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GENNAIO 2018 LA V oce DELLA C omunità P A S T O R A L E G I O V A N I L E P . 1 2 14 GENNAIO 2018 104 a GIORNATA MONDIALE DEL MIGRANTE E DEL RIFUGIATO «…PERCHÉ HO AVUTO FAME E MI AVETE DATO DA MANGIARE HO AVUTO SETE E MI AVETE DATO DA BERE ERO FORESTIERO E MI AVETE OSPITATO…» (Mt 25,35.43)

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GENNAIO 2018

LA Voce DELLA

Comunità

PAST

ORA

LE G

IOVANILE P. 12

14 GENNAIO 2018

104a GIORNATA MONDIALE DEL MIGRANTE E DEL RIFUGIATO

«…PERCHÉ HO AVUTO FAME E MI AVETE DATO DA MANGIAREHO AVUTO SETE E MI AVETE DATO DA BEREERO FORESTIERO E MI AVETE OSPITATO…»

(Mt 25,35.43)

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COMUNITÀ PASTORALE SANTO CROCIFISSO | MEDA2

A PROPOSITO DI NATALE E DI PRESEPIVivere il Natale in modo vero

PER NON ARRIVARE IMPREPARATI E POI RIMANERE DELUSIIl dovere di ogni cristiano nella vita sociale e politica

LA PAROLA DEI SACERDOTI

PER RIFLETTERE

Non mi faccio avanti con frequenza a scrivere sul nostro mensile. Que-

sta volta sono stato sollecitato quando ormai era scaduto il tempo per andare in stampa.Non ho la pretesa di compiere una ve-rifica sulle feste di Natale, sui doni e sui tesori delle vacanze natalizie, ma deside-ro citare alcuni aspetti positivi. Il primo aspetto è il fatto che il Natale non è solo dei cristiani, anche se alcuni fatti natalizi e alcune esperienze hanno bisogno di essere cristianizzati. Il professor Massi-mo Cacciari sul quotidiano Il Giornale così ha affermato in una intervista: «La verità è che l’indifferenza regna sovrana

e avvolge un po’ tutti: i laici (N.d.A. = lai-cisti) e i cattolici». Egli chiama il Natale come fosse un simbolo, cioè: «Il Natale è un simbolo che ha dato un contributo straordinario alla nostra storia, alla nostra civiltà, alla nostra sensibilità… Non si trat-ta di Dio che stabilisce una relazione tra gli uomini, ma Dio che viene sulla Terra attraverso Gesù Cristo. Natale è fare me-moria di questa storia sconvolgente, un fatto vertiginoso… Natale, purtroppo, è diventato una favoletta, una specie di racconto edificante che spegne le inquie-tudini…». Termina l’intervista dicendo: «Il filosofo non può credere, ma è inquieto e riflette. Il filosofo ricerca, il filosofo prega il nulla. Il fedele è invece convinto che la sua preghiera sia ascoltata».Più costruttivo è un articolo a pag. 2 di Avvenire del 2 gennaio dal titolo Anche il cacciatore “Fa pace” con l’uccellino, e così il Natale cambia «tutti i rapporti delle persone, anche con la natura…».Un grazie di cuore a tutti coloro che in modi diversissimi ci hanno aiutato a vi-vere il Natale in modo vero, non certo come quel presepe di Meda, dove, al

Da quando il Presidente della Repubblica Sergio Mattarel-la ha sciolto le Camere e il Parlamento ha stabilito per il

prossimo 4 marzo la data per la consultazione elettorale, si è scatenata la campagna elettorale in cui i vari partiti sembrano dare il peggio di sé pur di raccattare qualche voto in più. Don Antonio Sciortino sull’editoriale della rivista Vita pastorale di questo mese di gennaio scrive: «Ogni giorno i partiti, sempre più in basso, sono impegnati tra litigi, insulti e divisioni in una confusione totale che non lascia sperare nulla di buono per il Paese. Per l’interesse dei cittadini nessun cenno, così anche del problema del lavoro e del futuro dei giovani. Troppa fatica. Più facile allora parlare alla pancia della gente e speculare sulle

posto di Gesù Bambino c’era un pinetto con la Stella di Davide e al posto della Madonna una dolce creatura delle fore-ste del Nord Europa….

Don Luigi

loro paure. Basta un “capro espiatorio” e lì scaricare il malesse-re generale. Un irresponsabile populismo che ha il gioco facile con gli immigrati. Niente di meglio, quindi, che scatenare una guerra tra poveri; prima i nostri — si dice — e poi gli altri, e nel frattempo non si fa nulla per gli uni e per gli altri».Aspettare il 4 marzo con queste polemiche che spengono la fi-ducia e l’impegno nella politica sarebbe un grave errore. Nelle ultime consultazioni elettorali si assiste, purtroppo, ad un pro-gressivo calo di partecipazione, segno di disaffezione verso la politica e l’interesse per il bene della Nazione… ma se tu non partecipi non hai poi il diritto di lamentarti: devi accettare quelli che altri hanno scelto per la guida della Nazione.

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COMUNITÀ PASTORALE SANTO CROCIFISSO | MEDA3

PER RIFLETTERE

È necessaria una matura e responsabile partecipazione.In un’intervista del 4 giugno 2017 Mons. Gualtiero Bassetti, Pre-sidente della Conferenza Episcopale Italiana, così si esprime-va: «C’è bisogno di cattolici responsabili che siano ponte tra la Chiesa e la società. Ma perché ciò si realizzi occorrono coscien-ze bene formate. Dovremmo ripartire dallo spirito che animò l’allora Giovanni Battista Montini, poi Paolo VI, il quale si spese per formare schiere di giovani, “adulti nella fede” in grado di dedicarsi allo sviluppo del Paese. Una scuola di una laicità che fa bene a tutti. Mi auguro dei cattolici impegnati nelle istitu-zioni, che ascoltino la gente, che trovino lo spazio per pregare,

che pratichino la giustizia e che diano voce agli ultimi».Siamo quasi a metà dell’Anno Pastorale 2017 — 2018. Sono andato a rivedere il progetto Pietre vive che la nostra Comu-nità ha stilato e ho notato che il terzo punto prevede «la cura delle relazioni interne alla comunità, ma anche l’attenzione e la partecipazione nei confronti della realtà sociale, culturale e politica locale». Penso che l’impegno a conoscere le persone che si metteranno in lista e i loro programmi sia un dovere imprescindibile per un cristiano che vuole essere davvero una pietra viva nella comunità.

Don Angelo

PERCHÉ PARTECIPARE ALL’ORA DI RELIGIONE?Non una materia di serie B, ma una componente importante per la formazione dei nostri ragazzi

«Prof, ma religione fa media? Se non fa media, si può anche non

studiare!», così mi dicono alcuni alunni, lasciando intendere che sia una materia di serie B, non meritevole di particolare attenzione. Certamente nel monte ore complessivo è così: un’ora alla settimana non conta molto. Soprattutto se si tratta di una materia, non di certo, di indirizzo.Così l’ora di religione (o IRC, cioè In-segnamento della Religione Cattolica) corre il rischio di essere un po’ la ma-teria “cenerentola”, poco considerata o snobbata sia dagli alunni che dai ge-nitori. Un’ora che si può anche saltare per entrare un’ora dopo o uscire un’ora prima, o un’ora di intervallo in più… Anche se, per fortuna, la percentuale di frequenza rimane ancora, almeno dalle nostre parti, molto elevata in tutti gli

ordini di scuola. Questo grazie anche al valido lavoro di molti insegnanti che, con passione e competenza, cercano di riportare continuamente l’attenzione dei ragazzi alla dimensione spirituale e religiosa della vita. Già, perché un’i-struzione che sia cultura e crescita della persona in tutte le sue dimensioni non può non considerare anche questa fon-damentale dimensione della persona e della società. Spesso, infatti, il pericolo (o la volontà) è quello di intendere l’i-struzione come la trasmissione di una serie di nozioni che possono rendere i ragazzi delle “enciclopedie”, con tan-te conoscenze tecniche anche preci-se ed approfondite, ma mancanti di uno sguardo critico capace di cogliere la complessità della realtà e il mistero della persona. Ecco perché l’ora di reli-gione si integra anche con le discipline umanistiche (storia, filosofia, letteratura italiana ecc.) — che hanno a cuore in maniera più diretta quegli aspetti della formazione e della persona che parto-no dai grandi interrogativi della vita — e

prova a sintetizzare (cioè a mettere in-sieme) i vari spunti che queste discipline possono aver suggerito ai ragazzi. Per-mette di dare voce alle domande e alle riflessioni in campi decisivi della vita, soprattutto in campo morale ed esi-stenziale, favorendo il dibattito e il con-fronto tra i ragazzi e delle figure adulte. L’ora di religione aiuta a “fare cultura”, conoscendo le radici della nostra civiltà che deve molto all’esperienza di fede ebraica e cristiana, ma permette anche di conoscere di più le altre religioni, oggi importanti per creare le basi di dialogo con le persone di altre culture che abitano in mezzo a noi.Sarà, quindi, un’ora di serie B agli oc-chi di tanti e non avrà il peso del monte ore o della valutazione di altre materie “maggiori”…. Ma resta un’ora real-mente importante nel complesso della formazione completa dei nostri ragazzi. Un’ora che aspetta maggiore riconosci-mento e attenzione proprio a partire da noi credenti.

Don Fabio

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COMUNITÀ PASTORALE SANTO CROCIFISSO | MEDA4

Giovedì 14 dicembre: ultimo appun-tamento con don Giacomo Ros-

si sulla Sagrada Familia, la cattedrale d’Europa.Nei primi due incontri don Giacomo ci ha spiegato le origini della Cattedrale e i portali della Natività e della Passione.L’origine è legata al libraio di Barcellona Josè Bocabella: nel 1866 fonda con al-cuni amici l’Associazione spirituale dei devoti di San Giuseppe e decide poi di costruire un tempio espiatorio dedicato alla Sacra Famiglia, una Chiesa che do-vrà essere edificata con le offerte di chi vorrà espiare i propri peccati.Antoni Gaudì nel 1883 inizia la sua co-struzione, riuscendo solo a completare uno dei quattro portali: quello della Na-tività. Altri due, quello della Passione e del Rosario, verranno portati a termine da altri, il portale della Gloria invece non è stato ancora iniziato.Il portale della Natività, con le sue quat-tro torri campanarie, raffigura l’inizio del piano di salvezza di Dio. L’annuncio a Maria, la natività, la fuga in Egitto, l’in-fanzia di Gesù sono rappresentati attra-verso sculture che con una progressio-ne regolare portano lo sguardo verso l’alto. Questo per Gaudì era il primo e primordiale moto dell’uomo alla ricerca di Dio: alzare lo sguardo verso il cielo.Il portale della Passione raffigura il calva-

rio, la passione e la morte di Cristo. La raffigurazione è totalmente diversa da quella della Natività: le statue hanno for-me spigolose, molto moderne rispetto ai canoni classici. È evidente un’altra mano rispetto a Gaudì. Anche questo però era nello spirito con cui l’architetto di Dio aveva iniziato la Cattedrale, ben consa-pevole che altri l’avrebbero completata.Il terzo portale, quello del Rosario, è un omaggio a Maria. Il dato più interessan-te è l’Ave Maria, raffigurata come una corona che si snoda lungo l’arco della porta. La difficoltà che Gaudì incontrò fu nel rappresentare la parte finale della preghiera: «Nell’ora della nostra morte». Decise di chiedere all’ospedale dei po-veri di poter assistere un moribondo per vedere di trovare un’ispirazione che gli consentisse di dare forma alla preghiera. Con il suo scalpellino andò ad assistere alla morte e la cosa che lo colpì, oltre al fatto che le suore attorno al letto ac-compagnavano il moribondo recitando il rosario (ne rimase talmente affascinato da desiderare di morire anche lui in quel modo), fu che al momento del trapasso gli sembrò di vedere che le sue labbra si aprissero ad un sorriso, come se vedesse qualcuno che veniva a prenderlo.Poco tempo dopo Gaudì uscì una matti-na presto dalla cattedrale in costruzione con il pigiama e delle ciabatte logore. Ormai viveva nel suo studio dentro la chiesa, aveva smesso tutte le altre attivi-tà di architetto. Investito da un tram — e non riconosciuto — fu trasportato all’o-spedale dei poveri, dove poco dopo morì. Il suo scalpellino, per dare una forma al «nell’ora della nostra morte», raffigurò Gaudì morente. La Sacra Fami-glia (Giuseppe, Maria e Gesù Bambino in braccio a sua Madre che gli tende la mano) sembra lo voglia accompagnare nel passaggio alla vita eterna.Il quarto portale, quello della Gloria, non ha ancora un progetto definitivo: una modifica del piano regolatore della citta di Barcellona ha consentito negli anni di costruire due quartieri.La Sagrada Familia è un’opera nata

come un miracolo, ed un miracolo è stata la prosecuzione del cantiere dopo la morte di Gaudì.Nel 1936, durante la Guerra Civile in Spagna — dove le milizie comuniste di-strussero centinaia di chiese, conventi e seminari, ucciso preti, suore e seminari-sti — un grande incendio danneggiò la cripta. Venne distrutto il laboratorio ed andarono perduti disegni, foto e i mo-delli del tempio che Gaudì aveva fatto.I lavori ripresero nel 1939, ma molto len-tamente. Solo negli Anni ‘50 un gruppo di persone decise di riprendere la rac-colta fondi per completare la cattedra-le. Negli Anni ‘60, con il Manifesto dei cento, architetti, scrittori, politici ed an-che alcuni uomini di Chiesa manifesta-rono la loro disapprovazione nel portare a termine la Sagrada Familia. Asseriva-no che non era più lo stile e lo spirito con il quale Gaudì aveva iniziato la sua costruzione, consigliavano pertanto di lasciare il rudere a sua memoria. Il ten-tativo di screditare la ripresa dei lavori andò però a vuoto.L’ultima difficoltà l’ha posta proprio il Comune di Barcellona. Come accenna-to sopra, venne modificato il piano ur-banistico originario, che non prevedeva costruzioni davanti alla Sagrada Familia, dando invece la possibilità di costruire due interi quartieri. O verranno abbat-tute le abitazioni o non sarà possibile costruire la lunga scalinata che dovreb-be portare all’ingresso nel tempio pas-sando dal portale della Gloria.Dobbiamo ringraziare don Giacomo che, oltre ad averci illustrato le caratte-ristiche di questa ultima grande catte-drale, ha fatto vivere a tutti i presenti dei momenti di vera spiritualità.La Sagrada Familia è stata indicata da papa Benedetto XVI come luogo di bel-lezza per gli uomini del nostro tempo, così assetati, magari inconsapevolmen-te, di un ideale che corrisponda al cuore.La Sagrada Familia è stata consacrata da Benedetto XVI il 7 novembre 2010.

Mario Cassina

SAGRADA FAMILIA: QUANDO IL BELLO È LO SPLENDORE DEL VEROLa cattedrale venne consacrata da Benedetto XVI il 7 novembre 2010

AVVENTO - CONCLUSIONE DEGLI INCONTRI DI CATECHESI PER GLI ADULTI

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COMUNITÀ PASTORALE SANTO CROCIFISSO | MEDA5

PER UN’ARTE DEL BUON VICINATOMons. Delpini ha indicato un modello di convivenza civile e di città esigente

6 DICEMBRE: DISCORSO ALLA CITTÀ DELL’ARCIVESCOVO IN OCCASIONE DELLE FESTIVITÀ DI S. AMBROGIO

Elogiando il «buon vicinato», monsi-gnor Delpini propone un ottimismo

non di maniera, ma una possibilità di vivere insieme un’alleanza. Parte da qui la riflessione del vicario episcopale per l’Azione Sociale monsignor Luca Bres-san: «Penso che si possano fare due an-notazioni. Abbiamo un Arcivescovo bra-vo nell’usare i generi letterari: quindi il genere elogiativo-narrativo è utilizzato, in realtà, per motivare all’assunzione di responsabilità, per dire il compito che ci aspetta e al quale non siamo impre-parati. Infatti Milano ha dimostrato, da Expo 2015 in poi, di avere le energie per trasformare il vissuto quotidiano in qualcosa che faccia crescere tutti. Mon-signor Delpini indica a Milano e ai Mila-nesi — sia cittadini sia, potremmo dire, fedeli, anche di altre religioni — che in questa città che cambia e che è diven-tata multietnica si può immaginare un lavoro condiviso, un’alleanza che porti a ritrovare il bene comune».«Il richiamo al “buon vicinato” contenuto nel titolo del messaggio non è, come potrebbe interpretare taluno, un’esorta-zione alle buone maniere, ma è un invito concreto a schierarsi “contro la tenden-za diffusa a lamentarsi sempre di tutto e di tutti, contro quella seminagione amara di scontento che diffonde scet-ticismo, risentimento e disprezzo, che si abitua a giudizi sommari e a condanne perentorie e getta discredito sulle isti-tuzioni e sugli uomini e le donne che vi ricoprono ruoli di responsabilità”».

Per questo, non temendo di apparire provocatorio, l’Arcivescovo fa l’elogio delle istituzioni: in primo luogo i Sindaci che «sono esposti alle attese e alle pre-tese di tutti, sono spesso oggetto di polemiche e di denunce, sono spesso intrappolati in una burocrazia compli-cata, sono condizionati da una croni-ca mancanza di risorse. Però, se sono onesti e dediti, i sindaci sono là, tra la gente, in ascolto di tutti, con il deside-rio di rendersi utili, con la frustrazione di essere spesso criticati e di ricono-scersi impotenti. Però sono là, in mez-zo alla gente». Queste parole suone-ranno di conforto e di stimolo ai Sindaci e agli amministratori locali del territorio ambrosiano. Infatti andando a benedire prima di Natale la casa comunale con tutta l’amministrazione e chi vi presta servizio lavorativo, ho donato una copia del discorso al nostro Sindaco.Mons. Delpini ci dice che «il paese, la città funzionano: possiamo fare affida-mento su servizi perché c’è una folla di persone che fanno di giorno e di notte il proprio dovere, a beneficio di tutti. Nessuno è perfetto e tutto si può e si

deve migliorare, ma noi sappiamo che possiamo contare su gente che ha la-vorato e lavora bene, per noi». Per questo è necessario l’impegno di tutti nel costruire «quell’alleanza di tutti co-loro che apprezzano la grazia di vive-re nello stesso territorio» intesa come «una convocazione generale che non prepara un evento, ma che impara e pratica un’arte quotidiana, uno stile abituale, una intraprendenza semplice. L’alleanza è stipulata non con un docu-mento formale, ma con la coltivazione di una buona intenzione, con la rifles-sione condivisa sulle buone ragioni, con la vigilanza paziente che contrasta i fattori di disgregazione, di isolamen-to, di conflittualità».«Nella prospettiva entusiasmante di vincere la paura e di sanare le ferite per costruire un mondo diverso e migliore, una città dell’uomo veramente a mi-sura d’uomo, troviamo in questo mes-saggio del nostro Pastore — afferma il presidente delle Acli milanesi Petrac-ca — una guida chiara e sicura in una fase complessa ed il richiamo ad una ragionevole speranza in tempi di di-sperazione, sapendo che, come ricorda Papa Francesco in un passaggio dell’E-vangelii Gaudium citato nel messaggio, “Dio vive tra i cittadini promuovendo la solidarietà, la fraternità, il desiderio di bene, di verità, di giustizia. Questa pre-senza non deve essere fabbricata, ma scoperta, svelata. Dio non si nasconde a coloro che lo cercano con cuore sin-cero, sebbene lo facciano a tentoni, in modo impreciso e diffuso”».In questa prospettiva anche noi Comu-nità Pastorale Santo Crocifisso deside-riamo spenderci con generosità e dedi-zione.

Don Claudio

[…] DIO VIVE TRA I CITTADINI PROMUOVENDO LA

SOLIDARIETÀ, LA FRATERNITÀ, IL DESIDERIO DI BENE,

DI VERITÀ, DI GIUSTIZIA. QUESTA PRESENZA NON DEVE

ESSERE FABBRICATA, MA SCOPERTA, SVELATA. […]

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COMUNITÀ PASTORALE SANTO CROCIFISSO | MEDA6

È DIO CHE CI CONVOCA. CHIESA DI PERSONE, PIETRE VIVEL’incarnazione di Dio scolpita nel legno

IL PRESEPE DI FRANCO MINOTTI IN SANTA MARIA NASCENTE

L’attesa vera del Signore è speranza certa, richiesta di con-versione della mente e del cuore. È gioia che illumina la

vita di chi pone in Lui il desiderio di verità, giustizia, bellezza e bontà. Ne abbiamo atteso la venuta nella gioia, preparando il cuore con la preghiera personale e liturgica. Letture bibliche appropriate, in particolare le voci dei Profeti e dell’evangeli-sta Giovanni, hanno scandito i giorni di Avvento e guidato i nostri passi all’incontro personale, intimo con il Dio Bambino.Anche noi, così come i pastori, siamo stati “convocati” davanti al Presepe non più dagli Angeli, ma dallo stesso Dio con noi.«È Dio che ci convoca», ha pensato Franco Minotti ideando il “suo” presepe per S. Maria Nascente. «Un Dio creativo con un progetto nuovo» per verificare la nostra disponibilità ver-so il Mistero dell’Incarnazione del Dio infinito che, per farsi uomo come noi, rimpicciolisce se stesso ad entità corporea infinitesimale in rapporto all’Universo e alle sue Galassie. Ed ecco allora il grande cielo buio trapuntato di luminose stelle pulsanti che richiamano la luce del Verbo (Gv. 1,4) che in prin-cipio diede vita e illuminò il Creato e poi «ogni uomo che vie-ne in questo mondo» (Gv. 1,9). Egli infatti è «un Dio creativo con un progetto nuovo».Franco Minotti allude alla missione redentrice che il Padre gli ha affidato: riparare l’offesa di Adamo ed Eva — che lo aveva-no escluso dalla loro vita —, redimerli dal peccato e riaprire il Paradiso per loro e per noi, morendo in Croce e risorgendo. Per duemila anni un popolo, il popolo d’Israele, aveva atteso il compimento della promessa del Salvatore fatta nell’Eden ai progenitori disperati.

La voce di Isaia aveva annunciato: «Un germoglio spunterà dal tronco di Iesse, / un virgulto germoglierà dalle sue radici. / Su di lui si poserà lo Spirito del Signore» (Is. 11,1). E poi: «In quel giorno avverrà / che la radice di Iesse sarà un vessillo per i po-poli. / Le nazioni la cercheranno con ansia. La sua dimora sarà gloriosa» (Is. 11,10). E che Dio opera in modo concreto per rea-lizzare il suo progetto “nuovo” lo racconta Matteo, elencando le varie generazioni da cui «il germoglio del tronco di Iesse», Gesù Cristo, prenderà carne e diventerà uomo nascendo da Maria, la sposa di Giuseppe. Ed ecco allora il ceppo “dinasti-co” di Gesù: “un grande tronco in legno”, che rimanda all’al-bero della Croce, “sostiene la Sacra Famiglia”. Un’idea bellis-sima, perché il tronco è il percorso che la linfa fa per portare la vita nei rami alle foglie, ai fiori, ai frutti e ai semi dell’albero: magnifica l’intuizione dell’artista, geniale il progetto di Dio!E i protagonisti, membri della famiglia umana di Cristo, sono realizzati nel medesimo legno, “ceppi scolpiti dalla natura” in cui le fibre compatte e calde esprimono la forza della volontà di servire il Signore. I loro visi sono invece rappresentati da “ovali di sasso”. Ora il Mistero svelato, il Dio Bambino, è da-vanti a noi, prende il cuore e lo commuove. Solo il silenzio, la contemplazione muta, lo stupore permettono al nostro cuore di ascoltare il proprio battito e di captare quello emoziona-to di Dio, felice per averci raggiunto: la gratitudine profonda germoglia e nasce in tale silenzio, accogliendo l’intensità del dono, offrendo la nostra incolmabile sproporzione. L’Alleluja solenne, l’Osanna in excelsis verranno dopo con gli altri “par-rocchiani-pastori” durante le solenni liturgie.Intanto l’Autore ci incuriosisce ulteriormente con la novità e la povertà di un “flessuoso cordame”. Esso “evoca lo spirito dell’Altissimo nell’abbraccio tra Maria e Giuseppe” che con amore ubbidiente hanno accolto il nuovo progetto di Dio di dar vita ad una creazione e ad un’umanità nuove. Lo spirito dell’Altissimo “con soffio vitale, dona vita a Gesù” quando giunge la pienezza dei tempi. Egli dà compimento alle profe-zie e realizza la salvezza dell’umanità: Egli è il “figlio preposto al passaggio tra Vecchio e Nuovo Testamento!”.Nel presepe di Franco Minotti il Mistero dell’Incarnazione è saldo sul tronco, non teme nemici né avversità. Sta al centro della composizione, si apre ai quattro punti cardinali e si offre all’uomo, ad ogni uomo senza distinzione alcuna, «fino agli estremi confini della Terra» (Mt. 28,19). Un giorno, dice Gio-vanni nel Prologo del suo Vangelo, «venne tra i suoi e i suoi non lo ricevettero; ma, a quanti l’hanno accolto, ha dato il potere di diventare figli di Dio… E il Verbo si è fatto carne e abita in mezzo a noi» (Gv. 1,11-14).Su Pietro Cristo ha fondato la sua Chiesa, di cui ogni battez-zato è membro di diritto. Che il Dio con noi ci renda «pietre vive» di una «Chiesa di persone vive», che operano vivendo la sua parola e a Lui rendono grazie, sempre!

Cesarina Ferrari Ronzoni

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IL PRESEPE È FEDE, È UNA DELLE RAPPRESENTAZIONI PIÙ SIGNIFICATIVE DELLA RELIGIONE CRISTIANANatale non è solo: “Regaliamoci le cose più costose, mangiamo tutto quello che c’è”

COMUNITÀ PASTORALE SANTO CROCIFISSO | MEDA7

PARROCCHIA DI SAN GIACOMO APOSTOLO

Il presepe allestito nella parrocchia di S. Giacomo è lo storico paesaggio palestinese, un mondo in miniatura da noi creato

che diventa un luogo destorificato, poiché un’altra volta abbiamo la presenza divina del Bambino; un luogo restituito agli uomini attraverso l’annullamento del tempo perché la natività è viva ora, in ogni luogo e tempo della storia passata e futura.Di fronte a questo presepe ci si sente spettatore e attore al tempo stesso. Quando ci avviciniamo, si è subito al centro della stalla, vicinissimi alla mangiatoia. Questo permette al visitatore di “entrare nella scena” restandone emotivamente coinvolto.Oltre alla natività troviamo l’asinello, animale regale che accompagnerà Gesù in momenti salienti della sua vita. Poi attraverso un arco vediamo un apparente disordine attorno al cortile col pozzo, luogo di abituale ritrovo per gli abitanti del paese, quasi indifferenti all’evento in primo piano. La vita quotidiana è attraversata solo dai pastori che hanno ricevuto la buona novella dagli angeli.Le luci del paese seguono l’alternarsi delle fasi diurne, nottur-ne e crepuscolari, rappresentando così la vita umana. Nella stalla, però, sul Bambino Gesù posto nella mangiatoia con San Giuseppe e la Madonna la luce è fissa e sempre accesa. Una luce emanata da Gesù, che sempre ci illumina, che non si consuma e mai si spegne.A tutti diciamo: non dimentichiamo il presepe, fate il presepe, non offende nessuno, facciamolo insieme. Quest’anno tutti

uniti prendiamo il pastorello e facciamo la rivoluzione del pre-sepe, avviciniamolo ed avviciniamoci anche noi, stiamo un po’ nella mangiatoia dove Maria e Giuseppe hanno deposto il bambinello, contempliamo il suo amore umile e infinito, ren-diamo onore al nostro Salvatore.«Come per i pastori di Betlemme, possano anche i nostri oc-chi riempirsi di stupore e meraviglia, contemplando nel Bam-bino Gesù il Figlio di Dio» (papa Francesco).

Il gruppo Amici miei (presepisti S.G.) augura a tutti un buon anno 2018

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COMUNITÀ PASTORALE SANTO CROCIFISSO | MEDA8

IL PRESEPE DI MADONNA DI FATIMA

LA NATIVITÀ IN SANTUARIO

NON LASCIAMOCI RUBARE LA SPERANZA: GESÙ È TRA NOI!Un riconoscimento all’impegno di coloro che ogni giorno difendono la dignità dell’Uomo

NELLA TRADIZIONEGesù nasce nella povertà di una stalla

Quest’anno il presepe della Parrocchia Madonna di Fati-ma è stato realizzato partendo dal mondo attuale, che

ci si presenta con conflitti, violenza, odio, terrorismo, attacchi armati, incendi dolosi, inondazioni, uragani….L’egoismo umano rischia di trasformare il Mondo in un deser-to. Di fronte a tutto ciò, tuttavia, non possiamo farci rubare la speranza, perché se il male ci appare minaccioso e invadente c’è un bene, un oceano di bene, che opera nel Mondo. Ha il volto di chi presta soccorso alle vittime dei bombardamenti. Ha lo sguardo di chi accoglie i migranti. Ha le mani di chi si impegna per garantire un domani a tanti bambini e giovani senza futuro nei Paesi poveri. Ha il sorriso dei volontari che condividono un po’ del loro tempo per assicurare a tutti una

vita umana degna di questo nome.Come dice Papa Francesco, la sfida è vincere la globalizza-zione dell’indifferenza che pietrifica i nostri cuori. Nascendo a Betlemme duemila anni fa, l’Onnipotente si è fatto Bambino. Ha scelto di venire al mondo nella precarietà, lontano dai ri-flettori, dalle seduzioni del potere. La pace, la gioia, il senso della vita si incontrano lasciandoci stupire da quel Bambino che ha accettato di soffrire e di morire per amore. La pace e la giustizia si costruiscono giorno per giorno, riconoscendo la dignità di ogni vita umana, a partire dalla più piccola e più in-difesa, riconoscendo ogni essere umano come nostro fratello.Come dice Papa Francesco, «Non lasciamoci rubare la spe-ranza: Gesù è tra noi!».

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COMUNITÀ PASTORALE SANTO CROCIFISSO | MEDA9

I PRESEPI DELLE CONTRADE

GESÙ: LA LUCE VERA CHE CI ILLUMINAGli sguardi convergono su Dio fatto Uomo

FAMETA

BELGORA SCULTURA DI DIO

SAN GIUANN

BREGOGLIO MOLTI PRESEPI UN PRESEPE

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ULTIMO DELL’ANNO

ASPETTANDO IL NUOVO ANNOIl brindisi di mezzanotte senza dimenticare una preghiera di ringraziamento per la Grazia ricevuta e per la Pace

CAPODANNO 2017 A MADONNA DI FATIMAAnche quest’anno chi di noi ha voluto attendere l’arrivo del nuovo anno presso la Parrocchia Madonna di Fatima non è rimasto deluso: è stato bello vedere un gruppo di persone allegre di ogni età (dai bambini agli anziani passando per coppie giovani e… meno giovani) divertirsi tra canti, balli e i piatti della nostra cucina. A questo proposito… ottima l’idea della cena a buffet, così ognuno ha potuto prendere quello che desiderava senza nessun vincolo.Incisive le parole di Don Angelo nel momento di preghiera prima della Mezzanotte, seguite poi dal tradizionale brindisi, accompagnato da lenticchie, cotechino e panettone o pan-doro. E per concludere alla grande la serata tutti si sono sca-tenati in balli di tutti i generi, tra cui l’intramontabile trenino!Ringraziamo tutte le persone che hanno organizzato la festa, hanno cucinato e preparato il salone, chi ha partecipato e chi ha dato in vario modo il proprio contributo alla riuscita della lotteria, il cui ricavato verrà anch’esso destinato all’iniziativa missionaria d’Avvento.

ULTIMO DELL’ANNO A SAN GIACOMORingraziamo tutti quelli che hanno contribuito alla buona riu-scita della serata in attesa del nuovo anno: chi ha preparato il salone per il grande cenone con tombolata, chi ha cuci-nato l’ottimo menù, chi ha addobbato con gusto il locale, chi ha guidato i vari momenti, chi ha organizzato la grande tombola, chi ha donato i premi, chi ha intrattenuto i ragazzi con la musica. Ma soprattutto ringraziamo il Signore, che ha permesso tutto questo e ci ha dato la Grazia e la capacità di fare tutto ciò. A Lui il nostro grazie per le gioie di un anno trascorso, per l’aiuto nelle difficoltà, per la Sua Misericordia verso di noi, per la Sua vicinanza nei momenti difficili. A Lui la nostra Fiducia nel Suo Amore nei nostri confronti. A Lui la nostra Speranza in un anno migliore con la consapevolezza di essere incapaci di operare il bene senza il Suo aiuto. A Lui che, se vogliamo, ci dona la Pace e la forza di costruire la Pace ricordandoci di chi, come i Migranti e rifugiati: uomini e donne in cerca di pace, bussa alle nostre porte. Verso di loro il Papa nel suo Messaggio per la 51ma Giornata Mon-diale della Pace ci invita a perseguire una vera integrazione secondo quattro azioni combinate: Accogliere, Proteggere, Promuovere e Integrare.La serata è iniziata con la S. Messa celebrata da don Fabio e con il Te Deum di ringraziamento e proseguita con la cena — presente anche don Claudio — intervallata dalla tombolata e da un momento di meditazione e benedizione guidato da don Luigi su alcuni passaggi del già ricordato Messaggio di Papa Francesco per la Giornata della Pace.Al termine, dopo il tradizionale cin-cin di mezzanotte, ci sia-mo lasciati scambiandoci gli auguri di buon anno 2018.

Adolfo

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MERCATINI DI NATALE E EPIFANIA

MERCATINI DI NATALE ED EPIFANIA, GIORNATA MISSIONARIA DEI RAGAZZIA sostegno di progetti di solidarietà

EPIFANIA: TOMBOLATA PER TUTTIAnche quest’anno la Befana, tanto attesa dai bam-bini, ha fatto visita ai partecipanti alla tombolata dell’Epifania organizzata presso l’oratorio Madon-na di Fatima per la giornata dell’infanzia Missiona-ria. Nonostante la pioggia la vecchietta dal volto arcigno non ha mancato l’appuntamento e ha di-stribuito caramelle a grandi e bambini, lasciando così soddisfatti anche coloro che non sono stati baciati dalla fortuna con numerosi ambi, terne e cinquine. E al termine della tombolata una dolce merenda per tutti.Ringraziamo coloro che hanno contribuito all’or-ganizzazione e alla buona riuscita del pomeriggio e gli adolescenti che hanno animato la tombolata.

SAN GIACOMO, GUARDÀTI DALL’AMORELo slogan scelto quest’anno da Missio (Organismo pastorale della CEI) per aiutare i bambini a vivere da protagonisti il loro impegno missionario ha bisogno di un accento. Sì, perché Guardàti dall’Amore non può fare a meno dell’accento sulla seconda “a” per esprimere l’unica possibile interpretazione di questo motto: nel manifesto della GMR Gesù è infatti raffi-gurato come un amico il cui sguardo attrae a sé quello dei ra-gazzi. «Abbiamo bisogno di ragazzi e ragazze capaci di saper guardare il Mondo, le cose e le persone con gli occhi di Dio, che è l’occhio di un Padre che vuole bene ai suoi figli», spiega don Tommaso. È questo l’obiettivo della GMR 2018: aiutare i bambini a fare proprio lo sguardo di Gesù, ad innamorarsene perché diventi la guida preziosa di ciascuno.Non ultimo, il modo di vivere la GMR ha anche un fine con-creto: sostenere progetti di solidarietà. Le offerte raccolte in ogni diocesi d’Italia andranno ad aggiungersi a quelle di tutti i bambini e i ragazzi del Mondo per contribuire a realizzare progetti missionari nei cinque continenti.Le tombolate a S. Giacomo e a Madonna di Fatima sono state caratterizzate da un clima di gioia e condivisione, con premi per tutti (o quasi): a S.Giacomo il momento è stato condotto

MERCATINO DI NATALE 2017Successo anche quest’anno per il tradizionale mercatino di Natale presso la Parrocchia Madonna di Fatima. Cogliamo l’occasione per ringraziare tutti coloro che hanno contribuito alla sua realizzazione e coloro che hanno dato il loro appor-to… facendo qualche acquisto!Ricordiamo che anche quest’anno il ricavato è stato devo-luto all’iniziativa missionaria d’Avvento scelta dalla nostra Comunità Pastorale: Nascere… crescere… vivere… insie-me si può!.

magistralmente da Eugenio e nipotini, coadiuvati da carine vallette.Al termine saluti e scambio di auguri per il Nuovo Anno. Un ringraziamento ai Gruppi missionari della Comunità, ma so-prattutto a tutti coloro che, generosamente, hanno portato ogni cosa per la preparazione dei doni — premi e li hanno confezionati.

Gianni P.

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PASTORALE GIOVANILE

CONDIVISIONE, FEDE E CULTURA27 — 29 dicembre: adolescenti e giovani a Firenze

Tre intesi giorni in terra toscana per un’esperienza suggestiva e arricchente

Nei giorni dal 27 al 29 dicembre noi ragazzi dei gruppi adolescenti e diciotto-diciannovenni ci siamo recati a Firenze. Eravamo un gruppo numeroso di circa novanta persone, accompagnati

da Don Fabio, Suor Gianfranca e dagli educatori.Durante il viaggio di andata siamo stati accolti dal sacerdote e da alcuni ragazzi della Parrocchia Sacro Cuore a Campi Bisenzio, che ci hanno ospitato per il pranzo. In seguito ci siamo spostati nel centro di Firenze per la visita di Santa Maria Novella — dove Don Fabio ha celebrato la S. Messa — e poi in albergo.Il giorno seguente siamo stati guidati nella nostra visita della città dal Vice Responsabile dell’Arte Sacra dell’Arcidiocesi di Firenze. La guida ci ha presentato il Battistero e il Duomo e ci ha spiegato dettagliatamente il significato dei simboli e degli affreschi in essi contenuti. Don Fabio ha celebrato la S. Messa nella cappella del transetto della chiesa di Santa Maria del Fiore: esperienza suggestiva data la bellezza e l’importanza storica del luogo.L’ultimo giorno, dopo la visita al Monastero di San Marco, abbiamo visitato e ascoltato la storia delle Misericordie di Firenze, che sono state per molti anni — e che sono tuttora — un esempio di al truismo e generosità poiché operano al servizio dei bisognosi e dei più deboli.Nel complesso è stata una bella esperienza: un’occasione per stare insieme e di arricchimento mora-le e culturale. Inoltre abbiamo potuto visitare i luoghi della fede di Firenze che sono stati per molto tempo luogo di raccolta per i cristiani fiorentini e non.

Sara L.

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GRUPPI DI ASCOLTO DELLA PAROLA - TERZO INCONTRO

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I PROSSIMI APPUNTAMENTI

Quarto incontro: LA FEDE NEL DIO DEI PADRI, Esodo 3, 16 – 4, 17

Quinto incontro: IL FARAONE E L’INDURIMENTO DEL CUORE, Esodo 4, 21 – 5, 23

Sesto incontro: LE “PIAGHE D’EGITTO”: IL DITO DI DIO E L’INVOCAZIONE DI MOSÈ, Esodo 7, 26 – 8, 15

Settimo incontro: LA PASQUA D’ISRAELE E LA MORTE DEI PRIMOGENITI D’EGITTO: UN GRIDO DI GIOIA E UN URLO DI DOLORE, Esodo 12, 1 – 17, 29-34

IL ROVETO ARDENTEUn arbusto che brucia dell’amore inesauribile di Dio per noi

Continuiamo il nostro percorso di ap-profondimento del libro dell’Esodo,

ed in particolare della figura di Mosè.In questo incontro abbiamo avuto l’op-portunità di riflettere su uno dei brani più profondi: il testo conosciuto come Il Roveto Ardente.Mosè anticipa e vive nella sua espe-rienza personale quella che sarà l’e-sperienza di tutto il popolo di Israele: l’uscita dall’Egitto e l’incontro con Dio. Questo testo rappresenta un episodio di teofania e di vocazione: Dio chiama Mosè, manifestandosi in un roveto che arde. Una pianta non sontuosa, non ricca di frutti, ma spinosa, apparente-mente improduttiva: non servono oc-casioni nobili per conoscere il Signore, ma ogni situazione può rivelarsi fecon-da per l’incontro con Lui. La reazione di Mosè, in prima battuta, è di mera-viglia e curiosità: sceglie di avvicinarsi, è attirato dal fuoco; dopo poco, però, capisce che il roveto che brucia non è solo un fenomeno naturale: c’è ben altro! Il Signore si presenta come «il Dio di tuo padre, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe», a sottolineare la stretta continuità con il passato: il Signore è il protagonista della storia, ha avuto compassione del popolo e agisce con misericordia per liberarlo dalla schiavitù, per condurlo alla libertà e alla piena comunione con Lui. Dio prende l’iniziativa! Ha però bi-sogno di un mediatore. Ecco quindi la vocazione: Mosè è chiamato ad anda-re dal faraone per farsi strumento della liberazione di tutto il popolo. E Mosè sente tutto il peso di questo incarico,

l’inadeguatezza per la missione affida-tagli, la sua debolezza: «Chi sono io per fare uscire dall’Egitto gli Israeliti?». La risposta del Signore è disarmante: «Io sarò con te». Di fronte a questa promessa non abbiamo bisogno di al-tro: consapevoli che il Signore è con noi, tutte le difficoltà sfumano e pos-siamo leggere la realtà con una nuova prospettiva piena di speranza. Mosè ha ancora interrogativi per il Si-gnore: si è creata intimità, un dialogo aperto e sincero. «“Il Dio dei vostri padri mi ha mandato a voi”. Ma mi di-ranno: “Come si chiama?”. E io che cosa risponderò?». Dio svela così il suo nome, misterioso e impronunciabile: «Io Sono Colui che Sono»: locuzione che racchiude in sé tutta la profondità e la grandezza di ciò che vuole comuni-carci, come se il Signore dicesse a tutti noi: “Io continuerò ad essere presente, come lo sono sempre stato nel corso della storia; ciò che sono stato per i vo-stri padri continuerò ad esserlo per voi: continuerò ad esserci, ad esservi vicino, ad accompagnarvi nella storia”.Ecco quindi che riusciamo a leggere pienamente la ricchezza del messaggio dato a Mosè e a ciascuno di noi anche alla luce del Natale appena trascorso. La storia si scioglie lungo un cammino tracciato dal Signore, si snoda lungo il suo progetto che si incarna attraverso Gesù per l’universalità della salvezza: non più la salvezza di un singolo popo-lo, ma la salvezza per tutti. Con questa consapevolezza possiamo porci di fron-te alla complessità delle vicende stori-che senza perderci.

La manifestazione di Dio ci tocca quindi personalmente, nella forma della fede: è il Dio che continua anche per noi a rivelarsi in un roveto che arde, ma non si consuma perché brucia di un amore inesauribile, anche di fronte ai nostri smarrimenti, anche di fronte alla storia che sembra non vederlo, anche di fron-te alla volontà di creare idoli ad uso e consumo dell’uomo di oggi: il roveto brucia e continua ad avvolgerci della sua luce e del suo calore.

Fabiola

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RITIRO SPIRITUALE IN PREPARAZIONE AL NATALEMomenti di preghiera con don Piero Allevi e visita alla mostra di presepi di Novedrate

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MOVIMENTO TERZA ETÀ

I PROSSIMI APPUNTAMENTI

GIOVEDÌ 25 GENNAIO - ORE 14.30

presso il bar dell’Oratorio S. Crocifisso incontro

e auguri per chi compie gli anni nel mese;

MARTEDÌ 13 FEBBRAIO - ORE 14.30

presso la parrocchia di S. Giacomo Gruppo di Ascolto

della Parola di Dio;

GIOVEDÌ 15 FEBBRAIO - ORE 14.30

presso il bar della parrocchia di S. Giacomo Catechesi

e “pomeriggio insieme” con frittelle e auguri

per chi compie gli anni a febbraio.

Per il ritiro spirituale d’Avvento come Movimento Terza Età ci siamo recati a Mirabello nella parrocchia dedicata ai

Santi Martiri Greci, di cui è responsabile don Piero Allevi, già parroco della nostra Comunità Pastorale.Dopo la liturgia delle ore, don Piero, che ringraziamo di cuore, ha tenuto la riflessione commentando e meditando il brano del Vangelo di Luca dove è narrato l’annuncio a Maria della nascita di Gesù da parte dell’angelo Gabriele (1, 26-38). Ha fatto notare come la “vicenda” di Maria si muova un po’ in parallelo con l’annuncio a Zaccaria della nascita di Giovanni il Battista. Mentre però l’annuncio a Zaccaria avvie-ne in un contesto religioso solenne, quello a Maria avviene in un contesto ordinario, di tutti i giorni, in un paese — Na-zareth di Galilea — situato in una zona miscuglio di razze e di persone non tutte ligie alla legge ebraica. Colpisce — ha proseguito don Piero — il numero di nomi propri (sette in due righe) elencati nel brano. Se Luca fa notare questo si-gnifica che il brano è molto importante. È Dio che manda l’angelo ed è sempre Dio che prende l’iniziativa gratuita e sorprendente. Il sì di Maria è la risposta positiva all’invito di Dio che fa sempre il primo passo. Maria chiede una pre-cisazione: «Come avverrà questo? Io non conosco uomo». L’angelo allora ricorre all’immagine molto bella dell’ombra

dell’Altissimo che scende su di Lei. Maria viene paragonata all’Arca dell’Alleanza, Lei che è la nuova dimora di Dio. Ma-ria si definisce “serva”: è il suo modo di stare davanti a Dio.Al termine della riflessione sono seguiti le Confessioni, il Ro-sario e la celebrazione della Santa Messa. L’omelia di don Pie-ro è stata qui centrata sul sogno di Giuseppe che, trovandosi in una situazione piuttosto scomoda e non volendo far del male a Maria, pensava di ripudiarla in segreto. Ancora una volta, però, Dio prende l’iniziativa e manda l’angelo in sogno a rassicurarlo e a rivelargli che quello che è accaduto a Maria è opera dello Spirito Santo e, come con Maria, l’Angelo lo rassicura: «Non temere», tutto questo avviene per volontà di Dio. Giuseppe obbedisce al Signore, così egli è di esempio a tutti noi non con le parole, ma mettendo in pratica e realizzan-do quello che la parola del Signore dice.Dopo il pranzo al ristorante Vivaldi è seguita la visita alla Mo-stra Presepi allestita a Novedrate. Maurizio Villa, membro dell’Associazione Amici del Presepio che ultimamente ha tenuto un corso di presepistica in Palestina (a tale riguardo ha rilasciato un’intervista sulla rivista Credere), ha spiegato l’origine della parola “presepio” e illustrato le varie tecniche di presentazione della Natività. Nella cappella dell’Oratorio erano esposti una cinquantina di diorami rappresentanti vari momenti della vita della Santa Famiglia — dalla nascita alla fuga in Egitto e alla strage degli Innocenti — ambientati in luoghi tradizionali palestinesi ma anche in ambiti più vicini ai giorni nostri.Un piccolo rinfresco a base di pandoro e panettone ha con-cluso la giornata: siamo tornati alle nostre case contenti e se-reni per essere stati insieme a Maria, Giuseppe e al bambino Gesù, preparandoci così all’attesa del giorno che ha cambia-to la storia.

Carla

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ADOZIONI A DISTANZA

UNA MANO TESA DA MEDA ALL’ETIOPIAIl ringraziamento del Centro Aiuti per l’Etiopia per le offerte raccolte presso la nostra Comunità

Verbania, lì 13 dicembre 2017

Gentilissimo Don Claudio,La ringrazio sentitamente per aver-

ci accolto nella Sua parrocchia e dato la possibilità di testimoniare nelle giorna-te di sabato 25 e domenica 26 novem-bre 2017. Con grande soddisfazione La informo che in questa occasione sono stati adottati a distanza ottantun bam-bini e raccolte donazioni per 871,00 €.Attualmente attraverso la nostra As-sociazione sono assistiti in Adozione a Distanza oltre 42.000 bambini. Questa Grazia del Signore assicura ai bambi-ni nutrimento, istruzione e assistenza medica continuando a vivere all’inter-no del proprio nucleo familiare! I be-nefici di questo progetto sono mol-teplici e nel tempo hanno contribuito a ridurre il tasso di mortalità infantile dovuto principalmente a malnutrizione e a malattie. Inoltre, in più di 30 anni di presenza attiva in Etiopia e grazie al contributo di tanti benefattori sono state realizzate numerose strutture, quali pozzi, refettori, ambulatori, scuo-

le, ospedali, centri di accoglienza per minori e sieropositivi, tutt’oggi moni-torate dalla nostra Associazione. […] Dall’estate 2013 abbiamo esteso la no-stra azione nell’area di Gimbi, situata a circa 450 km ad ovest di Addis Abeba nella Regione dell’Oromya, vicino al Sud Sudan. Prima che noi ci attivassi-mo, questa zona non era mai stata al centro dell’attenzione di nessuna ONG o Associazione. Troviamo drammatica-mente bambini morenti per denutrizio-ne e non è raro che i neonati vengano abbandonati perché le famiglie non hanno le possibilità di mantenerli.Ecco perché sono importanti le Ado-zioni a Distanza! Il Centro Aiuti per l’Etiopia Onlus sta ora ultimando un centro a servizio dei bambini orfani, dei disabili e affetti da HIV, atteso da tutta la popolazione e dal Governo locale. Sappia che le offerte che sono state raccolte nella vostra Parrocchia saranno impiegate a sostegno di questa impor-tante iniziativa di cooperazione e svi-luppo a favore dei bambini e dei po-veri. Per questo non posso far altro che

dire IMMENSAMENTE Grazie, a Lei e a tutti coloro che hanno contribuito, at-traverso l’adozione a distanza e le do-nazioni, a garantire il dono più grande che io conosca, ovvero la VITA! La invito a estendere questa mia lettera all’intera Comunità Parrocchiale, magari attraver-so il Vostro bollettino parrocchiale, in modo che venga riconosciuta l’opera benefica da Voi garantita. Spero che in futuro ci possa accogliere ancora con lo stesso entusiasmo di oggi.

f.to Roberto Rabattoni

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«CHIESA DALLE GENTI», TUTTI CONVOCATI IN SANT’AMBROGIO ALL’APERTURA DEL SINODO MINOREStessa religione cattolica, ma lingue e culture diverse. Come vivere la fede in parrocchie sempre più multietniche

L’ARCIVESCOVO MARIO DELPINI HA INDETTO UN SINODO MINORE PER UNA “CHIESA DALLE GENTI”

Un percorso di studio, riflessione e decisione per definire le mo-

dalità attraverso le quali annunciare adeguatamente il Vangelo, celebrare i sacramenti, vivere l’esperienza della ca-rità nelle parrocchie ambrosiane, tutte sempre più multietniche. L’Arcivescovo di Milano monsignor Mario Delpini ha indetto il Sinodo minore Chiesa dalle genti, responsabilità e prospettive. Li-nee diocesane per la pastorale. Il per-corso avviato dall’Arcivescovo nasce dall’esigenza di aggiornare l’azione pa-storale alla luce dei cambiamenti sociali prodotti dai flussi migratori all’interno delle parrocchie stesse della vasta Dio-cesi ambrosiana.Al centro di questo Sinodo non saran-no i fenomeni migratori in quanto tali o l’accoglienza, da sempre oggetto di im-pegno per la Chiesa. Il tema che invece sarà messo a fuoco da questo percorso riguarderà l’esperienza dentro le 1.107 parrocchie della Diocesi, la cui realtà è molto mutata in questi decenni anche per la presenza di cattolici provenienti da altre nazionalità, di lingue e culture diver-se, che però abitano la stessa comunità, sotto lo stesso campanile. Questo affin-ché si evitino due rischi, l’uno speculare all’altro: da un lato che i cristiani migranti, una volta giunti a Milano, debbano pre-gare e celebrare solo tra di loro, per grup-pi etnici o linguistici; dall’altro che siano i cristiani “stranieri” a doversi adeguare al modo preesistente di essere Chiesa.

La domanda ideale che tutti — milanesi da più generazioni e “nuovi ambrosia-ni” — dovranno porsi è: “Come dob-biamo cambiare per essere anche oggi, insieme, discepoli del Signore e Chiesa delle genti?”.

CHE COSA SI INTENDE AGGIORNAREIl Sinodo La Chiesa dalle genti aggior-nerà in particolare quanto contenuto nel capitolo 14 del XLVII Sinodo intitolato Pastorale degli esteri. La stessa defini-zione di quel capitolo risente del tempo passato, dal momento che per “esteri” si intendevano allora le persone di altre nazionalità e che oggi — ventidue anni dopo — sono invece parte per nulla marginale delle stesse comunità.

LA COMMISSIONE DI COORDINAMENTOPer avviare il percorso l’Arcivescovo, contestualmente al documento di indi-zione che reca la data del 27 novembre 2017, ha costituito con decreto la Com-missione di coordinamento. Tale com-missione — presieduta da monsignor Luca Bressan, affiancato nel ruolo di se-gretario da don Alberto Vitali, respon-sabile dell’Ufficio per la Pastorale dei Migranti — opererà con il contributo di diciannove membri — tra cui dieci laici — e l’eventuale apporto di altri consu-lenti invitati dallo stesso presidente. Il ruolo della Commissione sarà di coor-dinare i lavori del Consiglio presbite-riale — che riunisce i sacerdoti — e del Consiglio pastorale diocesano — che raccoglie i laici.

LE TAPPE DEL CAMMINO SINODALEIl Sinodo viene presentato dall’Arcive-scovo alla diocesi domenica 14 genna-io in occasione della Giornata mondiale del migrante e del rifugiato. Da questo momento parte la fase dell’ascolto, du-rante la quale i presbiteri (nei decanati) e i fedeli (nei Consigli pastorali decanali e

parrocchiali) porteranno la propria rifles-sione. Al termine di questa fase — che si concluderà a Pasqua (I aprile 2018) — la Commissione raccoglierà i contributi nello strumento di lavoro. Sulla base di questo documento i Consigli pastorale e presbiteriale delineeranno le proposizio-ni, vale a dire le norme giuridiche, che saranno promulgate dall’Arcivescovo. I lavori si concluderanno sabato 3 no-vembre 2018, vigilia della festa liturgica in onore di San Carlo Borromeo, pastore della chiesa ambrosiana che indisse i pri-mi undici sinodi diocesani.

L’ESITO DEL CAMMINO«L’esito sarà una Chiesa maggiormente consapevole della propria cattolicità, impegnata a tradurre questa consapevolezza in scelte pastorali condivise e capillari sul territorio diocesano. Una Chiesa dalle genti che con la propria vita quotidiana saprà trasmettere serenità e capacità di futuro anche al resto del corpo sociale. Avremo infatti strumenti per leggere e abitare con maggiore spessore e profondità quella situazione sociale e culturale molto complessa che spesso definiamo in modo già linguisticamente riduttivo come “fenomeno delle migrazioni”».

a cura di E.N.

Testi tratti dal sito della Chiesa di Milano con riflessioni del Presidente della Commissione di coordinamento monsignor Luca Bressan

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L’AZIONE CATTOLICA DI SESSANT’ANNI FA…

BUON COMPLEANNO, AZIONE CATTOLICA!Un incoraggiamento per le nuove generazioni

Come anticipato nel numero precedente, raccogliamo un’al-tra bella testimonianza di chi ha intrecciato la propria storia personale, di vita e di fede con quella più lunga dell’Azione Cattolica. L’intento non è certamente nostalgico, né vuole rimpiangere un passato che non c’è più: la storia continua e ci chiede di trovare e inventare i modi giusti di una testimonian-za al passo con i tempi, come suggerisce anche la chiusura dell’articolo.

Mi è stato chiesto di parlare della mia giovinezza trascorsa nella Gioventù femminile di Azione Cattolica. Ad essere

sincera, ammetto che, mentre ascoltavo questa richiesta, mi sono subito sentita vibrare dentro e pochi attimi sono bastati per dare la mia disponibilità.Ricordare e far vivere con le parole certe esperienze non è facile. È una ricchezza conquistata giorno dopo giorno e le parole non bastano ad esprimerla, perché frequentare il cam-mino dell’Azione Cattolica ieri come oggi è una scelta: è sce-gliere di imparare a servire amando e di amare donandosi; è sentire Dio come Padre che ci accompagna con la sua fedeltà.Nel cammino di fede vissuto in Oratorio, dove ho imparato a vivere secondo la libertà dei figli di Dio, a riconoscere in ogni incontro, in ogni ambiente, in ogni amicizia il piano di Dio tracciato per me, è maturata la mia appartenenza alla Gio-ventù femminile di Azione Cattolica. Era una appartenenza che chiedeva impegni ben precisi di vita e di fede per essere ragazze vere e credibili. E questi sono gli impegni che vor-rei riproporre alle ragazze di oggi: l’ora di Dio ogni giorno, gesti concreti verso i fratelli nel bisogno, l’impegno continuo di presenza e di competenza. Personalmente ho accettato di

accompagnare come Presidente per alcuni anni il gruppo di G.F. di Meda e ancora oggi incontro per il mio paese quelle che erano le “mie ragazze”, che ricordano con me quei bellis-simi anni di crescita umana e spirituale.Non posso dimenticare le parole che l’allora cardinale Montini rivolse a noi ragazze di Gioventù femminile di Azione Cattolica: «Voi potete ridare vigore alla fede, pienezza alla religione, san-tità all’amore, rigore e bellezza al costume, semplicità e auten-ticità alle forze morali capaci di rigenerare il Mondo. Non dite che non sapete. Non dite che siete deboli. Non dite che non potete. Pregando, osando, sulla via segnata, molto potete…».Concludo dedicando un pensiero alle ragazze del 2000: co-raggio! Oggi tocca a voi!.

Carla Frigerio Furia

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FRATEL ETTORE, PADRE DEI POVERIGesù lo ha avvinto a sé rivelandosi nei “barboni”

MARTEDÌ 19 DICEMBRE APERTA LA CAUSA DI BEATIFICAZIONE

Quando uno è guardato da Gesù con sguardo di predilezione e,

chiamato alla sua sequela, decide di seguirlo, cammina sulle orme del Mae-stro come se camminasse con Lui sulle strade di Galilea, Samaria, Giudea… in Terra Santa. Lascia ovunque tracce in-cancellabili che profumano di bene pre-dicato e compiuto, di opere buone, di consolazione, di servizio, di misericor-dia… come quelle del Maestro!Chi si reca a Casa Betania delle Beatitu-dini a Seveso sulle tracce di Fratel Ettore Boschini sperimenta questa realtà. Nella Cappella dove è sepolto, S.E. mons. Ma-rio Delpini ha aperto ufficialmente il 19 dicembre scorso la fase diocesana della Causa di beatificazione e canonizzazione del religioso: un fatto sicuramente ecce-zionale perché di norma avviene presso la Curia, indubbiamente un omaggio straordinario al PADRE DEI POVERI che qui ha vissuto per ventitré anni (1981 — 2004). Qui egli ha accolto e servito Cri-sto nelle persone senza fissa dimora o disturbate psichicamente e il suo Cuore Divino e quello Immacolato di Maria era-no con lui, lo sostenevano donandogli indomito coraggio e insaziabile amore. L’Arcivescovo ha ricordato lo stile di vita di Fratel Ettore: una sintesi esemplare di preghiera e di carità operosa e ra-dicale, incarnando così uno dei più alti carismi di carità degli ultimi decenni. Ha esordito dicendo: «Al contrario del-le favole che aiutano i bimbi a prendere sonno, le storie dei Santi si raccontano agli adulti per farli svegliare, per destare lo stupore, la meraviglia, l’entusiasmo, la sorpresa per quello che Dio può fare servendosi di uomini e donne come noi. Più conosco le Comunità più rimango meravigliato del bene che fanno… La

dedizione al bene, che non passa oltre se c’è bisogno, è di tutti, nonostante il male che si dice del nostro tempo». E poi ha aggiunto: «La storia dei Santi è la storia di ognuno. Dunque la Causa è un modo per vedere come l’intenzione di Dio d’incoraggiarci è resa più affa-scinante perché uno tra i tanti che fan-no il bene viene ricordato come figura esemplare». La sua riflessione è così continuata: «Questo momento nel quale inauguriamo ufficialmente il processo è infatti un modo con cui Dio vuole sve-gliarci, mostrando come sia praticabile il bene… Certo i Santi praticano le virtù in grado eroico, ma vogliamo che quelle di Fratel Ettore siano riconosciute non per metterlo su un piedistallo, ma perché sia di sprone… La genialità del santo è di aprire una strada su cui possiamo incam-minarci. Ecco perché è importante che i riflettori si fissino su qualcuno dei molti che compiono il bene per indicare la strada a tutti, dimostrando che il bene è sempre possibile per rendere più vivibile la Terra». Il suo pensiero si è quindi foca-lizzato sulla figura di Fratel Boschini, «che suscita attenzione e simpatia» anche in chi non l’ha conosciuto personalmente perché il suo farsi prossimo ha permesso di intuire uno stile: «Fratel Ettore ricorda che il bene è praticabile con una parti-colare sottolineatura che è un appello a convertirci, sapendo che la sorgente della carità è l’amore di Dio e la preghie-ra è una necessità assoluta per chi fa il bene». E questa sintesi tra preghiera e carità deve guidare ciascuno perché «nel cuore di ciascuno c’è una naturale incli-nazione a fare il bene», ma, «se non c’è un radicamento nella preghiera, la carità finisce per essere segnata dalla provviso-rietà e da uno stile in cui l’opera diventa

più importante della persona e la fatica di essere perseveranti stanca l’amore». L’Arcivescovo ha concluso la riflessione con questo invito: «Fissiamo l’attenzione su un uomo esemplare per essere con-sapevoli che possiamo coglierne i tratti essenziali e seguirne l’esempio».Mons. Delpini ha presieduto la I Sessio-ne del Processo Diocesano coadiuvato da mons. Ennio Apeciti, delegato arci-vescovile per le Cause dei Santi, da don Marco Gianola, suo collaboratore e “av-vocato del diavolo”, e da don Simone Lucca, il notaio che ha vergato il verbale di apertura della Causa. Accanto a loro, tra gli altri, la storica Francesca Consolini, postulatrice, e Raffaele Cattaneo, Presi-dente del Consiglio Regionale. Numero-sa la Famiglia Camilliana presente — uf-ficialmente rappresentata da suor Teresa Martino e dal Padre provinciale Bruno Nespoli — con la sorella di Fratel Ettore Gabriella. Presenti anche mons. Patrizio Garascia, Vicario Episcopale V Zona, e il nostro parroco don Claudio quale Deca-no di Seregno — Seveso. Hanno portato un saluto e un omaggio riconoscente il sindaco di Seveso e quello di Roverbella (MN), paese natale del futuro beato.Dopo la lettura del Verbale con i giu-ramenti di rito, il canto del Magnificat, la lettura di un brano del testamento di San Camillo de Lellis e, presso la tom-ba, la recita della “Preghiera per otte-nere la beatificazione di Fratel Ettore”, questo pomeriggio “straordinario” lentamente spegneva le più belle luci rossastre che un tramonto può donare. Gli ospiti di Casa Betania rientravano in Comunità, volontari e fedeli tornavano alle loro case con un dono e una grazia da custodire nel cuore.

Cesarina Ferrari Ronzoni

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COMUNITÀ PASTORALE SANTO CROCIFISSO | MEDA19

«SONO IL SIGNOR LUIGI PONZONI»L’inizio della vocazione e l’entrata in seminario

I RICORDI DI PADRE LUIGI PONZONI

«Sono il signor Luigi Ponzoni»: così, con semplicità e ingenuità, mi

presentai al Rettore del Seminario di S. Pietro Martire p. Luigi Pagani. Mancava-no ormai pochi giorni al mio ingresso in seminario fissato per il 5 ottobre 1942 e con il mio compagno e coscritto del ‘28 Gian Mario Mascheroni* andai a visitare per la prima volta quel grande semina-rio che poco dopo sarebbe diventato la nostra casa. Ci presentammo al p. Ret-tore, che ci accolse nel suo grande stu-dio; baciata con riverenza la mano, mi domandò: «E tu come ti chiami?», con quella voce solenne e piena di autorità che avrei presto imparato a conoscere. Colto così all’improvviso risposi timi-damente: «Sono il signor Luigi Ponzo-ni…». Il Rettore guardò un mucchietto di fogli e ne scelse uno dicendomi: «Sei stato accettato a frequentare la Prima Media anche se non hai gli esami di Stato perché hai frequentato due anni di Avviamento Professionale, ma alla fine dell’anno dovrai presentarti per gli esami di Quinta Elementare». Aggiunse qualche parola di raccomandazione per prepararci bene all’ingresso in semina-rio e con la sua Benedizione ci salutò.Avevo già compiuto i 14 anni quando, seguendo la voce del Signore, decisi di lasciare il lavoro e di entrare in semi-nario. Durante l’estate lo confidai a mia mamma e la mamma lo disse a don Ernesto Catturini, che era l’Assistente dell’Oratorio. Una domenica mattina, dopo aver ascoltato la mia Confessione là nella sagrestia del Santuario, mi disse: «Tu vuoi diventare prete?». «Sì», risposi. «Allora devi incominciare a fare la do-

manda all’Arcivescovo, poi iscriverti per gli esami di Stato al Collegio Ballerini di Seregno, fare un programma delle varie materie da portare e poi… studia. Vieni su all’Oratorio e qualcuno dei seminari-sti in vacanza ti aiuterà». Incominciarono così i primi preparativi. Dovevo prima di tutto licenziarmi dal lavoro. Da quasi un anno lavoravo come “garzone” (appren-dista) dal sig. Francesco Colnago (“ul Galdin”), che aveva una bottega di vari lavori: meccanico, idraulico, riparazione di cucine economiche (stufe). Non osa-vo presentarmi a dirgli che mi licenziavo perché volevo “andare a prete”. Lo dissi al mio compagno di lavoro che era nipo-te del “Galdin” e così — per procura — diedi i necessari “otto giorni” e lasciai il mio lavoro. Su all’oratorio, trovati alcuni libri di quinta elementare, incominciai a prepararmi agli Esami. Una buona signo-ra di Meda, professoressa di disegno al Collegio Ballerini, si prestò ad insegnare il disegno che dovevamo fare all’Esame. Mia mamma ricompensò quella buona signora con una mezza dozzina di uova del nostro pollaio. Occorreva anche la carta d’identità e, non so perché, biso-gnava farla firmare in Prefettura a Mila-no. Mia mamma chiese il favore a don Umberto Pellegrino, che era uno dei coadiutori, che si prestò volentieri e mi portò da Milano il foglio di protocollo timbrato e firmato. Vennero i giorni degli esami e in bicicletta con l’amico Masche-roni andai a Seregno presso il Collegio Ballerini. Sostenni gli esami e… venne la risposta: «Respinto!». Non poteva es-sere diversamente data la preparazione scarsa ed affrettata e già a settembre senza possibilità di eventuale riparazio-ne. La mamma di don Domenico Boga (ora monsignore) preparò per me e per l’amico Mascheroni la veste e la cot-ta. Con la signora Emilia Ceppi andai a Milano (era la prima volta) a comperare dal “Mussi” la fascia, il colletto rigido, il “tricorno” e il cappello da viaggio (oggi lo chiamano il “Saturno”). Ormai tutto era pronto. Domenica 4 ottobre 1942, prima della S. Messa solenne, G. Mario Mascheroni e il “signor” Luigi Ponzoni si presentarono davanti all’altare con la ve-

ste nera e la cotta bianca sulle braccia. Il parroco don Marcello Gianola benedisse gli indumenti e subito noi due “chierici” lasciammo la “giacca” e indossammo, non senza fatica per l’emozione, “la ve-ste, la fascia e la cotta bianca” e potem-mo assistere alla Messa davanti all’altare con gli altri seminaristi. L’indomani, 5 ot-tobre, nel pomeriggio lasciai la mia casa e mi avviai verso il “grande seminario”. Mamma e papà mi avevano preceduto con lo zio Ambrogio che, col suo cavallo e carretto, aveva trasportato il materasso e il baule con la necessaria biancheria. Le mie prime impressioni? Facili da indovi-nare: era la seconda notte che passavo lontano dalla mia casa! Dalle finestre dell’ampio dormitorio potevo vedere il bel campanile della mia chiesa, più in là vedevo la ciminiera della fornace e là vicino vi era la mia casa… la mia buona mamma, il papà, il fratello Carlo. Quasi potevo scorgere la finestra della mia ca-meretta vuota! Ero nella mia nuova casa, ero con la mia nuova grande famiglia e non ho pianto!

Ponteranica, maggio 2017p. Luigi Ponzoni

*Don G. Mario Mascheroni fu ordinato sacerdote dal Beato card. Schuster nel 1954 con il concittadino don Ambrogio Visconti (parroco emerito di Lentate S/S). Fu parroco di Bergoro di Fagnano Olona per molti anni. Morì a Bergoro a pochi giorni dalla celebrazione del cin-quantesimo anniversario dell’ordinazio-ne sacerdotale. Era chiamato “il Curato d’Ars della Valle Olona”.

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COMUNITÀ PASTORALE SANTO CROCIFISSO | MEDA

Chiara Castellani è nata a Parma nel 1956. Laureata in ginecologia e ostetricia, ha lavorato come medico vo-

lontario e chirurgo di guerra in Nicaragua (1983 — 1990).Mariapia Bonanate, giornalista e scrittrice, nel 1990 leg-gendo le sue Lettere di un medico dal fronte — che ave-vano vinto il premio Pieve-Terra Nuova — e condividendo con Chiara gli stessi ideali d’amore decise di conoscerla. Da allora è stata una delle destinatarie delle sue lettere scritte a lume di candela sulla vecchia Olivetti, dono di suo padre.Nel 1991 Chiara arriva a Kimbau nello Zaire (ora Repubbli-ca Democratica del Congo) destinata alla direzione di un “ospedale fantasma”, senza acqua e luce e con scarsi me-dicinali. È l’unico medico per centomila abitanti in una zona di 5.000 Kmq. Nel 1992 un drammatico incidente stradale la priva del braccio destro. Viene ricoverata a Roma per la protesi e la riabilitazione. Quando torna tra i suoi ammalati l’accoglie una spaventosa epidemia di morbillo. I bambini muoiono come mosche perché già debilitati da malaria e malnutrizione. Scarseggiano i medicinali e l’ossigeno umi-dificato. Ma dove trovarli? Chiara si sente impotente nel seguire tanti respiri che si spengono. Ma è serena perché sa di essere utile a questa gente umile che è l’ultima fra gli ultimi. La festa di “Bentornata a Kimbau” a lei dedicata inizia con una Messa in rito Zairese, che significa tre ore di canti e danze intorno all’altare, così esplodente di spiritua-lità che Chiara si domanda se Dio abbia voglia di assistere alle Messe celebrate in Europa. Segue la partita di calcio: ventidue i giocatori in divisa e scalzi, pronti ad affrontarsi con rovesciate e acrobazie a mezz’aria; la radiocronaca con l’imbuto. Ogni gol un’invasione a bordo campo mentre il goleador viene portato in trionfo. Tutta la vita di Chiara è un pianto e un sorriso. Sogni e rica-dute in una realtà drammatica. Le sue frontiere hanno il co-lore del sangue, quello dello scempio dei corpi massacrati

dalle armi e dalle mine anti-uomo dei “signori della guerra”, che si combattono per gestire, attraverso le multinazionali, gli enormi giacimenti di questi Paesi, fomentando gli scontri tribali con il mercato delle armi che seminano morte. E con la guerra la fame, la corruzione, le stragi, le epidemie. Ma hanno anche il colore della felicità e dell’esultanza quando nasce un bambino e quando una vita è strappata alla morte. L’eterna lotta tra il bene e il male. Chiara ha scelto il bene con tutta la sua voglia di amore, fin da quando, ancora liceale, ha deciso di andare nel Continente nero come missionaria laica citando S. Agostino: «Ama e lascia che sia l’amore ad essere il motore dei tuoi atti». Chiara ha continuato a lottare per salvare vite umane, per promuovere il diritto alla salute e per gridare forte che c’è un mondo che soffre e che muore sognando un futuro migliore. Nel 2001 le è stato assegnato a St. Vincent il premio Donna dell’anno.

Rosangela

Le mie storie di chirurgo di guerra dal Nicaragua al Congo raccolte da Mariapia Bonanate

UNA LAMPADINA PER KIMBAUdi Chiara Castellani (Mondadori, 2004)

CHIARA HA SCELTO IL BENE CON TUTTA LA SUA VOGLIA DI AMORE,

FIN DA QUANDO, ANCORA LICEALE, HA DECISO DI ANDARE

NEL CONTINENTE NERO COME MISSIONARIA LAICA CITANDO S. AGOSTINO:

“AMA E LASCIA CHE SIA L’AMORE AD ESSERE IL MOTORE DEI TUOI ATTI”

UN LIBRO AL MESE IN MEDATECA

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COMUNITÀ PASTORALE SANTO CROCIFISSO

I PROSSIMI APPUNTAMENTI

SETTIMANA DI PREGHIERA PER L’UNITÀ DEI CRISTIANI

18 — 25 GENNAIO 2018

POTENTE È LA TUA MANO, SIGNORE (ESODO 15,6)Gli appuntamenti proposti dalla Diocesi per la nostra zona V

DA GIOVEDÌ 18 A GIOVEDÌ 25 GENNAIO è proposta la Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani sul tema Potente è la tua mano, Signore (Esodo 15,6). È questo un momento di condivisione nella fede in Gesù nostro Signore Salvatore.

La Diocesi invita a partecipare agli incontri ecumenici scegliendo tra le diverse proposte offerte nella settimana di preghiera. In particolare, per la nostra zona V di Monza sono proposti:

GIOVEDÌ 18 GENNAIO ALLE ORE 20.45 A MONZA: Fiaccolata e Celebrazione ecumenica della Parola presso la chiesa di Tutti i Santi (c/o Beata Vergine di Caravaggio in S. Gregorio, via Guarenti n. 11 con arrivo alla chiesa Regina Pacis, via Buonarroti n.45)

VENERDÌ 19 GENNAIO ALLE ORE 20.45 A CANTÙ: Celebrazione ecumenica della Parola presso la chiesa di S. Vincenzo in Galliano, via S. Vincenzo

GIOVEDÌ 25 GENNAIO ALLE ORE 21.00 A MONZA: Preghiera di conclusione della Settimana presso la chiesa delle Grazie Vecchie, via Santuario delle Grazie Vecchie.

COMUNITÀ PASTORALE SANTO CROCIFISSO

VIAGGIO NELLE MARCHE 12-15 APRILE 2018

Primo giorno, giovedì 12 aprile: S. LEO

S. Leo, un masso imponente che domina la

Valle del Marecchia. Il passaggio di S. Francesco nel 1213 e di Dante nel 1306 contribuisce ad arricchire la storia del centro.

Secondo giorno, venerdì 13 aprile: URBINO

Urbino, città d’immensa ricchezza storica e artistica. Circondata da una cinta muraria e adornata da edifici in pietra arena-

ria, da semplice borgo divenne “culla del Rinascimento”. Bramante e Raffaello qui mossero i primi passi.

Terzo giorno, sabato 14 aprile: URBANIA e PESARO

Urbania, ricca di monumenti. Nel 1636 Papa Urbano VIII la elevò al grado di città con relativa diocesi. Fra gli edifici sacri va ricor-

data la chiesa dei Morti con il macabro Cimitero delle mummie.

Pesaro è circondata da colline e borghi di notevole suggestione. Ha dato i natali al grande musicista e compositore Rossini.

Quarto giorno, domenica 15 aprile: SESTINO e LA VERNA

Sestino: qui dal 1946 al 1965 don Michele Elli fu arciprete.

La Verna: nell’estate del 1224 San Francesco qui chiese a Dio di poter partecipare con tutto il suo essere alla Passione di

Cristo. Il Signore gli apparve sottoforma di Serafino crocifisso lasciandogli in dono i sigilli della sua Passione.

Viaggio nelle Marche guidato da don Claudio

dal 12 al 15 aprile 2018

TERRA DI SANTI E GRANDI ARTISTI

Quota di partecipazione: € 450,00 a persona in camera doppia (supplemento € 50,00 in camera singola).

Iscrizioni (con acconto di € 150,00) presso Adolfo Meda (tel. 0362.73171 – cell. 348.9226770) fino ad esaurimento posti

disponibili (e comunque entro il 31 gennaio 2018).

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COMUNITÀ PASTORALE SANTO CROCIFISSO | MEDA22

I PROSSIMI APPUNTAMENTI

GIORNATA MONDIALE DEL MIGRANTE E DEL RIFUGIATO

14 GENNAIO 2018

ACCOGLIERE, PROTEGGERE, PROMUOVERE, INTEGRAREQuattro parole e quattro pratiche per garantire il rispetto dell’umanità

Nella Giornata mondiale del migrante e del rifugiato Papa Francesco vuole esprimere la sollecitudine della Chiesa

verso i migranti, gli sfollati, i rifugiati e le vittime della tratta.«Tale sollecitudine deve esprimersi concretamente in ogni tappa dell’esperienza migratoria: dalla partenza al viaggio, dall’arrivo al ritorno. È una grande responsabilità che la Chie-sa intende condividere con tutti i credenti e gli uomini e le donne di buona volontà, i quali sono chiamati a rispondere alle numerose sfide poste dalle migrazioni contemporanee con generosità, alacrità, saggezza e lungimiranza, ciascuno secondo le proprie possibilità. Al riguardo, desidero riaffer-mare che la nostra comune risposta si potrebbe articolare attorno a quattro verbi fondati sui principi della dottrina della Chiesa: accogliere, proteggere, promuovere e integrare».Il decanato di Seveso — Seregno celebra la giornata del mi-grante e del rifugiato con una Messa alle ore 11 nella Parrocchia di Madonna di Fatima a Meda. Organizzata in collaborazione con la scuola di italiano per stranieri di Seregno, sarà animata da persone straniere che leggeranno le letture in lingua urdu e inglese. Particolarmente significativo sarà il gesto della presen-tazione dei doni all’Offertorio. Dopo la celebrazione è previsto un momento conviviale presso il salone dell’oratorio.Sono invitate a partecipare tutte le Comunità del Decanato e, in modo particolare, quella di Meda che ospita la celebra-zione, insieme alle persone straniere e alle associazioni del territorio che le seguono.Sarà un’occasione di condivisione e vicinanza per esprimere con semplicità quella fratellanza che il Vangelo continua-mente ci richiama.

Gruppo Caritas

APPUNTAMENTO

DOMENICA 14 GENNAIO 2018 ALLE ORE 11:00 S. MESSA presso la PARROCCHIA MADONNA DI FATIMA

(via Madonna di Fatima n°5) a Meda.

Al termine della S. Messa momento comunitario conviviale. Siete tutti invitati!!!

IL MESSAGGIO DEL PAPA PER LA GIORNATA MONDIALE DEL MIGRANTE E DEL RIFUGIATOQuattro verbi su cui si deve articolare la “comune rispo-sta” ai fenomeni migratori: ACCOGLIERE, PROTEGGERE, PROMUOVERE, INTEGRARE.

ACCOGLIERE: cioè offrire ai migranti e ai rifugiati ingresso sicuro e legale nei Paesi di destinazione in modo che si sfug-ga al traffico di esseri umani. Sì, dunque, a visti umanitari, ai ricongiungimenti familiari, alla creazione di corridoi umani-tari, alla formazione del personale di frontiera perché sappia operare nel rispetto della dignità umana.PROTEGGERE IL LORO CAMMINO: cioè favorire l’infor-mazione sia in Patria che nei luoghi in cui si recheranno, per evitare “pratiche di reclutamento illegale”. Proteggere i minori, soprattutto quelli non accompagnati, affinché, in assenza di documenti, non diventino apolidi, ma sia loro riconosciuta e opportunamente certificata la nazionalità al momento della nascita.PROMUOVERE LA DIGNITÀ DELLA PERSONA: cioè fare in modo che la comunità che accoglie «metta queste perso-ne in condizione di realizzarsi come persone in tutte le loro dimensioni, compresa quella religiosa, garantendo a tutti gli stranieri presenti sul territorio la libertà di professione e pra-tica religiosa e il diritto al lavoro».INTEGRARE, OVVERO INCONTRARSI: cioè aprirsi a una maggior conoscenza reciproca per accogliere gli aspetti va-lidi di cui ogni cultura è portatrice e sostenere l’offerta di cittadinanza slegata da requisiti economici e linguistici e di percorsi di regolarizzazione straordinaria per migranti che possono vantare una lunga permanenza nel Paese.

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COMUNITÀ PASTORALE SANTO CROCIFISSO

I PROSSIMI APPUNTAMENTI

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Domenica 28 gennaio 2018 la nostra Comunità Pastora-le celebrerà la Festa della Famiglia.

Il nostro Arcivescovo come mandato per l’Anno Pastorale corrente sollecita la comunità dei discepoli del Signore a vi-vere come il sale della Terra e la luce del Mondo, indicando la famiglia come uno degli ambiti principali in cui sperimen-tare questa testimonianza. «Essere famiglie “sale” o fami-glie “luce” implica una capacità di ascolto e di coinvolgi-mento, un essere immersi, sciolti come il sale, diffusi come la luce…. La famiglia sa essere sale e luce nella comunità cristiana portando le sue richieste, offrendo le sue sensibi-lità, richiamando la comunità ad un realismo concreto, per essere incarnata nei vissuti delle persone».A questo proposito pensiamo sia bello organizzare e prepa-rare insieme questa festa senza tralasciare nessun aspetto, da quello prettamente religioso e riflessivo a quello più ri-creativo e ludico.A partire da domenica 14 gennaio nelle Chiese della nostra Comunità saranno collocate delle cassettine per raccoglie-re preghiere per le nostre famiglie. Le cassettine con le nostre preghiere saranno presentate all’Altare durante il momento dell’offertorio nella celebrazione liturgica del 28 gennaio. Le Messe delle giornate della festa saranno ani-mate da famiglie della nostra Comunità, che leggeranno le letture e presenteranno i doni all’offertorio: sarebbe bello avere famiglie che volontariamente si propongano in que-sta animazione liturgica, dando alla celebrazione quel “piz-zico di sapore in più”.Alle 12.30 le famiglie della Comunità sono invitate al pranzo di condivisione (per cui è necessaria la prenotazione) pres-so il salone dell’Oratorio di Madonna di Fatima. Il primo

piatto verrà offerto dalla Comunità, mentre le famiglie par-tecipanti al pranzo porteranno un secondo da condividere con tutti gli altri, entrando così nell’atmosfera della gratuità e della condivisione. Durante il pranzo verrà dedicato uno spazio alla solidarietà attraverso una lotteria per sostene-re le famiglie in difficoltà della nostra Comunità. Nell’otti-ca della condivisione chiediamo gentilmente a chiunque avesse la possibilità di donare dei premi di portarli presso la segreteria dell’Oratorio Santo Crocifisso (negli orari di apertura) da lunedì 15 gennaio a venerdì 26 gennaio 2018.Alle ore 16.00 presso il salone dell’Oratorio di San Giacomo ci sarà uno spettacolo teatrale della compagnia parrocchiale I Senzatetto: Come una sinfonia. Lo spettacolo sarà prepa-rato nelle due domeniche precedenti (14 gennaio e 21 gen-naio) a partire dalle ore 15.30 con l’aiuto dei bambini degli Oratori della nostra Comunità Pastorale presso l’Oratorio di San Giacomo. Tutti i bambini sono invitati a partecipare.Nel clima della collaborazione e del “buon vicinato” siamo lieti di ricevere l’aiuto e la partecipazione dei rappresentanti di alcuni gruppi parrocchiali della nostra Comunità Pastora-le (volontari Cucina, Gruppo Famiglia, Gruppo Adolescen-ti/Giovani, Compagnia teatrale I Senzatetto e le famiglie che offriranno il loro contributo per l’animazione liturgica).Vi aspettiamo numerosi!

La Commissione Famiglia

NB: Ai fini di una buona organizzazione del momento del pranzo è necessario prenotare e comunicare il numero dei partecipanti entro venerdì 26 gennaio alla segreteria dell’OSC (tel: 0362/70688; e-mail: [email protected]).

FESTA DELLA FAMIGLIA

28 GENNAIO 2018

FAMIGLIA: SALE E LUCE DELLA COMUNITÀPreparare e vivere insieme la festa dedicata a tutti i nuclei famigliari

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COMUNITÀ PASTORALE SANTO CROCIFISSO | MEDA24

I PROSSIMI APPUNTAMENTI

«L’ amore dà sempre vita»: quest’affermazione di papa

Francesco, che apre il capitolo quinto dell’Amoris laetitia, ci introduce nel-la celebrazione della Giornata della Vita 2018, incentrata sul tema Il Van-gelo della vita, gioia per il Mondo. Vogliamo porre al centro della nostra riflessione credente la Parola di Dio, consegnata a noi nelle Sacre Scrittu-re, unica via per trovare il senso della vita, frutto dell’Amore e generatrice di gioia. La gioia che il Vangelo della vita può testimoniare al Mondo è dono di Dio e compito affidato all’uomo: dono di Dio in quanto legato alla stessa ri-velazione cristiana, compito poiché ne richiede la responsabilità.

FORMATI DALL’AMORELa novità della vita e la gioia che essa genera sono possibili solo grazie all’a-gire divino. È suo dono e, come tale, oggetto di richiesta nella preghiera dei discepoli: «Finora non avete chie-sto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena» (Gv 16,24). La grazia della gioia è il frutto di una vita vissuta nella con-sapevolezza di essere figli che si con-segnano con fiducia e si lasciano “for-mare” dall’amore di Dio Padre, che insegna a far festa e rallegrarsi per il ritorno di chi era perduto (cf. Lc 15,32); figli che vivono nel timore del Signore, come insegnano i sapienti di Israele: «Il timore del Signore allieta il cuore e dà contentezza, gioia e lunga vita» (Sir 1,10). Ancora, è l’esito di un’esistenza “cristica”, abitata dallo stesso sentire di Gesù, secondo le parole dell’Apo-stolo: «Abbiate in voi gli stessi senti-menti di Cristo Gesù», che si è fatto servo per amore (cf. Fil 2,5-6). Timore del Signore e servizio reso a Dio e ai fratelli al modo di Gesù sono i poli di un’esistenza che diviene Vangelo della vita, buona notizia, capace di portare

la gioia grande, che è di tutto il popo-lo (cf. Lc 2,10-13).

IL LESSICO NUOVO DELLA RELAZIONEI segni di una cultura chiusa all’incon-tro, avverte il Santo Padre, gridano nel-la ricerca esasperata di interessi perso-nali o di parte, nelle aggressioni contro le donne, nell’indifferenza verso i pove-ri e i migranti, nelle violenze contro la vita dei bambini sin dal concepimento e degli anziani segnati da un’estrema fragilità. Egli ricorda che solo una co-munità dal respiro evangelico è capa-ce di trasformare la realtà e guarire dal dramma dell’aborto e dell’eutanasia; una comunità che sa farsi “samaritana” chinandosi sulla storia umana lacerata, ferita, scoraggiata; una comunità che con il salmista riconosce: «Mi indiche-rai il sentiero della vita, gioia piena alla tua presenza, dolcezza senza fine alla tua destra» (Sal 16,11). Di questa vita il mondo di oggi, spesso senza rico-noscerlo, ha enorme bisogno, per cui si aspetta dai cristiani l’annuncio della buona notizia per vincere la cultura del-la tristezza e dell’individualismo, che

mina le basi di ogni relazione. Punto iniziale per testimoniare il Vangelo della vita e della gioia è vivere con cuore gra-to la fatica dell’esistenza umana, senza ingenuità né illusorie autoreferenziali-tà. Il credente, divenuto discepolo del Regno, mentre impara a confrontarsi continuamente con le asprezze della storia si interroga e cerca risposte di verità. In questo cammino di ricerca sperimenta che stare con il Maestro, rimanere con Lui (cf. Mc 3,14; Gv 1,39) lo conduce a gestire la realtà e a viver-la bene, in modo sapiente, contando su una concezione delle relazioni non generica e temporanea, bensì cristia-namente limpida e incisiva. La Chiesa intera e in essa le famiglie cristiane, che hanno appreso il lessico nuovo della relazione evangelica e fatto proprie le parole dell’accoglienza della vita, della gratuità e della generosità, del perdo-no reciproco e della misericordia, guar-dano alla gioia degli uomini perché il loro compito è annunciare la buona notizia, il Vangelo. Un annuncio dell’a-more paterno e materno che sempre dà vita, che contagia gioia e vince ogni tristezza.

IL VANGELO DELLA VITA, GIOIA PER IL MONDO

4 FEBBRAIO 2018, GIORNATA PER LA VITA

MESSAGGIO DEL CONSIGLIO EPISCOPALE PERMANENTE PER LA XL GIORNATA NAZIONALE PER LA VITA

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Il tema della Giornata del Malato riprende le parole che Gesù, innalzato sulla croce, rivolge a sua madre Maria e a Giovanni:

«“Ecco tuo figlio… Ecco tua madre”. E da quell’ora il discepo-lo l’accolse con sé» (Gv 19,26-27).In particolare è questa una giornata in cui tutti dovremmo fer-marci e riflettere sul significato della parola “malato”. Il ma-lato non è solo una persona, ma il nostro fratello che soffre perché manca di qualcosa e qualcuno che lo aiuti a ritrovare quell’armonia verso se stesso, verso il creato e il mondo che lo circonda.Tutti noi, ed in particolare i volontari che svolgono la loro attivi-tà in associazioni di cura verso gli ammalati, dobbiamo essere sempre di più lo strumento nelle mani di Dio verso i fratelli che sono ammalati e bisognosi. A volte ci capita di pensare che ci venga richiesta un’opera o un servizio al di sopra delle nostre ca-pacità, delle nostre forze. Ma non è così!! Spesso gesti semplici e piccole attenzioni nei confronti di chi soffre a noi non costano nulla, ma per chi li riceve sono fondamentali e molto importanti. Quanti ammalati hanno bisogno delle nostre mani per essere accarezzati. Quanti ammalati hanno bisogno della nostra voce per essere consolati. Quanti ammalati hanno bisogno di vedere attraverso i nostri occhi la bellezza del creato. Quanti ammalati hanno bisogno di compagnia. Dobbiamo chiedere a Gesù di farci vedere il Mondo con gli occhi di chi soffre: solo così possia-

mo renderci davvero conto delle necessità di chi ci sta accanto nel bisogno.Come dice Papa Francesco nel messaggio per la prossima Giornata Mondiale del Malato, «il servizio della Chiesa ai ma-lati e a coloro che se ne prendono cura deve continuare con sempre rinnovato vigore, in fedeltà al mandato del Signore e seguendo l’esempio, molto eloquente, del suo Fondatore e Maestro. […] Gesù che, innalzato sulla croce, rivolge queste parole a sua madre Maria e a Giovanni: “Ecco tuo figlio… Ecco tua madre”». Gesù sulla croce si preoccupa dell’umanità e af-fida a Maria la vocazione di diventare Madre di tutta l’umanità, la vocazione di cura per i suoi figli, i figli di Dio. Ecco perché la giornata del Malato è stata indetta l’11 febbraio, giorno in cui si ricorda l’apparizione della Madonna a Lourdes: consolatrice di tutti gli ammalati.Nella nostra Comunità domenica 11 febbraio si terranno le se-guenti iniziative per sensibilizzare, pregando, l’attenzione alla sofferenza e l’impegno al servizio della vita più fragile:ore 15.30 in Casa di riposo G. Besana S. Messa e celebrazione dell’Unzione degli infermi;ore 18.30 in chiesa di Santa Maria Nascente S. Messa; a segui-re Processione alla Grotta della Madonna di Lourdes in Piazza Cavour.

Unitalsi di Meda

I prossimi 6 e 13 febbraio vi invitiamo a partecipare alla ras-segna cinematografica organizzata dalla Medateca e dalle

associazioni di Meda.Come Gruppo Cineforum della Comunità Pastorale Santo Cro-cifisso abbiamo scelto di proporvi due storie profondamente differenti. La prima, “MI CHIAMO SAM”, è a tratti talmente inverosimile da assumere i contorni di una fiaba a lieto fine. La seconda, “IO, DANIEL BLAKE”, è così realistica che lo spet-tatore è inconsciamente portato a sostituire i volti degli attori con quelli delle persone che incontra quotidianamente. Entram-be le storie, però, sono caratterizzate da un percorso di crescita e cambiamento che i protagonisti compiono e fanno compiere a chi sta loro attorno, inseriti in una comunità in certi momenti decisamente ostile, distanziante e poco inclusiva, ma che in altre circostanze sa essere accogliente, capace di accompagnare e di farsi carico dei più deboli prendendosene cura.

Storie “SUSSURRATE”, perché nascoste nelle pieghe di una società che privilegia l’apparire rispetto all’essere, ma i cui pro-tagonisti decidono di gridare “A VOCE ALTA” i propri diritti, come affermano con forza gli stessi titoli dei film, che conten-gono il loro nome proprio. “CI VUOLE SOLO AMORE” recita il sottotitolo del primo dei due film, ma può essere esteso anche al secondo: infatti è l’a-more con cui si fanno le cose, si incontrano le persone, si af-frontano le situazioni a fare la differenza, ciò che in una comu-nità cristiana rende “PIETRE VIVE”, obiettivo a cui il progetto pastorale di quest’anno ci invita a tendere.

L’APPUNTAMENTO È ALLE ORE 20,45 PUNTUALI NELL’AUDITORIUM DELLA MEDATECA (PIANO –2).

Gruppo Cineforum Comunità Pastorale Santo Crocifisso

COMUNITÀ PASTORALE SANTO CROCIFISSO

I PROSSIMI APPUNTAMENTI

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XXVI GIORNATA MONDIALE DEL MALATO

11 FEBBRAIO 2018

LA VOCAZIONE MATERNA DELLA CHIESA VERSO LE PERSONE BISOGNOSE E I MALATILe iniziative nella nostra Comunità Pastorale

CINECOMUNITÀ FORUM 20186 E 13 FEBBRAIO 2018

SUSSURRANDO… A VOCE ALTADue film con in comune “l’amore per le persone e le cose”

che rende pietre vive una Comunità cristiana

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COMUNITÀ PASTORALE SANTO CROCIFISSO | MEDA

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NOTIZIARI PARROCCHIALI

_______ANAGRAFE PARROCCHIALE (DICEMBRE 2017)

BATTESIMI (DAL 1 GENNAIO AL 31 DICEMBRE 2017: N. 61) Isabel LanzaClotilde CazzulaniRebecca LissoniRachele PirovanoElisa MadernaLuigi D’amore

MATRIMONI (DAL 1 GENNAIO AL 31 DICEMBRE 2017: N. 28)--

DEFUNTI (DAL 1 GENNAIO AL 31 DICEMBRE 2017: N. 128)Anna Villa (Il 30/11) (a. 83)Ida Marelli (a. 96)Sandra Porro (a. 89)Enrichetta Fumagalli (a. 98)Gaetano Vergani (a. 88)Paolina Fusi (a. 87)Rosangela Busnelli (a. 81)Rita Maggioni (a. 97)Francesca Asnaghi (a. 67)

_______ENTRATE (DICEMBRE 2017)Offerte messe festive e feriali € 9.746,72Offerte celebrazione Sacramenti € 650,00Offerte candele e lumini € 2.664,80Offerte Benedizioni Famiglie Natale 2017 € 8.775,67Offerte Natale 2017 € 10.350,39Offerte attività varie OSC per SALONE POLIVALENTE OSC € 250,00Offerte varie € 2.075,00

TOTALE ENTRATE MESE DI DICEMBRE 2017 € 34.512,58

TOTALE OFFERTE PER ORGANO AL 31 DICEMBRE 2017 € 61.854,71TOTALE OFFERTE PER SALONE OSC AL 31 DICEMBRE 2017 € 142.629,28_______USCITE (DICEMBRE 2017)Spese elettricità, gas metano e acqua € 10.741,98Spese bancarie, postali, telefoniche e cancelleria € 826,39Spese liturgiche (paramenti, lumini, fiori, particole e vino € 875,34Spese per tasse e imposte varie € 5.713,06Spese per attività caritative € 1.590,00Spese manutenzione ordinaria € 7.161,32

TOTALE USCITE MESE DI DICEMBRE 2017 € 26.908,09

SANTA MARIA NASCENTE

_______USCITE (DICEMBRE 2017) Remunerazione Sacerdoti (5), Suore (3) e Dipendenti (2) € 10.419,25

COMUNITÀ PASTORALE SANTO CROCIFISSO

OFFERTE PARTICOLARI: AVVENTO DI CARITÀ 2017 TOTALE

Santa Maria Nascente € 1.100,00

Madonna di Fatima € 830,00

San Giacomo € 200,00

TOTALE* € 2.130,00

* Totale versato a: Associazione Celim Milano per Zambia

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COMUNITÀ PASTORALE SANTO CROCIFISSO | MEDA

XXXXXX

NOTIZIARI PARROCCHIALI

SAN GIACOMO_______ANAGRAFE PARROCCHIALE (DICEMBRE 2017)

BATTESIMI (DAL 1 GENNAIO AL 31 DICEMBRE 2017: N. 21) --

MATRIMONI (DAL 1 GENNAIO AL 31 DICEMBRE 2017: N. 1--

DEFUNTI (DAL 1 GENNAIO AL 31 DICEMBRE 2017: N. 38)Luciano Rivaletto (a. 54)Fernando Fanciano (a. 73)Annita Ricatto ved. Zappalà (a. 86) Alice Barzaghi ved. Conti (a. 88)

_______ENTRATE (DICEMBRE 2017) Offerte Messe domenicali e feriali € 4.549,40Offerte celebrazioni Sacramenti € 50,00 Offerte lumini € 417,33 Offerta buste benedizione natalizia € 3.474,60 Offerte buste S.Natale € 1.485,00 Offerte varie € 200,00 TOTALE € 10.176,33 _______USCITE (DICEMBRE 2017)Spese elettricità, gas, gasolio € 351,79 Spese bancarie, postali, telefoniche e cancelleria € 90,50 Spese liturgiche (fiori, particole, sussidi vari…) € 1.082,44 Spese varie + Tasse € 924,73 Spese manutenzione straordinaria € 1.875,00 Spese per acquisti € 279,73 Spese manutenzione ordinaria € 432,00 TOTALE € 5.036,19

MADONNA DI FATIMA_______ANAGRAFE PARROCCHIALE (DICEMBRE 2017)

BATTESIMI (DAL 1 GENNAIO AL 31 DICEMBRE 2017: N. 38) --

MATRIMONI (DAL 1 GENNAIO AL 31 DICEMBRE 2017: N. 3)--

DEFUNTI (DAL 1 GENNAIO AL 31 DICEMBRE 2017: N. 29)Elisa Rizzolo

_______ENTRATE (DICEMBRE 2017)Offerte SS. Messe € 3.856,00Offerte libere € 500,00Offerte celebrazione sacramenti € 150,00Candele € 375,00Buona stampa € 223,00TOTALE € 5.104,00_______USCITE (DICEMBRE 2017)Bollette Gelsia e Luce € 473,00Culto € 380,00Candele € 593,00Manutenzione € 423,00TOTALE € 1.869,00

SABATO 20 GENNAIO - RACCOLTA TAPPI

Usate spesso bottiglie di plastica? Anziché buttarne

i tappi, raccoglieteli e metteteli fuori dai cancelli,

in un sacchetto chiuso, il terzo sabato del mese:

gli incaricati passeranno a ritirarli dalle ore 14.30.

Il ricavato della raccolta sarà destinato a progetti

di accoglienza per bambini di strada in Brasile,

tramite l’associazione Senza Frontiere.

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Foglio ad uso interno della Comunità Pastorale Santo Crocifisso di Meda, stampato in 780 copie da Salvioni Stampe. Questo numero è stato chiuso il 10 gennaio 2018.Progetto grafico e impaginazione: Daniela Meda

Orari Sante Messe

GIORNI FERIALI

_____ LUNEDÌ 8.00: Santa Maria Nascente 8.45: San Giacomo 8.45: Madonna di Fatima 15.30: Casa di Riposo 20.30: Santa Maria Nascente (Oratorio Santo Crocifisso) (dal primo lunedì di giugno all’ultimo lunedì di settembre verrà celebrata in Santuario) _____ MARTEDÌ 8.00: Santa Maria Nascente 8.45: San Giacomo 8.45: Madonna di Fatima 15.30: Casa di Riposo 20.30: Santa Maria Nascente _____ MERCOLEDÌ 8.30: Santa Maria Nascente 8.45: San Giacomo 8.45: Madonna di Fatima 15.30: Casa di Riposo 20.30: Santa Maria Nascente (in Santuario) _____ GIOVEDÌ 8.00: Santa Maria Nascente 8.45: San Giacomo 15.30: Casa di Riposo 18.00: Santa Maria Nascente 20.45: Madonna di Fatima _____ VENERDÌ 8.00: Santa Maria Nascente 8.45: San Giacomo 8.45: Madonna di Fatima 15.30: Casa di Riposo 20.30: San Giacomo (sospesa in luglio e agosto) _____ SABATO 8.00: Santa Maria Nascente 8.45: San Giacomo

GIORNI FESTIVI

_____ SABATO VIGILIARE 17.00: Santa Maria Nascente (in Casa di Riposo) 18.00: Madonna di Fatima 18.30: Santa Maria Nascente 20.30: San Giacomo _____ DOMENICA 8.30: Santa Maria Nascente (Santuario) 8.30: San Giacomo 9.00: Madonna di Fatima (nei mesi di luglio e agosto viene celebrata alle 10.00) 10.00: Santa Maria Nascente (nei mesi di luglio e agosto viene celebrata alle 11.00) 10.30: San Giacomo 11.00: Madonna di Fatima (nei mesi di luglio e agosto viene celebrata alle 10.00) 11.30: Santa Maria Nascente (nei mesi di luglio e agosto viene celebrata alle 11.00) 17.00: Madonna di Fatima 18.30: Santa Maria Nascente

COMUNITÀ PASTORALE SANTO CROCIFISSO | MEDA

INFO

COMUNITÀ PASTORALE SANTO CROCIFISSO | MEDASANTA MARIA NASCENTEUfficio Parrocchialepiazza della Chiesa 9tel / fax: 0362 341425e-mail: [email protected]

orari di apertura:lun: 16.30-18.00mar: 18.00-20.00mer: 9.00-11.00gio: chiusoven: 16.30-18.00sab: 9.00-11.00dom. e festivi: chiuso

MADONNA DI FATIMAUfficio Parrocchialevia Madonna di Fatima 5tel: 0362 70398cell.: 329 4627664

orari di apertura:mar.-ven: 16.00-18.30lun. e festivi: chiuso

SAN GIACOMOUfficio Parrocchialevia Cialdini 138tel: 0362 71635e-mail: [email protected]

orari di apertura:lun e mar: 17.30-19.00mer: 9.30-10.30gio: chiusoven: 17.00-18.30sab. dom. e festivi: chiuso

ORATORIO SANTO CROCIFISSOpiazza del Lavoratore 1tel: 0362 70688e-mail: [email protected]

orari di segreteria:lun. mer. gio. ven: 16.00-19.00sab: 10.00-12.00

WWW.PARROCCHIEMEDA.IT

- per inviare avvisi, articoli, contributi: [email protected] (o presso gli uffici parrocchiali),

consegna entro il 27 di ogni mese, indicare nominativo e numero di tel.

- per inviare commenti: [email protected]

DON CLAUDIO CARBONIResponsabile della Comunità PastoralePiazza della Chiesa n. 9tel: 036270632 - cell: 3397969005e-mail: [email protected]

DON FABIO ERCOLIVicario della Comunità Pastorale – Responsabile della Pastorale GiovanilePiazza del Lavoratore n. 1tel: 036270688 - cell: 3403688457e-mail: [email protected]

DON TOMMASO CASTIGLIONIVicario della Comunità Pastoralevia Cialdini 138tel: 0362 71635 - cell: 333 3862435 e-mail: [email protected]

DON ANGELO FOSSATIVicario della Comunità Pastoralevia Madonna di Fatima 5tel: 0362 70398 - cell: 349 8467813

DON LUIGI PEDRETTIResidente con incarichi pastoraliSantuario Santo Crocifissopiazza Vittorio Veneto - tel: 0362 343248

DON ERNESTO CARRERAResidentevia Cialdini 128 - tel: 0362 344924

SUORE DI MARIA BAMBINAsuor Gianfranca Dessilani, superioracell: 355 7119269e-mail: [email protected] Costantina Terrenisuor Domitilla Bonardivia Matteotti 21- tel: 0362 347293e-mail: [email protected]

SUORE SERVE DI MARIA SANTISSIMA ADDOLORATAVia L. Rho, 31 - tel: 0362 71723

SCUOLA PRIMARIA PARROCCHIALE SAN GIUSEPPEvia Orsini 35tel: 0362 70436 - fax: 0362 [email protected] [email protected] di segreteria:lun. mer. ven: 12.30-15.00mar: 8.10-9.00 / 15.00-16.30gio: 8.10-9.00

CENTRO DI ASCOLTO CARITASvia General Cantore 6 - tel: 346 6263971orari di apertura:martedì mattina: 9.00-11.30giovedì pomeriggio: 16.00-18.30

MOVIMENTO PER LA VITAP.zza Cavour 22 - cell. 331 4740886 (Loredana)orari di apertura:lun: 15.00-17.00mar: 15.00-17.30mer: 14.30-18.00

CONFERENZA SAN VINCENZO Corso Italia 36 - cell. 349 1945727 (Patrizia) - 347 5504324 (Elena)orari di apertura:martedì e giovedì 14.30-17.30