storia dell’evoluzione del modello - istituto di psicoterapia integrata · 2017-11-02 · ... di...
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Storia dell’evoluzione del modello
L’Istituto di Psicoterapia Integrata è stato riconosciuto dal
M.I.U.R., in data 18 giugno 2002, come Scuola di formazione in
psicoterapia, sulla base di un documento scientifico che illustrava
il modello della Scuola di psicoterapia integrata, di natura
assimilativa, fra Gestalt e cognitivismo “caldo”.
I punti essenziali del modello clinico approvato erano
rappresentati:
- dall’esperienzialità, che corrispondeva alla tradizione
fenomenologica e umanistica gestaltica;
- dalle narrazioni evolutive dei processi di attaccamento
focalizzate sulle emozioni, ritenute fondamentali per
comprendere le configurazioni critiche e le possibilità di
cambiamento terapeutico nella prospettiva cognitivista.
Le riflessioni critiche sull’esperienza didattica e clinica, negli anni,
sono state dei potenti incentivi per approfondire gli assunti
epistemologici originari con l’aggiornamento delle conoscenze di
una letteratura clinica e di ricerca in grande sviluppo, in
particolare sui temi della crisi, del trauma e delle risorse proattive
dei sistemi umani. Nel tempo questo processo di crescita delle
conoscenze teoriche e cliniche ha consentito di allargare il nucleo
epistemologico originario, secondo un principio di
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interdisciplinarietà, con i risultati degli studi provenienti da campi
viciniori rispetto alla psicoterapia. In particolare, la didattica
clinica della Scuola si è arricchita con le conoscenze attuali delle
neuroscienze cliniche, delle teorie della complessità e delle scienze
della vita. Questo lavoro di traduzione e di sintesi ha consentito
nel tempo di revisionare progressivamente il modello originario.
Le linee fondamentali sono state conservate e sono stati costruiti
dei riferimenti nuovi che integravano le conoscenze emergenti.
Questa evoluzione epistemologica è documentata da una serie di
pubblicazioni scientifiche che negli anni hanno illustrato il
percorso teorico e metodologico della Scuola.
La primitiva configurazione del modello di psicoterapia
assimilativa si è progressivamente trasformata in un’altra di
integrazione teorica. La qualificazione originaria della Scuola
come “integrata” che rimanda ad un’azione compiuta è risultata,
quindi, inadeguata a descrivere la natura evolutiva complessa di
questo modello di clinica terapeutica.
Mentre l’integrazione assimilativa è relativa alla coniugazione di
due o più modelli di psicoterapia, l’integrazione teorica, invece,
corrisponde ad una epistemologia più complessa che connette i
processi della psicoterapia con quelli delle scienze della vita.
Affettività ed esperienzialità rimangono, comunque, nuclei
essenziali della clinica e della formazione.
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…sapere ragionare sulla natura delle cose
(Platone, Fedro, 370 a.C.)
Basi epistemologiche
L’Istituto di Psicoterapia Integrata (IPI) si riferisce ad un
paradigma di integrazione teorica in psicoterapia la cui base
epistemologica è il principio della consilienza. Essa riguarda il
dialogo e il confronto interdisciplinari sui processi “normali” e
“patologici” del sistema psiche-soma.
Psicobiologia e psicopatologia dello sviluppo, neuroscienze,
clinica terapeutica dei traumi, teorie dei sistemi complessi adattivi
sono alcune di queste aree scientifiche.
Pertanto, nel nostro modello, la psicoterapia è parte delle scienze
della vita.
Questo modello si distingue nettamente da quelli eclettici, assai
diffusi, che assommano parti di costrutti terapeutici diversi e
assemblano tecniche sulla base di criteri di efficienza.
Il termine integrazione è utilizzato anche per definire la natura dei
processi che, insieme a quelli di differenziazione, sono alla base
dei sistemi complessi adattivi.
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Relazionalità, autorganizzazione, autopoiesi e autoriparazione
configurano una globalità, di natura integrativa, che caratterizza il
funzionamento “normale” e “patologico” del sistema psiche-
soma.
Evolutività-adattamento sono i “processi di vita” essenziali,
altamente interconnessi anche nelle criticità. Essi operano a
misura delle qualità proattive di ambienti che promuovono e
sostengono la vita e sono funzioni di una bilancia continuamente
mobile tra conferme-sconferme e richieste-risorse-limiti.
Ne consegue che configurazioni di crisi e di riparazioni
coesistono. Esse sono funzioni della complessità del sistema cioè
dalle sue risorse disponibili a fronte delle sfide.
Lo scorrere dei processi di vita è continuo e accade “ora”, anche
se momento per momento coesistono configurazioni che
connettono presente, passato e possibilità di cambiamenti a
futuro in quanto i processi di vita sono chiamati dal futuro e
portano tracce del passato.
La neuroplasticità consente la copresenza di nuove reti neurali
proattive e la conservazione di “memorie per il futuro”.
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La complessità del sistema psiche-soma, di cui le reti neurali sono
un esempio, ha per caratteristiche la coesistenza di processi di
competizione, collaborazione e riconoscimento reciproco fra i
sistemi percettivi-affettivi-cognitivi e la globalità evolutiva della
vita.
Il cambiamento proattivo, quindi, è fra le proprietà emergenti del
sistema in cui convivono configurazioni diverse a misura della
ricchezza delle risorse in termini di coerenza e di continuità di
coscienza.
Essa scorre come le configurazioni ordinate di un caleidoscopio.
La figura a spirale, che è il logo della Scuola, rappresenta i flussi
non lineari di informazioni e di energia che “dal presente vanno
verso il presente”. Essi consentono la complessità delle
connessioni proattive e autoriparative che costruiscono
l’evolutività e integrano, momento per momento, passato-
presente-futuro.
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Tu ne sai sempre meno del tuo paziente (Simmons c.p., 1985)
Clinica terapeutica
Un percorso evolutivo di ricerca teorica e clinica ha portato IPI a
definire una serie di principi scientifici e valoriali che guidano la
clinica e la didattica.
Principi clinici di IPI
1. La persona-paziente è protagonista attiva della sua vita e,
quindi, anche della terapia.
2. La persona-paziente e la persona-terapeuta costruiscono le
condizioni adatte per lo sviluppo dei processi di
autorganizzazione.
3. La stabilità esperita delle condizioni confinarie è un
prerequisito per affrontare le instabilità critiche.
4. La metodologia terapeutica è guidata dalla ricerca
interpersonale collaborativa delle risorse disponibili e possibili
e non da una diagnostica patologica categoriale.
5. Le sequenze terapeutiche, in quanto processi di
interconnessione, di regolazione affettiva e di costruzione di
complessità, hanno caratteri essenzialmente personali e unici.
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Questi principi sono in relazione con un insieme di conoscenze:
I processi energetici che “portano vita” vs “portano via vita”
corrispondono alle sequenze fenomenologiche cliniche
continuamente attive di sicurezza-gratificazione-pericolo-
pericolo mortale declinate sempre in senso relazionale intra e
interpersonale ed ambientale.
Il sistema globale psiche-soma è guidato da un range di processi
evolutivi-adattivi che ha al centro i sistemi psiconeurobiologici
della sicurezza, dell’intenzionalità e della conferma di
aspettative al futuro. Le loro criticità corrispondono ad un
range di configurazioni patofisiologiche di iperattivazione-
blocco-dissociazione di reti neurali che, a gradi elevati, sono
alla base delle crisi di evolutività-adattamento che
caratterizzano in maniera dimensionale tutta la “patologia”.
Essa è in relazione con blocchi o cadute dei “gradi di libertà”
della persona in relazione alle crisi di evolutività-adattamento.
Vicende di predazione, sfruttamento e inganno sono alla base
delle cadute critiche.
La terapeuticità, per contro, è crescita di ricchezza, di libertà e
di verità.
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Nel nostro modello la “patologia” è intesa come
un’organizzazione comunque adattiva, pur con minore
complessità, che paradossalmente è nello stesso tempo stabile
e transitoria.
Le persone-pazienti sono persone con esperienze di crisi e non
sono definite da categorie psicopatologiche.
La sofferenza non è patologia.
Le crisi possono aprire ad evolutività in relazione alla massa
critica di risorse con alternative possibili che emergono in
modo spontaneo.
La dia-gnosi, cioè la conoscenza attraverso la relazionalità, e la
terapeuticità procedono di pari passo. Entrambe avvengono in
maniera sia sincronica che diacronica. Quindi, ammettono nel
tempo anche configurazioni parziali diverse. Solo in fasi
avanzate può emergere un quadro conoscitivo a complessità
maggiore. Per conseguenza, la qualità dei processi di
autodiagnosi e autoterapia è l’indice dei gradienti di
complessità e di stabilizzazione acquisiti in terapia.
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Fra la persona-terapeuta e la persona-paziente c’è un continuum dimensionale con un’analogia dei processi che coesiste con la loro unicità.
Il colloquio clinico è un caring encounter che procede a misura
delle capacità della persona-terapeuta di sostegno, validazione,
accettazione e del suo gradiente di complessità in relazione ai
temi clinici presentati dalla persona-paziente.
Una relazionalità clinica “abbastanza buona” consente
sicurezza, riconoscimento e validazione e quindi l’emergere e
l’accorgersi di configurazioni percettive-affettive-cognitive e di
significati prima impossibili o proibite. Ciò è in relazione con
una crescita di complessità caratterizzata da una coerenza e da
una continuità personale, che procedono a misura
dell’attivazione e dell’aumento delle risorse disponibili.
La terapia non può essere manualizzata a priori. Dia-gnosis e terapeuticità procedono di pari passo.
La terapeuticità è un insieme di processi proattivi che
costruiscono complessità a partire dal livello di sviluppo dei
sistemi relazionali di base. Essa corrisponde all’attivazione di
nuove reti neuropsicobiologiche connesse con processi
esperienziali di protezione/accudimento, esplorazione e
cooperazione.
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Condizioni relazionali di sicurezza possono fare emergere
processi di attenzione-consapevolezza in riferimento a
narrazioni autobiografiche condivise. Accorgersi, validare,
connettere i significati emergenti con le loro valenze proattive
e l’esperienzialità della loro esistenza sono “azioni” che
contribuiscono a “fare uscire dall’automatico” “parte” dei
processi di coscienza a livello preconscio e di consapevolezza.
A queste condizioni è possibile:
- identificare e “comprendere” il significato adattivo, anche
paradossale, della “patologia”;
- avere coscienza della copresenza di sistemi di significato
anche opposti, con le relative tendenze “in azione” e “ ad
agire”;
- accorgersi dell’emergere “spontaneo” di nuovi significati
che superano mancanze e limiti del passato e sostengono
nuove intenzionalità e progettualità nel futuro.
In sintesi, nella persona coesistono “parti” terapeuta-paziente-
esperto che interagiscono fra loro.
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La persona-terapeuta ha bisogno di “farsi aiutare” dalla persona-paziente.
L’indice di terapeuticità è costituito da una percezione di
coscienza con caratteristiche di agency, di coerenza e di
continuità che attraversa le criticità delle narrazioni.
La terapeuticità e la formazione clinica sono in relazione con lo
sviluppo proattivo di complessità. Esse sono alternative al
senso di solitudine, alla percezione di non avere via d’uscita,
alla violazione delle aspettative e all’incoerenza dei significati
che caratterizzano il nucleo della crisi e della sofferenza.
Universalità ed unicità sono le caratteristiche di questi processi.
Pertanto l’integrazione fra le conoscenze nomotetiche ed
idiografiche è alla base del modello clinico e formativo con i
relativi percorsi didattici ed terapeutici personalizzati.
Questi processi, delineati a livello individuale e dialogico, sono
interconnessi con quelli che operano a livello della coppia,
della famiglia e dei gruppi, con analoghi costrutti di clinica
terapeutica.
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Homo Sum, humani nihil a me alienum puto
(Publio Terenzio Afro, 165 a. C.)
Didattica
La Scuola ha l’obiettivo didattico generale di insegnare le basi
conoscitive e metodologiche della clinica terapeutica. La
formazione è intesa come costruzione continua di complessità
personale e professionale. I loro processi sono interconnessi e
seguono le traiettorie di vita uniche per ciascuno nella prospettiva
di un’evolutività esistenziale-professionale.
La didattica attivata dalla Scuola è una configurazione ordinata e
coesa di metodologie e di contenuti promossi con modalità
personalizzate.
In coerenza con il modello clinico la formazione contribuisce a
costruire le condizioni adatte per lo sviluppo negli allievi di
processi di complessità, personali e unici, in modo che siano
capaci di autosostenersi nel lavoro clinico-terapeutico che è prima
di tutto ”incontro con un’altra esistenza”.
Il risultato atteso alla fine del corso è che l’allievo abbia risorse per
rispondere autonomamente a quattro interrogativi fondamentali
relativi ai processi e alle azioni del lavoro clinico-terapeutico: cosa,
come, perché, con quali risultati.
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La formazione proposta da IPI si configura come un sistema
globale costituito da:
- conoscenze scientifiche dei processi adattivi “normali e
patologici”, di riparazione evolutiva e di terapeuticità;
- apprendimenti metodologici clinici;
- acquisizione di familiarità con i propri processi
esperienziali di coscienza connessi con i sistemi affettivi, i
significati personali e le competenze relazionali in contesti
clinici.
La didattica relativa alle diverse aree della formazione è basata
sulla validazione di queste risorse, intrapersonali ed interpersonali,
che costituiscono le tessere di un mosaico che progressivamente
si sviluppano e si interconnettono. Esse consentono, in
prospettiva, di potersi muovere in sicurezza lungo le sequenze
cliniche terapeutiche.
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a) Organizzazione
Il corso di specializzazione ha una durata di quattro anni didattici
per un totale di 2000 ore (DM. 509/1998).
L’attività didattica si svolge da gennaio a giugno e da settembre a
dicembre.
I corsi risultano così suddivisi:
Area teorica:
attività didattica teorica: almeno 800 ore (almeno 200 ore
annue)
Area teorico-pratica:
formazione teorico-pratica:
almeno 720 ore, di cui almeno 360 ore di supervisione-
intervisione clinica nel quadriennio
tirocinio in strutture pubbliche e/o accreditate:
480 ore nel quadriennio
formazione personale-professionale:
120 ore nel quadriennio
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Organizzazione quadriennale del corso
Insegnamenti teorici
800
Didattica clinica in gruppo 240
Supervisione clinica in gruppo 360
Tirocinio clinico 480
Formazione personale professionale 120
Totale 2000
Ripartizione annuale ore I° II° III° IV°
Insegnamenti teorici
200
200
200
200
Didattica clinica in gruppo 80 80 40 40
Supervisione clinica in gruppo 60 60 120 120
Tirocinio clinico 120 120 120 120
Formazione personale professionale 40 40 20 20
Totale 500 500 500 500
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…Il medico ... un’esistenza per un’esistenza,
un essere umano transeunte insieme ad un altro…
(Jaspers, 1958)
b) Formazione
La formazione si svolge attraverso una rete di percorsi didattici
relativi a:
- argomenti teorico-clinici;
- temi teorico-pratici relativi a modalità ed esperienze
professionali in ambito clinico;
- modalità esperienziali di apprendimento in gruppo in
rapporto sia alle personali modalità di relazione sia a
specifiche esperienze cliniche in tirocinio.
1) Insegnamenti teorici
Gli insegnamenti teorici sono costituiti da: insegnamenti generali,
approfondimenti specifici dell'indirizzo metodologico e teorico-
culturale e confronti critici con alcuni dei principali indirizzi
psicoterapeutici.
Inoltre, è prevista una serie di seminari teorico-clinici, la cui
programmazione varia anno per anno, scelti sulla base della
rilevanza e dell’”attualità” scientifica clinica e sociale dei temi.
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2) Insegnamenti teorico-pratici
“Supervisione”-intervisione
La didattica viene svolta con modalità di lavoro “in the group”, nel
contesto relazionale fra persone-colleghi sullo stesso piano, su
problemi di rilevanza clinica con esperienze dirette.
Il principio che guida il lavoro è che la persona-allievo, che porta
il tema-problema di natura clinica, è la protagonista della
narrazione e la persona in ruolo di intervisore partecipa con
modalità interattive basate sulla validazione e sulla ricerca delle
risorse dell’allievo, nella prospettiva dell’emergere di nuove
possibilità in relazione alla disponibilità di narrazioni in I-II-III
persona.
Possono partecipare con modalità analoghe anche gli altri
componenti del gruppo.
Didattica clinica
La didattica clinica si svolge con modalità “in the group” con trainer
che accompagnano l’esperienzialità personali relative a sequenze
fenomenologiche connesse con lo “scorrere” dei processi di
coscienza in codici di percezioni, memorie, affettività e
cognizioni. Essi costituiscono la trama normale caratteristica delle
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singole persone connessa con “l’esistere nel mondo” nella
relazione con gli altri.
I principi del lavoro didattico sono sicurezza, garanzia dei confini
personali, rispetto, condivisione e validazione dell’unicità e, nello
stesso momento, dell’analogia dei processi personali.
Tirocinio
L’attività di tirocinio, richiamata dal Decreto Ministeriale n.
509/1998, è di particolare importanza perché è uno spazio
esperienziale diretto dello specializzando della realtà clinica. Essa
offre una serie di opportunità di apprendimenti clinici attraverso
l’incontro con persone-pazienti e con colleghi, anche di altri
orientamenti, all’interno del contesto professionale.
Questa condizione consente l’esperienza dei propri sistemi
affettivi-motivazionali e di significato e della possibilità di loro
cambiamenti evolutivi e, insieme, l’esperienza di apprendimento
di modalità cliniche in un contesto di supervisione.
Essa si svolge in parallelo con una doppia linea di riflessione
personalizzata sia con i tutor delle sedi specifiche che con i tutor
della Scuola.
I tirocini si svolgono presso le strutture pubbliche e private,
accreditate dal M.I.U.R., convenzionate con IPI.
La Scuola garantisce la copertura assicurativa degli allievi.
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Formazione personale-professionale
Questa area didattica riguarda attività di tutorship per lo sviluppo di
conoscenze professionali degli allievi a misura dei loro specifici
bisogni.
All’interno della formazione personale-professionale sono altresì
previsti percorsi di apprendimento di modalità pratiche utili per il
lavoro clinico e di ricerca (es. utilizzo di motori di ricerca,
redazione bibliografia, preparazione documenti per partecipare ai
congressi, stesura di relazioni cliniche e/o di progetti di attività, e
redazione di lavori scientifici).
Inoltre, tutor e allievi lavorano in gruppo su temi specifici di
interesse clinico allo scopo di aumentare le conoscenze e far
crescere le abilità di analisi, confronto e discussione.
La rivista dell’Associazione Italiana per l’Integrazione in
Psicoterapia (AIIP) ha una sezione specifica per i migliori
contributi degli allievi.
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Terapia Personale
In riferimento al Protocollo di intesa tra l’Ordine degli Psicologi
della Toscana e gli Istituti di psicoterapia con sede formativa nel
territorio Toscano (abilitati ai sensi del regolamento adottato con
D.M. 11 dicembre 1998, n.509), sottoscritto da IPI in data 04
dicembre 2014, la Scuola consiglia un percorso di formazione
personale con psicoterapeuti del proprio modello clinico.
Anche se questa esperienza clinica contribuisce alla formazione
personale-professionale essa non è conteggiata per quanto
riguarda il numero di ore, che pertanto non fanno parte del monte
ore richiesto dalla normativa M.I.U.R.
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In definitiva, la formazione si articola in una serie di percorsi di
apprendimento che promuovono lo sviluppo di un complesso di
abilità, personali e cliniche, necessarie per il lavoro clinico-
terapeutico. Esso è in linea, per coerenza scientifica e valoriale,
con i principi clinici del modello, riferito in questo ambito alla
persona in formazione:
riconoscersi come protagonista della propria vita e
coprotagonista del lavoro terapeutico e, nello stesso
tempo, riconoscere alla persona-paziente la primacy nel
processo di terapia;
costruire le condizioni adatte, proattive e di sicurezza, per
lo sviluppo dei processi di stabilizzazione e di
autorganizzazione propri e della persona-paziente;
garantire il rispetto e la stabilità dei confini;
riconoscere e validare risorse e limiti propri così come
quelli della persona-paziente;
validare i caratteri personali e unici di sé e della persona-
paziente.
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Gestione
L’attività della Scuola è governata da un Ordinamento e da un
Regolamento didattico a norma Ministeriale.
Le relazioni fra allievo e Scuola in termini di diritti e doveri
reciproci per quanto riguarda il corso di specializzazione sono
definite in modo specifico dall’Accordo Formativo sottoscritto
annualmente.
Per quanto riguarda le procedure di ammissione e iscrizione la
Scuola ottempera alle indicazioni Ministeriali (vedi art. 2, 3, 4
dell’Ordinamento didattico nel sito della Scuola).
Costi
Il costo del corso è di 3.600,00 euro per anno.
La cifra annuale prevista è esente IVA ed è frazionata in 4 rate.
La quota è comprensiva di tutte le attività didattiche inerenti il
corso (quota di iscrizione, colloquio di ammissione, attività di
tirocinio, assicurazione, didattica teorica, seminari clinici, didattica
clinica in gruppo, supervisione clinica in gruppo, tutorship,
tutoring per le relazioni cliniche e per la tesi, prove di esame e di
diploma).
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Bonus Formativi
Visto il periodo di crisi economica che crea problemi per la
realizzazione di giuste aspettative di formazione professionale
post-laurea dei giovani colleghi, il Consiglio di Istituto di IPI ha
deciso:
di istituire per l’anno didattico 2018 n° 10 bonus formativi
per i neoiscritti al primo anno di corso.
Il bonus del valore di 800 euro può essere utilizzato ad
integrazione della copertura dei costi di iscrizione al I° anno o ai
successivi.
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Bibliografia
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30
Comitato scientifico
Prof. Maria Pia Viggiano
Prof. Luciano Mecacci
Direttore della scuola
Prof. Ezio Menoni
Rappresentante Legale
Prof. Francesco Fressoia
Contatti
Sede didattica
Antica Villa Poggitazzi, 52028 – Terranuova Bracciolini (AR)
Sede legale
Piazza Pier Vettori, 9/4 – 50143 – Firenze
Contatti
Segreteria didattica e gestione tirocini
331 8200177