q2 bibliografia ragionata

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Quaderno n. 2 Rassegna bibliografica della letteratura nazionale e internazionale sulle linee guida e le strategie di intervento nell’area della prevenzione delle tossicodipendenze Quaderni dell e Prevenzione

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Page 1: Q2 Bibliografia ragionata

Quaderno n. 2

Rassegna bibliografica della letteratura

nazionale e internazionale sulle linee guida e

le strategie di intervento nell’area della

prevenzione delle tossicodipendenze

Quaderni delle Prevenzione

Page 2: Q2 Bibliografia ragionata

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QUADERNO N. 2

Rassegna bibliografica della letteratura nazionale e internazionale sulle linee guida e le strategie di intervento

nell’area della prevenzione delle tossicodipendenze

Luglio 2006

Page 3: Q2 Bibliografia ragionata

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Introduzione

Nel presente Quaderno N.2 della “Rassegna bibliografica della letteratura nazionale e internazionale sulle linee guida e le strategie di intervento nell’area della prevenzione delle tossicodipendenze” prosegue il lavoro di ricerca e selezione curato, in passato, dal gruppo di Coordinamento del progetto Religo della ASL Città di Milano.

La selezione dei materiali è stata realizzata secondo i criteri che avevano caratterizzato il lavoro precedente:

1. appropriatezza in relazione ai modelli teorici maggiormente utilizzati nell’area della prevenzione delle tossicodipendenze (approccio informativo e di comunità, “life skill”, educazione tra pari, “mentoring” e riduzione del danno). Le conoscenze su tali modelli e sulle modalità di realizzazione, sono state approfondite considerando vari ambiti di implementazione, tra cui la famiglia, la scuola, il gruppo dei pari, il tempo libero e i gruppi sportivi.

2. autorevolezza della fonte. In questo senso abbiamo privilegiato documenti editi da riviste scientifiche di riconosciuto livello.

La novità risiede nel fatto che nel Quaderno N.2 sono stati riportati sia l’abstract in lingua inglese (per chi preferisce leggere il testo in originale) sia la sua traduzione in italiano.

La traduzione è stata curata dall’Asl Città di Milano. Vi invitiamo a segnalarci eventuali imprecisioni di traduzione scrivendo all’indirizzo [email protected] e contribuendo così alla diffusione della letteratura internazionale nel nostro settore.

Altre note sull’organizzazione del presente documento

I riferimenti bibliografici sono suddivisi secondo l’approccio (es. life skills, mentoring, ecc). Nella sezione “miscellanea” si trovano quegli articoli che non sono riconducibili ad un unico ambito. Gli articoli sono catalogati in ordine alfabetico secondo l’autore e sono poi citati il titolo, la fonte, l’anno di pubblicazione.

Nel testo è indicato dove reperire l’articolo. In particolare gli articoli contrassegnati dal simbolo sono reperibili tramite la banca dati del Sistema Bibliotecario Biomedico promossa dalla Regione Lombardia (http://www.sbbl.it) .Si tratta di una biblioteca virtuale, istituita nel 1994, a disposizione dei soggetti pubblici e privati accreditati nel settore sanitario e sistema salute. Si può accedere alla banca dati rivolgendosi ai referenti presenti in ogni ASL della Regione Lombardia (ad eccezione dell’ASL di Sondrio per la quale non è stato ancora individuato) che vi forniranno una password. Per ogni eventuale informazione o chiarimento e per la segnalazione di ulteriori indicazioni di interesse, è possibile contattaci a questi recapiti tel. 0285784817, email [email protected]). La bibliografia è aggiornata al luglio 2006.

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INDICE Approccio di comunità p. 3 Life skill p. 6 Mentoring p. 11 Miscellanea p. 15

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Approccio di Comunità

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APPROCCIO DI COMUNITA’

Reperibile tramite: Abstract In a 46-site, 5-year high-risk youth substance abuse prevention evaluation, effect sizes were adjusted using a meta-analytic regression technique to project potential effectiveness under more optimal research and implementation conditions. Adjusting effect size estimates to control for the impact of comparison group prevention exposure, service intensity, and coherent program implementation raised the mean effectiveness estimate from near zero (.02, SD = .21) to .24 (SD = .18). This finding suggests that adolescent prevention programs can have significant positive effects under optimal, yet obtainable conditions. EDITORS' STRATEGIC IMPLICATIONS: The authors present a meta-analytic technique that promises to be an important tool for understanding what works in multi-site community-based prevention settings. Researchers will find this to be a creative approach to model the "noise'' in implementation that may often overshadow the potential impact of prevention programs.

La dimensione dell’impatto dopo la valutazione, durata 5 anni, di progetti di prevenzione dell’abuso di sostanze rivolti a giovani ad alto rischio, realizzati in 46 diverse comunità, è stata standardizzata utilizzando la tecnica “meta-analytic regression” al fine di riprodurre la potenziale efficacia di un intervento, anche in altre condizioni di implementazione e all’interno di disegni di ricerca più rigorosi. Dopo aver standardizzato le stime di impatto per controllare l’influenza, su un gruppo di confronto, dell’esposizione agli interventi di prevenzione, i fattori “intensità del servizio” e “coerenza dell’implementazione del programma” hanno aumentato la media del grado di efficacia da un punteggio vicino allo 0 a quasi 24. Questi risultati suggeriscono che, in condizioni ottimali (che devono ancora essere raggiunte) i programmi di prevenzione rivolti agli adolescenti possono avere effetti significativamente positivi. N.d.r.: Gli autori presentano una tecnica di meta-analisi che promette di essere un importante strumento per comprendere cosa funziona nei progetti di prevenzione con approccio “comunity-based” realizzati in numerose comunità. I ricercatori troveranno che questo è un approccio creativo per superare, “il rumore di fondo”, che può spesso rendere poco chiaro il potenziale impatto dei programmi di prevenzione.

Derzon JH, Sale E, Springer JF, Brounstein P

Estimating intervention effectiveness: synthetic projection of field evaluation results. Journal of primary prevention, 2005, 26 (4) Pp 321-43

Stima dell’efficacia di un intervento: una proiezione sintetica dei risultati Traduzione in italiano a cura della ASL Città di Milano – Coordinamento Progetto Religo

Page 6: Q2 Bibliografia ragionata

Approccio di Comunità

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Reperibile tramite: Abstract The relationships between community coalition processes during initial 3-year state seed funding and markers of sustainability post-funding were investigated in 20 Communities That Care (CTC) sites in Pennsylvania. Coalition processes were assessed using interviews with coalition members, ratings from the research team and ratings from state technical consultants. We found members' knowledge of prevention, coalition internal functioning, and fidelity to the CTC model during early coalition functioning predictive of later sustained coalition board activity. Findings suggest domains of early coalition functioning that may be important for understanding and promoting sustainability

I processi di aggregazione della comunità durante i primi tre anni di finanziamento e gli indicatori di sostenibilità successivi al termine del finanziamento sono state studiati in 20 comunità che hanno aderito al programma “Communities that care” (CTC) in Pennsylvania. I processi di aggregazione sono stati analizzati attraverso: interviste rivolte ai membri della aggregazione, valutazioni del gruppo di ricerca e dei consulenti tecnici. I risultati indicano che il livello di comprensione di questi soggetti relativamente al tema della prevenzione, del funzionamento interno dell’ aggregazione e del grado di adesione al modello CTC nelle fasi iniziali sono predittivi rispetto alla successiva sostenibilità dell’attività dell’organizzazione. I risultati suggeriscono indicazioni rispetto al funzionamento delle aggregazioni nelle fasi iniziali che possono essere importanti per capire e promuoverne la sostenibilità.

Gomez BJ, Greenberg MT, Feinberg ME Sustainability of community coalitions: an evaluation of communities that care.

Prevention science, 2005, Sep, 6 (3) pp 199-202.

Sostenibilità delle aggregazioni nella comunità: una valutazione del progetto “Communities that care” (le comunità che curano)

Traduzione in italiano a cura della ASL Città di Milano - Coordinamento Progetto Religo

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Approccio di Comunità

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Reperibile tramite: Abstract This study used key informant interviews and student survey data in 508 U.S. communities to examine relationships between the prevalence of community and non-classroom-based school substance prevention strategies and teen substance use rates. After controlling for covariates, analyses indicated that: (1) adult-supervised after-school activities were significantly related to lower past 30-day cigarette smoking and both past 30-day alcohol use and binge drinking; (2) unsupervised after-school recreational facilities were significantly associated with both lower past 30-day cigarette smoking and current daily smoking; (3) community activities to reduce substance use were significantly related to lower binge drinking; and (4) student organizations to prevent alcohol abuse were significantly related to lower binge drinking. Communities need a broad spectrum of strategies to address variation in substance use among youth. EDITORS' STRATEGIC IMPLICATIONS: Policymakers at the school, community, state, and federal levels will benefit from knowing that after-school activities for teens typically result in reliable (though often modest) reductions in substance use in this large national sample. This is a strategy that works, but the effects are likely to vary by setting, level of supervision, substance, and program implementation Questo studio si basa su dati raccolti attraverso interviste proposte a studenti in 508 comunità degli Stati Uniti, per esaminare la relazione esistente tra le strategie di intervento preventivo di comunità e non basate sulla scuola e i livelli d’uso di sostanze tra i giovani. Le analisi indicano (1) che le attività di dopo scuola supervisionate da adulti erano significativamente correlate sia a una riduzione del numero di sigarette fumate negli ultimi 30 giorni e sia dell’uso e dell’abuso di alcol, sempre negli ultimi 30 giorni; (2) che le attività ricreazionali del dopo scuola, non supervisionate dagli adulti, erano significativamente correlate con una diminuzione delle sigarette fumate giornalmente e negli ultimi 30 giorni; (3) che le attività di comunità per ridurre l’uso di sostanze erano significativamente correlate con una diminuzione degli abusi alcolici; (4) che le organizzazioni studentesche finalizzate a prevenire l’abuso di alcol erano significatimene correlate con una diminuzione degli abusi d’alcol. Le comunità hanno bisogno di un ampio spettro di strategie volte a ridurre l’uso di sostanze tra i giovani. N.d.r.: chi si occupa di politiche a livello della scuola, della comunità e dello Stato potrà trarre benefici dal sapere che le attività di dopo-scuola per gli adolescenti abbiano determinato una riduzione attendibile (benché spesso moderata) del consumo di sostanze in un campione così vasto a livello nazionale. Questa è una strategia che funziona ma gli effetti sono probabilmente variabili a seconda del contesto, del livello di supervisione, del tipo di sostanza e dell’implementazione dell’intervento.

VanderWaal CJ, Powell LM, Terry-McElrath YM, Bao Y, Flay BR Community and school drug prevention strategy prevalence:

differential effects by setting and substance. The Journal of primary prevention ,2005, Jul 26 (4) pp 299-320

Le strategie di prevenzione all’uso di sostanze a scuola e nella comunità: effetti differenziali in base al setting e alla sostanza

Traduzione in italiano a cura della ASL Città di Milano - Coordinamento Progetto Religo

Page 8: Q2 Bibliografia ragionata

Life Skills

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LIFE SKILLS

Reperibile tramite: Abstract Objective.—To evaluate the long-term efficacy of a school-based approach to abuse prevention. Design.—Randomized trial involving 56 public schools that received the program with annual provider training workshops and ongoing consultation, the prevention program with videotaped training and no consultation, or as usual” (ie, controls). Follow-up data were collected 6 years after using school, telephone, and mailed surveys. Participants.—A total of 3597 predominantly white, 12th-grade students who represented 60.41% of the initial seventh-grade sample. Intervention.—Consisted of 15 classes in seventh grade, 10 booster sessions grade, and five booster sessions in ninth grade, and taught general “life and skills for resisting social influences to use drugs. Measures.—Six tobacco, alcohol, and manjuana use self-report scales were to create fine dichotomous drug use outcome variables and eight polydrug variables. Results.—Significant reductions in both drug and polydrug use were found for groups that received the prevention program relative to controls. The strong effects were produced for individuals who received a reasonably complete of the intervention—there were up to 44% fewer drug users and 66% fewer (tabacco, alcohol, and marijuana) users. Conclusions.—Drug abuse prevention programs conducted during junior high can produce meaningful and durable reductions in tabacco, alcohol, and use if they (1) teach a combinatian of social resistance skills and general (2) are properly implemented, and (3) include at least 2 years of booster Obiettivo: valutare l’efficacia a lungo termine di un intervento di prevenzione all’abuso di sostanze basato sull’approccio “school-based”. Disegno di ricerca: l’esperimento ha coinvolto 56 scuole pubbliche che, in modo randomizzato, hanno ricevuto il programma con un training annuale e incontri successivi, con training un realizzato attraverso videotape senza incontri successivi, oppure un programma tradizionale (per esempio, il gruppo di controllo). I dati di follow up sono stati raccolti 6 anni dopo, attraverso interviste realizzate a scuola, al telefono o via posta. Partecipanti: 3.597 studenti, prevalentemente bianchi, del 12° grado di scuola che hanno rappresentato il 60.41% del campione iniziale, del 7° grado di scuola. Descrizione dell’intervento: è consistito in 15 incontri di classe durante il 7° grado, 10 sessioni “buster” durante l’8° grado, 5 sessioni “buster” per il 9° grado e l’ insegnamento di generali life skill e abilità per la resistenza alle pressioni sociali a consumare droga. Strumenti di rilevazione: sei scale self–report sull’uso di tabacco, alcol e marijuana da cui sono state tratte delle variabili sul consumo di droga e delle variabili sul poliabuso.

Botvin, PhD; Eh Baker, PhD; Linda Dusenbury, PhD; Elizabeth M. Botvin, Long-term FoIIow-up Results Randomized Drug Abuse Trial in a White MiddIe-class

Jama, April 12,1995, Vol.273, no.14, pp 1106-1112

Risultati di un follow up a lungo termine di un esperimento randomizzato, nel campo della prevenzione dell’abuso di droga nella popolazione caucasica di classe media

Traduzione in italiano a cura della ASL Città di Milano - Coordinamento Progetto Religo

Page 9: Q2 Bibliografia ragionata

Life Skills

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Risultati: sono stati riscontrati dei significativi cali sia nell’uso sia nel poliabuso di droghe per i gruppi che avevano partecipato al programma, rispetto ai gruppi di controllo. Gli effetti maggiori sono stati riscontrati per i soggetti che avevano ricevuto una versione ragionevolmente completa dell’intervento – è stata registrata una diminuzione del 44% di abuso e 66% di poliabuso. Conclusioni: I programmi di prevenzione all’abuso di droghe condotti nel corso della scuola media inferiore possono produrre significative e durature diminuzioni nell’uso di tabacco, alcol e marijuana se essi: (1) insegnano una combinazione di abilità di resistenza alle pressioni sociali e di generali life skill, (2) se sono correttamente implementati e (3) se includono almeno due anni di sessioni “buster”.

Page 10: Q2 Bibliografia ragionata

Life Skills

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Reperibile tramite:

Abstract

Students (N = 4,466) attending 56 schools in New York State were involved in a 3-year study testing the effectiveness of a cognitive-behavioral approach to substance abuse prevention. In a randomized block design, schools were assigned to receive (a) the prevention program with formal provider training and implementation feedback, (b) the prevention program with videotaped provider training and no feedback, or (c) no treatment. After pretest equivalence and comparability of conditions with respect to attrition were established, students who received at least 60% of the prevention program (N = 3,684) were included in analyses of program effectiveness. Significant prevention effects were found for cigarette smoking, marijuana use, and immoderate alcohol use. Prevention effects were also found for normative expectations and knowledge concerning substance use, interpersonal skills, and communication skills.

Gli studenti di 56 scuole nello Stato di New York furono coinvolti in uno studio di tre anni volto a verificare l’efficacia di un approccio cognitivo–comportamentale alla prevenzione dell’abuso di sostanze. In un disegno di ricerca a gruppi randomizzati, le scuole furono assegnate alle seguenti condizioni: (a) programma di prevenzione con training di tipo tradizionale e feedback sui risultati; (b) programma di prevenzione con training forniti attraverso videotape senza feedback; (c) nessun intervento. Dopo che fu effettuato il pretest e verificata l’omogeneità e la comparabilità delle condizioni, gli studenti che avevano partecipato almeno al 60% del programma di prevenzione (N. 3.684) furono inclusi nell’indagine per verificare l’efficacia del programma. Furono riscontrati effetti preventivi per il fumo di sigarette, per l’uso di marijuana, e per l’uso smodato di alcol. Effetti preventivi furono riscontrati anche relativamente alle aspettative normative (alle stima del consumo di queste sostanze da parte dei coetanei), alle conoscenze sull’uso di sostanze e alle abilità interpersonali e di comunicazione.

Botvin GJ, Baker E, Dusenbury L, Tortu S, Botvin EM

Preventing adolescent drug abuse through a multimodal cognitive-behavioral approach:

results of a 3-year study.

La prevenzione all’abuso di droga negli adolescenti, attraverso un approccio multimodale cognitivo – comportamentale: i risultati di tre anni di studio

Traduzione in italiano a cura della ASL Città di Milano - Coordinamento Progetto Religo

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Life Skills

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Reperibile tramite: Abstract

This study presents one-year follow-up data from an evaluation study testing the effectiveness of a cognitive-behavioral substance abuse prevention approach which emphasizes the teaching of social resistance skills within the larger context of an intervention designed to enhance general social and personal competence. The follow-up study involved 998 eighth graders from 10 suburban New York junior high schools. Two schools were assigned to each of the following conditions (a) peer-led intervention, (b) peer-led intervention with booster sessions, (c) teacher-led intervention, (d) teacher-led intervention with booster sessions, and (e) control. The original intervention was implemented in the seventh grade; the booster intervention was implemented during the eighth grade. Results indicate that this type of prevention strategy, when implemented by peer leaders in the seventh grade and when additional booster sessions are provided during the eighth grade, can reduce tobacco, alcohol, and marijuana use. Similar effects are evident for females when the prevention program is implemented with fidelity by classroom teachers. Moreover, the prevention program is also capable of producing a significant impact on several hypothesized mediating variables

Questo studio presenta i dati di un anno di follow up di uno studio di valutazione volto a verificare l’efficacia di un approccio cognitivo–comportamentale per la prevenzione dell’abuso di sostanze, che enfatizza l’insegnamento delle abilità di resistenza sociale, all’interno di un più ampio contesto di intervento mirato ad aumentare abilità generali, sociali e personali. Questo studio di follow up ha coinvolto 998 studenti dell’ottavo grado di scuola, di 10 istituti situati in zone suburbane di New York. Due scuole furono assegnate alle seguenti condizioni sperimentali: (a) intervento tra pari; (b) intervento tra pari + sessioni “buster” (di richiamo); (c) intervento condotto dagli insegnanti; (d) intervento condotto da insegnanti + sessioni “buster”; (e) gruppo di controllo. L’intervento base fu realizzato nella classe di settimo grado; la sessione “buster” fu realizzata in seguito nella classe di ottavo grado. I risultati indicano che questo tipo di strategia preventiva, quando viene realizzata attraverso peer leader nella settima classe e ripresa con sessioni “buster” l’anno successivo, può ridurre l’uso di tabacco, di marijuana e di alcol. Risultati simili sono manifestati anche dalle ragazze quando il programma di prevenzione è implementato, in maniera corretta, dagli insegnanti. Inoltre, il programma di prevenzione appare in grado di produrre un impatto significativo su diverse altre variabili che si ipotizza abbiano un ruolo predittivo.

Botvin GJ, Baker E, Filazzola AD, Botvin EM

A cognitive-behavioral approach to substance abuse prevention: one-year follow-up Addictive Behaviors, 1990, 15 (1), pp 47-63

Un approccio cognitivo – comportamentale alla prevenzione dell’abuso di sostanze: un anno di follow up

Traduzione in italiano a cura della ASL Città di Milano - Coordinamento Progetto Religo

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Life Skills

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Reperibile tramite: Abstract The Strengthening Washington DC Families Project (SWFP) examined implementation fidelity and effectiveness when a selective, evidence-based prevention program was implemented with a sample of 715 predominantly African American families across multiple settings in an urban area. Using a true experimental design, this study reports on the differential effectiveness of four conditions (child skills training only, parent skills training only, parent and child skills training plus family skills training, and minimal treatment controls) in reducing child antisocial behavior and its precursors. Major challenges with recruitment and retention of participants and uneven program coverage were documented. No statistically significant positive effects for any of the program conditions were observed, and a statistically significant negative effect on child reports of Negative Peer Associations was observed for children of families assigned to the family skills training condition. Two marginally significant findings were observed: Child's positive adjustment favored families assigned to family skills training condition relative to minimal treatment and child training only, and family supervision and bonding was lower for children in family skills training than in the other three conditions. Hypotheses about potential explanations for the weaker than expected effects of this program are offered, as are thoughts about the infrastructure necessary to successfully implement family strengthening programs and the future of prevention science Il progetto “Strengthening Washington D.C. Families” (SWFP) ha studiato la fedeltà dell’implementazione e l’efficacia di un programma di prevenzione selettiva ed evindece based, che ha coinvolto un campione di 715 di famiglie, prevalentemente afro-americane ed che è stato realizzato in diversi contesti dell’area urbana.

Usando un disegno sperimentale, questo studio riporta l’efficacia relativamente a quattro condizioni distinte (interventi di skill training rivolti solo ai bambini, solo ai genitori, ad entrambi più interventi di family training e un gruppo di controllo a cui veniva fatto un trattamento minimo) nel ridurre i comportamenti antisociali dei bambini e le relative condizioni predisponesti.

Sono documentate le principali difficoltà incontrate relativamente al reclutamento dei partecipanti, al mantenimento della loro presenza nel tempo e alla diseguale copertura del programma. Non si sono registrati effetti statisticamente significativi per nessuna delle condizioni del programma ma si è rilevato un effetto negativo, statisticamente significativo, per i bambini appartenenti alle famiglie assegnate alla condizione “family skills training” relativamente al fattore “Negative Peer Association”.

Sono stati osservati due risultati tendenzialmente significativi:

- un cambiamento positivo nei bambini delle famiglie affidate alle condizioni “family skills training” rispetto al gruppo di controllo e al gruppo che aveva partecipato alla condizioni “training solo per i bambini”

- e il grado di supervisione e legame familiare che è risultato inferiore per i bambini appartenenti al gruppo “Family skills training” nelle rispetto alle altre tre condizioni.

Gottfredson D, Kumpfer K, Polizzi-Fox D, Wilson D, Puryear V, Beatty P, Vilmenay M The strengthening washington D.C. Families project:

a randomized effectiveness trial of family-based prevention Prevention Science 2006 Mar;7(1) Pages: 57-74

Il Progetto “ Strengthening Washington D.C. Families”: un’esperimento randomatizzato sull’efficacia di un intervento preventivo in famiglia

Traduzione in italiano a cura della ASL Città di Milano - Coordinamento Progetto Religo

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Life Skills

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Per spiegare gli effetti di questo programma, che sono stati più deboli di quanto atteso, sono state proposte delle ipotesi che possono essere intese come delle riflessioni relativamente alle condizioni

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Mentoring

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MENTORING

Reperibile tramite: Abstract The A.R.Y.A. ("Advancement of Resilience at a Young Age") Project addresses at-risk 4-year-old kindergarten children in a trial to promote their resilience. The project is implemented by mentors, who strove to establish in the children an internal assumption that it is worthwhile to pursue a way to change unpleasant events, even if previous efforts were fruitless. Following a short description of the A.R.Y.A. project, several lessons on mentoring preschoolers are delineated and discussed. Il progetto A.R.Y.A (Promozione della resilienza nei giovani) si rivolge ai bambini di 4 anni ritenuti appartenenti alle fasce a rischio, per tentare di promuovere la loro resilienza. Il progetto è implementato attraverso mentori, che si impegnano a sviluppare nei bambini la credenza interiore rispetto all’opportunità di perseguire un modo per cambiare gli eventi spiacevoli della vita anche se i precedenti sforzi sono stati vani. Nell’articolo si trova una breve descrizione del progetto A.R.Y.A e vengono delineate e discusse alcune lezioni sul mentoring proposto per bambini in età prescolare necessarie per implementare con successo il progetto “ strengthening families” e per il futuro della scienza preventiva.

Israelashvili, Wegman-Rozi O. Mentoring at Risk preschoolers: lessons from A.R.Y.A project

Journal of primary prevention, Vol.26, No.2, 2005, pp 189-201

Mentoring rivolto ai bambini a rischio nella fascia d’età prescolare: lezioni dal progetto A.R.Y.A

Traduzione in italiano a cura della ASL Città di Milano - Coordinamento Progetto Religo

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Mentoring

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Reperibile tramite: Abstract Understanding the factors that contribute to high-quality mentoring relationships is critical to developing and sustaining effective mentoring programs. In study 1, sixty-three adolescent mentors, from two high schools, were surveyed four to six weeks after being matched with elementary-age mentees. Hierarchical regression models revealed that mentees' academic and behavioral risk status, parental involvement, and program quality all explained variance in mentor-perceived relationship quality, but none remained significant predictors after mentors' self-efficacy, motivations for self-enhancement, and assessments of their mentees' support seeking behaviors were accounted for. Study 2 cross-validates the regression model in study 1 and examines the concurrent validity and predictive validity of a measure of mentoring match characteristics using mid-year and end-of-year assessments from mentees and mentors. Editors' Strategic Implications: The focus on mentors' initial impressions of their mentees and the relationship represents a novel contribution to the study of relationship formation and persistence. The authors provide a promising strategy - and descriptions of specific measures - to help programs study relationships that endure or terminate. Coordinators will benefit from the knowledge that if mentors feel efficacious and if the mentoring relationship is strong, mentors are more likely to persist. La comprensione dei fattori che contribuiscono a realizzare un’alta qualità della relazione all’interno di un intervento di mentoring rappresenta un elemento cruciale per sviluppare e sostenere programmi di mentoring efficaci. Nello studio n. 1, 63 mentori adolescenti, provenienti da due scuole medie superiori, sono stati osservati per 4/6 settimane, dopo essere stati accoppiati con ragazzi della scuola elementare. Il “Hierarchical regression models” ha rivelato che i risultati scolastici e il grado di comportamenti a rischio, il coinvolgimento dei genitori e la qualità del programma spiegavano la varianza della percezione della qualità della relazione da parte del mentore, ma nessuna di queste variabili restava un predittore significativo dopo che erano prese in consideraione l’auto -efficacia del mentore, le motivazioni per l’auto-miglioramento, le valutazioni del comportamento di ricerca di aiuto del proprio protetto. Lo studio 2 valida il modello di regressione dello studio 1 ed esamina la validità concorrente e la validità predittiva della misurazione delle caratteristiche dell’abbinamento nell’intervento di mentoring usando una valutazione della relazione tra mentore e “protetto” a metà e alla fine dell’anno. N.D.R. L’attenzione centrata sulle prime impressioni dei mentori rispetto ai loro “protetti” e sulle relazioni rappresenta un nuovo contributo allo studio della creazione e della durata di una relazione. Gli autori propongono una promettente strategia (e le descrizioni di specifiche procedure di misurazione) , per aiutare lo studio delle relazioni che durano o terminano all’interno dei programmi di mentoring I coordinatori degli interventi potranno trarre beneficio dal fatto di sapere che secondo la quale se i mentori si sentono efficaci e se la relazione di mentoring è forte, è più probabile che i mentori proseguano l’attività intrapresa.

Karcher MJ, Nakkula MJ, Harris J Developmental mentoring match characteristics:

correspondence between mentors' and mentees' assessments of relationship quality Journal of primary prevention, 200,5 Mar, 26 (2) pp 93-110

Caratteristiche dell’abbinamento nel mentoring in età evolutiva: analisi di una relazione di qualità tra mentore e protetto

Traduzione in italiano a cura della ASL Città di Milano - Coordinamento Progetto Religo

Page 16: Q2 Bibliografia ragionata

Mentoring

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Reperibile tramite: Abstract Conceptual and empirical work on youth mentoring naturally tends to focus on the relationship between mentor and child. However, the parent/guardian and agency caseworker also may contribute to the success or failure of the mentoring intervention, and program effects may be partially mediated by the child's interactions with these individuals. This article presents a systemic model of mentoring depicting the interdependent network of relationships established between mentor, child, parent/guardian, and caseworker against the backdrop of agency policies and procedures. Numerous examples illustrate pathways of influence and patterns of communication in the context of this more holistic model of mentoring.

Editors' Strategic Implications: Drawing upon ecological and systems theories, the author provides a promising conceptual model that focuses on patterns of interpersonal exchange among several key individuals (but not the only possible ones). This model reminds researchers and practitioners that mentoring resides within a mutually reinforcing (or inhibiting) network of other relationships. This systemic thinking has implications for child welfare agency policies and practices.

Le esperienze teoriche e pratiche sul mentoring rivolto ai giovani tendono a focalizzarsi sulla relazione tra mentore e protetto. Ad ogni modo anche il genitore/tutore e l’operatore di riferimento appartenente all’ente gestore del progetto possono contribuire al successo o la fallimento dell’intervento di mentoring e gli effetti del programma possono essere in parte influenzati dalle interazioni dei bambini con questi soggetti. Questo articolo presenta un modello sistematico di mentoring prendendo in considerazione la rete di relazioni l’interdipendenti che si stabiliscono tra il mentore, il bambino, il genitore/tutore e l’operatore di riferimento in relazione alle linee programmatiche e alle procedure attuate dell’ente. Numerosi esempi illustrano il processo di influenza e i modelli di comunicazione presenti in questo modello olistico di mentoring. Nella prima sezione vengono presentati i concetti di base per un modello sistematico di mentoring. La sezione successiva è dedicata a illustrare come il modello può essere utilizzato per tracciare una modalità di influenza e comunicazione attraverso differenti soggetti partecipanti all’intervento. L’articolo infine si conclude con una discussione sulle potenzialità del modello per la pratica e la ricerca sul mentoring. N.d.r: Basandosi su teorie sistemiche e un approccio ecologico l’autore fornisce un promettente modello concettuale che si focalizza su un sistema di scambi interpersonali tra diversi individui chiave (ma non i soli possibili). Questo modello ricorda ai ricercatori e ai professionisti che il mentoring si trova all’interno di una rete di relazioni reciprocamente rinforzanti (o inibenti). Questo pensiero sistemico ha implicazioni rispetto alle linee programmatiche e alle procedure delle agenzie che si occupano del benessere del bambino.

Keller TE A systemic model of the youth mentoring intervention

Journal of primary prevention, 2005, Mar, 26 (2) pp 169-88

Un modello sistematico dell’ intervento di mentoring rivolto ai giovani

Traduzione in italiano a cura della ASL Città di Milano - Coordinamento Progetto Religo

Page 17: Q2 Bibliografia ragionata

Mentoring

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Reperibile tramite : Abstract This evaluation explores the effectiveness of school-based mentoring as a universal prevention strategy. The impact of mentoring on students displaying risk factors is also addressed. The evaluation of YouthFriends, a school-based mentoring program, employed a pretest-posttest control group design. Students (n = 170) across five school districts provided data on eight dependent variables. At posttest, there was a statistically significant difference favoring YouthFriends over controls on sense of school membership. In addition, for students who had low scores at baseline, results indicated a statistically significant improvement unique to YouthFriends on community connectedness and goal-setting. Analyses of students' academic performance also indicated a positive effect for those YouthFriends who had low grades at baseline. Editors' Strategic Implications: Important lessons are provided for school administrators and mentoring program staff and evaluators. As a universal prevention program, school-based mentoring may produce few (and small) short-term effects. A greater understanding of the effects of dosage and quality of the mentoring is needed as we seek to evaluate the efficacy of school-based mentoring across a variety of student risk levels. Questa valutazione indaga l’efficacia di un intervento di mentoring implementato a scuola come una strategia di prevenzione universale. Viene discusso l’impatto del mentoring sugli studenti che manifestano fattori di rischio. La valutazione del YouthFriends, un intervento di mentoring a scuola, utilizza un modello di valutazione pre-post e un gruppo di controllo. Gli studenti (n=170) di 5 distretti scolastici hanno fornito dati su otto variabili dipendenti. I risultati al posttest indicano differenze staticamente significative a favore dell’efficacia del progetto YouthFriends, infatti i soggetti appartenenti al gruppo sperimentale hanno ottenuto punteggi maggiormente positivi di quelli ottenuti dal gruppo di controllo rispetto al senso di appartenenza alla scuola. Inoltre, gli studenti che hanno un basso punteggio iniziale mostrano un miglioramento statisticamente significativo nel post test rispetto alle variabili “coinvolgimento nella comunità” (community connectedness) e “abilità nel pianificare gli obiettivi” (goal setting skills), Inoltre un’analisi dei risultati accademici, si evidenzia un un effetto positivo per gli studenti che avevano riportati bassi livelli iniziali. N.d.r. Importanti indicazioni sono è fornire ai dirigenti scolastici, ai membri degli staff degli interventi di mentoring e ai valutatori. Come programma di prevenzione universale, gli interventi di mentoring a scuola producono pochi (e piccoli) effetti a beve termine. (è invece necessario raccogliere ulteriori informazioni per stabilire quale possa essere l’impatto di un programma di mentoring a scuola rivolto a studenti a rischio)

Portwood SG, Ayers PM, Kinnison KE, Waris RG, Wise DL YouthFriends: outcomes from a school-based mentoring program.

The Journal of primary prevention, 2005, Mar, 26(2) pp 129-88

YouthFriends: risultati da un programma di mentoring a scuola

Traduzione in italiano a cura della ASL Città di Milano - Coordinamento Progetto Religo

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Miscellanea

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MISCELLANEA Reperibile tramite: sito a pagamento della rivista Abstract This paper examines the applicability of the diffusion model to drug use. A variety of studies that employ the diffusion model to examine drug-related behaviour, including the use of alcohol, tobacco and illicit drugs, are discussed. Studies include those that focus on “natural” or spontaneous diffusion and those in which diffusion of a drug or a drug-related intervention is planned. Most studies examined support the application of the diffusion model in the study of drug use. The model is particularly valuable when new substances are introduced to a population or subgroup. The addition of economic and other forms of availability as a determinant of adoption would increase the power of the model. Recommended directions for research are outlined. The diffusion model has been used successfully in the study of drug use for several decades. More rigorous designs would strengthen this type of research and provide direction for policymakers and those involved in public health and education.

Questo studio esamina l’applicabilità del “modello di diffusione” al consumo di droga. Nel testo sono analizzati numerosi studi che utilizzano il “modello di diffusione” per esaminare i comportamenti droga-correlati, inclusi l’uso di alcol, tabacco e droghe illecite. Gli studi comprendono quelli focalizzati sulla diffusione naturale e spontanea e quelli in cui la diffusione di una droga o di un intervento droga–correlato è pianificato. Molti studi hanno esaminato il supporto del “modello di diffusione” nello studio del comportamento di abuso. Il modello è particolarmente efficace quando vengono introdotte nuove sostanze in una popolazione o in un sottogruppo. La somma della componente economica e di altre forme di disponibilità, quali determinanti nell’assunzione di una sostanza, potrebbero accrescere la forza del modello. Sono inoltre raccomandate ulteriori direzioni di ricerca. Il modello di diffusione è stato utilizzato con successo per decenni, negli studi sul consumo di droga. Disegni di ricerca più rigorosi potrebbero rafforzare questo tipo di ricerca e suggerire una direzione di intervento per coloro che si occupano politica, di salute pubblica e di educazione.

Ferrence R.

Diffusion theory and drug use Addiction, 2001, 96, pp 165–173

Il consumo di droga e la teoria della diffusione

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Miscellanea

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Reperibile tramite: Abstract Ever increasing demands for accountability, together with the proliferation of lists of evidence based prevention programs and policies, led the Society for Prevention Research to charge a committee with establishing standards for identifying effective prevention programs and policies. Recognizing that interventions that are effective and ready for dissemination are a subset of effective programs and policies, and that effective programs and policies are a subset of efficacious interventions, SPR's Standards Committee developed overlapping sets of standards. We designed these Standards to assist practitioners, policy makers, and administrators to determine which interventions are efficacious, which are effective, and which are ready for dissemination. Under these Standards, an efficacious intervention will have been tested in at least two rigorous trials that (1) involved defined samples from defined populations, (2) used psychometrically sound measures and data collection procedures; (3) analyzed their data with rigorous statistical approaches; (4) showed consistent positive effects (without serious iatrogenic effects); and (5) reported at least one significant long-term follow-up. An effective intervention under these Standards will not only meet all standards for efficacious interventions, but also will have (1) manuals, appropriate training, and technical support available to allow third parties to adopt and implement the intervention; (2) been evaluated under real-world conditions in studies that included sound measurement of the level of implementation and engagement of the target audience (in both the intervention and control conditions); (3) indicated the practical importance of intervention outcome effects; and (4) clearly demonstrated to whom intervention findings can be generalized. An intervention recognized as ready for broad dissemination under these Standards will not only meet all standards for efficacious and effective interventions, but will also provide (1) evidence of the ability to "go to scale"; (2) clear cost information; and (3) monitoring and evaluation tools so that adopting agencies can monitor or evaluate how well the intervention works in their settings. Finally, the Standards Committee identified possible standards desirable for current and future areas of prevention science as the field develops. If successful, these Standards will inform efforts in the field to find prevention programs and policies that are of proven efficacy, effectiveness, or readiness for adoption and will guide prevention scientists as they seek to discover, research, and bring to the field new prevention programs and policies.- Le domande di responsabilità in continuo aumento, la proliferazione di liste di programmi preventivi e di politiche “evidence based” hanno indotto la “Society for Prevention Research” a incaricare una commissione per stabilire degli standard per identificare i programmi e le politiche preventive efficaci. Riconoscendo che gli interventi che sono efficaci e pronti per la divulgazione sono un sottoinsieme di programmi e politiche efficaci, e i programmi e le politiche efficaci sono un sottoinsieme degli interventi efficaci, la “SPR’s Standard Committee” ha sviluppato un insieme di standard che si sovrappongono. Questi standard sono stati stabiliti per aiutare i professionisti, i policy maker e gli amministratori nel determinare quali interventi sono efficaci, quali sono efficienti e quali sono pronti per essere diffusi. In base a questi standard, un intervento per essere efficace dovrà essere stato testato attraverso almeno due metodi rigorosi e cioè (1) aver coinvolto un campione specifico di una popolazione specifica, (2) aver usato misurazioni psicometriche accurate e procedure per la raccolta dei dati, (3) aver analizzato i dati con modelli statistici rigorosi (4) aver

Flay BR, Biglan A, Boruch RF, Castro FG, Gottfredson D, Kellam S, Moźcicki EK, Schinke S, Valentine JC, J P

Standards of evidence: criteria for efficacy, effectiveness and dissemination Prevention science, 2005, Sep, 6(3) pp 151-75

Standard di evidenza: criteri di efficacia, efficienza e diffusione Traduzione in italiano a cura della ASL Città di Milano - Coordinamento Progetto Religo

Page 20: Q2 Bibliografia ragionata

Miscellanea

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mostrato sistematici effetti positivi (senza preoccupanti effetti iatrogeni), (5) aver realizzato almeno un significativo follow-up a lungo termine. Un intervento efficace non solo dovrà rispettare tutti questi standard ma anche (1) avere a disposizione manuali, training appropriati e supporti tecnici per permettere a terzi di adottare e implementare l’intervento (2) essere stato valutato in condizioni reali attraverso studi che hanno previsto accurate misurazioni del livello di implementazione e del coinvolgimento del target (sia nella condizione di intervento sia in quella di controllo), (3) aver indicato l’importanza pratica dei risultati dell’intervento; e (4) aver dimostrato chiaramente a chi possono essere generalizzati i risultati dell’intervento. Un intervento, riconosciuto come pronto per un’ampia disseminazione in base a questi standard non solo incontrerà tutti gli standard degli interventi efficaci ed efficienti, ma fornirà anche (1) indicazioni sull’abilità di “andare a peso” (2) informazioni chiare sui costi e (3) strumenti di monitoraggio e valutazione in modo tale che chi adotterà l’intervento potrà monitorare e valutare come funziona tale intervento nel proprio contesto. Infine la Standard Committee ha identificato possibili standard desiderabili per le attuali e le prossime applicazioni della scienza preventiva, così come saranno sviluppate dal settore. Se adeguati, questi standard sosterranno gli sforzi realizzati nel settore per trovare programmi e politiche preventive di provata efficacia, efficienza e pronti per essere adottati e guideranno gli scienziati della prevenzione nella ricerca, nella scoperta e nella scelta di nuovi programmi e nuove politiche preventive.

Page 21: Q2 Bibliografia ragionata

Bibiliografia

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