la riviera n°05 del 27-01-2013

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ILARIO AMMENDOLIA U omini “d’onore” e di ’ndrangheta, se fossi stato nelle condizioni, vi avrei chiesto pubblicamente il voto. Un voto di scambio con chi, come me, non avrebbe avuto niente da darvi se non l’impegno di battersi con tutte le proprie forze per una società senza ’ndrangheta e senza mafie, composta da uomini libe- ri e uguali. Sarebbe stato morale chieder- vi il voto? Sarebbe stato politicamente corretto chiedervi un appoggio elettora- le? Nei modi come comunemente avvie- ne lo considero decisamente immorale e scorretto. Ci sono coloro che vi chiedono il voto e poi per viltà si nascondono. Promettono, concordano, poi hanno paura e si tra- sformano in ipocriti fustigatori dei vostri costumi. Contemporaneamente esiste la folta schiera di coloro che dovrebbero baciare la terra per la vostra presenza. Voi siete la loro fortuna e il loro lascia- passare. Per voi ottengono posti in lista, scorte, privilegi, potere, fama in nome di una loro presunta, quanto bugiarda, lotta contro di voi. A volte per il cogno- me che portano e che sventolano come bandiera dell’antimafia. Il 21 gennaio i dirigenti reggini dei comunisti ital- iani hanno celebrato il 92° anniversario della nascita del PCI. Non c'erano né Ingroia, che ha epurato i comunisti calabresi, né Diliberto, che vuole riportare in Parlamento i comunisti nelle sole persone di Soffritti, Giacché, Licandro, scam- biandoli per Antonio Gramsci, Palmiro Togliatti, Che Guevara. È la prima volta che gli assassini non partecipano ai funerali dei loro assassinati.

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La Riviera n°05 del 27-01-2013

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Page 1: La Riviera n°05 del 27-01-2013

ILARIO AMMENDOLIA

Uomini “d’onore” e di ’ndrangheta,se fossi stato nelle condizioni, vi

avrei chiesto pubblicamente il voto. Unvoto di scambio con chi, come me, nonavrebbe avuto niente da darvi se nonl’impegno di battersi con tutte le proprie

forze per una società senza ’ndranghetae senza mafie, composta da uomini libe-ri e uguali. Sarebbe stato morale chieder-vi il voto? Sarebbe stato politicamentecorretto chiedervi un appoggio elettora-le? Nei modi come comunemente avvie-ne lo considero decisamente immorale escorretto.

Ci sono coloro che vi chiedono il voto epoi per viltà si nascondono. Promettono,concordano, poi hanno paura e si tra-sformano in ipocriti fustigatori dei vostricostumi. Contemporaneamente esiste lafolta schiera di coloro che dovrebberobaciare la terra per la vostra presenza.Voi siete la loro fortuna e il loro lascia-passare. Per voi ottengono posti in lista,scorte, privilegi, potere, fama in nome diuna loro presunta, quanto bugiarda,lotta contro di voi. A volte per il cogno-me che portano e che sventolano comebandiera dell’antimafia.

Il 21 gennaio i dirigenti reggini dei comunisti ital-iani hanno celebrato il 92° anniversario dellanascita del PCI. Non c'erano né Ingroia, che haepurato i comunisti calabresi, né Diliberto, chevuole riportare in Parlamento i comunisti nellesole persone di Soffritti, Giacché, Licandro, scam-biandoli per Antonio Gramsci, Palmiro Togliatti,Che Guevara. È la prima volta che gli assassininon partecipano ai funerali dei loro assassinati.

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Parlandodi...

SPAZZATURA: STRATEGIE AGLI ANTIPODI

ELEONORA ARAGONA

Arrivando a Riace si ha la sensazione che manchiqualcosa. E manca veramente qualcosa. Tutto èlindo, tutto è pulito. Un gioiello. Riace è un’Arca e

Mimmo Lucano, il suo sindaco, Noè. Entrambi salvi dalnuovo giudizio universale che sta sommergendo l’interaprovincia: la spazzatura. Riace non è Locride. Per volontà del suo sindaco è rimasta

fuori anche dall’Associazione dei Comuni dellaLocride. Lontana dalle porcilaie istituzionali e daisuoi inquilini (i politici) che l’hanno ridotta in questostato, barattandola per qualche incarico o candidatu-ra. Riace sa dire no a servi e padroni. A questo sin-daco non interessa né personalmente né per i suoiintimi, un posto in qualche comunità montana, unostipendio al Parco d’Aspromonte, un progetto nelConsorzio Locride Ambiente, una fetta societaria delporto di Roccella, un albergo dal contratto di

Programma Riviera dei Gelsomini, un tratto di pistaciclabile. Lui sa pedalare in agilità da solo, libero eilluminato, lungo strade di concretezza. E dice dino.Anche a sua maestà Giuseppe Scopelliti. Riace nonvuole i soldi del Governatore. Mimmo Lucanocataloga uomini e donne a seconda delle idee che

seguono o discutono, e depenna tutti gli altri. E dallasua rubrica ha cancellato Scopelliti, se mai l'avesse

messo. Glielo ha mandato a dire attraverso i giornalisubito dopo che l’urna l’aveva consacrato a numero

uno della Calabria. «Giuseppe Scopelliti è undestro… e io con certe tendenze non voglio avere ache fare». Nessun rapporto. Né con la Reggio dei boia chimolla, né con quella con il braccio teso. Lui ePeppino Lavorato (l’ex sindaco di Rosarno sono l’ul-tima sinistra, quela autentica, disperata. Diversi intutto dal Governatore, lontani, soprattutto cultural-mente, da una città sommersa dai rifiuti, figlia di

un’emergenza che prima o poi sommergeràanche i Bronzi di Riace: l’enorme debito che lacittà capoluogo ha nei confronti del piccolo

paese sullo Jonio. Perle. Lucano durante l'ultima ondata di rifiuti, nell’esta-

te del 2011, si è convinto che andava trovata una soluzio-ne al problema della spazzatura. E se il sistema dell'indif-

ferenziata si è rivelato il sistema delle emergenze, nonsostenibile, non ecologico e soprattutto non funzionante.Allora questo modello, fatto di cassonetti stradali e discari-che, per lui e per il suo comune non andava bene. MimmoLucano quindi si è messo a studiare. E ha trovato l'illumina-zione, per progettare e realizzare la raccolta differenziataporta a porta nel suo comune, nella conoscenza e con la col-laborazione di Salvatore Procopio, assessore al comune diBotricello ma prima ancora laureato in fisica sanitaria conindirizzo ambientale. Il sindaco ha indossato il berretto delcontabile e calcolatrice alla mano si è messo a fare i conti.Ha studiato quale fosse il posto in cui portare i rifiuti per losmaltimento, come non sforare il budget dei tributi, qualefosse il miglior sistema di raccolta. Ha ripercorso tutta lafiliera, è diventato quasi un esperto del settore. Riciclo,compostaggio, piattaforme ecologiche sono diventati il suochiodo fisso. Ha fatto anche il conto dei viaggi e della ben-zina necessaria per portare i rifiuti al centro per il compo-staggio di Palmi. Da un mese e mezzo a Riace per le strade la mattinaincontrate asini che trainano carretti e Biagio e glioperatori delle cooperative che raccolgono i rifiuti.Passano per il centro storico del paese e casa percasa raccolgono i sacchetti di vari colori forniti dalcomune. Si accorgono subito se qualcosa non va. Ea volte aprono anche le buste per controllare sequalcuno ha mischiato carta e vetro o umido e pla-stica. Niente è casuale in questo progetto, sonostati fatti costruire persino dei cassonetti di legnoper le abitazioni. Anche il cestino è stato trasformatoin un elemento di arredo urbano. Un nuovo modello Riace, fatto su misura per i suoi 1.800abitanti. Ma di base lo stesso sistema è applicato aParigi, Bruxelles e potrebbe benissimo funzionareanche a Reggio e nei 42 comuni della Locride. Unsistema che ancora una volta è vincente rispetto a quel-lo centrale. E tutto è stato realizzato senza finanziamenti regiona-li o commissari per l’emergenza ambientale. Anzifacendo quadrare i conti comunali e creando ancheotto posti di lavoro. Un’utopia lontana per la Locridee per Reggio. Per gli incapaci che incassano lo stipendioil 27 di ogni mese, e ci lasciano puzze a pantani. SoloRoccella tiene il passo, ma a differenza di Riace haavuto seicentomila euro di finanziamento pubblico.Comunque lodevol, ma va marcata la piccola differenza.

Dagli asini di Lucano alle porcilaie di Scopelliti

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Parlandodi...

LA SETTIMANA

di Mimmo Gangemi

LA COLONNAINFAME

Dall’inizio degli anni ‘80 fino a metà dei ‘90,dal Nord Italia arrivarono numerosi i turisti delbrivido. Erano i tempi dei sequestri di persona- prima che il traffico della cocaina, molto piùche la Legge, li rendesse improduttivi se con-frontati ai sacrifici e al rischio di troppa galerache un’operazione simile comportava - e sape-va d'impavido percorrere d'inverno la Statale112 tra Ionio e Tirreno, da Bagnara aBovalino, prima la verde fascia tirrenica e ilvalico allo Zillastro con il Crocefisso sparato alfianco dove si incatenò mamma Casella, quin-di la discesa brulla fino al mare dei gelsomini.Per quei valorosi significava accoppiare duepericoli, uno rappresentato dagli indigeni,certo immaginati con la coda e sospettati,armati della clava d'ordinanza, dietro i tronchidei faggi, il secondo per il percorso dissestato,eternamente in frana, flagellato da acqua oneve, nebbia, con qualche vacca sacra sonnec-chiante a bordo strada. Era un'avventura daraccontare agli amici, nel salotto di casa sor-bendo un grappino. Una sera di burrasca, con il cielo impegnato acastigare la terra con troppa cattiveria cheabbatteva tutta assieme - nebbia, acqua mistaa neve e freddo - mi toccò soccorrere due mac-chine targate quel Nord Italia che gli anni tra-scorsi da allora hanno trasformato in Padania:c'erano otto prodi, in eroiche lacrime appenadavanti ai burroni del Passo della Rondinella. Credevo fosse passato di moda. Invece, turistidel brivido ne vengono ancora, spinti fin quag-giù dalle fantasie velenose che ci sputanoaddosso i media. Li abbiamo rincontrati, io edue amici. Ci siamo passati l'occhiata e il sorri-sino sarcastico di un attimo, era la tentazionedi non impedire la loro avanzata verso un tra-gitto che il ventennio trascorso ha accidentatomortalmente. Ma ragione e sentimento hannoinfine prevalso e fatto sì che li convincessimo adesistere e restituirsi alla civiltà. Ci siamoallontanati agitando frenetica la coda, orgo-gliosi e disinvolti.

Pierpaolo Bombardieri,classe 1964, è il nuovosegretario generale Uil diRoma e del Lazio. Unesperto in sicurezza sullavoro e prevenzionedegli infortuni, già segre-tario organizzativo delsindacato. Bombardieri,natio di Marina diGioiosa Ionica, sostituiràLuigi Scardaone. Nel suoprimo discorso il gioiosa-no ha tracciato le lineeguida della Uil per i pros-simi anni, in primo pianola questione lavoro e l’at-tuazione di politiche atti-ve per implementare l’oc-cupazione nella regione.Il segretario ha posto l’at-

tenzione, inoltre, sullo svi-luppo della GreenEconomy con un’accele-razione sulla raccolta dif-ferenziata e sviluppo delleenergie rinnovabili. Poi,ha trattato la valorizzazio-ne dei beni culturali e lapartecipazione attiva deicittadini ai processi deci-sionali delle pubblicheamministrazioni.

Un gioiosano diventasegretario generale Uil della Regione Lazio

I turisti del brividovengono ancora

‘NDRANGHETA

Intrecci tra famiglie. Diquesto ha parlato il colla-boratore di giustizia

Domenico Oppedisano.Delle amicizie tra le famigliedi Locri, Siderno, Sant'Ilarioe Marina di Gioiosa. Di qualifossero i rapporti traCataldo, Cordì, Commissoe D'Agostino prima edopo la pax mafiosa.Delle ataviche con-trapposizioni trasfor-matesi in unità. Glieventi in cui si capi-sce come siano cam-biate sono i funeralie i matrimoni. «Seuno va a guardare gliAquino vanno daiCordì, i Cordì vanno

dagli Aquino». Nessunanovità. Per gli affari sono piùproduttive le passeggiate abraccetto sul corso e le riu-nioni alla lavanderia ApeGreen di Siderno che imorti ammazzati.Giuseppe Commisso, u

mastru, era ilcollante

della sacra unità. Lui coman-dava e lo metteva in chiaroogni qualvolta gliene capitas-se l'occasione. Si imponeva

sul giovane tenente delclan Cordì, Antonio,

pur affidandoglil'intermediazio-ne con le ditte acui estorcerecontributi. Map r e c i s a n d o«Lo stabiliamonoi l'orario, luideve venire

quando glielochiedo io».Questo quantoemerge dalla sen-

tenza LocriUnita.

GATTUSO E IL SION A CORIGLIANO

Il campione e il vanagloriosoHo avuto la fortuna di pas-

sare 10 giorni con l’FCSION di Rino Gattuso,

grazie al mio nuovo lavoro.Ringhio è di un’umanità romanti-ca e d’altri tempi. Eccezionale, unvero campione. I ragazzi dellasquadra e la dirigenza sono statistraordinari e il team dei gior-nalisti svizzeri altrettanto. C’è stato uno però che stamat-tina è scappato. Un giornalistache voleva la sua gloria sullemaggiori testate italiane,approfittando come tanti di unmetodo che funziona sempre:usare la mafia per scrivere unarticolo che riguardi qualsiasi

argomento su qualsiasi territoriodel Sud Italia.

Non ha notatola nostraaccoglienzache, a detta

di tutti, è stataottima. Non ha

notato i postimeravigliosi della

nostra terra e quelloche l’ha ospitato(Relais Il Mulino),ne che tutta la robache si è magnato era

biologica e auto-prodotta al 90%.Non ha notato i sorrisi diCorigliano e della Calabria. È andato via senza salutare, mascrivendo questo pezzo, che loglorificherà di vanità per due tre

giorni e continuerà ad avallareil pregiudizio e lo stereotipo

facile nei confronti di tuttoil sud italia.E pensare che è originariodi Lecce.

Ruggero Brizzi

http://bari.repubblica.it/cro-naca/2013/01/22/news/gat-

tuso-51023932/

La Sacra Locri Unita

DIFFERENZIATA A SIDERNO

Un’estate (forse) senza emergenzeL’impianto ex Veolia, attrezzatissimo e

mai entrato in funzione, potrebbe esse-re usato per gestire la raccolta differen-

ziata del progetto da un milione di euro chevede Siderno come comune capofila. Sonogià stati presi contatti con la Regione edentro sei mesi si dovrebbero definire tutti gliaspetti del piano. La speranza, ci fa sapere ilcommissario Rotondi, sarebbe quella di par-tire con la raccolta differenziata subito primadell'estate. La contemporanea messa in fun-zione anche solo parziale del nuovo depura-tore di Siderno fa sperare in un’estate balnea-bile. Ci auguriamo che le intenzioni si trasfor-mino in azioni.

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la Riviera

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Un nido di roccia e l’Aspromontealle spalle che sorveglia. Mancasolo una Cometa, e la neve farino-sa sui monti. Sono borghi diCalabria, così lontani e così vicini,inquieti e tranquilli, rivoluzionari econservatori. Sono borghi natidirettamente dalla terra, abitati dal-l’uomo da migliaia di anni, e strap-pati ai monti con fatiche immani, efigli degli stessi monti, e di unanatura a volte generosa a volte cru-dele. E ancora sentiamo la vocepossente del suo figlio ribelle FurioSbarnemi, che ci incita a pretende-re il prezioso bene della libertà. Unpensiero che nasce tra la bellezzaarcaica, la povertà e la fatica. Palizzie il suo vino, e il bergamotto e i gel-somini, gemma di Calabria.

Palizzi Superiore, gemma di CalabriaCCARARTOLINE MERIDIONALI TOLINE MERIDIONALI Antonio Calabrò

3) IL PDL CANDIDA LA FIGLIADEL GIUDICE SCOPELLITI

1) SIDERNO SEUQESTRATI I BENIDI ENZO GAUDIO

2) LA SACRA LOCRI UNITA: LASINERGIA DELLA ‘NDRANGHETA

5) L’APPELLO DI UNA MADRE: AIUTA-TEMI A NON COMMETTERE REATI

6) LA LETTERA BLUFF DICORDÌ A COSTA

7) ‘NDRANGHETA E VIDEOSLOT:29 ARRESTI IN TUTTA ITALIA

8) LOCRI: INCENDIO IN CASAMUORE ANZIANA

Dati Google.com

Le notizie più lettedella settimana sularivieraonline.com

4) GRATTERI- DE BERNARDO:ATTACCO ALLA CUPOLA DI SANT’ILARIO

IL DIAVOLO NERO

Dopo le vedove le orfane. Da Maria Grazia a Rosanna

Il giudice AntoninoScopelliti fu assassinatonel 1991. La figlia

Rosanna era piccola.Bisognava darle il tempo dicrescere, avanzare neglianni, mettersi alla guida,fianco a fianco con AldoPecora, di Ammazzatecitutti, mostrare che il sanguenon è acqua. Il tempo èvenuto. Il Governatore ci assicura,avendola voluta al secondoposto in lista per il Pdl, chetrattasi di donna “di grandespessore”. Gli crediamosulla parola, non disponen-do delle opere della giovane

combattente antimafia, laquale, però, ha come titolo,che ogni altro supera, d’es-sere figlia dell’assassinatomagistrato AntoninoScopelliti. Il che è tutto inun paese, come il nostro, incui onorato è il culto deimorti alle cui spalle vivonoqual «bidelli delle sale mor-tuarie» e «vermi dei sepol-cri» (Papini), mogli, figlie,figli, parenti vicini e lontani,che nulla hanno da raccon-tare se non un dolore lonta-no, divenuto ormai flebileeco. Sulla strada del nobileparassitismo, che porta i

viventi a vivere sui resti deiloro cari, RosannaScopelliti è stata precedutadalla dottoressa MariaGrazia Laganà, divenutadeputata sui crisantemidell’assassinato marito vice-presidente della RegioneFrancesco Fortugno. L’oradelle vedove è finita.Questa è l’ora delle orfane,che, però, sane e piene divita, non avrebbero piùbisogno d’appoggiarsi auna tomba, e fare di quelche resta una stampella perla vita parlamentare. ORosanna Scopelliti è comeAnna Kuliscioff?

RosannaScopelliti, figliadel magistratoAntonio Scopellitiucciso nel 1991

Il presunto padrino a Locri in videocollegamento da Parma. MicuOppedisano (foto), presunto capo

Crimine reggino, già condannato a 10anni dal Gup nella sentenza abbreviata è

stato chiamato incausa come teste adiscarico: «Fino algiorno prima che miarrestassero – haaffermato l’82ennedi Rosarno- ho sem-pre prodotto per poivendere tutte le mat-tine al mercato diCinquefrondi pianti-ne da trapiantare»

Poi, dopo aver negato qualsiasi rapporto,neppure lontano con GiuseppeGiampaolo, meglio noto come “uRussellu” e con l’altro l’imputatoFrancesco Bonarrigo, Don Mico haammesso che Giuseppe AntonioPrimerano era un suo cliente per l’acqui-sto di piantine di pomodori, peperoncinie broccoli(foto).Dopo il passato di verdure, speriamo inun po’ di ragù nella tappa successiva chesi terrà il 4 febbraio, sempre a Locri.

Il passato di verdure di donMico Oppedisano

PROCESSO CRIMINE

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LETTERA IMPUBBLICABILE

ILARIO AMMENDOLIA

Uomini “d’onore” e di ’ndrangheta,se fossi stato nelle condizioni, viavrei chiesto pubblicamente il

voto. Un voto di scambio con chi, comeme, non avrebbe avuto niente da darvi senon l’impegno di battersi con tutte le pro-prie forze per una società senza ’ndran-gheta e senza mafie, composta da uominiliberi e uguali. Sarebbe stato morale chie-dervi il voto? Sarebbe stato politicamentecorretto chiedervi un appoggio elettora-le? Nei modi come comunemente avvie-ne lo considero decisamente immorale escorretto. Ci sono coloro che vi chiedono il voto epoi per viltà si nascondono. Promettono,concordano, poi hanno paura e si trasfor-mano in ipocriti fustigatori dei vostricostumi.Contemporaneamente esiste la foltaschiera di coloro che dovrebbero baciarela terra per la vostra presenza. Voi siete laloro fortuna e il loro lasciapassare. Per voiottengono posti in lista, scorte, privilegi,potere, fama in nome di una loro presun-ta, quanto bugiarda, lotta contro di voi. Avolte per il cognome che portano e chesventolano come bandiera dell’antimafia.Coloro che abusano della falsa “questio-ne della lotta alla ’ndrangheta” per lascia-re intatte le cause della corruzione, del-l’ingiustizia e che determinano la vostrapresenza in questa nostra Terra.Vi considerate “uomini che valete e pote-te”, ma, oggettivamente, siete “docili”strumenti di un “potere” che molto somi-glia alla ’ndrangheta ma è ben più consi-stente, feroce e agguerrito. Un potereche, se solo lo volesse, vi spazzerebbe viain un sol giorno. Non lo vuole, anzi ampli-fica le vostre azioni, ne duplica la perico-losità, ed esalta le vostre vanità. Infatti,dedica a voi programmi televisivi, finan-zia film, impegna parte dei telegiornali,pubblica libri, tutto per farvi sentireimportanti. Poi, vi utilizza come si fa con i

cani da guardia, agitandovi come spau-racchio contro la gente normale.Intanto voi uccidete e siete uccisi, trasci-nate i vostri giorni nelle galere, cammina-te con la paura di una pallottola che vispappoli il cervello, fate crescere i vostrifigli nel terrore, macchiate la vostracoscienza, perdete la vostra dignità diuomini.Mangiate nei ristoranti di lusso? Dormitein grandi alberghi? Usate le grosse cilin-drate? Insomma imitate, in tutto, la clas-se dominante, ma si tratta solo di un ossoche vi lanciano dopo aver divorato lapolpa? Per quel poco che ricevete, pagateil prezzo della vostra vita e di quella deivostri figli.Hanno bisogno di voi come l’aria che si

respira. Più d’un secolo fa, con la scusadei “briganti” la classe dirigente trovò ilmodo di incamerare tanto i beni ecclesia-stici che i pubblici demani. Ai briganti laforca e la mannaia, al “potere” la ricchez-za. In anni recenti macinarono cometeneri chicchi di grano i terroristi, peraccrescere il loro potere e la loro forza. Senza di voi non potrebbero costruirel’immenso apparato repressivo che cischiaccia, la grande menzogna che cisoffoca, non potrebbero sacralizzare unpotere che non lo merita.Mentre voi diventate mercanti di droga edi morte per soldi, c’è qualcuno che, pre-mendo un pulsante, guadagna mille voltepiù di voi senza correre alcun pericolo.Senza generalizzare e solo per esempio,

probabilmente, ci sono banchieri checommettono più “reati” di un capo cosca.C’è qualcuno che può dare 200 milioni algiorno all’ex moglie per “alimenti”. Loroscortati, voi braccati. Il “potere” perdifendere i propri interessi non esita adarmare eserciti, a bombardare innocenti,a falsificare processi, a usare i servizisegreti.Non si tratta di una sola persona, ma dilarga parte di una intera classe dirigenteche è responsabile e garante di questoordine dominante che in ogni angoloodora di mafia. Un potere che ci ha deru-bato finanché del diritto di sceglierci inostri rappresentanti in Parlamento.Adesso vi chiedono il voto, facendovi sen-tire nel giro di coloro che comandano.

Forse, in piccola parte, lo siete, ma rap-presentate solo una protesi marginale delpotere vero.Totò Riina in una lettera al figlioGiovanni continua a dividere gli uominitra “esteri” e “normali”. Ovviamente lui siconsidera “estero”cioè straordinario.Visti i risultati avrei molti dubbi. Gli uomini esteri con il diritto di opprime-re quelli normali.Se fosse vera questa logica, avrebberoavuto ragione Hitler, Stalin, Mussolini,Pol Pot, Attila, Nerone. La feccia dell’u-manità sarebbe stata nel giusto.Io avrei chiesto il vostro voto per potercontribuire a capovolgere questo follelogica di Riina, per una società senzamafie e senza ’ndrangheta. Voi, uominiliberi tra uomini liberi. Un tempo si rifletteva sulla grandezzadella letteratura. I grandi personaggierano coloro che si riscattavano dall’erro-re: Jean Valjean, o l’Innominato, eranouomini che dopo aver attraversato ilfango, ne venivano fuori in tutta la loroumana grandezza. In questi giorni, men-tre osservo alcuni capi partito reclamareliste pulite mi viene in mente Al Caponee lo immagino intento a vietare l’ingressonella sua gang a quanti sono stati multatiper violazioni al codice della strada.Non continuate a fare loro favori. Non lomeritano. Non siate la “bestia grande egrossa che si da morte e guerra per unsolo carlin di quanti egli al re dona”. Molti anni fa dei “fuorilegge” che veniva-no fuori dalle galere diedero a questaItalia la Costituzione, la libertà, la speran-za. La galera, invece di abbrutirli, li reseuomini ancora più forti e più temprati,più giusti, più umani. Il rispetto dellaCostituzione è il terreno di lotta.“Ribelli” per la Costituzione è un impe-gno che affascina. ’Ndranghetisti perdenaro è uno spreco della propria vita.Ma a questo punto mi accorgo che la mialettera più che impubblicabile - ilDirettore è coraggioso - è inutile.

Ci sono coloro che vichiedono il voto e poi si

nascondono. Promettono,concordano, poi hanno paura

e si trasformano in ipocritifustigatori dei vostri costumi

Molti anni fa dei “fuorilegge”diedero a questa Italia laCostituzione, la libertà, lasperanza. La galera li rese

uomini ancora più forti, piùgiusti, più Umani.

Degli ’Ndranghetisti edelle loro opere di bene

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DOMENICA 27 GENNAIO 2013 LA RIVIERA 08

LA COPERTINA

E a San Luca nascel’ultima, econtraddittoria, storia didue suoi figli. La lepre,che corre veloce persottrarsi alla caccia digendarmi e manette. E lo stallone, che simuove agile sul ringper sfuggire a undestino che avrebbedovuto essere segnato

il LatitanteIl Boxeure

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DOMENICA 27 GENNAIO 2013 LA RIVIERA 09

JIM BRUZZESE

Dalla spiritualità del santuariodi Polsi, alla prosaicità della’ndrangheta. Dalle percussio-

ni meravigliose dei fratelli Porcaro,dei Toto, al crepitio sinistro delle lupa-re. Dalle melodie romantiche diStrano, dei Gemelli Diversi, ai lamen-ti striduli delle vecchie matrone. Dalla cultura immensa di Alvaroall’incultura degli estorsori in erba. Ilbello e il brutto sgorgano potenti eallo stesso modo dal ventre gravido diun paese unico. San Luca, il diobifronte dell’Aspromonte. E a SanLuca nasce l’ultima, e contraddittoria,storia di due suoi figli. La lepre, checorre veloce per sottrarsi alla caccia digendarmi e manette. E lo stallone, che si muove agile sulring per sfuggire a un destino cheavrebbe dovuto essere segnato. Il lati-tante e il boxeur, due storie contro didue uomini, ambedue nati con davan-ti Pietra Kappa. Giuseppe Giorgi, lati-tante imprendibile da quasi vent’anniche continua a scappare sperando cheun giorno la prescrizione gli regali unalibertà definitiva e una vita nuova. E Frank Giorgi che è fuggito fino inAustralia per rincorrere una nuovavita e un destino diverso da quello ditanti suoi coetanei, e che adesso tornain Italia da campione, per una sfida

che dovrà portarlo sul trono mondia-le della Thai Fight, la boxe thailande-se. San Luca ha mille anime, ed ècapace di tutto sapendola percorrereper intero la parabola dal bene almale. E altro non è se non la metafora del-l’uomo che dimostra l’inesistenza ditare genetiche ma solo l’influenzadelle condizioni date. Così un “santu-lucotu” che va fuori a vivere torna dagigantesco Alvaro o Porcaro o boxeurmondiale. E uno che ci nasce e ci resta puòdiventare un uomo in fuga. PerchéSan Luca non è il male e può produr-re banditi o campioni come ogniposto nel mondo. E bisogna mostrar-li, gli uni e gli altri, senza malafede.Per dimostrare che San Luca è bene emale come tutti i posti nel mondo, edentro cova uomini che potrannoessere santi o demoni a seconda dellecondizioni date e non per difetti digenesi. E oggi ci sarà un campione che lotteràsu un ring per dimostrare che non esi-stono destini segnati né figli di un diominore. E ci sarà un uomo in fuga cheforse avrebbe potuto essere migliore,e che di sicuro da qualche parteaccenderà una tv, fermerà la corsadella lepre e tiferà per lo stallone cheavrebbe voluto essere.

FRANK GIORGI E GIUSEPPE GIORGI, LE MILLE ANIME DI SAN LUCA

nte

LE FOTO: Il primo sulla sinistra è Frank Giorgi campione di Thai Fight. (boxe thailandese).Di fianco Giuseppe Giorgi il ricercato numero, il re dei narcos è quasi un fantasma, leuniche prove della sua esistenza sono due foto sul sito del Ministero dell’Interno. Entrambisono di San Luca (panoramica, foto in alto). Qui sopra, Frank Giorgi proclamato vincitoredi un incontro a Bangkok nel 2011. Il pugile sanluchese dal 26 gennaio è a Milano perpartecipare al torneo Yokkao Extreme 2013.

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Parlandodi...

MIX

Un errore. Un tragico errore tra la nottedell’11 e 12 agosto del 1988. A Sant’Ilarioveniva ucciso, mentre era alla guida la sua 112lx verde bottiglia (uguale a quella dei fratelliTallariti – forse il vero obiettivo del comman-do di mezz’estate) il giovanissimo MimmoCarabetta. Sidernese, giovane perbene, figliodi genitori perbene. Lavorava al lido ristoran-te il Pentagono, sul lungomare del paese.Aiuto chef. Sono passati quasi 25 anni e dopola sentenza di assoluzione di primo grado, ieridinanzi alla corte d’Appello di ReggioCalabria, il Pg Francesco Scuderi ha chiestol’ergastolo per Antonino Tripodo e VincenzoMonteleone. Presunto basista, il primo, pre-sunto esecutore, il secondo. 14 anni invece perLorenzo Federico, per concorso in omicidio.

Le donne calabresi si fanno nota-re. A dimostrarlo ancora unavolta una ricercatrice di Villa SanGiovanni, Lucia Votano. La fisicaè stata la prima donna scelta perdirigere i Laboratori nazionali delGran Sasso. Il sogno di ogni ricer-catore che passa giornate e notta-te. Gli studi di questa scienziatacalabrese si sono concentrati findagli anni dell’università e dellatesi di laurea sul fenomeno delleoscillazioni dei neutrini e sullo stu-dio dell’evoluzione dell’univer-so. Oltre al lavoro nei laborato-ri la Votano si è dovuta ancheabituare ai compiti ammini-strativi e di responsabile delpersonale. Provate voi a coordi-nare venti progetti e 1000scienziati provenienti daogni parte del mondo.Lucia Votano è unadelle nostre eccel-lenze, ma cometutti i nostritalenti è statoobbligata alasciare laCalabria. Inun’intervista

rilasciata a calabriaonweb alladomanda Come vede oggi la suaCalabria? Ci torna spesso?“Ci torno periodicamente perchéin Calabria ho i miei affetti fami-liari. Purtroppo però non vedouna situazione strutturalmentediversa da quella che mi ha spintoa lasciarla per seguire gli studi uni-versitari altrove e per tentare lavia della ricerca scientifica.

Sarebbe necessario vera-mente uno scatto di

orgoglio dei calabresiche pure hannotante buone qualitàper tentare una rina-scita culturale, eco-nomica, moralepuntando alla serietà

dell’impegno, allavalorizzazione

delle tantementi bril-lanti checostituisco-no uncapitaleu m a n onon utiliz-zato”.

Ècalabrese la prima direttricedei laboratori del Gran Sasso

Si cambia. C’è voluto un anno, ma èun sottopospra clamoroso.I rappre-sentanti delle correnti della quinta

commissione del Consiglio Superioredella Magistratura hanno indicato chidovrà essere il procuratore dellaRepubblica di Reggio Calabria, l’erede diGiuseppe Pignatone, che registra, dalposto di comando dell’altissimo tribunaledi Roma, la bocciatura del suo viceMichele Prestipino. Quest’ultimo infattiha ricevuto un sola preferenza su sei, quel-la della corrente di centrodestradel Csm. Una preferenzaanche per Nicola Gratteri,gradito alla componente delcentrosinistra laico, una perPaolo Giordano. Nessunvoto invece per il capodella Procura diCatanzaro VincenzoLombardo. Mentresono tre le prefe-renze per colui chegovernerà la pro-

cura più calda del Sud Italia. OvveroGaetano Cafiero de Raho, l’incubo deiCasalesi. È stato votato dalle correnti diUnicost e Magistratura democratica.Procuratore aggiunto a Napoli, è statol’uomo che ha fatto arrestare e condanna-re il superboss Francesco Schiavone,meglio noto come Sandokan. Le indiscer-

zioni dicono che non guarda infaccia nessuno e questo a

Reggio rappresenta unagaranzia. In città i nodida sciogliere sono parec-chi, dato che finora ha

pagato soprattutto laprovincia. La zona

grigia continuaa pagaiareincontra-s t a t alungo loStretto.

Procuratore Reggio. A Cafiero de Raho il dopo Pignatone

LA NOMINA

Il Pg Scuderi:«Ergastolo per chi avrebbe ucciso DomenicoCarabetta»

DONNE AL TOP

L’intercettazione traTorello e Femia con leminacce al giornalista«se non la smette glisparo in bocca»

Guido Torello, meglio notocome Torellino, oggi, dopol’intercettazione telefonica, è

considerato l’uomo forte della maladel Nord. A Nizza Monferrato, il suopaese d’origine però non sono d’ac-cordo. Non credono che uno chechiacchera molto possa essere il traitd’union con la potenza criminale piùtemuta in Italia. Questo figuro, similRenato Pozzetto anni Ottanta, vuolesparare in bocca a Giovanni Tizian, ilSaviano calabrese.Dall’intercettazione telefonica conl’imprenditore gioiosano NicolaFemia ostenta potere Torello, minac-cia azioni risolutive sul genereMarsiglia anni ‘70. Un potenziale kil-

ler su una struttura da commessoviaggiatore, si aggira incontrastato.La mala del Nord ha un nuovo puntodi riferimento con un pedigree dapiccolo cabotaggio. È spietato - oalmeno così pare - questo guaio con-tinuo fatto uomo. Truffe, bidoni e fat-ture. Assegni a vuoto. (Googlate

Guido Torello per avere confer-ma). Non ha il carisma di quelli delBrenta, ma sostiene di avere in dota-zione pallottole, mica gianduiotti otartufi. E Femia gli crede, dal tonosembra rassicurato. Dimostra infe-riorità. Gli dice bravo, grazie. La pre-sunta ’ndrangheta imprenditorialedel Sud che si prostra dinanzi a unpiemontese d’adozione che conte-rebbe tanto, da Roncobilaccio aVentimiglia. Tranne che nel suopaese, come riporta la “Gazzetta diAsti” il giorno dopo gli arresti: «Tuttigli abitanti di Nizza Monferatto ecoloro che conosono “Torellino”escludono la possibilità che possafare del male.

La mala piemonteseminaccia il nostro Tizian

L’omicidio del Pentagono a Sant’Ilario. A quasi 25 anni dallamorte del giovane sidernese non e' stata ancora fatta giustizia

CASO KUNSKY

Esorcismiantimafianegli abissi

Bisogna tirarlo fuori a tutti i costi. Dopo chenell’aprile di due anni fa, su richiesta dellaDda di Catanzaro, il tribunale della città,sovrano in Calabria, aveva categoricamentearchiviato il caso «nave dei veleni», da qual-che giorno è stato riportato a galla. Si sa chenei sud del mondo gli esorcisti non amanostare a lungo disoccupati. Quindi si riparte,all’uso dei gamberi, alla ricerca del teschionero su sfondo giallo. Non so perché mi riappare cristallino uncapitolo del romanzo Le belve di DonWinslow, ripreso da Oliver Stone con unapellicola nel 2012. Al confine tra Messico eCalifornia è pieno di belve feroci: narcos eantinarcos. Solo che quest’ultimi guadagna-no di più. Questo secondo i calcoli dell’im-portante autore.

Un documento della commissione parla-mentare d’inchiesta sul fenomeno dellamafia dal titolo: Relazione su possibili interes-

si della criminalità organizzata sul trafficomarittimo, riporta a galla la bufala dei vele-ni. Nell’Alto Tirreno calabrese c’è il male.

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Parlandodi...

ATTUALITÀ

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Il percorso storico di questo stra-no animale denominato uomo siè orientato con la prua rivolta

verso un nuovo Nord che corrispon-de ad un futuro di follia, di alienazio-ne, di violenza e di profonde ingiusti-zie sociali. Le vele del suo camminosono spinte dal vento della menzo-gna, menzogna politica, menzognasociale, menzogna filosofica, menzo-gna storica. Viviamo frastornati in unpresente di bugie, che spaziano daquelle miserabili di chi nega le evi-denze a quelle colossali di chi tracciai destini dell'umanità intera.Non c’è più spazio per la verità. Laverità è troppo banale, troppo abuon mercato, troppo inutile al pro-gresso dei mercati. La verità è ridut-tiva, scomoda, noiosa, improduttiva,antieconomica. La verità è una pallaal piede ingombrante da cui ci sideve liberare per viaggiare finalmen-te liberi verso il progresso.La bugia si è affermata come princi-pio fondamentale di controllo egestione del potere. La bugia haassunto un carattere universale ed èal momento l’unica cosa realmenteglobale, l'unica cosa che vale allostesso modo per tutti i popoli delmondo. La bugia è il simulacro delleantiche divinità, la riproduzione inscala della felicità, il surrogato delleidee, il motore della realtà.Non c’è nulla di vero in ciò che appa-re. Tutto è indotto e condizionato.Ogni cosa è travisata per scopi emotivi che non sono mai quelli che civogliono far credere. Esiste soltantoil potere assoluto di una sparutaminoranza di uomini che detta leregole e stabilisce i tempi. E questopotere è così grande e incontrollatoche li ha trasformati in mostri simili aGollum. Bugie filosofiche. L’uomo è felicequando vive uno stato di benessere.Cosa è il benessere? Il benessere èpossedere beni. Chi ha tre televisioniè più felice di chi ne possiede una. IlSUV ti rende un uomo migliore.Siamo felici perché possediamocose. Amiamo le banche come noistessi. Il denaro è la medicina cheguarisce ogni male. Bugie. Bugiespaziali. Bugie grandi come la ViaLattea. Perché si è arrivati a tanto. E come?Il lavoro è la base di ogni civiltà. Sideve aumentare la produttività. Iconsumi devono decollare, lo ripeto-no i politici di ogni razza. Il restodella vita è un corollario alla nostrafatica. Un orpello, anche inutile.Conta soltanto lavorare. Produrre.Per il bene di tutti. Dimenticare lefantasiose pretese di umani. E pen-sare, come api operaie, al benecomune. Bugia. Bugia grande comeil sole. Il bene non è comune. I fruttidel nostro lavoro non sono mai ridi-stribuiti in modo equo. Il novantano-ve per cento della nostra fatica sideposita sempre negli stessi forzieri.

Il lavoro è fatica, anche quando èrealizzazione. E la felicità è in disso-nanza con la fatica. La felicità è unmistero, ma l'infelicità è palese.L'infelicità è non avere tempo peramare il mondo. L'infelicità è la soli-tudine nera e gretta. Ci stanno tra-sformando in onanisti del possesso.Sprizziamo gioia per lo straordina-rio. Godiamo dei saldi, Tifiamo perl'aumento degli indici telematicidelle borse mondiali, anche se nonabbiamo un euro. Siamo spacciati.La bugia è regola, la bugia è applica-zione pratica dell'arte della guerra.Una guerra dove loro, i potenti,hanno come nemici noi, i deboli. Edhanno vinto. Ci hanno talmente

ingannati che abbiamo smarritoanche i valori che hanno tenutoinsieme l'umanità per millenni.Siamo atei, senza famiglie e senzapatria. Piccoli individui solitari chetentano d'imitare gli dei. Ci odiamo avicenda. La bugia ha un effetto a pioggia.Cade dall'alto. Si riversa in ogniaspetto della realtà quotidiana. Lapolitica, che aveva il compito di con-ciliare gli uomini, ha smarrito il suosenso ed è diventata il maggiorespaccio di bugie. La politica e i suoipersonaggi sono i pusher della men-zogna. Quello che sta accadendo inquesti giorni ne è la prova. La Calabria è sopraffatta dalle bugie.Bugie dall'alto verso il basso, e vice-versa. Secoli di dominazione e disoprusi hanno prodotto questo effet-to. Nascondersi dalla repressionecon la bugia. Reprimere con la bugia.Difendersi con la bugia. Bugie verba-li, bugie scritte. Non cambia niente. Viviamo bendati dentro una illusio-ne di benessere. Una realtà virtualeche comprende ormai ogni aspetto,persino quelli privati, persino quellisentimentali. Non è più una questio-ne di lotta di classe, di mezzi di pro-duzione, di capitale e di sfruttamen-to. La storia volge al termine, e hapreso il sopravvento la realtà dellebugie. Squarciamo il velo, accettia-mo la nostra solitudine, perché soloil capirlo ne rallenta il decorso fatale.

L’OPINIONE

Noi, cazzonidi sinistraDiciamocelo, a sinistra siamo tutti bravi agiocare a fare i duri e i puri. “Questo nonci va bene perché è poco di sinistra, quel-lo ci fa schifo perché è troppo di destra,quest’altro puzza di acqua santa” (spessol’unica obiezione sensata). E così da circaun secolo, la sinistra è diventata espertanell’arte delle scissioni. Solo per citarequelle degli ultimi anni, il Pci si è scisso inPds e Rifondazione Comunista.Rifondazione si è scissa e sono nati iComunisti Italiani che a loro volta hannosubito una scissione. E Rifondazione si èscissa ancora e ancora fino all’uscita diVendola che ha fondato Sinistra eLibertà. E scissione su scissione la sinistraè riuscita in quello che sembrava impossi-bile nel paese che ha avuto il più grandepartito comunista dell’Europa occidenta-le: vedere annullata la propria rappresen-tanza parlamentare. Una roba impensa-bile, ma che è successa. Grazie a chi? Aquattro capre di dirigenti che per mante-nere il loro piccolo potere si sono scanna-ti fino a ridurre la sinistra ai minimi termi-ni, fino a renderla ininfluente. Ma la colpaè davvero solo dei dirigenti? Noi popolodella sinistra siamo così immacolati?Oggi. Rivoluzione Civile sta mettendoinsieme quello che è rimasto della sinistrain Italia, se si esclude Sel che è alleata colPd. Una mischia per riportare quantome-no la sinistra nelle aule parlamentari. Nonil migliore tentativo ma quantomeno untentativo. Questi alcuni dei commenti disvariati compagni e compagne: “E adessoci affidiamo a un magistrato? Io nonvoto!”. “Sul simbolo c’è il nome diIngroia, noi combattiamo i personalismiin politica, non voto!”. “Cosa? Abbiamocaricato anche Di Pietro? Non voto!”.“Ingroia ha avuto il coraggio di aprire aquel dittatore di Grillo, col cavolo chevoto!”. “Hanno candidato tizio invece dicaio, mi astengo”. E potrei andare avantiper pagine. Insomma, sempre alla ricercadel pelo nell’uovo noi, sempre a scannar-ci con chi ci è più vicino facendo il giocodella destra. Sempre masochisti, a cerca-re di essere i migliori senza nemmenoaccorgerci che in tutto questo bel divider-ci siamo riusciti a scomparire.Continuiamo pure così, ma poi nonlamentiamoci se il berlusconismo deva-sterà l’Italia. Col termine scissionistiormai si intendono i camorristi diSecondigliano. Peccato, perché sarebbela definizione giusta per noi cazzoni disinistra. Lenin disse: che fare? E fece unarivoluzione proletaria. Poi morì e noi allasua domanda rispondemmo: scinderci! Egli altri fecero la rivoluzione restauratrice,per usare un ossimoro, che è comunquepericoloso, perché qualcuno a sinistrapotrebbe accusarmi di essermi imborghe-sito perché utilizzo un lessico troppo com-plicato per il proletariato giovanile, chenel frattempo è invecchiato e, grazie allasinistra scomparsa, non ha nemmeno piùla pensione. Per trovare la sinistra me ne sono dovutoandare in Venezuela. Ma ora pure il pre-sidente Chavez rischia la vita. Siamo proprio degli sfigati.

Giovanni Maiolo

Siamo felici perchépossediamo cose. Ildenaro è la medicinache guarisce ogni male.Bugie spaziali. Bugiegrandi come la ViaLattea.La bugia è laregola. Ci hannotalmente ingannati cheabbiamo smarrito ivalori. Siamo atei, senzafamiglia e senza patria.

La realtàdelle bugie

ANTONIO CALABRÒ

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Polaroid

Il nostro ex direttore SandraTuzza con gli studenti dell’ITTZanotti Bianco di Marina diGioiosa Jonica. Ha tenuto laprima lezione del programmaannuale studiato per le scuolesuperiori della Locride “Educarealla cittadinanza europea”.

Nè il freddo di questi giorni né le nevi-cate a bassa quota hanno fermato idue impavidi ciclisti. Fin sulle vettedello Zoomaro si sono spinti con leloro bicilette e ben bardati nella lorodivise. Zaino in spalla su fino in cimanonostante tutto per passare unweekend in montagna e fare un po’ diattività fisica.

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LOCRIDE

Sandra Tuzza sale in cattedra

Due impavidi ciclistisullo Zoomaro

Il signor Vincenzo Scali attraversail suo tempo con la leggerezza diuna barca che solca la tempesta;con la forza di un’ape operaia, maidistolta dal dovere e dalla fede;con l’amore per la vita di unsognatore felice e di un marito epadre esemplare; con il fuoco maisopito di un uomo autentico e sin-cero.Il signor Vincenzo Scali, nato aRoccella il 15 Aprile del 1910compirà presto il suo centotreesi-mo compleanno e tutta la costaJonica lo festeggerà, felice dellasua allegria, del suo buon senso,della sua saggezza.Quando nacque il signor Scali lanostra Calabria era tutt’altro.Strade polverose e rade, miseria,carabinieri a cavallo e macchine avapore. Il mondo intero eratutt’altro. Ghette, palandrane ecappelli a cilindro, carrozze per inobili e carrube per i poveri.Sembra ieri, per lui, ma già è sto-ria, per noi.La scuola elementare finita aRoccella dopo la fine della primaguerra mondiale, e poi il fascismoche lo vedeva giovane e già allavoro. Ricordate del fascismo,signor Scali, gli domando. Tre cose- mi risponde - Fame, miseria epidocchi; niente di buono, mi

ricordo. Il lavoro diventa subito centralenella sua vita. Muratore, e poimastro muratore. E mattoni, ecemento da impastare, e faticadall’alba al tramonto. E sempre,sempre (insiste) pagato con ilprezzo e in più il premio. Per labontà del lavoro. E per la dedizio-ne e la serietà.E poi sua moglie, Isabella, settan-tacinque anni di matrimonio. E mirecita a memoria una struggentedichiarazione d’amore, di quelled’altri tempi, rispettosa e tenera.E nei suoi occhi compare la lucedel ricordo. E dei quattro figli,

avuti a distanza di quattro anniciascuno, il primo nel 38’, e cosìvia, lui sempre a lavorare e pensa-re al futuro, e il futuro già è qui elui anche.Signor Scali, quale è il segretodella vostra gioventù, gli doman-do. Mi risponde secco. Preciso esenza dubbi nella voce. -Mai ruba-re, mai litigare, mai avere a chefare con delinquenti, mai cedereai vizi e credere sempre in Dio,con forza, speranza e volontà.Lo guardo e vedo un secolo di sto-ria nelle sue rughe.Mai preso caffè e mai fumato siga-rette. Solo adesso, da qualchetempo, al mattino, un goccioappena di caffè. E poi abbondan-te latte, con un biscottino, a volte.- Mi vedete pancia, voi ?- mi chie-de. - Mangiare poco e camminareassai. E il vino solo adesso, dopo inovant’anni. Mezza tazzina dopodei pasti. Così, per la circolazione.Ma camminare , camminare assai.Ed è vero. Mi raccontano di unasua recente camminata chilome-trica, dopo aver perso il treno. Elo vedo io stesso, dopo la chiac-chierata, avviarsi con passosvelto e deciso verso casa.Signor Vincenzo Scali, di annicentotre, noi ti ringraziamodel tuo sorriso. Ti ringraziamodella tua grazia e della tuavoglia di parlare con gli altri.Delle tue parole e dei tuoi gestiautentici di galantuomo.Ringraziamo te e quel Signore incui tu credi così profondamenteche ti ha concesso una vita cosìbella da essere un esempio. E,nella tua semplicità, leggiamo unmonito e un insegnamento, che cifanno vergognare di questo nostropresente astruso e scialone. Tanti auguri, signor Scali, ti voglia-mo bene come un nonno univer-sale, mentre ti vediamo con queltuo passo deciso attraversare ilmondo, con la leggerezza di unabarca che solca la tempesta.

Antonio Calabrò

Vincenzo Scali,di anni centotre

Roccella

Finalmente un riconoscimento per l’imprenditoria giovane e per le innova-zioni . L’assessore Caridi ha premiato la miglior Idea Imprenditoriale con ilconcorso promosso da Confindustria Catanzaro "La Forza delle Idee, ilCoraggio delle Azioni". Il maxi, nel formato più che nel contenuto, assegnodi duemila e cinuecento euro servirà a realizzare il progetto vincitore “Cor-Il trasporto pubblico. Forward”.

Premiata la miglior Idea Imprenditoriale

Monti candida Angela Fucsia Nissoli FutzgeraldUna candidata italo americana alle prossime politiche del 25 e 26febbraio 2013. concorrerà per un posto alla Camera dei DeputatiLista “Con Monti per l’Italia” Nord e Centro America, AngelaFucsia Nissoli Fitzgerald. Segue attivamente da sempre leComunità italiane e italo americane, promuovendo la diffusionedella lingua e della cultura Italiana: oggi scende in campo, deci-sa a impegnarsi per fare da ponte, collegamento reale e ideale trale due Italie, quella fuori e quella dentro i confini nazionali. Unadonna che vive e ha vissuto i problemi, i desideri, le criticità e leaspirazioni della comunità italiana del Connecticut, in particola-re i problemi delle donne italiane all'estero, sulle quali gravaancora, troppo spesso, l'intero carico della famiglia. in prima persona, a rendere massima mente proficuo il serviziodi rappresentanza offerto agli italiani, perché giungano sul tavo-lo di chi decide, i temi e le priorità da affrontare”

Zoom sullaLOCRIDE

GIOIOSA IONICA BENE E MALE. Al passo felpato ed elegante delle mucche, che discendono senza tempo verso la vecchia piazza, fanno dacontrasto, in negativo, i prospetti delle case dei gioiosani. Il vecchio e il nuovo si mescolano, attorno a una strada, lungo una mentalità schiavadel cattivo gusto. LOCRI COMODA. A un metro dall'incrocio principe della città, quello attraversato dalla strada che dal lungomare porta al palazzo di Minosse, un camion con un cassone a muraglia impedisce la vista. Non si vede niente, neppure un controllore del traffico.MONASTERACE A SINISTRA. Negli ultimi anni la città è stata troppo impegnata a esorcizzare criminali vaganti. Il divieto per altre prospettive èprorogato a data da destinarsi. Quindi svolta obbligatoria a sinistra per altri quattro anni

Il signor Scali nacquequando la nostraCalabria era tutt’altro.Strade polversose erade, miseria,carabinieri a cavallo emacchine a vapore. Loguardo e vedo unsecolo di storia nellesue rughe.

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la RivieraFranco Laratta ha deciso di immor-talare il suo ultimo giorno inParlamento. Forse perché pocofiducioso nella rielezione allaCamera ha voluto imprimere sullacelluloide una testimonianza dellasua presenza tra i rappresentantidella Calabria a Roma? Non si sa,di certo sarà una foto che mostreràcon orgoglio a parenti e amici.

Ad Agnana si è svolta un’esercitazione radu-no della Protezione Civile. Visto il maltempoe le avverse condizioni i nostri volontarifanno bene a tenersi in allenamento. Semprepronti a intervenire in caso di calamità sonoproprio loro a doverci salvare. Speriamo siesercitino bene. A presiedere e coordinare lariuscita della giornata il presidente MariaBizzantini.

Autoscatti inParlamento

Raduni dellaProtezione civile

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È stato smantellato lo scorso inverno, ma èancora lì. Rivive, come un fantasma. Il vec-chio pontile, il plebeo, che per decenni èrimasto all'ombra del ricco serpentonedell'Italcementi, quello che buca lo Jonio allafine del lungomare nord, non se né andato deltutto. Ombre, che si muovano di notte, spez-zano la schiuma marina. Come se il mareincontrasse più ostacoli. È gli ostacoli ci sonoè rappresentano un serio pericolo. Tantissimiferri arrugginiti spuntano dall'acqua. Sonoappuntiti. Sono monconi (foto) che rischianodi far veramente male. Noi lo denunciamooggi, consapevoli del fatto che le prossimemareggiate li sotterreranno. Ma saranno lì,anche in estate e silenti come tracine sul fon-dale marino attenderanno bagnanti inconsa-

pevoli. Il rischio di danni alle persone èelevatissimo. Molto probabilmente è

necessario segnalare lo stato di perico-losità e delimitare con delle boe il trat-to di mare. L' inagibilità è palese. Ilrischio alle persone - lo ripetiamo

ancora una volta - è elevatissimo.

Il cassonetto blu per la plastica è a 750metri da casa sua. 750 metri secondo ilconta chilometri della mia Fiesta.

Ciccio Guttà detto “Ciccillo” lo rag-giunge ogni due giorni. È se,pre stra-pieno di tutto, fino all'orlo: pampers,duracel, canne da pesca. Televisoni,lavandini, divani a un posto tavoli divecchie abbuffate. Ma sono le bustedel discount Md la fanno da padrone.Stamattina c'era anche un cane. Nondava segni di vita. Mi sono avvicinatopoco, sembrava uno spinone. Ho spe-rato fosse di peluche. Intanto, Ciccillo,capelli bianchi, coppola e passo lento,non molla, va avanti e tra l'immensitàdi rifiuti di ogni genere, si sforza pertrovare uno spazio alla sua differen-ziata. Gli domando se vale la pena. Mirisponde. «Il mio dovere è quello ditramandare una città migliore ai tuoifigli».

Questa mattina il vescovo di Locri Giuseppe Fiorini Morosini,insieme a tutto lo Episcopato regionale è stato ricevuto da papaBenedetto XVI. Rimarrà in Vaticano fino al 25 di gennaio a discu-tere dei problemi della Locride, anche oltre la mera questione eccle-siastica. La relazione che Mons. Morosini ha consegnato oggi a suaSantità, considerata l'attenzione che sta dedicando alle gravi problemati-che che attanagliano la Locride, vittima di mal governo e strumentalizza-zioni, siamo convinti, sarà puntigliosa. L'emergenza è diffusa a tal puntoche a questo territorio servirebbe un miracolo. Se non fosse possibile lefamiglie della Locride si accontenterebbero anche di un piccolo spira-glio, di un'esigua prospettiva, oltre il basso e buio orizzonte a cui sonostati forzatamente costretti da qualche decennio.

I monconi di un fantasma

Dopo circa nove mesi di incubazione e prove generali,prende il via la distribuzione delle derrate alimentarinella Locride da parte delle sedi zonali dell'ANAS. Neigiorni scorsi infatti sono stati distribuiti i primi pacchidel 2013 di alimenti per le famiglie bisognose. A gui-darla sulla ionica ci sono l'ardorese GianfrancoSorbara e il bovalinese Domenico Iacopino.

Pacchi di cibo perfamiglie in difficoltà

Il vecchio pontile di Siderno c’è ancora nei fondali marini

La differenziatadi Ciccillo, pertramandare unaSiderno migliore

Il vescovo Morosinida Papa Ratzinger

“L'IMU è un'imposta incostituzio-nale, oltre che palesemente iniqua”.Questa la nota diffusadall'Associazione Codici sulla tassapiù odiata degli ultimi tempi. E labattaglia tra l'associazione e la tassareimposta dal governo Monti siannuncia dura e senza quartiere. Sista organizzando una vera e propriaclass action contro la “tassa non sulpatrimonio, ma contro il patrimo-nio e la proprietà”. Codici sostienefortemente che il prelievo IMU sipone in contrasto tanto con il prin-cipio di uguaglianza sancito nell'art.3 della Costituzione, quanto con ilcanone della ragionevolezza che aesso si connette. Infatti, il principiodi eguaglianza imporrebbe di consi-derare allo stesso modo situazioniuguali e di differenziare le situazio-ni tra loro diverse. L'imposta colpi-sce la titolarità di beni immobili, inmodo casuale, senza considerarecorrettamente il loro valore e la

situazione personale dei soggettipassivi. Si prescinde dal fatto che,chi possiede gli immobili sia ricco opovero, occupato o disoccupato,abbia comprato con i frutti del pro-prio lavoro o abbia ereditato. Lamisura del nuovo prelievo non è

infatti legata né a probanti e realisti-ci dati oggettivi, né si conforma (senon marginalmente) alle differenzeindividuali e familiari. I profili diincostituzionalità sopra descrittirisultano rilevanti anche in relazio-ne al dovere costituzionale di con-correre alle spese pubbliche inragione della propria capacità con-tributiva.Per tutti questi motivi l'associazioneha deciso di lanciare una campagnaa livello nazionale e ricorrere inquesto modo contro quella cheritiene “una mostruosità fiscale” .Tra le richieste che saranno avanza-te ci sarà sicuramente quella di chie-dere il rimborso dei pagamenti ver-sati.L'associazione si è offerta di aiutarei proprietari immobiliari che faran-no domanda di rimborso o ricorre-ranno in Commissione Tributaria,sia singolarmente sia attraverso unavera e propria “class action”.

IMU incostituzionale: promossa class action da Codici

Nuovo progetto d’inclusione per iminorenni immigratiIl progetto Albatros è stato promosso dal Ministero DelLavoro e accolto dalla Cooperativa Sociale Pathos con ilpartenariato dei comuni di Caulonia, Riace e Benestare.Rappresenta un percorso sperimentale d'inclusionesocio-lavorativa dei “Minori stranieri non accompagna-ti” (MSNA), richiedenti o titolari di protezione interna-zionale o umanitaria, nei comuni calabresi.

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I CANDIDATI

ADDIO GRANDE SUDNon saranno più nominati Elio Belcastro, che se ne torna al paesello, AurelioMisiti, che ha esaurito tutti i mari in cui si può navigare, Santo Versace, chedoveva cucire l'immagine della Calabria estetica. Volevano fare grande il Sud,immaginandolo come Lilliput. Unica condizione perché apparissero comeGulliver.

LA DITTATRICE MARIA CARMELA E MARCO LO SCRIVANOA liste presentate dal Pd sono insorti Enzo Ciconte, mafiologo, Maria CarmelaLanzetta, la sindaca più antimafia del reame, Adriana Musella, la presidenteeroica di Riferimenti. Tutt'e tre hanno lamentato, con il cuore grondante san-gue e lacrime, la sottovalutazione del Pd nei riguardi della 'ndrangheta cala-

brese, l'organizzazione criminale più potente del mondo, non recando inParlamento i giganti e le giganti della lotta costante, perché astratta,

alla mafia. Èproprio vero, l'appetito vien mangiando. I vessilliferidell'antimafia, che hanno ottenuto molto, pretendono adesso

tutto. Non a torto. La prossima volta non diciamo Bersani, maalmeno Minniti faccia da scrivano e scriva sotto la dittatura

dell'antimafia collaudata: Lanzetta, Musella, Ciconte. Nonsolo la purezza della lista sarà assicurata, ma - oh, giorni

della nostra liberazione- la 'ndrangheta, temendo persé, si trasferirà al Nord. Dove s'è già trasferita.

NINO E LELLA La biografia di Lella Golfo, che leggiamo suWilkipedia, è assai lacunosa. Non dice nulladegli anni giovani di Lella quando eraimpegnata nelle fila del PCI e recitò unruolo importante come dirigentedell'Unione Donne Italiane. Né dice nulladel suo successivo passaggio al PSI, lì porta-ta da un grande e sincero amore per undirigente socialista, intelligente, dal trattoaristocratico e sventurato: morì giovane.Nel 2008 Lella Golfo, stupenda, emergecome nominata del PDL alla Camera deideputati per la Calabria. S'è fatta un buonnome. È stata in prima fila nella lotta per idiritti delle donne e s'è fatta conoscere inItalia e in Europa come Presidente dellaFondazione Maria Belisario. Alla Cameradei deputati ha parlato poco, ma semprequalcosa in più di Nino Foti, che resta,mentre Lei lascia.

PILLOLE

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DOMENICA 27 GENNAIO 2013 LA RIVIERA 19

Intelligente, pensosa, simpatica, Laura Cirella hamilitato per lungo tempo nelle fila dei Comunistiitaliani. Poi, è passata a Sel , ma con il morbo, làcontratto, della disciplina ferrea e dell' unità delPartito, che viene prima d' ogni altra cosa. E per-ciò alla fine ha ingoiato i rospi foresti con lo stessopiacere con cui si pasteggia un bel cannolo.

Si dice che dietro ogni grandeuomo c'è una grande donna.Non vale più, almeno per quantoriguarda la politica, che è unasorta d'equazione a due incogni-te. Da quel che abbiamo capito,frugando nella sacrestia deimisteri, questo ormai si deve dire:dietro ogni grande donna, c'è ungrand'uomo. Cioè dietro laBindi, la meno irritante dei para-cadutati per la sua intelligenza,c'è stato Gigi Meduri. Non atto-re, ma regista. Del tipo diLuchino Visconti ne “IlGattopardo”.

PARTITO DEMOCRATICO

TACCUINO ELETTORALE

FUTURO E LIBERTÀ

RIVOLUZIONE CIVILE

PDL

SEL

Senza offesa per le femministe:Dorina Bianchi è la perenne dimo-strazione vivente che la donna èmobile. Ha veleggiato inizialmentenel CCD e nell'UDC, poi è passataal centrosinistra con La Margheritae il Partito Democratico, indi è rien-trata nell'UDC, non si scorda mai.E poiché il primo amore non è maiunico, è passata ad altro amore,all'amore del Popolo della Libertà.E, sicome amor con amor si paga,Silvio Berlusconi le ha preparato unseggio al Senato. Prego, Signora.

C'era una volta una pasionaria nelladestra italiana di marca fascista: AngelaNapoli. La vedemmo fiammeggiare inFLI e, poi, sfumando i sogni di gloriadel Futuro di Fini, far parte quasi per sestessa. Niente dramma. Una pasionariase ne va, un’altra subentra: PatriziaPelle. Senza speranza di vedere le stelle.E questo ce la rende simpatica oltreogni dire.

Nella lista calabrese per la Camera dei deputati Antonio Ingroia, con l'an-nuenza di Oliverio Diliberto, ha cancellato i comunisti calabresi, non avendoné titolo né le carte in regola, ma solo la nomea che gli deriva dallo strillonag-gio contro il Presidente della Repubblica. Fa specie che i comunisti calabresinon abbiano reagito allo strillone e abbiano abbozzato, ponendo così fine auna leggenda: al Partito comunista vivente ormai solo in Calabria. Bene, nonsolo i comunisti non hanno reagito, ma addirittura il segretario delle federa-zione reggina del Partito dei Comunisti Italiani, avv, Lorenzo Fascì, ha accet-tato la candidatura al Senato in una posizione d'assoluta ineleggibilità, primivenendo gli unti di Ingroia, che, non avendo a disposizione olio santo, li pre-serva con lo strutto del Porcello. L'avv. Lorenzo Fascì- questo lo sanno tutti - è persona di dolcezza infinita.Dolce come un bigné. Perché Ingroia non avrebbe dovuto farne un sol boc-cone, e con lui tutti i suoi prossimi compagni, sempre pronti per la causa afarsi mettere sotto i piedi dall'ultimo arrivato nel campo della Sinistra?

Gigi, Rosy e Luchino Dorina Bianchi, ovvero la donna e mobile

Laura Cirella e i rospi u)nitari

Franco Bruno è nato sotto la stella della purezza,che mal si coltiva nell'arena politica. Ma egli vi èriuscito, sottraendosi a ogni contaminazione cheimporta il voto. Non si è fatto mai votare. È diven-tato senatore del Pd per nomina grazie alPorcello. Da qualche anno aveva fatto sosta pres-so la stazione dell'Api. Ma la benzina è finita. EFranco Bruno riparte con la macchina di Tabacci,il Centro democratico dei trasformisti calabresi.

CENTRO DEMOCRATICO

Sotto lastella dellapurezza

La pasionaria Patrizia Pelle

Lo strillone e Lorenzo Fascì

Pur dopo le giuste scelte del Pd, che, ritornatonella misura delle cose, non ha candidato alParlamento nessuna delle sacerdotesse dell'an-timafia, ci pare giusto riproporre una questio-ne, che riguarda più la logica che la politica.E la questione è questa: se in Calabria, secon-do l'autoproclamazione delle interessate, labenedizione dei confratelli capi di partito, leaccordate macchine di scorta dei prefetti, lesindache antimafia sono 4, non più di quattro esoltanto 4, dobbiamo concludere che le restan-ti sindache calabresi - Maria Lucente, sindacadi Zumpano (Cs), Beatrice Valente diSpezzano Piccolo (Cs), Barbara Mele di SanNicola Arcella (Cs), Paola Maria Candia diOrsomarso (Cs) Antonella Leone diPedivigliano (Cs), Patrizia Linda Cecaro diSanSostene (Cz) Teresa Procopio di San Floro(Cz), Antonella Bartucca di FrancavillaAngitola (VV), Marianna Caligiuri di Caccuri

(Kr), Domenica Gangemi di Santa Caterinad'Aspromonte (RC), Rosita Femia di Canolo(RC), Maria Romeo Ferruzzano (RC) - nonsono sindache antimafia. Con la logica non sischerza, e la logica dà questo risultato logica-mente non sorprendente. Sorprende invece chei prefetti non abbiano ancora provveduto apreparare le carte per lo scioglimento deicomuni, retti dalle sindache non antimafia. Chi ci salverà dalle professioniste dell'antima-fia, bardate con la bandiera tricolore? Aprendola campagna elettorale a Cinquefrondi RosyBindi, che guida la lista alla Camera del Pd, hadetto: «Non servono i professionisti dell'anti-mafia. Ognuno in questa terra è presidio con-tro l'illegalità se esercita i propri diritti e dove-ri». Noi lo sosteniamo da tempo. Meglio tardiche mai. E, comunque, Rosy Bindi si dimostraall'altezza della situazione.

Non servono iprofessionistidell’antimafia parola

di Rosy Bindi

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DOMENICA 27 GENNAIO 2013 LA RIVIERA 20

LaGerenza...

NOTE E SCHERMAGLIE

LA LETTERA

Proposta di un cittadino perrisolvere i problemi della Locride

[email protected]@gmail.comTel 0964/342679

la RivieraRegistrazione Tribunale diLocri (RC)n. 1 del 19/06/1998R.O.C. n°11602 del 02/11/98Questo periodico è associato all’Unione Stampa PeriodicaItaliana AmministratoreUnico Rosario Vladimir Condarcuri

RUBRICHELa colonna infame di Mimmo GangemiLoqui e sproloqui di Filomena CataldoMessagi nel tempo di Daniela FerraroLe pillole di Eva

COLLABORATORIAnna Laura Tringali, Mara Rechichi,Franco Crinò, Nicodemo Barillaro,Giuseppe Gangemi, Mimmo Romeo,Giuseppe Fiorenza, Franco Parrello,Franco Blefari,

Direttore responsabile: PASQUINO CRUPIIn redazione: ERCOLE MACRÌ, ELEONORA ARAGONA,DOMENICO MACRÌ, ILARIO AMMENDOLIA, MASSIMOPETRUNGARO, KATIA CANDIDO, NINO SIGILLI.Responsabile sport: ANTONIO TASSONEArt Director: PAOLA D’ORSAImpaginazione: EUGENIO FIMOGNARI

Questa proposta la faremo alcomitato dei Sindaci della Locrideche si riunirà il prossimo 28 gen-naio 2013. La nostra proposta èquella di costruire una societàPublic company, gli azionisti dellaquale dovrebbero essere esclusiva-mente cittadini della Locride, iquali devono detenere la maggio-ranza delle azioni (55-60 percento) del capitale della società. Ilrimanente 40-45 per cento delleazioni può essere detenuto dabanche, società finanziarie o pri-vati che vogliono investire per losviluppo di questa Area, che hatanto bisogno di riscattarsi da sola.Come si può notare, con questosistema il controllo della Societàrimarrebbe sempre ai cittadinisoci. Elaboriamo qualche ipotesidi questa società. Ogni azionedovrebbe avere una base minimadi 100 euro. Somma che ogni cit-tadino medio potrebbe investirenella società. Quei cittadini chehanno maggiori possibilità pos-sono arrivare ad investire anche10.000 euro, con pagamenti ratealidi media scadenza. Il socio che haun azione da cento euro in senoall'assemblea dei soci puòesprimere soltanto un voto. Inveceil cittadino che possiede un capi-tale sociale di 10.000 euro puòesprimere 100 voti in seno allasuddetta assemblea. Così anche gli

azionisti di minoranza. Essenso gli abitanti della Locride131.985, dividiamo questo numeroin tre parti: ricchi, meno abbienti eceto medio. Il ceto medio è il piùnumeroso, perciò lo quantifichi-amo in 100.000 abitanti. Se laSocietà dovrà raggiungere un cap-itale sociale di 30.000.000 di euro.Il 55 per cento del capitale, ovvero16.500.000 euro, lo dovrebberodetenere i soci di maggioranza,ovvero i cittadini, e il rimanentecapitale sociale di 13.500.000 euroandrebbe coperto dai soci dim i n o r a n z a .16.500.000:100.000=165 eurosarebbe l'importo di parteci-pazione di ogni cittadino/socio.L'importo della società potrebbeessere, inizialmente, anche di50.000.000 di euro. Le amminis-trazioni comunali avrebbero l’ob-bligo di partecipare alla Societàcome soci di minoranza. Questa inlinea di massima dovrebbe esserela struttura portante della società.Con questo capitale sociale, lasocietà potrà fare investimentiproduttivi nella Locride. Se i citta-dini si vogliono organizzare, percostruire una vera forza sociale edeconomica che sia di sostegno ecollaborazione alla classe politicadella Locride ora hanno l'opportu-nità di farlo.

Benito Stinà

L’immaginazione impareggiabilee la fantasia ardita e colta per-misero ad un filosofo socialista

del settecento, di catalogare e dscri-vere, con magistrale precisione, ben77 tipi di cornuti. L’opera che conser-va il prezioso schema, salvo errori dimemoria, si intitola “L’armonia uni-versale” e, probabilmente, da essa èstata derivata la frase “cornuti e con-tenti”. Purtroppo, non ricordiamo se,come nella prima stesura del sistemaperiodico, v’erano delle caselle vuote,né se fosse stata prevista una corri-spondenza biunivoca tra i decoratidell’imbarazzante ornamento fronta-le e le decoratrici, generose e abili.Tuttavia, occorre ammettere che, allaluce del nostro progresso civile,sociale e culturale, il secondo genereha avuto un imponente sviluppo, innumero e qualità, per cui è doverosoriconoscere ad esso legittima rappre-sentanza ad ogni livello sociale edistituzionale. Tralasciamo ogni altraconsiderazione e guardiamo, ancorauna volta, alla nostra terra. Le pre-messe introduttive illuminano nume-rosi aspetti delle liste PD-SEL inCalabria e, forse, spiegano i risultatidelle cosiddette primarie. A nostroavviso, però, non lasciano tranquillala “vecchia base” che resta l’unicovero e consistente riferimento socia-le, elettorale ed organizzativo dellapresunta sinistra democratica. Lacosiddetta “fusione fredda”, gene-rando il PD solo a livello di vertice, haattratto poco della componentedemocristiana. In Calabria, forse

nemmeno quello. Viceversa i votielettorali sono frutto del lavoro tena-ce ed incorreggibile dei devoti esopravvissuti ex comunisti del buontempo andato. Ebbene, questi infati-cabili compagni voteranno democri-stiani, nomadi e stanziali, insiemecon cortigiane di origine incontrolla-ta. Si può? A rigor di logica, no! Maloro voteranno come un sol uomo:“perché sennò vince la destra”.Hanno imbarcato soggetti in odoredi mafia, parenti di mafiosi, condan-nati per gravi reati, accusati di corru-zione e malversazione. In fondo,osserva qualche compagno le corti-giane sarebbero il male minore, sesolo però non fossero state indagateper malaffare pubblico e condannateper immoralità privata. Ma, se

opportunismo, trasformismo, perso-nalismo, familismo, trasversalismo,servilismo, ruffianesimo, carrierismo,ignoranza, incompetenza, compia-cenza e, chi più ne ha più ne metta,non sono più disvalori, non costitui-scono impedimento alla elezione,cos’è che vogliono cambiare questisoloni del PD e dell’affabulatore che,con immenso piacere, denominiamosellino (perché deriva da sella, laquale rimanda al ciuccio)? Anni orsono, molti dei dirigenti reggini disinistra, democratici e non, arteficidegli impresentabili elenchi elettora-li, nonché occulti oppositori all’im-mediata sentenza di dissesto delComune e perciò, ipocriti ed interes-sati fiancheggiatori del distruttoredella “città metropolitana”, ci addita-

vano, all’interno del PCI dove incre-dibilmente militavamo insieme, qualielementi anti-partito in quanto, aloro dire, sprecavamo il meglio e ilpiù delle energie a contrastare ilgruppo federale, cioè loro, anzichélottare contro il nemico esterno, allo-ra costituito, come adesso, da demo-cristiani e fascisti. Noi, con lungimi-ranza, rispondemmo che per trasfor-mare la società occorre costruire lostrumento del cambiamento, cioè ilPartito. In altri termini, i suoi dirigen-ti e i suoi militanti. Perché solo se nonsi è ladri si combattono i ladri, solo senon si è mafiosi si contrastano imafiosi, solo se non si è corrotti siimpedisce la corruzione, solo se nonsi è ambiziosi si sconfigge il carrieri-smo, l’arrivismo, il trasformismo,l’opportunismo, il trasversalismo,solo se si è liberi e leali si annienta ilservilismo, il ruffianesimo e il tradi-mento. In definitiva, noi seguivamo ilprincipio del conflitto secondo cui “Èil diverso che abbatte il diverso”, poi-ché la storia dimostra che “l’ugualeperpetua l’uguale”. Il risultato è sottogli occhi di tutti coloro che voglionovedere: i cripto democristiani di untempo, un po’ fascistelli e un po’ sta-linisti, votano, finalmente felici e libe-rati, per i democristiani di sempre e lecortigiane di questo tempo bacato.Se il futuro che ci promettevano ieriè l’oggi, immaginate un po’ cosa saràil futuro di oggi, tracciato da questicondottieri di ieri.

REPUBBLICA E MONARCHIA

Felicemente Votano democristiani e cortigiane

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la Riviera

DOMENICA 27 GENNAIO 2013 LA RIVIERA 21

HANNO COLLABORATO

Francesco Laddarina,Giuseppe Patamia, ,BrunoGemelli, Carmelo Carabetta,Antonio Cormaci, GiulioRomeo, Sara Caccamo,Giuseppe Fiorenza, DanieleMangiola.

Le COLLABORAZIONI non precedute dallasottoscrizione di preventivi accordi tral’editore e gli autori sono da intendersigratuite. FOTOGRAFIE e ARTICOLI inviati allaredazione, anche se non pubblicati, nonverranno restituiti. I SERVIZI sono coperti da copyright dirittoesclusivo di “la Riviera Editore” per tutto ilterritorio nazionale ed estero. GLI AUTORI delle rubriche in cui siesprimono giudizi o riflessioni personali, sonoda ritenersi direttamente responsabili.

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Dal 2003 a cura di Paola D’Orsa

COPERTINE

NEW ENTRY

Un aiuto bancarioai nostri lettoriNel ringraziare l'Editore e il Direttore responsa-bile della prestigiosa rivista "La Riviera", mi pre-gio annunciare che da questo numero sarà pre-sente la rubrica "Banche e usura", che consen-tirà ai cittadini di ottenere su espressa domandale risposte necessarie per poter tutelare la pro-pria posizione in questa giungla di norme e dievidente potere del sistema bancario. Oggi il cit-tadino è lasciato solo dinnanzi ai voleri, spessoperversi, degli Istituti di Credito, che utilizzanola propria forza economica per vessare l'utente.Nel passato, il rapporto diretto tra il responsabi-le dell'agenzia bancaria ed il cliente consentivala realizzazione di un rapporto leale e corretto,con la disponibilità umana di venire incontroalle esigenze delle famiglia, delle imprese e ditutti coloro che avevano bisogno di un interven-to finanziario. Oggi, gli utenti sono dei semplicinumeri che vengono trattati in base alle lorocapacità patrimoniali. Con la conseguenza chele fasce deboli, che hanno naturalmente il mag-gior bisogno, non possono usufruire del serviziobancario. Una situazione gravissima che, spe-cialmente nel meridione, ha paralizzato l'eco-nomia e messo sempre più in povertà i cittadi-ni. La Riviera, consapevole di questo bisogno,ha realizzato una rubrica che mette a disposi-zione di tutti coloro che hanno dubbi o voglio-no chiarire la propria posizione. Un servizio cer-tamente utile che potrà aiutare coloro i qualinon riescono a venire fuori dalla marea dinorme e di principi sanciti dalla giurisprudenza.Mi onoro di poter fornire questo piccolo servizioalla comunità e ringrazio ancora la sensibilitàdell'Editore e del Direttore responsabile. Giacomo Saccomanno avvocato

ANDREA SACCOMANNO

L'usura è una tipologia direato disciplinata dall'art. 644del codice penale, il quale sta-bilisce che “chiunque, fuoridei casi previsti dall'articolo643, si fa dare o promettere,sotto qualsiasi forma, per sè oper altri, in corrispettivo diuna prestazione di denaro odi altra utilità, interessi o altrivantaggi usurari, è punito conla reclusione da due a diecianni e con la multa da euro5.000 a euro 30.000”. La fat-tispecie in esame è stataoggetto di numerose modi-fiche legislative, finalizzate aevitare che il trascorrere deglianni e i mutamenti sociali,potessero rendere poco effi-cace il dettato legislativo. Leprime avvisaglie che qualcosastava cambiando, si ebberosul finire degli anni ottanta,allorquando si verificò un'in-gerenza di soggetti apparte-nenti alla criminalità organiz-zata nel circuito delle imp-rese. Tali soggetti facevanoricorso all'attività usurariaper corrispondere alle imp-rese in difficoltà un aiuto eco-

nomico, diretto in realtà adaggravarne le condizioni dicrisi, per poi col passare deltempo acquisirne il controlloe la proprietà. Per con-trastare la criminalità orga-nizzata e il riciclaggio deldenaro sporco, con l'art. 11quinquies L. 07.08.1992, n.356, venne inserito nel codicepenale l'art. 644-bis (oraabrogato), che prevedeva la

nuova figura denominata”usura impropria”. Tale nor-mativa, da una parte sostituìil probatoriamente piùgravoso stato di bisogno con ilcriterio delle condizioni didifficoltà economica ofinanziaria e, contestual-mente, la condotta punibilepoteva riguardare solo parti-colari soggetti qualificati chesvolgevano un'attività

imprenditoriale o profession-ale. La riforma del 1992 avevaindubbiamente determinatoun abbassamento della sogliadella condizione soggettivadella vittima. La vera novità,quindi, fu il superamento diuna visione del delitto inun'ottica esclusivamente indi-viduale, al fine di adeguare ipermanenti obiettivi di tutelaalle dinamiche del mercato ealle esigenze del credito nel-l'andamento dell'attività diimpresa. I primi anni novan-ta furono indubbiamentecontraddistinti da una frenet-ica spinta riformatrice, porta-ta avanti faticosamente daalcune importanti profession-alità italiane che per la prima

volta intesero porre un frenoalla disparità contrattualeinsita, forse ancora oggi, neirapporti tra gli istituti di cred-ito e i clienti. Fu pertantoadottata la Legge n. 108 del 7marzo 1996, grazie alla qualevenne introdotto nella dialet-tica contemporanea il concet-to di “USURA BANCAR-IA”. L'art. 644 c.p. novellato,ha introdotto accanto all'orig-inaria fattispecie usurariaavente caratteri puramentesoggettivi, una nuova formu-lazione dell'articolo diretta a“oggettivizzare” i casi diusura. Il legislatore del 1996ha strutturato il reato d'usuraprevedendo l'usura cosiddet-ta presunta e l'usura “in con-creto”, lasciando al giudice ildominio sull'accertamentodegli elementi integratricidella fattispecie. In relazioneal primo caso, quello che anoi maggiormente interessa,oggi, si intendono usurari gliinteressi che oltrepassano iltasso soglia previsto dadecreti ministeriali emessitrimestralmente dalMinistero dell'Economia edelle Finanze sentita la Bancad'Italia. Tale decreto ha lafunzione di stabilire il tassoeffettivo globale medio relati-vo a categorie di operazionidella stessa natura: rappre-senta il tasso soglia, oltre ilquale gli interessi si inten-dono usurari, il tasso effettivoglobale medio aumentatodella metà.

SUL WEB

L’articolo integralelo potete leggere sul

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.com

Banche e usura

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DOMENICA 27 GENNAIO 2013 LA RIVIERA 22

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la Riviera

SPORT

DOMENICA 27 GENNAIO 2013 LA RIVIERA 23

17 gol: Cavani (Napoli),14 gol : El Shaarawy(Milan) , Di Natale (Udinese) 10 gol : Klose (Lazio), Osvaldo (Roma) ,Lamela (Roma),Pazzini ( Milan) 8 gol: Gilardino(Bologna), Milito(Inter), Hernanes((Lazio) Jovetic( Fiorentina) 7 gol: Denis, Sau.

21° TURNO SERIE A

LAZIO - CHIEVO IERI

BOLOGNA - ROMA 12,30JUVENTUS- GENOA IERI

CAGLIARI - PALERMO

ATALANTA - MILAN

CLASSIFICA

JUVENTUS

LAZIO NAPOLI 43

48

43

FIORENTINA 36

ROMA 33 CAGLIARI 20

SAMPD. -1 21MILAN 34 PESCARA 20

INTER 39

TORINO -1 26CHIEVO 25ATALANTA-2 23BOLOGNA 21

PARMA 31 PALERMO 15UDINESE 30 SIENA - 6 11

CATANIA 32 GENOA 17

20-01-2013

PARMA - NAPOLI

SAMPDORIA - PESCARA

UDINESE- SIENA

CATANIA - FIORENTINA

INTER - TORINO 20.45

Mezzi fisici imponenti, grande generosità ed abilità nel gioco aereo,a dispetto di un passo non certo fulmineo. Queste le caratteristicheprincipali del 'gigante albanese' Erjon Bogdani, arrivato in Calabrianel Gennaio del 2000. Non è mai stato un titolare inamovibile delloscacchiere amaranto, ma è riuscito comunque a dare un preziosocontributo alla causa. I tifosi reggini, lo ricorderanno per losplendido gol di testa all'Olimpico di Roma (che valse ilmomentaneo 1-1, ma non la sconfitta), ma soprattutto per il toccovincente con cui ha consentito alla Reggina di espugnare perl'ennesima volta il San Vito di Cosenza, nel 2001/2002. Restando al

2001/2002, campionato che portò alla seconda promozione in A, damenzionare anche la rete che spianò la strada nel successocasalingo con la Samp, l'inzuccata vincente a tempo scaduto aCrotone (con Casale che completerà l'incredibile rimonta), ed ilguizzo decisivo a Pistoia. Lascia Reggio Calabria (inizilamente inprestito) nel 2003, con 67 presenze e 11 gol all'attivo. Domenicascorsa in Siena-Sampdoria 1-0, il 'gigante' d'Albania fa il suoingresso al 18' della ripresa al posto di un evanescente Paolucci, inun Franchi animato da fischi e contestazioni alla società diMezzaroma. Ad 8 minuti dal suo ingresso, Bogdani riaccende la

speranza, usando la sua arma migliore, ovvero il colpo di testa:perfetta la deviazione aerea sul cross di Sestu, per Romero non c'ènulla da fare. Un gol pesantissimo, che cancella il successivo erroredi mira a tu per tu con l'estremo difensore ospite, bravo a deviare incalcio d'angolo. Di sicuro, Erjon Bogdani ha dato pienamenteragione a coloro i quali sostengono che il 35enne attaccantemeriterebbe decisamente più spazio (solo 7 presenze fin qui),considerando soprattutto le difficoltà sotto porta dei bianconeri.f.i.-reggionelpallone.it

L’ex reggino Erjon Bogdani continua a stupire Serie B

MASSIMO PETRUNGARO

Ci conviene, per una lettura quanto più oggettiva di que-sto campionato, abituarci al cosiddetto effetto fisarmoni-ca, cioè ad un allontanamento e avvicinamento tra lesquadre soprattutto nelle prime posizioni, piazzamen-to preliminari di Europa League compresi. DallaJuventus capolista con quarantotto punti perarrivare alla Roma a quota 33, è un con-tinuo sorpasso e controsorpasso. Virisparmio il mio pronostico,tanto voi attenti lettoriquali siete, se mi seguiteogni domenica, sapetecome penso andrà a fini-re. Che poi magari non neazzeccherò nemmeno uno, ma se c’è un minimo di logi-ca in questo torneo, se la lettura oggettiva di cui sopra simantiene inalterata fino a giugno, allora non ci sarannoribaltoni. Nelle prime sette posizioni ci sono le famigera-te sette sorelle e queste con molta probabilità si trascine-ranno fino alla trentottesima e ultima giornata. Certo conqualche controsorpasso e magari qualche sorpresa, magrosso modo resteranno queste. E uno di questicontrosorpassi potrebbe avvenire proprio inquesta terza giornata di ritorno che presentadelle partite interessanti. La domenica siapre con Bologna – Roma che si gioca alle12:30. All’andata la squadra rossoblu tiròuno scherzetto ai giallorossi imponendosi pertre a due dopo una clamorosa rimonta. La garaodierna è la classica partita dove il pareg-gio non serve a nessuno, perché ilBologna non staccherebbe il gruppet-to delle pericolanti e la Roma ver-rebbe risucchiata in un centro clas-sifica che non si sposerebbe giu-stamente con il progetto intra-preso la scorsa estate. Rispettoalla semifinale d’andata di coppaItalia, Zeman dovrà gioco forzaapportare delle modifiche allaformazione titolare. Osvaldo tito-lare al posto di Destro così comePjanic che sostituirà lo squalifica-to Lamela. Nel Bologna quasicertamente vedremo Morleo dalprimo minuto a sinistra sullalinea di difesa, mentre in attacco ilfolletto Diamanti agirà alle spalle del tandemformato da Gilardino e Gabbiadini. Il Milancontinua la sua rincorsa al terzo posto impegnato

nella trasferta di Bergamo. Così come successo perla Roma, anche per i rossoneri ci fu all’andata un“clamoroso al Cibali” con gli orobici che sban-

carono San Siro grazie alla rete di Cigarini.Allegri è intenzionato a schierare l’undi-

ci che domenica scorsa ha battuto ilBologna quindi col giovane Niang

titolare nel tridente d’at-tacco accanto a

Pazzini ed El

Shaarawy .Colantuono si cau-tela schierando unaformazione un po’più guardinga con il solito Denisunica punta e un centrocampo piùfolto con Moralez e Bonaventurapronti a sfruttare gli eventuali

spazi tra le linee. Sfida salvezzatra Cagliari e Palermo.

Qualora i siciliani nondovessero fare punti, già agennaio lo spettro della serie B

potrebbe profilarsi in tutta lasua cruda concretezza.

L’uomo su cui Gasperiniaffida le proprie speranzeè il solito Miccoli, mentrenei sardi, che hannoquattro punti di van-taggio sui rosanero èrientrato l’allarmeinerente Sau, eCossu, di nuovo

disponibile, partirà

dalla panchina. Partita che promette spettacolo quella traCatania e Fiorentina. L’attuale tecnico viola torna nellacittà che lo ha amato e che ancora lo ama e lo rispetta.Montella recupera Pizarro in mezzo al campo e formeràla mediana insieme a Borja Valero ed Aquilani, mentresugli esterni agiranno Cuadrado e Pasqual. Davanti

potenza e qualità con Toni Jovetic. Assenze pesanti perla squadra di Maran che dovrà sopperire alle assenze diLodi, Bergessio e Capuano. Il Napoli secondo in clas-sifica assieme alla Lazio fa visita al Parma, ancoraimbattuto tra le mura amiche. Nei partenopei ritornadopo il reintegro a seguito dell’annullamento dellasqualifica capitan Cannavaro che si posizionerà al cen-

tro della difesa. Nel Parma non ci dovrebbero esserevariazioni di rilievo rispetto alla squadra che ha pareggia-to a Verona, forse l’unica cambiamento riguarda Rosi asinistra al posto di Sansone per un più coperto 3-5-2.Sampdoria – Pescara è un altro scontro salvezza e chivince mette un buon sigillo su un’eventuale classificaavulsa di fine anno. L’Udinese, dopo i quattro gol subi-ti allo Juventus Stadium spera di riprendere la corsaverso l’Europa. Il Siena non è un cliente facile, ma DiNatale non è uno di quelli che si fa impensierire.

Chiude la terza giornata di ritorno il posticipo Inter– Torino. Ancora problemi in attacco per

Stramaccioni, che hacome titolare il solo

Palacio. Basteràper la rincorsa alterzo posto?Sorpassi e con-trosorpassi per-mettendo.

Sorpassi

SER

IE A

econtrapassi

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DOMENICA 27 GENNAIO 2013 LA RIVIERA 24

Parlandodi...

SPORT

QUARTA GIORNATA DI RITORNO CATONA - PAOLANA

ROCCELLA - CASTROVILLARIRENDE - BRANCALEONE

SERSALE - ACRI

SILANA - N. GIOIESESIDERNO - BOCALE

SAN LUCIDO - GUARDAVALLE

SOVERATO - ISOLA C.R.

CLASSIFICA

N.GIOIESE 41

GUARDAVALLE 34 CATONA 20

CASTROVILLARI 21RENDE 37 BOCALE 21

ROCCELLA 32

PAOLANA 27 SIDERNO 7

SILANA 17SOVERATO 28 BRANCALEONE 8

ACRI 32 SAN LUCIDO 17

SERSALE 24ISOLA C.R. 27

ROCCELLA / Dopo l’incredibile rimonta oggi gli amaranto affrontano il Castrovillari

SIDERNO / Mister Telli invita i suoi ragazzi alla massima concentrazione

Il big match 19° giornata delcampionato di Eccellenza saràsicuramente quello che si

disputerà allo Stadio Comunale diViale degli Ulivi dove siaffronteranno il Roccella di misterFerraro che domenica scorsa habattuto in casa sua la capolistaNuova Gioiese ed il Castrovillari diGraziano Nocera che dal canto suoè reduce dalla vittoria casalingacontro il Rende. La sfida del gironed’andata registrò la nettaaffermazione dei “lupi del Pollino”che diedero uno dei primi dispiacerialla compagine amaranto. I motividunque perchè il Roccella possasportivamente vandicarsi di quellasconfitta ci sono tutti anche perchèdopo la conquista della Coppa Italiaed un filotto di risultati utiliconsecutivi il Roccella si è portato ameno nove dalla vetta e con ancora12 partite da disputare. Il capitanodel Roccella, Natino Varrà,intervistato da Stadioradio, primadella gara odierna ha dichiarato che“Qualcosa all’inizio non hafunzionato. I risultati nonarrivavano, fino al cambio dipanchina”. “Mister Ferraro -continua Varrà- ha portato qualcosadi nuovo. Noi giocatori siamosempre gli stessi. Però ci siamoamalgamati. Il mister ci ha schierati

con un nuovo modulo, piùfunzionale alle nostre caratteristicheed ha lavorato molto sullemotivazioni.” “Crediamo molto allacoppa. Se giochiamo con forza eumiltà possiamo arrivare lontano”.Poi, continua ancora Varrà, ilcampionato non va trascuratoperchè ancora può dire e darcitanto”.“Lo dicevo quando eravamo a -15 –esclama il difensore - pensate adessoche siamo -9. Finchè la matematicanon ci condanna, noi lotteremo perrecuperare. Ancora mancano tantepartite.”“Noi stiamo bene”. “Lodimostra la condizione della

squadra quando scende in campo. Iosto bene sia fisicamente chetatticamente. In qualche occasioneho dovuto stringere i denti perchéc’era da farlo. Ma non potevotirarmi indietro, e non lo farò inquesto finale di stagione” . “Hoparlato con Giannitti in Estate”.Sono molto legato al Presidente e mifido di lui. Sono stato il primo che hacontattato e quindi punta molto sudi me. Questo mi onora e mi haconvinto ad accettare il suoprogetto. Un progetto ambizioso: ilsalto di categoria. Speriamo diriuscirci.”

lr

Roccella adesso “credici”

Contro il Bocale ultima chiamata per la salvezzaIl Siderno, dopo la pesante scon-fitta rimediata ad Isola CapoRizzuto, oggi torna in casa peraffrontare il Bocale in un ineditoderby reggino d’eccellenza. Ilteam del presidente Cogliandro èuna delle nuove arrivate nellamassima serie calcistica regionalee domenica scorsa è stato battutoin casa dalla Silana. Sarà, proba-bilmente, una delle ultime chia-mate per la formazione di misterTelli, costretta assolutamente avincere per evitare l’ultimo postodella classifica e cercare di rosic-chiare punti alle formazioni cheattualmente si trovano in zonaplay-out, al fine, quantomeno, dipotersi giocare lo spareggio ingara unica. Per tutta la settimana,i bianco-azzurri hanno lavoratoalacremente sul terreno di giocodel “Filippo Raciti” con l’intentodi trovare le giuste motivazioni equella concentrazione necessariache da qui sino alla fine del campi-onato sarà determinante per “cen-trare” una salvezza che, se rag-giunta, avrebbe del “miracoloso”

dopo tutte le traversie di questastagione. Contro la formazioneallenata da mister Logatto (fratel-lo dell’ex giocatore del Siderno) ipadroni di casa non avranno alter-native. O si vince oppure il percor-so salvezza diventerà ancora piùaccidentato con lo spettro dellaretrocessione diretta che inizierà aprendere forma concretamente.Prendere tre gol in sei minuti, cosìcome accaduto ad Isola CapoRizuto domenica scorsa, significaessere crollati psicologicamente(era già successo a San Lucido) e

questa squadra non può permet-tersi distrazioni difensive che mor-tificano il lavoro di una settimanaintera. L’esperienza di Carabetta,Macrì ed Errigo dovrebbe daremaggiori garanzie al pacchettodifensivo. Ed oggi, anche a causadi qualche evidente errore arbi-trale, evidenziato nel referto dellagara persa contro l’Acri l’altra set-timana e costati quattro turni disqualifica ad AnthonySgambelluri e addirittura sei mesiper Domenico Luciano, lasquadra mancherà ancora unavolta di questi due importanti cal-ciatori in una delle sfide decisivedella stagione. La società haprodotto motivato ricorso chedovrebbe essere esaminatodomani pomeriggio dallaCommissione Disciplinare.Vedremo se le eccezioni dellasocietà troveranno confermadavanti all’organo d’appello dellagiustizia sportiva. Intanto, dalcanto suo, la società non è stataferma. Sono arrivati in settimanadue attaccanti che mister Telli ha

provato già in allenamento con-sapevole del fatto che il vero “tal-lone d’Achille” della squadra èl’attacco. Poche le reti messe asegno in questo campionato e senon si segna le speranze per vin-cere le partite si riducono al lumi-cino. Si può sperare di non pren-dere gol, difendendo lo 0-0, maalla fine l’episodio negativo finiscecon il fare la differenza e con-dannare la pur generosa squadradel presidente Panetta. Insomma,senza troppi giri di parole, oggiserviranno tre punti, magari anchegiocando male, ma sarà troppoimportante muovere la classificacercando di lasciare l’ultimaposizione. Infine, segnaliamo cheda un mese circa non si staallenando più, causa infortunio,Vincenzo Fotia. Al bravo centro-campista,tornato dall’Africo mada sempre vicino al Siderno, uncaloroso augurio di pronta guari-gione con la speranza di poterlorivedere al più presto in campo.

l.r.

COPPA ITALIA SICULA

Kamarat - Tigerrinviata a Mercoledi

La Lega Sicula ha deciso di cambiaresede alla prossima finale di CoppaItalia di Eccellenza tra il Kamarat edil Tiger Brolo. Come era noto, in unprimo tempo, la scelta era ricadutasul “Memo Di Pasquale” di Avola,ma le condizioni pessime del rettan-golo di gioco, hanno convinto il mas-simo organo federale siciliano a cam-biare rotta. La scelta è caduta sullostadio “Mongiafora” di Leonforteper mercoledì 30 gennaio 2013, apartire dalle ore 14:30, quindi perconoscere l'avversaria del Roccellabisognerà attendere ancora una setti-mana. www.stadioradio.it

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DOMENICA 27 GENNAIO 2013 LA RIVIERA 25

la Rivieradi...

DICIANNOVESIMO TURNO

BIANCO - VILLESE IERI

REGGIOMED.- M. GIOIOSA IERI REAL CZ - MONTEPAONE IERI

GIOIOSA J. - POLISTENA

RIZZICONI - GALLICESE PALMESE - GIMIGLIANO

BOVALINESE - DAVOLI

SAN CALOGERO - TAURIANOVESE

CLASSIFICA

TAURIANOVA 42

REGGIOM. 34 POLISTENA 19

VILLESE 22GALLICESE 42 RIZZICONI 20

PALMESE 32

GIOIOSA J. 27 R. CATANZARO 3

MONTEPAONE16BIANCO 28 S.CALOGERO 15

M.GIOIOSA 33 BOVALINESE 17

DAVOLI 23GIMIGLIANO 26

PROMOZIONE

Ritorno amaro per CosimoSilvano a Marina di Gioiosa ibiancorossi dopo aver dispu-tato un ottimo primo temponel derby sono crollati nellaripresa uscendo sconfittipesantemente per 3-0 .Nelderby Matteo Carbone hafatto la differenza complicianche due disattenzionidifensive. I biancorossi sisono presentati nella supersfida con una formazionedecimata da infortuni e squa-lifiche che hanno pesato tan-tissimo sul terreno di gioco.Nel primo tempo Dulcianu ecompagni sono riusciti atenere bene il campo dimo-strandosi ordinati nella lineadella trequarti e capaci perben tre volte di sfiorare larete del vantaggio, c'è volutatutta la bravura di Frascà perdire no ai biancorossi chehanno sciupato clamorosa-mente le occasioni da rete.Cosimo Silvano al termine

del derby commenta così lasconfitta dei suoi ragazzi:”Eravamo venuti a vincere e loabbiamo dimostrato nelprimo tempo sciupandodiverse occasioni che ciavrebbero consentito di arri-vare al doppio vantaggio.Accettiamo il verdetto delcampo coscienti di aver fattoin ogni caso la nostra partitache io considero positiva.Come commenta i fischi deisuoi ex tifosi se li aspettava ?Veramente no, non sapevoche ci fossero gli ultrà aMarina di Gioiosa penso diaver lavorato bene quandosono stato a Marina lo dico-no i risultati per cui nonintento commentare altroauguro al Marina di vincere ilcampionato. Da ottobre scor-so sono a Gioiosa Jonica quimi trovo benissimo c'è unasocietà che sta operandopositivamente con enormisacrifici spero di rimanere a

lungo qui intanto guardiamoavanti con fiducia comeabbiamo sempre fatto ”. Oggipomeriggio al comunale arri-va il Polistena per il Gioiosauna sfida da non sottovaluta-re in quanto i pianigiani inqueste ultime settimanehanno dato segnali di ripresa.I ragazzi di Silvano peròvogliono ritornare alla vitto-ria per cancellare definitiva-mente la sconfitta nel derby eper ricominciare ad incame-rare risultati positivi per riav-vicinarsi alla griglia play off inquanto tutto è ancora possi-bile visto che siamo soltantoalla quarta giornata e il cam-pionato è ancora lungo e puòancora regalare diverse sor-prese. Sul fronte formazioneancora tanti i dubbi da scio-gliere intanto ci sarà il rientrodi Mimmo Libri e quello pro-babile di Omar Satta tra i polipotrebbe ritornare Saraco.

N.B.

Gioiosa Ionica: contro il Polistena serviranno i tre punti

Clima di festa e di euforia a Marina diGioiosa dopo la vittoria nel derby didomenica scorsa. Il più festeggiato nat-uralmente è il fantasista MatteoCarbone autore della doppietta decisi-va che ha trascinato la sua squadraalla vittoria. Ben tredici sono le reti finqui segnate dal forte fantasista (un verolusso per questa categoria) tutte di otti-ma fattura che ormai insieme al fratel-lo è diventato un vero incubo per tuttele difese del campionato. MatteoCarbone è il capo cannoniere del cam-pionato ha conferma di come ilnumero dieci sia diventato in questastagione il vero trascinatore dellasquadra giallorossa che sotto la guidadi Gianni Scigliano (domenicadurante il derby a lungo osannato daitifosi) stia disputando una grande sta-gione. Il tecnico commenta così la vit-toria nel derby :” Sono molto con-tento della prestazione vincere 3-0 nonè stato facile, voglio complimentarmicon i miei calciatori per l'impegno e lagrande determinazione che hannomesso per ottenere i tre punti. Nellaprima frazione di gioco non siamo

riusciti ad esprimerci al meglio, poichéi ragazzi sentivano eccessivamentel'importanza della posta in palio.Abbiamo rischiato di subire la rete maFrascà è stato superlativo. Nellaripresa, siamo sicuramente rientrati colpiglio giusto, attaccando costante-mente e riuscendo a trovare con iguizzi di Matteo Carbone la rete. Iragazzi hanno giocato con il cuoresono stati molto bravi e faccio i com-plimenti a tutti uno per uno per ilmodo in cui hanno interpretato la gara

che non era per nulla facile trattandosidi un derby molto sentito. Abbiamoregalato una bella soddisfazione ainostri tifosi ma soprattutto alla nostrasocietà che ci teneva tanto a questa vit-toria, la dedichiamo per intero al nos-tro presidente Vincenzo Tavernese cheper motivi di salute non è stato presentedomenica allo stadio . Meriti partico-lari? No, questo è il successo di unintero gruppo, che in settimana lavoracon intensità, facilitando di fatto quel-lo che è il mio lavoro. Stiamo crescen-do tantissimo sono veramente con-tento e mi auguro che si continui così.Adesso guardiamo avanti e tuttiinsieme pensiamo a conservare la nos-tra invidiabile posizione di classifica.Durante il derby è stato spesso osanna-to dai tifosi è pronto ad aprire un cicloa Marina di Gioiosa ?. Ringrazio divero cuore i nostri tifosi qui si lavoramolto bene ho istaurato un bel feelingcon i nostri sostenitori loro sono ildodicesimo uomo in campo, peradesso penso a questa stagione chiudi-amo prima bene questo campionatopoi con la società parleremo del futuro

al momento non voglio pensarcianche se ripeto qui sto bene e ringraziola società per la stima che nutre neimiei confronti credo che il progetto vaconservato perché è molto valido epotrebbe crescere ulteriormente. I fischirivolti al suo collega Silvano se li aspet-tava domenica ? .Veramente no, midispiace per Cosimo che qui ha fattoun buon lavoro ma si sa quando lestrade si dividono succede pure questo”. L'uomo derby Matteo Carbone sigode il grande momento: “In questoinizio di stagione si è creata una bellasinergia nel gruppo, vado d'accordocon i mie compagni, il mister e la soci-età perché lottiamo tutti per un obietti-vo comune quello di fare bene earrivare il più in alto possibile. Credoche questo organico abbia tutte le cartein regola per puntare sempre alla vitto-ria, indipendentemente da chi sial'avversario di turno: a fine campiona-to tireremo le somme, vedendo dovesiamo arrivati. Vincere il derby è statauna bella soddisfazione adesso godi-amoci il grande momento”.

N.B.

Tra i partecipanti al “Yokkao Extreme 2013” che si svolgerà ilprossimo 26 Gennaio al Forum d’Assago ci sarà anche il “san-luchese” Frank Giorgi. Frank Giorgi, per chi non lo sapesse, èuno degli atleti più forti di Muay Thai (c.d. Boxe Thailandese).Conosciuto dai fans come il nuovo “stallone italiano”, è natonel 1981 in Australia, ma entrambi i genitori sono originari diSan Luca. "Io sono stato un muratore diprofessione- dichiara- ho sempre dovutolavorare per essere in grado di combat-tere”. “Il muratore è un lavoro duroma non ho mai risentito ed hoguardato sempre con attenzionealla mia formazione da atle-ta". “Il lavoro duro sembraaver messo la pietra nellemani di Giorgi”. Lo stesso èstato introdotto nello sport dacombattimento da suo zio,Frank Mesiti. Frank Giorgi è unuomo fortemente legato alla suafamiglia e gli amici, ed ha due figli,Sebastiano e Frankie.

Il Marina di Gioiosa adesso vuole glispareggi per la promozione in Eccellenza

Frank Giorgi al Yokkao Extreme

Mimmo Praticò si riconferma presidente del Comitatoregionale del CONI Calabria. Il massimo rappresen-tante dello sport della nostra regione ha battuto lo sfi-dante, Consolato Scopelliti, fratello di Giuseppe, presi-dente della Regione Calabria. Praticò ha ottenuto unanetta affermazione con 33 voti contro i 24 del suo rivalepari al 58% dei suffragi (gli aventi diritto erano 57). Aeleggerlo per il quarto mandato consecutivo è statal’assemblea regionale che si è celebrata nella sede di Viadei Correttori, a Reggio Calabria. Prima del voto, i duecontendenti avevano succintamente illustrato le lorolinee programmatiche per il prossimo quadriennioolimpico. Nella relazione di Praticò, ampio spazio èstato riservato alla Casa regionale dello Sport del rionereggino di Gallina, all’impiantistica sportiva e alle pro-poste per far fronte alle problematiche di carattere eco-nomico delle federazioni sportive. «Sono felicissimo edemozionato – ha affermato il presidente dopo l’esitodello scrutinio –. Dedico questo successo a tutti i pre-senti, rimgrazio chi mi ha votato e anche chi non lo hafatto. Continuerò a essere il presidente di tutti. Rivolgoun pensiero e una dedica anche alla mia famiglia che, inun momento così delicato, mi è stata accanto costante-mente. Non è stata un’elezione semplice, visto che abbi-amo dovuto affrontare una sorta di sfida tra Davide eGolia. E se a vincere è chi dispone di meno mezzi, allo-ra vuol dire che si è dimostrata la capacità di parlare alcuore delle persone: in questo caso, dei dirigenti sportiviche si riconoscono nei valori etici e morali che noi dasempre propugniamo».

CONI Calabria:Praticò rielettoPresidente

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BIBLIOTECA MERIDIONALISTA

DOMENICA 27 GENNAIO 2013 LA RIVIERA 27

Giuseppe Vinci nel volume La mafiadel Nord: testimonianze sugli enti para-statali e sui privilegi monopolistici,Palermo 1951, ha raccolto da moltepubblicazioni, con diligenza e intelli-genza, notizie sullo sfruttamentoeconomico a cui l’Italia meridionaleè assoggettata attraverso gli Entiparastatali e i privilegi monopolistici,che i capitalisti dell’Italia settentrio-nale sono riusciti a costruirsi nellaItalia politicamente unificata dal1860 ad oggi. L’accento è messo,come è naturale, sulle condizioni anoi contemporanee. Il libro riusciràassai utile, e perciò è raccomandabi-le a chi voglia farsi senza grande fati-ca un’idea di quello che si suol chia-mare «il problema meridionale».Eppure il testo, mentre ripete veritàsacrosante, lascia insoddisfatti.Perché? Perché tiene conto di nonpiù che la metà del problema meri-dionale: quello che il Vinci chiama«la mafia del Nord». Non tiene contodell’altra metà: quello che bisognachiamare «l’autolesionismo delSud». Che i settentrionali sfruttino imeridionali, non c’è dubbio. Ma checosa fanno i meridionali per nonessere sfruttati? I «nordici» trovanoproprio fra i «sudici» i peggiori stru-menti del loro sfruttamento econo-

mico e politico. Questa metà del problema meridio-nale è del tutto assente dal libro delVinci. Ed è purtroppo assente dalpensiero di quasi tutti quei meridio-nali, che levano al cielo lamentelecontro la «mafia del Nord».I deputati meridionali sono stati esono forse eletti dalla mafia del Nordanzi che dagli stessi meridionali? Checosa fecero mai quei deputati perresistere alla mafia del Nord?Meridionali furono alcuni presidentidel Consiglio: Rudinì, Crispi,Orlando. Che cosa mai fecero costo-ro, non per tagliare, ma almeno peraccorciare le unghie a quella mafia?Aiutarono spesso ad aguzzarle […].Le informazioni che il Vinci racco-glie sulle malefatte della mafia set-tentrionale, sono dovute quasi tutte auomini di cuore oltre che di intellet-to, che non sono meridionali: sonosettentrionali. I meridionali si tengo-no del tutto, o quasi del tutto, estra-nei a quelle ricerche. Quando si dice«meridionali», si devono intendere leclassi superiori e medie meridionali:specialmente la piccola borghesiaintellettuale: avvocati, medici, inse-gnanti secondari ed elementari, pic-coli impiegati locali, medi e piccoliproprietari cittadini oziosi. Gli operaidelle scarse industrie, gli artigiani, ipiccoli coltivatori diretti, i piccoli fit-tavoli, i giornalieri agricoli, che cosapotrebbero fare da sé? Hanno biso-gno di guide. E queste vengono quasitutte dalla piccola borghesia intellet-tuale: specialmente dalla solita geniadegli avvocati. Saprebbe dire Vinciche cosa mai questa classe dirigentemeridionale ha fatto, se non serviresupinamente la mafia del Nord, tra-dendo i propri concittadini e se stes-

sa? Non ha sistematicamente vendu-to ogni diritto di primogenitura permiserabili piatti di lenticchie? Si suoldire che gli Italiani del Mezzogiornosono intelligenti. Fra quelli che lavo-rano manualmente, e specialmentefra gli Agricoltori che vivono all’ariaaperta, c’è intelligenza quanta in ognialtra popolazione di questo mondo;sono incolti e impastoiati dalle tradi-zioni, ma la intelligenza c’è: direi chece n’è più che fra i contadini dellaLombardia, della Francia e dellaSvizzera (non della Toscana). Sonouomini piccolini, magri, asciutti, dallavoce maschia, che vivono di un pezzodi pane condito con un pomodoro oun peperone. Ma appena si passa ai«galantuomini» la scena cambia:grassi, con le borse sotto gli occhi, sisbottonano i pantaloni quando man-giano, per mangiare di più, e passanola serata giocando il tressette al circo-lo dei civili; torpidi di comprendonio,voce in falsetto: un’altra razza. Equando un contadino si arricchisce –capita anche questo – e i suoi nipoti

vanno all’Università, questa terzagenerazione degenera anch’essa fisi-camente e intellettualmente, e passadalla razza che ha la voce maschiaalla razza che ha la voce femminea. Èuna leggenda che il piccolo borgheseintellettuale meridionale sia intelli-gente. E pronto: cioè, mentre unPiemontese sta pensando alla rispo-sta da dare alla sua domanda, luilegge la risposta sulla punta del nasodel Piemontese e la dà prima ancorache l’altro cominci a fiatare. Questaprontezza, che si trova fra gli istericiindovinatori del pensiero sui palco-scenici, è scambiata con la intelligen-za, ma non è. Intelligenza è sapercoordinare i mezzi al fine. Il piccolo-borghese intellettuale delMezzogiorno d’Italia è di regola unoscombinato, che non coordina mainiente. Perciò è di regola, come hodetto, un autolesionista.Eccezioni ce ne sono, naturalmente.E queste eccezioni, appena possono,fuggono dalle asfissie dei loroambienti nativi. E quelli che riman-

gono, molte volte cominciano avent’anni con buone intenzioni, mafiniscono a trent’anni anch’essi conandare a giocare a tressette nel circo-lo dei civili. Oppure si dedicano... allafilosofia. Tengono sulla punta delledita Giordano Bruno, TommasoCampanella, Giovan Battista Vico,Giovanni Bovio, Giovanni Gentile,Benedetto Croce. Ma nessuno sioccupa di quanto succede, putacaso,nell’ufficio del lavoro del suo paese,dove la povera donnicciola che va adomandare il sussidio di disoccupa-zione, o il certificato di miserabilitàper il marito infermo, o la pensioneper la vecchiaia, è trattata come ilcane in chiesa, e dopo un anno cheha presentato le carte le dicono chele carte non si trovano: e nessunoprende quegli impiegati cialtroni acoltellate, come avverrebbe inRomagna e perciò la povera gente inRomagna è rispettata.Sarebbe il caso che il Vinci, dopoavere compilato questo libro sullamafia del Nord, si mettesse ad esami-

nare le malefatte della mafia meri-dionale nel suo proprio medesimopaese: studiasse, per esempio, quelche avviene là negli uffici comunali, onell’ufficio del lavoro, o nell’agenziadelle imposte. Badi però, che seintraprendesse studi di quel genere,si troverebbe morto dopo una setti-mana ad un angolo di strada; e chi glifarebbe la festa non sarebbe unmafioso del Nord: sarebbe un mafio-so del Sud, dietro al quale si nascon-derebbe un «galantuomo» idem; e ildelegato di Pubblica Sicurezza localenon verrebbe neanche a sapere chesu quell’angolo di strada è stato tro-vato un morto ammazzato. E forsequesta la ragione per la quale i comu-nisti – piccoli borghesi intellettualimeridionali anche loro – lavorano acostruire il paradiso terrestre didomani, e non badano a quelle pic-colezze della vita reale giornalierache sono intrise colle lagrime e colsangue della povera gente. Il Vinci(pp. 139-43) denuncia anche la «con-giura capitalistico-operaia ai danni

della comunità ed in modo particola-re del Mezzogiorno»; «grossi interes-si legano il padronato e il proletaria-to rosso, i quali marciano d’accordo».E quindi anche i «social-comunisti»ne hanno la loro parte. Nessunaobiezione. Ma i democratico-cristia-ni che fanno? Il proletariato vero, omeglio le guide del proletariato vero,si comportano meglio nel resisterealla «congiura capitalistico-ope-raia»? Il Vinci trova che «ogni voltache l’onorevole De Gasperi resiste acerte richieste, l’onorevole Togliatti, ecioè i socialcomunisti, sono pronti adaccusarlo di voler smantellare ilnostro apparato industriale». E spie-ga che l’onorevole De Gasperi non«potrebbe con un colpo di bacchettamagica risanare il nostro organismoindustriale». Assolviamo dunque DeGasperi. De Gasperi – cioè il partitodemocristiano – non può dare ilcolpo di bacchetta magica. Ma il par-tito democratico-cristiano è accusatodi non far niente di niente (salvo met-tere in tutti i buchi i suoi adepti), per-ché la mafia del Nord è in ottimerelazioni con l’Azione cattolica, eperciò il partito democratico-cristia-no non può disturbare un cosi profit-tevole connubio. Quanto alle accuseche i socialcomunisti muovono a De

Gasperi quando resiste a certe richie-ste, De Gasperi non ha nessun obbli-go di spaventarsene. Mise alla portadal governo i comunisti, dopo chequesti gli avevano votato ilConcordato, per fare a modo suo enon per fare a modo loro. I social-comunisti si dedicano al loro mestie-re di oppositori; il partito democrati-co-cristiano faccia il suo come mag-gioranza che sta al governo.Non gli si domanda nessun colpo dibacchetta magica, ma per cominciarefaccia qualcosuccia che disturbi lamafia del Nord. Per esempio, perchénon delibera la nazionalizzazionedell’industria idroelettrica? NelMezzogiorno la forza elettrica costail doppio che al Nord. Ecco dove sipotrebbe cominciare a colpire. Vadail Vinci nei congressi democratico-cristiani, locali e nazionali, a propor-re la nazionalizzazione immediatadell’industria idroelettrica. Sentirà lamusica. Vada poi all’Azione cattolicaa parlarne al professor Gedda77, e lamusica diventerà un crescendo rossi-niano.E allora? Finché i meridionali – cioèi piccoli borghesi intellettuali meri-dionali – non faranno che guaire con-tro la mafia del Nord, e non prende-ranno di petto in casa loro la mafiadel Sud, non faranno, ahinoi, moltastrada. Queste cose le pensano, manon le dicono, molti nordici. Le dicaalmeno un «sudicio» come me, che èsull’orlo della tomba, e non ha piùniente né da sperare né da temere danessuno.[in «Il Ponte», marzo 1952; poi, G.SALVEMINI, Scritti sulla QuestioneMeridionale, cit., pp. 621-625].

GAETANO SALVEMINI

La mafiadel NordFinché i meridionali – cioè i piccoliborghesi intellettuali meridionali – nonfaranno che guaire contro la mafia delNord, e non prenderanno di petto incasa loro la mafia del Sud, nonfaranno, ahinoi, molta strada

I deputati meridionali sono stati e sono forse eletti dalla mafia del Nord anzi che dagli stessi meridio-nali? Che cosa fecero mai quei deputati per resistere alla mafia del Nord? Meridionali furono alcunipresidenti del Consiglio: Rudinì, Crispi, Orlando. Che cosa mai fecero costoro, non per tagliare, ma

almeno per accorciare le unghie a quella mafia? Aiutarono spesso ad aguzzarle […].

Che fanno i meridionaliper non essere sfruttati?

I «nordici» trovanoproprio fra i «sudici» ipeggiori strumenti del

loro sfruttamento

Non gli si domandanessun colpo di bacchetta

magica, ma percominciare faccia

qualcosuccia che disturbila mafia del Nord.

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Parlandodi...

CULTURA E SOCIETÀ

È proprio vero che, ad unacerta età, si torna bambini,specie quando ci si ricordadella scuola come era unavolta quando ci obbligavanoad imparare le poesie amemoria. E il ricordo vola aimiei primi insegnanti: DonTitì, Donn’Ugo e ilProfessore (se non c'era il“Don” prima del nome, dove-vi dargli la laurea!)Scopacasa.Quante ore passate intorno albraciere! A ripetere a miopadre, la sera, dopo che avevachiuso la bottega di generi ali-mentari e salito in casa "d''ucatarrattu", (botola di legnosul pavimento) per verificarese stavo imparando la poesia,e quando si accorgeva cheancora "n''a sapìa a campane-gliu" (non la sapevo a campa-nella) mi ripeteva sempre:«Ripassa! Ripassa!» È quan-to ho pensato stamattinaquando, uscendo di casa, honotato che c'era una timidapioggerellina, come quella dimarzo, che imparavamo ascuola. "Che dice la pioggerellina / dimarzo, che picchia argentinasui tegoli vecchi / del tetto, suibruscoli secchi/ dell’orto, sul

fico e sul moro / ornati digèmmule d’oro?"E come potrei dimenticarequella "Cavalla storna"(Pascoli) che portava coluiche non ritorna? quella caval-lina che faceva ritorno a casatrasportando sul calesse ilpadre del poeta ucciso damani ignote? Quanta emozio-ne, quando Don Titì, sussur-rando le parole, e mimando ilgesto diceva: "Mia madre alzònel gran silenzio un dito / feceun nome, sonò alto un nitri-to". Silenzio!...Che scuola divita le poesie di una volta,quando eravamo pervasi dal-l'animo nobile e puro deipoeti (oggi, contaminati daquello dei politici!) che cifacevano vedere proprio incarne e ossa il bambino delpoeta (Carducci nel suo"Pianto antico", ricordando ilfiglio morto), vicino al verdemelograno che era "L'albero acui tendevi la pargolettamano" e che "Nel muto ortosolingo rinverdì tutto or ora /e giugno lo ristora / di luce edi calor". Altri tempi, altrascuola e, principalmente, altriProfessori. Con la "P" maiu-scola.

Franco Blefari

Quando a scuola ci facevano imparare le poesie

Di solito l’elemosina si chiede per bisogno. Cosimo chiede-va “l’euro” per i sui cani. Si trattava di una forma di collet-ta conto terzi. I cani lo sceglievano come padrone, lo segui-vano con fedeltà, lo comprendevano e lui capiva loro.Camminava nelle strade di Caulonia seguito da una piccolamuta che lui riusciva a governare solo con la voce. Moltospesso il termine pazzia nasconde tante cose. Cosimo nonera un pazzo. Era una persona che non accettava le regole di questonostro mondo in cui viveva in penombra senza mai dare ilminimo fastidio a nessuno. Non comprendeva l’avidità, ilforsennato attaccamento al denaro e già questa viene consi-derata la forma peggiore di pazzia. Doveva avere qualcosadi magico se tutti gli volevano bene. Al suo funerale è sven-tolata ancora una bandiera semiclandestina: la falce, martel-lo e stella. L’aveva chiesto Lui. Bandiere senza più voce, pergli ultimi uomini di un sogno lontano. Addio Cosimo, vorreidirti che ti ricorderemo! Non lo so se sarà possibile in que-sta società che macina gli uomini. Hai calpestato la terra conleggerezza. Io non so se esiste veramente un mondo dove“gli ultimi saranno i primi”. Ma ti voglio immaginare tra lestelle. Ilario Ammendolia

“La città è infuocata dalla rivolta. Perun giorno e una notte imperversanoneri armati di bastoni, catene, spran-ghe di ferro. Poi se ne riappropriano ipadroni, loro con pistole, fucili, coltel-li. Mohà, Lodit e Kwei si sono nasco-sti. La vendetta li raggiunge ugual-mente. L’unico testimone degli omicidi èTaiwo, che scappa lontano. Qualche

Dalla rivolta di Rosarno ai traffici internazionaliDa pochi giorni nelle librerie, “Il patto del giudice”, il nuovo avvincente romanzo di Mimmo Gangemi

MEMORIAL

A quattro anni dalla morte di MinoReitano Gioiosa Ionica e l'Associazioned'arte e musica “La forza della musica”lo ricorderanno con uno spettacolo.L'auditorium della scuola media diGioiosa Ionica domenica 27 alle ore18,00 aprirà le sue porte a tutti i fan delsimbolo della canzone italiana.

DOMENICA 27 GENNAIO 2013 LA RIVIERA 28

Si dice faccia più rumore unalbero abbattuto di una fogliache cade. Io non sono del

tutto d'accordo perché credodipenda dalla nostra capacità diascolto e dalla rilevanza, quindi,che diamo a un fenomeno piutto-sto che a un altro.Siamo abituati a fare da pericolosacassa di risonanza a cose chepotremmo scoprire essere “ilnulla” che intontisce e svia. Ma inquesto “nulla” che ci viene spaccia-to per “tutto” c'è una realtà nuova,vera , speciale e unica. Ed è da noi,in Calabria, a Pellaro. Io l’ho sco-perto e visto, questo nuovo. È ilfrutto di una mente visionaria eidealista a cui il Sud deve la realiz-zazione di un'utopia. È alla forzadel pensiero utopico che dobbiamoinchinarci, ricordando che l'utopiaè ciò che è fuori dalla portata dellerealizzazioni di molti. A questamente visionaria, dicevo, dobbia-mo la nascita di un nuovo modo difare medicina. Nella nostra terraabbandonata e spesso vituperataper una fantomatica inerzia checaratterizzerebbe i suoi abitanti, apartire dal 2002 a Cittanova e dal2011 a Pellaro, nasce

l'Associazione Calabrese diEpatologia (ACE), realizzata recu-perando strutture territoriali delleaziende locali ormai in disuso oabbandonate al degrado e all'incu-ria, come la struttura sanitaria diPellaro. L’associazione vuole realiz-zare un programma per un nuovomodello di sanità a forte compo-nente etica di “medicina solidale”.Tale concetto di medicina solidalepone, dunque un freno alla convul-sa ricerca dell'innovazione diagno-stica e terapeutica i cui costi diven-

tano sempre più incontrollabili. Iltempo dell'agire medico fatto dianamnesi, osservazione e raccoltadi segni fisici e psichici è soppianta-to dall'ansia di verifica e di raziona-lizzazione dei processi e dei costi.Tale meccanismo, rende antieco-nomica finanche la comunicazionetra medico e paziente. La medicinadell'ACE invece incoraggia questoaspetto e nasce anche come “ fattoculturale” per stringere un patto diempatia tra cittadini e operatorisanitari. Negli ambulatori il tempodell'ascolto ha un ruolo rilevanteper la diagnosi e la cura. L'obiettivoè quello di proporre un nuovomodello di sanità sociale in colla-borazione col servizio pubblico mafuori dalla logica commerciale delprofitto. I servizi sono offerti inmaniera gratuita consentendo,quindi, l'accesso anche alle catego-rie economicamente più deboli cheper il SSN non esistono e che peraccedere dovrebbero pagarepesantissimi ticket, ostacolo questoche inibisce un accesso equo allacura. Naturalmente dei serviziambulatoriali usufruisce anche chipuò permettersi di pagare una visi-ta specialistica o un esame diagno-stico. E sono queste le persone checon il loro libero contributo econo-mico consentono di realizzare lasituazione perfetta: finanziare unastruttura perché sia a disposizionedi chi non può permettersi cureadeguate. L'entusiasmo degli ope-ratori, la consapevolezza e l'orgo-glio di fare parte di una granderealtà, unica in Italia, e nata pro-prio da noi, in Calabria: a Pellaro.Il rumore assordante di una fogliache cade.

Caterina Azzarà

Il rumore di unafoglia che cade

A partire dal 2002 aCittanova e dal 2011 aPellaro, dal recuperodi strutture delle Asl,

in disuso è natal’AssociazioneCalabrese di

Epatologia (ACE)

Èmorto Cosimo

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la Riviera

foto NOTIZIE

Scrittura ZooA lezione di scrittura giornalistica, nonfiction, con Katia Colica e AntonioAprile. I due insegnanti si sono messi adisposizione dei corsisti 24 ore su 24 perrevisioni e discussioni.

Pesca miracolosaIl totano gigante pescatomiracolosamente da Nicola Carvunellaè stato donato alla casa San Antonio diSiderno. Gli ospiti ringraziano e siaugurano che la pesca del loroconcittadino sia sempre così generosa.

Seminari calabriA Pizzo Calabro un docente d’eccezionee ospiti in ternazionali. Franz Foti incattedra insieme a André Caligal eFredrika Lönnaeus sono riusciti adaffascinare l’uditorio come dimostra lafoto.

Voltarelli on tour2 Febbraio Berlino Wabe FestivalVagabond 14 Febbraio Bruxelles Théàtre Poème 23 Febbraio San Casciano (Fi) - TeatroNiccolini 23 Marzo Francoforte - Das Bett

Eugenio Bennato: «Gioiosa Superiore e la sua festa sono un caposaldo di una tradizione»

Voglio scrivere poche parole suGiorgio Gaber, un artista, un ita-liano ed un piccolo genio dell’in-trattenimento, della poesia e delcabaret più intelligente che abbia-mo avuto in Italia, e scrivo percommemorarlo. Gaber fu unasorta d’ intrattenitore, un cantanteda monologo solitario che occupòil teatro e la scena sino a dieci annifa, sino al suo decesso. Ma sino aquella triste data, fu uomo, canto-re e poeta di un certo spessore,profondo nei contenuti e diverten-te allo stesso tempo, poiché seppetrattare con il sorriso e con legge-rezza profonde tematiche esisten-ziali e sociali, ancora e semprescottanti, pure ai nostri tempi.L’amore, la politica, la lotta di clas-se, la vita in città, la destra e la sini-stra, questi i temi trattati con garboe competenza. Ironico, dotato diquell’ironia sottile, tipica delle per-sone speciali, che conquista elascia il segno! Giorgio Gaber haavuto forse un solo difetto, quellodi aver precorso i tempi, ha ragio-nato in anticipo sui tempi, ma que-sto succede a tutti gli artisti, quelliveri. È capitato a Giulio Verne cheimmaginò i viaggi nello spazio esulla luna, a Marinetti che teorizzòil Futurismo (che stiamo ancoravivendo), allo scrittore inglese

Orwell, che anticipò nella suaFattoria degli animali, la suprema-zia del maiale tra tutti gli animali,in paradosso ed in metafora deinostri giorni attuali. Ebbene, si, ilpoeta è un Vate, un profeta, unoche sa leggere i tempi in anticipo eli trasmette, proprio come fa unprofeta. E il Signor G, al secoloGiorgio Gaber, lo è stato davveropoeta, cantore, profeta e musico.Sciolto, simpatico, gradevole, haragionato sui palchi da teatro, suitanti mali che affliggevano edaffliggono l’Italia, ancora e sem-pre. Rammento un Gaber interes-sante figura televisiva sino aglianni ’70, poi è svanito, ma non nelnulla!si è reinventato nella partepiù interessante della sua carrieradi cantore-poeta-affabulatore:quella teatrale!scegliendo comeespressione artistica, il monologoteatrale che lo faceva sentire piùlibero, senza censura, per tutte lecose che voleva dire. E, di cose dadire e sottolineare ne ebbe tantedavvero, il nostro Signor G. Io,avevo memoria del Gaber televi-sivo, già interessante, ma nonconoscevo bene il seguito, la suamaturazione professionale avve-nuta dopo gli anni ’70, e l’ho ritro-vato ed approfondito quest’artistasu FB, per caso. Su Face Book,infatti, molti fan nostalgici, hannocaricato su You Tube, poesie, spet-tacoli e monologhi dell’artista

scomparso prematuramente. Adieci anni dalla morte, il 20Gennaio, Mollica su Rai 1 ha rea-lizzato un programma su di lui, lasua carriera e la sua bravura chenon tramonta, ed il 21 Gennaio suRai 3 Fabio Fazio ha ricordato,egregiamente e con vari artisti, imonologhi e le canzoni del SignorG., reinterpretati per l’occasioneda Neri Marcorè, Emma, PaoloRossi, l’attore Bixio, RoccoPapaleo, la Litizzetto, Patty Smith,e molti altri ottimi artisti, perricordare a tutti gli estimatori, ilcantore Giorgio Gaber, che, diver-tendosi e divertendoci, seppe farepoesia e musica sui mali dell’Italiadi ieri, che sono anche quelli dioggi, purtroppo. Gaber, forseriderà dov’è, ma con tanta ama-rezza a sentire tutti gli sproloquipolitici di questi giorni, il cabarettelevisivo dei nostri politici interes-sati solo al potere, e capirà, chel’annoso problema della Destra edella Sinistra non è stato ancorarisolto e si chiederà ancora, “cos’èdi destra e cos’è di sinistra?”e noi,mi chiedo: l’abbiamocapito?rimarranno immortalimolte sue canzoni, come “IlConformista”, “Cos’è di destra ecos’è di sinistra”, “Se fossi Dio”,“L’amore”, “Le Donne”, ed “Ilmio nome è G”e molte altre can-zoni, dove l’ironia del Signor G lafa da padrone! Ancora e sempre!

BRASIMANTE

Festa per il miracolo di San Rocco

Gioiosa Jonica, con una manifesta-zione devozionale, ogni anno, il27di gennaio, festeggia San Roccoper il miracolo avvenuto il 27 gen-naio del 1852. Per il 161 anniversa-rio del miracolo i festeggiamentisaranno ancora più grandiosi delsolito. La festa è molto sentita tra iseguaci e ecco come descrivevaDon Nadile - Vicario della DiocesiLocri Gerace – i solenni festeggia-menti per la ricorrenza del 150°anniversario, svoltisi il 27 gennaiodel 2002. «Nel gennaio 1852, lapopolazione di Gioiosa si è venutaa trovare in una particolare condi-zione di disagio per un triplicemotivo: per un susseguirsi di scossesismiche; per una persistente sic-cità in un momento in cui la piog-gia si rende indispensabile per lanascente vegetazione nei campi; eper l’incombente pericolo del cole-ra. In questa circostanza la mattinadel 27 gennaio 1852 tutta la popo-lazione si è rivolta al SantoProtettore San Rocco. I devoti sisono recati in chiesa per pregarlo,invocando la sua intercessione e lasua protezione. Ad un certo puntoi fedeli si sono accorti che la Statuadel Santo emanava profuso sudo-re. Dato l’allarme, la notizia si èrapidamente diffusa in paese. Tuttiaccorsero in chiesa, compreso gli

Amministratori Comunali, i medi-ci il clero. Hanno constatato ilfatto, che è stato poi registrato indue documenti: l’atto del notaioFrancesco Catalano e l’atto delmedico condotto Errico Agostani.Poi la sera è stata fatta una grandeprocessione per le vie del paese. Alrientro del Santo in chiesa, si è con-statato il cadere di una beneficapioggia sul vasto territorio diGioiosa Jonica; le scosse tellurichesi sono diradate fino a terminaredel tutto. Così la popolazione si èrassicurata ed ha promesso insegno di gratitudine al Santo diricordare ogni anno questa ricor-renza».

Quest’anno le giornate di festasaranno due, sabato pomeriggio 26gennaio saranno aperti gli antichicatoi e le botteghe per la degusta-zione di prodotti tipici locali a curadell’Associazione Borgo Anticod’intesa con il Comitato Festa SanRocco presieduta dal PadreGiuseppe Campisano. La seradello stesso 26 ci sarà il concertodei Taranquartet sul sacrato dellaChiesa di San Rocco. In questaoccasione Giorgio Seminara, vocee percussionista del gruppo, pre-senterà la canzone da lui scritta perSan Rocco “Lu Santu i Gejusa”.Domenica mattina, alle ore 9 cisarà la Messa e subito dopo la tra-

dizionale processione di SanRocco per le vie del paese che ter-minerà intorno alle ore 12,30.In un’intervista sulla musica popo-lare del ballo di San Rocco diGioiosa Jonica, Eugenio Bennatosi è così espresso: «Io vidi per laprima volta la festa di San Roccopiù di dieci anni fa. Un’esperienzastraordinaria, perchè si è inCalabria e si è profondamenteimmersi in una sacra e profana cul-tura mediterranea. Le paranze chearrivano da tutti i vicoli che conver-gono casualmente come in un rac-conto di Borges o di Calvino, espuntano da lontano. Il rullante, lacassa, il piatto, l’essenzialità di unsegnale ritmico che ci coinvolge.Questo è S. Rocco. Sì, è in Calabriama si potrebbe essere inAndalusia, in Grecia; è qualcosa distraordinario, e quindi il fatto che sisia mantenuta questa tradizionenell’era della tecnologia è unsegnale importante. È stato unodei segnali forti che mi ha indotto aproseguire in questo movimentoche si chiama Taranta Power chesta davvero esplodendo. In questosenso Gioiosa Superiore e la suafesta sono un caposaldo di una tra-dizione a cui riferirsi. E questo è uninvito per tutti i musicisti».

Vincenzo Logozzo

mese dopo, in un container scaricatoal porto, duecento chili di cocaina: icarabinieri montano la guardia, ladroga scompare lo stesso, un funzio-nario della dogana fa una brutta fine. Due indagini parallele affidate adAlberto Lenzi, nato e cresciuto inquella terra dove crimine vuol dire’ndrangheta e dove nulla è comesembra. Giostrando sul filo del peri-

colo il suo rapporto diretto – diingannevole complicità e amicizia –con un potente capobastone, Lenzidecifrerà i due misteri intrecciati, efarà la sua giustizia”. Questa la sinossi, dalla quarta dicopertina, di un giallo che promettedi coinvolgere e sorprendere. Dapochi giorni nelle librerie, “Il pattodel giudice”, il nuovo avvincente

romanzo di Mimmo Gangemi è ilsecondo capitolo della serie iniziatacon “Il giudice meschino” (edito daGarzanti) e che vede protagonistaAlberto Lenzi. La vicenda narratamuove dalla rivolta dei neri, aRosarno, per intrecciarsi con trafficiinternazionali e molti misteri cheLenzi su cui Lenzi è chiamato a fareluce.

Dopo “La signora di Ellis Island”(edito da Einaudi, di recente vincito-re, dopo numerosi riconoscimenti,del premio Tropea), Gangemi tornaa raccontare le vicende di Lenzi,indolente e un po’ pigro, con la gran-de passione per le donne, giudice suigeneris che sarà portato sul piccoloschermo da Luca Zingaretti per RaiFiction.

Gcome Gaber

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Parlandodi...

DOMENICA 11 NOVEMBRE 2012 LA RIVIERA 30

18esimo compleanno. Tanti auguri StefanoMamma, Danilo ed Eleonora.

Il “Ringhio” di Ruggero

3-0 e tutti a casa!!!

Anche People lo ha definitoFisherman of the year

Il bello del Gran Premio

Un augurio particolare alsaggio Nonno Michele, alnostro Massimo e a suamoglie Rosy per la nascitadella piccola Emma.

I

Believe

SIENA. Di questi tempi, a Siena,non sarebbe così assurdo sentirequalcuno, molto in ansia per BabboMonte, sussurrare, neppure tanto abassa voce “quelli del Sud, i solititrafficoni”, riferendosi esplicita-mente all'ex - presidente della illus-tre Banca Senese, Monte deiPaschi, che con le sue scelte(immaginiamo non fatte da solo investaglia da camera) avrebbecausato un ammanco di quasi 700milioni. Il condizionale è d'obbligo, fino aprova contraria. Giuseppe Mussariè originario di Catanzaro, ma

senese di adozione. Nonostante lepolemiche sulla sua gestione el'esecutivo urgente che l'Abi, di cuiMussari è stato presidente sino allerecenti dimissioni, potrebbe convo-care a causa delle perdite in ques-tione, rimane un vanto sentir direda quelli del Nord “quelli del Sud”.Quello del Sud che ha gestito letasche di una delle più belle e aris-tocratiche città d'Italia. La stessaSiena che, ai tempi di “Una sta-gione a Siena” di Mario La Cava,scrittore bovalinese, avrebbe certa-mente inorridito immaginando acapo della sua Banca uno del Sud.

Eppure, così è stato ( e speriamo dinon farci cattiva figura). La cattivafigura, invece, la facciamo senzadubbio tenendoci tra i candidati inCalabria il trasformista-illusionistaScilipoti che, avendo girato comeUlisse per mari e per monti,essendo rimasto il solo non trasfor-mato in porco da Circe ma in politi-co-salvo dal Cavaliere, ha trovatoda noi un porto sicuro. E poichénon siamo lungimiranti né pecchi-amo di autostima, ce lo terremo.D'altra parte ciò che altrove si scar-ica, in Calabria si discarica. E ciresta, come la monnezza.

Quelli del Nord, quelli del Sud

Acqua aReggioCalabria

LOQUI E SPROLOQUI di Filomena Cataldo

Veri “Amatori”

Enzo CalderazzoIt's A Man's World

Auguri Maria per i tuoi 18 anni

Non si moriva a Ferramonti di Tarsia (CS) per sevi-zie o bruciati nelle camere a gas, ma solo per lamalaria imperversante nella palude, o per fame acausa della scarsità delle derrate alimentari cui perògli abitanti della zona cercavano di sopperire for-nendo agli internati tutto l’aiuto possibile. Nessunadispotica disciplina, ma un’organizzazione demo-cratica facente capo a un piccolo parlamento forma-to dai rappresentanti di ogni baracca e riconosciuto,seppure officiosamente, quale organo di autogestio-ne. E circoli culturali, manifestazioni artistiche,sportive e religiose. I bambini frequentavano lascuola, gli ebrei le sinagoghe, un ambulatorio medi-co era attivo ed efficiente. Un “Paradiso inaspetta-

to”, “Jerusalem post”. Più che un campo di concen-tramento, era infatti un grande Kibbutz in cui glioltre duemila internati operavano in armonia siacon gli organi direzionali che con gli abitanti delluogo. Questo era dovuto all'opera di due uoministraordinari: padre Lopinot che, stimato anche daiprigionieri di fede diversa, teneva vive le relazionitra il Vaticano e le comunità ebraiche, e PaoloSalvatore, il direttore del campo, pronto persino ad“arrivare alle mani” pur di difendere gli ebrei. Così,mentre nei ben più tristi lager di Fossoli e di SanSabba i bambini venivano avviati alla morte,Salvatore scorazzava con loro sull’auto di servizio o,ancora, passando a breve distanza dal campo un’ar-mata tedesca in ritirata, faceva issare una bandieragialla simulando un’epidemia. Ed è così che, adispetto dell'orrore della guerra e del razzismo, èpotuto sbocciare un fiore di umanità, di altruismo.Ed è così che la gente di Calabria ha potuto eviden-ziare la propria generosa indole. “L'identità umanaviene prima di ogni diversità.Tutte le diversità raz-ziali, religiose, politiche e culturali non sono chemanifestazioni della ricchezza di quell'unica iden-tità.” (Dall'epigrafe di una tomba ebraica nel cimi-tero di Ferramonti.)

Ferramonti, un“Paradiso inaspettato”

Messaggitemponel

di Daniela Ferraro

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la Riviera

DOMENICA 20 GENNAIO 2013 LA RIVIERA 31

Un caloroso augurio di buoncompleanno dallo "STAFF CALURA".Felici di collaborare con te..Auguriii A-A-A-A-A-MANUEEELLL!!!

Prossima Apertura a Siderno un nuovo locale

( non di ‘ndrangheta)

per la Lolita dell’ artista Diego Cataldoche (forse) vuolessere unomaggio al suo maestroTinto Brass

Passeggiando inbicicletta

Sul lungomare di Siderno latonord c’è un tombino cheperde acqua. Sono già duegiorni che il pozzetto è inqueste condizioni. La situa-zione per il momento non èpreoccupante. Gli addetti allamanutenzione del Comunedovrebbero intervenire quan-to prima però per evitare dicreare disagi ai cittadini.

I due articoli pubblicatisul nostro sito sono statisubito notatidall’amministrazioneche ha provvedutoimmediatamente ariparare i danni. Ah, ilpotere dellacomunicazione.

Una madre preoccupata ci ha informati chein Via Gramsci a Siderno c'è un cavo elettricoscoperto. Il fatto è già grave di per sè. Diventaancora più pericoloso perché la via in questio-ne viene percorsa dai bambini che uscirannotra poco dalle scuole elementari e medie deiplessi Pascoli e Pedullà. I vigili urbani sonostati avvisati stamattina alle 8.00, ma siamogiunti a mezzogiorno e ancora non hannoprovveduto in alcun modo a mettere in sicu-rezza la zona. Intanto l'uscita di centinaia dibambini si avvicina.

SIDERNO: PUBBLICATI E RIPARATI

Veri “Amatori”

Romanisti D.O.C

guri Maria tuoi 18 anni

RicordandoPeppe

Dù Pasqualinsis megl’ che uan

FilosofiaReggina

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