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AberrazioneDifetto ottico → dell’obiettivo, che,

in fase di → ripresa, impedisce l’esatta ri-produzione di un’immagine fotografica. Lamaggior parte delle a. possono essere ridot-te, ma mai eliminate del tutto, chiudendo il→ diaframma.Acido aceticoAcido derivato dall’aceto, componente allabase di molte soluzioni di → arresto.AcutanzaMisura della → nitidezza, nei punti di tran-sizione tra → il bianco e il nero, di un’im-magine fotografica.AerofotogrammetriaApplicazione aerea della → fotogrammetria.AFSigla per → autofocus.AFIPSigla dell’Associazione Fotografi ItalianiProfessionisti.AfocaleSistema di lenti, privo di lunghezza → fo-cale propria, che modifica quella degli →obiettivi cui viene aggiunto.AgentePersona incaricata di promuovere il → fo-tografo professionista presso potenzialiclienti, procacciando commissioni e pattuen-do le parcelle in cambio di una percentualesui compensi.Agenzia fotograficaOrganizzazione specializzata nella vendita,a chiunque ne faccia richiesta, del materialefotografico di cui dispone.AgfaSocietà tedesca fondata nel 1925, con sta-bilimento a Wolfen, nei pressi di Lipsia, tra

le maggiori produttrici mondiali di mate-riale fotografico. Nel 1964, dalla fusionecon la società belga Gevaert, sorge la AgfaGevaert, nel 1981 incorporata dal gruppoBayer.AgfacolorPrima pellicola con cromogeni incorpora-ti, commercializzata dalla → Agfa nel1936, a pochi mesi dal lancio della → Ko-dachrome da parte della → Kodak. Versola fine della seconda guerra mondiale letruppe statunitensi di stanza in Germaniaoccupano lo stabilimento di Wolfen, neipressi di Lipsia, rendendone pubblici i se-greti industriali relativi alla fabbricazionedell’A. I diritti esclusivi di sfruttamento delbrevetto vengono confiscati e diventano dipubblico dominio, a titolo di indennizzobellico, assieme alle formule, portate a co-noscenza dei fabbricanti di → pellicola ditutto il mondo. L’A. diventa, così, il puntodi partenza per una serie di procedimenti acolori, che, messi a punto verso la metàdegli anni Cinquanta da numerose case —dal Giappone all’Italia — determinanol’abbandono del bianco e nero, a favore delcolore, da parte di centinaia di migliaia diappassionati.AgitazioneMovimento impresso per agitare le solu-zioni chimiche durante il trattamento delmateriale → fotosensibile, di norma effet-tuata una o due volte allo scadere di ogniminuto. Una scarsa a. fornisce immaginideboli, ma nitide, mentre un’eccessiva a.fornisce → negative ricche di densità e dicontrasto.AIRFSigla dell’Associazione Italiana ReporterFotografi.

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AlbumRaccoglitore per → fotografie. Ne esistonoin commercio dei più disparati, di ogni ma-teriale, formato, costo: rilegati in pelle, concordoni dorati e passepartout in carta pre-giata; rilegati in stoffa o in cartone; com-pletamente in carta o in plastica.Albumina (procedimentoall’)Procedimento a base di albumina, messo apunto da Claude Niépce de Saint-Victor nel1847, consistente nel ricoprire lastre di cri-stallo (preferito al vetro, perché più facileda pulire) con una soluzione sensibile di al-bume d’uovo, ioduro di potassio e clorurodi sodio, poi immersa in nitrato d’argento.Fornisce ottimi → negativi, che possonoessere preparati anche molto tempo primadell’uso, e offre il vantaggio di combinarel’estrema definizione della → dagherrotipiaalla illimitata potenzialità riproduttrice del-la → calotipia. Adatto a riprendere — conun’esposizione di circa tre ore, a luce buona— vedute o panorami, ma inservibile per iritratti, viene immediatamente abbandona-to nel 1851, all’avvento del → collodio.Alinari, Società FratelliCasa fondata da Leopoldo A., a Firenze, nel1854. Romualdo, Leopoldo, Giuseppe eAntonietta A. nascono a Firenze da Seba-stiano e Scolastica Paganori. In seguito allamorte del padre, Giuseppe viene messo abottega presso l’intarsiatore Falcini, Ro-mualdo nel banco Batacchi, Leopoldo pres-so il prestigioso laboratorio calcografico diLuigi e Giuseppe Bardi. Quest’ultimo con-siglia e aiuta, anche economicamente, Leo-poldo a darsi alla fotografia — di cui si oc-cupa fin dal 1850 — e, in particolare, allariproduzione dei quadri e dei disegni sparsinelle gallerie d’arte cittadine, che «si ven-dono come il pane». Nel 1852 Leopoldo apreun laboratorio in via Cornina, a due passi

dalla bottega del Bardi, iniziando anche ascattare ritratti. Dal 1854, anno della fonda-zione, le ordinazioni crescono al punto daimporre, nel 1863, il trasferimento in quellache diventerà la sede storica della Società:un grande stabilimento, appositamente co-struito, nell’attuale via Nazionale. La famadella ditta è notevole, anche all’estero. I la-vori commissionati richiedono una capacitàtecnica ed un gusto artistico particolari. Silavora col collodio umido: le lastre — digrandezza straordinaria: 1,15 m d’altezzaper 85 cm di larghezza — devono essere pre-parate una per una, messe a seccare, quindisensibilizzate in una camera oscura organiz-zata sul posto. I fratelli A. ordinano alle mi-gliori ditte, nazionali ed estere, apparecchifotografici di ogni genere e formato, pro-vando e sperimentando, nel loro laborato-rio personale, tutti i procedimenti. Tra i loroconcorrenti diretti, i migliori fotografi deltempo: gli Anderson a Roma, Giorgio Som-mer a Napoli, e, soprattutto, gli amici e con-terranei Brogi. Ma gli A. sono i primi a ren-dere organica la propria attività (incentratasulla documentazione d’arte senza, però, tra-scurare il paesaggio e il ritratto), portare atermine campagne specifiche, conservare lelastre in un organizzatissimo archivio, pub-blicare sistematicamente i propri lavori incataloghi a stampa (la fondazione di una casaeditrice propria risale al 1885). Il primo deiquali, dedicato a Firenze e alla Toscana, ri-sale al 1865. Nel novembre di quest’anno,in seguito alla scomparsa di Leopoldo, laconduzione dell’azienda passa a Romualdo— organizzatore e amministratore dell’im-presa di famiglia — e a Giuseppe — foto-grafo di altissimo livello e grande sperimen-tatore — al quale si devono importantissi-me variazioni del procedimento all’albumi-na, oltre alla messa a punto dei procedimentialla ceroleina e al cellulosio. Romualdomuore il 7 gennaio 1890, Giuseppe il 24

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aprile seguente. La responsabilità di una fa-miglia numerosa e di una trentina di dipen-denti ricade, adesso, su Vittorio, primoge-nito di Leopoldo. A differenza di Giuseppe,Vittorio non dimostra una particolare voca-zione tecnica. In compenso legge, studia es’interessa di arte più per passione che pernecessità aziendali, intensifica l’attività edi-toriale, incrementa i lavori sul paesaggio ela veduta urbana organizzando campagne dirilevamento fotografico a vasto raggio inogni angolo d’Italia, continua la sperimen-tazione dei materiali e raddoppia i mezzitecnici a disposizione degli operai. Figliodell’agiata borghesia fiorentina, Vittorio haistintivamente acquisito lo spirito di ricercae la vivacità intellettuale caratteristica dellacittà. Iscritto, come gli zii, alla → SocietàFotografica Italiana, Vittorio partecipa allesue molteplici iniziative. Nel 1893 scatenasul → «Bullettino» della Società una batta-glia contro le nuove disposizioni statali pertassare, in misura maggiore, chi fotografaquadri e materiali dei musei e degli istitutistatali. Lo stabilimento in via Nazionale èsempre affollato e in piena attività, mentre ilavori presentati in occasione di mostre in-ternazionali ottengono diplomi, medaglie ericonoscimenti. Riprodurre opere d’arte ediffonderle attraverso bellissime foto rappre-senta un modo nuovo di fare cultura, checolpisce e stimola gli stessi studiosi d’arte.I fotografi degli A. non si limitano a ritrarrefrontalmente quadri, sculture, architetture;ma li leggono e li interpretano, fino a risco-prire il lavoro degli autori. Il loro stile ra-senta una perfezione ed una uniformità nonsolo tecniche: la scelta dell’illuminazionegiusta, dell’angolazione più adatta o del-l’obiettivo ideale viene operata per permet-tere al pubblico la lettura più semplice echiara possibile delle intenzioni dell’artistaattraverso l’immagine fotografica. Alcune ri-prese di contadini o di operai al lavoro, in

cui si avverte chiaramente la «messa inposa» dei soggetti ed un certo bozzettismo,possono apparire stucchevoli e quasi retori-che. Ma ad una lettura più attenta si scopreche la finzione è stata realizzata per eccessodi chiarezza, per rendere efficacemente gliatteggiamenti dei soggetti. Le immagini de-gli A. non sono frutto del caso o delle fortu-na, ma della creatività e della precisione delfotografo. Lo stile, inconfondibile, risentedella pittura e della scultura: i paesaggistidel Quattrocento e del Cinquecento fioren-tino nelle riproduzioni d’arte più rigorose;Sartorio e Michetti in certi eccessi decorati-vi; Pellizza da Volpedo nelle foto «populi-ste»; i Macchiaioli minori nelle foto di ta-glio un po’ troppo bozzettistico. Dal 1873gli A., la cui attività nell’ambito della ripro-duzione fotografica è stata caratterizzatadalla scultura, si dedicano maggiormente almercato della pittura contemporanea. Nelcatalogo di quest’anno, infatti, vengonoelencati ventitré dipinti in commercio o pre-senti in collezioni private. Ma è tra il 1881 eil 1896 che l’attività assume dimensioni ecaratteristiche veramente interessanti, tantonel campo del mercato d’arte quanto nelcommercio delle riproduzioni fotografichetratte da tali opere. Con particolare atten-zione ai pittori toscani. Casa A. è al centrodell’interesse di artisti, critici, scrittori e stu-diosi. La villa di famiglia a Fiesole, il «Quar-tino», si trasforma gradualmente in un fre-quentatissimo salotto culturale. Mecenateilluminato e sensibile, nel 1900 Vittorio isti-tuisce, sotto il patronato della Società Ita-liana per l’Arte pubblica, il Concorso Inter-nazionale A. a premi per dipinti originali asoggetto religioso. Lo scopo è un misto diintervento culturale e di convenienza com-merciale, finalizzata ad acquisire l’esclusi-va sulle riproduzioni fotografiche di dipintisacri inediti — anche se di modeste qualità— da moltiplicare nei formati più diffusi: il

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grande formato, ideale nell’arredamento, eil formato album, adatto al piccolo collezio-nismo di riproduzioni artistiche. Vittoriostesso, attraverso i concorsi, inizia una per-sonale collezione di dipinti: le clausole dipartecipazione prevedono, infatti, oltre aldiritto di libera riproducibilità da parte del-la Casa delle opere presentate, anche il di-ritto di prelazione sul loro acquisto da partedell’organizzazione. Nel 1901 il Concorso,indetto per illustrare la Divina Commedia,premia Armando Spadini: l’opera vienestampata in tre tomi, apparsi tra il 1902 e il1903, corredati da 388 illustrazioni. Nei pri-mi anni del Novecento la Casa realizza unaserie di campagne fotografiche all’estero,documentate da altrettanti cataloghi a stam-pa: Dresda, Parigi, la Grecia e la Spagna.Nel 1909 inizia la pubblicazione del Deca-merone, con illustrazioni di Tito Lessi, chesi concluderà nel 1915. Nel 1910, in segui-to alla prematura scomparsa del figlio Car-lo, Vittorio riduce progressivamente l’atti-vità. Continuano, tuttavia, le corrisponden-ze istituite in ogni parte del mondo e l’atti-vità delle succursali aperte a Roma e a Na-poli. Allo scoppio della prima guerra mon-diale, Vittorio concepisce la realizzazione deIl Paesaggio Italico nella Divina Comme-dia: un volume in cui raccogliere le foto-grafie di tutti i paesaggi d’Italia citati nelcapolavoro di Dante Alighieri, ora minac-ciati dalla guerra. Un’iniziativa unica, foto-graficamente ed editorialmente, che vedràla luce nel 1921. Nel 1920, intanto, controil parere dei figli e dei nipoti, Vittorio costi-tuisce la società anonima Fratelli Alinari Isti-tuto di Edizioni Artistiche (I.D.E.A.): nel-l’anno del passaggio dalla gestione fami-liare a quella industriale, la raccolta dei ne-gativi dei più diversi formati raggiunge lacifra di settantamila soggetti, mentre am-montano a migliaia le lastre non cataloga-te. Le riproduzioni di opere d’arte sono or-

dinate per città e suddivise per nazione, re-gione e città. I libri usciti per le edizioni A.ammonterebbero, invece, a seimila. La pro-duzione fotografica A. comprende tre col-lezioni principali: la collezione dei negati-vi originali di opere d’arte, che offre un’il-lustrazione organica, per unità di criteri eordinamento, del patrimonio nazionale ar-tistico e storico; la collezione delle foto-grafie dirette a colori, che comprende ri-produzioni rappresentative della pittura edelle sue applicazioni minori (miniature,mosaici, affreschi, arazzi, stoffe e così via)di ogni secolo; la collezione dei disegni digrandi maestri, tra le più interessanti delgenere per il valore grafico, documentarioe decorativo. Rimasto miracolosamenteintegro, dalla fine degli anni Cinquanta l’ar-chivio Alinari si arricchisce dei fondi dialtri importanti studi italiani — tra cui Bro-gi, Anderson, Michetti — arrivando a rac-cogliere un patrimonio di 400.000 lastre divetro e di 750.000 negativi su pellicola. Nelcorso degli anni le foto degli A. contribui-scono all’educazione visiva di intere gene-razioni di italiani, prima attraverso le car-toline illustrate e poi attraverso la televi-sione: per anni, infatti, la Rai le trasmetteper intrattenere i telespettatori durante gli«intervalli» tra un programma e l’altro. Nel1982 l’azienda viene acquistata da Clau-dio De Polo. Questi promuove nuove cam-pagne di rilevamento fotografico; nel 1984affida la direzione di «Fotologia», rivistadi critica fotografica, a Italo Zannier; nel1985 inaugura a Palazzo Rucellai il Mu-seo della Fotografia, chiuso però nel gen-naio del 1997 e attualmente in cerca di unanuova sede fiorentina. Per l’estate del 2000,le foto dell’archivio A. sono attese su In-ternet.AlogenuriSali d’argento (bromuro, cloruro, ioduro),che costituiscono la parte → fotosensibile

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dell’emulsione fotografica. In seguito al-l’esposizione alla luce all’interno della →macchina fotografica, subiscono una reazio-ne fotochimica — più o meno pronunciata,a seconda dell’intensità della luce stessa —che, formando argento metallico di colorenero, va ad alterare le caratteristiche chimi-che dell’emulsione.AmbrotipiaProcedimento fotografico al → collodio suvetro, particolarmente diffuso tra il 1851 eil 1880 circa, consistente nell’incollare sustoffa nera o nel ricoprire con uno strato divernice scura la parte posteriore del negati-vo di una → lastra al collodio umido.AmbrotipoImmagine fotografica ottenuta medianteprocedimento di → ambrotipia.American Standard Associa-tion→ ASA.Analizzatore a scansione→ Scanner.Analizzatore coloreStrumento presente nelle stampatrici profes-sionali, impiegato, nella → stampa a colori,per determinare i valori della filtratura insintesi sottrattiva e additiva.AnalogicoModalità di trattamento dei dati attraversola variazione continua di un segnale, in ana-logia con un determinato fenomeno fisico.Anastigmatico→ Obiettivo esente da difetti di → astigma-tismo. Sono a. tutti gli obiettivi di modernacostruzione, tranne quelli delle macchinefotografiche ultra economiche (come, adesempio, le usa e getta).AngolazionePosizione data alla → macchina fotografi-ca, in rapporto all’ambiente o al soggettodella → ripresa.

AnnerimentoFenomeno alla base della tecnica fotografi-ca, per cui, se esposti alla luce, certi → alo-genuri modificano la propria struttura.Ansco Film CompanySocietà detentrice dei diritti del brevetto diHannibal Williston Goodwin per la pellico-la fotografica flessibile e trasparente in ni-trato di → celluloide, quando, nel 1914, laCorte d’Appello distrettuale degli Stati Unitisentenzia che la domanda di brevetto daquesti depositata nel 1887 ha «rivelato perla prima volta le caratteristiche fondamen-tali ed essenziali di una vera pellicola av-volgibile» e stabilisce un indennizzo di cin-que milioni di dollari.Anticalore (filtro)Spessa lastra in cristallo, componente del →proiettore dia e di alcuni → ingranditori, incui impedisce che il forte calore emessodalla lampada danneggi le → pellicole.Apertura relativa→ Luminosità.Apocromatico→ Obiettivo, in genere di lunga → focale,esente da → aberrazione cromatica per tuttii colori primari (rosso, blu e verde).Apparecchio fotografico→ Macchina fotografica.Archivio Alinari→ Alinari, Società Fratelli.Armadio essiccatoreAccessorio da → camera oscura, per → l’es-siccamento delle pellicole.Arresto acido (bagno di)Trattamento chimico successivo al bagno di→ sviluppo, che interrompe l’azione del →rivelatore sulla pellicola.ASA (American StandardAssociation)Sistema statunitense in base al quale i co-struttori di materiale fotografico tarano le

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→ pellicole secondo la sensibilità alla luce,i cui valori vengono stampati sugli imballioriginali e sui foglietti d’impiego che le ac-compagnano. Assieme al → DIN, è lo stan-dard più diffuso.Asferiche (lenti)Lenti → dell’obiettivo di moderna concezio-ne, realizzate accoppiando una normale len-te sferica con uno strato di resina acrilica, chefunge da elemento correttivo, consentendo un→ contrasto migliore ed una diminuzionedelle → aberrazioni cromatiche e, quindi, unapiù soddisfacente resa del colore.Asse otticoLinea retta ideale, che, attraversando il cen-tro del sistema ottico → dell’obiettivo, uni-sce il → fuoco posteriore a quello anteriore.Astigmatismo→ Aberrazione comune all’obiettivo foto-grafico e all’occhio umano, che impediscedi mettere a fuoco contemporaneamente li-nee tra loro perpendicolari contenute nellostesso piano.AtelierTermine francese, di accezione comune, per→ sala di posa.AtrografiaProcedimento fotografico al → collodio suvetro e carta nera, particolarmente diffusotra il 1851 e il 1880 circa.AtrotipoImmagine fotografica ottenuta medianteprocedimento di → atrografia.AttinicoTermine riferito alla capacità della luced’impressionare il materiale → fotosensibileche colpisce.Audio/Video (AV)Qualsiasi tipo di connessione tra suono eimmagine, come nelle → diaproiezioni cor-redate da colonna sonora sincronizzata.

AutochromePrima tecnica pratica di fotografia diretta acolori, basata sul sistema additivo, brevet-tata nel 1904 da Louis e Auguste Lumière.Le lastre A., commercializzate nel 1907,vengono prodotte dalle officine Lumière, nelquartiere di Monplaisir, all’estrema perife-ria di Lione, fino al 1932.AutocromìaSistema additivo a colori alla base del pro-cedimento → Autochrome.AutofocusMessa a → fuoco automatica dell’obietti-vo, che, attraverso un sistema di rilevamen-to delle distanze a raggi infrarossi, in tempibrevissimi si regola automaticamente sulledistanze tra la → macchina fotografica e ilsoggetto della ripresa.Automatico (apparecchio)→ Macchina fotografica in cui → l’espo-sizione viene controllata — parzialmenteo completamente — da elementi interni,che tengono conto della → sensibilità del-le pellicola e della luminosità del sogget-to, misurata da un → esposimetro incor-porato.AutoscattoDispositivo che, ritardando di alcuni secon-di lo → scatto dell’otturatore in una → mac-china fotografica, permette al fotografo,dopo averlo azionato, di porsi di fronte al-l’obiettivo per farsi riprendere. Viene impie-gato, inoltre, per azionare il pulsante di scat-to senza incorrere nell’inconveniente dimuovere accidentalmente l’apparecchio du-rante esposizioni particolarmente lunghe. Iprimi a., meccanici, dotati di sistema ad oro-logeria, potevano essere reperiti come ac-cessori. Oggi sono elettronici, variamenteregolabili e, quasi sempre, incorporati all’ap-parecchio.

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AVSigla per → Audio/Video.

BacinelleContenitori in plastica, più raramen-

te in acciaio inossidabile o in ferro smalta-to, adoperati per il trattamento delle → car-te in → camera oscura. Nei laboratori pro-fessionali vengono sostituite da vasche ver-ticali con → agitazione automatica.BagnoImmersione della → pellicola o della → car-ta nelle soluzioni per il trattamento di → svi-luppo.Banco ottico (apparecchio a)→ Macchina fotografica professionale dastudio, di grande formato, composta da duepiastre (portaobiettivo e portapellicola) col-legate da un sistema meccanico e da un →soffietto, le quali possono essere allontana-te tra loro, spostate e ruotate (decentramen-to e basculaggio).BasculaggioInclinazione della piastra portaobiettivo odella piastra portapellicola rispetto all’asseottico dell’obiettivo, caratteristico dellemacchine professionali a → banco ottico,che consente correzioni di prospettiva el’estensione della profondità di → campo.BauhausIstituto di ricerca per le arti e i mestieri fon-dato nel 1919 a Weimar, in Germania, dal-l’architetto, designer e urbanista tedescoWalter Gropius.Bianco e neroEspressione utilizzata per indicare un’imma-gine fotografica priva di → colorazione, en-trata nell’uso comune soltanto dopo l’inven-zione della fotografia a colori. Le primeimmagini fotografiche sono, infatti, mono-cromatiche: riproducono, cioè, forme e co-lori di un determinato soggetto attraverso la

scala cromatica di un unico colore; sia essoil grigio della → dagherrotipia e della →ferrotipia, il verde dei → disegni fotogenicidi Bayard, il giallo delle → carte al sale ecosì via.BilanciamentoCorrezione effettuata, per mezzo di → fil-tri, della → temperatura colore di una luceper ripristinare l’equilibrio cromatico.BlitzlichtpulverMiscela esplosiva di polvere di magnesio,clorato di potassio e solfuro di antimonio,componente di base del primo tipo di → lam-peggiatore. Incendiata, produce un fortelampo luminoso, impiegato a partire dal1880 per eseguire quasi tutte le → fotogra-fie scattate con luce artificiale.B/nAbbreviazione per → bianco e nero.BrillanzaTermine riferito alla quantità di luce rifles-sa da una superficie.BromografoApparecchio per eseguire → stampe a con-tatto, costituito da una cassetta con coper-chio in vetro opalino contenente una lucedi sicurezza ed una luce bianca per la stam-pa.Bromuro d’argento→ Alogenuri.Bullettino della Società Fo-tografica ItalianaRivista specializzata della → Società Foto-grafica Italiana, stampata nella tipografiafiorentina di Salvatore Landi, nata nell’ot-tobre del 1889 e pubblicata fino al 1911.Bussola filettataForo filettato posto nella parte inferiore della→ macchina fotografica, utile per fissarequest’ultima al → cavalletto o ad altro sup-porto fisso o per applicarvi il → winder o il→ motore.

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strumenti

CalcografiaSia procedimento di → stampa, parti-

colarmente adatto alla riproduzione di → fo-tografie in bianco e nero o in altre mono-cromie, in cui l’immagine sulla → carta siorigina in base allo stesso processo che por-ta alla realizzazione dei → positivi fotogra-fici; sia le immagini ricavate mediante taleprocedimento. Mentre nel procedimentofotografico i toni chiari e scuri dell’imma-gine sono ottenuti mediante strati di sostan-ze di diversa consistenza, nella stampa conc. il colore viene steso sulla carta in diffe-rente spessore; il che, graficamente, si tra-duce in differenti sfumature tonali.Calibri fotograficiLe misure del materiale e degli impianti ditrattamento, uniformate a livello internazio-nale nel secondo dopoguerra per una sem-pre più massiccia espansione dei consumi eper la conseguente organizzazione di labo-ratori cittadini in grado di assicurare inter-venti in serie di → sviluppo e stampa.CalotipiaPrimo procedimento valido positivo-nega-tivo, messo a punto da William Henry FoxTalbot perfezionando la → talbotipia, tra il20 e il 21 settembre 1840. L’immagine vie-ne rivelata → negativa su un foglio di cartada lettere di buona qualità, trattato, da unlato, con una soluzione di nitrato d’argento;successivamente asciugato, quindi immer-so per due o tre minuti in una soluzione diioduro di potassio allo scopo di ottenere laformazione di ioduro d’argento. Lavato easciugato, il foglio viene inumidito con unasoluzione di gallo-nitrato d’argento; quindiesposto, nello → chassis dell’apparecchio,per uno o due minuti alla luce del Sole. Unbagno di gallo-nitrato d’argento porta a svi-luppare → l’immagine latente sul foglio,lavato e fissato in un bagno finale di iposol-fito. Per questo procedimento Talbot presen-

ta richiesta di brevetto l’8 febbraio 1841,ottenendone la registrazione il successivo 17agosto; mentre adopera per la prima voltain forma ufficiale il nome che ha imposto alnuovo procedimento in una lettera indiriz-zata alla «Literary Gazette», datata 19 feb-braio 1841.Calotipo (detto anche cartaal sale o carta salata)Immagine fotografica ottenuta medianteprocedimento di → calotipia.Camera obscura→ Camera oscura.Camera oscuraEspressione utilizzata per indicare sia l’ap-parecchio ottico da proiezione adoperato daipittori del Rinascimento (più propriamente,camera obscura) — paesaggisti e vedutisti,in particolare — per risolvere problemi pro-spettici sul piano figurativo, di cui Leonar-do da Vinci descrive le caratteristiche spie-gando come attraverso un picholo spiracu-lo rotundo (un piccolo foro rotondo) possaproiettare un’immagine su una parete o unasuperficie bianca in una camera forte oscu-ra (una stanza buia); sia l’ambiente oppor-tunamente attrezzato per lo → sviluppo dellepellicole e l’esecuzione degli → ingrandi-menti, oltre a tutti i procedimenti tecnici incui è necessario maneggiare materiale foto-sensibile senza danneggiarlo. Una c.o. ama-toriale può essere allestita, facilmente, in unqualsiasi ambiente della casa. È consiglia-bile la stanza da bagno, in cui si dispone diabbondante acqua corrente e di uno scarico.Le infiltrazioni di luce vanno accuratamen-te eliminate oscurando porte e finestre concarta nera, con tessuto nero o con pannellidi compensato. Anche le più piccole fessu-re vanno mascherate con del nastro adesivonero. L’unica fonte d’illuminazione deveessere rappresentata da speciali lampade amuro, dotate di filtri di sicurezza adatti a

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preservare il materiale fotosensibile. Occor-rono alcune → bacinelle per gli acidi, una→ sviluppatrice (o tank) per la pellicola,pinze in acciaio inossidabile — o più eco-nomiche mollette da bucato — con cui met-tere ad asciugare i rullini srotolati, misurinied un orologio temporizzatore. I piani di ap-poggio vanno protetti con fogli di plastica,poiché le soluzioni possono rovinarli o mac-chiarli. Le apparecchiature elettriche (→ uningranditore, una essiccatrice per le carte oun piccolo armadio essiccatore per le pelli-cole ed un’eventuale smaltatrice) devono farcapo ad un impianto di alimentazione, datenere a debita distanza dall’acqua.Camera solare→ Ingranditore messo a punto nel 1857, inseguito perfezionato da Auguste Bertsch perstampare i negativi da 5,7 x 5,7 cm ottenuticon l’apparecchio fotografico automatico,che, costruito da questi nel 1860, rappresentail prototipo delle moderne microcamere.«Camera Work»Rivista specializzata nata per presentare alpubblico i lavori di → Photo-Secession, pub-blicata a New York da Alfred Stieglitz —nella triplice funzione di editore, direttore eredattore — dal gennaio del 1903 al 1917.Stieglitz adotta come principio supremo labellezza delle immagini, della stampa e dellarivista stessa, promettendo agli abbonati lapubblicazione più sontuosa mai apparsa incampo fotografico. C.W. s’impone imme-diatamente grazie ad una copertina sempli-ce e lineare, priva di immagini, all’eccellentequalità delle illustrazioni — riprodotte perprocedimento di → calcografia — alla car-ta finissima, agli eleganti caratteri tipogra-fici, agli interventi di importanti scrittori (tracui Gertrude Stein, George Bernard Shaw,Oscar Wilde) anche su temi non direttamenteconnessi alla fotografia: tutti accorgimentiche rendono i cinquanta numeri della rivi-sta particolarmente ambiti dai collezionisti

d’arte moderna. Il prezzo dell’abbonamen-to è proporzionato alle ambizioni: otto dol-lari per soli quattro numeri. Nel 1911 la ri-vista sposta l’attenzione dalla fotografia allapittura: il numero di aprile/luglio è dedicatoesclusivamente alle opere di Auguste Rodin,artista europeo sconosciuto in America. Inseguito alla demolizione, nel 1917, dell’edi-ficio al → 291 sulla Fifth Avenue, Stieglitzè costretto a interrompere anche la pubbli-cazione di C.W., sempre più contestata da-gli abbonati; i quali non condividono né l’in-teresse per la pittura contemporanea, né irepentini cambiamenti di opinione di Stie-glitz. Nel 1917, infatti, i 1.000 sostenitoridei primi anni sono ridotti a 37.CampoSpazio inquadrato dalla → macchina foto-grafica, quindi impressionato su → foto-gramma, la cui ampiezza e profondità di-pendono dalla distanza interposta tra l’ap-parecchio e la quantità di → ambiente in-quadrato, oltre che dal tipo di → obiettivoimpiegato.Candid ShotEspressione inglese, di accezione comune,utilizzata per indicare una → fotografia scat-tata di sorpresa, all’insaputa del soggettodella → ripresa.CaricatoreInvolucro metallico contenente la → pelli-cola, avvolta intorno ad un rocchetto di pla-stica, da inserire all’interno della → mac-china fotografica. Al contrario della cartuc-cia → è riutilizzabile, poiché non deve es-sere rotto per estrarne la pellicola impres-sionata da sottoporre a trattamento di → svi-luppo.Caricatore per dia (o magaz-zino)Contenitore — lineare o circolare — che,mosso dal dispositivo di avanzamento del→ proiettore dia, porta il → telaietto conte-

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nente la diapositiva in posizione di inseri-mento e lo riceve dopo la proiezione.Carta ad annerimento diret-to→ Carta fotosensibile, adoperata dai foto-grafi ritrattisti per realizzare prove prelimi-nari di → stampa: non è necessario, infatti,procedere allo → sviluppo chimico dell’im-magine, prodotta direttamente dalla luce.Presenta, però, degli inconvenienti: è di bas-sa → rapidità, per cui può essere usata sol-tanto per stampare a contatto; durante il →fissaggio, inoltre, l’immagine assume un co-lore sgradevole, che può essere eliminatoeffettuando un → viraggio al cloruro d’oro.Carta albuminata→ Stampa all’albumina.Carta al ferro-prussiato→ Cianotipo.Carta all’albume→ Stampa all’albumina.Carta al platino→ Stampa al platino.Carta al sale→ Calotipo.Carta baritata→ Carta fotosensibile.Carta fotosensibileSupporto cartaceo per → stampe e ingran-dimenti, su un lato del quale è stesa →l’emulsione. Il supporto cartaceo tradizio-nale è la c. baritata (trattata, cioè, al bario):dato che tende ad assorbire eccessivamentele soluzioni impiegate durante il trattamen-to, necessita di un → lavaggio finale lungoe accurato affinché alcuni prodotti chimici(come l’iposolfito di sodio, usato in fase di→ fissaggio) non determinino l’ingiallimen-to e la distruzione dell’immagine d’argentoo dei coloranti; il suo → essiccamento im-perfetto, inoltre, può causare stampe accar-tocciate oppure opache (da trattare, quindi,

con la → smaltatrice). Il supporto cartaceomaggiormente impiegato a livello tanto in-dustriale quanto amatoriale è la c. politena-ta, in ambito commerciale classificata conla sigla RC (cioè Resin Coated, trattata constrati di resine plastiche): racchiusa tra duesottilissimi fogli di plastica assolutamenteimpermeabili e indeformabili, richiede tempidi lavaggio e di essiccamento assai brevi;non presenta problemi di accartocciamentoe non va trattata, quindi, con la smaltatrice.Le c. politenate, pur avendo una resa lieve-mente inferiore a quelle baritate — ancorapreferite nei procedimenti di stampa dellefotografie da concorso — rispondono allenecessità pratiche della stragrande maggio-ranza di fotoamatori e professionisti.Carta politenata→ Carta fotosensibile.Carta salata→ Calotipo.CarteTermine francese, di accezione comune, uti-lizzata come abbreviazione per → carte-de-visite.Carte-de-visiteEspressione francese, di accezione comune,utilizzata per indicare il → formato — det-to, in italiano, visita — messo a punto dalritrattista parigino Adolphe Disdéri. Questi,nel novembre del 1854, brevetta un appa-recchio fotografico munito di quattro →obiettivi e di una → lastra scorrevole delledimensioni di 16 x 12 cm. Su ogni metà dellalastra è possibile realizzare quattro → scat-ti; per cui, ottimizzando i costi, è possibileprodurre otto immagini su ogni lastra. Taleinvenzione passa inosservata fino al 1859,allorchè Napoleone III — in partenza perl’Italia, alla testa del proprio esercito — siferma nell’atelier di Disdéri, in Boulevarddes Italiennes, per farsi ritrarre con il nuovosistema. Migliaia di soldati imitano l’impe-

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ratore e la moda dei miniritratti multipli sipropaga fulmineamente in Francia e in GranBretagna, quindi negli Stati Uniti. La richie-sta di piccole immagini cresce a dismisura:tutti i fotografi adottano l’apparecchio perscattare fotografie delle dimensioni di circa5,5 x 8,5 cm e la concorrenza tra i vari studiabbatte ulteriormente il costo, già conve-niente, del nuovo formato. Questo prende ilnome di carte-de-visite poiché, nel giro dipochi mesi, tra gli ospiti che si recano invisita presso amici o parenti, si diffonde laconsuetudine di farsi annunciare presentan-do, invece del tradizionale biglietto da visi-ta, il proprio micro-ritratto incollato su unapposito cartoncino da circa 10 x 6 cm. An-che se la prima iniziativa del genere vienecomunemente attribuita ad un fotografo diMarsiglia, che, già nel 1851, correda il pro-prio biglietto da visita col relativo ritratto.Le dimensioni dei singoli miniritratti dimi-nuiscono ulteriormente quando, di lì a poco,i fotografi trovano il modo per impressio-nare addirittura dodici immagini su un’uni-ca lastra. Alcuni modelli di apparecchi fo-tografici vengono dotati di obiettivi con di-verse lunghezze → focali, così da poter ri-prendere immagini di dimensioni diverse.Il modello perfezionato dell’apparecchiooffre, inoltre, al cliente ben sei ritratti al prez-zo di uno: il fotografo può, infatti, masche-rare determinate parti della lastra per espor-re un elemento alla volta e ritrarre, ad esem-pio, il medesimo soggetto in una serie di →pose diverse.Cartoline postali illustrateCartoncini tradizionalmente decorati dagliartisti con immagini di fantasia, destinati acorrere da un capo all’altro del mondo nellecorrispondenze private o negli scambi traappassionati collezionisti, tra i primi e piùefficaci veicoli per la diffusione di massadella → fotografia. La maggior parte deisoggetti delle c.i. con immagini fotografi-

che, vengono realizzati in → sala di posa: sitratta, per lo più, di ritratti, mentre le imma-gini di taglio «giornalistico» sono in nume-ro decisamente minore. La loro nascita è sta-ta fissata al 1857, quando il duca il Parmaincolla il proprio ritratto sui biglietti da vi-sita. Ben presto i fotografi iniziano a pro-durre intere serie di biglietti simili, correda-ti da ritratti di personaggi noti (attori, politi-ci, sportivi e così via), tanto in Europa quantonegli Stati Uniti.CartucciaInvolucro in plastica contenente la → pelli-cola, da inserire all’interno della → mac-china fotografica. Al contrario del → cari-catore non è riutilizzabile, poiché deve es-sere rotta per estrarne la pellicola impres-sionata da sottoporre a trattamento di →sviluppo.Cavalletto (o treppiede)Supporto fisso, a forma di tripode, dotato diuna → testata mobile sulla quale viene fis-sata la → macchina fotografica.CCDSigla di → Charge Coupled Device.CDSigla di → Compact Disc.Cellula fotoelettricaComponente che eroga una corrente elettri-ca proporzionale alla quantità di luce che loinveste.

CelluloideMateria plastica scoperta per caso durantele ricerche di un’alternativa all’avorio perla costruzione delle palle da biliardo, messaa punto da John W. Hyatt nel 1869. Nel 1887Hannibal Williston Goodwin mette a puntouna → pellicola fotografica, flessibile e tra-sparente, in nitrato di celluloide. Nel 1889George, Eastman commercializza negli StatiUniti la Eastman Kodak: una pellicola foto-grafica in nitrocellulosa, trasparente e sen-sibile, avvolgibile in rollo, adatta alla ripre-

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sa rapidissima di istantanee, detta → film.Nel 1891 Thomas Alva Edison e WilliamKennedy Laurie Dickson, che lavorano allamessa a punto del → cinetografo e del →cinetoscopio, ne ordinano alcuni nastri lar-ghi 35 mm e li perforano ai bordi.Centri di sviluppo fotografi-coPunti di aggregazione di alcuni atomi du-rante → l’esposizione, prodotta dall’azionedella luce sugli → alogenuri d’argento, daiquali ha poi inizio la riduzione ad argentometallico per opera del → rivelatore conte-nuto nel bagno di → sviluppo.Centro otticoPunto d’incontro dei raggi che passano at-traverso → l’obiettivo. Di norma si trova al-l’interno, ma può anche trovarsi all’esternodell’obiettivo.Charge Coupled Device(CCD)Dischetto magnetico che costituisce il →supporto alle immagini nella → fotografiadigitale.ChassisDal francese châssis, letteralmente telaio.Contenitore a tenuta stagna di luce per → lalastra da impressionare: costituisce un ele-mento mobile delle prime → macchine fo-tografiche, così che gli c. contenenti la la-stra impressionata possano essere progres-sivamente rimpiazzati dagli c. contenenti lalastra vergine.ChromeSuffisso che contraddistingue le → pellico-le invertibili a colori (Agfachrome, Koda-chrome, Ektachrome ecc.).CianotipiaProcedimento di → stampa a contatto, mes-so a punto da John Herschel nel 1842 —ancora in uso per riprodurre disegni di ar-chitettura — basato sulla riduzione, per

mezzo della luce, di composti ferrici in saliferrosi. Questi ultimi, per reazione con il fer-rocianuro di potassio, forniscono un’imma-gine di colore blu. Una volta lavate, le stam-pe possono essere sviluppate in un bagnoossidante (soluzione di perossido di idroge-no), producendo così del ferrocianuro ferri-co più scuro (blu di Prussia).Cianotipo (o carta al ferro-prussiato)→ Immagine fotografica ottenuta mediantela → cianotipia.CibachromeSia il procedimento, messo a punto nel 1963,sia la relativa → carta fotosensibile per ot-tenere → stampe a colori direttamente da→ diapositive. Assicura colori saturi, bril-lanti e assai stabili nel tempo.CinemaAbbreviazione di → cinematografo, utiliz-zata, in senso lato, per indicare tanto il mez-zo cinematografico quanto l’industria nataa seguito della sua invenzione e, in sensostretto, come sinonimo di sala cinematogra-fica.CinematografoApparecchio dotato della triplice funzionedi ripresa, sviluppo e proiezione di immagi-ni in movimento. Brevettato il 13 febbraio1895 dai fratelli Auguste e Louis Lumière,si basa sulla scomposizione del movimentoin fotografie fisse che, riprese successiva-mente e proiettate su uno schermo ad unadeterminata velocità, creano l’illusione delmovimento. Ispirato alla → lanterna magi-ca nel formato e nelle caratteristiche, fun-ziona a 16 immagini al secondo e utilizza lastessa pellicola del → cinetoscopio di Tho-mas Alva Edison: un nastro perforato di →celluloide della larghezza di 35 mm. Pre-sentato in prima assoluta il 22 marzo 1895 aParigi, con la proiezione del film L’uscitadegli operai dalle Officine Lumière a Lione

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(La sortie des ouvriers de l’Usine Lumièreà Lyon). La prima proiezione pubblica a pa-gamento si tiene il 28 dicembre 1895 alSalon Indien, saletta sotterranea del GranCafé al numero 14 del Boulevard des Capu-cines a Parigi.Cineromanzo→ Fotoromanzo.CinetògrafoApparecchio per la registrazione su un na-stro perforato di celluloide della larghezzadi 35 mm di immagini in movimento, visi-bili attraverso il → cinetoscopio, messo apunto negli Stati Uniti da Thomas Alva Edi-son e William Kennedy Laurie Dickson nel1891.CinetoscòpioApparecchio per la visione individuale deifilm registrati con il → cinetografo, messoa punto negli Stati Uniti da Thomas AlvaEdison e William Kennedy Laurie Dicksonnel 1891. Ispirato al → peep-show nel for-mato e nelle caratteristiche, funziona a 48immagini al secondo. Pagando un nickel lospettatore può girare una manovella e guar-dare dentro una cassa in legno, alta un me-tro e mezzo, con in cima un oculare. Attra-verso il quale vede su un piccolo schermouna scenetta animata, la cui durata non su-pera i 15 secondi, registrata su una pellicolachiusa ad anello.Circuito elettronico esposi-metricoComponente della → macchina fotografi-ca.ClichéTermine francese, di accezione comune, uti-lizzato per indicare una → lastra in zinco,rame o materiale plastico, incisa con proce-dimenti fotochimici per la riproduzione ti-pografica di disegni e di fotografie. In sensofigurativo indica, invece, un modello con-venzionale di riferimento.

Cliché-verre→ Stampa ottenuta non da un → negativofotografico, bensì da un’immagine dipintao disegnata su un → supporto trasparente otraslucido. Si tratta, sostanzialmente, delprocedimento tecnico creato da NicéphoreNiépce prima di quello fotografico e adot-tato, ancora più anticamente, nella sua for-ma elementare, dai pittori per duplicare inpiù copie la medesima opera. Tramite inter-venti sulla lastra (come la disposizione dimacchie di colore), gli autori contempora-nei ne hanno fatto una tecnica tipicamentefotografica.Cloruro d’argento→ Alogenuri.CodaL’estremità della pellicola da 35 mm chesporge dal → caricatore e che s’inserisce nelrocchetto di avvolgimento, recante fori onumeri perforati d’identificazione.CollageTermine francese, di accezione comune, uti-lizzato per indicare una semplice ma effica-ce tecnica di → fotomontaggio. Consistenell’incollare alcune parti ritagliate da →fotografie diverse allo scopo di ricavarne unanuova immagine, eventualmente da rifoto-grafare.CollodioSostanza collante e viscosa, ricavata dal →fulmicotone, impiegata come → emulsionesensibilizzante nel procedimento al → c.umido.Collodio umido (procedimen-to al)Primo procedimento fotografico pratico sulastre di vetro descritto da Frederick ScottArcher nel marzo del 1851 sulla rivista «TheChemist» e quasi unanimemente accettatodopo il 1854, quando — anche se con tempidi esposizione più lunghi — può essere uti-lizzato anche a secco, a scapito dei dagher-

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rotipi. Comporta, inoltre, la messa a puntodi altri procedimenti per → positivo diretto:l’ambrotipia; la ferrotipia; l’atrografia, sucarta nera.ColorSuffisso che contraddistingue le → pellico-le negative a colori (Kodacolor, Fujicolorecc).ColorazioneProcedimento tecnico attraverso il quale leimmagini fotografiche risultano essere acolori. Il più antico è quello manuale, otte-nuto colorando ogni immagine elemento perelemento. Operazione faticosa e molto co-stosa, che dà una c. innaturale. I procedi-menti meccanici successivi si dividono inprocedimenti additivi, in cui si parte da al-cune luci di colore diverso e, mescolandoleuna all’altra, si ottiene una luce di altro co-lore; e procedimenti sottrattivi, in cui si partedalla luce bianca, che è il prodotto della me-scolanza di tutti i colori dello spettro, e, sop-primendone alcuni, si ottiene il colore desi-derato. In genere, nella mescolanza additi-va vengono utilizzati come colori fondamen-tali — o primari — la luce rossa, verde eazzurra. Le quali, mescolate in varie pro-porzioni, producono praticamente tutte letonalità cromatiche; mentre la somma deitre colori primari produce il bianco. Nel pro-cedimento sottrattivo i colori primari sonopigmenti — o coloranti — che assorbonorispettivamente le lunghezze d’onda rosse,verdi e blu; sottraendole, così, alla luce bian-ca. Tali pigmenti sono il ciano (azzurro-ver-de), il magenta (rosa-viola) e il giallo: si trat-ta dei colori complementari ai tre primaridel sistema additivo. Propriamente combi-nati tra loro i tre colori primari sottrattiviassorbono tutti i colori della luce, producen-do il nero; mescolati in varie proporzioniproducono, invece, quasi tutti i colori dellospettro. Il procedimento sottrattivo si è ri-velato d’impiego più pratico rispetto a quello

additivo — adoperato nei primi sistemi difotografia a colori — e su di esso si basanole pellicole moderne. I due procedimenticonducono ad effetti analoghi, in quantol’occhio non ne percepisce la differenza.Colori caldiSi dicono caldi — per la sensazione di calo-re che conferiscono alle immagini — il gial-lo, il rosso e i loro composti.Colori complementariSi dicono complementari due colori che,addizionati, danno luce bianca. I c.c. dei trecolori primari (rosso, verde e blu) sono, ri-spettivamente: ciano, magenta e giallo.Colori freddiSi dicono freddi — per la sensazione di fred-dezza che conferiscono alle immagini — ilblu, il verde e i loro composti.Coma→ Aberrazione caratteristica di obiettivi as-sai luminosi, cui si può ovviare chiudendoil → diaframma, che provoca la riproduzio-ne in forma allungata dei punti posti ai bor-di dell’immagine.Compact Disc (CD)Disco del formato standard da 12 cm di dia-metro per 1, 2 mm di spessore, in materialeplastico (per lo più policarbonato) rivestitocon un sottile strato di alluminio riflettente econ uno strato esterno di vernice protettiva,sul quale vengono registrati suoni e/o imma-gini codificati in forma numerica (→ digita-le) attraverso una successione di microca-vità riproducenti quelle praticate con tecni-che → laser su una matrice in cui è statatrasferita la registrazione digitale originale.Compatta→ Macchina fotografica dalle dimensioniridotte, priva di obiettivo intercambiabilee di un sistema di accessori. Le prime c.vengono concepite alla fine degli anni Set-tanta per l’uso occasionale della grandeutenza, che mostra di apprezzare maggio-

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re semplicità rispetto alle più impegnative→ reflex. Per questo tipo di utenti l’indu-stria potenzia la produzione e la diffusionedelle c. a esposizione automatica, non re-flex, di formato 24 x 36 mm, obiettivi difocale ridotta (ossia lievemente grandan-golari, attorno ai 30 mm per facilitare l’in-quadratura e ridurre gli errori di messa a→ fuoco). Grazie a soluzioni tecniche delgenere, l’utente occasionale riacquista sim-patia per la pratica fotografica. Le compat-te, di conseguenza, crescono in prestazio-ni, dotandosi via via di migliori → foto-cellule esposimetriche, di obiettivi zoom,di motore per l’avanzamento e il riavvol-gimento della pellicola e di autofocus.ConchigliaAccessorio a forma di conchiglia, quasi sem-pre in gomma morbida, applicato al → mi-rino delle → reflex.Contafotogrammi (o conta-tore)Dispositivo elettromeccanico che, collega-to ad un → motore o ad un → winder, nearresta automaticamente il funzionamentodopo che è stato impressionato il numeroprefissato di → fotogrammi.ContaposeDispositivo meccanico che tiene il conto delnumero dei → fotogrammi esposti.Contatore→ Contafotogrammi.Contatto caldo→ Slitta.ContrastoSia la misura della variazione di → lumino-sità nelle varie zone di una fotografia, sia lavariazione stessa di luminosità. Il c. può es-sere definito, in fase di → ripresa, attraver-so → l’esposizione o l’impiego di → filtri;in fase di → stampa, invece, tramite l’uso di→ carte dalla differente fotosensibilità.

ControluceTipo di → illuminazione, ottenuta retroillu-minando completamente il soggetto della ri-presa.CopiaSingolo esemplare della → stampa di una→ fotografia.CopulantiProdotti chimici complessi, normalmenteprivi di colore, incorporati nei tre strati del-le → pellicole a colori negative e invertibili(tranne la Kodachrome) e delle → carte acolori, attivati durante lo → sviluppo cro-mogeno.CopyrightDiritto d’autore relativo alle immagini foto-grafiche. Nella maggior parte dei Paesi il c.di una fotografia rimane al fotografo che l’harealizzata, salvo diversi accordi contrattua-li.Corpo macchina→ Macchina fotografica.CorredoL’insieme degli accessori (→ obiettivi, fil-tri, motori, treppiedi ecc.) che completanouna → macchina fotografica.Cronofotògrafo a lastra fissaApparecchio da ripresa messo a punto daÉtienne-Jules Marey nel 1882, perfezio-nando il proprio → revolver fotografico,per registrare le immagini di un soggettoin movimento su un’unica lastra fotogra-fica.Cronofotògrafo a pellicolaApparecchio da ripresa messo a punto nel1887 da Étienne-Jules Marey, trasforman-do il → revolver fotografico, rimpiazzandola lastra circolare con una lunga striscia dicarta fotografica che si srotola davanti al-l’obiettivo. Marey vi realizza uno schemagrafico della composizione del movimentonel corpo umano. Ma lo scorrimento all’in-

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terno dell’apparecchio della striscia di cartafotografica, che non è perforata, manca diregolarità.

CuboflashTipo di → flash composto da un gruppo diquattro → lampade lampo montate sulle fac-ce laterali di un cubo provvisto di uno zoc-colo per l’innesto su → macchine fotografi-che economiche, appositamente predisposte,che lo fanno ruotare di 90° ad ogni → scat-to. Al contrario del → Magicube, per l’ac-censione richiede un circuito di eccitazionealimentato a pila.

Curvatura di campo→ Aberrazione che si verifica quando l’im-magine non va a → fuoco su un piano, masu una superficie curva.

CyberframeTermine inglese, di accezione comune, uti-lizzato per indicare la cornice o — data laquantità di immagini che può visualizzare —l’album digitale, ovvero il formato più avan-zato delle foto digitali, che fa piazza pulita diportaritratti, cornici e album tradizionali,messa a punto dall’industria tra il 1999 e il2000. La prima c. viene lanciata dalla Sonynel 1999: Phd-A55, composta da un piccoloschermo da 5,5 pollici molto luminoso e conuna buona risoluzione, che, oltre alle fotodigitali, permette di visualizzare brevi filma-ti, funziona con la → memory stick.

Dada→ Dadaismo.

Dadaismo (o Dada)Dottrina filosofica più che movimento arti-stico, nato ufficialmente il 5 febbraio 1916a Zurigo. Già il nome (ricavato da dada:espressione, comune al vocabolario france-se e a quello russo, articolata dai bambininon ancora in grado di parlare per intenderei giocattoli) si richiama alla «primitività»dell’essere umano e manifesta la ferma vo-

lontà degli artisti che vi aderiscono a voleriniziare da zero per esprimere — attraversoun’arte tutta nuova ed opere che spazianodalla poesia al teatro, dalla pittura alla foto-grafia — la ribellione contro l’assurdità dellaguerra. Le opere dada hanno un’improntarivoluzionaria nelle forme e antimilitaristanei contenuti, che scaturisce dall’orrore peril massacro irrazionale e sistematico dellamoderna macchina bellica.DagherrotipiaProcedimento messo a punto da Louis-Jac-ques Mandé Daguerre nel 1835, annunciataufficialmente il 27 settembre 1835 sul «Jour-nal des Artistes». Prevede l’impiego di una→ lastra di rame ricoperta da uno strato diioduro d’argento, accuratamente levigata esensibilizzata, dentro un’apposita cassetta,ai vapori di iodio; dopo → l’esposizionenella camera oscura, la lastra viene svilup-pata con i vapori emessi dal mercurio riscal-dato alla fiamma di una lampada a spirito.Daguerre mette a punto in questo modo ilprocedimento fotografico «diretto», cioèsenza l’impiego del negativo: l’immaginefinale si materializza, infatti, direttamentesulla lastra. Di conseguenza tale procedi-mento non permette di ricavare una o piùcopie se non rifotografando il soggetto ori-ginale, oppure il → dagherrotipo ottenutoda una precedente esposizione. L’immagi-ne viene, infatti, rivelata «positiva» sullalastra: il dagherrotipo è un positivo diretto,che appare come l’immagine speculare delsoggetto rappresentato, non riproducibile e,per la sua «unicità», presenta la caratteristi-ca di esemplare: il dagherrotipo non è, quin-di, una matrice.DagherrotipoImmagine fotografica ottenuta medianteprocedimento di → dagherrotipia.DaylightTermine inglese, di accezione comune, uti-lizzato per indicare sia una → pellicola a

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colori, generalmente invertibile, bilanciataper luce diurna; sia una → lampada fluore-scente che genera una luce abbastanza si-mile a quella diurna, ma non al punto di poteressere impiegata nella fotografia a colori.Decentrabile→ Obiettivo speciale, che consente il → de-centramento.DecentramentoMovimento della piastra portaobiettivo odella piastra portapellicola, caratteristicodelle macchine professionali a → banco ot-tico, che consente di correggere la prospet-tiva. Fa sì che → l’asse ottico dell’obietti-vo, rimanendo sempre perpendicolare alla→ pellicola, non cada al centro di quest’ul-tima.DefinizioneFinezza dei dettagli registrati su una → pel-licola o su una → carta fotosensibile, misu-rata in linee per millimetro. In fase di →ripresa viene influenzata dalla qualità → del-l’obiettivo e dalla stabilità della → macchi-na fotografica, in fase di → sviluppo dal →rivelatore.DensitàGrado di annerimento della → pellicola odella → carta dopo → l’esposizione e lo →sviluppo, misurata tramite il → densitome-tro.DensitometroStrumento ottico impiegato per misurare la→ densità di un’immagine fotografica.DephotAgenzia fotografica tedesca, nata a Berlinonel 1928.DetectiveTermine inglese, di accezione comune, uti-lizzato per indicare → macchine fotografi-che in miniatura, molte delle quali possonoessere camuffate o nascoste tra i vestiti, pas-sando del tutto inosservate, costruite da pa-recchi fabbricanti europei e americani a par-

tire dal 1880. Acquistano presto ogni fog-gia immaginabile: spilla da cravatta, pac-chetto di sigarette, borsetta, manico di ba-stone da passeggio, scatolina di lucido perscarpe, rivoltella. Quest’ultimo modello —pur non avendo l’aspetto più adatto per met-tere il soggetto a proprio agio — diventaparticolarmente popolare grazie all’impu-gnatura, molto comoda da puntare per lo →scatto: il «revolver fotografico» contienedieci → lastre minuscole ed un obiettivomontato sulla canna; dopo aver premuto ilgrilletto per scattare una → foto, l’operato-re ruota il tamburo per immagazzinare la la-stra esposta in un compartimento inferioree portarne in posizione un’altra. Facendopresa sull’entusiasmo suscitato dalla novi-tà, le d. conquistano rapidamente alla foto-grafia migliaia di persone e contribuisconoa creare un nuovo genere: → l’istantaneadal vivo.Deutsche Industrie Normen→ DIN.DiaAbbreviazione per → diapositiva.DiaframmaDispositivo ad apertura circolare variabile:determinando l’apertura → dell’obiettivo,regola la quantità di luce che raggiunge la→ pellicola passando attraverso il sistemaottico della → macchina fotografica. Il d.aperto fornisce la minima → profondità dicampo, ma consente riprese con una quan-tità minima di luce; il d. chiuso, al contra-rio, fornisce la massima profondità di cam-po, ma necessita di una quantità maggioredi luce.DiapositivaImmagine fotografica positiva — ricavata da→ pellicola invertibile — impressa su pelli-cola o su → lastra trasparente, che può es-sere guardata in trasparenza o proiettata suuno schermo tramite → proiettore dia.

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Diaproiettore→ Proiettore dia.Diaproiezione (o proiezionedi diapositive)La tecnica più spettacolare con cui mostra-re immagini fotografiche al pubblico, ancheper la somiglianza con la proiezione cine-matografica. In entrambi i casi le immagini,dopo la selezione e il montaggio prelimina-re del materiale a disposizione, vengonoproiettate su uno schermo. Una sequenza di→ diapositive, però, è fortemente concen-trata nel tempo: deve arrivare rapidamenteal punto — senza beneficiare del movimen-to e dei dialoghi — per cui ogni immaginedeve avere un significato preciso. E, comeun film, deve avere una precisa continuità:un attacco che introduca il tema della proie-zione, una parte centrale che lo sviluppi, unfinale che lo concluda. Le d. hanno, in ge-nere, carattere documentario. Sono prive,quindi, di una vera e propria trama. Nellaloro organizzazione non si può, comunque,prescindere dal seguire una progressionelogica: una sequenza dovrebbe iniziare conun’immagine generica, facilmente compren-sibile, che presenti chiaramente il soggettoallo spettatore, creando, allo stesso tempo,l’atmosfera giusta. L’ordine cronologico sirivela valido in molte occasioni. Alla buonariuscita di una d. contribuiscono narrazio-ne, musica ed effetti sonori, registrati su ununico supporto sonoro (generalmente unnastro magnetico) sincronizzato.Diazotipìa→ Eliografia.DiffrazioneFenomeno ottico per cui i raggi di luce chepassano vicino ai bordi di un corpo opaco,subiscono una deviazione.DiffusioneLieve dispersione della luce, effettuata infase di → ripresa o di → stampa per am-

morbidire la resa di un’immagine fotografi-ca.DiffusorePannello riflettente, in vario materiale, ca-pace di ammorbidire la luce troppo violentaemessa da una sorgente luminosa naturale oartificiale.DigitaleTipo di rappresentazione di un’informazio-ne in maniera non continua, in genere attra-verso elementi di codice binario.DIN (Deutsche Industrie Nor-men)Sistema tedesco in base al quale i costrutto-ri di materiale fotografico tarano le → pel-licole secondo la sensibilità alla luce, i cuivalori vengono stampati sugli imballi origi-nali e sui foglietti d’impiego che le accom-pagnano. Assieme → all’ASA, è lo standardpiù diffuso.

DioramaAttrazione spettacolare particolarmente dif-fusa nell’Ottocento, inventata intorno al1820 da Louis-Jacques Mandé Daguerre ederivata direttamente dal → Panorama, delquale può essere considerato una versioneridotta. Il D. è costituito da una tela di gran-di dimensioni, i cui bordi rimangono invisi-bili allo spettatore; questi, immerso nellatotale oscurità, arrivando dinanzi al grandedipinto dopo aver attraversato un corridoiobuio, riceve l’impressione di affacciarsi aduna finestra aperta. Inaugurato nel 1822 inRue Samson a Parigi, Le Diorama di Da-guerre e Charles Bouton — prototipo deinumerosissimi locali fioriti nel corso del-l’Ottocento nelle principali città d’Europa— allestisce spettacoli caratterizzati da sa-pienti e complicati effetti di luce, che ripro-ducono per lo stupore dei numerosissimiavventori il passaggio dal giorno alla nottee viceversa; nel celebre La Messe de minuità Saint-Ètienne-au-Mont, ad esempio, nel-

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la chiesa, dapprima illuminata a giorno, laluce svanisce lentissimamente, si accendo-no le candele e, nella penombra, la scenasembra popolarsi di fedeli. Solitamente, duescene diverse sono dipinte sulla medesimatela: illuminandola ora anteriormente, oraposteriormente si ottengono le due vedute;rese ancora più suggestive dall’impiego diluci di rifrangenza, dalla composizione del-le lampade a colori e dal graduale mutaredell’intensità luminosa. Quasi tutti i D., inol-tre, offrono agli spettatori — analogamenteall’attrazione di Daguerre e Bouton — la vi-sione in sequenza di più scene allestite, unadi seguito all’altra, tutt’intorno alla piatta-forma che ospita il pubblico.DiottrìaUnità che esprime la potenza di una lente,corrispondente alla lunghezza → focale diquest’ultima, espressa in metri.Direttore della fotografiaComponente del reparto luci di una produ-zione cinematografica. In fase di pre-pro-duzione e di lavorazione del film è il piùstretto collaboratore del regista nella sceltatecnica e stilistica dei colori, dell’illumina-zione del set e dell’angolazione da dare allamacchina da presa. Nella ripresa in biancoe nero, in cui predominano tutte le sfumatu-re del grigio, avrà cura di contrastare il piùpossibile i piani e le ombre per evitare chele immagini risultino appiattite sullo scher-mo. La ripresa a colori non presenta questiinconvenienti, ma, viceversa, il d. della f.eviterà contrasti o abbinamenti cromaticitroppo azzardati.Disegni fotogenici di BayardImmagini fotografiche → negative, realiz-zate direttamente su → carta da HippolyteBayard subito dopo l’annuncio dell’inven-zione della → dagherrotipia (7 gennaio1839) immergendo la carta sensibilizzata inuna soluzione di cloruro di ammonio, essic-

candola, bagnandola nel nitrato d’argento,essiccandola di nuovo al buio, immergen-dola in una soluzione di ioduro di potassio;quindi esponendola ancora umida nella ca-mera oscura fino ad ottenere un’immaginevisibile, poi lavata e fissata nel bromuro dipotassio.Disegni fotogenici di TalbotImmagini fotografiche «generate dalla luce»,senza l’impiego della → camera oscura, li-mitandosi ad appoggiare piccoli oggetti daicontorni frastagliati (una foglia, un fiore, unapiuma o un merletto) sopra un foglio di cartasensibilizzato alla luce, secondo il procedi-mento messo a punto nel 1835 da WilliamHenry Fox Talbot. Questi, invece di una →lastra, adopera un foglio di carta, dapprimaimmerso in una soluzione di sale da cucina epoi passato in una soluzione di nitrato d’ar-gento: in tal modo sulla carta viene a formar-si una base di cloruro d’argento sensibile allaluce e, al tempo stesso, insolubile all’acqua.Sul foglio così trattato, Talbot appoggia glioggetti trattenuti da una lastra di vetro edespone il tutto alla luce del Sole: le parti delfoglio rimaste scoperte, molto lentamente, di-ventano scure; mentre le parti coperte resta-no bianche. Alla fine → dell’esposizione Tal-bot procede al → fissaggio immergendo ilfoglio in una forte soluzione di sale, di bro-muro o ioduro di potassio.DisplayDispositivo visualizzatore che costituisce unaccessorio elettronico comune a parecchieattrezzature fotografiche, dalle → fotocame-re ai → proiettori dia.Distorsione→ Aberrazione ottica per cui le linee dritteparallele e vicine ai bordi dell’immagineappaiono curve, particolarmente evidentenell’impiego di → obiettivi grandangolari.D. a botte (o a barilotto): se la curvatura èrivolta verso l’esterno. D. a cuscino (o a

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cuscinetto): se la curvatura è rivolta versol’interno.DominanteTonalità di colore indesiderato, che si ritro-va a coprire uniformemente una → stampao una → diapositiva a colori. Le d. possonoessere corrette in fase di stampa o evitate, infase di → ripresa, mediante l’impiego di →filtri.Doppia esposizioneSovrapposizione di due immagini sul me-desimo → fotogramma. Può essere acciden-tale — anche se, con gli apparecchi di mo-derna concezione, risulta praticamente im-possibile — o voluta, per creare effetti par-ticolari (come → esposizioni multiple).DorsoLa parte posteriore di una → macchina fo-tografica. Dorso-data d. dotato di un orolo-gio elettronico incorporato, che, sostituito aquello normale della macchina fotografica,imprime in un angolo del → fotogrammauna serie di numeri riferiti a giorno, mese eanno dello → scatto, ora, minuti e secondi,o altri dati codificati. Dorso-info d. che, so-stituito a quello normale della macchina fo-tografica, permette di ampliarne le funzio-ni.291Galleria aperta da Alfred Stieglitz nei localiattigui al proprio appartamento, all’ultimopiano del civico 291 sulla Fifth Avenue diNew York, su suggerimento di Edward J.Steichen, tanto per perseguire la promozio-ne delle arti e la formazione del gusto arti-stico del pubblico attraverso le mostre quan-to per dotare gli aderenti a → Photo-Seces-sion di una sede in cui possano riunirsi perdiscutere e per esporre i propri lavori. LeLittle Galleries of the Photo-Secession, qual-che tempo dopo ribattezzate con il numerocivico dell’edificio, vengono aperte il 24 no-vembre 1905. Nata in funzione della foto-

grafia, poco a poco la galleria si apre a nuo-ve forme espressive finora ignorate dalle ma-nifestazioni artistiche ufficiali. Nel 1917, lagalleria è costretta a chiudere, a causa dellademolizione dell’edificio.Duplicating→ Pellicola invertibile a bassissimo → con-trasto, adatta alla → duplicazione di diapo-sitive.DuplicatoOgni singola riproduzione di una → foto-grafia, di una → stampa o di una → diapo-sitiva.

DuplicazioneRiproduzione di → copie identiche — stam-pe, ma soprattutto diapositive — ottenutefotografando la copia originale o, nel casodelle diapositive, per stampa a contatto supellicola invertibile.

Eastman Dry Plate andFilm Company

Società per la fabbricazione di → strippingfilm costituita a Rochester nel 1884 da Ge-orge W. Eastman, Henry Alva Strong e Wil-liam H. Walker con trecentomila dollari dicapitale.Eastman Dry Plate Com-panyDitta per la fabbricazione di → lastre sec-che alla gelatina-bromuro — la prima adimpiegare la macchina per spalmare le emul-sioni inventata da Swann nel 1879 — fon-data a Rochester nel 1881, con un investi-mento di duemila dollari, da George W. Ea-stman ed Henry Alva Strong.Eastman Kodak→ Pellicola fotografica in nitrocellulosa, tra-sparente e sensibile, avvolgibile in rollo,adatta alla ripresa rapidissima di istantanee,commercializzata da George W. Eastman apartire dal 1889.

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Eastman Kodak CompanySocietà fondata a Rochester da George W.Eastman dopo la messa a punto della →Eastman Kodak, specializzatasi, sotto la suadirezione, anche nella fabbricazione di ma-teriale sensibile per uso cinematografico.Effetto Sabattier→ Solarizzazione.Ektachrome→ Pellicola invertibile a colori, con i copu-lanti incorporati → nell’emulsione.Eliografia (o diazotipia)Tecnica di riproduzione di un originale susupporto traslucido (disegno o mezzatinta)di carta speciale, per impressione, medianteesposizione alla luce artificiale e successi-vo sviluppo in presenza di vapori di ammo-niaca. Le copie così ottenute sono monocro-me, generalmente in blu, nero o seppia, aseconda del tipo di sostanza sensibile.

Eliografia di NiépceSia il procedimento messo a punto da Nicépho-re Niépce nel 1822, sia l’immagine fotografi-ca ottenuta mediante tale procedimento. Dopoaver sciolto il bitume in olio di lavanda — unsolvente usato nella preparazione delle verni-ci — e averne steso uno strato su una lastra dipeltro, Niépce vi sovrappone un disegno al trat-to reso trasparente con un bagno oleoso; quin-di espone la lastra e il disegno alla luce delSole. Dopo un’esposizione di circa tre ore, ilbitume diventa duro nei punti attraversati dairaggi — corrispondenti alle zone bianche —rimanendo, al contrario, molle sotto le zonescure dell’incisione. Tolto il disegno e lavatala lastra con olio di lavanda e trementina perasportare il bitume non indurito dalla luce, ri-pulisce fino alla base di peltro i punti della la-stra corrispondenti ai tratti neri del disegno eli bagna con un acido che intacca il metallo:sul quale si produce la copia dell’originale. Lalastra è pronta per essere inchiostrata e, quin-di, stampata con un torchio tipografico.

Eliotipia→ Fototipia.Emolliente→ Imbibente.EmulsioneParte della → pellicola sensibile alla luce,costituita solitamente da una sospensione disali d’argento in gelatina, che, mediante trat-tamenti fotochimici, registra in forma positi-va o negativa l’immagine passata attraverso→ l’obiettivo della macchina fotografica.Episcopi→ Proiettori dia.ErmanoxPrima → macchina fotografica da → repor-tage, dotata dei luminosissimi → obiettiviErnostar, fabbricata nel 1925 dalla Erne-mann di Dresda.EsplosioneEffetto ottenuto variando, in fase di → espo-sizione, la → focale di un → obiettivo zoom.EsposìmetroStrumento, di norma incorporato nelle mo-derne → macchine fotografiche, basato sul-l’impiego di una fotoresistenza — disposi-tivo a semiconduttore fotosensibile, in cuila resistenza elettrica diminuisce con l’in-tensità della radiazione luminosa incidente— utilizzato per misurare l’illuminazionedel soggetto da riprendere e stabilire la cor-retta → esposizione in funzione della →sensibilità della → pellicola adoperata. Ivalori da esso rilevati possono essere indi-cati da un microamperometro, da un displaydigitale o dall’accensione di una serie di dio-di luminosi (LED). Molto spesso l’e. con-trolla direttamente l’esposizione in modosemiautomatico (il fotografo sceglie il tem-po o il → diaframma e l’e. imposta il dia-framma o il tempo per una corretta esposi-zione, in base alla sensibilità della pellico-la) o totalmente automatico (l’e. imposta siail tempo sia il diaframma, in base ad un pro-

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gramma inserito nel circuito di controllodella macchina). L’e. manuale (di dimensio-ni maggiori e non incorporato alla macchi-na) viene tuttora impiegato per la misura-zione della luce incidente o della luce emes-sa dai → flash, che, data la brevità del lam-po, non può essere misurata altrimenti. Glie. spot (incorporati o manuali) misurano laluminosità di piccole zone e si rivelano par-ticolarmente utili nella ripresa di soggetti chepresentano forti contrasti d’illuminazione.Viene adoperato anche per le riprese elet-troniche su → nastro magnetico, oltre cheper le riprese cinematografiche.EsposizioneProcedimento consistente nel sottoporre una→ emulsione fotosensibile all’effetto dellaluce.EssiccamentoFase del trattamento fotografico, consisten-te nell’asciugatura delle → carte e delle →pellicole.EssiccatriceAccessorio da → camera oscura per → l’es-siccamento delle → stampe su carta polite-nata.Età del collodioPeriodo storico compreso tra il 1851 e il1880 circa, così detto per l’introduzione del→ collodio nella tecnica fotografica.ExactaPrimo apparecchio fotografico → reflex mo-nobiettivo, commercializzato nel 1937, incui l’immagine può essere messa a → fuo-co attraverso lo stesso → obiettivo.

Farm Security Admini-stration (FSA)

Organizzazione istituita a Washington dalgoverno degli Stati Uniti, in seguito alla gra-vissima crisi finanziaria del 1929 — che col-pisce soprattutto le classi rurali — sotto ladirezione di Roy Stryker: docente di econo-

mia alla Columbia University, il quale, nelladidattica, ha sempre fatto largo uso di imma-gini fotografiche. Alla fine del 1935 Strykerinizia a reclutare un’équipe di fotografi alloscopo di avviare un «censimento visivo» dellecondizioni materiali di vita delle popolazio-ni più colpite e, al tempo stesso, informarel’opinione pubblica nazionale attraverso unmezzo persuasivo adeguato. L’équipe dellaFSA — da cui Stryker esige una profondaconoscenza teorica delle situazioni fotogra-fate — dal 1935 al 1943 produce centomilaimmagini a metà strada tra lirismo e docu-mentazione, esercitando un’influenza deter-minante su tutta la fotografia contemporanea.FerrotipiaProcedimento fotografico al → collodio su→ lastre di ferro smaltate in nero o in mar-rone scuro, brevettato nel 1856 dal chimicostatunitense Hannibal L. Smith, popolaris-simo negli Stati Uniti e nell’America del Sud— malgrado l’avvento della pellicola in rulloe della macchina a cassetta — fin verso glianni Trenta del Novecento.FerrotipoImmagine fotografica ottenuta medianteprocedimento di → ferrotipia.FilettaturaSolco elicoidale di una vite (filetto maschio)o di una madrevite (filetto femmina).FilmTermine inglese di accezione comune, chenella traduzione letterale vale per → pelli-cola di celluloide, mentre in senso lato indi-ca un prodotto cinematografico finito.

FilmpackConfezione di un certo numero di → pelli-cole piane, inseribile per il caricamento nel→ dorso dell’apparecchio → Polaroid.

FiltriVetri o → gelatine, neutri o colorati, postidavanti → all’obiettivo della macchina fo-tografica o alle → lampade, allo scopo di

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ammorbidire l’intensità luminosa delle im-magini. Si distinguono f. per aumentare ilcontrasto, f. di correzione cromatica, f. diconversione, f. speciali.Fish-eye (ovvero occhio di pe-sce)Espressione inglese, di accezione comune,utilizzata per indicare un tipo di → obietti-vo super-grandangolare, che, impressionan-do sulla → pellicola immagini circolari, per-mette curiosi effetti di deformazione.Fissaggio (bagno di)Trattamento di → sviluppo che scioglie gli→ alogenuri residui, successivamente elimi-nati da un lungo → lavaggio in acqua cor-rente, successivo al bagno di → arresto aci-do. Si esegue immergendo la → pellicola ola → carta in una soluzione di tiosolfato (dettoanche iposolfito) di sodio o di tiosolfato diammonio. Il problema del f. delle immagini— effettuato, in origine, con il cloruro di so-dio (comune sale da cucina) — viene risoltoda John Herschel nel 1839, quando indivi-dua nell’iposolfito di sodio il liquido ideale.Si tratta di una sostanza di cui ha studiato lecaratteristiche già nel 1819, individuandonela capacità di sciogliere molto rapidamentedei sali d’argento e osservando, in particola-re, come il muriato d’argento si dissolva nel-l’iposolfito di sodio «come zucchero nell’ac-qua». Herschel conclude, di conseguenza, chele sostanze fotosensibili reagiscono in manie-ra differenziata ad un trattamento, a secondache siano state o meno trasformate dalla luce.Flash (o lampeggiatore elet-tronico)Termine inglese, di accezione comune, uti-lizzato per indicare il dispositivo elettronicoimpiegato per produrre un → lampo di luceartificiale che illumina il soggetto di una →ripresa fotografica. Ai primordi della fotogra-fia, per sopperire alla scarsa → sensibilitàdelle → emulsioni, si utilizza la luce emessa

dalla rapidissima combustione di polvere dimagnesio. Pratica che, oltre ad essere oltre-modo scomoda, genera un fastidiosissimofumo. L’uso delle prime lampade a lampoinizia negli anni Trenta: una massa di fili dimagnesio, contenuta in un’ampolla di vetrocon ossigeno in pressione, viene accesa dauna resistenza elettrica o da un innesco, con-trollati dall’otturatore della macchina foto-grafica. Negli anni Sessanta, grazie alla ridu-zione di ingombro e di costo, si diffonde l’usodei lampeggiatori elettronici. Nei moderni f.il lampo viene generato, in un tubo vuotocontenente xeno (un gas nobile), dalla scari-ca dell’energia accumulata da un condensa-tore caricato da un circuito elettronico alimen-tato da batterie a secco o, più raramente, dal-la rete domestica. Il tubo contenente gli elet-trodi tra i quali avviene la scarica è, solita-mente, dritto e corto. Ma può essere lungo ea forma di anello nei f. anulari — impiegatinella realizzazione di macrofoto e in campomedico — qualora l’obiettivo vada posto inposizione ravvicinata rispetto al soggetto del-la ripresa. In molti f. la durata del lampo —quindi la quantità di luce emessa — è varia-bile e viene regolata da un sensore, posto sullostesso f. o sulla macchina fotografica, il qua-le determina che la pellicola riceva una quan-tità di luce sufficiente ad una corretta esposi-zione. Oggi è tecnicamente possibile incor-porare un piccolo f. anche nelle macchinefotografiche più economiche. Il f. dedicato èincorporato alle fotocamere automatiche. Ingenere un f.d., inserito nell’apposita → slittaportaccessori, informa la fotocamera dellapropria disponibilità a funzionare così la fo-tocamera sceglie: un conveniente tempo discatto, che può essere modificato dall’opera-tore nei limiti imposti dall’otturatore. Il →diaframma viene regolato dall’automatismoo dall’operatore, a seconda del tipo di foto-camera. Nel secondo caso il f.d. si adegua,regolando di conseguenza la durata del lam-

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po per una corretta esposizione: quanto mi-nore è il minimo tempo possibile di scatto,tanto maggiori saranno le possibilità del fo-tografo di bilanciare la luce dell’ambiente ri-spetto alla luce del f. Alcuni f. d. di nuovagenerazione sono dotati di una torcia zoom,accoppiata allo zoom dell’obiettivo, che puòessere disinserita a discrezione del fotogra-fo.Flessibile (scatto)Comando a distanza del pulsante di → scat-to della macchina fotografica, che evita ditrasmettere scosse o vibrazioni all’apparec-chio posto su → cavalletto o su altro sup-porto. Può essere meccanico, in filo e guai-na e lungo fino ad un metro; o pneumatico,lungo anche qualche metro.Flip-flashTipo di → flash, composto da un gruppoda sei ad otto → lampade lampo montatesu un unico supporto, inseribile su → mac-chine fotografiche economiche e a svilup-po istantaneo, la cui accensione in sequen-za viene determinata da un particolare cir-cuito.Flou (ovvero sfocatura)Termine francese, di accezione comune, uti-lizzato per indicare la perdita di → defini-zione dell’immagine ripresa. È imputabilead una precisa esigenza espressiva, oppuread un involontario errore nella messa a →fuoco.Focale (lunghezza)Capacità → dell’obiettivo, misurata in mil-limetri, di catturare la porzione di spazio dafar rientrare nel → fotogramma.Focale (piano)Piano immaginario sul quale un → obietti-vo a → fuoco proietterebbe un’immaginenitida. Coincide con la posizione in cui vie-ne a trovarsi la → pellicola.FocheggiareIl mettere a → fuoco.

Fogli di sfondo→ Fondali dipinti, adoperati dai → proto-fotografi per eseguire ritratti in → sala diposa.Folding (ovvero pieghevole)Termine inglese, di accezione comune, uti-lizzato per indicare le → macchine fotogra-fiche che si prestano ad essere ripiegate perun minore ingombro.FondaliRotoli di cartoncino colorato, in varie dimen-sioni, impiegati per → riprese in → sala diposa su sfondi uniformi e regolari.Fonògrafo otticoPrincipio per fissare le immagini fotografi-che concepito da Thomas Alva Edison nel1888, in seguito ad una visita di EadweardJames Muybridge nei suoi laboratori di WestOrange nel New Jersey.FormatoDimensioni — espresse con la misura deidue lati — di → un fotogramma, una foto-grafia o una carta fotosensibile.Formato visitaEspressione italiana per → carte-de-visite.FotoAbbreviazione comunemente usata per →fotografia, nell’accezione di immagine fo-tografica.

FotoamatoreChiunque pratichi la tecnica fotografica, manon da professionista.

Fotocalco→ Stampa ottenuta su apposita carta ge-latinata, recante → un’emulsione fotosen-sibile, utilizzabile, dopo → l’esposizionealla luce e il trattamento fotografico, comematrice a ricalco di un disegno industria-le.

FotocalcografiaTecnica di stampa analoga alla → fotoin-cisione, consistente nella produzione di ma-

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trici per la stampa incavografica: calcogra-fia, con lastre di rame; e rotocalcografia(o rotocalco), con matrici cilindriche dirame. Nella f. il procedimento di forma-zione della matrice differisce da quellodella fotoincisione in quanto la parte stam-pante non è quella in rilievo bensì quellaincavata, che risulta costituita da una seriedi piccolissimi alveoli in cui si raccogliel’inchiostro che verrà trasferito sulla cartain fase di stampa.Fotocamera→ Macchina fotografica.FotocartografoSia il tecnico specializzato nel ricavare pian-te e carte topografiche da fotografie terre-stri o aeree, sia l’apparecchio ottico impie-gato in → fotogrammetria.FotoceramicaSistema di riproduzione di immagini foto-grafiche su ceramica, realizzato usandocome → emulsione bicromato di ammonio,gomma arabica e zucchero. Si ottiene, conprocedimenti diversi, sia da un → negativosia una → diapositiva: l’immagine, riporta-ta su una → pellicola di collodio, viene ap-plicata sulla ceramica e, dopo essere stataessiccata, viene opportunamente trattata confondenti e passata al forno di cottura.FotoclubTermine inglese, di accezione comune, uti-lizzato per indicare un’organizzazione oun’associazione fotografica.FotocollografiaOgni processo di riproduzione fotomecca-nica mediante colloidi stesi su vetro, metal-lo o pietra; comprendente la → fotolitogra-fia e la → fototipia.Fotocollotipia→ Fototipia.FotocolorSia il procedimento fotografico a colori,basato sulla presenza → nell’emulsione di

tre strati sensibili ai → colori primari (blu,verde e rosso su pellicole positive o inverti-bili; i loro complementari sulle pellicolenegative) e sulla legge di composizione delcolore; sia la → fotografia a colori, su →carta o su → diapositiva.FotocompositriceMacchina per la → fotocomposizione di ca-ratteri tipografici. Le prime apparecchiatu-re che consentono di ottenere un film foto-grafico del testo, piuttosto di una composi-zione in piombo, derivano dalle macchinetradizionali linotype e monotype. Nella f.,alle matrici incise vengono sostituite matri-ci fotografiche che riproducono in negativoil carattere o il segno grafico. Il loro appa-rato meccanico è pressoché uguale a quellodelle macchine tradizionali: invece del grup-po di fonderia vi è una speciale → fotoca-mera, contenente un → film: il prodotto ditali macchine è, di conseguenza, una pelli-cola, che, sviluppata, presenta il testo tipo-grafico, fotografato in colonna, nella giustez-za voluta, in bianco e nero. I modelli suc-cessivi, grazie ad un’impostazione del tuttodiversa — basata principalmente sul siste-ma di perforazione separata dall’unità foto-grafica — alla possibilità di sostituirel’obiettivo e all’aiuto di elaboratori elettro-nici, consentono la produzione di testi in varicorpi.FotocomposizioneSistema che consente di ottenere direttamen-te su → carta o su → pellicola, in → negati-vo o in → positivo, mediante → fotocom-positrice, la composizione di un testo pron-ta per essere trasportata su una lastra offseto su un cilindro rotocalco, senza dover fo-tografare una copia di stampa ottenuta dauna pagina composta tradizionalmente inpiombo.FotocopiaSia la riproduzione — in bianco e nero o acolori — di un originale su carta mediante

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→ fotocopiatura, sia la copia prodotta me-diante tale procedimento.FotocopiareL’insieme delle operazioni tecniche neces-sarie al riprodurre in → fotocopia.FotocopiatriceApparecchio per → fotocopiatura.FotocopiaturaProcedimento fotografico per la riproduzio-ne — in bianco e nero o a colori — di origi-nali su carta. Effettuato un tempo tramitel’impiego di carte termosensibili, con o sen-za l’intermediazione di materiali impressio-nabili chimicamente; attualmente basato sulprocedimento detto f. a secco (o xerogra-fia), in grado di produrre copie su carta co-mune, inventato da C.F. Carlson (1906-1968) e introdotto dalla Xerox nel 1950,basato sulle proprietà elettrostatiche del se-lenio, che si comporta da conduttore alla lucee da isolante al buio. Esponendo alla luceriflessa dall’originale un cilindro di seleniocaricato positivamente, le cariche si dispon-gono secondo il disegno da riprodurre. Sudi esso viene, quindi, dispersa una polvere(toner) caricata negativamente e fondentecon il calore, che si fissa al foglio. Il meto-do di esposizione si avvale di ottiche spe-ciali in grado di eseguire ingrandimenti, ri-duzioni e varie elaborazioni dell’originalegrazie alla scansione → digitale dell’imma-gine.FotocopistaPersona addetta alla → fotocopiatura.FotocronacaResoconto giornalistico basato, prevalente-mente, su fotografie.FotocronistaAutore di → fotocronache.Foto di lavorazioneFotografie realizzate sul set di un film dal→ fotografo di scena; sono caratterizzate da→ inquadrature più ampie rispetto alle cor-

rispondenti inquadrature del film, poiché, ol-tre agli attori, comprendono le costruzionisceniche, le apparecchiature tecniche e lemaestranze al lavoro sul set.Fotodinamica futurista (ofotodinamismo futurista)Tecnica che prevede la rappresentazionedinamica di un corpo in movimento, senzafermarlo e frantumarlo in fasi successive,nell’ambito delle ricerche condotte dai →Futuristi.

Fotodinamismo futurista→ Fotodinamica futurista.

Foto di scenaFotografie realizzate sul set di un film dal→ fotografo di scena; non sempre destinatea illustrare una specifica → inquadratura:talvolta, infatti, presentano uno o più attoriin → pose prive di ogni riferimento rispettoall’azione, destinate a mettere in risalto lascenografia, il trucco o i costumi.

FotoduplicatoreApparecchio atto alla → fotoduplicazione.

FotoduplicazioneQualsiasi procedimento di riproduzione diun documento originale, che faccia uso disuperfici o di sostanze sensibili alla luce. Isistemi più diffusi di f. sono: la → fotogra-fia, la → termografia, → l’eliografia, i me-todi elettrostatici (→ fotocopiatura) ed elet-trolitici (→ microfilm).

FotofinishSequenza fotografica dell’arrivo di due o piùconcorrenti al traguardo, impressionata inun’unica immagine e con assoluta precisio-ne da uno speciale apparecchio — dotato diun apposito → otturatore a fessura (allinea-ta sul traguardo), dietro al quale scorre la→ pellicola, trascinata da un motorino —azionato quando i concorrenti sono a pochemetri dalla linea d’arrivo. La velocità di scor-rimento della pellicola va preventivamente

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regolata in relazione alla velocità dei sog-getti, alla distanza di → ripresa e alla → fo-cale usata. Sulla pellicola appaiono esclusi-vamente i soggetti in movimento, colti nel-l’istante in cui attraversano il traguardo. Ilf. trova applicazione negli ippodromi, neivelodromi, per le corse ciclistiche in linea e— a titolo indicativo e consultivo — per legare atletiche.FotofinishingL’insieme dei trattamenti di → sviluppo estampa eseguiti in laboratori specializzati,fino alla consegna delle → copie alla clien-tela.FotoformGruppo fotografico d’avanguardia fondato inGermania, nel 1949, da Otto Steinert — ilquale abbandona la professione medica pertentare di superare, attraverso la fotografia,il trauma del nazismo e di recuperare l’espe-rienza del → Bauhaus — cui aderiscono Pe-ter Keetman, Siegfried Lanterwasser, Wol-fang Reisewiytz, Toni Schneiders e LudwigWindstosser. Le loro immagini sono rappre-sentazioni di forme astratte: oggetti luminosiin movimento, bolle d’aria, frammenti pla-stici e così via, che suscitano l’entusiasmodel pubblico e della critica più aperta.FotofucileStaffa speciale in tutto simile, nella parteposteriore, ad un fucile, che monta una →reflex ed un → teleobiettivo da 300-600 mm,la cui agevole impugnatura permette di te-nere fermo il corpo macchina nella → ri-presa di un soggetto in movimento.FotogenìaLa naturale predisposizione per cui un viso,grazie a tratti regolari ma particolarmentemarcati, risulta nettamente impressionatosulla → pellicola.FotogiornalePubblicazione giornalistica basata, prevalen-temente, su → fotografie.

Fotogiornalismo→ Genere che combina il giornalismo conla → fotografia.FotoglittografiaL’insieme dei procedimenti di riproduzio-ne fotomeccanica in incavo e in rilievo, inuso fino alla fine dell’Ottocento.FotografareL’insieme dello svolgimento di tutte le atti-vità, tecniche e artistiche, finalizzate allarealizzazione di un’immagine fotografica.FotografiaSia il procedimento chimico-fisico che, uti-lizzando un fenomeno ottico ed un fenome-no chimico, permette di registrare le imma-gini di soggetti illuminati su materiale →fotosensibile; sia l’immagine fotografica ot-tenuta mediante tale procedimento. La na-scita della f., fissata per convenzione al 7gennaio 1839 — data della presentazione uf-ficiale della → dagherrotipia all’Accademiadelle Scienze di Parigi — scaturisce dal-l’unione di due distinte correnti di studi: laprima, attenta ai fenomeni ottici, conduceall’evoluzione della → camera oscura; laseconda alla messa a punto di sostanze chi-miche, modificabili se esposte alla luce.Louis-Jacques Mandé Daguerre, dal qualela dagherrotipia prende il nome, non è, però,l’unico padre della f. Alla sua invenzioneapporta, infatti, un contributo determinante→ l’eliografia di Nicéphore Niépce. L’in-venzione del procedimento positivo-negati-vo si deve, invece, a William Henry FoxTalbot; il quale perfeziona la → talbotipiain → calotipia grazie ai suggerimenti di JohnHerschel. Inventore, a sua volta, del proce-dimento di → fissaggio, nonché dei terminif., → positivo e → negativo.Fotografia digitaleProcedimento che sostituisce la normalepellicola a emulsione chimica con dischettimagnetici, sui quali è possibile registrare

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strumenti

un’immagine video fissa (o still-video) me-diante l’impiego di sensori elettronici: lapellicola è sostituita da un sensore elettro-nico, i cui segnali elettrici vengono registratisu dischetto magnetico. L’immagine può,quindi, essere visualizzata su uno schermotelevisivo oppure stampata da stampanti la-ser, a getto d’inchiostro, termiche. La primafotocamera → digitale, presentata nel 1983,permette di aprire la strada al collegamentotra la f. tradizionale e la gestione elettronicadell’immagine. La qualità delle immaginifotografiche così ottenute risulta, però, ab-bastanza modesta rispetto agli elevatissimistandard raggiunti dalla f. chimica, a causadella limitata capacità di risoluzione dei sen-sori elettronici. Un ulteriore progresso vie-ne raggiunto con l’introduzione, negli anniNovanta, del dispositivo Compact Disc Pho-to Video. La registrazione delle immagini— anziché sul tradizionale materiale foto-sensibile — avviene su un dischetto magne-tico o CCD (Charge Coupled Device), sen-sibile alla luce. Tale supporto analizza l’in-tensità e il colore dei punti che costituisco-no l’immagine proiettata su di esso dal-l’obiettivo, trasformandoli in impulsi elet-trici. Questi vengono, quindi, trasferiti su unsupporto magnetico (dischetto magnetico oCompact Disc ottico) in grado di contenerealcune decine di immagini. L’immagine cosìregistrata può essere visualizzata immedia-tamente su un monitor, stampata su carta tra-mite stampante, trasmessa a qualsivoglia di-stanza via cavo o via etere. Mediante un pro-cesso di digitalizzazione il CCD permette,inoltre, d’incamerare innumerevoli imma-gini ad alta definizione da negativi o da dia-positive tradizionali. Il CCD è costituito damigliaia o milioni di elementi fotosensibi-li, in genere disposti ordinatamente a com-porre una griglia dalla forma più o menorettangolare, che reagiscono quando ven-gono colpiti dalla luce. Nel momento in cui

viene premuto il pulsante di scatto, la luce,passando attraverso le lenti dell’obiettivo,raggiunge il CCD; questo trasmette le ca-riche presenti su ognuno degli elementi sen-sibili che lo costituiscono ad un converti-tore analogico-digitale; quest’ultimo tra-sforma i segnali ricevuti in dati digitali e lispedisce ad una memoria RAM (sigla diRandom Access Memory), da cui possonoessere prelevati per la visione sul displaydell’apparecchio digitale oppure per esse-re salvati su una scheda di memoria. Ele-menti fotosensibili di silicio sostituisconogli alogenuri d’argento: ma gli elementisensibili del CCD, a differenza degli alo-genuri, hanno la possibilità di ritornare allostato di «non eccitazione».Fotografia scientificaL’insieme delle numerose applicazioni datenel campo delle scienze alla → fotografia,strumento d’indagine dalle notevoli capaci-tà divulgatrici, che ha permesso all’occhioumano di «vedere l’invisibile». A differen-za dell’occhio umano — che percepisce sol-tanto la luce visibile (i colori dell’arcobale-no, dal violetto al rosso) — la particolaresensibilità dell’apparecchio fotografico ar-riva a registrare immagini attraverso altreonde elettromagnetiche (raggi X, raggi ul-travioletti, raggi infrarossi, oltre a fasci dineutroni), fornendo cognizioni inaccessibi-li con la luce ordinaria.

Fotografia Soggettiva→ Subjektive Fotografie.

FotografoChiunque, a scopo dilettantistico o profes-sionale, pratichi la → fotografia. Un f. «ge-nerico» può cimentarsi in vari generi foto-grafici; mentre i f. «specializzati» in deter-minati settori (moda, pubblicità, ritrattisti-ca, architettura ecc.), magari di fama inter-nazionale, operano in regime di aperta con-correnza.

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Fotografo di scena→ Fotografo professionista, incaricato dauna produzione cinematografica di fotogra-fare — prima, durante o subito dopo i ciakpiù significativi — tutte le scene del film,inquadratura per inquadratura e in sintoniacon le angolazioni date dal regista alla mac-china da presa. S’impegna per contratto adadeguarsi alle inquadrature scelte dal regi-sta, ma, soprattutto, a fornire quotidianamen-te la documentazione fotografica di ognigiornata di lavorazione. Finisce così conl’essere l’autore di un vero e proprio «dia-rio fotografico» del film, rappresentando perla produzione e per la regia un preciso rife-rimento storico. In caso di rifacimenti, in-fatti, produttore e regista saranno certi dipoter recuperare l’esatta inquadratura e dinon sbagliare i raccordi con il resto del gi-rato. In compenso il f. di s. ha, salvo ecce-zioni, l’esclusiva sulle fotografie adoperatedall’ufficio stampa per il lancio pubblicita-rio del film.FotogrammaTermine utilizzato per indicare sia ogni sin-gola immagine fotografica, in → positivo oin → negativo, di cui si compone la strisciadi → pellicola; sia una → stampa fotografi-ca ottenuta senza negativo.fotogramma (Tecnica del)Tecnica fotografica messa a punto da LaszlóMoholy-Nagy per realizzare i suoi → foto-grammi.FotogrammetriaSia la tecnica impiegata nella realizzazionedi carte geografiche mediante il rilevamen-to planimetrico e altimetrico del terreno, conriprese fotografiche da terra o dall’aereo(detta aerofotogrammetria); sia l’immagi-ne fotografica (o rilievo fotogrammetrico)ricavata dall’applicazione di tale tecnica.Nella f. terrestre le riprese vengono esegui-te con l’asse ottico dell’apparecchio — uno

speciale teodolite (strumento ottico per mi-surare distanze) munito di camera oscura edetto, quindi, fototeodolite — disposto oriz-zontalmente. Nella f. aerea le riprese ven-gono eseguite con l’apparecchio dispostoverticalmente e installato con accorgimentiparticolari, affinché non risenta dei movi-menti dell’aereo. La f. viene impiegata an-che nella rilevazione di oggetti di formacomplessa come sculture, opere architetto-niche, parti interne del corpo umano.FotogrammetricoRelativo alla → fotogrammetria.

FotogrammetristaTecnico specializzato in → fotogrammetria.

FotogrammiSuggestive silhouette astratte, ottenute daLaszló Moholy-Nagy — senza l’impiego del-la → macchina fotografica — ponendo og-getti opachi o semitrasparenti su un foglio di→ carta fotosensibile, illuminandoli, quindiprocedendo allo → sviluppo e al → fissaggio.Fotoincisione (o fototipogra-fia)Tecnica di stampa, consistente nell’incisio-ne di matrici di materiale vario mediante pro-cedimenti fotografici. Un → negativo o un→ positivo vengono impressionati su una→ lastra di zinco (detta → cliché) trattatacon sostanze → fotosensibili e quindi, dopoun → lavaggio per eliminare le parti non im-pressionate, incavata mediante erosione conacidi delle parti lavate. Le parti impressio-nate risultano, così, in rilievo e costituisco-no la matrice per la stampa (detta matricerilievografica). Per estensione, il termine f.viene spesso utilizzato per indicare impro-priamente due tecniche analoghe: la → fo-tocalcografia e la → fotolitografia.

FotoincisoreTecnico addetto all’esecuzione di → clichéper la → fotoincisione.

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strumenti

FotolaboratorioAbbreviazione per → laboratorio fotografico.FotolibroVolume a stampa in cui le illustrazioni fo-tografiche sono preponderanti rispetto alleparti scritte.FotolitoSia la matrice su → pellicola fotografica,trasparente, per stampa in offset, ottenuta pertrasposizione → fotomeccanica, le cui partisi presentano in → positivo; sia il laborato-rio di riproduzione fotolitografica.FotolitografiaTecnica di stampa analoga alla → fotoinci-sione, consistente nella produzione di ma-trici per la stampa planografica: diretta (olitografica) con lastre di pietra; indiretta (ooffset) con lastre di metallo.FotolitograficoRelativo alla → fotolitografia.FotomeccanicaIl complesso dei procedimenti che impie-gano la luce per ottenere una matrice, dallaquale stampare un numero illimitato di co-pie.

Fotomeccanica (Pellicola)Espressione italiana per indicare la pellico-la → Lith.

FotomeccanicoRelativo alla riproduzione → fotomeccani-ca.

FotometallografiaRipresa fotografica, a vario → ingrandi-mento, della struttura superficiale dei me-talli.

FotomodelliModelli professionisti impiegati nella rea-lizzazione di → fotografie di moda, pubbli-citarie e così via. Il loro requisito indispen-sabile è la → fotogenia, ma devono ancheessere in grado di → posare a seconda delledirettive del → fotografo.

FotomontaggioTermine utilizzato per indicare tanto la tec-nica fotografica consistente nell’accostareo sovrapporre artificialmente, in fase di →stampa, diversi → fotogrammi, → fotogra-fie o loro parti, fino a formare un’immagineche non corrisponde ad una situazione rea-le; quanto la composizione fotografica otte-nuta con tale tecnica.FotopiantaPianta topografica ottenuta riunendo unaserie di → fotografie aeree planimetriche,raddrizzate e ridotte alla medesima scala.Fotoreportage→ Servizio fotografico eseguito da un →fotoreporter.Fotoreporter→ Fotografo di avvenimenti d’attualità perconto di giornali o di agenzie.FotoricognitoreAeroplano da ricognizione munito di → ap-parecchi fotografici per il rilievo di basi, at-trezzature industriali, vie di comunicazio-ne, mezzi e postazioni nemiche.FotoritoccoL’insieme delle operazioni — manuali odigitali — che apportano varie modifiche,più o meno significative, all’immagine fo-tografica. Il f. manuale diventa una praticaabituale a partire dagli anni Cinquanta del-l’Ottocento — proprio mentre la voga delritratto fotografico raggiunge il culmine evengono conseguiti parecchi importanti pro-gressi tecnologici — quando consente alfotografo d’intervenire sull’immagine permigliorarla, appagando la vanità dei clientipiù esigenti.FotoromanzoSia un racconto per immagini che si dipanaattraverso una sequenza — cronologica o,quantomeno, logica — di quadri fotografi-ci, corredati da dialoghi e da didascalie rac-chiusi in «nuvolette» dal taglio squadrato

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che visualizzano le battute dei personaggi osintetizzano verbalmente l’azione; sia la ri-vista, di solito settimanale, specializzata inquesto genere di storie. Oltre che dalla let-teratura «rosa» e dal fumetto, il f. deriva dalcinema i suoi contenuti spiccatamente me-lodrammatici. In origine, infatti, è chiama-to cineromanzo e, attraverso fotogrammi edidascalie, riassume per un pubblico preva-lentemente femminile la trama di un filmgià programmato nelle sale cinematografi-che. Il primo numero di «Grand Hotel» —il titolo è preso a prestito dal celebre filmhollywoodiano del 1932, interpretato daGreta Garbo — esce per le edizioni DelDuca il 29 giugno 1946, con una storia di-segnata tratta da un romanzo: Anime inca-tenate. I primi f., infatti, sono disegnati. Vi-sto il successo di «Grand Hotel», LucianoPedrocchi — attivo nel campo delle pubbli-cazioni per ragazzi — pensa di sostituire idisegni con le foto, decisamente più reali-stiche, di interpreti in carne e ossa. Realiz-zato alla buona un prototipo di storia senti-mentale, Pedrocchi lo sottopone all’editoreArnoldo Mondadori. Nasce così «BoleroFilm»: il primo numero, in edicola il 7 mag-gio 1947, ha sedici pagine e costa 25 lire.Lo strepitoso successo di «Bolero Film» edi «Sogno» — nuovo settimanale edito daRizzoli — obbliga anche «Grand Hotel» apassare, nel 1950, alla fotografia. I f. rac-contano sempre storie romantiche di amoricontrastati, in cui un lui ed una lei devonosuperare ogni sorta di ostacoli prima del-l’inevitabile lieto fine. Eppure, in un Paesesemianalfabeta com’è l’Italia del dopoguer-ra, al f. va riconosciuto il merito di avvici-nare tantissime persone alla lettura. Le fa-volose entrate derivanti dalla vendita dei f.,poi, tanto alla Mondadori quanto alla Riz-zoli, vengono impiegate per sostenere pro-duzioni culturali «di qualità».

FotosensibileDotato di → fotosensibilità.FotosensibilitàSensibilità alla luce, propria di sostanze odispositivi le cui caratteristiche risultanomodificate da un qualche tipo di radiazioneluminosa.FotoserigrafiaSia la tecnica consistente nell’adattamentoalla → fotografia della serigrafia, antichis-simo procedimento di stampa — ampiamen-te diffuso in Cina e in Giappone — consi-stente nel produrre singolari combinazionidi immagini a schema astratto; sia l’imma-gine fotografica ottenuta mediante tale pro-cedimento. Dopo aver fissato una sagomaforata ad un tessuto a trama rada ben stesosu un telaio, quest’ultimo viene posto sullasuperficie che deve ricevere l’impressione elo si inchiostra. L’inchiostro filtra attraver-so il tessuto nelle aree in corrispondenza deifori della sagoma negativa, producendo sul-la superficie un’immagine positiva. Gli ar-tigiani asiatici usano sagome fatte a mano etessuti di seta. Per serigrafare immagini fo-tografiche è possibile usare un tessuto sin-tetico o una rete metallica, mentre le sago-me si ottengono trasferendo diapositive adaltro contrasto su uno speciale materiale perriproduzione fotomeccanica, la cui emulsio-ne gelatinosa diventa insolubile quando vie-ne investita dalla luce. Tale procedimentopermette di riprodurre immagini su qualsia-si superficie e di colorarle come si preferi-sce, a seconda degli inchiostri di cui si di-spone.

Fotoservizio→ Servizio fotografico.

FotostaticaTipo di → fotocopia, ottenuta ponendol’emulsione a contatto con l’originale da ri-produrre e illuminandolo attraverso il dorso

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strumenti

di una particolare carta sensibile; dopo losviluppo, si ottiene un negativo, dal quale,col medesimo procedimento, si ricavano lecopie.FotostereografoApparecchio a visione binoculare, utilizzatoper ricostruire riprese → fotogrammetriche.FototecaLuogo adibito alla raccolta e alla conserva-zione di → fotografie.FototegìaProcedimento fotografico consistente nel-l’ottenere un’immagine → positiva direttaper tintura della gelatina che rimane sul →supporto, dopo l’eliminazione dell’immagi-ne → negativa e la distruzione della gelati-na nei punti corrispondenti per mezzo diacqua ossigenata.Fototelegrafia→ Telefotografia.FototinturaProcedimento per impressionare su stoffaun’immagine inalterabile.Fototipia (detta anche foto-collotipia o eliotipia)Tecnica sperimentata nel 1855 e perfezio-nata verso la fine degli anni Sessanta del-l’Ottocento, attraverso → un’emulsione digelatina e bicromato di potassio, che rivelala proprietà d’indurirsi nelle zone colpitedalla luce restando permeabile all’acquanelle altre parti. Per l’impressione dellamatrice vengono adoperate → lastre o →pellicole trasparenti negative: l’inchiostrograsso disteso sulla matrice aderisce, a suavolta, solamente nelle zone asciutte; per poitrasferirsi sulla carta sovrapposta, pressatacon un rullo o un torchio litografico.FototipistaAutore di matrici nel procedimento di →fototipia.Fototipografia→ Fotoincisione.

FototopografiaApplicazione della → fotogrammetria allatopografia (la tecnica di rappresentazionegrafica dei luoghi), utilizzata per effettuarerilievi di grandi superfici.FotozincografiaProcedimento di riproduzione → fotomec-canica originariamente attribuito alle matri-ci litografiche su zinco, quindi divenuto si-nonimo di → fotolitografia.FotozincotipìaProcedimento di riproduzione → fotomec-canica che permette di ottenere una matricein rilievo, ovvero un → cliché inciso su zin-co.Fratelli Alinari Istituto diEdizioni Artistiche (I.D.E.A.)→ Alinari, Società Fratelli.Free-lanceEspressione inglese, di accezione comune,utilizzata per indicare un → fotografo pro-fessionista indipendente da → agenzie e datestate giornalistiche.FSASigla della → Farm Security Administration.F/64Movimento fotografico nato nel 1932 inCalifornia, su iniziativa, tra gli altri, di An-sel Adams, Edward Weston, Willard vanDyke, sciolto nel 1935. Prende il nome dal-la minima apertura del → diaframma, chepermette di ottenere la massima nitidezzadell’immagine. Si oppone al pittorialismofotografico per una presentazione il più pos-sibile realistica del soggetto, senza alcunamanipolazione.Fucile fotograficoAccessorio per la → macchina fotografi-ca, consistente in un supporto a spalla checonsente di usare a mano libera ottiche finoa 500 mm. È dotato di una speciale impu-gnatura a pistola con meccanismo a molla,che facilita la messa a → fuoco. L’applica-

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zione di un → winder, consente di scattaresenza mai distogliere l’occhio dal → miri-no.Fulmicotone (detto anchecotone fulminante, nitrato dicellulosa o nitrocellulosa)Esplosivo ottenuto dal trattamento della cel-lulosa con acido nitrico concentrato. La suascoperta, nel 1846, da parte dal chimico te-desco Christian Friedrich Schönbein (1799-1868), incentiva una serie di ricerche chesfociano nella sperimentazione del → col-lodio.Fuoco fissoCaratteristica delle → macchine fotografi-che economiche, i cui → obiettivi, privi diregolazione di messa a → fuoco, essendocostruiti sulla distanza → iperfocale, ripro-ducono accettabilmente tutti i soggetti com-presi tra → l’infinito e i 2 m circa.Fuoco (messa a)Operazione consistente nel regolare →l’obiettivo della macchina fotografica inbase alla distanza dell’oggetto della → ri-presa, per far sì che i suoi contorni risultinonitidi.

FuturismoFondato da Filippo Tommaso Marinetticome movimento poetico d’avanguardia —di rottura, cioè, rispetto alla precedente tra-dizione culturale — si sviluppa come movi-mento artistico in seguito alla sottoscrizio-ne del Manifesto dei pittori futuristi, nel1910. In pittura e in scultura, ma anche inalcune rappresentazioni teatrali e cinemato-grafiche, i Futuristi contrastano polemica-mente il «passatismo» della borghesiabenpensante: enfatizzano il gesto e la paro-la, mitizzano tutti i simboli della modernitàe del progresso tecnologico (la città, l’indu-stria, la velocità, le macchine ecc.), teoriz-zano e raffigurano uno «spazio dinamico»in costante divenire.

Gabinetto FotograficoNazionale

Istituito a Roma nel 1892 da Giovanni Gar-giolli — suo fondatore e primo direttore —come laboratorio fotografico del Ministerodell’Istruzione Pubblica (nel 1979 ingloba-to nell’Istituto Centrale per il Catalogo e laDocumentazione), negli anni si arricchisce,per acquisto o per donazione, di strumenta-zioni fotografiche, materiale negativo e po-sitivo, collezioni prestigiose.Galileiano (sistema di tra-guardazione)Sistema di traguardazione non → reflex,consistente in un piccolo oculare, in generedotato di un semplice sistema di lenti, chedà un’immagine approssimativamente simi-le a quella che verrà registrata sulla → pel-licola.GelatinaSostanza colloidale in cui sono dispersi gli→ alogenuri, stesa in strati sottilissimi sulla→ pellicola o sulla → carta fotosensibile.Viene impiegata anche nella fabbricazionedi → filtri, grigi o colorati.Gelatina-bromuro (procedi-mento alla)Metodo pratico, basato sull’uso di → lastretrattate con → gelatina al bromuro d’argen-to; che, sostituendo la gelatina al → collo-dio, permette l’impiego di lastre secche, espo-sto da Richard Leach Maddox sul «BritishJournal of Photography» dell’8 settembre1871. Maddox forma il bromuro d’argentoin presenza di gelatina; l’emulsione contieneun eccesso di argento ed una piccola quanti-tà di acqua ragia: senza bisogno d’altro, lastende sulla lastra e la lascia essiccare. Taleprocedimento offre concretamente una dura-ta pressoché illimitata al materiale impres-sionabile, una → sensibilità dal doppio a diecivolte quella del collodio umido, una → rapi-dità di posa di circa cinque secondi in perfet-

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strumenti

te condizioni tecniche e di luce. Ma l’inven-zione di Maddox appare tanto più rilevantese si pensa che, senza le lastre secche, la →pellicola in rullo — indispensabile sia per latecnica fotografica moderna, sia per la tecni-ca cinematografica — non sarebbe stata nep-pure ipotizzabile. La fabbricazione industrialedi lastre alla g.b. — in seguito ai perfeziona-menti apportati da numerosi ricercatori —viene iniziata in Inghilterra dalla LiverpoolDry Plate Company nel 1874, mentre nel re-sto d’Europa si diffonderà dopo il 1877.

GelatineTutti i materiali a base di → gelatina, applicatidavanti → all’obiettivo della macchina foto-grafica o davanti alle → lampade, utilizzati permodificare la resa cromatica delle immagini.

GenereCategoria sistematica adoperata dalla rifles-sione critica per distinguere e classificare leopere fotografiche, in rapporto alle tipolo-gie formali e contenutistiche codificate dal-la tradizione in ambito letterario prima e inambito cinematografico poi.

Gigantografia→ Stampa fotografica ingrandita oltre i 50x 65 cm.

GlamourTermine inglese, di accezione comune, uti-lizzato per indicare un → genere fotografi-co malizioso — a soggetto erotico, piccan-te, ma non osceno — molto in voga neglianni Cinquanta del Novecento.Gomma bicromataProcedimento di → stampa del positivo.L’emulsione fotosensibile — consistente inuna miscela a base di gomma arabica, bicro-mato di potassio e acqua — reagisce alla lucediversamente dall’argento: invece di annerir-si, indurisce in proporzione alla quantità diluce che vi incide. L’emulsione viene stesasulla carta per la stampa; variando lo spesso-re dello strato e la quantità di luce che lo col-

pisce durante la stampa, è possibile ottenerediverse «atmosfere»: uno strato spesso con-ferisce un effetto granuloso, particolarmenteadatto alla riproduzione di grandi superficiin chiaroscuro; mentre uno strato sottile creauna grana più fine ed una migliore definizio-ne dei particolari. Per le stampe policrome ènecessario preparare un’emulsione per ognicolore: dopo ogni esposizione, la foto vienelavata e asciugata; soltanto in seguito si pro-cede allo strato successivo. Le immagini allag.b. possono essere stampate a contatto susvariati supporti: carta, stoffa, plastica, legno,acciaio inossidabile.Gomma su platinoProcedimento di → stampa del positivo, ide-ato da Alvin Langdon Coburn. Fornisce im-magini «a doppio strato», che presentanouna buona gradazione dei livelli tonali, consquarci di luce brillanti ed ombre eteree. Unaprima stampa a contatto del → negativo sucarta trattata con → un’emulsione di plati-no, viene coperta con un nuovo strato semi-trasparente a base di gomma arabica; usan-do lo stesso negativo, si stampa nuovamen-te l’immagine su quella già esistente. La co-lorazione viene, invece, conferita dai colo-ranti annegati nello strato di gomma.Goodwin Film and CameraCompanyDitta costituita sul finire dell’Ottocento daHannibal Williston Goodwin per fabbricarela propria → pellicola fotografica flessibilee trasparente, in nitrato di → celluloide.GranaAgglomeramento sulla → pellicola in gra-nuli degli → alogenuri, esposti e sviluppati,che formano l’immagine fotografica.Grandangolàre (o grandàn-golo)Tipo di → obiettivo a corta distanza → fo-cale, che permette di riprendere un → cam-po visuale particolarmente ampio.

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Grandàngolo→ Grandangolare.Gruppo otticoDue o più elementi o singole lenti incollatetra loro all’interno di un → obiettivo.

HasselbladCelebre marchio di fotocamere → re-

flex monoculari, fondato da Victor H. (1908-1978). Fotografo svedese — il nonno è il pri-mo importatore di Kodak in Svezia — pe-rennemente insoddisfatto delle macchine cheutilizza, durante la seconda guerra mondialeH. costruisce il primo apparecchio per l’avia-zione del proprio Paese. Il 6 ottobre 1948, aNew York, presenta alla stampa la H. 1600F:apparecchio rivoluzionario, dalla forma ori-ginalissima, la prima reflex medio formatodotata di obiettivi e magazzini portapellicolaintercambiabili. Versatilità, maneggevolezza,qualità, robustezza, bellezza e ottiche eccel-se — prima gli statunitensi Kodak, quindi itedeschi Zeiss: capaci di incidere la pellicolain maniera particolare — ne fanno presto unmito tra appassionati e professionisti. Nel1954 nasce la H. Superwide: fotocameracompatta costruita attorno ad un obiettivoZeiss, che, coprendo un angolo superiore ai90°, annulla la distorsione delle linee. Nel1957 nasce la H. 500C dotata di otturatorecentrale, che rappresenta una straordinariainnovazione. Anche la NASA adotta la H. eduna 500EL viene adoperata dall’astronautaNeil Armstrong per riprendere il collega Ed-win E. «Buzz» Aldrin Jr., che, nel 1969, muo-ve i primi passi sulla Luna. Negli anni Set-tanta la H., sbaragliando la concorrenza, ar-riva a produrre 20.000 apparecchi l’anno. Lasocietà cambia più volte proprietà dopo lascomparsa del fondatore e, nel 1996, passaalla banca svizzera Sbs.High-keyEspressione inglese, di accezione comune,utilizzata per indicare una tecnica di → stam-

pa fotografica — spesso collegata alla →ripresa e allo → sviluppo — in cui preval-gono i valori tonali chiari.Hillotipo→ Dagherrotipo a colori messo a punto nel1850, grazie ad una combinazione acciden-tale di sostanze chimiche, dal pastore batti-sta statunitense Levi L. Hill. Dal 1851 gli h.vengono realizzati anche da Niépce de Sa-int-Victor, ma si possono ammirare per po-chissimo tempo, poiché, non essendo fissa-ti, i «colori naturali» sbiadiscono appena leimmagini vengono esposte alla luce.Home-VideoEspressione inglese, di accezione comune,utilizzata per indicare il sistema d’intratte-nimento casalingo, diffuso a partire daglianni Ottanta, consistente nella vendita e nelnoleggio di film in → VHS. L’impianto H.-V. prevede il collegamento tra un televisoreed un videoregistratore, attraverso il quale èpossibile riprodurre sullo schermo elettro-nico dell’apparecchio televisivo le immagi-ni incise su → nastro magnetico.

I.D.E.A.Sigla dell’Istituto di Edizioni Artistiche

Fratelli → Alinari.

IdentikitSistema di identificazione personale utiliz-zato dalla polizia nella ricerca dei respon-sabili di reati, consistente nella realizzazio-ne di una sintesi figurata dei tratti somaticidesunta dalle informazioni rese dai testimonioculari dei fatti.

IlluminazioneLa diffusione di sorgenti luminose artificia-li, o naturali e artificiali assieme, finalizza-ta ad effettuare → riprese fotografiche. I.frontale la sorgente luminosa è posta accan-to all’apparecchio e leggermente spostata asinistra; conferisce un’illuminazione diret-ta, uniforme e piatta, che crea impercettibili

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zone d’ombra. I. dal basso orientata versol’alto, la luce crea ombre innaturali; può es-sere utilizzata per creare espressioni sinistreed un senso di mistero. I. dall’alto la sor-gente luminosa, posta quasi verticalmenterispetto al soggetto, crea ombre scure, mol-ti contrasti e, nei ritratti, non illumina gliocchi. I. laterale (o a lama di coltello) è iltipo di i. più naturale, fornita dalla sorgenteluminosa principale orientata verso il sog-getto con un angolo di 45°. Viene largamenteimpiegata per evidenziare l’incarnato di unviso o la trama di un tessuto. È la classicaluce dei ritratti, perché, tagliando nettamentein due il viso del soggetto, gli conferisce unaprofondità tridimensionale. I. latero-poste-riore la sorgente luminosa, collocata affian-co e leggermente dietro il soggetto, crea ef-fetti di grande drammaticità. Retroillumi-nando completamente il soggetto, si ottieneun controluce.

IlluminotecnicaIl complesso delle regole e dei principi se-guiti dal → fotografo nel predisporre → l’il-luminazione più adatta al tipo di riprese daeffettuare su un → set.Imbibente (o emolliente, ininglese wetting agent)Liquido che, avendo la prerogativa di ridur-re la tensione superficiale delle soluzioniacquose, facilita il contatto tra la → pellico-la o la → carta con i bagni di → sviluppo.Aggiunto all’acqua del → lavaggio finale,evita la formazione di gocce che lascereb-bero sull’emulsione macchie indelebili.

Immagine latenteL’immagine invisibile creata sulla → pelli-cola dall’esposizione, che diventerà visibi-le, attraverso l’azione del → rivelatore, so-lamente dopo il processo di → sviluppo.

Infinito ( )In ambito fotografico viene inteso come si-nonimo di grande distanza: oltre 20 m per

un → obiettivo grandangolare, oltre 50 mper un obiettivo normale, oltre 100 m perun teleobiettivo.Infrarosso (fotografia all’)Fotografia ottenuta con una → pellicola do-tata di emulsione sensibile alle radiazioniinfrarosse. La pellicola in bianco e nero im-piegata con un filtro infrarosso permette dipenetrare la foschia e dà toni particolari,mentre quella a colori dà toni falsati.Ingrandimento→ Stampa di una copia → positiva dalle di-mensioni maggiori rispetto a quelle del →negativo da cui è tratta. I. a lapis finto ritrat-to fotografico rifatto a matita, assai diffusotra Otto e Novecento, quando l’i. fotografi-co non è tecnicamente possibile, in quantoda una → lastra si può stampare soltanto unaimmagine della stessa grandezza. Questi i.,che occupano un certo numero di pittori dimodesto valore, restano in uso anche dopola messa a punto degli → ingranditori foto-grafici: un intervento a mano di un «artista»ha, infatti, per il committente, un valore in-dubbiamente superiore di un i. «meccaniz-zato».IngranditoreApparecchio che consente di ingrandireimmagini → negative e → diapositive.Montato verticalmente su una colonninaportante, opera come un → proiettore dia:la luce irradiata da una lampada incorpo-rata attraversa il negativo e, mediante lamessa a → fuoco di un → obiettivo, pro-ietta l’immagine sulla → carta disposta sulsuo piano d’appoggio; è la distanza tral’obiettivo e il piano di proiezione a deter-minare le dimensioni dell’immagine in-grandita. I comandi di un i. sono estrema-mente semplici: la distanza dell’obiettivodalla carta fotosensibile dipende dallo spo-stamento verso l’alto o verso il basso, lun-go la colonnina verticale che lo sostiene,dell’intero corpo dell’apparecchio. Le ot-

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tiche in dotazione agli i. — al pari di quel-le delle fotocamere — hanno un diafram-ma, da cui dipende la regolazione dell’in-tensità della luce sulla carta. Alcuni i. adot-tano il sistema a luce diffusa tra la lampa-da e il negativo è posta una piccola lastradi vetro opalino, che ha la funzione di di-stribuire uniformemente la luce. È inevita-bile, tuttavia, la perdita di parte della luceirradiata: i raggi luminosi che la compon-gono, infatti, diffusi senza un particolareorientamento, possono anche non raggiun-gere l’obiettivo. La maggior parte degli i.— costruiti in funzione delle pellicole inrullo di piccolo formato — adotta il siste-ma a condensatore, attraverso il quale laluce viene distribuita sul negativo in ma-niera altrettanto uniforme, ma meglioorientata: tra la sorgente luminosa e il ne-gativo sono poste due lenti convesse, checoncentrano i raggi luminosi facendo sì cheattraversino direttamente il negativo; granparte della luce riesce, così, a raggiungerel’obiettivo, offrendo un’estrema definizio-ne dei dettagli. L’i. riveste un ruolo di pri-maria importanza nel procedimento foto-grafico: l’ingrandimento rende infatti pos-sibile il largo impiego di fotocamere cheadoperano pellicole di dimensioni conte-nute e, quindi, più economiche (come ilpiccolo formato). L’ingrandimento permet-te, inoltre, di intervenire «esteticamente»sulle immagini: dare esposizioni diverse adiverse zone della stampa, variarne la pro-spettiva, creare distorsioni nell’immaginee così via.InnestoSistema — a vite (con → filettatura) o abaionetta — per collegare il → corpo mac-china e → l’obiettivo in apparecchi dotatidi obiettivo intercambiabile.InstamaticDenominazione commerciale utilizzata perindicare sia la → pellicola confezionata in

→ cartucce di plastica, introdotta sul mer-cato dalla Kodak nel 1960, sia le → mac-chine fotografiche che l’adottano.International Standard Orga-nization→ ISO.Internegativo→ Negativo a colori che riproduce una →diapositiva in maniera da poterla stamparesu → carta.InversioneProcedimento che permette di ottenereun’immagine → positiva direttamente dalla→ pellicola impiegata per la → ripresa, nor-malmente applicato alle pellicole → inver-tibili; ma possibile, per il → bianco e nero,anche con le normali pellicole → negative.

InvertibileTipo di → pellicola che, tramite procedi-mento di → inversione, fornisce direttamen-te una → diapositiva in bianco e nero o acolori. Le pellicole i. a colori hanno una →latitudine di posa assai ridotta: richiedono,quindi, un’esposizione precisa e non rendo-no correttamente soggetti ad altro contrasto.

Ioduro d’argento→ Alogenuri.

IperfocaleLa distanza tra il piano pellicola di quel pia-no i cui punti risultano ancora a fuoco, pereffetto della → profondità di campo, quan-do → l’obiettivo è a → fuoco → sull’infini-to. Gli apparecchi a → fuoco fisso hannol’obiettivo regolato sulla i. Mettendo a fuo-co alla distanza i., l’immagine risulta accet-tabilmente nitida dalla metà di essa → al-l’infinito.ISO (International StandardOrganization)Standard internazionale che raggruppa lescale di fotosensibilità delle pellicole espres-se in → ASA e in → DIN.

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IstantaneaDefinizione utilizzata per indicare sia una→ foto scattata di sorpresa, cogliendo il sog-getto in atteggiamenti spontanei e naturali;sia una foto scattata con un tempo → rapi-do, che blocca i movimenti del soggetto ri-preso.Istantanei (sviluppo e stam-pa)Trattamenti ultrarapidi del sistema → Pola-roid.Istituto di Edizioni ArtisticheFratelli Alinari (I.D.E.A.)→ Alinari, Società Fratelli.I-Zone→ Polaroid commercializzata nel 1999, ul-tracompatta, sottilissima e dai colori vivaci— ne esistono anche versioni per bambinicon la fattezze del coniglio Bugs Bunny odel canarino Titti — ideale per prendere«appunti visivi» e ispirata alla filosofia «livethe moment» (esasperazione del motto orazia-no «carpe diem»). Funziona, infatti, con mi-nipellicole che danno microfotografie di po-chi centimetri quadrati (3,5 x 2,4). Carica pel-licole da 12 pose e a colori, che possono esse-re adesive e diventare stickers personalizzati.

K→ Kelvin.Kallitype (o procedimentoVan Dyke)Procedimento fotografico consistente in unavariante della → cianotipia, messo a puntointorno al 1899, basato sulla riduzione deisali ferrici di acidi organici in sali ferrosi inpresenza di nitrati d’argento. La carta sen-sibilizzata mediante sali d’argento e sali fer-rici produce per contatto un’immagine co-lor bruno, fissata in una soluzione alcalinadi tiosolfato di sodio.

Kelvin (K)Unità di misura, espressa in gradi, della scaladi similitudine impiegata per misurare la →temperatura colore delle sorgenti luminose.Kodachrome→ Pellicola invertibile a colori lanciata sulmercato dalla Kodak nel 1935 nel → for-mato per il cinema amatoriale e, l’anno se-guente, commercializzata in caricatori da 35mm per apparecchi fotografici.Kodacolor→ Pellicola negativa a colori, messa a pun-to dalla Kodak a metà degli anni Trenta.Kodak N. 1Prima → macchina fotografica lanciata sulmercato da George W. Eastman, nel giugnodel 1888, con lo slogan You press the but-ton, we do the rest! (Premete il bottone, fac-ciamo noi il resto!), ricavato da una combi-nazione arbitraria di lettere vagamente ispi-rata al nome della madre. Si tratta di un ap-parecchio a cassetta lungo meno di 17 cm elargo 10, il primo a non aver bisogno di un→ cavalletto e che, invece della carta, ado-pera → celluloide in rullo; dà fotografie diforma circolare, poiché, per sfruttare tuttal’immagine proiettata → dall’obiettivo, èprivo di una maschera rettangolare per deli-mitare il → formato; si vende già carico dellapellicola sufficiente per cento → pose, alcosto di 25 dollari, incluse pellicola, tracol-la e custodia in pelle, → sviluppo e stampadel primo rullo. Dopo aver scattato centofoto, l’utente spedisce l’apparecchio cosìcom’è, senza aprirlo, alla Eastman di Ro-chester, dove si provvede allo sviluppo e allastampa di tutti i negativi della clientela. Perla restituzione delle stampe e dell’apparec-chio regolarmente ricaricato basta acclude-re alla spedizione dieci dollari, che copronoanche le spese per lo sviluppo e la stampadel nuovo rullo.

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Laboratorio di sviluppo estampa

Laboratorio specializzato, nel quale vieneeffettuato il procedimento tecnico di → svi-luppo e di → stampa delle immagini impres-sionate sulla → pellicola fotografica.LampadeSorgenti luminose artificiali, di vario tipo edi varia potenza, adoperate per illuminare ilsoggetto della → ripresa fotografica. L. lam-po l. elettriche la cui ampolla, piena di ossi-geno, contiene anche un sottile foglio di al-luminio che all’accensione, prodotta da uninnesco attivato da una batteria, genera unaluce particolarmente intensa.Lampeggiatore elettronico→ Flash.LampoSorgente luminosa artificiale di brevissimadurata, com’è quella del → flash, impiegatain caso di luce naturale insufficiente alla →ripresa fotografica. L. al magnesio primoesemplare di l., cui si comincia a ricorrereintorno al 1850, quando si scopre che lacombustione di fili di magnesio produce unaluce molto viva, simile a quella del Sole. Ildenso fumo bianco prodotto dal magnesiocostringe, però, i fotografi a scappare all’ariaaperta, mezzo asfissiati, dopo un paio di scat-ti. L. riflesso (o indiretto) tecnica di illumi-nazione del soggetto, consistente nel varia-re la direzione del l.Lanterna magicaApparecchio ottico per la proiezione di im-magini fisse, diffuso in tutta Europa a parti-re dal Cinquecento. In una piccola scatola,fornita di obiettivo, sono sistemati uno spec-chio concavo, una serie di lenti, una lastradi vetro dipinta con immagini dai colori tra-sparenti ed una fonte di luce costituita dauna candela o da una lampada a olio. I raggiluminosi sono raccolti dallo specchio, rifles-si sulle lenti e concentrati sulla lastra di ve-

tro. Le immagini dipinte sono catturate dal-l’obiettivo, che le ingrandisce e le proiettasulla parete bianca di una stanza buia. Di-retta discendente della → camera oscura, lal.m. viene descritta per la prima volta daAthanasius Kircher nel 1646.LanternistiAddetti al funzionamento della → lanternamagica e degli apparecchi ottici da essa de-rivati.LaserAcronimo di Light Amplification by Stimu-lated Emission of Radiation, ovvero ampli-ficazione di luce mediante emissione stimo-lata della radiazione. Tecnica sviluppata nel1960, che permette di ottenere fasci moltointensi di luce, a differenza della luce ordi-naria, monocromatica (tutta di una stessalunghezza d’onda) e coerente (i fotoni — ole onde — risultano tutti in fase nello stessoistante).LastraSia il materiale fotosensibile con → supportoin vetro e, per estensione, il → negativo daesso ricavato; sia, in gergo tecnico, la pelli-cola → piana di grande → formato.Latitudine di posaCapacità di una → pellicola nel tollerareerrori di → esposizione.LavaggioImmersione della → pellicola o della →carta in acqua corrente, successiva ad ogni→ bagno. Il l. finale serve a eliminare →dall’emulsione ogni residuo di sostanzachimica, in particolare il → tiosolfato disodio.LED (Light Emitting Diode)Serie di diodi emettitori di luce, usati perl’indicazione digitale di grandezze o per se-gnali di vario tipo.LeicaAbbreviazione di Leitz Camera, → macchi-na fotografica messa a punto da Oskar Bar-

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nack — direttore della sezione sperimenta-le della fabbrica di strumenti ottici ErnstLeitz a Wetzlar, nella Germania Occidenta-le — brevettata nel maggio del 1914 e com-mercializzata nel 1924. A differenza della→ Kodak a cassetta, macchina per → istan-tanee senza pretese, la L. — che è in gradodi realizzare 36 → pose, impiega un rullo di→ pellicola da 35 mm con → fotogrammida 24 x 36 mm, un → otturatore a tendinacon tempi molto brevi ed un → obiettivo dieccellente qualità — diventa lo strumentopreferito dai → fotoreporter e da un nume-ro sempre crescente di appassionati. Picco-la e semplice, trasportabile dappertutto e difacilissima utilizzazione, diventa presto ilmodello ispiratore di tutti i moderni appa-recchi portatili. Al primo esemplare fannoseguito, nel 1930, la Leica C, dotata di obiet-tivi intercambiabili e, nel 1932, la Leica IIcon → telemetro incorporato.Lente addizionaleLente convergente che, posta davanti → al-l’obiettivo, consente la messa a → fuocodi soggetti a distanza ravvicinata. Quandol’obiettivo è regolato → sull’infinito, risul-tano a fuoco oggetti posti ad una distanzauguale alla lunghezza focale della lentestessa.Light Amplification by Sti-mulated Emission of Radia-tion→ Laser.Light Emitting Diode→ LED.Lith, pellicola (o pellicolafotomeccanica)Materiale per riproduzioni fotografiche adalto contrasto (fabbricato, con marchi diver-si, da alcune case, come: Kodalith, Gevalith,Gaf P - 407), usato soprattutto per la stampain offset. Tra le sue caratteristiche, l’elimina-zione di tutti i grigi intermedi: la riproduzio-

ne risulta, quindi, una → diapositiva che pre-senta i soli toni bianchi e neri. Poiché rende itoni chiari col nero assoluto e quelli scuri colbianco, la pellicola l. rende invisibili le om-brature e le sbavature in una pagina di com-posizione tipografica da riprodurre per rica-varne una matrice da stampa. Questa stessacaratteristica consente al fotografo che si de-dica alla grafica di trasformare una normaleimmagine fotografica a gradazione continuain un motivo di neri e bianchi. Variando iltempo di posa per la riproduzione, si posso-no inoltre realizzare immagini con propor-zioni differenti di bianco e di nero, sino adottenere una silhouette nera appena punteg-giata qua e là dalle luci più forti. Poiché lapellicola l. dà riproduzioni in bianco e neroassolutamente trasparenti, in fase di stampa sene possono sovrapporre diverse per ottenereuna vasta gamma di effetti. Il materiale si pre-sta, inoltre, a vari metodi di stampa a colori,tra cui l’impressione mediante sagome foratenel procedimento della → serigrafia.Little Galleries of the Pho-to-Secession→ 291.Low-keyEspressione inglese, di accezione comune,utilizzata per indicare una tecnica di → stam-pa fotografica — spesso collegata alla →ripresa e allo → sviluppo — in cui preval-gono i valori tonali scuri.Luce della ribaltaTra i primi sistemi di → illuminazione arti-ficiale — utilizzata, nei teatri ottocenteschi,per illuminare il palcoscenico — consisten-te in un getto di ossigeno e idrogeno cheproietta una fiamma su un disco di calce,portandolo all’incandescenza.Luce di sicurezzaLampada speciale, dotata di filtri, che emetteuna debole luce colorata. Impiegata per illu-minare la → camera oscura e il → bromogra-

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fo, consente di vedere il materiale fotosensi-bile senza comprometterne → l’emulsione.Luce incidenteLuce che illumina il soggetto di una → ri-presa fotografica.L.U.C.E., Istituto Cinemato-grafico Italiano (L’UnioneCinematografica Educativa)Istituito nel 1924 sulle basi del SindacatoIstruzione Cinematografica come L.U.C.E.,nel 1925 si trasforma in Istituto NazionaleL.U.C.E. e, nel 1937, trova la sua sede defi-nitiva in una nuova costruzione nei pressidi Cinecittà e del Centro Sperimentale. Natocome Ente parastatale, successivamente sitrasforma in Ente dello Stato.

Luce parassitaEspressione utilizzata per indicare una o piùmacchie chiare prodotte su un’immaginefotografica dai riflessi di luce sulla superfi-cie esterna → dell’obiettivo, tra le sue lentiinterne e sulle superfici metalliche all’inter-no dell’apparecchio. La formazione di l.p.può essere evitata astenendosi dallo scatta-re foto in direzione del Sole o di sorgentiluminose artificiali. Queste, però, produco-no l.p. anche quando vengono a trovarsi fuo-ri dal campo di → ripresa, poiché la super-ficie dell’obiettivo devia i raggi obliqui ver-so la parte interna della macchina fotografi-ca. Quanto più il → diaframma è aperto,quindi, maggiore è l’eventualità che si veri-fichi tale inconveniente. Si rende allora in-dispensabile fare uso del → paraluce o di→ diaframmi chiusi il più possibile; oppuremascherare la fonte luminosa con l’oggettostesso della ripresa, facendo sì che quest’ul-timo venga a trovarsi tra l’obiettivo e la luce.

Luce riflessaQuella parte della → luce incidente su unsoggetto, che, non essendo assorbita ma ri-flessa da quest’ultimo, va ad impressionarela → pellicola.

Luminosità (o apertura re-lativa)Sia la quantità di luce emessa o riflessa daun soggetto o da una superficie; sia la quan-tità di luce che passa attraverso → l’obietti-vo, in relazione alla sua → focale.

Macchina fotografica(detta anche fotocame-

ra o apparecchio fotografico)Apparecchio ottico-meccanico per la ripre-sa di immagini su → pellicola fotosensibi-le. Suoi componenti essenziali sono il cor-po macchina e l’obiettivo. Il corpo macchi-na contiene tutti i dispositivi ottico-mecca-nici — che consentono il controllo dell’im-magine e dei suoi parametri — ed elettroni-ci, che consentono la gestione dell’apparec-chio da parte dell’operatore: l’oculare di tra-guardazione o mirino, il pentaprisma, l’ot-turatore a tendina o a lamelle metalliche, ilcircuito elettronico esposimetrico. L’ocula-re di traguardazione (o mirino), consentel’inquadramento dell’immagine. Il pentapri-sma consente di riflettere al mirino l’imma-gine così come viene catturata dalle lentidell’obiettivo. L’otturatore a tendina o alamelle metalliche, comandato dal pulsantedi scatto, può essere a scorrimento orizzon-tale o verticale. La velocità di lavoro del-l’otturatore — che, normalmente, non su-pera il duemillesimo di secondo — può rag-giungere un ottantesimo di secondo neimodelli a scorrimento verticale con lamelleal titanio. L’otturatore è detto centrale neimodelli in cui viene costruito all’internodell’obiettivo. Il circuito elettronico espo-simetrico consente con vari sistemi di otti-mizzare il rapporto tra la quantità di luce inarrivo dall’obiettivo, la sensibilità della pel-licola adoperata e la velocità di lavoro del-l’otturatore (ovvero, l’intervallo di tempo incui la luce colpisce l’emulsione fotosensi-

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bile stesa sul supporto plastico della pelli-cola). Il corpo macchina monta, inoltre, tut-ti i dispositivi meccanici che consentono lagestione del lavoro fotografico: la leva perl’avanzamento della pellicola; la manovel-la per il riavvolgimento della pellicola; ilcontrollo del comando della profondità dicampo (lo spazio metrico in cui tutti gli og-getti osservati attraverso il mirino risultanoa fuoco), importante in particolari condizionidi luce, con tempi di esposizione molto ve-loci o con grandi aperture del diaframma (ilforo, ad apertura regolabile, che lascia pas-sare la luce attraverso le lenti dell’obietti-vo). Negli apparecchi moderni questi dispo-sitivi sono automatizzati e comandati da unmicromotore alimentato, come l’intero si-stema elettronico della macchina, da batte-rie a lunga durata, oppure — è il caso del-l’avanzamento della pellicola — dal → win-der, un motore ausiliario che permette discattare in sequenza più fotografie. Il corpomacchina porta anche una slitta (o contattocaldo) per l’inserimento del flash — an-ch’esso elettronico e, spesso, orientabile —collocata, in genere, sulla parte superioredell’apparecchio. L’obiettivo è un sistemaottico convergente composto da una o piùlenti concentriche (obiettivo diottrico) o dalenti e specchi (obiettivo catadiottrico),montate in un contenitore cilindrico dotatodi ghiere per la messa a → fuoco e per l’aper-tura del diaframma, in grado di trasferiresulla superficie della pellicola l’immaginenitida ed uniforme del soggetto inquadrato.Gli obiettivi sono caratterizzati dalla lun-ghezza focale — la capacità dell’obiettivo,misurata in millimetri, di catturare la por-zione di spazio da far rientrare nel fotogram-ma — dalla quale dipende l’angolo di cam-po; e dall’apertura relativa (o luminosità)— cioè dalla quantità di luce che lascianopassare — determinata dal rapporto tra lalunghezza focale e il diametro dell’apertura

attraverso cui passano i raggi luminosi. Gliobiettivi — intercambiabili tanto nelle mac-chine → reflex (il tipo di apparecchio piùdiffuso, per uso sia amatoriale sia profes-sionale) quanto nelle macchine da studio —in alcuni casi vengono alloggiati su torrettegirevoli montate sul corpo macchina perpermettere un rapido cambiamento di lun-ghezza focale. In base a quest’ultima, gliobiettivi si suddividono in normali, → gran-dangolari e → teleobiettivi.Macro (obiettivi)Speciali → obiettivi per riprese a distanzaravvicinata.MacrofotografiaSia la tecnica fotografica a distanza ravvici-nata, con rapporto di riproduzione compresotra 1:1 e 10:1, sia l’immagine fotografica ot-tenuta mediante tale procedimento.Magazzino→ Caricatore per dia.

MagicubeTipo di → flash, composto da un gruppo diquattro → lampade lampo, la cui accensio-ne — a differenza del → Cuboflash — vie-ne innescata automaticamente, senza l’im-piego di batterie.

Magnum PhotosAgenzia fotografica autonoma, organizza-ta come una cooperativa di cui tutti i foto-grafi sono allo stesso tempo soci e proprie-tari, fondata a Parigi nell’aprile del 1947da Robert Capa, Henri Cartier-Bresson,George Rodger, William Vandivert e Da-vid «Chim» Seymour. Nel 1948 il gruppoapre a New York una seconda sede, allaquale si affiliano altri celebri → free-lan-ce. In inglese «Magnum» indica una gros-sa bottiglia, il cui contenuto corrisponde adue «bottles of spirit»: nella scelta del nomeè determinante il doppio senso della paro-la «spirit», che allude alla varietà di inge-gni di cui si compone il gruppo. Scopo di-

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chiarato è liberare il fotografo dai condi-zionamenti culturali e politici imposti da-gli editori, facilitare i rapporti lavorativicon i periodici e suddividere i servizi inbase ai rispettivi interessi personali. Lamacchina fotografica viene impugnatacome un’arma per testimoniare ed esplo-rare le vicende internazionali, dalla guerradi Spagna alla seconda guerra mondiale. Ifotografi della M. sono accomunati dal mitodel realismo, espresso attraverso l’istanta-neità. Cartier-Bresson, in particolare, rico-nosce al fotografo la capacità di cogliere— nella frazione di secondo che coincidecon lo scatto di un’istantanea — il «signi-ficato di un fatto» sintetizzandolo sotto for-ma di informazioni visive istantanee macomplete, approfondite e ben articolate.MammutMacchina fotografica dalle dimensioni gi-gantesche, costruita nel 1900 a Chicago suordinazione di una compagnia ferroviariache desidera la riproduzione fotografica —perfettamente dettagliata e in un’unica im-magine — di un nuovo treno rapido di lus-so. Pesa circa 650 chili se caricato con lasua → lastra di vetro (che, da sola, ne pesa225) e viene manovrato da una squadra diquindici uomini, mentre per lo → sviluppoe la → stampa di una fotografia nel → for-mato da 1,35 x 2,40 m sono necessari circa40 litri di soluzioni chimiche.ManifestoFoglio di dimensioni variabili, da affiggerein luoghi pubblici, recante un’elaborazionegrafica, fotografica o pittorica di una o piùimmagini.MarginatoreAccessorio da → camera oscura che permet-te di mettere in posizione e trattenere i foglidi → carta fotografica sul piano di → stam-pa dell’ingranditore, incorniciando le imma-gini in un bordo bianco.

MascheraturaTecnica che, in fase di → stampa, permettedi esporre in modo differenziato la → cartafotografica per compensare eventuali diffe-renze di → densità presenti sul → negativo.Offre il mezzo più efficace per adattare icolori e le immagini al gusto del fotografo.Questi, servendosi di cartoncini neri sago-mati o, più semplicemente, delle propriemani, può far risaltare un elemento di parti-colare interesse e, nello stesso tempo, atte-nuare o rafforzare i colori.MatriceEsemplare originale, da cui è possibile rica-vare copie.Memory stickSupporto dalle dimensioni di un chewinggum — nato per immagazzinare dati (tra cuifile mp3 e immagini) — componente essen-ziale della Phd-A55, prima → cyberframelanciata dalla Sony nel 1999.MezzatintaSia la sfumatura intermedia di un colore; siala tecnica di riproduzione → fotomeccani-ca delle m. di una → fotografia, consistentenell’impiegare una → lastra di vetro retico-lata in maniera da suddividere l’immaginein una miriade di punti: alcuni minuscoli,altri di dimensioni maggiori. La prima ri-produzione di m. mai apparsa su un giorna-le a larga diffusione — definitivamente adot-tata, dopo alcuni anni di esitazione, intornoal 1910 — appare sul «Tribune» di NewYork il 21 gennaio 1897 e raffigura ilnewyorchese Thomas C. Platt, appena elet-to senatore degli Stati Uniti.Mezzi toniSfumature di grigio, comprese tra il biancopuro e il nero puro.Microcamera→ Macchina fotografica compatta e auto-matizzata, dalle dimensioni ridotte.

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strumenti

MicrofilmSia il sistema di ripresa fotografica con for-te rapporto di riduzione su → pellicola a →grana finissima, utilizzato per lo più per l’ar-chiviazione di riproduzioni miniaturizzatedi documenti di vario genere; sia la bobinadi pellicola contenente tale riproduzione. Apartire dal 1945 vi si ricorre largamente perla raccolta, l’archiviazione dei documenti ela loro successiva consultazione. L’impie-go del m. offre una serie di vantaggi: celeri-tà di duplicazione; facile protezione e con-servazione della micro-copia di documentipreziosi o riservati in piccoli locali blindati(casseforti, cassette di sicurezza ecc.); con-servazione del documento su pellicola perun periodo certamente superiore all’origi-nale cartaceo, data la deperibilità di carte einchiostri; agevole spostamento, special-mente in caso di sinistri e di richieste di con-sultazione; assoluta fedeltà di riproduzione;possibilità di consultazione collettiva o si-multanea, poiché, da un unico negativo, puòessere ricavato un numero infinito di positi-vi; prestito di documenti tra i più disparatiIstituti; risparmio di spazio; basso costo, siain bianco e nero sia a colori.MicrofilmaturaProcedimento per l’esecuzione di → micro-film.MicrofotografiaSia il ramo della → fotografia scientificache, combinando il microscopio con → l’ap-parecchio fotografico, permette la registra-zione dei movimenti di organismi altrimen-ti invisibili all’occhio umano; sia l’immagi-ne fotografica ottenuta mediante tale proce-dimento.Micro-riproduzioneRiproduzione fotografica, in scala ridotta,su → microfilm. La sua nascita risale al1839, quando John Benjamin Dancer rie-sce a fissare su una superficie fotosensibi-

le un documento utilizzando un microsco-pio che gli permette di ridurre l’originalein scala 1:60. I primi microformati di do-cumenti risalgono invece al 1870, quando,durante la guerra franco-tedesca, il colle-gamento tra Tours (dove si è ritirato il go-verno francese) e Parigi (assediata dal ne-mico) viene assicurato tramite piccioniviaggiatori che trasportano messaggi mi-croscopici, stilati su una superficie di unmillimetro quadrato. Un formato così ri-dotto consente di far trasportare a ciascunpiccione tremila, quattromila messaggi perun peso complessivo inferiore ad un gram-mo. In occasione della prima e della secon-da guerra mondiale, in particolare a partiredal 1945, i vantaggi della miniaturizzazio-ne dei documenti su → microfilm vengo-no ampiamente sfruttati dai servizi di spio-naggio.Mirino (o oculare di traguar-dazione)Componente della → macchina fotografi-ca.Modulation Transfer Func-tion→ MTF.Moltiplicatore di focaleSistema ottico → afocale, che, inserito tra→ corpo macchina e → obiettivo, ne aumen-ta la lunghezza → focale del doppio (dupli-catore) o del triplo (triplicatore).Mondo nuovo (o niovo)Definizione italiana della → scatola ottica.Monocroma→ Monocromatica.Monocromatica (o monocro-ma)Immagine fotografica che presenta varie sfu-mature di un unico colore, ottenuta da →pellicola a colori impiegando un → filtrofortemente colorato oppure da → diapositi-

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ve o → stampe in bianco e nero trattate inmaniera speciale.MonopiedeSupporto costituito da un’unica gambaestensibile a cannocchiale, dotato di una te-stata a snodo su cui è possibile fissare la →macchina fotografica.MonoreflexAbbreviazione per → reflex monoculare.MordenzaturaPreparazione → dell’emulsione per la suc-cessiva applicazione di coloranti organici.Mostra fotograficaEsposizione pubblica di → stampe fotogra-fiche. La sua organizzazione comporta lasoluzione di una serie di problemi di pro-gettazione, da risolvere preliminarmente conschizzi e piantine. L’organizzatore predispo-ne, prima di tutto, la posizione delle foto:alcune principi fondamentali prescrivono dialternare stampe verticali e orizzontali, stam-pe dai toni chiari e dai toni scuri, stampecon immagini grandi e con immagini pic-cole, appendendole a varie altezze, corre-dandole di didascalie e, se necessario, di noteesplicative. La piantina o — per eventi diun certo rilievo — il plastico in scala ridottadell’ambiente in cui ha luogo la m., rivesto-no un’importanza decisiva per stabilire lacollocazione delle foto. Piantina e plasticopossono essere rimaneggiate più volte, fin-ché la struttura dell’esposizione corrispon-da al naturale flusso dei visitatori. L’allesti-mento di pannelli supplementari offre alcu-ni vantaggi: aumentare la superficie esposi-tiva, offrendo più superfici verticali su cuiappendere le stampe; incanalare l’itinerariodel pubblico dentro percorsi obbligati; rin-novare l’aspetto dell’ambiente. Perché la m.abbia un ritmo preciso e riesca a fare presasul pubblico, le foto vanno proposte in undeterminato ordine: immagini-chiave, stam-pate in grandi dimensioni, alternate a quelle

più piccole; e poi drammatiche alternate aserene, tristi alternate a spensierate e cosìvia.MotoreAccessorio della → macchina fotograficacostituito da un motore elettrico alimenta-to a pile, incorporate o separate, che prov-vede a far avanzare automaticamente la →pellicola ad ogni → scatto e a riarmare →l’otturatore. Il suo impiego permette di ef-fettuare scatti singoli o in serie, ad una ve-locità fino a cinque → fotogrammi al se-condo.MTF (Modulation TransferFunction)Sistema di analisi completa ed oggettiva diun → obiettivo, in riferimento tanto alla →risolvenza quanto al → contrasto.Multivisione→ Diaproiezione su un unico, grande scher-mo, di più → diapositive provenienti da al-trettanti → proiettori dia sincronizzati.

Nastro magnetico (o vi-deotape)

Striscia di materiale plastico, un lato del qualeè rivestito di sostanze ferromagnetiche, con-tenuta all’interno della → videocassetta, uti-lizzata come supporto per la registrazione ela riproduzione di segnali elettronici.Natura mortaEspressione utilizzata, in campo artistico,per indicare la rappresentazione di soggettiinanimati in contrapposizione a quella configure umane.

NaturalismoMovimento capeggiato dal fotografo PeterHenry Emerson, affermatosi in Europa in-torno al 1880, mentre il → Pittorialismo èal culmine e si assiste alla prima diffusionedi massa della fotografia, determinata dallancio della → pellicola in rullo e dell’ap-

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parecchio → Kodak N. 1. Instaurando undibattito sulla fotografia che si protrarrà finoai primi decenni del Novecento, Emerson sischiera contro le sofisticazioni pittoriciste:attacca le convenzioni imposte dai sosteni-tori della fotografia «d’arte» in una serie diarticoli; si scaglia contro artifici ed espedien-ti diffusissimi quali il montaggio delle im-magini, i soggetti in costume, i fondali di-pinti e la tendenza a romanzare la vita quo-tidiana; mette al bando trucchi di luce, posestudiate, costumi ed oggetti di scena per pre-scrivere attrezzatura semplice, autonomia dicomposizione rispetto alle forme classicheg-gianti e totale soppressione del ritocco, stig-matizzato come «il procedimento con cui sitrasformano fotografie belle, brutte e cosìcosì, in brutti disegni o dipinti».NegativaImmagine fotografica in → negativo.NegativoTipo di → pellicola che funge da supportoall’immagine, ottenuta esponendo una →emulsione fotografica, sulla quale i colori ei relativi toni dell’immagine appaiono rove-sciati. Dal n. possono essere ricavate più →copie e, per procedimento di stampa, il →positivo.NGSigla per → numero guida.NitidezzaGrado, più o meno elevato, con cui si rie-scono a distinguere i dettagli che compon-gono un’immagine fotografica.Numero guida (NG)Numero che esprime la potenza di una →lampada lampo o di un → flash, general-mente riferita ad una → pellicola da 100ASA. Viene utilizzato per determinare il →diaframma da impostare, ottenuto dividen-do il NG per la distanza in metri del sogget-to della → ripresa.

ObiettivoComponente della → macchina fo-

tografica e del → proiettore dia, costituitoda un sistema lenticolare convergente in gra-do di trasferire sulla superficie piana della→ pellicola o dello schermo un’immaginenitida e uniforme. Gli o. sono intercambia-bili tra loro e, in alcuni casi, vengono allog-giati su torrette girevoli montate sulla mac-china fotografica per permettere un rapidocambiamento di lunghezza → focale. In basea quest’ultima, l’o. si distingue in normale,→ grandangolare e → teleobiettivo. Gli o.anamorfici sono usati per lo più in diaproie-zioni panoramiche, mentre quelli a lunghez-za focale variabile sono anche detti → zoom(o trasfocatori).Obiettivo tedescoObiettivo messo a punto nel 1840 da Josef MaxPetzval — circa sedici volte più luminoso diquello adoperato da Daguerre — che permet-te di fotografare scene scarsamente illumina-te, persone in movimento ed ha la proprietà diridurre il tempo di esposizione a meno di unminuto. Nel gennaio del 1841 Voigtländer &Figlio lo lanciano sul mercato montato su unraffinato apparecchio, appositamente costrui-to — il primo a non essere una camera oscuramodificata ma la prima, vera → macchina fo-tografica — venduto, smontato, in un elegan-te astuccio di legno: la sua forma è simile aquella di un piccolo telescopio ed utilizza la-stre circolari per poter registrare l’intera im-magine prodotta dall’obiettivo.Occhio di gufo→ Owe-eye.Occhio di pesce→ Fish-eye.Oculare di traguardazione (omirino)Componente della → macchina fotografi-ca.

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OffsetProcedimento di stampa planografica indi-retta, in cui l’immagine deriva da una lito-grafia ed è trasportata su carta mediante unamatrice cilindrica di materiale plastico. Per-fezionato nel 1904, consente di stamparecontemporaneamente testo ed immagini connotevole riduzione dei costi.OlografiaTecnica che, grazie all’impiego della radia-zione monocromatica emessa da un → la-ser, permette la realizzazione di immaginifotografiche con particolari caratteristiche ditridimensionalità. La radiazione laser vienesdoppiata, per mezzo di uno specchio semi-trasparente, in due fasci: uno (detto fasciodi riferimento) colpisce direttamente la la-stra fotografica, l’altro la colpisce dopo es-sere stato diffuso dall’oggetto di cui si vuo-le ottenere l’immagine. Questi fasci inter-feriscono, dando luogo ad una figura di dif-frazione — l’ologramma — che viene regi-strata dalla lastra. Per ottenere l’immaginedell’oggetto bisogna far passare attraversoil suo ologramma un solo fascio di radia-zione laser (il fascio di riferimento), che ri-produce gli stessi fronti d’onda formatisiin seguito alla diffusione della radiazione delsecondo fascio: l’occhio dell’osservatorevede, quindi, l’immagine tridimensionaledell’oggetto. Dennis Gabor inventa l’o. neltentativo di mettere a punto una tecnica perrendere visibili gli atomi e, dopo anni di ri-cerche, nel 1947 ne elabora i principi fon-damentali. Gabor tenta di interessare l’in-dustria alla propria invenzione, ma con scar-so successo. L’invenzione gli varrà, comun-que, nel 1971, il premio Nobel per la fisica.Gli ologrammi di Gabor sono poco più checuriosità da laboratorio e, in realtà, non ap-paiono tridimensionali ma piani a causa dellafonte luminosa impiegata: la tradizionalelampada ad arco di mercurio. Soltanto inseguito all’avvento del laser, nel 1963,

Emmett N. Leith e Juris Upatnieks mettonoa punto la tecnica olografica, che presenta-no ufficialmente nell’aprile del 1964. In se-guito George Stroke perfeziona il cosiddet-to ologramma riflettente, che estende il cam-po di applicazione dell’olografia e segna ilsuo definitivo ingresso nel mercato fotogra-fico. L’o., che porta la fotografia nella terzadimensione, si basa su leggi ottiche assaicomplesse. Nell’apparecchio fotografico tra-dizionale un sistema ottico (l’obiettivo) rac-coglie i raggi luminosi riflessi dal soggettoe li concentra per formare l’immagine sulmateriale fotosensibile: l’elemento tridimen-sionale (la profondità) non viene registratopoiché la pellicola non è sensibile alla fasedelle onde luminose, vale a dire l’ordine incui queste si susseguono per rappresentar-lo. L’o. permette quindi di registrare sullapellicola la fase, che apporta l’informazio-ne relativa alla profondità; e, con essa, levarie intensità delle onde luminose cui sidevono i toni chiari e scuri. Nel procedimen-to olografico, inoltre, tutte queste informa-zioni vengono registrate sulla pellicola sen-za far uso dell’obiettivo. L’immagine gene-rata da un ologramma risulta talmente ade-rente alla realtà che l’osservatore, inevita-bilmente tentato di toccare ciò che vede, re-sta a mani vuote. La sensazione di realtàderiva dal fatto che l’immagine è assoluta-mente completa: il soggetto, ricreato ottica-mente in tre dimensioni, viene presentato al-l’occhio umano in un numero pressoché in-finito di versioni. Semplicemente cambian-do l’angolo d’incidenza del fascio laser omodificandone la lunghezza d’onda, l’o.permette di registrare sulla stessa pellicolaun numero quasi infinito di versioni dellostesso soggetto. Per cui, esaminando anchesolo una piccola parte di un ologramma, èpossibile vedere l’immagine nella sua inte-rezza. Una delle caratteristiche essenziali delprocedimento olografico, sta nella capacità

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di registrare e di immagazzinare rapidamen-te e agevolmente grandi quantità di infor-mazioni. Ogni ologramma contiene, infatti,un grandissimo numero di vedute dello stes-so soggetto ed ogni veduta costituisce un re-pertorio assai vasto di informazioni. La tec-nica olografica trova vasta applicazione nel-l’ambito dei controlli di produzione indu-striale, nel restauro di opere d’arte, in infor-matica ecc. Inoltre permette di registrare, tra-mite computer, immagini di ciò che non esi-ste: di dare, ad esempio, una rappresenta-zione visiva di un modello creato con cal-coli matematici. L’o. acustica, che fa uso dionde sonore invece che di onde luminose,viene applicata alla sorveglianza sottomari-na: il sistema sonar, ad esempio, consentedi osservare su uno schermo simile a quellodel radar immagini di oggetti immersi inacqua mediante l’emissione di onde sono-re; queste ultime, riflesse dagli oggetti, ven-gono raccolte da un dispositivo che le tra-sforma in segnali elettrici.OlogrammaImmagine fotografica prodotta mediante →olografia.Ombrello→ Diffusore in stoffa a forma di ombrello,impiegato soprattutto per i → lampeggiato-ri da studio, la cui superficie interna — al-tamente riflettente — può essere bianca, ar-gentata o dorata.Open-flashAccensione del → lampo non sincronizzatacon → l’otturatore, ma comandata manual-mente mediante un pulsante durante una →posa particolarmente lunga.Ortocromatica (pellicola)→ Pellicola (ma anche carta fotosensibile)in → bianco e nero, la cui emulsione è sen-sibile a tutti i colori dello spettro ad ecce-zione del rosso, impiegata per eseguire ri-produzioni → fotomeccaniche.

OtturatoreCongegno rotante → della macchina foto-grafica e del → proiettore dia, posto tra →l’obiettivo e la → pellicola, che regola sin-cronicamente il passaggio dei raggi lumi-nosi provenienti dall’esterno verso →l’emulsione fotografica. L’o. è costituito daun disco metallico dotato di una fenditura,la cui ampiezza determina il tempo di espo-sizione, ed è diviso in settori opachi e aper-ti. Ruotando, i settori opachi interromponoil flusso della luce durante il trascinamentodella pellicola, mentre i settori aperti con-sentono l’esposizione (nella macchina foto-grafica) o la proiezione (nel proiettore dia)nell’attimo in cui la pellicola rimane ferma.Owl-eye (ovvero occhio digufo)Espressione inglese, di accezione comune,utilizzata per indicare un tipo di apparec-chio che «vede» al buio, senza tradire la pro-pria presenza attraverso l’emissione di →lampi. Progettato e costruito per le forze ar-mate statunitensi impegnate a combattere inVietnam, che lo usano per l’osservazionenotturna delle foreste, viene in seguito im-piegato per scopi investigativi e in opera-zioni di salvataggio. È costituito da una son-da di circa 50 cm, con un obiettivo ad unaestremità ed uno schermo di visione all’al-tra; all’interno della sonda è montato un in-tensificatore di immagini che amplifica laluce, anche quella di minima intensità, mi-gliaia di volte, trasformandola in segnalielettrici che attivano uno schermo fosfore-scente, rendendo visibile l’immagine.

Pancromatica (pellicola)→ Pellicola (ma anche carta foto-

sensibile) in → bianco e nero, la cui emul-sione è sensibile a tutti i colori dello → spet-tro, che registra con tonalità di grigio di va-ria intensità.

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Pancromatiche (lastre)Tipo di → lastre fotografiche sensibilizzateverso le radiazioni di tutti i colori, commer-cializzate alla fine del 1894 dai fratelli Lu-mière.

PanningTermine inglese, di accezione comune, uti-lizzato per indicare una tecnica di → ripre-sa consistente nel cogliere un soggetto inmovimento trasversale rispetto alla → mac-china fotografica, in maniera che risulti ab-bastanza nitido su sfondo completamentemosso.

PanoramaAttrazione spettacolare in voga nell’Otto-cento (e, in scenotecnica, un fondale dipin-to di grandi dimensioni, fisso o mobile, oun fondale monocromo curvilineo solita-mente destinato a fingere il cielo), consisten-te in un dipinto di diversi metri presentatosu una superficie a 360°, sviluppato lungole pareti di un padiglione rotondo apposita-mente costruito e illuminato dall’alto in ma-niera tale che lo spettatore, posto al centrodella sala, percepisca l’illusione ottica di es-sere circondato da un orizzonte reale. L’ideaalla base del P. consiste, infatti, nel superarele limitazioni oggettive imposte dalla nor-male raffigurazione della realtà: l’occhio dichi osserva tanto un quadro quanto una fo-tografia è forzatamente costretto a vederesoltanto una porzione di spazio, corrispon-dente ad un determinato settore, al cui ver-tice hanno operato il pittore o il fotografoper riprendere la scena. Il P. pone, invece, lospettatore nelle medesime condizioni in cuiquest’ultimo verrebbe a trovarsi osservan-do, ad esempio, un paesaggio dall’alto di unamontagna: sarebbe al centro di un emisfe-ro; mentre, tutt’intorno, case, monti, cielogli si dispiegherebbero dinanzi con conti-nuità e senza altro limite di quello segnatodall’orizzonte. Suggerito da alcuni studi del-

l’architetto tedesco Breysig, il P. viene co-struito per la prima volta a Edimburgo nel1785 e presentato al pubblico tre anni piùtardi dal pittore inglese Robert Barker. In-trodotto a Parigi nel 1799 dallo statunitenseRobert Fulton (l’inventore del battello a va-pore), che l’espone a Mont-Martre, il P. vie-ne successivamente perfezionato allo sco-po di creare l’impressione della tridimen-sionalità: viene introdotto un falso piano conoggetti reali, sagome di alberi e così via, resinell’esatta proporzione delle forme e dei co-lori; mentre la piattaforma dove prende po-sto il pubblico viene sagomata a forma dipicco di montagna, di torre, di tetto, affin-ché l’illusione sia perfetta. Dal 1820 circa,per iniziativa di Louis-Jacques Mandé Da-guerre, il P. ha nel → Diorama una versioneridotta di ancora più ampia diffusione.Panoramica (fotografia)Immagine lunga e stretta ottenuta o realiz-zando più fotografie successive, ruotandoogni volta la → macchina fotografica di undeterminato angolo, o impiegando specialiapparecchi dotati di → obiettivo rotante ecaricati con → pellicola posta su un arco dicerchio.panoramica (Testata)Dispositivo che, posto tra il → cavalletto ela → macchina fotografica, consente la ro-tazione di quest’ultima di 360° per l’esecu-zione di foto panoramiche.PaparazzataImpresa da → paparazzo.Paparazzo→ Fotoreporter specializzato nel coglierealla sprovvista celebrità di vario genere incircostanze imbarazzanti, così detto dalnome di Paparazzo: personaggio di contor-no del film La dolce vita (di Federico Felli-ni, 1960) — a sua volta ricavato da quellodi un albergatore calabrese dell’Ottocento,scovato dagli sceneggiatori in un libro di

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viaggi — fotografo intrigante, sempre a cac-cia di scandali.Parallasse (errore di)Differenza tra il → campo inquadrato dal→ mirino e il campo effettivamente impres-sionato sulla → pellicola, che risulta tantopiù elevata quanto più il soggetto è vicinoalla → macchina fotografica.ParaluceAccessorio in metallo, plastica o gomma.Applicato → all’obiettivo, evita che raggiluminosi provenienti da una forte sorgente— naturale o artificiale — ne colpiscano di-rettamente la lente frontale, causando fasti-diosi riflessi.Parco lampadeL’insieme delle → lampade adoperate per→ l’illuminazione artificiale della → saladi posa.Passeggiate fotograficheSpedizioni in carrozza organizzate, tra Ottoe Novecento, dai soci della → Società Fo-tografica Italiana, che inaugurano in Italiail lavoro fotografico d’équipe, durante lequali si scattano foto «in gruppo» da svi-luppare assieme nei «gabinetti» della Socie-tà.PassepartoutTermine francese di accezione comune uti-lizzato per indicare una cornice in cartonerivestito, più o meno spesso, che, nei quadrie nei portaritratti, delimita l’immagine conun bordo colorato e la distanzia dal vetro.P.D.Sigla per → Pubblico dominio.Peep-showDefinizione inglese della → scatola ottica.PellicolaSupporto, flessibile e trasparente, per la re-gistrazione delle immagini fotografiche. Ècomposta da una striscia in celluloide o inacetato di cellulosa, le cui componenti fon-

damentali sono costituite da una «base» o«supporto»; un sottilissimo «substrato ade-sivo» in gelatina; una «emulsione» sensibi-le alla luce, legata alla base mediante il sub-strato adesivo e costituita solitamente da unasospensione di sali d’argento in gelatina, ri-conoscibile come il lato opaco. Le modernep. fotografiche vengono generalmente sud-divise in due grandi categorie: in bianco enero o a colori; oppure, a seconda del loroimpiego: per ripresa, per elaborazioni incamera oscura, per arti grafiche e così via.Le p. in bianco e nero possono essere orto-cromatiche (cioè sensibili a tutti i colori,escluso il rosso), pancromatiche (sensibilianche al rosso), UV (sensibili alle radiazio-ni ultraviolette). Oltre ai negativi, da quasitutte le p. in bianco e nero è possibile otte-nere diapositive mediante un procedimentodi inversione. Le p. a colori sono costituiteda tre strati sovrapposti di emulsione. Lostrato esterno è sensibile al blu, quello in-termedio al blu e al verde, il terzo al blu e alrosso. Un filtro giallo posto sotto al primostrato, blocca la luce blu: i due strati sotto-stanti vengono, quindi, impressionati soltan-to dalla luce verde e da quella rossa. Le p.invertibili a colori, che registrano fedelmentela differenza di colore esistente tra luce na-turale e artificiale, sono prodotte in due tipidiversi: per la luce naturale e per la luceartificiale, notevolmente gialla, delle lam-pade a incandescenza. Le p. per lavori incamera oscura vengono utilizzate per otte-nere duplicati di diapositive, negativi da dia-positive e viceversa, oppure per speciali ela-borazioni in bianco e nero o a colori. Le p.per arti grafiche, dotate di scarsa sensibilitàe forte contrasto, vengono utilizzate per lastampa di giornali e riviste. La p. piana vie-ne, invece, confezionata in fogli — anzichéin rulli, caricatori, cartucce o a metraggio— adoperata nella macchine da studio digrande formato, per l’esecuzione di lavori

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industriali o per elaborazioni in camera oscu-ra.Persistenza retinicaPrincipio secondo il quale la retina dell’oc-chio umano possiede la proprietà di restareimpressionata per un determinato periodo ditempo dalle immagini viste, enunciato perla prima volta nel 1829 dal belga JosephFerdinand Antoine Plateau, fisico, astrono-mo e studioso di ottica. Grazie a questo fe-nomeno, l’occhio umano riesce a fonderein un flusso continuo le singole stimolazio-ni visive che riceve. Per verificarne l’esat-tezza, nel 1830 lo stesso Plateau mette apunto il fenachistoscopio (detto anche fe-nachetiscopio o fenacistiscopio).Persistenza visivaFenomeno secondo il quale «il cervelloumano vede un oggetto più a lungo dell’oc-chio stesso», alla base dell’illusione delmovimento delle immagini cinematografi-che. Queste vengono, infatti, registrate se-paratamente in una successione rapidissima(24 fotogrammi al minuto secondo) di posefotografiche fisse, che riproducono un og-getto in movimento catturato in posizioniprogressivamente differenti e vengono pre-sentate allo sguardo dello spettatore a velo-cità costante (ancora 24 fotogrammi al mi-nuto secondo). Per ottenere la sensazione dimoto continuo, sono necessari non meno di18 e non più di 24 → fotogrammi al minutosecondo. Ogni immagine resta impressa sul-la retina per 1/20 di secondo: continuiamo avederla, quindi, per una frazione di secondoanche dopo che l’oggetto è scomparso dalnostro campo visivo. Se ci viene presentataun’immagine dopo l’altra, la p.v. della pri-ma occupa anche la brevissima pausa ne-cessaria alla comparsa della seconda. Il no-stro cervello, tratto in inganno, le percepi-sce come due immagini continue e riesce acoglierne le tre dimensioni, di fatto inesi-stenti, integrando tra loro i particolari — da

quelli in primo piano, a quelli sullo sfondo— in un quadro dinamico e completo. Lospettatore cinematografico, aiutato dallamemoria visiva e dal processo di elabora-zione del cervello, riesce così a ricrearel’ambiente fisico in cui si svolge l’azionesullo schermo. L’illusione del movimento,però, s’interrompe immediatamente se vie-ne modificata la velocità di proiezione.PhotofitTermine inglese, di accezione comune, uti-lizzato per indicare un sistema di identifica-zione personale, analogo → all’identikit, peril quale si adoperano particolari di fotogra-fie anziché disegni.Photogenic-drawingEspressione inglese per → disegno fotoge-nico.PhotogravureTecnica fotografica di → stampa, partico-larmente delicata, perfezionata tra Otto eNovecento. Adottata da alcuni fotografi-ar-tisti per la particolare resa figurativa, vi ri-corre anche Alfred Stieglitz per illustrare →«Camera Work».Photo-Secession (ovvero Se-cessione Fotografica)Associazione fotografica, tra i più importantimovimenti artistici del Novecento, organiz-zata come gruppo ufficiale da Alfred Stie-glitz nel 1902 e attiva fino al 1910. Tra imembri fondatori alcuni fotografi, più omeno dilettanti: Edward J. Steichen, appren-dista litografo del Milwaukee influenzato daipittori Impressionisti; Clarence White, con-tabile di Newark, Ohio, ritrattista d’ispira-zione romantica; Gertrude Käsebier, diret-trice di un atelier per ritratti, specializzatain composizioni idilliache e rappresentazioniallegoriche con donne e bambini. Pur bat-tendosi a favore della fotografia, molti «se-cessionisti» orientano chiaramente i proprilavori verso lo stile impressionista di artisti

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contemporanei come Camille Corot e JamesWhistler.PianoDimensione della figura umana inquadratadalla → macchina fotografica, quindi im-pressionata sul → fotogramma, variabile aseconda della distanza interposta tra l’ap-parecchio e il soggetto inquadrato, oltre chedal tipo di → obiettivo adottato.Piatta (fotografia)Immagine fotografica a basso → contrasto,difetto imputabile ad una sottoesposizioneo ad una luce diffusa e senza ombre.PieghevoleTermine italiano per → folding.PinzettaAttrezzo a molla, in acciaio o in plastica,impiegato in → camera oscura per mano-vrare le → carte fotografiche immerse nei→ bagni.PittorialismoMovimento che, in età vittoriana, attecchi-sce soprattutto negli ambienti amatoriali, incui forte è l’aspirazione a connotare la foto-grafia — ancora afflitta da un grave com-plesso d’inferiorità nei confronti delle artitradizionali — di una propria identità cultu-rale ed estetica. Principali rappresentanti delgusto allegorico-narrativo, tipico del P., dueex pittori: Oscar G. Rejlander ed Henry P.Robinson, i quali si distinguono nella rea-lizzazione di «fotografie composite» otte-nute assemblando a mosaico varie immagi-ni dopo averne progettato la sintesi finale.Tecnica con cui riescono ad ottenere → fo-tomontaggi realistici, eppure fortemente in-fluenzati dalla pittura in voga (specialmen-te quella dei Preraffaelliti: esponenti delmovimento artistico sorto in Inghilterra ver-so la metà dell’Ottocento per contrastare,attraverso il recupero della naturalezzaespressa dai pittori vissuti fino all’epoca diRaffaello, l’accademismo della cultura uf-

ficiale e i mali della nascente società indu-striale). La maggior parte delle centinaia dimigliaia di foto «pittoriche» prodotte neglianni Sessanta dell’Ottocento, caratterizzatedall’eliminazione dei dettagli e dall’uso del→ soft focus, raffigurano una varietà ster-minata di tipi caratteristici, scene di vita do-mestica e aneddoti edificanti.PixelTermine inglese, di accezione comune, ab-breviazione dell’espressione picture ele-ment, utilizzato per indicare l’elemento piùpiccolo di un’immagine elettronica; è anchel’unità di misura della definizione di un’im-magine espressa in p. per pollice.PlasmografiaSia la tecnica di → fotografia digitale con-sistente nell’intervenire artisticamente suuna foto tradizionale, acquisita tramite →scanner, effettuando una serie di sessioni dimanipolazione delle forme e dei colori; sial’immagine fotografica ottenuta mediantetale procedimento.PlastificazioneProcedimento definitivo di rivestitura con-sistente nel porre una → stampa fotograficatra due fogli di cloruro di vinile — plasticaperfettamente trasparente — per protegger-la e poterla maneggiare senza preoccuparsidi danneggiarla. Il «sandwich» viene intro-dotto in una pressa idraulica e portato ad unatemperatura di quasi 140°: la plastica, fon-dendosi, penetra nelle fibre della stampa e,raffreddandosi, torna allo stato solido for-mando un rivestimento protettivo molto re-sistente su entrambe le facce e intorno aibordi della foto.Platinotipo→ Stampa virata al platino.PocketDenominazione commerciale utilizzata perindicare sia la → pellicola confezionata in→ cartucce di plastica, introdotta sul mer-

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cato dalla Kodak nel 1972, sia le → mac-chine fotografiche che ne fanno uso.PoggiatestaSostegno invisibile adoperato dai → proto-fotografi per far rimanere immobili i sog-getti ritratti durante i lunghi tempi di →esposizione necessari ai procedimenti di →dagherrotipia e → calotipia.

PolacolorPellicola → Polaroid a colori.

Polaroid Land→ Macchina fotografica a → sviluppo e→ stampa istantanei. Il prototipo di un ap-parecchio che, un minuto dopo lo → scattoe in piena luce, dà una stampa in bianco enero dalle tonalità seppiate, messo a puntodal fisico statunitense Edwin Herbert Land,viene presentato nel 1947 in occasione diuna riunione della Optical Society of Ame-rica. Land perfeziona il proprio apparec-chio sfruttando uno straordinario trattamen-to, riuscendo ad ottenere, nel 1959, foto diqualità ineccepibile in soli quindici secon-di dallo scatto. Il progetto di Land può dir-si compiuto con la messa a punto, nel 1960,del 900 Electric Eye: un apparecchio com-pletamente automatizzato, in grado di pro-durre stampe fotografiche in bianco e neroin dieci secondi. La P.L. è caricata con un«sandwich» positivo-negativo, contenenteun’emulsione negativa e la carta sensibile.Dopo lo scatto, le due superfici sensibilivengono portate a stretto contatto. L’imma-gine si trasferisce dal negativo alla cartanon attraverso l’azione della luce, come nelprocedimento tradizionale, ma grazie aiprodotti chimici posti tra le due superfici.L’immagine positiva si forma per azionedei cristalli di bromuro d’argento non im-pressionati dal negativo: gli stessi cristalliche, in una pellicola tradizionale, vengonoeliminati in fase di fissaggio. Per facilitar-ne il caricamento, le pellicole P.L. vengo-

no prodotte in filmpack: una piccola scato-la, facilmente inseribile nel dorso dell’ap-parecchio, contenente fogli piani di mate-riale negativo e positivo. Per scattare unafoto, dopo aver esposto il negativo, lo sicapovolge, tirando una linguetta bianca permetterlo in contatto con la carta da stam-pa. Così facendo, il negativo impressiona-to si capovolge e si avvicina a dei rulli pres-sori. A questo punto, tirando una linguettagialla, il negativo e la carta da stampa pas-sano attraverso i rulli, che schiacciano unacapsula contenente i prodotti chimici. Que-sti ultimi si spandono uniformemente trale due superfici, sviluppando e fissando ra-pidamente l’immagine. Alcuni apparecchiP.L. si caricano con due distinte bobine,contenenti, rispettivamente, la pellicola ne-gativa e la carta da stampa unite da un’uni-ca linguetta: la pellicola negativa viene im-pressionata premendo semplicemente ilpulsante di scatto. Tirando la linguetta, poi,tanto la pellicola negativa quanto la cartada stampa passano attraverso due rulli pres-sori ed escono dall’apparecchio. La com-pressione operata dai rulli provoca la rot-tura di una capsula contenente una sostan-za chimica vischiosa, situata sulla cartapositiva da stampa, che avvia il processodi sviluppo tra le due superfici. Dopo unadecina di secondi, separando la pellicolanegativa dalla carta, su quest’ultima appa-re stampata l’immagine positiva. Il siste-ma P.L., a differenza delle comuni pellico-le rapide, che presentano evidenti sgrana-ture, assicura immagini prive di grana. Ciòè dovuto soprattutto alla distanza, estrema-mente ridotta, tra le superfici positiva e ne-gativa del sandwich. Il sistema di Landpermette, infatti, agli ioni d’argento di pas-sare in linea retta dalla superficie negativaa quella positiva, riducendo la formazionedi grumi d’argento, causa principale dellacomparsa della grana e della perdita di de-

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finizione dell’immagine. Nel 1963 Land,in qualità di presidente della Polaroid Cor-poration, annuncia che il già popolarissi-mo sistema per ottenere stampe in biancoe nero in un minuto è stato adattato allafotografia a colori, grazie alla messa a pun-to della pellicola Polacolor: dopo lo scattobasta tirare una linguetta di carta all’estre-mità dell’apparecchio per ottenerne, in cir-ca sessanta secondi, la stampa a colori.Come tutte le moderne pellicole a colori,la Polacolor è di tipo sottrattivo. Tutte lesostanze chimiche impiegate per il tratta-mento automatico e per la formazione deicolori devono, però, essere incorporate inun rotolo di pellicola abbastanza sottile peressere contenuto in un apparecchio di pic-cole dimensioni. La sezione negativa dellapellicola P. — il cui spessore è di un vente-simo di millimetro — comprende sei stratidistinti più un supporto e due strati separa-tori, incaricati di creare l’immagine nega-tiva. Tre degli strati consistono di altret-tante emulsioni, ciascuna delle quali è sen-sibile soltanto ad uno dei colori primari.Ad ogni strato fa seguito uno composto damolecole, disposte in maniera particolare,di rivelatore cromogeno. Altri quattro stra-ti compongono la sezione positiva ed unoè costituito da un involucro a baccello, con-tenente una soluzione alcalina che avvia ilprocesso di sviluppo. Quando il fotografotira la linguetta, la pellicola P. passa tra duerulli. Questi ultimi spezzano l’involucro,liberando la soluzione alcalina. La qualefiltra in tutti gli strati, attivando le altre so-stanze chimiche. Quando la soluzione al-calina attiva le molecole di rivelatore cro-mogeno, queste, penetrando nei rispettivistrati di emulsione, formano un’immaginenegativa e vi fissano un colorante in ogniarea. Al di fuori dell’immagine negativa, ilrivelatore, senza trovare ostacoli, raggiun-ge la carta per la stampa e forma un’imma-

gine positiva a colori. I tre coloranti pos-sono così raggiungere la sezione positiva,dove, mescolandosi, producono tutte le sfu-mature cromatiche. Il fissaggio avvienenegli ultimi secondi del procedimento,quando la piccola parte residua della solu-zione alcalina entra in contatto con le mo-lecole acide contenute in uno degli stratidel positivo. La reazione tra molecole aci-de e alcaline genera acqua, che libera l’im-magine positiva dall’eccesso di alcali e in-terrompe lo sviluppo. Le molecole dei co-loranti, avvicinandosi per saldarsi, fissanol’immagine. Quindi, a partire dagli anniSessanta, per ottenere immagini a colorinon è più necessario ricorrere ad attrezza-ture e a tecniche da laboratorio. La P. for-nisce stampe istantanee sul luogo stessodella ripresa, mentre le altre pellicole pos-sono essere trattate in una comune cameraoscura con tecniche analoghe a quelle peril procedimento in bianco e nero. Nel 1972la P.L. compie un altro progresso nel pro-cedimento di sviluppo e stampa, grazie allamessa a punto di un sistema di espulsioneautomatica della stampa istantanea a colo-ri. I fotografi, d’ora in avanti, possono sce-gliere tra un’ampia gamma di procedimentia colori quello che meglio si adatta allapropria visione del mondo reale e alle pro-prie intenzioni espressive. Ogni pellicolariproduce, infatti, i toni cromatici in ma-niera lievemente diversa: fedelmente, o at-traverso contrasti sorprendenti. Il negativodi tutte le pellicole P. è inutilizzabile e —di conseguenza — un ingrandimento dapellicola P. può essere ottenuto solamenterifotografando la copia positiva, per rica-varne il negativo da stampare. Nel 1974 laP.L. mette a punto, però, una pellicola inbianco e nero in grado di fornire contem-poraneamente, trenta secondi dopo l’espo-sizione, un positivo ed un negativo ripro-ducibile. Quest’ultimo può essere utilizza-

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to e ingrandito fino a venticinque volte.Progettati e lanciati sul mercato per un usostrettamente amatoriale, gli apparecchi P.L.trovano applicazione anche in ambito pro-fessionale, specialmente in virtù delle ca-ratteristiche estetiche delle immagini, im-possibili da ottenere con la pellicola comu-ne. Le stampe, quasi completamente privedi grana, sono caratterizzate da un aspettomorbido e cremoso. I fotografi professio-nisti, poi, sostituiscono spesso la pellicolaP. all’esposimetro: caricando mediante dor-si intercambiabili un apparecchio tradizio-nale con un filmpack è, infatti, possibileeseguire rapidamente delle esposizioni econtrollare le relative stampe, evitando er-rori irreversibili sulla pellicola in rullo.Data l’alta risoluzione accade, però, spes-so, che il provino assurga a dignità di scat-to.PolistiroloPannello → diffusore in polistirolo espan-so, materiale plastico leggerissimo e di co-lore bianco.Ponte di luceFitta rete di supporti longitudinali e trasver-sali, lungo i quali possono scorrere in ognisenso → lampade singole o a gruppi, percreare → un’illuminazione uniforme o con-centrata su qualsiasi punto della → sala diposa.Pop ArtTendenza artistica fortemente innovatrice,anche per lo scanzonato umorismo con cuidissacra e reinterpreta visivamente le iconeimposte dai mezzi di comunicazione di mas-sa all’immaginario popolare contempora-neo, che prende il nome dall’abbreviazionedell’espressione inglese Popular Art. I suoirappresentanti, prendendo spunto dalle im-magini quotidianamente diffuse nell’ambi-to della società tecnologica, creano quadrisimili a fumetti e a segnaletiche stradali,compongono ritratti con strisce di → foto e

così via. Le immagini fotografiche di og-getti familiari, già riprodotte infinite voltesulle pagine di giornali e di riviste o su ma-nifesti pubblicitari, vengono moltiplicate inquelli che sono stati definiti «luoghi comu-ni visivi»: immagini che aggrediscono l’oc-chio e influenzano il modo di pensare dichiunque legga un giornale, guardi la tele-visione, vada al cinema o faccia la spesa inun supermercato.PopShots InstantPrima → Polaroid «usa e getta», commer-cializzata nel 1999, la cui confezione ri-corda un sacchetto di patatine. È ricicla-bile, caricata per dieci → istantanee, do-tata di un → esposimetro per riprese rav-vicinate e di un → flash incorporato perscattare foto in qualunque condizione diluminosità fino a 2,5 m. L’espulsione del-la → pellicola non è automatica — comenelle altre Instant Polaroid — ma a tra-zione manuale, come nei primi modelliprodotti dalla casa.PortadiaFoglio in materiale plastico trasparente, do-tato di una serie di piccole tasche in cui ar-chiviare e conservare → diapositive.PortafiltriAccessorio da applicare alla parte anteriore→ dell’obiettivo, per dotarlo di filtri o la-strine piatte di vario formato.PortanegativiBuste, in carta o in plastica trasparente, incui archiviare conservare → negativi.PortaobiettivoComponente degli apparecchi fotografici a→ banco ottico.PortapellicolaComponente degli apparecchi fotografici a→ banco ottico.PortfolioSelezione di → fotografie che illustrano lecapacità tecniche ed estetiche di un → foto-

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grafo professionista, da sottoporre ad even-tuali committenti.PosaAtteggiamento che assume il soggetto della→ ripresa davanti → all’obiettivo fotogra-fico. Per estensione, è anche sinonimo di →scatto.PosareIl mettersi in → posa.PositivaImmagine fotografica in → positivo.PositivoImmagine su → pellicola in grado di essereproiettata, ottenuta, per procedimento di →stampa, dal → negativo.PosterTermine inglese per → manifesto.PosterizzazioneTecnica fotografica adottata nella realizza-zione di immagini di forte impatto, dai co-lori forti e vivaci, che ricordano quelli im-piegati nei → manifesti (in inglese poster).Si ottiene dalla sovrapposizione di un nu-mero variabile — a seconda degli effettidesiderati — di immagini → positive, inbianco e nero o a colori, poi trattate ed ela-borate a piacimento.Potere risolutivo→ Risolvenza.Potere risolvente→ Risolvenza.Procedimento Van Dyke→ Kallitype.Profondità di campoPorzione di → campo all’interno del quale,dati un certo → obiettivo ed un certo → dia-framma, le persone e gli oggetti inquadraticon la → macchina fotografica risultanomessi a → fuoco. Aumenta chiudendo il dia-framma, oppure utilizzando → obiettivigrandangolari.

Profondità di fuocoSpazio entro il quale può oscillare la posi-zione del piano → focale, senza ripercussio-ni sulla qualità dell’immagine fotografica.ProiettoreSorgente luminosa artificiale che, fornendoun fascio concentrato di luce, genera zoneluminose più piccole e delimitate, ombre piùscure e marcate, conferendo di conseguenzaeffetti drammatici. Malgrado possa servirecome unica sorgente luminosa, solitamenteviene adoperato assieme ai → riflettori perfar meglio risaltare alcuni particolari.Proiettore dia (detto anchediaproiettore o proiettoreper diapositive)Apparecchio che consente di proiettare e in-grandire su uno schermo le immagini delle→ diapositive. I suoi componenti fondamen-tali sono: una lampada, un sistema di venti-lazione forzata ed un → gruppo ottico, oltread un sistema per l’avanzamento delle dia-positive ed uno per la loro messa a → fuo-co. Ne esiste una vasta gamma, che va dagliapparecchi per uso casalingo a quelli pro-fessionali. Questi ultimi, particolarmente co-stosi e sofisticati, offrono prestazioni eleva-te come: completo automatismo dell’avan-zamento e della messa a → fuoco, teleco-mando, obiettivi zoom, sistema ottico acces-sorio che permette di vedere in anteprima ladiapositiva che sta per essere proiettata, ven-tola per il raffreddamento, comandi di dis-solvenza per sincronizzare due p. in modoche sullo schermo appaia gradualmenteun’immagine mentre sparisce la preceden-te, congegno per invertire l’ordine di avan-zamento delle diapositive, presa per l’abbi-namento ad un registratore che forniscal’eventuale commento musicale o parlato,lampade al quarzo assai potenti per potereffettuare proiezioni di qualità anche in am-

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bienti spaziosi. Gli apparecchi per uso ca-salingo, adatti a proiettare di tanto in tantouna piccola serie di diapositive, non offro-no prestazioni particolari: sono privi di ven-tola e richiedono l’inserimento manuale, unaper volta, delle diapositive. La differenzafondamentale tra i vari tipi di p. è costituita,però, dal sistema di caricamento: alcuni sonodotati di caricatori lineari per le diapositi-ve, che avanzano in un solco predisposto;altri di caricatori circolari, che possono es-sere montati orizzontalmente o verticalmen-te rispetto alla base dell’apparecchio. I pri-mi sono di più agevole sistemazione e risul-tano più comodi quando si verifichi la ne-cessità di conservare piccole serie di diapo-sitive (da 36 a 80), in genere sufficienti perbrevi proiezioni. I secondi accolgono un nu-mero maggiore di diapositive (80 o 100),rendendo più agevoli le lunghe proiezioni.Esistono anche p. che accolgono tanto i ca-ricatori lineari quanto quelli circolari, per-mettendo di conservare piccole serie di dia-positive negli uni e serie maggiori negli al-tri. Appartengono alla famiglia dei p. anchegli episcopi apparecchi adatti a proiettare leimmagini di stampe e di altri corpi opachiinvece che, come le diapositive, trasparenti.Proiettore per diapositive→ Proiettore dia.Proiezione di diapositive→ Diaproiezione.Protofotografo→ Fotografo professionista ottocentesco.ProvinoNell’accezione più conosciuta consiste in unasequenza di → fotografie, in base alle qualivalutare le doti di → fotogenia di un → mo-dello in relazione al lavoro da realizzare; nel-l’accezione più propriamente tecnica consi-ste in una foto → Polaroid, eseguita allo sco-po di collaudare le condizioni di luce dell’am-biente in cui ci si appresta ad effettuare lo →

scatto definitivo, oppure a controllare la qua-lità dei → bagni di sviluppo della pellicola,della stampa dei positivi e così via. P. di stam-pa a contatto → stampa fotografica di unaserie di → negativi, ottenuta senza l’ausilio→ dell’ingranditore e adoperata per decide-re cosa s’intende stampare.PseudosolarizzazioneEffetto parziale di → solarizzazione.Pubblico dominio (P.D.)Materiale non soggetto al diritto d’autore,utilizzabile senza richiedere permessi o cor-rispondere pagamenti a chicchessia.PublifotoAgenzia fotografica italiana, fondata nel1936 a Milano dal napoletano VincenzoCarrese e destinata a diventare, in breve, lapiù importante agenzia indipendente a livel-lo nazionale.

Pulsante di scattoDispositivo — meccanico o elettrico — del-la → macchina fotografica, che permette diazionare → l’otturatore.

QuadroIn fase di → diaproiezione, la por-

zione dello → schermo occupato dalla dia-positiva; in fase di → ripresa, lo spazio in-quadrato dalla → macchina fotografica.

RafficaSequenza rapidissima di → riprese

fotografiche, ottenuta tenendo premuto ilpulsante di → scatto di una → macchinafotografica munita di → motore.

Raggi Röntgen→ Raggi X.

Raggi X (o raggi Röntgen)Radiazioni elettromagnetiche in grado diattraversare un corpo solido e, sensibilizzan-do una → lastra fotografica, visualizzarnela struttura interna. Scoperti nel dicembre

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del 1895 dal fisico tedesco Wilhelm Kon-rad Röntgen (1845-1923), rappresentanol’applicazione scientifica più emblematicadella → fotografia.RapiditàTermine riferito alla → sensibilità della →pellicola: la pellicola più sensibile è dettarapida.Rapporto di ingrandimento→ Rapporto di riproduzione.Rapporto di riproduzione (odi ingrandimento)Il rapporto che intercorre tra le dimensioni«fotografiche» dell’immagine impressa sul-la pellicola e le dimensioni «reali» del sog-getto ripreso.RayografiaSia la tecnica per ottenere fotogrammi tri-dimensionali creata da Man Ray (1890-1976), da questi applicata anche alle imma-gini cinematografiche; sia l’immagine otte-nuta mediante tale procedimento. Man Rayimmerge nella vaschetta del → rivelatore unfoglio di → carta fotografica; appoggia sulfoglio gli oggetti più svariati: un imbuto divetro, una provetta, un termometro bottiglie,cocci di vetro, forcine per capelli, reti me-talliche ecc.; accende, quindi, la luce. A volteespone dapprima la carta sotto la lampadaimmobile; altre volte vi passa sopra, perqualche istante, una lampadina tascabile. Glioggetti opachi danno immagini dal contor-no nitido, gli oggetti traslucidi assumonoforme diverse; mentre le ombre, che sem-brano liberarsi nello spazio, acquisisconouna particolare bellezza.RC (Resin Coated)Sigla impiegata per classificare, in ambitocommerciale, la → carta fotosensibile.Reflex→ Macchina fotografica a tendina assai dif-fusa per uso sia amatoriale sia professionale,caratterizzata in quanto il vetro smerigliato

— anziché sul fondo, al posto della lastrasensibile — è situato nella parete superioredella camera, parallelamente all’asse, e l’im-magine vi viene riflessa da uno specchio gi-revole che durante la messa a → fuoco si di-spone obliquamente all’asse, così da farlaapparire sul vetro smerigliato nella sua posi-zione reale. Nel 1685 il frate tedesco JohannZahn progetta e costruisce la prima cameraoscura portatile il cui principio di base è co-mune a quello dei moderni apparecchi r.monobiettivo, in cui l’immagine viene rad-drizzata grazie ad uno specchio inclinato: sitratta di una scatola di legno alta poco più di22 cm e lunga 60, dotata di una lente monta-ta in un tubo da spostare avanti e indietro permettere a fuoco l’immagine; un’apertura re-golabile per dosare la luce in entrata; unospecchio per raddrizzare l’immagine proiet-tandola su uno schermo traslucido collocatonella parte superiore della scatola, così dapoter osservare l’immagine in questione an-che dall’esterno. La r. 35 mm, il tipo di foto-camera più diffusa a partire dalla fine deglianni Settanta del Novecento, offre la letturainterna dell’esposizione, ottiche intercambia-bili, mentre un discreto corredo di accessorine fanno un sistema componibile abbastanzasofisticato, piuttosto ingombrante, di peso nonindifferente, bisognoso di una certa applica-zione per un uso corretto e proficuo; certa-mente troppo complesso per l’uso occasio-nale della grande utenza, che mostra di ap-prezzare maggiore semplicità. Negli anni se-guenti l’industria fa crescere in affidabilità eautomatismi le r. monobiettivo, che, dotatemassicciamente di accessori elettronici, ac-quisiscono in parte le dotazioni delle com-patte. Una camera del genere, in grado di as-solvere pressoché a tutti i compiti istituzio-nali, perfezionata con ulteriori dotazioni, fadefinitivamente tramontare le r. tradizionali.La successiva generazione delle r. monocu-lari (o monoreflex) presenta modelli elettro-

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nici superaccessoriati, muniti, tra l’altro, didue o tre micromotori, display digitale, lettu-ra automatica della sensibilità della pellicolaadottata, uno o due microcomputer, obiettiviautofocus, piccolo flash incorporato, ottura-tore a tendina.ReportageServizio giornalistico realizzato da un →reporter.ReporterGiornalista che descrive fatti e avvenimentidopo esserne stato testimone o dopo avereraccolto le necessarie informazioni.ReprocameraSpeciale apparecchio fotografico, dalle di-mensioni considerevoli, impiegato per rea-lizzare le → pellicole necessarie alla stam-pa tipografica.Resin Coated→ RC.RestauroLavoro di recupero di → lastre, pellicole ostampe fotografiche.Retino→ Pellicola trasparente che reca impressauna trama uniforme o irregolare, impiega-ta in → camera oscura per la realizzazionedi → stampe dagli effetti particolari. Ven-gono commercializzati r. con una conside-revole varietà di trame, ma possono ancheessere realizzati artigianalmente fotogra-fando la superficie con una struttura qual-siasi.Revolver fotograficoSorta di fucile che, al posto dei proiettili,contiene pellicola e, invece di sparare unaserie di colpi, scatta una serie di fotografiesuccessive. Messo a punto, grazie ai consi-gli di Eadweard James Muybridge, da Étien-ne-Jules Marey. Il quale riesce così a foto-grafare e cronometrare i movimenti di unuccello in volo, scattando dodici pose al se-condo su una lastra fotografica circolare. Lo

stesso Marey, nel 1887, lo trasforma in →cronofotografo a pellicola.RiflettoreSorgente luminosa che fornisce un ampiofascio di luce e può essere utilizzata, quasisempre, per → l’illuminazione generale: ininterni e, per i primi piani, in esterni.Rilievo fotogrammetrico→ Fotogrammetria.RipresaL’insieme delle operazioni tecniche neces-sarie a fissare su → supporto le immaginifotografiche, consistenti nel collocare la →macchina fotografica nel punto più adatto aottenere → l’inquadratura desiderata; valu-tare e sistemare adeguatamente le fonti di luceartificiale o naturale; impressionare la → pel-licola registrando → l’azione predisposta.RiproduzioneTecnica di → ripresa che tende ad ottenerecopie fedeli di documenti, disegni, immagi-ni e qualsiasi originale a due dimensioni.RisoluzioneCapacità di un sistema ottico o di un mate-riale → fotosensibile nel registrare i detta-gli più fini del soggetto ripreso.Risolvenza (detta anche po-tere risolvente o potere ri-solutivo)Capacità di un → obiettivo o di una pellico-la, misurata in linee per millimetro, di ri-produrre distintamente i particolari vicini.Ritratto fotograficoImmagine fotografica di una o più persone.RivelatoreComponente fondamentale del bagno di →sviluppo, che, riducendo gli → alogenuri col-piti dalla luce in argento metallico, trasforma→ in immagine visibile l’immagine latente.

RolleiflexMacchine fotografiche di tipo → reflex —in cui la visione dell’immagine inquadrata

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avviene tramite uno specchio disposto a 45°,così che, anche se l’immagine provenientedall’obiettivo risulta capovolta (soggetto atesta in giù e lati invertiti) appare parzial-mente raddrizzata (soggetto con la testa inalto ma con i lati invertiti), consentendo divedere direttamente attraverso l’obiettivoquanto realmente andrà a impressionare lapellicola e di intercambiare gli obiettivi —dotati di mirino quadrato, osservato dal fo-tografo tenendo la macchina all’altezza delpetto, che caricano un rullino da dodici posedel formato 6 x 6 cm. La prima serie vieneimmessa sul mercato nel 1929.

RotocalcoProcedimento di stampa incavografica ro-tativa, che utilizza forme cilindriche nellequali gli elementi stampanti sono incavatirispetto a quelli non stampanti.

RullinoConfezione di → pellicola fotografica inrollo, evoluzione industriale della → Ea-stman Kodak.

Sacco neroAccessorio in tessuto di colore nero,

impermeabile alla luce, dotato di appositeaperture, adoperato per proteggere il ma-teriale → fotosensibile caricando o scari-cando in piena luce la → pellicola da una→ macchina fotografica o le pellicole pia-ne dai portapellicola degli apparecchi a →banco ottico.Sala di posa (anche dettaatelier o studio)Ambiente adibito alla realizzazione di →riprese fotografiche a livello professionale,attrezzato con → fondali, → parco lampa-de, cavalletti e i vari accessori della → mac-china da presa. Le prime s. di p., allestite traOtto e Novecento, specializzate nel ritratto,vengono arredate dai titolari nei modi più

disparati: alcuni allestiscono scenografielussuose e stravaganti; altri preferiscono in-terni disadorni con poche, essenziali suppel-lettili. I fotografi ritrattisti — come i colle-ghi pittori — tendono ad adattare gli sfondie gli oggetti «di scena» alla personalità delsoggetto ripreso: strumenti musicali per imusicisti, maschere greche per le attrici,polverosi volumi o strumenti scientifici peri professionisti. Quasi tutti offrono, comun-que, ai clienti la possibilità di dare di sé un’im-magine diversa, scegliendo tra un ampio as-sortimento di accessori teatrali, pannelli e →fogli di sfondo: gli arredi finiscono, così, colriflettere sogni e ambizioni del cliente di tur-no. La moderna s. di p. deve avere il soffittoabbastanza alto per allestirvi il → ponte diluce, le pareti chiare e non colorate.SalonismoMatrice stilistica tendente a dare eccessivaattenzione alla bella forma, a scapito dei con-tenuti, di immagini fotografiche realizzateal chiuso delle → sale di posa.SbiancaProcedimento chimico che, rendendo solu-bili gli → alogenuri esposti e trasformatidallo → sviluppo in argento metallico, per-mette l’inversione chimica dell’immaginetrasformandola da → negativa a → positi-va.Sbianca-fixTrattamento che riunisce in un unico bagnola → sbianca e il → fissaggio, adoperato per→ pellicole e carte a colori.Scanner (o analizzatore ascansione)Apparecchio consistente in una perifericadi input che analizza un’immagine puntoper punto, trasformandola in una serie con-tinua di segnali elettrici di tipo → digitalee li invia ad un computer per una successi-va elaborazione oppure ad una teletrasmit-tente per l’invio a distanza. È detto s. an-

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che un apparecchio complesso compren-dente un decodificatore dei segnali colle-gato con una stampante su carta comune,con una stampante su carta o su pellicolafotosensibile, con un monitor. L’elementobase del tipo di s. più comune utilizzato perla riproduzione di immagini fotografiche— ma anche di testi e disegni — è un car-rello mobile, recante un sensore ottico eduna sorgente luminosa che si sposta su untelaio a contatto con l’immagine. Il senso-re ottico capta la luce riflessa dall’immagi-ne e la trasforma in segnale elettrico pro-porzionale all’intensità della luce stessa.L’immagine viene suddivisa in una matricebidimensionale composta di piccoli punti,detti → pixel : per ogni posizione del car-rello, il sensore ottico esplora una riga del-l’immagine (scansione principale); quindi,il carrello si sposta alla riga successiva (scan-sione secondaria) e ad ogni pixel viene fattacorrispondere un’informazione in codice bi-nario ottenuta da un convertitore analogi-co-digitale. Dal numero di bit del converti-tore dipendono le sfumature di colore cheuno s. può riprodurre: lo s. monocromaticoassocia ad ogni pixel una determinata sfu-matura di grigio; lo s. a colori esegue la let-tura dell’immagine associando ad ogni pixeluna determinata sfumatura di ciascuno deitre colori fondamentali (rosso, verde e blu).Scatola otticaApparecchio ottico diffuso dai lanternistiambulanti a partire dalla metà del Settecen-to. Una scatola buia che, opportunamenteilluminata sul retro da una candela o da unalucerna a olio, mostra immagini di città, mo-numenti, figure umane. Lo spettatore, ac-costando l’occhio ad un foro dotato di unalente d’ingrandimento, percepisce l’imma-gine dipinta su un vetro. Detta in Italia →mondo nuovo o niovo e, in Inghilterra, →peep-show.

ScattoAzionamento → dell’otturatore tramite l’ap-posito → pulsante di s. Per estensione, è an-che sinonimo di → posa.ScenografiaInsieme degli elementi visivi, presi dallarealtà o ricostruiti artificialmente, in cui vie-ne ambientata la → ripresa fotografica.SchadografieSilhouette ottenute, alla stregua dei → dise-gni fotogenici di Talbot, appoggiando pic-coli oggetti (come strisce di carta e pezzettidi spago) sulla → carta fotosensibile, poiesposta alla luce, senza l’impiego dell’ap-parecchio fotografico, messe a punto daChristian Schad nel 1916.SchermoSuperficie chiara, di formato rettangolare ein speciale tessuto riflettente, su cui vengo-no proiettate le → diapositive.

Secessione Fotografica→ Photo-Secession.

Segretaria di edizioneComponente del reparto regia di una produ-zione cinematografica, tradizionalmente unadonna. Considerata la «memoria storica» delfilm, ha il compito di annotare tutto quantoaccade sul set. Durante le riprese cura la ste-sura del diario di lavorazione, del bollettinodi edizione e del foglio di montaggio; de-penna dalla propria copia della sceneggia-tura le inquadrature previste mano a manoche vengono girate, vi annota le inquadra-ture scelte dal regista e i movimenti dellamacchina da presa, segnalando tutte le va-rianti apportate volontariamente o meno(dialoghi, movimenti di macchina, rifaci-menti ecc.); annota e fotografa con una →Polaroid ogni minimo dettaglio delle inqua-drature girate per evitare incongruenze traun ciak e l’altro (postura e abbigliamentodegli attori, disposizione del mobilio e del-

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le suppellettili ecc.); comunica al ciacchistai numeri della scena e dell’inquadratura dagirare di volta in volta; cronometra la dura-ta del girato per fare un calcolo approssi-mativo del materiale che si avrà a disposi-zione in fase di montaggio. A conclusionedi ogni giornata di lavorazione fa, infine, ilconsuntivo giornaliero della pellicola im-pressionata e segna le «buone» sul bolletti-no per la stampa inviato, assieme al girato,al laboratorio di sviluppo e stampa.SensibilitàCapacità variabile della → emulsione di unapellicola di rimanere impressionata dallaluce. La pellicola più sensibile è detta rapi-da. S. cromatica reazione di una → pellico-la, di una carta o di una fotocellula ai varicolori dello → spettro.SequenzaSerie di → fotogrammi raffiguranti il me-desimo soggetto in movimento, ripresi, unodi seguito all’altro, generalmente con l’au-silio di un → motore o di un → winder.Servizio fotografico (o foto-servizio)→ Reportage preparato da un → fotografoprofessionista dietro preciso incarico.Servoflash→ Servolampo.Servolampo (o servoflash)→ Cellula fotoelettrica che, determinandol’accensione di un secondo → flash colpitodalla luce emessa dal primo, permette diazionare contemporaneamente un’intera se-rie di → lampeggiatori elettronici senza col-legarli tra loro tramite cavetti.SetParte della → sala di posa o di un qualsiasispazio, interno o esterno, opportunamenteattrezzato per ospitare una o più → ripresefotografiche (ma anche televisive o cinema-tografiche). Un s. allestito in interni può es-sere progettato fin nei minimi dettagli, a se-

conda delle esigenze espressive. I s. ambien-tali — che ricostruiscono, cioè, un determi-nato ambiente — variano per complessità:un pavimento e due semplici pannelli dipintio ricoperti con carta da parati, ad esempio,possono fingere un ambiente molto sofisti-cato. Ma, di solito, il tempo e il costo perallestire un s. risultano di gran lunga supe-riori a quelli richiesti dal lavoro su un luogoreale.SfocaturaTermine italiano per → flou.SfondataImmagine fotografica che presenta alcuneparti troppo chiare, o completamente bian-che, a causa di una indesiderata → sovrae-sposizione.SfondoTutto quanto viene a trovarsi alle spalle delsoggetto principale di una → ripresa foto-grafica.SgranaturaEffetto per cui la → grana appare eccessi-vamente visibile su una → stampa. Risultaparticolarmente evidente nelle stampe mol-to ingrandite, cui può conferire effetti sug-gestivi. Le → pellicole rapide si prestanomeglio di quelle lente a questo effetto, perle grosse dimensioni dei cristalli di bromu-ro d’argento. Ma qualunque pellicola, seconvenientemente trattata in fase di → svi-luppo, può dare immagini a grana grossa.La s. può essere volutamente enfatizzata,inoltre, dalla → sovraesposizione e dal pro-lungamento dei tempi di sviluppo.SincronizzazioneCapacità di azionare il → lampo nell’atti-mo in cui → l’otturatore è completamenteaperto.Slitta (o contatto caldo)Accessorio della maggior parte delle →macchine fotografiche, permette di innestar-vi il collegamento con il → flash.

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SmaltatriceApparecchio ad alta temperatura, impiega-to nella → smaltatura.SmaltaturaTecnica di asciugatura a caldo per renderebrillante la superficie delle → stampe foto-grafiche. Viene impiegata esclusivamentenel trattamento dei supporti cartacei tradi-zionali (carte baritate), poiché superflua nelcaso di impiego di supporti plastici (cartepolitenate autosmaltanti).Società Fotografica ItalianaLe adesioni alla nascitura S.F.I. vengonoraccolte, a Firenze, il 25 giugno 1887, inoccasione del banchetto offerto ai giuratidella Prima Esposizione Italiana di Foto-grafia. Il 9 febbraio 1889 viene costituitauna commissione per redigerne lo statuto,mentre la S.F.I. viene ufficialmente costi-tuita il successivo 6 aprile. Giacomo Brogiè il vicepresidente; presidente è il senatorePaolo Mantegazza, medico e antropologo,appassionato di fotografia, di cui si serveper le proprie ricerche scientifiche. La na-scita della S.F.I. viene annunciata in formasolenne il 26 maggio 1889, nell’aula ma-gna del Regio Istituto di Studi Superiori,davanti ad un uditorio numeroso e sceltis-simo.Società Fratelli Alinari→ Alinari, Società Fratelli.SoffiettoSia il manicotto pieghevole, a tenuta stagnadi luce, che serve per unire la piastra porta-obiettivo e la piastra portapellicola negli ap-parecchi a → banco ottico; sia lo strumentoche, nelle riprese in → macrofotografia, per-mette di allontanare → l’obiettivo dal cor-po macchina.Soft focusEspressione inglese, di accezione comune,utilizzata per indicare la tecnica — caratte-ristica del → Pittorialismo — che, sfocan-

do i contorni, conferisce particolare morbi-dezza alle immagini in fase di → ripresa.Solarizzazione (o effetto Sa-battier)Detta anche effetto Sabattier, dal nome diArmand Sabattier, medico, scienziato e fo-tografo francese, che la descrive per pri-mo nel 1862. Per «solarizzare» un’imma-gine in → positivo bisogna interromperelo → sviluppo prima del → fissaggio,esporla per un certo tempo all’azione diuna luce bianca, proseguirne lo sviluppo.Il primo ciclo di sviluppo lascia intatte leluci più intense presenti nell’immagine,mentre le zone d’ombra sono già — al-meno parzialmente — sviluppate; con ilsecondo ciclo di sviluppo le ombre anne-riscono ulteriormente e le luci si differen-ziano in tutta una varietà di toni grigi. Laparziale inversione dei valori tonali cosìottenuta — detta pseudosolarizzazione —conferisce all’immagine un effetto irrea-le, talvolta inquietante. La s. selettiva con-siste nel far prendere luce, in fase di svi-luppo, soltanto ad alcune zone dell’imma-gine, così da ottenere accostamenti parti-colari di elementi reali e irreali.

SoluzioneMiscela omogenea di due o più sostanze, perla preparazione dei prodotti chimici impie-gati nei trattamenti del materiale → foto-sensibile.

SottoesposizioneEffetto per cui l’immagine ripresa risultatroppo scura, ottenuto chiudendo eccessiva-mente il → diaframma rispetto → all’illu-minazione e alla → sensibilità della → pel-licola. È il fenomeno opposto alla → sovra-esposizione.

Sottosviluppo→ Sviluppo incompleto, che rende i → ne-gativi poco densi e scarsi di → contrasto. Èil fenomeno opposto al → sovrasviluppo.

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strumenti

SovraesposizioneEffetto per cui l’immagine ripresa risultatroppo chiara, ottenuto aprendo il → dia-framma più del necessario. Alcune parti del-l’immagine possono risultare sovraespostee apparire completamente bianche (o sfon-date) anche nel caso in cui la ripresa sia sta-ta effettuata in maniera corretta, a causa difonti luminose o di superfici riflettenti chevanno opacizzate. È il fenomeno oppostoalla → sottoesposizione.Sovraviluppo→ Sviluppo eccessivo, che rende i negativimolto → densi, troppo ricchi di → contra-sto e di → grana grossa. È il fenomeno op-posto al → sottosviluppo.Spettro cromaticoL’insieme delle bande di colori nei quali laluce bianca si scinde passando attraverso unprisma. Alle due estremità dello s.c. si tro-vano le radiazioni infrarosse (IR) ed ultra-violette (UV), che, invisibili all’occhio uma-no, possono impressionare la → pellicolafotografica.SpotTermine inglese per → proiettore.StaffaAccessorio impiegato per fissare il → flashalla → macchina fotografica, tenendolo,però, ad una certa distanza.StampaTanto il procedimento tecnico con cui, da un→ negativo già passato attraverso il procedi-mento di → sviluppo, si ottengono sia il →positivo sia i → duplicati del negativo stes-so; quanto le copie su → carta, di numeroillimitato, ricavate mediante tale procedimen-to. Nella s. a contatto (o diretta) il negativoviene appoggiato sulla carta sensibile, quin-di il tutto viene esposto alla luce: in tal modola s. avrà il medesimo → formato del negati-vo. Nella s. per ingrandimento l’immaginepresente sul negativo viene proiettata sulla

carta attraverso → l’ingranditore: in tal modosarà possibile ottenere una s. di formato mag-giore rispetto al negativo.Stampa all’albuminaProcedimento, detto anche alla carta albu-minata o carta all’albume, introdotto nel1850 da Louis Blanquart-Evrard e rimastoin uso a lungo. Su un foglio sottile di cartadi buona qualità viene spennellato uno stra-to di freschissimo bianco d’uovo, poi sensi-bilizzato con una soluzione acidificata dinitrato d’argento. Il → fissaggio dell’imma-gine avviene nel consueto bagno di iposol-fito; al quale, talvolta, per ottenere chiaro-scuri più profondi e porporini, viene aggiun-to cloruro d’oro. La superficie delle s. al-l’a., liscia e leggermente lucida, riporta unagrande varietà di toni ed una notevolissimafinezza di dettagli grazie all’azione → del-l’emulsione; che, a differenza del procedi-mento su → «carta salata», non vi è incor-porata ma stesa sopra.

Stampa al platinoTecnica di → stampa che impiega una →carta fotosensibile la cui → emulsione nonè composta dall’argento bensì dal platino,che conferisce alle immagini una scala divalori tonali estremamente differenziata, lucipiù trasparenti ed ombre più delicate.

Stampa al salePrimo procedimento utilizzato da Talbot peri propri → disegni fotogenici.Stampa con la pressa tipo-graficaProcedimento di → stampa per fotografieche hanno origine da matrici fotosensibiliz-zate di metallo o di carta, subendo un pro-cedimento analogo a quello usato per le fo-tografie stampate sulle riviste: una matricedi carta per offset, trattata con → emulsionefotosensibile, facendo passare la luce attra-verso il → negativo abbinato ad una lastradi vetro retinata, come per realizzare le ri-

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produzioni a mezzatinta. Dopo un trattamen-to chimico, l’immagine si visualizza sullamatrice in forma di bassorilievo: è proprionelle zone in rilievo che, durante la stampa,il colore viene trasferito sulla carta.Stampa in negativoProcedimento di → stampa per cui occorrericavare una → diapositiva dal negativo ori-ginale, stampandolo su una → pellicola fo-tomeccanica; da questa copia positiva sipotrà poi ottenere la stampa in → negativo.Con questa tecnica si realizzano immaginidi estrema semplicità, simili a silhouette:effetto intensificato, talvolta, adoperandopellicola fotomeccanica ad altro contrasto.Durante questo procedimento l’immaginepuò subire ulteriori manipolazioni, come unasolarizzazione selettiva — limitata, cioè, adalcune sue parti — o l’inversione dei toni.StampareL’insieme dello svolgimento di tutte le atti-vità finalizzate alla realizzazione di una →stampa fotografica.StereoscopiaMeccanismo di visione tridimensionale delleimmagini fotografiche. A differenza delmeccanismo di visione umano — che è ste-reoscopico in quanto i due occhi, funzionan-do in simbiosi, a circa 6 cm l’uno dall’altro,forniscono una visione tridimensionale del-la realtà — l’immagine fotografica è bidi-mensionale. Si sviluppa, cioè, lungo duecoordinate spaziali: l’altezza e la larghezza.La visione fotografica è quindi piatta, privadi una terza dimensione: il rilievo, propriodella capacità visiva umana, che dà all’os-servatore l’impressione della profondità dicampo. Il termine stéréoscopique compareper la prima volta nel Traité d’optique delgesuita belga François d’Aguillon, pubbli-cato ad Anversa nel 1613; che pare abbiaispirato anche la costruzione, intorno al1630, del primo apparecchio stereoscopico.

La voga della fotografia stereoscopica sidiffonde fulmineamente, tanto in Europaquanto negli Stati Uniti, verso il 1860: dueimmagini accoppiate, quasi identiche traloro, osservate attraverso il visore a doppialente dello stereoscopio, si fondono in unasola, dando la stessa sorprendente impres-sione di rilievo che si avrebbe guardando ilsoggetto originale.StereoscopioApparecchio per la visione in → stereosco-pia delle immagini fotografiche.StereotipoTermine italiano per → cliché.Still-lifeLa ripresa in studio di qualsiasi soggettoinanimato, di piccole e medie dimensioni:oggetti, cibo, immagini astratte (finalizza-te, per lo più, a creare un’atmosfera o a tra-smettere stati d’animo). Spesso, allo scopodi evidenziare il soggetto e sottolinearne leforme, si rende necessario uno sfondo sem-plice, che non sia dominante e che non con-fonda i tratti essenziali del protagonista dellaripresa. È il → genere fotografico più adat-to a pubblicizzare un prodotto, illustrare lacopertina di un libro e così via.Stripping film→ Pellicola fotografica avvolta su bobina,consistente in un rotolo di → carta rivestitadi un sottile strato di → emulsione alla ge-latina-bromuro; dopo essere stata sviluppa-ta e fissata, può essere staccata dalla cartaed essiccata su → lastra di vetro, permet-tendo così di tirare le copie in → positivo.Tale sistema, messo a punto da George W.Eastman e William H. Walker nel 1884 aRochester, richiede una particolare maestria:poiché il → negativo tende a deformarsiquando viene staccato dalla carta, molti fo-tografi preferiscono rispedire la pellicola alla→ Eastman Company affinché provveda altrattamento.

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strumenti

StrobografiaSia la → ripresa fotografica realizzata im-pressionando un unico → fotogramma conil soggetto illuminato da una fonte lumino-sa artificiale, che emette una serie di → lam-pi in rapida sequenza; sia l’immagine foto-grafica ottenuta con tale tecnica, consisten-te in un fotogramma recante una serie diimmagini sovrapposte, utilizzate per lo stu-dio dei movimenti.Studio→ Sala di posa.Subjektive Fotografie (ovve-ro Fotografia Soggettiva)Movimento fotografico d’avanguardia fon-dato da Otto Steinert, convinto della neces-sità di recuperare e di far rivivere in Germa-nia il clima culturale del → Bauhaus, in cuiconfluiscono i componenti di → Fotoforme non solo. La prima esposizione si S.B. sitiene nel 1951 a Saarbrücken e fa di Stei-nert un punto di riferimento internazionale.Le fotografie «soggettive» sono immaginifortemente individualizzate e creative, pri-ve di qualunque intento narrativo o docu-mentaristico, mai meramente riproduttive,accomunate esclusivamente dallo stile: isoggetti spaziano dall’astrattismo all’attua-lità, dalla natura morta al ritratto.SupercompatteMacchine fotografiche lanciate sul mercatoalla fine degli anni Ottanta del Novecento— alcune derivate dalle → monoreflex, al-tre dalle → compatte — caratterizzate dal-l’autofocus e dall’estrema automatizzazio-ne, che offrono riprese rapide e facili.Super 8Formato ridotto da ripresa e da proiezioneche consente un uso più libero del mezzocinematografico, anche al di fuori del tradi-zionale sistema produttivo, affermatosi ne-gli anni Sessanta come supporto ideale perla cinematografia amatoriale. Messo a pun-

to dalla → Kodak durante la guerra del Viet-nam, per ovviare al problema di trasportareal fronte il materiale cinematografico neces-sario ad organizzare spettacoli per intratte-nere le truppe statunitensi. L’apparecchia-tura è leggera e poco ingombrante, →l’emulsione della pellicola è molto sensibi-le, le immagini sono nitide e proiettabili sugrande schermo.SupportoParte della → pellicola sulla quale è stesa→ l’emulsione.SurrealismoMovimento artistico nato a Parigi nel 1924,che si ripropone di esprimere un significatoal di sopra della realtà. I Surrealisti tentanodi conciliare i sogni con la realtà — le duecondizioni umane essenziali, apparentemen-te in conflitto tra loro — componendo una«surrealtà», ovvero una realtà assoluta.SviluppareL’insieme dello svolgimento di tutte le atti-vità finalizzate alla realizzazione di un →negativo fotografico.Sviluppatrice (o tank)Contenitore a tenuta stagna di luce, in pla-stica o in acciaio, che consente di sviluppa-re una o più → pellicole con una ridottaquantità di prodotti chimici in un ambienteilluminato normalmente.SviluppoTrattamento consistente in una serie di bagnichimici, lavaggi e così via, con cui si rendo-no visibili e permanenti le immagini latentiimpressionate sulla → pellicola attraverso la→ macchina fotografica.Sviluppo colore→ Sviluppo cromogeno.Sviluppo cromogeno (o svi-luppo colore)Trattamento di → sviluppo per pellicole acolori, in cui si formano contemporaneamentel’immagine a colori ed un’immagine nera di

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argento metallico. Quest’ultima viene poi eli-minata attraverso un bagno di → sbianca, alquale seguono il bagno di → fissaggio e il →lavaggio finale in acqua corrente.Sviluppo istantaneo (pellico-la a)→ Pellicola impiegata nel sistema → Pola-roid.

TaglierinaAccessorio di precisione, utilizzato

per modificare le dimensioni dei fogli di →carta fotografica. È composto da una lama eda un piano rettangolare, sul quale vannocollocati i fogli da tagliare. Nelle t. a lamadritta, questa è incernierata su un lato delpiano; nelle t. a lama rotonda, questa scorrelungo un asse. Mentre questi due tipi forni-scono tagli rettilinei, altri permettono di ot-tenere stampe dai bordi frastagliati (in vogafino agli anni Sessanta del Novecento).TaglioL’inquadratura di una → stampa, che puòessere diversa da quella del suo → negati-vo. Si ottiene sia ingrandendo parzialmenteil negativo, sia tagliandolo materialmente.Un determinato t. può essere scelto tanto perenfatizzare, quanto per escludere un elemen-to dall’inquadratura.TalbotipiaProcedimento fotografico negativo-positivomesso a punto da William Henry Fox Tal-bot grazie ai suggerimenti di John Herschel,che, perfezionato alla fine del 1840, prendeil nome di → calotipia.

TankTermine inglese per → sviluppatrice.

TAZ-CamMacchina fotografica → Polaroid commer-cializzata nel 1999, pensata per i bambini ecamuffata sotto le fattezze di TazmanianDevil, celebre personaggio dei cartoni ani-

mati Looney Tunes della Warner Bros. Inmateriale gommoso, è dotata di → flash,otturatore elettronico e lente addizionaleincorporata per riprese ravvicinate.TelaiettoStruttura di supporto — in plastica o in car-toncino, con o senza vetri — per → diapo-sitive.TelefotoImmagine fotografica trasmessa attraversoun impianto di → telefotografia. Le t. ven-gono largamente utilizzate dalle agenzie distampa per far pervenire ai giornali, in tem-po pressoché reale, le immagini con cui cor-redare gli articoli.Telefotografia (o fototelegra-fia)Tecnica relativa alla trasmissione a distanzadi immagini fotografiche attraverso le lineetelefoniche o telegrafiche. L’immagine in par-tenza viene digitalizzata, ovvero analizzata daun’apparecchiatura elettronica che la scompo-ne in una serie di segnali elettrici. Questi ven-gono trasmessi a distanza, dove un analogoapparecchio, compiendo l’operazione inver-sa, ricostruisce l’immagine in arrivo.Tele-macroTipo di → teleobiettivo che consente ripre-se a distanza assai ravvicinata.TelemetroDispositivo ottico-meccanico per misurare ladistanza tra la → macchina fotografica e ilsoggetto della → ripresa, generalmente ac-coppiato al movimento di messa a → fuoco.TeleobiettivoTipo di → obiettivo a lunga distanza → fo-cale, che permette di riprendere soggetti lon-tani come se fossero vicini.Temperatura colore (o tem-peratura cromatica)Scala, normalmente espressa in gradi →Kelvin, impiegata per misurare numerica-

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strumenti

mente la qualità cromatica di una sorgenteluminosa.Temperatura cromatica→ Temperatura colore.Tempo di posaTempo durante il quale → l’otturatore ri-mane aperto, permettendo il passaggio del-la luce → dall’obiettivo alla → pellicola.TermografiaTecnica diagnostica consistente nella regi-strazione — su schermo o su → pellicola— delle radiazioni infrarosse emesse da unasuperficie cutanea, in grado di evidenziareeventuali processi patologici di organi in-terni del corpo umano ma non situati troppoin profondità.TestataElemento mobile del → cavalletto, sul qua-le viene fissata la → macchina fotografica.

Through-The-Lens→ TTL.

Tiosolfato di ammonioComponente fondamentale del bagno di →fissaggio.Tiosolfato di sodio (o iposol-fito di sodio)Componente fondamentale del bagno di →fissaggio.TonerPolvere impiegata nel procedimento di →fotocopiatura a secco.

Trappole per topi→ Camere oscure modificate, di dimensio-ni minuscole — alcune non superano i 6cm per lato — costruite, a metà Ottocento,da William Henry Fox Talbot nel tentativodi ridurre i tempi di → esposizione, dotatedi un obiettivo con una lunghezza → foca-le minima: la luce raccolta viene concen-trata su una superficie ridotta, piuttosto chedisperdersi su una grande superficie; l’im-magine più luminosa proiettata → dal-

l’obiettivo viene registrata, quindi, più ra-pidamente dai prodotti chimici.TrasfocatoreTermine italiano per → zoom.Treppiede→ Cavalletto.TricromìaProcedimento consistente nel riprodurrel’immagine di un oggetto nei suoi colorinaturali attraverso la sovrapposizione di tre→ matrici, ciascuna dotata di uno dei colorifondamentali (il giallo, il rosso e il blu).TruccoQualsiasi intervento, effettuato in fase di →ripresa o in fase di → sviluppo e stampa,finalizzato ad alterare il realismo delle im-magini fotografate.TTLSigla dell’espressione inglese Through-The-Lens. Indica che la lettura esposimetrica vie-ne effettuata, letteralmente, attraversol’obiettivo.

Unione CinematograficaEducativa, L’

→ L.U.C.E.

VelatinoTessuto leggerissimo, teso su una cor-

nice rigida, che, tenuto a 50 cm dalla luce diun → riflettore, la ammorbidisce.VHSFormato standard del → nastro magneticocontenuto nella → videocassetta, corrispon-dente a mezzo pollice di larghezza.VideocassettaSupporto composto da un → nastro magne-tico protetto da un’apposita confezione inplastica, che, inserito in un apposito lettore(il → videoregistratore), trasforma il segna-le elettronico inciso sul nastro in immaginiin movimento visibili sullo schermo del te-

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levisore. Funziona attraverso poche opera-zioni elementari studiate apposta per con-sentirne l’utilizzazione da parte del numeropiù ampio di persone, bambini compresi. Ilnastro magnetico, a differenza della pelli-cola, è economico, pratico e riciclabile: nonha bisogno di sviluppo e stampa e, nel casodi errore, si può riutilizzare registrandovisopra altre immagini.VideoregistratoreApparecchio per la registrazione e la ripro-duzione delle immagini elettroniche conte-nute sul → nastro magnetico della → video-cassetta. I primi esemplari di v. per uso pro-fessionale vengono introdotti, nel 1956,dalla società statunitense Ampex.VideotapeTermine inglese per → nastro magnetico.VignettaturaIn fase di → ripresa è l’oscuramento degliangoli di un → fotogramma, causato da un→ paraluce o da un → filtro non adeguati→ all’obiettivo; in fase di → stampa è l’in-serimento del soggetto — di solito un ritrat-to — in un ovale sfumato.ViraggioProcedimento meccanico monocromatico perla → colorazione della → pellicola. L’argen-to metallico, uno degli ingredienti dell’im-magine impressionata sulla pellicola, vienesostituito con un sale colorato che agisce sol-tanto sulle parti scure dell’immagine. L’inte-ro → fotogramma viene, poi, trattato con unatintura per ottenere colorazioni omogenee.VisorePiccolo apparecchio, simile ad un binocolo,illuminato internamente, che consente aduna sola persona per volta di osservare →diapositive attraverso una lente d’ingrandi-mento.

Visual-phoneAssemblaggio tra fotocamera digitale e te-lefono cellulare, commercializzato nel 1999

dalla società giapponese Kyocera, dotato diun micro obiettivo fotografico che consentedi scattare foto a colori da trasmettere in di-retta tramite il display del telefonino.VortografiaSia il procedimento per ottenere un’imma-gine multipla, priva di colore, in cui pre-dominano le forme astratte, realizzata me-diante il → vortografo; sia l’immagine fo-tografica ottenuta mediante tale procedi-mento.VortografoApparecchio fotografico messo a punto daAlvin Langdon Coburn verso la fine del1916, composto dalla combinazione di trespecchi a forma di prisma.

Xerografia→ Fotocopiatura a secco.

XilografiaProcedimento manuale di incisione su legnoper la riproduzione di immagini. Un dise-gnatore copia un disegno — a volte inverti-to — su un blocco liscio, generalmente inlegno di bosso; un abile artigiano eliminapoi tutta la superficie, tranne i contorni chedevono essere stampati; il blocco finito vie-ne premuto in argilla morbida per ricavarneun calco, nel quale viene versato del metal-lo fuso. Il → cliché così ricavato viene im-piegato per la stampa e può essere utilizza-to per migliaia di copie. Le x. presentano lelinee dritte e pesanti accentuate, mentre lezone d’ombra sono indicate da un tratteg-gio.

You press the button, wedo the rest!

Letteralmente Premete il bottone, faccia-mo noi il resto!, slogan adoperato da Geor-ge W. Eastman per lanciare sul mercato,nel giugno del 1888, l’apparecchio → Ko-dak N. 1.

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strumenti

WebCam GoLa prima telecamera, che, staccata

dal computer, si trasforma in una videoca-mera digitale in grado di scattare fotografiea colori, commercializzata nel 1999. Dotatadi un’autonomia di carica e di una memoriache le permettono di scattare fino a trecentoimmagini e di archiviarne oltre novanta, puòessere collegata al pc senza cavi o fonti dialimentazione esterne.WeegeescopioAccessorio messo a punto negli anni Cin-quanta dal → fotoreporter statunitense We-egee (1899-1968), consistente in un calei-doscopio, che, applicato alla → macchinafotografica, permette di ottenere più riflessidella stessa immagine.Wetting agentEspressione inglese per → imbibente.WinderMotore ausiliario della → macchina foto-grafica, elettrico — alimentato da batterie

incorporate — che provvede a far avanzareautomaticamente la → pellicola ad ogni →scatto e a riarmare → l’otturatore. Alcuniw. consentono scatti singoli o in sequenza eil riavvolgimento automatico della pellico-la.

ZoomSistema ottico a capacità → focale va-

riabile della → macchina fotografica, costi-tuito da tre complessi di lenti.

ZooprassinoscòpioApparecchio messo a punto da EadweardJames Muybridge nel 1881 per proiettare suuno schermo le istantanee dell’andatura diun cavallo in corsa, effettuate nel 1877, rac-colte su un’unica striscia di carta fotografi-ca.

ZumataVariazione di → focale, quindi di → cam-po, ottenuta con l’impiego dello → zoom.