l’apertura di una economia ha 3...
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Lezione 19(BAG cap. 6.1 e 6.3 e 18.1-18.4)
Il mercato dei beni in economia aperta: moltiplicatore politica fiscale e deprezzamento
Corso di MacroeconomiaProf. Guido Ascari, Università di Pavia
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Economia aperta
L’apertura di una economia ha 3 dimensioni
mercati dei benimercati delle attività finanziariemercati dei fattori
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Il mercato dei beni
I consumatori possono scegliere tra beni nazionali e beni esteri
Restrizioni alle importazioni:- dazi: tasse sui beni importati- quote: restrizioni sulla quantità di beni che
possono essere importati
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I mercati finanziari
Gli investitori possono scegliere tra attività finanziarie estere o nazionali.
I mercati finanziari sono caratterizzati da una maggiore integrazione, a seguito della riduzione delle restrizioni alla detenzione di attività finanziarie estere.
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Il mercato dei fattori
Le imprese possono scegliere dove localizzare le proprie attività produttive. I lavoratori possono decidere in quale paese lavorare.
Richiamiamo alcuni concetti già incontrati nei capitoli del Boitani
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Esportazioni e importazioni
saldo commerciale=
esportazioni - importazioni
disavanzo commerciale=
esportazioni < importazioni
avanzo commerciale=
esportazioni > importazioni
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Grado di apertura di un’economia
Misure del grado di apertura di un’economia:
volume degli scambi (= rapporto fra la media di esportazioni ed importazioni sul PIL)
proporzione di beni commerciabili in un’economia (= beni che competono con i beni esteri sia sul mercato interno sia sui mercati esteri)
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Un confronto internazionale
Rapporto esportazioni/Pil (%)
Stati Uniti e Giappone presentano i valori più bassi (12%, 18%)
Paesi Bassi e Belgio mostrano i valori più elevati (75%, 89%)
Fattori principali che determinano il grado di apertura: geografia (isolamento) e dimensione dell’economia (Islanda = 44%)
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È possibile che le esportazioni eccedano il PIL?
Esempio => Si consideri un paese che importa beni intermedi per 1 miliardo di dollari. Supponiamo che essi vengano trasformati in beni finali con l’uso di solo lavoro. Se i salari ammontano a 200 milioni di dollari e i profitti sono nulli, il valore dei beni finali sarà di 1.200 milioni di dollari. Assumiamo che siano esportati beni finali per un valore di 1 miliardo di dollari e che il resto sia consumato dai residenti.Esportazioni = importazioni = 1 miliardoPIL = 200 milioniEconomie di piccole dimensioni organizzate attorno a porti commerciali o ad attività di import-export o con attività manifatturiera dominante Singapore nel 2007: esportazioni/PIL = 229%
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Tassi di cambio nominali
Due misure:prezzo della moneta estera in termini della
moneta nazionaleprezzo della moneta nazionale in termini di
moneta estera
La definizione che adotteremo è di tasso di cambio nominale come prezzo della moneta nazionale in termini della moneta estera
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Apprezzamento: variazione positiva del tasso di cambio. Aumento del tasso di cambio, ossia aumento del prezzo della moneta nazionale in termini di moneta estera
Deprezzamento: variazione negativa del tasso di cambio. Diminuzione del tasso di cambio, ossia diminuzione del prezzo della moneta nazionale in termini di moneta estera
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In un regime di cambi fissi, due o più paesi mantengono un tasso di cambio fisso tra le loro valute.
Regime di cambi fissi
In un sistema di cambi fissi, le diminuzioni dei tassi di cambio sono dette svalutazioni; gli aumenti del tasso di cambio sono dette rivalutazioni.
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Tasso di cambio nominale e tasso di cambio reale
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Il tasso di cambio reale:ε=PE/P*
Il tasso di cambio reale è un numero indice: la sua costruzione avviene per mezzo dei deflatori del Pil. Il suo livello non ha quindi valore informativo. Le variazioni, e non il livello del tasso di cambio reale, mostrano invece le tendenze al deprezzamento o apprezzamento.
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Apprezzamento reale: variazioni positive del tasso di cambio reale
Deprezzamento reale: variazioni negativedel tasso di cambio reale
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Tasso di cambio bilateralee tasso di cambio multilaterale
Tasso di cambio reale multilaterale: prezzo medio dei beni di una nazione rispetto a quello di tutti i suoi partner commerciali.Per misurare il tasso di cambio reale multilaterale è necessario usare come pesi le quote dei flussi commerciali di questa nazione con gli altri paesi
dalle quote delle esportazioni si calcola il tasso di cambio all’esportazione
dalle quote delle importazioni si calcola il tasso di cambio all’importazione
dalla media delle quote di esportazioni e importazioni si calcola il tasso di cambio multilaterale o effettivo (o semplicemente tasso di cambio reale)
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Bilancia commerciale e indicatore di competitivitàItalia: 1980‐2008
‐10000
‐8000
‐6000
‐4000
‐2000
0
2000
4000
6000
8000
10000
12000
14000
1980Q01
1981Q02
1982Q03
1983Q04
1985Q01
1986Q02
1987Q03
1988Q04
1990Q01
1991Q02
1992Q03
1993Q04
1995Q01
1996Q02
1997Q03
1998Q04
2000Q01
2001Q02
2002Q03
2003Q04
2005Q01
2006Q02
2007Q03
2008Q04
85
90
95
100
105
110
115
120
125
bilancia commerciale (milioni di Euro), Fonte : Eurostat
indicatore di competitività (scala inversa); Fonte : Banca d'Italiaby Alessandra Pizzo
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La curva IS in economia aperta
Distinguiamo fra :
Domanda di beni nazionali
Domanda nazionale o domanda interna
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La curva IS in economia aperta
Domanda di beni nazionali:
+ domanda nazionale di beni (C+I+G)- importazioni (domanda nazionale di beni esteri) + esportazioni (domanda estera di beni nazionali)= domanda di beni nazionali
( )XIMGICZ +−++≡ ε/
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Determinanti di C, I, GIl consumo dipende dal reddito disponibileL’investimento dipende dal livello di reddito e dal tasso di interesse realeLa spesa pubblica è una variabile esogena
Il valore delle importazioni è espresso in termini di prezzi dei beni nazionali, per questo motivo la quantità di importazioni è divisa per il tasso di cambio reale
N.B. Torniamo al modello IS-LM base: 1) breve periodo = prezzi fissi; 2) senza analisi ruolo delle aspettative
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LA DOMANDA NAZIONALE (O INTERNA)La domanda nazionale è data da :
Il tasso di cambio reale influenza certamente la composizione della spesa per consumi tra beni nazionali e beni esteri, ma non c’è alcuna ragione perché esso debba influenzare il livello.
( ) ( , )C I G C Y T I Y r G+ + = − + +( + ) (+,-)
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Importazioni
La quantità di importazioni dipende:positivamente dal livello di reddito Ypositivamente dal tasso di cambio reale ε
Quanto maggiore è il prezzo dei beni nazionali rispetto ai beni esteri, tanto maggiore sarà la domanda di beni esteri e tanto maggiori saranno le importazioni
( , )IM IM Y ε+ +
=
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Esportazioni
La quantità delle esportazioni dipende:positivamente dalla produzione estera Y*negativamente dal tasso di cambio reale ε
Quanto maggiore è il prezzo dei beni nazionali rispetto ai beni esteri, tanto minore sarà la domanda estera di beni nazionali
*( , )X X Y ε+ −
=
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Produzione di equilibrio e bilancia dei pagamenti
Il mercato dei beni è in equilibrio quando la produzione interna è pari alla domanda di beni nazionali
La domanda di beni nazionali è positivamente inclinata, ma più piatta della domanda interna (= o domanda nazionale di beni = C+I+G) => all’aumentare del reddito la domanda di beni nazionali aumenta meno della domanda interna totale => perché?
)*,(/),(),()( εεε YXYIMGrYITYCY +−++−=
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1.5. Uniamo tutte le determinanti della domanda di beni nazionali
Fig. 17.1. La domanda di beni nazionali e le esportazioni nette.La domanda nazionale di beni è funzione crescente del reddito (a). La differenza tra DD e AA è data dalle importazioni (b). Aggiungendo alla AA le esportazioni si ottiene la ZZ (c).
Più le esportazioniMeno le importazioni
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)*,(/),(),()( εεε YXYIMGrYITYCY +−++−=
La DD rappresenta la domanda nazionale, C+I+G, come funzione di produzione.La domanda di beni nazionali si ottiene innanzitutto sottraendo le importazioni e questo ci porta sulla retta AA: la distanza tra DD e AA è infatti data dalle importazioni, IM/ε.Infine, dobbiamo aggiungere le esportazioni. Questo ci porta sulla retta ZZ: la distanza tra la ZZ e la AA rappresenta le esportazioni.
YTB (TB per trade balance) rappresenta il livello di produzione in corrispondenza del quale il valore delle importazioni è uguale alle esportazioni, per cui le esportazioni nette sono pari a zero.
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1.5. Uniamo tutte le determinanti della domanda di beni nazionali
Fig. 17.1. La domanda di beni nazionali e le esportazioni nette.Aggiungendo alla AA le esportazioni si ottiene la ZZ (c). Il saldo commerciale èfunzione decrescente della produzione (d).
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Il livello di produzione in corrispondenza del quale si ha equilibrio della bilancia commerciale è dato dalla condizione:
ε/IMX =
Il livello di equilibrio della produzione (che è sulla retta 45°) non deve essere necessariamente uguale al livello di produzione che pareggia la bilancia commerciale => Y = ZZ
È importante ricordare che...
=> ZZ=DD
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2. Produzione di equilibrio e bilancia dei pagamenti
Fig. 17.2. Produzione di equilibrio ed esportazioni.Il mercato dei beni è in equilibrio quando la produzione èuguale alla domanda di beni nazionali. Al livello di equilibrio della produzione, la bilancia commerciale può esibire un avanzo o un disavanzo.
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Prima di completare il modello IS-LM, anticipiamo alcuni temi importanti che non necessitano della curva LM
I temi che seguono sono quindi trattati nel capitolo 18 di BAG, paragrafi 1-4.
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Aumento della spesa pubblicaQuali sono gli effetti sulla produzione
e sulla bilancia commerciale?
Assumiamo che inizialmente la bilancia commerciale sia in equilibrio
G↑⇒ domanda aumenta⇒ produzione aumenta ⇒ le esportazioni nette non sono direttamente dipendenti dalla spesa pubblica⇒ l’incremento della prodotto genera un disavanzo commerciale
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3.1. Un aumento della domanda interna
Fig. 17.3. Gli effetti di un aumento della spesa pubblica.Un aumento della spesa pubblica provoca un aumento della produzione e del disavanzo commerciale.
Domanda: la produzione aumenta di più/uguale/di meno rispetto al caso di economia chiusa?
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Un aumento della spesa pubblica, in un’economia aperta genera:
disavanzo commercialel’effetto sulla produzione è inferiore rispetto
all’effetto in un’economia chiusa (ZZ + piatta)⇒ il moltiplicatore ha un valore inferiore, dato che i consumatori possono scegliere tra i beni nazionali e i beni esteri⇒ quanto più aperta l’economia, tanto minore sarà l’effetto sulla produzione e tanto maggiore l’effetto negativo sulla bilancia commerciale
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Aumento della domanda estera
Assumiamo che la bilancia commerciale sia in equilibrio all’inizio del periodo
Y*↑⇒ aumento delle esportazioni, X ↑⇒ aumento della domanda di beni nazionali ↑(per ogni livello di produzione)⇒ produzione ↑⇒ la bilancia commerciale migliora
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La domanda nazionale di beni = C+I+G non dipende dalla domanda estera
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Un aumento della domanda estera provoca un incremento della produzione, ma anche un miglioramento del saldo commercialeUn aumento della domanda nazionale provoca un incremento della produzione, ma anche un peggioramento del saldo commerciale
=> in economia aperta le politiche economiche di un paese hanno effetti anche sugli altri paesi,in particolare sui partner commerciali
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Il moltiplicatore della politica fiscale in economia apertaAssumendo IM (Y,ε)/ ε = mY/ ε, dove m misura la
propensione all’importazione del paese si ottiene:
εmcG
Y
+−=
∂∂
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1) Il moltiplicatore è più basso che in economia chiusa2) Più elevata la propensione all’importazione di un
paese, più basso il moltiplicatore della politica fiscale
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=> questo rende più complicato il compito della politica economica, specialmente fiscale=> necessità di coordinamento => G8Difficoltà del coordinamento
Potrebbe richiedere ad alcuni paesi di intervenire più di altri e non è detto che vogliano farloIncentivo a deviare dalla politica di coordinamentoBeggar-thy-neighbor
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Deprezzamento e bilancia commerciale
Ricordiamo l’espressione delle esportazioni nette:εεε /),()*,( YIMYXNX −=
Effetti di un deprezzamento
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Un deprezzamento reale (una diminuzione di ε) influenza la bilancia commerciale attraverso tre canali:
ε↓ ⇒
X↑: i beni nazionali diventano relativamente meno costosi => aumento della domanda interna di beni nazionali
IM ↓: i beni esteri diventano relativamente più costosi =>aumento della domanda interna di beni nazionali e riduzione delle importazioni
il prezzo relativo delle importazioni ↑: il valore delle importazioni aumenta
=> Risultato finale su NX = X – IM/ε è ambiguo
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Condizione di Marshall-Lerner
Se vale la condizione di Marshall-Lerner, un deprezzamento reale provoca un aumento delle
esportazioni nette
Vale nella realtà, ed assumeremo che valga
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Gli effetti di un deprezzamento
Un deprezzamento reale genera una variazione della domanda, estera e nazionale, a favore dei beni nazionali che risultano relativamente meno costosi
Aumento della produzione interna e miglioramento della bilancia commerciale
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Supponiamo:Produzione = livello naturale Disavanzo commerciale
Come può un governo ridurre il disavanzo commerciale senza variare il livello di produzione?
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Politiche fiscali e di cambioPer ridurre il disavanzo commerciale senza variare il livello di produzione aggregata ènecessario usare una combinazione di politiche fiscali e di cambio.
Deprezzamento in grado di eliminare il disavanzo commerciale al livello iniziale di produzione. Il deprezzamento genera però un aumento della produzione.
Per evitare l’effetto espansivo, generato dalla politica di cambio, il governo deve ridurre la spesa pubblica.
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4.3. La combinazione di politiche fiscali e di cambioFig. 17.5. Come ridurre il disavanzo commerciale senza variare la produzione.Per ridurre il disavanzo commerciale senza variare la produzione, il governo deve operare un deprezzamento e ridurre la spesa pubblica.
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4.3. La combinazione di politiche fiscali e di cambio
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La curva di J
Un deprezzamento reale provoca prima un deterioramento e poi un miglioramento del saldo della bilancia commerciale
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DinamicaL’effetto di un deprezzamento si riflette prima sui prezzi e poi sulle quantità
Successivamente, le esportazioni aumentano e le importazioni diminuiscono.Se la condizione di Marshall-Lerner è soddisfatta, l’effetto finale del deprezzamento è di un aumento delle esportazioni nette.
- A seguito di un deprezzamento reale, d’impatto né le importazioni né le esportazioni variano significativamente - Le esportazioni nette diminuiscono
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5. Uno sguardo alla dinamica: la curva J
Fig. 17.6. La curva J.
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Risparmio, investimento e disavanzo commerciale
Condizione di equilibrio:
Sottraendo da entrambi i i lati (C-T)
Riordinando i termini:NX = S+(T-G)-I
XIMGICY +−++= ε/
( ) /Y T C S I G T IM Xε− − = = + − − +
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Tre considerazioni:
1. un aumento dell’investimento deve riflettersi in un aumento del risparmio privato, del risparmio pubblico o in un peggioramento del saldo commerciale
2. un aumento del disavanzo di bilancio deve riflettersi in un aumento del risparmio privato, in una riduzione dell’investimento o in un peggioramento del saldo commerciale
3. un paese con elevato tasso di risparmio, pubblico e privato, deve avere un elevato tasso di investimento o un significativo avanzo commerciale
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L’equazione sembra inoltre implicare che un paese non possa ridurre il disavanzo commerciale con un deprezzamento, che non
influisce su S+(T-G)-I
=> dov’è l’errore?