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per . corsi PERIODICO DELLA SOCIETÀ COOPERATIVA PER LA RADIOTELEVISIONE SVIZZERA DI LINGUA ITALIANA LUGLIO2012 EDITORIALE C’è un tema di fondo che si è venuto lentamente a delineare in questo numero di per.corsi, e che si può sintetizzare nella necessità, per la Rsi, di adeguarsi alle nuove esigenze, richieste, abitudini e mentalità di un pubblico che cambia -dall’individuo all’istituzione, al settore professionale, al gruppo di inte- resse- e che ha iniziato ad usufruire dell’offerta radiotelevisiva in maniera più autonoma e critica. Non tutti gli utenti ne sono stati influenzati nella stessa misura, e di questo il servizio pubblico deve tenere conto, ma l’inno- vazione tecnologica ha certamente portato a mutamenti profondi nel modo di informarsi (e di informare), di formarsi (e di formare), e anche di divertirsi o rilassarsi (di intrattenere). Soprattutto, di comunicare. Online e interattività sono le parole d’ordine dei giorni nostri, imperativi che caratterizzano ormai -con qualche deriva schizofrenica- gli anni in cui viviamo. Per chi deve rispondere ad un pubblico del proprio lavoro e del pro- prio prodotto -i media nello specifico- i social networks (Facebook, Twitter) in particolare possono rappresentare un’opportunità importante per verifi- care nell’immediato l’impatto delle pro- prie proposte (radiotelevisive), e ancora più per diffondere, anticipare, condivi- dere, amplificando la propria audience. Forse presto anche la Corsi troverà un suo “spazio” in questo “universo”; per il momento, continuerà a creare occasioni di incontro e di dialogo più tradizionali e personali, sostituendo un ‘mi piace’ con una stretta di mano, uno scambio di battute, un sorriso. Non ancora immersa in una realtà virtuale, ma cercando di fare, della realtà, virtù. Una fresca estate a tutti i lettori/lettrici! PER.CORSI COMUNI ISTITUZIONALI Assemblea generale dei soci 2 PER.CORSI COMUNI ISTITUZIONALI Linea rossa…a rapporto 4 CO:RSI Dino Balestra – Social..Rsi 6 PER.CORSI COMUNI Cronaca degli eventi, iniziative e approfondimenti 7 PER.CORSI COMUNI Futuro con retroscena Giornata nazionale degli organi Srg Ssr 2012 15 CORSI IN OSSERVATORIO Web, Tv ibrida e social media nel futuro Rsi 16 CORSI INCONTRO Nadia Ghisolfi – Il pubblico cambia canale se in radio e alla tv sono ‘sempre i soliti’ 20 CORSI IN BUCALETTERE Ezio Rocchi Balbi - Appunti a margine di un’attesa (Le nuove, mirabolanti sfide della Rsi) 22 OBIETTIVO CORSI Momenti e immagini 23 CORSI IN CALENDARIO 24 SOMMARIO

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Periodico della Società cooperativa per la Radiotelevisione svizzera di lingua italiana. Edizione LUGLIO 2012

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per.corsiPER IODICO DELLA SOCIETÀ COOPERAT IVA PER LA RADIOTELEV IS IONE SV IZZERA D I L INGUA ITAL IAN A

LUGLIO2012E D I T O R I A L E

C’è un tema di fondo che si è venutolentamente a delineare in questonumero di per.corsi, e che si può sintetizzare nella necessità, per la Rsi, di adeguarsi alle nuove esigenze, richieste,abitudini e mentalità di un pubblico checambia -dall’individuo all’istituzione, alsettore professionale, al gruppo di inte-resse- e che ha iniziato ad usufruiredell’offerta radiotelevisiva in manierapiù autonoma e critica. Non tutti gliutenti ne sono stati influenzati nellastessa misura, e di questo il serviziopubblico deve tenere conto, ma l’inno-vazione tecnologica ha certamenteportato a mutamenti profondi nelmodo di informarsi (e di informare), di formarsi (e di formare), e anche didivertirsi o rilassarsi (di intrattenere).Soprattutto, di comunicare. Online e interattività sono le paroled’ordine dei giorni nostri, imperativiche caratterizzano ormai -con qualche

deriva schizofrenica- gli anni in cui viviamo. Per chi deve rispondere ad unpubblico del proprio lavoro e del pro-prio prodotto -i media nello specifico-i social networks (Facebook, Twitter) in particolare possono rappresentareun’opportunità importante per verifi-care nell’immediato l’impatto delle pro-prie proposte (radiotelevisive), e ancorapiù per diffondere, anticipare, condivi-dere, amplificando la propria audience. Forse presto anche la Corsi troverà un suo “spazio” in questo “universo”; per il momento, continuerà a creareoccasioni di incontro e di dialogo piùtradizionali e personali, sostituendo un ‘mi piace’ con una stretta di mano,uno scambio di battute, un sorriso.Non ancora immersa in una realtà virtuale, ma cercando di fare, della realtà, virtù.

Una fresca estate a tutti i lettori/lettrici!

PER.CORSI COMUNI ISTITUZIONALI

Assemblea generale dei soci 2PER.CORSI COMUNI ISTITUZIONALI

Linea rossa…a rapporto 4CO:RSI

Dino Balestra – Social..Rsi 6PER.CORSI COMUNI

Cronaca degli eventi, iniziative e approfondimenti 7PER.CORSI COMUNI

Futuro con retroscenaGiornata nazionale degli organiSrg Ssr 2012 15CORSI IN OSSERVATORIO

Web, Tv ibrida e social medianel futuro Rsi 16CORSI INCONTRO

Nadia Ghisolfi – Il pubblico cambia canale se in radio e alla tv sono ‘sempre i soliti’ 20CORSI IN BUCALETTERE

Ezio Rocchi Balbi - Appunti a margine di un’attesa (Le nuove, mirabolanti sfide della Rsi) 22OBIETTIVO CORSI

Momenti e immagini 23CORSI IN CALENDARIO

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ASSEMBLEA GENERALE DEI SOCISABATO 2 GIUGNO, AUDITORIO STELIO MOLO, STUDIO RADIO RSI, BESSO

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Apertura brillante per l’assemblea ordinaria, confrontata con le meraviglie della tecno-logia e con le tifoserie partigiane (ma si è trattato naturalmente solo delle prove pul-santi!). Il passaggio al sistema di computo elettronico ha contribuito ad accorciarenotevolmente i tempi del voto, smorzando anche qualche polemica sui risultati.

L’ex presidente della Corsi Claudio Generali, seduto tra il pubblico,saluta divertito questa svolta.

Il presidente Srg Ssr Raymond Loretan, ospite, nellasua relazione ha sottolineato il ruolo importante edessenziale dei soci Corsi nel garantire la legittimitàdel servizio pubblico radiotelevisivo svizzero.

L’ordine del giorno prevedeva l’approvazio-ne di una serie di modifiche statutarie, fracui l’introduzione di un nuovo metodo dicalcolo della maggioranza. In conformità con quanto già contempla laregolamentazione nazionale, è stata ancheufficialmente istituita la figura del supplentemediatore. Per il prossimo quadriennio, lacarica verrà ricoperta da Stefano Vassere.

La stampa al lavoro. Marco Blaser presenta la candidatura Gatti

Renato Minoli, presidente del sindacatosvizzero dei massmedia (Ticino) chiedeinformazioni circa il negoziato in corso fra Ssr e rappresentanti dei dipendenti.

Critiche, richieste, piccole e grandi preoccupazioni dei soci nei confronti delservizio pubblico radiotelevisivo e della programmazione Rsi trovano sempre unosbocco in assemblea. Fra le questioni sollevate nel 2012: palinsesti, qualità delgiornalismo, attacchi esterni all’azienda.(Alcuni di questi temi verranno approfon-diti nelle prossime edizioni di per.corsi).

Un’ottima occasione per socializzare...Ai lavori, presieduti per la prima volta da Luigi Pedrazzini, hanno preso parte 158 soci.

In programma c’era anche la sostituzionedel membro dimissionario del Consiglioregionale Corsi Marco Romano, impegna-to dallo scorso novembre sul fronte poli-tico nazionale a Berna. Due i candidati: il giovanissimo Umberto Gatti (studente, 20 anni, sopra) e Pietro Gianinazzi, che daanni perora la causa degli italofoni d’OltreGottardo (sotto). Le urne hanno decreta-to la vittoria di Gatti.

A piacevole conclusione del pomeriggio dedicato alla Corsi ...Arrivederci al prossimo anno!

I conti d’esercizio e il Rapporto annuale 2011 sono stati approvati senza opposizione.

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Uno, Rete Tre e altri programmi televi-sivi, quali ad esempio Patti chiari e glispeciali sulle elezioni, è interessante.

Monitorando le diverse trasmissioniabbiamo ravvisato alcune criticità: inprimis la mancanza di stimoli esterniche sarebbero più arricchenti per iragazzi stessi e per il pubblico. Manca infatti un confronto con la real-tà, dovuto anche all’assenza di ospitiesterni nel programma, che spesso limita la discussione. Alcune situazioni non possono cosìessere sviscerate in maniera ottimalementre talvolta vi sono degli inputmolto interessanti da parte dei ragazziche tuttavia non trovano seguito. Inmancanza di informazioni “esterne”,con le quali potersi confrontare in alcu-ni casi, come nella puntata “Parlare ingiovanilese”, i contenuti della discussio-ne si sono esauriti dopo 15 minuti ditrasmissione. Evidenziamo anche alcuni rischi: da unlato quello che la discussione si focalizzisui “leader” del programma rendendoliprotagonisti più delle loro idee, dall’al-tro quello che con il susseguirsi dellepuntate i giovani in studio tendano adassumere ruoli fissi e quindi a limitare ildibattito, che potrebbe estendersi adaltri aspetti e punti di vista con un avvi-cendamento dei giovani in studio.

Molto apprezzato è l’uso combinatodei diversi mezzi di comunicazione.L’interconnessione tra la trasmissionetelevisiva, quelle alla radio e la paginaweb rappresenta un esempio partico-larmente ben riuscito di convergenza.

Gli indici di ascoltoSe da un lato è vero che l’aziendaattraverso Linea rossa vuol offrire aigiovani un’occasione per parlare con-frontandosi e agli adulti la possibilità di capire chi e come sono i giovani, èanche vero che dagli indici di ascoltodivisi per età si estrapola un disinteres-se nei confronti del programma daparte del pubblico più giovane, al qualeesso è principalmente dedicato. Ciò èforse dovuto al fatto che i ragazzi diLinea rossa in Tv esprimono spessoidee condivise da molti giovani e, con-seguentemente, lo spettatore sotto i25-30 anni non sente il bisogno direstare a guardare. Anche i ragazzi instudio escono da Linea rossa per lo piùcon lo stesso bagaglio con cui entrano. Poco felice l’inserimento nel palinsestola domenica durante/dopo pranzo.

SuggerimentiNel complesso possiamo affermare che si tratta di una buona trasmissioneche vale sicuramente la pena mantene-re e formuliamo alcuni consigli permigliorarla. Invitare ad ogni puntata ospiti esterni,sullo schema di quanto fatto dalla tra-smissione radiofonica e intensificare lamessa in onda di servizi speciali perpermettere un maggior approfondi-mento dei temi. Tale scopo sarebberaggiungibile anche cambiando piùspesso i ragazzi in studio. Potrebbeessere utile realizzare i servizi propostiinsieme ai partecipanti creando così un maggiore dinamismo: in tal modol’esperienza viene vissuta e nasce unconfronto con la realtà con conse-

in rari casi per proteggere ragazziminorenni). La presenza di minorenni,ha creato qualche problema, per cuidalla prossima stagione i partecipantisaranno maggiorenni e l’età media deigiovani verrà alzata (18-22). Per quantoattiene al livello dei contenuti, anche laredazione concorda che a molti ragazzimanca esperienza. Per questo motivo, si proverà a inserire interventi di adultie fornire così la possibilità di unoscambio intergenerazionale.

Secondo gli addetti ai lavori è statariscontrata qualche difficoltà nello stabi-lire l’equilibrio tra spontaneità e dram-maturgia del vissuto, volendo evitare iritmi vorticosi caratteristici delle trasmis-sioni italiane, senza d’altra parte trala-sciare totalmente una certa emotività.Incoraggiare i giovani a parlare delleproprie esperienze personali può animare il dibattito e vivacizzare la tra-smissione, ma è importante tenere afreno la tentazione di cadere nellaspettacolarizzazione e nella strumenta-lizzazione delle emozioni. La collaborazione con Patti chiari, nel-l’ambito dell’inchiesta sulla vendita dialcolici ai minorenni, ha dato secondo

4per.corsiNotizie dagli organi e dal Consiglio del pubblico

P E R . C O R S I C O M U N I I S T I T U Z I O N A L I

LINEA ROSSA...A RAPPORTO Con Linea rossa la Rsi ha osato lanciareun progetto impegnativo di programmaper i giovani e con i giovani. Un pro-gramma che ha suscitato l’interesse delConsiglio del pubblico ed un suoGruppo di lavoro fa un bilancio dellaprima stagione che si presentava con iltalk televisivo Linea rossa in onda su La1tutte le domeniche alle 12:45 con SilviaSpiga quale moderatrice, Binario 9 e3/4 - Linea rossa di Rete Uno in onda illunedì alle ore 20:00, Baobab di Rete Trein onda di mercoledì alle ore 17:00,apripista a Linea Rossa. Il programma èora in vacanza e ritornerà in autunno.

Tre le puntate esaminate:20.11.2011: Il successoDiscussione sul futuro che si immaginano i giovani 29.01.2012: La religioneDibattito sul credo dei giovani04.03.2012: Parlare in giovanileseConfronto sul gergo e sullo slang giovanile

Le considerazioni di carattere generaleprendono spunto anche da altre puntate non monitorate nel dettaglio.Analizzate anche la pagina internet il podcast sul sito rsi.ch e la paginaFacebook dello stesso programma.

Incontro con la redazione di Linea rossaLa redazione di Linea rossa ci ha spie-gato che lo scopo della trasmissioneera quello di dare visibilità e voce almondo degli adolescenti, anche se vadetto che i 57 ragazzi attualmente pre-senti nel registro di Linea Rossa nonoffrono sempre uno spaccato rappre-sentativo della gioventù svizzeroitaliana.La Rsi ha tentato di intervenire il menopossibile ed essere il più “spettatorepossibile” - forse troppo. La redazionedal canto suo ha cercato di non mani-polare nulla e di non censurare (tranne

la redazione visibilità a Linea rossa. La scelta è forse discutibile, ma oggetti-vamente può essere qualificata comeuna buona operazione di marketing,essendosi creato un dibattito attorno a Linea rossa.

La trasmissione televisivaVanno riconosciuti gli sforzi profusidalla Rsi allo scopo di introdurre unprogramma indirizzato ai giovani e nonpiù giovani, i cui protagonisti sono i gio-vani stessi. Importante e positivo il fattoche i ragazzi e le ragazze provenganoda situazioni sociali ed educative (inalcuni casi anche professionali) diverse,il che arricchisce la discussione che talvolta raggiunge livelli molto buoni. La trasmissione ha dato spazio ai giovani colmando una lacuna nellaprogrammazione.La trasmissione televisiva si presentacon una grafica molto bella e piacevole,una coreografia ottima e accattivante,una sigla intrigante e da ultimo, ma nonper importanza, una moderatrice -Silvia Spiga - tanto brava quanto effica-ce nel coordinare il dibattito, sintetizza-re le opinioni dei ragazzi e animarne ilconfronto. La collaborazione con Rete

guente arricchimento. Da valutare lapossibilità di uscire dalle “mura diComano” e andare nelle scuole perfarsi conoscere e permettere ai giovani- eventualmente anche attraverso ladistribuzione di un flyer - di potersiiscrivere direttamente alle selezioni perLinea rossa. Infine suggeriamo di creareun maggior confronto intergenerazio-nale per sviscerare i temi in manierapiù completa e approfondita. I parteci-panti al dibattito potrebbero essereselezionati tenendo conto della loroetà, esperienza personale e competen-za professionale. Auspicabile lo sposta-mento della trasmissione in un giornoinfrasettimanale, idealmente in primaserata.

Considerazioni sulla trasmissione radiofonicaDal nostro punto di vista la trasmissioneradiofonica è di qualità molto buona epropone contenuti diversificati. Offreuna valida opportunità di dialogo inter-generazionale. La moderatrice SarahTognola - oltre all’eccellente modera-zione del dialogo - riesce a spingere la discussione verso temi non scontati,mettendo a confronto le visioni deigiovani di Linea rossa con quelle degliospiti presenti, creando così lo scambiodi idee fra generazioni che, come dettoin precedenza, manca alla corrispettivatrasmissione televisiva. La trasmissioneva mantenuta così com’è sia nell’orarioche nella sua attuale struttura.

Considerazioni sulle presenze digitaliComplessivamente la messa a disposi-zione da parte dell’azienda di canalidigitali a Linea rossa è molto buona.Sito web e podcast sono molto buonie più sviluppati rispetto a quasi tutti gli altri programmi Rsi. La pagina facebook funziona invece defacto a circuito chiuso: a commentaresono soprattutto i ragazzi presenti aLinea rossa. Occorrerebbe quindi trova-re una modalità o nuovi stimoli percoinvolgere maggiormente anche chinon partecipa alla trasmissione.

Per il Gruppo di lavoro intrattenimento,giovani e sport del Consiglio del pubblico: Raffaella Adobati Bondolfi,Francesco Galli, Giacomo Garzoli,Stefano Lappe, coordinatore

Lo scorso mese di marzo sono iniziati gli incontri dei vari Gruppi di lavoro del Consiglio del pubblico incaricati di valutarela qualità delle trasmissioni andate in onda alla Rsi su vari temi e in vari ambiti, dai programmi elettorali, all’informazione,alla cultura, all’approfondimento, etc. Ogni gruppo redige una sintesi delle proprie conclusioni, che vengono trasmesse alladirezione Rsi e che confluiscono nel Rapporto annuale d’attività Corsi a disposizione di tutti i soci. Di seguito, vi proponiamo in anteprima i risultati dell’analisi sull’offerta radiotelevisiva per il pubblico giovane.

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Il mondo cambia rapidamente e quoti-dianamente. I mass media di questomutamento sono nel contempo prota-gonisti e specchio, a volte più fedele, a volte un po’ deformante. La radio, latelevisione, il web e tutti gli altri vettoricui il pubblico fa capo si fondono e siconfondono l’uno con l’altro, l’uno nel-l’altro. Il pubblico – che è peraltro erra-to riassumere univocamente con que-sto sostantivo collettivo, e che sarebbepiù corretto considerare nella sua indi-vidualità – il pubblico si nutre ormai di

informazione, di spettacolo, di fiction edi tutti gli altri generi di programmanon più ad orari fissi, canonici, rituali,bensì ogni qualvolta se ne presenti l’oc-casione sull’arco delle 24 ore. Dunquein orari diversi, in luoghi diversi, construmenti diversi che alla fine si som-

mano e, insieme, costituiscono l’offertacomplessiva.Il consumo dei mass media avvienedunque secondo modalità, logiche,diverse, mai viste prima. La lettura diun quotidiano, l’ascolto di un program-ma radiofonico, un film o un dibattitotelevisivo per molti (giovani d’età, masempre più anche di spirito, ossia apertiad una tecnologia userfriendly che per-metta facilmente di andare oltre la pas-sività) non sono da tempo più unacomunicazione a senso unico, lungo ununico binario. La parola d’ordine, direimeglio l’esigenza è ormai racchiusa permolti nella parolina magica interazione.Un media, soprattutto nell’ambito dellenews, ma anche in altri, deve caratteriz-zarsi per la sua rapidità, la capacità difare sintesi, di offrire aggiornamenticostanti in tempo reale. Ma non sareb-be all’altezza dei giorni nostri se nonpermettesse al fruitore di stabilire unrapporto dialettico e dialogico tra sé eil medium stesso e tra sé e altri cittadi-ni-ascoltatori-telespettatori-internauti.Proprio questo rapporto di dialogoattivo e continuo fa la fortuna deisocial network, sui più noti dei quali daqualche tempo anche la Rsi ha iniziatoad essere presente.Facebook e Twitter – l’uno più popola-re, planetario, l’altro più limitato tantonel numero degli adepti che dei carat-

teri (140 al massimo) di un messaggio,ma da molti ritenuto anche più credibi-le poiché frequentato da migliaia diprofessionisti e stakeholder di ognicampo in tutto il mondo – sono i dueSocial in cui la Rsi è più presente siacome Azienda sia con alcuni dei suoivettori sia tramite singoli collaboratori.Decidere di aprirsi, pur con regole pre-cise e autoresponsabilizzanti, di cui tuttii collaboratori sono al corrente, a que-sta nuova comunicazione virtuale glo-bale è stato un passo dovuto per unamoderna azienda di servizio pubblico.Utilizzati con lungimiranza e intelligen-za, puntando anche sulla notorietà esulla credibilità dei singoli, questi canalipossono diventare un formidabile stru-mento di interazione con il propriopubblico, ma anche di conoscenza e dipromozione per l’Azienda Rsi pressotarget nuovi. I Social sono, infine, giàdiventati un nuovo, ulteriore strumentoper monitorare le opinioni che il pub-blico ha sulla Rsi, attingendone suggeri-menti e nuove idee, ma anche per stimolare la discussione sulla nostraofferta e, non da ultimo, per incremen-tare il consumo online dei contenutiRsi sul sito web.

Dino Balestradirettore Rsi

SOCIAL...RSI LA RADIOTELEVISIONEÈ (ANCHE) FORMAZIONE?

7per.corsiper.corsi 6C O : R S I P E R . C O R S I C O M U N I

Piccola cronaca delle serate pubbliche.Sul territorio, in mezzo a voi.

BELLINZONA, CENTRO D’ARTI E MESTIERI, GIOVEDÌ 19 APRILE

Relatori: Franco Gervasoni (direttoreSupsi), Yvonne Pesenti Salazar(responsabile Percento culturale MigrosTicino), Dino Balestra (direttore Rsi);moderatrice: Maria GiuseppinaScanziani (docente, giornalista, scrittrice)

Aggiornamento e formazione continuarappresentano un tratto caratteristicodella nostra società, alle prese con unmondo del lavoro competitivo, fluido e ad alto tasso tecnologico; ma anche a livello personale, curiosità ed interessisempre nuovi portano persone di ognietà a frequentare assiduamente corsiserali e per adulti. Il dibattito organizzatodalla Corsi a Bellinzona si proponeva diriflettere sull’offerta della Rsi alla lucedell’importante (e storico) ruolo for-mativo affidato dalla concessione fede-rale alla radiotelevisione di serviziopubblico, che rimane fondamentale grazie anche alla possibilità, per questomezzo di comunicazione, di raggiunge-re in modo omogeneo tutte le fascedella popolazione. In termini di pro-grammi, la modalità principale attraversola quale la Rsi fa formazione è costituita

dall’approfondimento distribuito sullevarie reti radio e tv e sul sito internet,che con le rispettive proposte di temi,documentari, chiavi di lettura storiche,sociali, economiche, scientifiche, etc.contribuiscono a fornire al cittadino lecompetenze necessarie per interpreta-re notizie e informazioni e, per esteso,la realtà che lo circonda; a fare la diffe-renza, non è oggi il discrimine giovani-anziani quanto quello fra consumatori/fruitori consapevoli e non. Anche i ragazzi, costantemente espostiagli stimoli della rete, devono essereaiutati ad orientarsi fra i molteplicisegnali che giungono da ogni direzione.La presenza in sala di professionisti del-l’educazione e della formazione a varilivelli -incluso il direttore del DicasteroEducazione, Cultura e Sport delCantone Ticino, onorevole ManueleBertoli- ha permesso di sottolinearecome la Rsi abbia dovuto nel corsodegli anni adeguarsi alle esigenze di unascuola in trasformazione, studiandomodalità di collaborazione ad hoc eun’offerta à la carte che tenesse contodell’evoluzione tecnologica e di comequesta abbia a sua volta influenzato imetodi e i tempi dell’insegnamento (la vecchia radiotelescuola che molti

ricorderanno con piacere e nostalgianon è più al passo con i tempi ed èstata sospesa nel 2008). In quest’ottica,il ruolo della nostra radiotv consisteora soprattutto nel mettere a disposi-zione i contenuti dei propri archivi,consolidando sinergie con biblioteche,centri didattici, istituti tecnici superiori, i progetti MMuseo, Scuolavisione,Totem (‘supporto’ multimediale per lasalvaguardia della memoria collettivasviluppato in collaborazione con laSupsi), la serie Donne e storie, la lettu-ra dei classici italiani in collaborazionecon Usi e l’enciclopedia Treccani, percitarne solo alcuni. Sebbene si tratti diiniziative molto apprezzate, i formatoririchiamano l’attenzione sulla necessitàdi pensare, sul lungo termine, adun’istruzione specifica per i docenti,affinché possano acquisire familiaritàcon il materiale a disposizione. Poichénon vi è purtroppo modo di misurareil successo e l’efficacia di queste iniziati-ve, i relatori hanno tenuto a sottolinea-re la rilevanza di trasmissioni quali adesempio Baobab e Linea Rossa percoinvolgere in particolare il pubblicogiovane, avvicinandolo a contenuti formativi.

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A P P R O F O N D I M E N T O

Cosa ci rivelano le statistiche internedella Scuola Club Migros sul mondodella formazione continua e degliadulti, e che spunti potrebbe trarne la Rsi? Le cifre della Scuola ClubMigros – ca. 300'000 ore di frequenzae 15'000 iscritti all’anno in Ticino, oltre9 milioni di ore e 400'000 iscritti alivello nazionale - mostrano in primoluogo quanto sia alta la richiesta di formazione continua, soprattutto se siconsidera quante istituzioni nel nostrocantone offrono corsi di formazioneagli adulti. Una richiesta che si spiegafacilmente: per riuscire a interpretareuna realtà sempre più articolata ecomposita e a interagire in modo con-sapevole con una società in rapida tra-sformazione occorrono maggiori com-petenze, che vanno oltre quelle acquisi-te con la formazione scolastica. È primadi tutto il mondo del lavoro che richie-de diverse abilità e conoscenze nuove,ma non solo. Anche per esercitare unacittadinanza attiva, essere cioè soggetticapaci di leggere fenomeni e situazionisempre più sfaccettati e complessi, ènecessario accrescere le proprie cono-scenze attraverso la formazione conti-nua, sia formale che informale. Per unademocrazia come quella svizzera è nonsolo importante, ma direi essenzialepoter contare su un gran numero dicittadini attivi, informati e formati.Anche la Rsi trae direttamente vantag-gio da utenti con un buon livello di for-mazione, in grado di recepire e quindidi apprezzare la qualità che caratterizzail servizio pubblico, disposti, se necessa-rio, ad agire sul piano politico affinché il servizio pubblico possa continuare abeneficiare delle condizioni necessarieper contribuire, con la sua programma-zione, a promuovere l’identità nazionalee regionale, un’informazione pluralista eindipendente, la cultura e i nuovi saperi.

A Bellinzona lei ha accennato al pro-blema dell’analfabetismo di ritorno. In che misura la radiotelevisione (nel nostro caso la Rsi) ne può essereresponsabile, e cosa potrebbe fare

di più per combattere questa emergenza?Più che l’analfabetismo di ritorno, apreoccupare è il cosiddetto “analfabeti-smo funzionale”, perché è molto piùdiffuso: vale a dire l’incapacità di usarecorrettamente lettura, scrittura e calco-lo in situazioni semplici e non sapereutilizzare con competenza le nuovetecnologie, in particolare Internet. Unfenomeno di cui la radiotelevisione nonè in nessun modo responsabile, ma chepuò contribuire a mitigare. Credo chein questo campo il servizio pubblicopossa addirittura giocare un ruolo chia-ve, cosa che secondo me poche altreistanze sono in grado di fare. Chi sirivolge alla formazione continua ha giàconsapevolezza delle proprie lacune;mentre coloro che non hanno avuto,né hanno accesso a una formazioneche va oltre un’elementare scolarizza-zione, ovvero i cosiddetti “pubblicideboli”, possono invece essere in qual-che misura raggiunti solo attraverso i mezzi di comunicazione di massa. Letrasmissioni radiofoniche e televisive diinformazione sulla politica, i consumi, lasalute, ecc. rappresentano in effetti unadelle poche possibilità di coinvolgerequeste fasce della popolazione, fornen-do una chiave di lettura che consentaalle persone di comprendere e affron-tare alcune problematiche relativamen-te complesse con qualche conoscenzae qualche strumento in più.

Cosa caratterizza secondo lei un programma di natura formativa?In primo luogo considero sia sempreeducativa la buona qualità di un pro-gramma, e questo a prescindere daisuoi contenuti specifici. Tenere altal’asticella della qualità è il primo passoper poter parlare di formazione nelsenso espresso dal mandato, perchéciò permette di educare la sensibilitàdel pubblico e di risvegliarne lo spiritocritico. In secondo luogo offrono unabuona (e utile) formazione quei pro-grammi che contribuiscono, in manieradiretta o indiretta, ad accrescere i saperi

degli utenti in diversi ambiti - quali ilsistema politico, la promozione dellasalute, il consumo responsabile, lasostenibilità e così via. Non va inoltredimenticato quanto la Rsi fa per lascuola, con programmi ad hoc o qualefornitrice di materiali per l’insegnamentoa vari livelli.

Avverte delle differenze sostanziali nel modo in cui la radio, la televisionee il sito web della Rsi svolgono il proprio mandato di carattere formativo-educativo? Io credo che non vi siano grandi differenze: modalitàe contenuti possono essere diversi, magli obiettivi sono gli stessi. Le caratteristiche peculiari dei diversimezzi consentono di svolgere funzionitra loro complementari, attraverso unapproccio “crossmediale”. La televisione, che può contare sullapotenza dell’immagine, si presta adesempio bene per programmi di divul-gazione scientifica o inchieste sociali diampio respiro, mentre la radio, essendoun mezzo molto più agile e immediato,può trattare temi analoghi da un’altraangolazione, in modo più sintetico emirato, e dà inoltre maggiori possibilitàall’ascoltatore di interagire, ponendodomande e con commenti in diretta. Il web infine è complementare ai primidue, perché consente di riascoltare orivedere ciò che interessa, ma soprat-tutto di accedere a materiali di suppor-to, riferimenti bibliografici, link correlati,ecc.

Dal suo osservatorio a contatto con il mondo della formazione e della cultura, ha l’impressione che il pubblicocerchi effettivamente delle occasionidi formazione alla radiotelevisione?Sì, certamente, ma non indistintamentee non in tutti i campi. Credo che inalcuni ambiti – come ad esempio letrasmissioni di divulgazione medico-scientifica, gli incontri con personaggidel mondo della cultura e dell’arte, o anche tutta l’informazione politica –quanto proposto da radio e televisionecostituisca un punto di riferimento

DA UTENTEACITTADINO,ANCHEGRAZIEALLARSI

LA RSI NEL PERCORSO FORMATIVODEGLI STUDENTI

Ne parliamo ancora con Yvonne Pesenti Salazar ... ... e con Franco Gervasoniper.corsi 9

comunque rilevante per una buonaparte della popolazione. Per questomotivo ritengo che il compito di for-mazione che scaturisce dal mandato siadavvero importante. Se a ciò si aggiun-ge che per i “pubblici deboli” (personepoco scolarizzate o migranti di ultimagenerazione) radio e televisione rap-presentano pressoché l’unica via di

di riferimento, e con essi saperi, sensi-bilità, convinzioni... “opinione pubblica”. In questo senso il mezzo radiotelevisivo- se correttamente utilizzato - puòcostituire un prezioso elemento diaccompagnamento sussidiario ai per-corsi didattici della scuola, come delresto avviene oggi, sicuramente inmodo più efficace e sempre più diffusa-mente, con molteplici prodotti multi-mediali.

L’impegno principale della Rsi nell’am-bito della formazione del suo pubblico-in particolare dei giovani in età scola-stica- consiste nel mettere a disposi-zione i contenuti multimediali dei pro-pri archivi. Tocca però poi alla scuola‘formare i formatori’ alla ricerca eall’uso di detto materiale, fornendo aidocenti le competenze -anche tecno-logiche- indispensabili. E’ un passaggiodi ruolo che va nella giusta direzione?Sicuramente è un primo importantepasso. Gli archivi radiotelevisivi costitui-scono un patrimonio di straordinariaricchezza che può rappresentare unprezioso ausilio didattico. Per assicurare la sua efficacia su largascala, dovrebbe però essere accompa-gnato da un processo di strutturataalfabetizzazione ai media (ai suoi lin-guaggi e le sue logiche: “media educa-tion/literacy”, “visual literacy”), sia versogli studenti che i formatori.Questo avviene oggi in modo parzialee molto legato alla motivazione indivi-duale, senza un adeguato approcciosistemico. Percorsi formativi che intro-ducano alla “media education” dovreb-bero essere mirati a creare un pubbli-co/consumatore pienamente consape-

Come sono cambiate le esigenze distudenti e formatori rispetto al pas-sato, e nei confronti del mezzo radio-televisivo? Consideriamo un dato stati-stico molto significativo: lo scorso annonella Svizzera italiana il pubblico haconsumato – giornalmente – unamedia di 170 min. di Tv, 113 di radio,64 di Internet e 29 (!) di lettura. Ognigiorno oltre 5 ore di media audiovisivied elettronici. Questo significa che leabitudini di studenti e formatori sonocambiate e con esse anche le esigenze.E’ difficile però dare una risposta con-creta di dettaglio univoca, anche perchévi sono notevoli differenze in funzionedel settore scolastico e disciplinare diriferimento. Penso sia legittimo ricerca-re una relazione tra l’esposizioneampiamente pervasiva ai media audio-visivi ed elettronici nella nostra quoti-dianità - sin dalla più giovane età - e un mutato atteggiamento di studenti eformatori nei confronti delle pratichedidattiche. I media producono contenu-ti, offrendo temi di discussione e con-tribuendo anche a costruire immaginari

accesso a determinati saperi, le occa-sioni di formazione offerte dalla Rsiassumono un’importanza anche mag-giore. Esse possono infatti contribuire a fare di questi utenti cittadini meglioinformati e più attivi, in grado di perce-pire l’importanza del servizio pubblico,e all’occorrenza, di difenderne la legittimità.

vole e a dare ai formatori i giusti strumenti analitici e pratici per un usodidattico efficace dei contenuti audio-visivi e multimediali.

Cosa caratterizza secondo lei un programma di natura formativa?Un programma che ha la capacità diparlare a un pubblico generalista inmodo comprensibile, scientificamenteaccurato ed emotivamente coinvolgen-te. In questo modo si potrebbero sfrut-tare le citate abitudini e abbinarle adun uso intelligente degli strumenti adisposizione.

Avverte delle differenze sostanziali nel modo in cui la radio, la televisionee il sito web della Rsi svolgono il proprio compito di carattere formativo-educativo? La mia impres-sione è che su ciascuno dei tre mezzila Rsi sia stata promotrice di belle eimportanti esperienze, in qualchemodo penalizzate di essere circoscrittesul mezzo di origine. Queste e future iniziative potrebberobeneficiare di una ulteriore convergen-za in cui il contributo educativo/divulga-tivo dei programmi della Rsi si snodi su percorsi transmediali, rispondendoin modo più flessibile alle modernemodalità di fruizione.

Dal suo osservatorio a contatto con il mondo della formazione, hal’impressione che gli studenti cerchinoeffettivamente delle occasioni di formazione alla radiotelevisione?Premetto che il mio osservatorio nonmi permette di esprimermi con cogni-zione di causa su tutti gli ordini di scuo-la che potrebbero avere dei potenzialiagganci con la Rsi. Per quanto riguardala Supsi, pur non avendo un percorsoformativo integralmente dedicato all’au-diovisivo, abbiamo sperimentato consuccesso alcune collaborazioni. La Rsiaccoglie pure spesso nostri diplomati o assistenti. Il potenziale è comunqueampio e la collaborazione è proficua.Le basi per un futuro ricco di interazionistimolanti fra il mondo della scuola e la Rsi sono sicuramente date.

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per.corsi 11P E R . C O R S I C O M U N I

Sul territorio, in mezzo a voi. Ne parliamo ancora con Bernard Cathomas

In Svizzera ci conosciamo poco e sfruttiamo raramente le produzioni culturali delle altre regioni linguisticheper rafforzare la coesione nazionale. Lo scambio culturale è insufficiente inquanto ci si focalizza troppo sul proprioterritorio. La televisione avrebbe quiuna funzione e un’opportunità partico-lari: sono persuaso che ottime e anchecostose produzioni culturali realizzatedalle tv delle varie regioni dovrebberoessere regolarmente trasmesse -sotto-titolate o sincronizzate- anche sullealtre emittenti, secondo un principiovincolante. Questo, che dovrebbe essere percepito come un approccioindispensabile a livello nazionale, ridur-rebbe i costi e frutterebbe molto intermini culturali.

‘Più cultura al Tg’: il suo è un invito a rivedere tempi e modi di fare informazione o a ripensare in generale il modo di fare cultura attraverso il servizio pubblico? Un contributo culturale in ogni edizioneprincipale del Tg: ecco un principio checonferirebbe prestigio e giusto pesoalla cultura, sia essa di carattere locale,regionale, nazionale o internazionale.Un obbligo di questo genere portereb-be ad una svolta nella mentalità tantodei produttori tv che degli spettatori e la cultura diverrebbe così un temaprincipale dell’informazione, permetten-do al servizio pubblico di rafforzare ilproprio ruolo di motore del dibattitoculturale.

E quindi, quali sarebbero secondo lei i modi e le forme più efficaci per interessare il pubblico di oggi alla cultura? Produzioni e programmi coinvolgenticon esponenti di spicco trasmessi inorari accessibili al grande pubblico: èquesta la ricetta per il successo in tv, e ciò vale sia per la cultura che per glialtri temi. Gli operatori Rsi lo sannobene e non necessitano certo dei mieiconsigli. Non dobbiamo reinventareuna tv per la cultura. Il pubblico di oggiè indubbiamente interessato all’argo-mento, ma si deve riconoscere come lo

ASCONA, MONTE VERITÀ, GIOVEDÌ 10 MAGGIO

Relatori: Bernard Cathomas (presidentedella Fondazione Consiglio svizzerodella stampa e già direttore di ProHelvetia); Nasser Pejman (poeta, scrit-tore e segretario Assi); Tiziana Zaninelli(presidente dell’Ente regionale di sviluppo Locarnese e Vallemaggia);Maurizio Canetta (responsabile culturaRsi). Moderatore: Virginio Pedroni(docente e giornalista)

Nonostante una sala gremita e spuntiinteressanti nell’aria, il dibattito avrebbedisatteso le aspettative. Questa in sintesi la serata di Ascona, secondo un organo di stampa regionale. Non èper la verità l’unica voce critica raccolta,ma ci preme ricordare che se la Corsioffre l’opportunità di discutere con igiornalisti e i capi-dipartimento Rsi l’of-ferta di programmi, sta poi al pubblicopresente portare opinioni e obiezioniatte ad animare il confronto. Un paio di anni fa la Società cooperativa hainaugurato il ciclo annuale di cui rendia-mo conto in queste pagine, proprionell’intento di aprire un dialogo diretto

fra azienda e utenti, ed evitare così chele rimostranze di ascoltatori e spettato-ri finissero confinate nelle rubrichedelle ‘lettere al giornale’. Per tornare al nostro incontro asconese,è necessario partire da una premessa:esprimersi sull’offerta culturale non èaffar semplice. Ogni valutazione dipen-de infatti da ciò che intendiamo concultura, dalle aspettative al riguardo, einfine dalle nostre abitudini di fruitoriradiotelevisivi. A raccogliere i maggioriconsensi è l’approfondimento radiofo-nico di Rete Due -emittente storica-mente deputata alla cultura-, mentrenella percezione comune la televisione,innegabilmente condizionata da ritmidiversi e malgrado l’apprezzamento nei

per.corsi 10P E R . C O R S I C O M U N I

GUARDARE, ASCOLTARE, FARE CULTURAALLA RSI

NON DOBBIAMOREINVENTAREUNATVPER LACULTURA

confronti di trasmissioni molto seguitequali Festa mobile, Paganini, Controluce,

Storie, CultTv, il Giardino di Albert..., siorienta piuttosto verso una cronacadegli eventi (in corso). E’ anche veroche per chi si trova ad operare nel settore e sul territorio, un rapido passaggio al Quotidiano può esseremolto utile.Per ciò che concerne i temi proposti,nel corso della serata è stato ribaditocome la tv generalista abbia il doveredi tenere conto della molteplicità diinteressi e di esperienze del pubblico,con l’obiettivo di assicurarsi anchebuoni ascolti in un ambito che -sottoli-nea Maurizio Canetta- tende di per séad escludere; da qui, la lancia spezzatain difesa delle serie tv americane (nontutte indistintamente, naturalmente),che fanno ormai parte di quella che èuna specifica cultura televisiva il cui lin-guaggio -fa notare Tiziana Mona, presi-dente del Consiglio del pubblico- staprogressivamente influenzando anche il cinema e la letteratura. Nessuna seriaobiezione è stata mossa al palinsesto,

le cui scelte vengono regolarmente giustificate dall’azienda con la possibilità, per chi manca un appuntamento, di‘recuperare’ i programmi a posteriori,online. Questa offerta rimane peròpoco accessibile ad un pubblico in largaparte tradizionale, che preferisce ancora guardare ed ascoltare piuttostoche ‘cercare’ sulla rete. Per non parlaredelle competenze tecnologiche neces-sarie... Se nel complesso al MonteVerità è emersa la consapevolezza dell’importante ruolo della Rsi nellapromozione della cultura legata al terri-torio e all’identità italofona -incluso ilsostegno finanziario assicurato ad eventispecifici- non è mancato un suggeri-mento essenziale: quello di incentivarela nascita di un autentico dibattito culturale, di una reale cultura del con-fronto. Non da ultimo, è stato sottoli-neato l’alto potenziale della radiotelevi-sione di servizio pubblico nel favorirel’integrazione degli stranieri proprioattraverso una valida offerta culturale e di approfondimento.

Quale ex-direttore di Pro Helvetia, a stretto contatto con la realtà e le esigenze del settore culturale, come valuta nel complesso l’approc-cio alla cultura da parte del serviziopubblico radiotelevisivo svizzero?Fare servizio pubblico significa promuo-vere un’offerta e realizzare progettipoco redditizi in termini di mercato, e che per questo motivo non possonogeneralmente essere proposti daglioperatori privati. Il servizio pubblicodella Srg Ssr in ambito culturale è piut-tosto apprezzato. Le reti radio, inclusequelle della Rsi, prendono questo compito molto sul serio, sono presentinei luoghi e presso gli uomini di cultu-ra, e ne parlano approfonditamente. Lasituazione è diversa per la televisione,che vuole e deve tener conto degliindici d’ascolto, in concorrenza conoperatori regionali e internazionali. Inambito culturale constato quantosegue: la cultura è poco presente nelprime time; i temi trattati sono troppomainstream; la cultura prodotta in cittàottiene maggiore copertura rispetto a

quella delle regioni periferiche; vienededicato ancora troppo poco spazioall’approfondimento. Alla Rsi questelacune sono meno evidenti perchérispetto alle stazioni tv dei maggiorigruppi linguistici svizzeri, essa è tuttosommato più vicina al suo pubblico.

Ad Ascona lei ha sottolineato l’esigenza di un maggiore scambio culturale fra le varie regioni linguisti-che, in particolare dalla Svizzera italiana verso il resto del paese, attra-verso la promozione, l’acquisto e ladiffusione di produzioni radiotelevisiveproprie. Come spiega questa apparen-te lacuna? In che misura è riconducibi-le a ragioni economiche, rispettiva-mente culturali?

sport sia molto più attrattivo. La cultura dovrebbe avere il coraggiodi creare e diffondere prodotti di qualità anche per un pubblico piùristretto, a scadenze regolari e orari di maggior ascolto: questo è il compitotradizionale del servizio pubblico. Il progetto Martha Argerich della Rsi èun esempio calzante di come l’alta cul-tura possa essere trasmessa sui media.

Lo scorso 10 maggio lei ha anche evidenziato quella che percepiscecome la carenza -sempre nell’ambitodell’offerta culturale- di una dimensione critica e di una cultura del confronto. A cosa ritiene sia dovuta, e quanto influisce la professionalità del giornalista in questo senso?Ogni nuova opera culturale ha lapotenzialità di ‘destabilizzare’ le nostreabitudini e le nostre certezze ma laprovocazione e il confronto sonoaspetti imprescindibili di una cultura,che non dobbiamo solo ‘consumare’ma sulla quale dobbiamo confrontarci. I mezzi di comunicazione ci informanosu iniziative e avvenimenti culturalimentre ben più difficile è assumere una posizione critica, che però non può mancare e che senz’altro richiedemaggiori competenze e capacità d’analisi. La critica musicale, l’analisi letteraria etc. sono elementi indispen-sabili nei media del servizio pubblico. Il progresso culturale implica unadiscussione aperta e un dibattito argo-mentativo. Nelle nostre piccole regionilinguistiche prendere posizione non èsemplice, in quanto tutti si conoscono;così, si finisce per scambiarsi compli-menti accompagnati da una pacca sullaspalla. Il servizio pubblico implica che,nella forma e nei toni opportuni, siproponga una critica ben argomentata.E’ questo che fa la differenza in ambitodi qualità e professionalità giornalistica.

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LA RSI FRA EDUCAZIONE E SCUOLA

per.corsi 12P E R . C O R S I C O M U N ISul territorio, in mezzo a voi.

Appunti, qualche critica, numerosiapprezzamenti ma soprattutto suggeri-menti concreti. Questo è quanto emer-so dal dibattito organizzato dalla Corsia Poschiavo in concomitanza con la finedell’anno scolastico, e con l’obiettivo diverificare se l’offerta formativa della Rsirisponde alle esigenze attuali della scuolae di chi opera nel settore. Quello del-l’educazione è forse il tema che più dialtri conferma la tesi della ‘società checambia’, fil rouge dell’intero ciclo diincontri 2012. L’innovazione tecnologi-ca, nuovi modi di comunicare, una fami-glia che non rientra più negli schemitradizionali hanno influito notevolmentetanto sulle abitudini dei ragazzi d’oggi -anche in termini di consumo radiotele-visivo - che sui metodi di insegnamentoe apprendimento. Universo scolastico e radiotelevisione hanno così dovutoentrambi adattarsi ad una realtà chechiede di poter gestire prodotti e pro-grammi in modo sempre più autonomo,in base alle proprie esigenze e secondoi propri ritmi. Sospesa l’ormai obsoletaradiotelescuola, come già evidenziato a Bellinzona (serata La radiotelevisioneè anche formazione?), la nuova offertaformativa targata Rsi si affida ora inlarga misura al potenziale educativo eculturale dei materiali audiovisivi con-servati negli archivi di Besso e Comano,resi disponibili attraverso progetti ecanali appositi: una proposta à la carte,che piace ai docenti, ma che come giàsottolineato, richiede ulteriori sforzi dipromozione e sviluppo. Per ciò checoncerne invece i programmi diffusi(nel rispetto del suo mandato, il serviziopubblico è tenuto a proporre conregolarità trasmissioni di contenutoeducativo volte a favorire la formazionedei propri utenti) e sulla base di quelloche possono osservare gli insegnanti,un cenno d’approvazione ottengonoproduzioni quali Linea Rossa e Squot,capaci di coinvolgere i ragazzi in primapersona, trattando tematiche vicine ailoro interessi e alla loro quotidianitàma puntando soprattutto su una formadi partecipazione attiva. Un approccio

che può amplificare il risvolto educativodelle singole emissioni e degli argomentiaffrontati, ma che come viene fattonotare dal direttore Balestra, non puòad ogni modo sostituire il ruolo essen-ziale ricoperto dall’educatore, dal mae-stro, dalla famiglia, anche nell’influenzareed orientare la scelta stessa di cosaguardare alla tv o ascoltare in radio. Fra inviti ad approfondire maggiormentel’attualità insieme ai giovani, a dare piùrisalto ai risvolti positivi delle loro ini-ziative, e a promuovere collaborazionicon enti e istituzioni attive sul territorioa livello nazionale con l’obiettivo dieducare ad una cittadinanza attiva, ladiscussione non ha mancato di sottoli-neare l’importanza del lato ludico dellaradiotelevisione. Per i più piccoli soprat-tutto, la tv rappresenta giustamenteuna parentesi piacevole e distensiva,non priva di potenzialità educative (perl’intrattenimento, citiamo giochi e quiz).Last but not least, viene confermatol’ormai consueto consenso per ReteTre, seguita anche da un pubblico adulto (non di rado i nostri relatorimostrano di conoscerne e apprezzarnela programmazione). Promossa quindi la Rsi, e a rivederci asettembre con le serate Corsi!

13per.corsi

COINVOLGEREPER FORMAREA Poschiavo lei ha accennato allacomplementarietà tra formazione ed educazione. Cosa significa secondolei fare formazione, rispettivamente educazione attraverso il mezzo radiotelevisivo?Anzitutto va precisato che la radiotele-visione propone entrambe le cose.Ogni intervento verso un pubblico presuppone sia un aspetto informativoche un aspetto formativo, quest’ultimocon finalità educative. Sta alla consape-volezza di chi realizza le trasmissioni,stabilire se il programma abbia uncarattere formativo, e porsi di conse-guenza degli obiettivi. La formazioneimplica sempre un obiettivo, e se que-sto viene raggiunto attraverso il pro-dotto diffuso, allora si fa un buon servi-zio pubblico. E’ molto difficile individuareil confine tra informazione e formazio-ne, ma ciò che conta è essere coscientiche fare informazione comporta neces-sariamente obiettivi educativi, che ilprofessionista dei media deve saperproporre in modo adeguato.

Buona parte della proposta formativo-educativa della Rsi -in risposta anchealle attuali esigenze à la carte dellascuola- si fonda sul materiale d’archi-vio. Ritiene che questi prodotti sianosufficientemente accessibili? In altreparole, la scuola riesce ad usufruireappieno di questa offerta? Ci troviamo di fronte ad un processonon ancora ultimato, la cui origine èstata determinata da un notevole cam-biamento di paradigma. Siamo infattipassati da un’offerta costituita da tra-smissioni specifiche quali la radioscuolae la telescuola (sospese nel 2008, ndr)ad un’offerta che consiste principal-mente nella disponibilità di materialimultimediali e d’archivio. La scuola nonè ancora pienamente pronta per que-sto passaggio, ed è finora mancata unastruttura per così dire di mediazione,con l’obiettivo di preparare gli inse-gnanti all’uso didattico e pedagogico di questi prodotti di grande qualità. Un passo in questa direzione a dire ilvero nel Grigioni italiano l’abbiamofatto, caricando sul sito per le scuoledel Grigioni italiano (www.portalesud.ch)

-grazie alla disponibilità della Rsi- tuttauna serie di documenti audiovisivi rea-lizzati dall’allora Rtsi negli ultimi 80 anni.Questi sono facilmente accessibili agliinsegnanti, che possono liberamentescaricare interviste e filmati. Di concer-to con il mondo scolastico, si potrebbeora elaborare del materiale che facciada corollario e supporto a questi prodotti: ricordo a tale proposito delleschede di approfondimento sulle produzioni Rsi che venivano distribuiteanni fa nelle classi, e che erano moltoapprezzate… . Visto il grande valore e il potenziale educativo di quello cheabbiamo a disposizione, sarebbe davve-ro un peccato non riuscire ad utilizzarenel migliore dei modi il contenuto degliarchivi, e per questo motivo ritengoche si dovrebbe cercare di introdurrerapidamente la conoscenza e le com-petenze necessarie nella realtà pedago-gico-didattica, avviando ad esempiodelle collaborazioni con gli istituti diformazione per gli insegnanti, a Coira, a Locarno, e istituendo dei moduli diistruzione appositi. Questo nell’interessesia del servizio pubblico radiotelevisivoche della scuola, per valorizzare da unlato i preziosissimi materiali custoditidalla Rsi, e per raggiungere l’obiettivocomune di coltivare la nostra cittadi-nanza del futuro.

La scuola si confronta con una rapidaevoluzione tecnologica, ma soprattuttocon nuovi modi di comunicare, di insegnare e anche di imparare.Come sta reagendo?Le nuove tecnologie sono ormai unarealtà e in quanto tali non possonoessere né ignorate né demonizzate. La scuola dovrebbe invece insegnare aigiovani a farne un uso utile e corretto.All’interno delle nostre aule non vengono ancora applicate in modo funzionale, ma è solo una questione ditempo; se la competenza in questocampo dipende ancora in larga misuradalla preparazione e dalla mentalità delsingolo insegnante, nel mio lavoroosservo spesso giovani docenti che giàutilizzano il tablet, l’ipad, la lavagna inte-rattiva etc.. . Ritengo che fra i compitidella radiotelevisione ci sia anche quello

di spiegare ai ragazzi che queste tecnologie e questi mezzi e forme dicomunicazione (Internet, Facebook,etc.) possono essere utilizzate in modointelligente.

Pensa che i ragazzi oggi si forminoancora su media tradizionali quali la radio e la televisione?La radiotelevisione può ancora fornirebuone occasioni di formazione.Nonostante la forte competizione conInternet, se e quando riesce ad affron-tare temi vicini agli interessi e alle pre-occupazioni dei ragazzi con empatia epartecipazione, allora viene seguita. Sia la scuola che la radiotelevisionedevono necessariamente avvicinarsi eadeguarsi al nuovo modo di comunicaredi queste giovani generazioni.

A complemento dell’offerta formativa,lei ha suggerito alla Rsi di proporremaggiore approfondimento su temati-che prossime alla realtà dei ragazzi, e che permettano nel contempo diintrodurli all’attualità (politica, econo-mica, sociale,..) del paese. Ma comeavvicinare anche i meno inclini a questo tipo di offerta -che può essereimpegnativa- in modo che possanoapprofittare di queste opportunitàeducative?Coinvolgendoli direttamente. Ai giorninostri l’informazione/formazione calatadall’alto non attecchisce più. Si potreb-be invece continuare su una strada inparte già intrapresa con successo dallaRsi, e che consiste nell’affidare ai ragazzi-sotto una guida esperta e preparata,beninteso- la responsabilità di realizzareun’intervista, o una parte di trasmissio-ne, offrendo loro l’occasione di capirecosa succede dietro le quinte, comefunzionano radio e tv. In questo modo,ritengo che si potrebbero agganciareanche coloro che sembrano disinteres-sati, o il cui approccio alla radiotelevi-sione è di tipo puramente consumistico.

In altre parole, aggiungiamo noi: nonpiù solo ragazzi che guardano e ascol-tano la radiotelevisione, ma una radio-televisione che a sua volta guarda edascolta i ragazzi.

POSCHIAVO, CASA TORRE, GIOVEDÌ 14 GIUGNO

Relatori: Nicoletta Noi-Togni (deputa-ta al Gran Consiglio GR e docente);Vincenzo Todisco (scrittore e docente);Dante Peduzzi (ispettore scolastico del Grigioni italiano); Dino Balestra(direttore Rsi). Moderatore: AlessandroDella Vedova (podestà di Poschiavo)

Ne parliamo ancora con Dante Peduzzi

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per.corsi 14 per.corsi 15P E R . C O R S I C O M U N I P E R . C O R S I C O M U N I

FUTUROCON RETROSCENAGIORNATA NAZIONALE DEGLI ORGANI SRGSSR2012LUGANO, STUDIO RADIO RSI, VENERDÌ 5 OTTOBRE

Negli archivi delle sue unità aziendali la Srg Ssr custodisce oltre un milionedi ore di documenti audiovisivi in granparte digitalizzati e quindi facilmenteconsultabili. Ma cosa rappresentanoqueste memorie per la popolazionesvizzera e per il resto del mondo?

Quali possibilità e quali opportunitàoffrono questi documenti alla Srg Ssr, eche compiti avrà quest’ultima in meritoalla loro valorizzazione? Come vienegestita la memoria audiovisiva all’estero?E in che misura gli archivi audiovisivirappresentano delle risorse importantiper i produttori media del serviziopubblico? La giornata nazionale degli organi dellaSrg Ssr, che si terrà per la prima volta il prossimo 5 ottobre 2012 presso loStudio Radio di Lugano-Besso, cercheràdi rispondere a tali quesiti.

Oltre alle relazioni di prestigiosi profes-sionisti svizzeri ed europei, accanto allatavola rotonda che concluderà i lavori, ai partecipanti sarà presentata un’ampiapanoramica sulle risorse degli archiviinternazionali più moderni. Essi potran-no poi esprimersi sulle forme dellamemoria sociale che sentono più vicine,scoprendo come esse sono conservatee trasmesse ai posteri.

La manifestazione è organizzata dalla Corsi ed è riservata ai membri e soci delle quattro società regionaliche compongono la Srg Ssr (Corsi, Srg-d, Rtsr, Srg-r). Per l’occasione, èstato aperto un portale online sulquale gli interessati troveranno tutte le informazioni necessarie e i dettaglisui programmi ricreativi facoltativi proposti da Lugano Turismo e l’iscrizione per assistere al PremioMoebius, che avrà luogo sabato 6 ottobre allo Studio 2.

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PATROCINIO DELL’INSTALLAZIONE FOTOGRAFICA SOPRA&SOTTODIROBERTO PELLEGRINI

REALTÀRITRATTA: DALLA FOTOGRAFIAAINUOVIMEDIA

Sul territorio, in mezzo a voi. Piccola cronaca di iniziative legate al temadell’immagine, della comunicazione e del servizio pubblico.

Attraverso le sue inquadrature, con isuoi primi piani, l’obiettivo fotograficodi Roberto Pellegrini ha reso protago-nisti di questo progetto gli utenti dellaBiblioteca cantonale di Bellinzona; utentidi uno spazio e di un servizio pubblico. Anche la Corsi, ponendo le esigenze ele attese di ascoltatori e spettatori dellaRsi costantemente al centro della pro-pria attenzione e delle proprie attività,condivide l’obiettivo -stavolta in sensometaforico- di renderli protagonisti. Protagonisti, e non solo destinatari.Perché sono gli utenti, le loro aspettati-ve, e la loro soddisfazione nei confrontidell’offerta, a determinare realmente il valore di un servizio pubblico, e alegittimarlo.

La Corsi è stata quindi particolarmentelieta di poter dare il suo sostegno aun’iniziativa vicina al senso della suastessa missione, e cioè dare visibilità evoce agli utenti di un servizio pubblico.L’installazione si può visitare fino al 27 luglio. Cataloghi della mostra sono disponibilianche presso il Segretariato Corsi.

BELLINZONA, BIBLIOTECA CANTONALE, INAUGURAZIONE GIOVEDÌ 3 MAGGIO

IN COLLABORAZIONE CON LA BIBLIOTECA CANTONALE BELLINZONA, MARTEDÌ 15 MAGGIO

Nell’originale cornice dell’installazioneSopra&Sotto che sovrastava l’atriodella Biblioteca cantonale, la Corsi haaccolto professionisti e firme prestigiosedella fotografia e del cinema per undibattito che fin dalle prime battute si è rivelato appassionato e coinvolgente.Fra scambi di opinione talvolta accesi,excursus storici e aneddoti personali, il pubblico ha potuto conoscere ecomprendere le profonde convinzionimaturate dai relatori in anni di espe-rienze importanti e molto diverse fraloro, sul valore etico e sociale della

fotografia e sul suo ruolo di testimonedella realtà che ci circonda. I presenti si sono così calati per un istante nelmondo e negli interrogativi che si ponechi lavora costantemente con l’immagi-ne, sia quale forma d’arte (fotografia,cinema) che quale componente comu-nicativa e di consumo dei mass media(televisione, internet). Con FerdinandoScianna (fotografo), Renato Berta(direttore della fotografia), StefanoKnuchel (regista), Roberto Pellegrini(fotografo). Moderatore: DomenicoLucchini (direttore del Cisa, Lugano)

In questa occasione, è stato ufficialmentelanciato il primo Concorso audiovisivoCorsi “La Rsi è servizio pubblico”rivolto ai giovani fra i 18 e i 30 annid’età. A salutare questa iniziativa anche Gino Buscaglia, presidente diCastellinaria -Festival internazionale del cinema giovane- che ospiterà la cerimonia di premiazione ufficiale a novembre 2012

I posti sono limitati, affrettatevi! www.giornatasrg2012.chVi preghiamo di voler annunciare la vostra partecipazione entro fine luglio

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per.corsi 16 17per.corsi

lì siamo riusciti a creare un rapportodiretto con la Apple in modo da arri-vare a fine estate con un’offerta nuovae migliore.

Ma non è tutto…Stiamo sviluppando delle soluzioni tec-niche che permettano la massima fles-sibilità di interfacciamento con nuovepiattaforme. Abbiamo un vantaggioimportante alla Rsi: con il lato produ-zione dove ho avuto l’onore e il piace-re di lavorare per quasi un ventennioavevamo già pre-configurato insieme aMarco Derighetti un progetto abba-stanza coraggioso rispetto ai tempi incui l’avevamo deciso, ed era quello dispostare tutta la produzione su file. Dacui è derivato un approccio totalmentenuovo alla gestione dei sistemi di movi-mentazione dei contenuti che vengonoprodotti tecnicamente dalla Rsi, che èbasato su dati informatici su file. Lestrutture tecniche sono state adeguatee oggi abbiamo una predisposizione delnostro sistema produttivo che è moltointeressante proprio per questi sviluppi.

Dunque si sta andando in una nuova direzione?Sì, soprattutto grazie alla creazione ditutte queste nuove piattaforme. Quelloche a noi manca sostanzialmente è unconsolidamento organizzativo di questocanale, si tratta di un processo che sidefinirà nel corso del tempo. Poi, equesto è il cappello che sta su tutto,molto dell’applicazione della nuovastrategia dipenderà dalla nuova offertadella Ssr che verrà discussa nella suaversione finale dal consiglio d’ammini-strazione della Ssr il 26 giugno* perapprovazione. E questo è un documen-to chiave, in base a questa strategiadell’offerta la Rsi dovrà strutturare lapropria e organizzarsi di conseguenza.Dunque il ragionamento diventa anchemolto ampio e soprattutto armoniz-zato con quanto accade nel resto della Ssr.

In quest’ottica anche la Legge federalesulla radiotelevisione che verrà ridiscussa in autunno ha un suo peso?Sì, la legge in questione risale a cinqueanni fa. Evidentemente nel contesto deimedia elettronici odierni una legge che

era già vecchia quando venne pubbli-cata e nella quale si parlava di internet,nemmeno di web presentandolo comeun’offerta sussidiaria nella quale la Ssrdoveva avere una presenza marginale,pensando al mondo d’oggi uno dice:‘beh qui c’è qualcosa che sta cam-biando’.

Un esempio concreto?Ci sono un po’ di corollari noti che la Ssr sta negoziando da quasi due annicon gli editori della carta stampata sumandato della Consigliera FederaleLeuthard, una forma di accordo chepermetta alla Ssr comunque di gestireuna parte della pubblicità online. Nondimentichiamo che i proventi pubblici-tari sull’online stando alla concessioneodierna non ci sono consentiti mentreinvece evidentemente per gli editoriprivati diventa sempre più strategico e importante avere questo sfogo sullapubblicità online. Io credo che tuttosommato questi siano dei momenti dicrescita e di grossissime opportunità.

Ci sono dei temi tecnologici, dei temieditoriali, e ci sono dei temi organizza-tivi importanti che vanno affrontati. È chiaro che la struttura odierna è fattae orientata in base all’erogazione deiprodotti televisivi e radiofonici e cometale continua a lavorare. L’offerta onlineconformemente a quanto stabilisce laconcessione è un’offerta parallela enon principale.

Rimarrà così?Ma io credo che con l’aumento dellatelevisione ibrida e l’espansione deldigitale bisognerà anche fare un ragio-namento sulla nostra organizzazioneeditoriale. E questo avrà anche unaripercussione a medio termine su quel-la che è la nostra allocazione di risorse.Bisogna pensare che in tutto questoquadro non è che la Ssr possa muoversichiedendo un aumento del canone,anzi il canone in virtù di questa situa-zione sempre meno diventa il canoneradiotelevisivo e sempre più si staorientando verso una specie di mediatax, flat tax che viene prelevata perchéchiaramente con il proprio smartphone si può accedere ai contenutiprodotti dalla Ssr nell’ambito radiotele-visivo.

Dunque l’innovazione porta con sé anche un problema di risorse?Dovremmo riallocare le risorse esisten-ti, cercando di ottimizzare e razionaliz-zare, di avere dei guadagni di produtti-vità su determinate attività che cambie-ranno anche in modo decisivo il modo di lavorare delle persone. E diciamo che sul presidio redazionalesiamo solo agli inizi. A livello di personale, è chiaro, ci sonodelle questioni di competenze, ci sonodei temi legati allo sviluppo delle com-petenze delle persone coinvolte chevanno dal giornalista che deve averedelle capacità basate sul fatto che conuna storia da raccontare dovrà capirecome bilanciare gli equilibri delle variepiattaforme di erogazione -per cui unastoria si presta di più alla radio, alla tv,al web,..- insomma è un mix non facile.Quello che è vero è che noi ci stiamotrasformando da una azienda che ero-gava un segnale con dei contenuti, a unfornitore di contenuti, quindi dovremmo

WEB, TV IBRIDA ESOCIALMEDIANEL FUTURORSI

C O R S I I N O S S E R VA T O R I O

Nell’ambito dell’innovazione tecnologi-ca e multimediale che sta interessandoil mondo dei media a livello globale laSsr, in particolare con il nuovo mandatodi Roger De Weck, e la Rsi raccolgonola sfida del cambiamento con la messain campo di nuovi progetti, nuovi stru-menti e nuove modalità di comunica-zione atti a creare un dialogo direttotra l’azienda e i suoi giornalisti da unlato, e il pubblico dall’altra.

Che cosa si intende quando si parla di strategia multimediale della Rsi?Prima di tutto il tema dei multimedia èuna specie di contenitore, è un conte-nitore di temi che andrebbero diversifi-cati secondo due categorie: da un latoabbiamo quella che è l’offerta web tra-mite www.rsi.ch che come design è invia di ridefinizione. In base ad uno stu-dio strategico fatto in autunno abbiamostabilito delle priorità d’offerta soprat-tutto per quanto riguarda la homepage,la pagina di apertura del nostro sitoche si trasformerà progressivamente daquella che è una presenza più di tipoistituzionale, con contributi di informa-zione in primo piano, ad una pagina piùviva che farà riferimento in modoanche più diretto e più accattivante, eanche dal profilo operativo in modo più conviviale, ai contenutispecifici della nostra offerta televisiva e radiofonica. Questa è la fase di rede-sign, poi stiamo definendo tutti i sistemidi dialogo fra le varie entità coinvolte,cioè andiamo a pescare in modoautomatizzato tutti i dati video piutto-sto che le trasmissioni radiofoniche,integrandoli e presentandoli in base ad un progetto editoriale. Un progetto

editoriale che è stato varato un anno emezzo fa e che arriverà a compimentocon la realizzazione di questa nuovahomepage.

Quando sarà visibile?Il progetto è in fase di avanzata realiz-zazione e gli utenti si accorgeranno deirisultati nel corso di fine estate - inizioautunno grazie alla nuova homepage:cambierà la colorazione e ci sarannotutta una serie di aspetti che migliore-ranno anche a livello di esperienza,specialmente la navigazione.

Dunque la strategia prevede un nuovo sito Rsi. E poi?Come accennavo all’inizio, per quantoriguarda la seconda categoria abbiamola vasta galassia della diversificazioneche costituisce tutto quel mondo doveil patrimonio di quei contenuti che noioggi produciamo sostanzialmente peruna erogazione lineare entra in unadimensione che possiamo definire deli-nearizzata: cioè come offrire - dallosmart phone fino agli schermi interattiviche saranno connessi - contenuti speci-fici adattati a queste modalità di fruizio-ne che sono in continuo e perenne

cambiamento in funzione di quelli chesono i trends, le interfacce oppure gliapparecchi che compaiono sul mercato.E lì abbiamo già un progetto importan-te sul quale la Rsi sarà impegnata a par-tire dal 2013. Si tratta del progettodella HbbTv che è l’acronimo che staper Hybrid Broadband Broadcast Tvcioè una televisione che fa riferimentoa contenuti specifici non solo derivantidall’erogazione del canale tradizionaleche è il canale lineare, ma in più cisono delle aggregazioni di contenutiche permettono all’utente, tramite connessione online del televisore, diaccedere a tutta una serie di servizisupplementari.

Ci sarà una programmazione ad hoc?Ci vuole un presidio editoriale specificoperché ci stiamo accorgendo che nonè tutto oro quello che luccica, ci vuoleuna competenza specifica a livello edi-toriale per configurare questi prodottiin funzione delle piattaforme sulle qualiavviene la fruizione e ci vogliono dellesoluzioni tecniche che permettanoquesto tipo di automazione di flussi dierogazione del contenuto. Cioè dob-biamo eliminare il più possibile i pro-cessi manuali e automatizzare i processidi alimentazione di queste piattaforme.

Quindi la sfida si gioca su due piani?Sì. La televisione ibrida è un progettonazionale. Poi ci sono una serie di areedove giochiamo partite interessanti cheriguardano l’accesso ai nostri prodotticonfigurati e adattati a seconda dellapiattaforma. Le cito un esempio: stiamoridefinendo tutta la nostra landing pagenello store di Itunes e abbiamo consta-tato che abbiamo delle lacune e delleinadempienze per quanto riguarda l’offerta dei nostri prodotti podcast e

Opportunità, interrogativi, sfide del mondo della comunicazionee dei media presentate dall’Osservatorio europeo di giornalismodell’Università della Svizzera italiana.

A questo proposito, per capire meglioe vedere più da vicino che cosa bollein pentola e quale è la strada che il servizio pubblico ha deciso di intrpren-dere per stare al passo con i tempi, e quali saranno le novità che interesse-ranno il pubblico, abbiamo intervistatoRoberto Pomari, responsabile SviluppoAziendale Rsi, e Camilla Contarini,responsabile del settore social media.

SENTIAMO ROBERTO POMARI

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per.corsi 18C O R S I I N O S S E R VA T O R I O per.corsi 19

pensare al giornalista che diventa confi-guratore di pacchetti di contenuto cheavranno delle declinazioni diversificateanche con delle modalità diversificate. E lì nascono veramente dei momentidove bisogna anche ripensare l’organiz-zazione del flusso e anche il fatto del-l’investimento necessario per arrivare a questi risultati.

Torniamo per un attimo al sito Rsi. Il servizio di news diventerà più importante?Certo, direi che l’informazione è un po’il cuore della nuova offerta e in parti-colare le news. Dopo tutto, questo cor-risponde alle possibilità di investimentoe di risorse che abbiamo. Nello studio strategico che abbiamofatto l’autunno scorso abbiamo indivi-duato che i contenuti principali sonoinformazione, sport e meteo. E questisono dati importanti che ci confermanoche dobbiamo essere bravi a gestirli, e ciò vuol dire prestare attenzione alrefresh delle notizie, quindi non lasciarepubblicato un fototesto per sette ore;aumentare il valore di aggregazione del contenuto vuol dire che una notiziadata come briefing news poi crescenell’ambito della giornata.

Sito web, interazione: la Rsi che visione ha?Quello che dobbiamo capire è che il giornalista o chi lavora sul web siconfronterà sempre più spesso diretta-mente con l’utente. Ci guardiamo adaltezza uomo, si crea una sorta di dialogo da cui deriva una componentesocial. Questa evidentemente è unascelta anch’essa di prossimità digitale,noi abbiamo una prossimità fisica che si declina sull’offerta lineare …peròprossimità digitale cosa vuol dire?.. signi-fica prossimità di accesso a un servizioe quindi il giornalista di domani dovràanche avere la forza di sostenere undialogo con l’utente. Già oggi è così.

*la discussione ha avuto luogo dopo lastesura dell’articolo

I social media in Rsi quando sono stati introdotti?Si è iniziato a parlarne nel 2008, mal’implementazione vera e propria èarrivata a settembre 2011, con l’aper-tura della prima pagina istituzionale.Soprattutto per la volontà di comuni-care meglio con il pubblico, di esseresempre più un’azienda aperta al dialogo.In modo da dare alla Rsi la possibilità diparlare con il pubblico, e al pubblico diparlare con la Rsi. Non che questo giànon avvenisse, ma i social media facilita-no il contatto in modo straordinario.

Forse anche per attirare un pubblico più giovane?Certo. Ma l’obiettivo principale è interagire con il pubblico in tutti i modipossibili, quindi anche esplorando questi nuovi strumenti.

Quando si parla di social media, si intendono Facebook e Twitter?Esatto. E anche Youtube, che per ilmomento è soprattutto un contenitoredi video. Non ha un palinsesto proprio,viene usato in casi particolari, alcunieventi per esempio... oppure vi si possono trovare i video della serieFrontaliers. E il 10 giugno è partito ilprimo progetto “social” della cultura, In volo con un’ape.

In volo con un’ape...di che cosa si tratta?È il titolo di un documentario che rac-conta la storia di un’Ape Piaggio azzurrache, con una troupe a bordo, percorreil tragitto dalle sorgenti del fiumeRodano fino al mare. L’obiettivo è rac-contare la vita lungo il fiume dandovoce ai personaggi che vi si incontrano.

Che cosa lo rende un progetto social?Il progetto ha una pagina Facebook, undiario che ogni giorno viene aggiornatocon testi, foto e video. Il regista,Michelangelo Gandolfi, e i suoi collabo-ratori raccontano il loro viaggio, e ilpubblico può diventare parte attivadella creazione del documentario, vive-re le avventure della troupe, interagirecon loro. Il bello è che la pagina diventaanche uno strumento di lavoro. Adesempio, fra i personaggi incontrati c’èun meccanico che fa parte di un gruppodi appassionati di Ape sparsi per il ter-ritorio. Lui ha avvisato i suoi amici delviaggio dell’Ape, e la pagina Facebook èdiventata il punto di riferimento sia perseguire l’avventura, sia - per i nostri -per trovare il meccanico giusto in casodi problemi tecnici.

Come è nato?Da una proposta del regista. Comecoordinatrice ho convinto il produttoredell’importanza della pagina, e il pro-duttore a sua volta si è creato unaccount Facebook (che prima nonaveva) per poter seguire i suoi. In azienda tutti comprendono il potenzialedei social, ma non tutti li padroneggianoa sufficienza. Specialmente ai livelli piùalti. Il mio, quindi, è anche un lavoro disensibilizzazione.

Lei Camilla è la community manager della Rsi?Sì, il mio è un ruolo nuovo che è stato creato a settembre. Gestisco lepagine istituzionali su Fb e Youtube,coordino l’apertura di altre pagine ediffondo all’interno dell’azienda una cultura “social” spiegando ai giornalistile potenzialità di questi strumenti ecome usarli.

Facebook: c’è una pagina sola Rsi o ve ne sono diverse?Ci sono le pagine istituzionali, ma anchepagine di rete, (Rete Tre, Rete Uno) edi diversi programmi. Le pagine Rsiospitano post legati ai programmi maanche temi istituzionali, dal digitale allaCorsi; c’è un po’ di tutto, diciamo. Mal’obiettivo è creare community diverse:che tu sia un fan di Rete Tre oppure tipiaccia parlare di cucina con Piatto

Forte, potrai entrare nella “tua” comuni-tà. Ma non tutti i programmi sonoadatti, diciamo così, ai social media.Molti vorrebbero avere una pagina nonperché davvero interessati a interagire con il pubblico, ma perchévedono Facebook come un’opportunitàper farsi pubblicità. Ma nei social mediafare “solo” promozione è contro-producente... Ecco, spiegare questecose è un altro dei miei compiti.

A proposito di sito Rsi, presto cambierà?Non vediamo l’ora che arrivi il nuovosito: si parla già di web 3.0, mentre noisiamo ancora fermi all’1.0! Diversi pro-grammi sentono la necessità di esserepiù interattivi e pensano che la rispostasiano i social media, ma a volte non

si rendono conto che avere sia unapagina del sito sia una pagina Facebookvuol dire raddoppiare il lavoro. In realtàspesso la soluzione giusta per lorosarebbe un uso ottimizzato e più inte-rattivo del sito Rsi.

Le pagine social richiedono dedizione?Certo! Devono essere aggiornatecostantemente, altrimenti non funzio-nano. L’utente su Fb cerca un rapporto“umano”, mentre chi non sa benecome funzionano i social è portato apensare che basti pubblicare una qual-siasi notizia al giorno...

Parliamo un po’ di Twitter che per il lavoro giornalistico diventa sempre più importante.La strategia su Twitter per adesso èlimitata alle news. La “vecchia” paginaTwitter, alimentata automaticamentecon le notizie del teletext, è diventataun “widget” - un’interfaccia grafica -ideale per contenuti destinati a tablet emobile. E questo è un punto forte, per-ché più del 50% degli utenti accedonovia mobile.

I giornalisti Rsi usano Twitter?Ce ne sono diversi. Ed è importanteche ci siano, perché rappresentano lacomponente “umana” dell’informazione,sono loro che creano i rapporti con ilterritorio. E stanno aumentando giornodopo giorno, tanto che i “veterani” diTwitter ogni tanto scherzano: “cos’è,

L’Osservatorio europeo di giornalismo (Ejo) rileva le tendenze più significativenel mondo dei media. Lo scopo è di contribuire al miglioramento qualitativodella professione agendo in stretta relazione con le esigenze di giornalisti, direttori ed editori. L’Osservatorio è un centro studi non profit dell’Universitàdella Svizzera italiana inaugurato nella primavera 2004 a Lugano con il sostegnodella Fondazione per il Corriere del Ticino. www.ejo.ch

Natascha Fioretti è ricercatrice presso la Facoltà diScienze della comunicazione dell’Università della Svizzeraitaliana a Lugano (Usi) e collaboratrice dell’Osservatorioeuropeo di giornalismo per il quale cura il sito italiano ecoordina attività ed eventi. Come giornalista freelance,scrive per diversi quotidiani e riviste specializzate.

un’invasione?” Di fatto, spingiamo i giornalisti a entrare su Twitter e faresentire la loro - e quindi la nostra -presenza. Va detto però che i socialmedia non sono ancora davvero inte-grati nella routine quotidiana dell’infor-mazione. Ci arriveremo presto, credo.

È una questione anche un po’ di men-talità non solo di strumento. Diventaun vero e proprio metodo di lavoro?Deve diventarlo, certo. Sto tentando diaprire la strada, per costruire un knowhow solido il più velocemente possibi-le. La nostra priorità restano però iprogrammi, dunque l’informa-zionetelevisiva e radiofonica.

La strategia social Rsi dunque come si declina e che progetti ha per il futuro?Non approfondirei troppo il discorsosulla strategia, perché dovremmo parlare del livello istituzionale, delle reti,dei programmi, dei singoli collaborato-ri... Ciò che mi piacerebbe fare èaumen-tare il più possibile le paginelegate a programmi che in un modo onell’altro siano pensati appositamenteper i social media. Insomma, promuove-re un modo di pensare “social”. Per esempio andare il più possibileverso la “social tv”.

Il giornalista Rsi più social?Sicuramente Max Herber.

SENTIAMO CAMILLA CONTARINI

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ORSIC..CONCORSOAUDIOVISIVO

per.corsi 20C O R S I I N C O N T R O per.corsi 21

IL PUBBLICO CAMBIA CANALESE IN RADIO EALLA TVSONOSEMPRE I SOLITILo scorso 6 giugno la giovane deputata al Gran Consiglio ticineseNadia Ghisolfi ha firmato un brevearticolo, pubblicato sul quotidianoLaRegione nella sezione ‘dibattito’, daltitolo ‘Media, politica e privilegi’: nel suopezzo, l’autrice lamenta le rare occasioniofferte alle donne attive sul fronte dellapolitica, di potersi esprimere sui mediain relazione al proprio impegno e allapropria competenza.

Cogliamo questa occasione per appro-fondire con Nadia, laureata fra l’altro in scienze della comunicazione, questoaspetto del nostro panorama mediatico.

Nadia, da cosa nasce il suo disappun-to, e in questo momento prevale larassegnazione o la speranza che qual-cosa possa cambiare nell’atteggiamentoda lei rilevato nei nostri media?Il disappunto nasce da una constatazio-ne oggettiva e dal vissuto personale inambito politico. Purtroppo ai dibattititelevisivi vengono sempre chiamate lestesse persone ad intervenire, e i gio-vani e le giovani politiche fanno fatica a farsi conoscere ed emergere. La spe-ranza è sempre l’ultima a morire, anchese, nonostanti i numerosi richiami fattiin questo senso da più parti, la situa-zione non sembra comunque evolvere.Questo sia in ambito politico chequando si tratta di dibattere altri temi.La donna in quanto tale viene convo-cata sempre meno dei colleghi uomini,e vi sono anche degli studi a livellonazionale che dimostrano queste diffe-renze. Se da una parte ci si può “con-solare” prendendo atto che il fenomenonon riguarda la singola persona o laregione, dall’altra non ci si può certorallegrare per una situazione che per-petua un certo comportamento eduna certa mentalità.

In che misura la responsabilità dellasituazione può derivare non solo daimedia ma da una precisa mentalitàpolitica? I suoi colleghi condividono la sua opinione, la sostengono nelconcreto?Certo anche la politica gioca il suoruolo, eccome! I partiti possono svol-gere un ruolo fondamentale nel coin-volgere e dare spazio alle donne alproprio interno. Per quel che riguarda i miei colleghi, non posso generalizzare– purtroppo – una risposta positiva,dicendo cioè che mi sostengono nelconcreto. Alcuni sì, sono convinti del-l’importanza della presenza delle

donne in politica, e si comportano di conseguenza e coerentemente conquest’idea. Purtroppo ci sono ancoramolti, troppi colleghi, che invece riten-gono che il posto della donna sia acasa con la famiglia. Sia ben chiaro, personalmente non ho nulla contro ledonne che vogliono/possono stare acasa ed occuparsi della famiglia. Quelloche però sostengo e sosterrò sempre

è la possibilità di scelta che deve esserelasciata alla donna (come all’uomo). Seuna si sente e vuole fare politica, oltread occuparsi della famiglia, non deveessere penalizzata perché è donna.

Da uno studio condotto ogni 5 anni alivello internazionale, risulta come nelnostro paese le donne siano sottorap-presentate rispetto alla media euro-pea, sia quale soggetto della notiziache quali articoliste. Tuttavia, semprefacendo riferimento a questa analisi(2010), la situazione nella Svizzera italiana sembrerebbe migliore, con iltasso più alto di donne di fronte aduna telecamera, ad un microfono, ocon la penna in mano. Alla luce di questi dati, possiamo desumere chespesso siano le giornaliste stesse aproporre e rinnovare gli stereotipicon i quali lei si confronta regolar-mente? Se sì, a cosa ritiene sia dovuto?Personalmente non ritengo che questosia il motivo per il quale si perpetuauno stereotipo. Inoltre mi piacerebbemeglio analizzare questi dati e vederequante donne siedono alla testa diredazioni o hanno la possibilità concretadi decidere la linea redazionale. Ho qualche dubbio che in Ticino vi siaquesta grande rappresentanza (a questilivelli). Inoltre, dare la colpa ancora unavolta alle donne è troppo facile. Ècome per le elezioni, il vecchio detto

“le prime a non votare le donne sonoproprio le donne” è falso ed è statoanche dimostrato a livello ticinese dauno studio . Eppure, si continua a sen-tirlo, normalmente proprio da quegliuomini che non gradiscono la presenzafemminile in politica.

Nota una differenza sostanziale nel modo in cui viene proposta la presenza politica femminile sui diversimezzi di comunicazione (radio, tv,carta stampata)? Come ne è influen-zato chi è attivo sul territorio?A mio modo di vedere, ma è soloun’impressione, è più facile l’accesso ai media stampati, seguono la radio ed infine la televisione. Naturalmente, è proprio la televisione ad avere unimpatto maggiore nella popolazione, ed è proprio qui che la presenza fem-minile è scarsa. Non noto invece unasostanziale differenza di come vieneproposta la presenza politica femminilenei vari media, mi riferisco però solo ai quotidiani (per quel che riguarda i media scritti) ed alle trasmissioni diapprofondimento sulle due principaliemittenti radio e televisive ticinesi.

Un suo messaggio alla Rsi e alla Corsi...Dare spazio a volti e voci diverse,facendo uno sforzo maggiore quando si cercano gli ospiti alle trasmissioni.

Appuntamento con il mondo che ci osserva e che ci parla.

È importante e penso sia anche positivo per il pubblico da casa, chemolto spesso cambia canale perché“sono sempre i soliti…”. Chissà chemagari non si riesca a recuperare unpo’ di interesse e fiducia nei confrontidella politica e del mondo politico.Questo sforzo viene fatto durante lacampagna elettorale (per es. alConsiglio di Stato), durante la quale sicerca di garantire una certa equità dispazi e tempi (anche se - anche qui, icandidati “di peso” alla fine hanno sem-pre più spazio degli altri). Sarebbe belloche questo sforzo continuasse anchenel corso della legislatura. Sono inoltrecontenta che il mio intervento sullaRegione abbia destato anche l’attenzionedella Corsi. Significa che c’è un’attenzione versoquesti temi e quindi voglia di migliorare.Il fatto di parlarne è già un passo con-creto nella giusta direzione.

"Fare politica in Ticino - numero 21" L'impegno neipartiti e nelle istituzioni. Oscar Mazzoleni, MattiaPacella, Andrea Pilotti, Andrea Plata, Hervé Rayner,Mauro Stanga e Ivan Vanolli - 14.02.2011. Curatodall'Osservatorio della vita politica dell'Ufficio distatistica del Canton Ticino, lo studio fornisce unquadro sfaccettato e per molti aspetti inedito del-l'impegno politico nei partiti e nelle istituzioni, avva-lendosi di dati quantitativi come anche di testimo-nianze di persone impegnate politicamente a diversilivelli. (link: http://www3.ti.ch/DFE/DR/USTAT/index.php?fuseaction=pubblicazioni.volume_detta-glio&anno=2011&idVolume=106&idCollana=1

C O R S I I N R E T E

ANCHE SE NON AVETE PIÙ L’ETÀ,FATE SAPERE AI VOSTRI FIGLI, AI NIPOTI, GIOVANI AMICI,FIGLI DI CUGINI, ...DI PARTECIPARE AL CONCORSO AUDIOVISIVO LA RSI È (SERVIZIO) PUBBLICO PERLE CONDIZIONI E IL FORMULARIOD’ISCRIZIONE LEGGETE A PAGINA24 E VISITATE IL NOSTRO SITOWWW.CORSI-RSI.CH

Nadia Ghisolfi, classe 1979, è cresciuta a Bellinzona e vive attual-mente a Chironico in Leventina.Laureata in Scienze dellaComunicazione all’Università diCharleston, South Carolina (USA), è attiva presso il SegretariatoCantonale dell'Ocst quale responsabile per il Ticino dei settoriPosta/Logistica e Comunicazione(per i sindacati transfair e Ocst).Collaboratrice scientifica dellaRegione Tre Valli a Biasca nei settoripolitica regionale, trasporti, Serviziod'assistenza e cura a domicilio, relazioni con Comuni, Cantone e Confederazione, promozione economica e marketing territoriale(dal 2003 al 2010), è impegnata in politica e ha ricoperto/ricopre i seguenti ruoli: Segretaria delDistretto Ppd di Leventina (2004-2010), Consigliera Comunale aChironico (dal 2004), Deputata alGran Consiglio ticinese (dal 2008)Commissioni Petizioni e ricorsi,Bonifiche fondiarie e SanitariaVice-presidente della Commissionecantonale per la formazione professionale (dal 2009), Presidentedell'Associazione Donne Ppd (dal 2009).Il suo motto è “la differenza facciamola insieme”.

FATECI SAPERE COME LA PENSATE,LA VOSTRA OPINIONECI INTERESSA

SCRIVETECI! DAL PROSSIMONUMERO UNANUOVA RUBRICA PER LA POSTA DEI LETTORI

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per.corsi 23O B I E T T I V O C O R S Iper.corsi 22C O R S I I N B U C A L E T T E R E

Forse è assuefazione, o rassegnazione,ma questo perenne dibattere sullaspartizione partitica della radiotv pub-blica e della Corsi non sembra esserepoi il nodo cruciale della “fabbrica” culturale più importante della Svizzeraitaliana. Penso di non essere il solo, adesempio, ad essersi rammaricato delnon aver ascoltato la relazione deldirettore Dino Balestra prevista (masolo in coda alle “varie ed eventuali”dell’ordine del giorno) all’ultima assem-blea Corsi. Balestra, per doveri d’ospita-lità, ha ceduto il suo spazio al presiden-te del Cda Ssr Srg Raymond Loretan, e non ha potuto illustrare il suo tema: “Le nuove sfide della Rsi”.Caspita, ho pensato tra me e me, separla di “nuove” sfide non si tratterà di convergenza, multimedialità, taglio di risorse, soluzioni logistiche, Billag o missione di servizio pubblico (Grigioniinclusi). Queste sono “vecchie” sfide. Enon ho pensato nemmeno per un atti-mo che Balestra volesse affrontare tesifuorvianti come le poltrone dirigenzialiassegnate secondo un anacronistico,quanto inadeguato, “manuale Cencelli”. Non ho potuto fare a meno, però, difar scorrere un personalissimo replaydelle sfide enunciate, annunciate, profe-tizzate nell’ultimo decennio. L’unica

cosa rimasta immutata era il ruolo, ilservizio pubblico, tutto il resto sarebbestato stravolto. Sembra ieri, ma esatta-mente dieci anni fa si registrò nel Paeselo storico sorpasso del cellulare a sca-pito del telefono fisso. Una mutazionetecnologica che, simbolicamente, antici-pava la rivoluzione dell’intero mondodella comunicazione. Radio e tv incluse.Ammetto che la rapida successionedegli eventi mi ha trovato impreparato.Le connessioni ad Internet delle famiglieticinesi da meno del 30% sono arrivatead oltre il 65%, e anche se il digital divide, il divario digitale, vede ancora il cantone nettamente sfavorito rispettoal resto della Svizzera era inevitabileche (soprattutto i più giovani, perchèdieci anni fa non si parlava ancora diweb nativi) il nuovo mezzo avrebbescompaginato l’uso domestico di radioe tv. Del resto tutti i dibattiti in questianni sull’argomento rientravano nellacategoria “necrologi”: la radio è morta,la tivù generalista è morta, anzi èmorta proprio la tv così come l’abbia-mo sembre conosciuta. Oddio, ancheper i giornali cartacei suonava il deprofundis; lo confermava l’editore delNew York Times. La parola “piccoloschermo” diventava desueta (ancheperchè gli schermi dei nuovi televisoritutto sono meno che piccoli) e laparola “etere” un avanzo di magazzino,un termine aulico. Come competere,poi, con l’innumerevole offerta delleemittenti digitali e di quella ancor piùinnumerevole captate dal satellite?

C’era di che far tremare i polsi giàall’inizio del terzo millennio, figuriamociora che il 60% dei ticinesi è dotato dismartphone, per tacere dei tablet, eche metà delle famiglie è abbonato alla“banda larga”. Anzi, la Svizzera – standoall’Ocse - è il secondo Paese al mondoin questa speciale classifica di connes-sione veloce. E pare che il traffico dei

dati sia già sulla soglia della saturazione,anche se è aumentato sei volte solonegli ultimi due anni...Timori quindi giustificati, e confermati dall’ultimo rapporto ComCom: il 35% del trafficodati è dedicato a tv e streaming.Adesso, io non so se anche pressol’Ufficio statistiche è in vigore una prez-zolata spartizione partitica, ma dopoaver sciorinato tanti dati non vedo per-chè dubitare di altri dati ufficiali. E que-sti ci dicono che nel 2002, dieci anni fa,ogni ticinese consumava mediamenteogni giorno 105 minuti di radio e 178di tivù. Un decennio dopo, a quantopare, ne consumano 106 dell’una e 186dell’altra. È vero che la popolazione tici-nese brilla per longevità, ma il sospettoin questo caso è malizioso: nella fasciad’età più appetibile, quella dai 25 ai 44anni, il consumo è perfettamente pro-porzionale. Mi scuso per questa lunga“giustificazione”, ma almeno capirete lamia curiosità. Quali “nuove” mirabolantisfide della Rsi ci avrebbe preannunciatoBalestra? E che contributo potrà darela Corsi che, per voce del suo presi-dente Luigi Pedrazzini, ha preannuncia-to che – pur rispettando il ruolo pro-prietario di Ssr Srg – farà valere tutto il suo potere di influenza? Certo,anch’io mi aspetto molto da questanuova campagna di proselitismo, daquesto tentativo di immettere forzenuove nella Corsi, da questi “gruppi di ascolto” interpellati periodicamente(anche se la vicepresidente AnnaBiscossa ha ammesso che in fondo tuttiquesti gruppi, associazioni varie, ripro-ducono in nuce la stessa rappresenta-zione partitica del cantone), ma sonoaltrettanto convinto che, alla fine, quelloche conta è la capacità di “fare” radio e televisione.E sono anche convinto che sia un“mestiere” veramente difficile.

Ezio Rocchi Balbi, giornalista, il Caffè

APPUNTI A MARGINE DI UN’ATTESA(LE NUOVE, MIRABOLANTI

SFIDE DELLA RSI)

Giornalisti e media ci scrivono.

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ORSIC..CONCORSOAUDIOVISIVO

Editore:

CORSISocietà cooperativa per la Radiotelevisione svizzera di lingua italiana

per.corsi 24

I M P R E S S U MContatti: www.corsi-rsi.ch [email protected] Tel: +41 (0)91 803 65 09 o +41 (0)91 803 60 17Fax: +41 (0)91 803 95 79casella postale, via Canevascini 76903 Lugano

Redazione: Chiara SulmoniGiampaolo Baragiola

Progetto grafico e impaginazione: Marco Mariotta Designs Ascona

Immagini:Alessandro CrinariAli Kashef al-GhataaMassimo Pacciorini JobRemo Tosio

Sito internet:Cryms sagl, Manno

Stampa: Tipografia Stucchi SA, Mendrisio

C O R S I I N C A L E N D A R I O

VI ASPETTIAMOAI PROSSIMI EVENTI

CONCORSO AUDIOVISIVOLARSI È (SERVIZIO) PUBBLICO COSA RAPPRESENTA PER TE LA RSI?COME IMMAGINI IL SUO PUBBLICO? TI PROPONIAMO DI FARE UN RITRATTODELLA NOSTRA RADIO-TELEVISIONE:COME LA VEDI, COME LAPENSI, COME LAVORRESTI TU!

SERATE PUBBLICHE CORSI

FRIBORGO29 settembre ore 16.30NH HotelSi parlerà di multiculturalità svizzera,identità linguistica e Rsi(seguito da concerto dell’Osi, ore 19.30)

LUGANO10 ottobre ore 18.30UsiIl mandato della Radiotelevisione svizzera di servizio pubblico nella società che cambia

LUGANO17 novembre ore 10Studio 2 RsiChiusura del ciclo di incontri 2012in diretta con Moby Dick

CI VEDIAMOANCHE AI CONCERTI sostenuti dalla Corsi

ASCONA 17 ottobre ore 20.30Collegio PapioSolisti e Coro della Radiotelevisionesvizzera, I Barocchisti,preceduto da dibattito e aperitivo CorsiLa Rsi e la musica

LOCARNO30 novembre ore 20.30Palazzetto FeviOrchestra della Svizzera italiana,preceduto da aperitivo di gala Corsiper i nuovi soci

PER I SOCI CORSI

GIORNATA NAZIONALEDEGLI ORGANI SRGSSR20125 ottobre ore 12.30 Besso, Auditorio Stelio Molo

per i giovani dai 18 ai 30 anniin collaborazione con Castellinaria, Festival internazionale del cinema giovane, BellinzonaSi chiude il 7 settembreBando e iscrizioni sul sito www.corsi-rsi.ch

La cerimonia di premiazione avverrànell'ambito del Festival Castellinaria2012 (17-24 novembre)

premio del pubblico Rsi sulla piattaforma di “A qualcuno piace corto”www.aqualcunopiacecorto.ch

FUTURO CON

RETROSCENA

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