulle controversiederivanti dai contratti di appal-to. Il ricorso agli arbitri, infatti,

giunta. L'inclusione della clau-solacompromissoria, senzapre-ventivaautorizzazione, nelban-do o nell'avviso di gara ovvero,per le procedure senza bando,nell'invito, o il ricorso all'arbi-trato, senza preventiva autoriz-zazione, sono nulli (commai9).

La nuova disciplina degli ar-bitrati (che si applica anche agli'appalti delle società partecipa-te, ma che non riguarda quelliconferiti prima dell'entrata invigore della legge) prevede chela nomina degli arbitri avvenganel rispetto dei principi di pub-blicità e di rotazione, nonché diquelli previsti dal codice deicontratti pubblicL

Le Pa devono nominare co-me arbitro preferibilmente undirigente pubblico, preveden-do il compenso massimo. Qua-lora non sia possibile indivi-duarlo tra i dirigenti pubblici,può essere nominato un altrosoggetto, secondo le procedu-re delDlgsi63/2006 e conprov-vedimento motivato.

Sul piano procedurale, la leg-ge anticorruzione contiene unaspecificazione dei reati controla pubblica amministrazioneche costituiscono causa ostati-va a contrattare.

Le stazioni appaltantiposso-no prevedere negli avvisi, ban-di di gara o lettere di invito cheilmancato rispetto delle clauso-le contenute neiprotocolli dile-galità o nei patti di integrità co-stituisce causa di esclusionedalla gara.

Proprio perpotenziare il con-trastoall'influenza delle organiz-zazioni criminali sugli appalti, lalegge prevede (commi 52-56) lacostituzione presso le prefettu-re di elenchi di fornitori, presta-tori di servizi ed esecutori di la-vori non soggetti a infiltrazionimafiose (white list), con riferi-mento alle attività a rischio.

va-motivato e autorizzato dalla.,.u= '• ^ `Öfll'P ÒÑÓÜZIONEWMVATÁ

Arbitrati Pagina 6

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Le ceStr°uzrorriper (xcc;e(ler°e al f rrcrrrWarrrerrlo previsto (I(11 (,'orrto termico sulle fc>rrti rr1-1,r2or°c11)dr'

Energia, im prese_

e._ . _ ..

Fondi di 700 mIn per chi migliora l 'impianto io dPagina a cura

DI ROBERTO LENZI

rriva il conto termicoper persone fisiche, con-domini e imprese. Unostanziamento di 700 mi-

lioni di euro finanzierà i soggettiprivati che effettuano interven-ti per migliorare le prestazionitermiche dei propri edifici. Men-tre altri 200 min di euro sonoa disposizione delle pubblicheamministrazioni. Il decreto mi-nisteriale congiunto tra sviluppoeconomico, ambiente e tutela delterritorio e del mare e ministerodelle politiche agricole, alimen-tari e forestali è stato approvatonegli scorsi giorni ed è ora al va-glio della conferenza unificata.Una volta pubblicato in GazzettaUfficiale potranno essere avvia-ti gli investimenti a seguito deiquali i soggetti interessati po-tranno richiedere l'erogazionedell'incentivo. Si tratterà di uncontributo che potrà coprire cir-ca il 40% della spesa sostenuta,con dei limiti massimi di poten-za, e sarà erogato in un periododi due o cinque anni a secondadel tipo di intervento. Il soggettogestore dell'agevolazione sarà ilGse, a cui andranno presentatele domande di accesso all'in-centivo. Ai fini dell'accesso agliincentivi, i beneficiari possonoavvalersi dello strumento delfinanziamento tramite terzi odi un contratto di rendimentoenergetico ovvero di un servizioenergia, anche tramite l'inter-vento di un fornitore di servizienergetici.

Finanziabili caldaie e so-lare termico . Il conto termicofinanzia interventi di piccole di-mensioni di produzione di ener-gia termica da fonti rinnovabilie di sistemi ad alta efficienza,con una potenza massima di500 Kw (700 mq in caso di solaretermico). E possibile ottenere uncontributo per la sostituzione diimpianti di climatizzazione in-vernale esistenti con impianti diclimatizzazione invernale utiliz-zanti pompe di calore elettricheo a gas, anche geotermiche. Inol-tre, è finanziabile la sostituzionedi impianti di climatizzazioneinvernale o di riscaldamento del-le serre esistenti con impianti diclimatizzazione invernale dotati

di generatore di calore alimenta-to da biomassa. Infine, l'incenti-vo sostiene anche l'installazionedi collettori solari termici, ancheabbinati a sistemi di solar coo-ling, nonché la sostituzione discaldacqua elettrici con scaldac-qua a pompa di calore.

Ammissibili manodopera,apparecchiature e opere mu-rarie. Per gli interventi impian-tistici relativi alla produzione diacqua calda, anche se destinata,con la tecnologia solar cooling,alla climatizzazione estiva sonofinanziabili le spese per smon-taggio e dismissione dell'im-pianto esistente, parziale o to-tale, fornitura e posa in operadi tutte le apparecchiature ter-miche, meccaniche, elettriche edelettroniche, nonché delle opereidrauliche e murarie necessarieper la realizzazione a regolad'arte degli impianti organi-camente collegati alle utenze.Per gli interventi impiantisticiconcernenti la climatizzazioneinvernale, sono invece ammissi-bili lo smontaggio e dismissionedell'impianto di climatizzazio-ne invernale esistente, parzialeo totale, la fornitura e posa inopera di tutte le apparecchiatu-re termiche, meccaniche, elettri-che ed elettroniche, delle opereidrauliche e murarie necessarieper la sostituzione, a regolad'arte, di impianti di climatiz-zazione invernale o di produ-zione di acqua calda sanitariapreesistenti nonché i sistemi dicontabilizzazione individuale.Oltre a quelli relativi al gene-ratore di calore, sono ammessianche gli eventuali interventisulla rete di distribuzione, suisistemi di trattamento dell'ac-qua, sui dispositivi di control-lo e regolazione, sui sistemi diestrazione e alimentazione deicombustibili nonché sui sistemidi emissione. Sono inoltre com-prese tutte le opere e i sistemidi captazione per impianti cheutilizzino lo scambio termico conil sottosuolo. L'avvio delle spesesarà possibile solo a partire dalgiorno successivo all'entrata invigore del decreto.

Contributo del 50% per lacertificazione energetica.Sono ammesse a contributo an-che le prestazioni professionaliconnesse alla realizzazione degliinterventi finanziabili e per laredazione di diagnosi energeti-

che e di attestati di certificazio-ne energetica relativi agli edificioggetto degli interventi. Infatti,per molti degli interventi finan-ziati, la normativa richiede lapresentazione della relativa cer-tificazione energetica. I soggettiprivati possono ottenere un con-tributo secco del 50% sulle speseper la relativa certificazione.

Rata unica se il contribu-to è inferiore a 600 euro. Ilcontributo viene erogato in rateannuali per un periodo di due ocinque anni a seconda della com-plessità dell'intervento. Tunicapossibilità di ottenere immedia-tamente il contributo spettanteè che lo stesso sia inferiore ouguale a 600 euro.

Possibile il cumulo con al-tri incentivi . L'incentivo puòessere cumulato con altri incen-tivi statali sotto forma di fondidi garanzia, fondi di rotazionee contributi in conto interesse.In caso di incentivi non statalicumulabili, anche se in conto ca-pitale, l'incentivo è attribuibilein misura complementare fino alraggiungimento dei massimalistabiliti, per specifici interventi,o al raggiungimento dell'incen-tivo che sarebbe stato erogabileper il medesimo intervento sen-za considerare il cumulo.

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Sostituzione di impianti di climatizzazione invernale esistenti conimpianti di climatizzazione invernale utilizzanti pompe di caloreelettriche o a gas, anche geotermiche con potenza termica utilenominale inferiore o uguale a 35 kW

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Sostituzione di scaldacqua elettrici con scaldacqua a pompa,lore

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installazione di collettori solari termici, anche abbinati sistemi,,,il sciar cooling, con superficie solare lorda superiore a 50 metri 5

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Sostituzione di impianti di climatizzazione invernale o di riscalda-mento delle serre con generatori di calore alimentati da biomassa

5con potenza termica nominale al focolare maggiore di 35 kW einferiore o uguale a 500 kW

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W-ILMomande presentate consuntivoLa domanda di contributo deve essere

presentata direttamente dal soggetto re-sponsabile al Gse entro 60 giorni dall'ul-timazione dell'intervento. Pertanto, ladomanda di contributo va presentata soloa consuntivo, i fondi non possono essereprenotati anticipatamente all'intervento.Questo, ovviamente, rappresenta, per chieffettua l'intervento, un rischio dovutoalla possibilità di arrivare a presentaredomanda una volta che lo stanziamento siagià esaurito. Per quanto riguarda il termi-ne dei 60 giorni, ci sarà probabilmente piùtempo per i primi che richiederanno l'in-centivo, visto che il Gse dovrà pubblicaresul proprio sito la modulistica di accesso;se la pubblicazione arriverà in ritardo, èda quel giorno che decorreranno i 60 giorniper presentare domanda.

- I documenti richiesti. Fra i documentirichiesti, in alcuni casi è previsto l'atte-stato di certificazione energetica redattosecondo quanto definito nel decreto legi-slativo 19 agosto 2005, n.192 e successivemodifiche e integrazioni. Il certificato, conriferimento alla situazione ante operam,deve raccomandare l'intervento oggettodella richiesta di incentivo, valutandonecostì e benefici sia in termini economici

che energetici, e deve altresì certificarela prestazione e la classe energetica rag-giunta post operam. All'istanza dovrannoanche essere allegate le schede tecnichedei componenti o delle apparecchiatureinstallate, come fornite dal produttore,dalle quali risulti l'osservanza dei requisi-ti prescritti, nonché l'asseverazione di untecnico abilitato che attesti l'appropriatodimensionamento dei generatore di calo-re nonché la rispondenza dell'intervento

ai pertinenti requisiti tecnici e prestazio-

nalI. Dovranno essere presentate anche

le fatture attestanti le spese sostenuteper gli interventi oggetto della richiestad'incentivazione e relative ricevute dibonifici bancari o postali effettuati per ilpagamento, dai quali risultino la causaledel versamento, il codice fiscale del sog-getto responsabile e il codice fiscale e ilnumero di partita Iva del soggetto a favo-re del quale il bonifico è effettuato. Infi-ne, ove previsti, saranno necessari anche

l'ottenimento del titolo autorizzativo, ladichiarazione di conformità dell'impianto,il certificato per il corretto smaltimentodegli interventi oggetto di sostituzione esmaltimento, il certificato rilasciato dalproduttore attestante il rispetto dei livelliemissivi in atmosfera, ai fini dell'applica-zione del fattore premiante, distinto pertipologia installata.

- Occasione da non perdere anche per ifornitori di servizi energetici. Il Gse pub-blicherà sul proprio portale un elenco difornitori di servizi energetici interessatialla realizzazione e al finanziamento de-gli interventi incentivabili, entro 90 giornidall'entrata in vigore del decreto. L'iscri-zione a tale elenco, aggiornato su base tri-mestrale, è volontaria e aperta a tutti gliinteressati. Questi dovranno fornire al Gsele informazioni per una completa e corret-ta informativa alle amministrazioni, qua-li, a titolo di esempio non esclusivo, sedelegale e sedi operative, capitale sociale,strutture operative e ambito territoriale dioperatività, esperienze maturate nel set-tore specifico e referenze per lavori giàsvolti, impegnandosi a informare su ognieventuale variazione.

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1 parametri. Si cerca l'appiglio tra i commi

Avvocati in trincea,dalla mafia ai costiSerena Riselli

Il tempo stringe, ma i mini-tribunali, tagliati dalla riformadella geografia giudiziaria, nonsi arrendono. E cercano di sal-varsi sostenendo di possederequelle peculiarità che, inbase al-la legge delega148/2on, dovreb-bero garantirne la permanen-za: come lapresenza consisten-te della criminalità organizzatao la situazione infrastrutturale.

«Il tribunale di Lucera non èun "ramo secco"», spiega Pip-po Agnusdei, presidentedell'ordine degli avvocatiloca-le. «Volendo prescinderedall'incostituzionalità che po-trebbe colpire la legge delega, icriteri individuati implicanocomunque la conservazionedella nostra sede giudiziaria».Secondo Agnusdei, il tribunaledi Lucera si colloca, tra i tribu-nali subprovinciali, al secondoposto per estensione territoria-le, al nono posto per sopravve-nienze medie, al 15esimo postoper la popolazione e per l'orga-nico dei magistrati. A questo siaggiunge -per il presidente de-gli avvocati di Lucera - «la va-stità del territorio coperto daquesta sede giudiziaria che, sesoppressa, porterebbe a un al-lontanamento anche fisico del-la giustizia, ancora più graveper la presenza di associazionicriminali nel circondario».

La presenza di associazionimafiose è il motivo principaleper cui anche iltribunale diRos-sano Calabro dovrebbe esseresalvato. Per il presidentedell'ordine degli avvocati, Sera-fino Trento, «nel circondariodi Rossano ci sono una micro-criminalità e, soprattutto, una

macrocriminalità diffuse, gesti-te da cosche mafiose che opera-no nei territori di Rossano, Co-rigliano Calabro, Mirto Crosiae Cariati, cheimpongono lapre-senza di un tribunale. Inoltre -continua Trento - con la sop-pressione di questi uffici giudi-ziari non ci sarebbe alcunpresi-dio giudiziario nell'intera fa-scia ionica compresa tra Croto-ne e Taranto».

Afferma le sue ragioni ancheda Francesco Savio, presidentedell'ordine degli avvocati diBas-sano del Grappa: «Il tribunaleva salvato - spiega - non soloperché la sua soppressione nonrisponde a criteri di spendingre-view,né a criteri dimaggiore ef-ficienza della risposta di giusti-ziainloco, maperché lasuasop-pravvivenza, per le enormi po-tenzialità di allargamento a co-sto zero del circondario, potràrendere migliore la risposta digiustizia dell'intero Veneto».

Sarebbe contro i criteri indi-cati nella legge delega sullegrandi aree metropolitane, an-che la soppressione del tribu-nale di Pinerolo, in provinciadi Torino. Lo sostiene il presi-dente del locale ordine degliavvocati, Alfredo Merlo: «Lanostra sede giudiziaria coprele esigenze dell'area a sud diTorino. In sua assenza, il tribu-nale di Torino sarà oberato darichieste a cui difficilmente riu-scirà a far fronte. La sede di Pi-nerolo, poi, è appena stata ri-strutturata, con l'apertura diuna nuova ala per una spesacomplessiva di Soomila euro,che in caso di soppressione sa-rebbe del tutto inutile».

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Avvocati Pagina 10

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a-DinCresce del 20% a richiesta di, profili professionali specializzati

Pagina a curaDI ROBERT SSAN

on un aumento del 20%della richiesta di profiliprofessionali specializ-zati, il settore digital e

new media si conferma in cresci-ta e in controtendenza con l'at-tuale congiuntura del mercatodel lavoro. Secondo le previsioni,nel 2013 la domanda potrebbecrescere ancora del 25%. Sonoquesti i dati che emergono dal-la ricerca effettuata da MichaelPage, società di ricerca e selezio-ne del personale. «Questo dato,insieme all'emergere di nuovefigure professionali, confermache il settore assume un'im-portanza sempre più rilevantenelle aziende: si tratta di ununiverso in rapida espansionedove le aziende richiedono ge-neralmente sempre più figu-re professionali specializzateemergenti che solo fino a pochianni fa non esistevano», sotto-linea Filippo Maggi, direttoredi Michael Page e responsabi-le della divisione digital&newmedia. «È interessante notarecome la crescita registrata nonsia prevista in rallentamento. Iprofili più richiesti al momen-to, secondo il nostro osservatoriosul mercato del lavoro, risultanoessere il web marketing mana-ger, figure con responsabilitàdello sviluppo delle strategiedi marketing sui nuovi media(web, mobile, tecnologie digi-tali), gli e-commerce manager,i community manager, i publi-sher manager e infine i chieftechnology officer, professionistiche scelgono le migliori soluzio-ni tecnologiche e strategiche peri prodotti aziendali», continuaFilippo Maggi.

Tra gli altri profili richiestinel panorama dell'informationtechnology spiccano dunqueil community manager, l'on-line project manager e l'onli-ne strategie planner. Il primogestisce la community onlinedell'azienda, monitora la brandreputation sui principali socialnetworks e studia le strategie ele features da implementare pergenerare traffico. E una figuraemergente che pratica ancheuna forte e costante attività diblogger con gli utenti interessa-ti. Il ruolo richiede un'avanzataconoscenza dei principali socialnetworks e una forte passioneper le community online. Questoprofilo, che percepisce una retri-buzione lorda annua intorno ai40 mila/60 mila euro, riportaal direttore marketing e la suapossibile evoluzione è l'onlinemarketing manager.

Riportando al marketing ma-nager, l'online project managerinvece è il punto di riferimentoper i diversi reparti aziendalicoinvolti nello sviluppo di unprogetto. Il ruolo richiede soli-de basi tecniche e di marketingstrategico, oltre che forti doti ditime management e capacità dilavorare per obiettivi. La sua

retribuzione lorda annua è di40 mila/50 mila euro. L'onlinestrategie planner, infine, riportaal responsabile dell'area digitale si occupa di pianificare le di-verse tipologie di campagne diadvertising online. Il suo ruoloè consulenziale, rivolto all'in-dividuazione della miglior pia-nificazione digitale in terminidi Roi previsto, oltre che di in-termediazione tra advertiser econcessionarie. Il ruolo richie-de una pluriennale esperienzain ambito media e di accountmanagement. La possibile evo-luzione del ruolo è il direttoremarketing. La sua retribuzionesia aggira tra i 40 mila e i 60mila euro lordi annui.

«Dato che oggi i social mediacontinuano a evolversi costante-mente», afferma Michele Ficara,presidente di Assodigitale, «tut-te le aziende, avendo compresoche il presidio sui social mediaè quindi fondamentale, tendonoa internalizzare la funzione delsocial media manager. Ovvia-mente i ruoli richiesti sono dif-ferenti a seconda delle attivitàsvolte dall'azienda, per esempiole aziende rivolte maggiormen-te alla pubblicità avranno nelloro organico la figura dell'advmanager, mentre quelle piùorientate alla comunicazione eallo storytelling avranno la fi-gura del social media manager,del community manager ecc.Prima queste professionalitàerano quasi sempre esterne echiamate su commessa, inveceoggi divengono figure centraliall'interno dell'azienda e spes-so hanno funzioni di quadro earrivano poi a raggiungere po-sizioni dirigenziali. Oggi, infatti,un buon direttore marketing, unbuon direttore commerciale o unbuon responsabile della comuni-cazione non può non presidiarel'ambito digitale, che prima eraun di cui, mentre oggi è la pri-ma strada; questo ha rivoluzio-nato completamente il mercatodelle professionalità», continua

Michele Ficara.Infine, risultano richiesti dal

mercato anche le figure dell'e-commerce manager e del publi-sher manager. Il primo, riportan-do al direttore commerciale o aldirettore generale, è responsabi-le del canale di vendita online.Il ruolo richiede l'aver maturatouna solida esperienza nel mon-do web con capacità strategico-tattiche nella definizione e im-plementazione di un canale divendita complementare a quellitradizionali. E necessario posse-dere forti doti negoziali, oltre che

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precisione e attitudine al problemsolving. La possibile evoluzionedel ruolo è il country managero posizioni con responsabilità dibusiness unit. Lo stipendio mini-mo è mediamente di. 40 mila euroannui lordi circa, quello massimodi 65 mila euro.

Il publisher manager, ripor-tando generalmente al networkpublisher manager o al countrymanager, gestisce le relazionie gli accordi commerciali tra ipublisher pubblicitari/progettispeciali sugli spazi pubblicitaridei publisher stessi. Il ruolo ri-chiede una forte conoscenza deivari strumenti di advertisingonline. La possibile evoluzionedel ruolo è il network publishermanager o la direzione azien-dale. La sua retribuzione lordaannua è mediamente di circa 40mila/60 mila euro.

«In tempi caratterizzati dauna crescente complessità, pro-poniamo soluzioni "easy": ovverorendiamo semplice, facile e so-stenibile per tutti l'approccio almondo della conoscenza», spiegaEnzo Cavazzola, amministrato-re delegato di Dwi, società cheopera nella gestione anagrafica,nel marketing e nella comuni-cazione. «I cambiamenti riguar-dano quindi anche le professio-nalità che vengono richiestedal mercato dell'Informationtechnology. E ormai lontano iltempo nel quale programmato-ri ed analisti rappresentavanouna "casta" un po' esoterica tut-ta dedita a scrivere con arcanilinguaggi, diagrammi di flusso eprogrammi. L'informatica anco-ra per molti anni rappresenteràun mercato del lavoro appetibilee in espansione, una prospettivaper giovani laureati desiderosidi applicare le conoscenze acqui-site, nel campo delle tecnologiedi Easy-Intelligence e Easy-Mining. Ingegneri, statistici,ma anche laureati in scienzeumanistiche hanno ottime pro-spettive di impiego», aggiungeEnzo Cavazzola.

Michele Ficara. Il ruolo richiede l'aver maturato

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incente la laurea zn ingegneriaIl mondo tecnologico si è quindi sud-

diviso sostanzialmente in aziende allaricerca di soluzioni esterne e fornitori diservizi di base, con system integrator evalue added reseller a raccorda-re domanda e offerta; in questomodo si è aperto uno spazio in-termedio ampio e promettenteper figure versatili, che com-prendono l'Information techno-logy, ma anche il business e sonosia tecnici che consulenti. «Unacerta vecchia concezione dell'It siavvia al tramonto, ovvero quel-la basata sulla reazione un po'passiva alle esigenze aziendalicon poca visibilità del mondoesterno», osserva Alessandro Alberici,business support manager di EconocomItalia, società di consulenza informatica.I nuovi chief information officer che en-

trano nelle aziende, magari per gestiresenior legati a tecnologia più tradiziona-le, non sono reattivi ma proattivi, vannoa caccia di opportunitä invece di risolvere

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problemi quando accadono. Il loro nuovopot, re dip,: nde più da come declinano conefficienza in azienda una visione strate-gica delle tecnologie che dal numero di

sottoposti. Per le figure It, in futuro sa-ranno richiesti più laureati in ingegneriache in scienze dell'informazione. Esisteràsempre domanda di specialisti, le aziendeperò cercano personale in grado di misu-rarsi sia con il fatto tecnico che, a vari li-velli, con quello commerciale. Oggi graziea internet circolano ogni giorno circa 2,5quintillioni di bytes di dati, prodotti dafonti diverse. Quando si parla di big dataci si riferisce al volume di dati prodotti ealla velocità con cui questi ultimi si dif-fondono. La comparsa dei social networkha impresso una accelerazione formida-bile a questa produzione. Si stima infattiche nel 2015 ci saranno oltre 2,5 miliardidi persone con oltre 10 miliardi di diversidevice che accederanno a internet e que-sto porterà a una crescita esponenzialedei dati e delle informazioni prodotte»,conclude Alessandro Alberici.

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Bandi Telecom Italia a Milano e Roma

Iftttttrï ingegnerido ofrwzo apprendistato

elecom Italia apre leporte ai giovani talenti.I laureandi di ingegneriadel politecnico di Milano

e della Sapienza di Roma avran-no l'occasione di fare un'impor-tante esperienza professionale,entrando a far parte dei settoriaziendali più innovativi, gra-zie al bando perle selezioni rela-tive al progettodi Apprendistatoper l'alta forma-zione che prevedel'inserimento a li-vello nazionale di200 laureandi.

Coloro che supe-reranno le selezio-ni potranno alter-nare la frequenzaalle lezioni in Fa-coltà a un'esperienza operativa,direttamente nelle struttureaziendali coinvolte nella pro-gettazione e gestione delle retiultrabroadband di nuova gene-razione (Ngn e Lte).

Telecom Italia offre un con-tratto, part-time al 50% e delladurata di 18 mesi, che garan-tirà la regolare frequenza dei

corsi di laurea al fine di agevo-lare il conseguimento del titoloaccademico. La società inveceprovvederà alla formazione ri-guardante le tematiche tecnolo-giche, commerciali e di gestioned'impresa, articolata in 240 oresuddivise in più moduli.

Alla scadenza del contrat-

to di apprendistato i migliorilaureati saranno confermatia tempo indeterminato pres-so strutture organizzative delGruppo Telecom per essere in-seriti in ruoli direttivi. Grazieal progetto di Telecom Italiasono già più di 100 i ragazziinseriti nelle sedi Telecom sulterritorio nazionale.

Mercato del lavoro Pagina 14

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La rivoluzionedigitale: l'Italiascopre le start-up- Il decreto Crescita 2.0 varato dal ministroPassera ha sbloccato i fondi e dato linfa al set-tore. Partono così nuove aziende, ma è difficilevendere quelle già avviate. ALLE PAGINE 14 E 15

Innovazione e ricerca Pagina 15

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DItalla incominc ia ad a mare le start-up11 decr-eto (:yl,escita `?.() varuato dal rninistro 1'as:,el a sblocca 1'irral Ilrente i rondi per 1'aI partire nuove aziendeUla a pr eoccupar-e è la possibilitá eli vendere le attivithoá avviate: il irlercato è piccol.o e r pr°etendenti scarsi

giornali ne parlano , il governo emanaleggi ad hoc, arrivano finalmente i ca-pitali . Solo il mese scorso , tre aziende -AppsBuilder, 4w Marketplace e De-cisyon - con sede o fondatori nel BelPaese, hanno goduto di finanziamentimilionari . Il settore italiano delle star-tup, dopo aver stentato per anni, sem-bra stia finalmente iniziando a decol-lare. Forse davvero, come ha afferma-to di recente il ministro Passera nelpresentare il decreto Crescita 2.0,«l'Italia è diventato un paese amicoper chi voglia fare startup». E nel fu-

FEDERICO GUERRINI turo, se le misure contenute nel prov-vedimento troveranno piena attuazio-ne, la situazione dovrebbe ulterior-

mente migliorare.«È vero - commenta Andrea Ran-

gone, responsabile dell'OsservatorioStartup del Politecnico di Milano - ildecreto semplifica la vita delle startupsia in fase di costituzione , sia di gestio-ne e chiusura, riducendo gli onori am-ministrativi e intervenendo sulla nor-

mativa fallimentare. Al-trettanto importante è l'ef-fetto culturale : per la primavolta dai tempi dello scop-pio della bolla della NewEconomy, c 'è un fermentopositivo». E in parte graziealla politica dunque, se oggiinnovazione è un terminealla moda, ma il merito vasoprattutto ai tanti im-prenditori e addetti ai lavo-ri che negli anni scorsi nonsi sono arresi alle difficol-tà.«Noi siamo partiti nel2005 - racconta RiccardoDonadon, fondatore del-l'acceleratore d'impresatrevigiano H-Farm - forse

troppo in anticipo rispetto al resto delmercato italiano. Oggi il momento èpiù favorevole , abbiamo una credibili-tà e un track record che ci consentonodi lavorare con serenità».

H-Farm e altre realtà simili che aiu-tano, con consulenza e fondi , gli aspi-ranti startuppari nella fase di incuba-zione - come dPixel, Net Value, Anna-purna Ventures, Digital Magies e altri- ricevono migliaia di proposte l'anno.Segno di un ecosistema estremamen-te vivace , che sforna idee da Nord aSud e si ritrova online in gruppi Face-book affollatissimi come Italian Star-tup Scene e Indigeni Digitali . Una vita-lità che ha attirato perfino l'attenzione

degli americani di TechCrunch, chehanno scelto il Bel Paese per il lancio diTechCrunch Italy, format da esporta-zione di uno dei loro eventi di punta. Illegame con gli Usa è molto sentito daglistartupper nostrani, per alcuni l'Ame-rica è ancora la Mecca, «il Paese - spie-ga Paolo Privitera, fondatore di Pick1,impresa, con sede a San Francisco, cheraccoglie opinioni attraverso i socialmedia - dove con 100 dollari e un clicdel mouse, puoi aprire un'azienda».

Oltre a Pick1, nata all'estero, altrestartup come Mashape e Timbuktu,dopo una prima fase di lancio in Italia,

hanno trovato negli States l'opportuni-tà di sfondare. Il decreto Crescita mi-gliora le cose e frenerà forse il drenag-gio, ma ha anch'esso i suoi limiti. «Quel-lo principale - chia-risce Rangone - èche manca un'inie-zione diretta di ca-pitale pubblico, cisono solo delle age-volazioni». Sessan-

I TI

«Per la prima voltadalla bolla della New Economy

c'è un fermento positivo»

ta milioni dovrebbero però arrivare abreve dal Fondo Italiano d'Investimen-to. E, come sottolinea Fabio Lalli,«startupper seriale» e fondatore di In-

digeni Digitali, «il ricorso al crowdfun-ding potrebbe dare una spinta incredi-bile a progetti minori».

A tutt'oggi il problema maggiore delpanorama italiconon è però l'assen-za di investimentiche, come dimo-strano i casi citatiin apertura, stannoarrivando: è la

mancanza di exit, ossia la cessione diattività già avviate. Il mercato è piccoloe i pretendenti scarsi. Intanto, però,piccoli imprenditori crescono: Blom-

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ming, startup milanese di social shop-ping, è stata nominata dalla società dianalisi di mercato Gartner fra i primiquattro «Cool Vendors» del 2012 nelsettore e-commer-ce e ha ottenuto uninvestimento da 1,3milioni di euro. Ci-bando, società ro-mana che aiuta iclienti a trovare il

del Pil isolano. Altre realtà di successo,diffuse capillarmente da Nord a Suddella penisola, sono F ubles, Steremo-od, Spreaker, Crowd Engineering.

I LIFUTURO

«Se saranno attuate tuttele misure previste la situazione

dovrebbe ancora migliorare»

E ogni giorno unnuovo nome si vaaggiungendo alla li-sta. Startup è unaparola oggi molto dimoda, forse perfinotroppo. Ma dietro la

ristorante più adatto a loro, ha attiratocapitali berlinesi; Sardex, circuito dicompensazione crediti fra aziende sar-de conta già 800 aderenti e punta all'1%

retorica ci sono persone che lavoranoduro e con grande passione, senza vit-timismo e senza raccomandazioni. Diquesti tempi, è già più di tanto.

Prosegue il viaggio de «La Stampa» nel nuovomondo digitale per scoprire come la tecnologia

sta trasformando le nostre vite e qualisono e saranno le sfide e le opportunità:

al centro di questa seconda puntata i nuovi business.La prima puntata è stata pubblicata

lunedì 12 novembre

I numeri

operazioneconcluse

È il totale delle iniziativedi «venture capital» in Italia

nel corso dei 2011 : il fenomenoè in crescita , con un trend di oltre

il 20 per cento in più rispettoall'anno precedente

milionidi euro

È il finanziamento mediodestinato per il lancio di una

nuova azienda , secondo i datiforniti dal rapporto «Venture

Capital Monitor»realizzato quest'anno

per centodi quota

È la «fetta» di partecipazionenelle start-up: si tratta di società

nuove , ma che hanno giàcominciato a generare ricavi

e hanno un fatturato che siaggira sul milione e mezzo

Innovazione e ricerca Pagina 17

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Si comincia con l'incubatoree si continua con il progetto

LUCA CASTELLI

A volte, incubare non ba-sta. Prima di trasforma-re un progetto di busi-

ness digitale in impresa bisognaverificare la validità dell'ideainiziale, sviluppare un prototipo,valutare la predisposizione im-prenditoriale dei soggetti coin-volti. Solo dopo aver superatoquesti test si potrà creare la so-cietà. È questo il senso di TreatA Bit (www.treatabit.com), pro-gramma di prevalutazione dellestart up tecnologiche nato a fine2011 all'interno di 13P, l'incuba-tore di imprese innovative delPolitecnico di Torino. Treat ABit, che nel primo annodi vita haseguito 40 progetti, 18 dei qualihanno lanciato il loro prodottodigitale, offre tre servizi: uno

spazio di co-working, un serviziodi consulenza business e la pos-sibilità di partecipare a eventi,in modalità workshop onetworking (per mettere in con-tatto cultura imprenditoriale ecultura creativa del territorio).L'idea è che nel settore dei pro-getti digitali più che riempire fo-gli di carta con un business planserva una prima fase di sviluppoe verifica del prototipo: che siaun sito, un social network, un vi-deogioco o anche un servizioibrido (metà online, metà offli-ne). Il programma Treat a Bitprevede tre moduli da tre mesiciascuno. In questo periodo i te-am vengono accompagnati nellosviluppo dell'idea. Se le valuta-zioni sono positive il progettopassa sotto l'ombrello di 13P,l'incubatore vero e proprio.

La consulenza legaleche funziona con un clic

S e l'età del fondatore è unadiscriminante per il suc-cesso di una start up (Zuc-

kerberg lanciò Facebook a 19 an-ni), Iubenda parte con il piedegiusto. Il suo ideatore, l'abruzze-se Andrea Giannangelo, è natonel 1989 e vanta un curriculumda piccolo Mozart digitale: pri-mi siti creati a 11 anni, tanti altriprogetti da teenager, una laureain economia a Bologna. La suaultima creatura, Iubenda(www.iubenda.com.), è un gene-ratore automatico di policy lega-li per siti Web. «La privacy poli-cy regola la gestione dei datipersonali raccolti da un sito»,spiega Giannangelo da SanFrancisco, dove sta prendendole misure della Silicon Valley,«ma i documenti necessari perle attività online sono numerosi,

dalle condizioni di vendita e re-cesso a quelle sul copyright. Unmercato ancora vergine da circa300 miliardi di dollari». Iubenda- eletta dallo Iab Forum come lamigliore start up italiana del-l'anno - vuole diventare il riferi-mento globale per le procedurelegali semplici: il cliente si colle-ga al sito, inserisce alcune infor-mazioni e un software gli forni-sce i documenti di cui ha biso-gno. Le policy restano nei serverdi Iubenda e sono accessibili tra-mite link: «Così possiamo ag-giornarli quando cambia la legi-slazione». Il servizio base è gra-tuito, ma esistono diversi livellidi consulenza a pagamento. Do-po 6 mesi di vita, la start up ser-ve 10 mila siti (la metà in Italia).«Siamo pronti a crescere e assu-mere nuove persone». [L.CAS.]

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Aiutare i talenti italiania trasformare le idee in realtà

LUCAINDEMINI

C

i sono Hub, incubatoci,acceleratori per start up.E poi c'è, che getta un

ponte tra Italia e Silicon Valleydove ogni anno transitano le mi-gliori start up nel campo dell'hi-tech, selezionate in giro per ilBel Paese, in cerca di esperien-za, consigli e finanziamenti. Èquesto lo scopo della Fondazio-ne no profit creata nel 2007 daMarco Marinucci, manager diGoogle, che vive a San Franci-sco. «Lavoriamo sui giovani ta-lenti italiani - spiega AlbertoOnetti, chairman di Mind theBridge -. Cerchiamo di aiutarli atrasformare i sogni in realtà, so-stenendoli durante il "primo mi-glio"». Mind the Bridge lanciaogni anno una business plan

competition per selezionare leidee più innovative. Le miglioriaccedono al Boot Camp, cheprecede le selezioni finali e sipropone di fornire ai parteci-panti feedback e consigli per va-lorizzare i punti di forza del pi-tch e affinare il business plan. Ilpasso successivo è il VentureCamp, che si svolge a Milano traottobre e novembre. Da quiescono i nomi degli startupperche potranno fare il salto di qua-lità: 3 mesi di incubazione nelGym a San Francisco, dove en-treranno in contatto con presti-giosi mentor e saranno inseritiin un programma di incontri coni big della Silicon Valley. Da que-st'anno, sarà possibile ottenerefin da subito un finanziamentodi 65 mila dollari, grazie al nuo-vo Fondo di Mind the Bridge.

L'applicazione che confrontale offerte dei supermercati

Nascono per trasformarele passioni in professioneo per cercare di fornire

soluzioni innovative. La rete e gliutenti giudicheranno le start uplegate al web. Barbara Labatealcuni anni fa studiava negliUsa: «Avevo pochi soldi e cerca-vo di ingegnarmi per spendere ilmeno possibile nel fare la spesa.Così è nata l'idea di Risparmio-super.it». Un'applicazione checonfronta i prezzi dei volantini edelle offerte promozionali deisupermercati più vicini e forni-sce le migliori soluzioni. Rispar-mio Super funziona in tutt'Ita-lia, include 13 mila punti venditae 72 catene di alimentari e elet-trodomestici. Mercoledì scorsoRisparmiosuper si è aggiudicatala competition per startup «Getin the ring», nella finale di Rot-

terdam, imponendosi tra 200progetti di 16 nazioni diverse.

NextStyler.com nasce invecedalla passione dei fondatori,Mary Palomba e Maurizio Pa-lumbo, ma anche dal bisognodei giovani stilisti di trovareuna vetrina sul mondo: promet-te abiti esclusivi a prezzi conte-nuti e punta ad affermarsi comenuovo brand della moda, graziealla collaborazione con centina-ia di stilisti emergenti. Apps-Builder.com, ideato dai torinesiPelleri e Giglio, è nato inveceper creare applicazioni fai da te.Sul sito è possibile creare lapropria applicazione, anchesenza specifiche competenzetecniche, spaziando dalla vendi-ta on line alla gestione di preno-tazioni, alla condivisione dellapropria musica . [L. IND.]

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I mugugni sulla norma della terzietà

Governi o moraleggi?Mugugni dietro gli applausi per la

riforma che impone agli ordiniprofessionali maggiore terzietà nellagestione delle pratiche disciplinari. Cioèche a giudicare i professionisti sulladeontologia non siano gli stessi chedirigono gli ordini. Se a parole siraccolgono apprezzamenti econsensi verso l'imminenteoperatività della normativaapprovata lo scorso agosto, neifatti emergono dubbi, ritrosie etentativi di defilarsi. Per EddaSamory , presidente delconsiglio nazionale degliassistenti sociali (40 mila iscrittiall'albo): «Non piacel'imposizione secondo cuialcuni di noi dovrannorinunciare al loro mandato perdedicarsi alla sola deontologia.Per ridurre il danno sarebbemeglio trovare qualche formuladi compromesso». Per AndreaBonechi , che nel consiglionazionale dei dottoricommercialisti ed esperticontabili (120 mila) ha ladelega in materia di correttezza:«La discussione non è mancatasu come si selezioneranno glispecialisti in disciplina». Altri, comeGiuseppe Luigi Palma , a capo dell'ordinedegli psicologi, si smarcano ricordando chela categoria sta aspettando un decreto o unalegge (già approvata alla Camera e ora inSenato) per rientrare a tutti gli effetti tra leprofessioni sanitarie, come stabilito da unanormativa del 2008 e stralciare così laquestione deontologica dalla riformacomplessiva: per loro la disciplina marciasu un binario separato, con ilcoinvolgimento (in appello) del ministerodella Salute. Discorso analogo per gli

avvocati guidati da Guido Alpa (240mila): alla Camera dei deputati è attesal'approvazione della riformadell'ordinamento forense, dove è già

previsto che di etica professionale sioccupino nuovi appositi consiglidistrettuali eletti da quelli degli ordini incaso di incompatibilità (una quota saràrosa). Altri ancora, come il verticenazionale dei notai, ricordano invece che la

riforma non li sfiora, visto che già

Giuseppe LuigiPalma (psicologi).Sotto, ArmandoZambrano(ingegneri)

esistono commissioni regionalicomposte da notai e magistratiche giudicano in primo grado lepresunte scorrettezze deicolleghi, salvo ricorso.Fino a oggi, la scarsa credibilitàdella gestione delle pratichedisciplinari è stata un puntodebole della stessa esistenzadegli ordini, che proprio nel farvalere il rispetto dellacorrettezza trovano una ragionedella loro esistenza. Unapacchia per chi ha violato icodici deontologici o è statocoinvolto in questioni penali:lentezze, opacità, garantismoesasperato. Sia pure con diverseeccezioni e situazionicontrocorrente sparse un po' intutte le professioni, la qualitàdel lavoro istruttorio egiudicante non è mai stataritenuta granché brillante.

Soprattutto perché le due fasi proceduralidell'istruttoria e del giudizio, in generale,

sono state amministrate dalle medesimepersone. Non di rado, inoltre, ha prevalsola pigrizia. Ci sono stati addirittura ordiniche per decenni non hanno commissionatosanzioni. Non solo nessuna radiazione osospensione dall'albo, ma nemmeno unacensura o un avvertimento. Pochissimisono, poi, gli appelli che finiscono aiconsigli nazionali su ricorso dei sanzionati.Nel 2011 gli avvocati ne hanno affrontati137, i commercialisti un centinaio, gli

assistenti sociali una dozzina, gli ingegneriuna decina. Questi ultimi a livelloterritoriale, per esempio, nel 2010 hannoraccolto 803 esposti a carico di colleghi,

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ovvero 3,98 ogni mille iscritti. Ma altrecategorie hanno fatto molto meno. Ancheda qui la spinta al cambiamento voluta dalgoverno Monti. Con il dpr 137 dell'agostoscorso è previsto che entro metà novembrele categorie provvedano a stabilire unaseparazione delle funzioni: della disciplinasi occuperanno soggetti diversi daiconsiglieri.I più solerti sono stati gli ingegneri (250mila), seguiti da periti industriali, geometrie agronomi. Gli ingegneri hanno approvatoun regolamento che ora attende risposta daparte del ministero della Giustizia. Se nonci saranno obiezioni, il 14 novembre ilvertice della professione dovrebbeapprovare in via definitiva la riformadisciplinare. Sostiene il presidente,Armando Zambrano• «È un

ne sceglierà uno, così da formare appositiconsigli di disciplina: per esempio 30nominativi proposti, 15 nominati. Gliingegneri hanno deciso che il presidentedei neo consigli disciplinari sarà il piùanziano, il quale a sua volta spacchetterà intre collegi il gruppo di lavoro, in ognunodei quali sarà presente un membro esterno.L'individuazione lasciata agli ordiniterritoriali dei membri dei consigli didisciplina potrebbe far nascere il sospettodi possibili commistioni finalizzate di

Per molti saràun sacrificio rinunciare

all'amministrazione

cambiamento che condividiamo eche rende più credibile il rispetto PowrR ."iv

4t,rk2xs ,della deontologia». Anche inquesto caso, però, bisognerà Powfr

aspettare. Nell'agosto 2013sc f tti i dati dd i i ' "` "ranno, a , mana n econsigli provinciali e dunque èstato deciso di far slittare a unadata successiva l'entrata in vigoredella riforma, per non far duraresolo due o tre mesi i nuoviincarichi. La legge ha stabilito chesia a livello locale sia a livellonazionale ci sia una separazionetra chi si occupa di disciplina e chidi amministrazione dell'ordine,

Cambiare? È uno sforzo da supereroi!

senza tuttavia prendere iniziative più forticome qualcuno voleva, e cioè demandare aterzi l'intera disciplina.

Da sempre, infatti, il sospetto è che negliordini il bisogno di consenso elettoralepossa influenzare le decisioni in materia disanzioni nei confronti di colleghi scorretti.Un problema sentito soprattutto in zonedove è forte la logica clientelare e diffusele forme di scambio di voto. Con lariforma, a livello territoriale i consigli degliordini selezioneranno in futuro gruppi dicolleghi o di membri esterni (comemagistrati, avvocati o altri professionistitecnici) da proporre al presidente ditribunale locale. Ogni due nomi il tribunale

nuovo allo scambio di voto. «Conosco lacritica», dice Zambrano, «ma davvero mipare un'eventualità poco credibile, perchdil meccanismo sarebbe troppocomplicato». Più discutibile vieneconsiderata invece la formulazione previstaper i vertici nazionali, chiamati a giudicaregli appelli dei professionisti sanzionati alivello locale. Qui, dove non sono previstimembri esterni, i consigli di disciplinasaranno formati da una componente deglistessi consigli nazionali, che dunqueverranno dimezzati. È questa una formulache sarà replicata anche nelle altrecategorie, sia pure un po' controvoglia.Se la maggiore terzietà è un principiocondiviso, altra cosa è la sistemazione diruoli e poltrone. «Tra noi c'è chi sostiene

che il nuovo ruolo potrebbe essere svoltodagli attuali membri delle commissionidisciplinari che smaltiscono le pratiche invia istruttoria», nota Bonechi. Ma in questocaso sarebbero sempre dei consiglieri edunque il principio di terzietà nonreggerebbe. Questo potrebbe valere solonell'immediato, visto che il nuovo verticedei commercialisti attende di essereproclamato (è sub judice a causa di alcuniricorsi). Per il futuro sarebbe diverso: giàdurante le campagne elettorali i candidatigareggeranno per un posto o di consigliered'ordine o di consigliere per la disciplina.Dei 21 attuali consiglieri, una metàverrebbe traslocata per pensare solo aistruttorie e sanzioni. C'è il rischio che non

siano molti a volerlo fare preferendoil più pregiato posto di consigliered'ordine? «Penso di no», sostieneBonechi, «la deontologia è cosanobile e di grande valore». È anchepossibile che vengano escogitaticompromessi: i membri deiconsigli di disciplina potrebberopartecipare anche alle seduteordinarie, senza voto in casispecifici come quello sui bilanci.Di compromesso necessario parlaanche Samory: «Per chi ha a cuoreil rispetto dell'etica sarà bellocandidarsi, ma per altri sarà unsacrificio rinunciare al compitoamministrativo. Concedere lapossibilità di essere parte attiva

anche nei consigli dell'ordine eviterà unasensazione di danno subìto».

Ultimo scoglio, i costi. Secondo i notai, chegià ci sono passati, allestire nuovi consigli,con segreterie, stanze, trasferte di membriesterni da pagare, un peso ce l'ha e si faràsentire. Ma Zambrano tranquillizza: «Sugliordini locali più grandi la spesa noninciderà. Per i piccoli forse sì. Comunquenon prevediamo diarie o indennità, soloqualche gettone per chi deve affrontareviaggi». D'altra parte, ricorda il presidente:«La verità è che impegnarsi nel campodella disciplina è sempre stata una specie dimissione, ma anche una scocciatura, tantafatica e poco ritorno». Franco Stefanoni

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