il geometra bresciano - collegio.geometri.bs.it

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IL GEOMETRA BRESCIANO 2013/2 - 1 MEDIAZIONE - Modifiche alla mediazione: le novità introdotte dal “Decreto del fare” 62 Il geometra, conciliatore per natura 64 TECNICA - Marcatura CE per prodotti in pietra dopo il nuovo Regolamento 305/2011 66 Guerra aperta contro il radon sia negli uf- fici, sia nelle abitazioni 70 GEOLOGIA - Il ruolo e l’importanza del geo- logo nelle emergenze di Protezione civile 72 CONDOMINIO - Corso pratico di introduzione all’amministrazione dei condomini 76 Case e negozi, il fisco si prende 52 miliardi. Ma ora la registrazione è più facile 79 AGRICOLTURA - Agricoltura italiana sempre più giovane e “rosa” 80 CULTURA - Foto di famiglia nelle costruzioni: il ferro 82 TEMPO LIBERO - XIX Campionato Italiano di Sci alpino e nordico per geometri a Bardo- necchia 88 Novità di legge 90 Aggiornamento Albo 92 Direttore responsabile Bruno Bossini Segretaria di redazione Carla Comincini Redazione Raffaella Annovazzi, Lara Baghino, Stefano Benedini, Nadia Bettari, Laura Cinelli, Alessandro Colonna, Mario Comincini, Stefania Confeggi, Alfredo Dellaglio, Giovanni Fasser, Piero Fiaccavento, Stefano Fracascio, Francesco Ganda, Francesco Lonati, Franco Manfredini, Giuseppe Mori, Fulvio Negri, Matteo Negri, Lorenzo Negrini, Patrizia Pinciroli, Giovanni Platto, Andrea Raccagni, Valeria Sonvico, Marco Tognolatti, Simonetta Vescovi, Giuseppe Zipponi Hanno collaborato a questo numero Maria Allocca, Beppe Battaglia, Armido Bellotti, Andrea Botti, Andrea Colombo, Egidio De Maron, Andrea Maestri, Dario Piotti, Franco Robecchi, Isidoro Trovato Direzione, redazione e amministrazione 25128 Brescia - P.le Cesare Battisti 12 Tel. 030/3706411 www.collegio.geometri.bs.it Editing, grafica e impaginazione Francesco Lonati Fotografie Studio Eden e Francesco Lonati Concessionario della pubblicità Emmedigi Pubblicità Via Malta 6/b - 25125 Brescia Tel. 030/224121 - Fax: 030/226031 Stampa IGB Group/Grafo Via A. Volta 21/A - 25010 S. Zeno Naviglio (Brescia) Tel. 030.35.42.997 - Fax: 030.35.46.20 Di questa rivista sono state stampate ????? copie, che vengono inviate a tutti gli iscritti dei Collegi di Brescia, Cremona, Lodi, Mantova, Sondrio. N. 1 - 2014 gennaio-febbraio Pubblicazione iscritta al n. 9/75 del registro Giornali e periodici del Tribunale di Brescia il 14-10-1975 Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. L. 27/02/2004 n°46) art. 1, comma 1, DCB Brescia Associato alI’USPI Gli articoli firmati o siglati rispecchiano soltanto il pensiero dell'Autore e non impegnano né la rivista né il Collegio Geometri. È concessa la facoltà di riproduzione degli articoli e delle illustrazioni citando la fonte. Gli articoli e le fotografie, anche se non pubblicati, non si restituiscono. IL GEOMETRA BRESCIANO Rivista bimestrale d'informazione del Collegio Geometri della provincia di Brescia Il quadro della pittrice prof. Livia Cavicchi, esposto nella sede del Collegio Geometri di Brescia, sintetizza con efficacia la multiforme attività del geometra nei secoli. Sommario EDITORIALE - Cultura e professione 2 INTERVISTA - Provveditore agli Studi: la scuola ha bisogno della professionalità dei geometri 4 DAL CONSIGLIO NAZIONALE - Considera- zioni sul decreto riguardante pagamenti con carta di debito 10 Schema di “Regolamento Formazione Professionale Continua” 18 DALLA CASSA - Riepilogo dei contributi minimi 2014 da versare alla Cassa Nazio- nale di Previdenza 24 DAL COLLEGIO DI BRESCIA - Le Commis- sioni del Collegio: le attività di program- mazione ed intervento per la categoria 25 Responsabilità civile: aspetti cruciali per i contraenti geometri 26 SUED: il nuovo sistema telematico per pre- sentare le pratiche edilizie in Valtrompia 30 Il Fondo di garanzia Pmi esteso anche ai geometri professionisti 32 Grazie, avvocato Cuzzetti 33 DAL COLLEGIO DI LODI - Il lungo trava- gliato percorso del P.G.T. in un contesto economico già incerto 34 FORMAZIONE CONTINUA - Corsi di forma- zione alternativi al praticantato 37 CATASTO - Catasto: unità immobiliari di ca- tegoria D ed E: dubbi e chiarimenti 38 Dai costruttori ai proprietari riforma del catasto nel mirino di 14 associazioni 41 LAVORI DI GEOMETRI - Abitazioni di pa- glia, la sfida naturale che viene dalla Val- camonica 42 URBANISTICA - Il ciclostile, la lametta e l’era digitale 54 Piccola nomenclatura. Ripasso dei titoli a- bilitativi in edilizia 56 LEGISLAZIONE - Sentenza del Tar Verona fa- vorevole ai geometri. Respinto ricorso degli ingegneri 60

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IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/1 - 1IL GEOMETRA BRESCIANO 2013/2 - 1

MEDIAZIONE - Modifiche alla mediazione: lenovità introdotte dal “Decreto del fare” 62

Il geometra, conciliatore per natura 64

TECNICA - Marcatura CE per prodotti in pietradopo il nuovo Regolamento 305/2011 66

Guerra aperta contro il radon sia negli uf-fici, sia nelle abitazioni 70

GEOLOGIA - Il ruolo e l’importanza del geo-logo nelle emergenze di Protezione civile 72

CONDOMINIO - Corso pratico di introduzioneall’amministrazione dei condomini 76

Case e negozi, il fisco si prende 52 miliardi.Ma ora la registrazione è più facile 79

AGRICOLTURA - Agricoltura italiana semprepiù giovane e “rosa” 80

CULTURA - Foto di famiglia nelle costruzioni:il ferro 82

TEMPO LIBERO - XIX Campionato Italiano diSci alpino e nordico per geometri a Bardo-necchia 88

Novità di legge 90Aggiornamento Albo 92

Direttore responsabileBruno Bossini

Segretaria di redazioneCarla Comincini

RedazioneRaffaella Annovazzi, Lara Baghino,Stefano Benedini, Nadia Bettari, Laura Cinelli,Alessandro Colonna, Mario Comincini,Stefania Confeggi, Alfredo Dellaglio,Giovanni Fasser, Piero Fiaccavento,Stefano Fracascio, Francesco Ganda,Francesco Lonati, Franco Manfredini,Giuseppe Mori, Fulvio Negri, Matteo Negri,Lorenzo Negrini, Patrizia Pinciroli, Giovanni Platto,Andrea Raccagni, Valeria Sonvico,Marco Tognolatti, Simonetta Vescovi,Giuseppe Zipponi

Hanno collaborato a questo numeroMaria Allocca, Beppe Battaglia, Armido Bellotti,Andrea Botti, Andrea Colombo, Egidio De Maron,Andrea Maestri, Dario Piotti, Franco Robecchi,Isidoro Trovato

Direzione, redazione e amministrazione25128 Brescia - P.le Cesare Battisti 12Tel. 030/3706411www.collegio.geometri.bs.it

Editing, grafica e impaginazioneFrancesco Lonati

FotografieStudio Eden e Francesco Lonati

Concessionario della pubblicitàEmmedigi PubblicitàVia Malta 6/b - 25125 BresciaTel. 030/224121 - Fax: 030/226031

StampaIGB Group/Grafo Via A. Volta 21/A - 25010 S. Zeno Naviglio (Brescia)Tel. 030.35.42.997 - Fax: 030.35.46.20

Di questa rivista sono state stampate ????? copie,che vengono inviate a tutti gli iscritti dei Collegi di Brescia,Cremona, Lodi, Mantova, Sondrio.

N. 1 - 2014 gennaio-febbraio

Pubblicazione iscritta al n. 9/75 del registro Giornalie periodici del Tribunale di Brescia il 14-10-1975

Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento PostaleD.L. 353/2003 (conv. L. 27/02/2004 n°46)art. 1, comma 1, DCB Brescia

Associato alI’USPI

Gli articoli firmati o siglati rispecchiano soltanto il pensiero dell'Autore enon impegnano né la rivista né il Collegio Geometri. È concessa la facoltàdi riproduzione degli articoli e delle illustrazioni citando la fonte. Gli articolie le fotografie, anche se non pubblicati, non si restituiscono.

IL GEOMETRABRESCIANORivista bimestraled'informazionedel Collegio Geometridella provincia di Brescia

Il quadro della pittrice prof. Livia Cavicchi, esposto nella sede del CollegioGeometri di Brescia, sintetizza con efficacia lamultiforme attività del geometra nei secoli.

Sommario

EDITORIALE - Cultura e professione 2

INTERVISTA - Provveditore agli Studi: lascuola ha bisogno della professionalitàdei geometri 4

DAL CONSIGLIO NAZIONALE - Considera-zioni sul decreto riguardante pagamenticon carta di debito 10

Schema di “Regolamento FormazioneProfessionale Continua” 18

DALLA CASSA - Riepilogo dei contributiminimi 2014 da versare alla Cassa Nazio-nale di Previdenza 24

DAL COLLEGIO DI BRESCIA - Le Commis-sioni del Collegio: le attività di program-mazione ed intervento per la categoria 25

Responsabilità civile: aspetti cruciali peri contraenti geometri 26

SUED: il nuovo sistema telematico per pre-sentare le pratiche edilizie in Valtrompia 30

Il Fondo di garanzia Pmi esteso anche aigeometri professionisti 32

Grazie, avvocato Cuzzetti 33

DAL COLLEGIO DI LODI - Il lungo trava-gliato percorso del P.G.T. in un contestoeconomico già incerto 34

FORMAZIONE CONTINUA - Corsi di forma-zione alternativi al praticantato 37

CATASTO - Catasto: unità immobiliari di ca-tegoria D ed E: dubbi e chiarimenti 38

Dai costruttori ai proprietari riforma delcatasto nel mirino di 14 associazioni 41

LAVORI DI GEOMETRI - Abitazioni di pa-glia, la sfida naturale che viene dalla Val-camonica 42

URBANISTICA - Il ciclostile, la lametta el’era digitale 54

Piccola nomenclatura. Ripasso dei titoli a-bilitativi in edilizia 56

LEGISLAZIONE - Sentenza del Tar Verona fa-vorevole ai geometri. Respinto ricorso degliingegneri 60

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EDITORIALE

2 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/1

Bruno Bossini Cultura e professione

categoria.Ma cosa c’entra tutto ciò conil lavoro di geometra? E cosain concreto significa per lanostra categoria fare cul-tura? Significa non solo pos-sedere il necessario baga-glio tecnico, ma disporreanche di sicuri riferimentistorici del territorio nelquale si opera.Qualità queste che si acqui-siscono con la formazionescolastica, ma che si arricchi-scono e si perfezionanogiorno dopo giorno durantel’attività lavorativa. Tante,forse troppe, sono le varia-bili del nostro lavoro e al-trettante sono le cognizionitecniche e le norme che re-golano l’esercizio, e senza ilpresupposto di una co-stante formazione continuache accresce la cultura pro-fessionale, qualunque inter-vento del geometra difficil-

mente porta a risultati sod-disfacenti.Ed è un impegno giornalieroquest’ultimo, che non puòprescindere dalla voglia diimparare e da una naturalepredisposizione (la pas-sione del lavoro) per la spe-cializzazione che si è scelta.Ma cultura professionale pernoi geometri è anche altro.Significa apertura alle novitàoperative, alle innovazionitecniche, a quelle “scelte” dimodernità, senza le quali di-venta sempre più arduo ca-pire e praticare le evoluzionitecnologiche che quasi intempo reale mutano e si mo-dificano nelle loro applica-zioni.Il persistere nelle proprieconvinzioni, anche se conso-lidate da decenni di onoratacarriera, non è la strada mae-stra da percorrere nel lavoroprofessionale; e quasi mai è

I n un momento diprofonda crisi econo-mica che penalizza i

redditi professionali purmantenendo invariati itempi di lavoro (che anzi sisono dilatati con il compli-carsi delle procedure), sof-fermarsi sul perché cultura eprofessione devono andaredi pari passo può sembrareun non senso, una inutileperdita di tempo. Ma non ècosì se solo si pensa aquanto l’interesse verso letematiche del vivere co-mune e del miglioramentodelle nostre città continui amantenersi vivo. E venga ri-preso quasi giornalmentedai mass-media, che anchenell’imminenza di expo 2015chiedono concrete rispostealla politica, alle ammini-strazioni e alle élite econo-miche, fra le quali ad ampiotitolo rientra anche la nostra

d’aiuto nella risoluzione deiproblemi che si è costrettiad affrontare giorno pergiorno. Invece la capacità disuperamento delle proprieconvinzioni è indice di quel-l’elasticità mentale che viavia pone le basi del possi-bile raggiungimento dei tra-guardi prefissati.

Cultura nel lavoropresuppone ne-cessariamente una

predisposizione allo studioall’approfondimento nellastoria e nelle consuetudinidei luoghi ove si intende o-perare. Qualunque progettoarchitettonico o di modificaterritoriale, non può pre-scindere dalla conoscenzastorica, dalle modificazioniche si sono succedute, dallenecessità della gente che havissuto in quei luoghi. Senzatali presupposti il progettomanca di quell’animmus ne-cessario sia alla risoluzionedi tutela del territorio siadelle necessità del commit-tente.Cultura significa infine faci-lità e semplicità di espres-sione e di linguaggio siascritto che parlato: qualità o-perative queste spesso es-senziali nei rapporti di la-voro. La lucidità espositiva,la chiarezza dei termini, laprecisione dei grafici pro-gettuali costituiscono il ca-posaldo principale per l’im-mediata comprensionedelle scelte di progetto eper un più semplice ap-proccio ai costi dell’operache sono quasi sempre de-terminanti per le sceltedella committenza. Vieneperciò naturale chiedersi

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EDITORIALE

IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/1 - 3

ministrativi Regionali eNazionali;

4) rivista “Il geometra bre-sciano” con ampie ed e-saustive trattazioni sud-divise in rubriche tecnico-culturali e aggiornamentipuntuali di notizie, con-vegni, seminari, incontridi interesse professio-nale;

5) pubblicazione annuale distudi e ricerche storichesu monumenti e luoghi diinteresse culturale e pae-saggistico esistenti sulterritorio provinciale abeneficio di iscritti e pra-ticanti;

6) corsi specialistici e lezionidi tecnica operativa pergli iscritti sui temi piùnuovi e attuali alla base

dell’operatività quoti-diana dei geometri.

Tutto ciò rappresenta l’im-pegno più qualificante alquale il Collegio non in-tende venire meno, nellaconvinzione che costituisca,al presente e in prospettiva,il necessario “alimento” cul-

quale sia l’apporto che il no-stro Collegio offre ai suoi i-scritti sul tema fondamen-tale della cultura professio-nale.Sintetizzando eccone gli a-spetti più significativi :1) scuola secondaria: affian-

camento di esperti pro-fessionisti alla docenza suaspetti tecnico-praticidelle materie trattate;

2) esami di Stato: corsi dipreparazione specificatenuti da esperti sullematerie d’esame;

3) Internet: utilizzo dellarete informatica per l’ag-giornamento giornalierodelle leggi e delle circolaioperative in materia di e-dilizia con pareri legali edisposizioni di enti am-

turale della nostra categoria.Quella specificità cioè, cherende il geometra essen-ziale nella tutela del terri-torio e che va a beneficio inspecial modo dei giovani edel loro futuro professio-nale. ❑

La nota del Presidente

Quale sarà il futuro del tecnico con le nuove tec-nologie?

Le tecnologie aumenteranno l’occupazione o diminuirà ilnumero degli addetti?Dobbiamo distinguere la preparazione degli addetti.La manovalanza ed il lavoratore della classe media, nonpossono competere con i robot e con software intelligenti,mentre avrà sempre più spazio il tecnico specialista nel-l’utilizzo di detti strumenti.Il geometra in che posizione si trova?È un tecnico specializzato non solo nelle varie materie pro-fessionali della propria polivalenza, ma è altresì specializ-zato nell’utilizzo delle nuove tecnologie.Con le specializzazioni che la categoria ha programmatoe con la continuità dei corsi costantemente sviluppati, siraggiungono le competenze indispensabili per competeresul mercato del lavoro e delle professioni.Qualcuno si pone la domanda se le nuove tecnologie di-minuiscano l’apporto di lavoro.È mia convinzione che sia esattamente il contrario.Anche con la rivoluzione industriale di fine Ottocento, per-vadeva il pessimismo sull’occupazione, ma i risultati con-seguiti con maggior profitto delle aziende e la loro espan-sione, hanno consentito un maggior utilizzo di manodo-pera sempre più scolarizzata e preparata al funzionamentodi strutture, di macchinari ed apparati industriali.

Le categorie che non avranno sufficienti specializzazioniall’altezza delle necessità, si troveranno in seria difficoltànel mercato del lavoro e delle professioni.L’impatto delle tecnologie nella vita delle persone, con-duce all’ottimismo se ciascuno nel proprio campo sapràspecializzarsi ed aggiornarsi costantemente.Oggi il geometra lavora coi droni, con stazioni di rleva-mento satellitari, con software sempre più aggiornati inqualsiasi campo della propria professione ed in questecondizioni sarà facile affrontare il mercato del lavoro e so-stenere la concorrenza.La qualità del tecnico geometra bene si inserisce nelmondo tecnologico globale e contribuirà a migliorare losviluppo ed il benessere personale.Se chi si ferma è perduto, chi non si aggiornerà si perderàinevitabilmente per strada.Scuola e specializzazione per il saper fare il binomio vin-cente del futuro.Il geometra, figura professionale consolidata nel passato,ha tutte le caratteristiche per essere comprimario ancheper il futuro.Quindi ottimismo e preparazione, la ricetta per affrontarel’oggi ed il domani.

Il PresidenteGiovanni Platto

Tecnico e nuove tecnologie

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INTERVISTA

4 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/1

Provveditore agli Studi:la scuola ha bisognodella professionalità dei geometri

insieme che si tratti di un fe-nomeno più contingenteche strutturale. La conside-razione di fondo che i datigenerali e bresciani in parti-colare ci trasmettono è chenegli ultimi tre/quattro annile iscrizioni alla scuola supe-riore hanno avuto un anda-mento singolare. Infatti, pro-prio mentre Governo, Parla-mento e Ministero investi-vano sui poli tecnici, raffor-zavano (forse ancora in ma-niera insufficiente) i diversipercorsi della formazionetecnica, abbiamo dovuto re-gistrare una decisa contra-zione delle iscrizioni agli i-stituti tecnici e non solo aquelli legati all’edilizia. Inbuona sostanza, anche aBrescia, a tenere sono solo

P rof. Maviglia, grazie in-nanzitutto per quest’in-contro nel quale vor-

remmo approfittare della sua pre-senza per cercare di inquadrare almeglio alcune delle questioni forma-tive che interessano la categoria. Esenza infingimenti vorremmo par-tire dal fenomeno che più preoccupai geometri, non solo bresciani: il caloconsistente di iscrizioni ai nuovi isti-tuti superiori per la formazione deitecnici delle costruzioni, dell’am-biente e del territorio. Vorremo in so-stanza chiederle, anche alla lucedella sua esperienza regionale e na-zionale – e dunque da uno sguardopiù alto ed insieme più penetrante –qual è il suo parere su questa per noiinattesa contrazione?«La mia sensazione è chesiamo di fronte ad un pro-blema serio, molto serio, ma

gli istituti per l’agricoltura,mentre in controtendenzacon exploit di crescita signi-ficativi si muovono solo gliindirizzi legati alla ristora-zione».

E Lei che spiegazione si è dato?«Per i trend non negativi epositivi, come agricoltura eristorazione è presto detto:l’agricoltura ha un suo riferi-mento storico e territorialepreciso, la ristorazione è in-vece influenzata da unamoda pervasiva nella nostrasocietà, basta dire che nonc’è ora del giorno e dellanotte nella quale facendozapping in tv non si incappiin un cuoco ai fornelli (nonc’è invece traccia di un geo-metra, di un architetto, di un

ingegnere o di un qualsivo-glia perito)».

Se invece guardiamo ai trend nega-tivi, in particolare a quello che ci ri-guarda più direttamente degli isti-tuti per geometri?«Qui, a mio avviso, la ri-sposta è più complessa. Nonsottovaluterei, ad esempio,la crisi profonda del settoredell’edilizia che non spronacerto alcun giovane ad inse-rirsi in un ambito nel qualepaiono prevalere fermo deicantieri, cassa integrazioneed incertezza complessiva.In secondo luogo penalizza,a mio avviso, un po’ tutti gliistituti tecnici ed in partico-lare il vostro, la diffusa co-scienza che si tratta di studiimpegnativi. In altre parole

Un uomo di scuola a tutto tondo, docente,ispettore, dirigente presso l’Ufficio scolasticoregionale ed oggi massimo rappresentantedella vasta struttura formativa bresciana: ilprof. Mario Maviglia è da pochi mesi al verticedi quello che un tempo si chiamavaProvveditorato ma la realtà scolasticabresciana la conosce bene. A Brescia infattirisiede dal 1977 e salvo la parentesi nei ruolidirigenziali dell’istruzione regionale, ha salitotutti i gradini della responsabilità formativanella nostra provincia fino ad arrivare propriopochi mesi fa alla nomina a massimo dirigentescolastico provinciale.È stato pertanto un grande onore averlo ospiteper una mattinata al Collegio e poter parlarecon lui di istruzione e formazione, dei nodi edei problemi della scuola bresciana, conparticolare riferimento all’iter formativo deifuturi geometri, toccando tutti i temi da quelli

dell’orientamento, al possibile arricchimentodella proposta degli istituti superiori a valenzatecnica fino alla decisiva partita del post-diploma. Un incontro al quale hannopartecipato insieme al prof. Maviglia, ildirettore del “Geometra bresciano” BrunoBossini, il direttore del Collegio di BresciaStefano Benedini ed il prof. Fulvio Negri, alungo preside del “Tartaglia” e da qualche annoconsulente del Collegio per le questioni legatealla formazione. Un incontro intenso cheabbiamo riassunto qui di seguito inun’intervista, uno scambio fecondo diconsiderazioni, idee e valutazioni con laprecisa volontà di mantenere pervio il canale didialogo tra la scuola e la nostra categoria perincrementare una collaborazione che il prof.Maviglia considera fondamentale per legare almeglio gli iter formativi alla realtà economica eproduttiva del territorio.

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INTERVISTA

IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/1 - 5

Il prof. Mario Maviglia, Dirigentedell’Ufficio Scolastico Provincialedi Brescia, accolto al Collegio dalSegretario Armido Belotti e (sotto)dal direttore de “Il geometrabresciano” Bruno Bossini.

fine, proprio l’ex istituto pergeometri è stato ulterior-mente penalizzato nellescelte di orientamento ge-nerali dal cambio della de-nominazione, dalfatto che assai ra-pidamente è pas-sato da istitutotecnico superioreper geometri a i-stituto tecnicosuperiore per co-struzioni, am-biente e terri-torio».

Vero: stiamo pagandoa caro prezzo anche lafollia del CAT.«State pagando ilfatto che questanuova denomina-

zione non è ancora entratacompiutamente nell’imma-ginario collettivo. Fino a ieritutti sapevano cos’era ungeometra, quale ruolo aveva

ad uno studente che scegliequesti istituti si richiede co-stanza d’applicazione edimpegno determinato a farproprie le conoscenze ed ametterle in pratica, gli sichiede non solo di sapere,ma pure di dimostrare disaper fare. E tra i ragazzi enelle famiglie questi con-cetti non sono molto popo-lari, soprattutto in una so-cietà che ricopre d’oro chi èfortunato e risponde a quiz i-dioti, che premia in genere ilfurbo e non il competente.Di più, a fronte di tanto im-pegno nel quinquennio sco-lastico non c’è la garanzia diun titolo immediatamentespendibile, di un diplomache apra le porte del mondodel lavoro. In terzo luogo in-

nella società, quale profes-sionalità esprimeva, mentreil CAT, almeno fino ad oggi,ha una riconoscibilità so-ciale più nebulosa. E que-

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INTERVISTA

6 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/1

Il prof. Mario Maviglia.

in tutte le sedi il ritorno alla vecchiadenominazione, una strada che pur-troppo appare difficilmente percorri-bile. Lei diceva però prima che è con-vinto si tratti di un fenomeno contin-gente, temporaneo passeggero. Mada dove trae questa convinzione?«Sono almeno due gli a-spetti dei quali si deve tenerconto. Il primo riguarda es-senzialmente la naturastessa della crisi. Sappiamoinfatti tutti, voi più e megliodi me, che la crisi è profon-da, dura da ormai più d’unlustro e sta sgretolandomolte delle nostre certezze.Ma credo siamo tutti con-vinti che prima o poi daquesta situazione dramma-tica anche l’edilizia uscirà, ri-dando speranza di futuro achi sceglierà di impegnarsiin questo settore. Sarannomagari richieste professio-

nalità nuove, di nicchia, di-verse da quelle che cono-sciamo e la scuola dovrà farela sua parte per fornirle, maè sicuro che l’edilizia, magaripiù le ristrutturazioni che lenuove costruzioni, torneràad essere una attività di altovalore per il Pil nazionale».

Ma non è questa evidentemente l’u-nica considerazione.«No. Un secondo aspetto,che suggerisce di riteneretemporanea l’attuale con-trazione delle iscrizioni agliistituti tecnici, attiene in-vece allo sforzo che anche lascuola nel suo complessosta continuando a fare perrafforzare i poli tecnici, unosforzo evidente tanto a li-vello ministeriale quantonelle articolazioni perife-riche. La scuola in sostanza

sto, si badi bene, anche se ilCAT apre concretamentemaggiori e più specifici am-biti d’attività avendo espli-citamente aggiunto all’edi-lizia anche il settore dellasalvaguardia dell’ambientee della gestione del terri-torio. Tutti campi di possi-bile impiego che rimandanoa professioni moderne,delle quali la società con-temporanea ha estremo bi-sogno; si pensi ad esempioal campo della sostenibilitàambientale, dei rischi cheogni giorno corre il territorio,della sicurezza… Ma pro-prio questa nuova spendibi-lità professionale e socialenon è stata assolutamentepercepita dalle famiglie».

È un’analisi che condividiano piena-mente e che ci ha portato a richiedere

continua ad investire in ognibranca della sua attivitàsulla formazione tecnica,anche perché la vivacità,l’attrattiva degli istituti tec-nici superiori è la condizionenecessaria perché ci sia poianche un cospicuo numerodi giovani preparati ad intra-prendere l’iter universitariodi carattere tecnico, un am-bito quest’ultimo nel qualesi continua a registrare unacarenza endemica di iscri-zioni. Occorre in pratica ri-stabilire una forte continuitànella filiera della formazionetecnica tra la scuola supe-riore e lo sbocco accademicocorrispondente. E per farquesto io credo si debbacontinuare con la massimadeterminazione a dare con-sistenza e spendibilità lavo-rativa alla scelta dell’iter for-mativo tecnico».

In verità, molti di noi pensano chel’impostazione scolastica generalecontinui a privilegiare i licei, che siprosegua nella liceizzazione dellascuola superiore dando per scontatoormai il necessario approdo per lamaggioranza degli studenti all’Uni-versità.«No, quella che voi chia-mate liceizzazione è un’ideaormai superata tanto a li-vello ministeriale quanto inogni valutazione educativa.In questi anni, attraverso piùd’una riforma, si è infatti con-solidata la struttura dellaformazione superiore ba-sata su tre diversi percorsi,ovvero i licei, gli istituti tec-nici, gli istituti professionali.C’è ancora molto da fare perrafforzare la parte tecnica eprofessionale immediata-mente spendibile nel mer-

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INTERVISTA

IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/1 - 7

«A questo proposito con-viene forse fare qualche pre-cisazione. Ci sono infatti al-cuni elementi dei quali nonsi può non tener conto. Of-ferti nel biennio i rudimentidella cittadinanza piena,non era pensabile concen-trare nel triennio tutti i con-tenuti professionalizzantinecessari ad operare in unasocietà complessa e chevede ad ogni stagione arric-chirsi il bagaglio di cono-scenze e di capacità esecu-tive ritenute fondamentaliper lavorare. Il sapere ed ilsaper fare il professionista lodeve acquisire dunque nelpost diploma ed in quellaprospettiva di formazionepermanente che il vostroCollegio bene interpretacon l’organizzazione di de-cine di corsi ogni anno. Gli

stadi della formazione tec-nica sono dunque così deli-neati: biennio per la cittadi-nanza, triennio di orienta-mento alla professione,post-diploma e formazionepermanente sui contenutiprofessionali più specificied attuali, cosicché la so-cietà possa contare su pro-fessionisti preparati ed ag-giornati allo stato dell’artedel loro lavoro».

E come si lega questa scansione conla riduzione dell’orario scolastico?«Si è pensato che con que-sto percorso sostanzial-mente comune a tutti i Paesieuropei – che prolunga difatto la formazione del pro-fessionista almeno ad unbiennio o ad un trienniopost-diploma – si potesseseguire l’esempio del resto

cato del lavoro rispetto ailicei, ma la direzione dimarcia è segnata. E senza ri-pensamenti. Solo nel bien-nio si è preferito omogeneiz-zare il più possibile i per-corsi formativi, con l’intento,a mio avviso condivisibile efondamentale, di offrire airagazzi gli strumenti per es-sere cittadini a tutto tondo,per potersi muovere con co-gnizione di causa in una so-cietà complessa con la pienacoscienza della propria cit-tadinanza. Ma negli annisuccessivi del triennio c’èuna specializzazione varia-mente orientata, con diffe-renze reali ed effettive».

Anche su questo tema però moltipensano che si sia ridotto il contenutoprofessionale del triennio, anche perla contrazione dell’orario scolastico.

d’Europa anche sulla ridu-zione dell’orario scolasticoche è ovunque attorno alle30 ore. Ma attenzione: anchea questo proposito occorrechiarire alcuni elementi,L’essere passati dalle 40 oredi qualche istituto tecnicod’un tempo alle 30 di oggi,non significa esaurire in 30ore l’offerta formativa diquell’istituto. Oltre le 30 oreci sono infatti un’infinità diattività organizzabili in auto-nomia dalla singola scuola, omeglio ancora da un gruppodi scuole. Attività che esal-tano ed enfatizzano l’auto-nomia scolastica e che oggimolti istituti già praticano».

Vero, perché ad esempio ad Edolo eIseo alcuni nostri colleghi sono alfianco dei docenti in ore aggiuntivepomeridiane destinate all’approfon-

Il prof. Maviglia a colloquio con ildirettore della rivista Bruno Bossini(di spalle) e con il prof. Fulvio Negri,consulente del Collegio per lequestioni legate alla formazione.

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INTERVISTA

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zione post diploma.«Non direi, perché anche suquesto versante qualcosa dipiù chiaro adesso c’è, so-prattutto dopo la nascita deiPoli tecnici, ovvero dell’ag-gregazione sovraprovincialecon il contributo di scuola eorganizzazione territoriali edi categoria di alcuni per-

corsi professionalizzantipost diploma in ambitoprettamente tecnico».

Partecipiamo anche noi ad un paiodi questi Poli che dovrebbero stabi-lizzare alcuni iter professionali didue/tre anni dopo il diploma, dandocosì continuità ad esperienze cheanche nel Bresciano si sono rivelatemolto positive con esiti gratificantiper gli esami finali e, soprattutto, in-gresso immediato nel mondo del la-voro visto che era proprio il mondo dellavoro a chiedere quei determinatiprofili professionali.

«In termini generali si trattadi rendere più flessibile l’u-scita dal periodo di forma-zione e l’ingresso nel si-stema produttivo. La pro-posta dei Poli tecnici sul-l’onda di quanto già fatto congli Its, in buona sostanzascardina un sistema che pre-vedeva l’università o il prati-

cantato come unici sbocchiprofessionalizzanti dopo lascuola superiore. Sulle criti-cità del praticantato giàmolto avete detto voi inquesti anni, anche sulla vo-stra rivista, mentre, anche senon è il mio campo di atti-vità, penso che si possa tran-quillamente dire che è ab-bondantemente superato loschema del 3+2 universi-tario così come l’abbiamoconosciuto finora, almenonella percezione di coloroche accedono all’Univer-

dimento delle questioni catastali emolto altro si potrebbe fare in ogni i-stituto.«Molto altro già si fa e l’auto-nomia scolastica già piena-mente dispiegata, enfatizza,ripeto, il ruolo del singolo i-stituto caratterizzandolomaggiormente e legandolopiù strettamente alle pecu-liarità ed alle esigenze delterritorio. E proprio nel pro-ficuo rapporto con realtà dicategoria come la vostra,possono nascere corsi ag-giuntivi di formazione e ap-profondimento nelle ore po-meridiane per gli studentipiù interessati, per i più me-ritevoli, per chi ha talento,insomma per chi non si ac-contenta delle 30 ore. Cisono poi le ore fuori dall’isti-tuto, le attività in campagna,gli stage ma pure il tempo dadestinare alla formazionepiù completa in campo let-terario, musicale, del Di-ritto… Certo la scuola nonha spesso le energie e le ri-sorse necessarie per tuttoquesto, ma anche a questoproposito, proprio nel Bre-sciano ho visto in questi anniautentici prodigi di fantasiae di creatività con il coinvol-gimento di tanti attori e-sterni, a cominciare propriodal Collegio. E voglio qui ri-peterlo esplicitamente: lascuola ha bisogno anchedelle idee, delle energie edelle risorse dei geometribresciani».

Comunque, come già Lei dicevaprima, anche un CAT ricco e pienodi iniziative formative non è in gradodi fornire il passaporto per il mondodel lavoro. Resta ancora tutto da scio-gliere il grande nodo della forma-

sità».

Proprio così: chi raggiungeva lalaurea triennale in questi anni ha a-vuto solo l’opportunità di iscriversi adun elenco professionale “B” dei lau-reati magistrali oppure nei Collegidei non laureati. Una soluzione chenon ha soddisfatto nessuno.«Ripeto, non è il mio settoredi competenza, ma credo sipossa dire che alcune laureetriennali hanno risposto alleesigenze della società so-prattutto in ambito sanitario(penso in particolare ascienze infermieristiche ead odontotecnica) mentrealtrove non hanno colto nelsegno».

Il nostro presidente Giovanni Plattosostiene ad esempio con grande fer-vore la laurea triennale del geo-metra…«E probabilmente fa bene,perché uno spazio in questosenso c’è, lo dico da citta-dino più che da uomo discuola, ma non vanno trascu-rati certamente neppurealtri percorsi post-diplomache i Poli tecnici possono or-ganizzare per dare profes-sionalità agli studenti già inpossesso di diploma e chevogliono specializzarsi indeterminate materie. Qui ioho qualche competenza inpiù e dico che c’è l’opportu-nità nella scuola superiore,grazie anche al contributodelle categorie a cominciaredalla vostra, per allestiredue anni post-diploma uti-lizzando in parte gli stessidocenti della scuola supe-riore ed i professionisti, ab-binando lezioni e molta e-sperienza sul campo, in unaparola costruendo passo

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INTERVISTA

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fatto che, ad esempio quest’anno,come Collegio abbiamo integrato leborse di studio previste dal nostroConsiglio nazionale per i migliori chesi iscrivono al CAT: ne era previstauna e noi ne abbiamo finanziatealtre otto per la sola nostra provincia.Resta però il nodo delle occasioni diorientamento, di come arrivare allefamiglie ed ai ragazzi delle medie. Cipuò dare una mano?

«Io sono a vostra disposi-zione per ogni iniziativa esono convinto che anche l’o-rientamento debba usciredalla fase sperimentale cheabbiamo vissuto in questianni. Occorre infatti che l’o-rientamento non sia solo lospot pubblicitario di unascuola superiore per garan-tirsi un maggior numero di i-scritti, ma debba dare allefamiglie la nozione precisadi quell’iter formativo, delsuo appeal non solo esteticoo strutturale ma con una pro-spettiva professionale edoccupazionale. Ecco perché

vedrei bene un vostro rap-porto diretto con le scuolemedie, la possibilità che iprofessionisti si presentinoalle famiglie dei ragazzidelle medie».

Non è facile perché le scuole medie inprovincia sono 166…«Non è facile ma si può farecercando ad esempio unainterlocuzione diretta con lesei reti che nel Brescianoraggruppano anche le variescuole medie. Dovete cer-care e curare sempre di piùuna interlocuzione direttacon le reti che non sono unasovrastruttura, ma la chiaveper interagire con la scuolain un preciso territorio. Enon mi stanco di ripeterlo,anche le reti hanno bisognodel vostro contributo di ideee risorse».

Da ultimo non ci resta che chiederlese riguardo alla scuola italiana ed aisuoi problemi, lei è ottimista o pessi-mista.

passo – e al di fuori ma conla collaborazione dell’uni-versità – quel bagaglio di sa-pere e saper fare fondamen-tale per i professionisti didomani che la società cichiede già oggi».

Osserviamo con piacere che ancheLei insiste molto sul rapporto trascuola e mondo del lavoro, tra scuolae territorio.«Non credo si possa fare di-versamente, questa non èuna via per avviare a solu-zione alcuni dei nostri pro-blemi, questa è la via. Non acaso abbiamo ad esempiovarato da qualche tempo lereti scolastiche, ovvero ilraggruppamento territorialedi tutti gli istituti di un’areaomogenea. A Brescia ne ab-biamo disegnate sei, sei retiche debbono curare i rap-porti con il territorio ed or-ganizzare la formazione inquell’area specifica. E non èaltrettanto casuale che oggi ifinanziamenti non vadanoalla singola scuola, bensìalla rete che poi può distri-buire alle singole scuole op-pure, più intelligentemente,organizzare progetti comunia più scuole potendo cosìcontare su risorse e profes-sionalità maggiori al serviziodell’intera area».

Ci resta ancora una preoccupazioneriguardo alla scuola superiore ed at-tiene all’orientamento, ovvero acome far arrivare ai ragazzi ed alle fa-miglie la proposta di un iter forma-tivo che porti alla fine alla professionedi geometra. Molto dobbiamo fare,Lei ce l’ha già detto, per dare so-stanza al CAT e legarlo alla nostraprofessione, e quanto questo argo-mento ci interessi è dimostrato dal

«Io sono ottimista per voca-zione, anche se non mi na-scondo certo le criticità cheabbiamo dinanzi. In partico-lare vedo con sofferenza ildepauperamento subìtodalla scuola in virtù dei tagliche sono stati decisi inquesti ultimi anni e che cihanno costretto alla sop-pressione di tante iniziativedi formazione; inoltre nonmi sfugge il fatto che oggifare l’insegnante non è pernulla gratificante. Non lo èsul piano economico e nonlo è più neppure su quellodella considerazione e delruolo sociale. Sono criticitàche ho ben presenti e chepesano sulla nostra capacitàdi rispondere al compito for-mativo al quale siamo chia-mati. Ma resto ottimista eprofondamente convintoche questa è una sfida chevale la pena di combattere».

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Considerazioni sul decretoriguardante pagamenticon carte di debito

sciplina la data di entrata in vigore e le disposizioni finali.Il comma l dell’ art. 2 stabilisce l’importo minimo da cui sca-turisce l’obbligo di accettare pagamenti con carte di debitoprecisando che esso «si applica a tutti i pagamenti superiorialla soglia minima di venti euro (...)»; il comma 2 precisa poiche tale obbligo trova applicazione solo per «i pagamentieffettuati all’interno dei locali destinati allo svolgimentodell’attività di vendita o di prestazione di servizio» esclu-dendo, di fatto, dall’obbligo i pagamenti ricevuti all’esternodello studio (ad esempio nel caso di prestazioni a domiciliodel cliente). In tale modo si evita di «complicare le presta-zioni al domicilio effettuate dai professionisti ed altre pre-stazioni in cui avere un Pos implica anche i costi e le com-plicazioni di un collegamento mobile (…)».Sempre il comma 2, al fine di restringere la portata applica-tiva della disposizione, precisa che, per i primi 6 mesi dalladata di entrata in vigore del decreto, l’obbligo di accettarepagamenti con carta di debito sussiste «esclusivamente nelcaso in cui il fatturato del soggetto che effettua l’attività divendita di prodotti e di prestazione di servizi, come risul-tante dall’ultima dichiarazione presentata ai fini dell’im-posta regionale sulle attività produttive e, in mancanza,dalle scritture contabili dell’anno precedente a quello nelcorso del quale è effettuato il pagamento, per la parte rife-ribile alle sole transazioni con consumatori o utenti (ndr., alsensi dell’art. 3 del D.Lgs. n. 206/2005 “Codice del con-sumo”) è superiore a 300.000,00 euro». Decorsi sei mesidalla entrata in vigore del Decreto, tale limite è ridotto a200.000,00 euro.L’articolo 3, infine, dispone che il decreto entri in vigoredopo centoventi giorni dalla sua pubblicazione sulla Gaz-zetta Ufficiale.Come è evidente lo schema di decreto elaborato dal MiSE(Ministero Sviluppo Economico???????) circoscrive l’ob-bligo di accettare pagamenti con carte di debito ai soli pro-fessionisti che abbiano non solo un fatturato significativa-mente elevato, ma soprattutto derivante esclusivamente datransazioni con consumatori o utenti.I tempi di attuazione del provvedimento non paiono, allostato attuale, particolarmente immediati. Infatti, una voltaottenuto il parere della Banca d’Italia, lo schema di decretodovrà acquisire il concerto del Ministero dell’Economia edelle Finanze ed essere inoltrato, poi, per il parere al Con-siglio di Stato. Solo allora il decreto potrà essere pubblicatosulla Gazzetta Ufficiale, entrando in vigore dopo centoventigiorni dalla sua pubblicazione.Ragionevolmente la misura, salvo eventi al momento nonprevedibili, potrebbe diventare operativa non prima dimaggio/giugno 2014.In sintesi, fino all’entrata in vigore del regolamento attuativodi cui sopra non sarà obbligatorio per i professionisti accet-

R iceviamo dal Consiglio Nazionale geometri chiari-menti sull’obblgo per i professionisti di accettareanche pagamenti con carte di debito (bancomat)

e prime considerazioni sui contenuti dello “Schema di de-creto attuativo” elaborato dal Ministero dello Sviluppo E-conomico, che qui sotto vi proponiamo:

Come è noto, il l0 gennaio 2014 è entrata in vigore la dispo-sizione di cui all’art. 15, comma 4 del decreto-legge 18 ot-tobre 2012, n.179, convertito con modificazioni dalla legge17 dicembre 2012, n. 221, 179/2012, che prevede l’obbligo«per i soggetti che effettuano l’attività di vendita di prodottie di prestazioni di servizi, anche professionali» di accettare“anche” pagamenti effettuati attraverso carte di debito(bancomat) e, conseguentemente, dotarsi di PoS (Point ofSale). Occorre rimarcare che, allo stato attuale, tale obbligo, puressendo formalmente in vigore, non può trovare concretaapplicazione in quanto il ministro dello Sviluppo Econo-mico non ha ancora emanano i decreti con i quali, ai sensidell’articolo 15, comma 5, del D.L. 179/2012, devono essere«disciplinati gli eventuali importi minimi, le modalità e i ter-mini, anche in relazione ai soggetti interessati, di attuazionedella disposizione di cui alcomma 4». Per questa ragione,fino all’emanazione di tali decreti attuativi e fino alla lorosuccessiva entrata in vigore, non è obbligatorio per i pro-fessionisti accettare pagamenti con carte di debito e, con-seguentemente, dotarsi di PoS.Il CNGeGL, in raccordo con le professioni aderenti alla Retedelle Professioni Tecniche, si è attivato per ridurre al mi-nimo l’impatto di tale disposizione sugli iscritti.Anche a seguito di tale azione, lo scorso 13 dicembre, il mi-nistero dello Sviluppo Economico ha elaborato l’allegatoschema di decreto recante il «Regolamento per la disciplinadegli importi minimi, le modalità e i termini, anche in rela-zione ai soggetti interessati, relativamente all’obbligo di ac-cettare anche pagamenti effettuati attraverso carte di de-bito, ai sensi dell’articolo 15, comma 5 del decreto-legge 18ottobre 2012, 11. 179, convertito con modificazioni dallalegge 17 dicembre 2012, n. 221» che risponde appieno alleistanze manifestate dal CNGeGL e dalla Rete delle Profes-sioni Tecniche. Tale schema di decreto è stato inviato loscorso 17 dicembre alla Banca d’Italia per acquisire il pre-visto parere e al ministro dell’Economia e delle Finanze perottenere il concerto.Al momento non risulta che la Banca d’Italia e il Ministerodell’Economia e delle Finanze si siano ancora espressi sulloschema di decreto.Nel dettaglio, lo schema di decreto si compone di 3 articoli:l’art. l elenca le definizioni utilizzate nel testo, l’articolo 2 de-finisce l’ambito di applicazione dell’obbligo e l’art.3 ne di-

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un fatturato per prestazioni erogate a consumatori e utenti(con esclusione di quello derivante da prestazioni erogatea imprese o altri professionisti) superiore a 300.000,00 euro.Con i migliori saluti.

Il Presidentegeom. Maurizio Savoncelli

tare pagamenti con carte di debito e, quindi, dotarsi di PoSoStante gli attuali contenuti dello schema di regolamentopredisposto dal Ministero dello Sviluppo Economico,anche dopo la sua entrata in vigore, l’obbligo di accettarepagamenti con carte di debito riguarderà esclusivamente ipagamenti effettuati all’interno degli studi professionali e iprofessionisti che, nell’anno precedente, hanno registrato

VISTO l’articolo 15, comma 4, del decreto-legge 18 ottobre2012, n. 179, convertito con modificazioni dalla legge 17 di-cembre 20 12, n. 221, il quale ha stabilito che a decorreredal 1 gennaio 2014 i soggetti che effettuano l’attività di ven-dita di prodotti e di prestazione di servizi, anche profes-sionali, sono tenuti ad accettare anche pagamenti effet-tuati attraverso carte di debito;

VISTO l’articolo 15, comma 5, del decreto-legge 18 ottobre2012, n. 179, convertito con modificazioni dalla legge 17 di-cembre 2012, n. 221, il quale ha stabilito che «Con uno opiù decreti del Ministro dello sviluppo economico di con-certo con il Ministro dell’Economia e delle Finanze, sentitala Banca d’Italia vengono disciplinati gli eventuali importiminimi. Le modalità e i termini, anche in relazione ai sog-getti interessati, di attuazione della disposizione di cui alcomma 4. Con i medesimi decreti può essere disposta l’e-stensione degli obblighi a ulteriori strumenti di paga-mento elettronici anche con tecnologie mobili»;

VISTA la nota n .... del … con la quale la Banca d’Italia e-sprime parere favorevole sul contenuto del decreto in og-getto;

VISTO il decreto ... del Ministro dell’Economia e delle Fi-nanze, di concerto con il Ministro dello sviluppo econo-mico, sentite la Banca d’Italia e l’Autorità garante dellaConcorrenza e del Mercato, che ha attuato l’articolo 12,comma 10, del decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201, con-vertito con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011,n.214, il quale ha definito le misure di cui al comma 9 delmedesimo articolo;

CONSIDERATO che l’uso del contante comporta per la col-lettività rilevanti costi legati alla minore tracciabilità delle

operazioni e al conseguente maggior rischio di elusionedella normativa fiscale e antiriciclaggio, nonché costianche per gli esercenti, legati sia alla gestione del contantesia all’incremento di rischio di essere vittime di reati;

RITENUTO, stante gli effetti e il rilevante numero dei sog-getti destinatari delle disposizioni, di dover individuare,secondo criteri di gradualità e sostenibilità, inizialmente ein via transitoria le categorie di operatori nei confrontidelle quali trova applicazione il presente decreto, nonchégli importi e la relativa decorrenza, rinviando ad un suc-cessivo provvedimento per la definitiva attuazione;

VISTO l’art. 17, comma 3, della legge n. 400 del 1988;VISTO il parere reso dal Consiglio di Stato, Sezione Atti Nor-

mativi, nell’Adunanza del…;_VISTA la comunicazione resa alla Presidenza del Consiglio

dei Ministri con nota n. ... del ...;

DECRETA

Art. l(Definizioni)

I. Ai fini del presente decreto si intendono per:a) carta di debito: strumento di pagamento che consente

al titolare di effettuare transazioni presso un esercenteabilitato all’accettazione della medesima carta, e-messa da un istituto di credito, previo deposito difondi in via anticipata da parte dell’utilizzatore, chenon finanzia l’acquisto ma consente l’addebito intempo reale;

b) circuito: piattaforma costituita dal complesso di regolee procedure che consentono di effettuare e ricevere

Il Ministro dello Sviluppo Economicodi concerto con

il Ministro dell’Economia e delle Finanze.

Schema di decreto del Ministro dello Sviluppo Economico, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze,recante il regolamento per la disciplina degli importi minimi, le modalità e i termini, anche in relazione al soggetti in-teressati, relativamente all'obbligo di accettare anche pagamenti effettuati attraverso carte di debito, ai sensi dell'ar-ticolo 15, comma 5 del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, convertito con modificazioni dalla legge 17 dicembre

2012, n. 221.

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2. In sede di prima applicazione l’obbligo di cui al comma 1si applica limitatamente ai pagamenti effettuati all’in-terno dei locali destinati allo svolgimento dell’attività divendita o di prestazione di servizio, ed esclusivamentenel caso in cui il fatturato del soggetto che effettua l’atti-vità di vendita di prodotti e di prestazione di servizi,come risultante dall’ultima dichiarazione presentata aifini dell’imposta regionale sulle attività produttive e, inmancanza, dalle scritture contabili dell’anno precedentea quello nel corso del quale è effettuato il pagamento, perla parte riferibile alle sole transazioni con consumatori outenti, è superiore a 300.000,00 euro.

3. Decorsi sei mesi dalla data di entrata in vigore del pre-sente decreto il limite di cui al comma 2 è ridotto a200.000,00 euro.

Art. 3(Disposizioni finali)

1) Con successivo decreto da emanarsi entro centottantagiorni dalla data di entrata in vigore del presente decretosono individuate le ulteriori modalità, nonché i termini egli eventuali importi minimi, ai fini dell’applicazione del-l’articolo 15, comma 4, del decreto-legge 18 ottobre 2012,n. 179, convertito con modificazioni dalla legge 17 di-cembre 2012, n. 221 .

2. Con il medesimo decreto può essere disposta l’esten-sione degli obblighi a ulteriori strumenti di pagamento e-lettronici anche con tecnologie mobili.

3. Il presente decreto entra in vigore decorsi centoventigiorni dalla data di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.

Il presente decreto, munito del sigillo di Stato, sarà inseritonella Raccolta ufficiale degli atti normativi della RepubblicaItaliana. È fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e difarlo osservare.Roma,

IL MINISTRO DELLO SVILUPPO ECONOMICO

IL MINISTRO DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE

pagamenti attraverso l’utilizzo di una determinatacarta di pagamento;

c) consumatore o utente: la persona fisica che ai sensi del-l’articolo 3 del decreto legislativo 6 settembre 2005, n.206 agisce per scopi estranei all’attività imprendito-riale, commerciale, artigianale o professionale even-tualmente svolta;

d) esercente: il beneficiario, impresa o professionista, diun pagamento abilitato all’accettazione di carte di pa-gamento anche attraverso canali telematici;

e) fatturato: l’importo determinato ai sensi dell’articolo 1comma 1, lettera l) del decreto del Ministro dell’Indu-stria, del Commercio e dell’Artigianato 11 maggio 2001,n. 359, o, in ogni altro caso, la somma dei ricavi dellevendite e delle prestazioni e degli altri ricavi e pro-venti ordinari, come dichiarati ai fini dell’imposta re-gionale sulle attività produttive e, in mancanza, comerappresentati nelle scritture contabili previste dagliarticoli 2214 e seguenti del codice civile;

f) terminale evoluto di accettazione multipla: terminale POScon tecnologia di accettazione multipla ovvero checonsente l’accettazione di strumenti di pagamento tra-mite diverse tecnologie, in aggiunta a quella “a bandamagnetica” o a “microchip”.

Art. 2(Ambito di applicazione)

1) L’obbligo di accettare pagamenti effettuati attraversocarte di debito di cui all’articolo 15, comma 4, del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, convertito con modificazionidalla legge 17 dicembre 2012, n. 221, si applica a tutti i pa-gamenti superiori alla soglia minima di venti euro per lavendita di prodotti o la prestazione di servizi. Restafermo quanto previsto dall’articolo 49 del decreto legi-slativo 21 novembre 2007, n. 231, come modificato dal-l’articolo 12 del decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201,convertito con modificazioni, dalla legge 22 dicembre2011, n. 214.

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“Agenda Digitale Europea”, vi è lo scarso utilizzo di dettistrumenti soprattutto da parte dei consumatori nei rapporticon le imprese e i professionisti.L’utilizzo di tali sistemi di pagamento nel nostro Paese, in-fatti, è ancora in una posizione comparativamente arretratarispetto ai principali Paesi dell’Unione europea. In Italia il31% dei consumatori utilizza contante per spese tra i 200 e i1.000 euro, rispetto al 3% in Francia e il 21 % in Germania. Lostesso uso del bancomat è spesso legato al ritiro presso losportello del contante e non a un suo utilizzo per pagamentotramite POS.Infatti, anche se l’Italia risulta sostanzialmente allineata aiPaesi europei come numero di POS pro capite (25 punti ogni1.000 abitanti), il numero di pagamenti per terminale risultainferiore.

Quanto sopra è confermato dalla circostanza che nono-stante il 31 % circa delle imprese di servizi risulti dotata diun terminale POS (a fronte del 44% nei Paesi europei con li-velli medio-alti di utilizzo delle carte di pagamento), in al-cune categorie (attività professionali, immobiliari, servizisanitari e assistenziali) la percentuale scende al di sotto del10%.

Si riscontrano, invece, percentuali superiori al 50% nel casodella grande distribuzione organizzata ma, escludendoladalle statistiche, si scende al 20% nei piccoli e medi esercizialimentari e nei pubblici esercizi (bar, ristoranti).

Riguardo a quanto sopra evidenziato, comunque, va rile-vato che un elemento di criticità, indubbiamente, è rappre-sentato dai costi delle commissioni sulle transazioni concarte elettroniche, sulle quali potrebbe avere effetti l’ema-nazione del decreto attuativo dell’articolo 12, comma 10, deldecreto legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito con modi-ficazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, finalizzato,appunto, a definire le regole generali per assicurare una ri-

Relazione illustrativaLa cornice di riferimento dell’allegato regolamento – predi-sposto ai sensi dell’art. 17, comma 3, della legge 23 agosto1988, n. 400 – è costituita, in via preliminare, dal dispostodei commi 4 e 5 dell’articolo 15 del decreto-legge 18 ottobre2012, n. 179, convertito con modificazioni dalla legge 17 di-cembre 2012, n. 221.

Nello specifico il citato comma 4 ha stabilito che a decorreredal 1 gennaio 2014, i soggetti che effettuano l’attività di ven-dita di prodotti e di prestazione di servizi, anche professio-nali, sono tenuti ad accettare anche pagamenti effettuati at-traverso carte di debito. Il successivo comma 5 ha stabilitoche con uno o più decreti del Ministro dello Sviluppo eco-nomico, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Fi-nanze, sentita la Banca d’Italia, vengono disciplinati gli e-ventuali importi minimi, le modalità e i termini, anche in re-lazione ai soggetti interessati, di attuazione della disposi-zione di cui al comma 4. Con i medesimi decreti può esseredisposta l’estensione degli obblighi a ulteriori strumenti dipagamento elettronici anche con tecnologie mobili.

Non può tuttavia non rilevarsi che iI testo va collocato altresìnel contesto delle azioni dirette a promuovere gli strumentidi pagamento elettronico, tra le quali, a livello comunitario,vanno citate la recente proposta di Regolamento relativoalle commissioni interbancarie sulle operazioni di paga-mento tramite carta e la proposta di Direttiva relativa ai ser-vizi di pagamento nel mercato interno, con l’intento di con-tribuire allo sviluppo di un mercato unico dei pagamentinella UE, al fine di garantire ai consumatori, ai dettaglianti ead altre imprese di beneficiare dei vantaggi derivanti dalmercato interno e dal commercio elettronico.

Al riguardo va evidenziato che tra le principali criticità alladiffusione dei pagamenti elettronici, come emerso nel corsodei lavori per la realizzazione del programma denominato

Ministero dello Sviluppo EconomicoDIPARTIMENTO PER L’IMPRESA E L’INTERNAZIONALIZZAZIONE

Direzione Generale per il Mercato, la concorrenza, il Consumatore, laVigilanza e la Normativa Tecnica

Divisione iV – Promozione della Concorrenza

Schema di decreto del Ministro dello Sviluppo Economico, di concerto con il Ministro dell'Economia e delle Finanze,recante il regolamento per la disciplina degli importi minimi, le modalità e i termini, anche in relazione ai soggetti in-teressati, relativamente all'obbligo di accettare anche pagamenti effettuati attraverso carte di debito, ai sensi dell'ar-ticolo 15, comma 5 dei decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, convertito con modificazioni dalla legge 17 dicembre

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bilità di sfruttare economie di scala.

Tutti gli interventi finalizzati a tali esigenze, sia il presente,sia il già richiamato regolamento attuativo dell’articolo 12,comma 10, del decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201, costi-tuiscono interventi connessi e funzionali alla riduzione del-l’uso del contante e dei conseguenti costi legati alla minoretracciabilità delle operazioni e al conseguente maggior ri-schio di elusione della normativa fiscale e antiriciclaggio.

Da altro punto di vista, come già evidenziato, la limitazioneall’uso del contante è, inoltre, finalizzata anche alla ridu-zione dei costi sostenuti dagli stessi esercenti legati alla ge-stione del contante e all’incremento di rischi di essere vit-time di reati.

È evidente, quindi, che sia la tempistica nell’adozione delpresente regolamento che i suoi contenuti sono stati forte-mente influenzati dalla necessità di ricondurre ad unitàcomplessiva la disciplina dei pagamenti con strumenti e-lettronici (recata dall’articolo 15 del citato decreto-legge n.179 del 2012) ed armonizzarla con la più ampia regolamen-tazione dei profili di trasparenza e costo delle commissioni(recata, invece, in attuazione del citato decreto-legge n. 201del 2011).

L’allegato decreto, infatti, non poteva essere adottato senon alla luce della regolamentazione richiesta dal citato de-creto del 2011, al fine di valutare, per ogni settore di venditacoinvolto dall’obbligo in discorso, l’incidenza e gli effettidegli oneri di trasparenza generali recati dal predetto rego-lamento adottato dal Ministero dell’economia e delle fi-nanze, di concerto con il Ministero dello Sviluppo Econo-mico, sentite la Banca d’Italia e l’Antitrust.

In considerazione, quindi, della portata complessiva e del-l’impatto economico sui mercati di riferimento della pre-vista obbligatorietà di accettazione delle cosiddette cartedi debito, da parte dei soggetti che effettuano attività divendita di prodotti e di prestazione di servizi, anche pro-fessionali, sono in fase di ulteriore approfondimento le di-verse modalità di attuazione delle disposizioni (disciplinatigli eventuali successivi importi minimi, le modalità e i ter-mini, anche in relazione ai soggetti interessati) in modo dapervenire a una regolamentazione che, minimizzando almassimo ipotetici effetti distorsivi della concorrenza (ancheavuto riguardo ai costi connessi all’attuazione del predettoobbligo, a carico dei citati operatori), possa garantire l’ado-zione dei previsti provvedimenti per un’efficace entrata invigore dell’obbligo del comma 4 dell’articolo 15.

duzione delle commissioni a carico degli esercenti in rela-zione alle transazioni effettuate mediante carte di paga-mento, al quale si farà cenno nel prosieguo della presenterelazione.

Anche nello studio della Banca d’Italia del novembre 2013,avente ad oggetto “SEPA e i suoi riflessi sul sistema dei pa-gamenti italiano”, si rileva che, rispetto all’Eurosistema, l’I-talia si caratterizza per un uso limitato di strumenti di paga-mento alternativi al contante.

Nello studio, infatti, si legge che «(…) solo 71 operazioniannue a fronte di una media europea di 187 (Area Euro 194)»caratterizzano il dato del nostro Paese. Non solo, nellostudio si precisa che il «(…) dato va letto congiuntamente aquello sull’utilizzo del contante: in Italia l’83 per conto delletransazioni complessive è eseguito in contante a fronte diuna media europea del 65 per cento (ECB 2012). Se la rea-lizzazione della SEPA allineasse l’Italia al dato medio eu-ropeo sull’utilizzo di strumenti di pagamento, il mercatos’incrementerebbe di circa 4 miliardi di transazioni elettro-niche all’anno. In Italia, inoltre, fra gli strumenti di paga-mento alternativi al contante vengono utilizzati in preva-lenza quelli più costosi, come assegni e altri strumenti e-sclusi dallo SEPA. Sebbene nel nostro Paese ci sia una di-screta diffusione delle transazioni con carte (il 40% circa deltotale), bonifico e addebito diretto sono utilizzati solo peril 15-17 per cento, dato inferiore allo media europea (30 percento. I dati analizzati confermano l’importanza per l’Italiadi una piena realizzazione della SEPA e, più in generale, del-l’ammodernamento del sistema del pagamenti, volto a ri-durre l’uso del contante, potenziare la diffusione di stru-menti elettronici e ridurre i costi dei servizi di pagamentoper la collettività. Tale evoluzione potrebbe avere effettipositivi sull’economia nel suo complesso e sarebbe in lineacon le politiche europee ed italiane volte a favorire unamaggiore diffusione della tecnologia presso il pubblico».

In tal senso, l’analisi condotta nello studio dimostra comenei Paesi a più elevata diffusione di strumenti elettronici ilcosto per transazione per l’utilizzo degli strumenti di paga-mento elettronici sia inferiore a quello del pagamento incontanti; ciò riflette la maggiore incidenza dei costi fissi peri pagamenti elettronici.

Queste evidenze confermano, altresì, l’importanza di inter-venti, volti a promuovere l’utilizzo degli strumenti elettro-nici, caratterizzati da un’efficienza operativa ed economicapotenzialmente maggiore rispetto al contante e agli stru-menti cartacei: la migrazione verso tali strumenti, infatti, fa-vorisce una riduzione dei loro costi unitari grazie alla possi-

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fatturato come risultante dall’ultima dichiarazione a finiIRAP ovvero dalle scritture contabili dell’anno precedentea quello nel corso del quale è effettuato il pagamento, siasuperiore a 300.000,00 euro. Inoltre, ai predetti fini è pre-visto sia presa in considerazione la sola parte di fatturato ri-feribile alle transazioni con consumatori o utenti, nel con-vincimento che per i pagamenti fra, imprese o fra imprese eprofessionisti, le garanzie di tracciabilità sono previste inaltra sede e l’opportunità di una modalità facile di paga-mento (che avvengono normalmente mediante bonifici oassegni) sia da rimettere ai normali rapporti fra soggetti“professionali”.

La norma proposta specifica, inoltre, che decorsi sei mesidalla data di entrata in vigore del regolamento stesso la pre-detta soglia di fatturato pari a euro 300.000,00 alla quale fareriferimento per l’applicazione della disciplina in discorso, èabbassata a euro 200.000,00 in modo da calibrare una gra-duale entrata a regime dell’obbligo stesso.

Inoltre, tenuto conto degli effetti e del rilevante numero deisoggetti destinatari delle disposizioni in argomento e rile-vata, quindi, la necessità di dover individuare, secondo cri-teri di gradualità e sostenibilità, inizialmente e in via transi-toria le categorie di operatori nei confronti delle quali trovaapplicazione il decreto in discorso, nonché gli importi e larelativa decorrenza, rinvia ad un successivo provvedimentola definitiva attuazione della norma recante l’obbligo di ac-cettazione dei pagamenti tramite carte di debito, mediantela massima estensione possibile ed utile di tale obbligo.Detto rinvio, infatti, è funzionale a consentire agli operatoridi apportare i necessari adattamenti tecnico-organizzativivolti a garantire l’adempimento degli obblighi di legge.

Di seguito si dà in breve conto del contenuto degli articoli:Articolo 1: contiene le definizioni dei termini utilizzati nelprovvedimento.Articolo 2: individua l’ambito di applicazione. In partico-lare, l’obbligo di accettare pagamenti effettuati attraversocarte di debito riguardante tutti i pagamenti superiori allasoglia minima di venti euro per la vendita di prodotti o laprestazione di servizi, in sede di prima applicazione, è li-mitato ai pagamenti effettuati all’interno dei locali destinatiallo svolgimento dell’attività di vendita o di prestazione diservizio, a condizione che il fatturato dell’anno di riferi-mento o precedente a quello nel corso del quale è effet-tuato il pagamento, per la parte riferibile alle sole transa-zioni con consumatori o utenti, sia superiore a 300.000,00euro. Il comma 3, specifica, inoltre, che decorsi sei mesidalla data di entrata in vigore del provvedimento la sogliadi fatturato passa ad euro 200.000,00.

L’allegato regolamento, quindi, individua, in fase di primaapplicazione, le categorie di soggetti e gli importi minimi aiquali si applica la disciplina dallo stesso provvedimento re-cata.

Nello specifico, fa riferimento alle attività di vendita di pro-dotti e di prestazione di servizi, anche professionali, effet-tuate all’interno dei soli locali destinati allo svolgimentodell’attività di vendita o di servizio, per evitare di compli-care le prestazioni al domicilio effettuate dai professionistie altre situazioni in cui avere un POS (Poin of sale) implicaanche i costi e le complicazioni di un collegamento mobile,problematiche, quest’ultime, affrontabili nella stesura di unsuccessivo provvedimento (al riguardo cfr. art. 3, comma 1dello schema allegato che reca tale precisazione). Bastipensare in proposito, anche, alle complicazioni connesseall’applicazione immediata di tale norma alle professiona-lità senza sedi operative fisiche o aperte al pubblico o delleforniture di beni e servizi a distanza.Va evidenziato, inoltre, che la norma primaria (cfr. comma 4dell’articolo 15 del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179,convertito con modificazioni dalla legge 17 dicembre 2012,n. 221) fa riferimento alle sole carte di debito (i cosiddettibancomat) ossia alle carte di pagamento che prevedonol’addebito contestualmente all’effettuazione dell’opera-zione. A ben vedere, nell’ambito degli acquisti in rete il ban-comat non è una modalità di pagamento accettata, a diffe-renza della carta di debito.L’allegato regolamento, inoltre, individua, un importo mi-nimo pari a euro venti, tenuto conto che l’indicazione di unimporto superiore avrebbe vanificato la disposizione voltaa facilitare i pagamenti al di sotto dei trenta euro previstadall’articolo 7 del citato regolamento, in corso di adozione,del Ministro dell’Economia e delle Finanze, di concerto conil Ministro dello Sviluppo Economico. La scelta di detto im-porto, o comunque di una soglia di importo basso, inoltre,è giustificata anche dalla considerazione che per i paga-menti superiori ai mille euro la previsione dell’obbligo diaccertare pagamenti con carte di debito è comunque inparte inutile e in parte inefficace, in quanto la normativa vi-gente comunque limita l’uso del contante e dei titoli al por-tatore (clr. art. 49 del d.lgs. 231/2007 cosi come modificatodal d.l. n. 201/2011, convertito, con modificazioni, dallalegge n. 214/2011 e considerati comunque i limiti di spesaunitaria normalmente autorizzati per le carte di debito daisoggetti emittenti.Al fine di restringere almeno nella prima fase il campo di ap-plicazione della disposizione, consentendo un graduale a-deguamento per i soggetti interessati, la disposizione pro-posta prescrive, quale presupposto ulteriore di applica-zione, in aggiunta, che siano obbligati solo i soggetti il cui

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ficazioni dalla legge 17 dicembre 2012, n. 221, sempre tra-mite successivi decreti, di estendere l’obbligo in argomentoa ulteriori strumenti di pagamento elettronici anche con tec-nologie mobili. In ultimo, sempre al fine di consentire le at-tività organizzative necessarie all’adempimento dell’ob-bligo una volta che ne sia noto l’ambito di applicazione, fissala data di entrata in vigore del decreto medesimo decorsicentoventi giorni dalla data di pubblicazione sulla GazzettaUfficiale della Repubblica Italiana.

Articolo 3: reca le disposizioni finali, prevedendo, prelimi-narmente che con successivo decreto da emanarsi entrocentottanta giorni dalla data di entrata in vigore del regola-mento in discorso, sono individuate le ulteriori modalità,nonché i termini e gli eventuali importi minimi, ai fini del-l’applicazione più di dettaglio dell’obbligo di accettazionedei pagamenti mediante carte di debito. Viene ribadita, poi,la possibilità già prevista dal comma 5 dell’articolo 15 deldecreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, convertito con modi-

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Schema di “RegolamentoFormazione ProfessionaleContinua”

Articolo 1 (Definizioni)

Ai fini del presente regolamento si applicano le seguentidefinizioni:Professione: attività, o insieme delle attività, riservate perespressa disposizione di legge o non riservate, Il cui eser-cizio è consentito solo a seguito d’iscrizione in Ordini o inCollegi, subordinatamente al possesso di qualifiche pro-fessionali o all’accertamento delle specifiche professiona-lità (articolo 1, comma 1, lettera a, Dpr. 7 agosto 2012, n. 137);Professionista: soggetto iscritto all’Albo;Conoscenza: risultato dell’assimiliazione di informazioni at-traverso l’apprendimento; le conoscenze sono un insiemedi fatti, principi, teorie e pratiche relative ad un settore dilavoro o di studio;Competenza: comprovata capacità di utilizzare conoscenze,abilità e attitudini personali, sociali e/o metodologiche, perottenere risultati misurabili;Abilità: capacità di applicare conoscenze e di utilizzareknow-how per portare a termine compiti e risolvere pro-blemi;Professionalità: caratteristica della professione intesacome competenza qualificata e riconosciuta quale insiemedi apparati teorici e normatlvi di riferimento, acquisita at-traverso un processo di apprendimento prolungato e siste-matico; capacità progettuali e pluralità di esperienze che siestrinsecano come pratica organizzativa e capacità realizza-tive distintive;Modalità propedeutica: procedura che consente la possi-bilità di accedere al modulo o sezione successiva mediantesuperamento di un test auto-valutativo.

Articolo 2(Obbligo formativo)

1. In attuazione delle disposizioni di cui all’articolo 7, delDpr. 7 agosto 2012, n. 137, il presente regolamento disci-plina la formazione professionale continua degli iscrittiall’Albo dei geometri e geometri laureati ai fini dell’as-solvimento dell’obbligo di aggiornamento professionale.

2. Sono soggetti all’obbligo formativo tutti gli iscritti all’Alboad eccezione dei soggetti esonerati ai sensi dell’articolo13 del presente regolamento.

3. La violazione dell’obbligo della formazione continua co-stituisce illecito disciplinare (articolo 7, comma 1, Dpr. 7agosto 2012, n. 137).

Articolo 3(Attività formativa)

1. Gli eventi formativi sono finalizzati a migliorare e/o ag-giornare le conoscenze, le abilità e le competenze degliiscritti all’Albo, per esercitare l’attività con la professio-

I l Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureatici ha fatto pervenire, a firma del Presidente Nazio-nale Maurizio Savoncelli, la bozza di “Schema di Re-

golamento Formazione Professionale Continua”. Tale docu-mento è stato esaminato durante la seduta di Consiglio del28 gennaio u.s. e sarà discusso durante la prossima Assem-blea dei Presidenti, prevista per il 26 marzo prossimo ven-turo.Lo pubblichiamo integralmente a beneficio dei lettori.

Regolamento per la formazione professionale continuaai sensi dell’articolo 7, del Dpr 7 agosto 2012, n. 137

Il Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati (Con-siglio Nazionale) considerato quanto segue: (1) AI fine di garantire la qualità e l’efficienza della presta-

zione professionale, nel migliore interesse dell’utente edella collettività, e per conseguire l’obiettivo dello svi-luppo professionale, ogni professionista ha l’obbligo dicurare il continuo e costante aggiornamento della pro-pria competenza professionale (articolo 7, comma 1, Dpr.7 agosto 2012, n. 137);

(2) Il codice deontologico, approvato dal Consiglio Nazio-nale nella seduta del 3 aprile 2007 e pubblicato sullaGazzetta Ufficiale del 26 maggio 2007, n. 121, prevede al-l’articolo 23 che l’iscritto deve "svolgere la prestazioneprofessionale, per il cui espletamento è stato incaricato,nel rispetto dello standard di qualità stabilito dal CN-GeGL..." e "mantenere costantemente aggiornata la pro-pria preparazione profeSSionale attraverso lo svolgi-mento e la frequenza delle attività di informazione, diformazione e di aggiornamento...";

(3) La direttiva Europea n. 200S/36/CE, recepita con DecretoLegislativo del 9 novembre 2007, n. 206, individua nellaformazione e istruzione permanente lo strumento permantenere prestazioni professionali sicure ed efficaci(considerando 39 e articolo 22);

(4) La formazione assicura ai professionisti di ogni età e si-tuazione occupazionale, in un’ottica di pari opportunità,condizioni che facilitano l’apprendimento permanente,al fine di evitare rischi di esclusione sociale e professio-nale;

Vista: la delibera n. ??? del ??/??/???? con cui è stato ap-provato lo schema di regolamento per la formazione con-tinua e il parere favorevole del Ministero della Giustizia del??/71/???? ai sensi dell’articolo 7, comma 3, del Dpr. 7 agosto2012, n. 137; adotta il seguente regolamento per la formazione profes-sionale continua.

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IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/1 - 19

m) professionista affidatario (articolo 6, comma 3, Dpr. 7agosto 2012, n. 137) il cui praticante ha iniziato e con-cluso il tirocinio professionale, e superato l’esame diStato.

3. Gli eventi formativi devono comprendere:I) le discipline tecnico-scientifiche inerenti l’attività

professionale del geometra e geometra laureato;II) le norme di deontologia e ordinamento professionale;III) le altre discipline comunque funzionali all’esercizio

della professione.4. Per quanto attiene il comma 3, lettera i) del presente ar-

ticolo, è possibile fare riferimento allo Standard di Qua-lità della professione del geometra e geometra laureatoapprovato dal Consiglio Nazionale.

5. Il Consiglio Nazionale predispone il Sistema InformativoNazionale sulla Formazione Continua (SINF) al fine di ga-rantire uniformità e trasparenza, nonché la più ampiapubblicità a livello nazionale degli eventi formativi, com-presi quelli organizzati da associazioni professionali esoggetti terzi.

6. Il Consiglio Nazionale si riserva la possibilità di organiz-zare direttamente eventi formativi.

Articolo 4(Attività formativa a distanza)

1. È ammessa la formazione a distanza (FAD) per gli eventidi cui all’articolo 3, comma 2, lettera a), b), c) e d) del pre-sente regolamento, a condizione che sia verificabile l’ef-fettiva partecipazione e l’acquisizione delle nozioni im-partite.

2. È previsto uno specifico sistema di ”Formazione a Di-stanza Qualificata” (FAD-Q) nel caso in cui la modalità dierogazione rispetti tutte le seguenti prescrizioni:a) la piattaforma formativa deve avere i requisiti minimi

secondo le linee guida che saranno emanate dal Con-siglio Nazionale;

b) i moduli formativi che compongono i corsi, devono es-sere svolti dai discenti in modalità propedeutica, at-traverso il superamento di appositi questionari di va-lutazione intermedi e finali;

c) ogni attività didattica erogata deve essere conservatasu un apposito registro dati. Su richiesta del ConsiglioNazionale deve essere fornito il dettaglio delle attivitàformative condotte da ciascun discente.

Articolo 5(Credito formativo professionale e adempimento obbligo)

1. L’unità di misura della formazione continua è il credito for-mativo professionale (CFP).

2. Il CFP corrisponde, generalmente, ad un’ora di forma-zione, salvo quanto previsto nel successivo articolo 7.

nalità necessaria a garantire i servizi da prestare alla com-mittenza.

2. Costituiscono eventi formativi le seguenti attività:a) corsi di formazione e aggiornamento;b) corsi di formazione previsti da norme specifiche, nel

quali possono essere previsti anche esami finali;c) corsi o esami universitari (di laurea, di specializza-

zione, di perfezionamento e di master);d) seminari, convegni e giornate di studio;e) visite tecniche e viaggi di studio;f) partecipazione alle commissioni per gli esami di Stato

per l’esercizio della professioneg) relazioni o lezioni negli eventi formativi;h) articoli scientifici o tecnico-professionali pubblicati su

riviste a diffusione nazionale;i) professionista affidatario ai fini di un contratto di ap-

prendistato di alta formazione e ricerca di cui al TestoUnico, articolo 5, D.Lgs. 14 settembre 2011, n.167 (ap-prendistato) ;

l) frequenza a corsi di alta formazione post secondariacompresa Istruzione Tecnica Superiore (ITS) nelle di-scipline tecnico scientifiche, di cui al successivo commadel presente articolo;

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tasi di pubblicità informativa che risponde al solo inte-resse della collettività.

2. Il CPC contiene:a) gli eventi formativi svolti dal singolo iscritto conforme-

mente al presente regolamento;b) la formazione e le esperienze maturate prima dell’en-

trata in vigore del presente regolamento;c) le qualifiche professionali acquisite;d) i titoli professionali acquisiti.

Articolo 9(Commissione nazionale

formazione professionale continua)1. La commissione nazionale sulla formazione continua è

nominata dal Consiglio Nazionale ed è composta dacinque membri, compreso il Presidente del Consiglio Na-zionale o suo delegato, che la presiede.

2. La commissione dura in carica per la durata del ConsiglioNazionale e rimane in essere fino alla nomina della nuovacommissione.

3. I compiti della commissione nazionale formazione pro-fessionale continua, sono i seguenti:a) supportare il Consiglio Nazionale nelle attività di pro-

mozione, monitoraggio e coordinamento generale;b) esaminare e istruire le richieste di accreditamento da

parte delle associazioni professionali e soggetti terzi

Articolo 6(Assolvimento obbligo formativo)

1. L’obbligo della formazione continua decorre dal 1 gennaiodell’anno successivo a quello di iscrizione all’Albo.

2. Ogni iscritto sceglie liberamente gli eventi formativi dasvolgere, in relazione alle preferenze personali nell’am-bito dei settori disciplinari professionali di cui all’articolo3 del presente regolamento.

3. Ai fini dell’assolvimento dell’obbligo, ogni iscritto deveconseguire nel triennio almeno 60 (sessanta) CFP.

Articolo 7(Valutazione eventi formativi)

1. La valutazione degli eventi formativi di cui all’articolo 3,comma 2 del presente Regolamento, è effettuata se-condo i criteri riportati nella tabella che segue:

I criteri di valutazione, di cui alla tabella 1, sono aggiornatidal Consiglio Nazionale con apposita deliberazione.

2. Il riconoscimento dei CFP matura nell’anno solare in cui siè concluso l’evento formativo.

Articolo 8(Curriculum Professionale Certificato)

1. È istituito il Curriculum Professionale Certificato (CPC)sulla formazione professionale, consultabile on line, chepuò essere oggetto di divulgazione a terzi, in quanto trat-

Tabella 1 - Valutazione degli eventi formativi

Evento formativo CFP Limiti max triennali(CFP)

Corsi di formazione e aggiornamento 1 CFP ogni ora nessunoCorsi di formazione e aggiornamento (art. 4, comma 1) 1CFP ogni ora nessunoEsame nei corsi previsti da norme specifiche 3 CFP nessunoCorsi o esami universitari (art. 3, comma 2, lett. c) 8 CFP ogni 1 CFU nessunoDiploma (art. 3, comma 2, lett. l)30 CFP nessunoCorsi di formazione e aggiornamento (art. 4, comma 2) 3 CFP ogni ora nessunoSeminari, convegni, giornate di studio (max 3 CFP) 1 CFP ogni 2 ore 24 CFPVisite tecniche e viaggi di studio (max 3 CFP) 1 CFP ogni 2 ore 12 CFPCommissioni per gli esami di Stato 6 CFP 12 CFPRelazione eventi formativi (art. 3, comma 2, lett. g) Fino a 3 CFP 18 CFPDocenza negli eventi formativi 2 CFP ogni ora 30 CFPArticoli scientifici e tecnico professionali Fino a 6 CFP 18 CFPAttività affidatario (art. 3, comma 2, lett. m) 10 CFP ogni Prat. 30 CFPAttività affidatario (art. 3, comma 2, lett. i) 10 CFP ogni appr. 30 CFP

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specifiche normative.4. I componenti della commissione di cui al precedente

comma 1 che, senza giustificato motivo, non partecipanoa tre riunioni consecutive, decadono automaticamentedalla carica.

Articolo 10(Accreditamento associazione degli iscritti e altri soggetti)

1. Ai sensi dell’articolo 7, comma 2, del Dpr. 7 agosto 2012,n. 137, i corsi fomativi possono essere organizzati da as-sociazioni di iscritti e altri soggetti (ivi compresi Enti Pub-blici).

2. La domanda di accreditamento da parte di associazionedi iscritti o altri soggetti (ivi compresi Enti Pubblici), ècompilata direttamente sul SINF e deve contenere,previa verifica del piano di formazione annuale, per ognicorso:a) caratteristiche, struttura, certificazione, del soggetto

proponente;b) titolo;c) esauriente descrizione dei contenuti, con specifico ri-

ferimento agli obiettivi che si intendono raggiungere inmerito alla conoscenza, qualità e abilità;

d) materiale didattico previsto;e) durata;f) modalità di svolgimento;

ed esprimere motivato parere al Consiglio Nazionale;c) certificare, su istanza dell’iscritto, la formazione e le e-

sperienze maturate prima dell’entrata in vigore delpresente regolamento;

d) gestire il CPC attraverso il SINF;e) svolgere, su mandato del Consiglio Nazionale, attività

di vigilanza e di ispezione sull’adempimento degli e-venti formativi;

f) predisporre e definire, ai fini dell’uniformità su tutto ilterritorio nazionale, un piano annuale dell’offerta for-mativa, individuando programmi e le caratteristichedescritte nello standard di qualità, dei corsi di cui al-l’articolo 3, comma 2, lettera a), che saranno successi-vamente pubblicizzati sul SINF;

g) riconoscere e attribuire, su richiesta dell’interessato, iCFP per gli eventi formativi non previsti nell’articolo 3del presente regolamento, comunque ritenuti tali perla professionalità dei contenuti;

h) riconoscere e attribuire, su richiesta del Consiglio Na-zionale, i CFP per particolari, e specifici eventi forma-tivi, ritenuti tali per la professionalità dei contenuti del-l’evento stesso, anche in deroga all’articolo 7, tabella 1,del presente

regolamento;i) riconoscere e attribuire, su richiesta dell’interessato,

CFP per eventi formativi riguardanti corsi previsti da

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g) qualifica e il curriculum dei docenti;h) numero massimo dei discenti ammessi;i) oneri a carico dei partecipanti;l) modalità di verifica della rilevazione dei presenti;m) durata minima di partecipazione ai fini del riconosci-

mento dei crediti;n) specifiche tecniche per l’eventuale erogazione nella

modalità FAO di cui all’articolo 4, comma 2;o) altre informazioni ritenute utili.

3. Il Consiglio Nazionale, acquisito Il parere della commis-sione nazionale formazione professionale continua, dicui all’articolo 9 del presente regolamento, esprime mo-tivata proposta di delibera e la trasmette al Ministero vi-gilante, ai sensi dell’articolo 7, comma 2, del Dpr. 7 agosto2012, n. 137.

4. Acquisito il parere vincolante del Ministero vigilante, ilConsiglio Nazionale delibera e comunica al richiedentel’autorizzazione allo svolgimento del corso e le modalitàdi accesso per l’utilizzo del SINF, o il diniego.

5. Il Consiglio Nazionale può stipulare con associazioni di i-scritti o Enti pubblici specifiche convenzioni, volte a sem-plificare le procedure di autorizzazione e programmaregli eventi formativi, promossi dal predetti soggetti, in unperiodo di tempo prestabilito.

Articolo 11(Compiti e attribuzioni al Consiglio Nazionale)

1. Il Consiglio Nazionale indirizza e coordina lo svolgimentodella formazione continua a livello nazionale, in partico-lare:a) nomina la commissione formazione professionale con-

tinua di cui all’articolo 9 del presente regolamento;b) definisce lo standard di qualità della categoria profes-

sionale;c) definisce il sistema di qualificazione delle competenze

degli iscritti (articolo 8, comma 2, lettera c);d) istituisce e gestisce il SINF di cui all’articolo 3, comma

5 del presente regolamento;e) approva, previo parere vincolante del Ministero vigi-

lante, i corsi proposti da associazioni di iscritti e altrisoggetti;

f) pubblica sull’Albo Unico, di cui all’articolo 3, comma 1,del Dpr. 7 agosto 2012, n. 137, I CPC degli iscritti;

g) definisce e stipula convenzioni con le Università, aisensi dall’articolo 7, comma 4, del Dpr. 7 agosto 2012, n.137, ai fini del riconoscimento reciproco dei crediti for-mativi professionali e universitari;

h) approva regolamenti comuni, previo parere favorevoledei Ministeri vigilanti, per individuare crediti formativiprofessionali interdisciplinari, stabilendone il loro va-lore, ai sensi dall’articolo 7, comma 4, del Dpr. 7 agosto

2012, n. 137;i) organizza direttamente eventi formativi, anche in coo-

perazione o convenzione con altri soggetti;l) emana le linee guida in merito ai requisiti minimi per

lo svolgimento dei corsi con modalità FAD-Q, comeprevisto dall’articolo 4, comma 2 del presente regola-mento;

m) emana delibere di attuazione, coordinamento e indi-rizzo che definiscono modalità e procedure di svolgi-mento delle attività di formazione professionale con-tinua;

Articolo 12(Compiti e attribuzioni ai Collegi Territoriali)

1. I Collegi Territoriali, a norma dell’articolo 7, del Dpr. 7 a-gosto 2012, n. 137:a) organizzano le attività formative di cui all’articolo 3

comma 2 del presente regolamento lettere a), b), d), ede);

b) propongono l’organizzazione, per specifiche e moti-vate esigenze, al Consiglio Nazionale corsi di forma-zione e aggiornamento (articolo 3 comma 2, lettera a)non previsti nel piano annuale di formazione;

c) attribuiscono i CFP sul SINF, per gli eventi dagli stessiorganizzati, previsti alle lettere a), b), d), e) ed f), del-l’articolo 3 del presente regolamento;

d) attribuiscono i CFP sul SINF, a richiesta dell’iscritto, pergli eventi previsti alle lettere c), g), h), i), I), m), dell’ar-ticolo 3 del presente regolamento;

e) verificano e controllano, mediante il SINF, l’assolvi-mento triennale dell’obbligo formativo dell’iscritto;nell’ipotesi di inadempimento, sentito prima l’iscrittoe, se del caso, comunicano l’inosservanza al Consigliodi Disciplina;

f) deliberano in ordine alle richieste di cui al successivoarticolo 13;

g) certificano, a domanda, l’assolvimento dell’obbligoformativo dell’iscritto;

h) rendono pubbliche le informazioni essenziali relativeall’assolvimento dell’obbligo formativo;

i) possono istituire forme incentivanti o premianti per gliiscritti che abbiano svolto la formazione professionalecontinua oltre i limiti dei crediti formativi professionalistabiliti dal presente regolamento;

j) possono istituire commissioni territoriali per lo svolgi-mento delle attività inerenti il presente regolamento.

2. I Collegi Territoriali sono autorizzati ad accedere al SINFsecondo le procedure previste dal Consiglio Nazionale.

3. Gli eventi formativi, organizzati dai Collegi Territoriali,possono essere realizzati anche in cooperazione o con-venzione con altri soggetti, ai sensi dell’articolo 7, comma

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5, del Dpr. 7 agosto 2012, n. 137.

Articolo 13(Esoneri)

1. Il Consiglio del Collegio Territoriale, su domanda dell’in-teressato, può esonerare con delibera, anche parzial-mente, l’iscritto dallo svolgimento dell’attività formativanei seguenti casi :a) maternità/paternità, per un anno;b) grave malattia o infortunio;c) servizio militare volontario o servizio civile;d) altri casi di documentato impedimento, derivante da

accertate cause oggettive e di forza maggiore;e) comprovato assolvimento dell’obbligo di formazione

continua svolto regolarmente in quanto iscritto anchead altro Ordine/Collegio.

All’esonero temporaneo, di cui ai precedenti punti b), c), d),consegue la riduzione del totale dei crediti formativi da ac-quisire nel corso del triennio, proporzionalmente alla du-rata dell’esonero.2. Sono esonerati dall’obbligo della formazione continua co-

loro che hanno oltre quaranta anni di anzianità d’iscri-zione all’Albo.

Articolo 14(Entrata in vigore)

1. Il presente regolamento entra in vigore il 1 gennaio 2015.2. Il presente regolamento può essere soggetto a revisione

con la procedura prevista dall’articolo 7, del Dpr. 7 agosto2012, n. 137.

3. Con l’entrata in vigore del presente regolamento è abro-gato il regolamento di formazione professionale continuaapprovato dal Consiglio Nazionale con delibera in data10 novembre 2009 e s.m .i.

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DALLA CASSA

24 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/1

Simonetta Vescovi Riepilogo dei contributi minimi2014 da versare alla CassaNazionale di Previdenza

Con delibera n. 159/2013 sono stati definiti, da partedel Consiglio di Amministrazione della Cassa Ita-liana di Previdenza e Assistenza Geometri (Cipag),

i contributi minimi obbligatori. Li riportiamo nella tabellasottostante, ricordando che negli anni si è cercato di agevo-lare i giovani neodiplomati per aiutarli nell’inserimento nel

mondo del lavoro come liberi professionisti. Nel comitatodi novembre 2013 si è deliberato di utilizzare i risparmi peril welfare di categoria, soprattutto destinando le risorse aigiovani. Nei prossimi anni Cipag attuerà nuove proposte perlo sviluppo della categoria e per implementare il lavoro so-prattutto aiutando i giovani che sono il nostro punto di forza.

CONTRIBUTI OBBLIGATORI MINIMI ANNO 2014

Contributo soggettivo minimo iscritti obbligatorio € 2.500,00(art. 1, comma 2, Regolamento Contribuzione)

Contributo soggettivo minimo neodiplomati 625,00 per i primi due anni di iscrizione(art. 1, comma 5, Regolamento Contribuzione) (riduzione di 1/4 rispetto all’iscritto obbligatorio)

€ 1.250,00 per i successivi tre anni di iscrizione(riduzione di 1/2 rispetto all’iscritto obbligatorio)

Contributo soggettivo praticanti € 625,00 (riduzione di 1/4 rispetto(art. 1, comma 5, Regolamento Contribuzione) all’iscritto obbligatorio)

Contributo soggettivo minimo pensionati € 1.250,00 (riduzione di 1/2 rispetto (art. 1, comma 4, Regolamento Contribuzione) all’iscritto obbligatorio)

Aliquota percentuale contributivo soggettivo 12%(art. 1, comma 1, lett.a, Regolamento Contribuzione) Oltre il limite reddituale di € 150.700,00

l’aliquota diventa 3,5%

Limite reddito contribuzione soggettiva € 150.700,00(art. 1, comma 1, lett.a, Regolamento Contribuzione

Contributo integrativo minimo € 1.000,00(art. 2, comma 4, Regolamento Contribuzione)

RIVALUTAZIONE TRATTAMENTI PENSIONISTICI ANNO 2014

Importo pensione minima annua lorda 2014 € 8.500,00(art. 2, comma 4, Regolamento Previdenza)

Coefficienti rivalutazione pensioni anno 2014 3,0% interno(art. 25, Regolamento Previdenza) 0,90% ridotto

Limite volume d’affari IVA per le pensioni d’anzianità 2014(art. 3, comma 8, Regolamento Previdenza) € 8.850,00

Media reddituale per beneficio pensioni inabilità € 28.900,00(art. 4, comma 4, Regolamento Previdenza)

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DAL COLLEGIO DI BRESCIA

IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/1 - 25

Stefano Benedini Le Commissioni del Collegio:le attività di programmazioneed intervento per la categoria

gliere, senza alcuna ecce-zione, tutte le segnalazionidi disponibilità, ipotizzandola creazione, all’internodelle Commissioni, di grup-pi di lavoro specializzati insingoli ambiti professionali,con il compito di facilitare larisoluzione di problemi tec-nici a vantaggio della cate-goria. Il Presidente geom. Gio-vanni Platto ha sottolineatocome la partecipazione alleCommissioni debba rima-nere aperta a tutti gli iscrittiche desiderano collaborareall’individuazione dei pro-blemi più contingenti, pro-ponendo soluzioni e azionidi intervento e pianificandola formazione e l’aggiorna-mento professionale. Per ogni Commissione si è i-dentificato, tra gli iscritti conmaggior esperienza nellospecifico ambito professio-

nale, un coordinatore con ilcompito di convocarne leriunioni, e un membro delConsiglio Direttivo, chia-mato a rappresentare il Col-legio negli ambiti istituzio-nali ed a riferire in Consiglioquanto emerso nelle riu-nioni della Commissione.Nel ringraziare tutti coloroche hanno sin qui segnalatola propria disponibilità, for-niamo un riepilogo dei coor-dinatori e dei responsabilidelle Commissioni:

– Comitato Sviluppo dellaComunicazione. Coordina-tore: Bruno Bossini; Respon-sabile: Maurizio Luteriani.

– Commissione AgricolturaAmbiente. Coordinatore: An-drea Comincin; Responsabile:Paolo Fappani.

– Commissione Amministra-

Come disposto dalnuovo ConsiglioDirettivo si è pro-

ceduto nei mesi scorsi allaraccolta tra gli iscritti delledisponibilità a far partedelle Commissioni del Col-legio. Diverse le novità rispettoalla precedente organizza-zione: innanzitutto l’istitu-zione della CommissioneAmministratori Immobi-liari. A proposito di questoambito lavorativo, ricor-diamo che la maggioranzadei tecnici che vi si dedicasono geometri. La Commis-sione è stata creata per ag-giornarli professionalmen-te e per aprire nuove op-portunità a chi intenda svi-luppare la propria profes-sionalità in questo settore.C’è da segnalare anche ladecisione di dedicare mag-gior attenzione che in pas-sato all’ambito professio-nale della Prevenzione In-cendi, differenziandoladalla Commissione sicu-rezza. Altra novità, volutadal geom. Bossini, Diret-tore de “Il geometra bre-sciano”, è quella del Comi-tato per lo sviluppo dellacomunicazione del Col-legio: un gruppo di colle-ghi, soprattutto giovani, im-pegnati a proporre spunti,idee nuove ed efficaci peragevolare la comunicazionecon gli iscritti e con la societàcivile attraverso il periodico,il sito internet, le newslettero altro strumento.Desiderando allargare il piùpossibile la partecipazionealla vita del Collegio deipropri iscritti, il Consiglio di-rettivo, ha disposto di acco-

tori Immobiliari. Coordina-tore:Silvio Maruffi; Responsa-bile: Dario Piotti .

– Commissione Catasto, To-pografia e Territorio. Coor-dinatore: Alessandro Rizzi;Responsabili: Angelo Este,Piergiovanni Lissana,Maurizio Pierfulvio Lute-riani, Riccardo Zanotti .

– Commissione ConsulentiTecnici e Mediatori. Coor-dinatore: Alberto Fortunato;Responsabile: Roberta Ab-biatici .

– Commissione Edilizia So-stenibile, Efficienza Ener-getica ed Acustica in Edi-lizia. Coordinatore: RobertoManella; Responsabile: Sil-vano Orio.

– Commissione Estimo e Va-lutazioni Immobiliari.Coordi-natore: Matteo Negri; Re-sponsabile: Gabriella Sala.

– Commissione Preven-zione Incendi. Coordinatore:Giuliano Vacchi; Responsa-bile: Silvano Bonicelli.

– Commissione Sicurezza.Coordinatore: Nadia Bettari;Responsabile: Corrado Marti-nelli.

– Commissione Urbanisticaed Edilizia. Coordinatore:Stefano Santini; Responsa-bile: Giuseppe Zipponi; Se-gretario: Antonella Piotti.

– Gruppo Esperti Prote-zione Civile. Coordinatore e re-sponsabile: Italo Giovanni Al-bertoni.

Proposta per la sostituzione del membrodel Consiglio Territoriale

del Collegio geometri di BresciaIl Consiglio Direttivo del Collegio geometri della provincia di Brescianella seduta del 18 novembre 2013, in riferimento all’art. 5, comma6, del Regolamento per la designazione dei componenti dei Consiglidi Disciplina Territoriali, pubblicato sul Bollettino Ufficiale delMinistero della Giustizia n. 23 del 15 dicembre 2012, preso attodella rinuncia della geom. Roberta Abbiatici dall’incarico di membrodi disciplina, in relazione a quanto previsto dall’art. 3 del medesimoRegolamento, che prevede l’incompatibilità tra il suddetto incaricoe quello di membro del Consiglio Direttivo, propone al Presidentedel Tribunale di Brescia, per la scelta del nuovo consigliere, iseguenti due nominativi:

1. geom. Giovanni Ricci2. geom. Bruno Bossini

e segnala il nominativo da integrare all’elenco dei componenti sup-plenti, in sostituzione di quello scelto dal Presidente del Tribunaleper la composizione del Consiglio di Disciplina il

geom. Maurizio Ferrari

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DAL COLLEGIO DI BRESCIA

26 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/1

A cura di Armido Bellotti Responsabilità civile:aspetti crucialiper i contraenti geometri

tività di custodia di documenti e valoriricevuti dal cliente stesso.Il professionista deve rendere noti alcliente, al momento dell’assunzionedell’incarico, gli estremi della polizzaprofessionale, il relativo massimale eogni variazione successiva. La violazione della disposizione costi-tuisce illecito disciplinare.

L’assicurazione responsabi-lità civile professionale nonè un contratto di semplicelettura per i non addetti ailavori. Di seguito alcune nozioninecessarie a stipulare unbuon contratto di responsa-bilità civile professionale.

Oggetto dell’assicurazioneÈ quella parte della polizzache definisce la portatadelle garanzie prestate. Puòfornire una definizione limi-tativa (elenco attività assicu-rate) o estensiva della pro-

fessione. Può distinguere tradanno materiale/lesionecorporale e danno patrimo-niale, fornendo già impor-tanti indicazioni sulla por-tata della copertura.I geometri possono assu-mere ruoli diversi, anchemolto distanti tra loro, ope-rando o in fase di progetta-zione o in fase di esecuzione(con compiti di direzione), oaddirittura ricoprendo ilruolo di coordinatori dellasicurezza.La garanzia sarà ovviamenteoperante a condizione che ilprofessionista risulti rego-larmente iscritto all’albo delrelativo Collegio e che svol-ga l’attività nel rispetto delleLeggi e dei Regolamenti chela disciplinano.Questa molteplicità di man-sioni e le responsabilità con-nesse rendono quindi ne-cessaria una copertura assi-

Secondo quanto sta-bilito dal testo sullariforma delle pro-

fessioni (Dpr. 137/2012), dal15 agosto 2013 i professio-nisti tecnici avranno l’ob-bligo di stipulare una ade-guata polizza di responsabi-lità civile.

Dpr. 7 agosto 2012 , n. 137Regolamento recante riforma degliordinamenti professionali, a normadell’articolo 3, comma 5, del decreto-legge 13 agosto 2011, n. 138, con-vertito, con modificazioni, dalla legge14 settembre 2011, n. 148.

Art. 5 Obbligodi assicurazioneIl professionista è tenuto a stipulare,anche per il tramite di convenzioni col-lettive negoziate dai consigli nazionalie dagli enti previdenziali dei professio-nisti, idonea assicurazione per i danniderivanti al cliente dall’esercizio del-l’attività professionale, comprese le at-

curativa quanto più confa-cente alle situazioni chepossono mutare a secondadel singolo caso. È necessario controllare conattenzione quali siano i ri-schi concretamente com-presi nel contratto (spessoestremamente differenziatidalle singole compagnie) equelli invece non coperti,per i quali sarà necessario,quindi, una integrazionedelle condizioni di polizzacon eventuale pagamento disovrappremio (condizioniaggiuntive o particolari) .

Il mercato assicurativo è di-stinto tra le polizze offertedalle compagnie nazionali equelle di “matrice” anglo-sassone.Le polizze italiane sono ana-litiche e complesse, il massi-male è sempre affiancato dalimiti specifici (ad esempio,spesso i danni patrimonialisono compresi sino ad 1/3del massimale complessivo)e le garanzie possono esserestrutturate tenendo contodelle specifiche attività macon molta attenzione. In queste tipologie di coper-ture, spesso i danni alle o-pere, con il richiamo all'art.1669 C.c., sono limitate aisoli danni derivanti da crollo,rovina totale o parziale egravi difetti, escludendoquindi tutti i danni minori.

Quelle anglosas-soni sono “all inclu-sive” o “all risks”, a

massimale unico per qua-lunque tipologia di danno(letteralmente “tutti i rischi”,si tratta di una forma assicu-rativa basata sul principio

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DAL COLLEGIO DI BRESCIA

IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/1 - 27

entro il periodo di efficaciadella polizza.

Retroattività e PostumaAll’atto di sottoscrizione delcontratto, oggetto di partico-lare attenzione deve esserequindi la verifica della pos-sibilità di inserimento nellacopertura assicurativa di ap-posite clausole finalizzatealla estensione della ga-ranzia per i periodi antece-denti la stipula della polizzao successivi alla cessazionecontrattuale.È, comunque, diffusa la pos-sibilità di inglobare nell’as-sicurazione le condotte le-sive verificatesi anterior-mente all’inizio della coper-tura, attraverso il richiamodella cosiddetta “garanziapregressa” o “retroattività”.Questa clausola prevede unperiodo di tempo determi-nato (meglio se illimitato)anteriore alla decorrenzadella polizza, entro il qualedeve realizzarsi la condottalesiva affinché la richiesta dirisarcimento possa goderedella garanzia assicurativa. È evidente che, per un pro-fessionista in attività damolti anni che decide dicambiare compagnia di assi-curazione (o magari disdet-tato dalla stessa), la ricercadi una polizza con la retroat-tività almeno decennale ri-sulta indispensabile.La garanzia Postuma o Ultratti-vitàè un periodo di tempo, didurata determinata (rara-mente illimitata) e succes-sivo al termine della polizza,entro il quale saranno ac-colti, ovviamente in assenzadi eccezioni di coperturasollevabili, i reclami rivolti al

professionista assicurato. Lapostuma, sostanzialmente,conferisce una garanzia ope-rante per le condotte col-pose poste in essere du-rante il periodo di validitàdella polizza RC che hannogenerato una richiesta di ri-sarcimento dopo la cessa-zione dell’assicurazione.Questa garanzia, solita-mente a pagamento, si deverichiedere entro un certolasso di tempo (normal-mente entro un mese dallascadenza del contratto) e sideve sempre dichiarare dinon essere a conoscenza difatti che potrebbero dare o-

che è «tutto compreso ciòche non è esplicitamente e-scluso»). Generalmente nonsono previsti limitazioni peri danni alle opere.

Validità temporaledella garanziaLoss Occurence e Claims Made:le differenze sostanzialiL’evoluzione commercialerealizzatasi in tempi recentiha visto il passaggio delle po-lizze per la responsabilità ci-vile dei professionisti dal si-stema “Loss Occurance” aquello “Claims Made”, modifi-cando di conseguenza il pe-riodo di efficacia assicurativa.Nelle polizze in Loss Occu-rence, ormai rarissime, risultafondamentale cristallizzareil momento in cui la negli-genza si realizza, mentrenell’assicurazione RC pro-fessionale in regime di ClaimsMade assume fondamentalerilievo la data in cui la ri-chiesta risarcitoria viene ri-cevuta dall’assicurato.Quindi, se la negligenza con-testata al professionista ri-sale a un periodo antece-dente alla stipula di una po-lizza contratta in regime diLoss Occurrence, non ci sarà co-pertura assicurativa. Invece,in caso di polizza in regimedi Claims Made sarà garantitacopertura assicurativa,posto ovviamente che la ri-chiesta di risarcimento siapervenuta al professionistain vigenza di contratto di as-sicurazione. La forma ClaimsMade, quindi, delimita l’ope-ratività della garanzia alle ri-chieste di risarcimento a-vanzate nei confronti del-l’assicurato e da questi de-nunciate all’assicuratore

rigine a richieste di risarci-mento. È quasi sempre pre-vista in caso di morte, graviinvalidità permanenti, ces-sata attività, pensiona-mento. È invece perentoria-mente esclusa quando l’as-sicurato sia stato radiato dal-l’ordine, licenziato, allonta-nato, sospeso, in genere perqualsiasi altro motivo disci-plinare. Generalmente ilmassimale è unico per tuttoil periodo concesso.Per comprendere l’impor-tanza di questa garanziasono sufficienti alcune con-siderazioni. Se la polizzaprofessionale scade ed il

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DAL COLLEGIO DI BRESCIA

28 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/1

nistro la richiesta formale escritta di risarcimento deldanno. L’assicurato si puòtrovare nella spiacevole si-tuazione di essere a cono-scenza di un fatto che può o-riginare la richiesta di risarci-mento ma di non poterla de-nunciare perché material-mente non gli è arrivata ma

al momento del cambio conil nuovo assicuratore que-st’ultimo sulla base del1892/1893 del codice civileesclude eventuali richiestedanni relative a fatti, atti, no-tizie e circostanze dellequali l’assicurato era già aconoscenza.

Scoperti e franchigieUna particolare attenzionedovrà essere dedicata allefranchigie e soprattutto agliscoperti. Si tratta di previ-sioni contrattuali che limi-tano, sul piano quantitativo,le garanzie prestate dalla

compagnia facendo sì cheuna parte del risarcimentodel danno permanga in capoall’assicurato. – La franchigia, espressa in

cifra fissa o in percentualesulla somma assicurata(massimale) è determi-nata a priori (es. massi-male 1.000.000 euro con

f r a n c h i g i aall’1% significache i primi10.000 euro didanno reste-ranno a caricod e l l ’ a s s i c u -rato), ma avolte la fran-chigia è stabi-lita anche incifra fissa (es.2.500 euro, si-c u r a m e n t epreferibile).– Lo scoperto,è invece, e-spresso in per-centuale deldanno, per cuiil suo ammon-tare non è pre-determinabile

ed esso varia, di norma,dal 5 al 20% (con eventualiminimi assoluti). In pra-tica, se lo scoperto, checerte assicurazioni pon-gono, è addirittura pari al20%, a fronte di un dannoaddebitabile alla compa-gnia per 1.000.000 di euro,ben 200.000 rimarrebberoin capo all’assicurato. Èopportuno verificare, per-tanto che esista, per loscoperto, un massimo as-soluto o chiedere all’assi-curatore di inserirlo (ad e-sempio nel caso di specielo si potrebbe quantificare

professionista non la rin-nova, una eventuale ri-chiesta di risarcimentogiunta dopo la scadenza nonverrà più coperta dalla com-pagnia, anche se il fatto cheha originato la richiesta èposto in essere durante la vi-genza della polizza RC chenon è stata più rinnovata.

Va da sè che l’abbinamentoretroattività e postuma illi-mitate permette all’assicu-rato di non correre alcun ri-schio di mancanza di coper-tura, non solo tenuto contodel tempo intercorrente fracondotta colposa, denunciadi sinistro, accertamento eliquidazione del danno, maanche nel caso di succes-sione di polizze nel tempocon diversi assicuratori.In questo contesto è impor-tante anche verificare nellecondizioni di polizza la “de-finizione di sinistro”: moltecompagnie definiscono il si-

entro un massimo di20.000 euro).

PremioNormalmente le polizzeprevedono un meccanismodi regolazione del premio, ilcui importo viene parame-trato al volume di affari di-chiarato inizialmente dal-l’assicurato. Si tratta di unaclausola contrattuale chesuddivide il costo della po-lizza in una parte fissa, corri-sposta in via provvisoria almomento della stipula delcontratto (e alle successivescadenze annuali), e in una asaldo, mediante la regola-zione del premio alla sca-denza di ciascun periodo as-sicurativo, sulla base dellavariazione intervenuta sulfatturato del progettistanello stesso periodo.

I l contratto prevede untermine per la comu-nicazione da parte

dell’assicurato alla compa-gnia del valore del fatturato(di solito 90 giorni dalla sca-denza della polizza) e un ter-mine per versare il congua-glio dovuto all’assicuratore(di norma 30 giorni dalla co-municazione ricevuta dallacompagnia). Va sottolineatoche il mancato rispetto diquesti due termini com-porta la sospensione o la ri-duzione proporzionale (inbase al premio effettiva-mente versato) della coper-tura assicurativa.Le recenti evoluzioni in ma-teria di RC Professionale,hanno fatto sì che oggi sulmercato assicurativo si pos-sano reperire delle polizzeprive della Clausola di Rego-

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rischio. La clausola, più omeno standard del contrattoè del seguente tenore:«Le dichiarazioni inesatte ole reticenze del Contraentee/o dell’Assicurato relativo acircostanze che influenzanola valutazione del rischio,possono comportare la per-dita totale o parziale del di-

ritto di indennizzo», nonchéla stessa cessazione dell’as-sicurazione.In virtù di quanto sopra, nel-l’ambito dell’assicurazioneRC professionale, viene co-munemente richiesto unquestionario pre-assuntivo,cioè la redazione di un do-cumento che precede la sti-pula del contratto di assicu-razione e che viene compi-lato a cura del professio-nista. Una volta sottoscrittala polizza assicurativa, ilquestionario diventa parteintegrante del contratto.Sul tema va rilevato che la

non corretta compilazionedel questionario, potrebberisultare di ostacolo all’otte-nimento della copertura as-sicurativa riducendola o ad-dirittura, azzerandola.

Risulta importante,dunque, avere benchiaro la defini-

zione di di-chiarazione i-nesatta e di re-ticenza.– Per dichiara-zione inesattasi intende unadichiarazioneo una rappre-sentanza falsache l’assicu-rando fa suuno o più ele-menti del ri-schio rilevantiai fini della sti-pula del con-tratto di assi-curazione (e-sempio nume-rosità deiclienti e fattu-rato).

– Per reticenza si intendono,invece, quelle dichiara-zioni attinenti la descri-zione del rischio, nellequali si omettono degli e-lementi sempre rilevantiai fini di consentire allacompagnia di assicura-zione se decidere o menodi accollarsi il rischio (e-sempio dichiarazione difallimento di una societàin cui si è svolta l’attività disindaco o di revisore).

Dichiarazioni inesatte o reti-cenze, se fornite con dolo ocolpa grave (art. 1892 del c.c.),provocano l’annullamento

lazione, cd a “premio flat”.In questo caso, l’assicura-tore tara il rischio sul volumed’affari che viene dichiaratoad ogni annualità assicura-tiva, adeguando contestual-mente il premio dovuto.Tale formulazione è sempreda preferire, poiché nonsono previsti obblighi in

capo all’assicurato succes-sivi alla scadenza dell’an-nualità assicurativa, che senon rispettati, possono de-terminare “la sospensione ola riduzione proporzionaledella garanzia”.

Sottoscrizione della polizzaIl questionario pre-assuntivoIn primo luogo è da ricordareche di norma ai professio-nisti anche agli effetti degliartt. 1892, 1893 e 1894 delCodice civile viene impostodi dichiarare, tutte quellecircostanze che possono in-fluire sulla valutazione del

del contratto di assicurazioneRC professionale. Se, invece,tali dichiarazioni sono fornitesenza colpa grave o dolo (art.1893 del C.c.) hanno comeconseguenza, non l’annulla-mento, ma la possibilità daparte della compagnia di as-sicurazione di recedere dalcontratto.

SolidoNon è improbabile esserecoinvolti in richieste di risar-cimento “in solido” con altrisoggetti indipendente-mente dal tipo di presta-zione effettuata. Alcuni assi-curatori prevedono clausolaspecifica tenendo indenne ilproprio assicurato per l’im-porto totale del “solido” perpoi rivalersi nei confrontidegli altri soggetti coinvolti.

CompetenzeL’attività del geometra è re-golamentata dal Regio de-creto del 1929 che tante con-testazioni ha generato negliultimi anni in merito alle at-tività che possono essere e-sercitate. Altrettante conte-stazioni sull’operativitàdella garanzia sono arrivatedagli Assicuratori. Impor-tante ovviamente una clau-sola di tutela in merito.

I l Consiglio Nazionaledella categoria si èmosso per tempo ed

ha interpellato Marsh, unbroker di esperienza e hastipulato una convenzionesottoscritta dalla compagniadi assicurazioni internazio-nale AIG, compagnia che haRappresentanza Generaleper l’Italia a Milano.

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DAL COLLEGIO DI BRESCIA

30 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/1

Dario Piotti SUED: il nuovo sistematelematico per presentarele pratiche edilizie in Valtrompia

gegneri, degli architetti,degli agronomi e forestali,oltre a chi scrive, in rappre-sentanza del Presidente delCollegio dei geometri diBrescia. Nella sezione pomeridianadei lavori, i tecnici della so-cietà incaricata “Globo srl”hanno presentato all’udi-torio il nuovo programmaper l’informatizzazione to-tale della gestione delle i-stanze dell’edilizia e delleattività produttive. In sala erano presenti più di250 persone, delle qualioltre 100 erano geometri.Ciò dimostra quanto il geo-metra sia figura professio-nale radicata nel territorio e

primo interlocutore tra il cit-tadino e l’Amministrazionepubblica e quanto sia inte-ressato all’apprendimentodi ogni novità riguardante lasua professione. Non vi è dubbio che con losviluppo della telematica leprocedure poste in atto con-tribuiranno alla riduzionedelle lungaggini procedu-rali; ma questo risultato lo siavvertirà nel tempo, quandosaranno migliorati quei pas-saggi che, alla luce della pra-tica, riveleranno i difetti delnuovo programma.

Difatti il Collegio dei geo-metri, su suggerimento dellaCommissione urbanistica, è

Nel teatro “San Fau-stino” di Sarezzola Comunità Mon-

tana di Valle Trompia il 27febbraio scorso ha organiz-zato un seminario formativoper la presentazione delSUED (Sportello Unico del-l’Edilizia Digitale). La nuovaprocedura per la presenta-zione di tutte le pratiche e-dilizie è entrata in vigore il 1°marzo 2014 e riguarda tutti iComuni della Valle Trompiae il Comune di Ospitaletto. La mattinata è stata riservataalla parte ufficiale della pre-sentazione con l’interventodei Presidenti delle Comu-nità Montane di Valle Trom-pia e di Valle Sabbia, rispet-tivamente i signori BrunoBettinsoli e GiovanmariaFlocchini. Alla manifesta-zione sono intervenuti: perla Regione Lombardia, gliAssessori Viviana Beccalossie Massimo Caravaglia, il rap-presentante della “Globosrl” dell’Area digitale dellaRegione Lombardia, nonchél’arch. Fabrizio Veronesi, di-rigente dell’Area tecnicadella Comunità di ValleTrompia. Questi ha illustratoegregiamente ed esaustiva-mente le finalità e gli obiet-tivi che il nuovo programmadigitale si prefigge. Veronesiha anche precisato che, perfacilitare la presentazionedelle pratiche, metterà a di-sposizione dei professio-nisti, per due pomeriggi allasettimana previo appunta-mento telefonico, un tecnicodella Comunità che affian-cherà l’utente nella compila-zione delle istanze digitali. Erano anche presenti i presi-denti degli Ordini degli in-

intervenuto, mio tramite, e-videnziando quelle situa-zioni che, dopo un primo e-same del SUED, sono ap-parse subito problematiche. Innanzitutto si è sottoli-neato come sia stata ri-chiesta al Collegio dei geo-metri e agli altri Ordini pro-fessionali una valutazionedel nuovo geoportale solodopo la sua presentazione;sarebbe stato invece auspi-cabile un tavolo di lavoropreventivo, che avrebbeconsigliato una semplifica-zione del programma attra-verso un’attenta analisidelle mille difficoltà cheogni professionista incontragiornalmente presso i varienti.

Si è notato che al mo-mento della pre-sentazione della

pratica per opere edilizie, i-draulico-forestali, geolo-giche, ecc. il geoportale ri-chiede l’inserimento dellazona interessata e poi, allafine dei lavori, vuole sianoinseriti i dati tecnici: plani-metria con coordinate, ecc.Ciò costringe il professio-nista a un doppio interventocon aggravio dei costi. Pen-siamo ai dati da conferireper aggiornare la cartografiaa seguito della realizzazionedi una strada, di un’operageologica di mutamento delterritorio, ecc. Quanto tuttociò inciderà sui costi?Il programma prevede il pa-gamento dei diritti di segre-teria di tutte le pratiche, incontrasto con le norme dellalegge del 1993, che pre-scrive il pagamento solo peri permessi di costruire e per

Lo sportello telematico unificatoper l’edilizia e le attività produttiveè già una realtà in Valle Trompia e

Ospitaletto

La Comunità Montana della Valle Trompia, in collaborazione con laGLOBO srl ed in attuazione del bando ACI (Accordi di CollaborazioneInteristituzionale) di Regione Lombardia, ha realizzato uno sportello tele-matico unificato per l’edilizia e le attività produttive.Il progetto ha l’obiettivo di aumentare l’efficienza degli uffici comunalinella gestione del territorio e di erogare servizi online a cittadini, profes-sionisti e imprese.Durante l’incontro di giovedì 27 febbraio 2014, sono stati presentati irisultati ottenuti che hanno permesso di informatizzare totalmente lagestione delle istanze dell’edilizia e delle attività produttive.Sono stati realizzati un GeoPortale ed uno sportello telematico comuna-le che permettono di svolgere numerose attività online: inoltrare e con-sultare le istanze dell’edilizia e delle attività produttive, effettuare paga-menti, accedere ai servizi cartografici avanzati come lo scarico della car-tografia comunale finalizzato al mantenimento del database topografico.Tutto ciò è stato possibile poiché il sistema rispetta i dettami del Codicedell’Amministrazione Digitale: gli utenti sono identificati attraverso laCarta Nazionale dei Servizi o la Carta Regionale dei Servizi e le istanzesono inviate tramite posta elettronica certificata.Il progetto è stato realizzato rispettando i medesimi standard tecnologi-

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DAL COLLEGIO DI BRESCIA

IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/1 - 31

done necessità ed esigenze.Ogni pubblica amministra-zione deve ottenere dagliorgani superiori e nelle sedi

più opportune che la Confe-renza dei Servizi diventi“obbligatoria e vincolante”per tutti gli Enti che vi parte-

i certificati (ogni amministra-zione, in materia, ha delibe-rato senza conoscere gli ob-blighi previsti dalle norme).Pensiamo a quali costi va in-contro un cittadino che in-tenda eseguire semplici o-pere di manutenzione ordi-naria, o un intervento di edi-lizia libera …

La modulistica che ilnuovo programmainformatico richie-

de è alquanto numerosa ecomplessa da compilare. Viè inoltre previsto l’obbligodella firma digitale delcliente, il quale dovrà la-sciare al professionista lasua Carta regionale servizi eil PIN. Si sarebbe, invece,potuto introdurre la stessaprocedura usata per il SUAP,rilasciando una specificaprocura del cliente al profes-sionista.Insomma, il programmaSUED sembra studiato sumisura più per favorire la co-modità della pubblica am-ministrazione che quella deicittadini e dei professionisti.Le amministrazioni dispor-ranno, infatti, di tutti i dati informato digitale forniti diret-tamente dai cittadini; dimi-nuiranno così i costi dellaP.A., ma è quasi certo che au-menteranno quelli per il cit-tadino e per l’utenza in ge-nerale.Affinchè questa nuova ini-ziativa si traduca in un veraoccasione per la semplifica-zione burocratica, sarà ne-cessario che l’Amministra-zione realizzi lo snellimentodelle sue procedure, ponen-dosi veramente al serviziodel cittadino, comprenden-

cipano, per esprimere colle-gialmente un unico pareresulle pratiche sottoposte aivari vincoli. Questa sì che sa-rebbe una vera semplifica-zione e una forte deburocra-tizzazione.Solo con una esatta, pun-tuale e trasparente informa-zione a tutti i livelli a favoredei cittadini si potranno rag-giungere i risultati sperati edesiderati.Oggi, anche sull’onda dellarivisitazione in atto dell’in-tero “mondo politico”, vienedata agli enti, ai cittadini, e atutti noi una grossa opportu-nità di cambiamento. L’au-spicio è che i nostri rappre-sentanti politici e delle cate-gorie professionali non se lalascino sfuggire.

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Isidoro TrovatoDa “Corriere della Sera” 11/03/2014 Il Fondo di garanzia Pmi

esteso anche ai geometriprofessionisti

professioni potrà avere ac-cesso ai fondi fino ad unacifra che non sia superiore al5% delle risorse totali delfondo. Si tratta di un provve-dimento auspicato e attesoda tempo dai professionistiche ottengono così un ac-cesso al credito agevolato eprivilegiato, un passo che ri-conosce lo stato di crisiprofonda che ha colpitotutte le categorie e che, fa-talmente, incide soprattuttosui più giovani. Da ieri,quindi, sul sito del ministerodello Sviluppo economico(www.fondidigaranzia.it) è

stata aperta una nuova se-zione in cui i professionistipotranno registrarsi e otte-nere che sia lo Stato a farsigarante per l’accesso al cre-dito. E il tutto con un per-corso semplificato che nonrichiede documenti cartaceima che si svolge intera-mente online. Si tratta di unbel passo avanti per chi sipresentava in banca a chie-dere un prestito per aprireuno studio, per ingrandirequello vecchio o magari peravere liquidità e far fronte alritardo dei pagamenti (spes-so causati dalla pubblica

I l nuovo corso è già ini-ziato. Da ieri il Fondodi garanzia delle Pmi

è esteso anche ai professio-nisti e non solo a chi appar-tiene agli Ordini professio-nali, ma anche alle associa-zioni professionali, quelle i-scritte nell’elenco tenutodal ministero dello Sviluppoeconomico (tributaristi,grafologi, osteopati, ecc.). Lavalutazione dei professio-nisti avverrà sulla base didue indici calcolati su daticontabili riportati nelle dueultime dichiarazioni fiscalipresentate. Il mondo delle

amministrazione). L’equipa-razione dei professionistialle piccole e medie im-prese è un percorso intra-preso da tempo anche dal-l’Europa che infatti destinafondi anche alla formazione.Non a caso il mondo delleprofessioni ha già fatto ri-chiesta alle Regioni perchénon sprechino i fondi comu-nitari che potrebbero ser-vire a finanziare la forma-zione dei giovani professio-nisti e l’aggiornamento con-tinuo per tutti.

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IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/1 - 33

Bruno Bossini Grazie, avvocato Cuzzetti

C on la mail qui sottoriprodotta l’Avvo-cato Francesco

Cuzzetti, nostro illustre eprezioso collaboratore,dopo quarant’anni di perse-verante contributo alla no-stra rivista, ci comunica lasua volontà di concludere ilsuo apprezzatissimo im-pegno, anche se noi sap-piamo che, visto il suo attac-camento alla nostra cate-goria, non ci priverà di suoisaltuari e sempre graditi in-terventi. A noi non resta cheprendere atto, pur con ram-marico, della sua decisioneche ci sottrae il suo sempreilluminante parere su le piùvarie argomentazioni giuri-diche, con le quali ha, percosì lungo tempo, onorato “Ilgeometra bresciano”.Vogliamo esprimergli il no-stro vivo ringraziamento,quello del nostro Presi-dente geom. Giovanni Plat-to, dell’intero Consiglio Di-rettivo, della Redazione

della rivista e di tutti i geo-metri bresciani che hannosempre seguito con inte-resse e attesa la sua puntua-lissima rubrica. Sappiamo

che ci mancherà il suo consi-glio, la sua guida sicura, lalimpidezza dei suoi chiari-menti in una materia per suastessa natura criptica, ostica

e che nello stesso tempo èpane quotidiano per il geo-metra libero professionista.

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Andrea Maestri Il lungo e travagliato percorsodel P.G.T. in un contestoeconomico già incerto

Con l’emanazioneda parte di Re-gione Lombardia

della Legge Regionale n.12del 11 marzo 2005, in ottem-peranza all’articolo 117comma 3 della Costituzionedella Repubblica Italiana, siè sostanzialmente rinnovatala disciplina urbanisticanella nostra Regione; stradagià percorsa dallo Stato Cen-trale con l’introduzionequalche anno prima del Dpr380/2001 o meglio cono-sciuto come Testo Unico inMateria Edilizia; Legge-Quadro all’interno dellaquale le Regioni possono le-giferare a seconda delle pro-prie specificità del territorio.La Legge Regionale 12 ha so-stituito in Regione Lom-bardia la Legge n. 51 del 15aprile 1975; essa va a for-mare una sorta di “Testo U-nico Regionale” che unificagran parte delle norme re-gionali in materia edilizia.Tra le novità di questa legge(tra cui: Sistema InformativoTerritoriale – SIT, la Valuta-zione ambientale dei piani )si introduce l’obbligo per iComuni di rinnovare il pro-prio strumento urbanisticoattraverso il Piano di Go-verno del Territorio o P.G.T.che sostituirà il vecchioPiano Regolatore Generaleo P.R.G.

Questo nuovo strumento ur-banistico, a sua volta, è com-posto da:– Documento di Piano: con-

tiene gli elementi conosci-tivi del territorio e le lineedi sviluppo che l’Ammini-strazione Comunale in-tende perseguire.

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IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/1 - 35

atto della situazione, ha pro-rogato diverse volte la sca-denza del vecchio stru-mento urbanistico spostan-dola prima al 31 marzo 2011e poi al 31 dicembre 2012.Per meglio osservare la si-tuazione aggiornata al 31 Di-cembre 2012 vengono ripor-tati alcuni grafici esplicativiche ben sottolineano l’anda-mento di Avviamento, Ado-zione e Approvazione delPiano di Governo del Terri-torio in Regione Lombardia.

– Piano dei Servizi: riguardale modalità di inserimentodelle attrezzature di inte-resse pubblico o generalenel quadro insediativo.

– Piano delle Regole: sonocontenuti gli aspetti rego-lamentativi e gli elementidi qualità della città co-struita. (Qui sono inseritele norme tecniche che per-mettono quindi la regola-mentazione dell’edilizia,soprattutto privata, che èquella maggiormente acontatto con noi professio-nisti.)

Ne deriva che que-sto strumento ur-banistico, dispo-

sto dalla vigente legisla-zione, risulta molto più com-pleto rispetto al vecchioPiano Regolatore Generale.Da qui un lungo e travagliatopercorso è iniziato per i Co-muni lombardi, infatti, la sca-denza definita dall’originarialegge regionale 12 per l’intro-duzione del P.G.T. da partedei Comuni era il marzo 2009,ma solo il 5% dei 1.546 Co-muni l’aveva adottato.La Giunta Regionale, preso

Si può notare che il 41% deiComuni Lombardi non haancora approvato in via defi-nitiva il P.G.T. alla, ormai pe-nultima, scadenza data dallastessa Regione.Infatti dal 1 Gennaio 2013 ilvecchio Piano RegolatoreGenerale ha perso di effi-cacia, tuttavia molti ComuniLombardi sono ancorasprovvisti del nuovo Pianodi Governo del Territorio.Si è quindi creata una situa-zione particolarmente cri-tica, anche per tutti i Profes-

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DAL COLLEGIO DI LODI

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sionisti del settore. Infatti,per diversi mesi, precisa-mente dal 1 Gennaio 2013 al1 Giugno 2013, non si è po-tuto operare in tanti Comunidi Regione Lombardia an-dando a gravare notevol-mente sulla situazione eco-nomica di questo settore,già in crisi da diverso tempo,causando sicuramente ri-percussioni sull’intera eco-nomia regionale.La Giunta Lombarda ancorauna volta è intervenuta mo-dificando la L.R. 12 ema-nando la Legge Regionale n°1 del Giugno 2013 “Disposi-zioni transitorie per la piani-ficazione Comunale. “ diffe-rendo nuovamente la sca-denza per l’adozione delP.G.T. al 30 Giugno 2014, in-troducendo altresì delle di-sposizioni sanzionatorie peri Comuni privi del nuovostrumento urbanistico che siapplicano a far tempo dal 1Gennaio 2014.

Riferendoci a tuttiquei Comuni chenon hanno ancora

approvato definitivamenteil P.G.T. ci auguriamo viva-mente che possano rispet-tare l’ultima scadenza im-posta nel 2014, tenuto contoaltresì del contesto econo-mico ancora del tutto in-certo.

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FORMAZIONE CONTINUA

IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/1 - 37

Stefano Benedini Corsi di formazionealternativi al praticantato

Desideriamo mettere in evi-denza come a tale bozza diRegolamento non sia ancoraseguita la sua approvazionedefinitiva, e come la suaprevista decorrenza («conogni probabilità per l’1 gen-naio 2014»), non è tuttoraconfermata.Il Consiglio Direttivo delCollegio Geometri e Geo-metri Laureati della Pro-vincia di Brescia, pur co-gliendo positivamente intale iniziativa il concretiz-zarsi dei suggerimenti piùvolte forniti al CNGeGL diprodurre indicazioni utilialla istituzione di un corsoche sostenesse il praticantenello sviluppo delle compe-

tenze utili al superamentodell’esame di Stato e allaconseguente possibilità dioperare nella libera profes-sione con adeguate basi diconoscenza da ampliare conl’esperienza e perfezionarecon la formazione professio-nale continua e obbligatoria,pur apprezzando l’inseri-mento nel programma delcorso di momenti di provapratica, non può che espri-mere le proprie perplessitàsulla possibilità che tale for-mazione possa essere ac-quisita anche nella modalitàe-learning. Questa, se pur rite-nuta vantaggiosa in terminieconomici – o almeno cosìdovrebbe essere – e di ge-

L a pubblicazionenegli ultimi duenumeri de “Il geo-

metra bresciano” del comu-nicato del Consiglio Nazio-nale uscente, nel quale siinformava di aver approvatoe inviato (5 settembre 2013)al ministero della Giustiziauna bozza di Regolamentoredatto ai sensi dell’art. 6,comma 11, del Dpr. 7 agosto2012, n. 137, in materia dipraticantato, ha suscitatogrande risonanza tra gli i-scritti. Vi si leggeva: «Il Ministro vigi-lante previa verifica – su in-dicazione del Consiglio na-zionale dell’Ordine o Col-legio – dell’idoneità dei corsiorganizzati a norma delcomma 9 sul territorio nazio-nale, dichiara la data a decor-rere dalla quale la disposi-zione di cui al medesimocomma è applicabile al tiro-cinio». E poi, con riferimentoal comma 9: «Il tirocinio, oltreche nella pratica svoltapresso un professionista,può consistere altresì nellafrequenza con profitto, per unperiodo non superiore a seimesi, di specifici corsi di for-mazione professionale orga-nizzati da Ordini o Collegi. Icorsi di formazione possonoessere organizzati anche daassociazioni di iscritti agliAlbi e da altri soggetti, auto-rizzati dai Consigli Nazionalidegli Ordini o Collegi.Quando deliberano sulla do-manda di autorizzazione dicui al periodo precedente, iconsigli nazionali trasmet-tono motivata proposta didelibera al Ministro vigilanteal fine di acquisire il parerevincolante dello stesso».

stione dei tempi, tuttavianon sembra rappresentarerisposta adeguata alle esi-genze formative del prati-cante, mancando delloscambio e del confronto diidee, altamente valorizzate,viceversa, dalla didatticacon presenza diretta del do-cente e dei corsisti. Segnaliamo agli iscritti al-l’Albo e al Registro praticantiche non mancheremo di ag-giornare i lettori sugli svi-luppi della questione piùsopra trattata e che si con-cretizzerà – si presume – neiprossimi mesi con le indica-zioni proposte dal nuovoConsiglio Nazionale.

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CATASTO

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Andrea Raccagni Catasto: unità immobiliaridi categoria D ed E:dubbi e chiarimenti

l’obiettivo di chiarire alcunipunti chiave della circolare,definire la sua corretta ap-plicazione e portare all’at-tenzione dell’Agenzia al-cune problematiche sorte fi-nora. Erano presenti in salacirca 450 geometri.Punto fermo, chiarito subitodall’Agenzia delle Entrate-Territorio, è la non retroatti-vità della circolare; il pre-gresso non verrà riesami-nato secondo la nuova circo-lare, allo stesso tempo ci sipuò aspettare una costanteapplicazione della nuovacircolare a partire dalla datadel convegno.Ma vediamo più dettagliata-mente i punti esaminati du-rante il convegno.

La ormai famosa cir-colare 6/2012, chesi concentra sulla

determinazione della ren-dita catastale delle unità im-mobiliari a destinazionespeciale e particolare (cate-gorie D ed E), ha creato unanotevole agitazione tra i col-leghi che si occupano princi-palmente di catasto; recen-temente, infatti, è tornata inprimo piano complice la suapiù precisa attuazione daparte dell’ Agenzia delle En-trate-Territorio.Per miglior conoscenza dellamateria lo scorso 22 gennaiopresso l’ Istituto Tartaglia si ètenuto un incontro con i rap-presentanti dell’Agenziadelle Entrate-Territorio, con

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DAL COLLEGIO DI BRESCIA

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Nelle due pagine, da sinistra e insenso orario: l’ing. Raffaella Rabaioli,Capo Settore Territorio Agenzia delleEntrate di Brescia, l’ing. StefanoPompilio e l’ing. Elena Dancelli delSettore Territorio dell’Agenzia delleEntrate e il geom. Giuseppe Bellaviadel Collegio geometri di Brescia.L’aula magna dell’Istituto Tartagliadurante l’affollatissimo incontro.

mato dalla circolare, questovalore si calcola prima inbase percentuale al valoredel fabbricato, a cui vienepoi aggiunto il costo di tra-sformazione/finitura del-l’area nuda. Ciò viene perce-pito come una doppia valu-tazione dell’area; appli-cando questo metodo i va-lori risultano molto superioria quanto stimato in passato.Nel caso di immobili in af-fitto, viene portata all’atten-zione dei rappresentati del-l’Agenzia delle Entrate-Ter-ritorio anche la valutazionedell’impiantistica installatadall’inquilino; richiedendoil suo inserimento si va in-fatti a gravare il proprietariocon un’imposizione su unreddito non percepito; talemisura, secondo il pareredei geometri professionisti,pare iniqua e perciò da mo-dificare.Ci sono poi alcuni punti ine-renti la valutazione dell’ob-

solescenza degli impiantistabilmente fissi che è op-portuno evidenziare.È bene ricordare che la Cir-colare 6 include nel calcolouna detrazione dovuta al-

L’ing. Raffaella Rabaioli, af-ferma l’indispensabilità diutilizzare le “unità tipo”, peresempio, per assegnare lacategoria D ad un fabbricatocon superficie superiore ai700 mq, unità tipo che però,come fatto notare dal coor-dinatore della commissioneCatasto geom. AlessandroRizzi, non sono mai state adisposizione del professio-nista.È utile ricordare che la Circo-lare 6 di fatto modifica laprassi che si applica datempo. Ciò sarà la causa diparecchie discrepanze tra ivalori ottenibili applicandole procedure descritte nellacircolare e ciò che veniva va-lutato precedentemente.Durante la discussione unodei concetti che hanno sti-molato di più il dibattito èstato il sistema di calcolo delvalore delle aree pertinen-ziali; secondo quanto affer-

l’obsolescenza degli im-pianti, che, però, non vieneinspiegabilmente conside-rata nel calcolo; ne è e-sempio lampante il casodegli impianti fotovoltaici.

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CATASTO

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solo i costi, ma non le even-tuali detrazioni come i costiper manutenzione e smalti-mento. Portiamo un solo esempiorappresentativo: nell’alle-gato 3 della Circolare si men-

ziona una detrazione del25% per la vita breve del-l’impianto: tale detrazionenon viene considerata.Non giova alla situazione at-tuale anche la difficoltà te-stimoniata da molti colleghidi poter parlare con i tecnicidell’Agenzia delle Entrate-Territorio. Poche sono le oree i giorni dedicati al con-fronto con il pubblico; il pro-fessionista, spesso, si vedecostretto a lunghe code o adattendere parecchi giorniprima di poter discuteredella propria pratica. In casodi accertamenti sarebbe in-vece auspicabile la massimaurgenza.A fronte di questi problemi,

I valori presi a modello ogginon sono più attuali, sono in-dicativi di un periodo in cui icosti di realizzazione eranomolto più elevati rispetto adoggi e, inoltre, nell’accerta-mento vengono considerati

i geometri professionistichiedono di tenere apertoun tavolo di confronto conl’Agenzia delle Entrate-Ter-ritorio come già richiesto datempo. Da professionistiche operano spesso nel set-tore non vogliamo esseresolo spettatori, ma contri-buire attivamente con ideee proposte, prima tra tuttequella di dedicare più tem-po al confronto tra tecnici.Un rapporto conflittuale traprofessionisti ed Agenziadelle Entrate-Territorio fini-rebbe per portare disagi aogni figura coinvolta, dal cit-tadino al professionista.

Da sinistra, il geom. GiuseppeBellavia, l’ing. Raffaella Rabaioli,l’ing. Stefano Pompilio e l’ing. ElenaDancelliSotto, il colpo d’occhio dell’aulamagna del Tartaglia stracolma digeometri.

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CATASTO

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Da “Corriere della Sera” Dai costruttori ai proprietaririforma del catastonel mirino di 14 associazioni

Coldiretti, Confagricoltura,Confartigianato, Confcom-mercio, Confedilizia, Confe-sercenti, Confindustria eFiaip si sono riunite a Romanella sede di Confedilizia. Ehanno deciso di portare a-vanti una sorta di vigilanzaombra sulla riforma del ca-

tasto. Il primo passo sarà laraccolta dei dati dei valoridelle compravendite e deicanoni delle locazioni neltriennio 2011-2013. Si trattadelle informazioni base dacui anche l’Agenzia delle En-trate dovrà partire per attri-buire a ciscuna unità immo-biliare un valore patrimo-niale e una rendita. L’inten-zione delle 14 organizza-zioni è confrontare i proprivalori con quelli scelti a rife-rimento dall’Agenzia delleEntrate.Il coordinamento dei quat-tordici ha già fissato in a-genda un incontro con il di-rettore dell’Agenzia delleEntrate, Attilio Befera.

Quattordici associazioni che operano nel settoredell’edilizia “alleate” nell’attività di monito-raggio nella raccolta dati dei valori di compra-vendita e locativi 2011-2013 propedeutica al-l’ottenimento del valore delle unità immobiliarie del valore delle rendite da parte dell’Agenziadelle Entrate. Non sono presenti i geometri(pare!) ed è un nonsenso. Il Consiglio Nazionalesi sarà allertato per garantire la nostra insosti-tuibile presenza?

Quattordici asso-ciazioni che ope-rano nel settore

immobiliare si sono “al-leate” per monitorare gli svi-luppi della riforma del ca-tasto, in vista dell’arrivo deidecreti attuativi. Aib, Ance,Ania, Casartigiani, Cia, Cna,

«Finché non sarà svelato l’al-goritmo alla base dei calcolinon sarà possibile definirerendite e valori patrimo-niali», constata CorradoSforza Fogliani, presidentedi Confedilizia, associazionedei proprietari immobiliaricapofila del raggruppa-mento. «Certo è importanteche i valori immobiliari dipartenza rispecchino dav-vero il mercato», continuaFogliani. Rapido nel punzec-chiare l’Agenzia delle En-trate: «Quelli dell’osserva-torio sul;mercato immobi-liare dell’Agenzia spessosono il triplo delle sommebattute alle aste».

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LAVORI DI GEOMETRI

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Abitazioni di pagliala sfida naturaleche viene dalla Valcamonica

Il geom. Andrea Grappoli si è diplomatoall’Istituto Tecnico “Teresio Olivelli”, sezionedistaccata di Edolo, e tre anni dopo si èiscritto all’Albo dei geometri della provincia diBrescia. Svolge l’attività professionale aCapo di Ponte, suo paese natale, nel settoredella progettazione civile. Ha fatto esperienzelavorative anche all’estero: nel 2005 con ilgruppo di ricerca del prof. R. Gettu pressol’Indian Institute Tecnology of Madras perdiagnosticare i danni causati dallo tsunami enel 2008 con la progettazione di unacquedotto per il Villaggio di Wjia in Togo.Anche a seguito di queste esperienze havoluto sperimentare l’impiego di tecniche emateriali tradizionali nell’edilizia sostenibileper la realizzazione di edifici “vivibili e sani”.

M olti di noi se sentono parlare di case di paglia pen-sano a qualche remoto villaggio africano o al più,stando in ambiti più vicini, ai reperti archeologici

degli insediamenti della Valvestino e dell’Alto Garda. Ed inveceproprio nel Bresciano, a Cedegolo in Valcamonica, è stata rea-lizzata in questi anni un’abitazione perfettamente inserita nel-l’ecosistema del parco dell’Adamello, a stretto contatto con lebalze coperte di prati ed i castagneti secolari, che fa della pagliail suo elemento costitutivo principale. Una casa calda, che “re-spira” proprio grazie alle pareti di paglia e sfrutta poi molte altrematerie prime locali, dal legno di castagno alla lana delle pecore,dalla calce prodotta nella calchera riattivata di Ono San Pietroalle argille e sabbie del Bresciano. A progettarla, realizzarla edin gran parte pure costruirla un geometra di Capodiponte, An-drea Grappoli, che si è avvalso del lavoro del suo studio tecnico,quello che conduce con la moglie ing. Sara Tosini ed il cognatoarchitetto Matteo Tosini. Una realizzazione che non solo ha co-ronato il suo sogno d’una abitazione in sintonia perfetta con l’am-biente, attento alla eco-sostenibilità ed alla valorizzazione mas-sima dei materiali locali, al risparmio energetico ed all’aspettotecnologico e del design, ma è oggi testimonianza tangibile e vi-sitabile d’una possibile diversa edilizia. Non una provocazione,ma un esempio che è già stato seguito per altri immobili nellastessa nostra provincia, a Desenzano ed a Darfo.

Ecco un giovane collega, diplomatoad Edolo nel 1997 ed iscritto all’albodel nostro Collegio dal 2000 che harealizzato il sogno di molti: la costru-zione d’una casa armonicamente in-serita nell’ecosistema montano chela circonda. E l’ha fatto usando la pa-glia. Una realizzazione troppo inu-suale ed affascinante per non chie-derti subito come ti è venuta que-st’idea.«Il punto di partenza è ov-viamente la sensibilità dimia moglie e mia per i temidella bioedilizia, l’interesseper tutto quanto si studia esi realizza avendo a cuore ivalori del costruire eco-so-stenibile, l’amore per la no-stra terra, la Valcamonica, edil legame forte con la naturache ci circonda. Dopo averletto tanto, studiato tanto,visitato tanto abbiamo de-ciso di provare sulla nostra

pelle la funzionalità di tantesuggestioni, idee, progetti.L’idea era a suo modo sem-plice: costruire la nostra casadi montagna riaprendo ildialogo mai interrotto tral’uomo e la sua terra e sfrut-tando al meglio un sistemacostruttivo sano e senzacosti eccessivi».

I costi sono un grande tema – forseil maggiore anche se non il più im-portante – ma prima d’arrivarci mipiacerebbe capire come da tuttequeste premesse, di una sensibilità edi una curiosità comunque diffusasoprattutto tra i giovani colleghi, siarriva alla paglia.«Per noi il cammino è statograduale ma insieme deter-minato ed, in definitiva nep-pure tanto rivoluzionario. Lecostruzioni in paglia nonsono infatti un retaggio del

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LAVORI DI GEOMETRI

IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/1 - 43

Modello tridimensionale del progettopreliminare; sotto, vista dell’internodurante la posa delle balle di paglia

convenientemente tutte lepeculiari caratteristichedella paglia».

Ma con la paglia si costruisce dallefondamenta al tetto?«All’estero si realizzanotranquillamente anche lestrutture portanti in paglia(la resistenza meccanica diuna balla di paglia ben com-pressa è di 15 ton. a metroquadro e dunque è autopor-tante fino a tre piani); in I-talia invece le strutture por-tanti sono in legno o ce-mento, mentre la paglia è ilmateriale costitutivo di tuttii tamponamenti. In partico-lare nel mio caso, sono inter-

passato, ma realizzazionigià presenti vicino e lontanoda noi. In Francia e Ger-mania non sono così rare,mentre negli Stati Uniti d’A-merica si è celebrato nonmolto tempo fa il centenariod’una casa in paglia ancoraperfetta ed abitata dopotanti decenni. Ed anche in I-talia se ne contano almenouna trentina, molte concen-trate in Veneto dove, a Pra-maggiore, c’è pure l’espertoche più e meglio di altri haaffinato le tecniche costrut-tive, gli accorgimenti tecnicinecessari per evitare dete-rioramenti, minimizzare i ri-schi d’incendio e sfruttare

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LAVORI DI GEOMETRI

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venuto su una costruzione inpietra precedente che eraormai ridotta a poco più d’unrudere, avvalendomi quindipoi di una struttura portantea telaio a pilastri e travi inlegno massiccio di castagnolocale. E la paglia è stata uti-lizzata per tutte le muraturedi tamponamento esterno».

E il risultato finale?«Il risultato è una costru-zione su tre piani di cui unoseminterrato, a volte inpietra e calce, e due fuoriterra in legno e paglia dicirca 90 metri quadrati perpiano per un totale di 480metri cubi di volume».

Indubbiamente una casa spaziosa efunzionale. Delle fondamenta e delseminterrato poco o nulla ti chiedo,così come mi pare inutile insisteresulla struttura in legno. Tutta la miacuriosità è per i muri in paglia: comesono fatti?«Semplice: la nostra materiaprima è la paglia. Atten-zione: la paglia, ovvero lostelo della pianta di fru-mento o di riso (e non ad e-sempio l’erba ed il fieno)che è lo scarto ottenuto du-rante la raccolta appunto diriso e frumento. Si presentanella forma di una parallele-pipedo di 100x50x35 cm cheil macchinario di raccolta giàpressa durante la lavora-zione. Ognuna di questeballe di paglia deve esserepoi ulteriormente pressatain cantiere, con l’uso di co-muni martinetti, giacché piùè pressata e più è efficienteda ogni punto di vista: mec-canico e d’isolamento. Leballe di paglia pressate ven-gono quindi impilate se-

Particolare di parete in paglia vistadall’esterno

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LAVORI DI GEOMETRI

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guendo uno schema precisoad incastro fino a formare ilmuro di tamponamento edulteriormente pressata cosìche il muro stesso aderiscaal meglio alle strutture por-tanti in legno. Se invece lapaglia ha, per ragioni co-struttive, un contatto conaltri materiali, come ad e-sempio il cemento, occorrefrapporre tra i due materialiun isolante che impedisca ilpassaggio di umidità».

Così viene realizzato il muro che,però, a questo punto ha un aspettogrezzo. Resta il problema delle aper-ture, degli impianti e delle finiture.Come si procede?«Le aperture, come ad e-sempio porte e finestre,sono costituite da telai inlegno che aderiscono perfet-tamente alla paglia e devonoavere una profondità di nonmeno di 60 centimetri. Suquesti telai montiamo poiporte e finestre. Per gli im-pianti invece ci si può anco-rare a polloni di sostegnoconficcati nel muro di paglia,oppure, ed è stato il nostrocaso ad una intelaiatura inlegno più o meno pesanteche consente anche di mi-gliorare la posa dell’intonacodi finitura. Noi in particolareper le partizioni interne ab-biamo realizzato una inte-laiatura abbastanza fitta uti-lizzando bancali di scarto».

E l’intonaco appunto?

A destra, il cantiere; nella fotogrande, dettaglio della parete esternapronta a ricevere il primo strato diintonaco.

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LAVORI DI GEOMETRI

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Vista del fronte sud del cantiere

l’esterno o l’interno dell’abi-tazione».

In pratica voi come avete finito imuri?«Il muro in paglia con l’inte-laiatura in legno delle paretiè stato ricoperto da un primostrato di intonaco in argilla eda una struttura portainto-naco realizzata mediante uncannicciato di canna palu-strerivestito a sua volta daun secondo spesso strato inargilla che isola completa-

mente l’interno e rende im-possibile il formarsi di nididi insetti o animali. L’into-naco interno è realizzato finnella finitura con intonaco abase di argilla di differentigranulometrie (per unospessore totale di circa 5centimetri) di cui lo stratopiù fine è aggrappato su unarete di juta. Quello esterno èinvece composto da una mi-scela di calce e sabbia ,spesso tra i 4 ed i 6 centi-metri applicato a più mani».

«L’intonaco è realizzato in ma-teriale naturale utilizzandol’argilla e, vista la carenza diquesto materiale in Valle, daun mix di sabbia e calce. Perqueste finiture si può ricor-rere in verità a diversi mate-riali ed anche a sistemi diver-sificati per ancorarli al meglioalla paglia. L’imperativo cate-gorico è comunque sempre ilmedesimo: consentire almuro di respirare, non impe-dire lo scambio d’aria tra l’in-terno della balla di paglia e

E per i piani orizzontali della casa acosa siete ricorsi?«Abbiamo scelto un sistemaa secco con una ordituraprincipale in legno di ca-stagno a doppio assito conuna intercapedine in lana dipecora (anche questa pro-dotto locale) dalla ottimeproprietà termiche ed inso-norizzanti abbinate adun’alta igroscopicità, con pa-vimenti in assi di abete mas-siccio e terra cruda per ipiani intermedi ed in su-

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LAVORI DI GEOMETRI

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Pianta del livello semi-interrato.Sotto: il fronte nord-ovest delcantiere con aperture ridotte alminimo e, a destra, l’inizio della posadell’intonaco.

ghero per la copertura. Sututto poi un tetto ventilato adue falde, con una coperturaverde che grazie allo stratodi terriccio e con la piantu-mazione di differenti speciedi sedum apporta anche unbuon isolamento termico».Ma per fare tutto questo dove avetetrovato la manodopera specializzatacon queste specifiche conoscenze?«Per la lavorazione delleballe di paglia abbiamochiamato un esperto (Ste-fano Soldati) da Premag-giore Veneto che ha istruitole maestranze, mentre pergli intonaci siamo ricorsi aimuratori più vecchi che ave-vano dimestichezza con lacalce. Ed a proposito dicalce, per realizzare la no-stra casa abbiamo anchecontribuito a far ripartire lacalchera di Ono San Pietro

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Pianta del piano terra e del primopiano. A destra: le sezioni A-A eB-B

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I prospetti Ovest e Nord

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Il fabbricato finito nella suoi prospettiEst, Ovest e Sud

ossigeno che favorisca lo svi-luppo delle fiamme. Per laprova di resistenza al fuocosiamo comunque attorno aR90».

Non mi resta che farti i complimentie chiederti se questo vostro esempiosta facendo scuola.«C’è molto interesse attornoa questa nostra realizza-zione: spesso abbiamo tec-nici in visita, abbiamo ancherealizzato un Cd con foto-grafie e spiegazioni tec-niche, così come siamo di-sponibili ad incontrare stu-denti singoli e intere classi.Ma in verità su quest’ultimoversante non abbiamo avutomolti riscontri. A tal propo-sito vorrei sfruttare proprioquesto vostro interesse perrivolgere un invito alle do-cenze delle scuole a parteci-pare agli eventi che organiz-ziamo presso la “casa di pa-glia”, non solo per appren-dere la teoria costruttiva, maanche per “imparare fa-cendo”».

E altri lavori simili?«Tra chi è venuto a trovarciabbiamo trovato in questimesi due altri clienti che cihanno chiesto di replicarel’intervento. In particolare, aDesenzano stiamo realiz-zando una grande strutturacon gli elementi portanti incalcestruzzo ed i muri in pa-glia, mentre a Darfo ab-biamo lavorato ad un pro-getto con strutture portantiin legno e tamponamenti inpaglia. La crisi ovviamentenon ci aiuta, ma l’interessedi molti c’è e se son rose…».

che era ferma da molti anni.Qui abbiamo cotto la calcecon 1.500 fascine di legnache hanno bruciato perun’intera settimana. Ed ilprodotto è stato una calcemolto pregiata, proprioperché cotta a legna, cheviene utilizzata in partico-lare per i restauri».

Tornando per un momento ai muri,par di capire che una volta finitisiamo di fronte a spessori consistenti,dell’ordine dei 60-70 centimetri…«E anche di più. Ma possoassicurare che non distur-bano».

E l’efficienza dell’isolamentoquant’è?«Siamo attorno ad una tra-smittanza pari a 0,13-0,16».

Ottima, davvero ottima. Ma i costi?«Il paragone va ovviamentefatto con un muro di analogatrasmittanza, ovvero unmuro realizzato con termola-terizi Poroton e cappotto.Ebbene un tamponamentodi questo genere può co-stare complessivamente at-torno ai 120 euro a metroquadro, mentre il nostro inpaglia, intelaiato, intona-cato e finito è attorno ai 40-50 euro al metro quadro (deiquali circa 10 euro sono ilcosto della paglia)».

Dunque una scelta anche conve-niente. Ma non c’è il pericolo di in-cendi?«In Italia i test non sono an-cora stati fatti, ma quelli fattiin Germania ci dicono che ilmuro in paglia intonacato aregola d’arte con l’argilla èparagonabile ad un normalecalcestruzzo perché non vi è

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LAVORI DI GEOMETRI

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Una volta completata, la casa dipaglia non si distingue da unacostruzione convenzionale

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URBANISTICA

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Giuseppe Zipponi Il ciclostile, la lamettae l’era digitale

Perché? Perché, appunto, troppo potenti. Nondimeno, tantiComuni si sono dotati di “data base topografico”. I più senzaaverne cognizione, ma all’insegna del «associamoci chetanto la Regione paga».Il rischio, ora, è che il contributo del digitale al sistema siaintralciato dall’introduzione di inverosimili adempimentiad opera dei soliti ignoti dell’Ufficio Complicazione AffariSemplici.Mi spiego meglio con alcuni esempi pratici partendo dal li-vello regionale.Regione Lombardia ha introdotto l’obbligo che i Pgt sianocaricati sul PgtWeb. Avanti tutta, quindi, con spese persoftware, trasformazione dei file, accreditamenti, attesta-zioni, mesi di lavoro che ritardano l’entrata in vigore dellostrumento urbanistico. Risultato: un mega marchingegnomai aggiornato (con i Pgt o varianti adottate) che nessunoconsulta. Qualcuno dirà: é, maaaaa... peroooò... che bello unsito dove vedere tutti i Pgt della Lombardia?! Risposta: mase non è aggiornato e nessuno lo consulta... un motivo ci

sarà!

Parere personale:non serve a nulla. Epoi, se devo con-

sultare il Pgt di un Comunecerco sul sito di quel Co-mune. O no?Passiamo al livello comu-nale. Che è quello che più ciinteressa.La tendenza di molti Co-muni è di obbligare a cari-care le pratiche sul geopor-tale prima ancora di presen-tare i progetti. Poi, dopol’approvazione, altro pas-saggio sul geoportale.Quancuno dirà: vuoi mettreun bel programmone dovepuoi vedere la casa dalcielo, sovrapporre il Pgt, as-segnare il numero civico,produrre un certificato didestinazione urbanistica,vedere le planimetrie cata-stali di quella casa, saperechi risiede lì, calcolare latassa dello sporco e, niente-meno, vedere il numero discarpe del progettista.Risposta: ma se nessuno lo

Un paio di volte l’anno Gioàn Candrina scendevanell’interrato del municipio di Lumezzane, accen-deva il (suo) poderoso ciclostile e, tempo pochi

minuti, erano bell’e pronti un migliaio di moduli per le li-cenze o concessioni edilizie. Il ciclostile ogni tanto si incep-pava, ma Gioàn Candrina sapeva dove mettere le sue maniforzute; ogni fine settimana tornava ad Acquafredda, maquesta è un’altra storia.I moduli venivano utilizzati da Bruno Donini, tre alla volta,con due fogli di carta carbone. Impilava le pratiche sulla scri-vania dell’Assessore che firmava tutto, una volta a setti-mana. Sulla fiducia.Bruno Donini poi, per ogni progetto approvato, estraeva dalcassettone un grande foglio di radex, con la lametta grattavavia un paio di curve di livello e con un rapido, a china, dise-gnava il perimetro del nuovo edificio.Erano gli anni ’70 e ’80. Gioàn Candrina e Bruno Donini, fa-cilmente senza rendersene conto, avevano appena inven-tato lo “sportello unico per l’edilizia”. E perfino il “data basetopografico”.Adesso lo “sportello unicoper l’edilizia” è diventato“digitale” e obbligatorio perlegge. Così pure il “database topografico”; anche semolti non se ne sono ancoraaccorti.Certo era scritto che il digi-tale dovesse prendere ilposto del ciclostile e, an-cora, era scritto che il “database topografico” dovesserimpiazzare la lametta e lachina. Ovvio! Ma dipendeda come, però!Sono riusciti (riusciranno) inostri Comuni a centrare l’o-biettivo? Oppure, nel segnodell’innovazione, arrive-ranno, come al solito, a com-plicare ancora le cose?Questo è il dilemma!Di certo, in questi anni, sisono spesi milioni di euro instipendi, consulenze, appli-cativi, programmi, aggiorna-menti, manutenzioni e inca-richi a società esterne. De-cine di Comuni si sono do-tati di potenti programmiche non utilizzano a cento.

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URBANISTICA

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domanda, la Dia, la Scia o quant’altro con relativi allegati?E se proprio non se ne può fare a meno: che si facciano pro-grammi semplici, chiari ed essenziali! E scrivete un po’ ingrande! E metteteci un po’ di colore! Ostiss!

U n appello, quindi, a tutti gli attori del digitale. Am-ministratori, dirigenti, funzionari, professionisti:fate le cose semplici! Per di più risparmierete (i

nostri soldi). Ve lo chiede un mondo economico fiaccato dadecenni di buoni propositi, ma risultati... strampalati.In ugual modo ai geometri sollecito un po’ d’iniziativa. Se a-vete proposte, osservazioni, esempi in positivo o in nega-tivo, anche critiche, fatele avere al Collegio. Mandate unamail a [email protected]. La Commissione Edi-lizia-Urbanistica, da poco rinnovata, potrà valutare il tutto eattivare eventuali azioni dirette da parte del Collegio.Non fateci rimpiangere il ciclostile e la lametta.

aggiorna e nessuno lo utilizza... un motivo ci sarà! Badatebene, rispetto al PgtWeb, relativamente recente, siamo inpresenza di fatiche ventennali per questi programmoni maiapprodati a nulla di concreto. Quindi è anche la storia che ligiudica sproporzionati ai nostri territori. Beninteso, io nonsono contro le banche dati. Di questi tempi di Imu, Tares, fi-gurarsi... Ma perché sforzarsi a produrre una banca dati chec’è già: il Catasto. Piuttosto, qualche sforzo in più andrebbespeso per l’aggiornamento del Catasto.In fondo basta fermarsi un attimo e pensare (non in grande)?Se io costruisco una casa poi la accatasto (se non la acca-tasto, il Comune mi può scoprire e diffidare quando vuole).Dal Catasto posso vedere la mappa, le planimetrie catastali,sapere i metri quadri. Se collego il mappale o il proprietariocon la pratica edilizia (digitale) e relative varianti possoscrutare le piante, le sezioni e pure qualche particolare co-struttivo. Non è più semplice?Poi, se qualcuno mi dimostrerà che ha ricevuto il numero ci-vico di casa dal geoportale, allora comincerò a dividere i mi-lioni di euro che è costato ecosì sapremo quanto è co-stato ogni numero civico. Seinvece qualcuno mi dimo-strerà di aver ricevuto uncertificato di destinazioneurbanistica dal geoportale,allora gli rimborserò perso-nalmente il costo dei dirittidi segreteria.Poi ci sono le scaramuccedei primi sportelli digitali.Mamma mia! Moduli a ma-netta scritti in piccolo, de-cine di procedimenti, accre-ditamenti, versamenti in an-ticipo dei diritti di segre-teria, sfilze di allegati.Ma dico io, era mica meglio,per una volta, seguire sem-plicemente ciò che dice lalegge: «Lo sportello unicoper l’edilizia accetta le do-mande, le dichiarazioni, lesegnalazioni, le comunica-zioni e i relativi elaboratitecnici o allegati presentatidal richiedente con moda-lità telematica e prov-vede...»? Tradotto: non èpiù semplice mandare unamail-pec al Comune con la

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URBANISTICA

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Attività edilizialiberaArt. 6, comma 1Dpr. 380/2001

ComunicazioneArt. 6, comma 2lettere a-b-c-d-e-ebisDpr. 380/2001

ComunicazioneArt. 52, L.R. 12/2005Cambio d’uso senza opere

Contributo di costruzione:

NO

Contributo di costruzione:

NO

Contributo di costruzione:

NO (*)

a) interventi di manutenzione ordinaria;b) interventi volti all’eliminazione di barriere architetto-

niche che non comportino la realizzazione di rampe o diacsensori esterni, ovvero di manufatti che non alterino lasagoma dell’edificio;

c) opere temporanee per attività di ricerca nel sottosuoloche abbiano carattere geognostico, ad esclusione di atti-vità di ricerca di idrocarburi, e che siano eseguite in areeesterne al centro edificato;

d) movimenti di terra strettamente pertinenti all’eserciziodell’attività agricola e le pratiche agro-silvo-pastorali,compresi gli interventi su impianti idraulici agrari;

e) serre mobili stagionali, sprovviste di strutture in mura-tura, funzionali allo svolgimento dell’attività agricola;

f) installazione di depositi di gas di petrolio liquefatti di ca-pacità complessiva non superiore a 13 m3 (art. 17, D.Lvo128/2006).

a) interventi di manutenzione straordinaria, ivi compresal’apertura di porte interne o lo spostamento di pareti in-terne, sempre che non riguardino le parti strutturali del-l’edificio, non comportino aumento del numero delle u-nità immobiliari e non implichino incremento dei para-metri urbanistici;

b) opere dirette a soddisfare obiettive esigenze contingentie temporanee e ad essere immediatamente rimosse alcessare della necessità e, comunque, entro un terminenon superiore a 90 giorni;

c) opere di pavimentazione e di finitura di spazi esterni,anche per aree di sosta, che siano contenute entro l’in-dice di permeabilità, ove stabilito dallo strumento urba-nistico comunale, ivi compresa la realizzazione di inter-capedini interamente interrate e non accessibili, vaschedi raccolta delle acque, locali tombati;

d) pannelli solari, fotovoltaici, a servizio degli edifici, da rea-lizzare non in zona A);

e) aree ludiche senza fine di lucro e gli elementi di arredodelle aree pertinenziali degli edifici;

e bis) modifiche interne di carattere edilizio sulla superficiecoperta di fabbricati adibiti ad esercizio di impresa, ov-vero le modifiche della destinazione d’uso dei locali adi-biti ad esercizio di impresa.

Mutamenti di destinazione d’uso di immobili non compor-tanti la realizzazione di opere edilizie, purché conformi alleprevisioni urbanistiche comunali ed alla normativa igienico-sanitaria, fatte salve le previsioni dell’articolo 20, comma 1,del d.lgs. 42/2004 in ordine alle limitazioni delle destina-zioni d’uso dei beni culturali. (*) Qualora la destinazione

A cura diGiuseppe Zipponi Piccola nomenclatura

Ripasso dei titoli abilitativiin edilizia (Dpr. 380/2001 - L.R. 12/2005 - Legge 98/2013)

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URBANISTICA

IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/1 - 57

d’uso sia comunque modificata nei dieci anni successivi al-l’ultimazione dei lavori, il contributo di costruzione è do-vuto nella misura massima corrispondente alla nuova de-stinazione, determinata con riferimento al momento del-l’intervenuta variazione. I mutamenti di destinazione d’usodi immobili, anche non comportanti la realizzazione di o-pere edilizie, finalizzati alla creazione di luoghi di culto eluoghi destinati a centri sociali, sono soggetti a permesso dicostruire.

Interventi assoggettati a SCIA in via principaleTutti gli interventi non previsti dagli artt. 6 e 10 (per quanto,quest’ultimo, disapplicato in Regione Lombardia) del Dpr.n. 380/2001, più precisamente:– interventi di manutenzione straordinaria non liberalizzati,

ovvero eccedenti rispetto alla previsione di cui all’arti-colo 6, comma 2, lett. a), del Dpr. n. 380/2001;

– interventi di restauro e di risanamento conservativo;– interventi di ristrutturazione edilizia non rientranti nella

fattispecie di cui all’art. 10, comma 1, lett. c), Dpr n.380/2001;

Interventi assoggettati a SCIA in alternativa al permesso di costruire– interventi di ristrutturazione edilizia che portino ad un or-

ganismo edilizio in tutto o in parte diverso dal prece-dente e che comportino aumento di unità immobiliari,modifiche del volume, dei prospetti o delle superfici, ov-vero che, limitatamente agli immobili compresi nellezone omogenee A, comportino mutamenti della destina-zione d’uso, nonché gli interventi che comportino modi-ficazioni della sagoma di immobili sottoposti a vincoli aisensi del D.L.vo 42/2004;

– interventi di nuova costruzione o di ristrutturazione urba-nistica qualora siano disciplinati da piani attuativi co-munque denominati che contengano precise disposi-zioni plano-volumetriche, tipologiche, formali e costrut-tive, la cui sussistenza sia stata esplicitamente dichiaratadal competente organo comunale in sede di approva-zione degli stessi piani o di ricognizione di quelli vigenti;

– interventi di nuova costruzione qualora siano in diretta e-secuzione di strumenti urbanistici generali recanti pre-cise disposizioni plano-volumetriche.

Alternativa al permesso di costruire, fatta eccezione per gliinterventi assoggettati in via principale a SCIA, nonché peri nuovi fabbricati in zona agricola e per i mutamenti di de-stinazione d’uso di cui all’art. 52, comma 3-bis, della L.R. n.12/2005 (cambi destinazione d’uso finalizzati alla creazionedi luoghi di culto e centri sociali) assoggettati unicamente alpermesso di costruire.

SegnalazioneCertificata diInizio AttivitàSCIAArt. 19, L. 241/1990 eArt. 5 L. 106/2011

Denuncia diInizio AttivitàDIAArt. 42, L.R. 12/2005

Contributo di costruzione:Interventi assoggettati aSCIA in via prncipale

NOsalvo ristrutturazione

Interventi assoggettati aSCIA in alternativa alpermesso di costruire:

SÍ(salvo i casi esenti)

Contributo di costruzione:

SÍ(salvo i casi esenti)

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La denuncia di inizio attività spontaneamente effettuataquando l’intervento è in corso di esecuzione, comporta ilpagamento, a titolo di sanzione, della somma di 516 euro.

Nei casi in cui si applica la segnalazione certificata di inizioattività o la comunicazione dell’inizio dei lavori di cui all’art.6, comma 2, del Dpr. 380, prima della presentazione dellasegnalazione, l’interessato può richiedere allo sportello u-nico di provvedere all’acquisizione di tutti gli atti di as-senso, comunque denominati, necessari per l’intervento e-dilizio, o presentare istanza di acquisizione dei medesimiatti di assenso contestualmente alla segnalazione.

Tutti gli interventi edilizi, compresi i mutamenti di destina-zione d’uso di cui all’art. 52, comma 3 bis, della L.R. n.12/2005 e i nuovi fabbricati in zona agricola.

Interventi conformi alla disciplina urbanistica ed edilizia vi-gente sia al momento della realizzazione dello stesso, sia almomento della presentazione della domanda.

Nel caso di interventi assentiti in forza di permesso di co-struire o di denuncia di inizio attività, è data facoltà all’inte-ressato di presentare comunicazione di eseguita attivitàsottoscritta da tecnico abilitato, per varianti che non inci-dano sugli indici urbanistici e sulle volumetrie, che non mo-difichino la destinazione d’uso e la categoria edilizia, non al-terino la sagoma dell’edificio e non violino le eventuali pre-scrizioni contenute nel permesso di costruire.Può essere presentata prima della dichiarazione di ultima-zione dei lavori.

Denuncia diInizio AttivitàDIAa interventoin corsoArt. 37, comma 5, Dpr.380/2001

Autorizzazionipreliminarialla segnalazione e/ocomunicazioneArt. 23 bis, Dpr. 380/2001

Permessodi costruire

Permesso dicostruire inSanatoria(accertamento dicompatibilità)Art. 36 Dpr. 380/2001

Comunicazionedi EseguitaAttività oVariantein corso d’OperaArt. 41, comma 2,L.R. 12/2005

Contributo di costruzione:

SÍ(salvo i casi esenti)

Contributo di costruzione:

NO

Contributo di costruzione:

SÍ(salvo i casi esenti)

Contributo di costruzione:

SÍin ragione del doppio(nei casi esenti: si pagauna volta)

Contributo di costruzione:

NOsalvo eventualeconguaglio della quotasul costo di costruzione

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URBANISTICA

IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/1 - 59

Accertamentodi CompatibilitàPaesaggisticaArt. 167, comma 4, D. Lgvo 42/04

Collaudodella denunciainizio attività Art. 42,comma 14, L.R. 12/2005

Richiesta dicertificato di AgibilitàArt. 24, Dpr. 380/2001

Attestazionedell’AgibilitàArt. 25, comma 5 bis, Dpr. 380/2001

Dichiarazione dell’AgibilitàArt. 5, L.R. 1/2007

a) lavori, realizzati in assenza o difformità dall’autorizza-zione paesaggistica, che non abbiano determinato crea-zione di superfici utili o volumi ovvero aumento di quellilegittimamente realizzati;

b) impiego di materiali in difformità dall’autorizzazionepaesaggistica;

c) lavori comunque configurabili quali interventi di manu-tenzione ordinaria o straordinaria ai sensi dell’articolo 3del Dpr. 6 giugno 2001, n. 380;

d) si intendono sanabili (in base alla circolare n. 33 del Ministero peri Beni e le Attività Culturali del 29/06/2009) anche i portici colle-gati al fabbricato aperti su tre lati contenuti entro il 25%dell’area di sedime del fabbricato stesso.

Nel caso di opera eseguita in base a denuncia di inizio atti-vità edilizia: il direttore lavori attesta la conformità dell’o-pera al progetto presentato con la denuncia di inizio attività.

Nel caso di richiesta di agibilità per destinazione residen-ziale: il richiedente dichiara la conformità dell’opera realiz-zata rispetto al progetto approvato, nonché la avvenuta pro-sciugatura dei muri e della salubrità degli ambienti.

Nel caso di attestazione di agibilità per tutte le destinazioni:il direttore dei lavori o professionista abilitato attesta laconformità dell’opera al progetto approvato e la sua agibi-lità.Nel caso di attività economica (non residenziale): il dichiaranteattesta la conformità o la regolarità degli interventi o delleattività e che sussistono le condizioni di sicurezza, igiene,salubrità, risparmio energetico degli edifici e degli impiantidi cui alla normativa vigente, così come attestato dal diret-tore dei lavori.

SÍMaggior somma tra ildanno ambientale e ilprofitto

Contributo di costruzione:

NO

Contributo di costruzione:

NO

Contributo di costruzione:

NO

Interventi esenti dal contributo di costruzione(in base all’Art. 17, Dpr. 380/2001)a) Interventi da realizzare nelle zone agricole, ivi comprese le residenze, in fun-zione della conduzione del fondo e delle esigenze dell’imprenditore agricolo atitolo principale;b) interventi di ristrutturazione e di ampliamento, in misura non superiore al20%, di edifici unifamiliari;c) impianti, le attrezzature, le opere pubbliche o di interesse generale realizzatedagli enti istituzionalmente competenti, nonché per le opere di urbanizzazione,eseguite anche da privati, in attuazione di strumenti urbanistici;d) interventi da realizzare in attuazione di norme o di provvedimenti emanati aseguito di pubbliche calamità;e) nuovi impianti, lavori, opere, modifiche, installazioni, relativi alle fonti rinno-vabili di energia, alla conservazione, al risparmio e all’uso razionale dell’energia,nel rispetto delle norme urbanistiche, di tutela artistico-storica e ambientale.

In base all’art. 69, L.R. 12/2005:I parcheggi, pertinenziali e non pertinenziali, realizzati anche in eccedenza ri-spetto alla quota minima richiesta per legge, costituiscono opere di urbanizza-zine e il relativo titolo abilitativo è gratuito ai fini del calcolo del costo di costru-zione, le superfici destinate a parcheggi non concorrono alla definizione dellaclasse dell’edificio.Altri casi di riduzione:Nei casi di edilizia abitativa convenzionata: è ridotto alla sola quota degli oneridi urbanizzazione.Per gli interventi da realizzare su immobili di proprietà dello Stato: è commisu-rato alla incidenza delle sole opere di urbanizzazione.Per costruzioni o impianti destinati ad attività industriali o artigianali: non si pagala quota sul costo di costruzione.Infine: il contributo è calcolato con le tariffe vigenti al momento della presenta-zione nel caso di segnalazione/denuncia o al momento del rilascio nel caso dipermesso.

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LEGISLAZIONE

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Maria AlloccaDa “Il Triangolo” n. 4/2013 Sentenza del Tar Verona

favorevole ai geometri Respinto ricorso degli ingegneri

e, conseguentemente, rico-nosciuta la legittimazionedel geometra in ordine allaprogettazione di costruzionicivili in cemento armato,ferma restando l’applica-zione del suddetto criteriotecnico-qualitativo.L’intervento dei giudici siera reso necessario dopo ilricorso dell’Ordine degli in-gegneri di Verona e pro-vincia che avevacitato in giudiziosia il Sindaco delComune di Torridel Benaco, sia ilpresidente delCollegio dei geo-metri e dei geo-metri laureati diVerona.Nello specificoecco il provvedi-mento adottatodalla prima se-zione del Tribu-nale Ammini-strativo Regio-nale del Veneto.

Il fatto«Con l’odierno gravame –hanno scritto i giudici – l’Or-dine degli ingegneri di Ve-rona e provincia ha chiestol’annullamento, previa so-spensione dell’efficacia,della delibera del Comunedi Torri del Benaco in data 9luglio 2012, n. 96, con laquale la giunta comunale hastabilito che “ tra le compe-tenze professionali dei geo-metri e dei geometri laureatiiscritti al Collegio professio-nale, possa rientrare la pro-gettazione e direzione lavoridi modeste costruzioni al-meno fino a mc 1.500 adot-tando quindi il criterio tec-

nico-qualitativo in relazionealle caratteristiche dell’o-pera da realizzare che deveavere caratteristiche struttu-rali semplici con moduli ri-petitivi sia pur con la pre-senza del cemento armato,che non richiedono compe-tenze tecniche particolari especifiche, riservate perlegge ad un diverso profes-sionista”.

Nei confronti dell’impu-gnata delibera, la parte ri-corrente ha eccepito, in viaprincipale, la carenza asso-luta di potere in capo allagiunta comunale per aver e-sercitato de facto funzioni a ca-rattere normativo in tema dicompetenze professionali,in assenza di una norma at-tributiva di tale potere; insubordine, è stata dedottala violazione di legge e l’ec-cesso di potere nelle formedell’illogicità dello svia-mento di potere e del di-fetto di motivazione».«Il Comune resistente e ilcontro interessato Collegiodei geometri e geometri lau-reati della provincia di Ve-rona, si sono costituiti in giu-

Con una sentenza e-messa nelle scorsesettimane, il Tar

del Veneto ha respinto il ri-corso proposto dall’Ordinedegli ingegneri di Veronaper ottenere l’annullamentodella delibera con la quale ilComune di Torri del Benacoaveva stabilito che tra lecompetenze professionalidei geometri rientrava la“progettazione e direzionelavori di modeste costru-zioni almeno fino 1.500 metricubi adottando quindi il cri-terio tecnico-qualitativo inrelazione alle caratteristichedell’opera da realizzare…”.Con il loro provvedimento, igiudici amministrativi – nelqualificare la delibera co-munale impugnata «qualeatto di indirizzo politico am-ministrativo che fissa lelinee generali cui gli ufficidevono attenersi nell’eser-cizio delle loro funzioni isti-tuzionali» e dando atto chela stessa è stata anche accu-ratamente motivata, chia-risce che la misura di 1.500metri cubi non deve essereintesa come un limite quan-titativo entro il quale una co-struzione in conglomeratocementizio possa essereprogettata e firmata da ungeometra, «posto che a te-nore della citata delibera, laprogettazione dell’opera darealizzare da parte dei geo-metri rimane comunque su-bordinata all’applicazionedel fondamentale para-metro tecnico-qualitativo».Nella medesima pronunciaè stata inoltre evidenziatal’abrogazione del Regio De-creto n. 2229/1939 per ef-fetto del D.Lgs. n. 212/2010

dizio per resistere al ricorso,contestando le censure ex ad-versosvolte e rilevando, in viapregiudiziale, il difetto digiurisdizione del giudiceamministrativo, nonché il di-fetto di legittimazione e lacarenza di interesse di partericorrente».Con ordinanza cautelare n.24/2013, emessa nella ca-mera di consiglio, del giorno

18 gennaio 2013, il Collegioaveva accolto l’istanza di so-spensione del provvedi-mento impugnato, sotto ilprofila del pregiudizio gravee irreparabile che avrebbepotuto eventualmente sca-turire dall’applicazionedella delibera.

Il dirittoHanno spiegato i giudici: «Invia pregiudiziale, deve anzi-tutto essere respinta l’ecce-zione concernente l’asseritodifetto di giurisdizione del-l’adito giudice amministra-tivo, posto che la posizionesoggettiva di cui la parte ri-corrente lamenta la lesioneconsiste nell’interesse fa-cente capo all’Ordine degli

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LEGISLAZIONE

IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/1 - 61

questi dovranno pur sempreverificare, in base alla nor-mativa di riferimento, se iprogetti sottoposti al loro e-same rientrino nella compe-tenza professionale dei geo-metri, sulla scorta delle ca-ratteristiche dell’opera darelaizzare».«Sotto altro profilo – scri-vono i giudici nella loro sen-tenza – deve nondimeno es-

sere rilevato che, nel caso dispecie, la misura di mc 1.500,che la delibera impugnataassume quale criterio di in-dirizzo ai fini della determi-nazione della competenzaprofessionale dei geometriin materia di progettazioneedilizia, non rappresenta unlimite quantitativo entro ilquale una costruzione inconglomerato cementiziopossa essere progettata efirmata da un geometra,posto che a tenore della ci-tata delibera, la progetta-zione dell’opera da realiz-zare da parte dei geometririmane comunque subordi-nata all’applicazione delfondamentale parametrotecnico qualitativo, in virtù

del quale il progetto nondeve implicare la soluzionedi problemi particolari (de-voluti esclusivamente aiprofessionisti di rango supe-riore) con riguardo alla strut-tura dell’edificio e alle mo-dalità costruttive».I magistrati hanno anche re-spinto il secondo motivo diricorso con cui l’Ordine degliingegneri «deduce che la

normativa di specie esclu-derebbe in toto la compe-tenza del geometra in or-dine alla progettazione dicostruzioni civili in cemento

ingegneri di Verona e pro-vincia alla legittimità dell’a-zione amministrativa nel-l’ambito dei procedimentidi rilascio del permesso acostruire. In via preliminare,il Collegio ritiene invece dipoter prescindere dall’esa-minare le ulteriori eccezioniin rito proposte avversol’atto introduttivo del pre-sente gravame, attesa l’in-fondatezza, nel merito, del-le doglianze con esso de-dotte».

Hanno poi sottoli-neato entrandonel merito: «Con il

primo motivo di ricorso,parte ricorrente ha asseritola nullità della delibera peril difetto assoluto di attribu-zione, deducendo che lagiunta comunale avrebbe e-sercitato de facto funzioni a ca-rattere normativo in tema dicompetenze professionali,in assenza di una norma at-tributiva di tale potere. Il motivo è infondato e, per-tanto, deve essere riget-tato».Infatti, per i magistrati am-ministrativi, la decisionedella giunta rientra nell’am-bito degli atti di indirizzopolitico amministrativo con iquali gli organi politici deglienti comunali (sindaco, con-siglio e giunta) fissano lelinee generali con cui gli uf-fici devono attenersi nell’e-sercizio delle loro funzioni i-stituzionali. Trattandosi,dunque, di atto di indirizzohanno altresì evidenziatoche la stessa delibera «nonassume carattere vincolanteper gli uffici amministrativicui essa è rivolta, atteso che

armato, posto che il D.lgs. 13dicembre 2010, n. 212, ha a-brogato il R.D. 16 novembre1939, n. 2229, ai sensi delquale «Ogni opera di con-glomerato cementizio sem-plice o armato, la cui stabi-lità possa comunque inte-ressate l’incolumità dellepersone, deve essere co-struita in base ad un pro-getto esecutivo firmato da

un ingegnere,ovvero da un ar-chitetto iscrittoall’albo».Dopo aver riget-tato anche lacensura con laquale l’Ordinedegli ingegneriha rilevato il di-fetto di motiva-zione della deli-bera in esame,«avendo in verola giunta comu-nale accurata-mente specifi-

cato le ragioni sottese all’a-dozione di tale atto», i magi-strati hanno rigettato il ri-corso “in quanto infondato”.

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MEDIAZIONE

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Lara Baghino Modifiche alla Mediazione: le novità introdottedal “Decreto del fare”

Quindi, chi intende avviareuna causa civile per le ma-terie obbligatorie sopra ci-tate, deve tentare una conci-liazione con un primo in-contro davanti al mediatorepresso un organismo di me-diazione liberamente scel-to.

I l primo incontro servealle parti per bencomprendere cosa è

la mediazione, quale è ilcompito del mediatore equali sono i vantaggi di tro-vare un accordo in media-zione rispetto a quelli di unacausa civile.Qualora le parti, al primo in-contro, decidano di prose-guire nel tentativo di conci-liazione, il mediatore avvia

la procedura di mediazione.Il decreto 69/2013 ha modifi-cato nel suo articolo 6 la du-rata del procedimento dimediazione, riducendolo atre mesi a partire dalla datadel deposito della domandadel procedimento.La novità più significativa latroviamo nell’articolo 8:«laparti devono parteciparecon i loro avvocati durantetutti gli incontri della proce-dura di mediazione».Gli avvocati presenti du-rante tutta la procedura dimediazione – incluso ilprimo incontro – firmano,così come i loro assistiti, tuttii verbali redatti dal media-tore necessari alla proce-dura di mediazione.La presenza degli avvocati

I l Decreto legge n. 69del 21 giugno 2013 (ilcosiddetto “Decreto

del fare”) ha apportato nu-merose modifiche alla pro-cedura di mediazione cheera stata introdotta con ilDecreto legislativo n. 28 del4 marzo 2010 e successiva-mente modificato agli artt. 5e 17 dalla Corte Costituzio-nale per eccesso di delega.Il “decreto del fare” stabi-lisce che chiunque intendaconciliare le controversie ci-vili e commerciali relative aidiritti cosiddetti disponibili,può accedere alla media-zione attivando una do-manda con un’istanza da de-positarsi presso l’organismodi mediazione del luogo delgiudice competente ad esa-minare l’eventuale succes-siva controvresia.Il decreto 69/2013 convalidal’obbligatorietà ad «espe-rire il procedimento di me-diazione o di conciliazionedella procedura di media-zione» per tutte le contro-versie riguardanti le materiedi condominio, diritti reali,divisione, successione, pattidi famiglia, locazione, como-dato, affitto di aziende, risar-cimento danno da responsa-bilità medica e sanitaria, dif-famazione a mezzo stampa,contratti assicurativi, ban-cari e finanziari.L’esperimento di media-zione diventa quindi “condi-zione di procedibilità” della do-manda giudiziale; significacioè che si può proseguireper vie giudiziarie solo se,avvenuto il primo incontrodi mediazione, l’esperi-mento si concluda senza ac-cordo tra le parti.

durante la procedura puòportare vantaggi o svantaggi.È certo che, qualora le partiraggiugano un accordo, gliavvocati ne redigeranno iltesto che dovrà essere d’ob-bligo allegato al verbale diavvenuta conciliazione.Questo è un modulo pre-stampato sul quale il media-tore compila i dati dei pre-senti e ne certifica le firme,astenendosi da ogni riferi-mento agli accordi presidalle parti.

Nel caso in cui tra leparti non si addi-venga ad alcun

accordo, esse, se lo ritenes-sero opportuno, possono ri-chiedere al mediatore la for-mulazione di una proposta

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MEDIAZIONE

IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/1 - 63

cordo sia obbligo rivolgersi aun pubblico ufficiale che au-tentichi la sottoscrizionedello stesso.Nello specifico, all’articolo2643 del C.c. è stato aggiuntoil comma 12 bis: «sono “attisoggetti a trascrizione” gli

accordi di mediazione cheaccertano l’usucapione conla sottoscrizione del pro-cesso verbale autenticata dapubblico ufficiale a ciò auto-rizzato».L’accordo, sottoscritto datutte le parti e dai loro avvo-cati, costituisce titolo esecu-tivo per i casi qui specificati:espropriazione forzata, ese-cuzione di rilascio, esecu-zione di obblighi di fare enon fare, iscrizione ipotecagiudiziale.

L a conformità del-l’accordo alle nor-me imperative e al-

l’ordine pubblico è certifi-cata e attestata dagli avvo-cati delle parti.In tutti gli altri casi non citatil’accordo allegato al verbaledi conciliazione è omolo-gato dal Presidente del Tri-bunale.

di conciliazione.Il comma 3 dell’articolo 11del decreto di cui si parla di-spone che «nel caso di ac-cordi amichevoli» inerenticontratti o atti previsti dal-l’articolo 2643 del Codice ci-vile, per trascrivere l’ac-

L’art. 16, comma 4 bis del de-creto 69/2013 specifica chetutti gli avvocati iscritti al-l’Albo sono di diritto “me-diatori”.Le parti che accedono allaprocedura della mediazionehanno due vantaggi econo-mici:1) in caso di avvenuta conci-

liazione il verbale di ac-cordo è esente dall’im-posta di registro fino al va-lore di euro 50.000 e,quindi, l’imposta è dovutaper la sola parte ecce-dente;

2) in caso di mancato ac-cordo all’esito del primoincontro obbligatorio,nessun compenso è do-vuto all’organismo di me-diazione.

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MEDIAZIONE

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Da “Giornale di Brescia”del 20 dicembre 2013 Il geometra, conciliatore

per natura

sul paesaggio che c’erano esono sparite, o ancora, di lucivenute a mancare per la rea-lizzazione di nuovi immo-bili, o di distanze rispettateo meno tra gli stessi? In più ilgeometra è in genere il mas-simo esperto quando sitratta di regole di convi-venza in condominio, viabi-lità e diritti di passaggio sustrade ponderali o private,distanze di cinte o muri daiconfini dei terreni privati, efabbricati rurali».

Completa il quadro la carat-teristica “sociale”.«I nostri professionisti sonopresenti sul territorio capil-larmente – continua il presi-dente Platto –. In qualepaese non c’è un geometra?Questo ci rende estrema-mente capaci nel dirimereliti e altrettanto autorevolinel condurre verso soluzioniequilibrate.Per impostare una media-zione in modo efficace serveinfatti una adeguata cono-

Mediare significaaccompagnaredue persone,

due famiglie o due imprese,nel lavoro di confronto pertrovare un accordo in temadi eredità, liti di condo-minio, divisioni di proprietàe diritti reali. Nonostanteuna radicata tendenza cultu-rale, è decisamente sba-gliato pensare che il me-stiere del mediatore sia soload appannagio dei legali.Ci sono professionisti comeil geometra, che non solosanno eguagliare le doti diconcilianza dei colleghi e-sperti in giurisprudenza, main questioni più tecniche lipossono superare, diven-tando un punto di riferi-mento per chi si trova ad af-frontare e cercare soluzioni aproblemi edilizi e urbani-stici.Perché affidare a un geo-metra il compito di me-diare? «Abbiamo due carat-teristiche che ci rendonoparticolarmente competitivi– spiega Giovanni Platto,presidente del Collegiogeometri di Brescia – La pe-rizia in fatto di tecnica e lasocialità. Cosa intendo? In-nanzi tutto che nessuno è e-sperto come noi quando sitratta di decidere e tracciarenuovi confini alle proprietàterriere, di dividerle o di de-cidere cosa sia equo o menonelle successioni ereditariedegli immobili.Ma si pensi anche a quantiproblemi possono nascerein fatto di servitù prediali.Chi meglio di noi sa muo-versi in dispute sulle di-stanze dai confini di alberiingombranti o siepi, di viste

scenza delle situazioni radi-cate sul territorio, serve co-noscere la storia di aree epaesi, come anche il carat-tere delle persone o dellefamiglie che si affidano alpercorso di mediazione perrisolvere le loro dispute.È quasi inutile dire che in al-cuni paesi di pianura è abi-tudine operare in un modo,mentre magari in montagnain un altro. Tanti geometriperfettamente inseriti nelleloro comunità, sono quantodi meglio nello svolgimentodel compito».

I l lavoro per trovarespazi e fornire possi-bilità agli iscritti al

Collegio cittadino comun-que procede anche in altredirezioni, tra formazione eaccordi con altre categorieprofessionali.«Di recente abbiamo fattoun accordo di reciproca col-laborazione con l’Odinedegli avvocati – rivela il pre-sidente –. Niente di partico-lare, ma qualcosa di utile perprocacciarsi lavoro. In parolepovere: se a noi capiterà diavere a che fare con un argo-mento (oggetto di media-zione) principalmente le-gale, ci impegneremo a coin-volgere loro, e allo stessomodo se a loro capiterà unlavoro con caratteristichepiù tecniche, ricambierannoil favore».Ancora una volta potrebberivelarsi virtuoso agireperché “una mano lavil’altra”.

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Andrea Botti Marcatura CE per prodottiin pietra dopo il nuovoRegolamento 305/2011

rective - CPD, è stata sostituitadal Regolamento dell’U-nione Europea 305/2011,Construction Products Regulation -CPR. La novità è di quelledestinate ad alimentare ildibattito già in corso, meri-tevole di alcune riflessionisu quanto prescritto dalnuovo regolamento, i cui ef-fetti non tarderanno ad in-fluenzare l’attività edilizianel suo complesso: dallaprogettazione alla Dire-zione lavori; dalla redazionedei capitolati alla gestionedi una C.T.U.Come è noto, il Regola-mento dell’Unione Europea

non richiede meccanismi direcepimento da parte deglistati membri; è entrato in vi-gore successivamente allapubblicazione sulla Gaz-zetta Ufficiale, è dunqueconcretamente applicabileda quasi otto mesi. L’obbiet-tivo fondamentale del CPR èquello di fissare i criteri ge-nerali per la commercializ-zazione dei prodotti da co-struzione, fra i quali anche lapietra naturale, attraversouna serie di iniziative desti-nate a chiarire ulteriormentesignificato ed uso della mar-catura CE; facilitarne l’attua-zione semplificando le pro-

Da quando nel 2012venne affrontato,proprio su queste

pagine, il tema attualissimodella marcatura CE dei pro-dotti in pietra naturale pocoè cambiato nelle abitudinidei produttori, dei proget-tisti e degli acquirenti che o-perano nel settore delle co-struzioni e si occupano dimateriali lapidei. Tuttavia siritiene doveroso rammen-tare che il primo luglio 2013,dopo 23 anni di servizio, laDirettiva Europea 89/106/CEE sui prodotti da costru-zione, conosciuta anchecome Construction Products Di-

cedure per l’ottenimento; ri-durre gli oneri delle piccoleimprese; facilitare la desi-gnazione di organismi di sor-veglianza, valutazione e ve-rifica delle prestazioni,nonché assecondare l’im-piego di un linguaggio co-mune nell’Unione Europea.Rispetto alla Direttiva89/106, ai sei requisiti dibase per la valutazione delprodotto da costruzione: - Resistenza meccanica e stabilità; - Sicurezza in caso d’incendio;- Igiene e salute ambientale; - Sicurezza ed accessibilità all’uso; - Protezione contro il rumore;- Risparmio energetico,

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IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/1 - 67

Nella pagina di sinistra: Cava dimarmo Botticino Classico

In questa pagina, sopra: Blocco dimarmo Botticino Classico.Sotto: lastre di marmo Botticino

ne viene ora aggiunto un set-timo (vedi all. I): - Uso sostenibile delle risorse natu-

rali, che diverrà cogente neglistati membri solo se questilo renderanno obbligatorioper legge. Tale requisito sta-bilisce che «le opere da co-struzione devono essereconcepite, realizzate e de-molite in modo che l’usodelle risorse naturali sia so-stenibile e garantisca in par-ticolare quanto segue:a) il riutilizzo e la riciclabilità

delle opere di costru-zione, dei loro materiali edelle loro parti dopo lademolizione;

b) la durabilità delle operedi costruzione;

c) l’uso nelle opere di co-struzione, di materieprime e secondarie ecolo-gicamente compatibili».

È da notare che ilCPR introduce iltermine caratteri-

stiche essenziali per defi-nire quelle riferite ai requi-siti di base sopra elencati.Ciò implica che i prodotti incommercio possano avereanche altre caratteristiche“non essenziali”, comunqueimportanti, tali da non com-portare implicazioni giuri-diche e quindi non costitui-scano barriera legale alla li-bera commercializzazione.Rispetto alla direttiva eu-ropea precedente il Regola-mento 305/2011 introducel’obbligo della Dichiarazione diprestazione (DoP) accompa-gnata dalla marcatura CE.La DoP, redatta in forma car-tacea o su supporto elettro-nico, nella lingua o nelle

lingue richieste dallo statomembro in cui il prodotto èmesso in circolazione. (vediall. III, art. 6 comma 4), corri-sponde ad una dichiarazione diconformitàmediante la quale ilproduttore dovrà dichiararele prestazioni dei propriprodotti e non più soltantola ”conformità” dei materialiad una specifica tecnica.Sarà redatta dal fabbricantesecondo uno schema tipolo-gico specifico e conterrà nu-merose informazioni riguar-danti in particolare:- un sistema di identifica-

zione del prodotto di rife-rimento (numero, lotto,etc);

- il sistema di valutazioneapplicato e la verifica dellacostanza della presta-zione;

- il riferimento alla norma ar-monizzata o alla valuta-zione tecnica europea u-sata;

- l’uso previsto del prodotto.Dovrà inoltre riportare i rife-rimenti dell’organismo noti-ficato che ha eseguito le”prove di tipo” e i riferimentidei report di prova che atte-stano le prestazioni dichia-rate. Nel caso di prodotti inpietra naturale riguarderà iseguenti lavorati:EN 1341 – Lastre di pietra

naturale per pavimenta-zioni esterne;

EN 1342 – Cubetti di pietranaturale per pavimenta-zioni esterne;

EN 1343 – Cordoli di pietranaturale per pavimenta-zioni esterne;

EN 1469 – Lastre per rivesti-menti;

EN 12057 – Marmette Modu-lari;

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Marcatura CE per prodotto in pietranaturale

zione di prestazione per la realiz-zazione di manufatti a carat-tere strutturale quali pila-stri/colonne, balconi, men-sole, balaustre, etc. Con la marcatura CE il fab-bricante dichiara di assu-mersi la responsabilità dellaconformità del prodotto dacostruzione alla Dichiarazionedi prestazione e a tutti i requisiti

stabiliti con il Regolamento305/2011, dunque il marchioCE deve accompagnare tuttii prodotti per i quali è statoredatto un DoP, in assenzadel quale non è previstaneppure la marcatura delprodotto stesso. I fabbricanti di un determi-nato prodotto redigono unaDoP e appongono la marca-

EN 12058 – Lastre per pavi-mentazioni e scale.

Prodotti finiti come piani cu-cina, piani bagno, elementidi arredo, ecc. non sono sog-getti alla marcatura CE e peri prodotti semilavorati,blocchi grezzi e lastre grez-ze, la marcatura CE è volon-taria. Inoltre, non è attual-mente prevista la Dichiara-

tura CE assicurandosi che iloro prodotti presentino unnumero o una sigla, in gradodi consentirne l’identifica-zione. Gli eventuali manda-tari tengono la DoP e la do-cumentazione tecnica a di-sposizione delle autorità divigilanza al fine di dimo-strare la conformità del pro-dotto (ma chi risponde èsempre il fabbricante); gliimportatori assicurano e ga-rantiscono che fabbricante emandatario abbiano soddi-sfatto gli obblighi che li ri-guardano ed a loro volta i di-stributori hanno l’onere diassicurarsi che fabbricante,mandatario ed importatoreabbiano assolto agli ob-blighi. Se un importatore oun distributore modifica unprodotto in modo da com-prometterne la conformitàrispetto alla Dichiarazione diprestazione è considerato allastregua di un fabbricante equindi soggetto agli stessiobblighi.

Con l’approvazionedel Regolamentodell’Unione Eu-

ropea 305/2011, la marcaturaCE assume quindi un nuovosignificato: non attesta più laconformità di un prodottoma «…rappresenta la con-clusione di un iter armoniz-zato attraverso il quale si va-luta, si accerta, si garantisce– mediante procedure diprova/calcolo e di controllodella produzione – e infine sidichiara, la prestazione diun prodotto da costru-zione». È possibile chiedere al forni-tore la dimostrazione dellacorretta applicazione della

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IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/1 - 69

In senso orario: rivestimenti interniin marmo Botticino Classico,Associati Associati, Botticino.Palazzo della Cassa NazionaleAssicurazioni Sociali, M. Piacentini,Brescia.Teatro del Centro Lucia, S. Pascolo,Botticino.Museo della Scienza, R. Piano,Trento.

scono informazioni preciseed affidabili sulle presta-zioni. L’idoneità all’uso delprodotto sarà valutata dal-l’utilizzatore o dall’autoritàdi controllo inbase alle pre-stazioni dichia-rate e in con-fronto a quellerichieste. Que-st’ultimo è un a-spetto che, infuturo, dovràessere ap-profondito insede di capito-lati d’appalto,

ambito nel quale il settorelapideo registra ancorapreoccupanti carenze. Cor-rettezza d’impiego e sele-zione dei materiali lapidei a-

marcatura CE che sarà ap-posta in modo visibile, leg-gibile e indelebile sul pro-dotto da costruzione o suun'etichetta ad esso appli-cata. Se ciò fosse impossi-bile o ingiustificato a causadella natura del prodotto,essa sarà apposta sull'im-ballaggio o sui documenti diaccompagnamento (solu-zione preferibile).Gli strumenti introdotti conil nuovo regolamento nondefiniscono la sicurezza deiprodotti e non attestanoneppure l’idoneità all’uso diun prodotto, ma garanti-

deguati sono questioni sullequali c’è ancora molto dadire.

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Da “Corriere della Sera”2 febbraio 2014 Guerra aperta contro il radon

sia negli ufficisia nelle abitazioni

miti veri, ma molto più alti diquelli attuali, erano stabilitisolo per i luoghi di lavoro»osserva Roberto Bochicchio,responsabile del Piano na-zionale radon all’Istituto Su-periore di sanità.In Italia, poi, la situazione èpiù difficile che altrove,giacché da noi la concentra-zione media di questo in-quinante è pari a 70 Bq/m3,contro i 56 del resto d’Eu-ropa (seppure con variazioninotevoli fra Paese e Paese).Anche lungo la panisola c’ècomunque una certa etero-geneità, con valori più ele-vati nel Lazio, in Lombardia,nel Friuli Venezia Giulia e inCampania (rispettivamente119, 111, 99 e 95 Bq/m3), eben al di sotto della medianazionale in Calabria,Marche, Basilicata, Sicilia,Liguria, Molise, Emilia Ro-magna e Valle d’Aosta.

Questa mappatura èstata elaboratagrazie a una serie dirilevamenti con-dotti tra il 1989 e il1998, ma negli annisuccessivi diverseRegioni e lo stessoPiano nazionalehanno eseguito mol-tissime altre misure.In tutto, sono statecoinvolte 38 mila a-bitazioni, 8.500 edi-fici scolastici e 12mila luoghi di la-voro.«Nelle scuole i valori sono ri-sultati un po’ superiori ri-spetto alla media nazionale,perché spesso queste strut-ture si trovano al pianoterra» risponde Bochicchio.Per i luoghi di lavoro, si sonoinvece registrati valori mag-giori in ambienti sotterranei(come i caveau delle ban-

Circa la metà delleradiazioni che as-sorbiamo nell’arco

della vita deriva dal radon,un gas che si sprigiona natu-ralmente dalle rocce, ricono-sciuto come cancerogenocerto dall’Agenzia interna-zionale per la ricerca sulcancro di Lione.Per questo, la decisione diincludere nella direttiva eu-ropea sulla radioprotezionelimiti precisi alla sua pre-senza negli ambienti indoorè senz’altro la novità desti-nata ad avere il maggiore im-patto sulla salute della po-polazione.Si stima che in tutto il conti-nente circa il 10% dei tumorial polmone sia dovuto aquesto agente, e in Italia laconta dei casi arriva a quasi3.300 all’anno. I numerosistudi sull’argomento nonhanno invece trovato rela-zioni con altre forme tumo-rali o altre malattie.La concentrazione di radonnell’aria si misura in Be-querel al metro cubo (Bq/m3)e la direttiva fissa il limite di300 per tutti gli ambienti in-door, senza distinzioni traluoghi di lavoro e abitazioni.Questo valore infatti è rite-nuto sufficiente a contenereil rischio entro valori accetta-bili (azzerarlo sarebbe im-possibile), tenuto conto deicosti delle bonifiche che sa-ranno necessarie per rispet-tarlo, e di quelli dei nuovistandard per la costruzionedegli edifici, che dovrannoessere messi a punto.«La direttiva colma una la-cuna, perché nelle leggi pre-cedenti la questione radonera appena accennata e li-

che), ma la variabilità è co-munque elevata e, tuttosommato, non dissimile daquella riscontrata per le abi-tazioni, dove i livelli diradon dipendono da moltis-sime variabili.«Per questo motivo lemappe che indicano le con-cetrazioni medie dell’inqui-nante in una zona non pos-sono essere estrapolate aisingoli edifici, ma servonopiuttosto alle autorità, percapire come indirizzare gliinterventi – dice l’esperto –.Le caratteristiche costruttive,ma anche le abitudini deglioccupanti influenzano mol-tissimo la concentrazione delgas: il solo modo di saperequanto radon c’è in uno spe-cifico ambiente è misurarlo».La direttiva obbliga infine gliStati membri a dotarsi di unPiano nazionale che coor-dini le attività sul territorio.Quello italiano, partito allametà degli anni Duemila, èperò oggi in fortissima diffi-coltà.

Livelli medi di concentrazionedel radon in Italia per regione

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IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/1 - 71

Tre apparecchi rilevatori di radon. A destra e dall’alto: Vie di ingresso euscita del radon in una abitazione.Abbattimento attivo del radon in unaabitazione; il ventilatore instaurauna depressione nel locale favorendoil richiamo di aria ricca di radon e lasua concomitante espulsione.Aspirazione e successiva espulsionedell’aria ricca di radon dopo raccoltatramite pozzetto interrato realizzatocentralmente all’edificio.

La misurazione del radonPer determinare la concentrazione di radon presente in un locale ci sipuò rivolgere all'Agenzia Regionale per la Protezione dell'AmbienteARPA della propria regione, all'ENEA oppure ad aziende private che svol-gono questo tipo di misure tramite appositi rivelatori. Gli strumenti dimisura vanno posizionati preferibilmente nei locali dove si soggiorna piùa lungo (tipicamente le camere da letto o il soggiorno). Poiché la con-centrazione di radon varia sia in funzione della distanza dal terreno, sianel corso della giornata e con il variare delle stagioni, si utilizzano gene-ralmente dei cosiddetti rivelatori passivi che forniscono dei valori mediin un periodo di tempo sufficientemente lungo (dai tre ai sei mesi).Inoltre, poiché specialmente nel periodo invernale l'abitazione aspira aria- che potrebbe essere ricca di radon - dal sottosuolo per differenza dipressione tra l'interno e l'esterno (effetto camino) e si ha una minoreaerazione, è preferibile effettuare le misurazioni in questa stagione.

La bonifica degli edifici inquinatiNelle situazioni in cui dopo aver effettuato una misurazione si dovesserivelare una concentrazione di radon superiore ai livelli di riferimento èopportuno effettuare degli interventi di bonifica. Ci sono interventi difacile realizzazione e poco invasivi per gli edifici ed altri via via semprepiù pesanti. Alcuni interventi sono volti a limitare o eliminare i punti diinfiltrazione, ma di solito si consiglia sempre di accompagnare questirimedi con metodi di depressurizzazione del suolo per impedire la risa-lita del gas, in quanto i primi da soli risultano generalmente insufficien-ti. Un rimedio immediato, anche se non sempre efficace, consiste nelcontinuo ricambio d'aria degli ambienti. Una corretta quanto continuaventilazione può contrastare gli accumuli del gas che tendono a faraumentare la concentrazione di radon negli ambienti. Oggi è possibileeffettuare uno screening autonomo dei propri locali attraverso dei dosi-metri economici

(da Wikipedia)

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GEOLOGIA

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Egidio De Maron Il ruolo e l’importanzadel geologo nelle emergenzedi Protezione Civile

Attualmente quasi tutte lePubbliche Amministrazionidispongono di strumenti co-noscitivi del proprio terri-torio, professionali e quali-tativi elevati in termini di a-nalisi della pericolosità i-drogeologica e sismica (cfr.Studi Geologici allegati aisingoli PGT) ma, non di rado,questi strumenti sono rele-gati al ruolo di belle imma-gini cartografiche o, peggio,giacciono chiusi in faldoni inqualche armadio.L’utilizzo degli studi geolo-gici consente alle PubblicheAmministrazioni la predi-sposizione dei Piani di E-

mergenza di Protezione Ci-vile e la loro successiva ado-zione.Oggi, la redazione dei Pianidi Emergenza di ProtezioneCivile non solo è un obbligolegislativo, ma, cosa più im-portante, costituisce ilprimo strumento da utiliz-zare per informare la popo-lazione affinché conosca ipericoli a cui è soggetta e im-pari quelle procedure dicomportamento da adottarein specifiche situazioni di e-mergenza.Sarebbe un obbligo, almenomorale, per chi amministraun territorio comunicare e

Molto spesso michiedo, a seguitodelle numerose

e diffuse emergenze di na-tura idrogeologica e sismica,perché mai nel 2014 dob-biamo ancora assistere a de-vastazioni del territorio,morti tra la popolazione.Personalmente potrei for-nire delle risposte che credopotrebbero suscitare indi-gnazione da parte di alcuniAmministratori pubblici,tuttavia da tecnico di Prote-zione Civile, cito la più evi-dente che, senza dubbio, èla mancanza di attività diprevenzione.

rendere partecipe di questamole di informazioni tutta lapopolazione per diffondereuna cultura di Protezione Ci-vile. Raramente, però, sentodi iniziative finalizzate aquesto tipo di attività edu-cativa.Mi si potrebbe contestareche questa documentazioneè messa a disposizione sututti i siti internet delle Am-ministrazioni. Premesso checiò vale per le Amministra-zioni virtuose e solo perquella frazione della popo-lazione che “naviga su in-ternet”, permettetemi didire però che l’informazione

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GEOLOGIA

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tipo fiduciario, intendendocon questo termine la fi-ducia che l’Ammistrazioneripone nelle competenzetecniche del geologo/consu-lente individuato in virtùdella sua preparazione e co-noscenza del territorio e,non da ultimo, anche per lasua personalità, e non subase esclusivamente eco-nomica di contenimentodelle spese – o peggio – permero adempimento buro-cratico e/o amministrativo; iltutto a scapito della qualitàtecnica del lavoro.Il geologo è una figura tec-nica/professionale che in oc-casione di eventi, attività, e-mergenze di Protezione Ci-vile (idrogeologiche e si-smiche) può svolgere atti-vità, in un intervallo ditempo limitato, di supporto

ai responsabili della ge-stione emergenziale nellescelte tecnico-decisionalidelle prime fasi dell’emer-genza.Nello specifico, per quantoriguarda il “rischio idrogeo-logico” l’utilizzo da parte diuna Amministrazione Pub-blica del geologo/consu-lente può iniziare già dallafase di Allarme-codice 3 (e-messo dall’U.O. di P.C. dellaRegione Lombardia in occa-sione di eventi meteorolo-gici previsti che superino lasoglia di allarme dell’area o-mogenea in cui è inserito ilterritorio); in questo caso, sesul territorio è presente unasituazione di potenziale pe-ricolo idrogeologico cono-sciuto (frana, colata di de-trito, ecc.) e che è identifi-cato come un possibile sce-

diretta è un’altra cosa.Il confronto tra i cittadini e gliAmministratori e i tecniciche hanno prodotto gli studicontribuisce a fornire queidettagli e quelle sfumatureche un sito internet non puòcerto dare, insomma, l’in-contro diretto … vale moltodi più.In questo contesto di comu-nicazione e valutazione deirischi il ruolo del geologo(professionista e/o tecnicoabilitato) consulente del-l’Amministrazione Pubblicadeve considerarsi molto im-portante, non solo per la co-noscenza della materia trat-tata, ma anche perché puòsvolgere una funzione so-ciale altamente qualificatanell’esposizione delle con-dizioni di pericolosità delterritorio.

L’ attività e la fun-zione del geo-logo/consulente

per le Pubbliche Ammini-strazioni non dovrebbe es-sere limitata alla sola predi-sposizione di studi geologicidi carattere generale e/o piùspecialistici (consideratacome una “fase previsio-nale”), ma dovrebbe poterproseguire in tutte quelle at-tività successive volte allaprevenzione e alla mitiga-zione di un possibile peri-colo, fornendo – in una fasedi emergenza o di post-e-mergenza – un valido contri-buto tecnico.Personalmente ritengo cheil rapporto che si dovrebbeinstaurare tra un geologoprogessionista/consulente euna Amministrazione Pub-blica dovrebbe essere di

nario di Protezione Civile al-l’interno del Piano di Emer-genza Comunale, il geo-logo/consulente può essereutilizzato durante la fase dimonitoraggio nello svolgi-mento delle attività previstenel cosiddetto presidio territo-riale (attivato ed attuato dal-l’Amministrazione in questaoccasione di allerta).Questo supporto tecnicospecialistico consentirebbedi seguire l’evoluzione delfenomeno idrogeologico in-dividuato (frana, smotta-mento, colata di detrito,ecc.) e fornire indicazioni re-lative al movimento in atto alresponsabile amministra-tivo così che lo stesso possaintraprendere le iniziativenecessarie per proteggere lapopolazione finanche alla e-vacuazione preventiva di

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GEOLOGIA

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geologo/consulente è chia-mato a svolgere in un inter-vallo di tempo limitato (postevento sismico) al fine disupportare i responsabilidella gestione emergen-ziale nelle scelte tecnico-decisionali delle prime fasidell’emergenza.L’impiego del professionistaè strettamente legato alla in-dividuazione ed analisidelle situazioni con condi-zioni di pericolosità e rischiopost-evento (rischio re-siduo), alla definizione dellelinee programmatiche sullasistemazione della popola-zione senzatetto in aree ap-positamente attrezzate ed èdi supporto alle valutazioni

tecniche finalizzate al più ra-pido rientro della popola-zione nelle abitazioni valu-tate “agibili”.

Sostanzialmente iprincipali campi diintervento nei

quali possono essere coin-volti i geologi in emergenzadi natura sismica o idrogeo-logica possono riguardare:1) controllo della sicurezzageologico-tecnica dei centriabitati e delle infrastruttureviarie per l’individuazionedelle zone a rischio e per ilsupporto alla definizionedegli interventi di messa insicurezza, per il pronto ripri-stino della circolazione;

un’area soggetta al pericolo.Durante la fase di emer-genza - codice 4, ovvero adaccadimento dell’evento i-drogeologico, o nel post e-mergenza l’impiego del tec-nico geologo/consulente èfinalizzato alla prosecuzionedelle attività di controllo emonitoraggio del fenomenoed alla valutazione del pos-sibile rischio residuale.Per il rischio sismico, l’utilizzodel geologo/consulente av-viene generalmente nelpost-emergenza on quantol’evento risulta essere im-prevedibile; l’attività geolo-gica in questo tipo di emer-genza è il complesso delleindagini, studi e rilievi che il

2) supporto per la verifica diagibilità di edifici interessatidagli effetti di eventi sismicio idrogeologici, con partico-lare riguardo alle deforma-zioni permanenti e alla sta-bilità geologico-tecnica deiterreni di fondazione;3) controllo e verifica dell’i-doneità geologica delle areedi emergenza previste daipiani di protezione civile co-munale;4) controllo delle atre infra-strutture quali elettrodotti,condotte idriche, dighe ealtre opere di ritenuta, rile-vati artificiali, ecc., e sup-porto per la loro messa in si-curezza da eseguire di con-certo con gli enti gestori. ❑

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CONDOMINIO

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Corso pratico di introduzioneall’amministrazionedei condomini

– Rettifica e/o modifica delle tabelle millesimali;– Coefficienti incrementativi e decrementativi.

V lezione, martedì 28 gennaioDocenti: rag. Grassini, arch. Premoli, geom. SquassinaProva pratica: “Redazione di una tabella millesimale diproprietà; Redazione di un riparto di gestione”– Commenti e considerazioni.

VI lezione, giovedì 30 gennaioDocenti: avv. Sacchini e rag. Bertocchi“L’assemblea di condominio” (Disamina art. 1136 C.c.)– Attribuzioni;– Costituzione e validità delle delibere;– Impugnazioni;– Nullità ed annullabilità delle delibere assembleari;– Il verbale dell’assemblea;– Le maggioranze in assemblea condominiale;– Commenti e considerazioni.

VII lezione, martedì 4 febbraioDocenti: rag. Grassini, geom. SquassinaProva pratica: “Convocazione Assemblea condominiale,tenuta Assemblea e redazione del relativo verbale”– Verbalizzazione;– Mozioni d’ordine;– Assunzione di delibere assembleari.

VIII lezione, giovedì 6 febbraioDocenti: rag. Grassini, geom. Squassina“La ripartizione e gestione delle spese”– La contabilità del condominio;– Ripartizione delle spese;– Riscossione dei contributi;– Erogazione delle spese;– Piani di riparto;– Le quote di partecipazione in funzione degli interventi;– Il bilancio preventivo;– Il bilancio consuntivo.

IX lezione, martedì 11 febbraioDocenti: avv. Sacchini, arch. Premoli“Le innovazioni” (Disamina art. 1120 e 1121 C.c. - Innovazione in ge-nere)– Parti comuni dell’edificio (art. 1117 C.c.);– Le innovazioni gravose e voluttuarie;– Le innovazioni vietate.

X lezione, giovedì 13 febbraioDocenti: rag. Cunego, rag. Grassini, geom. SquassinaProva pratica “Redazione di un riparto di spesa” (ordinaria

È in corso di svolgimento un corso pratico di introduzionealla professione di Amministratore di Condominio organiz-zato congiuntamente dal Collegio geometri di Brescia e dal-l’Associazione Bresciana Amministratori di Beni Immobi-liari, che ha preso il via martedì 14 gennaio e che si conclu-derà dopo 20 lezioni il 20 marzo prossimo con la consegnadegli attestati finali di partecipazione.Vediamone il programma e il calendario delle lezioni.

I lezione, martedì 14 gennaioDocenti: avv. Sacchini e geom. Squassina“Presentazione del corso: Il condominio”– Presentazione del corso;– Organizzazione delle lezioni e predisposizione del mate-

riale didattico;– La comunione e il condominio;– La costituzione del condominio;– Parti comuni (srt 1117 C.c.;– Il condominio parziale e il supercondominio.

II lezione, giovedì 16 gennaioDocenti: avv. Sacchini e geom. Squassina“L’amministratore di condominio” (artt. 1129, 1130, 1131 C.c.)– Requisiti– Natura giuridica;– Nomina e revoca da parte dell’Assemblea;– Nomina e revoca da parte dell’Autorità Giudiziaria;– Attribuzioni;– Rappresentanza e poteri;– Responsabilità;– Passaggio di consegne.

III lezione, martedì 21 gennaioDocenti: avv. Sacchini e avv. Premoli“Il regolamento di condominio, diritto dei partecipantisulle cose comuni”, (Disamina art. 1117)– Tipologia di regolamento;– Meccanismi di approvazione;– Indivisibilità;– Costruzione sopra l’ultimo piano dell’edificio;– Perimetro totale e parziale dell’edificio.

IV lezione, giovedì 23 gennaioDocenti: geom. Squassina e rag. Grassini“Le tabelle millesimali”– Elaborato di subalternazione;– Modalità di calcolo delle tabelle di proprietà (criteri og-

gettivi e soggettivi, coefficienti);– Le tabelle di riparto spese scale/ascensore;– Le tabelle di riparto spese riscaldamento;– L’approvazione delle tabelle millesimali;

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CONDOMINIO

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XIII lezione, martedì 25 febbraioDocenti: arch. Premoli“Tecniche e gestione, Normativa sugli impianti condomi-niali”– Normativa riguardante gli impianti;– Legge 46/90 Sicurezza degli impianti elettrici;– Gestione e programmazione degli interventi;– Legge 13/89 Barriere architettoniche;– Legge 122/89;– Normativa ascensori;– Conduzione centrale termica;– Appalti e sicurezza (D.Lgs. 81/2008).

XIV lezione, giovedì 27 febbraioDocenti: arch. Mazzocchi“Opere di manutenzione straordinaria” (Lastrici solari -Tetto - Facciate - Balconi) (Disamina art. 1126 C.c.)– Maggioranze deliberative;– Ripartizione delle spese e richiesta quote;– Normativa fiscale (detrazioni IRPEF, IVA da applicare, co-

e straordinaria)– Commenti e considerazioni.

XI lezione, martedì 18 febbraioDocenti: avv. Sacchini“Dissenso dei condomini rispetto alle liti” (Disamina art. 1132C.c.) e “Le azioni giudiziarie nel condominio”– Le modalità.– Le legittimazioni;– Ricorsi ed ingiunzioni di pagamento;– Solidarietà appaltatori;– Nomina giudiziaria dell’Amministratore.

XII lezione, giovedì 20 febbraioDocenti: arch. Premoli“Patologia dei fabbricati”– Nomenclatura delle strutture;– Impianti idrici-termici-elettrici;– Metodi di controllo e di intervento;– Impermeabilizzazione e coibentazione;– Principali cause di degrado e interventi di restauro.

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– L’etica dell’Amministratore;– Strategia di acquisizione dei condomini;– Conduzione e comportamento in assemblea;

XVIII lezione, giovedì 13 marzoDocenti: rag. Grassini, geom. Squassina, rag. Cunego“Ripasso generale, Prova pratica finale”– Relatori rispondono alle domande dei corsisti;– Consegna scheda di valutazione e prova pratica finale.

IXX lezione, martedì 18 marzoDocenti: arc. Mazzocchi, ing. Monticone“Sicurezza del Condominio”– Problematiche (canne fumarie, cisterne gasolio, pozzi, fo-

gnature, amianto, linne vita);– Certificato prevenzione incendi;– Documento valutazione dei rischi (DVR);– Documentazione dei rischi interferenti (DVRI).

XX lezione, giovedì 20 marzoDocenti: avv. Sacchini, geom. Squassina, Rag. Grassini“Correzione prova pratica” e “Consegna degli attestati fi-nali di partecipazione”– Correzione congiunta della prova;– Consegna degli attestati finali di partecipazione;– Saluti.

municazioni ai condomini);– Incarichi professionali (progettista, direttore dei lavori,

coordinatore della sicurezza);– Appalti e contratti;– Responsabilità dell’Amministratore quale committente

delle opere (D.Lgs. 81/2008).

XV lezione, martedì 4 marzoDocenti: sig. Zubiani, rag. Bertocchi“L’Assicurazione del Condominio” e “Normativa fiscale delCondominio”– Adempimenti;– Responsabilità;– Garanzie e franchigie.– Redazione 770 - Quadro AC - Elenco fornitori - F24 - Rite-

nute d’acconto.

XVI lezione, giovedì 6 marzoDocenti: rag. Grassini, rag. Gabelli“Normativa sulla privacy” e “Web e condominio”– Obblighi;– Adempimenti e responsabilità.– Sito Web condominiale.

XVII lezione, martedì 11 marzoDocenti: rag. Cunego“Etica e psicologia del Condominio”– Nozioni comportamentali;

CONDOMINIO

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CONDOMINIO

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Da “Giornale di Brescia”del 2 febbraio 2014 Case e negozi, il fisco

si prende 52 miliardi. Ma orala registrazione è più facile

zione dei contratti di loca-zione e affitto di immobili ecomunicarne eventuali pro-roghe, cessioni o risoluzioni.Il modello RLI può essere u-tilizzato anche per eserci-tare l’opzione e la revocadella cedolare secca e percomunicare i dati catastalidell’immobile oggetto di lo-cazione o affitto.Nel modello, quindi, con-fluiscono tutti gli adempi-menti fiscali legati alla regi-strazione dei contratti di lo-cazione e affitto immobi-liare.Il modello potrà essere in-viato direttamente via in-ternet, attraverso i servizionline dell’Agenzia delleEntrate. Inoltre, sarà possi-bile versare online le im-poste connesse alla registra-zione con addebito sulconto del contribuente odell’intermediario, secondole regole per il modello F24.

I l peso fiscale sugli im-mobili supererà que-st’anno i 52 milardi di

euro: ben 2,9 miliardi in piùrispetto al 2013. Dall’iniziodella crisi il livello di tassa-zione sulle case, i negozi, gliuffici e i capannoni è aumen-tato di 10 miliardi. Sono idati elaborati dall’Ufficiostudi della Cgia.In un panorama così difficileperò una nota positiva perchi deve registrare i contrattidi locazione immobiliarec’è. A partire dal 3 febbraio2014, infatti, i contribuentipotranno adempiere a tuttigli obblighi legati alle loca-zioni direttamente onlinegrazie al nuovo modello RLIche, tra le altre novità, con-sentirà di allegare una copiadel testo contrattuale.È quanto annuncia l’agenziadelle Entrate in una nota. Icontribuenti potranno usarequesto modello per richie-dere agli uffici dell’Agenziadelle Entrate la registra-

Imposte sull’acquisto:da gennaio favoritele vendite tra privati

L’imposta di registro scenderà dal 3% al 2%, mentre l’imposta ipotecaria equella catastale vengono ridotte da 168 euro a 50 euro

Lo scorso settembre 2013 sono state approvate dal Consigliodei Ministri le modifiche alle imposte di registro, ipotecariae catastali applicate sul valore dell’immobile acquistato.Il Decreto Istruzione (Dl. 104/2013) ha infatti introdotto mo-difiche essenziali alle imposte indirette e il cambiamento,avvenuto dal 1° gennaio del 2014, favorirà in particolar modole compravendite tra privati delle abitazioni utilizzate comeprima casa: in questo caso l’imposta di registro scenderà dal3% al 2%, mentre l’imposta ipotecaria e quella catastale ven-gono ridotte da 168 euro a 50 euro. Passeranno ad un im-porto fisso di 50 euro anche le imposte ipotecaria e catastaleche fino ad ora vengono applicate con valori proporzionalirispettivamente dell’1% e 2%.Per quanto riguarda invece gli immobili di lusso (anche seprima casa) e per tutte le seconde case, l’imposta di registropasserà dal 7% al 9%.L’imposta ipotecarie e l’imposta catastale subiranno unamodifica al rialzo a 200 euronei casi in cui il loro importoè di 168 euro.Una riduzione dei costi dav-vero notevole e che premia

chi dichiara il vero valore discambio degli immobili.Attenti però perché questanuova tassazione agevolatasi applicherà solo per l’ac-quisto della prima casaquindi per poterne benefi-ciare non devono risultareintestati altri immobilianche se in comunione.Queste misure hanno loscopo di limitare l’evasionefiscale connessa all’acquistodi immobili il cui valore di-chiarato è spesso inferiore alvalore reale. Un’evasionesubdola e difficile da pro-vare se non con costi di 2in-dagine” da parte dell’A-genzia delle entrate spessocoinvolta in liti giudiziarieche si trascinano per anni diriuscire a riscuotere il do-vuto. ❑

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AGRICOLTURA

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Ulteriori conferme sulla complessiva solidità del-l’agricoltura italiana arrivano dalla societàålthesys che, per il gruppo Nestlè, ha fotografato

l’imprenditoria agricola italiana nell’attuale crisi economica.Come sottolineato più volte dal ministero e dalle principalirappresentanze del settore, il comparto agricolo regge gliurti della concorrenza puntando sull’orgoglio nazionale delproprio made in Italy. A ciò si aggiuge un progressivo rin-giovanimento dell’imprenditoria agricola, sempre più do-tata di adeguata preparazione teorica. Infatti, oltre il 40%delle imprese agricole nate nei primi sei mesi del 2013 sonoguidate da giovani sotto i 40 anni e, di questi, il 19% è lau-reato contro il 6% del totale degli agricoltori. Sui campi enelle stalle italiane si sta creando una nuova occupazione,legata anche all’incremento delle imprese: + 2,8% rispettoal 2012, circa 11.485 nuove aziende. E il 33% dei nuovi im-prenditori è di sesso femminile.I numeri restano importanti anche in relazione al lavoro, chevede nell’agricoltura l’impegno di oltre 851.000 soggetti, il

4% degli occupati della penisola.In questo contesto, la ricerca innovativa e lo sviluppo tec-nologico svolgono un ruolo fondamentale che spesso puòfare la differenza nell’affermazione del proprio prodotto.Per questo motivo il gruppo Nestlè in Italia ha finanziato unostudio dell’Università La Sapienza, il cui risultato è stato lacreazione di un nuovo strumento per migliorare l’efficacia ela competitività del mercato agricolo italiano. La Food Re-putation Map (Frm) permette ora di misurare la reputazionedi qualsiasi produzione alimentare, constatando i punti diforza che nascono nella percezione del consumatore. Ciò fa-cilita quindi la preliminare decisione sulle opzioni di busi-ness da perseguire, puntando su processi produttivi e co-municativi ben più precisi di prima. Gioventù e agricolturapossono finalmente trovare spazio all’interno della stessaricerca, mentre gruppi come Neslè stanno comprendendo afondo la posizione strategica del settore primario.

Agricoltura italiana sempre piùgiovane e “rosa”

Andrea ColomboDal “Giornale di Brescia”

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CULTURA

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Foto di famiglia nelle costruzioni:il ferroFranco Robecchi

M olti geometri sono tra i professionisti che hannocome attività il produrre oggetti materiali. Nonè così per chi si interessa di questioni ammini-

strative, burocratiche o commerciali, ma chi produce case,strade, impianti si confronta con i materiali, con le loro esi-genze, le loro qualità, le loro insidie. Tra i mille materiali dinuova generazione, che la tecnologia contemporanea ci haabituati a vedere sorgere ogni poco, ve ne sono però altriche sono antichi, e sempre validissimi. Non si può prescin-dere dal ferro. Sono circa 3000 anni – ma gli sporadici esordirisalgono a 4000 anni fa – che gli uomini del Mediterraneosanno estrarre e lavorare questo fondamentale metallo. Ri-spetto al rame e al bronzo il passaggio alla conoscenza delferro fu fondamentale nella storia, anche se l’uso rimase, per

moltissimi secoli, molto marginale, quasi esclusivamente li-mitato alle armi e ad alcuni utensili agricoli o artigiani. Bi-sogna attendere il primo Ottocento per vedere l’esordio si-gnificativo del ferro nella sfera dei grandi usi: nella mecca-nica, nelle costruzioni edili, nelle costruzioni navali. A par-tire da quella data il ferro è divenuto centrale nella nostraciviltà. Nonostante i molti concorrenti, nel campo dei me-talli, ma anche nell’ambito di nuovi materiali non metallici,il ferro domina la nostra vita. Le sue forme storiche, la ghisae l’acciaio, sono state affinate in una grande varietà di solu-zioni, di leghe adatte agli usi più specialistici. Ma restandoalla forma classica del cosiddetto ferro, lanciamo qualchesguardo sulla vicenda. Una grande realtà, quella del ferro,impregnò la vita dei regni e dei popoli, attraverso la produ-

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CULTURA

IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/1 - 83

Nella pagina di sinistra:un’abilissima raffigurazione di inizio’900, di un’officina per la lavorazionedel ferro, con la dominante presenzadel maglio, ben conosciuto nelBresciano.

Sotto: splendida tavola ottocentescaraffigurante il lavoro e alcuni prodottidel mangano, costruttore di moltioggetti in ferro e anche di pentole.

zione di armi, ma anche dei singoli cittadini e contadini, at-traverso l’uso di chiavi e di aratri, di martelli e di chiodi, diseghe e di posate. La personalità artigiana bene identifi-cata, che aveva la sua bottega in ogni contrada, era quelladel fabbro ferraio o del maniscalco, entrambi abili nel sot-tomettere il durissimo metallo alla volontà dell’uomo. Nona caso addirittura un dio dell’empireo greco era un fabbro,un dominatore del fuoco, un fondatore dell’ingegneria edella tecnologia: Efesto. Benché brutto e decentrato ri-spetto all’Olimpo, si meritò in moglie la più seducente delledee, la bella per antonomasia: Venere. La sua fucina scate-nava i fuochi magmatici dal profondo della terra, tanto chedal suo nome derivò quello della montagna delle isole Li-pari e quindi il nome dei vulcani, adottato in tutto il mondo.

Era uno dei pochi dei a svolgere un lavoro, un duro lavoro,che consentiva a Giove di lanciare sulla terra i fulmini, ac-canto al suo privilegiato prodotto, la pioggia: fulmini pro-dotti dalle faticose martellate e dai sudori di Vulcano- E-festo. La sua apprezzatissima immagine ricadde sui reali ar-tigiani del ferro, ai quali ci si rivolgeva per la costruzione diuna spada o di una zappa, di un catenaccio o di un paiolo.Parallela era l’attività, altrettanto essenziale, del mani-scalco, il cui nome coincide con quello di maresciallo, il ma-niscalco militare. Il maniscalco per eccellenza fu S. Eligio,anche orafo e perciò patrono degli uni e degli altri. ProprioS. Eligio fu uno dei protagonisti della nutrita iconografia suilavoratori del ferro. Sino dal Medioevo S. Eligio offrì l’occa-sione per miniature e dipinti che hanno documentato la bot-

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CULTURA

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tega di fabbri e maniscalchi, soprattutto grazie al celebratoepisodio in cui si vede Eligio mentre lavora su zoccoli e ferridi un cavallo in un modo singolarmente comodo. Per ren-dere l’operazione della ferratura più facile, Eligio tagliò lazampa del cavallo e su quella intervenne, andando poi a sal-darla nuovamente all’animale, a ferratura avvenuta. La vi-

cenda è più complessa, ma sostanzialmente la scena raffi-gurata è quella citata.Una variante dell’attività del fabbro con martello e incudine,di grande fascino ambientale, fu scelta da alcuni artisti percreare dipinti tenebrosi, dove il fuoco si mescola all’acqua,in un’officina scura, nella quale rimbalzano i bagliori rossi

L’officina oscura del maglio, con ilnerboruto fabbro e la sua famiglia, inun quadro ottocentesco dell’ingleseJoseph Wrigt;

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CULTURA

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L’officina tugurio di un fabbroottocentesco, in un quadro tedesco.

delle fiamme. È l’antro del maglio, il grande martello (mal-leus in latino) che ha nel Bresciano importanti testimonianze.Proprio la terra bresciana si riconosce nella millenaria av-ventura del ferro, che ha costituito le radici industriali di unsuccesso poi esteso a settori collaterali e anche a nuovi fi-loni. Le valli, con le loro miniere, hanno posto il ferro fra i

materiali principi dell’economia bresciana, e quindi anchedella maturazione di professionalità specifiche. Le capacitàmanuali si sono ingranate nell’energia imprenditoriale, pas-sando dalle canne di fucile agli ingranaggi meccanici, dai ba-dili ai telai per camion. Quando si seppe utilizzare il ferroper produrre l’acciaio il panorama degli usi si dilatò im-

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CULTURA

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mensamente e i Brescianitrovarono un’altra impor-tante occasione che i geo-metri ben conoscono:quella dei profilati per co-struzioni e, soprattutto, deltondino. Le barre per il ce-mento armato sono statealla base di una fortuna im-prenditoriale e occupazio-nale straordinaria, per Bre-scia. Anche quella fase è an-data esaurendosi, per molteragioni economico-interna-zionali, ma lo sviluppo del-l’alluminio bresciano è figliodi quella stagione, cosìcome il primato brescianonell’automotive italiano. Lacrisi attuale non offuscaquesta epopea bresciana,che trae le sue origini dalleimmagini che qui si pubblicano, nella celebrazione del faber,l’uomo che forza il ferro. Questi virili artigiani sono statispesso raffigurati nello sforzo e nella fatica, con schiene pos-senti e braccia muscolose, nella pesante battaglia con lacontroparte che oppone una “ferrea” resistenza, rovente,minacciosa, veloce nel ritrarsi entro le temperature che ren-dono impossibile ogni trattamento, fulminea nello sprizzarefaville velenose e nel portare brucianti ferite. Talora, per af-frontare il ferro, è necessario essere possenti e anche sfigu-rati da tante lotte e da una vita di violenza. Non a caso eranoi giganteschi ciclopi ad aiutare Vulcano nella sua fucina. Main altri casi il fabbro è invece un sensibile creatore d’oggettid’arte, il maestro di quel ferro battuto che, nella storia eu-ropea, ha una lunga chioma di realizzazioni stupende, chesi stende sino al Medioevo, per trionfare nel Barocco e nuo-vamente esplodere nel Liberty e ancora continuare in unavicenda costellata di gloria. Nel Bresciano abbiamo i mae-stri del ferro battuto, che erano chiamati brüsafer, noti so-prattutto in Franciacorta. I fabbri che “bruciano il ferro”hanno prodotto bellissime opere per cancelli, inferriate,tombe, lampadari e mille altri oggetti. L’architettura si è av-valsa in ogni epoca dell’opera dei fabbri, ponendo le loro o-pere d’arte in luoghi eleganti o tenebrosi; talora eleganti etenebrosi allo stesso tempo, come nel caso delle grandi cer-niere per portoni di carceri o di castelli. Spostando solo unpo’ la visuale troviamo uno speciale tipo di lavoratore delferro, il magnano, che era specializzato in opere minute,spesso utilizzando la lamiera. Era soprattutto disponibileper costruire o riparare pentole e padelle e si imparentava

con un settore parti-colare di questi arti-giani: quello dei gi-tani che spesso ave-vano come unica atti-vità lecita proprioquella di riparatori dipentole. Nell’edi-lizia conosciamo illattoniere, che trae ilsuo nome dalla latta,un prodotto che siusa per canali digronda, pluviali,scossaline, ma che èservito anche perprodotti più decisa-mente artistici, comenell’industria deivecchi giocattoli. Chinon conosce le pic-cole automobili o le

giostrine in latta? Queste attività trapassavano infine nelmondo dei fonditori, che non avevano una storia meno an-tica alle spalle. Pensiamo solo che è ad essi che dobbiamola meraviglia di miracoli dell’intelletto umano come i Bronzidi Riace. La fusione di statue in bronzo, con la tecnica dellacera persa, è stata una delle attività forti dell’uomo antico,grazie alla quale si è costituito il patrimonio immenso dellascultura e non solo. Fonditori erano anche i campanari, piùdiffusi e presenti nella vita quotidiana. La campana è stata,almeno dal Medioevo, un oggetto simbolo dell’aggrega-zione comunitaria, sotto i grandi valori civili e religiosi. Alrintocco si focalizzava l’attenzione, la disponibilità sociale,la commiserazione e la festosità, il lutto e l’avviso politico,l’allarme e il tripudio. L’abilità dei campanari era, ed è, que-stione di sfumature e di sapienza, di tradizione e di sensi-bilità, perché si dice che basti un nonnulla per vanificare unlungo e potente lavoro. Nonostante la solidità e il fascino ar-tistico del bronzo e le mille virtù, anche elettriche del rame,le quasi dimenticate virtù idrauliche del piombo e le bril-lanti virtù dell’alluminio, il ferro resta un grande padre e ungrande alleato dell’uomo costruttore. Pensiamo alle esal-tanti architetture in metallo, a partire dall’acciaio di Eiffelper giungere al titanio di Frank Gehry, ai grattacieli anchealti 800 metri e ai grandi ponti sospesi. Avremo ancora bi-sogno per molti secoli del ferro e ancora su di esso marceràil progresso.

Scena di lavoro di un fabbromedievale

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TEMPO LIBERO

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Andrea Raccagni XIX Campionato Italianodi Sci alpino e nordicoper geometri a Bardonecchia

non ha però sminuito l’e-vento che ha visto la parteci-pazione di sedici Collegi connumerosi atleti ed accompa-gnatori, con una buona par-tecipazione alle gare.La vittoria è andata al Col-legio ospitante; Torino pren-deva parte alla manifesta-zione con un notevole nu-mero di atleti che hanno pri-meggiato in numerose cate-gorie, soprattutto in campofemminile.Al secondo posto Aosta,sempre numerosa e ben e-quipaggiata e davvero temi-bile nelle discipline delfondo, seguita da un’ottimaPiacenza che da qualche e-dizione ormai occupasempre le posizioni altedella classifica.

Le competizioni di que-st’anno, cinque in tutto,sono state le seguenti:slalom gigante, slalom spe-ciale, combinata, 5km di

T anta neve, pistemagnifiche e ot-tima organizza-

zione, a distanza di noveanni dall’ultima occasione,la città di Bardonecchia hanuovamente ospitato un’e-dizione dei Campionati Ita-liani di Sci per geometrinelle giornate dal 24 al 26gennaio 2014.Nella cornice delle mon-tagne che ospitarono i Gio-chi olimpici invernali di To-rino 2006 gli organizzatorihanno curato un ottimo e-vento, intenso e ben gestito,seppure spalmato su menogiorni rispetto al passato.L’ edizione di quest’anno èstata caratterizzata da unprogramma più concentratorispetto agli altri anni; ciò

fondo tecnica classica e 10km di fondo tecnica libera;di cui in allegato trovate leclassifiche relativamenteagli atleti bresciani.

Gli atleti e gli accompagna-tori che assistevano allosvolgimento delle provehanno potuto godere di unpiccolo punto ristoro all’ar-rivo delle gare allestito conprodotti tipici di alcuni Col-legi, e per chi voleva portarsia casa un ricordo delle gareun fotografo era presente aimmortalare le discese. Talifoto sono visibili tramite ilsito Geosport o anche su Fa-cebook .

B rescia quest’ annoha chiuso la mani-festazione con un

buon quinto posto; non dicerto uno dei migliori piaz-zamenti ottenuti, ma consi-derato il numero di atleti i-scritti alle gare possiamo af-fermare di esserci difesimolto bene. A tal propositoè giusto menzionare gli ot-timi risultati del collega

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TEMPO LIBERO

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Alcune istantanee dai campi di garadi Bardonecchia

punti al nostro Collegio.Onore al merito anche a Cri-stina Piaser di Torino che,oltre al duro lavoro dell’or-ganizzazione, ha conseguitoanche ottime prestazioni ingigante, slalom e combinata.Doveroso ringraziare la Geo-sport, nella figura del presi-

dente Gian Luca Musso, cheha organizzato insieme alCollegio di Torino un ottimoevento, sapendo gestirebene alcuni inconvenientisorti durante le tre giornatedi gare.La domenica, nel salutarcidopo le premiazioni e la pro-clamazione del collegio vin-citore, il Collegio di Aosta haespresso la propria inten-zione di organizzare i pros-simi Campionati; la XX edi-zione avrà quindi luogo aCogne.La speranza per il prossimo

Silvio Maruffi, primo nellasua categoria sia in slalomsia in gigante, e Riccardo Za-notti, che ha riscosso ottimirisultati sia nelle disciplinedel fondo, che nel gigante.Assieme a Dario Piotti edEnrico e Andrea Raccagnihanno portato parecchi

anno è quella di vedere piùcolleghi bresciani iscritti allamanifestazione; soprattuttogiovani e donne; non soloperché da un punto di vistastrettamente agonisticoqueste categorie portereb-bero preziosi punti, ma so-prattutto perché il Campio-nato Nazionale di Sci è occa-sione di incontro e discambio di idee tra colleghiche condividono la stessapassione, in una cornice na-turale che spesso lasciasenza fiato.

Per la CombinataCategoria Veterani A22° Riccardo Zanotti

Per lo Slalom GiganteCategoria Veterani A31° Silvio Maruffi Categoria Veterani A24° Riccardo Zanotti 5° Dario Piotti 9° Enrico Raccagni 15° Giovanbattista Zammarchi

Categoria Veterani A17° Paolo Orsatti Categoria Seniores4° Andrea Raccagni

Per lo Slalom specialeCategoria Veterani A31° Silvio MaruffiCategoria Veterani A23° Dario Piotti7° Enrico Raccagni9° Pietro Giovanni Lissana

Per il Fondo 5 kmCategoria Veterani A22° Riccardo Zanotti

Per il Fondo 10 kmCategoria Veterani A23° Riccardo Zanotti

Classifica per Collegi1° Collegio di Torino2° Collegio di Aosta3° Collegio di Piacenza5° Collegio di Brescia

La classifica dei geometri bresciani

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a cura del geom. Alfredo Dellaglio

Novità di LeggeNovità di Legge

Finalità della rubrica è di contribuire all’informazione sull’emana-zione di leggi, decreti e circolari pubblicati sulla Gazzetta Ufficialedella Repubblica e sul Bollettino Ufficiale della Regione Lom-bardia.I lettori della rivista che sono interessati ad approfondire i conte-nuti delle norme sopra elencate potranno consultare gli organi uf-ficiali (GU e BURL) presso il Collegio dei Geometri.

Legge 30/10/2013 n. 125 (Gazzetta Ufficiale 30 ottobre 2013 n.255)Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 31 a-gosto 2013 n.101, recante disposizioni urgenti per il persegui-mento di obiettivi di razionalizzazione nelle pubbliche ammini-strazioni. (In vigore dal 31 ottobre 2013)Il decreto ha introdotto importanti novità nella disciplina del si-stema di controllo della tracciabilità dei rifiuti. È prevista una fasetransitoria di sperimentazione per soggetti operanti in relazione airifiuti urbani pericolosi, che prenderà avvio dal 30/6/2014 e la de-finizione di un periodo transitorio di 10 mesi in cui si applica undoppio regime degli adempimenti e delle relative sanzioni.

Legge 7 ottobre 2013 n.112 (Gazzetta Ufficiale 8 ottobre 2013n. 236)Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 8 a-gosto 2013 n. 91, recante disposizioni urgenti per la tutela, la va-lorizzazione ed il rilascio dei beni e delle attività culturali e del tu-rismo. (In vigore dal 9 ottobre 2013)

Legge 28 ottobre 2013 n. 124 (Gazzetta Ufficiale 29 ottobre 2013n. 254)Conversione in legge del decreto-legge 31 agosto 2013 n.102,recante disposizioni urgenti in materia di IMU, di altra fiscalità im-mobiliare, di sostegno alle politiche abitative e di finanza locale,nonché di cassa integrazione guadagni e di trattamenti pensioni-stici. (In vigore dal 30/10/2013)

Decreto Ministero Sviluppo Economico 1 ottobre 2013 (Gaz-zetta Ufficiale 17 ottobre 2013 n. 244)Specifiche tecniche delle operazioni di scavo e ripristino per laposa di infrastrutture digitali nelle infrastrutture stradali. (In vigoredal 1 novembre 2013)

Decreto Ministero Giustizia 31 ottobre 2013 n. 143 (GazzettaUfficiale 20dicembre 2013 n. 298)Regolamento recante determinazione dei corrispettivi da porre abase di gara nelle procedure di affidamento di contratti pubblicidei servizi relativi all’architettura e all’ingegneria. (In vigore dal 21

dicembre 2013)

Lettera-circolare 27 dicembre 2013 n. 17381. Il dipartimento deiVigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile delMinistero dell’Interno hanno fornito un prospetto riepilogativodelle norme di prova ritenute accettabili ai fini della certificazionedella resistenza al fuoco dei sistemi di protezione degli elementicostruttivi in acciaio, intonaci spruzzati, vernici intumescenti, ri-vestimenti in lastre. Dal 30 novembre 2013 sono in vigore in formaesclusiva le norme EN 13381-4:2013 ed EN 13381-8:2013

Circolare Ministero Ambiente e Tutela Territoriale e Mare 7 no-vembre 2013 n. 49801Recante chiarimenti interpretativi relativi alla disciplina dell’auto-rizzazione unica ambientale “AUA” nella fase di prima applica-zione del decreto del Presidente della Repubblica 13 marzo 2013n.59Con la citata circolare il ministero dell’ambiente fornisce chiari-menti interpretativi relativi alla disciplina dell’AUA nella fase diprima applicazione del Dpr sopraindicato per la disciplina del-l’autorizzazione unica ambientale e la semplificazione di adempi-menti amministrativi in materia ambientale gravanti sulle piccolee medie imprese e sugli impianti non soggetti ad autorizzazioneintegrata ambientale.

Deliberazione Autorità Vigilanza Contratti Pubblici 23 maggio2013 n. 24Indicazioni alle stazioni appaltanti, alle Soa ed alle imprese in ma-teria di emissioni dei certificati di esecuzione lavori.

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Aggiornamento Albo

Cancellazioni dall’Albo con decorrenza 15 novembre 2013N. Albo Nominativo Luogo e data di nascita Residenza Motivo

4444 Livornesi Maria Grazia Cremona 27/05/1962 25027 Quinzano d’Oglio (Bs) Via Matteotti 23 Trasferimento

Cancellazioni dall’Albo con decorrenza 28 novembre 2013N. Albo Nominativo Luogo e data di nascita Residenza Motivo

3725 Moretti Alessandro Paderno F.C. (Bs) 11/05/1962 25064 Gussago (Bs) Vicolo Canale 14 Decesso

Cancellazioni dall’Albo con decorrenza 20 dicembre 2013N. Albo Nominativo Luogo e data di nascita Residenza Motivo

5344 Boni Pietro Orzinuovi (Bs) 30/06/1981 24040 Boltiere (Bg) Via Donizetti 8 Trasferimento

Cancellazioni dall’Albo con decorrenza 31 dicembre 2013N. Albo Nominativo Luogo e data di nascita Residenza Motivo

6232 Abeni Gianenrico Brescia 21/02/1984 25040 Corte Franca (Bs) Via Villa 9 Dimissioni

3034 Azzini Alberto Fiesse (Bs) 21/12/1957 25020 Fiesse (Bs) Via Europa 1/A Dimissioni

3660 Ballardini Ciro Breno (Bs) 13/11/1963 25040 Bienno (Bs) Via Luzzana Superiore 11 Dimissioni

4016 Bendinoni Luciano Salò (Bs) 08/01/1953 25084 Gargnano (Bs) Via Repubblica 38 Dimissioni

2669 Bianchetti Benedetto Gardone V.T. (Bs) 11/02/1953 25063 Gardone V.T. (Bs) Via X Giornate 137 Dimissioni

5970 Bocchi Renata Brescia 19/08/1988 25030 Trenzano (Bs) Via G. Carducci 22/B Dimissioni

5906 Braga Marco Desenzano d. Garda (Bs) 04/11/1983 25012 Calvisano (Bs) Via Zilie Superiori 32 Dimissioni

4915 Capra Samanta Brescia 03/06/1975 25082 Botticino (Bs) Via G. Soldi 64 Dimissioni

6121 Carioni Bernardo Crema (Cr) 15/10/1969 25030 Paratico (Bs) Via Mazzini 44/A-int. 15 Dimissioni

5860 Carlesso Stefano Desenzano d. Garda (Bs) 16/01/1983 25015 Desenzano d. Garda (Bs) Via Minelli 21 Dimissioni

1897 Castagna Carlo Remedello (Bs) 07/10/1947 25010 Remedello (Bs) Via Silvio Pellico 75 Dimissioni

3309 Cavedaghi Daniela Salò (Bs) 24/09/1956 25087 Salò (Bs) Via V. da Feltre 9 Dimissioni

5862 Cenini Marzia Edolo (Bs) 15/04/1986 25056 Ponte di Legno (Bs) Via Arnaldo Berni 13 Dimissioni

5863 Cerutti Sara Manerbio (Bs) 27/02/1987 25024 Leno (Bs) Via Aldo Moro 10 Dimissioni

2560 Cornacchiari Giovanni Brescia 07/06/1950 25020 Flero (Bs) Piazza 4 Novembre 63 Dimissioni

2028 Corsini Giambattista Rovato (Bs) 19/09/1944 25075 Nave (Bs) Via Borano Trav. II 19/A Dimissioni

6031 Corsini Nicola Castiglione Stiviere (Mn) 6/02/1983 25018 Montichiari (Bs) Viale Marconi 89 Dimissioni

4465 Dieli Riccardo Brescia 06/02/1967 25045 Castegnato (Bs) Via S. Martino 72 Dimissioni

3131 Dondelli Enzo Ghedi (Bs) 26/01/1948 25016 Ghedi (Bs) Via S. Francesco d’Assisi 16 Dimissioni

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IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/1 - 93

N. Albo Nominativo Luogo e data di nascita Residenza Motivo

5609 Fasolo Daniele Desenzano d. Garda (Bs) 21/01/1969 25019 Sirmione (Bs) Via Chiodi 91 Dimissioni

4517 Ferrari Vittorio Leno (Bs) 05/07/1975 25020 Milzano (Bs) Via Cesare Battisti 62 Dimissioni

5640 Festa Renzo Brescia 24/10/1985 25045 Castegnato (Bs) Via della Pace 32 Dimissioni

5738 Frassi Ivan Iseo (Bs) 07/11/1981 25055 Pisogne (Bs) Via Trighetto 55 Dimissioni

4404 Gabanetti Marusca Manerbio (Bs) 26/03/1967 25024 Leno (Bs) Via R. Bacchelli 12 Dimlissioni

1872 Gabrieli Giovanni Leno (Bs) 18/08/1946 25134 Brescia Via G.B. Bossini 51 Dimissioni

4191 Gadeschi Giuseppe Brescia 19/08/1951 25070 Caino (Bs) Via Villa Sera 39 Dimissioni

5574 Gavezzoli Simone Brescia 28/07/1978 25134 Brescia Via Cadizzoni 1/bis Dimissioni

5515 Gentilini Riccardo Brescia 11/12/1970 25128 Brescia Via Sauro 2 Dimissioni

2912 Gheno Roberto Brescia 05/10/1950 25127 Brescia Via Zoccolo 40 Dimissioni

2782 Ghizzini Sergio Orzinuovi (Bs) 07/10/1949 25034 Orzinuovi (Bs) Via S. Martinelli 2 Dimissioni

5647 Guerini Moira Iseo (Bs) 24/09/1983 25054 Marone (Bs) Via S. Pietro 4/G Dimissioni

1615 Legrenzi Angiolino Brescia 29/07/1943 25126 Brescia Via Stoppani 23 Dimissioni

1063 Levrangi Giovan Maria Vestone (Bs) 18/07/1935 25078 Vestone (Bs) Via Mocenigo 78 Dimissioni

5252 Macobatti Oscar Brescia 12/08/1971 25030 Pompiano (Bs) Via A. Moro 1/A Dimissioni

3027 Martinelli Enrico Palazzolo s.Oglio (Bs) 11/02/1949 25036 Palazzolo s.Oglio (Bs) Viale Italia 14 Dimissioni

4798 Moraschetti Fabio Breno (Bs) 01/03/1975 25030 Castrezzato (Bs) Via Ortigara 4 Dimissioni

4662 Moraschini Mirella Esine (Bs) 16/04/1972 25040 Angolo Terme (Bs) Via S. Silvestro 36 Dimissioni

5082 Noci Tiziano Chiari (Bs) 11/12/1977 25035 Ospitaletto (Bs) Via Don Patelli 20 Dimissioni

2468 Ometto Valeriano Carmignano Di B. (Pd) 18/03/1945 25030 Torbole Casaglia (Bs) Via Garibaldi 62 Dimissioni

3062 Paroletti Gianfranco Cedegolo (Bs) 10/03/1956 25051 Cedegolo (Bs) Via Moiolo 2 Dimissioni

6014 Piacentini Federico Brescia 07/04/1977 25030 Roncadelle (Bs) Via Martin Luther King-Tr.I-11/B Dimissioni

2260 Piai Claudio Orzinuovi (Bs) 02/09/1951 25083 Gardone Riviera (Bs) Via Valle Fiorita 42 Dimissioni

6200 Poli Daliel Gardone v. Trompia (Bs) 23/08/1988 25065 Lumezzane (Bs) Via San Rocco 1/A Dimissioni

4807 Presti Giovanni Iseo (Bs) 03/10/1971 25049 Iseo (Bs) Via Papa Giovanni XXIII 22 Dimissioni

1376 Raineri Gustavo Bengasi (Libia) 08/06/1940 25133 Brescia Via Valotti 4 Dimissioni

2928 Richini Alberto Darfo B.T. (Bs) 21/10/1942 25047 Darfo (Bs) Via San Bernardo 15 Dimissioni

2156 Rivadossi Giuseppe Borno (Bs) 30/01/1951 25042 Borno (Bs) Via Cirese 9 Dimissioni

3863 Rubini Giovanni Treviglio (Bg) 06/11/1946 25034 Orzinuovi (Bs) Via Chierica 22 Dimissioni

1492 Saleri Marco Poncarale-Flero (Bs) 05/12/1935 25122 Brescia Via Solferino 55 Dimissioni

5685 Salvi Luca Brescia 03/03/1974 25030 Castelmella (Bs) Via Roma 19 Dimissioni

3813 Scansani Paolo Motteggiana (Mn) 24/02/1962 25010 Sirmione (Bs) Via Lazzarini 11 Dimissioni

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94 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/1

N. Albo Nominativo Luogo e data di nascita Residenza Motivo

5610 Simoncelli Paolo Castiglione Stiviere (Mn) 07/12/1977 25080 Calvagese d.Riv. (Bs) Via della Fornace 7 Dimissioni

5503 Stain Gianvittorio Breno (Bs) 13/07/1979 25048 Edolo (Bs) Via Vidilini 58 Dimissioni

1381 Stevanato Oscar Brescia 11/09/1943 25063 Gardone V.T. (Bs) Via G. Pascoli 39 Dimissioni

3653 Tartari Armando Brescia 22/06/1942 25085 Gavardo (Bs) Via del Roccolo 3 Dimissioni

2455 Tomasoni Angelo Trenzano (Bs) 29/01/1943 25038 Rovato (Bs) Via M. L. King 7 Dimissioni

1197 Trainini Angelo Brescia 23/04/1934 25133 Brescia Via Fontane 45 Dimissioni

5005 Ventura Vitale Vezza d’Oglio (Bs) 15/03/1967 25073 Bovezzo (Bs) Via dei Prati 37/C Dimissioni

6114 Vitali Fabio Enrico Brescia 21/08/1988 25030 Corzano (Bs) Via A. Manzoni 9 Dimissioni

2501 Zanetti Pier Luigi Sarezzo (Bs) 26/08/1947 25068 Sarezzo (Bs) Via G. Zanardelli 54 Dimissioni

3717 Zappa Sergio Brescia 17/12/1948 25030 Roncadelle (Bs) Via Bachelet 2 Dimissioni

Cancellazioni dall’Albo con decorrenza 27 gennaio 2014N. Albo Nominativo Luogo e data di nascita Residenza Motivo

5012 Albertani Mirella Edolo (Bs) 13/08/1981 25059 Vezza d’Oglio (Bs) Via Grano 4/A Dimissioni

5258 Bettoni Maurizio Brescia 09/05/1974 25039 Travagliato (Bs) Via San Domenico Di Guzman 10 Dimissioni

5512 Caldara Claudio Lovere (Bg) 28/09/1981 25047 Drfo (Bs) Via Don Filippo Bassi 9 Dimissioni

5759 Gazzara Emanuele Chiari (Bs) 18/03/1984 25046 Cazzago S. Martino (Bs) Via Don Giovanni Lussardi 5/A Dimissioni

5376 Glisenti Marco Cernusco s./Naviglio (Mi) 21/03/1983 25080 Prevalle (Bs) Via Don G. Beccalossi 31 Dimissioni

5762 Magro Malosso Consuelo Milano 16/01/1983 25030 Castrezzato (Bs) Via Piave 45/43 Dimissioni

3418 Merelli Aldo Orzinuovi (Bs) 16/09/1946 25030 Roccafranca (Bs) Via Francesca Nord 11 Dimissioni

5718 Noris Micol Enrico Lovere (Bg) 24/04/1985 25040 Artogne (Bs) Via XXV Aprile 59 Dimissioni

5242 Pagani Alessandro Calcinate (Bg) 27/11/1970 25037 Pontoglio (Bs) Via Aldo Moro 19 Dimissioni

2485 Pedersoli Caterina Darfo (Bs) 14/01/1954 25040 Berzo Inferiore (Bs) Via Archimede 25 Dimissioni

6086 Rosa Isabella Iseo (Bs) 31/08/1989 25054 Marone (Bs) Via G. Guerini 31 Dimissioni

2739 Rota Angelo Guido Martinengo (Bg) 09/07/1946 25037 Pontoglio (Bs) Via I Maggio 2 Dimissioni

4821 Scalvini Sara Chiari (Bs) 26/06/1979 25030 Castelcovati (Bs) Via Rudiano 13/C Dimissioni

1979 Vezzoli Giovanni Castelmella (Bs) 09/08/1947 25020 Azzano Mella (Bs) Via Don Sturzo 36 Dimissioni

Cancellazioni dall’Albo con decorrenza 24 febbraio 2014 N. Albo Nominativo Luogo e data di nascita Residenza Motivo

5061 Barbieri Cristian Brescia 03/02/1975 28080 Botticino (Bs) Via Bellini 2/A Dimissioni

4903 Bertazzoli Saverio C. Pontoglio (Bs) 18/08/1956 25037 Pontoglio (Bs) Via Piave 23 Dimissioni

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IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/1 - 95

N. Albo Nominativo Luogo e data di nascita Residenza Motivo

5510 Biasi Andrea Brescia 13/04/1978 25010 Montirone (Bs) Via Campagna 82 Dimissioni

5621 Botta Ines Brescia 27/12/1982 25124 Brescia Via della Volta 90 Dimissioni

5073 Ducoli Alessandro Iseo (Bs) 17/06/1975 25047 Darfo (Bs) Via Fucine 24/B Dimissioni

4598 Foglia Loredana Chiari (Bs) 05/05/1978 25128 Brescia Via G. Galilei 57 Dimissioni

5380 Lanzini Daniele Luigi Chiari (Bs) 15/01/1981 25031 Capriolo (Bs) Via Brede Alte 79 Dimissioni

5950 Lorini Eleonora Brescia 28/10/1976 25127 Brescia Via delle Longure 53 Dimissioni

4236 Macobatti Giambattista Travagliato (Bs) 28/03/1968 25030 Torbole Casaglia (Bs) Via Tito Speri 7 Dimissioni

4655 Magri Stefano Montichiari (Bs) 31/10/1976 25018 Montichiari (Bs) Via Mons. Abate Quaranta 99 Dimissioni

3441 Mombelli Mariano Chiari (Bs) 28/06/1958 25032 Chiari (Bs) Via A. Ricci 16 Dimissioni

6209 Polonioli Alice Breno (Bs) 21/04/1990 25047 Darfo (Bs) Via Nazario Sauro 7 Dimissioni

6111 Rossini Alessandro Manerbio (Bs) 28/05/1987 25020 Pavone Mella (Bs) Via Don Minzoni 4/A Dimissioni

Iscrizioni all’Albo con decorrenza 27 gennaio 2014N. Albo Nominativo Luogo e data di nascita Residenza

6326 Monteverdi Alfonso Orzinuovi (Bs) 21/03/1973 25027 Quinzano d’Oglio Via Bernardo da Quinzano 29

6327 Beschi Andrea Brescia 23/07/1981 25088 Toscolano Maderno (Bs) Via Vitali 29

6328 Ghidini Simone Lovere (Bg) 14/03/1988 25047 Darfo B.T. (Bs) Località Bersaglio 4

6329 Gottardi Lorenzo Palazzolo s.Oglio (Bs) 18/03/1987 25030 Paratico (Bs) Via Gorizia 16

6330 Mosconi Franco Cividate Camuno (Bs) 22/06/1964 25081 Bedizzole (Bs) Via Macesina di Sotto 1/B

6331 Girelli Daniele Brescia 05/04/1990 25010 Montirone (Bs) Via Michelangelo 1

6332 Zeni Manuel Desenzano d. Garda (Bs) 23/03/1990 25080 Puegnago (Bs) Via Provinciale 8/A

6333 Amadei Michelle Desenzano d. Garda (Bs) 29/01/1990 25081 Bedizzole (Bs) Via Signorina 40

6334 Baffelli Ilario Breno (Bs) 28/11/1991 25053 Malegno (Bs) Via Sergola 4

6335 Bergomi Giulia Brescia 16/01/1991 25020 Poncarale (Bs) Via Paganini 11

6336 Bertuzzi Agata Brescia 14/07/1992 25010 Visano (Bs) Via G. Pascoli 9

6337 Bignotti Andrea Castiglione Stiviere (Mn) 16/08/1992 46043 Castiglione Stiviere (Mn) Via Tiziano 31

6338 Bortolameolli Stefano Brescia 26/01/1986 25125 Brescia Via Ancona 16

6339 Buttinoni Alberto Orzinuovi (Bs) 01/12/1985 25030 Orzivecchi (Bs) Via XXV Aprile 16

6340 Cadei Mattia Orzinuovi (Bs) 06/09/1991 25030 Castelcovati (Bs) Via dell’Isola 27/D

6341 Canedoli Roberto Brescia 28/07/1989 25030 Mairano (Bs) Via Mazzini 79

6342 Canesi Michele Chiari (Bs) 06/12/1992 25030 Castrezzato (Bs) Via dei Gelsi 20

6343 Conzadori Filippo Alberto Manerbio (Bs) 03/10/1992 25020 Gambara (Bs) Cascina Cicalino 59

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96 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/1

N. Albo Nominativo Luogo e data di nascita Residenza

6344 Ferrari Gianni Pietro Brescia 16/05/1992 25056 Ponte di Legno (Bs) Via Roma 35

6345 Franceschetti Giovanni Breno (Bs) 10/04/1992 25056 Ponte di Legno (Bs) Via Don G. Ragazzi 27

6346 Guerra Valeria Gavardo (Bs) 17/09/1992 25070 Sabbio Chiese (Bs) Via Sandro Pertini 6

6347 Lieta Alessandro Brescia 26/04/1992 25040 Malonno (Bs) Via Miravalle 14

6348 Lorusso Antonio Montichiari (Bs) 26/03/1969 25018 Montichiari (Bs) Via Padre Annibale Di Francia 8

6349 Mari Nicola Napoli 26/11/1990 25013 Carpenedolo (Bs) Via Cesare Battisti 3

6350 Martino Andrea Iseo (Bs) 17/04/1991 25030 Erbusco (Bs) Via Costa 33

6351 Ministrini Cristina Brescia 11/03/1992 25030 Paratico (Bs) Vicolo Centro 3

6352 Monese Sebastiano Peschiera d.Garda (Vr) 18/05/1990 25019 Sirmione (Bs) Via Caravaggio 1

6353 Olini Alessandro Breno (Bs) 27/04/1990 25010 Corteno Golgi (Bs) Via G. Garibaldi 18 - Fr. Santicolo

6354 Ortogni Denny Manerbio (Bs) 13/11/1988 25020 Milzano (Bs) Via Donatori di Sangue 15

6355 Pedeni Luca Manerbio (Bs) 30/03/1991 25020 Pavone Mella (Bs) Via Giuseppe Verdi 2

6356 Perletti Paolo Trescore Balneario (Bg) 13/02/1992 25031 Capriolo (Bs) Via Mazzini 29

6357 Reboldi Marco Brescia 14/05/1991 25066 Lumezzane (Bs) Via Fonte Fano 44

6358 Rizzi Andrea Brescia 05/02/1990 25011 Calcinato (Bs) Via Manzoni 12

6359 Rossini Christian Brescia 24/09/1992 25038 Rovato (Bs) Via Valle Marzia 17/B

6360 Serreli Simone Gavardo (Bs) 30/12/1992 25070 Preseglie (Bs) Via Provinciale 13

6361 Tocchella Marco Brescia 23/04/1992 25050 Passirano (Bs) Via Rondinella 5

6362 Zanetti Simone Brescia 18/07/1991 25070 Sabbio Chiese (Bs) Via San Martino 6

6363 Zanola Riccardo Brescia 17/06/1988 25128 Brescia Via A. Pigafetta 21

Iscrizioni all’Albo con decorrenza 24 febbraio 2014N. Albo Nominativo Luogo e data di nascita Residenza

6364 Rinetti Roberto Breno (Bs) 21/05/1977 25047 Darfo (Bs) Vicolo Primula 3

6365 Lorini Devis Orzinuovi (Bs) 17/04/1978 25030 Castelcovati (Bs) Via Cizzago 4/A

6366 Faccin Juri Brescia 27/01/1986 25050 Paderno Franciacorta (Bs) Via Canossi 14/A

6367 Fontana Filippo Manerbio (Bs) 06/05/1990 25028 Verolanuova (Bs) Via IV Novembre 20

6368 Milanesio Francesco Gavardo (Bs) 13/03/1991 25080 Mazzano (Bs) Via San Zeno 29

6369 Rivetti Francesco Brescia 13/03/1990 25030 Adro (Bs) Via Provinciale 71

6370 Bianchi Enrico Gavardo (Bs) 02/12/1992 25070 Sabbio Chiese (Bs) Via S. Lorenzo 110

6371 Bulferetti Nicole Breno (Bs) 10/02/1992 25056 Ponte di Legno (Bs) Via A. Bozzi 3

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IL GEOMETRA BRESCIANO 2014/1 - 97

N. Albo Nominativo Luogo e data di nascita Residenza

6372 Manca Francesco Gavardo (Bs) 15/09/1989 25087 Salò (Bs) Via Chiesa 9

6373 Statuto Paolo Gavardo (Bs) 04/05/1990 25079 Vobarno (Bs) Via Don T. Vezzola 14

Il mondo di B. Bat.

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