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Presentazione “Leggete poesia ogni giorno della vostra vita. La poesia fa bene perché mette in esercizio muscoli che non si usano abbastanza spesso. La poesia sollecita i sensi e li mantiene in forma smagliante. Vi rende consapevoli che avete naso, occhi, orecchie, lingua, mani. In più, la poesia è una metafora o una similitudine in forma compressa. E le metafore di questo tipo, come i fiori di carta giapponesi possono protendersi in avanti in forme gigantesche…” (R.Bradbury) Benvenuti alla seconda edizione della Biennale della Poesia Lettera d’Argento, ho voluto utilizzare queste parole di Bradbury, per dare il benvenuto ai tutti gli amanti di Poesia. Sono felice per voi che siete qui, e posso dirvi, che questa sera tornando a casa, non sarete più gli stessi, vi accompagnerà qualcosa in più, che molti stentano in questo mondo tormentato a ritrovare. Oserei dire c’è fame di Poesia,“Una bella poesia è un contributo alla realtà. Il mondo non è più lo stesso dopo che gli si è aggiunta una bella Poesia” (Dylan Thomas), e di belle poesie, questa sera, ne aggiungeremo molte a questo mondo, e sarà per l’eternità. Grazie al contributo essenziale dell’arte dei Poeti, alla partecipazione convinta di Attori e Musicisti, questa serata “magnifica” si eleva a difendere i sentimenti, a coltivare le emozioni, a governare le esperienze, che sanno, almeno nello spirito, accomunare tutti gli uomini della terra. Sandrino Aquilani Direttore Artistico 1

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  • Presentazione“Leggete poesia ogni giorno della vostra vita. La poesia fa bene perché mette in esercizio muscoli che non si usano abbastanza spesso. La poesia sollecita i sensi e li mantiene in forma smagliante. Vi rende consapevoli che avete naso, occhi, orecchie, lingua, mani.In più, la poesia è una metafora o una similitudine in forma compressa. E le metafore di questo tipo, come i fiori di carta giapponesi possono protendersi in avanti in forme gigantesche…” (R.Bradbury)

    Benvenuti alla seconda edizione della Biennale della Poesia Lettera d’Argento, ho voluto utilizzare queste parole di Bradbury, per dare il benvenuto ai tutti gli amanti di Poesia.Sono felice per voi che siete qui, e posso dirvi, che questa sera tornando a casa, non sarete più gli stessi, vi accompagnerà qualcosa in più, che molti stentano in questo mondo tormentato a ritrovare.Oserei dire c’è fame di Poesia,“Una bella

    poesia è un contributo alla realtà. Il mondo non è più lo stesso dopo che gli si è aggiunta una bella Poesia” (Dylan Thomas), e di belle poesie, questa sera, ne aggiungeremo molte a questo mondo, e sarà per l’eternità. Grazie al contributo essenziale dell’arte dei Poeti, alla partecipazione convinta di Attori e Musicisti, questa serata “magnifica” si eleva a difendere i sentimenti, a coltivare le emozioni, a governare le esperienze, che sanno, almeno nello spirito, accomunare tutti gli uomini della terra.

    Sandrino AquilaniDirettore Artistico

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  • Messaggio del Sindaco CacciariDopo il fortunato debutto del dicembre 2005 al Palazzo del Cinema del Lido, la Biennale della Poesia Lettera d’Argento trova quest’anno nuova sede nello scenario prestigioso e fastoso del Teatro La Fenice: meritato riconoscimento dell’altissimo livello della manifestazione e insieme auspicio di sempre maggior successo. Nomi tra i più importanti della poesia, della musica, del teatro – citarne soltanto alcuni sarebbe scelta dolorosa e ingiusta – concorrono ad animare un evento che fin dalla prima edizione ha saputo suscitare emozioni (e commozioni) sconosciute, grazie alla formula assolutamente originale e innovativa, oltre che spettacolare, di unione di poesia e musica, due linguaggi universali che insieme sanno far vibrare, come nessun altro, le corde più profonde dell’umano sentire.

    Onorata dall’adesione del presidente della Repubblica e dal patrocinio della Commissione italiana per l’Unesco, che la ha inserita nell’ambito della Giornata mondiale della Poesia, la seconda edizione della Biennale della Poesia Lettera d’Argento ha ottenuto il patrocinio del Comune di Venezia. Io e la Giunta comunale che presiedo abbiamo voluto così riconoscere non soltanto il valore artistico dell’evento, che si ritaglia uno spazio di tutto rilievo nel calendario delle manifestazioni culturali cittadine, ma anche un altro, e ancor più prezioso, suo significato: in questi giorni travagliati e drammatici, abbiamo tutti bisogno che la voce della poesia e della musica, per quanto sommessa e “disarmata”, troppo spesso coperta da tante voci “gridate” e fatue, ci ammonisca e ci richiami ai valori più veri, che quella voce ispirano, quei valori di pace, di dialogo, di amicizia di cui Venezia è testimonianza e profezia.

    Massimo CacciariSindaco di Venezia

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  • Messaggio del Presidente PizzigatiGrazie alla ricerca, alla creatività individuale e alle innumerevoli fonti da cui attingere notizie e ispirazioni sempre nuove, l’attività editoriale, negli ultimi anni, ha ritrovato una nuova giovinezza. Nonostante i meravigliosi progressi della tecnologia, vi è un rinnovato interesse per

    il più semplice e tradizionale mezzo di comunicazione: “la scrittura”. La raccolta di pensieri, di emozioni o solamente la voglia di raccontare un fatto ispirato a vita vissuta o a quella che si vorrebbe vivere, lascia spazio, da un lato, a nuovi talenti e, dall’altro, a nuovi lettori. Ritengo che la scrittura e lettura siano i lati opposti, ma imprescindibili, di una stessa moneta, capaci di rendere stimolante l’esercizio della mente e, soprattutto, di tenere viva la fantasia.Il Casinò di Venezia, che ho l’onore di presiedere, si identifica da sempre nel nome e nella storia della Città lagunare e, pertanto, forte dei valori di una tradizione culturale, nota in tutto il mondo, ha aderito, con piacere, al sostegno della Biennale della poesia - Premio “Lettera d’Argento.

    Prof. Avv. Mauro PizzigatiPresidente Casinò di Venezia spa

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  • Le poesie inediteMaria Luisa Spaziani, Alda Merini, Davide Panone, Marisa Solinas,

    Corrado Calabrò, Ennio Cavalli, Franco Buffoni, Gino Pastega,Davide Rondoni, Antonella Anedda, Renato Minore,

    Alessandro Fo, Gabriella Sica, Dante Maffia, Sergio Zavoli,Elena Clementelli, Alberto Toni, Stefania Lubrani,Angelo Sagnelli, Gianni Pizzolari, Yves Lecomte,

    Giancarlo Pontiggia, Giancarlo Pressenda, Marcello Modugno,Daniele Pieroni, Giuseppe Mannino, Lucia Monaco,

    Ivan Nossa, Dania Lupi, Umberto Piersanti, Paolo RuffiliAndrea Zanzotto (Tributo poetico)

    Le vociGiorgio Albertazzi, Nando Gazzolo, Giancarlo Giannini,

    Arnoldo Foà, Marcello Modugno, Marisa Solinas,Enzo Decaro, Tiziana Bagatella, Edoardo Siravo,

    Alessandro Quasimodo, Giampiero Ingrassia, Ivan Anoè,Anna Maria Dell’Agnolo

    Le musicheRenato Serio, Detto Mariano, Pino Donaggio, Angelo Inglese,

    Amedeo Minghi, Natale Massara, Maurizio Abeni,Tino Carollo, Giorgio Onorato Aquilani, Cristian Mele, Vittorio Iuè,

    Riccardo Cimino, Roberto Procaccini, Stefano Borzi

    Le direzioni orchestraliRenato Serio, Detto Mariano, Angelo Inglese, Natale Massara,

    Maurizio Abeni, Tino Carollo, Federico Cecchini, Roberto ProcacciniAl Pianoforte:

    Vittorio Iuè, Stefano Borzi, Giorgio Onorato Aquilani,

    con l’Orchestra Casanova Venice Ensemble

    Con la partecipazione straordinaria diMOGOL

    AMEDEO MINGHIGIoRGIo ALbeRTAZZI

    Il Cast può subire variazioni

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  • Elenco poesieA Bill Viola di Antonella Anedda A Carla Fracci di Maria Luisa SpazianiA Massimo Troisi di Vittorio SquillanteA Quito sono quattro le stagioni di Franco BuffoniAmore a saldo di Lucia MonacoAngelo Bruno di Alessandro Fo Ballata dei due Re di Elena ClementelliC’è ancora giovinezza (a Renato Zero) di Alda MeriniCon te di Dania LupiCosì siamo di Andrea Zanzotto (Tributo poetico)Dalia di Daniele Pieroni Fine dell’Amore di Davide Rondoni Il Gran Portale di Maria Luisa SpazianiIl Tuo Corpo (alle amiche) di Ennio CavalliLa Pace dentro di Marisa Solinas e Davide PanoneLa rugiada di Maria Luisa SpazianiLa valigia nera di Giancarlo Pressenda (Aneymos) L’Angelo incredulo di Corrado CalabròLo spazio e il tempo di Angelo Sagnelli L’Ombra di Marcello Modugno Nessuno più di Sergio Zavoli Non ti manchi di Renato MinoreNuvole di Gianni Pizzolari Odori di Umberto PiersantiOgnuno si inventa di Dante Maffia Oppure … di Stefania Lubrani Per la Fenice di Gabriella Sica Poesia Porta di Paolo Ruffilli Presto finisce aprile di Maria Luisa SpazianiResa di Yves LecomteSe non sei qui di Alberto ToniSecoli sprecati di Ivan NossaSi può cadere in alto di Giuseppe Mannino T’Amo di due amori di Corrado Calabrò Tu perdoni di Yves LecomteVengono gli Angeli di Gino Pastega

    Fuori ConCorso:dal Concorso Cento Poeti per Cento Poesie

    Come un emigrante di erminia Gallo - Prima classificataL’ultimo tratto di strada di Gianni Rescigno - Seconda classificataPrima donna di Carla Natali - Terza classificata

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  • A Bill Viola

    Chi se ne è andato non desidera tornare. Pensiamo che si strugga per il mondoprestandogli la nostra nostalgia.L’oleandro che trema,l’abete che si sfrangia più latteo nella luna e tutta la bellezza incomprensibile che ci ostiniamo a raccontare. Se i morti vedono ci guardano scrutare l’illusione di un muro bussare con le nocche che sbiancano per entrare o chiamarecome i pazzi che cullano le pietre bisbigliando loro: amore.

    Antonella Anedda

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  • A Carla Fracci

    Nulla assomiglia a lei se non l’azzurrogirotondo degli angeli in volo.

    Il suo corpo si sfoglia: la guardiamoanche noi senza peso di carne.

    Se venisse la morte con quel passo,bella fine svanire così,

    quando dagli occhi ancora vivi sfumalo sbarramento fra la terra e il cielo.

    Maria Luisa Spaziani

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  • A Massimo Troisi

    Si risvegliò in un teatro immensoE non si rese conto se quello che vedevaEra cosa immaginaria o cosa vera,la scenografia incredibile, imponenteoltre il sipario c’era tanta gente.

    E quando i tecnici aprirono il sipario,in prima fila rivide un vecchio amico, non ebbe dubbi, era in paradiso.

    La sua performance risultò brillanteGrande trionfo, applausi scroscianti.Si commosse non poco, era raggiante,poi ringraziò, andò nel camerinoe mentre si struccava, a sé vicinonotò la Sua presenza, era il divino.

    E Dio gli disse: questo è il tuo contrattoTi ho visto, mi piaci, e l’ho redatto.Massimo lo guardò… rimase stupefatto.

    Lasciatemi il contratto o mio signoreLo leggo, lo spedisco al mio avvocatoÈ lui che deve dir se va firmato.

    Quale avvocato? Qui siamo in paradisoNon c’è bisogno di una consulenza,qui si lavora senza alcun compenso.Vedi, prima di te lo stesso accordoLo hanno firmato altri grandi artisti,Eduardo, Totò e esimi musicisti.

    Se non mi credi parla con De Sica.Lui, che di soldi ne prendeva tanti,lo ha firmato in men che non si dica.

    Va buono va, lo firmo o mio SignoreMa ditemi una cosa, per favoreMa siete il Padreterno o siete un produttore?

    Vittorio Squillante

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  • A Quito sono quattro le stagioni

    Dove gli indios cominciano a non parlare più spagnoloE i ragni sono arco di baci alle carcasse a pinza,Donne col fazzoletto da testa a riquadriE chirurghi che coi pugnali insanguinano Le mani giunte.

    A Quito sono quattro le stagioniNegli esercizi di lingue dei bambiniRicchi. Inverni non conosce e primavereJoselito, solo estati eterne estatiChe sembrano autunno mentre muore.

    Non sa neppure d’essereNato in Equador,Di avere un rene prontoE poi anche il cuore.

    Meglio che tu la faccia non gli vedaQuando diventano artigli le sue mani.

    Franco Buffoni

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  • Amore a saldo

    Amoresnidato svelato svendutoo ancora inchiodatoal chiuso di una chiostrain disuso

    Amoreschiacciato scombinato scompigliatochiuso nella chiusadi un cantostonato

    Amoreabbigliato apparente adattatoal caso alle circostanzeo all’uso di un mondosbagliato

    Lucia Monaco

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  • Angelo bruno

    Quasi a fine funzione– quelle deserte, infrasettimanali –,giunse, e a lui ginocchionis’inginocchiò d’accanto.

    Sopra il piumino bianconeri si spargevano i capellia incorniciare i tratti naturalied insieme irrealitenerissimamente sorridentidietro le trasparenze degli occhiali.

    Verso una dimensionedi una metafisica dolcezzavirava il nostro banco sotto il peso di quella leggerezza.

    Alessandro Fo

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  • Ballata dei due Re

    C’era una voltaun re:un re di Tule…E c’era un altro re…Nella leggenda il primo,nella storia il secondo.

    Gelide tundre nordiche fino all’estremo limite accesero un amore, alta torcia di vita che la morte non spense.

    Regioni a noi più prossimeavvolsero in un fumodi vendetta l’oltraggioe coniugali slancisciolsero in foschi rivoli di morte.

    Nel calice dorato, pegno d’eterno vincolo, bevve il fedele amante il vino del ricordo, fino all’ultimo istante.

    Ma, spietato, il sovrano di genti longobardein macabro veleno mutò il limpido vino,versandolo nel teschio del nemico sconfittoe con un ghigno offrendolo all’orfana sua sposa.

    La dolce fiaba termina in un canto d’amore.

    La storia ancora sanguina,spillando odio e rancore.

    Elena Clementelli

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  • C’è ancora giovinezza(A Renato Zero)

    Anch’io Renato sono diventata uno Zero in Italiamalgrado i tentativi di salvezza malgrado la mia musicalitànon canto piùeppure … anche tusei stato un mio sognoavrei voluto incontrarticosì geniale da sembrare mattocosì italiano da sembrare veroinvece mi han derubato tuttopersino dei miei sognima c’è una legge Renatoche ti restituisce I sogni perduti.

    Che noia adesso la vitamalgrado i bombardamenti delle televisionisiamo bombardati da tutte le partima il vero italiano qual’ è …quello che crede di essere Renato Zeroo l’inquilino del terzo piano …Siamo pieni di falsi attoriche vogliono dei vecchila loro modesta mercedema quando invecchiando si ama Renato Zerosignifica che la giovinezzac’è ancora.

    Alda Merini

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  • Con te

    In questi giornicome gabbianella di marenaviga il bisognodi rivederti.

    Quasi di nebbiaappari come ginestra invernale sul greto del torrente.

    L’aratro che spingiè il più bel cavallopezzato alle briglie.

    Con te dal freddo di un’infanzia lontanaarriva soffio innamorato,genzianella argentata,a radicarsi un pocosulla mia corona di rose.

    Dania Lupi

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  • Così siamo

    Dicevano, a Padova, “anch’io”gli amici “l’ho conosciuto”.E c’era il romorio d’un acqua sporcaprossima, e d’una sporca fabbrica:stupende nel silenzio.Perché era notte. “Anch’iol’ho conosciuto”.Vitalmente ho pensato a te che oranon sei né soggetto né oggettoné lingua usuale né gergoné quiete né movimentoneppure il né che negavae che per quanto s’affondinogli occhi miei dentro la sua crunamai ti nega abbastanza.

    E così sia: ma iocredo con altrettanta forza in tutto il mio nulla,perciò non ti ho perdutoo, più ti perdo e più ti perdi,più mi sei simile, più m’avvicini.

    Andrea Zanzotto

    “Zanzotto a ottobre compirà ottant’anni. Scrive poesie «di così oscura e abbagliante vastità» (Giovanni Raboni) da lasciare senza fiato”

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  • Dalia

    Scavai a lungo con le dita nella terrala fronte madida e le unghie nerescavai convinto di seminare fiorivolevo guadagnarmi il panecon lo sbocciare di una dalia:ripresi fiato, bevvi un sorso di acquavitese fosse giunto un vagabondoavrei attaccato brigabattermi, lottare senza vero scopofino a stramazzare al suolo con un forcone addossoe lambire la stessa terra seminatapromessa ancora lungi da svelarsi.

    Daniele Pieroni

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  • Fine dell’amore

    Il fuoco e la rosa siano uno (T.S.Eliot)

    IE’ guardarsiandando via di piantoverso il luogo che non ho nelle mie carteo nemmeno riuscire a farlo, sedutoammirando la tua presenzafarsi biancoe le vele del viso alzarsifino al fuoco - -sedersi in disparte cercandola luce che hai sulla testauna fuga di tempesta.

    Che mare, che sarà dopo

    IIFine dell’amore è cadere tra i rami invisibili e raggiantidell’albero oceanola bocca socchiusa, flautodi neve nel turbinio della serail petto a terraper averti ricevutacuore idiota, sparatocosì perso nelle sue primaverepovero e contento

    Davide Rondoni

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  • Il Gran Portale

    Non maledire il buio se non accendi il lumecontro l’oscurità che ti avviluppa.Niente è definitivo se resisteuna scintilla della tua coscienza.

    Vorremmo fare tutte le esperienzesul broccato infinito del vissuto.L’ultima si rifiuta. Non vedremoil Gran Portale dell’uscita.

    Maria Luisa Spaziani

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  • Il tuo corpo(alle amiche)

    Il tuo corpo è una camorra,estorce fantasie e disonora il sabato.

    Le gambe, argini di un fuso orario,infiammano la pianura.

    Gli occhi sono una vanteria della luce,uno sguardo sposta set di comparsee squadre di operai con le tenaglie.

    Le labbra arancioni colorano il sentito dire,scendono a patti dopo la chiusura dei mercati.

    I tuoi seni sono un guanto di sfida,Un pulsante d’emergenza Nel precipizio di notti bianche,un boccaglio per resistere sott’acqua.

    Il tuo culo è una vena di marmoSfuggita a Michelangelo ,la vita stretta dalla sua cinta di pelle.

    Sprezzante e ciarliera, Madonna piangente,forse non sai di esistere nel tuo busto di gesso.

    Ennio Cavalli

    Si ringraziano per l’ispirazione nel tempo: Daniela (i primi due versi ), Maria(gli occhi), Licia (le gambe), Nadya (labbra arancioni) , Alexandra e Piera ( i seni), Rosa e Francesca (il culo). Si ringraziano altresì alcune sconosciute parvenze e la candida, miracolosa corazza della Madonnina di Civitavecchia.

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  • La Pace dentro

    La Pace ci dovrebbe stare dentro.Come un bimbo nel grembo della madre;un grembo che batte come un cuore,con un bimbo che è già di ogni colore.E’ un tarlo interno che ci ricuce l’animaè un ragno intento a disfare la sua tela...

    La Pace non si vende, la Pace si regala!La Pace non si mendica, la Pace si guadagna!La Pace non si cerca,......ci deve stare addosso!Addosso, come una seconda pelle,con mille brividi, che senti anche le stelle...La Pace ci deve stare dentro.Come un bimbo nel grembo della madre...

    La pace rende piccoli i signori della guerrala pace rende grandi gli occhi dei bambini;più giovane.....il cuore dei vecchi.La pace è Futuro, ..... senza più distanze,un posto, ovunque,.....senza differenze.

    Per la Pace nessuno è nessuno!E’ un girotondo di razze,e non casca il mondo...è un girotondo di religioni,e nessuno va per terra...

    La Pace ci dovrebbe stare dentro.Come un bimbo nel grembo della madre...

    La Pace dovremmo essere noi,noi di ieri, noi di oggi e di domani.La Pace sei tu.......e sono anch’io.

    È l’unico entusiasmante mododi avvicinarsi a Dio...

    Marisa Solinas e David Panone

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  • La rugiada

    Non maledire il buio se non accendi il lumecontro l’oscurità che ti avviluppa.Niente è definitivo se resisteuna scintilla della tua coscienza.

    Vorremmo fare tutte le esperienzesul broccato infinito del vissuto.L’ultima si rifiuta. Non vedremoil Gran Portale dell’uscita.

    Maria Luisa Spaziani

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  • La valigia nera

    Dove guarda il vecchiocon la valigia nera,magro, ossuto,scavato?

    Dove guarda,con i suoi occhi persi,trasparenti, azzurri?

    Aspetta la corriera blu,appena fuorida un villaggio senza nome,con case mute di tufouna piccola chiesa,qualche anziana donnae un bimbo su un tricicloche non sacon chi giocare.

    Nessuno alla fermata,nessuno intorno,e il vecchio guarda altrove,lontano,cercando la sua métae non mi vede.

    La curva della stradasi getta giùin tornantiper il pendio boschivo,e il sole basso scherzacon l’ombra della seratra le fronde.

    C’é silenzio ovunquee la campagna è muta.Solo lontano,ai campi,borbotta un piccolo trattore.

    Il vecchio aspetta,quella corriera blu,con la valigia nera ai piedi,immobile, paziente.E’ lindo, pulito,come lo avesse vestito mammail primo giorno di scuola.

    I figli altrove ormai,e la sua sposadorme giù nel campo.Solo la mamma resta.Lei lo ha pettinato,gli ha stirato la camiciae ha detto:“forza, coraggio!”per quell’ultimo viaggio,il più strano.

    Ecco il motore!Arriva!Una corriera blusenza nessuno,tutta per luie per la sua valigia nera,che non contiene nulla.

    ANEYMOS(Giancarlo Pressenda)

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  • L’Angelo incredulo

    Ho paura di quest’amore-se ci penso-come si ha paura dell’angelo che agli amanti che varcano la soglia oltre la quale si smarrisce l’anima sostituisce la chiave criptata con la copia smagnetizzata dall’invidia segreta degli dei.

    Amore, ho paura di quest’amore non voluto e onnivolente -se ci penso- come ho paura dell’angelo incredulo che viene a tentarmi nottetempo: se ci pensoe se non ci penso.

    Corrado Calabrò

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  • Lo spazio e il tempo

    Non c’è uno spazio che non abbia un tempo,che non sia invaso da un alito di vita,che ai raggi di una stella non sorrida,quando ogni cosa gli risplende intorno.

    Per questo tutti i vuoti fatti pienison parte di quel tutto che s’espande,andando sempre dove c’è l’ignotolungo un percorso che non ha una fine.

    Ma quella fine poi tanto agognataè la molla che spinge avanti il tempo,aprendo ai vuoti più infiniti spaziper darci ancora e sempre un po’ di cielo.

    E quel cielo è una strada che si allungache percorriamo a volte col pensieroo quando infine privi d’ogni corposaremo noi gli spazi senza tempo.

    Angelo Sagnelli

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  • L’ombraChi sei tu,con quella faccia nello specchio

    Chi sei tu, chi c’è dietro questa faccia estraneaun’ombraun essereun demone selvaggio

    Chi sei, che vuoiche ti dia voce, fiato, corpoebbene già lo faccioma forse siete tantie il mio parlare è appena sufficiènte al vostro bisbigliare

    Chi c’è, chi seison solo in una stanzama sento vociAh!Liberami il cervello da questa strana danza

    Chi sei tutu che mi impugni l’animaobbligandola a parlare

    Che cosa vuoi che dicache gridi che dica oscenità

    Che follia !Vuoi che mi dimeniche mi stracci le vesti perdendo la mia formaed ogni dignità

    Va via, Ombrache vuoi che faccia

    Vuoi forse fare di me un tirannoun’uomo dal potere illimitato

    Che come un magliosi abbatte su territori e genti

    Per stroncare anime ed ossaper piegare il mondoe in grazia di una idea radere al suolo l’Universo?

    O vuoi fare di me un menestrelloche cerca risposte nel vento

    Chi sei tu Daimonparadigmagenio, se , ka , ba

    Vuoi che parli male dell’uomo?Ebbene l’uomo è una scimmiaUna glabra scimmia cattiva

    Date a un bambino un fucile in manodei vostri cervelli farà un pantano ! E..

    O vuoi che dica sia spirito incarnatoun essere divino, un essere beatoShhhh !

    Quasi ti vedo, Ombra

    Eterna assenteeppure sempre presente

    Nascosta dietro l’Angolo dell’ Iocosciente

    Ma adesso taci !

    Silenzio !Silenzio !Sileeeeenzio !

    Marcello Modugno

    25

  • Nessuno più

    Nessuno più rovescia le clessidre per sapere del tempo che i cumuli si prendono filando la discesa da un capo all’altro delle ampolle; aspettavo la sabbia sotto il piccolo gorgo che ingoiava grano a grano la rena, tutto accadeva come nei rimorsi, un filo di dolore dove più la gola si stringeva, il prezzo da pagare ogni volta finiva e rinasceva, con quella sorte addosso si scambiava il medesimo assillo, la mia spina.

    Sergio Zavoli

    26

  • Non ti manchi

    Non ti manchi l’incoerenza del cuore: non conosce casi generali, solo il particolare, grande perché si muove nella sfera del piccolo.

    Non credere a ciò che si racconta e si sogna sul mare. Terribile è la sua potenza, più vicina al caos che alla nostalgia di bianchi delfini e nuvole crucciate come carte bruciate sugli orli.

    Ma l’unico rimprovero che non posso accettare è proprio quello che ho meritato.

    Renato Minore

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  • Nuvole

    Nella nuvola biancasenza pesocompatta in attesaalta in sicurezza mitesguardo dall’altoin giù in più viequel viavai inascoltatosempre a un passoun traguardo incertoinesploratolà dove dobbiamo fareintervenirein rischio sangue bocca. Nuvole.

    Gianni Pizzolari

    28

  • Odori

    o teneri covoni dell’infanzia,fieno secco e sottileche s’alza e si sciogliesu nell’aria,e noi coi piedi dentroe con la testa,con gli occhi sempre lìtra azzurro e paglia

    ma c’era anche l’odoredelle rane, quelle piccolee verdi tra le foglie,l’odore delle ranetutto mischiatoall’acqua così freddae trasparente,ai sassi lisci e bianchipersi nel fondo

    e le sorbemesse ad asciugare,quell’odore azzurronell’autunno azzurro,t’entra giù nella gola,passa tra i legnie dentro ti rimane,il più ostinato odoredi quegli annisolo l’uguaglia il ventoche soffia tra i capellie l’erba spagna

    chissà se tu Jacoporicordi quella plasticaazzurra, colma d’acqua,oh, ma quel giornoè ancora più distantedei greppi Che’ Ginoe le Cesane,tu ci salti dentrocon Albertoe l’odore del mareframmischiatoa quello del pitosforogià in fiore

    allora, sul tuo voltodelicato, no, non c’era,la piega che lo stravolge,le mani non si torcononell’aria,la strada non percorria cerchi e balzi

    ma la vicenda almenola ricordi?con chi giocavi Jacopolo sai?insisto e ti tormento,mi ci ostino,tu lontano e distante,in altro cielo,frantumi pane e terrae non rispondi

    Umberto Piersanti

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  • Ognuno si inventa

    Ognuno s’inventa la poesia:chi raccoglie vecchi ferri arrugginiti,chi brodo di giurgiule,chi ramaglie secchee chi oggetti lucenti da supermercato.Come si fa a dire che questa non è,che questa è,che potrebbe essere,o il contrario e del contrario infine…Le merci sono occhi che riflettono,e il poeta appagato si trascinaquel po’ di fiele che l’avrebbe salvatodalle tenebre e dalle elucubrazioni.La cronaca ormai è il giusto timbrodel miele almeno provvisorio… invecediluvia dentro e fuori dalla notizia,quel che è rimane e viene assunto.Così la morte non dovrà fare faticaquando l’accumulo sarà infinitoe le troppe bazzecole apparterranno a tuttiinutilmente.

    Dante Maffia

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  • Oppure ...

    Qualcuno lascia una vita a qualcun altro la strappano viaa nudo a freddo a morsi…

    Sfilata come un guantorovesciatascuoiata la vita tutta interapoggiata sanguinantegiorno dopo giornosulle spalle sul cuorenei visceri del cuoreesposta… arresa.

    E il destino lìseduto poco lontanoaspettapronto a trascrivere ogni cosatradurrepiagare… corrompere…… costringe a centellinare il divinoin pochi petaliovunque profusonei secoli dei secolioppure adesso… oppure …

    Stefania Lubrani

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  • Per la Fenice

    Appoggio le orecchie ai tronchi del bosco meraviglioso e grande di Vetralla:è rovere faggio o quercia?Ora è legno con il profumo intenso e caroe gli anelli della crescita,ora è pavimento di palcoscenico e platea,è araba fenice con le piume d’orodalle ceneri a Venezia rinataunica e sola senza altro uccello,è la nuova Fenice che risorge dal fuoco.(Posso deporre l’animanel bosco resinosoriprenderla una seconda volta).Ascolto tra le tavole del teatro le foglie, sono dita che si sfiorano lievemente,accenni di accordi e scaleun fruscio le muove il vento che ci cammina sopraè un’aria musicaleun magnificat.Ascolto crepitare i rami che il sole abbraccia ci sta giocando dopo una notte di guazza,si allungano come alla luna le maree,è la natura divina, il soffio della vita,echeggiano nel bosco i lamenti e i colpi d’ascia,li ascolto, ora stanno parlando tra lorogli alberi, le sentinelleche non si piegano, che svettano,gli alti, gli umili preziosi alberi, hanno capigliature frondose camminano muovendo piedi-radici,(è la ruota che creache trasforma inesausta),sento Dafne che fugge trasformarsi in corteccia diventare gentile danzante pianta d’alloroper amore.

    Gabriella Sica

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  • Poesia Porta

    Diga barriera spartiacque

    - isola e ponte - tunnel cunicolo passaggioda cui filtrare a séil resto del mondo.Invisibile e curiosa cucitura che pesca su dal fondoinnesca ansiae assicura integrità.Il doppio gioco: entrata uscitapaura e confidenzala pausa e il moto.La verità che si apree si richiude sull’ignoto.

    Paolo Ruffilli

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  • Presto finisce Aprile

    Presto finisce aprile. Attenta, è lungoaspettare il seguente, undici mesi.Certo gli altri altrettanto porterannodi dolcezze e sorprese. Ma l’aprile…

    Aprile è fibbia d’oro che trattieneil mantello dell’anno, è il croceviadei più cari defunti, è arcobalenodi morte e vita, acqua sorgente e sangue.

    Congiunge la rugiada della nottea luci d’alba, all’ascesa, allo zenit.L’infanzia viva su ginocchia amatee il sorriso degli ultimi addii.

    Maria Luisa Spaziani

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  • Resa

    Amore infinito in cerca di confini.

    Libertà splendentein cerca di legami.

    Fede nell’uomoin cerca di una chiesa.

    Fuocoin attesa di cenere.

    Yves Lecomte

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  • Se non sei qui

    Per tre notti ho vibrato, poipiù niente. Ora scende il segreto,si deposita, tenta salite, combattenaufragi, i naufragi delle foglieappena mosse in giardino, l’acquache ancora scorre, l’esplosionedel verde, di me in ascolto, comeper imparare la nuova strada. Miaccompagni, premurosa, vibrante,accesa. E’ così che imparo a salire,a dimorare, a costruirmi, di frasein frase, di granello in granello,oltre la vacuità del carosello,del sisma, la sommossa che, incompiuta,ritaglia ancora spazi di manovra,come fossimo uniti per la prima voltae da me uscisse per la prima voltalo spiritello creativo. Al telefonomi basta un momento della tua vocese non sei qui.

    Alberto Toni

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  • Secoli sprecati

    Mentre scrivopenso e dormoQualcuno sta andando in guerra

    Mentre cantoMangio e bevoQualcuno sta andando in guerra

    Siamo di nuovo quiAnni e anni dopoLibri e libri oltrePensieri e paroleDiscorsi e tagliole

    Secoli sprecatiMomenti mai vissutiE ancora, ancora, ancora

    Mentre scrivo Qualcuno sta andando in guerra

    Mentre qualcuno sta… per non tornare più.

    Ivan Nossa

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  • Si può cadere in alto

    Si può cadereda un albero, da un muroo da un dirupo.

    Si può caderenella sabbia, nella polvereo nell’acqua.

    Si può caderein disgrazia, in ansiao in depressione.

    Si può caderenel vuoto delle ideee nei cattivi pensieri.

    Si può caderein basso e non rialzarsi più.

    Si può cadere in altoe volarenelle rotte della ragionecon i buoni sentimenti.

    Sono cadutodal basso in altoverso l’infinito.Ho lasciato al suo destino il popolo delle scimmie.

    Giuseppe Mannino

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  • T’amo di due amori

    T’amo di due amori

    eppure è a senso unico la freccia che oscuramente segna la mia via.

    T’amo di due amori:

    mi sono accorto che c’era un crocevia solo dopo averlo oltrepassato.

    T’amo di due amorie amo dunque due donne, anche se non ho altra donna all’infuori di te.

    T’amo di due amori - è vero -

    e se ne sovrappongono le impronte come due rette possono passare per uno stesso punto se a tracciarle è la mano incosciente d’un dio.

    Ma c’è nell’amore un doppio senso per decifrare il quale manca il tempo finché il dolore non fornisce la chiave.

    Corrado Calabrò

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  • Tu perdoni

    Tu perdonicome l’alba alla nottee il tramonto al giornoPerdonicome la terra al vomere,l’arcobaleno alla pioggia.Perdonisemplicemente come vivi,dolcemente come sorridi,facilmente come ridi.Perdoni a tutti quelliche hanno abusato del tuo corpo,del tuo letto, delle tue piccole economie.Perdonicome l’albero rifiorisce,come l’uomo ricostruisce,come l’uccello migratoretorna dalle nostre parti.Perdonicome il povero da quello che puo’,come l’ape da’ ancora miele.Perdonie, ogni volta, e’ come se,da qualche parte del mondo,una guerra finisse.

    Yves Lecomte

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  • Vengono gli angeli

    Nelle notti di veglia E di solitudineVengono gli angeli.Si alzano dai piedistalliDi marmo, gli altariLasciano delle chieseE le cime dei campanili,escono dai quadri dei museie invisibili volanosino alla mia casa.E’ azzurra e di perla lucenteLa notte di VeneziaCome per mille lune,un’onda di suoni nell’aria,un brivido nell’acqua dei canali.Mi parlano gli angeli E le parole hannoUna voce senza piu’ tempo:e’ attesa e canto dell’ignotoil destino dei poeti.

    Gino Pastega

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  • Fuori ConcorsoCome un emigrante

    Ci siamo dettele parole funambole dei sognie quelle quotidiane dell’amore.Le custodisco come una promessa.Mi dovranno bastare per la vita.Sillabe balbettate nella nottecome piccoli grani morsicati di rosario.

    E di giorno mendicareparole nuove come un emigrante,parole aghi di bussola per questasconfinata stranezza.Quelle che non ci siamo dettee che da solanon so trovare.

    Erminia GalloPoesia 1° classificataConcorso Cento Poeti per Cento Poesie

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  • L’ultimo tratto di strada

    Lanciavi i tuoi semisapendo che non tuttisarebbero divenuti pianteforse morire è molto diversoda come lo immaginiamoera pensiero costanteche ti appesantiva la voceti preparavi a percorrerel’ultimo tratto di stradacon messaggi di sguardie poche pochissime paroleche subito ci raggiungevano il cuorevolevi che ne attingessimo forza quando ne avremmo avuto bisognoe continuavi ad andartene in paceseminando a dita apertecome si fa in autunno col granoaspettavi che t’inghiottisse la nottesostavi e guardavi all’indietroper scoprire se ti seguisse qualcunose dalle tue orme nascessero piante per noi.

    Gianni RescignoPoesia 2° classificataConcorso Cento Poeti per Cento Poesie

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  • Prima Donna

    Sono la prima donna.Sono scesa dagli alberied ho affrontato - a testa alta - il mondo.Ho raccolto e diviso con altri cibo e fuocoperché avevo fame, freddo e paura del buio.Sono quella che ha capito che nel suo grosso ventrec’era una piccola se stessa e ha saputo averne cura.Ho domato anche i lupiperché ho amore da dare.Sono quella che è stata umiliata, picchiata e sfruttatarinchiusa, ingannata e violentatasolo perché sono una donna.

    Sono mia madre e le madri di tutto il mondo.Quelle che vorrebbero soffrire e morireprima che i loro figli soffrano e muoiano,quelle che davanti ad un piccolo corpo insanguinato piangonoprima di chiedere chi e perchéAnche se non è suo il sangue,anche se è diverso il colore della pelle,anche se è di un diverso Dio.Non è più il buio quello che mi fa paura.è la mano che ieri ho riempito di ciboe che oggi è piena di odio.

    Carla NataliPoesia 3° classificataConcorso Cento Poeti per Cento Poesie

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  • ospitiAlessandro Quasimodo

    Le morte Chitarre di Salvatore Quasimodo Lettera alla Madre di Salvatore Quasimodo

    Così come siamo di Andrea Zanzotto

    MogolPensieri tratti da “Le ciliegie di Mogol”

    Dai testi poetici delle canzoni di Mogol-Battisti: frammentiEmozioni - I giardini di Marzo - Il mio canto libero - Anche per te

    Giorgio AlbertazziPia di Giorgio Albertazzi

    Luna di Giorgio AlbertazziDebol ramo di Giorgio Albertazzi

    Gigi di Giorgio AlbertazziAnna di Giorgio Albertazzi

    ? di Giorgio AlbertazziBagliore di Giorgio Albertazzi

    Nel corso della serata verranno attribuitii Premi Speciali e alla Carriera

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  • Le poesie di Giorgio AlbertazziPia

    Guardarti amoreVederti vivereFra i tuoi teneri cani e gattiE il tuo vecchio LusignolChe non galoppa piùÈ vita anche per meCome un mattino tu seiCome un levar del soleUn profumo di violeE non so dire ahiméMeglioLo struggente sentireAl pensieroDi doverti lasciareUn giorno non lontanoTi verrò a salutareSe potròTi resti se noQuesta ardente intenzioneDi sopravvivermiIn teDalle mie ceneriUn soffioIn un tuo mattinoMagari d’aprile.

    (fra Roma e Verona luglio 2002)

    Giorgio Albertazzi

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  • Luna

    Luna sei una lunache volteggia sui prati e nei boschilungo sassosi sentieriaffaticata chissà da checercando fra le foglie e l’erbanei rigagnoli lungo le retiche separano un campo dall’altrosulle groppe dei cavalli e intornoagli zoccoli dei puledriniche d’improvviso ventre a terrascappano da qualche serpe oppure ti abbassi quando qualcunoti abbaiain quel gran cortileda sotto quell’abete giganteche troneggia a Nataleinghirlandato di piccoli fuochiLuna che non avesti mai un Endimione ad amartiné un poeta a narrartiné un usignoloLuna, cane, sei soltanto caneamabile Lunad’argento figlia di un pastoreforse di Maremma e di una lupaselvaggia.Ti amo, Luna.

    Giorgio Albertazzi

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  • Debol ramo

    È quando ti abbandonati lascia a pezzo a pezzo!E potrebbe o nonpotrebbe farlocon leggerezza? – almeno!Invece di staccarsi così brutalmenteamputato pezzo d’osso e muscoloe fibre e tutto il resto in necrosi oquasi –aveva dato segni – forse – indizi dellacaduta: un colore diverso d’altraetnia e un odore – forse –d’altra pianta o fossa:piccoli passi ora ti consente la vitae strascicatiora – ora soltanto – sai cosa è unagamba e una caviglia e uno stincoora che si stacca da te “debol ramo”

    (febbraio 2002)

    Giorgio Albertazzi

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  • Gigi

    Ho un cagnetto di pezzaDa un po’ di tempobianco e nero mi fissa con occhi pungentiDa una mascherina neraDa vicino gli occhietti sprizzanoDorme con me Gigi si chiamaPiù per gioco iniziato Da quella cesta persa fra milleCianfrusaglieTirato su con mano giocosaOra Gigi è il mio compagnoDa pezza fatto caneCane di pezza con cuoreD’improvviso una notteNon era accanto a me eraCadutoSono balzato suCome credo avrei fattoPer mio figlioL’ho raccolto un batuffolo scontrosoL’ho stretto al pettoÈ vecchiaia questaOppure una ritrovataFanciullezza?

    Giorgio Albertazzi

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  • Anna

    Avevo uno di quegli amorigrande come il mondo –come frutti dei tropici al sole dell’immortalitàe l’ho buttato via, non ignorandolo ahiméda esserne totalmente indegnoma seviziandolo ogni giorno per annicon cosciente malizia serafica improntitudinemesso sotto i piedicome una palla sgonfia sulla sabbialui ricchissimo frutto numinosa sferapolpa dolcissima ridotta a vecchiogomitolo di vecchissimo filovisto un mattino sulla battigia e lasciatolì fradicio sballottato da acque pigre –sopravviverò al delitto? Mi rifaròuna faccia sorridente?

    (1972)

    Giorgio Albertazzi

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  • ?

    Ti sei mai guardato un orecchio?Ghirigoro anfratto tortello cavoLobo pendulo – che bisogno c’eraDi farlo così? – Grottesco fliacicoResto di maschera consunta –Lo guardo e mi pareOrgano d’altra forma che la miaestraneo e defilatoCavernicolo frinzelloE per di più due ne hoA ricettacoloDi celesti armonieChe Beethoven immaginòE mai udìSe lo guardò forse VerlaineAssordato d’amoreE se lo strappò via!

    (Roma 2005)

    Giorgio Albertazzi

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  • Bagliore

    Bagliore di coscelampeggiain mezzo al palcoscenicoGuizzailare e tenebrosodemone inverecondoincavoove la vita danzasuo fulgore e morteprepara agguatinell’inguine del mondoStasera va in scenaquel baglioreAmleto può attendere

    Giorgio Albertazzi

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  • MogolPensieri tratti da “Le ciliegie di Mogol”

    I bambini camminano in discesa, gli adulti in piano,gli anziani in salita.Perché il cielo è in su.

    Gli uomini hanno inventato gli aeroplaniPer sentirsi in qualche modo vicini al cielo.Poi si sono dimenticati il cielo.

    Attraversando il deserto da Suez a Taba,ho visto all’improvviso un albero.Se ne stava li tutto solo con le sue foglie verdiA contraddire l’aridità del mondo.

    L’amore vero di una donnaVale più dell’adorazione di mille.

    L’amore è un’essenza di eternitàChe respira nella persona amata.

    Addormentarsi insieme è come darsi la manoDavanti alla soglia dell’infinito.

    La vita è pur sempre femmina.Se le concedi qualche pausaE qualche capriccioTi renderà felice.Lasciala respirare.La felicità dipende non dalla fortunaMa dalla capacità di leggere la vita.

    Oggi è scappato dalla gabbia il pappagallini.Dicono che morirà ai primi freddi.E’ certamente cosciente Di aver fatto la scelta migliore.

    Conviene essere vicini alla rivaPrima di iniziare a nuotare.

    I bambini e le persone anzianePer qualche verso si somigliano.Forse perché entrambi respirano l’ariaDel confine della vita.

    Ho parlato a una bambina piccolissimaChe gridava e piangeva.Ha smesso per un attimo guardandomiAttraverso le lacrime come fossi una mosca.Poi ha ripreso.E io sono volato via.

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  • Alessandro QuasimodoLettera alla madre

    Mater dolcissima, ora scendono le nebbie,il Naviglio urta confusamente sulle dighe,gli alberi si gonfiano d’acqua, bruciano di neve;non sono triste nel Nord: non sonoin pace con me, ma non aspettoperdono da nessuno, molti mi devono lacrimeda uomo a uomo. So che non stai bene, che vivicome tutte le madri dei poeti, poverae giusta nella misura d’amoreper i figli lontani. oggi sono ioche ti scrivo.» - Finalmente, dirai, due paroledi quel ragazzo che fuggì di notte con un mantello cortoe alcuni versi in tasca. Povero, così pronto di cuorelo uccideranno un giorno in qualche luogo. -«Certo, ricordo, fu da quel grigio scalodi treni lenti che portavano mandorle e arance,alla foce dell’Imera, il fiume pieno di gazze,di sale, d’eucalyptus. Ma ora ti ringrazio,questo voglio, dell’ironia che hai messosul mio labbro, mite come la tua.Quel sorriso m’ha salvato da pianti e da dolori.E non importa se ora ho qualche lacrima per te,per tutti quelli che come te aspettano,e non sanno che cosa. Ah, gentile morte,non toccare l’orologio in cucina che batte sopra il murotutta la mia infanzia è passata sullo smaltodel suo quadrante, su quei fiori dipinti:non toccare le mani, il cuore dei vecchi.Ma forse qualcuno risponde? O morte di pietà,morte di pudore. Addio, cara, addio, mia dolcissima mater.

    Salvatore Quasimodo

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  • Le AdozioniA CARLA FRACCI di Maria Luisa Spaziani SCUDERI Pura Sartoria - www.scuderi.it

    POESIA PORTA di Paolo RuffilliCASINO’ DI VENEZIA - www.casinovenezia.it

    PRESTO FINISCE APRILE di Maria Luisa SpazianiCASINO’ DI VENEZIA - www.casinovenezia.it

    A QUITO SONO QUATTRO LE STAGIONI di Franco BuffoniSCUDERI Pura Sartoria - www.scuderi.it

    PER LA FENICE di Gabriella Sica F.LLI AQUILANI Arredo Giardino - www.aquilani.it

    ANGELO BRUNO di Alessandro Fo F.LLI AQUILANI Arredo Giardino - www.aquilani.it

    C’E’ ANCORA GIOVINEZZA di Alda MeriniSAN MARCO CASA D’ASTE Mobili, Oggetti d’Arte www.sammarcoaste.it

    VENGONO GLI ANGELI di Gino PategaSAN MARCO CASA D’ASTE Mobili, Oggetti d’Arte www.sammarcoaste.it

    L’ANGELO INCREDULO di Corrado CalabròUNIONPRINTING Stampatori in Viterbo - www.unionprinting.it

    SE NON SEI QUI di Alberto ToniBCC di BARBARANO ROMANO - www.bccbarbarano.it

    NON TI MANCHI di Renato MinoreSAFWOOD Import legnami - www.safwood.com

    OGNUNO SI INVENTA di Dante MaffiaPAIL SERRAMENTI srl - www.pailserramenti.it

    LA RUGIADA di Maria Luisa SpazianiORONI ARREDAMENTI INTERNI srlwww.oroniarredamenti.it

    ODORI di Umberto PiersantiCANTINA CERVETERI - www.cantinacerveteri.com

    SECOLI SPRECATI di Ivan NossaMCS - Movimento Culturale e Solidalewww.movimentoculturaleesolidale.it

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  • RingraziamentiSi ringraziano

    Il Presidente della Repubblica Italiana Giorgio NapolitanoIl Sindaco di Venezia Massimo CacciariIl presidente del Casinò di Venezia Mauro PizzigatiL’Assessora alla Cultura Luana ZanellaIl Sovrintendente del Teatro La Fenice Giampaolo VianelloIl Presidente della SIAE Giorgio AssummaIl Presidente dell’IMAIE Sergio PerticaroliIl Presidente della C.N.I. dell’UNESCO Giovanni PuglisiLa Provincia di VeneziaLa Regione Veneto

    Il GazzettinoScuderi Rai EriNumeriUnoBCC di Barbarano RomanoFondazione BucintoroSan Marco Casa d’Aste spaArmando Curcio EditoreUnion Printing spaSafWoodPail SerramentiHello VeneziaLa Vela SpAF.lli Aquilani Il Casinò di Venezia

    Un grazie particolare a tutti coloro che hanno creduto fermamente nel progetto “Biennale della Poesia Lettera d’Argento” e ne hanno condiviso fatiche e responsabilità.

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  • ClassificaPrima classificata“A QUITO SONO QUATTRO LE STAGIONI” di Franco Buffoni“Conferisce espressione e intensità poetica a un argomento angoscioso e di drammatica attualità”.Interprete Alessandro Quasimodo Musica di Renato SerioDirezione orchestrale di Renato Serio

    Seconda classificata“Lo SPAZIo e IL TeMPo” di Angelo Sagnelli “Si riallaccia a una grande tradizione classica, che affonda le sue radici nella filosofia e nella meditazione sull’esistenza umana, con riferimento esplicito al poeta latino Lucrezio”.Interprete Edoardo Siravo Musica di Maurizio AbeniDirezione orchestrale di Maurizio Abeni

    Terza classificata ex aequo“L’OMBRA” di Marcello Modugno“Monologo lirico di lacerante intensità espressiva”. Interprete Marcello Modugno Musica ed esecuzione al Sax di Christian Mele

    Terza classificata ex aequo“LA VALIGIA NERA” di Giancarlo Pressenda “Affronta il tema esistenziale del tramonto della vita in toni nostalgici ed elegiaci”.Interprete Giampiero Ingrassia Musica di Detto Mariano Direzione orchestrale di Detto Mariano.

    Sono stati attribuiti premi speciali e riconoscimenti a:Marcello Modugno: Microfono d’Argento GGM Award 2008, conferito dal GGM Studios per l’interpretazione. Gino Pastega: Riconoscimento Lettera d’Argento per l’intensa attività poetica svolta in Italia e all’estero. Roberto Procaccini: Menzione Lettera d’Argento per l’affinità della musica abbinata alla poesia.

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  • Poesie fuori concorsoCome non pensarti più

    Troppo il tempoche non ti ho dedicato

    Troppe le ore scandite senza una misura piena

    Com’è difficiletrascorrere le nottiche il sonno non comprende

    Attendere un risveglio quando non hai dormito mai

    Solo a governare i sogniho cercato disperatamente d’incontrare i tuoi.

    Sandrino Aquilani

    Interpretata da Nando Gazzolo

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  • Da ragazzo

    Da ragazzopensavo che la mortenon fosse una cosa seria.Comunquenon mi riguardava.Pensavo che i grandifossero troppo grandiper essere stati un tempo come me bambini.Non credevo che gli aerei potessero cadere.Non credevo che le guerre fossero storie vere. E credevo che il Natale fosse una festa senza distinzione di colore.Pensavo alla tristezza come a un gioco dei poeti.Alla vita come al più bellodei sogni più segreti.Poi ho capito che cos’è il dolore.Che l’uomo finge di essere buonoe invece mente senza alcun pudore.Da ragazzoavevo tanti sognima non si sono avveratie il mondo che ora vivonon è proprio quello che avevo sognato.Avevo tanti sogninon si sono avverati.Comunque erano bei sognie io li ho avuti.

    Sandrino Aquilani

    Interpretata da Arnoldo Foà

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  • I monti della luna

    Chi attraversa il cielocon voce di cristallo

    Chi tormenta l’anima

    Questo furore non porta a Dioe ci allontana come una deriva

    Sospende il sorgere del soleintrappola il buio tra le nubi

    Ciechi i girasoli mutano la rotta immobili e freddi come pietre

    le voci incidono sul viso solchi di rughe e ombre

    Irrompe un cantoOgnuno riconosce il suo lamento

    Si eleva un grido dai monti della luna.

    Sandrino Aquilani

    Interpretata da Nando Gazzolo

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  • Se potessi scegliere

    Se potessi scegliereme ne andrei via al galoppoattraverso le colline e le forestesenza calpestar le fogliené spezzare i rami.E se potessi tornareun giorno tornerei al galoppoin una notte di mezza estateattento a non svegliar le stelle.

    Sandrino Aquilani

    Interpretata da Nando Gazzolo

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  • Galleria

    Mauro Pizzigati, Sandrino Aquilani,Giorgio Paternò

    Sandrino Aquilani, Alessandro Quasimodo

    Official Sponsor

    Renato Serio, Sandrino Aquilani,Tiziana Bagatella

    Sandrino Aquilani, Luana Zanella,Mauro Pizzigati

    Marisa Solinas

    Teatro Fenice

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  • GalleriaDetto Mariano, Patrizia Tapparelli

    Anna Maria Dell’Agnolo

    Luana Zanella, Sandrino Aquilani

    Tiziana Bagatella

    Giampiero Ingrassia

    Giorgio Aquilani, Elisa Aquilani,Nando Gazzolo

    Sandrino Aquilani

    Marcello Modugno, Cristian Mele

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  • GalleriaGino Pastega

    Edoardo Siravo

    Giancarlo Giannini

    Tiziana Bagatella, Giorgio Albertazzi

    Enzo Decaro

    Mauro Pizzigati, Giancarlo Giannini

    Giorgio Albertazzi, Sandrino Aquilani

    Mauro Pizzigati, Mogol

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