il geometra - settembre 2008

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Periodico del Collegio dei Geometri di Torino e Provincia

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Editoriale

Il geometra

Organo del Collegio dei Geometri di Torino e Provincia e del Collegio dei Geometri della Valle d’Aosta

Direttore responsabileILARIO TESIO

Consigliere responsabileLUCIANO SIMONATO

Redazione e impaginazioneMICHELA OBERTO

GraficaCHIARA CAMPONI

Comitato di redazione:FEDERICA CAPRIOLO, PAOLO CUSELLI, RODOLFO MEAGLIA, LUCA PERRICONE, RENATO PITTALIS, VITTORIO VIZZINI

Direzione, Redazione, Amministra-zione, Pubblicità:Via Cernaia 18 - 10122 TorinoTel. 011537756 - fax 011533285e-mail [email protected]

Hanno collaborato a questo numero:MARIANGELA BALLO, FEDERICA CA-PRIOLO, AUGUSTO CIRLA E FRANCESCO CASARANO, PAOLO CUSELLI, MASSIMI-LIANO DEBIASI, PAOLO FREDIANI, STU-DIO OSELLA, GIAN LUCA PAUTASSO, RE-NATO PITTALIS, MARIO SACINO, MARIO VIETTI

Stampa e fotolito:Tipografia Melli - Borgone di SusaTel. 011.96.46.367

Reg. Trib. Torino n. 297 del 23 luglio 1948Pubblicazione mensile con pubblicità inferio-re al 50%

Le opinioni espresse negli articoli apparten-gono ai singoli autori dei quali si intende ri-spettare la libertà di giudizi, lasciando agli stessi la responsabilità dei loro scritti.

Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

Formazione = Qualità = Competenze certe

In molti ambiti professionali, tra cui il nostro, oggi la vita non scorre tranquilla: la liberalizzazione, il compli-carsi degli adempimenti, le maggior responsabilità e la concorrenza ci rendono complicato lavorare ed incerto il futuro.

Il Consiglio Nazionale, nella persona del suo Presidente, ha in questi mesi affermato con forza, sia nell’Assemblea dei Presidenti di luglio che nel simposio internazionale di Verona di settembre, quale deve essere la strategia per evitare il declino della Categoria e per costruire da subito il nuovo modello del Geometra italiano.

Tale strategia prevede per prima cosa la riqualificazione della formazione in specifici settori di attività, raggiun-gendo alte specializzazioni.

D’altra parte questa strada è già stata tracciata da alcuni anni con l’obbligo di frequenza a specifici corsi per svol-gere determinate attività, quali la prevenzione incendi, la sicurezza nei cantieri, gli incarichi di responsabili della sicurezza, il contenimento energetico.

Occorrerà stabilire per ogni attività procedure certe e standardizzate e contenuti minimi, in assenza dei quali la prestazione non possa considerarsi correttamente svolta e definire regole comportamentali per l’attività svolta.

Questo cammino dovrà forzatamente essere graduale ma il Consiglio Nazionale sta dimostrando grande deter-minazione in tal senso.

Da parte nostra accogliamo favorevolmente questa strategia, per raccogliere e mantenere le esperienze e le tradizioni che ora abbiamo ma per affrontare con con-sapevolezza le sfide del mercato odierno. E soprattutto condividiamo la convinzione che l’annoso problema delle competenze potrà essere risolto non con nuovi provvedi-menti legislativi, strada già tentata senza esito da anni, ma con la presa di coscienza che i professionisti che possie-dono specifica e certificata formazione avranno compe-tenze certe, nuove e maggiori.

Ilario Tesio

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Il geometra

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Sommario

Editoriale pag. 1

Argomenti legislativiLa detraibilità dell’Iva per alberghi e ristoranti pag. 3di Studio Osella, Piccato e Paletto

Come aggiudicarsi un immobile all’asta pag. 5di Augusto Cirla e Francesco Casarano

Appalto: battaglia di cantiere pag. 7di Massimiliano Debiasi

ProfessioneNuove norme in materia di privacy per CTU e periti pag. 10di Paolo Frediani

Una esemplare sentenza della Commissione TributariaCentrale pag. 11

Ingegneria naturalistica: materiali antierosivi pag. 15di Mario Vietti

Il Geometra abilitato può lavorare in tutta Europa pag. 19di Mariangela Ballo

Commissione SicurezzaSeminari di orientamento sulla Sicurezza pag. 24

Consiglio NazionaleRiunione dei Presidenti del 15 luglio 2008 - Roma pag. 26 Cassa di PrevidenzaL’estratto conto assicurativo pag. 27Informativa pag. 28Scadenziario pag. 29

Atti del CollegioRiunioni di zona pag. 30di Renato Pittalis

Geometri e calciatori pag. 32di Mario Sacino

ConvegniXXIII Congresso Mondiale degli Architetti pag. 34di Federica Capriolo

Seminario Internazionale sulla gestione del Territorio pag. 36

Simposio “Amministrazione e e gestione del Territorio ” pag. 40di Gian Luca Pautasso

CulturaGuarini, Juvarra, Antonelli: Segni e simboli per Torino pag. 44

On linePrendere appunti pag. 45di Paolo Cuselli

Nuove norme in materia di privacy per i CTU, consulenti delle parti e periti, pag. 10

Seminari di orientamento sulla Sicurezza, pag. 24

Ingegneria naturalistica: materiali antierosivi, pag. 15

Riunioni di zona, pag. 30

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il geometra n. 8-9/08 3

L’art. 83, commi da 28-bis a 28-quinquies, DL n. 112/2008 conver-tito dalla Legge n. 133/2008, al fine di allineare la normativa nazionale a quella comunitaria, ha soppresso con decorrenza dall’1.9.2008 il regime di indetraibilità dell’IVA previsto dal-l’art. 19-bis 1, lett. e) DPR n. 633/72 relativamente alle prestazioni alber-ghiere e alle somministrazioni di ali-menti e bevande.

Contestualmente, il medesimo Decreto ha introdotto una limitazio-ne alla deducibilità dei relativi costi nell’ambito del reddito d’impresa e di lavoro autonomo, con decorrenza dal 2009.

Con la Circolare 5.9.2008, n. 53/E l’Agenzia delle Entrate ha fornito le prime precisazioni in ordine alle ci-tate novità.

Il nuovo regime di detrazione dell’IVA

In base alla nuova formulazione del citato art. 19-bis 1, lett. e), l’IVA a credito relativa alle prestazioni al-berghiere e alle somministrazioni di alimenti e bevande è detraibile a condizione che risultino inerenti con l’attività esercitata e fatta salva la sussistenza di specifiche limitazioni del diritto alla detrazione dell’IVA (ad esempio, per effetto di operazio-ni esenti).

La novità interessa sia le imprese che i lavoratori autonomi, a decorre-re dall’1.9.2008.

Per usufruire della detrazione, la spesa deve essere documentata dalla fattura; considerato che, ai sensi del-l’art. 22, DPR n. 633/72, gli esercenti attività alberghiera e i pubblici eser-

cizi non sono obbligati ad emettere fattura, il soggetto interessato deve richiederne l’emissione entro il mo-mento di effettuazione dell’operazio-ne.

In merito all’annotazione delle fat-ture relative alle prestazioni alber-ghiere e di ristorazione sul registro degli acquisti, l’Agenzia delle En-trate ha confermato la possibilità di avvalersi della modalità semplificata di cui all’art. 6, DPR n. 695/96 che consente, per le fatture di importo inferiore a € 154,94, di effettuare la registrazione, anziché delle singole fatture (che devono essere soltanto numerate progressivamente), di un documento riepilogativo nel quale devono essere indicati:• il numero attribuito dal destinatario a ciascuna fattura;• l’ammontare complessivo dell’im-ponibile e dell’IVA, distinti per ali-quota.

Relativamente alla questione at-tinente il trattamento delle spese in esame (soprattutto per quelle di somministrazione di alimenti e be-vande) che configurano spese di rap-presentanza (ad esempio, pranzo e/o pernottamento offerto ad un cliente), l’Agenzia delle Entrate ha conferma-to che la relativa IVA rimane inde-traibile ai sensi della lett. h) dell’art. 19-bis 1, non trovando applicazione la novità introdotta dal citato DL n. 112/2008.

La deducibilità ai fini redditualiCome sopra accennato, al fine di

compensare gli effetti finanziari deri-vanti dal nuovo regime di detraibilità

dell’IVA relativa alle prestazioni al-berghiere e alle somministrazioni di alimenti e bevande, il comma 28-qua-ter del citato art. 83, DL n. 112/2008 ha previsto, a decorrere dal 2009, la parziale deducibilità delle corrispon-denti spese nell’ambito del reddito d’impresa e di lavoro autonomo.

Lavoratori autonomiPer quanto riguarda i lavoratori au-

tonomi, in base al novellato comma 5 dell’art. 54, TUIR le spese relative a prestazioni alberghiere e sommini-strazioni di alimenti e bevande, sono deducibili in misura pari al 75% e, comunque, per un importo comples-sivo non superiore al 2% dei compen-si percepiti nel periodo d’imposta.

Come affermato sul punto dal-l’Agenzia delle Entrate:“… l’ammontare del 2 per cento dei compensi rappresenta il limite mas-simo entro cui ragguagliare la dedu-zione, che comunque compete solo relativamente al 75 per cento dei co-sti sostenuti, nell’esercizio dell’arte o della professione, per le prestazioni in questione”.

Va evidenziato che la deducibili-tà del 75% si applica anche qualora i costi per le prestazioni alberghiere e di somministrazione di alimenti e bevande costituiscano spese di rap-presentanza.

In tale ipotesi la limitazione del 75% va applicata unitamente al limi-te dell’1% dei compensi annui stabi-lito per tali spese dal citato art. 54, comma 5. Al riguardo, come affer-mato nella citata Circolare n. 53/E:“Anche se la nuova formulazione del comma 5 non prevede espressamente

La detraibilità dell’Iva per alberghi e ristoranti dal 1° settembre 2008

a cura dello Studio Osella - Piccato - Paletto, Dottori Commercialisti

Argomenti legislativi

Il geometra

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Il geometra

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la riferibilità della nuova limitazione della deduzione (al 75%) alle spese di rappresentanza, una interpreta-zione logico-sistematica della nuova norma porta a ritenere che la nuova riduzione al 75% debba concorrere con il limite specifico già previsto per le spese di rappresentanza.

Si ritiene quindi che la limitazio-ne al 75 per cento della deducibilità dei costi per prestazioni alberghiere e somministrazione di alimenti e be-vande debba trovare generale appli-cazione, a prescindere dalla finalità

per cui la spesa relativa venga soste-nuta.

Il costo sostenuto, deducibile entro il limite teorico del 75 per cento, nel caso in cui si configuri come spesa di rappresentanza deve rispettare anche l’ulteriore parametro segnato dall’1 per cento dei compensi ritratti nel periodo d’imposta.”

Analogamente, le spese alberghie-re e di ristorazione sostenute per la partecipazione a convegni, congressi e simili saranno deducibili in misura pari al 50% del 75%. In sostanza, la

nuova percentuale di deducibilità del 75% va applicata sul costo che, già in base all’art. 54, comma 5, va assunto al 50%.

Resta ferma la previsione introdot-ta dal DL n. 223/2006 secondo cui le predette spese sono integralmente deducibili qualora sostenute dal com-mittente per conto del professionista e da questi addebitate nella fattura emessa nei confronti del committen-te stesso.

La limitazione alla deducibilità del costo (75% nel limite complessivo del 2% dei compensi annui) è inve-ce applicabile al caso – più frequente – in cui le spese in esame sono soste-nute direttamente dal professionista e addebitate, a titolo di rimborso, al proprio cliente.

L’Agenzia delle Entrate ha chiarito inoltre che le spese in esame soste-nute per le trasferte dei dipendenti collaboratori di uno studio profes-sionale sono escluse dalla nuova li-mitazione, rimanendo deducibili nei limiti previsti dall’art. 95, comma 3, TUIR (ammontare giornaliero non superiore a € 180,76 ovvero 258,23 per le trasferte all’estero).

Argomenti legislativi

Grazie alla disponibilità di alcuni legali, la Fondazione dei Geometri ha istituito un ser-vizio di consulenza legale gratuita per iscritti all’Albo dei Geometri.Il servizio consiste in una prima consulenza legale per avere dei pareri informali e porre questioni di carattere giuridico e quesiti di pronta soluzione; qualora le questioni fossero impegnative, richiedessero approfondimenti, veri e propri pareri o assistenza in giudizio, è ovvio che l’interessato dovrà proseguire in sede privata nei contatti.L’orario di ricevimento, presso la sede del Collegio e su appuntamento, è il seguente:

- Avv. Michele Scola – Diritto civile: mercoledì dalle 14 alle 16- Avv. Ugo Bertello - Diritto civile, specializzazione in Diritto Agrario: mercoledì dalle 16 alle 17- Avv. Federica Bergesio – Diritto civile, specializzazione in Diritto Condominiale: giovedì dalle 13 alle 15

I professionisti interessati ad usufruire del servizio possono telefonare per fissare un appuntamento.

Servizio di consulenza legale

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L’asta è uno dei modi attraverso i quali un immobile sottoposto a pi-gnoramento o a procedura fallimen-tare viene venduto coattivamente per ordine del Giudice. La vendita forzata immobiliare è una fase della procedura fallimentare o dell’espro-priazione immobiliare, cioè di quel processo esecutivo che viene aziona-to sui beni immobili di un debitore per consentire ai creditori la realiz-zazione del proprio diritto attraverso il ricavato della vendita. Acquistare un immobile attraverso la vendita forzata può essere un affare perché solitamente il prezzo di aggiudica-zione è inferiore a quello derivante da una libera trattativa di mercato. È però necessario conoscere e rispetta-re la procedura e le modalità di par-tecipazione. Occorre, poi, disporre della necessaria provvista perché, salva l’ipotesi in cui il giudice auto-rizzi l’aggiudicatario ad assumersi un debito garantito da ipoteca gra-vante sull’immobile (ossia un mutuo erogato da una banca), il versamen-to dell’intero prezzo è condizione necessaria per ottenere il decreto di trasferimento.

Si ha notizia della vendita all’asta di un appartamento, di un negozio, di un box e di altro immobile attraverso la stampa o i siti Internet: l’annuncio della vendita riproduce, in sintesi, i dati necessari per individuare l’im-mobile, la relativa relazione di stima determinata sulla base di una perizia, il nome e il recapito telefonico del custode nominato in sostituzione del debitore, il giorno, l’ora e l’ufficio davanti al quale si procede. Ulteriori

chiarimenti si possono sempre otte-nere presso la Cancelleria del Tri-bunale. Le partecipazione all’asta è consentita a tutti, fatta eccezione per il debitore, sia personalmente e sia tramite procuratore speciale. I pro-curatori legali possono fare offerte per persone da nominare ed entro tre giorni dall’aggiudicazione devono dichiarare in Cancelleria il nominati-vo della persona per conto della qua-le hanno agito.

Spetta ai Giudice dell’esecuzione fissare le modalità della vendita, che può essere “con incanto” o “senza incanto”.

La vendita con incantoÈ la modalità di vendita più diffusa.

Chi intende partecipare all’asta deve adempiere alle formalità indicate nel decreto di vendita, effettuare il de-posito della cauzione, in misura non superiore al decimo del prezzo base d’asta (se l’offerente non diviene ag-giudicatario, la cauzione è restituita dopo la chiusura dell’incanto) presso la Cancelleria del Tribunale, parte-cipare all’incanto e formulare offer-te nella misura indicata nel decreto. L’incanto ha luogo nella sala delle udienze pubbliche davanti al Giudice dell’esecuzione. Costui può delegare le operazioni di vendita a un notaio o a un avvocato ovvero a un commer-cialista iscritti in speciali elenchi.

Le offerte non sono efficaci se non superano il prezzo base o l’offer-ta precedente nella misura indicata nelle condizioni di vendita. Quando sono trascorsi tre minuti dall’ultima offerta senza che ne segua un’altra maggiore, l’immobile è aggiudicato all’ultimo offerente.

Avvenuto l’incanto, possono esse-re fatte ancora ulteriori offerte di ac-quisto entro il termine perentorio di dieci giorni, proponendo un prezzo superiore di un quinto a quello rag-giunto: si apre la fase del cosiddetto “rincaro”, un’ulteriore fase del pro-cedimento nella quale vanno nuova-mente verificati tutti i requisiti per partecipare all’asta.

Esaurita anche l’eventuale fase del rincaro, l’aggiudicatario deve prov-vedere al versamento del prezzo con le modalità stabilite dal Giudice e di-verrà proprietario dell’immobile con

Come aggiudicarsi un immobile all’asta

di Augusto Cirla e Franco Casarano

Acquistare attraverso la vendita forzata può essere un affare perché il prezzo di aggiudicazione è inferiore a quello di mercato.È necessario rispettare la procedura e le modalità di partecipazione

Argomenti legislativi

Il geometra

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Professione

Il geometra

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il decreto di trasferimento con cui il Giudice stesso ordina la cancella-zione delle trascrizioni dei pignora-menti e le iscrizioni ipotecarie, esclu-se ovviamente quelle eventualmente assunte dall’aggiudicatario.

Il decreto contiene l’ingiunzione, al debitore o al custode di rilasciare l’immobile venduto: esso perciò co-stituisce titolo esecutivo e l’aggiudi-catario, nel caso in cui l’immobile non sia rilasciato spontaneamente, potrà iniziare l’esecuzione coattiva. Queste disposizioni relative al versa-mento del prezzo e al decreto di tra-sferimento si applicano anche in caso di vendita senza incanto.

La vendita senza incantoTranne il debitore, chiunque è

ammesso a presentare l’offerta in busta chiusa presso la Cancelleria del Tribunale ove è sito l’immobile sottoposto a vendita giudiziaria, con indicazione del prezzo (non inferiore a quello fissato dal Giudice), del tem-po e del modo di pagamento e ogni altro elemento utile alla sua vanta-zione. L’offerente deve depositare la cauzione pari a un decimo del prezzo da lui proposto. Le buste sono aperte all’udienza fissata per l’esame delle offerte alla presenza degli offerenti.

Se vi sono più offerte, il Giudice dell’esecuzione invita gli offerenti a una gara sull’offerta più alta. Se la gara sull’offerta più alta non può aver luogo per mancanza di adesione degli offerenti, il Giudice può dispor-re la vendita a favore del maggior acquirente, oppure ordinare l’incan-to. Se, invece vi è una sola offerta e questa è superiore di un quinto al valore fissato dalla perizia, la stessa è senz’altro accolta.

Se l’unica offerta è inferiore di un quinto al valore fissato in perizia il Giudice ordina l’incanto: la pro-cedura, in tal caso, sarà quella sopra esaminata.

Da “Casa, Guida all’acquisto sicuro 2008”

La manifestazione biennale internazio-nale “Bosco e Terri-torio”, che si svolge nella località Fraisse di Usseaux, è giunta quest’anno alla IV edizione, per presen-tare in una grande area espositiva pro-

fessioni, tecnologie e progetti collegati al mondo forestale.La manifestazione rappresenta un motivo di grande richiamo per ope-ratori economici, tecnici, amministratori pubblici e cittadini, con un’ori-ginale formula che la rende la più grande kermesse italiana outdoor in campo forestale.Per gli operatori, è stata un’occasione per aggiornarsi su quanto di me-glio il mondo forestale è in grado di offrire per la gestione sostenibile del bosco e del territorio: macchine, attrezzature, professionalità, editoria, istituzioni, associazioni, aziende. La manifestazione rientra nel programma della Regione Piemonte “Alpi 365”, ciclo di eventi dedicato allo sviluppo sostenibile dei territori mon-tani.Quest’anno “Bosco e Territorio” si è interessato in modo particolare al legno in edilizia; un maggiore impiego del legno rappresenta non solo un’interessante occasione di riqualificazione sostenibile delle costruzio-ni, ma anche un’importante opportunità di sviluppo locale soprattutto per i territori montani, particolarmente ricchi di risorse forestali.Venerdì 5 si è svolto il convegno “Il legno per la sostenibilità ambientale in edilizia – Criteri applicativi, esperienze di successo, prospettive di svi-luppo” alla cui tavola rotonda finale ha partecipato il Presidente del Col-legio Geometri, insieme ai rappresentanti della Regione e della Provin-cia, dell’ANCI, Collegio Costruttori, Federlegno, Cooperative edilizie, Organizzazioni dell’Artigianato e gli altri Ordini e Collegi professionali.

Bosco e Territorio Usseaux 4 – 7 settembre

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Autonomia organizzativaL’appaltatore gode di autonomia

nell’organizzare il proprio lavoro tale da giustificare la sopportazione del rischio economico e giuridico, la quale - se così non fosse - non sa-rebbe giustificata: pensiamo solo al rischio dell’appaltatore nei confronti dei danni verso terzi nel corso del-l’esecuzione dell’opera.

Difatti la linea di spartiacque tra contratto di appalto ed il contratto di lavoro subordinato sta proprio in questo: nel primo il rischio è posto a carico dell’appaltatore, il quale non avrà diritto ad alcun compenso se non a risultato ottenuto, nel secon-do il rischio dell’opera è a carico del datore di lavoro, il quale, indipen-dentemente dal risultato, deve corri-spondere comunque un compenso al lavoratore.

Ci si chiede allora; di fronte a tale autonomia organizzativa, può intro-mettersi il committente nelle que-stioni gestionali dell’appaltatore? (ad esempio, in riferimento ai tempi/tur-ni di lavoro, costo della manodopera, lavoro feriale, macchinari, ecc...).

La dottrina e la giurisprudenza sono pressoché unanimi nel ritenere che il Committente non possa ingerirsi in tale tipo di autonomia (quella orga-nizzativa), ma vi sono diversi filoni per quelle che sono le conseguenze: mentre, ad esempio, una parte della dottrina ritiene che l’ingerenza del Committente determina solo la fa-coltà per l’appaltatore di contestare un simile comportamento (Rubino, L’appalto, Trattato di diritto civile), un’altra parte ritiene che l’ingerenza del committente potrebbe portare a trasformare consensualmente il con-

tratto di appalto in un rapporto di la-voro subordinato.

Autonomia tecnicaL’appaltatore deve godere anche

di autonomia nelle scelte riguardan-ti i modi e le tecniche per realizzare l’opera appaltata, tant’è che appunto egli viene scelto per le sue capacità. Massima autonomia tecnica in capo all’appaltatore si ha nelle ipotesi in cui a quest’ultimo sia stato affidato il compito di predisporre il progetto e quindi sarà sempre lui che ne rispon-de, anche se nel concreto il progetto è stato redatto da un terzo profes-sionista. Al committente rimangono però dei poteri che si concretizzano nel fatto che egli può, nel caso in cui l’appaltatore nel corso dell’esecu-zione dell’opera non svolga la sua attività a regola d’arte, chiedere la ri-soluzione anticipata del contratto ex art. 1662 c.c.

Allo stesso tempo però l’appaltato-re può pretendere che il committente non abbia, nel corso dell’esecuzione dell’opera, un atteggiamento troppo invasivo. Rimane nel corso di tutta l’esecuzione delle opere in capo al committente il potere di controllare quanto è già stato eseguito o in corso di esecuzione ed anche il potere di fornire istruzioni, come ad esempio nel caso in cui intraveda irregolarità commesse nel corso dell’esecuzione dell’opera (art. 1662 c. 2 c.c.).

Nell’ipotesi estrema in cui l’ap-paltatore esegua, così come previsto consensualmente tra le parti, un pro-getto già predisposto dal committen-te senza alcuna possibilità di inizia-tiva l’appaltatore si riduce ad essere giuridicamente inquadrato come un

Appalto: battaglia di cantiereL’ingerenza del committente e l’autonomia dell’appaltatore

di Massimiliano Debiasi

Argomenti legislativi

Il geometra

Analizziamo - cercando di rias-sumere nel limite del possibile - le caratteristiche della disciplina del contratto di appalto alla luce di quelle che sono le tipologie ed i limiti di ingerenza del committen-te nei confronti dell’attività svolta dall’appaltatore.

E’ pacifico che la caratteristica principale del contratto di appalto, e che lo differenzia dagli altri isti-tuti simili, è proprio l’indipenden-za di cui gode l’appaltatore sia per quel che riguarda l’organizzazione del lavoro sia per quel che riguarda gli aspetti tecnici dell’opera che va a realizzare. Tant’è che è proprio il grado di autonomia dell’imprendi-tore che determina la qualificazio-ne di un contratto di appalto rispet-to ad altre figure negoziali, come, ad esempio, di natura assimilabile al contratto di lavoro subordinato (ricordiamo che l’art. 1655 c.c. precisa che l’appaltatore deve oc-cuparsi di ogni aspetto gestionale e organizzativo riguardante sia il complesso dei fattori umani sia quelli materiali). Così la dottrina e la giurisprudenza in maniera pres-soché unanime precisano che: “Il contratto di appalto si caratterizza per l’autonomia dell’appaltatore, il quale è dominus nell’organiz-zare e regolare lo svolgimento del lavoro nell’ambito delle finalità previste dal contratto al fine di conseguirlo”.

Vediamo quindi le tipologie e le caratteristiche dell’autonomia del-l’appaltatore ponendole a confron-to con il potere del committente.

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Professione

Il geometra

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cd. nudus minister (tra le tante, Cass. 22.02.2000 n. 1965) e si parla in dot-trina di “appalto a regia”, ove l’appal-tatore reperisce i materiali, la mano d’opera, i mezzi tecnici a fronte di un guadagno predeterminato senza però avere alcun rischio d’impresa. Tant’è che questa figura potrebbe poi anche sfociare addirittura in un rap-porto di lavoro subordinato. Essendo stato fornito il progetto direttamente dal committente l’appaltatore deve solo attenersi alle disposizioni pro-gettuali, salvo che però riscontri la presenza di difetti e di difformità alle regole dell’arte (Cass. 5.05.2003 n. 6754). Va da sé che più aumenta l’in-gerenza del committente nell’ambito dell’autonomia tecnica dell’appal-tatore più diminuisce la responsabi-lità dell’appaltatore. L’ingerenza del committente e quindi la diminuzione della responsabilità dell’appaltatore, peraltro, possono anche verificarsi nell’ipotesi, come spesso accade nel-la pratica, in cui sia stato predisposto un direttore dei lavori.

Difatti di per sé il direttore lavo-ri rappresenta il committente per quanto riguarda gli aspetti tecnici dell’opera appaltata. Seppur è vero che il committente o il direttore la-vori possono suggerire modifiche al progetto ciò non annulla l’autonomia dell’appaltatore, poiché egli non può accogliere suggerimenti errati per-ché comunque rimarrà responsabile delle conseguenze (Cass. 30.05.2003 n. 8813), sempre che però l’appal-tatore non sia più tale ma sia stato solo un mero esecutore degli ordini (circostanza che sarà quindi però tut-ta da provare e che comunque deve rispettare i limiti di cui sopra alla ri-chiamata Cass. 05.05.2003 n. 6754).

Vale la pena precisare - anche se si dovrebbe scrivere un capitolo a parte su tale aspetto - che in tema di responsabilità per i danni causa-ti dall’appaltatore verso i terzi nella realizzazione dell’opera è configura-bile il concorso di responsabilità del committente qualora quest’ultimo si sia inserito nell’attività dell’appalta-

tore ovvero si sia riservato poteri di direzione e di sorveglianza e proprio nell’ambito dell’esercizio di tali po-teri sia stato provocato il danno, ov-vero, nel caso in cui il danno sia stato prodotto in esecuzione di direttive del committente o di un suo specifico ordine (Cass. 05.06.2007 n. 13123, Cass. 29.03.2007 n. 7755 e Cass. 12.07.2006 n. 15782). Precisiamo che l’ingerenza (cioè il controllo) del committente verso l’appaltatore non combacia con il potere di collaudo dell’appaltatore, poiché, mentre la verifica consiste nel complesso di operazioni materiali aventi lo scopo d’accertare se l’opera sia stata ese-guita a regola d’arte, il collaudo è il momento finale e il coronamento della verifica, e cioè, la dichiarazione finale con cui si riconosce che l’ope-ra è stata eseguita bene. Riflettiamo infine, senza voler fare un capitolo a parte, sui contratti di appalto pub-blico, ove l’intromissione dell’ap-paltante è sicuramente maggiore, perché può ad esempio riguardare il profilo tecnico-amministrativo del-la rilevazione delle misure e della contabilità dei lavori e l’esecuzione dell’opera in conformità alle disposi-zioni del contratto di appalto ed alle regole dell’arte.

VariazioniSempre nell’ottica del potere di in-

gerenza del committente un discorso a parte va effettuato in riferimento al potere del committente di effettuare variazioni nel corso dello svolgimen-to delle opere, le quali devono esse-re autorizzate per iscritto dal com-mittente medesimo ex art. 1659 c.c. (precisiamo che anche l’appaltatore può proporre variazioni ma deve comunque ottenere un’autorizzazio-ne scritta dal committente - vedasi Cass. 20.10.1984 n. 5307 e Cass. 15.03.1995 n. 3040). Si distinguono le seguenti tipologie, le quali coin-volgono sia il potere del committente sia quello dell’appaltatore:- variazioni concordate (art. 1659 c.c.): l’appaltatore può procedere a

variazioni solo con l’autorizzazione scritta del committente. Pensiamo ad esempio all’ipotesi dei materia-li: “non è consentito all’appaltatore adottare materiali diversi, anche se di maggior pregio, non potendo egli sostituirsi al committente nello sce-gliere le modalità esecutive capaci di caratterizzare l’opera, secondo le preferenze manifestate al momento della conclusione del contratto” (tra le altre Cass. 22.07.1994 n. 6889);- variazioni ordinate dal committente (art. 1661 c.c.): esse non possono es-sere superiori al sesto del compenso pattuito e non possono modificare la natura stessa dell’opera. Si precisa per completezza che se il committen-te ordina variazioni di notevole entità tali da sovvertire in maniera rilevante il preesistente piano di lavoro, parte della giurisprudenza ritiene che il termine di consegna stabilito viene a cadere per l’effetto del mutamento dell’originario piano dei lavori (Cass. 27.02.1995 n. 2290, Cass. 7 apri-le 1986 n. 2394). Non è necessaria la prova scritta dell’autorizzazione delle variazioni eseguite se viene ri-chiesta dal direttore dei lavori a cui sia però contrattualmente attribuito il potere di autorizzare variazioni al progetto iniziale.

Vale la pena ricordare che se la variazione accresce l’opera l’appal-tatore dovrà essere adeguatamente compensato e dovrà essere adegua-tamente indennizzato dei maggiori oneri sopportati per la realizzazione delle varianti, anche se il prezzo del-l’opera era stato determinato global-mente;-variazioni necessarie (art. 1660 c.c.): nascono nel corso dell’esecu-zione delle opere e rimangono a ca-rico del committente. Nel caso in cui l’appaltatore non provveda a com-piere le necessarie variazioni egli deve rispondere dei vizi che ne po-trebbero derivare. Se l’importo delle variazioni supera il sesto del prezzo complessivo convenuto, l’appaltato-re può recedere dal contratto e può

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Il geometra

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ottenere una congrua indennità.Negli appalti pubblici invece le

regole per le variazioni sono più ri-gorose a causa della prevalenza della tutela dell’interesse del committente pubblico. Difatti l’art. 25 della legge n. 109/1994 stabilisce il divieto gene-rale di introdurre modifiche all’opera salvo ipotesi tassative, la quali sono così classificate:- modifiche di dettaglio e cioè di mo-desta entità;- varianti che non comportano una modifica del prezzo;- varianti causate da eventi impreve-dibili o imprevisti;- varianti dovuti ad errori nella pro-gettazione;- varianti necessarie per adegua-re l’opera alla normative introdotte quando l’opera era già iniziata;- varianti per consentire l’applicazio-ne di nuove tecnologie per migliora-re la qualità e funzionalità dell’opera senza aumentare la spesa e stravolge-re il progetto originario;- varianti decise unilateralmente dal

soggetto pubblico.Da notare è la totale assenza di

decisione in capo all’appaltatore, il quale ha comunque la facoltà di proseguire i lavori attenendosi alle varianti o di recedere dal contratto, ottenendo il compenso per la parte di lavoro già determinata. Vi è solo un caso in cui l’appaltatore possa pro-porre delle modifiche nei contratti di appalto pubblico e cioè quando esse siano in grado di migliorare l’opera e garantire un risparmio sui costi, mantenendo inalterati la sicurezza ed i tempi di esecuzione. Ovviamente è necessaria l’autorizzazione scritta del direttore dei lavori, quale rappre-sentante degli interessi della pubbli-ca amministrazione (art. 11, c. 3 del D.M. n. 145/2000). Le varianti non autorizzate non vengono invece pa-gate.

In breve quindi si ribadisce che il contratto di appalto è caratterizza-to da un’ampia autonomia in capo all’appaltatore, la quale via via che diminuisce a causa dell’ingerenza

del committente e del direttore dei lavori fa diminuire la responsabilità in capo a chi esegue i lavori, salvo pur sempre l’obbligo per l’appaltato-re di non eseguire opere contrarie ed in difformità alla regola d’arte. Sarà quindi di volta in volta opportuno verificare concretamente gli effetti-vi poteri di autonomia dell’appalta-tore (i quali sono comunque sempre a priori molto ampi proprio perché trattasi di un elemento che caratte-rizza il contratto di appalto in sé). Maggiore autonomia però significa ovviamente maggiori responsabilità sia verso il committente che verso i terzi. Vero è che se appaltatore - tal-volta la Direzione Lavori- non sono convinti della conformità alla regola dell’arte di un manufatto o parte di esso “comandato” dal committente - o dal suo Direttore Lavori - devono eccepirlo in forma chiara ed espressa (Raccomandata!) prima di eseguirlo!

Da “Prospettive Geometri”

8 studenti su 10

trovano lavoro

entro 1 anno

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Il geometra

10 il geometra n. 8-9/08

Sono arrivate le regole per il rispet-to della privacy da parte del consu-lente tecnico e perito per i giudici e pubblici ministeri e dei consulenti delle parti nei procedimenti civili e penali.

Con la deliberazione n. 46 del 26 Giugno 2008 pubblicata sulla Gaz-zetta Ufficiale n°178 del 31 Luglio 2008 il Garante per la protezione dei dati personali ha infatti emesso le “Linee guida in materia di trattamen-

to di dati personali da parte dei con-sulenti tecnici e dei periti ausiliari del giudice e del pubblico ministero”.

La disposizione coinvolge piena-mente i professionisti incaricati dai giudici nel settore civile che quelli che svolgono il mandato di consu-lente tecnico e perito per i giudici e pubblici ministeri in quello penale.

Inoltre le regole dettate dalle linee guida devono trovare rispetto anche da coloro che svolgono le attività

professionali dei consulenti delle parti private con riferimento a proce-dimenti giudiziari.

La decisione è scaturita in rela-zione alla necessità di provvedere in ordine ai rischi connessi al tratta-mento di dati personali effettuato da consulenti tecnici e periti ausiliari del giudice e del pubblico ministero nell’ambito di procedimenti in sede civile, penale e amministrativa. Ciò con la prevalente funzione di indivi-duare un quadro unitario di misure e di accorgimenti necessari e opportuni volti a fornire orientamenti utili per numerosi professionisti interessati.

Se da un lato il Codice (al titolo I – Trattamenti in ambito giudiziario) all’art.47 (trattamento per ragioni di giustizia) escludeva alcune di-

sposizioni in materia di protezione di dati personali, confermate nella attuale disposi-zione, la constatazio-ne che nell’ espleta-mento delle relative incombenze, il consu-lente e il perito ven-gono a conoscenza e devono custodire, anche dati personali di soggetti coinvolti a diverso titolo nelle vicende giudiziarie, ha indotto il Garan-te a porre in essere regole che rendono applicabili le disposi-zioni del “Codice in materia di protezione

Nuove norme in materia di privacy per i CTU, consulenti delle parti e periti

di Paolo Frediani

Garante per la protezione dei dati personali.“Linee guida in materia di trattamento di dati personali da parte dei consulenti tecnici e dei periti ausiliari del giudice e del pubblico ministero”.

Le disposizioni riguardano i professionisti incaricati dai giudici nel settore civile, quelli che svolgono il mandato di consulente tecnico e perito per i giudici e pubblici ministeri in quello penale. Inoltre le regole dettate dalle linee guida devono tro-vare rispetto anche da coloro che svolgono le attività professionali dei consulenti delle parti private con riferimento a procedimenti giudiziari.

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Il geometra

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L’Agenzia del Territorio di Cosenza condannata per colpa grave con pagamento di danni e spese al ricorren-te per errata variazione di intestazione catastale

Svolgimento del giudizio

Con atto notifi cato all’Uffi cio di Cosenza dell’Agenzia del Territo-rio, ha impugnato due atti di detto Uffi cio:• la soppressione della partita cata-stale a lui inte stata corrispondente a porzione di terreno nel Co mune di M.U., contraddistinta dal foglio 74 particella 251 mq. 50, disposta d’uffi cio arbitrariamente ed a sua insaputa;• il rigetto della richiesta di ripri-stino di detta partita catastale ef-fettuata con atto di signifi cazione e dif fi da, notifi cato in data 5 aprile 2007, ripetuta in ri corso.

Ha invitato espressamente l’Uf-fi cio ad esibire la do cumentazione da lui proveniente anteriore alla ri chiesta di eliminazione o di va-riazione della sud detta partita ca-tastale.

Il ricorrente ha dedotto che, con atto rogato dal no taio N. N. in data 26 gennaio 1983 rep. 5743/2995, registrato a Cosenza il 14.02.1983 al n. 1773, tra scritto presso la Con-servatoria dei registri immobi liari di Cosenza il 25.02.1983 sotto i

numeri 4970 R.G. e 52281 RS., ha acquistato da .... un magaz zino con annessa pertinenza scoperta di mq. 260, riportata nel catasto terreni del Comune di M. U. al foglio di mappa 74 particelle 25/b (ora 251) di mq 90 e particella n. 143 (ex 135/b) di mq 170. Egli, con successivo atto rogato dal notaio .... del 13 maggio 1987 rep. n. 70510/19605, registrato a Cosenza l’01.06.1987 al n. 5395, trascritto il 22.05.1987 sotto i nn. 10522 RG. e 154116 RS., della pertinenza prima acquistata (mq 260) ha ven duto alla... l’intera particella 143 del foglio 74 di mq 170 ed una porzione, individuata con la particella 25/e, di mq 40 deri-vante dalla particella 25/b.

I predetti atti sono stati oggetto di regolare voltura ed è residuata la par-tita 2 foglio 74 ex particella 25/b mq 50, variata nel NCT con la particella n. 251. Il ricorrente ha depositato due visure da cui ri sulta essere intestata-rio nel catasto terreni di .... della par-ticella n. 251 del foglio 74 di mq 50 la prima n. 544 del 3.5.1994 e la se-conda n. CS 0067562 del 3.3.2005.

Ha concluso chiedendo, in via d’ur-genza, la so spensione della variazio-ne impugnata e, in via defi nitiva, l’annullamento del provvedimento che ha eli minato la partita, la con-danna dell’Uffi cio alle spese di lite ed al riconoscimento dei danni da liquidarsi in separata sede nonché al danno per lite temeraria.

La Commissione si è riunita in data 8.5.2007 per l’esame della do-manda di sospensione. L’Uffi cio non

dei dati personali” in riferimento al rispetto dei principi di liceità e che riguardano la qualità dei dati ed alla adozione delle misure di sicurezza idonee a preservare i dati da alcuni eventi, tra i quali accessi e utilizza-zioni indebite.

Diventa pertanto essenziale per ogni ausiliario giudiziario porre in essere tutte le cautele e le attenzioni necessarie per adeguarsi alle nuove disposizioni e non esporsi alle pe-santi sanzioni che prevedono l’arre-sto sino a tre anni e l’ammenda fi no a cinquantamila euro.

Ciò anche tenendo conto del par-ticolare e delicato ruolo che questi svolge in indirizzo alle responsabi-lità nei confronti della autorità giu-diziaria e delle parti. Quest’ultimo profi lo è quello che – alla luce della estrema confl ittualità che si regi-stra negli odierni giudizi civili e che spinge spesso le parti a porre in essere dinamiche d’invischiamen-to nella lite – può rappresentare la maggiore minaccia per il consu-lente; difatti la parte“insoddisfatta” dell’opera del consulente, potrebbe trovare nell’odierno provvedimen-to argomento di rivalsa e ritorsione nei confronti di quell’esperto che, pur attento a svolgere correttamen-te il suo incarico giudiziario, non sia stato altrettanto diligente nel-l’applicazione delle disposizioni contenute nelle Linee Guida.

In tal senso è importante opera-re la corretta applicazione delle disposizioni contenute nelle Linee guida ed, in tale indirizzo, sarebbe auspicabile che gli ordini e collegi professionali offrissero agli iscritti occasioni di approfondimento.

La documentazione in proposito è visionabile sul sito

www.garanteprivacy.it/garante/navig/jsp/index.jsp

Le notizie sono tratte dal sito Internet del geom. Paolo Frediani

www.studiofrediani.com

Una esemplare sentenza

della Commissione Tributaria Centrale

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Il geometra

12 il geometra n. 8-9/08

si è subito costituito e non ha contro-dedotto. La Commissione, ritenendo sussistere nella fattispecie i requisiti di legge, ha accolto la domanda pre-liminare ed ha emesso ordinanza di sospensione.

L’Ufficio si è, invece, costituito in data 26 giugno 2007 ed ha deposi-tato le proprie controdeduzioni. Ha iniziato il suo racconto partendo da un atto notarile precedente a quelli riferiti dal ricorrente, ha confermato il contenuto dei due atti richiamati dal ricorrente, non ha contestato il contenuto delle due visure, accettan-done sia la provenienza sia il conte-nuto. Ha riferito, però, che, in data 18.12.1985, il tecnico di fiducia di altra ditta ha presentato denuncia di cambiamento dello stato dei terreni (tipo mappale) al prot. 2255/85 ac-corpando per formare unico lotto ur-bano le particelle 138 (mq 610); 142 (mq 450), 25/b (mq 90) e la particel-la 143 (mq 170) ed ha costituito la particella 142 di mq 1.320. L’Ufficio ha aggiunto che il tecnico nella do-manda non ha fatto alcuna menzio-ne di eventuali atti di provenienza, non ha giustificato la mancata corri-spondenza dell’intestazione catastale a quella della ditta dichiarante, che ha accolto e dato esecuzione alla do-manda in data 21.6.2006. Ha precisa-to che, in sede di accettazione della domanda, ha fatto due riserve: la pri-ma circa la non corrispondenza dei dati di intestazione e la seconda della

non corrispondenza tra la superficie dichiarata mq. 1.320 e quella accer-tata di mq. 1.110. Ha evidenziato che l’operazione suddetta è avvenuta in osservanza di circolare ministeriale.

Ha concluso che “Ufficio non po-tesse rettificare la geometria rappre-sentata dal tecnico e che, se vi sono errori, dovranno essere redatti nuovi atti di aggiornamento, a cura delle parti”.

All’udienza fissata per l’esame del merito, la difesa del ricorrente ha ri-levato l’intempestività del deposito della memoria ed ha chiesto che non sia esaminato il suo contenuto e che la Commissione non ne tenga conto per la decisione. All’udienza il ricor-so è stato esaminato e discusso e la Commissione l’ha trattenuto in deci-sione.

MotivazionePreliminarmente va esaminata la

richiesta di omettere l’esame delle controdeduzioni, perché depositate fuori termine. Il rilievo è fondato ma irrilevante. L’art. 32 del D.Lg. 546/92 stabilisce che le memorie difensive vanno depositate fino a 10 giorni li-beri prima della data di trattazione e l’Agenzia del Territorio ha depositato le proprie controdeduzioni in ritardo. È ininfluente perché le controdedu-zioni ripetono fatti e considerazioni contenute in altro documento che ha fatto legittimo ingresso nel proces-so, precisamente la lettera n. 4378

di prot. del 16 aprile 2007 inviata dall’Ufficio del Territorio alla parte ed allegata dalla stessa alla propria memoria datata 7 maggio 2007. Il ri-lievo va disatteso. La Commissione premette che la vertenza in esame concerne l’intestazione catastale (art. 2, comma 2, del d.lgs. n. 546/1992) ed essa rientra nella propria giurisdi-zione. Nel merito il ricorrente ha for-nito la prova che in data 03.03.2005 era intestatario di una partita nel ca-tasto terreni del comune di M. U., contraddistinta dal foglio 74, parti-cella 251 mq. 50 e che tale terreno appartiene a lui in forza di atto d’ac-quisto per notar N.N., regolamentan-te registrato e trascritto, e che detta consistenza, sempre di sua proprietà, è residuata a seguito del secondo atto per notar N.N., anch’esso registrato e trascritto. Ha fornito con misura attestante la situazione degli atti effet-tuata in data 15.03.2007, la prova che la partita era stata eliminata e nella visura si legge “tipo mappale del 21.06.2006 n. 2255 1.9.1885 in atti dal 21.06.2006”. L’Ufficio ha rife-rito che l’eliminazione è avvenuta a seguito di denunzia di cambiamento dello stato dei terreni (tipo mappale) richieste dal predetto tecnico, per conto di una ditta rappresentata, a scopo di formare un unico lotto ur-bano. Ha aggiunto che tale procedura è prevista da apposita circolare (non menzionata) e che esso si è attenuto alle Istruzioni in essa contenute. Il ragionamento è illogico e capzioso. Anzitutto va premesso che la cir-colare con la quale l’Agenzia del Territorio (ex U.T.E.) interpreti una norma, anche qualora contenga una

A seguito del D.M. n. 701/1994, il Mini-stero delle Finanze con una nota interna richiamava gli ex U.T.E. (oggi Agenzia del Territorio) a “non eseguire frazionamenti e variazioni catastali senza il consenso di tutti gli interessati, ossia di tutti i soggetti titolari di diritti reali sui beni immobili coinvolti dal frazionamento o dalla variazione”.

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Il geometra

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direttiva agli uffici gerarchicamente subordinati, perché vi si uniformino, esprime esclusivamente un parere dell’amministrazione non vincolante per i terzi e per il Giudice, non essen-do atto di esercizio di potestà norma-tiva (Cfr. Cass. sez. I. n. 1 1931/1995: sez. V n. 1, 1011/2003). L’Ufficio riconosce che esistono i rogiti N.N. e G.L. in forza dei quali è rimasto in legittima proprietà del ricorrente il quoziente di terreno mq 50 e non contesta che tale dato risulta anche dagli atti catastali. L’eliminazione della partita, ai sensi dell’art. 12 del R.D. 08.12.1938 n. 2153, rubrica-te “catasto e registri immobiliari”, avrebbe dovuto avvenire sulla base di atti pubblici o di atti giudiziali o di scritture private con sottoscri-zione autenticata da notaio od accertate giudizialmente.

L’articolo così si esprime testualmente: “Le volture dipendenti da passaggi fra vivi non possono es-sere eseguite che sulla fede di atti pubblici, o di atti giudiziali, o di scrittu-re private con sottoscrizioni autenticate da notaio o accer-tate giudizialmente”. Tali atti devono contenere tutti gli estremi per servire di base alla voltura, cioè:a) individuale designazione delle persone intestate e di quelle da inte-starsi in catasto;b) descrizione dei beni immobili e dei diritti reali, che costituiscono l’oggetto della voltura, con l’indica-zione dei dati coi quali sono rappre-sentati in catasto.

Inoltre, l’art. 16, comma 2°, del sopra citato R.D. n. 2153/1938 pre-vede che “Per gli errori, imputabili agli uffici, la voltura di correzione deve essere eseguita d’ufficio, anche senza domanda delle parti, e sen-za pagamento di alcun diritto, sulla base di una nota di voltura compilata dall’ufficio tecnico erariale, la quale nota tiene luogo di domanda di vol-tura”. In merito la Commissione Tri-

butaria Prov. di Matera con sentenza 13.12.1989 n. 849 ha statuito che “Nei casi in cui si verifichino errori, anche se imputabili alle parti, nel-l’intestazione della partita catastale, l’ufficio tecnico erariale è tenuto a procedere, eseguendo la c.d. voltu-ra di correzione, alla rettifica della intestazione della partita a norma dell’art. 16, comma 2, R.D. 8 dicem-bre 1938 n. 2153”. L’Ufficio ha af-fermato di avere eseguito la voltura secondo la denuncia di cambiamento di un privato e ciò costituisce evi-dente violazione della norma citata. Ma l’intera vicenda sottostante pro-spetta risvolti per nulla convincenti.

Un privato, assistito da un tecnico da esso prescelto, presenta denuncia di cambiamento dello stato dei ter-reni e chiede l’accorpamento di più particelle in un unico lotto urbano in data 18.12.1985 e tale domanda non è stata esaminata ed accolta per oltre un ventennio. Evidentemente c’era qualcosa che non suggeriva di poterla accogliere. Ma l’Ufficio, è lo stesso a sottolinearlo nelle sue controdedu-zioni, si accorge che alcune particel-le da accorpare non sono intestate in catasto alla richiedente. Sarebbe state logico attendersi, che, l’Uffi-cio, prima di accogliere la domanda, avesse chiesto alla ditta il titolo di trasferimento della proprietà. Si ac-

corge ancora che la domanda contie-ne l’indicazione di mq 1.320, mentre corrispondono a quella ditta solo mq 1.060. L’Ufficio non ha eseguito nel-la sua interezza la voltura così come richiesta dal tecnico di parte richie-dente con il tipo di mappale presen-tato, ma ha volturato quelle intestate alla ditta richiedente (particelle n. 138 e 142) nonché la sola particella n. 251 (mq 50), intestata al ricor-rente, escludendo dall’operazione le particlle 25/e (mq 40) e 143 (mq 170) intestate anch’esse ad un terzo, come terzo doveva e deve intendersi nella vicenda, anche, il ricorrente.

Certamente sarebbe stato più logi-co, che, a fronte della presentazione di un atto di aggiornamento da parte del professionista - tra l’altro unico

soggetto normativamente abilita-to alla presentazione dell’atto

medesimo - l’attività svolta dall’Ufficio fosse stata limi-tata a controllare l’esistenza delle condizioni di legge in modo che la variazione di-sposta avesse prodotto effetti sostanziali diretti soltanto nei

confronti dei soggetti che ave-vano la titolarità di diritti reali

sui beni interessati dalle variazioni e lasciando le altre intestate ai legit-timi titolari. Improvvisamente nel 2006 l’Ufficio supera ogni indugio, accorpa ed intesta alla richiedente il tutto con riserva sia per l’intestazione sia per l’estensione. Nelle controde-duzioni, però, non spiega quali sono stati i motivi che l’hanno indotto a de-cidere in tal modo, violando in modo non giustificato l’art. 12 richiamato e ledendo i diritti soggettivi del terzo. Ha sostenuto che esso ha osservato le circolari ministeriali, ma non è possibile che dette circolari abbiano potuto autorizzare l’ufficio a violare la richiamata norma. Smentisce tale affermazione il contenuto del comma 8 dell’art. del D.M. 19.04.1994. n. 701, il quale statuisce che “I tipi di frazionamento o tipi mappali di cui al comma 4, ad eccezione di quelli fi-

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Il geometra

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nalizzati a procedimenti amministra-tivi iniziati d’ufficio, sono sottoscrit-ti dai soggetti che hanno la titolarità dei diritti reali sui beni interessati dalle variazioni e dal tecnico che li ha redatti”. Nel caso di specie l’unico titolare dei diritti reali è il ricorren-te, il quale non ha sottoscritto alcuno degli elaborati cui l’ufficio fa riferi-mento. L’Ufficio, infatti, non è stato in grado di esibire documenti sotto-scritti dal ricorrente. A seguito del D.M. n. 701/1994, prima richiamato, il Ministero delle Finanze con una nota interna richiamava gli ex U.T.E. (oggi Agenzia del Territorio) a “non eseguire frazionamenti e variazioni catastali senza il consenso di tutti gli interessati, ossia di tutti i soggetti ti-tolari di diritti reali sui beni immobili coinvolti dal frazionamento o dalla variazione”. La ratio di tale disposi-zione appare ravvisabile nell’esigen-za di garantire la correttezza e com-pletezza dell’atto tecnico anche sotto il profilo civilistico e pubblicistico. Ancora il D.M. 2 gennaio 1998, n. 28, art. 1, comma 3, stabilisce che le partite che individuano gli immobili urbani devono contenere fra l’altro “oltre agli elementi identificativi de-gli immobili, dei soggetti, e dei rela-tivi diritti reali, anche gli estremi dei documenti che ne giustificano l’iscri-

zione....”, nella variazione in esame nessun documento attestante diritti reali è menzionato. Ancora una per tutte, la sentenza della Cassazione n. 7144 del 15 aprile 2004 in merito alla vertenza in esame così si esprime: “i dati” catastali debbono coincidere con la situazione dei soggetti titolari del diritto di proprietà o di altro dirit-to reale: perciò per procedere al fra-zionamento o alla variazione di dati catastali è necessaria, ai sensi del-l’art. 5 legge n. 679/1969, l’istanza di tutte le parti interessate, ossia dei titolari dei diritti reali sui beni immo-bili in oggetto, quindi il giudice adito da uno degli interessati deve dichia-rare la nullità di un frazionamento di una particella catastale eseguito sen-za il consenso della proprietà della particella stessa”. Anche in questo caso la Suprema Corte si richiama al consenso del titolare del diritto reale. Si può anche ritenere, come ha de-dotto il ricorrente nell’atto introdut-tivo, che l’eliminazione sia frutto di un errore, che certamente non sareb-be stato di lieve entità, ma la protesta del ricorrente e l’intimazione for-male a correggerlo imponevano che l’Ufficio riportasse a legalità l’intera vicenda, ripristinando la partita man-tenuta legittimamente fino al 2006 ed eliminata illegittimamente in epoca

successiva. Imponeva tale obbligo la legge n. 241 del 1990. Neanche è fondata l’affermazione che la corre-zione incombe alle parti private. Era a ciò tenuto l’Ufficio che ha annulla-to la partita nonostante gli atti, dallo stesso conosciuti, attribuiscano al ri-corrente la proprietà della particella n. 251. Il comportamento ingiusta-mente lesivo del diritto del ricorren-te, tenuto dall’ufficio anche in sede giudiziale, importa la responsabilità aggravata prevista dall’art. 96 c.p.c. per avere resistito in giudizio con colpa grave.

Per questi motiviLa Commissione Tributaria di Co-

senza accoglie il ricorso proposto da R. C. e, per l’effetto:a) accerta che l’Agenzia del Territo-rio di Cosenza ha eliminato arbitra-riamente ed in violazione dell’art. 12 del R.D. 8.12. 1938 n. 2153 la seguente partita: “R.C. - Catasto ter-reni del Comune di M. U. foglio 74, particella 251 serri, arb. ha 00,50 RD 0,21 R A 0,06”;b) ordina all’Agenzia del Territorio di Cosenza di ripristinare immediata-mente la partita descritta sub a); c) dichiara che l’intera vicenda è da addebitare a colpa dell’Agenzia del Territorio convenuto, che è diventa-ta grave per non aver voluto attuare l’art. 16 di detto decreto e per avere pervicacemente resistito in giudizio: condanna l’Agenzia del Territorio di Cosenza al pagamento delle spese di lite in favore del ricorrente che liqui-da in complessive euro 1.079,25 per spese ed onorari oltre I.VA, C.A.R ed altri oneri di legge;d) condanna l’Agenzia delle Entrate a pagare al ricorrente la somma di € 500,00 per danni da responsabilità ex art. 96 c.p.c. oltre i maggiori danni che dalla vicenda avesse subito da liquidarsi in sede civile. Dichiara la sentenza provvisoriamente esecuti-va. Così deciso a Cosenza addì 3 lu-glio 2007.

Da “Geoide”

Le pubblicazioni del Collegio

GUIDA OPERATIVA DOCFA 12 EuroGUIDA OPERATIVA CATASTO TERRENI 12 EuroTARIFFE PROFESSIONALI 10,50 EuroAPPUNTI DI DIRITTO CIVILE E DI URBANISTICA 40 Euro

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Il geometra

il geometra n. 8-9/08 15

I fenomeni erosivi sono nella mag-gior parte dei casi dovuti all’assen-za di copertura vegetale del suolo su pendii più o meno acclivi. Al fine di proteggere temporaneamente il terre-no scoperto e di favorire il successi-vo insediamento della vegetazione si ricopre la superficie del pendio con dei materiali antierosivi sintetici e/o naturali.

Nella realizzazione di questi inter-venti è possibile impiegare numerosi prodotti specifici, che generalmente vengono suddivisi in tre categorie principali: i geosintetici, i prodotti naturali ed i geocompositi.

I geosintetici sono costituiti esclu-sivamente da polimeri sintetici e si differenziano in geostuoie, geocelle e geotessili.

Le geostuoie sono strutture tridi-

mensionali spesse circa 10-20 mm e formate da filamenti di materiale sin-tetico intrecciato irregolarmente. In alcuni casi possono essere abbinate a biofeltri in cellulosa preseminati.

Le geocelle sono strutture alveolari

formate da nastri di materiale sinte-tico spessi circa 15-20 cm e assem-blati con processi di incollaggio o saldatura in modo da assumere una forma a “nido d’ape”. Queste strut-ture vengono solitamente utilizzate per trattenere tra le celle uno strato

Ingegneria naturalistica: materiali antierosivi

di Mario Vietti

Intervento antierosivo con geostuoie in fase di realizzazione ed un anno dopo (Tenax).

Le tecniche di ingegneria naturalistica possono avere numerose applicazioni, una delle più comuni è sicura-mente il controllo dell’erosione.

Geostuoia (Tenax)

Geostuoia con biofeltro (Tenax)

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Il geometra

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superficiale di terreno riportato e per consentirne la rivegetazione.

I geotessili sono la famiglia più am-pia e più nota dei geosintetici e tal-volta possono essere usati per inter-venti antierosivi. E’ bene distinguere i geotessili tessuti e quelli nontessuti. I primi sono delle strutture piane a maglie regolari di 5-10 cm e costitui-te da filamenti di materiali polimerici tessuti su veri e propri telai. I secon-di sono strutture piane con fibre di-sposte casualmente e assemblate con processi meccanici o termici.

I geotessili non tessuti presentano una ridotta resistenza alla trazione (circa 10 kN/mq) e spesso vengono utilizzati insieme ad altri materiali di rivestimento sintetici o metallici. Quelli tessuti sono caratterizzati da

una maggiore resi-stenza, ma non tutti sono concordi sulla loro efficacia come materiali antierosi-vi.

I materiali antie-rosivi naturali sono realizzati esclusiva-mente o prevalente-mente con fibre na-turali (paglia, cocco, juta, agave, ecc.) e si distinguono in biostuoie, biotessili e biofeltri.

Le biostuoie sono costituite da uno strato di fibre natu-rali contenuto tra due reti sintetiche biodegradabili in polipropilene o po-liammide. In alcuni casi all’interno viene inserito uno strato di cellulosa preseminato.

I biotessili sono strutture aperte composte da fibre naturali (cocco, juta e agave) con maglie di dimen-sione variabile da pochi millimetri a qualche centimetro. Tutti i materiali biotessili sono biodegradabili anche se con tempi differenti a seconda del-le fibre con cui sono realizzati. Per esempio un tessuto in juta ha una du-rabilità decisamente inferiore rispet-to ad un tessuto in agave. Inoltre la juta ha una resistenza alla trazione 2 o 3 volte inferiore rispetto al cocco e all’agave (10-15 kN/mq).

I biofeltri sono composti da fibre naturali legate da feltri sintetici bio-degradabili. A volte possono essere preseminati per facilitare la rivegeta-zione dell’area di intervento.

La funzione antierosiva di questi materiali naturali e sintetici biode-gradabili è esclusivamente tempo-ranea ed in breve tempo il terreno rimarrà protetto solamente dalla ve-getazione.

I geocompositi sono realizzati ac-coppiando diversi materiali antie-rosivi, sintetici e naturali. Spesso vengono rinforzati con griglie metal-liche o sintetiche per aumentarne la

resistenza meccanica.Questi prodotti vengono suddivisi

in drenanti ed impermeabilizzanti. All’interno della prima categoria i più utilizzati per controllare l’erosio-ne sono composti da una geomem-brana o una georete compresa tra due strati di geotessili.

I geocompositi impermeabilizzanti possono essere costituiti da una geo-stuoia riempita da bitume e pietrisco, oppure da due strati di geotessile o geomembrana con all’interno della bentonite sodica (minerale argilloso). Vengono impiegati generalmente per il consolidamento delle sponde dei corsi d’acqua.E’ bene tener presente che nessuno dei materiali antierosivi è in grado di adattarsi a tutte le situa-zioni. Per ottenere dei buoni risultati è fondamentale scegliere accurata-mente i materiali più adatti ad ogni singolo intervento.

Fotografie per gentile concessione della Tenax S.p.a. www.tenax.net

Pannello di Geocelle (Tenax)

Biostuoia in paglia e cocco (Tenax)

Geocomposito: georete + geotessili

www.turingarden.it

[email protected]

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Il geometra

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TURIN GARDEN ESPOSIZIONI 2008

Dal 13 Ottobre all’ 8 Novembre: I colori dell’autunno

Alberi ed arbusti particolarmente decorativi per i colori autunnali

“Esistono alcune piante caratteristiche per essere decorative anche in autunno, e non solo per il colore delle foglie, ma anche per la fioritura, per le bacche, per i frutti, per la corteccia o ancora per la forma dei rami; in un giardino non dovrebbero mai mancare, per rallegrare questa stagione un po’ grigia.”

Sarà possibile ammirare una buona scelta di alberi e arbusti particolarmente decorativi durante la stagione au-tunnale. Orario esposizione e vendita:- da lun. a ven. 8-12/14,30-19- sabato 8-12 Ingresso libero.

Anche in autunno i giardini si riempiono di colori

Se durante la primavera il giardino è rallegrato dalla comparsa dei fiori e dal risveglio di tutta la natura, in au-tunno assume “l’abito della festa”, regalandoci un momento suggestivo con i colori delle foglie, delle cortecce e dei frutti che si fondono con il grigiore della nebbia e della rugiada.Ma perché le foglie, prima di cadere, assumono le caratteristiche colorazioni autunnali con toni che vanno dal giallo al rosa, all’arancio fino al rosso-bronzo?L’invecchiamento e le basse temperature attivano un processo biochimico: la pianta riassorbe alcune sostan-ze divenute momentaneamente inutili (amminoacidi, zuccheri e magnesio), mentre altre restano nelle lamine fogliari perché richiederebbero troppa energia per essere recuperate (carotenoidi e xantofille). Sono proprio queste ultime che donano gli stupendi colori e le diverse combinazioni cromatiche.Questa peculiarità delle piante a foglia caduca è molto utile per realizzare giardini policromi tutto l’anno e deve essere tenuta in grande considerazione dai progettisti delle aree verdi. Per questo motivo i paesaggisti dovranno conoscere a fondo le colorazioni autunnali di alberi e arbusti per accostarli sapientemente alle altre essenze.In questa stagione risultano decisamente imbattibili per il colore delle foglie: Acer japonicum “Aconitifolium”, Cercidiphyllum japonicum, Parrotia persica e Platanus acerifolia “Mirkovec”.Ma l’aspetto decorativo non si limita solo al fogliame: la corteccia di Betula alba, Cornus alba “Elegantissima” e “Gouchaultii” e Cornus sanguinea viene illuminata dalla luce calda e morbida dell’autunno, così come le bacche di numerose varietà (Callicarpa giraldiana, Ilex aquifolium, Cotoneaster, Symphoricarpos, ecc….). Occorre anche ricordare che alcune essenze, come Osmanthus heterophyllus e Prunus subirthella “Autumnalis” fioriscono proprio in ottobre-novembre.

Per informazioni: TURIN GARDENStrada del Mainero 64 - Torino

Tel e Fax 011 8610032 - 011 [email protected]

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Professione

Il geometra

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Da quando è entrata in vigore la direttiva europea 2005/36/CE, relati-va al riconoscimento delle qualifiche professionali, sono cambiate le regole che un geometra, alla pari degli altri professionisti iscritti a un ordine pro-fessionale, deve seguire per esercitare la professione in uno dei paesi del-l’Unione europea. La direttiva è entra-ta in vigore il 20 ottobre 2007, e perciò ogni stato europeo la deve rispettare. Essa sostituisce le precedenti diret-tive 89/48/CEE e 92/51/CEE, come modificate dalla direttiva 2001/19/CE (da notare che la dizione inglese, pre-valente sui siti europei, scrive EEC al posto CEE).

La professione di geometra rientra nei livelli di qualifica previsti dall’art. 1l, lettera c di tale direttiva 2005/36, ed è specificatamente descritta nell’Alle-gato II - Elenco dei cicli di formazione con struttura particolare di cui all’ar-ticolo 11, lettera c) - come avente un ciclo di studi tecnici secondari della durata complessiva di almeno tredici anni, di cui otto di scolarità obbligato-ria più cinque anni di studi secondari, tre dei quali concentrati sulla professio-ne, concludentisi con un esame di maturità tecnica e completati da un tirocinio pratico di almeno due anni in un ufficio professionale o da un’e-sperienza professionale di cinque anni, seguito dall’esame di Stato.

Che cosa deve dunque fare un geo-metra italiano, iscritto a un Collegio, per esercitare la professione nell’Unio-ne europea? Deve chiedere all’autorità competente del paese in cui desidera lavorare (in genere è un ministero), di ottenere il riconoscimento del titolo professionale di geometra ai sensi del-

la direttiva europea 2005/36. articolo 11, lettera c.

Per individuare l’indirizzo a cui rivolgersi, il punto di partenza e l’e-lenco dei Punti nazionali di contatto che si trova sul sito del Dipartimen-to Politiche Comunitarie, http://old.politichecomunitarie.it, dove c’è una sezione dedicata ai riconoscimenti professionali. Il Dipartimento per le Politiche Comunitarie si trova presso la Presidenza del Consiglio, e offre informazioni telefoniche dettagliate al numero 06 6779.53.22. La posta elet-tronica valida è attualmente solo que-sta: [email protected].

Ai punti di contatto degli altri paesi (che pubblichiamo nelle pagine se-guenti, assieme a quello della Sviz-zera, perché con questo paese c’è un reciproco riconoscimento dei diplomi che danno diritto ad accedere a una professione regolamentata) ai quali ci si deve rivolgere per sapere che docu-menti ciascuno di essi richiede perché

la qualifica di geometra sia riconosciu-ta. E’ opportuno inviare la richiesta in lingua inglese.

Nel caso che il paese prescelto chieda un attestato da parte dell’auto-rità competente italiana, tale autorità è il ministero della Giustizia, a cui il geometra dovrà inviare la richiesta scritta, allegando la documentazione inviata dal paese europeo.

Sul sito dell’Unione Europea: http://europa.eu/scadplus/leg/it/cha/c11065.htm, c’è una sintesi della Direttiva 2005/36/CE del 7 settembre 2005, pubblicata nella Gazzetta ufficiale L 255/22 del 30.09.2005. In questa pa-gina è descritto con buon dettaglio il contenuto della direttiva, compreso un aspetto nuovo, assai importante, che riguarda il lavoro temporaneo e occa-sionale, senza necessità di stabilimento di servizi. La direttiva infatti distingue tra “libera prestazione dei servizi” e “libertà di insediamento” basandosi sui criteri indicati dalla Corte di giustizia: durata, frequenza, periodicità e conti-nuità delle prestazioni. I geometri che hanno intenzione di lavorare in Europa faranno bene a leggere accuratamente questa lunga pagina, dalla quale è pos-sibile raggiungere tutti i documenti re-lativi.

Sul sito del ministero della Giu-stizia ( www.giustizia.it/professioni/tit_prof _paesi_ue.htm) sono invece pubblicate le regole che riguardano i professionisti di altri paesi dell’Unio-ne europea che vogliono lavorare in Italia. Il Decreto Legislativo 6 no-vembre 2007, n. 206, che ha recepi-to la direttiva 2005/36, non riguarda perciò i professionisti italiani.

Il Geometra abilitato in Italia può lavorare in tutta Europa

di Mariangela Ballo

La Direttiva 2005/36 è en-trata in vigore in tutti i pae-si dell’Unione Europea e da diritto a chi esercita una professione regolamentata di farlo ovunque senza altri esami. Spieghiamo come farsi riconoscere il titolo professionale.

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Da “Pitagora”Collegio Geometri di Padova

DocumentazionePunto di partenza: http://old.politichecomunitarie.it,sito del Dipartimento Politiche Comunitarie, dove c’èuna sezione dedicata ai riconoscimenti professionali.Approfondimento: http://europa.eu/scadplus/leg/it/cha/c11065.htm pagina del sito dell’Unione Europea dove è illustrata la Direttiva 2005/36.

AUSTRIABundesministerium für Wirtschaft und ArbeitAbleilung 1/7, Stubenring 1A- 1010 VIENNAtel.:+43-1-711,00.5446 fax.:+43-1-714.2718e-mail: [email protected]

BELGIO(Comunità francese)Ministère de l’Education Communauté françaiseRue Royale 204B- 1010 BRUXELLEStel:+32-2-210.55.77 fax:+32-2-210.59.92e-mail: [email protected](Vlaamse Gemeenschap)Afdeling UniversiteitenHendrik. Consciencegebouw, Toren A- 7dc verd., Koning Albert II laan 15B- 1210 BRUSSELtel:+32-2-553.98.01, fax : +32-2-533.98.05e-mail: [email protected]

CIPROHuman Resource DevelopmentAuthority of Cyprus2 Anavissou Str. Strovolos,P.O.Box 25431CY- 1392 NÌCOSIAtel.:+357 22390363,22515000 fax.: + 357 22428522e-mail: [email protected]

DANIMARCACenter for Vurdering af Udenlandske UddannelserFiolstraede 44, 1171 København Ktel.: +45 3392 5000.Direct line: +45 3395 7069, fax:+45 3395 7001,e-mail: [email protected] www.cvuu.dk

ESTONIAMinistry of Education and ResearchMunga 18, EE - 50088 TARTUtel:+372 7 350 228 fax:+372 7 350 162e-mail: [email protected]

I PUNTI NAZIONALI DI CONTATTO NEI PAESI DELL’UNIONE EUROPEA E IN SVIZZERA

Il Punto nazionale di contatto per i riconoscimenti professionali fornisce a tutti i cittadini interessati ogni utile conoscenza riguardo il complesso di disposizioni, norme e principi comunitari e nazionali che regolano il sistema della libera circolazione dei professionisti nell’Unione Europea: in particolare fornisce chiarimenti sulle disposizioni esistenti in materia di esercizio dell’attività professionale tra gli Stati membri dell’Unione e sui sistemi di riconoscimento dei titoli professionali.Il Punto di contatto italiano opera presso l’Ufficio IV del Dipartimento per le politiche comunitarie, Pre-sidenza Consiglio Ministri, piazza Nìcosia n. 20, 00186 Roma, tel. 06 6779.53.22, fax 06 6779.51.58, e-mail: [email protected]

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[email protected] ENIC/NARIC CentreKoidula 13a, EE - 10125 TALLINNtel:+372 696 2415 fax : +372 696 2426e-mail: [email protected]

FINLANDIANational Board of EducationP.O. Box 380 SF-00531 HELSINKItel.: +358-9-77.47.71.28 fax : +358-9-77.47.72.01 e-mail: [email protected]

FRANCIABureau DRIC B4110 rue deGrenelle,F 75007 PARIS tel: +33 1 55 55 04 29 fax: +33 1 55 55 04 23e-mail: [email protected] [email protected]

GERMANIAZentralstelle für ausländisches Bildungswesen im Sekretariat der Kultusministerkonferenz (KMK) Lennénstr. 6, D - 53113 BONN tel.: +49-228-501-0 fax : +49-228-501-229 e-mail : [email protected]

GRECIADirective 89/48/EECSection of Recognition of Professional QualificationsMinistry of National Education & Religious Affairs67 rue PenepistimiouGR-105 64 ATHENStel +30-10-3243923 fax:+30-10-3316651e-mail : [email protected] 92/51/EECO.E.E.K. (Organisation for vocational education and training)Department for European and International RelationsEthnikis Antistaseos 41GR -142 34 N. Ionia, ATHENSProfessional rights and degree equivalencetel: +30-10-2709017Section of Degree equivalencetel: +30-10-2709145e-mail : [email protected]@oeek.grfax : +30-10-2715921

www.oeek.gr

IRLANDAQualifications Section Dept of Education & Science

Training College BuildingMarlborough St., IRL - DUBLIN 1tel: +353-1-889 6539 fax : +353-1-889 2378e-mail: [email protected]

ITALIAPresidenza Consiglio MinistriDipartimento per il Coordinamento delle Politiche CommunitariePiazza Nicosia, 2000186 ROMAtel.: +39-06-6779.5322 fax : +39-06-6779.5158e-mail : [email protected]

LETTONIADepartment of European Integration and Technical AssistanceProgrammes Co-ordination Ministry of Education and Science Valnuiela 2 - 207, LV – 1050 RIGA e-mail : [email protected]

LITUANIADirectives 89/48/EEC, 92/51/EECLithuanian Ministry of SocialSecurity and LabourVivulskio 5, LT - 031516 VILNIUStel. +370 52 266 42 68 fax.:+370 52 66 42 09e-mail: [email protected]

LUSSEMBURGOMinistère de la Culture, del’Enseignement Supérieur et de laRecherche,18-20, Montée de la PétrusseL-2912 LUXEMBOURGtel.: +352-478.51.39 fax : +352-26.29.60.37e-mail: [email protected]

MALTA328, Education DivisionMT- FLORIANA, Maltatel. +356 21240419;+356 25982448 fax. +356 21239842e-mail: [email protected]

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Professione

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OLANDADirective 89/48/EECIRAS - Informatiecentrum RichtlijnAlgemeen Stelsel, Postbus 29777NL - 2502 LT DEN HAAGtel.:+31-70.426.0390/+31.70.426.0286 fax: +31-70.426.0395e-mail: wigleven@nuffic.nlwww.nuffic.nlwww.professionarecognition.nlDirective 92/51/EECCOLO, Sector Internationale diplo-mawaardering, Postbus 7259NL - 2701 AG ZOETERMEERe-mail: [email protected]:+31-79.352.30.00 fax:+31-79.351.54.78www.colo.nlwww.professionalrecognition.nl

POLONIADirectives 89/48/EEC e 92/51/EECMinistry of National Education Department for European and International CooperationAl. 25 Szucha,PL-00918 WARSAWtel : +48.22.628.41.35/629.02.94fax :+48.22 628.85.61e-mail : [email protected] : [email protected]

PORTOGALLODirective 89/48/EECMinistério da Ciència e do Ensino Superior - Geral do Ensino Superior -Divisão de Reconhecimonto eIntercambioAv. Duque d’Àvila, 137 - 4è EsqP-1069-016 LISBOAtel.:+351-21-312.60.98 fax : +351-21-57.96.17e-mail: [email protected] 92/51/EECDiressào-Geral de Formafào VocacionalAv. 24 de Julho, 138 - 7°P-1350 - 026 Lisboatel.: 351 21 394 37 05 fax: 35121 394 37 97e-mail: [email protected]

REGNO UNITODepartment for Education andSkills, Room E3b, MoorfootGB - SHEFFIELD SI 4PQtel.:+44-114-259.41.51 fax : +44-114-259.44.75

e-mail : [email protected]/europeopen

REPUBBLICA CECAMinistry of Education,Karmelitská 7CZ-18 12 PRAHA 1tel:+420257193615 fax: +420257193650e-mail : [email protected]

SLOVENIAMìnistry of Labour, Family and Social AffairsKotnikova 5SI -1000 LJUBLJANAtel. : +386 1 478 34 88 fax : +386 1 478 34 93e-mail : [email protected]

SLOVACCHIADirective 89/48/EECMinistry of EducationStromova 1,SK - BRATISLAVAtel+4212 59374439 tel+4212 59374240e-mail : [email protected] 92/51/EECMaria JózsováMinistry of EducationStromova 1, SK - BRATISLAVA e-mail : [email protected]

SPAGNAMinisterio de Educación, Cultura y Deporte, Subdirección General de Tìtulos, Convalidaciones y Homologaciones, Consejerìa Tecnica de Tìtulos de la Union Europea, Paseo del Prado, 28 E - 28071 MADRID tel.: +34-91-506 56 18 fax: +34-91-506.57.06 e-mail: [email protected]

SVEZIAHögeskolverket (National Agencyfor Higher Education)Box 7851S - 103 99 STOCKHOLMtel.: +46-8-563 086 63 fax : +46-8-563 086 50e-mail: [email protected]

SVIZZERAOffice fédéral de la formation professionnelle et de la technologie (OFFT)

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Professione

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Effmgerstrasse 27 CH-3003 BERNE Tél.+41 31322 29 37 e-mail: [email protected] www.bbt.admin.ch/themen/hoehere/00169/index.html?lang=it Nell’ambito del riconoscimento dei diplomi, la Sviz-zera e l’Unione europea riconoscono reciprocamente i diplomi che danno diritto ad accedere a una profes-sione regolamentata nei vari Stati.

UNGHERIAHungarian Equivalence andInformation Centre (ENIC/NARIC)Ministry of EducationSzalay utca 10-14HU -1055 BUDAPESTtel. +36 1 473 7382 / +36 1 473 7325fax+36 1332 1932e-mail: [email protected]

INCARICHI ESTERNI NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ART. 46 D.L. 25 GIUGNO 2008, N. 112

Il Governo, anche a seguito dell’intervento congiunto dei Consigli Nazionali dei Geometri, dei Pe-riti Industriali e dei Periti Agrari, ha inserito nel decreto-legge n. 112 del 25/06/2008 (cd. “manovra d’estate”, pubblicato sul S. O. n. 152 alla G.U. n. 146 del 25/06/2008), la modifica dell’art. 7, comma 6 D. Lgs. n. 165/2001, riguardante gli incarichi esterni di collaborazione e consulenze nella pubblica amministrazione.

Tale disposizione, nello stabilire che “si prescinde dal requisito della comprovata specializzazione universitaria in caso di stipulazione di contratti d’opera per attività che debbano essere svolte da professionisti iscritti in ordini o albi”, ha rimediato all’illegittima disciplina introdotta con la L. 24.12.2007, n. 244.

Si definisce e chiarisce pertanto che i suddetti incarichi possono essere conferiti “ad esperti di … specializzazione anche universitaria” ed, inoltre, si dispone una deroga espressa, in merito al posses-so della specializzazione universitaria, “in caso di stipulazione di contratti d’opera per attività che debbano essere svolte da professionisti iscritti in ordini o albi”.

Pertanto gli incarichi da parte delle Pubbliche Amministrazioni possono essere legittimamente asse-gnati ai professionisti Geometri.

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Seminari di orientamento sulla Sicurezza

La Commissione Sicurezza ha prontamente recepito le im-portanti innovazioni normative promulgate negli ultimi tempi, tra cui il D.lgs 81/08, che impongono la revisione di tutta l’of-ferta formativa della Fondazione Geometri in materia di sicu-rezza dei luoghi di lavoro e dei cantieri temporanei e mobili.

E’ stata pertanto ampliata la programmazione dei corsi, in-cludendo tre seminari gratuiti di orientamento indirizzati in particolare ai neo iscritti e più in generale ai professionisti più giovani che desiderano avere un quadro generale della sicu-rezza cantieri, che permetta loro un orientamento della pro-pria attività professionale. I seminari prevedono una parte sui principi generali della sicurezza, una parte specifica sulla for-mazione necessaria, sui possibili sbocchi professionali, sulla tipologia della clientela e su come gestire al meglio l’incarico professionale e il rapporto con la committenza, ed infine una parte in forma di confronto e di discussione aperta.

Commissione Sicurezza

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Sul sito Internet dell’I.S.P.S.L. www.ispesl.it sono pubblicate le Linee Guida “Prevenzione e protezione dai rischi dovu-ti all’esposizione ad agenti fi sici nei luoghi di lavoro”, aggiornate al 10 luglio 2008, riguardanti, in particolare, i rischi “vibra-zioni” e “rumore”.

Sulla G.U. n 192 del 18 agosto 2008 è stato pubblicato il Decreto del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, recante “Modalità di tenuta e con-servazione del libro unico del lavoro e di-

sciplina del relativo regime transitorio”.Sul “Libro unico del lavoro” il Ministe-

ro ha ritenuto di emanare anche una Cir-colare esplicativa (n. 20/2008 – prot. 25/segr/0011469 del 21 agosto 2008), disponi-bile sul sito del Ministero www.lavoro.gov.it – link normativa.

La normativa è rivolta “ai datori di lavoro privati di qualsiasi settore, compresi i datori di lavoro agricoli, quelli dello spettacolo, del-l’autotrasporto e quelli marittimi, con la sola eccezione dei datori di lavoro domestico”.

Ultime in materia di Sicurezza

L’ANCE (Associazione Nazionale Co-struttori Edili), ha messo a punto uno sche-ma riepilogativo delle più recenti norma-tive regionali di attuazione del Decreto Legislativo n. 4 del 16 gennaio 2008 (“Ul-teriori disposizioni correttive ed integrative

del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale”). Il do-cumento è consultabile sul sito www.ance.it – Aree tematiche – Urbanistica, territorio, ambiente – Regioni a confronto sulla VAS.

Quadro riepilogativo dell’ANCE su normative regionali VIA e VAS

Sportello per l’Edilizia del Comune di To-rino - News del 3 settembre 2008

Pubblicata la D.S. 01_08 del Settore Coord. Int. Convenz. e Vigil. Edil. che introduce, di concerto con l’ASL e a se-guito dell’approvazione della L.R. 15 del 25/6/2008, l’autocerifi cazione igienico-sa-nitaria a fi rma del richiedente e del Diret-tore dei Lavori. Predisposto il modello SE-

AGI-AUT pubblicato nell’apposita sezione.

http://www.comune.torino.it/ediliziaprivata/atti/disposizioni_servizio/2008/01_08_sci-cve.pdfhttp://www.comune.torino.it/ediliziaprivata/moduli/pdf/se_agi_aut.pdfhttp://www.comune.torino.it/ediliziaprivata/normativa/pdf/lr_15_08_sempl.pdf

Agibilità Comune di Torino

... in breveInform

azioni

Il Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, Direzione Generale per l’Attività Ispettiva, ha pubblicato, sul sito www.lavoro.gov.it (link interpello), il Documento Unico di Regolarità Contribu-tiva.

Il Ministero, in risposta ad uno specifi -co quesito, ha ritenuto di dover precisare

che “L’azienda in possesso di DURC, al fi ne di comprovare la correttezza dei pagamenti docuti, possa produrre agli organi di vigilan-za il Documento stesso in sostituzione delle attestazioni di pagamento coincidenti con il periodo di regolarità certifi cata”.

D.U.R.C. “Documento Unico di Regolarità Contributiva”

Commissione Sicurezza

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Il nuovo Consiglio Nazionale, ap-pena insediatosi, ha promosso un in-contro tra tutti i Presidenti dei Colle-gi per discutere due importanti punti all’Ordine del Giorno: “Iscrizione all’Albo dei dipendenti pubblici” e “Nuova strategia per la definizio-ne delle competenze del geometra e geometra laureato. Art. 16 del vigen-te Regolamento”.

I Presidenti Cassa Fausto Amadasi e Consiglio Nazionale Fausto Savol-di hanno aperto la riunione con i sa-luti ed il benvenuto ai Presidenti dei Collegio, presenti all’unanimità.

Il Presidente Savoldi ha per prima cosa presentato i Consiglieri compo-nenti il nuovo Consiglio Nazionale, con i rispettivi compiti.

L’obiettivo numero uno del Consi-glio Nazionale è oggi la revisione del Regolamento per la professione di Geometra del 1929; i principi della revisione devono essere condivisi dai Presidenti dei Collegi, che si chiede appunto oggi.

Per questo i due punti all’Ordine del Giorno “Iscrizione all’Albo dei dipendenti pubblici” e “Nuova stra-tegia per la definizione delle com-petenze del geometra e geometra laureato. Art. 16 dei vigente Rego-lamento” sono determinanti per la stesura del nuovo Regolamento.

I Presidenti hanno effettuato nu-merosi interventi che riportavano le posizioni dei rispettivi Consigli, ed anche i Comitati Regionali hanno letto le loro osservazioni. Oltre agli argomenti specifici, i Presidenti han-no commentato favorevolmente il

nuovo corso del Consiglio Naziona-le, plaudendo alla convocazione del-l’Assemblea che coinvolge responsa-

bilmente tutti i Collegi ed alle altre azioni del nuovo Consiglio Naziona-le, quale l’eliminazione dell’articolo della Finanziaria per l’affidamento degli incarichi pubblici ai diplomati.

Infine si è proceduto alle votazioni con esito favorevole per entrambi i punti, all’unanimità.

Il Presidente geom. Savoldi ha quindi comunicato il programma operativo immediato del Consiglio Nazionale: l’emanazione di una Direttiva sulla liquidazione delle parcelle e di una revisione delle Di-rettive sul Praticantato, la revisione del Regolamento per la Formazione Continua, l’emanazione di Direttive per la decorrenza dei movimenti Albo e per i procedimenti disciplinari.

Riunione dei Presidenti del 15 luglio 2008 - Roma

Le Associazioni di Categoria

A.G.I.T. - Associazione Italiana Geometri Topografi- www.agit.cng.itA.G.I.A.I. - Associazione Geometri Italiani Amministra-tori Immobiliari - www.agiai.comA.G.I.C.A.T. - Associazione Geometri Italiani Consulenti per l’Ambiente e il Territorio - www.agicat.cng.itCONSULTA FEMMINILE DONNE GEOMETRA - www.donnegeometra.itGEOVAL - Geometri Valutatori Esperti - www.geoval.itGEOSICUR - Geometri per la Sicurezza - www.geosicur.itGEOSPORT - www.geosport.it

Consiglio Nazionale

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il geometra n. 8-9/08 27

Come già anticipato sulla Rivista “Il Geometra” del mese di luglio scor-so, la Cassa di Previdenza sta invian-do a tutti gli iscritti e cancellati Albo che abbiano o abbiano avuto almeno un anno di contribuzione, l’Estrat-to Conto Assicurativo aggiornato al 31/12/2007, al fine di ottemperare all’obbligo di legge che prevede da parte di tutti gli Enti previdenziali, la trasmissione al Casellario Centrale delle posizioni previdenziali presso l’INPS.

Pertanto l’iscritto, entro la scaden-za evidenziata nel modello, dovrà verificare i dati presenti nell’estratto e in caso di rettifica predisporre la “Richiesta di Rettifica Estratto Con-to” da inoltrare alla Cassa con la do-cumentazione di supporto, o tramite il Collegio od utilizzando l’apposita procedura nell’Area Riservata del sito della Cassa, accedendo sempre tramite i codici personali (matricola, Password e PIN) utilizzati per l’invio del recente modello 17 on-line (Call Center Numero Verde 800 655 875) e trasmettendo obbligatoriamente la

relativa documentazione via fax alla Cassa al n. 06 23328393.

E’ opportuno sottolineare l’im-portanza di tale operazione che con-

sentirà di garantire la completezza e l’esattezza dei dati presenti nel data-base della Cassa di Previdenza.

L’estratto conto assicurativo

Consegna presso il Collegio

Per gli iscritti o ex-iscritti che volessero consegnare le richieste di rettifica al Collegio, è stato predisposto un servizio di prenotazione come per i modelli 17, a partire da lunedì 6 ottobre p.v.

Pertanto per prenotarsi presso il Collegio occorre:

-- Telefonare al n. 011/532185-- Consegnare la “RICHIESTA DI RETTIFICA ESTRATTO CON-

TO” compilata e debitamente firmata dall’iscritto -- Consegnare la documentazione di supporto:

- quietanze di pagamento bancario MAV- quietanze esattoriali- modelli 17 dell’anno interessato e relativa ricevuta di spedizio-

ne TUTTI OBBLIGATORIAMENTE FOTOCOPIATI

(NON PORTARE ORIGINALI)- informativa privacy Collegio Geometri firmata dal professioni-

sta (da scaricare sul sito del Collegio)

Cassa Previdenza

Il geometra

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Il geometra

28 il geometra n. 8-9/08

MODELLO DF-RED 2008 PENSIONATI CASSA GEOMETRI

Si ricorda a tutti pensionati Cas-sa che hanno ricevuto il modello DF_RED 2008, per il rilascio della dichiarazione annuale attestante il reddito complessivo annuo ed il nu-cleo familiare a carico del pensio-nato stesso, l’obbligo di tale comu-nicazione che deve essere trasmessa o tramite il Collegio o direttamente alla Cassa al seguente numero di fax 06 23326859.

EMISSIONE RUOLO ESATTORIALE 2008

E’ in via di emissione, da parte del-l’Equitalia, il ruolo ordinario 2008 per il recupero della contribuzione dovuta e non versata alla Cassa di Previdenza, con relativi oneri acces-sori, riferita al periodo 2003 - 2007.

Il ruolo 2008, come il preceden-te, sarà posto in riscossione in unica rata.

In caso di riscontro di errori per errata emissione, dovrà seguire la richiesta di sgravio, presentando al Collegio domanda in carta semplice intestata alla Cassa di Previdenza, corredata da copia della documenta-zione inerente l’anno segnalato (qua-dro RE e quadro IVA) e copia dei versamenti effettuati (MAV bancari contributi minimi e relative autoli-quidazioni di eccedenze versate con il modello 17).

CANCELLAZIONI ALBOUnitamente alla presentazione del-

le seguenti domande:

-- DOMANDA DI CANCELLA-ZIONE ALBO

-- DOMANDA DI CANCELLAZIO-NE CASSA E NON ALBO

ovvero MOD.3/03 per cessazione dell’attività professionale

-- CANCELLAZIONE PER DE-CESSO ( a cura degli eredi)

sarà necessaria la compilazione del modello 18/C (modello di comunica-zione reddituale anno in corso).

Tale modello dovrà essere debita-mente compilato inserendo il reddito netto professionale ai fini IRPEF ed il volume d’affari IVA prodotti nel-l’anno 2008 e consentirà l’acquisi-zione della dichiarazione provvisoria dell’anno in corso ed il conseguente

versamento dei contributi dovuti tramite emissione di MAV, calcolati con l’aliquota in vigore nell’anno di cancellazione, in modo da consenti-re l’immediata chiusura della partita con la Cassa Geometri.

Il geometra cancellato potrà co-munque, nell’anno successivo alla cancellazione, in sede di presen-tazione del modello 17, apportare eventuali modifiche o integrazioni alle dichiarazioni già rese e quindi versare, se occorre, il conguaglio dei contributi già pagati, o chiederne il rimborso.

Il termine per il pagamento del MAV. a saldo dei contributi dovuti per l’anno di cancellazione è fissato in 30 giorni dall’emissione ed è indi-cato nel campo di scadenza del bol-lettino.

Informativa

Orario degli uffici del Collegio

Dal lunedì al venerdì: 8,30 - 13,30Lunedì e mercoledi anche 14,00 - 17,00

Prenotazioni Servizi Cassa di Previdenza 011/532185

Cassa Previdenza

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il geometra n. 8-9/08 29

14 ottobre:COMPILAZIONE ON-LINE MODELLO 17/08 “TARDIVO”

La comunicazione alla Cassa (mod. 17) deve essere obbligatoriamente sempre compilata (ad eccezione dei nuovi iscritti Cassa dell’anno 2008) anche se in ritardo, salvo l’applica-zione delle relative sanzioni. Si con-sidera ritardata se presentata entro il termine di novanta giorni dalla data di regolare scadenza (15 settembre) ed omessa se presentata oltre il 90° giorno dalla regolare scadenza (15 dicembre).

Si riportano le sanzioni e le date entro le quali può essere ancora in-viato il modello:- entro il 14/10/2008: modello 17 “tardivo” soggetto a sanzione di € 35,00 e sanzione sui versamenti del 2 % del dovuto (con un minimo di € 17,50 ed un massimo non superiore al 50% dei contributi dovuti) più re-lativi interessi di mora

- dal 15/10/2008 al 14/12/2008: mo-dello 17 “tardivo” soggetto a sanzio-ne di € 175,00 e sanzione sui versa-menti del 10 % del dovuto (con un minimo di € 17,50 ed un massimo non superiore al 50% dei contributi dovuti) più relativi interessi di mora

- dal 15/12/2008 in poi: modello 17 “omesso” soggetto a sanzione di € 525,00 e sanzione sui versamenti del 15% del dovuto (con un minimo di € 17,50 ed un massimo non superiore al 50% dei contributi dovuti) più re-lativi interessi di mora

30 ottobre: TERMINE PRESENTA-ZIONE MODELLO 4/03

Si ricorda a tutti gli iscritti Albo e NON alla Cassa, che il termine per la presentazione del modello 4/03 “Dichiarazione sostitutiva di

certificazione attestante la mancata denuncia dei redditi aventi natura professionale” è fissato al 30 ottobre 2008.

Come per l’anno scorso è possibile inviarlo per via telematica tramite i codici personali di accesso all’area riservata della Cassa Geometri (Call Center numero Verde 800 655 873 o via fax 06 32686464) oppure con-segnandolo al Collegio con copia di valido documento di identità.

15 dicembre: SCADENZA PAGAMENTO MAV MINIMALI 2008

Si ricorda per coloro i quali non avessero ancora versato i bollettini minimali MAV 2008 (scadenza 31/5 e 31/7) che il termine ultimo per ef-fettuare il pagamento è il 15/12/2008. In caso di versamenti effettuati dopo tale data verranno addebitati, oltre gli interessi, gli oneri accessori (mag-giorazione del 15% prevista dall’art.

8 del Regolamento sulla Contribu-zione Cassa Geometri).

In caso di smarrimento dei suddet-ti bollettini MAV, occorre telefonare al Numero Verde 800248464 della Banca Popolare di Sondrio che prov-vederà a rilasciarne un duplicato.

15 dicembre:SCADENZA PAGAMEN-TO CONTRIBUTI IN AUTOLIQUIDAZIONE RELATIVI ALL’ANNO 2008 RATEIZZATI – 2° RATA SOGGETTIVO – modello 17/08

Il 15 dicembre è il termine ultimo per versare la 2° rata dell’eccedenza del contributo soggettivo, per coloro che in sede di invio del modello 17/08 “Comunicazione Obbligatoria alla Cassa” hanno optato per il pagamen-to rateizzato, esclusivamente versan-do la 1° rata entro il 15/09/2008.

Scadenziario

Cassa Previdenza

Il geometra

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Il geometra

30 il geometra n. 8-9/08

Pinerolese, Cavour19 settembre 2009

A circa un chilometro dal centro di Cavour, lungo la direttrice per Saluz-zo, sorge l’Abbazia di Santa Maria. Circondato da mura il complesso è formato dalla Chiesa, dal Parco e dagli edifici dell’antico monastero benedettino.

Oggi è parte integrante della Riser-va Naturale speciale del Parco del Po Cuneese assieme alla vicina Rocca.

La sua origine certa è datata 1037, quando il Vescovo di Torino, Lan-dolfo, ne volle l’edificazione nello stesso punto dove sorgeva un edificio religioso risalente all’VIII secolo, fondato dai monaci di Sant’Agosti-no cacciati dall’Africa e distrutto dai Saraceni provenienti dall’avamposto di Provenza di Frassineto prima del-l’anno 1000.

Iniziano così secoli di gloria per l’Abbazia, governata da oltre 40 aba-ti, soprattutto benedettini, che con-tribuiscono anche alla crescita della città di Cavour.

Alle soglie del 1400 inizia la len-ta decadenza fino alla distruzione ad opera dei Francesi nel 1592, con la dispersione delle reliquie, contenute nell’altare della cripta, di Proietto (IV-V secolo), primo Vescovo del municipio romano-cristiano di Ca-bur, veneratissimo come Santo dalla popolazione, fino ai tempi recenti.

La ricostruzione del 1728 segue i canoni architettonici del tempo e ne comporta una notevole riduzione vo-lumetrica rispetto all’origine. Dopo

decenni di a b b a n d o n o oggi rappre-senta una splendida te-stimonianza di recupero artistico e un pa t r imon io rivalutato che non cessa di svelare aspet-ti nascosti o poco cono-sciuti del pas-sato Cavour.

Il gioiello dell’abbazia è però nel so t tosuolo . Lì si trova l’antica crip-ta con l’alta-re ritenuto il più antico del P i e m o n t e . Una sala ret-tangolare con un’abside se-micircolare all’estremità e altri am-bienti minori laterali. La cripta è do-minata dalle colonne che sorreggono una serie di volte a crocera e forma-no tre piccole navate. Di notevole rilevanza storica i capitelli, di stile longobardo di derivazione bizanti-na, probabilmente già preesistenti e testimonianza di un antico edificio di culto risalente al VII o VIII secolo.

Lo stesso altare, chiara testimonian-za dell’importante passato del sito, è costituito da un capitello, posto sopra il basamento, di una enorme colonna romana di fine fattura e di tarda epo-ca augustea. Indice, con altri reperti, della preesistenza di un grande tem-pio romano.

Se la cripta e l’abbazia rappresenta-no i tesori storici di Cavour, altrettanto

Riunioni di zona

di Renato Pittalis

Atti del Collegio

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il geometra n. 8-9/08 31

valore ha l’ex monastero benedettino. I suoi ampi spazi fanno del complesso un insieme polivalente, ideale come ambiente per convegni e meeting. At-torno alla chiesa si estende un ampio parco cintato, costituito da prati, cam-minamenti, zone alberate ed aiuole. Capita, passeggiando nel verde, di imbattersi in resti di capitelli e pietre scolpite. Qui infatti sorgeva l’antico municipio romano di Forum Vibii Ca-bur, fondato nel 44 a.C. dal procon-sole della Gallia Cisalpina Caio Vibio Pansa, che visse il suo momento di maggior splendore in epoca augustea (I sec. Dopo Cristo).

Ed in questa ambientazione di prestigio, si è svolto Venerdì 19 Set-tembre, il Convegno annuale dei Geometri liberi professionisti del Pi-nerolese.

A fare gli onori di casa il Priore per l’anno 2008, geom. Mario Donzino, che ha provveduto nell’organizzare e coordinare, all’interno di una cornice di assoluto valore storico-artistico ed ambientale, un importante momento di incontro e aggiornamento di temi professionali.

Preceduto da una visita guidata al museo archeologico ed alla chie-sa romanica, nonché dal saluto del Commissario Prefettizio del Comu-ne di Cavour, dr. Claudio Ventrice, il convegno è proseguito con un in-teressante susseguirsi di relazioni sul tema: “Bioedilizia, l’involucro degli edifici, serramenti e isolanti naturali”, con gli apprezzati interventi dei rela-tori. L’architetto Anelli, l’ingegner Filippini ed il geometra Bertolotto, hanno avuto modo di sviluppare temi di aggiornamento professionale, pro-ponendo utili nozioni nei rispettivi campi quali: efficienza energetica, produzione di laterizi di avanzata concezione e progettazione/costru-zione di serramenti particolarmente performanti.

L’intervento del Presidente del Col-legio, geom. Ilario Tesio, accompa-gnato nell’occasione dalla presenza di un nutrito numero di componenti il

Consiglio Diret-tivo, ha proposto un accenno alle ultime novità che si prospettano anche a livello nazionale per la nostra categoria professionale.

Un cordiale sa-luto è stato por-tato a tutti i pre-senti, anche dal Consigliere Pro-vinciale Franco Maria Botta, gra-dito ospite della manifestazione e figura sempre attenta all’impe-gno ed alle istan-ze dei Geometri.

Hanno preso parte al conve-gno anche i rap-presentanti del-l’Agenzia delle Entrate, con il dr. Ferrigno – Diret-tore dell’Ufficio di Pinerolo – e dell’Agenzia del Territorio di To-rino, con il Dr. Galletto coadiu-vato dai geomm. Salvatore Ram-pino e Gerlando Alaimo.

Un suggestivo aperitivo nel Par-co è stato il pre-ludio alla cena conviviale. La manifestazione si è conclusa con la nomina del Prio-re per l’anno 2009 ed il simbolico passaggio di consegne – formalizzato con la consegna della fascia azzurra - al geometra Claudio Messina, che ha raccolto il testimone, con l’impe-gno di portare il prossimo anno in Val Pellice il convegno dei geometri

liberi professionisti del Pinerolese, e ripetere la perfetta organizzazione della manifestazione 2008, sapiente-mente curata dal geom. Mario Don-zino, al quale sono andati i doverosi ringraziamenti del Presidente Ilario Tesio, a nome di tutti i colleghi riu-niti.

Atti del Collegio

Il geometra

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Il geometra

32 il geometra n. 8-9/08

Siamo giunti al terzo incontro ami-chevole di calcio (i primi due vinti dai geometri di Torino nel 2007) tra una rappresentativa di colleghi geo-metri della Provincia di Torino e una squadra di tecnici ed artigiani (elet-tricisti, carpentieri, idraulici).

L’incontro si è disputato sabato 17 maggio 2008 alle ore 17,00 presso il campo comunale di Saint Jean de Maurienne - Francia - Dipartimento della Savoia, diretto da un arbitro lo-cale della serie D francese.

Avvincenti ed emozionanti sono state le fasi della partita, conclusasi con un eclatante 4 - 4 sotto un’inces-sante pioggia battente.

Tutti i giocatori si sono impegnati tecnicamente con ottimo fair-play, facendo fare un’ottima figura all’or-dine professionale ed al sottoscritto organizzatore dell’incontro, di con-certo con Valter Gerbi.

Al termine della partita la nostra formazione e la squadra locale hanno cenato insieme nel salone della pro loco, avendo modo di confrontarsi sulle metodologie di lavoro, i mate-riali da costruzione e la burocrazia applicate dalle due nazioni europee.

La giornata si è conclusa alle 23,40 con il pernottamento in hotel degli atleti ormai esausti; il mattino se-guente si è fatta visita alla cittadina

della Savoia, apprezzandone i monu-menti e l’architettura, nonchè i pro-dotti locali.

La partita di ritorno è stata fissata per sabato 27 settembre, presso il campo Don Bosco di Nichelino.

Un ringraziamento dovuto all’im-presa edile ALFANO ENZO & C. S.a.s. di Torino via Arona n. 8, che ha fornito le divise di gioco.

Concluso, non nascondo con emo-zione, ringraziando i colleghi parte-cipanti che hanno dimostrato dispo-nibilità, correttezza e grande spirito di squadra; non dimenticando altresì coloro che hanno dovuto rinunciare all’ultimo per infortunio.

Geometri e calciatori

di Mario Sacino

La nostra squadra:Vittorino Barbero, Mario Sacino, Domenico Al-fano, Mauro Rolando, Massimiliano Palombel-la, Dario Balangione, Valter Gerbi, Giorgio Cat Rastler, Massimo Andaloro, Giorgio Tenivella, Daniele Andaloro.

Le marcature della squadra:14’ Valter Gerbi25’ - 63’ - 80’ Giorgio Tenivella

Geometri di Torino contro tecnici ed artigiani francesi

Atti del Collegio

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il geometra n. 8-9/08 33

Andata Mezzi Po 10 luglio 2008 - Ritorno Brandizzo 16 luglio 2008

E’ stata organizzata una sfida cal-cistica amichevole tra una rappre-sentativa di colleghi geometri della Provincia di Torino e una rappresen-tativa dell’Agenzia del Territorio di Torino disputata in due gare (andata e ritorno) vinte dai geometri di To-rino.

In campo durante entrambe le partite si è notato molto fair-play e rispetto, senza nulla togliere alla trance agonistica; le fasi delle partite sono state avvincenti ed emozionanti nonostante il caldo torrido.

A far parte della squadra dell’ Agen-zia del Territorio di Torino erano

presenti tecnici del Nuovo Catasto Terreni, Nuovo Catasto Fabbricati e Contenzioso tra i quali cito Pasini, Sergio Ricci, Gaspare D’Auria, Pa-squale Reddavide e Carlo Rossanigo con cui ho avuto il diretto contatto per la perfetta organizzazione degli eventi ed ai quali porgo un sentito ringraziamento per cortesia e dispo-nibilità.

Al termine delle partite le forma-zioni hanno cenato insieme avendo modo di affrontare tematiche la-vorative fra professionisti e tecnici catastali, interloquire su programmi applicativi per la presentazione delle pratiche, confrontarsi sulle metodo-logie di lavoro.

Tale manifestazione, a percezione personale e di altri colleghi interpel-

lati successivamente, ha fatto sì che si avvicinassero la categoria profes-sionale dei geometri ed i tecnici cata-stali verso un’ottica di collaborazione e stima reciproca e non di avversità.

Un ringraziamento dovuto all’im-presa edile ALFANO ENZO & C. S.a.s. di Torino via Arona n.8, che ha fornito le divise di gioco.

Un doveroso ringraziamento ai colleghi partecipanti che hanno di-mostrato disponibilità, correttezza e grande spirito di squadra; non di-menticando altresì coloro che hanno dovuto rinunciare all’ultimo per in-fortunio od impegni di lavoro.

Agenzia del Territorio Vs Geometri di Torino

La nostra squadra:Massimiliano Colombo, Mario Sacino, Fabrizio Vigna, Massimiliano Palombella, Dario Balangione, Valter

Gerbi, Giorgio Cat Rastler, Luca Gerbi, Massimo Aandaloro, Giorgio Tenivella.

Atti del Collegio

Il geometra

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Il geometra

34 il geometra n. 8-9/08

Torino dal 29 giugno al 3 luglio 2008 ha vissuto un momento magi-co, una scheggia di storia, per aver ospitato il XXIII Congresso Mon-diale degli Architetti UIA - Associa-zione fondata a Losanna nel 1948, presente in 116 nazioni in rappresen-tanza di 1.300.000 architetti - con il seguente argomento: “Trasmettere l’Architettura” ovvero arte, cultura, democrazia, speranza. La kermesse ha avuto il pregio di svolgersi secon-do un percorso didascalico che ha toccato significativi ambiti cittadini; una gioiosa escursione nella vita ur-bana e nell’hinterland, con la parte-cipazione ed il coinvolgimento degli abitanti.

Il successo dell’evento è stato con-fortato dalla presenza di diecimila partecipanti, di seicento relatori in rappresentanza di 116 nazioni, con cento sessioni di incontri, dibattiti e sessanta iniziative culturali sparse per il territorio ed inserite nel palin-sesto.

I relatori hanno evidenziato che la

città o meglio la metropoli presen-ta spazi frammentati come sono le modalità di vita e si fa strada un’ani-ma multiculturale. L’organizzazio-ne urbana non viene più percepita come valore condiviso quindi per recuperare le valenze dimenticate, il momento dell’immaginazione e del-la sperimentazione, occorre lavorare intensamente al fine di ricreare uno spazio in cui si possa vivere il mo-mento produttivo, le emozioni ed i comportamenti intesi come arricchi-mento sociale e strumento di nuova convivenza. Il rapporto produttivo-artistico sul genere worldwide ten-de a crescere in maniera significativa in quanto gli interventi architettonici sono realizzati per brani della città e caratterizzati da richiami formali in stile internazionale.

Nella visita alla scoperta di Torino i relatori hanno apprezzato la dina-mica tra il modello di pianificazione e l’urbanistica, che si è protratto lun-go un arco cronologico di circa tre secoli: ha informato lo sviluppo della

città ed espresso il linguaggio della comunità.

Entusiasta Teodoro Gonzàlez De Leòn del sistema porticato che con-nota il centro storico, convincente Astrid Cassin che definisce la piaz-za San Carlo luogo ideale di perfet-ta osmosi tra persone ed architettu-ra. Un coro di apprezzamenti per la specificità del luogo, il cui profilo urbano leggermente ondulato senza bruschi frastagliamenti è forato dalla Mole Antonelliana che Israel Rubio ritiene icona impareggiabile. Le ra-gioni di tanto entusiasmo si riscontra-no nell’atmosfera creata dal modello organizzativo urbano risultante dal-l’equilibrato gioco delle controparti: committente- progettista, cittadino.

Il Forum nella cornice del Lingotto ha vissuto cinque giornate di intensi dibattiti; di scena l’innovazione e la necessità del confronto tra gli archi-tetti e coloro che sono parte attiva del processo di trasformazione urbana. E’ stato rimarcato che il mondo della progettazione deve farsi capire, an-

Il XXIII Congresso Mondiale degli Architetti a Torino

di Federica Capriolo

Convegni

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il geometra n. 8-9/08 35

dare al di là dei linguaggi per addetti, pronto a recepire le necessità della comunità.

Un parlare chiaro e forte aperto ai valori positivi di arte e tecnica per ri-solvere i problemi posti dalla crescita della società.

Al riguardo non sono mancati sug-

gerimenti e critiche; la proposta di abbattere gli edifici che non sono più adeguati alle nuove esigenze abitati-ve, in termini di consumo del territo-rio, sostenibilità ambientale, rispar-mio energetico. Interessante l’uso incentivato di materiali di riciclo e recupero, per favorire una sintesi tra economia ed ecologia.

Suggestivo l’intervento del Cardi-nale Severino Poletto: ho celebrato la messa in tante chiese moderne realizzate negli ultimi cinquant’anni, opere che non esprimono la spiri-tualità ma la semplice funzionalità per cui appaiono come dei “ garages del sacro”; osserviamo che furono in allora approvate dalla Commissione per l’Arte Liturgica. Piuttosto acerba la critica agli architetti famosi “ ar-chistar” che progettano edifici senza tener conto delle esigenze degli uten-ti, che ripetono figure simbolo per af-

fermare il proprio talento. Sottolinea, infine, il permanere della discrasia tra il committente, colui che investe sia privato o pubblico, ed il progetti-sta che deve mediare con le esigenze della comunità.

Nell’ultima giornata di lavori è sta-to presentato il manifesto contro il degrado una “Nuova Frontiera eco-metropolitana” che evidenzia le pro-blematiche ecologiche ed ambientali inerenti la crisi del pianeta ed indivi-dua le patologie ricorrenti nelle aree metropolitane: l’esplosione demo-grafica degli ultimi cinquant’anni, e l’abnorme espansione territoriale delle metropoli

Al Palavela si è conclusa la mani-festazione con il passaggio di conse-gne alla metropoli di Tokio per il prossimo Congresso Mondiale degli Architetti UIA nel 2011.

Convegni

Il geometra

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Il geometra

36 il geometra n. 8-9/08

Il seminario internazionale sul-la gestione del territorio pubblico e dello Stato ha preceduto il meeting annuale della 7° Commissione della FIG – Fédération Internationale des Géométres – che ha visto la presen-za di circa 200 delegati provenienti da tutti i paesi del mondo. Ai lavori della Commissione partecipa anche la FAO, l’organizzazione Food and Agriculture delle Nazioni Unite, in-sieme a numerose autorità e ministri internazionali (Polonia, Cambogia, Ghana, Macedonia, Nepal).

Il tema oggetto degli incontri è stato la pianificazione rispettosa del-l’ambiente, la gestione e l’ammini-strazione del territorio pubblico, con particolare riferimento al contributo di conoscenza e di capacità profes-sionale fornita dal Geometra, sottoli-neando in particolare la sempre mag-giore sensibilità dei professionisti Geometri verso la tutela del territorio e dell’ambiente.

Saluto introduttivo del geom. Fausto Savoldi, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geo-metri e dei Geometri LaureatiSignore e Signori,

sono lieto di dare a tutti voi il benvenuto a questo Seminario Inter-nazionale, qui, nell’incantevole Ve-rona, shakespiriana città dell’amore nell’indimenticabile tragedia di Ro-meo e Giulietta.

Un ringraziamento particolare ai

nostri ospiti, il Consiglio del Colle-gio Geometri di Verona, per gli sforzi fatti nell’organizzare questo evento, insieme al Consiglio Nazionale Geo-metri, alla FIG e alla FAO.

Sono molto onorato che in questa occasione il Consiglio Nazionale Geometri abbia potuto organizzare questo incontro in cooperazione con l’associazione gemella, la FIG, in particolare con la VII e la IX Com-missione, e con la FAO, proprio alla vigilia dell’incontro annuale della VII Commissione FIG.

Vorrei sottolineare l’importanza che riveste per i Geometri, da sempre particolarmente vicini sia al territo-rio che alla popolazione, l’aver orga-nizzato questo incontro in collabora-zione con la FAO. Un incontro che tratterà dei problemi di gestione del territorio, in particolare quello pub-blico, nella convinzione che solo una sua saggia e oculata amministrazione possa migliorare il benessere di tutti i cittadini.

In concreto, l’attività del Geometra

ha a che fare con la misurazione, la rappresentazione, la stima dei vari immobili e con la definizione del loro uso agricolo ed edificatorio. In questo lavoro cerchiamo di assecondare le esigenze del committente; esigenze che, se una volta erano legate quasi esclusivamente alla produzione agri-cola, al giorno d’oggi sono più che altro collegate all’industrializzazione ed al settore terziario.

Un corretto uso del territorio non può derivare esclusivamente dalla politica e dalle leggi del mercato. Deve nascere da una cultura diffusa tale da scoraggiare persino la richi-esta di un utilizzo inappropriato delle risorse.

Come professionisti, il nostro com-pito è proprio quello di sviluppare e trasmettere questa cultura, declinan-do la complessità delle leggi ufficia-li e della dottrina accademica in un messaggio comprensibile a tutti e che possa radicarsi nella mentalità della gente.

E’ questo il motivo della presen-za qui di rappresentanti della FAO: alimentazione e produzione agricola sono due elementi che necessitano una particolare attenzione da parte delle persone, non solo a beneficio del nostro paese, ma per tutto il mondo.

Nei giorni a venire si svolgeranno gli incontri della VII Commissione, il cui obiettivo è proprio promuo-vere la formazione e l’operatività dei Geometri e rendere più incisiva la loro presenza sul territorio come operatori, sia tecnici che politici, nel-

La città di Verona è stata la cornice, per una settimana, del simposio internazionale organizzato dalla FIG/FAO sulla gestione del Territo-rio, con la visita conclusi-va ai cantieri del celebre “M.O.S.E.” di Venezia

Seminario Internazionale

sulla gestione del Territorio dello Stato e del Settore Pubblico

Verona, 9 - 10 settembre

Verona

is Passion

Dal 9 al 15 settembre

Verona capitale mondiale della

professione del geometra

Convegni

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la sua corretta gestione.La partecipazione a questo semi-

nario di politici e pubbliche autorità testimonia la loro consapevolezza del ruolo chiave ricoperto da Governo e Istituzioni nell’attività da noi svolta e nello sforzo che stiamo compiendo.

Inoltre, non meno significativa è le presenza di rappresentanti di quei Paesi in via di sviluppo che, all’inter-no dell’attuale processo di globaliz-zazione, sono i primi e più importanti beneficiari di una saggia strategia di gestione del territorio. Siamo lieti di poter condividere con loro le nostre esperienze e di poter accogliere il loro contributo alla nostra discus-sione.

Con queste premesse, sono certo che potremo avere un proficuo Semi-nario ed auguro a voi tutti di godere della calda ospitalità di Verona.

I Geometri Italiani vi danno nuo-vamente il benvenuto e molte grazie a tutti.

Geom. Enrico Rispoli – Consi-gliere NazionaleLand Management in relation to the European Landscape Conven-tion: Social Needs,Economic Activities and Environ-ment State and Pubblic Sector Land Management

Con “gestione del territorio pubbli-co e dello Stato” si definisce l’attività del Governo finalizzata a trasformare le risorse del suolo in ricchezza e be-nessere per i popoli.

Accade spesso che le parole Am-biente, Paesaggio e Territorio venga-no usate come sinonimi di uno stesso significato, invece:

“Ambiente” significa l’insieme degli elementi che complessiva-mente costituiscono gli spazi-am-bito e le condizioni in cui si svolge di vita dell’uomo e dell’ecosistema (vegetazione, animali, condizioni antropiche, ecc.)”.

“Paesaggio” corrisponde alla

veduta panoramica, ossia l’immagine da noi percepita di un tratto di super-ficie terrestre, quale si può abbrac-ciare con lo sguardo, da un punto di vista determinato.

“Territorio” è una porzione di su-perficie terrestre riferita al suolo e al sottosuolo, definibile sia in senso fisico (bacino, pianura, ecc.), sia in senso amministrativo (Comuni, Contee) e sia politico (confini dello stato).

Ogni iniziativa economica ris-ponde a finalità di sviluppo rispetto alla quale si configura una aspet-tativa pubblica e privata di risultato massimo ottenibile.

Però, in mancanza di un modello programmato di sviluppo, il risultato dell’azione è di tipo eventuale e rara-mente soddisfacente. La crescita, per essere ottenuta al livello desiderato, deve essere opportunamente proget-tata e programmata.

In questo ambito, la conoscenza di tutte le informazioni che riguardano il territorio è presupposto indispensa-

bile per la definizione delle politiche calibrate ed efficacemente miranti a risultati ottimali.

Le due fasi, conoscenza dei dati logistico-geografici (lavoro di carat-tere essenzialmente tecnico –rilievi, rappresentazione grafica, matrici di vocazione, ecc. - svolto in gran parte da geometri) e Governo del territo-rio, costituiscono il presupposto di ogni sviluppo.

Inoltre, il “Governo del territorio” implica un imprescindibile legame tra l’attività urbanistico– edilizia e gli aspetti ambientali e sociali.

Nei Paesi del mondo, l’esigenza di tutela del territorio è stata espressa in modo incisivo solo negli ultimi trenta anni. La cultura ambientalista ha avuto una forte crescita a seguito dei famosi fatti di Cernibil (Unione Sovietica).

In Italia, la linea di incidenza è stata caratterizzata, dapprima, da norme che attribuivano alla pubblica amministrazione poteri di intervento a tutela solo dell’igiene e della sa-lubrità ambientale, mirati a preve-

Esistono numerosi campi in cui i geometri potranno sempre più special-izzare la compe-tenza professionale. Profondo conosci-tore del territorio, la sua presenza è capillare. Con il suo lavoro misura il territorio, ne disegna l’estensione e la conformazione.

Convegni

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nire le cause di pericolo correlato alle possibili fonti civili o industriali di inquinamento di qualunque tipo (dell’aria, dell’acqua, del suolo, da rumore). Successivamente da leggi che, nel disciplinare le singole fonti inquinanti (emissioni, scarichi, smal-timento dei rifiuti, ecc.), hanno stabil-ito, rispettivamente, responsabilità, competenze e sistemi di controllo.

Quale habitat dell’uomo e con-dizione indispensabile per la vita, at-tualmente il territorio è disciplinato da norme che lo proteggono come diritto “fondamentale” appartenente a tutta la comunità, indistintamente. Quindi, l’interesse alla tutela del territorio, globalmente inteso, non appartiene ad un soggetto unico e differenziato. Riguarda “tutti” ed ha per oggetto un bene non suscettibile di appropriazione esclusiva, rispetto al quale il godimento dei singoli o dei gruppi è limitato al concorrente godimento degli altri membri della collettività.

European Landscape ConventionIn particolare, la European Con-

vention, approvata a Firenze il 20.10.2000, stabilisce che “Land-scape means an area, as perceived by people, whose character is result of the action and interaction of natu-ral and/or human factors”; mentre “Landscape management means an expression by competent public au-thorities of general principles, of strategies and guidelines that permit sustainable development to ensure the regular upkeep of a landscape, so as to guide and harmonise changes which are brought about by social, economic and environment proc-esses”.

Le indicate finalità giustificano la tutela in via preventiva del territorio, anche con regole inibitorie idonee ad impedire la possibilità che si verifich-ino danni, il più delle volte, irrepa-rabili. D’altro lato, però, non è pos-sibile arrestare l’azione dell’uomo o comprimerne ogni interesse di inter-

vento. Per questo è necessario evitare contrasti fra le esigenze economiche e quelle ambientali. Si deve, invece, far combaciare i vantaggi ecologici con quelli economici a lungo ter-mine.

Il territorio possiede vari tipi di risorse qualificanti, non direttamente economiche:• assenza di criticità naturali (sismi-cità, vulcanesimo, dissesti naturali, movimenti della crosta); • clima; • ricchezza del sottosuolo (miniere, cave, cavità, siti archeologici, ecc.); • valore vegetativo; • pregio storico architettonico;• bellezza panoramica; • propensione allo sviluppo.

La dinamica dei valori economici del benessere pubblico deve essere coincidente con il modo con cui si utilizzano tali risorse e con i cambia-menti che trasformano quotidiana-mente il rapporto tra natura ed inter-vento dell’uomo.

Interesse Pubblico ed interesse dei Singoli

Le due posizioni, quella dell’interesse pubblico e quella dell’interesse dei singoli devono es-sere contemperate in modo che, da un lato, l’azione di controllo e pre-venzione della Pubblica Amminis-trazione sia corretta, imparziale e finalizzata alla tutela dell’interesse pubblico; dall’altro lato, l’intervento dell’uomo sia quanto più possi-bile compatibile con l’identità dei luoghi. La sostenibilità dello svilup-po si misura in relazione alla possi-bilità di sacrificare le caratteristiche all’area di intervento a una compro-vata convenienza, con giudizio del tipo “costo-benefici”, ovviamente di tipo ambientale.

In un mondo che si sviluppa, il Governo che sceglie la mera con-servazione e i vincoli, vuole declin-are. Lo sviluppo ha bisogno di fattori benevoli per creare ricchezza.

Compito dei GoverniDi conseguenza, gli organismi

di governo, nei vari livelli, hanno il compito di formare procedure di gestione delle risorse territoriali, at-traverso le quali promuovere:• la evoluzione delle tecniche di pro-duzione agricola, forestale di trasfor-mazione antropica per il sostegno economico sociale dei paesi;• l’utilizzo delle parti del territorio secondo i rispettivi valori, vocazioni e attitudini;• il miglioramento della vivibilità, delle infrastrutture e della bellezza conservando l’identità e la tipicità dei luoghi.

Limitare il consumo, entro i mar-gini della “capienza”, non è suffi-ciente per assicurare la sostenibilità. Il confine allo sfruttamento è costi-tuito dall’attenta regolamentazione e dal controllo sulle attività, stabilendo un rapporto equilibrato tra bisogni sociali ed esigenze di sviluppo.

Le maggiori problematiche di gov-erno del territorio si pongono quando l’opera di trasformazione consiste in una cosiddetta “Grande Opera”.

L’inserimento di nuove grandi opere, o la modificazione di opere esistenti, inducono riflessi sulle componenti del Territorio, sui rap-porti che ne costituiscono il sistema organico e ne determinano la salute e la sopravvivenza o la perdita della sua qualità.

Tale eventualità di carattere gen-erale trova in Italia una particolare condizione di specificità in relazione alla intensa diffusione di siti archeo-logici, storici, paesistici, ecc.

Chi ha la responsabilità di gov-ernare, caratterizza le scelte a secon-da dell’importanza che attribuisce al tema “ambiente”, pur nella presenza di norme molto dettagliate. Nor-malmente le opinioni dividono i governi in possibilisti, pessimisti e catastrofisti; le politiche tra regolam-entazione o protezione; i risultati tra sviluppo o divieti e vincoli.

L’azione del Governo non deve es-

Convegni

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sere, però, indirizzata solamente in funzione della tutela. Dal punto di vista economico, non esiste benessere senza sviluppo, non esiste sviluppo senza crescita; non esiste crescita senza fruizione e trasformazione.

Lo sviluppo ha bisogno di indirizzo e specifica programmazione.

Impatti delle “Grandi Opere”Certamente, la decisione di con-

sentire la realizzazione di “Grandi Opere” richiede la verifica degli impatti visuali, delle mutazioni dell’aspetto fisico e percettivo delle immagini e delle forme del paesag-gio e di ogni possibile fonte di in-quinamento visivo nonché di quegli effetti capaci di avere conseguenze modificative su tutte le componenti naturali ed antropiche, sui loro rap-porti e sulle loro forme consolidate di vita.

Non può sussistere contrasto in-sanabile fra esigenze economiche e quelle ambientali dovendosi identifi-care, a tutti gli effetti, i vantaggi eco-logici con quelli economici e sociali a lungo termine.

In particolare, taluni interventi comportano per il territorio e per l’ambiente una serie di problemi legati alla possibile generazione di inquinamenti atmosferici (fumi, esalazioni, polveri, ecc.), acustici, idrici, (inquinamento delle acque, carico di acqua a temperature anom-ale, inquinamento delle falde, piogge acide, ecc.), e da rifiuti solidi (mate-riali di risulta di lavorazioni indus-triali, scorie, scorie radioattive, scarti di miniera, ecc.) che devono essere quantificati ed analizzati nelle loro conseguenze ambientali anche per tempi molto lunghi.

Equilibrio tra esigenze economi-che e bisogni sociali e i “rimedi”

La scelta che fa prevalere le ragio-ni dello sviluppo su quelle della tute-la, nel contrasto tra esigenze econo-miche e bisogni sociali, deve essere motivata dalla sussistenza di impor-

tanti condizioni. Quando, cioè, si assicuri:

• Alto valore sociale dell’opera;• Sostenibilità degli interventi a lun-go termine;• Proporzione tra l’intervento e l’in-teresse perseguito;• Rapporto equilibrato tra bisogni so-ciali ed esigenze di sviluppo;• Adozione, contemporanea alla rea-lizzazione delle opere, dei rimedi al-l’uso del suolo: o le protezioni; o le minimizzazioni;o le compensazioni.

Esperienza del Geometra ItalianoEsistono numerosi campi in cui i

geometri hanno operato e potranno sempre più specializzare la compe-tenza professionale. Profondo cono-scitore del territorio, la sua presenza è capillare. Con il suo lavoro misura il territorio, ne disegna l’estensione e la conformazione. Ne conosce, quin-di, le forme, i pregi e le criticità.

Nell’ambito dei settori che impli-cano anche la “gestione delle risorse geologiche”, intesa come corretto uso di queste e controllo dei fenom-eni connessi alla loro utilizzazione e deterioramento (sviluppo sosteni-bile), si evidenziano:- l’ausilio alla pianificazione urba-nistica e territoriale, cioè il prestabi-lire le condizione di migliore cono-scenza delle realtà territoriali al fine di favorire le più opportune scelte urbanistiche, industriali e agricole. Scelte intese come capacità-verifica dell’idoneità dei siti ad ospitare tali attività. Questa idoneità riguarda sia la conformazione geotecnica dei terreni e le relative possibilità edifi-catorie, sia anche le potenzialità di smaltimento dei rifiuti prodotti dagli eventuali insediamenti, o di altri pro-cessi che possono avere effetti nega-tivi sulla qualità della vita dell’uomo o la convenienza delle sue attività. Il geometra che esercita conosce i rischi, potenziali o in atto, che pos-sono rendere i siti inadatti allo scopo

o che, quanto meno, devono essere contenuti a livelli accettabili, me-diante l’adozione di preventive mi-sure tecniche. - l’intervento nel campo della inge-gneria ambientale e quello dei rischi geologici, a cui l’attività umana è esposta (se non ne è causa con le con-nesse implicazione socio-economi-che): l’erosione accelerata, le frane, le alluvioni, le sub-sidenze indotte e in generale il dissesto idrogeologico, oltre ai sismi e al vulcanesimo. Tali fenomeni non sono molto lontani da casa nostra e, anche per colpevole imprudenza o negligenza pubblica, hanno spesso caratterizzato numero-se recenti sciagure.- infine, la lotta all’inquinamento, non solo quello risultante dall’urba-nizzazione (acustico, rifiuti solidi e liquidi urbani) e dall’agricoltura (pe-sticidi, fertilizzanti chimici, rifiuti da grandi allevamenti zootecnici), ma anche quello connesso alla utilizza-zione delle risorse geologiche ed alle correlative, necessarie opere di re-stauro micro-ambientale.

E’ opportuno rilevare la impor-tanza di tali particolari e qualifica-ti interventi che hanno per scopo il recupero del territorio compromesso dall’azione dell’uomo a causa dello sfruttamento delle risorse del sotto-suolo.

Si tratta di settori di intervento molto qualificanti che, oltre a quel-li ordinariamente praticati (Edilizia, Catasto e Estimo), costituiscono ampi spazi in cui possono operare diffusamente tantissimi colleghi.

ConclusioniIl territorio pubblico svolge impor-

tanti funzioni di interesse generale; se gestito e salvaguardato in modo corretto può: costituire risorsa e ric-chezza per le popolazioni e consen-tire lo sviluppo sostenibile fondato su un rapporto equilibrato tra bisogni sociali, attività economica ed gestio-ne del territorio.

Convegni

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Il simposio dedicato alla gestione del territorio, con particolare riferi-mento alle grandi opere, si è tenuto presso la sala del centro congressi di Verona Fiere e vi hanno partecipato numerosi delegati F.I.G. provenienti da molte nazioni, Consiglieri nazio-nali e dirigenti locali di Categoria, Geometri iscritti del Veronese e del Veneto.

La giornata dedicata al simposio è stata suddivisa in 4 sessioni.

La prima, moderata dal Prof. An-dras Ossko (Presidente della 7^ commissione F.I.G.), ha ospitato:- i saluti del Presidente del Collegio di Verona – Geom. Domenico Roma-nelli – il quale ha posto l’accento sul-la vasta conoscenza del territorio da parte dei nostri iscritti e sulla compe-tenza della Categoria ad occuparsi di gestione del territorio;- l’intervento dell’On. Alberto Gior-getti (sottosegretario del Ministero dell’Economia) che nelle premesse ha delineato un futuro di incremen-to del ruolo sociale e professionale del geometra, incentrato sul lavoro dei governi europei impegnati nella sfida dello sviluppo sostenibile, sulle vie per liberare risorse aggiuntive da impiegare nei progetti infrastruttura-li, sulla trasformazione dei catasti da redditi a valori e sull’esigenza per lo stato italiano di gestire e valorizzare il proprio patrimonio traendone un reddito (si sta varando la fusione tra Patrimonio S.p.A., Agenzia del De-manio e Fintecna S.p.A.);- il Presidente del Consiglio Na-

zionale Geometri – Geom. Fausto Savoldi – ha salutato con favore le parole dell’On. Giorgetti di cui la ca-tegoria saprà fare tesoro al momen-to dell’approvazione delle riforme dell’Ordinamento in preparazione, per poi dedicarsi, in lingua inglese (il commento di alcuni colleghi: non riesco neppure a capire cosa dice il mio Presidente nazionale, accidenti), ad una disamina delle prospettive di operatività per la categoria nel setto-re delle grandi opere;- la relazione del Prof. Stig Ene-mark– Presidente F.I.G. – che ha concluso la prima sessione intitolata “Amministrazione dell’ambiente e del territorio: focus su diritti, limiti e responsabilità” ha trattato approfon-ditamente il tema della realizzazione delle infrastrutture al servizio dello sviluppo sostenibile.

La seconda sessione è stata dedica-ta alle esperienze di pianificazione, realizzazione di infrastrutture e valu-tazione ambientale strategica a livel-lo provinciale e regionale con l’inter-vento dell’Ing. Elisabetta Pellegrini (Provincia di Verona), dell’Ing. Fe-derico Fasiol (Direzione Viabilità Regione Veneto) e del Dr. Riccardo Brugnoli (Ministero dei Beni e Atti-vità Culturali).

La terza sessione, a cura dell’Ing. Roberto Rosselli – responsabile dei sistemi informativi del Magistra-to alle Acque di Venezia - è stata in parte dedicata alla illustrazione del progetto MOSE per la salvaguardia della laguna di Venezia e in parte de-

dicata alla illustrazione del sistema informativo territoriale di gestione dei dati per la gestione dei vari siste-mi per la conoscenza dell’ecosistema lagunare.

Infine, a conclusione della lunga giornata di studio e confronto, alcu-ni componenti la 7^ Commissione F.I.G. hanno riferito delle esperienze internazionali:- i funzionari del Catasto del Regno del Belgio – Mr. Francis Gabele e Mr. Marc Vanderschueren – hanno relazionato sulla trasposizione del-la direttiva EU – INSPIRE (INfra-structure for SPatial InfoRmation in Europe) – nel contesto del catasto federale del Belgio e del livello di attuazione raggiunto dai loro sistemi informativi;- il funzionario del Ministero del-le Finanze della Baviera – Herr Dr. Markus Seifert – ha parlato della creazione di una struttura di base legale condivisa (legal framework) per la gestione dei dati relativi al-l’Amministrazione dell’ambiente e del territorio in Europa, in attuazione della direttiva EU – INSPIRE;- il Prof. Gyula Ivan – dell’Istituto ungherese di geodesia – si è adden-trato nello specifico delle problema-tiche per l’armonizzazione dei dati catastali nel contesto della direttiva EU – INSPIRE- in conclusione il Prof. Andras Ossko – Vice Presidente F.I.G. e Presidente della 7^ Commissione – ha trattato il tema (di più immediata e generale comprensione per noi geometri no-

Simposio“Amministrazione e ge-

stione del Territorio - Grandi opere per la difesa del Territorio”

Verona, 14 settembredi Gian Luca Pautasso

Verona

is Passion

Dal 9 al 15 settembre

Verona capitale mondiale della

professione del geometra

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nostante la barriera della lingua in-glese) della difficoltà di sviluppo di un sistema catastale in 3 dimensioni (per poter gestire edifici anomali ed infrastrutture).

Il giorno successivo, lunedì 15 settembre, a conclusione dei lavo-ri del simposio abbiamo visitato i

cantieri del M.O.S.E. alla Bocca del Lido di Venezia, ammirando, oltre alla vastità e difficoltà delle opere in corso, l’eterna bellezza della laguna, delle sue isole e di Venezia. L’impo-nente opera ci è stata descritta con una visita dall’acqua guidata dai tec-nici progettisti

In rappresentanza del Collegio dei Geometri di Torino hanno parteci-pato alle due manifestazioni il Vice Presidente Geom. Franco Rigazio, il Tesoriere geom. Gian Luca Pautasso ed i Consiglieri geometri Giuseppe De Marco, Luigi Gaidano e Massimo Ottogalli.

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Il MOSE (MOdulo Sperimentale Elettromeccanico) è un sistema integrato di opere di difesa costituito da schiere di paratoie mobili a scomparsa in grado di iso-lare la laguna di Venezia dal Mare Adriatico durante gli eventi di alta marea superiori ad una quota concor-data (110 cm) e fino ad un massimo di 3 metri. Queste opere, insieme ad altre complementari come il raffor-zamento dei litorali, il rialzo di rive e pavimentazioni e la riqualificazione della laguna, provvederanno alla difesa della città di Venezia da eventi estremi come le alluvioni e dal degrado morfologico, per il quale la laguna sta progressivamente cedendo al mare ed il li-vello del suolo si sta abbassando.

L’integrazione e la “collaborazione” tra dighe mo-bili e complementari definiscono un sistema di difesa estremamente funzionale che consente, tra l’altro, di ridurre al massimo il numero di chiusure delle boc-che di porto (3/5 volte all’anno con l’attuale livello del mare); in questo modo vengono garantiti la qualità delle acque, la tutela della morfologia e del paesaggio, il mantenimento dell’attività portuale.

Le dighe mobili rappresentano il cuore del sistema e consistono in schiere di paratoie collocate nei canali di bocca. Quando sono inattive, le paratoie, riempite d’acqua, giacciono nel fondale, completamente invisi-bili e senza modificare gli scambi mare/laguna.

In caso di pericolo, nelle paratoie viene immessa aria compressa che le svuota dall’acqua. Via via che l’acqua esce le paratoie, ruotando attorno all’asse del-le cerniere, si alzano fino ad emergere e a bloccare il flusso della marea in ingresso in laguna.

I dispositivi mobili restano in funzione per la sola durata dell’evento di acqua alta: quando la marea cala e in laguna e in mare si raggiungono lo stesso livello, le paratoie vengono dinuovo riempite d’acqua e rien-trano nella propria sede.

Le opere complementari, invece, consistono nella realizzazione di una scogliera all’esterno di ciascuna bocca di porto e nel rialzo da - 16 m a - 14 m di lunga parte del fondale di Malamocco.

Grazie alla flessibilità di gestione, il MOSE può far fronte a un aumento delle acque alte in modi diversi in base alle caratteristiche e all’entità dell’evento di marea. Le strategie di difesa possono prevedere, a se-conda dei casi, la chiusura contemporanea di tutte e tre le bocche di porto, la chiusura di una per volta o, ancora, chiusure parziali di ciascuna bocca, essendo le paratoie indipendenti l’una dall’altra.

Il MOSE costituisce un’opera di difesa e recupero ambientale che tiene conto in tutto e per tutto la quali-tà, la complessità e la “sensibilità” del territorio in cui è collocata.

L’opera è in corso di realizzazione dal maggio 2003 alle tre bocche di porto del Lido, di Malamocco e di Chioggia, i varchi che collegano la laguna con il mare ed attraverso i quali si svolge il flusso ed il riflusso della marea.

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Nel mese di settembre si è con-clusa l’interessante mostra a Palaz-zo Bricherasio, realizzata grazie al contributo della Compagnia di San Paolo, che ha raccontato, attraverso l’opera di chi ha lasciato un’impron-ta indelebile della propria creatività a Torino, il disegno di architettura – esercizio, studio, elaborato tecnico,

progetto che comporta fasi e varianti, esecutivo, istruzio-ne di cantiere, particolare, sagoma, modello e racconto figurato – quale strumento privilegiato con cui l’archi-tetto comunica e trasmette il progetto architettonico.

I disegni, conservati negli archivi delle istituzioni cul-turali piemontesi e di alcune collezioni di musei italiani ed europei, descrivono ar-chitetture divenute luoghi e segni simbolici per la città e il suo territorio. Seguendo questo spirito, l’intero per-corso ha privilegiato la di-mensione comunicativa del singolo disegno, la sua ca-pacità di esprimere un’idea, una costruzione, una prefi-gurazione.

La mostra si apriva presen-tando la città in due diverse declinazioni: quella prefi-gurata nei piani di sviluppo urbano del Seicento e quella costruita del Settecento. En-trambe le dimensioni sono state introdotte da piante e vedute affiancate ai disegni per le facciate su strada che

determinarono quella im-magine di continuità dello scenario urbano unanimemente identificata dai viaggiatori in visita a Torino. A seguire, il percorso ha proposto la descrizione della casa-studio dei tre protagonisti della mostra: i ritrat-ti, i progetti per le proprie case, gli strumenti materiali e operativi dello

studio e del disegno, corredati dalle testimonianze grafiche della forma-zione culturale di ciascuno.

I disegni di Guarini per Palazzo Carignano e quelli di Juvarra per la facciata e lo scalone di Palazzo Madama e per l’atrio del castello di Rivoli, hanno illustrato l’impegno e la ricerca dei due architetti nella for-mulazione del “prototipo” di palazzo reale per il sovrano di uno stato asso-luto. Le cupole e le volte presentate esprimono gli straordinari risultati raggiunti nell’elaborazione proget-tuale di Guarini, così come le audaci e altrettanto sperimentali costruzioni di Antonelli che hanno segnato l’im-maginario architettonico e paesistico della regione piemontese.

In una rapida panoramica dell’ar-chitettura pubblica sono stati esposti materiali prodotti per le committen-ze dello Stato e delle istituzioni: dai progetti di Juvarra per il Palazzo dei Regi Archivi e i disegni per il Tea-tro di Benedetto Alfieri – di cui era collocata al centro della sala il mo-dello per il Palazzo del Senato – per arrivare alle tavole di Antonelli per il Parlamento, il Teatro e l’Ospedale di Novara.

La mostra si è chiusa con una se-zione dedicata alla trama della città ottocentesca: le case e le strade, nel-le due dimensioni della città nuova progettata e della città ereditata e ri-pensata, sono state ridefinite alla luce di nuove ipotesi di progetto urbano, aggiornate sulle esperienze parigine e caratterizzate da uno spiccato inte-resse per gli stili storici e le nuove funzionalità dell’abitare.

L’esposizione ha avuto anche il grande merito di dare spazio e met-tere in risalto l’ampiezza e l’ecce-zionalità del patrimonio archivistico e museale conservato in Piemonte, offrendo la possibilità di letture dif-ferenti che ritrovano nell’itinerario espositivo edifici emblematici di quella architettura costruita.

Palazzo Bricherasio “Guarini, Juvarra, Antonelli: Segni e simboli per Torino”

Cultura

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On line

Il geometra

METODO BASEAnche se ci sono molti modi in

cui prendere appunti, i migliori sono quelli che risultano più confortevo-li. Ci sono comunque dei concetti di base che possono essere usati per tutti i genere di appunti:

-- Separare le idee principali con un rigo vuoto, e le idee più generali con diverse righe.

-- Se hai quasi finito una pagina, e stai per iniziare a scrivere un al-tra sezione dei tuoi tuoi appunti, ti conviene iniziarla usando una pagina nuova.

-- Scrivere da una sola parte del fo-glio è una buona idea, anche se non è obbligatorio.

-- Usa abbreviazioni e simboli per evitare frasi troppo lunghe.

-- Esponi le informazioni riassu-mendole con parole tue

METODO CORNELLSpesso viene consigliato agli stu-

denti americani il cosiddetto “meto-do Cornell” o anche metodo “6R” di studio e di appuntazione. È stato

originariamente elaborato da Wal-ter Pauk, un docente della Cornell University, nel 1989 e da allora si è diffuso ampiamente nei paesi anglo-sassoni e poi di lì in tutto il mondo. È un metodo che si dimostra piuttosto efficiente nell’organizzare l’ascol-to delle lezioni, la lettura dei libri, gli appunti, lo studio successivo e il ripasso. Il metodo è di apprendi-mento piuttosto rapido e permette di utilizzare comunque le abilità già conseguite, con un minimo di aggiu-stamenti e di esercitazioni. Permet-te di essere utilizzato per prendere appunti durante le lezioni (semina-ri, conferenze o simili), oppure per prendere appunti dai libri, durante lo studio.

Occorre usare sempre fogli mobi-li di grandi dimensioni (meglio se a quadretti, con il quadretto di cm. 0,5, con i fori per il raccoglitore); è assolutamente necessario scrivere su una sola facciata (per permette-re all’occorrenza di realizzare fa-cilmente il “taglia e incolla” di tipo manuale).

Occorre dividere la pagina in due colonne (proporzione: un terzo e

due terzi) e lasciare un consistente spazio in fondo. Nella colonna più ampia vengono stesi gli appunti (vedi illustrazione).

Nella stesura occorre assoluta-mente evitare di trascrivere integral-mente quanto viene detto dal relato-re: non ci si riuscirà mai! Occorre selezionare, sintetizzare e appuntare termini, brevi frasi, collegate da se-gni grafici: in altri termini occorre schematizzare. Lo schema dovrà es-sere chiaro e comprensibile, anche a distanza di tempo (vedi illustrazio-ne).

E’ conveniente usare un procedi-mento a indentazione: più rilevante

Prendere appunti

di Paolo Cuselli

Prendere appunti è importante per molti argomenti accademici. Vi sono diversi metodi da usare per farlo.

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è l’argomento, più deve essere spo-stato a sinistra, meno rilevante è l’ar-gomento, più deve essere spostato a destra (naturalmente occorre adot-tare dei criteri di rilevanza: occorre basarsi sulle proprie conoscenze pre-gresse, oppure essere abili nell’iden-tificare “segnali di rilevanza” del re-latore, o dell’autore del libro che si sta studiando).

Gli spazi restanti vengono usa-ti solo in fase di rielaborazione e di studio.

In fase di rielaborazione, rivedendo gli appunti, occorre distribuire nella colonna più stretta (a sinistra) un in-dice degli argomenti principali (brevi titolini, magari a colori), evidenziare o trascrivere le parole chiave (con-cetti, definizioni), sintetizzare molto brevemente il contenuto, formulare brevi domande (la cui risposta si tro-vi negli appunti già presi). Nella stri-scia orizzontale in fondo alla scheda occorre sviluppare un breve riassunto dei contenuti essenziali della scheda stessa (trovano posto anche ulteriori annotazioni personali, collegamenti, domande, ecc...).

In fase di studio (da svolgersi ri-petutamente e periodicamente per brevi periodi), usando come traccia

i contenuti sintetici della colonna di sinistra, dovrebbe essere possibile richiamare a memoria i contenuti de-gli appunti della colonna principale (parte destra), che andrebbero coper-ti con un foglio.

Se si ha pazienza di lavorare in questo modo, in breve tempo si di-sporrà di un raccoglitore, sempre in progressivo ampliamento, che tiene la memoria di tutte le lezioni ascol-tate (o di tutti i testi letti), di tutte le rielaborazioni e le sintesi effettuate, di tutti i percorsi intellettuali svilup-pati. In qualsiasi momento sarà pos-sibile fare delle aggiunte (grazie ai fogli mobili) oppure delle ristruttura-zioni: una scheda ormai troppo densa può essere divisa in due... Nel racco-glitore possono trovare posto anche fotocopie, disegni, schemi, glossari, resoconti di discussioni, ritagli di giornale concernenti l’argomento, ecc...

Registra (Record)Durante la lezione, registra nella

colonna principale della scheda il numero maggiore di fatti e idee.

Schematizza (Reduce)Appena possibile, schematizza, ri-

capitola i fatti e le idee concisamente (a parole o frasi) nella colonna di si-nistra (colonna “indice” o “di sugge-rimento”)

L’indice chiarifica il significato e le relazioni, rafforza la continuità e rafforza la memoria.

Esponi (Recite)Copri l’area delle note e usando

solo le specificazioni nella colonna, riesponi i fatti e le idee, riesponi i fat-ti e le idee della lezione nel miglior modo possibile, non meccanicamen-te, ma con le tue parole. Poi verifica quello che hai detto.

Rifletti (Reflect)Sviluppa delle tue opinioni a par-

tire dagli appunti; usali come punto di partenza per le tue riflessioni sul-l’argomento e su come si relaziona con gli altri argomenti. La riflessione ti aiuterà a collegare e a non dimen-ticare.

Ripassa (Review)Spendi 10 minuti, periodicamente,

per rivedere velocemente gli appunti e ti ricorderai maggior parte di quello che hai imparato

On line

Nella stesura degli appunti occorre selezionare, sinte-tizzare e appunta-re termini e brevi frasi, collegate da segni grafici: in al-tri termini occorre schematizzare.

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Riassumi (Recapitulate)Scrivi il riassunto nello spazio sot-

to orizzontale, in fondo al foglio. Conviene fare in fondo a ogni sche-da il riassunto della scheda stessa. In fondo all’ultima scheda della lezione si può fare il riassunto della lezione stessa.

METODO DELLE MAPPE MENTALI

Una mappa mentale è una forma di rappresentazione grafica del pensie-ro teorizzata dal cognitivista inglese Tony Buzan, a partire da alcune ri-flessioni sulle tecniche per prendere appunti.

Le mappe mentali (mind maps) non vanno confuse con altri tipi di mappe come le mappe concettuali e le solution map, dalle quali si diffe-renziano sia per la strutturazione, sia per il modello realizzativo, sia per gli ambiti di utilizzo.

Le mappe mentali hanno una strut-tura essenzialmente gerarchico-as-sociativa. Questo significa che sono solo due le tipologie di connessioni che possono essere create:-- gerarchiche (dette anche rami) che

collegano ciascun elemento con quello che lo precede

-- associative (dette anche associa-zioni) che collegano elementi gerarchicamente disposti in punti diversi della mappa.

La struttura portante di una map-pa mentale è sempre gerarchica; le relazioni associative aiutano ad au-mentarne l’espressività, evidenzian-do la presenza di legami trasversali mediante frecce. Essendo gerarchi-ca, la mappa mentale ha necessaria-mente anche una geometria radiale: all’elemento centrale troviamo colle-gati degli elementi di primo livello, ciascuno dei quali può essere colle-gato con elementi di secondo livello e così via. In genere la disposizione grafica degli elementi è a raggiera, ma è possibile estendere queste con-siderazioni anche ad altre forme di

connessione, come quella a spina di pesce oppure ad albero.

La mappa mentale è uno strumento votato alla creatività, alla memoriz-zazione, all’annotazione in chiave personale. Per questo il suo ideatore Buzan ha formulato il suo modello incentrandolo sull’evocatività: tutti gli elementi di una mappa menta-le devono essere ricchi di immagini fantasiose e colorate, perché da un lato rendono gradevole la rappresen-tazione, dall’altro stimolano l’emi-sfero cerebrale destro, le cui funzioni supportano facoltà come la creatività, la memoria, la fantasia, l’intuizione. Per questa ragione è importante che una mappa mentale venga prodotta a colori fin dalle prime fasi di realizza-zione, e non colorata in un secondo momento. Inoltre gli elementi devo-no essere descritti con singole parole chiave e non con periodi estesi, così da lasciare spazio a nuove associa-zioni e a possibili integrazioni.

Il modello realizzativo delle mappe mentali è essenzialmente associazio-nista: si procede inserendo e ricom-binando dinamicamente gli elementi nella mappa, utilizzando una struttu-ra gerarchico-associativa e applican-do il processo di associazione menta-le. In tal senso è grande la differenza con le mappe concettuali, che sono

impostate secondo un modello con-nessionista (sono previsti due mo-menti distinti: quello dell’individua-zione dei concetti e quello della loro combinazione).

È importante notare che una mappa mentale non ha un’impostazione ge-rarchica assoluta ma di contesto e di-spone gli elementi intorno a un centro secondo una raggiera: ciò che sta al centro è il punto di partenza, ciò che si colloca radialmente è punto inter-medio di un processo associativo vir-tualmente infinito. Tra i vari elementi della mappa non vi è un vincolo di inclusione: per esempio, se il punto di partenza fosse il “cinema”, potrei pensare al “tempo libero” come ele-mento di primo livello, ma se partissi dal “tempo libero” potrei tranquilla-mente associargli al primo livello il “cinema”, rispettando comunque il principio associazionista.

Le mappe mentali fanno leva so-prattutto sulle capacità creative per-sonali e di gruppo, sulle risorse men-tali inconsce, sulle sinestesie create con colori e immagini, sui processi che spontaneamente ristrutturano le informazioni e che ogni volta lascia-no aperta più di una chiave interpre-tativa. Per queste ragioni le mappe mentali sono particolarmente effi-caci come strumenti di annotazione

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e di apprendimento, come supporto all’elaborazione del pensiero e alla creatività, come ausilio nell’orienta-mento personale e nella costituzio-ne di gruppi di lavoro. Sono invece meno efficaci nella rappresentazione della conoscenza, dove l’evocatività della mappa mentale induce una mi-nore efficacia comunicativa e mag-giori margini di ambiguità.

Una mappa mentale può costituire il punto di partenza di un processo creativo, che porta alla realizzazio-ne di materiali diversi per natura e

per formato di rappresentazione. È il caso di un brainstorming di grup-po che, supportato da una mappa mentale, prelude alla definizione di obiettivi strategici, alla formulazione di un progetto, alla scrittura di do-cumentazione testuale. Un esempio di questo passaggio è la derivazione dalla mappa mentale di un outline (detto anche scaletta gerarchica), che permette di trasformare la struttura a raggera in una sequenza articolata e ordinata per livelli gerarchici.

Una mappa mentale è un diagram-

ma a colori che rappresenta collega-menti (semantici o no) fra le varie sezioni di materiale appreso. Per esempio, potrebbe illustrare grafica-mente la struttura del governo di uno stato. Una volta che una mappa men-tale è ben strutturata, può essere rivi-sta e controllata. L’uniformità grafica delle strutture semantiche può aiuta-re a rinforzare i ricordi, rendendoli più stabili e duraturi e migliorando la motivazione.

Il Fondoprofessioni: una possibilità preziosa

per la formazione e la crescita degli studi professionali

Il Fondoprofessioni è una realtà poco conosciuta: si tratta di un Fondo paritetico interprofessionale per la for-mazione continua nato nel dicembre del 2003 dall’accordo tra Consilp-Confprofessioni, Confedertecnica, Cipa e Cgil-Filcams, Cisl-Fisascat, Uil-Uiltucs.La Categoria dei Geometri, tramite il proprio sindacato Federgeometri, appartiene a Confedertecnica, insieme alle altre professioni tecniche. A finanziare il fondo è il contributo dello 0,30% del monte salario che i datori di lavoro attualmente versano all’Inps e che possono invece destinare a Fondoprofessioni. Per l’adesione è sufficiente segnalare la scelta del Fondo sul modello DM10, indicando la sigla del Fondo “FPRO” e il numero dei dipendenti occupati. I finanziamenti possono essere richiesti dalle associazioni di categoria aderenti alle Confederazioni socie del Fondo, le Ati (Associazioni temporanee di impresa) e i singoli studi o aziende ai quali si applichi il contratto collettivo degli studi professionali. Ogni singolo piano di formazione può essere destinato a un massimo di 18 partecipanti (con un minimo di otto).L’adesione a Fondoprofessioni da parte del professionista datore di lavoro è facile, libera e gratuita: basta segna-lare la scelta una sola volta sul modello DM 10, scrivendo “ADESIONE FONDO” e specificando, nella colonna accanto, la sigla di Fondoprofessioni “FPRO” e il numero di dipendenti occupati nello Studio o nell’Azienda. La comunicazione all’INPS tramite il modello DM10 è la sola modalità richiesta per l’adesione al Fondo: NON BISOGNA EFFETTUARE NESSUN VERSAMENTO SUPPLEMENTARE. Semplicemente il contributo dello 0,30%, che viene già versato ogni mese dal datore di lavoro, viene destinato a Fondoprofessioni, senza ulteriori esborsi. Eventuali successive variazioni di organico vengono automaticamente aggiornate dall’INPS.L’adesione al Fondo tramite il DM 10 può essere effettuata direttamente dal datore di lavoro o tramite uno studio di consulenza. A titolo esemplificativo, forniamo un modello per la comunicazione al consulente della volontà da parte del datore di lavoro di aderire a Fondoprofessioni.Con l’adesione, il professionista ha così la possibilità di permettere ai propri dipendenti l’accesso ai corsi di formazione gratuiti, conseguendo un miglioramento ed una crescita del proprio studio.