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Quindicinale di informazione per ingegneri e architetti 1563 N. 19 - 1 Ottobre 2011 - Anno 59 Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1 – CN/BO Fondato nel 1952 www.giornaleingegnere.it PROF. ING. G.B. ZORZOLI 30 GW di potenza fotovoltaica installata in Italia nel 2020: non è la previsione del solito ambientalista, ma dell’amministratore delegato dell’Enel. Equivarranno ad almeno 36 TWh, superiori al valore minimo della produzione idroelettrica lorda da apporti naturali negli ultimi anni (2007: 32,815 TWh) e pur sempre il 70% del valore massimo (2010: 51,117 TWh). Se vi sommiamo il contributo da fonte eolica nel 2020 indicato dal Piano d’azione nazionale per le rinnovabili (20 TWh), quasi certamente per difetto (per il fotovoltaico era 9,65 TWh!), qua- lunque sia l’indice di idraulicità a fine decennio l’apporto dell’idroelettrico sarà sicuramente superato. La raccolta differenziata non risolve il problema “Via col vento...” con i rifiuti di città segue da pag. 5 a pag. 8 ATTUALITÀ La diffusione della cogenerazione in Europa n Alessandro Fontana Il programma "Intelligent Energy", il progetto CODE (Cogeneration Observatory and Dissemination in Europe) e l'importanza del ruolo della cogenerazione (o CHP, Combined Heat And Power, produzione combinata di energia elettrica e termica) nel panorama energetico europeo. Un tema che assume ancor più rilevanza se rapportato al fine del raggiungimento degli obiettivi energetici e ambientali del “20-20-20”. Per la sola Italia uno studio di Confindustria ha valutato in 12,6 Mtep il possibile risparmio di combustibili fossili ottenibile al 2020 sfruttando il potenziale della cogenerazione. a pag. 20 STORIA E CULTURA L'architetto Franco Albini e i suoi "mutamenti" n Jacopo Gardella La storia dell'architetto Franco Albini e dei suoi amici, colleghi e coetanei milanesi, colpisce non solo per la valenza professionale e per ciò che ha significato nel panorama architettonico nazionale, ma anche per il cambiamento della loro progettazione da prima a dopo la seconda guerra mondiale. Un cambiamento radicale; indiscutibile; apparentemente inspiegabile. Ma in realtà perfettamente comprensibile, se si riflette su quanto avvenuto in Europa, e non solo in Italia, nei dolorosi anni del conflitto bellico. a pag. 22 FORMAZIONE Eurocodici: corso geotecnica, fondazioni e muri n Sandra Banfi Alcuni posti ancora disponibili alla prima edizione nazionale a Bergamo (pag.30) e, viste le molte richieste, una seconda edizione fissata a Modena (pag. 31). Quota agevolata di iscrizione per entrambe le edizioni, in esclusiva per i nostri lettori . alle pagg. 30 e 31 ROBERTO DI SANZO U n congresso per ribadire il ruolo preminente del- l’ingegneria nella società e la volontà della categoria di partecipare in maniera attiva alla stesura di una riforma delle pro- fessioni equa e che risponda ap- pieno alle esigenze degli inge- gneri. A Bari, davanti ad oltre 1.200 delegati provenienti da tut- ta Italia, la nostra professione ha riscoperto l’orgoglio di apparte- nenza, in un periodo di notevole difficoltà, come ha voluto ricor- dare il presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, Gianni Rolando: “Viviamo un momento storico particolare, con la crisi che attanaglia il Paese e tante al- tre nazioni. Un mondo che sta cambiando, con prospettive fu- ture incerte: tra gli ingegneri chi si laureava cinquant’anni fa era un privilegiato, oggi è necessario combattere per trovare un posto di lavoro dignitoso”. DA PAG. 9 A PAG. 14 La vera rivoluzione sarà nelle reti segue a pag. 4 Il disegno della copertura è oggi parte integrante dell’inviluppo dei fronti di un edificio tanto da poter dire che attraverso il disegno e la modellazione delle forme della copertura si generi anche una nuova complessità dell’edificio. A definire la nuova complessità delle coperture concorrono anche le mutate esigenze relative agli aspetti della sostenibilità. La Direttiva 2010/31/UE sulla prestazione energetica degli edifici prevede che in tutta l’Unione, a partire dal 31 dicembre 2020, i nuovi edifici debbano raggiungere lo standard “Nearly Zero Energy” (NZE): dovranno cioè avere fabbisogni estre- mamente ridotti e solo consumi esclusivi di energia rinnovabile prodotta in sito. Tale linea di tendenza investirà soprattutto il settore delle coperture in quanto esposte maggiormente d’inverno al raffred- damento e al surriscaldamento d’estate. L’applicazione di tecnologie edilizie innovative, affidabili e presenti sul mercato, significa la possibilità di percorrere strategie reali per risolvere le attuali e future richieste di efficienza energetica e, in generale, di sostenibilità dell’architettura. SPECIALE / 1563 COPERTURE DOTT. ING. PIERCARLO COMOLLI P er rifiuti di città intendo rife- rirmi a quella parte dei Rifiuti Solidi Urbani più comunemen- te definiti come immondizie dome- stiche e stradali, a proposito dei quali si leggono cose strane non solo sui quotidiani, a volte confusionari o poco documentati, ma anche sulla stampa tecnica e qualificata. Ho usato un titolo parafrasando quello di un celebre film nonché di un semi sconosciuto testo letterario, perché l'espressione "via col vento" calza a perfezione con la stravaganza (letteralmente il farsi portar via) con cui si tenta di affrontare una qualsiasi segue a pag. 3 A Bari il cinquantaseiesimo Congresso del CNI ha ribadito la centralità del ruolo dell’ingegnere Un messaggio chiaro dal presidente Rolando: “Pronti alla sfida sulla riforma delle professioni” Omaggio al buon senso PROF. ING. DONATELLO ANNARATONE N on c’è dubbio che l’avvento del computer e dei relativi programmi di calcolo ha rappresentato una rivoluzione nelle vita professionale dell’ingegnere. Ricordo che 45 anni fa fui incaricato di calcolare tre telai che costituivano l’ossatura di una struttura portante di un grande generatore di vapore. Mi dedicai alla bisogna utilizzando per il calcolo il metodo Kani per successive approssimazioni; ciò comportò l’esecuzione di un numero incredibile di operazioni anche perché la convergenza dei valori verso quelli esatti era lentissima. segue a pag. 4 foto: Stefano Sasso

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Quindicinaledi informazione

per ingegnerie architetti

1563

N. 19 - 1 Ottobre 2011 - Anno 59 Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1 – CN/BO

Fondato nel 1952 • www.giornaleingegnere.it

PROF. ING. G.B. ZORZOLI

30 GW di potenza fotovoltaica installata in Italia nel 2020: non è laprevisione del solito ambientalista, ma dell’amministratore delegatodell’Enel. Equivarranno ad almeno 36 TWh, superiori al valore minimodella produzione idroelettrica lorda da apporti naturali negli ultimi anni(2007: 32,815 TWh) e pur sempre il 70% del valore massimo (2010:51,117 TWh). Se vi sommiamo il contributo da fonte eolica nel 2020indicato dal Piano d’azione nazionale per le rinnovabili (20 TWh),quasi certamente per difetto (per il fotovoltaico era 9,65 TWh!), qua-lunque sia l’indice di idraulicità a fine decennio l’apporto dell’idroelettricosarà sicuramente superato.

La raccolta differenziata non risolve il problema

“Via col vento...”con i rifiuti di città

segue da pag. 5 a pag. 8

ATTUALITÀ

La diffusionedella cogenerazionein Europan Alessandro Fontana

Il programma "Intelligent Energy", ilprogetto CODE (Cogeneration Observatoryand Dissemination in Europe) el'importanza del ruolo della cogenerazione(o CHP, Combined Heat And Power,produzione combinata di energia elettrica etermica) nel panorama energeticoeuropeo. Un tema che assume ancor piùrilevanza se rapportato al fine delraggiungimento degli obiettivi energetici eambientali del “20-20-20”. Per la sola Italiauno studio di Confindustria ha valutato in12,6 Mtep il possibile risparmio dicombustibili fossili ottenibile al 2020sfruttando il potenziale dellacogenerazione.

a pag. 20

STORIA E CULTURA

L'architettoFranco Albinie i suoi "mutamenti"n Jacopo Gardella

La storia dell'architetto Franco Albini e deisuoi amici, colleghi e coetanei milanesi,colpisce non solo per la valenzaprofessionale e per ciò che ha significatonel panorama architettonico nazionale, maanche per il cambiamento della loroprogettazione da prima a dopo la secondaguerra mondiale. Un cambiamentoradicale; indiscutibile; apparentementeinspiegabile. Ma in realtà perfettamentecomprensibile, se si riflette su quantoavvenuto in Europa, e non solo in Italia, neidolorosi anni del conflitto bellico.

a pag. 22

FORMAZIONE

Eurocodici:corso geotecnica, fondazioni e murin Sandra Banfi

Alcuni posti ancora disponibili allaprima edizione nazionale a Bergamo(pag.30) e, viste le molte richieste,una seconda edizione fissata aModena (pag. 31).Quota agevolata di iscrizione perentrambe le edizioni, in esclusiva per inostri lettori .

alle pagg. 30 e 31

ROBERTO DI SANZO

Un congresso per ribadireil ruolo preminente del-l’ingegneria nella società

e la volontà della categoria dipartecipare in maniera attiva allastesura di una riforma delle pro-fessioni equa e che risponda ap-pieno alle esigenze degli inge-gneri. A Bari, davanti ad oltre1.200 delegati provenienti da tut-ta Italia, la nostra professione hariscoperto l’orgoglio di apparte-nenza, in un periodo di notevoledifficoltà, come ha voluto ricor-dare il presidente del ConsiglioNazionale degli Ingegneri, GianniRolando: “Viviamo un momentostorico particolare, con la crisiche attanaglia il Paese e tante al-tre nazioni. Un mondo che stacambiando, con prospettive fu-ture incerte: tra gli ingegneri chisi laureava cinquant’anni fa eraun privilegiato, oggi è necessariocombattere per trovare un postodi lavoro dignitoso”.

DA PAG. 9 A PAG. 14

La vera rivoluzionesarà nelle reti

segue a pag. 4

Il disegno della copertura è oggi parte integrante dell’inviluppo dei fronti di un edificio tanto da poterdire che attraverso il disegno e la modellazione delle forme della copertura si generi anche unanuova complessità dell’edificio. A definire la nuova complessità delle coperture concorrono anchele mutate esigenze relative agli aspetti della sostenibilità. La Direttiva 2010/31/UE sulla prestazioneenergetica degli edifici prevede che in tutta l’Unione, a partire dal 31 dicembre 2020, i nuovi edificidebbano raggiungere lo standard “Nearly Zero Energy” (NZE): dovranno cioè avere fabbisogni estre-mamente ridotti e solo consumi esclusivi di energia rinnovabile prodotta in sito. Tale linea di tendenzainvestirà soprattutto il settore delle coperture in quanto esposte maggiormente d’inverno al raffred-damento e al surriscaldamento d’estate. L’applicazione di tecnologie edilizie innovative, affidabili epresenti sul mercato, significa la possibilità di percorrere strategie reali per risolvere le attuali efuture richieste di efficienza energetica e, in generale, di sostenibilità dell’architettura.

SPECIALE/ 1563

COPERTURE

DOTT. ING. PIERCARLO COMOLLI

Per rifiuti di città intendo rife-rirmi a quella parte dei RifiutiSolidi Urbani più comunemen-

te definiti come immondizie dome-stiche e stradali, a proposito dei qualisi leggono cose strane non solo suiquotidiani, a volte confusionari opoco documentati, ma anche sulla

stampa tecnica e qualificata.Ho usato un titolo parafrasandoquello di un celebre film nonché diun semi sconosciuto testo letterario,perché l'espressione "via col vento"calza a perfezione con la stravaganza(letteralmente il farsi portar via) concui si tenta di affrontare una qualsiasi

segue a pag. 3

A Bari il cinquantaseiesimo Congresso del CNI ha ribadito la centralità del ruolo dell’ingegnere

Un messaggio chiaro dal presidente Rolando:“Pronti alla sfida sulla riforma delle professioni”

Omaggio al buon sensoPROF. ING. DONATELLO ANNARATONE

Non c’è dubbio che l’avvento del computer e dei relativi programmidi calcolo ha rappresentato una rivoluzione nelle vita professionaledell’ingegnere.

Ricordo che 45 anni fa fui incaricato di calcolare tre telai che costituivanol’ossatura di una struttura portante di un grande generatore di vapore. Mi dedicai alla bisogna utilizzando per il calcolo il metodo Kani persuccessive approssimazioni; ciò comportò l’esecuzione di un numeroincredibile di operazioni anche perché la convergenza dei valori versoquelli esatti era lentissima.

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Giornale 19_2011_Layout 1 23/09/11 17.40 Pagina 1

2 IL GIORNALE dell’INGEGNERE N. 19 - 1 Ottobre 2011

1563

Chi sono e quanti sono gliingegneri dell’Ordine dellaProvincia di Milano? E’ questol’interessante articolo cheappariva sul numero di inizioottobre del Giornaledell’Ingegnere. Unarappresentazione dinamicadella professione, nell’arco ditempo che va dal 1975 al 1990.Una ricerca condottadirettamente dall’Ordinemilanese e che ha preso inconsiderazione gli accadimentiessenziali della vita di uningegnere: l’esame di Stato, lasede universitaria in cuil’esame è stato sostenuto, datadell’iscrizione all’Ordine, fascedi età, occupazione abitualedell’iscritto, “il tutto con lerispettive causali, proprio perricavare un profilomotivazionale e di status nelcontesto di un determinatopercorso professionale”.Quindici anni strategici,caratterizzati da profondi

cambiamenti economici esociali nel Paese e che quindi,ovviamente, hanno portatoanche ad una trasformazionedel modo di “fare professione”,con nuove peculiarità, esigenzee richieste da parte del mondodel lavoro. Una serie di datidavvero importanti, in quantorelativi ad una realtà, Milano eprovincia, fortementeindustrializzata, ricca diingegneri e quindi cartina ditornasole fedele per leggerenumeri e dati riferibili al restodella nazione. Nonostantetutto, la professione siconfermava ancora fortementeliberale: “A fronte del 44,31%dei dipendenti privati sta il23,26% dei liberi professionistie imprenditori. Inoltre, del44,31% di coloro che si sonodichiarati dipendenti privati,quasi la metà – il 20,15% perl’esattezza - è costituito dadirigenti, cioè da professionistinell’impresa. Enucleando

questo 20,15% di dirigenti eaggregandolo ai liberiprofessionisti e imprenditori, siha un totale del 43,41% diprofessionals”. Contenuto era ilnumero di dipendenti pubblici,complessivamente il 5,34%, dicui un quinto con qualifica didirigente a testimonianza di unminore spazio alla carrieranell’ente pubblico rispettoall’impresa privata. “Gliingegneri docenti sono 385,corrispondenti al 5,18%dell’universo e di cui il 3,65% èrappresentato da insegnanti el’1,53% da universitari”. Infine,una nota sui pensionati, il2,03% della categoria: “E’ daritenere che essa esprimaquella parte di ingegneri checontinuano la professione informa autonoma, mentre i piùprovvederebbero allacancellazione per sottrarsi agliobblighi previdenziali che laloro permanenza nell’Ordinecomporterebbe”.

Fondato nel 1952 • www.giornaleingegnere.itQUINDICINALE DI INFORMAZIONE

PER INGEGNERI E ARCHITETTI

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RedazioneResponsabile: Sandra Banfi

Davide CanevariRoberto Di SanzoPatrizia Ricci

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Di diritto componenti del ComitatoScientifico Culturale “Area Tecnica,economica, normativa e professio-nale”

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Hanno collaborato a questo numero:Donatello Annaratone, Mario Casirati, Carmine Colella, Piercarlo Comolli, PaoloCrisafi, Sergio Croce, Giacomo Elias, Matteo Fiori, Alessandro Fontana, JacopoGardella, Lorenzo Greppi, Giuliana Iannaccone, Luca Iannantuoni, AlessandroFontana, Giovanni Manzini, Elisa Mariani Travi, Gabriele Masera, Emilio Pizzi,Tiziana Poli, Pierpaolo Ruttico, Stefano Tazzi, Vincenzo Tizzani, Alfredo C.Vitale, G.B. Zorzoli

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Con la collaborazione istituzionale di: AICARR, ASSOBETON, ASSOLEGNO, ASSOVETRO, ATECAP,CONFINDUSTRA CERAMICA, UNCSAAL

DI QUESTO NUMERO SONO STATE DIFFUSE 45.000 COPIE

Accadeva 20 anni fail GIORNALE dell’INGEGNERE ǀ 1 OTTOBRE 1991

PROSSIMI SPECIALI 2011 FIERE - EVENTIN. 20 15 Ottobre Geotecnica e consolidamento / La gestione e lo smaltimento dei rifiuti Ecomondo - Key Energy

N. 21/22 Novembre Logistica

N. 23/24 Dicembre La sostenibilità in edilizia Klimahouse 2012

DAVIDE CANEVARI

Il quadro è drammatico.Nel commentare lo statodi salute del mercato ita-

liano delle costruzioni Fran-co Osenga, presidente dellaCommissione nazionale pa-ritetica per le Casse Edili(CNCE), non indugia in giridi parole e lancia un messag-gio che non può essere sot-tovalutato, anche perchégiunge da un osservatorioche ha certamente il polsodella situazione. La CNCE,infatti, è l’ente nazionale cuisono demandati i compiti diindirizzo, controllo e coor-dinamento delle Casse Edili.E attualmente alle Casse Edi-li sono iscritte circa 150 milaimprese del settore e oltre800 mila lavoratori.Ancora una volta, sono i nu-meri più delle parole a spie-gare la dimensione del pro-blema. “Dalle nostre rileva-zioni – spiega Osenga - pos-siamo tranquillamente affer-mare che solo nel sistemarappresentato dalle CasseEdili, dall’inizio della crisi ab-biamo perduto più di 100mila lavoratori. Tenendoconto che si tratta sicura-

mente delle aziende piùstrutturate e attente al valoredel lavoro e delle competen-ze professionali delle propriemaestranze, possiamo ipo-tizzare che la riduzione oc-cupazionale dalla secondametà del 2008 ad oggi si ag-giri intorno a 300.000 lavo-ratori, considerando anchel’indotto”.La crisi ha fatto sentire i suoieffetti in particolare nelle re-gioni del Centro e del Mez-zogiorno. Solo nell’ultimoanno il calo delle attività èstato pari al 16 per cento inSardegna, al 12 per cento inUmbria e in Puglia. Una di-minuzione del giro d’affariche, inevitabilmente, è andataa incidere direttamente sulsettore occupazionale. In Pu-glia, ad esempio, le rilevazio-ni della CNCE registrano uncrollo degli addetti (meno 14per cento solo nell’ultimo an-no); non tanto migliore la si-tuazione dell’Abruzzo (meno12 per cento), o di Umbriae Lazio (meno 10 per cento).Ad essere espulse dal mer-cato del lavoro sono state an-che le aziende, con il recordnegativo di Puglia, Abruzzoe Umbria (i cali sono stati su-

periori al 10 per cento) e lapesantissima contrazione delVeneto (meno 9 per cento).Come ben sottolinea laCNCE, uno degli elementipiù gravi da rilevare è il per-durare del momento no. Ilpesante rallentamento che sista registrando quest’anno vaad aggiungersi al crollo cheaveva già pesato sull’annoprima. “La riduzione di attività allafine di giugno 2011, rispettoallo stesso mese del 2010 –commentano in CNCE - siva a sommare al calo del 10per cento registrato già nel-l’anno precedente. Si è trat-tato di una contrazione, nelcomplesso, di oltre 5 milionidi ore. Dall’autunno del 2008la perdita di ore lavorate èstata del 25 per cento”.In questo difficile contesto,per altro, si va palesando unduplice rischio. Da una parte,ancora non si vede l’uscitadal tunnel e la crisi potrebbeavere qualche ulteriore colpodi coda. Dall’altro, il settorepotrebbe cadere in tentazio-ne e rispondere alle difficoltàperduranti abbassando laguardia sui fattori della lega-lità. “Ci dobbiamo chiedere

– commenta al riguardoOsenga – quanto durerà an-cora la crisi, quale tipologiadi impresa sopravvivrà e so-prattutto in quale misura ilfenomeno dell’irregolaritàche combattiamo ogni gior-no, anche attraverso i presidisulla sicurezza e con una for-mazione continua e di eccel-lenza, non stia riprendendovigore”.Un rischio che la stessaCNCE (per voce del suo vicepresidente Franco Turri)vuole prevenire ed evitare.“In questi ultimi anni - ricor-da Turri - tutto il sistema del-le Casse Edili si è attivato perindividuare ogni possibileanomalia attraverso le veri-fiche contributive, ma ancheutilizzando il costante moni-toraggio delle statistiche, adesempio sul fronte del part-time e delle ore anomale,ambiti a rischio dove siamointervenuti come parti sociali,ottenendo importanti risul-tati. Oggi il nostro sistemacostituisce un valido baluar-do contro una recrudescenzadi fenomeni di lavoro nero,agendo con decisione sia ri-spetto alle imprese sia sulmercato del lavoro”.

In piena crisi il mercato delle costruzioniATTUALITÀ ITALIA

Giornale 19_2011_Layout 1 23/09/11 17.40 Pagina 2

realtà della vita quando si siaperso il filo della logica perabbandonarsi al vento di altrepulsioni, generalmente senti-mentali, ma spesso a quellopiù grave della irrazionalità.Purtroppo per noi, i RifiutiSolidi Urbani, che nella loropiù comune e diffusa realeconsistenza sono infatti l'im-mondizia domestica, sono unargomento che si presta a da-re il desto alle fantasie più sca-tenate. Sono sotto gli occhi di tuttile recenti stranezze che acca-dono a Napoli in materia, peraltro non nuove in Italia, Pae-se abituato da anni a questogenere di convulsioni.Non oso pensare l'opinionedi noi negli Stati che astuta-mente si offrono di ricevererifiuti prodotti nelle case d'Ita-lia, dai quali potranno realiz-zare utili ritorni economicisotto forma diretta per il ser-vizio offerto ed indiretta dalrecupero energetico che con-sentirà loro di calmierare coni rifiuti umidi del Sud gli ec-cessi di potere calorifico deipropri a tutto vantaggio dellavita utile degli impianti.C'è da chiedersi con quale lo-gica da anni nel nostro Paesesi annunci e legiferi con enfasiche bisogna considerare i ri-fiuti (e quelli lì in particolare)come una risorsa (immaginoeconomica, se no di che?) sepoi li conferiamo a pagamen-to ad altri confini affinché be-neficino di tale ricchezza. Se

non è stravaganza questa, al-lora cosa mai sarà?Altra cosa curiosa è sentirparlare di stoccaggio provvi-sorio in attesa di non si saquale provvidenza: ma gli uf-ficiali sanitari di un temponon esistono più? Per eventistraordinari che impedivanoil giornaliero smaltimento edobbligavano a ricorrere aduno stoccaggio provvisoriopena la cessazione della rac-colta, altri sono incorsi nel ri-gore della Legge pur se in-colpevoli.Anche lo stoccaggio dei rifiutiin balle sigillate è una follia:ci avevano già tentato i giap-ponesi negli anni settanta delsecolo scorso, pentendoseneamaramente per i successividisastri dovuti all'inevitabiledeterioramento degli imballisotto la spinta dei gas internisprigionati dai prodotti mar-cescenti.Varianti sul tema dello smal-timento ne sono state propo-ste, ed incautamente a volteadottate, se ne possono tro-vare nella letteratura tecnicaa iosa e non è il caso di ricor-darle in questo scritto.Ma a proposito di confusione,se non ho letto male, sembrache in sede UE qualcuno ab-bia riferito come da certi ri-fiuti si possano recuperarematerie pregiate come rame,oro, platino e così via e per-tanto quei rifiuti non devonoessere interrati o inceneriti:ma quando mai si sono fattecose del genere? Quelli nonsono rifiuti urbani (se non

perché prodotti nelle città)ma seguono un preciso e cor-retto percorso di smaltimento(per lo meno si spera) cheprevede il recupero delle so-stanze compositive utili deivari oggetti. In questo sensosi attua un vero riutilizzo mer-ceologico, ma non è correttoparlarne nel contesto di di-scorsi che riguardano lo smal-timento dei rifiuti solidi urbanidomestici e loro assimilati.Tutte queste stranezze sonomesse in atto pur di evitare ilricorso ai due sistemi di im-pianto storici e referenziati siasotto il profilo tecnico che sa-nitario rappresentati dall'in-terramento controllato tecni-

camente eseguito e monito-rato e l'incenerimento con re-cupero di energia. L'esserecontrari all'esperienza conso-lidata è uno sbaglio ed è suf-ficiente andare a vedere per-sonalmente le realizzazioniestere, se proprio si voglionoignorare quelle nazionali, perrendersi conto come certi an-tagonismi siano stati felice-mente e ragionevolmente su-perati. Credere ciecamente che leparole magiche di Raccoltadifferenziata degli RSU tra-mite la quale accedere al Ri-ciclaggio portino alla soluzio-ne del problema degli RSU ècosa incauta. La magia per

ora consiste nell'aver spostatoil problema dello smaltimentodi parte percentuale del rifiuticollettati nelle abitazioni, dallamano pubblica a quella di al-tre istituzioni, private, cheprevia lavorazione le possonorendere in parte riutilizzabili. Ma le voci di rifiuti domesticiraccolte separatamente connon indifferente levitazionedi costi di mezzi e di perso-nale oltre all’impegno degliabitanti, sono relativamentepoche a causa del peso spe-cifico dei singoli materiali,quali il vetro bottiglia, la cartae il cartoname, (la plastica)ed i metalli: in percentuale inun chilogrammo di rifiuti do-mestici la loro presenza è dasola sufficiente a raggiungerel'agognato e virtuoso 30 percento della massa.Il resto percentuale al 100 èformato da materiale in mag-gioranza a base organica pu-trescibile o di natura inerte ofrantumata e polverosa, ina-datto a qualsiasi reale utilizzocompatibile con l'esigenza sa-nitaria di venir raccolto esmaltito nel più .breve tempopossibile. Il tanto vagheggiatocompost utile alla coltura, siè rivelato richiedere tempo,spazio, accorgimenti protet-tivi, nonché difficoltà di uti-lizzo a km zero, tanto da ren-derlo inattuabile nei contestiurbanizzati di un certo rilievo,che sono quelli nei quali ilproblema della raccolta esmaltimento degli RSU hauna maggiore e pericolosa ri-levanza.

Dato e non concesso chel'entità di rifiuti raccolta se-paratamente con impegno edevozione finisca al riciclag-gio, faccio osservare che l'at-tività industriale di realizzodel riciclo produrrà altri scartiper cui pensare ad una desti-nazione finale; ed in ogni casoai rischi contrattuali di cui èopportuno tener conto. Quin-di la restante percentuale nondestinata al riciclo, che è lamaggiore, dovrà avere la suasistemazione finale in un im-pianto. Di conseguenza laraccolta differenziata ancor-ché spinta non risolverà maiil problema della discarica ze-ro" o del no agli impianti tra-dizionali quali gli inceneritoria recupero d'energia. I rifiuti solidi urbani sonosempre stati considerati unproblema molto serio sia sot-to il profilo sanitario sia sottol'aspetto tecnico, entrambi danon sottovalutare, ma dob-biamo convenire che quei ri-fiuti non sono che la fase ter-minale del sistema di vita incorso degli abitanti nei variluoghi del Pianeta, e pertantosarebbe opportuno rivolgerel'attenzione alla fonte del si-stema che è di tipo commer-ciale e mercatale.Forse è utopia ma se non sidà un occhio alla sorgente èdifficile rimediare alla foce ela Società del riciclaggio è au-spicabile che non sia un ter-mine ma solo un interludionei vari svolazzi della mente.

dott. ing. Piercarlo Comolli

N. 19 - 1 Ottobre 2011 IL GIORNALE dell’INGEGNERE 3

I Rifiuti Solidi Urbani e le difficoltà delle nostre città:stoccaggio, raccolta differenziata e riciclaggio

DALLA PRIMA PAGINA ATTUALITÀ ITALIA

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Seminario organizzato dalla Fondazione dell’Ordine degli Ingegneri di Milano in collaborazione

con il Collegio degli Ingegneri ed Architetti di Milano

Mercoledì 26 ottobre 2011, ore 14:30-16:30

BUSINESS WRITING:Scrivere con efficacia

nella libera professione e in aziendaPerché è importante, come si fa,

come imparare a farlo

Evento Gratuito

Introduzione:Ing. Giancarlo Bobbo, Consigliere Collegio degli Inge-gneri ed Architetti di Milano

Relatore:Ing. Massimo Tucci, Barney Comunicazione di Busi-nessRelazioni, perizie, presentazioni così come email, letteree memorandum oltre ad essere la quasi totalità del pro-dotto finito di un ingegnere, sono un elemento di posi-zionamento sul mercato. Scriverli con chiarezza rappre-senta quindi un fattore critico di successo per la nostraattività.Saper comunicare efficacemente parole e numeri non èuna questione di talento, ma di conoscenza delle regolee delle tecniche che governano l’attività di Business Wri-ting.E di costanza nella loro applicazione.

L’incontro è propedeutico ad un successivo clinic formativo“Scrivere con efficacia: elementi di base nella comuni-cazione professionale” di 2 giornate, specifico per gli in-gegneri, finalizzato a far acquisire la conoscenza dei fon-damentali delle scrittura efficace, e sperimentarne l’ap-plicazione alla propria attività lavorativa attraverso un’am-pia sessione operativa dedicata al ri-editing dei documentidei partecipanti.ì

Modalità di iscrizione e informazioni dettagliate sono disponibi-li sul sito www.foim.orgSede: Fondazione Ordine Ingegneri Corso Venezia, 16 – Milano

Collegio degli Ingegneri e Architetti di Milano

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Per farla breve mi ci dedicaiper ben due mesi utiliz-zando una calcolatrice

meccanica (facevo girare quellamanovella per otto ore al gior-no). Qualche anno dopo co-minciarono a girare per l’Italiaprogrammi di calcolo automa-tico per questo tipo di strutturee, per curiosità e per verificarequanto i valori approssimati ot-tenuti manualmente si avvici-navano a quelli esatti, rifeci icalcoli mediante computer. Mici vollero due giorni. Due gior-ni invece di due mesi.Questo è solo un esempio diquello che l’avvento del com-puter ha rappresentato per l’in-gegnere. Ma i programmi dicalcolo automatico non solohanno velocizzato i calcoli ri-spetto a quelli manuali ma han-no permesso di eseguire inda-gini prima impensabili fornen-do all’ingegnere più sofisticaticriteri di giudizio che primadell’avvento del computer do-vevano esser necessariamentetrascurati. Allora, plaudendoall’avvento del computer, dob-biamo concludere che é tuttopositivo? No, non direi.Voglio raccontarvi un altro epi-sodio di vita professionale. Una grossa società italiana miinterpellò, una trentina di annifa, riguardo ad un grosso e im-portante recipiente in pressionedalla forma molto strana. Lasocietà aveva affidato il calcolodel recipiente a tre giovani in-gegneri che avevano utilizzatoun programma agli elementifiniti ricavandone una valigiadi tabulati.Ma i risultati ottenuti lasciava-no molto perplessi mettendoin luce valori di tensione asso-lutamente improbabili; chiede-vano quindi il mio aiuto. “Macosa volete esattamente dame?” chiesi all’interlocutore.“Vorremmo che Lei ci facesseun calcolo manuale” fu la ri-sposta. E il calcolo manuale,sia pure attraverso molte diffi-coltà e vari adattamenti dibuon senso, io glielo feci, leanomalie sparirono,i risultatifurono accettati e l’apparecchiovenne costruito. Con questolungi da me l’idea di criticare iprogrammi agli elementi finiti,mezzo potente per risolverecerti problemi; ma per questiprogrammi è fondamentale la

scelta del tipo di meshatura,che a sua volta presupponeuna profonda conoscenza dellafisicità del problema che si staaffrontando; i giovani ingegneriche se ne erano occupati nonavevano per inesperienza unaconoscenza sufficiente peradottare la soluzione appro-priata. I non ingegneri ritengo-no che l’ingegneria sia unascienza esatta ma noi sappiamoche ciò non è affatto vero; leschematizzazioni rigide, valideper le scienze esatte. spessonon lo sono per l’ingegneria. Iprogrammi di calcolo si basanonecessariamente su delle sche-matizzazioni e talvolta su delleschematizzazioni che non co-prono interamente tutte le pos-sibilità che si possono presen-tare; ciò vale soprattutto quan-do, come spesso succede, ilprogramma non è fatto da uningegnere ma da un program-matore professionista che lo fama non lo usa.I programmi migliori sonoquelli fatti da un ingegnere cheli elabora in base alla sua espe-rienza diretta sul campo.Comunque sia oggigiorno,quando un giovane ingegneresi trova ad affrontare un pro-blema che non rientra o rientrasolo parzialmente nello schemaprevisto dal programma di cal-colo, si trova spiazzato. E’ tal-mente abituato ad affidarsi soloe totalmente al suo PC che nonsa più che pesci pigliare; questoè l’aspetto negativo dell’avven-to del computer. Molti dei gio-vani ingegneri sono ormai di-ventati schiavi del computer;sono diventati dei pigiatori ditasti e non più dei tecnici qua-lificati che fanno funzionare ilcervello per risolvere, in basealle loro conoscenze e alla loroesperienza, anche quei casi cheil computer non è in grado dirisolvere immediatamente conla consueta pigiatura dei tasti.Io ritengo che le caratteristicheche deve avere un buon inge-gnere siano due. La prima èrappresentata dalle necessarieconoscenze tecnico-scientificheacquisite prima nell’Universitàe poi attraverso un continuoaggiornamento culturale. Laseconda è il buon senso. Ilbuon senso ha due componen-ti. La prima è genetica, c’è chice l’ha e chi non ce l’ha. Ma laseconda si acquisisce col tempoattraverso la ricerca, sofferta, di

soluzioni dei problemi che nonappaiono immediatamente ri-solvibili.E’ un processo che ha comelogico presupposto le cono-scenze tecnica necessarie mache si sviluppa attraverso unfaticoso approccio al problemada risolvere in base alle espe-rienze fatte, all’analisi accuratadei parametri in gioco, alle si-militudini e così via.Se non si può arrivare ad unrisultato esatto bisogna esserein grado di valutare se quelloottenibile è sufficientemente vi-cino al vero da poter essere ac-cettato. Non credo che pigian-do solo i tasti della tastiera delcomputer si possa acquisirequesta sensibilità all’aspetto fi-sico dei problemi, che è la baseper risolverli con “buon sen-so”.Il calcolo manuale, lungo, sner-vante e noioso questa sensibi-lità la forniva all’ingegnere tec-nicamente preparato e dotatodi buon senso genetico. Cosasi può consigliare ai giovani in-gegneri che del calcolo auto-matico hanno fatto una ragionedi vita?Non credete mai ciecamente aquello che vi dicono i tabulati(cosa che invece avviene nor-malmente). Innanzitutto poteteaver inserito dei dati errati fal-sando quindi i risultati. Inoltreil programma può avere deibachi non evidenti. Infine puòavere dei limiti d’uso non evi-denziati che voi avete superato.Se i risultati non vi convinconodel tutto impostate un semplicecalcolo manuale, anche ap-prossimato, che vi permetta divalutare se i valori trovati sonocredibili.Se poi dovete affrontare unproblema che il programma dicalcolo non vi permette di ri-solvere direttamente entrate nelcuore del problema e vedetese il programma, con oppor-tuna scelta dei dati di ingresso,possa essere comunque utiliz-zato con successiva opportunavalutazione dei risultati; non èsempre facile ma spesso è pos-sibile. E se proprio il program-ma di calcolo non vi può aiu-tare non vergognatevi a usarela penna e la calcolatrice (unavolta non avevamo neppurequella) e fatevi una volta tantoun bel calcolo manuale.

prof. ing. Donatello Annaratone

4 IL GIORNALE dell’INGEGNERE N. 19 - 1 Ottobre 2011

A volte può essere utileun bel calcolo manuale

DALLA PRIMA PAGINA

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Anche se la legge deigrandi numeri ridurràin misura significativa

l’aleatorietà della produzioneda queste fonti, come dimo-strano alcune simulazioni sudati climatici pluriennali svoltein particolare dall’Universitàdi Berkeley, la qualità e rego-larità dell’erogazione di energiaelettrica sarà soprattutto ga-rantita in Italia, come in tuttaEuropa, dalla vera rivoluzionedel prossimo decennio, che in-vestirà le reti (con il supportodi un numero crescente di op-zioni per l’accumulo, grazie al-le innovazione dell’ultimo de-cennio in quello elettrochimi-co). Lo sviluppo di impiantieolici offshore nel mare delNord (3 GW a fine 2010, pro-babilmente 40 GW nel 2020)ha già prodotto la prima com-messa di circa 1 miliardo dieuro per la realizzazione di unsistema HVDC ad alta effi-cienza (perdite a ciascun con-vertitore inferiori a 1%) conuna capacità di più di 900MW, destinato a connettereparchi eolici offshore alla retecontinentale tedesca. E siamosolo agli inizi. Analoghe ini-ziative sono in fase di sviluppoper le connessioni fra Africasettentrionale ed Europa, ne-cessarie al trasferimento di unaquota significativa (15%) del-l’energia elettrica che, se siconcretizzeranno progetti co-me Desertec o il Piano SolareMediterraneo, sarà prevalen-temente prodotta da grandi enumerosi impianti solari ubi-cati nei paesi nordafricani.Per quanto caratterizzate danotevoli innovazioni tecnolo-giche, queste supergrid rien-trano nella famiglia dei poten-ziamenti fisici delle linee elet-triche, come lo sono quelli piùtradizionali per mettere adesempio la rete di trasmissioneitaliana in grado di veicolarela potenza eolica concentratain aree meridionali del paese. Radicalmente diverso è il casodelle smart grid. Gli elementipiù innovativi della trasforma-zione delle reti di distribuzioneda passive in attive sono infattiun sistema di acquisizione datidi tutti i dispositivi di misuranecessari e una infrastrutturabidirezionale di comunicazio-

ne. Ciò comporta lo sviluppoin modo integrato della reteelettrica e di una rete telema-tica: in tal modo la rilevazionedei dati relativi alla generazio-ne diffusa (rinnovabili, ma an-che piccola cogenerazione) di-stribuiti lungo la rete e la cir-colazione di queste informa-zioni consentono alla smartgrid di svolgere funzioni chevanno al di là della regolazionee controllo della rete elettricain presenza di una molteplicitàdi carichi attivi. In un sistemacosì strutturato sarà possibilesfruttare le informazioni dispo-nibili per assicurare la conse-gna dell’energia al minor costopossibile e nel modo più effi-ciente e affidabile, in quantotutti i consumatori riceverannoin tempo reale dati relativi alletariffe, ai superi di potenza, ecc.Così anche il cliente di piccoledimensioni diventerà “attivo”,contribuendo a garantire ilfunzionamento della rete e laqualità del servizio erogato:può sembrare un’utopia, madobbiamo immaginare la no-stra società fra dieci- venti an-ni, quando saranno adulte emaggioritarie le generazionicresciute a pane e web, abi-tuate a comunicare via Face-book, Twitter, Linkedin.Su questa linea di sviluppol’Italia è all’avanguardia graziealla tempestiva sostituzione deivecchi contatori elettrici conquelli digitali e ai passi in avan-ti che si stanno facendo nellatelegestione dei dati, tanto cheEnel è capofila di importantiiniziative internazionali. Men-tre nel caso delle reti in con-tinua ad altissima tensione ilknow-how appartiene a im-prese non italiane, qui, graziein particolare all’utilizzo intel-ligente della quota in bollettadestinata alla ricerca da partedi RSE (ex- Cesi ricerca), dialcune università e aziende,siamo in grado di porre fra iprimi al mondo le basi di unautonomo mix di produzionihardware e software, con leconseguenti ricadute in termi-ni economici e sociali. Ancheperché in un paese a elevatadensità sia di persone, sia dibeni culturalmente ed econo-micamente pregiati (fra cuinon ultima l’offerta turistica),una trasformazione molto piùsoft che hard incontrerà meno

difficoltà a farsi accettare, intal modo fornendo alle azien-de attive nel settore le referen-ze necessarie a conquistarespazi sui mercati internazio-nali.Onde risparmiare alla Reda-zione del Giornale l’arrivo ditroppe lettere sul tema “si trat-ta però di costi aggiuntivi, echi li paga?”, ricordo che findall’inizio lo sviluppo del si-stema elettrico ha comportatoinvestimenti nelle reti. Proprioin Italia per il trasporto versoMilano dell’energia prodottadalla centrale di Paderno dellaEdison, entrata in esercizio nel1898, si dovette realizzare unalinea a 13.500 volt, lunga quasi13 chilometri: un record, perl’epoca, rispetto ai 6.000 voltdella linea Tivoli-Roma e diquella di Heidelberg in Ger-mania. Investimento ripagatodagli utenti attraverso la bol-letta, come tutti quelli relativialle reti di trasmissione e di di-stribuzione.Così sarà anche questa volta,limitando gli interventi pub-blici all’ineludibile supporto aldecollo di attività radicalmenteinnovative, come d’altra partesottolinea la Commissione eu-ropea con la comunicazioneEnergy 2020, presentata l’11novembre 2010, che contienela previsione di investimentiintorno ai mille miliardi di eu-ro entro il 2020 (di cui almeno200 – 300 nelle reti) per rea-lizzare il triplice obiettivo disostituzione della capacità pro-duttiva obsoleta, di moderniz-zazione delle infrastrutture edel loro adeguamento a unmix energetico dove, per farfronte all’aumentata domandadi energia a basso contenutodi carbonio, crescerà il contri-buto delle rinnovabili.Si tratta quindi di muoversianche in sintonia con le lineedi tendenza a livello europeo,un ancoraggio che negli ultimidecenni si è rivelato per il no-stro paese sostanzialmente po-sitivo, soprattutto nei periodidi crisi. Oggi è di moda spa-rare sull’Unione Europea e suisuoi vincoli, ma guai a dimen-ticare che in più di una circo-stanza questi per noi sono sta-ti, e lo sono anche in questafase drammatica, una salvificaCroce Rossa.

prof. ing. G.B. Zorzoli

Funzionamento della rete e qualità del servizio erogato

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N. 19 - 1 Ottobre 2011 IL GIORNALE dell’INGEGNERE 5

56° CONGRESSO NAZIONALE DEGLI INGEGNERI

Una categoria, quindi,che deve assumersi leproprie responsabilità,

conscia dell’importanza delproprio ruolo all’interno dellasocietà. “Siamo pronti a di-ventare il ‘grillo parlante’ del-l’Italia – ha aggiunto Rolando-, dando un contributo fonda-mentale alle istituzioni nellematerie di nostra competenza.Gli ingegneri non sono por-tatori di interessi terzi, è benericordare che lavorano unica-mente per il bene del Paese.Fino ad oggi siamo statiascoltati senza essere presi re-almente in considerazione:ebbene si tratta di una situa-zione che deve completa-mente cambiare”. Tanti gli argomenti trattati nelcorso del congresso in terrapugliese; fari puntati, comeovvio, sulla riforma delle pro-fessioni, prevista dalla mano-vra correttiva del Governoentro 12 mesi dal suo varo.“Si tratta di un segnale posi-tivo da parte del Parlamento– ha spiegato il Presidente delCni – in quanto finalmente,dopo tanti anni, ha messo deipaletti temporali ben precisi,che ci permetteranno dunque

di lavorare al miglioramentodel testo”. Per riuscire nell’intento è ne-cessario però un salto di qua-lità di tutto il movimento in-gegneristico, diventando unavera e propria “lobby trasver-sale, portatrice di principi apropria tutela e garanzia, al-trimenti i poteri forti ci soffo-cheranno, visti anche i recentitentativi di introdurre normeper l’abolizione degli Ordini.Ora è il momento di alzare latesta e lavorare insieme alleistituzioni per disegnare unariforma delle professioni giu-sta: per noi si tratta di un’oc-casione storica, da non per-dere. Dobbiamo avere il co-raggio di scrivere le regoledella nostra professione”. Non solo prese di posizioneforti da parte degli ingegneri,ma anche proposte concreteper aiutare la ripresa dell’eco-nomia nazionale. Un esem-pio? Combattere l’evasione fi-scale nel campo professionaletornando alle cosiddette tariffeminime e facendo sì che la lo-ro riscossione avvenga tramitegli Ordini professionali. Per Rolando, infatti, nel no-stro Paese “C’è bisogno di unaforte lotta all’evasione per re-cuperare ingenti somme in

grado di risanare i nostri contie di aprire una nuova fase dirisanamento dell’Italia”.Intanto per fare cassa gli in-gegneri hanno proposto unacartolarizzazione dei beni im-mobili dello Stato con la lorovalorizzazione e la messa sulmercato al miglior offerenteche potrebbe portare ad en-trate addirittura superiori allamanovra governativa.Un congresso, infine, che haaffrontato anche le tematicheambientali ed energetiche,con tavole rotonde ed appro-fondimenti dedicati. A tal proposito il messaggiodi Gianni Rolando è statochiaro: “E’ necessario indi-rizzarsi sempre di più versol’ingegneria del risparmio, nelrispetto dell’habitat naturalee della sicurezza. Pensandounicamente al proprio svilup-po e benessere, il genereumano ha superato il tassodi rigenerazione di molte ri-sorse materiali ed energeti-che. Ecco perché diventa es-senziale concentrarci sullasalvaguardia della biosfera edelle risorse naturali, temati-che sulle quale gli ingegneripossono offrire un contributodi competenza e professio-nalità unici”.

Il Congresso fa emergere due aspetti molto importanti: l’orgoglio di essere ingegneri e il senso di responsabilità

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Un Decreto, quello della riforma delle pro-fessioni, con una serie di norme che “avvici-nano la regolamentazione della professionedi ingegnere a quelle in vigore nel paese sim-bolo del liberismo economico, gli Stati Unitid’America”. E’ questo il giudizio di RomeoLa Pietra, Presidente del Centro Studi delConsiglio Nazionale degli Ingegneri, alle tantenovità che prevede il nuovo te-sto concernente l’attività inge-gneristica.

Quali prospettive si aprono oraper gli ingegneri alla luce del de-creto legge 138/2011 che riguardala liberalizzazione delle professio-ni?Vorrei precisare che il termineliberalizzazione, che vuol direrimuovere restrizioni all’accessoed allo svolgimento di una pro-fessione, non si attaglia per nullaalla professione di ingegnere perla quale non esistono vincoli elimitazioni all’accesso a meno che per libera-lizzazione non si intenda deregolamentazionee quindi consentire a chiunque di poter farel’ingegnere, cosa che non esiste in nessun pae-se civile al mondo. In realtà la legge non dicequesto e nella sua formulazione finale, smen-tendo le preoccupazioni della vigilia, dimostrache ha prevalso il buon senso ed il breve com-ma inserito nella manovra finanziaria di agostosulle professioni costituisce una vera e propriariforma, aprendo dei percorsi obbligati cheincideranno significativamente sul futuro delleprofessioni.

Quali sono i principali aspetti su cui il decreto diFerragosto va ad incidere?Le misure del decreto legge sono ormai notee possono essere così sintetizzate: riconosci-mento della specificità dell’attività professionalee della sua “diversità” dalle altre attività eco-nomiche; imposizione dell’obbligo di forma-zione continua; riforma del tirocinio; ripristinodelle tariffe come riferimento per la determi-nazione dei compensi nei rapporti tra privatie come parametro vincolante per la remune-razione delle prestazioni erogate ad “enti pub-blici”; obbligo di idonea copertura assicurativa;distinzione, all’interno dell’Ordine professio-nale, fra “organi” disciplinari ed amministrativi;liberalizzazione della pubblicità informativa.

Come si ritrova la categoria di fronte agli indirizzitracciati dalla nuova norma?

Il decreto di Ferragosto trova una categoriaaperta dove l’accesso all’albo è subordinatoal superamento di un esame di Stato che vantaun tasso di successo (rapporto tra abilitati ecandidati) costantemente prossimo al 90% edove il numero degli iscritti all’Ordine è, così,cresciuto negli ultimi dieci anni di oltre il 70%. Ma ciò che più conta è che le strade aperte

dal decreto trovano negli inge-gneri una categoria predispostacon un dibattito sedimentatoe, non a caso, già nel luglio del2009 l’Assemblea dei Presidentiaveva approvato un documen-to di linee di indirizzo per la ri-forma dell’ordinamento dellaprofessione di ingegnere, in cuivenivano avviate tutte le inno-vazioni previste dal decreto leg-ge inclusa l’istituzione di un or-gano di disciplina distinto dalConsiglio dell'Ordine.

La nuova norma produrrà per leprofessioni un avvicinamento dell’Italia ai paesipiù avanzati?Sicuramente le misure introdotte avvicinanola regolamentazione della professione di in-gegnere a quelle in vigore nel paese simbolodel liberismo economico, gli Stati Uniti d’Ame-rica, valutato dall’Ocse come paese a “bassa”intensità di regolamentazione delle attivitàprofessionali. Come pure il ripristino delle tariffe nei rapportitra privati ed ancor più nei rapporti con glienti pubblici avvicinano l’Italia ai modelli delleeconomie avanzate come la Germania, l’eco-nomia più forte d’Europa, dove le tariffe vin-colanti (le HOAI) continuano ad esistere esono state recentemente aggiornate, esatta-mente due anni fa (Bundesgesetzblatt n. 53del 17 agosto 2009).

In conclusione un giudizio sostanzialmente po-sitivo. Quali saranno ora i passi della categoria?Il decreto di Ferragosto è sicuramente un passoin avanti nella direzione giusta spianando lastrada per una autentica modernizzazione del-l’assetto professionale che tiene conto di comela nostra professione si è evoluta. Sta a noi orasaper cogliere l’occasione riprendendo da su-bito il dibattito interno per arrivare a breve aduna proposta in sintonia con il percorso trac-ciato dal decreto in cui, mantenendo gli irri-nunciabili principi di tutela dell’ordine, si va-lorizzi al massimo il ruolo centrale che gli in-gegneri rivestono per lo sviluppo del Paese.

Intervista con il presidente del Centro Studi del Cni, Romeo La Pietra

“Decreto per la riforma delle professioni, gli ingegneri pronti a dialogare con il Governo”

A CURA DI ROBERTO DI SANZO

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Un congresso eccessi-vamente condizionatodalle prossime elezioni

di categoria e quindi impo-verito nel dibattito vero e pro-prio. Stefano Calzolari, pre-sidente dell’Ordine degli In-gegneri di Milano, non si la-scia sfuggire l’occasione perparlare in maniera concretadel futuro della categoria e diquanto auspichi un cambia-mento alla guida del CNI.

Ingegner Calzolari, che con-gresso è stato quello barese?Il congresso di Bari è certa-mente riuscito sotto il profiloorganizzativo.E' stato però deludente sottoil profilo dei contatti con lapolitica nazionale e con il go-verno italiano, completamen-te assente e non rappresen-tato da alcun delegato “signi-ficativo”. Inoltre, a causa delleimminenti elezioni del CNI,è stato vissuto da molti con-gressisti come un evento pu-ramente transitorio, in attesache una nuova compaginerappresenti autorevolmentegli ingegneri italiani a livellonazionale. Queste ragionihanno impoverito il dibattito,che pure era stato corretta-mente impostato per trattarel’intera ingegneria, nei suoitre settori intercomunicanti,e non solo singoli aspetti. Inquesto contesto non ci si po-teva attendere una vera con-clusione “programmatica”,dotata dell'indispensabile cor-redo di indicazioni operative,ma solo una enunciazione diprincipi generici, e così è av-venuto. Il futuro che ci atten-de dovrà essere completa-mente diverso, ma per questobisogna sperare in un profon-do rinnovamento del CNI edel suo metodo di lavoro.Con questi obiettivi l’Ordinedi Milano e moltissimi altriOrdini italiani, maggioritarinelle regioni di appartenenza,hanno dato vita alla coalizio-ne “IngegnerItaliani”, che siprepara al voto del 17 ottobrecon un programma forte-mente innovativo.

Cosa bisogna fare, quindi se-condo lei, per rilanciare il ruolodell’ingegneria nella società?Occorre lavorare su una fon-damentale premessa e su treprogetti che da essa si dipar-tono. La premessa è che gliOrdini devono continuare aessere istituzioni di garanziaper i cittadini, per il benesseree il progresso della società,ma per farlo devono “cam-biare pelle”, cioè adeguare leproprie funzioni ai contenutie al linguaggio del mondocontemporaneo, che non èpiù confrontabile con quellodi quasi cento anni fa, le cuileggi ancora ci governano. Daanni attendiamo una riformadella professione lungimiran-te, che renda moderni e at-tuali i nostri compiti e il no-stro apparato organizzativo.Bisogna valorizzare gli Ordi-ni, che sono istituzioni e luo-ghi di cultura, incondizionatida interessi politici, economicio commerciali, aperti a tutti,e “parti terze” ideali nell’am-pio dibattito che riguarda lasostenibilità e l’adeguatezzadel progresso tecnico dellasocietà complessa in cui vi-viamo.

Parlava di tre progetti…I tre progetti secondo me piùimportanti, coerenti con lapremessa, che la categoriapotrebbe realizzare subito, sipossono cosi' sintetizzare: in-nanzitutto, “Fare network”.Si tratta di promuovere la ca-pacità dei 106 Ordini degli

ingegneri italiani di “fare si-stema”. Finora gli Ordini sisono comportati come “pic-coli regni” indipendenti. Bi-sogna invece promuovere ini-ziative su vasta scala, dandovita a un patto permanentetra i territori e a un program-ma che limiti la tendenza allocalismo. Proprio questo èstato il concetto fondante del-la coalizione IngegnerItaliani:i nomi dei candidati sono sta-ti determinati dalle regioni so-lo a valle di un forte pattoprogrammatico, che permet-terà al nuovo CNI - nei nostriauspici - di essere genetica-mente preordinato a un giocodi squadra molto più estesodi quello attuale. Secondo progetto: “Valoriz-zare le competenze profes-sionali degli Ingegneri”.Gli Ordini devono essere luo-go di incontro con i propriiscritti, divenendo registi delloro CPD “Continuous Ppro-fessional Developement”, diidentificazione, formazione epromozione delle loro com-petenze. Proprio la compe-tenza è infatti l’elemento con-trattuale più importante nelmercato del lavoro ed è quel-lo che garantisce che gli in-gegneri siano garanti dellaqualità e della sicurezza delleopere, dei prodotti e dei ser-vizi a loro affidati. Infine, eccoil progetto “Comunicare”. Lacomunicazione va intesa, pri-ma di tutto, come il progettorazionale dei collegamentiche l’intera categoria degli in-gegneri intende svilupparecon il mondo circostante. Ciòlegherà con più forza e inmodo permanente gli Ordinialle altre istituzioni dello Sta-to, alle amministrazioni pub-bliche, al mercato del lavoro,al mondo della cultura e del-l'informazione e alla societàcivile. Dovrà essere svolta unaaccurata identificazione degliobiettivi da conseguire perciascun contatto e per ogniinterlocutore, con una con-seguente pianificazione di ri-sorse e un “linguaggio” ap-propriato.

6 IL GIORNALE dell’INGEGNERE N. 19 - 1 Ottobre 2011

L’accesso alla professio-ne, le tematiche sullariforma e la formazio-

ne accademica, una rivisita-zione attenta del sistema ta-riffario e il nuovo ruolo del-l’ingegneria all’interno dellasocietà. Sono questi i princi-pali temi trattati da DomenicoPerrini, Presidente dell’Ordinedegli Ingegneri di Bari, nel suodiscorso introduttivo all’aper-tura dei lavori congressuali.Quella del professionista pu-gliese è una difesa accorata econ tesi ben argomentate del-la categoria. “Non vi è nulladi più liberale – ha iniziatol’ingegner Perrini – dell’acces-so alla professione, visto chel’iscrizione all’Albo degli In-gegneri è uno dei passi piùsemplici da realizzare. Supe-rato l’esame di Stato, prodottala documentazione probatoriadei titoli acquisiti, il giovaneviene iscritto all’Albo e dalgiorno dopo può giuridica-mente fornire all’utenza lestesse prestazioni di un colle-ga iscritto all’Ordine da de-cenni”. Il problema quindi, perquanto riguarda gli ostacoliche i giovani incontrano nel-l’impatto con il mondo del la-voro, non è certo qui ma vaspostato ad altri ambiti. A co-minciare dalla formazione ac-cademica: “Il Dpr 328 si è ri-velato un autentico fallimentosoprattutto per la frammen-tazione del percorso accade-mico in un illogico 3+2 chefinisce per sconvolgere la for-mazione tradizionale. La ne-cessità di acquisire delle co-

noscenze specialistiche già dalterzo anno diventa un ele-mento di discontinuità nel-l’apprendimento delle disci-pline di base, penalizzando laformazione del giovane”. Au-spicabile, quindi, un ritornoal classico percorso quinquen-nale per permettere ai neolaureati di mantenere intattala loro preparazione. Altro ca-pitolo, i forti attacchi piovutida più parti nei confrontidell’esistenza stessa degli Or-dini, visti come una sorta dicasta per pochi privilegiati. Si-curamente un falso storico eproprio per questo il presi-dente Perrini non evita unacritica al mondo dell’ingegne-ria, che difetta in comunica-zione all’esterno della propriaattività e peculiarità. Infine,spazio alla riforma della pro-fessione; secondo Perrini al-cuni punti sono fondamentaliper realizzare un testo al pas-

so con i tempi, giusto e cherisponda alle aspettative dellacategoria e dell’utenza. Innan-zitutto è fondamentale dar vi-ta “ad un esame critico del si-stema tariffario, con la valu-tazione delle prestazioni pro-fessionali che leghino il cor-rispettivo non solo ad ele-menti quantitativi ma a fattoriqualitativi e di risparmio nel-l’esecuzione delle opere”. Ma non basta: “Va pensatauna nuova e diversa gestionedei provvedimenti deontolo-gici; va revisionato l’esame diabilitazione, con un tirocinioregolarmente remunerato”.Inoltre ecco “un aggiorna-mento professionale opportu-namente controllato e verifi-cato all’interno di una strut-tura ordinistica forte e con-trollata”, oltre ad una “garan-zia dei risultati avvalorata dauna polizza di responsabilitàcivile obbligatoria”.

I temi trattati dal “padrone di casa”, il presidente dell’Ordine di Bari, Domenico Perrini

“Ingiusti gli attacchi alla nostra professione,una delle più liberali e aperte ai giovani”

Il parere di Stefano Calzolari, presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Milano

“Positivo l’aspetto organizzativo, mi aspettavo certamente di più dal dibattito”

“Gli Ordini professio-nali non sono nésindacati né asso-

ciazioni di categoria ma entipubblici che controllano, a tu-tela della collettività, che leprestazioni ingegneristichevengano svolte da chi ne haeffettivamente le competenze.Non siamo una casta, tutt’al-tro”. Remo Vaudano, presi-dente dell’Ordine degli Inge-gneri della Provincia di Tori-no, non usa mezzi termini perspiegare quanto sarebbe de-leterio, per il Paese, abolire gliOrdini. Una scelta che sarebbestata dettata da una necessitàdi liberalizzare servizi e mer-cato, tesi fortemente contesta-ta dal presidente torinese: “In-nanzitutto gli Ordini non gra-vano sui conti dello Stato inquanto sono enti pubblici chevivono unicamente con gli in-troiti degli iscritti. Inoltre, vor-rei ribadire che non c’è nulladi più liberale dell’iscrizionealla nostra categoria. La veritàè che probabilmente qualchepotere forte vorrebbe metterele mani sull’attività professio-nale, che attualmente vale il12% del Prodotto interno lor-

do. Una fetta di mercato chefa gola a molti; indebolendola,diventerebbe una preda facileda conquistare”. A Bari si è parlato molto, co-me era logico, di riforma delleprofessioni. Anche in questocaso l’ingegner Vaudano lan-cia un messaggio chiaro edinequivocabile: “Siamo prontie disponibili a sederci intornoal tavolo delle contrattazioniper discuterne e presentare lenostre proposte. Tra l’altro,nel documento già predispo-sto vi è un punto importante,vale a dire la necessità dellaformazione continua e per-manente. Ebbene, si tratta diuna tematica che noi come

ingegneri sosteniamo da anni”.Ma non basta: “Va reintrodot-ta una tariffa di riferimento,non certo a tutela della cate-goria ma per garantire allacollettività il livello qualitativodei servizi offerti e la sicurezzadelle opere realizzate”. Tutte questioni legate indis-solubilmente alla dignità e al-l’etica della professione… “E’l’essenza stessa dell’esistenzadegli Ordini – spiega Vaudano-; noi ingegneri siamo porta-tori di etica. E’ bene metterein chiaro che chi esercita laprofessione ingegneristica de-ve avere un comportamentoirreprensibile e al di sopra diogni sospetto. D’altronde laCostituzione italiana dice cheil cittadino ha diritto alla si-curezza; si tratta proprio di unsettore dove la nostra catego-ria ha particolare voce in ca-pitolo. Cosa sarebbe della co-struzione di edifici, porti, in-frastrutture varie se non si ri-spettassero semplici regole le-gate alla deontologia e all’eti-ca? Siamo obbligati a seguirenorme ferree e rigorose, anchee soprattutto da un punto divista morale”.

Il messaggio di Remo Vaudano, presidente dell’Ordine di Torino

“Un impegno fondamentale, salvaguardarel’esistenza degli Ordini a tutela di tutti”

56° CONGRESSO NAZIONALE DEGLI INGEGNERI

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La mozione è corredata da altritre documenti, che qui presen-tiamo di seguito, vale a dire laraccomandazione del “networkcommissione giovani”, degli in-gegneri pubblici e privati e de-gli ingegneri Docenti.

IL CONTRIBUTO DEI GIOVANI INGEGNERI ALLE LIBERALIZZAZIONI (Network Commissioni Gio-vani – Bari, 2011) In materia di liberalizzazionidelle professioni e della previstariforma di cui al decreto-leggen.138 in vigore dal 13 agostous ed al conseguente comuni-cato stampa del CNI del 23agosto, con il presente docu-mento i giovani ingegneri vo-gliono dare il proprio costrut-tivo contributo alla categoriadegli ingegneri con l’auspicioche il percorso di riforma in-dividuato veda il pieno coin-volgimento dei giovani. In relazione ai principi enun-ciati al comma 5 dell’art.3 delD.L.138/11 i punti che i gio-vani ingegneri ritengono qua-lificanti per un reale “sostegnoai giovani” e che meritano, per-tanto, particolare attenzione

sono i seguenti: RIFORMA DELLA PRO-FESSIONE DI INGEGNE-RE ENTRO 12 MESI(“gli or-dinamenti professionali do-vranno essere riformati entro12 mesi dalla data di entrata invigore del presente decreto”): 1 proposta di riforma della ca-tegoria:è parere dei giovani cheoccorra anticipare con proprieproposte (di categoria) le pre-visioni del decreto-legge delGoverno andando, ove possi-bile, anche oltre i meri principidi riforma contenuti nelD.L.138 per un serio e decisivorilancio della professione ed unsignificativo sostegno ai giova-ni; 2 coinvolgimento dei giovani:è necessario il reale coinvolgi-mento dei giovani sin dalle fasidi predisposizione della pro-posta di riforma della categoriaattraverso la partecipazione dirappresentanti dei giovani ailavori di elaborazione della pro-posta.

ESAME DI STATO: 1 convenzioni CNI-COPI: age-volare, tramite opportune con-venzioni CNI-COPI (Confe-

renza dei Presidi di Ingegneria),l’applicazione delle previsionidi cui all’art.5 del dPR328/01“sono esentati da una delle pro-ve scritte coloro che conseguo-no un titolo di studio all'esitodi un corso realizzato sulla basedi specifiche convenzioni tra leuniversità e gli ordini o collegiprofessionali”; 2 esame di Stato professiona-lizzante:prevedere un esame diStato maggiormente professio-nalizzante e non necessaria-mente inerente tematiche tec-nico-scientifiche apprese e giàverificate nel corso degli studiuniversitari.

lett.a) ACCESSO LIBEROALLA PROFESSIONE: 1. Osservatorio Nazionale Gio-vani Ingegneri: al fine di unadeguato monitoraggio delledinamiche occupazionali deigiovani ingegneri e per il rispet-to delle pari opportunità e dellalibera concorrenza, con parti-colare attenzione all’individua-zione ed eliminazione di even-tuali barriere all’ingresso per igiovani, sarebbe opportuno isti-tuire presso il Consiglio Nazio-nale degli Ingegneri l’Osserva-

torio Nazionale Giovani Inge-gneri (ONGI).

lett.b) FORMAZIONECONTINUA PERMANENTEOBBLIGATORIA: 1 sostegno economico alla for-mazione dei giovani: atteso chei giovani condividono la neces-sità di prevedere un costanteaggiornamento professionaleal fine anche di una sempremaggiore qualità della presta-zione professionale vi è però ilserio problema della sostenibi-lità per i giovani ingegneri deicosti di detta formazione so-prattutto in fase di avvio allaprofessione; occorre, pertanto,utilizzare tutti i canali e le op-portunità di finanziamento se-condo anche le previsioni dicui all’art.10 del D.L. 138/11

“Fondi interprofessionali per laformazione continua”; 2 agevolazioni e Fondo per laFormazione: per gli under 40sarebbe auspicabile una signi-ficativa agevolazione economi-ca sul costo della formazioneobbligatoria tenuta all’internodegli Ordini almeno per i primitre anni di iscrizione, eventual-mente attuata anche attraversol’istituzione di un Fondo per laFormazione opportunamenteattivato a sostegno dei giovani,prevedendo una apposita voceall’interno dei bilanci degli Or-dini; 3 formazione permanente perdipendenti: attivare opportuneconvenzioni tra Ordini e datoridi lavoro per il riconoscimentodi corsi tenuti presso il datoredi lavoro stesso, al fine del rag-giungimento dei crediti per la

formazione permanente degliingegneri non liberi professio-nisti.

lett.c) TIROCINIO: 1 obbligatorietà del tirocinio:occorre una seria ed approfon-dita riflessione sulla opportunitàdi introdurre il tirocinio obbli-gatorio in questo delicato mo-mento storico per la categoriae per il Paese, anche perché, atorto o a ragione, anche il ti-rocinio viene fatto passare co-me barriera all’accesso alla pro-fessione proprio per i più gio-vani; è opportuno rilevare, inol-tre, che in merito alla necessitàdi introdurre il tirocinio obbli-gatorio per tutte le professioninulla dice il D.L.138/11; 2 proposte in caso di obbliga-

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La mozione conclusiva del 56° Congresso del CNI

segue a pag. 8

56° CONGRESSO NAZIONALE DEGLI INGEGNERI

Fare fronte comune perrafforzare il ruolo degliingegneri nella società

e ribadire il loro contributofondamentale come promo-tori della sviluppo del paese.E’ questo il messaggio che halanciato da Bari Paola Mura-torio, presidente di Inarcassa,che però non dimentica ilmomento difficile che sta at-traversando l’Italia e, quindi,anche il mondo delle profes-sioni. “Nel 2000 gli ingegnerierano 140 mila, oggi sono piùdi 230 mila, eppure il montelavoro è diminuito, visto chenel 2009 il fatturato comples-sivo medio di un ingegnereera di 48 mila euro, a frontedei 52.800 dell’anno prece-dente. In generale, nel perio-do in considerazione, vi è sta-ta una contrazione dei redditidei professionisti pari al 5%,mentre è aumentato dellastessa percentuale il numerodei colleghi. E’ evidente dun-que che la torta diventa sem-pre più piccola e c’è sempremeno lavoro”. Si tratta, dun-que, di “Una situazione pre-occupante; anche per questocome Inarcassa abbiamo de-ciso di creare un gruppo dilavoro allargato a tutte le pro-fessioni tecniche, proprio peraffrontare e cercare di risol-vere i problemi dall’interno,

senza per forza aspettare chequalcuno cali la sua manodall’alto”. Per uscire dall’empasse “è ne-cessario creare nuove oppor-tunità di lavoro, soprattuttoper i giovani e le donne, cheormai stanno diventandosempre più importanti e nu-merose nel mondo professio-nale. Purtroppo al giornod’oggi le donne guadagnanoancora in media il 50% in me-no rispetto ai colleghi uominie ciò non è più accettabile”.Ma non solo, per il presidentedi Inarcassa, parallelamentealla ripresa occupazionale,“vanno ricreate le condizioniper una rinascita infrastruttu-rale del Paese, con il recupero

del patrimonio edilizio, inmolti casi fatiscente. Eccoperché l’impegno deve esserecomune e trasversale a tuttele professioni e alle categoriecoinvolte”. Infine, un’annotazione sullostato di salute della cassa diprevidenza degli ingegneri edegli architetti, una previden-za “ancora molto giovane, vi-sto che quasi il 50% degliiscritti è sotto i 40 anni di età,quindi con un’età pensiona-bile piuttosto lontana. Voglioricordare a tutti, in ogni caso,che un migliore sistema pre-videnziale di categoria è pos-sibile soltanto con un’econo-mia stabile e un mercato dellavoro dinamico”.

Paola Muratorio, presidente di Inarcassa

“Per uscire dalla crisi bisogna creare nuove opportunità di lavoro per giovani e donne”

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Gli Ordini degli Ingegnerid’Italia, riuniti in Congressoa Bari dal 7 al 9 settembre

2011 e impegnati a trattare il tema“più ingegneria nel futuro dell’Italia” -In considerazione della complessitàdei temi che riguardano il futuro del-la società e quindi del mondo dellaingegneria e della professione rela-tivamente: - Alle infrastrutture; alla riqualifica-zione ed all’uso consapevole del ter-ritorio; all’energia e alla ricerca dellefonti rinnovabili; alle reti e sistemiinformativi; e, per ultimo, alla riforma della pro-fessione finalmente avviata dal Le-gislatore con il D.L. 138/11, in fasedi conversione, in via generale ritengono che lo svi-luppo del paese debba essere incen-tivato attraverso : - Convincenti politiche di riqualifi-cazione e recupero dell’edificato, de-

clinato nei vari aspetti dell’adegua-mento sismico, dell’efficienza ener-getica, della sostenibilità paesaggisticaed ambientale e della riabilitazionedel tessuto edilizio e sociale, anchemediante interventi di demolizionee ricostruzione e di rimodulazioneed adeguamento delle opere a retee di infrastrutturazione urbana. Il tut-to mediante iniziative che favorisca-no il rapporto pubblico-privato; - Il potenziamento degli interventiinfrastrutturali della rete ferroviariae autostradale, privilegiando il com-pletamento di opere già avviate enon ancora completate - L’ottenimento di investimenti pub-blici e privati per la realizzazione direti telematiche di nuova generazio-ne Considerata la situazione della so-stenibilità energetica e visti i crescentivincoli di bilancio, Chiedono di orientare le politiche di

incentivo prioritariamente verso gliinterventi di risparmio energetico,garantendo in ogni caso un presidiodi tutta la filiera produttiva, privile-giando comunque le fasi di ricercaideazione e progettazione, miglio-rando e correggendo le attuali normeitaliane ed europee in campo ener-getico in particolare di quelle che ri-guardano le modalità e le frammen-tazioni regionali delle attestazioni dicertificazione energetica attualmentenon comprese e non condivise dalcittadino. Chiedono l’emanazione di normetecniche che sovrintendano alla si-curezza dei sistemi e delle reti infor-matiche all’interno della pubblicaamministrazione, nonché la defini-zione delle regole per le aggiudica-zioni degli appalti dei servizi infor-matici, garantendone adeguate di-stinzioni tra progettazione, imple-mentazione e collaudo ed indivi-

duando le specifiche professionalitàcui affidare tali prestazioni. Visto il decreto legge 138/2011, at-tualmente in fase di conversione alParlamento, Considerato che lo stes-so apre a modelli di riforma che lacategoria aveva già da tempo anti-cipato sin dal Congresso di Pescaradel 2009, dimostrando in ciò aper-tura e sensibilità all’innovazione; - considerato che il decreto leggestesso prevede opportunamente en-tro 12 mesi il rinnovo degli ordina-menti professionali; Impegnano il CNI , l’Assemblea deiPresidenti e gli Ordini ad assumereun ruolo propositivo, pervenendo abreve ad una proposta organica diriforma, valorizzando il coinvolgi-mento dei giovani professionisti. Impegnano, inoltre, il CNI, in con-siderazione dell’importanza dei pro-fessionisti nella pianificazione eco-nomica della Nazione, ad intensifi-

care i rapporti con le altre categorieprofessionali al fine di essere consi-derati “parte sociale” alla pari di altrisoggetti. In forza altresì delle aperture mani-festate dal vice-Presidente della Con-findustria,con riferimento al ricono-scimento del ruolo strategico degliOrdini ed alla figura consolidata a li-vello nazionale ed internazionaledell’ingegnere a formazione quin-quennale Chiedono di abbandonareil modello 3+2 concetto ribadito,quest’ultimo, anche dal Preside dellaFacoltà di Ingegneria del Politecnicodi Bari e impegnano il CNI a raffor-zare il dialogo con Confindustria edil mondo accademico. Infine, in continuità con i contenutidella mozione del precedente con-gresso, impegnano il CNI a sostenerequanto indicato nel documento deltavolo permanente “Ingegneri dipen-denti” allegato.

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torietà del tirocinio: in subor-dine, nella ipotesi in cui si ri-tenga comunque imprescindi-bile per la categoria l’obbliga-torietà del tirocinio per l’acces-so alla professione i giovani nepropongono l’introduzione nelrispetto dei seguenti principifondamentali: • durata massima del tirocinio:il tirocinio dovrà avere una du-rata massima di un anno conla possibilità di svolgere partedel tirocinio, a seguito di op-portune convenzioni nazionali,durante il percorso formativouniversitario; in tal caso essodovrà valere anche quale tiro-cinio obbligatorio ai fini delconseguimento della laurea; • collegamento tra esame diStato e tirocinio:in caso di in-troduzione del tirocinio obbli-gatorio esso andrebbe visto, inun’ottica di rivisitazione anchedell’esame di Stato (che dovràessere maggiormente profes-sionalizzante e non meramenteconsiderato come ennesimoesame universitario post-lau-rea), quale inizio di un percorsoprofessionalizzante che si con-clude proprio con l’esame diStato; sarebbe, pertanto, auspi-cabile che almeno una delleprove dell’esame di Stato ri-guardasse proprio i contenutiacquisiti nel periodo di tiroci-nio; • “contratto del tirocinante”:ideazione di un vero e propriocontratto da sottoscrivere al-l’atto dell’avvio del tirocinio eche riportialmeno i contenutidell’attività di tirocinio, l’orariodi attività previsto el’equo com-penso spettante al tirocinantestabilito secondo parametri in-dividuati a livello nazionale;

• attività di monitoraggio:peruna maggiore efficacia del ti-rocinio è necessario procederead un reale e costante monito-raggio e controllo delle attivitàdi tirocinio sia a livello locale(attività di monitoraggio e vi-gilanza che potrebbe essereespletata dagli istituendi “con-sigli di disciplina territoriali”)che nazionale (tramite l’Osser-vatorio Nazionale Giovani In-gegneri); • riduzione del periodo di tiro-cinio: nel caso di passaggio daun settore all’altro o da una se-zione all’altra dell’Albo sarebbeauspicabile prevedere una sen-sibile riduzione del periodomassimo di tirocinio (p.es. 6mesi).

lett.d) COMPENSO SPETTANTE AL PROFESSIONISTA(“è pattuito per iscritto all'attodel conferimento dell'incaricoprofessionale prendendo comeriferimento le tariffe professio-nali”): 1. disciplinare professionale diincarico: a garanzia della qua-lità della prestazione professio-nale e della congruità del com-penso oltre che per una mag-gior tutela, in particolare, deigiovani ingegneri si ritiene op-portuno introdurre l’obbliga-torietà, come parte integrantedel contratto di incarico pre-visto per legge, del disciplinaredi incaricoche metta in relazio-ne il contenuto della prestazio-ne professionale al costo dellaprestazione stessa, prevedendoopportuni standard prestazio-nali minimi.

lett.e) ASSICURAZIONEPROFESSIONALE(“Le condizioni generali delle

polizze assicurative di cui alpresente comma possono es-sere negoziate, in convenzionecon i propri iscritti, dai ConsigliNazionali e dagli enti previden-ziali dei professionisti”): 1 agevolazioni per i giovani: at-tivazione di convenzioni na-zionali tra CNI e compagniedi assicurazione per l’individua-zione di un sistema tariffarioparticolarmente agevolato peri giovani ingegneri e di un si-stema di rating applicato dallecompagnie strettamente legato(attraverso premialità) alla for-mazione continua obbligatoriaed alla qualità della prestazioneprofessionale (anche in ciò po-trebbe essere di notevole aiutoil disciplinare di incarico); 2 massimale polizza:da eviden-ziare l’effetto discriminatorioper i giovani derivante dall’ob-bligatorietà del rendere noto alcliente il massimale della po-lizza stipulata.

AZIONI PER LA TUTELA DEGLI INGEGNERI DIPENDENTIPUBBLICI E PRIVATIPROPOSTA DI MOZIONE CONGRESSUALE

Gli Ordini degli Ingegneri d'Ita-lia, riuniti in Congresso a Baridal 7 al 9 settembre 2011Premesso:• che, in occasione del 550Congresso Nazionale degli Or-dini provinciali degli ingegneria Torino, il giorno 7 settembre2010 l'Assemblea dei Presiden-ti, con delibera n. 10/2010, haapprovato il documento degliIngegneri Dipendenti redattodal gruppo di Lavoro costituitodall'assemblea del 2 luglio2010, demandando nel con-tempo al gruppo di lavoro, tra-sformato in "Tavolo Perma-

nente", l'attuazione dei conte-nuti dello stesso;• che il 550 Congresso nazio-nale degli ingegneri 2010 diTorino 8-9-lo settembre ha re-cepito il documento degli in-gegneri dipendenti nella mo-zione finale che ha evidenziatola rilevanza strategica, per il si-stema ordinistico, di un'azionecorale e coordinata della co-munità degli ingegneri, tesa adaffermare:• il principio secondo cui laprofessione dell'ingegnere siadeclinata dal legislatore in mo-do unitario, come anche pre-visto dalla Commissione euro-pea", sia per i liberi professio-nisti che per i dipendenti equindi possa essere esercitatacon pari dignità sia in regimedi libera professione che di rap-porto subordinato;• l'istituzione in tutti gli ambitidel lavoro dipendente, per gliingegneri che esercitano attivitàprofessionali, del "ruolo pro-fessionale" oltre quello tecnicoamministrativo e manageriale;• che, conseguentemente, l'As-semblea dei Presidenti ed ilCongresso Nazionale hannofornito un preciso indirizzo al-l'attività da svolgere a favoredella comunità degli ingegnerie il tavolo permanente ha trat-tato gli aspetti del lavoro di-pendente declinato sotto ogniforma in cui esso si esplica.Evidenziato:• che gli ingegneri dipendentisono un segmento importantedella categoria dato che il 1°Rapporto sugli Ingegneri in Ita-lia (2011) ha rilevato che al 31dicembre 2010, il numero degliiscritti agli Ordini raggiungequota 228.000 e, se si conside-rano anche gli ingegneri noniscritti, risulta che in Italia la-vorano 323.000 ingegneri di-pendenti dei quali 134.000 so-no iscritti agli Ordini Provin-ciali;• che il "tavolo permanente"ha ribadito la necessità di in-dividuare da parte del CNI mo-dalità operative affinché leistanze degli ingegneri dipen-denti possano trovare ampiacondivisione e rappresentanzaall'esterno;Ritenuto:• che le azioni per la tutela del-l'ingegnere dipendente sonoconcrete ed efficaci in quantofunzionali alla tutela dell'interacategoria professionale nonchédella collettività;

• opportuno indirizzare le azio-ni a sostegno della professionedell'ingegnere dipendente nonsolo verso gli iscritti agli Ordinima anche verso i non iscritticon l'esplicito intendimento difavorirne l'inclusione nel siste-ma ordinistico;• di individuare le azioni da at-tivare al fine di difendere e tu-telare la professione sia per i li-beri professionisti che per i di-pendenti,Decidono di dare concreta at-tuazione a tulle le iniziative adifesa e tutela della professionein linea con il principio secon-do cui "la professione dell'in-gegnere sia declinata dal legi-slatore in modo unitario" e inparticolare:1. tutelare i diritti fondamentaligarantiti dalla responsabilitàprofessionale e, in considera-zione dei principi stabiliti dagliartI. 33 e 35 della Costituzione,difendere il valore legale del ti-tolo di studio;2. individuare e classificare gliambiti tecnici e gestionali neiquali si esplica oggi l'attivitàprofessionale dell'Ingegnere,anche alla luce delle attuali pro-fessionalità nascenti;3. attivare le azioni più oppor-tune di tutela, , per promuoverel'inserimento nell'ambito ordi-nistico di tutti gli ingegneri di-pendenti non iscritti agli ordinianche in materia previdenzia-le;4. dare impulso affinché siaadeguatamente recepito in am-bito legislativo, quanto previstonella Legge n. 190/85, che in-dividua la figura di "prestatoredi lavoro che svolge funzionicon carattere continuativo dirilevante importanza ai fini del-lo sviluppo e dell'attuazione de-gli obiettivi dell'Impresa" conriferimento alla specifica pro-fessionalità dell'ingegnere;• recepire nel quadro normati-vo di riferimento, che al Re-sponsabile Unico del Procedi-mento - preposto a svolgereuna funzione ascrivibile alleprofessioni regolamentate dicompetenza ingegneristica -debbano essere riconosciute lecompetenze professionali cor-rispondenti ed analogamenteper ruoli consimili in ambitoprivato;6. promuovere incontri istitu-zionali con gli organismi com-petenti (ARAN, CNEL, Mini-stero del Lavoro, Ministerodella Funzione Pubblica, Con-

findustria, etc.) per prevedere,nei contratti collettivi di lavoro,una specifica area riservata agliingegneri dipendenti, pubblicie privati i quali svolgono fun-zioni direttive e professionalicon autonomia gestionale etecnica, equiparata alla dirigen-za;7. diffondere nell'opinione pub-blica, mediante una azione ca-pillare di sensibilizzazione deimedia, la consapevolezza chel'ingegnere è esclusivamentecolui che è in possesso dell'abi-litazione all'esercizio della pro-fessione e che la trasformazionedella professione in impresacommerciale influisce negati-vamente sulla qualità e sulla re-sponsabilità nell'espletamentodi delicate funzioni sussidiariee non garantisce un controllodeontologico;• di impegnare il Consiglio Na-zionale degli Ingegneri per laconcreta attuazione delle lineedi indirizzo contenute nel pre-sente documento.

MOZIONE AL 56° CONGRESSONAZIONALE DEGLI ORDINI DEGLI INGEGNERI D'ITALIAIngegneri docenti e sviluppo dell'istruzioneTecnico-scientifica

L'istruzione tecnica e profes-sionale per qualità, concretezzae costante aggiornamento co-stituisce una vera ricchezza peril Paese e contribuisce al suosviluppo fornendo tecnici in-seriti con profitto nell'industriae nelle varie imprese anche co-me dirigenti.L'importanza dell'istruzionetecnica assume particolare ri-levanza essendo riferita al pe-riodo attuale di crisi dell'indu-stria nazionale, caratterizzatada calo della produzione e delleesportazioni, elevati costi ener-getici e di rispetto ambientale,crescente concorrenza dei pae-si industrialmente emergenti.Considerando che l'opera del-l'ingegnere si esplica anche nel-la docenza tecnico-scientifica,si chiede al CNI di continuarea farsi carico delle proposte del-lo SNID (ASSOCIAZIONENAZIONALE INGEGNERIDOCENTI) per la qualificazio-ne scientifica, degli Istituti Uni-versitari, Tecnici e Professionalie degli Ingegneri che vi opera-no.

dott. ing. Marino Zanardoper il direttivo dello SNID

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La mozione conclusiva del 56° Congresso del CNIsegue da pag. 7

56° CONGRESSO NAZIONALE DEGLI INGEGNERI

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PROF. ING. GABRIELE MASERA

PROF. ARCH. GIULIANA

IANNACCONE

L’obiettivo 20-20-20del 2020 promossodall’Unione Europea

(miglioramento dell’efficienzaenergetica del 20%, riduzionedelle emissioni di CO2 di al-meno il 20% e copertura del20% del consumo energeticoda fonti rinnovabili) ha por-tato all’emanazione dellanuova Direttiva sulla presta-zione energetica nell’edilizia(2010/31/UE), che richiedela costruzione di “edifici aenergia quasi zero” a partiredal 31 dicembre 2020. Que-sto significa che tutte le nuo-ve costruzioni dovranno ave-re livelli di consumo moltobassi o quasi nulli e coprirela maggior parte dei consumiresidui con energia rinnova-bile prodotta in situ o nellevicinanze.Nonostante molte sperimen-tazioni e la realizzazione didiversi edifici che mostranola possibilità pratica di rag-

giungere tale standard, man-ca ancora, in molti Statimembri (tranne in alcune re-altà virtuose come Germania,Austria e Svizzera), un’effet-tiva diffusione dei concettipiù avanzati presso gli attoridel settore delle costruzioni.Sulla base di tali presupposti,la Commissione Europea hainteso supportare nell’ambitodel Sesto Programma Qua-dro di Ricerca dell’Unione(FP6) il progetto Smart-ECO(acronimo di SustainableSmart Eco-Buildings in theEU) con l’obiettivo di trac-ciare una visione per gli edi-fici sostenibili all’orizzontetemporale 2020-2030 e iden-tificare le innovazioni tecno-logiche e di processo neces-sarie a implementarla. Il gruppo di ricerca, compo-sto da 14 partner, era coor-dinato dal centro di ricercaBMG di Gävle, Svezia. Il te-am del Politecnico di Milano– Dipartimento BEST, coor-dinato da Marco Imperadori

N. 19 - 1 Ottobre 2011 IL GIORNALE dell’INGEGNERE 9

La complessa metamorfosi delle coperture

SPECIALECOPERTURE

PROF. ARCH. EMILIO PIZZI

La definizione di coper-tura che ci restituisce ilquadro delle normative

che identificano gli elementitecnici di una costruzione sicorrela direttamente agliaspetti geometrici chiamandoin causa i termini di orizzon-tale, sub orizzontale, inclinatoquali aspetti distintivi del si-stema di elementi tecnici chele compongono.In realtà questa definizioneappare alla luce delle trasfor-mazioni della architetturacontemporanea quanto mailimitata. Il dilemma tetto a falde tettopiano che, a partire dal di-battito razionalista, ha per-corso anche in anni recenti itentativi di catalogazione deicaratteri dell’architettura,oscillando di volta in voltatra tradizione e modernità,sembra essere sempre piùinopportuno di fronte ad at-teggiamenti progettuali chehanno sovvertito la formadella costruzione.Il disegno della copertura èoggi parte integrante delloinviluppo dei fronti di un edi-ficio e la morfologia della co-struzione trae gran parte dellasua suggestione da andamen-ti complessi del suo skyline.Paradossalmente si può direche attraverso il disegno e lamodellazione delle formedella copertura si viene ge-nerando anche una nuovacomplessità dell’edificio.Questa riscoperta del tetto,non più semplice riparo oelemento tecnico conclusivodi una costruzione che gio-cava il suo ruolo prevalente-mente con l’immagine dellesue facciate richiama alla me-moria le parole di un manua-lista di fine ottocento che cosìsi esprimeva a proposito delleregole progettuali di una co-pertura:“Nello studiare le piante diun progetto bisogna prende-re in considerazione dappri-

ma quali siano i muri neces-sari per sorreggere il tetto, einsieme, la forma e la costru-zione del tetto dalle quali di-pende la disposizione di que-sti muri maestri.” “Quantopiù regolari sono nella loropianta i corpi di fabbrica,quanto più estesi nella lorolunghezza, tanto più semplicee poco costosa riesce la co-pertura generale dell’edificio”Archimede Sacchi.Questo richiamo alla atten-zione per la forma della co-pertura e per la sua regolaritàgeometrica quale premessaper lo sviluppo dell’interoprogetto costruttivo di unedificio appare quanto maidi attualità, nel momento incui il sistema delle copertureviene direttamente coinvoltoda richieste di nuove spazia-lità.La complessa riflessione suisottotetti ed il loro riuso at-traverso la diversa reinterpre-tazione dei volumi al di sopradella costruzione, così comela riscoperta della qualità di

spazi “en plein air” a direttocontatto con il cielo, ma an-cor più la ricerca di nuovi epiù articolati inviluppi nel for-nire risposte a nuove funzio-nalità di tipo collettivo, stan-no conducendo a una pro-fonda revisione delle consue-tudini progettuali favorendola ricerca di nuovi materialie nuovi paradigmi tecnolo-gici.Accanto alle nuove opportu-nità spaziali, concorrono inol-tre a definire la nuova com-plessità delle coperture, an-che le mutate esigenze rela-tive agli aspetti di sostenibilitàambientale.Il tetto e le sue caratteristichedi esposizione ne fanno unluogo privilegiato per l’utiliz-zo e lo sfruttamento razionaledell’energia solare. Allo stessomodo il problema del re-ir-raggiamento da parte dellegrandi superfici di coperturacon l’aumento delle tempe-rature al contorno (fenomenodell’Isola di calore) tendesempre più a favorire solu-

zioni orientate all’uso di ver-de pensile e l’impiego di ma-teriali dalle alte caratteristichedi riflettanza. A fronte di que-sti fattori di mutamento oc-corre tuttavia non dimenti-care come il sistema di co-pertura sia interessato in mo-do rilevante dai fenomeniconnessi dalla raccolta e al-lontanamento delle acquemeteoriche e dai problemi diaccumulo della neve.Altrettanto dicasi per i pro-cessi di invecchiamento dellesuperfici a causa della mag-giore esposizione al soleggia-mento.La progettazione dei sistemidi copertura permane dun-que un tema complesso checoinvolge oltre che la staticadell’edificio anche il rapportoedificio impianti, laddove ilsistema di copertura costitui-sce sempre più spesso il ter-minale di molti dei sistemiimpiantistici ma anche partedecisiva per un corretto equi-

Il progetto Smart-ECO

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Coperture e forme complesse.Nuovi sistemi logici-organizzativiPROF. ING. ARCH. PIERPAOLO

RUTTICO

Un nuovo paradigmaCosa rende un edificio “di-namico”? Difficile trasmetterel’idea di movimento con unedificio, che di per sé è sta-tico. E perché, oggi più di untempo, cerchiamo di rappre-sentare il “movimento” e lanon-linearità in architettura?

Ci si può chiedere che sensoabbia riferirsi al concetto di“realtà piegata” di Gilles De-leuze, o a che cosa porti spe-culare sulle teorie del caos edelle dinamiche non-lineari.Ci si può interrogare sulleprevedibili argomentazionidella biologia evoluzionisticae, forse, trovare una risposta

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Santa Caterina Market, Barcelona, Spain

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nella morfogenesi. A mio av-viso ci dev’essere una ragionepiù profonda che ci attrae esi nasconde nei meccanismiformali della composizione.Ciò che è chiaro è l’impor-tante ruolo che giocano l’in-formatica e la matematica nelrendere possibile la genera-zione di sistemi logici-orga-nizzativi competitivi rispettoa quelli dell’architettura mo-derna.Avendo a disposizione nuovegeometrie e nuovi strumentiper governarle è infatti pos-sibile facilitare il processocreativo. Il concetto di “linea”scompare, le colonne si bi-forcano, curvano e diventanotravi, i solai piegano e diven-tano muri e coperture. Spe-rimentiamo nuovi tipi di con-cezione spaziale nei qualiesterno e interno, cielo e ter-ra, concavo e convesso, sonoil riflesso di un unico spazio

fluido e indefinibile. Graziealle tecnologie digitali e allemacchine a controllo nume-rico possiamo fabbricare e as-semblare forme sempre piùcomplesse e generare archi-tetture straordinariamenteespressive.Da qui l’impossibilità, in que-sto focus sulle coperture, diisolare l’argomento “coper-ture di forma complessa” ri-spetto ad una trattazione piùampia. Le coperture diven-tano parte del tutto, dove iltutto è più della somma dellesingole parti.Progettare e realizzare formecomplesse implica che inge-gneri e architetti adottino unnuovo metodo di lavoro,aperto a nuovi sistemi di or-ganizzazione, dove i confinitra le discipline svaniscono ele competenze si trasmettonoquasi per osmosi. Capita chegli ingegneri diventino artistie gli architetti programma-tori, o viceversa. Un tale pro-cesso, così integrato e alta-mente specializzato, aprenuove frontiere e stimolantisfide. Perché ciò avvenga,nelle università di tutto ilmondo i programmi dei corsistanno cambiando; nelleschool di ingegneria-archi-tettura si insegnano proget-tazione computazionale e pa-rametrica, fabbricazione di-gitale e robotica, tecnologiadei materiali innovativi e “in-telligenti”, automazione, vi-sual thinking e analisi forma-le. Le importanti società diprogettazione si organizzanoformando laboratori di ricer-ca e sviluppo; in ambienteuniversitario nascono labo-ratori spin-off che si dedicanoalla sperimentazione e forni-scono consulenza ad aziendee gruppi di progettazione.

“Shaping”, “Generating”… “Finding form”Per quanto schematizzabile,l’approccio per progettareforme complesse può tende-re a due logiche contrappo-ste.La prima consiste nel ridurreal minimo il materiale utiliz-zato arrivando a generare laforma geometrica essenziale– generating-form, la secondaconsiste nel far emergere siale condizioni minime perchéle forze si distribuiscano cor-rettamente, sia le condizioniperché si manifestino nuovisistemi organizzativi, arrivan-do a dar “forma libera” – sha-

ping-form.Nel primo caso l’uso del ma-teriale è ottimizzato, ma ognideviazione dal sistema è pre-clusa, basti pensare alle strut-ture geodetiche di Buckmin-ster Fuller. Nel secondo casosi può arrivare ad architetturasovra codificata che godedell’eccesso di materiale e disovrastrutture.Tra questi due poli si posi-zionano le forme emergentidell’architettura contempo-ranea. Negli ultimi dieci anni il mer-cato ha promosso ogni tipodi sperimentazione. Da ap-procci “top-down”, dove laforma è “a priori” e l’ottimiz-zazione strutturale non con-sente cambiamenti formali -l’architettura di Frank Gehrypuò essere un riferimento, aprocessi “bottom-up”, dovealgoritmi evolutivi interpre-tano le condizioni al contor-no e generano la forma chemeglio si adatta alle datecondizioni di carico - adesempio le strutture “Flux”di Mutsuro Sasaki. Tra i due estremi si può col-locare il processo iterativo di“form-finding”, che, attraver-so dei compromessi, lasciaspazio sia al libero arbitrio siaall’ottimizzazione strutturale.Seguendo questo processo,la forma iniziale può essereconcepita con approccio in-tuitivo e con l’aiuto di mo-delli fisici o di software dimodellazione tridimensiona-le. Le combinazioni tra curvedirettrici e generatrici (soli-tamente “NURBS” - NonUniform Rational B-Splines),concepite come supporti li-beri di muoversi nello spazio,danno luogo a forme geome-triche complesse e strutturespaziali ad elevato grado diiperstaticità. Il modello digi-tale che si ottiene viene ana-lizzato agli elementi finiti e,una volta individuate le cri-ticità, lo si approssima adat-tando le “curve guida” e lesuperfici a configurazioni ot-timali, quindi si verifica nuo-vamente agli elementi finitie così via. Il processo è rei-terativo e continua fino alraggiungimento di una solu-zione soddisfacente. Va dettoche, ad oggi, l’analisi struttu-rale non-lineare risulta diffi-cile da dominare, occorremolta potenza di calcolo.Inoltre, stabilire se il dominiosia reale o fittizio è una pre-occupazione costante. Que-sto è uno dei motivi per cui

librio edificio-impianti.Le prospettive di questotrend evolutivo, che coinvol-ge non solo le nuove costru-zioni ma anche il recuperodi edifici esistenti, richiedonoin primo luogo nuovi stru-menti progettuali per la pa-rametrizzazione di formecomplesse e la scomposizio-ne in componenti elementariin grado di offrire risposteadeguate alle problematichedi esercizio.Secondariamente lo sviluppodi conoscenze sull’impiegodi materiali non convenzio-nali che andranno ad affian-carsi alle tecnologie esistentie con essi la definizione dinuovi pacchetti di soluzionitecniche capaci di riscrivereuna nuova regola dell’arte at-traverso soluzioni collauda-te.L’architettura che si alimentadi continuo di principi di in-novazione non può prescin-dere ancora una volta dalla

necessità di un approccio in-tegrato tra le diverse discipli-ne coinvolte nell’affrontarequella che si profila essereuna sfida verso la definizionedi un habitat futuro capacedi risolvere le contraddizionidella città moderna in fun-zione di una migliore qualitàdel vivere.In questo processo sarà im-portante supportare le nuovefigurazioni progettuali con losviluppo di ricerche applicate,da un lato finalizzate ad of-frire strumenti di governo

progettuale delle soluzionicomplesse e dall’altro volte avalidare le performance com-plessive e a testare il gradodi affidabilità nel tempo diquanto il mondo produttivosarà in grado di offrire in ter-mini di innovazione.

prof. arch. Emilio Pizzi Dipartimento BEST,

Politecnico di MilanoPreside della Scuola

di Ingegneria Edile-Architettura

del Politecnico di Milano

10 IL GIORNALE dell’INGEGNERE N. 19 - 1 Ottobre 2011

COPERTURESPECIALE/La complessa metamorfosi delle coperture

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Coperture e forme complesse. Nuovi sistemi logici-organizzativi

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Analisi della curvatura

Struttura - Elementi Di Connessione

Giornale 19_2011_Layout 1 23/09/11 17.40 Pagina 10

PROF. ING. MATTEO FIORI

Le Corbusier, già nel1923, scrive nel fonda-mentale testo “Vers

un’architecture”: “l’effetto chesi ottiene utilizzando un giar-dino pensile è quello di unamassa termoregolatrice, (incui) radici e sabbia lascianofiltrare l’acqua lentamente. Igiardini pensili diventano opu-lenti: fiori, arbusti e alberi, pra-to. In generale per una città itetti-giardino significano il ri-scatto di tutte le superfici edi-ficate.” Partiamo da questa ci-tazione per capire come, an-che se storicamente, nellamaggior parte dei casi, la fi-nalità era esclusivamente di ti-po estetico o connessa allafruizione dei luoghi, sia pos-sibile progettare il verde pen-sile anche con funzioni diffe-renti. Esempi finalizzati in talsenso sono le coperture sto-ricamente utilizzate in Irlandae Scandinavia con funzione ditermoregolazione.È necessario, tuttavia, atten-dere gli ultimi decenni del1900 per avere una vera con-sapevolezza delle effettive op-portunità offerte dall’utilizzodel verde pensile e quantifi-carle mediante misure (pur-troppo effettuate quasi sola-mente all’estero) e/o model-lazioni.Ora, infatti, il verde pensileviene progettato, oltre che perfini estetici e di fruizione delluogo, sempre necessari esempre importanti, anche persvolgere attività di mitigazioneambientale. Esse rappresenta-no quindi un utilissimo stru-mento in termini di progetta-zione di edifici “zero carbonhouse”.Infatti esso:• riduce in maniera sostanzialela quantità di acqua di originemeteorica che defluisce nel si-stema fognario pubblico, al-leggerendone il carico idrico;ne rallenta la velocità (la goc-cia d’acqua deve prima attra-versare tutto lo strato coltu-rale) riducendo, di conseguen-za anche la necessità di rea-lizzare vasche di prima piog-gia. Questa funzione si attuain quanto lo strato colturaleriduce e rallenta il flusso di ac-qua uscente mediante il feno-meno dell’assorbimento. Unacopertura a verde può ridurreil carico idrico uscente fino al100% rispetto a quello entran-te;• interagisce con il clima ester-no, diminuendo la tempera-tura dell’ambiente esterno, mi-nimizzando il fenomeno del-l’isola di calore e riducendo latemperatura degli agglomeratiurbani. Questa funzione si at-tua in quanto lo strato coltu-rale, anche grazie ai propriprocessi vegetativi, assorbeenergia e riduce la riflessionedel sole. Le città, anche digrande dimensione (si pensia Tokio e a Londra), che at-tuano strategie dove i giardinipensili svolgono una funzionein tal senso sono sempre innumero maggiore;• rallenta e riduce il carico ter-mico entrante negli ambientiinterni, sia attraverso un in-cremento dell’inerzia termica,sia attraverso i naturali mec-canismi di funzionamento del-la vegetazione, tipicamenteevapotraspirazione e ombreg-giamento. La temperatura del-la superficie esterna di una co-pertura a verde, infatti, è dicirca 20/25°C rispetto ai circa70°C di una copertura pianacon impermeabilizzazione avista;• disperde gli inquinanti e ri-sulta uno strumento moltoutile per la pulizia dell’arianell’ambiente urbano; se cor-rettamente progettata la ve-

getazione che si sviluppa, rie-sce a trattenere le polveri tra-sportate a una certa quota dalvento che si depositano su diessa e a trattenere le sostanzenocive che vengono assorbitedal processo di fotosintesi del-le piante;• è un luogo naturale dove al-cune specie di piante e animalipossono trovare un habitat esvilupparsi in sintonia conl’ambiente, favorendo, quindicondizioni di biodiversità.

È del maggio 2007, la norma-tiva UNI 11235 “Istruzioni perla progettazione, l’esecuzione,il controllo e la manutenzionedi coperture a verde” che for-nisce chiare linee guida per ilprocesso edilizio di realizza-zione delle coperture a verde,indicando anche obiettivi, ca-ratteristiche dei materiali e re-sponsabilizzando quindi tuttigli operatori che intervengononelle varie fasi.Un corretto processo di pro-gettazione prevede, come pri-ma fase, la definizione degliobiettivi.Nel caso della progettazionedi una copertura a verde, gliobiettivi principali sono:1. fruibilità della copertura:realizzazione di uno spazio at-to allo svolgimento di attivitàall’aperto;2. fruibilità visiva: realizzazionedi un elemento avente valenzapuramente architettonica;3. variazione delle prestazioniambientali interne dell’edificio:la copertura viene principal-mente utilizzata come ele-mento di mediazione fra am-biente esterno e ambiente in-terno, in genere legato alla tra-smissione dei flussi termici e

idrici;4. variazioni delle condizionidi contesto ambientale esternoall’edificio: la copertura vieneprogettata, specificamente, inrelazione alla sua capacità diregimazione idrica, di mitigarela temperatura dell’ambienteesterno (isola di calore), di as-sorbire polveri o di costituireun elemento di assorbimentoacustico;5. compensazione ambientale:una copertura a verde, intesacome un elemento ambientalecomplesso, ha la capacità direstituire integralmente o par-zialmente le valenze che il si-stema ambientale originarioconferiva al contesto.Come è possibile compren-dere da quanto sopra esposto,si tratta, di volta in volta, diottimizzare un aspetto rispettoad altri, tenendo comunquepresente che tutti, in ogni ca-so, entrano in gioco.La scelta di un obiettivo pre-valente ha come conseguenzala definizione della tipologiadi verde pensile da utilizzare.Due sono quelle principali:• copertura a verde estensivo,che viene normalmente uti-lizzata con funzioni di varia-zione delle condizioni am-bientali interne ed esterne al-l’edificio. Normalmente, l'ac-cessibilità della copertura è disola manutenzione e la fruibi-lità è ridotta. I pesi variano dacirca 100 daN/m2 a circa 200daN/m2, gli spessori giungonofino a 15 cm e la vegetazioneutilizzata è a bassissima o bas-sa manutenzione (sedum, er-bacee, erbacee perenni e ar-busti copri suolo). Le speciesono caratterizzate da una ele-vata esistenza agli stress idrici

e termici, sia invernali che esti-vi;• copertura a verde intensivo,che viene utilizzata soprattuttoai fini di fruibilità della coper-tura come spazio per attivitàall’aperto ed a fini estetici. Ipesi partono da circa 200daN/m2, gli spessori da circa15 cm e giungono fino a circa80 cm e la vegetazione utiliz-zata è a media o alta manu-tenzione (erbacee, erbacee pe-renni, arbusti, suffrutici, cespu-gli alberi).Si vuole precisare che la di-scriminante fra le due tipolo-gie, intensiva o estensiva, nonè costituita tanto da spessori,pesi o tipo di vegetazione madall’intensità della manuten-zione.La stratificazione tipo di unacopertura a verde comporta,al di sopra dell’elemento di te-nuta, la presenza dei seguentielementi:• l’elemento di protezione al-l’azione delle radici (che puòessere integrato nell’elementodi tenuta), normalmente rea-lizzato con membrane sinte-tiche o in bitume polimero;• l’elemento drenate, realizzatoo con elementi prefabbricati(geosintetici tridimensionali)o con aggregati sfusi (perlite,argilla espansa, ecc.);• l’elemento filtrante, realizzatocon geosintetici non tessuti;• lo strato colturale, realizzatocon terreni normalmente am-mendati con elevate caratte-ristiche di porosità, permea-bilità e capacità di campo,oltre ovviamente alla vegeta-zione.Come si può capire da questa

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COPERTURESPECIALE/

molte strutture complesse so-no sovradimensionate.

Discretizzazione di forme compessePredisporre la struttura allasua produzione comportauna serie di valutazioni prin-cipalmente economiche edestetiche, che si riflettono nel-la scelta del tipo di discretiz-zazione. In funzione dell’ana-lisi geometrica si ipotizzanodiverse tipologie di appros-simazione delle superfici. Nelcaso in cui le superfici delmodello di partenza siano acurvatura semplice, il proces-so di generazione di sotto-strutture e di pannellizzazio-ne è relativamente semplice- ad esempio le superfici ri-gate sviluppabili possono es-sere distese su un piano sen-za stiramenti o lacerazioni.Nel caso in cui le superficisiano a doppia curvatura, ilprocesso diventa complesso.Si può procedere alla realiz-zazione diretta tramite stam-pi, un processo che mantienela fluidità delle superfici, mache tuttavia è molto costosoe per questo si cerca di limi-tare; nell’industria navale, adesempio, le formature a caldosi riducono al 20-25%. In al-ternativa le superfici si pos-sono approssimare tramitesuddivisione in elementi pia-ni, come triangoli o figurepoligonali planari, che dise-gnano motivi sovracodifican-do l’immagine della superfi-cie. Un altro metodo prevedel’approssimazione con super-fici rigate sviluppabili. In que-sto caso, per ottenere un ef-fetto di fluidità, occorre ge-stire la densità della parame-trizzazione in funzione dellacurvatura. Lungo i bordi del-le superfici adiacenti si pre-sentano infatti discontinuitàdi tangenza che è importantesaper approssimare a valoricostanti. Aumentando adesempio il numero di super-fici rigate all’aumentare dellacurvatura gaussiana si riducel’effetto di segmentazione;uno dei vantaggi è quello dipoter utilizzare le generatricicome luogo per posizionarestruttura, giunti, elementi diconnessione.

Progettazione parametrica,fabbricazione digitale e assemblaggioIl successo di una coperturaa geometria complessa nonpuò prescindere da questioniche vengono da lontano, co-me le risposte all’accumuloe smaltimento di acqua, nevee ghiaccio, agli effetti delledisuniformi dilatazioni termi-che o agli irregolari cedimen-ti delle fondazioni. Ogni ma-teriale e sistema costruttivoprevede dei comportamentie ha dunque delle limitazioni- ad esempio i raggi minimidi curvatura meccanica, i ca-richi massimi consentiti, leluci di impiego, le dilatazionitermiche, la tenuta idraulicao l’elasticità del sistema. Èdunque necessario progettaregli elementi di una struttura

con la consapevolezza di po-ter adattare dimensioni e tol-leranze al variare dei dati iningresso. Grazie ai softwareparametrici è possibile con-trollare la geometria deglielementi in modo flessibile edinamico. Ogni parametro,se modificato, influenza au-tomaticamente la variazionedi tutto il sistema. La proget-tazione parametrica non ri-guarda soltanto l’oggetto insé, ma coinvolge lo spazioentro cui gli oggetti sonocontenuti e informati.Grazie alle macchine a con-trollo numerico e ai pro-grammi di “nesting”, che mi-nimizzano gli sfridi, la pro-duzione di massa di elementiunici diventa un processosempre più competitivo ri-spetto alla produzione seriale.Per l’assemblaggio invece,penso agli elementi di con-nessione, ci vorrà del tempoperché il processo possa es-sere industrializzato. In molteuniversità e centri di ricercasi sperimenta l’assemblaggiorobotico. Rimangono per orairrisolte le questioni legateall’elasticità del braccio ma-nipolatore, che genera im-precisioni sia nel trasferimen-to delle forze tra end-effectore materiale da piegare, sia nelposizionamento dell’end-ef-fector al ripetersi delle lavo-razioni. Da non sottovalutareè inoltre l’onerosità della pro-grammazione di complessischemi di assemblaggio. Unainteressante linea di ricercaè lo studio di dime e stampidinamici che variano le con-figurazioni a controllo nume-rico. Un altro modo per im-piegare i robot è utilizzarlicome stampanti tridimensio-nali - questo secondo alcunipotrebbe cambiare radical-mente il modo di concepiree realizzare gli edifici.

Dal “Problem solving” al “Problem caring”La possibilità di stabilire dellerelazioni tra diversi sistemilogici - organizzativi contri-buisce a definire il nuovo pa-radigma dell’architettura con-temporanea. Ogni sistema lo-gico, invece di preoccuparsidi ottimizzare uno specificoscenario, informa gli altri si-stemi e si orienta ad una ot-timizzazione multi-parame-trica del“tutto”. Le logiche diaggregazione spaziale e di ot-timizzazione strutturale edenergetica concorrono a de-finire un unico sistema basatosulla “performance”.Detto ciòrimane aperta la questionesul libero arbitrio. Da AlvarAalto a Frank Gehry l’inten-to è stato quello di usare ilmovimento come alternativaall’ornamento. La sfida forsepiù difficile è quella di farconvergere struttura e archi-tettura in un unico “movi-mento”, mantenendo tuttaviala dimensione percettiva dellaspontaneità e dell’immedia-tezza.

prof. ing. arch. Pierpaolo RutticoIngegneria dei Sistemi Edilizi,

Politecnico di Milano

Le coperture “a verde”

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Pannellizzazione

Giornale 19_2011_Layout 1 23/09/11 17.40 Pagina 11

PROF. ARCH. TIZIANA POLI

Il problema dell'aumento delletemperature medie giornalierein spazi urbani rispetto ad areerurali è noto da tempo (Oke,1987). Il fenomeno dell'urba-nizzazione progressiva con ilsuo conseguente cambiamen-to dell'uso del suolo e la pres-soché scomparsa della vege-tazione nelle città, ha portatoalla formazione dell'isola di ca-lore1 il cui effetto più evidenteè la presenza di un gradientedi temperatura più marcato ri-spetto alle aree non urbaniz-zate. Il fenomeno isola di ca-lore ha diverse cause (Rizwanet al., 2008): la carenza di ve-getazione e ventilazione, il ca-lore prodotto dalle attivitàumane, l'elevato assorbimentodella radiazione solare, e il trat-tenimento del calore dovuto

all'inerzia termica della città.In particolare, la radiazione so-lare che entra nei canyon ur-bani (fra un edificio e l'altro),vi rimane intrappolata. I processi di scambio di ener-gia nelle città sono modificatidalla presenza di edifici e altrestrutture di origine antropicanei seguenti modi:- le aree urbane riflettono me-no radiazioni ad onde corte(fenomeno dovuto alla catturae alle riflessioni multiple tra lesuperfici edilizie);- i materiali utilizzati nelle areeurbane hanno una elevata ca-pacità termica (con un accu-mulo di calore da parte degliedifici di giorno e il successivorilascio nelle ore notturne);- le superfici impermeabili so-no aumentate e questo feno-meno, combinato con mate-riali di una capacità termica

elevata, significa che una mag-giore quantità di calore vieneassorbito e riemesso (Harmanet al. 2004);- la morfologia degli edifici(forme complesse concavee/o convesse) incide sul flussotermico sensibile e determinai cambiamenti nello scambiodi calore con l'aria sovrastan-te;- gli edifici e il traffico costi-tuiscono fonti antropiche dicalore;- il raffreddamento per eva-porazione è ridotto a causadella riduzione delle superficitrattate a verde e di conse-guenza il flusso di calore la-tente è relativamente piccolo;- i flussi di calore sensibile po-sitivi sono più probabili neiperiodi notturni in luoghi den-samente abitati.Le conseguenze del manife-starsi del fenomeno isola dicalore sono riconducibili adun discomfort termico in spa-zio aperto localizzato (alla mi-croscala), un aumento del fab-bisogno energetico annualeper il raffrescamento (con unaumento del picco nella do-manda di energia2) e una di-minuzione di quello per il ri-scaldamento, oltre la difficoltàa smaltire lo sostanze inqui-nanti presenti in area urbana.Diverse sono le tecniche dimitigazione dell'isola di calo-re:- l'aumento della riflettanzadelle coperture;- l’utilizzo di coperture trattatea verde;- l’aumento della riflettanzadelle pavimentazioni stradali;- l'utilizzo diffuso di alberi esuperfici trattate a verde (Liue Baskaran, 2004);- la progettazione della cittàin modo da favorire i moticonvettivi. Il fenomeno richiede un ap-proccio globale per la mitiga-zione del fenomeno isola dicalore, ma il trattamento dellesole coperture può essere si-

gnificativo (purché l’area diintervento sia diffusa3 e l’in-tervento sia programmato neltempo). Levinson et al. (2005)stimano che negli USA l’ado-zione di coperture caratteriz-zate da superfici con elevataalbedo possano ridurre il fab-bisogno di energia annuale diun edificio per la climatizza-zione di circa il 20%. Studi re-centi dimostrano che sosti-tuendo 100 m2 di un tetto scu-ro con una copertura rifletten-te si possa avere una riduzionedi emissioni di CO2 di 10 t(Akbari et al., 2008). Si calcolache un aumento dell'albedodelle coperture e una politicadi inverdimento diffusa a LosAngeles possano ridurre di3÷4°C la temperatura nel pe-riodo surriscaldato, e portarequindi a un fabbisogno dienergia per la climatizzazioneinferiore del 20÷30%, e a uncarico di picco inferiore del40% (Akbari, 2005).Un'altra possibile strategia dimitigazione dell'isola di caloreè l'incremento delle superficievapo-traspirative diffuse (co-perture a verde). La presenzadella vegetazione può miglio-rare le condizioni microclima-tiche grazie ad una sensibilediminuzione delle temperatu-re che avviene principalmenteattraverso la riduzione dellaradiazione solare incidente suedifici ombreggiati da vegeta-zione, e i processi di evapo-traspirazione (Takebayashi etal., 2007). Le coperture a ver-de possono quindi rappresen-tare una superficie filtrante si-gnificativa nelle città e il lorocontributo è in funzione dellatipologia di vegetazione usata.La loro efficacia (Poli et al.,2007) è stimabile in un abbat-timento della temperatura nelperiodo estivo a quota +1.5m (caratterizzante i fenomenidi comfort termico) pari a cir-ca 2°C4. Risultati simili sonoottenuti da Alexandri e Jones(2008), valutando anche il ver-

de verticale.Lo sviluppo di città sostenibilirichiede una visione più com-plessa in fase di progettazionedell’edificio. Non è sufficientedefinire quanto consumo e lariduzione del suo fabbisogno,ma tale analisi deve essere as-sociata ad una riduzione delsuo impatto alla scala urbana.

prof. arch. Tiziana PoliDipartimento BEST

Professore Associato di Architettura Tecnica, Politecnico di Milano,

NOTE1 Il testo riprende e restituisce i con-tenuti di un progetto PRIN dal titolo“SENSE. Smart Building ENvelopefor Sustainable Urban Environ-ment”, finanziato e attualmente incorso (coordinatore nazionale: An-drea De Lieto Vollaro, Università LaSapienza - Dipartimento di FisicaTecnica; gruppo di lavoro: UniversitàLa Sapienza - Dipartimento di FisicaTecnica, Politecnico di Milano - Di-partimento BEST, Politecnico di Mi-lano - Dipartimento DIAP, CNRIBIMET - Bologna) 2 Akbari et al. (2001) osservano, pergli USA, che la domanda di picco dienergia elettrica aumenta del2÷4%/°C, al di sopra dei 20°C ditemperatura dell'aria esterna. ATokio, a partire dai dati forniti dal ge-store della rete elettrica, è stato re-gistrato un incremento delladomanda di picco di energia elettricapari a circa 3%/°C in un campo ditemperatura dell'aria esterna com-preso fra 22°C e 30°C circa e pari a5.66%/°C per temperature oltre31°C (Kikegawa et al., 2003).

3 Ad esempio per la città di Milano,l’area che si sviluppa lungo la diret-trice Viale Monza, Sesto San Gio-vanni e Monza, potrebbe riportare,in luogo del nuovo PGT, indicazioniin merito alla mitigazione dell’isoladi calore per gli interventi di nuovacostruzione e recupero, favorendo lesoluzioni di coperture fredde o trat-tate a verde).4 Il riferimento è alla città di Milano.

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COPERTURESPECIALE/Le nuove frontiere prestazionali: la mitigazione del fenomeno isola di calore

Riferimenti bibliograficiAlexandri, E., and P. Jones. 2008. Temperature decreases in an urban canyon due to green walls and green roofsin diverse climates. Building and Environment43, (4): 480-493.Akbari, H., S. Menon and A. Rosenfeld.2008. Global cooling: increasing world-wide urbanalbedos to offset CO2.ClimaticChange, DOI10.1007/s10584-008-9515-9.Akbari, H., 2005. Energy Saving Potentials and Air Quality Benefits of Urban Heat Island Mitigation.in Proceedingsof First International Conference on Passive and LowEnergy Cooling for the Built Environment, Athens, Greece, May17-24,2005.Harman, I. N., M. J. Best, and S. E. Belcher. 2004. Radiative exchange in an urban street canyon. Boundary-LayerMeteorology 110, (2): 301-16.Levinson, R., H.Akbari, S. Konopacki and S. Bretz. 2005a. Inclusion of cool roofs in nonresidential Title 24prescrip-tiverequirements. Energy Policy33(2):151-170.Liu, K.K.Y., and B.A. Baskaran. 2004. Green Roof Infrastructure - Technology Demonstration, Monitoring and MarketExpansion Project, (B1054.1) URL:http://irc.nrc-cnrc.gc.ca/pubs/fulltext/b1054.1/Oke, T.R. 1982. The energetic basis of the urban heat island, Quarterly Journal of the Royal Meteorological Society108: 1-24Oke, T.R. 1987. Boundary layer climates, Methuen, London-New YorkPoli, T., M. Fiori, L.P. Gattoni, D. Zappalà, P. Dagna. 2007b. Breathing of City. Green Envelope Influence on Micro-climate Change in Milan.Proceedings ofL'involucroedilizio.Una progettazione complessa. Ancona, Firenze: Alinea,p. 479-488Poli, T., L.P. Gattoni, R. Paolini, G. Pansa, M. Favaron, S. Pilati. 2009. The Influence of the Urban Heat Island overBuilding Energy Demand: the Case ofMilan. In: The seventh International Conference on Urban Climate. Yokohama,Japan, 29 giugno - 03 luglio 2009, ICUC 7, p. 1-4Rizwan A.M., Dennis Y.C.L., and Liu C. 2008, A review on the generation, determination and mitigation of UrbanHeat Island, Journal of EnvironmentalSciences 20: 120-128

segue da pag. 11

Le coperture “a verde”

breve presentazione, la valen-za pubblica delle coperture averde è molto importante. Diconseguenza l’intervento dienti pubblici, sia nell’utilizzodiretto in edifici pubblici sianell’inserimento di specificiobblighi nei propri regola-menti edilizi (come, ad esem-pio, nella città di Bolzano), èstrategico.

prof. ing. Matteo FioriArchitettura Tecnica, Dipartimento BEST,

Politecnico di Milano

BibliografiaFiori M. (a cura di), Coperture a verde.Ricerca, progetto ed esecuzione perl’edificio sostenibile, Editrice LibrariaUlrico Hoepli, Milano, 2011Lazzarin, R.M., Castellotti F., Busato F.,Experimental measurements and nu-merical modeling of a green roof in“Energy and Buildings”, 37, 2005, pp.1260-1267Liu, K., Baskaran B., Thermal perfor-mance of green roofs through field eva-luation, in Proceedings of 1st NorthAmerican Green Roof Conference: Gree-ning Rooftops for Sustainable Commu-nities, Chicago, 29-30 May 2003, TheCardinal Group, Toronto, 2003, pp. 273-282.Santamouris M., Analysis of the greenroof thermal properties and investiga-tion on its energy performance, in Ener-gy and Buildings, 33, 2001, pp. 719-729.Grimmond C. S. B., Oke T. R., “Aero-dynamic Properties of Urban Areas De-rived from Analysis of Surface Form”Journalof App. Meteorology, 38, 1999,pp. 1262-1292.Oke T.R., ”Boundary Layer Climates”,Routledge, Cambridge, 1987.

Il ruolo delle coperture nella mitigazione del fenomeno isoladi calore (fonte: earthobservatory.nasa.gov)Il bilancio energetico alla scala urbana (fonte: awhasyim.wordpress.com)

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N. 19 - 1 Ottobre 2011 IL GIORNALE dell’INGEGNERE 13

COPERTURESPECIALE/

PROF. ING. SERGIO CROCE

Le coperture continuehanno subito negli anniuna notevole evoluzione

che ha riguardato sia i materialiche i sistemi costruttivi.Ciò ha investito in particolareil settore delle membrane im-permeabili, sia sintetiche chebituminose, il cui miglioramen-to ha consentito di raggiungerepotenzialità di durata estrema-mente elevate. Si parla di po-tenzialità in quanto il progetto,abbastanza frequentemente, neriduce l’entità anche in modoconsistente. Non risulta ancorachiaro a molti che il progettodelle coperture, e in particolaredi quelle continue, richiede co-noscenze specialistiche. Il rife-rimento capitolare è spesso ba-nalizzato con dizioni genericheche non chiariscono le carat-teristiche prestazionali dellemembrane (Tabella 1).Una voce di capitolato generi-ca lascia all’impresa una discre-zionalità che non può che por-tare a situazioni di rischio, es-sendo l’impresa portata a ri-durre al minimo i costi e fre-quentemente a osare l’inosabile.A questo proposito va segna-lata una nuova norma UNI11345, prodotta dalla Commis-sione “Coperture continue eimpermeabilizzazioni”. Talenorma, intitolata “Attività dicontrollo per le fasi di progetto,esecuzione e gestione di coper-ture continue” edita nel 2010,ancora piuttosto sconosciuta,chiarisce quali siano le respon-sabilità dei singoli operatoricoinvolti e consentirà in fase di

contenzioso di distribuire inmodo chiaro le responsabilitàtra progettista, Direttore di la-vori, impresa generale, impresaspecialistica.La norma analizza le varie fasiin cui si sviluppa il processo direalizzazione di una copertura:pre-progetto, progetto, pre-contratto, pre-esecuzione, pre-liminare alla esecuzione, fasedi esecuzione, fase di controllofinale, gestione, manutenzione.La norma riporta in allegatouna serie di verbali di controllorelativi alle fasi elencate che nesintetizzano il contenuto.La conoscenza di tale normadovrebbe indurre i vari opera-tori, e in particolare Progettisti,Direttori dei lavori, Collauda-tori ad affrontare in modomaggiormente responsabilel’attività a loro prescritta.In base a quanto evidenziatonella Tabella 1, una correttadescrizione merceologica con-sente di delineare meglio la ti-pologia della membrana im-permeabile, ma in ogni casonon è sufficiente per definire laqualità della membrana stessa.È necessario quindi che la vocedi capitolato riporti (per un lo-ro controllo all’ingresso delcantiere) l’elenco completo deivalori delle caratteristiche pre-

stazionali delle membrane pre-scelte. Tali caratteristiche pos-sono essere così elencate: ca-rico di rottura longitudinale etrasversale, allungamento a ca-rico rottura longitudinale e tra-sversale, flessibilità a freddo ini-ziale e dopo invecchiamento,stabilità dimensionale a caldolongitudinale e trasversale, re-sistenza al punzonamento sta-tico su supporto morbido, re-sistenza al punzonamento di-namico su supporto morbido,stabilità di forma a caldo.

La definizione dei valori di talicaratteristiche dipende eviden-temente dalla specifica soluzio-ne costruttiva, che dipende na-turalmente dalle condizioni alcontorno. Molti sono gli aspettida considerare. Si citano al ri-guardo, in modo non esaustivo,la esposizione solare, i carichidi esercizio distribuiti o con-centrati, le caratteristiche mec-caniche del supporto. La sceltarichiede quindi una analisi pro-gettuale in riferimento alla de-stinazione d’uso, alle azioni sol-

lecitanti a cui è sottoposta lamembrana nella specifica so-luzione tecnologica considera-ta. Possono quindi variare lamescola (compound) dellamembrana, il tipo e la qualitàdell’armatura, per le membranebitume polimero la posa inmono o doppio strato, e inoltrele modalità di messa in opera,le modalità di vincolo (a caldo,mediante adesivi, con fissaggiomeccanico). Come si è già det-to e come si può desumere daquanto sopra, la progettazionedei sistemi di copertura conti-nua si muove in ambito spe-cialistico, richiedendo quindiconoscenze specialistiche.Il progettista anche non esper-to trova in ogni caso un attentoe completo supporto proget-tuale nel Codice di praticaIGLAE – Impermeabilizzazio-ni - Coperture continue - Edil-stampa editrice. Un sempliceriferimento a tale codice e alletabelle allegate consente dimettere a punto voci di capi-tolato affidabilmente orientatead evitare improvvisazioni. Unaltro testo di riferimento per iprogettisti è costituito dalla gui-da alla Progettazione dei siste-mi di impermeabilizzazione,BEMA editrice che contieneuna serie di schede di utilizzocapitolare relative alle varie ti-pologie di copertura.Come si è osservato all’inizio,il settore delle membrane im-permeabili ha avuto nel tempoevoluzioni innovative che van-no via via a modificarne lastruttura chimico-fisica, miglio-randone le prestazioni. Attual-mente le membrane più diffuse

sul mercato sono quelle a basedi bitume polimero elastomeroBPE o a base di bitume poli-mero plastomero BPP, lemembrane in PVC che tendo-no via via ad essere sostituitecon membrane poliolefinicheTPO, armate o non armate.Le membrane TPO hanno po-tenzialmente un vantaggio do-vuto al fatto che le loro carat-teristiche prestazionali non di-pendono da miscelazioni conplastificanti come nel caso delPVC: esse si presentano quindipiù stabili nel tempo. Vi è daevidenziare però che, in realtà,anche in questo caso il termineTPO non chiarisce di per sé lecaratteristiche merceologichee prestazionali del compounded è quindi necessario anchein questo caso dedicare parti-colare attenzione alla definizio-ne delle voci di capitolato se-condo i codici citati. Circa lascelta del tipo di membranaimpermeabile da adottare essanon dipende da un sempliceconfronto tra caratteristicheprestazionali, ma dalla valuta-zione della loro idoneità a so-stenere le sollecitazioni mec-caniche, termiche, fisiche in-dotte dalla specifica soluzionetecnica e dalle condizioni con-testuali e cantieristiche. Adesempio, nel caso di una co-pertura soggetta a frequentitransiti di tecnici per la presen-za di dispositivi impiantistici,risulta più conveniente adottareun elemento di tenuta con ele-vate caratteristiche di resistenzaal punzonamento soprattutto

Coperture continue, impermeabilizzazioni, problemi attuali e linee di tendenza

segue a pag. 14

Tabella 1- Un esempio dovuto a una voce di capitolato purtroppo ricorrente.

Voce di capitolatoguaina poliestere spessore mm 4 a -10°

Nel caso qui illustrato la membrana era sempli-cemente appoggiata e non vincolata al suppor-to. Era in pratica esposta all’azione del vento ealle sollecitazioni dovute alla deformazione deipannelli isolanti sottostanti.L’armatura era in poliestere stabilizzato (polie-stere più velo vetro). La membrana presentavaquindi resistenza alla trazione trasversale infe-riore a quella longitudinale.Ciò, accompagnato da un compound di bassaqualità, ha portato alla formazione di lesionilongitudinali delle due membrane costituentil’elemento di tenuta.Le due membrane inoltre non erano tra di loroincollate come le regole dell’arte prescrivono.

Il risultato

Non esistono guaine poliestere, ma semmaimembrane bitume polimero con armatura po-liestere.

Il termine bitume polimero non definisce neppu-re la qualità merceologica. Si deve distinguereinfatti tra membrane bitume polimero plastome-ro BPP e membrane bitume elastomero BPE.

In assenza di una indicazione delle caratteristi-che prestazionali al termine “bitume polimero”possono corrispondere compound di caratteri-stiche diversissime.Nel caso illustrato a margine il contenuto di ce-neri era pari al 64% e la massa areica era pari a5,15 Kg/mq: un valore assolutamente anomaloper uno spessore di 4 mm.

Il termine “a meno 10°” potrebbe corrisponde-re alla voce flessibilità a freddo pari a -10°.

Tale riferimento risulta inutile se non viene con-frontato con la flessibilità a freddo dopo invec-chiamento.

Il termine poliestere è generico. Esistono diver-si tipi di armatura: poliestere a filo continuo,poliestere stabilizzato, poliestere compositocon rete di vetro, biarmato (vetro, poliestere).Naturalmente è importante anche la grammatu-ra del poliestere e il tipo di rinforzo o stabilizza-zione (velo vetro/rete di vetro).Nel caso specifico, le due membrane erano ar-mate con poliestere stabilizzato. La scarsa resi-stenza trasversale avrebbe dovuto consigliareuna posa a teli incrociati e perfettamente saldatitra di loro. Ancor meglio sarebbe stata l’adozio-ne di un una armatura composita con rete divetro trattandosi di copertura con frequentitransiti di ispezione e manutenzione di disposi-tivi impiantistici.

La banalizzazione delle voci di capitolato: un caso concreto

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con Gabriele Masera e Giu-liana Iannaccone, si è occu-pato in particolare della iden-tificazione delle innovazioniche renderanno possibile larealizzazione di Smart-ECObuildings.Che cos’è, quindi, uno Smart-ECO Building e come saràrealizzato?La vision si è basata sulla re-cente norma ISO che defini-sce la “sostenibilità” applicataalle costruzioni (ISO15392:2008) e su altre defi-nizioni contenute nelle varielegislazioni nazionali, neglistrumenti di certificazioneambientale, ecc.Secondo il gruppo di ricerca,un edificio Smart-ECO entroi prossimi vent’anni dovrebbe:• essere progettato tenendoin conto il ciclo di vita;• essere costruito con risorselimitate, consumo energeticominimizzato e limitazione deirifiuti prodotti;• avere limitata complessità difunzionamento e facilitare ilmonitoraggio delle prestazio-ni tecniche ed ambientali;• essere adattabile ai cambia-menti di capienza, tipo diutenti e requisiti di prestazio-ne;• includere aspetti locali intutte le fasi del ciclo di vita(progettazione, costruzione,uso e dismissione);• facilitare lo smontaggio: riu-tilizzare, riciclare, ripristinare.Un aspetto molto significati-vo per l’implementazionedella visione Smart-ECO èl’integrazione degli edifici nel-le reti energetiche: gli edificipasseranno da consumatoria produttori di energia. As-

sisteremo quindi all’integra-zione di produzione centra-lizzata (tradizionale) e pro-duzione diffusa (distribuitasulle coperture degli edifici)in un unico sistema “intelli-gente” in grado di bilanciaredomanda e offerta di energia(smartgrids).Le superfici che delimitanogli edifici, ed in primo luogole coperture, si trasformeran-no da elementi di protezionepassiva dell’edificio, in ele-menti attivi in grado di pro-durre energia. Infatti, dal mo-mento che l’energia solarecolpisce la superficie terrestrein grande quantità, ma distri-buita su una vasta superficie,le coperture, rivolte verso ilcielo, costituiscono l’elemen-to captante per eccellenza.La maturazione raggiuntaanche in Italia nell’ambitodelle energie rinnovabili el’estensione dei mercati sullascala globale rendono di fattooggi disponibili sul mercatouna grande quantità di pro-dotti e sistemi con un gradocrescente di integrazione ar-chitettonica.Le innovazioni identificatenel campo dei sistemi per laproduzione di energia allascala di edificio sono preva-lentemente improntate al mi-glioramento dell’efficienzaper consentire la produzionedi quanta più energia possi-bile su superfici di coperturalimitate. Ad esempio, sistemifotovoltaici integrati nei com-

ponenti edilizi sono semprepiù diffusi sul mercato e per-mettono di ottenere risparmisui costi di realizzazione. Laricerca in questo settore stasviluppando prodotti conprestazioni più elevate ed undesign più accattivante.Anche il solar cooling è unatecnologia molto prometten-te che permette di utilizzarel’energia solare termica peralimentare i processi di raf-frescamento. Sviluppi in que-sto campo sono finalizzati al-la produzione di impianti dipiccola dimensione adattiall’applicazione alla scala delsingolo edificio.L’ambizioso obiettivo di au-tonomia energetica degli edi-fici, tuttavia, è fortementecondizionato dalle effettivecondizioni dei differenti con-testi. Se, infatti, esistono di-versi edifici prototipo che di-mostrano la fattibilità tecnicadi edifici a energia quasi zeroin aree a bassa densità (sipossono citare le Plusener-giehäuser del quartiereSchlierberg a Friburgo, leopere di Bill Dunster – ZED-factory e la KingspanLi-ghthouse), non si può trascu-rare che nelle aree urbaniz-zate a medio-alta densità, ilpotenziale di produzioneenergetica da fonti rinnovabilisi riduce drasticamente. Quila disponibilità di superfici dicopertura rispetto alla super-ficie utile è ridotta, a causadell’altezza degli edifici; inol-

tre, esistono limitazioni do-vute alla presenza di altre co-struzioni e non mancano ivincoli storici.Oltre ad aumentare l’efficien-za dei dispositivi di produ-zione energetica da fonte so-lare, in questi casi sarà neces-sario sfruttare anche le altresuperfici di involucro esposteal sole (facciate opache,schermature solari, ecc.) edeventualmente importare insito energia rinnovabile.Come sancito dalla Direttiva2010/31/UE, gli edificiSmart-ECO dovranno averein primo luogo un fabbiso-gno energetico estremamen-te ridotto, così da renderecompatibile la quantità dienergia necessaria al suo fun-zionamento con quella effet-tivamente producibile trami-te le fonti rinnovabili dispo-nibili. Questo obiettivo si rag-giunge con un approccio in-tegrato che tenga conto delcontesto, delle specificitàdell’intervento e delle carat-teristiche tecnologico co-struttive dell’edificio: in ge-nerale, lavorando prima sullecaratteristiche passive e soloin un secondo momento im-plementando i sistemi per losfruttamento dell’energia rin-novabile. La copertura puòrisultare strategica anche aquesti fini, dal momento che,opportunamente conformata,può contribuire a dirigere iflussi di ventilazione naturaleutili a ridurre l’uso di sistemidi climatizzazione meccanica.Il funzionamento spontaneodell’edificio, e la possibilità diauto-produrre quantità signi-ficative di energia, non sonoquindi disgiunti dalla formaarchitettonica e devono quin-di essere considerati fino dallefasi preliminari del progetto.Senza un approccio olisticoconsapevole, non sarà quindipossibile ottenere un edificioSmart-ECO, indipendente-mente dall’efficacia delle tec-nologie in esso adottate.

prof. ing. Gabriele MaseraProfessore Associato

di Produzione Edilizia,Dipartimento BEST,

Politecnico di Milano

prof. arch. Giuliana IannacconeArchitettura Tecnica,Dipartimento BEST,

Politecnico di Milano

14 IL GIORNALE dell’INGEGNERE N. 19 - 1 Ottobre 2011

COPERTURESPECIALE/

in presenza di supporti “mor-bidi”. Per quanto riguarda lesoluzioni costruttive, un cennoparticolare va dato alle nuovesoluzioni tecniche che si stan-no delineando in relazione ainuovi standard di isolamentotermico indotti dalle nuovenormative in campo energeti-co. Già oggi per rispondere atali normative è necessarioadottare spessori di isolamentodi 10-15 cm. Tali valori potran-no essere superati in futuro inquanto la Direttiva 2002/91/CE sull’efficienza energeticadegli edifici (EPBD) prevedeche in tutta l’Unione, a partiredal 1° gennaio 2019, gli edificipubblici e, a partire dal 1° gen-naio 2021, i nuovi edifici privatidebbano raggiungere lo stan-dard nearly zero energy: do-vranno cioè avere fabbisogniestremamente ridotti e soloconsumi esclusivi di energiarinnovabile prodotta in sito.Ciò dovrà portare necessaria-mente a involucri sostanzial-mente adiabatici, a edifici confattori di inerzia consistenti eprevalentemente a ventilazionenaturale, a nuovi modelli di si-stemi finestra-schermatura ca-ratterizzati dalla possibilità disviluppare articolazioni dina-micamente ottimizzabili al va-riare delle condizioni stagionalie giornaliere. Tale linea di ten-denza investirà in particolareil settore delle coperture pianein quanto, per il loro assettoorizzontale, esposte maggior-mente di inverno al raffredda-mento radiativo notturno versol’alta atmosfera e d’estate al sur-riscaldamento superficiale do-

vuto alla solarizzazione.Tutto ciò richiederà la ricercadi nuove soluzioni di isolamen-to maggiormente performanti(per ridurre gli spessori), di so-luzioni costruttive in grado digestire la potenziale e rischiosadeformabilità sotto carico deglistrati isolanti, oltreché di offrirela necessaria stabilità del siste-ma sotto l’azione del vento.Tenderà inoltre ad acuirsi ilproblema tensionale dovutoagli shock termici dovuti allaadiabaticità del supporto; sem-pre più difficile sarà la possibi-lità di raggiungere la condizio-ne ideale di un supporto dellamembrana stabile in grado dicontrollarne le sollecitazioni.La linea di tendenza sembraessere quindi l’adozione gene-ralizzata di membrane più per-formanti e in particolare carat-terizzate da ottimi e isotropicomportamenti meccanici, sta-bilità dimensionale, elevate ri-flettanze, anche per ridurre glieffetti ambientali relativi al fe-nomeno dell’isola di calore.Inoltre essendo la copertura ir-radiata dal sole per l’interagiornata, soprattutto per il set-tore industriale e commercialesi dovranno sviluppare inten-samente nuove membrane im-permeabili e soluzioni di co-pertura in grado di potenziarela captazione di energia solaresia per gli aspetti elettrici chetermici. Anche il problemadell’acqua investirà il settoredelle coperture come strumen-to di raccolta e utilizzo dell’ac-qua piovana.

prof. ing. Sergio CroceDipartimento BEST,

Politecnico di Milano

segue da pag. 13

Coperture continue, impermeabilizzazioni

segue da pag. 9

Il progetto Smart-ECO

Casa a Colognola, Bergamo (Atelier 2 – Gallotti e ImperadoriAssociati). L’edificio, certificato CasaClima “Classe Oro”,utilizza pannelli solari in copertura per la produzione di acquacalda per usi sanitari e per il riscaldamento a pavimento.

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N. 19 - 1 Ottobre 2011 IL GIORNALE dell’INGEGNERE 15

Milano Architettura Design EdiliziaFiera Milano Rho 5/8 Ottobre 2011MADEexpo/

Tutte le novità per il futuro delle costruzioni e del progettoSaranno gli Stati Generali

delle Costruzioni a inau-gurare la quarta edizione

di MADE expo, la manifesta-zione fieristica internazionaleche si terrà a Fiera Milano,Rho, dal 5 all’8 ottobre. Untavolo di confronto di eccel-lenza che vedrà l’intera filieradelle costruzioni, le istituzioni,la politica e la società con-frontarsi su un modello di svi-luppo basato sulla qualità e lalegalità dell’impresa e del la-voro. MADE expo è il prin-cipale appuntamento fieristicointernazionale dedicato almondo dell’edilizia e si con-ferma momento ideale perconoscere le migliori soluzio-ni e le tecnologie più evolutededicate a architetti, proget-tisti, designer e costruttori,che ritrovano nei percorsi

specializzati di MADE expoun panorama completo delsettore. Non solo. Gli eventie i convegni organizzati al-l’interno di MADE expo of-frono ai visitatori e agli espo-sitori internazionali impor-tanti momenti di confrontoe di approfondimento sulledinamiche e sulle sfide che ri-guardano il futuro delle co-struzioni. Il calendario deglieventi è nutrito di importantiiniziative e attività a partiredal Forum della Tecnica delleCostruzioni, organizzato inpartnership con Federcostru-zioni. Oltre 35 i convegni inprogramma, per confrontarsisu temi quali sicurezza delleopere, salvaguardia dell’am-biente, sostenibilità, housingsociale e smart materials. Inol-tre, Federcostruzioni presenta

a MADE expo il II Rapportosul mercato delle costruzionie il I Rapporto sull’Innova-zione nelle costruzioni, duestudi che aiuteranno gli esper-

ti a fare il punto della situa-zione del mercato edilizio. MADE expo è attenta al so-stegno della ripresa del set-tore delle costruzioni e dedi-

ca ampia visibilità alle oppor-tunità di sviluppo. Dopo ilsuccesso dello scorso anno,torna Borghi & Centri Storici,in collaborazione con BorghiSrl, il progetto che guarda allariqualificazione degli oltre5.000 borghi e piccoli centriche caratterizzano il territorioitaliano. Diverse le iniziative,invece, dedicate al social hou-sing, la vera frontiera dell’edi-lizia del futuro. In un’area dioltre 1.000 mq sarà allestitaSocial Home Design “Abitareil futuro”, in collaborazionecon My Exhibition, la mostrache presenta un nuovo mododi costruire che unisce i cri-teri estetici del design e dellostile, materiali e prodotti ita-liani altamente performanti,contenendo i costi di realiz-zazione. Ampia visibilità an-

che per i risultati del bandoHousing Contest, organizza-to da FederlegnoArredo inpartnership con Comune diMilano, Ordine degli Archi-tetti della Provincia di Mila-no, Assimpredil, ANCE eIN/ARCH Sezione Lombar-dia, e per la premiazione dellaterza edizione del concorsoInstantHouse, promosso daFederlegnoArredo e Politec-nico di Milano. Spazio ancheper i temi della salvaguardiaambientale e dell’architetturaecosostenibile con AAAAgricoltura AlimentazioneArchitettura e per Compo-nents & Contract, il nuovosalone dedicato a componen-ti, materiali, tecnologie emacchine per il design, ilcontract e la decorazioned’interni.

La parola ad Andrea Negri,presidente Made Eventi

L’opinione di Paolo Buzzetti,presidente di Federcostruzioni

Le tre edizioni di MADE expohanno registrato una crescita co-stante delle presenze. Quali sonole caratteristiche di MADE expoche ne hanno determinato il suc-cesso e quali le aspettative perquesta edizione?Innovazione tecnologica, ri-cerca, prodotti di qualità, qua-lificazione degli operatori, so-no gli elementi che fin dall’ini-zio hanno caratterizzato MA-DE expo. Il nostro obiettivo èda sempre quello di presentareun’offerta completa e rappre-sentativa di tutto il settore del-le costruzioni; ciò è possibilegrazie al format espositivo chepropone diversi percorsi trasaloni specializzati, in mododa indirizzare gli operatori frale novità e gli aggiornamentidel settore. Uno dei requisitivincenti della fiera è, inoltre,la concreta opportunità di bu-siness che mettiamo a dispo-sizione dei partecipanti, oltreall’alto livello espositivo e allacultura delle costruzioni. MA-DE expo ha saputo poi coniu-gare il momento espositivocon una serie crescente dieventi a carattere tecnico e po-litico, che hanno elevato lamanifestazione a momentoculturale di riflessione su tuttoil settore. L’obiettivo che ciprefiggiamo per questa edizio-ne è di arrivare a 300.000 vi-sitatori e i riscontri ricevuti finoa ora ci fanno ben sperare.

Quali sono i principali eventi checaratterizzeranno questa edizio-ne?Quella di quest’anno saràun’edizione tutta incentratasul futuro, con un ricco ca-lendario di iniziative, a partiredagli Stati Generali delle Co-struzioni, che apriranno laquarta edizione: un momentodi incontro e di riflessionemolto importante, nel qualel’intera filiera delle costruzioni,le istituzioni, la politica insie-me rifletteranno su un nuovomodello di sviluppo. Eventoirrinunciabile sarà anche que-st’anno il Forum della Tecni-ca delle Costruzioni, con unnutrito calendario di convegnisui temi caldi dell’edilizia. Lasostenibilità sarà al centro diquesto appuntamento comedi altri, tra cui AAA Agricol-tura, Alimentazione, Archi-

tettura, spazio dedicato allapresentazione delle tendenzedel progettare e costruire gre-en e sostenibile, capace di co-niugare lo sviluppo tecnico eprofessionale con il progressourbano. Altro tema fonda-mentale sarà il social housing,oggetto di una serie di eventi:si va da Social Home Design“Abitare il Futuro”, una mo-stra espositiva che presenteràsoluzioni abitative, progettateda firme prestigiose dell’ar-chitettura, che coniugano icanoni dell’edilizia sociale e ildesign tipico del made-in-Ita-ly, al concorso Instant House,quest’anno proprio dedicatoal tema Social Club. Sarannoinoltre presentati i progetti delbando Housing Contest. Par-lando di edilizia non si puònon parlare di ristrutturazionee rivalorizzazione dell’esisten-te: da qui la seconda edizionedi Borghi & Centri Storici,

che presenterà le competenzetecniche e conoscitive dellafiliera in materia di restauro,progettazione, bioarchitetturae nuove fonti di energia. Cisarà infine un nuovo salone,Components & Contract, ilnuovo Salone dei Compo-nenti, Materiali, Tecnologiee Macchine per il Design, ilContract e la Decorazioned’Interni. Ma questi sono soloalcuni degli oltre 200 conve-gni in calendario.

Come si posizione MADE exponel calendario fieristico interna-zionale?Fin dalla prima edizione MA-DE expo si è segnalata comemanifestazione fieristica di re-spiro internazionale leader nelcampo delle costruzioni e delprogetto e oggi è la sola fierache raggruppa in un unicomomento tutto il sistema. Lospostamento di date a ottobre

per questa edizione è statauna conseguenza del deside-rio di inserirsi in modo ancorpiù organico all’interno delcalendario fieristico interna-zionale e rispondere alle ri-chieste degli espositori e delmercato. In questo modo po-tremo aprirci a un maggiornumero di visitatori da tuttoil mondo e dedicare ancoramaggiore attenzione a questoaspetto.

Alla luce della situazione attualedell’economia del Paese, qual èil ruolo di MADE expo per il set-tore dell’edilizia?Nonostante arrivino segnaliincoraggianti la ripresa è an-cora lontana e questo deter-mina la preoccupazione delleaziende. Il governo non stafacendo molto in termini disupporto e incentivi alle im-prese, e questo nonostante ilcomparto delle costruzionirappresenti il 20% del Pil ita-liano. Quello che è stato fattofino a oggi non è sufficiente,bisogna cambiare le regole esnellire le procedure e le bu-rocrazie. Serve un cambia-mento radicale nei prodotti enell’organizzazione dell’offer-ta, ma soprattutto nel concet-to del “costruire” per un verorilancio del settore. MADEexpo è la fiera di riferimentodell’intero mondo delle co-struzioni e del progetto, è illuogo in cui si trovano i trenddel futuro e i nuovi spazi delmercato dove è opportunoinvestire. Per affrontare il fu-turo in positivo occorre pun-tare soprattutto su recuperoe ristrutturazione dell’esisten-te, oltre che sulle prospettiveofferte dal social housing.Credo che, data la situazioneattuale, riusciranno a emerge-re quelle realtà che saprannoproporre prodotti di qualitàe di eccellenza, che saprannocogliere le tendenze del mo-mento e investire nelle sfidegreen, che sapranno offriremateriali e tecnologie alta-mente performanti in gradodi coniugare valore esteticoed efficienza energetica. MA-DE expo è senza dubbio illuogo di incontro ideale pertrovare le eccellenze e per di-scutere delle prospettive delcostruire.

“I l MADE costituisceoggi un progetto im-portante, anche alla lu-

ce di Milano Expo 2015, unprogetto di marketing e dipromozione delle costruzioniitaliane. Per questo Federco-struzioni ha scelto di realiz-zare una partnership conquesta grande manifestazionefieristica.”Paolo Buzzetti, presidente diFedercostruzioni, così spiegala scelta della federazione incui si riconoscono le catego-rie produttive più significativedi tutto il mercato edile e in-frastrutturale. “Con MADEabbiamo avviato un progettocomune dove Federcostru-zioni mette a disposizionedella manifestazione e delleattività promozionali studi,ricerche e contenuti ampia-mente condivisi dalla mag-gior parte delle associazionie dei diversi segmenti pro-duttivi protagonisti dell’atti-vità costruttiva. Così que-st’anno saremo noi a raccon-tare lo scenario, purtroppo,ancora assai negativo sull’an-damento del mercato. Saran-no i dati del secondo Rap-porto sul sistema delle co-struzioni di Federcostruzionia sintetizzare le dinamichedella crisi. Così come per laprima volta presenteremo unRapporto sull’innovazione ela sostenibilità delle costru-zioni, dove vengono illustrateun’ampia gamma di soluzionitecnologiche e di prodotto.”

Può sintetizzarci con alcuni datila difficile situazione del setto-re?“Il primo elemento da con-siderare riguarda i tempi dellacrisi che ha colpito il nostroPaese e che si sta prolungan-do oltre ogni previsione. I ri-schi di un collasso sono alti.E tutti ne risentiamo negati-vamente. L’industria delle co-struzioni, che nella quasi to-talità si riconosce in Feder-costruzioni, vive un momen-to per molti aspetti e per lamaggior parte dei settori chenon esitiamo a definire dram-matico. Dal 2008 ad oggi sisono persi nel nostro settoreoltre 300.000 posti di lavoro.Nel 2010 secondo le nostrestime sintetizzate nel secondo

Rapporto Federcostruzionisul sistema delle costruzioniin Italia, che presenteremo alMADE nella giornata inau-gurale, il calo della produzio-ne in termini reali (al nettodell’inflazione) dell’interocomparto produttivo è statodi circa il 2%, che si va adaggiungere al calo del 12%del 2009 e a quasi il 3% del2008. In sintesi in tre anni ab-biamo perduto il 16% del va-lore della produzione. Un va-lore che tra l’altro sarebbeben più elevato se escludes-simo dal conto l’andamentodel nostro export, che permolti settori ha significato uncontenimento delle perdite.Oltre un terzo, infatti, dei fat-turati del nostro sistema in-dustriale delle costruzioni vie-ne realizzato sui mercati este-ri. E nel 2010 la ripresa dimolti Paesi soprattutto nel-l’Estremo Oriente e in SudAmerica ha consentito acomparti come il legno, leceramiche o la produzionedi macchine di ridurre le per-dite che si andavano accu-mulando sul mercato italianoa causa della minore attività.E la situazione relativa all’an-no in corso resta molto cri-tica, con una previsione di unulteriore calo sostanzialmenteuguale a quello del 2010 al-zando al 17,5% la contrazio-ne complessiva degli ultimiquattro anni.”

Quali sono le proposte di Feder-costruzioni per superare questafase difficile e rilanciare il set-tore e l’economia?“Come Federcostruzioni ab-

biamo avanzato diverse pro-poste. Fin da quando si è ini-ziata a manifestarsi la crisi,dopo la bolla immobiliareamericana, avevamo indicatoche sarebbe stato opportunoutilizzare le costruzioni infunzione anticongiunturale,immettendo sul mercato, co-me del resto hanno fatto poitutti i maggiori Paesi indu-strializzati, europei e non, lepochi risorse disponibili perun vero e proprio piano dipiccole opere. Egualmente,abbiamo invitato il Governoa utilizzare immediatamentei fondi FAS e le risorse messea disposizione dall’UnioneEuropea, nella convinzioneche il problema principale delnostro Paese sia quello di au-mentare la nostra capacitàproduttiva. Abbiamo soste-nuto, altresì, con forza sceltedi politica fiscale in grado diselezionare, di incentivare chiha possibilità di investimento,chi può e vuole creare nuovaricchezza. Ma il tempo è pas-sato, la crisi si è inasprita e ledecisioni non sono arrivate.E quando qualcosa si è mos-so, come nel caso del Decre-to Tremonti, che per moltiaspetti ha recepito le nostreproposte soprattutto sul fron-te dello snellimento delleprocedure quasi tutto è rima-sto sulla carta. Siamo di fron-te ad una situazione moltomolto difficile. Eppure l’in-dustria delle costruzioni siconferma attiva e competitivacome stanno a dimostrare isuccessi sui mercati esteri, do-ve crescono fatturato e com-messe. Ci vuole un cambiodi passo, ci vuole soprattuttoun’assunzione di forte re-sponsabilità da parte dellapolitica e degli amministra-tori pubblici a tutti i livelli.Come Federcostruzioni noiabbiamo proposto un insie-me di iniziative che collegatefra loro possono costituire ungrande progetto di sviluppo,noi lo abbiamo chiamato“piano città”, perché deveavere al centro la riqualifica-zione urbana. In questo mo-do ancora una volta le co-struzioni potrebbero svolgerequel ruolo di volano che giàaltre volte hanno svolto inpassato.”

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16 IL GIORNALE dell’INGEGNERE N. 19 - 1 Ottobre 2011

Mercoledì 5 ottobre 2011

Ore 9,30 Smart building in smart cities Edifici intelligenti per le città del futuroOrganizzato da OICE - Associazione delle Organizzazioni di ingegneria, di archi-tettura e di consulenza tecnico - economicaCentro Servizi - Sala Libra

Ore 10,00 Controlli non distruttivi su cemento armatoOrganizzato da AIPnD - Associazione Italiana Prove non DistruttiveCentro Servizi - Sala Aquarius

Ore 9,30 La progettazione di nuovi edifici in muratura e il consolidamento di quelli esi-stenti nel rispetto delle norme sismicheOrganizzato da Il Giornale dell’Ingegnere, con il patrocinio di ASSOBETON, AS-SOPREM e SISMIC, in collaborazione con MADE expoPadiglione 10 - Area Forum - Sala A

Ore 10,00 La Concreta Certificazione della sostenibilità di un Edificio: i diversi metodi e letecniche di valutazione e le esperienze internazionaliOrganizzato da Il Giornale dell’Ingegnere, con il patrocinio culturale di CIS-E e ilpatrocinio di ASSOLEGNO, ASSOBETON e ASSOPREM, in collaborazione conMADE expoPadiglione 10 - Area Forum - Sala B

Ore 10,00 Le nuove tecnologie per la progettazione e la realizzazione delle grandi opere ci-viliOrganizzato da CTE - Collegio dei Tecnici della Industrializzazione Edilizia con ilpatrocinio di ASSOBETON e ASSOPREM Padiglione 6 - Sala Kappa - 2° piano

Ore 10,00 La conservazione degli edifici: l’adeguamento e il miglioramentoOrganizzato da ATE - Associazione Tecnologi per l’Edilizia, con il patrocinio diSISMICPadiglione 10 - Sala Gamma - 2° piano

Ore 10,00 Presente e futuro delle Costruzioni: le sfide della RicercaPresentazione a cura del Politecnico di MilanoPadiglione 10 - Sala Alpha - 2° piano

Ore 10,30 Modelli avanzati per il comportamento delle strutture in calcestruzzoPresentazione a cura del Politecnico di TorinoPadiglione 10 - Sala Alpha - 2° piano

Ore 11,00 Sicurezza e sostenibilità nel futuro delle costruzioniPresentazione a cura dell’Università di Napoli Federico IIPadiglione 10 - Sala Alpha - 2° piano

Ore 11,30 Nuove frontiere del monitoraggio strutturalePresentazione a cura dell’Università di Roma La SapienzaPadiglione 10 - Sala Alpha - 2° piano

Ore 12,00 Controllo delle vibrazioni sismiche mediante dissipatori intelligenti: sperimenta-zione e possibilità applicativePresentazione a cura dell’Università di Napoli ParthenopePadiglione 10 - Sala Alpha - 2° piano

Ore 12,30 Problematiche inerenti il recupero strutturale di edifici esistentiPresentazione a cura dell’Università di BergamoPadiglione 10 - Sala Alpha - 2° piano

Ore 13,00 Sicurezza e conservazione delle costruzioni storiche in muratura: calcolo sismicoe consolidamentoPresentazione a cura dell’Università di GenovaPadiglione 10 - Sala Alpha - 2° piano

Ore 14,00 Presente e futuro delle Costruzioni: le sfide della RicercaPresentazione a cura del Politecnico di MilanoPadiglione 10 - Sala Alpha - 2° piano

Ore 14,00 HOUSING SOCIALE: soluzioni tecniche e sostenibili per l'edilizia residenziale diqualità a basso costoOrganizzato da Il Giornale dell’Ingegnere, con il patrocinio culturale di CIS-E econ il patrocinio di ASSOBETON, ASSOLEGNO, ASSOPREM e UNCSAAL, incollaborazione con MADE expoPadiglione 10 - Area Forum - Sala A

Ore 14,00 Progettazione strutturale di edifici in calcestruzzo armato di grande altezza: i ma-teriali, i controlli e le esperienze internazionaliOrganizzato da ACI_IC American Concrete Institute Italy Chapter, con il patroci-nio culturale di AICAP e CTE e con la partecipazione istituzionale di ACAI, AS-SOBETON, ASSIAD e SISMICPadiglione 10 - Area Forum - Sala B

Ore 14,30 Programmazione delle indagini geotecniche come elemento della progettazionedi nuove opere e per il consolidamento di quelle esistentiOrganizzato da AGI - Associazione Geotecnica ItalianaPadiglione 6 - Sala Kappa - 2° piano

Ore 14,30 Le Prescrizioni di una moderna progettazione di edifici ad uso industriale e com-merciale con elementi prefabbricati in calcestruzzo: i collegamenti, il taglio ter-mico, la sostenibilità, la resistenza sismicaOrganizzato da ASSOBETON, con il patrocinio di ASSOPREM e SISMICPadiglione 10 - Sala Gamma - 2° piano

Ore 14,30 Modelli avanzati per il comportamento delle strutture in calcestruzzoPresentazione a cura del Politecnico di TorinoPadiglione 10 - Sala Alpha - 2° piano

Ore 15,00 Sicurezza e sostenibilità nel futuro delle costruzioniPresentazione a cura dell’Università di Napoli Federico IIPadiglione 10 - Sala Alpha - 2° piano

Ore 15,30 Nuove frontiere del monitoraggio strutturalePresentazione a cura dell’Università di Roma La SapienzaPadiglione 10 - Sala Alpha - 2° piano

Ore 16,00 Controllo delle vibrazioni sismiche mediante dissipatori intelligenti: sperimenta-zione e possibilità applicativePresentazione a cura dell’Università di Napoli ParthenopePadiglione 10 - Sala Alpha - 2° piano

Ore 16,30 Problematiche inerenti il recupero strutturale di edifici esistentiPresentazione dell’Università di BergamoPadiglione 10 - Sala Alpha - 2° piano

Ore 17.00 Sicurezza e conservazione delle costruzioni storiche in muratura: calcolo sismicoe consolidamentoPresentazione a cura dell’Università di GenovaPadiglione 10 - Sala Alpha - 2° piano

Giovedì 6 ottobre 2011

Ore 10,00 Tecnologie per la realizzazione di strutture antisismiche: evoluzione, validazionee progettazioneOrganizzato da EUCENTRE, con il patrocinio culturale di ASSOCIAZIONE ISI eLIGNUS e con il patrocinio di ASSOBETON, ASSOLEGNO, ASSOPREM e SI-SMICPadiglione 10 - Area Forum - Sala A

Ore 9,00 Progettare e costruire top/down: stazioni, metropolitane e parcheggiOrganizzato da CTE - Collegio dei Tecnici della Industrializzazione Edilizia con ilpatrocinio di ASSOBETON e ASSOPREMPadiglione 6 - Sala Kappa - 2° piano

Ore 10,00 Valutazione delle Azioni Eccezionali nei Fabbricati: incendi ed esplosioniOrganizzato da Il Giornale dell’Ingegnere, con il patrocinio culturale di PRO-FIREcon la partecipazione istituzionale di ACAI, ASSOBETON, ASSOLEGNO e ASSO-PREMPadiglione 10 - Sala Gamma - 2° piano

Ore 10,00 Demolizione: una risorsa per lo sviluppo – Tecniche, procedure, responsabilitàOrganizzato da ATE - Associazione Tecnologi dell’Edilizia, con il patrocinio di NADPadiglione 2 - Sala Epsilon - 3° piano

Ore 10,00 Il ruolo della sperimentazione nello sviluppo delle nuove tecnologie per le co-struzioniPresentazione a cura dell’Università di BolognaPadiglione 10 - Sala Alpha - 2° pianoFORUM DELLA TECNICA DELLE COSTRUZIONI

Ore 10,30 L’EXPO 2015: il progetto e il piano dei lavoriOrganizzato da MADE expo, in collaborazione con EXPO 2015Centro Servizi - Sala Libra

Ore 10,30 Edifici per la sanità: requisiti per la progettazione e la scelta dei materiali e delletecnologie per le nuove realizzazioni e per il recupero del patrimonio esistenteOrganizzato da GRUPPO 24 ORE, con la partecipazione istituzionale di ASSO-PREM e UNCSAALPadiglione 10 - Area Forum - Sala B

Ore 10,30 Materiali e tecniche "non tradizionali" per riparare, rinforzare ed adeguare sismi-camente strutture esistentiPresentazione a cura dell’Università di SalernoPadiglione 10 - Sala Alpha - 2° piano

Ore 11.00 Alcune ricerche sull'utilizzo dell'acciaio nelle costruzioni sismoresistentiPresentazione a cura dell’Università di PisaPadiglione 10 - Sala Alpha - 2° piano

Ore 11.30 Un polo di ricerca e di formazione per la sicurezza sismica delle costruzioniPresentazione a cura dell’Università di PaviaPadiglione 10 - Sala Alpha - 2° piano

Ore 12,00 Edifici e infrastrutture sostenibili: Life CyclePresentazione a cura del Politecnico di MilanoPadiglione 10 - Sala Alpha - 2° piano

Ore 12,30 Sperimentazione e modelli per il consolidamento del costruito esistente e la pro-gettazione delle nuove strutture Presentazione a cura dell’Università di PalermoPadiglione 10 - Sala Alpha - 2° piano

Ore 13,00 L'involucro edilizio, dalla ricerca all'innovazione di progetto e prodottoPresentazione a cura del Politecnico di MilanoPadiglione 10 - Sala Alpha - 2° piano

Ore 14,30 Costruire in modo sostenibile: l'impiego di tecnologie moderne, di materie pri-me seconde e di materiali di riciclo per la produzione di conglomerati cementizie calcestruzzo Organizzato da ACI_IC American Concrete Institute Italy Chapter, con il patroci-nio di ANPAR, ASSOBETON, ASSIAD e SISMICPadiglione 6 - Sala Kappa - 2° piano

Ore 14,30 La Progettazione di edifici di grandi dimensioni per uso industriale e commercia-le con elementi prefabbricati in legno lamellare: prescrizioni, controlli ed espe-rienzeOrganizzato da Il Giornale dell’Ingegnere, con il patrocinio di ASSOLEGNO, incollaborazione con MADE expoPadiglione 10 - Area Forum - Sala A

Ore 14,30 Materiali e Prodotti Prefabbricati - Norme Armonizzate e D.M. 14/1/2008 - Ruolie responsabilità di Progettisti, Imprese, D.L. e CollaudatoriOrganizzato da ASSOBETON - Associazione Nazionale Industrie Manufatti Ce-mentizi, con il patrocinio culturale di ASSOCIAZIONE ISI e il patrocinio di ASSO-PREMPadiglione 10 - Sala Gamma - 2° piano

Ore 14,30 Materiali e tecniche "non tradizionali" per riparare, rinforzare ed adeguare sismi-camente strutture esistentiPresentazione a cura dell’Università di SalernoPadiglione 10 - Sala Alpha - 2° piano

Ore 15,00 Nuovi involucri tra architettura ed ingegneria: soluzioni diffuse e sperimentali agaranzia del controllo delle performance energetiche dell’edificio e dei risultatiformaliOrganizzato da GRUPPO 24 ORE, con la partecipazione istituzionale di ASSOBE-TON e UNCSAAL Padiglione 10 - Area Forum - Sala B

Ore 15,00 Alcune ricerche sull'utilizzo dell'acciaio nelle costruzioni sismoresistentiPresentazione a cura dell’Università di PisaPadiglione 10 - Sala Alpha - 2° piano

Ore 15,30 Un polo di ricerca e di formazione per la sicurezza sismica delle costruzioniPresentazione a cura dell’Università di PaviaPadiglione 10 - Sala Alpha - 2° piano

Ore 16,00 Edifici e infrastrutture sostenibili: Life CyclePresentazione a cura del Politecnico di MilanoPadiglione 10 - Sala Alpha - 2° piano

Ore 16,30 Sperimentazione e modelli per il consolidamento del costruito esistente e la pro-gettazione delle nuove strutture Presentazione a cura dell’Università di PalermoPadiglione 10 - Sala Alpha - 2° piano

Ore 17,00 L'involucro edilizio, dalla ricerca all'innovazione di progetto e prodottoPresentazione a cura del Politecnico di MilanoPadiglione 10 - Sala Alpha - 2° piano

Venerdì 7 ottobre 2011

Ore 9,00 Altre realtà ed ipotesi dell’utilizzo dello spazio in sotterraneoOrganizzato da S.I.G. - Società Italiana GalleriePadiglione 10 - Sala Gamma - 2° pianoconvegno a pagamento

Ore 10,00 Le Prescrizioni da considerare nella progettazione di pavimenti industriali spe-ciali: per l'industria alimentare, chimica, meccanica e per la logisticaOrganizzato da CONPAVIPER - Associazione Nazionale Pavimentazioni Conti-nue, con il patrocinio di ASSIAD e ASSOBETONPadiglione 1 - Sala Gamma - 2° piano

Ore 10,00 ZERO ENERGY BUILDING: situazione attuale e sviluppi futuriEuropa e Italia a confrontoOrganizzato da F.I.V.R.A. - Fabbriche Isolanti Vetro Roccia AssociateCentro Servizi - Sala Aries

Ore 10,00 Aspetti normativi per la progettazione di edifici con sistemi reticolari misti accia-io/calcestruzzo e innovazioni tecniche proposte dall'industriaOrganizzato da Il Giornale dell’Ingegnere, con la partecipazione istituzionale diACAIPadiglione 6 - Sala Kappa - 2° piano

Ore 10,00 L’ingegneria antisismica: dalla ricerca alla normazioneOrganizzato da ANIDIS - Associazione Nazionale Italiana di Ingegneria SismicaPadiglione 10 - Area Forum - Sala A

Ore 10,00 Progetti e ricerche del DISIGE nel campo delle strutture e delle infrastrutturePresentazione a cura dell’Università di CagliariPadiglione 10 - Sala Alpha - 2° piano

Ore 10,30 Residenze di legno in altezza: multipiano ad alta efficienza energetica, il panora-ma normativo e i vincoli progettuali, le potenzialità costruttive alla luce delle piùrecenti opere internazionali e dei cantieri italiani Organizzato da GRUPPO 24 ORE, con il patrocinio di ASSOLEGNOPadiglione 10 - Area Forum - Sala B

Ore 10,30 Riqualificazione edilizia: metodi e applicazioni per la sostenibilitàPresentazione a cura dell’Università di GenovaPadiglione 10 - Sala Alpha - 2° piano

Ore 11,00 Durabilità e sostenibilità delle opere in calcestruzzo armatoPresentazione a cura del Politecnico di MilanoPadiglione 10 - Sala Alpha - 2° pianoFORUM DELLA TECNICA DELLE COSTRUZIONI

Ore 11,30 Il ruolo dell'Ateneo de L'Aquila nella ricostruzione post-sismaPresentazione a cura dell’Università de L’AquilaPadiglione 10 - Sala Alpha - 2° piano

Ore 12,00 Resistenza al sisma e all'incendio di edifici multipiano in legnoPresentazione a cura dell’Università di SassariPadiglione 10 - Sala Alpha - 2° piano

Ore 12,30 Sistemi costruttivi in legno - Progettazione e sperimentazione di componentistrutturali antisismiciPresentazione a cura dell’Università di TrentoPadiglione 10 - Sala Alpha - 2° piano

Ore 13,00 Riqualificazione del costruito esistente: nuovi materiali e tecnologiePresentazione a cura dell’Università di BresciaPadiglione 10 - Sala Alpha - 2° piano

Ore 14.00 Progetti e ricerche del DISIGE nel campo delle strutture e delle infrastrutturePresentazione a cura dell’Università di CagliariPadiglione 10 - Sala Alpha - 2° piano

Ore 14,00 La validazione dei modelli di calcolo strutturale in zona sismicaOrganizzato da ISI - Ingegneria Sismica Italiana, con il patrocinio di ASSOBE-TONPadiglione 6 - Sala Kappa - 2° piano

Ore 14,30 Ponti e viadotti stradali: indicazioni progettuali per la valutazione geotecnica estrutturaleOrganizzato da Il Giornale dell’Ingegnere, con la partecipazione istituzionale diACAI, ASSOBETON e ASSOPREMPadiglione 10 - Area Forum - Sala A

Ore 14,30 Le costruzioni metalliche nelle grandi opere di ingegneria e di architettura:un'anteprima delle GIORNATE ITALIANE DELLA COSTRUZIONE IN ACCIAIOOrganizzato da CTA - Collegio dei Tecnici dell'Acciaio, con la partecipazioneistituzionale di ACAIPadiglione 10 - Sala Gamma - 2° piano

Ore 14,30 Riqualificazione edilizia: metodi e applicazioni per la sostenibilitàPresentazione a cura dell’Università di GenovaPadiglione 10 - Sala Alpha - 2° piano

Ore 15,00 Utilizzare al meglio l'Acciaio, il Calcestruzzo e il Legno: analisi di opportunità peruna moderna progettazione dell'edilizia di grandi dimensioni ad uso industriale,commerciale e nei serviziOrganizzato da GRUPPO 24 ORE con la partecipazione istituzionale di ACAI, AS-SOBETON, ASSOLEGNO e ASSOPREMPadiglione 10 - Area Forum - Sala B

Ore 15,00 Durabilità e sostenibilità delle opere in calcestruzzo armatoPresentazione a cura del Politecnico di MilanoPadiglione 10 - Sala Alpha - 2° piano

Ore 15,30 Il ruolo dell'Ateneo de L'Aquila nella ricostruzione post-sismaPresentazione a cura dell’Università de L’AquilaPadiglione 10 - Sala Alpha - 2° piano

Ore 16,00 Resistenza al sisma e all'incendio di edifici multipiano in legnoPresentazione a cura dell’Università di SassariPadiglione 10 - Sala Alpha - 2° piano

Ore 16,30 Sistemi costruttivi in legno - Progettazione e sperimentazione di componentistrutturali antisismiciPresentazione a cura dell’Università di TrentoPadiglione 10 - Sala Alpha - 2° piano

Ore 17,00 Riqualificazione del costruito esistente: nuovi materiali e tecnologiePresentazione a cura dell’Università di BresciaPadiglione 10 - Sala Alpha - 2° piano

Sabato 8 ottobre 2011

Ore 9,30 Durabilità e sostenibilità energetica - ambientale delle costruzioni in C. A.: con-tributo negli accrediti LEEDOrganizzato da Tecnochem Italiana e Enco Centro Servizi - Sala Martini

Ore 9,00 Termografia ed indagini diagnostiche strumentaliUn check-up indispensabile per un corretto audit energetico, un reale controllo

di processo e qualità finale in ediliziaOrganizzato da A.I.T.I - Associazione Italiana Termografia InfrarossoPadiglione 10 - Area Forum - Sala A

Ore 9,30 Materiali bioedili, li conosciamo?Organizzato da BIOEDILIZIAITALIACentro Servizi - Sala Scorpio

Ore 10,00 La valutazione della sicurezza delle strutture esistenti. La corretta progettazioneed esecuzione delle indagini diagnosticheOrganizzato da ALIG - Associazione Laboratori di Ingegneria e Geotecnica, con il

patrocinio di ASSOPREMPadiglione 10 - Sala Gamma - 2° piano

Ore 10,00 Edifici residenziali prefabbricati: elementi per la progettazione e vantaggi del-l'edilizia industrializzata in cementoOrganizzato da Il Giornale dell’Ingegnere, con il patrocinio di ASSOBETON e AS-

SOPREM, in collaborazione con MADE expoPadiglione 10 - Area Forum - Sala B

MILANO ARCHITETTURA DESIGN EDILIZIA – FIERA MILANO RHO 5/8 OTTOBRE 2011MADEexpo/Forum della Tecnica delle Costruzioni: Programma Convegni

programma aggiornato al 22 settembre 2011

Giornale 19_2011_Layout 1 23/09/11 17.41 Pagina 16

N. 19 - 1 Ottobre 2011 IL GIORNALE dell’INGEGNERE 17

MILANO ARCHITETTURA DESIGN EDILIZIA – FIERA MILANO RHO 5/8 OTTOBRE 2011MADEexpo/Zaffaroni: La crisi trasforma anche il mercato del calcestruzzo“L a situazione di crisi

economica cheperdura da alcuni

anni sta indubbiamente con-dizionando e trasformando ilmercato del calcestruzzo. Iprogettisti e i prescrittori sonosempre più attenti ai temi del-la sostenibilità e del risparmioenergetico e richiedono alcalcestruzzo prestazioni di-verse dalla sola resistenza pre-vista dalla normativa”. Èquanto sostiene l’ing. Fortu-nato Zaffaroni, ConsigliereDelegato di Calcestruzzi Spa,in merito all’evoluzione delmercato del calcestruzzo infunzione dell’attuale contestoeconomico. “Faccio alcuni esempi – pro-segue l’ing. Zaffaroni - i cal-cestruzzi per l’isolamento ter-mico e l’isolamento acusticooffrono indubbi vantaggi intermini di minor costi di ap-plicazione e un maggior con-fort abitativo; la leggerezzaunita alla resistenza consentela realizzazione di opere piùsnelle dal punto di vista este-tico e un risparmio di costi;la fluidità e la rapidità nella

messa in opera permettonoalle imprese risparmi di tem-po e di manodopera. Negli ultimi anni, oltre al cal-cestruzzo “base” per realizza-zioni residenziali e strutturali,sono cambiati i criteri di va-lutazione del prodotto: il mer-cato è sempre più orientatoverso una richiesta prestazio-nale con una valutazione delcontesto applicativo e del ri-sultato finale. Tutto ciò fa sìche il calcestruzzo visto nonpiù come “commodity” macome “soluzione” che per-mettere di risolvere comples-sità progettuali grazie ad unaserie di servizi aggiuntivi tracui la messa a punto del pro-dotto, la qualità, l’assistenzain cantiere e nella posa inopera. In altre parole un mixdi progettualità e impegniconcreti che oggi sono giàpatrimonio e tratto distintivodi Calcestruzzi”. “Abbiamo diversi prodotti in-novativi e soluzioni “su mi-sura” per il cliente – prosegueil Consigliere Delegato, sot-tolineando l’impegno del-l’azienda nell’integrare il con-

cetto di sviluppo sostenibilenelle proprie attività e strate-gie. Nel cantiere del Mose aVenezia, Calcestruzzi è inter-venuta con la fornitura di Ma-rine Concrete, il calcestruzzoper applicazioni specifiche ap-positamente sviluppato perl’uso in ambienti marini oesposti a condizioni ambien-tali soggette all’azione corro-siva del mare o dell’aria. Im-merso nell’acqua di mare del-la laguna, il prodotto è in gra-do di resistere a diverse azionicorrosive quali quelle eserci-tate da cloruri e solfati, dal-l’azione meccanica esercitatadalle onde e dalla conseguen-

te azione del bagnasciuga.L’aspetto che vorrei sottoli-neare è che garantisce una vi-ta di esercizio dell’opera dioltre 200 anni e questo graziealle ricerche avviate oltre 10anni fa nel Laboratorio Ital-cementi di Brindisi e allo svi-luppo del mix-design fattod’intesa con l’impresa. A Ro-ma, invece, per la realizzazio-ne del Ponte della Musica ab-biamo messo a punto con iprogettisti un calcestruzzo diultima generazione (un Rck85) che ha permesso di ridur-re di circa il 56% il peso dellasoletta con conseguente ri-sparmio dei costi.Un ultimo esempio è sul fron-te della sostenibilità. Registria-mo dal mercato un’attenzioneparticolare per una soluzionetermoacustica per i massetti.La nostra risposta si chiamaFonisocal Plus. È un prodottotre volte sostenibile: consenteinfatti il recupero di materieplastiche che altrimenti an-drebbero in discarica, consen-te un risparmio energeticograzie alle sue caratteristichedi isolamento termico e con-

tribuisce al confort acusticodelle case grazie al particolaremix-design. E anche per que-sta soluzione abbiamo un dia-logo costante con gli appli-catori. Calcestruzzi si può permet-tere questo approccio allaclientela grazie anche a dueservizi dedicati: l’AssistenzaTecnica e il Servizio Innova-zione per dialogare con la fi-liera (committenza,proscrit-tore, impresa, applicatori) nelfornire sempre il prodottoe/o l’applicazione più ade-guata alle diverse esigenzeprogettuali”.Sulle ragioni della presenzaal MADEexpo, nell’ambitodel Forum della Tecnica delleCostruzioni, l’ing. Zaffaroniprecisa: “Siamo al MADEex-po nell’ambito di un percorsodi innovazione che sta attuan-do da tempo il Gruppo Ital-cementi. La casa madre è presente conuno stand in cui espone, tral’altro, il cemento trasparenteusato per il padiglione italianoall’Expo di Shanghai: è unprodotto innovativo frutto

della nostra ricerca, su cui sista concentrando l’attenzionedella building community.Calcestruzzi partecipa, invece,al Forum della Tecnica delleCostruzioni con l’obiettivo didare un contributo al rinno-vamento del mondo delle co-struzioni favorendo il dialogonella filiera tra progettisti,committenza, imprese e mer-cato. “Cerchiamo anche noi, nelnostro settore, di fare inno-vazione non solo con il pro-dotto o con il servizio ma conun approccio complessivo almercato che comprenda an-che la sicurezza l’attenzioneall’ambiente, lo sviluppo diprodotti che nella loro fase diproduzione emettano menoCO2 e l’attenzione ai materialida riciclo che miscelati al cal-cestruzzo contribuiscono amigliorarne le performance –prosegue Zaffaroni. In questosenso ci riconosciamo nelloslogan del recente CongressoNazionale degli Ingegneri chesi è tenuto a Bari: “più re-sponsabilità, più ambiente, piùinnovazione”.

Date 5-8 Ottobre 2011

Orari 9.00 - 18.00

IngressiPorta Sud, Porta Est, Porta Ovest

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18 IL GIORNALE dell’INGEGNERE N. 19 - 1 Ottobre 2011

MILANO ARCHITETTURA DESIGN EDILIZIA – FIERA MILANO RHO 5/8 OTTOBRE 2011MADEexpo/

Diamo spazio ad alcune delle aziende che sponsorizzano i convegni organizzati dal Giornale dell’ingegnere al Forum della Tecnica delle Costruzioni

GIOVANNI PLIZZARI*

Dal 5 al 8 ottobre si terrà aMilano il MADEexpo 2011,una manifestazione fieristicache consente a tanti espositoridi presentare le novità nelcampo dei materiali e delletecnologie edilizie.Per il secondo anno consecu-tivo, il MADE ospiterà unospazio riservato alla culturadel costruire, chiamato “Fo-rum della Tecnica delle Co-struzioni”, nel quale sarannopresenti le università e le prin-cipali associazioni culturali ita-liane che operano nell’ambitodell’edilizia.Come si è già verificato loscorso anno, il Forum favoriràil contatto tra i numerosissimivisitatori (più di 240.000 nel-l’edizione del 2010) e gli ope-ratori culturali che lavoranoquotidianamente per promuo-vere l’innovazione per un’edi-lizia di qualità. Questo contat-to rappresenta una opportu-nità per gli operatori e leaziende italiane per acquisireknow-how ed essere più com-petitive in un mercato semprepiù difficile, dove la riduzionedei costi non rappresenta piùl’unica soluzione per acquisire

nuove fasce di clienti.Nell’ambito del Forum sonoorganizzati numerosi conve-gni culturali che, con la par-tecipazione di aziende spon-sor, entreranno nel vivo deiproblemi attuali dell’edilizia.Molti di questi convegni sonoorganizzati dalle associazioniculturali.Tra i temi trattati nel 2011 sa-rà presente anche la sosteni-bilità edilizia, in un contestonel quale il risparmio energe-tico e il riutilizzo dei materialirivestono certamente un ruolofondamentale, così come lanecessità di riqualificare le co-struzioni post-belliche, costrui-te quando la necessità di resi-stere alle azioni sismiche e dirisparmiare energia non eranosentite e nemmeno previstedalle normative dell’epoca.Nel Forum è anche riservatouno spazio per la “Mostraprodotti”, dove diverse azien-de selezionate da un Comitatoscientifico del forum presen-tano ai visitatori prodotti e si-stemi caratterizzati da un ele-vato contenuto tecnologico,che saranno fisicamente pre-senti in fiera e che potrannoessere toccati con mano dalpubblico.

Il Forum della Tecnica delleCostruzioni vuole quindi crea-re un ponte tra la ricerca nelmondo delle costruzioni e unamanifestazione fieristica comeil MADE. Infatti, negli ultimianni, la ricerca universitariaitaliana ha fattograndi progressinel settore deimateriali e delletecnologie per lecostruzioni, tantoche i risultati ot-tenuti sono rico-nosciuti a livellointernazionale. Neè una dimostra-zione la presenzadi diversi docentiitaliani nei comi-tati scientifici delleprincipali conferenze interna-zionali del settore. La ricercaha consentito di svilupparemateriali pronti a risponderealle principali esigenze dellecostruzioni, tra le quali si pos-sono citare certamente la si-curezza nei confronti di pos-sibili terremoti e l’esigenza direalizzare costruzioni sosteni-bili anche nel senso di ridurrei costi di manutenzione; ciò èpossibile garantendo una ele-vata durabilità alla struttura.

È ormai ben noto che la nuo-va normativa tecnica per lecostruzioni, il D.M. 14.1.2008,impone che le strutture abbia-no una vita utile non inferioreai 50 anni, che diventano 100per le grandi infrastrutture, du-

rante la qualenon sono am-messe manuten-zioni straordina-rie.Il coinvolgimentodelle università edelle associazioniha un significatoben preciso. Leuniversità, infatti,rappresentano unservizio pubblicoe possono vera-mente rappresen-

tare una risorsa per le aziendeche vogliono migliorare i loroprodotti. È ormai impensabilepensare a strutture di ricercad’avanguardia all’interno delleaziende di costruzione, dovele professionalità sono preva-lentemente orientate ad altriobiettivi aziendali. Su un altrofronte, le associazioni culturalihanno sempre avuto un ruolofondamentale nel divulgare leconoscenze acquisite dai cen-tri di ricerca, attraverso con-

vegni, giornate di studio e cor-si di formazione. Ciò per col-mare un “gap” dovuto al fattoche, troppo spesso, il mondodel lavoro in generale e dellecostruzioni, in particolare, harecepito solo in minima partel’innovazione proposta daicentri di ricerca, preoccupatosolo di ridurre i costi di pro-duzione, dimenticando il va-lore aggiunto rappresentatodalla qualità del prodotto; insostanza, sembra che il mon-do della ricerca e il mondodelle operatori delle costru-zioni (amministrazioni, impre-se e progettisti) abbiano per-corso negli ultimi anni stradeparallele, con pochissime in-terazioni.Il Forum di Tecnica delle Co-struzioni rappresenta per que-sto una grande opportunità diincontro tra i ricercatori e glioperatori, in modo da unirele diverse strade a vantaggiodi tutti: dell’università che habisogno di conoscere i bisognied i problemi specifici dei can-tieri e delle imprese di costru-zione che non possono rinun-ciare all’innovazione tecnolo-gica in un paese che deveguardare avanti, soprattutto inquesti anni.

Il Forum di Tecnica delle Co-struzioni si avvale dell’apportodi un Comitato scientifico alquale fanno parte diversi do-centi universitari esperti perdiversi materiali, come il cal-cestruzzo, l’acciaio, il laterizioo il legno, e per le diverse tec-nologie che caratterizzano ilmondo delle costruzioni. Tuttii membri del Comitato scien-tifico sono docenti di ricono-sciuta fama nazionale e inter-nazionale e sono consideratitra i maggiori esperti nel mon-do della ricerca nel settore del-le costruzioni.Il Comitato scientifico ha ilcompito di valutare le propo-ste fatte dalle diverse aziendeper la mostra prodotti, in mo-do da presentare ai visitatorisolo proposte caratterizzateda un elevato contenuto tec-nologico.I visitatori potranno incontraredirettamente le università e leassociazioni nel padiglioneche ospiterà il Forum dellaTecnica delle Costruzioni, perpoter parlare direttamente deiproblemi e delle grandi novitàche sono o saranno a brevedisponibili a tutti gli operatoridell’edilizia.

*presidente del CTE

Il Forum della Tecnica delle Costruzioni a MADEexpo 2011

Tekla BIMsight in anteprima per l’Italia a MADE expo Harpaceas presenta in anteprima per l’Italia Tekla BIMsight ilrivoluzionario prodotto della multinazionale finlandese Teklarappresentata in esclusiva per l’Italia dalla società milanese.Tekla BIMsight è il software Building Information Modeling peruna collaborazione efficiente in qualsiasi progetto dicostruzione. Ingegneri, architetti, disegnatori, generalcontractor, imprese di costruzione, carpentieri eprefabbricatori, possono ora condividere i loro modelli,verificare la presenza di interferenze, inserire commenti ecooperare in maniera ancora più proficua. Tekla BIMsight è in

grado di supportare l’interoprocesso di progettazione,coordinamento e revisione delflusso di lavoro. Tekla BIMsightimporta modelli in formato IFC,DWG e DGN prodotti daqualsiasi software 3D.TeklaBIMsight è scaricabilegratuitamente sul sitowww.teklabimsight.com.

Presso lo stand Harpaceas nel Padiglione 10 - il visitatore diMADE expo avrà l’opportunità di toccare con mano lepotenzialità rivoluzionarie di Tekla BIMsight utilizzandolopersonalmente grazie ad una postazione dotata di video touchscreen a sua disposizione.

www.harpaceas.it

Casseri in EPS per realizzare pareti in cemento armato ad elevato isolamento termico ICF Italia è l’innovativo sistema a pareti portanti chegarantisce la realizzazione di edifici antisismici, abasso consumo energetico e dall’elevato isolamentoacustico. È il frutto del lavoro di ricerca svolto dalConsorzio ICF Italia, composto da aziende dislocate

sul territorio italiano ecaratterizzate dagrande professionalitànella realizzazione diprodotti in EPS perl’edilizia. I pannelli ICF Italiasono disponibili conspessori di isolante

variabili da 6 a 15 cm e con spessore del setto in clsda 15, 20, 25 e 30 cm. La particolare conformazionedegli incastri impedisce la fuoriuscita delcalcestruzzo e migliora la stabilità durante le fasi digetto. Mediante semplici operazioni di assemblaggioi casseri ICF consentono dunque di ottenere paretiin calcestruzzo armato o “debolmente armato” (inconformità al DM14/01/2008) già coibentate.

www.icf-italia.it

Fassa Bortolo: qualità e affidabilità per il risparmio energeticoCon un’articolata gamma di soluzioni, un vero e proprio“Sistema Integrato” per qualsiasi tipo intervento, Fassa Bortoloè in grado di operare a 360° e rispondere ad ogni esigenza delcantiere. Sempre al passo con l'evoluzione del mercato, isistemi Fassa offrono tutela dell’ambiente, bassi costi digestione e benessere abitativo, rispettando pienamente i criteri

dell’edilizia moderna.Il Sistema Cappotto consenteuna perfetta coibentazione

esterna dell’edificio,permette diraggiungere esuperare i parametridi efficienzaenergetica stabilitidall’attuale normativa

e mette a disposizione diverse tipologie di lastre: EPS,sughero, lana di roccia apprettata e la lastra termoisolanteColorex.Il tutto completato da una ricca gamma di accessori.I Benestari Tecnici Europei ETA 07/0280e ETA 09/0280 – ottenuti per le lastre inEPS, EPS Colorex e lana di roccia – necertificano la qualità e l’affidabilità.

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Ecologia, sostenibilità, economiaLa più completa gamma di Additivi liquidi ed in polvereper le più avanzate tecnologie del calcestruzzo -Prodotti e tecnologie per la protezione e la riparazionedei cls armati e murature - Inibitori di corrosione insinergie funzionali e multiple - Rinforzi strutturali perpre e post sisma - Formulati duttili ad alta energia difrattura - Prodotti e tecnologie per durabili costruzioni eriparazioni dei pavimenti in calcestruzzo - Tecnologie di impermeabilizzazione distrutture interrate ed in quota - Prodotti e tecnologie per il restauro monumentale -Finiture, protezioni e decorazioni perfacciate di edifici.

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Da oltre 25 anni nel settore dei prefabbricati per l’edilizia, Tecnostrutture è leaderitaliana nella progettazione e nella produzione di Pilastri e Travi REP®, un sistema

costruttivo Rapido, Economico e Pratico, brevettato nel1967. I prodotti REP® si abbinano ad ogni tipo di solaio esono adatti a tutte le destinazioni d’uso: infrastrutture,ponti, metropolitane, ospedali, ma anche edifici adibiti alterziario o civili abitazioni.Uno staff di engineering altamente specializzatosupporta il professionista ed il committentedall’individuazione della migliore soluzione strutturale alsupporto post vendita.

Tecnostrutture innova costantemente i propri prodotti attraverso partnership connumerose università italiane ed internazionali ed il deposito di brevetti industriali.Attualmente Tecnostrutture è impegnata nei cantieridelle metropolitane di Milano, Brescia e Roma e delle2 torri Eurosky, le più alte di Roma.

www.tecnostrutture.eu

CSPFea c.s.Sviluppo e Distribuzione SoftwareCSPFea distribuisce rilevanti softwares dicalcolo per l’ingegneria civile, ricercando lepiù performanti soluzioni: in particolare daSeoul, isoftwares diMIDAS, la piùimportantenovità apparsanel mercatoitaliano negliultimi diecianni edall’Olanda ilsoftware di TNO-DIANA, un vero e propriopunto di riferimento mondiale per le analisi.CSPFea lavora a fianco di Enti qualiNAFEMS, Fondazione Eucentre enumerose Università italiane operando nelModeling & Simulation, nelle tre fasi:Verifica dei codici di calcolo, Verifica dellacorrettezza numerica delle modellazioni,Validazione dei modelli con esperimenti ecasi reali.L’attivitàcomprendeinoltrel’attivitàeditoriale, larivista trimestrale di modellazione numerica“Structural Modeling” www.structural-modeling.it

www.cspfea.net

La Divisione BASF ConstructionChemicals La divisione BASF Construction è fornitoreleader di sistemi chimici e formulazioninell’industria delle Costruzioni. Continua innovazione e soluzionipersonalizzate assicurano al cliente maggiorsuccesso. L’Unità di business AdmixtureSystems facilita particolarmente i propriclienti nel settore del preconfezionato,prefabbricato,calcestruzzoterra umida eindustriadellecostruzioniunderground.L’unitàConstructionSystems offreun’ampiagamma di prodotti per pavimenti di impiantisportivi ed industriali, intonaci esterni e paretidi isolamento, giunti espansivi, impregnantiper il legno, nonché speciali malte daripristino, adesivi per piastrelle e membraneimpermeabili. La divisione opera con siti produttivi e centricommerciali in più di 50 paesi e, nel 2010, haraggiunto venditeper circa 2 miliardi dieuro, con circa 7100dipendenti.

www.basf-cc.it

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N. 19 - 1 Ottobre 2011 IL GIORNALE dell’INGEGNERE 19

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20 IL GIORNALE dell’INGEGNERE N. 19 - 1 Ottobre 2011

DOTT. ING. ALESSANDRO

FONTANA

“Il vero successo di unapolitica si riscontra neisuoi effetti nel mondo

reale”. Questo il motivo prin-cipale che ha spinto IntelligentEnergy - il programma dellaComunità Europea per soste-nere finanziariamente le ini-ziative volte a promuovere l’ef-ficienza energetica e l’uso dellefonti rinnovabili - a varare qua-si due anni fa il progetto CO-DE (Cogeneration Observa-tory and Dissemination in Eu-rope), con lo scopo di valutaresul campo gli effetti della di-rettiva Direttiva 2004/8/EC,sulla diffusione della cogene-razione in Europa. Ricordiamoche la cogenerazione (o CHP,Combined Heat And Power,produzione combinata dienergia elettrica e termica) gio-ca un ruolo importante nel pa-norama energetico europeo,anche al fine del raggiungi-mento degli obiettivi energeticie ambientali del “20-20-20”,tanto da essersi meritata unadirettiva ad hoc.Per la sola Italia uno studio diConfindustria ha valutato in12,6 Mtep il possibile rispar-mio di combustibili fossili ot-tenibile al 2020 sfruttando ilpotenziale della cogenerazio-ne, con una riduzione dellaemissioni di 36 Mt di CO2.Sempre con riferimento agliobiettivi 20-20-20 del 2020, varicordato che il target del 20%di energia rinnovabile (17%per il nostro paese) è calcolatosulla base dei consumi ener-getici finali nei settori elettrico,termico e dei trasporti. Eccoquindi che la promozione

dell’efficienza energetica (quin-di anche della cogenerazione)ha l’effetto di ridurre i consu-mi, consumi sui quali è calco-lato il target del 17%.La diffusione della cogenera-zione può dunque permettereun più rapido raggiungimentosia del target di risparmio perl’efficienza energetica, sia diquello per le fonti rinnovabili. Vista l’importanza dell’argo-mento è quindi capibile la ne-cessità della Comunità Euro-pea di avere un feedback sul-l’efficacia della direttiva.Il progetto ha preso in consi-derazione i 27 Stati Membridella Comunità Europea, sud-dividendoli in quattro macro-regioni: Northern, Eastern,South Eastern e South We-stern Europe; ogni macrore-gione è coordinata da un pro-ject leader. Italcogen (Associa-zione dei costruttori e distri-butori d’impianti di cogenera-zione, aderente ad ANIMA) eFAST (Federazione delle As-sociazioni Scientifiche e Tec-niche) coordinano l’attività perla South Western Region(SW), comprendente sei na-zioni: Francia, Italia, Lussem-burgo, Malta, Portogallo eSpagna.Le altre macroregioni sonocoordinate da Combined Heatand Power Association(CHPA, con sede a Londra)per la Northern Region; JozefSefan Insitute (JSI di Ljubljana,Slovenia) per la Eastern Re-gion ed Hellenic Associationfor the Cogeneration of Heatand Power (HACHP, con se-de ad Atene) per la South Ea-stern Region. Coordinatrice dell’intero pro-getto è l’associazione COGEN

Europe, avente sede a Bruxel-les.Il progetto è stato articolatoin 8 fasi, o “work packages(WP)”, ciascuno con obiettivispecifici. Il WP1 era dedicatoal coordinamento e alla gestio-ne interna del progetto.Il WP2, coordinato daHACHP, ha raccolto informa-zioni di carattere generale sullacogenerazione negli StatiMembri, analizzando i reportquadriennali di valutazione dei“Potenziali nazionali di coge-nerazione ad alto rendimento”che le nazioni devono inviarea Bruxelles, prendendo attodei diversi stati di implemen-tazione della direttiva nei di-versi paesi e valutando le bar-riere e i meccanismi di sup-porto da loro messi in atto.Chiaramente la direttiva nonè stata implementata e appli-cata in modo uniforme nellaComunità Europea; da quil’importanza di tracciare unquadro generale della situazio-ne.Questo work package ha pro-dotto 5 report (uno per ogniRegione più un documentogenerale a livello europeo); idocumenti sono scaricabili dalsito del progetto CODE, nellasezione “CODE regions” se-lezionando una regione e

quindi cliccando su “Regionaloverview report on CHP po-tential” (1).Il WP3, coordinato da CHPA,era volto a valutare la fattibilitàeconomica di un impianto dicogenerazione nei diversi StatiMembri. Sono stati creati cin-que impianti tipo, diversi pertecnologia, combustibile e ta-glia.Gli impianti sono stati inseritinel contesto di ogni nazionee ne è stata valutata la profit-tabilità usando come parame-tro di merito l’IRR (o TIR, tas-so interno di rendimento),considerando i necessari pa-rametri economici e finanziari(costi vari, tasse, tariffe ecc.)(2).Su questo punto va detto chela difficoltà dell’obiettivo pre-fissosi dal “WP” ha fatto si chei risultati ottenuti siano da con-siderarsi solo come indicativi.Con il WP4 (coordinato daJSI) sono stati raccolte nume-rose case history di impiantidi cogenerazione sparsi in Eu-ropa. A ogni impianto è statadedicata una scheda. I casi, in-sieme ai risultati dello studioeconomico del WP3, sono sta-ti pubblicati in un manuale,scaricabile dal sito del progetto(3).Una volta delineato il quadrodella situazione della cogene-

razione in Europa, con il WP5(coordinato da Italcogen eFast) si è voluto sondare di-rettamente il terreno, racco-gliendo le opinioni degli ope-ratori nel settore CHP.Sono state quindi poste alcune“domande chiave” sulla situa-zione e sull’efficacia della di-rettiva a un panel di soggettiimpegnati nel settore CHP; lerisposte sono state elaborate eraccolte in 5 report (analoga-mente a quanto fatto con iWPs precedenti). I documentisaranno a breve pubblicati sulsito del progetto CODE (4).Il WP6, coordinato da CO-GEN Europe, ha tracciato, sul-la base dei dati raccolti neglialtri WPs, una road map dellacogenerazione, con indicazionisulle possibili strade per sfrut-tare appieno il potenziale dellacogenerazione.A progetto concluso, è emersoun quadro con situazioni mol-to diverse da Stato a Stato. Seda un lato vi sono paesi (peresempio la Danimarca) dovela cogenerazione è stata datempo promossa e incoraggia-ta, dall’altro vi sono paesi dovela lentezza nell’implementa-zione della direttiva (per esem-pio il Portogallo) e i complessiiter necessari per le autorizza-zioni hanno di fatto impedito

una sua diffusione. A volte(Polonia, Francia e altri) le bar-riere economiche sono ancoramolto forti e il potenziale dirisparmio energetico offertodalla cogenerazione non è an-cora sfruttato.I problemi emersi per l’Italiasono soprattutto di carattereburocratico: lentezza nell’im-plementazione della direttiva,quadro legislativo confuso,lunghi tempi per le autorizza-zioni, pagamento degli oneridi sistema anche sull’energiaelettrica autoprodotta.Infine, parallelamente a tuttele fasi del progetto CODE,COGEN Europe ha coordi-nato un’attività di comunica-zione e diffusione dei dati rac-colti (WP7 e WP8), concre-tizzatasi in una serie di wor-kshop dedicati, organizzati daicoordinatori delle quattro re-gioni e da COGEN Europestessa.Per la SW Region, l’ultimo deiworkshop previsti si è svoltoa Madrid il 15 marzo scorso,in concomitanza con l’assem-blea annuale di Cogen Spain.FAST e Italcogen hanno par-tecipato con gli interventi diSilvio Rudy Stella (Presidentedi Italcogen) e AlessandroFontana (Segretario).

(1) Per esempio per la SWR:http://www.code-project.eu/wp-con-tent/uploads/2009/05/290110-CODE-SWE-Regional-report.pdf )(2) Per i report della SWR:http://www.code-project.eu/regions/south-western/financial-viability-re-port-6/(3) http://www.code-project.eu/wp-content/uploads/2011/04/CODE_CS_Handbook_Final.pdf(4) http://www.code-project.eu/

Il progetto CODE e la diffusione della cogenerazione in EuropaATTUALITÀ EUROPA

Nello scorso settembre sono stati stabiliti nuovicriteri per il riconoscimento della condizione dialto rendimento per gli impianti di cogenerazionecon un decreto congiunto del ministero dello Svi-luppo Economico e dell'Ambiente. Il decreto al-

linea le regole a quanto disposto dalla direttiva2004/8/CE e dal Dlgs 2007/20 e definisce il quadronormativo per la promozione della cogenerazione,integrato da un ulteriore decreto sui meccanismiincentivanti.

Cogenerazione ad alto rendimento

NEWS ǀ Teleco Spa A cura di Imready

Figura 2. Unitàperiferica diacquisizioneaccelerometricabiassiale TSM02

Figura 3. Unitàperiferica diacquisizione di segnalianalogici TGA102

Il mantenimento in esercizio di strutture einfrastrutture civili, quali viadotti ed edifici ri-chiede un’attenta strategia che permetta dimantenere efficiente la struttura e con un al-to livello di sicurezza ma, al tempo stesso,limitandone i costi di manutenzione. Il pro-blema diventa ancor più rilevante quandosia necessaria la valutazione del livello pre-stazionale di strutture potenzialmente dan-neggiate da eventi traumatici, quali gli eventisismici. Allo stesso tempo, la salvaguardiadell’immenso patrimonio architettonico-cul-turale, rappresentato dai centri storici dimoltissime città italiane, richiede un’attentasorveglianza del suo stato di salute struttu-rale e degli effetti dell’attuale crescente livel-lo di traffico veicolare.Le moderne metodologie di monitoraggiostrutturale (SHM) sfruttano lo sviluppo dinuove tecniche numeriche d’identificazionestrutturale e l’adozione di sensori semprepiù sofisticati ed intelligenti capaci, non solodi eseguire l’acquisizione dei dati, ma anchedi elaborare direttamente i dati mediantetecniche di filtraggio, eseguire localmenteidentificazioni di modelli e fornire diretta-mente all’utente informazioni sullo stato del-la struttura.Un sistema SHM ottimale, inoltre, dovrebbeessere dotato delle seguenti caratteristiche:• Uso di sensori con uscita digita-le, per avere connessioni affidabilianche su distanze elevate.• Connessione mediante bus evi-tando i costosi e invasivi collega-menti radiali tra l’unità di controllo ed i sin-goli sensori.• Unità di elaborazione interna ai singoli sen-sori in grado di gestire la trasmissione deidati, la verifica del corretto funzionamento ela disinserzione in caso di malfunzionamen-ti.Infine, tra gli aspetti più significativi svilup-pati negli ultimi anni, si sottolinea l’utilizzo distrumentazione con sensori MEMS.

Il sistema Teleco SHM602, che nasce dallacollaborazione tra Teleco SpA, l’Università diBologna ed il Centro Interdipartimentale di

Ricerca Industriale Edilizia e Costruzioni,rappresenta, attualmente, uno dei sistemiSHM con l’architettura più avanzata disponi-bile sul mercato mondiale e consente instal-lazioni non solo in edifici di nuova realizza-

zione ma anche in edifici storicidove sono presenti vincoli ar-chitettonici.L’SHM602 soddisfa tutte le ca-ratteristiche precedenti e con-

sente la rilevazione e memorizzazione di ac-celerazioni, temperature e modelli ottenuticon tecniche di identificazione, consentendol’accessibilità di tutti i dati in remoto.Una caratteristica di particolare rilevanzadell’SHM602 riguarda l’ elevata precisionenell’acquisizione di misure sincrone da tutti isensori collegati al bus; questo consente lacostruzione di modelli dinamici multi-varia-bili in grado di fornire indicazioni sulla strut-tura sia locali che globali.L’SHM602 è un sistema modulare i cuicomponenti principali sono la centralina edata logger TSD10, i sensori biassiali

TSM02, il distributore di alimentazioneTSIC485 e la recente unità di acquisizione didati analogici TGA102 che consente il colle-gamento di una gamma molto vasta di sen-sori addizionali (estensimetri, celle di carico,trasduttori di spostamenti ecc.).Il sistema è dotato di pacchetti software perla configurazione della rete di sensori, la ge-stione della acquisizione e memorizzazionedei dati e per l’analisi modale, in tempo rea-le, delle strutture controllate. L’SHM602 puòoperare su strutture soggette a sollecitazioninaturali (traffico, vento, eventi sismici) ed èstato installato sia in edifici pubblici che instrutture industriali.

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TELECO SpAVia E. Majorana, 49 - 48022 LUGO (RA)Tel. +39.0545.25037 Fax +39.0545.32064www.telecoshmsystems.comwww.telecogroup.com

TELECO SHM602: un sistema flessibile e avanzato per il monitoraggio strutturale

Figura 1. Unità centrale e data logger TSD10

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DOTT. PAOLO CRISAFI

Con riferimento al pro-cesso valutativo di ope-razioni effettuate da

fondi immobiliari, la normativavigente prevede - com’è noto- che le SGR si avvalgano diesperti indipendenti per la cor-retta valutazione degli assetsin cui viene investito il patri-monio dei fondi, ai fini dellatutela dei risparmiatori/inve-stitori che ne sottoscrivono lequote. Su questo presuppostopoggia la disciplina pubblici-stica che affida precise com-petenze, regolamentari e di vi-gilanza, sia alla Banca d’Italiasia alla CONSOB.La Banca d’Italia è, infatti, in-caricata della potestà di stabi-lire con regolamento: i criteri,le modalità e la periodicità divalutazione dei beni in cui èinvestito il patrimonio degliOICR (articolo 6, comma 1,lett. c), n. 5, TUF e norme at-tuative di cui al Titolo V, Ca-pitolo 4, del Regolamento del-la BdI sulla gestione collettivadel risparmio del 14 aprile2005).Per altro verso, la CONSOBè chiamata a vigilare sulla cor-rettezza dei comportamentidelle SGR, assicurando chela gestione dei portafogli difondi immobiliari avvenga nelrispetto degli obiettivi di in-vestimento prestabiliti (arti-colo 6, comma 2, lett. b), n. 4,TUF). In attuazione di taledelega, la CONSOB impone,tra l’altro, alle SGR di seguire,nell’adozione delle decisionidi investimento, amministra-zione e disinvestimento delpatrimonio dei fondi immo-biliari, un articolato processodecisionale, che garantisca ilrispetto del dovere di ricercaree selezionare le singole ope-razioni in coerenza con il pia-no previsionale patrimoniale,economico e finanziario diciascun fondo gestito (Busi-ness Plan). È in tale contesto che si in-quadrano le attività di valuta-zione e di due diligence, co-stituenti elementi necessari edindefettibili del processo deci-sionale posto in essere da cia-scun gestore a tutela degli in-vestitori. L’esigenza che ogni

SGR disegni ed attui un ade-guato processo di valutazionedei beni immobili implica pre-cise conseguenze sul piano deidoveri dei suoi organi di su-pervisione strategica e di ge-stione, stabiliti dal Regolamen-

to Congiunto del 29 ottobre2007, adottato ai sensi dell’ar-ticolo 6, comma 2-bis, delTUF. Quest’ultimo prevededei doveri “finali” (doveri dideterminare le politiche di in-vestimento, di approvare e ve-rificare i processi di investi-mento, di definire il sistema digestione dei rischi a cui sonoesposti i patrimoni gestiti) ri-spetto ai quali un’adeguataprocedura di valutazione degliimmobili ha carattere “stru-mentale”(cfr. articolo 31). Per quanto innanzi, il nostroordinamento prevede l’inter-vento di una figura professio-nale autonoma e indipendentespecializzata nella valutazionedegli immobili dei fondi, perl’appunto l’esperto indipen-dente. Quest’ultimo è chiama-to, quindi, a formulare dellestime e a garantire l’oggettivitàe l’indipendenza della valuta-zione dei beni immobili, resa

particolarmente delicata siaper l’assenza di parametri og-gettivi per la determinazionedel loro valore (non trattan-dosi di beni quotati in mercatiregolamentati), sia per l’elevatocontenuto specialistico di talivalutazioni . Più in dettaglio, la ratio del-l’intervento di una figura spe-cializzata è radicata, da un lato,nella constatazione che il mer-cato dei beni immobili è ca-ratterizzato da scarsa traspa-renza e da un carente livellodi informazione e, dall’altro,nell’esigenza di arginare i po-tenziali effetti negativi dei con-flitti d’interessi, che sono insitinegli assetti proprietari e di go-vernance delle SGR italiane. In considerazione di detti con-flitti, il legislatore ha sentitol’esigenza di integrare l’articolo37, comma 2, lett. b), del D.Lgs. 58/1998 (“T.U.F.”), de-mandando al Ministero del te-soro, del bilancio e della pro-grammazione economica(D.M. n. 228 del 24 maggio1999) l’emanazione di una di-sciplina che, tra le cautele daosservare, assegna particolarerilievo all’intervento degliesperti indipendenti che inter-verranno obbligatoriamentenei seguenti casi:• conferimento di beni a fondiad apporto pubblico ex arti-colo 14 bis della legge86/1994;• conferimento di beni a fondiad apporto privato ex articolo12-bis, comma 3, lett. a) delD.M. 228/1999;• in occasione della predispo-sizione del rendiconto annualee della relazione semestrale(articolo 2 del D.M. 228/1999e Titolo V, Capitolo IV, Se-zione II, Paragrafo 4 del Prov-vedimento della banca d’Italia14 aprile 2005);• acquisto o vendita di beniimmobili in conflitto d’interes-se (articolo 12-bis, comma 4,lett. c) del D.M. 228/1999);

• vendita di beni immobili(“giudizio di congruità”: TitoloV, Capitolo IV, Sezione II, Pa-ragrafo 4 del Provvedimentodella banca d’Italia 14 aprile2005). Mette conto ricordare che lacrisi finanziaria ha chiaramentedimostrato l’estrema difficoltàdi applicare adeguati criteri emetodologie di valutazione, ri-velando l’inadeguatezza deipresidi interni degli interme-diari finanziari e, in particolare,delle società di gestione di fon-di immobiliari. In questa direzione, la com-plessità del processo di valu-tazione dei beni in cui vieneinvestito il patrimonio di unfondo è strutturale poiché di-pende vuoi dalla natura stessadei beni immobili, vuoi dallecaratteristiche del relativo mer-cato (scarsità degli scambi,basso livello di trasparenza).Talché la CONSOB e la Ban-ca d’Italia hanno messo in lu-ce, con una comunicazionecongiunta del 29 luglio 2010,alcune criticità derivanti prin-cipalmente dall’incompletezzadi politiche, regole e procedureadottate dalle SGR immobi-liari in merito ai seguenti pro-fili:1) scelta degli esperti indipen-denti e determinazione dei

compensi;2) cautele per identificare e ge-stire situazioni di conflitto diinteressi, potenzialmente de-rivanti, in particolare, dall’affi-damento agli esperti indipen-denti di incarichi ulteriori, non

strettamente correlati a quellodi valutazione;3) modalità di coordinamentoe flussi informativi e documen-tali tra le SGR e gli esperti in-dipendenti;4) specificazione dei ruoli edelle responsabilità dei singoli

organi e funzioni aziendali del-le SGR (in specie, in relazionealla verifica della correttezzadei dati e delle informazionicontenute nelle relazioni di sti-ma degli esperti indipendenti,nonché in merito alla coerenzadelle valutazioni di quest’ultimicon il valore corrente degli im-mobili oggetto di stima;5) previsione contrattuale delleinformazioni minimali chedebbono essere fornite dagliesperti indipendenti nelle re-lazioni di stima, con riguardoalle attività svolte, alle moti-vazioni sottese all’impiego diuna determinata metodologiadi valutazione, ai parametri,alle ipotesi ed ai rischi consi-derati. Conseguentemente,Banca d’Italia e CONSOB,coerentemente con la discipli-na del sistema organizzativocontenuta nel Regolamentocongiunto del 29 ottobre 2007,hanno fornito delle linee ap-plicative di carattere generalein materia di processo di va-lutazione dei beni immobili difondi comuni di investimento(omissis …).

Vorrei infine ricordare che inFederimmobiliare è stato atti-vato sul tema delle valutazioniun Tavolo coordinato da Mar-zia Morena, vicepresidentedella Federazione, oltre ad es-sere in corso una serie di in-terlocuzioni con i vertici dellaConsob da parte del presiden-te di Assoimmobiliare e Fede-rimmobiliare Gualtiero Tam-burini e del vicepresidentedell’Associazione Carlo Ales-sandro Puri Negri.

Valutazione dei beni dei fondi immobiliari:normativa, scelte metodologiche e impatti organizzativi

NORMATIVA E ATTUALITÀ

La commissione Conferenza Permanente per lo Studio del Sistema Immobiliare del Collegio degliIngegneri e Architetti di Milano pubblica l’articolo di Paolo Crisafi, segretario Assoimmobiliare eFederimmobiliare, sui recenti indirizzi delle autorità di vigilanza in materia di valutazione dei benidei fondi immobiliari.

DOTT. ING. LORENZO GREPPI

N. 19 - 1 Ottobre 2011 IL GIORNALE dell’INGEGNERE 21

La CONSOB èchiamata a vigilaresulla correttezza deicomportamentidelle SGR,assicurando che lagestione deiportafogli di fondiimmobiliari avvenganel rispetto degliobiettivi diinvestimentoprestabiliti

La complessità delprocesso divalutazione dei beniin cui vieneinvestito ilpatrimonio di unfondo è strutturalepoiché dipendevuoi dalla naturastessa dei beniimmobili, vuoi dallecaratteristiche delrelativo mercato

Il mercato delle innovative tecnologie di consolida-mento dei terreni mediante iniezioni di resine espan-denti è divenuto negli ultimi decenni una diffusa alter-nativa alle soluzioni tradizionali.La continua evoluzione tecnologica, la ricerca e il per-fezionamento delle numerose tecniche hanno permes-so di sviluppare ad oggi prodotti e soluzioni semprepiù differenziati tra loro per caratteristiche, performan-ce, modalità applicative, qualifiche e certi-ficazioni.In questo contesto la società Geosec haavviato nel 2006 un processo di sviluppodel suo procedimento di intervento esclu-sivo (domanda di brevetto Europeo n. EP1914350) finalizzato alla successiva defini-zione di un protocollo tecnico operativocertificato che potesse divenire un precisoriferimento sul mercato per progettisti eclienti.Con questo obiettivo ICMQ, il più impor-tante istituto di ispezione, controllo e certi-ficazione nell'edilizia in Italia è stato incaricato di svol-gere una attività d'ispezione tecnica finalizzata a quali-ficare proprio attraverso una certificazione volontaria(norma UNI EN ISO / IEC 17020) il processo di conso-lidamento e stabilizzazione dei terreni mediante eco-resine espandenti della GEOSEC.In particolare ICMQ nel 2010 ha operato nell'esamedel procedimento SEE&SHOOT HD penetrometricsupport di Geosec, controllando dapprima la chiarez-za, la completezza e l'adeguatezza dei protocolli opera-tivi descritti nei manuali Geosec, esaminando nel det-

taglio tutto il processo: diagnostica geofisica e geotec-nica, progetto ed esecuzione dell'intervento, monito-raggio in corso d'esecuzione, controllo dell'efficaciadell'intervento, rendicontazione e validazione finale.Inoltre ICMQ ha esaminato le procedure correlate alprocesso operativo: cantierizzazione, sicurezza del la-voro, tutela del know how, prevenzione eventuali effet-ti collaterali.

Contemporaneamente sono stati esaminatianche i certificati relativi ai prodotti d'inie-zione nelle loro caratteristiche fisiche-mec-caniche e di compatibilità ambientale, i si-stemi diagnostici e di monitoraggio impie-gati nel processo d'intervento, inclusi i soft-ware di elaborazione e restituzione dati.In fine, ancora una commissione tecnicaICMQ, nel 2011 ha ispezionato cantieriGEOSEC per verificare l'effettiva corrispon-denza del protocollo certificato con la faseoperativa di cantiere.L'attività ispettiva ICMQ ha quindi permesso

di esprimere un PARERE TECNICO POSITIVO sia subase documentale che operativa, evidenziando cometali procedure, nell'ambito dei metodi osservazionaliprevisti dalle Norme Tecniche sulle Costruzioni (D.M.14/01/2008 e s.m.i.) per la risoluzione in opera di par-ticolari tematiche legate al comportamento del com-plesso terreno - manufatto, possano costituire perGeosec nel rapporto con i clienti un utile e preciso rife-rimento (certificato ICMQ) per la definizione della re-gola dell'arte nel consolidamento dei terreni con taletecnica.

Certificazione UNI EN ISO / IEC 17020 nel consolidamentodel Terreno con Iniezioni di Resine Espandenti

NEWS ǀ Geosec srl A cura di Imready

Giornale 19_2011_Layout 1 23/09/11 17.41 Pagina 21

DOTT. ARCH. JACOPO GARDELLA

P arlando di Franco Al-bini (1905-1977) e deisuoi amici, colleghi e

coetanei milanesi, la consta-tazione di maggiore interessebiografico e storico-culturale,è il cambiamento della loroprogettazione architettonicada prima a dopo la secondaguerra mondiale (anni 1940-1945). Cambiamento radicale;indiscutibile; apparentementeinspiegabile. In realtà perfet-tamente comprensibile, sesoltanto si riflette su quantoè avvenuto in Europa, e nonsolo in Italia, nei dolorosi annidi quella cruenta guerra.

L’evidenza del cambiamentoè palese se si confrontano dueopere di Albini, costruite adieci anni di distanza. Una nel1937 a Milano: “Casa Pesta-rini”; l’altra nel 1948 in Vald’Aosta: “Rifugio Pirovano”.La prima sembra una grandescatola appoggiata sul terre-no; la seconda una baita dimontagna addossata al pen-dio. E’ illuminante un con-fronto fra le due opere.n Casa Pestarini è la confer-ma della piena adesione chei giovani architetti milanesi,appena trentenni, danno allaarchitettura del MovimentoModerno, importata dal cen-tro Europa: sia dalla Germa-nia, sull’esempio della Scuoladel Bauhaus; sia dalla Francia,per merito dell’insegnamentodi Le Corbusier.Del Movimento Moderno laCasa Pestarini presenta tuttii caratteri formali che lo di-stinguono e ne hanno fattoun fenomeno d’avanguardia

nella architettura dei primianni del XX secolo; i caratteridella Casa Pestarini possonoessere così elencati: edificio atetto piano, senza sporgenzedi gronda; pareti esterne edinterne totalmente spoglie,prive di decorazioni e sempretinteggiate di bianco; finestresprovviste di spalle, timpani,mensole, cornici, e ridotte asemplici aperture di formarettangolare ritagliate nellospessore dei muri; preferenzaper finestre a giacitura oriz-zontale; assenza di persianeo di scuri a ventola; volumeasciutto e geometrico, assimi-labile alla figura di un paral-lelepipedo.n Il Rifugio Pirovano ha ca-ratteri del tutto opposti: tettoa falde con forte pendenza emanto di copertura a lastredi pietra; sensibile sporgenzadi gronda; pareti realizzatecon tronchi di legno, i cui in-castri agli angoli, sono similia quelli usati nei vecchi fienilidi montagna; finestre non piùritagliate nella nuda paretema riquadrate entro un telaioverniciato di bianco, con evi-dente funzione di cornice or-namentale; volume forte-mente frastagliato; piantamolto articolata e spezzata innumerose e ripetute riseghe;pareti esterne rivestite di ma-teriali naturali, quali pietra neipilastri, e legno sui muri pe-rimetrali; capitelli posati allasommità dei pilastri ad imi-tazione dei tipici “funghi” del-le baite valdostane.

Si può riassumere questo ri-voluzionario cambiamentocon una definizione somma-ria ma indicativa; e definirlo

come passaggio da una archi-tettura astratto-geometrica aduna architettura tradizional-regionalista; la prima privadi legami con il territorio econ la sua storia, e ripetibilecon identici caratteri in qual-siasi luogo; la seconda legataai caratteri della tradizione lo-cale, e diversa da regione aregione, in conseguenza delladiversa Storia vissuta dalle di-verse regioni.Si è di fronte ad un bruscocambiamento nella carriera

di Albini, verificatosi nel breveperiodo di dieci anni; uncambiamento con il qualel’architetto rivoluziona il suostile dalle radici; e sul qualeconverge e si allinea la mi-gliore architettura italiana deldopoguerra. Durante i tragicianni del conflitto mondialematura infatti il netto distaccodal Movimento Moderno de-gli anni trenta; si avvera la finedel Razionalismo, che delMovimento Moderno era sta-to una versione propriamente

italiana; e si assiste alla nascitadi una nuova tendenza, chesolo l’architettura italiana, adifferenza di quella europea,ha il coraggio di attuare inmodo convinto e radicale.Con la nuova tendenza si tor-na a fare uso di forme, di ma-teriali, di tipologie, apparte-nuti alla tradizione ed al suorepertorio; si dà inizio ad unattento recupero della Storia;si avvia un appassionato ri-torno al passato. Il resto del-l’Europa, al contrario, conti-nua ancora per molti anni –ed in parte anche adesso – adesprimersi con le formuleproprie del Movimento Mo-derno; ribattezzato nel dopo-guerra International Style; eadottato con questo nomenelle aree geografiche più di-verse e lontane, dove tuttaviaesso va sempre più perdendola iniziale carica innovativa.

Per spiegare il cambiamentodell’architettura italiana oc-corre tenere presente il paral-lelo cambiamento di pensieri,sentimenti, ideali, avvenutodurante la guerra, quando, altramonto dell’ottimismo po-sitivista che aveva alimentatogli animi tra la fine del XIX el’inizio del XX secolo, succedeun periodo di dubbi e di ri-pensamenti.n Di fronte all’irresponsabileuso della tecnica rivolta allacostruzione delle armi belli-che si incrina la fiducia nelprogresso che dalla tecnicaavrebbe dovuto essere pro-mosso.n Di fronte allo scontro mor-tale fra nazioni appartenentiallo stesso continente crollal’illusione pacifista che facevasperare in un felice stato difratellanza universale.n Di fronte all’instaurarsi didittature liberticide – in Italia,Germania, Spagna, Russia –muore il sogno di uno statosocialdemocratico e di unacomunità libera, equa e giu-sta.

Nel mondo della architetturadi registrano altrettanti mu-tamenti, analoghi e parallelia quelli riscontrati nel mondodelle idee. n La sfiducia nella tecnica in-duce ad abbandonare mate-riali e prodotti edilizi di esclu-siva produzione industriale(metallo, vetro, plastica); sug-gerisce il recupero di elementinaturali (legno, mattoni, pie-tre); e favorisce la ripresa diprocedimenti costruttivi arti-gianali (murature in laterizio,coperture in tegole, travi e so-lai in legno).n La caduta delle speranzein una pace universale sanci-sce la fine di un linguaggioarchitettonico comune, diuno stile internazionale; edinduce a rivalutare le forme,le abitudini, le tradizioni co-struttive tipiche di ambiti geo-grafici circoscritti e locali. Tra-montata la fratellanza univer-sale subentra il senso di soli-darietà, di appartenenza e dilegame all’interno di circo-scritte e consolidate comunitàlocali.n L’avvento di feroci dittaturepone fine agli esperimenti edi-lizi di natura sociale, fatta ec-cezione per quelli imposti dal-le direttive di regime. Gli ac-coglienti quartieri di case po-polari (Siedlungen tedesche),costruiti durante gli anni dellaRepubblica Socialdemocrati-ca di Weimar, vengono so-spesi e bruscamente interrotti.Nel dopoguerra gli interventidi edilizia economico-popo-lare, avviati su tutto il territo-rio nazionale dall’ammirevolePiano Fanfani per la casa,vengono riferiti alle tradizionicostruttive del luogo, alle abi-

tudini edilizie delle singole re-gioni; e ciò allo scopo di of-frire ai lavoratori abitazioni diaspetto famigliare, compatibilicon le consuetudini della loroinfanzia e del loro ambiente.

Per adattarsi alle esigenze delpopolo l’architettura italianaadotta procedimenti costrut-tivi poco costosi, materiali po-veri, soluzioni facili da realiz-zare. E’ comprensibile questo de-siderio dell’architettura ad av-vicinarsi alle persone semplici,al mondo dei lavoratori. Vainfatti ricordato che l’archi-tettura razionalista del Movi-mento Moderno, proprioperché tendeva ad una pu-rezza di forme astratta e geo-metrica, e prediligeva com-posizioni asettiche e scarne,si era allontanata dal gustodella gente comune, ed erarimasta inaccessibile, estranea,poco famigliare, alla com-prensione, alle inclinazioni edalle preferenze dell’uomo del-la strada.Nel dopoguerra tutta l’arte,nelle sue molteplici espressio-ni, e non solo in architettura,si avvicina al popolo; si rivol-ge alle classi sociali meno ab-bienti; parla alle categorie piùpovere ed indifese. Cinema,letteratura, pittura, scultura,adottano linguaggi facili dacomprendere e semplici dainterpretare. Lo dimostra lostraordinario fenomeno delcinema realista, ambientatofra gente comune e recitatoda attori non professionistima scelti in mezzo alla gentedella strada.

Il convergere dell’arte in ge-nerale, e dell’architettura inparticolare, verso ceti popolarie meno fortunati, trova ancheuna profonda ragione morale.Proprio questi ceti durante laguerra hanno sopportato lesofferenze maggiori; hannosubito e patito sulla loro pellele peggiori sciagure, o caden-do come militari sul fronte omorendo come civili sotto ibombardamenti. Non stupi-sce che gli artisti, sempre sen-sibili alle sorti dell’umanità incui vivono, abbiano rivolto laloro attenzione e manifestatola loro comprensione proprioverso coloro che più di tuttihanno patito e penato.Di questa rivoluzione econo-mica, sociale, culturale, masoprattutto umana, Albini, nelmondo dell’architettura, di-venta un’autorevole promo-tore e protagonista. A lui edai suoi coetanei italiani, altret-tanto sensibili ed aperti, si de-ve la nascita del nuovo lin-guaggio tradizional-regiona-lista, succeduto all’ormai ana-cronistico Razionalismo d’an-teguerra.

Su Franco Albini esistono nu-merose ed esaurienti pubbli-cazioni, nelle quali è descrittae commentata la sua figurasia di pioniere della correnterazionalista risalente all’ante-guerra, sia di protagonista del-la tendenza tradizional-regio-nalista, affermatasi nel dopo-guerra. Mentre è inutile ripetere quiquanto è già stato esaurien-temente e dettagliatamentespiegato in quelle pubblica-zioni, può essere invece diqualche aiuto commentare,come abbiamo fatto, la sor-prendente svolta dell’archi-tettura che Albini ed i suoicolleghi milanesi hanno in-trapreso nel dopoguerra; espiegare le ragioni che hannoindotto questi giovani archi-tetti a rivoluzionare così ra-dicalmente il loro modo diprogettare.

22 IL GIORNALE dell’INGEGNERE N. 19 - 1 Ottobre 2011

Il rivoluzionario cambiamento dell’architetto Albini e dei suoi colleghiSTORIA E CULTURA

Milano – Casa Pestarini(anno 1938): fronte sustrada – arch. Franco Albini

Franco Albini, vasi 1946-77

Valle d’Aosta (Breuil) –Rifugio Pirovano (anno1948) – arch. Franco Albini

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DOTT. ING. ALFREDO C. VITALE

DOTT. ING. STEFANO TAZZI

DOTT. ING. VINCENZO TIZZANI

Enrico Pio Mariani, Ordine diMilano e presidente del CNII,ha spiegato come l'indagine siala seconda di una serie di ini-ziative del CNII nel campodella digitalizzazione e sempli-ficazione, dopo il progettoPEC per gli iscritti, e che i ri-sultati di questa indagine con-sentano agli Ordini di condi-videre esperienze e realizzaresinergie. La sintesi dei dati rac-colti dal questionario, le prin-cipali considerazioni emerse egli spunti di riflessioni posti nel-la forma di stimoli e proposteconcrete sono riepilogati nel-l’intervento di Stefano Tazzi,Ordine di Pavia, membro delgruppo di lavoro che ha con-dotto l’indagine.Stefano Mastella, dell’Ordinedi Brescia, con alcune riflessio-ni supportate da esperienzeconcrete conclude che i siste-mi di collaborazione informa-tica diverranno sempre piùpervasivi nella vita lavorativa,ma solo un’attenta progetta-zione ci permetterà di trasfor-marli in un’opportunità e nonin un costo.Mario Ascari, dell’Ordine diModena, propone una rifles-sione sul come l’ingegneria del-l’informazione spingerà l’inte-grazione tra sistemi softwareben oltre agli attuali confini of-frendo alle nuove generazionil’opportunità di migliorarsi edi concepire la conoscenza ela globalizzazione.Cristiano Canobbio, dell’Or-dine di Pavia, propone una ri-flessione sulla governance deisistemi informavi, dove la cor-retta valutazione e gestione delrischio diviene requisito stra-tegico e pervasivo chi imple-menta, valutazioni che nonpossono essere affidate a dilet-tanti o a figure improvvisate.Dal punto di vista qualitativodel software, un argomento or-mai maturo è l’approccioOpen Source, approfondito dalcontributo di Andrea Somma-ruga, dell’Ordine di Milano.Ancora, Cristiano Canobbiooffre un contributo sulle infra-strutture critiche, mettendo inevidenza la criticità di quellesituazioni per cui i un’indispo-nibilità dei sistemi informativipossa causare perdite econo-miche o possa avere impor-tanti impatti sociali.Bruno Lo Torto, Ordine diPalermo, nella sua riflessionericollega l’esigenza di una pro-gettazione obbligatoria per ilsettore informazione alla defi-nizione di limiti sia quantitativiche qualitativi.Giulio Destri dell’Ordine diCremona, porta una riflessionesul tema della gestione dellepostazioni di lavoro che devo-no garantire efficienza nel fun-zionamento ordinario, e mini-mizzazione dei tempi necessariper il ritorno alla piena opera-tività della postazione stessa incaso di guasto (disaster reco-very). Soprattutto in contesticomplessi, per raggiungere irequisiti questa deve essere ne-cessariamente un’attività inge-gnerizzata.Il contributo di Ugo Gecche-lin dell’Ordine di Brescia af-fronta il delicato tema della fir-ma digitale e della privacy, ar-gomenti fondamentali per po-ter garantire integrità e prote-zione dei dati, ovvero elementicardine della sicurezza. Il con-tributo mette in evidenza comegli argomenti seppur trattati informa semplicistica e molto di-scorsiva, siano in effetti moltocomplessi e presuppongonoconoscenze di base tipiche de-gli Ingegneri dell’Informazione,ovvero possono essere vinco-lati alla responsabilità di questa

figura nei confronti della Co-munità.Michele Bruno, dell’Ordine diRimini, propone invece una ri-flessione su azioni volte a ga-rantire la continuità delle atti-vità essenziali allo svolgimentodel proprio business, a frontedi qualunque evento (terrori-smo internazionale, vulnerabi-lità dei dati e dei sistemi infor-matici, politiche commercialiaggressive) che ne renda indi-sponibili le strutture o i servizi(edifici, impianti, attrezzature,sistemi informativi) per un pe-riodo di tempo prolungato.Giuliano Gemma, Ordine diFirenze, approccia il discorsodella qualità mettendo in evi-denza come software o dispo-sitivi di produttori differenti,pur dichiarando compatibilitàe conformità ad un determi-nato standard, non riescano ef-fettivamente a comunicare.Vincenzo Tizzani, dell’Ordinedi Bologna, parte dalla rifles-sione per cui la società attualeha introdotto un nuovo para-digma che prevede che la co-noscenza sia completamentedisponibile “at a fingertip”, allapressione di un tasto, mettendoin risalto il ruolo della bandalarga, quello che la società siaspetta da questa tecnologia el’esigenza di garantire il rispettodelle attese grazie al contributodi professionisti.Questa riflessione apre la stra-da all’ultima relazione, di Al-fredo Cafasso Vitale dell’Or-dine di Napoli, che ci porta ascoprire il Future Internet, tec-nologia che influenzerà ognipasso del processo produttivodi beni e servizi e che pertantonon può prescindere figurequalificate, aggiornate e gover-nate non solo da logiche com-merciali ma anche, e spessosoprattutto, da un’etica di ser-vizio che permetta un sano svi-luppo.Gli argomenti trattati non sonoesaustivi del mondo dell’Infor-mazione che risulta essere per-vasivo in molti settori econo-mici (assicurativo, finanziario,aerospaziale, difesa, distribu-zione, formazione, pubblicaamministrazione, sanità, com-mercio elettronico, automazio-ne industriale, turismo, traspor-ti, media, progettazione edilizia,eccetera).Eppure, nonostante la stampaci bombardi quotidianamentesu questi temi, si tratta di ar-gomenti specialistici molto dif-ficili da trattare in modo cor-retto e che implicano capacitàe competenze professionali. Nondimeno, molti, anche nonesperti, pensando ai temi soprariportati, si cimentano ad im-maginare ed implementare so-luzioni senza assicurare la cor-rettezza e la continuità di fun-zionamento, secondo funzio-nalità coerenti, nel rispetto del-le norme e in assoluta sicurez-za. Ci confrontiamo, nei vari set-tori, con soluzioni veicolate dadistributori di hardware e soft-ware, fornitori di business out-sourcing, fornitori di managedservices, erogatori di servizi diassistenza sistemistica o appli-

cativa, società di consulenza oconsulenti singoli, indipendentsoftware vendor, operatori ditelecomunicazioni, softwarehouse, rivenditori hardware esoftware, system integrator,VAR (Value Added Reseller),che introducono sistemi com-plessi in un organismo impre-parato, spesso ostile, senza nes-suna armonizzazione con l’in-

tera struttura. In questo scenario complesso,si inseriscono una serie di in-convenienti più o meno graviche hanno un impatto socialeimportante (disservizi negli uf-fici postali di fine maggio – ini-zio giugno 2011, carenze nellosviluppo della banda larga, pro-blemi sul Sistri – sistema ditracciabilità dei rifiuti, Mario

Draghi che segnala un ristagnoper scarsa innovazione tecno-logica, eccetera).Anche un recente rapportoMcKinsey su crescita, lavoroe prosperità nei Paesi del G8più Cina, Brasile, Corea delSud e Svezia, presenta una si-tuazione dolorosa per il nostroPaese e, più prosaicamente, lapenultima posizione in classi-

fica. Le Pubbliche Amministra-zioni e le aziende ignorano oquanto meno sottovalutano lepotenzialità di Internet in ter-mini di opportunità di sviluppoe di recupero di competitivitàed il ranking del nostro paeseoscilla tra l’undicesimo ed ildodicesimo posto. Soprattutto,le pubbliche amministrazionie le aziende, ignorano la pre-senza di figure professionalicompetenti e capaci, tenute acomportamenti deontologica-mente corretti, in grado di sug-gerire le necessarie evoluzioniculturali ed a giocare un ruolodi sostenitori della crescitacompetitiva del Paese. Appare ormai evidente comesia giunto il momento di in-trodurre e regolamentare unruolo di terzietà anche nell’am-bito dell’Ingegneria dell’Infor-mazione, che sia a protezionedella società dei cittadini, e cherisponda a questa dei pericoliche possono essere provocatida un approccio di tipo noningegneristico.

N. 19 - 1 Ottobre 2011 IL GIORNALE dell’INGEGNERE 23

Ingegneria dell’informazione: l’importanza di un ruolo di terzietàATTUALITÀ ITALIA

Questo articolo parte dai risultati di una survey condotta su iniziativa del CNII (Comitato Nazionale Ingegneriadell’Informazione – www.inginformazione.it) allo scopo di far emergere lo status quo dell’informatizzazionedegli ordini degli ingegneri. Sono stati oggetto di indagine infrastruttura, applicativi e soluzioni tecnologicheadottate presso un campione significativo di sedi. È emersa l’esigenza di una fortissima sensibilizzazioneculturale su tematiche di sicurezza informatica (business continuity, disaster recovery, gestione dei dati) e sutematiche di servizio (housing, hosting, esternalizzazione dell’assistenza, gestione postazioni di lavoro).L’occasione e i risultati hanno dato quindi lo spunto per compire una riflessione sull’utilità dell’approccioingegneristico in questo settore, caratterizzato da una totale carenza normativa a disciplinare l’azione della figuraprevista dalla legge 328/2001. Tale riflessione è rivolta in primis ai colleghi dei settori civile ed industriale, da quiquesto articolo su questo giornale. Grazie al contributo di alcuni colleghi di vari ordini sparsi per la Penisolasono stati approfonditi alcuni argomenti chiave con l’intento di rendere chiara la dimensione del problema conle relative criticità. Le riflessioni sono disponibili sul sito de Il Giornale dell’Ingegnere a partire dall’indirizzowww.giornaleingegnere.it. Di seguito pubblichiamo una brevissima carrellata dei principali spunti emersi.

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24 IL GIORNALE dell’INGEGNERE N. 19 - 1 Ottobre 2011

ATTUALITÀ MONDO

DOTT. ING. GIOVANNI MANZINI

EST (Eni Slurry Te-chnology) è una tecno-logia innovativa in gra-

do di convertire gli oli pesan-ti, i bitumi e gli asfalteni (laparte hard degli oli pesanti)in prodotti leggeri di elevataqualità, riducendo in modoconsidevole la produzione diresidui di raffinazione sia li-quidi sia solidi (per esempio,coke o fuel oil).Nelle attività di raffinazione,questo processo potrebberappresentare la soluzione perla conversione del "fondo delbarile", consentendo da unlato un miglior sfruttamentodelle risorse classiche anchein termini ambientali, dall'al-tro la valorizzazione di risorsenon convenzionali, come igreggi extra-pesanti e i bitumi

da tar sands, che nei prossimianni svolgeranno un ruoloimportante nella crescita delleforniture energetiche.Nel mondo, le riserve provatedi petrolio sono di ca. 1,2 tri-lioni di barili, mentre le stimesulle risorse di oli non con-venzionali ammontano a cir-ca 4,6 trilioni di barili (se an-che solo il 10-15% di tali ri-sorse sono considerate "recu-perabili" secondo le odiernetecnologie upstream, la quan-tità è enorme, ca. 560 miliardidi barili). Questa tecnologiaè frutto di un'attività di ricercaavviata in Eni alla fine deglianni '80: in questa prima faseè stata condotta un’estesa at-tività di laboratorio, grazie allaquale sono stati approfonditigli aspetti chimici e chimico-fisici della reazione. I risultaticonseguiti hanno permesso

di individuare uno schema diprocesso innovativo, che con-sente di superare le limitazio-ni che hanno finora frenatolo sviluppo su scala industrialedei processi slurry.

*) Il primo impianto industriale EST,della capacità di 23.000 barili di ca-rica al giorno, è in costruzione nellaraffineria Eni di Sannazzaro de’ Bur-gundi (PV): lo start up è previstoentro il 2012. Eni realizzerà quindila prima unità industriale di conver-sione residui al mondo basata sutecnologia slurry.Dal punto di vista tecnologico, ESTpuò essere descritto come un pro-cesso di hydrocracking, avente comecaratteristiche peculiari l’impiego diun catalizzatore nanodisperso a basedi molibdeno ed uno schema checonsente il riciclo del catalizzatorestesso e il raggiungimento di livellidi conversioni prossimi al 100%.

EST: conversione oli pesanti in prodotti leggeri

Èstato recentementepubblicato lo “specialreport” denominato

“Carbon Capture and Stora-ge Handbook – Coal’s Sal-vation Under Strict Regula-tory Regimes” che riassumele principali tecnologie di-sponibili per la CCS (CarbonCapture and Storage), conparticolare riferimento agliimpianti che utilizzano il car-

bone, e sottolinea come laregolamentazione sia un pas-so fondamentale per pro-muovere l’impiego del car-bone e sfruttarne pienamentele grandi potenzialità. Secon-do il rapporto, la CCS è unadelle tecnologie più promet-tenti per fronteggiare i cam-biamenti richiesti dallo svi-luppo globale. In particolare,occorrerebbe accettare la sfi-

da e dirigersi verso obiettivispecifici, minimizzando i co-sti delle iniziative necessariee promuovendo efficienza,sicurezza e riduzione delleemissioni.Il documento è liberamentescaricabile dal sito:http://www.psimedia.info/handbook/CCS1-20.web.pdf.

G.M.

Carbon Capture & Storage:la regolamentazione

Cresce il mercato globale di GNL2S.I. opera con successo da quasi 20 anni nel setto-re della produzione e distribuzione del software perl'ingegneria delle strutture e la geotecnica.Nel corso di questi anni l'attività di realizzazione delsoftware è stata affiancata da innumerevoli progetta-zioni nel settore civile-in-dustriale-meccanico chehanno consentito la conti-nua verifica delle potenzia-lità dei prodotti e un co-stante miglioramento degli stessi, come suggeritodall'uso professionale. 2S.I. produce PRO SAP Professional SAP: softwareper il progetto e la generazione degli esecutivi distrutture in cemento armato, acciaio, muratura, mu-ratura armata, legno, XLAM, travi reticolari miste,pareti estese debolmente armate.PRO SAP, già largamente utilizzato nel campo dellaprefabbricazione e dell’edilizia industrializzata, è ar-ricchito di fun-zionalità per laprogettazionecon travi reti-colari miste inmaniera nati-va, edifici inXLAM e a par-teti estese de-bolmente ar-mate: in so-stanza le nuo-ve tecnologieal servizio dell’ingegneria sismica. Il softwareprevede inoltre la progettazione e verifica distrutture isolate con isolatori elastomerici o frictionpendulum.

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Il Congresso CTE – Collegio dei Tecnici dell’In-dustrializzazione Edilizia - che si tiene, con ca-denza biennale, da oltre 34 anni, rappresenta lafonte d’informazione più completa e dettagliatasullo stato della ricerca e dell’evoluzione dei pro-cessi produttivi dell’edilizia industrializzata. Questo Congresso infatti si articola su quattro di-stinte sezioni rispettivamente dedicate: alle ricerchetecniche ed applicate, ai materiali e tecnologie,alla progettazione ed alle più recenti realizzazio-ni.Dagli atti del 18° Congresso, tenutosi a Bresciadall’11 al 13 Novembre 2010, segnaliamo le se-guenti memorie:• Prove sperimentali sul comportamento sismicodi pannelli di tamponamento orizzontali prefab-bricati di Dario Piras - Andrea Belleri – PaoloRiva dell’Università di Bergamo.Lo studio investiga il comportamento ciclico nonlineare delle connessioni pilastri-pannelli orizzontalidi tamponamento tramite test sperimentali con-dotti su campioni di prova in scala reale. I risultatiraccolti hanno permesso di derivare il comporta-mento isterico delle connessioni e di mostrare leconseguenze di un loro improprio assemblaggio

e/o posizionamento, definendo la performanceassociata al SLD (Stato Limite di Danno) e allostato limite di salvaguardia della vita SLV.• Comportamento sismico di un nodo pilastro-fondazione per strutture prefabbricate in c.a. diConsuelo Beschi – Giovanni Metelli dell’Uni-versità di Brescia – Paolo Riva dell’Università diBergamo – Giorgio Luitprandi Edilmatic srl.Questa memoria descrive i risultati di uno studiosperimentale sul comportamento ciclico di unparticolare nodo pilastro-fondazione per elementiprefabbricati, realizzato parzialmente a secco conguaine metalliche riempite con malta e con barrefilettate in acciaio ad alta resistenza. Scopo dellaricerca è l’individuazione di un giunto pilastro-fondazione duttile in grado di localizzare l’even-tuale danneggiamento in corrispondenza dell’in-terfaccia tra i due elementi strutturali, al fine difacilitare le operazioni di riparazione nel caso diun evento sismico di media entità.

Gli estratti delle memorie sopra citate possono essererichiesti presso la Segreteria CTE Via Giacomo Zanella 36 20133 Milanowww.cte-it.org - email: [email protected]

C.T.E. - Via Giacomo Zanella 36, 20133 MilanoTel: 02 365 58834 - Fax: 02 365 61563 - Email: [email protected] - www.cte-it.org

Il Congresso CTE

DOTT. ING. LUCA IANNANTUONI

Il GIIGNL (Gruppo Inter-nazionale degli Importa-tori di Gas Naturale Li-

quefatto) ha recentementepubblicato un rapporto sugliscambi registrati nel 2010,evidenziando una crescita di84,2 milioni di metri cubi (li-quidi), che ha portato il totalea quota 483 milioni di metricubi nel 2010, con un aumen-to rispetto al 2009 del 21,2%.Per quanto riguarda i singoliPaesi, il Giappone resta il pri-mo importatore, anche se la

sua quota sul totale mondialesi è leggermente ridotta, a dif-ferenza di quella Coreana eSpagnola, cresciute del 30%e dell'1,5%, rispettivamente alsecondo e terzo posto nelmondo. Gli unici Paesi a ridurre l'im-portazione di GNL nel corsodel 2010 sono stati l'India egli Stati Uniti, questi ultimianche per effetto dell'accre-sciuta produzione interna, inparticolare di gas non con-venzionale.Per quanto riguarda invece leesportazioni, il bacino del Pa-

cifico si conferma come pri-ma fonte di GNL al mondo,che nonostante la riduzionedi quota globale dal 39,5 al37,2%, ha visto crescere leesportazioni del 15,1%. Tra isingoli Paesi esportatori il pri-mo è sicuramente il Qatar,che ha contribuito da solo adun quarto del soddisfacimen-to della domanda mondiale,seguito dalla Nigeria, che havisto, grazie al riavvio delgrande giacimento di Soku,un incremento delle esporta-zioni del 54,2% rispetto al2009.

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N uovo riconoscimentoalla qualità e alla tra-sversalità della ricerca

del Politecnico di Torino: duegiovani professori dell’Ateneo,Nicola Pugno e Enrico Magli,si sono aggiudicati il finanzia-mento previsto dall’ERC –European Research Councilper le ricerche più innovativein ogni ambito di studi, l’ERCStarting Grant. Si tratta diuno dei più prestigiosi rico-noscimenti attribuiti dal-l’Unione Europea. Solo 28 dei480 Grant assegnati in tuttaEuropa sono stati vinti da ri-cercatori attivi in enti di ri-cerca italiani, di cui 16 nellescienze fisiche e ingegneristi-che. I due finanziamenti assegnatiai vincitori ammontano a cir-ca 1 milione di euro per la ri-cerca di Nicola Pugno e 1milione e 390 mila euro perEnrico Magli.Si tratta del secondo ricono-scimento di questo genere al-la ricerca dell’Ateneo: in giu-gno il prof. Riccardo Zecchi-na, ordinario di Fisica Teori-ca, aveva ricevuto l’ERC Ad-vanced Investigator Grant, fi-nanziamento rivolto ai ricer-catori d’eccellenza, per i suoistudi sulla comprensione deimeccanismi biologici fonda-

mentali e le terapie clinichedi malattie complesse.

Titolo del progetto: Bio-in-spired Hierarchical SuperNanomaterials- BIHSNAM Prof. Nicola Pugno

Nicola Pugno con il suo la-voro ha introdotto concettidi frontiera nel campo dellaNanomeccanica dei materialie delle strutture - vale a direla meccanica dei materiali de-scrivendo anche i fenomeniche avvengono alla scala delnanometro (un miliardesimodi metro), o delle strutture didimensione nanometrica, co-me i nanotubi al carbonio, ilgrafene, o le strutture più finiche si ritrovano nei materialibiologici, come la ragnatela,le zampe del geco o la fogliadel loto. Questi studi gli hanno per-messo di progettare materialie strutture dalle caratteristichemeccaniche insuperate, spes-so ispirandosi alla Natura, co-me cavi super-resistenti e ma-teriali super-adesivi o anti-adesivi. Il progetto vincitore dell’ERCha due obiettivi primari: unodi tipo teorico, che mira aprogettare super-materiali dinuova concezione, l’altro di

tipo applicativo, che si pro-pone di validare la procedurateorica realizzando il mate-riale più tenace del mondo.I risultati di questi studi pro-mettono di essere di impor-tanza primaria ed impattarenotevolmente anche la nostrastessa qualità della vita, nel-l’attesa di inaugurare unanuova era, quella dei super-nanomateriali gerarchici bio-ispirati (che danno il titolo alprogetto). I compositi attuali non con-siderano infatti la gerarchiache invece sempre si osservain natura, e che nella formapiù semplice consiste nell'ave-re in una matrice delle inclu-sioni a loro volta costituite dasotto-inclusioni e così via, finoalla scala ultima nanoscopica.Grazie alla gerarchia si pensadi poter realizzare super-ma-teriali multi-funzionali intel-ligenti, per esempio super-re-sistenti, super-tenaci, auto-ri-

paranti, super-adesivi, anti-adesivi, auto-pulenti, super-smorzanti, etc.

Titolo del progetto: To-wards compressive informa-tion processing system-CRISPProf. Enrico Magli

L’elaborazione dell’informa-zione è l’ambito degli studi diEnrico Magli, che attraversole sue ricerche ha introdottoconcetti innovativi nel campo,in particolare nella compres-sione e comunicazione di im-magini e video. I metodi che ha sviluppato ri-guardano l’interpretazione diinformazioni visuali, la lororappresentazione in formacompatta e la trasmissione suun canale di comunicazione.I risultati raggiunti riguardanosia le applicazioni multime-diali di tipo “consumer”, chele applicazioni scientifiche ba-

sate su satelliti, e hanno otte-nuto riscontri quali l’utilizzodi un algoritmo per compres-sione di immagini nello stru-mento ottico della missioneExomars, che volerà su Martenel 2018 sotto il controllo del-l’Agenzia Spaziale Europea,e l’inclusione nello standardJPEG.La ricerca vincitrice del Grantriguarda una tecnica di acqui-sizione di segnali chiamata"compressed sensing", in gra-do di ridurre drasticamente ilnumero di campioni necessariper rappresentare un segnale(inclusi audio, immagini e vi-deo), tramite una rappresen-tazione dell’informazioneestremamente compatta, su-perando quindi i limiti postidalla teorie classiche. L’obiettivo del progetto è disviluppare gli strumenti checonsentano di calare questatecnica in un contesto reali-stico, prevedendo l’applica-

zione a immagini e video esviluppando gli strumenti ne-cessari ad effettuare con suc-cesso la comunicazione, la ci-fratura, l’analisi e l’elaborazio-ne dell’informazione diretta-mente nel formato “compres-so”. Uno dei risultati del pro-getto sarà la realizzazione diun prototipo altamente inno-vativo di macchina fotografi-ca basata su questa tecnolo-gia.

1 Gli ERC Starting Grants sono statiistituiti nel 2007 dal Consiglio Eu-ropeo della Ricerca per supportareprogetti d’eccellenza, “altamente am-biziosi, pionieristici e non conven-zionali”. Sono riservati a giovani lea-der di ricerca che si stanno distin-guendo a livello europeo per il lorocurriculum eccezionale: l’obiettivoè consentire loro di intraprenderestudi in ambiti estremamente inno-vativi allargando il loro gruppo di ri-cerca.

“Super-materiali” e sistemi di campionamento e acquisizione dei dati:prestigioso riconoscimento dell’Unione Europea al Politecnico di Torino

BACHECA DELLE UNIVERSITÀ

N. 19 - 1 Ottobre 2011 IL GIORNALE dell’INGEGNERE 25

CHI SONO I VINCITORI

NICOLA PUGNO[http://staff.polito.it/nicola.pugno/]

Nicola Pugno (lauree cum laude in Ingegneria Meccanica ein Fisica Teorica, Dottorato di Ricerca in Ingegneria delle Strut-ture), tranese (Torino), 39 anni, è Professore Associato diScienza delle Costruzioni presso il Politecnico di Torino. Ha

pubblicato circa 150 lavori sulle rivistescientifiche internazionali più prestigiosedel suo settore (es. (Nature Materials).A Torino ha fondato e dirige il Labora-tory of Bio-Inspired Nanomechanics“Giuseppe Maria Pugno” (http://areeweb.polito.it/ricerca/bionano-mech/).Gli interessi scientifici del prof. Pugnosono ingegneristici ma, come spessoaccade nella ricerca di frontiera, coin-volgono anche la fisica e la biologia.Dopo gli studi più classici di Scienzadelle Costruzioni, come la Meccanica

delle Strutture, dei Solidi e della Frattura, si è recentementefocalizzato sulla Nanomeccanica delle strutture e dei materiali(es. dei nanoelectromechanical systems, di cavi super-resistentia base di nanotubi, di nanoscroll di grafene) anche bio-ispirata(es. di nanomateriali super-adesivi ispirati alla zampa del geco,autopulenti ispirati alla foglia del loto, o super-tenaci ispiratialla tela di ragno).In collaborazione col Dipartimento di Ingegneria Civile del MITsta cercando di imparare dal ragno, incomparabile scienziatodei materiali e simultaneamente ingegnere strutturale, per pro-gettare materiali e strutture innovative, es. super-tenaci equindi “anticatastrofe”.

ENRICO MAGLI[www1.tlc.polito.it/sas-ipl/Magli/]

Enrico Magli, torinese, 39 anni, è laureato in Ingegneria Elet-tronica e ha ottenuto il titolo di Dottore di Ricerca (PhD) in In-gegneria Elettronica e delle Comunicazioni. È Professore As-sociato di Telecomunicazioni presso il Politecnico di Torino.Ha pubblicato oltre 140 articoli scientificisulle riviste e conferenze internazionalipiù prestigiose del settore. Fa parte delcomitato editoriale di importanti rivisteinternazionali, ed è stato editore di unaparte dello standard JPEG. Al Politec-nico dirige un gruppo di ricerca che la-vora nel campo dell’elaborazione ecompressione di immagini e video.Gli interessi scientifici del prof. Magli ri-guardano i sistemi di elaborazione del-l’informazione, e le relative applicazionimultimediali e spaziali, con particolareriguardo all’elaborazione, compressionee trasmissione di immagini e video. Lacomplessità di tali sistemi richiede il coinvolgimento di diversediscipline, quali l’elettronica, la teoria delle comunicazioni, l’in-formatica e la matematica. I risultati più importanti sono statiottenuti nel campo della compressione dell’informazione in si-stemi distribuiti, e nelle applicazioni per sensori ottici a bordodi satelliti. Attualmente il prof. Magli si occupa di “compressedsensing”, considerando sia gli aspetti teorici che le applicazionidi questa metodologia.

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26 IL GIORNALE dell’INGEGNERE N. 19 - 1 Ottobre 2011

ELISA MARIANI TRAVI

STORICA DELL’ARTE

L a Canonica di S. Sal-vatore a Barzanò puòessere considerata a

ragione un vero e propriogioiello dell’arte medievaledella Brianza e della Lombar-dia, non solo per la sua archi-tettura antica più di mille an-ni, ma soprattutto per il riccoapparato pittorico custoditoal suo interno che la rendonoun monumento di eccezio-nale valore artistico, unico eirripetibile. Esternamentel’edificio si presenta semplicenelle sue componenti princi-pali: un solo corpo di fabbricacon un tetto a doppio spio-vente, un’abside rettangolaree una facciata a capanna, de-corata da un portale duecen-tesco e affiancata da una torrecampanaria. Internamenteappare molto più complessoed articolato per la presenzadi un fonte battesimale, di unacripta e di una cupola bizan-tina completamente rivestitadal prezioso ciclo d’affreschidatabile all’XI secolo. La chie-sa, che vanta un passato illu-stre, è oggi un complesso pa-linsesto di difficile lettura e in-terpretazione sia per la fram-mentarietà delle fonti scritteche si sono conservate, sia perle numerose manomissioniprodotte nel corso dei secoliche ne hanno modificatol’aspetto originario. Grazie al-la campagna di restauro chesi è appena conclusa e alle re-centi indagini archeologiche,è stato possibile finalmentechiarire le fasi costruttive piùantiche e soprattutto restituireal godimento estetico l’ecce-zionale ciclo pittorico me-dioevale. L’articolato pro-gramma d’interventi ha avutoinizio nel 2000, con l’affida-mento del progetto per ban-do di gara all’associazionetemporanea di professionisticostituita dall’architetto PaolaBassani (capogruppo), dalprofessor Lorenzo Jurina edagli architetti Marco Caval-lin e Marco Jadicicco Spinese.Il team ha provveduto allastesura del progetto prelimi-nare, definitivo ed esecutivodi restauro delle superfici econsolidamento statico la cuidirezione lavori è stata affidataall’arch. Paola Bassani, che ha

operato con entusiasmo egrande scrupolo. Il progetto,dopo aver ottenuto l’autoriz-zazione delle Soprintendenzeper i Beni Architettonici e peril Paesaggio di Milano e So-printendenza Archeologicadella Lombardia, ha ricevutocontributo regionaleFrisL/2004 e , successiva-mente, della Fondazione Ca-riplo che ha inserito l’inter-vento tra i “progetti emble-matici” per la provincia diLecco.Nel corso degli anni 2005-2007 si è proceduto a esegui-re i lavori edili e strutturali,affidati alla ditta Engeco diErba, con il consolidamentodella cupola, delle muraturein elevato e delle fondazionidel versante sud. L’edificio at-tuale è infatti il risultato del-l’unione di più corpi di fab-brica costruiti in epoca diver-sa e non completamente am-morsati tra loro. In particola-re, la grande calotta affrescatasorretta da quattro pilastripressoché autonomi rispettoalle murature perimetrali ha

portato ad una situazione sta-ticamente sfavorevole alla sta-bilità dell’edificio, coinvoltofin dai tempi antichi ancheda cedimenti fondali del ver-sante meridionale rivolto ver-so valle.Al rilievo geometrico dellestrutture, delle lesioni, dei fuo-ripiombi, dei materiali co-struttivi e dei degradi è stataassociata una analisi numericacon la creazione di un mo-dello numerico ad elementifiniti per la determinazionedegli sforzi esistenti. I risultatiottenuti hanno confermato lapresenza di uno stato tensio-nale piuttosto elevato che,puntualmente, la strutturaaveva già scaricato lesionan-dosi. I criteri di interventoadottati sono stati innanzitut-to di ridare continuità all’in-sieme, alla ricerca di una for-ma di collaborazione mutuatra le parti che nel tempo èvenuta meno; sono stati cosìinseriti dei tiranti trasversaliin acciaio inox ancorati ester-namente a capochiavi “a bic-chiere” completamene a

scomparsa , per non alterarel’antichità delle murature.Al criterio della continuità siriporta anche la realizzazionedi iniezioni di malta fluidanelle principali lesioni, con-tribuendo a evitare il riavvi-cinamento delle superfici af-facciate, ciò che provoche-rebbe stati tensionali aggiun-tivi, non auspicabili.Per contrastare la spinta oriz-zontale della cupola, che de-termina un eccessivo sfianca-mento verso l’esterno deiquattro pilastri di appoggioangolare, e di conseguenzaagisce anche sugli elementistrutturali adiacenti, si è ela-borato un sistema “a graffetta”costituito da una trave in ac-ciaio, appoggiata sui pilastridi sostegno della cupola, aiterzi della quale sono colle-gati dei tiranti inclinati chescendono verso la zona di im-posta dell’arco sottostante in-ghisandosi mediante malte diconsolidamento. I tiranti in-clinati esercitano due com-ponenti di cerchiatura sull’ar-co, rivolte verso l’interno, im-

pedendone il divaricamento.La soluzione è stata ripetutasu tutti i quattro archi di so-stegno della cupola dandocosì luogo ad un telaio qua-drato, appoggiato in corri-spondenza dei grandi pilastri.Al criterio generale di “elimi-nazione delle cause di movi-mento”, va ascritto anche l’in-tervento migliorativo di fon-dazione realizzato con micro-pali verticali e tiranti suboriz-zontali, collegati tra loro daun cordolo interrato postolungo il fianco sud dell’edifi-cio. Dalla fine del mese di maggio2009 si è dato invece avvioalle opere di restauro delle su-perfici interne, eseguite dalladitta Luzzana Restauri di Ci-vate, che ha operato congrande professionalità e com-petenza in sinergia con la di-rezione lavori. Gli affreschiinterni sono certamentel’aspetto più interessante ditutto il complesso di fabbricasoprattutto per l’unicità dellasua cupola, che conserva an-cor’oggi uno dei più solenni

e ieratici apparati decoratividel territorio lombardo d’epo-ca altomedioevale, la cui ico-nografia è di sicura derivazio-ne bizantina. Il percorso ico-nografico, che ha inizio nellaseconda campata della chiesa,si dispiega lungo le pareti la-terali, dove sono raffiguratesecondo uno schema narra-tivo e profondamente umanole Storie dell’Infanzia e dellaPassione di Cristo, e proseguepoi sulla superficie della cu-pola, dove trionfa la rappre-sentazione sovrannaturale diCristo benedicente circonda-to dai dodici Apostoli, daMaria che stringe al gremboil Bambino e da quattro aqui-le dipinte nei pennacchi, inluogo dei più tradizionali sim-boli degli evangelisti. L’inter-vento di restauro pittorico,sostenuto da una approfon-dita campagna diagnostica siada un attenta conduzione dicantiere, ha restituito leggi-bilità all’opera pittorica, sal-vaguardando la complessastratificazione storica.Nel corso dei lavori è statainoltre condotta una impor-tante campagna di scavo ar-cheologico che, pur non an-cora completa, consente oggidi aggiungere nuovi ed im-portati dati per la storia delmonumento, grazie al rinve-nimento di emergenze archi-tettoniche antecedenti l’XI se-colo, attestanti le fasi antichedella chiesa ed il suo uso ci-miteriale.Contemporaneamente agliinterventi sulla fabbrica, si so-no intraprese opere di recu-pero delle aree esterne chehanno riguardato il grandeparco sulla collina retrostantela Canonica, e soprattutto ilpiazzale ed il sagrato di ac-cesso all’edificio con un nuo-vo arredo urbano a cura degliarchitetti Bassani e Cavallin.Questi ultimi progetti, finan-ziati dall’AmministrazioneComunale con un contributointegrato del Sistema Turisti-co della Provincia di Lecco,consentono ora la fruizionesinergica del monumento edell’area circostante, final-mente restituiti all’apprezza-mento e alla fruizione non so-lo dei cittadini di Barzanò, madi tutti coloro che amano l’ar-te e la cultura del territoriolombardo.

Un restauro emblematico: la Canonica di San Salvatore a BarzanòARTE E CULTURA

Vista interna della Canonica di S. Salvatore a Barzanò (LC)dopo i restauri

Facciata e sagrato della Canonica di S. Salvatore a Barzanò afine restauri

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N. 19 - 1 Ottobre 2011 IL GIORNALE dell’INGEGNERE 27

LETTERA

Non credo di poter concor-dare completamente conquanto sostenuto dall' inge-gner Amedeo Bilotti sul n. 7(1 aprile 2011) de "Il Gior-nale dell’Ingegnere", nell'ar-ticolo "I cambiamenti di cli-ma e l'utilità della forestazio-ne". Concordo infatti quando sot-tolinea il "rischio di affrontaregiganteschi investimenti dal-l'esito incerto" per ridurre leemissioni di CO2, mentre ilriscaldamento potrebbe es-sere dovuto a "cause natura-li", cosicché è necessario"prendere decisioni così im-portanti non sulla base disemplici indizi, ma di appro-fondite analisi scientifiche".Affermazioni sacrosante.Non concordo invece quan-do definisce la forestazione"il sistema più economico erazionale per sequestrare laCO2". A parte la difficoltà di"ricoprire di alberi terre vuoteo inutilizzate" (penso al Sa-hara, al Gobi, al Kalahari, abuona parte dell'Australia),

se si considera il bilanciocomplessivo, gli alberi non

contribuiscono per nulla allariduzione della CO2. Il bilan-

cio globale è zero: tantaCO2 sequestrano mentrevivono e crescono, tratte-nendo il Carbonio e libe-rando l'ossigeno, tanta CO2

riemettono nell'atmosferaquando muoiono, il lorocarbonio ricombinandosicon l'ossigeno. La cosa èevidente quando bruciamola legna, che va (quasi) tut-ta in CO2: lo stesso avvieneperò anche quando l'albe-ro morto marcisce, essen-do la marcescenza, alla finfine, un fenomeno di ossi-dazione. Talora, in condi-zioni anaerobiche, si formametano. (Per inciso, rie-mettono CO2 anche le fo-glie quando cadono). Unvantaggio, ma transitorio,si avrebbe estendendo learee forestate, ma copertoche fosse tutto il pianetadi foreste, il bilancio dellaCO2 tornerebbe a zero, co-me è ovvio avvenga in unaforesta "in equilibrio".

dott. ing. Mario Casirati

La forestazione e i cambiamenti climaticiFONDAZIONE ORDINE DEGLI INGEGNERI DI MILANO

20 OTTOBRE 2011 ORE 14.30-18.00SEMINARIO

AVVIAMENTO ALLA PROFESSIONEIl seminario affronta alcuni temi inerenti l’avvio alla professionedell’ingegnere dal CV all’esperienza diretta: i primi passi del-l’ingegnere; come fare un cv e a chi mandarlo; come affrontareun colloquio.

Saluto: Ing. Maurizio Abrate, Presidente Commissione Giovani

Introduzione e coordinamento:Ing. Davide Luraschi, membro Commissione Giovani, LiberoProfessionista e Docente a contratto area tecnologica - Poli-tecnico di Milano

L’ingegnere da dipendente a libero professionistaEsperienza da dipendente: scelte e motivazione per passarealla libera professione, difficoltà ed avvioIng. Simone Pessina, Libero Professionista

L’ingegnere dipendente in una struttura pubblicaEsperienza da dipendente: scelte e motivazione per passaread altra attività, difficoltà tipologia lavoro.Ing. Aristide Capra Direttore Tecnico Ospedale San Carlo Milano

Il mercato del Lavoro:Come scrivere un cv, a chi mandarlo a come affrontare un col-loquioIl presente e il futuro dell’Ingegneria: le scelte e il mercato dellavoroIng. Marco La Valle, Responsabile Divisione Operations Mi-chael Page International

26 OTTOBRE 2011 ORE 17:15-19:30SEMINARIO

TLC & SMART GRID:1A SESSIONE TEMATICALa crescente domanda di energia e dell’assoluta necessità diridurre gli impatti climatici ha portato velocemente le TLC adessere al centro della trasformazione strutturale che coinvolgeràil ciclo energetico, dalla generazione fino all’accumulo, al tra-sporto, alla distribuzione, alla vendita e, soprattutto, al consumointelligente di energia.Al fine di approfondire gli aspetti teorici e le implementazionipratiche, la commissione TLC dell’Ordine degli Ingegneri dellaProvincia di Milano ha organizzato un percorso formativo co-stituito da otto sessioni tematiche, con cadenza mensile, ilprimo dei quali prevede la testimonianza di attori del settoreche stanno già operando in questa direzione.

Coordinatore:ing. Massimo BertolottiCommissione Telecomunicazioni dell’Ordine degli Ingegneri

Interventi:• Il satellite al servizio dell'energiaing. Alessandro Caranci, VP Business Development (Tele-spazio) • Sistemi di gestione e controlloing. Marco Calzolari, Direttore Generale (Fracarro Engineering)

L’incontro, di carattere prettamente divulgativo, è dedicatoa professionisti dei settori ICT ed Energia.

27 OTTOBRE 2011 ORE 17:00-19:00SEMINARIO

L’ORDINE DEGLI INGEGNERI A FIANCO DEI GIO-VANI RICERCATORIL’iniziativa è rivolta ad un pubblico interessato ad approfondiretematiche innovative ma non necessariamente composto daspecialisti di ciascuna disciplina; le presentazioni saranno sin-tetiche e spiegheranno, con linguaggio chiaro e accattivante,le problematiche affrontate, i risultati innovativi raggiunti e lepotenziali ricadute sull’industria.I Relatori sono Dottori di Ricerca o Dottorandi del Politecnicodi Milano e i cui corsi di Dottorato Triennale di Ricerca sonostati cofinanziati dall'Ordine degli Ingegneri delle Provincia diMilano.

Coordinamento e presentazione dell’iniziativa:Ing. Alberto Caleca

Consigliere dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Mila-noTematiche:• Metodi computazionali per un approccio innovativo alla sicu-rezza degli impianti nucleariPh.D. Francesco Di Maio - Dottore di Ricerca del Politecnico

di Milano• Studio e sviluppo di film nanostrutturali di Rodio per la fabbri-cazione di specchi per sistemi diagnostici di macchine per lafusione nucleareIng. Andrea Uccello, Dottorando del Politecnico di Milano•Satelliti distribuiti e cooperativi per l’osservazione terrestre at-traverso un’architettura multiagenteIng. Riccardo Lombardi, Dottorando del Politecnico di Mila-no

Modalità di iscrizione e informazioni dettagliate sono disponibi-li sul sito www.foim.orgSede dei corsi e seminari elencati: Fondazione Ordine IngegneriCorso Venezia, 16 – Milano

Giornale 19_2011_Layout 1 23/09/11 17.41 Pagina 27

28 IL GIORNALE dell’INGEGNERE N. 19 - 1 Ottobre 2011

RECENSIONE A CURA

DEL PROF. ING. GIACOMO ELIAS

La norma UNI CEI EN16001 - 2009 (Sistemi di ge-stione dell’energia - Requisitie linee guida per l’utilizzo),descrive i requisiti ai quali de-ve soddisfare un sistema digestione dell’energia, per per-mettere ad un’azienda di va-lutare sistematicamente ilconsumo di energia, al fine dimigliorare continuamentel’efficienza energetica e ridur-re i costi, tenendo conto delquadro giuridico di riferimen-to. Questa norma s’inseriscenell’evoluzione subita neltempo della normazione in-ternazionale. Questa, dall’ap-proccio costruttivo-dimensio-nale della prima civiltà indu-striale finalizzato alla produ-zione in serie, è passata poi aun approccio funzionale-pre-stazionale e, dagli anni ’80, alcosì detto approccio sistemi-co, basato sulla convinzioneche la qualità di prodotti eservizi si garantisce gestendoopportunamente risorse eprocessi produttivi. Dal 2000

si è fatto un nuovo passo inavanti, passando dalla culturadelle procedure a quella deirisultati, ponendosi come finela soddisfazione (nel senso

più ampio) dell’utente finale(consumatore). Questo finesi può raggiungere con l’ado-zione di un Sistema di Ge-stione Integrato (SGI), qualità,ambiente, sicurezza e salute,energia, responsabilità sociale,gestione dei dati. L’unifica-zione delle “politiche“ nei varisettori e la più puntuale allo-cazione delle responsabilitàconsentono di individuaremeglio gli obiettivi dell’orga-nizzazione, di valutarne (mi-surarne) più oggettivamenteil grado di raggiungimento edi perseguire il fine del mi-glioramento continuo. A que-sti vantaggi si aggiungonouna maggior flessibilità gestio-nale dell’organizzazione, chepuò affrontare più tempesti-vamente le sfide complesseprovenienti dal mondo ester-no, e una migliorata econo-micità, che si riflette sul contoeconomico. Da questo puntodi vista il volume scritto dalCollega Stefano Farné, pur af-frontando lo specifico aspettodella gestione energetica, hail pregio di mettere quest’ul-tima in relazione con tutti glialtri aspetti gestionali. Il lin-guaggio è tipico dell’ingegne-ria: logico, chiaro, documen-tato, sintetico e di facile leg-gibilità. Un’utile integrazionesono la parte dedicata agli “in-terventi e opportunità di ri-sparmio energetico” e le nu-merose appendici. Sono con-vinto che si tratti di un veromanuale “da scrivania” ossiada tenere a portata di manoper facilitare la mai facile at-tività di chi ha l’onere di ge-stire con successo un’organiz-zazione, qualunque essa sia.

Efficienza e risparmio energeticola norma EN 16001

SALA DI LETTURA

Sistemi di gestione dell’energiaLa norma EN16001: efficienza e risparmio energetico per competere

Autore: Stefano FarnéEditore: Franco AngeliPagine: 298Prezzo: Euro 33,00

RECENSIONE A CURA DEL PROF.ING. CARMINE COLELLA*

Quando, circa un anno fa,l’autore mi scrisse per avereil mio parere, accanto a quel-lo di altri colleghi ed amici,sul suo progetto di scrivereun dizionario sul calcestruz-zo, approvai entusiastica-mente l’iniziativa. Un’operadel genere mancava nel pa-norama librario italiano, e chimeglio di Mario Collepardi,un insigne studioso di legantie conglomerati cementizi dirinomanza internazionale, giàautore di molti apprezzati te-sti sul calcestruzzo, avrebbepotuto portare a termine fe-licemente l’impresa?Avendo ora il libro tra le ma-ni, posso affermare che l’at-tesa, nemmeno tanto lunga,non è andata delusa.L’agile volume, in formatoA4, di poco meno di 300 pa-gine, è una summa delle piùaggiornate conoscenze sulcalcestruzzo, sulla tecnologiadi fabbricazione delle materieprime, sul confezionamentodel conglomerato, sulla suacorretta messa in opera, sulleprove tecniche e sui controlli,sulle proprietà e sui criteri discelta nelle varie applicazioni,sulla degradazione delle ope-re e sul modo di contrastarla. Non mancano informazionidi carattere storico su scien-ziati del settore del passatoe del presente, su opereesemplari di interesse ar-cheologico o architettonico,sulle norme e sulla legislazio-ne. Naturalmente l’insiemedelle conoscenze di cui si

tratta è reperibile in manuali,trattati e, in genere, nella let-teratura scientifica interna-zionale, ma il modo in cui lamateria è presentata in que-sto volume è del tutto origi-nale e, aggiungo, efficace. Voglio dire che non si trattadi un banale dizionario cheriporta in ordine alfabeticouna serie di lemmi, cui cor-rispondono stringate defini-zioni: siamo, al contrario, inpresenza di un autentico trat-tato, che ha però il vantaggiodi consentire, pur nella com-pletezza dell’informazione,un’agevole consultazione el’acquisizione di rapide rispo-ste a quesiti, dubbi o esigenze

di approfondimento. Comeè bene e opportunamentespiegato dall’autore nella pre-fazione, il dizionario è orga-nizzato in maniera che adogni lemma o argomentocorrisponda una serie di ri-chiami o collegamenti (indi-cati da una freccia), che con-sentono, ove se ne ravvedala necessità, di acquisire ul-teriore conoscenza o di com-pletare l’informazione. Si veda, ad esempio, a solotitolo esemplificativo, fra gliinnumerevoli percorsi, la se-quenza: malta → legante →pasta cementizia → pori ca-pillari → rapporto acqua-ce-mento → permeabilità all’ac-qua, etc. Evidente anche ilvantaggio di “scoprire” attra-verso questi percorsi infor-mazioni di cui non si avevaalcuna nozione.Il volume è corredato di in-numerevoli grafici, tabelle efigure, completato da un’es-senziale bibliografia (inseritaopportunamente nel testo),e da un utile indice degli au-tori menzionati. Per concludere, l’opera diCollepardi non dovrebbemancare nella biblioteca delprofessionista tecnologo deimateriali, ma è di indubbiautilità, per l’agilità e la rapi-dità con la quale fornisce in-formazioni, al tecnico ope-ratore e al produttore, oltreche al ricercatore, ad ogni li-vello, nel campo della scien-za e tecnologia del calce-struzzo.

*Università Federico II di Napoli

Dizionario Enciclopedico del Calcestruzzo

Dizionario Enciclopedicodel Calcestruzzo

Autore: Mario CollepardiPagine: 291Prezzo: euro 65,00

Acquistabile in rete presso ilsito www.encoshop.com

ACCA software, società lea-der in Italia per il softwaretecnico dedicato al mondodell'edilizia, continua a pro-porre novità software di rilie-vo per il prossimo autunno.In occasione del SAIE 2011,la software house presenteràin anteprima una novità asso-luta, PriMus-CAD un vero eproprio software CAD DWG.In un unico prodotto si trova-no funzionalità tipiche di unCAD ma con in più il computointegrato. Finalmente divienepossibile disegnare e compu-tare insieme simultaneamen-te. Operando con PriMus-CADè sufficiente creare un nuovoDWG o aprire un file esistentedello stesso formato o ancheun DXF ed elaborare conte-stualmente anche il computometrico in modo semplice econ risultati estremamente af-fidabili. Strumenti di disegnocome linee, polilinee, archi,cerchi, ecc. sono corredati dafunzionalità tipichedi un CAD (copia,specchia, taglia,ecc.). Questo software èperò molto di più diun comune CADDWG perché l’integrazio-ne tra disegno e computo èdavvero molto spinta. Ogni entità gra-fica del disegno con le sue dimensioni (lun-ghezza, larghezza, perimetro, area, numero di ele-menti, angoli, ecc.) si associa a voci di elenco prezzie righi di misurazione dando vita al computo conte-stualmente al disegno. Dunque, computo e disegnosono legati tra loro in modo dinamico e sincrono, in-fatti, selezionando una entità grafica vengono evi-denziati immediatamente descrizioni e prezzi e vice-versa. Anche un semplice aggiornamento del dise-gno genera un immediato aggiornamento del com-puto.

Un nuovo software dal-le premesse entusiasmanti che apporterà

indiscutibilmente benefici non solo in termini di tem-po ma anche di affidabilità negli elaborati.

Info: www.acca.it - www.conventionacca.itDemo on:SAIE Bologna 5-8 ottobre 2011Padiglione 33 settore ACCA

NEWS ǀ Software A cura di Imready

Finalmente il CAD con il computo metrico integrato

L’utilizzo del calcestruzzo è pre-visto in più del 50% dei proget-ti: RÖFIX, consapevole delle dif-ferenti potenzialità e specificitàdel calcestruzzo, propone RÖ-FIX Creteo, la linea interamentededicata al calcestruzzo, in gra-do di rispondere alle differentiesigenze di progettazione.

CreteoStandardIl calcestruzzo, determina laperfetta organizzazione del lavo-ro in cantiere: CreteoStandarddisponibile in silos, permette diorganizzare il cantiere in modosemplice ed efficiente, renden-do disponibile in modo imme-diato la giusta quantità di calce-struzzo evitando sprechi. L’im-piego di malte premiscelate è garanzia del manteni-mento di standard qualitativi elevati e di uniformitàdel materiale. La presenza in cantiere di CreteoStan-dard in silos permette la riduzione di spazi di stoc-caggio e deposito garantendo una maggiore flessibi-lità nello spostamento del materiale.

CreteoShot L’applicazione del calcestruzzo a spruzzo richiede at-trezzature e apparecchi speciali, oltre ad una elevataprofessionalità del personale im-piegato.CreteoShot permette di realizza-re strati sottili su forme spigolo-se o dall’andamento assai irre-golare e consente, inoltre, la ri-duzione dei costi generati dallamessa in opera e dalla produzione delle casseformesolitamente utilizzate per i sistemi a gettata. Il calce-struzzo a spruzzo è indicato in tutti gli interventi incui è richiesta la rapidità della presa o nel caso in cuisia prevista l’applicazione di spessori sottili. Creteo-Shot rispetta i parametri qualitativi definiti dalla Di-rettiva di riferimento ÖBV “Calcestruzzi a spruzzo”nonché la norma DIN 18554.

CreteoRepair CreteoRepair è la risposta RÖFIX agli interventi di ri-pristino del calcestruzzo, composto da una malta

pregiata a base minerale con addi-tivi aggrappanti e fibre, è impiega-to per protezione e riparazione distrutture portanti in calcestruzzo inconformità alla norma EN 1504,per integrazione della sezione, rin-forzo, aumento dello spessore delcopriferro, per sostituzione di cal-cestruzzo contenente sostanze no-cive.

CreteoSpecialCalcestruzzi ad elevata resistenzasono caratterizzati da una matricedi cemento e granulo macinato piùdensa e resistente nonché da unamaggiore unione tra matrice e gra-nulo inerte. In questo modo i feno-meni di ritiro possono essere ri-dotti insieme al tempo necessario

per raggiungere l’irrigidimento e indurimento. L’im-piego di CreteoSpecial permette di ottenere tuttoquesto, oltre che di avere valori di resistenza allacompressione superiori a 30 MPa nelle prime 24ore. Tali risultati lo rendono adatto nel caso in cui sirichieda forte resistenza all’usura e tempi brevi diesecuzione.

CreteoGalaNell’architettura paesaggistica l’utilizzo del lastricato

nelle sue più svariate tipologie ritrovaoggi un ampio utilizzo. Il lastricato dirivestimento ha tuttavia bisogno di unottimo sottofondo in cui la malta diposa e l’esecuzione dei giunti devonorispondere ad elevati requisiti di quali-tà. CreteoGala è garanzia di tali requi-

siti, creato da RÖFIX sulla base del proprio knowhow e della continua ricerca.

CreteoInjectCreteoInject è una malta di ancoraggio a granulome-tria fine, estremamente fluida che, a maturazionecompleta, raggiunge un elevato grado di solidità. Talicalcestruzzi sono formulati per avere un ritiro ridottoe producono un buon ponte di aderenza nei sotto-fondi di tipo minerale. La malta per ancoraggi trova ilproprio impiego nel collegamento di rocce o parte diesse al suolo.

RÖFIX Creteo, prodotti di e per il calcestruzzo

NEWS ǀ Röfix A cura di Imready

www.giornaleingegnere.it

Collegio degli Ingegneri e Architetti di Milano

1563

dal 1952

on-line

Giornale 19_2011_Layout 1 23/09/11 17.42 Pagina 28

N. 19 - 1 Ottobre 2011 IL GIORNALE dell’INGEGNERE 29

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30 IL GIORNALE dell’INGEGNERE N. 19 - 1 Ottobre 2011

FORMAZIONE WWW.GIORNALEINGEGNERE.IT

Direttore dei corsi: prof. Attilio Carotti

• CORSI PROFESSIONALIZZANTI per Giovani Progettisti:

Guida al PROGETTO COORDINATO DI EDIFICI :tipologie involucro-struttura - soluzioni impiantistiche: trade-off tecnico-economico, termo-acustica, impianti caldo-freddo, rinnovabili – dal progetto al cantiere 1. Corso EDIFICI CIVILI: 2 e 3 dic. 2011 - 16 ore week-end2. Corso EDIFICI INDUSTRIALI: 16 e 17 dic. 2011 - 16 ore week-end3. Corso EDIFICI SPECIALI: 13 e 14 genn. 2012 - 16 ore week-endhttp://www.polimi.it

• CONTRATTI DI CONSULENZA

• CONTRATTI DI DIDATTICA

• CONTRATTI DI RICERCA

• CORSI DI SPECIALIZZAZIONE: Corso 32 ore – 2 week-endENERGY MANAGEMENT AZIENDALE logistica & EHS tecnologie11-12 e 18-19 novembre 2011 http://www.polimi.it

Per INFORMAZIONI di dettaglio :preferire mail a: [email protected] Tel: 02.2399.4361 cell: 349.2529302 - evitare invii fax

Politecnico di MilanoDipartimento di Ingegneria Strutturale

VARIAZIONE DATA

CABLAGGIO STRUTTURATO:PRESENTE E FUTURO DI UN’INFRASTRUTTURA(SEMPRE PIÙ) STRATEGICA

L’incontro si terrà lunedì 24 ottobre 2011 ore 15:30Palazzo Serbelloni - C.so Venezia 16 –Milano

Data la prevedibile affluenza è necessario prenotare la propriapartecipazione presso la Segreteria del Collegio tel.02/76003509, fax 02 76022755, o per e-mail: [email protected]

Collegio degli Ingegneri e Architetti di Milano

Cabling Solutions

Le torri campanarie di Ve-nezia presentano, soprattut-to per problemi di fondazio-ne, dissesti importanti che simanifestano con evidentiquadri fessurativi o con fe-nomeni di perdita di vertica-lità. Le sollecitazioni nelle mura-ture delle torri sono elevatee una distribuzione non li-neare o una parzializzazionedella sezione può determi-nare cedimenti localizzati deimateriali con rotture che, inuna reazione a catena, pos-sono portare alla perdita distabilità dell’intera struttura. Ai campanili, rispetto alle re-lative chiese, è riservataun’attenzione minore e i li-velli di manutenzione e diconservazione sono in ge-nerale inferiori. Per aumentare la conoscen-za sull’efficienza strutturalee sul livello di vulnerabilità

dei campanili il Ministero peri Beni e le Attività Culturalicon la collaborazione del-l’Università IUAV ha costi-tuito a Venezia una sorta dilaboratorio sperimentale sul-le strutture a torre per la va-lutazione e riduzione del ri-schio sismico. Le esperienze e gli studi ef-fettuati negli ultimi dieci anni,che partono dalla schedatu-ra delle ottantacinque torri eche sono illustrati in questovolume, hanno consentito dideterminare un livello di vul-nerabilità per ciascuna torree di identificare i campanilidi Venezia che richiedonouna maggiore attenzione edun approfondimento delle in-dagini.

Agli interessati il volume vie-ne distribuito gratuitamente,inoltrando la richiesta a:[email protected]

Tecniche costruttive, dissesti e consolidamentidei campanili di Venezia

TECNICHE COSTRUTTIVE, DISSESTI E CONSOLIDAMENTI DEI CAMPANILI DI VENEZIA

A cura di Alberto Lionello

Soprintendenza per i beniarchitettonici e per il pae-saggio di Venezia e laguna

Editore: Corbo e Fiore Editori

Bergamo, 21-22 Ottobre 2011

GEOTECNICA, FONDAZIONI, MURI CONTRO e FUORI TERRA (Eurocodici, revisione NTC)

Relatore del corso: dott. ing. Salvatore Palermo1a edizione nazionale

EUROCODICI e REVISIONE NTCIl CSLLPP ha di recente approvato gli Annessi Tecnici agliEUROCODICI, ai fini dell’adozione ufficiale. L’adeguamentodelle Normen a z i o n a l i ,con la revi-sione NTC, èindicato apartire da Di-c e m b r e2011. Comeannunciatodal CSLLPP,attraverso i59 Annessi,gli EUROCODICI hanno piena operatività nella progettazionegeotecnica e strutturale, in coerenza con il quadro delle Normenazionali.

CORSO DI AGGIORNAMENTOInarsind di Bergamo, in considerazione di queste novità, pro-muove la 1a edizione a livello nazionale del corso sulla Geo-tecnica, fondazioni, muri contro e fuori terra.Viene presentato un procedimento di calcolo ottimizzato, GEO-STR, per il progetto sismico e non sismico.Vengono illustrati e rilasciati esempi di calcolo sviluppati pas-so-passo per strutture di fondazione e di sostegno: plinti,platee, muri controterra, ecc.

Per i lettori del nostro Giornale è stata prevista una quotaagevolata d’iscrizione. Per gli interessati che intendono par-tecipare al corso ed usufruire della quota ridotta (sconto paria 100,00 euro) occorre inserire il codice GEOSTRU2011 nellospazio predisposto sul modulo d’iscrizione scaricabile dal sitowww.inarsind.bergamo.it

LIBRI E RIVISTE

In un mercatosempre piùorientato versola qualità, di pro-dotto e di pro-cesso, assumeparticolare rilievol’impegno intra-preso da NQCI –Neopor QualityCircle Italy - il“circolo dellaqualità” cheBASF ha fondatonel 2006 conl’obiettivo di tu-telare la qualitàdi tutti i prodotti provenienti dalla filiera di trasfor-mazione del Neopor destinati al mercato italianodell’edilizia.NQCI infatti ha intrapreso una strategia chiara eprecisa nella direzione della qualità, proprio inuna fase di mercato carat-terizzata da un incrementodella vendita degli isolanti,grazie ai recenti provvedi-menti in tema di risparmioe di certificazione energeti-ca e a una crescente atten-zione ai temi dell’ambientee della sostenibilità. Unastrategia che si è concre-tizzata nell’NQCI, un “qua-lity circle” che, proprio inuna fase di espansione delmercato, si sente ancor piùresponsabile e decide diassumere un impegno professionale importante,ovvero assicurare ai progettisti, agli applicatorie ai loro committenti prodotti isolanti dall’elevatostandard qualitativo. Infatti, i controlli della filiera NQCI vengono ef-fettuati - senza alcun preavviso - da un istituto diricerca specializzato nell’isolamento termico, il pre-stigioso FIW Forschungsinstitut für Wärmeschutze.V. di Monaco di Baviera (Germania), che consenteall’azienda produttrice l’utilizzo del marchio di qua-lità "FIW - production monitored" solo se gli esitiprovenienti da tutte le prove risultano conformi.Un accordo volontario sottoscritto da tutti i partner

con il precisoobiettivo di mo-nitorare tutte lefasi di trasfor-mazione: dallamateria primaNeopor fino alprodotto finito.

Dalle perle alprodotto finitoRicerca, innova-zione e tecnolo-gie all’avan-guardia: sonoquesti gli ele-menti caratteriz-

zanti della filiera del Neopor, ovvero il polistireneespandibile, con minuscole particelle di grafiteincapsulate al suo interno, che si presenta sottoforma di particelle sferiche di differenti granulome-trie. Le perle dal colore grigio argenteo vengono

vendute da BASF alleaziende di trasformazioneche provvedono a trafor-marle in blocchiere o inpresse automatiche per ri-cavare diversi prodotti de-stinati alle più svariate ap-plicazioni di isolamento ter-mico. Infatti, attraverso ilsemplice impiego di vaporeacqueo, le perle di Neopordiventano materiali iso-lanti dalle straordinarieperformance termiche.Performance che vengono

garantite ancor più da quelle aziende che hanno de-ciso di diventare partner, in maniera volontaria, delNeopor Quality Circle Italy per garantire al mercatoprodotti di qualità per un isolamento ineguagliabilee per il massimo comfort abitativo.

Ulteriori informazioni: www.nqci.itNeopor ® marchio registrato BASF SE

Ufficio Stampa Agenzia Realtà Milano

Tel. 028372322 [email protected]

NEWS ǀ Bask SE A cura di Imready

NQCI: Neopor® Quality Circle ItalyL’eccellenza della qualità

Giornale 19_2011_Layout 1 23/09/11 17.42 Pagina 30

N. 19 - 1 Ottobre 2011 IL GIORNALE dell’INGEGNERE 31

FORMAZIONE WWW.GIORNALEINGEGNERE.IT

Dal 13 gennaio al 13 novembre 2012

SISTEMI INFORMATIVI E GOVERNO INTEGRATO DEL TERRITORIOCorso di Perfezionamento in “Sistemi informativi e governo integrato del territorio. Le basi dati ter-ritoriali, i modelli di trattamento dei dati territoriali, la formazione dei piani mediante sistemi informativiterritoriali”

VI edizione

Direttore: prof. Pier Luigi Paolillo (Diap)

Il corso individua i modi di trattamento dell’informazione per lo sviluppo del sistema informativoterritoriale (Sit) integrato a supporto della pianificazione ed è finalizzato a perfezionare le co-noscenze dei neolaureati in architettura, ingegneria e urbanistica e degli operatori pubblici eprofessionisti che affrontano i temi della città, del territorio e dell’ambiente, e trattano l’acqui-sizione, integrazione e gestione delle banche dati urbanistiche e ambientali.

Scadenza iscrizioni: 2 dicembre 2011

Durata attività: l’attività didattica va dal 13 gennaio al 13 novembre 2012 e si articola in 2lezioni settimanali di 4 ore ciascuna, il venerdì pomeriggio e il sabato mattina, per un totaledi 240 ore d’aula.

Crediti: il corso dà diritto a 25 CFU.

Info: http://webdiap.diap.polimi.it/Didattica/Paolillo/Formazione.html

Riferimenti: Politecnico di Milano – Scuola di Architettura e Società - Dipartimento di Architettura e Pianificazionedott.ssa Marina Bonaventura e-mail: [email protected] – Tel. 02.2399.5165, fax 02.2399.5435.

Politecnico di MilanoDipartimento di Architettura e Pianificazione

Modena, 25-26 Novembre 2011

GEOTECNICA, FONDAZIONI, MURI CONTRO e FUORI TERRA (Eurocodici, revisione NTC)

Relatore del corso: dott. ing. Salvatore Palermo2a edizione nazionale

DESTINATARI DEL CORSOProgettisti, Collaudatori, Personale tecnico dei Servizi Sismici.

EUROCODICI e REVISIONE NTCIl CSLLPP, ha di recente approvato gli Annessi Tecnici agli EUROCODICI, ai fini dell’adozioneufficiale. L’adeguamento delle Norme nazionali, con la revisione NTC, è indicato a partire daDicembre 2011. Come annunciato dal CSLLPP, attraverso i 59 Annessi, gli EUROCODICIhanno piena operatività nella progettazione geotecnica e strutturale, in coerenza con il quadrodelle Norme nazionali.

CORSO DI AGGIORNAMENTODopo la prima edizione in ottobre a Bergamo, si tiene a Modena la seconda edizione nazionale.Viene presentato un procedimento di calcolo ottimizzato, GEO-STR, per il progetto sismicoe non sismico.Vengono illustrati e rilasciati esempi di calcolo sviluppati passo-passo per strutture di fondazionee di sostegno: plinti, platee, muri controterra, ecc.

Per i lettori del ns. Giornale è stata prevista una quota agevolata d’iscrizione. Per gli interessatiche intendono partecipare al corso ed usufruire della quota ridotta (sconto pari a 100,00euro) occorre inserire il codice GEOSTRU2011 nello spazio predisposto sul modulo d’iscrizione.Dal sito www.ing.mo.it è possibile scaricare il modulo di iscrizione.

Ordine degli IngegneriProvincia di Modena

28 – 30 novembre 2011

RESISTENZA A FATICA DI STRUTTURE SALDATE

IX edizione

Direttori del corso: prof. Stefano Beretta – Politecnico di Milanoprof. Wolfgang Fricke – TU Hamburg

• Analisi FEM• Metodo “Hot Spot”• Metodo “Local Stress”• Giunzioni di acciai HSLA• Normative

II corso è rivolto a progettisti di componenti e strutture meccaniche saldate che desiderinoavere un panorama aggiornato sulle moderne metodologie di calcolo e di verifica degli elementistrutturali saldati sollecitati a fatica.

Per informazioni sui contenuti rivolgersi a:prof. Andrea BernasconiTel: 02 2399 8222 – e-mail: [email protected]

Segreteria del corso:dott.ssa Licia SimonelliTel 02 2399 8212 Fax: 02 2399 8263 – e-mail: [email protected]

Sede del corso: Politecnico di Milano, Dipartimento di Meccanica, Via La Masa 1

Termine iscrizioni: 14 novembre 2011 (successivamente contattare la segreteria per verificarela disponibilità)

Politecnico di MilanoDipartimento di Meccanica

Dal 14 Ottobre al 21 Dicembre 2011

CORSO PER CERTIFICATORE ENERGETICO DI EDIFICI CIVILI E INDUSTRIALI IN REGIONE LOMBARDIA

I edizione

Direzione: prof. Livio Mazzarella

Contenuti: il corso permette l’iscrizione all’elenco regionale dei certificatori energetici e l’utilizzo delsoftware CENED+, oltre a fornire competenze aggiornate sull’efficienza energetica degli edifici,dei suoi impianti termici e a fonti rinnovabili.

Destinatari: Ingegneri, Architetti; Geometri, Periti industriale o agrari, laureati in Scienze ambientali, inChimica, in Scienze e Tecnologie agrarie, forestali e ambientali.

Sede: Politecnico di Milano, Dipartimento di Energia, Campus La Masa, Via Lambruschini 4, 20156 Milano (in fase di accreditamento ISO 9001/2008 Sistema Qualità del Politecnico)

Durata e orario: 72 ore, il mercoledì e il venerdì 14:30 – 18:30

Informazioni e iscrizione:Ing. Michele Liziero PhDTel. 02.2399.3867 - Fax [email protected] - www.formperm.polimi.it (codice corso 64/11)

Politecnico di MilanoDipartimento di Energia

KAPPAZETA ha eseguito un lavoro diconsolidamento con l’innovativobrevetto MULTIRESINE® che permettedi consolidare efficacemente i terrenidi fondazione in ogni condizionegeotecnica, mediante l’iniezionealternata di due diversi tipi di resineespandenti: ad alta espansione e adalta densità.

L’edificio oggettodell’intervento è fondatoparzialmente su terreni concaratteristichegeomeccaniche scadenti chenegli ultimi anni,probabilmente inconcomitanza con alcunecause esterne come unaerrata regimazione delle acque, hanno determinatosignificativi cedimenti differenziali con conseguentequadro fessurativo in lenta ma graduale evoluzione.La porzione del complesso di proprietà dellaparrocchia interessato dai suddetti cedimenti,manifestava inoltre anche alcuni problemiprettamente strutturali aggravati dal dissesto fondale.

L’intervento: KAPPAZETA è stata contattata daltecnico di fiducia della Parrocchia, l’Arch. PalmieriMario che, comprese le problematiche dell’edificio, havalutato e coordinato i vari interventi necessariarrivando a definire un intervento di recupero a 360°dell’immobile, intervento che per la parte inelevazione della struttura è tuttora in corso.

La tecnica: la scelta di affidare l’incarico aKAPPAZETA è stata determinata tra l’altro dalla

possibilità di utilizzarel’innovativo brevettoMULTIRESINE®. Il Sistema MULTIRESINE® èl’ultima evoluzione neiconsolidamenti con resine alenta espansione e permettedi sfruttare due tipi diformulati diversi, uno ad altaespansione ed uno ad altadensità, che la macchinaalterna automaticamenteadattandosi ai parametri

rilevati in corso d’opera. In questo modo è possibileottenere sia la massima diffusione della resina e laconseguente riduzione dell’indice dei vuoti, siaelevatissime prestazioni meccaniche dei materialiiniettati in ogni condizione geotecnica.

Le prove penetro metriche pre e post interventoaggiunte al monitoraggio in continuo della strutturahanno consentito di verificare la corrispondenza deirisultati ottenuti con quelli di progetto,l’omogeneizzazione del substrato fondale e la riattivazione della fondazione.L’azione combinata delle due tipologie di resine haquindi garantito lo stabilizzarsi della struttura.

Lavoro eseguito da: KAPPAZETA S.p.A. Committente: Parrocchia di Santa Cristina a Pancole Data: Settembre 2010

Per ulteriori informazioni e video informativo:www.kappazeta.it

Sopralluoghi e preventivi gratuiti in tutta Italia.Numero Verde 800 40 16 40

NEWS ǀ Consolidamento A cura di Imready

KAPPAZETA: intervento di consolidamento presso la Chiesa di Santa Cristina in Pancole - Strada in Chianti (FI) - 2010

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32 IL GIORNALE dell’INGEGNERE N. 19 - 1 Ottobre 2011

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