lab pianificazione partecipata mdf salerno

95
Laboratorio di pianificazione partecipata sperimentazioni che risvegliano le coscienze e progettano la società del futuro a cura di Giuseppe Carpentieri http://peppecarpentieri.wordpress.com Dalla resilienza alla rigenerazione, creative commons, 2014, su Issuu Salerno, 13 novembre 2014

Upload: peppe-carpentieri

Post on 27-Jun-2015

932 views

Category:

Education


0 download

DESCRIPTION

Sperimentazioni di pianificazione partecipata a Salerno. Rigenerazione urbana a cura di Movimento per la Decrescita Felice.

TRANSCRIPT

Page 1: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

Laboratorio di pianificazione partecipata

sperimentazioni che risvegliano le coscienze e progettano la società del futuro

a cura di Giuseppe Carpentieri http://peppecarpentieri.wordpress.com

Dalla resilienza alla rigenerazione, creative commons, 2014, su Issuu

Salerno, 13 novembre 2014

Page 2: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

• Per il gruppo: – Open space technology (sviluppare la creatività

lavorando insieme) – World cafè – Democrazia, uguaglianza, regole e coinvolgimento

attivo

Metodi e strumenti di lavoro

incontri

Progettazione, priorità

Comunicazione, Azioni politiche

Page 3: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

La realtà è complessa

scomporre

soluzioni

“Competenze specifiche forti”: incontri, ricerche, Open space

proposte

Valutazione politica collegiale “Competenze trasversali”

Attitudini per un gruppo di persone

Page 4: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

Approcci • Capire lo Stato così com’è e progettarne uno

diverso • Capire i bisogni reali umani e progettare una

società adeguata

• Fare entrambe le cose?! Competenze

specifiche forti

Competenze trasversali

Conoscenze e soluzioni

creative

Page 5: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

Iniziare dalla riflessione

Accesso alla conoscenza

Page 6: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

Svelare le credenze del PIL • L’affermazione che la crescita economica sia indispensabile per far

crescere l’occupazione viene ripetuta come un mantra benché, a differenza del mantra, non abbia lo scopo di liberare la mente dalla realtà illusoria, ma di avvilupparla in una illusione irreale, priva di riscontri empirici e di fondamenti teorici. Dal 1960 al 1998 in Italia il prodotto interno lordo a prezzi costanti si è più che triplicato, passando da 423.828 a 1.416.055 miliardi di lire (valori a prezzi 1990), la popolazione è cresciuta da 48.967.000 a 57.040.000 abitanti, con un incremento del 16,5 per cento, ma il numero degli occupati è rimasto costantemente intorno ai 20 milioni (erano 20.330.000 nel 1960 e 20.435.000 nel 1998). Una crescita così rilevante non solo non ha fatto crescere l’occupazione in valori assoluti, ma l’ha fatta diminuire in percentuale, dal 41,5 al 35,8 per cento della popolazione. *

*MAURIZIO PALLANTE, “estratto” da Orientare la politica economica e industriale a creare occupazione nelle tecnologie che riducono l’impronta ecologica. Perugia, 9 ottobre 2010

Page 7: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

Indicatori della qualità di vita • “Benessere Equo e Sostenibile” (BES) (CNEL ed ISTAT dal 2011, “Gruppo di

indirizzo sulla misura del progresso sulla società italiana” come obiettivo per integrare il PIL)

– invece che concentrarsi su un concetto di produzione, quale è il Pil, si deve privilegiare la misura del benessere economico delle persone;

– non esiste una misura singola che possa dar conto di tutte le varie dimensioni del benessere e gli indicatori compositi non sono una risposta soddisfacente, così come la misura della felicità;

– ci si deve concentrare sulle dimensioni rilevanti per il benessere degli individui: lo stato psicofisico delle persone, la conoscenza e la capacità di comprendere il mondo in cui viviamo, il lavoro, il benessere materiale, l’ambiente, i rapporti interpersonali e la partecipazione alla vita della società e l’insicurezza. Inoltre, bisogna guardare alla distribuzione di tutte le dimensioni del benessere (equità)

• “Depiliamoci” – Benessere Interno Lordo (http://www.benessereinternolordo.net/joomla/)

• Happy Index Planet (http://www.happyplanetindex.org/) • Indicatore del progresso autentico (GPI) è un concetto nell'economia verde

e nell'economia di assistenza sociale che è stata suggerita per sostituire il Prodotto Interno Lordo (PIL) come misuratore dello sviluppo economico.

• Felicità Interna Lorda (FIL) Il termine fu coniato nella metà degli anni ottanta dal re del Bhutan Jigme Singye Wangchuck che mise in rilievo il suo impegno per la costruzione di un'economia coerente con la cultura tradizionale del suo paese basata sui valori spirituali del buddhismo.

Page 8: Lab pianificazione partecipata mdf salerno
Page 9: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

Esseri umani

Crescita pil + produttività

Bisogni dell'economia

Bio-Economia

Piena realizzazione degli esseri umani

Bisogni degli uomini Fondamenti

Fine ultimo

Decrescita Crescita (+quantità)

(+qualità)

limite

Fare sempre Fare bene

Armonia con la natura

- hybris

Cos’é la decrescita : sistemi a confronto

Esseri umani Bio-

Economia

Page 10: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

• Merci che non sono beni - Sprechi (es. Casa mal costruita)

• Beni che si possono avere solo sotto forma di merci - Richiedono competenze tecniche specialistiche (es. TAC)

•Beni che possono non essere merci - Autoproduzione (es. Cibo, ripetizioni, cura di anziani/bambini) -Scambi non mercantili fondati sul dono e la reciprocità •Beni che non possono essere merci - beni relazionali (rapp. D’amore, solidarietà, d’empatia) - creatività, spiritualità, gioco disinteressato

+ convivialità

Cos’é la decrescita : Merci e Beni

Page 11: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

• Merci che non sono beni

• Beni che non sono merci • Uso e acquisto + consapevole dei Beni che si possono avere solo sotto forma di merci (+ locale, stagionale, duraturo, riutilizzo, riparazione, senza imballaggi, etc.)

Scambi mercantili

Scambi non mercantili fondati sul dono e la reciprocità

Autoproduzione di beni e fornitura diretta di servizi alla persona

Meno e Meglio!

selettivo

selettivo

Cos’é la decrescita : Merci e Beni

Page 12: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

crescita del PIL

cibo babysitter

impresa di pulizie badante

per anziani

decrescita

cibo

cibo cibo

cura dei figli

cura degli anziani

giocattoli vestiti vestiti vestiti

Cos’é la decrescita : L’economia della decrescita

Page 13: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

Font

e: W

uppe

rtal

Inst

itut,

Per u

n fu

turo

equ

o, F

eltr

inel

li, 2

007,

pag

.165

Decrescita selettiva del PIL nei paesi occidentali = eliminare gli sprechi

Page 14: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

La crisi energetica

Dipendere da una sola fonte non rinnovabile

Condivisione delle

conoscenze e delle

esperienze

Elaborazione degli obiettivi

Page 15: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

Picco del petrolio La teoria del picco di Hubbert (detta anche più brevemente picco di Hubbert) è una teoria scientifica (o modello) proposta, nella sua formulazione iniziale, nel 1956 dal geofisico americano Marion King Hubbert, riguardante l'evoluzione temporale della produzione di una qualsiasi risorsa minerale o fonte fossile esauribile o fisicamente limitata.

Oggi siamo nel picco del petrolio e questo significa che la domanda di petrolio è superiore all’offerta (estrazione). Una società che usa il petrolio come risorsa primaria nell’agricoltura, nella produzione di merci, nei trasporti al momento del picco è praticamente in crisi. E’ necessario ripensare e ricordare la società quando non dipendeva dal petrolio e impiegare le nuove tecnologie delle fonti alternative.

Page 16: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

Fonte: D. & D. Meadows, J. Randers, I nuovi limiti dello sviluppo, Oscar Mondadori 2006, pag. 132

Flusso dei materiali

Page 17: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

• Il Parlamento, consapevole delle leggi della fisica ed applicando la Costituzione, dovrebbe stimolare gli Enti locali nell’uso di procedure estimative condizionate dal valor d’uso sociale, criterio non monetario, ed associarlo alla misurazione dei flussi di energia per far sviluppare una pianificazione libera dalle obsolete logiche mercantili che stanno distruggendo risorse non rinnovabili pregiudicando l’esistenza delle future generazione. Per concretizzare questo principio è necessario ripensare la contabilità pubblica poiché gli amministratori distruggono l’ambiente per soddisfare l’obbligo del pareggio di bilancio. Fonte immagine, Monica Lavagna, Life Cycle

Assessment in edilizia, Hoepli

Urbanistica, pianificazione ed organizzazione territoriale, insediamenti umani

Page 18: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

Articolo 9. La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Applicando l'articolo nove della nostra Costituzione possiamo risolvere buona parte dei problemi occupazionali del nostro Paese. Secondo le stime dell'Unesco l'Italia possiede fra il 60 e il 70% dei beni culturali mondiali (rapporto Eurispes 2006), mentre il paesaggio nostrano fu definito il giardino d'Europa. Pertanto è del tutto ridicolo credere che una Nazione del genere possa ritenersi in crisi o che non ci siano opportunità di lavoro, perché la ricchezza reale circonda i cittadini italiani, forse incapaci di guardare e capire la bellezza che è intorno a loro. Tutti i Governi che si sono succeduti hanno provveduto a smantellare la ricerca per favorire istituti stranieri, e le SpA hanno potuto inquinare siti naturali recando danni biologici e morti per tumori e neoplasie. Per pianificare una politica nazionale sui temi della prevenzione primaria, riduzione del rischio sismico, il riuso, il recupero e la conservazione dei beni culturali è necessario riprendersi la politica monetaria e industriale.

Fonte: “Qualcosa” che non va, agg. 2013

Page 19: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

La società del presente/futuro • Agire direttamente: integrare la democrazia

rappresentativa con la democrazia partecipativa e diretta

• Sviluppare la resilienza locale, creatività • Saper interpretare il mondo e benessere psicofisico • Autoprodurre cibo, orti sinergici, consapevolezza dei

consumi, stili di vita • Uso razionale dell’energia: prima eliminare gli sprechi • Scambio e reciprocità: rete sociale, il valore del dono • Mobilità intelligente • Convivialità, cultura, sport e tempo libero • Monete locali cioè sovrane e libere dal debito e dagli

interessi • Strategia rifiuti zero/riciclo totale

Page 20: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

La crisi della democrazia rappresentativa

Dipendere da una religione: la crescita infinita

Condivisione delle

conoscenze e delle

esperienze

Elaborazione degli obiettivi

Page 21: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

Trasparenza

• Governo • Condivisione degli atti: Bilancio

valutazione

• Valutazione politica degli investimenti, spesa pubblica

Proposte dal basso

• Individuazione di eventuali sprechi

http://www.governo.it/rapportiparlamento/documenti/rapporto_spending.pdf

Domanda & offerta

Fondi europei

Priorità

Page 22: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

Trasparenza degli atti

Programma elettorale (Promesse, mercato dei voti, fiducia politica)

Linee programmatiche di mandato [Consiglio]

Piano Esecutivo di Gestione (PEG) e Piano Dettagliato degli Obiettivi (PDO) [Giunta]

Page 23: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

Nuova Amministrazione, comunità

Co-gestione: Amministrazione &

Cittadini, azionariato diffuso popolare.

Piani urbanistici,

piani di investimento

Servizi pubblici

locali (energia, rifiuti, etc.)

Page 24: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

Fonte: Raffaele Parlangeli, Domenico Pellerano, Tecniche di performance management per migliorare la P.A. Franco Angeli, 2012

Page 25: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

Fonte: Giorgio Sangiorgi (a cura di), Management e governance nella pubblica amministrazione, Franco Angeli, 2008

Page 26: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

Democrazia diretta e partecipativa • Introdurre tutti gli strumenti di democrazia

diretta e partecipativa negli Enti territoriali (Regione, Provincia, Comune)

• Iniziativa e referendum (ambito regionale, provinciale e comunale) senza quorum di validità – Referendum deliberativo ed abrogativo (mai

referendum consultivi)

• Bilancio partecipativo deliberativo (ambito comunale)

Page 27: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

Pianificazione partecipata

Il “comunicare” con gli abitanti e tra gli abitanti per comprendere, ricostruire una “immagine condivisa” della città

Town meeting

Assemblee di zona

sperimentare Laboratori di quartiere

Scelta delle “priorità”

Page 28: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

Migliore qualità della

vita

cittadini

piani

•Esperti, mondo accademico

•cittadini •Dipendenti eletti

Bilancio comunale “esplicato”

Piani urbanistici, mobilità, energia

Piano dei servizi

Piano degli Investimenti

Partecipazione popolare al processo decisionale

Trasparenza degli atti ed accesso ai piani per elaborare proposte, idee e progetti con metodi creativi

Page 29: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

Bilancio esplicato e Piano degli

investimenti

Assemblee popolari priorità

Inserimento progetti nel

bilancio

• bilancio • Piano

urbanistico

trasparenza

• World cafè • Open space

technology • Town Meeting

priorità • verifica • Cittadini e

funzionari pubblici

Soddisfacimento dei bisogni

Modello assembleare

Page 30: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

Cittadini, idee, bisogni

Proposta referendum

delibera

Modello referendario (democrazia diretta)

Nessuna intermediazione e valutazione diretta delle idee

Page 31: Lab pianificazione partecipata mdf salerno
Page 32: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

Laboratorio di pianificazione partecipata

Page 33: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

Cosa significa rigenerazione urbana? • La rigenerazione urbana è il tema urbanistico che più di altri riesce a dare

risposte progettuali adeguate per l'epoca di cambiamenti e di transizione culturale che stiamo vivendo, la fine dell'epoca industriale e l'inizio di una nuova.

• Il tema della "rigenerazione urbana sostenibile", a causa dell’esaurimento delle risorse energetiche e delle pessime condizione del patrimonio edilizio costruito nel dopoguerra è, per gli architetti italiani, la questione prioritaria nelle politiche di sviluppo dei prossimi anni.

• Ricercando con una certa attenzione è possibile rendersi conto che la rigenerazione urbana ha origini dalle leggi della biologia e della termodinamica, ad esempio in biologia l’autopoiesi è la capacità di riprodurre sé stessi che caratterizza i sistemi viventi in quanto dotati di un particolare tipo di organizzazione, i cui elementi sono collegati tra loro mediante una rete di processi di produzione, atta a ricostruire gli elementi stessi e, soprattutto, a conservare invariata l’organizzazione del sistema. Il termine resilienza viene usato in meccanica, in ingegneria per indicare la capacità dei materiali a resistere, mentre in psicologia indica la capacità umana ad adattarsi e di affrontare le avversità della vita.

Page 34: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

Nella sostanza, si cerca di imitare gli efficienti processi naturali e suggerire di introdurre procedure ispirate dalle leggi naturali nei processi amministrativi delle istituzioni, e nei modi di pensare e fare pianificazione urbanistica. Secondo il dizionario Treccani per rigenerazione si intende nel senso sociale, morale o religioso, rinascita, rinnovamento radicale, redenzione che si attua in una collettività: rigenerazione morale, civile, politica di un popolo, di una nazione, della società. Il termine “rigenerazione urbana" appare nel lessico della pianificazione urbanistica inglese alla metà degli anni settanta. In ambito urbanistico è possibile individuare una periodizzazione del concetto di “rigenerazione urbana” che parte dal dopoguerra – piani di ricostruzione – fino agli anni novanta, cioè dalla ricostruzione dei centri storici ed urbani promossa dallo Stato fino alla nascita delle agenzie pubbliche-private degli anni ottanta.

Cosa significa rigenerazione urbana?

Page 35: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

• Non esiste un’unica interpretazione di rigenerazione urbana e possiamo distinguere due approcci opposti:

• Il primo ricade nell’ossimoro sviluppo sostenibile ove lo spirito del capitalismo prevale sui progetti; Amministratori e imprese ricercano prioritariamente il profitto anche quando non è necessario, il fine è soddisfare l’avidità di pochi e l’accumulo di danaro. Tale approccio contraddice il concetto stesso di rigenerazione.

• Il secondo ricade nella sostenibilità forte ove prevale il bene comune delle persone e l’equilibrio fra uomo e natura; Amministratori e imprese non ricercano il profitto ma applicano la Costituzione realizzando la tutela del paesaggio, dell’ambiente e favorendo lo sviluppo umano attraverso la convenienza ecologica dei progetti, la moneta è un mezzo e non il fine.

• La fine dell’era industriale mostra l’opportunità di come il secondo approccio sia quello realmente sostenibile e desiderabile poiché piani e progetti sono valutati secondo l’approccio olistico al fine di realizzare un presente e un futuro di prosperità.

Cosa significa rigenerazione urbana?

Page 36: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

• Secondo Marco Maretto un'eco-city è una città compatta e policentrica, che utilizza al meglio tutti i propri spazi senza disperdersi nel territorio. E' una città caratterizzata da una buona mixité funzionale, economica e sociale, puntualmente ribadita da un'organizzazione scalare e gerarchica delle proprie strutture edilizie. E' una città energeticamente efficiente che recupera e ove possibile, ricicla i propri consumi, in modo particolare l'acqua (Maretto, 2013, pag.12).

• Secondo la prospettiva smart growth la città dovrebbe tendere ad una forma urbana più compatta (Duany, 2011); riutilizzare le città esistenti, anche recuperandone le infrastrutture; alzare le tasse ai residenti nel centro città; distribuire sul territorio le residenze a basso costo; sfavorire il trasporto individuale delle automobili a favore del trasporto pubblico; utilizzare le regole del New Urbanism nella progettazione di nuovi insediamenti o quartieri (Reale, 2008, pag.54).

• Secondo il Metropolitan Istitute at Virginia Tech la "rigenerazione urbana" ha principi base: avviare un coordinamento fra i settori; creare una visione olistica; rigenerare le persone prima dei luoghi; creare partenariati a tutti i livelli di governo; creare capacità nel settore pubblico; coinvolgere la comunità locale nella pianificazione.

• Pertanto la rigenerazione si basa sulla "scienza della sostenibilità" con particolare attenzione ai bisogni sociali delle comunità.

Cosa significa rigenerazione urbana?

Page 37: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

Le città in contrazione e la dispersione urbana città pop. al 1951 picco pop. al 2011 abit. persi %contrazione

1 Milano 1.274.000 1.732.000 1.242.000 490.000 39,45 2 Torino 719.000 1.168.000 872.000 296.000 33,94 3 Napoli 1.011.000 1.227.000 962.000 265.000 27,55 4 Genova 688.447 816.872 586.180 230.692 39,36 5 Roma 1.651.000 2.840.000 2.617.000 223.000 8,52 6 Bologna 340.526 490.528 371.337 119.191 32,10 7 Catania 299.629 400.048 293.902 106.146 36,12 8 Venezia 316.891 363.062 261.362 101.700 38,91 9 Firenze 374.625 457.803 358.079 99.724 27,85

10 Trieste 272.522 272.723 202.123 70.600 34,93 11 Cagliari 130.511 219.648 149.883 69.765 46,55 12 Bari 268.183 371.022 325.933 45.089 13,83 13 Palermo 490.692 701.778 657.561 44.217 6,72 14 Taranto 168.944 244.101 200.154 43.947 21,96 15 Padova 167.672 243.678 206.192 37.486 18,18 16 Salerno 90.970 157.385 132.608 24.777 18,68 17 Ferrara 133.949 154.066 132.545 21.521 16,24 18 Brescia 142.059 210.047 189.902 20.145 10,61 19 Livorno 142.333 175.741 157.052 18.689 11,90 20 Messina 220.668 260.118 243.262 16.856 6,93 21 Pescara 65.466 131.330 117.166 14.164 12,09 22 Verona 178.415 266.205 252.250 13.955 5,53 23 Bergamo 104.166 128.096 115.349 12.747 11,05 24 Foggia 97.504 156.467 147.036 9.431 6,41 25 Siracusa 66.090 125.941 118.385 7.556 6,38 26 Vicenza 79.862 116.620 111.500 5.120 4,59

Page 38: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

Le città in contrazione e la dispersione urbana • Le ragioni della contrazione sono legate al progressivo aumento dei

prezzi degli alloggi e la riduzione del potere d'acquisto delle famiglie, pertanto gli abitanti hanno iniziato a cercare alloggi a prezzi ridotti nei comuni limitrofi ai grandi centri.

• Un rapporto dell'ufficio studio AITEC (Associazione Italiana Tecnico Economica Cemento), "Il mercato immobiliare italiano: tendenze recenti e prospettive", pubblicato a febbraio 2012 riporta una tabella circa l'andamento dei prezzi degli alloggi; durante l'anno 1986 il prezzo nominale era di 1.329 €/mq, mentre al 2011 è di 3.500 €/mq.

• A partire dai primi anni '80 l'andamento dei salari reali, in quasi tutti i paesi dell'UE, si è mostrato mediamente inferiore a quello della produttività [...]. Sempre dall'analisi dei dati Eurostat risulta che per i paesi dell'Eur 15 nella prima parte degli anni '80 i salari hanno perso mediamente circa 1,3% l'anno rispetto alla crescita della produttività [...]. A partire dall'inizio degli anni '90 il differenziale ritorna a livelli vicini dell'1,5% medio annuo. Fonte: Casadio M., Petras J.F., Vasapollo L., Clash! Scontro tra potenze: la realtà della globalizzazione, JacaaBook, 2004, pag. 277.

Page 39: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

Le città in contrazione e la dispersione urbana Guido Martinotti in Metropoli ha descritto questo fenomeno di

deurbanizzazione che comincia «a partire dalla fine degli anni '70, si sono manifestati i segni visibili della inversione di una tendenza secolare nelle dinamiche dell'urbanizzazione. Infatti l'aggregato dei Comuni con più di 100.000 abitanti ha cessato di acquistare popolazione dopo oltre un secolo di crescita ininterrotta. Questa nuova tendenza si mostra con maggiore forza nelle aree economicamente mature del paese, cioè quelle di più antica industrializzazione e urbanizzazione. Infatti le grandi città come Milano, Genova, Torino iniziano prima delle altre a perdere abitanti, a volte con ritmi assai sostenuti mentre Roma e Napoli seguono a una certa distanza di tempo e Palermo si mantiene stabile o con una crescita trascurabile» (Martinotti, 1993, pag. 93). Inizialmente il fenomeno viene interpretato come un ritorno alla campagna, ma Martinotti ritiene che si tratta di un processo di trasformazione metropolitana ove le periferie svolgono un ruolo di complementarità, cioè funzioni sussidiarie rispetto al centro.

Page 40: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

Storia urbana, elenco piani e studi per Salerno • Piano regolatore del nuovo rione orientale, ingg. Ernesto Donzelli,

Nicola Cavaccini, 1915 • Piano regolatore di ampliamento della città e spostamento della

ferrovia, Ing. Camillo Guerra, 1934 • Piano regolatore e di ampliamento, Arch. Alberto Calza-Bini, 1936 • Piano di ricostruzione Arch. Alfredo Scalpelli, 1945 • Programma di fabbricazione annesso al regolamento edilizio, 1954 • Piano regolatore generale Archh. Plinio Marconi, Alfredo Scalpelli, Ing.

Antonio Marano, 1958 • Superamento del Piano Marconi: “Recupero degli standard urbanistici

e individuazione zone omogenee”, incarico a progettisti salernitani del 1972 e consegna degli studi preliminari nel 1978

• “Manovra urbanistica”, progettisti salernitani, 1986 • Master Plan della riqualificazione del litorale salernitano, 1987 • PRG bozza O.Bohigas, A. Puigdomenech MBM Arquitesctes, 2000 • PUC Puigdomenech MBM Arquitesctes, 2005 • PUC variante, 2013

Page 41: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

Piano regolatore del nuovo rione orientale, ingg. Ernesto Donzelli, Nicola Cavaccini, 1915

Page 42: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

Piano regolatore di ampliamento della città e spostamento della ferrovia, Ing. Camillo Guerra, 1934

Page 43: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

Piano regolatore generale Archh. Plinio Marconi, Alfredo Scalpelli, Ing. Antonio Marano, 1958

Page 44: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

Sviluppo urbano della città, Ptcp

Page 45: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

Insediamenti per tipologia, Ptcp

Page 46: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

Carta della biodiversità, Ptcp

Page 47: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

Carta dei beni archeologici, Ptcp

Page 48: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

Storia urbana, piani adeguati e mai realizzati • I piani Donzelli-Cavaccini del 1915 prima e di Guerra del 1934, sono

l'espressione di una cultura progettuale ben definita, con valori e radici nella teoria della Garden-City e nella città dell'Ottocento.

• La cronaca testimonia che a Salerno nel 1910 (Enrico Moscati) si prospettò l'ipotesi della pianificazione attraverso l'esproprio generalizzato e la concessione del diritto di superficie, che avrebbe consento al Comune di poter realizzare l'interesse generale, ben rappresentato dai modelli di piano sopra citati (Donzelli-Cavaccini & Guerra), ma questo interesse contrastava quello del capitale privato e l'ipotesi vantaggiosa per il Comune fu scartata (Giannattasio, 1983).

• Nel 1972 il Comune di Salerno prima deliberò un incarico progettuale per recuperare standard e aree sotto utilizzate (adeguamento al DM 1444/68), poi abbandonò questa visione. Studi e analisi redatti da un equipe di progettisti salernitani consegnati nel 1978.

• Master plan dei progettisti salernitani per la riqualificazione dell’intero litorale salernitano, 1987, ispirato ai valori dell’urbanista paesaggista Kevin Lynch e l’architettura organica di Frank Lloyd Wright.

Page 49: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

Storia urbana e riferimenti per gli standard • Nel 1978 l'Amministrazione comunale ricevette uno studio

approfondito per il recupero degli standard urbanistici ed il risultato fu che sarebbe stato difficile, se non addirittura impossibile, recuperare gli spazi minimi previsti dal DM 1444/68 in determinate zona della città, soprattutto nel centro storico (zona occidentale). Sulla base di quello studio ritenuto interessante dal Comune si sarebbe dovuto elaborare un piano urbanistico sull'uso razionale del suolo risolvendo i numerosi problemi riscontrati. Delibera Comunale n. 139 del 01/08/1978

• Già nel 1978 lo studio evidenziò l’assenza di aree libere in determinate zone omogenee ed un uso improprio di superfici costruite per civili abitazioni ma destinate a standard come uffici pubblici, e scuole con un spreco di spesa pubblica dovuta al pagamento dell'affitto ai privati.

• La soluzione proposta di costruire edifici destinati alle funzioni da svolgere avrebbe fatto risparmiare milioni alla pubblica amministrazione ed avrebbe dato agli abitanti un’adeguata organizzazione territoriale dei servizi.

Page 50: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

Storia urbana, come poteva e può essere il litorale di Salerno

Page 51: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

Salerno in contrazione e dispersione urbana Popolazione al 1951 Picco al 1981 Popolazione al 2011 variazione %

Salerno 90.970 157.135 132.608 - 18,4%

Popolazione al 1951 al 2011 variazione %

San Mango Piemonte 1.423 2.587 44,9%

Baronissi 8.323 16.790 50,4%

Pellezzano 5.858 10.580 44,6%

Fisciano 8.451 13.677 38,2%

Mercato San Severino 15.515 22.036 25,5%

Pontecagnano Faiano 13.171 25.096 47,5%

San Cipriano Picentino 4.165 6.643 37,3%

Vietri sul mare 11.911 8.076 - 47,4%

Castiglione dei Genovesi 1.112 1.356 17,9%

Cava dé Tirreni 39.088 53.885 27,4%

Bellizzi 1.817 12.971 85,9%

Giffoni sei casali 4.482 5.262 14,8%

Giffoni valle piana 8.461 12.024 29,6%

Montecorvino Pugliano 3.547 10.019 64,5%

Battipaglia 16.896 50.464 66,5%

Totale 144.220 251.466 42,6%

Page 52: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

Salerno in contrazione e dispersione urbana • L'area salernitana è di fatti un'area di gravitazione, una metropoli di

prima generazione. I Comuni limitrofi rappresentano una sorta di arcipelago; e l'organizzazione e pianificazione urbanistica di quest'area anziché puntare alla coesione territoriale ha favorito la dispersione con l'aumento del consumo di suolo e lo spreco di energie. Sostanzialmente il governo territoriale ha favorito lo sprawl anziché adottare tecniche per prevenirlo.

• Se osserviamo la dinamica demografica e territoriale dal punto di vista del potenziale utilizzatore del territorio (city user) possiamo credere di sommare i 251.466 abitanti dei comuni limitrofi con i 132.608 residenti di Salerno e rappresentano 384.074 utilizzatori dello territorio.

• Se consideriamo l'approccio del Ptcp di Salerno secondo il Sistema Locale del Lavoro (SLL) l'area salernitana è più popolosa rispetto a quella sopra descritta. Secondo uno studio del CELPE su dati ISTAT il SLL di Salerno (codice ISTAT 438) all'anno 2007 è un insieme di 22 Comuni con una popolazione residente di 403.544 abitanti per un'estensione di 947,63 Km2.

Page 53: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

SLL di Salerno è un insieme di 22 Comuni con una popolazione residente di 403.544 abitanti per un'estensione di 947,63 Km2. I Sistemi Locali del Lavoro (SLL) sono un'aggregazione del territorio non amministrativa ma funzionale per l’implementazione dello politiche per lo sviluppo del territorio. Tale suddivisione del territorio nazionale, che prescinde da vincoli di natura amministrativa preesistenti, tiene conto delle peculiarità socio economiche delle singole aree territoriali facenti parte dei Sistemi Locali del Lavoro. Ciò permette di mettere a punto politiche attive del mercato del lavoro e, più in generale, politiche per lo sviluppo del territorio più adeguate all’ambiente economico nel quale si intende intervenire (CELPE).

SLL, Ptcp

Page 54: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

Ambiti identitari, Ptcp

Page 55: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

Assegnazione impropria standard a verde nel PUC di Salerno

Dichiarando nel PUC la presenza di standard in determinate zone omogenee, anche se così non è, accade che i cittadini vengono privati di quei servizi previsti dalle norme (DM 1444/68) che vanno costruiti nelle aree libere. Dichiarando che gli standard sono già presenti quando nella realtà non è cosi, le aree libere possono essere mercificate.

Page 56: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

Assegnazione impropria standard a verde nel PUC di Salerno

Page 57: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

• Analizzando il PUC del Comune di Salerno emerge un aspetto singolare e controverso. Com'è noto, secondo il DM 1444/68 i piani regolatori devono individuare le aree a standard, e 9 mq/ab sono destinati ad "aree per spazi pubblici attrezzati a parco e per il gioco e lo sport, effettivamente utilizzabili per impianti, con esclusione di fasce verdi lungo le strade" ; cioè il cosiddetto "verde pubblico". L'articolo 4 del DM 1444/68 al comma 2 specifica che l'Amministrazione debba dimostrare l'impossibilità di reperire aree a standard, mentre l'articolo 6 del medesimo decreto è dedicato alla mancanza di aree disponibili, «i comuni che si trovano nell'impossibilità, per mancanza di aree disponibili, di rispettare integralmente le norme stabilite per le varie zone territoriali omogenee dai precedenti articoli 3, 4 e 5 debbono dimostrare tale indisponibilità anche agli effetti dell'articolo 3 lettera d, e dell'articolo 5, n. 2 della legge 765. Le norme sopra citate sintetizzano priorità, ordine ed obiettivi; è dovere dell'Amministrazione progettare prioritariamente la realizzazione di diritti (gli standard minimi), e regolare la proprietà privata rispetto all'interesse generale.

Assegnazione impropria standard a verde nel PUC di Salerno

Page 58: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

• Il Comune conosce l’impossibilità di individuare le aree standard in alcune zone omogenee sin dal 1978, ma non l’indisponibilità, ed i progettisti locali avevano suggerito di affrontare e risolvere il problema attraverso una corretta progettazione urbana che cancellava l’avida consuetudine di soggetti privati che traevano profitto, e tutt’ora ne traggono, dallo spreco della spesa pubblica (pagare l’affitto ai privati per continuare a tenere standard presso sedi improprie).

• Ancora oggi si evita appositamente di approvare un vero piano urbanistico generale poiché si preferisce sostenere le rendite di posizione sorte negli anni ’50, e si propongono speculazioni edilizie (mascherate da sedicenti progetti di riqualificazione) anziché applicare la Costituzione e la corretta pianificazione che osteggia proprio le speculazioni ed affronta e risolve i problemi pratici dei cittadini favorendo lo sviluppo umano. La scienza dell’urbanistica nasce nell’Ottocento col chiaro intento di risolvere problemi generati dal capitalismo (Charles Fourier, 1829; Ildefonso Cerdà, 1854; Camillo Sitte, 1889; Ebenezer Howard, 1898; Raymond Unwin 1901; Patrick Geddes, 1915; Paul e Percival Goodman, 1947), ma diventa una tecnica a servizio della politica sfruttata per il tornaconto personale di pochi, e qui sta il conflitto fra urbanisti sensibili ai temi sociali ed ambientali e l’avidità di chi distrugge il bene comune.

Assegnazione impropria standard a verde nel PUC di Salerno

Page 59: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

Confronto vecchi e nuovi standard DOTAZIONI PER GLI INSEDIAMENTI RESIDENZIALI

In mq/ab secondo la dimensione demografica dei Comuni Capacità insediativa residenziale teorica

Servizi <10.000 ab.

10-50.000 ab.

40-200.000 ab.

>200.000 ab.

Viabilità e trasporti 3,40 3,60 5,00 7,00

Culto, cultura, vita associativa 1,90 2,00 2,00 2,00

Istruzione 4,50 5,00 5,00 5,00

Assistenza 0,55 0,55 1,20 1,20

Igiene e sanità 1,00 2,60 2,60 2,60

Ricreazione, sport, verde 15,00 31,50 40,50 48,00

Spettacolo 0,15 0,20 2,30 2,30

Commercio e distribuzione 0,50 1,10 1,60 1,60

Servizi tecnologici e annonari 0,55 0,75 0,90 1,00

Sicurezza pubblica 0,10 0,25 0,25 0,30

Attrezzature varie 0,35 0,45 0,55 0,60

Totale mq/ab 28,00 48,00 61,60 71,60

DM 1444/68 -18 mq/ab 4,5 mq/qb per l’istruzione: asili nido, scuole materne e scuole dell’obbligo

2 mq/ab aree per attrezzature di interesse comune: religiose culturali, sociali, assistenziali, sanitarie, amministrative, per pubblici servizi (uffici P.T. protezione civile, ecc.) ed altre

9 mq/ab di aree per spazi pubblici attrezzati a parco e per il gioco e lo sport, effettivamente utilizzabili per tali impianti con esclusione di fasce verdi lungo le strade

2,5 mq/ab di aree per parcheggi

Tali nuovi standard sono suggeriti dalla manualistica per migliorare la qualità dei centri urbani. Nel caso di Salerno mancano ancora gli standard minimi previsti dal DM 1444/68 nonostante si pensò di progettarli quando venne consegnato lo studio del 1978.

Page 60: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

DOTAZIONI PER GLI INSEDIAMENTI RESIDENZIALI In mq/ab

Capacità insediativa residenziale teorica

Servizi 40-200.000 ab.

Viabilità e trasporti 5,00 Culto, cultura, vita associativa 2,00 Istruzione 5,00 Assistenza 1,20 Igiene e sanità 2,60 Ricreazione, sport, verde 40,50 Spettacolo 2,30 Commercio e distribuzione 1,60 Servizi tecnologici e annonari 0,90 Sicurezza pubblica 0,25 Attrezzature varie 0,55 Totale mq/ab 61,60

Confronto vecchi e nuovi standard

Per 170.540 gli standard sono 7.060.356 mq Per 137.000 gli standard sono 5.671.800 mq Per 403.544 (SLL) gli standard sono 16.706.722 mq (cifra sottostima poiché per le aree urbane oltre i 200 mila abitanti lo standard è 71,60 mq/ab e non più 61,60 mq/ab)

Page 61: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

Cellula urbana e standard

Nella classica e corretta pianificazione urbana i progettisti immaginano la cosiddetta “cellula urbana” degli isolati ove inserire gli standard minimi al fine di consentire una corretta fruibilità dei servizi raggiungibili a piedi (Giorgio Rigotti, Urbanistica. La composizione, UTET, 1973). Se rivediamo lo sviluppo urbano della città, soprattutto nella zona orientale oggetto di studio del laboratorio MDF Salerno, notiamo che questo approccio elementare è stato ignorato recando danni agli abitanti.

Raggio di influenza, 400 mt

Schema urbano con maglia regolare

Page 62: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

Cosa hanno in comune Ptcp e PUC? • Solo l’inceneritore • Entrambi i Piani prevedono la costruzione di un impianto insalubre di

prima categoria: un inceneritore di rifiuti, nonostante l’industria stia entrando nell’epoca dell’eco-design facendo diminuire la produzione di materie prime seconde ed i cittadini continuano a differenziare i rifiuti. In questo modo si pianifica l’aumento dei rischi sanitari generati dall’aumento di polveri sottili tossiche create dall’incenerimento. Si sprecano risorse non rinnovabili e si danneggia l’industria del riciclo che potrebbe recuperare integralmente le raccolte differenziate e indifferenziate.

• Il Ptcp approvato nel 2012 ha un impianto culturale opposto a quello del PUC approvato nel 2005, ed “adeguato” al Ptcp nel 2013.

• Anziché promuovere le miniere urbane e regionali (aree per il riuso e riciclo di materiali) i piani risentano ancora del vecchio paradigma della crescita.

• Il Ptcp si pone l’obiettivo di ridurre il consumo di suolo e indica limiti di densità 300 ab/ha.

Page 63: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

• Nella società capitalista diffusasi in Europa a partire dall'età barocca ed accresciuta tantissimo dal secondo dopo guerra del Novecento accade che il disegno urbano rappresenta sempre più i capricci dell'ideologia della crescita, che nel consumismo più sfrenato ha la sua applicazione più visibile (incentivo della mobilità automobilistica e grandi centri commerciali). I "piani" del disegno urbano devono rispondere alle esigenze della politica consumistica e pertanto i progettisti abdicano alle proprie connotazioni del genius loci che li guidavano nell'identificare il luogo (ambiente costruito e natura) per coglierne i significati profondi con le peculiarità ambientali e valoriali: l'uomo appartiene alla natura. Le decisioni politiche sono sempre più influenzate da interessi legati a un fare senz'anima servendosi della tecnica e di discipline come la finanza e la giurisprudenza a scapito del fare bene che implica l'approccio multidisciplinare (sociologia, storia, biologia, filosofia, architettura, ingegneria) per costruire un'adeguata forma urbana utile allo sviluppo umano.

Analisi e critica dell’opportunità perse

Page 64: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

• La storia urbanistica delle città ci consente di capire come e perché i soggetti politici hanno perseguito scelte che possiamo giudicare errate. I politici non sono altro che l’espressione dello spirito del tempo, ed oggi prevalgono avidità capitalista, nichilismo e l’apatia dei cittadini.

• A nostro avviso sono errate le scelte dei piani passati poiché contrastano con lo sviluppo umano e distruggono il bene comune violando le leggi della natura. L’aspetto della morfologia urbana di Salerno è il frutto del capitalismo e non dell’urbanistica, che nacque per risolvere i problemi generati dall’epoca industriale che oggi giunge al termine.

• Per rigenerare la città avviando lo sviluppo umano è necessario cambiare i paradigmi della società e stimolare la partecipazione attiva e consapevole dei cittadini.

• Le opportunità perse nel 1910 (Enrico Moscati, esproprio generalizzato), nel 1915 (Donzelli-Cavaccini, Garden city), nel 1934 (Guerra, città compatta), nel 1978 col recupero degli standard e nel 1987 col Master plan, tutte determinate dal pensiero capitalista che ha psico programmato la società, e tutt’oggi anima la città nonostante sia giunto alla fine per auto implosione.

Analisi e critica dell’opportunità perse

Page 65: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

• Dall’Ottocento sino alle riforme amministrative neo feudatarie degli anni ‘90 del Novecento i partiti sono stati lo strumento del capitalismo. Dall’elezione diretta dei Sindaci, al potere economico è sufficiente “addomesticare” poche persone (di solito una sola) scelte persino dai cittadini, per continuare a gestire i propri affari e mercificare i beni comuni.

• Nel 1910 come nel 1978 furono i partiti a bloccare una corretta pianificazione urbanistica, oggi col neofeudalesimo è più facile guidare le scelte politiche frutto del nichilismo.

• Riprendendo le aspirazioni di Adriano Olivetti (un capitalista), unico imprenditore (in quegli anni) che interpretò l’urbanistica per far del bene spostando i propri profitti nello sviluppo umano ispirato dalla tradizione socialista dell’Ottocento (Edwin Chadwick, Public health act 1848), quando nacquero le cooperative e il sistema sociale, riportiamo quanto segue: “Una nuova democrazia […] creazione di un sistema articolato di elezioni dirette e indirette rispettoso di quei due essenziali fattori che sono la provata competenza specifica dell’eletto e la provata sua preparazione morale e culturale.

Analisi e critica dell’opportunità perse

Page 66: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

• Anziché valorizzare i propri talenti (Enrico Moscati, 1910 esproprio generalizzato; Donzelli-Cavaccini, 1915; Guerra, 1934; “Recupero degli standard”, 1978; Master Plan 1987) ed i piani migliori si sono compiute scelte secondo il tornaconto personale di pochi con l’aiuto dei cittadini apatici e nichilisti. Gli anni recenti sono stati caratterizzati dal conflitto fra gli abitanti che hanno risolto problemi (parcheggi sotterranei e arredi di vicinato) e l’Amministrazione che ha favorito speculazioni e alimentato le rendite fondiarie ed immobiliari firmate dalle multinazionali archistar.

• Per risolvere i problemi accennati è necessario cambiare i processi decisionali e la cultura di massa entrando nell’epoca che verrà, ove piani e progetti rispettano i valori della Costituzione e osservano le leggi della natura generando prosperità.

• I cittadini devono assumere il ruolo del committente sostituendo le imprese private immobiliari che generano profitti riducendo i costi a scapito di chi andrà vivere negli alloggi venduti nel libero mercato.

• La forma giuridica più idonea è la cooperativa poiché non mira al profitto ma alla realizzazione e alla gestione del servizio.

• Affidare le gestione tecnica a chi propone progetti sostenibili e non speculativi.

Analisi e critica dell’opportunità perse

Page 67: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

Il laboratorio di pianificazione partecipata con ciclo di incontri Open Space Technology

Page 68: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

L’ost del 5 maggio 2014 • Durante il primo ost i cittadini hanno individuato le loro priorità e

sviluppato un dibattito organizzato finalizzato a produrre un documento denominato "istant report", circa i temi discussi. Questo l'elenco delle proposte:

• mobilità sostenibile • utilizzo sostenibile del territorio • risparmio energetico tramite risorse alternative • auto produzioni • coesione sociale • spazi sociali per la transizione • cambiare le priorità puntando sui rapporti umani • trasformare il sistema del credito • sapere cosa si mangia evitando la grande distribuzione organizzata • creazione di cooperative per offrire un servizio sanitario

Page 69: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

L’ost del 5 maggio 2014 • Ecco di cosa hanno discusso: • creare zone a traffico limitato favorendo pedoni, biciclette e mezzi

pubblici, creare piste ciclabili • censimento degli immobili non utilizzati • creazione di una pubblicità a favore della mobilità sostenibile • avere un luogo per creare relazioni atte a realizzare una "rete",

promuovere laboratori ed attività, e riutilizzare gli spazi liberi • creare un banca del tempo

Page 70: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

L’ost del 5 maggio 2014

Page 71: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

L’ost di 9 giugno 2014 • Prove tecniche di transizione • Elenco delle proposte: • Creare un momento di incontro tra diverse realtà associative • Convocare gruppi di GAS • Organizzare una festa dell’auto produzione • Organizzare le giornate del vasetto (conserve) • Organizzare un mercato contadino • Tour degli orti

Page 72: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

L’ost di 9 giugno 2014

• Di cosa hanno discusso: • Transizione alimentare e auto produzione • Riduzione degli sprechi • Distinzione tra merci e beni • Cultura dell’alimentazione sana • Migliorare la qualità della vita e dei rapporti sociali

Page 73: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

L’ost del 4 settembre 2014 • Modello di questionario ideato da Kevin Lynch, versione adattata per la

percezione della zona orientale della città di Salerno. Le domande: • Che ti viene in mente con la parola Salerno? Come puoi descrivere

approssimativamente Salerno sotto l'aspetto fisico? • Traccia una rapida pianta di Salerno rispetto via Posidonia. Tracciala come

se dovessi fornire una rapida descrizione della città ad un estraneo, che ne contempli tutte le principali caratteristiche. Non si intende un disegno accurato, solo un rozzo schizzo.

• Fornisci istruzioni complete ed esplicite circa il tragitto che compi di solito per andare a lavoro da casa tua. Immagina di compiere effettivamente il tragitto, e descrive la sequenze delle cose che vedi, ascolti o fiuti durante la strada, includendo i riferimento di percorso che sono diventati importanti per te.

• Ci sono alcune emozioni che provi durante il tragitto? • Quali elementi dei quartieri Torrione, Pastena e Italia consideri

maggiormente distintivi. Possono essere grandi o piccoli ma dimmi quali sono per te i più facili da individuare e ricordare.

Page 74: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

L’ost del 4 settembre 2014

Page 75: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

L’ost del 4 settembre 2014

Page 76: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

Immagine tratta dal testo "I 14 anni del piano INA-casa", 1963

Page 77: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

Immagine zona orientale Salerno, tratta google, 2014

Page 78: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

Analisi percettive secondo i criteri di Lynch Percorsi

Analisi di Giuseppe Carpentieri

Page 79: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

Margini Analisi percettive secondo i criteri di Lynch

Analisi di Giuseppe Carpentieri

Page 80: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

Analisi percettive secondo i criteri di Lynch Quartieri

Analisi di Giuseppe Carpentieri

Page 81: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

Nodi

Analisi percettive secondo i criteri di Lynch

Analisi di Giuseppe Carpentieri

Page 82: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

Riferimenti Analisi percettive secondo i criteri di Lynch

Analisi di Giuseppe Carpentieri

Page 83: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

Forma visiva zona orientale

Analisi percettive secondo i criteri di Lynch

Analisi di Giuseppe Carpentieri

Page 84: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

Problemi zona orientale

Analisi percettive secondo i criteri di Lynch

Analisi di Giuseppe Carpentieri

Page 85: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

Le analisi quantitative • Oltre alle analisi percettive ove è possibile coinvolgere i cittadini nelle

descrizione della propria città e cogliere suggerimenti significativi per progettare i bisogni de cittadini, per aggiungere altre informazioni determinanti è possibile eseguire le analisi quantitative sulla città misurando le densità, gli standard, la morfologia urbana e gli usi del suolo.

• Il risultato delle analisi suggeriscono le eventuali necessità di intervento per migliorare la qualità di vita degli abitanti.

• A titolo esemplificativo e non esaustivo circa l’area orientale presa in esame riporto una valutazione urbanistica frutto delle analisi svolte di recente. L’area è stata divise in “comparti” e sono stati misurati tutti gli indici urbanistici oggi in uso. Il risultato degli indici dimostrano che le densità abitative e l’utilizzazione del territorio nei comparti rappresentano una cattiva morfologia dell’area esaminata, inoltre vi è un’assenza di servizi minimi ed una cattiva distribuzione di quelli presenti.

• Progettare un’adeguata e corretta morfologia dell’area significa avviare demolizioni e ricostruzioni selettive circa gli edifici degradati, e generare spazi e servizi pubblici oggi inesistenti utili a migliorare la città.

Page 86: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

Esempi di rigenerazione urbana • Hafen city (Amburgo, Germania), 12.000 abitanti: il masterplan prevede

un sistema di spazi aperti articolati in spazi pubblici e privati interconnessi. L'interno di Hafencity è articolato in diversi quartieri: Elbbrücken caratterizzato da alta densità urbana, edifici a torre e un mix di funzioni legate soprattutto all'attività commerciale (aziende, hotel, commercio a dettaglio e ristorazione); il quartiere Baakenhafen destinato alle residenze e al tempo libero, il quartiere Oberhafen destinato alla creatività e agli spazi culturali. Il progetto prevede la sostenibilità attraverso lo sfruttamento delle risorse rinnovabili, l'uso di standard ecologici molto elevati per gli edifici e l'applicazione di materiali da costruzione ecologicamente compatibili, prevede anche la realizzazione di aree a tutela della biodiversità.

Page 87: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

• Rieselfeld (Friburgo, Gemania) l'area di 70 ettari con 4.200 alloggi e 12.000 abitanti comprende anche il quartiere Vauban di 34 ettari ove, fra il 1998 e il 2006, si riqualifica un'area militare dismessa e si insediano 5.000 abitanti con servizi pubblici, verde pubblico, attività commerciali, artigianali e industriali.

• GWL (Amsterdam, Olanda), periodo 1993-1998 (Maretto, 2013): sei ettari e 625 unità residenziali, recupero di un’area urbana precedentemente occupata da un’azienda. L'area si sviluppa attorno all'edificio ex industriale il quale definisce, a sua volta, due piazze: quella principale, dominata dalle facciate neogotiche degli ex edifici industriali restaurati e dentro cui sono stati creati una serie di spazi commerciali; l'altra a configurarsi come una sorta di "porta" di accesso alla città consolidata. L'energia necessaria ai residenti deriva da un impianto di co-generazione dotato di scambiatore di calore. Uno degli obiettivi principale in questo progetto era quello di realizzare un quartiere car-free ed oggi solo il 20% degli abitanti di GEL Terrien è proprietario di un auto.

Esempi di rigenerazione urbana

Page 88: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

• A San Jose (California) nel 1995 sorge un progetto di rivitalizzazione di un'area produttiva dismessa (30 ettari) e si interviene con alta densità e mixitè funzionale e sociale; in località Bremerton Dowtown, Washington si recuperano quartieri ("città della marina e centro culturale") con alta densità, mix di funzioni e spazi pubblici di qualità; a Parigi su un'area di 50 ettari nel quartiere Bercy (realizzazione 1988-1992) sono stati insediati 3.000 abitanti con intervenendo con mixitè sociale, social housing e nuovi spazi pubblici; in Scozia a Glasgow nel quartiere Gorbals (realizzazione 2002-2003) si è progettato un intervento di densificazione per 10.000 abitanti rigenerando un vecchio quartiere industriale costruito in epoca vittoriana. Il progetto ha previsto lo sviluppo di funzioni miste: abitazioni, attività direzionali e commerciali, residenze per studenti, usi alberghieri, attività artigianali e verde pubblico. A Gorbals si è preferito l'impiego delle fonti energetiche alternative, una mobilità sostenibile e l'uso di materiali compatibili.

• Un altro esempio paradigmatico è la rigenerazione del quartiere francese nella cittadina di Tübingen in Baden-Württemberg (Germania), un'area di 60 ettari riprogettata da cooperative edilizie puntando alla densità edilizia con mixitè funzionale, uso di energie rinnovabili e filiera corta.

Esempi di rigenerazione urbana

Page 89: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

Gestione dei costi e opportunità • Dal punto di vista pratico e amministrativo la rigenerazione urbana intesa

come recupero delle città partendo dall'interno dell'area urbanizzata non è ancora economicamente conveniente poiché la contabilità figlia dell'economia neoclassica pensa in termini di quantità crescenti, per far crescere il PIL, e non per migliorare la qualità della vita.

• Secondo il pensiero predominante un progetto urbano è economicamente sostenibile solo se aumenta il volume di vendita degli alloggi costruiti (cioè solo se aumenta le quantità di superfici lorde) e non se demolisce e ricostruisce e/o recupera l'esistente con l'obiettivo di migliorare la qualità urbana.

• Fin dal momento in cui i Governi decisero che lo Stato dovesse essere privato del potere di emettere e controllare moneta è accaduto che anche la tutela del paesaggio, dell'ambiente e l'obiettivo di migliorare la qualità di vita dei cittadini vengono condizionati negativamente dall'economia neoliberista. Qualsiasi intervento di recupero, riqualificazione e rigenerazione è stato comunque associato alla crescita del mercato immobiliare, anche quando non era affatto necessario. Alcuni tentativi di riequilibrare le risorse, all'intero del sistema dell'economia del debito, sono stati realizzati attraverso il recupero diretto del plusvalore fondiario.

Page 90: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

La co-gestione del territorio • Nonostante l’assenza di strumenti legislativi ad hoc per la

rigenerazione urbana, le comunità locali possono trasformare il territorio recuperando e valorizzando il patrimonio edilizio esistente attraverso forme di cooperazione e decidendo di coprire i costi di demolizioni e ricostruzioni con risorse private. Per tendere a questo obiettivo è necessario uscire dall’economia del debito e dall’obsoleto concetto speculativo della rendita urbana e fondiaria, o quanto meno avviare forme di recupero diretto del plusvalore fondiario indirizzandolo al sostegno della città pubblica.

• I costi di demolizioni e ricostruzioni possono essere ripagati anche da una tassa di scopo.

• Qualora i Governi decidessero di uscire dall’economia del debito i costi potrebbero essere ripagati da una corretta politica monetaria (fiat money) e industriale.

Page 91: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

Sintesi del laboratorio salernitano • La sperimentazione di pianificazione partecipata mostra come

attivare la cosiddetta capacity building dei cittadini chiamati ad esprimere le proprie percezioni dando indicazioni agli urbanisti sensibili circa la rigenerazione della città.

• Qualora un’Amministrazione decidesse di introdurre taluni processi all’interno dei propri statuti comunali, questi potrebbero ripensare i piani urbanistici secondo i reali bisogni delle persone uscendo dalle malsane logiche speculative.

• Oggi la rigenerazione urbana non è sostenuta da adeguati strumenti legislativi e gli interventi di riqualificazione urbana sono ancora determinati dall’economia neoclassica generando uno spreco di risorse. E’ necessario cambiare i paradigmi di valutazione di piani e progetti al fine di rendere conveniente la rigenerazione finalizzata al recupero del patrimonio edilizio esistente senza l’aumento di inutili superfici lorde di pavimento (merce).

Page 92: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

Sintesi del percorso

Accesso alla conoscenza

Condivisione delle

conoscenze e delle

esperienze

Elaborazione degli obiettivi azione cambiamento

Page 93: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

Sintesi obiettivi e priorità

Sovranità alimentare

Class action efficace

Introdurre la democrazia

Cambiare i paradigmi

dell’istruzione

Restituire sovranità alla Repubblica

Sufficienza energetica

Page 94: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

Cultura

Maurizio Pallante La decrescita felice

Salvatore Settis Azione popolare

Paolo Michelotto Democrazia dei cittadini

“Libertà individuale significa avere la libertà di controllare i propri pensieri e di far manifestare le sensazioni che si desiderano nella propria vita. Raggiungere la libertà individuale consiste nello sviluppare nuove abitudini e competenze e nell’abituarsi a far funzionare il cervello come noi desideriamo.“

Page 95: Lab pianificazione partecipata mdf salerno

Richard Sennett L’uomo artigiano

Yona Friedman Alternative energetiche

Wuppertal Institut Futuro sostenibile

Pierre Rabhi Manifesto per la terra e per l’uomo

Cultura “Libertà individuale significa avere la libertà di controllare i propri pensieri e di far manifestare le sensazioni che si desiderano nella propria vita. Raggiungere la libertà individuale consiste nello sviluppare nuove abitudini e competenze e nell’abituarsi a far funzionare il cervello come noi desideriamo.“