giuseppe celi 2004 estensione del modello a prezzi vischiosi: altri strumenti analitici capitolo 11

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Giuseppe Celi 2004 Estensione del modello a prezzi vischiosi: altri strumenti analitici Capitolo 11

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Page 1: Giuseppe Celi 2004 Estensione del modello a prezzi vischiosi: altri strumenti analitici Capitolo 11

Giuseppe Celi 2004

Estensione del modello a prezzi vischiosi: altri

strumenti analitici

Capitolo 11

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Giuseppe Celi 2004 Appunti Macro 2

Dal modello a prezzi flessibili al modello a prezzi vischiosi

• Il modello a prezzi flessibili non aiuta a spiegare i cicli economici, ossia le fluttuazioni della produzione, in quanto l’ipotesi neoclassica di flessibilità di prezzi e salari assicura che il PIL reale sia sempre stabilizzato al suo livello potenziale

• Per costruire un modello che aiuti a spiegare i cicli economici, dobbiamo rimuovere l’ipotesi di flessibilità di prezzi e salari; dobbiamo assumere, cioè, che i prezzi siano vischiosi

• Nel modello a prezzi vischiosi, è la domanda aggregata che governa il processo di aggiustamento: quando le imprese si confrontano con una domanda calante per i loro prodotti non abbassano i prezzi ma riducono i livelli produttivi e l’occupazione. In questo caso, la produzione scenderà al di sotto del suo livello potenziale e il tasso di disoccupazione salirà al di sopra del suo livello naturale

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Giuseppe Celi 2004 Appunti Macro 2

Dal modello a prezzi flessibili al modello a prezzi vischiosi

• La funzione di investimento nel modello a prezzi vischiosi è identica a quella già presentata nel modello a prezzi flessibili ma svolge un ruolo assai diverso.

• Nel modello a prezzi flessibili, il tasso di interesse è un prezzo di equilibrio del mercato dei fondi mutuabili: il livello di risparmio associato al PIL potenziale determina il livello degli investimenti e l’intesità della domanda di investimenti determina il tasso di interesse

• Nel modello a prezzi vischiosi, i nessi causali sono invertiti: sono gli investimenti che determinano il risparmio. Questo perché il tasso di interesse non è determinato dal mercato dei fondi mutuabili ma è stabilito direttamente dalla banca centrale. Il tasso di interesse, autonomamente determinato sul mercato monetario, influenza il livello degli investimenti che, a loro volta, svolgono un ruolo essenziale nella spesa autonoma e nella determinazione del PIL reale d’equilibrio (e quindi nel livello del risparmio)

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Giuseppe Celi 2004 Appunti Macro 2

Dal modello a prezzi flessibili al modello a prezzi vischiosi

• La spesa autonoma e il moltiplicatore determinano insieme il livello di produzione. Nel modello a prezzi vischiosi, il fatto che le imprese adeguino automaticamente il livello di produzione al livello della domanda aggregata crea l’equilibrio nel mercato finanziario in corrispondenza di qualsiasi livello del tasso di interesse: qualunque tasso di interesse può essere un tasso di interesse di equilibrio perché il processo di aggiustamento fa sempre sì che il risparmio sia uguale agli investimenti (e questo in corrispondenza di qualsiasi livello del PIL).

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Giuseppe Celi 2004 Appunti Macro 2

Il tasso di cambio e la bilancia commerciale

• Come nel modello a prezzi flessibili, anche nel modello a prezzi vischiosi il valore del tasso di cambio reale corrente è dato dall’espressione:

= 0 - r (r – rf)

• Dalla precedente equazione si comprende come eventuali spostamenti delle curve IS e LM che influenzino il tasso di interesse reale eserciteranno un

impatto anche sul tasso di cambio reale e, per questa via, eserciteranno un‘influenza sulle esportazioni nette.

• Il diagramma che segue illustra gli effetti di una politica monetaria espansiva

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Giuseppe Celi 2004 Appunti Macro 2

Modello IS-LM e tasso di cambio

• Gli spostamenti della curva LM verso l’esterno (destra) faranno aumentare il tasso di cambio e il valore della valuta estera determinando un aumento delle esportazioni nette.

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Giuseppe Celi 2004 Appunti Macro 2

Il modello IS-LM e la bilancia commerciale

• In generale, nel modello IS-LM, gli effetti di un cambiamento delle condizioni interne sulla bilancia commerciale agiscono in due direzioni: 1) da un lato, le variazioni del tasso di cambio indotte da cambiamenti del tasso di interesse interno avranno un impatto sulle esportazioni lorde; 2) dall’altro lato, le variazioni del PIL reale avranno ripercussioni sulle importazioni.

• Nel diagramma IS-LM, quando il sistema economico si muove verso l’alto o verso destra (oppure verso l’alto e verso destra), le esportazioni nette diminuiscono. La seguente figura illustra le principali relazioni di causa ed effetto.

)()( YIMrXIMGXNX yr

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Effetto di un cambiamento delle condizioni interne sul tasso di cambio e sulla bilancia commerciale

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Giuseppe Celi 2004 Appunti Macro 2

Shock internazionali ed economia nazionale

• Tre tipi di shock internazionali influenzano l’equilibrio nello schema IS-LM: 1) una variazione della domanda estera di beni nazionali; 2) una variazione del tasso di interesse reale estero; 3) una variazione del valore fondamentale del tasso di cambio atteso dagli speculatori (0 ). Analizziamoli uno per uno.

• Aumento della domanda estera. In questo caso, gli effetti nel modello IS-LM sono analoghi a quelli esercitati da un qualunque shock espansivo che muova la IS verso destra: lo spostamento a destra della IS, misurato dal prodotto tra aumento autonomo della domanda e moltiplicatore (ΔA0) /(1-PME), fa aumentare il PIL reale e, se la LM è inclinata positivamente, questo porterà ad un aumento del tasso di interesse e ad un apprezzamento del tasso di cambio che attenuerà l’incremento iniziale delle esportazioni; inoltre, l’aumento del PIL reale farà aumentare le importazioni.

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Effetto di un aumento della domanda estera di esportazioni

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Effetto di un aumento della domanda estera di esportazioni

• Dal punto di vista algebrico, se si assume che la banca centrale mantenga fisso il tasso di interesse reale, l’impatto di un aumento della domanda estera sul reddito interno sarà misurato semplicemente dal prodotto della variazione delle esportazioni lorde per il moltiplicatore:

dove, se sostituiamo alla propensione marginale alla spesa PME i parametri che la determinano, otteniamo:

PME

YXY

ff

1

yy

ff

IMtC

YXY

)1(1

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Effetto di un aumento della domanda estera di esportazioni

• L’aumento della domanda estera influenza le esportazioni nette direttamente in termini di aumento delle esportazioni lorde, e indirettamente in termini di aumento delle importazioni generato dall’incremento del reddito nazionale:

• Sostituendo il valore per ΔY, otteniamo:

• Come si vede, a patto che il moltiplicatore moltiplicato per la propensione marginale ad importare sia minore di 1, un aumento della domanda estera migliorerà le esportazioni nette

YIMYXIMGXNX yf

f

PME

IMYX

PME

YXIMYXNX yf

f

ff

yf

f 11)(

1

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L’impatto di un aumento del tasso di interesse estero

• Nel caso di un aumento del tasso di interesse estero rf, gli effetti sul reddito interno e sulla bilancia commerciale sono analoghi a quelli associati ad un aumento della domanda estera, tranne per il fatto che ora il tasso di cambio si muove in direzione opposta: un innalzamento di rf provoca un deprezzamento del tasso di cambio reale che, a sua volta, contribuisce a far aumentare le esportazioni lorde migliorando il saldo della bilancia commerciale.

• Anche in questo caso, l’impatto sull’equilibrio interno è quello determinato da un movimento della IS in senso espansivo. In particolare, la traslazione a destra della IS fa aumentare il PIL e, nella misura in cui la LM è inclinata positivamente, questo determina un aumento del tasso di interesse interno. Lo spostamento dell’equilibrio IS-LM in alto a destra (aumento del PIL e del tasso di interesse interno) contribuisce a ridimensionare gli effetti positivi sulle esportazioni nette esercitati dall’aumento di rf (via deprezzamento del cambio)

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Cambiamento delle aspettative circa il valore di lungo periodo del tasso di cambio

• Se lo shock internazionale è rappresentato da un cambiamento al rialzo delle aspettative degli speculatori circa il valore di lungo periodo del tasso

di cambio (aumento di 0 ), gli effetti sono identici a quelli associati ad un

aumento di rf: deprezzamento del tasso di cambio reale e aumento delle esportazioni lorde, traslazione a destra della IS, aumento del PIL di equilibrio e, con una LM inclinata positivamente, aumento del tasso di interesse interno.

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Livello dei prezzi e domanda aggregata

• Se aumenta il livello generale dei prezzi, cosa accade al valore di equilibrio del PIL reale?

• Se l’offerta nominale di moneta è fissa, un incremento del livello generale dei prezzi riduce i saldi monetari reali determinando una traslazione a sinistra della LM

• La riduzione dell’offerta di moneta in termini reali provoca un aumento del tasso di interesse di equilibrio e un abbassamento del PIL reale di equilibrio

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Variazione dei prezzi e spostamento della LM

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Livello dei prezzi e domanda aggregata

• Supponiamo di collocare al di sotto del diagramma IS-LM visto nella figura precedente, un nuovo diagramma in cui sull’asse delle ascisse viene sempre rappresentato il livello del PIL reale, mentre sull’asse delle ordinate viene riportato il livello dei prezzi

• Per ogni livello dei prezzi, calcoliamo nel diagramma superiore la corrispondente curva LM e individuiamo il livello di equilibrio del PIL reale associato a tale curva. Siamo così in grado di costruire nel diagramma inferiore la curva di domanda aggregata (AD), quella curva che associa ad ogni livello dei prezzi il corrispondente PIL reale di equilibrio

• La curva AD è inclinata negativamente: se i prezzi aumentano, con uno stock nominale di moneta fisso, l’offerta di moneta in termini reali si riduce e questo comporta una traslazione a sinistra della LM, un più elevato tasso di interesse e un livello di equilibrio del reddito più basso

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Dal diagramma IS-LM alla curva di domanda aggregata

Per un valore fisso dello stock nominale di moneta, ogni possibile valore del livello dei prezzi genera una differente curva LM. Se si rappresenta sull’asse orizzontale il valore di equilibrio del PIL reale per quella curva LM e sull’asse verticale il livello dei prezzi, la curva che si ottiene è la curva di domanda aggregata. Sulla base di questa curva, possiamo osservare come gli aggiustamenti di prezzi e salari con il passare del tempo riportano il sistema economico dall’equilibrio del modello a prezzi vischiosi a quello del modello a prezzi flessibili (in cui Y=Y*)

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Politica monetaria e domanda aggregata

• Le banche centrali moderne non fissano una volta per tutte lo stock di moneta per poi restare passive rispetto al ciclo economico. Esse sono molto attive nel contrastare l’inflazione: quando la crescita dei prezzi accelera, la banca centrale aumenta il tasso di interesse reale allo scopo di restringere la domanda aggregata e abbassare l’inflazione

• Secondo il semplice modello proposto da John B. Taylor, la banca centrale

ha un valore obiettivo π’ per il tasso di inflazione unitamente ad una stima

del tasso di interesse ritenuto normale r*. Se il tasso di inflazione è più elevato (basso) rispetto al suo valore obiettivo, la banca centrale porta il

tasso di interesse al di sopra (al di sotto) di r*:

)'(''* rr

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Giuseppe Celi 2004 Appunti Macro 2

Politica monetaria e domanda aggregata

• Prendiamo l’equazione della curva IS:

• Se nell’equazione della curva IS inseriamo la regola di Taylor come espressione delle determinanti del tasso di interesse interno, otteniamo:

rPME

XI

PME

AY rr

11

0

)'(1

)(''*

110

PME

XIr

PME

XI

PME

AY rrrr

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Politica monetaria e domanda aggregata

• La precedente espressione può essere semplificata se definiamo Y0 come il livello del PIL reale che si determina in corrispondenza del valore normale del tasso di interesse r* :

• e se definiamo un nuovo parametro :

*11

00 r

PME

XI

PME

AY rr

'

PME

XI rr

1

)('''

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Giuseppe Celi 2004 Appunti Macro 2

Politica monetaria e domanda aggregata

• In questo modo possiamo scrivere l’espressione combinata per la curva IS e la regola di Taylor nella forma più semplice:

• Questa equazione è detta funzione di reazione di politica monetaria (FRPM). Essa presenta delle analogie con la curva di domanda aggregata: quando i prezzi aumentano, il PIL reale diminuisce.

• Tuttavia, vi sono delle differenze importanti: 1) nella curva di domanda aggregata, la relazione rilevante è quella tra livello del PIL reale e livello dei prezzi (non tasso di inflazione come nella FRPM); 2) nella curva di domanda aggregata, la banca centrale non interviene nelle fasi del ciclo (contrariamente alla FRPM, in cui la banca centrale svolge un ruolo attivo nel controllo dell’inflazione)

)'('0 YY

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Giuseppe Celi 2004 Appunti Macro 2

La funzione di reazione di politica monetaria

Il comportamento di una banca centrale che si proponga di combattere l’inflazione conduce allo stesso tipo di relazione tra livello dei prezzi e livello di produzione rappresentata da una curva inclinata verso il basso (con pendenza negativa) a cui si è pervenuti nella figura precedente. Ma in questo caso è un aumento del tasso di inflazione, non un aumento del livello dei prezzi, a essere associato a una diminuzione del PIL reale.

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Giuseppe Celi 2004 Appunti Macro 2

La funzione di reazione di politica monetaria

• La FRPM permette di analizzare l’aggiustamento di prezzi e salari che potrebbe condurre nel tempo il sistema economico dall’equilibrio con prezzi vischiosi (in cui la disoccupazione è potenzialmente elevata) all’equilibrio con prezzi flessibili in cui il PIL reale è al suo livello potenziale.

• Se, per esempio, il PIL fosse inferiore al suo livello potenziale, l’inflazione tenderebbe a diminuire nel corso del tempo e l’abbasamento dei tassi di interesse da parte della banca centrale (in reazione al rallentamento dell’inflazione) aiuterebbe l’economia a muoversi in basso a destra lungo la curva che rappresenta la FRPM, determinando un aumento del PIL reale. Un meccanismo opposto si determinerebbe nel caso in cui il PIL fosse superiore a quello potenziale