tuttolibri n. 1764 (07-05-2011)

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utto LIBRI S Oggi tuttoLIBRI iPad Edition t A cura di: LUCIANO GENTA con BRUNO QUARANTA [email protected] www.lastampa.it/tuttolibri/ Dal 12 al 16 maggio si rinnova l’incontro di editori, scrittori e lettori, cercando memorie di ieri e obiettivi di domani Con le recensioni e le classifiche dei bestseller Direttore Responsabile Mario Calabresi Editrice La Stampa SpA via Marenco 32, Torino Presidente John Elkann Stabilimentidi stampa LaStampa, v. G. Bruno84, Torino LitosudRoma Srl,v. Carlo Pesenti130, Roma E.TI.S.2000, ZonaIndustrialePalastrada, Catania L’UnioneEditoriale spa, via Omodeo,Elmas (CA) Supplementochiuso intipografiail 6 - 5 - 2011 il IL MIO LIBRO PER I GIOVANI Le scelte di Maraini, De Luca, Comencini, Mari, Buttafuoco, Dandini, Armeni, Cardini, Cantarella, Pincio ALLE PAGINE II-III LEGGERE PER MISURARE IL MONDO Andrea Bajani A PAGINA IV LA RETE NON UCCIDERÀ L’ EDITORE Robert Darnton A PAGINA VI LA MEMORIA DEI CLASSICI Silvia Ronchey A PAGINA VIII IL FUTURO DELLE SCIENZE Piero Bianucci A PAGINA IX ITALIA 150 GLI STORICI DEL RISORGIMENTO Giorgio Boatti ALLE PAGINE XVI-XVII GARIBALDI ROVESCIATO Massimo Raffaeli A PAGINA XVIII IL VENTO DI SALGARI Lorenzo Mondo A PAGINA XVIII I LIBRI CHE HAN FATTO I RAGAZZI Antonio Faeti ALLE PAGINE XX-XXI LA CLASSIFICA DEI PIU’ VENDUTI A PAGINA XXII DIARIO DI LETTURA Giuliano Vigini tra Agostino e l’eBook di MIRELLA APPIOTTI A PAGINA XXIII Questo speciale per ilSalonedellibro,che vedràlaRussiaPaese ospite,èillustratocon immagini di artisti sovieticiAnni20. In alto illustrazione diRodcenkoperuna pubblicità libraria, 1919; quiadestracopertinaper unarivistadel1928 diautoreignoto PROTAGONISTI Racconta Ferrero, legge Ferrari, ricorda Accornero NUMERO 1764 ANNO XXXV SABATO 7 MAGGIO 2011 alone LA PALESTINA Elena Loewenthal A PAGINA XIV LA STAMPA futuro All’interno TUTTOLIBRI LA RUSSIA DOPO L’URSS Nadia Caprioglio ALLE PAGINE XI XII al I Paesi ospiti di Torino è qui

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Page 1: Tuttolibri n. 1764 (07-05-2011)

Pagina Fisica: INSERTI - NAZIONALE - 1 - 07/05/11 - Pag. Logica: INSERTI/PAGINE [TL_01] - Autore: GIOVIA - Ora di stampa: 05/05/11 13.07

uttoLIBRIS

Oggi

tuttoLIBRIiPad Edition

t

A cura di:LUCIANO GENTA

con BRUNO QUARANTA

[email protected]/tuttolibri/

Dal 12

al 16

maggio

si rinnova

l’incontro

di editori,

scrittori

e lettori,

cercando

memorie

di ieri

e obiettivi

di domani

Con le recensioni e leclassifiche dei bestseller

DirettoreResponsabileMarioCalabresi

EditriceLaStampaSpAviaMarenco 32,Torino

PresidenteJohnElkann

StabilimentidistampaLaStampa,v.G.Bruno84,TorinoLitosudRomaSrl,v.CarloPesenti130,RomaE.TI.S.2000, ZonaIndustrialePalastrada,CataniaL’UnioneEditorialespa,viaOmodeo,Elmas(CA)

Supplementochiusointipografiail 6-5-2011

il

IL MIO LIBROPER I GIOVANI

Le scelte di Maraini,De Luca, Comencini, Mari,

Buttafuoco, Dandini,Armeni, Cardini,

Cantarella, PincioALLE PAGINE II-III

LEGGERE PERMISURARE IL MONDO

Andrea BajaniA PAGINA IV

LA RETE NONUCCIDERÀ L’ EDITORE

Robert DarntonA PAGINA VI

LA MEMORIADEI CLASSICI

Silvia RoncheyA PAGINA VIII

IL FUTURODELLE SCIENZE

Piero BianucciA PAGINA IX

ITALIA 150GLI STORICI

DEL RISORGIMENTOGiorgio Boatti

ALLE PAGINE XVI-XVII

GARIBALDIROVESCIATO

Massimo RaffaeliA PAGINA XVIII

IL VENTO DI SALGARILorenzo Mondo

A PAGINA XVIII

I LIBRI CHE HANFATTO I RAGAZZI

Antonio FaetiALLE PAGINE XX-XXI

LA CLASSIFICA

DEI PIU’ VENDUTIA PAGINA XXII

DIARIO DI LETTURA

Giuliano Vigini

tra Agostino e l’eBookdi MIRELLA APPIOTTI

A PAGINA XXIII

Questo speciale peril Salone del libro, chevedrà la Russia Paeseospite, è illustrato con

immagini di artistisovietici Anni 20.

In alto illustrazionedi Rodcenko per una

pubblicità libraria, 1919;qui a destra copertina per

una rivista del 1928di autore ignoto

PROTAGONISTI

Racconta Ferrero,legge Ferrari,ricorda Accornero

NUMERO 1764ANNO XXXVSABATO 7 MAGGIO 2011

aloneLA PALESTINA

Elena LoewenthalA PAGINA XIV

LA STAMPA futuro

All’interno

TUTTOLIBRI

LA RUSSIA DOPO L’URSSNadia Caprioglio

ALLE PAGINE XI XII

alI Paesi ospiti

di Torino

è qui

Page 2: Tuttolibri n. 1764 (07-05-2011)

Pagina Fisica: INSERTI - NAZIONALE - 2 - 07/05/11 - Pag. Logica: INSERTI/PAGINE [TL_02] - Autore: GIOVIA - Ora di stampa: 05/05/11 12.33

FRANCO CARDINI

Memoria. Il seme del futuroE’ il tema conduttore

di questa 24ª edizione:abbiamo domandato

a 10 fra gli ospiti del Lingottoqual è la lettura che consigliano oggia chi si appresta a costrure il futuro,

scelta tra i classici, antichi o moderni,e gli autori prediletti.

Ecco le loro risposte, raccolteper noi da Mirella Serri

Quel Geppettoè anche madre

Con Bovary direaddio alla noia

L’olivo del profetadona la Luce

PIETRANGELO BUTTAFUOCO A COLLOQUIO CONROBERTO ALAJMO SU LE MOLTE ITALIE. LA SICILIA,

PERGLI INCONTRI DI LINGUA MADRE, 15 MAGGIO, H. 12

DACIA MARAINI

DACIA MARAINI PROTAGONISTA DI INCONTRO CON L’AUTORECOME CANDIDATA AL BOOKER PRIZE PER LA CARRIERA 15 MAGGIO,

H. 12.30. SALA GIALLA. CONLORENZO PAVOLINI

Pinocchio: un libro che mi ha insegnato molto e resofelice. Per il suo italiano candido, aereo, sofisticato esemplice allo stesso tempo. L'italiano che ha

accompagnato uno dei momenti più generosi della nostrastoria. Collodi era mazziniano e la vicenda che raccontarivela quell' idealismo gioioso e tenace che ha contribuito afare il nostro Paese.

Pinocchio, come tutti i grandi libri, può essere letto inmille modi diversi. La mia interpretazione: si tratta di unbellissimo e tenerissimo romanzo sulla voglia di paternità.Questa è una delle ragioni che me lo hanno reso caro: ledonne non ci sono nel romanzo - la sola presente è morta -ma un Geppetto che si propone come padre e madre erincorre per tutto il libro la sua creatura di legno, esprimela parte più misteriosa e splendida dell'animo maschile.

Per questo penso sia un libro proiettato verso il futuro eper i giovani di oggi.

Il miolibro

di ieriper i giovani

di domani

SERENA DANDINI

SERENA DANDINI PRESENTA IL SUOLIBRO DAI DIAMANTI NONNASCE NIENTE (RIZZOLI), 14 MAGGIO, H. 19,30. SALAROSSA.

INTERVIENE NERI MARCORE’

Tutti sanno che Flaubert affermò orgogliosamente:«Madame Bovary c'est moi». E con quel piccolo gestorivoluzionario ci ha concesso di esclamare in coro: «aussi

moi ...». La storia è nota e credo che come me generazioni di lettoriabbianocondiviso il triste destino di Madame fino all'ultimorespiro. Una volta la trasgressionedalle salde regole borghesi erapunita con la morte, se non ti succedeva un guaio te lo doveviprocurare da sola e così la morale era salva nonostante la vitapeccaminosa. Ma più che alla tragica morte mi sono sempreappassionata alla vita esuberante di questa eroina letteraria chenon solo si è ribellata alle regole sociali ma soprattutto alla noiaquotidiana del suo matrimonio sbagliato. Il libro va consegnato aiposteri per tramandare questi preziosi germoglidi emancipazione,non si sa mai, potrebbero sempre tornare utili anche alle giovanidonne del futuro, (a cui auguriamo comunque una sorte più rosea diquella della Bovary). La signora non è stata molto fortunata,specialmente con le conoscenze, la colpa non è sua ma del romanzoe della penna del suo geniale ma sadico autore. Credo che se avessepotuto esprimersi di testa sua, alla fine della vicenda avrebbeesclamato convinta: «No, Flaubert n’est-ce-pas moi!».

Santiago, il duellodella maturità

PIETRANGELO BUTTAFUOCO

Con questi opachi chiari di luna sul mondo, stravoltodal video-game più in uso, ovvero il war-game, igiovani che sapranno sfuggire alle botole dei luoghi

comuni potranno prendersi un libro tra quelli che ivecchiacci hanno rifiutato. E’ quello di Martin Lings:Muhammad. His Life Based on the Earliest Sources,pubblicato in Italia nel 2004 dalle edizioni Il Leone Verde diTorino, nella traduzione di Sergio Volpe ( Il ProfetaMuhammad. La sua vita secondo le fonti più antiche).L’autore, inglese – formatosi a Oxford, al Cairo e a Londra,curatore del British Museum – ha scritto con rigore la vitadel Profeta per farne un romanzo.

Con Lings si scioglie, finalmente, l’equivoco su ciò cheper le masse di alfabetizzati è l’origine del Male e si rischiadi amare ciò che, invece, è Luce in una nicchia in cui c’è unalampada da un cristallo simile ad un astro, alimentata daun olivo che non è né occidentale né orientale, Luce daLuce, su cui Dio guida chi Egli vuole.

Ho un dubbio. Non ricordo se ho letto Il vecchio e ilmare dopo aver visto il film splendidamenteinterpretato da Spencer Tracy oppure viceversa.

Comunque è inessenziale. Per la mia generazione - sononato nel 1940 - cinema e musica americana sono state unacosa sola e la celluloide è stata pane (quasi) quotidianoquanto la carta stampata. Questo romanzo ambientato aCuba è uno splendido esercizio di stile: asciutto, obiettivoe suggestivo. L'anziano Santiago, segnato dagli anni edalla malattia, riesce a pescare una grossa preda.Mettendo a rischio la sua vita e combattendo anche con glisquali, la trascina in porto. Arriverà con una carcassa alseguito. Ma non importa. Ha vinto un duello quasimortale, dimostrando il suo valore.

Oggi percepisco che le ultime generazioni sono(giustamente) demotivate dall'assenza di un futuro. Ma losono soprattutto perché si vedono private di guadagni evisibilità. Ad un giovane, il vecchio di Hemingway puòinsegnare, invece, che si può lottare per una realizzazioneinteriore. E poi anche il resto arriverà.

LECTIO MAGISTRALIS DI FRANCO CARDINI SUUNITÀ E DISUNITÀ D’ITALIA, 13 MAGGIO, H. 16.30

INTRODUCEROBERTO RIGHETTO, SALA REGIONI

FRANCESCA COMENCINI

L’arte disintegrala bomba atomica

ERRI DE LUCA

E’ Chisciotteil buon anticorpo

TOMMASO PINCIO INTERVIENE SU ROMANZI ALLA FINE DELMONDO CON ALESSANDRO BERTANTE E ANTONIO SCURATI

15 MAGGIO, H. 15.30 SALA AZZURRA

RITANNA ARMENI

Un Marx 1865per i precari

TOMMASO PINCIO

Il Grande Fratellonon finisce mai

EVA CANTARELLA

I greci insegnanocos’è democrazia

ALESSANDRO MARI

Dickens, sporcarsicon i sentimenti

Il vecchio di Hemingway

.

INCONTRO CON FRANCESCA COMENCINIAUTRICE DI FAMIGLIE (FANDANGO) 14 MAGGIO, H. 19

SPAZIOAUTORI A, CON MARIA LATELLA

Pro o contro la bomba atomica» è un saggio di Elsa Morantedel 1965. La Morante vi definisce la bomba atomica come«l'espressione naturale della nostra società

contemporanea…. che prova la occulta tentazione didisintegrarsi…» L'arte, sempre secondo la Morante, «è ilcontrario della disintegrazione e la sua vera funzione è proprioquella di restituire l'integrità del reale, o, in una parola, larealtà. Dove per realtà s'intende…il valore intatto, luminoso ereligioso della vita». Realtà è la parte non riducibile a mercedella nostra vita, che il poeta non deve cessare di agitaredavanti ai nostri occhi. «La realtà è perennemente viva,accesa, attuale. Non si può avariare, né distruggere, nondecade…nel suo movimento multiforme e cangiante,inesauribile - non si potrà mai finire di esplorarla».L'infinitezza di questa esplorazione mi pare il più bel viaticopossibile per il futuro dei più giovani.

Tu sei il cavaliere invincibile degli assetati»: questo versoappartiene a una poesia di Nazim Hikmet dedicata aChisciotte ( senza «don», titolo che non gli ha risparmiato

nessuna batosta). Invincibile lui che ha perso tutte le sue battaglie:possibile? Sicuro: invincibili non sono quelli che detengonoprimati e supremazie, perchè da quei gradi e gradini presto o tardirotolano giù. E si sgretolano come le meringhe, i pretesi vincenti.Invincibili sono al contrario quelli come Chisciotte, vintiinnumerevoli volte che si rialzano e si battono di nuovo. Invincibilisono quelli che non si danno per vinti. Chisciotte è il generoso chevuole raddrizzare i torti, ha un programma inflessibile ma non èun politico, non vuole essere seguito. Gli offrono un'isola dagovernare e lui la cede al suo scudiero Sancho: non è un politico.

E' uno che non teme di battersi in inferiorità numerica e conforze insufficienti, senza fare calcoli circa il rapportocosti/benefici. Ecco una lettura inattuale, perciò efficace allaformazione di anticorpi di chi è giovane adesso e si trova preso ingiro da un sistema che non sa che farsene del suo valore, del suostudio, delle sue energie. Chisciotte sa che fare di sè in un mondostorto. Leggerlo fa venire voglia di rimboccarsi le maniche.

RITANNA ARMENI PRESENTA PAROLA DI DONNA, LE VOCI DI 100PROTAGONISTE D’ECCEZIONE, CHE HA CURATO PER

PONTEALLE GRAZIE. 13 MAGGIO, H. 18, SALAAZZURRA

Non avendo il coraggio di affrontare i tre volumi delCapitale, a poco più di vent'anni ho aggiratol'ostacolo leggendo un agile saggio di Marx, Salario

prezzo e profitto, pubblicato dagli Editori Riuniti.Ho trovato lì, in quella relazione che Marx fece in una

riunione della Prima Internazionale, la spiegazionescientifica dello «sfruttamento», il concetto di «forzalavoro», la scoperta del «valore del lavoro».

Concetti troppo antichi per essere riproposti a ungiovane di oggi? Tesi superate in un mondo del lavorodominato dalla globalizzazione e dalla precarietà?

Non credo. Quel testo del 1865, rimanestraordinariamente attuale, perché attuale è losfruttamento. Ne ho capito i fondamenti leggendo quellibretto negli anni '70, ho trovato e continuo a trovare molteconferme di quelle tesi nella tanto osannata modernità.

Per questo invito i giovani a leggerlo. Anche se non sonogli operai sfiancati da 12 ore di lavoro nelle fabbriche diManchester, ma precari in un qualunque call center.

SULLA TRACCIA DI UN ALFABETO ANTICO INCONTRO CON ERRI DELUCA AUTORE DI E DISSE (FELTRINELLI) E LE SANTE DELLO

SCANDALO (GIUNTINA). 13 MAGGIO, H. 15.30. SALAOVAL

C'è forse romanzo più profetico di 1984 di GeorgeOrwell? Quel totalitario mondo oppresso dallosguardo spione del Grande Fratello e da una

sistematica e distorsione della verità è così somigliante alnostro tempo che ci sembra naturale leggerlo come unafinestra aperta sul futuro. Preferisco tuttavia pensarlocome la storia di un uomo, Winston Smith, che grazieall'amore trova il coraggio di ribellarsi a un sistemaingiusto. L'anelito dura poco, però, perché Smith finirà perripudiare sé stesso e l'amore.

Smith giunge a tanto perché sottoposto a tortura, è vero.Tuttavia il suo fallimento, la sua incapacità di diventare eroe,ci mortifica nel profondo, ed è una mortificazione che ha ilsuono di monito rivolto ai giovani di ogni futuro, prossimo olontano: guardatevi dalla possibilità, sempre dietro dietrol'angolo, di diventare complici, di somigliare al male.

In viaggio con Odisseo

EVA CANTARELLA INTERVERRÀ AL DIBATTITO SUIL FUTURO HA UN CUORE ANTICO? ,CON LUCIANO CANFORA

ESILVIA RONCHEY, 15 MAGGIO, H. 18, SALAROSSA

Non ho dubbi, è l'Odissea, un libro che ho imparato aconoscere prima ancora di saper leggere. Mio padreinfatti, che era un grecista, la sera mi raccontava le

avventure di Ulisse: il Ciclope, le Sirene, il cavallo diTroia…E' un libro che ho continuato e continuo a rileggere,restandone sempre più affascinata.

Le ragioni per cui un giovane dovrebbe leggerlo, oggi?Perché è un grandissimo libro di avventure, che, al di là degliaspetti favolistici, descrivendo la cultura dei nostri piùlontani antenati, consente di cogliere al tempo stesso laradicale diversità di questa dalla nostra e i fili di continuitàche ciononostante la legano a noi. Ai giovani, che quando laconoscono la amano moltissimo, va consigliata per diverseragioni: perchè la constatazione della diversità dei grecitrova riscontro nell'esperienza, sempre più frequente nelloro futuro, della convivenza con i «diversi» di oggi.

E perché, grazie a questo capolavoro delle letteraturamondiale, imparano a conoscere il mondo nel quale inOccidente sono nati concetti base della nostra civiltà comecittadinanza, libertà di parola, uguaglianza e democrazia.

ALESSANDRO MARI,AUTORE DI TROPPO UMANA SPERANZA(FELTRINELLI), CON DE CATALDO E FASANELLA ,CONDUCE LUCA

SOFRI. IL 14 MAGGIO, H. 12.30, SALA OVAL

C’è stato un tempo in cui «patetico»non aveva nulladioffensivo.La Patetica di Beethoven.La Patetica di Cajkovskij.Il pateticocome emozione.E anche come commozione.La mia

sceltaviene da quel tempo.E si chiama Grandi speranze. Per il titolo -magnifico! - che evoca il tormento, il sogno e l'attesa della speranza;perchél'autoreè CharlesDickens, quialle sue vette;per la memorabilevicendadell'orfanoPip e del suo legamecon Magwitch,maramaldooscuro eppuregeneroso; per Estella, fatale creaturaallevatapervendicareun'offesa subita; perchéquesto romanzo uscì a puntatetra il1860 e il 1861, mentre qui l'Italia si facevanazione. Per tutto questo. Masoprattuttoperché, in Grandi speranze, c'è per l'appunto il coraggio delpatetico,ossia l'ardiredi un artigianoche non teme di sporcarsi le manicoisentimentiper scatenarenel pubblicoun'intensa partecipazioneaffettivaed estetica, così comedel resto, nei teatri d'Europa,accadevacon la musica,attraverso il melodrammaitaliano- ma non solo italiano.Di quella speranza(a cui sono palesementedebitore) e di quella nozionedi pateticomi piacefare bandiera.Contro l'eserciziorelativisticodell'ironia,controgli eccessi del mentalismo,contro la derivaombelicaledellanarrativa.Dickens è vivo. Più rivoluzionarioche mai,anzituttoper chi reclama un futuro, ossia le nuove generazioni.

Madame Flaubert

La Morante pro e contro

La vita di Muhammad

Orwell, il perenne «1984»L’idealismo di Pinocchio

Il cavaliere di Cervantes«Salario, prezzo e profitto»«Grandi speranze»

Speciale Salone 2011 Torino 12-16 maggioIITuttolibri

SABATO 7 MAGGIO 2011LA STAMPA III

Questo speciale

Il Salone del libro di Torino compie 24 anni e li vivrà con spiritogaribaldino, guidato da Rolando Picchioni ed Ernesto Ferrero, dal 12al 16 maggio al Lingotto (programma, orari, costo dei biglietti nel sitowww.salonelibro.it). Fin dalle origini, tuttoLibri lo accompagna conun «speciale» in cui, oltre ad annunciare i principali appuntamenti, sidipana il tema conduttore: per questa edizione, nella ricorrenza dei150 anni dell’Unità d’Italia, «Memoria. Il seme del futuro». Cosìabbiamo suddiviso le nostre pagine tra riflessioni e prospettive suldomani dell’editoria, della cultura umanistica, delle scienze, e analisi,sempre attraverso i libri, della nostra storia patria e dei suoiprotagonisti. Essendo la Russia (con la Palestina) l’ospite d’onore, lospeciale è illustrato con le immagini (scelte da Santo Alligo) di artistiche hanno segnato una rivoluzione della grafica, non solo per il loroPaese. L’impaginazione è stata curata da Marina Carpini.

Illustrazione di Mikhail Larionov dal volume«Art Decoratif Théâtral Moderne», 1919; in alto

a destra tre illustrazioni di Kruchenykh per«Universal War» - 1916

Page 3: Tuttolibri n. 1764 (07-05-2011)

Pagina Fisica: INSERTI - NAZIONALE - 3 - 07/05/11 - Pag. Logica: INSERTI/PAGINE [TL_02] - Autore: GIOVIA - Ora di stampa: 05/05/11 12.33

FRANCO CARDINI

Memoria. Il seme del futuroE’ il tema conduttore

di questa 24ª edizione:abbiamo domandato

a 10 fra gli ospiti del Lingottoqual è la lettura che consigliano oggia chi si appresta a costrure il futuro,

scelta tra i classici, antichi o moderni,e gli autori prediletti.

Ecco le loro risposte, raccolteper noi da Mirella Serri

Quel Geppettoè anche madre

Con Bovary direaddio alla noia

L’olivo del profetadona la Luce

PIETRANGELO BUTTAFUOCO A COLLOQUIO CONROBERTO ALAJMO SU LE MOLTE ITALIE. LA SICILIA,

PERGLI INCONTRI DI LINGUA MADRE, 15 MAGGIO, H. 12

DACIA MARAINI

DACIA MARAINI PROTAGONISTA DI INCONTRO CON L’AUTORECOME CANDIDATA AL BOOKER PRIZE PER LA CARRIERA 15 MAGGIO,

H. 12.30. SALAGIALLA. CONLORENZO PAVOLINI

Pinocchio: un libro che mi ha insegnato molto e resofelice. Per il suo italiano candido, aereo, sofisticato esemplice allo stesso tempo. L'italiano che ha

accompagnato uno dei momenti più generosi della nostrastoria. Collodi era mazziniano e la vicenda che raccontarivela quell' idealismo gioioso e tenace che ha contribuito afare il nostro Paese.

Pinocchio, come tutti i grandi libri, può essere letto inmille modi diversi. La mia interpretazione: si tratta di unbellissimo e tenerissimo romanzo sulla voglia di paternità.Questa è una delle ragioni che me lo hanno reso caro: ledonne non ci sono nel romanzo - la sola presente è morta -ma un Geppetto che si propone come padre e madre erincorre per tutto il libro la sua creatura di legno, esprimela parte più misteriosa e splendida dell'animo maschile.

Per questo penso sia un libro proiettato verso il futuro eper i giovani di oggi.

Il miolibro

di ieriper i giovani

di domani

SERENA DANDINI

SERENA DANDINI PRESENTA IL SUOLIBRO DAI DIAMANTI NONNASCE NIENTE (RIZZOLI), 14 MAGGIO, H. 19,30. SALAROSSA.

INTERVIENE NERI MARCORE’

Tutti sanno che Flaubert affermò orgogliosamente:«Madame Bovary c'est moi». E con quel piccolo gestorivoluzionario ci ha concesso di esclamare in coro: «aussi

moi ...». La storia è nota e credo che come me generazioni di lettoriabbianocondiviso il triste destino di Madame fino all'ultimorespiro. Una volta la trasgressionedalle salde regole borghesi erapunita con la morte, se non ti succedeva un guaio te lo doveviprocurare da sola e così la morale era salva nonostante la vitapeccaminosa. Ma più che alla tragica morte mi sono sempreappassionata alla vita esuberante di questa eroina letteraria chenon solo si è ribellata alle regole sociali ma soprattutto alla noiaquotidiana del suo matrimonio sbagliato. Il libro va consegnato aiposteri per tramandare questi preziosi germoglidi emancipazione,non si sa mai, potrebbero sempre tornare utili anche alle giovanidonne del futuro, (a cui auguriamo comunque una sorte più rosea diquella della Bovary). La signora non è stata molto fortunata,specialmente con le conoscenze, la colpa non è sua ma del romanzoe della penna del suo geniale ma sadico autore. Credo che se avessepotuto esprimersi di testa sua, alla fine della vicenda avrebbeesclamato convinta: «No, Flaubert n’est-ce-pas moi!».

Santiago, il duellodella maturità

PIETRANGELO BUTTAFUOCO

Con questi opachi chiari di luna sul mondo, stravoltodal video-game più in uso, ovvero il war-game, igiovani che sapranno sfuggire alle botole dei luoghi

comuni potranno prendersi un libro tra quelli che ivecchiacci hanno rifiutato. E’ quello di Martin Lings:Muhammad. His Life Based on the Earliest Sources,pubblicato in Italia nel 2004 dalle edizioni Il Leone Verde diTorino, nella traduzione di Sergio Volpe ( Il ProfetaMuhammad. La sua vita secondo le fonti più antiche).L’autore, inglese – formatosi a Oxford, al Cairo e a Londra,curatore del British Museum – ha scritto con rigore la vitadel Profeta per farne un romanzo.

Con Lings si scioglie, finalmente, l’equivoco su ciò cheper le masse di alfabetizzati è l’origine del Male e si rischiadi amare ciò che, invece, è Luce in una nicchia in cui c’è unalampada da un cristallo simile ad un astro, alimentata daun olivo che non è né occidentale né orientale, Luce daLuce, su cui Dio guida chi Egli vuole.

Ho un dubbio. Non ricordo se ho letto Il vecchio e ilmare dopo aver visto il film splendidamenteinterpretato da Spencer Tracy oppure viceversa.

Comunque è inessenziale. Per la mia generazione - sononato nel 1940 - cinema e musica americana sono state unacosa sola e la celluloide è stata pane (quasi) quotidianoquanto la carta stampata. Questo romanzo ambientato aCuba è uno splendido esercizio di stile: asciutto, obiettivoe suggestivo. L'anziano Santiago, segnato dagli anni edalla malattia, riesce a pescare una grossa preda.Mettendo a rischio la sua vita e combattendo anche con glisquali, la trascina in porto. Arriverà con una carcassa alseguito. Ma non importa. Ha vinto un duello quasimortale, dimostrando il suo valore.

Oggi percepisco che le ultime generazioni sono(giustamente) demotivate dall'assenza di un futuro. Ma losono soprattutto perché si vedono private di guadagni evisibilità. Ad un giovane, il vecchio di Hemingway puòinsegnare, invece, che si può lottare per una realizzazioneinteriore. E poi anche il resto arriverà.

LECTIO MAGISTRALIS DI FRANCO CARDINI SUUNITÀ E DISUNITÀ D’ITALIA, 13 MAGGIO, H. 16.30

INTRODUCEROBERTO RIGHETTO, SALA REGIONI

FRANCESCA COMENCINI

L’arte disintegrala bomba atomica

ERRI DE LUCA

E’ Chisciotteil buon anticorpo

TOMMASO PINCIO INTERVIENE SU ROMANZI ALLA FINE DELMONDO CON ALESSANDRO BERTANTE E ANTONIO SCURATI

15 MAGGIO, H. 15.30 SALA AZZURRA

RITANNA ARMENI

Un Marx 1865per i precari

TOMMASO PINCIO

Il Grande Fratellonon finisce mai

EVA CANTARELLA

I greci insegnanocos’è democrazia

ALESSANDRO MARI

Dickens, sporcarsicon i sentimenti

Il vecchio di Hemingway

.

INCONTRO CON FRANCESCA COMENCINIAUTRICE DI FAMIGLIE (FANDANGO) 14 MAGGIO, H. 19

SPAZIOAUTORI A, CON MARIA LATELLA

Pro o contro la bomba atomica» è un saggio di Elsa Morantedel 1965. La Morante vi definisce la bomba atomica come«l'espressione naturale della nostra società

contemporanea…. che prova la occulta tentazione didisintegrarsi…» L'arte, sempre secondo la Morante, «è ilcontrario della disintegrazione e la sua vera funzione è proprioquella di restituire l'integrità del reale, o, in una parola, larealtà. Dove per realtà s'intende…il valore intatto, luminoso ereligioso della vita». Realtà è la parte non riducibile a mercedella nostra vita, che il poeta non deve cessare di agitaredavanti ai nostri occhi. «La realtà è perennemente viva,accesa, attuale. Non si può avariare, né distruggere, nondecade…nel suo movimento multiforme e cangiante,inesauribile - non si potrà mai finire di esplorarla».L'infinitezza di questa esplorazione mi pare il più bel viaticopossibile per il futuro dei più giovani.

Tu sei il cavaliere invincibile degli assetati»: questo versoappartiene a una poesia di Nazim Hikmet dedicata aChisciotte ( senza «don», titolo che non gli ha risparmiato

nessuna batosta). Invincibile lui che ha perso tutte le sue battaglie:possibile? Sicuro: invincibili non sono quelli che detengonoprimati e supremazie, perchè da quei gradi e gradini presto o tardirotolano giù. E si sgretolano come le meringhe, i pretesi vincenti.Invincibili sono al contrario quelli come Chisciotte, vintiinnumerevoli volte che si rialzano e si battono di nuovo. Invincibilisono quelli che non si danno per vinti. Chisciotte è il generoso chevuole raddrizzare i torti, ha un programma inflessibile ma non èun politico, non vuole essere seguito. Gli offrono un'isola dagovernare e lui la cede al suo scudiero Sancho: non è un politico.

E' uno che non teme di battersi in inferiorità numerica e conforze insufficienti, senza fare calcoli circa il rapportocosti/benefici. Ecco una lettura inattuale, perciò efficace allaformazione di anticorpi di chi è giovane adesso e si trova preso ingiro da un sistema che non sa che farsene del suo valore, del suostudio, delle sue energie. Chisciotte sa che fare di sè in un mondostorto. Leggerlo fa venire voglia di rimboccarsi le maniche.

RITANNA ARMENI PRESENTA PAROLA DI DONNA, LE VOCI DI 100PROTAGONISTE D’ECCEZIONE, CHE HA CURATO PER

PONTEALLE GRAZIE. 13 MAGGIO, H. 18, SALAAZZURRA

Non avendo il coraggio di affrontare i tre volumi delCapitale, a poco più di vent'anni ho aggiratol'ostacolo leggendo un agile saggio di Marx, Salario

prezzo e profitto, pubblicato dagli Editori Riuniti.Ho trovato lì, in quella relazione che Marx fece in una

riunione della Prima Internazionale, la spiegazionescientifica dello «sfruttamento», il concetto di «forzalavoro», la scoperta del «valore del lavoro».

Concetti troppo antichi per essere riproposti a ungiovane di oggi? Tesi superate in un mondo del lavorodominato dalla globalizzazione e dalla precarietà?

Non credo. Quel testo del 1865, rimanestraordinariamente attuale, perché attuale è losfruttamento. Ne ho capito i fondamenti leggendo quellibretto negli anni '70, ho trovato e continuo a trovare molteconferme di quelle tesi nella tanto osannata modernità.

Per questo invito i giovani a leggerlo. Anche se non sonogli operai sfiancati da 12 ore di lavoro nelle fabbriche diManchester, ma precari in un qualunque call center.

SULLA TRACCIA DI UN ALFABETO ANTICO INCONTRO CON ERRI DELUCA AUTORE DI E DISSE (FELTRINELLI) E LE SANTE DELLO

SCANDALO (GIUNTINA). 13 MAGGIO, H. 15.30. SALAOVAL

C'è forse romanzo più profetico di 1984 di GeorgeOrwell? Quel totalitario mondo oppresso dallosguardo spione del Grande Fratello e da una

sistematica e distorsione della verità è così somigliante alnostro tempo che ci sembra naturale leggerlo come unafinestra aperta sul futuro. Preferisco tuttavia pensarlocome la storia di un uomo, Winston Smith, che grazieall'amore trova il coraggio di ribellarsi a un sistemaingiusto. L'anelito dura poco, però, perché Smith finirà perripudiare sé stesso e l'amore.

Smith giunge a tanto perché sottoposto a tortura, è vero.Tuttavia il suo fallimento, la sua incapacità di diventare eroe,ci mortifica nel profondo, ed è una mortificazione che ha ilsuono di monito rivolto ai giovani di ogni futuro, prossimo olontano: guardatevi dalla possibilità, sempre dietro dietrol'angolo, di diventare complici, di somigliare al male.

In viaggio con Odisseo

EVA CANTARELLA INTERVERRÀ AL DIBATTITO SUIL FUTURO HA UN CUORE ANTICO? ,CON LUCIANO CANFORA

ESILVIA RONCHEY, 15 MAGGIO, H. 18, SALAROSSA

Non ho dubbi, è l'Odissea, un libro che ho imparato aconoscere prima ancora di saper leggere. Mio padreinfatti, che era un grecista, la sera mi raccontava le

avventure di Ulisse: il Ciclope, le Sirene, il cavallo diTroia…E' un libro che ho continuato e continuo a rileggere,restandone sempre più affascinata.

Le ragioni per cui un giovane dovrebbe leggerlo, oggi?Perché è un grandissimo libro di avventure, che, al di là degliaspetti favolistici, descrivendo la cultura dei nostri piùlontani antenati, consente di cogliere al tempo stesso laradicale diversità di questa dalla nostra e i fili di continuitàche ciononostante la legano a noi. Ai giovani, che quando laconoscono la amano moltissimo, va consigliata per diverseragioni: perchè la constatazione della diversità dei grecitrova riscontro nell'esperienza, sempre più frequente nelloro futuro, della convivenza con i «diversi» di oggi.

E perché, grazie a questo capolavoro delle letteraturamondiale, imparano a conoscere il mondo nel quale inOccidente sono nati concetti base della nostra civiltà comecittadinanza, libertà di parola, uguaglianza e democrazia.

ALESSANDRO MARI,AUTORE DI TROPPO UMANA SPERANZA(FELTRINELLI), CON DE CATALDO E FASANELLA ,CONDUCE LUCA

SOFRI. IL 14 MAGGIO, H. 12.30, SALA OVAL

C’è stato un tempo in cui «patetico»non aveva nulladioffensivo.La Patetica di Beethoven.La Patetica di Cajkovskij.Il pateticocome emozione.E anche come commozione.La mia

sceltaviene da quel tempo.E si chiama Grandi speranze. Per il titolo -magnifico! - che evoca il tormento, il sogno e l'attesa della speranza;perchél'autoreè CharlesDickens, quialle sue vette;per la memorabilevicendadell'orfanoPip e del suo legamecon Magwitch,maramaldooscuro eppuregeneroso; per Estella, fatale creaturaallevatapervendicareun'offesa subita; perchéquesto romanzo uscì a puntatetra il1860 e il 1861, mentre qui l'Italia si facevanazione. Per tutto questo. Masoprattuttoperché, in Grandi speranze, c'è per l'appunto il coraggio delpatetico,ossia l'ardiredi un artigianoche non teme di sporcarsi le manicoisentimentiper scatenarenel pubblicoun'intensa partecipazioneaffettivaed estetica, così comedel resto, nei teatri d'Europa,accadevacon la musica,attraverso il melodrammaitaliano- ma non solo italiano.Di quella speranza(a cui sono palesementedebitore) e di quella nozionedi pateticomi piacefare bandiera.Contro l'eserciziorelativisticodell'ironia,controgli eccessi del mentalismo,contro la derivaombelicaledellanarrativa.Dickens è vivo. Più rivoluzionarioche mai,anzituttoper chi reclama un futuro, ossia le nuove generazioni.

Madame Flaubert

La Morante pro e contro

La vita di Muhammad

Orwell, il perenne «1984»L’idealismo di Pinocchio

Il cavaliere di Cervantes«Salario, prezzo e profitto»«Grandi speranze»

Speciale Salone 2011 Torino 12-16 maggioIITuttolibri

SABATO 7 MAGGIO 2011LA STAMPA III

Questo speciale

Il Salone del libro di Torino compie 24 anni e li vivrà con spiritogaribaldino, guidato da Rolando Picchioni ed Ernesto Ferrero, dal 12al 16 maggio al Lingotto (programma, orari, costo dei biglietti nel sitowww.salonelibro.it). Fin dalle origini, tuttoLibri lo accompagna conun «speciale» in cui, oltre ad annunciare i principali appuntamenti, sidipana il tema conduttore: per questa edizione, nella ricorrenza dei150 anni dell’Unità d’Italia, «Memoria. Il seme del futuro». Cosìabbiamo suddiviso le nostre pagine tra riflessioni e prospettive suldomani dell’editoria, della cultura umanistica, delle scienze, e analisi,sempre attraverso i libri, della nostra storia patria e dei suoiprotagonisti. Essendo la Russia (con la Palestina) l’ospite d’onore, lospeciale è illustrato con le immagini (scelte da Santo Alligo) di artistiche hanno segnato una rivoluzione della grafica, non solo per il loroPaese. L’impaginazione è stata curata da Marina Carpini.

Illustrazione di Mikhail Larionov dal volume«Art Decoratif Théâtral Moderne», 1919; in alto

a destra tre illustrazioni di Kruchenykh per«Universal War» - 1916

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Pagina Fisica: INSERTI - NAZIONALE - 4 - 07/05/11 - Pag. Logica: INSERTI/PAGINE [TL_04] - Autore: GIOVIA - Ora di stampa: 05/05/11 13.14

INCONTRI AL VILLAGE

Tra legalità e libertà= Ecco alcuni degli incontri proposti all’Ovaldalle case editrici. L’ex magistrato GherardoColombo, presidente della Garzanti, e AnnaSarfatti, autori di Educare alla legalità.Suggerimenti pratici e non per genitori einsegnanti (Salani), il 13 maggio, h. 16.30,spazio Book. Amnesty International festeggia isuoi primi cinquant’anni con il libro (Fandangoeditore) Io manifesto per la libertà. Saràpresentato il 14 maggio, h. 16.30, all’Arena(con Pat Carra, Francesca Comencini, MarioDesiati, Tiziana Ferrario, Dacia Maraini,Valentina Maran, Igiaba Scego, Alexian,Santino Spinelli, Filippo Timi). Fra gli altri ospitiLuca Sofri, Mauro Corona e Marco Presta.

UN NOBEL ALL’OVAL

Fo racconta Boccaccio= Dario Fo racconta Boccaccio, ilDecamerone, il 14 maggio, nella sala Oval, h.17. Introduce la lezione BrunoGambarotta. IlpremioNobel, che ha compiuto85 anni inmarzo, sta per riproporre con Guanda il suoBoccaccio riveduto e scorretto, corredatodi170 illustrazioni. Sempre all’Oval, il 15 arriveràLicia Troisi con i suoi bestseller fantasy.Altriospiti, Franco Di Mare autore di Non chiedereperché (Rizzoli), Fabio Geda con padre AntonioMenegon,missionario ad Haiti, GiuseppeCulicchiae DarwinPastorin che presenterannoil libro d’esordiodi Fabrizio Ghilardi Wembleyin una stanza (Minerva Edizioni): com’ècambiata l’Italia fra gli Anni70 e 80.

Se il libro è un metroper misurare il mondo

ANDREABAJANI

Il 27 gennaio del2009, Giornata della memo-ria, sono entrato nel campodi sterminio di Auschwitzcon seicento ragazzi italia-ni. Avevamo quasi tutti intesta cappelli di lana, qual-cuno anche i doposcì ai pie-di, e sulle spalle uno zaino.Ci avevano divisi per grup-pi, ci avevano dato una gui-da che ci precedesse nelcampo, ci mostrasse, pro-vasse a spiegarci. L'avvici-namento era stato un gior-no di viaggio in treno: lamusica, gli scoppi im-provvisi di risa, e unoche girava per il tre-no con un lenzuo-lo, diceva di esse-re un fantasmascappato dicasa. E poi ci sifaceva pensosiman mano che laPolonia arrivava.Quindi un albergo aCracovia, e poi l'avvi-cinamento in pullman,e le voci sempre più ra-de. Come se avvicinan-doci ai campi perdessi-mo per strada tutte le pa-role, fino ad arrivare all'entrata e restarnesenza, e fare silenzio.

Quando siamo en-trati nel campo di Bi-rkenau, i ragazzi si so-no fermati stupiti, comese fossero entrati i ladri incasa, come se avessero por-tato via tutto quello che

c'era prima. Siguardavano in-torno, qualcunoha guardato me, epoi stavano davan-ti a tutta questa co-sa che avevano difronte, che era solo pra-to e filo spinato. C'era unosmarrimento tutto gelato,nel perimetrare questa su-perficie di fango, neve equalche pezzo di verde. Traquei ragazzi ce n'era unoche in mezzo a quel nientecamminava con in mano Sequesto è un uomo, di PrimoLevi. Ci teneva un dito inmezzo, con dei guanti rossi,e ogni tanto si fermava, lo

apriva e poi alzava di nuovo latesta verso quella distesa diterra, con in fondo le betullein fila una via l'altra.

Avrà avuto sedici anni, oforse anche di meno. LeggevaSe questo è un uomo perché glie-l’aveva detto l'insegnante. Malo leggeva come forsenon ho mai visto leg-gere un li-

bro. Ci guardava dentro. Io glivedevo solo il fiato biancouscirgli di bocca in mezzo alfiato degli altri. Guardava den-tro le pagine come se potessetrovarci tutto quello che nonc'era in quel niente polacco cir-condato dal filo spinato. Cerca-

va alzando la fac-

cia una corrispondenza oltrela pagina, come se la fine delfoglio fosse un confine geogra-fico, e insieme storico, guarda-re lì, dalla dogana, settant’an-ni dopo la Storia. Quel ragaz-zo prendeva le parole chec'erano nel libro e poi le dispo-neva sul prato, e le parole di-ventavano uomini e donne, e il

dolore, la storia di un altro,e quella fatica che si fa

sempre a provare a ricordarei ricordi degli altri.

C'è stato un momento, poi,in cui ho visto il ragazzo inchi-narsi per legarsi una scarpa.C'era un pezzo di pietra, i restidi un camino in mezzo alla ne-ve, e il ragazzo ci ha appoggia-to sopra il libro di Levi. Io hoguardato il libro lì sopra, in unangolo, lungo più o meno unterzo della superficie. L'ho

pensato come un'unità di mi-sura, ci sarebbe stato tre vol-te, una di seguito all'altra,forse quattro. Se questo è unuomo era il metro di quel ra-gazzo per capire quanto eragrande quel posto. Stava lì in-chinato, quel ragazzo, e Sequesto è un uomo gli poteva es-sere utile per capire quantevolte ci stava quel libro in tut-to quel niente che gli si sten-deva davanti fino alle betulleche stavano in fondo. Tre vol-te o quattro volte solo il cami-no, chissà quante a passarlodall’inizio alla fine, seguirne iconfini, chissà quante fino aCracovia, figurarsi la stradaper tornare fino in Italia, acasa, alla vita che poi ripren-deva alla fine del viaggio.

Quando eravamo sul pull-man, verso l'albergo, mi sonoseduto vicino a lui, e gli hochiesto di mostrarmi il libro.L'ha tirato fuori dallo zainocome un geometra tira fuoriil suo metro. Era sporco, incopertina c'era una macchiadi fango. Prima di rimetterloin borsa l'ha pulito con la ma-nica della maglia, e poi l'hafatto sparire. Ecco, da alloraio non sono mai riuscito a to-gliermi dalla testa quel libroappoggiato su una pietra nelcampo di sterminio di Birke-nau, quella pietra misurataappoggiandoci sopra un ro-manzo. L'ha fatto come fosseun istinto che gli arrivava dalontano, quello di usare un li-bro per dare delle misure almondo in cui camminava.Avrebbe potuto misurarci la

propria stanza, la strada chefaceva per andare a scuola, olo spazio che lo divideva dalcompagno di banco, quelloche lo separava dalla madre,o da un amico a cui non avevachiesto mai scusa aspettan-do che fosse l'altro a farloper primo.

Era un romanzo, il suometro, e quel ragazzo lo usa-va per vedere quanto eragrande la domanda che sistava facendo, quanto c'erada fare prima di sperare diraggiungere una risposta.Non era né un libro per ra-gazzi né un libro per grandi,perché non ci sono libri pergrandi e libri per ragazzi. Cisono i libri, e Se questo è unuomo era quello che gli servi-va allora, in quel 27 gennaiodel 2009. Poi forse nonl'avrebbe letto mai più, ma-gari l'avrebbe anche dimenti-cato sul treno. Però in quelmomento della sua vita, neisuoi sedici anni, gli tornavacomodo per misurarci unpezzo di pietra. Gli tornavautile in quel luogo, in mezzoalla neve di Birkenau, Au-schwitz, in Polonia, e avreb-be potuto farci un sentiero, ecamminarci sopra, e magarii piedi bagnarsi un po' meno.

Una scolarescaad Auschwitz,un ragazzo checammina con in mano«Se questo è un uomo»

Dai 14 ai 18 anniQUINDICI PAROLE CHIAVEQuinta edizione del Bookstock Village, per i giovanilettori, dalla prima infanzia all’università. AndreaBajani ha ideato il programma per la fascia 14-18anni. Artisti, giornalisti, filosofi, scrittori, registi,sociologi,magistrati, religiosi, si misurerannosuquindi parole del futuro, individuate da bajani conun gruppo di studenti dele scuole superioritorinesi: futuro, impedimento, fiducia,pantano, me , poverini, svolta, rivoluzione,divertimento, resistenza, relativo, denaro,inquietudine, femminile, bellezza.

TRA GLI OSPITIAlessandroBergonzoni, Daria Bignardi, FrancoLoi, Patrizia Valduga, Maurizio Maggiani,Stefano Benni, Antonio Moresco, SebastianoNata, ilsacerdote antimafia don Giacomo Panizza,

Mario Martone, Luciano Gallino.

DOVEPer la prima volta la rassegna avrà come sede l’Oval.Tre i luoghi. L’Arena, lo Spazio Book per gli incontri egli spazi-laboratorio, in numero di sei. Come sfondo,tre immagini create ad hoc dall’artista albaneseValerio Berruti, trentaquattrenne (ha già esposto allaBiennale di Venezia e ha lavorato con Paolo Conte eRyuichiu Sakamoto).

Speciale Salone 2011 Torino 12-16 maggio Tuttolibri

SABATO 7 MAGGIO 2011LA STAMPAIV

Guardava nelle paginecome se potesse trovarcitutto quello chenon c’era in quel nientecircondato dal filo spinato

Letture, memoria, giovani Un racconto-testimonianzadello scrittore che coordina gli incontri al Bookstock Village

Allo scrittore AndreaBajani («Ogni promessa»

è il suo ultimo romanzo, daEinaudi), regista al Salone

del Bookstock Village,abbiamo domandato come

ha immaginato dicoinvolgere i giovani,

«cosa ci fa un ragazzo conun libro, a cosa gli serve?»

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Illustrazionedi Mikhail

Larionov dalvolume «Art

DecoratifThéâtral

Moderne»,1919

in edicola a 12,90 euro in più

ROMANZIIN EDIZIONE ORIGINALE

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SABATO 7 MAGGIO 2011 LA STAMPA 5

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MARIO CALABRESI

Le stelle accese= Dopo i successi di Spingendo la nottepiù in là e La fortuna non esiste, il direttorede La Stampa è suo terzo libro per i tipi diMondadori: Cosa tiene le stelle accese (pp.216, € 17): una galleria di scienziati, artisti,imprenditori, giornalisti, gente comune cheha inseguito e infine realizzato i propri sogni.Lo presenta il 15 maggio, h. 17, sala Gialla.Interviene Massimo Gramellini.

REDFIELD, CRUZ SMITH, XIALONG

Illuminazioni e gialli= Il «profeta» della new age James Redfield,autore di La profezia di Celestino, presentaL’undicesima illuminazione (Corbaccio), il 14 , h.14, sala Oval. Sempre il 14, h. 15,30, sala Azzurra,Martin Cruz Smith, presenta il suo thriller diambiente russo Le tre stazioni (Mondadori), conAndrea Purgatori. E, in sala Blu, h. 19, Qiu Xialong(Di seta e e di sangue, l’ ultimo giallo edito daMarsilio) parlerà sulla sua «Cina dei misteri».

RICOLFI E MASTROCOLA

Cambiare la scuola= «La scuola, 150 anni di riforme», il 13maggio, h. 12, sala Rossa: Andrea Ichino eLuca Ricolfi a confronto. Introducono:Francesco De Sanctis e Carmela Palumbo,coordina Ugo Cardinale. Il 14, h. 15, salagialla, Paola Mastrocola in dialogo con PieroDorfles su «Scuola e cultura. Togliamo ildisturbo». L’incontro ruota intorno al saggiodella stessa Mastrocola uscito da Guanda.

GIAN LUIGI BECCARIA

La lingua italiana= Gian Luigi Beccaria, autore per Einaudi diMia lingua italiana (sulla letteratura che haprefigurato il desiderio e il progetto di unanazione) a colloquio con Ernesto Franco su «Lalingua italiana è casa nostra». Il 13 maggio, h.11.30, sala Azzurra. Su «Viva l’italiano», il 13,h. 12, sala Oval, lezione - spettacolo di ValeriaDella Valle e Giuseppe Patota, autori di Viva lagrammatica (Sperling & Kupfer).

SEPULVEDA, CERCAS, PADURA FUENTES

Qui si parla spagnolo= Incontro con il cileno Luis Sepúlveda il 14maggio, h. 13.30, sala Gialla (a colloquio conPietro Cheli). Il 15, h. 12,30, sala Azzurra, JavierCercas (di cui esce per Guanda Il nuovoinquilino) discuterà sul rapporto tra realtà eromanzo con Arpaia, Belpoliti, Helena Janacek.Il 15, h. 15,30, in sala Blu Padura Fuentes,autore di Passato remoto (Tropea), parlerà su«Il romanzo di Cuba», con Mario Baudino.

Il futuro Una «spudorata difesa» della parolaa stampa: la rivoluzione digitale non potràmai fare a meno dei «professionisti del libro»

La Rete e Googlenon ucciderannoil lavoro editoriale

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GLAUCOFELICI

«Spesso telefona a ca-sa il mattino, più o meno tutti igiorni, prestissimo per me chedi rado mi alzo prima delle noveo delle dieci. Gli rispondo comeposso, e ogni volta che chiamasono così a disagio che stringola cornetta tra le dita con tuttele mie forze, a volte al punto chetemo di spaccarla. Ma in gene-rale, ancora una volta, è lui cheparla e io ascolto». È un ricordodi Jean Echenoz, nel libriccinoIl mio editore (Adelphi); all’altrocapo del filo, Jérôme Lindon, ilpatron delle Éditions de Minuit.

Certo, oggi editori così premu-rosi/possessivi non ne esistonopiù (o magari il «possesso» siesprime in altre forme): ma rima-ne nell’aria la convinzione che pri-ma gli editori fossero personaggimitici, ardimentosi e prepotenti,fantasiosi e ribelli, pronti a brucia-re patrimoni pur di tenere in vitale proprie creature, le case editri-ci; adesso, invece, il lavoro edito-riale è un'attività industriale, i bi-lanci devono quadrare o addirit-turadare utili.

Letteratura e libri contabili,un matrimonio a dir poco diffici-le, in effetti. E gli editori comeamministratori delegati, altrobell’ossimoro. Uno dei protagoni-sti della stagione in cui gli editorierano eroi è stato Carlos Barral.«Era un personaggio singolare,che emergeva per la sua fisicità,per la sua gestualità e per il mo-do di camminare e di parlare. Mene accorsi subito quando mi si av-vicinò, una mattina del mese diottobre del 1945, nel cortile dellafacoltà di Legge della vecchiaUniversità di Barcellona, per pre-sentarsi e attaccare discorso,chissà, forse per il fatto che io in-dossavo quel giorno una giaccadi velluto nero a coste, sorta di«divisa» dell’intellettuale. Alto distatura - per quegli anni -, il por-tamento rigido, le spalle ampie erobuste, i lineamenti squadrati,la bocca ben disegnata, gli occhigrandi, a mandorla, di colore mu-tevole, con bagliori dorati nellepupille, i capelli quasi biondi, conun ciuffo ribelle che gli ricadevasulla fronte piuttosto sfuggen-te... e quelle mani grandi, con l’in-dice, il medio e il palmo della de-stra prematuramente ingiallitidalla nicotina». Così lo ricorda

Alberto Oliart, suo amico.Era nato nel 1928 a Barcello-

na, da una famiglia benestante,già attiva nel campo dell’edito-ria scolastica. Dopo gli studi sidedicò a creare con Joan Petit eVíctor Seix, una vera casa editri-ce, la Seix Barral: per tutti gliAnni Cinquanta e Sessanta, fuuna punta di diamante nella dif-fusione degli scrittori «moder-ni» di tutto il mondo in un’atmo-sfera come quella spagnola sof-focata dal franchismo. Ma gran-dissima attenzione Barral dedi-cò anche agli autori spagnoli e ailatinoamericani, questi ultimi inparticolare all’epoca abbastan-za ignorati e poi travolti dal co-siddetto «boom», di cui Barralfu promotore e dominus.

Creò il premio «Biblioteca

Breve», che fece conoscerescrittori alle prime armi, comeJulio Cortázar, Guillermo Ca-brera Infante e Mario VargasLlosa; poi, tra 1960 e 1967, in col-laborazione con il gotha dell’edi-toria mondiale, creò il «Prix In-ternational de Littérature» e an-cora il «Prix Formentor».

Nel 1969 diede vita alla suanuova casa editrice, Barral Edito-res, e al premio omonimo. Alla fi-ne della vita, fu senatore e poi par-lamentare europeo, e morì nel1989 lasciando libri di ricordi, riu-niti sotto il titolo Memorias, eun’intensa produzione poetica.Lasciando, soprattutto, l’immagi-ne di un personaggio scanzonatoe triste, che riuscì nella titanicaimpresa di svecchiare il mondo in-tellettuale spagnolo - non soltan-to - e di mettere in comunicazioneidee e lettori di tutto il mondo,sempre alla ricerca del genio, emai del successo commerciale.

Certo, non fu solo: bastereb-be ricordare il fortissimo legameche lo unì ai colleghi italiani, Al-berto Mondadori, GiangiacomoFeltrinelli, Giulio Einaudi eccete-ra. «Milano era allora, se nonproprio la capitale letterariad’Europa, per lo meno quella del-l’ingegno e dell’inventiva edito-riale. Un’autentica corte al-l’esterno del palazzo reale, che sitrovava a Torino, dove regnavaEinaudi, circondato dai suoi pre-toriani. Roma era semplicemen-te una succursale e Parigi la resi-denza preferita dalle Lettere. Ilresto, compresa Londra, era pro-vincia», scriverà. Prima gli edito-ri erano giganti.

ROBERTDARNTON

Il mondo, lo avvertia-mo tutti con un certo turba-mento, è inesorabilmente avvia-to verso una nuova èra, che sa-rà configurata dalle innovazio-ni tecnologiche. Vediamo ris-pecchiata questa trasformazio-ne nei modelli di comportamen-to delle persone. Siamo di fron-te a una nuova generazione «na-ta digitale», che è sempre «con-nessa», intenta a conversaredappertutto con il cellulare, ainviare con un clic messaggiistantanei, a interagire in realtàpiù o meno virtuali. I giovanissi-mi che incrociamo per strada oche ci siedono accanto sull’auto-bus sono contemporaneamen-te presenti e assenti. Muovonoil corpo sulle note di una musi-ca udibile solo da loro, chiusidentro il guscio dei loro sistemidigitali. Sembrano costituzio-nalmente diversi rispetto a noi,che traiamo il nostro atteggia-mento nei confronti delle mac-chine da un’altra area dell’in-conscio. La nostra generazioneha imparato a sintonizzare laradio o a regolare l’ora girandouna manopola; le giovani gene-razioni attivano e disattivano si-stemi schiacciando un tasto.

La differenza tra i due gestipuò sembrare insignificante,eppure deriva da riflessi situatinel profondo della memoria ci-netica. Gli esseri umani si orien-tano nel mondo mediante unadisposizione sensoriale che i te-deschi chiamano Fingerspitzen-gefühl, radicata nei movimentifini delle dita. Proviamo, noiche abbiamo imparato a guida-re la penna con il dito indice, aosservare come i giovani usanoi pollici sulla tastiera del cellula-re, e capiremo come la tecnolo-gia penetri le nuove generazio-ni, anima e corpo. Questa modi-ficazione del Fingerspitzenge-fühl significa forse che presto ilettori smetteranno di sfogliaree maneggiare i libri?

A quanto pare, i dispositivi dilettura si sono conquistati un po-sto nel panorama dell’informazio-ne. Ma il dispositivo più antico ditutti, la forma «codice», continuaa essere quello dominante. Anzi,la sua fetta di mercato è in cresci-ta. Secondo il Bowker’s GlobalBooks in Print, nel 1998 in tutto ilmondo furono pubblicati 700 mi-la nuovi titoli; nel 2003 i nuovi ti-toli erano 859.000 e 976 mila nel2007. Nonostante la crisi econo-mica in corso, il numero di libripubblicati arriverà presto a unmilione l’anno. La resistenza del-l’antiquata forma «codice» illu-stra un principio generale dellastoria della comunicazione: unmedium non ne scalza un altro,almeno nel breve termine. Lapubblicazione tramite manoscrit-ti continuò a fiorire per moltotempo dopo l’invenzione di Gu-tenberg; i giornali non spazzaro-no via il libro a stampa; la radionon rimpiazzò i giornali; la televi-sione non estromise la radio; e In-ternet non ha allontanato gli spet-tatori dalla televisione.

Ne dobbiamo concludere chel’innovazione tecnologica offreun rassicurante messaggio dicontinuità, a dispetto del prolife-rare delle invenzioni? La rispostaè: no. L’esplosione delle modalitàdi comunicazione elettroniche èaltrettanto rivoluzionaria dell’in-venzione della stampa a caratte-ri mobili, e noi abbiamo altrettan-

te difficoltà a assimilarla di quan-te ne ebbero i lettori nel Quattro-cento, quando si trovarono difronte ai testi a stampa. Ecco,per esempio, che cosa scrivevaNiccolò Perotti, un erudito uma-nista italiano, a Francesco Guar-

nerio nel 1471, meno di vent’annidopo l’invenzione di Gutenberg:

«Negli ultimi tempi, mio caroFrancesco, mi sono spesso congra-tulato con l’età nostra, quasi avessi-mo ottenuto proprio ora un donogrande, invero divino, con il nuovo

tipo di scrittura di recente giuntocidalla Germania. Vedevo infatti cheun uomo solo poteva stampare inun mese ciò che parecchi amanuen-si a stento avrebbero potuto porta-re a termine in un anno... Questo miinduceva a sperare che entro brevetempo avremmo avuto una talequantità di libri che non sarebbe ri-masta una sola opera che non ci sipotesse procurare per scarsità omancanza di mezzi... Ora tuttavia- o fallacia dei pensieri umani! - ve-do che le cose sono andate ben di-versamente da come speravo. Infat-ti, adesso che chiunque è libero distampare ciò che gli aggrada, so-vente gli uomini trascurano l’eccel-lenza, per scrivere, a puro fine di di-vertimento, ciò che meglio sarebbedimenticare, anzi cancellare da tut-ti i libri. E anche quando scrivono

cose degne, le stravolgono e corrom-pono al punto che sarebbe di granlunga preferibile fare a meno di talilibri, anziché spedirli in migliaia dicopie in tutte le provincie del mon-do, col rischio, ahimè, di diffondereun così gran numero di menzogne».

Sembra di leggere i commen-ti di quanti, me compreso, critica-no Google Book Search, ramma-ricandosi per le imperfezioni te-stuali e le inesattezze bibliografi-che del «nuovo tipo di scrittura»che ci giunge su Internet. Ma il fu-turo sarà comunque digitale.

Quello attuale è un periodo ditransizione, nel quale la modalitàa stampa e quella digitale coesi-stono e le nuove tecnologie di-ventano presto obsolete. Stiamogià assistendo alla scomparsa dimolti oggetti familiari: la mac-china per scrivere, ormai relega-ta nei negozi di antiquariato; lacartolina postale, una curiosità;la lettera scritta a mano, uncompito superiore alle capacitàdella maggior parte dei ragazzi,che non sanno più scrivere incorsivo; il giornale quotidiano,estinto in molte città; la piccolalibreria, sostituita dalle grandicatene di distribuzione, a lorovolta minacciate dai distributorionline, come Amazon.

E la biblioteca? Sembrerebbel’istituzione più arcaica di tutte.E tuttavia il suo passato fa bensperare per il suo futuro, perchéle biblioteche non sono mai statemagazzini di libri. Sono semprestate e sempre saranno centri distudi e di cultura. La loro posizio-ne centrale nel mondo del saperele rende idealmente adatte a me-diare tra le due modalità di comu-nicazione, a stampa e digitale.

Anche i libri possono acco-glierle entrambe. Siano stampatisu carta o immagazzinati su unserver, i libri costituiscono il cor-po del sapere e la loro autorevo-lezza deriva da elementi che tra-scendono la tecnologia usata perprodurli. Essa è dovuta in parteagli autori, benché i libri fosserooggetto di reverenza ben primache nel Settecento prendesse for-ma il culto dell’autore. Come sot-tolineano gli storici del libro, gliautori scrivono il testo, ma il libro

è materialmente fatto da profes-sionisti specializzati, e questi ulti-mi esercitano funzioni che vannoben oltre la manifattura e la diffu-sione di un prodotto.

Gli editori sono come deiguardaportone, che controlla-no il flusso della conoscenza.Tra l’illimitata varietà di mate-riale suscettibile di essere resopubblico, essi, sulla base dellaloro competenza professionalee delle loro personali convinzio-ni, selezionano ciò che a loro av-viso si venderà o merita di esse-re venduto. I giudizi degli edito-ri, informati a una lunga espe-rienza nel mercato delle idee,condizionano ciò che raggiun-gerà i lettori, e i lettori, in que-st’epoca di sovraccarico di in-formazioni, hanno più che maibisogno di affidarsi a essi. Sele-zionando i testi, revisionandoli,impaginandoli in modo che sia-no leggibili e portandoli all’at-tenzione dei lettori, i professio-nisti del libro forniscono serviziche sopravviveranno a ognicambiamento tecnologico.© 2009 Robert Darnton© 2011 Adelphi Edizioni s.p.a.Published by Arrangementwith Roberto SantachiaraAgenzia Letteraria

La memoria Editori di ieri, giganticome Barral, che lanciò Vargas Llosa

Si intitola Il volo oscuro deltempo. Memorie di uneditore-poeta 1936-1987il libro di Carlos Barral inuscita per il Saggiatore (pp.336, € 29), a cura di RobertoBaravalle, Paolo Collo eGlauco Felici: raccoltaantologica che compone ilritratto di uno tra i maggioriesponenti dell’editoriaeuropea nel ’900 attraversole pagine di tre scrittiautobiografici - Anni dipenitenza, Gli anni senzascusa, Quando le ore veloci -preceduti dai ricordi di MarioVargas Llosa, Octavio Paz,Alberto Oliart.

Il branodiRobertDarntonchequianticipiamoètrattodallanuovaprefazionea Il futurodel libro, inuscitadaAdelphi(trad.diAdrianaBottini,pp.280,€ 24). Lostoricoamericano,studiosodiilluminismoecultura francese,viha raccolto i suoi saggi supassato,presenteefuturodellibroedell’editoria,dellebibliotecheedella lettura,daipapiriaGutenbergaGoogleeall’eBook:una riflessione,maiapocalitticané integrata,peresprimereuna«spudoratadifesadellaparolaastampa».Unviaticoessenzialeper ilSalonedel libro.

Cercavanoil genio, primadel succeso

Gli scritti

Gli editori sono comedei guardaportoneche controllanoe selezionano il flussodella conoscenza

Da sinistraverso l’alto:illustrazionidi Lisitskij(copertinaBroon 1922);di Semyonov(manifesto filmTerksib 1929);e ancora diLisitskij(copertina peroggetto 1922)

Per lo storico Darntoni libri costituisconoil corpo del saperee la loro autorevolezzatrascende la tecnologia

Anteprima

Speciale Salone 2011 Torino 12-16 maggioVITuttolibri

SABATO 7 MAGGIO 2011LA STAMPA VII

Page 7: Tuttolibri n. 1764 (07-05-2011)

Pagina Fisica: INSERTI - NAZIONALE - 7 - 07/05/11 - Pag. Logica: INSERTI/PAGINE [TL_06] - Autore: GIOVIA - Ora di stampa: 05/05/11 13.04

MARIO CALABRESI

Le stelle accese= Dopo i successi di Spingendo la nottepiù in là e La fortuna non esiste, il direttorede La Stampa è suo terzo libro per i tipi diMondadori: Cosa tiene le stelle accese (pp.216, € 17): una galleria di scienziati, artisti,imprenditori, giornalisti, gente comune cheha inseguito e infine realizzato i propri sogni.Lo presenta il 15 maggio, h. 17, sala Gialla.Interviene Massimo Gramellini.

REDFIELD, CRUZ SMITH, XIALONG

Illuminazioni e gialli= Il «profeta» della new age James Redfield,autore di La profezia di Celestino, presentaL’undicesima illuminazione (Corbaccio), il 14 , h.14, sala Oval. Sempre il 14, h. 15,30, sala Azzurra,Martin Cruz Smith, presenta il suo thriller diambiente russo Le tre stazioni (Mondadori), conAndrea Purgatori. E, in sala Blu, h. 19, Qiu Xialong(Di seta e e di sangue, l’ ultimo giallo edito daMarsilio) parlerà sulla sua «Cina dei misteri».

RICOLFI E MASTROCOLA

Cambiare la scuola= «La scuola, 150 anni di riforme», il 13maggio, h. 12, sala Rossa: Andrea Ichino eLuca Ricolfi a confronto. Introducono:Francesco De Sanctis e Carmela Palumbo,coordina Ugo Cardinale. Il 14, h. 15, salagialla, Paola Mastrocola in dialogo con PieroDorfles su «Scuola e cultura. Togliamo ildisturbo». L’incontro ruota intorno al saggiodella stessa Mastrocola uscito da Guanda.

GIAN LUIGI BECCARIA

La lingua italiana= Gian Luigi Beccaria, autore per Einaudi diMia lingua italiana (sulla letteratura che haprefigurato il desiderio e il progetto di unanazione) a colloquio con Ernesto Franco su «Lalingua italiana è casa nostra». Il 13 maggio, h.11.30, sala Azzurra. Su «Viva l’italiano», il 13,h. 12, sala Oval, lezione - spettacolo di ValeriaDella Valle e Giuseppe Patota, autori di Viva lagrammatica (Sperling & Kupfer).

SEPULVEDA, CERCAS, PADURA FUENTES

Qui si parla spagnolo= Incontro con il cileno Luis Sepúlveda il 14maggio, h. 13.30, sala Gialla (a colloquio conPietro Cheli). Il 15, h. 12,30, sala Azzurra, JavierCercas (di cui esce per Guanda Il nuovoinquilino) discuterà sul rapporto tra realtà eromanzo con Arpaia, Belpoliti, Helena Janacek.Il 15, h. 15,30, in sala Blu Padura Fuentes,autore di Passato remoto (Tropea), parlerà su«Il romanzo di Cuba», con Mario Baudino.

Il futuro Una «spudorata difesa» della parolaa stampa: la rivoluzione digitale non potràmai fare a meno dei «professionisti del libro»

La Rete e Googlenon ucciderannoil lavoro editoriale

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GLAUCOFELICI

«Spesso telefona a ca-sa il mattino, più o meno tutti igiorni, prestissimo per me chedi rado mi alzo prima delle noveo delle dieci. Gli rispondo comeposso, e ogni volta che chiamasono così a disagio che stringola cornetta tra le dita con tuttele mie forze, a volte al punto chetemo di spaccarla. Ma in gene-rale, ancora una volta, è lui cheparla e io ascolto». È un ricordodi Jean Echenoz, nel libriccinoIl mio editore (Adelphi); all’altrocapo del filo, Jérôme Lindon, ilpatron delle Éditions de Minuit.

Certo, oggi editori così premu-rosi/possessivi non ne esistonopiù (o magari il «possesso» siesprime in altre forme): ma rima-ne nell’aria la convinzione che pri-ma gli editori fossero personaggimitici, ardimentosi e prepotenti,fantasiosi e ribelli, pronti a brucia-re patrimoni pur di tenere in vitale proprie creature, le case editri-ci; adesso, invece, il lavoro edito-riale è un'attività industriale, i bi-lanci devono quadrare o addirit-turadare utili.

Letteratura e libri contabili,un matrimonio a dir poco diffici-le, in effetti. E gli editori comeamministratori delegati, altrobell’ossimoro. Uno dei protagoni-sti della stagione in cui gli editorierano eroi è stato Carlos Barral.«Era un personaggio singolare,che emergeva per la sua fisicità,per la sua gestualità e per il mo-do di camminare e di parlare. Mene accorsi subito quando mi si av-vicinò, una mattina del mese diottobre del 1945, nel cortile dellafacoltà di Legge della vecchiaUniversità di Barcellona, per pre-sentarsi e attaccare discorso,chissà, forse per il fatto che io in-dossavo quel giorno una giaccadi velluto nero a coste, sorta di«divisa» dell’intellettuale. Alto distatura - per quegli anni -, il por-tamento rigido, le spalle ampie erobuste, i lineamenti squadrati,la bocca ben disegnata, gli occhigrandi, a mandorla, di colore mu-tevole, con bagliori dorati nellepupille, i capelli quasi biondi, conun ciuffo ribelle che gli ricadevasulla fronte piuttosto sfuggen-te... e quelle mani grandi, con l’in-dice, il medio e il palmo della de-stra prematuramente ingiallitidalla nicotina». Così lo ricorda

Alberto Oliart, suo amico.Era nato nel 1928 a Barcello-

na, da una famiglia benestante,già attiva nel campo dell’edito-ria scolastica. Dopo gli studi sidedicò a creare con Joan Petit eVíctor Seix, una vera casa editri-ce, la Seix Barral: per tutti gliAnni Cinquanta e Sessanta, fuuna punta di diamante nella dif-fusione degli scrittori «moder-ni» di tutto il mondo in un’atmo-sfera come quella spagnola sof-focata dal franchismo. Ma gran-dissima attenzione Barral dedi-cò anche agli autori spagnoli e ailatinoamericani, questi ultimi inparticolare all’epoca abbastan-za ignorati e poi travolti dal co-siddetto «boom», di cui Barralfu promotore e dominus.

Creò il premio «Biblioteca

Breve», che fece conoscerescrittori alle prime armi, comeJulio Cortázar, Guillermo Ca-brera Infante e Mario VargasLlosa; poi, tra 1960 e 1967, in col-laborazione con il gotha dell’edi-toria mondiale, creò il «Prix In-ternational de Littérature» e an-cora il «Prix Formentor».

Nel 1969 diede vita alla suanuova casa editrice, Barral Edito-res, e al premio omonimo. Alla fi-ne della vita, fu senatore e poi par-lamentare europeo, e morì nel1989 lasciando libri di ricordi, riu-niti sotto il titolo Memorias, eun’intensa produzione poetica.Lasciando, soprattutto, l’immagi-ne di un personaggio scanzonatoe triste, che riuscì nella titanicaimpresa di svecchiare il mondo in-tellettuale spagnolo - non soltan-to - e di mettere in comunicazioneidee e lettori di tutto il mondo,sempre alla ricerca del genio, emai del successo commerciale.

Certo, non fu solo: bastereb-be ricordare il fortissimo legameche lo unì ai colleghi italiani, Al-berto Mondadori, GiangiacomoFeltrinelli, Giulio Einaudi eccete-ra. «Milano era allora, se nonproprio la capitale letterariad’Europa, per lo meno quella del-l’ingegno e dell’inventiva edito-riale. Un’autentica corte al-l’esterno del palazzo reale, che sitrovava a Torino, dove regnavaEinaudi, circondato dai suoi pre-toriani. Roma era semplicemen-te una succursale e Parigi la resi-denza preferita dalle Lettere. Ilresto, compresa Londra, era pro-vincia», scriverà. Prima gli edito-ri erano giganti.

ROBERTDARNTON

Il mondo, lo avvertia-mo tutti con un certo turba-mento, è inesorabilmente avvia-to verso una nuova èra, che sa-rà configurata dalle innovazio-ni tecnologiche. Vediamo ris-pecchiata questa trasformazio-ne nei modelli di comportamen-to delle persone. Siamo di fron-te a una nuova generazione «na-ta digitale», che è sempre «con-nessa», intenta a conversaredappertutto con il cellulare, ainviare con un clic messaggiistantanei, a interagire in realtàpiù o meno virtuali. I giovanissi-mi che incrociamo per strada oche ci siedono accanto sull’auto-bus sono contemporaneamen-te presenti e assenti. Muovonoil corpo sulle note di una musi-ca udibile solo da loro, chiusidentro il guscio dei loro sistemidigitali. Sembrano costituzio-nalmente diversi rispetto a noi,che traiamo il nostro atteggia-mento nei confronti delle mac-chine da un’altra area dell’in-conscio. La nostra generazioneha imparato a sintonizzare laradio o a regolare l’ora girandouna manopola; le giovani gene-razioni attivano e disattivano si-stemi schiacciando un tasto.

La differenza tra i due gestipuò sembrare insignificante,eppure deriva da riflessi situatinel profondo della memoria ci-netica. Gli esseri umani si orien-tano nel mondo mediante unadisposizione sensoriale che i te-deschi chiamano Fingerspitzen-gefühl, radicata nei movimentifini delle dita. Proviamo, noiche abbiamo imparato a guida-re la penna con il dito indice, aosservare come i giovani usanoi pollici sulla tastiera del cellula-re, e capiremo come la tecnolo-gia penetri le nuove generazio-ni, anima e corpo. Questa modi-ficazione del Fingerspitzenge-fühl significa forse che presto ilettori smetteranno di sfogliaree maneggiare i libri?

A quanto pare, i dispositivi dilettura si sono conquistati un po-sto nel panorama dell’informazio-ne. Ma il dispositivo più antico ditutti, la forma «codice», continuaa essere quello dominante. Anzi,la sua fetta di mercato è in cresci-ta. Secondo il Bowker’s GlobalBooks in Print, nel 1998 in tutto ilmondo furono pubblicati 700 mi-la nuovi titoli; nel 2003 i nuovi ti-toli erano 859.000 e 976 mila nel2007. Nonostante la crisi econo-mica in corso, il numero di libripubblicati arriverà presto a unmilione l’anno. La resistenza del-l’antiquata forma «codice» illu-stra un principio generale dellastoria della comunicazione: unmedium non ne scalza un altro,almeno nel breve termine. Lapubblicazione tramite manoscrit-ti continuò a fiorire per moltotempo dopo l’invenzione di Gu-tenberg; i giornali non spazzaro-no via il libro a stampa; la radionon rimpiazzò i giornali; la televi-sione non estromise la radio; e In-ternet non ha allontanato gli spet-tatori dalla televisione.

Ne dobbiamo concludere chel’innovazione tecnologica offreun rassicurante messaggio dicontinuità, a dispetto del prolife-rare delle invenzioni? La rispostaè: no. L’esplosione delle modalitàdi comunicazione elettroniche èaltrettanto rivoluzionaria dell’in-venzione della stampa a caratte-ri mobili, e noi abbiamo altrettan-

te difficoltà a assimilarla di quan-te ne ebbero i lettori nel Quattro-cento, quando si trovarono difronte ai testi a stampa. Ecco,per esempio, che cosa scrivevaNiccolò Perotti, un erudito uma-nista italiano, a Francesco Guar-

nerio nel 1471, meno di vent’annidopo l’invenzione di Gutenberg:

«Negli ultimi tempi, mio caroFrancesco, mi sono spesso congra-tulato con l’età nostra, quasi avessi-mo ottenuto proprio ora un donogrande, invero divino, con il nuovo

tipo di scrittura di recente giuntocidalla Germania. Vedevo infatti cheun uomo solo poteva stampare inun mese ciò che parecchi amanuen-si a stento avrebbero potuto porta-re a termine in un anno... Questo miinduceva a sperare che entro brevetempo avremmo avuto una talequantità di libri che non sarebbe ri-masta una sola opera che non ci sipotesse procurare per scarsità omancanza di mezzi... Ora tuttavia- o fallacia dei pensieri umani! - ve-do che le cose sono andate ben di-versamente da come speravo. Infat-ti, adesso che chiunque è libero distampare ciò che gli aggrada, so-vente gli uomini trascurano l’eccel-lenza, per scrivere, a puro fine di di-vertimento, ciò che meglio sarebbedimenticare, anzi cancellare da tut-ti i libri. E anche quando scrivono

cose degne, le stravolgono e corrom-pono al punto che sarebbe di granlunga preferibile fare a meno di talilibri, anziché spedirli in migliaia dicopie in tutte le provincie del mon-do, col rischio, ahimè, di diffondereun così gran numero di menzogne».

Sembra di leggere i commen-ti di quanti, me compreso, critica-no Google Book Search, ramma-ricandosi per le imperfezioni te-stuali e le inesattezze bibliografi-che del «nuovo tipo di scrittura»che ci giunge su Internet. Ma il fu-turo sarà comunque digitale.

Quello attuale è un periodo ditransizione, nel quale la modalitàa stampa e quella digitale coesi-stono e le nuove tecnologie di-ventano presto obsolete. Stiamogià assistendo alla scomparsa dimolti oggetti familiari: la mac-china per scrivere, ormai relega-ta nei negozi di antiquariato; lacartolina postale, una curiosità;la lettera scritta a mano, uncompito superiore alle capacitàdella maggior parte dei ragazzi,che non sanno più scrivere incorsivo; il giornale quotidiano,estinto in molte città; la piccolalibreria, sostituita dalle grandicatene di distribuzione, a lorovolta minacciate dai distributorionline, come Amazon.

E la biblioteca? Sembrerebbel’istituzione più arcaica di tutte.E tuttavia il suo passato fa bensperare per il suo futuro, perchéle biblioteche non sono mai statemagazzini di libri. Sono semprestate e sempre saranno centri distudi e di cultura. La loro posizio-ne centrale nel mondo del saperele rende idealmente adatte a me-diare tra le due modalità di comu-nicazione, a stampa e digitale.

Anche i libri possono acco-glierle entrambe. Siano stampatisu carta o immagazzinati su unserver, i libri costituiscono il cor-po del sapere e la loro autorevo-lezza deriva da elementi che tra-scendono la tecnologia usata perprodurli. Essa è dovuta in parteagli autori, benché i libri fosserooggetto di reverenza ben primache nel Settecento prendesse for-ma il culto dell’autore. Come sot-tolineano gli storici del libro, gliautori scrivono il testo, ma il libro

è materialmente fatto da profes-sionisti specializzati, e questi ulti-mi esercitano funzioni che vannoben oltre la manifattura e la diffu-sione di un prodotto.

Gli editori sono come deiguardaportone, che controlla-no il flusso della conoscenza.Tra l’illimitata varietà di mate-riale suscettibile di essere resopubblico, essi, sulla base dellaloro competenza professionalee delle loro personali convinzio-ni, selezionano ciò che a loro av-viso si venderà o merita di esse-re venduto. I giudizi degli edito-ri, informati a una lunga espe-rienza nel mercato delle idee,condizionano ciò che raggiun-gerà i lettori, e i lettori, in que-st’epoca di sovraccarico di in-formazioni, hanno più che maibisogno di affidarsi a essi. Sele-zionando i testi, revisionandoli,impaginandoli in modo che sia-no leggibili e portandoli all’at-tenzione dei lettori, i professio-nisti del libro forniscono serviziche sopravviveranno a ognicambiamento tecnologico.© 2009 Robert Darnton© 2011 Adelphi Edizioni s.p.a.Published by Arrangementwith Roberto SantachiaraAgenzia Letteraria

La memoria Editori di ieri, giganticome Barral, che lanciò Vargas Llosa

Si intitola Il volo oscuro deltempo. Memorie di uneditore-poeta 1936-1987il libro di Carlos Barral inuscita per il Saggiatore (pp.336, € 29), a cura di RobertoBaravalle, Paolo Collo eGlauco Felici: raccoltaantologica che compone ilritratto di uno tra i maggioriesponenti dell’editoriaeuropea nel ’900 attraversole pagine di tre scrittiautobiografici - Anni dipenitenza, Gli anni senzascusa, Quando le ore veloci -preceduti dai ricordi di MarioVargas Llosa, Octavio Paz,Alberto Oliart.

Il branodiRobertDarntonchequianticipiamoètrattodallanuovaprefazionea Il futurodel libro, inuscitadaAdelphi(trad.diAdrianaBottini,pp.280,€ 24). Lostoricoamericano,studiosodiilluminismoecultura francese,viha raccolto i suoi saggi supassato,presenteefuturodellibroedell’editoria,dellebibliotecheedella lettura,daipapiriaGutenbergaGoogleeall’eBook:una riflessione,maiapocalitticané integrata,peresprimereuna«spudoratadifesadellaparolaastampa».Unviaticoessenzialeper ilSalonedel libro.

Cercavanoil genio, primadel succeso

Gli scritti

Gli editori sono comedei guardaportoneche controllanoe selezionano il flussodella conoscenza

Da sinistraverso l’alto:illustrazionidi Lisitskij(copertinaBroon 1922);di Semyonov(manifesto filmTerksib 1929);e ancora diLisitskij(copertina peroggetto 1922)

Per lo storico Darntoni libri costituisconoil corpo del saperee la loro autorevolezzatrascende la tecnologia

Anteprima

Speciale Salone 2011 Torino 12-16 maggioVITuttolibri

SABATO 7 MAGGIO 2011LA STAMPA VII

Page 8: Tuttolibri n. 1764 (07-05-2011)

Pagina Fisica: INSERTI - NAZIONALE - 8 - 07/05/11 - Pag. Logica: INSERTI/PAGINE [TL_08] - Autore: GIOVIA - Ora di stampa: 05/05/11 12.33

UNA LEGGE POPOLAREElaborareuna leggedi iniziativapopolarechepromuova la letturae il libro,comestrumentodicrescitaculturale, socialeedeconomica.E’ lapropostachesaràpresentata il13,h.15, salablu,dall’Associazioneforumdellibro,presiedutadaMelinaDecaro,coordinatadaGiovanniSolimine . Si invitano insegnanti,bibliotecari, editori, librai. InterverrannoM.Polillo(AIE),P.Pisanti (ALI), S.Parise ((AIB).

GLI INCONTRICON LE FIRMEDE «LA STAMPA»

Mondo arabo, Cina, Giappone= Tre tavole rotonde organizzate dal nostro giornale perun confronto sugli scenari internazionali: Le rivolte delmondo arabo, il 12 , h. 18, sala Rossa, con Lucia Annunziata,Domenico Quirico, Francesca Paci, coordina CesareMartinetti. «La Cina nell’economia globale», il 13, h. 18,30,sala Rossa con Mario Deaglio, John Elkann, Bill Emmott,coordina il direttore Mario Calabresi. Il Giappone dopo lotsunami, il15, h. 18,30, sala Azzurra, con Piero Bianucci,Marta Dassù, Bill Emmott, coordina Mario Calabresi.

LE RIVISTE FESTEGGIANO I LORO ANNIVERSARI

Il Mulino fa 60, MicroMega 25= Nasceva 60 anni fa a Bologna la rivista di cultura epolitica Il Mulino, primo numero il 25 aprile 1951. Il suo ruolonella cultura nazionale sarà discusso il 13, h. 17,30, sala Blu,da Massimo Cacciari, Carlo Galli, Piero Ignazi (attualedirettore), Valerio Onida, con Marino Sinibaldi.Festeggia i suoi primi 25 anni MicroMega con un dibattito su«La scrittura e l’impegno», il 14, h. 10,30, sala Gialla. Con ildirettore Paolo Flores d'Arcais, Gian Carlo Caselli, MargheritaHack, Pierfranco Pellizzetti, Marco Travaglio.

CON LA FONDAZIONE «CORRIERE DELLA SERA»

Il cuore antico del futuro= Cinque incontri su «Il futuro ha un cuore antico?», a curadella Fondazione Corriere della Sera, tutti nella Sala Rossa. Laconservazione della memoria nell’era digitale, il 12 , h. 19 (M.Ferraris, A. Grasso, L. Scala). Vivere nel futuro, il 13, h. 16 (S.Boeri, V. Gregotti, G. Martinotti). Il futuro dei giovani: il furtodel futuro, il 14 , h. 18,30 ( V. Andreoli, S. Avallone, M.Ferrera). Il futuro degli Antichi, il 15, h. 18 (L. Canfora, E.Cantarella, S. Ronchey); Il futuro della scienza, la scienza delfuturo, il 16, h.17 (E. Boncinelli, G.Giorello, G. O. Longo).

«LAREPUBBLICA»,CONMAURO E ZAGREBELSKY

La felicità della democrazia= Gustavo Zagrebelsky e Ezio Mauro, direttore di laRepubblica in dialogo su La felicità della democrazia, il libroche hanno scritto a quattro mani per Laterza, il 15 , h. 17,Sala Oval, conduce Marco Revelli. Sulla Attualità dellaCostituzione, il 14 , h. 16,30, Sala Rossa, si confronterannoCarlo Galli e Benedetta Tobagi, conduce Antonio Gnoli.In cosa crediamo, il 15 , h. 16, Sala Rossa, è tema deldibattito tra Vito Mancuso e Piergiorgio Odifreddi,coordinato da Antonio Gnoli, sul rapporto tra scienza e fede.

CONIL TEOLOGO KUNGE IL FILOSOFOZIZEK

Sul futuro del capitalismo= Il teologoHans Küng, con Vito Mancuso, il 12, h. 17, salaAzzurra,discuterà del suo libro Onestà. Perché il capitalismohabisogno di un’anima (Rizzoli). E’ convinto inveceche ilcapitalismovolge alla fine il filosofo e piscoanalistaSlavojZizek.Quattro «segni» lo annunciano: la crisi ecologicaglobale; i gravi squilibridel sistemaeconomico-finanziario; larivoluzionebiogenetica; le esplosive fratture sociali. Lo spieganel suo saggio Vivere alla fine dei tempi (Pontealle Grazie) chepresenteràcon AntonioGnoli, il 15, h. 14, sala Azzurra.

RIVISTE: ALFALIBRI E GRANTAAlfalibri è il nuovo supplemento di 16 pagineallegato ad Alfabeta2, che dedica il suo dossierdi maggio al tema «Consumo ergo sum».I curatori, Andrea Cortellessa e Maria TeresaCarbone, lo presentano al Salone il 13 , h. 16.Intervengono Umberto Eco e Maurizio Ferraris.Il 14, dalle h. 20, a Eataly, via Nizza, 230, Rizzolifesteggia il primo numero dell’edizione italianadella rivista americana Granta.

Promuovere la lettura

UMBERTO ECOIl semiologo narratore (ultimo suo libro Il cimitero di Praga,Bompiani) parlerà su «Fare romanzi: libertà e costrizionedello scrittore».13 maggio,h. 17, sala Oval.

FRANCO CARDINILo storico medievista (ora in libreria con Cristiani perseguitatie persecutori», Salerno) affronterà il tema «Unità e disunitàd’Italia». Introduce Roberto Righetto.13 maggio, h. 16.30, sala Regioni.

FRANCO CORDEROIl giurista Franco Cordero, autore di Il brodo delle undici.L’Italia nel nodo scorsoio ( Bollati Boringhieri) approfondiràalcuni «Scorci del vizio italiano».14 maggio, h. 16,30, sala Gialla.

VITTORIO SGARBI«Viaggio sentimentale in Italia» è il titolo della lectio delcritico d’arte Vittorio Sgarbi, sulla scia del suo libro Bompiani.14 maggio, h. 21, sala Oval .

GIOVANNI DE LUNALo storico, in libreria con La Repubblica del dolore (Feltrinelli),risponderà alla domanda «A cosa serve essere italiani».15 maggio, h. 10.30, sala Azzurra.

OL’GA SEDAKOVA«Ricorda che in te abita qualcosa di buono. La persona, lacultura, il futuro» è il tema svolto dalla poetessa russa15 maggio, h. 15, sala Russia.

Omero, solo tu ci salveraiSILVIARONCHEY

Alla fine di aprile del1944, quando Patrick LeighFermor si svegliò fra le roc-ce di Creta, mentre il solespuntava dietro la cresta del-l’Ida, insieme al generale na-zista che aveva rapito, ac-cadde qualcosa di strano.Dopo aver fumato in silen-zio, il generale, gli occhi az-zurri fissi sulla vetta ancorainnevata, cominciò a recita-re: «Vides ut alta stet nivecandidum / Soracte…». EFermor proseguì: «… neciam sustineat onus / silvaelaborantes, geluque / flumi-na constiterint acuto».

E così continuarono, pertutte le cinque strofe alcaicheche mancavano alla fine, rac-conta Fermor nel suo secondolibro di memorie (Tempo di re-gali, Adelphi, pp. 356, € 18): «Laguerra, per un attimo, era sem-brata lontanissima. Molto tem-po prima, avevamo bevuto allastessa sorgente».

L’antico sospende il tempo,l’eterno sconfigge la storia.Prendiamo l'Iliade, l'abbiamoletta tutti, l'hanno letta tutti.Alessandro - il Conquistatore,ma anche l'allievo di Aristotele- durante le sue spedizioni mili-tari teneva l'Iliade sotto il cusci-no della tenda in cui dormiva.Mehmet II, il giovane sultanoche conquistò Costantinopoli,durante l'assedio si faceva leg-gere brani dell'Iliade. Napoleo-ne leggeva l'Iliade ad alta voce,«fermandosi spesso», diceva,«per ammirare con comodo».

Oggi, nonostante la moltopubblicizzata presenza dell’epi-tome di Alessandro Baricco(Feltrinelli, pp. 163, € 5,60), an-che gli studenti più pigri prefe-riscono leggere l’Iliade com’è,senza sconti né attualizzazioni,nelle filologiche traduzioni diGiovanni Cerri (Bur, pp. 586,€ 13) o di Guido Paduano (Ei-naudi, pp. 1570, € 48). Costa dipiù ma conviene. Perché unclassico antico, come ha spiega-to Jean Giono, è «un libro ad al-ta densità di lettura».

Giono da studente era pove-ro, non poteva permettersi i librialla moda, dalla copertina sfavil-lante. Però, racconta, poteva per-mettersi Omero, perché Omeroera economico, perché Omeroaveva un'alta densità. In seguitoavrebbe scritto non un’epitomema un magnifico, ironico pamph-let (Nascita dell’Odissea, Guanda,pp. 156, € 7,50), in cui mostra disapere bene che il classico, inos-sidabile e inscalfibile, non riduci-bile, irriducibile, sconfigge quel-le che Braudel ha chiamato le«increspature di superficie» del-la storia, le sue dispute ideologi-che e le sue mode demagogiche.Sbaraglia il presente più contin-gente, regalandoci l’eternità di

un presente assoluto, depuratoda ogni transitorietà.

Come scriveva MargueriteYourcenar, «amiamo il passatoperché è il presente sopravvissu-to nella memoria dell’umanità».Come scriveva Walter Benja-min, gli antichi non erano antichiquando scrivevano, poiché usa-vano la lingua del presente. Unclassico è tale e resiste lungo i se-coli perché il suo linguaggio - for-male, ma anche concettuale - ri-mane sempre lingua del presen-te. Perché un miracolo ha fatto sìche il suo autore superasse i vez-zi e i limiti della sua epoca, la con-tingenza e storicità del logos - deldiscorso, ma anche del pensiero- rendendolo universale e tale daeludere il tempo.

L’essenza dei classici anti-chi, secondo una definizio-ne di Massimo Cacciari(in Di fronte ai classici,

a cura di Ivano Dionigi, Bur, pp.299, € 8), non è cronologica matopologica: i classici «non sonoepoche ma luoghi del pensiero».Un classico non serve il presen-te, ma crea un ponte tra passatoe futuro. Classico, ha scritto Cac-

ciari, non è qualco-sa che rimanda al passato,è qualcosa che resiste al presen-te. I veri classici non fuggono, sfi-dano e sono sempre pericolosi.Un classico è sempre eversivo,sempre trasgressivo, sempre an-ticonformista. Leggere i classici,come diceva Leopardi, è un mo-do di «gettare i morti in faccia aivivi». Ma è anche «contraddirela tirannia del momento».

Non ha quindi senso chieder-ci se i classici antichi abbiano unfuturo. Per definizione, ci aiuta-no a scavalcare il presente, le sueeffimere ideologie, i suoi dibatti-ti, gli schemi stessi del nostropensare. E in questo senso ci av-vicinano, più ancora che al passa-to - a noi in effetti sempre incono-scibile -, al futuro.

Un classico, per usareun’espressione di Truman Capo-te, è una preghiera esaudita. Edè perciò che questi e gli altri anti-chi libri che chiamiamo classicihanno resistito nei secoli, sonostati trasmessi di generazio-ne in generazione, hannosconfitto le imitazioni,le riduzioni, la tenta-

zione della facilità, la competizio-ne della banalità, la dittatura del-le mode, la transitorietà di ognicosa umana. Perché sono rimedisperimentati, ricostituenti con-centrati e universali, preghierelaiche e interconfessionali. Eperché sono l'unica dipendenzanon nociva fra tutte quelle esco-

gitate nei millenni per alle-viare i nostri dolori.

PIEROBIANUCCI

Memoria e futuro. IlSalone del Libro ruoterà intor-no a due parole che delineanola traiettoria della scienza: cheè memoria, in quanto accumu-la conoscenze; ed è futuro, per-ché su basi secolari edifica nuo-vo sapere. Ma si può prevederescientificamente il futuro?

Non parliamo di un’eclissi odi una reazione chimica. Trop-po facile. Pensiamo a fenomenisociali, mode, svolte politiche.La corsa all’iPad, il successo diLady Gaga, la caduta di Muba-rak. C’era modo di prevederequeste cose? Fino a ieri no. Do-mani forse sì. Lo sostiene unesperto di reti, Albert-LaszloBarabàsi, direttore del Centerfor Network Science alla Nor-theastern University.

Milioni di persone in ogniistante telefonano, invianomail, usano motori di ricerca ecarte di credito. Ogni gesto la-scia una traccia. Per la privacyè un problema, per gli scienzia-

ti un’opportunità. Mai era suc-cesso che i comportamenti col-lettivi diventassero materia disperimentazione in tempo rea-le. Per la prima volta fenomeniirriproducibili in laboratoriopossono essere studiati. Lechiamate da cellulari fotografa-no il risveglio delle metropoli, iltraffico urbano, l’andamentodell’economia. Le interrogazio-ni ai motori di ricerca svelanogusti, consumi, interessi cultu-rali. I social network sono son-de per indagare stili di vita e va-lori. Barabàsi ci racconta comefisici, matematici, psicologi edeconomisti, esplorando le no-stre tracce, abbiano scopertoun ordine nella casualità appa-rente dei comportamenti col-lettivi. Un ordine che permette

di fare previsioni: le azioni uma-ne procedono non con graduali-tà ma con accelerazioni e frenateimprovvise. Sono come lampi, eLampi (Einaudi, pp. 326, € 28) siintitola il libro che Barabàsi hascritto con l’inconsapevole colla-borazione di tutti noi utenti di In-ternet e cellulari.

Quanto al futuro dellascienza, punta in tre direzioni.L’estremamente grande, cioèl’universo nel suo insieme.L’estremamente piccolo, cioèla struttura ultima della mate-ria. Il mondo di mezzo, cioè lacomplessità degli esseri viven-

ti descritta da Barabàsi.L’universo e le particelle su-

batomiche pongono domandeche sembrano divergere ma inrealtà la risposta è una sola per-ché oggi il macrocosmo si esplo-ra nel microcosmo e viceversa.

Al Cern di Ginevra, il più im-portante laboratorio di fisica delmondo, qualche giorno fa il Lar-ge Hadron Collider, un anello dimagneti lungo 27 chilometri, hastabilito un nuovo primato: maifinora tanti protoni si erano scon-trati con una energia così alta.Tra i loro rottami i fisici speranodi scovare la particella di Higgs,

quella che secondo la teoria piùaccettata avrebbe conferito lamassa a tutte le altre. Come ilcampo magnetico di una calami-ta orienta la limatura di ferro, co-sì il campo di Higgs darebbe unaesistenza «materiale» alle parti-celle che formano tutto ciò cheesiste, dalle galassie ai pianeti,dall’ameba all’Homo sapiens.Léon Lederman, premio Nobelper la fisica, l’ha ribattezzata«particella di Dio», ma se si dimo-strasse che davvero rende «rea-le» tutto ciò che osserviamo for-se sarebbe più giusto chiamarla«particella Dio». Ci muoviamo in

dimensioni che si misurano inmiliardesimi di miliardesimi dimillimetro, cioè in zeptometri.Odissea nello zeptospazio (Sprin-ger, pp. 328, € 29) è il viatico concui Gian Francesco Giudice, fisi-co teorico al Cern dal 1993, ac-compagna i lettori alla frontieradel microcosmo. Se poi lì si in-contri la particella di Dio o addi-rittura la particella Dio, si vedrà.

Stephen Hawking, genio leg-gendario da trent’anni inchioda-to su una carrozzina, per Il Gran-de Disegno (Mondadori, pp. 180, €

20) ha scelto come sottotitolo«Perché non serve Dio per spie-gare l’universo». Dio non servi-rebbe perché non uno ma infinitiuniversi possono germogliarespontaneamente dal nulla. Per ifisici il nulla non è ciò che rimanequando da uno spazio predefini-to si è tolto tutto, come pensiamo

noi comuni mortali svuotandouna valigia. Anche se nella no-stra valigia riuscissimo a creareil vuoto perfetto, avremmo pursempre un «vuoto quantistico»,nel quale pullulano particelle eantiparticelle virtuali. Talvoltaper il principio di indetermina-zione una particella si materializ-za. Così, infiniti universi possononascere da fluttuazioni quantisti-che. E’ il tema che trattanoFrank Close della Oxford Univer-sity in Nulla (Codice, pp. 128,€ 19) e Màrio Novello, cosmologodel Centro brasiliano di ricercafisica a Rio de Janeiro, in Qualco-sa anziché il nulla (Einaudi, pp.175, € 20). «La fisica moderna -spiega Close - suggerisce che for-se l’universo emerse dal vuoto.Detto in parole povere, l’univer-so potrebbe essere il pasto gratissupremo, una gigantesca fluttua-zione quantistica». Novello è an-cora più radicale: «Partendo dal-la constatazione dell’instabilitàdel vuoto e dal decadimento edalla trasformazione di questovuoto, il cosmologo può afferma-re che non sembra possibile cheniente esista: l’universo era con-dannato a esistere».

A sinistra illustrazionedi Lisitskij «Nuovo»;nella pagina a destra

illustrazionedi Evreinov

«Theatre for oneself»1911-16

Scavalcare il presente,con le sue ideologiee i suoi effimeri dibattiti,per gettare un pontetra il passato e il futuro

Un giorno con i dati«catturati» dalla Retesi potranno prevedereanche fenomeni sociali,mode, svolte politiche

Speciale Salone 2011 Torino 12-16 maggioVIIITuttolibri

SABATO 7 MAGGIO 2011LA STAMPA IX

Il futuro della scienza Tre direzioni di ricerca:l’universo, la materia, la complessità del vivente

Sarà un’odisseatra il macro e il micro

Tra le teorie del Nulla,che non è il nostro vuoto,e il Grande Disegno,cercando Dio, o almenola «particella di Dio»

La memoria dei classici Di secolo in secolo hanno sconfitto la tentazionedella facilità, la banalità, la dittatura delle mode, la transitorietà di ogni cosa Lectiones magistrales

PADIGLIONE 2STAND K117

Margherita Hack & Viviano Domenici, Antonio Caprarica, Gigliola Braga, Anne Plichota & Cendrine Wolf, Valerio Varesi, Giovanni Fasanella, Valeria Della Valle & Giuseppe Patota, Pietro Grasso, Giuseppe Cruciani, Danila Satragno, Nicoletta Sipos

ti aspettano al Salone del libro di Torino 2011

Giovanni Fasanella, Valeria Della Valle & Giuseppe Patota, Pietro Grasso, Giuseppe Cruciani, Danila Satragno, Nicoletta Sipos

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Page 9: Tuttolibri n. 1764 (07-05-2011)

Pagina Fisica: INSERTI - NAZIONALE - 9 - 07/05/11 - Pag. Logica: INSERTI/PAGINE [TL_08] - Autore: GIOVIA - Ora di stampa: 05/05/11 12.33

UNA LEGGE POPOLAREElaborareuna leggedi iniziativapopolarechepromuova la letturae il libro,comestrumentodicrescitaculturale, socialeedeconomica.E’ lapropostachesaràpresentata il13,h.15, salablu,dall’Associazioneforumdellibro,presiedutadaMelinaDecaro,coordinatadaGiovanniSolimine . Si invitano insegnanti,bibliotecari, editori, librai. InterverrannoM.Polillo(AIE),P.Pisanti (ALI), S.Parise ((AIB).

GLI INCONTRICON LE FIRMEDE «LA STAMPA»

Mondo arabo, Cina, Giappone= Tre tavole rotonde organizzate dal nostro giornale perun confronto sugli scenari internazionali: Le rivolte delmondo arabo, il 12 , h. 18, sala Rossa, con Lucia Annunziata,Domenico Quirico, Francesca Paci, coordina CesareMartinetti. «La Cina nell’economia globale», il 13, h. 18,30,sala Rossa con Mario Deaglio, John Elkann, Bill Emmott,coordina il direttore Mario Calabresi. Il Giappone dopo lotsunami, il15, h. 18,30, sala Azzurra, con Piero Bianucci,Marta Dassù, Bill Emmott, coordina Mario Calabresi.

LE RIVISTE FESTEGGIANO I LORO ANNIVERSARI

Il Mulino fa 60, MicroMega 25= Nasceva 60 anni fa a Bologna la rivista di cultura epolitica Il Mulino, primo numero il 25 aprile 1951. Il suo ruolonella cultura nazionale sarà discusso il 13, h. 17,30, sala Blu,da Massimo Cacciari, Carlo Galli, Piero Ignazi (attualedirettore), Valerio Onida, con Marino Sinibaldi.Festeggia i suoi primi 25 anni MicroMega con un dibattito su«La scrittura e l’impegno», il 14, h. 10,30, sala Gialla. Con ildirettore Paolo Flores d'Arcais, Gian Carlo Caselli, MargheritaHack, Pierfranco Pellizzetti, Marco Travaglio.

CON LA FONDAZIONE «CORRIERE DELLA SERA»

Il cuore antico del futuro= Cinque incontri su «Il futuro ha un cuore antico?», a curadella Fondazione Corriere della Sera, tutti nella Sala Rossa. Laconservazione della memoria nell’era digitale, il 12 , h. 19 (M.Ferraris, A. Grasso, L. Scala). Vivere nel futuro, il 13, h. 16 (S.Boeri, V. Gregotti, G. Martinotti). Il futuro dei giovani: il furtodel futuro, il 14 , h. 18,30 ( V. Andreoli, S. Avallone, M.Ferrera). Il futuro degli Antichi, il 15, h. 18 (L. Canfora, E.Cantarella, S. Ronchey); Il futuro della scienza, la scienza delfuturo, il 16, h.17 (E. Boncinelli, G.Giorello, G. O. Longo).

«LAREPUBBLICA»,CONMAURO E ZAGREBELSKY

La felicità della democrazia= Gustavo Zagrebelsky e Ezio Mauro, direttore di laRepubblica in dialogo su La felicità della democrazia, il libroche hanno scritto a quattro mani per Laterza, il 15 , h. 17,Sala Oval, conduce Marco Revelli. Sulla Attualità dellaCostituzione, il 14 , h. 16,30, Sala Rossa, si confronterannoCarlo Galli e Benedetta Tobagi, conduce Antonio Gnoli.In cosa crediamo, il 15 , h. 16, Sala Rossa, è tema deldibattito tra Vito Mancuso e Piergiorgio Odifreddi,coordinato da Antonio Gnoli, sul rapporto tra scienza e fede.

CONIL TEOLOGO KUNGE IL FILOSOFOZIZEK

Sul futuro del capitalismo= Il teologoHans Küng, con Vito Mancuso, il 12, h. 17, salaAzzurra,discuterà del suo libro Onestà. Perché il capitalismohabisogno di un’anima (Rizzoli). E’ convinto inveceche ilcapitalismovolge alla fine il filosofo e piscoanalistaSlavojZizek.Quattro «segni» lo annunciano: la crisi ecologicaglobale; i gravi squilibridel sistemaeconomico-finanziario; larivoluzionebiogenetica; le esplosive fratture sociali. Lo spieganel suo saggio Vivere alla fine dei tempi (Pontealle Grazie) chepresenteràcon AntonioGnoli, il 15, h. 14, sala Azzurra.

RIVISTE: ALFALIBRI E GRANTAAlfalibri è il nuovo supplemento di 16 pagineallegato ad Alfabeta2, che dedica il suo dossierdi maggio al tema «Consumo ergo sum».I curatori, Andrea Cortellessa e Maria TeresaCarbone, lo presentano al Salone il 13 , h. 16.Intervengono Umberto Eco e Maurizio Ferraris.Il 14, dalle h. 20, a Eataly, via Nizza, 230, Rizzolifesteggia il primo numero dell’edizione italianadella rivista americana Granta.

Promuovere la lettura

UMBERTO ECOIl semiologo narratore (ultimo suo libro Il cimitero di Praga,Bompiani) parlerà su «Fare romanzi: libertà e costrizionedello scrittore».13 maggio,h. 17, sala Oval.

FRANCO CARDINILo storico medievista (ora in libreria con Cristiani perseguitatie persecutori», Salerno) affronterà il tema «Unità e disunitàd’Italia». Introduce Roberto Righetto.13 maggio, h. 16.30, sala Regioni.

FRANCO CORDEROIl giurista Franco Cordero, autore di Il brodo delle undici.L’Italia nel nodo scorsoio ( Bollati Boringhieri) approfondiràalcuni «Scorci del vizio italiano».14 maggio, h. 16,30, sala Gialla.

VITTORIO SGARBI«Viaggio sentimentale in Italia» è il titolo della lectio delcritico d’arte Vittorio Sgarbi, sulla scia del suo libro Bompiani.14 maggio, h. 21, sala Oval .

GIOVANNI DE LUNALo storico, in libreria con La Repubblica del dolore (Feltrinelli),risponderà alla domanda «A cosa serve essere italiani».15 maggio, h. 10.30, sala Azzurra.

OL’GA SEDAKOVA«Ricorda che in te abita qualcosa di buono. La persona, lacultura, il futuro» è il tema svolto dalla poetessa russa15 maggio, h. 15, sala Russia.

Omero, solo tu ci salveraiSILVIARONCHEY

Alla fine di aprile del1944, quando Patrick LeighFermor si svegliò fra le roc-ce di Creta, mentre il solespuntava dietro la cresta del-l’Ida, insieme al generale na-zista che aveva rapito, ac-cadde qualcosa di strano.Dopo aver fumato in silen-zio, il generale, gli occhi az-zurri fissi sulla vetta ancorainnevata, cominciò a recita-re: «Vides ut alta stet nivecandidum / Soracte…». EFermor proseguì: «… neciam sustineat onus / silvaelaborantes, geluque / flumi-na constiterint acuto».

E così continuarono, pertutte le cinque strofe alcaicheche mancavano alla fine, rac-conta Fermor nel suo secondolibro di memorie (Tempo di re-gali, Adelphi, pp. 356, € 18): «Laguerra, per un attimo, era sem-brata lontanissima. Molto tem-po prima, avevamo bevuto allastessa sorgente».

L’antico sospende il tempo,l’eterno sconfigge la storia.Prendiamo l'Iliade, l'abbiamoletta tutti, l'hanno letta tutti.Alessandro - il Conquistatore,ma anche l'allievo di Aristotele- durante le sue spedizioni mili-tari teneva l'Iliade sotto il cusci-no della tenda in cui dormiva.Mehmet II, il giovane sultanoche conquistò Costantinopoli,durante l'assedio si faceva leg-gere brani dell'Iliade. Napoleo-ne leggeva l'Iliade ad alta voce,«fermandosi spesso», diceva,«per ammirare con comodo».

Oggi, nonostante la moltopubblicizzata presenza dell’epi-tome di Alessandro Baricco(Feltrinelli, pp. 163, € 5,60), an-che gli studenti più pigri prefe-riscono leggere l’Iliade com’è,senza sconti né attualizzazioni,nelle filologiche traduzioni diGiovanni Cerri (Bur, pp. 586,€ 13) o di Guido Paduano (Ei-naudi, pp. 1570, € 48). Costa dipiù ma conviene. Perché unclassico antico, come ha spiega-to Jean Giono, è «un libro ad al-ta densità di lettura».

Giono da studente era pove-ro, non poteva permettersi i librialla moda, dalla copertina sfavil-lante. Però, racconta, poteva per-mettersi Omero, perché Omeroera economico, perché Omeroaveva un'alta densità. In seguitoavrebbe scritto non un’epitomema un magnifico, ironico pamph-let (Nascita dell’Odissea, Guanda,pp. 156, € 7,50), in cui mostra disapere bene che il classico, inos-sidabile e inscalfibile, non riduci-bile, irriducibile, sconfigge quel-le che Braudel ha chiamato le«increspature di superficie» del-la storia, le sue dispute ideologi-che e le sue mode demagogiche.Sbaraglia il presente più contin-gente, regalandoci l’eternità di

un presente assoluto, depuratoda ogni transitorietà.

Come scriveva MargueriteYourcenar, «amiamo il passatoperché è il presente sopravvissu-to nella memoria dell’umanità».Come scriveva Walter Benja-min, gli antichi non erano antichiquando scrivevano, poiché usa-vano la lingua del presente. Unclassico è tale e resiste lungo i se-coli perché il suo linguaggio - for-male, ma anche concettuale - ri-mane sempre lingua del presen-te. Perché un miracolo ha fatto sìche il suo autore superasse i vez-zi e i limiti della sua epoca, la con-tingenza e storicità del logos - deldiscorso, ma anche del pensiero- rendendolo universale e tale daeludere il tempo.

L’essenza dei classici anti-chi, secondo una definizio-ne di Massimo Cacciari(in Di fronte ai classici,

a cura di Ivano Dionigi, Bur, pp.299, € 8), non è cronologica matopologica: i classici «non sonoepoche ma luoghi del pensiero».Un classico non serve il presen-te, ma crea un ponte tra passatoe futuro. Classico, ha scritto Cac-

ciari, non è qualco-sa che rimanda al passato,è qualcosa che resiste al presen-te. I veri classici non fuggono, sfi-dano e sono sempre pericolosi.Un classico è sempre eversivo,sempre trasgressivo, sempre an-ticonformista. Leggere i classici,come diceva Leopardi, è un mo-do di «gettare i morti in faccia aivivi». Ma è anche «contraddirela tirannia del momento».

Non ha quindi senso chieder-ci se i classici antichi abbiano unfuturo. Per definizione, ci aiuta-no a scavalcare il presente, le sueeffimere ideologie, i suoi dibatti-ti, gli schemi stessi del nostropensare. E in questo senso ci av-vicinano, più ancora che al passa-to - a noi in effetti sempre incono-scibile -, al futuro.

Un classico, per usareun’espressione di Truman Capo-te, è una preghiera esaudita. Edè perciò che questi e gli altri anti-chi libri che chiamiamo classicihanno resistito nei secoli, sonostati trasmessi di generazio-ne in generazione, hannosconfitto le imitazioni,le riduzioni, la tenta-

zione della facilità, la competizio-ne della banalità, la dittatura del-le mode, la transitorietà di ognicosa umana. Perché sono rimedisperimentati, ricostituenti con-centrati e universali, preghierelaiche e interconfessionali. Eperché sono l'unica dipendenzanon nociva fra tutte quelle esco-

gitate nei millenni per alle-viare i nostri dolori.

PIEROBIANUCCI

Memoria e futuro. IlSalone del Libro ruoterà intor-no a due parole che delineanola traiettoria della scienza: cheè memoria, in quanto accumu-la conoscenze; ed è futuro, per-ché su basi secolari edifica nuo-vo sapere. Ma si può prevederescientificamente il futuro?

Non parliamo di un’eclissi odi una reazione chimica. Trop-po facile. Pensiamo a fenomenisociali, mode, svolte politiche.La corsa all’iPad, il successo diLady Gaga, la caduta di Muba-rak. C’era modo di prevederequeste cose? Fino a ieri no. Do-mani forse sì. Lo sostiene unesperto di reti, Albert-LaszloBarabàsi, direttore del Centerfor Network Science alla Nor-theastern University.

Milioni di persone in ogniistante telefonano, invianomail, usano motori di ricerca ecarte di credito. Ogni gesto la-scia una traccia. Per la privacyè un problema, per gli scienzia-

ti un’opportunità. Mai era suc-cesso che i comportamenti col-lettivi diventassero materia disperimentazione in tempo rea-le. Per la prima volta fenomeniirriproducibili in laboratoriopossono essere studiati. Lechiamate da cellulari fotografa-no il risveglio delle metropoli, iltraffico urbano, l’andamentodell’economia. Le interrogazio-ni ai motori di ricerca svelanogusti, consumi, interessi cultu-rali. I social network sono son-de per indagare stili di vita e va-lori. Barabàsi ci racconta comefisici, matematici, psicologi edeconomisti, esplorando le no-stre tracce, abbiano scopertoun ordine nella casualità appa-rente dei comportamenti col-lettivi. Un ordine che permette

di fare previsioni: le azioni uma-ne procedono non con graduali-tà ma con accelerazioni e frenateimprovvise. Sono come lampi, eLampi (Einaudi, pp. 326, € 28) siintitola il libro che Barabàsi hascritto con l’inconsapevole colla-borazione di tutti noi utenti di In-ternet e cellulari.

Quanto al futuro dellascienza, punta in tre direzioni.L’estremamente grande, cioèl’universo nel suo insieme.L’estremamente piccolo, cioèla struttura ultima della mate-ria. Il mondo di mezzo, cioè lacomplessità degli esseri viven-

ti descritta da Barabàsi.L’universo e le particelle su-

batomiche pongono domandeche sembrano divergere ma inrealtà la risposta è una sola per-ché oggi il macrocosmo si esplo-ra nel microcosmo e viceversa.

Al Cern di Ginevra, il più im-portante laboratorio di fisica delmondo, qualche giorno fa il Lar-ge Hadron Collider, un anello dimagneti lungo 27 chilometri, hastabilito un nuovo primato: maifinora tanti protoni si erano scon-trati con una energia così alta.Tra i loro rottami i fisici speranodi scovare la particella di Higgs,

quella che secondo la teoria piùaccettata avrebbe conferito lamassa a tutte le altre. Come ilcampo magnetico di una calami-ta orienta la limatura di ferro, co-sì il campo di Higgs darebbe unaesistenza «materiale» alle parti-celle che formano tutto ciò cheesiste, dalle galassie ai pianeti,dall’ameba all’Homo sapiens.Léon Lederman, premio Nobelper la fisica, l’ha ribattezzata«particella di Dio», ma se si dimo-strasse che davvero rende «rea-le» tutto ciò che osserviamo for-se sarebbe più giusto chiamarla«particella Dio». Ci muoviamo in

dimensioni che si misurano inmiliardesimi di miliardesimi dimillimetro, cioè in zeptometri.Odissea nello zeptospazio (Sprin-ger, pp. 328, € 29) è il viatico concui Gian Francesco Giudice, fisi-co teorico al Cern dal 1993, ac-compagna i lettori alla frontieradel microcosmo. Se poi lì si in-contri la particella di Dio o addi-rittura la particella Dio, si vedrà.

Stephen Hawking, genio leg-gendario da trent’anni inchioda-to su una carrozzina, per Il Gran-de Disegno (Mondadori, pp. 180, €

20) ha scelto come sottotitolo«Perché non serve Dio per spie-gare l’universo». Dio non servi-rebbe perché non uno ma infinitiuniversi possono germogliarespontaneamente dal nulla. Per ifisici il nulla non è ciò che rimanequando da uno spazio predefini-to si è tolto tutto, come pensiamo

noi comuni mortali svuotandouna valigia. Anche se nella no-stra valigia riuscissimo a creareil vuoto perfetto, avremmo pursempre un «vuoto quantistico»,nel quale pullulano particelle eantiparticelle virtuali. Talvoltaper il principio di indetermina-zione una particella si materializ-za. Così, infiniti universi possononascere da fluttuazioni quantisti-che. E’ il tema che trattanoFrank Close della Oxford Univer-sity in Nulla (Codice, pp. 128,€ 19) e Màrio Novello, cosmologodel Centro brasiliano di ricercafisica a Rio de Janeiro, in Qualco-sa anziché il nulla (Einaudi, pp.175, € 20). «La fisica moderna -spiega Close - suggerisce che for-se l’universo emerse dal vuoto.Detto in parole povere, l’univer-so potrebbe essere il pasto gratissupremo, una gigantesca fluttua-zione quantistica». Novello è an-cora più radicale: «Partendo dal-la constatazione dell’instabilitàdel vuoto e dal decadimento edalla trasformazione di questovuoto, il cosmologo può afferma-re che non sembra possibile cheniente esista: l’universo era con-dannato a esistere».

A sinistra illustrazionedi Lisitskij «Nuovo»;nella pagina a destra

illustrazionedi Evreinov

«Theatre for oneself»1911-16

Scavalcare il presente,con le sue ideologiee i suoi effimeri dibattiti,per gettare un pontetra il passato e il futuro

Un giorno con i dati«catturati» dalla Retesi potranno prevedereanche fenomeni sociali,mode, svolte politiche

Speciale Salone 2011 Torino 12-16 maggioVIIITuttolibri

SABATO 7 MAGGIO 2011LA STAMPA IX

Il futuro della scienza Tre direzioni di ricerca:l’universo, la materia, la complessità del vivente

Sarà un’odisseatra il macro e il micro

Tra le teorie del Nulla,che non è il nostro vuoto,e il Grande Disegno,cercando Dio, o almenola «particella di Dio»

La memoria dei classici Di secolo in secolo hanno sconfitto la tentazionedella facilità, la banalità, la dittatura delle mode, la transitorietà di ogni cosa Lectiones magistrales

EVA FEDER KITTAYLa cura dell’amoreDonne, uguaglianza, dipendenzapp. 404 - € 19,80

MICHEL DE CERTEAULo straniero o l’unione nella differenzaPrefazione di PierAngelo Sequeri

pp. 240 - € 18,00

BRUNO MAGGIONIDio nessuno l’ha mai vistoCarità e rivelazione nel vangelo di Giovannipp. 132 - € 18,00

MARCEL GAUCHETIl figlio del desiderioUna rivoluzione antropologica

Prefazione di Lucetta Scaraffia

pp. 104 - € 12,00

a cura di

CHIARA GIACCARDI Abitanti della reteGiovani, relazioni e affetti nell’epoca digitale pp. 212 - € 19,00

VITA E PENSIERO Pubblicazioni dell’Università Cattolica ☎ 02.7234.2335 www.vitaepensiero.it

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SABATO 7 MAGGIO 2011 LA STAMPA 10

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Generazione Debjutdai samizdat ai blog

NADIACAPRIOGLIO

C'è un personaggiodelle Anime morte di Gogol’, ilservo Petruška, che legge ditutto, sillabari, manuali, bre-viari, senza preoccuparsi delcontenuto, perché ama il pro-cesso in sé della lettura. InUnione Sovietica, leggere ciòche capitava, che veniva distri-buito in enormi tirature, era di-ventata consuetudine comu-ne, tipica, che aveva contribui-to all'affermarsi del mito delpopolo sovietico come popolopiù «lettore» al mondo. LaRussia di oggi è diventata unPaese di contrasti sociali, pola-rizzato e stratificato, che sem-bra aver smarrito la memoriastorica. Giovani putiniani conle bandiere nazionali; mana-ger trentenni energici e dina-mici; modaioli amanti del lus-so kitsch; ricchi, per i qualiconta più spendere che posse-dere; pensionati, isolati nel lo-ro appartamentino ex sovieti-co a guardare la televisione be-vendo il tè: che spazio troveràla letteratura?

Alla fine del secolo scorsoanche in Russia si è deploratao celebrata la fine dell'operaletteraria e del libro e, mentrevari post- si succedevano l’unoall'altro come effimeri «post-it» tra le pagine di un libro,molti miti pre-moderni sonoandati impossessandosi delterritorio intellettuale e spiri-tuale in una riflessione «off-moderna» che, come suggeri-va Viktor Šklovskij , ispirando-

si alla mossa del Cavallo negliscacchi, non si limita a guarda-re alla modernizzazione cosìcome si presenta, ma anche al-le sue potenzialità laterali.

Oggi la letteratura in Rus-sia non è più specchio di unmondo reale o costruito, maun mondo alternativo in cui ri-fugiarsi per sottrarsi alla bana-lità della cultura di massa e al-la nuova omologazione della«dittatura impalpabile» che sista imponendo da alcuni anni.Una forma di resistenza, co-me suggerisce l'interessantesaggio di Mario Caramitti Let-teratura russa contemporanea.La scrittura come resistenza(Laterza, 2010), che ha le sueradici nel samizdat, la lettera-tura non ufficiale della secon-da metà del Novecento control'indirizzo socio-culturale do-minante, e muove dai dissiden-ti «storici» come Saša Soko-lov, capaci di sacrificare tuttoall'imperativo della propria co-scienza. Con il crollo dell'Unio-ne Sovietica, all'improvviso,due letterature e due epoche«entrano in un unico istante»,scrisse Viktor Krivulin, il visio-nario poeta che aveva organiz-zato intorno a sé tutta la cultu-ra underground leningradese.

Gli outsider oggi non sonopiù i letterati clandestini, magli scrittori che affidano le loro

opere ai numerosi siti letteraridella rete, il primo dei quali, Ba-bylon, fu creato quindici anni facome antologia di scritti con-temporanei dal poeta DmitrijKuz’min. Recentemente il«bukrider», come viene chiama-ta la tavoletta elettronica in Rus-sia, si è molto diffuso e fra i pas-seggeri della metropolitana diMosca ha ampiamente sostitui-to libri e giornali. Questo per-mette anche di sopperire ai pro-blemi di distribuzione; infatti,venuto meno il vecchio sistemacapillare sovietico, il nuovo,esclusivamente commerciale di-mostra che l'economia di merca-to non ama i vasti spazi della

Russia: più ci si allontana da Mo-sca e Pietroburgo, più difficilediventa trovare un buon libro.

Fortunatamente esistono an-cora riviste letterarie come No-vyj Mir, Oktjabr' o Znamja, ba-stioni della cultura in epoca so-vietica che, nonostante le diffi-coltà finanziarie, continuano apubblicare prosa, poesia, saggi-stica. Ancora oggi, molti roman-zi prima di uscire in edizione sin-gola passano dalle pagine dellecosiddette «riviste spesse».

Il mercato editoriale tradi-zionale, invece, è diviso fra i gi-ganti Eksmo e Ast, mentre alcu-ni editori più piccoli come AdMarginem e Tekst cercano di

unirsi per poter vendere i loro li-bri direttamente e ridurre i co-sti. Non ci sono più le tiraturecolossali dell'epoca sovietica: disolito si comincia con mille-due-mila copie, per poi procedere aeventuali ristampe successive.Esempio sorprendente è il re-cente caso di Traduzione lettera-le, le memorie di Liliana Lungi-na, nota traduttrice nell’epocasovietica, amica di molti scritto-ri vittime delle repressioni stali-niane, che dalle iniziali quattro-mila copie a forza di ristampesono arrivate a centomila nelcorso di un anno.

Non è un caso che dopo la ca-duta dell'Unione Sovietica, co-

me in ogni epoca di frattura, sisia affermata l'attenzione per lamemoria, l'autobiografia e so-prattutto l'autofinzione, nellaquale l'autore gioca sul proprioalter ego e sulla finzione di avve-nimenti e di fatti reali. Un desi-derio di ricostruzione cui si af-fianca lo smascheramento, ladecostruzione di miti e simbolidel passato realizzata sull'imma-ginario di massa per svelare ilvuoto che nascondevano.

Intorno a questo vuoto, in unsistema in cui le incertezze han-no bruscamente sostituito la «fi-ducia nel domani» dell'uomo so-vietico, prende forma la nuovaletteratura russa, in particolarequella legata alla generazione discrittori che non ha mai vissutoin Unione Sovietica, un po' spae-sata, ma libera dalla nostalgia edalla tentazione di trasformareil passato del proprio Paese inuna sorta di «vintage chic».

In Russia è conosciuta come«generazione Debjut», dal no-

me del premio letterario riser-vato ai giovani che debuttanonella letteratura e che non vi-vrebbero mai seguendo un «pia-no quinquennale», né vorrebbe-ro conoscere il proprio futuro inanticipo: proprio perché non cisono garanzie, tutto diventa pos-sibile. Oggi lo scrittore russo, li-bero ma marginalizzato dai rap-porti socio-economici, spesso vi-ve all’estero come MikhailShishkin, Marina Palej e moltialtri, o si guadagna da vivere inambiti di creatività delegata(giornalismo, editoria, pubblici-tà), esplorando nuovi generiquali il saggio finzionale, il mi-croracconto, la «proesia», ibri-do di prosa e poesia.

Insomma, al fatidico «che fa-re?» di Lenin i giovani digitaliz-zati di Sergej Bolmat risponde-rebbero un irriverente «fate unpo’ quel che vi pare».

Speciale Salone 2011 Torino 12-16 maggio Tuttolibri

SABATO 7 MAGGIO 2011LA STAMPA XI

Dopo la caduta dell’Urss Avanzano i «giovani debuttanti», prividi ogni rimpianto, si affermano l’autobiografia e l’autofinzione

RUSSIApaeseospite

PER LA SERATA ALLE OGRSarà la scrittriceLjudmilaUlitskajaatenere laprolusioneper la serata inaugurale (a inviti)delSalone,mercoledì11maggio,h.21alleOGR(OfficineGrandiRiparazioni). Il suoultimoromanzoèDi recenteèstataper il romanzoDaniel Stein, traduttore (Bompiani),premiato inFranciacon il«SimoneDeBeauvoir».Conlei,a rappresentare la letteraturarussa, ci sarannotraglialtri SashaSokolov,ViktorErofeev,ElenaChizova,AleksandrSokurov.Tra i lorocolleghipiùgiovani,MariamPetrosyan,MarinaPalej, PavelSanaev,Valerij

Panjuskhin,ZakharPrilepin.

MADRINA, LA SIGNORA DELLA VOLANDIn sintonia con il Paese ospite è la madrina delSalone, Daniela Di Sora, allieva di Angelo MariaRipellino, fondatrice, nel 1994, di Voland, la casaeditrice che guarda in particolare alle culture dell’Est- una nuova collana riproporrà i grandi classici russi -,ancorché l’autrice di punta sia Amélie Nothomb.

MOSCA VISTA DALL’ITALIANel programma degli incontri, in Sala Russia, ci saràanche la «visione russa» di critici e saggisti italiani.Su Dostoevskij oggi, il 14 , h. 15 interverranoGiovanni Reale, Andrey Shishkin, Glauco Tiengo,Armando Torno, Igor Volgin.Ugo Pagliai leggeràpagine da Il Grande Inquisitore.Serena Vitale, fra le nostre maggiori slaviste,presenta, il 15 , h. 16 il suo libro A Mosca, a Mosca!(Mondadori), interviene Giorgio Ficara.Vittorio Strada, Marcello Flores e Francesca Goriintervengono su Raccontare il Gulag: daSolzenicyn a Salamov, il 15, h. 10,30. ElisabettaRasy racconta Osip Mandel’stam, il 13, h. 12,30.Alessandro Barbero e Margherita Crepaxripercorrono Il Maestro e Margherita di Bulgakov, il12, h. 19,30. Paolo Nori mette in scena, il 15, h. 20,sala Blu, un maestro del surrealismo, Daniil Charms,di cui ha tradotto per marcos y marcos i Disastri .

Qui sotto «Guerra alla fame» 1919,illustrazione di autore ignoto

Daniela Di Sora, fondatricenel 1994 della Voland,

madrina del Salone

Marina Palej, autrice di«Cabiria di Pietroburgo»,

sarà al Salone il 15 h. 19,30

.

La prolusione di Ljudmila Ulitskaja

Ljudmila Ulitskaja,la scrittrice che aprirà la

serata inaugurale l’11 maggio

La letteratura comeresistenza controla cultura di massae la «dittaturaimpalpabile» in ascesa

Si moltiplicano in Retei siti letterari, resistonole riviste come Novyj Mir,ma lontano da Moscadifficile trovare un libro

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Pagina Fisica: INSERTI - NAZIONALE - 12 - 07/05/11 - Pag. Logica: INSERTI/PAGINE [TL_12] - Autore: GIOVIA - Ora di stampa: 05/05/11 13.03

Eccola, la «nuova let-teratura russa»: ric-ca, audace, inventiva,

si destreggia nel caos di unmondo che offre pochi puntidi riferimento. A rappresen-tarla al Salone del libro di To-rino sarà una quindicina discrittori, fra i quali LjudmilaPetruševskaja, Viktor Ero-feev, Saša Sokolov, ormaiconsiderati dei «classici» con-temporanei.

Molto popolare in patria èDmitrij Bykov, non solo scrit-tore, ma anche critico, com-

mentatore radiofonico e televi-sivo, autore di importanti bio-grafie di poeti come Boris Pa-sternak (che nel 2006 è stataun caso letterario), e BulatOkudzava, due icone della cul-tura del periodo sovietico. For-se i suoi scritti possono sem-brare troppo retrospettivi,ma si rivolgono a quel lettorecolto che la società contempo-ranea apprezza sempre menoe lo consolano col ricordo del-le cose passate.

La nostalgia non è solo unacondizione della generazionepiù vecchia: Michail Elizarovnel romanzo Il bibliotecario -ora tradotto da Atmosphere li-bri e presentato al Salone daStas Gawronski (ndr) - espri-

me i sentimenti di molti suoi co-etanei, i trentenni che eranobambini nell’ultimo decenniodell’Urss; anche Pavel Sanaev,cineasta di successo e figlio d’ar-te, circondato da una certa auradi celebrità, ha avuto successocon un romanzo sugli anni dellapropria infanzia.

Per i molti scrittori che stan-no tentando, invece, di voltarepagina nella letteratura nazio-nale, anche se non amerebberoessere incanalati in una «cor-rente», si va affermando il gran-

de ritorno al realismo, la vogliadi parlare con energia della Rus-sia di oggi tanto affascinantequanto inquietante. Yulia Laty-nina è giornalista politica e in-vestigativa di Novaja Gazeta, ilsettimanale più liberale che sipubblichi oggi in Russia, oltreche conduttrice del program-ma «Codice d’accesso» dellastazione radiofonica «Echo Mo-skvy», la più amata dall’intelli-gencija. Esperta di Caucaso,quando i suoi argomenti diven-tano troppo pericolosi anche

per la sua incolumità personalericorre alla finzione letteraria.

Collega di Yulia Latynina,Zachar Prilepin, nella pro-pria vita ha avuto diverse espe-rienze che si ritrovano nei suoiromanzi: soldato in Cecenia,ha partecipato alle azioni deicorpi speciali antiterrorismo;lamenta il fatto che l’esistenzadello scrittore oggi in Russiasia «fin troppo tranquilla»: nonc’è più la paura della repressio-ne, ma potere e intellettuali vi-vono in due mondi paralleli, in-

contrandosi solo in occasioniformali, prive di significato.

La poesia in Russia conti-nua ad avere un ruolo impor-tante: fra i suoi esponenti pre-senti a Torino figura di granderilievo è Olga Sedakova, raffi-nata poetessa moscovita checi invita a diffidare di «chi vor-rebbe un’organizzazione per-fetta e sicura di tutto quanto èsulla terra», preferendo«l’eterna libertà delle cose».

Testo e schede a cura di Nadia Caprioglio

Le immagini di questo Speciale

Gli artisti checambiaronol’illustrazione

SANTOALLIGO

Opere create quasi cen-to anni fa in Unione Sovietica aridosso della rivoluzione d'otto-bre, tra il 1917 e il 1925 circa, so-no, ancor oggi, modello e fonte diispirazione per artisti e grafici ditutto il mondo: ecco perché ab-biamo scelto le loro immaginiper il illustrare questo specialededicato al Salone di Torino, incui la Russia è il paese «ospited’onore».

Lo sconvolgimento storicoportato dalla rivoluzione, checulmina nell'assassinio dellozar Nicola II, fucilato con la fa-miglia nella cantina di casa Ipa-tiev a Ekaterinburg nel lugliodel 1918, cambiò del tutto ancheil modo di fare libri e, conse-guentemente, anche di illustrar-li. Fino allora, Ivan Bilibin, Alek-sandr Benois, Georgij Narbut,Boris Zvorykin ed altri ancora,erano stati i corifei di quello cheresta il periodo aureo (coinci-dente con l'Art Nouveau) dell'il-lustrazione russa del libro perfanciulli; ma con la rivoluzionenacquero altre stelle di primagrandezza, come Vladimir Lebe-dev «il re del libro per bambini»(E. D. Kuznecov), come Misti-slav Dubuzinskij, come Vera Er-molaeva e Jurij Vasnecov.

Ma dove il cambiamento eb-be effetti ancor più dirompentifu nella grafica e nell'illustrazio-ne del libro d'arte per adulti, ilcui compito era anche quello ditrasmettere al lettore un messag-gio politico. Aleksandr Ro-dcenko, El Lisickij, Natalija Gon-carova, Michail Larionov, solo

per citare alcuni, realizzarono li-bri, che, come dicevamo, nonhanno ancora consumato la loropotenzialità innovativa. Lisickij(pittore, architetto, tipografo efotografo), una delle più forti per-sonalità dell'epoca, sfruttandosoprattutto il materiale della cas-sa dei caratteri, e strutturandolocome una rubrica per facilitareal lettore la ricerca dei titoli, nel

1922 pubblicò a Berlino Per la vo-ce con poesie di Vladimir Majako-vskij, uno dei libri cardine dellanuova concezione figurativa deigiovani rivoluzionari. Suo ancheil famosissimo manifesto del 1919Colpisci i bianchi con un cuneo ros-so, che molto deve alle opere «su-prematiste» di Kazimir Malevic(dipinse il Quadrato nero intornoal 1914). Rodcenko firma un altro

celebre manifesto: Libri su tutti irami del sapere, con l'interventofotografico della donna che gri-da; non meno straordinaria, siadal punto di vista iconograficoche da quello verbale, la locandi-na pubblicitaria delle tettarelleRezinotrest con il bambino stiliz-zatissimo in rosso e azzurro:«Non ci sono mai state tettarellemigliori. Sono pronto a succhiar-le finché sarò vecchio».

Un artista invece del tuttosconosciuto da noi è Aleksei Kru-chenykh: e pensare che pubblica-va, già nel 1916, i suoi libri «illeggi-bili» astratti, realizzati a collagein soli cento esemplari.

Uno delle opere più belle dell'avanguardia russa, L'Art décora-tif théatral moderne, fu pubblica-ta nel 1919 a Parigi da ValentinParnach, in 515 esemplari, per leedizioni La Cible. Le 14 tavoleche la compongono, 6 colorate amano au pochoir, 8 stampate lito-graficamente, sono della Gonca-rova e del marito Larionov, chenel 1914 si erano trasferiti nellacapitale francese al seguito delfamoso impresario teatrale Ser-gei Diaghilev. Eterogenea è la ci-fra stilistica delle diverse tavole,pensate proprio per i «BallettiRussi»: raggista, cubista, futuri-sta e neo-primitivista. Fra tuttenon può non colpire la coloratis-sima immagine - del tutto inven-tata - del Pavone, creata per Sto-rie Naturali di Jules Renard.

Alla Russia di oggi non possia-mo rivolgere altro augurio chequello di produrre ancora opereche tra 100 anni, al pari di que-ste, conservino intatta la loro at-tualità.

.

Da Mosca, celebrità e scoperte Oltre a Erofeev, Petruševskajae Sokolov, nuove voci come il regista Sanaev e la giornalista Latynina

I lupacchiottifigli di Stalin

di PAVEL SANAEV

Un a tragediadell’infanzia

Groznyj, la mortecorre sui tetti

Quando i disabilifanno miracoli

Un Robin Hoodnel Caucaso

Il Ponte di pietra è il grande ponte sulla Moscova che collega il Cremlinoe la famosa Casa sul lungofiume, il tetro complesso residenziale untempo riservato agli alti funzionari sovietici. Su questo ponte il 3 giugno

del 1943 Volodja Šachurin, figlio quindicenne del ministro dell'Aviazione diStalin, uccide la coetanea Nina Umanskaja, figlia di un diplomaticosovietico appena nominato ambasciatore in Messico, quindi si spara.

Subito si pensò a una storia di amore e gelosia, ma la vicenda prese unrisvolto politico quando emerse che Šachurin e alcuni suoi amici, tra cui ilfiglio di Mikojan, compagno d'armi di Stalin e membro del Consigliomilitare alla difesa, avevano creato una società segreta di ispirazionenazista con l'intenzione di togliere il potere ai padri al termine della guerra.Il «caso dei lupacchiotti»- come allora fu definito - nella ricostruzione diAleksandr Terechov diventa un'allegoria che collega tre epoche: il periodo diStalin, gli Anni Settanta e i giorni nostri. La vicenda si dipana in unintreccio di testimonianze e materiali d'archivio raccolti dal narratore che,in un interminabile flusso di coscienza, si interroga sul significato dellastoria e sulla possibilità di stabilire la «verità». La fine del romanzo lo ritraesulle rive del fiume del tempo, inevitabilmentediretto verso lo Stige.

di ELENA CHIZHOVA

Tre vecchiettetra purghe e fame

PAVEL SANAEV SEPPELLITEMI DIETRO IL BATTISCOPATrad. di Valentina Parisi, Nottetempo, pp.279, € 17

Incontro con l’autore,Sala Russia, il 15 , h. 18.30. Con Nadia Caprioglio

ALEKSANDR TERECHOV IL PONTE DI PIETRAtrad. di Claudia Zonghetti, Edizioni E/O, pp. 480, € 22

Incontrocon l’autore,SalaRussia il13,h.15,30.ConAlessandroBarbero

ZACHAR PRILEPIN PATOLOGIETrad. di Enzo Striano,Voland, pp.326, € 14

Incontro con l’autore, Sala Russia, il 15 , h.14. Con Nadia Caprioglio

MARIAM PETROSJAN LA CASA DEL TEMPO SOSPESOTrad. di Emanuela Guercetti, Salani, pp. 879, € 20

Incontrocon l’autrice, SalaRussia, il 13,h.19,30.ConMargheritaCrepax

YULIALATYNINA IL RICHIAMO DELL'ONORETrad. di Mario Alessandro Curletto, Tropea, pp.318, € 17

Incontro con l’autrice, Sala Russia, il 14, h.20. Con Giorgio Pressburger

ELENACHIZHOVA IL TEMPO DELLE DONNETrad. di Denise Silvestri, Mondadori, pp.225, € 19,50

Incontro con l’autrice, Sala Russia, il 13, h.13,30. Con Serena Vitale

di ALEKSANDR TERECHOV

Saša Savel'ev è un ragazzino di sette anni convinto di esseremalato che vive con i nonni e non va ancora a scuola per evitarepericolosi contagi. «La mamma mi ha scambiato con un nano

succhiasangue, appendendo al collo della nonna una croce di quelle bellegrosse», dice di sé Saša. Si capisce subito che la sua infanzia è segnatadal senso di colpa e dall'assurdità del mondo degli adulti. La nonna èossessionata dalle repressioni di Stalin e sviluppa per il bambino unamore iper-protettivo con l'intenzione di difenderlo dal mondo esterno.La madre, che Saša vede raramente, gli appare come un miraggiobellissimo, ma fragile, da cui sogna di essere liberato. Pavel Sanaev,regista e sceneggiatore rinomato della nuova generazione di cineastirussi, tratteggia la storia di «ordinaria follia» quotidiana di unafamiglia sullo sfondo degli ultimi anni dell'Unione Sovietica filtrandolaattraverso la spontaneità e l'immediatezza della percezione infantile.Parafrasando Josif Brodskij, si potrebbe dire che lo spazio dellamarginalità, della «periferia», non tanto urbana, quanto umana, dellafigura del bambino, permette più facilmente che gli spazi del centrol'esplorazione del mondo esterno e della condizione interiore dell'uomo.

In che millennio siamo?» si chiedeva il poeta Boris Pasternak in Miasorella, la vita. «Che giorno sarà domani?», domanda Egor inPatologie. Siamo nella Russia dei giorni nostri, la Russia che ha

combattuto una guerra crudele contro la Cecenia. Egor, l'alter ego diZachar Prilepin, che è stato membro delle squadre specialiantiterrorismo inviate a Groznyj, guarda alle vie della città, simili avecchie scenografie sfondate, come alle «rovine di una terza GuerraMondiale» in corso, e si butta nella mischia, per sfidare la vita. Vedràin faccia la morte, conoscerà i tetti di Groznyj sui quali fa paura salireper montare la guardia. «Dove finisce l'indifferenza incomincia lapatologia», gli aveva detto Daša, la sua ragazza: alla patologia dellaguerra si unisce quella della gelosia. Trovarsi solo in una cittàstraniera, come sul fondo dell'oceano, e pensare al diario di lei, a tutte lesue avventure amorose. Sono lontani i giorni in cui sedevano insiemesull'erba del parco a guardare le loro foto, sorprendendosi dellapropria gioventù. L'ossessione diventa sempre più assillante, sensuale,man mano che crescono la paura e il cameratismo con gli altri «giovanifolli». Non basteranno i ricordi dell'infanzia ad arginare le due derive.

di ZACHAR PRILEPIN

Mariam Petrosjan ha scritto La casa del tempo sospeso perpiù di dieci anni. Non è scrittrice di professione, madisegnatrice di cartoni animati: forse è per questo che il

romanzo è così vivace e colorato. L'autrice vive in Armenia e hacominciato a dedicarsi alla scrittura quando il suo Paese attraversavauna profonda crisi economica: forniture di gas interrotte, mesi senzaelettricità, senz'acqua. Ognuno cercava un modo di sopravvivere:Mariam l'ha trovato fuggendo dalla squallida «Esteriorità» nellaCasa, un luogo completamente avulso da qualunque realtà obiettiva,anche se sorge nella più comune periferia urbana.

Nella Casa vivono dei ragazzi disabili, o meglio «dotati di particolaripossibilità»: chi vede i sogni altrui, chi compie miracoli, chi è capace dientrare in un mondo parallelo … La Casa stessa è una creatura viva, il«rovescio» di molti mondi, dall'Isola-che-non-c'è di Peter Pan al campodei Pionieri di memoria sovietica. Nella Casa sono passate generazioni.Nessuno sa dove finisca chi lascia le sue mura: di loro si parla come sefossero morti e neppure gli educatori, forse, appartengono ai vivi, poichési dice che la Casa sia un ponte fra due mondi.

di MARIAM PETROSJAN

Speciale Salone 2011 Torino 12-16 maggioXIITuttolibri

SABATO 7 MAGGIO 2011LA STAMPA XIII

Il richiamo dell'onore si apre con una reminiscenza tolstojana,tipica della letteratura russa: il «prigioniero del Caucaso». Unrusso viene preso in ostaggio dai ceceni; di solito il russo si salva

fuggendo, oppure fa amicizia con qualcuno del posto. Nel romanzodi Yulia Latynina la storia si sviluppa diversamente: il russo siritrova libero per caso, in seguito a una lite fra clan rivali, nessunovede in lui un essere umano, è solo un oggetto di scambio. Ma comenella migliore letteratura russa, il Caucaso è anche fonte diispirazione romantica, sfondo di una violenta storia di amore, dimorte, di onore e di tradimento nella quale si riflettono i rapportidella Russia contemporanea con le repubbliche caucasiche e la suaantica dicotomia fra Oriente e Occidente.

Vladislav Pankov e Nijazbek, il russo e il ceceno, l'alto funzionarioeducato ad Harvard e il capopopolo dalla morale alla Robin Hood, sifronteggiano in un'intricata storia di geopolitica, nera come ilpetrolio, in cui la corrotta autorità di stato, debole e venale, soccombedi fronte a una cultura millenaria di reciproca assistenza, basata suilegami di sangue e sul culto dell'onore individuale.

di YULIA LATYNINA

Uno dei tanti appartamenti in coabitazione nellaLeningrado degli Anni Sessanta in cui vivono tre vecchiettescorbutiche dai nomi pre-rivoluzionari: Ariadna, Glikerija,

Evdokija. Sono passate attraverso tutta la storia sovietica, hannoconosciuto la rivoluzione, l'assedio, hanno perso i loro cari.L'arrivo di Antonina con una figlia senza padre, l'imperativomorale di prendersi cura di una creatura fragile e sensibile, dipreservarla dal mondo esterno che alle «nonne» appareincomprensibile, fa affiorare nella quotidianità della loro vitaordinaria ricordi di amori interrotti, di purghe e di fame.

Il tempo delle donne di Elena Chizhova è il XX secolo: l'epocadella collettivizzazione e della guerra si intreccia con gli anni delristagno sovietico in una risposta amara al mitico film sovieticodel 1979 Mosca non crede alle lacrime. Nella Russia che sembraaver perduto la memoria storica, le donne ne diventanodepositarie e la trasmettono di madre in figlia. La storia che uniscetutti i personaggi del romanzo è la storia della memoria, lamemoria personale che diventa memoria di un popolo.

Il tempo delle donne

ViktorErofeev,

autore di «Ilbuon Stalin»

(Einaudi)sarà in SalaRussia il 15,

h. 12,30

C’è un po’ di nostalgiama s’impone il realismo

Olga Sedakova,autrice di

«Elogio dellapoesia»

(Aracne),sarà in SalaRussia il 15,

h. 15

Sasha Sokolov,autore di «La

scuola deglisciocchi»»

(Salani), saràin Sala Russia il14, h. 15,30. Con

Serena Vitale

Importante ancheil ruolo della poesia:Olga Sedakovacanta «l’eternalibertà delle cose»

Il ponte di pietra Seppellitemi dietro il battiscopa Patologie La casa del tempo sospeso

Qui a sinistraillustrazionedi Cehonin«10 anni»;al centroillustrazionedi Rodcenkoper un cartellopubblicitario,1923

Il richiamo dell’onore

Giovedì 12*Ore 10.30, Laboratorio Nati per Leggere dai 5 anniAlla scoperta del mondocon Tino il Cioccolatino!Incontro con AurorA MArsottoe ChiArA PAtArino

*Ore 11.30, Laboratorio Scienza - dai 10 anniValentina & Co.AnGelo Petrosino ci racconta come è cresciuta la sua Valentina tanto amata dai giovani lettori

*Ore 13.30, Laboratorio Autori - dagli 8 anniFlambus Green - Un folletto in cittàroberto PAvAnello presenta la sua simpatica serie dedicata all’ecologia

Ore 20.30, Caffè LetterariouGo bArbàrApresenta Le mani sugli occhi con Gianni Barbacetto e Bruno Gambarotta

venerdì 13Ore 10.30, Sala Comics CentreIl cacciatore di aquiloni: graphic novel per iPad e iPhoneInterviene Tommaso Valsecchi

*Ore 10.30, Laboratorio IllustrAutoridai 9 anniIl futuro che… c’era una volta Maydala ExpressPierdoMeniCo bACCAlArio e dAvide Morosinotto parlano di questo nuovo romanzo d’avventura

*Ore 13.30, Laboratorio Autori - dai 9 anniPizza TandooriAnnAlisA strAdA presenta la sua nuova serie che parla di famiglie multietniche

Ore 14.00, Caffè LetterarioChiArA PAlAzzolopresenta Nel bosco di Auscon Loredana Lipperini

Ore 14.30, Sala Comics CentreFumetti coi baffi!Disegniamo GeroniMo stiltoncon Ennio Bufi e Flavio Ferron

Ore 18.00, Arena Piemonte hAnAn Al-shAykhpresenta Mio signore, mio carnefice con Simonetta Agnello Hornbye Maria Antonietta Saracino

inContri Con Gli Autoriper adulti e bambini

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Eccola, la «nuova let-teratura russa»: ric-ca, audace, inventiva,

si destreggia nel caos di unmondo che offre pochi puntidi riferimento. A rappresen-tarla al Salone del libro di To-rino sarà una quindicina discrittori, fra i quali LjudmilaPetruševskaja, Viktor Ero-feev, Saša Sokolov, ormaiconsiderati dei «classici» con-temporanei.

Molto popolare in patria èDmitrij Bykov, non solo scrit-tore, ma anche critico, com-

mentatore radiofonico e televi-sivo, autore di importanti bio-grafie di poeti come Boris Pa-sternak (che nel 2006 è stataun caso letterario), e BulatOkudzava, due icone della cul-tura del periodo sovietico. For-se i suoi scritti possono sem-brare troppo retrospettivi,ma si rivolgono a quel lettorecolto che la società contempo-ranea apprezza sempre menoe lo consolano col ricordo del-le cose passate.

La nostalgia non è solo unacondizione della generazionepiù vecchia: Michail Elizarovnel romanzo Il bibliotecario -ora tradotto da Atmosphere li-bri e presentato al Salone daStas Gawronski (ndr) - espri-

me i sentimenti di molti suoi co-etanei, i trentenni che eranobambini nell’ultimo decenniodell’Urss; anche Pavel Sanaev,cineasta di successo e figlio d’ar-te, circondato da una certa auradi celebrità, ha avuto successocon un romanzo sugli anni dellapropria infanzia.

Per i molti scrittori che stan-no tentando, invece, di voltarepagina nella letteratura nazio-nale, anche se non amerebberoessere incanalati in una «cor-rente», si va affermando il gran-

de ritorno al realismo, la vogliadi parlare con energia della Rus-sia di oggi tanto affascinantequanto inquietante. Yulia Laty-nina è giornalista politica e in-vestigativa di Novaja Gazeta, ilsettimanale più liberale che sipubblichi oggi in Russia, oltreche conduttrice del program-ma «Codice d’accesso» dellastazione radiofonica «Echo Mo-skvy», la più amata dall’intelli-gencija. Esperta di Caucaso,quando i suoi argomenti diven-tano troppo pericolosi anche

per la sua incolumità personalericorre alla finzione letteraria.

Collega di Yulia Latynina,Zachar Prilepin, nella pro-pria vita ha avuto diverse espe-rienze che si ritrovano nei suoiromanzi: soldato in Cecenia,ha partecipato alle azioni deicorpi speciali antiterrorismo;lamenta il fatto che l’esistenzadello scrittore oggi in Russiasia «fin troppo tranquilla»: nonc’è più la paura della repressio-ne, ma potere e intellettuali vi-vono in due mondi paralleli, in-

contrandosi solo in occasioniformali, prive di significato.

La poesia in Russia conti-nua ad avere un ruolo impor-tante: fra i suoi esponenti pre-senti a Torino figura di granderilievo è Olga Sedakova, raffi-nata poetessa moscovita checi invita a diffidare di «chi vor-rebbe un’organizzazione per-fetta e sicura di tutto quanto èsulla terra», preferendo«l’eterna libertà delle cose».

Testo e schede a cura di Nadia Caprioglio

Le immagini di questo Speciale

Gli artisti checambiaronol’illustrazione

SANTOALLIGO

Opere create quasi cen-to anni fa in Unione Sovietica aridosso della rivoluzione d'otto-bre, tra il 1917 e il 1925 circa, so-no, ancor oggi, modello e fonte diispirazione per artisti e grafici ditutto il mondo: ecco perché ab-biamo scelto le loro immaginiper il illustrare questo specialededicato al Salone di Torino, incui la Russia è il paese «ospited’onore».

Lo sconvolgimento storicoportato dalla rivoluzione, checulmina nell'assassinio dellozar Nicola II, fucilato con la fa-miglia nella cantina di casa Ipa-tiev a Ekaterinburg nel lugliodel 1918, cambiò del tutto ancheil modo di fare libri e, conse-guentemente, anche di illustrar-li. Fino allora, Ivan Bilibin, Alek-sandr Benois, Georgij Narbut,Boris Zvorykin ed altri ancora,erano stati i corifei di quello cheresta il periodo aureo (coinci-dente con l'Art Nouveau) dell'il-lustrazione russa del libro perfanciulli; ma con la rivoluzionenacquero altre stelle di primagrandezza, come Vladimir Lebe-dev «il re del libro per bambini»(E. D. Kuznecov), come Misti-slav Dubuzinskij, come Vera Er-molaeva e Jurij Vasnecov.

Ma dove il cambiamento eb-be effetti ancor più dirompentifu nella grafica e nell'illustrazio-ne del libro d'arte per adulti, ilcui compito era anche quello ditrasmettere al lettore un messag-gio politico. Aleksandr Ro-dcenko, El Lisickij, Natalija Gon-carova, Michail Larionov, solo

per citare alcuni, realizzarono li-bri, che, come dicevamo, nonhanno ancora consumato la loropotenzialità innovativa. Lisickij(pittore, architetto, tipografo efotografo), una delle più forti per-sonalità dell'epoca, sfruttandosoprattutto il materiale della cas-sa dei caratteri, e strutturandolocome una rubrica per facilitareal lettore la ricerca dei titoli, nel

1922 pubblicò a Berlino Per la vo-ce con poesie di Vladimir Majako-vskij, uno dei libri cardine dellanuova concezione figurativa deigiovani rivoluzionari. Suo ancheil famosissimo manifesto del 1919Colpisci i bianchi con un cuneo ros-so, che molto deve alle opere «su-prematiste» di Kazimir Malevic(dipinse il Quadrato nero intornoal 1914). Rodcenko firma un altro

celebre manifesto: Libri su tutti irami del sapere, con l'interventofotografico della donna che gri-da; non meno straordinaria, siadal punto di vista iconograficoche da quello verbale, la locandi-na pubblicitaria delle tettarelleRezinotrest con il bambino stiliz-zatissimo in rosso e azzurro:«Non ci sono mai state tettarellemigliori. Sono pronto a succhiar-le finché sarò vecchio».

Un artista invece del tuttosconosciuto da noi è Aleksei Kru-chenykh: e pensare che pubblica-va, già nel 1916, i suoi libri «illeggi-bili» astratti, realizzati a collagein soli cento esemplari.

Uno delle opere più belle dell'avanguardia russa, L'Art décora-tif théatral moderne, fu pubblica-ta nel 1919 a Parigi da ValentinParnach, in 515 esemplari, per leedizioni La Cible. Le 14 tavoleche la compongono, 6 colorate amano au pochoir, 8 stampate lito-graficamente, sono della Gonca-rova e del marito Larionov, chenel 1914 si erano trasferiti nellacapitale francese al seguito delfamoso impresario teatrale Ser-gei Diaghilev. Eterogenea è la ci-fra stilistica delle diverse tavole,pensate proprio per i «BallettiRussi»: raggista, cubista, futuri-sta e neo-primitivista. Fra tuttenon può non colpire la coloratis-sima immagine - del tutto inven-tata - del Pavone, creata per Sto-rie Naturali di Jules Renard.

Alla Russia di oggi non possia-mo rivolgere altro augurio chequello di produrre ancora opereche tra 100 anni, al pari di que-ste, conservino intatta la loro at-tualità.

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Da Mosca, celebrità e scoperte Oltre a Erofeev, Petruševskajae Sokolov, nuove voci come il regista Sanaev e la giornalista Latynina

I lupacchiottifigli di Stalin

di PAVEL SANAEV

Un a tragediadell’infanzia

Groznyj, la mortecorre sui tetti

Quando i disabilifanno miracoli

Un Robin Hoodnel Caucaso

Il Ponte di pietra è il grande ponte sulla Moscova che collega il Cremlinoe la famosa Casa sul lungofiume, il tetro complesso residenziale untempo riservato agli alti funzionari sovietici. Su questo ponte il 3 giugno

del 1943 Volodja Šachurin, figlio quindicenne del ministro dell'Aviazione diStalin, uccide la coetanea Nina Umanskaja, figlia di un diplomaticosovietico appena nominato ambasciatore in Messico, quindi si spara.

Subito si pensò a una storia di amore e gelosia, ma la vicenda prese unrisvolto politico quando emerse che Šachurin e alcuni suoi amici, tra cui ilfiglio di Mikojan, compagno d'armi di Stalin e membro del Consigliomilitare alla difesa, avevano creato una società segreta di ispirazionenazista con l'intenzione di togliere il potere ai padri al termine della guerra.Il «caso dei lupacchiotti»- come allora fu definito - nella ricostruzione diAleksandr Terechov diventa un'allegoria che collega tre epoche: il periodo diStalin, gli Anni Settanta e i giorni nostri. La vicenda si dipana in unintreccio di testimonianze e materiali d'archivio raccolti dal narratore che,in un interminabile flusso di coscienza, si interroga sul significato dellastoria e sulla possibilità di stabilire la «verità». La fine del romanzo lo ritraesulle rive del fiume del tempo, inevitabilmentediretto verso lo Stige.

di ELENA CHIZHOVA

Tre vecchiettetra purghe e fame

PAVEL SANAEV SEPPELLITEMI DIETRO IL BATTISCOPATrad. di Valentina Parisi, Nottetempo, pp.279, € 17

Incontro con l’autore,Sala Russia, il 15 , h. 18.30. Con Nadia Caprioglio

ALEKSANDR TERECHOV IL PONTE DI PIETRAtrad. di Claudia Zonghetti, Edizioni E/O, pp. 480, € 22

Incontrocon l’autore,SalaRussia il13,h.15,30.ConAlessandroBarbero

ZACHAR PRILEPIN PATOLOGIETrad. di Enzo Striano,Voland, pp.326, € 14

Incontro con l’autore, Sala Russia, il 15 , h.14. Con Nadia Caprioglio

MARIAMPETROSJAN LA CASA DEL TEMPO SOSPESOTrad. di Emanuela Guercetti, Salani, pp. 879, € 20

Incontrocon l’autrice, SalaRussia, il 13,h.19,30.ConMargheritaCrepax

YULIALATYNINA IL RICHIAMO DELL'ONORETrad. di Mario Alessandro Curletto, Tropea, pp.318, € 17

Incontro con l’autrice, Sala Russia, il 14, h.20. Con Giorgio Pressburger

ELENACHIZHOVA IL TEMPO DELLE DONNETrad. di Denise Silvestri, Mondadori, pp.225, € 19,50

Incontro con l’autrice, Sala Russia, il 13, h.13,30. Con Serena Vitale

di ALEKSANDR TERECHOV

Saša Savel'ev è un ragazzino di sette anni convinto di esseremalato che vive con i nonni e non va ancora a scuola per evitarepericolosi contagi. «La mamma mi ha scambiato con un nano

succhiasangue, appendendo al collo della nonna una croce di quelle bellegrosse», dice di sé Saša. Si capisce subito che la sua infanzia è segnatadal senso di colpa e dall'assurdità del mondo degli adulti. La nonna èossessionata dalle repressioni di Stalin e sviluppa per il bambino unamore iper-protettivo con l'intenzione di difenderlo dal mondo esterno.La madre, che Saša vede raramente, gli appare come un miraggiobellissimo, ma fragile, da cui sogna di essere liberato. Pavel Sanaev,regista e sceneggiatore rinomato della nuova generazione di cineastirussi, tratteggia la storia di «ordinaria follia» quotidiana di unafamiglia sullo sfondo degli ultimi anni dell'Unione Sovietica filtrandolaattraverso la spontaneità e l'immediatezza della percezione infantile.Parafrasando Josif Brodskij, si potrebbe dire che lo spazio dellamarginalità, della «periferia», non tanto urbana, quanto umana, dellafigura del bambino, permette più facilmente che gli spazi del centrol'esplorazione del mondo esterno e della condizione interiore dell'uomo.

In che millennio siamo?» si chiedeva il poeta Boris Pasternak in Miasorella, la vita. «Che giorno sarà domani?», domanda Egor inPatologie. Siamo nella Russia dei giorni nostri, la Russia che ha

combattuto una guerra crudele contro la Cecenia. Egor, l'alter ego diZachar Prilepin, che è stato membro delle squadre specialiantiterrorismo inviate a Groznyj, guarda alle vie della città, simili avecchie scenografie sfondate, come alle «rovine di una terza GuerraMondiale» in corso, e si butta nella mischia, per sfidare la vita. Vedràin faccia la morte, conoscerà i tetti di Groznyj sui quali fa paura salireper montare la guardia. «Dove finisce l'indifferenza incomincia lapatologia», gli aveva detto Daša, la sua ragazza: alla patologia dellaguerra si unisce quella della gelosia. Trovarsi solo in una cittàstraniera, come sul fondo dell'oceano, e pensare al diario di lei, a tutte lesue avventure amorose. Sono lontani i giorni in cui sedevano insiemesull'erba del parco a guardare le loro foto, sorprendendosi dellapropria gioventù. L'ossessione diventa sempre più assillante, sensuale,man mano che crescono la paura e il cameratismo con gli altri «giovanifolli». Non basteranno i ricordi dell'infanzia ad arginare le due derive.

di ZACHAR PRILEPIN

Mariam Petrosjan ha scritto La casa del tempo sospeso perpiù di dieci anni. Non è scrittrice di professione, madisegnatrice di cartoni animati: forse è per questo che il

romanzo è così vivace e colorato. L'autrice vive in Armenia e hacominciato a dedicarsi alla scrittura quando il suo Paese attraversavauna profonda crisi economica: forniture di gas interrotte, mesi senzaelettricità, senz'acqua. Ognuno cercava un modo di sopravvivere:Mariam l'ha trovato fuggendo dalla squallida «Esteriorità» nellaCasa, un luogo completamente avulso da qualunque realtà obiettiva,anche se sorge nella più comune periferia urbana.

Nella Casa vivono dei ragazzi disabili, o meglio «dotati di particolaripossibilità»: chi vede i sogni altrui, chi compie miracoli, chi è capace dientrare in un mondo parallelo … La Casa stessa è una creatura viva, il«rovescio» di molti mondi, dall'Isola-che-non-c'è di Peter Pan al campodei Pionieri di memoria sovietica. Nella Casa sono passate generazioni.Nessuno sa dove finisca chi lascia le sue mura: di loro si parla come sefossero morti e neppure gli educatori, forse, appartengono ai vivi, poichési dice che la Casa sia un ponte fra due mondi.

di MARIAM PETROSJAN

Speciale Salone 2011 Torino 12-16 maggioXIITuttolibri

SABATO 7 MAGGIO 2011LA STAMPA XIII

Il richiamo dell'onore si apre con una reminiscenza tolstojana,tipica della letteratura russa: il «prigioniero del Caucaso». Unrusso viene preso in ostaggio dai ceceni; di solito il russo si salva

fuggendo, oppure fa amicizia con qualcuno del posto. Nel romanzodi Yulia Latynina la storia si sviluppa diversamente: il russo siritrova libero per caso, in seguito a una lite fra clan rivali, nessunovede in lui un essere umano, è solo un oggetto di scambio. Ma comenella migliore letteratura russa, il Caucaso è anche fonte diispirazione romantica, sfondo di una violenta storia di amore, dimorte, di onore e di tradimento nella quale si riflettono i rapportidella Russia contemporanea con le repubbliche caucasiche e la suaantica dicotomia fra Oriente e Occidente.

Vladislav Pankov e Nijazbek, il russo e il ceceno, l'alto funzionarioeducato ad Harvard e il capopopolo dalla morale alla Robin Hood, sifronteggiano in un'intricata storia di geopolitica, nera come ilpetrolio, in cui la corrotta autorità di stato, debole e venale, soccombedi fronte a una cultura millenaria di reciproca assistenza, basata suilegami di sangue e sul culto dell'onore individuale.

di YULIA LATYNINA

Uno dei tanti appartamenti in coabitazione nellaLeningrado degli Anni Sessanta in cui vivono tre vecchiettescorbutiche dai nomi pre-rivoluzionari: Ariadna, Glikerija,

Evdokija. Sono passate attraverso tutta la storia sovietica, hannoconosciuto la rivoluzione, l'assedio, hanno perso i loro cari.L'arrivo di Antonina con una figlia senza padre, l'imperativomorale di prendersi cura di una creatura fragile e sensibile, dipreservarla dal mondo esterno che alle «nonne» appareincomprensibile, fa affiorare nella quotidianità della loro vitaordinaria ricordi di amori interrotti, di purghe e di fame.

Il tempo delle donne di Elena Chizhova è il XX secolo: l'epocadella collettivizzazione e della guerra si intreccia con gli anni delristagno sovietico in una risposta amara al mitico film sovieticodel 1979 Mosca non crede alle lacrime. Nella Russia che sembraaver perduto la memoria storica, le donne ne diventanodepositarie e la trasmettono di madre in figlia. La storia che uniscetutti i personaggi del romanzo è la storia della memoria, lamemoria personale che diventa memoria di un popolo.

Il tempo delle donne

ViktorErofeev,

autore di «Ilbuon Stalin»

(Einaudi)sarà in SalaRussia il 15,

h. 12,30

C’è un po’ di nostalgiama s’impone il realismo

Olga Sedakova,autrice di

«Elogio dellapoesia»

(Aracne),sarà in SalaRussia il 15,

h. 15

Sasha Sokolov,autore di «La

scuola deglisciocchi»»

(Salani), saràin Sala Russia il14, h. 15,30. Con

Serena Vitale

Importante ancheil ruolo della poesia:Olga Sedakovacanta «l’eternalibertà delle cose»

Il ponte di pietra Seppellitemi dietro il battiscopa Patologie La casa del tempo sospeso

Qui a sinistraillustrazionedi Cehonin«10 anni»;al centroillustrazionedi Rodcenkoper un cartellopubblicitario,1923

Il richiamo dell’onore

Ore 19.30, Sala BluPAtriCk FoGli e FerruCCio Pinotti presentano Non voglio il silenzio con Peter Gomez e Antonio Ingroia

sAbAto 14Ore 13.30, Sala Rossabruno bAllArdinipresenta Gesù e i saldi di fine stagionecon Massimo Franco e Ferruccio Pinotti Conduce Riccardo Chiaberge

Ore 14.30, Arena BookstockI PreistotopiIncontro con GeroniMo stilton

Ore 17.30, Sala BookCArlottA MisMetti CAPuApresenta Come due stelle nel mare con Fabio Geda

Ore 20.30, Caffè LetterarioAlessAndro Perissinottopresenta Semina il vento con Fabio Geda

doMeniCA 15Ore 16.30, Spazio BookUn’illusione, una magia, un libro: L’illusionistaAntonio CAsAnovA, il popolare inviato magico di Striscia la notizia, presentail suo Nasha Blaze e il Venditore di Lunari

Ore 18.00, Sala Giallaeve enslerpresenta Io sono emozioneLa vita segreta delle ragazzecon Lella Costa e Lunetta SavinoModera Monica Capuani

Ore 18.30, Sala Ovallorenzo del boCApresenta PolentoniCome e perché il Nord è stato traditocon Roberto Cota e Paolo Girola

lunedì 16*Ore 12.30, Arena Bookstock - 9-13 anniDa Sandokan a Garibaldi: quando l’avven-tura diventa storiaIncontro con liA levi e Mino MilAni, auto-ri di La scala dorata e Sognando Garibaldi

* su prenotazioneprenotazioni al numero 011-5184268 int. 954 per le scuole materne ed elementari, int. 965 per le scuole medie inferiori

www.edizpiemme.it Pad. 2 - stand k71

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ANNIVERSARI

Céline e Max Frisch= Mezzo secolo fa moriva Céline. Cent’anni fanasceva lo scrittore svizzero Max Frisch. Due iniziative liricorderanno. Giuseppe Battiston leggerà le più bellepagine di Viaggio al termine della notte il 15 maggio, h.19, Sala Rossa. Ricorderanno Max Frisch, gli editoriLibero Casagrande e Inge Feltrinelli, il critico Luigi Fortee Enrico Lombardi (il 12 maggio, h. 18,30, Sala Blu) inoccasione della pubblicazione di La vita in prosa, il suodiario postumo, (Edizioni Casagrande).

PREMI INTERNAZIONALI

Cercas Djebar Desai Matvejevic= Lo spagnolo Javier Cercas (ora in libreria con Il nuovoinquilino, Guanda), l’algerina Assia Djebar e l’indianaAnita Desai sono i finalisti del Premio SaloneInternazionale del Libro, giunto alla seconda edizione. Astabilire il vincitore saranno i visitatori e gli editori votandoin apposite postazioni elettroniche. Il 14 maggio ( h. 14,Sala Blu), incontro con Predrag Matvejevic, vincitore delPremio Alassio Internazionale 2011. Lo scrittore terrà unaconversazione sul suo libro Pane nostro (Garzanti)

INCROCI DI LINGUE E CULTURE

Gli scrittori di Terra Madre= Lingua Madre, nata dalla collaborazione tra Salone eRegione Piemonte, vedrà tra i suoi ospiti l’iraniano KaderAbdolah, il siriano Khale Khalifa, la libanese Hanan Al Shayk,l’iraniana Marina Nemat, la cino-americana Leslie Chang,dal Brasile Luiz Ruffato e Tatiana Salem Levy, dal BangladeshTahmina Anam. Ci saranno poi il ciclo «Uno scrittore raccoltala sua regione» e incontri con l’italo-americano SalvatoreScibona (La fine, edito da 66TH A2ND) e Ben Pastor (Ilsignore delle cento ossa, Sellerio).

ELENALOEWENTHAL

Al di là della militanzapolitica ma soprattutto di quelsuo amaro disincanto che ap-plicava a tutta realtà e chespesso era interpretato come,seppur affascinante, snobi-smo intellettuale, EdwardSaid è stato un grande lettoredel presente. E del passato.Aveva uno straordinario spiri-to d’osservazione, sul mondo ela parola. Della letteratura pa-lestinese si lamentava «chemancasse di opere letterarie»,scrive Susan Abulhawa nellasua nota finale a Ogni mattinaa Jenin, appena ripubblicato initaliano da Feltrinelli (era giàuscito qualche anno fa perSperling & Kupfer, con il titoloNel segno di David).

Questa amara considera-zione, che l’autrice ha colto co-me un invito per il suo fluvialeromanzo, chiama in fondo un

interrogativo primario dellaparola. E cioè se scrivere sia ildato dell’assenza, della man-canza. O, al contrario, se solochi si è pacificato con il mondoe con se stesso sia in grado direndere fertile la pagina.

I popoli in bilico sull’esi-stenza producono più arte dicoloro che sono padroni dellapropria storia? La domanda,ovviamente, non ha una rispo-sta. E’ una di quelle questioniaperte che proprio in quantotali servono da chiave di lettu-ra: se per assurdo un critico larisolvesse definitivamente,questa domanda perderebbela sua ragione d’essere.

E così, la letteratura pale-stinese diventa interessanteproprio per quello che non è.O non è ancora. Non è una let-teratura nazionale, bensì uninsieme vario e dissonante divoci che in questa difformitàtrova corpo, e stimolo per ilsuo lettore. E’ inafferrabile,impossibile da codificare. Aincominciare dai suoi molte-plici registri linguistici, primofrutto delle vicissitudini stori-che che la segnano. Se infattil’arabo è indiscutibilmente lalingua della poesia - un gene-re letterario del resto partico-larmente consono alle sue fi-nezze e complessità lessicali-, sul piano della prosa il di-scorso è diverso.

Susan Abulhawa, ad esem-pio, scrive in inglese: vive in

Pennsylvania da molti anni, si èlaureata in scienze biomediche,è molto attiva nell’assistenza so-ciale ai bambini dei Territori Oc-cupati. Suad Amiry - autrice diSharon e mia suocera, Niente ses-so in città, Murad Murad (Feltri-nelli) - riporta invece sulla pagi-na l’arabo immediato, quasi col-loquiale - anche quando è media-to dall’inglese. E poi c’è una cor-rente letteraria palestinese cheha «adottato» la lingua del «ne-

mico»: l’ebraico come strumen-to di espressione, protesta, no-stalgia, rivendicazione di cittadi-nanza. A incominciare da An-ton Shammas, scrittore ormaiquasi fantasma dopo Arabeschiuscito molti anni fa (Mondadori,fuori catalogo), l’unico suo ro-manzo. Passando per SayedKashua che, da Arabi Danzanti(tradotto da Guanda) in poi,guarda con acuta spietatezza al-l’inevitabile osmosi che segna la

vita di israeliani e palestinesi.Ma ci sono anche - non ancoratradotti in italiano - OudehBasharat, con il suo romanzo Lestrade di Zatunia, la storia di unacittadina arabo israeliana, e Al-mog Behar, che scrive in arabo,è israeliano e si situa a mezzastrada fra l’identità ebraica equella araba.

Anche nei suoi contenuti, lascrittura palestinese rimane dif-ficile da cogliere, e per questo in-

teressante. Come se ci invitassea una sorta di vigilanza, in atte-sa di vedere che cosa succede-rà: non solo in politica, anchesulla pagina. Le prove principalisi situano infatti su due estremiapparentemente inconciliabili.Da una parte vi è una strenuapropensione per l’autobiografi-smo, spesso sotto le «mentitespoglie» dell’invenzione narrati-va. Questa dimensione la ritro-viamo con costanza nei libri di

Suad Amiry. Ma anche nel sof-ferto mémoir di Murid Al-Bar-ghuti, Ho visto Ramallah (tradot-to in italiano dalla casa editriceIlisso) - che è soprattutto un poe-ta e vive fra questa città palesti-nese e il Cairo. All’estremo op-posto c’è invece il romanzo cora-le, l’epopea storica di lungo re-spiro, come è ad esempio il ro-manzo di Abulhawa - che ha perarchetipo, in fondo, la narrazio-ne di Shammas e si riconduce auna lunga tradizione di narrati-va araba in cui le storie si intrec-ciano nell’avvicendarsi di voci egenerazioni.

Tanto una forma quanto l’al-tra di scrittura - che sia di ampiorespiro o segnata dall’urgenzadell’io narrante - portano in sé il

marchio dell’esilio, di quella pre-carietà esistenziale che quandonon tarpa la voce diventa biso-gno di scrivere. E così, per Su-san Abulhawa ma anche pertanti altri, narrare diventa unasorta di viaggio verso quel terri-torio reale e sentimentale che èla propria dolorosa identità.

Per tutti questi scrittori,l’opera letteraria è un’espe-rienza in senso lato, non sol-tanto artistica ma prima anco-ra «umana» - che sia in prosa oin poesia, in arabo, inglese,ebraico o in altre lingue.

Tre alfabetiper nominareil marchiodell’esilio

In cerca di identità Una letteraturain arabo, inglese ed anche in ebraico,un insieme di voci vario e dissonante

Sette gli scrittori palestinesiospiti del Lingotto. Ecco iloro incontri, tutti in Sala Blu:MOHAMMAD ALI TAHA12 maggio, h. 17,30,interviene Elisabetta Bartuli.SALMAN NATOUR13 maggio, h. 14,interviene Paola Caridi.SUAD AMIRY14 maggio, h. 17, con MariaNadotti.MOURID BARGHOUTI14 maggio, h. 15,intervengono Khaled FouadAllam e Isabella Camerad’Afflitto.ALI AL KHALILI15 maggio, h. 20, intervieneIsabella Camera d’Afflitto.SAMIH AL KASIM15 maggio, h. 16, intervieneIsabella Camera d’Afflitto.SUSAN ABULHAWA15 maggio, h. 14, con PaolaCaridi presenta il suoromanzo Ogni mattina aJenin, fresco di stampa perFeltrinelli.

Sul futuro della Palestina siconfronteranno il 14 maggio,h. 12, Sala Blu, Sari Nusseibeh,discendentedi una delle piùcolte e illustri famigliepalestinesi, il sociologo JamilHilal, lo storico Ilan Pappe,autore di La storia dellapalestinamoderna (Einaudi2005), La pulizia etnica dellaPalestina (Fazi 2008) e ora inlibreria con Israele/Palestina.La retorica della coesistenza,edito da Nottetempo (a cura diNicola Perugini, pp. 36, € 3).Conduce Paola Caridi.Di Sari Nusseibeh il Saggiatoreha edito nel 2009l’autobiografia,C’eraunavolta un paese (trad. di B. M.Piccoli, pp. 422, € 19): è lastoria di un uomo che non hamai smesso di difendere leragionidella pace, dellademocraziae della tolleranza,per una soluzione non violentadel conflitto tra israeliani epalestinese:un moderno donChisciotte.

Speciale Salone 2011 Torino 12-16 maggio Tuttolibri

SABATO 7 MAGGIO 2011LA STAMPAXIV

PALESTINApaeseospite

Due versanti: da un latola propensioneall’autobiografismo,dall’altro l’epopeastorica di lungo respiro

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Da Susan Abulhawae Suad Amirya Kashua che ritieneinevitabile l’osmosicon i nemici israeliani

Illustrazione di Natalia Goncharova dal volume«Art Decoratif Théâtral Moderne», 1919

Scrittori Saggisti

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SABATO 7 MAGGIO 2011 LA STAMPA 15

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GIORGIOBOATTI

Quando finisce il Ri-sorgimento? La domanda è tut-t’altro che stravagante e, tra ilfinire dell’Ottocento e i primianni del secolo successivo, vie-ne posta con frequenza. Se nonaltro perché, di quei tempi, so-no tanti ad essere convinti chel’unificazione nazionale non ab-bia affatto raggiunto il suo tra-guardo con la proclamazionedel Regno d’Italia (1861). E nep-pure con l’acquisizione del Ve-neto (1866) o con Roma capitale(1870). I moderati sperano nellevie diplomatiche per completa-re l’opera con l’allargamentodel Regno sino all’Alto Adige ealla Venezia Giulia. Irredentistie nazionalisti andrebbero piùper le spicce: un’ultima spallataverso Trento e Trieste - acca-drà con la «Grande Guerra» - eil Risorgimento potrà raggiun-gere il suo happy end.

Nel frattempo i libri per lescuole, sottoposte all’imprima-tur del ministero dell’Istruzio-ne, glissano sul tema: prudente-mente fanno finire il Risorgi-mento con la terza guerra d’In-dipendenza. Intrisi di una reto-rica patriottarda che nulla scal-fisce i sussidiari scolastici rie-scono a stare sul vago circa lasconfitta di Custoza (1866), tac-ciono sulla repressione del bri-gantaggio in meridione e mini-mizzano sul ruolo avuto dall’al-

leato francese nell’unificazionedella penisola.

Col nuovo secolo, nei manua-li di storia per i licei, il traguar-do finale del Risorgimentoavanza di qualche passo: si con-clude con la morte di re VittorioEmanuele II (1878). Questo con-sente di incensare al di là diogni accettabile sobrietà, unamonarchia - quella rappresen-tata dopo l’assassinio di Umber-to I dal giovane Vittorio Ema-nuele III - delineata come fervi-damente democratica e forte-mente impegnata nel riscattodelle masse popolari.

In compenso si ridicolizza ilBorbone e il suo esercito travoltodai Mille e si continua a tenerebasso il profilo del «repubblica-no» Mazzini. Tuttavia nel marzodel 1904 un regio decreto pro-muove la pubblicazione dell’ope-ra omnia mazziniana: ne usciràun monumento cartaceo di 106volumi e quarantamila pagineportato a definitivo compimentoin oltre quarant’anni di lavoro.Del resto, sempre quarant’anni,dal 1932 al 1973, richiederà la pub-blicazione dei quindici volumi deidiscorsi parlamentari del contedi Cavour. Queste «montagne dicarta» dedicate a Mazzini e a Ca-vour sono una specie di contrap-

peso alla ben più visibile monu-mentalizzazione degli altri due«padri della patria»: lungo la pe-nisola si contano 86 monumentieretti a Garibaldi, mentre sono60 le statue, spesso equestri, de-dicate a re Vittorio Emanuele. Alquale comunque viene intitolatoa Roma, nel cinquantenario del-l’Unità, il grandioso Vittoriano.

In attesa di definire la que-stione su dove fissare il confinefinale del Risorgimento, nelleuniversità anche i risorgimenta-listi aspettano accademico rico-noscimento. Non mancano pre-se di posizione dei Consigli di fa-coltà per introdurre incarichi,se non cattedre, di Storia del Ri-

sorgimento. A Roma, nel 1905,viene conferito il primo incari-co. Subito emerge un interroga-tivo: storici risorgimentalisti sinasce o si diventa? Ovviamente,con un Risorgimento non deltutto concluso, si diventa.

Emblematico il caso di Gaeta-no Salvemini che, prima di occu-parsi da par suo delle vicende del-l’unificazione italiana, si è impo-sto come capofila del rinnova-mento della storiografia medieva-le italiana. In quel 1899 in cui esceil suo capolavoro Magnati e popo-lani a Firenze dal 1280 al 1285 Sal-vemini fa uscire anche I partiti po-litici italiani nel secolo XIX. E’ ilprimo lavoro di una serrata serie

di saggi che, dopo il Mazzini(1905) e La Triplice Alleanza(1916-17), culminerà nel 1925 conL'Italia politica del XIX secolo. Lastessa acribia con cui ha lavora-to sulle fonti medievali la riversasu vicende assai più vicine e checoinvolgono il suo impegno poli-tico, senza tuttavia derogaremai da un rigore storiograficoammirevole. «L’imparzialità -ammonisce - è un sogno. Laprobità un dovere».

Pur collocandosi su po-sizioni ideologicamente op-poste a quelle di Salveminianche Gioachino Volpe chenegli Anni Venti pubblicherà am-pie sintesi sul farsi dell’Italia uni-

ta in opere quali Fra storia e politi-ca (1924) e Italia in cammino(1927) offre piste ben più solidedelle ricostruzioni in chiave na-

zionalista degli orizzonti italia-ni intravisti, a cavallo del cam-bio secolo, da un Alfredo Oria-ni assai apprezzato, post mor-

tem, dal suo conterraneo Mussoli-ni. Salvemini e Volpe segnano,nei primi due decenni del secolo,

il passaggio dalla memorialisticaagiografica, dalle cronache obbli-gatoriamente patriottiche e dairesoconti politici finalizzati allalotta in corso tra gli schieramen-ti, a un’interpretazione storicapiù meditata e distaccata del Ri-sorgimento. Dunque come pro-cesso complesso, animato da fat-tori interni e internazionali e nelquale confluisce ogni aspetto del-la vita nazionale, da quello cultu-rale a quello economico e sociale.

In realtà ben prima di Salve-mini e Volpe, se si vuole intrave-dere riflessione storica di lungorespiro sul formarsi unitario del-l’Italia e sulle dinamiche più dura-ture della nostra vicenda naziona-le, bisogna fare riferimento allaStoria delle Rivoluzioni d’Italia(1870-72) di Giuseppe Ferrari,che fa del contrasto guelfi-ghibel-lini la chiave interpretativa fonda-mentale degli eventi. Mentre ilsuo amico Carlo Cattaneo, ne Lacittà come principio ideale delleistorie d’Italia (1858), ha intravi-sto nella rete delle «cento città»,nella civiltà comunale che avvol-ge buona parte della penisola,l’architettura indistruttibile dellostare insieme della nazione italia-na. Storia complessiva d’Italia dafuoriclasse, sia pure colta nei nes-si fra letteratura e società, è fuordi dubbio anche la Storia della let-teratura italiana (1871) di France-sco De Sanctis, fortemente con-notata in senso risorgimentale.

Proprio dal 1871 - ovvero a uni-ficazione in gran parte compiuta

e del tutto indifferente alle poten-ziali biforcazioni insite nel proces-so risorgimentale (poiché «solociò che è stato, doveva essere») -inizia la Storia d’Italia dal 1871 al1915 pubblicata da Benedetto Cro-ce nel 1928. Un’opera dove vienemandata avanti un’Italia in cui,terminato il periodo «eroico», «lapoesia cede il passo alla prosa».

Condivide l’impostazione cro-ciana Adolfo Omodeo, provenien-te dalla storia del Cristianesimo eautore della prima memorabilebiografia cavouriana L’opera poli-tica del conte di Cavour (1942). In-vece alle speranze poi deluse, alle

utopie democratiche risorgimen-tali, si rivolgono le ricerche di unallievo di Salvemini, Nello Rossel-li, poi assassinato assieme al fra-tello Carlo da killer fascisti, auto-re di Carlo Pisacane nel Risorgi-mento italiano (1932) e di studi suicontrasti tra Mazzini e Bakunin:al centro sono i nodi cruciali delmancato incontro nell’unificazio-ne tra indipendenza nazionale edemocrazia e del conseguente fal-lito riscatto delle masse popolari.

E’ questo il tema fondamenta-le che viene sviluppato in carcereda Antonio Gramsci nelle ampie

note sul Risorgimento che ver-ranno pubblicate nei suoi Quader-ni dal carcere, dopo la Liberazio-ne. Quella di Gramsci è un’eredi-tà che condiziona - assieme allesaettanti analisi di Piero Gobetti,(L’eredità del Risorgimento, Risor-gimento senza eroi) - buona partedel dibattito storiografico che nelsecondo dopoguerra investe convigore la questione del farsi del-l’Italia, questione che, ripresa an-che nei dibattiti alla Costituente enel confronto politico del tempo,investe il rapporto tutt’altro cherisolto tra Nord e Sud e il modelloaccentratore impostosi con la co-struzione dello Stato unitario.

La tesi di Gramsci sull’assen-za delle masse lavoratrici dal pro-cesso unitario perché prive diuna guida politica che le rappre-senti, e la sua visione di un Risor-gimento come rivoluzione italia-na mancata poiché subordinataal patto stretto tra la borghesiaindustriale del Nord e i latifondi-sti del Sud, è al centro del serratoconfronto interno alla storiogra-fia italiana dalla Liberazione allacelebrazione del primo centena-rio dell’unificazione. A contrasta-re l’impostazione gramsciana visono, tra gli altri, il carismaticoFederico Chabod, autore dellaStoria della politica estera italianadal 1870 al 1896 (1951) e il più gio-vane Rosario Romeo, poi arteficedella monumentale ed esaustivabiografia cavouriana Cavour e ilsuo tempo, (1969-1984) e, in occa-sione del centenario unitario, as-

sai critico sia verso l’impostazio-ne gramsciana di molti storici vi-cini al Pci sia nei confronti dellelevigate ricostruzioni risorgimen-tali, assai apprezzate dal largopubblico, dello storico inglese De-nis Mack Smith.

A fissare le coordinate fonda-mentali dello stato della storio-grafia risorgimentale provvedeInterpretazioni del Risorgimento(1962), opera che raccoglie le le-zioni tenute presso le universitàdi Torino e di Roma dell’assai au-torevole studioso Walter Matu-ri, allora appena scomparso. E’un periodo in cui il cantiere sto-riografico è più che mai all’operae si avvale delle ricerche di stu-diosi, allora assai giovani ma as-sai agguerriti, tra i quali vi sonoGiampiero Carocci, Alberto Ca-racciolo, Giorgio Candeloro,Franco Molfese, Franco della Pe-ruta, Alfonso Scirocco, RenatoZangheri. E’ una stagione di la-voro che allarga il ventaglio del-le tematiche investigate - dallaformazione delle classi dirigential brigantaggio, dalla strutturaeconomica e finanziaria del capi-talismo alla realtà agraria meri-

dionale, dal ruolo del movimentooperaio all’articolata presenzasociale del mondo cattolico.

Questo impegno procede an-che attraverso le successive e at-tuali generazioni di studiosi. Tradi essi non mancano voci impe-gnate in una revisione - a volte ac-cesamente polemica, come neisaggi di Alberto Maria Banti - diprecedenti e consolidate ricostru-zioni del Risorgimento. Si apronocosì nuovi capitoli - spesso più diconfronto ideologico che di effet-tiva ricerca - sulla repressione alSud, sulla distruzione da partedello Stato centralizzato delle au-tonomie locali, sulla durezza delcontrasto tra la leadership unita-ria e le articolazioni locali dellaChiesa. Tutti temi in cui i nodi delpassato si intrecciano alle que-stioni ancora aperte di un’unifica-zione italiana sempre in progress.E, dunque, solidamente vitale.

[email protected]

CONDE MAURO E AMATO

Identità e Alfabeto d’Italia= «Solo 150 anni. Alle origini dell’identità italiana». Nediscutono, il14 , h. 10.30, sala Azzurra, Alessandro Barbero,Luciano Canfora, Tullio De Mauro, Massimo Montanari. IntroduceGiuseppe Laterza. Coordina Luigi La Spina. Giuliano Amato e PaoloPeluffo, autori di Alfabeto italiano (Egea - Università Bocconi), fattie persone di una storia al presente, da Abba a zuavi, passando perBorboni, Cavour, Costituzione, Dante, Federalismo, Scuola, ecc: nediscutono il 12 , h. 12, sala Azzurra, con Antonio Saitta.

CON MARAINI E CHIAPPORI

L’Unità, tra donne e fumetti= «L’altra metà del Risorgimento: le donne che hanno fattol’Italia», raccontate in Donne del Risorgimento (il Mulino). Neparlano il 14, h. 15, sala Rossa, Marina Cepeda Fuentes, ClaudiaGalimberti, Dacia Maraini, Mirella Serri, coordina Eva Cantarella .Alfredo Chiappori, il13, h. 17, sala Azzurra. discuterà le sueStorie d’Italia 1848 - 1896, riedite da Black Velvet, mezzo secolodisegnato a fumetti, con Antonio Caprarica, autore di C’era unavolta in Italia (Sperling &Kupfer). Conduce Giorgio Boatti.

Romeo

CONGRAMELLINI E CAZZULLO

Bene o male, viva la nostra patria= «La Patria, malgrado tutto» è il filo conduttore dell’incontrocon Massimo Gramellini, autore con Carlo Fruttero di La Patria,bene o male. Almanacco essenziale dell’Italia unita (in 150 date,edito da Mondadori), il 15, h. 12, sala Oval. Interviene il direttorede La Stampa Mario Calabresi. Il 14, h. 15.30, sempre all’Oval,«Viva l’Italia», uno spettacolo di e con Aldo Cazzullo, autore diViva l'Italia! Risorgimento e Resistenza: perché dobbiamo essereorgogliosi della nostra storia (Mondadori).

Tutti gli storiciche hanno fattoil Risorgimento

Le lezioni di Chabode Maturi, il duelloa distanza tra Romeoe Mack Smith,le «revisioni» di Banti

Rosario Romeo, allievodi Gioacchino Volpe e di Nino

Valeri, artefice della monumentaleed esaustiva biografia

«Cavour e il suo tempo»

Denis Mack Smith , autoredi ricostruzioni risorgimentali(da «Garibaldi» a «Mazzini»,

a «I Savoia re d’Italia»)assai apprezzate dal pubblico

Federico Chabod nella«Storia della politica estera

italiana dal 1870 al 1896»contrasta l’interpretazione

gramsciana del Risorgimento

.

Muove dal 1871, a unificazionein gran parte compiuta, la «Storia

d’Italia dal 1871 al 1915»pubblicata da Benedetto Croce

nel 1928 per Laterza

Gaetano Salvemini è autore di varisaggi sulla storia ottocentesca,

da « Mazzini» a «La TripliceAlleanza», a «L'Italia politica del

XIX secolo»

Antonio Gramsci: nei «Quadernidel carcere» ampie sono le note delpensatore sardo sul Risorgimento,

come segno distintivo il fallitoriscatto delle masse popolari

Il fallito riscattodelle masse popolarinell’analisi di Gramsciche ritorna in Gobettie nel dibattito post ’45

ITALIA 150 Un susseguirsi di interpretazioni«in progress», una questione aperta e vitale

Croce Salvemini Gramsci Chabod Mack Smith

Illustrazione di Lebedevdal volume «Il manifesto

russo», 1922

Speciale Salone 2011 Torino 12-16 maggioXVITuttolibri

SABATO 7 MAGGIO 2011LA STAMPA XVII

Le «anticipazioni»di Cattaneoe De Sanctis, la Storiadi Croce, i fronti oppostidi Salvemini e Volpe

Egea al Salone del Libro • 12-16 maggio 2011 • PAD 3 • stand T09 • Lingotto Fiere • Torino www.egeaonline.it

Giovedì 12 ore 12.00 • Sala Azzurra Sabato 14 ore 13.30 • Spazio Autori A Domenica 15 ore 19.00 • Spazio Autori B

Alfabeto ItalianoFatti e personedi una storia al presente

con Giuliano AmatoEnrico CisnettoPaolo Peluff oAntonio Saittaletture di Luca Ward

La Turchia bussa alla portaViaggio nel paesesospeso tra Europa e Asia

con Alessandro BarberisLuigi BonanatePiero FassinoAlberto NegriCarlo MarsiliGiovanni Roggero Fossati

La grande seteL’era della scommessasull’acqua

con Francesco BertoliniAndrea Di StefanoRoberto Farina Charles Fishman

Page 17: Tuttolibri n. 1764 (07-05-2011)

Pagina Fisica: INSERTI - NAZIONALE - 17 - 07/05/11 - Pag. Logica: INSERTI/PAGINE [TL_16] - Autore: GIOVIA - Ora di stampa: 05/05/11 13.04

GIORGIOBOATTI

Quando finisce il Ri-sorgimento? La domanda è tut-t’altro che stravagante e, tra ilfinire dell’Ottocento e i primianni del secolo successivo, vie-ne posta con frequenza. Se nonaltro perché, di quei tempi, so-no tanti ad essere convinti chel’unificazione nazionale non ab-bia affatto raggiunto il suo tra-guardo con la proclamazionedel Regno d’Italia (1861). E nep-pure con l’acquisizione del Ve-neto (1866) o con Roma capitale(1870). I moderati sperano nellevie diplomatiche per completa-re l’opera con l’allargamentodel Regno sino all’Alto Adige ealla Venezia Giulia. Irredentistie nazionalisti andrebbero piùper le spicce: un’ultima spallataverso Trento e Trieste - acca-drà con la «Grande Guerra» - eil Risorgimento potrà raggiun-gere il suo happy end.

Nel frattempo i libri per lescuole, sottoposte all’imprima-tur del ministero dell’Istruzio-ne, glissano sul tema: prudente-mente fanno finire il Risorgi-mento con la terza guerra d’In-dipendenza. Intrisi di una reto-rica patriottarda che nulla scal-fisce i sussidiari scolastici rie-scono a stare sul vago circa lasconfitta di Custoza (1866), tac-ciono sulla repressione del bri-gantaggio in meridione e mini-mizzano sul ruolo avuto dall’al-

leato francese nell’unificazionedella penisola.

Col nuovo secolo, nei manua-li di storia per i licei, il traguar-do finale del Risorgimentoavanza di qualche passo: si con-clude con la morte di re VittorioEmanuele II (1878). Questo con-sente di incensare al di là diogni accettabile sobrietà, unamonarchia - quella rappresen-tata dopo l’assassinio di Umber-to I dal giovane Vittorio Ema-nuele III - delineata come fervi-damente democratica e forte-mente impegnata nel riscattodelle masse popolari.

In compenso si ridicolizza ilBorbone e il suo esercito travoltodai Mille e si continua a tenerebasso il profilo del «repubblica-no» Mazzini. Tuttavia nel marzodel 1904 un regio decreto pro-muove la pubblicazione dell’ope-ra omnia mazziniana: ne usciràun monumento cartaceo di 106volumi e quarantamila pagineportato a definitivo compimentoin oltre quarant’anni di lavoro.Del resto, sempre quarant’anni,dal 1932 al 1973, richiederà la pub-blicazione dei quindici volumi deidiscorsi parlamentari del contedi Cavour. Queste «montagne dicarta» dedicate a Mazzini e a Ca-vour sono una specie di contrap-

peso alla ben più visibile monu-mentalizzazione degli altri due«padri della patria»: lungo la pe-nisola si contano 86 monumentieretti a Garibaldi, mentre sono60 le statue, spesso equestri, de-dicate a re Vittorio Emanuele. Alquale comunque viene intitolatoa Roma, nel cinquantenario del-l’Unità, il grandioso Vittoriano.

In attesa di definire la que-stione su dove fissare il confinefinale del Risorgimento, nelleuniversità anche i risorgimenta-listi aspettano accademico rico-noscimento. Non mancano pre-se di posizione dei Consigli di fa-coltà per introdurre incarichi,se non cattedre, di Storia del Ri-

sorgimento. A Roma, nel 1905,viene conferito il primo incari-co. Subito emerge un interroga-tivo: storici risorgimentalisti sinasce o si diventa? Ovviamente,con un Risorgimento non deltutto concluso, si diventa.

Emblematico il caso di Gaeta-no Salvemini che, prima di occu-parsi da par suo delle vicende del-l’unificazione italiana, si è impo-sto come capofila del rinnova-mento della storiografia medieva-le italiana. In quel 1899 in cui esceil suo capolavoro Magnati e popo-lani a Firenze dal 1280 al 1285 Sal-vemini fa uscire anche I partiti po-litici italiani nel secolo XIX. E’ ilprimo lavoro di una serrata serie

di saggi che, dopo il Mazzini(1905) e La Triplice Alleanza(1916-17), culminerà nel 1925 conL'Italia politica del XIX secolo. Lastessa acribia con cui ha lavora-to sulle fonti medievali la riversasu vicende assai più vicine e checoinvolgono il suo impegno poli-tico, senza tuttavia derogaremai da un rigore storiograficoammirevole. «L’imparzialità -ammonisce - è un sogno. Laprobità un dovere».

Pur collocandosi su po-sizioni ideologicamente op-poste a quelle di Salveminianche Gioachino Volpe chenegli Anni Venti pubblicherà am-pie sintesi sul farsi dell’Italia uni-

ta in opere quali Fra storia e politi-ca (1924) e Italia in cammino(1927) offre piste ben più solidedelle ricostruzioni in chiave na-

zionalista degli orizzonti italia-ni intravisti, a cavallo del cam-bio secolo, da un Alfredo Oria-ni assai apprezzato, post mor-

tem, dal suo conterraneo Mussoli-ni. Salvemini e Volpe segnano,nei primi due decenni del secolo,

il passaggio dalla memorialisticaagiografica, dalle cronache obbli-gatoriamente patriottiche e dairesoconti politici finalizzati allalotta in corso tra gli schieramen-ti, a un’interpretazione storicapiù meditata e distaccata del Ri-sorgimento. Dunque come pro-cesso complesso, animato da fat-tori interni e internazionali e nelquale confluisce ogni aspetto del-la vita nazionale, da quello cultu-rale a quello economico e sociale.

In realtà ben prima di Salve-mini e Volpe, se si vuole intrave-dere riflessione storica di lungorespiro sul formarsi unitario del-l’Italia e sulle dinamiche più dura-ture della nostra vicenda naziona-le, bisogna fare riferimento allaStoria delle Rivoluzioni d’Italia(1870-72) di Giuseppe Ferrari,che fa del contrasto guelfi-ghibel-lini la chiave interpretativa fonda-mentale degli eventi. Mentre ilsuo amico Carlo Cattaneo, ne Lacittà come principio ideale delleistorie d’Italia (1858), ha intravi-sto nella rete delle «cento città»,nella civiltà comunale che avvol-ge buona parte della penisola,l’architettura indistruttibile dellostare insieme della nazione italia-na. Storia complessiva d’Italia dafuoriclasse, sia pure colta nei nes-si fra letteratura e società, è fuordi dubbio anche la Storia della let-teratura italiana (1871) di France-sco De Sanctis, fortemente con-notata in senso risorgimentale.

Proprio dal 1871 - ovvero a uni-ficazione in gran parte compiuta

e del tutto indifferente alle poten-ziali biforcazioni insite nel proces-so risorgimentale (poiché «solociò che è stato, doveva essere») -inizia la Storia d’Italia dal 1871 al1915 pubblicata da Benedetto Cro-ce nel 1928. Un’opera dove vienemandata avanti un’Italia in cui,terminato il periodo «eroico», «lapoesia cede il passo alla prosa».

Condivide l’impostazione cro-ciana Adolfo Omodeo, provenien-te dalla storia del Cristianesimo eautore della prima memorabilebiografia cavouriana L’opera poli-tica del conte di Cavour (1942). In-vece alle speranze poi deluse, alle

utopie democratiche risorgimen-tali, si rivolgono le ricerche di unallievo di Salvemini, Nello Rossel-li, poi assassinato assieme al fra-tello Carlo da killer fascisti, auto-re di Carlo Pisacane nel Risorgi-mento italiano (1932) e di studi suicontrasti tra Mazzini e Bakunin:al centro sono i nodi cruciali delmancato incontro nell’unificazio-ne tra indipendenza nazionale edemocrazia e del conseguente fal-lito riscatto delle masse popolari.

E’ questo il tema fondamenta-le che viene sviluppato in carcereda Antonio Gramsci nelle ampie

note sul Risorgimento che ver-ranno pubblicate nei suoi Quader-ni dal carcere, dopo la Liberazio-ne. Quella di Gramsci è un’eredi-tà che condiziona - assieme allesaettanti analisi di Piero Gobetti,(L’eredità del Risorgimento, Risor-gimento senza eroi) - buona partedel dibattito storiografico che nelsecondo dopoguerra investe convigore la questione del farsi del-l’Italia, questione che, ripresa an-che nei dibattiti alla Costituente enel confronto politico del tempo,investe il rapporto tutt’altro cherisolto tra Nord e Sud e il modelloaccentratore impostosi con la co-struzione dello Stato unitario.

La tesi di Gramsci sull’assen-za delle masse lavoratrici dal pro-cesso unitario perché prive diuna guida politica che le rappre-senti, e la sua visione di un Risor-gimento come rivoluzione italia-na mancata poiché subordinataal patto stretto tra la borghesiaindustriale del Nord e i latifondi-sti del Sud, è al centro del serratoconfronto interno alla storiogra-fia italiana dalla Liberazione allacelebrazione del primo centena-rio dell’unificazione. A contrasta-re l’impostazione gramsciana visono, tra gli altri, il carismaticoFederico Chabod, autore dellaStoria della politica estera italianadal 1870 al 1896 (1951) e il più gio-vane Rosario Romeo, poi arteficedella monumentale ed esaustivabiografia cavouriana Cavour e ilsuo tempo, (1969-1984) e, in occa-sione del centenario unitario, as-

sai critico sia verso l’impostazio-ne gramsciana di molti storici vi-cini al Pci sia nei confronti dellelevigate ricostruzioni risorgimen-tali, assai apprezzate dal largopubblico, dello storico inglese De-nis Mack Smith.

A fissare le coordinate fonda-mentali dello stato della storio-grafia risorgimentale provvedeInterpretazioni del Risorgimento(1962), opera che raccoglie le le-zioni tenute presso le universitàdi Torino e di Roma dell’assai au-torevole studioso Walter Matu-ri, allora appena scomparso. E’un periodo in cui il cantiere sto-riografico è più che mai all’operae si avvale delle ricerche di stu-diosi, allora assai giovani ma as-sai agguerriti, tra i quali vi sonoGiampiero Carocci, Alberto Ca-racciolo, Giorgio Candeloro,Franco Molfese, Franco della Pe-ruta, Alfonso Scirocco, RenatoZangheri. E’ una stagione di la-voro che allarga il ventaglio del-le tematiche investigate - dallaformazione delle classi dirigential brigantaggio, dalla strutturaeconomica e finanziaria del capi-talismo alla realtà agraria meri-

dionale, dal ruolo del movimentooperaio all’articolata presenzasociale del mondo cattolico.

Questo impegno procede an-che attraverso le successive e at-tuali generazioni di studiosi. Tradi essi non mancano voci impe-gnate in una revisione - a volte ac-cesamente polemica, come neisaggi di Alberto Maria Banti - diprecedenti e consolidate ricostru-zioni del Risorgimento. Si apronocosì nuovi capitoli - spesso più diconfronto ideologico che di effet-tiva ricerca - sulla repressione alSud, sulla distruzione da partedello Stato centralizzato delle au-tonomie locali, sulla durezza delcontrasto tra la leadership unita-ria e le articolazioni locali dellaChiesa. Tutti temi in cui i nodi delpassato si intrecciano alle que-stioni ancora aperte di un’unifica-zione italiana sempre in progress.E, dunque, solidamente vitale.

[email protected]

CONDE MAURO E AMATO

Identità e Alfabeto d’Italia= «Solo 150 anni. Alle origini dell’identità italiana». Nediscutono, il14 , h. 10.30, sala Azzurra, Alessandro Barbero,Luciano Canfora, Tullio De Mauro, Massimo Montanari. IntroduceGiuseppe Laterza. Coordina Luigi La Spina. Giuliano Amato e PaoloPeluffo, autori di Alfabeto italiano (Egea - Università Bocconi), fattie persone di una storia al presente, da Abba a zuavi, passando perBorboni, Cavour, Costituzione, Dante, Federalismo, Scuola, ecc: nediscutono il 12 , h. 12, sala Azzurra, con Antonio Saitta.

CON MARAINI E CHIAPPORI

L’Unità, tra donne e fumetti= «L’altra metà del Risorgimento: le donne che hanno fattol’Italia», raccontate in Donne del Risorgimento (il Mulino). Neparlano il 14, h. 15, sala Rossa, Marina Cepeda Fuentes, ClaudiaGalimberti, Dacia Maraini, Mirella Serri, coordina Eva Cantarella .Alfredo Chiappori, il13, h. 17, sala Azzurra. discuterà le sueStorie d’Italia 1848 - 1896, riedite da Black Velvet, mezzo secolodisegnato a fumetti, con Antonio Caprarica, autore di C’era unavolta in Italia (Sperling &Kupfer). Conduce Giorgio Boatti.

Romeo

CONGRAMELLINI E CAZZULLO

Bene o male, viva la nostra patria= «La Patria, malgrado tutto» è il filo conduttore dell’incontrocon Massimo Gramellini, autore con Carlo Fruttero di La Patria,bene o male. Almanacco essenziale dell’Italia unita (in 150 date,edito da Mondadori), il 15, h. 12, sala Oval. Interviene il direttorede La Stampa Mario Calabresi. Il 14, h. 15.30, sempre all’Oval,«Viva l’Italia», uno spettacolo di e con Aldo Cazzullo, autore diViva l'Italia! Risorgimento e Resistenza: perché dobbiamo essereorgogliosi della nostra storia (Mondadori).

Tutti gli storiciche hanno fattoil Risorgimento

Le lezioni di Chabode Maturi, il duelloa distanza tra Romeoe Mack Smith,le «revisioni» di Banti

Rosario Romeo, allievodi Gioacchino Volpe e di Nino

Valeri, artefice della monumentaleed esaustiva biografia

«Cavour e il suo tempo»

Denis Mack Smith , autoredi ricostruzioni risorgimentali(da «Garibaldi» a «Mazzini»,

a «I Savoia re d’Italia»)assai apprezzate dal pubblico

Federico Chabod nella«Storia della politica estera

italiana dal 1870 al 1896»contrasta l’interpretazione

gramsciana del Risorgimento

.

Muove dal 1871, a unificazionein gran parte compiuta, la «Storia

d’Italia dal 1871 al 1915»pubblicata da Benedetto Croce

nel 1928 per Laterza

Gaetano Salvemini è autore di varisaggi sulla storia ottocentesca,

da « Mazzini» a «La TripliceAlleanza», a «L'Italia politica del

XIX secolo»

Antonio Gramsci: nei «Quadernidel carcere» ampie sono le note delpensatore sardo sul Risorgimento,

come segno distintivo il fallitoriscatto delle masse popolari

Il fallito riscattodelle masse popolarinell’analisi di Gramsciche ritorna in Gobettie nel dibattito post ’45

ITALIA 150 Un susseguirsi di interpretazioni«in progress», una questione aperta e vitale

Croce Salvemini Gramsci Chabod Mack Smith

Illustrazione di Lebedevdal volume «Il manifesto

russo», 1922

Speciale Salone 2011 Torino 12-16 maggioXVITuttolibri

SABATO 7 MAGGIO 2011LA STAMPA XVII

Le «anticipazioni»di Cattaneoe De Sanctis, la Storiadi Croce, i fronti oppostidi Salvemini e Volpe

Stand M52-N51 • Pad ig l ione 2 • Via N izza , 280chiedi a un libraiowww.laterza.itL AT E R Z A A L S A L O N E TORINO 12/16 MAGGIO

GIOVEDÌ 12 ORE 18.30Sala GiallaA cura di Editori Laterza

Clandestinità(e altri errori di destrae di sinistra)di Paolo BorgnaNe discutono con l’autoreMichele Coppola,Piero FassinoCoordinaEttore Boffano

VENERDÌ 13 ORE 17.00Sala GiallaA cura di Editori Laterza

Sempre più blu.Operai nell’Italiadella grande crisidi Antonio SciottoNe discutono con l’autoreGiuseppe Berta,Susanna Camusso,Luciano GallinoIntroduce e coordinaFederico Rampini

VENERDÌ 13 ORE 19.30Sala AzzurraA cura di Editori Laterzae Salone del Libro

Enrico Franceschiniautore diLondra Babiloniadialoga conFederico Rampiniautore diSan Francisco-Milano.Un italiano nell’altraAmericaCoordinaGiuseppe Laterza

SABATO 14 ORE 10.30Sala AzzurraA cura di Miur, FondazioneCavour, La Stampa,Editori Laterza

Solo 150 anni.Alle originidell’identità italianaPartecipanoAlessandro Barbero,Luciano Canfora,Tullio De Mauro,Massimo MontanariSaluto iniziale diFrancesco de Sanctise Carmela PalumboIntroduceGiuseppe LaterzaCoordinaLuigi La Spina

DOMENICA 15 ORE 17.00Sala OvalA cura di Editori Laterza

La felicitàdella democrazia.Un dialogodi Ezio Mauroe Gustavo ZagrebelskyMarco Revelline discute con gli autori

IntroduceGiuseppe Laterza

LUNEDÌ 16 ORE 17.00Sala BluA cura di Miur, ComitatoNazionale per il Centenariodella nascita di NorbertoBobbio, AssociazioneItalia-Spagna, Editori Laterza

Il futurodi Norberto Bobbioa cura diMichelangelo BoveroPartecipanoLuigi Bonanate,Michelangelo Bovero,Luciano Canfora,Marco RevelliCoordinaNerio Nesi

Page 18: Tuttolibri n. 1764 (07-05-2011)

Pagina Fisica: INSERTI - NAZIONALE - 18 - 07/05/11 - Pag. Logica: INSERTI/PAGINE [TL_18] - Autore: GIOVIA - Ora di stampa: 05/05/11 13.20

I due volti del Risorgimento«Processo al Risorgimento»:due voci a confronto, pro econtro i suoi protagonisti.Esercizi di «memoria rivisitata»in un ciclo di 5 incontricoordinato da Lorenzo DelBoca:Vittorio Emanuele II (conRobertoBalzaneDelBoca,introduceNerioNesi, salaOval,giovedì12maggio,h.18,).Cavour (DelBocaeGiorgioDell’Arti, conducePaoloMieli,SalaGialla,venerdì13,h.18,30).Mazzini (RomanoBracalinieEnricoVerdecchia, conduceDelBoca,SalaOval, sabato14,h.18.30).Pio IX (ClaudioFracassieAlbertoTorresani, conduceDelBoca,SalaOval,domenica15,h.16).Garibaldi (LucianoGaribaldi eRobertoMartucci, conduceDelBoca,SalaOval, lunedì16,h.16).DelBoca,autorediPolentoni,comeeperché ilNordèstatotradito (Piemme,pp.192,€ 16,50),presenterà il suo libroil15maggio,SalaOval,h.18.30,con ilpresidentedellaRegionePiemonteRobertoCota.

L’UNITÀ IN CUCINA

Con Pellegrino Artusi= Un secolo fa moriva a Firenze PellegrinoArtusi, il signore del gusto che fece in cucinal’Unità d’Italia. L’anniversario sarà ricordato il 15maggio, h. 10,30, nella Sala Oval. IntervengonoMarco Malvaldi, autore di Odore di chiuso(Sellerio, Artusi è tra i personaggi), MassimoMontanari, Clara e Gigi Padovani (autori di ItaliaBuon Paese, Instar Libri). Diverse sono le edizionidell’opera principale di Artusi La scienza in cucinae l’arte di mangiar bene. In anastatica da A.Vallardi (€ 12,50), con l’introduzione di PieroCamporesi da Einaudi (€ 18,50).

ADULTI E RAGAZZI

Sulle rotte del Capitano= Una biografia accuratissima del Capitanofantastico per eccellenza. Claudio Gallo e GiuseppeBonomi raccontano Emilio Salgari. La macchina deisogni (Bur, pp. 488, € 12). Un eroe della penna diintatta attualità: «Perché Salgari - come osserva nellaprefazione Mino Milani - è l’avventura, e l’avventuranon ha età. E’ oggi che Sandokan e Yanez sipreparano alla battaglia; che i tughs tentano distrangolarti in onore di Kalì...».Una biografia che viene riproposta è quella di SilvinoGonzato, veronese come il padre degli eroi: Latempestosa vita di capitan Salgari (Neri Pozza, pp.253, € 16, con una bibliografia del romanziere a curadi Vittorio Sarti e un corredo di illustrazioni).Serena Piazza e l’illustratore Paolo D’Altanraccontano ai bambini Emilio Salgari navigatore disogni (Rizzoli, € 15). «Un tempo a Torino incontravi letigri in pieno centro. Palme tropicali facevano ombraalle signore accaldate dall’afa. Il Po sfociava nel mardei Caraibi...». Per le edizioni Orecchio Acerbo, unracconto di Salgari, L’isola di Fuoco, ridotto eadattato, con le illustrazioni di Luca Caimmi. Nellapostfazione Paola Pallottino ripercorre in brevel’esistenza dello scrittore che Citati non ha esitato ainnalzare: «Quando prendevano in mano i suoi libri,gli ammiratori di Salgari non sapevano di sfogliare inuna volta sola i romanzi neri e i poemi di Byron, iromanzi marini di Victor Hugo, Il conte diMontecristo, Conrad e perfino Gabriele D’Annunzio».

LORENZOMONDO

I ragazzi, credo, nonleggono più Emilio Salgari oSàlgari come amavano pronun-ciare un tempo il suo nome(l’errore era quasi il contrasse-gno di una gelosa affiliazione auna setta). In compenso, sot-tratto al compito di «istruire di-lettando», è diventato uno scrit-tore per adulti sul quale si sonoesercitati fior di critici e di con-frères: sedotti dalla «matta»esuberanza di una scritturache travolge il puntiglioso con-trollo esercitato preliminar-mente sui dati della realtà.

Sulla sua opera e sulla suavita esiste ormai una imponen-te bibliografia ed occorrevanola lunga consuetudine e la ma-

no provetta del narratore per-ché Ernesto Ferrero fornisseun originale contributo su quel-lo che fu autorevolmente defini-to «il padre degli eroi», il signo-re dell’avventura. Disegnare ilvento (Einaudi, pp. 187, € 19,50)come suggerisce il sottotitolo,L’ultimo viaggio del capitan Sal-gari, racconta gli anni compre-si tra la primavera del 1909 equella del 1911 quando lo scritto-re pone termine in modo orren-do alla sua esistenza. Distruttoda un lavoro inumano, dalla fol-lia della moglie, dall’ossessionedi essere sfruttato da editoriesosi. E’ lo sfondo che consentea Ferrero di tracciare un veridi-

co bilancio, ma di comporre an-che un avvincente romanzo,quello che Salgari non ha maiscritto e che si legge solo in fili-grana nelle migliaia di pagine dalui vergate con frenesia.

Intendiamoci, Ferrero mettea profitto una rigorosa documen-tazione sulle tappe salienti dellasua vita che si svolge tra Verona,Venezia, Genova e si conclude aTorino, nella casa modesta dicorso Casale popolata di bambi-ni e bizzarri animali, sulla ver-deggiante collina, meta di scam-pagnate e alla fine teatro del sui-cidio. Scandaglia le sue letture,che non si riducono ai giornali diviaggio e ai resoconti di esplora-tori, ma anche a scrittori di ran-go, come l’imprevedibile Poe. In-dugia tuttavia a ricreare il mon-do popolare che si addensa nellaborgatella Madonna del Pilone ead offrire, più in generale, il colo-re di una Torino a cavallo del se-colo, segnata dalla presenza diDe Amicis e Lombroso, avviataalla rivoluzione industriale, inse-

guendo il mito di un progresso(l’automobile, l’aereo, il cinema)che Salgari avversa, presagendo-ne funeste conseguenze. E sem-bra frutto di una accorta messin-scena che i suoi funerali venganooscurati dai festeggiamenti perl’apertura dell’Esposizione Uni-versale al Valentino.

Tra le invenzioni di Ferrero

spicca la figura di Angiolina che,felice insinuazione quando sipensi alle debolezze di Salgari, èfiglia di un produttore di vermou-th e di sciroppi. La ragazza incon-tra il dubbio capitano, promossocavaliere dalla regina Margheri-ta, passeggiando sull’argine delPo. Lungi dal secondare la suapropensione all’alcol, interroga

quell’ometto dal volto tormenta-to su Sandokan e sul Corsaro Ne-ro, sul mestiere di scrittore alquale si sente chiamata. Dà pro-va delle sue attitudini, racco-gliendo dialoghi e impressioni inun diario, che diventa nel libro lapiù effusa e importante testimo-nianza sul tracollo di Salgari.

Dirò di più. Ferrero, senzaprevaricare su Angiolina ched’altronde è sua creatura, le pre-sta la propria voce. E’ lei che sve-la a chiare lettere l’intreccio do-cumentale e romanzesco del li-bro: «(Salgari) si sta tramutandoin un personaggio mio, al tempostesso vero e inventato, al puntoche nemmeno io saprei dire dovecomincia l’uno e finisce l’altro»: achi appartengano in realtà le ri-flessioni sentenziose attribuite aSalgari. Penso all’espressione«disegnare il vento», che esaltaper via metaforica la libertà e laforza vitale, la tensione verso l’in-visibile e l’inesprimibile.

Altrove viene detto che siscrive per vivere molte vite, per-ché insoddisfatti di quella avutain sorte. Assolvendo le mistifica-zioni del viaggiatore sedentario,si tesse l’elogio della fantasia chesa essere più vera della realtà.Anche se in un momento di scon-forto Salgari, quasi rinnegandose stesso, esorta Angiolina ad an-dare per il mondo a vedere co-m’è fatto davvero. Nella storia diun romanziere divorato dai suoisogni affiorano gli eterni proble-mi sul complesso rapporto tra vi-ta e scrittura, sulla letteraturacome «menzogna». Senza pedan-teria, in presa diretta, tenendofermo lo sguardo sulla figurastraordinaria di chi aveva sapu-to realizzare viaggi portentosisulle carte geografiche, autourde sa chambre.

.

Nelle vele di Salgarisoffia il ventodell’avventura

MASSIMORAFFAELI

Scrisse uno storicotroppo presto mancato, Nico-la Gallerano, che l’uso pubbli-co della storia ha una sua ne-cessità come luogo di con-fronto e conflitto, di crescitao regresso, in ogni caso di tra-sformazione della coscienzacollettiva. In Italia l’uso (e re-lativo abuso) della figura diGiuseppe Garibaldi - che saràuno dei 5 protagonisti (o anta-gonisti) del Risorgimento sucui al Salone si confronteran-no storici e giornalisti nel ci-clo di incontri «Pro e contro»(n.d.r.) - non ha effettivamen-te avuto eguali, nei termini diuna mitologia, anzi di una di-luviante mitografia, che hascandito la storia del Paesead ogni passaggio di fase co-me si trattasse di un test ob-bligatorio. Per ricostruire eripercorrere l’immagine iti-nerante dell’Eroe dei DueMondi torna utile L’epopea in-franta. Retorica e antiretoricaper Garibaldi (Medusa, pp.128, € 15,50), uno studio di ta-glio comparatistico, agile epenetrante, del critico Massi-mo Onofri, che prende in esa-me tanto la letteratura quan-to la pittura e il cinema.

Luogo ideale d’avvio è ilcentro storico delle città ita-liane dove il senso comune locolloca tra i Padri della Pa-tria associandolo d’acchito,in un vero e proprio CanoneQuadrumvirale, alle icone diMazzini, Cavour e Vittorio

Emanuele II di Savoia: né in-nocua né innocente, una simi-le collocazione corrispondenon solo alla lettura regia, di-nastica e nazionalistica, delRisorgimento ma anche, e so-prattutto, alla tesi del filosofofascista Giovanni Gentile chein un saggio del 1932 vide inlui il battistrada di BenitoMussolini così come nellaspedizione dei Mille la radio-sa profezia della Marcia suRoma. A parte la camicia ne-ra che dovrebbe rimanererossa, in un simile abuso è giàiscritto il Garibaldi di tutti edi nessuno la cui mitologia sipresta, volta a volta, alle dina-miche del trasformismo qua-le tratto di lungo periodo(Giulio Bollati disse il più rile-vante e persistente) della co-siddetta identità italiana.

Onofri parla non a caso di«pensiero unico» e opponeperciò al Garibaldi astuta-mente imbalsamato dall’op-portunismo italico (quello diD’Annunzio o, per altra via,di Curzio Malaparte) un Ga-ribaldi anticanonico, rimos-so, volentieri diffamato e co-stretto in perpetuo all’esilio.Vale a dire un eroe sconfitto,un guerrigliero giocato dalladiplomazia e dalla politica,un uomo irretito nelle suecontraddizioni di democrati-co tuttavia incapace di dareuno sbocco rivoluzionario al-l’Impresa: è da un lato la figu-

ra spettrale che incombe sullanarrativa meridionalistica (daI Viceré di De Roberto e I vec-chi e i giovani di Pirandello a IlGattopardo di Tomasi di Lam-pedusa), dall’altro è il compa-gno d’armi, pallido e segnato,si direbbe il più solo fra tuttiquanti i Mille, che continua aguardarci dalle tele di Silve-stro Lega, di Gerolamo Indu-no (splendido il suo Garibaldial Vascello) di Giovanni Fatto-ri, di Plinio Nomellini, o che silascia appena intravedere dalontano, come un nume popo-lare sul cavallo bianco, nel filmche in epoca fascista annunciail neorealismo, 1860 di Ales-sandro Blasetti.

Nemmeno è un caso che

l’ultima testimonianza esami-nata sia il pannello gigantescodi Renato Guttuso, La batta-glia al ponte dell’Ammiraglio,del ‘52, una sinfonia in rossoche sembra anticipare, coi vol-ti di Giancarlo Pajetta e LuigiLongo al posto di Nino Bixio eBenedetto Cairoli, l’epopeadella Resistenza per una scel-ta di deliberato anacronismo.Scrive Onofri: «L’effetto è for-se il contrario di quello voluto:non la solida restituzione aicontemporanei di un mito an-cora vivo, ma la sua vaporizza-zione nelle urgenze del presen-te. […]Quando Guttuso, ultimogrande figlio del garibaldini-smo, dipinge l’eroe dei duemondi, il mito non c’è più e

l’epopea è definitivamente in-franta». Ciò vuol dire più sem-plicemente che la mitologia diGiuseppe Garibaldi ha oramaiinvertito il decorso: tra guerracivile e guerra fredda, il suonome illustra le Brigate deipartigiani comunisti, il suo vol-to è simbolo del Fronte Popola-re alle elezioni del 18 aprile ‘48e tornerà indirettamente (no-ve anni dopo il quadro di Gut-tuso) con una delle più celebra-te icone secolari, Ernesto CheGuevara nella foto di Korda.Guerrigliero romantico anchelui, protagonista e vittima diuna rivoluzione tradita, un al-tro eroe che l’uso pubblico hafatalmente trasformato nel po-ster di tutti e di nessuno.

Speciale Salone 2011XVIIITuttolibri

SABATO 7 MAGGIO 2011LA STAMPA XIX

Garibaldi, la Rivoluzioneche non c’è mai stata

5 incontri

In dvdIL SANDOKAN TVCon KabirBedinellevestidiSandokan,TigredellaMalesia,Salgari risorse in tvnel1976.Unosceneggiato in6puntate -nelcastPhilippeLeroy/ l’amico-fratelloYanez,AdolfoCeli/perfidosirBrookeeCarolAndré/Marianna,perladiLabuan-per la regiadiSergioSollimaora indvd, con libro(Sandokan,RizzoliBur,€ 24,90).

UNA VITA IMMAGINARIAIl regista Marco Serrecchiaripercorre la vita di Sagari, cuipresta la sua voce Gino Paoli,in un film documentario,edito da minimum fax:Capitan Salgari, in viaggiocon l’immaginazione (€ 22,il dvd e il libro Una tigre inredazione, antologia delSalgari giornalista, a curadiSilvino Gonzato.

.

L’ultimo viaggiodel Capitano,fra il 1909 e il 1911,fino alla sceltadi spezzare la penna

Cent’anni dopo Protagonista al Lingottoe nel romanzo-documento di Ernesto Ferrero

Il generale come eroesconfitto dalla politicae dalla diplomazia:la lettura antiretoricadi Massimo Onofri

Illustrazione di Lebedev«Il circo» 1925

Nella Torinodell’auto e del cinema,di De Amicise Lombroso, avversòil mito del progresso

Pro e contro Confronto aperto al Salone sui «padri della patria»per andare oltre il «pensiero unico» che a lungo li ha imbalsamati

Page 19: Tuttolibri n. 1764 (07-05-2011)

Pagina Fisica: INSERTI - NAZIONALE - 19 - 07/05/11 - Pag. Logica: INSERTI/PAGINE [TL_18] - Autore: GIOVIA - Ora di stampa: 05/05/11 12.34

I due volti del Risorgimento«Processo al Risorgimento»:due voci a confronto, pro econtro i suoi protagonisti.Esercizi di «memoria rivisitata»in un ciclo di 5 incontricoordinato da Lorenzo DelBoca:Vittorio Emanuele II (conRobertoBalzaneDelBoca,introduceNerioNesi, salaOval,giovedì12maggio,h.18,).Cavour (DelBocaeGiorgioDell’Arti, conducePaoloMieli,SalaGialla,venerdì13,h.18,30).Mazzini (RomanoBracalinieEnricoVerdecchia, conduceDelBoca,SalaOval, sabato14,h.18.30).Pio IX (ClaudioFracassieAlbertoTorresani, conduceDelBoca,SalaOval,domenica15,h.16).Garibaldi (LucianoGaribaldi eRobertoMartucci, conduceDelBoca,SalaOval, lunedì16,h.16).DelBoca,autorediPolentoni,comeeperché ilNordèstatotradito (Piemme,pp.192,€ 16,50),presenterà il suo libroil15maggio,SalaOval,h.18.30,con ilpresidentedellaRegionePiemonteRobertoCota.

L’UNITÀ IN CUCINA

Con Pellegrino Artusi= Un secolo fa moriva a Firenze PellegrinoArtusi, il signore del gusto che fece in cucinal’Unità d’Italia. L’anniversario sarà ricordato il 15maggio, h. 10,30, nella Sala Oval. IntervengonoMarco Malvaldi, autore di Odore di chiuso(Sellerio, Artusi è tra i personaggi), MassimoMontanari, Clara e Gigi Padovani (autori di ItaliaBuon Paese, Instar Libri). Diverse sono le edizionidell’opera principale di Artusi La scienza in cucinae l’arte di mangiar bene. In anastatica da A.Vallardi (€ 12,50), con l’introduzione di PieroCamporesi da Einaudi (€ 18,50).

ADULTI E RAGAZZI

Sulle rotte del Capitano= Una biografia accuratissima del Capitanofantastico per eccellenza. Claudio Gallo e GiuseppeBonomi raccontano Emilio Salgari. La macchina deisogni (Bur, pp. 488, € 12). Un eroe della penna diintatta attualità: «Perché Salgari - come osserva nellaprefazione Mino Milani - è l’avventura, e l’avventuranon ha età. E’ oggi che Sandokan e Yanez sipreparano alla battaglia; che i tughs tentano distrangolarti in onore di Kalì...».Una biografia che viene riproposta è quella di SilvinoGonzato, veronese come il padre degli eroi: Latempestosa vita di capitan Salgari (Neri Pozza, pp.253, € 16, con una bibliografia del romanziere a curadi Vittorio Sarti e un corredo di illustrazioni).Serena Piazza e l’illustratore Paolo D’Altanraccontano ai bambini Emilio Salgari navigatore disogni (Rizzoli, € 15). «Un tempo a Torino incontravi letigri in pieno centro. Palme tropicali facevano ombraalle signore accaldate dall’afa. Il Po sfociava nel mardei Caraibi...». Per le edizioni Orecchio Acerbo, unracconto di Salgari, L’isola di Fuoco, ridotto eadattato, con le illustrazioni di Luca Caimmi. Nellapostfazione Paola Pallottino ripercorre in brevel’esistenza dello scrittore che Citati non ha esitato ainnalzare: «Quando prendevano in mano i suoi libri,gli ammiratori di Salgari non sapevano di sfogliare inuna volta sola i romanzi neri e i poemi di Byron, iromanzi marini di Victor Hugo, Il conte diMontecristo, Conrad e perfino Gabriele D’Annunzio».

LORENZOMONDO

I ragazzi, credo, nonleggono più Emilio Salgari oSàlgari come amavano pronun-ciare un tempo il suo nome(l’errore era quasi il contrasse-gno di una gelosa affiliazione auna setta). In compenso, sot-tratto al compito di «istruire di-lettando», è diventato uno scrit-tore per adulti sul quale si sonoesercitati fior di critici e di con-frères: sedotti dalla «matta»esuberanza di una scritturache travolge il puntiglioso con-trollo esercitato preliminar-mente sui dati della realtà.

Sulla sua opera e sulla suavita esiste ormai una imponen-te bibliografia ed occorrevanola lunga consuetudine e la ma-

no provetta del narratore per-ché Ernesto Ferrero fornisseun originale contributo su quel-lo che fu autorevolmente defini-to «il padre degli eroi», il signo-re dell’avventura. Disegnare ilvento (Einaudi, pp. 187, € 19,50)come suggerisce il sottotitolo,L’ultimo viaggio del capitan Sal-gari, racconta gli anni compre-si tra la primavera del 1909 equella del 1911 quando lo scritto-re pone termine in modo orren-do alla sua esistenza. Distruttoda un lavoro inumano, dalla fol-lia della moglie, dall’ossessionedi essere sfruttato da editoriesosi. E’ lo sfondo che consentea Ferrero di tracciare un veridi-

co bilancio, ma di comporre an-che un avvincente romanzo,quello che Salgari non ha maiscritto e che si legge solo in fili-grana nelle migliaia di pagine dalui vergate con frenesia.

Intendiamoci, Ferrero mettea profitto una rigorosa documen-tazione sulle tappe salienti dellasua vita che si svolge tra Verona,Venezia, Genova e si conclude aTorino, nella casa modesta dicorso Casale popolata di bambi-ni e bizzarri animali, sulla ver-deggiante collina, meta di scam-pagnate e alla fine teatro del sui-cidio. Scandaglia le sue letture,che non si riducono ai giornali diviaggio e ai resoconti di esplora-tori, ma anche a scrittori di ran-go, come l’imprevedibile Poe. In-dugia tuttavia a ricreare il mon-do popolare che si addensa nellaborgatella Madonna del Pilone ead offrire, più in generale, il colo-re di una Torino a cavallo del se-colo, segnata dalla presenza diDe Amicis e Lombroso, avviataalla rivoluzione industriale, inse-

guendo il mito di un progresso(l’automobile, l’aereo, il cinema)che Salgari avversa, presagendo-ne funeste conseguenze. E sem-bra frutto di una accorta messin-scena che i suoi funerali venganooscurati dai festeggiamenti perl’apertura dell’Esposizione Uni-versale al Valentino.

Tra le invenzioni di Ferrero

spicca la figura di Angiolina che,felice insinuazione quando sipensi alle debolezze di Salgari, èfiglia di un produttore di vermou-th e di sciroppi. La ragazza incon-tra il dubbio capitano, promossocavaliere dalla regina Margheri-ta, passeggiando sull’argine delPo. Lungi dal secondare la suapropensione all’alcol, interroga

quell’ometto dal volto tormenta-to su Sandokan e sul Corsaro Ne-ro, sul mestiere di scrittore alquale si sente chiamata. Dà pro-va delle sue attitudini, racco-gliendo dialoghi e impressioni inun diario, che diventa nel libro lapiù effusa e importante testimo-nianza sul tracollo di Salgari.

Dirò di più. Ferrero, senzaprevaricare su Angiolina ched’altronde è sua creatura, le pre-sta la propria voce. E’ lei che sve-la a chiare lettere l’intreccio do-cumentale e romanzesco del li-bro: «(Salgari) si sta tramutandoin un personaggio mio, al tempostesso vero e inventato, al puntoche nemmeno io saprei dire dovecomincia l’uno e finisce l’altro»: achi appartengano in realtà le ri-flessioni sentenziose attribuite aSalgari. Penso all’espressione«disegnare il vento», che esaltaper via metaforica la libertà e laforza vitale, la tensione verso l’in-visibile e l’inesprimibile.

Altrove viene detto che siscrive per vivere molte vite, per-ché insoddisfatti di quella avutain sorte. Assolvendo le mistifica-zioni del viaggiatore sedentario,si tesse l’elogio della fantasia chesa essere più vera della realtà.Anche se in un momento di scon-forto Salgari, quasi rinnegandose stesso, esorta Angiolina ad an-dare per il mondo a vedere co-m’è fatto davvero. Nella storia diun romanziere divorato dai suoisogni affiorano gli eterni proble-mi sul complesso rapporto tra vi-ta e scrittura, sulla letteraturacome «menzogna». Senza pedan-teria, in presa diretta, tenendofermo lo sguardo sulla figurastraordinaria di chi aveva sapu-to realizzare viaggi portentosisulle carte geografiche, autourde sa chambre.

.

Nelle vele di Salgarisoffia il ventodell’avventura

MASSIMORAFFAELI

Scrisse uno storicotroppo presto mancato, Nico-la Gallerano, che l’uso pubbli-co della storia ha una sua ne-cessità come luogo di con-fronto e conflitto, di crescitao regresso, in ogni caso di tra-sformazione della coscienzacollettiva. In Italia l’uso (e re-lativo abuso) della figura diGiuseppe Garibaldi - che saràuno dei 5 protagonisti (o anta-gonisti) del Risorgimento sucui al Salone si confronteran-no storici e giornalisti nel ci-clo di incontri «Pro e contro»(n.d.r.) - non ha effettivamen-te avuto eguali, nei termini diuna mitologia, anzi di una di-luviante mitografia, che hascandito la storia del Paesead ogni passaggio di fase co-me si trattasse di un test ob-bligatorio. Per ricostruire eripercorrere l’immagine iti-nerante dell’Eroe dei DueMondi torna utile L’epopea in-franta. Retorica e antiretoricaper Garibaldi (Medusa, pp.128, € 15,50), uno studio di ta-glio comparatistico, agile epenetrante, del critico Massi-mo Onofri, che prende in esa-me tanto la letteratura quan-to la pittura e il cinema.

Luogo ideale d’avvio è ilcentro storico delle città ita-liane dove il senso comune locolloca tra i Padri della Pa-tria associandolo d’acchito,in un vero e proprio CanoneQuadrumvirale, alle icone diMazzini, Cavour e Vittorio

Emanuele II di Savoia: né in-nocua né innocente, una simi-le collocazione corrispondenon solo alla lettura regia, di-nastica e nazionalistica, delRisorgimento ma anche, e so-prattutto, alla tesi del filosofofascista Giovanni Gentile chein un saggio del 1932 vide inlui il battistrada di BenitoMussolini così come nellaspedizione dei Mille la radio-sa profezia della Marcia suRoma. A parte la camicia ne-ra che dovrebbe rimanererossa, in un simile abuso è giàiscritto il Garibaldi di tutti edi nessuno la cui mitologia sipresta, volta a volta, alle dina-miche del trasformismo qua-le tratto di lungo periodo(Giulio Bollati disse il più rile-vante e persistente) della co-siddetta identità italiana.

Onofri parla non a caso di«pensiero unico» e opponeperciò al Garibaldi astuta-mente imbalsamato dall’op-portunismo italico (quello diD’Annunzio o, per altra via,di Curzio Malaparte) un Ga-ribaldi anticanonico, rimos-so, volentieri diffamato e co-stretto in perpetuo all’esilio.Vale a dire un eroe sconfitto,un guerrigliero giocato dalladiplomazia e dalla politica,un uomo irretito nelle suecontraddizioni di democrati-co tuttavia incapace di dareuno sbocco rivoluzionario al-l’Impresa: è da un lato la figu-

ra spettrale che incombe sullanarrativa meridionalistica (daI Viceré di De Roberto e I vec-chi e i giovani di Pirandello a IlGattopardo di Tomasi di Lam-pedusa), dall’altro è il compa-gno d’armi, pallido e segnato,si direbbe il più solo fra tuttiquanti i Mille, che continua aguardarci dalle tele di Silve-stro Lega, di Gerolamo Indu-no (splendido il suo Garibaldial Vascello) di Giovanni Fatto-ri, di Plinio Nomellini, o che silascia appena intravedere dalontano, come un nume popo-lare sul cavallo bianco, nel filmche in epoca fascista annunciail neorealismo, 1860 di Ales-sandro Blasetti.

Nemmeno è un caso che

l’ultima testimonianza esami-nata sia il pannello gigantescodi Renato Guttuso, La batta-glia al ponte dell’Ammiraglio,del ‘52, una sinfonia in rossoche sembra anticipare, coi vol-ti di Giancarlo Pajetta e LuigiLongo al posto di Nino Bixio eBenedetto Cairoli, l’epopeadella Resistenza per una scel-ta di deliberato anacronismo.Scrive Onofri: «L’effetto è for-se il contrario di quello voluto:non la solida restituzione aicontemporanei di un mito an-cora vivo, ma la sua vaporizza-zione nelle urgenze del presen-te. […]Quando Guttuso, ultimogrande figlio del garibaldini-smo, dipinge l’eroe dei duemondi, il mito non c’è più e

l’epopea è definitivamente in-franta». Ciò vuol dire più sem-plicemente che la mitologia diGiuseppe Garibaldi ha oramaiinvertito il decorso: tra guerracivile e guerra fredda, il suonome illustra le Brigate deipartigiani comunisti, il suo vol-to è simbolo del Fronte Popola-re alle elezioni del 18 aprile ‘48e tornerà indirettamente (no-ve anni dopo il quadro di Gut-tuso) con una delle più celebra-te icone secolari, Ernesto CheGuevara nella foto di Korda.Guerrigliero romantico anchelui, protagonista e vittima diuna rivoluzione tradita, un al-tro eroe che l’uso pubblico hafatalmente trasformato nel po-ster di tutti e di nessuno.

Speciale Salone 2011XVIIITuttolibri

SABATO 7 MAGGIO 2011LA STAMPA XIX

Garibaldi, la Rivoluzioneche non c’è mai stata

5 incontri

In dvdIL SANDOKAN TVCon KabirBedinellevestidiSandokan,TigredellaMalesia,Salgari risorse in tvnel1976.Unosceneggiato in6puntate -nelcastPhilippeLeroy/ l’amico-fratelloYanez,AdolfoCeli/perfidosirBrookeeCarolAndré/Marianna,perladiLabuan-per la regiadiSergioSollimaora indvd, con libro(Sandokan,RizzoliBur,€ 24,90).

UNA VITA IMMAGINARIAIl regista Marco Serrecchiaripercorre la vita di Sagari, cuipresta la sua voce Gino Paoli,in un film documentario,edito da minimum fax:Capitan Salgari, in viaggiocon l’immaginazione (€ 22,il dvd e il libro Una tigre inredazione, antologia delSalgari giornalista, a curadiSilvino Gonzato.

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L’ultimo viaggiodel Capitano,fra il 1909 e il 1911,fino alla sceltadi spezzare la penna

Cent’anni dopo Protagonista al Lingottoe nel romanzo-documento di Ernesto Ferrero

Il generale come eroesconfitto dalla politicae dalla diplomazia:la lettura antiretoricadi Massimo Onofri

Illustrazione di Lebedev«Il circo» 1925

Nella Torinodell’auto e del cinema,di De Amicise Lombroso, avversòil mito del progresso

Pro e contro Confronto aperto al Salone sui «padri della patria»per andare oltre il «pensiero unico» che a lungo li ha imbalsamati

Adel

phi

ADELPHI

Terza edizione

Seconda edizione

Seconda edizione

Seconda edizione

Alberto ArbasinoAmerica amore

¯ ¯

Sergio SolmiScritti sull’arte

«È possibile che si abbia voglia di tornare a casa per il solo piacere dileggere un libro?». (Giuseppe Montesano, «l’Unità»)

l

ñ

, «la Repubblica»

Una feroce e divertentissima satira dell’editoria.

«Una formidabile galleria di profili senza tempo».(Piero Melati, «il venerdì»)

Czeslaw MiloszAbbecedario

Georges SimenonLa fuga del signor Monde

Irène NémirovskyIl vino della solitudine

Giorgio ManganelliTi ucciderò, mia capitale

Gabriel ChevallierLa paura

Vasilij GrossmanIl bene sia con voi!

Joseph RothSecondo amore

Muhammad Dara ŠikohLa congiunzione dei due oceani

Jamaica KincaidIn fondo al fiume

René GuénonI princìpi del calcolo infinitesimale

Alberto SavinioTutta la vita

Roberto BolañoIl Terzo Reich

Christopher IsherwoodLa violetta del Prater

Salvatore NiffoiIl lago dei sogni

Aldous HuxleyPunto contro punto

Guido CeronettiIn un amore felice

Goffredo PariseIl padrone

Alain FinkielkrautUn cuore intelligente

Robert DarntonIl futuro del libro

«Mi osz raccoglie pensieri, intuizioni, profili, illuminazioni,aforismi, apologhi, brevi racconti, citazioni, ricordi,

con una sapienza senza eguali». (Pietro Citati, «la Repubblica»)

«Monde non è altri che Simenon. Stretto fra l’evasionedalla vita e la prigione della vita». (Stenio Solinas, «il Giornale»)

Il più autobiografico e personale dei grandi romanzidella Némirovsky.

«Un libro in cui il più libero divertimento si sposaall’inquietudine più fonda». (Lorenzo Mondo, «Tuttolibri»)

Un romanzo che ci mostra la guerra come se la vedessimoper la prima volta. La riscoperta di un classico moderno.

Il testamento letterario e spirituale dell’autore di .

«Così sono i suoi racconti: un mazzo di fiori colti nel campodel mondo mentre si è inseguiti dalla morte».

(Valeria Parrella, «Grazia»)

La testimonianza del breve, prodigioso momentoin cui si azzardò a far confluire induismo

e islamismo in una stessa sapienza.

«Un viaggio nella memoria lungo dieci racconti, sospesi tra sognoe cordoglio, luce e tenebra».

(Tiziano Gianotti, «D la Repubblica delle Donne»)

I quesiti metafisici che si celano in un procedimento del calcolosu cui è basata la scienza moderna.

I racconti più visionari di Savinio.

«I prodromi di ciò che ha reso Bola o un autore di culto».(Tommaso Pincio, «il manifesto»)

«Lieve quanto vero». (Irene Bignardi, «la Repubblica»)

«Un senso del magico e del sovrannaturale profondamenteimpiantato nella concretezza della vita».(Leonetta Bentivoglio )

« è divertentissimo,con sprazzi di farsa sopraffina». («The Observer»)

Il primo romanzo di Guido Ceronetti.

«Nove appelli alla nostra capacità d’ascolto».(Mario Bernardi Guardi, «Il Tempo»)

Un atto d’amore per il libro quale che sia la forma in cui appare.

Vita e destino

Punto contro punto

.

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Page 20: Tuttolibri n. 1764 (07-05-2011)

Pagina Fisica: INSERTI - NAZIONALE - 20 - 07/05/11 - Pag. Logica: INSERTI/PAGINE [TL_20] - Autore: GIOVIA - Ora di stampa: 05/05/11 12.34

GLI INCONTRICOORDINATIDA EROS MIARI

Riservato agli under 14= Nell’ambito del Bookstock Village, una sezione dedicataai ragazzi fino ai 14 anni, curata da Eros Miari. Tra gli ospitiSilvanaGandolfi ( Io dentro gli spari,Salani, un bambino infugadalla mafia); Lia Levi (La scala dorata, Piemme,due fratellinellaParigi del 1858);Mino Milani (Sognando Garibaldi,Piemme);PierdomenicoBaccalario, autore con DavideMorisottodi Maydala Express (Piemme),LuigiGarlando,Giovanni Del Ponte, Guido Sgardoli, Fabiano Negrin.

TORNA «A-ULÌ-ULÈ» DI NICO ORENGO

Tempo di filastrocche= A due anni dalla scomparsa, un’occasione per ricordareNico Orengo (il 15, h. 18.30, Bookstock Village , conRoberto Denti e Bruno Quaranta). E’ la riproposta da Salanidi A-ulì-ulè (pp. 156, € 12), filastrocche, conte, ninnenanne,con i disegni di Bruno Munari, scritte per il figlio Simone nel1972 e diventate un piccolo classico: «intrattenere, recitare,giocare e improvvisare - diceva Orengo - ... recuperare lepossibilità della fantasia e dell’avventura».

VINCITORIGEK TESSAROE JULES FEIFFER

I premi di «Nati per leggere»= Anche quest’annoal Salone«Nati per leggere» premiachipromuove la letturaper i bambini da zero a 6 anni. Sono statiscelti l’ artistae illustratore Gek Tessaro (Il fatto è, Lapis) e loscrittoreamericano, vignettistae PremioPulitzer Jules Feiffer(Abbaia, George!, Salani). Premiati anche per la loro attività, laBibliotecacivicadi Cuneoe la pediatraElena Cappellani.La giuria era presiedutada Rita ValentinoMerletti.Premiazione il 16 maggio,h. 16, Arena del BookstockVillage.

LO SCRITTORE CHE HA VINTO L’«ANDERSEN 2010»

Sull’albero di Almond= Fra i numerosi scrittori per ragazzi, al Salone verràanche David Almond, vincitore del premio AndersenAward 2010, per presentare il suo ultimo libro La storia diMina (Salani) il 13, h. 11,30, Bookstock Village. Mina lastramba, Mina indisciplinata, Mina la pazza... Dall’alto diun albero il suo sguardo ci accompagna a riflettere sulmondo e su noi stessi.Un personaggio, Mina, che ritorna:già era comparsa in un precedente libro di Almond, Skellig.

ANTONIOFAETI

Guardo il volume,edito a Bologna a cura diHamelin, I libri per ragazziche hanno fatto l’Italia(www.hamelin.net, pp. 246), e, pa-gina dopo pagina, ci trovoproprio tutto, e infatti c’èQuadratino e c’è la Pitzor-no, c’è Tex e c’è Mussino,c’è Salgari e c’è GeronimoStilton, c’è Rodari e c’èYambo, in una gremita pas-serella, utile per una visio-ne d’insieme e per mille par-ticolari su cui ci si può e ci sideve soffermare.

Da oltre mezzo secolo, daquel primo ottobre del 1959in cui, con le leggi d’allora difatto «minorenne», entrai neiruoli della scuola elementare,la domanda «può un libro perragazzi fare l’Italia?» mi tor-na in mente nelle più diverseoccasioni. Ero a Pesaro,l’estate scorsa, un sabato po-meriggio, una bella e fresca

sala, ad ascoltare, attonito ecommosso, un ottimo attoreche leggeva, con sapienza epartecipazione, varie paginedal Libro di Tonino di FabioTombari. Quando vado a Fano,un Fabio Tombari di bronzo, inpiazza, sembra sorridermi, dacollega a collega: è un monu-mento degno di lui, semplice eintrigante. Ma eleganti e allusi-vi erano invece i distinti signo-ri e le eleganti signore che mihanno attorniato al terminedella lettura. E: «sono quellepagine, sa, professore, che cihanno fatto essere ciò che sia-mo, la vedevamo commosso, ècerto d’accordo anche lei...».

Si, avevo molto usato il Li-bro di Tonino, ricavando dallesue pagine quel senso mirabiledella natura che incanta sem-pre i bambini, quell’intuito eco-logista (nel 1955...) in cui il sa-piente e allusivo «ghiozzo bi-gio» parla con la trota marzoli-na, mentre le italiche sere di«prima della televisione» siriempiono di voci sapienti, diriflessioni e aneddoti, di storiae di scienza. Per una ventinad’anni, il libro di Tombari, diffi-cile da catalogare con il suostesso autore, di italiane e diitaliani deve averne fatti unbel po’, ma mentre così riflettosento che servirebbe un conve-

gno, uno spazio ove confron-tarsi e discutere, perché que-sta mia affermazione non su-scita certezze, provoca sola-mente altre domande.

Un amico partigiano, re-sponsabile dell’Anpi in quellezone, mi regalò una volta unacopia di Quartiere Corridoni, li-bro di Stato fascista scritto in-teramente da Pina Ballario nel1941, dicendomi di rifletteresull’esemplare efficacia di quellibro, sul quale avrebbe volutouna giornata di studio perchédoveva aver fatto parecchi ita-liani della generazione che, peretà, veniva dopo quella a cui ap-parteneva lui.

Non c’è più, non lo rileggere-mo pubblicamente insieme, mauno dei miei professori, noto mi-litante socialista, diceva di es-sersi formato sulle pagine de Ilbalilla Vittorio, di Roberto For-ges Davanzati. Commissionatodirettamente dall’ex maestro discuola Benito Mussolini al gior-nalista che maggiormente sti-mava, uscito nel 1931, obbligato-rio in quinta elementare, è for-se il libro che ha davvero «fat-to» una generazione di italiani,quella a cui apparteneva miofratello Benny. Il libro richiedemolta perizia ermeneutica, per-

ché è accortamente costruitocon l’ambizione di chi vuole al-lontanare dall’immaginario deiBalilla proprio il Cuore, proprioPinocchio, proprio Salgari.

Un’altra sorpresa mi venne,quaranta anni fa, dalla mia ami-ca Natalia Ginzburg, che, in unampio articolo scritto per il Cor-riere della Sera, e dopo in un col-loquio pubblico in una bibliote-ca bolognese, sostenne che il li-bro che maggiormente avevafatto gli italiani era Marchino.Avventure d’un Asino, una nar-razione in dodici volumetti del«formato Salani», pubblicata inetà giolittiana dal padre scolo-

pio fiorentino Tommaso Cata-ni. E fu proprio un altro ammi-ratore di Catani, il suo confra-tello padre Ernesto Balducci, aregalarmi l’opera completa.

Difficile incontrare due per-sonaggi più distanti tra loro di

Balducci e di Natalia, ma, leg-gendo le strabilianti avventu-re di questo sconcertante asi-nello, si notano ampie conso-nanze generazionali, di quelletanto care a Ortega y Gasset.Fra l’altro, poiché cominciavoproprio allora a studiare la sto-ria della letteratura per l’infan-

zia, pensavo che Catani fosseun imitatore della Contessa deSégur e del suo Memorie di unasino, ma i dodici volumettierano così originali, così diver-si e così nostri da richiedereuna lettera interpretativa deltutto nostra, solo attenta alleminuziose partizioni della no-stra vicenda politica e civile.

Possiedo anche io un libroda cui mi ritengo «fatto», op-pure «formato», o l’altro anco-ra. È un povero volume inbrossura, sotto tono, sempresconsigliatissimo nelle liste diproscrizione esibite un temponelle parrocchie. Aveva ancheda esibire un clamoroso, sfac-ciato, sciaguratissimo peccatooriginale: era nato infatti daun fumetto, Sciuscià, con testidi Giana Anguissola e disegnidi Franco Paludetti.

A fumetti, Sciuscià e la suaamica Fiammetta risalivano la

penisola nei seicento giorni del-la guerra civile, dal Sud alNord proprio come avviene inPaisà di Rossellini. Ma il fasci-no che esercitava su di me eradovuto alla sua sconcertantecapacità di spiegare, di dare unsenso, di mettere in ordine, difornire ragioni. Perché, orfanodi madre, sfollato in un paeseche fu l’ultimo baluardo, nel no-stro Appennino, della Linea Go-tica, avevo visto assassinarepersone, bombardare case, cor-rere il sangue, avvilire l’uma-no. Ma non avevo mai capito

nulla, nessuno chiariva, nessu-no spiegava: in molti film sullaGuerra Civile americana ritro-vai, perfettamente riprodot-to, lo stesso clima balordo esanguinoso. Ma Giana Anguis-sola, che più tardi creò con li-bri memorabili, la più bellagalleria di bambine italiane,sapeva e voleva spiegare, par-lava davvero a quelli comeme, gli orfani sotto le bombe.

Così Tombari, Catani, For-ges Davanzati, l’Anguissola e laBallario ripropongono il temafondamentale della letteraturaper l’infanzia: sempre «sognoguidato», come diceva Borges.

I libri che han fatto i ragazzi Oltre i celebri, da Collodia Rodari, da Tex a Stilton, gli autori e titoli «dimenticati»

.

Noi, che abbiamosognato con Tonino,Sciuscià e Marchino

L’ITALIA DEI LIBRI

Centocinquant’anni di capolavoriL’autobiografia dell’Italia attraverso i libri.All’Oval la mostra«1861-2011.L’Italiadei libri», curata daGianArturoFerrari, presidentedelCentroper il Libroe la Lettura.Cinque le sezioni: i 150grandi libri, i15superlibri, i 15personaggi, gli editori, i fenomenieditoriali.

I 15 SUPER LIBRI

Da Nievo a SavianoI «super» prescelti sono «Le confessioni di un ottuagenario» (IppolitoNievo), «Le avventure di Pinocchio» (Carlo Collodi), «Cuore» (DeAmicis), «Myricae» (Pascoli), «Allegria di naufragi» (Ungaretti), «Lacoscienza di Zeno» (Svevo), «Ossi di seppia» (Montale), «Gliindifferenti» (Moravia), «Se questo è un uomo» (Primo Levi), «DonCamillo» (Guareschi), «Il barone rampante» (Calvino), «Querpasticciaccio brutto de via Merulana» (Gadda), «Il Gattopardo»(Tomasi di Lampedusa), «Il nome della rosa» (Umberto Eco),«Gomorra» (Roberto Saviano).

I 15 PERSONAGGI

Da De Sanctis alla FallaciQuindici figure, che hanno fatto l’Italia, rappresentative dei suoicaratteri. Sono stati prescelti Francesco De Sanctis, primo ministrodella Pubblica Istruzione nell’Italia unita, Giosuè Carducci, GabrieleD’Annunzio, Emilio Salgari, Benedetto Croce, Luigi Pirandello, FilippoTommaso Marinetti, Giovanni Gentile, Antonio Gramsci, LeoLonganesi, Cesare Pavese, Indro Montanelli, Leonardo Sciascia, PierPaolo Pasolini, Oriana Fallaci.

GLI EDITORI

Da Utet a SellerioLe Case che hanno fatto in centocinquant’anni l’Italia attraverso i libri,scoprendo autori, inventando generi e collane, mode e fenomeni dicostume:Utet, Ricordi, Treves-Garzanti, Zanichelli, Hoepli, Sonzogno,Bemporad-Barbera-Giunti, Laterza, Mondadori, Vallecchi, Rizzoli,Bompiani, Einaudi, Feltrinelli, Adelphi, Sellerio.

I FENOMENI EDITORIALI

Dalle biblioteche ai tascabiliLa cultura italiana attraverso i «fenomeni editoriali»: le biblioteche, ilgiornalismo, i libri di scuola e per ragazzi, l’editoria tecnica escientifica, enciclopedie e dizionari, le librerie, i premi letterari, i gialli,le collane tascabili, l’editoria religiosa, l’editoria d’arte.

Ci si lamentaspessoche inostrigiovaninonsannopiùl'italiano,manel150˚dell'Unitàsièdecisodicreare lecondizioniper stanareepremiarequelli che invecel'italianolosannoeneconoscono lagrammatica.Partonoabreve leprimeOlimpiadinazionalidilinguaitaliana: farannogareggiaregli studentidelsecondobienniodelle scuolesecondariedi secondogradostatali eparitarie. Lacompetizioneèsotto l'AltoPatronatodelPresidentedellaRepubblicaedèpromossadalministerodell'Istruzione incollaborazionecon l'AccademiadellaCrusca,l'Universitàe ilComunedi Firenzee,pergli studentidelsecondobienniodei licei italianiall'estero, incollaborazionecon ilministerodegliAffari Esteri.Quando leOlimpiadiverrannopresentatealSalonedellibrodiTorino il 12maggio (ore15salaOval), lemoltescuolepartecipantiavrannogià iscritto finoa10studenti; il 27maggioci sarà laprimaprovaeverràscelto il campionediogni scuola,chepoigareggerà il30settembreconglialtri campionidella suaregione.Allagaranazionaleaccedono iprimi treclassificatidiogni singolaRegionee iprimitreclassificati tra tuttiglistudentidellescuole italianeall'estero.Cosìcomeèavvenutocon leOlimpiadidimatematica,l'intentodichiaratoèsuscitare,anzi risuscitare,l'interesseper lostudiodella lingua italianacomeelementoportantedella formazioneculturaleecomestrumentodiconoscenza.Siprevedono«gare»chestimolanosoprattutto la riflessionesulla lingua italianae laconsapevolezzadi ciòchesiapprende leggendo.Iquesiti,diortografia,morfologia, lessico, sintassi eorganizzazionedel testoeretorica, sonointeramentegestitidaunsistemaautomaticodalladistribuzionedeitesti,alla raccoltadei risultati ealla lorocorrezione.

Ancoraprimadei concorrentihannodovutoaffrontareprovenonindifferentigli stessi estensorideiquesiti: lemodalitàdigara, infatti,hanno imposto l'adozionediquesitia rispostachiusa.Questosignifica che lostudentedeve«solo»riconoscere la rispostagiusta,nondeveparlareoessere«creativo».SonoOlimpiadiaperteai timidieancheachinonsenteononparla.Crearedomandeconrispostemultiple incui le trerispostesbagliatesembrinoalmenounpo'giusterichiedemetodicaperfidia.Ci siaugurachesianomoltigli studenti ingradodi rispondereatutto,perciò,propriocomenellegareatletiche,èprevistounfotofinish: aparitàdipunteggioconterà l'avercaricatonelsistema lerisposte inminor tempo.Uncertobagagliodi terminologiagrammaticaleèdatoperpresupposto,anchesesiècercatodimantenerlo ilpiùvicinopossibileallegrammatichechecircolanonelmondodella scuola.Unesempio:anchesechiamare«partedeldiscorso» terminicomenome,verboeaggettivo liavrebbeavvicinatidipiùallepartesorationis (eall'inglesepartsofspeech), le si chiama«categoriegrammaticali».Cosìpureanchesemoltegrammatichedelbienniosuperioreormaiparlanodifrasi segmentate,dipronomico-referenti, ledomandecheriguardanoquesti fenomenievitanodiusare talitermini. I terminiusatineiquesiti, e soprattuttogliaspetti linguistici chetali terminidescrivono,d'altraparte, ricevono indirettamenteunapatentediimportanzaesi sperachegli insegnantidi italianonericavinoconfermeper le loro lezioni.Lagara finalee lapremiazionedei campionisi svolgeràil15ottobreaFirenzenelSalonedeiCinquecento,aPalazzoVecchio. CarlaMarello

Opere di formazione«minori» eppure decisivecome tante letturescolastiche, compresequelle dei piccoli balilla

La mostra 1861-2011

Le Olimpiadi dell’italiano

Speciale Salone 2011 Torino 12-16 maggioXXTuttolibri

SABATO 7 MAGGIO 2011LA STAMPA XXI

Illustrazioni di Mikhail Larionov«Art Decoratif ThéâtralModerne», 1919

La generazione di chiè diventato «italiano»con gli avventurosipersonaggi di Tombari,Anguissola e Cattani

Page 21: Tuttolibri n. 1764 (07-05-2011)

Pagina Fisica: INSERTI - NAZIONALE - 21 - 07/05/11 - Pag. Logica: INSERTI/PAGINE [TL_20] - Autore: GIOVIA - Ora di stampa: 05/05/11 12.34

GLI INCONTRICOORDINATIDA EROS MIARI

Riservato agli under 14= Nell’ambito del Bookstock Village, una sezione dedicataai ragazzi fino ai 14 anni, curata da Eros Miari. Tra gli ospitiSilvanaGandolfi ( Io dentro gli spari,Salani, un bambino infugadalla mafia); Lia Levi (La scala dorata, Piemme,due fratellinellaParigi del 1858);Mino Milani (Sognando Garibaldi,Piemme);PierdomenicoBaccalario, autore con DavideMorisottodi Maydala Express (Piemme),LuigiGarlando,Giovanni Del Ponte, Guido Sgardoli, Fabiano Negrin.

TORNA «A-ULÌ-ULÈ» DI NICO ORENGO

Tempo di filastrocche= A due anni dalla scomparsa, un’occasione per ricordareNico Orengo (il 15, h. 18.30, Bookstock Village , conRoberto Denti e Bruno Quaranta). E’ la riproposta da Salanidi A-ulì-ulè (pp. 156, € 12), filastrocche, conte, ninnenanne,con i disegni di Bruno Munari, scritte per il figlio Simone nel1972 e diventate un piccolo classico: «intrattenere, recitare,giocare e improvvisare - diceva Orengo - ... recuperare lepossibilità della fantasia e dell’avventura».

VINCITORIGEK TESSAROE JULES FEIFFER

I premi di «Nati per leggere»= Anche quest’annoal Salone«Nati per leggere» premiachipromuove la letturaper i bambini da zero a 6 anni. Sono statiscelti l’ artistae illustratore Gek Tessaro (Il fatto è, Lapis) e loscrittoreamericano, vignettistae PremioPulitzer Jules Feiffer(Abbaia, George!, Salani). Premiati anche per la loro attività, laBibliotecacivicadi Cuneoe la pediatraElena Cappellani.La giuria era presiedutada Rita ValentinoMerletti.Premiazione il 16 maggio,h. 16, Arena del BookstockVillage.

LO SCRITTORE CHE HA VINTO L’«ANDERSEN 2010»

Sull’albero di Almond= Fra i numerosi scrittori per ragazzi, al Salone verràanche David Almond, vincitore del premio AndersenAward 2010, per presentare il suo ultimo libro La storia diMina (Salani) il 13, h. 11,30, Bookstock Village. Mina lastramba, Mina indisciplinata, Mina la pazza... Dall’alto diun albero il suo sguardo ci accompagna a riflettere sulmondo e su noi stessi.Un personaggio, Mina, che ritorna:già era comparsa in un precedente libro di Almond, Skellig.

ANTONIOFAETI

Guardo il volume,edito a Bologna a cura diHamelin, I libri per ragazziche hanno fatto l’Italia(www.hamelin.net, pp. 246), e, pa-gina dopo pagina, ci trovoproprio tutto, e infatti c’èQuadratino e c’è la Pitzor-no, c’è Tex e c’è Mussino,c’è Salgari e c’è GeronimoStilton, c’è Rodari e c’èYambo, in una gremita pas-serella, utile per una visio-ne d’insieme e per mille par-ticolari su cui ci si può e ci sideve soffermare.

Da oltre mezzo secolo, daquel primo ottobre del 1959in cui, con le leggi d’allora difatto «minorenne», entrai neiruoli della scuola elementare,la domanda «può un libro perragazzi fare l’Italia?» mi tor-na in mente nelle più diverseoccasioni. Ero a Pesaro,l’estate scorsa, un sabato po-meriggio, una bella e fresca

sala, ad ascoltare, attonito ecommosso, un ottimo attoreche leggeva, con sapienza epartecipazione, varie paginedal Libro di Tonino di FabioTombari. Quando vado a Fano,un Fabio Tombari di bronzo, inpiazza, sembra sorridermi, dacollega a collega: è un monu-mento degno di lui, semplice eintrigante. Ma eleganti e allusi-vi erano invece i distinti signo-ri e le eleganti signore che mihanno attorniato al terminedella lettura. E: «sono quellepagine, sa, professore, che cihanno fatto essere ciò che sia-mo, la vedevamo commosso, ècerto d’accordo anche lei...».

Si, avevo molto usato il Li-bro di Tonino, ricavando dallesue pagine quel senso mirabiledella natura che incanta sem-pre i bambini, quell’intuito eco-logista (nel 1955...) in cui il sa-piente e allusivo «ghiozzo bi-gio» parla con la trota marzoli-na, mentre le italiche sere di«prima della televisione» siriempiono di voci sapienti, diriflessioni e aneddoti, di storiae di scienza. Per una ventinad’anni, il libro di Tombari, diffi-cile da catalogare con il suostesso autore, di italiane e diitaliani deve averne fatti unbel po’, ma mentre così riflettosento che servirebbe un conve-

gno, uno spazio ove confron-tarsi e discutere, perché que-sta mia affermazione non su-scita certezze, provoca sola-mente altre domande.

Un amico partigiano, re-sponsabile dell’Anpi in quellezone, mi regalò una volta unacopia di Quartiere Corridoni, li-bro di Stato fascista scritto in-teramente da Pina Ballario nel1941, dicendomi di rifletteresull’esemplare efficacia di quellibro, sul quale avrebbe volutouna giornata di studio perchédoveva aver fatto parecchi ita-liani della generazione che, peretà, veniva dopo quella a cui ap-parteneva lui.

Non c’è più, non lo rileggere-mo pubblicamente insieme, mauno dei miei professori, noto mi-litante socialista, diceva di es-sersi formato sulle pagine de Ilbalilla Vittorio, di Roberto For-ges Davanzati. Commissionatodirettamente dall’ex maestro discuola Benito Mussolini al gior-nalista che maggiormente sti-mava, uscito nel 1931, obbligato-rio in quinta elementare, è for-se il libro che ha davvero «fat-to» una generazione di italiani,quella a cui apparteneva miofratello Benny. Il libro richiedemolta perizia ermeneutica, per-

ché è accortamente costruitocon l’ambizione di chi vuole al-lontanare dall’immaginario deiBalilla proprio il Cuore, proprioPinocchio, proprio Salgari.

Un’altra sorpresa mi venne,quaranta anni fa, dalla mia ami-ca Natalia Ginzburg, che, in unampio articolo scritto per il Cor-riere della Sera, e dopo in un col-loquio pubblico in una bibliote-ca bolognese, sostenne che il li-bro che maggiormente avevafatto gli italiani era Marchino.Avventure d’un Asino, una nar-razione in dodici volumetti del«formato Salani», pubblicata inetà giolittiana dal padre scolo-

pio fiorentino Tommaso Cata-ni. E fu proprio un altro ammi-ratore di Catani, il suo confra-tello padre Ernesto Balducci, aregalarmi l’opera completa.

Difficile incontrare due per-sonaggi più distanti tra loro di

Balducci e di Natalia, ma, leg-gendo le strabilianti avventu-re di questo sconcertante asi-nello, si notano ampie conso-nanze generazionali, di quelletanto care a Ortega y Gasset.Fra l’altro, poiché cominciavoproprio allora a studiare la sto-ria della letteratura per l’infan-

zia, pensavo che Catani fosseun imitatore della Contessa deSégur e del suo Memorie di unasino, ma i dodici volumettierano così originali, così diver-si e così nostri da richiedereuna lettera interpretativa deltutto nostra, solo attenta alleminuziose partizioni della no-stra vicenda politica e civile.

Possiedo anche io un libroda cui mi ritengo «fatto», op-pure «formato», o l’altro anco-ra. È un povero volume inbrossura, sotto tono, sempresconsigliatissimo nelle liste diproscrizione esibite un temponelle parrocchie. Aveva ancheda esibire un clamoroso, sfac-ciato, sciaguratissimo peccatooriginale: era nato infatti daun fumetto, Sciuscià, con testidi Giana Anguissola e disegnidi Franco Paludetti.

A fumetti, Sciuscià e la suaamica Fiammetta risalivano la

penisola nei seicento giorni del-la guerra civile, dal Sud alNord proprio come avviene inPaisà di Rossellini. Ma il fasci-no che esercitava su di me eradovuto alla sua sconcertantecapacità di spiegare, di dare unsenso, di mettere in ordine, difornire ragioni. Perché, orfanodi madre, sfollato in un paeseche fu l’ultimo baluardo, nel no-stro Appennino, della Linea Go-tica, avevo visto assassinarepersone, bombardare case, cor-rere il sangue, avvilire l’uma-no. Ma non avevo mai capito

nulla, nessuno chiariva, nessu-no spiegava: in molti film sullaGuerra Civile americana ritro-vai, perfettamente riprodot-to, lo stesso clima balordo esanguinoso. Ma Giana Anguis-sola, che più tardi creò con li-bri memorabili, la più bellagalleria di bambine italiane,sapeva e voleva spiegare, par-lava davvero a quelli comeme, gli orfani sotto le bombe.

Così Tombari, Catani, For-ges Davanzati, l’Anguissola e laBallario ripropongono il temafondamentale della letteraturaper l’infanzia: sempre «sognoguidato», come diceva Borges.

I libri che han fatto i ragazzi Oltre i celebri, da Collodia Rodari, da Tex a Stilton, gli autori e titoli «dimenticati»

.

Noi, che abbiamosognato con Tonino,Sciuscià e Marchino

L’ITALIA DEI LIBRI

Centocinquant’anni di capolavoriL’autobiografia dell’Italia attraverso i libri.All’Oval la mostra«1861-2011.L’Italiadei libri», curata daGianArturoFerrari, presidentedelCentroper il Libroe la Lettura.Cinque le sezioni: i 150grandi libri, i15superlibri, i 15personaggi, gli editori, i fenomenieditoriali.

I 15 SUPER LIBRI

Da Nievo a SavianoI «super» prescelti sono «Le confessioni di un ottuagenario» (IppolitoNievo), «Le avventure di Pinocchio» (Carlo Collodi), «Cuore» (DeAmicis), «Myricae» (Pascoli), «Allegria di naufragi» (Ungaretti), «Lacoscienza di Zeno» (Svevo), «Ossi di seppia» (Montale), «Gliindifferenti» (Moravia), «Se questo è un uomo» (Primo Levi), «DonCamillo» (Guareschi), «Il barone rampante» (Calvino), «Querpasticciaccio brutto de via Merulana» (Gadda), «Il Gattopardo»(Tomasi di Lampedusa), «Il nome della rosa» (Umberto Eco),«Gomorra» (Roberto Saviano).

I 15 PERSONAGGI

Da De Sanctis alla FallaciQuindici figure, che hanno fatto l’Italia, rappresentative dei suoicaratteri. Sono stati prescelti Francesco De Sanctis, primo ministrodella Pubblica Istruzione nell’Italia unita, Giosuè Carducci, GabrieleD’Annunzio, Emilio Salgari, Benedetto Croce, Luigi Pirandello, FilippoTommaso Marinetti, Giovanni Gentile, Antonio Gramsci, LeoLonganesi, Cesare Pavese, Indro Montanelli, Leonardo Sciascia, PierPaolo Pasolini, Oriana Fallaci.

GLI EDITORI

Da Utet a SellerioLe Case che hanno fatto in centocinquant’anni l’Italia attraverso i libri,scoprendo autori, inventando generi e collane, mode e fenomeni dicostume:Utet, Ricordi, Treves-Garzanti, Zanichelli, Hoepli, Sonzogno,Bemporad-Barbera-Giunti, Laterza, Mondadori, Vallecchi, Rizzoli,Bompiani, Einaudi, Feltrinelli, Adelphi, Sellerio.

I FENOMENI EDITORIALI

Dalle biblioteche ai tascabiliLa cultura italiana attraverso i «fenomeni editoriali»: le biblioteche, ilgiornalismo, i libri di scuola e per ragazzi, l’editoria tecnica escientifica, enciclopedie e dizionari, le librerie, i premi letterari, i gialli,le collane tascabili, l’editoria religiosa, l’editoria d’arte.

Ci si lamentaspessoche inostrigiovaninonsannopiùl'italiano,manel150˚dell'Unitàsièdecisodicreare lecondizioniper stanareepremiarequelli che invecel'italianolosannoeneconoscono lagrammatica.Partonoabreve leprimeOlimpiadinazionalidilinguaitaliana: farannogareggiaregli studentidelsecondobienniodelle scuolesecondariedi secondogradostatali eparitarie. Lacompetizioneèsotto l'AltoPatronatodelPresidentedellaRepubblicaedèpromossadalministerodell'Istruzione incollaborazionecon l'AccademiadellaCrusca,l'Universitàe ilComunedi Firenzee,pergli studentidelsecondobienniodei licei italianiall'estero, incollaborazionecon ilministerodegliAffari Esteri.Quando leOlimpiadiverrannopresentatealSalonedellibrodiTorino il 12maggio (ore15salaOval), lemoltescuolepartecipantiavrannogià iscritto finoa10studenti; il 27maggioci sarà laprimaprovaeverràscelto il campionediogni scuola,chepoigareggerà il30settembreconglialtri campionidella suaregione.Allagaranazionaleaccedono iprimi treclassificatidiogni singolaRegionee iprimitreclassificati tra tuttiglistudentidellescuole italianeall'estero.Cosìcomeèavvenutocon leOlimpiadidimatematica,l'intentodichiaratoèsuscitare,anzi risuscitare,l'interesseper lostudiodella lingua italianacomeelementoportantedella formazioneculturaleecomestrumentodiconoscenza.Siprevedono«gare»chestimolanosoprattutto la riflessionesulla lingua italianae laconsapevolezzadi ciòchesiapprende leggendo.Iquesiti,diortografia,morfologia, lessico, sintassi eorganizzazionedel testoeretorica, sonointeramentegestitidaunsistemaautomaticodalladistribuzionedeitesti,alla raccoltadei risultati ealla lorocorrezione.

Ancoraprimadei concorrentihannodovutoaffrontareprovenonindifferentigli stessi estensorideiquesiti: lemodalitàdigara, infatti,hanno imposto l'adozionediquesitia rispostachiusa.Questosignifica che lostudentedeve«solo»riconoscere la rispostagiusta,nondeveparlareoessere«creativo».SonoOlimpiadiaperteai timidieancheachinonsenteononparla.Crearedomandeconrispostemultiple incui le trerispostesbagliatesembrinoalmenounpo'giusterichiedemetodicaperfidia.Ci siaugurachesianomoltigli studenti ingradodi rispondereatutto,perciò,propriocomenellegareatletiche,èprevistounfotofinish: aparitàdipunteggioconterà l'avercaricatonelsistema lerisposte inminor tempo.Uncertobagagliodi terminologiagrammaticaleèdatoperpresupposto,anchesesiècercatodimantenerlo ilpiùvicinopossibileallegrammatichechecircolanonelmondodella scuola.Unesempio:anchesechiamare«partedeldiscorso» terminicomenome,verboeaggettivo liavrebbeavvicinatidipiùallepartesorationis (eall'inglesepartsofspeech), le si chiama«categoriegrammaticali».Cosìpureanchesemoltegrammatichedelbienniosuperioreormaiparlanodifrasi segmentate,dipronomico-referenti, ledomandecheriguardanoquesti fenomenievitanodiusare talitermini. I terminiusatineiquesiti, e soprattuttogliaspetti linguistici chetali terminidescrivono,d'altraparte, ricevono indirettamenteunapatentediimportanzaesi sperachegli insegnantidi italianonericavinoconfermeper le loro lezioni.Lagara finalee lapremiazionedei campionisi svolgeràil15ottobreaFirenzenelSalonedeiCinquecento,aPalazzoVecchio. CarlaMarello

Opere di formazione«minori» eppure decisivecome tante letturescolastiche, compresequelle dei piccoli balilla

La mostra 1861-2011

Le Olimpiadi dell’italiano

Speciale Salone 2011 Torino 12-16 maggioXXTuttolibri

SABATO 7 MAGGIO 2011LA STAMPA XXI

Illustrazioni di Mikhail Larionov«Art Decoratif ThéâtralModerne», 1919

La generazione di chiè diventato «italiano»con gli avventurosipersonaggi di Tombari,Anguissola e Cattani

SellerioNovità

www.sellerio.it

Antonio Tabucchi Racconti con figure «L’anima immagina quel che non vede»(Giacomo Leopardi): così dalla suggestione di unquadro nascono questi racconti, le figure diven-tano immagini, le immagini diventano personag-gi e interpretano le loro storie.

Simonetta Agnello Hornby Un filo d’olio Dalle pagine del ricettario di famiglia, limatedall’uso e dagli aneddoti, tutto un mondo per-duto di personaggi, di atmosfere e sensazioni, imolti fantasmi benevoli che affollavano lagrande casa di campagna di due bambine ametà Novecento.

Colin Dexter Al momento della scomparsa la ragazzaindossavaLe inchieste dell’ispettore Morse (tredicicasi, scritti tra il 1975 e il 1999) rientranonella migliore tradizione del crimine all’in-glese: il delitto s’insinua nella sonnolentaprovincia come se fosse di casa, adattando-si nelle pieghe di vite comunissime e perciòmisteriose.

Ben Pastor Il Signore delle cento ossaNella serie di Martin Bora, ufficiale dellaWehrmacht, il giallo si mescola alla spy story e siavvolge nel clima morale di un dilemma che furealtà storica: la fedeltà al giuramento control’orrore per il nazismo.

Carlo Flamigni Senso comuneDi nuovo Primo, alias «Terzo» Casadei e la suafamiglia di casuali investigatori del paese diRomagna, nel caso della morte di un giornalista:un divertente giallo per riflettere sugli usi socia-li del corpo.

Paolo Di Stefano La catastròfaLa strage nella miniera belga che cambiò ilmodo di guardare al lavoro degli emigrati italia-ni, in un reportage, cinquant’anni dopo, dallavoce di chi è rimasto. Fervido come un’inchie-sta, tenero come un’antologia di spoon river.

Francesco M. Cataluccio ChernobylChernobyl è il disastro nucleare, ma ancheuna città leggendaria segnata da una secola-re fioritura di cultura ebraica: questo libroscava nelle ceneri della catastrofe cercandoil genio di quei luoghi, in uno scambio disimboli e di memorie.

Andrea Camilleri Gran Circo Taddei e altre storie di Vigàta«Sono cronache e quasi apologhi, non si sa fino ache punto d’altri tempi. Sono racconti che non elu-dono il grande romanzo di Vigàta. Vi contribuisco-no anzi, secondo una precisa progettazione»(Salvatore Silvano Nigro).

Esmahan Aykol Appartamento a IstanbulUn’altra impresa per Kati Hirschel, la tedescatrapiantata a Istanbul che mentre scorrazza nellato solare della metropoli orientale-occidentale,intanto indaga su delitti nati nel suo lato inombra.

Lawrence Block L’Ottavo Passo «Ho consigliato a Sellerio Matt Scudder, ildetective ex alcolista e senza licenza inventatodalla penna di Lawrence Block, perché è il veroerede della migliore tradizione hard-boiledamericana» (Gianrico Carofiglio).

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Pagina Fisica: INSERTI - NAZIONALE - 22 - 07/05/11 - Pag. Logica: INSERTI/PAGINE [TL_22] - Autore: SILRUF - Ora di stampa: 05/05/11 13.44

Gran circoTaddei ealtrestorie di VigàtaCAMILLERISELLERIO

37

5

E disse

DE LUCAFELTRINELLI

51

Vieni viacon me

SAVIANOFELTRINELLI

2Nessunosi salvada soloMAZZANTINIMONDADORI

Gesùdi Nazareth IIBENEDETTOXVI(JOSEPH RATZINGER)LIBRERIAEDITRICE VATICANA

61

10

Il profumodelle fogliedi limoneSÁNCHEZGARZANTI

57

36

1

754 37

Saggistica

9

Sanguisughe.Le pensioniscandaloGIORDANOMONDADORI

81

Un filod’olio

AGNELLOHORNBYSELLERIO

TascabiliNarrativaitaliana

4

L’atlantedi smeraldo

STEPHENSLONGANESI

Indignatevi!

HESSELADD EDITORE

Narrativastraniera Varia Ragazzi

Meglio litigare e recriminare in una cena al risto-rante, magari con un filo d’olio, piuttosto che con-tinuare ad indignarsi: così la Mazzantini torna

prima, Hessel scende al terzo posto e la Agnello Hornby sa-le al quarto. Purtroppo il valore in copie vendute dei 100punti, la settimana scorsa sopra quota 10 mila, ritorna sot-to le 6 mila. Un fuoco si accende e presto si spegne. Vedre-mo come andrà con L’atlante di smeraldo, unica novitàtra i primi 10: lanciato come megabestseller con profluviodi marketing ed enfatici giudizi, un magico fantasy perogni età, dovrebbe per l’editore ripetere il successo dellaBussola d’oro di Putnam o addirittura di Harry Potter.

Per ora (ma è uscito il 28 aprile e la nostra rilevazione siferma al 30) è partito come un diesel, con 37 punti, poco piùdi 2000 copie. Si presenta comunque confezionato per ilpubblico variegato dei lettori (non solo quelli «forti») cheanimerà il Salone di Torino, dove, secondo tradizione, si vi-vrà una fiera di paese (almeno sino a mezzo secolo fa), conle giostre e il tiro a segno, lo zucchero filato, i pesciolini rossie la donna cannone. Un pubblico da rispettare, leggendoL’umiltà del male di Cassano (Laterza) o il saggio dellopsicologo Berthoz La semplessità (Codice), per non ridur-re questioni complesse a banali semplificazioni; e recupe-rando, nei tascabili Feltrinelli, in sintonia con il tema guida

del Salone, le Cinque chiavi per il futuro di Gardner, dovesi spiega come e perché abbiamo bisogno di un’intelligenzache sia insieme disciplinare, sintetica, creativa, rispettosa(delle differenze) e etica. Scriveva Sciascia in Nero su ne-ro: «Tutti i nodi vengono al pettine. Quando c’è il pettine».Per questo gli scrittori e critici TQ (30/40), che, han riferitoi cronisti, si sono riuniti per risanare «l’ecosistema cultura-le», dovrebbero farsi un giro al Salone, guardarsi la mostraper l’Italia 150 alle Ogr, Officine Grandi Riparazioni: eccouna bella sigla programmatica anche per la cultura, volen-do una alternativa «affidabile, credibile, praticabile». Co-me si diceva a Pechino: lunga vita al compagno Presidente.

LA CLASSIFICA DI TUTTOLIBRI È REALIZZATA DALLA SOCIETÀ NIELSEN BOOKSCAN, ANALIZZANDO I DATI DELLE COPIE VENDUTE OGNI SETTIMANA, RACCOLTI IN UN CAMPIONE DI 1100 LIBRERIE.SI ASSEGNANO I 100 PUNTI AL TITOLO PIÙ VENDUTO TRA LE NOVITÀ. TUTTI GLI ALTRI SONO CALCOLATI IN PROPORZIONE. LA RILEVAZIONE SI RIFERISCE AI GIORNI DAL 24 AL 30 APRILE.

AI PUNTILUCIANO GENTA

Non ci bastaun atlante

di smeraldo

100

8

1. Il profumodelle fogliedi limone 57SÁNCHEZ 18,60 GARZANTI

2. L’atlante di smeraldo 37STEPHENS 18,60 LONGANESI

3. Libertà 36FRANZEN 22,00 EINAUDI

4. La legge del deserto 31SMITH 19,60 LONGANESI

5. Tutto per amore 31DUNNE 18,00 GUANDA

6. Vacanze in villa 29WICKHAM 19,00 MONDADORI

7. Il centenariochesaltò... 24JONASSON 17,90 BOMPIANI

8. Vicino a te non ho paura 24SPARKS 20,00 FRASSINELLI

9. Il vino della solitudine 24NÉMIROVSKY 18,00 ADELPHI

10.Private 22PATTERSON 18,60 LONGANESI

1. La versione di Barney 23RICHLER 12,00 ADELPHI

2. Il piccolo principe 22SAINT-EXUPÉRY 7,90 BOMPIANI

3. Bianca come il latte 21D’AVENIA 13,00 MONDADORI

4. Lasolitudine deinumeriprimi 20GIORDANO 13,00 MONDADORI

5. Le mie preghiere 16Giovanni Paolo II 4,90 NEWTON COMPTON

6. Il tempo che vorrei 16VOLO 13,00 MONDADORI

7. Il simboloperduto 15BROWN 14,00 MONDADORI

8. 1984 15ORWELL 9,50 MONDADORI

9. Acqua agli elefanti 15GRUEN 9,00 BEAT

10.È una vita che ti aspetto 15VOLO 12,00 MONDADORI

I PRIMI DIECI INDAGINE NIELSEN BOOKSCAN

71

1. La sagra di Twilight 23MEYER 16,50 FAZI

2. Benvenuti nella mia cucina 22PARODI 14,90 VALLARDI

3. Cotto e mangiato 21PARODI 14,90 VALLARDI

4. La dieta Dukan 21DUKAN 16,00 SPERLING & KUPFER

5. Aldilà. La vita continua? 20GIACOBBO 17,50 MONDADORI

6. La parigina. Guida allo chic 19LA FRESSANGE & GACHET 25,00 L’IPPOCAMPO

7. Steve Jobs. L’uomo che... 15ELLIOT; SIMON 19,90 HOEPLI

8. E’ facile smettere... 14CARR 10,00 EWI

9. The secret 14BYRNE 18,60 MACRO EDIZIONI

10.Instant English 14SLOAN 16,90 GRIBAUDO

1. Diariodiunaschiappa.Vitadacani 19KINNEY 12,00 IL CASTORO

2. Cappuccetto Rosso sangue 16BLAKLEY-CARTWRIGHT 17,00 MONDADORI

3. Mistero dietro le quinte 16STILTON 15,50 PIEMME

4. Le avventure di Re Artù 12STILTON 23,50 PIEMME

5. Il giorno delle selezioni 12GARLANDO 11,00 PIEMME

6. Diario di una schiappa I 10KINNEY 12,00 IL CASTORO

7. Sesto viaggio nel regno... 8STILTON 23,50 PIEMME

8. Al mare con i Barbapapà 8- 2,00 DOREMI JUNIOR

9. Via le zampe dalla pietra... 8STILTON 8,50 PIEMME

10.Spider-Man. Spider sense 8- 3,50 MARVEL

Classifiche TuttolibriSABATO 7 MAGGIO 2011

LA STAMPAXXII

1. Nessuno si salva da solo 100MAZZANTINI 19,00 MONDADORI

2. Un filo d’olio 24AGNELLO HORNBY 14,00 SELLERIO

3. Gran circo Taddei... 37CAMILLERI 14,00 SELLERIO

4. E disse 36DE LUCA 10,00 FELTRINELLI

5. La leggenda del morto contento 30VITALI 18,60 GARZANTI

6. Racconti con figure 22TABUCCHI 15,00 SELLERIO

7. Io e te 21AMMANITI 10,00 EINAUDI

8. Non chiedere perché 20DI MARE 18,00 RIZZOLI

9. La briscola in cinque 19MALVALDI 10,00 SELLERIO

10.Manna e miele 18TORREGROSSA 19,00 MONDADORI

1. Sanguisughe. Le pensioni scandalo 81GIORDANO 18,50 MONDADORI

2. Indignatevi 71HESSEL, STÉPHANE 5,00 ADD EDITORE

3. Gesù di Nazareth II 54BENEDETTO XVI 20,00 LIBRERIA EDITRICE VATICANA

4. Vieni via con me 51SAVIANO 13,00 FELTRINELLI

5. Il mio infinito. Dio, la vita e l’universo 36HACK 17,50 DALAI

6. La guerra contro Gesù 28SOCCI 19,90 RIZZOLI

7. Odio gli indifferenti 26GRAMSCI 7,00 CHIARELETTERE

8. Beato Giovanni Paolo II 24- 1,50 SAN PAOLO EDIZIONI

9. Togliamo il disturbo 23MASTROCOLA 17,00 GUANDA

10.Il grande disegno 22HAWKING 20,00 MONDADORI

6

3

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In tutte le librerie

MAMMA CHIOCCIA O MAMMA TIGRE?IL LIBRO CHE HA SPACCATO

IL MONDO IN DUE

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Pagina Fisica: INSERTI - NAZIONALE - 23 - 07/05/11 - Pag. Logica: INSERTI/PAGINE [TL_23] - Autore: GIOVIA - Ora di stampa: 05/05/11 12.34

Una vita nell’editoria, con due poli: il mercatolibrario, di cui è fra i maggiori esperti, e gli studisul cattolicesimo, tra la Bibbia e le «Confessioni»

f

f

BLAISE PASCAL

PensieriEinaudi, pp. LXXVIII-1093, € 80

«Bagliori di luce di unariflessione in cui la scienzaincontra la fede e la fedeproietta nell'infinito»

SANT'AGOSTINO

Le ConfessioniEd. San Paolo, pp. 544, € 35,12

«La grande avventuraumana e religiosadi un uomo che cerca Dioper trovare se stesso»

f

ALESSANDRO MANZONI

I promessi sposiGarzanti, pp. XXXI-540, € 9

«Il romanzo della storiae della vita, nuovo e grandenella rappresentazionee nella verità»

MIRELLAAPPIOTTI

«Guru del libro,maître à compter, eminenzagrigia del settore, osservatoreimparziale, l’imbattibile», ledefinizioni abbondano. Qualele appartiene di più? «Tutteesagerate. Le prendo come unsincero apprezzamento del la-voro fatto in lunghi anni». Schi-vo quanto popolare anche inEuropa, cultore dell’understa-tement ma presente ovunquesi tratti, seriamente, di libri,Giuliano Vigini è da tempo con-siderato il massimo esperto dieditoria nel nostro Paese. Hafondato nel 1974 e diretto perquasi 35 anni l’Editrice Biblio-

grafica, prima sigla dedicataalle «professioni del libro» e co-fondatrice negli Anni 90 delprimo portale per l’acquistodei libri on line, particolarmen-te interessato alla bookecono-mia, mai rassegnato allo «scan-dalo» delle nostre bibliotecheper le quali si impegna, in pri-ma linea, a tentare di capovol-gere il dolente destino; ha col-laborato per lunghi anni con ilministero per i Beni e le attivi-tà culturali, ora insegna socio-logia dell’editoria contempora-nea all’Università Cattolica diMilano, fa parte del Consigliodirettivo del Master in profes-sione editoria e del Comitatoeditoriale della casa editriceVita e Pensiero, è presidentedel Premio «Alassio-Un edito-re per l’Europa». L’altro suopolo di eccellenza sono gli stu-di sul cattolicesimo, come cre-dente capace di posizioni libe-re. Punti forti la Bibbia (nellasola serie della «Bibbia Paoli-ne» sono già usciti 24 volu-mi), opera immane continua-mente «in progress» e San-

t’Agostino, una sorta di suapersonale «avventura dellagrazia e della carità».

Al Lingotto, sabato 14, leiintrodurrà il Convegno «Lalettura nomade. Mercatodel libro e pratiche del leg-gere nella società "fluida"».Zygmunt Bauman docet?

«Il Convegno vuol dibattereun grande tema d’attualità: os-sia quali potranno essere gli in-flussi della rivoluzione digita-le, dell’avvento degli e-book edei loro dispositivi di letturasul mercato. Ma, al tempo stes-so, quanto incideranno le mu-tazioni dei ritmi e della qualitàdella vita sull’ecosistema di cuila lettura ha bisogno per attec-chire e svilupparsi. In una pa-rola, una tecnologia invadentee una società ogni giorno piùfluida, nel senso di evanescen-te, mobile, precaria, come tra-sformeranno il nostro tempo eil nostro modo di leggere?».

Intanto gli italiani sonoormai pazzi per l’ebook.O no?

«Per il momento un’aviditàcontenuta. La “quarta rivolu-zione” è appena cominciata,qualcuno direbbe anche controppa enfasi, ma si affermerà.Comunque, anche tenendoconto della rapidissima evolu-zione tecnologica (che generasempre curiosità, specie nei«nativi digitali»)ritengo che le

previsioni di mercato debbanoessere prudenti. Nel 2014, secon-do le mie stime, l’incidenza del-l’ebook sul totale del fatturatodell’editoria italiana dovrebbeessere intorno al 4,6%. Bisognaquindi aspettare prima chel’ebook diventi un vero e propriomercato parallelo a quello del li-bro di carta».

I lettori invece sempre più in-teressati al libro di argomen-to religioso, al quale Viginistesso continua a dare pre-ziosi contributi. Come è pos-sibile questo successo in unpaese sempre più laico e, al-l’apparenza, distratto?

«L’offerta religiosa si è molti-plicata e diversificata in questianni, cercando di andare incon-tro a una domanda che è cre-sciuta anche tra coloro chenon credono o sono critici neiconfronti del cattolicesimo ingenere e della Chiesa in parti-colare. Le tematiche del dibat-tito storico, i problemi di ordi-ne sociale ed etico, i nuovi oriz-zonti di dialogo aperti dal "cor-

tile dei gentili" hanno suscitatovivo interesse. Un segnale chel’editoria religiosa sta attraver-sando una fase positiva lo si de-sume anche dal fatto che glistessi editori laici (da Monda-dori al Mulino, da Lindau a Ca-rocci)si stanno molto impe-gnando nella saggistica di ar-gomento religioso, ottenendobuoni risultati».

Però l’editoria religiosa è ri-masta fuori dalle scelte delSalone legate alla Mostradel 150˚. Ne è nata una pole-mica, che ne pensa?

«Penso che dopo le polemiche sisia potuto rimediare, almenoper cenni. Dimenticare editoriche hanno contribuito a farel’editoria italiana, non solo reli-giosa sarebbe stato un peccato».

Sant’Agostino: saggi, tradu-zioni, antologie, soprattuttoi 5 volumi delle «Confessio-ni». Quasi un innamoramen-to. Seguito e apprezzato an-che negli ambienti vaticani.

«Mi pare che la parola "inna-moramento" sia giusta. Acca-

de che, per motivi diversi, sisenta una particolare attrazio-ne per un autore e non lo si ab-bandoni più. A me è capitatoverso i diciotto anni con san-t’Agostino: mi avevano colpitoalcune pagine delle Confessioni(la morte del carissimo amico,la figura della madre, le rifles-sioni sulla memoria e il tem-po), ma soprattutto la vita tur-bolenta di questo giovane chealla fine trova la sua strada. Daallora, ho cominciato a legger-lo e a studiarlo con passione.Più tardi, ho cominciato anchea scrivere su di lui e mi piace ri-cordare in modo speciale la pri-ma biografia (1988), più volteristampata, con la prefazionedell’allora card. Ratzinger».

Un «incontro» che prosegueanche con Benedetto XVI. E’diventata un’amicizia?

«Proprio no, non esageriamo.Sono io che lo sento, da un pun-to di vista intellettuale, spiri-tuale e umano, come maestro eguida: l’ha potuto notare chi inqueste settimane ha letto il

mio Benedetto XVI. E non c’èdubbio che l’impronta agosti-niana che attraversa tutto ilsuo pensiero me lo renda anco-ra più vicino».

Una passione per la lettura,dai classici antichi fino al na-turalismo francese e moltooltre. La sua formazione? I li-bri fondamentali?

«Come per tutti, a partire daCuore, Pinocchio, I ragazzi dellavia Pal. La vera passione credosia cominciata con le lettureche da ragazzo mi faceva miopadre degli scrittori russi(amava modo particolareGorkij, Dostoevskij, Turge-nev). Sono stato poi un lettoreonnivoro della letteratura in-glese e americana, prima dipassare ai francesi, uno deimiei campi di studio, in specieil secondo ’800 e il ’900. Diffici-le scegliere. A costo di appari-re banale, direi però che la Di-vina commedia, I promessi sposi,

Le confessioni, I pensieri di Pa-scal, I miserabili di Hugo, leMassime di La Rochefoucauld,le Memorie di Adriano dellaYourcenar sono stati per medei libri rivelatori. Oltre al ric-co filone degli scrittori cattoli-ci francesi, ce ne sono altri me-no "ortodossi" che, soprattut-to per la scrittura, ho coltivatoin gioventù: penso, ad esem-pio, a Maupassant, a Gide oAnatole France. Fedele al prin-cipio di san Paolo nella primalettera ai Tessalonicesi: "Va-gliate ogni cosa e tenete ciòche è buono"».

Docente universitario, qualitesti, oltre ai libri di studioconsiglia ad un giovane?

«Cominciare sempre dai clas-sici, quelli che ci spalancanodi più il futuro. Anche del No-vecento italiano, naturalmen-te. Penso che Calvino, Buzza-ti, la Morante, Primo Levi, ilCristo di Carlo Levi faccianoparte del bagaglio, non sololetterario, da portarsi sem-pre dietro».

Le giornate di lavoro di Vigi-ni, una leggenda. Ne raccon-ta una?

«Quasi tutte identiche, sempre

in mezzo ai libri scandite daitempi dei libri da leggere e diquelli da scrivere. Ho passatometà della mia vita con loro (econ le sinfonie di Beethovenche mi danno la carica). Nonso se le mie giornate siano di-ventate una leggenda per ilfatto che mi alzo normalmen-te alle 5 (qualche volta invo-lontariamente anche prima, ilche, come dice mia moglie,medico, non va bene) e mi co-rico alle 20,30, addormentan-domi però più tardi. Credo cisiano molte persone che fan-no così (se non altro i monaci,cui un po’assomiglio)».

Impegno, sacrificio ma conesprit, non solo pascalia-no. Lo si deduce, per esem-pio, dal volumetto di afori-smi di qualche tempo fa, in-titolato «Stavo per chia-marti» con cui amabilmen-te mette al tappeto i nostriluoghi comuni.

«E’ stato un attimo di follia.Spero di non averne più. Co-munque mi sono divertito».

I PREFERITI

«Dai classici antichial naturalismo francese,seguendo San Paolo“Vagliate ogni cosae tenete ciò che è buono”»

«Sento Benedetto XVImaestro e guida:la sua improntaagostiniana me lo rendeancora più vicino»

“Immortaleè Agostinonon l’e-Book”

«Mi alzo alle 5, comei monaci, a cui un po’assomiglio: sonole sinfonie di Beethovena darmi la carica»

«Sarebbe statoun errore escluderegli editori cattolicidai 150 anni: il Salonein parte ha rimediato»

Diario di lettura TuttolibriSABATO 7 MAGGIO 2011

LA STAMPA XXIII

La vita. Giuliano Vigini, nato a Milano nel 1946, ha fondato nel 1974 e diretto per 35 anni l’Editrice Bibliografica,insegna sociologia dell'editoria alla Cattolica di Milano, è membro del comitato direttivo di Vita e pensiero

Le opere. Oltre 200 pubblicazioni in volume. Appena usciti: «Benedetto XVI- Una guida alla lettura» (LibreriaEditrice Vaticana); il «Cantico dei cantici» (Paoline): il «Dizionario del Nuovo Testamento» (Paoline). Tra gli altri:il «Vocabolario del Nuovo Testamento greco-italiano» (Paoline); «Agostino d'Ippona -L'avventura della grazia edella carità» ( Edizioni S. Paolo). A settembre 2011, con Alberto Cadioli quarta ristampa aggiornata della «Storiadell'editoria italiana dall'Unità a oggi» ( Bibliografica)

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Giuliano Vigini

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Page 24: Tuttolibri n. 1764 (07-05-2011)

Pagina Fisica: INSERTI - NAZIONALE - 24 - 07/05/11 - Pag. Logica: INSERTI/DUMMY [DUMMYNZ] - Autore: GIOVIA - Ora di stampa: 05/05/11 12.35

SABATO 7 MAGGIO 2011 LA STAMPA 24