gli ultimi

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“Gli ultimi che intendo – scrive l’autore – sono persone che riescono a capovolgere le sorti di una vita in apparenza compromessa.” Solitari ma non soli. La dignità prima di tutto. A volte provocano, a volte possono disturbare, ma è la loro semplicità che può dar fastidio. La semplicità è una dote difficile da conquistare, diceva Chaplin. Petruzzelli accompagna il lettore in un viaggio lungo dieci anni. Incontri sorprendenti come quello con uno degli ultimi beduini che ancora vivono nel deserto del Negev, o con Zeidan, muratore palestinese che si è guada-gnato da vivere costruendo il muro della vergogna che separa Israele dai Territori palestinesi. Fuori dal coro c’è il guardaboschi amico di Mario Rigoni Stern che difende la montagna e la sua cultura, il maestro d’ascia di Lampedusa che conduce una battaglia solitaria contro l’inquinamento, e molti altri. Non sono perdenti né vincenti. Loro hanno scelto altre regole del gioco.

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Page 1: GLI ULTIMI
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Page 3: GLI ULTIMI

Pamphlet, documenti, storie

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Page 4: GLI ULTIMI

Autori e amici di

chiarelettereMichele Ainis, Claudio Antonelli, Avventura Urbana Torino, Andrea Bajani, Bandanas, Gianni Barbacetto, Stefano Bartezzaghi, Oliviero Beha, Marco Belpoliti, Daniele Biacchessi, David Bidussa, Paolo Biondani, Nicola Biondo, Tito Boeri, Caterina Bonvicini, Beatrice Borromeo, Alessandra Bortolami, Giovanna Boursier, Dario Bressanini, Carla Buzza, Andrea Camilleri, Olindo Canali, Davide Carlucci, Luigi Carrozzo, Andrea Casalegno, Antonio Castaldo, Carla Castellacci, Massimo Cirri, Fernando Coratelli, Carlo Cornaglia, Roberto Corradi, Pino Corrias, Andrea Cortellessa, Riccardo Cremona, Gabriele D’Autilia, Vincenzo de Cecco, Luigi de Magistris, Andrea Di Caro, Franz Di Cioccio, Gianni Dragoni, Giovanni Fasanella, Davide Ferrario, Massimo Fini, Fondazione Fabrizio De André, Fondazione Giorgio Gaber, Goffredo Fofi, Giorgio Fornoni, Massimo Fubini, Milena Gabanelli, Vania Lucia Gaito, Bruno Gambarotta, Andrea Garibaldi, Pietro Garibaldi, Claudio Gatti, Mario Gerevini, Gianluigi Gherzi, Salvatore Giannella, Francesco Giavazzi, Stefano Giovanardi, Franco Giustolisi, Didi Gnocchi, Peter Gomez, Beppe Grillo, Luigi Grimaldi, Dalbert Hallenstein, Guido Harari, Riccardo Iacona, Ferdinando Imposimato, Karenfilm, Giorgio Lauro, Alessandro Leogrande, Marco Lillo, Felice Lima, Stefania Limiti, Giuseppe Lo Bianco, Saverio Lodato, Carmelo Lopapa, Vittorio Malagutti, Antonella Mascali, Antonio Massari, Giorgio Meletti, Luca Mercalli, Lucia Millazzotto, Alain Minc, Angelo Miotto, Letizia Moizzi, Giorgio Morbello, Loretta Napoleoni, Natangelo, Alberto Nerazzini, Gianluigi Nuzzi, Raffaele Oriani, Sandro Orlando, Antonio Padellaro, Pietro Palladino, Gianfranco Pannone, David Pearson (graphic design), Maria Perosino, Simone Perotti, Roberto Petrini, Renato Pezzini, Telmo Pievani, Ferruccio Pinotti, Paola Porciello, Mario Portanova, Marco Preve, Rosario Priore, Emanuela Provera, Sandro Provvisionato, Sigfrido Ranucci, Luca Rastello, Marco Revelli,Piero Ricca, Gianluigi Ricuperati, Sandra Rizza, Marco Rovelli, Claudio Sabelli Fioretti,Andrea Salerno, Giuseppe Salvaggiulo, Laura Salvai, Ferruccio Sansa, Evelina Santangelo,Michele Santoro, Roberto Saviano, Luciano Scalettari, Matteo Scanni, Roberto Scarpinato,Filippo Solibello, Riccardo Staglianò, Luca Steffenoni, theHand, Bruno Tinti, Gianandrea Tintori, Marco Travaglio, Elena Valdini, Vauro, Concetto Vecchio, Giovanni Viafora, Carlo Zanda, Carlotta Zavattiero.

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pretesto 1 f a pagina 7

“Gli ultimi sono quelli che ritengono i banchieri più pericolosi degli zingari.”

f a pagina 187

“La Natura è fatta a pezzi, e venduta, mentre noi sogniamo la Felicità universale. E la Terra, sotto i nostri piedi, scricchiola.”

Anna Maria Ortese

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pretesto 2 f a pagina 70

“To exist is to resist.” Scritta sul muro della vergogna che separa Israele

dai Territori palestinesi.

f a pagina 26

“Credo che soccorrere un paese significhi aiutarlo a non avere più bisogno degli altri. Quante ong prosperano sulla povertà di un popolo?”Mohamed Choukri, scrittore marocchino.

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f a pagina 61

“Tra noi beduini l’amicizia non entra mai in conflitto con la verità. La verità deve essere la verità e i sentimenti devono restarne fuori.”Atef, beduino che vive isolato nel deserto del Negev (Israele) con la famiglia e poche capre.

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pretesto 3 f a pagina 94

“Chiunque fosse a conoscenza della presenza di immigrati clandestini è pregato di comunicarlo con tempestività al sindaco, agli uffici di polizia… per i necessari atti conseguenti.”Cartelli affissi su disposizione dell’amministrazione comunale di San Martino dall’Argine (Mantova).

f a pagina 107

“Possono sembrare sgradevoli, ma è difficile mantenere equilibrio e serenità senz’acqua, senza servizi igienici, senza prospettive concrete e con la tubercolosi.”Antonio, a Ponticelli (Napoli), da anni si prende cura di un campo nomadi dove sopravvivono quattrocento rom tra adulti e bambini.

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f a pagina 124-125

“È curioso: l’arrivo della strada e della tecnologia, che avrebbe dovuto aiutare la gente a faticare meno, ha portato via gli abitanti facendo morire il paese. Bisognava riempire di manodopera la Fiat a Torino e l’Italsider a Genova.”Don Luciano vive a Dova sull’Appennino ligure con altri nove abitanti.

f a pagina 152

“La vita ha picchiato forte, però non è riuscita a mettermi al tappeto. La testa l’ho sempre tenuta alta.”Pasquale, maestro d’ascia, vive a Lampedusa.

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© Chiarelettere editore srlSoci: Gruppo editoriale Mauri Spagnol S.p.A.Lorenzo Fazio (direttore editoriale)Sandro ParenzoGuido Roberto Vitale (con Paolonia Immobiliare S.p.A.)Sede: via Melzi d’Eril, 44 - Milano

isbn 978-88-6190-116-2

Prima edizione: febbraio 2011

www.chiarelettere.itblog / interviste / libri in uscita

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Pino Petruzzelli

Gli ultimi

chiarelettere

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Pino Petruzzelli (1962) è regista, autore e attore. Dopo il diploma presso l’Ac-cademia nazionale d’Arte drammatica «Silvio d’Amico» di Roma, lavora per mettere la cultura al servizio di importanti cause sociali, andando a conoscere in prima persona le realtà che poi racconta. Nel 1988 crea con Paola Piacentini il Centro Teatro Ipotesi, che si occupa di temi legati al rispetto e alla conoscenza delle culture. Inizia così un viaggio che lo porta dalle riserve indiane del Nuovo Messico fino ai territori della ex Jugoslavia. Per anni attraversa le nazioni dell’area mediterranea vivendo come e con le persone che incontra. È ospite in case palestinesi e israeliane, dove tocca con mano la fatica di vivere quel conflitto, dall’una e dall’altra parte. Dorme sotto lo stesso tetto di chi trascorre la propria vita nei deserti. Conosce l’attore algerino Rachid, scampato a un attentato terroristico in cui fu sterminata tutta la sua compagnia teatrale rea di aver rappresentato un testo scomodo. In Al-bania incontra chi ha conosciuto le torture e le prigioni del regime comunista di Enver Hoxha.Da questi viaggi nascono spettacoli in cui racconta la profonda umanità di chi è costretto a vivere situazioni difficili. Scrive così Piccolo viaggio lungo il Mediterraneo e, con il giornalista Massimo Calandri, Marocco, Albania e Il G8 di Genova.Nel 2004 scrive Grecia e Zingari: l’Olocausto dimenticato. Nel 2005, con Pre-drag Matvejevic’ e Massimo Calandri, scrive Periplo Mediterraneo, un testo che racconta la vita di chi, in un Mediterraneo tutt’altro che pacificato, vive sulla propria pelle gli orrori della grande Storia.Nel 2006 con L’Olocausto di Yuri racconta le responsabilità che ebbero scienza e medicina durante il nazismo. Nel 2007 percorre l’Italia di chi vive lavorando la terra e, dagli appunti di quel viaggio, nasce lo spettacolo Di uomini e di vini, dedicato alla vita e alla fatica dei vignaioli. Nel 2008 esce il libro Non chiamar-mi zingaro, con prefazione di Predrag Matvejevic’, edito da Chiarelettere.Nel 2009 con la Regione Liguria organizza il primo corso di formazione pro-fessionale per organizzatori teatrali, attori, musicisti e tecnici, rivolto a rom e sinti. Nel luglio 2009 porta in scena Non chiamarmi zingaro. Lo spettacolo, che debutta a Mittelfest, è prodotto da Teatro Stabile di Genova, Mittelfest e Centro Teatro Ipotesi. Nel 2010 mette in scena, in prima nazionale al Mittel-fest, il romanzo di Mario Rigoni Stern Storia di Tönle.

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Sommario

Prefazione di don Andrea Gallo xiii

gli ultimi

Fuori dal coro 7Questo libro 9

Prima parte. Lo sguardo calmo degli ultimi 13

Lungo i bordi del Mediterraneo 15Pane nudo a Tangeri 19Moli di sabbia 31Terra santa, terra violenta 41Gli ultimi nomadi 57Il palestinese che costruisce il muro 69La dottoressa dei bambini 81

Seconda parte. Sei italiani per sperare ancora 91

Storie sepolte di un mondo ancora vivo 93L’umanità che resiste 101La montagna contro la barbarie 121Raccogliendo le cicche dei turisti 141Solitari e non soli 157Il sudore dei vignaioli 177La pastora 187

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Prefazione di don Andrea Gallo

Un vecchio prete di strada come me non si sarebbe mai sognato di realizzare un viaggio così lungo e faticoso, e nel contempo straordinario, ricco di schietta e genuina umanità, per incontrare nel suo cammino nobili perden-ti che tirano dritti «in direzione ostinata e contraria».

L’attore e regista Pino Petruzzelli l’ha fatto con questo libro. Leggendolo ho avuto modo di entrare nelle vite di persone capaci di smuovere le coscienze addormentate e spesso turbate da questa crisi economica, etica e morale. Mi sono ritrovato con una vivace comunità di amici del Mediterraneo, non sconfitti. Non ricordo i monumenti dei paesi che Petruzzelli ha attraversato; mi sono rima-ste invece scolpite nel cuore «pietre vive» ed eloquenti. Come un pio pellegrino, ho viaggiato dal Marocco alla Palestina, passando per Israele e poi sbarcando in Alba-nia. Per tornare in un’Italia in cui dilagano indifferenza, xenofobia e razzismo.

Ho sempre trovato un punto di appoggio, un luogo in cui sostare, uno spazio di ascolto, una porta aperta. Ho incontrato donne, bambini e uomini che ho ama-to, riappacificandomi con il creato. L’autore, lontano dal romanzo ed estraneo ai sentimentalismi e alla retorica,

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con umana poesia, pietà e verità, con lo stupore di un fanciullo, restituisce la parola a coloro che sono «senza voce» da troppo tempo.

Far parlare i «muti» è un miracolo. La folla massificata divora le immagini e non si mette in ascolto dei fragili, dei perdenti, diventati invece per Petruzzelli gli «invinci-bili», sempre pronti a rialzarsi nelle gravi difficoltà cau-sate dalle ingiustizie delle multinazionali, dei partiti, o dalle guerre di religione.

Si incontrano nel testo dodici persone, dodici «ultimi», tutti con la speranza di una possibile emancipazione.

Figure cangianti, forti e sicure, a volte necessariamen-te fragili e, perché no, provvidenzialmente provocatorie. Non si arrendono mai. Dal marocchino di Tangeri pas-sato dall’analfabetismo alla fama letteraria internazionale allo psichiatra israeliano mai rassegnato, difensore della pace tra i due popoli; dal simpatico Atef, ultimo tra i be-duini del deserto, al palestinese Zeidan, esperto dell’inti-fada, costruttore, suo malgrado, del muro della vergogna israeliano. E ancora la dottoressa palestinese che cura con scarsissimi mezzi i poveri bambini innocenti schiacciati e bombardati da una guerra assurda, dimenticata dall’Eu-ropa cristiana. Dirompente il professore dell’Università di Valona, che non demorde nella sua opposizione alla criminalità dilagante in Albania.

E dopo aver attraversato il Mediterraneo, Petruzzelli ci riporta in Italia, incontrando testimoni che vivono nel rispetto della natura, che credono ancora nella dignità del lavoro. Antonio, il contadino napoletano che da anni aiuta i rom a difendersi dalle discriminazioni sempre più violente. Pasquale, il lampedusano innamorato della sua isola, dove è conosciuto da tutti e vive una vita partico-

Gli ultimi

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larissima. Bepi, il guardaboschi amico di Mario Rigoni Stern, vigilante sentinella della natura in pericolo. I labo-riosi vignaioli che amano la loro terra. Una pastora sarda che sbarca a Genova con cento pecore e crea un ovile e un caseificio artigianale sulle alture della città sorda e insensibile. Tra questi fiori profumati emerge anche un prete tenace: sulle orme di Gesù di Nazareth, vuole far risorgere la montagna che muore.

Ho letto religiosamente i dialoghi di Petruzzelli con i suoi interlocutori illuminati, i senza-potere. Sono per-sone irregolari e irriducibili alle logiche borghesi del si-stema. Petruzzelli predilige gli ultimi. Non ci sono dub-bi. Con intima passione sente che l’universo colorato e dolente che incontra è molto più vero e umanamente più interessante del mondo «ordinato» dei regolari e de-gli uomini «in carriera»; del consumismo e delle mode emergenti.

Questo libro mi ha insegnato ancora una volta che è dal fondo che riesci a scorgere l’umanità. Solamente dal basso hai una visione futura.

Prefazione

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