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Malattie della mammella Fisiopatologia Aspetti semeiologici Clinica UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BOLOGNA UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BOLOGNA FACOLTA’ DI MEDICINA E CHIRURGIA FACOLTA’ DI MEDICINA E CHIRURGIA CATTEDRA DI FISIOPATOLOGIA, SEMEIOTICA CATTEDRA DI FISIOPATOLOGIA, SEMEIOTICA E METODOLOGIA CHIRURGICA E METODOLOGIA CHIRURGICA (Prof. Roberto Giardino) (Prof. Roberto Giardino)

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Malattie

della mammella

Fisiopatologia Aspetti semeiologici

Clinica

UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BOLOGNAUNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BOLOGNAFACOLTA’ DI MEDICINA E CHIRURGIAFACOLTA’ DI MEDICINA E CHIRURGIA

CATTEDRA DI FISIOPATOLOGIA, SEMEIOTICA CATTEDRA DI FISIOPATOLOGIA, SEMEIOTICA E METODOLOGIA CHIRURGICAE METODOLOGIA CHIRURGICA

(Prof. Roberto Giardino)(Prof. Roberto Giardino)

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Richiami di Anatomia

Ghiandola esocrina di tipo tubulo-alveolare

composto

Componente epiteliale (lobuli e dotti)

Componente stromale (tessuto adiposo e tessuto

connettivo)

La ghiandola nel suo insiemeè costituita da 15-18

lobi,ognuno dei quali contiene più lobuli. Ogni lobo è provvisto di un dotto

galattoforo principale che si apre

a livello del capezzolo

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ArteriosaMammaria interna

Mammaria esterna

Scapolare inferiore

Acromiotoracica

Intercostali

Venosa

Rete superficiale tributaria di:

Giugulare esterna

Cefalica

Rete sottocutanea addominale

Rete profonda tributaria di:

Mammarie interne ed esterne

Epigastriche superiori

Toraco-epigastriche

Vascolarizzazione della mammella

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Drenaggio linfatico della mammella

Rete linfatica superficiale

Raccoglie la linfa di buona parte della mammella e drena nel cavo ascellare, decorrendo nel tessuto sottocutaneo.

Rete linfatica profonda

Raccoglie la linfa degli strati posteriori della mammella.

Drena nel cavo ascellare, decorre nella fascia del grande pettorale e fra i muscoli grande e piccolo pettorale

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Modificazioni della ghiandola mammariain rapporto al ciclo mestruale

Le modificazioni della ghiandola in fasepremestruale (vasodilatazione, turgore)

possono ostacolare l’ esame clinico

Il momento migliore per eseguire l’ esame clinico nelle donne in etàpremenopausale è fra 5 e 10 gg.

dall’ inizio delle mestruazioni

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Semeiotica della mammella: anamnesi ed esame obiettivo

Ispezione: conformazione generale

Asimmetrie

Tumefazione

Localizzata

Diffusa

L’ esame clinico della mammelladeve essere sempre eseguito

sia in posizione eretta che in posizione supina

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Ispezione: tegumenti

Retrazioni

Cute a buccia d’ arancia

Semeiotica della mammella: esame obiettivo

Eritemi

Ectasie venose

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Semeiotica della mammella: esame obiettivo

Retrazione del capezzolo

Ispezione: areola e capezzolo

Eczema con erosione

Secrezioni

Secrezioni di vario tipo(ectasia duttale)

Modalità (spontanea – provocata)

Aspetto (ematico, sieroematico, purulento....)

Provenienza (monoorifiziale - pluriorifiziale)

Sanguinamento

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Semeiotica della mammella: esame obiettivo

Palpazione

Ghiandola

Caratteristiche del nodulo DimensioniConsistenzaMobilitàDolorabilità

Stazioni linfonodaliascellari-sovraclaveari

Spremituraper la ricerca di

secrezioni provocate

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Semeiotica della mammella: esami strumentali

Ecografia

Mammografia

Galattografia

Agoaspirato – Es.Citologico

In presenza o nel sospetto di lesione maligna, per stadiazione

Rx torace - scheletroScintigrafiaTomografia Computerizzata (TC)Risonanza Nucleare Magnetica (RNM)PET-FDG

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Processi infiammatori della mammella

Mastiti acute-Neonatale-Puberale -Puerperale

Mastite periduttale

Mastite tubercolare

Mastite luetica

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Mastite acutaFrequente nel puerperio 10% delle donne che allattano -ragadi del capezzolo -ristagno di latte

In genere da Staphylococcus Aureus

Sintomatologia Dolore, arrossamento della cute, edema,secrezione purulenta dal capezzolo, febbre Possibile evoluzione verso l’ascessualizzazione

TrattamentoFondamentale evitare il ristagno di latteAntibioticoterapia

In presenza di ascesso incisione chirurgica e drenaggio

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Ectasia duttale – Mastite periduttale

L’ectasia dei grossi dotti escretori retroareolaricon ristagno di secreto è una condizione frequente

dopo la quarta decade di vita.

Mastite periduttale o plasmacellulare

Patologia infiammatoria cronica con episodi ricorrentiArrossamento- edema cutaneo paraareolare

Secrezione verdastra, sierosa, sieroematica o ematicaabitualmente pluriorifiziale

Possibile cronicizzazione ed evoluzione fibroticaD.D. con carcinoma della mammella !

TerapiaAntibiotici – Eventuale drenaggio di raccolte ascessuali

Resezione dei dotti retroareolariL’ exeresi è indicata anche per es. istologico

ed esclusione di lesione neoplastica

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Processi displasici

Displasie mammarie - Classificazione anatomo-

patologica

Iperplasia epitaliale

duttale

lobulare

Adenosi

Cisti solitaria

Malattia fibrocistica

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Processi displasici: la mastopatia fibrocistica

Rappresenta la più frequente lesione della mammellaMaggiore incidenza fra 30 e 50 anni

Ipotesi etiopatogeneticheSquilibrio ormonale da alterazione del rapporto estrogeni/progestiniciEccesso di estrogeni

Iperplasia dell’ epitelio duttale o lobulareAumento della componente stromaleCisti multiple di dimensioni variabiliAngolature e restringimenti dei dotti Atrofia epiteliale, aspetti papillariAspetti infiammatori (da rottura delle cisti)Assenza di mitosi e atipie cellulari

Aspetti anatomo-patologici

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Mastopatia fibrocistica: aspetti clinici

Aumento di volume di una o entrambe le mammelle in fase premestrualecon dolenzia di vario grado

Presenza di formazioni nodulari multiple

Esami StrumentaliMammografia EcografiaAgoaspirato con es. citologico

La mastopatia fibrocistica non rappresenta di per sè una condizione preneoplasticaTUTTAVIA

il riscontro di iperplasia epiteliale atipica impone stretto controllo clinico-mammografico. Inoltre mastopatia e cancro possono coesistere nella stessa mammella

e creare difficoltà diagnostiche. Pertanto un atteggiamento di prudenza è obbligatorio

TrattamentoProgestinici - Antiinfiammatori

Escissione ed es.istologico dei noduli sospetti

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Neoplasie della mammella

BenigneAdenomi sempliciFibroadenomaPapilloma intraduttaleTumore filloide benigno

MaligneCarcinomi Cistosarcoma filloideSarcoma stromaleLinfomi primitiviMelanoma cutaneo

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Fibroadenoma della mammella

SintomatologiaFormazione nodulare mobile, indolente, a limiti netti e superficie liscia, 1-10 cm ØAssenza di alterazioni della cute e del capezzolo

Tumore benigno a componente epiteliale e stromale

Frequente in età giovanile

Multiplo e bilaterale nel 15% dei casi

Aspetti anatomopatologiciProliferazione del tessuto epiteliale dei dottie del tessuto connettivo

Prevalente componente epitelialefibroadenoma intracanalicolare

Prevalente componente connettivalefibroadenoma pericanalicolare

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Fibroadenoma della mammella: principi di trattamento

Indicazioni all’interventoIncertezza diagnosticaLesioni a rapido accrescimentoLesioni di dimensioni tali da causare problemi estetici

o psicologiciEtà > 35 anni

Intervento chirurgico

Enucleazione

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Papilloma intraduttale

Diagnosi Esame citologico del secretoGalattografia

Trattamento chirurgicoGalattoforectomia

Insorge dalla parete dei dotti galattoforisubareolari. Si accresce nel lume chediventa ectasico e poi cistico

Possono essere presenti gradi diversi diatipia cellulareTuttavia il papilloma solitario raramenteevolve in ca. papillifero, che è invecepiù frequente nelle papillomatosi diffuse

SintomatologiaSecrezione sieroematica spontanea o provocatadal capezzolo (d.d. con ca. papillifero)Difficilmente massa palpabile

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Tumore filloide - Cistosarcoma

Origina da un fibroadenoma mammariodi tipo peri o intracanalicolare

Massa di grosse dimensioni che talorainfiltra il muscolo sottostante

Raramente invade i linfonodi ascellariLa variante maligna (cistosarcoma)

può dare metastasi a distanza

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Il carcinoma della mammella

Epidemiologia

E’ la principale neoplasia maligna nella donna.Raro prima dei 25 anni, presenta un incremento costante dopo i 40 anni con due picchi fra i 45-50 anni e 60-65 anni

Nei paesi occidentali presenta una costante tendenza all’ aumento

In Italia una donna su 13 sviluppa un cancro della mammella, con una incidenza di 28.000 nuovi casi all’ anno

e una mortalità di 8000 donne all’ anno

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Epidemiologia del carcinoma della mammella

Distribuzione geografica

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Carcinoma della mammella: fattori di rischio

Età > 30 anni

Familiarità (probabilità doppia se già presente in consanguinei di 1°grado)

Razza bianca

Menarca < 12 anni, menopausa > 50 anni

Prima gravidanza dopo i 30 anni, nulliparità (fattore di protezione l’ allattamento per complessivi almeno 36 mesi)

Obesità – dieta ricca di grassi

Fumo – Alcol

Carcinoma nella mammella controlaterale

Iperplasia epiteliale duttale atipica

Fattori genetici (gene BRCA1 cromosoma 17, gene BRCA2 cromosoma 13)

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Lunga fase preclinicail tempo necessario perché si raggiunga

una massa palpabile di 1 cm è stimato in 8 anni

In questo intervallo la mammografia può consentire una diagnosi precoce

Carcinoma della mammella: storia naturale

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Storia naturale

La diffusione della malattia avviene a tre livelli

LOCALE

interessa progressivamente il parenchima vicino, i dotti

e le vie linfatiche circostanti

REGIONALE

coinvolgimento dei linfonodi ascellari e della catena

mammaria interna

A DISTANZA

polmone, scheletro, fegato, ossa, cervello, pleura ecc.

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Carcinomi della mammella: classificazione AJCC(American Joint Committee on Cancer)

Non invasiviDuttale in situLobulare in situ

InvasiviDuttale infiltranteLobulare infiltranteMidollareMucinosoPapillareTubulareIndifferenziatoSquamosoAdenoideo-cisticoSecretorioCribriformeInfiammatorioMalattia di Paget del capezzolo

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Carcinomi in situ della mammella

Origina dall’epitelio dei dottiNel 40% dei casi evolve in ca.infiltranteE’ pluricentrico

Presenza di microcalcificazioni.Spesso diagnosi casuale su materialeasportato per patologia benigna

L’ invasione dei linfonodi avviene nell’ 1% dei casi- Prognosi buona

Multicentrico nel 70% dei casi e bilaterale nel 30%

Spesso reperto casuale su materiale asportato perpatologia benigna o maligna.

In 1/3 dei casi evolve verso la forma invasiva

Carcinoma duttale in situ

Carcinoma lobulare in situ

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LobulareLobulare DuttaleDuttale

PresentazionePresentazione Reperto Reperto accidentaleaccidentale MicrocalcificazioniMicrocalcificazioni

PalpazionePalpazione NegativaNegativa A volte noduloA volte nodulo

Età alla diagnosiEtà alla diagnosi Soprattutto Soprattutto premenopausapremenopausa Ogni etàOgni età

SedeSede BilateraleBilaterale UnilateraleUnilaterale

Rischio successivo Rischio successivo ca.ca.

Aumentato Aumentato entrambe entrambe

le mammellele mammelle

Omolaterale Omolaterale maggioremaggiore

di controlateraledi controlaterale

(da G. Bonadonna)

Aspetti differenziali nei carcinomi in situ della mammella

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Carcinoma duttale infiltrante

Rappresenta il 70-80% delle forme di ca mammario

Macroscopicamente si presenta di colorito biancastroa margini irregolari e strie che si irradiano al

tessuto circostrante. Consistenza duro-lignea,stridente al taglio

Carcinoma lobulare infiltrante

Rappresenta l’ 8-15% dei ca mammari

Origina dalle cellule degli acini e dai piccoli dotti terminali

Nel 6% circa dei casi è associato al carcinoma duttale infiltrante

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Carcinoma midollare

5% dei carcinomi mammariNodulo circoscritto molle

di grosse dimensionipiù frequente ai quadranti superiori

Prognosi più favorevole

Carcinoma mucinoso (2%)

A lento accrescimento, puòraggiungere dimensioni voluminose

Compare in età più avanzata

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Carcinoma tubulare (1%)

Ben differenziato, scarsa tendenzaalla metastatizzazione, prognosi migliore

Carcinoma papillare infiltrante

Raro (< 2% dei casi), è l’ evoluzione della forma papillare non infiltrante

Più frequente in post menopausaprognosi abbastanza favorevole

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Distribuzione del carcinoma della mammella secondo la sede anatomica

45-46%14-15%

2-5% 7-10%

22-25%

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Carcinoma della mammella: vie di diffusione metastatica

Via linfatica

Linfonodi ascellari omolateraliLinfonodi sopraclaveariLinfonodi della catena mammaria interna

Via ematica

Scheletro PolmoneFegatoCervelloReneOvaioSurreneTratto gastroenterico

Linfonodi ascellari

I Livelloinferiormente al muscolo grande pettorale

II livellosuperiormente al piccolo pettorale

III livelloapice dell’ ascella

A fini prognostici il numero di linfonodi interessati è più importante del loro

livello topografico

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Carcinoma della mammella: manifestazioni cliniche

In oltre l’ 80% dei casi il sintomo iniziale è rappresentato da un nodulonon dolente scoperto dalla stessa paziente

Altri segniRetrazione del capezzoloRetrazione della cuteEdema cutaneoCute a buccia d’ aranciaSecrezione ematica dal capezzolo (non frequente)

In fase avanzataNoduli cutanei satellitiUlcerazione - Infezione

Caratteristiche del nodulo neoplasticoConsistenza aumentata o francamente duro - non dolente

margini scarsamente delimitabili - mobile o fisso ai tessuti sottostanti

Page 36: Malattie della mammella Fisiopatologia Aspetti semeiologici Clinica UNIVERSITA DEGLI STUDI DI BOLOGNA FACOLTA DI MEDICINA E CHIRURGIA CATTEDRA DI FISIOPATOLOGIA,

Malattia di Paget del capezzolo

Colpisce donne fra i 40 e i 60 anni

1-4% dei tumori della mammella

Lesioni eczematose del capezzolo conprurito, bruciore e sanguinamento.

La lesione è dovuta a carcinoma duttale in situ o a carcinoma duttale infiltrante

localizzato ne dotti escretori in prossimitàdel capezzolo, con successiva invasione

neoplastica della cute

Istologicamente presenza di cellule tumorali di Paget

a livello del capezzolo

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Mastite carcinomatosa

A rapida comparsa. si osserva frequentementein giovani donne con mammelle voluminose

durante la gravidanza e l’ allattamento

La mammella si presenta in toto aumentatadi volume, con edema, arrossamento,

congestione venosa e linfatica

Precoce diffusione ai linfonodi ascellarie sovraclaveari e metastasi a distanza

Prognosi particolarmente severa

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Carcinoma della mammella: indagini strumentali

Mammografia

Segni radiologiciOpacità a contorni sfumati e sfrangiatiArea di distorsione della normale struttura parenchimaleMicrocalcificazioni

La mammografia permette di riconoscere lesioni di dimensioni inferiori al centimetro

non rilevabili all’ esame clinico.Applicata sistematicamente nei programmi

di screening del cancro della mammellaconsente diagnosi precoci in pazienti asintomatiche.

Tuttavia vi sono tumori non riconoscibili all’ indagine mammografica

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Carcinoma della mammella: indagini strumentali

EcografiaComplementare alla mammografia, rispetto alla quale ha minore sensibilità ma maggiore specificità

Rappresenta una guida per le procedure interventistiche(agobiopsia – posizionamento di reperi in lesioni non palpabili)

Agoaspirato – BiopsiaL’ esame patologico del tessuto neoplastico può essere

effettuato mediante

agobiopsia percutanea

biopsia chirurgica (incisionale – escissionale)

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Il mammotome

Recentemente introdotto nella diagnostica senologica

il mammotome consente di eseguire prelievi bioptici mirati

sotto guida radiologica o ecografica, su lesioni clinicamente

non rilevabili, con un procedimento di tipo stereotassico.

Consente anche il posizionamento

di reperi per il successivo intervento

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I recettori ormonali nel cancro della mammella

Sul tessuto neoplastico possono essere ricercati i recettori ormonali per gli estrogeni ed il progesterone

La presenza di recettori può essere considerata un indice del grado di differenziamento cellulare

offrendo indicazioni per l’ ormonoterapia

La prognosi nei casi di ca. RE+ sembra essere migliore

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Carcinoma della mammella: stadiazione clinica

Classificazione secondo il T(umor)N(odes)M(etastasis)

T0= Non segni del tumore primitivoTis= Carcinoma in situT1= tumore < 2 cm di diametro senza interessamento della cute e dei piani profondi (fascia del grande pettorale)T2= tumore fra 2 e 5 cm T3= tumore superiore ai 5 cmT4= infiltrazione e ulcerazione cutanea e/o aderente ai piani profondiN0= linfonodi ascellari non palpabiliN1= linfonodi palpabili ma non aderentiN2= linfonodi palpabili e aderentiN3= linfonodi anche in altre sedi

M0= non presenza di metastasi visceraliM1= presenza di metastasi viscerali

La stadiazione del tumore secondo il TNM è

indispensabile per la valutazione terapeutica e prognostica.

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Carcinoma della mammella: stadiazione clinica

STADIOSTADIO TT NN MM

00 TisTis N0N0 M0M0

II T1T1 N0N0 M0M0

IIAIIA T0T0 N1N1 M0M0

T1T1 N1N1 M0M0

T2T2 N0N0 M0M0

IIBIIB T2T2 N1N1 M0M0

T3T3 N0N0 M0M0

IIIAIIIA T0T0 N2N2 M0M0

T1T1 N2N2 M0M0

T2T2 N2N2 M0M0

T3T3 N1 o N2N1 o N2 M0M0

IIIBIIIB T4T4 ogni Nogni N M0M0

ogni Togni T N3N3 M0M0

IVIV ogni Togni T ogni Nogni N M1M1

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Fattori prognostici negativi

Tumore > 3 cm

Sede centrale, QSI, QII

Invasione della cute o della parete toracica

Invasione di > 3 linfonodi

Infiltrazione capsula linfonodale

Carcinoma duttale o lobulare infiltrante

Invasione linfatica e/o venosa peritumorale

Rapida cinetica cellulare

Assente recettività ormonale

Aneuploidia

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Il trattamento della paziente con carcinoma della mammella

Terapia oncologica specificaad intento curativo

ChirurgiaChemioterapiaOrmonoterapiaRadioterapia

Terapia palliativain fase avanzata

Trattamento sintomaticoTrattamento del dolore

Migliore qualità della vita

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Carcinoma della mammella: interventi chirurgici

Tumorectomia + radioterapia

Quadrantectomia + svuotamento del cavo ascellare + radioterapia

Mastectomia sottocutanea

Mastectomie radicali modificate-sec. Patey (asportato il piccolo pettorale)-sec. Madden (risparmiati grande e piccolo pettorale)

Mastectomia radicale secondo Halsted

Interventi ricostruttivi post-mastectomia

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Carcinoma della mammella: terapie complementari

Radioterapia

Chemioterapia

Endocrinoterapia -sottrattiva

-additiva

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Prognosi del cancro della mammella

Quando la neoplasia è localizzata alla mammella in assenza di metastasi linfonodali la sopravvivenza a 10 anni raggiungere l’ 85-90%

In presenza di metastasi linfoghiandolari la sopravvivenza a 5 anni èintorno al 40% e scende al 25% a 10 anni

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Iter diagnostico

in presenza di

un nodulo della

mammella

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Ruolo dell’educazione alla salute nella diagnosi delle neoplasie della mammella

Nel 60% circa dei casi la scoperta

di un carcinoma mammario

viene fatta dalla paziente stessa.

L’ esecuzione periodica

dell’ autoesame del seno

deve essere

quindi raccomandata

I medici di medicina generale

e i medici specialisti

devono sentirsi impegnati

nel compito di formare le pazienti

a questa procedura

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Carcinoma della

mammella maschile

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Carcinoma della mammella maschile

Rappresenta l’ 1% di tutte le neoplasie mammarie

Fattori predisponentiAlterato metabolismo estrogenico - S. KlinefelterGinecomastia - Assunzione di estrogeni

Età media 58-64 anni Il rischio di ammalare aumenta con l’ età

Massa mammaria centrale, non dolente, fissa.Secrezione ematica dal capezzolo – Ulcerazione

Metastasi linfoghiandolari ascellari sono presenti nel 50-60% dei casi

TrattamentoMastectomia radicale + eventuale radioterapia e chemioterapia

PrognosiIn assenza di metastasi linfonodali a 5 anni sopravvivenza 80%In presenza di metastasi linfonodali a 5 anni sopravvivenza 28-30%