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Biblioteca Adelphi 218 Paul Valéry QUADERNI VOLUME QUARTO

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paul valery cuadernos

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  • Biblioteca Adelphi 218

    Paul Valry

    QUADERNI V O L U M E Q U A R T O

  • Per decenni , Valry elabor una teoria del sogno inconci l iabi le con quel la di Freud e priva di precedenti in altri teori-ci. Questa teoria si connetteva alla que-stione ricorrente in tutti i Quaderni: che cosa significa essere coscienti? Prima an-cora che un racconto di eventi, a cui ten-de a ricondurlo la psicoanalisi, il sogno un regime della coscienza, il luogo dove si applicano regole peculiari della mente. Ma quali sono queste regole? L'indagine di Valry, soprattutto nelle sezioni Sogno e Coscienza, incluse in questo volume, si avvicina al centro dell'anello (come e-gli definiva un'altra figura essenziale di cui qui si tratta: r Io puro).

    Un'edizione in facsimile dei Quaderni di Paul Valry (1871-1945), in ventinove volumi, fu pubblicata dal C.N.R.S. fra il 1957 e il 1961, mentre una edizione a stampa stata avviata solo nel 1988 presso Gallimard. Nella Plia-de apparsa invece un'ampia scelta, dovuta a Judith Ribinson-Valry, di cui Adelphi pub-blica in sette volumi la prima traduzione inte-grale.

  • Il V^irlcMlc'H.i pul olil^l.l (- .1111 hr di n giunti e inseparabili ed eterogenei. E un miscuglio ingenuo e tuttavia invin-cibile. Ci si chiede come abbia potuto rea-lizzarsi la separazione fra certi composti offerti dalla realt e che, disaggregati co-me a mezzo di bagni chimici, entrano nei sogni in nuova, diversa composizione. Cos riconoscere A (se ben conosciuto) in B che una trasformazione inutile di A. Quando sembrerebbe c h e sognare pro-prio A sarebbe molto pi semplice C ' dunque qualcosa di pi - o di meno, del-l 'automatismo ordinario. Ci che non si produce (nel sogno) mol-to pi strano e chimerico di ci che vi si produce. Astensioni, lacune soprendent. E se queste avventure sono cos meravi-gliosamente bizzarre, artificiali, deforma-te, contraffatte, dissimmetriche - nuove, creatrici, geniali - per via di astrazione da certe parti o correzioni. Si vive come nel completo ma in un incomple to che sembra sufficiente, e l 'arbitrario appare necessario. (1912. / ' 2 , VI, 828).

    In copertina: Centauressa che allatta un suo bambino, da J. Winckelmann, Open, Prato, 1835, tavola CVII, ine. 258.

  • lilHI.IO I KCA ADKMMII

    2IK

    NataleFont monospazioScansione a cura di Natjus, Ladri di Biblioteche

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  • DKLLO S I ESSO A U T O R E :

    Cattivi pensieri L'idea fissa Quaderni, I Quaderni, II Quaderni, III Quaderni, V

    Sguardi sul mondo attuale

  • Paul Valry

    QUADERNI VOLUME QUARTO

    Tempo Sogno Coscienza Attenzione L'Io e la personalit

    A C U R A D I J U D I T H R O B I N S O N - V A L R Y

    A D E L P H I EDIZIONI

  • T I T O L O ORIGINALE:

    Cahiers

    Traduzione di Ruggero Guarini

    Prima edizione: marzo 1990 Seconda edizione: giugno 2009

    1 9 7 3 , 1 9 7 4 D i T i o N s GALLIMARD PARIS

    1 9 9 0 ADELPHI EDIZIONI S.P.A. MILANO

    WWW.ADELPHI.IT

    ISBN 978-88-459-0741-8

  • INDU.K

    Nota editoriale

    T E M P O

    SOGNO

    COSCIENZA

    ATTENZIONE

    L ' I O E LA PERSONALIT

    QUADERNI

    I X

    3

    1 2 5

    3 4 5

    3 9 9

    4 2 5

    VARIANTI E PASSI I N E D I T I DELLA CLASSIFICAZIONE DEI QUADERNI

    NOTE

    4 9 1

    4 9 7

  • NOIAKDirORIALK

    Per questo quarto volume dei Quaderni di Paul Valry ci siamo attenuti ai criteri generali adottati dalla curatrice francese dell'opera, Mme Judith Robinson-Valry, e al testo da lei stabilito per l'edizione della Bibliothque de la Plia-de. Si rimanda pertanto il lettore alla Prefazione del pri-mo volume, pp. X I - X X X V I .

    Il singolcu-e uso, da parte di Valry, di segni di punteggia-tura, di tratti marginali, rinvii, aggiunte, eventuali disegni che illustrano un pensiero, sigle, ecc., stato sempre rispet-uto adottando una serie di convenzioni tipografiche di cui si d junpia e dettagliata spiegazione nel primo volume (Presentazione dell'edizione, pp. X X X V I I - X L I V ) . Qui di seguito diamo solo i segni, le abbreviazioni e le sigle che si riferiscono al presente volume.

    SEGNI E ABBREVIAZIONI

    / / Esitazione di Valry fra due parole o espressioni (nel testo originale, la seconda formulazione figura sempre al di sopra della prima).

    * Esitazione di Valry davanti a una sola parola. ** Esitazione di Valry davanti a pi parole (in questo ca-

  • X NOI A K n n O K I A I . K

    so e nel precedente, la parola o le parole in questione so-no contornate nel testo originale da un cerchietto o da una specie di rettangolo).

    [ ] Parole completate o aggiunte dalla curatrice francese. [...] Passo non riprodotto integralmente. a, b, c, ecc. Note a pi di pagina: 1. Aggiunte (si tratta di pa-

    role o frasi aggiunte da Valry che sviluppano o riassumo-no un aspetto del suo pensiero, non integrate nel testo dallo stesso Valry sia per mancanza di spazio sia per non interrompere il movimento generale della sua argomen-tazione); Aggiunte marginali; Aggiunte con rinvio (tutte quelle aggiunte che Valry collega a un luogo ben defini-to del testo principale mediante una freccia, una croce, ecc., scritte ora alla fine del passo, ora a pi di pagina, ora nella pagina seguente o, pi di rado, in quella preceden-te). 2. Tratti marinali (segnaliamo le prime e ultime pa-role alle quali sembra che si riferiscano i tratti usati da Va-lry per sottolineare l'importanza di una frase o di un in-tero passo). 3. Disegni (segnaliamo soltanto i disegni che sicuramente, o quasi sicuramente, si riferiscono al testo, svolgendo in qualche modo una funzione di commento). 4. Indicazioni sulle frasi incompiute, i passi incompiuti, le pa-role illeggibili e le letture incerte.

    1, 2, 3, ecc. Note della curatrice francese e del traduttore italiano alla fine del volume: identificazioni di persone, ci-tazioni, allusioni letterarie, filosofiche, scientifiche, ecc.; traduzioni di espressioni in lingue straniere; indicazione dei passi dei quali sa apparsa una prima versione in un quaderno precedente; indicazione dei passi riprodott in icune delle opere edite di Valry.

    (1), (2), (3), ecc. Varianti della classificazione alla fine del volume.

    agg. Aggiunta. agg. ci. Aggiunta della classificazione. agg. marg. Aggiunta marginale. agg. marg. ci. A^unta marginale della classificazione. agg. marg. rinv. Aggiunta marginale con rinvio. agg. marg. rinv. ci. Aggiunta marginale con rinvio della

    classificazione, agg. rinv. Aggiunta con rinvio, con var. Con varianti, senza var. Senza varianti.

  • NO I A I DI I OKIAM. XI

    (r. iiiaig. l'iaKci inaixi'>:t'

  • Q U A D E R N I

  • 1 KMl'O

  • Tutte le volte che nella nostra mente c' dualit c' tempo. Il tempo il nome generico di t[utt]i i fatti di dualit, di differenza. (1897-1899. Tabulae meae Tenta-tionum - Codex Quartus, I, 302)

    Nello studio concreto di una fase intellettuale, ri-cercare le condizioni di tempo mentale. (1898. Senza titolo, I, 368)

    Time's geometry.' (1899. La stupidit non il mio for-te, I, 670)

    La sola cosa continua la nozione di presente. (1901. Senza titolo, II, 275)

    Bisogna trattare il tempo come si trattato lo spa-zio. L si sono posti degli assiomi - e delle costruzioni elementari o intuizioni elementari che congiunte a

  • ( ) Q U A D K K N I

    certe condizioni ben determinate, o restrizioni, hanno creato il terreno - la materia di una Scienza pura. [...] (1902. Senza titolo, II, 589)

    La durata - Scienza da fare. {Ibid., II, 592)

    Districare la durata. Niente meno chiaro. Niente meno chiaro della

    sostanza stessa della conoscenza. un'addizione in cui entra tutto - vale a dire una

    corrispondenza fra tutti i mutamenti che sono 1 iden-tici 2 ordinati. {Ibid., II, 592)

    Il ritmo la legge presunta dell'azione di una fun-zione (organica) intermittente riferita alla durata - e quest'ultima considerata come formata da elementi finiti successivi - il che deriva naturalmente dal modo in cui conosciamo le azioni di questo tipo. [...] (1902. Senza titolo, II, 751)

    Nel ritmo assimiliamo gli eventi prescelti agli inter-valli che li separano e che supponiamo riempiti da eventi silenziosi o impliciti - di valore uguale a quelli dati. Il che equivale a riconoscere o a definire un'unit.

    In modo analogo assimiliamo gli uni agli altri gli eventi dati o estrinsecatisi se essi differiscono per in-tensit in modo semplice.

    Tutto ci equivale a poter immaginare una legge o regola di produzione di quei dati. {Ibid., II, 752)

    I filosofi hanno preso la parola tempo, e ne hanno scavato il significato - come se questo significato sem-pre avviluppato fosse un essere dato - e nascosto. {1905. Jupiter, III, 81)

  • I I ' M I ' O 7

    11 leinpo e molli' iio/.ioiii - dorivaiio dall'opposizio-m- (Va una cosa che varia c mia cosa fssa in un recinto. {lnd.. Ili, 156)

    (Jome possibile battere dei colpi regolari?" Che co-sa computa il tempo? L'errore sull'intervallo aumenta 1 ome l'intervallo.

    Cos come posso suddividere a casaccio una gran-dezza in parti all'incirca uguali e questo tanto meglio se essa sar contenuta in un unico campo visivo - cos posso suddividere (o prolungare) una durata in parti uguali Pu darsi che io presupponga fra un colpo e l'altro un certo fenomeno identico. -

    La ripetizione potrebbe essere l'identit del ricordo degli intervalli. In fondo una corrispondenza fra il si-multaneo e il successivo.

    Ma quando tamburelliamo inconsciamente donde proviene lo stimolo regolare? (1903-1905. Senza titolo, III, 350)

    Io so in ogni istante che ci sono altri istanti - e quando non lo so, Io sento. (Md., Ili, 431)

    Il presente ha una specie di stabilit^ - mentre il pas-sato-memoria uno stato di superamento - (come il sogno).

    La memoria uno stato di transizione fra 2 presenti. Il presente - esteriorizzazione - disponibilit - sen-

    sazione di sensazioni. Insieme di cose che sono le une funzioni delle altre.

    a. Agg-.: il fatto che essi si battono da soli - sia come un regime permanente - sia come una serie di riflessioni elastiche. b. Agg.: Presente - valore di trasf[ormazione] [lettura incerta] -stabilit - ci si ricade

  • K QDADKRNI

    Senso della dipendenza immediata. II presente il sentimento della dipendenza fra le

    mie funzioni di azione e di adattamento - e le mie rappresentazioni. [...] (1905-1906. Senza titolo, III, 854-855)

    Il tempo, distanza interiore. {Ibid., Ili, 856)

    In primo luogo" come trasformare il sistema vivente reale in sistemi ciclici?

    Per rendere rappresentabile e spiegabile questo si-stema assolutamente necessario dotarlo di ritorni a stati identici. Se questo sistema' si trasformasse com-pletamente indefinitamente non si avrebbe alcuna esistenza separabile. Occorre che si conservino o si riproducano certe cose. Per questo sono state inven-tate le facolt e poi le funzioni, ossia quei sistemi par-ziali e periodici nei quali il sistema dato sempre suddivisibile.

    Bisogna scegliere uno stato identico ritrovabile. Ma possibile trovare un tale stato di coscienza?

    qui che pu servire la nozione di presente. Questa nozione equivale a conferire a ogni istante una certa relazione identica - (di forma identica).

    Si tratta qui del presente attuale/

    a. Tre tr. marg. fino a: sistemi ciclici. b. Tr. marg. fino a: certe cose. c. Agg-. rinv.: Quando io (psicologo) dico: io passo da questo stato a quell'altro - si tratta di questo presente. Occorre dunque costrui-re (o ricostruire) questa nozione essenziale.

    Tutte le trasformazioni di pensiero che richiedono s|)sUimento e trasformazione di enei^a sono relative a questo pix'scnic clie deve essere considerato legittimamente come un punto

  • I I ' M I ' O 9

    I/attuale ha la /orma

  • I O ( ^ I I A H K K N I

    velocit assolute - velocit tali che non ne percepiamo di maggiori. (1906-1907. Senza titolo, III, 889)

    C' nel pensiero - qualcosa che deve essere rappre-sentato mediante un valore continuo - (comportante delle singolarit e degli zero - ) . Lo stato di questo Qualcosa dipende dal suo stato anteriore in modo dif-ferenziale.

    Considera la sorpresa. Questa frattura! che ha una durata valutabile. In quel momento a mancare non so-no i fenomeni. La sorpresa un'interruzione, una so-spensione dovuta a un brusco cambiamento esterno. Dunque i fenomeni possono realizzare per quanto mi riguarda dei percorsi continui o al contrario delle frat-ture senza cessare di essere densi.

    Qualcosa accade in una regione di me in cui io non sono. Questa regione come se fosse senza usci-ta fin quando io non ci sono. Donde l'effetto di scos-sa. Non c' previsione di vie di passaggio. Bisogna dunque considerare una specie di conduttivit o di trasparenza del sistema - che varia da un istante al-l'altro. Potere istantaneo del sistema di lasciar passa-re, di resistere, di rispondere, di adattarsi. Il sistema nervoso pu essere paragonato a un ambiente la cui rifrangenza varia in funzione del tempo, - di diversi potenziali ecc., e questa rifrangenza varia altres in molteplicit.

    Tutto il pensiero cosciente sarebbe allora come la diffrazione di un riflesso.

    Il ruolo essenziale d questo io superiore preve-dere - il che equivale a collegare a priori delle funzio-ni di andamento diverso - allo stesso modo in cui l'oc-chio avverte il muscolo prima del tatto, ricevi^ndo dal-l'oggetto che si avvicina la parte luminosa che prece-de di molto la parte massa viva. Similmente l'io supe-riore riceve la parte immaginaria e memoria |)rima della parte sensazione (quando po.ssihiU') v la parte

  • I I ' M I M I l

    cont lusione priiii;i i lu* sia <

  • (^DADKUNI

    Tutto il tempo in potenza nel cervello - nel siste-ma pensante. {Ibid., IV, 75)

    Il tono della veglia , nel pensiero, l'attesa conti-nua, la preparazione incessante che costituisce l'avve-nire attuale, la parte avvenire di me." Cos l'uomo che si prepara a saltare, a parlare, a rispondere assume la forma-avvenire del suo essere - cfr. appetenza, glan-dole.

    Questa attesa non , in generale, cosciente. E qual la forma-passato di questo essere, se non il

    sonno? Quando l'essere non pi tale da dover fare, - nello stato sul punto di, esso dorme. (1911. Somma, IV, 567)

    AE^

    Insufficienze -

    Esser padrone di... significa semplicemente avere la sensazione di possedere risposte precise e pronte. L'apparecchio regolatore e l'energia sono l.

    Sorpresa. (1912. Sorpresa - Attesa, IV, 749)

    AE

    Analogia dell'attesa e del bisogno. Mancanza e pressione. Sentire ci che manca alla continuazione d'essere.

    {lUd., IV, 753)

    Una cosa attesa quando il sistema alla sua venuta riacquista il suo equilibrio in capo a un tempo < i)^ . {Ibid., IV, 753)

    a. Agg.: situazione instabile... Agg. marg.: paN,Sanzio

  • riMi'o 13 L'attesa aiititipa/ioiic, met di un tutto, tempo

    ji[uadagnato accuiiuilato. La sorpresa retroazione, deficit, tempo perduto.

    Qualcosa nasce prematuramente - prima delle sue condizioni di esistenza - , agisce prima di essere. (Definizione del prima normale).

    Allora il presente ambiguo, multiplo, intralciato. Non pi eterno o, se si vuole, il suo equilibrio mobi-le disturbato. E come se fosse in movimento i[n] rap-porto alla legge normale di scambio giacch non altro che una legge degli scambi." Le cose che esso contiene non rientrano pi nel suo commercio.

    Esso consiste nella possibilit di applicare a ci che sta per accadere una risposta unica e determinata; dunque un'attesa pi o meno ricca, complessa, orga-nizzata - un ordine stabilito e sembra che ci che po-tr accadere sar o richieder una sua applicazione P A R T I C O L A R E .

    il generale e il sentimento di essere situati al cen-tro di tutte le cose possibili, nel disponibile stesso; os-sia limitando e raffrenando in anticipo ogni propagar-si al Tutto di ogni cosa particolare.

    E questa apparenza necessaria che viene turbata dall'inatteso. [...] (/^ .^, IV, 761)

    DG^

    Ci che io sono un'attesa permanente, genera-le... (ecco la funzione da determinare, la forma).

    Ci sono attese di diverso grado - o immediate o per-manenti.

    Noi viviamo in una preparazione o disposizione perpetua - i cui grandi lineamenti sono organi, me-moria. Io conto sui miei funzionamenti. Conto sulla mia memoria, per continuare a essere. Essere significa

    a. Agg.: Ci sarebbero dunque un cambiamento e una stasi di se-condo grado - i"{t).

  • I.J ( l^lAnKRNI continuare a essere e avvertire questa possibilit. Cfr. la Veglia.

    Ci che atteso idea, sensazione determinata. L'inatteso scossa, sensazione informe.

    Colui che aspetta come il saltatore che si raccoglie sulle sue gambe come se le avesse lanciate in anticipo in fondo alla corsa. {Ibid., IV, 775)

    Il tempo la sensazione dell'organo dell'attenzione grazie al quale possiamo cogliere il movimento.

    II cambiamento troppo lento e quello troppo rapi-do ci sfuggono. (1913. O 13, V, 139)

    [...] La sorpresa - illumina meravigliosamente la mia natura. Mi fa sentire direttamente l'oscillazione fra presente e passato, - fra la mia materia e la mia figura." Io esito rapidamente fra la mia cinetica e il mio potenziale.

    Essa si tradisce ingenuamente per una specie di tra-volgente desiderio di risalire l'evento, di rifare il cam-mino percorso, di trattenere l'atto.

    E poich io sono mediante i miei sensi - attaccato al fatto compiuto, faccio forza su me stesso, resisto a ci che mi trascina - mi divido. E non posso tornare alla calma, ossia allo scambio uniforme (fra risposte e do-mande) se non mediante una serie di oscillazioni de-crescenti - , al termine delle quali si produce la sincro-nizzazione.

    Ci che percepisco dunque, secondo questa ipo-tesi, sempre V effetto di una causa istantanea - vale a di-re agente abbastanza brevemente affinch la mia pro-pria modificazione, totale durante la sua durata, sia infinitamente piccola - ossia non percepita in se stessa -. Allora io sono creato per asincronismo - come se esi-

    a. Agg. marg.: oscillazione in fluido vischioso.

  • I I ' M I ' O 1 5

    stessi fra degli atnnioi (i//atjK'nti - . Sono per interval-li Risveglio.

    in questi intervalli di perturbazione che io sono, che mi accresco a caso.

    C.i che significativo ci che durante dei tempi sempre brevi (quantunque formino una successione che sembra densa) mi fa essere una cosa diversa dal mio sincronismo (o io proprio).

    Ci che ha impedito di comprendere bene la diffe-renza essenziale fra presente e passato il fatto che non si distingueva chiaramente ci che io da ci che la mia propriet - vibratoria - di essere altro da io.

    La sorpresa violenta precisamente un turbamento del presente. I tempi ballano come in un capogiro. Il riferimento fisso momentaneamente abolito o tra-volto.

    Percezione di un interstizio generalmente imper-cettibile fra domanda e risposta. Un lampo d'impoten-za - una frattura. (1914. Q14, V, 214-215)

    La nozione di tempo-quantit o durata (fj - s i ri-duce alla sensazione di intralcio e di resistenza.

    Sia che io opponga una resistenza, sia che la subi-sca. N[o]i siamo soltanto attesa e distensione. (1914. S 14, V, 288)

    La nozione di tempo consiste innanzitutto nel di-stinguere il cambiamento dal non-cambiamento e di conseguenza nel pensare oscuramente che il cambia-mento potrebbe non esserci. Il cambiamento, per quel che riguarda la conoscenza, non , apparente-mente, necessario.

    Ma un'analisi un po' pi sottile, o leggermente spo-stata - mostra che la stessa conoscenza cambiamento e che la stasi di un corpo si constata de visu soltanto a mezzo e al prezzo di variazioni in teme - o atti - va-

  • l ( ) q U A D K . K N I

    le a dire incominciando e finendo, esplorando questa sta-si, non essendo affatto lo stesso, ma ritornando allo stesso mediante questa stasi.

    Noi possiamo pensare a una pressione costante sol-tanto attraverso uno sforzo che percepito a un tempo dal lato muscolo e dal lato tatto cresce, decresce.

    ... Noi acquistiamo infine l'idea di un cambiamento nonostante la stasi, di un cambiamento puro, uniforme in, almmo, un corpo fittizio. Orologio ideale. (1914. T 14,V, 32S)

    Prova - Presente"

    Il presente il simultaneo uno dei termini del qua-le - io - uno dei termini del quale il mio cor-po.

    Il mio corpo ci che viene sostituito soltanto da se stesso. Sostituzione unit idempotent.

    Nessun sistema di cose pu costituire un presen-te.

    Il presente, permanenza della relazione in cui entra questo termine (corpo o io).

    Questo termine singolare forse si definisce come detentore di un gruppo (o rappresentante un gruppo di sostituzioni), nettamente differente dal gruppo di ciascuno degli altri termini.

    Azione e reazione. Si pu tentare di rappresentare mediante zero, que-

    sto termine di specie sempre diversa da ci che - Ci che = 0

    o ancora - Tutto meno qualcosa 0. 10 sono in ogni istante identicamente uguale a un si-

    stema di cose. 11 presente non un valore (di /). ci che non si scambia con niente.

    a. Tr. marg. fino a: in cui entra quest U-rniiiu- (< (>i|j o io).

  • r i . M i ' o 1 7

    La rappresenta/.ioiu' in (]uaiii() essa agisce su di me

  • i H Q U A D K R N I

    E impossibile prevedere un awenimeiUo senza che si producano delle trasformazioni nascoste.

    Qualunque sia, allora, l'avvenimento ulteriore che accade la situazione non completa.

    Nel caso pi chiaro, la previsione in quanto modifi-cazione nascosta, si scompone in due cambiamenti: 1 produzione di apparati di eventuale adattamento; 2 produzione di tensione trasformabile in movi-menti.

    Ebbene, i gradi di previsione e le qualit delle previ-sioni sono numerosi.

    Il grado elementare lo stato di veglia. Vegliare si-gnifica prevedere - aspettare - nello stato pi generale. La veglia" comporta sempre una certa tensione gene-rale e un apparato di movimento in generale.

    L'uomo che veglia quello trasformabile in colui che agisce o attore - Attore di un atto che rum reagisce COMPLETAMENTE SU di lui.'' Ma in rapporto a un avveni-mento sufficientemente intenso o sufficientemente brusco n[o]i siamo / eravamo / sempre addormentati.

    Prevedere presuppone una propagazione inuguale. Il tempo impiegato dal fenomeno A per essere sosti-tuito dal fenomeno B- maggiore del tempo impie-gato dal f[enomeno] A per suggerire come propria conseguenza o propria significazione B' immagine di B. AB'

  • ri'.Mi'o 19

    ad ammortizzare, deviare, ulilizzare ci che esso an-lumcia.

    K un guadagno di tempo. Questa previsione variabile ma permanente o presen-

    ti' flurante la veglia comporta dunque - macchine o oiganizzazione - e quantit di energia trasformabile -0 tensione.

    Le nozioni di presente, sensazione, potere, cosciente... so-no relative all'una o all'altra di queste idee.

    E si forma un altro accostamento. La tensione di cui parlo ha questa notevolissima ca-

    ratteristica: essa sembra assicurare nella veglia l'esi-stenza di successioni particolari, il mantenimento di ima specie di direzione attraverso gli incidenti psicolo-gici o esterni - cos come uno sguardo aspetta qualco-sa - fra le cose e come una linea continua su una su-perficie.

    Cos questa le^e inventata, questo luogo o insieme di nozioni disseminate e dotate di una stessa proprie-t, viene assicurata dalla tensione e dalla conservazio-ne della macchina. E cos il suo punto di partenza con-siste in qualcosa di pi di una rappresentazione. Esso oltrepassa" la rappresentazione, per il fatto che un'al-tra rappresentazione non basta ad annullarlo median-te semplice sostituzione.

    Si pu dunque paragonare l'essere in quel momen-to a un sistema in cui esiste una funzione di forze. Ogni variazione che non si trova in quella direzione non conta. C' una specie di distanza, di relazione (ma asimmetrica come la distanza reale - da a quel da-to oggetto). (Ibid., V, 429-430)

    Ritmo - insieme o successione di atti compresi en-tro una sola trasformazione di energia - una sola emis-sione. E questa sola emissione definita da questo -che essa risponde a una sola domanda o stimolo.

    a. Tr. marg. fino a: semplice sostituzione.

  • 2 0 Q U A I ) I ; R N I

    Mentre la misura un mezzo di notazione (per una unit di tempo alla quale tutto deve essere commensu-rabile), il ritmo la suddivisione in atti o modificazio-ni indivisibili - quali che siano la diversit e l'indipen-denza apparenti di questi atti.

    Ogni riflesso la cui parte risposta non sia istantanea e semplice (ossia relativa a una sola funzione) - un elemento ritmico. Noi consideriamo aritmici degli av-venimenti quando non possiamo rappresentarci que-sti avvenimenti come conseguenze complesse e succes-sive di un solo fatto.

    Esempio di un ritmo - Una palla elastica cadendo da h risale ad h', ricade; risale ad h"- ecc. fino a 0.

    La P caduta ha fatto scattare tutto. La melodia un sistema di elementi ritmici, for-

    manti a loro volta un ritmo di ordine superiore. Relazione di questa unit col continuo. Questo non riguarda un essere vivente. Ma l'essere

    vivente che assiste a questo sviluppo lo unifica - lo segue con movimenti nascosti che sono legati fra loro o che si legano in modo tale che l'inizio del fenomeno baste-r a farlo simulare integralmente.

    Basta una nota per ricordarsi una melodia. Questo un fatto capitale. Se ne subito portati alla nozione di sviluppi complessi che al tempo stesso sono degli in-divisibili.

    Questi strani esseri sono importantissimi. La psico-logia ne piena. In questo modo si pu spiegare la contrapposizione di individualit - p[er] es[empio] lo scettico e il credulo. L'uno pu vedere A.B.C. soltanto in unit - l'altro interseca. Per lui A 5 C sono distinti e indotti da fatti distinti.

    - Dividiamo un qualsiasi sviluppo in unit di tempo. In generale tutte le successioni ottenute guastando in tutti i modi questo insieme - saranno non suscettibili di sviluppo o non intelligibili. L'effetto dipende dun-que dall'ordine.

    Esso dipende anche dalla durata.

  • ri'.Mro 21

    In generale c ' uno o f) ordini di elementi reali (Avo t-) che hanno un .vmva esclusione degli altri ordini.

    Kssi corrispondono allora a una certa unit - ne escono e vi rientrano. Cos: esplicazione, crescita, pre-cisa/ione, esecuzione, evoluzione, ricordo, atti, pro-cessi, melos, - ritrovare x - permanenza momentanea in un calcolo formale, uso di un'immagine, imbocco (li una strada particolare, - sistemazione, classificazio-ne di cose che erano disordine e adesso sono enume-rabili con un solo colpo d'occhio.

    Finito = Chiuso - ritorno al punto 0. Azione reciproca di elementi successivi - del passa-

    lo sull'avvenire - e dell'avvenire sul passato. I limiti en-tro i quali un avvenire pu agire sul presente.

    Questo avvenire deve essere trattato come un pre-sente nascosto che perdura e si disvela. Esso non si for-ma, si rivela. in q[ual]c[he] modo un passaggio dal-la potenza all'atto.

    Un'azione ritmata quando dipende soltanto dal suo inizio - e conserva alcune relazioni iniziali.

    Una successione di rumori sembra spesso un ritmo ma essa da sola non propriamente un ritmo. Illumi-na un ritmo in me, - vale a dire che sono portato a le-gare quei rumori distinti mediante una legge delle mie funzioni - questa legge un'unit - e questa uni-t potr essere ritrovata in successioni molto diverse.

    Coscienza fuori del ritmo - funzione isolata - il rit-mo al tempo stesso la continuit di un sistema com-plesso e che pu contenere delle variabili discontinue - una continuit sempre chiusa.

    Quando il ritmo si esercita in pieno, l'essere auto-matico, come se le condizioni accidentali esteme fos-sero abolite, eliminate.

    - Una frase un ritmo in quanto rappresenta una unit psichica momentaneamente suddivisa e succes-siva.

    - Tempi forti e tempi deboli - Massimi e minimi. Ogni ritmo comprende trasformazioni inverse. - Esso

  • 2 2 Q U A D K K N I

    si compone anche di due trasfTorma/ioniJ inverse -inseparabili. [...] (1914. 7 J4, V, 466-467)

    Come si presenta il tempo per un animale? (1914-1915. Z H V , 474)

    Il tempo un'equazione tra la permanenza e il cam-biamento,

    ovvero, altra osservazione: la permanenza pu addi-zionarsi al cambiamento.

    cp (a) +cp (0) =cp (a+ 0) >cp (a). {Ibid.,Y, 481)

    Ritmo. Assai difficile da analizzare, questa nozione. Forse la suddivisione abituale delle relazioni del

    tempo insufficiente. Ci si limita al successivo e al si-multaneo. Ma fra questi c' un'intuizione intermedia. L'intuizione del ritmo.

    Nel ritmo, il successivo ha alcune propriet del si-multaneo. E una successione di momenti, ma sebbene questi momenti siano distinti - tuttavia la successione pu aver luogo soltanto in un modo,

    O ancora, una somma che dipende dall'ordine dei suoi termini. Si noti qui che la successione di una trasformazione artificiale e di una tr[asformazione] na-turale ha sempre luogo in questo ordine.

    Fra antecedenti e susseguenti ci sono relazioni come se tutti i termini fossero simultanei e attuali, ma apparisse-ro solo successivamente.

    Tutti i termini del successivo corrisponderanno a un simultaneo. Questo stesso simultaneo sar riducibi-le a un segno.

    Una superficie punteggiata sar rappresentabile me-diante il gesto di punteggiare a piccoli colpi. Allora sar possibile considerare [la] superficie e l'atto come mo-menti di un medesimo sviluppo - prendere l'uno co-me traduzione dell'altra; - e, in questo esempio, - si ve-

  • IIMI'O dono (lei fenomeni deilii (Intani che si dispiegano o si i i|)iegano aWinlernodi un l'atto simultaneo. E d'altron-de il numero: (1 + 1 + 1 ...1) = A

    ( ;os contare - , al tempo stesso: aspettare e ricordare. ( los il numero il nome di un oggetto che esso stes-so il momento pi semplice del ritmo. Basta dare que-sto nome per determinare completamente uno svilup-po - l'enumerazione - e una figura alla quale si riferi-sce l'enumerazione. (Ibtd.,V, 499-500)

    Ritmo -

    Ogni legge percepita di una successione ritmo. Si d legge, in questo senso, quando in me si produrr una dipendenza fra gli elementi della successione nel loro ordine, tale che una parte degli elementi dar il lutto, costituendo una specie di domanda alla quale ri-sponde il resto.

    Di modo che/ dell'insieme - occorre che sia forni-to tutto; per ricezione, o per produzione, poco impor-ta. Importa poco chi paga, purch il pagamento sia fatto.

    Una volta colto, il tutto dunque indivisibile. divi-sibile artificialmente, fisicamente; non lo pi funzio-nalmente. Io sono incapace di non completarlo anche quando sono incapace di completarlo. - Sento l'in-completo anche quando ho perduto in me di che completarlo. Dunque * come se ci fosse indipendenza fra la sensibilit del legame e l'esistenza o continuit del legame. Il membro amputato fa soffrire.

    Questa analisi induce a immaginare una relazione molto strana fra memoria e sensibilit speciale. Fra memoria, intelligibilit elementare e sensibilit delle relazioni.

    L'elemento ritmico conferirebbe una specie di dire-

    a. Due tr. marg. fino a: poco importa. h. Due tr. marg. fino a: fa soffrire.

  • J-l ( ^ U A I ) K K N I

    zione - di ordine - successivo. Lungo questa direzione gli elementi che si susseguono sarebbero stimolati via via. Se questa catena si rompe - anche la direzione non sussiste pi.

    Ci sarebbe dunque una sensibilit intellettuale - una premonizione di ci che sta per diventare cosciente.

    Questa sensibilit, - bagliori, direzioni, germi di se-rie. [...] 500-501)

    Ritmo - Durata organizzata - Figura di comspon-denza fra un istante o avvenimento e una durata o svi-luppo.

    In questo caso, uno stato A corrisponde a una suc-cessione ordinata di stati B^ B^ uno stato comporta una pluralit di stati. {Md., V, 505)

    Affinch ci sia ripetizione, occorre che si compia qualche ciclo. Come si chiude il ciclo?

    La cadenza di un verso - queste parole indicano be-ne che qualcosa tende nel verso, a una fine, - l'attira - ; che questo verso una elongazione, un movimento che deve ritornare - e che" una parte di esso deve al-lontanarsi, l'altra avvicinarsi allo zero.

    E un'attesa. Tutte le modificazioni dell'essere vivente si chiudo-

    no in qualche modo. 1 Entrata, sviluppo, conservazione dello stimolo,

    sua suddivisione 2 risposta. Il potere di ripetersi: la sua creazione mediante la

    stessa ripetizione. Questa formazione di un intero, di una unit mediante una specie di messa in serie secon-do la sensibilit. Come agisce questa ripetizione? Co-me si installa il: Ci che stato, sar -? Come si passa da una sequenza qualsiasi a una successione ciascun

    a. Due tr, marg. fino a: avvicinarsi allo /t'i'o.

  • r i . M i ' o 2 5

    ici iniiie della qualf ri.spoiidf al precedente ed esige il successivo?

    A ogni termine qualsiasi corrisponde uno stato x^ sconosciuto e complesso.

    A ogni ripetizione artificiale, subita, - qualcosa di-iiiituiisce. Io non posso subire mvolte una ripetizione (Iella successione S restando lo stesso nei suoi con-fronti. - Al termine di 6? volte," io incomincio a preve-derla e fin dal termine n prevedo il termine n + 1. - E senza dubbio meno vedo n pi prevedo n + V, n + \ tende a prendere il posto di n da quando n si fa pre-sagire.

    A n e a n + 1 tende a estendersi lo stesso stato x^ . Altra idea, ipotesi... Supponiamo' che il tempo necessario alla percezio-

    ne della sequenza Ssia composto di due parti, una del-le quali resti costante, l'altra diminuisca a ogni ripro-duzione artificiale di S. Chiamiamo il primo tempo di percezione, il secondo: tempo di stimolazione.

    Allora gli stimoli successivi la cui somma quest'ul-timo tempo si avvicinano e si trovano a precedere le percezioni successive di una certa quantit "K.

    Infine gli stimoli si riuniscono a due a due - p[er] es[empio], e i tempi corrispondenti diventano dell'or-dine di grandezza di un solo tempo di questa specie.

    Ma se questa composizione esige una specie di rap-porto semplice -

    - Il FATTO, e non pi l'ipotesi, che una certa ridu-zione pu prodursi a ogni ripetizione artificiale - (sim-bolizzazione) . E che certe successioni si riducono pi rapidamente di altre. Allora la ripetizione naturale, os-sia (provocata da uno stimolo e prendente in prestito da me la sua energia) - si scompone in una riduzione e uno sviluppo. (Ibid., V, 505-506)

    a. Due tr. marg. fino a: prevedo il termine n + 1. b. Due tr. marg. fino a: tempo di stimolazione, seguiti da un solotr. fino a: tempo di questa specie.

  • q l l A D I ' . K N l

    Ricerche sul ritmo Questa parola ritmo non mi chiara. Io non la

    uso mai. Dato che non si tratta di dare la definizione di una cosa, bisognerebbe osservare alcuni fra i pi semplici di quei fenomeni che suggeriscono la parola ritmo; osservarli da vicino; isolare e dare un nome ad alcuni caratteri generali...

    - Si parla a torto di ritmo nei fenomeni fisici. Nien-te impedisce di suddividerli ad libitum.

    - L'idea di periodicit non originaria. Io sono ten-tato al contrario di dedurre la periodicit da una certa struttura sulla quale le forze applicate possono realiz-zare soltanto un movimento periodico; piuttosto che dedurre questa struttura dalla periodicit. - L'idea di tempo non pi sufficiente n soddisfacente. (1915. Senza titolo, V, 541)

    Non bisogna mescolare e ancor meno confondere perodo e rtmo. Non esatto dire: ritmo dei flutti, rit-mo del cuore - ecc. Essi sono dei fatti periodici, se si vuole - Poich nieiite in essi ci obbliga a ritagliarli in elementi periodi. il rapporto della nostra osserva-zione con la loro successione a farci constatare la pe-riodicit.

    Il ritmo la propriet imitabile di una successione. Dico imitabile e non: intelligibile. Ci sono successioni intelligibili e non imitabili - (cos la successione di un ragionamento).

    La periodicit non essenziale. Ma soltanto la suc-cessione periodica imitabile - il che ha fatto assume-re il periodo come definizione del ritmo.

    Del resto bisogna ancora scoprire se una tale succes-sione periodica.

    - Un sistema ritmico, non pi emesso da voi che dame.

    Non appena c' ritmo, c' scambio; e il perch e il come di questo scambio il segreto slesso del ritmo.

  • i i M i ' o i t y

    Questo scambio non avviriif da uomo a uomo ma (In l'unzioni a fun/ioiii. l ulic le funzioni di una stessa s))i'(:ic si riducono a una sola. l'unanimit. Le funzio-ni di differenti specie sono comunicanti o si regolano runa sull'altra. Tu canti, io marcio secondo il tuo can-lo. Tu gridi, io soffro.

    C/ dunque qualcosa di non-distinto. {Ibid., V, 542)

    Intervalli -

    Quando si susseguono degli avvenimenti, quali che siano questi avvenimenti, se sono distinti, pu ac-cadere che noi siamo indotti a percepirli come se ogni avvenimento fosse risposta all'avvenimento pre-cedente.

    Si dir allora che l'intervallo fra questi avvenimenti compreso tra a e p. Esso dell'ordine di grandezza-tempo di un arco riflesso - e noi presupponiamo in-ternamente una specie di propagazione o di funziona-mento intermedio tale che (2) sia Veffetto d (1).

    Quando si dice: Un colpo non aspettava l'altro - si-gnifica dire che l'intervallo percepito era pi piccolo di quello che sarebbe stato necessario affinch il colpo (2) fosse risposta al colpo (1).

    Analogamente, melodia non altro che note sottoli-neate o isolate. Una nota ne aspetta un'altra o non l'aspetta.

    Se si sente una sparatoria, fuoco a volont, la plura-lit e la diversit dei tiratori s'indovina dall'irregolari-t degli intervalli fra i colpi o dalla quasi-continuit. Fra 2 colpi successivi non si pu inserire l'intervallo umano individuale che viene impiegato per gli atti in-termedi.

    Quel tiro disordinato dunque caratterizzato dal-l'impossibilit di aspettare i colpi successivi. L'attesa non in regola, o per eccesso o per difetto. probabi-le che il colpo partir fra questo e quel momento, que-sto tutto. Non possiamo costruire il meccanismo che potrebbe permetterci nello stesso modo o di percepi-

  • u H I j U A D K R N l

    re o di produrre l'avvenimento. questa costruzione il ritmo.

    Si tratta" di trovare la costruzione (nascosta) che identifica un meccanismo di produzione con una per-cezione data.

    Ma in questa valutazione, il numero avvenimen-ti non interviene esplicitamente. Il numero il risulta-to di un'operazione artificiale (non appena sia supe-riore a tutti i primi numeri intuitivi). Cogliere il ritmo o il non-ritmo completamente indipendente dal computo.

    Chi canta o batte un ritmo non sa quante note pro-duce. Esse non vengono contate, ma ce ne sono tante quante ne occorrono. Cos come si fanno tanti passi quanti ne occorrono per andare da A a i. Il numero interviene soltanto per denotare artificialmente - ma la mia memoria possiede la qualit necessaria senza numerare. - Giacch per essa non questione di uni-t. {lUd., V, 543)

    La nostra vita interamente fondata sull'anticipazio-ne degli avvenimenti. La maggior parte dei nostri av-venimenti sono anticipazioni di altri avvenimenti; o parti di questi avvenimenti.

    E in questo che la sorpresa una specie d eccezio-ne, di male, di illegittimit, mentre dovrebbe essere, ci sembra, la regola.

    - La previsione (nel senso pi semplice: essere pronto, aspettarsi...) avviene anch'essa per caso. -

    Una parte dell'avvenimento (Io e quel dato ogget-to) , per esempio, il mio cammino verso quell'og-getto - o la sua visione - o la sua idea. Ma quando il tutto supera la parte, io sono sorpreso. [...] {Ibid., V, 574)

    a. Tr. marg. fino a: una percezione data.

  • riMi'o 29 I/AlU'.sa e la Sorpresa

    Il fenomeno brusco. Brusco e insolito. lirusco e intenso. Analogia con avere-tempo; riconoscere; loca-

    lizzare, essere in accordo, non essere distanziato, sproporzionato, invaso, sommerso.

    Effetti di scossa - Il disordine. Inversione nella durata.

    Attese.

    La sorpresa sempre possibile. -

    Importanza della nozione di brusco, in rapporto al-la natura della conoscenza.

    La nozione di Brusco. La Scossa

    Meccanicamente - la scossa una variazione finita di velocit in un tempo infinitamente breve - e dunque durante uno spostamento infinitamente pccolo. La forza diventa infinita - ossa inversa al tempo nf[imta-men]te piccolo. Le forze diverse da quelle sviluppate dalla scossa diventano trascurabili.

    Scrivo ora alcune osservazioni sulla scossa di tipo nervoso e psichico:

    Il colpo brusco quello che ha la propria percezio-ne come effetto o risposta - (al termine di un tempo sensibile).

    Brusco l'avvenimento che non pu essere prece-duto da una preparazione. E un fatto che deve appar-tenere a un'altra categoria a causa di non-lui, - di me.

    Esso rappresenta il caso, - l'improbabile puro, giac-ch il probabile che mi viene imposto ci che con-forme a me.

    Quando il mio atto precede la mia conoscenza, io lo

  • ( ^ U A I ) K K N I

    percepisco come latto brusco. Tutti i ttiiei riflessi mi sorprendono, anche previsti.

    A un avvenimento brusco risponde un effetto inter-no brusco. Al sospeso di ci che era, un sospeso di ci che io ero. Per un certo grado di sorpresa, c' una so-luzione che me stesso. Per un grado pi intenso, non c' pi soluzione affatto.

    L'improvviso ci che apprendo mediante una sen-sazione interna. Il mio cuore mi annuncia che sono rovinato. L'ho appena sentito dire e non posso capaci-tarmene, giacch questo cuore sbarra la strada alla vi-sione chiara, alla stessa decisione delle circostanze. Sembrerebbe che questo cuore sia al corrente, sappia prima di me. Come sai tu, organo della paura?

    Quando una scossa mi atterra, io mi divido... Da una parte sono colui che cade; sono anche colui che potendo, avendo potuto non cadere, ma resistere, evita-re, non concepisce questa caduta. Io non avevo visto; dunque, neanche previsto - un effetto senza causa. Co-s lo stato dell'esser caduto non rimpiazza con esattez-za lo stato anteriore. La sostituzione-tempo che com-pensa tutte le contraddizioni, non entra in gioco.

    Bisogna dunque immaginare" un insieme di sostitu-zioni ii che definiscano l'attesa in ciascun caso partico-lare.

    Ogni avvenimento che sopri^giunge e che non compreso o previsto in quell'insieme, che non vi figura, provoca una sorpresa.

    la sorpresa stessa a rivelare l'esistenza di ci che essa infrange e mette in scacco.

    Nell'insieme E, senszizioni, idee si sostituiscono qua-si esattamente, e questo insieme costituisce come una legge di equivalenza escludente intensit troppo gran-di, novit - ecc.

    Tale legge o attesa dunque ima restrizione nell'in-

    a. Due tr. marg. fino a: ciascun caso particolare.

  • I K M J ' O 3 1

    siriiif delle trasforin;i/.iiii [Kissihili. Non pu accade-re-, secondo questa legge, che X sopraggiungendo mi i i(

  • ( j l l A D K K N I

    Questo ritorno somiglia molto a quello della me-moria, dopo un'amnesia, al risveglio - ogni ricordo una sorpresa elementare. [...] (1915. Sorpresa. Attese, V, 588-591)

    Innanzitutto, la sorpresa un riflesso - interruzione o movimento, e questo riflesso dipende soltanto dallo scarto del fenomeno da un'attesa di un qualsiasi tipo. La natura del fenomeno importa poco. Il fatto che esso insolito, brusco, lontano da qualcosa, e accade anche che sebbene intellettualmente previsto, questa previsione, se io non possiedo gli organi o le funzioni che a partire dalla previsione si preparerebbero ad ammortizzare - non serva a niente. Ho un bel preve-dere una detonazione, io sobbalzo - ma riassorbir pi rapidamente le oscillazioni. Non ho nessun orga-no per riassorbire l'effetto vivo della scossa. - Non ho nessun organo per annullare il sopraggiungere di quel certo avvenimento anche previsto. {Ibid., V, 593)

    Mentre il fatto non brusco aggredisce soltanto ci che , il fatto brusco aggredisce ci che regge ci che , - la struttura e di conseguenza ci di cui ci che era gravido. Esso aggredisce ci che stava per essere o poteva essere in ci che .

    Si dischiude un cammino straordinario. Io considero la sorpresa come ritardo delle modifi-

    cazioni nascoste che limitano, definiscono, localizza-no, ordiscono, specializzano - ecc. una data perturba-zione.

    Un dato luogo, una data epoca sono specializzazioni. E tutta la memoria ordinata crono-topo-logica. -

    E un disordine degli atti nascosti, - dunque un tempo perduto mentre la preparazione corrisponde a un tempo guadagnato.

    E dunque un'obesa negativa la sorpresa che finisce con la percezione invece di cominciare con essa.

  • i i M i ' o 3 3

    lirancolamenU) lol^oi iink-. -

    dosi, ci che non viene barattato con ci che lo ( ()iii|)ensa in qualit, agisce prima della sua propria iiiiiura - la quale la nostra propria reazione specializ-/.iia presa come origine.

    Il tempo troppo breve equivale a un difetto di orga-iii/,/.azione, a una mancanza di anteriorit.

    Ogni avvenimento brusco tocca il tutto. 11 brusco un modo di propagazione. La penetrazione dell'inatteso pi rapida di quella

    dell'atteso, - ma la risposta dell'atteso pi rapida di ([uella dell'inatteso.

    Il tempo" speso prima viene restituito dopo: viene cio dedotto, negativo. Il tempo dell'esecuzione di-pende dal tempo di preparazione - e varia in senso in-verso, (in condizioni da precisare). {Ibid., V, 594-595)

    La luce abbagliante impedisce la vista. La sensazio-ne uccide la percezione. Tra ci che stimolato e ci che assorbito, si rompe un qualche equilibrio. Dal che risulta un regime oscillatorio.

    La sorpresa sopravvive alla sua causa. Ci vuole un tempo per rimettersi: dopo che la mente si ristabi-lita, occorre che la ferita si cicatrizzi; oppure che il cambiamento si assimili l'essere scosso e si faccia una regola, un modo di questo essere.

    C' dunque una specie di inerzia. {Ibid., V, 598)

    Al momento della scossa, si produce una risonanza che si traduce in idee rapidissime, senza sviluppi, sen-za arresti su se stesse, idee paniche, idee incompiute, degradate del genere di movimenti disordinati, e qua-si remote dalla realt.

    Anzich formare un sistema, ci sono azioni ostacola-

    la. Due tr. marg. fino a: negativo.

  • ( j l l A D K K N I

    le, come quelle dell'uomo caduto in acqua che non sa nuotare - e che tenta di disfarsi dell'acqua, invece di servirsi dell'acqua seguendo la natura dell'acqua.

    Intanto viene avand la percezione di adattamento: ci sono due esseri, due trasformazioni: una che pro-gredisce troppo in fretta e si smorza mediante oscilla-zioni, l'altra che tende a recuperare un equilibrio, a proporzionare le sue risposte alle domande. Questa si sente costretta a lasciar passare e morire quella. {Ibid., V, 599)

    Sorpresa e ripetizione.

    Questo accostamento capitale. L'uomo sbalordito ripete ci che lo scuote, non po-

    tendo n ri-costituirlo n trasformarlo in atto appro-priato.

    (Giacch la ri-costtuzione o comprensione una vera trasformazione ma intellettuale).

    Gli impossibile produrre ci che riceve, lo pu sol-tanto riprodurre- che cosa molto diversa.

    Essere sorpreso significa riprodurre senza aver pro-dotto; - rivedere senza aver visto; finire col vedere do-po aver rivisto.

    La riproduzione anteriore alla produzione.

    Ebbene, il tutto non si ripete. Si pu ripetere soltan-to ci che accantonato da qualche parte.

    Se mi si d un frammento o io lo ripeto, intontito, come insufficiente; o Io completo. {IMd., V, 600)

    Ogni sorpresa" retroagisce e trasforma in sogno o quasi-sogno ci che era. Si somiglia a colui che risve-gliatosi ripassa il proprio sogno con stupore, sul confine; e che ristabilisce un po' alla volta la sua conti-

    a. Un primo tr. marg., e a partire da: Questo risveglio un secondo, fino a: una porzione del reale.

  • i K M i ' o 3 5

    nuil trac-ciaiido delle paicntcsi, delle fratture in nu-iiKTo pari che isolano delle epoche.

    Questo risveglio mi ha fatto conoscere una nuova ilimi'nsione. Nella fase anteriore, tutti gli avvenimenti (lualsiasi dividevano il mio corso. Ma la sorpresa o il ri-sveglio hanno introdotto questo: un insieme, una suc-cessione di avvenimenti, una vita, poteva dividerenn alno corso che il mio ingrandito, elevato a una po-u-n/a superiore. Questo nuovo mbito ha dunque pi dimensioni del primo.

    La nozione di sogno, di non-reale serve a separare, neutralizzare una porzione del reale. -

    Scala naturale dei tempi. Tempo di azione; tempo di preparazione - Durata

    di carica e durata di scarica. Scala di riflesso - Durata dell'ordine di un riflesso. Rispondere pi velocemente di quanto non si per-

    cepisca.

    Nozione dei ritardi. Ci che (gi) non (ancora) - ecco la Sorpresa. Ci che non (ancora) (gi) - ecco l'attesa. {Ibid.,

    V, 602-603)

    Ci sono due grandi generi di Sorpresa. O io non ho alcuna macchina. O non ho tempo, e questo tempo: o di costruire la

    macchina o di farla funzionare. Manco di un certo potenziale o di un certo attuale.

    (Ibid.,V,mS)

    Supponi che la sorpresa non esista. Nil miror.^ L'attesa non esisterebbe. - Il che assurdo, impossi-bile. Occorre che io abbia di che rispondere sempre, e che questo sempre sia illusorio, possa essere beffato dal fatto.

    - Un uomo apprende senza meravigliarsi di essere

  • Q U A D M K N I

    diventato re, di essere rovinato; cade nel bel mezzo di una cena, nella sua cantina; egli ne avverte soltan-to il male e per nulla il disordine. inimmaginabile. Anche a figurarselo, significa interrompersi, distrug-gersi...

    Il primo atto dell'uomo cos bruscamente cambiato non quello di rispondere all'avvenimento con degli atti. Occorre prima che egli ricostituisca ci o colui che fa degli atti. E precisamente costui a essere colpito dalla scossa, quello che fa le macchine degli atti. (Un opera-io, un amante, un mangiatore, un calcolatore... si for-ma in me, si forma di me).

    La sorpresa" dunque un cambiamento di secondo grado. - E quando essa ha luogo, l'essere impotente ad agire non pu ricostituire l'essere che potr agire, se non restituendo prima, per quanto gli possibile, il fatto al quale deve adattarsi il nuovo uomo, l'uomo della situazione. {Ibid., V, 604)

    Se l'insolito produce un effetto paragonabile a quello della violenza o della subitaneit, - perch per ognuno le sue idee possibili formano in ogni epo-ca, un mbito di cui egli non percepisce il confine, - o confonde il confine con quello della sua possibilit as-soluta di pensare.

    Egli prende sempre il contorno di ci che pu im-maginare consecutivamente da se stesso per il contorno di ci che egli pu, in qualsiasi modo, essere indotto a concepire o percepire.

    E che l'uomo desto sogna sempre e potr sempre essere risve-gliato.

    Quel che di imprevisto sorger e che imprevedibi-le forma il risveglio da questo sogno e il cambiamento di questo contorno.

    L'oggetto insolito ci rende insoliti. allora che noi

    a. Tr. marg. fino alla fine del passo.

  • I K M l ' O 3 7

    I ispoiidiarno, sbalorditi, allo sU'sso con lo stesso. Non ( '

  • Q U A D K K N I

    Se esistesse una cosa cos non potrebbe essere n pensata n percepita. Ogni cosa che conosco ora deve essere sia abbastanza nuova sia abbastanza gi nota. Niente di ci che accade pu essere del tutto noto o del tutto nuovo e ignoto.

    Io vedo soltanto ci che aspetto; ma vedo solo ci che si impone abbastanza.

    - Si direbbe che ogni idea o percezione sia idea o percezione soltanto in rapporto a una certa attesa.

    Sicch l'idea inattesa non un'idea; la sensazione inat-tesa non una sensazione determinata ma un avveni-mento d'insieme, informe.

    E in questo che le scosse fisiche e morali si assomi-gliano.

    Io pregiudico a ogni istante - mediante il mio pen-siero, - mediante la mia configurazione, - mediante la mia tensione, - mediante tutto il mio stesso possibile, che la successione del possibile sar cos e cos.

    Se dunque l'avvemmento mi contraddice esso di-strugge tutto uno sviluppo. Ed qui il segreto della forza della sorpresa. {Ibid., V, 615-616)

    An

    Quando l'avvenimento era atteso, l'elemento brusco sussiste, l'elemento indeterminazione non esiste pi.

    Allora sono s spiazzato, trasportato dal colpo, ma so dove ricollocarmi.

    Il filo non rotto riporta il corpo spiazzato al suo po-sto, senza osculazioni. L'effetto del colpo locale, limi-tato.

    L'attesa questa localiizazione. Ogni effetto previ-sto si produce localmente, limitativamente - Polariz-zazione. -

    E il luogo dei punti colpiti da un avvenimento che modella l'attesa. {IMd., V, 620)

  • KM l'I)

    Ali

    Matematicamente, l'attesa la ricerca delle condi-zioni di inassimo e minimo.

    Si rma, p[er] es[empio]: un M I N I M O di superficie v ulnerabile, - di avviamento, - di tempo di messa in molo, - di elongazione dal proprio stato e di scarto da uno scopo

    o tin massimo intensit di azione, di precisione, di ( onl'ormit.

    ( li si modifica in modo che l'avvenimento previsto X sia rinforzato o distrutto, ammortizzato - esattamente (( impensato.

    Se si generalizza e si ammette che ogni attivit rego-lare implica un'attesa (generalizzata) - ci si avvede che l'organo speciale una modificazione o costruzione reciproca di avvenimenti classificati.

    Sorpresa, abbagliamenti, cadute, dolori, ecc. sono gli avvenimenti inclassificabili o prematuri - e i nomi cambiano secondo gli mbiti e secondo la reazione al-l'inclassificato.

    Queste reazioni potrebbero chiamarsi esterne (al-l'mbito). {Ibid., V, 621)

    Il tempo - classificazione che si impone fra le azioni e le nostre reazioni. In realt una particolarizzazione - una localizzazione relativa all'ordine e alla compati-bilit in nobis.

    Niente meno generale o universale del tempo. Es-so non ha senso alcuno in relazione all'universo. (1915. Senza ttolo, V, 712)

    Il presente possiede una specie di intensit. La rela-zione del tutto con la sensazione ha dei gradi.

    Come ho gi notato, la migliore definizione da adottare per questo Presente sarebbe = il Presente ha la natura di una forma', esso ci che tutte le sostituzio-

  • ( ^ I I A I ) K K N I

    ni possibili conservano, - il sistema delle condizioni di un equilibrio mobile.

    Questo sistema o questa forma si percepisce pi o meno da s - Ecco l'intensit. Di piti, ogni percezione esiste in realt soltanto in questa forma, e di conse-guenza, accompagnata da un resto. Non ci sono sensa-zioni isolate assolutamente. Niente perfette isole di piacere o di dolore. (1915-1916. A, V, 757)

    Prefazione alla Teoria del Tempo.

    Quel che chiamiamo Tempo una nozione tanto grossolana e confusa quanto lo era quella di forza pri-ma della dinamica.

    Si chiamava/orza, grosso modo, ci che infine sta-to analizzato come sforzo, forza, lavoro, intensit, for-za viva, potenza, accelerazione, ecc.

    Una simile discriminazione deve essere preliminare a ogni filosofia o metafisica del tempo." {lnd., V, 851)

    L'atomo di tempo.

    Se si cronometrassero i tempi dei riflessi, i tempi di reazione, di ritorno dopo sorpresa, di attenzione istan-tanea, di senso compiuto, di riconoscimento, - maga-ri confrontando queste misure, si scoprirebbe che esse si esprimono tutte in multipli interi di una certa dura-ta - o atomo di tempo.

    Al di qua di questa durata per noi non esiste alcun-ch.

    Un essere che avesse una costante-tempo molto di-versa percepirebbe un mondo assai diverso - e lo mo-dificherebbe assai diversamente.

    - Una sensazione potrebbe essere definita da una durata - Un ricordo d.

    Ma c' di pi.

    a. Agg^ .. v[ariabile] indipendente.

  • I I ' . M I ' O 4 1

    III questo regno niolccolarc," un ordine rigoroso di successione di fatd clenienlari, ordine che ci sfugge iicll'uso e nella valuta/ione d'insieme di noi stessi e

  • ( ^ U A D K K N l

    condizioni da un'altra cosa - P[er] es[empio]: me-moria."

    Occorre dunque considerare ci che costituisce una successione in modo da far s che essa contenga la pro-pria ripetizione come conseguenza.

    Intervalli pi piccoli della durata di cancellazione. -Intervalli multipli esatti del pi piccolo di essi. - Resti-tuzione elastica, - limiti di questa elasticit. Obbligo e possibilit di assumere la configurazione e di fornire le forze che potrebbero riprodurre (sull'orecchio p[er] es[empio]) gli effetti dati (da essa).

    R[itmo] ci che si riconosce, si coghe, si riprodu-ce in una successione. Sicch in una successione di pa-role, non il timbro. - In un mare, non il colore. E una modalit di movimento. O piuttosto ogni feno-meno considerato come modalit di movimento - , o ancora il movimento in un fenomeno considerato co-me ci che lo definisce.

    Pluralit in quanto generata da un movimento. Una specie di trasformazione reciproca fra la cosa A e il movimento quando questa trasformazione recipro-ca, A adducendo il movimento e il movimento addu-cendo A.

    Io comprendo quando c' periodo e se l'ho colto. Allora la cosa mi appartiene. La possiedo completamente come possiedo tutto l'atto che mi accingo a compiere prima di averlo compiuto del tutto. C' divisione fra la macchina dell'atto e la sua esecuzione. Il ritmo dun-que configurazione ben definita, - l'atto unico di que-sta configurazione. (1916. B, V, 897)

    Ritmo - Forse offuscato da opinioni come questa: una lunga vale 2 brevi. S secondo il tempo - no secon-do il ritmo.

    Poich il ritmo esclude il tempo, si sostituisce a esso di cui organizzazione.

    a. Agg-, marg.: Un discorso ritmato costituito eia parti ripetibili.

  • i i M j ' u 4 3

    Il l ilmo sta al tempo conir un ( l isiallo sta a un am-l)icnlc amorfo.

    K un tempo tutto atti, e i silenzi in esso sono atti. ( Costituzione dell'unit di n modi. Ma non un'unit di tempo. (Quantunque si possa

    ingiungere la condizione di uguaglianza di tempo or-dinario). Essa contiene silenzi o intervalli di 2 specie: Alcuni sono delle sospensioni, altri degli zero.

    Arresti diversi, questi sul registro alto della voce, o

  • J.J Q U A D K K N I

    Attesa. Figura inversa all'attesa." Essendo l'attesa l'immobilizzazione di un atto tutto

    il meccanismo del quale regolato e a cui manca sol-tanto un segnale e non un lavoro (di montaggio) - possibile concepire ed esiste una forma inversa che l'azione retrospettiva.

    E l'indicazione di un atto, l'abbozzo del meccani-smo (e della sua azione) che rappresenta l'atto al qua-le mancato il montaggio - di modo che essendo ap-parso il segnale, non potuto seguire niente di ade-guato.

    Questa retroattivit si nota appunto nella sorpresa, ed come un tentativo di compensare l'occasione per-duta, la risposta mancata. {Ibid., VI, 87)

    Tempo, numero, ritmo.

    Il risultato dell'operazione che permette di rappre-sentare una qualsiasi pluralit 5 discreta, o ogni plura-lit, mediante una pluralit A discreta di pluralit A (e una pluralit minore di A) - sar numero.

    Ma la pluralit costituita da elementi o unit in-tercambiabili, di cui cio gli scambi conservano le pro-priet.

    Questa propriet esclusiva del tempo, di cui essa la negazione, l'operazione inversa.

    Se si tiene conto di tutto, se non si dimentica niente, non c' conservazione particolare-, e il medesimo si di-stingue dal medesimo.

    Non si riattraversa lo stesso fiume - (a patto di non aver troppo dimenticato il primo passaggio, altrimenti non si distingue).

    Chi conserva tutto non conserva nessuna parte, poi-ch il medesimo e il medesimo coesistono e hanno dunque rapporti diversi.

    E questa la distinzione fra il ritmo e il numero - che

    a. Due tr. marg. fino a: lavoro (di montaggio), sefriti tln un solo tr. fino a: nella sorpresa.

  • i iMi'o 45 hanno dei punti in coninnc - tali da essere relazione ira simultaneo e successivo.

    Il ritmo si distingue dal numero per il fatto che Vo7-d 'rm di enumerazione vi resta essenzialmente inerente; r . d'altra parte, esso impiega molte unit (almeno due - una delle quali l'unit nulla, il silenzio elementa-re)- Si pu scrivere un ritmo in numerazione binaria 0

  • . ( ( ) q U A D M K N I

    avessero assunto nuove leggi di scambio, di evoluzio-ne, di compensazione esatta; provenendo tutte, nono-stante la loro diversit, da un'unica sorgente; compo-nendosi in rapporti semplici o sensibili.

    Gli atti si disegnano in modo sempre pi economi-co; sembrano esattamente proporzionati all'energia e questa energia, senza spese n perdite.

    La loro durata una specie di funzione delle for-ze. Dipende soltanto da esse. N insufficienze, n di-spersioni. Bens recupero e adattamento perfetti.

    In questo stato non pu avvenire (nel senso pi ge-nerale) che l'atto non sia capace di ricondurre allo sta-to iniziale.

    Si d una creazione perpetua dell'attesa, ma una di-struzione perpetua del passato anteriore.

    molto notevole che lo stato ritmico escluda il ri-cordo nella stessa misura in cui esso si sente periodico, capace di periodicit - giacch costruisce dei periodi completi (che possono non ripetersi ma che devono es-serne strutturalmente capaci).

    Esso modifica in modo singolare le categorie del tempo.

    Il danzatore non va da nessuna parte. Lo scopo, la causa, l'essere, l'atto, l'effetto qui sono uniti e concate-nad, come i valori di un periodo. Si susseguono senza distruggersi come le facce di un medesimo oggetto, come se queste sostituzioni formassero un gruppo...

    Osservazione. Questo stato conservativo - che po-tremmo dire di energia libera, legata {w + v = c) - di scambio senza guadagni n perdite (prima della stan-chezza) esiste sotto diverse forme: la contemplazione, la danza; - durante questo stato le cose esterne svolgo-no uno strano ruolo. Esse non sono pi che parti pre-viste della mia macchina. Il suolo per il danzatore, l'al-bero che il pensatore fissa, al quale si appoggia men-talmente. Se il suolo cede, se l'albero stato abbattu-to, se al cammino del pensiero viene meno la parola

    a. Tre tr. marg. fino a: strutturalmente capaci.

  • ii'Mi'o 47 se la musica s'intcnoinjw non si pi nello sta-lo tli grazia- 'miendo dire nello stato di legge. - 1 riferi-mniti perduti.

    Stillo termico, di agitazione molecolare, delle parole

  • .^H Q U A D E R N I

    Il ritmo

    Insomma io vedo fin qui in questa nozione delica-ta, che:

    C' ritmo tutte le volte che un insieme di impressio-ni simultanee o successive viene colto da noi in modo tale che la legge d'insieme, mediante la quale afferria-mo l'insieme, sia tanto legge di ricezione, di distribu-zione quanto legge di produzione, o riproduzione.

    La parola legge non affatto la parola giusta. Lega-me sarebbe forse pi esatto, meno intellettuale. chiaro che la nozione o sentimento elementare di in-tervallo di distanza qui una delle prime. Poich se 2 corpi mi danno questo sentimento (del loro scarto) -io mi posso riprodurre questo sentimento e staccarlo da quegli stessi corpi.

    Ci che perviene" a me, diventa in me urC organizza-zione, ossia una macchina di atto, e l'atto di questa macchina appunto la restituzione di ci che mi pervenuto. (1917. E, VI, 518-519)

    L'uguaglianza dei tempi un problema insolubile. E tuttavia noi abbiamo la nozione di questa uguaglian-za. Essa viene utilizzata praticamente - ecc.

    Questa difficolt pu essere paragonata a quella della sovrapposizione e dell'uguaglianza delle figu-re simmetriche. Tutti gli elementi sono sovrapponi-bili, l 'ordine il medesimo - ma mediante nessun movimento l'insieme si pu applicare all'insieme. Nel tempo, i fenomeni essendo identici, stessa impos-sibilit.

    Bisogna dunque pensare a una dimensione ulterio-re. Il fenomeno A non pi quando il fenomeno A . L'uguaglianza dei tempi vuole che esso sia ancora.

    Torniamo alla geometria. Io vedo il triangolo A do-po il triangolo A e giudico che questo nuovo A []

    a. Tr. marg. fino alta fine del passo.

  • I K M I ' O 4 9

    (ij^tialc al 1, medianlf scmfdia' Elisione. A mi ricorda A e si (onfonde da questo nioinenlo con esso come conse-g\K'iv/e." Posso sbagliarmi. A^ pu essere diverso - ma se A., mi ricorda A^ e se io non immagino che le conse-guenze possono essere diverse

    Il fatto che l'uguaglianza dei tempi esiste ^ev il no-stro senso,'' non soltanto come percezione, ma come legge di azione. Queste parole: colpite a intervalli uguali, han-no un senso perfettamente chiaro. Noi lo sappiamo eseguire. E sappiamo perfino eseguirlo molto meglio (Iella prescrizione contraria: Colpite a interv[alli] di-suguali.

    Una volta che il meccanismo di un atto sia comple-tamente determinato l'uguaglianza degli atti di questo meccanismo la regola.

    E probabile che la percezione dell'uguaglianza de-gli intervalli derivi dalla costruzione di un meccani-smo nascosto che genererebbe i fenomeni, e che l'assi-milazione della produzione alla ricezione sia la chiave di questa uguagUanza

    Tutti i f[enomeni] successivi tendono attraverso la loro successione a organizzare in me'' un vago mecca-nismo produttore, tale che un unico medesimo siste-ma li produca tutti, e nel quale essi svolgono dei ruoli D.R Inoltre questi fenomeni che possono essere inimi-tabili sono riducibili o ridotti al solo minimo necessa-rio per svolgere questo ruolo riflesso.

    Ebbene il riflesso o piuttosto D.R. per definizione, quando viene percepito, l'unit di tempo. La modifi-cazione spontanea un tipo di minimo irriducibile -che pu essere alterato soltanto nel senso del ritardo. [...] (1917. F, VI, 589-590, 588)

    a. Agg. rinv.: I nostri occhi ci dicono che ci sono figure uguali. Tutti i nostri sensi hanno un senso per l'identit. b. Due tr. marg. fino a: la chiave di questa uguaglianza. c. Due tr. marg. fino a: questo ruolo riflesso.

  • 5 < ) Q U A D K U N I

    Insomma, io credo che ci sia una meccanica men-tale che potrebbe non essere impossibile precisare.

    Ma questa meccanica, che deve ispirarsi all'altra, non deve tuttavia temere di prendersi le sue necessa-rie libert - ossia di contraddire la prima sui punti che occorre. Cos la variabile tempo profondamente di-versa.

    n tempo mentale" pi una funzione che una variabile, in psicologia - e si trover ^ pi spesso di

    Si potr cos considerare il tempo come il risultato e cercare di costituirlo o di integrarlo.

    Io credo che la mia grossolana idea sul montaggio delle macchine e sulla distinzione fra il montaggio e la funzione abbia il suo valore.

    Ai montaggi sono connessi tempi di natura e gran-dezza variabili.

    Ai funzionamenti, altri tempi determinati. Alle dissociazioni, altri tempi. Alle conservazioni, durate. - E naturale cercare ci che si conserva in questa

    perpetua variazione. Ora questo ci dato. E precisa-mente tutto ci che n[o]i siamo o crediamo di essere, le nostre cose, le nostre parole, il nostro corpo. Ma che cos' quello che non si conserva? - Questo il problema. Ed a tale questione che si adatta grossola-namente la nozione di Tempo.

    Ma ci sono altre cose che si conservano oltre le 1. Sono le relazioni. (1918. H, VI, 894)

    Le diverse specie di tempo che io distinguo sono forse tanto diverse fra loro quanto un calore latente lo da un calore termico e un calore da una forza viva.

    a. Un solo tr. marg. fino a: il suo valore, seguito da due tr. fino a: dura-te, poi da tre tr. fino a: la nozione di Tempo.

  • I K M I ' O 5 1

    Tciiipo che si fa, u-nijjo chf si subisce - tempo che i\ si fa n [si] subisce e che non si percepisce - stando sullo stesso mobile - , avente la stessa... velocit! di es-so. (/fri., VI, 901)

    Riflessioni sul Tempo. A. V[edere] p. 94. li. I significati della parola Tempo. Le locuzioni. L'in-

    grediente universale. L'accumulatore. Il tempo at-tivo. Il tempo passivo o durata - antropomorfismo.

    ( 1. Analogie - Entropia. I). Psicologia - L'attesa. L'attenzione. La sorpresa.

    Tempi di diverse specie, E. Nozioni nuove." {Ibid., VI, 904)

    Il Tempo, grosso modo, l'unica variabile universa-le - che sembri entrare ugualmente in tutti i fenomeni interni o esterni, nell'essere e nel conoscere. {lnd., VI, 911)

    L'attesa non soltanto uno stato percettibile e lega-to a un oggetto, una specie di punto di mira attraverso il tempo a cui deve corrispondere un certo avvenimen-to: anche pi profondamente una disposizione per-petua e necessaria del nostro essere che tende a fargli preparare o prevedere fisicamente e psicologicamente il momento immediatamente successivo.

    Si pu anche pensare che la nostra struttura e il no-stro regime di funzioni definiscano un avvenire e pre-vedano un insieme di circostanze - che non si produ-ce sempre.

    Posto questo, tutd gli avvenimenti che agiscono su di noi si trovano, a causa della nostra stessa esistenza anteriore, divisi in classi: alcuni vengono a corrispon-

    a. Agg-, ; corrispondenza reciproca di 1 a / e / a l

  • Q D A D K K N I

    dere alle nostre attese coscienti; altri non vi rispondo-no. Gli uni trovano in noi (nelle nostre risorse e riser-ve) di che essere compensati, utilizzati o superati; gli altri ci colgono in difetto.

    Fra i mezzi che ci permettono di compensare le va-riazioni rare o brusche dell'ambiente esterno o inter-no, ve ne sono alcuni propriamente psicologici. Tale il sentimento ingenuo di una certa stabilit; la stra-na e inconscia convinzione dell'indifferenza di un'infi-nit di fenomeni che ci permette di trascurare la maggior parte delle nostre sensazioni, la nozione di legge natura-le... tutti questi guardiani della nostra sicurezza men-tale completano mediante certe illusioni necessarie il sistema delle difese dell'essere contro i capricci del-l'universo.

    Non siamo per cos ben protetti che non possano prodursi dei timori. Siamo aggrediti senza tregua nel nostro potere di previsione. Non possiamo essere pre-parati a tutto, e ci sono sempre pi cose in cielo e sul-la terra, Orazio, di... ecc.

    Le parole sorpresa, accidente, stupore, ignoranza, disordine testimoniano la nostra familiarit con que-sta impotenza a sfidare sia naturalmente sia artificial-mente l'infinita variet delle combinazioni che ci asse-diano intus et extra.

    Si dovuto feire un mito di questa insufficienza. L'uomo ha chiamato Caso la causa di tutte le sorprese, la divinit senza volto che presiede a tutte le speranze insensate, a tutte le paure senza misura, che sventa i calcoli pi accurati, che trasforma le imprudenze in decisioni fortunate, i pi grandi uomini in zimbelli, i dadi e le monete in oracoli; che rende le battaglie pa-ragonabili a delle partite...

    Il Gaso non lo si pu guardare fissamente. (1918. /, VII, 3-4)

  • ii.Mi'o 53 rime

    Il passato," il ftitino sotio ci che R I S P O N D E alpresen-Ir, ( iascuno secondo certe condizioni.

    Il presente'' la qualit di ci che dotato del potere

  • 5 1 QUADKKNI

    ni di tono utilizzate, giacch la parola utilizza frazioni non semplici (nel senso chimico - ) .

    Allora il ritmo. Il ritmo essendo la correlazione sen-sibile degli atti come se formassero un atto solo; gli at-ti in legame - in legge - donde sensazione di previsio-ne, di attesa, mentre la parola non-analitica, istan-tanea.

    En[ergia] potenziale + en[ergia] attuale = K Elasti-cit dunque periodicit. Memoria elementare.

    Il cantante per intero modificazione di una colon-na d'aria, ma colonna continua e modificazioni chia-re. Attento a questa colonna fluido invisibile - portato-re rispettoso, supporto di questa corrente d'aria. (1919-1920. K, VII, 421)

    Noi siamo macchine abbastanza regolari e abbiamo a che fare con un mondo o ambiente che non lo af-fatto, o che lo di meno o lo sembra d meno, giacch esso una pluralit di macchine radunate intorno a noi e che mescolano i loro periodi; ovvero i cui perio-di sono o troppo estesi o troppo brevi per la nostra percezione. - (1920. L, VII, 495)

    Della speranza - Tiepl Tfiq XxctSoc; -Perch scrivo questa parola - Per far notare a me

    stesso quanto i sedicenti psicologi siano limitati. Essi si guardano bene dall'osservare che questa parola rap-presenta q[ual]c[he] cosa di importante - e la consi-derano come poco scientifica, a causa del suo aroma religioso.

    Ebbene essa significa qualcosa - E forse qualcosa di importantissimo nel sistema umano.

    La vita mentale comporta alcune dimenticanze e il-lusioni istintive - che la difendono e la sostengono.

    I fenomeni di attesa sono capitali. La speranza uno di essi. Essa conduce alla dimenticanza del pro-babile e del certo. - essenziale alla maggior parte

  • HMI'O (U'j^ li atti, e implicala in limi, atithc nel gesto del di-s|)fral(). - Gli antichi la divinizzarono. {Ibid., VII,

    11 tempo la sensazione della dispersione di energia iililizzabile non compensata.

    Analogia fra il tempo puro e il calore irradiato, (lome il lavoro pu mutarsi compiei [amen] te in

    < alore ma non il calore completamente in lavoro, co-si la nostra azione necessariamente tempo, durata, ma la nostra durata non necess[ariamente] azione. Azione o no, n[o]i disperdiamo q[ual]c[he] cosa. (1921. A^ , VII, 842)

    Immagine del presente = una ruota che rotola su una superfcie; il punto di contatto della ruota con la su-perficie questo presente. Non un punto ma una piccola superficie. E senza il contatto e l'attrito, la ruo-ta gira senza avanzare, sogno.

    Inoltre il cammino percorso scia, traccia. Il pas-sato insieme dei punti di contatto - ma passato relati-vamente alla ruota. Ognuno di questi punti sdoppia-to dall'avanzata della ruota - e a ciascuno dei punti dell'arco montante corrisponde un punto del cam-mino che per un istante si confuse con esso. - Tutti i punti della ruota a partire dal contatto attuale e nel senso del movimento di traslazione sono appartenuti al contatto."

    Se si sopprime il contatto, si pu imprimere alla ruota un brusco giro di angolo cp - nel senso contrario alla rotazione continua e poi tornare al punto lascia-to. Il tempo di ritorno brusco senza movimento dal centro.

    a. Disegno di una ruota che rotola su una superficie, con un'indicazione del punto di contatto attuale (C) e dei due punti di contatto imminente (A,AVB,B').

  • r , ( i ( ^ U A O K R N I

    Il movimento divide il punto multiplo C in 2 punti semplici. (3id., Vili, 7)

    Presente - OPPANON

    Cercare gli invarianti - E questo sarebbe Psych[es] Organon" - oppure cercare le trasformazioni le cui nozioni* - sono gli invarianti - Tavola. Significa ri-prendere le cose ab Chao, ab infantia, ab materia, ab somniis.^^

    L'invariante capitale il Presente. Paragonabile a una forma - Soggetto a fluttuazioni. -

    E ci che tutte le combinazioni di cose, di sensazioni possibili, definiscono in modo identico.

    E anche lo stato o posizione media gli scarti dal qua-le sono instabili, - lo stato di possibilit di risposta e di possibilit di un diverso adattamento, lo stato incrocio o centro, lo stato in cui una domanda q[ual]s[iasi] pi vicina alla sua risposta, e dove il sensitivo alla di-stanza minima dal motorio.

    Scarti. Attenzioni. Distrazioni. Intensit. Il Ricordo, ritorno al Presente.

    Il Presente viene disputato dai suoi possibili conte-nuti. Esso deve essere caratterizzato, realizzato mate-rialmente da una tensione e articolazione nel sist[ema] centrale.

    Esso caratterizzato analiticamente da una specie di coincidenza o di equazione. Ha anche la natura di un contatto. Ci che io ho in comune col non-io.

    Tutto il tempo contenuto nel presente di cui esso costituisce, sotto diversi aspetti, la forma grossolana degli scarti. - Specializzazione, attenzione.

    Il ricordo una delle vibrazioni della corda la cui tensione il presente. L'idea, l'invenzione ne un'altra.

    La variazione della tensione d l'idea della rapidit o della lentezza del tempo ?

    Pu essere che il ricordo riconosciuto, percepito, utilizzabile, non sia altro che uno dei termini o mo-

  • I K M I ' O 5 7

    iin'iui (li un sislenia di ai iiionic i il cui resto viene rapi-damente ammortizzalo. Se non lo Ibsse...? - Sogni?

    li tempo vero non successione di avvenimenti ma, ili contrario, successione del Medesimo.

    L'atto fondamentale la restituzione del Medesimo, il ri-conoscimento del Medesimo da parte del medesimo.

    Tutto accade come se il Medesimo fosse immutabi-li-, (e perci questo Medesimo si divide, s distingue dalla persona). C' dunque qualcosa nei cui confronti non accaduto niente.

    Allora questo problema: o possibile definire que-sto Medesimo o questo Presente, mediante le funzioni di cui esso invariante, o non possibile.

    Ritrovare il Medesimo significa cambiare Altro.

    Assumere variabile indipendente particolare localiz-zata riconoscibile come legge della variazione totale -significa attenzione.

    scarto dal presente" I L R E N D E R E presente. Per far que-sto occorrono delle forze, poich il presente libero non polarizzato. Il Medesimo si rigenera non importa at-traverso quali sostituzioni.

    Ma far accadere con difficolt ci che accadrebbe facilmente, seguire, ritardare - per questo ci vuole un Corpo.

    Nel sogno, ricordo, invenzione, sono indivisi, allo stato di dissociazione, di composizione e scomposizio-ne reversibile.

    Tensione debole.

    Il presente potrebbe essere il sistema di forze che resistono alla dispersione, alla propagazione all'infini-to degli stimoli. Esso costrizione a non allontanarsi ul-teriormente da una certa grandezza, da un qualche punto.

    a. Quattro tr. marg. fino a: RENDERE presente.

  • fjH QIIADKKNI

    Teoria degli scarti e di questa tensione. La sensazione crea il presente e tende a infrangerlo

    mediante le sue conseguenze. Tutto il tempo compreso nell'intervallo fra due

    tensioni. Cos Presente = 6 aspetti donde: Gradi del presente.

    a) Sist[ema] di forze. Tensore" b)Eq[uazione] di condizione assoluta c) Condizione di contatto dell'universale col singola-

    re, dell'essere e del conoscere d) Condizione deWatto'' e) Condizione della sensazione f ) Insieme dei corpi visti - Simultaneo e in abstracto, la

    stessa visibilit* di un simile insieme. (1921. P, Vili, 300-302)

    Ritmo. Corrispondenza fra atti e sensazioni - e quindi una successione di sensazioni paragonabile a un atto - cfr. effetti della musica.'^

    Qualit di una successione di avvenimenti che la fa suddividere in parti tali che l'una genera l'altra me-diante me.

    Una successione ritmata quando possiUlehaXXjeTe dei colpi che sembrano equidistanti, che la suddividono in modo esatto. Ebbene, possibile battere dei colpi equidistanti soltanto se qualcosa in noi trattiene - pro-duce. Questa valutazione-organizzazione il fatto ca-pitale. Essa basata sullo stesso principio dell'attesa

    (relazione passato-futuro, con annullamento del presente). {Ibid., Vili , 323)

    a. Agg.; * La costante * condizione. b. Agg. : Si veda Quaderno Q. c. Disegno astratto di una successione di avvenimenti periodici, musicali o d'altro tipo, illustrato in modo umoristico da un altro disegno di dodici uomini in fila indiana che avanzano insieme, ora o passi misurati e rego-lari, ora a grandi passi.

  • I I M I ' O 5 9

    11 riltno" impone ci c he piu"> m'iicrarlo. Impone de-Uli alti e questi atti lo liiifbr/aiio, fanno di me di ri-maiuio un'origine e una conservazione di esso.

    ( loniunicabilit.

    ( ;' ritmo soltanto se n[o]i abbiamo la sensazione di nn'imit di misura - questa unit pu essere soltanto iiii atto. Il ritmo di una f[unzione] periodica esige che questa funzione sia collegata a una misura che non orologio, ma in noi. {Ibid., Vili, 324)

    r

    La durata ha la natura di una resistenza. L'uomo che sostiene un peso con le braccia tese s oppone a tjualcosa. A che cosa? - Non direttamente alla caduta del peso - ma al dolore crescente. Limite di divisione o di scarto.

    Si conserva lo zero mediante qualche distruzione. (]' durata non soltanto perch si conserva, ma soprattutto perch questa conservazione finita. La durata c' perch essa non pu durare. Ogni durata ciclo.

    La sensazione cresce al di l di ogni capacit di sop-portazione. Come se il peso crescesse.''

    (Aumento del tempo s aumento del peso e questo con l'intermediario della sensibilit).

    E ci ha luogo soltanto in un senso. Lo stesso avviene per le resistenze nell'ordine fisico-meccanico.

    Perch? Posso reggere il peso 10 sec[ondi] e non 20 sec[ondi]? Questo dipende da ci che bilancia quel peso.

    Lo sforzo diventa via via pi sensibile . Il peso cre-sce per la sensibilit. Il peso pi debole D I V E N T A pi forte

    a. Tr. marg. fino a: Comunicabilit. b. Agg. : La cosa pi breve cedere, abbassare le braccia a causa del peso.

  • ()
  • ri'Mi'o 6 i e (illi'sa. Esso non nsfx'Un chi' ccrli avvenimenti ed fal-lo |)CT essi, per nient'aliro che per essi.

    Il dolore uno dei contrassegni della sua Sorpresa.'' La sensibilit in relazione con attesa. (1922. R,

    Vili, 566)

    Sorpresa* - L'avvenimento inatteso si propaga pi rapidamente di ogni altra perturbazione. Esso supera lutto. Supera la memoria.

    Di modo che esso accade prima degli avvenimenti die gli sono anteriori - Li riceve - Oscillazioni - Non-composizioni.

    Gruppo non galileiano. Memoria giunge dopo. Dunque memoria normalmente il 1 termine del ri-

    torno, il pi rapido. Ma la sorpresa pi veloce.'^ La sorpresa differenza, contrasto. Studio preciso della metafora - Sorpresa = scossa. Quando un avvenimento si propaga in noi con

    una velocit > della velocit-memoria (o riflesso) -ossia in un tempo pi piccolo dell'indivisibile di tempo - c' impotenza, abbagliamento, interruzio-ne, RINCULO, trasformazione, principio di dissocia-zione, fenomeni di dispersione (riso). (1922. S, Vil i , eea-ea'z)

    a. Agg.; Sorpresa - Effetto che precede la causa - anahgia con ef-fetti retinici complementari. L'essere sorpreso produce b. Tr. marg. fino a: pi veloce. c. A^.rinv.: Energie di avvenimento ~ senshYiX.-

    Energia propria - intensit Energia differenziale - stato Energia potenziale (attesa - ) Massimo di energia.

  • ( i i J ( j l J A D K K N I

    Sorpresa

    Come se ci che era in corso passasse attraverso ci che lo ferma. Ci che esisteva passa attraverso ci che sta per esistere, e va a riformarsi al di l - si rif dopo -nel futuro.

    Come se ci fosse un trasferimento dal passato nel fu-turo senza sosta nel presente. {Ibid., Vili, 674)

    Sorpresa - Enorme domanda di energia immediata. Deficit. {Ibid., Vili, 674)

    Nessun essere vivente potrebbe sussistere in un am-biente soggetto a variazioni molto rapide.

    Esso sarebbe sorpreso per tutto il tempo. E tutta la sua energia verrebbe assorbita ad ogni istante.

    La variazione dell'ambiente deve essere general-mente tale in intensit e in rapidit che l'essere viven-te sia possibile. {Ibid., Vili, 688)

    Rispetto al tempo ci troviamo ancora oggi nella situa-zione in cui ci si trovava una volta (e ancora oggi, nel pensiero ordinario) rispetto alla forza. Ossia in un caos di significati. La stessa parola ha una dozzina di usi. {IHd., Vili, 692)

    L'attesa ci che riduce al minimo il tempo di ri-presa dell'attivit interrotta dalla sorpresa, o il tem-po di risposta all'avvenimento sorprendente, il qua-le, ove sia atteso, si riduce rapidamente alla sua spe-cialit.

    Prevedere per annullare o per utilizzare nel modo pi completo. (1922. T, Vili, 743)

  • ii'.Mi'o (>3

    Conila lit'ig.son

    Nessun continuum universale di tempo. La conti-niiii-durata - percepita soltanto percettibile -lorsc inventata d'altronde.

    Il continuo-durata ci che si percepisce quando si * fissa una parte. La presenza di una Costante. Costante

    energia. Resistenza ~ durata sensibilit... Durata di lina giacca - di una battaglia. Ci che si percepisce probabilmente il contrasto e generalmente un'attesa" (die contrasto fra l'atto completo e la sua prima parte). {/Ind., Vili, 787)

    Oscillazioni.

    Le oscillazioni retiniche che producono i contrasti e che fanno pensare a una specie di inerzia - io le ac-costo alle oscillazioni mentali che producono le sor-prese.

    In queste ultime, come se i tempi fossero accaval-lati. Come se il ritornare allo stato che era attuale fos-se complementare allo stato bruscamente introdotto. C' oscillazione fra due tempi / presenti / e un tenta-tivo di raccordo si profila.

    Il periodo retinico decrescente misurabile. Quanto alla sorpresa essa relativa alla struttura o

    all'attesa. La struttura dunque paragonabile all'atte-sa.'' Qualunque sia l'attesa, se la sensazione abbastan-za intensa c' sorpresa totale. L'attesa presuppone un dispositivo o di accrescimento di sensibilit o di dimi-nuzione e di conduzione, per localizzare l'avvenimen-to e ammortizzarlo. Attesa del dolore.

    Nella sorpresa psichica, si hanno idee e immagini che si sostituiscono in oscillazioni.

    a. Tr. marg. fino alla fine del passo. b. Il resto del passo illustrato da quattro disegni di oscillazioni di diver-se forme.

  • QUAUKUNI

    Oscillazioni fra ^ ^ " " sonno e veglia. Quest'ultima oscillazione" un fatto straordina-

    riamente notevole - Vivere e non vivere. {Ibid., Vil i , 824)

    Se la permanenza, la costanza costa, la variazione non costa. Ci che percepiamo della durata il suo prezzo. (1922. [7, Vili, 855)

    Chi sa se il tempo non possa essere considerato cos come Faraday e Maxwell hanno considerato lo spazio ? - Punto di vista ingenuo, potente.

    Il tempo, ambiente - con delle costrizioni. La parola tempo soltanto provvisoria. E in questo ambiente - (quante metafore!) ci che

    n[o]i chiamiamo istinti, ecc., ricordi, associazioni, si-militudini

    sarebbero gli uni delle geodetiche, gli altri delle su-perfici di livello e pertanto ci sarebbero movimenti di 2 specie semplici.

    E tutto si svolgerebbe mediante curve chiuse. (1922-1923. F , IX, 170-171)

    Sorpresa - Fa vedere che Io stato attuale qualunque esso sia legato al successivo. Aggredisce il legame fra ci che stava per essere e ci che .

    Per analizzare la sorpresa, bisogna dunque presup-porre allo stato attuale delle parti nascoste, o delle pro-priet ordinariamente insensibili.

    Queste propriet tendono a conservare la fase. Lo stato soppresso si difende. Oscillazione, forze. Uno dei termini non pu essere mantenuto e l'altro

    a. Due tr. marg. fino aUa fine del passo.

  • IKMI'O (5

    iioii pu essere inlrododo. Kssi non sono una possibi-le sosliluzione l 'uno per l'altro.

    Non posso credere quello che vedo, quello che ap-prendo.

    Non posso vedere quello che vedo. Divisione dell'attuale. 2 attuali incompatibili. Si re-

    spingono." - {Ibid., IX, 173)

    Quando n[o]i incominciamo a percepire davanti a noi ci che era dietro di noi, e vediamo comparire ([uel che abbiamo lasciato; e questo mediante il pro-s< guimento del medesimo movimento; e questa cosa ( he torna ad essere tuttavia non la stessa, non lo stes-so sole, eppure lo stesso; non la stessa primavera, ep-jnire la stessa, questa sensazione e questa contraddi-zione che ci divide, che ci fa sentire che lo stesso non lo stesso - , che esso per sempre dietro di noi e che ancora davanti ai nostri occhi, questo il tempo in persona.

    Poich se tutte le cose fossero sempre completa-mente diverse, non distingueremmo intervalli.

    Se il tempo sembra andare pi velocemente, a ma-no a mano che avanziamo nell'et, perch ricono-sciamo m