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LA MEDIC INA BIOLOGICA OTTOBRE - D ICEMBRE 2014

V. Santilli, M. Vanadia, M. Mangone, M. Paoloni,

A. Bernetti

THERAPEUTIC

S

INTRODUZIONE

Il management della patologia infiam-matoria rappresenta uno dei più rilevan-ti problemi clinici.

Se da un lato l’infiammazione rappre-senta la risposta dell’organismo ad undanno tissutale, e quindi è un processo

necessario alla guarigione, dall’altropuò risultare essa stessa dannosa, impe-dendo – di fatto – la naturale guarigionebiologica; ciò si verifica in particolarequando sussistono quei fenomeni chefanno sì che l’infiammazione persistafino a cronicizzarsi.

– Lo specialista in Medicina Fisica e Ri-abilitazione ha la possibilità di utilizza-

IL MANAGEMENT DELLAPATOLOGIA INFIAMMATORIAACUTA IN MEDICINA FISICA ERIABILITATIVA

THE MANAGEMENT OF ACUTE INFLAMMATORYPATHOLOGY IN PHYSICAL MEDICINE ANDREHABILITATION

ATTI DEL XXVII CONGRESSO DI MEDICINA BIOLOGICA– INFIAMMAZIONE – IL KILLER SILENZIOSOMilano, 24 Maggio 2014

field is one of the fundamental components ofthe management of inflammation in Physiatry.Tools such as low level or high level laserintensity and the various forms of electrotherapyare widely used with effectiveness in controllingpain and inflammation. Another importantmodality of rehabilitation is represented by themanual Physiotherapy, such as the posturalrehabilitation, which is generally effective incase of disorders of the spine. Furthermoreinjection therapies using various substances,as oxygen-ozone and hyaluronic acid, are validin treating many diseases through localadministration. The Physiatrist approaches the

patient in a comprehensive and holistic way,and is therefore prone to using medicines andproducts related to the world of Homeopathyand Homotoxicology. This paper shows examples of someinflammatory diseases of the spine and the hipjoint region and introduces the use of posturaltherapy, physical therapies, injections of O2O3and the use of some low dose medicines inPhysiatry.

KEY WORDS: INFLAMMATION, REHABILITATION,PHYSICAL THERAPY, HOMEOPATHY,HOMOTOXICOLOGY, LOW DOSE THERAPY

Il management della patologia infiammato-ria rappresenta uno dei più rilevanti pro-blemi clinici. Se da un lato l’infiammazionerappresenta la risposta dell’organismo adun danno tissutale, e quindi è un processonecessario alla guarigione, dall’altro puòrisultare essa stessa dannosa, impedendo– di fatto – la naturale guarigione biologica;ciò si verifica in particolare quando sussi-stono quei fenomeni che fanno sì che l’in-fiammazione persista fino a cronicizzarsi.Il medico specialista in Medicina Fisica eRiabilitazione utilizza numerose strategienel controllo dell’infiammazione. L’eroga-zione di energie fisiche in ambito medicaleè una delle componenti fondamentali delmanagement dell’infiammazione in Fisia-tria. Strumenti come il laser a bassa o adalta intensità e le varie forme di elettrote-rapia sono ampiamente utilizzate con effi-cacia nel controllo del dolore e dei processiinfiammatori. Un altro cardine della riabilitazione è rap-presentato dalla Fisioterapia manuale, co-me ad esempio le metodiche di rieducazio-ne posturale individuale, che risultano es-sere molto efficaci in caso di patologie a ca-rico del rachide. Inoltre terapie infiltrativecon varie sostanze, come ossigeno-ozonoe acido ialuronico, sono un valido mezzoper trattare numerose patologie attraversovie di somministrazione locali. Il Fisiatra persua estrazione è uno specialista che ap-proccia il paziente in modo globale, olistico,ed incline all’utilizzo di farmaci e prodottiafferenti al mondo dell’Omeopatia e dell’O-motossicologia. Questo articolo illustra a ti-tolo esemplificativo alcune patologie in-fiammatorie a carico del rachide e della re-gione coxofemorale; successivamente in-troduce l’utilizzo di alcune terapie postura-li, terapie fisiche e terapie infiltrative conO2O3 oltre ai principali medicinali low dosein Fisiatria.

INFIAMMAZIO-NE, RIABILITAZIONE, TERAPIA FISICA,OMEOPATIA, OMOTOSSICOLOGIA, TERA-PIA LOW DOSE

SUMMARY: The management of inflammatorydisease represents one of the most relevantmedical and clinical problems. Theinflammation could be considered as the body’sresponse to a tissue damage, and is thereforea necessary process to healing, on the otherhand it may be harmful itself, avoiding thenatural biological healing; this occurs inparticular when there are phenomena thatcould cause chronic inflammations. The Physiatrist uses several strategies in orderto control the inflammatory process. Theapplication of physical energies in the medical

RIASSUNTO

PAROLE CHIAVE

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Prof. Valter Santilli

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sono provocare lombalgia sia essa asso-ciata o meno ad irradiazione algica agliarti inferiori (lombosciatalgia, lombo-cruralgia).

– Oltre alle cause rachidee (artrosi, er-nie o protrusioni discali, patologie a ca-rico delle faccette articolari, fratture ver-tebrali, patologie reumatiche) esistonoulteriori cause extrarachidee (patologiea carico degli organi addominali o pel-vici, patologie di natura vascolare).

Per poter gestire al meglio il dolore oc-corre una conoscenza globale della fi-siopatologia e della eziologia della pro-babile malattia in causa e del pazienteattraverso un’accurata anamnesi, un at-tento esame obiettivo ed una scrupolosaprescrizione di esami diagnostici.

Tutto ciò al fine di formulare una dia-gnosi corretta e di escludere la presenzadelle cosiddette “red flags”, ovvero ca-ratteristiche peculiari che potrebberoessere indice di patologie prognostica-mente sfavorevoli: età di esordio > 55anni o < 20 anni, traumi significativi inanamnesi, dolore toracico, deficit neu-rologici estesi, disfunzioni vescicali ointestinali, perdita di peso, febbre persi-stente, anamnesi positiva per neoplasiee/o malattie metaboliche.

Un altro problema rilevante ai fini dia-gnostici è la discrepanza che spessosussiste tra clinica e diagnostica per im-magini. Infatti, come ad esempio dimo-strato da Jensen et Al. (1994), moltospesso soggetti asintomatici presentanouna o più alterazioni evidenti alla riso-nanza magnetica.

Gilbert et Al. (2010) hanno mostrato co-me, su oltre 1400 pazienti con LBP, soloil 50% mostrava alterazioni discali:quindi le cause di dolore lombare, irra-diato o meno, sono da ricercare anchein altre strutture vertebrali e non, comele faccette articolari, le articolazioni sa-croiliache, la muscolatura paraverte-brale.

– Di conseguenza l’imaging, non cor-relato ad un preciso esame obiettivo e

ad un’anamnesi accurata, è inaffidabi-le al fine di formulare una diagnosicorretta.

Ogni caso clinico necessita – quindi –di un’attenzione particolare al fine diformulare una diagnosi precisa, senzala quale le terapie sono destinate a fal-lire.

Alcune patologie di difficile diagnosi,anche perché richiedono una cono-scenza profonda e specialistica della se-meiotica, sono ad esempio il DisturboDoloroso Intervertebrale Minore(DDIM), le disfunzioni dell’articola-zione sacro-iliaca e la sindrome mio-fasciale.

Il DDIM secondo Maigne è “una disfun-zione vertebrale segmentaria dolorosa,benigna, di natura meccanica e riflessa,generalmente reversibile” che provocacontratture muscolari localizzate ap-prezzabili con la palpazione, modifica-zioni di consistenza della cute e del sot-tocute ed iperalgesia periosteo-tendi-neo- fasciale. Questo insieme di fenomeni, riscontra-bile in rapporto metamerico con un de-terminato livello vertebrale è stato defi-nito “Sindrome cellulo- periosteo- mial-gica” (Maigne, 1996).

Altre patologie che mimano la sintoma-tologia caratteristica della lombalgia so-no le patologie a carico dell’articola-zione sacro-iliaca. – È stato dimostrato ad esempio comenel 25% dei pazienti esaminati il dolorelombare sia dovuto a disfunzioni dellaarticolazione sacro-iliaca (Sembrano &Polly, 2009).

Inoltre va citata la Sindrome dolorosamiofasciale, sindrome piuttosto fre-quente caratterizzata dalla presenza ditrigger point e che si manifesta in circail 90% delle patologie dell’Apparatomuscolo-scheletrico caratterizzate dadolore cronico. Ad esempio Travell & Simons (1988) de-finiscono la sindrome miofasciale delquadrato dei lombi “joker of low backpain” sottolineando come questa con-

re, in seguito ad una idonea diagnosi,diversi strumenti per limitare e guidareil processo di riduzione dell’infiamma-zione e di rigenerazione tissutale. Infatti le possibilità terapeutiche sonomolteplici, dalle terapie strumentali me-diante energie fisiche (laserterapia, iper-termia, elettroterapia, ultrasuonotera-pia, ecc.), alle terapie infiltrative (acidoialuronico, ossigeno-ozono, farmaciomotossicologici, device a base di col-lagene), alle terapie manuali (massote-rapia, mobilizzazioni, rieducazione po-sturale, esercizio terapeutico, ecc). Inoltre il Fisiatra, per sua estrazione, ap-proccia il paziente in modo globale, oli-stico, ed è incline all’utilizzo di farmacie di prodotti afferenti al mondo dell’O-meopatia e dell’Omotossicologia.

– Per illustrare l’approccio alla patolo-gia infiammatoria in Medicina Fisica eRiabilitazione si prenderanno a titoloesemplificativo alcune patologie a cari-co del rachide e degli arti inferiori.

LOMBALGIA, LOMBOSCIATALGIA,LOMBOCRURALGIA

La lombalgia (Low Back Pain - LBP) rap-presenta una delle patologie più fre-quenti a carico dell’Apparato muscolo-scheletrico. Una percentuale compresa tra 65 e80% della popolazione viene colpita dalombalgia almeno una volta nella vita(Urquhart et Al., 2008).– Negli Stati Uniti, la spesa per LBPoscilla tra i 38 e 50 miliardi didollari/anno, con 300.000 interventichirurgici (ACSM 2009) (N.d.R. Vocebibliografica 2). La prevalenza del Low Back Pain persi-stente va dal 15% al 45% (Laxmaiah etAl., 2009). Il LBP è più comune nelle femmine(7,03%) che nei maschi (5,73%). L’aumento dell’età è associato con unamaggiore frequenza di LBP, da 7,59% a65 anni a 9,36% nei pazienti di età su-periore a 85 anni (Van den Hoogen etAl., 1997).

– Sono molteplici le patologie che pos-

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dizione possa provocare una sindrome“pseudo discale”.

PATOLOGIE DOLOROSE A CARICO DELL’ANCA, OLTRE LACOXARTROSI: IMPINGEMENTFEMORO-ACETABOLARE EDANCA A SCATTO

L’impingement femoro-acetabolare(conflitto femoro-acetabolare) è caratte-rizzato da un contatto abnorme tra lecomponenti articolari dell’anca (aceta-bolo e parte prossimale del femore).– L’impingement femoro-acetabolarepresenta specifiche caratteristiche radio-logiche e cliniche che in passato veni-vano considerate come l’esito di un pro-cesso degenerativo artrosico. In realtà l’impingement stesso rappre-senta una delle cause più frequentidell’artrosi dell’anca. Si verifica general-mente in due forme: Cam e Pincer.

– Il tipo Cam (Cam deriva dall’olandese“a cremagliera”) è caratterizzato dallaperdita di sfericità della testa del femo-re e del suo rapporto con il collo del fe-more. Questa perdita di rotondità contribuiscea determinare un contatto anomalo trala testa del femore e l’acetabolo.

– Il tipo Pincer (Pincer deriva dal fran-cese “pizzicare”) descrive la situazionein cui l’acetabolo copre troppo la testadel femore. Questa “sovracopertura” avviene tipica-mente lungo il bordo anteriore superio-re della presa (acetabolo) e può provo-care la lesione della cartilagine del lab-bro acetabolare che viene “pizzicato”tra il bordo dell’acetabolo e la giunzio-ne femorale anteriore.

– L’impingement femoro-acetabolare èassociato a danno della cartilagine, le-sioni labrali, artrosi precoce dell’anca elombalgia; è comune in atleti di alto li-vello, ma si verifica anche in soggettinon sportivi. La diagnosi di impingement femoro-ace-tabolare richiede la conoscenza di spe-cifici test semeiotici, come l’anterior im-

pingement test ed il Faber test, e l’esecu-zione di radiogrammi in proiezioni spe-cifiche come l’Rx assiale dell’anca cross-legs (a rana) (Tranovich et Al., 2014).

– L’anca a scatto, o coxa saltans, è ca-ratterizzata dalla sensazione di unoschiocco, a volte anche udibile o palpa-bile, che avviene attorno all’anca du-rante il movimento e può essere asso-ciato o meno a dolore. La prevalenza di questa patologia è sti-mata essere del 10% ≈, ed è soprattuttofrequente in atleti come ballerini, cal-ciatori, sollevatori di pesi e corridori.Sebbene lo scatto possa essere agevol-mente udito in sede di visita, la diagnosietiologica può rappresentare una sfidaclinica.

L’anca a scatto è divisa in due categoriedistinte: extra-articolare e intra-articola-re. L’anca a scatto extra-articolare è sta-tisticamente più frequente. Essa è a sua volta suddivisa in internaed esterna secondo la regione interes-sata. L’anca a scatto interna si manifestaquando il tendine dell’ileopsoas scattaal di sopra dell’eminenza ileo-pettineao del piccolo trocantere.

L’anca a scatto esterna è una patologiacaratterizzata da dolore associato a sen-sazione di “scatto” a livello del grandetrocantere; è provocata da un conflittotra fascia lata e grande trocantere, ovve-ro in corrispondenza della regione late-rale dell’articolazione. Queste patologie sono caratterizzate dafenomeni di attrito tra tendini/fasce edosso e pertanto si associano spesso adinfiammazione delle borse sierose inter-poste (borsite), nonché a degenerazionetendinea ed ossea (Lee et Al., 2013).

STRATEGIE TERAPEUTICHE

Il Fisiatra utilizza molteplici strategie te-rapeutiche per trattare e modulare ilprocesso infiammatorio, dalle terapiestrumentali mediante energie fisiche (la-serterapia, ipertermia, elettroterapia, ul-trasuonoterapia, ecc.), alle terapie infil-

trative (acido ialuronico, ossigeno-ozo-no, farmaci omotossicologici, device abase di collagene), alle terapie manuali(massoterapia, mobilizzazioni, rieduca-zione posturale, esercizio terapeutico,ecc). Di seguito tratteremo alcune tra lemetodiche più utilizzate.

RIEDUCAZIONE POSTURALE

Esistono numerose metodiche di Fisio-terapia denominate genericamente co-me Rieducazione Posturale; tra le piùutilizzate si ricordano il metodo Méziè-res ed il metodo Souchard. Queste metodiche sono generalmenteutilizzate per patologie di pertinenza ra-chidea, anche se applicano un approc-cio globale al paziente.

La maggior parte di queste tecniche agi-sce a livello delle catene muscolari; se-condo le teorie di Mézières e di Sou-chard i muscoli posturali agiscono inmodo sinergico o antagonista compor-tandosi come “catene muscolari”. Nello specifico, secondo Mézières ognimuscolo è collegato all’altro e sovrap-posto come “tegole” di un tetto, an-dando a costituire diverse catene mu-scolari.

– In particolare Mézières identifica unacatena posteriore, una catena antero-in-feriore, una catena brachiale anterioreed una catena anteriore del collo (Coel-ho, 2010).

Secondo Souchard, per poter agire inmodo coordinato, i muscoli si “abbrac-ciano” l’un l’altro costituendo così “ca-tene muscolari”. La prima regola è quella di lavorare inallungamento sui muscoli statici (Vantiet Al., 2007). Altre metodiche utili in caso di patolo-gie del rachide sono la Back School e larieducazione secondo McKenzie. L’utilizzo della metodiche McKenzie eBack School può rivelarsi utile, ad esem-pio, nel trattamento di pazienti sofferentidi lombalgia cronica in termini di ridu-zione dell’intensità del dolore e delladisabilità (Garcia, 2011).

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LASERTERAPIA

La laserterapia è un trattamento non in-vasivo, indolore, che può essere facil-mente somministrato per il trattamentodi molteplici condizioni dolorose a ca-rico dell’Apparato muscolo-scheletri-co.

Il trattamento mediante laser riduce inmaniera significativa il dolore sia in pa-tologie acute sia in patologie croniche,come l’artrosi, l’artrite reumatoide e neitraumi contusivi.

Esistono vari tipi di laser utilizzati in ria-bilitazione: la distinzione principale ètra laser a bassa intensità (Low Level La-ser Therapy - LLLT) e laser ad alta inten-sità (High Intensity Laser Therapy - HILT).

La LLLT ha il potenziale di agire effica-cemente nella riduzione dell’infiamma-zione e del dolore migliorando la fun-zionalità. Essa aumenta in maniera significativa ilmicrocircolo, stimola l’angiogenesi, iprocessi immunitari e la rigenerazionedei nervi.

Inoltre la LLLT ha un effetto analgesicoattraverso lo stimolo alla produzionedi endorfine (Brown & Weber, 2000;Ozdemir et Al., 2001; Peplow et Al.,2010).

La terapia con HILT è stata introdotta re-lativamente da pochi anni. Il laser utilizzato per questo tipo di trat-tamento è un neodymium-doped yttriumaluminum garnet (Nd:YAG) laser (Alayatet Al., 2013). Questo laser lavora con alti picchi dipotenza (3 kW), a lunghezza d'onda pa-ri a 1064 nm; la sua somministrazioneè indolore e non invasiva. Esso è in grado di stimolare aree che so-no difficili dal raggiungere con il LLLT,come ad esempio le articolazioni pro-fonde. Alcuni studi hanno documentato la suaazione antinfiammatoria, antiedemige-na ed analgesica (Zati & Valent, 2006;Viliani et Al., 2009).

ELETTROTERAPIA

Tra le energie fisiche più utilizzate in ri-abilitazione per la gestione del dolore,sicuramente una delle più importanti èl’elettroterapia.

Esistono numerosi tipi di elettroterapia;tra le più note e più efficaci si cita laTrans Electrical Nerve Stimulation(TENS). Esistono numerosi tipi di TENS utilizzatenella pratica clinica. Le due più comuni sono le TENS ad altafrequenza e bassa intensità (convenzio-nali) e le TENS a bassa frequenza ed altaintensità (acupuncture-like TENS) (Jones& Johnson, 2009). I più recenti sviluppi che hanno coin-volto le TENS sono stati condotti alloscopo di verificare l’aumento di effica-cia di tale terapia attraverso modalità distimolazione “modulata” e a “burst”.

– L’effetto analgesico delle TENS è me-diato da processi periferici e meccani-smi centrali spinali e sopra-spinali (De-Santana et Al., 2008). Le TENS – inoltre – possono essere uti-lizzate anche nella fase di immobilizza-zione post-trauma come valido suppor-to nella terapia del dolore. I vantaggi delle TENS sono dati dallanon-invasività e dalla facilità di utiliz-zo.

– Le TENS possono – quindi – essere in-dicate come trattamento di prima lineain pazienti con dolore periferico. Kocyigit et Al. (2012) segnalano comeuna seduta di TENS a bassa frequenzapossa indurre un effetto analgesico at-traverso la modulazione della percezio-ne centrale del dolore.

OSSIGENO-OZONO TERAPIA

La O2O3 terapia è utilizzata in medici-na per il trattamento di diverse condi-zioni.È basata sull’azione delle proprietà chi-miche dell’ozono (O3), una forma allo-tropica instabile dell’ossigeno (O2).

– Si tratta di una terapia diffusa ed effi-cace nel trattamento delle discopatie inquanto produce un effetto diretto suiproteoglicani che compongono il nu-cleo polposo: è in grado di degenerarnela matrice comportando una riduzionedel volume del materiale erniato.

La somministrazione di O2O3 nel tratta-mento dell’ernia discale avviene gene-ralmente attraverso due modalità: 1) somministrazione intradiscale viaguida TC; 2) somministrazione nella muscolaturaparavertebrale.

La somministrazione via guida TC av-viene generalmente in una sola applica-zione; la somministrazione per via para-vertebrale richiede più sedute. Sebbene il numero di sedute sia mag-giore, la via paravertebrale è più sicuraed analogamente efficace. Nel Novembre 2006 l’Istituto Superioredi Sanità ha promosso una ConsensusConference in merito alle infiltrazioni diO2O3 paravertebrali (Paoloni et Al.,2009).

LOW DOSE MEDICINE E MEDICINAFISICA E RIABILITAZIONE

L’Omotossicologia è una concezioneinnovativa dell’Omeopatia, con unproprio corpus teorico e metodologicoed una sua caratteristica azione tera-peutica. Questa terapia è sempre più conosciutacon il nome di Low Dose Medicine(Medicina dei bassi dosaggi).

Le differenze fondamentali con il farma-co allopatico sono che questo combatte“CONTRO”; il medicinale low doseagisce “PRO”.La Medicina omeopatica classica utiliz-za un solo unitario omeopatico; la Me-dicina omotossicologica usa un pool diunitari omeopatizzati.

La Low Dose Medicine stimola i mec-canismi di auto-guarigione propri del-l’organismo ed incrementa la rispostaimmunitaria specifica dell’individuo.

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L’Omeopatia, ed in particolare l’Omo-tossicologia, non operano con farmaciantinfiammatori aspecifici (FANS, corti-costeroidi) sullo specifico distretto pato-logico, ma con medicinali di provata ef-ficacia e scientificamente ben docu-mentati che agiscono sulla flogosi e suldolore. I tempi d’azione sono sovrapponibili aquelli della Medicina convenzionale (incerti casi anche inferiori) ed il campod’azione è il medesimo.

– Nella gestione delle terapie infiamma-torie a carico dell’Apparato muscoloscheletrico, l’Omotossicologia si propo-ne di curare i pazienti in modo naturalee biologico, senza effetti collaterali.

Le vie di somministrazione possono es-sere: la via generale (per drenaggio con-nettivale e drenaggio emuntoriale) e levie locali (per infiltrazioni articolari epararticolari; mesoterapia).

Potenzialmente tutte le patologie del-l’Apparato locomotore possono esseretrattate con la Low Dose Medicine ed ilprocesso di guarigione può avveniresenza effetti collaterali rilevanti.

Tra i medicinali più utilizzati in tale am-bito segnaliamo Arnica compositum,Cuprum-Heel®, Ledum compositum eZeel® T.

– Arnica compositum è un medicinalelow dose costituito da 14 unitari; è in-dicato negli stati infiammatori di diversaorigine; rappresenta il medicinale d’e-lezione in caso di contusioni, distrazio-ni, strappi muscolari, ematomi, edemi,processi infiammatori, tendiniti, lom-balgie e fibromialgie. Il medicinale è in grado di modulare ilprocesso infiammatorio attraverso unprocesso di down-regulation delle cito-chine proinfiammatorie e di up-regula-tion delle citochine antinfiammatorie,di stimolare l’attività dei fagociti e di ac-celerare la guarigione di lesioni e ferite. Rappresenta – quindi – il medicinale dielezione nei pazienti per i quali è con-troindicato l’uso di antinfiammatori na-turali (Zenner & Metelmann, 1992).

– Cuprum-Heel® è un medicinale lowdose composito in grado di modularegli stati spastici e dolorosi della musco-latura liscia e striata attraverso il control-lo dell’ipersensibilità neurale e dell’ipe-rattività tissutale; tra le sue azioni prin-cipali vi sono l’effetto sul nervo a livellodel contesto placca neuro-muscolare,determinando il “rilassamento” del mu-scolo; di conseguenza Cuprum-Heel®

trova indicazione in particolare in tuttigli stati caratterizzati da ipertono mu-scolare come le lombalgie muscoloten-sive (Bianchi, 1993), i crampi muscolarie la fibromialgia.

– Ledum compositum è un compositoomeopatizzato in grado di stimolare iprocessi metabolici. Inoltre induce il processo di ristruttura-zione dei connettivi e controlla i sintominevralgico-reumatici attraverso la mo-dulazione dell’iperattività nervosa. Tra le sue indicazioni principali si anno-verano l’osteocondrosi della colonna, lepatologie discali e le affezioni nevralgi-co-reumatiche della colonna vertebrale(Mustshker, 1995).

– Zeel®T è un altro composito omeopa-tico di valido utilizzo nella gestione del-le patologie muscolo-scheletriche, inquanto coadiuva il trattamento dei pro-cessi infiammatori e degenerativi osteo-articolari, soprattutto a carico dellastruttura cartilaginea.

Può essere utile ripristinare i processimetabolici cellulari, contrastare la de-generazione della cartilagine articolare,stimolare la produzione endogena deicomponenti fondamentali della matricecartilaginea e modulare gli stati infiam-matori (Orlandini et Al., 1996).

Trova indicazione nella gonartrosi, pe-riartrite scapolo-omerale, spondiloartro-si, coxartrosi e artrosi polidistrettuale.

Un’ulteriore possibilità nel trattamentodelle patologie a carico dell’Apparatomuscolo-scheletrico è rappresentatadall'utilizzo dei Collagen Medical De-vices (MDs), preparati a base di collage-ne suino associati ad un veicolante di

origine minerale o vegetale omeopatiz-zato con azione carrier per uno specifi-co distretto o tessuto. Le loro indicazioni sono la supplemen-tazione collagenica e lo stimolo del fi-broblasta alla produzione del collagenestesso. I MDs trovano utilizzo in Fisiatria pre-valentemente per via periarticolare, in-tra-articolare e peritendinea. �

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Riferimento bibliografico

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primo autore

Prof. Valter Santilli – Ordinario, Docente della Scuola di

Specializzazione in Medicina Fisi-ca e Riabilitativa - Dipartimento diScienze Anatomiche, Istologiche,Medico-legali dell’Apparato Loco-motore. Facoltà di Farmacia e Medicina,Università degli Studi di Roma “LaSapienza”c/o Clinica Ortopedica

Piazzale A. Moro, 5I – 00185 Roma