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N°68 ottobre 2016 Acqua REF Ricerche srl, Via Aurelio Saffi, 12, 20123 - Milano (www.refricerche.it) Il Laboratorio è un'iniziativa sostenuta da (in ordine di adesione): ACEA, Utilitalia-Utilitatis, SMAT, IREN, CO.MO.I. Group, Veolia, Acquedotto Pugliese, HERA, Metropolitana Milanese, CRIF Ratings, Cassa per Servizi Energetici e Ambientali, Cassa Depositi e Prestiti, Viveracqua, Roma- gna Acque, Water Alliance , CIIP. Si ringrazia Water Alliance - Acque di Lombardia per la collaborazione e la messa a disposizione di informazioni e documenti. Gruppo di lavoro: Donato Berardi, Francesca Casarico, Enzo Maria Tripodi e-mail: [email protected] Abstract La riduzione della frammentazione delle gestioni è obiettivo imprescindibile per l’esercizio di una missione industriale. Pur tuttavia, questo percorso ha marciato sino ad oggi a ritmi assai modesti. Alcune recenti esperienze testimoniano che anche le gestioni pubbliche stanno vivendo un rinnovamento, disegnando un nuovo paradigma industriale che si affianca alle migliori esperienze private, con l’ambizione di coniugare qualità del servizio, attenzione al sociale e sostenibilità ambientale con l’efficienza. The reduction of service providers fragmentation is an essential goal to operate with an industrial mission. Nevertheless, this path has proceeded so far at a slow pace. Some recent experiences witness that also public service providers are experiencing a renovation, drawing a new industrial paradigm which couples the best private experiences, with the ambition to combine service quality, social attention and environmental sustainability with efficiency. Le reti di impresa : la gestione dei servizi pubblici si rinnova Laboratorio SPL Collana Acqua

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REF Ricerche srl, Via Aurelio Saffi, 12, 20123 - Milano (www.refricerche.it)

Il Laboratorio è un'iniziativa sostenuta da (in ordine di adesione): ACEA, Utilitalia-Utilitatis, SMAT, IREN, CO.MO.I. Group, Veolia, Acquedotto Pugliese, HERA, Metropolitana Milanese, CRIF Ratings, Cassa per Servizi Energetici e Ambientali, Cassa Depositi e Prestiti, Viveracqua, Roma-gna Acque, Water Alliance , CIIP.

Si ringrazia Water Alliance - Acque di Lombardia per la collaborazione e la messa a disposizione di informazioni e documenti.

Gruppo di lavoro: Donato Berardi, Francesca Casarico, Enzo Maria Tripodi

e-mail: [email protected]

Abstract

La riduzione della frammentazione delle gestioni è obiettivo imprescindibile per l’esercizio di una missione industriale. Pur tuttavia, questo percorso ha marciato sino ad oggi a ritmi assai modesti. Alcune recenti esperienze testimoniano che anche le gestioni pubbliche stanno vivendo un rinnovamento, disegnando un nuovo paradigma industriale che si affianca alle migliori esperienze private, con l’ambizione di coniugare qualità del servizio, attenzione al sociale e sostenibilità ambientale con l’efficienza.

The reduction of service providers fragmentation is an essential goal to operate with an industrial mission. Nevertheless, this path has proceeded so far at a slow pace.Some recent experiences witness that also public service providers are experiencing a renovation, drawing a new industrial paradigm which couples the best private experiences, with the ambition to combine service quality, social attention and environmental sustainability with efficiency.

Le reti di impresa : la gestione dei servizi pubblici si rinnova

Laboratorio SPLCollana Acqua

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n. 67 - Acqua - Efficienza del capitale: investire di più e meglio, settembre 2016n. 66 - Acqua - Qualità tecnica: un percorso a due velocità, luglio 2016 n. 65 - Acqua - Dalla separazione contabile una spinta al consolidamento, luglio 2016n. 64 - Acqua - Danno ambientale: ai "rimedi" destianiamo solo il 5% dellatariffa, luglio 2016n. 63 - Acqua - L'efficienza nel settore idrico italiano: punti fermi e questioni aperte, giugno 2016n. 62 - Acqua - La gestione industriale del servizio idrico: scenari di crescita, maggio 2016n. 61 - Acqua - Investimenti nel SII: 2 miliardi di euro il "potenziale inespresso", maggio 2016n. 60 - Acqua - Il grossista industriale: da garante dell’approvvigionamento idrico a finanziatore delle opere, maggio 2016n. 59 - Acqua - Alla ricerca dell'efficienza, aprile 2016 n. 58 - Acqua - Qualità contrattuale rinforzata: arrivano standard minimi, rimborsi automatici, premi e penalità, marzo 2016

Tutti i contributi sono liberamente scaricabili, previa registrazione, dal sito REF Ricerche

Il Laboratorio Servizi Pubblici Locali è una iniziativa di analisi e discussione che intende riunire sele-zionati rappresentanti del mondo dell´impresa, delle istituzioni e della finanza al fine di rilanciare ildibattito sul futuro dei Servizi Pubblici Locali.Molteplici tensioni sono presenti nel panorama economico italiano, quali la crisi delle finanze pubbli-che nazionali e locali, la spinta comunitaria verso la concorrenza, la riduzione del potere d’acquistodelle famiglie, il rapporto tra amministratori e cittadini, la tutela dell’ambiente.Per esperienza, indipendenza e qualità nella ricerca economica REF Ricerche è il “luogo ideale” siaper condurre il dibattito sui Servizi Pubblici Locali su binari di “razionalità economica”, sia per porloin relazione con il più ampio quadro delle compatibilità e delle tendenze macroeconomiche del Paese. Donato BerardiDirettoree-mail: [email protected]

Editore: REF Ricerche srlVia Saffi 12 - 20123 Milanotel. 0287078150www.refricerche.it

ISSN 2531-3215

La missione

Gli ultimi contributi

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Le reti di impresa : la gestione dei servizi pubblici si rinnova

Acqua N°68

Acqua n. 68 - ottobre 2016 Pagina 3Le reti di impresa :

la gestione dei servizi pubblici si rinnova

Un rinnovamento per le gestioni pubblicheImmaginare di costituire reti di imprese del servizio idrico integrato appare una novità significativa.

Nel caso dei servizi pubblici locali, e segnatamente del servizio idrico integrato la riduzio-ne della frammentazione delle gestioni è obiettivo imprescindibile per l’esercizio di una missione industriale. Pur tuttavia, sebbene questo percorso sia stato ribadito e incentivato con provvedimenti che hanno previsto sgravi fiscali, percorsi preferenziali di natura tarif-faria e l’allungamento delle concessioni a beneficio delle gestioni che deliberano processi aggregativi, e nonostante l’obbligo di legge della gestione unica d’ambito, il riassetto del settore ha marciato sino ad oggi a ritmi assai modesti.

La gestione pubblica dell’acqua, caricata di significati simbolici che vanno oltre l’organiz-zazione del servizio, è assurta a bandiera della lotta al “profitto”, a contrappasso della pri-vatizzazione forzata, in una contrapposizione che ha fermato gli investimenti e accresciuto i ritardi.

Alcune recenti esperienze testimoniano che anche le gestioni pubbliche stanno vivendo un rinnovamento, disegnando un nuovo paradigma industriale che si affianca alle migliori esperienze private, con l’ambizione di coniugare qualità del servizio, attenzione al sociale e sostenibilità ambientale con l’efficienza.

E’ questo un cammino che va conosciuto e sostenuto, nella consapevolezza che dal con-fronto tra le diverse soluzioni del sapere fare industriale emergono stimoli al migliora-mento che vanno nell’interesse dei cittadini e del Paese.

Le reti d’impresa : sostegno all’innovazione e alla competitivitàIl contratto di rete è uno degli strumenti voluti dal legislatore, in coerenza con gli obiettivi dell’Unione europea, per sostenere le aggregazioni tra micro, piccole e medie imprese, nel riconoscimento del fatto che “per poter prosperare gli imprenditori e le PMI hanno biso-gno di una competenza specifica, su misura, che li aiuti a sviluppare i vantaggi competitivi e a beneficiare delle catene del valore globali e della gestione comune delle risorse umane. I cluster, le reti di aziende e altri tipi di associazioni di imprese possono costituire questo contesto favorevole”1.

1  Per una disamina dei principi che ispirano l’azione del legislatore comunitario si rimanda alla Comunicazione della Com-missione europea dal titolo uno “Small Business Act” per l’Europa, COM(2008) 394, del 25 giugno 2008 e alle sue successive modificazioni e integrazioni.

Reti d’imprese: novità significativa

Esperienze recenti rivelano un nuovo paradigma industriale pubblico

Contrapposizione pubblico-privato ha frenato investimenti e accresciuto ritardi

Crescita delle dimensioni imprescindibile ma prosegue a rilento

Contratto di rete: strumento funzionale alle aggregazioni tra micro, piccole e medie imprese

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Le reti di impresa : la gestione dei servizi pubblici si rinnova

Acqua N°68

Acqua n. 68 - ottobre 2016 Pagina 4 Le reti di impresa : la gestione dei servizi pubblici si rinnova

La rete, per il tramite del contratto di rete, rappresenta una via per superare alcune debo-lezze, connaturate alla dimensione delle imprese, e la volontà di sostanziare un rapporto stabile per valorizzare la conoscenza posseduta da ciascun singolo nodo.

Il contratto di rete è una figura giuridica attraverso la quale più imprenditori si impegnano tramite un accordo a collaborare al fine di accrescere, individualmente e collettivamente, la propria capacità innovativa e la propria competitività sul mercato. Una nuova modalità di aggregazione tra imprese che consente forme di collaborazione organizzata che si pro-traggono nel tempo per raggiungere uno scopo comune.

Dal 2009, con successivi e ripetuti interventi, il legislatore ha conferito allo strumento del contratto di rete una grande flessibilità permettendo ai retisti di “riempirlo” con un pro-gramma comune di rete basato sulle proprie necessità.

La legislazione non limita la creazione di reti e l’adesione delle imprese su base territoriale ne’ definisce i campi di azione a priori, lasciando così ampia discrezionalità nella loro costi-tuzione. La struttura aperta dei contratti di rete permette l’ingresso di nuovi soggetti nella rete e il principio di conservazione e salvaguardia della stabilità del contratto ne garantisce la continuità anche quando una delle parti del contratto venga meno (recesso), mantenen-dolo valido ed efficace per le restanti parti.

I contratti di rete consentono quindi di realizzare progetti e obiettivi condivisi, incremen-tando la capacità innovativa e la forza contrattuale e competitiva dei partecipanti, tramite la condivisione di imprenditorialità e relazioni, un maggiore accesso a investimenti e risor-se, preservando al contempo l’identità e l’autonomia delle singole imprese.

Per un approfondimento sui contratti di rete nella dottrina si rimanda all’Allegato.

Accordo stabile per accrescere capacità innovativa e competitività

Coniuga la realizzazione di progetti e obiettivi condivisi con identità e autonomia delle imprese

Via per superare le debolezze dimensionali

Grande flessibilità

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Le reti di impresa : la gestione dei servizi pubblici si rinnova

Acqua N°68

Acqua n. 68 - ottobre 2016 Pagina 5 Le reti di impresa : la gestione dei servizi pubblici si rinnova

Reti di impresa : quali opportunità per i servizi pubblici locali?La riflessione su quanto la rete di imprese sia adattabile al servizio idrico va affrontata lungo una serie di direttrici.

La prima è quella di interrogarsi se tale strumento è in grado di offrire risposte alle criticità presenti nel settore, quali la frammentazione, la ricerca dell’efficienza e delle economie di

Una riflessione sull’adattabilità delle reti al servizio idrico

RETI, CONSORZI E ALTRE FORME DI INTESA E COLLABORAZIONE

Esistono una pluralità di forme giuridiche finalizzate a sostanziare la collaborazione tra imprese: le associazioni temporanee di impresa (ATI), i consorzi, i distretti e, per l’appunto, i più recenti contratti di rete.

Quali sono le peculiarità di ciascuno strumento e in cosa si differenziano dal contratto di rete?

Rispetto ai consorzi, che sono caratterizzati dall’essere circoscritti ad un’oggetto sociale, che ne è l’attività tipica, il contratto di rete si basa su un programma, un impegno a realizzare determinati obiettivi. Nel consorzio, mediante l’organizzazione comune, si svolgono una o più fasi delle rispettive imprese, mentre nel contratto di rete l’organizzazione comune è fina-lizzata ad esercitare una o più attività rientranti nei rispettivi oggetti sociali delle aderenti, consentendo anche lo svolgimento di un’attività economica comune, anche nuova, diversa ed autonoma rispetto alle singole fasi delle rispettive imprese. L’attività svolta dal consorzio è strumentale all’attività dei consorziati, si tratta quindi di una funzione essenzialmente mu-tualistica, mentre nel contratto di rete, unitamente alle attività strumentali, possono essere esercitate anche attività strategiche, che guardano allo sviluppo delle imprese partecipanti.

Inoltre il consorzio comporta la costituzione di un soggetto giuridico ulteriore rispetto alle imprese consorziate. Alla luce del portato dei decreti delegati della recente riforma Madia in materia di società partecipate, la costituzione di un nuovo soggetto giuridico può confliggere con lo spirito di razionalizzazione delle norma ed è pertanto gravato da oneri amministrativi ulteriori. In questo senso il contratto di rete risulta più snello, non richiedendo necessaria-mente la creazione di alcun nuovo soggetto giuridico.

Nel caso dei distretti la differenza risiede nella presenza di una personalità giuridica nonché di un’organizzazione fortemente legata ad un territorio circoscritto. Al contrario, i contratti di rete prescindono da logiche di specializzazione e territoriali potendo coinvolgere imprese di territori non necessariamente contigui.

Rispetto ad una ATI, infine, la rete di imprese si configura come un’alleanza più strutturata, stabile e duratura nel tempo, la cui portata va ben oltre il fare squadra per riuscire ad aggiu-dicarsi contratti pubblici per lavori/servizi.

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Le reti di impresa : la gestione dei servizi pubblici si rinnova

Acqua N°68

Acqua n. 68 - ottobre 2016 Pagina 6 Le reti di impresa : la gestione dei servizi pubblici si rinnova

scala, la capacità finanziaria e lo snellimento dei tempi e delle procedure per la realizza-zione delle opere.

La seconda è chiedersi se il contratto di rete può produrre risultati più efficaci rispetto ad altre formule organizzative quali, ad esempio, il consorzio.

La terza è quella di chiedersi se l’esperienza di rete può effettivamente preludere ad una integrazione più stabile, stanti le difficoltà della governance di un settore molto complesso.

Se, come appare molto probabile, la rete di imprese strutturata sulla base di un contratto di rete è uno strumento profittevole – di cui, comunque, si possono valorizzare le intrin-seche doti di modularità nelle soluzioni realizzabili – occorre comunque compiere alcuni approfondimenti.

In una rete sono evidenti i “profili interni” legati alle interdipendenze tecniche e funzionali tra i soggetti coinvolti. In più la rete, dovendo sviluppare un “Programma di rete”, ha l’am-bizione di sviluppare un incremento di competitività tanto della rete nel suo complesso, quanto dei singoli partecipanti, questione che, con tutta evidenza, pone in essere una ne-cessità di “mediare” i comportamenti singolarmente opportunistici a beneficio delle eco-nomie di efficienza e di scala.

Una gestione “coordinata” di servizi idrici di operatori diversi, come si immagina, è molto diversa da quanto si può realizzare, per esempio, tra gestori dei servizi elettrici. L’acqua non è, contrariamente a quanto si crede, un bene “omogeneo” né la sua produzione e di-stribuzione è sottoposta a vincoli e soluzioni standardizzate. Quelle che sono delle evidenti criticità possono diventare, al contrario, le chiavi di volta di una “regolazione interna” di efficienza nelle attività da sviluppare, in tutto o in parte, con una formula di condivisione societaria.

Per conciliare questa esigenza di coordinamento e autonomia il legislatore italiano ha con-ferito al contratto di rete una grande flessibilità, permettendo a ciascun retista di portare nel Programma di rete le funzioni o attività che possono beneficiare di una azione congiun-ta: dal semplice scambio di informazioni, alla collaborazione in ambiti attinenti l’esercizio delle attività d’impresa, allo scambio di prestazioni, fino al più integrato esercizio di una o più attività in modo congiunto, al servizio delle imprese delle rete o di alcune di esse. Una figura giuridica che permette di usufruire di economie di scala e di specializzazione senza rinunciare all’identità ed indipendenza delle singole imprese.

Di una rete non possono, poi, non essere affrontati anche i “profili esterni”. Con questi, in termini evidentemente sintetici, si fa riferimento a quanto “accade” fuori dalla rete, ossia nel mercato di riferimento, senza dimenticare i rapporti con il “regolatore”.

Una gestione “coordinata” che può diventare “regolazione interna”

Dal semplice scambio di informazioni al più integrato esercizio di una o più attività congiuntamente

I “profili esterni” della rete

I “profili interni” della rete

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Le reti di impresa : la gestione dei servizi pubblici si rinnova

Acqua N°68

Acqua n. 68 - ottobre 2016 Pagina 7 Le reti di impresa : la gestione dei servizi pubblici si rinnova

Le questioni alle quali si è fatto cenno, richiedono, per un verso, forti componenti di “orga-nizzazione” (giuridica, contrattuale, contabile, etc.) e, per l’altro, una non meno importan-te “dotazione” di competenze tecnico-economiche, giacché la programmazione e l’analisi della gestione non può essere sviluppata senza tale strumentario. Quest’ultimo aspetto potrebbe essere rilevante in termini politico-istituzionali (che, quindi, superano le que-stioni di specifiche richieste).

Infine, non meno importante, è la condivisione (nel settore) e presso l’opinione pubblica dei benefici complessivi di questa nuova “configurazione”. Al momento non pare ci sia una percezione consapevole dei mutamenti in atto, mutamenti rispetto agli impegni assunti con tutti i portatori di interessi, con le altre imprese e, soprattutto, con i destinatari dei servizi.

Se ci si immagina che la rete sostanzi una “configurazione” efficace di gestione nel settore idrico, questa potrebbe essere oggetto di una azione di persuasione da parte del Governo o, comunque, da parte dell’Authority di settore, per incentivare (e sostenere) soluzioni di cui si possa “provare” l’efficienza. Si pensi alle potenzialità riferite, per tacer d’altro, all’at-trazione degli investimenti, alle economie di scala finanziarie.

Da ultimo, inoltre, anche rispetto al testo c.d. “Madia” sulla società partecipate dalle ammi-nistrazioni pubbliche potrebbero trarsi elementi che, insieme alla riduzione e “concentra-zione” delle gestioni, crei le condizioni per una condivisione di percorsi, garantendo quella autonomia e gradualità di cui i territori sentono il bisogno.

Reti sul campo : dalla advocacy alle sinergie operativeWater Alliance – Acque di Lombardia e Water Alliance – Sistema Piemonte, sono i primi esempi di rete di imprese del servizio idrico integrato. Nate come intese orientate alla va-lorizzazione dell’esperienza della gestione pubblica (advocacy), si sono rivelate veicolo di sinergie ed efficienze di natura operativa.

In queste esperienze la rete ha infatti rapidamente assunto una declinazione “gestionale”: con l’intensificarsi degli incontri tra i retisti è cresciuta la consapevolezza delle opportu-nità offerte dallo scambio delle esperienze e dalla messa a fattor comune delle migliori pratiche gestionali. Ciascun retista apporta alla rete il know-how specifico sui propri punti di forza, ed è messo in condizione di mutuare, attraverso la rete, gli esiti che emanano dai punti di forza di ciascuno degli altri retisti.

Nel caso lombardo, il conferimento di un mandato con rappresentanza al Portavoce assi-cura la riconoscibilità esterna della rete come un unicum, salvaguardando l’autonomia dei retisti, cui rimane comunque demandata ogni decisione di aderire o meno alle singole ini-ziative, assecondandone le esigenze e le opportunità. Una forma giuridica che non implica una “fusione” tra i retisti, non escludendo tuttavia la possibilità di giungere alla creazione

Primi esempi di reti idriche: le Water Alliances

Dall’advocacy all’orientamento “gestionale” con condivisione delle best practice

Mandato con rappresentanza nel caso lombardo e personalità giuridica autonoma per i piemontesi

Necessaria una forte organizzazione e un’importante dotazione di competenze tecnico-economiche

Comunicare i benefici per accrescere la consapevolezza di questo strumento

Consapevolezza che può attivare incentivi da parte di Governo e Authority di settore

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Le reti di impresa : la gestione dei servizi pubblici si rinnova

Acqua N°68

Acqua n. 68 - ottobre 2016 Pagina 8 Le reti di impresa : la gestione dei servizi pubblici si rinnova

Le iniziative intraprese da Water Alliance - Acque di Lombardia

ICT Albo unico fornitori

Riduzione dei tempi delle procedure e di realizzazione delle opere

Gare congiunte CodatorialitàPer l’esercizio di attività congiunte

Fonte: elaborazioni Laboratorio REF Ricerche

Banca dati dei cantieri, del patrimonio in dotazione e del suo stato accessibile da tutti

Risparmi negli acquisti e forniture

Le iniziative intraprese

Fondo patrimoniale comune

di una soggetto dotato di personalità giuridica autonoma, così come per il caso della rete piemontese.

Nel caso lombardo la costituzione di un fondo patrimoniale comune consente alla rete di avviare una operatività che ha anche una valenza esterna, e aggiuntiva rispetto al perime-tro dei retisti.

Nel caso dell’alleanza lombarda, le iniziative sin qui avviate riguardano ambiti quali:

• i meccanismi di qualificazione e di rotazione delle aziende con l’adozione di un unico albo fornitori: benefici sono attesi in termini di riduzione dei tempi delle procedure di appalto e di entrata in funzione delle opere;• le infrastrutture tecnologiche (ICT): una banca dati (WEBGIS), accessibile da parte di tutti i professionisti, consente la mappatura in tempo reale dei lavori in corso e dei can- tieri aperti, la consistenza del patrimonio in dotazione e il suo stato; • la forza lavoro: la codatorialità del personale consente di superare i limiti per interventi esterni al perimetro amministrativo delle gestioni, per l’esercizio di attività congiunte; • acquisti e le forniture: gare congiunte per l’approvvigionamento consentono di conse- guire risparmi (i.e. attraverso gare congiunte per l’acquisto di energia, fanghi, eccetera).

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Le reti di impresa : la gestione dei servizi pubblici si rinnova

Acqua N°68

Acqua n. 68 - ottobre 2016 Pagina 9 Le reti di impresa : la gestione dei servizi pubblici si rinnova

CONDIVISIONE, RETI D'IMPRESA E RAPPORTI DI LAVORO: LA CODATORIALITA'

Il contratto di rete è la risposta giuridica al cambiamento del modo di produzione che va sotto il nome di sharing economy, fondato sulla condivisione, sul networking e sull’uso del-la tecnologia. Un cambiamento organizzativo e industriale che sta rivoluzionando i servizi, dunque anche quelli pubblici e locali.

La realizzazione delle attività congiunte previste dal programma di rete comporta che i lavo-ratori si trovino a confrontarsi con una utilizzazione condivisa della prestazione da parte di più imprese, e con una direzione congiunta.

Si configura in questi casi la necessità di una condivisione della prestazione del lavoratore tra un’impresa e un’altra, che va nella direzione di incentivare la cooperazione tra imprese, anche favorendone lo scambio delle professionalità presenti.

Dal punto di vista dei rapporti di lavoro gli istituti giuridici che consentono di accompagnare questo cambiamento sono due: il distacco e la codatorialià, che peraltro pur rispondendo ad una esigenza simile dal punto di vista dell’impresa, presentano caratteristiche assai diverse.

Il d.l. n. 76/2013 (convertito in legge n. 99/2013) ha apportato significative modifiche all'i-stituto del distacco del lavoratore, disciplinando lo stesso con riferimento ai contratti di rete tra imprese ed al principio della codatorialità. Il distacco è quell’’istituto, disciplinato per la prima volta con l’art. 30 del d.lgs. n. 276/2003 (c.d. “Legge Biagi”), in virtù del quale un datore di lavoro, al fine di soddisfare un proprio interesse, pone temporaneamente uno o più lavoratori a disposizione di un altro soggetto, per l’esecuzione di una determinata attività lavorativa. I requisiti di legittimità del distacco, come risultanti da numerose pronunce della giurisprudenza, sono nell’esistenza di uno specifico interesse del datore di lavoro distaccante (sussistente per tutta la durata del distacco), nella temporaneità del distacco (ovverosia nella non definitività del medesimo) e nella esecuzione di una determinata attività lavorativa da parte del lavoratore distaccato.

L’art. 7, comma 2, lett. 0a) del d.l. n. 76/2013, ha inserito nell’art. 30 del citato D.Lgs. n. 276/2003, un comma 4-ter che recita: “Qualora il distacco di personale avvenga tra azien-de che abbiano sottoscritto un contratto di rete di impresa che abbia validità ai sensi del decreto-legge 10 febbraio 2009, n. 5, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 aprile 2009, n. 33, l'interesse della parte distaccante sorge automaticamente in forza dell'operare della rete, fatte salve le norme in materia di mobilità dei lavoratori previste dall'articolo 2103 del codice civile. Inoltre per le stesse imprese è ammessa la codatorialità dei dipendenti ingag-giati con regole stabilite attraverso il contratto di rete stesso”.

La disposizione prevede quindi due fattispecie.

La prima fattispecie è quella della possibilità di distacco di lavoratori tra imprese legate tra loro da un contratto di rete, in cui l’interesse della parte distaccante è stabilito dalla norma stessa: “l'interesse della parte distaccante sorge automaticamente in forza dell'operare della rete”. Tale distacco, di cui è presunto l’interesse nel caso di reti di impresa, soggiace comun-

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Le reti di impresa : la gestione dei servizi pubblici si rinnova

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Acqua n. 68 - ottobre 2016 Pagina 10 Le reti di impresa : la gestione dei servizi pubblici si rinnova

que ai limiti fissati dall’art. 2103 c.c. Tale norma prevede che un dipendente non possa essere trasferito da un’unità produttiva ad un’altra se non in presenza di comprovate esigenze di natura tecnica, organizzativa e produttiva. Ciò significa che, anche nel caso di contratto di rete, se l’interesse del distaccante è presunto nondimeno occorre verificare la presenza delle “comprovate esigenze” che rendono necessario il distacco del lavoratore. Questione, rispetto alla quale, l’ambito tecnico delle attività di gestione dei servizi idrici integrati, comprova la sussistenza di dette esigenze.

La seconda fattispecie è quella della codatorialità, situazione che si verifica allorquando il rapporto di lavoro intercorra tra un lavoratore e più datori di lavoro, contitolari del medesi-mo rapporto. La codatorialità, nel contratto di rete, è ammessa se questa sia una previsione esplicitamente prevista dal contratto. Si tratta di una trasformazione del rapporto di lavoro dipendente tradizionale, in cui il beneficiario della prestazione del lavoratore non è più il datore di lavoro iniziale quanto piuttosto una pluralità di datori di lavoro, i retisti.

L’istituto della codatorialità è funzionale ad accrescere la capacità di innovare e di competere delle imprese attraverso diverse direttrici, la formazione dei dipendenti interna alla rete, la maggiore efficienza ed elasticità nella divisione del lavoro, la possibilità di condivisione dei costi tra le imprese codatrici. Vista da questa prospettiva la codatorialità sostanzia lo spirito della rete, perché presuppone il lavorare insieme perseguendo un obiettivo comune. L’istituto consente una grande flessibilità giacché i contenuti del rapporto di lavoro sono costruiti sulle esigenze del programma di rete, superando i limiti del confine amministrativo: un quadro giuridico dal perimetro “atipico” per affrontare le sfide del cambiamento e dell’agility orga-nizzativa.

La differenza sostanziale tra l'istituto della codatorialità e quello del distacco va individuato con riferimento alla titolarità del rapporto di lavoro: mentre nel caso del distacco il rapporto rimane in capo al distaccante, nella codatorialità la peculiarità è proprio quella della titola-rità congiunta del rapporto di lavoro tra i più datori di lavoro, secondo la disciplina concreta del rapporto quale indicata dalle parti nel contratto di rete. Si tratta di una novità posto che la giurisprudenza aveva sempre negato la possibilità che, di fronte ad una identica pretesa lavorativa, potessero esserci, contestualmente, due diversi datori di lavoro.

Il contratto di rete è dunque chiamato a individuare le modalità di esercizio del ruolo di dire-zione, che può essere esercitato da uno dei retisti, ovvero in relazione alle mansioni esercitate da più retisti, secondo criteri codificati. Allorquando non origina da un distacco, la codatoria-lità può anche configurarsi come contratto di lavoro autonomo, collegato al contratto di rete, ovvero come rapporto di lavoro condiviso tra più soggetti.

La rilevanza di questa possibilità ulteriore per le reti di impresa è evidente. Il contratto di rete non serve ora solo per una aggregazione delle imprese (come soggetti collettivi) ma anche come elemento di aggregazione e di regolazione delle attività lavorative dei loro dipendenti. Le reti che si avvalgono di questa possibilità-potenzialità, ritengono che l’innalzamento della capacità competitiva, oltre che per una maggiore efficienza produttiva ed organizzativa del processi, passi anche dalla valorizzazione del capitale costituito dalle risorse umane.

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Le reti di impresa : la gestione dei servizi pubblici si rinnova

Acqua N°68

Acqua n. 68 - ottobre 2016 Pagina 11 Le reti di impresa : la gestione dei servizi pubblici si rinnova

Tra i benefici che possono essere raggiunti nell’ambito delle economie di specializzazio-ne, tramite nodi qualificati della rete che svolgono compiti a beneficio di tutti i retisti o di alcuni retisti, vi sono i risultati conseguibili nell’analisi delle acque in laboratori specializ-zati, coerentemente con la vocazione e le professionalità presenti nei territori, nei centri di ricerca e negli uffici di progettazione congiunta, nella partecipazione a bandi per finan-ziamenti comunitari e nazionali (i.e. es. i programmi Life+ e Horizon2020), e nel coordina-mento delle relazioni con il regolatore nazionale.

In un orizzonte più ampio i contratti di rete potranno risultare utili anche per trovare spazi di comune azione a livello di bacino e distretto al riguardo delle iniziative per la lotta al dissesto idrogeologico e ai cambiamenti climatici, al controllo del territorio e dell’inquina-mento, all’innovazione tecnologica per migliorare la qualità della vita dei cittadini (smart cities), alla valorizzazione della risorsa idrica, in termini di salubrità, sicurezza, attenzione all’ambiente.

La rete può essere altresì strumento per il rafforzamento della partecipazione attiva di tut-ti i portatori di interesse alle scelte della programmazione, alla ricognizione dei fabbisogni, e per l’ascolto dei consumatori/utenti, per la misurazione della “willingness to pay”, per miglioramenti nella qualità del servizio, per la conciliazione delle controversie.

La rete nell’orizzonte più ampio del bacino o distretto

Uno strumento per il rafforzamento della partecipazione attiva

Le economie di specializzazione

Laboratori Progettazionespecializzati congiunta

Partecipazione bandi finanziamenti Ufficio unicoeuropei e italiani rapporti con

regolatori

Fonte: elaborazioni Laboratorio REF Ricerche

Le economie di specializzazione raggiungibili

GLI ESITI PER LA GARA PER LA FORNITURA DI ENERGIA ELETTRICA

Il potenziale delle economie conseguibili è ben testimoniato dall’esito della procedura ad evidenza pubblica bandita congiuntamente dai retisti dell’alleanza lombarda, per l’approv-vigionamento di energia elettrica ottenuta al 100% da fonti rinnovabili.

La gara bandita per sei delle otto aziende aderenti alle rete (Gruppo CAP, Brianzacque, Uniacque, Lario Reti Holding, Padania Acque, Secam) ha avuto ad oggetto l’acquisto di 425 GWh di energia nel mese di giugno u.s., ed è stata aggiudicata con uno sconto del 13% rispet-to alla base d’asta: un risparmio di due milioni e mezzo di euro rispetto ai costi preventivati e l’abbattimento delle emissioni in atmosfera di anidride carbonica per 132 milioni di chili all’anno.

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Le reti di impresa : la gestione dei servizi pubblici si rinnova

Acqua N°68

Acqua n. 68 - ottobre 2016 Pagina 12 Le reti di impresa : la gestione dei servizi pubblici si rinnova

Misurare (con giudizio) e comunicare (bene) i risultati raggiuntiIn questo percorso che si avvia è fondamentale misurare i benefici raggiunti dalla rete e dai suoi singoli nodi, razionalizzare le leve che hanno consentito di raggiungere gli obiettivi, come momento di consapevolezza dei singoli retisti e del loro collettivo, oltre che delle comunità servite.

Si tratta in questo senso di misurare l’efficienza complessiva della rete (di rafforzare il suo posizionamento esterno, mettendo da parte i confronti interni e le “graduatorie” non necessarie al conseguimento del Programma di rete) e di comunicare le sinergie attivate, i risparmi conseguiti, i miglioramenti del servizio e quelli assai meno tangibili che discendo-no dalla riduzione dei tempi delle procedure, dall’aumento del volume degli investimenti “scaricati”, dalla riconoscibilità di un modello organizzativo e del suo ruolo nei territori.

Ricadono in questi ambiti la misurazione delle ricadute economiche, sociali e ambientali dell’operatività delle imprese del servizio idrico nei territori e degli investimenti da queste ultime promossi. Gli investimenti nelle infrastrutture idriche, difatti, per la loro capilla-rità e territorialità, per la capacità di attivare imprese di micro e piccole dimensioni, per l’elevato contenuto di manodopera e sapere professionale, rappresentano un innesco ad elevato potenziale di sviluppo per le economie locali, in grado di sostenere occupazione e redditi. Parimenti meritevoli di misurazione e comunicazione sono il sostegno offerto alle utenze disagiate e lo sforzo nel miglioramento dell’ambiente che i retisti perseguono.

Uno sguardo alle esperienze nazionali dei distretti e a quelle internazionali di collabora-zione tra le aziende dei servizi può certamente rappresentare un ingrediente in grado di offrire visione e contenuti al disegno dei retisti. Del resto, con una semplificazione scusa-bile, le reti formalizzate con contratti di rete appaiono la versione “dinamica” di quello che, con alterni successi, si è potuto realizzare con la parte “statica” (i distretti) dei quali, per il settore idrico, si possono acquisire le risultanze metodologiche ed economiche proprio quando il “bacino idrografico” è, per così dire, un distretto per sua definizione naturale.

La disciplina del contratto di rete è una materia relativamente recente, le cui potenzialità per il settore dei servizi pubblici locali sono ancora tutte da scrivere.

Quest’ultimo appare l’obiettivo più rilevante ed ambizioso. E non pare dubbio che non si possa perdere l’occasione.

Esperienze nazionali e internazionali di collaborazione tra aziende come fonte di confronto per migliorare i contenuti delle reti

Uno strumento recente le cui potenzialità sono ancora da scoprire

Misurazione dei benefici raggiunti come momento di consapevolezza

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Allegato - I contratti di rete in breve l costo ambientale e della risorsa nella Direttiva 2000/60/CE

I contratti di rete costituiscono un insieme di fattispecie contrattuali previste dal nostro legislatore per fa-vorire la crescita dimensionale delle imprese (senza la costruzione di una struttura societaria caratterizzata dalla rigidità codicistica) e, al contempo, determinare un aumento individuale e collettivo della competitività degli imprenditori coinvolti.

Al momento in cui scriviamo, secondo i dati desunti dal Registro delle imprese, al 3 settembre 2016 si con-tano 3056 contratti di rete (di cui 438 con soggettività giuridica), sottoscritti da 15.443 imprese (http://contrattidirete.registroimprese.it/reti/), segno di un lento ma progressivo apprezzamento della normativa, seppur riguarda ancora un numero ancora troppo esiguo delle micro e piccole imprese che costituisco il sub-strato economico del nostro paese.

Dalla attuale definizione normativa – che non serve qui richiamare – emerge, con chiarezza, non solo la pos-sibilità di utilizzare lo schema del contratto di rete in molteplici settori ma anche la possibilità di costruire differenti tipologie di rete, ove l’intensità qualitativa e quantitativa della collaborazione cresce di pari passo con l’ambizione degli obiettivi che si intendono conseguire e della struttura che si mette in opera per il loro consolidamento e sviluppo.

Si avranno così:

a) reti c.d. leggere, incentrate essenzialmente sullo scambio di informazioni e/o prestazioni;

b) reti ad aggregazione intermedia aventi ad oggetto vere e proprie forme di collaborazione;

c) reti c.d. pesanti, che presentano un elevato livello di coesione, necessario all’esercizio in comune di una attività.

La gerarchia delle attività dei contratti di rete è la seguente:

a) collaborazione “in forme e in ambiti predeterminati attinenti all’esercizio delle proprie imprese”;

b) scambio di informazioni “di natura industriale, commerciale, tecnica o tecnologica”;

c) scambio di prestazioni “di natura industriale, commerciale, tecnica o tecnologica”;

d) esercizio in comune “di una o più attività rientranti nell’oggetto della propria impresa”;

e) istituzione di “un fondo patrimoniale comune e la nomina di un organo comune incaricato di gestire, in nome e per conto dei partecipanti”;

f) una o più (anche tutte) le attività di cui alle precedenti lett. da a) a d);

g) quanto previsto alle precedenti lett. f) ed e).

I contratti di rete, oltre che rispetto ai “contenuti”, possono dar luogo a diverse configurazioni con riferimento ai rapporti tra i contraenti.

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Si avranno, allora, in termini meramente esemplificativi:

a) reti orizzontali (o condivise), nelle quali – almeno in termini astratti – i partecipanti hanno “pari dignità” e, quindi, condividono un disegno organizzativo e gestionale paritario. Tra queste possiamo menzionare, per es.:

- le reti di approvvigionamento (co-purchase);

- le reti di innovazione, sia di prodotto/servizio sia di processo (co-Research&Development);

- le reti di produzione (co-production);

- le reti per l'acquisizione e/o l'erogazione di beni e servizi strumentali comuni;

- le reti di marketing e commercializzazione (co-marketing);

b) reti verticali (o gerarchiche), nelle quali, oltre a differenze marcate di leadership, i partecipanti sono collo-cati a diversi livelli con riferimento, per es., alle fasi operative del programma “di rete” (per es. fornendo ser-vizi, come quelli logistici), oppure si situano a fasi diverse del circuito distributivo (la fattispecie tipica consta nell’organizzazione di una filiera);

c) reti “miste”, in cui convivono livelli gestionali e di “posizione” dei partecipanti alla rete che appartengono alle due precedenti tipologie.

Un’altra classificazione fa riferimento ai “contenuti” e, quindi, al più o meno marcato livello del rapporto tra le parti. Si parla, allora, di reti di coordinamento, reti di scambio e reti di tipo associativo.

1. Rete di coordinamento: si configura come un semplice accordo di collaborazione mediante il quale le im-prese aderenti possono operare in modo disgiunto seguendo però criteri prestabiliti. Un esempio è il caso in cui più imprese raggiungono un accordo per la partecipazione congiunta (conseguendo la disponibilità di un unico stand) a fiere nazionali e internazionali in cui i costi economici e gli sforzi organizzativi sono troppo elevati per una singola MPMI.

2. Rete di scambio: si caratterizza per lo scambio di informazioni o prestazioni reciproche. Un esempio di questo caso, spesso presente nella pratica, è rappresentato dalle imprese che hanno già dei rapporti informali da tempo e vogliono aumentare il grado di sicurezza e stabilità di tale rapporto formalizzandolo contrattual-mente.

Questi due modelli rientrano nella tipologia delle cosiddette “reti burocratiche”. Sono caratterizzati da forme leggere di collaborazione tra imprenditori, che potrebbero anche non prevedere la costituzione di un fondo patrimoniale e organo comune, quando lo scopo-mezzo è riferito ad attività non complesse.

3. Rete associativa: si caratterizza per lo svolgimento di una o più attività in comune. Questo modello è sicu-ramente più impegnativo dei precedenti, perché “deve” prevedere la costituzione di un fondo comune per finanziare le attività da svolgere, un organo comune per gestire la parte organizzativa e la rappresentanza della rete per instaurare dei rapporti con i terzi. Esso rappresenta lo schema organizzativo dotato di mag-giori potenzialità operative, addirittura concorrenziale rispetto alle figure del consorzio (anche con attività

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Acqua n. 68 - ottobre 2016 Pagina 15 Le reti di impresa : la gestione dei servizi pubblici si rinnova

esterna) e alle altre forme di aggregazione di imprese, posto che lo scopo di lucro, caratteristico delle società (art. 2247 c.c.), e quello consortile (2602 c.c.) non siano incompatibili con lo scopo-fine di incrementare la competitività delle imprese, di cui anzi costituiscono una peculiare manifestazione.

Nella rete associativa la rappresentanza esterna assume una rilevante importanza, perché funge da autonomo centro di diritti e obblighi, ponendosi con i terzi come una nuova figura unitaria e può presentarsi sul mercato attraverso l’unione della forza competitiva dei due o più marchi appartenenti alle imprese della rete. Questa configurazione di rete, quindi, non è una mera aggregazione di più imprenditori, ma una struttura autonoma a sé stante, adatta per le imprese che desiderano realizzare una forma di integrazione delle attività, creando una collaborazione più duratura e complessa.

Il contratto di rete, come tale, non prevede l’acquisizione della soggettività giuridica autonoma (sebbene sia comunque un “soggetto”) che può essere acquistata, sia originariamente, che in un momento successivo, ri-correndone le condizioni di legge.

Conseguentemente si distinguono usualmente:

a) le reti-contratto;

b) le reti-soggetto.

La rete-contratto – che è l’ipotesi “tipica” (ammesso che si possa parlare di “tipicità” nei contratti di rete) – si configura in virtù del legame che si crea tra le imprese retiste. La rete, quindi, come tale, non ha una autono-ma personalità giuridica, situazione dalla quale si traggono, quali conseguenze, che gli atti posti in essere in esecuzione del programma di rete producono i loro effetti direttamente nelle sfere giuridico-soggettive dei partecipanti alla rete. Il fondo comune, se esistente, costituisce un complesso di beni e diritti destinato alla realizzazione del programma di rete.

Nella rete-contratto la titolarità di beni, diritti, obblighi ed atti è riferibile, pro-quota, alle singole imprese partecipanti. La titolarità delle situazioni giuridiche rimane individuale dei singoli partecipanti, sebbene l’or-gano comune possa esercitare una rappresentanza unitaria nei confronti dei terzi (riconducibile alla figura del mandato con rappresentanza).

Da quanto abbiamo detto, quindi, possono realizzarsi:

a) reti-contratto senza fondo patrimoniale ed organo comune;

b) reti contratto senza fondo patrimoniale ma con organo comune;

c) reti-contratto con fondo patrimoniale ed organo comune.

La rete-soggetto è invece un “nuovo” soggetto che si distingue dai partecipanti essendo divenuto un autonomo centro di imputazione di interessi e rapporti giuridici. La stessa diventa anche un autonomo soggetto passivo di imposta con tutti i conseguenti obblighi tributari previsti ex lege in materia di imposte dirette ed indirette. Nasce – non senza profili problematici – quando le parti, avendo dotato la rete di un fondo patrimoniale (e di un organo comune), scelgono di “iscrivere” il contratto presso la sezione ordinaria del Registro delle imprese, nella circoscrizione territoriale in cui è la sede della rete.

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Acqua n. 68 - ottobre 2016 Pagina 16 Le reti di impresa : la gestione dei servizi pubblici si rinnova

Possono poi aggiungersi anche altre tipologie di soggetti “collegati” alle reti (rendendole, quindi, reti “com-plesse”). Una ipotesi è quella dell’organo di gestione o del manager di rete svolto da terzi soggetti in forma societaria, oppure una società (retista o meno) incaricata delle verifiche circa l’attuazione del programma di rete, etc.

Nello stesso senso possono annoverarsi quelle reti che, contrattualmente (o con altre forme convenzionali), stipulano accordi di collaborazione con altre reti, ovvero con soggetti che non possono giuridicamente farne parte: associazioni, fondazioni, onlus, università, centri di ricerca, etc.

Infine, nell’ambito di una prevalente configurazione come reti di tipo orizzontale, la ricognizione sugli “og-getti” dei contratti di rete attualmente attivi evidenzia i seguenti:

- Gestione di servizi integrati di rete;

- Innovazione e competitività;

- Progettazione anche a sfondo industriale;

- Internazionalizzazione e proiezione sui mercati esteri;

- Commercializzazione e logistica;

- Collaborazione su progetti in comune;

- Sviluppo tecnologico e applicazioni web;

- Promozione e marketing;

- Energia e ambiente;

- Qualità delle produzioni;

- Agroalimentare e filiera turistica;

- Politiche di filiera;

- R&S e brevetti;

- Sostenibilità;

- Progetti di automazione;

- Applicazioni biomedicali e farmaceutiche;

- Altre motivazioni