il sanscrito, la sua fonetica e la sua scritturaomero.humnet.unipi.it/matdid/68/il sanscrito...

3

Click here to load reader

Upload: vantuyen

Post on 18-Feb-2019

214 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

Page 1: IL SANSCRITO, LA SUA FONETICA E LA SUA SCRITTURAomero.humnet.unipi.it/matdid/68/IL SANSCRITO Fonetica Grafia.pdf · Le declinazioni del Sanscrito si enunciano in base al tema che

1

IL SANSCRITO, LA SUA FONETICA E LA SUA SCRITTURA

L’inventario fonetico della lingua sanscrita comprendente una serie di vocali, sia brevi sia lunghe, dei dittonghi e vari tipi di consonanti occlusive e continue, sorde e sonore, aspirate e non per un totale di 47 suoni (per la precisione si tratta di 14 vocali e 33 consonanti).

Per quanto riguarda il sistema grafico che si usa per il sanscrito si deve premettere che gli indiani hanno per lungo tempo fatto a meno della scrittura: il compito di tramandare i testi sacri e non sacri era affidato alla memoria dei sacerdoti poeti che per professione avevano l’incarico di trasmettere di padre in figlio il patrimonio culturale e religioso. La scrittura, che con ogni probabilità non comparve in India prima del VII secolo avanti Cristo, fu, dopo la sua introduzione, riservata per lungo tempo solo a scopi pratici, come è testimoniato dai testi giuridici più antichi e da alcuni accenni nei testi buddhisti.

I primi documenti scritti databili con sicurezza non sono in sanscrito ma in medio-indiano e risalgono al terzo secolo avanti Cristo: si tratta degli editti che il re Açoka fece incidere su rocce e su pilastri in tutto il territorio del suo impero. Dal più diffuso dei due sistemi grafici usati per queste iscrizioni, la scrittura chiamata bråhm⁄, derivano le varie scritture indiane oggi in uso. Quella comunemente impiegata in tutta quanta l'India per scrivere il sanscrito è chiamata devanågar⁄ e si è andata formando intorno al VII sec. d.C..

Questa scrittura è in grado di rappresentare tutti i suoni della lingua sanscrita dei quali costituisce un'esatta trascrizione fonetica: ogni segno non può leggersi che in unico modo, come del resto, ogni suono non ha che un'unica rappresentazione, a differenza di quanto avviene nella maggior parte delle grafie di altre lingue, dove singoli segni sono suscettibili di letture diverse e suoni uguali possono, viceversa, essere trascritti con segni diversi.

Essa corre da sinistra a destra come quelle occidentali. Tuttavia, al contrario di quelle occidentali in cui le lettere sono elencate secondo un ordine del tutto casuale, ma consolidato dalla tradizione che ne fa una sequenza fissa, i segni della scrittura devanagarica sono elencati in base al tipo di suono e secondo il criterio della successione degli organi fonatori dove i suoni vengono prodotti, a partire da quello più interno (la gola) fino a quello più esterno (le labbra). Il sistema grafico sanscrito è insomma una vera e propria trattazione di fonetica che rivela uno studio e una elaborazione approfonditi da parte dei grammatici nativi che con grande finezza e acume ci hanno fornito osservazioni sulla loro lingua, degne della più moderna linguistica.

In Europa in luogo di questa scrittura si usa una sua traslitterazione basata sui criteri stabiliti dal «Translitteration Committee» nel corso del Decimo Congresso degli Orientalisti, tenuto a Ginevra nel settembre 1894.

Page 2: IL SANSCRITO, LA SUA FONETICA E LA SUA SCRITTURAomero.humnet.unipi.it/matdid/68/IL SANSCRITO Fonetica Grafia.pdf · Le declinazioni del Sanscrito si enunciano in base al tema che

2

Scrittura devanagarica (दवेनागरी िलिपः) devanågar⁄ lipiª)

Vocali iniziali अ आ इ ई उ ऊ ऋ ॠ ऌ

Vocali interne ◌ा ि◌ ◌ी ◌ ु ◌ ू ◌ ृ ◌ॄ ◌ ॢa å i ⁄ u ¨ ® ∑ l®

Dittonghi iniziali ए ऐ ओ औ

Dittonghi interni

◌ े ◌ ै ◌ो ◌ौ e ai o au

Velari क ख ग घ ङ k kh g gh π

Palatali च छ ज झ ञ c ch j jh ñ

Cerebrali ट ठ ड ढ ण † †h ∂ ∂h ~

Dentali त थ द ध न t th d dh n

Labiali प फ ब भ म p ph b bh m

Semivocali य र ल व y r l v

Sibilanti श ष स ç ‚ s

Aspirata ह h

Segni particolari

◌ ं ◌ ँ ◌ः µ ™ ª

La morfologia nominale è simile a quella del latino e del greco, ma

conserva una maggiore arcaicità e complessità. I sostantivi e i pronomi hanno tre generi, maschile, femminile e neutro e tre numeri (singolare, duale, plurale). Il sanscrito è una lingua flessiva; i vari valori sintattici assunti nella frase dai sostantivi, dagli aggettivi e dai pronomi sono espressi da particolari desinenze che si attaccano al tema (e non da preposizioni o postposizioni come accade nelle lingue non flessive, come è ad esempio l'italiano). La declinazione, cioè l'inventario delle desinenze possibili, si articola attraverso otto casi: nominativo, vocativo, accusativo, strumentale, dativo, ablativo, genitivo e

Page 3: IL SANSCRITO, LA SUA FONETICA E LA SUA SCRITTURAomero.humnet.unipi.it/matdid/68/IL SANSCRITO Fonetica Grafia.pdf · Le declinazioni del Sanscrito si enunciano in base al tema che

3

locativo (per fare un confronto con altre lingue flessive indoeuropee, il Croato e il Lituano hanno sette casi, il Latino, il Russo e lo Sloveno sei , il Greco antico cinque, il Tedesco quattro e così via).

Le declinazioni del Sanscrito si enunciano in base al tema che può essere in vocale breve, in vocale lunga, in dittongo, in consonante. Il tema può apparire sempre uguale nel corso della declinazione oppure presentare una diversa gradazione vocalica a seconda dei casi. Gli aggettivi si declinano come i sostantivi e possono cambiare tema a seconda del genere del sostantivo a cui si riferiscono. I pronomi, soprattutto quelli personali, sono politematici.

La morfologia verbale è abbastanza complessa, ma meno di quella che si trova nei testi vedici. Nella flessione verbale si distinguono: la voce (o diatesi) che può essere attiva, media o passiva; il tempo (in sanscrito classico abbiamo il presente, l'imperfetto, il perfetto, il piuccheperfetto, l'aoristo e il futuro); il modo (l'indicativo, l'ottativo, l'imperativo, il condizionale, il participio, l'infinito e l'assolutivo; il congiuntivo e l'ingiuntivo, ancora presenti in vedico, in sanscrito sono scomparsi o confluiti in altri paradigmi). Ciascun tempo si forma dalla radice verbale attraverso l'aggiunta o meno di suffissi (o prefissi nel caso dell'aumento e del raddoppiamento) e con particolari desinenze.

Come i sostantivi e gli aggettivi vengono lemmatizzati nei dizionari sotto forma di tema, così i verbi vengono lemmatizzati come radice: in base a come formano il tema del presente essi sono classificati in una delle dieci classi verbali, che si dividono in tematiche (che presentano cioè la vocale tematica) e atematiche (che non la presentano). Vi sono inoltre alcune coniugazioni cosiddette derivate: il passivo, il causativo, il desiderativo, l’intensivo, il denominativo.

Per quanto riguarda la sintassi, il sanscrito tende a osservare la costruzione soggetto, complemento indiretto, complemento oggetto, verbo. La costruzione del periodo è molto semplice perché, a parte le relative, le proposizioni subordinate sono molto rare ed è usata più spesso la coordinazione; nel Sanscrito classico sono di gran lunga preferite le forme nominali del verbo (participi e assolutivi) alle forme di modo finito.